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primo incontro

Primo incontro

Gwendy parcheggiò la vettura e tremante percorse i pochi metri che la separavano dal luogo dell’appuntamento ; come da ordini ricevuti indossava reggicalze nero di raso e calze di nylon con la riga , mutandine nere a perizoma in lycra . Una gonna stretta al ginocchio in lycra rossa ed una camicetta in raso rossa con guanti in raso lunghi al gomito . Ai piedi aveva messo un paio di decoltè di vernice rossa con cinghietto alla caviglia ; per coprire gli abiti che la facevano sembrare una vera puttana Gwendy aveva indossato un’impermeabile nero lucido di vinile ed un foulard annodato al collo , ma il risultato era quello di accentuare l’aspetto da troia . In una borsa da viaggio erano riposti molti dei foulards della sua collezione che aveva portato per ordine del Padrone .
Per fortuna quasi nessuno a quell’ora del mattino passava per la strada ; traballante sui tacchi 12 cm. Gwendy salì le scale fino all’interno indicatole dal Padrone ; la porta era aperta e sul tavolo al centro della stanza Gwendy trovò un paio di manette , dei tappi per le orecchie ed un foglio di istruzioni .
In piedi vicino al tavolo , come da istruzioni Gwendy si infilò i tappi nelle orecchie ; poi prese dalla borsa un foulard nero 40 x 40 e appallottolato lo infilò profondamente dentro alla bocca riuscendo a fatica a contenerlo .
Con un altro foulard si imbavagliò stretta in modo da non poter espellere il tappo di seta :
quindi strinse ad un polso una delle manette prima di procedere con il resto della preparazione.
Con un foulard si bendò gli occhi e quindi un altro lo mise sul capo fissandolo strettamente sotto il mento .
Spostando un lembo della benda fece uno squillo al Master che attendeva il segnale , poi mise i polsi dietro la schiena e fece s**ttare le manette .
Immersa nel silenzio totale e nel buio profondo , Gwendy era in piedi nel mezzo della stanza .
Il tempo passava e niente accadeva ; non potendo ne sentire ne vedere la schiava cominciò ad avere problemi di equilibrio .
Tra l’altro le manette cominciavano a segare i polsi della schiava che iniziò ad agitarsi : oramai senza equilibrio Gwendy cade rovinosamente sul pavimento .
E li rimase a lungo agitandosi inutilmente per tentare di allentare la morsa delle manette ai polsi e mugolando inutilmente in cerca di aiuto.
Gwendy si muoveva scompostamente sul pavimento della stanza da oramai lungo tempo e la disperazione prendeva corpo nella mente della schiava ; stava per scoppiare in lacrime quando avvertì sul volto il tocco morbido della seta di un foulard : il Padrone era li accanto a lei che la osservava .
Gwendy si sentì tranquillizzata dalla presenza del Master : il Padrone la rialzò dal pavimento .
La schiava venne condotta dal Master in un luogo non molto distante , probabilmente un altro appartamento limitrofo e li le caviglie vennero incatenate e legate ai polsi .
Ora era in piedi , incatenata , sempre in equilibrio precario mentre il Master provvedeva a legarle
le braccia all’altezza dei gomiti .
Per la prima volta nella sua vita Gwendy si sentiva totalmente nelle mani di un estraneo che poteva disporre di lei come avrebbe voluto …… e si sentì spaventata ma eccitata al contempo .
Le mani abili del Padrone sostituirono le manette e le catene alle caviglie e ai polsi con altrettanti foulard abilmente e strettamente legati : ora Gwendy era seduta su di una panca in attesa di ulteriori eventi .

Fine prima parte.

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Pompino al primo appuntamento

