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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

Rimase una ventina di secondi cosi’, sentivo la sua presenza dentro di me, e sentivo anche i muscoli dello sfintere rilassarsi ed il bucheto dilatarsi, poi sputo’ di nuovo sul mio buco del culo e tiro un attimo fuori la cappella. Si avvicino con la sua testa tra le mie cosce e comincio’ a leccarmi il buco del culo. Sentivo la sua lingua entrarmi nel buchetto del culo mentre con la mano mi masturbava, e poi mi leccava le palle.
– You are my sissyboy, you are my little slut…..- mi diceva. – I wanna fuck your asshole……I wanna fill it with my load…..-
Mi lascio’ andare il cazzo e mi venne sopra da dietro, mise le sue mani sulle mie cosce , me le apri’ e diresse il suo cazzo verso il mio buchetto. Ci sputo’ sopra ancora una volta poi appoggio’ la cappella sul buco e spinse. Stavolta la cappella entro’ dentro tutta d’un colpo.

Comincio’ allora a spingere e ritirarsi con un lento andirivieni il suo cazzo mi penetrava per poi riescire piu’ duro di prima.
Mi meravigliai, mi piaceva, forse era quello che avevo sempre voluto e non lo sapevo. Il mio cazzetto diventava sempre piu’ duro mentre lui aveva ripreso a menarmelo quasi all’unisono con il suo cazzo.
– Hai un gran bel culetto, d’ora in poi sarai il mio sissyboy……ti inculero’ ogni volta che vorro’……e sono sicuro che lo vuoi anche tu, vero? –
Girai la mia testa verso di lui e lo guardai riuscendo solo ad annuire con la testa,non riuscivo a parlare, gli occhi erano semichiusi come se avessi fumato una canna, sentivo solo un gran piacere, sentivo il suo cazzo sfregare contro le pareti del mio sfintere e questo mi piaceva, cazzo se mi piaceva…… Sentivo crescere dentro di me un godimento estremo. Il suo cazzo mi stava sfondando il culo e mi piaceva, stavo per venire di nuovo.
– Vengo….vengo….sborro – gridai-
-Girati – mi disse -svelto, voglio che mi sborri addosso.-
Mi tolse il cazzo dal culo, mi girai, mi apri’ di nuovo le cosce e mi penetro’ tutto d’un colpo, mentre io emettevo un rantolo ed il mio cazzo gli sborrava fiotti di sperma sulla pancia.
Ancora piu’ infoiato, comincio’ a pomparmi il cazzo nel culo velocemente, mentre io continuavo a sborrare, poi fu la sua volta. Emise un grido che non aveva niente di umano, mi prese il cazzo in mano e spinse il suo tutto dentro il mio culo fino alle palle…poi sborro?.
Un fiotto caldo di sperma mi inondo’ il culo mentre lui continuava a pompare.
-Mi fai male….mi fa male…- gridai, ma lui non mi sentiva, continuava ad incularmi in preda ad un orgasmo incredibile.
– You are my slutty sissyboy…..I want your asshole just for me….-ripeteva e sborrava.
Lo sperma mi usciva dal buco del culo e mente lui mi inculava, il cazzo, che andava e veniva nel mio culo emetteva dei suoni simili a scoregge, poi mi si accascio’ sopra e rimasi cosi’ sotto di lui con il suo cazzo nel culo.
Ero sfinito e anche lui sicuramente. Piano Piano sentii il suo cazzo che si ammosciava e dopo qulche minuti scivolo fuori dal mio buco del culo insieme ad un fiotto di sborra misto ad un liquido marroncino.
Aveva esplorato le mie piu’ profonde intimita’ e ora era li’ accanto a me a pancia all’aria, con il suo cazzo moscio. Mi mise una mano sul cazzo, moscio anche il mio, e mi disse.
– D’ora in avanti sei mio…..nessuno lo dovra’ sapere…..quando vorro’ incularti….ti chiamero’ e troveremo un posto dove vederci. – e cosi’ dicendo si avvicino e mi diede un bacio in bocca.
Ancora una volta mi meravigliai e ricambiai il bacio infilandogli la mia lingua in bocca.
Non era la fine, era solo l’inizio.
(Alla prossima)

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 4)

Sapevo che non ci sarebbe stato tempo per parlare a Giacomo della mia conversazione con Alice, così decisi di mandargli una e-mail e scrissi:
Giacomo, Alice sospetti che tu sia gay. Ha detto di aver trovato dei porno gay sul tuo pc. Ho paura che voglia provocare qualche guaio. Per favore stai attento, sono suo fratello e so di cosa è capace. Ti amo, Nick.

