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L’occasione di Rosa

Racconto trovato in rete su xhamster.

Rosa camminava svelta sul marciapiede perchè doveva dare un esame importante all’Università, si era vestita in modo provocante sperando di far colpo sulla commissione. Passando davanti a un negozio di abbigliamento intimo notò un babydoll molto sexy in vetrina, si fermò ad ammirarlo, mentre stava per riprendere il cammino una donna si affacciò dal negozio.
“Ti starebbe d’incanto con quelle belle curve che hai”
La donna era una bella mora con delle tette enormi strette in una maglietta attillata nera.
“Entra a provarlo”
“Ma veramente io avrei un po’ da fare”
“Cinque minuti dai senza impegno”
“Ma sì”
Cinque minuti in più di ritardo chi se ne frega pensò Rosa, sapeva benissimo che più che il Babydoll era la donna ad attrarla nel negozio come una calamita, dentro c’era un’altra commessa dai capelli biondi, anche lei con grandi tette messe ben in evidenza da una scollatura vertiginosa, la mora fece un cenno alla bionda che prese il Babydoll da un scaffale ed entrò nel camerino con Rosa. “Vuoi che esco o posso aiutarti a metterlo?”
“Sì sì rimani grazie”
Rosa trovava molto eccitante doversi spogliare nel camerino davanti a quella splendida donna, anzi avrebbe sperato ci fossero tutte e due, il suo sogno venne presto esaudito, la bionda dopo aver chiuso a chiave il negozio e messo il cartello “Torno Subito” entrò anche lei nel camerino, le donne avevano due gonne attillate sotto le magliette che evidenziavano due culetti spettacolari.
Rosa si sfilò lo striminzito vestitino che arrivava a malapena sotto al sedere rimanendo solo con il perizoma, indossò il Babydoll con l’aiuto delle due donne che le avevano più volte sforato il seno con le mani provocandole dei brividi di eccitazione, si ammirò allo specchio con le due donne dietro poi disse.
“Allora mi date un parere per favore?”
“Ti sta benissimo”
Dissero quasi in coro, poi la mora le spostò un po’ la spallina.
“Ecco così è meglio, girati che ti sistemiamo davanti.”
Le toccarono un po’ qui e un po’ là qualche pizzo sapientemente, la cosa fece eccitare Rosa che aveva i capezzoli turgidi.
“Ora abbassiamole queste spalline”
Disse la mora, con un rapido gesto le fece scivolare giù il Babydoll.
“Che belle tette che hai.”
Disse la bionda.
“Posso toccarle?”
Senza attendere risposta le mise una mano sul seno, lo stesso fece contemporaneamente la mora mettendole la mano sull’altra tetta, Rosa rimase un po’ sorpresa ma era eccitatissima.
“Sai è per sentire la differenza, noi due ce le siamo appena rifatte.”
Le due donne si sfilarono le magliette e rimasero con le enormi tette di fuori.
“Senti.”
Entrambe le presero la mano e se la portarono al seno, troppa grazia pensò, avrebbe voluto succhiarle tutte.
“Senti.”
Disse la bionda.
“Sono rifatte, ma abbiamo anche qualcosa di naturale.”
Aggiunse la mora, a queste parole entrambe le donne presero le mani di Rosa portandole fin sotto le gonne, quando insieme le appoggiarono nel punto cruciale Rosa rimase basita, due cazzi, dunque erano trans e avevano due cazzi enormi, non l’avrebbe mai detto tanto erano belle! Presa da una foga di eccitazione si inginocchiò, prese in bocca il cazzo della mora, poi passò alla bionda, desiderava ardentemente quei cazzi, passò da un cazzo all’altro mentre le donne le tastavano le tette, la mora fece accomodare Rosa a pancia in su su una panca che era lì nel camerino, si inginocchiò e cominciò a leccarle la fica.
“Sei bagnatissima, ti piacciono i nostri cazzoni eh?”
La bionda intanto si scopava Rosa in bocca.
“Mi piacciono oh siiiiii.”
Disse Rosa.
“Li voglio dentrooo.”
Riprese a succhiare il cazzo della bionda, la mora non se lo fece ripetere due volte, ficcò il cazzo nella fica di Rosa, poi le due si scambiarono posto fu la bionda a scoparsi Rosa, la mora si era messa di schiena appoggiando il culo sulla faccia di Rosa che cominciò a leccare il buchetto. “Voglio i vostri cazzi nel culooooo.”
Urlò Rosa, la fecero mettere a pecorina, la mora se la inculò mentre la bionda se lo faceva succhiare, poi la bionda si mise in terra pancia su e Rosa le montò sopra infilandosi il cazzo nella fica, da dietro la mora le leccava il buco del culo e poi glielo infilò dentro. Avvinghiata in quel sandwich in mezzo a quelle tette enormi Rosa godeva come non aveva mai fatto prima, raggiunse diversi orgasmi, alla fine si mise in ginocchio con la bocca spalancata.
“Ora sborratemi in bocca!”
Una dopo l’altra le donne le riempirono la bocca di sborra che Rosa mandò giù mentre continuava a toccarsi la fica in estasi con gli occhi chiusi.
“Quant’è il Babydoll?”
Disse Rosa.
“Omaggio della ditta.”
Rispose la mora.

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Sottomesso dall’amante di mia moglie

Prefazione:

Da donna a Femdom.

La donna dominatrice ha delle caratteristiche che piacerebbero in generale a tutte noi, soprattutto quando troppo spesso ci abbattiamo e sminuiamo le nostra capacità.
L’importante è ricordarsi che nascere dominatrici può essere una fortuna ma non è detto che non si possa imparare a diventarlo!
Ecco qualche consiglio per avere maggiore sicurezza in se stesse:

1) Essere spontanee, da sempre è il metodo migliore per essere sicure di sé.
2) Ascoltare sempre il partner con attenzione, dandogli consigli solo dopo aver sentito le sue ragioni e i suoi desideri.
3) Tollerare ed apprezzare i pensieri diversi dai propri perché danno comunque una visione diversa del mondo che può arricchire la propria persona
4) Nell’intimità cambiare ruolo e passar da preda a predatrice

(dal web)

“Dark Lady” è una seduttrice, manipolatrice anche se non necessariamente malvagia, comunque pericolosa.
È spregiudicata e sensuale, infedele e dannatrice; tuttavia non è infrequente il caso di ritratti femminili la cui ambiguità
è solo il prodotto di un distorto sguardo maschile.
Anonimo

1

“L’eiaculazione è il momento tragico, più atteso e più temuto. Dopo, la scena perde ogni fascino e ogni attrattiva. Come si spegnessero i fari colorati, lasciando solo quinte, false e grigie. Allora il mio inguine, che prima ribolliva come una pentola a pressione, quell’apparato sessuale piccolo ma potente, cessa di es****re. E’ come se al posto del pisello e dello scroto non ci fosse più nulla: il vuoto! La zona pelvica che aveva guidato il mio cervello, possedendolo e dirigendolo come nocchiero inoppugnabile, cessa di es****re persino per il mio sistema nervoso che non ne avverte più la presenza!”

A presentarsi in questo modo è Ludovico, 58 anni, marito di Janeth che ne ha solamente 39.
Ludo è un pervertito. In un angolo intimo e segreto della sua sessualità nasconde desideri e pulsioni che non si possono definire diversamente.
Il destino gli ha fatto incontrare Janeth e lui non avrebbe potuto chiedere di più dalla vita. Una ragazza stupenda, affettuosa, per forza di cose: innamorata. Janeth gli ha donato la sua bellezza, la sua dedizione e un bellissimo bambino.
Dopo 5 anni di pacifico menàge, un sabato tranquillo, Ludo ha chiesto a sua moglie se le andava di giocare un po’; da quel giorno un universo perverso si è schiuso pian piano davanti ai due sposi che, in segreto, ogni tanto diventavano amanti e complici.
Negli anni in cui riteneva di avviarsi verso una lenta e pacata pace dei sensi, Ludovico ha iniziato uno dei percorsi più turbolenti e impegnativi del suo dirompente erotismo.
Anche Janeth aveva un lato oscuro: Ludovico non poteva saperlo. Adesso doveva subirlo, godendo e soffrendo per la sua sottomissione.

Il gioco ebbe inizio con una inversione dei loro ruoli.
Così fu Janeth a penetrare le terga del marito con un oggetto abbastanza insolito: il manico di una spazzola per capelli. La prima azione anale di Janeth, non significò solo un momento di piacere trasgressivo ma una vera e propria presa di posizione nella parte erotica del loro convivere.
Ogni tanto se il momento, il periodo e l’eccitazione la ispiravano, la moglie faceva capire al marito che lo “voleva” e lui, immediatamente, diventava schiavo e prono, scodinzolando felice in attesa di essere maltrattato.
Oltre a penetrarlo con oggetti sempre più grossi e sofisticati, Janeth lo trattava come uno schiavo del piacere, costringendolo a bere i suoi liquidi e percuotendolo spesso con fruste e bacchette. I colpi, all’inizio, erano riservati al sedere ma poi, cominciò a provare piacere a colpirlo con la bacchetta sulle gambe, sulle piante dei piedi e sulla pancia.
Ludo era molto poco dotato e in quei periodi di profonda prostrazione, il suo membro diventava piccolo e inconsistente, assolutamente inadeguato alla penetrazione. Dopo aver soggiaciuto alle bizze e alle percosse, quando sua moglie aveva finito con lui, Ludovico si dava piacere da solo, sotto lo sguardo umiliante e divertito di Janeth.
Naturalmente la differenza d’età, col tempo, rese ancora più difficile per Janeth ottenere un rapporto soddisfacente dal punto di vista puramente femminile, fu così che, d’accordo col marito, organizzarono qualche appuntamento con giovani partner occasionali e, spesso, anche abbastanza impacciati.
Il fatto che fossero dotati di peni che potremmo definire “superbi”, era certo un premio ben accetto ai buchi vogliosi di Janeth, ma il piacere maggiore lei lo traeva dallo sguardo, voglioso ma sofferto, di suo marito. Ludovico, combattuto per natura, s’impastava di desiderio e di amarezza. Desiderio, perché il cazzo piaceva anche a lui e amarezza perche era sempre un sottile dolore vedere sua moglie “scavata” e spesso impalata da dei rozzi sconosciuti.

Poi, la signora, posò gli occhi su un collega insegnate che le faceva il filo. Lo valutò accuratamente e ne fece il suo amante, sotto lo sguardo impotente e lussurioso del coniuge.

2

Ludovico aveva dovuto seguire l’evoluzione del rapporto tra sua moglie e l’amante: era la sua condanna! Sapeva delle avance che lei riceveva e conosceva quale comportamento adottava: ora lusinghiera e disponibile, ora arroccata e difficile. Non c’era amore tra i due!
Quando lei decise di capitolare lo fece nel più terribile dei modi: mise le cose in chiaro con tutti e due e fece in maniera da mortificare Ludo.
Anche Ciro dovette superare una prova difficile. Era più giovane di lei; aveva avuto un paio di fidanzate… ma una vita diremo “tradizionale”. La sua attrazione, quasi innocente, per la bella signora si sarebbe potuta evolvere in una passione irrealizzata o in una breve avventura sentimentale, invece Janeth ne fece un mix di sesso e perversione.
Forse, se Ciro avesse saputo prima a cosa andava incontro, si sarebbe defilato, temendo le conseguenze di tanta libidine ma lei seppe cuocerlo a puntino: in circa sei mesi gli costruì intorno una tela a cui difficilmente sarebbe potuto sfuggire.

Il primo incontro vero avvenne in un Motel.
Ciro prese una stanza e vi ci portò la sua conquista.
Ludo aveva una camera già prenotata.
Quando le carezze si fecero più intense e il pene di Ciro più gonfio, Janeth, candidamente spiegò al suo possibile amante che suo marito era a pochi metri e che lei gli avrebbe telefonato, per descrivergli l’evolversi di quel rapporto proibito.
Janeth si spogliò, languida e provocante; Ciro aveva l’età in cui il fallo non perdona e si mostrò dotato in maniera più rosea di ogni aspettativa.
Quando, dopo la seconda eiaculazione, Ciro si sentì più tranquillo, a Ludo, che aveva sentito tutto, fu permesso di entrare.
Una volta nudo e un po’ osceno, dovette pulire la moglie, stravaccata su un divano, da ogni traccia di seme maschile. Insomma, indirettamente, con la lingua dovette assaggiare lo sperma di Ciro che, impreparato a tanta libidine, osservava incredulo la scena.
Lo colpì pure l’espressione estatica e trionfante di Janeth, qualcosa, nel suo subconscio, lo avvertiva che quella era una donna da temere.

3

“Come dicevo, mentre la mia mente (che tende alla depravazione) mi provocava scariche di adrenalina ed emozioni irripetibili, durante le “attese”… dopo essere venuto, il piacere decade all’istante, e rimane solo il senso “puro” di ciò che sto vivendo: vergogna, frustrazione, dolore. La cosa orribile è che dopo solo poche ore, quando ritorno eccitabile diciamo, comincio a godere di nuovo, e proprio a partire dal senso mortificante di prostrazione che mi era stato appena inflitto. Una vera trappola psichica che ti condanna a subire… all’infinito.”
Col tempo, i tre amanti diventano sempre più affiatati.
Janeth, in piena tempesta ormonale, inizia a sperimentare una forma di piacere costruttivo, ideale. Prima dei rapporti veri e propri, in passato, l’eccitazione arrivava per contatto, dalla sollecitazione dei suoi punti erogeni; adesso si sente salire il sangue alle tempie pensando a cosa farà subire al marito.
Il solo paragone tra i due peni, ad esempio: la “lumachina” ritrosa di Ludo e l’asta infaticabile del giovane Ciro, le esalta i sensi e le fa esplodere dentro la voglia.
Ludovico, povero e maledetto, gode e soffre della confidenza disastrosa tra i due amanti. Non si preoccupa del sentimento, eppure, dopotutto, nemmeno lui si sente amato: anni di matrimonio e il piacere da condividere con Ciro, fanno della loro unione, una specie di rispettosa società. Il giovane, infine, conferma il vecchio adagio che recita: Chi non l’ha fatto prima lo farà poi…
Meridionale, di buona famiglia, osservante ed ex chierichetto, nel pieno del vigore si è ritrovato nel ruolo di “stallone” di una “milf”, calda e piacente. Il marito, cornuto e lascivo, all’inizio lo disturbava… col tempo, tanta sottomissione, finisce per solleticare la sua neonata libidine.

4

Come capita nelle menti complicate, Ludovico mette a punto un piano. Non avrebbe mai il coraggio di rompere l’incantesimo che affascina lui, per primo, però Ciro merita una lezione, si sente troppo sicuro di sé. Per questo, si cerca un alleato: Gino!
Gino, per il web “Sologi70”, nella vita è uno navigato che va per la 60ina; anche lui ha una compagna più giovane (questo Ludo lo scoprirà in seguito). A Ludovico sembra un uomo pratico dei menage complicati e, cosa utilissima, è vicino al suo paese.
Nella corrispondenza con Gino, Ludovico accenna poco alla moglie, vuole conoscere bene chi potrebbe portarsi in casa… poi, la rapidità con cui l’uomo si rende disponibile ad ogni desiderio comincia a diventare eccitante.
Trova il coraggio per incontrare il vecchio signore e scopre con piacere che si tratta di una persona distinta, ammodo, che non si preoccupa di nascondersi, né troppo schiavo della segretezza: un vero esecutore. Preciso, puntuale, freddo.
Nonostante sia più un cuckold che un masochista, Ludovico accetta subito i modi spicci dell’altro, che lo domina subito anche dal punto di vista mentale. Nella prima sessione, senza porsi problemi, gli fa il culo, in tutti i sensi: prima con una bacchetta molto flessibile, poi con il pene che si mantiene ben turgido. Infine, lo costringe a bere tutto il suo seme.
Gino prende delle foto eloquenti dell’accaduto ma, con estrema discrezione, lo fa col cellulare di Ludo. L’unico impegno che gli chiede, e senza mezzi termini, è di mostrare il tutto a sua moglie. Ludo, intimamente, gode della scaltrezza del suo aguzzino:
– E’ l’uomo giusto! – pensa tra sé.

5

– Non ti bastava, è vero? – disse Janeth, spenta la luce. Ludovico, dopo una serie di titubanze, le aveva mostrato le foto del suo “peccare”. Le immagini, esplicite, si avvicendavano sul Tablet e sua moglie sembrava perplessa.
– E’ stato più forte di me… quell’uomo è talmente deciso che divento molle nelle gambe… mi sento un automa; uno schiavo senza volontà. Se devo dire tutto… – Ludo fece una pausa, mentre parlava a bassa voce nel grande letto.
– Tutto, non ammetterò altri segreti! – disse la moglie, stranamente irritata. Già in altre occasioni lei aveva notato quella particolare forma di maliziosa vigliaccheria. Il masochista, cornuto e schiacciato come una serpe, strisciava nell’ombra, per portare a termine progetti del tutto suoi… era irritante. Intrigante, invece, era il dubbio che la “vittima” agisse in quel modo subdolo proprio per stuzzicare la sua Padrona. Sembrava godere di essere colto in flagrante… il senso di vendetta rendeva il gioco più vero, più cattivo.
Insomma, la parte prona dell’uomo, sembrava farlo apposta a creare piccoli “incidenti” operativi per stimolare il risentimento di chi, di lì a poco, lo avrebbe sottoposto a una decisa punizione.
– In realtà è stato proprio Gino a imporre che tu vedessi le mie foto insieme a lui! – disse, quasi tremante.
La moglie si limitò a “registrare” quel tradimento del suo schiavo.
La notte passò senza ulteriori commenti… però, il sabato, Ludovico si ritrovò a girare nudo per casa, con le calze nere, i tacchi e la guepiere. Fece prima da servo, poi da oggetto per la coppia felice. Per l’intero pomeriggio si divertirono a stuzzicarlo, a umiliarlo; Janeth, dura e malvagia col marito, dedicava al giovane Ciro dolcezza e dedizione.
Fu un pomeriggio lungo. Janeth, alla fine, volle che Ciro sodomizzasse anche il marito, costretto a sdraiarsi sul tavolo della cucina.
A cosce aperte, con la sua pancia pronunciata, sembrava più un tacchino che un oggetto sessuale… la donna teneva in tiro il povero Ciro, imboccandosi spesso il pene per farlo tornare turgido e stuzzicandogli lo scroto, quando pompava in suo marito.
Eppure, mentre si avvicinava all’orgasmo, il giovane fu pervaso da una rabbia erotica: sembrava “il grido” di un maschio a****le. Godeva più del dominio che per lo sfregamento in sé e, ansimando, scaricò il poco seme che gli restava tra le terga indolenzite di Ludovico.
Però, nonostante la profonda intimità del momento, la donna, delle foto segrete e dell’esperienza di Ludovico con Gino, non fece mai parola.

