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Racconti Erotici

Provoco mamma e……..

Racconto trovato in rete su xhamster.

Il citofono suona imperterrito.
“CAZZO!”
I miei genitori sono arrivati con almeno un ora di anticipo, praticamente sono dietro la porta di casa mia ed io sto scopando con Lisa, vista la mia imminente laurea i miei hanno deciso di venirmi a trovare per un lungo week end, un boxer veloce e sono ad abbracciare papà, Lisa l’assistente che cura la mia tesi, una fica di quasi quarant’anni, in tutta velocità tenta di rendere presentabile la sua figura. Ormai sono due mesi che stiamo assieme, ho sempre ritenuto che una donna esperta possa dare ad un ragazzo quelle gioie che una ragazzina non potrebbe dare, con lei non c’è bisogno di parlare di matrimonio e di una stabile unione, praticamente è solo sesso, l’esperienza qualcosa insegna. Io ho ventiquattro anni e ho solo voglia di godere, i capelli arruffati e con lo sguardo un po’ incazzato Lisa lascia casa mia, papà sembra soggiogato dal suo sculettare, mamma invece è un po’ infastidita da quella presenza.
“Chi è quella donna??? Forse vi abbiamo disturbato??? Potrebbe essere tua madre!!! Che ci fai?”
“No, Lisa è la mia tutor per la tesi.”
“Capisco… Unisci l’utile al dilettevole?”
“Beh sai stiamo assieme ogni tanto.”
“Nulla da dire è una bella donna ma non puoi trovartene una un po’ più giovane?”
Mamma ha perfettamente capito che scopo Lisa mentre mi stringe forte, anch’io la stringo a me, sentire il suo seno morbido contro il mio petto nudo mi stimola qualcosa tra le gambe, sciolgo subito l’abbraccio da lei, ho dovuto interrompere la mia scopata è sono ancora piuttosto eccitato.
Lisa è molto arrapante ed esigente, solo dopo la prima scopata riesce a scaldarsi in modo da soddisfare ogni mio più esuberante e morboso desiderio, mi è rimasta in corpo una voglia di fica da impazzire, è sufficiente l’abbraccio di mia madre per sollecitare il mio attributo, mamma mi guarda e sorride, credo abbia capito o meglio percepito che sono rimasto imbozzato.
Nel distaccarmi da lei ho l’opportunità di ammirare il suo profilo, ha appena compiuto cinquantadue anni, li porta bene, la sua figura rivela un seno pieno che si gonfia ritmico al suo respiro, nel darmi le spalle mostra un accattivante fondoschiena, nell’appoggiarsi al bracciolo del divano rivela cosce sode che si scoprono maliziose dal taglio della gonna mentre accavalla le gambe, belle gambe non c’è che dire fasciate da delicatissime calze di seta.
Sarò arrapato ma come donna mia madre non è affatto male, le guardo le gambe, parto dalle eleganti scarpe con il tacco alto seguendo le caviglie sino a risalire ben oltre il ginocchio, accavalla ancora le gambe, la gonna si solleva ancor di più e mi gusto la visione di un bel pezzo di coscia, i nostri occhi si incrociano, cazzo si accorge che la sto guardando sarò stato sfacciato? Tento di riprendermi in qualche maniera.
“complimenti mamma hai delle bellissime calze, ti stanno veramente bene.”
Lei farfuglia un grazie mentre con una mano copre lo spacco della gonna, si alza scrutando la mia figura e raggiungendo papà in camera indaffarato a disfare le valigie mi dice.
“Tu vai a farti una doccia e… mi raccomando falla bella fredda”
Dio che figura si è accorta del mio stato!!! Una doccia veloce e sono già all’università per una delle ultime revisioni, la loro giornata sarà dedicata alla sistemazione in casa, in giro c’è parecchio disordine, vivere solo ha i suoi svantaggi, ho riservato loro la mia camera io mi sistemerò nel divano letto del soggiorno. In facoltà incrocio più volte Lisa, è risentita, avrebbe voluto passare il fine settimana da me, vederla risveglia la mia eccitazione, la giornata non mi permette alcuna possibilità di scaricare la sborra che lei ha contribuito a formare.
Rientro per la cena, mamma è in cucina, uno scamiciato abbellisce le sue spalle che sostengono un procace seno lasciato libero da costrizioni, il vestito stretto in vita esalta le chiappe, il righino delle calze risale sino a sparire oltre il bordo della gonna, mamma è veramente un gran bel tocco di fica. Mangiamo una succulenta cena, Dio come è brava in cucina, dopo cena chiacchieriamo, mi chiede della mia tesi, delle mie intenzioni dopo la laurea e di Lisa, non riesco a seguirla nelle sue riflessioni, sono rapito dalle sue bellissime gambe ma è il seno che mi lascia inebetito.
Mamma è seduta davanti a me, percepisco lo stridio della seta delle calze ad ogni movimento delle sue gambe, uno strusciare che mi sta facendo impazzire, mi ritrovo a spiare ogni suo impercettibile movimento, mi esalto quando riesco ad intravedere la piccola porzione di un intimo indumento tra le pieghe del corto vestitino e goderne.
“Quindi Lisa ti da praticamente delle lezioni private?”
“Stiamo facendo delle full immersion il relatore della tesi è piuttosto esigente.”
“Ed è brava anche a letto?”
Una domanda che mi spiazza ma d’impeto rispondo.
“Ad oggi non si è mai lamentata.”
Uno sguardo malizioso accompagna la sua allusione piccante, sorride, circa un’ora a parlare di me, delle mie aspettative, del mio futuro, mentre seguo sempre più distratto il suono delle sue parole dalle sue carnose labbra, non so perché ma ho il cazzo che comincia a spingere tra le gambe, si alza dandomi le spalle e il suo provocante fondoschiena mi spinge ad accostarmi a lei. L’abbraccio forte, le mie mani sulla sua schiena libera mi danno una sensazione piacevolissima, non era nelle mie intenzione ma prima dolcemente, poi provocatoriamente accentuo il contatto, la stringo a me con il perverso intento di farle percepire nel solco delle chiappe la mia morbosa eccitazione. Percepisco netto un suo intenso brivido percorrerle tutto il corpo, quasi devo sostenerla da un attimo di mancamento, non una parola, né una minima reazione che fermi la mia provocazione, il suo bel culo a diretto contatto con il mio muscolo in forte tensione, mi pare netta la sensazione del suo contrarre i muscoli dei glutei accostandosi sempre più a me. Sembra gradire il perverso contatto, dovessi giurare confermerei la netta la sensazione che a mamma piace sentire pulsare la mia eccitazione, sentirla crescere, sembra vivere una sensazione pari alla mia, interpreto i suoi sospiri leggeri come un invito a proseguire nel mio ambiguo attacco. Ancora una contrazione del suo culo, è sempre più contro il mio uccello, sembra confermare una sua piena accondiscendenza, una sensazione inebriante, le mie mani spingono lentamente il suo corpo contro il mio, è un attimo, rilassa i suoi muscoli, ed io crudele approfitto per sistemarmi meglio tra le sue natiche e spingere con insana provocazione.

OH!”Mamma reagisce, non può non aver percepito la mia verga vibrare al perfido contatto!
“Beato papà!”
Esclamo.
“Cosa?”
“Papà è veramente fortunato ad avere una moglie così bella, sicuramente sa apprezzare il tuo fisico, sono piuttosto ambiguo nella mia riflessione.
“Amore ormai ho superato abbondantemente il mezzo secolo, come mi vesto a papà interessa poco.”
Una pausa, un sospiro, mi pare profondo.
“Diciamo che tuo padre è un uomo.”
Un intervallo un po’ più lungo.
“Che ha raggiunto la pace dei sensi!”
Le mie mani intanto risalgono lentissime sfiorando il sul seno, la stringo forte a me e percepisco al tatto il volume di capezzoli piuttosto gonfi, respiro forte sul suo collo e mi è netta la sensazione del piacere che si sta impadronendo del suo corpo, è vittima dalla mia provocazione.
Nel voltarsi e guardarmi languida struscia il suo bacino al mio, vuole forse percepire meglio la mia eccitazione? Ormai ha raggiunto un limite di non ritorno, invece è repentino il suo staccarsi da me.
“Tu va da tuo padre e lasciami finire!”
Mi ci vogliono diversi minuti per tornare padrone dei mie pensieri, immediata è la mia riflessione, quel sospiro, quella pausa, la sua risposta, in particolare il suo fare mi impongono una domanda, che fra loro le cose non vadano tanto bene? Forse ho toccato un argomento scottante? Certo fossi mio padre saprei sollazzarmi con una femmina simile? Mamma è una donna che manifesta ancora una forte carica seduttiva, quel genere di donna che mi fanno impazzire, sarà sicuramente una femmina esperta a letto, non c’è dubbio è decisamente scopabile, a mio avviso in questo momento è in crisi di astinenza.
IO LA SCOPEREI!
Ma che cazzo dico? Il mio pensiero è sicuramente dato dall’eccitazione che mi è rimasta in corpo da stamattina, però peccato che sia mia madre, qualche minuto e la vedo accucciarsi al corpo di papà con le gambe raccolte sul divano, mamma è proprio una gran bella gnocca. Incrocio per un attimo uno sguardo malizioso che segue il mio ammirare il suo sensualissimo corpo, la stanchezza del viaggio impone il loro ritirarsi in camera, il buio della notte amplifica voci soffocate che sento provenire dalla loro camera. Ascolto, stanno discutendo, è mamma che parla, sembra nervosa, papà la interrompe ogni tanto, il tono della discussione mi pare tocchi argomenti intimi, dalle riflessioni di papà percepisco delle giustificazioni, la discussione cessa, una domanda comincia ad assillarmi, mio padre scopa ancora mia madre?
Lo scroscio dell’acqua della doccia mi risveglia, una erezione bestiale accompagna il mio alzarmi, ci fosse stata Lisa non ci sarebbero stati problemi, ma Lisa non c’è, ho una voglia selvaggia di scopare. Vado in cucina e preparo il caffè, mi raggiunge mamma era lei sotto la doccia, papà è in bagno, mamma ha gli occhi gonfi forse non ha dormito, seduti al tavolo sorseggiamo assieme il caffè, la osservo, indossa il mio kimono. Percepisco un odore dolce di donna è l’odore del suo corpo, l’odore di un corpo caldo, seguo con gli occhi la curva del seno che traspare dal mio accappatoio.
“Hai dormito bene?”
Alla sua domanda non segue una mia risposta, ho altro a cui pensare, penso che mia madre è una donna ancora vogliosa e mio padre non riesce a soddisfarla, si alza offrendomi il suo fondoschiena e si china per cercare qualcosa nel frigo, ha proprio un gran bel culo, spero esca dalla stanza per permettermi di alzarmi senza farle notare la mia erezione. Approfitto di una sua distrazione, con un occhiata al suo culo sono già pronto per la mia doccia con un cazzo in tensione, sono eccitato e mia madre ne è responsabile, Dio come è bella, il suo corpo mi eccita, ancora una domanda, ma le manca veramente un bel cazzo? Redarguisco i miei pensieri, non è possibile, che diavolo mi succede? Per ventiquattro anni l’ho guardata senza nemmeno accorgermi che fosse una femmina e adesso è diventata l’oggetto delle mie più morbose fantasie, devo smetterla, con questi pensieri me la trovo davanti.
“Scusa un attimino, ti lascio l’accappatoio.”
“Mamma sono nudo!”
“Che sarà mai non è mica la prima volta che ti vedo così.”
Le do le spalle per privarla della visione del mio intimo, si china davanti a me per raccattare le sue cose, Dio che gran culo, non so perché lo faccio ma istintivamente mi volto, sono praticamente nudo davanti a mia madre. In piedi le lascio ammirare ciò che mi sto ormai convincendo le manca chissà da quanto tempo, voglio che lei mi guardi che veda che tipo di uomo si è fatto suo figlio, mi faccia capire se le piace quel che sta vedendo, una eccitazione bestiale svetta davanti a lei.
Non sbaglio, i suoi occhi vanno direttamente al mio uccello, lì si fermano per pochi secondi, secondi che sembrano interminabili, mia madre sta guardando quel cazzo che pulsa nervoso davanti a lei, il cazzo cresce inesorabile è gonfio e pieno di voglia.
“EHI!!!”
La sua espressione è colma di un profondo sospiro, le mani al viso contengono una espressione mista a meraviglia e spavento, contemporaneamente mascherano un immediato rossore che colora le sue guance, sfiorandomi in assoluto silenzio esce. Una doccia veloce e scoprire che la fortissima eccitazione che si è impadronita del mio corpo non accenna ad abbandonarmi, le mani a diretto contatto con il mio muscolo imperioso pulsante, poi gli occhi chiusi ad abbandonarmi ad uno sconfinato piacere, sempre viva è l’immagine del suo provocante corpo. Dedico una sontuosa pugnetta a mia madre, tiro in maniera bestiale su di un cazzo che ha voglia di una caldissima fica, la sua, pochi colpi e vengo, so che è osceno ma ormai non riesco a vedere in mia madre che una femmina in calore, a cui mettere il mio possente cazzo in mano.
Tutto il giorno all’università a rivivere la mia provocazione e con la fantasia viaggio oltre, mi convinco che se non fosse mia madre non avrebbe esitato ad allungare le mani verso la mia mazza, accarezzarla, prenderla in bocca, smanettarla, succhiarla con inaudita passione, riesco a calmarmi un po’ solo dopo averle dedicato un’altra gran bella sega.
Torno a casa che è sera, rivederla s**tena la mia immaginazione, mamma non indossa nulla di particolare ma più la guardo e più la trovo attraente e desiderabile, una anonima maglietta, una semplice gonna e nient’altro se non le sue velatissime calze che le fasciano le gambe, so bene che è tutto destinato a restare una fantasia, non posso mica chiederle se desidera scopare con suo figlio. Dopo cena papà è davanti alla TV, io aiuto mamma a mettere in ordine, la sua vicinanza mi stuzzica e mi esalta, mi sento capace di fare cose impensabili, scherzo con lei sul fatto che papà sta in poltrona a guardare la TV, mamma in risposta emette un ennesimo lungo sospiro, l’abbraccio. “Mamma!”
Sussurro facendola ruotare su sé stessa finché non mi è davanti.
“Cosa c’è?”
“Niente, è che sei veramente bella e sono felice di averti qui con me.”
La stringo con l’intenzione di farle sentire ancora una volta la mia erezione.
“Tesoro anch’io ne sono felice.”
Appoggia il capo sul mio petto, il profumo del suo corpo mi avvolge, con la mano le accarezzo il viso, chino appena il capo poggiando le labbra sul suo collo e la mia bocca sfiora la sua pelle. “Che fai?”
Non rispondo e comincio a premere con le labbra, muovo la bocca in piccoli cerchi concentrici, con una serie di piccoli bacetti comincio a risalire lentamente il collo lasciando volutamente una piccola scia umida, mamma sussulta e si agita come se volesse sciogliersi dall’abbraccio. Dura pochi secondi, la sento abbandonarsi, continuo nella mia provocazione, è netta la sensazione del suo partecipare, percepisco sottili ed impercettibili sospiri, le mie mani scivolano sui suoi fianchi. I miei baci si fanno sempre più ardenti, socchiudo le labbra e sfioro con la punta della lingua una pelle vellutata, sento il suo pube accostarsi timido contro il mio, un attimo veramente interminabile scandito da un intensissimo respiro.
“Dai smettila mi fai il solletico.”
Alla faccia del solletico penso.
“E che? non posso baciare la mia bella mammina?”
“Sì, ma adesso basta con i baci devo finire e c’è tuo padre di la.”
Si scioglie definitivamente dall’abbraccio scappando in soggiorno, perplesso non ho capito bene il senso dell’ultima frase, in fondo la nostra posizione non mi sembrava compromettente, forse per mia madre sì.
A colazione ci ritroviamo tutti insieme e spio le espressioni dei miei genitori, stanotte prima di prendere sonno ho sentito rumori provenire dalla camera dei miei, poi mia madre alzarsi e andare in bagno, era nervosa. Sono ormai certo, mia madre sconvolta ed eccitata dai miei baci ha cercato di farsi scopare da mio padre, c’è riuscita? Papà sembra è tranquillo, mia madre invece un po’ nervosa, sarà andata ancora in bianco? Anche oggi starò fuori tutto il giorno, lancio l’idea di portarli un po’ fuori la sera, la proposta è subito accolta, stasera una pizza e poi un bel film al cinema, Lisa è sempre più incazzata ed io sempre più eccitato, le mie offerte di sesso non sortiscono effetti e la revisione è stata una porcheria. All’orario stabilito mi faccio trovare sotto casa, aspetto mio padre al portone.
“Tua madre non è ancora pronta, non capisco perché si metta in ghingheri solo per uscire con la sua famiglia, non vuole arrendersi all’evidenza dell’età!”
“Dai papà mamma è ancora una bellissima donna, poi dovrebbe farti piacere che si prepari per te.”
Gratifico papà di un cenno di maschia complicità.
“Lascia stare con gli anni se non è zuppa è pan bagnato.”
Risposta secca che mi conferma che lui non la scopa da chissà quanto tempo, mamma è invece uno schianto, ha indossato un tubino nero con una scollatura dalla quale si vede il seno, la gonna ha uno spacco che le da una carica seduttiva, le gambe sono fasciate in velatissime calze nere e le scarpe con il tacco alto le danno un andatura conturbante. In macchina c’è anche Lisa, ho esteso l’invito anche a lei, la mia strategia vuole che mio padre sia distratto dalla sua presenza, così ho l’opportunità di godere del corpo di mia madre, mamma prende posto accanto a me, papà dietro discute con Lisa. Con interesse le sbircio le gambe, la gonna mi permette di restare ammaliato dalle sue cosce, è vestita in modo decisamente provocante e mi chiedo per quale dei suoi due uomini abbia scelto questa sua mise. Al cinema mamma è seduta tra me e papà, Lisa è accanto a papà, ignoro la proiezione e punto tutti i miei sensi su di lei, sento il suo profumo, spingo lo sguardo dentro la sua scollatura, avrei voglia di introdurre la mano nella scollatura per accarezzarle una tetta e stringerle forte un capezzolo. Sono quasi certo che dopo un attimo di sorpresa mamma si lascerebbe sopraffare dalle mie provocazioni, ma come posso farlo al cinema, vicino a mio padre e alla donna che soddisfa le mie erotiche voglie, un suo movimento apre lo spacco della gonna e mi lascia vedere le sue cosce inguainate di seta, intravedo il reggicalze, Dio come è eccitante il chiaro di una candida carne delimitata dal bordo scuro delle sue calze. Approfitto del bracciolo e spingo il mio braccio contro il suo, sfrutto l’occasione per sfiorarle le gambe, mamma sobbalza, mi guarda e sposta la mia mano stringendola con forza, nei suoi occhi vi è paura, smetto la mia provocazione.
Il film finisce,in pizzeria non ascolto le chiacchiere, la presenza di Lisa offre l’opportunità a papà di dare sfoggio alle sue conoscenze in materia di diritto, io sono rapito dall’emozione che mi produce la femmina seducente che mi sta di fianco, è forte in me il desiderio di guardarle le gambe, evito solo per pudore misto a vergogna il classico movimento che potrebbe impormi di raccogliere la classica posata per terra, i nostri occhi si incrociano più volte.
Un possente cazzo mi accompagna lungo il tragitto verso casa, ho gli occhi sulla sua scollatura, ammiro le sue coscie che la gonna scopre quando ancora un ennesimo mio perverso fare la obbliga a cambiare posizione, lascio mamma e papà davanti casa e con una fortissima voglia di dare pace al mio durissimo cazzo riaccompagno Lisa, immediatamente le faccio percepire la corposità di una mazza che infida spinge nei pantaloni.
“Stasera sei proprio eccitante!”
Ho voglia di scopare, il pompino che mi ha fatto ha riempito un poco la sua gola, ho scaricato tanto di quella sborra che Lisa è rimasta piacevolmente sorpresa, ho ancora un cazzo così duro da fare spavento.
Torno a casa, mamma è ancora sveglia a guardare la TV seduta sul divano, indossa una vestaglia, papà è già a dormire e mi offre un abbraccio, la mia solita intenzione, non governo più i miei pensieri, al solo contatto il cazzo è duro. pulsa nervoso.
“Mamma, volevo dirti che stasera eri proprio stupenda, una donna davvero attraente.”
Le prendo le mani e le bacio.
“Ti ho ammirata”
“Grazie tesoro, sei molto carino a dire così ma non volevo farti sfigurare davanti a Lisa, dimmi lei si è divertita stasera”
“Si mamma Lisa è stata bene con noi, ma tu ti sei preparata così bene per farti ammirare, per farti desiderare per questo ho pensato di lasciarvi un’oretta soli per un vostro momento di intimità”
“Amore grazie ma tuo padre è poco ricettivo nell’ultimo periodo!”
“Oh mi dispiace se papà non ha apprezzato la tua mise stasera, su di me hai fatto colpo.”
L’abbraccio forte, voglio proprio che senta la mia erezione, mi chino sul suo collo e comincio a baciarglielo, la sento sciogliersi tra le mie braccia, emette qualche mugolio di piacere.
“MAH cosa fai?”
“Sei così attraente mamma, lo sai? Sei molto seducente.”
Si stacca da me di pochi centimetri, raccolgo il suo viso tra le mie mani, dolcemente accarezzo il suo collo, lentamente si spostano sul seno, ne soppeso l’abbondanza, le dita sfiorano mammelle morbide e i capezzoli diventati durissimi, respiro forte sul suo collo e mi è chiaro il suo gemito intenso carico di profonda partecipazione.
“Mamma fatti guardare.”
Mentre sfacciato slaccio la cinta della sua vestaglia.
“Che fai?”
“Desidero ammirare il corpo della mia bellissima mamma!”.
Resto estasiato dalla splendida figura impreziosita di quella intrigante lingerie che per tutta la sera ha acceso la mia più morbosa fantasia.
“SEI BELLISSIMA!”
La bacio sul collo, poi sul viso puntando alla sua bocca.
“Ti prego.”
Una mia mano scivola sul suo sedere, lo accarezza è inutile il suo tentativo di allontanarmi.
“SMETTILA!”
Non ascolto, una mano cerca il suo seno, l’altra risale accarezzando la sua coscia attraverso la seta della calze, la stringo forte lasciandole percepire il mio cazzo duro tra le cosce, trema.
“Sei proprio una gran fica, mamma”
Sono sfacciato!
“NO!”
Le manca il respiro, la mia mano le accarezza le gambe e risale sulla parte nuda della coscia.
“Mi fanno impazzire le donne con le calze e il reggicalze.”
Sfioro il suo culo attraverso quella sua intrigante culottes, sfioro le sue labbra, le bacio, la sua reazione è nei gemiti che emette.
“Mamma sei così eccitante, mi stai facendo morire, sei così provocante”
“Lisa non ti ha soddisfatto stasera.”
Tenta di dare una giustificazione al mio attacco al suo corpo, perdo ogni freno inibitorio e senza rispetto.
“Lisa mi ha fatto un gran pompino e ho goduto pensando che era la tua bocca a ciucciarmi il cazzo.” “Ma cosa dici?”
Blocco ogni altra sua riflessione poggiando le mia bocca contro la sua, le sue labbra si aprono, la mia lingua cerca la sua, la trovo, contemporaneamente una mano sulla sua fica percepisce l’intimo calore, stringe le cosce, interrompe il bacio e con decisione.
“Basta! Ti prego!”
La sua è una implorazione, si stacca da me di quel tanto che le è sufficiente per scivolare via, non mi guarda nemmeno negli occhi e seguo lo svolazzare della sua vestaglie sparire dietro la porta della sua camera, resto solo, infoiato e preoccupato di averla fatta grossa, vado a dormire con un cazzo che mi fa un male da morire, trascorsa la notte senza chiudere occhio e con una mano perennemente sul cazzo.
Mamma e papà sono già in piedi, lei mi evita, io non so che fare e che dire, mi infilo sotto la doccia e quando esco sento la porta di casa chiudersi nervosa, mi avvio verso il tinello coperto da un telo di spugna stretto in vita.
“Papà?”
Chiedo, mamma mi da le spalle, forzatamente evita di guardarmi.
“E’ uscito, vuole fare un giro in città, siamo soli.”
“Mamma.”
La chiamo ma lei mi ignora, le vado vicino è in vestaglia, il suo odore come al solito mi eccita immediatamente, la guardo fissa negli occhi.
“Volevo chiederti scusa, non so cosa mi sia successo ieri notte, so che mi giudichi pazzo.”
I suoi occhi vanno verso il basso, il mio uccello è duro da sollevare l’asciugamano, mamma guarda l’erezione poi mi guarda negli occhi, lascio scivolare in terra l’asciugamano, sono nudo davanti a lei con il cazzo duro e teso.
“Visto che effetto mi fai? Devo confessarti che stanotte mi sono toccato pensando a te.”
Stringendo tra una mano un cazzo superbo, a mamma sfugge un sospiro.
“Ti prego non dire niente.”
Mentre allunga il braccio timidamente sostituisce alla mia la sua mano, avvolge le dita intorno alla mia asta, la accarezza, la stringe, io l’attiro a me e comincio a baciarla, non resiste, lascia che la mia lingua entri, lei non ritira la sua. Le apro la vestaglia è nuda, completamente nuda, resto estasiato alla visione dell’intimo ciuffetto rasato, ammiro il suo procace seno, la sua mano continua ad accarezzarmi il cazzo, le mie labbra baciano i suoi grossi capezzoli, le mani giù per i fianchi, sulle cosce, in mezzo alle gambe, quando arrivo alla fica le infilo due dita dentro è completamente bagnata, mamma barcolla. Perdo completamente la testa, la sollevo e la spingo sul tavolo, è morbosamente eccitata, stringe le cosce ma io gliele divarico senza dover far forza, le punto il cazzo in mezzo alle gambe, non mi incoraggia ma non si oppone, la possiedo e lei geme mentre mi muovo dentro di lei. Le sue mani mi stringono la schiena e affondano le unghie nella carne, alle mie orecchie arrivano ripetuti i suoi gemiti di piacere, sto scopando mia madre, un gemito lunghissimo è la risposta all’intimo calore che le procura la mia sborra, anche mamma viene smaniando. Un silenzio assurdo cresce tra di noi, mamma copre il viso con le sue mani, io non so cosa dire, non capisco bene ma ho paura che stia piangendo, le accarezzo le spalle, lei si alza di s**tto e corre via, la inseguo dopo qualche istante, ma ha già chiuso la porta della camera.
“Mamma, ti prego apri.”
Busso ancora ma senza risposta, mamma mi evita per tutto il giorno, ore intere passate in camera sua con la scusa di un fortissimo mal di testa, solo per l’ora cena esce dalla camera, non appena la vedo mi viene subito voglia di scoparla, mi è entrata nel sangue, non capisco nemmeno io cos’abbia per farmi eccitare il solo vederla, sarà il desiderio del frutto proibito. La nostra cena è nel più assoluto silenzio, papà mi conferma che mamma si chiude in se stessa quando ha un problema, ed è sempre più chiusa se il problema è con lui, è di spalle ma sono attratto da lei, mi avvicino, le sfioro appena il corpo sussulta e un piatto le sfugge di mano cadendo in terra.
“Cosa è successo?”
Domanda mio padre senza scomporsi dalla TV.
“Niente, niente.”
Rispondo raccogliendo i cocci da terra e dicendo a lei sottovoce.
“Volevo solo parlarti.”
“Non abbiamo niente da dire.”
“Di stamattina.”
“STAMATTINA!, non è successo niente capito?”
Ha un tono forzato, non mi guarda nemmeno in faccia, io sono inginocchiato di fianco a lei e non posso fare a meno di notare le sue gambe velate dalle calze nere che valorizzano l’intera figura, d’impeto allungo la mano, le sfioro una coscia, mamma sussulta, si volta, entrambe le mani sono sul lavandino e tentano di sorreggere un corpo che trema.
“Smettila!”
Dice con un filo di voce restando immobile alla mia mercè, sto accarezzando il suo caldo intimo.
“Se vuoi che la smetta perché ti sei messa ancora il reggicalze?”
La provoco sfacciato, mi guarda, gli occhi sono particolarmente lucidi, ha una reazione nervosa e un intenso sospiro che gonfia un bellissimo seno poi scappa via, mi sento pentito di quel che ho fatto, lo sguardo di mia madre mi ha turbato, forse ho sbagliato tutto? Ho attentato alla sua persona? Ha ceduto forse per sconforto o forse per bisogno, avrei dovuto capirlo, mia madre non dirà nulla di quel che è successo ma forse mi odierà per sempre e domani andrà via.
Mezzanotte passata e sono ancora sul divano, sono trascorse un paio d’ore dove solo il silenzio impera distratto dal solo vociare del televisore, la televisione è ancora accesa, i miei pensieri rivivono le insane provocazioni al corpo di mia madre, il cazzo sempre duro e la mia mano lo accarezza. Un ombra richiama la mia attenzione, mia Madre mi è accanto, in piedi, in silenzio mi guarda fisso, non ho il coraggio di guardarla, saranno secondi ma mi sembrano un’eternità, siamo così vicini eppure tanto distanti. La luce del televisore alle sue spalle evidenzia in trasparenza le sue accattivanti forme, mamma indossa una provocante parigina di seta nera.
“Tu mi trovi sexy vero?”
Annuisco senza parlare.
“Vedo che mi apprezzi, tuo padre no, a tuo padre vedermi così non fa nessun effetto.”
Si avvicina a me.
“Avevo pensato che offrendomi a lui stanotte avrei espiato la mia colpa di donna debole, volevo essere quella brava moglie che lui conosce, ho superato me stessa per provocarlo, per eccitarlo, niente, è così da anni, vestiti, atteggiamenti, parole, è tutto inutile.”
Si ferma e mi guarda.
“Tu invece desideri la tua mamma, ora ci sei tu che mi confermi che piaccio ancora, che posso essere ancora una calda femmina”
Si china su di me e mi bacia, le nostre lingue si intrecciano, le mie mani impazzano sul suo corpo, me la ritrovo in grembo, i lunghi capelli sciolti, una spallina scivola scoprendo il seno, mia madre materializza finalmente la sua voglia di sesso, la mia bocca sfiora i già turgidi capezzoli.
“Mamma sei bellissima!”
Lei mi sta baciando il viso, mi passa la lingua sul collo, poi si offre per farsi baciare il seno. “Mio figlio sa apprezzare quello che una donna indossa per eccitare, volevo farmi desiderare da mio marito e invece ho fatto colpo su mio figlio che mi guarda, mi appoggia il suo duro cazzo tra le chiappe, mi tocca, si masturba per me, sogna un mio pompino e mi scopa sul tavolo della cucina.” Sono al massimo dell’eccitazione, con la mano le palpo il culo nudo e ormai punto deciso alla fica quando lei me la ferma.
“Ti eccita la tua mamma?”
“Si mamma mi fai morire”
“Allora scopami!”
Sussurra con voce bassa, non voglio altro, si sdraia sul divano orgogliosa della mia virilità svettante e pulsante.
“Come sei maschio”
Il suo è un complimento, mi accarezza con la mano la punta del cazzo, potrei venire già così ma non voglio sottrarle niente, la possiedo di slancio, è bagnata e smania vittima del suo altissimo piacere, si contorce, a malapena trattiene grida di sconfinato piacere, le sono dentro e godo del suo corpo. Scopiamo più volte, mamma è insaziabile ed io instancabile, è una femmina appassionata ed eccitante, scopiamo con la foga di amanti, veniamo insieme più volte. All’alba la sento lasciarmi per tornare a prendere il suo posto di moglie, mi addormento con l’idea che ho scopato mia madre, la desidero ardentemente e la voglio ancora, ma lei domani andrà via!
Al mattino sento papà uscire, sta andando a sistemare la macchina, dopo pranzo andranno via, una eccitazione bestiale mi rende audace e sfrontato, nudo cerco la mia femmina, la trovo in camera.
“Sai oggi andremo via, ed io tornerò alla mia vita di sempre.”
Lo dice con un sorriso malizioso dandomi la schiena, mi avvicino, la denudo, le bacio il bel culo, lei ride, ancheggia leggermente, le bacio la fessura, ci infilo dentro la lingua e comincio a leccarle lo spacco tra le natiche, mamma dondola languida. Spingo avanti la lingua per stuzzicarle le intime labbra, mamma geme mentre la mia mano cerca la fica, la trovo calda, mamma trema, io continuo a titillarle la fica e il culo con le dita e la bocca mentre lei spinge il sedere contro la mia lingua, sta godendo come per anni ha desiderato.
“Pensavo di venirti a svegliare facendoti una sorpresa, invece l’hai fatta tu a me”
L’odore del suo piacere mi inebria, tuffo il viso tra le sue gambe e prendo a divorarle la fica, è calda, è bagnata, la mia lingua è impazzita, le sue cosce mi stringono il capo, tra le labbra stringo la clitoride e la succhio con foga.
“Dio come sei bravo… si leccami, lecca tua madre ooooooohhhhhhh.”
Geme intensamente mentre sento il viso inondarmi dei suoi caldi umori, mamma ha goduto.
“Tesoro scopami ancora!”
Invitandomi a sdraiarmi su quello stesso tavolo dove l’ho posseduta, in un attimo è sopra di me stupenda nella sua eccitazione mi cavalca selvaggia, abbandona il suo corpo voglioso sul mio durissimo cazzo, tiene le mani sul mio petto e comincia a scoparmi, le mammelle reagiscono impazzite, i capelli le coprono il viso privandomi della sue eccitante espressione.
“Se avessi immaginato che era così bello scopare con mio figlio… che avevi un cazzo così grosso, che eri così maschio, ti avrei chiavato quando avevi diciotto anni, avrei guadagnato un paio di anni di scopate, ooohh.”
Veniamo ancora assieme, travolti dall’immagine viziosa di una donna che cede alle provocazioni di suo figlio, lei crolla su di me.
“Siamo due pazzi, mamma.”
“Tu mi hai fatto diventar pazza, ero una donna perbene, appena due giorni fa.”
Giusto il tempo per ricomporci che torna papà, quella donna che tanto mi intriga presto tornerà a casa sua.
“Sai abbiamo deciso con papà che io mi fermo qui un altra settimana sempre se tu sia d’accordo? In questa casa regna sovrano il disordine, si vede che manca una donna.”
Mia madre, forte del suo essere donna amorevole e premurosa sempre dedita alla famiglia e alla sua casa ha convinto papà a lasciarla da me, si avvicina e nell’abbracciarmi sussurra.
“Sono anni che non tiro di bocca, ero brava sai, ho voglia di farti un gran bel pompino!”
Sarà certamente una settimana lunghissima, mia madre mi offrirà la sua capacità di trasformarsi nell’intimo in quella femmina vogliosa ed esigente che è sempre stata, intende materializzare con me, suo figlio, la sua esperienza, il suo fascino e la sua sensualità e poi gioire delle mie reazioni.

