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Dalla ragazza del doposcuola e non solo… (Parte

Nella prima parte vi ho lasciato con un piccolo dubbio chi sarà mai ad aver aperto quella porta ed averci beccato nel meglio del sesso? Ecco chi è. Al apertura della porta ci fermammo di botto ed ecco che vidimo entrare……… LA MADRE. Sua madre è una signora sui 45 anni ma nonostante un pò le forme formose non era per nulla male anzi una bella donna matura. Alla sua comparsa rimanemmo paralizzati e lo stesso anche la signora vedendo sua figlia scopare con me (poi nei messaggi privati se volete vi dirò perchè c’era ancor di più da rimanere sorpresi), ma la figlia gli fece una proposta indecente alla madre chiedendola di unirsi se voleva (anche perchè la madre era rimasta ormai senza marito da ben 12 anni ed ci aveva fatto la muffa) dicendo ciò la ragazza mi fece cenno di avvicinarmi col cazzo alla madre. L’idea di fottermi madre e figlia mi eccitava tantissimo e quindi col cazzo rigidissimo mi avvicinai alla signora e la avvicinai a me toccandola il culo (il fatto che era formosa la rendeva culo e seno davvero meravigliosi) la signora esitò un pò ma dopodichè subito si abbassò gonna e si tolse maglia mostrando un seno molto prosperoso che quasi non lo reggeva il reggiseno. Non ci pensai 2 secondi e gli slacciai il reggiseno lanciadomi con la testa in quelle 2 bocce spettacolari e mentre gliele leccavo la figlia si mise in ginocchio e iniziò a succhiarmelo. Da lì parti davvero un sesso meraviglioso eravamo ormai tutti e 3 nudi ma la figlia lasciò la precedenza alla madre la quale già era a gambe aperte sul divano e con molto piacere accolse il mio cazzo tra le sue gambe e mi dirigeva con dolcezza e mi chiamava come se fossi suo figlio dicendo << Amore di mamma non preoccuparti a buttarlo con più forza>> dopodichè mi venne voglia di incularla ma la signora non volle darmi il culo e allora si ripropose di nuovo subito la figlia e riprendemmo la pecorina che fu interrotta precedentemente ma stavolta la visione era paradisiaca perchè mentre la inculavo la figlia leccava la vagina della madre davanti a lei e quindi il mio cazzo non riuscì a res****re molto ed accennai che stavo per sborrare. A questo punto si misero entrambe in ginocchio davanti a me e iniziarono a succhiarmelo insieme (vi assicuro che non c’è goduria più profonda di vedere mamma e figlia all’opera) e ormai al colmo del eccitazione non resistetti e sparai sborra sul viso di entrambe. Ormai al colmo mi sedetti mentre madre e figlia si scambiavano la sborra dalle loro bocche in un modo lesbico e passionevole tanto da farmi raddirizzare di nuovo il cazzo dopodichè si misero sedute sul divano accanto a me e rimanemmo un pò abbracciati a parlare di quanto fosse stato bellissimo ed eccitantissimo ma dopo una mezz’ora dal aver ormai finito la figlia si rialzò dal divano e mettendosi in ginocchio davanti a me mi regalò un altro bocchino ma davvero fantastico in modo molto focoso e devo dir sopratutto aggressivo che invase la sua bocca di un mare di sperma il quale stavolta ne fece un eccitantissimo ingoio. Quindi dalla brutta paura che avemmo dell’apertura di quella porta in realtà si rivelò una bellissima sorpresa di sesso con madre e figlia!!!. PER TUTTE LE INFORMAZIONI CHE VOGLIATE SAPERE NON ESITATE A SCRIVERMI NEI MESSAGGI PRIVATI E INOLTRE NON è FINITA ESATTAMENTE QUI. VI ASPETTO IN TANTI CON LE VOSTRE CURIOSITà. P.S RIBADISCO CHE HO FOTO DELLA RAGAZZA MA NON SEXY MENTRE PURTROPPO DELLA MADRE NON HO NESSUN MATERIALE MA POTREI PROCURARMELO ANCHE SE SARà DIFFICILE.

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Il mio amico del cuore

Mi dicevano, quando ero più piccolo, che il sesso era sporco. Poi lo provai e mi piacque, ma non pensavo di arrivare a quello che ho fatto con Giulio.

Mi chiamo Antonio, ho 25 anni e sono un operaio. Fin da quando avevo 12 anni ho fatto l’amore con tante ragazze, anche da quando ho iniziato a lavorare. Mi diverto il sabato sera a rimorchiare le belle ragazze, a trattarle bene e a farle divertire con il sesso.
Mi chiederete: perchè sto dicendo tutto questo? Beh perchè quello che ho fatto con Giulio è stata forse la mia più bella esperienza della mia vita.

Giulio ha un anno meno di me, ma abbiamo studiato insieme fin dalla prima media (fui bocciato) e siamo sempre stati amici di famiglia, anche se col tempo i miei genitori iniziarono a conoscere altra gente, io studiavo e giocavo con Giulio. E’ un ragazzo in gamba, sa come gestire ogni situazione e non è mai andato male in niente.
A 15 anni si dichiarò gay, ma fu accettato dalla classe e dalla famiglia. Io lo sapevo da tempo, ma non dissi niente a nessuno, proprio perchè non volevo che succedessero casini.

Quando avevo appena compiuto 18 anni è successo quello che è successo.
Un giorno eravamo a casa sua per giocare alla Playstation, eravamo soli in casa (i suoi genitori erano in crociera e sua sorella maggiore, che per di più mi sono fatto :P, era fuori città) e ci eravamo fatti una bella scorta di birra. Dopo un’ora di gioco e di trincamento, eravamo un bel po’ sballati, ma sempre coscienti, Giulio si avvicinò al mio collo e iniziò a leccarlo. Io lo stoppai e gli dissi se era matto o cosa, lui mi rispose che voleva farmi eccitare con il pretesto di farmi guardare un porno ed io gli dissi che poteva continuare, visto che mi piaceva.
Giulio vide che il mio cazzo era diventato duro, si avvicinò, mi sbottonò i jeans e cominciò a baciarmi il cazzo, ancora coperto dai miei boxer. Neanche il tempo di dirgli di smetterla che non riuscì a smetterla di eccitarmi. Gli dissi subito di togliermi le mutande.

Alla vista del mio pene enorme, Giulio si sorprese e mi disse che era la prima volta che vedeva un cazzo così grande. Si avvicinò sempre di più al mio uccello e mi iniziò a leccare la cappella e a spomparmi. Non riuscivo a parlare, ero eccitato come non mai. Le mie donne non erano riuscite a farmi stare così bene, anche se erano molto brave :). Riuscii a digli di smetterla, mi avvicinai a lui e gli dissi di finirla, lui non mi ascoltò e mi baciò.
Il bacio mi fece cambiare idea e decisi di togliergli i pantaloni. Il suo pene era fantastico, non era grandissimo, ma non era nemmeno troppo piccolo. Mi disse di provare a mettermelo in bocca, io ero un po’ schifato, ma presi coraggio e cominciai a qualche pompino. Dopo un po’ mi disse che per la mia prima volta non stavo andando male.

Giulio mi guardò e mi disse di cominciare a penetrarlo, prima però andò in camera sua e prese il suo lubrificante, mi chiese di metterglielo, glielo misi e cominciai. Il suo ano era abbastanza morbido e non ebbi molta difficoltà a penetrarlo. Io ero seduto sul divano, lui stava “cavalcando” sopra al mio pene. Godeva come non si era mai visto, gli dissi poi di mettersi a pecora e lo fece. Ero quasi al limite, gli dissi che stavo per venire, tolsi il mio cazzo dal suo culo e venni sulla sua schiena. Mi disse che era stato bello, ma voleva che io lo prendessi e gli dissi va bene senza esitazioni.

Gli chiesi di andarci a fare una doccia prima e poi potevamo anche continuare in salotto o in cameretta. Mi diede tutto l’occorrente e andammo a farci la doccia insieme. Dopo due minuti di doccia Giulio mi ribaciò e mi disse di farlo qui, che non voleva aspettare ancora. Mi prese alla sprovvista, si abbassò per leccarmi il mio pene tutto bagnato e dopo poco cominciai pure io. Poi mi disse di mettermi a pecora, mi iniziò a leccare il mio ano e a ficcarci le sue dita. Ero eccitato, prese il suo pene e iniziò a scoparmi. Il dolore iniziale durò solo pochi secondi che iniziai a stare bene. Mi stava fottendo benissimo che non gli dissi niente, anche quando crollai in terra dalla stanchezza. Dopo una decina di minuti di sesso sentii caldo dentro di me, ma continuò anche se era venuto. Stette altri 5 minuti a scoparmi e il suo cazzo non era intenzionato a riposarmi. Io gli chiesi se avesse preso il viagra, ma lui negò. Alla fine rivenne dentro di me e finii. Io che non riuscivo ad alzarmi dalla fatica, Giulio che aveva tra poco il fiatone, ci coccolammo per un po’, ci ripulimmo e ci asciugammo. Gli dissi che era la prima volta che mi sentivo felice con un uomo e lui mi rispose che non dovevamo innamorarci.

Per un annetto, durante le ore di Ginnastica (la prof non era molto sveglia) e durante i pomeriggi alla Playstation, scopavamo sempre, ma non rinunciai alle donne, perchè mi piacevano e mi piacciono tutt’ora, solo che ero diventato bisessuale perchè mi piaceva scopare con Giulio.
Dopo tanto tempo da quella prima volta dissi a Giulio di troncare questa relazione di solo sesso e decidemmo comunque di rimanere amici, anche se qualche volta non abbiamo rinunciato a qualche scopata eccezionale.

Oggi io sono sempre a conquistare le donne, sto bene e mi sento finalmente pieno, Giulio invece si è trasferito in una nuova città per andare a studiare medicina, è fidanzato e ha deciso di sposarsi in Spagna con il suo compagno.
A volte ci sentiamo su Skype e si parla sempre di quella prima volta a casa sua. E’ un ricordo che non andrà mai via dalle nostre menti.

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Roberto, il figlio del mio vicino (Seconda parte)

Avevo costretto il figlio del mio vicino Gianni a succhiarmi mentre suo papà era fuori ma ce l’avevo ancora duro e pensavo che il giovane Roberto fosse disponibile ad altre avventure hardcore.

Quel ragazzo sexy era sdraiato sul sofà nel loro soggiorno e mi guardava coi suoi enormi occhi verdi. Sembrava non avesse alcuna fretta di rimettersi i vestiti dopo avere succhiato fuori tutto il possibile dalle mie palle. Lo guardavo giocare delicatamente col suo giovane cazzo, la pelle nuda che brillava per il suo sperma ed il mio.
“Piccola puttanella!” Risi mentre sentivo il mio uccello rispondere al suo sospiro. “Direi che ti è piaciuto farmelo.”
“Tu non hai detto no.” Replicò Roberto continuando a carezzarsi il pene.
“No, non l’ho fatto. Mi è piaciuto, caro. Dove hai imparato a fare così bene i pompini?”
“Mi ha insegnato mio zio.” Disse tranquillamente il ragazzo. “Gli piaceva che glieli facessi.”
“Ci posso scommettere.” Ridacchiai. “Perché l’hai denunciato alla polizia?”
“Non l’ho fatto io. Mia mamma ci sorprese insieme a letto. Fu lei a farlo.”Mormorò il ragazzo.
Io mi strofinai con più forza il pene.
“Cosa ti stava facendo quando lei entrò?”
Roberto chiuse gli occhi e pompò più vigorosamente il suo giovane cazzo.
“Ero sdraiato su di lui sulla mia schiena. Lui mi stava inculando ed io mi stavo facendo una sega con forza.”
“Eravate tutti e due nudi?” Ansimai.
“Uh hu!” Accennò. “Io stavo per sparare il mio carico e lui stava cominciando a vuotare le palle nel mio buco del culo quando lei aprì la porta.”
“Cristo! Cosa accadde?” Ansai.
Il ragazzo sorrise debolmente.
“Ci guardò poi andò a chiamare la polizia.”
“Sangue di Giuda!” Esclamai eccitato e duro per quello che diceva. “E’ successo così!”
“Sì… io dissi, che non stava costringendomi ma non contò molto. Mia mamma era gelosa, pensava di essere la sola che lui fotteva oltre alla moglie, non sapeva che gli piacevano i ragazzi.”
“Povero te.” Mi avvicinai, mi sdraiai sul divano sopra di lui e cominciai a strofinare il mio sesso tra le sue gambe. Lui si avvolse immediatamente intorno a me baciando con grande desiderio la mia bocca. Impazziva per il cazzo. Non era riluttante così mi inginocchiai e cominciai a strofinare la testa del mio sesso tra le natiche del suo culo bianco e sodo. “Dimmi quanto lo vuoi dentro di te.” Gli dissi piano.
“Oh cazzo, non lasciarmi in bianco!” Gridò rauco; aveva una voce così sexy. “Sono settimane che non vengo inculato per bene ed il tuo cazzo sembra così grosso e duro.”
“Hai bisogno di lubrificante?” Gli chiesi.
“Solo un po’ di saliva.” Mi assicurò. “Zio Bruno usava solo la saliva quando mi penetrava e mi ha inculato da quando avevo 11 anni.”
Quasi entrai nella sua fessura quando lo disse. Bastardo fortunato quel Bruno! Bene, non così fortunato a dire il vero, voglio dire che lui era in galera ed io invece stavo godendo il suo libidinoso nipote. Ma sempre fortunato ad essere stato il primo a prenderlo.
Lo schiaffeggiai un paio di volte con la cappella e bagnai la sua brillante increspatura rosa con la saliva. Delicatamente spinsi un dito nel suo buco per esaminare quanto era stretto. La risposta fu ‘molto ‘ ma il suo anello era rilassato e mi permise di entrare abbastanza facilmente. Infilai un paio di dita per allentarlo a sufficienza per il mio grosso cazzo.
“Mmmhhhh…” Si lamentò contorcendosi sotto di me deliziosamente sexy.
Gli baciai il collo e cominciai a succhiargli i capezzoli mentre fottevo la sua piccola condotta stretta. Vedevo che gli piaceva, Roberto si stava di nuovo strofinando il giovane cazzo. Gli diedi un terzo dito e lui cominciò a gridare impaziente, il suo corpo magro ondeggiava come un’onda mentre cavalcava la mia mano.
“Cosa vuoi, Roberto?” ansai emozionato.
“Il tuo… il tuo cazzo!” Ansò. “Per favore! Infilami col tuo cazzo!”
Lentamente tirai fuori le dita appiccicose dal suo ano ammirando il piccolo ‘o ‘ scuro che mi faceva l’occhiolino. Sciaffeggiai due o tre volte in buco aperto, poi posizionai il glande colante contro l’ingresso invitante. Quando fece l’occhiolino aprendosi come la lente di una macchina fotografica, la testa del mio cazzo scoccò facilmente nel suo ano.
Roberto ansò di nuovo e gridò quando mi sentì penetrargli il buco.
“Va bene, Roberto?” Gli chiesi. “Perché a me va bene. Dimmi cosa fare.”
“Inculami!” Piagnucolò contorcendosi come un serpe sotto di me. “Spingimelo dentro completamente. Voglio sentirlo dentro di me. Voglio sentire che lo usi per incularmi con forza.”
Gemetti di piacere. Era veramente un bad boy e mi piaceva. Quello piccola puttana eccitante! Avrei voluto fotterlo immediatamente ma sapevo di avere un cazzo grosso e mi presi il mio tempo spingendolo lentamente sempre più profondamente finché il suo giovane buco ebbe ingoiato ogni centimetro del mio grosso attrezzo di 23 centimetri. Le mie palle erano appoggiate alle sue natiche e si lui stava lamentando ininterrottamente.
“Per favore! Per favore fottimi! Ho bisogno di essere inculato!”
“Oh sporca puttanella!” Grugnii ed afferrai il suo culo nudo e morbido con ambedue le mani. Il mio uccello duro cominciò a scivolare lentamente dentro e fuori di lui. Era una sensazione così incredibile che ci volle tutto il mio controllo per non riempire subito il suo giovane culo stretto con la mia sborra. Il suo interno era infuocato, i suoi lombi così caldi e bagnati. Era meglio di qualsiasi cosa avessi mai avuto.
Cominciai a pompare il suo retto più duramente spingendo la mia lunghezza nel suo ano e tirandolo indietro finché ci rimaneva dentro solo la testa prima di immergermi di nuovo profondamente nei suoi intestini. Lui sgroppò e guaì sentendo che i miei colpi diventavano più veloci nel suo culo, strofinando con forza i punti sensibili che io sapevo essere in lui, stuzzicandolo per avvicinarlo sempre più all’orgasmo. Quando le mie spinte potenti lo portarono all’orlo, presi fiato e mi estrassi dal suo buco del culo che si contorceva.
“No!” Strillò indifeso afferrandomi e tentando di tirarsi contro di me, quasi montando il mio uccello nella sua eccitata disperazione.
“Mettiti in ginocchio sul pavimento e succhiami!” Ordinai mettendomi in piedi per negare al suo culo desideroso il piacere del mio pene.
Roberto frignò desolato ma scivolò in terra, inginocchiandosi sul tappeto sporco del soggiorno e prese in bocca la mia erezione come una troia, succhiandola avidamente. Lasciai che gustasse il suo culo scaldato dal mio cazzo e gli carezzai i capelli neri umidi di sudore mentre godevo la carezza delle sue labbra ed il tocco della sua lingua sul mio palo sensibile.
“Sei un magnifico succhia cazzi, potrei lasciartelo fare ogni pomeriggio!” Ansimai. “Ma ora sono pronto per altre azioni sul di dietro. Mettiti sul divano e mostrami il tuo buco da sgualdrina.”
La giovane puttanella si gettò subito sopra il sofà allargandosi le natiche pallide e mostrare il suo ano ben allenato. Mi acquattai dietro di lui ed appoggiai la cappella al suo anello stretto.
“Ohhh!” Si lamentò piano.
“Ragazzaccio” Grugnii. “Mettiti le dita in quel buco di sporco ragazzo e fottiti per me!”
Le sue lunghe dita subito scesero al buco del culo e cominciò a penetrarsi diligentemente. Praticamente stavo sbavando alla vista del ragazzo nudo che giocava col suo ano come una prostituta.
“Sei una tale troia sporca, Roberto” Gli dissi. “Hai veramente bisogno di molto cazzo, non è vero ragazzino?”
“Per favore fottimi!” Frignò.
“Non finché non mi confessi che prostituto sei.” Lo stuzzicai carezzandogli la fessura col mio cazzo colante.
“Io sono la peggior puttana!” Gridò. “Zio Bruno diceva che io sono buono per essere fottuto in ogni modo. Ti lascerò fare qualsiasi cosa, solo fottimi il buco. Per favore!”
“Piccolo giocattolo sporco!” Ringhiai estraendo le sue dita dal suo culo e conficcandoci di nuovo il cazzo. Afferrai le sue anche magre e tirai il buco del ragazzo sopra il mio uccello impalandolo sino alla radice.
Roberto gridò e seppellì la faccia nel cuscino, il suo giovane culo cavalcava il mio cazzo alla grande. Io lo tenni per le natiche e colpii con forza e profondamente il buco stretto. Le mie pesanti palle schiaffeggiavano tra le sue gambe mentre io spingevo spietatamente. La sua condotta stretta stava praticamente succhiandomi il cazzo, tentando di trascinarmi indietro ogni volta che mi estraevo dal suo ano. L’attrito delizioso mi stava portando a venire con forza dentro di lui e sentivo che la piccola puttana stava avvicinandosi a scoppiare di nuovo.
Lo alzai tra le mie braccia, così ora stava inginocchiato, con le mani contro i cuscini del sofà mentre io lo sodomizzavo. Roberto soffiava ed ansava singhiozzando mentre lo chiavavo sempre più forte. Le mie dita circondarono l’asta del suo cazzo e lo pompai mentre inculavo il ragazzo nudo. Lui cominciò a frignare come un cucciolo preso a calci mentre sentivo che cominciava a venire. Il suo buco stringeva dannatamente intorno al mio cazzo mentre vedevo il suo sperma schizzare sul cuscino del divano.
Tenendo il giovane per i capelli lo costrinsi a leccare ogni goccia dalla stoffa marrone mentre pompavo la mia calda crema di uomo nel suo buco accogliente e soddisfacente. Gemetti in estasi mentre riempivo il suo piccolo culo sexy col mio seme.
“Oh sì! Sì!”
Roberto si inginocchiò di fronte a me e succhiò e leccò il mio cazzo per pulirlo dopo che avevo usato il suo buco del culo. Era così obbediente. Mormorai una piccola preghiera di ringraziamento a suo Zio Bruno per averlo addestrato così bene.
“E’ stata un’inculata fantastica, Roberto” Gli dissi vestendomi.
Lui era ancora seduto sul pavimento nudo, sembrava stordito e sottomesso così gli carezzai i capelli. Roberto mi guardò con un piccolo sorriso stanco.
“Hai goduto del mio grosso cazzo?” Gli chiesi affettuosamente.
Lui accennò subito col capo.
“Bravo ragazzo. Più tardi, quando tuo padre sarà tornato e starà russando nel suo letto, potrai strisciare fuori e venire nel mio letto con me. Ok? Ti darò un’altra bella inculata. E’ evidente che ne hai bisogno .”
“Grazie.” Bisbigliò quasi timidamente.
“Sarai il benvenuto.” Risposi tirando in piedi il ragazzo nudo, carezzandogli il cazzo e dicendogli di non rimettersi i vestiti prima che me ne fossi andato.
Mentre attraversavo la strada vidi Gianni in lontananza; sorrisi, improvvisamente grato al vecchio ubriacone, per aver ‘prodotto’ un tale delizioso ragazzo per il mio piacere sessuale.