Qualche giorno dopo Ludovico sottopose a sua moglie una strana richiesta:
– Gino vorrebbe conoscerti, al telefono… se ti va. – cominciò – Giuro: non ha imposto niente, ha solo chiesto educatamente se può salutarti e… e poi… – Janeth era divertita dall’atteggiamento di Ludo e incuriosita dalle richieste del “fantomatico” Gino; ascoltò senza mostrare emozioni.
– Gino dice che, se ti va, potreste sentirvi la prossima volta che vado con lui, in sessione, diciamo. –
Janeth non amava quegli sciocchi termini legati al mondo BDSM, sembravano ostentare l’appartenenza a una Setta segreta e abbastanza risibile, ma non redarguì suo marito.
– Non so… – rispose senza troppo entusiasmo – potremmo provare, quando sarebbe? –
Trovarono un accordo sul giorno opportuno.
La mattina del venerdì successivo, Ludo si recò allo studio di Gino e si spogliò dalla cintola in giù, come di prassi. Poi si mise in contatto con sua moglie che, per l’occasione, se ne stava parcheggiata nello stallo di un Centro Commerciale.

“La prima richiesta di Gino mi spiazza completamente; si fa passare mia moglie al telefono e poi, una volta presentatosi, mi ordina di andarmene nel bagno, in attesa di essere chiamato.
Loro due intanto iniziano una fitta conversazione… parlano di me, ne sono certo, e la cosa mi da un po’ sui nervi.”

Il povero Ludo si sente escluso: non se l’aspettava.
Come Gino aveva intuito, Janeth trova eccitante parlare con uno sconosciuto delle debolezze del marito; descrive pure, con dovizia di particolari, alcune delle scene più umilianti a cui lo ha sottoposto. Indugiando in quel resoconto assai intimo e privato.

Quando sua moglie e il suo aguzzino hanno terminato di discorrere, con la confidenza di due fidanzati, Gino torna da Ludovico e gli passa il cellulare:
– Bene, ora iniziamo la nostra seduta ma tu dovrai descrivere con precisione tutto ciò che subisci. Chiaro? – non attese risposta anzi proseguì con malizia – Naturalmente non saranno ammesse omissioni… se ti vergogni di raccontare qualcosa sarai punito; credo che tu lo sappia. Lo sai chi comanda tra di noi e chi deve servire… Janeth vuole sentirti mentre accetti… –

“La mortificazione, la leggerezza con cui quell’altro parlava di me, come se fossi uno schiavo comprato al mercato, un cane da addestrare, non provocano il mio risentimento, al contrario. Un languore orribile e liquido mi rende molle, prono, scodinzolante. Sono un uomo grosso e imponente eppure mi sento immediatamente femmineo, comincio a raccontare a mia moglie ciò che sono costretto a subire, con la stessa titubanza vogliosa e la voce in falsetto di un povero eunuco, deflorato dal suo Sultano.”
Così Ludo inizia, a s**tti, a descrivere la sequenza del suo amato “calvario”:
– Sto ricevendo… ahi… 30 colpi, con la cinta… sì sul sedere, sì! Sono piegato a 90 gradi al centro della camera… – più si fa male, più diventa languido e intanto Gino si esalta, sentendolo parlare con sua moglie.
– Scusami se adesso non parlo… Gino mi ha messo in ginocchio e vuole imboccarmi… ecco, adesso lo vedo, lo prendo: ha il pene duro e puntuto. – e poi – Muoio a doverlo dire ma adesso il signor Gino mi sta infilzando con tutta la verga… ho tanto male dietro, ma lui spinge forte! –

6

Il signor Gino era uno”sgamato”, esperto della tempistica femminile, adoperava le parole giuste. Faceva nascere il desiderio con una specie di promessa: forte, decisa, quasi uno schiaffo a mano aperta… però senza colpire: lasciandoti a metà, insoddisfatta e pensosa.
Anche se per Janeth; incontrare un “vecchio” non era proprio il primo dei desideri, pure sentiva che Gino aveva il preciso obiettivo di scoparla. Come osava?
Aveva un marito ubbidiente e uno stallone per amante, doveva e voleva essere rispettata! Una specie di Super-femmina che aveva tutto e lo sapeva gestire, eppure, quel maledetto la rendeva curiosa.
Alla fine la rete di Gino si chiuse e Janeth accettò di incontrarlo, insieme al marito, naturalmente, e solo per guardarli “fare”.
L’uomo era riuscito nel suo intento e Janeth, pur non sentendo obblighi particolari nei riguardi di Ciro, non gli disse nulla, anzi, gli tenne segreto quell’appuntamento.

S’incontrarono di domenica, un pomeriggio.
Gino che sapeva trattare con disinvoltura anche le azioni più libidinose. Così, mentre organizzava un complesso “menage a trois”, con altrettanto infantile entusiasmo, li aveva avvertiti che, se ci riusciva, avrebbe riservato loro una sorpresa.
Era quel suo tono quasi canzonatorio a irritare Janeth: lei voleva trasmettergli la sua sicurezza e lui sembrava sorriderne sornione, senza mostrare alcuna preoccupazione, come se sapesse bene dove sarebbe arrivata!
Li mise a proprio agio, poi ordinò a Ludo di fare come al solito, di restare solo con la camicia e per il resto nudo. Poi, semplicemente, invitò Janeth a restare in intimo.
Lei si finse sorpresa ma sfoggiò con estremo piacere le sue strazianti lingerie e le calze a rete carnicino.

Janeth esibì la sua bellezza per poi raggiungere il divano, procedendo sicura sui tacchi alti; sedette in bella posa ma con le gambe accavallate, serrate; decisa a tenere ben chiusa la sua vulva, per quella sera.
Il marito non venne maltrattato particolarmente: tenendolo a lungo in ginocchio, il vecchio bisex, gli affidò il pene; Ludo succhiava avidamente, e lo rese subito turgido.
Poco dopo “la sorpresa” arrivò davvero, in una Panda grigia.
Gino si richiuse la patta in fretta e fece indossare le mutande a Ludo, che si accomodò sul divano, con Janeth. I due, imbarazzati, si misero sulla difensiva, pronti a lasciare quella casa estranea.
Gino andò ad aprire e lo sentirono parlottare a bassa voce con qualcuno. Rientrò da solo, sorridente:
– E’ arrivata mia moglie. Non sapeva della “visita” ma l’ho convinta a unirsi a noi, se non vi spiace. Il tempo di fare la doccia… –
I due sul divano si guardarono e accettarono la novità, ormai erano in ballo… però Janeth era fredda e aveva perso ogni possibile senso di eccitazione.
Gino servì un piatto di olive bianche e del Martini Dry allungato col ghiaccio.
Dopo alcuni minuti arrivò sua moglie, giovanissima rispetto a lui. Aveva un corpo sinuoso, era una donna alta, indossava solo l’accappatoio e una mascherina che ricordava il taglio d’occhi di una gatta.
Gino li presentò e poi, delicatamente, riprese in mano la regia dell’incontro. Quando riuscì a sciogliere il ghiaccio, i quattro si lasciarono andare, serviti a dovere dall’ospite che conosceva perfettamente i loro vizi privati. Mostrò sua moglie del tutto nuda e la scopò in piedi, mentre se ne stava solo leggermente china verso avanti; Ludo, in ginocchio, doveva gironzolare intorno, facendo viaggiare la lingua sotto i loro sessi.
Poi, Gino sedette accanto a Janeth, ignorandola, mentre sua moglie si pose su di lui, in estasi… dopo poco le cose si complicarono e i quattro godettero ripetutamente, in modo spesso osceno.
Gino, certamente aiutato da qualche farmaco, si mantenne duro per oltre un’ora… naturalmente avere per sé due donne giovani, vogliose e nel pieno della femminilità, non capitava tutti i giorni. Ludovico si rese utilissimo con la bocca e con le dita, riuscendo persino a far spruzzare sua moglie, in un orgasmo che non finiva più. Alla fine, soddisfatti tutti, si masturbò tutto solo ripensando all’accaduto.

7

All’insaputa di Ciro (amante ufficiale di Janeth) gli incontri si ripeterono tre volte nei mesi successivi.
Mentre Ciro veniva tenuto all’oscuro del tradimento inverso cui era sottoposto, la sua amante, insieme al marito, si dava a un “vecchio farabutto”.
Janeth si godette quel periodo; il suo carattere malizioso gioiva pure dell’intrigo, le piaceva intrecciare rapporti segreti, anche se Ludovico finiva sempre per sapere la verità. Così, oltre a incontrare Gino e sua moglie, fini per farsi scopare anche da Gino, singolarmente, anzi decise di donargli anche il di dietro. Il tutto avvenne all’insaputa di Ludo e della signora.
I due fedifraghi andarono a prendere delle pizze ma, poco dopo, inventarono un tipico blocco del traffico del sabato sera. Invece erano fermi, a pochi passi da casa, abbarbicati nella famosa Panda e incastrati sul seggiolino di dietro.

Poi il gioco finì, come succede in questi casi e, lentamente tutto ritornò come prima.
Una sera d’inverno Ciro si recò a casa loro… erano mesi che non si incontravano espressamente. Lui non era un play boy, e, anche se la fortuna lo aveva inserito nelle grazie di Janeth, quando lei non gliela dava per lui risultava difficile avere dei rapporti decenti; non era nemmeno fidanzato, nell’ultimo anno non ne aveva sentito l’esigenza.
Invece di iniziare a fare sesso però, Janeth, nonostante fosse sdraiata sul letto con lui, iniziò una falsamente sofferta descrizione di quello che c’era stato con la “famiglia” del sig. Gino.
Gli amplessi, le copule e gli intrighi vennero riferiti in tutta la loro sconcezza: unico responsabile? Il povero Ludo che, intanto, ascoltava impotente dal sediolino della toilette.
Ciro era meridionale e focoso e non apprezzò subito la vena erotica sottesa nella parole della sua “femmina”.

“L’eiaculazione è il momento tragico, più atteso e più temuto” racconta Ludo di quella serata, “e quei due sapevano come adoperarla contro il mio piacere e la mia dignità. Che potevo fare? Se non aspettare quelle fatidiche ore che mi avrebbero ridato un’eccitazione tale da apprezzare la tortura che, Ciro, d’accordo con mia moglie, mi stavano imponendo.”
Pretesero che Ludo si mettesse in piedi e, mentre ridacchiavano, si facesse la sega fino a venire, col pisello moscio e senza goderne. Appena scarico, fu condannato a mettersi di pancia sul suo sedile.
In perfetta sintonia, i due amanti si dedicarono al suo povero di dietro e gli inflissero una delle più tragiche e dolorose umiliazioni. Lei gli infilò nel culo un profilattico da donna, di quelli che usano certe puttane, poi insieme a Ciro, iniziò ad armeggiare con un vecchio gioco dello Shangai, dimenticato da anni. Era più un elemento decorativo, etnico, infatti i bastoncini erano di legno, enormi. In questo modo, l’intero fascio di asticelle risultava più grosso del pugno di un uomo.
La prima dozzina di bacchette vennero infilate facilmente nel buchetto lubrificato ma il fastidio, per Ludo, fu immediato, perché lui non provava alcun piacere, solo dolore e imbarazzo.
I due, nudi e giocosi, non si fermarono… a metà del fascio, Ludovico si sentiva dilatato, spaccato, ma non si ribellò anche se sudava e si mordeva il labbro a sangue.
Ci misero quasi un’ora a inserire tutte le aste, rompendo per sempre ogni sua naturale resistenza e sottoponendolo a una vera tortura fisica e morale. Alla fine lo lasciarono scappare in bagno, dove rimase a lungo, dilatato e senza forze.
Una grande amarezza lo avvinse, mentre meditava sul suo stato ma poi, sentendo le grida di sua moglie sotto i colpi del cazzo di Ciro, pensò:
“Sono un uomo fortunato!”

FINE

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Chat con Gaia di Roma

Stranger: ciau =)

You: ciao

You: m o f?

Stranger: io sono Gaia

Stranger: tu?

You: Io Erica

You: anni?

Stranger: Cerchi ragazzi o possiamo parlare un po’?

Stranger: 🙂

Stranger: 🙂

Stranger: cerchi ragazzi o possiamo parlare?

You: parliamo dai

Stranger: 🙂

Stranger: 19 anni cmq

You: io 26

Stranger: Di dove?

You: Di Pavia

Stranger: Io Roma

Stranger: che fai lavori?

You: si

You: tu?

Stranger: idem

Stranger: oggi mi riposo però

Stranger: 🙂

You: Capito…

You: Che lavoro fai?

Stranger: Commessa

Stranger: ti

Stranger: tu? 🙂

You: Programmatrice

Stranger: uuu figo

You: hai il ragazzo?

Stranger: allora mi sai dire come mai omegle si disconnette cosi spesso? 🙂

Stranger: cmq no niente ragazzo

Stranger: sono un po’ strana diciamo 🙂

You: Boh a me non si disconnette

You: in che senso? non ti piaciono gli uomini?

Stranger: Negli ultimi due anni non molto

Stranger: l’ultimo ragazzo ce l’ho avuto due anni fa circa

Stranger: poi più niente e neanche mi frega

You: capito

Stranger: tu?

You: io convivo con un ragazzo, ma sono “sempre” stata bisex 🙂

Stranger: wow figo 🙂

Stranger: Io si in questi due anni ho avuto qualche esperienza con ragazze ma non credo di potermi definire lesbica

Stranger: o cmq non al 100%

You: capito

You: hai voglia di parlarmi un po’ di queste esperienze che dicevi… sono curiosa…

Stranger: se hai tempo si volentieri

You: certo

You: 🙂

Stranger: che vuoi sapere? 🙂

Stranger: che vuoi sapere? 🙂

You: Mah

You: vedi tu

You: raccontami quello che ti sembra + interessante

You: le situazioni, le sensazioni

Stranger: Le sensazioni più forti posso dirti che le ho in piscina,trovo molto sexy le ragazze col costume intero e mi piace guardarle sotto il pelo dell’acqua,mi piace fermarmi e guardarle mentre si muovono

Stranger: e ovviamente adoro il momento della doccia,ma lì devo stare più attenta a non farmi beccare 🙂

You: interessante

You: mi hai intrigato

You: anch’io adoro i costumi interi, sanno essere + sexi di qualunque bikini in certi casi

Stranger: Poi le forme delle ragazze che fanno piscina sono pazzesche secondo me,non tanto le spalle grandi quanto il sedere e le gambe 🙂

You: e come ti piacciono le ragazze? magre grasse bionde more seno piccolo grosso ecc

You: ?

Stranger: magra ma anche leggermente in carne va bene,mi piace avere qualcosa da mordere 🙂

Stranger: capelli corti tipo caschetto

Stranger: pelle chiara

Stranger: seno normale non mi frega che sia troppo grande

Stranger: una bella bocca e bellissimi piedi 😛

You: ti piacciono i piedi?

Stranger: ehm…si 🙂

Stranger: tantissimo

You: ci somigliamo un po’…

You: eheheh

Stranger: giura 😀

You: tu come sei?

You: sisi 🙂

Stranger: mora,capelli lunghi,magra,pelle chiarissima,occhi neri,seconda scarsa di seno

Stranger: 🙁

You: sembri carina… alta o bassa?

Stranger: 1.70

You: io 1.68

Stranger: e poi? 🙂

You: mora

You: pelle scura

You: capelli e occhi scuri

You: seno terza

You: e un bel culerro 🙂

Stranger: Piedi? 🙂

You: ]culetto

You: pedi curati e piccoli, io li adoro 🙂

You: ma ti piace anche fare giochini coi piedi?

Stranger: Tantissimo 🙂

Stranger: a te??

You: si

Stranger: uuuuuu 🙂

You: il mio uomo me li lecca tutti, mi eccita da impazzire 🙂

Stranger: Ma dobbiamo conoscerci allora 🙂

You: a te cosa piace?

Stranger: Hai tempo? ahahahah

You: sisi

Stranger: 🙂

Stranger: Allora tutto quello che mi piace amo sia farlo che farmelo fare

You: Beh, io non proprio, tipo, giochi coi piedi preferisco subirli che farli, però mi è capitato di farli anche, senza problemi…

You: Dimmi di più comunque 😉

Stranger: Ok dopo ti chiedo allora 🙂

Stranger: Mi piace leccare le piante dei piedi e succhiare le dita una per una e poi insieme

Stranger: mi piace mordere piedi e caviglie

Stranger: leccare il collo e poi usare le dita per penetrare e massaggiare la cosina 🙂

Stranger: e mi piace anche usarle nel culetto 😛

Stranger: Sono pervertita totale per i piedi XD

You: sono un sec al tel

Stranger: fai fai pure

You: oddio, io non sono così spinta, ma mi piacerebbe provare qualche volta

Stranger: Oddio scusa ho esagerato?

You: nono ma va..

You: io adoro le perversioni, mi eccitano anche se alcune cose non le farei mi eccitano 🙂

You: sono un po’ maialina anch’io

Stranger: Cosa ti piace fare?

You: Mi piace farmi leccare, più o meno dappertutto

You: farmi baciare le orecchie e leccare mi eccita molto

You: non so cosa ne pensi tu del buchino dietro, ma a me piace molto usarlo, e farmi leccare li mi fa impazzire…

Stranger: Ok sono tua XD

You: eheheh

You: cambiando un po’ argomento

You: su queste chat ti hai provato ad usare anche quelle con la webcam?

