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Racconti Erotici

Un sogno che si avvera!

Racconto trovato in rete su xhamster

Zia Tanya è la sorella di mio padre, abbiamo circa quindici anni di differenza, praticamente da quando sono nato è sempre stata presente nella mia vita, sono molti i ricordi che ci legano, talvolta mi piace rivedere le nostre vecchie foto di famiglia, in particolare quella in cui poco più che dodicenne le cingo le spalle con il braccio sinistro. Zia Tanya non è certo una stangona, ha un corpo minuto ed energico, due bei cosciotti sodi che soprattutto d’inverno ama tenere stretti in calze di microfibra, di carnagione scura, corporatura longilinea, lineamenti regolari, folte sopracciglia in stile mediterraneo, un piccolo neo nero leggermente sporgente sul lato esterno dello zigomo sinistro appena sotto l’occhio, d’estate la sua pelle raggiunge delle tonalità molto prossime alla folta capigliatura riccioluta e crespa che le casca oltre le spalle, tanto da sembrare vista in lontananza ad una ragazzina brasiliana di colore.
Mia madre non ha un buon feeling con lei, l’ha soprannominata “il cespuglio”, sembrerà pure un cespuglio ma la mia cara zia di “brasiliano” non ha solo la carnagione, sopra quelle gambe tornite dimora un sederino che è una poesia, nonostante i sui quarantun’anni suonati zia Tanya ha un bel culo sodo a “mandolino” che non ama mettere in mostra, indossa tendenzialmente abiti comodi ma non passa inosservata nemmeno agli occhi dei meno interessati….. le donne. Mia zia ha sempre avuto un forte ascendente sugli uomini, di conseguenza quasi sempre ha destato diffidenza ed invettiva da parte delle donne, posso giurarvi che ha un sorriso disarmante, quando sorride le guance si contraggono fino a mostrare due fossette, gli occhi neri cominciano a brillare di sincera emozione, negli ultimi tre anni raramente ho avuto il piacere di ass****re a tale prodigio perché zia Tanya ha divorziato, nonostante la forza d’animo di non abbattersi ed andare avanti sta vivendo una condizione di disagio, molto probabilmente di profondo dolore inconscio.
Quest’estate mio padre l’ha invitata a stare con noi nella casa al mare, non ci è voluto molto perché finisse al centro dell’attenzione sul lido che frequentiamo, per la prima volta dopo tanti anni i ragazzi più in vista della mia comitiva cominciano a trattarmi con maggior considerazione, so perfettamente che lo fanno solo per potersi avvicinare a zia Tanya, per fortuna lo sa anche lei, molto abilmente riesce a ridicolizzarli con frasi ambigue ed argomentazioni piene di doppi sensi. Credo sia superfluo a questo punto parlarvi del mio “irrigidimento”, fantasticare su mia zia Tanya mi procura delle erezioni da paura, lo so è deplorevole provare desideri i****tuosi, non ne vado fiero ma ne sono letteralmente schiavo, lei ne è consapevole, lo è da molti anni date le mie mal celate manifestazioni morbose adolescenziali, più d’una volta mi ha sorpreso ad annusare le sue mutandine trafugate dal cesto della biancheria sporca, una volta mi ha scoperto a spiarla dalla piccola finestra semichiusa del bagno mentre stava facendo la doccia, l’ho fatto molte più volte ma lei se n’è accorta solo in quell’occasione. La cara zia ha sempre tollerato il mio atteggiamento sconveniente senza mai rivelarlo ad altri, per assecondare il mio desiderio latente talvolta mi concedeva di pettinarle i capelli, capitava che ci sedessimo sulle scale della villetta, lei mi faceva da schienale stringendomi tra le braccia e poggiando il mento sulla mia spalla mi sussurrava qualche riflessione filosofica sul senso della vita, sentirmi quelle tettine di pietra puntate nella schiena ed i sussurri all’orecchio…. oh che ve lo dico a fare! Anche quella è ormai storia antica, dopo essersi sposata zia Tanya si era trasferita nei dintorni di Milano, per circa otto anni non c’erano più state molte occasioni d’incontrarci, inutile dirvi che una passione può affievolirsi ma non svanire come se nulla fosse.

