Categories
Racconti Erotici

Angelica-ORIGINS (Italiano)

I bambini sono molto più naturali, liberi nelle scelte e non si fanno tutte le famose ” pippe mentali” che poi sopravvengono da adulti.
Io a 12 anni mettevo (però di nascosto, più per timidezza che per timore di punizioni…) sempre calze (e quando potevo reggicalze) di mia madre, non mi sentivo né anormale né disadattata. Era un grande piacere e lo facevo. Avevo scoperto cassetto nel suo armadio con belle calze e alcuni reggicalze, o spesso erano appese in bagno ad asciugare. Non avevo scuola il sabato mattina ed era il giorno da passare in calze per me, lo aspettavo con ansia, i miei lavoravano. Poi verso i 13 anni avevo 35-36 di piede, che era anche la misura della mamma ( che era piccolina), quindi che piacere quando ero sola, fare cose, vedere cartoni animati, fare i compiti in reggicalze e tacchi, e avevo 13 anni…

(Certo adesso sorrido perché se mamma aveva negli anni ’83-84 calze e reggicalze, forse tanto casta e “tutta dèdita alla casa” non era.., forse la mia passione è ereditaria 🙂

Ma… avevamo una cameriera ciociara di età, sui 40, molto dolce, che si chiamava Armandina, in genere avevo 1 oretta prima che lei arrivasse a casa, e la sfruttavo tutta per stare con calze e tacchi. Ripeto, non mi ponevo il problema se ero un bambino e non una bambina, mi piaceva ed ero felice.
Solo che una mattina…ero in bagno per mettere calze e non mi ero accorto che la donna ( Armandina) era già arrivata a casa perché invece del treno l’aveva accompagnata il marito. Il bel bambino ( credo 13 o 14 anni potrei sbagliare.. ) esce quindi dal bagno con bel rumore di tacchi, reggicalze e calze e si trova davanti la donna di servizio! Lì avvene un “miracolo” che ha condizionato – credo- la mia vita a seguire: invece di rimproverarmi e magari dirmi ” ma che fai, vergognati!”, che mi avrebbe complessato forse a vita, Armandina, che mi voleva molto bene, sorride e mi dice: “ma che bella signorina, sei molto carino anche così, tesoro, anzi molto carina!!”.
Che liberazione e felicità!
Credo che da quel momento qualcosa di libero e promettente si è fatto strada in me, era già erotismo ma ancora non lo sapevo..
Cmq diedi un bacetto come spesso facevo alla nostra governante, e una volta rotto ghiaccio le chiesi ” senti ma le ho messe bene, vanno bene così, sai tirarmele di più”? E lei sempre sorridendo e carina: ” le calze infilale sempre arrotolandole (io non lo sapevo), se sono troppo lunghe facci doppio bordo così, così accorci il reggicalze, così si allunga, devi stare più dritta quando usi tacchi ecc. ecc.” e io tutta trepidante. Ogni volta che veniva le aprivo la porta in reggicalze e quasi sempre tacchi, e se non avevo nulla lei faceva faccia (finta)imbronciata e diceva: “mmm niente signorina oggi?”
Una volta mi portò un paio di OMSA nuove comprate alla Standa: le prime della mia vita!
Non ho mai capito, negli anni a venire, se questa sua tolleranza e simpatia per una evidente tendenza ma me mostrata, erano dovute a una semplice saggezza e ” naturalezza” popolare, o se rivelasse un fondo di perversione o una vena di lesbismo; so che ero ” signorina” ogni volta che eravamo sole, avevo capelli lunghini e con un po’ di rossetto che a volte lei mi metteva ero davvero carina e femmminile. Una bambina..( ma tacchi reggicalze a 13 anni, un futuro già scritto…).
Devo dire poi che adoravo stare in cucina con lei, sempre in calze, mettere grembiulino e fare faccende, mi teneva a pulire fagiolini, mi mi faceva grattare parmigiano, mai ero così felice come stare in cucina con la donna in tacchi e calze.
Sentivo che eravamo le 2 cameriere di casa ed mi faceva piacere…la mia natura sottomessa già era evidente dunque.

