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REGINA DEI CAZZI

Sono qui sdraiato su questo grande letto kingsize mentre sto lubrificando con la saliva la mia meravigliosa Donna che mi facilita allargando le sue belle abbondanti cosce.
La mia lingua è come se fosse a casa in un rituale consolidato sa dove andare, arrotolandosi raccoglie un po di saliva dalla bocca e come una molla la riversa nella profumata vagina, piegandosi in due e insinuandosi fra le piccole labbra ben dentro lubrificando bene le pareti di questa morbida figa, mentre con le dita la tengo ben aperta..
Lecco con minuzioso scrupolo mentre con la punta del naso sgrilletto il suo clitoride…
adoro sentirla fremere mentre l’adrenalina della sua eccitazione carica a ondate la sua libido, la mia Regina dei Cazzi è bellissima, con la sua grande sensualità esplosiva, io godo nel sentire in Lei montare l’eccitazione è bellissimo unico, come altrettanto unica è l’unione che ci lega fatta di complicità totale, senza tabù o preclusioni, adoro questa eccitante frenesia sessuale è come se fossimo un pianista con il suo piano mentre esplode l’estro artistico e i due diventano un tutt’uno nella stessa armonia… ecco incomincia a godere sento il suo respiro farsi affannato, intorno a noi è un brulicare di mani, si sente nell’aria la tensione, ci sono cinque maschi ormai eccitati frementi nel desiderio di approfittare delle grazie di questa splendida femmina, i più intraprendenti sono in ginocchio e offrono i loro cazzi alla dolce bocca della mia bella Donna e Lei non si tira indietro con quel suo saper muovere le labbra elegantemente anche succhiando un cazzo, Lei non si tira indietro sa di essere la Regina di questa sera trasgressiva, le piace essere al centro dell’attenzione di questi maschi arrapati, sentire la loro eccitazione fremere mentre le offrono i loro membri …
In questa stanza siamo in sette sei uomini tutti per Lei, ci sono mani ovunque sul suo corpo e Lei si eccita, la sento, ecco sta per esplodere nel primo orgasmo mentre la mia lingua ormai ha quasi finito di lubrificarle la figa, è pronta ad essere montata da questi cinque assatanati, uomini di tutte le età , li abbiamo scelti insieme con un annuncio su internet, gli abbiamo dato appuntamento in questa villa di un agriturismo per questa serata speciale, la serata del piacere sfrenato, senza limiti, una notte tutta per Lei per il suo piacere.
Intanto Rosy gode ha il suo primo orgasmo, scoppia sulla mia faccia e mi inonda dei suoi umori misti a gocce di pipi che non riesce a trattenere è troppa l’eccitazione che la pervade, i compagni di gioco li abbiamo scelti insieme, ma Lei si è limitata alla

scelta estetica, dalle foto dei loro visi e comunque non sapeva come erano “attrezzati sotto”, quelle foto le ho viste solo io e le ho proposto una serie di candidati, comunque so i suoi gusti, so che le piacciono i cazzi dalla cappella grossa prorompente, non troppo lunghi in quanto da altre esperienze so che se spingevano troppo le facevano male, al contrario so che ama sentire la grossa cappella che la pompa con forza nella sua figa, le piace stringere quel pistone sentire che pulsa dentro di Lei.
Alla mia Regina dei Cazzi piace essere presa con forza ripetutamente senza particolari posizioni acrobatiche, ma nella solita posizione del missionario o al massimo alla pecorina ma presa, montata, sbattuta forte con decisione, con sapiente ritmo che varia, con momenti frenetici e momenti ritmati, meglio se con altri uomini intorno che la palpano, la toccano, l’accarezzano, cosi Lei gode ripetutamente sotto questi uomini che si alternano senza sosta, sono grappoli di orgasmi che la fanno fremere, la fanno urlare, lo so sono pazzo ad accondiscendere a queste fantasie, a proporre alla mia Donna di fare la porca senza limiti con questi sconosciuti, ma la cosa mi eccita mi prende l’anima, sentirla cosi appagata, baciarla mentre viene scopata, sentire dalle sue labbra il suo piacere, sentire le sue mani, le sue unghie che mi stringono, si insinuano nella mia pelle mentre gode, mentre si sente vera Regina padrona del piacere.
Sento il suo piacere riversarsi in me, non mi sento umiliato o come si dice cornuto, questi uomini sono strumenti di piacere so che Lei mi ama e sono io il suo vero amore e se anche un domani dovesse finire tutto so che ho vissuto una storia unica e penso irripetibile.