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Roberto, il figlio del mio vicino (prima parte)

Abitavo sull’altro lato della strada dove stavano Roberto e suo papà. Lui era un bambino grazioso, io l’avevo visto crescere. Avevano sempre vissuto lì da quando lui era piccolo, ad eccezione di quando Roberto era stato tra i 10 e 14 anni. Sua mamma e suo papà si erano separati e lei aveva preso con se i bambini, Roberto e la sua sorella maggiore, a vivere con sua sorella e suo cognato.
C’erano stati molti rumors su quello che era accaduto mentre lui era via. Il pettegolezzo aveva detto che Roberto aveva accusato suo zio di abuso sessuale. L’uomo era stato perseguito per possesso di materiale indecente, e questo era vero, era stato scritto sul giornale locale. Lui fu spedito in galera per cinque anni.
C’erano state anche altre storie oscure: la sorella scomparve senza lasciare traccia, la mamma fu trovata morta in una macchina, apparentemente si era suicidata. E Roberto, il piccolo dolce bel Roberto, ritornò a vivere con papà nella casa al di là della strada.
A Gianni, suo padre, piaceva bere, era risaputo, questa è una piccola città ed i pettegolezzi circolano. Era una delle ragioni perché avevo tenuto sempre segreta la mia sessualità. Se la mia vecchia mamma avesse saputo che ero omosessuale gli sarebbe venuto un colpo. Quindi dovevo essere discreto. Me ne andavo ognivolta sentivo il desiderio, andavo in altre città più grandi. Non avevo mai guardato un uomo nella mia città. Là io ero uno degli uomini, il buon vecchio Bob.
A Gianni piaceva anche scommettere e sapevo che il sabato mattina alle 11 era con gli allibratori e ci passava le ore seguenti. Quindi quella mattina controllai discretamente che se ne fosse andato e capii che avevo tutto il tempo per mettere in azione il mio piano.
Avevo anche controllato Roberto, non era uscito molto in quei giorni. Pensavo che probabilmente sapeva quello che si diceva di lui e teneva un profilo basso. Si incontrava qualche volta con un gruppo di ragazzi più anziani che si riunivano sotto la spianata a mare. Andavano laggiù a bere sidro e farsi spinelli ma di solito non combinavano guai, solo erano un po’ chiassosi. A parte quello non sembrava uscire molto, certamente non di giorno. La vecchia gallina della porta accanto lo chiamava il vampiro e credo di sapere perché.
Lui è una piccola cosa magra, indossa sempre stretti vestiti neri, roba stracciata, proprio un piccolo punk. I capelli sono neri come quelli della mamma. Lei era una bella ragazza, io la vidi per la prima volta quando vennero a vivere qui. Lei era una vera bellezza anni ‘60, gambe lunghe e lunghi capelli neri, color inchiostro. Una bella faccia anche, come suo figlio. Lui ha una faccia veramente bella, naso poco pronunciato e grandi occhi verdi come un gatto. Ciglia lunghi e piccola bocca imbronciata; morbide labbra piene. Mi sarebbe piaciuto sentire quelle labbra intorno al mio cazzo.
Se i rumors erano veri, lui sapeva come succhiare un uccello!
E questo non è tutto. Secondo alcuni lui concedeva il suo culo sulla spiaggia a quei ragazzi in cambio di uno spinelllo.
Quel sabato mattina, dopo che suo papà se ne fu andato, corsi a comprare un paio di pacchetti di sigarette e delle lattine di bibite alcoliche. Poi ritornai ed andai alla porta posteriore della casa di Gianni. Sapevo che non usava mai la porta principale, scivolava sempre dentro e fuori dall’altra porta che non chiudeva mai a chiave. Sapeva di non avere niente di valore da rubare. Se avesse conosciuto il tipo di furto che volevo fare gli sarebbe venuto un infarto, ne sono sicuro.
Roberto era sdraiato sul divano a guardare la televisione quando misi la testa nel soggiorno. La casa era in disordine, nella cucina da dove ero passato i piatti da lavare erano accatastati da un paio di giorni. Mi spiaceva per Roberto, non era un luogo ideale per allevare un ragazzo.
Lui mi diede un’occhiata divertita quando entrai ma non chiese cosa ci facevo lì. Io avevo in mano le lattine e le sigarette.
“Devo vedere il tuo vecchio”, spiegai: “Gli avevo promesso di portargli questa roba. È qui in giro?”
“E’ andato fuori”, mormorò il ragazzo, i suoi occhi deviarono di nuovo alla Tivù dove un vecchio film in bianco e nero scintillava sullo schermo.
“Cosa guardi?” Chiesi sedendomi accanto a lui.
“Non so.” Roberto guardò alle lattine che avevo messo sul pavimento tra i miei piedi. “Posso prenderne una?”
“Non so. Tuo papà ti permette di bere?”
“Quello che non sa non lo disturba, non è vero?” Disse Roberto. Ora mi stava guardando con la sua espressione lievemente insolente. “Avanti, dammene una.”
‘Mi piacerebbe dartene uno!’ Pensai mentre lasciavo che i miei occhi corressero senza nascondere il fatto che lo stavo osservando. Indossava una t-shirt larga e jeans neri stretti con un buco sul ginocchio. Il suo giovane cazzo e le palle riempivano per bene l’inguine. Li potevo vedere spingere contro la stoffa usata.
Roberto vide bene quello che stavo facendo. Si appoggiò indietro contro il bracciolo del vecchio divano ed allargò intenzionalmente le gambe.
“Ti piace, vero? Dagli una bella occhiata, vecchio pervertito!”
Non me lo feci ripetere e lo feci, il mio cazzo era duro contro la mia chiusura lampo e lui poteva vederlo sicuramente.
“Se ti do una lattina, prima voglio vederti spingere giù i pantaloni. Voglio dare un’occhiata a quel piccolo corpo stretto” Gli dissi.
“Sporco stronzo!” Disse ma stava sorridendo come un piccolo squalo.
Si mise a sedere, si sbottonò i jeans e poi abbassò la zip. Io guardai emozionato mentre lui si appoggiava di nuovo indietro e si contorceva facendo scendere la stoffa nera sulle cosce snelle e bianche. Spinse le sue piccole mutande nere completamente giù fin sotto le ginocchia. Quando tornò a sedersi ed allargò le ginocchia gli indumenti scivolarono lungo le gambe sino alle caviglie. Alzò l’orlo della t-shirt in modo da farmi vedere il suo giovane cazzo che penzolava sopra il cuscino del sofà ed i peli neri e ben aggiustati delle sue palle sode. La sua pista del tesoro ordinata e nera cominciava appena sotto l’ombelico e correva verso il basso. Non era ancora molto peloso, ma quello che aveva era ben aggiustato a mezzo centimetro in lunghezza.
Gli diedi una lattina di sidro, senza parlare e lui sorrise e fece per tirarsi su i pantaloni.
“Non ancora” Dissi mettendo una mano sulla sua. “Tienli giù mentre bevi. Togliti la t-shirt, voglio vederti nudo.”
Sembrò pensarci per un momento, poi mise giù la lattina, fuori della mia portata, prese l’orlo della camicia con le due mani e se la sfilò dalla testa scura. I capelli ricaddero intorno al suo piccolo e pallido viso a cuore mentre lanciava spensieratamente l’indumento sul pavimento e riprendeva la lattina. Le sue lunghe dita bianche tirarono l’anello che gettò da parte mentre alzava la lattina alle sue piene labbra seducenti. Ingollò rapidamente l’alcol, mentre io ammiravo apertamente il suo snello corpo nudo.
La mia erezione ora stava pigiando contro la mia zip. Il ragazzo era una tale piccola bellezza e la mia testa era piena di imaginin oscene mentre lo guardavo, quasi completamente nudo ed apparentemente imperturbabile. Mi chiesi cos’altro sarebbe stato disposto a fare per il regalo giusto. Gianni non sarebbe ritornato per ore, avevo tutto il tempo per sodomizzare il suo bel ragazzo sul pavimento del soggiorno prima che tornasse a casa.
Roberto finì la lattina e la lasciò cadere sul pavimento come accidentalmente mentre lasciava cadere la camicia.
“Ti è piaciuto?” Mi chiese.
Io accennai col capo, incapace di parlare e lui rise ancora mentre allungava di nuovo una mano verso i pantaloni. Lo fermai come avevo già fatto.
“Aspetta. Cosa vuoi per lasciarti toccare?”
Ci fu un bagliore nei suoi occhi verdi mentre mi guardava. La sua piccola lingua rosa scintillò fra le sue labbra morbide mentre bisbigliava: “Accendimi una sigaretta.”
Con le mani che tremavano estrassi una sigaretta dal pacchetto e me la misi tra le labbra accendendola col mio accendino. Gliela allungai mettendogli il filtro tra le labbra ed il mio cazzo pulsò nei pantaloni sentendo la sua morbida bocca strisciare contro le mie dita. Lui succhiò dal filtro e fece scendere la nicotina nei polmoni mentre io facevo correre lentamente una mano in giù sul suo torso nudo, senza peli e poi sulla sua bianca pancia piatta. Le mie dita tremanti carezzarono l’addome e l’inguine coperti di peli scuri.
Roberto mi guardò, i suoi occhi erano impassibili mentre mi soffiava in faccia il fumo. Quando tossii emise una risata aspra ed appoggiò la testa sul bracciolo del divano. Chiuse gli occhi e continuò a fumare, quasi incurante della mia calda mano sul suo freddo pene molle.
Abbassai la cerniera della patta rilasciando la mia verga tesa e ripresi il mio gentile carezzare del suo bel piccolo cazzo e delle sode palle rotonde. Il mio sesso sporgeva diritto dalla chiusura lampo aperta. Diede una breve occhiata quando mi sentì slacciare i pantaloni ma ora stava ignorandomi di nuovo. Il suo cazzo non reagiva.
Dopo un paio di minuti dell’attrito gentile dalla mia mano lo sentii cominciare ad irrigidirsi. A quale ragazzo non piace avere il cazzo menato, dopo tutto? In risposta afferrai con un po’ più di forza il suo sesso e cominciai a pomparlo con la mano, godendo del piccolo anelito e dei piccoli lamenti sexy che questo provocò nella sua gola.
Capii che l’avrei fottuto. Lui era il ragazzo più bello che avessi mai toccato e non era certamente vergine, se i rumors erano veri. Se si lasciava inculare ogni notte sulla spiaggia da quei ragazzi, perché no dal cazzo di un uomo?
Le mie mani scivolarono alle sue gambe nude e le liberai di jeans e mutande così tutto quello che ora indossava erano le scarpe. Aprì di nuovo gli occhi per guardarmi. Non c’era paura in quello sguardo fisso pallido e bello.
“Cosa stai facendo? ” Disse esalando uno sbuffo di fumo.
“Ti spoglio.” Dissi alzandomi e togliendomi i vestiti.
Nessuno di noi di era preso la briga di chiudere le tende prima di cominciare il nostro piccolo gioco. Pensai che le finestre e la rete sporche fossero sufficienti per evitare guardoni casuali e la casa opposta era la mia e quindi non c’era nessuno che potesse spiarci.
Si tolse di bocca la sigaretta e mi guardò incuriosito mentre mi strofinavo il cazzo duro.
“Ti piace fottere, non è vero?” Gli dissi. “Ho sentito che ti piace essere inculato e succhiare il cazzo. E’ vero?”
Lui alzò le spalle senza confermare né negare.
“Fai sesso con quei giovanotti coi quali ti trovi sulla spiaggia?” Lo pressai ansioso di avere la conferma dalle sue labbra sexy.
Dopo un momento accennò col capo.
“Non con tutti.” Disse. “La maggior parte non sono ‘lads’ . Ma un paio di loro sono eccitanti. A loro piace farmi e mi danno la roba per andare con loro.”
Mi avvicinai alla sua testa e gli carezzai i capelli.
“Ti spogli così per loro?”
“No” Praticamente bisbigliò, i suoi occhi ora erano sulla mia verga dura. “Loro mi tirano giù solo le mutande poi si mettono su di me dal didietro.”
Gemetti all’immagine nella mia mente di lui sulle mani e sulle ginocchia sottoporsi alla sodomizzazione. Appoggiai la testa del cazzo alle sue piene labbra di ragazzino.
“Gli succhi il cazzo, Roberto?”
Lui accennò di nuovo col capo. Sentii il suo caldo alito solleticare la mia grossa cappella color porpora.
“Apri la bocca, Roberto.”
Mi avvicinai alla sua faccia mentre le sue labbra si aprivano ed il mio glande colante scivolava tra di loro nella sua bocca. Le mie dita afferrarono più ermeticamente i capelli neri e morbidi.
“Succhialo, Roberto!” Lo incitai. “Mostrami come li succhi. Carezzati il cazzo mentre succhi il mio. Voglio vederti venire.”
La sua mano sinistra si mosse in giù al suo pene semi eretto, vi avvolse le dita e cominciò a masturbarlo. Io gemetti di nuovo mentre le sue labbra carezzavano la mia grossa asta e la sua lingua esperta mi leccava come un gattino affamato. Il solletico della sua lingua mi eccitò come non avrei mai potuto credere. Stavo nel soggiorno del mio vicino, rigido, nudo, mentre suo figlio, nudo, mi faceva il miglior pompino della mia vita.
“Sei così bello, Roberto” Ansai mentre la sua piccola bocca lavorava la mia asta, in qualsiasi momento avrei potuto esplodere nella sua gola. “Così, caro, succhia questo grosso uccello. Strofinami le palle, Roberto. Strofinamele bene mentre mi fai il pompino.”
Allungò la mano destra e sentii quelle lunghe dita sottili cominciare a giocare con le mie noci penzolanti. Lui pompava furiosamente sul suo piccolo pene mentre mi succhiava espertamente.
“Spalanca la bocca, Roberto” Gli dissi afferrandogli i capelli in una mano e carezzandogli una guancia con l’altra mentre lo vedevo arrivare sempre più vicino all’orgasmo.
Si lamentò forte mentre le sue mascelle si allargavano ed io cominciavo a spingere il mio pene eretto più profondamente nella sua bocca. Sentii rumori sexy di soffocamento quando costrinsi la mia cappella dentro e fuori della sua gola stretta. Roberto piagnucolò e vidi lo sperma sprizzare come crema fuori della testa della sua verga rigida. Atterrò in grossi fili sul suo torace ansante e sulla pancia.
Afferrai i suoi capelli con le due mani e gli chiavai la bocca seppellendomi sino alle palle tra le sue morbide labbra. Saliva e pre eiaculazione correvano giù per il mento del ragazzo mentre prendeva sottomesso il mio cazzo. Lo sentii respirare dalle narici. I rumors dovevano essere veri, suo zio doveva avergli insegnato a succhiare il cazzo di un uomo dato che era così giovane. Era bravissimo.

