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Cornuto per vincolo matrimoniale.

Filippo detto Pippo, era un singol cinquantenne. Gestiva con la vecchia madre un negozio di merceria e intimo in una piccola cittadina dela Sicilia. Sua madre lo dominava e gli aveva sempre impedito di sposarsi. Per lei le donne erano tutte puttane che cercavano solo i loro soldi. Poi un giorno sua madre morì e lui rimase padrone del negozio. Pippo sfogava i suoi istinti con la masturbazione. Si masturbava tutti i giorni. Ma aveva una vita segreta. La sera dopo cena, attrezzato di visore notturno e microfono direzionale si appostava in un boschetto frequentato da coppiette. Era molto esperto e non si faceva scoprire quasi mai. Quasi mai, perché la lei di una coppia matura si era accorta di lui, ma invece di scacciarlo o dirlo all’uomo che stava con lei lo lasciava spiare. Anzi, volgeva verso di lui lo sguardo mentre l’uomo che la montava volgeva la faccia dall’altra parte. Lo cercava nel buio e lui emozionatissimo, con la massima attenzione si faceva intravedere da lei. Lei quando l’amante le godeva dentro scendeva dalla macchina nel buio, nuda dalla vita in giù e tendosi una salvietta premuta sulla vulva sgocciolante, faceva qualche passo piegata in avanti accovacciandosi poi per pisciare. In quei momento lei poteva vedere meglio Pippo nel buio e guardarlo negli occhi. A volte si voltava e gli mostrava il corposo culone. Insomma, lo provocava. Pippo in una mano teneva il visore e con l’altra si masturbava, guardando eccitato quel corpo bianco piagato in avanti che spiccava nel buio; Pippo, segaiolo e porco, si eccitava anche con lo scrocio della pisciata. La donna lo guardava prima negli occhi poi abbassava lo sguardo verso il pene. A quel punto Pippo godeva scuotendosi. Il tutto avveniva in poche decine di secondi mentre l’uomo in auto scendava a pisciare a sua volta dall’altra parte dell’auto. Poi i due amanti rientravano in auto allontanandosi.
Un giorno, col disappunto di Pippo, la coppia non venne più. Forse si erano lasciati. Ma un giorno per poco Pippo non svenne dall’amozione quando in negozio, verso la fine della giornata, vide la donna entrare. Lei lo salutò guardandolo maliziosamente: era evidente che sapeva chi fosse. Pippo era emozionatissimo, gli batteva forte forte il cuore. La donna chiese di vedere delle mutande. Lui gliene porse alcune paia. Lei chiese di poterle provare. Non si poteva provare l’intimo, ma Pippo, tutto tremante, le disse di si e la fece accompagnare in camerino di prova. Dopo poco la donna ritornò al bancome dicendo che ne aveva provate tre paia e che se ne era lasciata una indosso. Porse a Pippo le altre. La donna quindi pagò la mutande che aveva indossato e sempre con un grande sorriso malizioso dopo ever lanciato un’occhiata verso il camerino dove si era cambiata uscì. Pippo capì il mutuo messaggio: la donna aveva lasciato li dentro le mutande usate. Chiuse il negozio con qualche minuto di anticipo e si precipitò in camerino. Vede nel cestino le mutande lasciate dalla donna e si accorse che erano macchiate nel cavallo e al tatto risultavano anche umide. Se le portò alle nari e aspirò. Era inebriato. L’odore di umori vaginali era fortissimo, penetrante, dolciastro. Se le strofinava al naso aspirando di continuo. Era eccitato. Estrasse il pene dai calzoni e si masturbò con foga, venedo quasi subito.
Fra loro inziò così una complicità particolare. La donna sapeva benissimo che Pippo era un segaiolo inveterato e ne sfruttava il vizietto. Una sera la donna arrivò proprio in chiusura e rivolgendosi a Pippo gli chiese le solite mutande. Ma stavolta aggiunse di non essere in ordine e gli disse anche il motivo: era stata al cinema e il film un pò osé l’aveva turbata. Lui chiuse il negozio e spense molte luci. Poi disse alla donna di accomodarsi in camerino e prese alcune mutande. Ma quando arrivò al camerino la donna da dentro con voce maliziosa gli chiese se potesse aiutarla. A Pippo tremarono le gambe e il respiro gli si fece affannoso. Gli tremavano anche le mani. La donna dischiuse la porticina il camerino e lui poté vederla nuda dalla vita in giù. Era una donna formosa ma non grassa, coi fianchi larghi e coscione. Aveva il pube folto di peli neri. Ovviamente la donna vide lo stato di agitazione di Pippo.