Pochi minuti ed arrivò una risposta:
Nick, grazie per l’avvertimento. I tuoi genitori faranno qualche cosa? Anch’io ti amo Giacomo.

Scrissi rapidamente: Non so. Lei è sempre stata la loro favorito, ma il fatto di essere incinta di un ragazzo sconosciuto potrebbe cambiare le cose.

Il giorno dopo, dopo l’allenamento di nuoto stavo andando alla mia macchina nel parcheggio della scuola quando vidi una macchina distrutta rimorchiata fuori del parcheggio, ed un paio di poliziotti bobine che parlavano al direttore. Non ci feci caso più di tanto, andai in macchina e tornai a casa.
Appena entrato dissi alla mamma che avevo dei compiti da fare e di chiamarmi quando la cena era pronta. Andai in camera mi e cominciai a lavorare ai miei compiti quando sentii uno schiamazzo all’ingresso. Mi alzai per andare a vedere cosa stava succedendo.
“Sua figlia non ha un briciolo di decenza.” stava dicendo una voce che conoscevo ed era quella del padre di Giacomo.
Andai in soggiorno e vidi Giacomo dietro suo padre. Mio padre stava rispondendo: “Mi creda, conosco mia figlia, non farebbe mai quello di cui l’accusa!”
“Ci sono i testimoni che l’hanno vista picchiare con una mazza da baseball sulla macchina di Giacomo!” Gridava il padre di Giacomo.
Io guardai Giacomo confuso. “Allora giacomo è quello che l’ha piantata!” Gridò mio padre. “Lei è all’allenamento di volley!”
“Io penso invece che stia importunando altri ragazzi! La prova di paternità l’ha provato! E comunque anche la figlia di un nostro vicino gioca a volley e ha detto che oggi non c’era allenamento!”

Giacomo accennò col capo verso di me ed uscimmo mentre i padri continuavano a litigare. “Cosa sta succedendo?” Chiesi.
“Quando sono andato al parcheggio uscendo di scuola ho trovato la macchina rovinata. Qualcuno aveva rotto finestrini e fari e tagliato i pneumatici.”
“E pensi sia stata Alice?”
“Sì. Alcune persone hanno detto di averla vista vicino alla mia macchina con una mazza da baseball.”
“Mi spiace immensamente, Giacomo!” Lo tirai a me e l’abbracciai.
“Perché mi sta facendo una cosa del genere?” Chiese Giacomo.
“E’ sempre stata così. Non riesco a spiegarlo.”
La porta si aprì dietro di me ed il padre di Giacomo uscì e ci vide abbracciati. Noi interrompemmo l’abbraccio ed il padre di Giacomo mi disse: “Nick, so che hai l’allenamento di nuoto dopo la scuola, puoi accompagnare Giacomo a casa almeno finché non ripareranno la sua macchina.”
“Sicuro.” Dissi io.
“E può venire a casa mia domani sera? Ho delle cose da chiederti.”
“Va bene.” Risposi.
“Andiamo a casa Giacomo.” Disse il padre di Giacomo.

Rientrai e vidi mio padre che fumava nel soggiorno. Mia madre mi diede un piatto della cena e mi disse di andare a mangiare nella mia stanza dato che non pensava che mio padre fosse dell’umore di una cena di famiglia quella sera. Andai in camera mia e vi trovai Alice.
“Cosa cazzo fai nella mia stanza?” Chiesi.
“Stavo guardando le tue e-mail, ma il tuo computer ha la password.”
“Perché quello che ho sul mio computer non sono affari tuoi e le mie e-mail non sono affari tuoi.”
“Devo sapere di cosa avete parlato tu e Giacomo.”
“Non sono cazzi tuoi ed ora fuori dalla mia stanza!”
Alice uscì incazzata.