Mi tirai indietro per permettergli di respirare ma quando solo la testa del mio sesso era ancora tra le sue labbra mi arresi al bisogno che bolliva nei miei coglioni e lasciai che il mio sperma caldo entrasse a getti nella sua bocca aperta. Lo estrassi, il secondo e terzo colpo di sborra finì sopra la sua faccia ed io lo guardi ingoiare e leccarsi le labbra bagnate mentre io venivo su di lui.
“Oh sì! Piccola puttana!” Gemetti. “sei così eccitante coperto in sperma, ora ti allargherò le gambe e ti inculerò.”

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L’attesa del cornuto

Quando nel profondo della notte, disteso sul divano, al buio, con la tivù accesa -ma che non vedi né senti- attendi il suo ritorno ti chiedi cosa ti abbia spinto a mandare tua moglie fra le sue braccia. Quale strana malattia della mente ti ha portato a bramare ciò che gli altri uomini aborrono di più, le corna. Perché, non illuderti, sono corna. Corna. L’altro non è un toy-boy è un uomo. Un uomo che da ore sta trombando tua moglie. E tua moglie lo sai benissimo che non è una bambola di pezza, ma una donna e che prima di andare a letto con un uomo ne vuole sentire l’odore, il sapore, apprezzarne l’intelligenza, la simpatia, la classe; lo vuole scegliere, vuol farsi corteggiare. Chi stà trombando tua moglie non è un fantoccio ma un uomo che le è piaciuto. Lui le piace davvero. L’ha coinvolta, sedotta, comquistata. Per molti giorni lei ha atteso questa serata. Ha ricevuto decine di suoi messaggini e chiamate. Tua moglie da tempo aveveva sempre con se il cellulare, anche la notte; e la notte arrivavano messazzini in vibrazione. Lei rispondeva agli sms e poi percepivi che pensando tu dormissi si masturbava. In questa love-story però non sei stato passivo testimone. Ne sei stato il promotore e attivissimo ruffiano. L’hai lusingata dicendole che se un uomo come quello la corteggiava con tanta assiduità e insistenza significava che la vede come una donna affascinate, malgrado i quaranta suonati. Lei ha ceduto alle sue lusinghe e alle tue insistenze ed ora è con lui, nel suo letto con lui che la sbatte. Nell’immaginarli insieme il tuo pene ora si erge ora si affloscia. Oscilli fra paura e esaltazione. Sono cornuto, ti dici. Finamente cornuto! Ma non sai se sei pienamente contento. Dentro di te qualla vocina ti mette in guardia. Ma poi il pene si erge di nuovo spinto dal desiderio di goderti le corna e lo masturbi prima piano poi freneticamente. Ti trattieni. Sai fin troppo bene che se vieni poi l’eccitazione passa e rimane solo l’angocia. Allora ti fermi. I secondi sono minuti e i minuti ore, nella notte che lei è con lui. Poi infine senti la chiave nella serratura. balzi in piedi ma poi ti fermi. Non vuoi farle vedere quanto sei felice. Lei viene verso di te e tu vedi quanto sia distrutta, stanca, truccata alla meno peggio. Ti da la borsa e si avvia verso il bagno. Nella borsa ci sono gli slip madidi ancora dei suoi umori. Lei sa bene che userai quegli slip per accitarti annusandoli per giorni. La raggingi in bagno. Lei sta pusciando nel bidet. Scoreggia e piscia appoggiando la testa stanca alla parete davanti a se. Ti avvicini, ti inginocchi accanto a lei per il solito rito dell’abluzione pest coito e regoli l’acqua per renderla tiepida; poi la lavi delicatamente senza sapone intimo. Lei si solleva a fatica e tu sorreggendola l’asciughi. Lei ti cede, Sa che è il tuo momento. Si lascia accompagnare in camera mentre tu la cingi per i fianchi, poi scendi a carezzarle le grasse chiappe che certo _tu speri con tutto il cuore- lui avrà provanato. Azzardi a toccarle il buco del culo e lei ha un piccolo gemito di dolore. Esulti dentro di te: ‘L’ha inculata!! l’ha inculata!! Evvaiiii!!’ e immagini la scena oscena. Arrivata al letto si gira e si siede mentre tu la sostieni; poi la lasci e lei si distede allargando le cosce offrendoti la visione della vulva ancora schiusa e tumefatta, ancora sensibilissima al tatto. Accosti piano la bocca, senza premere. Un fortissimo afrore di sesso emana da quella vulva a lungo penetrata. Forte odore di urina, sperma, umori vaginali… E’ questo odore che testimonia il misfatto tanto bramato; testimonia il passaggio del grosso membro di lui, perché lui ha il cazzo grosso, largo, con una massiccia cappella che ha certo riempito tua moglie stimolandone gli orgasmi… Altro che il tuo finissimo 12 cm, buono appena per seghe. Anche la lingua è delicata nel tocco. Lei sobbalza. ‘E’ stato meraviglioso’, ti dice. ‘Lo rivedrai, vero?’ ‘Si… Fra tre giorni’. ‘Ti manca già?’, azzardi… Non ti risponde. E tu, pur cosciente del pericolo ti esalti ancora e la sega parte frenetica. Poi la sua mano sul tuo capo e le sue parole sussurrate con dolcezza: “Sei cornuto sai mauro? Cornuto davvero… Quello mi ha fatto perdere la testa, sai cornutone mio?… Mi manca, accidenti! Mi manca già…” A quelle parole intesifichi la leccata e lei invece di respingerti ti assecondo. La vulva ha ripreso tono e viscide sostanze odorose la impregano di nuvo. Tu succhi avidamnete, le lecchi, ne aspiri l’odore forte. Il suo bacino si muove per cercare il cantatto con la tua bocca, ma certo si muove anche perché sta immaginando di offrirsi al maschio, al suo adorato amante; amante che fa di te un vero cornuto eccitato, segaiolo, impotente a soddisfare una moglie in calore.

-Oddio mauro… Oddioooo!! Lo voglio… lo voglio… lo voglio…” queste parole sono frustate di eccitazione per te, cornuto che smani, mugoli, beli come un caprone. I suio gemiti e implorazioni ti danno la certezza assoluta di essere cornuto. Cornuto come in tante fantasie masturbatorie hai immaginato di diventare. Da un anno hai accampato una inesistente impotenze solo per renderla più disponibile per un maschio che te la trombasse. I primi tempi lei cercavi di portarti dallo specialista, ma tu dicevi di essere quasi impotente a causa dello stress di lavoro. Quante volte mentre la masturbavi le dicevi quasi piagnucoloso che pur di non vederla soffrire avresti volentieri accettato le corna, purché fatte con discrezione. E lei sempre a darti del cretino. Poi pian piano ha iniziato ada cecttare l’edea e a tacere mentre le dicevi che un uomo discreto, potente, affidabile le avrebbe portato un pò di serenità. E lei ora taceva e si muoveva di più assecondando la masturbazione. ‘E’ pronta!’ pensasti. Ora cerchiamo il maschio giusto. Sono passati pochi mesi da allora e il maschio giusto ha già eiaculato dentro tua moglie diverse volte. Il prossimo passo sarà portarlo a casa per farli trombare nel lettone, nel sacro talamo, ma non sarà facile. Tua moglie non sa che glielo ha fatto incontrare tu per caso, come un tuo amico di facebook. Ma tua moglie ti sorprende acora:

“mauro, amore mio, sai cosa penso?…” tu annuisci col volto fra le sue cosce: “Penso che sarebbe bello poterlo far venire qui a casa mentre tu stai giù in tavernetta, nascosto, zitto zitto, a farti le seghe… Che ne dici?! potresti ascoltare… Ti godresti le corna in diretta… eheheh… e quando lui andrebbe via sarei ancora calda… E tu… ehm ehm… potresti approfittare di più… Che ne dici cornutone mio?” Un fortissimo tuo gemito e le scosse dell’orgasmo masturbatorio le darebbero la risposta.

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Francesca, la moglie del collega, sgualdrina in al

Questa storia è tutta vera, fin nei minimi particolari. Penso possa essere istruttivo vedere, che quando una donna vuole…. Ero imbarcato a bordo di una nave, di cui non voglio dirvi ne il nome, ne il tipo, ne la bandiera in un mare lontanissimo, aspettavo che il tempo passasse in fretta per poter sbarcare dopo molti mesi di navigazione e rientrare in Italia. Una vita monotona, sempre uguale, con nessuno o quasi passatempo. Non esistevano PC, telefonini, face book, video games. Le notizie dall’Italia erano rare, ricevute attraverso una gracchiante radio. Il periodo d’imbarco era veramente lungo. L’armatore, per rendere un po’ meno dura la vita, permetteva di imbarcare la moglie per un breve periodo. Naturalmente non tutte potevano venire, per il costo dell’aereo, la lunghezza del viaggio, gli impegni. Così era ben raro vederne una fra di noi un giorno si sparse la voce che sarebbe arrivata la moglie del collega P. Confesso che tutti fossimo curiosi di vedere una donna a bordo, ognuno se la immaginava e desiderava come volevano i propri desideri. Un pomeriggio di un caldissimo giorno, mentre ero in banchina vicino allo scalandrone, vidi una figurina che si avvicinava alla nave. Capii subito di chi si trattasse. Arrancava traballando sui tacchi, non adatti a un porto del terzo mondo, trascinava una grande valigia e già da lontano si capiva che era inferocita. – Buon giorno Signora – Buon giorno, sono la moglie di P. – ah, lo immaginavo, ha fatto buon viaggio? Mi rovesciò addosso un fiume di parole: aereo in ritardo, una notte passata in una spelonca in attesa che la nave arrivasse, una lite con un tipo… Mentre parlava come una mitragliatrice, la osservavo attentamente. Alta, ben fatta, bellissime gambe, bionda chiaro naturale, un volto particolare, con una espressione ben vissuta, età sotto la trentina. Le chiesi se avesse portato dei giornali dall’Italia. Mi rispose sgarbatamente e pensai, – Ma guarda questa gran bella fica, ma che tipino. Il mozzo l’aiutò a salire la scale e ne prese il bagaglio. Alcuni giorni dopo, ambientata a bordo, potemmo tutti conoscerla. Non molto simpatica, un po’ formale, sembrava che il marito non la interessasse molto. La mia cabina era vicino a quella del collega, attraverso la sottile paratia sentivo raramente le loro voci. Una notte, finito il mio turno di guardia, rientrando percepii dei rumori inconfondibili anche se soffocati. Stavano scopando. Mi elettrizzai immediatamente, immaginavo di vedere tutto, non potei di far a meno di iniziare a masturbarmi. Aspettai che venissero per poter anch’io sborrare, anche se poi rimasi triste e solo.
Al pomeriggio, libero dal servizio, passavo qualche ora in coperta a prender il sole e a leggere. Un giorno vidi Francesca che armeggiava con una sdraio, bikini veramente ridotto, che metteva in mostra un bel paio di tette e un culo parlante. La aiutai e si mise vicino a me. Così quasi tutti i giorni. Dal lei formale passammo al tu e iniziammo a raccontare le proprie esperienze i gusti. All’ora di pranzo e cena diventavamo, sotto gli occhi di tutti di nuovo formali. La nave era molto vecchia, le cabine avevano bagno e docce esterne in comune. La incontrai diverse volte che entrava od usciva. La mia cabina aveva una seconda porta che dava all’interno del locale docce. Nessuno poteva vedere dal corridoio esterno, così un giorno le feci segno di entrare. Entrò. Subito ci baciammo per un tempo che non so definire, ma sicuramente breve. Il mio povero cazzo dopo tanta astinenza mi arrivava in gola. Da allora non perdemmo un minuto. Dalla sua cabina mi segnalava della sua presenza, andava in bagno ed io aprivo la porta. Davanti alla porta l’equipaggio passava, si sentivano i passi, forse anche suo marito stava passando. All’ora di pranzo, spudoratamente cominciammo a fare il piedino. A bordo si annoiava, leggeva qualche libro, vedeva qualche film… Vedi ho una faccia da troia, che piace agli uomini. Era vero. L’aria di mare mi fa venire la voglia di scopare. Era da vedere. Una mattina, verso le 10.30, in piena attività della nave in navigazione entrò per l’ennesima volta. Baci profondi, mani sui fianchi. La faccio scivolare sulla piccola mia cuccetta, sfila i leggeri pantaloni e rimane con un minuscolo slip azzurro. Tolgo questo ultimo ostacolo e nella luce del mattino ho la visione della sua superba fica.
Pelo folto, lucido, fatta benissimo, le passo la mano dietro la schiena e con l’altra inizio a sondarla con un esperto ditalino. I rumori che vengono dall’esterno non aiutano. Mi inginocchio e inizio a leccarla e mangiarla come assatanato. Un sapore buonissimo la penetravo con la lingua, ,lei mi spingeva la testa fra le cosce. A un tratto mi allontanò e severa e un po’ seccata disse: – Non si lecca così una donna!!-
Avevo esagerato sbranandola, ma subito mi perdonò. Mi aprì i calzoni della divisa e mi deliziò con un pompino purtroppo frettoloso. Lei non era venuta, io sborrai abbondantemente, ma purtroppo ne in bocca ne in faccia. La paura di essere scoperti era terribile. Non avevamo una vera occasione. Inoltre si avvicinava il giorno della sua partenza. Una mattina all’alba il mare cominciò ad alzarsi fino a burrasca. La vecchia nave governava con difficoltà. Il motore sembrava non farcela più. Il mare incrociato sbatteva la nave come un vero fuscello. In un momento di confusione Francesca entrò in cabina e mi aspettò. Quando la vidi, la spinsi per terra, lei capì e così la presi alla pecorina. Mare, tensione, ansia, non godemmo per niente. La potei fare solamente mia e riempile la fica di sborra. Due giorni dopo partì. Ci ritrovammo in Italia e diventammo finalmente amanti per due meravigliosi anni. Ma questa un’altra storia, di terra questa volta…

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Schiave del mio cazzo – Capitolo 1

Salve a tutti, mi presento: mi chiamo Andrea, all’epoca dei fatti che andrò a raccontare avevo 15 anni; ora ne ho 18, ma mi ricordo perfettamente ogni cosa.
Vivevo (e vivo ancora) a Torino: la mia famiglia era una classica “middle class”: andavo a scuola, ed era il primo anno di liceo.
Prima di arrivare a settembre di quel fatidico anno scolastico 2010-2011, devo fare alcune premesse: non ero mai stato un vero e proprio genio, però diciamo che riuscivo a cavarmela tra i 7 e gli 8. Fin dall’asilo ero stato a contatto col mondo femminile: i miei “amici” ragazzi dicevano che ero una mammoletta, e a me non restava altro che passare più tempo con le ragazze.
In particolare tre erano le mie preferite: Margherita, Gaia e Ludovica.
Conosciute ai tempi della scuola materna, me le sono portate dietro alle elementari e poi alle medie. Ed è proprio alle medie che è cominciato tutto: fin da quando le conoscevo, Margherita, Gaia e Ludovica mi erano sempre state simpatiche, ma devo dire che fino alla seconda media non avevo scoperto ancora nulla del mondo del sesso: ero convinto che i bambini nascessero dai baci.
Lo so, starete ridendo come pazzi, ma in seguito ris**ttai ampiamente questa mia mancanza.
Un giorno un mio amico, Filippo, mi consigliò di vedere un video. Non sapevo fosse un porno, e così lo guardai con lui. Fu da allora che iniziai a farmi le mie prime seghe, e proprio durante una di queste iniziai a pensare alle mie tre amiche: riflettendoci per bene e osservando i video e le foto che le ritraevano, mi resi conto di avere delle vere e proprie strafighe accanto.
Margherita era la più alta, la più snella e con due tette abbondanti per la sua età: bionda e con gli occhi azzurri, era perfetta per fare le spagnole, almeno a mio parere.
Gaia, invece, era un po’ più bassa, ma aveva un culo di quelli proprio da urlo: penso che la metà dei maschi che lo vedevano avevano subito un’erezione, perché era proprio l’ideale per una bella inculata. Sodo, rotondo e sexy al massimo.
Infine Ludovica, la più bassa e la più adatta ai pompini, era una bellezza sotto ogni punto di vista, tranne le tette, unica tra le tre ad essere leggermente più indietro. Ma non di molto.
Ebbene, iniziai a farmi dei segoni pazzeschi sulle mie amiche.
Era proprio la terza media quando avvenne il grande cambiamento: dovete sapere che invitavo spesso le mie tre amiche a casa mia, a volte insieme a volte separatamente.
Un giorno invitai Maggy (userò questo nome per abbreviare) da me, e dopo la solita merenda, i compiti e altre brevi attività ludiche, mi disse di essere stanca e si mise a dormire sul divano.
Io rimasi lì, a fissare quel corpo stupendo a pochi centimetri da me, e quando lei, nel sonno, si mosse, una parte del vestito si scostò, lasciando aperto lo spacco delle sue belle tette.
Non potevo più res****re: corsi in bagno e mi sparai una sega, ma mentre ero intento, da almeno due minuti, a menarmi il cazzo con la foto di Margherita davanti, sentii un “toc – toc” dietro di me. Mi voltai di s**tto ed eccola lì, sveglia e sulla porta, ad osservarmi da chissà quanto.
Mi guardò dritto negli occhi, poi posò lo sguardo sul mio cazzo, sparì dall’uscio del bagno ed uscì di casa, senza una parola.
Il giorno seguente avevo paura di andare a scuola: temevo che Maggy avesse riferito tutto non solo a Ludo e a Gaia, ma anche ai miei amici, cosa che mi avrebbe fatto calare di popolarità.
Ero infatti riuscito a conquistarmi il titolo di figo nella mia classe, ma i veri fighi si fanno fare le seghe, non se le fanno da soli.
Invece durante l’ora di matematica (io e Maggy eravamo in classi diverse) mi arriva un messaggio sul cellulare: lo tiro fuori e lo leggo di nascosto. Recitava così:
“Vieni immediatamente nel bagno dei maschi.”
Non capivo, ma lasciare la lezione andava bene anche a me, così chiedo il permesso e mi dirigo all’obiettivo, dove trovo Maggy ad aspettarmi, anche lei uscita dalla sua classe.
Noto che si è messa la matita ed il mascara, cosa alquanto strana perché di solito li mette solo per le occasioni speciali. Il mio primo pensiero è che assomiglia ad una troia.
Io cerco subito di spiegarmi: “Maggy, cosa c’è? Perché mi hai fatto venire qui? Mi dispiace per ieri, ti prego, cosa posso fare per scusarmi?”
“Vieni con me!”
Mi afferra per un braccio e mi trascina nel bagno dei maschi: stavo per oppormi, visto che lei era una femmina, ma il bagno era deserto e allora non dissi nulla.
Maggy mi trascina dentro ad un cesso, chiude la porta, si volta, si abbassa, mi prende il cazzo con una mano attraverso i pantaloni.
“Che fai? Smettila subito!” tento io da vero stupido.
Lei mi zittisce: “Non hai detto che vuoi sdebitarti? Allora zitto e guarda!”
Mi slaccia la cintura ed in due secondi il mio pisello duro ed eretto esce fuori: lei lo prende in mano e comincia ad andare su e giù con le dita.
Inizia a piacermi, e quando credo che si sarebbe fermata lì, se lo mette in bocca, continuando il su e giù.
Era il mio primo pompino, stavo godendo come non mai. A poco a poco mi lascio andare, le prendo la testa e la aiuto ad andare giù, fino a che non ficco tutto il mio membro nella sua gola.
Dopo una trentina di secondi di pompino vengo, e lei capisce cosa sta per succedere. Quindi apre la bocca e si becca tutta la sborra senza farne cadere un soffio e quindi senza sporcarsi. Poi la manda tutta giù dicendo “Una delle migliori bibite mai fatte!” e mi ripulisce per bene il cazzo con la lingua.
Finito il lavoretto mi rimetto a posto, ma lei esce prima ancora che io possa dire qualcosa.
Torno in classe, e posso dirvi che è stata la mia lezione di matematica preferita.

