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Il mio amico del cuore

Mi dicevano, quando ero più piccolo, che il sesso era sporco. Poi lo provai e mi piacque, ma non pensavo di arrivare a quello che ho fatto con Giulio.

Mi chiamo Antonio, ho 25 anni e sono un operaio. Fin da quando avevo 12 anni ho fatto l’amore con tante ragazze, anche da quando ho iniziato a lavorare. Mi diverto il sabato sera a rimorchiare le belle ragazze, a trattarle bene e a farle divertire con il sesso.
Mi chiederete: perchè sto dicendo tutto questo? Beh perchè quello che ho fatto con Giulio è stata forse la mia più bella esperienza della mia vita.

Giulio ha un anno meno di me, ma abbiamo studiato insieme fin dalla prima media (fui bocciato) e siamo sempre stati amici di famiglia, anche se col tempo i miei genitori iniziarono a conoscere altra gente, io studiavo e giocavo con Giulio. E’ un ragazzo in gamba, sa come gestire ogni situazione e non è mai andato male in niente.
A 15 anni si dichiarò gay, ma fu accettato dalla classe e dalla famiglia. Io lo sapevo da tempo, ma non dissi niente a nessuno, proprio perchè non volevo che succedessero casini.

Quando avevo appena compiuto 18 anni è successo quello che è successo.
Un giorno eravamo a casa sua per giocare alla Playstation, eravamo soli in casa (i suoi genitori erano in crociera e sua sorella maggiore, che per di più mi sono fatto :P, era fuori città) e ci eravamo fatti una bella scorta di birra. Dopo un’ora di gioco e di trincamento, eravamo un bel po’ sballati, ma sempre coscienti, Giulio si avvicinò al mio collo e iniziò a leccarlo. Io lo stoppai e gli dissi se era matto o cosa, lui mi rispose che voleva farmi eccitare con il pretesto di farmi guardare un porno ed io gli dissi che poteva continuare, visto che mi piaceva.
Giulio vide che il mio cazzo era diventato duro, si avvicinò, mi sbottonò i jeans e cominciò a baciarmi il cazzo, ancora coperto dai miei boxer. Neanche il tempo di dirgli di smetterla che non riuscì a smetterla di eccitarmi. Gli dissi subito di togliermi le mutande.

Alla vista del mio pene enorme, Giulio si sorprese e mi disse che era la prima volta che vedeva un cazzo così grande. Si avvicinò sempre di più al mio uccello e mi iniziò a leccare la cappella e a spomparmi. Non riuscivo a parlare, ero eccitato come non mai. Le mie donne non erano riuscite a farmi stare così bene, anche se erano molto brave :). Riuscii a digli di smetterla, mi avvicinai a lui e gli dissi di finirla, lui non mi ascoltò e mi baciò.
Il bacio mi fece cambiare idea e decisi di togliergli i pantaloni. Il suo pene era fantastico, non era grandissimo, ma non era nemmeno troppo piccolo. Mi disse di provare a mettermelo in bocca, io ero un po’ schifato, ma presi coraggio e cominciai a qualche pompino. Dopo un po’ mi disse che per la mia prima volta non stavo andando male.

Giulio mi guardò e mi disse di cominciare a penetrarlo, prima però andò in camera sua e prese il suo lubrificante, mi chiese di metterglielo, glielo misi e cominciai. Il suo ano era abbastanza morbido e non ebbi molta difficoltà a penetrarlo. Io ero seduto sul divano, lui stava “cavalcando” sopra al mio pene. Godeva come non si era mai visto, gli dissi poi di mettersi a pecora e lo fece. Ero quasi al limite, gli dissi che stavo per venire, tolsi il mio cazzo dal suo culo e venni sulla sua schiena. Mi disse che era stato bello, ma voleva che io lo prendessi e gli dissi va bene senza esitazioni.

Gli chiesi di andarci a fare una doccia prima e poi potevamo anche continuare in salotto o in cameretta. Mi diede tutto l’occorrente e andammo a farci la doccia insieme. Dopo due minuti di doccia Giulio mi ribaciò e mi disse di farlo qui, che non voleva aspettare ancora. Mi prese alla sprovvista, si abbassò per leccarmi il mio pene tutto bagnato e dopo poco cominciai pure io. Poi mi disse di mettermi a pecora, mi iniziò a leccare il mio ano e a ficcarci le sue dita. Ero eccitato, prese il suo pene e iniziò a scoparmi. Il dolore iniziale durò solo pochi secondi che iniziai a stare bene. Mi stava fottendo benissimo che non gli dissi niente, anche quando crollai in terra dalla stanchezza. Dopo una decina di minuti di sesso sentii caldo dentro di me, ma continuò anche se era venuto. Stette altri 5 minuti a scoparmi e il suo cazzo non era intenzionato a riposarmi. Io gli chiesi se avesse preso il viagra, ma lui negò. Alla fine rivenne dentro di me e finii. Io che non riuscivo ad alzarmi dalla fatica, Giulio che aveva tra poco il fiatone, ci coccolammo per un po’, ci ripulimmo e ci asciugammo. Gli dissi che era la prima volta che mi sentivo felice con un uomo e lui mi rispose che non dovevamo innamorarci.

Per un annetto, durante le ore di Ginnastica (la prof non era molto sveglia) e durante i pomeriggi alla Playstation, scopavamo sempre, ma non rinunciai alle donne, perchè mi piacevano e mi piacciono tutt’ora, solo che ero diventato bisessuale perchè mi piaceva scopare con Giulio.
Dopo tanto tempo da quella prima volta dissi a Giulio di troncare questa relazione di solo sesso e decidemmo comunque di rimanere amici, anche se qualche volta non abbiamo rinunciato a qualche scopata eccezionale.

Oggi io sono sempre a conquistare le donne, sto bene e mi sento finalmente pieno, Giulio invece si è trasferito in una nuova città per andare a studiare medicina, è fidanzato e ha deciso di sposarsi in Spagna con il suo compagno.
A volte ci sentiamo su Skype e si parla sempre di quella prima volta a casa sua. E’ un ricordo che non andrà mai via dalle nostre menti.

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mi piace frustare il mio culo ……. e non solo

Due giorni fa , di mattina , sono andata ( scusate se  uso il femminile per sottolineare il mio essere  travestita ) nel mio posticino tranquillo per trasformarmi in donna .
La lunga spiaggia sembrava deserta , pochi bagnanti e ognuno distante dagli altri , molti nudisti , sopratutto stranieri .
Qui in Sardegna sembra ancora piena estate .

Ho parcheggiato tra i cespugli e dopo essermi denudata ho indossato un bichini blu cobalto , gli slip particolarmente piccoli e stretti  per trattenere il mio pisello tra le gambe , il reggiseno non necessita di imbottitura , anche se le mie tettine  sono piccole  il modello le solleva creando una lieve fenditura ( alcuni la chiamano cleavage ) tra i seni .

Il particolare caldo di questi giorni avrebbe dovuto sconsigliarmi di indossare la parrucca , avevo scelto una lunga di  colore castano con riflessi mogano e capelli mossi , ma vanitosa ed esibizionista non ho rinunciato a un tocco di femminilità in più .
 Avevo passato le prime ore della mattina a mettermi le unghie finte , so che gli uomini adorano sentire le unghie scorrere con dolcezza lungo il loro cazzo , in particolare mi diverte ed eccita passarle sulla cappella mentre con le labbra socchiuse soffio sopra di essa .
Ho visto molti  maschietti godere così .

A parte i miei pensieri mi  stavo annoiando , non passavano nemmeno i ragazzi di colore che vendono cianfrusaglie , quando ci sono mi piace provocarli nel mio abbigliamento femminile ma raramente accettano le mie proposte oscene ,  tipo fargli un pompino o farmi inculare . 
Quasi tutti in piena estate nelle ore più calde si fermano tra l’ombra dei cespugli , in quelle occasioni solitamente fanno un bagno in mare e poi nudi si riposano in  ombra .
ho visto cazzi straordinari , anche se mosci  ; purtroppo raramente , e quasi sempre solo  per una masturbazione , sono riuscita a tenerli in mano .
Le rare volte che sono riuscita a succhiare e prenderlo in culo  , quei cazzi neri , mi hanno fatto provare piaceri intensi e coinvolgenti 
Sembra strano quanto sperma schizzano , denso e di un candore incredibile , di sapore forte , intenso ,  tenerlo tra le mani vale un orgasmo ,  se poi riesco ad  assaggiarlo facendomi sborrare in bocca e odorarlo  per gli schizzi in faccia  godo sempre come una troia e mi sbrodolo le gambe con la mia sborrata .

Continuavo , annoiata , a passeggiare in spiaggia cercando di attirare l’attenzione di qualche maschio o di una coppia , tutto con scarso risultato .
Anche se alcune coppie si stavano lasciando andare in rapporti sessuali di ogni tipo sembrava che la distanza dagli altri fosse un modo per dire …… ” vogliamo restare soli “.

Ho deciso di trascorrere un po’ di tempo cercando novità su Xhamster ,  il mio profilo non è molto frequentato , allora ho aggiunto alcune foto più recenti e guardato qualche video e galleria fotografica .
Sono rimasto sorpreso da quanta gente ami farsi sculacciare , frustare il culo , cosa che ho sempre adorato subire 
Ho nelle mie foto un paio di s**tti fatti durante un auto sculacciamento o self spanking , e mi è venuta l’idea di realizzare un video e fare una serie di foto .

Mi sono eccitata al pensiero di farlo 

Ho deciso quindi di ritornare verso il parcheggio , in macchina ho sempre la borsa con le mie cose femminili , e realizzare qualcosa che mi eccitasse e se postato faccia anche eccitare chi mi guarda .
Mi sono tolta il bikini e ho cercato delle mutandine sexy  scegliendone  un paio rosa di pizzo che subito ho indossato .
Volendo apparire troietta ho indossato anche un mini di jeans e una camicetta trasparente 

Ho studiato come posizionare il cellulare in modo da fare una ripresa stabile , la borsa sul tetto della macchina faceva da sostegno 

Le poche auto sparse per il parcheggio tra i cespugli erano distanti e comunque non mi è mai importato se qualcuno mi vede in abiti o intimo femminile , tantomeno se sto facendo sesso.
Adoro essere guardata quando faccio la troia .

Ho fatto alcuni video , sollevavo lentamente la mini , accarezzavo il mio culetto , poi con la cintura della mini ho iniziato a frustare  le mie chiappe .
Se non lo avete mai fatto non potete capire il dolore che una cinghiata provoca , in particolare quando arriva piatta sul culo  e fa uno scrocchio particolarmente sonoro e secco .
Il dolore mi dava eccitazione e le cinghiate che davo al mio culo erano sempre più violente ,
le natiche iniziavano ad averne i segni viola e dove la cinta colpiva il gonfiore aumentava come aumentava la mia eccitazione .
Volevo farmi una sega per quanto ero eccitata  ma il desiderio di fare i video per poi postarli  è stato superiore , ho continuato a fare altri video , mi sono cambiata le mutandine e la camicetta è stata sostituita da un top nero , le cinghiate sul mio culo risuonavano secche in quel parcheggio .

Ho fatto una sosta e mi sonno ricordata che nella borsa termica avevo una bottiglia di acqua .
Ho abbassato le mutandine e mi sono fatta alcune foto del culo per vedere come era ridotto ,  cazzo se era mal messo !
Le prime piaghe violacee già si stavano gonfiando , il culo mi faceva un male bestiale ,  bruciava come il fuoco , fortunatamente avevo l’acqua nella borsa termica , acqua bella fresca che fatta scorrere sulle chiappe per qualche istante mi ha dato sollievo . 

Sono rimasta così , con la mini di jeans sollevata sui fianchi e le mutandine abbassate , culo e cazzo alla luce del sole . Continuavo a massaggiare le chiappe ma il bruciore non si placava , anzi , sentendo i segni lasciati dalla cinghia mi stava riprendendo il desiderio di continuare .

Come spesso accade in queste situazioni non prestavo particolare attenzione a quello che succedeva intorno a me , ero  presa a pensare se lenire il dolore o riprendere a frustare il mio culo ,  il dolore mi aveva fatto venire una discreta erezione , accarezzavo sia il mio cazzo che il mio culo , sapevo dentro di me che avrei continuato a frustarmi , il piacere era intenso e sicuramente sarei giunta ad avere un orgasmo .
È stupendo godere senza toccare il proprio cazzo , godere solo per l’eccitazione e il piacere che si prova subendo  dolore .

Ero pronta a riprendere la mia attività di auto erotismo , già  pensavo al culmine del mio piacere , avrei stretto il cazzo tra le cosce e mi sarei abbandonata  sborrandomi le gambe colpendo contemporaneamente il mio culo .
Ero pronta anche mentalmente all’intensità dell’orgasmo che avrei raggiunto .

Non ero pronta invece a sentire una mano estranea sul mio culo .

” fa male vero ? ” il tipo lo ha detto continuando ad accarezzare il mio culo , la mia sorpresa era ben visibile quando mi sono girata e la sua mano non ha lasciato il mio sedere .
” non tanto ” ho risposto , come se fosse normale che io mi frustassi in pubblico e che lui mi toccasse il culo , ero rimasta senza parole .

L’uomo  , di aspetto  giovanile era maturo  , completamente nudo con una perfetta abbronzatura integrale ,  dicendo il suo nome  ” mi chiamo Giovanni ” ha solo aggiunto “” sei una bella figa “” .

Ero ancora con la gonna sui fianchi e le mutandine abbassate , il dolore del culo lo avevo dimenticato ,  sorpresa come ero da quella imprevista presenza , al mio  primo gesto di sistemare la gonna Giovanni mi ha chiesto di rimanere come ero 
, a lui piaceva guardarmi così ha detto 

Non mi capita spesso di sentirmi in imbarazzo , ho cercato di nasconderlo  rispondendo con il mio nome , confusa  come ero mi è uscito naturale dire ” io sono Laura ”  .

La parrucca e i grandi occhiali da sole fortunatamente nascondevano  in parte il mio volto , avevo il timore che non si trattasse di un turista ma di un residente in zona . 
I residenti sanno che quel tratto di spiaggia è frequentato da gay lesbiche e coppie e se non sono interessati a fare incontri non frequentano il posto .
Se Giovanni era un residente e si trovava qui anche lui aveva un qualche vizietto  , quindi mi sono rasserenata e nel sistemarmi mutandine e gonna ho tentato di capire da che parte stava  dicendo …. “”””” Giovanni hai un bel cazzo , mi piace come sei depilato “”””””
Giovanni non era completamente depilato , aveva una striscia di peli corti che dalla base del cazzo saliva verso l’inguine , il cazzo era liscio come lisce erano le palle .

…..” Te Laura hai  un culo stupendo , stavo per segarmi mentre ti guardavo ma ho pensato che ti piacerebbe farlo a te di soddisfare le mie e tue voglie “”””
Giovanni andava diretto , senza giri di parole , avendomi chiamato Laura aveva accettato il mio ruolo femminile e non aveva nascosto la sua voglia di scoparmi e farsi spompinare .

Dopo le cinghiate avevo il culo che mi bruciava , non solo le chiappe , alcuni giorni prima mi ero fatta inculare da due ragazzi , uno aveva un cazzo talmente grosso e lungo che non ho voluto perdere l’occasione , ho pensato che in vita mia non mi capiterà una altro cazzo del genere . 
Il buco del culo mi bruciava quanto le chiappe appena frustate , in verità non avevo voglia di farmi scopare , se si trattava solo di un pompino potevo farlo , anche prendendo tutto il tempo per altri giochi , Giovanni aveva un cazzo non maestoso ma pur sempre sui 19/20 centimetri , non sarebbe stato semplice prenderlo in culo ,  in un culo ancora infiammato .

Cercando di essere convincente mi sono avvicinata a lui , ho allungato la mano per stringere il suo cazzo e avvicinandomi ancora di più , fino quasi a sfiorare le sue labbra ho detto ……””” tesoro se vuoi succhio  il tuo bel cazzo , ti puoi anche svuotare in bocca , non solo con la sborrata ( dicendolo ho fatto roteare la lingua sulle labbra ) mi puoi anche sciacquare dopo . “””””…..

Giovanni non era tonto , ha subito capito cosa volevo – qui è proibito farne cenno –  oltre alla sborrata , subito mi ha detto che lo avrebbe fatto ma voleva anche penetrare il mio culo .
Eravamo ancora vicinissimi , la sua lingua mi ha leccato le labbra e ridendo mi ha girata , mi ha piegata sul cofano della mia auto , senza abbassare le mutandine ,  che avevo appena sistemato , solo spostandole il suo cazzo ha strofinato tra le chiappe e si appoggiato al mio culo.

“”””””daiiiii così asciutto mi farai  male “””””…. Ho detto , forse in modo poco convincente , per risposta lui ha spinto ancora con più  forza facendo entrare tutta la cappella nel mio culo .
Mi stringeva le tette con forza , pizzicava e torceva i capezzoli strappandomi qualche lamento ma provocando anche eccitazione  e piacere 

La cappella di Giovanni rimaneva ferma nel mio culo , solo ogni tanto sembrava scorrere avanti e indietro ma forse ero io che muovendomi durante il suo torturarmi le tette e i capezzoli la facevo muovere .
Mentre mi stava scopando quasi immobile , se non per le mani che continuavano a tormentare i capezzoli , Giovanni mi chiamava troia , puttana , rotta in culo e bocchinara , poi aggiungeva che dovevo diventare la sua puttana , che dovevo scopare con lui e per lui . Mi stava eccitando , e lui si eccitava sempre di più , il suo cazzo ora sembrava nel mio culo ben più  virile   , piu animato , lo sentivo che lentamente mi stava aprendo tutta , il culo si era adattato e ormai lo accoglieva senza ostacolo , era tutto dentro .
Sentendolo tutto dentro ho iniziato a contrarre le chiappe e i muscoli anali , mi piace far godere il mio compagno in questo modo , solo stringendo il mio corpo attorno al suo cazzo .

Giovanni sembrava gradire i miei movimenti , mi baciava il collo e cercava la mia bocca , la sua lingua toccava la mia ma non smetteva di tormentarmi tette e capezzoli che ormai mi dolevano veramente . 
Ho sussurrato …….. “””” tesoro mi stai facendo male “”””””…… , la sua reazione è stata quasi bestiale , ha preso a stantuffare il suo cazzo nel mio culo con maggiore forze ,  dicendomi che ero una baldracca bastarda che non accontentava il suo padrone , mi ripeteva che se mi frustava lui le piaghe del culo sarebbero state permanenti e continuava a torcere i miei capezzoli 
che ormai erano viola  e paurosamente gonfi .

Per cercare di calmarlo ho girato la testa cercando la sua bocca volendo baciarlo e distrarlo , come ho avvicinato la bocca aperta per baciarlo mi sputato dentro , allora ho simulato qualche gemito di piacere continuando a stringere le chiappe sul suo cazzo , ora immobile e tutto dentro il mio culo , e con voce suadente ho chiesto che mi riempisse il culo con la sua sborrata .
Ripetevo a voce bassa che mi stava scopando in maniera meravigliosa , che mi stava facendo godere da pazza  , che volevo sentire il suo cazzo nuovamente nella mia bocca . 

In effetti stavo godendo veramente anche se impaurita dalle reazioni di Giovanni  che era comunque un amante instancabile , forse era da più di 45 minuti che mi stava scopando il culo e non dava segni di cedimento .
Mentre mi godevo quel cazzo in culo ho pensato che ero stata io , con le mie cinghiate al culo a far capire che mi piace soffrire e godere soffrendo , Giovanni si stava comportando di conseguenza ,  e le mie paure non avevano ragione di es****re .

Ho cambiato totalmente atteggiamento , ora mi sentivo posseduta da un vero maschio , volevo ardentemente i suoi baci , le sue torture e sopratutto le sue sborrate , il mio cazzo iniziava a pulsare segno che stavo realmente godendo tra le braccia di quest’uomo . 

Giovanni dopo la sfuriata aveva ripreso a baciare il mio collo , a succhiare le mie orecchie e sopratutto a cercare la mia bocca con la sua , il suo respiro ora più affannoso era forse il segno che stava per godere ,  con molta dolcezza  gli ho chiesto se mi voleva sborrare in culo o in faccia e bocca , dicendomi che ero una fantastica puttana , una vera donna mi ha lasciato decidere a me .