-Pippo,- gli chiese la donna: -Mi tiri per favore giù gli slip mentre mi tengo la gonna?-

Lui era fuori di se. Non credeva a qullo che stava accadendo. Dal pube della donna emanava forte l’odore di sesso. Lui si mise in ginocchio e si accostò a lei. Tremando prese maldestramente il bordo dello slip e lo fece scendere mentre lei muoveva i fianchi per aiutarlo. Ora lei era nuda e gli occhi di Pippo cercavano di cogliere ogni minimo dettaglio del corpo della donna. Perse il controllo: era davvero troppo per lui e con foga, eccitato e ansante prese a baciarla, spingendola verso una sedia presente in camerino dove lei cadde seduta. Si scherniva la donna ma ben poco faceva per difendersi. Anzi, allargava le coscione sollevandole. Ora era completamente esposta agli occhi del segaiolo che si beò di quella visione oscena: la vulva eccitata e schiumosa, il buco del culo scuro e rugoso -che dall’eccitazione si contraeva oscenamente- erano li a pochi centimetri e diponibili. Pippo potè affondare grugnendo la faccia raggiungendo la vulva completamente fradicia e fragrante di odori sessuali. Pippo era vergine e non era esperto di leccaggio, ma lei mettendogli la mano sulla testa lo guidò nella giusta posizione. Poi la natura fece il suo corso e Pippo, guidato dai gemiti di lei prese il giusto ritmo. Credette di morire quando sentì le contrazioni orgasmiche mentre dalla vulva di lei usciva abbondante un flusso di umori. Smaniava forte forte la donna sobbalzando sulla sedia, sconvolta da quell’ orgasmo che suo malgrado l’aveva presa molto più di quanto lei volesse. Un mese dopo Pippo la chiese in moglie. Ma sorprendentemente lei disse di no. Spiegò a Pippo che lei era stata sposata ma che aveva tradito più volte suo marito perché lui non riusciva a soddisfare i suoi appetiti sessuali. Lui l’aveva scoperta e un paio di volte anche perdonata. Ma lei non ce la faceva a stare con quel marito che sessualmente non le bastava. Alla fine civilmente si era separati prima e divorziati poi. Lei disse che lui le piaceva, lo stimava, si era affezionata, ma sposare no, perché avrebbe putoto tradirlo, seppure solo per sesso -ci tenne a precisare solennemente. Inutili furono le insistenze di Pippo.
Lei arrivava sempre al negozio alla chiusura. Lui chiudeva e andavano a sedersi su un grande divano nel retrobottega. Lui la spogliava bramoso. Lei si lasciava abbracciare, stringere, baciare, leccare. Gemeva piano lei e si bagnava abbonfantemente ma non si faceva penetrare. Poi anche Pippo si spogliava. Era esile Pippo e aveva tutto esile, ovviamente anche il pene e i testicoili erano piccoli. caterina con una bravura incredibili gli massaggiava il pene e i testicoli, lo masturbava con maestria, lo portava in breve a orgasmare. E lui poi si rilassava sospirando. Non immaginava quali pensieri osceni e viziosi si agitassero nella mente di Caterina.

Ma Pippo si era innamorato e non accettava più di poterla perdere. Per diverse notti e diversi giorni si arrovellò dentro di se. L’idea di sapere che un altro uomo la possedesse fancendola godere lo sconvolgeva. Era contro natura. Una sera la invitò a cena e le chiese di nuovo di sposarlo, ma aggiunse con grande imbarazzo e balbettando che avrebbe accettato eventuali sue scappatelle, perché solo sessuali. Questa scelta era costata a Pippo enormi sforzi ma lei ringraziò rifiutando nuovamente, dicendo che era convinta che una volta sposati lui sarebbe diventato geloso e che l’ avrebbe assillata. Per Pippo passarono ancora giorni fra atroci sofferenze d’amore. Notti di incubo in cui vedeva l’amata godere con poderosi maschi che la facevano urlare di piacere. Si svegliava sudato… manche stranamente eccitato. Poi una notte, svegliandosi di nuovo eccitato, lo fece: si mastubò immaginadola con un altro uomo, Mentre si segava oscillava fra una frenetica eccitazione voyeristica e una dolorosa paura di perderla. Poi trovò la soluzione. Invitò Caterina di nuovo a cena. Lei si aspettava ovviamente nuove insitenze. Ma lui non parlò che di cose frivole. Alla fine giocò la sua carta vincente. Estrasse di tasca un documento che le sottopose. Lei lo prese e lesse la prima frase: Contratto di matrimonio; prima clausola vincolante: il Signor Filippo chiede in matrimonio la Signora Caterina garantendole la più completa libertà di conoscere e frequentare sessualmente altri uomini che la Signora Caterina decidesse di frequentare senza ostacolarla in alcun modo. Questa clausola potrà essere fatta valere come attribuzione di colpa a caricodel Signor Filippo in tribunale in caso di separazione se alla base di questa separazione vi fosse la gelosia del Signor Filippo o il divieto di frequentare altri uomini che lui imponesse alla moglie Signora Caterina. Da parte sua la Signora Caterina si impegna ad informare il marito di eventuali adultèri condividendo con lui i dettagli degli adultèri stessi. Caterina gioendo intensamente dentro di se senza però mostrare questa emozione firmò il documento. Poi guardò intesamnete Pippo negli occhi e gli sussurrò.