Ormai prossimo ai ventisei anni sono piuttosto consapevole delle mie pulsioni, ora so come tenere a freno la libido per osservarla finalmente con occhi nuovi, esserle nuovamente accanto accresce in me il desiderio di lei istigandomi a nuove “sordide” fantasie, come potrei azzardarmi a tentare un approccio e sperare di ottenerne ciò che desidero?
Sono già cinque giorni che facciamo colazione insieme, la porto al mare in vespa, si lascia spalmare la crema abbronzante in spiaggia, in un paio di occasioni abbiamo avuto delle lunghe conversazioni stando in acqua appartati quasi nascosti, mi ha raccontato di suo marito, di come il loro rapporto sia gradualmente collassato, io altrettanto le ho detto di Cristina, di come la routine di coppia stia diventando l’anticamera di una probabile separazione.
“Il fatto di non essere insieme durante le vacanze quest’anno è un grave campanello d’allarme.”
Stasera, però, sento di aver raggiunto la saturazione, devo trovare il modo di placare i miei “bollenti spiriti”, ho salutato gli amici inventando una scusa e ho comprato un giornale porno, in casa non c’è nessuno, nessuno tornerà prima di un paio d’ore, i miei sono a cena da amici, mia sorella è al bar del lido con le amichette e zia Tanya si è aggregata a due coetanee conosciute stamattina per una passeggiata in paese.
L’afa m’induce a farmi una doccia gelata, mi libero facilmente degli abiti leggeri, poso il “pornazzo” sulla scrivania della cameretta e mi avvio nel bagno, l’acqua fredda non mi dà noia, la sensazione d’improvviso refrigerio fa si che mi frizioni più vigorosamente lasciando la muscolatura umida e lucente, trascino un grande asciugamani bianco in vita con il classico nodo da spiaggia, ne prendo un altro più piccolo per frizionarmi la testa, in realtà non ho una gran voglia di masturbarmi, magari sarà meglio sdraiarmi sul lettino per riflettere, diciamo più “compiangermi”, esco dalla doccia col capo chino tenendomi l’asciugamani teso sulla testa e non mi accorgo che…
“Ciao! Serata romantica per uno?”
Zia Tanya dà le spalle alla scrivania, tiene in mano il “pornazzo” mostrandomi la copertina e fissandomi con un risolino divertito, confuso e smarrito in preda al più totale imbarazzo resto immobile sotto l’arco della porta a fissarla in silenzio, probabilmente i miei occhi parlano per me, zia Tanya abbassa lo sguardo rilasciando il braccio a posare la rivista sulla scrivania e in un sussurro soffocato dichiara.
”Scusa Carlo non avrei dovuto permettermi.”
Avanza verso di me con passi rapidi cercando di scartare alla mia sinistra e dileguarsi, non so spiegare come ma travolto da una tempesta di emozioni perdo il controllo di me stesso ed allargo le braccia per raccoglierla.
“Tanya io.”
Lei mi guarda negli occhi un po’ imbarazzata ma amorevolmente con voce rassicurante.
”No Carlo, non ti preoccupare non è successo niente ma ora preferisco uscire.”
“No, aspetta!”
Il tono della mia voce è supplichevole ma deciso, il suo viso assume un’espressione dura, tende le braccia in avanti e prova a fare pressione sul mio petto per spingermi, ma a nulla servono i suoi sforzi e rimbalza indietro di due passi fissandomi con occhi di fuoco.
“Tanya io non so come dirtelo!”
“Dirmi che cosa?”
Grida lei.
“Che vuoi da me? Non vedi che mi stai mettendo in grave imbarazzo? Lasciami andare!”
L’ultima frase la pronuncia con un gemito di terrore.
“Aspetta! Lasciami dire.”
Zia Tanya comincia a piagniucolare.
”Ma che vuoi da me? Sono la sorella di tuo padre lasciami andare!”
Raccoglie tutte le sue forze e come un ariete abbassa la testa per balzare in avanti contro di me puntando la fronte e i gomiti verso la bocca del mio stomaco, nell’impatto gli asciugamani scivolano in terra e resto nudo in piedi dov’ero, tenendola a forza tra le mie braccia sospesa a mezz’aria come un satiro che ha catturato la sua baccante.
“Caarrlllooo!!!”
Il suo grido come un tuono rimbomba nella cameretta, la sua mano destra colpisce violentemente la mia faccia con un ceffone, schiocca come una frustata fra l’occhio e lo zigomo obbligandomi ad allargare immediatamente le braccia per farla ricadere sul pavimento, entrambi restiamo lì immobili a fissarci con gli occhi gonfi di lacrime, Tanya legge nei miei qualcosa d’inspiegabile intuisce la mia rassegnazione. Balza nuovamente in avanti, stavolta però con un’espressione di rammarico, poggia la mano sulla mia spalla per sollevarsi sulle punte e forza delicatamente il mio mento con le dita per farmi ruotare il viso osservando il rossore provocato dallo schiaffo con gli occhi al suolo mi ritraggo lentamente per andare a raccogliere l’asciugamani e riacquistare qualche brandello di dignità, mi avvio verso il bagno per sciacquarmi la faccia.
“Carlo!”
Sento la sua mano sulla spalla che mi trattiene, mi volto a guardarla pieno di vergogna per quanto è accaduto, lei non meno sofferente mi tira delicatamente per un braccio invitandomi a sederle accanto sul lettino.
“È davvero così intenso il sentimento che provi per me?”
Mi lascio andare giù sulla schiena e tiro un profondo sospiro.
”Non saprei a quanto pare io stesso non avevo idea di quanto cazzo ho completamente perso il controllo.”
Sgrano gli occhi incurante della mia nudità e rompendo in una fragorosa risata eccole, quelle due meravigliose fossette spuntano sulle sue guance, mi giro sul fianco destro, punto il gomito sul lenzuolo per tenermi su la testa così comincio a carezzarle timidamente l’avambraccio con l’indice, sembro un antico romano ospite di un banchetto luculliano con l’asciugamani spiegazzato che mi copre appena il bacino, lei ruota la spalla sinistra e reclina il capo a guardare indietro, osservandomi teneramente con occhi sognanti quasi stesse rivivendo tutti i momenti trascorsi insieme.
“Potrai mai perdonarmi?”
Le sussurro distogliendo lo sguardo sentendomi d’un tratto tremendamente colpevole per l’accaduto, lei si lascia cadere sul fianco sinistro acquisendo la mia medesima posizione come un’immagine riflessa, allunga la mano destra per carezzarmi delicatamente il viso ferito.
“E di cosa?”
Avvicinando le labbra al mio orecchio sussurra con ironia.
”Di avere una zia tanto sexy da non poterle res****re?”
Nooo!!! Ecco ancora quella meravigliosa sensazione, stavolta l’erezione è piuttosto visibile e l’asciugamani s’impenna quasi che qualcosa ci si fosse infilato sotto, lei gran donna come sempre.
”Vedi? Che ti dicevo?”
Torna a fissarmi con occhi sognanti.
“Tanya io credo che sia meglio defilarmi, tenerti a distanza ravvicinata mi fa venire una gran voglia di baciarti”
Tanya protrae le labbra contro le mie, agilmente spinge il suo fianco in avanti imponendomi di sdraiarmi, la stringo teneramente fra le braccia ma il nostro amplesso dura pochi istanti, vinti dal desiderio cominciamo a contorcerci l’uno contro l’altra in maniera convulsa quasi volessimo strapparci vicendevolmente la pelle, le nostre bocche s’impiastricciano di saliva fino alle guance ed il sottofondo di mugolii s’interrompe solo per qualche istante mentre in tutta fretta Tanya si sfila il vestito. Il suo corpo ora coperto soltanto della lingerie nera di pizzo è caldo e sinuoso,
quello spettacolo dà maggior vigore alla mia erezione, la sua mano scivola sotto l’asciugamani per afferrarmi il cazzo cominciando ad agitarlo ritmicamente, è abilissima nel carezzare delicatamente il frenulo, costringendolo nel palmo e esercitando fluide rotazioni del polso per accentuare l’intensità del massaggio. Io intanto mi faccio strada con le dita della mano facendole scivolare sul suo addome fino ad insinuarle nello slip in cerca del clitoride, Tanya sembra coinvolta quanto me, ha la fica fradicia di umori, appena la tocco ha un sussulto improvviso e dirige la testa verso il mio ventre, la sua mano si stringe intorno al glande e scivola giù tendendo la pelle fino a scoprirlo completamente. La sua bocca umida ingoia la nerchia fino a far toccare le labbra sull’indice della mano che sovrasta i miei testicoli gonfi, poi la testa risale e prende ad oscillare come prima il polso ripetendo lo stesso abile gioco, la sua lingua saetta sull’uretra, compie dei semicerchi intorno al frenulo e le labbra serrano ermeticamente il glande, la bocca trattiene e shakera il cocktail di saliva ed umori maschili che diviene più copioso ad ogni risucchio. Respiro affannosamente quando l’eccitazione diviene insostenibile emetto dei profondi sospiri soffocati, lei invece sembra ignorare il mio massaggio quando improvvisamente fa s**ttare il bacino verso sinistra ed emette un verso gutturale a bocca chiusa.
“UHM!”
Senza interrompere il pompino comincia a muovere la mano incrementando la velocità e la fluidità del gesto come se volesse indurmi a venire, sono infoiato oltre misura, non riesco più a trattenere il desiderio di penetrarla, di essere cavalcato da lei e tenerle quel bellissimo culo tra le mani, sfilo le dita dalle mutandine e porto entrambe le mani sui suoi fianchi per denudarla.
“No! Aspetta.”
Tanya s’impenna sulle ginocchia con le cosce ancora larghe e mi punta una mano sul petto per fermarmi, ho il panico, come può essere tanto crudele da interrompere così bruscamente l’azione sul più bello?
“Non possiamo farlo qui! Se torna qualcuno che gli raccontiamo?”
Dichiara zia Tanya con sincera preoccupazione.
“Dove potremmo andare?”
Una piccola quantità di sangue mi risale al cervello e la preoccupazione assale anche me, Tanya mi scruta con aria riflessiva, dopo qualche istante le sue labbra si dilatano in un sorriso furbetto.
”Lo so io! Vestiti!”
Si china di s**tto verso di me per schioccarmi un ultimo bacio appassionato, poi in tutta fretta recupera il vestito e le scarpe per indossarli alla meno peggio, io faccio quel che posso per seguirla a ruota, l’erezione non accenna a calare ed ho qualche difficoltà ad abbottonare i pantaloni, Tanya coordina le operazioni di fuga.
“Prendi le chiavi della vespa ed una coperta dall’armadio, a proposito ce li hai i preservativi?”
Ah già i preservativi, per uno come me praticamente incapace di avere una incontro sessuale occasionale sarebbe perfettamente inutile girare con un preservativo in tasca, per fortuna da queste parti si usa tenerne almeno due nel portafogli, se non altro per prestarli a qualche amico della comitiva più fortunato.
“Sì, come no!”
Sembriamo due ragazzini infervorati da chissà quale bizzarra idea, ci muoviamo furtivamente stando accorti a non essere notati dal vicinato, salto in sella alla vespa mentre Tanya corre ad aprire il cancelletto laterale della villa, ripiego la coperta a cilindro e me la infilo tra le gambe, quasi mi casca quando poggio il piede in terra per far salire lei che nel frattempo ha richiuso la serratura cercando di non fare rumore.
“Dove andiamo?”
Le chiedo con eccitazione fantasticando di ricominciare presto quello che abbiamo bruscamente interrotto.
“Sulla spiaggia! Non ti è mai capitato di fare sesso sulla spiaggia prima d’ora?”
Nel dirlo si stringe forte a me e parto senza pensarci.
“Dimmi tu che strada seguire!”
Muoio dalla curiosità di scoprirlo.
“L’ultimo lido quello con le cabine che fanno angolo con la scogliera, c’infiliamo dentro l’ultima e ti spacco in due!”
Mentre ride mi tocca il petto con una mano ed emette una specie di sibilo quando con l’altra si accorge che il mio pene è ancora turgido di eccitazione, grazie ad una scorciatoia arriviamo a destinazione in pochi minuti, data l’ora posso parcheggiare la vespa proprio accanto alla cabina nascosta dal buio e completamente isolata, il cielo è coperto e salvo un paio di lampare in lontananza che brillano dal mare c’è buio pesto.
“Accidenti! Avrei dovuto portare una pila!”
Dichiaro con tono seccato ma dal buio improvvisamente compare una fiammella d’accendino, intravedo il suo splendido viso sorridente e mi sembra più bella che mai.
“Entra e stendi la coperta in terra, poi togliti solo i pantaloni.”
La fiammella si spegne ma nel buio vedo la sua ombra nell’atto di sfilarsi le mutandine.
“Dobbiamo restare più o meno vestiti perché, se dovesse venire qualcuno, dobbiamo dileguarci il più in fretta possibile!”
Anche lei entra, sento lo s**tto del bloccaporta di metallo che ci isola dal resto del mondo, la fiammella dell’accendino illumina i listelli bianchi di legno delle pareti intrisi di salsedine e costellati di crepe, alle mie spalle c’è una piccola panchina verniciata di blu sovrastata da un attaccapanni, non posso crederci una lampadina appesa ad un filo nero che pende da un angolo, sotto la quale è posto un interruttore di plastica bianco, provo ad accenderlo e eureka funziona, Tanya mette via l’accendino e mi guarda fisso negli occhi con un’espressione di desiderio che non avevo mai visto prima d’ora.
“Ci ho ripensato: mettiti nudo!”
