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Alessia, la ballerina

Racconto trovato in rete su xhamster.

Lo spettacolo prosegue, lei pare un cigno, Alessia è la ballerina più brava del gruppo e anche la più bella, volteggia sulle punte con le caviglie sottili, le gambe snelle, lunghissime, con i muscoli appena accennati e gentilmente definiti, il tutù ondeggia come una molla, le scopre a tratti un culetto piccolo e sodo, tanto tonico che non accenna a sussultare, rimane immobile come quello di una statua.
Durante l’esecuzione dell’ultimo balletto Alessia dà il meglio di sé e uno scroscio di applausi l’accompagna a una conclusione trionfale, al termine della fatica, leggermente sudata e adrenalinica saluta tutti i compagni dietro le quinte e si ritira nel camerino, è una donna riservata, riesce a dare tanto sul palco grazie al talento, perché lei per la verità è piuttosto timida, è proprio il suo carattere introverso a renderla affascinante, arricchendo un volto già particolare, con gli occhi nerissimi e allungati, il naso leggermente aquilino e la bocca piccola e delicata.
Alessia sente bussare alla porta.
“Chi è?”
“Sono Pietro.”
La ballerina è preoccupata ed eccitata, è di nuovo lui, l’uomo che la fa sognare e poi la deride, la umilia, l’uomo che ha il potere di farla godere come nessun altro, ma anche un farabutto senza eguali, che le fa credere di volerla addirittura in sposa, per poi abbandonarla e farla soffrire ancora, perché mai una ragazza splendida e capace si fa maltrattare in questo modo?
Alessia tentenna un istante, poi apre la porta, l’uomo è lì, alto e brutto, con i baffi ispidi e gli occhi da diavolo, ha dei fiori con sé che poggia su un ripiano a lato.
“Questi sono per te, sei stata bravissima.”
La donna è fortemente attratta da Pietro e senza pensare, gli dice.
“Sono contenta che sei venuto.”
“Sì, e adesso farò venire anche te.”
Alessia spaventata resta immobile a guardarlo con le mani sui fianchi, al di sotto la sua vagina freme è già umida, lui crudele la domina, è la sua sicurezza che lo rende seducente, ci sa fare c’è poco da dire, si avvicina a lei e le toglie le scarpette con la punta, lei resta scalza, meravigliosa stretta nelle calze bianche, Pietro inizia a sfiorarle le caviglie e sale pian piano sino alle rotule, lei è già sciolta in una pozzanghera di secrezione, lui lo nota inginocchiato davanti a lei che è bagnata. Continua a toccarla sfiorandola appena, lei trema e si lascia andare ansimando, allora le abbassa le calze, le sfila le mutandine, le poggia la bocca sulla passera spingendola indietro sino al muro, la massaggia con le labbra, le infila la lingua dentro, poco dopo, quando la donna gode rumorosamente senza rendersi conto, le mette un dito nella fica a uncino premendo sul punto G, quindi la donna geme, la sua vagina gronda mentre lei ulula con un orgasmo potente gocciolando sul dorso della mano dell’uomo.
Il cunnilingus è riuscito al punto che il farabutto dagli occhi incendiati di sesso può farla sua a ogni modo, decide allora di scioglierle lo chignon, la fa chinare in modo rude e le sbatte la verga sulle natiche senza sfilare il tutù, le sputa sull’ano aperto senza fiatare, pian piano glielo infila, la donna è tanto minuta che si sente il cazzo nelle viscere, il suo culo è strettissimo, la ballerina rannicchiata a pecorina si lascia possedere urlando ancora, dopo averla fatta godere come non mai l’uomo a cavalcioni si stringe il cazzo in mano e le sborrò sul collo, lo sperma le colò verso la faccia, sulle guance, sulla bocca, esausta con i crampi sui polpacci, la bellissima Roberta si gira, il suo volto è deturpato dal seme di quell’individuo senza scrupoli, lo guarda e gli dice.
“Perché lo hai fatto?”
Lui spietato afferma.
“Se non ti piacesse quello che ti faccio questa storia non andrebbe avanti.”
La ballerina, sottomessa dai giochi perversi di Pietro tace, lui allora continua a mortificarla per dimostrarle che lei non conta niente, le fa notare che nascosto dalla tenda che divide il camerino c’è anche un suo amico.
“Jack, vieni fuori.”
