Categories
Racconti Erotici

Il mio amico del cuore

Mi dicevano, quando ero più piccolo, che il sesso era sporco. Poi lo provai e mi piacque, ma non pensavo di arrivare a quello che ho fatto con Giulio.

Mi chiamo Antonio, ho 25 anni e sono un operaio. Fin da quando avevo 12 anni ho fatto l’amore con tante ragazze, anche da quando ho iniziato a lavorare. Mi diverto il sabato sera a rimorchiare le belle ragazze, a trattarle bene e a farle divertire con il sesso.
Mi chiederete: perchè sto dicendo tutto questo? Beh perchè quello che ho fatto con Giulio è stata forse la mia più bella esperienza della mia vita.

Giulio ha un anno meno di me, ma abbiamo studiato insieme fin dalla prima media (fui bocciato) e siamo sempre stati amici di famiglia, anche se col tempo i miei genitori iniziarono a conoscere altra gente, io studiavo e giocavo con Giulio. E’ un ragazzo in gamba, sa come gestire ogni situazione e non è mai andato male in niente.
A 15 anni si dichiarò gay, ma fu accettato dalla classe e dalla famiglia. Io lo sapevo da tempo, ma non dissi niente a nessuno, proprio perchè non volevo che succedessero casini.

Quando avevo appena compiuto 18 anni è successo quello che è successo.
Un giorno eravamo a casa sua per giocare alla Playstation, eravamo soli in casa (i suoi genitori erano in crociera e sua sorella maggiore, che per di più mi sono fatto :P, era fuori città) e ci eravamo fatti una bella scorta di birra. Dopo un’ora di gioco e di trincamento, eravamo un bel po’ sballati, ma sempre coscienti, Giulio si avvicinò al mio collo e iniziò a leccarlo. Io lo stoppai e gli dissi se era matto o cosa, lui mi rispose che voleva farmi eccitare con il pretesto di farmi guardare un porno ed io gli dissi che poteva continuare, visto che mi piaceva.
Giulio vide che il mio cazzo era diventato duro, si avvicinò, mi sbottonò i jeans e cominciò a baciarmi il cazzo, ancora coperto dai miei boxer. Neanche il tempo di dirgli di smetterla che non riuscì a smetterla di eccitarmi. Gli dissi subito di togliermi le mutande.

Alla vista del mio pene enorme, Giulio si sorprese e mi disse che era la prima volta che vedeva un cazzo così grande. Si avvicinò sempre di più al mio uccello e mi iniziò a leccare la cappella e a spomparmi. Non riuscivo a parlare, ero eccitato come non mai. Le mie donne non erano riuscite a farmi stare così bene, anche se erano molto brave :). Riuscii a digli di smetterla, mi avvicinai a lui e gli dissi di finirla, lui non mi ascoltò e mi baciò.
Il bacio mi fece cambiare idea e decisi di togliergli i pantaloni. Il suo pene era fantastico, non era grandissimo, ma non era nemmeno troppo piccolo. Mi disse di provare a mettermelo in bocca, io ero un po’ schifato, ma presi coraggio e cominciai a qualche pompino. Dopo un po’ mi disse che per la mia prima volta non stavo andando male.

Giulio mi guardò e mi disse di cominciare a penetrarlo, prima però andò in camera sua e prese il suo lubrificante, mi chiese di metterglielo, glielo misi e cominciai. Il suo ano era abbastanza morbido e non ebbi molta difficoltà a penetrarlo. Io ero seduto sul divano, lui stava “cavalcando” sopra al mio pene. Godeva come non si era mai visto, gli dissi poi di mettersi a pecora e lo fece. Ero quasi al limite, gli dissi che stavo per venire, tolsi il mio cazzo dal suo culo e venni sulla sua schiena. Mi disse che era stato bello, ma voleva che io lo prendessi e gli dissi va bene senza esitazioni.

Gli chiesi di andarci a fare una doccia prima e poi potevamo anche continuare in salotto o in cameretta. Mi diede tutto l’occorrente e andammo a farci la doccia insieme. Dopo due minuti di doccia Giulio mi ribaciò e mi disse di farlo qui, che non voleva aspettare ancora. Mi prese alla sprovvista, si abbassò per leccarmi il mio pene tutto bagnato e dopo poco cominciai pure io. Poi mi disse di mettermi a pecora, mi iniziò a leccare il mio ano e a ficcarci le sue dita. Ero eccitato, prese il suo pene e iniziò a scoparmi. Il dolore iniziale durò solo pochi secondi che iniziai a stare bene. Mi stava fottendo benissimo che non gli dissi niente, anche quando crollai in terra dalla stanchezza. Dopo una decina di minuti di sesso sentii caldo dentro di me, ma continuò anche se era venuto. Stette altri 5 minuti a scoparmi e il suo cazzo non era intenzionato a riposarmi. Io gli chiesi se avesse preso il viagra, ma lui negò. Alla fine rivenne dentro di me e finii. Io che non riuscivo ad alzarmi dalla fatica, Giulio che aveva tra poco il fiatone, ci coccolammo per un po’, ci ripulimmo e ci asciugammo. Gli dissi che era la prima volta che mi sentivo felice con un uomo e lui mi rispose che non dovevamo innamorarci.

Per un annetto, durante le ore di Ginnastica (la prof non era molto sveglia) e durante i pomeriggi alla Playstation, scopavamo sempre, ma non rinunciai alle donne, perchè mi piacevano e mi piacciono tutt’ora, solo che ero diventato bisessuale perchè mi piaceva scopare con Giulio.
Dopo tanto tempo da quella prima volta dissi a Giulio di troncare questa relazione di solo sesso e decidemmo comunque di rimanere amici, anche se qualche volta non abbiamo rinunciato a qualche scopata eccezionale.

Oggi io sono sempre a conquistare le donne, sto bene e mi sento finalmente pieno, Giulio invece si è trasferito in una nuova città per andare a studiare medicina, è fidanzato e ha deciso di sposarsi in Spagna con il suo compagno.
A volte ci sentiamo su Skype e si parla sempre di quella prima volta a casa sua. E’ un ricordo che non andrà mai via dalle nostre menti.

