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IL RITORNO DEL CERVO

……………IL RITORNO DEL CERVO………………………………………….

SONO UN MARITO CORNUTO CONTENTO ED ORGOGLIOSO DELLA MIA SISSI HO SCOPERTO QUESTO BEL SITO ED HO DECISO DI PUBBLICARE LE IMPRESE DI MIA MOGLIE CHE LEI MI RICORDA SEMPRE PER FARMI ECCITARE COME UN CORNUTO, HO IL SUO CONSENSO OVVIAMENTE SPERO CHE LEGGENDO DI QUELLA GRAN PORCELLINA CHE HO SPOSATO GODIATE COME GODO IO OGNI VOLTA CHE MI RACCONTA, LA MIA SISSI DI 38 ANNI UN PEZZO DI FIGA PAZZESCO. Anni fa Sissi lavorava come commessa in un negozio d’abbigliamento il suo datore di lavoro si chiama Pino un bel ragazzo moro nostro coetaneo forse uno o due anni più piccolo di me. Pino e mia moglie a quei tempi erano amanti , mia moglie me lo confesso dopo che lui volle rompere la storia. Ora vengo hai fatti di oggi, mentre siamo andati a far visita ad un amico in Ospedale, abbiamo avuto la sorpresa di vedere ricoverato Pino per una forte depressione, e parlando con lui del più e del meno alla fine si confidò con mia moglie mentre ero fuori a fumare, dicendogli che a causa della sua depressione e stati d’ansia i medici medici gli avevano riscontrato un possibile danno all’erezione una forma di impotenza. devi capire che il sesso per i Pino è importante non vive a lungo… e Pino ci aveva già provato a suicidarsi; all’indomani siamo ritornati all’ospedale e al nostro arrivo siamo subito andati da lui, non sorrideva più quasi non ci guardava non era più lui, un’angoscia infinita. col passare dei giorni ci siamo sempre più dedicati alle sue cure ormai era guarito ma non lo dimettevano perché i medici temevano che si uccidesse ed in Ospedale lo potevamo sorvegliare, Man mano chi i giorni passavano mi rendevo conto di quanto mia moglie tenesse alla sua guarigione, non un sentimento ma il desiderio di fare per lui qualcosa per aiutarlo, qualunque cosa, era fortissimo. Una notte che io e Sissi eravamo a letto il discorso è caduto su Pino, abbiamo cercato di comprendere tutte le cose che ci stavano capitando. dissi a Sissi quello che sapeva già e cioè che per Pino l’ospedale non poteva più fare nulla, aveva bisogno di una donna che lo facesse sentire desiderato che risvegliasse in lui il desiderio e la voglia di essere uomo. si era pensato ad una e****t ma abbiamo subito scartato l’ipotesi, l’avrebbe inibito ancora di più; Io gli dissi a Sissi senza mezzi termini il suo pensiero, l’unica sei tu, sono giorni che mi parli del desiderio che provi per lui ed io non voglio che tu debba sentirti repressa dai tuoi sentimenti, domani andrai da lui per offriti fagli capire che sei lì perché lo desideri e se è sano come noi pensiamo sarà lui stesso a prendere l’iniziativa e ti farà sua rendendo me un marito nuovamente cornuto come anni fa, solo che stavolta con la mia approvazione… Sissi non si sorprese perché in fondo se l’aspettava, la notte dopo è andata da Pino; era sulle spine con un nodo allo stomaco……….ora vi racconta lei come mi ha raccontato tutto a me………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Quando sono arrivata Pino non dormiva era in una stanza da solo per non farlo stare troppo insieme ai suoi coetanei e non farlo sentire inferiore a loro, mi sono seduta al suo capezzale gli ho offerto il più disponibile dei miei sorrisi, ma lui non raccoglieva, continuava a perdersi nella sua presunta disgrazia alla fine mi sentivo frustrata ed anche esasperata gli avevo fatto capire in mille modi che io ero lì e non doveva far altro che prendermi -Se non sai essere uomo è solo perché non vuoi essere uomo tu stai benissimo la menomazione è solo nella tua mente, lì sei malato Mi ha guardata quasi con odio, per un attimo mi sono spaventata si è alzato ed è andato nel bagno della camera non sapevo che fare ho aspettato un paio di minuti poi mi sono alzata anch’io forse volevo uscire non so