Ora mi sposto, è pronta lascio il posto al primo suo amante un bel ragazzo di 35 anni, moro occhi scuri, faccia da furbetto, il suo arnese è di buone dimensioni e con una grossa cappella che ho visto essere apprezzata dalla bocca della mia Regina dei Cazzi che l’ha insalivata ben bene e ora sta per affondare nella figa della mia Rosy, io mi sposto a lato mi chino a succhiarle il seno mentre Lei si inarca e “primo” la penetra con delicatezza ma sino in fondo allargandole la vagina e facendola sussultare, incominciano una serie di colpi forti e frenetici, l’uomo aveva accumulato una bella dose d’eccitazione che ha voglia di sfogare, mentre la monta in profondità la guarda, Lei si inarca e gli va incontro ad ogni affondo, vedo che sta per arrivare il secondo orgasmo, mentre le sto baciando il collo e le sussurro all’orecchio “ti adoro Zoccolona, sei la mia Zoccolona , sei bellissima…” Lei gode gode urla mentre primo accelera e si vede che sta per venire e riempire la figa della sua sborra, ecco anche lui si inarca e spinge forte irrigidendosi sulle gambe e bloccandola mentre la sua sborra inonda la vagina della mia Regina…
Lei sussulta ancora singhiozza socchiude la bocca, primo estrae il suo cazzo e lo scrolla sulle grandi labbra di Rosy facendo cadere l’ultima sborra su quelle morbidi appendici ormai completamente allagate di umori.
Intanto intorno a noi è un assedio di corpi, tutti estasiati nella visione di quella Femmina immersa nel suo frenetico piacere, primo non fa in tempo a spostarsi che ecco “secondo” lo sostituisce con l’irruenza della gioventù, è un ragazzo di 24 anni alto, con un corpo ben scolpito da lunghe sedute di palestra, ha il cazzo teso allo spasimo si vede che ha voglia di godere, mi sa che questo non durerà molto, la dotazione di secondo è decisamente notevole un bel cazzone con una cappella non tanto grande rispetto al notevole diametro del cazzo.
Questo ragazzo è troppo irruente, gli dico di fare con calma tanto Regina dei Cazzi non scappa è tutta per lui.
Rosy allarga bene le cosce per facilitare l’ingresso di quel cazzone e io prendo una sua caviglia e facilito la penetrazione, faccio in modo che la gamba destra della mia Donna sia ben verticale mentre secondo glielo sbatte dentro con foga facendo sussultare la mia Rosy che nonostante la figa ormai ben lubrificata dallo sperma e dai suoi umori sente il cambio di dimensione e stringe con forza le braccia del suo nuovo amante che non perde tempo e incomincia a stantuffarla con la sua foga giovanile, non le da tregua e Lei incomincia a godere di quell’energia si inarca aggrappandosi alle sue forti braccia, butta indietro il viso sentendo arrivare il nuovo orgasmo e io ne approfitto per baciare quella labbra che odorano dei cazzi che ha succhiato, mi prende in bocca un labbro e lo morde mentre sento il suo orgasmo che arriva imperioso.
Secondo la sbatte forte, Rosy gode gode esplode in un fortissimo orgasmo e urla mentre lui implacabile la scopa la guarda negli occhi e le urla “sei una troia, sei una puttanaaaaa” e gode dentro di Lei riempiendole la figa, lo sperma è talmente tanto e lui non smette di stantuffarla che la sborra rumorosamente schizza fuori fra il cazzo e il clitoride della mia bella Donna.
Secondo crolla esausto su di Lei singhiozzando, passano secondi interminabili sentendo i loro respiri ansimanti, poi si riprende e le bacia il seno estraendo il suo cazzone lasciandolo colare sul lenzuolo…
Al fianco opposto al mio si è inginocchiato sul letto quarto, un sessantenne grasso e non particolarmente attraente ma sicuramente molto porco e con un cazzo veramente grosso e tozzo, con le sue rugose mani ha approfittato del momento di pausa per infilare le grasse dita nella figa della mia Donna, le rigira dentro quella morbida rosa piena di sborra, le sporca tutte raccoglie tutti quegli umori e poi gliele infila in bocca facendosele succhiare, Rosy ama questi gesti, le piace sentirsi sporca di sborra, sentire l’odore dei maschi mischiato al suo e lecca avidamente succhia mentre con la mano sega il cazzo del porco, poi si gira apre gli occhi e mi sorride con le labbra imperlate di sborra, lo so vuole essere baciata vuole condividere con me quella sensazione porca e sporca…
e io non la deludo la bacio e le dico “ti amo mia Regina” .
