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Roberto, il figlio del mio vicino (Seconda parte)

Avevo costretto il figlio del mio vicino Gianni a succhiarmi mentre suo papà era fuori ma ce l’avevo ancora duro e pensavo che il giovane Roberto fosse disponibile ad altre avventure hardcore.

Quel ragazzo sexy era sdraiato sul sofà nel loro soggiorno e mi guardava coi suoi enormi occhi verdi. Sembrava non avesse alcuna fretta di rimettersi i vestiti dopo avere succhiato fuori tutto il possibile dalle mie palle. Lo guardavo giocare delicatamente col suo giovane cazzo, la pelle nuda che brillava per il suo sperma ed il mio.
“Piccola puttanella!” Risi mentre sentivo il mio uccello rispondere al suo sospiro. “Direi che ti è piaciuto farmelo.”
“Tu non hai detto no.” Replicò Roberto continuando a carezzarsi il pene.
“No, non l’ho fatto. Mi è piaciuto, caro. Dove hai imparato a fare così bene i pompini?”
“Mi ha insegnato mio zio.” Disse tranquillamente il ragazzo. “Gli piaceva che glieli facessi.”
“Ci posso scommettere.” Ridacchiai. “Perché l’hai denunciato alla polizia?”
“Non l’ho fatto io. Mia mamma ci sorprese insieme a letto. Fu lei a farlo.”Mormorò il ragazzo.
Io mi strofinai con più forza il pene.
“Cosa ti stava facendo quando lei entrò?”
Roberto chiuse gli occhi e pompò più vigorosamente il suo giovane cazzo.
“Ero sdraiato su di lui sulla mia schiena. Lui mi stava inculando ed io mi stavo facendo una sega con forza.”
“Eravate tutti e due nudi?” Ansimai.
“Uh hu!” Accennò. “Io stavo per sparare il mio carico e lui stava cominciando a vuotare le palle nel mio buco del culo quando lei aprì la porta.”
“Cristo! Cosa accadde?” Ansai.
Il ragazzo sorrise debolmente.
“Ci guardò poi andò a chiamare la polizia.”
“Sangue di Giuda!” Esclamai eccitato e duro per quello che diceva. “E’ successo così!”
“Sì… io dissi, che non stava costringendomi ma non contò molto. Mia mamma era gelosa, pensava di essere la sola che lui fotteva oltre alla moglie, non sapeva che gli piacevano i ragazzi.”
“Povero te.” Mi avvicinai, mi sdraiai sul divano sopra di lui e cominciai a strofinare il mio sesso tra le sue gambe. Lui si avvolse immediatamente intorno a me baciando con grande desiderio la mia bocca. Impazziva per il cazzo. Non era riluttante così mi inginocchiai e cominciai a strofinare la testa del mio sesso tra le natiche del suo culo bianco e sodo. “Dimmi quanto lo vuoi dentro di te.” Gli dissi piano.
“Oh cazzo, non lasciarmi in bianco!” Gridò rauco; aveva una voce così sexy. “Sono settimane che non vengo inculato per bene ed il tuo cazzo sembra così grosso e duro.”
“Hai bisogno di lubrificante?” Gli chiesi.
“Solo un po’ di saliva.” Mi assicurò. “Zio Bruno usava solo la saliva quando mi penetrava e mi ha inculato da quando avevo 11 anni.”
Quasi entrai nella sua fessura quando lo disse. Bastardo fortunato quel Bruno! Bene, non così fortunato a dire il vero, voglio dire che lui era in galera ed io invece stavo godendo il suo libidinoso nipote. Ma sempre fortunato ad essere stato il primo a prenderlo.
Lo schiaffeggiai un paio di volte con la cappella e bagnai la sua brillante increspatura rosa con la saliva. Delicatamente spinsi un dito nel suo buco per esaminare quanto era stretto. La risposta fu ‘molto ‘ ma il suo anello era rilassato e mi permise di entrare abbastanza facilmente. Infilai un paio di dita per allentarlo a sufficienza per il mio grosso cazzo.