Categories
Racconti Erotici

L’amico di famiglia

Paolo, l’amico di famiglia della coppia è l’uomo che la suocera avrebbe voluto per sua figlia e farà di tutto per portarglielo vicino. Parlando con sua figlia lo loderà di continuo e dirà spesso la frase ‘Ah! se tu avessi sposato lui…’. Quando la suocera lo incontra per strada gli dirà frasi del tipo: ‘Perché non vai a trovare i ragazzi? Mia figlia ti vede sempre volentieri…’ poi avvicinadosi e lui con fare confidenziale e malizioso gli dirà che sua figlia parla sempre di lui e lo guarderà neglio occhi come a dire: che aspetti a provarci? Quando la suocera sarà sola con la figlia lo loderà di continuo dicendole che lui l’avrebbe resa più felice ‘di quel coglione di tuo marito’; che è un bell’uomo che piace alle donne, mentre il marito pare un rammollito pantofolaio che pensa solo a mangiare e a vedere la tivù. La figlia difenderà ovviamente il marito, ma penserà che in molte cose la madre ha ragione… Sono due settimane che non la tromba suo marito e lei ha capito che lui guarda Xhamster al pc e si sega, ma a lei va bene così perché non la eccita quasi più. Eppoi è vero che l’ amico è bello. Piace moltissimo anche a lei, ma a suo tempo non lo volle perché le sembrava un donnaiolo. Ora se ne pente. Anche lei ovviamnete si masturba spesso e ovviamente pensa a Paolo.
Poi un giorno il fuoco che covava sotto la cenere riprenderà vigore e lei e Paolo cederanno al desiderio. Quando la moglie avrà ceduto a Paolo la suocera lo intuirà. Noterà che Paolo, l’amico è sempre a casa della coppia quando suo genero non c’è; che il lettone è sempre disfatto; che sua figlia non la guarda in faccia e arrossisce quando in casa c’è l’amico ma non il marito. Sua madre farà presto due più due e capirà tutto. Ne sarà felice. Infine un giorno madre e figlia parleranno della cosa; la figlia le confesserà tutto e la madre le dirà che ha fatto bene. Ma la figlia non le dirà mai che suo genero ha capito tutto, che c’è stata una lite, che alla fine il marito temendo di perderla ha infine accettato la cosa e soprattutto non le dirà che alla fine a suo marito le corna lo fanno eccitare come un porco. Mai le dirà che il marito vizioso e cornuto quando l’amante viene a cena da loro fa finta di bere troppo e poi va sul divano fingendo di addormentarsi pesantemente, russando forte e che quando ciò avviene lei e l’amante si prendono per mano e vanno in camera a trombare; poi quando l’amante dopo la trombata se ne va, il cornuto finge il risveglio. Lei nuda ha accompagnato l’amante alla porta e il cornuto, tutto eccitato, la porta in camera dove il letto è ancora sfatto con larghe macchie di umori in bella mostra; ve la fa sdraiare e allargandole le cosce, inginocchiandosi sul tappeto, le lecca avidamente la figa impregnata di sperma, grugnendo come un maiale. Sul comodino ci sono le salviette che hanno usato per ripulirsi dallo sperma. Qualche volta le salviette mostrano tracce più scure che dicono come lui l’abbia inculata. Il cornuto eccitato le tiene con le mani le cosce alzate e divaricate mentre cerca di affondare la lingua nella vulva schiusa e tumefatta per gustarsi il forte sapore di eiaculato e di umori; lei spinge per riversarglielo in bocca. E’ il prezzo che lei paga al marito affinché lui la lasci trombare in pace col suo amante. Gli terrà la testa premuta sulla vulva e gli darà del cornuto, dell’impotente, del segaiolo, del ruffiano e ciò fintantoché non vedrà la sua mano di lui accelerare la sega per arrivare, gemendo lamentosamente, a eiaculare sul tappeto. “Godi cornuto, godi! Godi segaiolo! Godi porco impotente!” Questo gli dice mentre il cornuto smania forte roteando gli occhi in alto dal piacere che lo sconvolge, scosso dagli ultimi convulsi scuotimenti che la sega gli procura.

Ora i due giacciono quieti. Lei ancora sdraiata e lui ancora accovacciato sul tappeto, la testa poggiata sul ventre di lei.

“Anche oggi mi è venuto dentro…” dice lei al marito, alludendo all’amante: “Gliel’ho detto che è pericoloso… Finirà per mettermici… Lo sa che non prendo niente, ma lui in quei momenti non capisce più niente… E francamente nemmeno io… Non riesco proprio a levarmelo di dentro quando godo, anzi! Me lo tiro dentro fino in fondo”

Le sue parole hanno subito un effetto: lui si alza e la sovrasta guardandola fissa negli occhi. Ha un’ espressione fra l’ansioso e il preoccupato. La moglie ha un piano diabolico. Fa la voce dolce, mielosa, infantile quasi a scusarsi:

