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Sesso nella cabina della spiaggia

Racconto trovato in rete su xhamster.

In spiaggia quando sei in compagnia di una dozzina di amici ci si diverte tantissimo, tra una partita di beach volley, calcio o una nuotata nel mare cristallino e del buon vero sesso, purtroppo non riuscire a combinare nulla è davvero frustante, sopratutto se sei circondato da ragazze bellissime alle prese con la “sindrome della zoccola estiva”.
Ero riuscito a instaurare un bel rapporto con una di loro, 1,70 fisico “snello” ma con belle forme, gambe magre, poca pancia ma tonica, terza di seno, capelli castano scuro e occhi verdi, insomma, una tipica bellezza di origini meridionali anche se nata nel nord, inutile dire che interagire con lei mi eccitava perché alla fine il pensiero era uno solo, nonostante si era solo scherzato e giocato in spiaggia, fra una cosa e l’altra era un continuo scambio di sguardi. Un pomeriggio mi feci accompagnare su in camera (abbiamo hotel diversi) per una dimenticanza, ma anche un amico si offrì di accompagnarci, con grande tristezza fui obbligato a soffocare ogni voglia, ma soli in ascensore (l’amico aveva preso le scale), il gioco di sguardi diventò desiderio, a causa del terzo incomodo non riuscii a farla mia per chissà quale motivo, per tutto il pomeriggio non riuscii a toglierle gli occhi di dosso, di sera non riuscimmo a vederci per suoi impegni con un’amica.
La mattina dopo andai in spiaggia, la trovai li con gli amici, mi mangiava letteralmente con gli occhi, io avevo davvero voglia di scoparla non desideravo altro, mentre facevamo il bagno lei uscì prima con altre due amiche, una volta raggiunto il loro ombrellone queste mi dissero che era andata al bar ad ordinare il pranzo, a quell’ora in spiaggia faceva veramente caldo, quasi tutti erano andati via per pranzo. Terminammo il pranzo con un freddo calippo ed ecco che il più scontato giochetto da troia diventò realtà, tanto banale quanto estremamente eccitante ecco che cominciò a leccare il calippo come se fosse stato un pene, anzi lo succhiava proprio mentre si destreggiava con aria comunque innocente per non attirare l’attenzione, mi guardava dritto negli occhi, inutile dire che il mio pisello cominciò a lievitare, pregavo non dovessi alzarmi per fare chissà che cosa, quando finì il calippo se ne andò verso le cabine della spiaggia dicendo di dover andare in bagno ma mi lanciò un’occhiata davvero eccitante.
Dopo aver tergiversato per circa un minuto mi alzai anche io, andai nella stessa sua direzione, prima del bagno c’era la fila delle cabine, in una a metà vidi il suo bikini appeso alla maniglia della porta come a dire che c’era qualcuno dentro a cambiarsi, la chiamai per nome ma non sentendo risposta non esitai ad abbassare la maniglia, la porta non era chiusa dall’interno, quando aprii la trovai seduta sulla stretta trave che faceva da panca, era tutta nuda con le mani appoggiate sulla trave, così che le braccia stringevano il seno e coprivano i capezzoli, le gambe accavallate nascondevano la zona pubica. Mi disse di chiudere la porta, lo feci, si avvicinò a me e mi abbracciò, aveva le mani e le tette fredde come asciugate dopo la doccia, mi baciò e le sue labbra e la sua lingua erano morbide ma i suoi baci intensi e corposi, dopo aver passato le mie mani sulla sua schiena le accarezzai i glutei ma lei me le prese e me li fece stringere, poi mi disse.
“Non ti preoccupare, ho sentito che ti si è già indurito il cazzo, sarebbe un problema se non fosse così.”
Le risposi.
“Beh, ce l’avevo duro anche quando ti guardavo semplicemente mangiare il calippo!”
Con una calma sensuale e un sorriso eccitante esclamò.
“Già presumo che allora tu abbia le palle piene di stare solo a guardare, svuotiamole ste palle!”
Rimasi senza parole, la guardai a bocca aperta, mi appoggiò l’indice di una mano sulle labbra, con l’altra mano scese lungo il mio torace, poi l’addome, mi abbasso il costume e mi afferrò il cazzo, dopo una leccata a tutta lunghezza le finì in bocca, in quel momento sentii un brivido lungo la schiena e un forte calore sul glande, mi dovetti sedere sulla panca mentre lei inginocchiata dimostrava le sue doti di pompinara, è difficile da descrivere, non era una pompa ma un’esperienza estasica, è come se mi fosse finito il pisello in un pene-lavaggio, leccava, succhiava, pompava, ciucciava, sciacquava con la sua saliva, smanettava, spremeva, io in realtà non sapevo se perdermici e magari venire o trattenermi nell’eventualità che le cose degenerassero ulteriormente. Scelsi la seconda opzione (tanto sulla prima potevo ritornarci in qualsiasi momento), drizzai le orecchie per sentire se ci fosse qualcuno nei paraggi, ad un certo punto mi prese la mano e la fece passare tra le sue cosce arrivando in cima, la mia mano si inzuppò, aveva la figa tutta bagnata, a quel punto mi tirò una succhiata fortissima che quasi urlai (di piacere) ma riuscii a trattenermi, mi doveva bastare e fu ora di invertire i ruoli. Io mi inginocchiai (non senza difficoltà su quelle scomodissime assi di legno!) e lei si sedette sulla trave a gambe spalancate, che meravigliosa visione quella di una vulva succulenta che aspettava una bocca che se ne impadronisse, le due spesse labbra esterne (se fosse stata a gambe socchiuse avrebbero sicuramente nascosto quelle interne e il sublime contenuto che invece mi appariva), il clitoride in evidenza, circondato da filamenti trasparenti, segno che era pronta a ben altro che alla bocca. Comunque sia affondai la lingua, mi immersi in una figa bollente, fradicia, le secrezioni dolci, segno che la sua doccia era stata accurata (e non disinteressata), cominciai ad accarezzarle le labbra con la lingua, poi girai intorno al clitoride, sollevandolo, abbassandolo, poco dopo mi sussurrò di andare più forte allora cominciai ad alternare grosse leccate a leggere succhiate, andando avanti e indietro su e giù come fosse un gelato, da silenziosa cominciò a gemere, a tremare (la trave vibrava) allora mi staccai, la pregai di rimanere silenziosa, siccome mi ero staccato si alzò in piedi si girò poggiando i gomiti sulla panca e mi mise il culo di fronte era la dimostrazione che voleva essere scopata a 90, mi disse.
“Ficcamelo svelto!”