Mentre la bacio ecco il terzo che si presenta a riscuotere il suo momento di piacere, è un uomo mio coetaneo di 50anni, alto 175 tarchiato e completamente glabro, è un camionista è l’unico che abbiamo già incontrato e conosce bene quella dolce vagina che ha già scopato due volte, la prima in particolare è stata sul cofano della mia macchina in una sera di primavera in un area di servizio sull’A1, si chiama Carlo è un buon scopatore a Rosy piace perchè ha un modo di muovere il bacino particolare che la fa godere “come una vacca in calore”, cosi mi ha detto di sentirsi vacca mentre la monta e lui è un buon toro.
Regina ora è più tranquilla e si lascia prendere da Carlo che incomincia con quel suo particolare movimento pelvico e inizia a montarla, a lui piace stringerla per i polsi mentre la sbatte mettendole le braccia allargate, cosi facendo toglie la mano della mia Lei che sta segando il vecchio porco che si incazza e allora si porta vicino alla faccia di Regina e le struscia il cazzo sulle guance, i due commentano con frasi tipo “… sta troia da monta..” “ sei una vacca da monta …” “… guarda come ti allargo la figa puttana…” “.. succhia, leccami il cazzo zoccola” a Lei piace sentirsi la più troia delle troie, sentire l’odore, il sapore dei maschi, sentirsi penetrata, presa, limitatamente abusata, e ricomincia ad inarcarsi, l’orgasmo le arriva di nuovo e questa volta conoscendola sarà più forte più devastante, le sue gambe si muovono sincrone con il movimento del camionista , io mi accuccio e le lecco il seno, con una mano le strizzo il capezzolo sinistro mentre con le labbra le succhio il destro, anzi per meglio dire lo risucchio, Regina ha un seno abbondante grande morbido imperioso, una sesta abbondante e io mi godo quel ben di Dio mentre la sento ansimare sempre più forte, le sento il cuore sempre più accelerato, sta per godere anche se il camionista non da segni di arrivare e la sbatte implacabile senza smettere.
Intanto il vecchio porco approfittando che Rosy ha inarcato indietro il collo le infila in gola il cazzo e ha incominciato a scoparla in bocca urlandole “succhia troia , ciuccia sta minchia, succhia vaccona” e io stronzo le strizzo i capezzoli, li tiro stringendoli fra gli indici e i pollici sino a farle quasi male, incito i due a scoparla sempre più forte, lo spettacolo doveva essere proprio intrigante infatti intorno a noi si sono avvicinati tutti menandosi il cazzo.
Con sorpresa il primo a venire è stato il vecchio porco che non ha resistito e ha schizzato in gola alla mia Regina dei Cazzi tutto il suo succo e avendo il cazzo cosi grosso Regina non riusciva a deglutire e allora le è andato per traverso e ha avuto colpi di tosse e avendo in bocca quel cazzo, la sborra le è uscita dalle narici … mai visto una cosa simile, io ho dato una spinta al vecchio che si è staccato ed è caduto sulla spalliera del letto, Regina nonostante la tosse, nonostante la sborra che la soffocava, ha incominciato a godere singhiozzando, tossendo ma godeva si inarcava, alla fine ha urlato come una tarantolata il suo piacere, in un orgasmo infinito seguita dal suo toro che non è più riuscito a trattenersi e le è venuto dentro rantolando…
Alla fine le estrae il cazzo dalla vagina e invidioso del vecchio porco ha offerto il suo cazzo sporco alla bocca della mia Rosy che presa ancora dal suo piacere glielo ha pulito con dolcezza, succhiando le ultime gocce di sperma.
E’ stata una scena indimenticabile, una vera sinfonia di sesso porco e intenso, Regina era esausta ha goduto come non mai, l’accarezzavo e Lei stufa di essere sdraiata si è messa in ginocchio venendomi a baciare, ci siamo abbracciati, è stato un piacere sentirla tutta sudata mentre le nostre lingue si intrecciavano e i nostri occhi si guardavano, intorno a noi gli altri continuavano a menarsi o guardavano la mia bellissima Donna splendida nei suoi 30anni con le sue forma mediterranee abbondanti e i suoi lunghi capelli lucidi e neri che arrivavano al sedere.
Lei si guarda intorno e vede “quinto” che con il suo carattere timido è rimasto sempre un po in disparte, quinto è uno splendido ragazzo della Costa D’Avorio alto 190 con la sua pelle lucida e nera come l’ebano che con discrezione e quasi imbarazzo di toccava il suo enorme cazzone nero, un vero capolavoro della natura che per una donna femmina e sessualmente esuberante come Rosy è una tentazione irresistibile.