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La Figlia Del Mio Collega!

Lo ammetto, rimasi sorpreso! Sapevo che Franco aveva una figlia, ma che fosse cosí bella, questo lo aveva omesso. Quando Lei aprí la porta, cercai di rimanere impassibile, ma non fu per niente facile, visto come era vestita (svestita?). Un pantaloncino nero corto aderente che lasciava poco all’immaginazione e una maglietta cortissima elasticizzata che modellava perfettamente il suo fisico. Il pantalone era talmente stretto che sembrava fosse di una taglia di meno e forse lo era. Aderiva alla sua fica cosí bene, che riuscivo a vedere lo spacco delle grandi labbra. La maglia avvolgeva i suoi seni decisamente piccoli, probabilmente non andava oltre una seconda, ma era talmente stretta che potevi intravedere i suoi capezzoli e delle piccole curve. Notai anche che aveva delle ciabatte da mare ed era alta quasi quanto me. Che topa, pensai. Ed anche il viso faceva la sua parte. Pulito e per niente pesante. Capelli abbastanza corti, che solo chi sá di essere bella o comunque particolare, puó permettersi. Mi domandavo come poteva essere venuta fuori un fica del genere, una ragazzina capace di fartelo diventare duro solo a guardarla, da Franco e sua moglie! Chiariamo subito, non voglio sembrare cattivo, perché Franco & Veronica erano una coppia stupenda, delle bravissime persone, gentili e cortesi con tutti, peró… peró fisicamente bisognava essere onesti, non erano proprio belli, anzi! Ed allora come poteva essere venuto fuori un gioiellino simile? Ma come ho detto prima, nonostante il mio stupore feci, finta di nulla, cercai di mantenere le distanze e mi presentai:
-“Buongiorno, sono Chase, un collega di Franco. Lui é in casa? Dovremmo parlare e fare alcuni lavori insieme”.
-“Buongiorno a Lei. Sono Miriana. Mio padre mi aveva avvisato che sarebbe passato, qualche minuto e arriva. É sotto la doccia. Prego entri” Rispose lei.
Chiuse la porta e mi invitó a seguirla nel salone ospiti. Ora potevo vederla anche da dietro. Aveva dei fianchi stretti e un culo da paura. Le sue gambe poi sembravano ancora piú lunghe, viste da questa prospettiva. Ma questa dovrebbe fare la modella, dissi a me stesso.
-“Si sieda. Mio padre sará qui a minuti. Le porto qualcosa da bere intanto?” Mi domandó.
-“No la ringrazio, ho pranzato da poco” Risposi cercando di non osservarla piú del dovuto.
-“Vá bene, peró mi faccia un favore, non mi dia del Lei. Ho solo 19 anni!” Disse Miriana regalandomi il primo sorriso da quando ero entrato.
-“OK, a patto che tu faccia lo stesso. Se mi dai del Lei mi fai sentire vecchio” Risposi io ricambiando il suo sorriso.
-“Che parolone vecchio. Quanti anni avrai Chase? 30? 35?”
-“Abbastanza per essere tuo padre” Dissi sorridendo di nuovo.
-“Si….. ma mio padre non é atletico come te….. che forse vai anche in palestra a differenza di lui…..” Rispose Miriana.
Non sapevo che dire a quello che era a cavallo tra un complimento ed un modo sottile per dire “guarda che se ci provi, io ci stó”. Per fortuna dalle scale scese Franco, che interruppe il nostro mezzo flirtare salutandomi:
-Ben arrivato Chase. Vedo che hai giá conosciuto mia figlia”
-“Si, ci siamo giá presentati. Non mi avevi detto di avere una figlia cosí bella!” Risposi in tono ironico guardando Miriana che diventó rossa.
Cosí dopo aver parlato del piú e del meno, discusso su qualche pettegolezzo aziendale, iniziammo o meglio iniziai, a lavorare! Il pomeriggio passó velocemente, dovevo semplicemente cambiare dei rubinetti ormai obsoleti e rovinati della cucina.
La sera non feci altro che pensare a Miriana. Qualche ventenne me l’ero scopata, ma questa ragazzina mi aveva davvero colpito e non capivo il perché. Provai a non pensarci piú, cercavo e dovevo rimuoverla dalla mia testa, una ragazza di 19 anni non poteva avere tutto questo potere su di me. E poi se anche fossi andato a fondo, se anche fossi riuscito ad arrivare nel posto suo piú intimo? Era pur sempre la figlia di un collega, avevamo amici in comune… no, no… troppe complicazioni! Decisi di abbandonare l’idea di portarmela a letto. Sfortunatamente (fortunatamente?) peró, a rendere arduo il mio percorso di “abbandono al programma”, ci si mise proprio Franco. Un uomo bravissimo nel suo lavoro e con le scartoffie, ma decisamente negato nei lavori manuali. Mi chiese se gli potevo fare delle piccole ristrutturazioni qui e lí, a casa sua. Montaggio di mensole, flessibili dell’acqua nuovi, impianti elettrici, tubi del gas e cose simili. Naturalmente, sottolineó, “ti pagheró e tu non dovrai fare questioni” mi disse un giorno. Come se lo facessi per soldi, pensai….. in fondo dovevo essere cristallino con me stesso: avevo accettato perché speravo che accadesse qualcosa con sua figlia, di preciso non sapevo cosa, ma intanto potevo vederla e per il momento andava bene cosí, mentre facevo chiarezza nella mia testa. Quei lavori in casa di Franco & Veronica mi avrebbero dato un pó di tempo per pensare! Cosí iniziai a frequentare sempre piú spesso la casa del mio collega ed ovviamente incontravo altrettanto spesso Miriana. Qualche volta da sola, qualche volta con i genitori. Vederla era una gran fatica, nel senso che fisicamente avrei voluto scoparmela in tutti i modi, ma psicologicamente ero frenato per i motivi di cui sopra. Ma nascondere o soffocare un istinto sessuale, non é facile! Me ne ero accorto io, se ne era accorta Miriana. Lei notava che la guardavo (spogliavo con gli occhi) ogni volta che ne avevo l’occasione, io notavo che lei trovava sempre un modo per starmi intorno! Le prime settimane furono abbastanza tranquille, ma poi piú passava il tempo, piú Miriana alzava la posta. I primi tempi si limitó a provocarmi con attegiamenti che ai piú potevano sembrare normali per una ragazza cosí giovane. Un pó come quando vedi una bella fica camminare in un centro commerciale, come se stesse sfilando. Lei faceva altrettanto, ogni sua mossa era calcolata, sapeva che qualcuno la guardava e quindi si muoveva di conseguenza. Quel “qualcuno” che la osservava, ero proprio io e lei lo sapeva! Lo sapeva quando ogni settimana accogliendomi in casa sembrava stesse al mare, visto il suo abbigliamento ridotto ai minimi termini. Lo sapeva quando mi dava una mano nei lavori, gli chiedevo un utensile e piegandosi nel prenderlo, la sua scollatura mi mostrava le sue piccole tette. E lo sapeva anche durante qualche cena a cui ero stato invitato dai suoi. Quando alle mie spalle, io seduto e lei in piedi, porgendomi i piatti mi strusciava dietro la testa le sue giovani e turgide tette. Per non parlare di quella volta che mi chiese di accompagnarla in un centro commerciale poco distante da casa sua. Entrando nella mia auto, si mise direttamente dietro e non sul sedile anteriore, sostenendo che voleva stare comoda ed avere piú spazio… si, certo… piú spazio per aprire le gambe! Durante quel breve viaggio, si mise proprio al centro dell’auto, una gamba a destra e l’altra a sinistra. Fu quella la prima volta che vidi la sua fica, non molto bene a dirla tutta, ma anche se notavo solo ogni tanto del pelo in fondo alle sue cosce, il mio pisello comunque lo sentivo indurirsi. Il primo mese passó cosí, con provocazioni piú o meno pesanti. Ma dopo un periodo di “riscaldamento”, inizió a fare davvero sul serio. La prima volta che ci andó giú duro, fu quella mattina che dovevo smontare un intero rubinetto del bagno. Sdraiato in terra, cercando di svitare un dado sotto il lavabo, vidi entrare Miriana.
-“Ti serve una mano Chase?” Disse
-“No grazie” Gli risposi senza darle troppa importanza. Ma notai che lei non si muoveva, rimase lí in piedi vicino a me. Cosí mentre provavo a svitare quel dado maledetto, la guardai da quella posizione supina a terra e vidi le sue lunghe gambe. E mentre salivo con lo sguardo, mi accorsi che la ragazzina non portava le mutandine. Pensavo che fosse la mia immaginazione, un’ombra, ma quando i miei occhi misero bene a fuoco quel panorama, ne ebbi la certezza. Miriana era senza slip! Allora deve essere un’abitudine la sua. Vidi la sua fica piena di peli e non sapevo se fossi piú eccitato da quel bosco nero che aveva in mezzo alle gambe o dalla sorpresa di vedere una ragazza cosí giovane non depilata nell’intimo, visto che andava di moda. Mi fermai per qualche secondo, a differenza di quella volta in auto, ora la vedevo chiaramente. Aveva davvero una quantitá esagerata di pelo e se c’era una cosa che mi faceva impazzire in una donna, era proprio la patata al naturale!
-“Sicuro di non volere aiuto?” Insistette Miriana e contemporaneamente a quelle parole fece un passo in avanti, poggió le mani sul lavabo e divaricó un pó di piú le gambe.
-“Certo… non ti preoccupare, se mi serve qualcosa ti chiamo” Risposi senza distogliere lo sguardo dalla sua fica e facendo finta di continuare a lavorare. Adesso che le gambe erano piú aperte e sfruttando il riflesso di luce della lampada che usavo per illuminare il sotto lavabo, notai anche un particolare. Dal suo fresco triangolo nero usciva un filo bianco! Non potevo crederci! Era talmente eccitata, aveva aspettato talmente tanto tempo per provocarmi in modo esplicito, che anche in “quei giorni” non aveva esitato a mostrarmi la sua fica pelosa con un assorbente interno! Mi stavo eccitando, sentivo il cazzo gonfiarsi negli slip. Voleva giocare? OK, giochiamo Miriana! Decisi di alzarmi, feci finta di andare a prendere un utensile nel garage del padre e mentre gli passai accanto, strusciai il mio pisello duro sul suo fianco. Forse non si aspettava una reazione da parte mia, di norma lei mi stuzzicava ed io rimanevo a guardare, perché quando le passai di lato, rimanendo per qualche secondo di piú sul suo fianco con la mia evidente erezione, divenne per la seconda volta da quando la conoscevo, rossa in viso. Quella giornata finí cosí, con il nostro breve spettacolo erotico che aveva eccitato entrambi, ma niente di piú. Ma come ho giá scritto, piú passavano le settimane, piú ci spingevamo oltre. In un’altra giornata, sempre intento nei lavori del bagno, lei alzó il tiro.
Quella mattina mi rimase particolarmente impressa, perché fece tutto con sua madre in casa. Io ero intento a cambiare un componente del gruppo vasca, quando Miriana arrivó all’improvviso sostenendo che doveva andare urgentemente in bagno:
-“Chase scusami, non la trattengo piú, me la stó facendo sotto” disse entrando avvicinandosi al water.
-“Non puoi andare di sopra? Avete due bagni e quello funziona alla perfez…” cercai di risponderle, ma non me ne diede il tempo. Mentre cercavo di terminare la frase, si avvicinó alla tazza del bagno, si tiró giú le mutandine, alzó la gonna ed inizió a farla davanti ai miei occhi. Doveva essere impazzita, Veronica poteva scendere da un momento all’altro. Ma a lei sembrava non interessare, il suo obiettivo era farmelo diventare duro. E ci stava riuscendo. Vederla sedere sul water, allargare le gambe ed osservare quel filo di pipí uscire dalla sua fica, mi stava facendo venire un’erezione. Continuava a farla senza problemi, come se io non ci fossi, sentivo il rumore della sua pipí cadere nell’acqua della tazza del cesso. Poi svuotata la sua vescica, si mise in piedi, prese un pó di carta igienica, pulí delicatamente la sua fica nera bagnata, tiró su le mutandine ed uscí come se niente fosse. Miriana mi stava facendo davvero impazzire. Adesso le palle mi si gonfiavano ed il cazzo diventava duro, anche solo vedendo una ragazzina pisciare!
Dovevo darmi una mossa, era evidente che aveva voglia di cazzo, ma non voleva fare il primo passo! O forse come tutte le ragazze giovani, gli piaceva provocare e niente piú. Poi ci pensai bene, altro che provocazioni, ogni occasione era buona per aprire le gambe… si, decisamente aveva voglia di cazzo! Il mio! I lavori in casa erano quasi terminati ed era meglio battere il ferro finché era caldo, anzi, era meglio sbattersi Miriana finché era calda!
L’occasione che presi al balzo, fu un pomeriggio che mi dedicai alla cucina. Durante tutto il giorno non la vidi per niente, nel senso che da quando mi aprí la porta, si eclissó completamente. Inizialmente pensai che visto che di scopare non se ne parlava, si fosse stancata di “giocare” e che di conseguenza avesse scelto altri passatempi. Quanto mi sbagliavo. A fine serata, prima di andarmene, andai a cercarla per salutarla. Mi diressi verso la sua camera e bussai alla porta:
-“Miriana, io ho finito, stó andando via, volevo salutarti. Posso entrare?” Gli dissi.
-“Certo che puoi entrare!” Mi rispose.
Cosi apro la porta ed entro nella sua stanza. E vedo lei….. completamente nuda! Non sapevo cosa fare. Per la prima volta la vedevo senza vestiti ed era uno spettacolo da infarto! Miriana davanti a me in tutto il suo splendore, in tutto il suo metro e settanta in un fisico che chiedeva solo di essere scopato.
-“Ma mi avevi detto che potevo entrare… ” Gli risposi cercando di prendere tempo. Di pensare. Volevo scoparmela in quell’istante, ma avevo il terrore che i suoi arrivassero.
-“Mi hai chiesto se potevi entrare. Ed io ti ho risposto di si. Non mi hai chiesto se fossi vestita o no!” Rispose lei.
Non faceva una piega! Quindi ora toccava a me muovermi, dopo una risposta secca come quella e con Miriana a portata di mano, se non ne avessi approfittato di quell’occasione, sarei stato uno stupido!
Mi avvicinai lentamente a lei, osservando ogni singolo centimetro del suo corpo. Ora vedevo chiaramente la sua fica pelosa, ne aveva davvero tanti, di peli! Poi alzai lo sguardo, finalmente anche le sue piccole tette erano ben visibili. Due piccole curve e due capezzoli ben pronunciati. Quando fui a pochi centimetri da lei, diedi un ultimo sguardo al suo fisico, poggiai una mano su un seno e l’altra sul suo collo. Avvicinai la sua testa alla mia e la baciai. Un lungo intenso bacio. Cercavo di mettere la lingua in ogni angolo della sua bocca. E mentre la baciavo con passione, spostai la mia mano sinistra dalla sua tetta alla sua fica. Sentivo il mio pisello gonfiarsi, durante quell’esplorazione di quel bosco nero che aveva in mezzo alle gambe. Dopo diversi minuti di baci e palpate varie, Miriana reclamava la sua parte di sesso. Timidamente mi slacció i pantaloni, si mise in ginocchio e li fece calare fino ai polpacci, poi fece lo stesso con gli slip. Il mio cazzo spuntó fuori subito sull’attenti, difronte al suo viso. Per un secondo ho pensato che lo prendesse in bocca, invece lo afferró con una mano, si mise di nuovo in piedi e continuó a baciarmi tenendo il mio pisello duro e dritto in mano! Ma io volevo svuotarmi le palle, da troppo tempo aspettavo quel momento. Cosí mentre ci baciavamo, tolsi la mia mano dalla sua fica e afferrai il suo polso cercando di muovere la sua di mano, con la quale stringeva il mio cazzo gonfio, su e giú lungo tutta l’asta! La guidai nel movimento, una volta, due, tre, poi mollai la presa lasciando che fosse lei a continuare a farmi quella sega. Sentivo la sborra che piano piano dalle palle, iniziava a salire su per il mio pisello! Intanto mentre ci baciavamo, mentre Miriana mi masturbava, misi di nuovo una mano in mezzo alle sue gambe. Riuscivo a sentire la sua fica umida e cercai di mettergli due dita dentro. Ma non appena cercai di farmi strada tra le sue grandi labbra, accadde l’imprevisto. Sentimmo una chiave girare nella serratura, la porta aprirsi ed una voce di donna chiamarci:
-“Miriana? Chase? Siete in casa?” Era Veronica, la madre.
Di corsa mi tirai su i pantaloni, ma non potevo coprirmi del tutto, avevo ancora il cazzo dritto con un principio di sborrata e non riuscivo a rimetterlo negli slip. Cosí lo lasciai spuntare fuori dalla chiusura lampo, corsi immediatamente al bagno e mi ci chiusi dentro. Miriana fece la stessa cosa, ma in camera sua. Quel pomeriggio ci andó di lusso. Quando venni fuori dal bagno, con il mio pisello che finalmente tornó in stato di riposo, raccontai che avevo appena terminato l’ultimo lavoro e che me ne stavo andando. Veronica fece una battuta sostenendo che avessi lavorato troppo, visto come ero sudato. Se solo avesse saputo. Quel giorno tornai a casa con un dolore alle palle tremendo, colpa dello sperma trattenuto per troppo tempo nelle palle e senza essermi scopato Miriana! Ma se il primo problema (la sborra nei testicoli) lo avevo risolto una spremuta di palle dentro una volgare tazza del bagno, per la seconda (fare sesso con Miriana) dovevo assolutamente trovare una soluzione! Cosí cercai di pranzare o comunque incontrare, piú volte possibile Franco nell’azienda dove lavoravamo. Volevo sapere, in un modo o nell’altro, quando la figlia fosse rimasta sola in casa. Certo, potevo invitarla fuori, un fine settimana da qualche parte, ma non volevo correre il rischio che qualcuno ci vedesse insieme. Ma andando a casa sua avevo la scusa dei lavori, che comunque erano quasi finiti, quindi era ora di concludere con lei. Finalmente arrivó la notizia che tanto aspettavo: Franco e Veronica decisero di trascorrere un Week End in montagna prima del caos Natalizio.
Mi presentai a casa sua un Sabato mattina e portai con me un regalo per Miriana. Mi accolse a casa sua come sempre mezza nuda. Ma faceva sempre effetto, anche se l’avevo giá vista senza vestiti, il vecchio gioco “vedo non vedo” eccita sempre.
-“Che cosa hai in mano?” Disse lei incuriosita.
-“Il tuo regalo di Natale che arriva con largo anticipo” Gli risposi.
Ma prima di darglielo, la presi per mano e la portai al piano meno uno di casa sua, dove aveva il camino. La feci sedere sul divano e accesi il fuoco. Sapevamo entrambi cosa stava per accadere. Una volta avviata la fiamma, mi misi dietro di lei ed iniziai a massaggiargli le spalle. Poi delicatamente infilai una mano dentro la sua maglietta, attraverso la sua ampia scollatura. Inizia a toccargli le tette, lentamente. Erano davvero turgide, forse perché erano piccole ed erano piú muscoli che seno. Gliela massagiavo con una mano, mentre con il pollice stuzzicavo il suo capezzolo. Sentivo il mio pisello spingere contro il divano, iniziava ad indurirsi. Dopo qualche minuto tornai di fronte a lei e gli diedi il regalo.
-“Questo é per te!” Gli dissi.
Miriana lo prese e lo scartó subito. Era un completo intimo molto sexy.
-“Speriamo mi vada bene. Ora lo provo!” Rispose Miriana.
Cosí mi fece sedere sul divano e si mise in piedi lei. Inizió a togliersi i vestiti, o meglio, piú che denudarsi stava facendo un vero e proprio spogliarello! Anche se duró molto poco, vista la poca stoffa che indossava. Si tolse la maglietta e vidi subito le sue tette, visto che non portava il reggiseno (se fossi cattivo, direi che comunque poteva farne a meno). Poi fece scivolare in terra la gonna e dato che come sempre non portava gli slip, anche la sua fica dannatamente folta di peli si palesó davanti ai miei occhi. Sentivo il cazzo esplodere nei pantaloni. Fece un passo indietro e tolse i piedi dalle pantofole. Poi tornó vicino a me, mi fece alzare ed inizió a spogliarmi. Prima la camicia, poi i pantaloni, ed infine i boxer. Ero visibilmente eccitato, un breve spogliarello di Miriana, una ragazzina di 19 anni e giá stavo a cazzo dritto! Completamente nudo davanti a lei, cercai di avvicinarmi, ma con una mano mi tenne a distanza e mi diede una leggera spinta per farmi sedere nuovamente sul divano. Mi tenne bloccato poggiando e spingendo un piede sul mio pisello ed il tallone sulle mie palle, mentre si metteva il reggiseno che gli avevo appena regalato. Poi prese gli slip, ed indossó anche quelli.
-“Che dici Chase? Mi stá bene?” Disse ruotando su sé stessa.
Gli stava benissimo, io sarei stato il primo a togliergli quel completo intimo, ma chissá quante palle avrebbe svuotato con quello addosso. Cosí mi alzai nuovamente dal divano, glielo tolsi di nuovo ed inizia a baciarla. Il mio pisello prese posizione in mezzo alle sue gambe e mentre continuavo a baciarla, lo strusciavo in mezzo alla sua fica. Sentivo le sue grandi labbra sopra il mio cazzo e l’attrito fece scivolare la pelle giú, lasciando uscire la mia grossa cappella gonfia. Ma Miriana al di lá dello spogliarello, prese poche iniziative, forse aveva avuto pochissime esperienze sessuali, o forse non ne aveva avute ancora per niente, magari si era limitata a masturbare e provocare i ragazzi che aveva frequentato. Cosí presi la situazione in mano. La feci mettere in ginocchio davanti al fuoco, io dietro e pronto a metterglielo in quel suo bel culetto. Prima gli infilai un dito dentro, poi due… entra ed esci per spianarmi la strada. Pensavo che quel foro fosse pronto, ma appena provai ad infilarci la mia grossa cappella dentro, Miriana fece un piccolo urlo. Piú vicino al dolore che al godimento. Ho subito capito che non era pronta per la mia mazza. Forse anche qui nessuno gli aveva rotto il culo ancora. Cosí gli misi la mia mano davanti alla bocca e poi infilai il pollice dentro. Glielo spostai in tutte le direzioni, lo volevo pieno di saliva. Lei mi diede un aiuto leccandolo. Quando fu del tutto umido, lo sfilai dalla sua bocca e lo misi dentro il suo ano. Con le restanti quattro dita afferrai le sue chiappe, quindi dentro e fuori dal suo buchetto con il pollice. Dopo cinque o sei ditalini nel suo culetto quasi pronto ad accogliere corpi ben piú grandi, afferrai con la stessa mano il mio cazzo sempre piú gonfio, feci scivolare la pelle in tiro sulla mia cappella ed uno schizzo di sborra incanalato lungo l’asta finí sul suo buco. Spalmai lo sperma intorno al suo ano ed provai finalmente ad infilare il mio cazzo dentro di lei. Scivoló come niente ed una volta nelle profonditá di Miriana, un gemito uscí dalla sua bocca. Cominciai a scoparla da dietro….. due, tre, quattro, cinque stantuffate nel suo buchetto, sentivo chiaramente le mie palle sbattere sul suo culo. E sentivo anche la sborra salire su per il mio pisello, stavo per venire. Ma il pieno di sperma glielo dovevo fare dentro la sua fica. Volevo vedere gli schizzi di sborra ornare i suoi peli, come la neve su di un albero. Cosí sfilai il mio cazzo ormai al limite e la feci mettere spalle a terra. La guardai per qualche secondo, era bellissima. La baciai di nuovo, poi a cavallo su di lei, con il mio cazzo dritto a pochi centimetri dalla sua fica, toccai ancora le sue piccole tette cosí fresche e sode che sembravo dire “schizzaci sopra Chase”. Ed infatti il momento di svuotarmi le palle era arrivato. Allungai una mano sul divano per prendere un profilattico, cercai di aprire la confezione quando Miriana me lo strappó via gettandolo nel camino.
-“Questo non serve, é giá da qualche mese che prendo le mie precauzioni” Disse lei.
E nel dire quelle parole, afferró il mio pisello e lo guidó verso la sua fica. La mia cappella gonfia si fece strada nella sua fica, prima un leggero strusciare dei suoi peli, poi le sue grandi labbra e successivamente dentro di lei tutto il mio cazzo dritto! Entrai delicatamente, scivolando facilmente nel suo buchetto. Era talmente bagnata e umida che accolse il mio pisello con scioltezza. Era ora di scoparla alla grande… davo colpi di bacino a ripetizione… uno, due, tre, quattro… sempre piú dentro, sempre piú giú… la sborra la sentivo salire lungo l’asta… ancora spinte dentro la sua fica… la sentivo ansimare, sentivo le sue labbra pulsare, stava godendo ed io c’ero molto vicino… spingevo sempre di piú, stavo per venire… ecco la sento… sento la sborra arrivare….. ci siamo… ancora una spinta, vengo… sborro… sento la prima lunga schizzata inondarla dentro e non riesco a trattenere un gemito… seconda schizzata… spingo ed arriva anche la terza, la quarta… perdo il conto, penso solo a venire, a svuotarmi le palle dopo averle torturate pensando a lei per mesi… vengo piú volte, ma quando sento che il mio vulcano stá per terminare la sua eruzione, sfilo il mio cazzo, lo prendo in mano ed afferrandolo con forza, lo spremo tirando in avanti la pelle cercando di aiutarlo per un’ultima sborrata. Volevo vedere le sue tette coperte del mio sperma. Parte un ultimo schizzo abbondante che a malapena gli colpisce i suoi seni, ma sufficiente per vedere le sue tette farcite di crema bianca. Rimasi qualche secondo a cavallo su di lei, ad ammirare quello splendido fisico che mi ero appena scopato e con il mio pisello che esalava gli ultimi battiti facendo cadere ancora qualche goccia di sborra sulla sua fica. Poi mi sdraiai al suo fianco ed entrambi rimanemmo per un pó a guardare il fuoco.
Quel giorno rimanemmo tutto il tempo insieme, la sera cenammo a casa sua come fossimo una coppia e scopammo una seconda volta. Avevamo parecchi arretrati! Nelle settimane successive ho continuato a frequentare la casa di Miriana, anche a lavori ultimati, il padre ogni tanto mi invitava a cena. Qualche volta capitava che ci scambiavamo occhiate di intesa anche davanti ai suoi genitori, ed una volta Franco fece anche una battuta: “se avessi qualche anno di meno, saresti il ragazzo perfetto per mia figlia”.
Ma io non avevo qualche anno di meno e non ero un ragazzo, ma un uomo. Avevo (avevamo) semplicemente passato dei bei momenti insieme con Miriana, una bella giornata a basa di sesso, che non dimenticheró mai!