Allora glielo infilai tutto dentro in una botta sola provocandole un acuto urlo di godimento, mi diceva di sbatterla forte veloce, io non mi tirai indietro stringendole il bacino con le mie mani, sentivo i suoi muscoli pelvici contrarsi, la sua vagina mi strangolava il pene, non mi fermavo, le mie palle sbattevano contro la sua figa aperta, respirava sempre più avidamente e si contraeva più frequentemente, stava per venire, disse.
“Minchia come godo, sbattimelo nel culo!”
Non passò neanche un secondo dalla fine della domanda, la inondai di sperma continuando a scoparla, l’idea del sesso anale mi fece impazzire aveva l’ano zuppo, sarebbe forse stato abbastanza facile ma incominciarono a sentirsi dei passi all’esterno, segno di movimento, non conveniva proseguire, mi fissò, io zitto con respiro frettoloso ma silente la fissai estasiato.
“Ti è piaciuto farti ciucciare il cazzo?”
Mi chiese.
“Domanda retorica.”
Risposi e lei continuò.
“Tanto lo so che volevi venirmi in bocca lo sentivo gonfiarsi.”
Così si sedette, mi ripulì interamente dalla cappella alla base, sembrava non fossi venuto, leccò tutto, si pulì le labbra con un telo e se lo legò intorno al corpo, uscì dalla cabina, mi lasciò da solo ancora febbricitante per l’incontro ravvicinato, aspettai qualche minuto fisiologico e raggiunsi anche io l’ombrellone, non prima di essermi fatto una doccia refrigerante.

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Quella Prima Volta Sulla Spiaggia Per Nudisti

Zara lo aveva capito subito. Cosí mi fece sedere in un Bar vicino la pineta e ordinó da bere. Sorrideva mentre osservava, abbassando la testa sotto il tavolo, il mio pene in uno stato di evidente erezione! Ma vedere tutte quelle ragazze nude, la maggior parte con un fisico mozzafiato, era troppo anche per me ed il mio pisello. Nonostante non fossi proprio timido, ma nemmeno troppo disinibito, su una spiaggia per nudisti non c’ero mai stato. Meglio tardi che mai! Non si dice cosí? Giá, ma intanto io stavo facendo la figura del pivello. Tanta fica insieme all’aria aperta, mi stava eccitando da morire! Meno male che c’era Zara con me, distoglieva l’attenzione.
– “Tranquillo Chase, la prima volta succede quasi a tutti, anzi, c’é a chi ancora dopo anni di frequentazione gli diventa dritto con una folata di vento, te l’ho giá detto!” Mi disse per rompere il ghiaccio.
– “Ti credo. Ma comunque non mi piace fare la figura del novellino. E poi con quel bacio hai peggiorato la situazione… forse dovrei andare in bagno farmi una doccia fredda e magari… alleggerirmi!” Risposi cercando il suo consenso.
– “Ah….. cosí é anche colpa mia? Allora devo cercare di rimediare e risolvere subito il problema” Continuó Zara accennando un mezzo sorriso e allungando dalla sedia di fronte una gamba verso il mio pisello.
In meno di secondo la pianta del suo piede era in mezzo alle mie gambe. Istintivamente sobbalzai dalla sedia, cosí lei posó la sua mano sulla mia come per dire “rilassati”. Inizió prima a giocare con le mie palle, spingendo il suo peso contro i miei testicoli, poi spianando la pianta del suo piede lungo tutta l’asta del mio uccello cercando lentamente di masturbarmi. Contemporaneamente arrivó la cameriera a portarci da bere, una ragazza rossa poco piú che ventenne di un metro e settanta, con almeno una terza di seno e con degli occhi chiari che gelavano il sangue. Ovviamente anche lei era nuda, anzi quasi nuda, le sue tette erano al vento, mentre la sua fica era coperta (scoperta?) da un tanga e questo non faceva che aumentare la mia eccitazione. Cosí mentre posava le nostre bevande sul tavolo, notó naturalmente il mio cazzo dritto ed il piede di Zara che mi stava masturbando. Quasi fosse la cosa più normale di questo pianeta (e forse lí lo era) mi guardó sorridendo poco prima di allontanarsi. Intanto da sotto il tavolo Zara continuava a segarmi, il suo tallone era poggiato sulla mia sedia, ed il pollice strusciava sulla mia cappella. Ovviamente tutto quel movimento che avevo intorno, quel via vai di fiche che giravano, ed il piede che continuava a masturbarmi, non fecero altro che far affluire piú sangue al mio pisello. In altre parole, stavo per eplodere! Inizio a sentire le palle borbottare e lo sperma salire lungo l’asta. Ancora una strusciata di quel piede sul mio cazzo, le sue morbide piccole dita che ruotano sopra la capppella, il mio uccello che pulsa ed una prima spruzzata esce dal mio cazzo. Il primo schizzo viene “fermato” dalle dita dei piedi di Zara che si chiudono intorno al buco della mia cappella, poi appena sente la calda crema, lo richiama a sé. La seconda spruzzata riesco a farla sbattere sotto il tavolo avvicinandolo di piú a me, quindi con la mano cerco di abbassare il mio cazzo a terra per non sporcare ulteriormente, ma é troppo dritto, cosí riesco a malapena a metterlo in posizione orizzontale dirigendo le restanti sborrate verso Zara. Una serie di schizzi si dirigono nel suo interno coscia, lo capisco perché lei china la testa e si guarda in mezzo alle gambe. Allora cerco di spingere ancora di piú verso terra il mio cazzo dritto mentre sborro e sicuramente altre spruzzate finiscono sulle sue gambe o sopra i suoi piedi prima di bagnare la sabbia. Con la mano tengo bloccata la mia asta, la spingo ancora di piú e finalmente riesco a direzionare il mio cazzo verso il basso che continua a schizzare. Dopo una serie di spruzzate, sento le mie palle libere e vedo il mio pisello esalare gli ultimi respiri, pulsare ed espellere le ultime gocce di sperma. Poi abbasso lo sguardo e quello che vedo in terra è un lago di sborra. Dobbiamo andarcene da lí. Nudi si, ma fare sesso in pubblico, o per lo meno masturbarsi, non credo sia consentito. Nel dubbio, é meglio andare. Aspetto qualche minuto prima di alzarmi, giusto il tempo di vedere il mio pisello lentamente abbassare la guardia e tornare allo stato di riposo. Finalmente torna flaccido, abbasso la pelle sulla cappella che tira fuori un’ultima goccia di sperma, mi alzo dalla sedia ed invito Zara a fare altrettanto. Mi dirigo al bancone per pagare il conto e ce ne andiamo senza aspettare il resto.
