Marco era davanti a sua figlia che indossava degli slip blu, e senza reggiseno lo guardava stupito. Troppi anni di oscure fantasie irrealizzate, troppo tempo a immaginare i pro e i contro di quel desiderio e alla fine il coraggio di spiegarle i fatti con sincerità, nella speranza che lei cosi giovane li potesse capire. <papà cosa ci fai qui?> disse Cristina. Marco era entrato nel bagno in cui sua figlia si stava lavando, e con voce tremolante gli disse <tesoro puoi venire un attimo qui? ti devo parlare> Cristina sorpresa da quella situazione replico: <va bene un minuto che mi vesto> e in quel preciso istante il cuore di quel padre tormentato schizzo a mille, sapeva che era arrivato il momento. <no per favore Cristina rimani cosi poi ti spiego… vieni nella mia stanza ti devo parlare di alcune cose importanti> Cristina si chiedeva il perché di quella strana richiesta, lei ancora tutta bagnata dopo la doccia, emanava un buon profumo di bagnoschiuma alla pesca, e prima che suo padre irrompesse nel suo bagno aveva appena fatto in tempo a mettersi le mutandine. Comunque preoccupata da quel comportamento non esito un attimo, e con il seno e la pelle ancora bagnati si precipito nella stanza del padre. Lo trovò seduto sul letto, con un aria preoccupata, sembrava assorto nei suoi pensieri, ma non appena la vide sembro rincuorarsi e con un tono di voce flebile ma sereno comincio a dire <tesoro sai è da un po’ che volevo parlarti di questo mio cruccio che oramai da tanti anni mi affligge, però ho aspettato fino ad adesso in modo che tu fossi abbastanza grande da decidere di tua spontanea volontà il modo a te più consono di gestire questa situazione> Cristina era preoccupata suo padre non gli aveva mai parlato in quella maniera <vedi da quando tua madre se ne andata, dentro il mio cuore si è sprigionata una profonda solitudine, ho passato tutto il mio tempo nel ricordo di quella che per me è stata l’unica donna della mia vita, ma ora che non ce più, sento l’impellente bisogno di colmare questa mancanza e io spero che tu mi capisca ma vorrei che fossi tu a farlo> Cristina, non sapeva con esattezza quello che il padre gli voleva dire, Marco pero accortosi di questo continuo a parlare <tu hai i suoi stessi occhi, la stessa bocca, assomigli moltissimo alla mamma, vieni siediti accanto a me, voglio vedere una cosa> Cristina ancora lontana dal capire quello che stava succedendo obbedi, e si sedette vicino al padre, che immediatamente incomincio a palparle il seno, e mentre era ancora impegnato in questa operazione disse <si infatti, non mi sbagliavo hai le tette morbide e candide come quelle di tua madre!, gli assomigli in tutto Cristina, è sono sicuro che se metessi le mani in qualche altra parte del tuo corpo il risultato sarebbe lo stesso!> Cristina colta di sprovvista quasi si immobilizzo di fronte a quel repentino impeto di passione. Marco continuando a palpeggiarla le disse <hai capito adesso? io vorrei che oltre a essere mia figlia svolgessi anche il ruolo di una moglie, cosi come lo è stata tua madre, pensi di potercela fare? Te la sentiresti?> Cristina era allibita, non sapeva cosa dire a quel padre che dopo essersi confessato con lei attendeva preoccupato la sua risposta. Ad un tratto comincio a pensare. Suo padre aveva fatto tanti sacrifici per farla vivere nel miglior modo possibile, cercando sempre di darle il meglio, lei invece non aveva mai ripagato queste attenzioni, non era mai stata una buona studentessa, non si era mai distinta in nessuno sport o altra attività , non si era mai presa nessuna responsabilità, ma il genitore nonostante ciò, non gli fece mai mancare il suo affetto e il suo amore. Forse era arrivato il momento dopo tanto tempo di dare qualcosa in cambio, anche se in maniera cosi inusuale. Poi la paura prevalse e comincio a esprimere tutti i suoi dubbi al padre<ma papà… cioè voglio dire…. in che maniera dovrei farl…>Marco la interrompe <Cristina, non devi essere preoccupata, vedi e molto più semplice di quello che pensi, io e tua mamma non ti credere che facevamo chissà cosa, la nostra era una relazione per la maggior parte platonica, ma come tutte le coppie, di tanto in tanto sentivamo il bisogno di un rapporto sessuale, ma accadeva poche volte, due volte al mese a noi bastavano per colmare questo impulso. Non dovrai fare sesso con me ogni giorno, ma solo poche volte l’anno, e poi tutto andrà avanti come sempre> <ma come facciamo…. se rimango incinta!