La ragazza guarda incredula l’uomo che emerge con l’uccello in mano stizzita e preoccupata, vorrebbe mandar via il guardone invitato da Pietro ma non riesce a farlo, schiacciata, con la mente inondata dall’angoscia si lascia sottomettere ancora.
Pietro le ordina.
“Forza, succhiagli il cazzo”.
Roberta si eccita all’idea di essere schiava di Pietro e decide di assecondare le sue fantasie, con la faccia sporca il trucco colato si mette in bocca la cappella dello sconosciuto, Pietro per fare un favore all’amico le tira su il sedere, lei resta a novanta gradi, Jack in questo modo mentre si sente massaggiare l’uccello con la lingua può guardare nello specchio dietro a Roberta il suo ano infiammato e rosso, la sua fica aperta e ancora gocciolante.
Pietro guida i giochi.
“Jack, riempile la faccia di sperma.”
Il tipo soffoca la donna muovendosi forte come se stesse scopando una vagina, esce rapidamente per sborrarle sul viso, la donna è sempre più irrequieta e la tensione le inonda la passera di calore, è una caverna rossa, bagnata e tumida, Pietro le strappa il tutù scoprendole il seno, glielo porge e le dice.
“Pulisciti, mi fai vomitare”.
Lei acconsente e ormai soggiogata al pazzo gli dice.
“Inculami ancora, offendimi, ma non lasciarmi più!”
Ma lui non obbedisce, lui comanda, vuole demolire la sua autostima per renderla sempre più prigioniera delle sue manie.
“No, niente da fare. Forza Jack, andiamo via, lasciamo sola questa cagna.”

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Alessia all’Università

Racconto trovato in rete su xhamster.

Alessia all’epoca era una bella ragazza mora con i capelli a caschetto, occhi verdi dietro un paio di occhiali color tartaruga che la rendevano ancora più sexy, due gambe lunghe e ben fatte, un culo a mandolino e un seno davvero strepitoso!
Quando l’avevo scopata la prima volta ero rimasto abbagliato da quei seni grandi, sodi, con larghi capezzoli scuri, mentre la prendevo con violenza ero come ipnotizzato dal movimento delle sue tette, oscillavano a tempo con i colpi che le stavo dando con il mio cazzo, da allora avevamo scopato ancora milioni di volte, sempre di più e sempre meglio, si può dire che non ci fosse un millimetro del suo corpo meraviglioso che non abbia in quegli anni coperto o riempito di sborra, fin dai primi tempi avevamo provato di tutto, sesso anale, orale, ingoio, sveltine, in tutte le posizioni e situazioni.
Era da poco che conoscevo Alessia, ricordo una volta mi chiese di accompagnarla all’Universitá da un suo professore per la tesi, stavamo seduti nell’anticamera dell’ufficio del professore quando notai che Alessia seduta di fronte a me non aveva indossato gli slip, rimasi sbalordito, si era seduta con le gambe socchiuse ed il suo abitino corto copriva a malapena il pelo che a guardar bene si intravedeva, sapevo che la mia ragazza era disinvolta e che le piaceva suscitare attrazione nei maschietti, ma fino a quel punto non lo avrei detto, mi stupiva una scelta del genere in una persona che ci teneva ad essere sempre elegante e non volgare, le dissi.
“Ma sei matta?”
“Se se ne accorge qualcuno?”
“Se ti vede il prof ?”
Sorridendo con quegli occhi birichini mi rispose.
“Ah! Te ne sei finalmente accorto?”
“Pensa che è già la terza volta che esco con te senza indossare mutande!”
“Ma non hai paura che qualcuno ti veda?”
“Al contrario!”
“Mi fa eccitare ancora di più pensare che qualcuno per la strada, in un bar, sul tram, dovunque, se ne possa accorgere!”
“E se adesso ti vede il professore?”
Intanto sentivo gonfiarmi il sesso nei pantaloni che iniziavano a tirarmi.
“L’ho fatto oggi anche per questo, non sei geloso vero?”
“No no ma se si incazza?”
Avevo detto una scemata mi rendevo conto, chi può arrabbiarsi nel vedere una grande gnocca come Alessia mostrati il pelo?
“Vieni a sederti qua vicino a me, voglio farti sentire come sono bagnata.”
“Ma è rischioso.”
Ormai non ce la facevo più, il cazzo mi esplodeva tanto era duro, mi sedetti vicino a lei, risalii con la mano lungo l’interno delle cosce fino ai peli che erano già intrisi, con l’indice socchiusi le sue grandi labbra e feci scivolare il medio nella sua fichetta, era zuppa fradicia, Alessia stava iniziando ad ansimare, mi premeva la mano sinistra sul cazzo ma dovemmo bruscamente smettere, qualcuno stava per aprire la porta dell’ufficio del professore.