“Mmmhhhh…” Si lamentò contorcendosi sotto di me deliziosamente sexy.
Gli baciai il collo e cominciai a succhiargli i capezzoli mentre fottevo la sua piccola condotta stretta. Vedevo che gli piaceva, Roberto si stava di nuovo strofinando il giovane cazzo. Gli diedi un terzo dito e lui cominciò a gridare impaziente, il suo corpo magro ondeggiava come un’onda mentre cavalcava la mia mano.
“Cosa vuoi, Roberto?” ansai emozionato.
“Il tuo… il tuo cazzo!” Ansò. “Per favore! Infilami col tuo cazzo!”
Lentamente tirai fuori le dita appiccicose dal suo ano ammirando il piccolo ‘o ‘ scuro che mi faceva l’occhiolino. Sciaffeggiai due o tre volte in buco aperto, poi posizionai il glande colante contro l’ingresso invitante. Quando fece l’occhiolino aprendosi come la lente di una macchina fotografica, la testa del mio cazzo scoccò facilmente nel suo ano.
Roberto ansò di nuovo e gridò quando mi sentì penetrargli il buco.
“Va bene, Roberto?” Gli chiesi. “Perché a me va bene. Dimmi cosa fare.”
“Inculami!” Piagnucolò contorcendosi come un serpe sotto di me. “Spingimelo dentro completamente. Voglio sentirlo dentro di me. Voglio sentire che lo usi per incularmi con forza.”
Gemetti di piacere. Era veramente un bad boy e mi piaceva. Quello piccola puttana eccitante! Avrei voluto fotterlo immediatamente ma sapevo di avere un cazzo grosso e mi presi il mio tempo spingendolo lentamente sempre più profondamente finché il suo giovane buco ebbe ingoiato ogni centimetro del mio grosso attrezzo di 23 centimetri. Le mie palle erano appoggiate alle sue natiche e si lui stava lamentando ininterrottamente.
“Per favore! Per favore fottimi! Ho bisogno di essere inculato!”
“Oh sporca puttanella!” Grugnii ed afferrai il suo culo nudo e morbido con ambedue le mani. Il mio uccello duro cominciò a scivolare lentamente dentro e fuori di lui. Era una sensazione così incredibile che ci volle tutto il mio controllo per non riempire subito il suo giovane culo stretto con la mia sborra. Il suo interno era infuocato, i suoi lombi così caldi e bagnati. Era meglio di qualsiasi cosa avessi mai avuto.
Cominciai a pompare il suo retto più duramente spingendo la mia lunghezza nel suo ano e tirandolo indietro finché ci rimaneva dentro solo la testa prima di immergermi di nuovo profondamente nei suoi intestini. Lui sgroppò e guaì sentendo che i miei colpi diventavano più veloci nel suo culo, strofinando con forza i punti sensibili che io sapevo essere in lui, stuzzicandolo per avvicinarlo sempre più all’orgasmo. Quando le mie spinte potenti lo portarono all’orlo, presi fiato e mi estrassi dal suo buco del culo che si contorceva.
“No!” Strillò indifeso afferrandomi e tentando di tirarsi contro di me, quasi montando il mio uccello nella sua eccitata disperazione.
“Mettiti in ginocchio sul pavimento e succhiami!” Ordinai mettendomi in piedi per negare al suo culo desideroso il piacere del mio pene.
Roberto frignò desolato ma scivolò in terra, inginocchiandosi sul tappeto sporco del soggiorno e prese in bocca la mia erezione come una troia, succhiandola avidamente. Lasciai che gustasse il suo culo scaldato dal mio cazzo e gli carezzai i capelli neri umidi di sudore mentre godevo la carezza delle sue labbra ed il tocco della sua lingua sul mio palo sensibile.
“Sei un magnifico succhia cazzi, potrei lasciartelo fare ogni pomeriggio!” Ansimai. “Ma ora sono pronto per altre azioni sul di dietro. Mettiti sul divano e mostrami il tuo buco da sgualdrina.”