mi sono fermata un attimo davanti allo specchio come per vedere che faccia avessi ed ho visto che lui era dietro di me, era uscito dal bagno ma non l’avevo sentito, era scivolato silenzioso dietro di me e con delicatezza ho sentito le sue braccia cingermi all’altezza della vita e poi fermarsi sul ventre, solo pochi attimi poi le sue mani hanno cominciato lentamente a salire sempre più su io vedevo tutto dallo specchio davanti a me e sentivo il delicato tocco di quelle mani guardavo il viso di Pino riflesso nello specchio e lui faceva lo stesso con me mentre quelle mani salivano sempre più su fin sotto i miei seni dove si sono fermate, Pino sembrava indeciso poi con uno s**tto improvviso ed inaspettato le sue mani mi hanno afferrato i seni e me li hanno stretti con forza, ho emesso un gemito di piacere fortissimo ed un -Si Pino siiiiii Lungo come un romanzo, poi ho reclinato la testa all’indietro e lui subito ha cominciato a baciarmi il collo. immediatamente il mio corpo è stato scosso da immensi brividi di piacere, lui mi baciava il collo me lo leccava mi mordicchiava con i denti mentre le sue mani continuavano a stringersi sui miei seni. in un attimo la situazione è diventata incandescente: senza smettere di baciarmi il collo e palparmi con forza il seno, ha liberato una mano ed ha cominciato a sbottonarmi la mia camicetta di seta, sotto avevo una gonna e poi non portavo nient’altro che intimo, slip e reggiseno, quando ha finito di sbottonare i pochi bottoni ero praticamente nuda e quasi istantaneamente la sua mano libera si è infilata sotto lo slip e subito mi ha infilato due dita dentro la fica cominciando un ditalino da paura mi ha strappato un altro gemito fortissimo ed un altro -Si Pino si così così cosìììì –Sissi non ti ho mai dimenticata sei una moglie troia mi spiace per tuo marito” -Si Pino si sono la tua puttana non pensare a quel cornuto di mio marito pensa a me pensa a me dentro di me chiedevo mille volte scusa a mio marito anche se era stato lui stesso a suggerirmi cosa dire per infoiarlo ancora di più ed infatti ci ha dato dentro ancora più forte mentre io riempivo la stanza di gemiti sospiri ed incitamenti -Ancora ancora non fermarti continua ti prego continua Cose così insomma… non saprei dire per quanto ha continuato a sditalinarmi in quel modo favoloso, con gli occhi semichiusi mi guardavo allo specchio mentre continuava a succhiarmi il collo e le sue mani facevano il bello ed il cattivo tempo sui miei seni e sulla mia fica, comunque sta di fatto che a un certo punto mi ha fatta girare su me stessa e mi ha spinta contro lo specchio con una mano mi ha sollevata una gamba afferrandola per la coscia e con le dita mi ha scostato lo slip un pensiero mi ha attraversato la mente come un Lampo “Mio Dio sta per impalarmi, Mio Dio Mio Dio ti amo Pinoooo ti amo da impazzire da impazzire” L’attimo dopo l’ha fatto, cavolo se lo ha fatto: mi ha impalata senza pietà con un colpo secco che a momenti mi solleva da terra e se non ero svelta a mettermi una mano in bocca avrei fatto un urlo di piacere che si sarebbe sentito per tutto l’ospedale!!! “Pino ti amo ti amo Mio Dio come mi stantuffa è portentoso ti ho messo le corna Amore mio ti ho messo le corna Oddio mio” Il mio ultimo lucido pensiero dedicato all’uomo della mia vita ormai entrato senza rimedio nell’affollatissimo club dei cornuti contenti e mentre formulavo quell’ultimo pensiero il mio amante non mi ha dato neppure il tempo di rifiatare, ha cominciato immediatamente a stantuffarmi come una furia s**tenata. e chi se lo scorda, era peggio di un stantuffo; ora so cosa prova un motore con tutti quei pistoni che fanno su e giù, io ne avevo dentro uno solo ma valeva per un motore 16 valvole!!! Beh mi ha scopata in quella posizione per buoni 5 minuti ma forse erano di più poi mi ha sollevata di peso senza farlo uscire e mi ha