Ne uscì la segretaria, una bionda che da giovane non doveva essere stata niente male, aveva una gonna blu leggera che faceva intravedere due belle natiche ancora sode, si capiva anche che indossava gli slip a perizoma, avrà avuto sui 40 anni, un giro con lei in giostra l’avrei fatto volentieri, notai che uscendo si allacciò un bottone della camicetta, in effetti era senza reggiseno, con quelle due tettine dure senza quel bottone chiuso si sarebbe visto un bello spettacolo completo, mi balenò in mente un’idea, ma non è che il professore e la sua segretaria, ma no devo essere perverso a pensare così, certo che però tante volte io ci acchiappo.
Alessia entrò, volevo accompagnarla ma mi fece cenno di restare fuori, stette dentro quasi un’ora, stavo per diventare ansioso, una strana sensazione mi prendeva, da una parte ero eccitato dall’ idea che il prof si accorgesse che la mia ragazza fosse senza mutande, dall’altra ero preoccupato e diciamolo pure un po’ geloso, quando uscì la vidi con gli occhi raggianti, il professore aveva approvato il suo lavoro e le aveva fatto perfino i complimenti.
“Ma non è perchè si è accorto che non avevi le mutande?”
“Beh, certo che quando mi sono seduta davanti a lui ha cambiato espressione, credo si sia abbassato gli occhiali per vedermi meglio, allora sai che ho fatto?”
“Dimmi???”
Ero un po’ inquieto ma eccitato da morire.
“Ho aperto molto lentamente le gambe mentre leggeva la tesi, ho visto che ad un certo punto faceva finta di leggere invece stava lumando la mia cosina.”
“E poi???”
Ero fradicio di sudore, avevo un sesso gonfio come un dirigibile.
“Con la scusa di fargli vedere un grafico mi sono alzata e sono andata a mettermi in piedi al suo fianco lasciando che il mio seno gli sfiorasse il viso.”
“E lui???”
“Subito e’ diventato rosso, poi gli è diventato duro, sono sicura perchè ho proprio visto gonfiare i suoi pantaloni sotto i miei occhi.”
“Dai…”
Dissi con voce diventata roca, non ce la facevo piú, eravamo in macchina ed accostai fermandomi ad un distributore di benzina ancora chiuso.
“Continua a raccontarmi ti prego, mi fai eccitare.”
Dissi io, intanto avevo sbottonato i pantaloni tirato fuori il cazzo e cominciando a menarmelo su e giù lentamente perchè non volevo venire subito.
“Il prof ha posato i fogli sul tavolo e ha ruotato la sua sedia verso di me, io allora mi sino chinata in avanti per raccogliere i fogli dalla scrivania sapendo che avrei scoperto il culetto.”
“Troia.”
“Sai che sei proprio puttana.”
“Gli potevi fare venire un infarto o poteva approfittane… no non mi dire che….”
“Certo che si, non è così vecchietto sai?”
“Ha cominciato prima a sfiorarmi le cosce da dietro, poi preso dal coraggio visto che non reagivo, anzi visto che spingevo il culo in su, allora mi ha cacciato le mani in mezzo alle chiappe, aprendomi tutta.”
“Il maiale.”
“Ma tu davvero non sei geloso amore?”
Puttanella si preoccupava che non fossi geloso, ma intanto si stava chinando verso di me avvicinando la bocca semiaperta sulla mia cappella proprio mentre stavo per sborrare.
Smisi di muovere la mano, non volevo venire, non ora, dissi.
“Dai, racconta, cosa è successo dopo?”
“Avete scopato?”
“Beh… dopo un po’ ho sentito la sua faccia in mezzo alle mie natiche, con la lingua mi bagnava tutta mentre sentivo il suo naso contro il mio buchetto del culo e con le dita mi stava esplorando con grande dedizione.”
“Sai che stavo per venire già così?”
“Allora mi sono girata e mi sono messa in ginocchio davanti a lui a guardare come se lo menava, sai che ce l’ha bello grosso il nonnetto?”
“Non pensavo.”
“E lui?”
“Ha smesso di toccarsi, mi ha preso il viso tra le mani dolcemente e mi ha guidato fino sopra il suo cazzo dicendomi.
“Succhi questo dottoressa la prego!”