IL MIO DESIDERIO MAI ESAURITO DI FARE CAMERIERA PER MASCHI DOMINANTI, CHE HO SEMPRE ANCHE ADESSO, DERIVA FORSE DA QUEL PERIODO.

A 14 anni camminavo perfettamente in tacchi anche se…ho dovuto poi smettere di sare scarpe di mamma, non avevo più 36…è durato 2 annetti, dalle prime scarpe troppo grandi finché ho potuto calzarle magari a fatica.

Lei mi parlava al femminile ma , cosa più importante, mi trattava con affetto da bambina.
Questo ricordo mi dice quanto io mi sia sempre sentita donna, e mai omosessuale o gay, generi per i quali ho però molta simpatia e solidarietà. Molti ma molti anni dopo sarei stata posseduta da molti maschi ma…mai -io- da maschio, mai successo!
Ero piccola/piccolo , non sapevo nulla della vita, a volte le chiedevo “Armandina, ma mi verranno fra qualche anno le tettine”? Lei era carina e mentiva:” certo cara, tranquilla!”.
Senza quella semplice governante ciociara, forse non sarei mai diventata…Angelica, se fossi stata sgridata e repressa ( avevo un animo molto sensibile, già femminile, e soffrivo molto se rimproverata).
E forse per questo porto calze 24/7; inverno, estate, freddo, caldo, a letto, en femme, da maschietto, sempre.

Categories
Racconti Erotici

Chiara, un’angelica troia

Ciao a tutti, mi chiamo Antonio, per gli amici Tonio e sono un informatico. E non uno di quelli che passano ore e ore a non fare un cazzo davanti al PC, ma uno che lavora nella sicurezza.
Penso di aver passato più tempo a casa di Marco che a casa mia. Non perché avevo una famiglia strana, ma perché da Marco stavo bene, mi divertivo.
Marco ed io abbiamo entrambi 28 anni, amici da sempre e ne abbiamo passate tante insieme, però, quando iniziammo l’università, io scelsi Ingegneria informatica, mentre Marco andò a Economia e Commercio. In tutto il periodo dell’università ci limitavamo a qualche videochiamata su MSN e lì potevamo cazzeggiare di brutto, ma non poteva essere lo stesso di prima. Mi ricordo che, tutte le volte che si parlava, si sentiva in lontananza la voce della sua sorellina Chiara, di dieci anni meno di me e all’epoca aveva 12 anni, che mi chiamava.
“Marco, stai parlando con Tonio? Lo posso salutare?” Come ho scritto in precedenza ero sempre a casa loro e naturalmente l’ho vista crescere e tutte le volte che andavo a trovarli, lei mi aspettava davanti alla porta. Tornando al discorso mi era venuta a salutare via webcam, come sempre mi chiedeva del più e del meno e io ci parlavo sempre perché mi faceva piacere parlare con lei. All’epoca era sempre una bambina, non era ancora molto formata, ma trasmetteva sempre quell’aspetto da angelo.
Ovviamente quando finì l’università tornai al mio paese e cominciai a lavorare presso la ditta di famiglia, in attesa di una risposta di lavoro in un’azienda molto importante. Ogni tanto veniva a farmi visita Chiara, che intanto aveva iniziato a fare Ragioneria, ed era sempre più grande, stava diventando una bella ragazza, un po’ più formata. Era sempre una festa con lei, mi faceva compagnia quando c’era mortorio in negozio. In quel periodo iniziai a mettere gli occhi su di lei, perchè iniziava a piacermi, ma all’epoca ero già impegnato e poi ero troppo grande per lei, ma soprattutto era sorella di Marco, il mio migliore amico.
L’anno successivo mi toccò partire per iniziare a lavorare in questa azienda e lasciai tutti al mio paese. Qualche volta andavo in visita, ma ci andavo o per le feste o qualche volta in cui avevo qualche giorno di ferie. Raramente andavo a casa di Marco e Chiara, ovviamente per il poco tempo che avevo e poi perchè l’aria in casa loro era diventata molto cupa a causa della perdita dei genitori di recente. Non potevo immaginare una cosa del genere, perché i loro genitori erano delle bravissime persone, ma la vita è così. E non sapevo cosa potesse capitare ancora.