sbattuta di traverso sul lettino d’ospedale lì mi ha sollevata fino a farmi toccare il letto solo con le spalle e la testa e subito ha ricominciato con quel suo spaventoso stantuffo, e meno male che si temeva potesse restare impotente ero completamente fuori di testa ed in preda ad orgasmi pazzeschi e continui -Mamma mia che gran troia che sono godo Pino godoooo sfondami ti prego sfondami tuttaaaaaa!! Il massimo che sono riuscita a dire e fra sospiri e gemiti da paura mentre mi stantuffava gli offrivo il mio ventre per farmi penetrare meglio e lui ci dava dentro come un pazzo, Dio che cosa incredibilmente bella in mezzo a quell’Uragano che mi stava investendo la forza di parlare non ce l’avevo proprio, insomma ero troppo occupata a gemere di piacere, all’improvviso si è fermato mi ha presa con forza per i capelli facendomi male e mi ha sbattuta per terra mi guardava e lo teneva tra le mani -Forza vieni a succhiarlo -Si Pino si Mi sono letteralmente lanciata sul quel cazzo ed un attimo dopo me lo sono ritrovato in bocca mi teneva la testa e lui me lo spingeva fin quasi in gola, ho faticato come una negra per contenere un rigurgito era semplicemente meraviglioso mi stava facendo sentire una femmina e non una donna, da infarto vero e proprio e quando dopo un po’ è venuto ho dovuto ingoiare tutto senza pietà…lo ha tirato fuori e se l’è pulito sui capelli poi ha preso il lettino e lo ha messo di traverso davanti allo specchio io ero in terra del tutto sconvolta da quell’amplesso selvaggio ma ero ben lungi dall’immaginare che eravamo solo all’inizio; mi ha afferrata di nuovo per i capelli mi ha poggiata sul lettino a pancia sotto e le gambe penzoloni -Adesso ti rompo il culo Testuale, ero preparata ad essere inculata ed infatti dentro avevo messo carrettate di vasellina ma ero lo stesso un po’ spaventata, vedevo la mia faccia allo specchio completamente sconvolta -Anouk no ti prego non farlo no pietà pietà Come cercare di fermare una valanga prima mi ha inculata con un dito, poi due, dentro e fuori come una furia ed io gemevo come impazzita ho avuto un altro orgasmo pazzesco ed a quel punto ho ceduto di schianto e se mi era rimasta un minimo di dignità l’ho fatta a pezzi -Godooo Madonna mia non ne posso più Anouk inculami maledetto te inculami a sangue sfondami tuttaaaa” NO!!! Non mi vergogno perchè è quello che è successo ed io ho goduto come MAI prima di quel giorno…a quel punto ho sentito il suo cazzo che premeva contro il mio sedere -Guardati allo specchio guardati mentre ti inculo L’ho fatto e quasi mi riconoscevo un viso sfatto dal godimento “Madonna mia aiutami Marco Amore mio sto per essere inculata da un pazzo Madonna mia Madonna mia” Non ho fatto in tempo a pensare niente altro con una mano mi ha bloccato le braccia dietro la schiena mi teneva i polsi in una morsa ferrea e con l’altra mi ha tirata per i capelli costringendomi con il viso sollevato, ero sconvoltissima. un colpo secco violentissimo e l’attimo dopo era tutto dentro di me, ho visto un velo rosso scendere davanti agli occhi mentre vedevo la mia espressione allucinata riflessa dallo specchio, mi sono morsa le labbra quasi a sangue per non gridare a squarciagola ma lo stesso non sono riuscita a trattenere del tutto l’immenso godimento di quel momento -Siiii inculata senza pietà si sfondata come godo Una voce ormai arrochita dall’eccitazione assoluta che provavo, l’orgasmo è stato istantaneo -Adesso ti inculo sul serio Senza fiato per rispondere, ho fatto cenno di si ed immediatamente ha cominciato a pomparmi a tutto spiano e i miei gemiti di piacere hanno invaso la stanza -Si si si siii cosììì!!! Sono la tua troia rotta in culo siiiiiii!! Non fermarti non fermarti!!! Per favore non parliamo più di orgoglio o dignità, continuavo a fissare il mio volto sfatto dal piacere riflesso dallo specchio e vedevo il mio corpo sconvolto