…….” Fai in fretta a decidere Laura , ho voglia di godere “”””””…….
io ho risposto …….””””””amore godi in culo ti trattieni subito dopo il primo schizzo e mi riempi la bocca  , ti voglio “”””……

Con pochi movimenti del cazzo Giovanni mi ha fatto sentire le pulsazioni del suo 
orgasmo , ho sentito il cazzo bagnato e appiccicoso che scorreva tra mie chiappe e ho avuto giusto il tempo di abbassare la testa che una seconda ondata di sperma mi ha riempito labbra e bocca .
La sensazione di avere il culo che colava di sperma e averlo anche in bocca e sulle labbra mi ha entusiasmato .
A bocca aperta ,  in piedi e abbracciata a Giovanni , ho giocato con la lingua e lo sperma , lo facevo colare fuori dalla bocca fino al mento , qualche goccia scivolava lungo la gola , poi con un risucchio recuperavo tutto , le mani di Giovanni tra le chiappe continuavo ad eccitare il mio culo , ciò faceva aumentare la mia salivazione . Ormai la bocca non poteva più contenere sperma e saliva ma non volevo perdere il piacere di trattenerlo ancora dentro , con piccoli e distanziati ingoi ho smaltito tutto mentre stringendo il mio cazzo tra le cosce ho goduto  .
La mano di Giovanni già bagnata dal mio culo si è portata tra le mie cosce dove il mio pene continuava a gocciolare sperma , stringendomi con un braccio dietro la schiena mi ha avvicinata a lui , leccato le labbra e portato la sua mano piena della mia sborrata tra di esse per farmi succhiare tutte le dita . 
Per un po’ abbiamo continuato a baciarci e io a cercare di provocare una nuova erezione a Giovanni , usavo lingua e bocca ma il lungo orgasmo che aveva avuto non permetteva a breve nuove erezioni 

Ormai esausti ci siamo bevuti una birra che avevo nella borsa termica , Giovanni prima di aprirla l’ha passata sulle mie chiappe segnate dalle cinghiate , un gesto dolcissimo , mi ha chiesto se stavo bene , ho risposto con un bacio veramente appassionato e dicendo che lui mi aveva fatto stare benissimo .

Dopo aver fatto una lunga chiacchierata siamo dati appuntamento per i prossimi giorni ,  Giovanni , mentre bevevamo la birra ,  mi ha accennato che mi vuole fare delle sorprese . 
Se la mia immaginazione non sbaglia so che il nostro incontro mi riserverà veramente delle sorprese , se belle non lo so .

Giovanni mi ha stregata  e credo che potrei fare ogni cosa per stare con lui .

Un  ultimo lungo abbraccio al corpo nudo di Giovanni e un ancora più lungo bacio e ci siamo salutati .

 

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Roberto, il figlio del mio vicino (Seconda parte)

Avevo costretto il figlio del mio vicino Gianni a succhiarmi mentre suo papà era fuori ma ce l’avevo ancora duro e pensavo che il giovane Roberto fosse disponibile ad altre avventure hardcore.

Quel ragazzo sexy era sdraiato sul sofà nel loro soggiorno e mi guardava coi suoi enormi occhi verdi. Sembrava non avesse alcuna fretta di rimettersi i vestiti dopo avere succhiato fuori tutto il possibile dalle mie palle. Lo guardavo giocare delicatamente col suo giovane cazzo, la pelle nuda che brillava per il suo sperma ed il mio.
“Piccola puttanella!” Risi mentre sentivo il mio uccello rispondere al suo sospiro. “Direi che ti è piaciuto farmelo.”
“Tu non hai detto no.” Replicò Roberto continuando a carezzarsi il pene.
“No, non l’ho fatto. Mi è piaciuto, caro. Dove hai imparato a fare così bene i pompini?”
“Mi ha insegnato mio zio.” Disse tranquillamente il ragazzo. “Gli piaceva che glieli facessi.”
“Ci posso scommettere.” Ridacchiai. “Perché l’hai denunciato alla polizia?”
“Non l’ho fatto io. Mia mamma ci sorprese insieme a letto. Fu lei a farlo.”Mormorò il ragazzo.
Io mi strofinai con più forza il pene.
“Cosa ti stava facendo quando lei entrò?”
Roberto chiuse gli occhi e pompò più vigorosamente il suo giovane cazzo.
“Ero sdraiato su di lui sulla mia schiena. Lui mi stava inculando ed io mi stavo facendo una sega con forza.”
“Eravate tutti e due nudi?” Ansimai.
“Uh hu!” Accennò. “Io stavo per sparare il mio carico e lui stava cominciando a vuotare le palle nel mio buco del culo quando lei aprì la porta.”
“Cristo! Cosa accadde?” Ansai.
Il ragazzo sorrise debolmente.
“Ci guardò poi andò a chiamare la polizia.”
“Sangue di Giuda!” Esclamai eccitato e duro per quello che diceva. “E’ successo così!”
“Sì… io dissi, che non stava costringendomi ma non contò molto. Mia mamma era gelosa, pensava di essere la sola che lui fotteva oltre alla moglie, non sapeva che gli piacevano i ragazzi.”
“Povero te.” Mi avvicinai, mi sdraiai sul divano sopra di lui e cominciai a strofinare il mio sesso tra le sue gambe. Lui si avvolse immediatamente intorno a me baciando con grande desiderio la mia bocca. Impazziva per il cazzo. Non era riluttante così mi inginocchiai e cominciai a strofinare la testa del mio sesso tra le natiche del suo culo bianco e sodo. “Dimmi quanto lo vuoi dentro di te.” Gli dissi piano.
“Oh cazzo, non lasciarmi in bianco!” Gridò rauco; aveva una voce così sexy. “Sono settimane che non vengo inculato per bene ed il tuo cazzo sembra così grosso e duro.”
“Hai bisogno di lubrificante?” Gli chiesi.
“Solo un po’ di saliva.” Mi assicurò. “Zio Bruno usava solo la saliva quando mi penetrava e mi ha inculato da quando avevo 11 anni.”
Quasi entrai nella sua fessura quando lo disse. Bastardo fortunato quel Bruno! Bene, non così fortunato a dire il vero, voglio dire che lui era in galera ed io invece stavo godendo il suo libidinoso nipote. Ma sempre fortunato ad essere stato il primo a prenderlo.
Lo schiaffeggiai un paio di volte con la cappella e bagnai la sua brillante increspatura rosa con la saliva. Delicatamente spinsi un dito nel suo buco per esaminare quanto era stretto. La risposta fu ‘molto ‘ ma il suo anello era rilassato e mi permise di entrare abbastanza facilmente. Infilai un paio di dita per allentarlo a sufficienza per il mio grosso cazzo.
“Mmmhhhh…” Si lamentò contorcendosi sotto di me deliziosamente sexy.
Gli baciai il collo e cominciai a succhiargli i capezzoli mentre fottevo la sua piccola condotta stretta. Vedevo che gli piaceva, Roberto si stava di nuovo strofinando il giovane cazzo. Gli diedi un terzo dito e lui cominciò a gridare impaziente, il suo corpo magro ondeggiava come un’onda mentre cavalcava la mia mano.
“Cosa vuoi, Roberto?” ansai emozionato.
“Il tuo… il tuo cazzo!” Ansò. “Per favore! Infilami col tuo cazzo!”
Lentamente tirai fuori le dita appiccicose dal suo ano ammirando il piccolo ‘o ‘ scuro che mi faceva l’occhiolino. Sciaffeggiai due o tre volte in buco aperto, poi posizionai il glande colante contro l’ingresso invitante. Quando fece l’occhiolino aprendosi come la lente di una macchina fotografica, la testa del mio cazzo scoccò facilmente nel suo ano.
Roberto ansò di nuovo e gridò quando mi sentì penetrargli il buco.
“Va bene, Roberto?” Gli chiesi. “Perché a me va bene. Dimmi cosa fare.”
“Inculami!” Piagnucolò contorcendosi come un serpe sotto di me. “Spingimelo dentro completamente. Voglio sentirlo dentro di me. Voglio sentire che lo usi per incularmi con forza.”
Gemetti di piacere. Era veramente un bad boy e mi piaceva. Quello piccola puttana eccitante! Avrei voluto fotterlo immediatamente ma sapevo di avere un cazzo grosso e mi presi il mio tempo spingendolo lentamente sempre più profondamente finché il suo giovane buco ebbe ingoiato ogni centimetro del mio grosso attrezzo di 23 centimetri. Le mie palle erano appoggiate alle sue natiche e si lui stava lamentando ininterrottamente.
“Per favore! Per favore fottimi! Ho bisogno di essere inculato!”
“Oh sporca puttanella!” Grugnii ed afferrai il suo culo nudo e morbido con ambedue le mani. Il mio uccello duro cominciò a scivolare lentamente dentro e fuori di lui. Era una sensazione così incredibile che ci volle tutto il mio controllo per non riempire subito il suo giovane culo stretto con la mia sborra. Il suo interno era infuocato, i suoi lombi così caldi e bagnati. Era meglio di qualsiasi cosa avessi mai avuto.
Cominciai a pompare il suo retto più duramente spingendo la mia lunghezza nel suo ano e tirandolo indietro finché ci rimaneva dentro solo la testa prima di immergermi di nuovo profondamente nei suoi intestini. Lui sgroppò e guaì sentendo che i miei colpi diventavano più veloci nel suo culo, strofinando con forza i punti sensibili che io sapevo essere in lui, stuzzicandolo per avvicinarlo sempre più all’orgasmo. Quando le mie spinte potenti lo portarono all’orlo, presi fiato e mi estrassi dal suo buco del culo che si contorceva.
“No!” Strillò indifeso afferrandomi e tentando di tirarsi contro di me, quasi montando il mio uccello nella sua eccitata disperazione.
“Mettiti in ginocchio sul pavimento e succhiami!” Ordinai mettendomi in piedi per negare al suo culo desideroso il piacere del mio pene.
Roberto frignò desolato ma scivolò in terra, inginocchiandosi sul tappeto sporco del soggiorno e prese in bocca la mia erezione come una troia, succhiandola avidamente. Lasciai che gustasse il suo culo scaldato dal mio cazzo e gli carezzai i capelli neri umidi di sudore mentre godevo la carezza delle sue labbra ed il tocco della sua lingua sul mio palo sensibile.
“Sei un magnifico succhia cazzi, potrei lasciartelo fare ogni pomeriggio!” Ansimai. “Ma ora sono pronto per altre azioni sul di dietro. Mettiti sul divano e mostrami il tuo buco da sgualdrina.”
La giovane puttanella si gettò subito sopra il sofà allargandosi le natiche pallide e mostrare il suo ano ben allenato. Mi acquattai dietro di lui ed appoggiai la cappella al suo anello stretto.
“Ohhh!” Si lamentò piano.
“Ragazzaccio” Grugnii. “Mettiti le dita in quel buco di sporco ragazzo e fottiti per me!”
Le sue lunghe dita subito scesero al buco del culo e cominciò a penetrarsi diligentemente. Praticamente stavo sbavando alla vista del ragazzo nudo che giocava col suo ano come una prostituta.
“Sei una tale troia sporca, Roberto” Gli dissi. “Hai veramente bisogno di molto cazzo, non è vero ragazzino?”
“Per favore fottimi!” Frignò.
“Non finché non mi confessi che prostituto sei.” Lo stuzzicai carezzandogli la fessura col mio cazzo colante.
“Io sono la peggior puttana!” Gridò. “Zio Bruno diceva che io sono buono per essere fottuto in ogni modo. Ti lascerò fare qualsiasi cosa, solo fottimi il buco. Per favore!”
“Piccolo giocattolo sporco!” Ringhiai estraendo le sue dita dal suo culo e conficcandoci di nuovo il cazzo. Afferrai le sue anche magre e tirai il buco del ragazzo sopra il mio uccello impalandolo sino alla radice.
Roberto gridò e seppellì la faccia nel cuscino, il suo giovane culo cavalcava il mio cazzo alla grande. Io lo tenni per le natiche e colpii con forza e profondamente il buco stretto. Le mie pesanti palle schiaffeggiavano tra le sue gambe mentre io spingevo spietatamente. La sua condotta stretta stava praticamente succhiandomi il cazzo, tentando di trascinarmi indietro ogni volta che mi estraevo dal suo ano. L’attrito delizioso mi stava portando a venire con forza dentro di lui e sentivo che la piccola puttana stava avvicinandosi a scoppiare di nuovo.
Lo alzai tra le mie braccia, così ora stava inginocchiato, con le mani contro i cuscini del sofà mentre io lo sodomizzavo. Roberto soffiava ed ansava singhiozzando mentre lo chiavavo sempre più forte. Le mie dita circondarono l’asta del suo cazzo e lo pompai mentre inculavo il ragazzo nudo. Lui cominciò a frignare come un cucciolo preso a calci mentre sentivo che cominciava a venire. Il suo buco stringeva dannatamente intorno al mio cazzo mentre vedevo il suo sperma schizzare sul cuscino del divano.
Tenendo il giovane per i capelli lo costrinsi a leccare ogni goccia dalla stoffa marrone mentre pompavo la mia calda crema di uomo nel suo buco accogliente e soddisfacente. Gemetti in estasi mentre riempivo il suo piccolo culo sexy col mio seme.
“Oh sì! Sì!”
Roberto si inginocchiò di fronte a me e succhiò e leccò il mio cazzo per pulirlo dopo che avevo usato il suo buco del culo. Era così obbediente. Mormorai una piccola preghiera di ringraziamento a suo Zio Bruno per averlo addestrato così bene.
“E’ stata un’inculata fantastica, Roberto” Gli dissi vestendomi.
Lui era ancora seduto sul pavimento nudo, sembrava stordito e sottomesso così gli carezzai i capelli. Roberto mi guardò con un piccolo sorriso stanco.
“Hai goduto del mio grosso cazzo?” Gli chiesi affettuosamente.
Lui accennò subito col capo.
“Bravo ragazzo. Più tardi, quando tuo padre sarà tornato e starà russando nel suo letto, potrai strisciare fuori e venire nel mio letto con me. Ok? Ti darò un’altra bella inculata. E’ evidente che ne hai bisogno .”
“Grazie.” Bisbigliò quasi timidamente.
“Sarai il benvenuto.” Risposi tirando in piedi il ragazzo nudo, carezzandogli il cazzo e dicendogli di non rimettersi i vestiti prima che me ne fossi andato.
Mentre attraversavo la strada vidi Gianni in lontananza; sorrisi, improvvisamente grato al vecchio ubriacone, per aver ‘prodotto’ un tale delizioso ragazzo per il mio piacere sessuale.

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Io, Mio Zio E La Doccia

PARTE 1
La seguente è una breve storia, sta alla vostra immaginazione scoprire se trattasi di fatti realmente accaduti o pura fantasia…

Ho quasi 37 anni, mi ritengo un eterosessuale di larghe vedute e ho sempre amato i corpi nudi delle donne. Sin da piccolo ero attratto dalle grosse tette, i miei sogni erotici allora vedevano come protagoniste Samantha Fox, Sabrina Salerno o Debora Caprioglio; quanto amavo il pelo e le donne dalle fattezze mediterranee!.
Quella che vi voglio raccontare però, e non so perchè lo faccio, è una strana esperienza che accadde parecchi anni fa, che mise in dubbio alcune mie sicurezze. Ero un adolescente in una delle ultime vacanze estive con la mia famiglia. Ci vennero a trovare una coppia di zii e passarono con noi qualche giorno. Una mattina, uscendo dall’acqua, mi avvicinai allo sdraio dove c’era mio zio Paolo, girai dietro, vicino all’ombrellone per prendere un asciugamano e l’occorrente per fare la doccia e l’occhio mi cadde sul suo corpo. Mentre afferrai l’asciugamano dalla borsa vidi lui che con una mano si stava sistemando il costume, alzandolo abbastanza da farmi vedere tutto. Vidi il folto pelo nero e il suo pisello a riposo, gli diede una sistematina e poi sferrò un potente colpo di tosse.
Gli dissi che andavo a fare la doccia e lui mi chiese di aspettare, che sarebbe venuto con me. Una volta preso l’occorrente, andammo a fare l’interminabile fila per entrare nelle cabine doccia, e una volta arrivato il suo turno mi invitò ad entrare con lui. Io rifiutai più volte, dissi che sarei entrato dopo di lui, ma data la sua insistenza, e soprattutto visto che le gente intorno a noi ci stava fissando, decisi di entrare lo stesso anche se mi vergognavo.
Appena dentro, zio Paolo ironizzò con il suo solito sarcasmo, dicendomi che eravamo entrambi uomini, che non c’era nulla di cui vergognarsi, e che avremmo fatto sicuramente prima a lavarci insieme. La cabina, oltre che minuscola, era anche un pò scassata, eravamo troppo stretti e non c’era neanche un posto su cui poggiare lo shampoo o il sapone, così mi chinai ad appoggiare asciugamano e occorrente a terra e, quando alzai lo sguardo, vidi a pochi centimetri da me il cazzo di mio zio che, senza alcun indugio, si era già tolto il costume e aveva aperto l’acqua. La visione ravvicinata durò pochi secondi ed io imbarazzatissimo mi alzai il più velocemente possibile. Il problema fu che lo spazio lì dentro era davvero troppo piccolo per due persone, in più l’avere un uomo completamente nudo quasi attaccato a me
mi fece arrossire. Cercai di non darlo a vedere e mi girai dandogli le spalle, non mi tolsi il costume, anche se mio zio mi invitò a farlo più volte. Volevo fare il più velocemente possibile ed andarmene, ma mio zio mentre si lavava e canticchiava sembrava volersela prendere comoda. Per forza di cose, ci trovammo ancora uno di fronte all’altro, lui, come se niente fosse, si insapò il cazzo che non era più a riposo come prima, non era neanche eretto, era un via di mezzo diciamo. Se lo menò con naturalezza, guardando in alto ed io devo ammettere che per qualche istante glielo fissai. Poi finì e mi invitò a lavarmi, cercando di lasciarmi il posto vicino allo spruzzone della doccia. Passandomi vicino, quasi ci incastrammo, io mi spostai di spalle, lui ovviamente frontale, ci ritrovammo così a strusciarci contro, io sentii sia la sua pancia che il suo pene scivolarmi addosso per qualche secondo, poi raggiunsi la posizione e iniziai a lavarmi. Mi rimproverò simpaticamente dicendomi che non era possibile fare la doccia con il costume addosso, mi chiese anche se volevo che uscisse, ma alla fine, per non fare la figura del pivello, mi tolsi il costume velocemente e sempre dandogli le spalle iniziai ad insaponarmi. Non so se mi stesse guardando o meno,
la mia percezione fu che lo stesso facendo, ma continuai comunque a fare quello che dovevo fare. Mi imbarazzai ancora di più quando mi accorsi che il mio pisello in quel momento era davvero minuscolo, tutto ritirato ed un pò raggrinzito, sembrava quello di un bebè, dannata acqua! Penso in quell’istante di essere diventato ancora più rosso; non so cosa mi imbarazzasse di più, se l’essere nudo davanti a mio zio, l’aver visto il suo cazzo barzotto spuntare dal cespuglietto nero a pochi centimetri da me, oppure ancora, l’avere un mini pisello da nascondere per non essere deriso. Finita la doccia girai lo sguardo e vidi che finalmente si era rimesso il costume, cercai di asciugarmi e di rivestirmi il più velocemente possibile, ma per quanto provai a starci attento, incrociai il suo sguardo e mi accorsi
che mentre mi tirai su il costume lui vide il mio pistolino. Uscimmo da quella piccola cabina e vidi che la gente ci guardava in modo strano, infondo pensai anch’io che non era così normale vedere due uomini, o meglio un uomo ed un ragazzo uscire insieme dalla stessa doccia, poi però pensai che ci avrebbero potuto scambiare per parenti e questo un pò mi rassicurò.