– “Come devo dirtelo Chase? Non preoccuparti, non sei il primo a cui capitano queste cose in spiaggia” Mi dice Zara mentre con una mano si pulisce dallo sperma spalmandosi lo stesso sulle cosce.
– “Tu dici? Nell’incertezza allontaniamoci” Gli rispondo mentre lasciamo il Bar.
Probabilmente aveva ragione lei, non ero il primo ad avere un erezione in spiaggia, molti uomini e ragazzi non avevano il pisello proprio moscio su quella costa, la maggior parte lo avevano semi eretto. Ma anche le ragazze non sembravano immuni dall’eccitazione di vedere tutti quei volatili, qualcuna ogni tanto sembrava passarsi una mano in mezzo alle gambe, un gesto istintivo che sembrava dire “quanto lo vorrei qui dentro”. Ed anche le altre, quelle che prendevano il sole, quelle che passeggiavano, avevano la fica completamente bagnata. Ma non si capiva se fossero eccitate da tutti quei piselli, o semplicemente unte di crema lá in mezzo. Ma a me non importava l’atteggiamento degli altri, volevo comunque dare l’impressione di essere lí per stare a stretto contatto con la natura, di quello a cui piaceva sentirsi libero. Ovviamente stavo mentendo a me stesso, o almeno in parte, mi piaceva si stare con il pisello all’aria aperta, ma ero in quel posto anche per vedere qualche bella fica e per mostrare il mio fisico senza veli. Dovevo ammetterlo, ero (sono?) un pó esibizionista… no, mi correggo, non lo sono! Come tutti mi piace essere guardato, in piú non ho la timidezza o vergogna di mostrare il mio cazzo al mondo. Il problema era che quel giorno per la prima volta mi sentivo davvero tanti sguardi addosso e la cosa iniziava ad eccitarmi. Se poi all’eccitazione di essere sotto sorveglianza, univo il panorama che mi si presentava ogni due secondi, cioé fica da tutte le angolazioni, non é difficile immaginare come stava il mio uccello. Perennemente in volo!
Quella mattina cercai di arrivare in spiaggia abbastanza presto, per entrare gradualmente in quel nuovo mondo e vedere in quell’ambiente come si comportavano gli altri. Fino a quel giorno tutto quello che sapevo sulle spiagge nudiste lo avevo letto o sentito raccontare da qualcuno. In Rete di foto di persone che frequentavano ambienti o luoghi dove praticare nudismo ne giaravano (girano) una marea, sembravano tutti tranquilli e spontanei, come se fosse la cosa piú (perdonate il gioco di parole) naturale del mondo. Avevo persino visto video ed immagini di adulti che giocavano in spiaggia a racchettoni e tutti quei giochi che si fanno al mare, con i propri figli. Mi chiedevo come fosse possibile permettere a qualcuno di far girare la propria figlia nuda davanti a tutti, magari ancora in fase di sviluppo e con tutte le sue insicurezze o timidezze della sua etá. Senza contare che magari un posto cosí “diverso” poteva essere frequentato anche da gente “particolare”, persone che probabilmente si trovavano lí solo per masturbarsi ammirando qualche corpo femminile dal vivo, piuttosto che segarsi sul computer di casa. Mi domandavo se ci fossero a questo punto luoghi dove tutti potevano stare (adulti e non) ed altri che invece potevano essere frequentati solo da maggiorenni. Questa era un altro dei motivi, o se preferite curiositá, che mi spinse ad andare quella mattina su quella spiaggia della costa Laziale. Vedere chi fossere gli abitanti di quel pianeta. Non erano ancora le nove di mattina, ed una volta messo a fuoco la zona dedicata ai nudisti, cerco un angolo dove mettere le mie cose. Il mare é piatto ed intorno a me non c’é ancora nessuno, mentre mi tolgo i boxer, rimango qualche secondo in piedi con il mio pisello al vento pensando che forse ho sbagliato posto. Decido di sdraiarmi a prendere il sole. Dopo un pó vedo arrivare tre ragazzi, hanno con sé solo dei teli da mare ed indossano gli slip. Simulo indifferenza mentre mi passano davanti e mi guardano accennando con lo sguardo un mezzo saluto, poi si posizionano parecchi metri dopo di me ed iniziano a spogliarsi. Faccio finta di cercare qualcosa nella borsa mentre li osservo/spio. Sono abbastanza sciolti, forse per loro non é la prima volta, noto che due di loro sono completamente depilati mentre il terzo, come me, ha il pene circondato naturalmente da peli. Non posso non notare che i primi due con il pisello rasato, hanno un uccello di piccole dimensioni, ma nonostante questo, si comportano come se niente fosse. Penso che forse lo spirito del nudismo é anche questo, il contatto con la natura senza preoccuparsi del proprio aspetto. Ad avvallare questa mia ipotesi é l’altro gruppo di persone che arriva poco dopo di loro. Per l’esattezza quattro ragazze all’apparenza molto giovani. Di nuovo provo a recitare la parte del tipo disinteressato, questa volta mi metto gli occhiali da sole e guardo il mare verso l’infinito, quando finalmente sono di fronte a me, anche loro non mi degnano di uno sguardo e tirano dritto. Io invece protetto dalle lenti scure, le osservo con la coda dell’occhio. A parte una, le altre tre non sono niente di particolare. Una di loro é anche un pó fuori forma, non brutta, ma nemmeno una gnocca. Un’altra sembra aver lasciato il seno a casa, potrebbe concorrere come tavola da surf 2010 per quanto è piatta! Ma nonostante questo, sono qui, sono su questa spiaggia della costa Laziale dove si pratica nudismo. Le osservo ancora mentre piantano il loro ombrellone tra la mia postazione e quella dei tre ragazzi arrivati dopo di me. Poi una per una iniziano a spogliarsi, a togliersi slip e reggiseno, fino a denudarsi completamente. Nonostante tutto, nonostante il loro fisico non proprio da top model, quelle quattro hanno uno strano effetto su di me e sento lentamente il mio pisello che inizia a gonfiarsi. Provo a controllarmi, ma anche se quelle ragazze definirle fiche era esagerato, sono comunque delle donne e la natura sembrava fare il suo corso provocandomi un’erezione. Mi dirigo verso il mare a cazzo dritto sperando che nessuno mi abbia notato, quando finalmente il mio pisello é completamente coperto dall’acqua, mi fermo e provo a rilassarmi. Dopo un pó lo sento abbassare la guardia e finalmente posso uscire e tornare al mio asciugamano. Ma prima mi fermo ancora un pó ad osservarle, a notare come persino quella piú in carne, che peserá cosí ad occhio e croce una sessantina di Kg, se ne infischia dell’ambiente che la circonda prendendo dalla sua borsa dei racchettoni ed iniziando a giocare con Miss. Tette zero. Quello spettacolo inizia nuovamente ad eccitarmi, allora decido di concentrarmi sul paesaggio di fronte a me. Con scarsi risultati peró, anche se il mio pisello non ha un’erezione completa, é bello teso. Non é dritto, ma nemmeno moscio.