Stranger: Si ma sono piene di uomini

You: eheheh

Stranger: 🙁

You: è vero

You: ma il problema è che la maggior parte non sanno minimamente come farti eccitare…

You: pensano che basti mettersi li col cazzo fuori…

You: però ogni tanto quando ho tempo da perdere mi piace andarci….

You: mi piace mostrarmi e anche prendere ordini, se gli ordini sono un po’ + eccitanti che “spogliati” “masturbati” eheheheh

Stranger: Ok ho ufficialmente caldo 🙂

You: eheheh

Stranger: Tu come faresti per farmi eccitare? 🙂

You: ma innanzitutto dovrei sapere cosa piace a te… sei più dominante o sottomessa?

Stranger: Sottomessa completamente 🙂

You: anch’io..

You: però potrei fare un’eccezione per te 🙂

You: mi piace recitare la parte della pardona anche eheheh

Stranger: mmmm

Stranger: e cosa vuoi padrona??

You: innanzitutto per rendere la cosa + personale ti darei un nomigliolo, ovviamente d’evessere qualcosa che ti eccita… a te cosa piacerebbe? a me piace per esempio anche un po’ essere insultata quindi farmi chiamare puttanella da uno sconosciuto/a in cam mi fa eccitare molto per esempio, magari a te piace di più qualcos’altro…

Stranger: Cosi su due piedi non saprei 🙂 fai tu

You: poi visto che ti piace mentre sei vestita normale ti mostrerei i miei piedini in cam e ti direi di farmi vedere come me li leccheresti…

You: ti ordinerei di sbavare per i miei piedi

Stranger: Ma usi qualche sito particolare di cam?

You: boh, dipende

You: omegle chatrandom ciaoamigos

You: sono + belli quelli con le stanze, perchè puoi scegliere anche le stanze solo donne

You: eheheh

Stranger: Lo terrò presente 🙂

Stranger: Continuiamo o hai da fare?

You: come vuoi…

You: io non ho impegni

Stranger: Vai allora

You: ok

Stranger: io mi sto un po’ toccando ti disturba?

You: ehehehanch’io

Stranger: :)))))

You: poi potrei già iniziare a chiederti di spogliarti, ma un vestito alla volta e commentando il tuo modo di vestire, sopratutto l’intimo ovviamente… il tutto piano piano e creando l’aspettativa giusta

You: poi vorrei vedere bene il tuo buchetto del culo e te lo farei lubrificare con un bel po’ di saliva…

You: magari potresti farlo ora se ti va

Stranger: Ho anche della vasellina 🙂

You: nono la saliva mi piace molto…. a te no?

Stranger: Tantissimo

Stranger: 🙂

Stranger: mi eccita un sacco

You: eheheh

You: che porca

You: mi sono bagnata nel frattempo…

Stranger: Io tantissimo 🙂

Stranger: Potremmo anche parlare come se fossi qui con me se ti va

You: tipo?

You: sai cosa adoro? quando mi bagno così tanto che mi cola fino al buco del culo 🙂

Stranger: mmmmm

Stranger: Te la sto leccando tesoro 🙂

You: mettiti un dito in culo mentre me la lecchi

Stranger: mmmm

Stranger: A te che giochi piace subire con i piedini mi dicevi?

You: quelli che hai detto vanno benissimo ci mettiamo una davanti all’altra tu con un mio piede in bocca, me lo devi ciucciare come fosse un cazzo, te lo infili più che puoi e nel frattempo mi masturbi col tuo piedino come più ti piace…

Stranger: Oddio muoiooooooooooo

Stranger: la tua patatina com’è??

You: è tutta depilata e completamente fradicia… la tua?

Stranger: Io ho un po’ di peli,mi piace di più

Stranger: posso immaginarla cosi la tua?

You: certo

Stranger: E poi? 🙂

You: poi sarebbe ora che mi dessi un po’ di bacini sul culetto, prima dolci, poi ti premo il viso tra le mie chiappe e ti ordino di infilarci la lingua…

Stranger: Te lo lecco tutto il tuo buchino

Stranger: e ci infilio anche un ditino del piede se vuoi 🙂

You: si dai

You: che vuoi fare ora?

Stranger: Voglio che apri le tue gambe e mi fai usare un po’ le mani,la lingua e i piedi 🙂

You: Ok, ma prima lubrificami bene con la tua saliva, mi devi sputare addosso!

Stranger: Che altre porcate ti piacciono??

Stranger: Esagera se vuoi 🙂

You: te ne ho già dette molte… Ti stai ancora toccando?

Stranger: Sono venuta e ho ricominciato 🙂

Stranger: Ho il letto fradicio 🙂

You: ahahah dovevi dirmelo…

You: ma schizzi?

Stranger: ehm…un pochino 🙂

You: che bello! mi schizzeresti addosso? non ho mai provvato…

Stranger: Siiiiiiiiiiiiii

Stranger: A me piace una cosa un po’ sporca posso dirla? 🙂

Stranger: Sono un po’ troppo eccitata forse

Stranger: sto perdendo il controllo e la ragione 😀

You: dimmi dimmi

Stranger: Mi piace la pipì addosso XD

You: oddio

Stranger: scusa 🙂

You: ma sei proprio una porcellina, mi piaci!

You: e come ti piace?

You: vorresti che te le facessi addosso?

Stranger: siiiiiiiiii

Stranger: sulla faccia e sul seno 🙂

You: io te lo farei….

You: sai cosa mi piacerebbe?

Stranger: dimmi

Stranger: devo venire di nuovo aiuto 🙂

You: ti porterei fuori in un posto pubblico e ti farei fare la pipi addosso, mi ecciterebbe molto il fatto che lo fai in pubblico solo per eccitarmi, ti devi proprio inzuppare i pantaloni o la gonna, poi andiamo in un luogo un po’ riservato e te la asciugo io la passerina con la lingua…

Stranger: mmmmmmm

Stranger: mi eccita tantissimoooo

Stranger: mi fai anche la pipì nei piedini??

You: si, ma mentre hai su le ciabatte 😉

Stranger: e poi???

Stranger: (vieni con me intanto io ci sono quasi)

You: poi le ciabatte te le faccio leccare bene…

You: come ti stai masturbando? dove sei che posizione, che vestiti…

Stranger: Nudaaaaaa

Stranger: a pecorina con due dita davanti e uno dietro 🙂

Stranger: tu?

You: io nono in poltrona con canottiera, niente reggiseno e mutandine inzuppate…

You: mettine due di dita dietro!

Stranger: oddiooooo

Stranger: sn venuta di nuovo :)))

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il lento scivolare di una coppia verso la sottomis

chi mi volesse contattare può scrivere a [email protected]

L’indomani proseguì la parte finale dell’addestramento delle due donne madre e figlia, ma non per questo il trattamento che avrebbero dovuto subire sarebbe stato più clemente da parte di Marco.
Egli disse subito alle due donne che avrebbero dovuto scopare e fare l’amore insieme. La loro reazione nei suoi confronti fu quello di abbassare la testa ed obbedire ben sapendo quello che avrebbero subito se avessero osato ribellarsi, ma l’umiliazione e la vergogna nei loro volti era palpabile a occhio nudo.
Una volta spogliate e accomodate in un enorme letto matrimoniale, posto all’interno di un enorme salone, Marco disse alla madre di cominciare leccando i capezzoli e le tette della figlia. Mentre la donna faceva questo era chiaro il senso di vomito per quello che stava facendo. Per la figlia la situazione fu ben peggiore il suo corpo aveva delle reazione che contratavano con quelli che erano i suoi sentimenti e il suo sentire, infatti i capezzoli diventarono dritti dall’eccitazione e la passerina era diventata un lago. Marco si accorse subito della reazione della fighetta della ragazza e disse con tono beffardo:” guarda te troia ti facevi tanti problemi per tua figlia e guarda che troia hai generato gli piace scopare con sua madre”, la donna abbassò il capo, avrebbe voluto rispondere per le rime, ma sapeva benissimo di non poterlo fare a pena di pesantissime punizioni e umiliazioni.
Marco a questo punto ordinò alla madre di leccare la passerina e di farlo con impegno, perchè se non avesse dimostrato impegno sarebbe stata punita in modo molto severo. La donna allora si piegò sulle ginocchia e cominciò a sollecitare in modo violento il clitoride per cercare di far venire in fretta la figlia e mettere fine a questo supplizio. Marco si accorse subito però di questo tentativo da parte della donna e le dice che sarà sicuramente punita per questo tentativo di accorciare i tempi e le ordina di cominciare mettendo la lingua dentro alla fighetta della figlia. Scuotendo il capo cominciò a fare come le è stato ordinato, mettendo la lingua dentro alla passerina della figlia come fosse un piccolo cazzo, stimolando poi le labbra. La ragazza cominciò a urlare come una pazza per il godimento che stava provando e a questo punto Marco concesse alla donna di stimolare il clitoride della figlia che ebbe un orgasmo in pochissimo tempo.
Marco allora ordinò alla madre di prendere il posto della figlia che avrebbe dovuto far godere la madre. Questa sia per la giovane età, sia per il terrore o forse per tendenze lesbo che non aveva mai manifestato alla madre cominciò a leccare i capezzoli di questa come un assattanata, arrivando anche a morsicarle i capezzoli cosa che provocò una risatina da parte di Marco. La ragazza poi scese penetrando nella figa della madre come questa fosse un piccolo cazzo cosa che provocò in questa degli spasmoi incredibile che provocarono una produzione di umori in quantità industriali cosa che indussero la ragazza a leccare il clitoride, fino a morsicarlo cosa che fece avere alla donna un orgasmo molto intenso. Tutta questa scena fece dire a Marco ridacchiando:” la troia aveva la figlia lesbica e non lo sapeva” e la donna rendensoi conto che la cosa era probabilmente vera fu ancora più umiliata, perchè mai avrebbe pensato una cosa del genere e soprattutto di venirlo a sapere in un contesto così umiliante.
Per la donna la giornata però non era finita in quanto avrebbe dovuto essere punita per aver tentato di fare la furba col tentativo di accellerare la venuta della figlia leccandole subito in modo violento il clitoride. Marco le disse è la seconda volta in due giorni che tenti di fare la furbetta, ti prometto che da domani sarai la schiava perfetta che vuole il barone cioè il tuo proprietario insieme a tua figlia e che la punizione che subirai oggi te la ricorderai per tempo.
Marco pose subito degli anelli di quelli che si usano per fissare le tende e che stringono molto sui capezzoli della donna che cominciò a urlare come una pazza dal dolore che stava subendo. Il supplizio durò fino qualche minuto fino a che marco con frustino da equitazione diede due colpi secchi agli anelli che si sfilarono dai capezzoli della donna. Il dolore che aveva subito la schiava furono tremendi le sembrava quasi che si staccasero i capezzoli dal suo corpo e si mise a piangere implorando pietà affermando che non avrebbe più osato ribellarsi, ma a Marco ciò non fu sufficiente in quanto voleva dare il colpo definitivo all’orgoglio della donna. Marco fece bere tre litri d’acqua alla donna imponendole di non fare pipì per tre ore. La prova fu tremenda dopo circa un ora lo stimolo urinario cominciò a divenire sempre più impellento e trattenerlo le faceva venire dolori alla pancia sempre più forti. Marco per rendere ancora più difficile la punizione dopo circa un ora comincia a titillare il griletto per aumentare lo stimolo e rendere la resistenza ancora più complicata e la cosa produsse i suoi effetti, infatti la donna dopo mezzoretta si fece la pipì adosso, urinando sul pavimento.
La reazione di Marco fu furente chiedendo alla donna su come si fosse permessa di lordare col suo piscio quei marmi. Lei rispose con un goffo mi scusi padrone di non essere all’altezza di come lei voleva una misera cagna me. Marco rispose semplicemente rispondendo che non se la sarebbe cavata così facilmente pronunciando quelle parolee che prima di essere riconsegnata al suo padrone avrebbe subito punizioni per un giorno intero.

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Mia moglie Laura di ritorna dalle ferie.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Sono ormai alcuni anni che con mia moglie Laura ci concediamo un po’ di simpatiche ed eccitanti divagazioni sul tema sesso, abbiamo sperimentato lo scambio di coppia, la frequentazione di Club Privé e anche qualche intrigante situazione pubblica tipo discoteca, spiagge nudiste, ma mai avevamo vissuto un’esperienza come quella che ci è capitata la scorsa estate. Avevamo trascorso alcuni giorni a girovagare allegramente fra Austria e Ungheria, avevamo visitato la splendida Vienna e l’affascinante e conturbante Budapest, poi un paio di giorni un po’ noiosi sulle spiagge del lago Balaton per dirigerci successivamente alla volta della Croazia. Percorsa un’autostrada di recentissima inaugurazione siamo giunti al punto di dogana con la Croazia, alla frontiera ci viene richiesta la carta verde di assicurazione internazionale da uno scorbutico militare croato, io e Laura ci siamo guardati negli occhi scoprendo che nessuno dei due aveva pensato di procurarsi il documento ormai necessario solo in caso di viaggio in paesi non comunitari. Abbiamo cercato di essere simpatici, di dimostrare la nostra buona fede, il militare non ci considerava neppure, ci fece capire che stava per multarci per oltre 1000 euro e minacciava anche il possibile sequestro della vettura, a quel punto la situazione era veramente delicata e non sapevamo che pesci prendere. Intanto il militare era stato raggiunto da due colleghi, fra loro se la ridevano sulla nostra situazione, non sapevamo che fare, ad un certo punto con un po’ di disgusto ho notato che il loro parlare incomprensibile era alternato a numerosi sguardi e sorrisetti alla volta di mia moglie e la cosa si faceva via via più insistente. Improvvisamente il capo si avvicina e in perfetto italiano mi chiede cosa avevamo deciso di fare, chiesi se potevo pagare con carta di credito per evitare il sequestro della vettura, come se niente fosse il militare mi propose senza mezzi termini di far divertire lui e i suoi amici con mia moglie e di chiudere lì la vicenda, la situazione creatasi mi apparve estremamente eccitante e vantaggiosa. Non risposi, mi girai verso Laura che mi guardava con uno sguardo interrogativo, era molto sexy, aveva i capelli biondi sciolti sulle spalle, una gonna estiva che lasciava in vista le sue gambe abbronzate e affusolate su dei sandali con tacco alto, una camicetta bianca allacciata in vita che avvolgeva il seno meraviglioso lasciato libero, Laura era molto attraente. Dissi al militare di aspettare un attimo, le spiegai senza giri di parole cosa mi aveva proposto e lei rimase a bocca aperta, non disse nulla sul momento poi mi guardò in un certo modo, fu sufficiente per capire che stavamo per vivere un’esperienza incredibile, risposi che si poteva fare e lui fece segno agli altri due di andare ai punti di controllo. Prese mia moglie per mano e fece cenno a me di seguirli, mi fece fermare all’angolo fra un container e la strada dicendomi di controllare che non arrivasse nessuno, loro si misero dietro a qualche metro da me, li guardavo come guardassi un film, era una situazione irreale. Laura era tesa come una corda di violino, lui con modi grezzi ci mise poco a sciogliere la situazione, l’appoggiò alla parete del container, le mise la lingua in bocca e le infilò una mano sotto la gonna, lo vedevo muoverla alla ricerca dello slip, capii benissimo quando le infilò le dita nella figa, lei mugolò portando la testa all’indietro. Lui si sbottonò i pantaloni e ne tirò fuori un cazzo ancora non duro, le prese la testa staccandosi da lei e gliela portò all’altezza dell’uccello, Laura si inginocchiò, cominciò a succhiarlo e leccarlo con avidità, ci mise poco a svuotarle in bocca una sborrata colossale che la imbrattò anche nei capelli. Laura rimase lì a carponi, lui si mise a posto il cazzo e chiamò un collega, passandomi a fianco mi sorrise e mi diede una pacca sulle spalle, il secondo arrivò scambiando una risata col primo, si avvicinò a Laura e le slacciò la camicetta, le palpò le tette morbide e abbondanti, poi la girò e la spinse contro il container. La sistemò allargandole le gambe, si tirò fuori un cazzo duro e grosso, lo spinse all’altezza del culo cercando la figa e glielo ficcò dentro con un sol colpo, lei quasi nitrì per il piacere e lui cominciò a darle colpi violenti mentre parlava dicendo cose incomprensibili, quando si girò verso di me ebbe cura di parlare in italiano per dirmi.
“Sapessi com’è bagnata questa troia! Fatti una sega mentre la scopo, coglione!”
Mi andò il sangue alla testa, cominciai a masturbarmi, andò avanti per un quarto d’ora sempre nello stesso modo e con la stessa violenta cadenza di colpi, Laura godette, urlò il suo piacere come una cagna e quando lui la girò per sborrarle addosso lei si mise carponi e si fece piovere lo sperma sul viso e sulle tette leccando poi l’uccello dell’uomo. Lui si ricompose ridendosela e dicendomi che una troia così poteva essere solo italiana, le diede una sculacciata e poi andò a chiamare il terzo, era un ragazzino di vent’anni, arrivò vicino a Laura eccitatissimo e spavaldo. Lei era appoggiata alla parete, lo slip era scivolato attorno a una caviglia, la gonna fermata con un giro alla cintura, le tette fradicie e scoperte alla vista del ragazzo, era splendida e affascinante allo stesso tempo, aspettava soltanto di essere presa ancora una volta. Il ragazzo faceva il duro ma si capiva bene che non stava nella pelle, era impacciato, riuscì a tirare fuori il cazzo in tempo per sborrarle come un fiume ancora una volta in bocca e sul seno, neanche fece in tempo a penetrarla, si asciugò il cazzo con i capelli di lei con fare umiliante, mi guardò strafottente e se ne andò. Ora eravamo soli io e Laura, avevo il cazzo duro in mano e la voglia di svuotarglielo addosso, lei cercò di riassettarsi alla meno peggio, mi avvicinai, incrociammo lo sguardo ma mi sentii mettere una mano sulle spalle, mi girai ed era il primo militare che mi guardava sferzante, mi scostò, si avvicinò a mia moglie mentre lei lo guardava un pò stranita, la fece accovacciare per infilarle di nuovo l’uccello mezzo moscio in bocca, poi lui mi guardò e mi disse.
“Mi ero dimenticato del culo.”
Laura succhiava di fianco a me un cazzo che si gonfiava sempre di più, era avida e aveva sentito quello che lui mi aveva detto, quando fu duro fu lei stessa che si girò, guardò verso l’uomo e gli prese l’uccello in mano, lo diresse verso il buco del culo e lo posizionò, poi guardandolo come una mignotta lo pregò di fotterla, con un sol colpo la impalò, lei cacciò un grido di dolore misto a piacere. Prese a incularla con una violenza inaudita mentre io mi masturbavo a meno di un metro da loro, il militare mi guardò con un ghigno beffardo, la fronte era madida di sudore, le tirava i capelli per far aumentare l’inclinatura, non finiva più di incularla, Laura ora ne traeva solo piacere e cominciò a godere furiosamente scuotendosi sulle gambe e gridando in continuazione.
“Siiiii ancora non smettere.”
Lui le sborrò nel culo con dei colpi tremendi, lei tremava come una foglia, rimase in quella posizione per alcuni minuti, era stremata, sfiancata, con le gambe larghe, mentre lui se ne andava come se nulla fosse sudato come un maiale mi disse.
“Gran troia, potete andare.”
Laura era ancora girata a pecora, non parlava, il suo volto raccontava il piacere dell’esperienza vissuta, io non seppi trattenermi e le sborrai sulla schiena, risaliti alla meno peggio in macchina rimanemmo in silenzio per alcuni chilometri, ci fermammo a una fontanella a ripulirci un poco, per giorni ogni volta che abbiamo scopato le ho raccontato quello che le avevo visto fare godendo in continuazione di quell’esperienza.