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Maggie soll Dir gehören. Nimm sie so wie Du e

Verführung einer ahnungslosen Unbekannten und das abrichten zur Internetschlampe

Wir hatten uns im Internet kennen gelernt. Oft haben wir uns durch schreiben, unsere fantasievollen Gedanken ausgetauscht.
Du wurdest immer neugieriger auf dem was ich Dir so erzählte.
An einem Abend hast Du geschrieben, es einmal selbst zu erleben und dass Du Lust hättest Dich einmal zu treffen. Gesagt getan.
Wir vereinbarten uns einen Zeitpunkt und wir trafen uns bei mir zu Hause.
Zur Sicherheit hatten wir uns ein Wort ausgemacht, um in bestimmten Situationen dem Anderen klar zu machen, alle Ausführungen zu beenden.
Du bist gekommen.
Ich hatte schon alles vorbereitet.
Die Tür stand schon offen und Du bist in ein abgedunkelten Zimmer getreten.
Ich trat an Dich von hinten heran, was Du nicht bemerktest.
Auf einmal spürtest Du, wie ich Dir eine Ledermaske um Deinem Kopf legte und sie sehr eng hinter deinem Kopf mit Lederriemen verschlossen habe. Ich befestigte ein kleines Vorhängeschloss, so dass Du diese Maske nicht mehr ablegen konntest. Sie verhinderte, dass Du etwas sehen konntest.
Du warst etwas erschrocken, denn damit hattest Du nicht gerechnet.
Dann befahl ich Dir „Hände auf den Rücken“ und Du tatest es.
Ich legte Dir Handschellen an. Dann spürtest Du, wie ich langsam deine Bluse öffnete.
Ich berührte mit meinen Händen deine Brüste.
Dann bin ich tiefer mit den Händen nach unten gegangen und öffnete Deinen Rock und ließ ihn zu Boden fallen. Mit einer Schere schnitt ich Dir den Stringtange seitlich auf und zog Ihn zwischen Deinen Beinen hervor.
Gedanken schossen durch den Kopf, was wird als nächstes mit Mir passieren.
Im gleichen Moment spürst Du ein ziehen an der Maske. Mit einem Lederriemen war an der Maske noch ein Gummiball befestigt, welcher dazu dient die Lustsklavin ruhig zu stellen.
Ich zog den Lederriemen fest bis der aufblasbare Gummiball vollkommen in Deinen Mund verschwand. Deine Mundhöhle wurde ganz ausgefüllt. Ich schloss den Lederriemen fest zu.
Auch da befestigte ich zur Sicherheit ein kleines Schloss.
Dann sagte ich zu Dir: Jetzt wollen wir unsere kleine Lustsklavin einmal ruhig stellen.
Wir wollen ja nicht, dass Du unartig bist und durch Stöhnen und Lustschreie unnötig laut bist.
Ich pumpte den Mundgage auf und der Gummiball zwang sich in Deine Mundhöhle.
„Na wie fühlt sich ein dicker Schwanz an? „ fragte ich Dich. „So etwa?“
Deine Augen wurden groß und Du konntest nicht mehr schreien und nicht mehr sprechen.
Dein Mund wurde mehr und mehr ausgefüllt.
Ich sagte zu Dir: „ wir wollen ja nicht, dass Du Deine Energie durch stöhnen und schreien verschwendest. Du sollst die Energie nutzen um 100% genießen mit dem was ich mit Dir vor habe.“
Jetzt schoss Dir der Gedanke durch den Kopf, wir hatten uns ein Wort ausgemacht, welches wir aussprechen wollten um den anderen klar zu machen, wann die Grenze erreicht ist und der Gegenüber aufhören soll.
Nun war aber dein Mund verschlossen und das schützende Wort konntest Du nicht mehr aussprechen.
Jetzt hattest Du Angst. Du wusstest, Du warst mir jetzt völlig ausgeliefert.
Ich sprach wieder zu Dir und sagte: „ jetzt zeige ich Dir einmal, wie man eine unbekannte Frau zu einer Internetschlampe und Lustsklavin macht.
Mit der Schere schnitt ich Dir noch Deine Bluse vom Körper .
Ich schob Dich dann langsam zu einem großen Metallbett auf dem bereits ein schwarzes gespanntes Gummilacken lag.
Ich befahl Dir, Dich mit dem Rücken darauf zu legen.
Aus Angst hast Du es getan.
Ich entfernte die Handschellen und fesselte den ersten Arm nach oben und nach der Seite mit Manschetten am Metallgestell, dann auch den anderen Arm.
Dann zog ich deinen Körper nach unten bis die Fesseln an den Handgelenken spannten.
Jetzt begann ich auch Deine Beine nach unten zu fesselten.
Ich fesselte sie weit gespreizt am Bettgestell. Ich zog die Fesseln sehr straff um Dir Deine Bewegungsfreiheit ganz zu nehmen.
Jetzt befestigte ich Dir an den Oberschenkeln in Höhe der Knie ebenfalls Riemen und zog jeweils ein Seil durch die Metallschlaufe am Riemen. Dann befestigte ich das Seil am Bettrahmen und zog die Seile straff und deine Schenkel wurden nach außen gezwungen so dass die Beine weiter gespreizt wurden und deine Schamlippen sich öffneten.
Jetzt spürtest Du die absolute Bewegungslosigkeit.
Du wolltest sagen, ich solle aufhören, aber es ging nicht.
Ich sagte zu Dir, ich habe jetzt etwas ganz besonderes mit Dir vor. Dir wird es gefallen Süße, wollen wir wetten.
Zuerst werde ich Dich wahnsinnig machen, dann werde ich Dich abhängig machen, dann werde ich Dich benutzen, dann mache ich Dich dreilochbegehbar, dann richte ich Dich ab zu einer willigen Internetsklavin. Dann gehörst Du mir.
Dann wollen wir mal beginnen, Besitz über Dich zu ergreifen und Dein Willen zu brechen.
Dein Loch ist ja schon richtig schön feucht für mein Spielzeug.
Ich nahm ein Vibro – Lustei, welches ich Dir in Dein feuchtes Lustloch steckte und es tief mit dem Finger in Dich hinein schob.
Ich spürte Dein leichtes zucken in den Fesseln.
Ich schaltete die Fernbedienung ein und es begann zu vibrieren.
Ich konnte sehen, wie das kleine vibrierende Lustei langsam die Kontrolle über Deine Gefühle übernahm.
Dein Körper krümmte sich vor Lust.
Dein Stöhnen erstickte in dem Gummiknebel.
Ich sah, wie Deine Lustflüssigkeit aus Deinem Lustloch floss.
Ich erhöhte mit der Fernbedienung das Vibrieren.
Wahnsinnig vor Lust zittert Dein Körper in den Fesseln. Ich sah wie Du zum Orgasmus gekommen bist.
Aber ich wollte ja nicht aufhören sondern Dir mehr antun, denn ich wollte, dass Du Stück für Stück in den Wahnsinn getrieben wirst.
Ich wollte Dich lustvollen Qualen aussetzen.
Ich nahm eine Vakuumpumpe, welche ich auf Deine Brustwarzen und Deinen Kitzler ansetzte und ich schaltete sie ein.
Langsam wurden Deine Brustwarzen größer und Spitzer auch Dein Kitzler wurde in das Glasröhrchen rein gesaugt und von sichtloser Kraft festgehalten.
Ich konnte wieder Dein Zucken in den Fesseln sehen und wie Du den Kopf hin und her geschüttelt hast.
Dein Körper krümmte sich vor Lust.
Es war schön anzusehen, wie ich langsam Herr deiner Sinne wurde.
In mir wurde mehr und mehr die Lust geweckt Dich mehr und mehr leiden zu sehen.
Ich sah Dein feuchtes Lustloch und wollte es benutzen.
Ich zog das Vibroei heraus.
Danach nahm ich einen Dildo, welcher an einen Stock befestigt war.
Jetzt wollte ich Dich nehmen.
Ich schob Ihn in Dich hinein, bis er ganz tief in Deine Lustspalte verschwand.
Ich konnte Dein wimmern hören, aber es half Dir nichts.
Ich zog ihn zurück und habe wieder erneut zugestossen und ich begann in einem Rhythmus Dich mit dem Dildo zu ficken.
Deine Schenkel zuckten in den Fesseln und wollten sich gerne schützend zusammen ziehen, aber sie waren weit gespreizt gefesselt und ich konnte jetzt tun mit Dir was ich wollte und wie lange ich es wollte.
Jetzt gehörtest Du mir und ich wollte Dich jetzt mehr und mehr besitzen.
Ich genoss es Dich mit dem Dildo zu quälen. Rein raus… rein raus. Du konntest nicht stöhnen, denn dein Mund war ruhig gestellt.
Ich konnte sehen, wie ich Dich erneut zu einem Orgasmus getrieben habe.
Dein Lustsaft floss aus Deiner Spalte.
Ich zog den Vibrator heraus und legte mich zwischen Deinen Beinen.
Mit meiner Zunge leckte ich die Innenseiten Deiner Schenkel nach oben.
Langsam bewegte sich meine Zunge durch Deine weit geöffnete Lustspalte.
Ich war gierig nach Deinem Lustsaft.
Ich leckte ihn Tropfen für Tropfen.
Hmmm … ich konnte Deine Lust schmecken und riechen.
Dein Körper bebte vor Gefühle.
Dann kreiste ich mit meiner Zungenspitze um Deinen Kitzler.
Mit zwei Finger hielt ich Deinen angeschwollenen Kitzler fest und leckte sehr intensiv über die Spitze.
Oh bist Du wahnsinnig geworden dabei.
Aber Deine Schenkel konntest Du nicht schließen. Ich konnte wieder und wieder lecken und Dich dabei beobachten, wie ich Dich quälte.
Ich saugte mich richtig fest an Deinem Lustzipfel.
Dann drang ich mit meiner Zunge in Dein Lustloch ein.
Bis Du wieder ein weiteres Mal zum Orgasmus gekommen warst.
Langsam zog ich mich an Deinem Körper nach oben und ich drang unwillkürlich in Dir ein.
Dein Körper krümmte sich dabei.
Ich bin tief in Dir ein gedrungen.
Ich wollte mit Dir eins werden. Dich spüren, wie Du mich in Dich aufnimmst und Dich um mich zusammen ziehst.
Ich habe Dich benutzt.
Als ich fertig war, sprach ich zu Dir „ Na wie war es meine kleine Internetsklavin „
Jetzt gehörst Du mir und niemand anderes soll Dich besitzen. Nur ich bestimme, wer Dich benutzen darf. Dafür habe ich etwas besonderes vorbereitet.
Ich fesselte Deine Beine los. Ich hatte ein Strafslip aus festen dicken Leder, den ich Dir anziehen werde. Der besitzt zwei Inneneingearbeitete Dildos für Anal und Vaginal.
Diese Dildos können vibrieren und rotieren. Sie lösen auch Reizstrom aus.
Sie werden durch eine Fernbedienung gesteuert.
Du sollst mir hörig sein und dieser Slip soll Deinen Willen brechen.
Ich zog Ihn Dir über die Beinen nach oben und die Dildospitzen setzte ich an Deine Löcher an.
An den Seiten sind zwei Lederriemen die durch ein Rasterschloss angezogen werden. Beim anziehen verhindert das Schloss , dass man die Riemen wieder lockern oder gar lösen kann.
Ich zog die Lederriemen nun fest zu, dabei wurden die Dildos gnadenlos in Deine Löcher gezwungen und der Slip zog sich über Dein Becken immer enger zusammen.
An den Rasterschlössern sind zusätzlich zwei Ösen wo ich zwei kleine Vorhängerschlösser anbringe, damit Du den Slip nicht mehr ablegen kannst.
Dann habe ich Dich von den Fesseln gelöst.
Du bist auf gestanden und wolltest den Slip ausziehen aber es ging nicht.
Ich sagte zu Dir „ so meine kleine Süße, jetzt kannst Du mir zeigen, was eine kleine Internetschlampe ist. Ab jetzt wirst Du alles tun, was ich will. Ich werde mich an Deinem Schicksal weiten.“
Du sagtest „nein, ich will dass nicht“.
„ Okay wie Du willst“ erwiderte ich.
Dann nahm ich die Fernbedienung und schaltete daran. Die Dildos begannen in Dir zu vibrieren.
Ich konnte sehen, wie sich Deine Gesichtszüge veränderten.
Dann schaltete ich den anderen Schalter und die Dildos begannen gleichzeitig zu rotieren.
Ich konnte sehen, wie Dein Körper zuckte. Dein Mund war leicht geöffnet.
Du wirfst Dich aufs Bett und versuchst Dich von diesem Slip zu befreien.
Ich schaltete dann wieder an der Fernbedienung, denn ich wollte Dich mit meinem vollen Programm vertraut machen. Jetzt kribbelte es in Dir und ein prickelnder unwiderstehlicher Reizstrom durchdrang Deinen Körper.
Ich konnte mit ansehen, wie Dich der Slip quälte.
Ein schöner Anblick, wie Du Deine Beine immer wieder zusammen und wieder auseinander gemacht hast und Du hast Dich gewunden vor Reize.
Ein Orgasmus nach dem anderen musstest Du erleiden.
Die Dildos bereiten Deine Löcher für meine Dienste vor. Sie machen Dich gefügig.
Du wirst alles tun, was ich Dir sage.
Wimmernt und flehent sagtest Du mir zu. Dein Wille war gebrochen und es gab kein zurück für Dich.
Mein erster Wunsch war es, drei sexhungrige Männer sollen Dich benutzen und Dich zur Internethure machen. Sie sollen Deine Löcher zu gleich stopfen. Ich will ansehen, wie sie Dein Becken dabei umklammern und Du Dich ihren Schwänzen nicht mehr entziehen kannst.
Sie sollen wie Raubtiere über Dich herfallen. Du wirst zu einem Lustobjekt ihrer Begierde.
Ende Teil 1 der Geschichte