PARTE 2

Passò un giorno e quello che era successo mi sembrò solo uno strano episodio a cui non dare troppa importanza; arrivò così la sera successiva, due giorni prima della partenza dei miei zii. Non avevo voglia di uscire ma riuscii lo stesso ad ottennere a fatica il permesso di rimanere nell’appartamento a guardare la tv. All’ultimo anche zio Paolo decise di starsene a casa, disse che non aveva ben digerito; così quella sera con mia zia uscì il resto della famiglia. La prima parte della serata si svolse in maniera tranquilla, io me ne stavo spaparanzato sul divano con canotta e costume a guardare la tv mentre mio zio era in bagno a fare la doccia.
Poi arrivò il secondo “contatto” che mi colse ancor più di sorpresa. Finito di far la doccia, zio Paolo mi raggiunse in soggiorno con addosso solo i boxer del costume, mi invitò a fargli spazio e si sdraiò dietro di me sul divano, Gli dissi che c’era troppo poco spazio per due persone e che gli avrei lasciato il posto, ma ancora una volta lui insistette affinchè tutti e due ce ne stessimo sdraiati su quel minuscolo divano.
Non passò molto ed inizio a farmi dei discorsi strani, che ancora oggi non ricordo letteralmente, in quanto un pò vaneggianti. Fu qualcosa riguardo all’essere uomini che hanno dei particolari bisogni, sul fare delle cose e mantenersele per se, una frase che ancora ricordo fu qualcosa del tipo: “Quello che faremo in questi giorni noi due, rimarrà sempre e solo fra noi due, nessun altro dovrà mai saperlo, per nessun motivo”. Tornò in me quel senso di imbarazzo, ricordo che all’inizio non riuscii a dire o a fare niente, lui mi continuò a ripetere di lasciarlo fare ed iniziò a massaggiarmi delicatamente la schiena fino ad entrare sotto il costume. Ero di spalle, ma percepii chiaramente che mentre esplorò il mio culo con una mano, con l’altra si accarezzò l’uccello sotto i suoi boxer.
Ad un certo punto si fermò, si alzò e si mise proprio di fronte a me, Fui in grado di vedere per bene la sua erezione sotto il costume proprio a pochi centimetri dalla mia faccia. Mi disse: “Non ci deve essere nessuna forzatura e dobbiamo essere in due a volerlo. Se anche tu lo vuoi abbassami il costume!”. Ci furono diversi secondi di silenzio ed imbarazzo, io fissai il suo pacco davanti a me, senza saper bene cosa fare o cosa dire e sentii di essere arrossito in volto. Non dissi niente e rimanendo sdraiato afferrai con due mani i lati dei boxer sui fianchi e con una sola mossa glieli abbassai di colpo, facendo fuoriuscire il cazzone ben armato dello zietto che mi puntava bello dritto, incorniciato dal solito cespuglietto nero. Glielo fissai per un pò, senza paura, questa volta non mi fregò che lui mi stesse guardando. Notai prima il piccolo buchino dinanzi a me, poi la consistenza della cappella e la lunghezza notevole di quel pisellone, io volli quasi toccarglielo ma mi anticipò, menandoselo e scrutando la mia reazione. Continuai a fissare il suo cazzo e senza mai distogliere lo sguardo gli dissi: “Se vogliamo giocare va bene, ma niente penetrazione”, lui annuii e mi chiese se volessi sederglisi sopra. Feci di si con un cenno e mi alzai così che lui si potesse accomodare. Gli diedi la schiena e mi sedetti sopra di lui, proprio sopra il suo arnese. Facemmo un pò di avanti e indietro per stabilire un contatto, lo zio fece per sfilarmi il costume da dietro ma io lo fermai con le mani. Mi disse che se volevo sentire la consistenza avrei dovuto togliermelo, così mi alzai leggermente e gli permisi di abbassarmi il costume, mi risedetti sul suo pene e poi me lo sfilai del tutto. Ci ritrovammo così completamente nudi, uno seduto sopra l’altro ed entrambi con il cazzo in tiro. Continuammo a muoverci e a sfregarci, io sentii il suo arnese in mezzo alle chiappe, che puntava dappertutto e decisi di lasciarmi andare. Mi chiese se poteva toccarmelo e io glielo feci fare. Si dedicò al mio membro con particolare cura e amore. Lo afferrò con forza ma non mi fece male ed iniziò a muoverlo, prima piano e poi sempre più velocemente. Misi le mani sotto il mio culo per saggiare in prima persona la grandezza del suo cazzone. Gli scivolai di fianco e glielo afferrai per bene con due mani. Era davvero grande, tanto che non bastarono due mani per afferrarlo tutto, ne avanzò un bel pezzo! Me lo fece trastullare per un pò poi, sempre uno di fianco all’altro, ci masturbammo a vicenda. Fui io il primo a venire, lui mi invitò a farlo godere con il culo, mi appoggiò la grossa cappella all’ano cercando l’entrata, ma su quello ero stato chiaro, “nessuna penetrazione”. Gli appoggiai quindi il pene tra le mie chiappe e continuai a fare avanti e indietro, sempre più velocemente, fino a che sentii che ansimante mi annaffiò il didietro. Mi chiese di mettermi chinato a novanta con la faccia sul divano e io lo accontentai; quando mi ritrovai con il culo in aria, lui si mise a giocare con le dita spalmandomi il suo sperma intorno all’ano. Trasgredì poi alle regole infilandomi a tradimento l’indice nel culetto, cosa che mi fece arrabbiare e decretò di fatto “la fine dei giochi”. Lo rassicurai sul fatto che non fossi arrabbiato e che quello che avevamo fatto non lo avrebbe mai saputo nessuno. Gli chiesi però, e su questo fui categorico, che la cosa non si sarebbe dovuta ripetere. Lui annuì e così andammo a lavarci.
Facemmo per la seconda volta in 2 giorni la doccia nudi insieme, solo che questa volta ci fu meno imbarazzo ma allo stesso tempo un pò di tensione per il probabile imminente rientro della famiglia. Fortunatamente fummo prudenti e quanto tornarono i nostri cari facemmo finta che nulla fosse accaduto.

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Roberto, il figlio del mio vicino (prima parte)

Abitavo sull’altro lato della strada dove stavano Roberto e suo papà. Lui era un bambino grazioso, io l’avevo visto crescere. Avevano sempre vissuto lì da quando lui era piccolo, ad eccezione di quando Roberto era stato tra i 10 e 14 anni. Sua mamma e suo papà si erano separati e lei aveva preso con se i bambini, Roberto e la sua sorella maggiore, a vivere con sua sorella e suo cognato.
C’erano stati molti rumors su quello che era accaduto mentre lui era via. Il pettegolezzo aveva detto che Roberto aveva accusato suo zio di abuso sessuale. L’uomo era stato perseguito per possesso di materiale indecente, e questo era vero, era stato scritto sul giornale locale. Lui fu spedito in galera per cinque anni.
C’erano state anche altre storie oscure: la sorella scomparve senza lasciare traccia, la mamma fu trovata morta in una macchina, apparentemente si era suicidata. E Roberto, il piccolo dolce bel Roberto, ritornò a vivere con papà nella casa al di là della strada.
A Gianni, suo padre, piaceva bere, era risaputo, questa è una piccola città ed i pettegolezzi circolano. Era una delle ragioni perché avevo tenuto sempre segreta la mia sessualità. Se la mia vecchia mamma avesse saputo che ero omosessuale gli sarebbe venuto un colpo. Quindi dovevo essere discreto. Me ne andavo ognivolta sentivo il desiderio, andavo in altre città più grandi. Non avevo mai guardato un uomo nella mia città. Là io ero uno degli uomini, il buon vecchio Bob.
A Gianni piaceva anche scommettere e sapevo che il sabato mattina alle 11 era con gli allibratori e ci passava le ore seguenti. Quindi quella mattina controllai discretamente che se ne fosse andato e capii che avevo tutto il tempo per mettere in azione il mio piano.
Avevo anche controllato Roberto, non era uscito molto in quei giorni. Pensavo che probabilmente sapeva quello che si diceva di lui e teneva un profilo basso. Si incontrava qualche volta con un gruppo di ragazzi più anziani che si riunivano sotto la spianata a mare. Andavano laggiù a bere sidro e farsi spinelli ma di solito non combinavano guai, solo erano un po’ chiassosi. A parte quello non sembrava uscire molto, certamente non di giorno. La vecchia gallina della porta accanto lo chiamava il vampiro e credo di sapere perché.
Lui è una piccola cosa magra, indossa sempre stretti vestiti neri, roba stracciata, proprio un piccolo punk. I capelli sono neri come quelli della mamma. Lei era una bella ragazza, io la vidi per la prima volta quando vennero a vivere qui. Lei era una vera bellezza anni ‘60, gambe lunghe e lunghi capelli neri, color inchiostro. Una bella faccia anche, come suo figlio. Lui ha una faccia veramente bella, naso poco pronunciato e grandi occhi verdi come un gatto. Ciglia lunghi e piccola bocca imbronciata; morbide labbra piene. Mi sarebbe piaciuto sentire quelle labbra intorno al mio cazzo.
Se i rumors erano veri, lui sapeva come succhiare un uccello!
E questo non è tutto. Secondo alcuni lui concedeva il suo culo sulla spiaggia a quei ragazzi in cambio di uno spinelllo.
Quel sabato mattina, dopo che suo papà se ne fu andato, corsi a comprare un paio di pacchetti di sigarette e delle lattine di bibite alcoliche. Poi ritornai ed andai alla porta posteriore della casa di Gianni. Sapevo che non usava mai la porta principale, scivolava sempre dentro e fuori dall’altra porta che non chiudeva mai a chiave. Sapeva di non avere niente di valore da rubare. Se avesse conosciuto il tipo di furto che volevo fare gli sarebbe venuto un infarto, ne sono sicuro.
Roberto era sdraiato sul divano a guardare la televisione quando misi la testa nel soggiorno. La casa era in disordine, nella cucina da dove ero passato i piatti da lavare erano accatastati da un paio di giorni. Mi spiaceva per Roberto, non era un luogo ideale per allevare un ragazzo.
Lui mi diede un’occhiata divertita quando entrai ma non chiese cosa ci facevo lì. Io avevo in mano le lattine e le sigarette.
“Devo vedere il tuo vecchio”, spiegai: “Gli avevo promesso di portargli questa roba. È qui in giro?”
“E’ andato fuori”, mormorò il ragazzo, i suoi occhi deviarono di nuovo alla Tivù dove un vecchio film in bianco e nero scintillava sullo schermo.
“Cosa guardi?” Chiesi sedendomi accanto a lui.
“Non so.” Roberto guardò alle lattine che avevo messo sul pavimento tra i miei piedi. “Posso prenderne una?”
“Non so. Tuo papà ti permette di bere?”
“Quello che non sa non lo disturba, non è vero?” Disse Roberto. Ora mi stava guardando con la sua espressione lievemente insolente. “Avanti, dammene una.”
‘Mi piacerebbe dartene uno!’ Pensai mentre lasciavo che i miei occhi corressero senza nascondere il fatto che lo stavo osservando. Indossava una t-shirt larga e jeans neri stretti con un buco sul ginocchio. Il suo giovane cazzo e le palle riempivano per bene l’inguine. Li potevo vedere spingere contro la stoffa usata.
Roberto vide bene quello che stavo facendo. Si appoggiò indietro contro il bracciolo del vecchio divano ed allargò intenzionalmente le gambe.
“Ti piace, vero? Dagli una bella occhiata, vecchio pervertito!”
Non me lo feci ripetere e lo feci, il mio cazzo era duro contro la mia chiusura lampo e lui poteva vederlo sicuramente.
“Se ti do una lattina, prima voglio vederti spingere giù i pantaloni. Voglio dare un’occhiata a quel piccolo corpo stretto” Gli dissi.
“Sporco stronzo!” Disse ma stava sorridendo come un piccolo squalo.
Si mise a sedere, si sbottonò i jeans e poi abbassò la zip. Io guardai emozionato mentre lui si appoggiava di nuovo indietro e si contorceva facendo scendere la stoffa nera sulle cosce snelle e bianche. Spinse le sue piccole mutande nere completamente giù fin sotto le ginocchia. Quando tornò a sedersi ed allargò le ginocchia gli indumenti scivolarono lungo le gambe sino alle caviglie. Alzò l’orlo della t-shirt in modo da farmi vedere il suo giovane cazzo che penzolava sopra il cuscino del sofà ed i peli neri e ben aggiustati delle sue palle sode. La sua pista del tesoro ordinata e nera cominciava appena sotto l’ombelico e correva verso il basso. Non era ancora molto peloso, ma quello che aveva era ben aggiustato a mezzo centimetro in lunghezza.
Gli diedi una lattina di sidro, senza parlare e lui sorrise e fece per tirarsi su i pantaloni.
“Non ancora” Dissi mettendo una mano sulla sua. “Tienli giù mentre bevi. Togliti la t-shirt, voglio vederti nudo.”
Sembrò pensarci per un momento, poi mise giù la lattina, fuori della mia portata, prese l’orlo della camicia con le due mani e se la sfilò dalla testa scura. I capelli ricaddero intorno al suo piccolo e pallido viso a cuore mentre lanciava spensieratamente l’indumento sul pavimento e riprendeva la lattina. Le sue lunghe dita bianche tirarono l’anello che gettò da parte mentre alzava la lattina alle sue piene labbra seducenti. Ingollò rapidamente l’alcol, mentre io ammiravo apertamente il suo snello corpo nudo.
La mia erezione ora stava pigiando contro la mia zip. Il ragazzo era una tale piccola bellezza e la mia testa era piena di imaginin oscene mentre lo guardavo, quasi completamente nudo ed apparentemente imperturbabile. Mi chiesi cos’altro sarebbe stato disposto a fare per il regalo giusto. Gianni non sarebbe ritornato per ore, avevo tutto il tempo per sodomizzare il suo bel ragazzo sul pavimento del soggiorno prima che tornasse a casa.
Roberto finì la lattina e la lasciò cadere sul pavimento come accidentalmente mentre lasciava cadere la camicia.
“Ti è piaciuto?” Mi chiese.
Io accennai col capo, incapace di parlare e lui rise ancora mentre allungava di nuovo una mano verso i pantaloni. Lo fermai come avevo già fatto.
“Aspetta. Cosa vuoi per lasciarti toccare?”
Ci fu un bagliore nei suoi occhi verdi mentre mi guardava. La sua piccola lingua rosa scintillò fra le sue labbra morbide mentre bisbigliava: “Accendimi una sigaretta.”
Con le mani che tremavano estrassi una sigaretta dal pacchetto e me la misi tra le labbra accendendola col mio accendino. Gliela allungai mettendogli il filtro tra le labbra ed il mio cazzo pulsò nei pantaloni sentendo la sua morbida bocca strisciare contro le mie dita. Lui succhiò dal filtro e fece scendere la nicotina nei polmoni mentre io facevo correre lentamente una mano in giù sul suo torso nudo, senza peli e poi sulla sua bianca pancia piatta. Le mie dita tremanti carezzarono l’addome e l’inguine coperti di peli scuri.
Roberto mi guardò, i suoi occhi erano impassibili mentre mi soffiava in faccia il fumo. Quando tossii emise una risata aspra ed appoggiò la testa sul bracciolo del divano. Chiuse gli occhi e continuò a fumare, quasi incurante della mia calda mano sul suo freddo pene molle.
Abbassai la cerniera della patta rilasciando la mia verga tesa e ripresi il mio gentile carezzare del suo bel piccolo cazzo e delle sode palle rotonde. Il mio sesso sporgeva diritto dalla chiusura lampo aperta. Diede una breve occhiata quando mi sentì slacciare i pantaloni ma ora stava ignorandomi di nuovo. Il suo cazzo non reagiva.
Dopo un paio di minuti dell’attrito gentile dalla mia mano lo sentii cominciare ad irrigidirsi. A quale ragazzo non piace avere il cazzo menato, dopo tutto? In risposta afferrai con un po’ più di forza il suo sesso e cominciai a pomparlo con la mano, godendo del piccolo anelito e dei piccoli lamenti sexy che questo provocò nella sua gola.
Capii che l’avrei fottuto. Lui era il ragazzo più bello che avessi mai toccato e non era certamente vergine, se i rumors erano veri. Se si lasciava inculare ogni notte sulla spiaggia da quei ragazzi, perché no dal cazzo di un uomo?
Le mie mani scivolarono alle sue gambe nude e le liberai di jeans e mutande così tutto quello che ora indossava erano le scarpe. Aprì di nuovo gli occhi per guardarmi. Non c’era paura in quello sguardo fisso pallido e bello.
“Cosa stai facendo? ” Disse esalando uno sbuffo di fumo.
“Ti spoglio.” Dissi alzandomi e togliendomi i vestiti.
Nessuno di noi di era preso la briga di chiudere le tende prima di cominciare il nostro piccolo gioco. Pensai che le finestre e la rete sporche fossero sufficienti per evitare guardoni casuali e la casa opposta era la mia e quindi non c’era nessuno che potesse spiarci.
Si tolse di bocca la sigaretta e mi guardò incuriosito mentre mi strofinavo il cazzo duro.
“Ti piace fottere, non è vero?” Gli dissi. “Ho sentito che ti piace essere inculato e succhiare il cazzo. E’ vero?”
Lui alzò le spalle senza confermare né negare.
“Fai sesso con quei giovanotti coi quali ti trovi sulla spiaggia?” Lo pressai ansioso di avere la conferma dalle sue labbra sexy.
Dopo un momento accennò col capo.
“Non con tutti.” Disse. “La maggior parte non sono ‘lads’ . Ma un paio di loro sono eccitanti. A loro piace farmi e mi danno la roba per andare con loro.”
Mi avvicinai alla sua testa e gli carezzai i capelli.
“Ti spogli così per loro?”
“No” Praticamente bisbigliò, i suoi occhi ora erano sulla mia verga dura. “Loro mi tirano giù solo le mutande poi si mettono su di me dal didietro.”
Gemetti all’immagine nella mia mente di lui sulle mani e sulle ginocchia sottoporsi alla sodomizzazione. Appoggiai la testa del cazzo alle sue piene labbra di ragazzino.
“Gli succhi il cazzo, Roberto?”
Lui accennò di nuovo col capo. Sentii il suo caldo alito solleticare la mia grossa cappella color porpora.
“Apri la bocca, Roberto.”
Mi avvicinai alla sua faccia mentre le sue labbra si aprivano ed il mio glande colante scivolava tra di loro nella sua bocca. Le mie dita afferrarono più ermeticamente i capelli neri e morbidi.
“Succhialo, Roberto!” Lo incitai. “Mostrami come li succhi. Carezzati il cazzo mentre succhi il mio. Voglio vederti venire.”
La sua mano sinistra si mosse in giù al suo pene semi eretto, vi avvolse le dita e cominciò a masturbarlo. Io gemetti di nuovo mentre le sue labbra carezzavano la mia grossa asta e la sua lingua esperta mi leccava come un gattino affamato. Il solletico della sua lingua mi eccitò come non avrei mai potuto credere. Stavo nel soggiorno del mio vicino, rigido, nudo, mentre suo figlio, nudo, mi faceva il miglior pompino della mia vita.
“Sei così bello, Roberto” Ansai mentre la sua piccola bocca lavorava la mia asta, in qualsiasi momento avrei potuto esplodere nella sua gola. “Così, caro, succhia questo grosso uccello. Strofinami le palle, Roberto. Strofinamele bene mentre mi fai il pompino.”
Allungò la mano destra e sentii quelle lunghe dita sottili cominciare a giocare con le mie noci penzolanti. Lui pompava furiosamente sul suo piccolo pene mentre mi succhiava espertamente.
“Spalanca la bocca, Roberto” Gli dissi afferrandogli i capelli in una mano e carezzandogli una guancia con l’altra mentre lo vedevo arrivare sempre più vicino all’orgasmo.
Si lamentò forte mentre le sue mascelle si allargavano ed io cominciavo a spingere il mio pene eretto più profondamente nella sua bocca. Sentii rumori sexy di soffocamento quando costrinsi la mia cappella dentro e fuori della sua gola stretta. Roberto piagnucolò e vidi lo sperma sprizzare come crema fuori della testa della sua verga rigida. Atterrò in grossi fili sul suo torace ansante e sulla pancia.
Afferrai i suoi capelli con le due mani e gli chiavai la bocca seppellendomi sino alle palle tra le sue morbide labbra. Saliva e pre eiaculazione correvano giù per il mento del ragazzo mentre prendeva sottomesso il mio cazzo. Lo sentii respirare dalle narici. I rumors dovevano essere veri, suo zio doveva avergli insegnato a succhiare il cazzo di un uomo dato che era così giovane. Era bravissimo.

Mi tirai indietro per permettergli di respirare ma quando solo la testa del mio sesso era ancora tra le sue labbra mi arresi al bisogno che bolliva nei miei coglioni e lasciai che il mio sperma caldo entrasse a getti nella sua bocca aperta. Lo estrassi, il secondo e terzo colpo di sborra finì sopra la sua faccia ed io lo guardi ingoiare e leccarsi le labbra bagnate mentre io venivo su di lui.
“Oh sì! Piccola puttana!” Gemetti. “sei così eccitante coperto in sperma, ora ti allargherò le gambe e ti inculerò.”

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quel porco di mio cognato

Quel porco di mio cognato.