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Le sorprese di Giuliana

Una sera di maggio, mentre stavo al lavoro, dietro al mio pc, mi venne la voglia di non tornare subito a casa. Formato il numero di cellulare dell’amico fidato, gli proposi l’uscita non pianificata. Purtroppo lui era impegnato con la famiglia. Tentai allora telefonando ad un altro compagno di bivaccherie, e anche lui era impossibilitato.
Ormai mi dissi, c’e’ da fare i conti con le mogli, e non è più il tempo di organizzare seratucce, all’ultimo momento. Rimanendo sempre dell’opinione di non rientrare a casa, telefonai a mia moglie, abituata a queste improvvisate, gli dissi con voce da marpione: “stasera non rientro, esco con i soliti per una scorpacciata improvvisa”, con tono vagamente imbronciato mi chiese a che ora fossi tornato, “alla solita verso l’una o le due” risposi io pacatamente, come un bambino che vuole in qualche modo addolcire la pillola. “non ti aspetto sveglia…” aggiunse lei. Molte volte tornando da queste scorribande mangerecce, la ritrovavo sdraiata sul letto con abitini succinti e senza slip, quasi a farmi sentire in colpa. Ma io prontamente l’ho sempre sfiorata nel suo dormiveglia e alla fine, cedeva sotto i colpi dell’insistenza.
Quella sera, decisi di passarla da solo, in giro per qualche via di Roma, tanto per ritagliare un pò di tempo per me, c’erano ogni tipo di persone in giro, sicuramente sarà così sempre, ma non mi capita tanto spesso andare in giro senza meta e quindi accoglievo tutto come un nuovo evento. Entrai in una pizzeria da asporto, mi presi una pizza e mangiai nel parco di p.zzle Re di Roma.
Non essendo abituato a queste uscite solitarie, mi stancai facilmente, e dissi, “è inutile star qui, ora me ne torno a casa…”. Guardai l’orologio, erano appena le 23:00, quando ti annoi il tempo non passa mai… Presi l’auto e mi diressi verso casa, pregustando già la sorpresa, che facevo a mia moglie, e quasi quasi, mi stavo progettando una seratina erotica con relativa seduta di soft bondage.
Avete capito bene, soft bondage, infatti era già da un pò di tempo che avevo incominciato a bendare e o a legargli braccia e gambe, tanto per dare un po’ di fantasia ai nostri rapporti, sempre e comunque intriganti e divertenti. E lei ci stava, e si che ci stava, le era comodo immaginarsi legata e incappucciata, alla mercè di qualcuno o qualcosa, che la poteva prendere chissà da dove e come. Pensate che una volta mi ha chiesto di mettergli dei tappi alle orecchie. Premetto che una fantasia che la faceva eccitare tremendamente era quella di fare l’amore con più uomini, con la speranza di essere guardata da me, essere quindi al centro delle attenzioni; Un animo esibizionista, non c’è dubbio… E comunque anche io ero d’accordo su questa fantasia.
Questo pensiero, trovava fertile il campo mentre eravamo nel pieno dell’amplesso, ma finito il tutto, puff tutto svaniva, così come era venuto. Infatti più di una volta a freddo abbiamo pensato di organizzare qualche seratella con un singolo, ma i soliti problemi di luogo, di conoscenza della persona, e del fatto di non conoscere il tipo di comportamento che avremmo tenuto, abbiamo sempre mandato all’aria tutto. Rimanendoci sia io che lei però con un non so che di amara insoddisfazione. Il nostro sito messo su internet, ha comunque raccolto una miriade di singoli, e avevamo solo l’imbarazzo della scelta. Quasi non accorgendomi, mi ritrovo a girare per la traversa di casa.
Per pigrizia, non parcheggio l’auto in garage, tanto sotto casa c’era posto. Salgo la rampa delle scale, immaginandomela già come poteva essere vestita infilo le chiavi nella porta e l’apro dolcemente, senza quasi far rumore. La televisione era accesa su una trasmissione spazzatura di seconda serata, la luce della cucina accesa e di lei nessuna traccia. Dentro di me ho pensato, sono appena le 23:30 e già sta sul letto. Richiudo la porta dietro di me, questa volta con attenzione per non svegliarla. Mi tolgo la giacca, la poggio sulla sedia, le scarpe e salgo sulla rampa di scale che divide la zona giorno dalla zona notte. Appena giro l’angolo delle scale, intravedo dalla porta semi socchiusa, mia moglie adagiata al centro del letto con le mani legate alla spalliera in ferro battuto e la mascherina di pelle sul viso, acquistata qualche tempo fa in un sexy shop. Eccitato al massimo, ho pensato, “stavolta è rimasta proprio male che non sono venuto a casa…”.

Nemmeno finisco il pensiero vedo un tizio che inizia a leccargli la passera con veemenza. La prima reazione è stata quella di scendere giù in cucina prendere qualche arma da taglio e fare una strage. Il cuore mi batteva così forte da farmi avere un capogiro, ma incredibilmente la mia mazza aveva raggiunto dimensioni mai viste, tanto da comprimere le palle sul cavallo dei pantaloni, fino a sentire un triste dolore. Senza prendere avventate iniziative, mi sono soffermato non so quanto a pensare sul da farsi e nel contempo incominciavo a sentire i mugolii di mia moglie. Di mia moglie a fica aperta davanti ad un altro. Alzava il bacino per sistemarsi meglio la lingua ingorda dello stronzo, che la pressava ritmi regolari sia sul culo, sia sulla fica. Sembrava stesse leccando un gelato. Io paralizzato stavo li a vedere come un guardone, non sapevo che fare, ma vedere mia moglie così era un misto di eccitazione, paura, odio, e meraviglia. Un gemito ruppe la mia riflessione, era un gemito che chiedeva di sfiorargli tutto il corpo, di stringere lievemente i capezzoli, di penetrarla dappertutto. Voleva tutto ciò contemporaneamente. Quasi come un automa, sono entrato indicando con il dito di fare silenzio al partner, che vedendomi, era sobbalzato, per fortuna senza farsi scoprire dalla mia lei. Lo invitai con un gesto a continuare mantenendo il silenzio. Lui molto meravigliato, titubava sulla mia insistenza, evidentemente non si aspettava il mio ritorno e soprattutto questa reazione da parte mia. Gli presi la mano e la portai sul clitoride di lei, nel frattempo mi allontanai e mi sfilai i pantaloni. Il tipo mi guardava sempre più esterrefatto, mi avvicinai a lei e incomincia a sfiorarla dolcemente con una mano sola, in modo da non fargli capire che eravamo in due. Il tipo ormai convintosi sempre in ginocchio sul letto di fronte ai buchi di mia moglie leccava e sfiorava il clitoride con il suo medio ad intervalli brevissimi ma delicatamente.
Fu in quel momento che mia moglie disse “potesse vedermi mio marito…”. In men che non si dica, presi il mio uccello e appoggiandomi sul letto glielo misi in bocca. Rimase quasi ferma, quasi gelata. Non si spiegava come una bocca leccasse i suoi buchi, una mano titillava il clitoride, un cazzo in bocca e una mano sui capezzoli. Secondo me stava immaginando la posizione dell’altro e come potesse fare tutte queste cose contemporaneamente. Infatti serrò la testa del tipo in mezzo alle sue gambe, diede una strattonata alla corda che legava le sue mani per togliersi la mascherina di pelle che le copriva il viso, ma non ci riuscì. Le tolsi io il dubbio accarezzandogli i capelli le dissi “sono qui tesoro, non ti voglio rovinare questo momento, ma non lo rovinare nemmeno a noi, ora datti da fare, più sarai brava e meno mi incazzo…”. Sembrava volersi scusare ma sarebbe stato molto, molto stupido da parte sua, quindi fece finta di niente, almeno così sembrò!!! Incominciò a spompinarmi come non aveva fatto mai e ogni tanto sfilandoselo dalla gola mi chiedeva se la stavo guardando, alle mie ansimanti risposte affermative, lei aumentava il ritmo. Il tipo destreggiandosi abilmente con il nostro vibratore sul culo di mia moglie leccava, nel contempo, con un’insistenza ragguardevole. Lei sotto i colpi della sua lingua e soprattutto del vibratore che entrava ed usciva velocissimo, di pochissimi millimetri dal suo culo, si toglieva il mio membro dalla bocca per ansimare, per godere. Aveva le gambe tese, i piedi con le dita ripiegate, quasi a far scoppiare tutta la sua muscolatura, per non parlare dei capezzoli, duri come chiodi, ondeggiava il bacino per assestare a suo piacimento vibratore e lingua. Si tolse il mio cazzo dalla bocca e disse sottovoce: “ora guardami meglio…”, poi seguì a voce più alta: “.
Luca sfondami la passera come non hai mai fatto a nessuno e lascia il vibro ben infilato tra le chiappe”. Sicuramente è stato il giorno degli avvenimenti… Non l’avevo mai vista così porca, così vogliosa, cosi particolare. Il tipo incomincia a stantuffare sudando a ritmo di tre botte veloci e una lenta, mentre mia moglie sempre con il mio cazzo in bocca mi fa cenno di liberargli una mano.
Eseguo prontamente, chiedendomi cosa volesse fare. La risposta la ebbi immediatamente, incominciò a strofinarsi il clitoride come avesse una levigatrice orbitale, ad una velocità tale che il clitoride era diventato rossissimo, infuocato, ed a quella visione, gli inondai il viso di sperma. Il tipo dalla resistenza formidabile, a forza di speronate nella fica gli aveva fatto uscire il vibro dal culo, ed io in pausa fisiologica mi recai infondo al letto per rimetterlo al suo posto, piegandomi sotto le chiappe di lui, e la scena che mi si prospettò davanti fu un cazzo che stantuffava mia moglie, una fica aperta all’inverosimile, una mano che strusciava il clitoride e un buco del culo che pulsava sotto le sferzate.
Gli introdussi il vibro nel culo e subito dopo quella visione il mio pene si rialzo con una velocità di recupero mai vista. Mi venne un’idea, andai nello studio, presi la macchina fotografica digitale e la telecamera (cazzo la cassetta era finita), e s**ttai un po di foto. Il tipo ormai sfiancato si alzo in ginocchio sul letto e poi si mise seduto, mentre mia moglie sussurrava: “ancora..ancora… ancora un pochino…”.
Ormai al pieno delle mie capacità, la slegai, lasciandola bendata, mi sono steso sul letto, l’ho fatta accomodare sopra il mio membro, e coricatasi sul mio petto iniziò un letto ma inesorabile smorzacandela. Il tipo, a dirla tutta, era un poco in difficoltà, o almeno sembrava, tant’evvero che se lo fece rimettere su da un pompino lampo della mia lei, felicemente imperniata sul mio membro. Lampo perché appena lo sentì della giusta consistenza, indicò il suo buco del culo.
Pensate che una volta mi toccava mettermi in ginocchio per avere il culo di mia moglie, ora lei lo offriva volontariamente. Stentammo non poco per sincronizzarci ma quanto ciò avvenne, incominciammo a divertirci. La scena era questa: il tipo concentrato sul culo, io a vedere il mio cazzo che veniva risucchiato dalla sua vagina, la bocca di mia moglie semi aperta quasi in esclamazione che mugulava con un lamento di gola che non scorderò mai. Terminando il tutto con delle venute trabboccanti, sentimmo ancora mia moglie dire “ancora…ancora…ancora un pochino”.

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L’occasione di Rosa

Rosa camminava svelta sul marciapiede, doveva dare un esame importante all’Università e si era vestita in modo provocante sperando di far colpo sulla commissione. Passando davanti a un negozio di abbigliamento intimo notò un baby doll molto sexy in vetrina e si fermò ad ammirarlo. Stava per riprendere il cammino quando una donna si affacciò dal negozio.
“Ti starebbe d’incanto con quelle belle curve che hai”
La donna era una bella mora con delle tette emormi, strette in una maglietta attillata nera.
“Entra a provarlo”
“Ma veramente… avrei un po’ da fare”
“Cinque minuti dai, senza impegno”
“Ma sì” ‘cinque minuti in più di riatrdo chissenefrega, pensò’, sapeva benissimo che più che il Baby Doll era la donna ad attrarla nel negozio come una calamita. Dentro c’era un’altra commessa dai capelli biondi, anche lei con grandi tette messe ben in evidenza da una scollatura vertiginosa.
La mora fece un cenno alla bionda, poi prese il Baby Doll da un scaffale ed entrò nel camerino con Rosa, “Vuoi che esco o posso aiutarti a metterlo?”
“Sì, rimani, grazie” Rosa trovava molto eccitante doversi spogliare nel camerino davanti a quella splendida donna, anzi avrebbe sperato ci fossero tutte e due, e il suo sogno venne presto esaudito in quanto la bionda, dopo aver chiuso a chiave il negozio e messo il cartello “Torno Subito” entrò anche lei nel camerino. Le donne avevano due gonnelline attillate sotto le magliette, che evidenziavano due culetti spettacolari.
Rosa si sfilò lo striminzito vestitino ce le arrivava a malpena sotto al sedere rimanendo solo con il perizoma e indossò il Baby Doll con l’aiuto delle due donne che le avevano più volte siforato i seno con le mani provocandole dei brividi di eccitazione, si ammirò allo specchio con le due donne dietro poi disse: “Allora mi date un parere per favore?”
“Ti sta benissimo” dissero quasi in coro, poi la mora le spostò un po’ la spallina, “ecco così è meglio” girati che ti sistemiamo davanti. Le toccarono un po’ qui e un po’ là qualche pizzo sapientemente, la cosa fece eccitare Rosa che aveva i capezzoli turgidi. “Ora abbassiamole queste spalline” disse la mora, e con un rapido gesto le fece scivolare giù il Baby Doll. “Che belle tette che hai…” disse la bionda, “posso toccarle?” e senza attendere risposta le mise una mano sul seno, lo stesso fece contemporaneamente la mora mettendole la mano sull’altra tetta. Rosa rimase un po’ sorpresa ma era eccitatissima. “Sai” disse la mora, “è per sentire la differenza, noi due ce le siamo appena rifatte. Le due donne si sfilarono le magliette e rimasero con le enormi tette di fuori. “Senti…” Enrambe le presero la mano e se la portarono al seno. Troppa grazia, pensò, avrebbe voluto succhiarle tutte. “Senti,” disse la bionda, “sono rifatte..” “ma abbiamo anche qualcosa di naturale…” aggiunse la mora. A queste parole entrambe le donne presero le mani di Rosa portandole fin sotto il gonnellino. Quando insieme le appoggiarono nel punto cruciale Rosa rimase basita. Due cazzi. Dunque erano trans e avevano due cazzi enormi, non l’avrebbe mai detto tanto erano belle! Presa da una foga di eccitazione si inginocchiò e prese in bocca il cazzo della mora, poi passò alla bionda, desiderava ardentemente quei cazzi, passò da un cazzo all’altro mentre le donne le tastavano le tette.
La mora fece accomodare Rosa a pancia in su su una panca che era lì nel camerino, si inginocchiò e cominciò a leccarle la fica. “Sei bagnatissima, ti piacciono i nostri cazzoni eh” la bionda intanto si scopava Rosa in bocca. “Mi piacciono oh siiiiii” disse Rosa li voglio dentrooo” e riprese a succhiare il cazzo della bionda. La mora non se lo fece ripetere due volte e ficcò il cazzo nella fica di Rosa. Poi le due si scambiarono posto e fu la bionda a scoparsi Rosa. La mora si era messa di schiena appoggiando il culo sulla faccia Rosa che cominciò a leccare il buchetto. “Voglio i vostri cazzi nel culooooo” Urlò.
La fecero mettere a pecorina e la mora se la inculò, mentre la bionda se lo faceva succhiare.
La bionda poi si mise in terra pancia su e Rosa le montò sopra infilandosi il cazzo nella fica. Da dietro la mora le leccava il buco del culo. Poi lo infilò dentro. Avvinghiata in quel snadwich in mezzo a quelle tette enormi Rosa godeva come non aveva mai fatto prima, raggiunse diversi orgasmi. Alla fine si mise in gincchio con la bocca spalancata “Ora sborratemi in bocca!!” Una dopo l’altra le donne la riempirono la bocca di sborra che Rosa mandò giù mentre continuava a toccarsi la fica in estasi con gli occhi chiusi. “Quant’è il Baby Doll?” disse. “Omaggio della ditta.” disse la mora.