La giovane puttanella si gettò subito sopra il sofà allargandosi le natiche pallide e mostrare il suo ano ben allenato. Mi acquattai dietro di lui ed appoggiai la cappella al suo anello stretto.
“Ohhh!” Si lamentò piano.
“Ragazzaccio” Grugnii. “Mettiti le dita in quel buco di sporco ragazzo e fottiti per me!”
Le sue lunghe dita subito scesero al buco del culo e cominciò a penetrarsi diligentemente. Praticamente stavo sbavando alla vista del ragazzo nudo che giocava col suo ano come una prostituta.
“Sei una tale troia sporca, Roberto” Gli dissi. “Hai veramente bisogno di molto cazzo, non è vero ragazzino?”
“Per favore fottimi!” Frignò.
“Non finché non mi confessi che prostituto sei.” Lo stuzzicai carezzandogli la fessura col mio cazzo colante.
“Io sono la peggior puttana!” Gridò. “Zio Bruno diceva che io sono buono per essere fottuto in ogni modo. Ti lascerò fare qualsiasi cosa, solo fottimi il buco. Per favore!”
“Piccolo giocattolo sporco!” Ringhiai estraendo le sue dita dal suo culo e conficcandoci di nuovo il cazzo. Afferrai le sue anche magre e tirai il buco del ragazzo sopra il mio uccello impalandolo sino alla radice.
Roberto gridò e seppellì la faccia nel cuscino, il suo giovane culo cavalcava il mio cazzo alla grande. Io lo tenni per le natiche e colpii con forza e profondamente il buco stretto. Le mie pesanti palle schiaffeggiavano tra le sue gambe mentre io spingevo spietatamente. La sua condotta stretta stava praticamente succhiandomi il cazzo, tentando di trascinarmi indietro ogni volta che mi estraevo dal suo ano. L’attrito delizioso mi stava portando a venire con forza dentro di lui e sentivo che la piccola puttana stava avvicinandosi a scoppiare di nuovo.
Lo alzai tra le mie braccia, così ora stava inginocchiato, con le mani contro i cuscini del sofà mentre io lo sodomizzavo. Roberto soffiava ed ansava singhiozzando mentre lo chiavavo sempre più forte. Le mie dita circondarono l’asta del suo cazzo e lo pompai mentre inculavo il ragazzo nudo. Lui cominciò a frignare come un cucciolo preso a calci mentre sentivo che cominciava a venire. Il suo buco stringeva dannatamente intorno al mio cazzo mentre vedevo il suo sperma schizzare sul cuscino del divano.
Tenendo il giovane per i capelli lo costrinsi a leccare ogni goccia dalla stoffa marrone mentre pompavo la mia calda crema di uomo nel suo buco accogliente e soddisfacente. Gemetti in estasi mentre riempivo il suo piccolo culo sexy col mio seme.
“Oh sì! Sì!”
Roberto si inginocchiò di fronte a me e succhiò e leccò il mio cazzo per pulirlo dopo che avevo usato il suo buco del culo. Era così obbediente. Mormorai una piccola preghiera di ringraziamento a suo Zio Bruno per averlo addestrato così bene.
“E’ stata un’inculata fantastica, Roberto” Gli dissi vestendomi.
Lui era ancora seduto sul pavimento nudo, sembrava stordito e sottomesso così gli carezzai i capelli. Roberto mi guardò con un piccolo sorriso stanco.
“Hai goduto del mio grosso cazzo?” Gli chiesi affettuosamente.
Lui accennò subito col capo.
“Bravo ragazzo. Più tardi, quando tuo padre sarà tornato e starà russando nel suo letto, potrai strisciare fuori e venire nel mio letto con me. Ok? Ti darò un’altra bella inculata. E’ evidente che ne hai bisogno .”
“Grazie.” Bisbigliò quasi timidamente.
“Sarai il benvenuto.” Risposi tirando in piedi il ragazzo nudo, carezzandogli il cazzo e dicendogli di non rimettersi i vestiti prima che me ne fossi andato.