-Ho volglia della tua lingua luggiù… E ho voglia di averti subito dopo il matrimonio… Voglio farti vedere quanto io sia davvero calda e passionale… Dovrai prendermi tutta, in tutte le maniere, di continuo, tutti i giorni… E se non lo fari abbastanza, Pippo, amore mio mi avvarrò della clausa liberatoria di adulterio consentito.-

Pippo era emozionato, ma c’era una vocina strana dentro di se… Sapeva che sarebbe successo. Sapeva che non sarebbe stato all’altezza degli appetiti sessuali di Caterina… Ma capì anche che era disposto a pagare il prezzo di eventuali scarse performance quando il pene gli si indurì nelle mutande. Quando lei andò via Pippo estrasse il membro e partì con la sega. tentava di scacciare quel pensiero ma quello si ripresentava sempre più imperioso. Lei, la sua amata, che cavalcava infoiata un maschione robusto e cazzuto che la incitava, metre anche lei lo incitava a sua volta con voce strozzata; la vedeva gemre, ansimare, sudare, sgitarsi tutta. La sentiva entrare in orgasmo. Anche il toro godeva spingendo il turgido membro bagnato in fondo a lei… e godeva anche lui, Pippo, vedendo la sua amata commettere adulterio

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L’attesa del cornuto

Quando nel profondo della notte, disteso sul divano, al buio, con la tivù accesa -ma che non vedi né senti- attendi il suo ritorno ti chiedi cosa ti abbia spinto a mandare tua moglie fra le sue braccia. Quale strana malattia della mente ti ha portato a bramare ciò che gli altri uomini aborrono di più, le corna. Perché, non illuderti, sono corna. Corna. L’altro non è un toy-boy è un uomo. Un uomo che da ore sta trombando tua moglie. E tua moglie lo sai benissimo che non è una bambola di pezza, ma una donna e che prima di andare a letto con un uomo ne vuole sentire l’odore, il sapore, apprezzarne l’intelligenza, la simpatia, la classe; lo vuole scegliere, vuol farsi corteggiare. Chi stà trombando tua moglie non è un fantoccio ma un uomo che le è piaciuto. Lui le piace davvero. L’ha coinvolta, sedotta, comquistata. Per molti giorni lei ha atteso questa serata. Ha ricevuto decine di suoi messaggini e chiamate. Tua moglie da tempo aveveva sempre con se il cellulare, anche la notte; e la notte arrivavano messazzini in vibrazione. Lei rispondeva agli sms e poi percepivi che pensando tu dormissi si masturbava. In questa love-story però non sei stato passivo testimone. Ne sei stato il promotore e attivissimo ruffiano. L’hai lusingata dicendole che se un uomo come quello la corteggiava con tanta assiduità e insistenza significava che la vede come una donna affascinate, malgrado i quaranta suonati. Lei ha ceduto alle sue lusinghe e alle tue insistenze ed ora è con lui, nel suo letto con lui che la sbatte. Nell’immaginarli insieme il tuo pene ora si erge ora si affloscia. Oscilli fra paura e esaltazione. Sono cornuto, ti dici. Finamente cornuto! Ma non sai se sei pienamente contento. Dentro di te qualla vocina ti mette in guardia. Ma poi il pene si erge di nuovo spinto dal desiderio di goderti le corna e lo masturbi prima piano poi freneticamente. Ti trattieni. Sai fin troppo bene che se vieni poi l’eccitazione passa e rimane solo l’angocia. Allora ti fermi. I secondi sono minuti e i minuti ore, nella notte che lei è con lui. Poi infine senti la chiave nella serratura. balzi in piedi ma poi ti fermi. Non vuoi farle vedere quanto sei felice. Lei viene verso di te e tu vedi quanto sia distrutta, stanca, truccata alla meno peggio. Ti da la borsa e si avvia verso il bagno. Nella borsa ci sono gli slip madidi ancora dei suoi umori. Lei sa bene che userai quegli slip per accitarti annusandoli per giorni. La raggingi in bagno. Lei sta pusciando nel bidet. Scoreggia e piscia appoggiando la testa stanca alla parete davanti a se. Ti avvicini, ti inginocchi accanto a lei per il solito rito dell’abluzione pest coito e regoli l’acqua per renderla tiepida; poi la lavi delicatamente senza sapone intimo. Lei si solleva a fatica e tu sorreggendola l’asciughi. Lei ti cede, Sa che è il tuo momento. Si lascia accompagnare in camera mentre tu la cingi per i fianchi, poi scendi a carezzarle le grasse chiappe che certo _tu speri con tutto il cuore- lui avrà provanato. Azzardi a toccarle il buco del culo e lei ha un piccolo gemito di dolore. Esulti dentro di te: ‘L’ha inculata!! l’ha inculata!! Evvaiiii!!’ e immagini la scena oscena. Arrivata al letto si gira e si siede mentre tu la sostieni; poi la lasci e lei si distede allargando le cosce offrendoti la visione della vulva ancora schiusa e tumefatta, ancora sensibilissima al tatto. Accosti piano la bocca, senza premere. Un fortissimo afrore di sesso emana da quella vulva a lungo penetrata. Forte odore di urina, sperma, umori vaginali… E’ questo odore che testimonia il misfatto tanto bramato; testimonia il passaggio del grosso membro di lui, perché lui ha il cazzo grosso, largo, con una massiccia cappella che ha certo riempito tua moglie stimolandone gli orgasmi… Altro che il tuo finissimo 12 cm, buono appena per seghe. Anche la lingua è delicata nel tocco. Lei sobbalza. ‘E’ stato meraviglioso’, ti dice. ‘Lo rivedrai, vero?’ ‘Si… Fra tre giorni’. ‘Ti manca già?’, azzardi… Non ti risponde. E tu, pur cosciente del pericolo ti esalti ancora e la sega parte frenetica. Poi la sua mano sul tuo capo e le sue parole sussurrate con dolcezza: “Sei cornuto sai mauro? Cornuto davvero… Quello mi ha fatto perdere la testa, sai cornutone mio?… Mi manca, accidenti! Mi manca già…” A quelle parole intesifichi la leccata e lei invece di respingerti ti assecondo. La vulva ha ripreso tono e viscide sostanze odorose la impregano di nuvo. Tu succhi avidamnete, le lecchi, ne aspiri l’odore forte. Il suo bacino si muove per cercare il cantatto con la tua bocca, ma certo si muove anche perché sta immaginando di offrirsi al maschio, al suo adorato amante; amante che fa di te un vero cornuto eccitato, segaiolo, impotente a soddisfare una moglie in calore.