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Bella di giorno

Come ogni donna,anche a me fa piacere essere guardata,desiderata… da altri uomini.
Quelle piu civettuole amano anche essere galantemente corteggiate,ma non si spingono molto oltre a questo.
A me,oltre a tutto questo piace spingermi oltre,molto oltre….
Almeno una volta al mese mi piace prendermi un pomeriggio tutto per me e andare a giocare in casino (Al Safer di Sesana).
Ed e li che ho conosciuto G ,un galante ed ironico 62 enne.
Un giorno me lo ritrovo accanto sulle slot machine,e dopo qualche battuta sagace mi ofre da bere.E un conversatore interessante,simpatico,sa metterti a tuo agio…mi piace.
Ed e con piacere che ho acettato l’invito a casa sua.
L’appartamento e accogliente,un po originale,pieno di quadri (e un artista),e da scapolone impenitente,ha un certo savoir faire con le donne.
Alla dolcezza e galanteria unisce una fermezza e decisione che mi piacciono e ritrovarmi nel suo letto e stato un attimo.
E un ottimo amante,dolce,passionale,attento… e non ho avuto nessuna remora ad abbandonarmi completamente a lui o alle sue perversioni,come ad esempio…

Un paio di settimane dopo il nostro primo incontro ci reincontriamo al solito casino.Questa volta e con un suo amico,presentszioni di rito,quatro chiacchiere e ..arriva l’invito di andare a casa sua.Il programma che hanno in mente mi e chiaro,e l’idea non mi dispiace affatto e accetto ben volentieri.

Giunti a casa sua mi spogliano,si spogliano e … oltre ad avermi fatto il servizio completo fanno pure il servizio fotografico dell’incontro.

Certo che dal vivo non sembrava cosi …orso

Eccoli entrambi

Cominciano i giochi…

Vecchi,porci e viziosi….

A turno mi hanno scopata a pelo…

L’incomensurabile piacere di sentire il sperma che libero e pulsante mi riempie il ventre…

Ma prima di acomiatarci mi mettono in testa una bella idea su come far sapere al mio lui di questo incontro…
Appena giunta a casa,bacio appasionato al mio lui,mi spoglio nuda e metto la mia fichetta ancora fradicia del sperma dei miei due “amici” davanti alla sua bocca.Lui,come se niente fosse comincia a leccarla con gusto e passione.Dopo alcuni minuti (durante i quali mi pareva di morire dal piacere) mi prende e …
Dopo l’amplesso mi chiede tranquillamente; “Ti ha scopato qualcuno oggi,vero?”.
Io altrettanto candidamente gli rispondo che erano in due.

Leccare il sperma di quelli che mi hanno scopato gli e piaciuto,l’ha eccitato tanto che …da allora lo fa sempre.

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Le sorprese di una mamma.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Il mio amico Mirko ultimamente tendeva a frequentare sempre più spesso casa mia, spesso con pretesti alquanto improbabili quali “studiare insieme”, “prendiamoci un caffè”, “vediamoci la partita” e balle simili, in realtà sapevo che aveva sparlato con altri conoscenti di quanto fosse insolitamente attratto da mia madre. Mia madre Antonella ci ha praticamente visto crescere insieme e verso i miei amici è sempre stata gentile ed ospitale, nessuno la aveva mai di fatto vista come un obiettivo sessuale, fin quando verso i 20 anni Mirko non l’aveva presa di mira. Oggettivamente non potevo biasimarlo, mamma a 46 anni, è una donna a dir poco conturbante e senza dubbio sexy, capelli neri lunghi e lisci, un metro e 75 con una quarta di reggiseno, un sedere non propriamente a mandolino, piuttosto largo, il che le conferiva una certa rotondità, non esagerata e quasi arrapante, dal punto di vista del comportamento era rimasta una moglie fedele e impegnata nel lavoro, senza grilli per la testa, finché Mirko non riuscì a farmi cambiare parzialmente idea su di lei. Tornando alla narrazione, lui rimaneva uno dei miei amici “storici”, le cui continue visite però mi insospettivano non poco, oltre a saperlo da altre persone, avevo avuto la riprova definitiva quando, un giorno, lo colsi con le mani nel sacco, spiava mia madre dalla serratura del bagno!
“Squallido!”
Gli urlai, lui si girò spaventato verso di me conscio di aver fatto una figuraccia, onestamente non mi disturbava granchè l’idea che Mirko spiasse mamma, però era oggettivamente una scena triste degna dei film di Pierino! Successivamente mi chiese scusa, in privato mi spiegò che effettivamente mia madre rappresentava per lui un desiderio sessuale inarrivabile, apprezzai moltissimo il fatto che me lo fosse venuto a dire personalmente, in ogni caso gli dissi che sarebbe stato arduo se non impossibile portarsi a letto mia mamma Antonella. Tuttavia provavo un minimo di fastidio, non gli rivelai che mamma quando entrava in bagno tendeva a lasciare la porta chiusa ma non a chiave, nei giorni seguenti, continuando a bazzicare casa mia come una presenza costante, non ebbi modo di notare altri episodi del genere fin quando, ancora eccitato come un toro, Mirko si appoggiò nuovamente contro la serratura e poco dopo gli venne in mente di aprire la porta.
“Antonella scusami, pensavo che fosse libero!”
Mamma si stava facendo il bidet, la figa rasata era visibile tra le cosce, condite da un filo di cellulite cui lui non fece minimamente caso, mi riferì che mamma lo aveva guardato quasi furiosa e lui chiuse immediatamente la porta.
“Certo che tua madre è veramente una gnocca incredibile, scusa se te lo dico ma se potessi la spaccherei in due!”
Ero basito, praticamente Mirko aveva avuto la visione in diretta della figa di mamma,la colossale figura fatta dal mio amico, benché gli avesse dato da masturbarsi per mesi, comportò che non si fece vedere a casa per un bel pò. Qui avvenne l’imponderabile, mamma iniziò a chiedermi che fine avesse fatto Mirko, con domande tipo.
“La sua mancanza ormai si sente.”
“Chissà come mai non si fa più vedere.”
Soprattutto aveva preso una nuova abitudine, notavo che sotto i suoi pantaloni indossava spesso dei perizoma, un indumento che non le avevo praticamente mai visto indossare! Chissà se quell’ a****le sta riuscendo nel suo intento pensai, ma poi razionalmente pensavo fosse impossibile che mia madre si concedesse in questo modo a un 20 enne, è roba da film! Ciononostante decisi di riferire a Mirko le frasi che lei mi aveva rivolto, stimolandolo involontariamente a ins****re con mia mamma Antonella. Il fattaccio avvenne alcuni giorno dopo, il mio amico aveva trovato coraggio di ripresentarsi a casa, lo aspettavo ad una data ora prima che mamma decise di spedirmi a fare una commissione proprio in quell’orario, è troppo strano pensai, soprattutto perché non svolgevo commissioni da anni e sapeva quanto mi scocciassi fare questo tipo di cose. Allora decisi non so come di farle credere che ero uscito, nascondendomi in realtà in un ripostiglio di casa, la mia mente aveva partorito uno strano piano di cui non riuscivo a riconoscere la motivazione, sebbene mi desse fastidio il fatto che Mirko si arrapasse pensando a mamma volevo concedergli un’opportunità, ma soprattutto volevo comprendere se questa fantomatica “commissione” imposta da mia madre avesse a che fare col fatto che lui stava per arrivare, che mente malata la mia, riflettei.
Alle cinque giunse Mirko, bussò, mamma sebbene non fosse sotto la doccia andò ad aprirgli in accappatoio, lì capii che la mia mente perversa aveva fottutamente ragione.
“Ciao Mirko, purtroppo al momento Giulio non è in casa.”
lo accolse, lui paralizzato dalla visione di Antonella in tenuta molto domestica stava per ritornare indietro, quando mamma lo tirò per un braccio dentro casa, la discussione successiva fu incredibile.
“Sei tornato per continuare a spiarmi nel bagno, maiale?”
“Ti è piaciuta la mamma del tuo amico mentre si puliva?”
“Scusami, ma non ce la faccio più, sei il mio sogno erotico ormai!”
“Davvero?”
Lusingata mamma gli sorrise sinistramente.
“Vieni con me”
Lo prese per mano e lo condusse sul divano, a quel punto decisi di uscire, dovevo vedere cosa stava succedendo, Mirko si era seduto sul divano incredulo di avere davanti a sé le gambe depilate e lunghe di mamma, se le toccava lentamente a un ritmo esasperante.
“Quindi ti vuoi scopare la mamma del tuo amico?”
E si buttò al volo sulle labbra di lui, si baciarono a lungo approfonditamente con le lingue che si univano lussuriosamente mentre mamma gli toccava i pantaloni.
“Antonella ti voglio nuda!”
Disse Mirko con la bava alla bocca, mamma si staccò proferendogli qualche parola sussurrandola lentamente.
“Puoi solo vedere, nel frattempo fammi vedere il tuo cazzo.”
Lo tolse dai jeans svettante e già lucido, lo toccò con due dita in maniera lieve sulla punta mentre Mirko iniziava a fare versi goduriosi.
“Preparati allo show di una VERA donna!”
Mise una sedia davanti a lui e iniziò a fare passi lenti sinuosi volti a provocare il mio amico, mamma stava iniziando uno spogliarello che mi provocò un’erezione assurda, poco dopo tolse l’accappatoio, fossi stato in Mirko sarei venuto anche io, indossava sotto un perizoma nero sottile all’estremo, mentre si voltava mostrava l’interezza del suo culo toccandoselo con la mano, mentre sopra un reggiseno di pizzo nero a stento conteneva gli enormi seni. Si muoveva in maniera sensuale oltre ogni previsione chinandosi regolarmente per mostrargli tutte le sue grazie, appoggiò uno dei tacchi accanto a lui mostrandogli la vagina scostando il perizoma, prese il dito di Mirko e lo infilò dentro provocando rumori che mostravano evidentemente quanto fosse bagnata, mentre lui procedeva lei gli toccava le labbra sfiorandole appena, spingendo col bacino contro le due dita che spingevano furiosamente. Si staccò di colpo abbassando prima il perizoma e poi togliendosi il reggiseno, si piegò nuovamente a 90 di fronte a Mirko poggiandoli delicatamente le tette in faccia.
“Leccamele.”
Non se lo fece ripetere, mordicchiava delicatamente i capezzoli di mamma titillandoli con le dita, lei lo guardava soddisfatta ignara del figlio dietro l’angolo che osservava la scena, che mai avrebbe immaginato che la madre fosse una simile troia, si baciarono di nuovo con trasporto, quando mamma iniziò a masturbare con estrema lentezza il pene di Mirko che a tratti sarebbe scoppiato.
“Antonella non ti posso scopare?”
Disse sudando.
“Non esiste, se torna Giulio che faccio?”
“Non lo so, prova con un pompino”
Risero entrambi, mamma si inginocchiò di fronte a lui e mise il cazzo fra le sue tette, iniziai a masturbarmi, mia madre Antonella, la sua quarta di seno che conteneva il pene di un mio amico, la sega spagnola lenta che gli stava facendo era tutto troppo eccitante.
“Che tette eccezionali che hai, voglio sborrarci sopra!”
Disse infoiato.
“Sinceramente preferisco sentire il sapore dello sperma.”
Fu l’incredibile risposta di mamma, Mirko propose di scoparla ancora ma lei rifiutò dicendo che. “Una donna sposata non si può far fottere da chiunque!”
Che zoccola!
“Comunque se vuoi tornare un pompino non te lo negherò certo.”
Disse ghignando e continuando ad alzare e abbassare i seni sul suo pene, poco dopo Mirko si alzò e con mamma ancora inginocchiata le mise il cazzo in bocca.
“Ohhhh quanto ho sognato un pompino da te!”
Lei sfiorava lentamente la cappella con la lingua passandola lungo tutta la circonferenza e andando via via sempre più verso la base dell’attrezzo, mamma sembrava una pompinara nata, non durò molto, poco dopo Mirko iniziò a masturbare la parte del pene rimasta libera dalle fauci di mamma, le venne copiosamente in bocca mugolando in modo a****lesco e facendole ingoiare la sborra con qualche goccia che scendeva lungo il collo, rimasi incredulo, chissà che prossimamente non mi convenga provarci con la mia stessa madre.

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I MIEI SUOCERI: L’INIZIO DI TUTTO

Ciao sono luciano un ragazzo di 27 anni, due anni fa mi sono sposato con mia moglie di qualche anno meno di me, stando lei in attesa siamo andati ad abitare sopra i mie suoceri in un piano tutto per noi ,all’inizio non badavo all’aspetto di mia suocera poi col tempo abbiamo iniziato a conoscerci sempre di più visto che il mio è stato un matrimonio lampo dopo appena pochi mesi fidanzato. Tutte le mattine verso le otto scendevo giù e mia suocera mi faceva trovare il caffè pronto, lei in pigiama o in camicia da notte come se non avesse vergogna di me o lo trovava naturale, lei ha ora 56 anni ma è una donna di bella presenza soprattutto con un seno molto abbondante e con qualche curva al punto giusto, lei durante tutta la giornata aveva l’abitudine di restare sempre vestita in modo casual evidenziando davanti ai miei occhi che ogni giorno prendevano sempre più piacere, le sue curve straripanti che iniziavano a turbarmi le giornate..
Una sera mentre io con mia moglie stavano nel nostro appartamento lei a guardare la tv ed io gia nel letto a dormire, viene mia moglie a svegliarmi con urgenza, io un po assonnato poteva essere mezzanotte più o meno, gli chiedo cosa era successo e lei mi dice vieni a sentire mia madre e mio padre stanno facendo sesso che si sente pure da qui come sbatte il loro letto ( la camera da letto dei miei suoceri era proprio sopra il nostro salone) mi dice apriamo la porta, io iniziai a palpitare perché in un istante capii che forse avrei avuto una prova o avrei visto mia suocera quanto era porca, così apriamo la porta abbassando il volume del nostro televisore, e iniziamo a sentire i loro gemiti, mia moglie mi disse che aveva sentito suo padre che gli diceva alla madre ( SEI PORCA), io in quel momento potevo solo sentire, di certo non sarei salito nella loro camera da letto per spiarli con mia moglie accanto e quindi immaginavo lei stava facendo sesso con il marito, mi sorprese che mia moglie si divertisse nel sentire i gemiti dei loro genitori tanto che mentre origliavamo lei rideva e al momento ci faceva scoprire, io invece dicevo a mia moglie di non ridere e di far silenzio perché volevo godermi ogni singolo secondo del loro godimento, per la prima volta sentii per un breve istante godere mia suocera, poi dopo appena un paio di minuti sentimmo il silenzio e accendere la luce del bagno del piano di sopra e così chiudemmo la porta.
mia moglie era ancora divertita e rideva io iniziai a tremare dall’eccitazione, dall’emozione di aver ascoltato mia suocera godere, feci finta di niente me ne tornai a letto e continuavo a tremare ancora mentre immaginavo nella mia fantasia di cosa mia suocera poteva aver fatto al marito proprio pochi minuti prima, inizia a immaginarla mentre lo spompinava ( anche se non credo ma mai dire mai) o mentre lei stava sopra di lui con le sue tettone che gli soffocava il viso del marito, preso da un forte eccitamento mi iniziai a toccare ero da solo nel letto e subito dopo pochi istanti sfogai tutta la mia eccitazione. La mattina dopo scesi per il solito caffè e la vidi con una luce diversa, il suo viso era più rilassato ed io da quel momento iniziai a pensare a cos’altro mi sarei aspettato nei prossimi giorni a venire,,,la storia continua PS. è UNA STORIA VERA

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Caffè di sabato mattina.