La sera successiva andai a casa di Giacomo per parlare con suo papà. Ci sedemmo lui Giacomo ed io alla tavola della sala da pranzo. Ci guardò e chiese. “Giacomo per favore sii onesto, perché ti sei separato da Alice?”
“Lei sta scocciante.”
“Penso che questa sia solo una ragione, credo che ci sia dell’altro. Non credere che sia stupido, vedo il modo che tu e Nick state insieme. L’hai scaricata per Nick?”
Giacomo abbassò la testa e non disse niente. Il padre di Giacomo mi guardò. “Nick, tu e Giacomo siete insieme? Da quando? Io non dirò niente ai tuoi genitori. Devo solo sapere tutta la storia.”
“Sì lo siamo.” Dissi io. “E’ cominciato nel fine settimana che Giacomo passò con me a casa mia quando Alice ed i miei genitori erano fuori città.”
“Giacomo? Guardami.” Giacomo alzò lo sguardo con le lacrime negli occhi. “Sei gay?” Giacomo accennò col capo. “Ascoltami Giacomo. Tu sei mio figlio ed io voglio che tu sia felice. Non mi devi nascondere niente.” Giacomo si asciugò gli occhi. “Tua madre ed io lo sospettavamo da tempo. Sapevamo che ci doveva essere stato più di quanto sapevamo sul tuo rapporto con Alice. Era perché volevi stare vicino a Nick?”
Giacomo accennò col capo. “Bene.” Disse il padre di Giacomo, poi mi guardò: “Nick, mi sei sempre piaciuto. Tua sorella è un incubo ma io penso che lei è solo una mela marcia. Voglio che tu sappia che qui sei il benvenuto e tu e Giacomo siete liberi di fare qualunque cosa vogliate qui. Solo limitatevi a fare sesso nella camera di Giacomo.”
“Va bene signore.” Dissi io.
“Non c’è bisogno di chiamarmi signore. Chiamami solo mi chiami Roberto. Ora siete liberi di andare, Nick se vuoi puoi restare a cena.”

Noi ci alzammo da tavola ed andammo nella stanza di Giacomo. Cademmo sul letto, lo abbracciai e lo baciai. Cominciammo a spogliarci, in breve avevo l’uccello dentro Giacomo e spingevo come se fosse l’ultima cosa che facevo nella mia vita. Scaricai un carico di sperma dentro di lui e lo tenni stretto coccolandolo nelle mie braccia. Non so quanto tempo rimanemmo così bello.

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Padrona Sonia (Mistress Sonia) 4

Nel Dungeon

La mattina del sabato il telefono dello schiavo suonò molto presto.

– pronto, mia Signora

– ciao servo

– sei capace di costruirmi una gogna?

– Certo Padrona proverò

– Bene allora mettiti al lavoro

Lo schiavo si diresse immediatamente verso un negozio di bricolage, prese delle assi delle vite e delle cerniere robuste, aggiunse otto morse da falegname di buona durezza. Tornato a casa si mise al lavoro nel piccolo box auto, abbinato all’appartamento; in breve aveva imbastito l’arcano, aveva optato per uno stile semplice dal momento che non era una cima come falegname, ma l’impegno profuso aveva dato un buon risultato. Lo raccolse e con non poca fatica lo portò sino all’appartamento e lo collocò al centro del dungeon, un po stanco ma soddisfatto del lavoro, prese il cellulare e comunicò alla Padrona che il lavoro era completato:

– pronto

– scusi Signora, volevo solo dirle che la gogna è finita…

– bene schiavo, stasera voglio divertirmi, dovrai essere perfetto, dovrai sopportare il dolore che ti infliggerò senza una sillaba; dormirò da te, quindi cambia i lenzuoli!!!

– Si Padrona, farò il possibile per esaudire ogni suo desiderio.

– Vai a prendere delle birre, sai te di che marca, poi voglio che prendi del formaggio tenero!!! Da ora a questa sera tu non mangerai ne berrai, io a qualche ora arrivo.