Sentenzia lei aiutandomi a spogliarmi, incrocio le braccia sui fianchi e tiro su la maglia mentre i gomiti si allineano alla testa ed il tessuto mi copre il viso, sento le sue mani scivolare sulla mia schiena e la lingua prende a saettare sul mio capezzolo destro inumidendolo, emetto un gemito soffocato ed il mio pene s’impenna con vigore contro il suo addome, mi strappo via la maglia e voglio abbracciarla ma lei si lascia cadere in posizione accovacciata ed ingoia avidamente il mio cazzo reggendosi saldamente ai miei fianchi. Guardo verso l’alto tenendo gli occhi semichiusi in preda all’eccitazione, devo confessare che pur nelle mie più torbide fantasie non avevo mai immaginato una cosa così travolgente, torno a guardare in basso e noto che lei mi scruta per constatare l’effetto del suo lavorio, le carezzo delicatamente la fronte e mi ritraggo lentamente perché sento che è ormai tempo di accoppiarci, mi giro di spalle per sfilare il portafogli dai pantaloni e prendere il preservativo, la sento armeggiare col vestito e quando mi volto la trovo a capo chino, le braccia infilate dietro la schiena a gomiti larghi intenta nello sganciarsi il reggiseno. Con un colpo di denti strappo l’involucro del profilattico e lo estraggo, tenendo premuto il cappuccetto tra le dita poggio l’anello sulla nerchia tesa per srotolarlo, a cose fatte Tanya prende a massaggiarmi l’uccello teso per accertarsi che la guaina in lattice aderisca perfettamente, mi fa cenno di sdraiarmi sul pavimento di cemento, la coperta mi punge la schiena e i glutei ma sono troppo eccitato per curarmene, fra le ginocchia rannicchiate vedo lei completamente nuda che si appresta a calarsi su di me, s’inginocchia cingendomi i fianchi con i polpacci e si spinge lentamente all’indietro tenendomi la verga con la mano destra per infilarsela nella passera fradicia. Tanya socchiude gli occhi e china il capo in avanti emettendo un profondo sospiro, poi alza di s**tto la testa e mi fissa contorcendo la bocca in una smorfia di dolore che subito muta in un sorriso malizioso, resto immobile per qualche istante mentre lei è intenta a calibrare l’intensità dei primi affondi, incredulo comincio a realizzare che il sogno della mia vita tutto ciò su cui avevo fantasticato milioni di volte sta incredibilmente divenendo realtà.
Le stringo le natiche fra le mani e faccio pressione sugli addominali per sollevarmi e baciarla, lei mi abbraccia tenendomi i capelli sulla nuca stretti in una mano e fa danzare ritmicamente il bacino cavalcandomi con affondi brevi e rapidi, gli schiocchi dei baci ed i sospiri echeggiano nella cabina per un po’ quando improvvisamente Tanya si stacca violentemente da me e ritta sulla schiena sbotta in un profondo gemito di piacere.
”OOOHHH! MMMHHHMMM!”
Tesa all’indietro con le mani sulle mie ginocchia piegate s’impernia sul mio cazzo per tutta la lunghezza, oscillando leggermente la testa con gli occhi chiusi e compiendo affondi più lenti e profondi in preda all’eccitazione, i suoi lamenti sono musica per le mie orecchie e il solo pensiero di esserne l’artefice mi fa ingrifare oltre ogni limite, ritorno su e le succhio i capezzoli mentre con le mani sulle natiche contribuisco ad aumentare le spinte del suo bacino.
“AH, AH, AAAHHH!!!”
Tanya è ormai al culmine dell’eccitazione, gli umori hanno lubrificato il lattice a tal punto che pare di sentire il rumore di un qualcosa che stia picchiando ritmicamente in una pozzanghera.
“WOOOH, AH, AH, AAAHHH!!!”
Impressionante, il suo corpo comincia a tremare come una lenza vibra quando vi abbocca un grosso pesce, mi pone le mani sul petto e mi costringe al pavimento gemendo e sorridendo mentre compie lentamente gli ultimi affondi fissandomi estasiata, poi si lascia cadere in avanti e poggia la testa sulla mia spalla sinistra, scivolando sul fianco e contorcendo spasmodicamente le cosce per res****re alle pulsazioni residue dell’orgasmo.
“UH! Ma sei incredibile, quanto devo strapazzarti ancora per farti venire?”
Tanya sorride e mi carezza il viso mentre io in silenzio mi godo il trionfo.
“Ti andrebbe di fare il bagno?”
Mi chiede con curiosità.
“Vieni, sono sicura che ti piacerà, togliti il preservativo e spegni la luce.”
Nel cielo è apparsa la luna e qua e là splende qualche stella, il mare è nero come la pece ed incute timore ma Tanya s’incammina frettolosamente giù per la scalinata di legno che conduce alla piccola conca circoscritta da scogliere e s’immerge in acqua fin sotto i seni.
”Vieni, l’acqua non è molto fredda è bellissimo!”
Sì è bellissimo ed è un’altra cosa che ho sempre desiderato fare quella di scopare in mare di notte, in breve le sono accanto, per qualche istante ci soffermiamo a guardare in alto la luna che c’illumina, d’improvviso mi sento afferrare il cazzo che immediatamente ritrova la completa rigidità, lei prende a menarmelo con la mano al contrario come quando si porge per presentarsi a qualcuno e mi bacia voluttuosamente stringendosi a me.
“Posso leccarti!”
Le sussurro timidamente all’orecchio, lei non risponde ma cambia la presa e prende a trascinarmi verso la riva come fossi un cagnolino al guinzaglio, si volta e fa qualche passo all’indietro in direzione degli scogli poi si lascia cadere sul bagnasciuga ed allarga le cosce, m’inginocchio, lei si spinge in avanti cingendomi il collo con il braccio e baciandomi ancora con passione, poi porta la mano sulla mia nuca e si ritrae calandomi lentamente la testa verso il basso ad incontrare l’oggetto del mio desiderio. Sposto il mio bacino sul fianco destro per evitare di fare un buco nella sabbia con la mia erezione, punto il naso sul monte di Venere per avere un punto di riferimento nel buio ma altrettanto per inebriarmi dell’odore frammisto di umori ed acqua salata che emana la sua fica nuovamente eccitata, spingo in avanti la punta della lingua dal basso verso l’alto in cerca della fessura per raggiungere il clitoride, in un paio di lappate trovo l’estremità sporgente e faccio saettare la mia lingua in senso circolare, provocando in Tanya delle lievi contrazioni del bacino ed inducendola a rilassarsi sul dorso, dopo un po’ decido di rincarare la dose e le costringo il lembo di pelle che copre il clitoride fra gli incisivi ed il labbro superiore risucchiando come se la stessi spompinando. Tanya non riesce a res****re e comincia a sussultare contorcendo il bacino in modo convulso e mordicchiandosi un dito per soffocare le grida, io incrocio le mie braccia sul suo addome in una morsa d’acciaio e non diminuisco d’intensità anche se ho la bocca piena di fluidi che trasborda sulle guance ed imbratta l’interno delle sue cosce tremanti, il naso è talmente compresso contro il suo pube che sono costretto all’apnea, solo di tanto in tanto emetto degli sbuffi e recupero un po’ d’aria dai lati della bocca per non rallentare l’azione micidiale dei miei “baci”.
D’improvviso Tanya emette un grido straziante, stende le gambe e comincia a vibrare tutta cercando di liberarsi della mia testa per chiudere le cosce, la lascio immediatamente, lei rotola sul fianco e si contorce le mani serrate sul pube come se le avessi inferto una coltellata, emette dei rantoli profondi e gutturali alternati con suoni acuti smorzati, simili a singhiozzi ma più intensi quasi fosse sul punto di piangere dal dolore.
”UH, UH, UH… OOOHH… MMMHHH… AAAHHH!!!”
La scena si protrae per quasi un minuto ed io vi assisto sinceramente perplesso, combattuto fra l’orgoglio di averle provocato un orgasmo così potente ed il timore di aver oltrepassato il limite, non so che fare, sotto i raggi della luna il suo splendido corpicino appena visibile continua a tremare come se ricevesse delle scosse, appena sembra placarsi mi avvicino e le poso una mano sulla spalla per tentare di farla voltare delicatamente verso di me cercando di vedere come si senta, lei ruota di s**tto e mi si avvinghia al collo con entrambe le braccia trascinandomi giù al suo fianco tanto da sentirne il respiro affannoso ed i gemiti residui, allunga la gamba sinistra e mi pianta il tallone nei quadricipiti per unire il suo bacino contro il mio.
“WOW, Carlo, sei un demonio!”
“È tutto merito tuo, hai sempre saputo quanto ti desiderassi e non so come ho finalmente coronato il mio sogno impossibile.”
Lei guarda in basso perché sente crescere la mia erezione sul suo ventre ed esclama.
”Mi sa che è giunto il tuo turno di venire seguimi.”
Si alza in piedi e si dirige a passi lenti verso l’acqua, con i glutei e le cosce imperlati di sabbia, per qualche istante resto immobile a cercare d’imprimermi nella mente quella stupenda visione ma poco dopo lei s’immerge fino alla vita e si volta a fissarmi.
”Vieni ti ho detto!”
Piego le gambe ruoto sulle ginocchia punto le mani e faccio leva per sollevarmi in piedi, noto qualcosa d’insolito nei movimenti di Tanya, tiene il braccio destro flesso dietro, si sfrega con eccessiva insistenza e sembra che provi disagio, avvicinandomi riesco finalmente a comprendere cosa stia accadendo, proprio non riesco a crederci, Tanya sta cercando di dilatarsi l’ano con le dita e appena le arrivo a tiro s’inginocchia e mi afferra la verga tesa con la mano sinistra portandosela alla bocca. Sento i suoi denti scorticarmi leggermente la pelle, i risucchi sono fortissimi mentre la mano stantuffa ritmicamente alla base del cazzo agitandomi i testicoli induriti dall’acqua fredda, mi sembra d’essere sul punto di esplodere ma non riesco a raggiungere il culmine, mi godo quelle meravigliose sensazioni emettendo dei profondi sospiri smorzati.
“Vieni avviciniamoci agli scogli.”
Mi trascina nuovamente tenendomi per il pene come fosse un guinzaglio.
“Scommetto che l’hai sempre sognato ma non l’hai mai fatto!”
“Sì infatti!”
Dichiaro senza vergognarmene.
“Scordati quello che hai visto nei film o sulle riviste non è facile a farsi, discretamente doloroso per buona parte delle donne e non è il caso che duri a lungo.”
Si solleva sulle punte e mi schiocca un bacio appassionato, agita la mano per masturbarmi in modo così violento da generare un mulinello di schiuma in acqua, poi si volta e poggia la mano sinistra sullo scoglio piegando la gamba dello stesso lato per tenere le chiappe meglio dilatate, con la destra trattiene il mio glande contro lo sfintere ed accenna dei movimenti di bacino per agevolare la penetrazione, sembra che la cosa non possa succedere quand’ecco che la cavità anale si dilata ed ingolla la testa del mio batacchio.
“UUUHHH…MMMHHH…OOOHHH!!!”
Tanya avverte un forte bruciore e quasi s**tta in su per la pressione, resiste e dopo qualche attimo di concentrazione spiega.
”Devi farlo entrare di pochi centimetri ancora e poi lentamente affondare e ritrarlo ritmicamente per la stessa misura ma piaannoooo!”
Lo sfintere è molto stretto, temendo di farle male vorrei estrarre il cazzo e venire masturbandomi da solo, lei si mette in piedi inarca la schiena all’indietro e afferrandomi la nuca con la mano destra porta la bocca vicina al mio orecchio, mi grida tutta la sua eccitazione mentre controbilancia il peso del suo corpo tenendo la mano sinistra ben salda sul mio fianco. In preda alla lussuria le agguanto saldamente i fianchi e comincio a far oscillare ritmicamente il bacino, esercito una grande pressione sulle gambe piegate, sento il glande costretto farsi strada a forza dilatando la cavità anale con l’aiuto dell’acqua che fa in qualche modo da lubrificante. Sento che il cazzo mi sta diventando di fuoco a furia di sfregamenti, Tanya sembra non riuscire più a sopportare quel doloroso supplizio, quando uno schizzo incandescente le inonda il buco del culo seguito da altri d’intensità via via minore, lei come una cagna ferita a morte porta entrambe le mani sui miei fianchi spingendo per liberarsi da quel supplizio. Ho il fiato corto, mi sento letteralmente svuotato, non riuscendo a stare sulle gambe mi trascino verso gli scogli per sedermi,
Tanya nel frattempo si è tenuta le natiche larghe sforzandosi di espellere lo sperma, con una smorfia in viso sottolinea il gran bruciore, si avvicina respirando anch’essa a fatica e s’inginocchia davanti a me abbracciandomi forte puntando la fronte contro il mio petto.
“Vorrei che questa notte non finisse mai.”
Mi confessa sotto voce mentre alza gli occhi per fissarmi.
“Non avrei mai immaginato di poter provare sensazioni così intense, mai avrei fantasticato di poterle vivere insieme a te, eri il mio angioletto e adesso sei un uomo e che uomo!”
“Che succede adesso fra noi?”
Le chiedo con voce sommessa.
“Che vuoi che succeda?”
“Questa serata resterà un ricordo indelebile per entrambi.”
“Sei il mio nipote preferito, ho sempre avuto un trasporto nei tuoi confronti anche se ciò è degenerato in un rapporto sessuale niente cambierà fra noi.”
“Sai? In realtà non siamo nemmeno i primi in famiglia a fare una cosa del genere!”
Sgrano gli occhi incredulo esclamando.
”Chi? Dove? Quando”
Ma Tanya mi tappa la bocca con le dita e dichiara.
”Preferisco non dirtelo e poi si tratta di un fatto vecchio.”
Con un sorriso malizioso la imploro.
”Dai, ti prego, dimmelo!”
“Ok! Se proprio ci tieni ma non ti azzardare a chiedere conferme in giro si tratta di…”