Maggie ist mein Opfer der Begierde, 23 Jahre alt, jung, eng, feucht und unwiderstehlich.
Auch Du kannst sie haben. Sie ist gefügig für Deine Wünsche und Fantasien.
Du bekommst sie so wie Du es Dir wünschst!!!

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Maggie soll Dir gehören. Nimm sie so wie Du e

Fantasie oder Deine Wirklichkeit?
Eine junge liebeshungrige Frau Namens Maggie 23 Jahre alt, von Ihren Mann nicht beachtet, möchte mehr erfahren um ihre sexuelle Neugier zu stillen.
Zuerst werden Deine Augen verbunden und Deine Hände werden auf den Rücken gefesselt. Dann wirst Du in ein dunklen Raum geführt. Dein Atem geht schnell, denn Du weißt nicht, was Dich hinter dieser Tür erwartet. Nach dem Du diesen Raum betreten hast, tritt von hinten jemand an Dich heran und sagt mit ruhiger Stimme: ” jetzt werden wir Dich erst einmal ruhig stellen. Wir wollen ja nicht, dass Du schreist, denn Du sollst ja 100% genießen”. Dann spürst Du, wie ein Gummiball in Dein Mund geschoben wird und mit einer Manschette hinter deinem Kopf geschlossen wird.
Die Stimme sagt zu Dir: “Wie groß ist ein Schwanz” und pumpt diesen Ball in Deinem Mund auf.
Der Gummiball füllt gnadenlos Deinen Mund unter Druck aus.
Du spürst wie es heiß wird in Dir und Du bekommst langsam Angstgefühle, weil Du nicht weißt was auf Dich zukommen kann. Dann wirst Du entkleidet
Du wirst aufgefordert Dich auf eine Liege auf den Bauch zu legen.
Du tust es, denn es war ein Befehl und keine Bitte.
Dann spürst Du, wie an Deinen Handgelenken und Fußgelenken Manschetten angebracht werden.
Um Dein Bauch wird ein breiter Gürtel angebracht um Deinen Schenkeln an den Kniekehlen werden ebenfalls Manschetten angebracht.
Was Du nicht sehen kannst, wie von der Decke des Raumes eine Art Gestell herab gelassen wird.
Durch Seile werden die Manschetten an Deinem Körper mit diesen Gestell verbunden. Deine Arme werden dabei nach vorne gestreckt und deine Beine werden weit gespreizt fest gemacht. Die Schenkel werden nach außen befestigt um Deine Bewegungsfreiheit zu reduzieren, so dass Deine Schamlippen dabei auch leicht geöffnet werden.
Mit dem Bauchgürtel wirst Du befestigt.
Du wirst unruhig, denn damit hast Du nicht gerechnet. Du willst schreien, aber die Schreie verstummen durch den Gummiknebel.
Dann wird dieses Gestell nach oben gezogen und Du beginnst frei zu schweben.
Jetzt schwebst Du etwa 30 cm über dieser Liege.
Du willst zappeln, aber Du bist so gespannt gefesselt, dass Du Dich fast nicht mehr bewegen kannst.
Die Stimme sagt wieder: “ Da haben wir nun unsere kleine Sklavin. Maggie-Schätzchen, wir haben etwas ganz besonderes mit Dir vor. Dir wird es bestimmt gefallen.“
Dann wird es leise im Raum.
Du hängst ängstlich und weißt nicht was passiert.
Du hörst mehrere Schritte. Dann spürst Du, wie Dich mehrere Hände am Körper streicheln und dabei immer wieder Deine Brüste berühren und mit den Händen durch Deine Lustspalte gleiten.
Eine andere Stimme sagt: „ Du hast nicht zu viel versprochen. Die kleine süße Maggie ist ja ein richtiger Leckerbissen“ und eine andere Stimme sagt : „ Ihre Löcher sind ja schon gierig feucht und wollen endlich gestopft werden“. Ihr Mann muss ein Narr sein, nicht zu merken, was ihr jetzt widerfährt.
Bei diesen Wort erschrickst Du. Nur Du kannst nichts tun. Du hattest Dich auf dieses Date eingelassen und nun gibt es kein zurück mehr.
Dann spürst Du wie sich ein Mann auf der Liege unter Dich schiebt und Du schwebend auf seinen Bauch liegst. Er umklammert mit seinen Händen Dein Becken und zieht sich an Dir nach oben. Dabei dringt sein Schwanz gnadenlos in Dich ein. Du zitterst vor Lust.
Ein anderer Mann stellt sich hinter Dich und zwischen Deinen gespreizten Beinen und umklammert dabei Deine Schenkel. Du spürst wie sein Schwanz Anal in Dich eindringt. Du bäumst Dich vor Lust in Deinen Fesseln auf. Dein Stöhnen verstummt, als ein anderer Mann von vorn an Dein Gesicht heran tritt, er Dir den Knebel aus den Mund nimmt und er gnadenlos seinen Schwanz in Deinen Mund schiebt und dabei Deinen Hinterkopf festhält, damit Du nicht entweichen kannst und der Schwanz in Deinen Mund tief eingedrungen bleibt. Du atmest hastig.
„ Oh die kleine hat aber gierige Löcher.“
Sie wippen Dich rhythmisch gegen Ihre Schwänze und dringen immer wieder gleichzeitig in Deine Löcher ein. Süße Maggie, jetzt werden wir Dich nehmen und Du entkommst unseren ausgehungerten Schwänzen nicht mehr.
Dein Mann verliert jetzt sein Frau.
Du erlebst ein unbeschreibliches Gefühl. Du wirst wahnsinnig vor Lust. Du beginnst zu stöhnen. Sie jagen Dich von einem Orgasmus in den anderen. Nach jeden Orgasmus willst Du Dich befreien, weil Du nicht mehr kannst. Aber Du kannst Ihnen nicht entkommen. Sie sind gierig nach Deinen Löchern. Sie rammen Ihre Schwänze immer wieder in Dich hinein und massieren dabei Deinen Kitzler. Sie wechseln sich immer wieder ständig ab. Du bist Ihr Opfer und sie machen Dich zu einer kleinen Schlampe. Sie benutzen jedes Deiner Löcher auf gemeiner Art und Weise.

Du bist die Sklavin der Lust. Dein Wille ist gebrochen. Du musst ab sofort dienen und gehorchen. Du wirst wieder und wieder benutzt werden. Du wirst vorgeführt als Objekt der Begierde. Um Dein Hals ist ein Halsreif welcher mit ein kleines Schloss abgeschlossen wurde, damit Du ihn nicht mehr ablegen kannst, denn das ist das Zeichen, eine Sklavin zu sein.
Du gehörst ab sofort jeden Mann aus dem Internet, der Dich haben will.

Maggie ist mein Opfer der Begierde, 23 Jahre alt, jung, eng, feucht und unwiderstehlich.
Auch Du kannst sie haben. Sie ist gefügig für Deine Wünsche und Fantasien.
Du bekommst sie so wie Du es Dir wünschst!!!

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Dalla ragazza del doposcuola e non solo… (Parte

Nella prima parte vi ho lasciato con un piccolo dubbio chi sarà mai ad aver aperto quella porta ed averci beccato nel meglio del sesso? Ecco chi è. Al apertura della porta ci fermammo di botto ed ecco che vidimo entrare……… LA MADRE. Sua madre è una signora sui 45 anni ma nonostante un pò le forme formose non era per nulla male anzi una bella donna matura. Alla sua comparsa rimanemmo paralizzati e lo stesso anche la signora vedendo sua figlia scopare con me (poi nei messaggi privati se volete vi dirò perchè c’era ancor di più da rimanere sorpresi), ma la figlia gli fece una proposta indecente alla madre chiedendola di unirsi se voleva (anche perchè la madre era rimasta ormai senza marito da ben 12 anni ed ci aveva fatto la muffa) dicendo ciò la ragazza mi fece cenno di avvicinarmi col cazzo alla madre. L’idea di fottermi madre e figlia mi eccitava tantissimo e quindi col cazzo rigidissimo mi avvicinai alla signora e la avvicinai a me toccandola il culo (il fatto che era formosa la rendeva culo e seno davvero meravigliosi) la signora esitò un pò ma dopodichè subito si abbassò gonna e si tolse maglia mostrando un seno molto prosperoso che quasi non lo reggeva il reggiseno. Non ci pensai 2 secondi e gli slacciai il reggiseno lanciadomi con la testa in quelle 2 bocce spettacolari e mentre gliele leccavo la figlia si mise in ginocchio e iniziò a succhiarmelo. Da lì parti davvero un sesso meraviglioso eravamo ormai tutti e 3 nudi ma la figlia lasciò la precedenza alla madre la quale già era a gambe aperte sul divano e con molto piacere accolse il mio cazzo tra le sue gambe e mi dirigeva con dolcezza e mi chiamava come se fossi suo figlio dicendo << Amore di mamma non preoccuparti a buttarlo con più forza>> dopodichè mi venne voglia di incularla ma la signora non volle darmi il culo e allora si ripropose di nuovo subito la figlia e riprendemmo la pecorina che fu interrotta precedentemente ma stavolta la visione era paradisiaca perchè mentre la inculavo la figlia leccava la vagina della madre davanti a lei e quindi il mio cazzo non riuscì a res****re molto ed accennai che stavo per sborrare. A questo punto si misero entrambe in ginocchio davanti a me e iniziarono a succhiarmelo insieme (vi assicuro che non c’è goduria più profonda di vedere mamma e figlia all’opera) e ormai al colmo del eccitazione non resistetti e sparai sborra sul viso di entrambe. Ormai al colmo mi sedetti mentre madre e figlia si scambiavano la sborra dalle loro bocche in un modo lesbico e passionevole tanto da farmi raddirizzare di nuovo il cazzo dopodichè si misero sedute sul divano accanto a me e rimanemmo un pò abbracciati a parlare di quanto fosse stato bellissimo ed eccitantissimo ma dopo una mezz’ora dal aver ormai finito la figlia si rialzò dal divano e mettendosi in ginocchio davanti a me mi regalò un altro bocchino ma davvero fantastico in modo molto focoso e devo dir sopratutto aggressivo che invase la sua bocca di un mare di sperma il quale stavolta ne fece un eccitantissimo ingoio. Quindi dalla brutta paura che avemmo dell’apertura di quella porta in realtà si rivelò una bellissima sorpresa di sesso con madre e figlia!!!. PER TUTTE LE INFORMAZIONI CHE VOGLIATE SAPERE NON ESITATE A SCRIVERMI NEI MESSAGGI PRIVATI E INOLTRE NON è FINITA ESATTAMENTE QUI. VI ASPETTO IN TANTI CON LE VOSTRE CURIOSITà. P.S RIBADISCO CHE HO FOTO DELLA RAGAZZA MA NON SEXY MENTRE PURTROPPO DELLA MADRE NON HO NESSUN MATERIALE MA POTREI PROCURARMELO ANCHE SE SARà DIFFICILE.

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mi piace frustare il mio culo ……. e non solo

Due giorni fa , di mattina , sono andata ( scusate se  uso il femminile per sottolineare il mio essere  travestita ) nel mio posticino tranquillo per trasformarmi in donna .
La lunga spiaggia sembrava deserta , pochi bagnanti e ognuno distante dagli altri , molti nudisti , sopratutto stranieri .
Qui in Sardegna sembra ancora piena estate .

Ho parcheggiato tra i cespugli e dopo essermi denudata ho indossato un bichini blu cobalto , gli slip particolarmente piccoli e stretti  per trattenere il mio pisello tra le gambe , il reggiseno non necessita di imbottitura , anche se le mie tettine  sono piccole  il modello le solleva creando una lieve fenditura ( alcuni la chiamano cleavage ) tra i seni .

Il particolare caldo di questi giorni avrebbe dovuto sconsigliarmi di indossare la parrucca , avevo scelto una lunga di  colore castano con riflessi mogano e capelli mossi , ma vanitosa ed esibizionista non ho rinunciato a un tocco di femminilità in più .
 Avevo passato le prime ore della mattina a mettermi le unghie finte , so che gli uomini adorano sentire le unghie scorrere con dolcezza lungo il loro cazzo , in particolare mi diverte ed eccita passarle sulla cappella mentre con le labbra socchiuse soffio sopra di essa .
Ho visto molti  maschietti godere così .

A parte i miei pensieri mi  stavo annoiando , non passavano nemmeno i ragazzi di colore che vendono cianfrusaglie , quando ci sono mi piace provocarli nel mio abbigliamento femminile ma raramente accettano le mie proposte oscene ,  tipo fargli un pompino o farmi inculare . 
Quasi tutti in piena estate nelle ore più calde si fermano tra l’ombra dei cespugli , in quelle occasioni solitamente fanno un bagno in mare e poi nudi si riposano in  ombra .
ho visto cazzi straordinari , anche se mosci  ; purtroppo raramente , e quasi sempre solo  per una masturbazione , sono riuscita a tenerli in mano .
Le rare volte che sono riuscita a succhiare e prenderlo in culo  , quei cazzi neri , mi hanno fatto provare piaceri intensi e coinvolgenti 
Sembra strano quanto sperma schizzano , denso e di un candore incredibile , di sapore forte , intenso ,  tenerlo tra le mani vale un orgasmo ,  se poi riesco ad  assaggiarlo facendomi sborrare in bocca e odorarlo  per gli schizzi in faccia  godo sempre come una troia e mi sbrodolo le gambe con la mia sborrata .

Continuavo , annoiata , a passeggiare in spiaggia cercando di attirare l’attenzione di qualche maschio o di una coppia , tutto con scarso risultato .
Anche se alcune coppie si stavano lasciando andare in rapporti sessuali di ogni tipo sembrava che la distanza dagli altri fosse un modo per dire …… ” vogliamo restare soli “.

Ho deciso di trascorrere un po’ di tempo cercando novità su Xhamster ,  il mio profilo non è molto frequentato , allora ho aggiunto alcune foto più recenti e guardato qualche video e galleria fotografica .
Sono rimasto sorpreso da quanta gente ami farsi sculacciare , frustare il culo , cosa che ho sempre adorato subire 
Ho nelle mie foto un paio di s**tti fatti durante un auto sculacciamento o self spanking , e mi è venuta l’idea di realizzare un video e fare una serie di foto .