– “Ciao, sei nuovo di qui?” Mi chiede una voce femminile distogliendomi dai miei pensieri.
– “Come? Io….. si, bhé… é la prima volta che vengo su questa spiaggia!” Rispondo guardando negli occhi una splendida bionda e la sua amica alle sue spalle.
– “No, io intendevo dire se è la prima volta che frequenti una spiaggia per nudisti” Mi risponde lei sorridendo.
– “Si, No…. cioé, ci sono giá stato ma lontano da occhi indiscreti… cioè… insomma, é cosí evidente che sono nuovo?” Provo a rispondere accennando anch’io un sorriso.
– “Tranquillo, é cosi per tutti, a qualcuno lo fá ancora dopo anni di nudismo” Mi risponde indicando come fosse la cosa piú normale del mondo il mio pisello gonfio.
– “Comunque io mi chiamo Zara e lei é la mia amica Simona. Quello é il tuo asciugamano? Possiamo metterci vicino a te? Questo lato della spiaggia é uno dei piú belli” Continua lei.
Come potevo rifiutare, come diceva qualcuno, una simile offerta? Cosí mentre le ragazze sistemavano le loro cose, io mi misi a prendere il sole di spalle. La scelta di quella posizione era calcolata, sapevo che di lí a poco si sarebbero spogliate e se il mio cazzo era diventato dritto vedendo da lontano quelle quattro, non osavo immaginare cosa potesse accadere vedendo uno spogliarello ravvicinato di Zara & Simona. Ma la risposta arrivó subito. Una volta messi i propri asciugamani sulla sabbia, le due si tolsero il costume. Le osservai attentamente cercando nei limiti del possibile di non passare per un guardone. Vedo Zara togliersi il reggiseno e le sue tette cadere lentamente verso il basso. Porca miseria quanto é gonfia. La posizione supina impedisce al mio uccello di spiccare il volo, ma lo sento comunque spingere sull’asciugamano. Continuo a spiarla, i suoi grossi seni sono completamente abbronzati, segno di una tintarella presa regolarmente nuda e le sue areole sono dannatamente pronunciate. Poi si toglie gli slip e dalla poca peluria “trasparente” che ha sulla sua fica, capisco che é una bionda naturale. Intanto il mio pisello continua a pulsare sotto di me. Butto un occhio anche Simona mentre si libera pure lei del reggiseno e degli slip. Rispetto a Zara il suo fisico é piú piccolo, minuto, non riesco nemmeno a dargli un’etá. Il suo corpo sembra acerbo, meno prosperoso rispetto a quello della sua amica. La sua fica infatti é completamente liscia e abbronzata. Le sue tette sembrano sode, ma cosí a vista non mi pare possano superare una seconda. Comunque una gran topa anche lei. Intanto sento il mio cazzo tirare e la forte pressione che percepisco mi fá scivolare naturalmente la pelle lungo l’asta, lasciando la mia cappella a diretto contatto con l’asciugamano. Ma lo spettacolo sembra non finire, prima di mettersi entrambe a prendere il sole, si spalmano la crema solare entrambe. Inizialmente fanno da sole, ed io non só su quale delle due concentrare l’attenzione. Cosí alterno il mio sguardo su entrambi i loro corpi. Il gesto é semplice, banale se vogliamo, ma in quella situazione, è come essere sotto tortura. Vedere le loro mani spalmare e distribuire crema in ogni centimetro del loro fisico, non fá altro che aumentare il gonfiore del mio cazzo. Gonfiore che rasenta un’esplosione di sperma improvvisa, quando le loro mani scivolano lentamente in mezzo alle loro gambe per proteggere anche la loro fica dal sole. In questo momento la mia attenzione è rivolta a Simona. La sua fica interamente depilata, sembra luccicare, le sue grandi labbra ora sembrano dannatamente pronunciate con la crema che ne risalta lo spacco. Cazzo! Mi stó sentendo male! Vorrei girarmi, prendere il mio uccello in mano e spalmargli io un pó di crema bianca e calda tra le loro cosce. Ma anche se la voglia é tanta, rimango nella mia posizione. Finalmente le ragazze si sdraiano ed iniziamo a parlare del piú e del meno. La piú piccola, Simona, é di poche parole, mentre Zara che é piú loquace, inizia a raccontarmi la storia della sua vita. Il tempo passa velocemente, ed io finalmente sento il mio pisello rilassarsi, cosí tra un discorso e l’altro, approfitto di un attimo di distrazione delle due per mettermi anch’io con il viso verso il cielo, cercando anche di rimettere a “posto” il mio pisello facendo scivolare nuovamente la pelle lungo la cappella ricoprendo la stessa. Inevitabilmente i nostri discorsi finiscono poi sul campo nudismo, sesso e tutto quello che ruota attorno ad essi. Cosí mentre parliamo, noto che la spiaggia si è quasi riempita. Peró….. devo dire che ce ne sono di persone! Piú di quante ne potessi immaginare.
Poco prima di mezzogiorno squilla un cellulare. É quello di Zara. Sembra che sua sorella sia rimasta chiusa fuori di casa e lei deve raggiungerla per portargli le chiavi. Mentre prepara le sue cose, invita anche Simona ad alzarsi ed andare via. Ma lei sembra voler restare e gli dice che si sarebbe organizzata per tornare in cittá con i mezzi pubblici. Allora io mi inserisco nella conversazione e dico a Zara che potevo accompagnare io la sua amica a casa. Ma Simona insiste, non vuole essere di peso a nessuno e ribadisce che il treno andrá benissimo per tornare in cittá. “Guarda stronzetta che non lo faccio per te, ma per me cercando di crearmi un’occasione per scoparti” Dico a me stesso evitando di esternare il pensiero a voce alta. Cosí decido di accompagnare almeno Zara alla sua auto. Mentre camminiamo, continuo a guardare questo “popolo” di nudisti. Fondamentalmente é come me lo aspettavo, un luogo dove fare per lo piú amicizie a luci rosse. Ora che la spiaggia è quasi piena e passeggiando con Zara al mio fianco, il quadro é quasi completo. Quelli che sono lí per prendere davvero il sole integrale, sono molto pochi. In ordine sparso, noto prima una coppia che si bacia ardentemente con lei che mentre affonda la lingua nella bocca del suo lui, lo masturba senza troppi complimenti. Poi un ragazzo all’apparenza single, che sdraiato al sole si stá facendo una sega mentre osserva le vicine di ombrellone giocare a pallavvolo. In acqua noto un’altra coppia che passeggia mano nella mano con un’apparente scioltezza… “apparente”, perché secondo me stanno “sfilando” per chi li osserva, visto che lui cammina con il dritto e gonfio. Ma quello che riporta all’erezione il mio uccello, é una coppia di ragazze poco piú che ventenni che a turno si spalmano la crema a vicenda sulle spalle e dietro le gambe. Vedere quelle piccole mani sfiorare la loro pelle, entrare leggermente nello spacco del sedere per poi insinuarsi tra le gambe, mi stava facendo scoppiare le palle. Zara mi guarda il pisello dritto, si ferma e mi dice:
– “OK, Chase….. diamo anche noi un pó di spettacolo per il nostro pubblico” Quindi mi prende dolcemente la testa tra le mani e mi bacia.