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Un sogno che si avvera

So che è disinibita, è il mio sogno erotico da sempre, voci dicono che si fa fare anche il culo, alcune amiche mi hanno confidato che un paio di volte ci ha provato con loro e il suo ex mi conferma che è indubbiamente la regina del pompino con ingoio. Mora, capelli lunghi e ricci, sul metro e settanta, magra al punto giusto, ho visto alcune foto e quando si mette in tiro,wow!, un gran pezzo di gnocca!! Quella sera in disco ero solo anche se in compagnia degli amici incontrati sul posto e lei nella stessa condizione: due sabati prima mi ero ritrovato a ballare con lei che si muoveva in maniera piuttosto provocante, strusciando il culo sul mio pacco e passandomi le labbra a un millimetro dal collo con le braccia incrociate dietro la schiena, in quel frangente avevo iniziato a credere di riuscire nell’impresa, invece nada! per quello quando mi si era avvicinata gridandomi in un orecchio per sovrastare alla musica che aveva bisogno di parlarmi, mi misi subito all’erta. Il piano era semplice, lei mi dava il segnale e io la seguivo dopo qualche minuto, verso l’uscita, con ritrovo nel parcheggio. Uno di fronte all’altra, le domando se c’era qualche problema e lei mi dice che quello non è il posto giusto, invitandomi a seguirla a casa sua. Educatamente, entro domandando il permesso, ma lei mi dice di non preoccuparmi, che i suoi genitori sono fuori e torneranno tra due giorni, così mi trovo da solo in casa con una figa imperiale con il piercing sulla lingua con il quale gioca in maniera assolutamente eccitante mentre si stende sul suo letto ed io mi siedo su un bordo a fianco. Ovviamente non ha nessun argomento importante di cui parlarmi e passiamo mezz’ora a raccontarci cazzate, mentre io mi rilasso e mi distendo al suo fianco, il suo gioco appare chiaro quando inizia a farmi il solletico, al quale non resisto, accartocciandomi verso di lei, che infila la testa di fianco alla mia baciandomi e leccandomi il collo. Mi scosto leggermente afferrandole la nuca con una mano e la bacio seriamente, il mio sogno si sta realizzando, sto per scopare una delle più grandi porche della mia vita, penso, mentre ci togliamo la maglietta e le slaccio il reggiseno. Scopro due superbe tettine, piccole e sode, sto per lanciarmi in missione tra di loro, ma lei capovolge la situazione, si mette a cavalcioni su di me e, con la bocca a non più di un centimetro dalla mia, mi blocca le braccia sopra la testa, avvertendomi che le piace molto comandare e che per nessuna ragione avrei dovuto muoverle finchè non fosse stata lei ad ordinarlo. Accetto di buon grado questa nuova ed intrigante situazione, mentre mi toglie i jeans lasciandomi con i soli boxer e, a ruota, i suoi, con il perizoma minimo e trasparente come unico indumento a coprirla su tutto il corpo. Si china su di me e riprende a baciarmi, scivolando lentamente sul collo e sul petto, si rialza e mi sbatte in faccia le tette che lecco e succhio con piacere, faccio per alzare le braccia e stringerle il culo, ma lei prontamente mi blocca, ricordandomi che è lei che ha il controllo del gioco fino a nuovo ordine. Così, mentre ricomicia a scendere, mi aggrappo alla testata del letto, lei continua ad andare in basso, arriva con la testa tra le mie gambe e inizia a massaggiami e mordicchiarmi il cazzo duro da sopra la stoffa dei boxer, fino al momento in cui finalmente li toglie, lasciandomi completamente nudo e in suo potere. Mi dice che ora posso usare le mani, ma soltanto per spingerle la testa mentre mi fa un pompino da dieci e lode, io non me lo faccio ripetere, mi sollevo su un gomito e con la mano libera le raccolgo i capelli impugnandoli per spingerla sempre più giù. Lo prende in bocca quasi completamente, mai provato nulla di simile, lo fa senza mai smettere di guardarmi negli occhi mentre io ansimo raccogliendo il piacere, mi sta facendo impazzire, lo succhia con la giusta delicatezza afferrandomi con la mano le palle, ritmando una leggera pressione. Quando si ferma, il mio cazzo è un lago di saliva che le bagna abbondantemente anche il mento colandole sul collo e sul seno, è ancora a cavalcioni su di me e mi sollevo mettendomi di fronte a lei, la bacio, palpeggiandole le tette bagnate e, infilandole le mani sotto al culo, ma è soltanto un attimo, perchè mi spinge sulle spalle ributtandomi indietro e mettendosi in piedi per sfilare in perizoma che mi lancia in faccia ordinandomi di mettere le braccia di nuovo sopra la testa.
Ora anche lei è completamente nuda e la vista d’insieme rispecchia le aspettative, anche se al momento lo sguardo è più attratto dal minuscolo ciuffetto di pelo sopra la piccola fichetta che, essendo in piedi ed avendo il mio corpo che non le permette di chiudere le gambe, appare aperta quanto basta per poterla ammirare e desiderare da perderci la testa. Il mio desiderio si acuisce quando una delle sue mani scivola sul fianco andando a posarsi sulla fica e iniziando a masturbarla, a scostare le grandi labbra per mostrarmi cosa c’è dopo, a mettere un dito al suo interno… Dito che, chinandosi, mi fa leccare, per poi aggiungere la sua lingua, inginocchiandosi su di me. Si avvicina e stringo di nuovo la testata, si posiziona finalmente con la fica davanti alla mia bocca, ne avverto l’eccitante odore, ma non mi basta, la voglio leccare perdendomi, lei usando entrambe le mani la dischiude cosicchè posso iniziare ad assaggiarla e baciarla, succhiandole il clitoride, infilandomi con la lingua dentro di lei per meglio gustarne gli umori, leccando tutto il contorno completamente glabro. Afferra la mia testa con le mani e mi schiaccia contro il suo basso ventre, a malapena respiro, ma è fantastico trovarsi immersi tra le sue cosce e avere l’obbligo di non muovere le mani, essere in suo potere, non poter far altro che obbedire ai suoi desideri…Ma ora voglio prendere un pò di controllo, la faccio distendere con le gambe aperte per poter finalmente leccargliela nella posizione classica: lei accetta ma resiste poco, vuole mettersi a sessantanove, cosa alquanto gradita. La sensazione di leccare una figa sentendosi succhiare il cazzo è unica nel suo genere, non ha paragoni per gli amanti del sesso orale, sentire il suo piercing che batte proprio li, dove la pelle che ricopre la cappella si unisce a quella che corre sul resto dell’asta, fa temere l’eiaculazione precoce. Sto resistendo, ma si toglie ordinandomi di leccarla ancora un pò prima di passare oltre, ubbidisco e ricomincio la perlustrazione, mentre muove roteando la punta delle dita sul clitoride ed io, piegato a novanta davanti a lei, inizio a farmi una sega per mantenere alta la tensione. Mi stacco e cerco nello zaino vicino al letto un condom, lo scarto e lo indosso, mi stendo su di lei e lentamente affondo, muovendomi lentamente mentre lei, imperterrita, continua a masturbarsi, tendendo la pelle che stringe un pò di più il cazzo che la sta penetrando. Mi sollevo in ginocchio facendole appoggiare una lunga gamba sulla mia spalla e comincio a colpirla con più forza, ma decido di farle riprendere il controllo e, appoggiando le spalle al cuscino, le chiedo di sedersi su di me. Lei sceglie di rivolgermi la schiena e, nella debole luce che filtra dalle tapparelle, gusto la sua fichetta che inghiotte il mio cazzo, si siede e prende a flettere sulle gambe piegandosi verso i miei piedi, lasciando libera la visuale del culo che si contrae ritmicamente. A quanto pare gradisce particolarmente, perchè aumenta la velocità e la sua voce si mescola ad un insieme di sospiri e gemiti che mi fa intuire che sta per venire: a quel punto, sollevo le natiche e le abbasso seguendo i suoi movimenti, fino a quando si contrae più volte gemendo. Si alza e mi confida che uno è il numero massimo di orgasmi che può raggiungere in un amplesso, ma che ora era arrivato il mio turno e che non mi avrebbe lasciato andar via senza avermi soddisfatto. Mi dice di mettermi in piedi sul letto, eseguo e lei si inginocchia davanti a me, leva il condom e prende il mio cazzo in bocca mentre con una mano sul culo mi spinge in avanti e con l’altra mi stimola il muscolo proprio sotto le palle, inizio a faticare a mantenere il controllo e mi lascio andare. Avverto quella sensazione di inevitabilità tipica dell’orgasmo maschile, la avverto che sto per venire e lei mugola affermativamente lasciandomi intendere che lo sa, che se ne rende conto, ma non si ferma, anzi, accelera ancora, smette di succhiare e si mette con la bocca aperta e la lingua protesa in fuori a un centimetro dalla punta della cappella mentre continua a farmi una sega. Mi sembra di essere al gran finale di un film porno di qualità, sto pensando a quanto mi piacerebbe poter riprendere questa scena per potermela gustare in futuro, mentre i miei pensieri scorrono, inizio a venire, guardo in basso e vedo il suo bel viso che viene sporcato dagli schizzi del mio sperma, che le scivola dagli angoli della bocca sul collo e sul petto, uno più potente degli altri si appoggia obliquo sulla traiettoria dell’occhio sinistro finendo di depositarsi sulla lingua. Sulle ultime contrazioni ricomincia a succhiarlo, ed io provo quel prurito al limite del fastidioso tipico del post orgasmo. Da vera pornodiva, lo batte ripetutamente prima sulla lingua, poi sulle tette, facendolo strofinare sui capezzoli per poi rimetterlo in bocca, fino a quando sono io che decido di spostarmi per concludere la scopata.