Mentre attraversavo la strada vidi Gianni in lontananza; sorrisi, improvvisamente grato al vecchio ubriacone, per aver ‘prodotto’ un tale delizioso ragazzo per il mio piacere sessuale.

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Roberto, il figlio del mio vicino (prima parte)

Abitavo sull’altro lato della strada dove stavano Roberto e suo papà. Lui era un bambino grazioso, io l’avevo visto crescere. Avevano sempre vissuto lì da quando lui era piccolo, ad eccezione di quando Roberto era stato tra i 10 e 14 anni. Sua mamma e suo papà si erano separati e lei aveva preso con se i bambini, Roberto e la sua sorella maggiore, a vivere con sua sorella e suo cognato.
C’erano stati molti rumors su quello che era accaduto mentre lui era via. Il pettegolezzo aveva detto che Roberto aveva accusato suo zio di abuso sessuale. L’uomo era stato perseguito per possesso di materiale indecente, e questo era vero, era stato scritto sul giornale locale. Lui fu spedito in galera per cinque anni.
C’erano state anche altre storie oscure: la sorella scomparve senza lasciare traccia, la mamma fu trovata morta in una macchina, apparentemente si era suicidata. E Roberto, il piccolo dolce bel Roberto, ritornò a vivere con papà nella casa al di là della strada.
A Gianni, suo padre, piaceva bere, era risaputo, questa è una piccola città ed i pettegolezzi circolano. Era una delle ragioni perché avevo tenuto sempre segreta la mia sessualità. Se la mia vecchia mamma avesse saputo che ero omosessuale gli sarebbe venuto un colpo. Quindi dovevo essere discreto. Me ne andavo ognivolta sentivo il desiderio, andavo in altre città più grandi. Non avevo mai guardato un uomo nella mia città. Là io ero uno degli uomini, il buon vecchio Bob.
A Gianni piaceva anche scommettere e sapevo che il sabato mattina alle 11 era con gli allibratori e ci passava le ore seguenti. Quindi quella mattina controllai discretamente che se ne fosse andato e capii che avevo tutto il tempo per mettere in azione il mio piano.
Avevo anche controllato Roberto, non era uscito molto in quei giorni. Pensavo che probabilmente sapeva quello che si diceva di lui e teneva un profilo basso. Si incontrava qualche volta con un gruppo di ragazzi più anziani che si riunivano sotto la spianata a mare. Andavano laggiù a bere sidro e farsi spinelli ma di solito non combinavano guai, solo erano un po’ chiassosi. A parte quello non sembrava uscire molto, certamente non di giorno. La vecchia gallina della porta accanto lo chiamava il vampiro e credo di sapere perché.
Lui è una piccola cosa magra, indossa sempre stretti vestiti neri, roba stracciata, proprio un piccolo punk. I capelli sono neri come quelli della mamma. Lei era una bella ragazza, io la vidi per la prima volta quando vennero a vivere qui. Lei era una vera bellezza anni ‘60, gambe lunghe e lunghi capelli neri, color inchiostro. Una bella faccia anche, come suo figlio. Lui ha una faccia veramente bella, naso poco pronunciato e grandi occhi verdi come un gatto. Ciglia lunghi e piccola bocca imbronciata; morbide labbra piene. Mi sarebbe piaciuto sentire quelle labbra intorno al mio cazzo.
Se i rumors erano veri, lui sapeva come succhiare un uccello!
E questo non è tutto. Secondo alcuni lui concedeva il suo culo sulla spiaggia a quei ragazzi in cambio di uno spinelllo.
Quel sabato mattina, dopo che suo papà se ne fu andato, corsi a comprare un paio di pacchetti di sigarette e delle lattine di bibite alcoliche. Poi ritornai ed andai alla porta posteriore della casa di Gianni. Sapevo che non usava mai la porta principale, scivolava sempre dentro e fuori dall’altra porta che non chiudeva mai a chiave. Sapeva di non avere niente di valore da rubare. Se avesse conosciuto il tipo di furto che volevo fare gli sarebbe venuto un infarto, ne sono sicuro.