Non oppongo resistenza, mentre con la mia lingua mi faccio strada nella sua bocca. Allora oso anche io, afferro il suo sedere stranamente fresco e l’avvicino a me. Il mio cazzo dritto si infila tra le sue cosce, strusciando lungo tutto lo spacco della sua fica. L’attrito e la forte erezione, me lo fanno scappellare. Ora la mia grossa cappella è a stretto contatto con le sue fresche labbra. Il nostro bacio dura diversi secondi, secondi nei quali sento tutti gli sguardi addosso a noi. Poi Zara si stacca da me, mi prende la mano e mi invita a continuare la passeggiata. Allora la guardo negli occhi, come per dire: “tutto qui?” mentre camminiamo con il mio cazzo dritto che continua a pulsare. Ma lei come se niente fosse inizia a parlarmi della sorella minore, che é sempre sbadata, poi mi racconta del suo lavoro, dei colleghi arrivisti… insomma, parla di qualunque cosa senza prestare la minima attenzione al mondo che la circonda. Un mondo che invece osserva noi, soprattutto lei che, diciamocelo, é una bella fichetta. Io li noto, li sento questi spettatori, che contrariamente alle previsioni del sottoscritto, non mi fanno piú sentire in soggezione, bensí al centro dell’attenzione. É una bella sensazione e questo mi provoca una costante eccitazione, che per un lungo tragitto mantiene il mio pisello in una perenne erezione. Poi la voce di Zara mi riporta all’attenzione:
– “Chase? Chase sei con me?”
– “Si, certo… solo….. solo non vorrei farti sentire a disagio… con questo dritto da, da… da non só quanto” Gli dico guardando il mio uccello in volo.
– “Disagio? Per me é un complimento! Sai quanti vorrebbero essere al posto tuo o… perché no? Il mio? In questi posti si viene soprattutto per essere guardati. Molti si staranno giá masturbando vedendoci passare e qualcun altro continuerá pure stasera a casa da solo” Mi risponde Zara.
Giá….. qualcun altro continuerá a casa da solo! Qualche nome ce l’avrei. Il mio. Tutti quei discorsi, la gente che ci osserva, quelli che vorrebbero essere al mio posto, quel bacio… tutto premesse per una scopata, ma col risultato finale di un semplice gonfiore di palle! Il mio uccello non ne voleva sapere di abbassare la guardia e Zara lo aveva capito subito. Cosí mi fece sedere in un Bar vicino la pineta e ordinó da bere. Sorrideva mentre osservava, abbassando la testa sotto il tavolo, il mio pene in uno stato di evidente erezione!
Finalmente il mio pisello “respira”, non saró entrato nel posto piú intimo di Zara, ma i suoi morbidi piedi avevano comunque alleggerito il mio carico di sperma sotto quel tavolo. Lasciamo velocemente il bar e ci incamminiamo verso la sua auto nella pineta. Una volta arrivati, lei inizia a vestersi deliziando la mia vista con uno spogliarello “al contrario”. Provo a chiederle il numero, cosí… per andare a bere una sera di queste qualcosa. Mi sorride dicendo che non ha carta e penna, ma che se voglio me lo scrive sul mio pisello, visto che non ho dietro il cellulare. Ricambio la battuta rispondendogli che per me andava bene, ma poi finito l’attimo di demenza post masturbazione, mi chiede di lasciargli il mio e che mi avrebbe chiamato lei in settimana. Di norma quando qualcuna mi dice cosí, il piú delle volte non lo fá. Ma mi tengo questa osservazione per me e sulla fiducia gli lascio il mio numero salutandola con un bacio sulla guancia.
La guardo allontanarsi con la sua utilitaria mentre torno in spiaggia. Il posto è sempre piuttosto pieno. Controllo l’ora. È quasi l’una. Non vedo nemmeno Simona. Ah… si! Eccola lí, che nuota in fondo al mare. Ma chi se ne frega di lei. Se la tira troppo per i miei gusti. Mi sdraio prendendo ancora un pó di sole prima di far rientro a casa e reduce da una serata abbastanza vivace, mi concedo qualche minuto di relax chiudendo gli occhi. Poi una voce cattura la mia attenzione riportandomi alla realtá.
– “Cosí ti scotti”
Mi giro su un lato, era Simona che mormorava qualcosa.
– “Come?” Gli chiedo.