> Marco non si aspettava una domanda del genere, credeva che ormai sua figlia fosse abbastanza grande da sapere certe cose. Ad ogni modo prontamente rispose <metterò il preservativo no…. aspetta, forse e meglio che ti compro le pillole> <perché?> <se per te va bene preferirei venirti dentro, come facevo con tua madre> oramai nella mente di Cristina dubbi e paure coesistevano quasi a formare un unica entità emozionale, che lei stessa non riusciva a classificare, ma sapeva che quello che gli chiedeva suo padre era un atto di cortesia, necessario per riempire quella mancanza di affetto che nessuna donna al mondo a parte lei sarebbe riuscita a colmare e non viceversa una richiesta lussuriosa fine a se stessa. Quindi coraggiosamente acconsenti al volere del padre, e decise di iniziare questo nuovo percorso della sua vita. Marco ne fu felice, sua figlia lo capiva e capiva le circostanze che stavano dietro a quell’iniziativa, ma improvvisamente quando tutto sembrava risolto e ognuno stava tornando alle proprie stanze Cristina disse <papà ma io non ho mai fatto sesso…. sono vergine, non sono mai stato con un ragazzo> Marco sapeva bene che sua figlia era vergine, d’altronde anche prima della scomparsa della moglie, si era ripromesso fin dal primo giorno un cui l’aveva vista nella culla che sarebbe stato lui a sverginarla, era profondamente convinto che questo era un preciso dovere di ogni padre e sua moglie a suo tempo gli diede ragione. Persuaso che l’ora era ormai giunta rispose < non ti preoccupare tesoro ci pensa papà a risolvere la situazione, vai in bagno e prendi un asciugamano, poi torna qui.> Cristina esegue la mansione, e una volta tornata nella stanza del padre lo vede con i pantaloni abbassati, che sta masturbando vigorosamente il suo mastodontico cazzo <ok tesoro, ora mettiti di fronte a me, il più vicino possibile in modo che possa penetrarti> <ma cosi in piedi? Non ci mettiamo sul letto?> Marco sorridendo <no tesoro ti ho fatto prendere l’asciugamano apposta, ora papà ti sverginerà quindi visto che è la tua prima volta dalla tua vagina uscirà un po di sangue e all’inizio sentirai un po di dolore, non ti preoccupare è normale, tu tieni l’asciugamano, e quando papà te lo dice cerca di pulire tutto, cosi non sporchiamo niente ok?> Cristina annuisce, va verso suo padre e si abbassa gli slip, ma visto la differenza di altezza marco le fa mettere i piedi sopra i suoi, in modo da avere la sua figa alla stessa altezza del suo cazzo, dopodiché come da programma la stringe a se, faccia a faccia, facendo aderire le gambe della figlia alle sue, poi le mise una mano dietro il sedere, impedendole di retrocedere per sottrarsi alla penetrazione, mentre con l’altra afferra e direziona il cazzo, che sprofonda nella figa della figlia abbastanza da coprire il glande e a raggiungere le porte dell’imene. Cristina avverte il dolore e come previsto cerca di arretrare, ma la mano di Marco come un muro di cemento gli impedisce qualsiasi movimento, l’enorme cazzo di suo padre continua ad avanzare e rompe l’imene, in quell’attimo Cristina raggiunge il punto di massimo dolore, ma dura poco, infatti l’avanzata di quello che ora sembrava un ariete da sfondamento non finisce, e dopo aver distrutto le porte di quel magnifico tempio vi si immerge ancora di più, ad opera finita più di 22cm di carne erano dentro Cristina, che guardando fisso negli occhi suo padre cercava di capire la sua prossima mossa, non sapendo che da li a poco la situazione sarebbe degenerata. In sostanza l’idea di Marco era quella di penetrare sua figlia quel poco che bastava per farle perdere la verginità, come inizio e più che sufficiente penso, ma poi una volta entrato dentro di lei per quei pochi centimetri sufficienti ad officiare questo compito, non riusci più a fermarsi, e quando il suo intero cazzo era dentro, i lunghi anni di astinenza si fecero sentire, e non potendosi controllare avverti Cristina <tesoro sto per venire… mi dispiace non ce la faccio più….