“Ha fatto un magnifico lavoro ed ora bisogna concluderlo degnamente.”
“Ho sentito che mi spingeva la nuca verso il basso ed il suo cazzo arrivare in gola quasi mi soffocava!”
“Non ti dico la sua faccia quando poco dopo gli ho preso il sesso tra le mani e l’ho fatto venire con la lingua.”
“Ma non hai mica ingoiato spero???”
“E cosa potevo fare?”
“Correre fuori dall’ufficio sputando?”
“Certo che ho ingoiato.”
“Poi sai che ti dico?”
“Aveva un sapore molto più buono del tuo meno salato.”
“Dai, non fare quella faccia io ti amo, non ti cambierei mai, la tua sborra è e rimane la mia preferita.”
“Anzi dammene un po’ adesso, ho sete!”
Si mise a sbattermi il cazzo con entrambe le mani cosi bene che non potei fare a meno di venire con un grido nonostante passasse gente di tanto in tanto, Alessia si mise a leccare ogni più piccola goccia del mio sperma come fosse stato un sorbetto delizioso, mi chiesi se aveva fatto così anche con il prof e ne fui di nuovo un po’ geloso, dissi.
“Va beh, meno male che con oggi hai finito gli esami altrimenti ti toccava farti sbattere da tutti i professori della facoltà!”
Penso scherzasse ma mi rispose con un’ espressione da ingenua educanda che ancora oggi mi lascia dei dubbi.
“E chi ti dice che non l’abbia fatto?”
“D’altra parte devo pur cercare di meritarmi un 110 e lode!”

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Alessia all’Università

Alessia era all’epoca una bella ragazza, mora con i capelli a caschetto, dei magnifici occhi verdi dietro un paio di occhiali color tartaruga che la rendevano ancora piú sexy, due gambe lunghe e ben fatte, un culo a mandolino, e soprattutto un seno davvero strepitoso!
Quando l’avevo scopata la prima volta ero rimasto abbagliato da quei seni grandi, sodi, con larghi capezzoli scuri.
Mentre la prendevo con dolce violenza ero come ipnotizzato dal movimento delle sue tette, che oscillavano a tempo con i colpi che le stavo dando con il cazzo.
E da allora avevamo scopato ancora milioni di volte, sempre di piú e sempre meglio. Si puó dire che non ci fosse un millimetro del suo corpo meraviglioso che non abbia in quegli anni coperto o riempito di sborra!
Fin dai primi tempi avevamo provato di tutto, sesso anale, orale, ingoio, sveltine, in tutte le posizioni e situazioni! Era ancora poco che la conoscevo e ricordo una volta che Alessia, che in quel periodo stava finendo l’universitá, mi chiese di accompagnarla da un suo professore per la tesi.
Stavamo seduti nell’ anticamera dell’ufficio del professore, quando notai che Alessia, che era seduta di fronte a me, non aveva indossato gli slip! Rimasi sbalordito, poichè si era seduta con le gambe socchiuse ed il suo abitino corto copriva a malapena il pelo, che a guardar bene si intravedeva.
Sapevo che la mia ragazza era disinvolta, e che le piaceva di suscitare attrazione nei maschietti, ma fino a quel punto non lo avrei detto!
Mi stupiva una scelta del genere in una persona che ci teneva ad essere sempre elegante e non volgare! Le dissi: “ Ma sei matta? E se se ne accorge qualcuno? Se ti vede il prof ?”
Sorridendo con quegli occhi birichini mi rispose: “Ah! Te ne sei finalmente accorto? Pensa che è giá la terza volta che esco con te senza indossare mutande!” “Ma non hai pauta che qualcuno ti veda?”
“Al contrario! Mi fa eccitare pensare che qualcuno per la strada, in un bar, sul tram…. dovunque…. se ne possa accorgere!”
“E se adesso ti vede il professore?” intanto sentivo gonfiarmi il sesso nei pantaloni che iniziavano a tirarmi!
“L’ho fatto oggi anche per questo. Non sei geloso, vero?” “No… ma… e se si incazza?”
Avevo detto una scemata, mi rendevo conto. Chi puó arrabbiarsi di vedere una grande gnocca come Alessia? Che pure ti mostra il pelo!!!
“Vieni a sederti qua vicino, voglio farti sentire come sono bagnata….”
“ Ma è rischioso…” Ma ormai non ce la facevo piú! Il cazzo mi esplodeva, tanto era duro!