Si sa che il primo appuntamento è molto importante per lasciare una bella impressione di se… io mi sn spinta un pò oltre…
Sono uscita per la prima volta con questo ragazzo, 20 anni come me, bello, un pò di barba incolta che rendeva il suo viso ancora più intrigante, ma tutto sommato un tipo normale, tranquillo e simpato, spigliato nei modi e nel parlare che mi aveva invitata ad andare a mangiarci qualcosa per poi fare due salti in una discoteca vicina.
La cena, manco a dirlo, è stata ottima, un pò di vino e via discorrendo, finita la cena, ovviamente offerta, via in discoteca. Per l’occasione, visto che volevo far colpo, avevo scelto un tubino nero senza spalline, decolletè nere e gambe scoperte, reggiseno appena imbottito per mettere un pò più in risalto la mia misera seconda e perizoma di pizzo, giusto perchè non si sa come si potrebbe concludere la serata. Un velo di trucco, eyeliner nero per dare risalto ai miei occhi verdi e i capelli biondi piastrati prima di uscire sciolti sulle spalle, due spruzzate di profumo e voilà, ero pronta a tutto.
La musica alta ed un paio di cocktail mi stavano mettendo ko, così verso le 3 decidiamo che è ora di rientrare. Saliamo in macchina e fermi nel parcheggio iniziamo a chiacchierare, di tanto in tanto le nostre mani toccano i nostri corpi più o meno di proposito fino a che, finalmente arriva il bacio, appassionato, lento, lui mi stringe i fianchi, io gli metto le braccia attorno al collo poggiate sulle spalle, ne faccio scivolare una sul suo petto fino ad arrivare ai suoi pantaloni. Beh, non sono rimasta sorpresa di sentire che già il suo cazzo era come di marmo e la cosa mi ha eccitata ulteriormente. Lentamente mi sentivo bagnare, avevo i brividi, il mio corpo mi diceva di concedermi, ma la mia testa mi diceva di non esagerare. Così ho preso la decisione, non volevo dargliela al primo appuntamento, ma un pompino… beh quello ci poteva stare… Gli propongo di metterci comodi sui sedili posteriori della sua Golf, lui accetta ovviamente pensandi di potermi scopare, ma i miei programmi sono diversi. Gli sbottono i jeans e li abbasso insieme ai boxer e mi si presenta il suo cazzo bello duro, lo prendo con la mano e inizio a muoverlo piano, mentre lo bacio ancora per sentire la sua lingua. Mi abbasso e appoggio la testa di lato sulla sua pancia akll’altezza giusta per poter aprire la bocca e iniziare a succhiarlo, lui mi raccoglie i capelli con una mano e ne approfitta per darmi il ritmo giusto. Lo sento crescere ancora tra le mie labbra mentre con una mano mi tiene i capelli e con l’altra mi solleva il vestito per lasciarmi con il culo scoperto e palpandomi. Sono tutta un fuoco, ora mi sento completamente eccitata e bagnata, ancora una volta il mio corpo urla a sua voglia di quel membro che tengo in bocca, ma di nuovo resisto alla tentazione. Così quando lui prova a sfilarmi il perizoma lo fermo e gli sussurro di accontentarsi per quella sera e ricomincio a succhiare, stavolta con più decisione, lui si rilassa e mi lascia fare così aumento il ritmo, lui ansima e finalmente arriva il momento, quello che aspettavo, quello che se fosse stato dentro di me mi avrebbe provocato un orgasmo: contrae i muscoli delle gambe, ansima più forte e il suo cazzo umido della mia saliva si ingrossa fino al suo massimo fino a che viene. Sento sul palato i suoi schizzi e sulla lingua il suo sapore, caldo denso e abbondante che mi pervade tutta la bocca, deglutisco e continuo a succhiarlo per ottenere fino all’ultima goccia del suo sperma. Mi stacco solo per leccarlo ancora, inebriata e vogliosa, mi sento grondante, ma sono contenta di quello che ho fatto. Mi riporta a casa che sono quasi le 5 di mattina, ma io non ho sonno, mi tolgo i tacchi, mi spoglio e mi stendo sul letto, sono ancora bagnata e lascio che la mia mano dia sollievo a quella voglia, vengo con il suo sapore tra le labbra pensando al suo cazzo che mi schizza in gola.

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Pietro Aretino_Sonetti lussuriosi_libro primo_ son

VI
Tu m’hai il cazzo in la potta, e il cul mi vedi
e io veggio il tuo cul com’egli è fatto,
ma tu potresti dir ch’io sono un matto,
perch’io tengo le mani ove stanno i piedi.

– Ma s’a codesto modo fotter credi,
sei una bestia, e non ti verrà fatto;
perch’asssai meglio del fotter m’adatto,
quando col petto sul mio petto siedi.

– Io vi vo’ fotter per lettera, Comare,
e voglio farvi al cul tante mamine
co le dita, col cazzo, e col menare,

e sentirete un piacer senza fine.
E so ben ch’è più dolce ch’il grattare
da Dee, da Duchesse e da Regine;

e mi direte al fine
ch’io sono un valent’uomo in tal mestiero…
Ma d’aver poco cazzo mi dispero.