Roberto era sdraiato sul divano a guardare la televisione quando misi la testa nel soggiorno. La casa era in disordine, nella cucina da dove ero passato i piatti da lavare erano accatastati da un paio di giorni. Mi spiaceva per Roberto, non era un luogo ideale per allevare un ragazzo.
Lui mi diede un’occhiata divertita quando entrai ma non chiese cosa ci facevo lì. Io avevo in mano le lattine e le sigarette.
“Devo vedere il tuo vecchio”, spiegai: “Gli avevo promesso di portargli questa roba. È qui in giro?”
“E’ andato fuori”, mormorò il ragazzo, i suoi occhi deviarono di nuovo alla Tivù dove un vecchio film in bianco e nero scintillava sullo schermo.
“Cosa guardi?” Chiesi sedendomi accanto a lui.
“Non so.” Roberto guardò alle lattine che avevo messo sul pavimento tra i miei piedi. “Posso prenderne una?”
“Non so. Tuo papà ti permette di bere?”
“Quello che non sa non lo disturba, non è vero?” Disse Roberto. Ora mi stava guardando con la sua espressione lievemente insolente. “Avanti, dammene una.”
‘Mi piacerebbe dartene uno!’ Pensai mentre lasciavo che i miei occhi corressero senza nascondere il fatto che lo stavo osservando. Indossava una t-shirt larga e jeans neri stretti con un buco sul ginocchio. Il suo giovane cazzo e le palle riempivano per bene l’inguine. Li potevo vedere spingere contro la stoffa usata.
Roberto vide bene quello che stavo facendo. Si appoggiò indietro contro il bracciolo del vecchio divano ed allargò intenzionalmente le gambe.
“Ti piace, vero? Dagli una bella occhiata, vecchio pervertito!”
Non me lo feci ripetere e lo feci, il mio cazzo era duro contro la mia chiusura lampo e lui poteva vederlo sicuramente.
“Se ti do una lattina, prima voglio vederti spingere giù i pantaloni. Voglio dare un’occhiata a quel piccolo corpo stretto” Gli dissi.
“Sporco stronzo!” Disse ma stava sorridendo come un piccolo squalo.
Si mise a sedere, si sbottonò i jeans e poi abbassò la zip. Io guardai emozionato mentre lui si appoggiava di nuovo indietro e si contorceva facendo scendere la stoffa nera sulle cosce snelle e bianche. Spinse le sue piccole mutande nere completamente giù fin sotto le ginocchia. Quando tornò a sedersi ed allargò le ginocchia gli indumenti scivolarono lungo le gambe sino alle caviglie. Alzò l’orlo della t-shirt in modo da farmi vedere il suo giovane cazzo che penzolava sopra il cuscino del sofà ed i peli neri e ben aggiustati delle sue palle sode. La sua pista del tesoro ordinata e nera cominciava appena sotto l’ombelico e correva verso il basso. Non era ancora molto peloso, ma quello che aveva era ben aggiustato a mezzo centimetro in lunghezza.
Gli diedi una lattina di sidro, senza parlare e lui sorrise e fece per tirarsi su i pantaloni.
“Non ancora” Dissi mettendo una mano sulla sua. “Tienli giù mentre bevi. Togliti la t-shirt, voglio vederti nudo.”
Sembrò pensarci per un momento, poi mise giù la lattina, fuori della mia portata, prese l’orlo della camicia con le due mani e se la sfilò dalla testa scura. I capelli ricaddero intorno al suo piccolo e pallido viso a cuore mentre lanciava spensieratamente l’indumento sul pavimento e riprendeva la lattina. Le sue lunghe dita bianche tirarono l’anello che gettò da parte mentre alzava la lattina alle sue piene labbra seducenti. Ingollò rapidamente l’alcol, mentre io ammiravo apertamente il suo snello corpo nudo.