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Il sogno

Mi chiamo Massimo, ho 30 anni, sono alto, biondo, carico per non dire bello, single e benestante. In poche parole non dovrei lamentarmi e invece … sono seduto nella sala d’attesa della psicologa in attesa di essere ricevuto. Ultimamente ero ossessionato dal sesso e dopo averci pensato e ripensato più volte ho deciso di rivolgermi ad un professionista. Non sapendo da andare scelsi sulle pagine gialle quello più distante dal luogo dove abito senza capire però che si trattava di una psicologa, Luciana.
Non vi dirò l’imbarazzo che ho provato nei primi minuti quando ero più che tentato di scappare né quando fo parlato, o meglio ancora ho provato a parlare, per la prima volta ottenendo come unico risultato una specie di sibilo e nient’altro. Fu però a causa di ciò che ho capito di aver trovato la persona giusta. Stupidamente, non essendo mai stato da un psicologo, mi aspettavo commenti o battutine su quell’inizio mentre lei rimase in silenzio. Superato quel momento mi sono presentato facendole poi un quadro del problemi che mi aveva indotto a rivolgermi ad un psicologo.
Ed ora sono ormai quattro mesi che settimanalmente vengo per sfogarmi con quella che penso sia l’unica persona in grado di capirmi o meglio ancora quella che mi ascolta in silenzio senza interrompermi. Ogni tanto mi chiede di approfondire qualche pensiero o osservazione altrimenti rimane seduta su quella poltrona usurata dal tempo prendendo appunti.
Luciana è una donna di circa 35 anni, bassotta e cicciottella, capelli neri, una terza abbondante di seno, vestita sempre di nero con gonne lunghe.
“E’ in lutto o spera che il nero la faccia sembrare più magra? “ mi sono chiesto più volte
Sono guarito dall’originale ossessione del sesso o meglio è cambiata. Guardare ora le donne passeggiare per le strade non mi fa più nessun effetto e posso anche andare tranquillamente al mare con la certezza che la vista di tutte quelle ragazze in bikini o topless non mi turba più.
Quello che ora sconvolge la mia vita è un sogno; il seguente:
Sono vestito elegantemente in una grande stanza, si sente in sottofondo una musica sconosciuta, la luce è bassa, cupa, al centro ci sono delle strutture metalliche, uno strano cavalletto alto, un palo bloccato a terra e che scende dal soffitto, una croce fatta a ics larga. Su ogni struttura si vedono manette e ganci e dal soffitto pendono diverse catene e corde. C’è poi un mobile, anch’esso metallico tipo banco da lavoro, su cui si intravedono fruste ed altri oggetti erotici. Sono fermo ed aspetto.
Sono tante le domande che mi faccio ma ce ne sono due che mi tormentano: cosa faccio lì e cosa sto aspettando e Luciana mi sta aiutando a trovare queste risposte.
Alla fine dell’ultima seduta mi aveva detto
“Massimo dobbiamo sposare l’orario degli appuntamenti. Puoi venire alle 18.00?”
“va bene, non ci sono problemi” e così eccomi qui in leggero anticipo seduto su questo scomodo divano in attesa di essere ricevuto.
“Massimo scusa l’attesa ma ho ricevuto una telefonata” mi dice facendomi entrare. Ho la sensazione che ci sia qualcosa di nuovo nello studio ma non riesco a capire cosa sia. Forse è solamente il fatto che fuori è buio mentre le altre volte era giorno. Comunque mi sdraio sul lettino ed inizio a parlare
“Il sogno continua a perseguitarmi. Proprio questa notte però c’è stato un cambiamento. Alla fine ho sentito per la prima volta un rumore. Un ticchettio, come dei passi che si avvicinavano. Mi sono girato verso quel rumore. Ho visto una porta aprirsi ma poi … è suonata la sveglia.”
“bene vuol dire che la prima risposta è alla portata di mano. Hai detto che hai sentito un ticchettio?”
Quando la vedo prendere degli appunti capisco cosa c’è di nuovo in questa stanza. Luciana è vestita in modo diverso. Porta una gonna che le arriva sopra il ginocchio (sempre nera), calze nere e una maglietta rosa. Questo mi fa felice perché significa che non è in lutto.
“così mi sembrava. Forse erano dei passi. In fin dei conti quella porta si stava aprendo” le rispondo
“bene. Ora però non ti innervosire se questa notte non sogni il resto. Dimmi è successo qualcosa di nuovo questa settimana? Hai fatto nuove amicizie?”
“no è tutto come prima”
“eppure qualcosa deve essere successo, ce lo dice il cambiamento nel sogno”
“sinceramente non mi viene in mente nulla”
“ok. Ci vediamo tra una settimana.”
Per quasi tutta la settimana dormii bene senza fare sogni particolari. Questo fino alla sera precedente l’appuntamento con Luciana. Non mi sentivo bene, avevo qualche linea di febbre e questo sicuramente stimolò il mio riposo e di conseguenza il sogno.
“allora Massimo dal tuo comportamento capisco che c’è qualcosa di nuovo, raccontami”
“La stanza era la stessa, come pure tutto il resto, sento quasi subito il rumore dei tacchi, la porta si apre con un lugubre scricchiolio e intravedo lei. Una donna che cammina a tentoni su delle scarpe con tacchi a spillo alti almeno 15 cm. Solo quando entra nel cono di luce noto che è bendata. Un sorriso ghignoso appare sul mio viso. Lei continua ad avanzare sbandando più volte a destra e a manca anche per la poca abitudine a portare i tacchi così alti. Più volte perde l’equilibrio ed io rimango sempre lì fermo nel centro della stanza a godermi questo insolito spettacolo. Non capisco cosa ci sia di seducente in quello che vedo ma sono molto eccitato.
Sento il suo respiro farsi sempre più veloce. Continua a camminare fino a quando, dopo un grido di dolore, cade malamente a faccia avanti. Ha preso una storta. Si contorce sul pavimento dal dolore.
“alzati” le dico con una voce ferma ed imperativa.
“dove sei” mi chiede piagnucolando mentre con notevole difficoltà si alza e si avvia claudicante verso di me
“ferma” le induco e subito lei si ferma cercando di spostare il peso sulla gamba sana.
“dritta” vedo dal suo viso la sofferenza che prova nel rimanere in questa posizione ma lo fa automaticamente.
Mi avvio verso di lei e per alcuni minuti le giro intorno, con calma, guardandola bene per la prima volta. E’ vestita tutta di nero. Gonna, maglietta, calze, anche la collana è nera. Solamente la benda è colorata. Rosa per la precisione. Lei resta sempre ferma mentre i miei passaggi si fanno sempre più stretti.
“levati la gonna” lo fa con non poca difficoltà gemendo per il dolore alla caviglia
“silenzio” urlo a poca distanza dalle sue orecchie. Una goccia di sudore le scende lungo il collo insinuandosi pian piano nel decolté.
La gonna scende lungo le gambe mostrando un tanga nero e le calze autoreggenti. Le natiche, liberate dalla stretta della gonna, prendono la loro forma naturale. Sono grandi.
“non ti vergogni ad andare in giro così. Sei ridicola con quel tanga infilato in mezzo a questi due cocomeri” le dico sottolineando quest’ultima parola con una sonora sculacciata su ciascuna chiappa.
Non se le aspettava. Accusa gemendo sia gli schiaffi che l’insulto. Una lacrima scende da una guancia.
“Dovrai essere punita per questo” le dico mentre la prendo per i capelli portandola verso il cavalletto. Ogni passo è un gemito.
“spogliati ma lascia le scarpe e le calze” Il suo seno che sembrava così bello si allunga subito dopo che viene liberato dal reggiseno
Un ghigno si forma sulla mia bocca quando dico “Di bene in meglio” pizzicandole i seni. Altro gemito. Prendo il frustino semirigido con punta piatta. Lo muovo sferzando l’aria. Al suo sibilo la vedo irrigidirsi. Inizia a tremare.
“riconosci il rumore?”
“sì” risponde cominciando a frignare
“lo supponevo. Ne devi aver un buon ricordo” e scoppio a ridere in modo sadico
Appoggio la punta del frustino su un seno e comincio a muoverlo con leggerezza, sfiorandola quasi, disegnando dei ghirigori sempre più ampi. La pelle è tutta un brivido. Scendo verso il basso gustandomi la smorfia di piacere che si forma sulle sue labbra. Mi fermo. Mi fermo e trascino una scaletta a due gradini accanto a lei. Un singhiozzo mi fa capire che sa cosa le capiterà, almeno così si illude. Ubbidiente ci sale sopra avanzando con cautela fino a quando non entra in contatto con il cuoio che ricopre la parte alta del cavalletto. Prendo le manette che blocco sia sulle caviglie che ai polsi. Il suo tremolio aumenta quando chiudo quella sulla caviglia slogata.
“allungati” le ordino. Ora è a 90°. Blocco le manette dei polsi sui piedi anteriori del cavalletto che scendono parallelamente. La parte posteriore del cavalletto è diversa da quella anteriore. Qui le zampe del cavalletto si allargano in modo che le gambe siano aperte mettendo in mostra sia la fica che il culo. Guido quindi ciascuna gamba sulle zampe del cavalletto. Ora i suoi piedi rimangono sollevati da terra. La forza di gravità la fa scendere leggermente allargandole ancora di più le gambe fino a quando le manette sui polsi la bloccano. Urla. Sarà per il dolore che prova sulle braccia distese che reggono il suo peso, per le gambe oscenamente aperte o per la paura?
struscio il frustino su una natica dall’esterno verso l’interno avvicinandomi sempre di più alla fica esposta. Un veloce passaggio e subito sono sull’altra natica. Freme ogni volta che mi avvicino alle sua intimità esposte
“Zac” Di colpo faccio partire una sferzata che disegna una striscia rossa sulla natica colpita.
Il suo ansimare viene interrotto dall’urlo che esce dalle sue labbra quando sente la staffilata arrivare e colpire.
Riprendo il gioco partendo ora dall’altezza del ginocchio salendo con studiata lentezza. Non ho fretta. Più mi avvicino e più trema immaginando quale sarà la fine di questa corsa.
Le sfioro il clitoride, passo sulla fica, sul buco del culo, riscendo sulla fica e “zac” parte la seconda sferzata che colpisce lo stesso punto della precedente.
L’urlo che ne segue è ancora più forte e prolungato. Rimane quasi senza fiato. Attendo che il dolore si plachi, giusto pochi secondi, e poi “zac, zac, zac” colpisco le cosce della stessa gamba avvicinandomi sempre di più alla fica. I lamenti e il pianto dirotto si espandono nella stanza. La mia eccitazione aumenta ancor di più. Il risalto dei segni lasciati sul suo corpo formano quella che può sembrare un ideogramma. Il rossore della gamba contrasta il biancore dell’altra. Vado verso la parte anteriore del cavalletto e la libero dalla benda. I
suoi bellissimi e lucidi occhi hanno un colore blu intenso e ……. Mi sono svegliato.
“Hai riconosciuto il volto, la conosci questa persona?” mi chiede Luciana parlando per la prima volta
“No. Di lei mi ricordo solamente gli occhi ed il corpo” le rispondo. Per la prima volta noto in lei un rossore, come se fosse in imbarazzo, mentre mi parla. Si deve esserle slacciato un bottone perché prima non avevo notato il suo decolté. Si intravede il reggiseno nero e mi sbaglio o si intravedono i segni dei capezzoli induriti sulla camicetta rossa?
“Nientr’altro?”
“solo quel sogno ancora più strano. Mi dovevi vedere quanto ero diverso e … uhm … eccitato”
“L’ho visto” mi dice sorridendo “lo eri anche mentre raccontavi”
“scusami”
“non ti preoccupare, non sei il solo a cui capita. Molte altre persone si eccitano quando sono qui” mi risponde
“comunque per ora basta così. E’ tardi. Stai tranquillo e ci vediamo tra una settimana” mi dice mentre si alza dalla poltrona.
Guardo l’orologio e vedo che sono più di 2 ore che sono qui. Per fortuna ero l’ultimo.
“scusami per l’ora” le dico mentre usciamo dallo studio. “per farmi perdonare ti posso offrire una cena?”
“ti ringrazio dell’invito ma non posso. L’etica professionale non me lo permette.”
Mentre scendiamo con l’ascensore sento il suo inebriante profumo di donna, la vedo parlare ma non la sento, ho come le orecchie ovattate, la testa mi gira e … tutto diventa buio.
Quando riprendo i sensi sono di nuovo disteso sul lettino dello studio. Sento in lontananza una voce che parla, la sento sempre più forte e chiara. Finalmente riapro gli occhi. La luce mi acceca ma riconosco la silhouette di Luciana.
“cosa mi è successo?”
“Hai perso i sensi, forse dalla fame. Ora aspetta un po’ prima di provare ad alzarti altrimenti potrebbe succedere di nuovo. Non ho fretta”
“ma fame si” le rispondo sorridendo
“insomma. Non sono ai tuoi livelli ma ci sono vicino”