Mi sono eccitata al pensiero di farlo 

Ho deciso quindi di ritornare verso il parcheggio , in macchina ho sempre la borsa con le mie cose femminili , e realizzare qualcosa che mi eccitasse e se postato faccia anche eccitare chi mi guarda .
Mi sono tolta il bikini e ho cercato delle mutandine sexy  scegliendone  un paio rosa di pizzo che subito ho indossato .
Volendo apparire troietta ho indossato anche un mini di jeans e una camicetta trasparente 

Ho studiato come posizionare il cellulare in modo da fare una ripresa stabile , la borsa sul tetto della macchina faceva da sostegno 

Le poche auto sparse per il parcheggio tra i cespugli erano distanti e comunque non mi è mai importato se qualcuno mi vede in abiti o intimo femminile , tantomeno se sto facendo sesso.
Adoro essere guardata quando faccio la troia .

Ho fatto alcuni video , sollevavo lentamente la mini , accarezzavo il mio culetto , poi con la cintura della mini ho iniziato a frustare  le mie chiappe .
Se non lo avete mai fatto non potete capire il dolore che una cinghiata provoca , in particolare quando arriva piatta sul culo  e fa uno scrocchio particolarmente sonoro e secco .
Il dolore mi dava eccitazione e le cinghiate che davo al mio culo erano sempre più violente ,
le natiche iniziavano ad averne i segni viola e dove la cinta colpiva il gonfiore aumentava come aumentava la mia eccitazione .
Volevo farmi una sega per quanto ero eccitata  ma il desiderio di fare i video per poi postarli  è stato superiore , ho continuato a fare altri video , mi sono cambiata le mutandine e la camicetta è stata sostituita da un top nero , le cinghiate sul mio culo risuonavano secche in quel parcheggio .

Ho fatto una sosta e mi sonno ricordata che nella borsa termica avevo una bottiglia di acqua .
Ho abbassato le mutandine e mi sono fatta alcune foto del culo per vedere come era ridotto ,  cazzo se era mal messo !
Le prime piaghe violacee già si stavano gonfiando , il culo mi faceva un male bestiale ,  bruciava come il fuoco , fortunatamente avevo l’acqua nella borsa termica , acqua bella fresca che fatta scorrere sulle chiappe per qualche istante mi ha dato sollievo . 

Sono rimasta così , con la mini di jeans sollevata sui fianchi e le mutandine abbassate , culo e cazzo alla luce del sole . Continuavo a massaggiare le chiappe ma il bruciore non si placava , anzi , sentendo i segni lasciati dalla cinghia mi stava riprendendo il desiderio di continuare .

Come spesso accade in queste situazioni non prestavo particolare attenzione a quello che succedeva intorno a me , ero  presa a pensare se lenire il dolore o riprendere a frustare il mio culo ,  il dolore mi aveva fatto venire una discreta erezione , accarezzavo sia il mio cazzo che il mio culo , sapevo dentro di me che avrei continuato a frustarmi , il piacere era intenso e sicuramente sarei giunta ad avere un orgasmo .
È stupendo godere senza toccare il proprio cazzo , godere solo per l’eccitazione e il piacere che si prova subendo  dolore .

Ero pronta a riprendere la mia attività di auto erotismo , già  pensavo al culmine del mio piacere , avrei stretto il cazzo tra le cosce e mi sarei abbandonata  sborrandomi le gambe colpendo contemporaneamente il mio culo .
Ero pronta anche mentalmente all’intensità dell’orgasmo che avrei raggiunto .

Non ero pronta invece a sentire una mano estranea sul mio culo .

” fa male vero ? ” il tipo lo ha detto continuando ad accarezzare il mio culo , la mia sorpresa era ben visibile quando mi sono girata e la sua mano non ha lasciato il mio sedere .
” non tanto ” ho risposto , come se fosse normale che io mi frustassi in pubblico e che lui mi toccasse il culo , ero rimasta senza parole .

L’uomo  , di aspetto  giovanile era maturo  , completamente nudo con una perfetta abbronzatura integrale ,  dicendo il suo nome  ” mi chiamo Giovanni ” ha solo aggiunto “” sei una bella figa “” .

Ero ancora con la gonna sui fianchi e le mutandine abbassate , il dolore del culo lo avevo dimenticato ,  sorpresa come ero da quella imprevista presenza , al mio  primo gesto di sistemare la gonna Giovanni mi ha chiesto di rimanere come ero 
, a lui piaceva guardarmi così ha detto 

Non mi capita spesso di sentirmi in imbarazzo , ho cercato di nasconderlo  rispondendo con il mio nome , confusa  come ero mi è uscito naturale dire ” io sono Laura ”  .

La parrucca e i grandi occhiali da sole fortunatamente nascondevano  in parte il mio volto , avevo il timore che non si trattasse di un turista ma di un residente in zona . 
I residenti sanno che quel tratto di spiaggia è frequentato da gay lesbiche e coppie e se non sono interessati a fare incontri non frequentano il posto .
Se Giovanni era un residente e si trovava qui anche lui aveva un qualche vizietto  , quindi mi sono rasserenata e nel sistemarmi mutandine e gonna ho tentato di capire da che parte stava  dicendo …. “”””” Giovanni hai un bel cazzo , mi piace come sei depilato “”””””
Giovanni non era completamente depilato , aveva una striscia di peli corti che dalla base del cazzo saliva verso l’inguine , il cazzo era liscio come lisce erano le palle .

…..” Te Laura hai  un culo stupendo , stavo per segarmi mentre ti guardavo ma ho pensato che ti piacerebbe farlo a te di soddisfare le mie e tue voglie “”””
Giovanni andava diretto , senza giri di parole , avendomi chiamato Laura aveva accettato il mio ruolo femminile e non aveva nascosto la sua voglia di scoparmi e farsi spompinare .

Dopo le cinghiate avevo il culo che mi bruciava , non solo le chiappe , alcuni giorni prima mi ero fatta inculare da due ragazzi , uno aveva un cazzo talmente grosso e lungo che non ho voluto perdere l’occasione , ho pensato che in vita mia non mi capiterà una altro cazzo del genere . 
Il buco del culo mi bruciava quanto le chiappe appena frustate , in verità non avevo voglia di farmi scopare , se si trattava solo di un pompino potevo farlo , anche prendendo tutto il tempo per altri giochi , Giovanni aveva un cazzo non maestoso ma pur sempre sui 19/20 centimetri , non sarebbe stato semplice prenderlo in culo ,  in un culo ancora infiammato .

Cercando di essere convincente mi sono avvicinata a lui , ho allungato la mano per stringere il suo cazzo e avvicinandomi ancora di più , fino quasi a sfiorare le sue labbra ho detto ……””” tesoro se vuoi succhio  il tuo bel cazzo , ti puoi anche svuotare in bocca , non solo con la sborrata ( dicendolo ho fatto roteare la lingua sulle labbra ) mi puoi anche sciacquare dopo . “””””…..

Giovanni non era tonto , ha subito capito cosa volevo – qui è proibito farne cenno –  oltre alla sborrata , subito mi ha detto che lo avrebbe fatto ma voleva anche penetrare il mio culo .
Eravamo ancora vicinissimi , la sua lingua mi ha leccato le labbra e ridendo mi ha girata , mi ha piegata sul cofano della mia auto , senza abbassare le mutandine ,  che avevo appena sistemato , solo spostandole il suo cazzo ha strofinato tra le chiappe e si appoggiato al mio culo.

“”””””daiiiii così asciutto mi farai  male “””””…. Ho detto , forse in modo poco convincente , per risposta lui ha spinto ancora con più  forza facendo entrare tutta la cappella nel mio culo .
Mi stringeva le tette con forza , pizzicava e torceva i capezzoli strappandomi qualche lamento ma provocando anche eccitazione  e piacere 

La cappella di Giovanni rimaneva ferma nel mio culo , solo ogni tanto sembrava scorrere avanti e indietro ma forse ero io che muovendomi durante il suo torturarmi le tette e i capezzoli la facevo muovere .
Mentre mi stava scopando quasi immobile , se non per le mani che continuavano a tormentare i capezzoli , Giovanni mi chiamava troia , puttana , rotta in culo e bocchinara , poi aggiungeva che dovevo diventare la sua puttana , che dovevo scopare con lui e per lui . Mi stava eccitando , e lui si eccitava sempre di più , il suo cazzo ora sembrava nel mio culo ben più  virile   , piu animato , lo sentivo che lentamente mi stava aprendo tutta , il culo si era adattato e ormai lo accoglieva senza ostacolo , era tutto dentro .
Sentendolo tutto dentro ho iniziato a contrarre le chiappe e i muscoli anali , mi piace far godere il mio compagno in questo modo , solo stringendo il mio corpo attorno al suo cazzo .

Giovanni sembrava gradire i miei movimenti , mi baciava il collo e cercava la mia bocca , la sua lingua toccava la mia ma non smetteva di tormentarmi tette e capezzoli che ormai mi dolevano veramente . 
Ho sussurrato …….. “””” tesoro mi stai facendo male “”””””…… , la sua reazione è stata quasi bestiale , ha preso a stantuffare il suo cazzo nel mio culo con maggiore forze ,  dicendomi che ero una baldracca bastarda che non accontentava il suo padrone , mi ripeteva che se mi frustava lui le piaghe del culo sarebbero state permanenti e continuava a torcere i miei capezzoli 
che ormai erano viola  e paurosamente gonfi .

Per cercare di calmarlo ho girato la testa cercando la sua bocca volendo baciarlo e distrarlo , come ho avvicinato la bocca aperta per baciarlo mi sputato dentro , allora ho simulato qualche gemito di piacere continuando a stringere le chiappe sul suo cazzo , ora immobile e tutto dentro il mio culo , e con voce suadente ho chiesto che mi riempisse il culo con la sua sborrata .
Ripetevo a voce bassa che mi stava scopando in maniera meravigliosa , che mi stava facendo godere da pazza  , che volevo sentire il suo cazzo nuovamente nella mia bocca . 

In effetti stavo godendo veramente anche se impaurita dalle reazioni di Giovanni  che era comunque un amante instancabile , forse era da più di 45 minuti che mi stava scopando il culo e non dava segni di cedimento .
Mentre mi godevo quel cazzo in culo ho pensato che ero stata io , con le mie cinghiate al culo a far capire che mi piace soffrire e godere soffrendo , Giovanni si stava comportando di conseguenza ,  e le mie paure non avevano ragione di es****re .

Ho cambiato totalmente atteggiamento , ora mi sentivo posseduta da un vero maschio , volevo ardentemente i suoi baci , le sue torture e sopratutto le sue sborrate , il mio cazzo iniziava a pulsare segno che stavo realmente godendo tra le braccia di quest’uomo . 

Giovanni dopo la sfuriata aveva ripreso a baciare il mio collo , a succhiare le mie orecchie e sopratutto a cercare la mia bocca con la sua , il suo respiro ora più affannoso era forse il segno che stava per godere ,  con molta dolcezza  gli ho chiesto se mi voleva sborrare in culo o in faccia e bocca , dicendomi che ero una fantastica puttana , una vera donna mi ha lasciato decidere a me .

…….” Fai in fretta a decidere Laura , ho voglia di godere “”””””…….
io ho risposto …….””””””amore godi in culo ti trattieni subito dopo il primo schizzo e mi riempi la bocca  , ti voglio “”””……

Con pochi movimenti del cazzo Giovanni mi ha fatto sentire le pulsazioni del suo 
orgasmo , ho sentito il cazzo bagnato e appiccicoso che scorreva tra mie chiappe e ho avuto giusto il tempo di abbassare la testa che una seconda ondata di sperma mi ha riempito labbra e bocca .
La sensazione di avere il culo che colava di sperma e averlo anche in bocca e sulle labbra mi ha entusiasmato .
A bocca aperta ,  in piedi e abbracciata a Giovanni , ho giocato con la lingua e lo sperma , lo facevo colare fuori dalla bocca fino al mento , qualche goccia scivolava lungo la gola , poi con un risucchio recuperavo tutto , le mani di Giovanni tra le chiappe continuavo ad eccitare il mio culo , ciò faceva aumentare la mia salivazione . Ormai la bocca non poteva più contenere sperma e saliva ma non volevo perdere il piacere di trattenerlo ancora dentro , con piccoli e distanziati ingoi ho smaltito tutto mentre stringendo il mio cazzo tra le cosce ho goduto  .
La mano di Giovanni già bagnata dal mio culo si è portata tra le mie cosce dove il mio pene continuava a gocciolare sperma , stringendomi con un braccio dietro la schiena mi ha avvicinata a lui , leccato le labbra e portato la sua mano piena della mia sborrata tra di esse per farmi succhiare tutte le dita . 
Per un po’ abbiamo continuato a baciarci e io a cercare di provocare una nuova erezione a Giovanni , usavo lingua e bocca ma il lungo orgasmo che aveva avuto non permetteva a breve nuove erezioni 

Ormai esausti ci siamo bevuti una birra che avevo nella borsa termica , Giovanni prima di aprirla l’ha passata sulle mie chiappe segnate dalle cinghiate , un gesto dolcissimo , mi ha chiesto se stavo bene , ho risposto con un bacio veramente appassionato e dicendo che lui mi aveva fatto stare benissimo .

Dopo aver fatto una lunga chiacchierata siamo dati appuntamento per i prossimi giorni ,  Giovanni , mentre bevevamo la birra ,  mi ha accennato che mi vuole fare delle sorprese . 
Se la mia immaginazione non sbaglia so che il nostro incontro mi riserverà veramente delle sorprese , se belle non lo so .

Giovanni mi ha stregata  e credo che potrei fare ogni cosa per stare con lui .

Un  ultimo lungo abbraccio al corpo nudo di Giovanni e un ancora più lungo bacio e ci siamo salutati .

 

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La prof e la puttana

Quanto è noiosa la pioggia, specialmente quando sei in vacanza in un campeggio a Peschiera del Garda, aggiungeteci la compagnia di un marito, ossessionato dalla forma fisica, che non fa altro che uscire con barche, canoe, kail surf, qualunque sia la condizione atmosferica e ti lascia sola. Vista la pessima stagione di quest’anno molte delle case mobili, a fianco della nostra erano vuote. unica compagnia la pioggia e qualche libro.
la giornata era davvero plumbea, quando finalmente il silenzio cimiteriale fu rotto da un gruppo di ragazzi tedeschi, poverini si erano svegliati con le tende al centro di uno stagno e l’interno allagato.
Il gestore del camping mosso a compassione, li aveva sistemati nella casa mobile a fianco.
Erano inzuppati e sporchi di fango, e io…
Oh scusatemi non mi sono presentata, mi chiamo Eva ho trentasette anni, sono Bruna, un fisico discreto, due bei seni sodi, senza figli… e sono una odiatissima professoressa di matematica.
Come dicevo poc’anzi, vista la giornata vuota da impegni mondani, mi sentii davvero felice di riempire il vuoto pneumatico della giornata facendo del bene al prossimo collaborando con quel festoso gruppo a mettere in ordine e recuperare quei pochi vestiti che erano rimasti asciutti.
Da buona donna avvezza ai ragazzi li spedii a fare una bella doccia calda, poi puliti e profumati sarebbero tornati da me, dove avrebbero trovato del the caldo e biscotti.
Chiarisco: Il gruppo di allegri sfollati, era formato da Sei bellissimi ragazzi, molto educati, laloro età spaziava dai 22 ai 17 anni, con dei corpi veramente tonici che finito l’anno di studio , erano partiti per un mini tour dell’Italia del nord, in bicicletta.
La pioggia riprese in un crescendo impressionante, ma fu proprio il tempo a far decollare la conversazione, poi qualche allegra amenità, qualche battuta e un pochino di musica e la giornata plumbea e noiosa stava virando al bello.
Non mancai di osservarli mentre lasciavano cadere gli asciugamani per infilarsi i vestiti facendo finta di nulla.
da come eravamo ormai in confidenza sembravo la sorella maggiore.
Non so cosa mi successe, ma complice il fresco della pioggia e il calore dei corpi dei due ragazzi vicini, le loro braccia sulle mie spalle e dietro la mia schiena, ed ecco che sotto il leggero maglioncino di cotone dall’ampia scollatura, sentii i capezzoli inturgidirsi, anche i ragazzi lo notarono lo capii dalle occhiate che si scambiavano e dalle gomitate, cercai comunque di contenermi.
A rompere la bella atmosfera giunse la telefonata del mio lui, il noioso imbecille insieme ad alcuni compari di avventura si era portato lontano, era arrivato fino a Garda in kayak, li sorpreso dalla grandine aveva riparato sulla riva di Punta San Vigilio, ed era ormai pomeriggio inoltrato.
<< E cosa pensi di fare adesso, è già tardi>> gli urlai stizzita.
<< Ascolta>> mi disse << Siamo approdati in un campeggio, il gestore ci concede una sistemazione, andiamo a mangiare domani mattina ripartiamo, eventualmente ci facciamo accompagnare con un furgoncino>>.
Cosa potevo fare? Gli dissi che era la cosa migliore ,non sapevo se inviargli un vaffa o un grazie che stai fuori dai coglioni.
Era ormai ora di pensare alla cena, la pioggia non cessava, quei ragazzi erano digiuni, a parte il the e i biscotti, le loro provviste erano ormai perse, quindi perché non fare un ulteriore passo.
<< Cosa ne dite se vi preparo una pasta all’italiana?>>
Furono entusiasti, mi chiesero quali ingredienti occorrevano per la pasta alla carbonara, feci loro la lista, il solo problema era di muoversi da li e camminare nel fango, due di loro presero il coraggio a due mani e andarono li vicino in un supermercato.
Quando tornarono, notai che oltre agli ingredienti avevano comperato anche una torta e alcuni pacchettini.
Mi fecero segno di non parlare e di avvicinarmi, mi bisbigliarono che proprio quel giorno era il compleanno di Hans, il più giovane, compiva diciotto anni e come giornata di compleanno non era certo il massimo.
In cambio di quella pasta, ricevetti dei baci, brr sentivo dei brividi percorrermi tutto il corpo e una voglia irrefrenabile di abbracciare e baciare sulle labbra anzi di limonare decisamente tutti loro.
Dovevo contenermi, pensavo :<< Be Eva che stai combinando, ricomponiti prof, potrebbero essere tuoi allievi>>.
Ma già quella ragionante era la Eva professoressa altezzosa e seria, l’altra la donna sentiva un piacevolissimo calore al basso ventre.
Ma riprendiamo, mi ero cambiata per il festeggiamento, ampia maglietta con scollo enorme, di quelle insomma che lasciano sempre una spalla e mezzo seno nudi, short e zoccoli da parata, quindi terminato il festeggiamento ci sedemmo in cerchio e iniziammo il giro dei “Prosit”, conditi ognuno con un pensiero positivo e un sorso di spumante, al secondo giro la testa mi era diventata leggera, avevo caldo anzi caldissimo, “ mi misi di fronte ad Hans e feci il mio Prosit << Evviva Hans finalmente entrato nel mondo degli adulti>>.
Colpa del vino e del profumo della sua pelle ma sentii un brivido caldo dalle guance alle caviglie, dalla scollatura estrassi una retta con il capezzolo che sembrava un proiettile, spalmandoglielo sulle labbra, fino quando lui si decise e iniziò a succhiarlo, era fatta tolsi la maglia e a quel punto le mie tette circondarono la faccia di Hans quasi soffocandolo, presi le sue mani mi feci afferrare i seni e fummo labbra sulle labbra.
Ero impazzita probabilmente, ma era la prima volta che mi sentivo tanto bene, mi alzai al centro di quel cerchio e mi sfilai gli short accorgendomi che erano bagnati, alzai le braccia per farmi ammirare, girai su me stessa più volte, mi chinai per mostrare bene il mio lato B e con le mani allergai le chiappe.
Scrosciò un applauso, ero eccitata, io nuda tra loro e loro ancora vestiti, misi i miei capezzoli nella bocca di ognuno, che bello.
Prof o puttana ma chi se ne fregava più.
Si strinsero attorno a me qualcuno mi alzo una gamba, mente un secondo infilava delicatamente le dita nella vagina caldissima e bagnata, altri mi baciavano i seni la pancia le gambe la bocca
Era una sinfonia di sensazioni, mi ripresi un attimo e mi irrigidii li guardai severa e loro si fermarono. <<Scusaci Eva noi pensavamo che tu … >>Sorrisi loro <<si ragazzi però non si fa così>> mi guardarono preoccupati, ripresi << il festeggiato è Hans a lui la precedenza >>, Misi il ragazzo contro la parete, e feci quello che stupidamente il mio compagno non voleva, piano piano appoggiai la lingua e poi le labbra sulla sua cappella e feci scivolare il suo uccello nella mia bocca, e poi via su e giù, che sapore quell’uccello , mi piaceva, non durò molto era troppo eccitato mi accorsi che stava venendo, mi fermai un attimo, ultima lleccatina alla cappella ed ecco il suo nettare caldo nella mia bocca, e quel sapore intenso.
Ero accaldata felicissima, allora feci un altra di quelle cose che una prof non fa, uscii nuda sotto la pioggia.
Al rientro bagnatissima i ragazzi mi porsero un asciugamano e mi aiutarono ad asciugarmi, poi sempre con calma e dolcezza ricominciarono a baciarmi dappertutto, la bocca, la vulva, le gambe, uno fece un tour completo dei miei seni, stavo esplodendo.
Allora era quello il piacere di abbandonarsi lasciarsi trasportare senza peso.
Fra l’altro devo dire che erano tutti ben dotati, una selezione decisamente felice.
Uno di loro si stese a terra mi invitò a salire, non mi feci pregare, il suo cazzo sparì in me e sentii che mi stuzzicava la cervice, un altro con estrema delicatezza e dopo avermi baciato me lo infilò in bocca, nella bocca, quando poi un terzo mi umettò il culo, e con piccoli colpi mi sfonda il culo, si sfondare è il termine giusto, aveva un cazzo davvero notevole, Le sensazioni esplosero.
Ero circondata di dolcezza, stavo sperimentando l en plein, con anche le mani impegnate, tante erano le sensazioni che pensai di perdere i sensi pareva un sogno le immagini sembravano al rallentatore, ma no no era la realtà.
mi rigirarono più volte, erano padroni del mio corpo e io mi abbandonai tra loro, iniziai a venire una, due tre volte, le gambe mi tremavano incontrollabili, ripreso il controllo poi furono i ragazzi a venire, prima un fiotto caldissimo nella vagina, poi in bocca, e gli ultimi tre in sequenza nel mio culo.
Come pensate che mi sentissi, voi direte come una puttana, in colpa, ma manco per idea ero felicissima, affanculo la prof.
La prof riemerse solo per mettere i cinque ragazzi seduti da un lato per tenere una lezione, fece stendere Hans a pancia sopra, e massaggiandogli la cappella con le labbra ravvivo il suo cazzo, un oggetto di discrete dimensioni su una pancia a tartaruga favolosa.
Mi sedetti su di lui e infilai lentamente il cazzo in culo, e via a galoppare, facendo sbattere le chiappe su di lui, presi varie posizioni, sempre a favore della vista degli allievi, poi lui sopra, mi afferrò i seni e con una foga atletica mi martello il culo per dieci minuti, nei quali venni due volte schizzando per la prima volta nella mia vita, mi godetti fino in fondo quella meravigliosa inculata godendo senza interruzione per alcuni minuti mentre lui veniva. Era ormai ero soddisfatta, dovevo fare la doccia e lavarmi, il campeggio era semibuio, feci l’ultima a zio ne per sfogarmi di quella vita matematica e ingessata, uscii completamente nuda per andare con i ragazzi alla doccia, sentivo sotto i piedi il fango, dato che ancora pioveva, mi rotolai nella pozza di fango come una bambina mi sporcai il più possibile di fango. fatta la doccia rientrai nella mia casetta e mi buttai su uno dei sacco a pelo e dormii tutta la notte come un angelo in mezzo ai miei giovani avanti, al mattino mi svegliarono con la colazione, e a tre per volta mi salutarono, immaginate come…
Ho ancora i loro indirizzi, penso proprio che andrò in Germania per un corso di aggiornamento