Sono Sissi, sposata da oltre 15 anni a cui il caro cognatino Andrea marito di mia sorella mi ha quasi violentanta. Il caro cognatino amico di mio marito da prima del matrimonio è venuto poi a casa nostra e fino a quando a casa c’è stato mio marito non e andato più in là di qualche sguardo alle mie cosce, ma appena lui si è fatto male giocando a calcetto , dovendosi fare l’operazione al menisco mi ha lasciata da sola per tre giorni e successo di tutto. Abbiamo accompagnato mio marito all’aeroporto per operarsi a Bologna. Mio cognato ha voluto accompagnarci con la mia macchina ma la portava lui , e mentre stavamo facendo ritorno mi ha messo una mano tra le cosce,gli ho mollato una sberla e non ho continuato perché era alla guida ad una certa velocità, ho cominciato a discutere verbalmente con il caro cognatino e gli ho detto che quello che aveva fatto era una porcata che io ero sposata con il suo migliore amico oltre che cognato e che lui era il marito di mia sorella e che certe cose tra amici e parenti non debbono succedere, lui se ne stava zitto zitto e così e stato sino a quando non siamo arrivati a casa dandomi la convinzione che si fosse impaurito anche perchè avevo minacciato di dire tutto a mio marito, ma appena entrati in casa non ho fatto in tempo a chiudere la porta che immediatamente mi sono sentita una mano sul culo, mi sono girata per protestare e tirargli un ulteriore sberla ma il caro cognatino bloccatemi le mani mi ha detto “Credevi che mi fossi arreso? Ti desidero da troppo tempo per arrendermi e poi non mi e mai piaciuto scopare in macchina” e subito dopo mi ha infilato una lingua in gola che a momenti mi soffocava, ho tentato un pò di resistenza ma poi la voglia ha preso il sopravvento e siamo finiti a letto.
Afferro l’elastico del pantaloncino e lo abbasso di forza portando assieme anche le mutande. Rimbalza fuori dalle mutande un cazzo teso il doppio di mio marito, già scappellato con la cappella violacea e tante vene turgide sotto il mio palmo. Gli ciuccio la cappella, sa un po’ di mare, scotta è bollente.
Le sue mani scendono e mi afferrano per le spalle, mi tira su e mi bacia. Un bacio lungo, tenero che mi fa bagnare tutta, poi si tuffa sul mio collo.
Intanto con la mia mano stringo il suo cazzo e lo massaggio, nel momento in cui mi ha baciato è diventato durissimo. Faccio scorrere l’unghia del pollice sul frenulo su e giù, vedo l’espressione del piacere dipinta sulla sua faccia. Torno con le mie labbra al suo cazzo, è tesissimo, non penso che res****rà molto, ha le palle gonfie sotto. Incomincia a muoversi avanti e indietro, mi sta scopando la bocca. Mi stacco da lui e continuo con una sega, so che non durerà a lungo e infatti il suo cazzo incomincia a dare

tremendi scossoni, bacio la sua cappella quando un getto fortissimo di caldo sperma mi entra in bocca. Due, tre, quattro, cinque getti potentissimi di sperma nella mia bocca, me l’ha riempita..
Sotto sono fradicia, gli umori colano lungo le mie cosce, il suo cazzo è ancora dritto, non vuole sgonfiarsi. Una goccia trasparente di sperma esce dalla cappella e io, con la punta della lingua, la lecco. Gioco un po’ con la mia lingua sulla sua cappella leccandogli il buchino dal quale è uscita quella quantità incredibile di sperma.
Mi alza, mi bacia di nuovo, poi, mentre la sua mano scivola nel mio slip per dedicarsi alla mia clitoride, scende con la lingua sul mio collo, poi arriva al seno, ancora coperto dal costume. Lo slaccia e deciso morde con le labbra il mio capezzolo destro. Sussulto e gli artiglio la spalla per l’eccitazione, lasciandogli dei solchi (chissà le scuse che troverà per giustificare quei segni).
Alza la testa , mi guarda negli occhi, il suo pene è eretto come prima, non un segno di cedimento. Gli prendo tra le dita il cazzo e lo conduco, come fosse un cane al guinzaglio, verso il centro della stanza dove c’è il tavolo.
Toglie il pareo e lo getta via, le mutandine scendono alle caviglie, ci penso io a toglierle.
Mi solleva e mi fa adagia sul tavolo. Si abbassa e si tuffa tra le mie cosce con la sua lingua a dare tante leccate a tutta la mia fica fradicia.
Gli spingo la faccia più a fondo, il contatto della sua faccia tra le mie cosce mi fa impazzire. Il desiderio è troppo. Anche lui è del mio stesso pensiero infatti alza la testa e direziona il suo cazzo verso la mia fica nera e pelosa.
Entra dolce, lentamente, sento tutti i suoi centimetri entrare. Incomincia a pompare lentamente, la nostra pelle si unisce e poi si allontana. Le palle rimbalzano sulla mia fica.

Incomincia a pompare più forte, sempre di più. Io sento l’orgasmo avvicinarsi sempre si più, sento il mondo attorno a me allontanarsi farsi sempre più confuso e distante. Sento solo Andrea che ansima e invoca il mio nome.

“Aaah Sissi…si Sissi…aaah…sto venendo Sissiiiiiiii….aah..”.

“Uuuuuaaaaah….”. Anch’io sto venendo, mi aggrappo alle sue spalle, l’orgasmo mi invade totalmente, inarco la schiena avvicinandolo a me. Sento le contrazioni della mia fica stringere il cazzo di mio cognato.

Anche lui è al limite ora, estrae il cazzo dal mio sesso e spruzza seme sulla mia pancia continuando a masturbarsi. È ancora carico, sento la mia pancia coprirsi di sperma, è ancora tanto.

Si avvicina e mi bacia nuovamente. La mia mano accarezza la sua che sta ancora facendo su e giù sul suo sesso. Il cazzo è lucido dei miei umori, del suo sperma. Lo masturbo ancora un po’ fino a che non incomincia a sgonfiare tra le mie dita.

E’stato stupendo, mi ha fatto provare sensazioni che quel cornuto di mio marito in anni di matrimonio non mi aveva mai fatto provare, alla fine purtroppo i tre giorni sono passati e con nostro grande dispiacere e tornato mio marito e noi abbiamo ripreso a scoparci di nascosto ma non è la stessa cosa avendo paura di essere scoperti.. …

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La zia:”Quel demonio di mio nipote”

L’ho sedotto io, mi ha sfiancata lui!
Mio nipote mi faceva pena perché, superati da un bel pezzo i diciotto anni, non aveva ancora toccato una donna. Così approfittai quel pomeriggio che sapevo che era da solo a casa per andarlo a trovare. Iniziai quasi subito a parlare dell’argomento, per capire se avesse voglia di provare a farlo con me, che sarebbe rimasto un nostro segreto, che gli volevo bene e che volevo la sua felicità.
Mi sono offerta a lui per svezzarlo e sarà stata per la voglia arretrata, oppure perché realmente possiede tutto quel calore erotico, fatto è che sono uscita da casa sua dopo non so quante ore, con le cosce alla cavallerizza e i pertugi del basso ventre arrossiti di brutto!
D’accordo, lo confesso senza difficoltà, sono una gran troia. Aggiungo: e allora, chi se ne frega?
Del resto, se noi donne possiamo, non badiamo a moralismi di sorta e ce ne freghiamo dei cosiddetti e fastidiosi freni inibitori. La verità è che trombare è trombare, e che trombare è bello. Quindi non rompetemi le s**tole criticando la seduzione a cui ho sottoposto di recente Mirko, mio nipote. Lo so, lo so, in famiglia certe cose sarebbe meglio evitarle… ma in fondo che cosa ho fatto di male? Anzi ho fatto una buona azione e ciò mi riempe la fica di orgoglio.
Mirko, insomma, era troppo imbranato. Possibile mai che un giovane come lui, figo come un modello, robusto di spalle e di torace e, dulcis in fundo, con un cazzo lungo da far sborrare solo a vederlo, fosse vergine a ventitré anni? Dico: ventitré anni, con i tempi che corrono, suvvia, era una bestemmia erotica… Quindi non era né possibile né tollerabile che Mirko non avesse mai conficcato, neanche per una mezza volta, il suo pisellone nella figa di una troia, anche di una a pagamento dico io, ma niente, manco con le puttane di strada era andato… proprio io che, da parte mia, troia lo sono ma non a pagamento!
Mi dicevo che, essendo una vacca senza ritegno, dovevo fare di tutto per sbloccare la sua delicata situazione sessuale. Forse ho esagerato, questo sì. Il pomeriggio in cui mi ha scopato, dovevo evitare di dargli anche il culo, su questo faccio ammenda. Avrei dovuto accontentarmi di andare lì con la minigonna, perizoma sexy e mostrare, mediante studiati scostamenti delle cosce, le mie calze autoreggenti nere a rete da puttana. Avrei dovuto, quindi, baciarlo e palparlo, tirandogli fuori il cazzo dai pantaloni per sparargli una sega di verifica, in modo da assicurarmi che il suo uccello fosse ben in tiro e, probabilmente, mi sarei dovuta spingere a fargli pure un pompino, leccandogli un poco le palle, tanto per non rimanere completamente a bocca asciutta.
Invece no, io non solo ho fatto tutto questo ma poi, dopo il bocchino, mi sono anche stesa sul tappeto del salotto dove avevo consumato la mia opera di seduzione e ho allargato le gambe, urlando: “adesso chiavami, coglione!”. Mirko, d’altra parte, una volta s**tenato, non si è più voluto fermare.
Aveva, poveretto, da recuperare un bel po’ di anni di repressione. Così, con il cazzo ormai bello in tiro, con il sangue alla testa e con una faccia (finalmente!) da a****le in calore, mi è venuto sopra e con un colpo secco ha cercato di mettermelo dentro. Ma ha sbagliato mira, del resto è comprensibile, l’emozione della prima volta, cose che capitano…
Gliel’ho preso in mano, mentre lui tentava di mettermelo dentro ma senza riuscirci, e io stessa ho appoggiato la punta dell’attrezzo enorme sull’imbocco della mia sorca fradicia di voglia. Il palo è entrato subito, una volta trovata la strada ed io, di conseguenza, mi sono ritrovata ripiena come un bignè ma non di crema bensì di carne turgida e rosa!
“Chissà quante ragazze avrà desiderato, poveretto! Guarda che voglia che ha nelle palle!” mi dicevo io, piena di pietà, fra un gemito ed un grido di piacere, mentre lui mi chiavava con la forza di un locomotore, preciso nei colpi e negli affondi di glande. “Chissà quante seghe si sarà sparato, pensando alle donne che desiderava o guardando filmini porno!” proseguivo a riflettere, mentre mio nipote mi sconquassava nella pecorina più atomica della mia vita.
Mi aveva piazzato lui a novanta gradi, ormai se la poteva cavare da solo così l’ho lasciato fare. D’altra parte sapeva cosa fare, di giornaletti porno di certo ne aveva sfogliati a centinaia, chissà quante volte avrà sognato di vivere quelle posizioni con il cazzo duro mentre si masturbava! Così, quando il ragazzotto mi ha fatto il culo, io non ho più pensato che avrei dovuto mettere un limite alla mia bontà sessuale.
In fondo, come avrei potuto limitarmi ormai? Per come godevo e urlavo penso che fosse impossibile dare un taglio a quell’avventura dal sapore i****tuoso. Forse era proprio quel sapore, così perverso, che mi ha portata fino al punto di far sborrare mio nipote dal canale sfinterico. Ma, udite udite, mica se n’è stato calmo, poi… macché, la sua bestia dura è tornata su dopo due secondi, io ancora dovevo riprendermi dalla cavalcata anale, mi sono trovata supina, con lui ancora sopra che pompava. Questa volta il pertugio della sorca lo ha trovato subito, Mirko è uno che impara in fretta… tutto sua madre… ma questa è un’altra storia… comunque, ho ripreso a montarmi, e con forza! Era più arrapato di prima! Trapanava selvaggiamente, bum, bum, bum, menava colpi di cazzo incredibilmente potenti, ancora bum, bum, bum, io ondeggiavo sotto le sue spinte e venivo, perché anche una frigida sarebbe venuta con un trattamento del genere, figuratevi quanto miele dalle ovaie ho buttato fuori io, che frigida non lo sono neanche un poco. Mi eccitava mentre mi diceva che sono una vecchia porca, che era orgoglioso di avere una zia maiala, che sognava sempre di scoparmi da quando era piccolo invidiando tutti quelli che ospitavo tra le gambe, che ero l’oggetto proibito delle sue seghe poiché desiderava sempre avere un i****to con me, sapendo quanto puttana sia sempre stata da come mi descriveva quella vacca di mia sorella nonché sua madre! Mi diceva che adorava il mio fisico vissuto, le mie tette grandi e cascanti, la pancia sfatta da donna che non le frega un cazzo di essere perfetta ma che dimostra di essere una maiala, del mio culo flaccido e rotto, della mia grande figa slabbrata e sfondata dalle migliaia di uccelli che ha ospitato sempre volentieri, al punto che ero tutta bagnata dall’eccitazione!
Così Mirko s’è fatto la seconda, ha spruzzato la sborra, abbondante come la prima volta, sulla mia pancia. Tutto finito? Niente affatto: dieci secondi, più o meno, ed il cazzo era nuovamente in erezione… un vero toro da monta! Questa volta mi sono sistemata io ma sopra di lui. Mi sono detta “magari se lo scopo io, riesco a sfinirlo!”. Ci ho provato. Ho pompato e ruotato la figa come meglio sapevo fare, risucchiandogli il cazzo e lui è venuto per la terza volta. Ho osservato il suo cazzo moscio, intimorita di rivederlo guizzare verso l’alto. Sono passati alcuni secondi, ho iniziato a rilassarmi ma, al trentesimo secondo la stanga a rincominciato a gonfiarsi ed io, senza aspettare che diventasse dura, mi sono sistemata a cosce aperte, aspettando il quarto attacco di quel demonio di mio nipote…
Che gran gioia! Mi prese con dolcezza, mi bacio a lungo sulla bocca con la lingua, mi sussurrò all’orecchio “zia, ti voglio! mi piaci! mi ecciti!”, estrasse il cazzo per un po’ e mi leccò amorevolmente la figa infiammata, palpandomi le tette e il culo, inserendomi qualche dito dentro al buco. Gli menai il cazzo e cercai di riprenderlo in bocca. Mentre affondava le sue dita tra i miei capelli per ritmare il movimento del pompino, il cazzo divenne enorme, gli leccai tutta l’asta, il glande e le palle sotto fino al buco del culo. Stavolta infilai io un dito in culo a lui e ricambiò la cortesia con sospiri di gioia. Non resistetti un attimo in più, vedendo il cazzo spasimare nuovamente: mi distesi e glielo presi in mano per infilarmelo dentro alla mia figa bagnatissima e vogliosa. Mirko diede dei colpi ben assestati, proseguimmo per diversi minuti, continuò a pomparmi senza sosta fino a che non godetti copiosamente e lussuriosamente urlando: “amore, che bel cazzo che hai! come ti desidero! godi anche tu!” e al libidinoso comando, tolse il cazzo dall figa, me lo ficcò in bocca e mi inondò tutta la gola di sborra dicendomi: “zia, ti amo tanto!”

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Schiave del mio cazzo – Capitolo 1

Salve a tutti, mi presento: mi chiamo Andrea, all’epoca dei fatti che andrò a raccontare avevo 15 anni; ora ne ho 18, ma mi ricordo perfettamente ogni cosa.
Vivevo (e vivo ancora) a Torino: la mia famiglia era una classica “middle class”: andavo a scuola, ed era il primo anno di liceo.
Prima di arrivare a settembre di quel fatidico anno scolastico 2010-2011, devo fare alcune premesse: non ero mai stato un vero e proprio genio, però diciamo che riuscivo a cavarmela tra i 7 e gli 8. Fin dall’asilo ero stato a contatto col mondo femminile: i miei “amici” ragazzi dicevano che ero una mammoletta, e a me non restava altro che passare più tempo con le ragazze.
In particolare tre erano le mie preferite: Margherita, Gaia e Ludovica.
Conosciute ai tempi della scuola materna, me le sono portate dietro alle elementari e poi alle medie. Ed è proprio alle medie che è cominciato tutto: fin da quando le conoscevo, Margherita, Gaia e Ludovica mi erano sempre state simpatiche, ma devo dire che fino alla seconda media non avevo scoperto ancora nulla del mondo del sesso: ero convinto che i bambini nascessero dai baci.
Lo so, starete ridendo come pazzi, ma in seguito ris**ttai ampiamente questa mia mancanza.
Un giorno un mio amico, Filippo, mi consigliò di vedere un video. Non sapevo fosse un porno, e così lo guardai con lui. Fu da allora che iniziai a farmi le mie prime seghe, e proprio durante una di queste iniziai a pensare alle mie tre amiche: riflettendoci per bene e osservando i video e le foto che le ritraevano, mi resi conto di avere delle vere e proprie strafighe accanto.
Margherita era la più alta, la più snella e con due tette abbondanti per la sua età: bionda e con gli occhi azzurri, era perfetta per fare le spagnole, almeno a mio parere.
Gaia, invece, era un po’ più bassa, ma aveva un culo di quelli proprio da urlo: penso che la metà dei maschi che lo vedevano avevano subito un’erezione, perché era proprio l’ideale per una bella inculata. Sodo, rotondo e sexy al massimo.
Infine Ludovica, la più bassa e la più adatta ai pompini, era una bellezza sotto ogni punto di vista, tranne le tette, unica tra le tre ad essere leggermente più indietro. Ma non di molto.
Ebbene, iniziai a farmi dei segoni pazzeschi sulle mie amiche.
Era proprio la terza media quando avvenne il grande cambiamento: dovete sapere che invitavo spesso le mie tre amiche a casa mia, a volte insieme a volte separatamente.
Un giorno invitai Maggy (userò questo nome per abbreviare) da me, e dopo la solita merenda, i compiti e altre brevi attività ludiche, mi disse di essere stanca e si mise a dormire sul divano.
Io rimasi lì, a fissare quel corpo stupendo a pochi centimetri da me, e quando lei, nel sonno, si mosse, una parte del vestito si scostò, lasciando aperto lo spacco delle sue belle tette.
Non potevo più res****re: corsi in bagno e mi sparai una sega, ma mentre ero intento, da almeno due minuti, a menarmi il cazzo con la foto di Margherita davanti, sentii un “toc – toc” dietro di me. Mi voltai di s**tto ed eccola lì, sveglia e sulla porta, ad osservarmi da chissà quanto.
Mi guardò dritto negli occhi, poi posò lo sguardo sul mio cazzo, sparì dall’uscio del bagno ed uscì di casa, senza una parola.
Il giorno seguente avevo paura di andare a scuola: temevo che Maggy avesse riferito tutto non solo a Ludo e a Gaia, ma anche ai miei amici, cosa che mi avrebbe fatto calare di popolarità.
Ero infatti riuscito a conquistarmi il titolo di figo nella mia classe, ma i veri fighi si fanno fare le seghe, non se le fanno da soli.
Invece durante l’ora di matematica (io e Maggy eravamo in classi diverse) mi arriva un messaggio sul cellulare: lo tiro fuori e lo leggo di nascosto. Recitava così:
“Vieni immediatamente nel bagno dei maschi.”
Non capivo, ma lasciare la lezione andava bene anche a me, così chiedo il permesso e mi dirigo all’obiettivo, dove trovo Maggy ad aspettarmi, anche lei uscita dalla sua classe.
Noto che si è messa la matita ed il mascara, cosa alquanto strana perché di solito li mette solo per le occasioni speciali. Il mio primo pensiero è che assomiglia ad una troia.
Io cerco subito di spiegarmi: “Maggy, cosa c’è? Perché mi hai fatto venire qui? Mi dispiace per ieri, ti prego, cosa posso fare per scusarmi?”
“Vieni con me!”
Mi afferra per un braccio e mi trascina nel bagno dei maschi: stavo per oppormi, visto che lei era una femmina, ma il bagno era deserto e allora non dissi nulla.
Maggy mi trascina dentro ad un cesso, chiude la porta, si volta, si abbassa, mi prende il cazzo con una mano attraverso i pantaloni.
“Che fai? Smettila subito!” tento io da vero stupido.
Lei mi zittisce: “Non hai detto che vuoi sdebitarti? Allora zitto e guarda!”
Mi slaccia la cintura ed in due secondi il mio pisello duro ed eretto esce fuori: lei lo prende in mano e comincia ad andare su e giù con le dita.
Inizia a piacermi, e quando credo che si sarebbe fermata lì, se lo mette in bocca, continuando il su e giù.
Era il mio primo pompino, stavo godendo come non mai. A poco a poco mi lascio andare, le prendo la testa e la aiuto ad andare giù, fino a che non ficco tutto il mio membro nella sua gola.
Dopo una trentina di secondi di pompino vengo, e lei capisce cosa sta per succedere. Quindi apre la bocca e si becca tutta la sborra senza farne cadere un soffio e quindi senza sporcarsi. Poi la manda tutta giù dicendo “Una delle migliori bibite mai fatte!” e mi ripulisce per bene il cazzo con la lingua.
Finito il lavoretto mi rimetto a posto, ma lei esce prima ancora che io possa dire qualcosa.
Torno in classe, e posso dirvi che è stata la mia lezione di matematica preferita.