VII
Ove il mettrete voi? Ditel’ di grazia,
dietro o dinanzi? io vo’ ‘l sapere,
perché farovi forse dispiacere
se nel cul me lo caccio per disgrazia.

– Madonna, no, perché la potta sazia
il cazzo sì che v’ha poco piacere,
ma quel che faccio, il fo per non parere
un Frate Mariano, verbi gratia.

Ma poi ch’il cazzo in cul tutto volete
come vogliono savi, io sono contento
che voi fate del mio ciò che volete.

E pigliatelo con man, mettetel’ dentro:
che tanto utile al corpo sentirete,
quanto che gli ammalati l’argomento.

E io tal gaudio sento
a sentire il mio cazzo in mano a voi,
ch’io morirò, se ci fottiam, fra noi.

VIII
E saria pur una coglioneria
sendo in voglia mia fottervi adesso,
avervi col cazzo nella potta messo,
del cul non mi facendo carestia.

Finisca in me la mia genealogia!
Ch’io vo’ fottervi dietro, spesso, spesso,
poiché gli è più differente il tondo dal fesso
che l’acquata dalla malvasia.

– Fottimi e fa di me ciò che tu vuoi,
in potta, in cul, ch’io me ne curo poco
dove che tu ci facci i fatti tuoi.

Ch’io per me nella potta, in culo ho il foco,
e quanti cazzi han muli, asini e buoi
non scemeriano nella mia foia in poco.

Poi saresti in dapoco
a farmelo all’antica tra le cosse,
ch’anch’io dietro il faria, se uomo fosse.

IX
Questo è pur un bel cazzo lungo e grosso.
Deh! se l’hai caro lasciamelo vedere
– Vogliam provare se potete tenere
questo cazzo in la potta, e me addosso.

– Come, s’io vo’ provar? come, s’io posso?
Piuttosto questo che mangiare o bere!
– Ma s’io v’infrango poi, stando a giacere,
farovi mal. – Tu hai ‘l pensier del Rosso,

Gettati pure in letto e nello spazzo
sopra di me, che se Marforio fosse,
o un gigante, io n’averò sollazzo,

purché mi tocchi le midolla e l’osse
con questo tuo divinissimo cazzo
che guarisce le potte dalla tosse.

– Aprite ben le cosse…
Che potrian delle donne esser vedute
di voi meglio vestite, ma non fottute.

X
Io ‘l voglio in cul. – Tu mi perdonerai,
o Donna, non voglio far questo peccato,
perché questo è un cibo da prelato,
ch’ha perduto il gusto sempre mai.

– Deh! mettetel’ qui! – Non farò! – Sì, farai.
Perché? non s’usa più da l’altro lato,
Id est in potta? – Sìm, ma egli è più grato
il cazzo dietro che dinanzi assai.

– Da voi io vo lasciarmi consigliare
il cazzo è suo, e se ‘l vi piace tanto,
com’a cazzo gli avete a comandare.

– Io l’accetto, ben mio: spingel’ da canto
più su, più giù, e va senza sputare.
O cazzo buon compagno, o cazzo santo!

– Toglietel’ tutto quanto.
– Io l’ho tolto entro più che volentiere,
ma ci vorrei stare un anno a sedere!

XI
Apri le coscie, acciò ch’io vegga bene
il tuo bel culo e la tua potta in viso;
culo da far mutar un cazzo d’aviso!
Potta che i cuori stilli per le vene.

Mentre ch’io vi vagheggio egli mi viene
capriccio di pasciarvi a l’improviso,
e mi par esser più bel che Narciso
nel specchio ch’il mio cazzo allegro tiene.

– Ai ribalda, ai ribaldo in terra e in letto!
Io ti veggio, puttana! e t’apparecchia,
ch’io ti rompa doi costole del petto.

– Io te n’incaco, franciosata, vecchia,
che per questo piacere arciperfetto
intrarei in un pozzo sanza secchia.

E non si trova pecchia
ghiotta dei fiori, com’io d’un nobil cazzo,
e no ‘l provo ancho, e per mirarlo sguazzo.

XII
Marte, maledettissimo poltrone!
Così sotto una donna non si reca,
e non si fotte Venere alla cieca,
con assai furia e poca discrezione.