dai colpi che mi mollava il suo bacino ero del tutto assuefatta alla situazione mi piaceva guardarmi mentre venivo selvaggiamente sodomizzata lo spettacolo mi aveva stregata -Godo Anouk godo Non so quanti orgasmi avessi avuto dopo il terzo avevo perso il conto; non so per quanto è durata parecchi minuti comunque quello stantuffo pareva inarrestabile, invece ad un certo punto l’ho sentito accelerare il ritmo ed io ansimavo come una pentola a pressione poi l’ho sentito venire, il tempo di riempirmi il sedere del suo piacere e subito ha spostato il suo arnese nel mio sesso ed ha cominciato a scoparmi con la solita furia -Adesso devo godere anche qui dentro poi potrai andare a farti sbattere dove ti pare dal cornuto.Non mi sentivo più nemmeno una persona “Madonna mia ma non gli si smoscia mai? Ma quanto vuole andare avanti ancora?” Prima mi aveva sfondata la bocca, con antipasto di scopata furiosa, poi è toccato al sedere, sfondato senza pietà pure lui, ora era inevitabile che mi sfondasse anche la fica ed infatti con la consueta furia mi ha scopata in tutti i modi possibili ed immaginabili: alla pecorina, smorza candela e non so quanti altri. alla fine sono stata in quella stanza per un paio d’ore almeno ed ovviamente come promesso mi è venuto dentro . appena fatto si è di nuovo ripulito il cazzo sui miei capelli e mi ha letteralmente buttata fuori dalla camera senza darmi neppure il tempo di rivestirmi, l’ultima umiliazione. quando sono uscita ero a dir poco frastornata, letteralmente sbarellavo, quasi non mi reggevo in piedi, mi ci sono voluti oltre 20 minuti per raggiungere l’uscita dell’Ospedale dove mio in macchina mi stava aspettando. come ha reagito quando mi ha vista? non mi reggevo, il cornuto mi guardava divertito -Hai partecipato ad un’orgia? Egoista potevi dirmelo sarei venuto anch’io! In effetti ero un disastro, quasi non mi reggevo in piedi, camminavo a tentoni conto il muro, dolorante dappertutto specie il sedere mi andava a fuoco, con i capelli pieni di sperma di Pino tutti arruffati ed appiccicosi, la camicetta ancora mezza sbottonata, il piacere di Pino che mi colava lungo le cosce sia da davanti che da dietro e lo slip in mano -Magari si fosse trattato di un’orgia mi sentirei più riposata. quello mi ha spompinata, scopata ed inculata a sangue, mi ha sfondata senza pietà dappertutto specie il sedere me l’ha stantuffato come un martello pneumatico, un Uragano di sesso selvaggio non scopava da mesi e si è visto. ha goduto tre volte perché ha detto che voleva venirmi dappertutto; prima mi è venuto in bocca e a momenti soffoco per quanta me ne ha fatta ho la bocca tutta impastata la mia saliva sembra colla; credevo avesse finito invece gli è diventato ancora più duro ed ha ricominciato con quello stantuffo spaventoso, nel sedere stavolta, ed alla fine mi è venuto dentro anche lì ed infine davanti, da paura, anche lì ne ha fatto una marea guarda qui me lo perdo pure. è ufficiale Amore mio: da stanotte sei un marito nuovamente cornuto, ma adesso però mi serve una doccia, il cornuto mi guardava e rideva alla fine la doccia l’abbiamo fatta insieme e mentre gli raccontavo tutto ci siamo scambiati maree di baci coccole ed altro, insomma alla fine mi si è fatto pure lui gli ho chiesto cosa provava al pensiero che avessi appena finito di scopare con un altro uomo -Sia tu che Pino ne avevate un disperato bisogno. mi vuoi meno bene di prima adesso? Gli ho risposto quello che gli dico da sempre e cioè che sono pazza di lui, e lui mi ha detto lo stesso, mi sentivo rassicurata ma anche un po’ in colpa per quello che era successo -Ho capito che non sarei mai stata capace di frenarmi. Dio quanto lo desideravo… cosa succederà adesso? -Vedremo, di sicuro ora che il ghiaccio è rotto guarderai gli altri uomini in modo diverso, quello che non ti avrei mai perdonata e non ti perdonerei è se