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La signora Rita – Un insolito pomeriggio

Mattina pomeriggio di un solito martedì passato in laboratorio. Alle undici realizzo che, nonostante il tempo incerto di questa estate, posso dedicare un momento di relax a me stesso e decido che andrò a pesca. Opto per una zona vicina a casa, onde evitare di dover viaggiare molto per poi beccare pioggia; constatato tutto ciò rincaso e inizio a cucinare.
Dopo circa mezz’ora sento squillare il telefono, rispondo ed è Rita, la formosa amica di mia madre:

R: Ciao Davide, sei solo in casa? C’è tua madre? Devo parlarle per questo fine settimana…
F: No mi spiace è ancora al lavoro…come al solito tarda e sto cucinanda qualcosa io…ma spero si sbrighi perché volevo uscire al fiume oggi…
R: Ah si? E cosa fai?
F: Pesca (…)

A questo punto iniziamo a parlare del posto, che frequenta anche lei ogni tanto per approfittare della pace per migliorare la tintarella, e di altri argomenti. Sono solito fare lunghe chacchierate con lei, da sempre mi sono confidato più volentieri con lei che non con i miei…
Dopo circa mezz’ora di chiacchierata riaggancio e torno alle mie mansioni…

Alle quattro parto da casa e mi reco sul posto pronto a gustarmi un pomeriggio in completa solitudine, silenzio e relax.
Non molto distante dall’accesso scorgo la signora Rita sdraiata a prendere il sole in bikini nero. Va da se che la visione delle sue tette dapprima mi lascia, al solito, compiaciuto; poi realizzo che è strano il fatto che sia li anche lei…ma avendo parleto di tintarelle al telefono mi son detto “Bah…tutto normale, vorrà solo prendere il sole come fa di solito”.
La saluto e lei sorride e inizia a discutere sul fatto che alla sua età almeno un po’ di colorito aiuta a ringiovanire ed io, per aggiungere un po’ di pepe, la contraddico teatralmente affermando che se non la conoscessi la inviterei a ballare. Lei ridacchia e inizia a sistemarsi il reggiseno in modo da non lasciare la riga dietro al collo, e compiendo il gesto lascia che i seni si appoggino avvolti dalle coppe del raggiseno e mi chiede di aiutarla a legarlo dietro la schiena.
Vi lascio immaginare la mia eccitazione!

Decido che la pesca può benissimo attendere e mi siedo li vicino affermando che le condizioni dell’acqua sono pessime e decido di prendere il sole anche io. La maiala si alza per andare a rinfrescarsi e con tutta tranquillità toglie il reggiseno e ri rinfresca i viso, braccia e seni.
Nel mentre il mio pene si gonfiava e il cuore iniziava a pompare deciso estraggo il telefono per immortalare questo momento epico..vengo sgamato come un coglione ma non sembra dispiaciuta (io lo sono per aver lasciato a casa la macchiana foto cazzo!); sfoggia un gran sorriso e mi chiede se voglio giocare a paparazzo.
R: Lo sapevo che ti piacevano le mie tette…lo noto come mi guardi sai? Non devi dispiacerti è normale…
E inizia a parlarmi con un misto tra madre affettuosa e amichevole confidente facendomi sentire molto a mio agio. Inizia così a muoversi facendo ballonzolare le tette in gesti di estrema libertà e nel mentre continuo a fotografarla portando coglionissimamente la visiera del mio cappello all’indietro a mo’ di paparazzo…

A questo punto il gioco prende una piega scherzosa e lei inizia a spogliarsi anche delle mutande.
R: Oggi ho messo questo costume davvero troppo coprente, e se poi metto quello più sgambato? Mi si vedrà il segno!
Così toglie anche lo slip e io inizio a sentirmi un leone, non capisco più nulla e in testa ho una voce martellante che grida FOTTILA! PRENDILA é LI CRETINO!
Il gioco si fa interessantissimo e mi si para davanti questo spettacolo

“Se mi slaccio i pantaloni parte come un luccio…ma se non lo faccio mi si comprime come una sarda!”
E dopo questo paragone ittico mi sfilo maglietta e pantaloni facendo movimenti ampi…Lei osserva e torna a sedersi e mi posa delicatamente una mano sul pacco, alza l’elastico e inizia a segarmi.
R: Ti piacciono le mie tette? Toccami…
Io inizio a palparle e la sensazione di morbidezza fa schizzare la mia libido ed inizio a leccare i suoi capezzoli. Poco dopo lei si scosta e chinandosi prende in bocca il mio cazzo e inizia a succiare e ingoiare mentre io vado alla ricerca della sua figa classicamente pelosa…

La trovo e inizio a farle un ditalino; sento che la penetrazione di medio e anulare le piace dai gridolini e dai gemiti che emette. Dopo essersi alzata e avermi sbavato tutto il cazzo la faccio adagiare sulla schiena e le tette si prostrano a me e io porto la mia faccia tra le sue cosce.
La clitoride è li, mi attende e attende la mia lingua, ma prima gioco un po’…la solletico con la punta della lingua sulle labbra interne e poi infilo parzialmente la linga nella sua vagina facendola sorridere e gemere; dopo un po’ isolo il clito e inizio a martellarlo senza tregua con la lingua sia aperta che adunca fino a farla venire e me ne accorgo qando chiude leggermente le gambe, inarca la schiena e scosta la mia testa.
Dopo pochi attimi di tregua, alcuni baci carichi di eros e svariate palpate le salgo sopra e con la posizione del missionario sfogo tutta la mia voglia. Mi accorgo che è attratta dal mio petto e dalle mie spalle muscolose che (volutamente da stronzetto) cerco di accentuare.
Dopo tocca a lei salire, e io mi prendo una piccola pausa in cui mi godo uno spettacolo da mal di mare…la adoro! Sento il mio cazzo che la penetra fino in fondo, che porcona che è; poi ne afferro il fondoschiena e lo alzo appena, tanto da lasciarmi ampio gioco di bacino e inizia a penetrarla facendole sentire bene la cappella in entrata e uscita, questo le piace molto e si vede, inizia ad ansimare e io inizio davvero a sentire lo stimolo…non buono! Cerco il pretesto per rallentare, le lecco e le palpo le tette e le dico qualche sconceria.
Infine la prendo a pecora e il problema si amplifica, perché la sua vagina ora mi avvolge in na maniera davvero eccitante…

Alla fine tolgo il mio cazzo bagnato; mentre lei si gira io mi sego, lei lo prende e finisce il lavoro direzionando il mio arnese contro le tette esclamando:
R: Vieni! Vieni! VIENI!

Un attimo di paradiso…mi lascio andare e un fiotto di sborra calda la schizza sulle tette, poi un altro e un altro ancora fino a terminare con una serie di spasmi mentre lei lecca e mi ripulisce con la linga la cappella.

Dopo siamo li…a coccolarci sulla zolla di sabbia. Io mi sento bene tra le sue braccia, è una sensazione piacevole, diversa da quella che si prova con una ragazza meno matura…
Le sue tette sono li e il suo corpo caldo è a stretto contatto con me…

R: Se lo sapesse tua madre…ma è stata brava a farti così…

D’ora in avanti le cose cambieranno si, ma la complicità derivata da questo fatto, chissà, genererà altri incontri? 🙂 Io lo spero!