Premetto che sono GELOSISSIMA del mio compagno. Stiamo insieme da più di 3 anni e né sono sempre più gelosa, anche se senza motivo. Parlando con un’amica (psicologa) mi consiglia che sarebbe bene fare sesso con il mio compagno ed un’altra donna!! Io, giustamente, la ritengo una follia…..
Però quel consiglio lo avevo sempre nella mente…..
Un giorno mi telefona una mia cugina, 12 anni più grande di me (io 41 anni), una donna molto sexy e provocante, una 4^ misura originale (io 3^ abbondante ma rifatta), e mi chiede di andarla a prendere dal meccanico, visto che era rimasta a piedi.
Esco e vado a prenderla, il mio compagno rimane a casa a lavorare al computer.
Prendo mia cugina e, piovendo di gran carriera, le dico se vuole venire a bere un caffè a casa; lei mi dice di si.
Torniamo a casa apro la porta ed entriamo in punta di piedi volendo fare una sorpresa al mio compagno (dato che si conoscono bene ed abbiamo un bel rapporto di confidenza e di scherzo).
Arriviamo nello studio ed aprendo la porta abbiamo noi la sorpresa….il mio compagno sta guardando un video porno e, leccando il mio perizoma che avevo messo nella cesta del bucato, si sta masturbando….ha un cazzo durissimo ed una cappella enorme e turgida!!!!
Mia cugina rimane di sasso, con gli occhi incollati al cazzo durissimo del mio compagno, lei è single, si mette subito un dito in bocca e si sfiora la figa; io non so che fare ma, dopo qualche secondo dico a mia cugina di andare in cucina a bere quel benedetto caffè!! Il mio compagno si eccita vedendo mia cugina che gli fissa il cazzo……
Nel corridoio mi avvicino a mia cugina e le chiedo se le piacerebbe vedermi scopare dal mio compagno, lei mi dice:”magari, ha un cazzo davvero enorme…..”
Ritorno nello studio, lasciando la porta socchiusa per permettere a mia cugina di guardarci, entro e rimanendo vestita, inizio a succhiare il cazzo con una foga impressionante mentre il mio compagno mi tiene per i capelli….
Mia cugina a fuori la porta e guarda, io la posso vedere ma il mio compagno no perché è di spalle…..la situazione mi eccita da impazzire…..ogni tanto mentre succhio alzo gli occhi e la guardo…..lei si tocca le tette ed ha una mano sotto la gonna…..
Ad un certo punto salgo sopra il mio compagno e, spostandomi le mutandine, mi infilo il cazzo nella figa…..mi fa male, lo ha troppo lungo e grosso…..
Inizia a scoparmi con una foga incredibile……mi sento il cazzo che mi arriva in gola…..ma ad un certo punto mi chiede:”Scusa ma tua cugina??? Non vorrei che ci sente…..”!!
A quel punto gli rispondo che lei è dietro la porta che ci guarda….e gli chiedo se posso farla entrare, magari si siede…..lui mi dice di si mentre inizia a scoparmi ancora più forte…..
Alchè chiamo mia cugina e le dico dientrare…..lei entra, si siede sul divano e fissandoci, si sfila le mutandine si apre le cosce e si infila 3 dita nella figa…..la ha davvero spalancata e soltanto con una striscia di peli…..
Il mio compagno è eccitatissimo, guarda mia cugina e gli viene il cazzo sempre più duro……continua a scoparmi come un a****le inferocito, io già sono venuta 2 volte, sono senza forze….scendo da quel bel cazzone ed inizio a succhiargli i capezzoli, a lui piace tantissimo…..mentre gli accarezzo la cappella…..mia cugina ha sempre gli occhi fissi a quel cazzo enorme e durissimo….
A tal punto le dico di avvicinarsi e le chiedo se vuole toccare quel cazzo…..lei, eccitatissima mi dice si….si avvicina e gli inizia a toccare la cappella, mentre io continui a succhiare e mordergli i capezzoli….quindi inizia a masturbarlo pianissimo…..lo scappella fino in fondo…..a poco a poco si avvicina la bocca e inizia a leccarli la cappella ma senza toccare il cazzo…io sto godendo come una maiala….non me lo sarei mai immaginato vista la mia gelosia….ma sono presente e questo mi rassicura….
Dopo qualche minuto inizia a spompinarlo in una maniera mai vista…..ha proprio voglia di cazzo….
Il mio compagno è alle stelle…..a questo punto mia cugina mi chiede se può scoparselo ed io le dico di si…..le sale di sopra e inizia a montarlo…..ha la figa spalancata…..grida come una pazza mentre io mi metto a cosce aperte sulla faccia di lui pretendendo che mi lecchi la figa……stiamo godendo tutti e 3 come i pazzi…..arrivato ad un certo punto lui ci dice di sdraiarci a terra perché deve venire….io e mia cugina ci sdraiamo accanto e inizia a sborrarci sulle tette ad entrambe….sembra un fiume di sborra caldissima…..e con le mani la spalma fino alla bocca di tutte e due e noi lecchiamo e ingoiamo….
Dopo qualche minuto, per rompere il ghiaccio, Lui dice:” scusate, ma non dovevate fare il caffè?? Per me, visto che sono le 12:00 un aperitivo molto alcolico!!!!

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Il culo di Glory

Racconto trovato in rete su xhamster

Adoro prendere una donna da dietro, farle sentire tutta la mia virilità mentre lei è piegata davanti a me e gode col mio cazzo, sono sempre stato un amante del sesso anale e del culo delle donne in generale, quando conosco una donna e poi faccio sesso con lei è una delle prime cose che le chiedo, non riesco a res****re, è una cosa che mi fa godere come un matto e rimango deluso quando una donna mi nega questo piacere.
Con Glory è stato difficile, non perchè non me lo volesse dare, ma perchè faceva apposta a tenermi sulle spine e a stuzzicarmi con quel suo culo meraviglioso, prima di conoscerla non avevo mai visto un culo così bello e arrapante, non saprei spiegare esattamente com’è fatto esteticamente, so solo che per me era perfetto, semplicemente un culo perfetto, tutto da sfondare. Siamo finiti a letto solo dopo due mesi dal nostro primo incontro, Glory è la proprietaria di un negozio d’abbigliamento in centro, io sono un semplice operaio che ha avuto la fortuna di lavorare nel palazzo proprio di fronte al suo negozio. Un giorno, mentre io e i miei colleghi eravamo seduti su una panchina a pranzare, Glory venne da noi a chiederci se potevamo aiutarla a spostare degli s**toloni pesanti nel negozio, io mi offrii volentieri di aiutarla, quando poi nel retro del suo negozio la vidi abbassata con quel bel culo all’insù mi eccitai come un matto, avevo addosso la tuta da lavoro che mi va un pochino stretta e il mio cazzo di dimensioni considerevoli si notava benissimo, Glory quando si voltò non potè fare a meno di vederlo e in un primo momento cercai di dire qualcosa per sviare la sua attenzione ma lei mi sorprese.
“Complimenti, sei ben equipaggiato vedo”
Mi disse e poi sorrise, non so cosa mi trattenne dal saltarle addosso, la trovavo splendida e arrapante, riuscii solo a dirle grazie e a sorridere imbarazzato, da quel giorno iniziai a salutarla tutte le mattine, lei in risposta assumeva pose provocanti e sorrideva maliziosa da dentro il negozio, doveva aver capito che sono un amante del culo perchè spesso se non aveva gente si piegava come per raccogliere qualcosa da terra e mi mostrava il suo culo favoloso, a volte indossava gonne strette e quando si piegava riuscivo a vedere tutto quanto. Dopo una settimana circa entrai nel negozio e la invitai a cena, uscimmo quella sera stessa e dopo cena finimmo a casa sua, appena entrati in casa lei si chinò immediatamente per tirarmi fuori il cazzo che avevo già durissimo, se lo sprofondò in bocca e mi fece uno dei più bei bocchini di tutta la mia vita, volle prendersi in bocca tutto lo sperma e ingoiarlo, poi mi trascinò in camera da letto e mi spogliò in un attimo, lei rimase con la gonna e si appoggiò al muro.
“Dai fottimi”
Mi disse, la afferrai da dietro, le spostai le mutandine e le ficcai il mio bel cazzo di nuovo turgido nella sua figa bagnata.
“Così dai, fottimi di più, di più!”
Continuava a gridare, le piaceva proprio essere scopata da dietro, si bagnava tantissimo, mentre me la scopavo così afferrandole le tette mi disse.
“Vorresti farmi il culo?”
“Sì”
Le dissi senza smettere di sbatterla.
“Voglio farti il culo.”
“Ma no dai questa sera non mi va”
Rispose lei.
“Dammelo ti prego è da una settimana che mi immagino di scoparti il culo”
“Davvero?”
“Sì dai.”
Provai a sfilare il cazzo dalla sua figa e a premerglielo tra le natiche ma lei con un piccolo movimento dei fianchi se lo fece scivolare di nuovo nella figa.
“Continua a scoparmi così dai”
Continuai a farmela così finchè non venni di nuovo, poi la scopai un’altra volta sul letto sopra di lei mentre continuava a gemere, tutte le volte che lo facevamo speravo di sfondarle il culo ma ogni volta lei mi stuzzicava e poi me lo negava, una sera mi stavo masturbando pensando a lei e decisi di chiamarla.
“Sono eccitato ho voglia di scoparti”
“Davvero??? Allora perchè non vieni da me? Avevo un impegno ma ho rimandato, sono libera.”
Arrivato a casa sua la trovai con indosso solo un perizoma, si girò e mi fece ammirare quella striscia di stoffa che spariva tra le sue natiche, in camera da letto mentre le stavo leccando la figa mi disse.
“Leccami anche dietro, questa sera ti do quello che vuoi”
A quelle parole mi esaltai, la bagnai per bene, feci per infilarle un dito ma lei mi fermò e mi disse.
“Non subito, prima voglio essere scopata nella figa per un bel pò.”
Stava a pecora davanti a me col mio cazzo dentro e godeva, ad un certo punto si girò verso di me e mi disse.
“Dai, adesso mettimelo in culo”.
Tolsi il cazzo bagnato di umori dalla sua figa e avvicinai un dito al suo culo per aprirglielo un pò ma lei mi prese la mano.
“Infilalo subito, voglio sentirlo così”
Appoggiai il cazzo sul suo buco e lo spinsi dentro, era strettissimo, pensavo di farle male ma lei disse di no, il mio cazzone duro penetrò nel suo culo sparendo completamente, era una sensazione fantastica, finalmente il culo di Glory era mio, finalmente me la sarei inculata tutta.
Lei ansimava e godeva, più di quando glielo mettevo nella figa, il suo culo si mangiava tutto il mio cazzo facendolo sparire all’interno, sentivo le pareti stringersi intorno al mio membro massaggiandolo, pensavo che avrei sborrato da un momento all’altro così mi fermai un pò, Glory si girò e si mise a pancia in su tirando su il bacino e le gambe.
“Inculami così.”
Mi disse mentre si teneva aperto il culo, glielo sbattei di nuovo tutto dentro, lei intanto si teneva un dito nella figa e si masturbava.
“Dai così, scopami nel culo! Più forte”
“Finalmente ti sei decisa a darmelo, credevo di impazzire.”
“Adesso ce l’hai, fammi godere dai! Fammi il culo!”
Il mio cazzo era durissimo, stavo per esplodere in una sborrata enorme.
“Più forte, spaccami il culo!”
“Sì te lo spacco tutto”
“Così, aprimi, dai, di più! Dai che sto per godere, fammi godere col culo!”
“Sto per venire anch’io, ti riempio”
“Riempimi il culo di sborra, dai, riempimelo, tutta dentro la voglio!”
Feci una sborrata spaventosa nel suo culo riempiendoglielo tutto, lei venne nello stesso momento gridando e gemendo, il giorno dopo la chiamai, lei mi disse che si era fidanzata e che quindi non potevamo più incontrarci, rimasi molto male e l’unica cosa che mi rimase da fare fu masturbarmi pensando al suo culo meraviglioso.

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l’area di sosta in autostrada

Ciao vi racconto di un avventura che ci è capitata in autostrada
tornando dalle prime ferie senza il figlio ormai grande per andare in vacanza con gli amici. Partiamo da Cap D’agde verso le 22, poco dopo esserci messi in autostrada mio marito per eccitarsi e per eccitarmi mi dice:- Ma non avevi meglio di niente da mettere per il viaggio? Mi sembri una di quelle che battono il marciapiedi!!! In effetti forse non aveva tutti i torti, ma amo
viaggiare in tutta comodità e quindi un pareo senza intimo e il reggiseno del bikini

ai piedi dei comodi sandali a zeppa in sughero che in effetti fanno tanto mignottone.. Verso mezzanotte ci fermiamo in un area di servizio in Francia.. per riposarci un po..
entriamo nella zona caffè ma ci sono solo macchinette
tipico di queste aree di servizio non gestite da personale.. pochi
camionisti che stanno bevendo un caffè… si ammutoliscono quando mi
vedono entrare mi sento i loro sguardi addosso .. torniamo alla macchina…
ci spostiamo in una zona buia tra i camion per dormire un po’… mi
addormento e verso le 2 di notte mi sveglio, mio marito dorme come un
ghiro e russa pure, nemmeno le cannonate lo svegliano, dormire in macchina non è comodo e decido di fare due passi per sgranchirmi le gambe e torno
nella sala delle macchinette dei caffè prendo un caffè.. quando esco trovo dei camionisti sono fuori a fumare.. continuano a sorridermi.. sono italiani accento del sud.. mi credono straniera forse per i miei capelli rossi tinti e gli occhi azzurri, credendo che non capisco commentano
le mie tette senza troppi scrupoli.. mi avvio verso la macchina eccitata un po dai commenti su cosa mi avrebbero fatto.. sculetto sulle mie zeppe alte, un soffio di vento mi scopre il culo il miniabito è veramente corto.. loro vedendomi andare verso l’unica macchina targata italia subito mi chiedono scusa per i commenti, io dico che fa nulla ci sono abituata.. l’uomo insiste e si avvicina
con una scusa.. signora possiamo offrirgli una tazza di caffè vero mi
dice.. io replico come caffè vero.. loro mi dicono che al camion hanno il fornellino con la moka per il caffè.. io ormai nauseata da due settimane di caffè lungo francese.. accetto.. cammino accanto a
loro.. sculetto sò che stò giocando con il fuoco loro continuano a guardarmi le tettone che ballonzolano provando a uscire lateralmente dal vestito.. prende dal camion una bottiglia d’acqua il fornello e la moka, intanto seguo gli altri ai tavoli in legno sotto la pinetina di quell’area, preparano il caffè, mi chiedono dove sono stata in vacanza, io ingenuamente rispondo
Cap D’agde dando per scontato che non conoscono la fama del posto.. ma
mi sbaglio lo conoscono anche se non ci sono mai stati, se già prima si
facevano pochi scrupoli adesso li vedo più lanciati.. l’uomo il più
anziano dei tre esordisce così “ il posto dove in spiaggia si sta nudi e la sera ci sono gli scambi di coppie e le orge tra le dune.. “ io arrossisco e rispondo si il posto è quello, ma il tipo è deciso. E continua, quindi non ha segni del costume.. io gli rispondo di no.. i tre in coro vogliono avere la prova.. uno dei tre mentre si abbassa i pantaloncini mi mostra che ha il segno del costume, ma anche un gran bel cazzo.. mi rendo conto che mi ci sono infilata dentro in quel gioco senza volerlo ma adesso devo giocare altrimenti verrò sicuramente violentata dai tre che mi hanno trovata alle due di notte sola vestita cosi e saputo dove sono stata in vacanza non hanno dubbi di trovarsi di fronte a moglie in calore sempre in cerca di cazzi una puttanella.. c’è.. iniziano anche ad allungare le mani faccio fatica a tenerli a bada almeno per dare una parvenza, anche un alto uomo si slaccia
la cerniera, infila la mano nei pantaloni e e ne esce con un bel cazzone in mano.. mi guarda compiaciuto, “ dai prendimelo in bocca” mi incita ormai ero in quella fase che eccitata non ho più ritegno.. mi chino , lo prendo tra le mani, lo scappello con dolcezza, e me lo
infilo fino in fondo alla gola, lo lecco con passione, ne gusto il
gusto salato, dimenticandomi di dove mi trovo e in quale incredibile
situazione mi sono venuta trovare… in tre mi stanno palpando le tette
nude uscite lateralmente dal vestito e davo le spalle all’altro camionista che si affannò
nella ricerca di sfilarmi il vestito.. ero nuda adesso sdraiata sul tavolo con il camionista che mi allargava le cosce nel tentativo di infilarmelo nella passerina, me lo passai avanti e indietro diverse volte fino a quando madido dei miei umori scivolò facilmente nella mia passera, sentivo il
suo cazzo sbattermi fino in fondo con violenza.. mentre continuavo a
pompare un cazzo stupendo, alla mi sinistra e poi mi girava verso quello alla mia destra sentivo il camionista accellerare poi rallentare.. si scambiavano di posto e io provavo sensazioni stupende, cominciai ad ansimare, non trattenni un’incitazione a proseguire, costretta in quella posizione mi
scoparono e incularono a vicenda tutte e tre… erano dei maiali ma mi
stavano facendo godere.. in bocca li supplicai vi voglio far venire in
bocca.. seduta sulla panchina nuda i cazzi in bocca e
continuavo a toccarmi la passerina.. mentre i due mi riversarono in
bocca un pieno di sperma, lo sentivo scendere tra le tette dal
mento…mi sistemai alla meglio.. tornai in macchina da
mio marito.. dormiva al risveglio andammo nella saletta di sosta per
prendere due caffè.. incontrammo i camionisti.. fecero finta di
niente.. io invece mi avvicinai a salutarli avevo già raccontato tutto
a mio marito.. e da porca mi chinai a prendere il caffè mostrandogli il
culo senza mutandine.. erano imbarazzati perchè non immaginavano che
avevo raccontato tutto a mio marito..