“Non vuole capire di fare retromarcia e io ci sto troppo bene con lui dentro, sai amore?… In quei momenti non capisco più niente… Godo… Godo così tanto… Oddio come mi fa godere quel porco… E’ un toro; non si femerebbe mai; eppoi è così grosso che mi fa sentire piena piana di lui… Mmmmmm, non smetterei mai di prenderlo”. La moglie sa bene che queste frasi sono adrenalina per il cornuto, che sente di nuovo gli stimoli all’erezione: “Devo troncare questa relazione…” riprende lei: “Non vorrei rimanere incinta di lui. Mi sento che se non smettiamo di trobare ci rimango” Il marito spaventato lancia un grido: “Nooooo!!!” che la dice lunga: “Non voglio che tu tronchi!” aggiunge premuroso: “Se succede pazienza, pazienza…”. Un pò di silenzio, poi: “Ma tu cosa faresti se succedesse?” riprende la moglie fingendo preoccupazione: “… Mi lasceresti, dandomi della troia; non riconosceresti il bambino?… NO! basta! Con lui tronco! Troppo alto il rischio”. IL marito le prende il volto fra le mani e guardandola fissa negli occhi, come a rassicurarla, dice: “Mai! Il bambino sarebbe mio e tuo e basta. Nessuno saprebbe. Io ne sarei felice. Sarei un padre eccezionale… Io ti amo e amerei anche lui… Credimi amore… Credimi!!…”. Lei fa l’ espressione poco convinta e tace; vuole altre parole di rassicurazione. E lui gliele dice. Fa mille promesse. Infine lei dice: “Va bene, lo hai voluto tu… Ma ora me lo scrivi in una lettera che mettiamo in una busta che poi sigilliamo e diamo a mia madre. Oggi la pensi così, ma poi magari ci ripensi e mi scacci e disconosci il bambino… Sei d’accordo?”
“Amore mio, ti faccio tutte le lettere che vuoi. Ti registro anche una dichiarazione. A me piace che tu e lui facciate l’amore, lo vedi bene… Vedi quanto ci godo… Capisco il rischio e sono disposto a correrlo… Basta che tu mi ami e non mi lasci… Io ti amo e amerò anche il bambino… Il nostro! bambino”.
E’ felice la moglie e chiude gli occhi mentre il marito le ritocca il sesso. Lei si smuove un pò per assecondarlo. Il cornuto riscende in ginocchio sul tappeto e con delicatezza le ridà un bacio sulla vulva, poi una leccatina, poi inizia la leccata vera e propra. In lui c’è una forte emozione; è esaltato da quanto detto. L’idea di sua moglie incinta dell’amante lo sconvolge e nello stesso tempo lo esalta, lo emoziona; il piccolo membro riprende turgore; lo riprende in mano iniziando a masturbarselo.
Lei gli rimette la mano sul capo e sollevando un pò il bacino spinge la vulva verso la sua bocca avida. Pensa a quando dirgli che è incinta: perché è già incinta dell’altro che le è venuto dentro diverse volte il tredicesimo e quattordicesimo giorno del ciclo, quando suo marito era via per lavoro e l’amante ha dormito con lei a casa loro: ‘Mia madre ne sarà felice’, pensa… ‘Voleva tanto un nipotino’.

Pochi giorni dopo, quando il marito torna a casa dopo una lunga giornata di lavoro, trova la moglie che passeggia nervosamente per casa. Le chiede cosa abbia, ma la moglie evita le risposte. Lui insiste. Lei allora, guardandolo in faccia, gli dice: “Ti avevo detto che avevo un ritardo?… ebbene, stamani quando mi sono alzata sono andata a pisciare e ho riempito la fiala per il test di gravidanza…” Allora?”, chiede il marito, ansioso della risposta che già immagina. “Allora… Allora sono incinta!… Incinta di lui, capisci? Capisci o no che sono incinta di lui?” Il marito le corre vicino e si inginocchia cingendola alla vita. Poi: “Amore, amore, amore mio, sono contento, sai? sono contento, CONTENTOOO!!”. Lei però vuole un rinforzo di di sicurezza e gli dice con voce divenuta ora mielosa e suadente: “Amore mio, sei sicuro di volerlo davvero? Se non sei sicuro sicuro, ma proprio sicuro, posso abortire subito. Capito?! Non voglio storie dopo…” Il marito porta la moglie vicino ad una poltrona e la spinge delicatamente affinché vi sieda. Lei capisce che lui vuole rassicurala. Si siede e lascia le cosce leggermente aperte. E’ anche senza mutande. Ha studiato un piano e prima dell’arrivo del marito: si è masturbata per fargliela sentire odorosa e saporosa come piace a lui; non si è neppure lavata il buchetto del culo, perché sa che a quel porco cornuto del marito piace anche quell’odore. Sa che lo deve eccitare. Lui infatti sente l’afrore forte della vulva eccitata e del buco del culo. Si eccita ma non lo da avedere. Parla a sua moglie del futuro col bambino; del ‘loro’ bambino. Sua moglie apre ancor più le cosce e l’effluvio di sesso ora è forte aumentando l’eccitazione del cornuto che le divarica le cosce spingendo il volto verso il pube pelosissimo della moglie intriso di umori per gustarsi tutto quel ben di dio. Lei per un pò cerca di allontanarlo: “Parliamo… ” gli dice, ma poi cede e lascia che il volto marito le arrivi al pube; solleva il bacino e la bocca di lui si stampa sulla vulva intrisa di umor e fragrante di odori sessuali. Geme forte il cornuto inginocchiato fra le sue cosce e con una mano si libera il membro iniziando subito a farsi la sega. Lei come sempre gli pone la mano sulla testa e se lo tira contro. Poi, ben sapendo quanto a lui piaccia sentirselo dire lo incita: “Cornutone lecca… Lecca cornuto. Bravo, così… Si così.. ti piace vero cornutone leccarla?” Lui grugnice ad ogni parola: “Su leccala… Sei contento che lui mi ha ingravidata?… Dimmelo cornutone, dimmelo!!” Il cornuto sconvolto, alza la faccia verso di lei e annuisce con decisione. Ha tutta la bocca bagnata di umori e saliva. Riaffonda il volto fra le coscione divaricate. Ma lei lo ferma; lo guarda negli occhi e chiede: “Devo lasciarlo?” alludendo all’amante. “NOOOO!!! Mai, mai… Ci vuole lui per te; è il maschio giusto che ti fa godere e fa godere anche me che mi sfinisco di seghe…” bofonchia il cornuto con la bocca appoggiata alla fica schiusa e schiumosa. Dopo un pò che lecca avidamente, lei dice con voce dolce e supplichevole: “Amore, stasera dopo cena viene lui. Vorrei starci un pò sola… Ti spiace andare fuori al cinema?” La testa del cornuto, sulla quale lei tiene la mano, si muove rapidamente annuendo. Lei ora pensa al suo amante e l’eccitazione vera sale: lo desidera, lo vuole, ne ha bisogno e lo dice sussurrando al marito che a quelle parole smania, perché percepisce la vulva molto più vischiosa. L’eccitazione del cornuto cresce al pensiero delle imminenti corna. Il ritmo della sega aumenta; poi scosso dai fremiti dell’ orgasmo viene sul tappeto, riversandoci poche gocce di liquido seminale chiaro, senza quasi spermatozoi, mentre la moglie gli sussurra con voce materna: “Su su cornutone mio, vieni, vieni cornutone mio amoroso… Sfogati”.