> Marco inizio a schizzare dentro sua figlia una prima ondata di sperma, poi ce ne fu una seconda, una terza, una quarta… finché l’intera figa di Cristina ne aveva una quantità sufficiente a riempire fino all’orlo due tazze da caffè. Con il cazzo di suo padre ancora dentro di lei, Cristina espresse la sua sorpresa <papà ma cosa hai fatto!?> Marco superato ben presto l’imbarazzo per l’errore commesso ritorno alla calma, e tranquillizzò la figlia < mi dispiace non volevo, ma non e successo niente di cui preoccuparsi, ascolta ora toglierò il cazzo da dentro di te, come ti ho detto tu dovrai prendere l’asciugamano e nell’attimo in cui sarò totalmente uscito cercare di pulire tutti i fluidi che usciranno dalla tua vagina, ora pero oltre al sangue uscirà anche dello sperma, per quando riguarda il rischio di gravidanza anche quello non è un problema, finito qui andrò in farmacia a comprarti tutto quello che ti serve per scongiurare ogni evenienza> a quel punto Marco toglie il cazzo ancora durissimo dalla figa di Cristina, che prontamente tampona con l’asciugamano. Una poltiglia rosata nata dalla fusione del suo sangue e dallo sperma di suo padre comincia a fioccare, l’asciugamano rimane completamente bagnato. <ti ho sverginato tesoro, scusa per l’imprevisto, ma alla fine tutto è andato bene vero?> Cristina appariva provata dall’esperienza, il sangue e tutto lo sperma che non si era riversato nell’asciugamano, era dentro di lei, e ribolliva tra le sue membra, ma non poteva dirsi infelice <si papà non ti preoccupare, mi sento come se mi fossi fatta la pipi addosso> <è normale tesoro, papà non si e potuto trattenere e ti e venuto dentro, non volevo iniziare cosi bruscamente il nostro rapporto, è stato un incidente mi perdoni?> la faccia di Cristina prima preoccupata, cambia di colpo e inizia a sorridere <ti ho detto di non preoccuparti, e comunque da ora in poi sarà cosi giusto? Quindi tanto vale che comincio ad abituarmici fin da subito>. Marco si senti meglio, capi che la figlia poteva sopportare questo tipo di relazione, e una volta presa l’abitudine per lei sarebbe stato quasi naturale avere la figa completamente riempita dallo sperma del padre, e poi uscire di casa per andare a scuola o per incontrarsi con le amiche, anzi visto il favorevole scorrere degli eventi decise che era ora di informarla su tutti i dettagli <tesoro penso sia meglio che ti trasferisca nella mia stanza, cosi staremo più comodi, se vuoi puoi anche metterti la biancheria intima di tua madre è conservata in un cassetto nel comodino, che ne dici? Per te va bene ho preferisci che di volta in volta sia io ad venirti a trovare quando ne ho bisogno?> cosa rispondere? Cristina non sapeva quale fosse la migliore delle soluzioni, se fosse rimasta nella sua stanza, avrebbe mantenuto la sua indipendenza, ma dall’altra parte cosi facendo non sarebbe riuscita ad assolvere appieno il suo nuovo ruolo di figlia-moglie, quindi anche se titubante decise che il trasferimento era la soluzione più concreta alle esigenze del padre. Marco quasi commosso dalla sua disponibilità, prima di uscire per andare in farmacia, la bacio in bocca, le loro lingue si unirono in un abbraccio passionale, anche questo per Cristina era più che inaspettato, ma superata la sua ritrosia per paura di deludere suo padre, lo lascio continuare, d’altronde è normale per un marito baciare la moglie.
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La sostituta: parte 2
Introduzione: Nella prima parte di questo racconto Marco confessa ha sua figlia Cristina la sua profonda solitudine legata alla scomparsa della moglie, e le racconta le pulsioni sessuali che ha nei suoi confronti. Con grande preoccupazione, le propone di diventare una sorta di sostituta, che oltre ad essere una figlia svolga le funzioni di una moglie, Cristina per paura di deludere e peggiorare ancora di più la situazione del padre, accetta ed inizia una relazione con lui.