Un giorno ero a lavoro, una di quelle giornate pesanti che speri di tornare a casa presto, stavo lavorando a dei software quando squilla il mio cellulare: era Chiara, rispondo subito. “Ehi Chiara, dimmi tutto!” “Tonio, Marco… Marco…” – preoccupato chiesi – “Chiara, cosa è successo? Perchè piangi? Che ha fatto Marco?”, lei rispose “Marco ha avuto un incidente con la macchina e non ce l’ha fatta.”
Marco, da quello che mi hanno poi riferito, stava facendo la Strada Statale come tutti i giorni per andare a lavoro, ma un camionista ha fatto un frontale all’auto di Marco, uccidendolo sul colpo. Da un momento all’altro avevo perso tutto. Se ne era andato un fratello, un amico fidato e soprattutto un mito.
Quando seppi da Chiara la notizia della morte di Marco, iniziai a non capire più nulla, non volevo crederci e subito dopo mi misi a piangere. Chiesi il permesso per tornare a casa, arrivo in paese e mi dirigo subito da Chiara, ora diciottenne. La abbracciai fortissimo, lei aveva bisogno di sostegno, lo stesso anch’io. Sono stati i giorni più brutti che abbia mai passato in vita mia. Ho voluto passare i giorni in ospedale a far compagnia a Chiara, ma soprattutto stare vicino alla bara di Marco in obitorio. Durante il funerale ero vicino a Chiara, non la mollavo più, la volevo proteggere in quel momento. Ero distrutto dal dolore e non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che era successo.
Qualche settimana più tardi, dopo che tutto fosse tornato tutto alla normalità, decisi di licenziarmi dal mio lavoro per tornare a lavorare dai miei genitori. Volevo restare a casa, non mi pareva più giusto lasciare Chiara da sola, ora che aveva trascorso quei giorni a casa di una amica di sua madre. Andai a prendere Chiara e la portai a casa sua. Era tanto tempo che non entravo in quella casa e comunque era rimasta intatta. Dopo la morte dei genitori di Chiara e Marco, Marco era l’unico che poteva portare a casa la pagnotta, ma ora che non c’è più nessuno e Chiara che studia ancora, parlai con lei del suo futuro.
“Chiara, voglio fare per te un favore.” – dissi io. “Cosa vuoi fare Tonio?” – rispose Chiara. “Ho deciso che tu verrai a vivere da me, anzi, se sei d’accordo, possiamo restare qui. Non ho problemi ad acquistare la casa. Lo faccio per te” – le sorrisi. All’improvviso la sua faccia cambiò espressione, era contentissima. Era come se fosse un traguardo raggiunto per lei. “Sì Tonio, non ci sono problemi”.
Allora iniziai questa convivenza con Chiara, un po’ come se fossi suo fratello. Io mi ero piazzato in salotto per la notte perchè non avevo voglia di dormire nella stanza di Marco e nemmeno in quello dei loro genitori. Fortunatamente Chiara mi disse che il divano, in realtà, era un divano letto. Tutte le sere ci piazziavamo io e Chiara davanti al televisore in questo divano letto, io in boxer, lei in un pigiama molto largo. Si chiacchierava spesso la sera, perché era l’unico momento in cui ci si trovava tutti e due, di come è andata la giornata, di come andava a scuola e a lavoro, ma una sera cominciammo un discorso strano. Era passato qualche mese dall’inizio della nostra convivenza e questo discorso non me lo aveva mai fatto.