mi avessi colpito alle spalle sei stata onesta e non mi aspettavo di meno da te e ti amo ancora di più se possibile parlami sempre di te dei tuoi dubbi dei tuoi desideri e quando arriverà un altro Pino parlane sempre con me risolveremo il problema insieme Gli ho fatto promettere che anche lui dovrà fare lo stesso ma lui non è interessato -E’ te che voglio vedere così meravigliosamente puttana sarò felice di portare tutte le corna che mi metterai. io non ho bisogno di altre donne Una perversione passiva la sua, tutto sommato meglio così per me! Poi abbiamo fatto l’Amore… l’Amore sia chiaro, NON una semplice scopata e non ha mancato di ricordarmelo -Puoi scopare con chi vuoi ma l’Amore lo devi fare solo con me L’ho giurato su quello che ho di più caro al mondo e manterrò ne sono certa… quando me lo stava per mettere dentro ho avuto un lampo -Cornuto sono ancora piena degli umori di Pino non ti fa un po’ schifo? Ha detto che la cosa lo eccitava da morire e poi mi ha chiesto se avevo fatto l’Amore con Pino -Amore??? Con quella bestia… solo un Toro da monta una volta usato lo si chiude nel recinto Mi ha sorriso in quel modo che solo lui sa fare -Appunto hai scopato con lui ma l’Amore lo stai facendo con me e quello che c’era prima non conta più Mi ha penetrata subito e Pino è scomparso dalla mia vita anche nei giorni successivi l’ho tenuto a distanza e dopo un paio di settimane è sparito del tutto…mi ha commossa quest’atto d’Amore totale e assoluto da parte di mio marito, un atto di Fede nei miei confronti che forse non mi merito.

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il ritorno

Uscire da un istututo non sempre è una garanzia di
Io figlia di un Pilota americano di stanza a Vicenza e di una madre docente di storia romana, ero stata inviata a studiare presso un istituto svizzero, in pratica diventavamo donne perfette, multilingue, forbite, padrone del Etichetta, cavallerizze, tenniste, ma senza alcuna cultura di come il mondo fosse realmente.
Era finalmente finito il periodo da caserma, io e Martina figlia di un collega di mio padre, nota in istituto come Sergente Shultz vista la sua graniticità, avremmo intrapreso il ritorno verso casa, ma per quella ultima volta saremmo rientrate con un tragitto più lento turistico, fermandoci in ostelli e rifugi, così per riprenderci il gusto della vita vera.
Di sicuro non era il caso di affrontare il Trekking previsto vestite da educande, quindi subito li a Losanna ci fermammo in un negozio sportivo a comperare qualche indumento diverso da quella assurda divisa, e dopo aver affrontato gli acquisti cestinammo subito le divise.
Al primo ritrovo per giovani facemmo conoscenza con tre ragazzi che percorrevano la stessa strada più o meno. dato la nostra educazione all’inizio eravamo tutti un pochettino ingessati, noi con quel che di giovani già invecchiate, e loro tutt’altro che brillanti.
Ripartimmo comunque al mattino successivo, faceva già caldo, quindi canottierone mimetico dagli ampi spacchi sui fianchi pantaloncino sportivo sandali da scalata e via per il sentiero posso assicurarvi che il sole a picco nel bosco e l’umidità sono tutt’altro che rinfrescanti quindi i ragazzi di fronte a noi si tolsero le magliette e proseguirono con solo i pantaloncini, Woww si videro i muscoli guizzanti del torso le spalle ben formate e i polpacci tonici.
Passarono dieci minuti e per riprendere fiato Martina ed io ci fermammo un minuto mentre loro i ragazzi scomparvero inghiottiti dal fitto sottobosco. mi tolsi quei pantaloni soffocanti, insomma ero abituata a morbide gonne, e riprendemmo la strada, Il Sergente Shultz mi fece notare che la canotta, mentre camminavo, saliva ad ogni passo ed evidenziava le mutande, per minciso non lo notò solo lei ma anche i nostri accompagnatori, che ci avevano aspettato, lo capii da i loro sguardi e i sorrisi maliziosi.