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L’orgia di Emanuela

Emanuela è una ragazza di 26 anni, molto troia, e amante delle situazioni bizzarre. E’ attratta sia dagli uomini che dalle donne e le piace essere messa al centro di situazioni perverse. E’ alta, ha una faccia a maialina, capelli a caschetto castani, due belle tettine piccole ma sode, e soprattutto un bel culetto sodo e prominente.
Emanuela e il suo uomo, Fabio, decidono di andare alla stazione a rimorchiare qualcuno tizio per un triangolo. Vanno nella zona dei gabinetti dove di solito ci sono persone che cercano incontri particolari.
Emanuela, per farsi notare, inizia a leccare un lecca lecca rotondo molto lentamente, come se stesse succhiando la cappella di un cazzo. Un tipo inizia a squadrarla e allora Fabio ed Emanuela gli fanno capire che vogliono entrare in contatto con lui. E’ un tipo di statura normale, abbastanza robusto e veste dei jeans che mettono in evidenza un pacco ben fornito. E’ un po’ rozzo ma abbastanza pulito.
“Salve” dice Emanuela, mostrandosi intraprendente,
“ti va di andare a bere qualcosa e far due chiacchere con noi ?”
“Certo ! Se poi la discussione continua come dico io …. mi va ancora meglio ….” dice il tipo ridendo.
“Potremmo andare qui al bar della stazione” dice Fabio, e tutti e tre si avviano verso il bar.
Fabio e Paolo, così si chiama il tipo, prendono una birra, Emanuela un gelato, e si mettono a sedere in un tavolo.
Emanuela inizia a leccare il gelato in modo provocante e poi dice
“Tu che gusti hai ?
Ti piacerebbe fare qualche cosa con noi ?”.
“Io sono di larghe vedute” dice Paolo
“faccio di tutto. Sono stato poco fa a vedere un film porno e siccome sono arrapato stavo cercando qualcuno con cui fare un po’ di porcate, o uomo o donna.”.
“Bene,” dice Fabio
“vedo che sei la persona giusta. Bazzichi spesso questi luoghi ?”
“Si, vengo spesso qui per fare incontri interessanti. Poi di solito si va in uno dei vagoni in deposito in testa all’ultimo binario. E’ facile trovarne uno vuoto e non si avvicina nessuno. Ci vado con persone che incontro vicino ai gabinetti come voi. Tre giorni fa io e dei marocchini che di solito bazzicano la stazione ci siamo lavorati un ragazzo, uno di questi vagabondi che girano per le città. Voleva che gli offrissimo del vino e noi gli abbiamo fatto un bella innaffiata di sborra !”
“Raccontaci un po’ ” chiede incuriosita Emanuela.
“Abbiamo attirato il ragazzo, 20 anni biondo e efebico, in una di queste carrozze con la scusa di farci un bicchiere e poi lo abbiamo immobilizzato e ce lo siamo fatto.
Pensate che era vergine e s’è dovuto beccare in culo un cazzo nero che faceva spavento..
Gli abbiamo insegnato a fare i bocchini e alla fine uno dei neri l’ha fatto godere mentre io lo inculavo e un altro si faceva fare un pompa !. Il fatto è che gli è piaciuto parecchio, e fino a che è rimasto in città abbiamo continuato a fare giochini del genere. E’ diventato un succhiacazzi magistrale.”
“Uhhh, deve essere stata una goduria tremenda incularsi un ragazzo dal culo stretto” dice Emanuela che poi aggiunge
“Perché non andiamo a casa nostra e ci mettiamo un po’ più comodi ?”.
I tre si alzano e si dirigono verso la macchina di Fabio ed Emanuela. Dopo un breve tragitto i tre sono a casa.
Appena arrivata Emanuela dice
“Uhh, ho voglia di pisciare devo andare in bagno, accompagnatemi.” e tutti e tre si dirigono in bagno dove Emanuela, levatasi i pantaloni, si siede sulla tazza per pisciare. Poi fa cenno a Paolo di avvicinarsi e sempre seduta inizia ad accarezzargli la patta e a slacciargliela. Tira fuori un cazzo più o meno uguale in lunghezza a quella di Fabio ma più grosso e dice
“Mhhh che sleppa che hai …. Glielo devi aver sfondato il culetto a quel ragazzo” e mentre anche Fabio se lo è tirato fuori e se lo sta menando, Emanuela imbocca il cazzo e inizia a slinguarlo e pomparlo freneticamente.
Ad un certo punto smette, e con il cazzo in mano si volta verso Fabio leccandosi le labbra e con una faccia da maialina gli dice
“Ha un buon sapore ….. assaggia anche tu, dai.” Prende la testa di Fabio e dolcemente ma fermamente la spinge verso la verga turgida di Paolo. Fabio apre la bocca, ingoia il grosso cazzo e inizia a succhiare con diligenza.
“Hai sentito che buon sapore ?” dice Emanuela, e poi rivolgendosi a Paolo
“Fabio sa scopare e inculare bene ma sa anche fare ottime pompe. Guarda come te lo sta gonfiando. Dai succhia, succhia questa bella minchia mentre io ti succhio la tua” e Emanuela imbocca il cazzo di Fabio ben dritto.
I succhiaggi continuano fino a quando i tre non vanno nella più comoda camera da letto. Lì, Emanuela dice in modo volgare
“Ho voglia di un bel palo caldo dentro la spacca” e si mette a pecorina esortando Fabio a prendere il cazzo di Paolo in mano e avvicinarglielo alla fica.
“Dai” geme Emanuela “imboccami il cazzo nella fica porcone, che ora Paolo mi fa fare una bella cavalcata e mi riempie la pancia di sborra. Uhhh come è grosso e duro.”
Fabio, dopo avere appoggiato il cazzo di Paolo nella fica di Emanuela si avvicina con il cazzo ritto alla sua bocca e glielo struscia sulle labbra.
Paolo, eccitatissimo dalla troiaggine di Emanuela, le spinge il cazzo con violenza dentro la fica, apostrofandola con frasi volgari
“Eccotelo tutto, vacca. Te lo senti fino all’utero, troia. Ora ti slargo questa fica da stronza e ti faccio un lavoretto che dovrai camminare a gambe larghe per almeno una settimana.” Inizia, così, una galoppata violenta con colpi possenti che sbattono Emanuela avanti e indietro sul cazzo di Fabio.
Emanuela si leva il cazzo di bocca e inizia a dire rivolta a Fabio, ansimando
“Cazzo, mi sta svangando la fica … ohhh …. mi sta riempiendo tutta con quel cazzone…. mi sfonda l’utero … dai, dai sfondami .. sfondami ….. dai che dopo te lo faccio provare nel culo …. ti faccio riempire come un otre ….. cazzo come mi sento piena in pancia …….. dai .. daiiii … godooo ….. godooooo come una maialaaaaaa…..”
Fabio, intanto, se lo mena e poi lo rimette i bocca ad Emanuela. Le tiene ferma la testolina mora e inizia a scoparla in bocca dicendole parole volgari
“Te lo senti tutto in bocca ora troietta …… senti come ti arriva in gola puttana da quattro soldi ….”
Paolo, eccitato dalle parole di Emanuela e Fabio, continua a trapanare Emanuela con colpi violentissimi , unendosi al turpiloquio dei due
“Senti come ti sto limando la fica, bella vaccona ….. sei così troia che ti faresti scopare anche in mezzo di strada …… ti spacco la schiena in due con questo cazzo ….. ti riempio la fica di sborra ora….. troia ti sto per allagare l’utero …….. vengoooo …… vengooooooo ……”
Nello stesso istante anche Fabio viene sulla faccia di Emanuela che, stralunata dal piacere, grida
“Siii ….. godo come una cagna in calore …. innaffiatemi di sborra fino in gola ….. godoo come una troiaaaaaa …….”
Con la bocca ancora sporca di sborra Emanuela bacia Paolo e i due fanno un lungo lingua in bocca. Poi Emanuela dice
“Andiamo in salotto, beviamo qualcosa e poi facciamo qualche altra maialata !” I tre vanno nell’ampio salotto di casa dove Fabio versa da bere dello spumante ghiacciato. Poi si mettono a sedere nel divano ed Emanuela tira fuori una foto di una ragazza nuda in un posa molto provocante e la mostra a Paolo.
“Questa è Irene, una ragazza di 19 anni .” dice Emanuela
“E’ molto porca, lo prende in culo, si fa fottere da due uomini contemporaneamente e si fa anche pisciare addosso. Ti piacerebbe conoscerla ? Ti potremmo invitare una sera alle nostre orgette. Pensa che una settimana fa avevamo organizzato un’orgia e c’era anche Irene. Mi ha fatto una leccata eccezionale e poi me la sono slinguazzata tutta. Alla fine le ho fatto fare una bevuta di piscio bella abbondante. Mi bagno solo a pensarci ! Ma ora basta con le chiacchere, ho voglia di fare qualche altra maialata!.
Vieni Fabio, ora tocca a te ” dice sorniona Emanuela, con una faccia da troietta.
Fabio è un po’ titubante perché non ha mai preso cazzi così grossi in culo. Emanuela tira fuori una pomata lubrificante e poi gli dice
“Mettiti a pecorina che ti lubrifico un po’ il culo se no te lo strappa !”
Fabio si mette a pecorina mentre Paolo gli prende la testa, dice
“Mentre Emanuela ti lubrifica il buchino dai una bagnatina al bastoncino ” e glielo mette in bocca. Fabio inizia a pompare ed Emanuela sottolinea l’azione commentando
“Gli piace leccare lo stecco ……. uhhhhh …… gli si sta rizzando il cazzo mentre ti succhia la nerchia e io gli sto accarezzando il buco …” E Paolo, di rimando, lo incita dicendoli “Dai gonfiamelo bene che poi te lo pigio in culo …. così da bravo”
Emanuela, ad un certo punto, dice a Paolo
“Va bene. Ora ce l’hai bello duro, faglielo provare in culo. Aspetta che te lo spalmo con un po’ di vasellina, poi tu glielo metti in culo mentre io gli succhio il cazzo, così lo facciamo godere da tutte le parti !”
Poi, rivolta a Fabio gli ordina
“Tu mi devi dire ad alta voce quello che ti fa Paolo, così sarà ancora più eccitante.”
Paolo si mette dietro Fabio e inizia ad appoggiargli il possente cazzo fra le chiappe.
Fabio, come aveva ordinato Emanuela, inizia a descrivere l’azione.
“In questo momento me lo sta appoggiando sull’ano. Ecco ora mi sta mettendo la cappella grossa dentro ……. ahi ….. ahii che male ce l’ha grosso …. sta spingendo ……. mamma che male ….. porca zozza mi rompe lo sfintereeeee…… mi spacca ….. ahiooo ……aghhhhhhhh …. me l’ha messo tutto…. È come se avessi un cilindro bollente in culo …. cazzo me l’ha messo fino in fondo … ora mi sta pompando …. piano .. pianoooo …..”
Emanuela sega il cazzo di Fabio e carezzandogli la testa lo incita “Dai che ora ti stai abituando a questo bel palone che ti spinge la cacca dentro gli intestini ……. uhhhhh …… che cazzo ritto che hai ora … allora ti piace …. vieni che te lo prendo un po’ in bocca ” e inizia a pomparlo per poi fermarsi. e continuare a incitarlo “….. senti come ti sta svangando il culo … gli stai cacando il cazzo in culo bene bene….. dai Paolo fagli sentire il cazzo fino agli intestini …… riempilo bene di sborra….fagli un bel clistere ……….”
Emanuela si rimette a succhiare il cazzo di Fabio e dopo una lunga pompata si mette a segarlo “Dai che ora fai una bella innaffiata…. ti piace il cazzo in culo eh ?”
“Mi sta limando il retto …. me lo sento tutto bello riempito …..vengooo … vengo …. vengoooo……” e Fabio viene con un lungo getto di sbroda mentre Emanuela continua a segargli freneticamente il cazzo.
“Cazzo mi strizza la fava nel culo …… ha delle contrazioni pazzesche ….. gli
piscio la sborra nel culo …. eccoooo …. godoooo …..” e anche Paolo gode riversando una grande quantità di sborra nel culo di Fabio.
Emanuela leva il cazzo di Paolo dal culo di Fabio e si mette a leccare il buchetto bello aperto. Poi con un espressione golosa si mette a ripulire il cazzo di Paolo dei residui di sborra e merda che ci sono.
“Uhh che buon sapore aspro di sborra e merda” dice dopo avere ripulito tutto il cazzo di Paolo “te l’ha pigiato proprio in fondo al culetto”.
Paolo si riveste, deve tornare a casa. Emanuela, però, gli propone di restare in contatto.
“Hai visto quella ragazza della foto” gli dice ricordandogli di Irene
“potremmo fare un’orgetta con lei. Potresti far venire uno dei tuoi amici marocchini di cui ci hai parlato. Credo che Irene non abbia mai provato una doppia penetrazione con cazzi molto grossi. Ci si potrebbe divertire.”
E con questo si salutano, certi di rivedersi presto.

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la mamma di Isabella

Io e Isabella ci conosciamo dai tempi dell’università, lei ora lavora in un’altra città ma quando scende per le feste ci vediamo e usciamo insieme. Ha un bel corpo con un culo favoloso, anche se di viso non è perfetta, ha lunghi capelli neri ricci e siamo molto amici. Non c’è mai stato niente tra di noi, anche se mi attizza molto, ma lei vorrebbe una storia seria. L’ultima volta che è tornata in città, sono passato a prenderla a casa e ho fatto la conoscenza di Adelina, sua madre; sebbene abbia dei tratti in comune con la figlia, Adelina è più bassa e minuta, ma le curve ci sono tutte, soprattutto dietro. Mi sono eccitato immediatamente. La signora, di 58 anni, era molto simpatica e mi guardava sorridente, forse le piaceva che uscissi con la figlia. Qualche settimana dopo la partenza di Isabella, lei mi chiamò per chiedere se potevo passare a casa sua perché la madre aveva dei problemi con dei documenti e mi chiedeva se potevo occuparmene io. La signora Adelina era rimasta da circa un anno vedova e prima era il marito ad occuparsi di quelle faccende.
Andai con immenso piacere e la signora mi accolse con il suo solito sorriso, indossava un vestito leggero e ai piedi dei sandali zeppati che mi provocarono un’immediata eccitazione.
Quella volta non mi sbilanciai, però mi feci dare il suo numero e le dissi che poteva chiamarmi per qualsiasi evenienza.
Adelina non mancò di farsi viva spesso e io feci lo stesso, in breve arrivammo a chiamarci ogni giorno e quando il lavoro ce lo permetteva, riuscivamo a incrociarci per un caffè. Un giorno al telefono mi disse che voleva andare a comprare delle scarpe in un centro commerciale e mi offrii di accompagnarla. Andai a prenderla, come avevo fatto tante volte con Isabella, lei scese con addosso una gonna stretta al ginocchio, calze nere e scarpe con tacco medio, era bellissima e la guardai per alcuni secondi estasiato, ormai ero innamorato!
Fu bellissimo accompagnarla nel negozio di scarpe, le scelsi delle scarpe, e poi le chiesi di provarne alcune con zeppe altissima o con tacchi a spillo, lei sorrise dicendo che ormai non aveva l’età per indossare quei tacchi e io però la convinsi a farlo, l’aiutai a metterle e nel farlo le accarezzai il piede velato, aveva meravigliosi piedini taglia 35, li avrei presi in bocca e leccati per ore! Lei dischiuse leggermente le gambe, si vedeva che era rilassata. Le feci delle foto con il cellulare ai piedi con quelle scarpe “giusto per ricordo” le dissi; ovviamente quella sera mi segai abbondantemente guardandole.
L’indomani mi chiamò chiedendomi se volevo andare a cena da lei, ci teneva molto, mi disse. Risposi ovviamente di sì e prima di andare, passai dal centro commerciale e le comprai quelle zeppe vertiginose che aveva provato il giorno prima.
Quando aprì la porta di casa, rimasi sbalordito, aveva un bel vestito nero, un po’ attillato, che lasciava un po’ scoperto il seno e soprattutto modellava fianchi e culo, ai piedi sabot con tacco basso, la baciai sulla guancia ed entrai, ci accomodammo in salotto e le diedi la busta con il mio regalo; era senza parole, non se l’aspettava, quando aprì lo s**tolo e vide le zeppe, scoppiò a ridere e disse: “ma sei proprio fissato!” “Ti stanno benissimo, ti prego indossale.” le dissi, lei sorrise guardandomi negli occhi e disse: “va bene”, tolse i sabot e indossò le zeppe, i piedi velati scivolavano perfettamente dentro. “Sto davvero bene?” MI chiese e io le dissi “Certo, sei divina!” arrossì immediatamente ma non disse niente, allora mi chinai a terra e posai le mie labbra sulle sue unghie velate. Fu come andare in trance, iniziai a baciare e leccare piedi e zeppe mentre Adelina avvampava sul divano, la sentivo mugulare “no… cosa fai…” allora risalii con la lingua sulle gambe e poi di s**tto tornai su e le presi la faccia tra le mani. “Ma cosa ti è preso? potrei essere tua madre.” “Ti voglio Adelina, dal primo momento che ti ho visto!” La baciai con foga e le infilai la lingua dentro. Si fece accarezzare sotto il vestito e la mano andò in mezzo alle gambe dove era già un lago. “No è tanto che non lo faccio!” Disse divincolandosi dal mio bacio appassionato, io le leccai il collo e le pastrugnavo la figa. Si lasciò andare e riuscii a sfilarle il collant, le scostai gli slip di cotone nero e vidi la sua sublime figona pelosa, mi ci avventai con foga e la leccai con avidità. Adelina impazzì, intanto il cazzo mi si era fatto durissimo, mi spogliai e quando lo vide, grosso duro e pronto a chiavarla, rimase colpita. Lo prese in mano e i suoi occhi brillarono, era tanto che agognava quel momento, la stesi sul divano e entrai dentro, era ancora stretta nonostante la lubrificazione, provò dolore ma mi chiedeva di continuare e di spingere. Ci volle un po’ ma alla fine entrai, presi a chiavarla con forza, lei gemeva dal piacere e intanto la baciavo in bocca. Le alzai una gamba e le leccai il piede mentre la scopavo, aveva tolto i collant ma aveva rimesso le zeppe… il ché mi eccitava tantissimo. Non resistetti a lungo, venni in una copiosa sborrata che ovviamente finì tutta nella sua pancia. Sfiniti ci stendemmo per alcuni minuti a terra, poi le dissi: “andiamo a mangiare, così recupero le forze… stanotte voglio farti impazzire” Adelina sorrise e mi baciò.

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7 Orgasmi Al Giorno, Tolgono La Sborra Di Torno!