Categories
Racconti Erotici

Il vecchio amico di Giulia

Racconto trovato in rete su xhamster.

Giulia aveva appena lasciato la casa di Roberto, si sentiva finalmente libera, dopo tre anni di una bella storia aveva bisogno di respirare, infondo a 22 anni si ha l’esigenza di fare nuove scoperte, di divertirsi e di conoscere persone nuove. Roberto con lei era sempre stato gentile, dolce, un amante rispettoso ma poco esperto, poco attento alle voglie di una ragazza bella e in fiore come Giulia, che sbocciava rigogliosa al sole della tarda primavera.
La prima cosa che la giovane fece appena arrivata a casa fu mandare un messaggio a Mario.
“Sono libera.”
Mario era un gentile signore di 65 anni che abitava nello stesso quartiere di Giulia, single da ormai dodici anni dopo una lunga convivenza finita male, aveva visto la piccola Giulia crescere, farsi donna e diventare ogni giorno più bella.
Ogni giorno la incontrava per strada, dal panettiere, al supermercato, non mancava mai di farle scorrere un’occhiata più che apprezzativa su quel corpo stupendo, coperto da corti vestiti, minigonne o jeans aderenti, non che ci provasse sperando in una sua risposta, era più che altro l’istinto di un uomo non più giovane che ormai si sentiva sulla via del tramonto, deluso dalle donne e dalla vita e che si beava alla vista di una splendida fanciulla.
Un giorno però la situazione cambiò, era piena estate, Mario scese al mare per fare un bagno quando intravide Giulia sulla spiaggia in compagnia del fidanzato, vederla in costume certo era un’altra cosa, alta, snella, la pelle abbronzata, il seno pieno sodo che riempiva il reggiseno, il ventre piatto, il sedere tondo, i capelli neri bagnati che si appiccicavano a quella bellissima schiena e gli occhi verdi come smeraldi, ridenti e luminosi, una vista da togliere il fiato. Mario la adorava con gli occhi senza tralasciare un centimetro di quel corpo meraviglioso, era come pietrificato, Giulia, che stava ridendo con Roberto si sentì all’improvviso gli occhi di qualcuno addosso, spostò un po’ la testa e vide Mario che la guardava, fu una sensazione strana, conosceva quell’uomo da tempo, era sempre stato gentile con lei, ma in quello sguardo lei notò qualcosa di diverso, qualcosa che le accese un brivido lungo la schiena, quell’uomo la stava desiderando, la stava facendo sentire bella come mai prima.
Mario vide che Giulia lo aveva notato, cercò di svegliarsi da quello stato di incanto in cui era caduto facendo finta di nulla, le sorrise, la salutò con la mano, Giulia rispose distogliendo lo sguardo, ma da quel giorno le cose tra loro cambiarono.
Spesso Mario scendeva alla spiaggia per vedere Giulia, si era fatto un po’ più intraprendente, se gli capitava di incontrarla tra le cabine le lanciava uno sguardo malizioso o un sorriso di intesa o le diceva qualche frase lusinghiera. Ogni giorno che passava il loro rapporto si intensificava, si ritrovavano a chiacchierare, lei aveva finito per confidargli le sue perplessità riguardo alla sua storia con Roberto, Mario non faceva che ripeterle che avrebbe fatto qualunque cosa pur di avere una fidanzata bella come lei e che se Roberto non la rendeva felice allora non capiva niente, le consigliava di lasciarlo per poi aggiungere ridendo che avrebbe potuto consolarla lui.
Flirtavano, ma per gioco, lei sapeva di eccitarlo, sapeva che lui l’adorava, la cosa le piaceva, iniziò così a provocarlo fingendo ovviamente di non rendersene conto, quando lo vedeva arrivare si spalmava la crema abbronzante su tutto il corpo con una sensualità da togliere il fiato, a volte si stendeva a prendere il sole e toglieva il pezzo sopra del costume rimanendo in topless.
Al povero Mario restava solo una doccia fredda per tenere a bada i bollori, incapace di trattenersi davanti a quell’esibizione sfrontata ma meravigliosa, la cosa andò avanti per tutta l’estate, mentre il rapporto tra Giulia e Roberto pian piano si andava sgretolando tra liti e incomprensioni.