Mi sedetti vicino a lei e risalii con la mano lungo l’interno delle cosce, fino ai peli che erano giá intrisi. Con l’indice socchiusi le sue grandi labbra e feci scivolare il medio nella sua fichetta: era zuppa fradicia!
Mentre Alessia stava iniziando ad ansimare e mi premeva la mano sinistra sul cazzo, dovemmo bruscamente smettere! Qualcuno stava per aprire la porta dell’ufficio del professore.
Ne uscì la segretaria, una bionda che da giovane non doveva essere stata neanche male…
Aveva una gonna blu leggera che faceva intravedere due belle natiche ancora sode e si capiva anche che indossava gli slip a perizoma!
Avrá avuto 40 anni, ma un giro con lei in giostra l’avrei fatto volentieri!
Notai che uscendo si allacció un bottone della camicetta. In effetti era senza reggiseno, e con qelle due tettine dure e senza quel bottone chiuso, si sarebbe visto lun bello spettacolo completo!
Mi venne in mente: …….ma non è che il professore e la sua segretaria…… ma no! Devo essere perverso a pensare così… certo che tante volte ci acchiappo, peró!
Alessia entró, volevo accompagnarla, ma mi fece cenno di restare fuori. Stette dentro quasi un’ora…. stavo per diventare ansioso!
Una strana sensazione mi prendeva: da una parte ero eccitato dall’ idea che il prof si accorgesse che la mia ragazza fosse senza mutande, dall’altra ero preoccupato e, diciamolo pure, un po’ geloso!
Quando uscì la vidi con gli occhi raggianti: il professore aveva approvato il suo lavoro e le aveva fatto perfino i complimenti!
“ Ma non è perchè si è accorto che non avevi le mutande?”
“ Be’…certo che quando mi sono seduta davanti a lui ha cambiato espressione. Credo si sia abbassato gli occhiali per vedermi meglio!… Allora sai che ho fatto?”
“Dimmi…” Ero un po’ inquieto, ma eccitato da morire!
“Ho aperto molto lentamente le gambe, mentre leggeva la tesi, e ho visto che ad un certo punto faceva finta di leggere… e invece stava lumando la mia cosina!”
“ E poi?” Ero fradicio di sudore ed avevo un sesso gonfio come un dirigibile!“Con la scusa di fargli vedere un grafico, mi sono alzata e sono andata a mettermi in piedi al suo fianco, lasciando che il mio seno gli sfiorasse il viso.”
“E lui?”
“Subito e’ diventato rosso. E poi gli è diventato duro! Sono sicura… perchè ho proprio visto gonfiare i suoi pantaloni sotto i miei occhi!”
“ Dai…” dissi con voce diventata roca. Non ce la facevo piú. Eravamo in macchina ed accostai fermandomi ad un distributore di benzina ancora chiuso.
“Continua a raccontarmi, ti prego, mi fai eccitare!” dissi, e intanto avevo sbottonato i pantaloni e tirato fuori il cazzo cominciando a menarmelo. Su e giu, lentamente, non volevo venire subito!
“ Il prof ha posato i fogli sul tavolo e ha ruotato la sua sedia verso di me. Allora mi sino chinata in avanti, per raccogliere i fogli dalla scrivania, sapendo che avrei scoperto il culetto….ed infatti!”
“Troia! Sai che sei proprio puttana! Gli potevi fare venire un infarto! O poteva approfittane…….no! non mi dire che….!”
“ Certo che si! Non è così vecchietto, sai? Ha comiciato prioma a sfiorarmi le cosce da dietro, poi, preso coraggio, visto che non reagivo, anzi visto che spingevo il culo in su, allora mi ha cacciato le mani in mezzo alle chiappe, aprendomi tutta! Il maiale!…Ma tu davvero non sei geloso, amore… vero, vero, vero?”
Puttanella! Si preoccupava che non fossi geloso, ma intanto si stava chinando verso di me avvicinando la bocca semiaperta sulla mia cappella, proprio mentre stavo per sborrare!
Smisi di muovere la mano. Non volevo venire. Non ora.
Dissi: “Dai, racconta! Cosa è successo dopo? Avete scopato?”
“ Beh… dopo un po’ ho sentito la sua faccia in mezzo alle mie natiche… con la lingua mi bagnava tutta mentre sentivo il suo naso contro il mio buchetto del culo e con le dita mi stava esplorando con grande dedizione! Sai che stavo per venire giá così? Allora mi sono girata e mi sono messa in ginocchio davanti a lui a guardare come se lo menava… sai che ce l’ha bello grosso il nonnetto? Non pensavo…!” “E lui?”