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La Signora Daniela

La Signora Daniela;

una donna di 61 anni, non piu’ soda come una volta, alquanto in carne ma con il suo fascino.
capelli corti e biondi chirissimi, occhi verdi, mani e piedi sempre smaltati per lo piu’ di rosso, labbra grosse e carnose sempre con un leggero rossetto e cotorno labbra magnifico, un seno grossissimo (una settima) ed un sedere grosso e provocante.
vive con il marito over 67 (quasi rincoglionito del tutto, scusate l’espressione) ed il suo cagnolino.

la conosco da anni, da quando sono andato a vivere da solo. abitiamo sullo stesso pianerottolo.
ogni volta che m’incontra, mi accarezza il viso ed il petto, non credevo che le interessassi. è successo tutto cosi per caso.
quando mi abbraccia mi fa sentire sempre quel suo bel corpone rovente, ma non avevo mai pensato a lei come compagna di giochi, solo tipo come una ZIA.

la cosa che mi ha poi fegato è stata questa mia ossessione per le donne piu’ grandi di me.
ho 30 anni, bel ragazzo (non disprezzando nessuno).
alto, moro, occhi castani, spalle larghe e petto all’infuori per tutti gli anni di nuoto fatti.
certo sono onesto, non ho la tartaruga, ma nemmeno la pancia (anche se a Napoli usiamo dire “uomo di panza uomo di sostanza”) ed in finale anche alquanto dotato.

appena quindici giorni fà, ebbi un problemino nel mio appartamento.
tornai a casa un pomeriggio e ho trovato l’appartamento praticamente allagato.
avevo appena fatto aggiustare l’impianto idraulico del bagno, ma se vede che il signore che è stato pagato profumatamente non aveva svolto il suo lavoro al meglio.
e comunque non voglio tirarla per le lunghe, vennero i pompieri.
e la Signora Daniela guardando la mia disperazione mi chiese se volessi essere loro ospite per quella notte.
io non avendo dove andare, accettai.
passai nel mio appartamento per prendere almeno il pigiama e qualcosina per la mattina dopo, chiusi tutto, ed entrai ringraziando sia la Signora Daniela che suo marito Alfredo.
la Signora Daniela mi abbraccio e mi disse: “ma stai tranquillo, ti capiamo è capitato anche a noi qualche anno fà. e siamo dovuti scappare da mio figlio. e poi tu sei di famiglia ahaha andiamo vatti a fare na doccia che tra un pò si mangia” tutto ciò in un bellissimo napoletano scandito ed un abbraccio strettissimo.

congedandomi dalla anziana coppietta e dal cagnolino rompi balle, mi allontano e mi dirigo in bagno.
abituato da sempre a dormire in pantaloncini e felpa, avevo dimenticato i boxer (che idiota).
comuque mi faccio coraggio ed esco dal bagno e mi dirigo verso la cucina, dove sento un odore di carne alla brace bellissimo.
ci sediamo dandoci il buon appetito e mangiamo tranquillamente.
noto che la Signora Daniela mi guarda in continuazione, mentre il marito gli dà giu’ con il vino.
appena finita la cena il Don Alfredo abbattuto dal vino, mi da la buonanotte saluta la mogliettona e si dirige verso la camera da letto.
io mi alzo e provo ad aiutare la Signora Daniela a sparecchiare, ma mi rendo conto di avere il pene troppo in libertà, ed il pantaloncino non nasondeva affatto le forme e le dimensioni.
non sò se la Signora Daniela ci fece caso, ma mi disse: “dai Andrea è meglio se ti poggi sul divano ci penso io qua”.
il divano nel salone che sarebbe stato poi il mio letto. comunque la ringrazio e mi vado a sedere sul divano.

sedutomi comodo sul divano ancora da idiota non mi resi conto che la punta del mio pene inparte fuoriusciva dalla gamba sinistra del pantaloncino.
la Signora Daniela appena finito di rassettare si accomoda sulla sedia appoggiata al tavolo difronte a me, e cominciq a parlarmi del piu’ e del meno. e farmi domande se sono fidanzato, a spiegarmi che la vita matrimoniale non è tutta rosa e fiori ma da le sue soddisfzioni, ma noto che continua a guardarmi tra le gambe, e li che mi accorgo della figuraccia.

io: “madonna mia, sucsatemi Signora Daniela. che figura di merda, e che mi sono dimenticato le mutande. e non mi sono reso conto”
Daniela: ” vabbè non ti preoccupare, potrei essere tua nonna, stai tranquillo. uno la sera preferisce le sue comodità. e poi sai da quanto non ne vedevo uno. poi uno così si vede solo nei film zozzi ahahah!

cambio colore, e mi metto composto. anche se alle parole della Signora Daniela inizia un pò un erezione incontrollata.
ma lei continua dicendomi:

Daniela: “sai poi io ho una certa età, anche mio marito la sua. se ogni tanto non prende una pillolina, non mi guarda neppure. ahahah. Ora vado a mettere il pigiama. Tu che fai ti addormenti?”

io: “veramente signora Daniela guardo un pò di TV, non ho proprio sonno”
Daniela: “allora metto il pigiamone e torno così facciamo due chiecchiere”

si incammina verso la camera da letto, nel frattempo il mio uccello era diventato di marmo pensando alla Signora che lo guardava quasi con la bava alla bocca.
la signora Daniela torna dopo qualche minuto, con un mega pigiamone di flanella, con una zip sulla giacca. si notava da qua ad un chilometro che non avesse il reggiseno, aveva dei capezzoli durissimo.

ricomincia a parlare del piu’ e del meno, poi cambia totalmente tono e discorso dicendomi.

Daniela: ” Andrea posso chiederti una cosa?”
io: ” Signora Daniela dopo quello che avete fatto per me chiedetemi tutto quello che volete”
Daniela: ” non è che ti metti comodo come prima? sai non mi dispiaceva” per nulla imbarazzata
io con una emerita faccia da stupido: “Signora Daniela, ma l’avete detto voi potreste essere mia nonna. poi di là c’è vostro marito che dorme, mica mi posso mettere con sto coso al vento?”

lei mi sorride e mi dice.

Daniela: “we l’hai detto tu, tutto quello che volevo. ahahah. dai e poi si potrei essere tua nonna, ma non lo sono. sono solo una vecchietta che vuole rifrsi gli occhi. a te che ti costa? e poi lo sai che a Napoli diciamo che le cose belle si fanno vedere”
Io: ” è vero che ho detto tutto, ma voi però mi cogliete alla sprovvista. è vero anche che le cose belle si fanno vedere (ed indicando i suoi seni) perchè quelle sono coperte? ahahah”
Daniela: “allora sei proprio nu zuzzus (maiale), ahahahah e vabbè io mostro solo dopo che ti sei rimesso comodo.”

nel frattempo la mia erezione era diventata sempre piu’ forte, e sapevo che appena messomi comodo mi sarebbe uscito totalmente dai pantaloncini, ma oramai non potevo tirarmi piu’ indietro.
mi appoggio con la schiena al divano, allargo le gambe ed il mio uccello svelta alto duro e turgido già scappellato da solo, con la cappella lucida e turgida.
a quel punto la Signora Daniela, guarda a bocca aperta, le piace da impazzire.