-Oddio mauro… Oddioooo!! Lo voglio… lo voglio… lo voglio…” queste parole sono frustate di eccitazione per te, cornuto che smani, mugoli, beli come un caprone. I suio gemiti e implorazioni ti danno la certezza assoluta di essere cornuto. Cornuto come in tante fantasie masturbatorie hai immaginato di diventare. Da un anno hai accampato una inesistente impotenze solo per renderla più disponibile per un maschio che te la trombasse. I primi tempi lei cercavi di portarti dallo specialista, ma tu dicevi di essere quasi impotente a causa dello stress di lavoro. Quante volte mentre la masturbavi le dicevi quasi piagnucoloso che pur di non vederla soffrire avresti volentieri accettato le corna, purché fatte con discrezione. E lei sempre a darti del cretino. Poi pian piano ha iniziato ada cecttare l’edea e a tacere mentre le dicevi che un uomo discreto, potente, affidabile le avrebbe portato un pò di serenità. E lei ora taceva e si muoveva di più assecondando la masturbazione. ‘E’ pronta!’ pensasti. Ora cerchiamo il maschio giusto. Sono passati pochi mesi da allora e il maschio giusto ha già eiaculato dentro tua moglie diverse volte. Il prossimo passo sarà portarlo a casa per farli trombare nel lettone, nel sacro talamo, ma non sarà facile. Tua moglie non sa che glielo ha fatto incontrare tu per caso, come un tuo amico di facebook. Ma tua moglie ti sorprende acora:

“mauro, amore mio, sai cosa penso?…” tu annuisci col volto fra le sue cosce: “Penso che sarebbe bello poterlo far venire qui a casa mentre tu stai giù in tavernetta, nascosto, zitto zitto, a farti le seghe… Che ne dici?! potresti ascoltare… Ti godresti le corna in diretta… eheheh… e quando lui andrebbe via sarei ancora calda… E tu… ehm ehm… potresti approfittare di più… Che ne dici cornutone mio?” Un fortissimo tuo gemito e le scosse dell’orgasmo masturbatorio le darebbero la risposta.