“ Ha smesso di toccarsi e mi ha preso il viso tra le mani, dolcemente, e mi ha guidato fino sopra il suo cazzo, dicendomi: – “succhi questo, dottoressa, la prego! Ha fatto un magnifico lavoro, ed ora bisogna concluderlo degnamente!” – Ho sentito che mi spingeva la nuca verso il basso, ed ho sentito il suo cazzo arrivare in gola, che quasi mi soffocava! Non ti dico la sua faccia quando, poco dopo, gli ho preso il sesso tra le mani e l’ho fatto venire con la lingua……!”
“Ma non hai mica ingoiato?! Sei matta! “
“E cosa potevo fare? Correre fuori dall’ufficio sputando? Certo che ho ingoiato…., e poi sai che ti dico?, aveva un sapore molto piú buono del tuo, meno salato! … Dai, non fare quella faccia…. io ti amo, e non ti cambierei mai….. la tua sborra è e rimarrá la mia preferita!… Anzi, dammene un po’ adesso, …. ho sete!”
Si mise a sbattermi il cazzo con entrambe le mani, cosi bene che non potei fare a meno di venire con un grido, e, nonostante passasse gente di tanto in tanto, Alessia si mise a leccare ogni piú piccola goccia del mio sperma come fosse stato un sorbetto delizioso! Mi chiesi se aveva fatto così anche con il prof, e ne fui di nuovo un po’ geloso…
Dissi: “Va be’, meno male che con oggi hai finito gli esami. Altrimenti ti toccava di farti sbattere da tutti i professori della facoltá….!
Penso scherzasse, ma mi rispose con un’ espressione da ingenua educanda: che ancora oggi mi lascia dei dubbi: “E chi ti dice che non l’abbia fatto? D’altra parte devo pur cercare di meritarmi un 110 e lode!”

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Alessia la dea del sesso

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Mi ero trasferito alla fine di agosto a Milano per motivi di studio, all’inizio è stato un gran trambusto, lo spostarsi da una piccola città di provincia ad una grandissima città con i suoi ritmi frenetici ma il fatto che non conoscevo nessuno pesava ancora di più, andai ad abitare in un’appartamento piccolo ma almeno avevo la mia autonomia. Il palazzo era abitato da famiglie, c’erano certe madri di famiglia che mi capitava di incontrare per le scale e mi facevano eccitare, più di tutte mi eccitava una bellissima ragazza thai, capelli neri, carnagione mulatta, un fisico giunonico da far paura, due tette grandi ma che alla vista davano l’idea che nonostante la prosperosa misura erano seni turgidi da accarezzare e stringere tra le mani, inutile dire che da quanto l’avevo visto mi ispirava una grande voglia di sesso senza limiti, una vacca da prendere e da montare con grande voglia, la mia prima impressione fu data non solo dagli abiti succinti che vestiva quotidianamente che mettevano in risalto le sue strabilianti forme ma anche dalla grande mole di amicizie maschili che mi capitava di incrociare assieme a lei sulle scale.
All’inizio mi concedeva solo un saluto ma pian piano iniziammo a scambiare qualche battuta sul più e sul meno, la situazione galeotta si presento un sabato mattina tornando dalla biblioteca dell’Università, ero andato a studiare in vista del primo esame, la vidi, Alessia con le borse della spesa saliva le scale, vedendola affaticata colsi l’occasione al balzo e gli chiesi se potevo darle una mano.
“Oh grazie menomale sono molto stanca.”
“Su dammi qua le porto su io.”
Nel modo in cui mi porse le borse si abbasso un pò e potei intravedere lo spacco delle sue meravigliose tette, mi venni duro all’istante, salimmo nel suo appartamento e mi chiese di entrare.
“Dai ti offro qualcosa per sdebitarmi.”
Inutile dire che accettai senza troppi convenevoli, l’occasione per stringere un rapporto con lei era troppo ghiotta, ci sedemmo un’attimo nella suo salotto, io ero ancora in erezione, sia per la vista di poco prima, sia perchè adesso me la ritrovavo davanti.
“Prendiamo una birra?”
Mi disse
“Si dai oggi è sabato, dopo una settimana di stress ci vuole.”
“Eh si lavoro tutta la settimana.”