Daniela: “mamma mia del camine, ragazzo a zia ma tu fai male. beate alle tue donne che se ne vedono bene. è vero che non sei fidanzato? ma sicuramente fai il porco con qualcuno”
Io: ” ahahahah come siete esagerata nei commenti Signora Daniela. non mi posso lamentare delle misure, piace lo sò bene. in quanto a dolore non dovreste chiedere a me ahahah. in effetti non sono fidanzato ma mi vedo con una donna sposata di 41 anni. che è molto presa da me. anche a me lei piace tantissimo, e stare con lei mi fà un bell’effetto”

intanto la mia mano inizia ad andare su e giu’ sull’asta durissima, e la Signora Daniela inizia a mordersi le labbra. uno di quei gesti che a me fa perdere completamente la testa.

Io: “allora? che devo aspettare ancora? su vediamo qusto ben di dio.”
Daniela: “guarda che se le vedi non resisti e devi continuare quello che fai. come le tiene la tua zoccoletta 41enne? grosse così?”

e dicendo questo tira giu’ la zip del pigiama, e ne tira fuori una quella sinistra. grandissima, con un capezzolone enorme durissimo, ed inizia a toccarselo.
allora io sbigottito da quella magnifica tetta, continuo ad andare su e giu’, mi insalivo la mano sinistra e mi spalmo la saliva sul glande, facendo scivolare meglio le mani.

Io: “azz Signora Daniela ed io stavo messo bene? voi state inguaiata, nel senso buono della parola. una zizza (tetta) così manco nei porno si vede. la mia signora le tiene belle grosse e toste, ma non grosse come le vostre. qua si perde la testa”

mentre continuo sempre ad andare su e giu’ piu’ velocemente, lei si bagna l’indice della mano sinistra con la salviva e comincia a giocare con quel magnifico chiodino. e l altra mano nel pnatalone del pigiama fulla passera.

Daniela: “mamma mia bello di zia, beata sta signora che ti fa come vuole lei. ma che te lo fai con due mani? chissa che profumino e che sapore ha? dai quando hai finito facciamo un bel caffè, vorrei vedere come arrivi fino alla fine. chissà che effetto fà ad una vecchia come me?”

Io: “ma quale vecchi Signora Daniela, voi state benissimo. si la mia signora se ne vede proprio bene, fa cose di pazzi con sto coso (e lo sventolo per bene). perchè a voi non vi viene voglia di assaggiarlo? giocarci? se volete a disposizione, ormai se non esplodo non si ammoscia ahahah”

Daniela: “magari a zia, mi ci tufferei sopra. guardalo là quanto è grosso dai vai piu’ veloce fai velice a questa vecchietta”
nel frattempo inizia a mordersi e leccarsi il capezzolo sinistro.

io: “mamma mia Zia Daniela chissà come ci sta bene in mezzo a quelle zizzone. così vuoi proprio che spruzzo tutto? e poi che si fa?”
Daniela: “e che si fà, tu inizia a spruzzare fammi vedere bene bene. ti piacerebbe meterlo qua in mezzo e?? secondo me impazziresti”

e nel frattempo aveva tirato fuori anche la tetta destra stringendole per farmi impazzire.
io ero sull’orlo di un eiaculazione spaventosa.
allora mi alzo e mi dirigo verso di lei, che vedendomi arrivare sempre con l’uccello in mano durissimo inizia ad arrossire.
sono in piedi alla sua sinistra, lei sempre seduta al tavolo.
inizio a sbatterle l’uccello sulla tetta sinistra, lei immobile continua a mordersi le labbra e a leccarsele.
lo sbatto sempre piu’ forte, per farle sentire bene i colpi sulle tettone.
poi lo prendo con la mano sinistra e lo avvicino al suo viso, lei continua a guardarmi e guardalo.
lo porto a pochi centimetri dalla sua bocca, sotto il suo naso.

io: “volevate sentire com’è tosto? vi piace allora l’odore? “
Daniela: “non fare cosi a zia, se no va a finire che non resisto. e ti salto addosso. non hai un cazzo ha una pietra, che profuma di uomo. ma se spruzzi da così vicino va a finire che mi bagni, e già sono bagnata.”

cosi dicendo mi fa vedere la mano tirata fuori dai pantaloni del pigiama, fradicia di succo di donna e se le lecca e poi me le fa leccare.
aveva avuto un orgasmo gustosissimo.
il suo respiro sul mio uccello era molto piu’ forte ed io non resistevo piu’.
a quel gesto l’eccitazione è alle stelle, continuo a schiafferggiarle la tetta con l’uccello ed aumento la frenesia della mia mano andando sempre su e giu’.
sono quasi al culmine e lei se ne rende conto.

io: “zia non resisto piu’, ora ti faccio una bella doccia. mi hai fatto solo schiattare ma non hai voluto fare nulla, ora sarai punita”

e da quelle parole iniziano ad uscire dal mio glande numerosi schizzi di sperma bollente e cremoso, che le vanno sul viso e sulle tettone. lei dalla sorpresa rimane a bocca aperta e qualche schizzo le va anche in bocca.
approfitto della situazione, lei ancora a bocca aperta le poggio il gande in bocca, con la mano destra le spingo la testa sul mio uccello e con la sinistra le martorizzo la tetta sinistra.

Daniela: “mamma mia a zia, e quanta roba, e che sapore meraviglioso. (e conitnua a metterselo in bocca) lo amo, lo voglio sempre. e che mi sono persa, perchè non te l’ho fatto io? ma che stronza che sono.”
Io: “zia allora ti piace tantissimo? (spingo sempre piu’ a fondo) lo vuoi dentro di te? (lei annuisce) no, non te lo dò. mi hai fatto segare quando eri tu che dovevi darti da fare. ora lo avrai solo quando io vorrò, ora però…..”

mi abbasso tra le sue gambe, le sposto un pò il pantalone nel frattempo lei immobile ed incredula.

Io: “fammi assaggiare meglio qua sotto”

le dò una forte annusata, ed una sola ma immensa leccata. un sapore stupendo forte, di una donna che ai suoi anni, ma ha ancora il sapore di DONNA VERA.

mi alzo, rimetto a nanna l’uccello, le dò un bellissimo bacio appassionatissimo, perchè sono stato veramente bene.
la sua lingua nella mia bocca sembrava impazzita.

Io: “Buona Notte Signora Daniela”

e mi stendo sul divano per dormire.
lei mi raggiunge, si inginocchia al divano, con la mano destra afferra delicatamente il mio uccello e mi dice in un orecchio.