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Mio Desiderio

Il mio desiderio
Una sera stavo chatando in chat .Ho chiamato una ragazza e parlando ci siamo messi a parlare e decidemmo di incontrarci ci siamo dati appuntamento

in un locale di Roma .

Sono arrivato puntuale all’appuntamento entro dentro il locale sono entrato con un emozione e il cuore a duemila ed eccola seduta 1.90 occhi verdi capelli lunghi castani

Una quarta di seno un culo da far invidia.

E la ragazza più bella donna che abbia mai visto

La raggiungo con timidezza la saluto lei si alza e mi saluta prendiamo un aperitivo e cominciamo a parlare della mia vita e della sua più parlavo con lei e piu mi piaceva mi sentivo attratto per la sua femminilità decidiamo di andare a fare una passeggiata lungo il fiume ad certo punto mi faccio coraggio e la bacio un bacio lungo e appassionato la sua lingua entra dentro la mia mulinandola dentro la mia bocca ed io altrettanto nella sua bocca ,lei mi chiese se volevo andare a casa sua io non esitai arrivammo a casa sua e lei mi offri da bere ed ricominciamo a baciarci lei mi prese per mano e mi porto nella sua camera da letto si avvicino e mi fece sdraiare sul letto e comincio a slacciarmi i pantaloni e comincio a baciare il mio membro e poi piano piano comincia a prenderlo

Tutto in bocca dalla punta alle palle e leccava la cappella tutta intorno poi la presi e la tira su

Comincia a toglierli la camicia ed il reggiseno sodo e grande una quarta due capezzoli stupendi

Li succhiai per una buona mezzora poi scesi verso il suo l’inguine e cominciai a sfilargli le mutandine un perizoma da urlo ma trovai una sorpresa inaspettata al posto di una fica trovai trovai

Un grosso cazzo sono rimasto stupito lei sene e accorta ma ero troppo eccitato per smettere e comincia a menarglielo ed in pochi secondi e diventato il doppio duro e nodoso 20 cm di cazzo.

Lei era in estasi lei mi chiese se volevo provare a succhiare io non riuscendo a dirgli di no appoggiai le labbra sulla sua cappella e iniziai a baciarlo e piano lo feci scivolare dentro la mia bocca era duro ed una sensazione mai provata sentire quel cazzo nella mia bocca mi faceva sentire strano ma eccitato ero succube di lei, mi piaceva quella sensazioni e comincia a succhiarlo con avidità tanto che lei mi disse di fare piu piano perché senno sarebbe venuta .

Allora rallentai lei volle cambiare posizione e abbiamo fatto un 69 da urlo ad un certo punto lei scarico il suo seme nella mia bocca non avevo mai assaggiato la sborra aveva un sapore agrodolce lei mi obbligo ad inghiottire il suo seme tenendo dentro ancora il suo cazzo lei era in estasi mi guardo e mi bacio in bocca .

Poi comincio di nuovo a leccarmi il cazzo lo bagnò bene con la sua saliva e si giro per mettersi a pecorina , io appoggiai il mio cazzo sul suo buco del culo e spinsi piano piano sentivo che entrava senza troppa resistenza e allora spinsi sempre piu affondo era bellissimo sentivo il suo calore sul mio cazzo era stupendo nel frattempo gli era tornato duro glielo ho preso in mano era durissimo .

Lei si tolse dalla posizione e mi fece sdraiare a pancia sotto

Io non capivo cosa volesse fare ma un certo punto sentivo lei che leccava il mio buco del culo era bellissimo ma ancora non capivo cosa volesse fare ad un certo punto si alzo e mi appoggio il suo cazzo sul mio buco del culo ancora vergine e senti spingere provai ad sottrarmi ma lei mi blocco e spinse il suo cazzo sempre piu affondo senti un dolore intenso ma poi svanì e dico la verita mi e piaciuto lei mi pompo prima piano e poi forte e poi piano ed io mugolavo dal piacere un piacere mai provato in vita mia .

Lei mi pompo per un bel po’ prima di venire ancora ma questa volta a deciso di venirmi in faccia si mise seduta su di me e mi sborro in faccia sentivo il suo seme che mi ricopriva il volto

Lei estasiata mi a fatto venire nella sua bocca la piu bella scopata della mia vita poi ci siamo addormentati.

La mattina ci siamo svegliati e abbiamo rifatto sesso.

Questa relazione con lei dura ancora oggi e non la cambierei con nessun altra avventura perché lei capisce come far godere me e io lei sto prendendo in considerazione di andare a vivere con lei e una persona dolce praticamente mi sono innamorato di lei non potrei vivere senza lei.

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La Figlia Del Mio Collega!

Lo ammetto, rimasi sorpreso! Sapevo che Franco aveva una figlia, ma che fosse cosí bella, questo lo aveva omesso. Quando Lei aprí la porta, cercai di rimanere impassibile, ma non fu per niente facile, visto come era vestita (svestita?). Un pantaloncino nero corto aderente che lasciava poco all’immaginazione e una maglietta cortissima elasticizzata che modellava perfettamente il suo fisico. Il pantalone era talmente stretto che sembrava fosse di una taglia di meno e forse lo era. Aderiva alla sua fica cosí bene, che riuscivo a vedere lo spacco delle grandi labbra. La maglia avvolgeva i suoi seni decisamente piccoli, probabilmente non andava oltre una seconda, ma era talmente stretta che potevi intravedere i suoi capezzoli e delle piccole curve. Notai anche che aveva delle ciabatte da mare ed era alta quasi quanto me. Che topa, pensai. Ed anche il viso faceva la sua parte. Pulito e per niente pesante. Capelli abbastanza corti, che solo chi sá di essere bella o comunque particolare, puó permettersi. Mi domandavo come poteva essere venuta fuori un fica del genere, una ragazzina capace di fartelo diventare duro solo a guardarla, da Franco e sua moglie! Chiariamo subito, non voglio sembrare cattivo, perché Franco & Veronica erano una coppia stupenda, delle bravissime persone, gentili e cortesi con tutti, peró… peró fisicamente bisognava essere onesti, non erano proprio belli, anzi! Ed allora come poteva essere venuto fuori un gioiellino simile? Ma come ho detto prima, nonostante il mio stupore feci, finta di nulla, cercai di mantenere le distanze e mi presentai:
-“Buongiorno, sono Chase, un collega di Franco. Lui é in casa? Dovremmo parlare e fare alcuni lavori insieme”.
-“Buongiorno a Lei. Sono Miriana. Mio padre mi aveva avvisato che sarebbe passato, qualche minuto e arriva. É sotto la doccia. Prego entri” Rispose lei.
Chiuse la porta e mi invitó a seguirla nel salone ospiti. Ora potevo vederla anche da dietro. Aveva dei fianchi stretti e un culo da paura. Le sue gambe poi sembravano ancora piú lunghe, viste da questa prospettiva. Ma questa dovrebbe fare la modella, dissi a me stesso.
-“Si sieda. Mio padre sará qui a minuti. Le porto qualcosa da bere intanto?” Mi domandó.
-“No la ringrazio, ho pranzato da poco” Risposi cercando di non osservarla piú del dovuto.
-“Vá bene, peró mi faccia un favore, non mi dia del Lei. Ho solo 19 anni!” Disse Miriana regalandomi il primo sorriso da quando ero entrato.
-“OK, a patto che tu faccia lo stesso. Se mi dai del Lei mi fai sentire vecchio” Risposi io ricambiando il suo sorriso.
-“Che parolone vecchio. Quanti anni avrai Chase? 30? 35?”
-“Abbastanza per essere tuo padre” Dissi sorridendo di nuovo.
-“Si….. ma mio padre non é atletico come te….. che forse vai anche in palestra a differenza di lui…..” Rispose Miriana.
Non sapevo che dire a quello che era a cavallo tra un complimento ed un modo sottile per dire “guarda che se ci provi, io ci stó”. Per fortuna dalle scale scese Franco, che interruppe il nostro mezzo flirtare salutandomi:
-Ben arrivato Chase. Vedo che hai giá conosciuto mia figlia”
-“Si, ci siamo giá presentati. Non mi avevi detto di avere una figlia cosí bella!” Risposi in tono ironico guardando Miriana che diventó rossa.
Cosí dopo aver parlato del piú e del meno, discusso su qualche pettegolezzo aziendale, iniziammo o meglio iniziai, a lavorare! Il pomeriggio passó velocemente, dovevo semplicemente cambiare dei rubinetti ormai obsoleti e rovinati della cucina.
La sera non feci altro che pensare a Miriana. Qualche ventenne me l’ero scopata, ma questa ragazzina mi aveva davvero colpito e non capivo il perché. Provai a non pensarci piú, cercavo e dovevo rimuoverla dalla mia testa, una ragazza di 19 anni non poteva avere tutto questo potere su di me. E poi se anche fossi andato a fondo, se anche fossi riuscito ad arrivare nel posto suo piú intimo? Era pur sempre la figlia di un collega, avevamo amici in comune… no, no… troppe complicazioni! Decisi di abbandonare l’idea di portarmela a letto. Sfortunatamente (fortunatamente?) peró, a rendere arduo il mio percorso di “abbandono al programma”, ci si mise proprio Franco. Un uomo bravissimo nel suo lavoro e con le scartoffie, ma decisamente negato nei lavori manuali. Mi chiese se gli potevo fare delle piccole ristrutturazioni qui e lí, a casa sua. Montaggio di mensole, flessibili dell’acqua nuovi, impianti elettrici, tubi del gas e cose simili. Naturalmente, sottolineó, “ti pagheró e tu non dovrai fare questioni” mi disse un giorno. Come se lo facessi per soldi, pensai….. in fondo dovevo essere cristallino con me stesso: avevo accettato perché speravo che accadesse qualcosa con sua figlia, di preciso non sapevo cosa, ma intanto potevo vederla e per il momento andava bene cosí, mentre facevo chiarezza nella mia testa. Quei lavori in casa di Franco & Veronica mi avrebbero dato un pó di tempo per pensare! Cosí iniziai a frequentare sempre piú spesso la casa del mio collega ed ovviamente incontravo altrettanto spesso Miriana. Qualche volta da sola, qualche volta con i genitori. Vederla era una gran fatica, nel senso che fisicamente avrei voluto scoparmela in tutti i modi, ma psicologicamente ero frenato per i motivi di cui sopra. Ma nascondere o soffocare un istinto sessuale, non é facile! Me ne ero accorto io, se ne era accorta Miriana. Lei notava che la guardavo (spogliavo con gli occhi) ogni volta che ne avevo l’occasione, io notavo che lei trovava sempre un modo per starmi intorno! Le prime settimane furono abbastanza tranquille, ma poi piú passava il tempo, piú Miriana alzava la posta. I primi tempi si limitó a provocarmi con attegiamenti che ai piú potevano sembrare normali per una ragazza cosí giovane. Un pó come quando vedi una bella fica camminare in un centro commerciale, come se stesse sfilando. Lei faceva altrettanto, ogni sua mossa era calcolata, sapeva che qualcuno la guardava e quindi si muoveva di conseguenza. Quel “qualcuno” che la osservava, ero proprio io e lei lo sapeva! Lo sapeva quando ogni settimana accogliendomi in casa sembrava stesse al mare, visto il suo abbigliamento ridotto ai minimi termini. Lo sapeva quando mi dava una mano nei lavori, gli chiedevo un utensile e piegandosi nel prenderlo, la sua scollatura mi mostrava le sue piccole tette. E lo sapeva anche durante qualche cena a cui ero stato invitato dai suoi. Quando alle mie spalle, io seduto e lei in piedi, porgendomi i piatti mi strusciava dietro la testa le sue giovani e turgide tette. Per non parlare di quella volta che mi chiese di accompagnarla in un centro commerciale poco distante da casa sua. Entrando nella mia auto, si mise direttamente dietro e non sul sedile anteriore, sostenendo che voleva stare comoda ed avere piú spazio… si, certo… piú spazio per aprire le gambe! Durante quel breve viaggio, si mise proprio al centro dell’auto, una gamba a destra e l’altra a sinistra. Fu quella la prima volta che vidi la sua fica, non molto bene a dirla tutta, ma anche se notavo solo ogni tanto del pelo in fondo alle sue cosce, il mio pisello comunque lo sentivo indurirsi. Il primo mese passó cosí, con provocazioni piú o meno pesanti. Ma dopo un periodo di “riscaldamento”, inizió a fare davvero sul serio. La prima volta che ci andó giú duro, fu quella mattina che dovevo smontare un intero rubinetto del bagno. Sdraiato in terra, cercando di svitare un dado sotto il lavabo, vidi entrare Miriana.
-“Ti serve una mano Chase?” Disse
-“No grazie” Gli risposi senza darle troppa importanza. Ma notai che lei non si muoveva, rimase lí in piedi vicino a me. Cosí mentre provavo a svitare quel dado maledetto, la guardai da quella posizione supina a terra e vidi le sue lunghe gambe. E mentre salivo con lo sguardo, mi accorsi che la ragazzina non portava le mutandine. Pensavo che fosse la mia immaginazione, un’ombra, ma quando i miei occhi misero bene a fuoco quel panorama, ne ebbi la certezza. Miriana era senza slip! Allora deve essere un’abitudine la sua. Vidi la sua fica piena di peli e non sapevo se fossi piú eccitato da quel bosco nero che aveva in mezzo alle gambe o dalla sorpresa di vedere una ragazza cosí giovane non depilata nell’intimo, visto che andava di moda. Mi fermai per qualche secondo, a differenza di quella volta in auto, ora la vedevo chiaramente. Aveva davvero una quantitá esagerata di pelo e se c’era una cosa che mi faceva impazzire in una donna, era proprio la patata al naturale!
-“Sicuro di non volere aiuto?” Insistette Miriana e contemporaneamente a quelle parole fece un passo in avanti, poggió le mani sul lavabo e divaricó un pó di piú le gambe.
-“Certo… non ti preoccupare, se mi serve qualcosa ti chiamo” Risposi senza distogliere lo sguardo dalla sua fica e facendo finta di continuare a lavorare. Adesso che le gambe erano piú aperte e sfruttando il riflesso di luce della lampada che usavo per illuminare il sotto lavabo, notai anche un particolare. Dal suo fresco triangolo nero usciva un filo bianco! Non potevo crederci! Era talmente eccitata, aveva aspettato talmente tanto tempo per provocarmi in modo esplicito, che anche in “quei giorni” non aveva esitato a mostrarmi la sua fica pelosa con un assorbente interno! Mi stavo eccitando, sentivo il cazzo gonfiarsi negli slip. Voleva giocare? OK, giochiamo Miriana! Decisi di alzarmi, feci finta di andare a prendere un utensile nel garage del padre e mentre gli passai accanto, strusciai il mio pisello duro sul suo fianco. Forse non si aspettava una reazione da parte mia, di norma lei mi stuzzicava ed io rimanevo a guardare, perché quando le passai di lato, rimanendo per qualche secondo di piú sul suo fianco con la mia evidente erezione, divenne per la seconda volta da quando la conoscevo, rossa in viso. Quella giornata finí cosí, con il nostro breve spettacolo erotico che aveva eccitato entrambi, ma niente di piú. Ma come ho giá scritto, piú passavano le settimane, piú ci spingevamo oltre. In un’altra giornata, sempre intento nei lavori del bagno, lei alzó il tiro.
Quella mattina mi rimase particolarmente impressa, perché fece tutto con sua madre in casa. Io ero intento a cambiare un componente del gruppo vasca, quando Miriana arrivó all’improvviso sostenendo che doveva andare urgentemente in bagno:
-“Chase scusami, non la trattengo piú, me la stó facendo sotto” disse entrando avvicinandosi al water.
-“Non puoi andare di sopra? Avete due bagni e quello funziona alla perfez…” cercai di risponderle, ma non me ne diede il tempo. Mentre cercavo di terminare la frase, si avvicinó alla tazza del bagno, si tiró giú le mutandine, alzó la gonna ed inizió a farla davanti ai miei occhi. Doveva essere impazzita, Veronica poteva scendere da un momento all’altro. Ma a lei sembrava non interessare, il suo obiettivo era farmelo diventare duro. E ci stava riuscendo. Vederla sedere sul water, allargare le gambe ed osservare quel filo di pipí uscire dalla sua fica, mi stava facendo venire un’erezione. Continuava a farla senza problemi, come se io non ci fossi, sentivo il rumore della sua pipí cadere nell’acqua della tazza del cesso. Poi svuotata la sua vescica, si mise in piedi, prese un pó di carta igienica, pulí delicatamente la sua fica nera bagnata, tiró su le mutandine ed uscí come se niente fosse. Miriana mi stava facendo davvero impazzire. Adesso le palle mi si gonfiavano ed il cazzo diventava duro, anche solo vedendo una ragazzina pisciare!
Dovevo darmi una mossa, era evidente che aveva voglia di cazzo, ma non voleva fare il primo passo! O forse come tutte le ragazze giovani, gli piaceva provocare e niente piú. Poi ci pensai bene, altro che provocazioni, ogni occasione era buona per aprire le gambe… si, decisamente aveva voglia di cazzo! Il mio! I lavori in casa erano quasi terminati ed era meglio battere il ferro finché era caldo, anzi, era meglio sbattersi Miriana finché era calda!
L’occasione che presi al balzo, fu un pomeriggio che mi dedicai alla cucina. Durante tutto il giorno non la vidi per niente, nel senso che da quando mi aprí la porta, si eclissó completamente. Inizialmente pensai che visto che di scopare non se ne parlava, si fosse stancata di “giocare” e che di conseguenza avesse scelto altri passatempi. Quanto mi sbagliavo. A fine serata, prima di andarmene, andai a cercarla per salutarla. Mi diressi verso la sua camera e bussai alla porta:
-“Miriana, io ho finito, stó andando via, volevo salutarti. Posso entrare?” Gli dissi.
-“Certo che puoi entrare!” Mi rispose.
Cosi apro la porta ed entro nella sua stanza. E vedo lei….. completamente nuda! Non sapevo cosa fare. Per la prima volta la vedevo senza vestiti ed era uno spettacolo da infarto! Miriana davanti a me in tutto il suo splendore, in tutto il suo metro e settanta in un fisico che chiedeva solo di essere scopato.
-“Ma mi avevi detto che potevo entrare… ” Gli risposi cercando di prendere tempo. Di pensare. Volevo scoparmela in quell’istante, ma avevo il terrore che i suoi arrivassero.
-“Mi hai chiesto se potevi entrare. Ed io ti ho risposto di si. Non mi hai chiesto se fossi vestita o no!” Rispose lei.
Non faceva una piega! Quindi ora toccava a me muovermi, dopo una risposta secca come quella e con Miriana a portata di mano, se non ne avessi approfittato di quell’occasione, sarei stato uno stupido!
Mi avvicinai lentamente a lei, osservando ogni singolo centimetro del suo corpo. Ora vedevo chiaramente la sua fica pelosa, ne aveva davvero tanti, di peli! Poi alzai lo sguardo, finalmente anche le sue piccole tette erano ben visibili. Due piccole curve e due capezzoli ben pronunciati. Quando fui a pochi centimetri da lei, diedi un ultimo sguardo al suo fisico, poggiai una mano su un seno e l’altra sul suo collo. Avvicinai la sua testa alla mia e la baciai. Un lungo intenso bacio. Cercavo di mettere la lingua in ogni angolo della sua bocca. E mentre la baciavo con passione, spostai la mia mano sinistra dalla sua tetta alla sua fica. Sentivo il mio pisello gonfiarsi, durante quell’esplorazione di quel bosco nero che aveva in mezzo alle gambe. Dopo diversi minuti di baci e palpate varie, Miriana reclamava la sua parte di sesso. Timidamente mi slacció i pantaloni, si mise in ginocchio e li fece calare fino ai polpacci, poi fece lo stesso con gli slip. Il mio cazzo spuntó fuori subito sull’attenti, difronte al suo viso. Per un secondo ho pensato che lo prendesse in bocca, invece lo afferró con una mano, si mise di nuovo in piedi e continuó a baciarmi tenendo il mio pisello duro e dritto in mano! Ma io volevo svuotarmi le palle, da troppo tempo aspettavo quel momento. Cosí mentre ci baciavamo, tolsi la mia mano dalla sua fica e afferrai il suo polso cercando di muovere la sua di mano, con la quale stringeva il mio cazzo gonfio, su e giú lungo tutta l’asta! La guidai nel movimento, una volta, due, tre, poi mollai la presa lasciando che fosse lei a continuare a farmi quella sega. Sentivo la sborra che piano piano dalle palle, iniziava a salire su per il mio pisello! Intanto mentre ci baciavamo, mentre Miriana mi masturbava, misi di nuovo una mano in mezzo alle sue gambe. Riuscivo a sentire la sua fica umida e cercai di mettergli due dita dentro. Ma non appena cercai di farmi strada tra le sue grandi labbra, accadde l’imprevisto. Sentimmo una chiave girare nella serratura, la porta aprirsi ed una voce di donna chiamarci:
-“Miriana? Chase? Siete in casa?” Era Veronica, la madre.
Di corsa mi tirai su i pantaloni, ma non potevo coprirmi del tutto, avevo ancora il cazzo dritto con un principio di sborrata e non riuscivo a rimetterlo negli slip. Cosí lo lasciai spuntare fuori dalla chiusura lampo, corsi immediatamente al bagno e mi ci chiusi dentro. Miriana fece la stessa cosa, ma in camera sua. Quel pomeriggio ci andó di lusso. Quando venni fuori dal bagno, con il mio pisello che finalmente tornó in stato di riposo, raccontai che avevo appena terminato l’ultimo lavoro e che me ne stavo andando. Veronica fece una battuta sostenendo che avessi lavorato troppo, visto come ero sudato. Se solo avesse saputo. Quel giorno tornai a casa con un dolore alle palle tremendo, colpa dello sperma trattenuto per troppo tempo nelle palle e senza essermi scopato Miriana! Ma se il primo problema (la sborra nei testicoli) lo avevo risolto una spremuta di palle dentro una volgare tazza del bagno, per la seconda (fare sesso con Miriana) dovevo assolutamente trovare una soluzione! Cosí cercai di pranzare o comunque incontrare, piú volte possibile Franco nell’azienda dove lavoravamo. Volevo sapere, in un modo o nell’altro, quando la figlia fosse rimasta sola in casa. Certo, potevo invitarla fuori, un fine settimana da qualche parte, ma non volevo correre il rischio che qualcuno ci vedesse insieme. Ma andando a casa sua avevo la scusa dei lavori, che comunque erano quasi finiti, quindi era ora di concludere con lei. Finalmente arrivó la notizia che tanto aspettavo: Franco e Veronica decisero di trascorrere un Week End in montagna prima del caos Natalizio.
Mi presentai a casa sua un Sabato mattina e portai con me un regalo per Miriana. Mi accolse a casa sua come sempre mezza nuda. Ma faceva sempre effetto, anche se l’avevo giá vista senza vestiti, il vecchio gioco “vedo non vedo” eccita sempre.
-“Che cosa hai in mano?” Disse lei incuriosita.
-“Il tuo regalo di Natale che arriva con largo anticipo” Gli risposi.
Ma prima di darglielo, la presi per mano e la portai al piano meno uno di casa sua, dove aveva il camino. La feci sedere sul divano e accesi il fuoco. Sapevamo entrambi cosa stava per accadere. Una volta avviata la fiamma, mi misi dietro di lei ed iniziai a massaggiargli le spalle. Poi delicatamente infilai una mano dentro la sua maglietta, attraverso la sua ampia scollatura. Inizia a toccargli le tette, lentamente. Erano davvero turgide, forse perché erano piccole ed erano piú muscoli che seno. Gliela massagiavo con una mano, mentre con il pollice stuzzicavo il suo capezzolo. Sentivo il mio pisello spingere contro il divano, iniziava ad indurirsi. Dopo qualche minuto tornai di fronte a lei e gli diedi il regalo.
-“Questo é per te!” Gli dissi.
Miriana lo prese e lo scartó subito. Era un completo intimo molto sexy.
-“Speriamo mi vada bene. Ora lo provo!” Rispose Miriana.
Cosí mi fece sedere sul divano e si mise in piedi lei. Inizió a togliersi i vestiti, o meglio, piú che denudarsi stava facendo un vero e proprio spogliarello! Anche se duró molto poco, vista la poca stoffa che indossava. Si tolse la maglietta e vidi subito le sue tette, visto che non portava il reggiseno (se fossi cattivo, direi che comunque poteva farne a meno). Poi fece scivolare in terra la gonna e dato che come sempre non portava gli slip, anche la sua fica dannatamente folta di peli si palesó davanti ai miei occhi. Sentivo il cazzo esplodere nei pantaloni. Fece un passo indietro e tolse i piedi dalle pantofole. Poi tornó vicino a me, mi fece alzare ed inizió a spogliarmi. Prima la camicia, poi i pantaloni, ed infine i boxer. Ero visibilmente eccitato, un breve spogliarello di Miriana, una ragazzina di 19 anni e giá stavo a cazzo dritto! Completamente nudo davanti a lei, cercai di avvicinarmi, ma con una mano mi tenne a distanza e mi diede una leggera spinta per farmi sedere nuovamente sul divano. Mi tenne bloccato poggiando e spingendo un piede sul mio pisello ed il tallone sulle mie palle, mentre si metteva il reggiseno che gli avevo appena regalato. Poi prese gli slip, ed indossó anche quelli.
-“Che dici Chase? Mi stá bene?” Disse ruotando su sé stessa.
Gli stava benissimo, io sarei stato il primo a togliergli quel completo intimo, ma chissá quante palle avrebbe svuotato con quello addosso. Cosí mi alzai nuovamente dal divano, glielo tolsi di nuovo ed inizia a baciarla. Il mio pisello prese posizione in mezzo alle sue gambe e mentre continuavo a baciarla, lo strusciavo in mezzo alla sua fica. Sentivo le sue grandi labbra sopra il mio cazzo e l’attrito fece scivolare la pelle giú, lasciando uscire la mia grossa cappella gonfia. Ma Miriana al di lá dello spogliarello, prese poche iniziative, forse aveva avuto pochissime esperienze sessuali, o forse non ne aveva avute ancora per niente, magari si era limitata a masturbare e provocare i ragazzi che aveva frequentato. Cosí presi la situazione in mano. La feci mettere in ginocchio davanti al fuoco, io dietro e pronto a metterglielo in quel suo bel culetto. Prima gli infilai un dito dentro, poi due… entra ed esci per spianarmi la strada. Pensavo che quel foro fosse pronto, ma appena provai ad infilarci la mia grossa cappella dentro, Miriana fece un piccolo urlo. Piú vicino al dolore che al godimento. Ho subito capito che non era pronta per la mia mazza. Forse anche qui nessuno gli aveva rotto il culo ancora. Cosí gli misi la mia mano davanti alla bocca e poi infilai il pollice dentro. Glielo spostai in tutte le direzioni, lo volevo pieno di saliva. Lei mi diede un aiuto leccandolo. Quando fu del tutto umido, lo sfilai dalla sua bocca e lo misi dentro il suo ano. Con le restanti quattro dita afferrai le sue chiappe, quindi dentro e fuori dal suo buchetto con il pollice. Dopo cinque o sei ditalini nel suo culetto quasi pronto ad accogliere corpi ben piú grandi, afferrai con la stessa mano il mio cazzo sempre piú gonfio, feci scivolare la pelle in tiro sulla mia cappella ed uno schizzo di sborra incanalato lungo l’asta finí sul suo buco. Spalmai lo sperma intorno al suo ano ed provai finalmente ad infilare il mio cazzo dentro di lei. Scivoló come niente ed una volta nelle profonditá di Miriana, un gemito uscí dalla sua bocca. Cominciai a scoparla da dietro….. due, tre, quattro, cinque stantuffate nel suo buchetto, sentivo chiaramente le mie palle sbattere sul suo culo. E sentivo anche la sborra salire su per il mio pisello, stavo per venire. Ma il pieno di sperma glielo dovevo fare dentro la sua fica. Volevo vedere gli schizzi di sborra ornare i suoi peli, come la neve su di un albero. Cosí sfilai il mio cazzo ormai al limite e la feci mettere spalle a terra. La guardai per qualche secondo, era bellissima. La baciai di nuovo, poi a cavallo su di lei, con il mio cazzo dritto a pochi centimetri dalla sua fica, toccai ancora le sue piccole tette cosí fresche e sode che sembravo dire “schizzaci sopra Chase”. Ed infatti il momento di svuotarmi le palle era arrivato. Allungai una mano sul divano per prendere un profilattico, cercai di aprire la confezione quando Miriana me lo strappó via gettandolo nel camino.
-“Questo non serve, é giá da qualche mese che prendo le mie precauzioni” Disse lei.
E nel dire quelle parole, afferró il mio pisello e lo guidó verso la sua fica. La mia cappella gonfia si fece strada nella sua fica, prima un leggero strusciare dei suoi peli, poi le sue grandi labbra e successivamente dentro di lei tutto il mio cazzo dritto! Entrai delicatamente, scivolando facilmente nel suo buchetto. Era talmente bagnata e umida che accolse il mio pisello con scioltezza. Era ora di scoparla alla grande… davo colpi di bacino a ripetizione… uno, due, tre, quattro… sempre piú dentro, sempre piú giú… la sborra la sentivo salire lungo l’asta… ancora spinte dentro la sua fica… la sentivo ansimare, sentivo le sue labbra pulsare, stava godendo ed io c’ero molto vicino… spingevo sempre di piú, stavo per venire… ecco la sento… sento la sborra arrivare….. ci siamo… ancora una spinta, vengo… sborro… sento la prima lunga schizzata inondarla dentro e non riesco a trattenere un gemito… seconda schizzata… spingo ed arriva anche la terza, la quarta… perdo il conto, penso solo a venire, a svuotarmi le palle dopo averle torturate pensando a lei per mesi… vengo piú volte, ma quando sento che il mio vulcano stá per terminare la sua eruzione, sfilo il mio cazzo, lo prendo in mano ed afferrandolo con forza, lo spremo tirando in avanti la pelle cercando di aiutarlo per un’ultima sborrata. Volevo vedere le sue tette coperte del mio sperma. Parte un ultimo schizzo abbondante che a malapena gli colpisce i suoi seni, ma sufficiente per vedere le sue tette farcite di crema bianca. Rimasi qualche secondo a cavallo su di lei, ad ammirare quello splendido fisico che mi ero appena scopato e con il mio pisello che esalava gli ultimi battiti facendo cadere ancora qualche goccia di sborra sulla sua fica. Poi mi sdraiai al suo fianco ed entrambi rimanemmo per un pó a guardare il fuoco.
Quel giorno rimanemmo tutto il tempo insieme, la sera cenammo a casa sua come fossimo una coppia e scopammo una seconda volta. Avevamo parecchi arretrati! Nelle settimane successive ho continuato a frequentare la casa di Miriana, anche a lavori ultimati, il padre ogni tanto mi invitava a cena. Qualche volta capitava che ci scambiavamo occhiate di intesa anche davanti ai suoi genitori, ed una volta Franco fece anche una battuta: “se avessi qualche anno di meno, saresti il ragazzo perfetto per mia figlia”.
Ma io non avevo qualche anno di meno e non ero un ragazzo, ma un uomo. Avevo (avevamo) semplicemente passato dei bei momenti insieme con Miriana, una bella giornata a basa di sesso, che non dimenticheró mai!