“Senti Tonio, ma te sei mai stato fidanzato?” – disse Chiara. “Sì Chiara, perché?” – risposi. “E quante volte lo hai fatto?” “Chiara, ma che sono questi i discorsi da fare?” “Eddai, che sarà mai. Me lo dici o no?” “E va bene. Qualche volta l’ho fatto, di preciso non so, ma non sono state parecchie”. Poi iniziai anche io a farle domande: “E allora dimmi. Te invece hai avuto un ragazzo?”. Chiara iniziava a essere un po’ imbarazzata e mi rispose con tono basso: “Ehm, ne ho avuto uno solo, ma ero alle elementari”. E allora, per farla un altro po’ imbarazzare e per divertirmi un po’, le chiesi: “Quindi, sei ancora vergine?”. Lei arrossì, non mi rispose, e quando Chiara non parla, vuol dire che è la verità. La conoscevo troppo bene, l’ho vista crescere ovviamente. Quindi le feci un’altra domanda: “E scusa, ma non ti piace qualche ragazzo?”. Lei mi rispose, sempre più rossa e più imbarazzata: “Sì, mi piace un ragazzo.”. E subito rigirò la domanda: “E te Tonio, ti cerca qualche ragazza?” “Non mi cerca nessuno, come faccio alla mia età a rimorchiare?” – risposi – “Non attraggo più come un tempo”. “Ma dai Antonio, sei sempre un gran figo e sempre lo resterai” – disse Chiara. “Ma dai non scherzare” “Dico sul serio. Senti, se avessi la tua età, ti starei sempre vicino” “E adesso non lo fai? E prima? Te staresti vicino a me, anche se crollasse il mondo” “Beh, almeno ti farei compagnia. Che dici?”.
A quel punto notai un po’ di stanchezza, il lavoro mi ha stancato e volevo addormentarmi, ma la presenza di Chiara mi faceva passare il sonno. La guardai in viso, cominciai a sentire dentro di me qualcosa che non provavo da tanto tempo, Chiara è sempre stata una bella ragazza, con quegli occhi più verdi di uno smeraldo, con quei capelli mori che arrivavano alla vita, mi stavo rendendo conto che Chiara mi stava cominciando a piacere sempre più.
Passano settimane, il lavoro era un po’ diminuito e finalmente iniziai a uscire dal lavoro un bel po’ prima, verso le 18 (di solito finisco verso le 20), mi dirigo un attimo in banca sotto casa mia a prelevare un po’ di denaro per poi usarli la sera stessa per mangiare fuori. Avevamo deciso io e Chiara di andare al ristorante per i buoni voti a scuola. Appena prelevato salì in casa, entro e mi dirigo verso il salotto, mentre ad un tratto sento ansimare. Veniva dalla camera di Chiara. Vado a controllare e non avrei mai pensato a quello che avevo visto: Chiara era sdraiata sul suo letto, totalmente nuda mentre si masturbava con un vibratore rosa.
Ero shockato. Non pensavo facesse queste cose. Va bene avesse l’età giusta, ma da una ragazza solare e angelica non me lo sarei aspettato.
Comunque era lì nel suo letto, con le cuffie a palla e gli occhi chiusi mentre faceva penetrare quel vibratore, la sua terza abbondante di seno muoversi a ritmo e la sua vagina un po’ pelosa molto bagnata. Fortunatamente non mi aveva notato, ero un po’ imbarazzato, ma anche eccitato. Alla fine mi nota e dalla vergogna cercò di nascondersi.
“Antonio, come cazzo ti permetti?” – mi urlò Chiara – “Come ti permetti di invadere la mia privacy?”
“Se non chiudi la porta prima di fare queste cose, forse sarebbe più sicura la tua privacy.” – risposi.
“Beh, ero da sola in casa, quindi non mi sono data troppi problemi.” – replicò lei – “E comunque, perchè sei già a casa?”
“Ho finito prima di lavorare, ero passato anche un attimo a prendere i soldi per stasera.”
Intanto che le parlavo, lei cominciò a fissarmi il pacco, alzò un attimo lo sguardo e disse: “Senti Tonio, ma ti è piaciuto lo spettacolino? Il tuo pacco è gonfissimo.”
Ero ancora più imbarazzato, e per di più mi si è indurito e lo ha notato. Non respiravo più, mi batteva il cuore all’impazzata dal disagio. Con un po’ di difficoltà le dissi: “Rispogliati che è meglio. Facciamo finta che non ti abbia scoperto!”