– “Se non ti metti la crema lí, ti scotti” Mi dice indicando l’inguine. Cosí abbasso lo sguardo verso il mio pisello moscio tra le gambe e noto che intorno ad esso la pelle é un pó piú chiara rispetto al resto del corpo, ma non poi cosí bianca da ustionarmi. La ringrazio per l’osservazione, ma gli dico che tanto stavo per andare via. Ma lei sembra non aver udito una sola parola di quello che ho detto, cosí prende un tubetto di crema solare ed avvicinandosi me la spruzza sullo stomaco. Inizia a spalmarla prima sui miei addominali, poi sempre piú in basso. Il sangue comincia ad affluire verso il mio pisello, mentre le sue mani continua a diluire la crema anche verso l’interno coscia. Altro che santarellina, la stronzetta mi stava lentamente masturbando. La lascio fare, anche se l’istinto mi dice di toccare pure io qualcosa di lei. Ma voglio godermi questa seduta masturbatoria. Finalmente le sue mani finiscono dove fin dall’inizio aveva intenzione di metterle. Sul mio pisello. Inizia a distribuire la crema su e giu lungo il mio gonfio cazzo che ben presto diventa dritto. Le sue mani poi, una alla volta, iniziano ad afferrarlo dal basso e lentamente le fá risalire lungo l’asta richiudendole a pugno. Gesto che fa ripetutamente per diversi secondi. Sento la sborra nuovamente nei coglioni e mi preparo a venire. Ma Simona molla l’asta per giocare un pó con le mie palle per poi tornare a spalmare la crema nell’interno coscia. I suoi morbidi palmi scivolano dolcemente dalle ginoccia verso su e viceversa. Il cazzo inizia a pulsare, sento lo sperma salire lungo il mio pisello mentre un riflesso incondizionato mi fa fa sobbalzare inarcando leggermente la schiena. Sto per venire. Simona capisce che sono al limite, ma come se niente fosse lascia il mio cazzo pulsare da solo mentre dandomi le spalle si versa altra crema tra le mani. Non resisto… sborro improvvisamente… una lunga intensa schizzata la colpisce sulla schiena, vedo la sborra scivolare verso il basso, fino ad arrivare allo spacco del suo sedere… poi lei si gira nuovamente ed afferra ancora il mio pisello che continua a spruzzare… con le mani piene di crema solare continua a segarmi, aiutando le mie palle a svuotarsi… la sua mano non smette di fare su & giú lungo la mia asta, la sborra non smette di schizzare in tutte le direzioni… finisce sulla sabbia, sul mio petto… le mano di Simona é completamente unta, sperma e crema solare diventano un tutt’uno, fino a quando dopo una marea di spruzzate, il mio cazzo inizia a pulsare a vuoto e quello che si vede sulla punta della mia cappella, non é altro che qualche gocciolina residua di sborra che mischiata alla protezione solare forma una strana schiuma che ricopre la stessa! Poi Simona mi tende la mano, la stessa con la quale mi aveva appena segato e mi dice:
– “Andiamo a farci un bagno?” Come direbbe qualcuno, accetto l’offerta e mi alzo con il cazzo ancora semi eretto. Ne approfitto, ne aprofittiamo per lavarci, poi butto un occhio all’orologio e mi rendo conto che é ora di tornare a casa. Tra lavoro, palestra ed impegni vari, ancora non avevo concluso nulla con lavatrici, spesa e quant’altro. Cosí mi avvicino a Simona, gli dico che devo andare via e se gli serve un passaggio.
– “No, grazie Chase. Come ho detto prima, ci sono i mezzi pubblici” Mi risponde lei.
– “Allora ci sentiamo… fatevi sentire una sera di queste tu e Zara… magari ci beviamo qualcosa in gruppo… o da soli” Gli dico mentre mi avvicino al mio asciugamano.
– “Perché no? Ma se non mi lasci il tuo numero, lo vedo difficile questo incontro” Continua Simona.
– “Ho lasciato il mio numero alla tua amica… quando volete uscire, non dovete far altro che chiamare” Gli suggerisco io.
– “Allora faresti meglio a scrivere tu il mio numero. Io e Zara non siamo poi cosí amiche. La conosco da meno di un mese e non esco poi cosí spesso con lei”.
Meglio cosí, dico a me stesso. Zara mi piaceva, fisicamente era il mio tipo, formosa e non troppo magra, ma Simona… Simona non lo só, risvegliava il ventenne che era in me. Con quel suo fisico minuto, piccolo, quasi da adolescente, mi ricordava le mie prime scopate, le mie prime leccate di fica. E poi quelle sue labbra dannatamente lisce, sarebbe stato un piacere baciarle, per poi penetrarle e sentire lentamente la mia grossa cappella affondare dentro di lei. Cosí prima di andarmene, memorizzo il suo numero sul mio smartphone, la bacio affettuosamente su una guancia e la lascio a godersi il resto della giornata. Mentre mi dirigo verso la mia auto, ancora nudo ma completamente svuotato e con il cazzo che sembra uno straccio, butto un’altra occhiata su questa spiaggia che mi regalato una nuova esperienza. E poi al di lá dei risvolti sessuali piú o meno prevedibili in un contesto simile, non é male stare tutto il giorno palle al vento. Forse ci torneró, magari non qui, mi piace sentirmi libero, ma preferisco farlo quando sono da solo o in dolce compagnia.
Cosí mentre lascio alle mie spalle questo tratto della costa Laziale, penso giá a chi proporre un Week End hot su una qualche isola Italiana: Simona!

chasedessler@katamail.com

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esibizionismo in spiaggia

Racconto trovato in rete su xhamster.

Salve ragazzi,oggi vi racconto quello che ho fatto per la mia ultima giornata al mare.
La scorsa settimana ho voluto chiudere in bellezza l’estate col mio amante, giorni prima avevo comprato un bel bikini bianco sottilissimo e trasparente per stuzzicarlo un po’, volevo vedere la sua faccia e le sue reazioni perchè non mi fa mai complimenti nonostante io mi affanni a comprare cose molto hot, le mie amiche e amici soprattutto, fanno sempre apprezzamenti sulla mia quarta di seno e in verità quando sto senza di lui ricevo diversi approcci e inviti per scopatine al volo. Premetto comunque che non l’ho mai tradito e lui ogni volta che gli racconto di qualche avances ricevuta in sua assenza mi risponde sempre allo stesso modo.
“Beh potevi farlo divertire, ti ha fatto dei bei complimenti.”
Questa sua frase la detesto ma alla fine lo perdono perchè nei momenti di passione capisco e sento chiaramente che gli piaccio e lo faccio godere, comunque arrivati in spiaggia gli metto subito sotto gli occhi il nuovo costumino e gli sussurro nell’orecchio.
“Sai sotto poi mi sono completamente depilata, sono liscia e unta come piace a te, seguimi in acqua!”
Lui senza accennare ad alcun complimento ne espressione di piacere mi segue, entrati in acqua lo tiro a me per fargli sentire il mio seno, la mia fica che già si pregustavano una bella penetrazione, notai che il suo pisello era già duro come il legno ma guardandomi disse.
“Non diamo spettacolo ci guardano c’è gente ovunque.”
Io allora per essere spiritosa gli dissi.
“Eh lo so che ci guardano, è da quando siamo arrivati che un gruppo di ragazzi mi sta fissando ma alla fine non vedono nulla, siamo in acqua dai!”
Alla mia battuta si irritò e scostandosi da me disse.
“Beh forse sono troppo riservato per te, dovresti farti apprezzare da tipi sfacciati e guardoni come quelli!”
Rimasi delusa e stizzita allo stesso tempo ma per non peggiorare le cose non replicai e mi distesi accanto a lui sulla spiaggia, restammo circa un’ora senza parlarci, intanto gli occhi di quei ragazzi erano sempre su di me, li intravedevo con la coda dell’occhio, almeno loro mi apprezzavano e sicuramente mi desideravano, questa era la mia unica consolazione, se così si può chiamarla, volevo a tutti i costi riprendere a parlare con lui, gli chiesi di spalmarmi un po’di crema sulla schiena, purtroppo erano rimaste solo poche gocce e così gli dissi.