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Il mio amico in macchina, col cazzo in mano

Sono Fabiana una ragazza estroversa che ama divertirsi. Sono fidanzata da tanto, ma non ho mai disprezzato un bel cazzo da far sborrare, col massimo del piacere.
Sono amica da tanti anni di un ragazzo, tra noi non è mai successo niente. Negli ultimi mesi inizio a notare in lui diversi atteggiamenti. Si lo vedo come mi guarda, come prova il contatto, si vede ha voglia di scoparmi come se non ci fosse un domani.
Bhè non mi nascondo anche io ho voglia, la voglia di prendere il suo cazzo tra le mani, in bocca e farlo esplodere. Ma per via di alcuni fattori sono bloccata.

Quella sera però lo vedo molto più interessato del solito, cerca il contatto, cerca il pretesto. Però c’era anche il mio ragazzo come fare? Di nascosto dal mio ragazzo, trovo pretesti per cercare il contatto, faccio di tutto per sfiorarlo fingendo l’errore. Porto avanti e continuo, inizio a fare la Troia, lo provoco.
Fingo la caduta delle mie sigarette e per raccoglierle gli sbatto in faccia il mio perizoma mentre mi piego a 90.
Lo vedevo ci ero riuscita, facevo talmente la troia che gli stavo facendo scoppiare le palle. Quelli si, quelli erano occhi di chi voleva sborrarti tutto in faccia ed in ogni dove.

La serata finisce, lui ha la macchina ed io sono quella che abita più vicino a lui. Dice che deve scappare a casa, perchè l’indomani doveva lavorare. Riaccompagna tutti ed io rimango con lui in auto.
Sinceramente in quel momento non so se agire, penso, attendo. All’inizio non noto niente in lui, sembra non voglia procedere, io attendo.
Durante la strada noto qualcosa mmh all’inizio non comprendo. Guardo bene con la coda dell’occhio, non mi faccio notare, poi capisco.
Si nascondeva spostando un lato del giacchetto, ma era quello che pensavo…aveva preso il suo cazzo in mano.
Faccio finta di niente, lo lascio fare la cosa mi eccita. Guardo interessata con la coda dell’occhio se lo tocca, ed io sto al suo gioco. Lui è convinto, pensa non me ne sia accorta, si masturba lentamente, a tratti gioca col suo cazzo pensando a me. Questa cosa inizia a farmi sentire una porca assurda.

Arriviamo vicino casa mia, lui nasconde meglio il cazzo ed inizia la manovra. Inizia la retromarcia, guarda dietro io sono convinta sono decisa, ho voglia. La manovra è quasi finita, io avvicino la mano e con decisione prendo il suo cazzo in mano, nascosto dietro al giacchetto.
Lui sobbalza, quasi incredulo poi accenna un sorriso. Non ci parliamo.
Avvicino la mia testa, porgo le labbra sulla sua cappella ed inizio a succhiarlo fino in fondo. Si ho tutto il cazzo dentro, dentro fino in gola.
Prende mi spoglia, tira giù il sedile, siamo eccitatissimi il suo cazzo è durissimo. Salgo su di lui, mi siedo sul suo cazzo e lo metto tutto nella mia figa bagnata. Lui dice solo una frase guardandomi “Finalmente Fabiana, il mio sogno era scoparti tutta”.
Dopo quella frase vengo pervasa dalla voglia di cazzo. Inizio su e giu fortissimo e ritmato. Lo scopo con una foga incredibile.
Lui prende iniziativa, cambia posizione, prende e me lo mette nel culo. Fa con calma poi con forza. Mi sta rompendo l’ano. Strillo godo urlo come una cagna. Mi scopa il culo con forza per diverso tempo, proprio sotto casa mia. E’ troppo eccitante.
Arriva il momento vuole sborrare io mi giro mentre avevo il cazzo nel culo e con un cenno di intesa gli dico “Sborrami in bocca ti prego”.
Si gira ed in poco mi ritrovo riempita di sborra in bocca, si mi stava riempendo. Lui quasi trema per quanto gode ed io più di lui. Calda sborra nella mia bocca, non ho più freni e ingoio tutto fino all’ultimo.
Ci rivestiamo, ci salutiamo con un bacio sulla guancia come nulla fosse. Mi giro, scendo chiudo lo sportello e mi dirigo verso il portone di casa. Prima di chiudere lo guardo soddisfatta, piena di calda sborra dentro di me, mi giro ed entro a casa.

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con il mio Sogno a metà strada

L’inverno è..la strada è deserta.Stavo tornando a casa,e sto ascoltare qualche cazzate alla radio.Il mio cellulare sta suonando.6 Tu.Ciao amore,ho soggiornata sulla strada, la mia auto si è rotta.OK,dove sei?A metà strada verso casa..Sto arrivando per 10 ,.minuti,stai in macchina su caldo,bacio.Sto cercando di pensare a quello che sarebbe potuto accadere con l’auto.Pero nn posso.Basta che Ti sento mi fai fuocoso.Continuo a guidare e mi ricordo…Farò una sorpresa.Dopo un breve periodo di tempo ho visto la tua auto lungo la strada.Mi fermo,acceso tutti 4 lampeggiatori,e esco fuori.Stai in piedi accanto alla macchina in un cappotto di pelle lungo.Buona serra signorina cosa e successo?Posso io aiutare?Risata…Auto si è fermato, non so cosa potrebbe essere.Cerchiamo di sollevare il cofano e vediamo.Dopo poco tempo, Cinghia dentata e andato,ma nn è un grosso problema.Se magari avete calze di nylon potrebbe essere risolto.Io non indossarle adesso, ma io possa avere uno di riserva nel cassetto.Ottimo.Cosi il problema è stato risolto.Qui vicino ce un bar,possiamo andare prendere qualcosa per riscaldarsi?OK,io Vi seguirò.Bar era quasi pieno,e dopo quelli freddo là fuori, è stato un vero piacere essere un po ‘caldo.Ci siamo seduti e abbiamo ordinato un drink.Abbiamo iniziato una conversazione,un po ‘di tutto,come nn ci conosciamo mai prima.Ero un po nervoso e molto eccitato,sgualcito l’intero tovagliolo.Ti ho guardato e goduto.Ogni pezzo del tuo corpo, la tua voce, è stato perfetto..quando,improvvisamente sentito il Tuo piede tra le gambe,mmmmmmmmm.Mi hai guardato con quel barlume prostituta nel tuo occhio.Ti piace,ho sentito la tua voce morbida ssiiiiiiiii..Sei alzata dal suo posto e si diresse verso il bagno..nn aspettavo molto,mi sono alzato. Sono andato attraverso il corridoio per il bagno delle signore.Non mi guardo indietro, ero troppo eccitato.Sono andato dentro,e iniziato a cercarti.Ho aperto un’altra porta e trovato.Cosa fai,cosa vuoi PORCO?Nn sono una puttana!Ho chiuso la porta con la mano.Nn sei,ma diventerai ora.Ho decompresso i miei pantaloni e tirato fuori cazzo gia duro.Succhialo…Tu mi guardi,No non voglo.Ti prendo per morso,SUCCHIALO..con tua piccola mano prendi mio cazzo e lo dai un bacino mmmmm cossssi,continua,fai una leccatina al capello e lo prendi in bocca oooo cazzo siiiimmmmmmhhhh che calda bocca hai,braaaava…prendo tua testa e comincio scoparti nella bocca mentre miei coglioni stano battendo il tuo mento uuuuuhhhmmmmm dalla tua bocca grondante saliva,sento solo il tuo gargling..lo tiro fuori e ti do qualche schiaffo con cazzo Siiii ancora,dai,sono stata cattiva colpiscimi.L’ho spinto di nuovo
nel tua bocca.Questa volta piu profondo,e ogni volta quando lo spingo sento come batte nel faringe.I tuoi occhi stano cominciare lacrime.Bsata,alzati.Ti ho preso,e sto spingendo verso l’alto il tuo vestito sopra i fianchi,e ti strappo perizoma,Aiii mi fai male.Non ti piace?Siii ma fai un po leggero mmmmmmmmm Ok bella.TCua bella figa rasata e gia bagggggnata mmmmm Una cena per me.Ti do un bacio in bocca..mi sono inginocchiato,guardo tua bellezza,rossa e fuocosa lo do un bacio,e comincio leccarla leggero mmmmmmm che sapore Sento i tuoi sospiri siiiii sto succhiare una poi altra le labbra mentre con dito giro le clitoride,mio mento e bocca sono pieni di tuoi succhi,che piacere,sento come mio cazzo sta di pulsare.Messo un dito nel figa e comincio scoparti,sempre più velocemente siiiiiimmmmmmmDaiii voglio tuo cazzo dentro di me,scopa mi.Mi alzero,ti spinto in angolo,preso sotto il culo e sollevato.Mentre si baciavamo tu con mano prenderei mio cazzo e stai con sfregiamento cercando di metterlo dentro uuuuuuuuhhhhhhmmmm che troia che sei.Hai avvolto le gambe intorno a me.E scivolato,ora sei incazzata,comincio la pompa.mmmmmmm daiiii forrrrrte,veloce.Tua figa è esplosa,rivoli attraverso cazzo,siamo bagnati di tuoi succhi.Scccopa mi,scccopa mi bastardo aaahhhh con i denti e lingua ti sto mordendo e leccare capezzoli come due orsetti gommosi.Siamo fuori della mente.Stai sfregando su cazzo con tutto peso.Fottiti
con tutta la forza e io nn voglio smmetere voglio riempire ogni millimetro di tua figa.E tu,ti stai sfregando come selvaggia aaaaahhhhh mentre io ti baccccio,leccooo e morso collo.Sei mia troia picola.Adoro l’odore e il gusto del tuo corpo.Sciendi giu,lo prenderei nel bocca,ingerirai,lecchi le palle mmmmmmmm come gooooooodo,6 come una lupa affamata.Hai leccato ogni goccia di tua figa sul cazzo lungo tutta la lunghezza.Prendo tovagliolo dal tasca e copro il coperchio della toilette.Gira ti,sali sul coperchio e inginocchiati.Tutti santi,che culo bellissimo.Lo do baccio,e comincio leccarti mmmmmmm che bello ano hai,spingo lingua dentro aaaaa sento come godi quando comincio girare con lingua siiiii come e stretto e rosso,sputo sopra il buco e inserisco dito.Qualcuno entra nel bagno.Qualcuno è entrato,può sentire.Mi sono avvicinato bocca del tuo orecchio,e sottovoce detto…non mi interessa e lentamente ho morso l’orecchio.Ho fatto un passo indietro,ancora sputato al’ano,strofinato delicatamente con cazzo,e leggermente spingevo dentro.
Così appoggiata sulla cassetta di acqua,ti ho dato a mordere e succhiare il mio pollice.Ahhhh singhiozzavi.Preso tuo culo con le mani e comincio incularti mmmmmmm quel piccolo buco,caldo e eccitante.Ti sto sto scopare lento,e con ogni e morso piu profondo.Attraverso i denti dici come vuoi piu feroce.Inizio spingere come un cavallllllllooooo e inizio combinare,poco ti faccio scopare culo,poco figa,ho voglia di mettere anche coglioni,e tu godiiii …sento come sei calda,tuo corpo sta bruciare,figa bagnata spreme con ogni colpo di palle.Ho fatto un passo indietro e bacio e leccare il tuo culo.Ti ho dato uno schiaffo sul culo un paio di volte e comincio di nuovo incularti ora con piu forza e violenza Ti piace mio cazzo e diventato purpureo con tracce di tuo succhi,come ti voglio uuuuuuuuummmmmmmm siiiiiiiiiii fai centrifuga con culo mi fai impazzire sei reggina di sesso prendo tuoi cappelli,ti attratto da me e lecco tuo collo mmmmmmm che piacere guardarti quando godi e vedere l’espressione sul tuo viso.Scendi.Tue gambe tremano.Con voce roca dici Sei matto.Ti capisco,ma verità e che mi tu fai matto.Mi sono seduto sulla toaletta,Vieni piccola..Hai diffusa le gambe e a cavallo.Le mani hai pendente sulla parete.Io ti preso per culo,e comincio a impallare,nn forte..in poco tempo movimenti sono coordinati e stai iniziando a spingere i fianchi mmmmmmmsssssiiiii il sesso è nel tuo sangue,che grande TROIA che sei,dai fa mi venire,voglio scaricare tutta sborra dentro di te siiiiiaaaaahhhhh piu forte,daiiiii sento dolce dolore all’inguine,continua cosssssi,braaaaaava mi tuffo faccia tra le tue tette,sto leccare tuo sudore mmmmmmmmmmm come sei buona,daiiiiii bella continua,piu forte,piu veloce ssssssssssiiiiii ti metto dito in culo e tu hai le dita tra i miei capelli,cominci accelerare e si scopavamo come due a****li,nel mio grembo e un lago godiamo ho spinto dito piu profondo e dicevo Guarda mi!Tu hai provato,ma nn sei riuscita per lungo,tuo piccolo corpo comincia a tremare,e io quando ho visto queste due mandorle sono esploso profondamente in te mmmmmmmmmmi sentivo ogni getto di sborra come uscire…eravamo così ancora un po di tempo in silenzio..eri riposata su di me..e io?Me nn frega niente,voglio che questo momento dura per sempre!Ci alzammo,ti do un bacio,e sono uscito.Quando sono arrivato al nostro tavolo,il cameriere mi guardò con stupore.Si avvicinò e disse confuso,Volete qualcosa da bere?Due tè,grazie.Il posto era già prima della chiusura.Quando tornò con il tè, ha chiesto timidamente,e la signorina?Ho risposto..Ora verrà, fissa il suo trucco in bagno.Ho pagato e gli ho dato una mancia.Poi sei arrivata.Eri meravigliosa come il primo giorno che ti ho incontrato 😉