La mia erezione ora stava pigiando contro la mia zip. Il ragazzo era una tale piccola bellezza e la mia testa era piena di imaginin oscene mentre lo guardavo, quasi completamente nudo ed apparentemente imperturbabile. Mi chiesi cos’altro sarebbe stato disposto a fare per il regalo giusto. Gianni non sarebbe ritornato per ore, avevo tutto il tempo per sodomizzare il suo bel ragazzo sul pavimento del soggiorno prima che tornasse a casa.
Roberto finì la lattina e la lasciò cadere sul pavimento come accidentalmente mentre lasciava cadere la camicia.
“Ti è piaciuto?” Mi chiese.
Io accennai col capo, incapace di parlare e lui rise ancora mentre allungava di nuovo una mano verso i pantaloni. Lo fermai come avevo già fatto.
“Aspetta. Cosa vuoi per lasciarti toccare?”
Ci fu un bagliore nei suoi occhi verdi mentre mi guardava. La sua piccola lingua rosa scintillò fra le sue labbra morbide mentre bisbigliava: “Accendimi una sigaretta.”
Con le mani che tremavano estrassi una sigaretta dal pacchetto e me la misi tra le labbra accendendola col mio accendino. Gliela allungai mettendogli il filtro tra le labbra ed il mio cazzo pulsò nei pantaloni sentendo la sua morbida bocca strisciare contro le mie dita. Lui succhiò dal filtro e fece scendere la nicotina nei polmoni mentre io facevo correre lentamente una mano in giù sul suo torso nudo, senza peli e poi sulla sua bianca pancia piatta. Le mie dita tremanti carezzarono l’addome e l’inguine coperti di peli scuri.
Roberto mi guardò, i suoi occhi erano impassibili mentre mi soffiava in faccia il fumo. Quando tossii emise una risata aspra ed appoggiò la testa sul bracciolo del divano. Chiuse gli occhi e continuò a fumare, quasi incurante della mia calda mano sul suo freddo pene molle.
Abbassai la cerniera della patta rilasciando la mia verga tesa e ripresi il mio gentile carezzare del suo bel piccolo cazzo e delle sode palle rotonde. Il mio sesso sporgeva diritto dalla chiusura lampo aperta. Diede una breve occhiata quando mi sentì slacciare i pantaloni ma ora stava ignorandomi di nuovo. Il suo cazzo non reagiva.
Dopo un paio di minuti dell’attrito gentile dalla mia mano lo sentii cominciare ad irrigidirsi. A quale ragazzo non piace avere il cazzo menato, dopo tutto? In risposta afferrai con un po’ più di forza il suo sesso e cominciai a pomparlo con la mano, godendo del piccolo anelito e dei piccoli lamenti sexy che questo provocò nella sua gola.
Capii che l’avrei fottuto. Lui era il ragazzo più bello che avessi mai toccato e non era certamente vergine, se i rumors erano veri. Se si lasciava inculare ogni notte sulla spiaggia da quei ragazzi, perché no dal cazzo di un uomo?
Le mie mani scivolarono alle sue gambe nude e le liberai di jeans e mutande così tutto quello che ora indossava erano le scarpe. Aprì di nuovo gli occhi per guardarmi. Non c’era paura in quello sguardo fisso pallido e bello.
“Cosa stai facendo? ” Disse esalando uno sbuffo di fumo.
“Ti spoglio.” Dissi alzandomi e togliendomi i vestiti.
Nessuno di noi di era preso la briga di chiudere le tende prima di cominciare il nostro piccolo gioco. Pensai che le finestre e la rete sporche fossero sufficienti per evitare guardoni casuali e la casa opposta era la mia e quindi non c’era nessuno che potesse spiarci.
Si tolse di bocca la sigaretta e mi guardò incuriosito mentre mi strofinavo il cazzo duro.
“Ti piace fottere, non è vero?” Gli dissi. “Ho sentito che ti piace essere inculato e succhiare il cazzo. E’ vero?”
Lui alzò le spalle senza confermare né negare.
“Fai sesso con quei giovanotti coi quali ti trovi sulla spiaggia?” Lo pressai ansioso di avere la conferma dalle sue labbra sexy.