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Mia sorella e io complici.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Io e mia sorella siamo gemelli, io sono Marcello e lei è Emma, non ci somigliamo neanche un pò, abbiamo compiuto da poco la maggiore età, siamo complici e porci, ci piace scopare e farlo con chi ci va, anche tra di noi, mia sorella non ha più un buco vergine. Spesso porto gli amici di scuola a casa e ce la scopiamo, lei contraccambia portando delle sue amiche che convince a farsi scopare da me, nella nostra relazione i****tuosa tutto è valido, lo scorso autunno siamo stati sul mar rosso, era il regalo dei nostri genitori per il 18° compleanno, andammo là senza di loro.
Una sera vedemmo una coppia di sposini mano nella mano, Marco ed Elena, ci guardammo e sadicamente decidemmo che loro sarebbero state le nostre vittime per quella vacanza, con un pretesto facemmo la loro conoscenza, anche noi ci spacciammo per una coppia in luna di miele. Il martirio iniziò così, la prima sera le nostre moglie erano sedute al centro con i rispettivi mariti ai fianchi, iniziai a frugare tra le cosce di mia Emma alias mia moglie, lei allargò bene le gambe per consentirmi di lavorare al meglio, Elena guardava sbigottita. Il giorno successivo Marco era sottoposto a una serie di sollecitazioni da parte di Emma, lei avrebbero fatto prendere un infarto a chiunque, era l’unica ad essere senza reggiseno, aveva un micro bikini che la fica era spesso fuori, io non ero da meno, martellavo Elena di continuo, con falsi pretesti le tenevo sempre le mani addosso. La sera proposi una unica tavolata, Emma era con un abito bianco che in controluce faceva vedere quello che non c’era, era priva di biancheria intima, iniziò a far piedino a Marco che era sempre più in imbarazzo, io senza ritegno facevo apprezzamenti su Elena e le tenevo gli occhi puntati sulla scollatura. Dopo lo spettacolo facemmo un giro per il villaggio, andai giù pesante, raccontavo le nostre prestazioni sessuali, ad un certo punto Emma abbraccio al collo Marco da dietro, gli fece sentire le sue tette e disse.
“Perchè non venite su da noi in camera.”
I due erano impacciati e declinarono, la mattina successiva iniziò nuovamente il bombardamento, Elena fu costretta a togliersi pure lei il reggiseno, aveva due gran belle tette, gli dissi che avrei voluto leccarle volentieri, Emma le dette la crema protettiva, il massaggio che ne s**turì era da vera troia. All’ora di cena eravamo già pronti, Emma aveva una minigonna mozzafiato e una camicetta abbottonata quel tanto da far vedere le sue splendide tette, andammo a bussare alla porta delle nostre vittime, Elena era quasi pronta, Marco era ancora con l’accappatoio indosso, Emma prese subito l’iniziativa e disse Elena.
“Carino il vestito ma il reggiseno và tolto.”
Elena arrossì, Emma le infilò le mani nel vestito e tolse il reggiseno, era uno schianto.
“Che mutandine hai?”
Le chiese Emma
“Normali.”
Rispose Elena.
“Fai vedere cosa ti sei portata, ma è tutta roba castigata! Quando è pronto lui vieni da me che è meglio.”
Le disse Emma poi rivolgendosi al maritino disse.
“Forza dai cambiati non vorrai mica venire in accappatoio a cena?”
Si avvicinò a Marco e gli tolse l’accappatoio, era nudo e con l’uccello dritto.
“Ehi, è Elena senza reggiseno o sono io a farti quell’effetto?”
Ci mettemmo a ridere e si vestì rapidamente, andammo in camera nostra per cambiare le mutandine a Elena, le scelse un perizoma che averlo o non averlo era la stessa cosa, Elena si tolse le sue e si infilò le altre badando bene di non far vedere nulla durante il cambio.
“Non ci fai vedere come ti stanno?”
Disse Emma, Elena scosse la testa in segno di diniego.
“Forza timidona facci vedere come ti stanno?”
Emma le si avvicinò e le sollevò la gonna del vestito, aveva un gran bel culo altro che, la volto e le labbra della fica avevano fatto prigioniero il perizoma, il pelo era tutto fuori dalla stoffa.
“Complimenti!”
Le dicemmo in coro, Emma andò oltre, le passò la mano dal culo verso la fica, lei fece un sussulto.
“Ma sei bagnata, allora sei una porcellina?”
Anche lì giù tutti a ridere, a cena proposi di dividere le coppie, così fu fatto, non sò cosa diceva Emma a Marco ma lo vedevo spesso toccarsi il cazzo, lo doveva avere gonfio, per quanto mi riguarda la frase più dolce che dissi a Elena fu.
“Te lo pianterei tutto in quel bel culo.”
Dopo lo spettacolo salirono su da noi, in un attimo Emma fu nuda, loro erano ammutoliti, Emma si avvicino a Elena e iniziò a palparla, a strusciarle con le labbra e la lingua il collo, Elena tentava di non tradire le proprie emozioni ma fu impossibile, le sganciò il vestito e le tolse il perizoma. Era stupenda, la portò sul letto, iniziò a leccarla come sa fare solo Emma, lei iniziò a mugolare, stava godendo sotto quei colpi di lingua dati con maestria da Emma, iniziai a spogliarmi, Marco mi segui e rimanemmo nudi. Aveva il cazzo già in tiro, si avviò verso Emma e iniziò a leccarle fica e culo, era alla pecorina per leccarla, mi avvicinai a Elena e iniziai a baciarla, a toccarla, allontanai Emma e iniziai a fottere Elena, Emma si stava facendo montare dal ragazzo, eravamo tutti eccitati, feci mettere a pecorina Elena e iniziai a fotterla da dietro,si voltò verso Marco e disse.
“Godo amore mio godo tantissimo.”
Feci cenno Marco di prendere il mio posto, tolse il cazzo dalla fica di Emma e lo infilò in quella di Elena, io passai davanti per farmelo succhiare, niente male come pompinara, feci sdraiare il Marco e salire Elena su di lui, la scopava mentre Emma le leccava i seni io le leccavo la schiena e le toccavo il culo. Elena era al centro delle nostre attenzioni, eravamo tutti per lei, dai mugolii sembrava proprio che le piacesse, feci togliere Emma che si mise con la fica sopra a Marco per farsela leccare, io spinsi in avanti Elena e le piantai il cazzo in culo, era stretto e per questo mi faceva godere, pompavo a più non posso e lei gridava di piacere, ripeteva.
“Ancora ancora non vi fermate, più forte.”
Marco si tolse e volle inculare Emma,io continuavo a sfondare il culo a Elena, le arrivai in culo, lei era esanime, Marco volle arrivare in bocca a Emma, cazzo che luna di miele ha fatto questa coppia, indimenticabile penso, dopo quella scopata i due raccolsero i loro indumenti e tornarono nella loro camera, a Emma dissi.
“Dobbiamo andare oltre.”
“Sì dobbiamo andare oltre.”
Rispose lei, ormai erano in nostro pugno, la mattina successiva ci trovammo in spiaggia, gli sposini ci avevano anticipati, avevano lo sguardo smarrito, probabilmente erano ancora sotto shock, Emma da gran troia quale è prese di nuovo l’iniziativa e disse.
“Buon giorno ragazzi, dormito bene?”
loro all’unisono,risposero.
“Sì.”
“Elena,che fai con il reggiseno? Toglilo così quando rientrerai potrai esibire un’abbronzatura da schianto.”
Continuava Emma, obbedì e si tolse il reggiseno, le tette di Elena saltarono fuori in tutta la loro bellezza, non contenta Emma mettendosi seduta sul cazzo di Marco gli chiese.
“Come sta il mio bel cazzone?”
Strusciando la fica sul cazzo di Marco.
“Olalà ma si sta gonfiando.”
Disse Emma.
“Abbiamo noleggiato una barca, siete nostri ospiti andiamo.”
Dissi loro.
“d’accordo.”
Rispose Marco, Elena si alzò e fece per rimettersi il reggiseno e prontamente Emma disse.
“Ma che fai? Andiamo così.”
Imbarazzata ma remissiva Elena si avviò verso il molo in topless, per una non abituata come lei doveva essere uno sforzo inumano, arrivati alla barca salimmo, c’erano due ragazzi di equipaggio, Marco disse.
“Vengono anche loro?”
Certo risposi io non possono affidarci l’imbarcazione, appena fummo a largo Emma disse.
“Ragazzi via i costumi abbronzatura integrale.”
Si tolse il perizoma e pure io tolsi il costume, Marco si adeguò ed Elena rimase lì ferma e titubante, Emma esclamò.
“Forza dai manchi solo tu.”
Elena rispose con voce tremolante e disse.
“Mi vergogno di quei ragazzi.”
Riferendosi all’equipaggio, mi avvicinai e le sfilai il costume, venne sommersa dagli applausi, Emma s**tto sul cazzo di Marco e iniziò a succhiarglielo, in un attimo fu duro, io incrociai lo sguardo di Elena e inizia a leccarle la fica, Emma salì sul cazzo di Marco e iniziò a scoparselo, anch’io presi a fottere Elena, aveva lo sguardo che rendeva appieno lo stato di estasi sessuale che stava vivendo. Emma stava facendo di tutto per far arrivare Marco e dopo poco ci riuscì, Marco si sdraio per potersi riprendere, Emma fece cenno ai due marinai di avvicinarsi, iniziò a spompinarli, i cazzi furono ben presto duri, uno era fine ma parecchio lungo, l’altro invece era molto tozzo. Emma fece cenno di indirizzare le loro attenzioni nei confronti di Elena, feci spazio e i due iniziarono a lavorare Elena, lei non era in grado di reagire, le mani frugavano ovunque, uno prese a fotterla con forza a****lesca, l’altro gli aveva piantato il cazzo in bocca e agguantata per i capelli si faceva spompinare. Marco era sbalordito, vedeva Elena sfondata da due a****li come loro, lo era ancor di più capendo che Elena stava provando piacere, quello con il cazzo lungo, si sdraiò e fece salire Elena su di se impalandola, faceva fatica a stare con il busto eretto da quanto stava godendo, l’altro con il cazzo largo le si avvicinò al buco del culo. Non avrei voluto essere al suo posto, non potevo immaginare cosa avrebbe sofferto nel momento in cui la bestia avesse affondato quella quantità di carne nel suo buchetto.
DENTRO TUTTO DENTRO
Elena emise un urlo disumano e si sdraiò sull’altro, l’inculatore prese a fottere quel culetto come solo un a****le poteva fare, la stava sfondando, cercava di infilarlo tutto fino alle palle, Elena allungò una mano verso Marco che l’afferrò, con un filo di voce elena disse.
“Stò godendo amore, ti amo da morire, mi stanno facendo impazzire, mi piace lo voglio ancora.”
I due la stavano fottendo con ancora più foga, quei cazzi sembravano dei cilindri di una ferrari da quanto stantufavano velocemente.
“AAAAAHHHHH”
Elena aveva raggiunto l’orgasmo degli orgasmi, i due l’avevano innondata di sperma, Marco e io arrivammo in bocca di Emma, eravamo pronti per tornare a terra, le esperienze che facevamo vivere a questa coppietta avrebbero segnato la loro esistenza. La sera successiva proposi di andare a dormire ma con coppie miste, titubanti i due accettarono, Emma rimase in camera con Marco ed io dopo avergli augurato buon divertimento presi per mano Elena e andammo verso la nostra camera.
Fino ad ora i due avevano vissuto queste nuove situazioni assieme, adesso invece li avevamo divisi con lo scopo di farli tormentare dalla curiosità di ciò che poteva capitare all’altro senza sapere come se la stesse spassando, giunti in camera iniziai a baciarla, raccolse subito l’invito e prese a lavorare con la lingua, iniziai a spogliarla ed in un attimo rimase nuda, passai la mano vicino la fica, era già bagnata, aspetta le dissi.
“Metti questo.”
Era una sottoveste di mia sorella, le copriva appena il culo, le tette faticavano a stare dentro, vieni con me.
“Dove andiamo?”
“Dove mi porti?”
Disse Elena.
“Fidati.”
Dissi io, uscimmo dalla camera e scendemmo, andammo in un posto abbastanza isolato del villaggio, incrociammo una coppia, vedendola svestita in quel modo sorrisero, il nostro intento era chiaro a tutti, la feci sedere su di un muretto e iniziai a baciarla, a baciarle il collo, a leccarle le tette, fremeva per essere posseduta.
“Dai dammelo, fammi godere non resisto più.”
Disse Elena.
Io continuavo a negarglielo, volevo farla impazzire di voglia.
“Dammelo, fai terminare questa tortura, fottimi.”
Disse Elena, le sfilai la sottoveste, le sollevai le gambe e la infilzai, era bagnatissima, il mio cazzo entrò senza fatica alcuna per tutta la sua lunghezza, presi a stantufarla velocemente, sempre più velocemente, era in preda a degli spasmi di piacere.
“Godo, dai dammelo tutto.”
Disse Elena.
“Sei una gran troia lo sai?”
Dissi io.
“Si mi avete trasformata in una gran vacca, dai continua.”
Disse Elena.
“Dillo che ti vorresti fare tutti i cazzi del villaggio, dillo!”
Incalzai io.
“Si, voglio tanti cazzi, fottimi, fammi godere.”
Disse Elena.
“Ti piace prenderlo nel culo, eh?”
Dissi io.
“Si, godo quando mi scopano il culo, piantamelo dentro.”
Disse Elena, la scesi dal muretto, la feci voltare e glielo piantai dritto nel culo, il tizio sulla barca glielo aveva sfondato, il mio entrò immediatamente, iniziai a fottergli il culo con tutta la forza che avevo a disposizione.
“Dai ancora, piantalo tutto dentro, godo! MMMHHH,ancora.”
Disse Elena.
“Ti è piaciuto essere sfondata da quel cazzone in barca, eh?”
Dissi io.
“SIII! impazzivo quando mi spaccava il culo, ne vorrei uno al giorno.”
Disse Elena.
“Da adesso in poi sarai la troia del villaggio vero?”
Dissi io.
“SIII! mi farò tutti i cazzi che incontrerò!”
Disse Elena, stavo per arrivare, le presi i capelli per aiutarmi a spingere meglio il cazzo nel suo culo sfondato ma soprattutto per farle alzare la testa, la testa l’alzò e potè vedere il gruppo di animatori che ci stavano osservando, infatti l’avevo portata nel luogo dove gli animatori si trovavano per pianificare il programma del giorno successivo. L’avevano vista durante tutta la sua eccellente prestazione sessuale e oratoria, Elena si era fatta proprio un’ottima pubblicità, incurante della loro presenza, ormai era completamente partita disse.
“Dentro vienimi dentro.”
Arrivai e le riempi il culo di sborra, mi ripulì il cazzo raccolse la sottoveste e mi porto in camera, stanchi dell’amplesso ci buttammo a letto a dormire.
Il nostro martirio era finito, il giorno dopo Marco e Elena tornavano a casa perchè la loro luna di miele era finita, ci salutammo come buoni amici ma non abbiamo più saputo niente di loro.