Un brivido caldo mi attraversò il corpo, maschi che mi osservavano, la pancia mi tremolava.
Dovete sapere che tra l’altro quella che le altre conoscevano come sergente incorruttibile io la conoscevo molto bene, era tutt’altro che asessuata anzi dentro la corazza c’era una bomba; ma riprendiamo, mi fece notare, semmai ce ne fosse la necessità, che avevo fatto colpo, qui ancora oggi mi chiedo cosa s**tta nella testa di due adolescenti libere dal guinzaglio, con gli ormoni ribollenti.
Quindi ripresa la strada e riposti i modi da contessa L’amica di sempre cominciò a pungolarmi :
“ perché ti ostini a tenere le mutande tanto per quel che servono”;
“ Mi spieghi come fai a chiamare mutande il filo interdentale”;
“ e poi son fanno pandan con la maglia”.
Io rispondevo da par mio, mi stavo divertendo e forse speravo che i ragazzi mi sentissero finché:
“Hai proprio ragione adesso le tolgo” feci il gesto,infila le dita nello slip ma mi fermai, lei la dama del casato nobile mi guardò con quell’aria di incredulità e sfida, e con i l gesto della mano come dire, allontanati poveraccia”
Ad ogni passo mentre la canottiera saliva e io ogni dieci la riabbassavo lei continuava:
“Avanti regina delle troie fammi vedere, madame culo ribollente ci vuole deliziare dello spettacolo, allora vogliamo mettere in mostra la mercanzia,prima si espone prima si vende.
a quel punto le tolsi realmente, riabbassai la canottiera e mi portai in testa al gruppo.
Ad un primo momento i ragazzi non avevano notato nulla i ragazzi, ma ben presto la canottiera lasciò il mio culo scoperto per tre quarti, forse copriva di più lo zaino.
Sentii prima leggera paura poi eccitazione e infine benessere, e mentre proseguivo qualcosa di tiepido mi colò lungo la gamba, adoravo quella sensazione, seminiuda e ammirata.
Ero talmente rilassata che non feci nemmeno caso che dalla parte opposta del sentiero stava arrivando un gruppetto di tedeschi, donne e uomini, probabilmente sulla cinquantina, non abbassai anzi salutai con sicurezza, successivamente seppi da Martina che una delle donne del gruppo fece il segno di OK con i pollici ai ragazzi imbarazzatissimi.
Ai commenti salaci dell’amica risposi voltandomi facendo la linguaccia e il “ gne gne gne” dei bambini, e in oltre quel incontro mi aveva fatto appuntire i capezzoli.
Fortuna o sfortuna all’epoca non c’erano i cellulari in grado di fotografare.
tutto qua direte, abbiate pazienza.
Ecco arrivare la prima salita vera una ventina di metri ripidissimi in mezzo alle rocce, niente di serio, solo un pochino di arrampicata su quei gradoni.
Alle mie spalle i ragazzi, usciti leggermente dall’ingessatura fecero gli spiritosi: “Chi fa il capo cordata”.
Martina partì di slancio :“Io però mi metto libera, fu la sua lapidaria frase, tolse camicia e gonna rimanendo in reggiseno e mutande sportive.
I ragazzi non parlavano più la guardavano con la lingua a penzoloni, la brava ragazza la marchesa del bon ton era anche una donna oltre che un sergente di ferro, lei tagliente e rapida come una vipera, uscì dal personaggio Di Cuore di De Amicis con un:
“E che cazzo solo voi maschi avete il diritto di viaggiare con le tette al vento, e solo questa deve essere la star qui senza mutande”.
Mise tutto nello zainetto e partì per la scalatina. Arrivata in cima eccola buttare a terra lo zainetto alzare il reggiseno e sbattere le tette, urlando: “prima ioooooo”.
I ragazzi erano assolutamente impressionati, avevano abbordato due studentesse o due pazze. dovetti intervenire, quella su rideva, questi qui sembravano dei nani da giardino con lo sguardo da beota:
“Su dai chiudete la bocca sono solo tette”.