“Adesso mi brucerò tutta, il seno si farà rosso peperone e tu non mi guarderai più vero?”
Lui senza scomporsi rispose.
“A quei ragazzi piaceresti ugualmente, poi hanno la crema che serve a te, chiedigliene un po’ sicuramente te la daranno perchè tu sei bellissima no???” (con un fortissimo tono sarcastico)
Io gli risposi che non avevo voglia di litigare, poi se gli altri mi guardano a me non interessa e volevo solo lui.
“Cosa ci posso fare se gli uomini mi guardano e mi desiderano?”
“Tu invece non mi dai mai soddisfazione.”
Gli dissi e mi distesi di nuovo a prendere il sole.
“Vuoi che ti dia soddisfazione???”
Mi chiese.
“Bene, te la darò se ti esibisci in un certo modo!”
“Sarebbe???”
“Ti do la possibilità finalmente di ricevere i complimenti che meriti, mostra le tue grazie a quei tipi, con la scusa della crema solare spogliati davanti a loro e spalmati!”
Io incredula a quella proposta risposi.
“Ma scherzi o fai sul serio?”
“Sono serissimo, sicuramente attirerai la mia e la loro attenzione!”
Considerai quella cosa una sorta di affronto e di sfida ma lo accontentai, mi diressi verso i ragazzi che mi osservavano dalla testa ai piedi scambiandosi occhiatine maliziose, mi fermai davanti a quei guardoni pieni di ormoni pazzi e con tono deciso dissi.
“Scusate ragazzi avreste della crema solare?”
“La mia mi è appena finita.”
Uno di loro s**ttò subito e allungando la mano in uno zaino tirò fuori un flacone porgendomelo senza parlare, a quel punto mi posizionai in modo che tutti i sette otto spettatori potessero ammirarmi e mi slacciai il pezzo di sopra rimanendo in topless, volevo soprattutto che mi guardasse il mio amante stronzo e depravato, ognuna delle loro facce aveva una propria espressione, chi sorrideva, chi rimaneva imbambolato, chi era arrapato, ma nessuno parlava. Mi spalmai la crema lentamente partendo dall’alto del seno per poi arrivare giù in fondo e poi tornare verso i capezzoli che stringevo tra il pollice e l’indice in modo che si indurissero e sporgessero di più, mi piaceva essere guardata, era bello sentirsi osservata, desiderata e considerata una troia, avevo comprato il costume per lui che non mi aveva degnato di una parola e alla fine stavo li a mostrarmi a seno nudo davanti a lui e a degli estranei. Finii lo show ringraziandoli per la crema ma uno di loro mi disse di tenerla perchè poteva servirmi e infatti non si sbagliava, tornai sul mio asciugamano e lui con aria serena ma ironica disse.
“Ora siamo tutti felici, tu io e i ragazzi!”
“Beh sono stati anche gentili, mi hanno lasciato la crema”
“Ahahahahah che bello ringraziamoli allora.”
“Come?”
“Girati a pancia sotto con il culo verso di loro.”
Io avevo capito che nella sua mente girava la voglia di mostrarmi agli altri, lo assecondai senza controbattere, cominciò a spalmarmi la crema sulla schiena, quando arrivò sul culo mi disse di aprire le gambe, a quel punto lo vidi ungersi a volontà le dita spostandomi il filo dal culo ci infilò lentamente prima il medio poi l’indice e infine l’ anulare.
“Sapessi come guardano i ragazzi.”
“Io ce l’ho durissimo ti scoperei subito!”
Quella frase fu la conferma di quanto avevo dedotto poco prima, gli dissi che io ero bagnatissima ma sulla spiaggia non lo avrei mai fatto, il suo giochino con le dita mi aveva allargato il culo e mi sentivo la fica gonfia e bagnata, per finire lo show e dare piacere sia al mio uomo sia ai ragazzi mi sedetti sull’asciugamano fissando il gruppo, tirai fuori dalla borsa un pareo, mi tolsi il costume lentamente e piegai le gambe portando le ginocchia verso il petto tenendo le cosce ben aperte, avvolsi il pareo intorno alla vita ma lasciai la fica in vista, il mio uomo mi guardava estasiato, io contenta e soddisfatta gli dissi.
“Tra un po’ vorrei andare via ma prima finisco quello che ho iniziato.”
Presi il flaconcino che i ragazzi mi avevano dato, guardandoli con la coda dell’occhio mi feci una bella spalmata sulla fica, mi passai le dita al centro ungendomi il clitoride, quando sentii che ero bella unta allontanai le labbra l’una dall’altra con due dita per mostrare l’interno fica al mio pubblico, alla fine mi alzai, mi diressi verso i ragazzi con le mie belle tette abbronzate e unte al vento e il pareo trasparente che lasciava intravedere la fica depilata gli dissi.
“Ragazzi vi ringrazio per la crema, scusate se ne ho usata più del dovuto!”
“Figurati”
Risposero, tornai dal mio uomo che mi aspettava e quando gli fui vicino disse.
“Ho un cazzo così duro che a casa ti sfondo!”
Finalmente mi aveva dato soddisfazione.

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spiaggia

Un amica mi parlo’ di quella valle nascosta solleticando la mia fantasia e facendomi pregustare i colori e le sensazioni celate in quel paradiso nascosto.
La prima volta che decisi di visitare la Valle della Luna il sole e la mia voglia di nuotare nudo nel mare color smeraldo furono i miei unici compagni.
Mi ero feci ingannare dall’ordinato sentiero sterrato che si snodava dopo il grosso cancello di legno che sbarrava l’ingresso del percorso a moto e automobili.
Dopo una decina di minuti trascorsi camminando tra tavoli da pic-nic e rudimentali lampade incassate nel terreno ero arrivato davanti al sentiero vero e proprio che scendeva nella valle della luna.
Una mulattiera scoscesa serpeggiava tra le rocce e gli arbusti, incanalandosi in una valle naturale che definire suggestiva era quantomeno riduttivo.
Impressionanti rocce megalitiche di granito erano state forgiate dagli elementi in modo da sembrare figure mitologiche che ti osservavano dall’alto, mentre in fondo alla valle un prato verdissimo offriva agli occhi un contrasto sorprendente, prima di trasformarsi in sabbia e poi tuffarsi nel mare azzurrissimo della Sardegna.
Nascoste tra le rocce vidi le tende di alcuni ragazzi con pochi soldi e molto spirito dell’avventura mentre poco più in la sorgeva l’insediamento di una piccola comunità hippy che passava li’ tutta l’estate vivendo di artigianato e condivisione, in un quadro surreale che portava gli orologi indietro agli anni sessanta.