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Un trio con Katia e la sua amichetta

Quell’anno avevo faticato molto per rimanere a casa da solo in quanto i miei genitori avevano deciso di partire per due settimane durante le vacanze estive con un gruppo di amici.
Nonostante l’insistenza dei miei per farmi partire con loro riuscii a convincerli che avrei approfittato della loro assenza per dedicarmi un po’ allo studio e recuperare un bel po’ di lezioni di matematica (naturalmente fingendo). I primi giorni mi dedicai soprattutto alle uscite con gli amici potendo rincasare tardi e divertirmi con i miei amici con i quali rimorchiavo alla grande.
L’occasione però mi si presentò un afoso martedì pomeriggio in qui avevo deciso di non uscire a causa del gran caldo e così restai a casa a guardarmi un bel film.
Verso le 16 mi arrivò la telefonata di una mia amica di classe Katia, una bonazza pazzesca con due tette ed un culo da sfondare, mi disse che sarebbe passata per casa mia con Dalila un’altra nostra amica per discutere un po’ sul dove passare le vacanze estive. Ormai erano 2 anni che passavamo le vacanze in campeggio con tutta la nostra comitiva ed io avevo sempre desiderato di scoparmela fino a che l’ultima sera di campeggio dell’anno precedente aiutato un po dalla sbronza mi decisi a proporglielo e lei per niente scandalizzata mi rispose con un tenero bacio ed un sorrisetto malizioso “ormai è tardi ci rifaremo la prossima volta”. Durante l’anno scolastico però non avevo potuto più chiederle niente poiché si era messa con un mio amico e quindi mi ero solo limitato a farmi le seghe pensando a come l’avrei scopata in campeggio.
La sua telefonata accese in me un lume ed estasiato anche perché ormai era tornata single mi iniziai a preparare con cura: mi lavai con cura, mi rasai la barba, mi improfumai ed indossai una camicia di seta bianca per mettere in mostra i miei muscoli ed i miei addominali scolpiti ed un jeans attillato che faceva risaltare le mie gambe toniche frutto di 13anni dedicati al calcio.
Quando suonarono al campanello andai ad aprire e mi si presentarono due bei pezzi di fica, Katia era alta 1.75 capelli lisci neri lunghi, occhi da pantera e formosa al massimo con un paio di tette enormi. Infatti quel giorno indossava un top scollato che metteva in mostra tutto il suo davanzale ed un jeans attillato che risaltava il suo culetto tondo e sodo, Dalila invece che era una ragazza molto più facile e ancor più bella indossava un completino rosa che mi fece arrapare solo a guardare.
Così invitai le mie amiche a bere qualcosa ed iniziammo a parlare del più e del meno mentre io ero distratto ad ammirare le splendide forme di quelle due porcelline ed aspettavo solo un minimo segnale da parte loro per scoparmele entrambe.
Così ad un tratto Katia si alzo e mi chiese di andare in bagno ed io rimasi solo con Dalila a parlare quando ad un tratto lei mi disse “guarda che sto vedendo come ci guardi sai ma dimmi 1po chi è che ti eccita di più tra noi due?” a quelle parole non ero preparato e avrei voluto rispondere più garbatamente ma mi uscì spontaneo rispondere “siete due maiale e vi tromberei entrambe” ma subito mi pentii per paura di averla offesa anche se sapevo che era una grande zoccola, infatti mi rispose “Ah si beh aveva ragione Katia sei proprio un porco”
“Perché cosa pensa Katia di me” le risposi “Niente avevamo fatto una scommessa e lei aveva scommesso che tu oggi ci avresti provato con entrambe! Ma devo dire che non mi dispiacerebbe affatto perderla sai anche tu mi ecciti molto”
Così a quelle parole le afferrai la faccia ed infilai la mia lingua nella sua bocce e fu una sensazione stupenda perché iniziò a succhiarmela con avidità.
Mentre ero intento nel baciarla stavo iniziando gia a scendere con le mani per strizzare le sue meravigliose chiappe ma non feci a tempo perché comparve la mia amica Katia sull’uscio della porta e rivolgendosi a Dalila disse “Hai visto ho vinto!” e poi rivolgendosi verso di me disse con fare malizioso “Che meraviglia la tua vasca idromassaggio sai pagherei tanto per farmi un bel bagno” ed io ancor piu eccitato le dissi “Beh la vasca è grande in 3 ci staremmo benissimo”.
Così accompagnandole per mano le condussi verso il bagno dove c’era la mia grande vasca ed iniziai a spogliarle. Prima iniziai da Katia le tolsi il suo top e liberai quelle due magnifiche tette che iniziai a succhiare come caramelle notando sempre di piu l’inturgidirsi dei suoi capezzoli mentre Dalila iniziò a fare da se rimanendo solo in perizoma e iniziandomi a spogliare a sua volta e a massaggiare delicatamente il mio cazzo ancora nei boxer che ormai era allo stato puro di erezione.
Una volta nudi entrambe iniziai a riempire la vasca e nel frattempo mi dedicai un po’ ad assaporare tutti gli umori delle loro fiche.
Riempitasi la vasca ci immergemmo ed attivai l’idromassaggio e li andai in estasi quando Dalila inizio lentamente a fermi 1pompino e a succhiare delicatamente la mia cappella fino alle palle mentre io e Katia eravamo intenti a limonare mentre io le toccavo il seno.
Ero ormai al massimo sentivo che stavo per sborrare quindi le feci mettere entrambe vicino alla mia cappella mentre la limonavano a vicenda le venni in faccia con diversi spruzzi e le due porche iniziarono a giocare passandosi lo sperma da una bocca all’altra.
Non mi era mai capitato ma il mio cazzo dopo aver eiaculato restò duro come de nulla fosse successo e quindi presi Dalila e le dissi “ora ci divertiamo dove lo vuoi” lei mi rispose “dappertutto sfondami la fica e anche il culo” e così non me lo feci ripetere 2 volte e le infilai il mio uccello ancora lubrificato nella sua caldissima fica mentre con il dito medio mastrurbavo il clitoride a Katia ed in pochi minuti i gemiti di piacere di quelle due troie pervasero tutto il bagno.
All’improvviso Dalila emise un urlo diverso dagli altri molto più intenso e sfilandole il cazzo dalla sua fica iniziarono a colare umori a fiumi.
Katia intanto si era fatta avanti ed aveva preso il suo posto mettendosi a pecora a bordo vasca e come una vera porcella aveva condoto il mio cazzo nella sua michetta un po’ strettina che mi fece godere da morire guardando anche lei che mentre lo prendeva in fica leccava a vicenda la passerina di Dalila. Non ce la feci più e di nuovo sborrai sulla fica della mia amica che intanto eiaculaca e quindi in quel miscuglio di sperma e umori Dalila ne approfittò per saziarsi.
Ero sfinito il caldo e la stanchezza si facevano sentire ma le mie amiche sembravano on saziarsi mai così Dalila mi riprese “E no bello mio ricordati la promessa ora mi devi sfondare il culo” così a queste parole iniziai a leccare l’ano di quella favolosa troia e devo ammettere che non era affatto stretto ma volevo assicurami una penetrazione soddisfacente e così aiutandomi con le dita feci spazio al mio cazzo e me la scopai anche in culo come un toro, devo ammettere che gemeva di piacere e dolore ma continuava come una troia a dirmi “Vai stallone sono tua trombami ancora rompimi tutta” mentre Katia guardava la scena e si masturbava lentamente quando improvvisamente di nuovo Dalila Urlò “VENGOOOOOOOO” e mi spruzzò sulla cappella calda un bel po’ di liquido che mi fece eccitare al massimo perché lubrifico tutto il mio membro.
Così dissi a Katia “Tu ricordati della promessa ora devo sfondare anche te il tempo lo abbiamo” e lei si avvicinò e mi mise in primo piano il suo bellissimo culo che iniziai a palpare lentamente.
Con lei però volevo essere più perfido quasi ce l’avessi con lei per tutte le volte che non si era concessa, così mentre le leccavo l’ano le infilai tutta la cappella in culo e credetemi dette un urlo che per un attimo temevo mi volesse respingere, ma niente a fatto dopo pochi istanti iniziò a dirmi “grazie amore mi hai sverginato il culo dai continuo dai dai…” e mentre ero intento a scopare il suo bel buchetto Dalila mi venne a leccare le palle e le succhiava lentamente con la sua bocca carnosa.
Quindi non ce la feci piu tirai fuori l’uccello e lo ficcai in bocca a Dalila che mi diede un morsetto sulla cappella facendomi sborrare nella sua gola.
Katia si rialzò dal bordo vasca e iniziò di nuovo a limonare con la sua amica facendo così sciogliere lo sperma sulle loro lingue.
Esausti entrambe uscimmo dalla vasca e ci asciugammo le mie amiche se ne andarono dopo poco ed entrambe mi scambiarono un intenso bacio con la lingua. Prima di andarsene Dalila prese in mano il mio uccello nei pantaloni e mi disse “domani farà ancor piu caldo di oggi verremmo sicuramente a rinfrescarci nella tua splendida vasca.
E si infatti questo si ripetè per ben 3 giorni mentre in campeggio rombammo ancor piu avidamente divertendoci un mondo. Katia è una ragazza seria le promesse le mantiene!!!

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LA MORA, LA BIONDA E LA ROSSA.

STORIA DELL’INCONTRO DI TRE TRAV PUTTANE!

Era da molto tempo che non rivedevo la mia amica Lella, una delle mie sorelline preferite, con cui ho avuto già diversi incontri piacevoli ed eccitanti. Con lei mi trovo benissimo e ricordavo con piacere (eccitandomi al solo pensiero) le nostre lesbicate terminate tutte con i suoi stupendi schizzi di calda crema nella mia bocca assetata, documentati da alcuni video che girano nel web e di cui potete ammirarne uno su questo stesso blog. La mia bionda preferita non era più a Roma ma, con estremo piacere, un bel giorno, mi ha avvertita che sarebbe tornata un sabato e che avrebbe volentieri fatto una bella lesbicata con me. Naturalmente mi sono subito resa disponibile e le ho proposto di coinvolgere la mia nuova amica Paola per un coinvolgente incontro tra tre troiette porcelline. L’ho subito avvertita e lei, naturalmente, da vera troia come me, si è subito detta disponibilissima, ed abbiamo concordato orario ed incontro nel motel dove alloggiava Lella.
Il giorno stabilito ho preparato con cura tutte le mie cosine e mi sono recata con un po’ di anticipo nel luogo dell’incontro. Parcheggiata l’auto ho raggiunto la camera dove alloggiava Lella; ero fremente di rivederla dopo tanto tempo, ho bussato alla sua porta che dopo pochi istanti si è aperta. Sono entrata e me la sono trovata davanti: parrucca bionda corta come al solito, occhiali da sole, vestitino di rete nera cortissimo, calze nere con reggicalze , sandali argentati con tacco a spillo, guanti bianchi lunghi, depilatissima come sempre: insomma la solita incantevole troia. Ci siamo salutate con un bacio delicato sulle labbra ma io, da vera zoccola come sono, non ho resistito e ho subito messo la mano sul suo splendido e candido clitoride inanellato da un cokring in silicone bianco che spuntava da un mini perizoma con apertura sul davanti.
“Sei sempre la solita splendida troia, tesoro!” le ho detto e mi sono subito recata in bagno per la cerimonia della trasformazione. Mentre mi cambiavo e truccato per diventare Patty pensavo con eccitazione a quando l’avrei accarezzata, baciata ed avrei potuto godere appieno del suo corpo e di quello di Paola che sarebbe arrivata più tardi.
Ho indossato un corpetto nero di tulle, molto sbarazzino, che lasciava scoperto il seno, con reggicalze incorporato, calze nere velate ed un perizoma aperto che non lasciava nulla all’immaginazione, cockring di silicone trasparente intorno a clitoride e ai testicoli, sandali neri con strass e tacco a spillo, sopra un vestitino nero di pizzo, la mia solita parrucca nera corta e trucco da vera puttana. Un po’ di profumo come ultimo tocco ed aperta la porta del bagno mi sono recata in camera dove Lella

mia aspettava seduta sul letto fumando una sigaretta: atmosfera da vero bordello in stile anni ruggenti.
La prima cosa che abbiamo fatto è stato scambiarci un lungo ed appassionato bacio lingua su lingua: non ricordavo quanto fosse eccitante baciarla sentendo i nostri due corpi toccarsi mentre la mia mano le carezzava il clitoride già turgido dal piacere.
Abbiamo iniziato a lesbicare scambiandoci deliziose succhiate di cazzo a vicenda; naturalmente io ero la passiva prevalente: come sapete ormai tutti la mia bocca è assetata di cazzo e non ne può fare a meno, soprattutto se si tratta del clitoride depilatissimo di una sorellina come Lella. Naturalmente non ho tralasciato il suo delizioso buchino posteriore con dolci e penetranti colpi di lingua: delizioso veramente con lei che mugolava dal piacere.
Mentre ci scambiavamo dolci effusioni con i nostri corpi già eccitati al massimo arriva Paola che ci trova già in piena attività. Ci salutiamo e mentre lei si reca in bagno per prepararsi noi continuiamo i nostri giochi porcellini, rotolandoci sul letto, scambiandoci baci bagnati e lunghe leccate reciproche.
Dopo un po’, non so quanto perchè non ci siamo accorte del tempo che passava impegnate come eravamo nei nostri giochi di piacere, esce Paola dal bagno: parrucca rossa corta, catsuite a rete nera a maglie larghe con apertura sul davanti, stivali neri alti ed un mini perizoma che conteneva a stento il suo clitoride già eccitatissimo: la terza puttana era pronta!
Di qui in poi è iniziato un magnifico gioco a tre difficile da descrivere: i nostri corpi a momenti si aggrovigliavano e non si capiva più di chi fosse questa o quella parte.
Mentre Paola succhiava Lella io mi dedicavo al suo cazzo turgido masturbandolo e raccogliendolo nella mia bocca sempre più affamata. Poi io e P. ci siamo dedicate entrambe a L. spompinandola insieme e scambiandoci anche deliziosi baci saporosi degli umori di Lella.
Poi, mentre Paola era supina sul letto e L. usava la sua bocca su di lei io mi sono avvicinata al viso di P. e le ho puntato il mio clitoride eccitato in bocca permettendole di dedicarsi ad esso con piacevoli colpi di lingua che andavano dalla punta scendendo giù fino alle mie palle liscie che si deliziavano di quelle eccitanti attenzioni.
In pochi attimi cambio di scena: siamo ora io e L. che offriamo a P. entrambi i nostri clitoridi e lei da supina si ritrova a leccarci entrambe trovandoseli sopra il viso e dedicando le attenzioni della sua bocca e della sua lingua una volta all’una una volta all’altra: delizioso.
In un turbinio di eccitazione crescente L. e P. si dedicano ad un coinvolgente 69 ed io inizio a leccare il buchino di L. mentre P. si dedica al suo clitoride. In genere io non svolgo ruolo da attiva anale ma la scena era troppo invitante: vedevo il buchino di L. fremere sotto i mie colpi di lingua e le mie dita che lo penetravano delicatamente. Ho avvicinato allora con delicatezza la punta del mio clitoride al suo buchino e, piano piano, ho iniziato a penetrarla: la sentivo gemere dal piacere e l’ho cavalcata con gusto mentre P. da sotto continuava a leccarla.
Eravamo ormai giunte al culmine dell’eccitazione ed io aspettavo con ansia il finale del nostro incontro, quello che adoro di più: mi sono sdraiata supina sul letto e P. e L. si sono avvicinate in ginocchio ai lati del mio viso mentre masturbavano i loro clitoridi turgidissimi. Le vedevo smanettare con foga e le stimolavo, dedicandomi con bocca e lingua sia all’una che all’altra con la mia bocca che passava dalle cappelle alle loro palle depilate e lisce e immaginava già i dolci schizzi della loro crema calda che presto l’avrebbero inondata. Passavo dall’uno all’altro clitoride eccitatissima mentre mi masturbavo a mia volta, eccitatissima, e le sentivo gemere per l’avvicinarsi del piacere. La prima che mi ha offerto il suo succo è stata Paola, alla destra del mio viso, che gemendo mi ha scaricato in bocca la sua sborra cremosa che io, come sempre, ho assaporato con sommo piacere riprendendo poi in bocca più volte il suo arnese per assaporarmelo tutto ancora bagnato del suo umore.
Poco dopo è stata Lella che, gemendo come una vacca in calore, mi ha schizzato in viso ed in bocca ripetuti fiotti della sua calda crema ricoprendomi il viso con abbondanti ondate di piacere. Ero in estasi e chiedevo a loro di continuare ripulendo per bene e più volte i loro clitoridi bagnati di umore e chiedendo loro altra sborra da gustare ma, purtroppo, sapevo che non sarebbe stato possibile, almeno quella sera.
Avevo il viso e il petto completamente ricoperto, mi sentivo una vera troia, una puttana in calore, una vera porca, insomma quella che voi conoscete: Patty.
Kiss ed a presto col prossimo racconto.

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Giada e Gianluca

Giada giaceva ancora assopita nel suo letto, calda e sudata. Cercava un motivo valido per alzarsi ed affrontare una nuova giornata mentre la sua mente ripercorreva , attimo dopo attimo, il tempo appena trascorso in compagnia di Gianluca.

Eh si, se lui fosse stato ancora lì, lei lavrebbe svegliato dolcemente ; avrebbe iniziato ad accarezzare il membro di lui con la mano per poi avvicinarsi con la bocca ed iniziare a leccarglielo. La sua lingua sarebbe corsa ritmicamente dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, scivolando lungo tutti i lati del meraviglioso membro di Gianluca fino a vederlo ergersi in tutta la sua maestosità e prepotenza. A quel punto l’avrebbe ingoiato completamente ; in fondo era suo, tutto suo.
Che immensa soddisfazione vedere il corpo di Gianluca contorcersi dal piacere mentre il suo uccello entrava ed usciva dalla sua bocca, umido di saliva.

Che bel modo di iniziare la giornata, pensava tra se Giada. Così ci si sente davvero vivi, appagati.

Gianluca era entrato nella sua vita grigia e senza sole, scandita dal solito tran tran quotidiano, come un tornado, proprio quando lei ormai pensava che non fosse più possibile vivere emozioni nuove ; il lavoro, la casa, i figli, il sesso con suo marito, consumato frettolosamente e per mero dovere, senza soddisfazione.
Per trovare una ragione alla sua esistenza Giada si guardava in giro ; in fondo tutti vivono così pensava.
I desideri,i sogni, le fantasie sono cose da ragazzi: quando si è adulti non c’è più spazio per essi, occorre essere responsabili e non perdersi in fatue utopie.

Apparentemente Giada non aveva motivo per essere insoddisfatta della sua vita ; aveva una bella casa, due figli adorabili, una occupazione che le garantiva lindipendenza economica, un marito con una buona posizione economica e sociale ; molte sue amiche la invidiavano di sicuro.
Eppure Giada continuava ad essere infelice ; si trascinava tra le mille incombenze della sua esistenza trascurando se stessa e le sue esigenze. Ogni tanto cercava di consolarsi pensando come, un giorno, quando i figli avessero raggiunto una loro indipendenza, si sarebbe potuta ritagliare degli spazi per se e per la sua grande passione, i viaggi. Passione alla quale aveva dovuto rinunciare per la ritrosia del marito a spostarsi da casa anche solo per pochi giorni.
Invece, da quando aveva conosciuto Gianluca, Giada aveva iniziato ad osservare le cose da molteplici prospettive. Lui le aveva fatto scoprire l’amore, quello vero, il piacere, la passione quali elementi essenziali della vita.

Quando riuscivano ad incontrarsi passavano ore ed ore a fare l’amore senza smettere mai ; lei lo baciava così intensamente da togliergli il respiro, lui era sempre dolcissimo : la accarezzava con una tenerezza infinita e ricambiava i suoi baci con analogo ardore. Poi la passione che lui aveva,scoppiava in tutta la sua incredibile prepotenza ; Gianluca iniziava a leccarla in ogni angolo del suo corpo, e quando si soffermava con la sua lingua all’interno delle cosce di lei, Giada perdeva il controllo di se stessa e lui continuava, le infilava la lingua nella sua umida fessura ed iniziava a muoverla senza tregua, poi le mordicchiava il clitoride ed infine tornava ad immergere la sua lingua dentro lei fino a farla venire. Tutte le membra di Giada si agitavano convulsamente e scoordinatamente per il piacere, mentre lui,non pago, si dissetava col succo di lei.
Giada si godeva ogni singolo istante come fosse stato l’ultimo attimo della sua vita. Non aveva mai provato nulla di simile in passato.

Non aveva mai avuto un uomo che si dedicasse a lei, che le facesse provare il piacere in tutte le sue sfumature. Ed ogni volta che facevano l’amore non era mai uguale ; scoprivano sempre qualcosa di nuovo, di più intenso. Non era solo sesso, era l’incontro di due anime alla eterna ricerca dell’appagamento fisico e mentale.

Negli anni Giada si era abituata a rapporti sessuali vissuti frettolosamente, ove l’importante per il marito era svuotarsi, ed il piacere era un aspetto meramente accessorio.
Giada ignorava completamente il concetto di piacere, da raggiungere reciprocamente senza limiti di tempo e spazio.
Era per lei una dimensione completamente nuova, che le aveva letteralmente sconvolto la vita.

Con Gianluca aveva imparato a fare l’amore, ma soprattutto aveva capito cos’era l’amore in tutte le sue componenti, a volte anche dolorose.
La sua vita non sarebbe mai più stata la stessa, e questo la spaventava molto.

A volte provava un profondo rancore, quasi odio, nei confronti di Gianluca, perché era entrato in lei con una violenza tale da stravolgere il suo precario equilibrio di vita, faticosamente costruito anche tacitando alcuni aspetti della sua natura. E detestava anche se stessa per avergli permesso di entrare nella sua vita senza valutare le conseguenze di questo passo.
Ed ora cosa avrebbe fatto ?