Sono passati due mesi da quando Marco ha sverginato sua figlia Cristina, come previsto, dopo poco tempo tutto si è normalizzato, Cristina ha continuato la sua vita come se niente fosse, lo stesso può dirsi di Marco che effettivamente dopo quel fatidico giorno, si è come risvegliato da un lungo periodo di stasi, la tristezza e la solitudine improvvisamente sono scomparse via, lasciando il posto alla felicita di un rapporto che seppur contro natura risultava essere più profondo che mai. Cristina rispettando gli accordi presi, rimase a dormire nel letto matrimoniale di suo padre, quest’ultimo, seguendo alla lettera le promesse fatte alla figlia, non abuso della sua disponibilità. I rapporti sessuali, di solito avvenivano di mattina, prima di cominciare la giornata (se ne sentiva il bisogno), Marco chiedeva alla figlia “tesoro possiamo farlo?” lei premurosa acconsentiva sempre. Pochi minuti dentro la sua calda figa e poi immediatamente lo sperma fuoriusciva copioso e riempiva ogni anfratto del suo ventre, poi entrambi tornavano alle loro mansioni. Solo poche volte preso da un improvvisa eccitazione, Marco senti la necessita di interrompere questa consuetudine. infatti un giorno costretto a tornare in casa per prendere delle pratiche che gli servivano in ufficio, vide Cristina con le sue amiche sdraiate nel suo letto, <Cristina perché non sei ha scuola?> disse Marco sorpreso <papà oggi c’è sciopero non ti ricordi? Te lo detto ieri> la voce di Cristina era come sempre candida e tranquilla in armonia con il suo aspetto, quando poi Marco incrocio i suoi occhi azzurri ebbe una violenta erezione che lascio stupefatto anche se stesso, Il suo enorme cazzo pulsava dentro i suoi pantaloni, ansioso di essere liberato. Marco cerco di non farlo notare alle amiche di Cristina < si è vero mi sono dimenticato… puoi venire un attimo di là tesoro?> Cristina con pacatezza si congeda e incomincia a seguire suo padre per il corridoio fino ad arrivare in bagno. Marco chiude la porta, si slaccia la cintura e mostra il suo enorme cazzo alla figlia, Cristina non è sorpresa, aveva capito le intenzioni del padre fin dall’inizio, e quasi contemporaneamente si abbassa le mutandine, <facciamo presto ok?> <amore non ti preoccupare ho fretta anch’io, ti vengo dentro al primo colpo> detto fatto, e quando il cazzo raggiunge la massima profondità possibile, incomincia ad eruttare colate di sperma cosi abbondanti da riempire l’intera figa in pochi secondi. Cristina si rimette le mutandine e si sistema la gonna, torna dalle amiche che la vedono identica a prima senza sapere che dentro di lei c’è un intero lago di sperma paterno, Marco invece dopo aver preso i documenti che gli servivano torna in ufficio, si sente completamente appagato, ma è preoccupato per il comportamento tenuto “bisogna fare tutto con più prudenza, senza persone indiscrete tra i piedi” pensa tra se e se “per noi è normale ma gli altri non capirebbero mai”.
Mancano cinque giorni alle vacanze di natale, la gente gira felice per le strade imbiancate di neve, fermandosi ogni tanto ad ammirare le luci e gli addobbi natalizi più appariscenti. Dopo aver assillato suo padre per giorni Cristina è a casa e si gode le sue vacanze anticipate. Prima di intraprendere la relazione con la figlia, i periodi festivi erano per Marco quelli più dolorosi. Vedere tutti cosi felici, gli ricordava per contrasto la sua infelicità. Ma ora tutto era diverso, quel periodo buio era passato. Cristina sapeva che era lei la causa di quel cambiamento, e tutto ciò la rendeva immensamente orgogliosa. Prima dell’inizio delle festività alcuni parenti fecero le solite visite di circostanza, all’incirca due volte al giorno il campanello squillava e Marco si ritrovava di fronte una seccatura, che non temeva di prolungare la sua visita anche per ore. Tutto ciò lo esasperava a tal punto che un giorno parlo con Cristina della possibilità di trascorrere le vacanze natalizie fuori città, nella casa tra le montagne di un suo amico, che per sdebitarsi dei tanti favori gliela affittava per due settimane completamente gratis. Inutile dire che Cristina acconsenti con entusiasmo. Il viaggio fu faticoso e la strada imbiancata di neve non lo rese più semplice, ad ogni modo tutta la fatica fatta fu ricompensata ampiamente dalla bellissima vallata che si estendeva lungo tutto il fiume ghiacciato che affiancava la casa, in cui per due settimane nessuno avrebbe potuto disturbare l’insolita coppia.