Mi sono sempre chiesto: quanti orgasmi puoi avere al giorno? Uno? Due? Tre? DIECI? Ed ogni volta che vieni, l’abbondanza di sperma é sempre la stessa? Cercando in Rete e leggendo qualche intervista ad attori di Film per adulti, una vera e propria risposta non l’ho trovata. Qualcuno si limitava a dire che per la loro professione, é importante seguire una dieta che gli garantisca vigore e consistenza al pisello durante le scene di sesso. In altre parole, dovevano mangiare piú una cosa piuttosto che l’altra, perché sembrava che servisse a produrre piú sperma. I medici scrivevano che per l’uomo tre o quattro é il massimo. Non mi hanno convinto. Cosí io ho preferito condurre un esperimento tutto mio. Niente diete particolari, nessuna vitamina piuttosto che la pasta, volevo semplicemente masturbarmi piú volte al giorno e vedere quale fosse il mio limite!
Decisi di partire il primo di un mese, cosí da poter tenere il conto meglio. La mattina che ho iniziato il test, é stata semplice. Mi sono svegliato come sempre a cazzo dritto, una particolaritá del sesso maschile naturale. E prima di andare a lavorare, ho iniziato a farmi una sega. In principio sul letto, classico movimento su e giú della mano fino a sentire la sborra salire. Mi fermavo qualche secondo, accarezzavo delicatamente la mia cappella e poi ripartivo a farmi la sega. OK masturbarsi, ma la prima sborrata della mattina la volevo bella abbondante! Cosí dopo almeno un quarto d’ora di masturbazione, tra stop & go vari, mi alzai dal letto con il pisello in mano, dritto, con la sborra che iniziava a salire lungo l’asta e mi diressi in giardino. Volevo sentirmi libero di venire all’aria aperta, ed avendo fortunatamente un giardino lontano da occhi indiscreti, continuai tranquillamente a farmi la sega camminando. Due, tre, quattro movimenti sempre su e giù….. cinque, sei….. finalmente mi libero del primo carico. Una lunga schizzata parte dal mio cazzo, poi una seconda, ed una terza… infine tolgo la mia mano e lascio che il mio pisello sborri da solo, senza aiuto. Altri schizzi partono in diverse direzioni del giardino, sento le palle svuotarsi. Finalmente la sborra finisce, in terra un lago di sperma ed il mio cazzo che ancora per qualche minuto rimane dritto. Passeggio nel giardino per un pó, in attesa che si ammosci ed intanto qualche goccia di sborra esce ancora dalla cappella. Non appena torna flaccido, mi faccio una lunga pisciata per pulire la vescica, torno in casa, mi faccio una doccia e vado a lavoro. Primo orgasmo andato!
In questa giornata diversa, non metto né boxer, né slip. Volevo sentire il mio pisello sciolto nei pantaloni e comunque sarei stato libero di toccarmelo ogni tanto dalle tasche, in modo tale da farmi una masturbazione lenta, ma continua, durante tutto il giorno. Cosí ogni tanto mentre camminavo tra un ufficio e l’altro, tra una fotocopia e l’altra, mi toccavo il cazzo e le palle. Dovevo farlo con scrupolo e trovare il giusto equilibrio. Fondamentalmente i rischi erano due: il primo, che mi si drizzasse nei pantaloni (difficile poi da spiegare a chi c’era intorno a me). Il secondo, che sborrassi all’improvviso dentro i pantaloni (peggio ancora spiegare una macchia evidente di sperma lí davanti). Fortunamtamente avevo abbastanza controllo del mio cazzo, percepivo quando stavo per venire e mi fermavo qualche secondo prima. Verso metá mattinata sento nuovamente le palle gonfie e mi allontano verso il bagno. Dedico qualche minuto alle mie palle, le massaggio, le stiro, intanto il mio pisello ha un’erezione. Allora lo prendo in mano, faccio scivolare la pelle della cappella giú, scoprendola. Inizio a farmi un’altra sega e dato che mi ero toccato il cazzo per tutto il giorno, masturbandomi lentamente in tutti i modi, non ci metto molto a venire. Un lungo fiotto di sborra finisce sulla tavola del water, poi un secondo… avevo il cazzo talmente duro e non riuscivo ad indirizzarlo nel buco del cesso. Allora faccio piú forza con le mani e spingo quel lungo palo che ho in mezzo alle gambe verso il basso. Altri schizzi partono dal mio pisello direzione acqua del water. Atre lunghe sborrate ed infine spasmi del mio pisello senza eiaculare. Mi pulisco con delle salviette inumidite e rimetto il mio pisello nei pantaloni. Continuo la giornata lavorando ed ovviamente masturbandomi in qualunque momento. Palle nuovamente svuotate e secondo orgasmo del giorno andato!
Arriva l’ora di pranzo, i colleghi mi chiamano per andare con loro, ma declino l’offerta accampando la scusa di dover finire un lavoro al PC. In effetti era la veritá. Dovevo masturbarmi un’altra volta. Questa volta decisi di usare un metodo classico: pisello in mano e sito per adulti. Feci uscire il mio cazzo mezzo moscio dalla chiusura lampo e cercai qualche foto di ragazze nude nel Web. Spalle al muro, viso verso la porta del mio ufficio, con una particolare attenzione ad eventuali sorprese e la sega poteva partire. Alle prime foto di ragazze nude, con posizioni da far invidia ad un contorsionista, giá sentivo il mio pisello gonfiarsi. Ed ancora non avevo iniziato a stimolarlo manualmente. Passai a fotografie piú specifiche, dove puoi scegliere anche il tipo di ragazza che te lo fá diventare duro: bionda, mora, tette piccole, con la fica pelosa e molto altro. Scelsi la fica naturalmente pelosa, quella che sempre mi aveva fatto impazzire. Vedere quelle ragazze cosí giovani, non depilate, stavano dando dei frutti. Il mio cazzo cresceva di dimensioni, sempre di piú, fino a diventare dritto. Poi ancora altre foto ed il mio cazzo che diventava sempre piú duro. Allora tirai giú la pelle e con un dito mi toccai il prepuzio, lo massaggiavo in senso orario e non. Quindi passai a farmi una sega classica con la mano sinistra, mentre con la terza caricavo altre immagini. Ne trovai una dove due ragazze more, con i peli della fica che arrivavano fino all’interno coscia, si masturbavano a vicenda. Sdraiate in terra, una di fronte all’altra a gambe incrociate, si strusciavano la fica una contro quella dell’altra. Mentre le osservavo, non smettevo di masturbarmi, ma stavolta ero talmente preso da quelle due, che pensavo di essere con loro. Cosí quando le vidi godere (probabilmente per finta) io venni insieme a loro. Mi ero talmente eccitato, che la prima schizzata non la controllai, non riuscivo a trattenerla. Una lunga sborrata partí verso l’alto tipo fontana e come un getto d’acqua, finí la sua corsa in aria per poi ricadere sulla tastiera. Prima di sporcare tutto, afferrai immediatamente un pacchetto di fazzoletti tirandone fuori uno e lo misi sopra la mia cappella appena in tempo per bloccare la seconda sborrata. Venni diverse volte, tante da riempire quel pezzo di carta di sperma ed usai quell’intero pacchetto per pulire tutto, soprattutto il mio pisello pieno di sborra. Ed anche il terzo orgasmo della giornata era finito!
Tornai di nuovo in bagno per pulirmi meglio e notai che le mie palle erano davvero svuotate. A differenza della mattinata, ora erano mosce e calate. Si staccavano dal mio pisello per diversi centimetri. Gli feci una foto per poi metterla on line su un paio dei miei profili su siti per adulti. Ero curioso di vedere quante persone riuscivano a ridurre i propri testicoli in quello stato. Andai a pranzo. Camminando sentivo le palle dondolare nei miei pantaloni. Una bella sensazione. Una volta alla mensa aziendale, tra un primo ed un secondo, chiamai sul cellulare una mia amica di scopata. Di quelle che vedi ogni tanto, solo per farci sesso, le chiamano scopaamica! Le chiesi se gli andava di vederci la sera per una cena… il resto era prevedibile. Accettó linvito. Ed anche la serata era organizzata. Faceva parte del test. Volevo vedere, a mio rischio e pericolo, se dopo tre (ma la quarta era in programma) masturbazioni con relative sborrate, il mio cazzo era in grado di res****re ad una scopata! Una volta in ufficio, terminai gli ultimi impegni lavorativi, senza perdere di vista l’obiettivo primario: vedere quanto sperma riuscivo a buttare fuori dalle mie palle in un giorno. Cosí dopo aver finito il mio turno, feci un ultimo giro in bagno e con il mio pisello ormai in evidente stato di lavoro “straordinario”, cercai un’altra sborrata. Mi abbassai i pantolani per l’ennesima volta e cercai freneticamente di farmi un’altra sega. Lo ammetto, ci misi un pó, ma dopo diverso tempo di stantuffi su & giú lungo il mio cazzo, ebbi un’erezione accettabile. Quel tanto da permettermi di continuare a martoriare il mio pisello fino allo sfinimento. Infine, dopo un lungo lavoro di mano, le mie palle mi regalarono un’altra schizzata… forse due o tre… a quattro non penso di esserci arrivato! Cosí, come sempre per pulirmi la vescica, feci una pisciata e presi la direzione di casa. E pure il quarto orgasmo aveva avuto successo!
Durante il rientro a casa, mi arrivó un SMS. La mia amica mi scriveva che non poteva più venire, perché si era dimenticata che il fratello rientrava da Parigi e doveva passare a prenderlo in Aeroporto. Potevo salutare la scopata. Allora decisi di apportare modifiche al mio piano masturbazione. Prima di rientrare alla mia abitazione, decisi di passare in un supermercato, nelle cui vicinanze c’erano ragazze particolarmenre int****ndenti (ci siamo capiti). Una volta fuori e dopo aver comprato prodotti inutili, giusto per avere un alibi, mi lasciai avvicinare da una donna:
-“Ciao, mi chiamo Cinzia. Non só come dirtelo, ma ho dimenticato il portafoglio a casa e non só come fare la spesa. Se mi presti qualche euro, poi ci mettiamo d’accordo su come e quando dovró restituirteli” Disse lei.
Di scuse per agganciare un uomo ne avevo sentite, ma questa le batteva tutte. Comunque erano soldi spesi per scopi (o scopare… OK, piccola battuta) scientifici. Cosí ci appartammo in un posto nascosto, lontano da tutto e da tutti. Una volta isolati dal mondo, mi slacció i pantaloni, li tiró giú e vide subito il mio pisello.
-“Oh….. ma vedo che sei giá pronto, senza mutande” Notó lei.
Si mise subito all’opera, inizió a toccarmelo e metterselo in bocca. Ancora tra lo stato di flaccido e semierezione. Continuó senza fermarsi a farmi quel lavoro di bocca, ma il mio cazzo ci metteva piú tempo del solito a diventare bello tosto. Meno male che non stavo con la mia amica. Sai che figura! La donna mi guardó come per dire perché non reagissi a quel bocchino. Allora cercai uno stimolo suppplementare, mentre lei continuava a masturbarmi, misi entrambe le mani nella sua scollatura per toccargli le tette. Mi lasció fare, visto gli scarsi risultati della sua bocca. Iniziai a toccargliele, a stringerle, a strizzarle. Finalmente il mio pisello si sveglió, lo sentivo crescere, gonfiarsi nella bocca della donna. Ma poi lo sfilai, tolsi anche le mie mani dalle sue grosse tette, ed afferrai le sue per guidarle verso il mio pisello. Lei capí subito che volevo che mi facesse una semplice sega. Non capiva, ovviamente, che volevo vedere con i miei occhi quanto sperma riuscivo a tirare fuori dal mio cazzo Cosí inizió a masturbarmi con il sistema classico: mano su e giú lungo l’asta. Dopo pochi minuti la sborra saliva lungo l’asta per uscire con una lunga schizzata dalla mia cappella. La presi in pieno dentro il naso e le feci fare uno s**tto indietro. Ma forse era abituata, perché non si fece distrarre e la sua mano continuava a farmi quella sega provocandomi un’altra schizzata e poi una terza. Infine, nonostante lei continuasse, il mio cazzo pulsava senza sborrare. Palle sempre piú svuotate. Poi lei si alzó, gli diedi “un’offerta” e se ne andó. Tornai nella mia auto, di nuovo con le palle che arrivavano quasi alle ginocchia dentro i miei pantaloni. Quinto orgasmo avuto con successo!
Le mie palle erano sempre più mosce, ancora poco e avrebbero toccato terra. Arrivato a casa, ero indeciso se riposarmi o andare in piscina. Nessuno dei due. Scelsi di farmi una corsa nel quartiere. Scarpe da ginnastica, tuta e via. Iniziava a fare buio e le giornate si stavano accorciando. Ma la mia ora di attivitá sportiva nessuno me la toglieva. Mentre correvo, sentivo le mie palle sbattere contro le gambe insieme al mio pisello. La sensazione era un misto tra dolore e piacere. Sentire i testicoli rimbalzare in alto e basso per la forza di gravitá, tutto sommato mi piaceva. Allora per aggiungere nuove sensazioni a quel nuovo modo di masturbarmi, mi fermai qualche secondo in un angolo buio, presi in mano il mio pisello, ed abbasai la pelle giú scoprendo la cappella. Poi tornai a correre. Ora la stimolazione della corsa era aumentata: le palle continuavano a rimbalzare come palline da ping pong mentre correvo e la mia cappella che strusciava libera sulle mie gambe, mi stava procurando un intenso piacere. Non mi fermai per un bel pezzo, fino a quando, con un dolore ai testicoli, decisi di fare una sosta e di provare a masturbarmi per la sesta volta. Cercai rifugio in un parco isolato, era quasi ora di cena e probabilmente non sarebbe passato nessuno. Nascosto dietro una siepe, abbastanza riparato, mi tolsi del tutto i pantaloni. Ora il mio cazzo ero libero, all’aria aperta. Nonostante l’intensa giornata di “lavoro”, sembrava pronto per un’altra sborrata. Forse. Mi sdraiai e con la pancia rivolta a terra, sfregai il mio pisello sull’erba. Non era una fica, ma sentire quel fresco sul mio cazzo, non mi dispiaceva. Simulai un rapporto sessuale, muovendo e strusciando il bacino dal basso verso l’alto e viceversa, in attesa che il mio pisello diventasse duro per poi venire. Ci misi un pó, ma finalmente percepivo lo sperma fermentare nei miei testicoli. “Andiamo Chase, puoi sborrare per una sesta volta!” dissi a me stesso. Continuai a scoparmi il prato, fino a quando, dopo lunghe strusciate, avvertii un piacere in mezzo alle mie gambe. Sentivo il mio pisello pulsare, probabilmente stavo sborrando. Uso il condizionale, perché quando mi alzai, non vidi sperma sul prato. Ma guardando attentamente la mia capella, rossore a parte, vidi delle goccioline di sborra sulla punta. Ero venuto senza erezione! Un pó come quando eravamo adolescenti e la mattina ci ritrovavamo bagnati. Sognavamo delle fiche da scoparci e ci sborravamo nelle mutande durante la notte, a cazzo moscio! Comunque conclusi che se anche non avevo innaffiato di sborra quel prato, quanto meno una schizzata gliela avevo data. In conclusione, pure il sesto orgasmo lo avevo avuto!
Indossai nuovamente i pantaloni della tuta e tornai a casa, correndo. Iniziavo ad avvertire un dolore ai testicoli, dovuto probabilmente anche al fatto che durante la corsa rimbalzavano in tutte le direzioni in mezzo alle mie gambe. Forse dovevo contattare un marchio di biancheria intima e proporgli un reggipalle da uomo, visto che il reggiseno lo avevano giá inventato… anzi, ora che ci penso, ecco perché le donne lo mettono: sentire le proprie tette, specialmente se belle grosse, andare su e giú, non doveva essere proprio piacevole. Una volta nella mia abitazione, prima di preparare la cena, feci una doccia. Ci voleva proprio. Guardando il mio pisello, non potevo non notare quanto fosse “esausto”. Ma ero deciso ad arrivare almeno ad un settimo orgasmo, nonostante fossi veramente al limite. Cenai nudo, il vantaggio di vivere da soli. Avere il mio pisello libero, mi aiutava nel test. Ogni tanto me lo toccavo, cosí… giusto per tenerlo sveglio! Dopo cena guardai un film per adulti, come ho giá scritto, mi serviva un aiuto, anzi… una mano! Ormai il mio pisello era stremato, stentava a diventare dritto. Certo, si era gonfiato, accennava un’erezione, ma non abbastanza per sborrare. Nonostante mi stessi masturbando durante la visione, ottenni l’unico risultato di far diventare il mio pisello rosso a forza di menarmelo! Ero quasi deciso ad arrendermi, quando mi venne in mente un’idea, un’ultima spiaggia. Il PC. Ma non con le foto, volevo alzare il tiro, mi serviva roba forte, dal vivo. Entrai in Rete con un mio profilo su un sito a luci rosse e cercai la chat. Giá la visione di tutte quelle donne e ragazze con le gambe aperte, iniziavano a farsi sentire. Ne trovai una che giá dal NickName, qualora la foto non bastasse, la diceva lunga: Bagnata69! Inizia la conversazione tutto sommato dicendo la veritá:
-“Ciao Bagnata69, quel numero é il tuo anno di nascita o é quello che ti piace fare?”
-“Ciao Chase… forse quel numero é entrambe le cose!” Rispose lei.
E dopo una serie di frasi inutili, partimmo per fare quello che si fá in queste chat. Masturbarsi a vicenda. Gli feci vedere il mio cazzo in Web Cam dicendo se poteva svegliarlo. Non se lo fece dire due volte. Prima inizió a toccarsi ovunque, poi passó a massaggiarsi e leccarsi le sue grosse tette calate. Io intanto dall’altra parte dello schermo continuavo a farmi una sega. Finalmente il mio cazzo diventava dritto. Bagnata 69 poi si avvicinó allo schermo mostrandomi la sua fica liscia come il marmo. Si fece un ditalino che duró qualche minuto, la sentivo ansimare. Allora pure io mi misi in piedi davanti alla WebCam, modalitá zoom e pisello dritto davanti ad essa. Bagnate69 successivamente si mise seduta, ora era lei che si godeva lo spettacolo mentre uno strano oggetto se l’era infilato dentro la fica. Continuai a masturbarmi, su e giú con la mano, colpi secchi quando scendevo in basso a sbattere sulle palle con la mano… le sentivo rimbalzare sotto il mio culo… ancora movimenti a stantuffo, la sborra ora la sentivo… la sentivo salire… su e giú, su e giú… ecco, vengo… parte uno schizzo, poi un altro, ed un altro ancora… stringo con la mano destra con forza il mio pisello e con l’altra mi stiro le palle, tiro su la pelle chiudendola con la mano destra sulla mia cappella cercanco un’altra sborrata… parte un altro schizzo… ne segue un altro… infine il cazzo mi pulsa a vuoto. Io spingo, ma la sborra era finita, le palle stavano a secco! Rimasi qualce secondo davanti alla WebCam a cazzo dritto e sembrava che anche Bagnata69 aveva avuto la sua dose di orgasmo. Con la cappella che iniziava a afflosciarsi e con i residui di sperma che ancora colavano dalla punta, chiusi la chat, mi feci un’altra doccia e andai a dormire. Orgasmo numero sette terminato!
L’Esperimento era finito. Ma sono uno che ama le sfide e questo esperimento non vi diró quando l’ho fatto: forse la settimana scorsa, forse ieri o forse il mese scorso. Magari dieci anni fa! Non importa, questa cosa mi ha portato via tempo ed energie. Mi sono fermato a sette orgasmi, tutti con piú o meno belle sborrate. Ma ho intenzione di migliorarmi, di battere il mio Record, magari domani, forse oggi o magari….. l’ho giá fatto!