Senti. Lascia perdere l’etica e vieni a cena con me. Oltretutto sei quasi obbligata, potrei svenire lungo la strada o peggio mentre guido”
La vedo indecisa, di nuovo appare quel rossore che avevo notato precedentemente, poi finalmente mi risponde
“Ok. Ma ciascuno paga per conto suo altrimenti non vengo”
“va bene. Non insisto.”
Dopo una mezz’ora siamo seduti al tavolo di un ristorante che si trova vicino al palazzo dello studio. Siamo entrambi imbarazzati. Io non so di cosa parlare e lei aspetta il mio primo passo.
“Luciana, scusa ma in questo momento mi sento spaesato. Vorrei parlare con te ma mi sento bloccato, non so da dove cominciare.”
“questo è il motivo per cui non volevo venire a cena con te. Certo non possiamo parlare di me, è assurdo che un mio paziente mi conosca al di fuori della mia professione come non possiamo parlare del tuo problema visto che so tutto del tuo sogno.”
“hai ragione. Parliamo di sport? Politica? Di tempo no, ti prego!”
Le sue labbra si allargano in un sorriso malcelato e poi finalmente si aprono in una allegra risata. Rotto il ghiaccio parliamo del più e del meno per tutta la cena come due “amici” che non si vedono da tanto tempo senza però mai sfiorare le sfere personali.
Ritornato a casa accendo la televisione per vedere l’ultimo TG e poi mi addormento.
“Questa è la segreteria telefonica della Dott.sa XXXXXX. Lasciate un messaggio e sarete richiamati”
“Ciao Luciana …. Uhm … Buongiorno dottoressa sono Massimo. Scusate se ho chiamato ma ho bisogno di vederla. Il sogno è ritornato e sono … Guardate sto tremando al solo pensarci. Mi faccia venire, la prego, in qualunque orario. Mi sono preso un giorno di permesso per quanto sono stravolto. Mi richiami per favore.”
Erano le 6.30 quando ho lasciato questo messaggio sulla segreteria telefonica di Luciana. Ora sono le 11.00 ed ancora non ho ricevuto notizie da lei. Mi alzo per prepararmi l’ennesima camomilla, dicono che aiuti a calmarsi ma su di me per ora non ha fatto effetto, quando squilla il cellulare
“Pronto?”
“ciao Massimo sono Luciana, la dottoressa XXXXXX. Ho appena ascoltato il tuo messaggio. La mia giornata è tutta impegnata. Ci possiamo incontrare alle … fammi vedere … alle 19.00.”
“mi dispiace ma ne ho veramente bisogno. Grazie e a questa sera”
Lei mi sembrava scocciata. Certo con un messaggio così è stata obbligata a darmi l’appuntamento ma sono veramente preoccupato. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno.
Finalmente sono sdraiato sul lettino dello studio. Sono agitato.
“Massimo fai un bel respiro, calmati un momento. Ora sei qui. Siamo soli. Hai mangiato?”
“un pezzo di pizza, ma controvoglia. Ho lo stomaco chiuso”
“calmati. Anche io ho mangiato. Possiamo rimanere tutto il tempo che vuoi”
respiro profondamente e riesco a calmarmi. Lei è già seduta sulla poltrona con il solito quaderno su cui prende appunti. Dalla sua faccia capisco che è stanca. Il pallore del viso fa sì che sia un tutt’uno con la camicetta bianca.
Quando mi sento pronto inizio
“Il sogno è suppergiù lo stesso. C’è qualche piccolo cambiamento in alcuni dettagli e poi c’è la parte nuova. “
“non correre, respira profondamente, chiudi gli occhi e dimmi cosa è cambiato”
“La benda non è più rosa ma nera. La biancheria invece è rossa anziché nera”
“rosa o rossa”
“rosso acceso.”
“Sono nudo.”
Il fruscio della penna che scorre sul quaderno mentre lei prende appunti mi fa venire i brividi. Mi ricorda il sogno. Con un sospiro riprendo a raccontare
“ho in mano la benda nera che ho appena tolto dai suoi occhi. I suoi bellissimi e lucidi occhi hanno un colore blu intenso, le pupille sono dilatate, le palpebre sono nere grazie al mascara sciolto dalle lacrime, mi guarda intensamente. Sostengo il suo sguardo fino a quando non lo abbassa. Mi avvio verso il banco da lavoro che si trova alle mie spalle e su cui giacciono oggetti erotici di vario tipo. Glieli mostro uno ad uno gustandomi le sue reazioni. Alla fine scelgo un frustino molto lungo e flessibile che faccio sibilare vicino alla sua testa posta alla fine del cavalletto ed una specie di morso. Le urla di paura mi danno fastidio. Si può lamentare solo quando prova dolore. Lo sa questo! Tra me e me ammetto che sono invece quelle di paura che mi eccitano di più. Salgo su uno sgabello davanti a lei e le metto il morso che tiene aperta la bocca. Lo dilato prima al massimo per poi portarlo alla misura giusta. Arrivo con il pene all’altezza della bocca pronta a riceverlo da cui scendono già fiumi di saliva. Lo infilo nel morso e sento prima il calore e poi la lingua avvolgerlo.
“Ferma! sei in punizione! Non puoi godere del mio cazzo” le ordino mentre si sente lo schiocco della frusta quando la colpisce sulla natica, ed il cazzo affonda nella sua gola. Vorrebbe gridare, urlare, piangere ma non lo può fare. E’ già tanto che riesce a respirare visto che con il glande sento la sua ugola.
In successione faccio partire altre due, quattro, otto frustate che la colpiscono in vari punti delle natiche ed ogni volta affondo sempre di più il membro dentro la sua bocca. L’ugola l’ho sorpassata sicuramente. Guardo i suoi occhi che quasi escono dalle orbite. Sorrido.
“brava, così” le dico mentre lancio l’ultima frustata colpendola proprio nel solco delle natiche e raggiungendo la sua fica che so essere grondante di umori.
Sfilo il marmoreo cazzo dalla bocca, una valanga di saliva e muco le scende dai lati, forse anche dalle narici.
La sento tossire violentemente, le gambe scivolano ancora di più verso il pavimento e le braccia si allungano con uno strano rumore. Il grido di dolore è assordante e prolungato. Dal tavolo di lavoro prendo una pomata rinfrescante che con leggerezza passo sui segni delle frustate. Sono diventato veramente bravo. La pelle è ancora tutta intatta. La sento ansimare per il piacere che prova grazie a questo unguento. E’ rinfrescante. Lo passo su tutti i punti colpiti con micidiale precisione senza tralasciare la fica ed il culo vittime dell’ultimo colpo.
Prendo un attrezzo che ho appena acquistato e di cui lei non conosce l’esistenza. Sarà una bellissima sorpresa. E’ una macchina particolare. Una macchina del sesso telecomandata. La regolo in modo che lo stantuffo sia nella posizione e all’ altezza giusta applicandovi sopra un dildo molto lungo. Lo ricopro di gel in modo che la sua immissione sia facilitata e lo appoggio sull’ano.
Lei si irrigidisce subito. Non le è mai piaciuto il sesso anale anche se con me lo pratica spesso. Con me deve fare tutto altrimenti la punisco. E non sempre le piace questo.
Sono di nuovo sullo sgabello con il cazzo all’altezza della bocca. I suoi occhi sembrano implorare pietà. Nel momento in cui prendo la frusta una lacrima scende lentamente lungo la guancia.
Aziono il telecomando, il pistone inizia a muoversi lentamente, si sente un lamento quando il fallo entra nell’ano. Affondo il cazzo nella bocca spalancata e faccio partire una scudisciata. Il suo urlo è così soffocato che quasi non si sente. Esco dalla sua bocca. Ansima. Per ora la corsa del fallo è regolata su una corsa breve e lenta. Dopo essere quasi uscito ricomincia a spingere. Vedo i suoi occhi dilatarsi. Urla di nuovo. Più violentemente di prima faccio entrare il cazzo nella bocca, ancora più a fondo e ZAC parte la frustata. Faccio uscire il cazzo dalla bocca. Le lacrime scendono dai suoi occhi come un fiume un piena. Al nuovo ingresso del fallo non si sente nessun gemito ed il mio comportamento è diverso. La lascio respirare tranquillamente e non la frusto. Aumento solamente la corsa del fallo. Al nuovo e più profondo affondo non riesce a trattenere il lamento che si trasforma in urlo quando vede il mio pene entrare nella sua bocca ed il colpo di frusta colpisce la natica. Andiamo avanti per una buona mezz’ora. Ora non si lamenta più, ha capito che non le conviene farlo, il fallo entra lentamente per buoni 25 centimetri nel suo culo e le sue natiche sono scarlatte. Ad ogni affondo il respiro si fa più affannoso, non piange più. La libero dal morso e scendo dallo sgabello. I suoi occhi mi guardano. Di colpo porto la velocità al massimo.
“Ahhhhhh ….. Ahhhhhhh ……. Ahhhhhhhhh” geme ad ogni affondo. Gemiti misti di piacere e dolore che aumentano di tono e intensità fino all’urlo liberatorio al momento dell’orgasmo.
La macchina continua a muoversi ancora per pochi secondi e poi la blocco. Quando le sfilo il fallo dal culo vedo l’ano rimanere dilatato. Non ci tracce di escrementi e sangue.
“brava. Hai fatto bene i compiti a casa. Ti è convenuto altrimenti ti facevo leccare tutto quanto. La libero dalle manette. Cade rumorosamente rimanendo distesa sul pavimento.
“inginocchiati” con difficoltà esegue il mio ordine. Mi avvicino a lei. Con il cazzo inizio a schiaffeggiarle il viso, lo struscio vicino agli occhi, alle orecchie. La mia eccitazione aumenta ancor di più. Mi avvicino alla bocca che subito si spalanca. Sa quanto mi piace. Glielo faccio assaporare, lecca tutta l’asta fino ad arrivare sui coglioni, risale, lo imbocca e comincia a succhiare profondando sempre di più nella sua gola, piace anche a lei, è una maestra in queste cose.
Il dondolio della sua testa si fa sempre più veloce, il risucchio diventa un vortice alla cui alla fine mi arrendo spruzzando lo sperma direttamente nella sua gola. Lei ingoia tutto avidamente senza perdere neanche una goccia di questo nettare. Lo ripulisce e si ferma. Alza la testa guardandomi fisso negli occhi, altre lacrime appaiono nei suoi occhi, deglutisce per l’ultima volta e dice
“grazie amore”
Si rialza, mi bacia, le nostre lingue si intrecciano, i nostri corpi si uniscono in un forte abbraccio, le sue mani si muovono alla ricerca del mio sesso, le mie sono già sulla fica grondante di umori, il clitoride è duro e sporgente, lo stimolo, grazie alle sue manipolazioni il cazzo è tornato duro. La faccio stendere sul pavimento, infilo il membro nella sua accogliente vagina, la stanza si riempie dei nostri gemiti di piacere, i movimenti si fanno sempre più forsennati, la chiavo alternando i movimenti prima lenti, profondi, dolci ad altri veloci e brutali.
“Ahhhhh siiiii” urla mentre raggiunge l’ennesimo orgasmo di questa serata particolare “vengoooo … vengo …. Vengoooooooooo… oddio come è belloooo ….. siiiii ancoraa” le sue parole mi eccitano in un modo incredibile, l’apice del mio piacere si avvicina sempre di più, sempre di più fino al momento in cui non sento le lacrime uscire dai miei occhi, la guardo e le urlo il mio amore.
Poi mi sono svegliato.
Il silenzio che è sceso nello studio è disturbato solamente dal respiro di Luciana, veloce, affannoso , ansimante. La guardo e vedo l’eccitazione sul volto, il seno che si alza e si abbassa con quel respiro affannoso, i capezzoli che formano due piramidi sulla camicetta, la gonna leggermente alzata sulle gambe tanto da mostrare la fine delle calze autoreggenti, la mano che trema mentre tenta di prendere appunti, dalle palpebre degli occhi scendono gocce color nero, sono lacrime mescolate al mascara.
I nostri sguardi si incrociano, cerca di riprendere la solita aria professionale.
“Luciana ho ponderato tutto il giorno sulla cosa ed ho deciso che questa è l’ultima volta che vengo. Prima o poi capirò il significato di questo sogno che ad essere sincero inizia a piacermi. Ti ringrazio dell’aiuto che mi hai dato, non offenderti per la decisione ma preferisco così”.
Sul viso ancora scosso dal racconto appare una smorfia di delusione.
“sei libero di fare quello che vuoi.”
Ci salutiamo con una fredda stretta di mano. Esco dal portone del palazzo. E’ tardi e buio pesto. Mi fermo e faccio vagare il mio sguardo per la stretta strada. Da un telone pubblicitario scendono delle corde, sotto l’infrastruttura di un palazzo c’è un cavalletto abbandonato, le strisce di plastica bianco e rosse utilizzate per delimitare il cantiere sono agitate dal vento, un rumore di passi si fa sempre più vicino. Sento uno scricchiolio,
vedo il portone aprirsi e vedo lei. Mi guarda, si avvicina, le mie labbra si aprono in un sorriso quando sento la mia eccitazione crescere
“Ti ho aspettato tanto” le dico con voce ferma e autoritaria
“lo so. Anch’io ti ho aspettato per tutta la vita” mi risponde baciandomi