Cristina una volta arrivata non perse tempo e incominciò ad esplorare l’abitazione, piuttosto grande ed interamente costruita in legno. Il padre invece si occupo delle valigie e noto con piacere che quelle della figlia erano zeppe di lingerie e indumenti intimi appartenuti alla moglie “ la mia bambina ha capito tutto” penso. Ed infatti Cristina che a prima vista sembrava una ragazza ingenua e un po’ svampita, ad un esame più accurato si dimostrava una campionessa di acume, a cui naturalmente non poteva sfuggire la motivazione principale di quel viaggio: per la prima volta avrebbe fatto del sesso col padre in maniera seria, niente più sveltine mattutine, o sborrate da un colpo solo dovute alla fretta e con la costante preoccupazione di essere scoperti.
La sua predizione si avverò due ore più tardi, verso le 9.00 la figlia si presento in reggicalze e senza mutandine con i suoi lunghi capelli biondi che coprivano una terza abbondante di seno incredibilmente sodo e candido, <papà sei pronto?> immediatamente il cazzo di Marco si mise sull’attenti <pronto per cosa?> faceva finta di niente ma i suoi occhi e la sua espressione lo smentivano <come per cosa? Mi hai portato qui, in un posto dimenticato da dio per niente?> Cristina si avvicina e incomincia a baciare il padre, fa sprofondare la sua lingua nella sua bocca con molta naturalezza, nel farlo ingerisce anche parecchia saliva, poi una volta finito gli sussurra in un orecchio <sono qui per te, fammi tutto quello che vuoi, io ti amo> tutto questo per Marco non era altro che la concretizzazione di tutte le sue speranze, quella che gli stava regalando momenti cosi intimi e profondi non era più sua figlia, e neanche la sostituta di sua moglie, era sua moglie basta, e come tale l’avrebbe trattata. <bene amore ho capito… su girati, facciamo un po di sesso anale> la richiesta sembrava bizzarra, ma comunque era in linea con il nuovo corso degli eventi. Cristina non se lo fece ripetere due volte, si mise sul letto e aspettò pazientemente che Marco si svestisse, poi ci fu la penetrazione, difficile immaginare una sensazione più strana di quella, nel medesimo tempo un dolore lancinante e un piacere indescrivibile, Marco si fece l’argo in quel stretto corridoio con spietatezza e si fermo solo quando raggiunse gli intestini della figlia. Dal punto di vista di Cristina, invece sembrava come se il padre si fosse fermato molto più il là, fino ad raggiungere lo stomaco. Quel palo di carne una volta entrato usci immediatamente per poi rientrare con ancora più violenza, Cristina accuso il colpo, un conato di vomito usci dalla sua bocca e si infranse contro il cuscino <santo cielo Cristina stai bene?!> Marco era seriamente preoccupato e stava per togliere il cazzo che in quel momento era completamente dentro le viscere della figlia, ma Cristina accorgendosene glielo impedì <no papà ti prego non è niente continua….continuaaa> Marco rassicurato esaudì le richieste della figlia e continuò se possibile ancora più violentemente di prima, ma stavolta non ci furono interruzioni, poi si arrivo al culmine,Marco dopo aver devastato il culo della figlia per trenta e passa minuti, era pronto a inondarlo di sperma, Cristina sapeva che sarebbe stato molto diverso da un comune coito vaginale, ed infatti nel momento in cui lo sperma esplose dentro di lei, gli sembro come se avesse preso il posto della poltiglia precedentemente vomitata! Una sensazione inedita ma stupenda che ben presto si trasformo in qualcosa di ancora più sorprendente, Cristina ebbe il suo primo orgasmo. Il primo giorno di vacanza fini cosi. I successivi anche se è difficile immaginarlo furono ancora più trasgressivi. Forse la consapevolezza di essere in un luogo isolato e inaccessibile non fece altro che acuire ancora di più gli istinti sessuali dei due, che si sentirono liberi di lasciarsi andare a pratiche sessuali estreme, che per quando difficile cercherò di narrare nella prossima parte di questo racconto.