– Si Padrona, sarà tutto fatto

– Ciao – disse la Padrona chiudendo la chiamata.

Lo schiavo rimase un paio di minuti immobile, riordinando le idee, poi si diresse nella sua umile cameretta e cambiò i lenzuoli, preparò per bene il letto, dove la notte avrebbe dormito la sua Padrona, tra le lenzuola mise due buste di estratto di lavanda. Nel primo pomeriggio uscì a prendere le birre e il formaggio, di questo ne prese di vari tipologie, si permise di prese anche due bottiglie di ginger e un mazzo di rose rosse e ritornò rapido a casa. Ritornato tirò a lucido l’appartamento, sopra al letto sparse i petali delle rose, le rimanenti le pose in un vaso che mise nel dungeon. Ormai si aspettava una telefonata ma niente, si distese sul divano ma quella chiamata non giungeva, erano ormai passate le 20.00, e lo schiavo era agitatissimo, è successo qualcosa? Ma non osava contattarla, aveva molti dubbi, ma scelse di mettersi tranquillo ed aspettare. D’un tratto sentì un rumore dietro alla porta, un lieve rumore di tacchi, si gettò verso la porta e la aprì, dinanzi gli apparve la sua Padrona, su tacchi vertiginosissimi, un paio di pantaloni di seta bianchissimi, sopra un giubbetto corto in pelle che copriva una camicetta bianca e a tracolla una borsetta di pelle nera.

– ciao schiavo

– buona sera Padrona

– nudo ed in ginocchio in mezzo alla stanza – disse ella senza esitare

– si Padrona

lo schiavo in un attimo era nudo ed in posizione, nel mentre la donna si era tolta il giubbino e si era diretta al dungeon, osservò il nuovo attrezzo, lo aprì e chiamò il servo. Lo schiavo si diresse senza alzarsi nel dungeon.

– mettiti dentro

– si Padrona

la Signora chiuse la gogna sui polsi e sul collo dello slave:

– stai bene li

– grazie Padrona

– hai preso la birra? E il formaggio?

– Si Padrona sono in frigo

La Padrona si diresse verso la cucina, lo schiavo pensava ai prossimi minuti, alternava dei momenti di estrema felicità a momenti di tensione. A breve la Padrona fu di ritorno.

– allora schiavo birre e formaggio, ok. Le due bottiglie di ginger?

– Eh, eh le ho prese io

– Ah prendi iniziative

– Si, mi scusi Padrona

– Tranquillo non sono una dittatrice, sei libero di prendere iniziativa, ovviamente sarai punito ogni volta, ma la cosa mi diverte.

– Si Padrona

La donna aprì una delle bottiglie di gingerino, se ne versò un bicchiere, lo bevette mentre osservava lo schiavo, il quale sembrava voler intuire le idee della Signora. Finito di bere raccolse dall’armadio un frustino, e iniziò a colpire il sedere dello schiavo, con estrema durezza, lo schiavo cercava di res****re e di non emettere suoni.

– ti piace schiavo

– si Padrona, grazie

– allora conta

– 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7 – … 25 – 26 – 28

– dall’inizio!!! Concentrato!!!

– 1 – 2 – 3 – 4 – … 30 – 31 – 33 – 34 – 37

– dall’inizio!!!

– 1 – 2 – 3 – 4 – … 36 – 37 – 38 – 39 – 40 – 42

– allora schiavo!!! Concentrato!!! Dall’inizio!!!

– 1 – 2 – 3 – 4-… 45 – 46 – 47 – 48 – 49 – 50

– oho, finalmente

– scusi Padrona

– il tuo culo è bello rosso, aha ahaaha

– lo immagino Padrona, grazie

la Mistress prese dall’armadio due grosse candele, le accese entrambe.

– ora ricopriamo il tuo sedere per bene

– grazie Padrona

le gocce dell’incandescente liquido cadevano sulle natiche dello schiavo, poi in mezzo, facendo ulteriormente arrossare la pelle dell’oggetto.