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Alessia la dea del sesso

Racconto trovato in rete su xhamster.

Mi ero trasferito alla fine di agosto a Milano per motivi di studio, all’inizio è stato un gran trambusto, lo spostarsi da una piccola città di provincia ad una grandissima città con i suoi ritmi frenetici ma il fatto che non conoscevo nessuno pesava ancora di più, andai ad abitare in un’appartamento piccolo ma almeno avevo la mia autonomia. Il palazzo era abitato da famiglie, c’erano certe madri di famiglia che mi capitava di incontrare per le scale e mi facevano eccitare, più di tutte mi eccitava una bellissima ragazza thai, capelli neri, carnagione mulatta, un fisico giunonico da far paura, due tette grandi ma che alla vista davano l’idea che nonostante la prosperosa misura erano seni turgidi da accarezzare e stringere tra le mani, inutile dire che da quanto l’avevo visto mi ispirava una grande voglia di sesso senza limiti, una vacca da prendere e da montare con grande voglia, la mia prima impressione fu data non solo dagli abiti succinti che vestiva quotidianamente che mettevano in risalto le sue strabilianti forme ma anche dalla grande mole di amicizie maschili che mi capitava di incrociare assieme a lei sulle scale.
All’inizio mi concedeva solo un saluto ma pian piano iniziammo a scambiare qualche battuta sul più e sul meno, la situazione galeotta si presento un sabato mattina tornando dalla biblioteca dell’Università, ero andato a studiare in vista del primo esame, la vidi, Alessia con le borse della spesa saliva le scale, vedendola affaticata colsi l’occasione al balzo e gli chiesi se potevo darle una mano.
“Oh grazie menomale sono molto stanca.”
“Su dammi qua le porto su io.”
Nel modo in cui mi porse le borse si abbasso un pò e potei intravedere lo spacco delle sue meravigliose tette, mi venni duro all’istante, salimmo nel suo appartamento e mi chiese di entrare.
“Dai ti offro qualcosa per sdebitarmi.”
Inutile dire che accettai senza troppi convenevoli, l’occasione per stringere un rapporto con lei era troppo ghiotta, ci sedemmo un’attimo nella suo salotto, io ero ancora in erezione, sia per la vista di poco prima, sia perchè adesso me la ritrovavo davanti.
“Prendiamo una birra?”
Mi disse
“Si dai oggi è sabato, dopo una settimana di stress ci vuole.”
“Eh si lavoro tutta la settimana.”
Andò in cucina a prendere la birra, io nel frattempo mi massaggiai la patta dei pantaloni noncurante lei potesse tornare da un momento all’altro, ero troppo eccitato tanto da non accorgermi che lei era tornata e mi guardava con un sorriso sornione, aveva abboccato, nonostante tutto si sedette e mi verso la birra nel bicchiere. Mentre sorseggiavamo la birra lei inizio a farmi a un piedino, la guardai come se volessi spogliarla, posai la birra sul tavolo e mi alzai, andai in fronte a lei e iniziai a toccarle le tette, erano sode nonostante la grande taglia.
“Alessia mi fai impazzire.”
“MMM lo so fin dalla prima volta che ti ho visto, ho capito che mi volevi scopare da come mi guardavi.”
Mentre diceva questo mi sbottonò i pantaloni, inizio a segarmelo mentre io scostavo le bretelle del top che indossava, lo abbassai, presi i seni e li tolsi dal reggiseno, erano favolosi, nello stesso istante me lo prese in bocca, un pompino da favola, la sua lingua giocava con la mia cappella.
“MMMMM sei proprio una porca fantastica.”
“Siii sono una porca, dai andiamo in camera voglio che mi monti, fai uscire la troia che c’è in me.”
Mi prese per il cazzo e andammo in camera sua, era fantastica con quel corpo formoso, le tette penzolanti mi guidava verso camera sua, neanche il tempo di entrare in camera la presi la sbattei sul letto a pancia in su e gli tolsi gli short e le mutandine, avevo davanti la sua fica che era già un lago di piaceri, iniziai a sgrillettare il clitoride, mi abbracciò, iniziammo a fare un 69 aveva il mio cazzo in bocca mentre infilavo a poco a poco tutta la mano nella sua figa bagnatissima, ogni tanto la sentivo mugolare, era un gran piacere, dopo un pò la misi a pecorina mentre la tenevo per le tette era una vera troia da monta
“Siii troia sei fantastica.”
“Siii sono una troia, scopami scopami, si cosi mi piace ancora, lo voglio nel culo.”
A quella parola non resistetti mi sputai sul cazzo e glielo ficcai piano piano dentro, più entrava e più aumentavo il ritmo.
“Sei una vacca da monta.”
“Siii che bello, è vero che mi scoperai ogni volta che mi verrai a trovare?”
“Certo puttana, ho certe fantasie per te in serbo, questo è solo l’inizio.”
“MMMMMM siii che fantasie?”
“Con il tempo vedrai…”
Dopo un pò che gli avevo trapanato il culo già aperto di suo stavo per sborrare, la presi per la testa e la girai verso di me.
“Vieni qui troia succhia che ti sborro tutto in bocca troia.”
Inizio a segarmelo, a leccare la cappella come se fosse un gelato, quando stavo per venire glielo ficcai in bocca, sborrai come non mai, lei lo prese ed inizio a fare dei gargarismi e a ingoiare tutto proprio come una vacca.
Quando ebbe finito andammo a fare una doccia assieme, notai che si porto un dildo, sotto la doccia ci insaponammo e iniziammo a limonare, presi il dildo che aveva nelle mani e glielo ficcai nella fica mentre succhiavo i suoi capezzoli, venne un’altra volta, finita la doccia mi masturbò, non lo prese in bocca nonostante io la invitassi a farlo, non voleva diceva che doveva fare una cosa,dopo un pò venni e lei prese la sborra se la passo tra le mani e se la spalmò in faccia.
“La sborra è la migliore crema per mantenere la pelle giovane.”
Ci asciugammo, dopo 5 minuti si asciugò la faccia poi ci rivestimmo, l’aiutai a sistemare la spesa, mi accompagnò alla porta e mi diede un bacio, mi disse.
“Sei stato bravo, vorrei proprio scoprire le tue fantasie.”
“Ehehehe domani mattina sali su da me e vedrai.”
Me ne andai e salii al piano di sopra dove c’era il mio appartamento.
L’indomani mattina mi svegliai di buon umore dopo la mattinata passata il giorno prima, mi misi a studiare per qualche oretta quando mi citofono Alessia, la vidi dallo spioncino della porta era vestita come se dovesse uscire, era più bella che mai, una canotta elegante rossa, una gonna nera, in più era truccata con le sue belle tette come al solito in risalto, per quanto non stetti molto a guardarla dallo spioncino notai che era un pò giù, l’accolsi con un sorriso cercando di farla stare serena, era imbronciata, andammo in camera mia, i miei coinquilini quel week end erano ritornati nelle loro città, ci sedemmo sul letto.
“Che è successo Alessia?”
“Niente, mio marito mi aveva promesso che mi portava a pranzo fuori e invece è andato a giocare a pallone con i suoi amici.”
“CHE STRONZO!!!”
Mi aveva promesso che oggi stava tutto il giorno con me, mi ero messa pure l’intimo adatto invece sto stronzo preferisce giocare a pallone.
“Sono venuta per chiederti se potevamo pranzare assieme?”
“Ma certo a patto che oggi cucino io, tu sei la mia ospite.”
Mi sorrise, mi abbraccio forte mentre io sentivo le sue tette stringersi sul mio petto, allentò la presa e inizio ad accarezzarmi il pacco.
“Lasciami fare ti voglio dare un gran bel regalo.”
Mi tolse i pantaloncini che indossavo e i boxer, inizio a segarmelo tutto, poi si tolse la canotta, aveva un reggiseno di pizzo rosso, non potei fare altro che prenderla e baciarla volgarmente mentre la stringevo per i capezzoli, ci stavamo eccitando nonostante tutto.
“AHAHAH ti ho detto che oggi faccio io, sono tua, sono la tua porca, la tua zoccola, c’è qualcosa in te che mi fa sentire cosi donna di letto, ma la cosa mi piace e voglio dimostrartelo.”
Rimasi in silenzio ma con lo sguardo gli feci capire che avevo intuito quello che voleva dirmi anzi la cosa mi piacque molto, si tolse il reggiseno e me lo sbatte in faccia, poi si mise in ginocchio davanti a me prese il mio cazzo e le lo mise tra i seni, era favolosa, porca, sorrideva con malizia ogni tanto leccava con la lingua, era tremendamente porca cosi porca che quando suonò il suo cellulare dopo aver risposto continuo a farmi la spagnola, era suo marito rimasi stupito.
“Si pronto amore… ma no tranquillo mi sto riposando, no no tranquillo non ci sono rimasta male, ma era da molto tempo che non vedevi i tuoi amici? Non ti preoccupare per me, si si ok questa sera andiamo al cinema, dai adesso stacco che ho sonno.”
Chiuse il telefono giusto in tempo perchè stavo per venire.
“Dai sborrami in faccia… alla faccia di quel cornutone di mio marito, fammi sentire donna… quel coglione mi ha lasciato per gli amici e io gli metto un bel paio di corna, dai che non finisce qui lo faccio diventare cervo a primavera.”
“SIIIII ecco sborro troia è tutto per te, sei una grande troia.”
Gli sborrai sul seno, vennero fuori grandi fiotti, ero terribilmente eccitato dalla sua porcaggine, dopo un pò lei si asciugò la sborra con il fazzoletto e tornò a letto, ci baciammo ancora per molto tempo, dopo iniziammo a scherzare e a chiacchierare, mi racconto che suo marito non la scopava molto quindi si era fatta vari amanti e continuava a darci dentro con nuove esperienze, mi racconto che una volta si scopò 2 neri conosciuti mentre cercavano di vendergli qualche calzino in cambiò di qualcosa. Dopo aver chiacchierato un pò con loro i 2 neri avevano notato che lei guardava spesso la loro patta dei pantaloni, infatti lei stava già fantasticando sui loro enormi cazzi, si era lasciata prendere e dopo averli portato a casa si era fatta fare di tutto, lei era maledettamente porca e maledettamente insoddisfatta da quel marito di 15 anni più grande di lei che raramente la faceva sentire donna, questa cosa non gli piaceva anche se era felice con lui non si sentiva apprezzata come donna nonostante a molti ispirava grande sesso.
Mi raccontò che ancora adesso gli capita di scopare con quei due negri, che qualche volta si era lasciata andare a qualche gang bang con i loro amici, frequenta privè dove andava a soddisfare le sue voglie con ragazzi più giovani o con donne, a lei piace molto lesbicare, questa cosa mi piacque molto non l’avevo mai fatto con due donne quindi gli chiesi di potermi organizzare un’incontro a 3 con qualche altra sua amica, mi rispose si, si poteva fare, doveva vedere chi era disponibile.
Passammo la mattina e il pomeriggio insieme in cui scopammo come matti, facemmo sesso in tutti i modi mettendo la panna nelle sue tette, nel mio cazzo, ci leccammo a vicenda, fu una giornata memorabile, lei era diventata la mia porca ed io il suo stallone che la soddisfaceva, scese a casa sua verso le 19:00 con la bocca ancora pregna della mia sborra, voleva baciarlo cosi, voleva umiliare il suo cornuto.