Daniela:” non credere che finisca così. dopo che mi avrai posseduto come si deve potrai anche non salutarmi piu’ ma ti desidero da impazzire. notte”

lei si dirige nella sua camera e va a dormire.

da quel giorno come vanno le cose con Daniela?
non male, ma questa è un ‘altra storia.

spero vi piaccia.

ciao a tutti Andrea John2783

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Il Ragazzino e la signora

Sandra, io e il ragazzino

La cosa più difficile fu trovare una rivista porno che avesse in copertina e ben visibile una donna nuda il cui corpo somigliasse a quello di Sandra. Sandra è mia moglie. Ha passato la sessantina ma ne dimostra al massimo 45: pelle bianca, soda e liscia, seni abbondanti ma ancora ben sodi. Cosce lunghe e tornite.
Una fica così paffuta che d’estate al mare la copre con un giornale poggiato sul ventre perchè non si veda la montagnola gonfia. Mi aveva sempre fatto eccitare poi quella foresta scura di peli che ricoprono quel delizioso montarozzo. Un triangolo scuro che le arrivava sino al basso ventre da un lato, e dagli altri due tendono a sporgersi verso le cosce, oltre l’orlo delle mutandine. Leccarle quella peluria e le labbra carnose, ficcarle la lingua dentro la rossa vagina bagnata è stupendo, specie quando si eccita e inarca i fianchi e si spinge verso la mia bocca, sino a sentire i suoi gemiti e la sua fregna che si contrae spasmodicamente mentre bevo le sue gocce di piacere. Il viso è dolce,molto bello con delle labbra carnose e gli occhi color mandorla. Insomma, nonostante i tanti anni che siamo sposati, scoparla è sempre meraviglioso: ficcarglielo dentro, nella fregna bagnata e larga è un piacere divino. Così come metterglielo nel culo, ancora stretto e elastico, tanto che quando la penetro senza olearlo, strilla di dolore, una cosa che, anche se non sono un tipo violento, mi fa impazzire di eccitazione, al punto che, dopo averla penetrata,
spingendolo con brutalità sino in fondo, riesco a darle al massimo due o tre colpi violenti prima di sborrarle dentro. Le piace, se eccitata, prendermi in bocca e se riiusciamo a raggiungere l’orgasmo insieme, ingoia tutto il mio sperma mentre gode. E’ sempre stata sessualmente molto disponibile con me. Ma una cosa non ha mai voluto farla, una cosa che a me sarebbe piaciuta da impazzire: vederla scopata da un altro, sentire costui ansimare e gemere per il piacere mentre se la ingroppa. Vederlo entrare e uscire, sempre più veloce dal corpo della mia donna mentre le succhia famelico un capezzolo inturgidito e darle colpi sempre più violenti, come se volesse spaccarla quella fregna pelosa. Conoscendo bene mia moglie so che una delle cose che più le piacciono è farsi sborrare in fica. E so che piacerebbe anche a lei sentire quell’estraneo urlare mentre le schizza dentro getti violenti di sperma. Forse anche lei arriverebbe all’orgasmo e questo sarebbe il massimo per me. Le fantasie si spingono anche molto oltre: per la verità io vorrei vederla scopata da quattro o cinque stalloni, vedere tutto il suo corpo nudo pieno di rivoli di sperma. Presa in culo e fica e bocca contemporaneamente, vederla sfinita da cinque maschioni che per due o tre ore la scopano in tutti i modi possibili, schizzi di aperma in faccia, sborrate in culo e sui peli della sorca. Ma tanto so che non accetterebbe mai e quindi restano fantasie e basta. Ma una cosa sono riuscito a ottenerla, dopo anni di insistenze e preghiere: farsi guardare in mutandine e reggiseno da un giovane che, non avendo mai visto da vicino una donna in questo modo, di sicuro si ecciterebbe. Mi sono fatto promettere che si sarebbe fatta guardare e toccare sulle mutandine. Però il ragazzo avrebbe potuto toccarsi e venirle addosso. Mutandine bianche e trasparentissime. Le scegliemmo insieme e gliele feci provare: in pratica erano un sottilissimo velo bianco che contrastava di peli neri e che, a gambe leggermente divaricate faceva intravedere le labbra rosse della fica. E così reggiseno: I capezzoli e la rosea aureola erano visibili quel tanto da far desiderare di vederli a nudo. Comprammo anche un paio di autoreggenti nere. A casa facemmo le prove: lei doveva stare sdraiata sul letto, gambe appena divaricate e occhi chiusi. Era da impazzire!
Vi dicevo all’inizio della rivista porno: e si, perchè quella doveva essere la mia esca per il ragazzino.
Mi recai in un paesino di montagna distante da dove abitavamo io e mia moglie. E mi misi a cercare un posto dove normalmente si ritrovano i ragazzetti: un campetto di calcio improvvisato, di quelli in cui le porte vengono segnate dagli zaini scolastici o altri oggetti.
Trovai il campetto e, come prevedevo, cinque o sei ragazzini tra i tredici e i sedici anni stavano facendo una partitella. Mi sedetti su una panchina a guardare, poi con disinvoltura mi misi a leggere la rivista porno in modo tale che loro potessero ben federe l’immagine di copertina che raffigurava una bella donna nuda, con fica pelosa in mostra e due grosse tette. Mi accorsi che i ragazzi facevano di tutto per spostarsi con la palla il più vicino possibile a me. Poi uno di loro cadde e lasciò il gioco venendo a sedersi accanto a me. Non aveva più di quattordici, massimo quindici anni. Sbirciava il mio giornale e allora gli chiesi: “Mai vista una donna nuda?” E lui:”Magari! Nei giornaletti o nei video porno si, ma vera mai” E io: “Bè, prima o poi ti succederà. Adesso sei troppo piccolo ancora” Lui sembrà offeso:”E perchè troppo piccolo? Lo dici tu” Mi misi a ridere dicendo:”E allora dimmi cosa le faresti a una come questa del giornale” La domanda lo imbarazzò e rispose un po’ balbettando:”La accarezzerei tutta e le metterei il pisello dentro, la sotto, come ho visto nei video” E io:”Eh, come corri, ragazzo mio! Senti, io conosco una signora che assomiglia a questa della foto del giornale ma è molto più bella. A lei piacciono i ragazzini come te. Però il massimo che concede è di farsi vedere con le mutandine molto trasparenti e il reggiseno. Si fa toccare tra le gambe ma da sopra le mutandine e anche il seno ma sempre da sopra il reggiseno. E potresti toccarti mentre lo fai e potresti venirle addosso….tu sai cosa significa venire?” E lui”Quando schizzo il liquido” “Esatto. E tu come fai a saperlo?”