Allora ho suggerito alla mia Regina di mettersi a quattro zampe sul bordo del letto con le gambe leggermente divaricate per godersi una vera completa pecorina, ho invitato Mamadou alias quinto ad avvicinarsi e ho suggerito alla mia bella Signora di lubrificarglielo ben bene con la saliva mentre io con piacere mi sono inginocchiato per terra e allargando le grandi labbra della figa di Rosy ho guardato lo stato della sua vagina che eruttava grosse gocce di sperma che quando con le dita ho incominciato a scostare le grandi labbra a gocce e grumi le colava e non ho saputo res****re alla tentazione e ho ripiegato la lingua e gliela ho infilata dentro leccando tutto in segno di sottomissione alla mia Donna, adoro sentirmi cosi porco e complice, Lei non è rimasta insensibile a quel trattamento, o forse si pregustava la chiavata di quel cazzone d’ebano mentre se lo leccava e lo ingurgitava sino in gola.
Mamadou era al massimo eccitato e pronto e allora l’ho invitato a scopare la mia bellissima Vacca, anzi mi son messo al fianco della mia bella e le ho aperto ben bene le natiche facilitando l’introduzione di quell’immenso cazzone.
Nonostante che fosse ormai ben lubrificata, larga e usata… ha faticato a dilatarsi per accogliere quel tronco d’ebano, ma alla fine presa per i fianchi da Mamadou si è lasciata montare, il ragazzone ha incominciato a scoparla con lentezza, cosa che a Rosy non piace molto, ma alla fine si è arresa e si godeva lo scorrere di quel cazzone sino in fondo alla sua vagina, gli altri intorno si godevano quello spettacolo e incitavano a montare quella troia con foga, pian piano il ritmo è aumentato e dopo qualche minuto i due amanti sono riusciti a trovare una sintonia.
Mamadou man mano aumentava il ritmo e sbatteva forte la mia Rosy,, e lei si lasciava sempre di più sopraffare dall’eccitazione, si sentiva femmina orgogliosa di esserlo, la guardavo, mi ha fatto un cenno di mettermi di fronte a lei che voleva avere in bocca il mio cazzo e farmi un pompino, a dire il vero io non ne potevo più e ho lottato più di una volta per non venire durante i suoi amplessi, sentendola urlare di piacere, ecco vedo quel movimento particolare del suo corpo che si avvicina all’orgasmo.
Io ormai non ne potevo più e tenendola per i capelli la scopavo in bocca, sentivo la punta del cazzo battere contro la sua gola, non riuscivo a trattenermi ma Lei mi lasciava fare, mentre Mamadou ormai era prossimo a venirle in pancia e la sbatteva come un forsennato con la presa sulle chiappe della mia Rosy e tirandola a se violentemente.
Rosy stava per venire l’ennesima volta la sentivo fremere , mi succhiava senza sosta sino ad un certo punto che si è messa ad urlare presa dal suo piacere e si è accasciata sul letto, mentre Mamadou senza staccarsi si è sdraiato su di Lei tenendole le gambe strette fra le sue e montandola come un forsennato, le mani di Rosy anzi per meglio dire le unghie di Rosy si sono infilzate sulle mie cosce mentre guardavo estasiato la mia Donna in estasi montata da questo ragazzone nero.
Rosy singhiozza urla stringe la mia pelle mi urla il suo piacere mentre Mamadou non da segni di cedimento, monta forte forte senza tregua, i due sono sudati e alla fine anche lui viene spingendo dentro la mia Regina dei Cazzi il suo bastone riempiendo per l’ennesima volta la figa della mia bellissima Donna.
Alla fine estrae il suo bastone si alza e va in bagno mentre Rosy resta distesa sul letto con me di fronte in ginocchio appoggiato ai talloni, le sue mani mi accarezzavano le cosce come per ringraziarmi per quei momenti di cosi grande piacere che gli ho organizzato, alla fine tutti sono venuti mancavo solo io, gli altri chi si rivestiva chi invece indugiava forse in attesa di ancora qualche attenzione da parte della mia Regina, poi uno alla volta se ne andarono tutti.
Rosy ancora sdraiata sul letto si è girata e mi ha invitato a baciarla e cosi dolcemente ci siamo uniti in quel lunghissimo scambio di amore e dolcezza, poi con una mano ha incominciato a stringermi il cazzo e sorridendomi mi dice che l’unico a non aver ancora goduto sono io e allora le dico di fare un 69 cosi con la figa piena dello sperma dei suoi amanti e Lei si è messa a cavalcioni sul mio viso con la sua sensibile figa a farsi leccare mentre con la bocca mi ha fatto venire succhiando tutta la mia sborra mentre dalla sua figa colava sulla mia lingua tutta la sborra di Mamadou e di quelli prima di lui….