Dopo un momento accennò col capo.
“Non con tutti.” Disse. “La maggior parte non sono ‘lads’ . Ma un paio di loro sono eccitanti. A loro piace farmi e mi danno la roba per andare con loro.”
Mi avvicinai alla sua testa e gli carezzai i capelli.
“Ti spogli così per loro?”
“No” Praticamente bisbigliò, i suoi occhi ora erano sulla mia verga dura. “Loro mi tirano giù solo le mutande poi si mettono su di me dal didietro.”
Gemetti all’immagine nella mia mente di lui sulle mani e sulle ginocchia sottoporsi alla sodomizzazione. Appoggiai la testa del cazzo alle sue piene labbra di ragazzino.
“Gli succhi il cazzo, Roberto?”
Lui accennò di nuovo col capo. Sentii il suo caldo alito solleticare la mia grossa cappella color porpora.
“Apri la bocca, Roberto.”
Mi avvicinai alla sua faccia mentre le sue labbra si aprivano ed il mio glande colante scivolava tra di loro nella sua bocca. Le mie dita afferrarono più ermeticamente i capelli neri e morbidi.
“Succhialo, Roberto!” Lo incitai. “Mostrami come li succhi. Carezzati il cazzo mentre succhi il mio. Voglio vederti venire.”
La sua mano sinistra si mosse in giù al suo pene semi eretto, vi avvolse le dita e cominciò a masturbarlo. Io gemetti di nuovo mentre le sue labbra carezzavano la mia grossa asta e la sua lingua esperta mi leccava come un gattino affamato. Il solletico della sua lingua mi eccitò come non avrei mai potuto credere. Stavo nel soggiorno del mio vicino, rigido, nudo, mentre suo figlio, nudo, mi faceva il miglior pompino della mia vita.
“Sei così bello, Roberto” Ansai mentre la sua piccola bocca lavorava la mia asta, in qualsiasi momento avrei potuto esplodere nella sua gola. “Così, caro, succhia questo grosso uccello. Strofinami le palle, Roberto. Strofinamele bene mentre mi fai il pompino.”
Allungò la mano destra e sentii quelle lunghe dita sottili cominciare a giocare con le mie noci penzolanti. Lui pompava furiosamente sul suo piccolo pene mentre mi succhiava espertamente.
“Spalanca la bocca, Roberto” Gli dissi afferrandogli i capelli in una mano e carezzandogli una guancia con l’altra mentre lo vedevo arrivare sempre più vicino all’orgasmo.
Si lamentò forte mentre le sue mascelle si allargavano ed io cominciavo a spingere il mio pene eretto più profondamente nella sua bocca. Sentii rumori sexy di soffocamento quando costrinsi la mia cappella dentro e fuori della sua gola stretta. Roberto piagnucolò e vidi lo sperma sprizzare come crema fuori della testa della sua verga rigida. Atterrò in grossi fili sul suo torace ansante e sulla pancia.
Afferrai i suoi capelli con le due mani e gli chiavai la bocca seppellendomi sino alle palle tra le sue morbide labbra. Saliva e pre eiaculazione correvano giù per il mento del ragazzo mentre prendeva sottomesso il mio cazzo. Lo sentii respirare dalle narici. I rumors dovevano essere veri, suo zio doveva avergli insegnato a succhiare il cazzo di un uomo dato che era così giovane. Era bravissimo.

Mi tirai indietro per permettergli di respirare ma quando solo la testa del mio sesso era ancora tra le sue labbra mi arresi al bisogno che bolliva nei miei coglioni e lasciai che il mio sperma caldo entrasse a getti nella sua bocca aperta. Lo estrassi, il secondo e terzo colpo di sborra finì sopra la sua faccia ed io lo guardi ingoiare e leccarsi le labbra bagnate mentre io venivo su di lui.
“Oh sì! Piccola puttana!” Gemetti. “sei così eccitante coperto in sperma, ora ti allargherò le gambe e ti inculerò.”