P.S. Questo racconto l’ho postato anni fa in un altro sito con un nick differente e me ne ero quasi dimenticato. Chiedo scusa se alcune descrizioni sono poco chiare, ero alle prime armi, ma ho preferito lasciarlo com’era.
Spero vi piaccia ugualmente

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Realizzare Un Sogno

Volevo da tempo provare una esperienza trasgressiva, ero attratto da quelle figure femminili che però sotto sotto nascondono gli attributi maschili, a letto ho sempre avuto un desiderio di essere un po’ sottomesso e schiavo di qualche giochino intrigante, inoltre ho notato che molte delle donne con le quali ho avuto avventure impazzivano quando le prendevo dietro, quasi gli piaceva di più essere inculate che scopate nel modo più tradizionale quindi nel mio intimo avevo sempre il desiderio di provare cosa si provasse ad essere sodomizzato, ma non provavo però la minima attrazione esponenti del mio stesso sesso, invece un’esperienza trans mi ha sempre tentato.
Con il tempo questo desiderio è diventato sempre più grande dentro di me e allora ho deciso di provare finalmente questa esperienza, mi sono messo quindi alla ricerca di qualche trans che potesse fare al caso mio, scorrendo gli annunci dei giornali ho contattato molti transessuali, ascoltato le loro porche segreterie telefoniche, ma c’era sempre qualche sfumatura che stonava e quindi la mia ricerca proseguiva, non volevo andare in locali frequentati da questo genere di creature in quanto ho forse ancora paura di espormi troppo, volevo avere un’esperienza tranquilla senza implicazioni di altro genere; un giorno chiamo un numero e mi risponde una voce calda e sensuale, parliamo per qualche minuto e gli dico che per me si sarebbe trattato di una prima esperienza, che volevo che tutto accadesse con calma, senza forzature secondo l’ispirazione del momento, dall’altra parte del filo trovai una affinità con quello che chiedevo, mi garantì calma pazienza e spontaneità, giunsi quindi all’idea che quella potesse essere la persona giusta per mettere in pratica il mio desiderio presi quindi un appuntamento per il giorno dopo.
Prima di recarmi da lei mi preparai, una lunga doccia per rilassarmi, un po’ di crema lungo il corpo per rendere la pelle più morbida e mi avviai, giunto davanti al portone per un attimo pensai di lasciar perdere e di andarmene, ma poi suonai, mi venne ad aprire e rimasi per un attimo interdetto, pensavo si di trovarmi davanti ad una quasi/donna ma era molto più donna di quello che potessi solamente immaginare, entrai, richiuse la porta e restai a guardarla senza profferire parola, era alta un metro e ottanta, capelli neri lunghi, occhi scuri, una bocca ben delineata, i tratti del viso erano straordinariamente femminili, indossava un reggiseno a balconcino da cui si intravedeva una 4° di seno abbondante, con un babydoll bianco, e sotto un bellissimo perizoma di pizzo bianco sotto il quale si intuiva la presenza di un bell’arnese.
Mi guardò e mi prese per mano, mi portò nel suo salottino, dove mi invitò a mettermi a mio agio, mi offrì un drink e mise una musica di sottofondo molto sensuale, mi si avvicinò e cominciò a dimenarsi al ritmo della musica, intanto mi spogliava lentamente, e pezzo dopo pezzo rimasi solo con le mutandine addosso, mi invitò quindi a giocare, io la accarezzai, sentivo la sua pelle calda e profumata scorrere sotto le mie dita, pian piano le slacciai il reggiseno, e le sue tette saltarono fuori in tutto il loro splendore, le accarezzai, mi chinai e cominciai a sfiorarle con le labbra, di tanto in tanto saettavo con la lingua fin quando giunto al capezzolo turgido lo presi fra le labbra e lo succhiai mordicchiandolo piano con i denti, emise un sospiro di piacere e mi invitò a passare all’altro, mentre passavo da un capezzolo all’altro, si avvicinò al mio orecchio, iniziò a leccarmi il lobo e mi sussurrava frasi sconce che mi eccitavano sempre più, ad un certo punto mi disse che da quel momento voleva essere la mia padrona e che io avrei dovuto fare tutto ciò che mi veniva ordinato, io ormai preso dall’atmosfera estremamente eccitante che si era creata accettai senza esitazioni, allora subito cambiò registro, mi prese la testa fra le mani e me la premette contro i suoi seni ordinandomi di leccargli le tette con più impegno, io obbedii senza profferire parola, le sue mani si impadronirono dei miei capezzoli e iniziarono a strizzarli piano, poi sempre con maggior forza, le fitte che avvertivo mi davano brividi lungo la schiena per giungere dritte al mio cazzo che era sempre più duro.
Mi fece inginocchiare ordinandomi di non staccare mai la lingua dalla sua pelle, scorrevo quindi con la lingua lungo il suo pancino, mi soffermai sull’ombelico e poi sempre più giù, mi ordinò di togliergli il perizoma, lo feci e saltò fuori un cazzo statuario, mi ordinò di dedicarmi a lui io presi a leccargli le palle tutt’intorno poi pian piano mi avvicinai all’asta e dalla base risalii fino alla grossa cappella, slinguettai intorno, e ridiscesi giù, continuai con questo giochetto per un po’, improvvisamente mi prese la testa fra le mani e mi obbligò ad ingoiare l’asta sempre più rigogliosa, iniziò quindi a muoversi avanti e indietro, praticamente mi scopava in bocca, il suo cazzo diventava sempre più duro e maestoso penso che sia stato lungo almeno 26cm mi fece girare, e facemmo un po’ di 69 aveva un modo di succhiarmi divino, mi aveva fatto eccitare come non mai, ogni tanto mi sfiorava il buchetto del culo, che mai era stato violato, facendomi provare dei brividi, mi passò un preservativo e mi disse di metterglielo, lo feci, poi mi fece sdraiare a faccia in su, mi venne sopra, e cominciò a titillarmi sempre più forte i capezzoli, questa volta, non so perché le fitte di piacere raggiungevano il mio buchetto posteriore, mi mise un cuscino sotto la schiena in modo che il mio culetto fosse ben esposto, mi allargò le gambe e iniziò ad avvicinare il suo cazzo al mio buchetto, in quel momento fui colto dalla paura che il suo arnese mi potesse fare troppo male tentai di divincolarmi, ma mi inchiodò al letto, appoggiò la cappella e spinse guardandomi dritto negli occhi, sentii come uno strappo violento, una fitta lancinante mi raggiunse il cervello nel momento in cui la cappella entrò dentro, rimasi quasi senza respiro, si fermò in quell’istante, facendomi abituare a quella presenza ingombrante dentro di me, ricominciai a respirare più lentamente, allora iniziò a spingere lentamente ma inesorabilmente, si faceva strada dentro di me, il dolore era forte ma anche il desiderio di andare avanti era non meno forte, strinsi i denti, allora cominciò a pompare piano, poi sempre più forte, non era ancora entrato tutto, ma appena sentii i suoi coglioni raggiungere le mie chiappe capii che ero ormai completamente suo, rilassai i muscoli anali e iniziò a fottermi sempre più forte, lo imploravo di rallentare ma ormai era completamente preso e aumentava il ritmo, il dolore pian piano scomparve per lasciare posto ad un calore e un piacere sempre più grande e devastante, al punto che lo incitavo a sfondarmi senza ritegno, e lui dicendomi che ormai ero la sua troia mi sfondava sempre con maggior violenza, fin quando lo sentii vibrare dentro e scaricò una sborrata pazzesca mentre era tutto dentro di me, io sentendolo vibrare a mia volta sborrai nel mio preservativo uno schizzo a****lesco, quindi si accasciò su di me, i suoi seni erano all’altezza delle mie labbra ed io li baciai appassionatamente, ci riprendemmo a fatica, si sfilò dal mio buchetto che era tutto dolorante, il suo preservativo era pieno del suo seme, si ripulì e si sdraiò al mio fianco, baciandomi i capezzoli, che mentre mi inculava erano stati a loro volta strizzati di tanto in tanto con estrema violenza, tanto è vero che erano indolenziti e rossi, io ero li mezzo tramortito dal piacere.
Ci rivestimmo, lo ringraziai per avermi procurato tanto piacere e mi avviai, mentre tornavo a casa in macchina, ripensavo se era tutto vero o se invece avessi sognato quell’avventura, ma le fitte di dolore che di tanto in tanto avvertivo provenire dal mio culetto rotto mi ricordavano che era stata un’avventura reale e bellissima.

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IL sogno di Gianna

E’ molto presto stamani, le 5 passate da poco.
La Gianna dorme profondamente.
Un’ora fa l’ho sentita muovere: si era svegliata, certo dopo un sogno.
Ho allungato la mano e ho trovato le sue natiche calde.
Gliele ho accarezzate. E’ un gesto delicato che faccio sovente, come per chiederle se vuole essere soddisfatta in qualche modo. Se si scansa, lascio perdere, ma se sta ferma continuo.
E’ stata ferma e io ho seguitato a carezzarle il culo e i fianchi. ha sospirato, Gianna; un sospiro di gradimento e di soddisfazione.
La mano s’è imtrodotta fra le sue natiche formose e il dito medio ha cercato il buco del culo.
Ho iniziato un delicato titillamento progressivamente sempre più indiscreto.
Gianna ha spinto il fuori il culo, verso di me come faceva per farsi trombare quando ero ancora potente. Ora il culo era del tutto scoperto e proteso.
Ho ritirato il dito insalivandolo per facilitare la penetrazione e quando le ho ricercato il buco del culo, ha fatto un gemito prolungato: aveva decisamente voglia.
Ha il buco del culo molto tonico e resistente mia moglie, ma anche disponibile e -con le dovute attenzioni- pronto ad accogliere un bel cazzo.
Il titillamento ha lasciato il posto alla penetrazione e tutto il dito è entrato dentro. Lo muovevo decisamente come per incularla.
S’è voltata verso di me. “Mauro…” ha sussurrato: “Ti va di leccarmi?”
“Sei eccitata, vero?”
“Si, tanto… Hoo fatto un sogno erotico… Ho sognato un cliente che è già venuto al negozio e che mi piace…E’ un bell’uomo e mi sa che anch’io gli piaccio… Ho sognato che ci uscivo proprio con quell’intenzione, sai?… Mmmmmmmmmmmmm”
Scivolo sotto le lenzuola e mentre lei si è messa sdraiata divaricando le cosce, ho preso il mio cuscino e l’ho spinto sotto il suo culo sollevandoglielo, per poterla leccare meglio.
Appena sono arrivato alla vulva, ho sentito il fortissimo odore buono del sesso eccitato. Era già mezza.
Che bello! Lei, come fa sempre, mette una mano sulla mia testa e mi guida nei movimenti.
C’è voluto poco per iniziare a sentirla smaniare e muovere il bacino. La sua mano mi teneva la testa premuta forte sulla vulva eccitata, scivolosa, odorosa di umori.
Movimenti sempre più veloci, poi: “Oddio!! fermati sennò vengo subito…”
“Troia,” sibilo: “Troia, hai voglia davvero di lui, lo sento… Ma sai una cosa? Al club in rete che io frequento, ci sarebbe un bell’uomo che vorrebbe conoscerti. Che dici? Se gli dicessi di farsi avanti?”
“Mmmmm, e com’é? Lo hai visto su Skype?”
“E’ un bell’uomo, credimi… Che faccio? Lo invito…?”
“Ruffiano!… Cornuto ruffiano… Cornuto!… Ma lo sa quello, che tu sei un cornuto che vuoi farti trombare la moglie perché sei impotente e solo segaiolo?”
“Si, Gianna, lo sa. Ma sai è un tipoo molto corretto e per bene… Magari potresti conoscerlo come amico… Poi… Se vi piacete… Perché no?!”
Gianna allunga la mano vero di me e sente che ho il pene eccitato, barzotto. Ormai il mio pemne, ridotto dall’atrofia dei corpi cabernosi non è più in gtrado di soddisfare una donna, ma se titillato e massaggiato da sempre lo stesso piacere di una volta.
“Senti senti com’è eccitato il mio cornutone…” mi dice pizzicandomi il piccolo membro: ” Hai voglia di corna fresche, vero porco cornuto?” Le piace darmio del cornuto. E’ una sicula e attribiuisce molti significati a quell’aggettivo. Il cornuto per lei non è più maschio.
La rilecco con decisione per tenerla eccitata. Sento bene che essendo eccitata e vogliosa del maschio smania, respira forte, geme, si agita, contrae il pavimento pelvico, stringe e rilascia le natiche e cola molti umori nella mia bocca, che li risucchia avidamnete, mentre gemo e le tengo il medio infilato nell’ano. Un tempo dicevo che se fossi diventato impotente mi sarei ucciso, oggi sono felice della mia impotenza e del rimpicciolimento del pene, perché mia moglie deve cercare il maschio e io godo proprio delle corna; ma delle corna vere, non quelle che taluno si procura nel privé o nei parcheggi delle periferie. A me piace da morire che mia moglie prenda un’infatuazione per il maschio; che sia coinvolta. Così le corna le sento davvero.
Percepisco che il suo orgasmo si sta avvicinado. Sguscia come una serpe, sobbalza sul letto spingendo in avanti il pube con la vulva violacea e viscida e mi preme forte la faccia sulla vulva, che ora cola abbondantemente.
“Oddio Mauro!! che voglia di cazzo che ho mmmmmmmmm…”.
“Ma lo tromberesti il mio amico se fosse qui?” farfuglio con la bocca immersa nel suo sesso.
“Mmmmmmmmm…Siiiiii. Dai!…daiii!… Lecca cornuto, daiii che vengoo! Dai!!! Daiiii!…eccolooooooooooooo” e si contorge come una serpe sgambando e scuotendo la testa a destra e sinistra, smaniando forte con la bocca aperta quasi non riuscisse a respirare.
Mi allaga la bocca e sobbalza nel letto con forti scossoni, che man mano vanno scemando.
Poi sospira diverse volte e infine il respiro le si fa man mano più lento.
Mi masturbo veloce e il pene semimoscio sussulta fra le sue chiappone, dato che s’era nel frattempo rigirata per rigettarsi nel sonno ristoratore, che dura tutt’ora.
Il semino l’ho gettato. In giornata, magari stasera stessa la riecciterò per portarla nel giusto stato d’animo per farle accettare l’idea di conoscere un uomo per farsi trombare. Ieri l’altro lui mi ha mandato le foto che gli avevo richiesto. E’ un bell’uomo alto, brizzolato, simpatico, con un bel sorriso e… un cazzo davvero maestoso: largo, nodoso, con una bella cappellona e due coglioni che promettono trombate multiple. Il massimo che un vecchio cornuto impotente come me possa offrire alla giovane moglie insoddisfatta e vogliosa di maschio.