Una notte indimenticabile senza tempo , emozioni, sensazioni, vissute insieme pelle contro pelle, mix di umori sapori odori…. Amore…

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QUATTRO CAZZI PER ME….

Ho un culo da donna, me lo dicono tutti, rotondo, sodo, che forma una perfetta attaccatura con le cosce, un culo insomma da prendere, da violentare.
E’ stato il mio “ingombrante” culo da femmina ad aprire pian piano, già all’età di sedici anni, una voragine nella mia personalità sessuale apparentemente univoca. Passavo ore a fissarlo e mi eccitavo con ciò e finivo per masturbarmi. Vestivo il mio culo con perizoma, lo ingabbiavo in un reggicalze, lo valorizzavo con una sottoveste o baby-doll (cose che all’inizio sottraevo a qualche zia avvenente), tutto ciò al solo fine ripeto di masturbarmi. Non cercavo su riviste porno l’ispirazione per una sega, mi bastava guardare il mio culo.
Ad un certo punto però ho sentito altro, un prurito sessuale nuovo, sconvolgente, assolutamente innato. La colpa o il merito (lascio giudicare a voi) è da attribuire ad un mio amico coetaneo.
Allora avevamo diciott’anni ed eravamo in un negozio di profumi nei giorni precedenti a San Valentino, infatti lui doveva acquistare un regalo per la sua fidanzata.
Senza accorgermene mi ero messo chino sul bancone della cassa, poggiato sui gomiti, la schiena inarcata e il culo inevitabilmente all’aria. Non era la prima volta che mi sorprendevo in queste posizioni, ma non destavano in me molta preoccupazione inconsapevole allora di quello che sarei diventato.
Ad un certo punto sentii una forte pressione contro di me da dietro e allo stesso tempo sentii una punta più dura che premeva tra le mie natiche.
Il mio amico in maniera molto disinvolta e intelligentemente equivoca me lo aveva poggiato sul culo.
La sensazione fu sconvolgente, sembrava che il buco del mio culo si stesse bagnando, lubrificando per permettere al cazzo di entrare, ero a pecorina e sentivo che avrei potuto godere se fossi stato impalato come una troia.
L’immaginazione non ebbe seguito reale, il mio amico non fu chiaro nel suo gesto ed io ero troppo influenzabile per fidarmi delle mie sensazioni, tant’è che tra Claudio Adv e me non c’è stato mai niente.
Al di là di questo per me fu la scintilla, gli albori di una nuova mia dimensione che solo ora, a distanza di tanti anni, vivo a pieno.
Il passaggio mentale dal sognare di essere scopata tra le natiche e l’immaginare un cazzo tra le mani o in bocca fu brevissimo.
Cominciai sempre più a sviluppare queste fantasie nella maniera in cui la mia indole mi dettava.
Se fossi stato con un uomo volevo non solo riempirmi la bocca del suo cazzo ma anche bere la sua sborra. Speravo di essere scopata di fronte ad uno specchio, speravo in un cazzo enorme che a fatica entrava nel mio culo, tanto da farmi male…..ero estasiato dall’immaginare il cazzo che mi riempiva, dall’immaginare che il mio orefizio era allo stremo della sua dilatazione. Sognavo spesso un cinema dove fare un pompino durante la proiezione del film, in mezzo a tutti e sotto gli occhi di tutto.
Immaginavo il mio uomo che mi prendeva ai fornelli oppure mentre facevo le pulizie.
Mi piaceva l’idea di una troia, di una puttana, quelle vere che non si fanno pagare il cui solo interesse è sentirsi donna, nata per soddisfare gli uomini.
A queste fantasie poi più in là aggiunsi alcune idee di sadomaso molto soft, mi sarebbe piaciuto essere tirata per i capelli quando fossi stata scopata a pecorina, o essere tenuta immobile con la testa per evitare che la mia bocca sfuggisse ad un caldo spruzzo di sborra. Ancora immaginavo di avere i polsi legati, o meglio ancora di essere stretta in uno di quei nodi che fanno del corpo un angolo retto e così essere distesa di fianco sul letto e prenderlo dietro.
Con tutte queste fantasie la prima e più diretta conseguenza fu quella di curare il mio corpo, acquistavo creme, trucchi, lingerie, tacchi a spillo e parucche, mi depilavo. Volevo essere una troia insaziabile. Come per magia, questa sfrenata attività cerebrale si trasferiva sul mio culo rassodandolo ancora di più, quasi come che pensare di essere sfondata da nerchie violacee mi modellava il sederino da vera puttana in calore.