Il ragazzino arrossì:”Quando vedo i video porno mi tocco e quando sento un grande piacere schizzo tanto liquido” “Ok, allora se vuoi possiamo fare questa cosa ma a condizione che io sia presente e che tu ti accontenti di quello che ti ho detto. E sopratutto deve restare un segreto, nessuno dovrà sapere nientie. D’accordo?” Notai il gonfiore sotto al pantalone della tuta quando rispose eccitato:“Si, si si, quando lo facciamo?” “Dopodomani. Hai il motorino?” “Si, certo. Eccolo li” disse indicando uno scooter parcheggiato a pochi metri” “Devi uscire dal paese e prendere la provinciale verso nord. Dopo sei chilometri, sulla destra c’è una locanda, che si chiama “Trattoria Da Mariolina.” Ci vediamo li alle quattro. Io ti aspetterò fuori” “E la bella signora?” “Lei sarà già dentro in una camera ad aspettarci. Tutto chiaro?” Il ragazzino deglutì e disse:”Chiarissimo, grazie”
“Mariolina” ha per facciata la trattoria ma guadagna affittando le camere a ora. Non chiede documenti ma vuole essere pagata in anticipo e profumatamente. Le diedi il doppio di quanto chiedeva normalmente per una giornata intera anche se per fare quello che dovevamo fare noi probabilmente sarebbero bastate due o tre ore. Ma volevo l’assoluta tranquillità e la camera migliore. E la camera migliore aveva comunque un aspetto equivoco, tipico di questi posti frequentati di solito da prostitute. La trovai per questo molto eccitante. Io Sandra giungemmo alle tre perchè lei avesse il modo di prepararsi. Era nervosa, molto preoccupata d’essere poco eccitante o piacente: temeva per l’età. Si truccò in modo insolitamente marcato, con rossetto rosso fuoco sulle labbra e matita dello stesso colore sulle palpebre, un po’ da troia. E quando fu pronta, avrebbe fatto rizzare il cazzo a un santo. Verso le tre e mezzo sentii il rumore di un motorino e guardai fuori dalla finestra: era il ragazzo. Dissi a Sandra se voleva vederlo e lei si accostò e guardò fuori. “Ma è un bambino!…delizioso però” Dissi:”Cominciamo a giocare?” E lei:”Come sto? Sono passabile?”
Io ero eccitatissimo e dissi:”Ti sbatterei sul letto a pancia sotto e ti infilerei il cazzo nel culo con l’intenzione di spaccartelo! Sei bellissima e troia contemporaneamente” “E va bene, facciamo questa cosa che ti ho promesso, così mi tolgo il pensiero” Così dicendo si dispose sul letto nella posizione che avevamo provato: supina, gambe un po’ divaricate e…occhi chiusi perchè lei non voleva vedere. Andai a prendere il ragazzino e salimmo la rampa di scale che conduceva alle stanze. La nostra aveva una piccola anticamera. Giunti li gli ricordai le regole gli suggerii di spogliarsi lasciandosi le sole mutandine addosso. Era decisamente imbarazzato, intimidito. Ma fece quello che gli avevo detto. Temetti che avesse una crisi di impotenza dovuta alla situazione. E in effetti, guardandolo in mutandine, non c’era traccia di eccitazione. Gli chiesi se fosse pronto e lui fece cenno di si. Aprii lentamente la porta entrando io per primo e dall’interno feci cenno a lui di entrare. Lui obbedì e gli indicai il corpo seminudo di mia moglie. Lui si pose dinnanzi a lei e con gesto istintivo si abbassò la mutandina mentre con gli occhi spalancati e deglutendo guardava incantato il triangolo di peli che traspariva da sotto la mutandina. Sandra aveva detto di non voler guardare ma…la curiosità, si sa è donna e aprì gli occhi proprio mentre accadeva una cosa che purtroppo, data la mia età, a me non accadeva più da tempo immemore: il ragazzino ebbe un’erezione fulminea, il suo membro si ingrossò e si eresse al massimo in un solo, veloce moviento, la cappella andò a urtare contro il ventre, sembrava un soldato sugli attenti. E, data l’età, non era affatto piccolo, tutt’altro. Vidi Sandra che sbirciava e notai che mosse un poco i fianchi inarcandosi leggermente e aprendo un po’ di più le gambe. Il ragazzino mi guardò e mi disse con voce strozzata:”Po…posso toccarla?” Feci segno di si. Aprì una mano e la posò sulla mutandina di mia moglie accarezzandole tutta la superficie e soffermandosi sopratutto sulla parte pelosa. Muoveva avanti e indietro il bacino come se la stesse scopando e la cappella aveva dei sussulti.