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Il mio primo public anal sex

Mi trovavo in un bar con un mio amico nel mese di Agosto del 2002. Bevendo una birra e guardandoci attorno il mio amico mi propose di chiamare un paio di sue conoscenti le quali mi erano state presentate un anno prima ad una sagra. L’intenzione era quella di condividere la serata magari bevendo qualcosa assieme per poi andare a ballare. Dovevamo aspettare circa una mezz’ora perché loro non vivevano li vicino, ma con i bicchieri ancora pieni non ci preoccupammo di come spendere il tempo. Al loro arrivo eravamo alle prese con altri bicchieri che nel tempo avevano preso posto ai precedenti, offrimmo loro da bere e passammo circa un paio d’ore a scherzare con battute a doppio senso. Il mio amico mi confidò dell’interesse di una di loro nei miei confronti e forse lo avevo già capito visto che parlava solo con me. Ad un certo punto sentii il bisogno di andare in bagno….effetto della birra, mi scusai e mi allontanai. Dopo essermi alleggerito, mi lavai le mani ed in quello la ragazza, quella interessata a me, entrò nell’antibagno del bar e scherzando cominciò ad avvicinarsi. Evidentemente anche a lei era stato detto che non mi dispiaceva e forse, merito del vino veritas, qualcosa l’aveva spinta a farsi avanti….magari anche con l’aiuto dei discorsi affrontati prima. Naturalmente, essendosi avvicinata di molto, azzardai a posarle le mani sui fianchi, come per accompagnarla visto lo spazio stretto….sinceramente non volevo azzardare a buttarmici sopra rischiando una figuraccia. A questo punto lei posò le sue mani sul mio petto e mi baciò…in men che non si dica mi trovavo tra i pantaloni il solito bozzo da eccitamento. Lei, buttandosi su di me lo sentì e sorrise.
A quel punto mi allontanai e tornai al tavolo attendendo il suo ritorno dal bagno. Come tornò ricominciammo a parlare e affrontammo il discorso di cosa fare e dove andare…sarà stato forse il tocco precedente a farmi fare tale passo o forse no, però dissi “Andiamo in spiaggia?”, risposta della sua amica “A fare cosa? Non c’è nulla li?”, ed io “A fare sesso, cos’altro?”. La sua amica arrossì, io la buttai sul ridere ma fui colpito dallo sguardo di colei che sino a pochi minuti prima mi ci si era buttata sopra…era interessata. Ridendo e scherzando andammo a pagare e poi verso la macchina. la sua amica non era molto convinta del da farsi ma lei la fece azzittire con qualche parola che non ricordo o forse non avevo proprio ascoltato. Giunti alla spiaggia, il mio amico e la sua amica si sedettero su delle sedie fuori di un bar a chiacchierare mentre io e lei li salutammo dandogli appuntamento a più tardi. Inizialmente credevo che comunque non avrei cavato un ragno dal buco, ma giunti su degli scogli lei si sedette rivolta verso di me e cominciò a spogliarsi…pensai…magari vuole fare il bagno, ma a corpo completamente nudo disse “e allora? che fai?”. Nemmeno chiesto che ero già nudo, il mio membro le puntava dritto negli occhi, lei lo prese in mano e cominciò a masturbarmi con conseguente pompino. Grattava un po’ con i denti ma con tutto quell’alcol in corpo non badavo a tali sciocchezze. Dopo avermelo succhiato per un po’ si alzò e si girò dandomi la schiena, si appoggiò sugli scogli donandomi l’immagine di quel fondoschiena a violino…non ci pensai due volte, misi il preservativo e lo infilai nel primo canale. Dopo un popò di avanti e indietro le chiesi se le piacesse il rapporto anale, lei disse di si e…non attesi troppo tempo prima di inumidirle il buchetto per poi infilarglielo. E’ stata la mia prima volta in un luogo pubblico e per di più anale. L’atto è stato sublime, lei una gran maestra seppur più giovane di me. Unico difetto, che nonostante tutto mi eccitava, era il fatto che fosse come una gatta, graffiava e mordeva, per tre giorni avevo difficoltà a mettermi la maglietta per il bruciore alla schiena dovuto ai suoi graffi….ma da li comincia ad apprezzare la spontaneità femminile.

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ANGELICA BEGINS…IL MIO PRIMO MASCHIO…CHE CHOC!

Se qualcuno ha letto il mio racconto sulla mia infanzia, quando mettevo a 12-13 anni le calze e spesso i tacchi di mia madre, avrà capito che ho avuto sempre animo femminile. Ma come ho scritto in quel racconto, a quell’età non ci sono condizionamenti sociali, morali e familiari e per me fu assolutamente normale…poi crescendo, la famiglia, la compagnie, la vita “civile” ti condiziona e ti fa dimenticare la tua vera natura. Dopo l’infanzia ho vissuto da bel ragazzo “normale”, carino, cercato dalle ragazze, bellissimo fisico, insomma dai miei 15-16 anni fino ai miei 27-28, vita “etero” da bel ragazzo di successo.
Sempre con passione per le trans, e scopavo spesso una bella trans, che era molto bella e femminile ma anche dotata, e ci teneva a farmelo vedere e voleva che la toccassi scopandola, cosa che a me non dava nessun fastidio. Fin dai primi incontri mi diceva che avevo gambe e culo splendidi e femminili, mi diceva sempre che un giorno voleva vedermi con calze e tacchi, io – forse per la mia natura che al momento reprimevo- avevo sempre gambe lisce e depilate…Lei fu molto subdola, perchè ha cominciato a dirmi che si eccitava se la scopavo indossando (io) calze e reggicalze.
Rimettere calze, dopo tanti anni, e legare i reggicalze mi diede una grande scossa emotiva. Ormai di ero abituata, quando la vedevo, alle mie gambe velate in nylon in amplessi erotici, arrivavo e mettevo calze subito come prima cosa .
Ma ero sempre “maschio” che la scopava. Ma lei, natura di attiva dotata, aveva altro in mente.
Un giorno mi disse che aveva “problemi al culetto” ma era sicura che gli avrei fatto un bel pompino. Prima che potessi pensarci, mi ha spinto in basso e mi ha detto ” dai, inginocchiati…”e senza che avessi tempo di cominciare, ha preso la testa e si è scopata la bocca. Mugolava e mi diceva ” ma succhi da dea”, poi: ” sei una puttana lo sai?” “Adesso lo prendi in bocca ogni volta”. Quandoci siamo salutati quella sera mi ha detto ” ciao puttana” e da allora sei è rivolta a me sempre el femminile (cioè puttana o troia). Io ero confusa, ma in fondo eccitata.
Per 2-3 incontri sono arrivato(a), messo calze, lei sul letto a cazzo duro e io subito a farle un pompino, e mi accorgevo che succhiando mi accarezzavo cosce e gambe velate e lo mandavo divolta in volta più in fondo in gola.
Poi una volta….mi ferma mentre spompinavo e mi dice: ” oggi ti scopo amore” (unica volta che mi ha detto “amore”). Ero confusa; lei “tranquilla che non ti faccio male, però mettiti quei tacchi e quella parrucca”. Lo feci prima di poterci pensare, e fu la prima volta che camminai verso un letto in tacchi per farmi scopare. Mi mise parecchio Luan, e cominciò….un urlo quando si aprì il mio culo solo per far entrare la sua punta (doveva averlo sui 18 cm direi)!. Dissi “esci, esci!”, ma lei saggiamente (?) rimase dentro dicendo -testuale- “non stringere, spingi come quando vai di corpo!” (Uso’ espressione molto più terra-terra….) e quando mi sentì rilassare lo sfintere dolcemente lo spinse fino in fondo. Caso strano quando fu tutto dentro il dolore iniziale sparì in pochi secondi. Certo non posso dire che mi piacesse – ancora- ma lei avvertì che quando spingeva io le andavo incontro col culo, ricordo che mi disse:” ti piace eh, puttana”. Dopo 10 minuti ci dava dentro ben forte e mi uscirono i primi mugolii di piacere o degli “aahh!” o “oooh!” ogni volta che spingeva in fondo. Mi facevano impazzire ai lati della mia testa le ciocche bionde che oscillavano ad ogni colpo. Alla fine sporgendo le mie braccia dietro di me la presi per i fianchi, per spingerla dentro di me e finalmente mi uscì un liberatorio “scopami!!!!!”. Da allora i nostri incontri furono di quel tipo, e la mia mentalità cambiava. Quando avevo una sera libera pensavo “allora posso andare a farmi scopare”. La bocca le interessava meno anche se sempre cominciava da lì: amava il culo e il mio in particolare. Spesso dal bagno mi diceva ” mettiti pecorina sul letto cara”, arrivava da dietro e mi scopava subito senza ritegno. Spesso giochetti verbali tipo:”chi sei tu?” e io:”una puttanaaa!”, poi provocatori tipo “che faccio smetto?” e io “no ti prego, non smettere, scopami!”. In fondo la adoravo sia perché mi scopava ma soprattuto perché mi aveva “liberata” di nuovo.
Andò avanti un bel pezzo, ma….nella mia mente era sempre una bella donna, con belle tette, fisico perfetto e femminile , che mi possedeva. L’idea che potevo eccitare un maschio e fare amore con lui neanche mi sfiorava (perlomeno a livello conscio). Un giorno….arrivo e la trovo non nuda ma in vestaglia, e mi dice: “oggi ci prepariamo meglio puttana viene Fabio, un bel signore molto amico mio e vuole conoscerti”. Quindi mi ha truccata ( anzi fatta truccare guidandomi con maestria – ancora la ringrazio della scuola-) poi bel body, camicetta bianca, mini cortissima jeans (come dimenticare mia prima “mise”?) scarpe (sue) nere, belle calze color carne scuro con riga. Rossetto rosso acceso…
Quando sono passata davanti allo specchio, è stato un colpo: ho visto una troia femmina, di quelle che se le vedi per strada inchiodi la macchina e te la fai indipendentemente da quanto ti chiede….).
Quando è arrivato Fabio, un bel signore sulla 50ina con occhiali e barba incolta, gli ha detto “Fabio questa è Angelica, te ne ho parlato, una mia creazione” Ecco che sentii mio nome per la prima volta. Mi ricordo che Fabio disse:” ma è deliziosa!”. E lei: ” io vi lascio, Fabio fai con comodo io sto nell’altro appartamento dalla mia amica”. Io ero confusa e imbarazzata rimasta sola con uomo, cosa che deve averlo eccitato. Però non tirò fuori il cazzo come mi aspettavo (forse temevo, non so), ma, seduti sul bordo del letto, cominciò a baciarmi, una guancia, leccare collo, poi passò alle vere pomiciate con lingua sempre più intraprendente e commenti tipo ” ma sei stupenda amore”, ” e chi ti molla più adesso”, “seti tutta femmina” ecc.
Poi mi ha spinta dolcemente e mi ha fatto stendere sul letto con lui sopra a baciare ormai senza freni. Io piuttosto amorfa, poco rispondente ma neanche respingente. Secondo me ha capito benissimo che era il primo e si stava infoiando come un toro. Molto freneticamente si è levato pantaloni, mi ha detto di aprire le gambe che ha portato sulle sue spalle baciando caviglie gambe e calze, ha scostato il perizoma e mi è venuto sopra da davanti con tutto il suo peso.
Sono rimasta senza fiato quando il suo cazzo da zero, mi è arrivato dentro fino alle palle ( da davanti va davvero in fondo); ma non potevo neanche fare un sospiro perché avevo già sua lingua in bocca. Ero immobilizzata sotto di lui e scopata così a fondo che mi sembrava di averlo in gola. Lì mi sono resa conto che in realtà non avevo mai scopato…per quanto una bella trans ti penetri, scopi con una donna, “lesbichi”, ma un maschio è tutto diverso. Ti domina, ti senti dominata e anche umiliata e…donna.
Era cambiato come vocabolario: mi diceva tutti i sinonimi di puttana: troia, mignotta, sei una vacca da sfondare, sei solo una troia da godere, sei da letto ecc….Io ero sotto, e sentivo 2 forze che combattevano: l’educazione, gli anni da ragazzo etero, le fobie dell’omosessualità, e una gran voglia di lasciarmi andare, della mia vera natura che sbocciava allora dopo le avvisaglie adolescenziali.
All’improvviso quel viso che non avevo considerato e che stava sul mio, mi parve bello con la sua barba incolta; so che ebbi una specie di raptus liberatorio, lo afferrai per i capelli della nuca e gli dissi:” sbattitela finché ti va la tua puttana” e gli infilai tutta la lingua in bocca stringendolo con le braccia. Ero donna, senza ritorno. Gli tenevo la nuca e lo indirizzavo dove volevo baci o leccate, quando sbatteva forte gli mormoravo:” amore,amore,amore”, sembra incredibile ma lo amavo.
Questa è in fondo la vera puttana, quella che si innamora all’istante di quello che la sta scopando.
Siamo andati avanti una buona mezzora ( sembra poco, ma scopando a quelle intensità è una eternità…). Ho finito con così tanti succhiotti sul collo che per 3 giorni ho inventato scusa per non andare a pranzo dai miei…
Poi…la sborrata…la mia amica trans non sborrava, non sapevo cosa volesse dire…. un maschio che ti esplode dentro…(protetto, neanche a dirlo ma dentro). E’ una cosa di intensità unica, so che mentre mi avvinghiava e mugolava sborrando, mi è venuta questa precisa idea in mente :”mai più da maschio”! Cioè: ormai il sesso per me era quello.
Una bella cosa è che dopo sborrato non si è vestito e non mi ha lasciata, ma si è steso vicino a me, mi ha detto sottovoce belle frasi come ” sei stupenda” e mi accarezzava gambe, cosce e nylon. Io…ero un’altra persona. Mi accesi sigaretta, ci conversai da civetta, eccitandolo ancora con bacetti; la mia voce era persino cambiata, più naturale, muovevo mani e tutto il corpo con più grazia a femminilità.
Quella notte chiesi il piacere alla mia amica trans di lasciarmi uscire così com’ero, en femme, una volta avrei avuto paura “di esser vista”, ora DESIDERAVO esser vista. Avevo così paura di perdere quel momento magico e tornare come prima, che a casa mia sono andata a letto così. vestita (anche tacchi) con ancora l’odore della sborra, della saliva, del sudore di Fabio , il mio primo uomo, colui che ha avuto il privilegio di cominciare a scopare un bel ragazzo con le calze, ma alla fine ha sborrato dentro una bella donna.
Il giorno dopo l’ho dedicato a comprare calze sia nere che color carne, reggicalze, minigonne, scarpe e stivali, camicette e body, parrucche e trucchi. Ho speso molto, ma consapevole che erano ben spesi, per Angelica. Fabio ha continuato a scoparmi spesso, viveva nelle Marche ma veniva regolamente a Roma, mi ha scopata dalla mia amica altre 2 volte, poi in motel, e poi da me. Ho anche imparato che sapore avesse la sborra.
Ma mi mancava ancora di passare allo stadio successivo: al momento il sesso per me era Fabio, non pensavo ad altri , ero come un anatroccolo che segue la prima oca che vede…; ma lui ha risolto tutto una sera.
Senza neanche chiedermi se mi faceva piacere, mi ha detto “porto un amico”. Biagio. Non un bell’uomo, grassoccio, ma un cazzo…e sono di nuovo cambiata quando ho visto Fabio che si eccitava vedendo Biagio scopando e gli diceva:” sfondala dai, goditela questa puttana!” mentre lui mi stava in bocca…Alla fine mi hanno messo 2 cazzi insieme nel culo. Ho dato di proposito il mio biglietto a Biagio davanti a Fabio e gli ho detto ” quando vuoi chiamami e mi scopi”. Fabio c’è rimasto male, da allora con lui gli incontri si sono diradati ma Biagio mi ha scopato decine di volte e ho fatto anche una vacanza con lui in casa al mare nelle Marche in estate scopando giorno e notte.
E Fabio ha capito che da qual momento poteva scoparmi ma doveva condividermi con tanti altri. Se l’è cercata!
Se dal primo incontro con Fabio ne ero uscita donna, da quall’incontro ne sono uscita una puttana per tutti.
Penso fosse la mia natura e il mio destino…anche se mi piacerebbe trovare un compagno affettuoso e porco da far godere in esclusiva….oggi, dopo aver fatto sesso con centinaia di maschi, sarei forse pronta ad essere di un uomo solo che lo volesse.
Ma parafrasando Samuel Beckett….ASPETTANDO GODO…..