Avevo una doppia vita insomma, ma non nel senso di vite separata, svesti una e indossi l’altra, ma nel senso che queste due vite mi accompagnavano ( e mi accompagnano) contemporaneamente senza soluzione di continuità.
A scuola prima e all’università poi, indossavo (e indosso; ora al lavoro) reggicalze, perizoma, calze velatissime, sottovesti, tutto celato sotto panni maschili.
Ancora un altro dato è interessante della mia adolescenza, fino ai 21 anni, data della storia che ancora non vi ho raccontato, un po’ di pazienza.
Premetto che la scuola l’ho frequentata in un paesino di provincia, ecco perché la mia attività sessuale era nulla, lavoravo solo di immaginazione. Fino al momento in cui ho pensato di potermi divertire con pratiche masturbatorie un po’ sofisticate. Acquistavo chili di melanzane (nere e grosse; per la penetrazione è la cosa migliore dopo il cazzo e prima dei falli finti).
Le fissavo in modo tale che inevitabilmente una mi finiva nel culo e l’altra nella bocca, in modo da avere le mani libere e potere assumere così ogni posizione. Ero la troia di due grossi cazzi che mi scopavano in reggicalze e tacchi a spillo. A volte mi masturbavo e mettevo la sborra sulle due melanzane, era eccitante, quei fiotti caldi su quella superficie nera, sembrava che stessi realizzando le mie più perverse fantasie, bere sborra e il culo rosso dalle dimensioni della melanzana. Continuavo così per ore, cambiando posizioni, alla fine ero sfinita e sentivo delle voci che mi dicevano, – quanto è puttana, scommetto che avrebbe preso due cazzi contemporaneamente nel culo-.
Arrivo così ai 21 anni, baldracca, sfondata e mai sazia.
Era una mattina universitaria come tutte le altre, corsi, amici e qualche caffè tra lo spacco di una lezione e l’altra. Indossavo sotto i jeans un reggicalze di pizzo nero e delle calze velate color carne con la riga verticale sul dorso delle gambe, la culotte era di colore nero doverosamente portata sopra al reggicalze (infatti pensavo che una troia non può essere scopata senza reggicalze, quindi in quelle occasioni doveva essere agevole sfilare lo slip), sopra avevo un corpetto anch’esso nero a tono col reggicalze. Aggiungo che era una giornata di inverno, e che i maglioni di lana e il freddo aiutano a indossare gli indumenti intimi.
Nonostante la mia voglia di vivere una esperienza vera con cazzi di carne grossi e turgidi, stavo molto attento a non piegarmi troppo per paura che il perizoma saltasse fuori dai pantaloni.
Ad un certo punto della mattinata andai in bagno, il bisogno era di quelli impellenti, di quelli che richiesero un accurato svestimento e susseguente rivestimento ( i bagni erano molto sporchi, avevo premura a che i miei vestiti toccassero da qualche parte). Sfilai la culotte e sbottonai il reggicalze per sfilare le calze sotto al ginocchio.
Quando ebbi finito dovetti ripetere il rito all’incontrario.
Avevo appena tirato su la culotte che un ragazzo entrò nel bagno senza bussare (le serrature erano rotte ed io mi ero distratto).
La visione che gli si presentò fu quella del mio culo addobbato da cagna, infatti nel rivestirmi avevo dato le spalle alla porta.
Fu un attimo, lui richiuse la porta in un istante ed io non riuscii a vederlo in faccia.
Ero in preda alla disperazione, mi vergognavo, avevo paura delle conseguenze, il mio timore era di passare per il travestito della facoltà di scienze politiche. Era il primo contatto tra Federica (il nome che in seguito sceglierò per la mia parte femminile) e la realtà esterna.
Rimasi in bagno per alcune decine di minuti, la cosa che più mi innervosiva era il non averlo visto in faccia, di non poterlo riconoscere per parlargli e di pregarlo di non dire niente.
Quando uscii il bagno era deserto, anzi l’università era deserta, raccolsi le mie cose e andai a casa (un appartamento in affitto).
Quelle successive sono state le ore più brutte della mia vita, non sapevo che fare, tant’è che per tre giorni successivi saltai tutte le lezioni.
Il giorno che mi decisi di ritornare in facoltà ero convinto a metterci una pietra sopra, sarebbe stata la mia parola contro la sua, del resto a scienze politiche avevo avuto contatti con ragazze e non sarebbe stato difficile sostenere la mia tesi di ragazzo eterosessuale.