Mi chiese:”Posso accarezzarle le gambe? Sono bellissime” Fui stupito d’essere anticipato nel rispondergli da Sandra: “Si, accarezzami dove vuoi” Così dicendo divaricò le cosce e poi, contrariamente ai patti iniziali, si scostò di lato la mutandina mettendo a nudo un ciuffo rigoglioso di peli e la fica, prese la mano del ragazzino e se la portò li sopra, proprio sulla fica morbida e rosea. Tenendo per il polso la mano del ragazzo,la guidava in quella carezza sempre più profonda e intima, a tal punto che si fece penetrare da un dito prima e due poi nella morbida spugnosa fessura. Il ragazzino, in preda ad una terribile eccitazione balbettava parole inconsulte:”Oddio che bello…che bella signora…che bella…” Sandra gli tolse un attimo la mano dicendogli:”Vuoi guardarla meglio?” E senza attendere la risposta si abbassò le mutandine e aprì bene le cosce. E poi:”Accarezzami tutta ora, mi piace” Il ragazzino prese a stropicciarle la folta peluria e poi con due mani le aprì la fica guardandola incantato mentre Sandra si protendeva inarcandosi verso di lui per farsi guardare e toccare meglio. Io in silenzio, stavo impazzendo per una scena che non mi sarei mai aspettato di vivere sul serio. Poi avvenne una cosa sublime: Sandra si sfilò un seno dalla coppa del reggiseno dicendo al ragazzo: “Vuoi succhiarmelo?” Il ragazzo si avventò con la bocca sul capezzolo di Sandra ma per farlo, data la posizione, lei sdraiata a cosce aperte e lui in piedi li in mezzo, doveva necessariamente sdraiarsi sul corpo di mia moglie. Il suo cazzo andò a poggiarsi e a strofinarsi in mezzo al bosco di peli. Lei andò a cercarlo con la mano fra i loro corpi e…se lo indirizzò all’ingresso della sua fica. Il cazzo del ragazzo scivolò dentro, sprofondando all’interno della voragine carnosa per poi restare fermo, mugolando di piacere Dopo qualche istante il suo giovane corpo prese a vibrare come se stesse prendendo la scossa. Disse solo:”Oddio!” Sandra lo avvinghiò intrecciandogli le gambe dietro la schiena ansimando e capii che il ragazzo le stava sborrando dentro. Udii lei quasi piangere e nel godimento mormorare:”Siii…ahhhh….vienimi dentro…godi nella mia fica. si, così…ancora…ancoraa…bagnami tutta….odiio che belloo…ahhhh! oddio.. sto venendo , ti prego vieni…vienii ancora…ahhh!..si… così…”
Sandra agitava e roteava i fianchi. Aveva le gambe sollevate per stringere a se il corpo del ragazzino in modo che il suo cazzo la penetrasse il più possibile. Stando in quella posixione, vedevo il membro di lui immerso nella fregna di Sandra e rigagnoli di sperma colare lungo il solco del culo. Le stava iniettando dentro una quantità di sperma incredibile, sembrava non esaurirsi mai. E anche Sandra continuava ad avere orgasmi su orgasmi. Finalmente sembrarono placarsi entrambi. Sandra distese le gambe e lui temette che lo volesse far uscire. Disse:”Signora…mi faccia stare ancora…la prego…” Mi ero dimenticato di quando avevo la sua età: potevo venirmene anche sei o sette volte al giorno. E a me non era mai capitata la fortuna di scopare una donna come Sandra. Il ragazzino prese a muoversi avanti e indietro, manifestando l’intenzione di scoparla ancora. Le prese un capezzolo in bocca succhiandolo mentre con una mano strizzava l’altro. Sandra lo lasciava fare, ancora eccitata. Ad un tratto con mossa rapida e inaspettata, ruotando su se stessa e facendo perno sul corpo del ragazzo, lo costrinse a sdraiarsi supino, venendo così a trovarsi lei sopra di lui e iniziando a muoversi sinuosamente e con studiata lentezza, ruotando il bacino e spingendolo in avanti per farsi penetrare sino in fondo. Poi cominciò ad arretrare e il membro inevitabilmente uscì dalla fica. Prima che lui potesse dolersene, continuanuò ad arretrare e chinandosi, prese a lambire e leccare il corpo del giovane. Scese sino a che la sua bocca fu all’altezza del membro teso e gonfio. Leccò la cappella, poi scese con la lingua giù sino alla base e quindi risalì lungo l’asta vibrante. Poggiò prima la bocca socchiusa sulla punta e poi le fece scivolare lungo il membro prendendolo tutto in bocca. Lui emise quasi un urlo di piacere.Sandra muoveva sapientemente il capo su e giù lungo il cazzo. Stava in ginocchio sul letto e io potevo vedere la sua fregna e il suo culo. Io non ne potevo più, l’eccitazione era al massimo della tensione. Puntai il cazzo nella direzione voluta e con un colpo secco dei fianchi lo infilai nel culo di Sandra. A differenza di quando lo facevamo da soli, non urlò affatto di dolore e il mio cazzo scivolò dentro con morbidezza. Il ragazzino dopo pochi minuti di quel trattamento, cominciò a sborrarle in bocca ansimando. E Sandra, ingoiando lo sperma, se ne veniva. Io glielo avevo piantato sino in fondo dentro al culo ma non mi muovevo perchè avrei sborrato subito. Lei era preda di un orgasmo violento e intenso, il buco del culo si contraeva stringendomi forte il cazzo per poi allentare la morsa e stringersi nuovamente. Alla terza stretta sborrai come un cavallo. Davanti il ragazzino continuava a innaffiarle la bocca.
Quando finii di svuotarmi dentro il suo ventre e le sfilai il cazzo dal culo e ne vidi uscire il mio sperma a fiotti che scendeva a bagnare i peli della splendida sorca e colare dentro la fregna. Quando finì di bere tutto lo sperma del ragazzo, io e lei ci lasciammo cadere stanchi sul letto. Dissi al ragazzino che poteva andare e lui si rivestì.
Quando fu sulla porta si voltò e disse triste a Sandra:”Non la rivedrò mai più, vero? Me lo fa fare unultima volta?” Io e Sandra scoppiammo a ridere: non era possibile! Ma Sandra era intenerita da quel ragazzino. Si girò sul letto dicendogli: ” sdraiati su di me” Il ragazzino non si fece pregare e si sdraiò sul corpo caldo e nudo di Sandra che disse:”Visto che lo vuoi fare ancora, facciamolo in modo nuovo” Portò la mano dietro la schiena, prese il membro ancora una volta incredibilmente durissimo del giovane indirizzandolo laddove poco prima avevo sborrato io. E gli disse: ”Ora inculami” Lui obbedì e Il cazzo scivolò nel culo di Sandra, dove dopo due minuti di su e giù il ragazzo sborrò per l’ennesima volta.
Ovviamente in quella stanza avevo disposto due telecamere per poterci rivedere in seguito. Quando rivediamo quelle immagini, ci eccitiamo entrambi e finiamo sempre col fare sesso.
Alcuni anni dopo Sandra mi confessò d’essersi rivista una volta col ragazzo di nascosto e per una giornata intera lui la scopò in tutti i modi per ben dieci volte.