Chiara cominciò a dirmi: “A te serve un po’ di sesso. Ne fai poco e il tuo uccello non ti ringrazia.” “Ma smettila un po’ Chiara e non fare la tonta” – risposi un po’ seccato. Mentre stavo parlando, Chiara si alzò dal letto e si avvicinò a me. Mi guardò negli occhi e mi disse in modo sensuale: “Io non dico mai bugie. Tu hai bisogno di un po’ di sesso”. Neanche il tempo di risponderle che si mise in ginocchio, mi abbassò i pantaloni insieme ai boxer e si mostrò ai suoi occhi il mio cazzo.
“Oh merda!” – esclamò esterefatta Chiara – “Ma quanto cavolo è grande questo cazzo? E’ il più lungo che abbia mai visto”. Afferrò con una mano il mio pene e iniziò a leccarmi la cappella. Volevo reagire, ma quando iniziò a farmi i pompini ero al settimo cielo. Nessuna mi aveva fatto dei bocchini così bene.
Qualche minuto più tardi, dopo aver ingoiato metà cazzo, la prendo e la porto in salotto nel divano letto, la lancio, la afferro per le gambe, gliele apro e vedo la sua vagina bagnata. Mi accorgo che è molto larga, quindi prendo il mio pene e comincio a penetrarla. Chiara godeva come una matta, e non avevo penetrato nemmeno un quarto del mio cazzo. Prima di cominciarla a fottere a modo, le chiedo: “Vuoi che vada con calma oppure penetro tutto?” “Penetrami tutta” – mi urlò. E iniziai a penetrarla tutta.
Iniziai con calma, non sono un a****le, Chiara era tutta rossa, non si aspettava tutto questo cazzo dentro di lei, poi dopo un po’ la faccio mettere a galoppo e in quel momento posso fare sul serio. Comincio a penetrarla profondamente e più velocemente. Lei gode un sacco, così tanto che gli saranno venuti diversi orgasmi insieme. Dopo una mezz’ora eravamo ancora a letto a scopare come dei matti. Ero esausto e vicino a venire, mi preparai a effettuare il coito e al momento giusto venì sul ventre di Chiara. Eravamo tanto infanati che non sapevamo l’ora, ci mettemmo a parlare durante un momento di coccole. Io le dissi: “Chiara, fammi capire bene, quante volte lo hai fatto in vita tua?” “Troppe volte!” – rispose allegramente Chiara – “E’ impossibile contarle.” “Ma allora l’altra sera non mi potevi dire che non eri vergine?” “E’ che non volevo che tu pensassi fossi una troia” “Ma Chiara, potevi dirmelo allora, io non mi facevo problemi” “Non te l’ho detto per quel motivo, proprio perchè volevo fare una bella impressione su di te.” “E quindi quel ragazzo che ti piace tanto… sarei io.” “Sì Tonio.” “E siccome siamo in vena di confessioni, anche io mi sono innamorato di te, ma non volevo avere problemi con Marco. Marco era tanto attaccato a te.” “Sei troppo dolce Tonio. Senti, ma se Marco fosse ancora vivo, avresti fatto sesso con me?”
“Che domande! Certo che sì, ma ovviamente non avrei mai fatto sapere di questa relazione.” “Ma anche in quel contesto sarei stata insicura a rivelarti la mia frequenza sessuale.” “E io non mi sarei mai fatto problemi. Anzi, ora per me sei la mia angelica troia.” “Ma grazie Tonio.”
Ad un certo punto ci accorgemmo dell’ora. Erano le 19:30, avevamo prenotato il tavolo per le 20 e noi eravamo ancora nudi sul mio divano letto. Decisi di chiamare il ristorante e di spostare la prenotazione per il giorno dopo. Chiara mi disse: “E ora che facciamo?” “Cosa vuoi fare te?” – risposi – “Scegli te!”. Chiara disse una delle frasi più fantastiche di sempre: “Un’altra ora di sesso?” “E un’altra ora di sesso fu!”

(Ogni riferimento è puramente frutto dell’immaginazione dell’autore)

Categories
Racconti Erotici

ANGELICA BEGINS…IL MIO PRIMO MASCHIO…CHE CHOC!