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Rpoberto, il figlio del mio vicino (Finale)

Più tardi quella notte

Non riuscivo a dormire quella notte pensando a quanto divertimento avevo avuto col ragazzo di Gianni mentre il vecchio ubriacone era fuori. Roberto era una tale bella, libidinosa, eccitante piccola puttana, lo era stato sicuramente durante il pomeriggio che passammo insieme nello squallido soggiorno di Gianni. Non avevo mai fottuto un ragazzo così giovane prima di allora e mi sentivo un po’ ansioso. Ma Roberto sapeva veramente come succhiare un uomo ed anche se il suo culo era deliziosamente stretto intorno al mio cazzo, quando avevo tentato di estrarlo, lui aveva tentato disperatamente di mantenere la sua figa di ragazzo sopra la mia verga rigida. Avevo sparato una quantità enorme di sperma mentre lo inculavo. Nel mio libro questo voleva dire che mi piaceva farlo con lui.
Ma la notte passò e Roberto non venne alla mia porta. Alla fine spensi le luci ed andai a letto da solo. Mi sdraiai sopra le coperte dato che faceva caldo e mi menai l’uccello duro finché non sparai il mio carico. Solamente dopo riuscii a sonnecchiare per un po’.
Lo vidi il giorno seguente che ritornava dalla spesa per suo papà. Indossava una bella maglietta ben portata e gli stessi jeans del giorno precedente. Le guance pallide si riempirono di colore quando mi vide e tentò di nascondersi dietro la frangia nera che pendeva sulla sua bella faccia.
“Ciao Roberto.” dissi amichevole andandogli incontro in modo che fosse costretto a guardarmi. Quando tentò di deviare anch’io lo feci per non lasciarlo passare. Con tranquillità chiesi: “Cosa ti è successo la notte scorsa? Stavo aspettando che tu venissi a scaldarmi il cazzo.”
“Umm… mio papà è tornato a casa tardi.” Borbottò il ragazzo abbassando la testa. “Quando è arrivato ero già addormentato e mi sono svegliato questa mattina alle 8.”
“Ora è a casa?” Chiesi. Volevo toccarlo ma non mi fidavo fuori in strada dove era possibile che ci stessero guardando.
“Sì, sta guardando le corse.”
“Sono per lui?” E accennai col capo verso la birra che teneva nelle sue lunghe dita da ragno.
“Sì.”
“Bene potresti portargliela.” Suggerii amabilmente. “E quando hai fatto la commissione per tuo papà, potresti fare alcuni piccoli lavori per me, che ne dici?”
Mi guardò ed improvvisamente i suoi occhi verdi divennero molto accorti. I piccoli denti bianchi morsero il labbro inferiore mentre mi valutava.
“Cosa c’è per me?” Chiese alla fine.
“Beh, tutto dipende da quale lavori farai.” Gli dissi. “Che ne dici di una bottiglia di vodka e qualche sigaretta per iniziare?”
Lui alzò le spalle: “Ok.”
“Ci vediamo tra quindici minuti?” Suggerii. “Entra dalla porta posteriore, la lascerò socchiusa.”
“Sì. Ok.” Roberto mi rivolse un piccolo sorriso storto e mi sorpassò come se non fosse accaduto nulla. Mi girai e guardai il suo bel culo che ondeggiava in quegli stretti jeans blu. Il mio cazzo si irrigidì piacevolmente nei pantaloni ed attraversai la strada affrettandomi a casa per prepararmi.
Dopo venticinque minuti sentii il rumore della porta che si apriva e chiudeva. Stavo cominciando a pensare che mi avesse bidonato di nuovo quando entrò nel soggiorno avanzando tranquillamente come un piccolo gatto, la sua faccia era rossa e sudata.
“Cosa ti è successo?” Chiesi alzandomi in piedi ed abbassandomi la cerniera della patta per fare uscire il pene duro.
Gli enormi occhi verde foglia di Roberto si posarono brevemente sulla mia verga eretta e poi salirono al mio viso.
“Papà voleva il pranzo e ho dovuto correre al negozio a comprare il necessario.” Ansimò.
“Sei un bravo ragazzo.” Dissi con un sorriso. “Togliti i vestiti, Roberto.”
Lui mi guardò di sottecchi lentamente. “Qui?”
“No, fuori nel giardino! Chiaramente qui!” Risi scuotendo la testa. “A meno che tu non voglia che saliamo subito in camera da letto.”
Roberto alzò goffamente le spalle, ma cominciò subito a togliersi la maglietta mentre gettava uno sguardo verso la finestra con le sue tende spesse come se stesse stimando quanto si poteva vedere da fuori. Io mi sfibbiai la cintura e lasciai che i pantaloni precipitassero, poi mi tolsi camicia e cravatta piegandoli ordinatamente sul bracciolo di una sedia e mettendoci insieme anche i pantaloni. Mi tolsi calze e mutande mentre Roberto si stava togliendo i jeans stretti. Li lasciò cadere a terra e ne uscì, pallido, nudo e quasi completamente senza peli. La mia verga si contorse di desiderio a quella vista.

Camminai verso di lui, vestito solamente delle sue scarpe. Il suo bel cazzo era molle ma io vi misi sopra una mano e cominciai a carezzarlo lentamente e dolcemente. Lui mi sembrava nervoso ma io perseverai facendo rotolare le sue sode palle tra le dita e muovendo delicatamente la sua piccola verga sexy tra le mie prime due dita ed il pollice. La mia altra mano si posò e spremette le sue natiche nude, mi chinai a baciare il suo giovane collo pallido mentre l’accarezzavo. Il mio pene eretto sobbalzava contro la sua pancia ed io sentii una piccola goccia di pre eiaculazione cadere dalla testa quando la pelle di seta del suo giovane corpo incontrò il mio cazzo.
“Posso avere un drink?” Bisbigliò Roberto, la sua voce era emozionata ed ansiosa.
“Sicuro. Vuoi un po’ di quella vodka?” Mormorai nel suo orecchio.
Lui accennò col capo rapidamente, io andai all’armadietto del bar e ne presi la bottiglia di Vladivar che avevo comprato quella mattina ed un solo bicchiere. Volevo tenere la testa sgombra per godere ogni secondo del nostro piacere.
“Con cosa la vuoi?” Gli chiesi.
“La voglio liscia.”
“Sei sicuro?” Lo guardai di traverso.
Lui accennò col capo automaticamente così versai un paio di dita di liquore chiaro e glielo passai. Roberto lo bevve in un sorso e si asciugò la bocca col dorso della mano.
“Un altro?”Gli chiesi con un sorriso.
Un altro cenno fu la risposta così questa volta riempii un po’ di più il bicchiere. Lo vuotò in tre sorsate questa volta e la sua espressione non era più così nervosa mentre mi rendeva il bicchiere.
“Vediamo se ti puoi guadagnare il prossimo,” dissi rimettendo la bottiglia nell’armadietto. “Vieni qui e mettiti in ginocchio, bello. Sentiamo quelle belle labbra morbide sulla mia verga.”
Roberto deglutì con forza e mi venne di fianco dopo una breve esitazione. Si inginocchiò subito ed io carezzai di nuovo i suoi capelli neri e morbidi che gli coprivano il viso mentre con quelle mani lunghe e sottili cominciava a carezzarmi delicatamente l’uccello. Teneva gli occhi abbassati quando tirò il mio sesso verso le sue labbra e cominciò a baciarmi il pene eretto salendo e scendendo lungo l’asta. Quando giunse alle palle le leccò pungendo con la lingua il mio sacco peloso mentre le sue mani menavano abilmente il mio membro palpitante.
“Che bello!” Ansimai. “Mmmm, sei uno sporco ragazzino, Roberto. Tu sai veramente come occuparti dell’attrezzo di un uomo. Apri la bocca ed ora mettici dentro la testa del mio cazzo. È ora di succhiare il grosso uccello dello zio.”
Il ragazzo spalancò la bocca e con una mano vi guidò dentro la mia verga. L’altra continuava a spremere e strofinare con forza le palle. Sentii il piacevole formicolio che precede l’orgasmo nel mio inguine mentre il bel adolescente cominciava a succhiare lentamente la testa del cazzo. La sua lingua carezzava la grossa campana porpora che scivolava tra le sue labbra. Presi nel pugno i suoi capelli neri e lucenti e cominciai a fargli muovere la testa spostando ritmicamente le sue labbra morbide su e giù sulla mia asta. Ero affamato di questo: ero nudo ed eretto nel mio soggiorno con un ragazzo nudo ai miei piedi che aveva appena preso volentieri il mio cazzo duro nella sua bocca. Il ragazzo stava succhiandomi come un piccolo campione.
“Oh Roberto!” Gemetti. “Ti sto venendo in bocca.”
Afferrai con forza i suoi capelli e cominciai a sgroppare nella sua gola sentendo l’ingresso stretto della sua faringe intorno al mio glande. Roberto tossì ed soffocò, la bava gli correva sul mento, sulle mie palle quando praticamente mi portò nella sua gola sino all’elsa. Era così desideroso di darmi piacere che mi spinse sull’orlo. Le mie palle sobbalzarono ed io sparai il mio primo fiotto di sperma nella sua gola.
La sua testa diede ancora una scossa ed io gli permisi di togliersi vedendolo tossire e soffocare. Mi strofinai con forza il pene e ne estrassi un altro colpo di sborra che schizzò sulla sua bella faccia. Afferrandolo di nuovo per i capelli spinsi ancora la cappella nella sua bocca.
“Succhiami per pulirlo!” Ordinai al ragazzo. “Succhiaci fuori anche l’ultima goccia.”
Lui continuò a succhiare, dio lo benedica. La sua bocca bagnata e morbida si muoveva con forza sulla testa del mio attrezzo e mi venne duro per il piacere di vedere la mia sborra scendere sul suo mento. Le sue guance arrossivano mentre mi succhiava avidamente coi suoi begli occhi verdi leggermente chiusi. Una mano mi masturbava delicatamente la base dell’asta mentre ingoiava la cappella. Quelle labbra piene e morbide erano meravigliose e calde sul mio pene palpitante. Sentivo i rapidi sbuffi del respiro dalle sue narici che si muovevano lungo la pelle della mia erezione mentre mi lavorava con la bocca.
“Sei un bravo ragazzo, Roberto” ansimai. “Quello che mi fai sentire è incredibile.”
Mi guardò con un mezzo sorriso che gli torse le labbra intorno al mio cazzo. Anche quella sensazione era favolosa.
“Perché non ti sdrai con me sul divano?” Suggerii. Il mio sofà era di morbida pelle crema. Sapevo che era piacevole contro la pelle nuda, presi una bottiglia di baby oil dall’armadietto e la allungai al ragazzo incoraggiandolo a strofinarselo lentamente sul corpo nudo mentre io guardavo.
Si sedette sull’orlo del divano e si tolse le scarpe da quel bravo ragazzo che era poi si appoggiò indietro con un piccolo sospiro e prese la bottiglia dalla mia mano. Mi sedetti sul bracciolo del sofà e lo guardai con bramosia mentre lui faceva scendere l’olio scivoloso sul magro torace senza peli e giù sull’inguine. Appoggiò la bottiglia accanto a se e cominciò a far correre furtivamente le mani su e giù sul torace e sulla pancia nuda, poi si carezzò in cerchi lenti abbassando le mani mentre io lo guardavo impaziente.
Quasi cautamente portò le dita nello scavo delle sue ossa iliache e si carezzò tra le gambe strofinando l’olio nella carne morbida dello scroto, poi allargò leggermente le gambe per toccarsi la parte posteriore delle palle. La pelle morbida brillava per il baby oil, prese di nuovo la bottiglia e versò il liquido serico sopra il pene semiduro. Il mio respiro dovette affrettarsi perché lui mi guardò contorcendo le labbra.
“Vuole guardarmi mentre mi faccio una sega?” Chiese rauco.
Io accennai violentemente col capo, mi piaceva guardare film porno dove bei ragazzi si carezzavano di fronte alle cineprese. Era oltre le mie fantasie più selvagge avere un ragazzo nudo sul mio sofà che si offriva di farlo quasi per nulla.
Roberto si appoggiò indietro comodamente strisciando il culo contro la pelle morbida mentre chiudeva le dita intorno all’asta del cazzo e lentamente fece scivolare la mano intorno alla testa della sua giovane verga. Si menava ad un ritmo lento all’inizio, lasciando che la carne del suo uccello si irrigidisse nella mano. Capii che era abituato a giocare col suo pene. Roberto non si limitò ad afferrarlo e pomparlo, si prese il suo tempo facendolo diventare lentamente duro, toccando il gonfio glande rosa col pollice, strofinando la fessura della piscia in cerchi lenti e lamentandosi piano ai piccoli tremiti di piacere sessuale che si muovevano lungo la sua asta.
Doveva essere bello perché il suo giovane cazzo ora era ritto e duro e stava in piedi orgoglioso sulla sua pancia quando lo lasciò andare per versarvi altro olio. Lo vidi prendere il labbro inferiore tra i denti e chiudere gli occhi sdraiandosi indietro e cominciando a lavorare la sua attrezzatura con ambedue le mani. La destra circondò e carezzò le palle e la radice del pene, la sinistra si muoveva sulla testa e l’asta strofinandole leggermente e rapidamente tra la punta delle dita ed il pollice. Le labbra si aprirono e la sua piccola lingua rosa si sporse leccandole e bagnandole. Mi diventò ancora più duro nel vedere le brillanti labbra bagnate ed il bel cazzo duro come pietra.
Scivolai giù dal bracciolo e spinsi delicatamente da parte la gamba destra per potermi sedere tra le sue cosce. Roberto aprì gli occhi per guardarmi incuriosito ma tenne le gambe larghe, il piede destro sul pavimento, l’altro dietro di me contro lo schienale del sofà. Versai dell’olio sopra la mia mano e la misi tra le sue gambe, esplorando urgentemente tra le sue natiche, applicando con forza il fluido scivoloso alla giovane fessura liscia del culo di Roberto. Lui alzò la gamba sinistra, piegando il ginocchio ed appoggiando il piede contro il bracciolo del divano mentre alzava leggermente il culo dal cuscino. Mi piacque il morbido rumore di risucchio della sua pelle sudata che si alzava dalla pelle del divano. La punta del mio dito trovò la sua increspatura e la carezzò lubrificandola delicatamente percorrendo in lenti cerchi il suo piccolo anello e spingendo un po’ più con forza all’ingresso del suo giovane tunnel d’amore stretto.
Guardavo le lunghe dita di Roberto avvolte intorno all’asta, afferrandola più strettamente e menandola con più forza mentre io giocavo col suo buco. La sua mano era bagnata di pre eiaculazione cremosa che continuava a colare mentre lui si strofinava emozionatemente. Quelle natiche si aprirono permettendomi di ficcarvi brevemente un dito e lui rabbrividì indifeso, un piccolo sospiro gli sfuggì dalla bocca sentendomiì sondare il suo buco caldo ed umido. Lentamente infilai il medio scivoloso più profondamente, pompandolo dentro e fuori del suo canale che me lo strinse mentre lui si masturbava furiosamente per me.
“Rotola sopra la pancia.” Ordinai quasi ansando.
Roberto sembrò confuso ma si girò presentandomi il suo culo impertinente e perfetto mentre si sdraiava. Gli feci allargare le gambe e lo posizionai in modo che le sue anche fossero sull’apertura tra due dei cuscini del sofà. Trascinai delicatamente la sua verga giù tra le sue gambe finché non frignò che era scomodo. Versai un po’ di baby oil sull’apertura e dissi al mio giovane compagno di far scivolare la sua erezione nella fessura lubrificata tra i cuscini mentre gli fottevo l’ano, spingendovi dentro lentamente le prime due dita della mia destra. Lo penetrai sino alla terza nocca e pompai il suo piccolo buco caldo con forza mentre Roberto spingeva le sue anche magre contro i cuscini del sofà, fottendo il mio divano con piagnucolii di stimolazione disperata.
“Ti fa arrapare, bel culo?” Grugnii mentre versavo olio sul mio cazzo e gettando la bottiglia mentre mi carezzavo lo scivoloso membro colante ed il suo canale esposto.
Lui accennò col capo e gemette: “Uuhhhh… Ohhh! Sto sbooorrandooo!”
“Non ancora, angelo birichino. Prima ti monterò e ti spingerò dentro il mio cazzo duro.” Gli dissi andando a cavalcioni sul ragazzo sexy ed estraendo le mie dita dalla sua giovane condotta stretta. “Quando sarò dentro il tuo buco del culo sino alle palle, potrai eiaculare.”
Lui si contorse freneticamente sotto di me, sempre fottendo i cuscini di pelle. Io afferrai le sue natiche nude nelle mani, allargandole mentre strofinavo la testa del mio uccello sul suo scuro buco. Con le dita ed il pollice di una mano portai il grosso bulbo porpora al suo buco e spinsi lentamente finché non gli scoccò dentro. Roberto sgroppò sotto di me uggiolando impazientemente mentre muoveva avanti ed indietro le anche, pompò sui cuscini tentando di impalare il suo culo sulla mia verga dura. Mi appoggiai a mani e ginocchia roteando le anche in modo da carezzarlo lentamente col mio sesso dentro di lui. Era stupendo affondare in un giovane ragazzo come quello mentre lui tentava di cavalcarmi per prendere di più del mio pene dentro di sè.
Non sapevo se il giorno precedente l’avevo costretto ma quel pomeriggio lui era venuto volentieri a casa mia ed ora stava tentando di prendere il più possibile della mia virilità dura dentro di sé. Non c’era nulla di quello che si può chiamare stupro. Roberto era assolutamente pazzo della mia carne di uomo. Il figlio del mio vicino era una puttana a cui piaceva il cazzo ed essere inculato. Afferrai le sue anche snelle e cominciai a pompare il mio uccello sempre più profondamente dentro di lui, mentre stavo sdraiato su di lui in modo che l’intera lunghezza del mio corpo nudo e peloso strofinava contro la sua levigatezza. Sentii la sua condotta stringermi il pene mentre lo spingevo dentro finché le mie palle non batterono contro il suo buco del culo e lui ricominciò a lamentarsi, piccole grida di desiderio, al ritmo del mio cazzo che spingeva nella sua figa stretta di ragazzo.
“Ahhh… inculami! Sì! Sì!” Guaì e lo sentii stringersi di nuovo intorno a me, sgroppando più ferocemente contro il mio inguine mentre io lo inculavo più velocemente e più forte. “Sì! T… uuuuuu!”
Il suo corpo magro diede una scossa e tremò violentemente mentre cominciava ad eiaculare con forza, il suo giovane cazzo rigido sprizò più volte tra i cuscini del divano. Io continuai a pompare vigorosamente a lungo il suo buco dopo che lui aveva smesso di gridare, ansare e rabbrividire sotto di me. Era bello sentire il suo bel giovane corpo sudato e nudo pigiato contro il mio. Estrassi il pene per ammirare quel caldo buco rosa spalancato tra le sue natiche. Rapidamente schizzai altro olio nel suo tunnel rimettendovi poi il cazzo eretto. Scivolò nella sua figa di ragazzo liscia come seta questa volta ed io lo cavalcai duramente e velocemente spingendo la mia carne di uomo eccitata profondamente nel suo culo. Ero contento che mi avesse succhiato precedentemente perché voleva dire che potevo durare molto più a lungo nel suo ano prima della seconda eruzione di crema dalle mie palle e dal mio cazzo teso, riempendo questa volta il suo buco invece della sua bocca.
Restammo sdraiati a lungo vicini, nudi e sudati sul mio sofà. Poi rotolai via da lui e mi misi dietro la sua schiena, appoggiandomi al giovane sexy e carezzando con gratitudine il suo corpo nudo.
“Come è stato, bellezza?” Finalmente gli bisbigliai in un orecchio. “Ti è piaciuto, Robertino? Io so di aver amato ogni minuto del tuo giovane culo stretto intorno al mio cazzo.”
“Sì… è stato ok.” Accennò col capo ansando e fece piccoli rumori affermativi prima di accoccolarsi di nuovo nelle mie braccia strofinando il suo culo nudo contro il mio inguine.
Gli baciai collo e spalla e la mia mano cominciò ad accarezzare lentamente il suo pene. Ora non sembrava più nervoso, lo sentii girarsi tra le mie braccia e poi pigiò le sue labbra contro le mie. Ci baciammo lingua in bocca a lungo, nudi sul sofà, le mie mani che carezzavano il corpo snello di Roberto. Poi allargò di nuovo le gambe ed io vi rotolai in mezzo, il mio cazzo ritornato duro era affamato di altro piacere anale con la mia giovane puttana sexy.