Passarono due giorni senza che mi accorgessi di qualcosa di strano, i miei amici erano normali ( del resto poteva essere anche uno di loro) fino al punto in cui ho pensato di essermi potuto sbagliare, magari quel ragazzo che credevo mi avesse visto aveva solo percepito la presenza di una persona nel bagno e si era subito ritirato senza vedere alcunchè. Invece no, non mi sbagliavo.
Una mattina di ritorno in aula studio e riaprendo il testo di diritto pubblico c’era un biglietto che diceva:
– ciao, hai un sedere da favola, ti ho vista nel bagno l’altro giorno e ti ho tenuto d’occhio in quelli succesivi… mi intrighi fino al punto da farti una proposta. Abito in un appartamento che dà su via Duomo, insieme ad altri tre compagni, tutti desiderosi di conoscerti. Non siamo bellissimi ma credo che a te interessino le dimensioni, uno con un culo e con vestiti così non può non sognare di essere rotto in culo. Riflettici ora stesso e lascia la tua risposta nel testo e recati di nuovo al bar. Se accetti, allora potremmo divertirci, se no stai sicuro, il tuo credo sia un segreto e con me puoi stare tranquillo-
Immaginate voi le mie sensazioni, la troia aveva fatto centro, ero eccitato desideroso di dire si, perché no, il solo pensiero che quel bastardo mi aveva pedinato tutti quei giorni mi faceva inumidire il culo e sbavare dalla voglia.
Poi sarebbero stati quattro, mamma mia quattro cazzi tutti per me, in un appartamento in cui sicuramente vogliono che sia vestita da puttana, mai avevo osato immaginare tanto. Al pensiero di cosa avrei potuto fare in quell’appartamento la vista mi si offuscò. Al di là del sesso, c’era l’aspetto di vestirmi, truccarmi, camminare in mezzo a persone vere in tacchi a spillo ( cosa che oramai mi veniva naturale). Avrei potuto liberare ogni fantasia, dalla cameriera sexy ad uno stupro di gruppo.
Correvo troppo con la fantasia, bisognava riflettere fare la cosa giusta. E avevo poco tempo, mi era stato detto di decidere subito e dovevo farlo.
Bisognava ponderare i pro e i contro (se fosse stato uno scherzo per farmi uscire alla luce?), ma non riuscivo ad essere lucido, come potevo.
Scrissi di pugno un biglietto:
– spero di potermi fidare di te, la tua, la vostra proposta è il meglio che potessi immaginare, a te la prossima mossa-
Uscii dall’aula e andai verso il bar, ero rigido, avrei voluto guardarmi intorno, ma temevo che avrei fatto un passo falso e rovinato tutto.
Per non dilungarmi, quando tornai c’era un indirizzo e un appuntamento e un –non mancare puttana-
L’appuntamento era per la sera seguente, sabato sera, trascorsi le ore facendo acquisti, rosetto, phard, smalto, una parrucca bionda per il resto possedevo già tutto.
Mi rimaneva solo una cosa da fare, un bel clistere per pulirmi l’ano per evitare brutte sorprese.
Mancava mezz’ora, uscii di casa e cinque minuti prima delle 9 suonavo al portone dei quattro.
Il bello fu che non ci fu nessuna sorpresa, erano davvero tre ragazzi in un appartamento non bellissimi ma carini, vestiti bene e profumati. Mi si presentò il mio osservatore sconosciuto, era il più grande di età, aveva 25 anni e fu lui a mettermi a mio agio.
I toni e le parole erano dure (sembrava ci fosse uno accordo tra di loro, e io fui felice che lo rispettassero, significava che gli ero piaciuto): – vuoi cambiarti puttana?- -come dobbiamo chiamarti, troia?- -ti basta troia?- feci cenno loro di si, tremavo dal piacere, dalla situazione, ero una cagna in calore che non riusciva manco a parlare.
Andai in bagno e mi vestii in modo eccitante, non troppo volgare, ma da signora di classe, da mantenuta, da signora il cui marito le organizza sesso di gruppo a sua insaputa.
Quando mi videro rimasero letteralmente di stucco.
Cominciammo col parlare del pìù e del meno, come in un comune gioco di ruolo dove ognuno faceva la propria parte alla perfezione.
Ad un certo punto mi presero e mi portarono in una stanza dove per terra c’era un grande materazzo, mi ordinarono di inginocchiarmi senza svestirmi.
Loro intanto si erano posizionati attorno a me in piedi, mi trovavo circondata e la mia bocca era a misura di quattro cazzi.
-sbottonaci i pantaloni e ti raccomando, troia, fai in modo che che la tua bocca no rimanga mai senza cazzo-
Cosi feci, quando li tirai fuori uno ad uno erano profumati e già in parte rigonfi, due sembrarono mastodontici e con una cappella che io avevo solo immaginato, gli altri due erano normali, ma no li disdegnai nemmeno per un momento.