Venne l’inverno, a Mario capitò meno spesso di incontrare Giulia che nel frattempo aveva ripreso l’università, aveva meno tempo libero, ma nonostante gli esami e gli impegni Giulia ogni tanto si fermava a pensare a Mario.
Si rendeva conto che quell’uomo era davvero troppo vecchio per lei, senza contare il fatto che anche fisicamente non era per nulla attraente, ormai i segni del tempo si erano fatti sentire, i capelli in parte erano cominciati a cadere, i baffoni grigi coprivano parte delle rughe del volto, sul torace ormai privo di tonicità si estendeva una massa di peli grigi, il ventre era ormai rilassato, nulla avrebbe dovuto attirarla in Mario, eppure lui la faceva fremere solo con uno sguardo o una parola, non si era mai sentita così prima e vederlo di meno peggiorava la cosa.
Una notte si sorprese a sognare di essere accarezzata da lui, si svegliò di soprassalto con un’incredibile voglia, a sorpresa lentamente iniziò a masturbarsi, chiuse gli occhi e immaginò di essere presa da Mario, fu bellissimo, meglio di ogni rapporto con Roberto, la cosa la fece riflettere, da lì ci furono tante occasioni per rimanere da sola a toccarsi pensando al suo spasimante maturo.
Dal canto suo Mario faceva lo stesso si era spesso trovato ad eccitarsi pensando a Giulia al mare in topless, con suo stupore aveva ripreso a masturbarsi come un ragazzino, si sentiva un po’ patetico ma almeno in quei momenti era come se fosse con lei.
L’inverno passò arrivando la primavera con le prime giornate di sole, fu quasi per caso che quel pomeriggio Giulia rientrò prima dall’Università, era sovra pensiero tutta intenta a concentrarsi su come avrebbe organizzato il pomeriggio per studiare quando si imbattè in Mario, i due si guardarono per un attimo senza parlare, Mario aveva la salivazione azzerata e a Giulia tremavano le ginocchia.
Poco dopo si trovarono ad un chiosco nel giardino vicino a prendere un frappè per fare due chiacchiere, era come se non fosse passato nemmeno un giorno, ridevano, facevano battute, tornarono a parlare di Roberto, della crisi del rapporto con lui, Mario la guardò seriamente e le disse che se lei stava male allora avrebbe dovuto troncare e poi aggiunse.
“Peccato non poter essere più giovane e renderti felice, non riesco a pensare ad altro!”
Era come se fosse crollato un muro, Mario prese coraggio, le disse tutto quello che provava per lei, Giulia rimase di stucco, ma era contenta di quella dichiarazione, poi Mario si congedò da lei dicendole che si era finalmente tolto un peso, che sapeva di non avere una chance con lei ma che almeno era stato sincero, le augurò buona fortuna e se ne andò.
Giulia non riuscì a pensare ad altro per tutto il giorno e per tutta la notte, il giorno dopo si alzò serena dal letto perchè sapeva ciò che doveva fare, prese coraggio andò da Roberto e ruppe la storia con lui, uscendo da casa sua si sentì leggera come una piuma e molto più sicura di sè, ora non si sarebbe di certo fermata era giunto il momento di osare.