– ti piace eh? Ahahaaha

– si Padrona

– la tua Sonia ti sta usando a suo piacere

– grazie So.. Padrona

– aha ahaah guarda come sei rosso.

– È un piacere soffrire per Lei

– Ahhaa, che dolce il mio cuginetto

La Padrona lasciò le candele accese sul tavolino e si accomodò sul trono, osservando lo schiavo.

– guardami!!!

Lo schiavo sollevò la testa ed osservò la Padrona in tutta la sua bellezza, accennò un sorriso.

– sei felice vero?

– Si Padrona molto

– Bene bene, voglio divertirmi io, ma voglio anche la tua felicità

– Grazie Padrona

– Vedi, queste sono sessioni di prova, se sarai all’altezza ti concederò anche dei consigli ed esaudirò i tuoi desideri, immagino le tue bottiglie…

– Grazie Padrona, per me sono importanti

– Lo so.. ahahha..

– Ah ah – lo schiavo fece un dolce sorriso

La Padrona si alzò e liberò lo schiavo dalla gogna.

– mettiti vassoio e vai in cucina e prendi 4 birre, e un bicchiere, le tue ciotole dove sono?

– Si Padrona, le ciotole sono in salotto

– Prendile, vai

– Si Padrona

Lo schiavo si diresse in cucina col vassoio ai capezzoli, raccolse tutto quello ordinato dalla Signora e ritornò al cospetto della Divina.

– metti le ciotole ai piedi del trono

– si Padrona

– aprimi e porgimi una birra, le altre mettile sul tavolino

– si Padrona

– via il vassoio

– subito Signora

– avvicinati e in ginocchio

la Padrona appoggiò la birra sul palmo della mano dello schiavo, gli strizzòi capezzoli e aplicò due morsetti in ferro, con dei minuscoli dentini, gli strinse per bene, si rimpossessò della birra, e a piccoli sorsi la gustò.

– buona l’Heineken

– si Padrona, mi fa tornare in mente molti ricordi

– haa aha sapevo io, però ci sei rimasto male quando a 13 anni bevevo gia birra…

– si ma è un momento che mi è rimasto impresso, ci penso spesso

– aha ahaaa ti sei anche eccitato

– scusi mia Signora

– prendi la bottiglia di ginger piena

– si Padrona, eccola

la Signora legò strettamente le palle dello schiavo e ci applicò la bottiglia, la sollevò e la fece ricadere pesantemente. La Padrona si risedette sul proprio trono, raccolse la lattina e la vuoto.

– schiaccia la lattina e mettila sul tavolo.

– Si Padrona

– Cammina e saltella per il dungeon schiavo.

– Si Padrona

Lo schiavo eseguì senza esitare, la bottiglia saltellava tra le gambe, strappando e tirando i testicoli, il dolore era molto forte, ma lo schiavo continuava senza una esitazione, tanto da far meravigliare la Padrona, che lo spronava a saltellare più in alto.

– bravo schiavo

– grazie Padrona

– ora ti faccio riposare, mettiti alla gogna

– si Padrona

– chiudiamo bene, io vado in bagno.

– Va bene Padrona

La Padrona si diresse verso la cucina, prese una caraffa dalla credenza e si diresse in bagno, nella caraffa fece della pipi, completo il resto nel water, e si pulì per bene; si lavò le candide manine e si diresse verso il dungeon con la caraffa e la carta igenica.

– rieccomi servo, ho qualcosa per te…

– grazie Padrona

– apri la bocca

– si Padrona

la padrona spinse il fagotto di carta igenica, sporca non solo di pipi, nella bocca dello schiavo.

– ti piace Silvio

– mhmsm – in fine fece segno di si con la testa

– ahaha ahaha, poi ti darò anche da bere

la Padrona prese un frustino bello duro, e iniziò a colpire le natiche ancora rosse dal trattamento frusta-cera, colpi durissimi in rapida successione, facevano staccare la cera. Lo schiavo chiudeva gli occhi e digrignava i denti nel tentativo di res****re al dolore, e la Padrona rincarava la dose.