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con il mio Sogno a metà strada

L’inverno è..la strada è deserta.Stavo tornando a casa,e sto ascoltare qualche cazzate alla radio.Il mio cellulare sta suonando.6 Tu.Ciao amore,ho soggiornata sulla strada, la mia auto si è rotta.OK,dove sei?A metà strada verso casa..Sto arrivando per 10 ,.minuti,stai in macchina su caldo,bacio.Sto cercando di pensare a quello che sarebbe potuto accadere con l’auto.Pero nn posso.Basta che Ti sento mi fai fuocoso.Continuo a guidare e mi ricordo…Farò una sorpresa.Dopo un breve periodo di tempo ho visto la tua auto lungo la strada.Mi fermo,acceso tutti 4 lampeggiatori,e esco fuori.Stai in piedi accanto alla macchina in un cappotto di pelle lungo.Buona serra signorina cosa e successo?Posso io aiutare?Risata…Auto si è fermato, non so cosa potrebbe essere.Cerchiamo di sollevare il cofano e vediamo.Dopo poco tempo, Cinghia dentata e andato,ma nn è un grosso problema.Se magari avete calze di nylon potrebbe essere risolto.Io non indossarle adesso, ma io possa avere uno di riserva nel cassetto.Ottimo.Cosi il problema è stato risolto.Qui vicino ce un bar,possiamo andare prendere qualcosa per riscaldarsi?OK,io Vi seguirò.Bar era quasi pieno,e dopo quelli freddo là fuori, è stato un vero piacere essere un po ‘caldo.Ci siamo seduti e abbiamo ordinato un drink.Abbiamo iniziato una conversazione,un po ‘di tutto,come nn ci conosciamo mai prima.Ero un po nervoso e molto eccitato,sgualcito l’intero tovagliolo.Ti ho guardato e goduto.Ogni pezzo del tuo corpo, la tua voce, è stato perfetto..quando,improvvisamente sentito il Tuo piede tra le gambe,mmmmmmmmm.Mi hai guardato con quel barlume prostituta nel tuo occhio.Ti piace,ho sentito la tua voce morbida ssiiiiiiiii..Sei alzata dal suo posto e si diresse verso il bagno..nn aspettavo molto,mi sono alzato. Sono andato attraverso il corridoio per il bagno delle signore.Non mi guardo indietro, ero troppo eccitato.Sono andato dentro,e iniziato a cercarti.Ho aperto un’altra porta e trovato.Cosa fai,cosa vuoi PORCO?Nn sono una puttana!Ho chiuso la porta con la mano.Nn sei,ma diventerai ora.Ho decompresso i miei pantaloni e tirato fuori cazzo gia duro.Succhialo…Tu mi guardi,No non voglo.Ti prendo per morso,SUCCHIALO..con tua piccola mano prendi mio cazzo e lo dai un bacino mmmmm cossssi,continua,fai una leccatina al capello e lo prendi in bocca oooo cazzo siiiimmmmmmhhhh che calda bocca hai,braaaava…prendo tua testa e comincio scoparti nella bocca mentre miei coglioni stano battendo il tuo mento uuuuuhhhmmmmm dalla tua bocca grondante saliva,sento solo il tuo gargling..lo tiro fuori e ti do qualche schiaffo con cazzo Siiii ancora,dai,sono stata cattiva colpiscimi.L’ho spinto di nuovo
nel tua bocca.Questa volta piu profondo,e ogni volta quando lo spingo sento come batte nel faringe.I tuoi occhi stano cominciare lacrime.Bsata,alzati.Ti ho preso,e sto spingendo verso l’alto il tuo vestito sopra i fianchi,e ti strappo perizoma,Aiii mi fai male.Non ti piace?Siii ma fai un po leggero mmmmmmmmm Ok bella.TCua bella figa rasata e gia bagggggnata mmmmm Una cena per me.Ti do un bacio in bocca..mi sono inginocchiato,guardo tua bellezza,rossa e fuocosa lo do un bacio,e comincio leccarla leggero mmmmmmm che sapore Sento i tuoi sospiri siiiii sto succhiare una poi altra le labbra mentre con dito giro le clitoride,mio mento e bocca sono pieni di tuoi succhi,che piacere,sento come mio cazzo sta di pulsare.Messo un dito nel figa e comincio scoparti,sempre più velocemente siiiiiimmmmmmmDaiii voglio tuo cazzo dentro di me,scopa mi.Mi alzero,ti spinto in angolo,preso sotto il culo e sollevato.Mentre si baciavamo tu con mano prenderei mio cazzo e stai con sfregiamento cercando di metterlo dentro uuuuuuuuhhhhhhmmmm che troia che sei.Hai avvolto le gambe intorno a me.E scivolato,ora sei incazzata,comincio la pompa.mmmmmmm daiiii forrrrrte,veloce.Tua figa è esplosa,rivoli attraverso cazzo,siamo bagnati di tuoi succhi.Scccopa mi,scccopa mi bastardo aaahhhh con i denti e lingua ti sto mordendo e leccare capezzoli come due orsetti gommosi.Siamo fuori della mente.Stai sfregando su cazzo con tutto peso.Fottiti
con tutta la forza e io nn voglio smmetere voglio riempire ogni millimetro di tua figa.E tu,ti stai sfregando come selvaggia aaaaahhhhh mentre io ti baccccio,leccooo e morso collo.Sei mia troia picola.Adoro l’odore e il gusto del tuo corpo.Sciendi giu,lo prenderei nel bocca,ingerirai,lecchi le palle mmmmmmmm come gooooooodo,6 come una lupa affamata.Hai leccato ogni goccia di tua figa sul cazzo lungo tutta la lunghezza.Prendo tovagliolo dal tasca e copro il coperchio della toilette.Gira ti,sali sul coperchio e inginocchiati.Tutti santi,che culo bellissimo.Lo do baccio,e comincio leccarti mmmmmmm che bello ano hai,spingo lingua dentro aaaaa sento come godi quando comincio girare con lingua siiiii come e stretto e rosso,sputo sopra il buco e inserisco dito.Qualcuno entra nel bagno.Qualcuno è entrato,può sentire.Mi sono avvicinato bocca del tuo orecchio,e sottovoce detto…non mi interessa e lentamente ho morso l’orecchio.Ho fatto un passo indietro,ancora sputato al’ano,strofinato delicatamente con cazzo,e leggermente spingevo dentro.
Così appoggiata sulla cassetta di acqua,ti ho dato a mordere e succhiare il mio pollice.Ahhhh singhiozzavi.Preso tuo culo con le mani e comincio incularti mmmmmmm quel piccolo buco,caldo e eccitante.Ti sto sto scopare lento,e con ogni e morso piu profondo.Attraverso i denti dici come vuoi piu feroce.Inizio spingere come un cavallllllllooooo e inizio combinare,poco ti faccio scopare culo,poco figa,ho voglia di mettere anche coglioni,e tu godiiii …sento come sei calda,tuo corpo sta bruciare,figa bagnata spreme con ogni colpo di palle.Ho fatto un passo indietro e bacio e leccare il tuo culo.Ti ho dato uno schiaffo sul culo un paio di volte e comincio di nuovo incularti ora con piu forza e violenza Ti piace mio cazzo e diventato purpureo con tracce di tuo succhi,come ti voglio uuuuuuuuummmmmmmm siiiiiiiiiii fai centrifuga con culo mi fai impazzire sei reggina di sesso prendo tuoi cappelli,ti attratto da me e lecco tuo collo mmmmmmm che piacere guardarti quando godi e vedere l’espressione sul tuo viso.Scendi.Tue gambe tremano.Con voce roca dici Sei matto.Ti capisco,ma verità e che mi tu fai matto.Mi sono seduto sulla toaletta,Vieni piccola..Hai diffusa le gambe e a cavallo.Le mani hai pendente sulla parete.Io ti preso per culo,e comincio a impallare,nn forte..in poco tempo movimenti sono coordinati e stai iniziando a spingere i fianchi mmmmmmmsssssiiiii il sesso è nel tuo sangue,che grande TROIA che sei,dai fa mi venire,voglio scaricare tutta sborra dentro di te siiiiiaaaaahhhhh piu forte,daiiiii sento dolce dolore all’inguine,continua cosssssi,braaaaaava mi tuffo faccia tra le tue tette,sto leccare tuo sudore mmmmmmmmmmm come sei buona,daiiiiii bella continua,piu forte,piu veloce ssssssssssiiiiii ti metto dito in culo e tu hai le dita tra i miei capelli,cominci accelerare e si scopavamo come due a****li,nel mio grembo e un lago godiamo ho spinto dito piu profondo e dicevo Guarda mi!Tu hai provato,ma nn sei riuscita per lungo,tuo piccolo corpo comincia a tremare,e io quando ho visto queste due mandorle sono esploso profondamente in te mmmmmmmmmmi sentivo ogni getto di sborra come uscire…eravamo così ancora un po di tempo in silenzio..eri riposata su di me..e io?Me nn frega niente,voglio che questo momento dura per sempre!Ci alzammo,ti do un bacio,e sono uscito.Quando sono arrivato al nostro tavolo,il cameriere mi guardò con stupore.Si avvicinò e disse confuso,Volete qualcosa da bere?Due tè,grazie.Il posto era già prima della chiusura.Quando tornò con il tè, ha chiesto timidamente,e la signorina?Ho risposto..Ora verrà, fissa il suo trucco in bagno.Ho pagato e gli ho dato una mancia.Poi sei arrivata.Eri meravigliosa come il primo giorno che ti ho incontrato 😉