Erano le due del pomeriggio, Mario era seduto in poltrona a fare parole crociate ancora confuso per il messaggio di Giulia quando il campanello suonò, chiese chi fosse, rimase alquanto stupito dal sentire.
“Giulia!”
Dopo pochi istanti lei era sull’uscio del suo appartamento, bellissima e sorridente, appena entrata in casa lei gli buttò le braccia al collo e lo baciò esordendo con un.
“Grazie!”
Mario rimase confuso, così Giulia ridendo gli spiegò del coraggio che lui le aveva dato con le sue parole, del fatto che aveva lasciato Roberto, dopo smettendo di sorridere ed abbassando la voce aggiunse.
“E poi ho capito che quello che davvero voglio ora è essere tua, voglio esaudire il tuo desiderio di me.”
Ci fu un lungo momento di silenzio e stupore seguito dall’imbarazzo, Giulia sentì le guance arrossire ed abbassò lo sguardo, Mario si sentì a disagio, ma ormai era partita per la tangente e nulla l’avrebbe fermata così la ragazza aggiunse.
“Mario voglio fare l’amore con te, lo voglio fare ora… sempre che tu mi voglia ancora”.
Mario si sentì come sulle montagne russe, il cuore che batteva all’impazzata, con voce roca rispose.
“Certo che ti voglio ancora.”
Ma poi aggiunse.
“Voglio solo che tu sia sicura, sono più vecchio di te, so benissimo che puoi pretendere di meglio, ho gli specchi in casa e vedo quanto tu sei bella, non voglio che tu faccia niente di cui ti potresti pentire.”
Giulia sorrise e gli rispose.
“Sono sicurissima.”
Dopo poco si ritrovarono nella camera da letto di Mario, c’era una quiete perfetta ma Giulia era tormentata, aveva rassicurato Mario ma in realtà era molto imbarazzata, mentre lui la spogliava lentamente lei non sapeva che pensare, sentiva l’eccitazione montare ma aveva anche paura, quando rimase nuda davanti a lui si sentì davvero nuda e i suoi occhi che la guardavano intensamente erano come di fuoco, lui la fece stendere contemplandola ancora, era bellissima un fiore fresco e delicato tutto per lui.
Poi iniziò a spogliarsi, Giulia era come ipnotizzata dai suoi movimenti, ogni indumento che lui si toglieva lasciava vedere un corpo ormai vecchio, la pelle cadente, i peli abbondanti e grigi, i capezzoli penduli, la pancia prominente, il pube ingrigito, il pene violaceo, anche i testicoli avevano perso tonicità.
“Oddio” pensò con terrore Giulia quell’uomo non era bello, la luce di quel pomeriggio lasciava vedere cose che la disgustavano, lui ruppe il silenzio.
“Prendi la pillola, vero?”
Lei si lasciò sfuggire un debole.
“Sì.”
Lui le sorrise maliziosamente aggiungendo.
“Molto bene.”
Era in preda al panico, era nuda sul letto di un uomo di 65 anni per nulla attraente, un uomo che le si stava avvicinando nudo per poterla toccare e scopare, l’idea di dovergli aprire le gambe per permettergli di penetrarla con quel pene disgustoso la terrorizzava.
Dov’era finita la sua sicurezza?
Tutta quell’eccitazione?
Solo ora si rendeva conto di essere giovane e bellissima in preda ad un anziano dall’aspetto piuttosto repellente???
Ma dove era finito il suo buon senso?
Che avrebbe fatto?
Si sentiva paralizzata, nonostante il disgusto i suoi capezzoli erano ritti e duri, Mario li notò sorridendo in una maniera tale per cui lei lo vide porco come non mai, altro che amante appassionato davanti a lei aveva un vecchio porco laido che voleva solo godere del suo meraviglioso corpo giovane e fresco.
Che fare???
Mario avvertì che in Giulia era cambiato qualcosa, la vide nervosa impacciata, non voleva spaventarla ma di certo non se la sarebbe fatta scappare, ormai era eccitatissimo ed era passato troppo tempo dall’ultima volta che era entrato nel corpo di una donna, poi Giulia era un bocconcino troppo prelibato, era bellissima, lui non ne poteva più, voleva solo toccarla godere di lei e farla godere così gentilmente le accarezzò una guancia e le sussurrò.
“Non preoccuparti piccola, rilassati chiudi gli occhi non devi fare nulla penserò a tutto io, sei bellissima.”
Giulia capì che non poteva evitarlo infondo era lei che si era proposta, ormai capiva che Mario era troppo arrapato per fermarsi, così fece un profondo respiro, cercò di calmarsi, stette ferma lasciandolo fare.
Lui si sdraiò accanto a lei stando sul gomito accarezzandole i capelli e guardandola in volto, con un sorriso rassicurante prese a baciarle la fronte, la guancia, l’orecchio, il tutto molto lentamente e dolcemente pian piano scese a baciarle il collo, mentre con la mano le sfiorò un seno, si avvicinò ancora con le labbra al suo orecchio sussurrandole.
“Sei un angelo, ti rendi conto di quello che mi stai facendo? Non sono mai stato così eccitato in tutta la mia vita.”
Quelle parole le riportarono i brividi lungo la schiena, si inarcò alla sua mano esploratrice, Mario si fece più audace scendendo a baciarle i seni, succhiandole i capezzoli duri, due adorabili bottoncini rosa scese ancora con la bocca baciandole quel ventre piatto perfetto, accarezzandole i dolci petali tra le sue gambe, poi più giù sui fianchi, le cosce…. finchè gentilmente con le mani le aprì le ginocchia.
“Voglio baciarti la fica Giulia, apriti per me.”
A quella frase Giulia non potè trattenere un gemito ed obbedì, la bocca di Mario fu sulla sua vagina, la leccò lentamente, poi la succhiò, la baciò, le diede tante emozioni, Giulia poteva vedere le sue cosce oscenamente aperte, la testa con pochi capelli di Mario in mezzo, non aveva vinto del tutto la repulsione per lui ma quella cosa le piaceva un sacco come le piacevano le sue mani su di lei, poco dopo sentì salire l’orgasmo, travolgente, dirompente, venne nella bocca di Mario mentre lui si beava del suo dolce nettare, dopo alcuni istanti si calmò ansimando, Mario fu su di lei baciandole ancora il collo la guancia e sussurrandole.
“Tutto bene piccolina? E’ stato così bello per me spero anche per te.”
Giulia sorrise annuendo, mentre Mario si inginocchiò davanti a lei, era paonazzo in volto, il suo pene era eretto, scuro, pulsante, Mario si passò una mano sulla fronte poi le disse sorridendo.
“Però ora ti voglio davvero ho bisogno di penetrarti.”
Giulia capì che il momento era arrivato, quell’uomo vecchio stava per penetrarla, guardò ancora il suo addome flaccido e grasso, i suoi peli grigi, poi fece un cenno, capendo che non si poteva più rimandare, con la voce roca di desiderio Mario le disse.
“Apri bene le gambe per me, piccola.”
Lei ubbidì in silenzio, lui si piazzò in mezzo le toccò le labbra della vagina che erano bagnate, si passò quegli umori sulla cappella gonfia, guardò ancora un attimo quella giovane fica perfetta, le labbra gonfie e piccine, i peli del pube ben tagliati e neri e là in mezzo un clitoride eretto e pulsante, era perfetta. Ancora più eccitato dai quei pensieri da quella vista Mario volle assolutamente entrare in lei, così avvicinò il bacino al pube di Giulia, la cappella del suo cazzo era calda, gonfia, pulsante, appena Giulia la sentì toccare le sue labbra vaginali trasalì, Mario spinse lentamente, le labbra di quella vagina contro la volontà di Giulia si aprirono come petali di un fiore per far entrare quell’uomo. Piano piano sentiva quella lenta penetrazione, Mario aveva uno sguardo appannato dall’eccitazione, una smorfia di piacere gli segnò il volto vecchio non potè trattenere un gemito di godimento.
“Ahhhhh.”
Giulia pensò che fosse un gran porco, che si stava godendo una bella scopata con una giovane donna, ma per assurdo a quel viscido pensiero aprì ancora di più le gambe per agevolarlo nella penetrazione, si sentì colare tra le gambe, Mario entrava con calma ma senza fermarsi, ce l’aveva al massimo, grossissimo, durissimo come mai prima nella vita, quella giovane fichetta era un guanto che aderiva al suo arnese, la cosa gli dava un piacere infinito, tra quelle bellissime gambe c’era il paradiso, un paradiso stretto, caldo, umido, giovane, quant’era che non penetrava una fica e poi che fica, che corpo, era fantastico.
Giulia si sentiva riempire dalla virilità di Mario, lo sentiva grosso quasi le faceva male per la dimensione, improvvisamente lui si fermò, sentì i suoi testicoli penduli toccarle le labbra esterne, capì che lo aveva infilato tutto, Mario si abbassò su Giulia stendendosi su di lei, i loro due corpi ora aderivano perfettamente, quello vecchio di lui la schiacciava su quel materasso, il suo pene duro le riempiva la fica, sentiva i suoi peli grigi sfregarle contro il seno e la pancia mentre il suo ventre rilassato schiacciava il pube.