– Io non son Marte, io son Hercol Rangone,
e fotto qui che sete Angela Greca;
e se ci fosse qui la mia ribeca,
vi sonerei fottendo una canzone.

E voi, Signora, mia dolce consorte,
su la potta ballar faresti il cazzo,
menando il culo in su, spingendo forte.

– Signor sì, che con voi, fottendo, sguazzo,
ma temo Amor che non mi dia la morte,
colle vostr’armi, essendo putto e pazzo.

– Cupido è mio ragazzo
e vostro figlio, e guarda l’arme mia
per sacrarle alla dea Poltroneria.

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Il mio primo public anal sex

Mi trovavo in un bar con un mio amico nel mese di Agosto del 2002. Bevendo una birra e guardandoci attorno il mio amico mi propose di chiamare un paio di sue conoscenti le quali mi erano state presentate un anno prima ad una sagra. L’intenzione era quella di condividere la serata magari bevendo qualcosa assieme per poi andare a ballare. Dovevamo aspettare circa una mezz’ora perché loro non vivevano li vicino, ma con i bicchieri ancora pieni non ci preoccupammo di come spendere il tempo. Al loro arrivo eravamo alle prese con altri bicchieri che nel tempo avevano preso posto ai precedenti, offrimmo loro da bere e passammo circa un paio d’ore a scherzare con battute a doppio senso. Il mio amico mi confidò dell’interesse di una di loro nei miei confronti e forse lo avevo già capito visto che parlava solo con me. Ad un certo punto sentii il bisogno di andare in bagno….effetto della birra, mi scusai e mi allontanai. Dopo essermi alleggerito, mi lavai le mani ed in quello la ragazza, quella interessata a me, entrò nell’antibagno del bar e scherzando cominciò ad avvicinarsi. Evidentemente anche a lei era stato detto che non mi dispiaceva e forse, merito del vino veritas, qualcosa l’aveva spinta a farsi avanti….magari anche con l’aiuto dei discorsi affrontati prima. Naturalmente, essendosi avvicinata di molto, azzardai a posarle le mani sui fianchi, come per accompagnarla visto lo spazio stretto….sinceramente non volevo azzardare a buttarmici sopra rischiando una figuraccia. A questo punto lei posò le sue mani sul mio petto e mi baciò…in men che non si dica mi trovavo tra i pantaloni il solito bozzo da eccitamento. Lei, buttandosi su di me lo sentì e sorrise.
A quel punto mi allontanai e tornai al tavolo attendendo il suo ritorno dal bagno. Come tornò ricominciammo a parlare e affrontammo il discorso di cosa fare e dove andare…sarà stato forse il tocco precedente a farmi fare tale passo o forse no, però dissi “Andiamo in spiaggia?”, risposta della sua amica “A fare cosa? Non c’è nulla li?”, ed io “A fare sesso, cos’altro?”. La sua amica arrossì, io la buttai sul ridere ma fui colpito dallo sguardo di colei che sino a pochi minuti prima mi ci si era buttata sopra…era interessata. Ridendo e scherzando andammo a pagare e poi verso la macchina. la sua amica non era molto convinta del da farsi ma lei la fece azzittire con qualche parola che non ricordo o forse non avevo proprio ascoltato. Giunti alla spiaggia, il mio amico e la sua amica si sedettero su delle sedie fuori di un bar a chiacchierare mentre io e lei li salutammo dandogli appuntamento a più tardi. Inizialmente credevo che comunque non avrei cavato un ragno dal buco, ma giunti su degli scogli lei si sedette rivolta verso di me e cominciò a spogliarsi…pensai…magari vuole fare il bagno, ma a corpo completamente nudo disse “e allora? che fai?”. Nemmeno chiesto che ero già nudo, il mio membro le puntava dritto negli occhi, lei lo prese in mano e cominciò a masturbarmi con conseguente pompino. Grattava un po’ con i denti ma con tutto quell’alcol in corpo non badavo a tali sciocchezze. Dopo avermelo succhiato per un po’ si alzò e si girò dandomi la schiena, si appoggiò sugli scogli donandomi l’immagine di quel fondoschiena a violino…non ci pensai due volte, misi il preservativo e lo infilai nel primo canale. Dopo un popò di avanti e indietro le chiesi se le piacesse il rapporto anale, lei disse di si e…non attesi troppo tempo prima di inumidirle il buchetto per poi infilarglielo. E’ stata la mia prima volta in un luogo pubblico e per di più anale. L’atto è stato sublime, lei una gran maestra seppur più giovane di me. Unico difetto, che nonostante tutto mi eccitava, era il fatto che fosse come una gatta, graffiava e mordeva, per tre giorni avevo difficoltà a mettermi la maglietta per il bruciore alla schiena dovuto ai suoi graffi….ma da li comincia ad apprezzare la spontaneità femminile.