FINE

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La signora Tarallo

La signora Tarallo
Alessio Tarallo era un mio compaesano e collega universitario. Un personaggio noioso che alternava momenti di simpatico cameratismo a tratti di stronzaggine imperdonabile. Il nome è inventato, ma la storia è vera: mi sono fatto sua madre.
Conoscevo la signora Teresa Tarallo da tempo, abitava vicino casa mia. Le nostre famiglie si frequentavano. Era una donna di circa 50 anni, il marito era un ingegnere, ma lei era una persona semplice. Aveva due figli, Alessio appunto e Serena di poco più grande e che era veramente una gran bella ragazza e mi piaceva molto. Eppure intorno ai 18 anni avevo dedicato più seghe ai culoni di mia zia e della signora Teresa che al dolce mandolino di Serena. Questione di gusti.
Quando Alessio sostituì nell’appartamento di Catania uno dei colleghi anziani che si erano laureati, anche sua madre cominciò a frequentarci. Veniva spesso per fare acquisti e in quelle occasioni portava succulenti pranzetti e, poveretta, dava una sostanziosa mano alle pulizie di casa. Qualche volta si portava pure Serena e io e i miei colleghi facevamo tutti i cascamorti con quel tocco di figa. In quel periodo avevo già avuto una fidanzata ma almeno una volta al mese mi sbattevo Amina, la vecchia puttana tunisina che avevo conosciuto al primo anno di università. Ero molto circospetto, la vacca però non era scema e faceva finta di non conoscermi se la incontravo per strada. In realtà ero alla ricerca d’altro: la vecchia fumava troppo e mi mancava la possibilità di appagare certi desideri: baciare una fica, leccare un culo, infilarci la lingua, fare sesso anale. Anche per questo mi ero fidanzato con una brava ragazza, purtroppo magretta e con seni minuti. Il desiderio di fottere mia zia non mi abbandonava.
Una sera di un freddo gennaio, la signora Tarallo e sua figlia vennero in città per i saldi. Alessio, che era il coglionaccio della compagnia, aveva una stanza tutta per sé e poteva quindi ospitare madre e sorella. Io, mio cugino e il terzo collega, Leandro, dormivamo insieme in un’altra stanza. Durante la notte i miei due coinquillini commentavano le cosce di Serena e si autoeccitavano parlando del suo rotondo culetto. Io invece immaginavo l’afrore delle natiche della signora, sognando mi vedevo a spingere il glande in un ano grinzoso e avviluppante. L’indomani ebbi lezione tutto il giorno, e quando tornai la sera mi sentivo stanco. Con sorpresa trovai solo la signora: i ragazzi erano appena usciti per una pizza e mi avevano anche lasciato detto dove avrei potuto raggiungerli. Un po’perché ero affaticato un po’ per la presenza della signora, decisi di restare a casa. Lei non sembrava dispiaciuta. Non ricordo perfettamente la sequenza degli avvenimenti, ma pressappoco andò così. Mentre cenavamo mi chiese cosa pensassi di suo figlio. Risposi che era un amico. Poi piano piano si aprì e mi disse che era preoccupata, che aveva trovato dei giornali hard…Alessio, come tutti noi, era un consumatore di porno, ma per non tradirmi feci la faccia stupita. Lei continuò, dicendo che era molto sconcertata e a questo punto sbottai e le dissi che era normale, che li leggevamo tutti i pornazzi. Lei scosse la testa e due minuti dopo mi mostrava i giornali nascosti del figlio. La maggioranza delle riviste contenevano immagini di trans e travestiti che succhiavano cazzi e la prendevano in culo. In particolare buona parte dei servizi era rivolta a un trans brasiliano con grandi seni, labbra rifatte e un culo modello aspirapolvere. “Gli piacciono queste cose a mio figlio?”. Non so che mi prese, ma le dissi la verità. Probabilmente lo eccitavano i corpi un poco bizzarri o esagerati ma ognuno aveva i suoi desideri nascosti. La invitai a venire nella stanza mia, aprì l’armadio di Leandro e tirai fuori la goffa bambola gonfiabile che l’amico usava spesso. La signora era a metà tra l’inorridito e l’ipnotizzato. Comprese immediatamente a cosa servisse. Sembrava una adolescente alle prime armi. Nervoso, ridacchiai. Inventai che Leandro non era geloso e Alessio si era sfogato più volte nei fori di plastica. Lei guardava e ascoltava. Le feci vedere tutte le dotazioni, la bocca, il sesso, l’ano. Le presi la mano e la invitai a infilare un dito nella fessura. La signora non reagì e mentre saggiava le dimensioni del pertugio, mi chiese “Anche tu l’hai fatto?”. La guardai nella penombra e le dissi. “Sì anche io ci ho infilato il cazzo…” Lei ritirò indietro il dito, forse colpita dalla parolaccia. “il pene…” mi corressi. Era rimasta ferma, assorta e io mi sentivo strano, eccitato dalla sua presenza. Inghiotii della saliva e poi aggiunsi: “Lo vuole vedere?”. I suoi occhi brillavano nel buio, non si mosse. Mi slacciai i jeans e tirai fuori la minchia bella dura. Lei guardò come se guardasse un documentario alla tv. Appoggiai la figa della bambola sul glande e insaccai. “E’ quasi come una femmina”, dissi. Poi, senza preavviso, le poggiai le mani sui seni. Lei abbassò lo sgardo perplessa. “Le femmine sono meglio, però” . L’immagine successiva che ricordo è sul lettino con me sopra di lei, la baciavo, la impastrucciavo, le alzavo la gonna, le odoravo le ascelle e le cosce. Le calai le mutande e mi trovai davanti la fica, il pube peloso. le diedi un bacio lungo eccitato. Sentii la fregna che le inumidiva la vagina. Si schiuse come un fiore La signora aveva veramente belle gambe, un bianco culo pieno e sodo, seni grossi, anche se non eccessivi come quelli di mia zia o di Amina. Con mio stupore si lasciò leccare e infilare un dito in culo e quando gliene piazzai due non si lamentò. Facemmo sesso per quasi una oretta, baciandoci teneramente. Dopo essere venuto, provai a sodomizzarla ma senza la necessaria tensione non mi riuscì. Amorevolmente me lo prese in bocca e ciucciò, fino a farmi imbizzarrire. Le leccai l’ano con brama e intanto le spalmavo sul meato il sughetto che la figa aveva prodotto; a questo punto, quando ritentai, la penetrazione riuscì. Ero in estasi e lei stessa assecondava le mie spinte spingendo il culo indietro ritmicamente. Dopo averla debitamente fiondata in culo, sborrai ancora dentro lei. Ero soddisfatto. Lei mi diede un ultimo bacio e poi si ritirò in camera. Dopo un poco i ragazzi tornarono. Ridevano. Mio cugino mi chiese perché non li avessi raggiunti. Gli dissi la verità: “Mi sono fatto la signora”. Dovetti raccontare due volte tutto. Mio cugino mi ascoltava, ridendo eccitato e perplesso. Feci promettere a lui e Leandro di non tradirmi. “Non la porto qui mia mamma con un porco come te…” disse Leandro. Ridemmo “E mia madre?” chiese mio cugino. Provai a scherzare. “la zia? fammici pensare”. Leandro scosse la testa
“Lascia stare. Se la fotterebbe, se la fotterebbe…, per fortuna che non sono tutte troie c*** la signora Tarallo”. Mio cugino andò a coricarsi e credo che quella volte mi avesse letto nei pensieri. Ho fatto sesso con Teresa Tarallo altre volte (non molte per la verità), il suo culo caldo e disponibile mi ha insegnato come muovermi quando sono nel retto di una donna, il resto l’ho imparato qualche anno dopo impalando il sederone di mia zia.

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Il trasferimento della mia signora.

Racconto trovato in rete su xhamster.

