…Verso sera i padroni di casa ci dissero che ci avevano prenotato un tavolo ad un ristorante e che loro avrebbero cenato senza di noi ad un importante incontro di lavoro. “E’ il miglior ristorante della zona, tutto offerto da noi. Desideriamo che passiate un po’ di tempo da soli in intimità e che decidiate con tutta calma”, ci disse Gianni. “Se sarete disponibili per il post-serata che intendiamo organizzare, non dovete fare altro che leggere le istruzioni contenute in questa busta. Potete aprirla quando sarete a cena per parlarne tra di voi”, aggiunse il nostro amico Paolo. Monica infilò la busta sigillata con della ceralacca nella sua borsetta e Salvatore ci accompagnò al ristorante a bordo di una Jaguar. Faceva molto caldo. Mia moglie indossò una maglietta con molto colorata e molto scollata e dei ridotti calzoncini bianchi. Niente reggiseno e perizoma rosso. Si truccò leggermente ed ai piedi mise i suoi altissimi sandali rossi con tacco a spillo. Salvatore ci aspettava con la portiera della macchina aperta e non perse occasione di complimentarsi con mia moglie per il pomeriggio. Notai che accennò una leggera carezza ad una gamba prima di farla accomodare sul sedile posteriore. Sembrava leggermente deluso per il fatto che mia moglie non avesse molto altro da mostrare oltre alle sue splendide gambe abbronzate. La crema doposole che si era spalmata le conferiva una lucentezza davvero eccitante. Fummo accolti dal proprietario del ristorante che ci fece accomodare in una saletta a noi riservata. Due camerieri ci servirono pietanze deliziose. Fu una cena molto tranquilla, ma il pensiero andava sempre a quella busta. Prima del dolce decidemmo di aprirla. Il testo era pressoché il seguente:
“Carissimi Monica e Diego, siamo ad una cena di lavoro con due dirigenti di un importante gruppo imprenditoriale tedesco. Al termine di questo incontro ci piacerebbe proseguire la serata nella nostra villa tutti insieme potendo disporre di Monica come meglio vogliamo, per il nostro, e crediamo anche vostro, piacere sessuale. Tua moglie, Diego, dovrà essere la puttana di quattro maschi che la useranno per tutta la notte per esaudire le loro fantasie più perverse. Puoi decidere di essere presente, ma in tal caso dovrai anche tu ubbidire ai nostri ordini. Altrimenti Salvatore ti potrà accompagnare in un locale che sarà sicuramente di tuo gradimento. Invece Monica comincerà a prendere ordini lì al ristorante direttamente da Aldo (il proprietario) che avete già conosciuto. In qualsiasi momento della cena, in base alla vostra decisione, potete chiedere di essere riportati alla villa per passare una tranquilla serata oppure chiedere il conto ad Aldo, lui capirà, per incominciare la vostra serata trasgressiva. Augurandovi una buona cena, Gianni e Paolo”.
Restammo per un po’ senza parlare rileggendo la lettera alcune volte. Gli occhi di Monica sembravano già carichi di voglia. Le chiesi che cosa ne pensasse. “Se siamo arrivati fino a qui, non è di certo per andare a letto alle 10 di sera. Mi sono bagnata solo leggendo la parte in cui dovrei essere la puttana di quattro uomini perversi. Voglio giocare con loro, però mi piacerebbe che potessi essere lì a vedermi anche se potrai solo ubbidire senza partecipare.” Avevo subito intuito che mia moglie avrebbe accettato. Durante tutta la vacanza aveva provato piacere nel vestire i panni della zoccola umiliata e sottomessa. Quella serata sarebbe stata per lei l’occasione di provare delle sensazione forse irripetibili. Per quanto mi riguarda, invece, avrei preferito non dover sottostare a nessuno dei loro ordini, però la curiosità e il desiderio di vedere ancora mia moglie usata in tutti i suoi buchi erano troppo grandi. Inoltre sarei stato presente nel caso cui la serata avesse raggiunto dei livelli troppo eccessivi. Così decisi che anche io sarei tornato alla villa.