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Io, Mio Zio E La Doccia

PARTE 1
La seguente è una breve storia, sta alla vostra immaginazione scoprire se trattasi di fatti realmente accaduti o pura fantasia…

Ho quasi 37 anni, mi ritengo un eterosessuale di larghe vedute e ho sempre amato i corpi nudi delle donne. Sin da piccolo ero attratto dalle grosse tette, i miei sogni erotici allora vedevano come protagoniste Samantha Fox, Sabrina Salerno o Debora Caprioglio; quanto amavo il pelo e le donne dalle fattezze mediterranee!.
Quella che vi voglio raccontare però, e non so perchè lo faccio, è una strana esperienza che accadde parecchi anni fa, che mise in dubbio alcune mie sicurezze. Ero un adolescente in una delle ultime vacanze estive con la mia famiglia. Ci vennero a trovare una coppia di zii e passarono con noi qualche giorno. Una mattina, uscendo dall’acqua, mi avvicinai allo sdraio dove c’era mio zio Paolo, girai dietro, vicino all’ombrellone per prendere un asciugamano e l’occorrente per fare la doccia e l’occhio mi cadde sul suo corpo. Mentre afferrai l’asciugamano dalla borsa vidi lui che con una mano si stava sistemando il costume, alzandolo abbastanza da farmi vedere tutto. Vidi il folto pelo nero e il suo pisello a riposo, gli diede una sistematina e poi sferrò un potente colpo di tosse.
Gli dissi che andavo a fare la doccia e lui mi chiese di aspettare, che sarebbe venuto con me. Una volta preso l’occorrente, andammo a fare l’interminabile fila per entrare nelle cabine doccia, e una volta arrivato il suo turno mi invitò ad entrare con lui. Io rifiutai più volte, dissi che sarei entrato dopo di lui, ma data la sua insistenza, e soprattutto visto che le gente intorno a noi ci stava fissando, decisi di entrare lo stesso anche se mi vergognavo.
Appena dentro, zio Paolo ironizzò con il suo solito sarcasmo, dicendomi che eravamo entrambi uomini, che non c’era nulla di cui vergognarsi, e che avremmo fatto sicuramente prima a lavarci insieme. La cabina, oltre che minuscola, era anche un pò scassata, eravamo troppo stretti e non c’era neanche un posto su cui poggiare lo shampoo o il sapone, così mi chinai ad appoggiare asciugamano e occorrente a terra e, quando alzai lo sguardo, vidi a pochi centimetri da me il cazzo di mio zio che, senza alcun indugio, si era già tolto il costume e aveva aperto l’acqua. La visione ravvicinata durò pochi secondi ed io imbarazzatissimo mi alzai il più velocemente possibile. Il problema fu che lo spazio lì dentro era davvero troppo piccolo per due persone, in più l’avere un uomo completamente nudo quasi attaccato a me
mi fece arrossire. Cercai di non darlo a vedere e mi girai dandogli le spalle, non mi tolsi il costume, anche se mio zio mi invitò a farlo più volte. Volevo fare il più velocemente possibile ed andarmene, ma mio zio mentre si lavava e canticchiava sembrava volersela prendere comoda. Per forza di cose, ci trovammo ancora uno di fronte all’altro, lui, come se niente fosse, si insapò il cazzo che non era più a riposo come prima, non era neanche eretto, era un via di mezzo diciamo. Se lo menò con naturalezza, guardando in alto ed io devo ammettere che per qualche istante glielo fissai. Poi finì e mi invitò a lavarmi, cercando di lasciarmi il posto vicino allo spruzzone della doccia. Passandomi vicino, quasi ci incastrammo, io mi spostai di spalle, lui ovviamente frontale, ci ritrovammo così a strusciarci contro, io sentii sia la sua pancia che il suo pene scivolarmi addosso per qualche secondo, poi raggiunsi la posizione e iniziai a lavarmi. Mi rimproverò simpaticamente dicendomi che non era possibile fare la doccia con il costume addosso, mi chiese anche se volevo che uscisse, ma alla fine, per non fare la figura del pivello, mi tolsi il costume velocemente e sempre dandogli le spalle iniziai ad insaponarmi. Non so se mi stesse guardando o meno,
la mia percezione fu che lo stesso facendo, ma continuai comunque a fare quello che dovevo fare. Mi imbarazzai ancora di più quando mi accorsi che il mio pisello in quel momento era davvero minuscolo, tutto ritirato ed un pò raggrinzito, sembrava quello di un bebè, dannata acqua! Penso in quell’istante di essere diventato ancora più rosso; non so cosa mi imbarazzasse di più, se l’essere nudo davanti a mio zio, l’aver visto il suo cazzo barzotto spuntare dal cespuglietto nero a pochi centimetri da me, oppure ancora, l’avere un mini pisello da nascondere per non essere deriso. Finita la doccia girai lo sguardo e vidi che finalmente si era rimesso il costume, cercai di asciugarmi e di rivestirmi il più velocemente possibile, ma per quanto provai a starci attento, incrociai il suo sguardo e mi accorsi
che mentre mi tirai su il costume lui vide il mio pistolino. Uscimmo da quella piccola cabina e vidi che la gente ci guardava in modo strano, infondo pensai anch’io che non era così normale vedere due uomini, o meglio un uomo ed un ragazzo uscire insieme dalla stessa doccia, poi però pensai che ci avrebbero potuto scambiare per parenti e questo un pò mi rassicurò.

PARTE 2

Passò un giorno e quello che era successo mi sembrò solo uno strano episodio a cui non dare troppa importanza; arrivò così la sera successiva, due giorni prima della partenza dei miei zii. Non avevo voglia di uscire ma riuscii lo stesso ad ottennere a fatica il permesso di rimanere nell’appartamento a guardare la tv. All’ultimo anche zio Paolo decise di starsene a casa, disse che non aveva ben digerito; così quella sera con mia zia uscì il resto della famiglia. La prima parte della serata si svolse in maniera tranquilla, io me ne stavo spaparanzato sul divano con canotta e costume a guardare la tv mentre mio zio era in bagno a fare la doccia.
Poi arrivò il secondo “contatto” che mi colse ancor più di sorpresa. Finito di far la doccia, zio Paolo mi raggiunse in soggiorno con addosso solo i boxer del costume, mi invitò a fargli spazio e si sdraiò dietro di me sul divano, Gli dissi che c’era troppo poco spazio per due persone e che gli avrei lasciato il posto, ma ancora una volta lui insistette affinchè tutti e due ce ne stessimo sdraiati su quel minuscolo divano.
Non passò molto ed inizio a farmi dei discorsi strani, che ancora oggi non ricordo letteralmente, in quanto un pò vaneggianti. Fu qualcosa riguardo all’essere uomini che hanno dei particolari bisogni, sul fare delle cose e mantenersele per se, una frase che ancora ricordo fu qualcosa del tipo: “Quello che faremo in questi giorni noi due, rimarrà sempre e solo fra noi due, nessun altro dovrà mai saperlo, per nessun motivo”. Tornò in me quel senso di imbarazzo, ricordo che all’inizio non riuscii a dire o a fare niente, lui mi continuò a ripetere di lasciarlo fare ed iniziò a massaggiarmi delicatamente la schiena fino ad entrare sotto il costume. Ero di spalle, ma percepii chiaramente che mentre esplorò il mio culo con una mano, con l’altra si accarezzò l’uccello sotto i suoi boxer.
Ad un certo punto si fermò, si alzò e si mise proprio di fronte a me, Fui in grado di vedere per bene la sua erezione sotto il costume proprio a pochi centimetri dalla mia faccia. Mi disse: “Non ci deve essere nessuna forzatura e dobbiamo essere in due a volerlo. Se anche tu lo vuoi abbassami il costume!”. Ci furono diversi secondi di silenzio ed imbarazzo, io fissai il suo pacco davanti a me, senza saper bene cosa fare o cosa dire e sentii di essere arrossito in volto. Non dissi niente e rimanendo sdraiato afferrai con due mani i lati dei boxer sui fianchi e con una sola mossa glieli abbassai di colpo, facendo fuoriuscire il cazzone ben armato dello zietto che mi puntava bello dritto, incorniciato dal solito cespuglietto nero. Glielo fissai per un pò, senza paura, questa volta non mi fregò che lui mi stesse guardando. Notai prima il piccolo buchino dinanzi a me, poi la consistenza della cappella e la lunghezza notevole di quel pisellone, io volli quasi toccarglielo ma mi anticipò, menandoselo e scrutando la mia reazione. Continuai a fissare il suo cazzo e senza mai distogliere lo sguardo gli dissi: “Se vogliamo giocare va bene, ma niente penetrazione”, lui annuii e mi chiese se volessi sederglisi sopra. Feci di si con un cenno e mi alzai così che lui si potesse accomodare. Gli diedi la schiena e mi sedetti sopra di lui, proprio sopra il suo arnese. Facemmo un pò di avanti e indietro per stabilire un contatto, lo zio fece per sfilarmi il costume da dietro ma io lo fermai con le mani. Mi disse che se volevo sentire la consistenza avrei dovuto togliermelo, così mi alzai leggermente e gli permisi di abbassarmi il costume, mi risedetti sul suo pene e poi me lo sfilai del tutto. Ci ritrovammo così completamente nudi, uno seduto sopra l’altro ed entrambi con il cazzo in tiro. Continuammo a muoverci e a sfregarci, io sentii il suo arnese in mezzo alle chiappe, che puntava dappertutto e decisi di lasciarmi andare. Mi chiese se poteva toccarmelo e io glielo feci fare. Si dedicò al mio membro con particolare cura e amore. Lo afferrò con forza ma non mi fece male ed iniziò a muoverlo, prima piano e poi sempre più velocemente. Misi le mani sotto il mio culo per saggiare in prima persona la grandezza del suo cazzone. Gli scivolai di fianco e glielo afferrai per bene con due mani. Era davvero grande, tanto che non bastarono due mani per afferrarlo tutto, ne avanzò un bel pezzo! Me lo fece trastullare per un pò poi, sempre uno di fianco all’altro, ci masturbammo a vicenda. Fui io il primo a venire, lui mi invitò a farlo godere con il culo, mi appoggiò la grossa cappella all’ano cercando l’entrata, ma su quello ero stato chiaro, “nessuna penetrazione”. Gli appoggiai quindi il pene tra le mie chiappe e continuai a fare avanti e indietro, sempre più velocemente, fino a che sentii che ansimante mi annaffiò il didietro. Mi chiese di mettermi chinato a novanta con la faccia sul divano e io lo accontentai; quando mi ritrovai con il culo in aria, lui si mise a giocare con le dita spalmandomi il suo sperma intorno all’ano. Trasgredì poi alle regole infilandomi a tradimento l’indice nel culetto, cosa che mi fece arrabbiare e decretò di fatto “la fine dei giochi”. Lo rassicurai sul fatto che non fossi arrabbiato e che quello che avevamo fatto non lo avrebbe mai saputo nessuno. Gli chiesi però, e su questo fui categorico, che la cosa non si sarebbe dovuta ripetere. Lui annuì e così andammo a lavarci.
Facemmo per la seconda volta in 2 giorni la doccia nudi insieme, solo che questa volta ci fu meno imbarazzo ma allo stesso tempo un pò di tensione per il probabile imminente rientro della famiglia. Fortunatamente fummo prudenti e quanto tornarono i nostri cari facemmo finta che nulla fosse accaduto.

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Jack e Carlo (Sesta parte)

La luce che filtrava dalle finestre svegliò Carlo e si girò realizzando che Jack non era più sdraiato al suo fianco. Si stirò le braccia sopra la testa ed arcuò la schiena ancora sonnolento. Sorrise tra di se pensando alla notte precedente, era stato meglio di quanto avesse immaginato. Il solo baciare Jack gli faceva accellerare il cuore a doppia velocità, la morbidezza delle sue labbra, la seta dei suoi capelli ed il suo modo di guardarlo con emozione non mascherata. Carlo sorrise e fece penzolare le gambe fuori del letto facendo correre una mano tra i suoi capelli scuri e in disordine. Non c’era altro pensiero che quello di vedere Jack per svegliarlo completamente.
“Jack?” Chiamò andando in cucina per accendere il bollitore. “Jack?” gridò di nuovo. Non ci fu risposta ma un’occhiata rapida all’orologio gli disse Jack già era già andato al lavoro e che se non si affrettava sarebbe arrivato di nuovo in ritardo all’università, di nuovo. “Cazzo!” Mormorò sottovoce. In cinque minuti si vestì e prese cellulare e chiavi della macchina prima di precipitarsi fuori della porta.
La campana accesuonò alle 12e 30 segnalando la fine delle lezioni. Carlo spinse i libri nella borsa e se la gettò sulla spalla avviandosi rapidamente verso la porta di classe e l’atrio. Estrasse il telefono della tasca quando lo sentì vibrare e l’aprì. C’era un messaggio da Jack: ‘Dopo il lavoro ci vediamo? X’ Carlo sorrise e richiuse il telefono mentre sentiva quel eccitazione ora familiare al pensiero di vedere l’amico. “Carlo, aspetta!” Si voltò per vedere chi l’aveva chiamato e vide Laura che spintonava gli altri studenti per raggiungerlo.
“Ehi.” Sorrise Carlo e le diede un rapido bacio sulla guancia. “Tutto okay?” Chiese. Laura si aggiustò i capelli rossi che le arrivavano alle spalle e girò la faccia verso di lui.
“No, ho economia dopo pranzo.” Sospirò e roteò espressivamente gli occhi. “Nessuna possibilità di dare un’occhiata al tuo lavoro?”
Carlo rise ed estrasse un quaderno della borsa e glielo diede. “Certo, solo non copiarlo parola per parola, ok?”
Laura accennò col capo ed allungò una mano per arruffargli i capelli. “Naturalmente. Grazie Carlo, mi hai salvato la vita!” Sorrise, si girò e si allontano lungo il corridoio. Carlo la guardò per un momento prima di dirigersi verso l’ingresso dell’università. Lui e Laura erano buoni amici ed era sorprendente che lui non avesse voluto essere niente di più e neanche lei. Indubbiamente lei era bella, aveva un grande senso dell’humour ed era il genere che normalmente piaceva a Carlo, ma la chimica non era s**ttata.
Carlo si morse il labbro impazientemente mentre aspettava dietro la folla di persone che attraversava le porte dell’università. Sentì qualcuno spingerlo da dietro e lui mise automaticamente una mano sulla spalla della persona davanti a lui per non cadere. Il ragazzo si voltò e Carlo ritirò la mano. “Mi spiace.” disse indicando la folla dietro di se. Riconobbe il ragazzo, non erano nella stessa classe ma tutti conoscevano Luca: capitano della squadra di football, usciva con le ragazze più belle dell’università e chiaramente anche lui era un figo. Aveva capelli biondo scuro con inserti biondi più chiari, occhi verdi e penetranti che mettevano maggiormente in rilievo l’abbronzatura dorata ed un corpo fantastico che ogni ragazza vorrebbe, e anche molti ragazzi.
“Nessun problema, questo è pazzesco, qualcuno verrà calpestato se non fanno attenzione.” Luca fece un mezzo sorriso e finalmente riuscirono a passare per la porta ed andare in cortile. Carlo sorrise di nuovo e gli fece sfacciatamente l’occhiolino, lui aggrottò leggermente le ciglia confuso facendo ridacchiare Carlo mentre si allontanava, era consapevole che Luca era etero ma questo non voleva dire che flirtare con lui non fosse divertente.
Carlo non aveva fretta di giungere all’agenzia dove Jack lavorava, parcheggiò, uscì sbattendo la porta dietro di se e si incamminò verso l’ingresso. Vide Jack e stava per chiamarlo quando comprese che stava parlando a qualcuno ma non era abbastanza vicino per sentire. L’altro ragazzo era alto con capelli castano chiari; da quello che poteva vedere era molto attraente, probabilmente era un modello.
Jack sorrise a Josh ed alzò le spalle, stavano parlando di Carlo e Josh stava facendo del suo meglio per aiutare Jack a decidere cosa fare. “Grazie per i consigli.” disse con gratitudine Jack. “Nessun problema.” Josh diede a Jack un rapido, amichevole abbraccio e gli baciò leggermente una guancia.
Carlo strinse i pugni sentendosi immediatamente geloso. Jack stava insieme ad un altro dopo tutto quello che aveva detto? Era amareggiato e deluso, aveva veramente pensato che Jack sentisse quello che sentiva lui, ma evidentemente non era così, pensò frustrato. Si voltò per allontanarsi prima che Jack lo vedesse.
“Carlo?” Carlo guardò da dove arrivava il grido e vide Max appoggiato ad un lampione accanto alla sua macchina con le braccia conserte ed un sorriso attraentemente furbesco sul viso. Max indossava jeans stretti che rendevano ovvia la protuberanza nei suoi pantaloni ed una t-shirt Levi grigia. “Mi cercavi?” Max alzò un sopracciglio mantenendo la stessa espressione sulla faccia.
Merda era stato così preso da Jack che aveva quasi completamente dimenticato il suo ragazzo. “Ehi bello!” Sorrise Carlo incamminandosi. Era incazzato con Jack che stava con un altro ragazzo ed era ancora eccitato dalla notte precedente quando Jack aveva fermato fermato le cose prima che andassero oltre.
Max si sporse verso di lui e lo baciò lentamente tracciandogliun labbro con la punta della lingua. Lui fece scivolare le braccia intorno alla vita di Max e lo tirò più vicino mentre si baciavano. Max fece scivolare la lingua nella sua bocca giocherellando con la lingua del suo fusto e fece correre le dita nella cintura dei jeans del ragazzo. “Max, siamo in pubblico…” Mormorò Carlo spostandogli la mano.
“E allora…?” Max alzò le spalle e lo baciò di nuovo, più forte questa volta. Si allontanò leggermente e le sue labbra scivolarono all’orecchio di Carlo. “Sono così arrapato e voglio disperatamente fotterti.” Mormorò seducentemente sorridendo furbescamente mentre strofinava una mano tra le gambe di Carlo sentendo quanto ce l’aveva duro.
“Non qui baby…” Mormorò Carlo ma poteva sentire la sua resistenza che calava, Max non mancava mai di eccitarlo.
“Vieni allora…” Max sorrise furbescamente ed afferrò la mano di Carlo conducendolo giù per il vicolo alle loro spalle. Spinse rudemente il suo amico contro il muro che gemette quando la sua testa colpì i mattoni. Max tenne con forza Carlo per la vita e cominciò a baciargli il collo, leccando e succhiandogli la pelle. Carlo gemette di nuovo ma questa durata era di piacere piuttosto che di dolore. Max fece scivolare le mani dietro i jeans di Carlo per sentire il suo sedere stretto, eccitato dai gemiti di Carlo e dalla possibilità di essere sorpresi.
Le mani di Max si spostarono davanti ai jeans del ragazzo e glieli aprì spingendogli giù i boxer per afferrargli il cazzo duro. Carlo appoggiò indietro la testa contro il muro e si lamentò di piacere quando l’amico cominciò a masturbarlo lentamente ma con forza. Max guardò il suo ragazzo, aveva gli occhi chiusi e la bocca parzialmente aperta mentre la sua respirazione divetava più affannosa. “Guardami!” Disse con forza mentre gli menava l’uccello più velocemente. Carlo aprì obbediente gli occhi fissando l’amico.
Max fece un passo indietro e cominciò a spingere in giù jeans e boxer sempre con gli occhi in quelli di Carlo. “Succhiami il cazzo, bagnalo per bene perché lo conficcherò tutto in quel tuo piccolo sedere stretto, baby.” Carlo si eccitò ancora di più a quelle parole sporche ed il pene gli diventò ancora più duro. Si inginocchiò sulla strada, stuzzicò Max leccando leggermente la pinta del pene prendendo in bocca solo la testa e lasciando che la lingua la stofinasse per fargli capire che lo amava. Anelando leggermente Max alzò con le dita il mento di perchè potesse guardarlo. Carlo fece scivolare le labbra bagnate su tutta la lunghezza del grosso cazzo per poi prenderlo in gola. Max gemette, gli piaceva come il suo ragazzo succhiò il suo uccello come una puttana. I movimenti di Carlo diventarono più veloci e continuava a guardarlo mentre gli succhiava il pene.
Max stava per eiaculare e mise le mani sulle spalle dell’amico spingendo via la bocca dal suo cazzo, lo tirò in piedi e lo spinse di nuovo contro il muro, senza preoccuparsi che qualcuno potesse vedere o sentiree perché aveva disperatamente bisogno di inculare Carlo. Spinse la testa del suo cazzo pulsante contro il buco del culo del ragazzo e gli mormorò eccitante nell’orecchio: “Lo vuoi? Vuoi prendere il mio cazzo proprio qui, baby?”
“Sì, per favore Max!” Implorò Carlo disperatamente. Max spinto il cazzo dentro Carlo con una forte spinta ed il ragazzo gridò in un misto di piacere, sollievo di averlo dentro di se e dolore perché Max aveva un cazzo così grosso che dapprima gli faceva sempre male. Max cominciò a spingere rapidamente penetrando più profondamente ogni volta. Carlo si lamentò, appoggiò la testa sopra la spalla dell’amico,di prese il cazzo e cominciò a masturbarsi all’unisono con le dure spinte di Max.
Questi gemette e gli baciò il collo mordendo leggermente e facendo ancora lamentare l’amico. “Più forte Max, sto per sborrare!” Ansò Carlo. Max spinse l’uccello più profondamente ed ambedue sii lamentarono rumorosamente mentre eiaculavano quasi nello stesso momento. Carlo ansò di nuovo quando sentì lo sperma caldo di Max sparato dentro di lui. Max si estrasse da Carlo e lo baciò con forza sulle labbra. Si tirarono su i vestiti e Max sorrise furbescamente prendendolo per mano e conducendolo verso la sua macchina.
“Devo andare, ti chiamerò più tardi, sexy.” Baciò di nuovo le labbra di Carlo e gli sorrise prima di girarsi ed allontanarsi con le mani nelle tasche dei jeans. Carlo gli sorrise e scosse la testa. Salì in macchina e girò la chiave e partì. Il sesso con Max era sempre magnifico, ma perché si sentiva colpevole? Afferrò il volante con forza mentre la faccia di Jack entrava nella sua testa. Max era il suo ragazzo, non Jack. Jack non era interessato per niente; Carlo tentò di ragionare tra di se.
Parcheggiò ed entrò nel palazzo. Salì i gradini che portavano al loro loro appartamento ed aprì la porta. Jack era già incasa e Carlo gli rivolse un mezzo sorriso. “Dove sei stato? Pensavo che saresti venuto a prendermi.” Jack si alzò dal divano ed abbracciò Carlo che strinse di nuovo i pugni, adirato con Jack che fingeva di averlo aspettato mentre invece stava con l’altro ragazzo!
Carlo fece spallucce e si allontanò dal ragazzo “Mi spiace, stavo per venire ma ho avuto un problema. Sono sicuro che ad ogni modo avevi qualche cosa di cui occuparti.”
Jack aggrottò le ciglia. “Cosa c’è? Ho fatto qualche cosa di sbagliato? Perché ti stai comportando così stranamente?”
“Dopo tutto quello che mi hai detto la notte scorsa, dopo che mi hai detto di amarmi, oggi eri con un altro ragazzo! Non perdere tempo a negarlo Jack perché io so quello che ho visto!” Carlo non poteva trattenersi e le sue parole uscirono adirate.
“Cosa? Intende Josh?” Disse Jack incredulo. “Lui è un amico Carlo, null’altro; io sono convinto di tutto quello che ti ho detto la notte scorsa,”
Il cuore di Carlo ebbe un tonfo; vedeva che Jack stava dicendo la verità. Si sentì incredibilmente stupido mentre guardava il ragazzo di cui era innamorato, perchè aveva sbagliato tutto, si era arrabbiato con lui ed aveva fatto sesso con Max. Non sapeva cosa dire, se gli avesse detto quello che era successo con Max probabilmente avrebbe cambiato la sua idea verso di lui e Carlo non voleva rischiare.
“Oh, mi spiace…” Borbottò evitando di incontrare gli occhi di Jack che scosse la testa e gli diede un gentile bacio sulle labbra. “Dimentica,” Jack sorrise leggermente, “non è successo niente.” Quando Carlo guardò negli occhi blu di Jack capì che doveva scegliere, Max o Jack. Se non fosse stato attento avrebbe finito per perderli entrambi.