Andò in cucina a prendere la birra, io nel frattempo mi massaggiai la patta dei pantaloni noncurante lei potesse tornare da un momento all’altro, ero troppo eccitato tanto da non accorgermi che lei era tornata e mi guardava con un sorriso sornione, aveva abboccato, nonostante tutto si sedette e mi verso la birra nel bicchiere. Mentre sorseggiavamo la birra lei inizio a farmi a un piedino, la guardai come se volessi spogliarla, posai la birra sul tavolo e mi alzai, andai in fronte a lei e iniziai a toccarle le tette, erano sode nonostante la grande taglia.
“Alessia mi fai impazzire.”
“MMM lo so fin dalla prima volta che ti ho visto, ho capito che mi volevi scopare da come mi guardavi.”
Mentre diceva questo mi sbottonò i pantaloni, inizio a segarmelo mentre io scostavo le bretelle del top che indossava, lo abbassai, presi i seni e li tolsi dal reggiseno, erano favolosi, nello stesso istante me lo prese in bocca, un pompino da favola, la sua lingua giocava con la mia cappella.
“MMMMM sei proprio una porca fantastica.”
“Siii sono una porca, dai andiamo in camera voglio che mi monti, fai uscire la troia che c’è in me.”
Mi prese per il cazzo e andammo in camera sua, era fantastica con quel corpo formoso, le tette penzolanti mi guidava verso camera sua, neanche il tempo di entrare in camera la presi la sbattei sul letto a pancia in su e gli tolsi gli short e le mutandine, avevo davanti la sua fica che era già un lago di piaceri, iniziai a sgrillettare il clitoride, mi abbracciò, iniziammo a fare un 69 aveva il mio cazzo in bocca mentre infilavo a poco a poco tutta la mano nella sua figa bagnatissima, ogni tanto la sentivo mugolare, era un gran piacere, dopo un pò la misi a pecorina mentre la tenevo per le tette era una vera troia da monta
“Siii troia sei fantastica.”
“Siii sono una troia, scopami scopami, si cosi mi piace ancora, lo voglio nel culo.”
A quella parola non resistetti mi sputai sul cazzo e glielo ficcai piano piano dentro, più entrava e più aumentavo il ritmo.
“Sei una vacca da monta.”
“Siii che bello, è vero che mi scoperai ogni volta che mi verrai a trovare?”
“Certo puttana, ho certe fantasie per te in serbo, questo è solo l’inizio.”
“MMMMMM siii che fantasie?”
“Con il tempo vedrai…”
Dopo un pò che gli avevo trapanato il culo già aperto di suo stavo per sborrare, la presi per la testa e la girai verso di me.
“Vieni qui troia succhia che ti sborro tutto in bocca troia.”
Inizio a segarmelo, a leccare la cappella come se fosse un gelato, quando stavo per venire glielo ficcai in bocca, sborrai come non mai, lei lo prese ed inizio a fare dei gargarismi e a ingoiare tutto proprio come una vacca.
Quando ebbe finito andammo a fare una doccia assieme, notai che si porto un dildo, sotto la doccia ci insaponammo e iniziammo a limonare, presi il dildo che aveva nelle mani e glielo ficcai nella fica mentre succhiavo i suoi capezzoli, venne un’altra volta, finita la doccia mi masturbò, non lo prese in bocca nonostante io la invitassi a farlo, non voleva diceva che doveva fare una cosa,dopo un pò venni e lei prese la sborra se la passo tra le mani e se la spalmò in faccia.
“La sborra è la migliore crema per mantenere la pelle giovane.”
Ci asciugammo, dopo 5 minuti si asciugò la faccia poi ci rivestimmo, l’aiutai a sistemare la spesa, mi accompagnò alla porta e mi diede un bacio, mi disse.
“Sei stato bravo, vorrei proprio scoprire le tue fantasie.”
“Ehehehe domani mattina sali su da me e vedrai.”
Me ne andai e salii al piano di sopra dove c’era il mio appartamento.
L’indomani mattina mi svegliai di buon umore dopo la mattinata passata il giorno prima, mi misi a studiare per qualche oretta quando mi citofono Alessia, la vidi dallo spioncino della porta era vestita come se dovesse uscire, era più bella che mai, una canotta elegante rossa, una gonna nera, in più era truccata con le sue belle tette come al solito in risalto, per quanto non stetti molto a guardarla dallo spioncino notai che era un pò giù, l’accolsi con un sorriso cercando di farla stare serena, era imbronciata, andammo in camera mia, i miei coinquilini quel week end erano ritornati nelle loro città, ci sedemmo sul letto.
“Che è successo Alessia?”