– ti ho tolto tutta la cera schiavo, ahaah ahaaha

– gmmhm

– ma non l’hai ancor mangiato quel fagotto? Ahahaa

– apri la bocca e lascialo cadere

– grazie Padrona

la Padrona liberò lo schiavo dalla gogna e lo fece alzare, lo osservò a lungo girandogli attorno, sorridendo nel vedere il corpo marturiato. Poi si sedette sul trono.

– prendi la caraffa riempi un bicchiere e passamelo

– si Padrona

– bene, apri la bocca

la Padrona versò il contenuto del bicchiere nella gola dello schiavo, che bevette gustandosi il nettare della sua Signora.

– buono?

– Si Padrona

– bene servo io vado a dormire in camera tua, come detto. Tu vuota la caraffa, rimetti tutto in ordine, quando hai finito puoi toglierti tutto.

– Si Padrona

– Domani mattina svegliami alle 8:00 con una buona colazione.

– Si Padrona

La donna non aggiunse altro e si inviò verso la cameretta dello schiavo, dove questa notte Lei avrebbe dormito. Giunta nella stanza notò subito i petali di rosa sul letto, le rose in un vaso sul comodino con affianco una bottiglia d’acqua. Mhmh pensò la Padrona, avvolte mi sorprende.

Lo schiavo invece ripulì il dungeon per bene nel minimo dettaglio, risettando tutti gli attrezzi nell’armadio. Poi ci coricò per terra e cercò di dormire, ma immerso in mille pensieri alle sei di mattina era gia sveglio. Pensò a lungo alla sua Padrona, poi si alzò e si diresse in cucina, preparando la moka, anche se era ancora prestissimo. Tra se e se pensò che una brioche e un aranciata possa essere gradita alla Signora. Uscì di corsa e si diresse, verso un vicino bar, prese una brioche e una lattina di fanta. Rientrato in casa, attese un po per accendere il fuoco sotto la moka, e iniziò a preparare il vassoio con un bicchiere di aranciata, la brioche riscaldata, lo zucchero e una tazzina. Alle otto meno cinque il profumo di caffè inondava la cucina, pose la moka sul vassoio e si diresse verso la cameretta, bussò: avanti… Lei era gia sveglia, in piedi con soli mutandine e reggiseno, lo schiavo ebbe una esitazione nel vedere la Padrona.

– entra, entra

– si Padrona, ecco la colazione

– bene schiavo, appoggia il vassoio sul comò e vattene.

– Si padrona

Lo schiavo usci di corsa dalla stanza, e attese in cucina. Dopo circa un quarto d’ora la Padrona usciva dalla stanza gia vestita e tirata a lucido.

– bravo schiavo, ottima colazione

– grazie Padrona

– ti stai comportando bene, continua così e mi farai felice.

– Si Padrona

– Ci sentiremo in settimana, salutami per bene…

– Si Padrona – lo schiavo si inginocchiò e baciò entrambi i piedi della Padrona, con estrema dolcezza.

– Bene ciao schiavo

– Buona giornata Padrona.

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CD Stories 4: Myrianns Geschenk

ich habe fürs ficken nie geld genommen, das war mir immer wichtig. das war freiwillig, ich wollte das, weil ich es brauchte. manchmal habe ich aber geschenke bekommen. an eines erinnere mich ganz besonders gerne.

ich war als myriann unterwegs zu einem date. wie immer hatte ich ein hotelzimmer gemietet und mich entsprechend vorbereitet. den mann kannte ich noch nicht, er war aber etwas älter, anfang 40 und sehr nett. ich hatte vorher schon immer mal kleine geschenke bekommen. strumpfhosen, die ich tragen sollte, pinken lippenstift, dildos – die meisten davon habe ich dann gleich beim date getragen.

aber ein so teures geschenk hatte ich noch nie bekommen. der mann kam ins zimmer und hatte einen großen schuhkarton in der hand. der war toll verpackt, weißes glitzerpapier und eine dicke pinke schleife. ich wusste gleich, dass das schuhe drin sind. ich hatte mich schon voll aufgetakelt für das date und dachte gleich “oh mein gott, hoffentlich passen die neuen schuhe zu meinem outfit!” ich war unglaublich aufgeregt und erregt.