Tutto ciò che più le dava fastidio di lui ora era in pieno contatto con il suo corpo delicato, stranamente si sentì bagnare ancora di più, quel senso di fastidio le dava piacere, era uno strano mix di eccitazione e repulsione che le dava sensazioni fisiche e spirituali fortissime e uniche, Mario le sussurrò all’orecchio.
“Grazie per esserti donata a me, per avermelo lasciato fare.”
Poi si spostò sulle sue labbra baciandola con passione, addirittura baciata così intimamente da un vecchio… era il massimo, le piaceva, lo lasciò fare finchè lui non si staccò dalle sue labbra e le sorrise.
“Ti sei abituata alla mia presenza dentro di te o ti fa ancora male?”
Chiese lui.
“No, ora è ok.”
Rispose sommessamente lei.
Come rinfrancato da quelle parole Mario si tirò su sui gomiti, prese a muovere il bacino lentamente, iniziò a scoparla, si sentì benissimo era la cosa più bella del mondo, aveva sotto di sè una ragazza giovane stupenda, la stava scopando, stava cogliendo quel bocciolo e si sentì immensamente fortunato, quella piccola fica era strettissima ma molto umida, il suo cazzo ci scorreva alla grande, la guardava incapace di togliere gli occhi da quel viso meraviglioso o da quei seni pieni e sodi, Giulia aveva davvero un corpo da dea, gustarselo così alla sua età non era cosa comune, la piccola ad ogni colpo emetteva un piccolo gemito, tenerissimo, i suoi seni sobbalzavano appena e le sue guance erano rosse per l’eccitazione, uno spettacolo divino per un uomo della sua età, doveva chiavarsela e godersela.
Giulia dal canto suo era paralizzata ma eccitata, voleva solo donargli il suo corpo, lasciarlo fare, provava sensazioni positive anche se lui non era nè giovane nè bello, l’unica cosa che contava in quel momento era stare così, sotto di lui a gambe aperte a permettergli di farle quelle cose, voleva che lui la sporcasse, era troppo eccitante!
Mario inizio a gemere su Giulia mentre se la scopava, aveva un gemito roco di una persona che sta godendo, di un vecchio porco in calore, era una cosa che faceva impazzire Giulia, quel respiro affannoso quel rantolo non facevano che eccitarla di più, Mario aveva un bel ritmo ma in quella stanza presto si mise a far caldo, l’odore del sesso era forte e inebriante, piano piano la fronte di Mario si imperlò di sudore così come il torace villoso, le spalle, la schiena, in poco tempo Mario fu una maschera di sudore, Giulia provò ancora più disgusto ma di nuovo quel disgusto si trasformò in eccitazione, si inarcò verso Mario che la stava schiacciando alla grande, l’uomo prese quel gesto come un invito, si abbassò nuovamente sulla ragazza stendendosi su di lei, i loro corpi aderirono ancora ma questa volta il sudore di Mario bagnò completamente la pelle morbida di Giulia, la baciò ancora, lei sentì il suo sudore sul volto mentre il bacio aveva un sapore salato, continuava a gemere su di lei come un cinghiale in calore imbrattandola del suo sudore.
Poi si sollevò ancora sui gomiti continuando a scoparla in un dolce ritmo, il sudore che si era accumulato sulla fronte rugosa di Mario iniziò a colare su Giulia, una goccia sul collo, una sul capezzolo, una sulla spalla, una sul naso, era completamente sua piena dei suoi umori, lui la stava guardando con bramosia mentre se la chiavava per benino, incapace di trattenersi oltre Giulia esplose in un orgasmo che la portò in alto come se stesse volando, sentì le labbra della sua fica contrarsi sul cazzo di Mario, sentì che dal ventre scendeva un liquido caldo, i capezzoli si fecero sensibili all’aria ed ebbe l’impressione che il suo seno gonfiasse, non trattenne i gemiti socchiuse gli occhi dimenandosi sotto il corpo del vecchio, Mario la guardava eccitato e soddisfatto, l’aveva fatta godere.
“Sì piccola, godi così tesoro, brava la mia piccolina.”
le sussurrò mentre lei si contorceva sotto di lui, le spostò teneramente una ciocca di capelli dalla guancia e continuò.
“Prendilo tutto piccolina, te lo do tutto, prendilo che ti fa bene.”
Continuò a scoparsela mentre Giulia tornava in sè dopo quel fantastico orgasmo, era incredibile come Mario durasse nell’amplesso, quando lo faceva con Roberto il rischio era quello che lui godesse senza nemmeno averle acceso una fiammella ma con Mario era totalmente un’altra cosa, aveva già goduto grazie alla sua sapiente lingua ed ora con il suo randello ben piazzato nella fichetta si sentiva sconvolta, non sapeva se sarebbe durata ancora a lungo ormai era un tutt’uno con Mario, lui spingeva con il suo arnese dentro di lei che le aveva aperto il suo corpo, era piena dei suoi umori nella fica, aveva la pelle bagnata del suo sudore, qualche pelo del suo torace era appiccicato ai suoi seni, alla sua pancia, per non parlare della saliva che si erano scambiati con i baci e dei grigi peli pubici di lui che sfregavano contro quelli neri di lei.
Era tutta sua e tutto sommato non era male, pensò Giulia in preda all’estasi, Mario continuò a spingere dentro di lei a ritmo cadenzato, godendo, gemendo, facendola ansimare, poi improvvisamente con voce roca le disse.
“Non ce la faccio più, devo venire tesoro.”
Lei gli sorrise e lui aggiunse.
“Voglio riempirti del mio seme, lo voglio versare nel tuo ventre.”
Giulia come tacito assenso aprì bene le cosce, offrì ancora di più la sua fica ai suoi colpi poderosi, Mario gemette più forte ed aumentò il ritmo, Giulia lo guardava, vide che gli piaceva quello che le stava facendo, aveva il viso beato di un uomo che gode, dopo qualche colpo di reni ben dato Mario gemette più forte, quasi urlò con voce roca.
“Ahhhhhh.”
Giulia lo sentì in profondità, sentì quell’enorme cappella eruttare il suo seme in lei, si sentì invadere nell’utero da un liquido caldo, denso, copioso, Mario continuava a gemere.
“Ahhhhh.”
Mentre si abbassava su di lei la schiacciò totalmente sul letto, mentre con le natiche dava gli ultimi colpi in quella vagina giovane e fresca, si placò ansimando e rilassandosi su di lei, Giulia aveva il ventre pieno di un liquido caldissimo, sentiva la fica piena di umori e sentiva il cazzo del vecchio ben piantato nel suo pancino, i suoi profondi respiri le solleticavano il collo, dopo poco lui alzò il volto, la guardò negli occhi e le disse.
“Ti amo.”
Poi scese a baciarla con dolcezza, Giulia ricambiò il bacio, era bello averlo ancora dentro mentre la baciava, Mario si rialzò sui gomiti e scese a baciarle entrambi i seni succhiando bene i capezzoli eretti.
“So che prendi la pillola ma in questo momento voglio fingere di fecondarti, la trovo una cosa molto bella e molto intima.”
Giulia sorrise imbarazzata ma aveva capito quello che lui intendeva dire, lui avrebbe voluto marchiarla come sua per sempre, in un certo senso lo aveva fatto, non aveva mai permesso a nessuno di venirle dentro, non si era mai data ad un uomo senza il preservativo, non aveva mai mischiato i liquidi del corpo in maniera così intensa con un’altra persona, non aveva mai goduto così tanto in vita sua, Mario era vecchio e brutto, ma la faceva godere come nessun altro al mondo, per ora non contava niente altro.
Mario si mosse estraendo il pene che si stava afflosciando dalla sua vagina, nel sentirlo uscire dal suo corpo Giulia provò un’improvviso senso di vuoto, di frustrazione, si alzò per guardarsi tra le gambe vide che tra le cosce scorreva un liquido denso, biancastro, il misto tra i suoi umori vaginali e lo sperma di Mario, anche i peli del suo pube erano imbrattati da qualche gocciolina bianca, sorrise e tornò a sdraiarsi mettendosi una mano sul ventre, godendosi il calore che lo sperma del vecchio Mario le aveva diffuso nella pancia e nel corpo, Mario notò quel gesto, si sdraiò accanto a lei mettendo la sua mano callosa e rugosa su quella delicata della ragazza.
“Se mi dai un’oretta di tregua, torno a cavalcarti.”
Ammiccò lui con un sorriso malizioso sorridendo e baciandolo sulle labbra, lei rispose.
“Non vedo l’ora tesoro alla mia fichetta manca già il tuo cazzo meraviglioso.”
E appagati restarono una nelle braccia dell’altro per poi riprendere a fare l’amore.