“Niente, mio marito mi aveva promesso che mi portava a pranzo fuori e invece è andato a giocare a pallone con i suoi amici.”
“CHE STRONZO!!!”
Mi aveva promesso che oggi stava tutto il giorno con me, mi ero messa pure l’intimo adatto invece sto stronzo preferisce giocare a pallone.
“Sono venuta per chiederti se potevamo pranzare assieme?”
“Ma certo a patto che oggi cucino io, tu sei la mia ospite.”
Mi sorrise, mi abbraccio forte mentre io sentivo le sue tette stringersi sul mio petto, allentò la presa e inizio ad accarezzarmi il pacco.
“Lasciami fare ti voglio dare un gran bel regalo.”
Mi tolse i pantaloncini che indossavo e i boxer, inizio a segarmelo tutto, poi si tolse la canotta, aveva un reggiseno di pizzo rosso, non potei fare altro che prenderla e baciarla volgarmente mentre la stringevo per i capezzoli, ci stavamo eccitando nonostante tutto.
“AHAHAH ti ho detto che oggi faccio io, sono tua, sono la tua porca, la tua zoccola, c’è qualcosa in te che mi fa sentire cosi donna di letto, ma la cosa mi piace e voglio dimostrartelo.”
Rimasi in silenzio ma con lo sguardo gli feci capire che avevo intuito quello che voleva dirmi anzi la cosa mi piacque molto, si tolse il reggiseno e me lo sbatte in faccia, poi si mise in ginocchio davanti a me prese il mio cazzo e le lo mise tra i seni, era favolosa, porca, sorrideva con malizia ogni tanto leccava con la lingua, era tremendamente porca cosi porca che quando suonò il suo cellulare dopo aver risposto continuo a farmi la spagnola, era suo marito rimasi stupito.
“Si pronto amore… ma no tranquillo mi sto riposando, no no tranquillo non ci sono rimasta male, ma era da molto tempo che non vedevi i tuoi amici? Non ti preoccupare per me, si si ok questa sera andiamo al cinema, dai adesso stacco che ho sonno.”
Chiuse il telefono giusto in tempo perchè stavo per venire.
“Dai sborrami in faccia… alla faccia di quel cornutone di mio marito, fammi sentire donna… quel coglione mi ha lasciato per gli amici e io gli metto un bel paio di corna, dai che non finisce qui lo faccio diventare cervo a primavera.”
“SIIIII ecco sborro troia è tutto per te, sei una grande troia.”
Gli sborrai sul seno, vennero fuori grandi fiotti, ero terribilmente eccitato dalla sua porcaggine, dopo un pò lei si asciugò la sborra con il fazzoletto e tornò a letto, ci baciammo ancora per molto tempo, dopo iniziammo a scherzare e a chiacchierare, mi racconto che suo marito non la scopava molto quindi si era fatta vari amanti e continuava a darci dentro con nuove esperienze, mi racconto che una volta si scopò 2 neri conosciuti mentre cercavano di vendergli qualche calzino in cambiò di qualcosa. Dopo aver chiacchierato un pò con loro i 2 neri avevano notato che lei guardava spesso la loro patta dei pantaloni, infatti lei stava già fantasticando sui loro enormi cazzi, si era lasciata prendere e dopo averli portato a casa si era fatta fare di tutto, lei era maledettamente porca e maledettamente insoddisfatta da quel marito di 15 anni più grande di lei che raramente la faceva sentire donna, questa cosa non gli piaceva anche se era felice con lui non si sentiva apprezzata come donna nonostante a molti ispirava grande sesso.
Mi raccontò che ancora adesso gli capita di scopare con quei due negri, che qualche volta si era lasciata andare a qualche gang bang con i loro amici, frequenta privè dove andava a soddisfare le sue voglie con ragazzi più giovani o con donne, a lei piace molto lesbicare, questa cosa mi piacque molto non l’avevo mai fatto con due donne quindi gli chiesi di potermi organizzare un’incontro a 3 con qualche altra sua amica, mi rispose si, si poteva fare, doveva vedere chi era disponibile.
Passammo la mattina e il pomeriggio insieme in cui scopammo come matti, facemmo sesso in tutti i modi mettendo la panna nelle sue tette, nel mio cazzo, ci leccammo a vicenda, fu una giornata memorabile, lei era diventata la mia porca ed io il suo stallone che la soddisfaceva, scese a casa sua verso le 19:00 con la bocca ancora pregna della mia sborra, voleva baciarlo cosi, voleva umiliare il suo cornuto.