-come sei brava, allora sei esperta, sei un puttanone di quelli che ti succhiano pure l’anima- ear sempre il più grande a parlare.
Davo il meglio di me, due in bocca e due che me li tiravo con le mani, estasiata da quello che mi capitava e che mi sarebbe capitato. Non mi fermavo mai, i cazzi diventavano sempre più grossi ed io non trattenevo quei geminti strozzati perché la bocca era piena di cazzo.
Continuammo molto, il tempo per far drizzare quattro cazzi senza farli sborrare.
Mi ordinarono di alzarmi e di togliermi la gonna e la camicetta, poi quando lo videro mi dissero di levarmi il perizoma.
Rimasi in corpetto che era un tutt’uno col reggicalze, tacchi a spillo, e faccia da troia con la bocca insaporita da alcuni segnali di eiaculazione.
Uno si sdraiò per terra col cazzo all’aria, si mise un preservativo e mi disse di salirgli a cavalcioni sopra, in altre parole ero inginocchiata sul suo cazzo e tutti e due formavamo due linne perpendicolari. Lo guardavo in faccia mentre si apprestava ad affondare il suo fendente, gli altri erano un po’ in disparte, quasi come avessero ricevuto l’ordine di stare lontano fino a che non mi avrebbe inculato pensando che sarebbe stato lungo e problematico.
Il mio culo però fece poca resistenza, era come lubrificato, e la sensazione di quel mio primo cazzo in culo fu paradisiaca, mi sentivo piena come un dolce alla crema, andavo su e giù in un ansimare chiaro e forte.
-ragazzi datevi da fare, questa è più aperta di puttana cinquantenne-
Uno mi si mise davanti in piedi (l’altro col cazzo enorme, uno era già nel mio culo) e disse – fai un bel pompino altrimenti ti sbatto fino a domattina- non avete idea che forza ha il ricatto nella mia condizione di troia e schiava. Altri due me li ritrovai in mano, a menarli con le mani. E’ la condizione più bella che avessi mai provato. Anche a loro piaceva infatti iniziarono un turpiloquio senza precedenti.
-prendile la testa- uno suggeriva all’altro
-fargli entrare pure le palle- e ancora – vacca meriteresti già una doccia di sborra-
continuammo così finchè ognuno non avesse ricoperto tutte e quattro i ruoli di quella stupenda posizione.
Passammo i cucina.
-ti piace alla pecorina, eh?-
Ero come drogata (per modo di dire), in completa balia di quei quattro, oramai mi trascinavano per le braccia, mi afferravano i capelli, mi strattonavano come un oggetto.
Uno di loro mi premette forte sulla schiena tando da farmi cedere sul tavolo, ero alla pecorina il mio primo desiderio, mi resi subito conto che le mie pratiche solitarie erano lontane anni luce dalla realtà, quando sentii penetrarmi dietro era la sensazione delle sensazioni, era la posizione mia naturale, lo prendevo tutto, sembrava che pure i coglioni stessero entrando. Poi quel cazzo in bocca che mi arrivò di schianto fu l’apoteosi, gli altri due guardavano il mio profilo di puttana sottomessa, i tacchi a spillo mi slanciavano in modo perfetto, il reggicalze era la ciliegina sulla torta.
Dopo tre o quattro colpi bene assestati e la bocca piena di cazzo, mi sentii svenire, stavo eiaculando, ma come, senza stimolazione? Pensai. Stavo arivando come fanno le donne, fu il coronamento di un sogno.
-guardate la puttana ha sborrato, è ora-
E’ ora? Ora per cosa? Non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai seduta sulla sedia e quei quattro che si sparavano una sega a 10 cm dalla mia faccia.
-ti va così? Eh, ti va?-
Non risposi, aprii la bocca e cacciai la lingua.
Prima dell’onda di sborra sentii solo –mamma, questa è proprio troia-
Dopo di questo ci calmammo, mi fecero i complimenti e mi dissero che potevo lavarmi.
Mi fecero una ultima proposta: -ti va di dormire con noi? Uniamo due materazzi per terra-
Dissi di si però al solo patto che fossi tornata a casa per un momento per prendere nuovi indumenti intimi, per la notte, dissi: -se devo dormire con voi da donna, non posso rinunciare ai miei vestiti-
Uno di loro si offrì di accompagnarmi.
Durante la notte, a turno mi svegliavano chi per un pompino, chi per chiacchierare.
Trascorsi là l’intera domenica e molti altri giorni.