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Dalla ragazza del doposcuola e non solo…

Quest’anno mi sono iscritto ad un doposcuola per farmi aiutare da una ragazza. Tutto l’anno ci sono andato e apprendevo gli insegnamenti a suon di cazzo duro, perchè lei è una ragazza di 26 anni, bionda e molto sexy. Spesso chiedevo di andare in bagno per frugare nella sua cesta dei panni sporchi e prendere qualche sua mutandina sborrandoci dentro anche perchè essendo sporche per me odoravano dei suoi umori della sua vagina (sentivo proprio l’odore della sua vagina e a volte mischiata con secondo me un prodotto di un pò di masturbazione e la cosa mi eccitava ancor di più pensando che su quella mutandina era presente la sborra di entrambi: sia mia che sua) e spesso erano un pò umide e immaginavo di essere a contatto con la sua vagina (una me la sono addirittura portato a casa e tenendola nascosta gli ho sborrato tante volte tanto da fargli cambiare colore hahaaha) ma ora torniamo alla storia. Giunto ormai alla fine del anno scolastico questa è stata l’ultima settimana in cui sono andato, arrivato lì mi ha accolto ma stavolta non c’erano gli altri ragazzi in quanto già avevano finito precedentemente. Lei era molto sexy in magliettina scollata a mezze maniche e una gonna che quando si piegava lasciava intravedere molto. Così iniziamo coi compiti ma io come al solito mi lascio distrarre dalla sua scollatura dopo un pò ci fermiamo per una pausa e lei cerca dei biscotti sotto al mobile piegandosi a 90 gradi e io mi misi dietro ammirando quella bella pecorina ma intravedendo la mutandina in pizzetto sexy nero mi è s**ttato d’istinto andargli dietro e poggiarglielo lei subito si è girata ma io avevo ancora i pantaloni addosso e a quel punto li ho spuntati anche se credevo che mi avrebbe tirato uno schiaffone ma invece subito mi ha abbassato anche i boxer e l’ha messo in bocca slinguazzandomelo per bene e dicendo che erano mesi che non lo faceva. Dopo avermi succhiato per bene la cappella si è iniziata a spogliare anche lei però l’ho fatta lasciare il reggiseno (anch’esso in pizzetto sexy nero) perchè la trovavo più sexy. Subito si è stesa sul divano situato vicino alla porta dell’entrata ed ha aperto le gambe in modo da farmi immergere nel paradiso con la lingua. Così iniziai a leccargliela, accorgendomi di quanto l’avesse calda e bagnata, per preparare l’ingresso al mio cazzo. Nel momento che glielo infilai sentì una foresta bella umida pronto ad accorglielo mentre lei mi faceva di cenno di slinguazzarci mentre glielo infilavo tutto dentro. La sentivo urlare e ciò mi eccitava ancor di più così prima che sborravo decisi di girarla a pecorina proprio come sognavo di farmela e così fece, prima gli leccai un pò il buco in modo da farlo entrare e così il mio cazzo trovò un tunnel tutto da esplorare dove diedi tutta la mia foga e proprio mentre lei stava a pecorina e io dietro che la inculavo sul divano facendola godere come una vera troiona il quale lo è anche perchè lo facemmo senza preservativo di sua volontà (perchè non ce ne erano e si scocciava di andarne a comprare e voleva subito il cazzo dentro) sentimmo la porta che si apriva e vedemmo entrare…….. . IL RACCONTO LO CONTINUO IN UNA 2 PARTEE SCRIVETEMI IN TANTI NEI MESSAGGI PRIVATI E SE VOLETE HO ANCHE QUALCHE FOTO DELLA RAGAZZA NON MOLTO SEXY MA COMUNQUE SUFFICIENTI. ALLA SECONDA PARTE NON MANCATEE E RICHIEDETELA IN TANTI COMMENTANDO!!! MA SOPRATUTTO CHI SARà AD AVER APERTO QUELLA PORTA ED AVERCI SCOPERTO DI SOPPIATTO MENTRE ME LA STAVO INCULANDO PER BENE E LEI URLAVA GODENDO DA MATTA? QUESTO E ALTRO LO SCOPRIRETE COME SORPRESA NEL CONTINUO DELLA STORIA CHE SPERO CHE VOTIATE E APPREZZIATE MOLTO!! NON ESITATE A SCRIVERMIIII E LA STORIA è VERISSIMA E NULLA DI TUTTO CIò CHE è SCRITTO è LASCIATO AL CASO OSSIA NULLA è IMMAGINARIO MA TUTTO VERITIERO! ALLA SECONDA PARTE E CI SENTIAMO NEI MESSAGGI PRIVATI!

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IL RITORNO DEL CERVO

……………IL RITORNO DEL CERVO………………………………………….

SONO UN MARITO CORNUTO CONTENTO ED ORGOGLIOSO DELLA MIA SISSI HO SCOPERTO QUESTO BEL SITO ED HO DECISO DI PUBBLICARE LE IMPRESE DI MIA MOGLIE CHE LEI MI RICORDA SEMPRE PER FARMI ECCITARE COME UN CORNUTO, HO IL SUO CONSENSO OVVIAMENTE SPERO CHE LEGGENDO DI QUELLA GRAN PORCELLINA CHE HO SPOSATO GODIATE COME GODO IO OGNI VOLTA CHE MI RACCONTA, LA MIA SISSI DI 38 ANNI UN PEZZO DI FIGA PAZZESCO. Anni fa Sissi lavorava come commessa in un negozio d’abbigliamento il suo datore di lavoro si chiama Pino un bel ragazzo moro nostro coetaneo forse uno o due anni più piccolo di me. Pino e mia moglie a quei tempi erano amanti , mia moglie me lo confesso dopo che lui volle rompere la storia. Ora vengo hai fatti di oggi, mentre siamo andati a far visita ad un amico in Ospedale, abbiamo avuto la sorpresa di vedere ricoverato Pino per una forte depressione, e parlando con lui del più e del meno alla fine si confidò con mia moglie mentre ero fuori a fumare, dicendogli che a causa della sua depressione e stati d’ansia i medici medici gli avevano riscontrato un possibile danno all’erezione una forma di impotenza. devi capire che il sesso per i Pino è importante non vive a lungo… e Pino ci aveva già provato a suicidarsi; all’indomani siamo ritornati all’ospedale e al nostro arrivo siamo subito andati da lui, non sorrideva più quasi non ci guardava non era più lui, un’angoscia infinita. col passare dei giorni ci siamo sempre più dedicati alle sue cure ormai era guarito ma non lo dimettevano perché i medici temevano che si uccidesse ed in Ospedale lo potevamo sorvegliare, Man mano chi i giorni passavano mi rendevo conto di quanto mia moglie tenesse alla sua guarigione, non un sentimento ma il desiderio di fare per lui qualcosa per aiutarlo, qualunque cosa, era fortissimo. Una notte che io e Sissi eravamo a letto il discorso è caduto su Pino, abbiamo cercato di comprendere tutte le cose che ci stavano capitando. dissi a Sissi quello che sapeva già e cioè che per Pino l’ospedale non poteva più fare nulla, aveva bisogno di una donna che lo facesse sentire desiderato che risvegliasse in lui il desiderio e la voglia di essere uomo. si era pensato ad una e****t ma abbiamo subito scartato l’ipotesi, l’avrebbe inibito ancora di più; Io gli dissi a Sissi senza mezzi termini il suo pensiero, l’unica sei tu, sono giorni che mi parli del desiderio che provi per lui ed io non voglio che tu debba sentirti repressa dai tuoi sentimenti, domani andrai da lui per offriti fagli capire che sei lì perché lo desideri e se è sano come noi pensiamo sarà lui stesso a prendere l’iniziativa e ti farà sua rendendo me un marito nuovamente cornuto come anni fa, solo che stavolta con la mia approvazione… Sissi non si sorprese perché in fondo se l’aspettava, la notte dopo è andata da Pino; era sulle spine con un nodo allo stomaco……….ora vi racconta lei come mi ha raccontato tutto a me………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Quando sono arrivata Pino non dormiva era in una stanza da solo per non farlo stare troppo insieme ai suoi coetanei e non farlo sentire inferiore a loro, mi sono seduta al suo capezzale gli ho offerto il più disponibile dei miei sorrisi, ma lui non raccoglieva, continuava a perdersi nella sua presunta disgrazia alla fine mi sentivo frustrata ed anche esasperata gli avevo fatto capire in mille modi che io ero lì e non doveva far altro che prendermi -Se non sai essere uomo è solo perché non vuoi essere uomo tu stai benissimo la menomazione è solo nella tua mente, lì sei malato Mi ha guardata quasi con odio, per un attimo mi sono spaventata si è alzato ed è andato nel bagno della camera non sapevo che fare ho aspettato un paio di minuti poi mi sono alzata anch’io forse volevo uscire non so mi sono fermata un attimo davanti allo specchio come per vedere che faccia avessi ed ho visto che lui era dietro di me, era uscito dal bagno ma non l’avevo sentito, era scivolato silenzioso dietro di me e con delicatezza ho sentito le sue braccia cingermi all’altezza della vita e poi fermarsi sul ventre, solo pochi attimi poi le sue mani hanno cominciato lentamente a salire sempre più su io vedevo tutto dallo specchio davanti a me e sentivo il delicato tocco di quelle mani guardavo il viso di Pino riflesso nello specchio e lui faceva lo stesso con me mentre quelle mani salivano sempre più su fin sotto i miei seni dove si sono fermate, Pino sembrava indeciso poi con uno s**tto improvviso ed inaspettato le sue mani mi hanno afferrato i seni e me li hanno stretti con forza, ho emesso un gemito di piacere fortissimo ed un -Si Pino siiiiii Lungo come un romanzo, poi ho reclinato la testa all’indietro e lui subito ha cominciato a baciarmi il collo. immediatamente il mio corpo è stato scosso da immensi brividi di piacere, lui mi baciava il collo me lo leccava mi mordicchiava con i denti mentre le sue mani continuavano a stringersi sui miei seni. in un attimo la situazione è diventata incandescente: senza smettere di baciarmi il collo e palparmi con forza il seno, ha liberato una mano ed ha cominciato a sbottonarmi la mia camicetta di seta, sotto avevo una gonna e poi non portavo nient’altro che intimo, slip e reggiseno, quando ha finito di sbottonare i pochi bottoni ero praticamente nuda e quasi istantaneamente la sua mano libera si è infilata sotto lo slip e subito mi ha infilato due dita dentro la fica cominciando un ditalino da paura mi ha strappato un altro gemito fortissimo ed un altro -Si Pino si così così cosìììì –Sissi non ti ho mai dimenticata sei una moglie troia mi spiace per tuo marito” -Si Pino si sono la tua puttana non pensare a quel cornuto di mio marito pensa a me pensa a me dentro di me chiedevo mille volte scusa a mio marito anche se era stato lui stesso a suggerirmi cosa dire per infoiarlo ancora di più ed infatti ci ha dato dentro ancora più forte mentre io riempivo la stanza di gemiti sospiri ed incitamenti -Ancora ancora non fermarti continua ti prego continua Cose così insomma… non saprei dire per quanto ha continuato a sditalinarmi in quel modo favoloso, con gli occhi semichiusi mi guardavo allo specchio mentre continuava a succhiarmi il collo e le sue mani facevano il bello ed il cattivo tempo sui miei seni e sulla mia fica, comunque sta di fatto che a un certo punto mi ha fatta girare su me stessa e mi ha spinta contro lo specchio con una mano mi ha sollevata una gamba afferrandola per la coscia e con le dita mi ha scostato lo slip un pensiero mi ha attraversato la mente come un Lampo “Mio Dio sta per impalarmi, Mio Dio Mio Dio ti amo Pinoooo ti amo da impazzire da impazzire” L’attimo dopo l’ha fatto, cavolo se lo ha fatto: mi ha impalata senza pietà con un colpo secco che a momenti mi solleva da terra e se non ero svelta a mettermi una mano in bocca avrei fatto un urlo di piacere che si sarebbe sentito per tutto l’ospedale!!! “Pino ti amo ti amo Mio Dio come mi stantuffa è portentoso ti ho messo le corna Amore mio ti ho messo le corna Oddio mio” Il mio ultimo lucido pensiero dedicato all’uomo della mia vita ormai entrato senza rimedio nell’affollatissimo club dei cornuti contenti e mentre formulavo quell’ultimo pensiero il mio amante non mi ha dato neppure il tempo di rifiatare, ha cominciato immediatamente a stantuffarmi come una furia s**tenata. e chi se lo scorda, era peggio di un stantuffo; ora so cosa prova un motore con tutti quei pistoni che fanno su e giù, io ne avevo dentro uno solo ma valeva per un motore 16 valvole!!! Beh mi ha scopata in quella posizione per buoni 5 minuti ma forse erano di più poi mi ha sollevata di peso senza farlo uscire e mi ha sbattuta di traverso sul lettino d’ospedale lì mi ha sollevata fino a farmi toccare il letto solo con le spalle e la testa e subito ha ricominciato con quel suo spaventoso stantuffo, e meno male che si temeva potesse restare impotente ero completamente fuori di testa ed in preda ad orgasmi pazzeschi e continui -Mamma mia che gran troia che sono godo Pino godoooo sfondami ti prego sfondami tuttaaaaaa!! Il massimo che sono riuscita a dire e fra sospiri e gemiti da paura mentre mi stantuffava gli offrivo il mio ventre per farmi penetrare meglio e lui ci dava dentro come un pazzo, Dio che cosa incredibilmente bella in mezzo a quell’Uragano che mi stava investendo la forza di parlare non ce l’avevo proprio, insomma ero troppo occupata a gemere di piacere, all’improvviso si è fermato mi ha presa con forza per i capelli facendomi male e mi ha sbattuta per terra mi guardava e lo teneva tra le mani -Forza vieni a succhiarlo -Si Pino si Mi sono letteralmente lanciata sul quel cazzo ed un attimo dopo me lo sono ritrovato in bocca mi teneva la testa e lui me lo spingeva fin quasi in gola, ho faticato come una negra per contenere un rigurgito era semplicemente meraviglioso mi stava facendo sentire una femmina e non una donna, da infarto vero e proprio e quando dopo un po’ è venuto ho dovuto ingoiare tutto senza pietà…lo ha tirato fuori e se l’è pulito sui capelli poi ha preso il lettino e lo ha messo di traverso davanti allo specchio io ero in terra del tutto sconvolta da quell’amplesso selvaggio ma ero ben lungi dall’immaginare che eravamo solo all’inizio; mi ha afferrata di nuovo per i capelli mi ha poggiata sul lettino a pancia sotto e le gambe penzoloni -Adesso ti rompo il culo Testuale, ero preparata ad essere inculata ed infatti dentro avevo messo carrettate di vasellina ma ero lo stesso un po’ spaventata, vedevo la mia faccia allo specchio completamente sconvolta -Anouk no ti prego non farlo no pietà pietà Come cercare di fermare una valanga prima mi ha inculata con un dito, poi due, dentro e fuori come una furia ed io gemevo come impazzita ho avuto un altro orgasmo pazzesco ed a quel punto ho ceduto di schianto e se mi era rimasta un minimo di dignità l’ho fatta a pezzi -Godooo Madonna mia non ne posso più Anouk inculami maledetto te inculami a sangue sfondami tuttaaaa” NO!!! Non mi vergogno perchè è quello che è successo ed io ho goduto come MAI prima di quel giorno…a quel punto ho sentito il suo cazzo che premeva contro il mio sedere -Guardati allo specchio guardati mentre ti inculo L’ho fatto e quasi mi riconoscevo un viso sfatto dal godimento “Madonna mia aiutami Marco Amore mio sto per essere inculata da un pazzo Madonna mia Madonna mia” Non ho fatto in tempo a pensare niente altro con una mano mi ha bloccato le braccia dietro la schiena mi teneva i polsi in una morsa ferrea e con l’altra mi ha tirata per i capelli costringendomi con il viso sollevato, ero sconvoltissima. un colpo secco violentissimo e l’attimo dopo era tutto dentro di me, ho visto un velo rosso scendere davanti agli occhi mentre vedevo la mia espressione allucinata riflessa dallo specchio, mi sono morsa le labbra quasi a sangue per non gridare a squarciagola ma lo stesso non sono riuscita a trattenere del tutto l’immenso godimento di quel momento -Siiii inculata senza pietà si sfondata come godo Una voce ormai arrochita dall’eccitazione assoluta che provavo, l’orgasmo è stato istantaneo -Adesso ti inculo sul serio Senza fiato per rispondere, ho fatto cenno di si ed immediatamente ha cominciato a pomparmi a tutto spiano e i miei gemiti di piacere hanno invaso la stanza -Si si si siii cosììì!!! Sono la tua troia rotta in culo siiiiiii!! Non fermarti non fermarti!!! Per favore non parliamo più di orgoglio o dignità, continuavo a fissare il mio volto sfatto dal piacere riflesso dallo specchio e vedevo il mio corpo sconvolto dai colpi che mi mollava il suo bacino ero del tutto assuefatta alla situazione mi piaceva guardarmi mentre venivo selvaggiamente sodomizzata lo spettacolo mi aveva stregata -Godo Anouk godo Non so quanti orgasmi avessi avuto dopo il terzo avevo perso il conto; non so per quanto è durata parecchi minuti comunque quello stantuffo pareva inarrestabile, invece ad un certo punto l’ho sentito accelerare il ritmo ed io ansimavo come una pentola a pressione poi l’ho sentito venire, il tempo di riempirmi il sedere del suo piacere e subito ha spostato il suo arnese nel mio sesso ed ha cominciato a scoparmi con la solita furia -Adesso devo godere anche qui dentro poi potrai andare a farti sbattere dove ti pare dal cornuto.Non mi sentivo più nemmeno una persona “Madonna mia ma non gli si smoscia mai? Ma quanto vuole andare avanti ancora?” Prima mi aveva sfondata la bocca, con antipasto di scopata furiosa, poi è toccato al sedere, sfondato senza pietà pure lui, ora era inevitabile che mi sfondasse anche la fica ed infatti con la consueta furia mi ha scopata in tutti i modi possibili ed immaginabili: alla pecorina, smorza candela e non so quanti altri. alla fine sono stata in quella stanza per un paio d’ore almeno ed ovviamente come promesso mi è venuto dentro . appena fatto si è di nuovo ripulito il cazzo sui miei capelli e mi ha letteralmente buttata fuori dalla camera senza darmi neppure il tempo di rivestirmi, l’ultima umiliazione. quando sono uscita ero a dir poco frastornata, letteralmente sbarellavo, quasi non mi reggevo in piedi, mi ci sono voluti oltre 20 minuti per raggiungere l’uscita dell’Ospedale dove mio in macchina mi stava aspettando. come ha reagito quando mi ha vista? non mi reggevo, il cornuto mi guardava divertito -Hai partecipato ad un’orgia? Egoista potevi dirmelo sarei venuto anch’io! In effetti ero un disastro, quasi non mi reggevo in piedi, camminavo a tentoni conto il muro, dolorante dappertutto specie il sedere mi andava a fuoco, con i capelli pieni di sperma di Pino tutti arruffati ed appiccicosi, la camicetta ancora mezza sbottonata, il piacere di Pino che mi colava lungo le cosce sia da davanti che da dietro e lo slip in mano -Magari si fosse trattato di un’orgia mi sentirei più riposata. quello mi ha spompinata, scopata ed inculata a sangue, mi ha sfondata senza pietà dappertutto specie il sedere me l’ha stantuffato come un martello pneumatico, un Uragano di sesso selvaggio non scopava da mesi e si è visto. ha goduto tre volte perché ha detto che voleva venirmi dappertutto; prima mi è venuto in bocca e a momenti soffoco per quanta me ne ha fatta ho la bocca tutta impastata la mia saliva sembra colla; credevo avesse finito invece gli è diventato ancora più duro ed ha ricominciato con quello stantuffo spaventoso, nel sedere stavolta, ed alla fine mi è venuto dentro anche lì ed infine davanti, da paura, anche lì ne ha fatto una marea guarda qui me lo perdo pure. è ufficiale Amore mio: da stanotte sei un marito nuovamente cornuto, ma adesso però mi serve una doccia, il cornuto mi guardava e rideva alla fine la doccia l’abbiamo fatta insieme e mentre gli raccontavo tutto ci siamo scambiati maree di baci coccole ed altro, insomma alla fine mi si è fatto pure lui gli ho chiesto cosa provava al pensiero che avessi appena finito di scopare con un altro uomo -Sia tu che Pino ne avevate un disperato bisogno. mi vuoi meno bene di prima adesso? Gli ho risposto quello che gli dico da sempre e cioè che sono pazza di lui, e lui mi ha detto lo stesso, mi sentivo rassicurata ma anche un po’ in colpa per quello che era successo -Ho capito che non sarei mai stata capace di frenarmi. Dio quanto lo desideravo… cosa succederà adesso? -Vedremo, di sicuro ora che il ghiaccio è rotto guarderai gli altri uomini in modo diverso, quello che non ti avrei mai perdonata e non ti perdonerei è se mi avessi colpito alle spalle sei stata onesta e non mi aspettavo di meno da te e ti amo ancora di più se possibile parlami sempre di te dei tuoi dubbi dei tuoi desideri e quando arriverà un altro Pino parlane sempre con me risolveremo il problema insieme Gli ho fatto promettere che anche lui dovrà fare lo stesso ma lui non è interessato -E’ te che voglio vedere così meravigliosamente puttana sarò felice di portare tutte le corna che mi metterai. io non ho bisogno di altre donne Una perversione passiva la sua, tutto sommato meglio così per me! Poi abbiamo fatto l’Amore… l’Amore sia chiaro, NON una semplice scopata e non ha mancato di ricordarmelo -Puoi scopare con chi vuoi ma l’Amore lo devi fare solo con me L’ho giurato su quello che ho di più caro al mondo e manterrò ne sono certa… quando me lo stava per mettere dentro ho avuto un lampo -Cornuto sono ancora piena degli umori di Pino non ti fa un po’ schifo? Ha detto che la cosa lo eccitava da morire e poi mi ha chiesto se avevo fatto l’Amore con Pino -Amore??? Con quella bestia… solo un Toro da monta una volta usato lo si chiude nel recinto Mi ha sorriso in quel modo che solo lui sa fare -Appunto hai scopato con lui ma l’Amore lo stai facendo con me e quello che c’era prima non conta più Mi ha penetrata subito e Pino è scomparso dalla mia vita anche nei giorni successivi l’ho tenuto a distanza e dopo un paio di settimane è sparito del tutto…mi ha commossa quest’atto d’Amore totale e assoluto da parte di mio marito, un atto di Fede nei miei confronti che forse non mi merito.