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ANGELICA BEGINS…IL MIO PRIMO MASCHIO…CHE CHOC!

Se qualcuno ha letto il mio racconto sulla mia infanzia, quando mettevo a 12-13 anni le calze e spesso i tacchi di mia madre, avrà capito che ho avuto sempre animo femminile. Ma come ho scritto in quel racconto, a quell’età non ci sono condizionamenti sociali, morali e familiari e per me fu assolutamente normale…poi crescendo, la famiglia, la compagnie, la vita “civile” ti condiziona e ti fa dimenticare la tua vera natura. Dopo l’infanzia ho vissuto da bel ragazzo “normale”, carino, cercato dalle ragazze, bellissimo fisico, insomma dai miei 15-16 anni fino ai miei 27-28, vita “etero” da bel ragazzo di successo.
Sempre con passione per le trans, e scopavo spesso una bella trans, che era molto bella e femminile ma anche dotata, e ci teneva a farmelo vedere e voleva che la toccassi scopandola, cosa che a me non dava nessun fastidio. Fin dai primi incontri mi diceva che avevo gambe e culo splendidi e femminili, mi diceva sempre che un giorno voleva vedermi con calze e tacchi, io – forse per la mia natura che al momento reprimevo- avevo sempre gambe lisce e depilate…Lei fu molto subdola, perchè ha cominciato a dirmi che si eccitava se la scopavo indossando (io) calze e reggicalze.
Rimettere calze, dopo tanti anni, e legare i reggicalze mi diede una grande scossa emotiva. Ormai di ero abituata, quando la vedevo, alle mie gambe velate in nylon in amplessi erotici, arrivavo e mettevo calze subito come prima cosa .
Ma ero sempre “maschio” che la scopava. Ma lei, natura di attiva dotata, aveva altro in mente.
Un giorno mi disse che aveva “problemi al culetto” ma era sicura che gli avrei fatto un bel pompino. Prima che potessi pensarci, mi ha spinto in basso e mi ha detto ” dai, inginocchiati…”e senza che avessi tempo di cominciare, ha preso la testa e si è scopata la bocca. Mugolava e mi diceva ” ma succhi da dea”, poi: ” sei una puttana lo sai?” “Adesso lo prendi in bocca ogni volta”. Quandoci siamo salutati quella sera mi ha detto ” ciao puttana” e da allora sei è rivolta a me sempre el femminile (cioè puttana o troia). Io ero confusa, ma in fondo eccitata.
Per 2-3 incontri sono arrivato(a), messo calze, lei sul letto a cazzo duro e io subito a farle un pompino, e mi accorgevo che succhiando mi accarezzavo cosce e gambe velate e lo mandavo divolta in volta più in fondo in gola.
Poi una volta….mi ferma mentre spompinavo e mi dice: ” oggi ti scopo amore” (unica volta che mi ha detto “amore”). Ero confusa; lei “tranquilla che non ti faccio male, però mettiti quei tacchi e quella parrucca”. Lo feci prima di poterci pensare, e fu la prima volta che camminai verso un letto in tacchi per farmi scopare. Mi mise parecchio Luan, e cominciò….un urlo quando si aprì il mio culo solo per far entrare la sua punta (doveva averlo sui 18 cm direi)!. Dissi “esci, esci!”, ma lei saggiamente (?) rimase dentro dicendo -testuale- “non stringere, spingi come quando vai di corpo!” (Uso’ espressione molto più terra-terra….) e quando mi sentì rilassare lo sfintere dolcemente lo spinse fino in fondo. Caso strano quando fu tutto dentro il dolore iniziale sparì in pochi secondi. Certo non posso dire che mi piacesse – ancora- ma lei avvertì che quando spingeva io le andavo incontro col culo, ricordo che mi disse:” ti piace eh, puttana”. Dopo 10 minuti ci dava dentro ben forte e mi uscirono i primi mugolii di piacere o degli “aahh!” o “oooh!” ogni volta che spingeva in fondo. Mi facevano impazzire ai lati della mia testa le ciocche bionde che oscillavano ad ogni colpo. Alla fine sporgendo le mie braccia dietro di me la presi per i fianchi, per spingerla dentro di me e finalmente mi uscì un liberatorio “scopami!!!!!”