Appena raggiunsi il prato vidi alcuni cani dall’aspetto simpatico ed improbabile rincorrersi mentre un gruppo di ragazzi fumavano sdraiati vicini alla spiaggia.
Davanti a me una ventina tra uomini e donne prendevano il sole sulla sabbia, la maggior parte in topless o completamente nudi, senza curarsi troppo di ciò che gli accadeva intorno.
Pochi passi lungo un sentiero alla mia sinistra e superati dei fitti cespugli mi si paro’davanti una caletta circondata da rocce piatte e levigate.
Di fianco ad una tenda una moka per il caffè mi fece capire che quel paradiso non era solo per me, il bisogno di togliermi i vestiti e tuffarmi nudo nell’acqua mi assalì feroce,
stesi l’asciugamano con le mie cose e mi preparai a tuffarmi quando la mia attenzione fu rapita da una donna completamente nuda distesa a prendere il sole.
Pensai di allontanarmi per non disturbarla, ma non potei evitare di guardare quanto fosse bella e proporzionata, due seni gonfi ed eleganti su cui si appoggiavano lunghi capelli neri, il corpo era abbronzatissimo e bagnato da un recente tuffo nel mare.
Quando guardai le lunghe gambe affusolate non potei non soffermare lo sguardo su di una figa pelosissima, completamente incolta, il cui manto nerissimo le dava un aspetto decisamente selvaggio.
Decisi di rimandare il bagno , tolsi il costume e mi sdraiai al sole abbandonandomi ad occhi chiusi al vento che mi accarezzava il viso abbronzato.
La donna era stata raggiunta da una donna anziana completamente nuda, notai che rivolgendosi a lei la aveva chiamata mamma, nonostante i suoi capelli biondissimi lasciassero pensare che non potessero essere parenti.
Giro’ lo sguardo e si accorse di me, non fece nulla per nascondersi, anzi mi regalo’ un sorriso bellissimo che mi mise addosso un po’ di imbarazzo.
Tentai di rompere il ghiaccio in modo forse un po’ banale.
“Ciao ti disturbo se resto qua a prendere il sole?”
Si giro’ dalla mia parte fissando il mio corpo muscoloso, mentre le signora al suo fianco si stendeva a prendere il sole accanto a lei.
“Affatto, anzi mi fa’ piacere, prima volta qua?”
Mi rispose con un forte accento toscano, probabilmente fiorentino, anche se non ne fui certo, restammo a goderci la natura per una mezz’ora senza smettere di scambiarci occhiate sempre più indiscrete.
“Si e sembra di essere arrivati su di un altro pianeta e in un altra epoca, tu sei qua da tanto? Mi disse che era li da una decina di giorni in compagnia di sua madre, poi indico’ la tenda con la moca e mi chiese se volevo un po’ di caffè.
La ringraziai ma le dissi stavo benedissi o così, poi lei con una naturalezza che mi lascio’ spiazzato mi guardo’ negli occhi mi chiese se avessi voglia di fare l’amore.
Rimasi a guardarla in silenzio senza sapere cosa rispondere.
“Sei davvero carino lo sai? Non ti preoccupare per mia madre, e’ una cosa naturale e io non gli nascondo nulla, se vuoi puoi prendermi anche qua’ davanti a lei, o possiamo farlo tutte e tre assieme se ti fa piacere, altrimenti possiamo andare sulla spiaggia dietro quei cespugli o farlo in mare se preferisci.
Per un attimo l’idea di scoparla davanti alla madre mi sfiorò, provocandomi una erezione sfacciata.
Si sedette di fianco a me, dolcemente le nostre bocche si cercarono e iniziammo a baciarci mentre le mani accarezzavano i nostri corpi scaldati dal sole.
“Ti va se andiamo a farlo sulla spiaggia?”
Le sue dita mi scivolavano lentamente per tutta la lunghezza dell’asta, si alzo’ in piedi con un sorriso dolcissimo e mi prese per mano.
La elegante signora fece scivolare una mano tra le gambe mentre la mia bocca baciava il collo della figlia.
Mi mise le mani sulle spalle intanto che la mia lingua gustava il sapore salato della sua pelle, la sollevai tra le mie braccia e mi incamminai verso la spiaggia senza smettere di baciarla.
Ci ritrovammo a rotolare sulla sabbia uno abbracciato all’altro, passai le labbra sul suo corpo, i suoi seni erano turgidi ed inebrianti.
Mi soffermai a gustare la consistenza dei capezzoli scuri mentre la sua mano appoggiata sulla nuca mi spingeva tra le cosce.
Il profumo forte del suo sesso mi sfiorò le narici mentre leccavo la sua natura in quel cespuglio rigoglioso, la pelle della figa era scura e invitante, come un ostrica prelibata che sapeva di mare e lussuria.
Le onde sbattevano a pochi metri dai nostri corpi, come volessero suggerirmi il ritmo con cui spompinare il suo clitoride.
Non eravamo soli, ad una dozzina di metri da noi un ragazzo con lunghi dreadlook stava fumando con aria sognante mentre la sua donna gli succhiava l’uccello.
Lei inizio’ a godere rumorosamente, senza remore ne pudore, l’idea che i suoi lamenti giungessero alle orecchie delle madre mi imbarazzo’ e allo stesso tempo mi eccito’ ancora di più.
Le aprii le gambe, scivolando dentro di lei, mentre un gemito strozzato alle nostre spalle mi fece capire che la ragazza dell’hippy aveva portato a termine il languido lavoro di bocca al suo uomo.
Ci fondemmo uno nell’altro come due novelli Adamo ed Eva, in un paradiso che ci era solo stato prestato, in quel momento mi resi conto che non sapevo nemmeno come si chiamasse.
Quando la sentii venire mentre puntava i piedi contro la sabbia sotto di noi capii che i nostri nomi non avevano nessuna importanza, perché entrambe ci chiamavamo amore.
Quando tutto fu finito mi ritrovai seduto di fianco a lei con la mano nella sua.
“Bagno?”
“Si dai, sono tutta sudata e ho la sabbia in posti che non puoi neppure immaginare”
L’acqua era piena di pesci bellissimi e vicino a me nuotava una sirena dai lunghi capelli neri, ci baciammo ancora una volta e poi uscimmo gocciolanti, ci stendemmo al sole e svuotammo la testa da ogni preoccupazione.
Ci godemmo assieme il tramonto, poi a malincuore la salutai e mi incamminai per tornare nella Sardegna dei giorni nostri, chiassosa, bellissima e un po’ commerciale.