Categories
Racconti Erotici

Il mio amico in macchina, col cazzo in mano

Sono Fabiana una ragazza estroversa che ama divertirsi. Sono fidanzata da tanto, ma non ho mai disprezzato un bel cazzo da far sborrare, col massimo del piacere.
Sono amica da tanti anni di un ragazzo, tra noi non è mai successo niente. Negli ultimi mesi inizio a notare in lui diversi atteggiamenti. Si lo vedo come mi guarda, come prova il contatto, si vede ha voglia di scoparmi come se non ci fosse un domani.
Bhè non mi nascondo anche io ho voglia, la voglia di prendere il suo cazzo tra le mani, in bocca e farlo esplodere. Ma per via di alcuni fattori sono bloccata.

Quella sera però lo vedo molto più interessato del solito, cerca il contatto, cerca il pretesto. Però c’era anche il mio ragazzo come fare? Di nascosto dal mio ragazzo, trovo pretesti per cercare il contatto, faccio di tutto per sfiorarlo fingendo l’errore. Porto avanti e continuo, inizio a fare la Troia, lo provoco.
Fingo la caduta delle mie sigarette e per raccoglierle gli sbatto in faccia il mio perizoma mentre mi piego a 90.
Lo vedevo ci ero riuscita, facevo talmente la troia che gli stavo facendo scoppiare le palle. Quelli si, quelli erano occhi di chi voleva sborrarti tutto in faccia ed in ogni dove.

La serata finisce, lui ha la macchina ed io sono quella che abita più vicino a lui. Dice che deve scappare a casa, perchè l’indomani doveva lavorare. Riaccompagna tutti ed io rimango con lui in auto.
Sinceramente in quel momento non so se agire, penso, attendo. All’inizio non noto niente in lui, sembra non voglia procedere, io attendo.
Durante la strada noto qualcosa mmh all’inizio non comprendo. Guardo bene con la coda dell’occhio, non mi faccio notare, poi capisco.
Si nascondeva spostando un lato del giacchetto, ma era quello che pensavo…aveva preso il suo cazzo in mano.
Faccio finta di niente, lo lascio fare la cosa mi eccita. Guardo interessata con la coda dell’occhio se lo tocca, ed io sto al suo gioco. Lui è convinto, pensa non me ne sia accorta, si masturba lentamente, a tratti gioca col suo cazzo pensando a me. Questa cosa inizia a farmi sentire una porca assurda.

Arriviamo vicino casa mia, lui nasconde meglio il cazzo ed inizia la manovra. Inizia la retromarcia, guarda dietro io sono convinta sono decisa, ho voglia. La manovra è quasi finita, io avvicino la mano e con decisione prendo il suo cazzo in mano, nascosto dietro al giacchetto.
Lui sobbalza, quasi incredulo poi accenna un sorriso. Non ci parliamo.
Avvicino la mia testa, porgo le labbra sulla sua cappella ed inizio a succhiarlo fino in fondo. Si ho tutto il cazzo dentro, dentro fino in gola.
Prende mi spoglia, tira giù il sedile, siamo eccitatissimi il suo cazzo è durissimo. Salgo su di lui, mi siedo sul suo cazzo e lo metto tutto nella mia figa bagnata. Lui dice solo una frase guardandomi “Finalmente Fabiana, il mio sogno era scoparti tutta”.
Dopo quella frase vengo pervasa dalla voglia di cazzo. Inizio su e giu fortissimo e ritmato. Lo scopo con una foga incredibile.
Lui prende iniziativa, cambia posizione, prende e me lo mette nel culo. Fa con calma poi con forza. Mi sta rompendo l’ano. Strillo godo urlo come una cagna. Mi scopa il culo con forza per diverso tempo, proprio sotto casa mia. E’ troppo eccitante.
Arriva il momento vuole sborrare io mi giro mentre avevo il cazzo nel culo e con un cenno di intesa gli dico “Sborrami in bocca ti prego”.
Si gira ed in poco mi ritrovo riempita di sborra in bocca, si mi stava riempendo. Lui quasi trema per quanto gode ed io più di lui. Calda sborra nella mia bocca, non ho più freni e ingoio tutto fino all’ultimo.
Ci rivestiamo, ci salutiamo con un bacio sulla guancia come nulla fosse. Mi giro, scendo chiudo lo sportello e mi dirigo verso il portone di casa. Prima di chiudere lo guardo soddisfatta, piena di calda sborra dentro di me, mi giro ed entro a casa.