. Da allora i nostri incontri furono di quel tipo, e la mia mentalità cambiava. Quando avevo una sera libera pensavo “allora posso andare a farmi scopare”. La bocca le interessava meno anche se sempre cominciava da lì: amava il culo e il mio in particolare. Spesso dal bagno mi diceva ” mettiti pecorina sul letto cara”, arrivava da dietro e mi scopava subito senza ritegno. Spesso giochetti verbali tipo:”chi sei tu?” e io:”una puttanaaa!”, poi provocatori tipo “che faccio smetto?” e io “no ti prego, non smettere, scopami!”. In fondo la adoravo sia perché mi scopava ma soprattuto perché mi aveva “liberata” di nuovo.
Andò avanti un bel pezzo, ma….nella mia mente era sempre una bella donna, con belle tette, fisico perfetto e femminile , che mi possedeva. L’idea che potevo eccitare un maschio e fare amore con lui neanche mi sfiorava (perlomeno a livello conscio). Un giorno….arrivo e la trovo non nuda ma in vestaglia, e mi dice: “oggi ci prepariamo meglio puttana viene Fabio, un bel signore molto amico mio e vuole conoscerti”. Quindi mi ha truccata ( anzi fatta truccare guidandomi con maestria – ancora la ringrazio della scuola-) poi bel body, camicetta bianca, mini cortissima jeans (come dimenticare mia prima “mise”?) scarpe (sue) nere, belle calze color carne scuro con riga. Rossetto rosso acceso…
Quando sono passata davanti allo specchio, è stato un colpo: ho visto una troia femmina, di quelle che se le vedi per strada inchiodi la macchina e te la fai indipendentemente da quanto ti chiede….).
Quando è arrivato Fabio, un bel signore sulla 50ina con occhiali e barba incolta, gli ha detto “Fabio questa è Angelica, te ne ho parlato, una mia creazione” Ecco che sentii mio nome per la prima volta. Mi ricordo che Fabio disse:” ma è deliziosa!”. E lei: ” io vi lascio, Fabio fai con comodo io sto nell’altro appartamento dalla mia amica”. Io ero confusa e imbarazzata rimasta sola con uomo, cosa che deve averlo eccitato. Però non tirò fuori il cazzo come mi aspettavo (forse temevo, non so), ma, seduti sul bordo del letto, cominciò a baciarmi, una guancia, leccare collo, poi passò alle vere pomiciate con lingua sempre più intraprendente e commenti tipo ” ma sei stupenda amore”, ” e chi ti molla più adesso”, “seti tutta femmina” ecc.
Poi mi ha spinta dolcemente e mi ha fatto stendere sul letto con lui sopra a baciare ormai senza freni. Io piuttosto amorfa, poco rispondente ma neanche respingente. Secondo me ha capito benissimo che era il primo e si stava infoiando come un toro. Molto freneticamente si è levato pantaloni, mi ha detto di aprire le gambe che ha portato sulle sue spalle baciando caviglie gambe e calze, ha scostato il perizoma e mi è venuto sopra da davanti con tutto il suo peso.
Sono rimasta senza fiato quando il suo cazzo da zero, mi è arrivato dentro fino alle palle ( da davanti va davvero in fondo); ma non potevo neanche fare un sospiro perché avevo già sua lingua in bocca. Ero immobilizzata sotto di lui e scopata così a fondo che mi sembrava di averlo in gola. Lì mi sono resa conto che in realtà non avevo mai scopato…per quanto una bella trans ti penetri, scopi con una donna, “lesbichi”, ma un maschio è tutto diverso. Ti domina, ti senti dominata e anche umiliata e…donna.
Era cambiato come vocabolario: mi diceva tutti i sinonimi di puttana: troia, mignotta, sei una vacca da sfondare, sei solo una troia da godere, sei da letto ecc….Io ero sotto, e sentivo 2 forze che combattevano: l’educazione, gli anni da ragazzo etero, le fobie dell’omosessualità, e una gran voglia di lasciarmi andare, della mia vera natura che sbocciava allora dopo le avvisaglie adolescenziali.