La mia signora si chiama Eliana, è molto carina, piccolina magra seno piccolo capelli corti, sembra una ragazzina anche se ha 38 anni, ha comunque un che di ragazzina viziata essendo figlia unica di una famiglia agiata, lei è impiegata in una azienda con più sedi distaccate. L’azienda a causa di ristrutturazioni ha deciso il trasferimento di Eliana in un’altra sede, la sua mansione ora era allo sportello con il pubblico, lei invece prima aveva una mansione amministrativa, essendo lei come dicevo un pò “preziosa” se l’è presa a male. Con me ne parlava continuamente lamentandosene, mi diceva che aveva la possibilità di ritornare alla sua precedente mansione e relativa sede vicino a casa grazie ai buoni uffici del suo ex direttore ora in pensione ma ancora molto influente. Una sera mi ha chiesto se poteva invitarlo a cena per Venerdì sera, voleva trovare una soluzione, dal momento che è single lei mi ha chiesto se mi dava fastidio la cosa, io ho subito intuito a cosa volesse alludere e prontamente le ho risposto che non mi creava nessun fastidio. Il venerdì io ho un impegno fisso con gli amici e le ho chiesto se poteva ricevere l’ospite da sola, lei ha annuito soddisfatta, forse era quello che sperava, mi disse che avrebbe invitato Paola la sua amica per non trovarsi da sola. Venerdì sera alle 20 arriva l’ospite, io stavo per uscire, ci siamo salutati e me ne sono andato, uscendo è arrivata anche Paola, era tutta tirata aveva un vestito scuro da sera, calze nere velate con scarpe decoltè e tacco alto. Salutandola ho notato che aveva una borsa da boutique con dentro dell’intimo e cercava di nasconderlo, io sono riuscito a vederlo lo stesso e facendo comunque il finto tonto l’ho salutata, lei è entrata in casa accolta da Eliana e il suo ospite. Uscendo con l’auto mi è venuto un dubbio, a cosa e a chi serviva l’intimo nella borsetta? Decisi di fingere di essermene andato, parcheggiai l’auto dove non mi si potesse vedere e sono tornato a piedi entrando dall’ingresso secondario, sono rimasto dietro alla porta che da sul corridoio del soggiorno da li avevo una totale visione del soggiorno e sala da pranzo senza essere visto. Stavano parlando tutti e tre assieme, ad un certo punto Eliana ha chiesto a Paola se le avesse portato la sorpresa per il suo ospite, Paola rispose di si porgendole la borsetta, ah però ecco per chi era l’intimo, per Eliana, lo ha fatto comprare a Paola per non correre il rischio che lo vedessi io, la cosa si faceva intrigante, Eliana a quel punto disse a Paola.
“Mi accompagni di sopra? Tu aspettaci qua un’attimo?”
Lui annuì felice, sono salite e dopo una ventina di minuti scesero, Paola era la prima e disse all’ospite.
“Ora arriva la sorpresa.”
Eliana scese, indossava un miniabito da cameriera trasparente sulle tette, aveva le calze a rete il reggicalze a giarrettiera sulla coscia sinistra e scarpe a tacco alto, il vestitino era talmente corto che si intravvedevano le natiche, Paola disse.
“Ecco stasera Eliana sarà la nostra cameriera cosa ne pensa?”
Lui rispose.
“Benissimo questa si che è una sorpresa!!!”
Paola e l’ospite si accomodano in sala mentre Eliana va a prendere gli aperitivi, durante la sua assenza lui chiese a Paola.
“Le fate spesso queste belle sorprese?”
Lei rispose
“No solo tra di noi di solito ma con lei stasera facciamo un’eccezione.”
Arrivata Eliana presero l’aperitivo e poi cenarono, Paola conduceva in maniera egregia il gioco facendo astute allusioni, facendo intendere fino a dove si potesse arrivare, Eliana la seguiva e serviva prendendosi qualche palpata tra una portata e l’altra, lui era incredulo e molto eccitato diceva che amava questo tipo di situazioni, Eliana non ha praticamente mangiato ha solo servito i due complici. Finita la cena si sono seduti sui divani per prendere il caffè, Paola era difronte all’ospite, Eliana appoggiando il vassoio sul tavolino si è chinata facendo vedere il suo culetto segnato solo dal filo di un minuscolo tanga, Paola allora ha guardato l’ospite che si gustava la visione del culetto di mia moglie strizzandogli l’occhio. Eliana è tornata in cucina per una decina di minuti, nel frattempo l’ospite si è seduto di fianco a Paola accarezzandole le gambe, lei senza parlare gli ha accarezzato la patta dei pantaloni, lui ha tentato di baciarla ma lei gli ha detto.
“Non sono io il piatto della serata.”
Aprendogli poi i pantaloni e tirandogli fuori il cazzo, era molto grosso e duro, lei ha iniziato a menarglielo piano ed è arrivata Eliana, alla vista della situazione ha sospirato dicendo.
“Ah però che grosso…”
Paola le ha ordinato di avvicinarsi dicendo poi a Eliana.
“Girati e fai vedere cosa offri al tuo ospite stasera.”
Eliana si è girata porgendogli il suo sederino, Paola chiedeva a lui.
“Carino vero? Piccolino ma sodo.”
Intanto glielo continuava a menare piano, lui deglutiva dall’eccitazione, Paola ha poi detto.
“Dai Eliana vieni a succhiare il cazzo al tuo ospite.”
Eliana si è seduta ed ha iniziato a sbocchinare il cazzo che le riempiva la bocca, Paola le si è avvicinata e le ha fatto scendere la cerniera del vestitino, glielo ha tolto lasciandola con il tanga trasparente che le copriva solo la fichetta tutta depilata, Paola ha iniziato a baciarle i seni mentre Eliana menando il grosso membro con la mano si faceva baciare in bocca dall’ospite. Con le dita Paola le sfiorava la figa sotto il tanga, l’avevo sempre sospettato che Paola fosse lesbica ma Eliana non me la immaginavo farsi fare da una donna, la situazione era eccitante, lui si è spogliato nudo mettendosi in piedi davanti ad Eliana per farsi sbocchinare. Paola era scesa tra le cosce di mia moglie togliendole il tanga ed iniziando a leccarle la fica rimanendo vestita, poi anche lei si è tolta il vestito rimanendo con l’intimo facendo vedere tutta la sua splendida femminilità e rivolgendosi a lui disse.
“Dai non hai voglia di chiavartela sta bella cameriera?”
Lui senza farselo ripetere le ha aperto le cosce penetrandola, Paola dopo aversi scoperto il seno se lo faceva ciucciare da Eliana baciandola in bocca, era bellissimo vederle, poi ha fatto girare Eliana facendola salire sul membro a smorza candela, si mise dietro e iniziò a toccare il buchetto del culo di Eliana con un dito inginocchiandosi poi a leccargliolo con la lingua. Eliana mugugnava dal piacere e dall’eccitazione dal farsi fottere e leccare in tutti i sui punti erogeni, ad un certo punto Paola prese un flaconcino e iniziò a lubrificare lo sfintere di Eliana penetrandola con due dita per prepararla alla penetrazione anale, difatti le chiese.
“Non pensi Eliana che il tuo ospite gradirebbe provare anche il tuo gioiellino?”
Alzati e siediti sopra, Eliana con me ha sempre rifiutato di prenderlo nel culo, abbiamo provato ma si irrigidisce e le fa male, difatti ha fatto la ritrosa, allora Paola l’ha presa di forza e stesa sul divano aprendole le gambe, lui si è messo davanti e glielo ha iniziato ad appoggiare intanto Paola rassicurava Eliana.
“Vedrai che poi ti piacerà.”
Baciandola in bocca ed accarezzandole la fighetta ma come lui ha iniziato a penetrarla lei ha cercato di divincolarsi dicendo.
“Fermi, basta, mi fà troppo male.”
Paola però le ha preso le gambe tenendole bene indietro e dicendo.
“Dai ti fa male solo al’inizio, fin che ti entra.”
Lui ha ricominciato a penetrarla, Eliana continuava a dire piano… piano, si vedeva che le faceva male d’altronde era un cazzo grosso e lei non lo aveva praticamente mai preso nel culo, ad un certo punto lui le ha dato due colpi decisi penetrandola completamente di brutto, lei ha cacciato tre urla e Paola per farla smettere le ha messo la lingua in bocca dicendo.
“Dai che ti entrato ora ti piacerà.”
Eliana continuava ad emettere delle grida ad ogni colpo poi si è lasciata andare, lui la stantufava e Paola la baciava accarezzandole la figa con le dita, dopo qualche minuto Eliana ha smesso di lamentarsi ed ha iniziato a gemere dicendo.
“Siii mi piace continua così sbattimi più forte.”
Paola continuava a menarle la figa, Eliana godeva dicendo.
“Che bravi siete, che bello prenderlo nel culo.”
Anche Paola si menava la splendida figa, dopo averla inculata in più posizioni lui le ha sborrato in bocca riempiendola tutta mentre Paola godeva masturbandosi, io a quel punto me ne sono andato avendo sborrato a mia volta per l’eccitazione, Eliana è tornata serena e contenta alla sua sede.