So sahen sie aus, meine neuen Lieblingsschuhe!

er gab mir das paket und ich packte es aus. volltreffer! altrosa sandaletten mit plateau von pleaser! ich hatte vorher noch nie plateaus getragen, die schuhe sind ja immer teuer und als studentin hatte ich ja nie viel geld ;-). zwar passte das altrosa nicht wirklich zu meiner kleidung (ich trug damals schwarze stiefeletten mit metall-absätzen), aber das war mir dann auch egal. die neue schuhe und die tatsache, dass der mann mir die schenkt, waren wichtiger.

ich zog die schuhe gleich an und der mann setzte sich auf die bettkante. er betrachtete sein werk und war offensichtlich zufrieden. ich sollte für ihn durchs zimmer laufen, er holte seinen schwanz raus, der schon komplett hart war, und spielte dran rum. dann sollte ich für ihn tanzen – gar nicht so einfach, ich war ja noch nie zuvor auf plateaus gelaufen! ich bin halbwegs talentiert, aber tanzen war schwierig, ohne dabei zu stolpern oder im teppich hängen zu bleiben. aber ich gab mein bestes und wollte jetzt ohnehin alles für den mann tun. ich verfehlte meine wirkung nicht!

er zog mich zu sich ran und ich sagte: “darf ich mich jetzt mal für die schuhe bedanken?”. ich ging in die hocke und verpasste ihm einen blowjob. nach einer minute kam er schon heftig in meinem maul. ich schluckte und schaute zu ihm hoch: “du bist ja geiler als ich. die schuhe gefallen dir offenbar auch…”

er lachte und ich brauchte nur kurze zeit, um ihn wieder hart zu kriegen. er wollte noch einen blowjob, dieses mal sollte ich dabei aber einen dildo abreiten. gar nicht einfach, denn durch die plateaus war ich ja weiter vom boden entfernt, da ist es schwer, das gleichgewicht zu halten. ich lehnte mich mit dem rücken an die wand, um das gleichgewicht zu halten und legte los, er stellte sich vor mich und konnte so selbst den druck auf meine kehle regulieren – mein kopf war ja an der wand. er war aber eher der softe typ und schonte meine kehle ein bisschen. nach ein paar minuten hatte er genug und wollte mich endlich in den arsch ficken.


Reverse Cowgirl ist die beste Position für High-Heel-Sex

er legte sich auf die bettkante, beine auf dem boden. ich sollte ihn mit dem rücken zu ihm abreiten, natürlich auf heels. reverse cowgirl mit bodenkontakt – ich mag dieses position, sie ist sehr intensiv, weil man ja auf den heels steht. der fick geht richtig in die beine! irgendwann kam er dann zum zweiten mal, dann brauchte er eine pause. ich sollte noch etwas für ihn tanzen, später fickten wir dann in verschiedenen positionen noch eine runde. die heels zog ich natürlich nie aus! zum schluss wollte er mir unbedingt noch ins gesicht spritzen, allerdings kam da nicht mehr viel raus.

ich habe nach diesem date nichts mehr von ihm gehört. komisch, dabei hatte er doch extra in schuhe für mich investiert! aber vielleicht war das bei ihm so eine einmalige sache. ich jedenfalls hatte tolle, fantastische plateau heels. später habe ich dann selbst welche gekauft. aber den mann mit seinem tollen geschenk habe ich nie vergessen!

Eure *MYRIANN*

p.s.: ihr wollt mehr geschichten? dann schickt mir eure themen und ideen. ich versuche dann, dazu etwas zu schreiben. aber ich schreibe nur über sachen, die ich auch erlebt habe!!!!