Ebbi la quasi certezza che da vicino ne avessero viste poche:
“Hei ragazzi sono come queste” tolsi alzai canotta e reggiseno e le feci oscillare,poi partii sempre senza mutande.
Sentivo che mi stavano guardando salire la loro prospettiva era sicuramente favorevole, e io non facevo nulla per evitare gli sguardi, arrivata in alto abbracciai l’amica e urlai ai tre di salire, visto che erano rimasti imbambolati con il naso in su.
Arrivati in cima tutti li vedemmo sudati e indecisi, sia io che Sergente Shultz, li spronammo:
“Bisogna andare ragazzi si fa sera”, e ormai che c’eravamo “Su da bravi baciate una tetta e andiamo”. Erano davvero carini così impreparati, me le toccarono e baciarono con una delicatezza infinita, così come fecero con Martina.
I nostri accompagnatori si presero anche i nostri zaini, proseguendo verso il la piccola malga che ci avrebbe ospitato io e il sergente, ridevamo come due oche camminavamo incrociando le gambe e saltellando, girando di tanto in tanto su noi stesse, ormai gli ormoni ci stavano offuscando, tanto che non trovai di meglio che sfilarmi tutto e rimanere con le sole scarpe e sventolare la canotta, poi un attimo di lucidità ci fece ragionare, eravamo senza profilattici, ma con il corpo che ci ribolliva, una pulsazione continua tra il basso ventre e il seno, nude in mezzo alla natura e con tre maschi veri non dei surrogati.
Era ormai le tre del pomeriggio e raggiungemmo il rifugio, i ragazzi erano un tantino impacciati, forse la nostra aggressività li aveva spiazzati, e non avevano il coraggio di chiedere ma il rigonfiamento sotto i pantaloncini era evidente, erano seduti sul piccolo balconcino, con le gambe a penzoloni, all’interni martina si denudò completamente, guardo fuori lontano e mi disse siamo soli, usci si portò davanti ai ragazzi, erano all’altezza giusta e uno ad uno gli estrasse l’uccello e piano comincio prima a leccargli la cappella e poi far sparire tutto nella sua bocca, era impressionante vederla ingoiare completamente 20 centimetri, ma lei era imperturbabile in quel movimento.
Ero inesperta lo giuro ma lei il sergente mi spronò: “e allora tu cominci e poi devo lavorare solo io lo saprai ben fare un pompino” mai fatto purtroppo quindi con timore prima la lingua, sentii un sapore che non conoscevo ma che mi piaceva poi iniziai a far scorrere le labbra, mi accarezzavo il clitoride, ero impegnatissima quando sentii dei baci sulle natiche, allargai leggermente e sentii una lingua calda entrare sempre più profondamente, poi un dito nello sfintere, mi irrigidii ma subito iniziai a rilassarmi, in fondo la in quel collegio era uno dei giochini che mi piaceva.
dopo dieci minuti di quel trattamento sentii le gambe vacillare e tremare, e venni per la prima volta con un maschio vero e non con un surrogato, accelerai il ritmo del pompino che stavo facendo, un fiotto caldo mi investì la bocca, era strano mi spostai sputai e guardai Martina li di fianco a me, mentre il suo maschio veniva ululando la vidi ingoiare completamente il cazzo, rimase in apnea almeno venti secondi facendolo uscire dalla sua bocca mentre già si rilassava, mi guardò e sorrise.
Io ero ancora appoggiata al ragazzo seduto quando sentii che dietro di me il terzo iniziò a infilarmelo, Mi ricordai che non avevamo profilattici ma ero eccitatissima entrò delicatissimo, poi ragionai, e gli dissi “No li no” mi guardò deluso, ma immediatamente lo rassicurai gli presi letra le mani il volto lo baciai dissi “Claudio” questo era il suo nome:
“Claudio inculami”.
A quella frase lapidaria piano piano me lo infilò mi afferro le tette e iniziai a godere, quello a cui ero appoggiata si rieccitò e ripresi il mio lavoro, fu mezz’ora di intenso piacere, Martina mi incitava, mentre anche lei veniva inculata e ripeteva:“sii dai spingiiiii …. rompimi il culo ancora vaii”. La vidi venire e gemendo di un piacere immenso
Alla faccia dell’educazione teutonica e del lessico forbito.