All’improvviso quel viso che non avevo considerato e che stava sul mio, mi parve bello con la sua barba incolta; so che ebbi una specie di raptus liberatorio, lo afferrai per i capelli della nuca e gli dissi:” sbattitela finché ti va la tua puttana” e gli infilai tutta la lingua in bocca stringendolo con le braccia. Ero donna, senza ritorno. Gli tenevo la nuca e lo indirizzavo dove volevo baci o leccate, quando sbatteva forte gli mormoravo:” amore,amore,amore”, sembra incredibile ma lo amavo.
Questa è in fondo la vera puttana, quella che si innamora all’istante di quello che la sta scopando.
Siamo andati avanti una buona mezzora ( sembra poco, ma scopando a quelle intensità è una eternità…). Ho finito con così tanti succhiotti sul collo che per 3 giorni ho inventato scusa per non andare a pranzo dai miei…
Poi…la sborrata…la mia amica trans non sborrava, non sapevo cosa volesse dire…. un maschio che ti esplode dentro…(protetto, neanche a dirlo ma dentro). E’ una cosa di intensità unica, so che mentre mi avvinghiava e mugolava sborrando, mi è venuta questa precisa idea in mente :”mai più da maschio”! Cioè: ormai il sesso per me era quello.
Una bella cosa è che dopo sborrato non si è vestito e non mi ha lasciata, ma si è steso vicino a me, mi ha detto sottovoce belle frasi come ” sei stupenda” e mi accarezzava gambe, cosce e nylon. Io…ero un’altra persona. Mi accesi sigaretta, ci conversai da civetta, eccitandolo ancora con bacetti; la mia voce era persino cambiata, più naturale, muovevo mani e tutto il corpo con più grazia a femminilità.
Quella notte chiesi il piacere alla mia amica trans di lasciarmi uscire così com’ero, en femme, una volta avrei avuto paura “di esser vista”, ora DESIDERAVO esser vista. Avevo così paura di perdere quel momento magico e tornare come prima, che a casa mia sono andata a letto così. vestita (anche tacchi) con ancora l’odore della sborra, della saliva, del sudore di Fabio , il mio primo uomo, colui che ha avuto il privilegio di cominciare a scopare un bel ragazzo con le calze, ma alla fine ha sborrato dentro una bella donna.
Il giorno dopo l’ho dedicato a comprare calze sia nere che color carne, reggicalze, minigonne, scarpe e stivali, camicette e body, parrucche e trucchi. Ho speso molto, ma consapevole che erano ben spesi, per Angelica. Fabio ha continuato a scoparmi spesso, viveva nelle Marche ma veniva regolamente a Roma, mi ha scopata dalla mia amica altre 2 volte, poi in motel, e poi da me. Ho anche imparato che sapore avesse la sborra.
Ma mi mancava ancora di passare allo stadio successivo: al momento il sesso per me era Fabio, non pensavo ad altri , ero come un anatroccolo che segue la prima oca che vede…; ma lui ha risolto tutto una sera.
Senza neanche chiedermi se mi faceva piacere, mi ha detto “porto un amico”. Biagio. Non un bell’uomo, grassoccio, ma un cazzo…e sono di nuovo cambiata quando ho visto Fabio che si eccitava vedendo Biagio scopando e gli diceva:” sfondala dai, goditela questa puttana!” mentre lui mi stava in bocca…Alla fine mi hanno messo 2 cazzi insieme nel culo. Ho dato di proposito il mio biglietto a Biagio davanti a Fabio e gli ho detto ” quando vuoi chiamami e mi scopi”. Fabio c’è rimasto male, da allora con lui gli incontri si sono diradati ma Biagio mi ha scopato decine di volte e ho fatto anche una vacanza con lui in casa al mare nelle Marche in estate scopando giorno e notte.
E Fabio ha capito che da qual momento poteva scoparmi ma doveva condividermi con tanti altri. Se l’è cercata!
Se dal primo incontro con Fabio ne ero uscita donna, da quall’incontro ne sono uscita una puttana per tutti.
Penso fosse la mia natura e il mio destino…anche se mi piacerebbe trovare un compagno affettuoso e porco da far godere in esclusiva….oggi, dopo aver fatto sesso con centinaia di maschi, sarei forse pronta ad essere di un uomo solo che lo volesse.
Ma parafrasando Samuel Beckett….ASPETTANDO GODO…..