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La vacanza parte 4 finale

Sono legata su quella croce. A turno ogni uomo inveisce su di me, tra pugni, strizzate di tette, schiaffi. E’ tutto cosi surreale. Perché ho accettato tutto questo? Perché lo volevo. Sentire la forza maschile dominarmi, il dolore misto all’eccitazione, i colpi seguiti da spasmi di piacere. Dio sto impazzendo. Non so per quanto tempo continuino a colpirmi; mi liberano e scivolo verso terra stremata. Uno di loro mi afferra per i capelli e infila il suo membro dentro la mia bocca. Non ho di che res****re. Mi scopa la bocca, fino all’esofago, gli altri esultano, e di colpo spinge, spinge tanto a fondo da scendermi in gola e scarica tutto il suo sperma dentro di me. Non respiro mi sento svenire, come mi libera tossisco e cado in avanti… ma subito vengo afferrata per i capelli, ma poi la presa molla e due mani afferrano i miei seni. Trascinata sul pavimento, mi sollevano e legano le mie mani sopra la mia testa. A turno iniziano a fottermi, uno dopo l’altro, il mio sedere è dilatato, distrutto, direi divelto, e l’eccitazione è tanta da farmi venire…. Un filo di seme cola dal mio pene, “gli piace” sussurra qualcuno. Mbobo si presenta davanti a me, mi tocca prima il seno, poi li sotto… non posso muovermi, e lui struscia il suo gigantesco arnese sul mio…. Poi passa dietro.. dio quant’è grosso.. sento il suo cazzo enorme, spaccarmi in due, il ritmo è incessante, e cotinuo a venire di piacere…. Per diverso tempo quel nero mi scopa incessantemente, poi viene riempiendomi, e mentre sfila il suo poderoso piccone, la sua venuta cola dal mio buco dilatato, sulle mie gambe. Mbobo si allontana, lo vedo parlare al telefono, mentre la mia tortura continua incessantemente. Il tempo sembra non passare mai, sono tanti, sono bruti e violenti, molto violenti; dopo non so quante venute, e sborrate varie su di me, mi ritrovo seduta per terra, con la schiena al muro, esausta; osservo lo sperma sul mio corpo, i lividi, i miei seni gonfi, respiro affannosamente: mi hanno distrutta, devastata, umiliata fino all’impensabile. Mbobo torna a farsi mi vivo e mi osserva, con malizia mi sussurra “ho una sorpresa finale per te puttana bianca, che tu lo voglia o no, non mi importa, Sebastian ti ha portato qui, ed io voglio vederti supplicare, guarda”, afferra i miei capelli e mi fa notare che sono arrivati altri neri, ne conto 5, forse sono di più “sono i miei amici puttana bianca” mi dice Mbobo “africani come me, e adesso ti rovineremo, vogliamo sentirti urlare, supplicare, disperarti”. Con un ultimo cenno d’orgoglio rispondo “avanti negro, vediamo quanto cazzo valete”. Un ceffone mi colpisce, quasi svengo, e in un attimo quei neri sono su di me, Mbobo osserva, mentre loro iniziano a penetrarmi,usando i miei due buchi, le mie tette, persino i miei piedi. Non capisco più nulla, oramai ho talmente tanto ormone in corpo da sentire piacere, urlo o almeno ci provo considerando ciò che ho in bocca, sento le convulsioni del mio pene incessanti, ma oramai non ho più niente da sparare fuori. Sono un dannato pezzo di carne nelle loro mani, e i loro sapori forti sembrano svanire col passare del tempo…. Il più grosso di loro inizia a scoparmi come un pazzo, afferra la mia gola e la stringe, sempre più forte, lo sento profondo dentro di me, sento la sua sborra schizzare all impazzata dentro di me, ma non molla la presa sul collo. Non respiro, mi dimeno o almeno ci provo date le mani legate, ma nulla. Gli altri vengono in un bicchiere, a quel punto lui lascia e mi obbligano a bere; con difficoltà mando giù tutto. “vuoi dell’acqua?” è Sebastian. Accenno di si, ma quell’acqua ha un sapore amaro, troppo amaro. Quando capisco è tardi. Al mio risveglio sono in albergo, nuovamente, non ricordo nulla del seguito, ma il mio corpo mi fa capire che ci hanno dato dentro. Inizio a prepararmi per tornare nel mio paese, cambiata da quell’esperienza. Adesso so, che voglio essere donna al 99%, perché quell’essere usata così mi ha segnato, ha trasformato la mia mente, la mia anima.

Alla prossima.