Se qualcuno ha letto il mio racconto sulla mia infanzia, quando mettevo a 12-13 anni le calze e spesso i tacchi di mia madre, avrà capito che ho avuto sempre animo femminile. Ma come ho scritto in quel racconto, a quell’età non ci sono condizionamenti sociali, morali e familiari e per me fu assolutamente normale…poi crescendo, la famiglia, la compagnie, la vita “civile” ti condiziona e ti fa dimenticare la tua vera natura. Dopo l’infanzia ho vissuto da bel ragazzo “normale”, carino, cercato dalle ragazze, bellissimo fisico, insomma dai miei 15-16 anni fino ai miei 27-28, vita “etero” da bel ragazzo di successo.
Sempre con passione per le trans, e scopavo spesso una bella trans, che era molto bella e femminile ma anche dotata, e ci teneva a farmelo vedere e voleva che la toccassi scopandola, cosa che a me non dava nessun fastidio. Fin dai primi incontri mi diceva che avevo gambe e culo splendidi e femminili, mi diceva sempre che un giorno voleva vedermi con calze e tacchi, io – forse per la mia natura che al momento reprimevo- avevo sempre gambe lisce e depilate…Lei fu molto subdola, perchè ha cominciato a dirmi che si eccitava se la scopavo indossando (io) calze e reggicalze.
Rimettere calze, dopo tanti anni, e legare i reggicalze mi diede una grande scossa emotiva. Ormai di ero abituata, quando la vedevo, alle mie gambe velate in nylon in amplessi erotici, arrivavo e mettevo calze subito come prima cosa .
Ma ero sempre “maschio” che la scopava. Ma lei, natura di attiva dotata, aveva altro in mente.
Un giorno mi disse che aveva “problemi al culetto” ma era sicura che gli avrei fatto un bel pompino. Prima che potessi pensarci, mi ha spinto in basso e mi ha detto ” dai, inginocchiati…”e senza che avessi tempo di cominciare, ha preso la testa e si è scopata la bocca. Mugolava e mi diceva ” ma succhi da dea”, poi: ” sei una puttana lo sai?” “Adesso lo prendi in bocca ogni volta”. Quandoci siamo salutati quella sera mi ha detto ” ciao puttana” e da allora sei è rivolta a me sempre el femminile (cioè puttana o troia). Io ero confusa, ma in fondo eccitata.
Per 2-3 incontri sono arrivato(a), messo calze, lei sul letto a cazzo duro e io subito a farle un pompino, e mi accorgevo che succhiando mi accarezzavo cosce e gambe velate e lo mandavo divolta in volta più in fondo in gola.
Poi una volta….mi ferma mentre spompinavo e mi dice: ” oggi ti scopo amore” (unica volta che mi ha detto “amore”). Ero confusa; lei “tranquilla che non ti faccio male, però mettiti quei tacchi e quella parrucca”. Lo feci prima di poterci pensare, e fu la prima volta che camminai verso un letto in tacchi per farmi scopare. Mi mise parecchio Luan, e cominciò….un urlo quando si aprì il mio culo solo per far entrare la sua punta (doveva averlo sui 18 cm direi)!. Dissi “esci, esci!”, ma lei saggiamente (?) rimase dentro dicendo -testuale- “non stringere, spingi come quando vai di corpo!” (Uso’ espressione molto più terra-terra….) e quando mi sentì rilassare lo sfintere dolcemente lo spinse fino in fondo. Caso strano quando fu tutto dentro il dolore iniziale sparì in pochi secondi. Certo non posso dire che mi piacesse – ancora- ma lei avvertì che quando spingeva io le andavo incontro col culo, ricordo che mi disse:” ti piace eh, puttana”. Dopo 10 minuti ci dava dentro ben forte e mi uscirono i primi mugolii di piacere o degli “aahh!” o “oooh!” ogni volta che spingeva in fondo. Mi facevano impazzire ai lati della mia testa le ciocche bionde che oscillavano ad ogni colpo. Alla fine sporgendo le mie braccia dietro di me la presi per i fianchi, per spingerla dentro di me e finalmente mi uscì un liberatorio “scopami!!!!!”. Da allora i nostri incontri furono di quel tipo, e la mia mentalità cambiava. Quando avevo una sera libera pensavo “allora posso andare a farmi scopare”. La bocca le interessava meno anche se sempre cominciava da lì: amava il culo e il mio in particolare. Spesso dal bagno mi diceva ” mettiti pecorina sul letto cara”, arrivava da dietro e mi scopava subito senza ritegno. Spesso giochetti verbali tipo:”chi sei tu?” e io:”una puttanaaa!”, poi provocatori tipo “che faccio smetto?” e io “no ti prego, non smettere, scopami!”. In fondo la adoravo sia perché mi scopava ma soprattuto perché mi aveva “liberata” di nuovo.