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Prima la moglie e poi il marito

Mi chiamo Susanna. Di solito quel tirchio di mio marito Rino mandava sempre me a ritirare l’auto in officina da Gianni, il meccanico. Sapeva che col mio sex appeal riuscivo ad avere forti sconti sulle fatture da pagare. Gianni era pazzo di me e perciò si metteva a disposizione ma si sa che, tirandola troppo, la corda inevitabilmente si spezza. Un giorno Gianni, giustamente stufo di essere preso per il culo, ricevendo pochi spiccioli per grossi lavori, pretese il pagamento in natura. Era proprio incazzato il poverino e, in un attimo, mi ritrovai sull’auto a cosce aperte con la sua lingua bollente pronta a leccare la mia passera. Non sono certo di legno e tantomeno una santa e così mi lasciai slinguazzare eccitandomi sempre più. Gli presi l’uccello in bocca e lo ripagai di tutti quei lavori saldati sottocosto o almeno così credevo. E già, perché un bocchino, seppur delizioso e con l’ingoio, non gli bastava mica. Voleva di più e lo fece capire chiaramente ficcandomi il suo bel cazzone in culo! Me lo sfondò perbene in varie posizioni, poi me lo schiaffo nella fregna e così venimmo entrambi. Io mi bagnai tutta e lui esplose una sborrata copiosa nella mia fica calda e strapazzata. Ovviamente soddisfatto dalle mie carni, mi disse che potevo considerare saldati bene i pagamenti e riferirlo a mio marito. Quando tornai a casa dissi a Rino: “Stavolta il meccanico non si è accontentato delle briciole, ha voluto capitale e interessi!”. Rino mi chiese: “Che vuoi dire cara?”, Gli risposi: “Ho dovuto dargli culo e sorca ed è per colpa tua che sei un taccagno”. Rino mi domandò: “…e ti è piaciuto?”. Gli replicai: “Oh si certo! Gianni ha proprio un bel cazzo, mi ha fatto godere tanto, sai! E’ stato molto eccitante e trasgressivo scopare con lui, sapendo che ti stavo mettendo un bel paio di corna!”. Rino si arrabbiò, mi disse: “Accidenti, che puttana! Gode a farmi cornuto!”. Poi però notai una curiosità in lui, quando commentò: “Beh deve essere stato bravo a soddisfare una donna insaziabile come te!”. Più troia che mai e amante nel creare situazioni imbarazzanti e giochini torbidi, gli dissi: “Perché non vai a trovarlo, così vi chiarite”. Il resto della storia me l’ha raccontata Rino naturalmente. Entrò in officina e disse: “Ehi Gianni, ti sei fatto mia moglie!”. Gianni rispose: “Beh, cosa vuoi, ci so fare con le donne… e poi voi siete cattivi pagatori. Ce l’hai con me, per caso?”. Rino di rimando: “Sì, è vero, un po’ sì, però ti confido che mia moglie sembrava molto soddisfatta di te, l’hai proprio fatta godere!”. Gianni sorpreso: “Ah, grazie del complimento, oltre che in bocca, l’ho scopata in culo e in fica, ti eccita per caso?”. Mio marito rispose: “Beh, direi di sì…”. I due si guardarono negli occhi, poi il meccanico, tra il serio e lo scherzo, disse: “Senti un po’, non dirmi che vorresti provarlo anche tu il mio cazzo…”. Rino si eccitò a questa frase, si avvicinò al meccanico e lo baciò in bocca con passione. Gianni gli disse: “Che fai? Io vado solo con le donne, sai?”. Ma Rino era accalorato e farfugliò: “Accidenti, sei quello che ha fatto godere mia moglie, mi attizzi!”. Con passione sempre più forte, ribaciò in bocca il meccanico. Gianni si eccitò a sua volta e a quel punto ricambiò il bacio. Le lingue iniziarono a cercarsi con complicità, il ghiaccio era rotto ormai. Mio marito si inginocchiò e iniziò a succhiare il cazzo del meccanico come avevo fatto io in precedenza. La voglia aumentò sempre più finché il mio lui, denudandosi velocemente, finì per farsi inchiappettare alla pecorina. Quel cazzo fantastico fece godere anche mio marito che si prese un bel getto di sborra nel culo. Ora sì che avevamo pagato in modo soddisfacente il dotato meccanico!

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Davide e Christian

Ero così incredibilmente arrapato, non avete mai avuto quella sensazione di non poter neanche camminare per la strada perché non potete smettere di guardare gli uomini? È insensato. Intendo che vorrei saltare addosso ad ogni ragazzo che vedo. Immagino il suo cazzo nella mia bocca che gocciola sperma, pulsando e muovendosi avanti ed indietro. Quindi alla fine decisi di uscirne dopo sei mesi senza sesso (dopo tutto ho solo 18 anni ed è dura trovare ragazzi della mia età nell’armadio). Cercai fra gli annunci quelli ‘maschio cerca maschio’. Cercai e cercai ed in gran parte erano uomini più vecchi che cercavano cose insolite, non precisamente il meglio per me. Io volevo un bel ragazzo liscio, con un bel cazzo grosso e che non fosse anormale.
Finalmente trovai un ragazzo che si chiamava Davide e, da quello che scriveva, stava cercando un ragazzo la sua età, 18 anni, con cui andare in giro, chiacchierare ed altro. Ci volle del tempo ma trovai il coraggio di chiamare il numero indicato.
“Pronto, Davide?”
“Sì.”
“Ciao, sono Christian e ho visto il tuo annuncio.”
“Oh, ehi, come va?”
“Sto bene, mi stavo chiedendo se volevamo vederci.”
“Puoi spedirmi una foto?”
“Sicuro, aspetta, la invio e poi tu mi richiami.”
A questo punto il mio cuore stava correndo, ero così nervoso. Mi tolsi la camicia e poi mi tirai pantaloni e boxer alle ginocchia. Ho un corpo abbastanza ben fatto, muscoli medi, capelli castani, occhi blu con un cazzo medio di 19 centimetri. Me lo carezzai finché non fu a mezz’asta a circa 13 centimetri e s**ttai due fotografie, uno del corpo intero nello specchio ed una zoomata sulla testa del cazzo che gocciolava leggermente pre eiaculazione.
Un minuto più tardi il telefono suonò.
“Ehi Christian, mi sono piaciute le foto, ci vediamo?”
“Sicuro dove?”
“A casa mia, i miei genitori sono fuori di città per il fine-settimana. Ti mando il mio indirizzo. Quando puoi essere qui?”
“Dammi 20 minuti, devo portare qualche cosa?”
“Fumi?”
“Sì.”
“Portane.”
“Ok.”
“Ci vediamo presto, non vedo l’ora di avere quella testa nella mia bocca.”
Clic.
Wow, ero sorpreso. Non lo potevo credere, finalmente l’avevo fatto. Avevo preso coraggio ed aveva pagato. Mi cambiai rapidamente mettendomi una shirt ed uscii.
Fermai un taxi ed in 20 minuti ero fuori della porta di Davide. Bussai, alcuni secondi più tardi la porta si aprì. Di fronte a me c’era Davide e ragazzi! che visione. Un metro e ottantotto per 81 chili, capelli castani corti, occhi verdi, pettorali increspati e lisci (lo potevo dire perché portava solamente un asciugamano) ed una grande protuberanza. Il mio cuore stava correndo ed io stavo gocciolando per il desiderio, ne sentivo il profumo, era così bello, così dolce, ciò di cui avevo bisogno.
“Ciao, Christian, felice di conoscerti, perché non entri.”
“Ahh, oh…ok.”
“Sei nervoso non è vero?”
“Un po’.”
“Non preoccuparti andrà tutto bene, vieni e siediti.”
Mi prese per mano e mi condusse al divano. Presi uno spinello e l’accesi; l’unica cosa che potevo fare per cercare di calmarmi. Feci la prima tirata, mi fece sentire un po’ più forte e lo passai a Davide.
“Grazie.”
Lui inalò profondamente ed a lungo poi rilasciò attraverso il naso sollevando il torace profondamente. Fu quello che mi perse, mi misi sul pavimento tra le sue gambe e cominciai a carezzargli lo stomaco liscio con la lingua. Scesi lungo la sua pista sottile di peli finché non mi trovai sopra l’asciugamano. Lui continuava a fumare inspirando ed espirando. Mi sembrò che il suo cazzo stesse cominciando a crescere. Tirai lentamente indietro l’asciugamano per scoprire il suo bel membro. Era completamente duro e alto nei suoi 20 centimetri, ma quella non era la parte migliore. Era il cazzo più grosso che avessi mai visto, più grosso di quello degli uomini nei film porno. Non stava diritto ma era appoggiato contro il suo stomaco. Cominciai a far correre la lingua in giù verso la parte inferiore del membro lungo la vena. Presi le palle massicce nella sinistra e gli carezzai l’uccello con la destra mentre lo succhiavo. Davide emise lamenti di piacere in mezzo a sbuffi di fumo. Ora le sue gambe si stavano contorcendo. Io lo presi dentro completamente. Lui cominciò a fottermi lentamente la bocca, il suo cazzo colava pre eiaculazione. Aveva un sapore così buono. Ora stavo succhiando con forza, bagnai di saliva il dito sinistro e gli massaggiai il buco del culo. Ora si lamentava con forza. Inarcando la schiena si sdraiò indietro ed alzò le ginocchia in aria. Io gli afferrai le gambe e le tenni più in alto. Il suo sedere era perfetto, rotondo e sodo, con peli molto piccoli intorno al bel piccolo buco del culo. Lo vidi aprirsi e cominciai a leccarlo in cerchi andando a poco a poco dentro. Era un sapore così buono, di ragazzo, sudore e sedere. Non c’è nulla di meglio.
“Oh, dio Christian! Come sei bravo, e pensare che credevo che fossi timido!”
Mi afferrò la nuca e spinse la mia faccia più profondamente nel suo sedere. Ora ero seppellito dentro, il mio cazzo era così duro che pensai che i miei jeans si sarebbero rotti. lo sperma mi gonfiava il sacco e mi sbottonai i pantaloni per fare prendere aria al mio pene. Vidi gli occhi di Davide muoversi verso di lui, mi afferrò sotto le braccia e mi girò, era così forte. Il suo cazzo ora era diritto e puntava verso di me. Mi tolse i pantaloni, mi fece girare sulla pancia e mi tirò in ginocchio. Le mie mani erano sul bracciolo del divano e lui era dietro di me. Sentivo il suo cazzo sudato e caldo appoggiato alla mia schiena; aveva le braccia intorno al mio torace e mi stava baciando il collo, le sue mani si mossero verso il basso e mi circondarono il pene carezzandomi la testa tra pollice ed indice.
“Sei così eccitante!” Mi bisbigliò in un orecchio, il mio corpo stava tremando.
Mosse lentamente la lingua in giù sulla mia schiena, le sue mani si spostarono sulle mie anche. Si inginocchiò dietro di me e cominciò a giocare con me. La sua lingua rotolò inrono per il mio sedere, le sue mani spingevano per allargarmi le natiche. Era così bello. Era la prima volta che venivo leccato così. Spinse la lingua dento e fuori, dentro e fuori.
“Posso incularti?” Chiese.
“Sì” dissi io.
“Sei vergine?”
“No, ma l’ho fatto solo una volta così sarà più facile, ok?”
Prima che io potessi aggiungere qualche cosa d’altro Davide aveva cominciato a lubrificare il suo cazzo ed il mio sedere. Mi fotteva con le dita per allentarmi. Poi cominciò a scendere su di me. Strisciava la testa del cazzo su e giù lungo la mia fessura. Poi mise lentamente l’uccello dentro di me, dapprima solo un paio di centimetri e cominciò a muoverlo.
“Oh dio!” Gridai.
Era stupendo, il pensiero dei suoi 20 centimetri pulsanti dentro di me mi resero così arrapato che avrei potuto scoppiare. Ora aveva circa la metà dentro di me e gridavo. Lui doveva tenermi fermo; io mi scuotevo. Il suo cazzo era così grosso, era come prendere la punta di una mazza da baseball. Ora era completamente dentro, tutti i 20 centimetri, le sue palle mi schiaffeggiavano il sedere quando andava avanti ed indietro.
“Cambiamo posizione.” Disse.
“Ok.”
“Mettiti su di me e siediti sul mio uccello.”
Estrasse il pene appiccicoso ed io con un brivido scesi dal divano. Davide si sdraiò sulla schiena. Vedevo il suo cazzo pulsare e le sue palle ora erano contratte, era chiaro che era vicino all’orgasmo, ed anch’io lo ero. Mi misi su di lui, lui mi tenne da sotto le braccia e mi abbassò lentamente sopra il suo uccello. Lo presi in un po’ più velocemente questa volta, pompando il mio corpo su e giù. Aveva il mio cazzo nelle sue mani e mi stava masturbando mentre strofinava le palle.
“Ehi, vuoi incularmi mentre ti inculo?” Chiese.
Non aspettò la risposta. Un secondo più tardi aveva allungato una mano sotto il divano senza spostarsi, aveva estratto un dildo di vetro di media grandezza e me lo aveva messo in mano. Anche se non avevo mai usato questo genere di cose non mi ci volle molto per imparare. Mentre Davide mi inculava con più forza, massaggiai lentamente il suo sedere con lubrificante e feci scivolare dentro il dildo. Ora lui mi stava veramente fottendo spingendo sempre più forte ed altrettanto facevo io. Ambedue gridavamo ed i nostri corpi si scuotevano. Il suo culo era congestionato per il dildo che avevo spinto nel suo sedere e mi stava stofinando violentemente il pene.
“Davide, oh mio dio, Davide vengo!.”
“Christian! Oh, Christian! Anch’io!”
Spinse ancora più forte mentre faceva correre velocemente la mano sul mio uccello.
“Davide! Io voglio che mi sborri in faccia!”
Mi tolsi da lui che mi fece sdraiare e si sedette sul mio torace sempre col dildo dentro di se. Spinse il suo cazzo giù nella mia gola mentre io gli massaggiavo le palle e giocavo col dildo nel suo culo. Ora Davide si scuoteva e tremava, il suo cazzo si irrigidì e capii che stava venendo. Sentii il suo buco del culo contrarsi intorno al dildo.
“Oh dio, Christian scoppierò!”
Tirò fuori l’uccello all’ultimo momento e mi venne sulla faccia. Il suo sperma era caldo ed appiccicoso; si estrasse il dildo e si sdraiò per un momento sul mio torace e poi disse: “Tocca a te.”
Mi prese il cazzo, si mise in ginocchio e lo succhiò. Gli diedi il dildo e me lo infilò fottendomi dentro e fuori. Ero così vicino all’orgasmo e penso che lui lo capì. Potevo vedere l’eccitazione nei suoi occhi. Succhiò e giocò col mio buco del culo finché non gli riempii la bocca calda con più sperma di quanto penso di aver mai sparato in vita mia. Gli diedi un tale carico che non riuscì ad ingoiarlo tutto, gli gocciolò fuori della bocca e giù per le guance. Era incredibile. Crollammo uno sull’altro.
“E’ stato grande!” Disse Davide.
“Sì!” Risposi.

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…..SCOPAMI E NON TI CURAR DI ME…&hel

Passate le ultime fatiche fra feste ed impegni vari torno cosi nel nuovo anno a scrivere di me, di ossessioni e tradimenti, di tabù e cliscè di una società fantasma. Parlerò nuovamente di sesso, quello sublime straziante, piu strano ed ambiguo. Lo riassaporo dopo mesi di astinenza nella sua più totale complicità, ho ancora voglia di scordarmi per mezz’ora la mia solitudine sentimentale.
E’ proprio cosi, per alcuni, anzi per molti il sesso è il rifugiarsi dalla paura della solitudine, lo stringersi, baciarsi, leccarsi, serve a ricordare a noi stessi quanto ancora possiamo piacere, possiamo essere desiderabili appagando le nostre frustrazioni nel nome di un eiaculazione. Fantastico e mi vedo regina fra sei o sette re, nudi virili che mi porgono su un vassoio d’argento i loro frutti acerbi e maturi.
Questa non è pornografia ma voglia di sperimentare di conoscere le parti piu profonde di noi stessi, per sentirci nuovamente diversi, trasversalmente speciali. A volte cammino per le strade mi guardo attorno scelgo le mie prede dell’ immaginazione.
Li osservo gesticolare muoversi con lo sguardo progressivamente incazzato, sono loro i maschi della mia e di vecchie generazioni, le gambe fasciate da jeans a vita bassa, che lasciano intravedere il rigonfiamento di proprie ed altrui sessualità. Li vedo ritratti in delle foto antiche in bianco e nero magari ingiallite e consumate dal tempo che scorre inesorabile, i capelli lisciati dalla brillantina camicie e jilet anni 60 fanciulli che oggi sono uomini sorridenti, sornioni frustrati ed eccitanti. Immagino di essere preso da un gruppo di maschietti di periferia, sento il sapore della paura mista all’adrenalina che circola nelle mie vene, li assecondo non urlo affatto, quello che vogliono è lo stesso che voglio io anche se farò finta che cosi non sia. Mi strattono, mi danno del frocetto, poi uno ad uno si sbottonano i pantaloni e mi ordinano di dargli piacere. Lo faccio seguendo attentamente i loro comandi, segretamente intrigato da questo stupro di gruppo.
Mi scopano e mi lasciano li dove mi avevano trovato, sono fermo immobile cercando di ripercorrere scene e parole, ogni minimo frammento mi porta inesorabilmente a mettere fine alla mia eccitazione, vengo da solo, seminudo per terra sorrido e godo, poi misteriosamente tutto torna ad essere un malizioso pensiero. A volte mi sento cosi, padrone delle mie fantasie, viaggiando entro a far parte di scene che mi auguro un giorno di vivere, a volte sono una puttana, regina della notte il sesso veloce, i soldi i complimenti dei clienti, l’autobus notturno che mi porta a casa mezzo vuoto, l’autista che ci prova, la voglia di essere diverso canticchiando una canzone per sentirmi meno solo e un pensiero fisso che mi ricorda quanto sia migliore di quello che gli altri vedono di me. Poi magicamente sono un adolescente appena 18enne, le prime voglie represse la gonna di mamma da indossare quando lei non c’è le mille pippe fatte davanti ad un giornaletto porno e la speranza a****lesca di farmi strusciare da qualcuno sull’autobus che mi porterà a scuola. Sono cosi un sognatore di immagini hard- core un po vintage, frammenti di ricordi di amici, la voglia di sperimentare di osare in quel tempo in cui solamente toccarsi rappresentava la maggior trasgressione. Oggi vogliamo tutto, insaziabili,non siamo piu in gradi di stabilire un confine fra giusto e sbagliato, diamo la piena autonomia ad un libero arbitrio incosciente e diventiamo le maschere di noi stessi.Avere incotri è cosi eccitante fra mille ansie, e rinfrescanti coktel d’amore che sono tutto e sono niente chissà se sono importanti, ho anno la durata di un’istante.
Soave bocca errante in superficie fino a trovare il punto ove t’aggrada cogliere il frutto a fuoco che non sarà mangiato ma fruito finché non s’esaurisce il succo caldo e lui ti lascia, o tu lo lasci, flaccido, ma rugiadoso di bava di delizie che frutto e bocca si permettono, dono.
Bocca soave e saggia, impaziente di succhiare e segregare intero, in te, il tallo rigido ma folle di piacere al confinarsi nel limitato spazio che tu offri al suo volume e getto appassionati, come puoi diventare, così aperta, ricurvo cielo infinito e sepoltura? Soave bocca e santa, che piano piano vai sfogliando la liquida schiuma del piacere in muto rito, lenta-leccante-lecchillusoriamente legata alla forma eretta quasi fossero la bocca il frutto, e il frutto la bocca, no, basta, basta, basta, basta bermi, uccidermi e, da morto, vivermi. So già cos’é l’eternità: é puro orgasmo.
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