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Il custode del parcheggio

il custode al mare
Una primavera
Io e mio marito, siamo andati una settimana in vacanza al mare, abbiamo affittato un appartamentino in un residence.
Era già notte quando siamo arrivati con l’auto davanti alla guardiola del custode, con la sbarra chiusa e un cartello con scritto “parcheggio completo”, il gabbiotto era illuminato ma non si vedeva nessuno, mio marito scende dall’auto e va a guadare vedendo un posto proprio li accanto alla guardiola, un uomo sulla cinquantina arriva, ha una torcia in mano, si avvicina e senza neanche degnarci di molta attenzione illumina il cartello per farci intendere di leggere che non ce posto, lo chiamo io mentre scendo dall’auto e fermandomi davanti ai fari della macchina gli chiedo se almeno per quella sera possiamo metterla in quel posticino libero, l’uomo finalmente si gira ah un attimo di sgomento prima di rispondere.. i fari rendevano trasparente il mio vestito bianco… “Si vi apro subito”!!
Risalii in macchina e mio marito mi disse “certo che con gli uomini ci sai proprio fare…!!”
Parcheggiata l’auto, il guardiano divenne cosi galante che mi apri anche la portiera, e io da brava troia esibizionista scesi scosciandomi, il vestito era corto e sotto indossavo solo le calze autoreggenti, come al solito ero senza le mutandine.. lasciai ammirare al guardiano per bene il mio boschetto.. tra le cosce scendendo lentamente dalla vettura.
Finalmente eravamo arrivati ero stanca e anche se quell’uomo rude mi intrigava per quella sera andammo subito a dormire.
Il mattino seguente scesi in macchina per prendere alcune cose , il cancello era aperto la guardiola chiusa, lessi l’orario del guardiano era dalle 18 alle 2 di notte, accanto alla guardiola c’era una sedia, posato su di essa un giornalino a fumetti porno, che porco pensai mentre sfogliavo non senza una certa eccitazione quel fumetto.
L’appartamento sito al primo piano, era grazioso e il balconcino dava sul parcheggio proprio di fronte alla guardiola, alle 18 uscii a controllare se era arrivato sapevo di dovergli chiedere se ci lasciava il posto per tutta la settimana lì, quindi prima di uscire mi infilai un micro abito senza intimo sotto e che metteva bene in evidenza il mio seno prosperoso, quindi uscii.. Lui arrivò subito sotto il balcone e io con voce mielosa gli chiesi se potevo lasciare lì l’auto, lui concentrato nel guardarmi sotto la minigonna.. annuii..
Rientrata in casa mi resi conto che mi ero bagnata quell’uomo mi eccitava il suo essere cosi rude..
Per tutta la settimana mi scosciai davanti a lui, ero arrivata anche a sedermi a leggere sul balcone con le cosce aperte senza intimo sotto e lui dalla guardiola che guardava. l’ultima notte dopo aver parcheggiato lì accanto alla sua guardiola, io con una scusa dopo aver lasciato salire in casa mio marito ritornai alla macchina, mi sedetti lasciando la portiera aperta fingendo di cercare qualcosa sui tappetini mi scosciavo per bene.. Ha bisogno? mi chiese mentre si avvicinava, io rimasi scosciata avevo l’abitino cortissimo e la passera in vista, era li accanto, gli dissi che non trovavo un orecchino, forse è caduto sul tappetino o in cortile gli dissi che ci tenevo molto, lui si mise a cercarlo non gli fù difficile non trovarlo perché era accanto alla macchina, lo prese e me lo diede, gli dissi non so come ringraziarla con un tono di voce di chi aveva bevuto.. scesa dall’auto mi avvicinai a lui dandogli un bacio sulla guancia, l’uomo ne approfittò subito e mentre gli davo il bacio lui mi mise una mano sul culo e strinse tirandomi a lui schiacciandomi le tette contro il suo petto.. e facendomi sentire la sua eccitazione.. il porco si strusciava contro la mia coscia facendo salire anche in me l’eccitazione a****le che provavo vicino a quell’uomo.. mi spinse tra il muro e la guardiola si mise a baciarmi le tette liberandole dal vestito le sue mani mi frugavano nell’intimo della mia farfallina.. ero bagnatissima e sentire le sue dita aprirmi mentre l’orlo del vestito era risalito sino alla passerina già umida, le gambe erano tese e dure nello sforzo di controllare quella posizione e i muscoli dei glutei erano contratti come durante un esercizio ginnico; io respiravo profondamente, ed il contatto con il bozzo duro e prominente che premeva contro la mia coscia sinistra, mi faceva capire l’eccitazione del guardiano. Sentivo la sua mano fredda e umida dei miei umori scivolarmi su e giù sul clitoride, tenevo la testa all’indietro e gli occhi socchiusi, ma mi accorsi ugualmente, un po’ per il rumore dello zip, un po’ per il suo armeggiare con la mano destra, che si stava sbottonando i pantaloni, dopo lo schiocco di un elastico sentii qualcosa di molto caldo spingere con maggior insistenza contro la coscia… era grande come me lo immaginavo nei miei sogni di quella settimana durissimo e ben lubrificato. Spostò la mano destra sul mio sedere.. anche lui respirava rumorosamente, mentre quel suo affare mi strusciava e mi sbatteva sulla coscia con furia, come se volesse scoparmela come un cane. Io presi a dimenarmi, per la eccitazione che stava salendo e la voglia di sentire dentro di me quell’uomo e prima, che sfogasse l’eccitazione repressa dopo una settimana di provocazioni sulla mia coscia mi staccai da lui e mi chinai a prenderlo in bocca , è all’altezza del mio viso… i miei seni sono diventati di marmo… lui con una mano li accarezza, stringendomi i capezzoli, prima uno poi l’altro… mentre abbassa lo sguardo, dalla mia passerina colano umori che scorrono lungo le cosce…con un dito mi sfioro il clitoride… le tempie mi pulsano per l’eccitazione… lo afferro per le natiche e affondo la faccia contro il suo cazzo mentre scompare nella mia bocca, sempre più giù, in gola… la sento piena, mi fermo un attimo senza muovere la testa ne la bocca, per sentire fin nelle viscere quella sensazione di pienezza… poi lo faccio uscire… strofino la cappella sul mio viso aspirandone l’odore e sui capezzoli…mio marito è su in casa a pochi metri sa cosa sto facendo e sicuramente spia dalla finestra, e ciò aumenta ancora di più l’eccitazione… inghiotto lentamente il cazzo ancora, lentamente, lo faccio uscire dalla bocca, leccandolo piano… continuo a leccarlo, come un gelato, mentre con la mano lo masturbo… lo inghiotto di nuovo, iniziando un lento su e giù di labbra e bocca, succhiandolo… la lingua scende veloce fino ai coglioni, gonfi da scoppiare… li prendo in bocca, prima l’uno poi l’altro… mentre la mano va al il clitoride… sono un lago… succhio e lecco, sempre più veloce…. Ho voglia adesso di sentirlo dentro… alzata di nuovo mi girai contro il muro con le mani aperte appoggiata ad esso lui dietro di me con le mani sulle mie tettone penzolanti stringermele mentre il suo membro fra le mie cosce, che subito strinsi intorno ad esso come in una morsa di carne. Mi abbandonai contro il suo corpo, la sua lingua che mi penetrava nell’orecchio come un serpente, le sue mani che mi strizzavano dolorosamente le tettone.. ed il suo cazzo fra le gambe, duro e gonfio che mi scopava in maniera brutale… le gambe mi stavano cedendo il suo cazzo lo sentivo dentro l’utero lo sentivo dentro la testa il suo odore le sue grandi mani… l’orgasmo fu intenso.. mi chinai a finire il lavoro che avevo iniziato prima volevo il suo sperma… l’idea di bere la sua sborra mi fa impazzire… lo riprendo a succhiare, la testa si muove sempre più veloce… finche sento l’uomo inarcarsi leggermente, senza un grido…una cas**ta di sborra mi invade la bocca… ingoio quel liquido caldo, una piena che mi esce dalla bocca e sgocciola sul mio seno…mmm quel sapore mi da alla testa continuo il pompino finché non esce più nulla… ma continuo a leccare il cazzo dell’uomo, ripulendolo completamente.
Sazia e soddisfatta salgo in casa dal mio maritino, lo trovo con il cazzo in mano duro si stava segando dopo aver spiato tutto con il binocolo, mi fa chinare a novanta contro il tavolo le sue mi insalivano l’ano punta la sua cappella e spinge.. il mio secondo canale si dilata mentre il suo pene entra tutto fino alla radice.. pochi affondi e sento il suo sperma caldo nel mio intestino.. dopo essersi scaricato mi sussurra “ sei una grandissima troia”…

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Rpoberto, il figlio del mio vicino (Finale)

Più tardi quella notte

Non riuscivo a dormire quella notte pensando a quanto divertimento avevo avuto col ragazzo di Gianni mentre il vecchio ubriacone era fuori. Roberto era una tale bella, libidinosa, eccitante piccola puttana, lo era stato sicuramente durante il pomeriggio che passammo insieme nello squallido soggiorno di Gianni. Non avevo mai fottuto un ragazzo così giovane prima di allora e mi sentivo un po’ ansioso. Ma Roberto sapeva veramente come succhiare un uomo ed anche se il suo culo era deliziosamente stretto intorno al mio cazzo, quando avevo tentato di estrarlo, lui aveva tentato disperatamente di mantenere la sua figa di ragazzo sopra la mia verga rigida. Avevo sparato una quantità enorme di sperma mentre lo inculavo. Nel mio libro questo voleva dire che mi piaceva farlo con lui.
Ma la notte passò e Roberto non venne alla mia porta. Alla fine spensi le luci ed andai a letto da solo. Mi sdraiai sopra le coperte dato che faceva caldo e mi menai l’uccello duro finché non sparai il mio carico. Solamente dopo riuscii a sonnecchiare per un po’.
Lo vidi il giorno seguente che ritornava dalla spesa per suo papà. Indossava una bella maglietta ben portata e gli stessi jeans del giorno precedente. Le guance pallide si riempirono di colore quando mi vide e tentò di nascondersi dietro la frangia nera che pendeva sulla sua bella faccia.
“Ciao Roberto.” dissi amichevole andandogli incontro in modo che fosse costretto a guardarmi. Quando tentò di deviare anch’io lo feci per non lasciarlo passare. Con tranquillità chiesi: “Cosa ti è successo la notte scorsa? Stavo aspettando che tu venissi a scaldarmi il cazzo.”
“Umm… mio papà è tornato a casa tardi.” Borbottò il ragazzo abbassando la testa. “Quando è arrivato ero già addormentato e mi sono svegliato questa mattina alle 8.”
“Ora è a casa?” Chiesi. Volevo toccarlo ma non mi fidavo fuori in strada dove era possibile che ci stessero guardando.
“Sì, sta guardando le corse.”
“Sono per lui?” E accennai col capo verso la birra che teneva nelle sue lunghe dita da ragno.
“Sì.”
“Bene potresti portargliela.” Suggerii amabilmente. “E quando hai fatto la commissione per tuo papà, potresti fare alcuni piccoli lavori per me, che ne dici?”
Mi guardò ed improvvisamente i suoi occhi verdi divennero molto accorti. I piccoli denti bianchi morsero il labbro inferiore mentre mi valutava.
“Cosa c’è per me?” Chiese alla fine.
“Beh, tutto dipende da quale lavori farai.” Gli dissi. “Che ne dici di una bottiglia di vodka e qualche sigaretta per iniziare?”
Lui alzò le spalle: “Ok.”
“Ci vediamo tra quindici minuti?” Suggerii. “Entra dalla porta posteriore, la lascerò socchiusa.”
“Sì. Ok.” Roberto mi rivolse un piccolo sorriso storto e mi sorpassò come se non fosse accaduto nulla. Mi girai e guardai il suo bel culo che ondeggiava in quegli stretti jeans blu. Il mio cazzo si irrigidì piacevolmente nei pantaloni ed attraversai la strada affrettandomi a casa per prepararmi.
Dopo venticinque minuti sentii il rumore della porta che si apriva e chiudeva. Stavo cominciando a pensare che mi avesse bidonato di nuovo quando entrò nel soggiorno avanzando tranquillamente come un piccolo gatto, la sua faccia era rossa e sudata.
“Cosa ti è successo?” Chiesi alzandomi in piedi ed abbassandomi la cerniera della patta per fare uscire il pene duro.
Gli enormi occhi verde foglia di Roberto si posarono brevemente sulla mia verga eretta e poi salirono al mio viso.
“Papà voleva il pranzo e ho dovuto correre al negozio a comprare il necessario.” Ansimò.
“Sei un bravo ragazzo.” Dissi con un sorriso. “Togliti i vestiti, Roberto.”
Lui mi guardò di sottecchi lentamente. “Qui?”
“No, fuori nel giardino! Chiaramente qui!” Risi scuotendo la testa. “A meno che tu non voglia che saliamo subito in camera da letto.”
Roberto alzò goffamente le spalle, ma cominciò subito a togliersi la maglietta mentre gettava uno sguardo verso la finestra con le sue tende spesse come se stesse stimando quanto si poteva vedere da fuori. Io mi sfibbiai la cintura e lasciai che i pantaloni precipitassero, poi mi tolsi camicia e cravatta piegandoli ordinatamente sul bracciolo di una sedia e mettendoci insieme anche i pantaloni. Mi tolsi calze e mutande mentre Roberto si stava togliendo i jeans stretti. Li lasciò cadere a terra e ne uscì, pallido, nudo e quasi completamente senza peli. La mia verga si contorse di desiderio a quella vista.