Andò avanti un bel pezzo, ma….nella mia mente era sempre una bella donna, con belle tette, fisico perfetto e femminile , che mi possedeva. L’idea che potevo eccitare un maschio e fare amore con lui neanche mi sfiorava (perlomeno a livello conscio). Un giorno….arrivo e la trovo non nuda ma in vestaglia, e mi dice: “oggi ci prepariamo meglio puttana viene Fabio, un bel signore molto amico mio e vuole conoscerti”. Quindi mi ha truccata ( anzi fatta truccare guidandomi con maestria – ancora la ringrazio della scuola-) poi bel body, camicetta bianca, mini cortissima jeans (come dimenticare mia prima “mise”?) scarpe (sue) nere, belle calze color carne scuro con riga. Rossetto rosso acceso…
Quando sono passata davanti allo specchio, è stato un colpo: ho visto una troia femmina, di quelle che se le vedi per strada inchiodi la macchina e te la fai indipendentemente da quanto ti chiede….).
Quando è arrivato Fabio, un bel signore sulla 50ina con occhiali e barba incolta, gli ha detto “Fabio questa è Angelica, te ne ho parlato, una mia creazione” Ecco che sentii mio nome per la prima volta. Mi ricordo che Fabio disse:” ma è deliziosa!”. E lei: ” io vi lascio, Fabio fai con comodo io sto nell’altro appartamento dalla mia amica”. Io ero confusa e imbarazzata rimasta sola con uomo, cosa che deve averlo eccitato. Però non tirò fuori il cazzo come mi aspettavo (forse temevo, non so), ma, seduti sul bordo del letto, cominciò a baciarmi, una guancia, leccare collo, poi passò alle vere pomiciate con lingua sempre più intraprendente e commenti tipo ” ma sei stupenda amore”, ” e chi ti molla più adesso”, “seti tutta femmina” ecc.
Poi mi ha spinta dolcemente e mi ha fatto stendere sul letto con lui sopra a baciare ormai senza freni. Io piuttosto amorfa, poco rispondente ma neanche respingente. Secondo me ha capito benissimo che era il primo e si stava infoiando come un toro. Molto freneticamente si è levato pantaloni, mi ha detto di aprire le gambe che ha portato sulle sue spalle baciando caviglie gambe e calze, ha scostato il perizoma e mi è venuto sopra da davanti con tutto il suo peso.
Sono rimasta senza fiato quando il suo cazzo da zero, mi è arrivato dentro fino alle palle ( da davanti va davvero in fondo); ma non potevo neanche fare un sospiro perché avevo già sua lingua in bocca. Ero immobilizzata sotto di lui e scopata così a fondo che mi sembrava di averlo in gola. Lì mi sono resa conto che in realtà non avevo mai scopato…per quanto una bella trans ti penetri, scopi con una donna, “lesbichi”, ma un maschio è tutto diverso. Ti domina, ti senti dominata e anche umiliata e…donna.
Era cambiato come vocabolario: mi diceva tutti i sinonimi di puttana: troia, mignotta, sei una vacca da sfondare, sei solo una troia da godere, sei da letto ecc….Io ero sotto, e sentivo 2 forze che combattevano: l’educazione, gli anni da ragazzo etero, le fobie dell’omosessualità, e una gran voglia di lasciarmi andare, della mia vera natura che sbocciava allora dopo le avvisaglie adolescenziali.