Camminai verso di lui, vestito solamente delle sue scarpe. Il suo bel cazzo era molle ma io vi misi sopra una mano e cominciai a carezzarlo lentamente e dolcemente. Lui mi sembrava nervoso ma io perseverai facendo rotolare le sue sode palle tra le dita e muovendo delicatamente la sua piccola verga sexy tra le mie prime due dita ed il pollice. La mia altra mano si posò e spremette le sue natiche nude, mi chinai a baciare il suo giovane collo pallido mentre l’accarezzavo. Il mio pene eretto sobbalzava contro la sua pancia ed io sentii una piccola goccia di pre eiaculazione cadere dalla testa quando la pelle di seta del suo giovane corpo incontrò il mio cazzo.
“Posso avere un drink?” Bisbigliò Roberto, la sua voce era emozionata ed ansiosa.
“Sicuro. Vuoi un po’ di quella vodka?” Mormorai nel suo orecchio.
Lui accennò col capo rapidamente, io andai all’armadietto del bar e ne presi la bottiglia di Vladivar che avevo comprato quella mattina ed un solo bicchiere. Volevo tenere la testa sgombra per godere ogni secondo del nostro piacere.
“Con cosa la vuoi?” Gli chiesi.
“La voglio liscia.”
“Sei sicuro?” Lo guardai di traverso.
Lui accennò col capo automaticamente così versai un paio di dita di liquore chiaro e glielo passai. Roberto lo bevve in un sorso e si asciugò la bocca col dorso della mano.
“Un altro?”Gli chiesi con un sorriso.
Un altro cenno fu la risposta così questa volta riempii un po’ di più il bicchiere. Lo vuotò in tre sorsate questa volta e la sua espressione non era più così nervosa mentre mi rendeva il bicchiere.
“Vediamo se ti puoi guadagnare il prossimo,” dissi rimettendo la bottiglia nell’armadietto. “Vieni qui e mettiti in ginocchio, bello. Sentiamo quelle belle labbra morbide sulla mia verga.”
Roberto deglutì con forza e mi venne di fianco dopo una breve esitazione. Si inginocchiò subito ed io carezzai di nuovo i suoi capelli neri e morbidi che gli coprivano il viso mentre con quelle mani lunghe e sottili cominciava a carezzarmi delicatamente l’uccello. Teneva gli occhi abbassati quando tirò il mio sesso verso le sue labbra e cominciò a baciarmi il pene eretto salendo e scendendo lungo l’asta. Quando giunse alle palle le leccò pungendo con la lingua il mio sacco peloso mentre le sue mani menavano abilmente il mio membro palpitante.
“Che bello!” Ansimai. “Mmmm, sei uno sporco ragazzino, Roberto. Tu sai veramente come occuparti dell’attrezzo di un uomo. Apri la bocca ed ora mettici dentro la testa del mio cazzo. È ora di succhiare il grosso uccello dello zio.”
Il ragazzo spalancò la bocca e con una mano vi guidò dentro la mia verga. L’altra continuava a spremere e strofinare con forza le palle. Sentii il piacevole formicolio che precede l’orgasmo nel mio inguine mentre il bel adolescente cominciava a succhiare lentamente la testa del cazzo. La sua lingua carezzava la grossa campana porpora che scivolava tra le sue labbra. Presi nel pugno i suoi capelli neri e lucenti e cominciai a fargli muovere la testa spostando ritmicamente le sue labbra morbide su e giù sulla mia asta. Ero affamato di questo: ero nudo ed eretto nel mio soggiorno con un ragazzo nudo ai miei piedi che aveva appena preso volentieri il mio cazzo duro nella sua bocca. Il ragazzo stava succhiandomi come un piccolo campione.
“Oh Roberto!” Gemetti. “Ti sto venendo in bocca.”
Afferrai con forza i suoi capelli e cominciai a sgroppare nella sua gola sentendo l’ingresso stretto della sua faringe intorno al mio glande. Roberto tossì ed soffocò, la bava gli correva sul mento, sulle mie palle quando praticamente mi portò nella sua gola sino all’elsa. Era così desideroso di darmi piacere che mi spinse sull’orlo. Le mie palle sobbalzarono ed io sparai il mio primo fiotto di sperma nella sua gola.
La sua testa diede ancora una scossa ed io gli permisi di togliersi vedendolo tossire e soffocare. Mi strofinai con forza il pene e ne estrassi un altro colpo di sborra che schizzò sulla sua bella faccia. Afferrandolo di nuovo per i capelli spinsi ancora la cappella nella sua bocca.
“Succhiami per pulirlo!” Ordinai al ragazzo. “Succhiaci fuori anche l’ultima goccia.”
Lui continuò a succhiare, dio lo benedica. La sua bocca bagnata e morbida si muoveva con forza sulla testa del mio attrezzo e mi venne duro per il piacere di vedere la mia sborra scendere sul suo mento. Le sue guance arrossivano mentre mi succhiava avidamente coi suoi begli occhi verdi leggermente chiusi. Una mano mi masturbava delicatamente la base dell’asta mentre ingoiava la cappella. Quelle labbra piene e morbide erano meravigliose e calde sul mio pene palpitante. Sentivo i rapidi sbuffi del respiro dalle sue narici che si muovevano lungo la pelle della mia erezione mentre mi lavorava con la bocca.
“Sei un bravo ragazzo, Roberto” ansimai. “Quello che mi fai sentire è incredibile.”
Mi guardò con un mezzo sorriso che gli torse le labbra intorno al mio cazzo. Anche quella sensazione era favolosa.
“Perché non ti sdrai con me sul divano?” Suggerii. Il mio sofà era di morbida pelle crema. Sapevo che era piacevole contro la pelle nuda, presi una bottiglia di baby oil dall’armadietto e la allungai al ragazzo incoraggiandolo a strofinarselo lentamente sul corpo nudo mentre io guardavo.
Si sedette sull’orlo del divano e si tolse le scarpe da quel bravo ragazzo che era poi si appoggiò indietro con un piccolo sospiro e prese la bottiglia dalla mia mano. Mi sedetti sul bracciolo del sofà e lo guardai con bramosia mentre lui faceva scendere l’olio scivoloso sul magro torace senza peli e giù sull’inguine. Appoggiò la bottiglia accanto a se e cominciò a far correre furtivamente le mani su e giù sul torace e sulla pancia nuda, poi si carezzò in cerchi lenti abbassando le mani mentre io lo guardavo impaziente.
Quasi cautamente portò le dita nello scavo delle sue ossa iliache e si carezzò tra le gambe strofinando l’olio nella carne morbida dello scroto, poi allargò leggermente le gambe per toccarsi la parte posteriore delle palle. La pelle morbida brillava per il baby oil, prese di nuovo la bottiglia e versò il liquido serico sopra il pene semiduro. Il mio respiro dovette affrettarsi perché lui mi guardò contorcendo le labbra.
“Vuole guardarmi mentre mi faccio una sega?” Chiese rauco.
Io accennai violentemente col capo, mi piaceva guardare film porno dove bei ragazzi si carezzavano di fronte alle cineprese. Era oltre le mie fantasie più selvagge avere un ragazzo nudo sul mio sofà che si offriva di farlo quasi per nulla.
Roberto si appoggiò indietro comodamente strisciando il culo contro la pelle morbida mentre chiudeva le dita intorno all’asta del cazzo e lentamente fece scivolare la mano intorno alla testa della sua giovane verga. Si menava ad un ritmo lento all’inizio, lasciando che la carne del suo uccello si irrigidisse nella mano. Capii che era abituato a giocare col suo pene. Roberto non si limitò ad afferrarlo e pomparlo, si prese il suo tempo facendolo diventare lentamente duro, toccando il gonfio glande rosa col pollice, strofinando la fessura della piscia in cerchi lenti e lamentandosi piano ai piccoli tremiti di piacere sessuale che si muovevano lungo la sua asta.
Doveva essere bello perché il suo giovane cazzo ora era ritto e duro e stava in piedi orgoglioso sulla sua pancia quando lo lasciò andare per versarvi altro olio. Lo vidi prendere il labbro inferiore tra i denti e chiudere gli occhi sdraiandosi indietro e cominciando a lavorare la sua attrezzatura con ambedue le mani. La destra circondò e carezzò le palle e la radice del pene, la sinistra si muoveva sulla testa e l’asta strofinandole leggermente e rapidamente tra la punta delle dita ed il pollice. Le labbra si aprirono e la sua piccola lingua rosa si sporse leccandole e bagnandole. Mi diventò ancora più duro nel vedere le brillanti labbra bagnate ed il bel cazzo duro come pietra.
Scivolai giù dal bracciolo e spinsi delicatamente da parte la gamba destra per potermi sedere tra le sue cosce. Roberto aprì gli occhi per guardarmi incuriosito ma tenne le gambe larghe, il piede destro sul pavimento, l’altro dietro di me contro lo schienale del sofà. Versai dell’olio sopra la mia mano e la misi tra le sue gambe, esplorando urgentemente tra le sue natiche, applicando con forza il fluido scivoloso alla giovane fessura liscia del culo di Roberto. Lui alzò la gamba sinistra, piegando il ginocchio ed appoggiando il piede contro il bracciolo del divano mentre alzava leggermente il culo dal cuscino. Mi piacque il morbido rumore di risucchio della sua pelle sudata che si alzava dalla pelle del divano. La punta del mio dito trovò la sua increspatura e la carezzò lubrificandola delicatamente percorrendo in lenti cerchi il suo piccolo anello e spingendo un po’ più con forza all’ingresso del suo giovane tunnel d’amore stretto.
Guardavo le lunghe dita di Roberto avvolte intorno all’asta, afferrandola più strettamente e menandola con più forza mentre io giocavo col suo buco. La sua mano era bagnata di pre eiaculazione cremosa che continuava a colare mentre lui si strofinava emozionatemente. Quelle natiche si aprirono permettendomi di ficcarvi brevemente un dito e lui rabbrividì indifeso, un piccolo sospiro gli sfuggì dalla bocca sentendomiì sondare il suo buco caldo ed umido. Lentamente infilai il medio scivoloso più profondamente, pompandolo dentro e fuori del suo canale che me lo strinse mentre lui si masturbava furiosamente per me.
“Rotola sopra la pancia.” Ordinai quasi ansando.
Roberto sembrò confuso ma si girò presentandomi il suo culo impertinente e perfetto mentre si sdraiava. Gli feci allargare le gambe e lo posizionai in modo che le sue anche fossero sull’apertura tra due dei cuscini del sofà. Trascinai delicatamente la sua verga giù tra le sue gambe finché non frignò che era scomodo. Versai un po’ di baby oil sull’apertura e dissi al mio giovane compagno di far scivolare la sua erezione nella fessura lubrificata tra i cuscini mentre gli fottevo l’ano, spingendovi dentro lentamente le prime due dita della mia destra. Lo penetrai sino alla terza nocca e pompai il suo piccolo buco caldo con forza mentre Roberto spingeva le sue anche magre contro i cuscini del sofà, fottendo il mio divano con piagnucolii di stimolazione disperata.
“Ti fa arrapare, bel culo?” Grugnii mentre versavo olio sul mio cazzo e gettando la bottiglia mentre mi carezzavo lo scivoloso membro colante ed il suo canale esposto.
Lui accennò col capo e gemette: “Uuhhhh… Ohhh! Sto sbooorrandooo!”
“Non ancora, angelo birichino. Prima ti monterò e ti spingerò dentro il mio cazzo duro.” Gli dissi andando a cavalcioni sul ragazzo sexy ed estraendo le mie dita dalla sua giovane condotta stretta. “Quando sarò dentro il tuo buco del culo sino alle palle, potrai eiaculare.”
Lui si contorse freneticamente sotto di me, sempre fottendo i cuscini di pelle. Io afferrai le sue natiche nude nelle mani, allargandole mentre strofinavo la testa del mio uccello sul suo scuro buco. Con le dita ed il pollice di una mano portai il grosso bulbo porpora al suo buco e spinsi lentamente finché non gli scoccò dentro. Roberto sgroppò sotto di me uggiolando impazientemente mentre muoveva avanti ed indietro le anche, pompò sui cuscini tentando di impalare il suo culo sulla mia verga dura. Mi appoggiai a mani e ginocchia roteando le anche in modo da carezzarlo lentamente col mio sesso dentro di lui. Era stupendo affondare in un giovane ragazzo come quello mentre lui tentava di cavalcarmi per prendere di più del mio pene dentro di sè.
Non sapevo se il giorno precedente l’avevo costretto ma quel pomeriggio lui era venuto volentieri a casa mia ed ora stava tentando di prendere il più possibile della mia virilità dura dentro di sé. Non c’era nulla di quello che si può chiamare stupro. Roberto era assolutamente pazzo della mia carne di uomo. Il figlio del mio vicino era una puttana a cui piaceva il cazzo ed essere inculato. Afferrai le sue anche snelle e cominciai a pompare il mio uccello sempre più profondamente dentro di lui, mentre stavo sdraiato su di lui in modo che l’intera lunghezza del mio corpo nudo e peloso strofinava contro la sua levigatezza. Sentii la sua condotta stringermi il pene mentre lo spingevo dentro finché le mie palle non batterono contro il suo buco del culo e lui ricominciò a lamentarsi, piccole grida di desiderio, al ritmo del mio cazzo che spingeva nella sua figa stretta di ragazzo.
“Ahhh… inculami! Sì! Sì!” Guaì e lo sentii stringersi di nuovo intorno a me, sgroppando più ferocemente contro il mio inguine mentre io lo inculavo più velocemente e più forte. “Sì! T… uuuuuu!”
Il suo corpo magro diede una scossa e tremò violentemente mentre cominciava ad eiaculare con forza, il suo giovane cazzo rigido sprizò più volte tra i cuscini del divano. Io continuai a pompare vigorosamente a lungo il suo buco dopo che lui aveva smesso di gridare, ansare e rabbrividire sotto di me. Era bello sentire il suo bel giovane corpo sudato e nudo pigiato contro il mio. Estrassi il pene per ammirare quel caldo buco rosa spalancato tra le sue natiche. Rapidamente schizzai altro olio nel suo tunnel rimettendovi poi il cazzo eretto. Scivolò nella sua figa di ragazzo liscia come seta questa volta ed io lo cavalcai duramente e velocemente spingendo la mia carne di uomo eccitata profondamente nel suo culo. Ero contento che mi avesse succhiato precedentemente perché voleva dire che potevo durare molto più a lungo nel suo ano prima della seconda eruzione di crema dalle mie palle e dal mio cazzo teso, riempendo questa volta il suo buco invece della sua bocca.
Restammo sdraiati a lungo vicini, nudi e sudati sul mio sofà. Poi rotolai via da lui e mi misi dietro la sua schiena, appoggiandomi al giovane sexy e carezzando con gratitudine il suo corpo nudo.
“Come è stato, bellezza?” Finalmente gli bisbigliai in un orecchio. “Ti è piaciuto, Robertino? Io so di aver amato ogni minuto del tuo giovane culo stretto intorno al mio cazzo.”
“Sì… è stato ok.” Accennò col capo ansando e fece piccoli rumori affermativi prima di accoccolarsi di nuovo nelle mie braccia strofinando il suo culo nudo contro il mio inguine.
Gli baciai collo e spalla e la mia mano cominciò ad accarezzare lentamente il suo pene. Ora non sembrava più nervoso, lo sentii girarsi tra le mie braccia e poi pigiò le sue labbra contro le mie. Ci baciammo lingua in bocca a lungo, nudi sul sofà, le mie mani che carezzavano il corpo snello di Roberto. Poi allargò di nuovo le gambe ed io vi rotolai in mezzo, il mio cazzo ritornato duro era affamato di altro piacere anale con la mia giovane puttana sexy.