All’improvviso quel viso che non avevo considerato e che stava sul mio, mi parve bello con la sua barba incolta; so che ebbi una specie di raptus liberatorio, lo afferrai per i capelli della nuca e gli dissi:” sbattitela finché ti va la tua puttana” e gli infilai tutta la lingua in bocca stringendolo con le braccia. Ero donna, senza ritorno. Gli tenevo la nuca e lo indirizzavo dove volevo baci o leccate, quando sbatteva forte gli mormoravo:” amore,amore,amore”, sembra incredibile ma lo amavo.
Questa è in fondo la vera puttana, quella che si innamora all’istante di quello che la sta scopando.
Siamo andati avanti una buona mezzora ( sembra poco, ma scopando a quelle intensità è una eternità…). Ho finito con così tanti succhiotti sul collo che per 3 giorni ho inventato scusa per non andare a pranzo dai miei…
Poi…la sborrata…la mia amica trans non sborrava, non sapevo cosa volesse dire…. un maschio che ti esplode dentro…(protetto, neanche a dirlo ma dentro). E’ una cosa di intensità unica, so che mentre mi avvinghiava e mugolava sborrando, mi è venuta questa precisa idea in mente :”mai più da maschio”! Cioè: ormai il sesso per me era quello.
Una bella cosa è che dopo sborrato non si è vestito e non mi ha lasciata, ma si è steso vicino a me, mi ha detto sottovoce belle frasi come ” sei stupenda” e mi accarezzava gambe, cosce e nylon. Io…ero un’altra persona. Mi accesi sigaretta, ci conversai da civetta, eccitandolo ancora con bacetti; la mia voce era persino cambiata, più naturale, muovevo mani e tutto il corpo con più grazia a femminilità.
Quella notte chiesi il piacere alla mia amica trans di lasciarmi uscire così com’ero, en femme, una volta avrei avuto paura “di esser vista”, ora DESIDERAVO esser vista. Avevo così paura di perdere quel momento magico e tornare come prima, che a casa mia sono andata a letto così. vestita (anche tacchi) con ancora l’odore della sborra, della saliva, del sudore di Fabio , il mio primo uomo, colui che ha avuto il privilegio di cominciare a scopare un bel ragazzo con le calze, ma alla fine ha sborrato dentro una bella donna.
Il giorno dopo l’ho dedicato a comprare calze sia nere che color carne, reggicalze, minigonne, scarpe e stivali, camicette e body, parrucche e trucchi. Ho speso molto, ma consapevole che erano ben spesi, per Angelica. Fabio ha continuato a scoparmi spesso, viveva nelle Marche ma veniva regolamente a Roma, mi ha scopata dalla mia amica altre 2 volte, poi in motel, e poi da me. Ho anche imparato che sapore avesse la sborra.
Ma mi mancava ancora di passare allo stadio successivo: al momento il sesso per me era Fabio, non pensavo ad altri , ero come un anatroccolo che segue la prima oca che vede…; ma lui ha risolto tutto una sera.
Senza neanche chiedermi se mi faceva piacere, mi ha detto “porto un amico”. Biagio. Non un bell’uomo, grassoccio, ma un cazzo…e sono di nuovo cambiata quando ho visto Fabio che si eccitava vedendo Biagio scopando e gli diceva:” sfondala dai, goditela questa puttana!” mentre lui mi stava in bocca…Alla fine mi hanno messo 2 cazzi insieme nel culo. Ho dato di proposito il mio biglietto a Biagio davanti a Fabio e gli ho detto ” quando vuoi chiamami e mi scopi”. Fabio c’è rimasto male, da allora con lui gli incontri si sono diradati ma Biagio mi ha scopato decine di volte e ho fatto anche una vacanza con lui in casa al mare nelle Marche in estate scopando giorno e notte.
E Fabio ha capito che da qual momento poteva scoparmi ma doveva condividermi con tanti altri. Se l’è cercata!
Se dal primo incontro con Fabio ne ero uscita donna, da quall’incontro ne sono uscita una puttana per tutti.
Penso fosse la mia natura e il mio destino…anche se mi piacerebbe trovare un compagno affettuoso e porco da far godere in esclusiva….oggi, dopo aver fatto sesso con centinaia di maschi, sarei forse pronta ad essere di un uomo solo che lo volesse.
Ma parafrasando Samuel Beckett….ASPETTANDO GODO…..