Aldo, il proprietario, era anche lui cinquantenne, ma contrariamente a Paolo e Gianni non poteva certo definirsi proprio un bell’uomo. Alto circa 1.90 cm, aveva un girovita troppo eccessivo e pochi capelli. Ogni qual volta ci raggiungeva al nostro tavolo non perdeva mai occasione di versare del buon vino rosso nel bicchiere di mia moglie sbirciando nella sua generosa scollatura. Monica doveva piacergli molto. Però non poteva sapere che mia moglie è un ottima bevitrice. Se davvero pensava di farle accettare le condizioni della lettera facendole perdere le inibizioni con l’alcool si sbagliava di grosso. Mia moglie si comporta da puttana perché le piace fare la puttana, non certo perché è ubriaca. Se l’avesse saputo avrebbe risparmiato molto molto vino….
Comunque dopo la lettura della lettera capimmo perché Aldo si presentava continuamente al nostro tavolo. Sicuramente non vedeva l’ora che gli venisse richiesto il conto. Il fatto che anche Aldo sapesse del gioco che avevamo in atto con i nostri amici aumentò la nostra eccitazione. Monica si avvicinò a me, vicino alle mie labbra e mi disse sottovoce: “amore, voglio incominciare, ho il perizoma completamente bagnato. Lo sai come sono quando sono eccitata. Tutta questa situazione mi sta facendo perdere il controllo.” E mi baciò in bocca. “Se anche tu ti senti pronto puoi chiamare Aldo per chiedergli il conto”. Non aspettammo molto. Probabilmente Aldo ci aveva visto intenti alla lettura e si presentò da noi chiedendo se avessimo gradito un dessert. “ Va bene così, vorremmo il conto per favore”, gli dissi.
“Ma come, senza prendere il dessert o un caffè? Abbiamo dei buonissimi dolci fatti in casa. Aspettate almeno che vi faccia portare il carrello con tutti i dolci da uno dei miei camerieri”, mi rispose. Un leggero sorriso si stampò sul suo viso incrociando lo sguardo di Monica. Ora era lui a condurre il gioco. Lo sapeva e si sarebbe sicuramente divertito un po’ con mia moglie prima di farci lasciare il ristorante. Il cameriere arrivò col carrello. Monica si fece servire una panna cotta al cioccolato, mentre io ordinai una torta della casa.
“Bravi, avete fatto un’ottima scelta”. Aldo era già di ritorno con uno zainetto nero in mano. “Ora se mi volete scusare, devo solo eseguire quello che mi hanno chiesto i nostri amici comuni Paolo e Gianni”. Un cameriere arrivò con un separè a chiudere l’ingresso della nostra saletta. Eravamo rimasti noi tre soli. Senza la luce della stanza adiacente, la luce della saletta divenne più tenue. “Prima che incominciate il dessert…..Monica, hai deciso di essere usata come puttana…devi spogliarti nuda lasciando solo le scarpe”, disse Aldo con tono deciso. Mia moglie si alzò in piedi e cominciò a denudarsi mostrando prima le sue tette sotto la maglietta. Quindi tolse i pantaloncini e il perizoma rosso restando completamente nuda. Lo sguardo dell’uomo si fece insistente sul corpo di mia moglie, indugiando sulla figa depilata e luccicante. Un lungo sorriso comparve sul suo volto. Forse rimase un pochino sorpreso con la velocità con cui si spogliò mia moglie e che nessuno di noi due oppose alcuna resistenza al suo primo ordine. Questo lo rese certamente più sicuro a continuare. Il corpo nudo e abbronzato di Monica era veramente eccitante. Non c’era quasi nessun segno del costume a rovinarle l’abbronzatura. Completamente assente sul seno e veramente ridotto presso le sue parti intime, a conferma di quanto mia moglie fosse stata disinibita in tutta la vacanza prendendo sempre il sole in topless con dei perizomi talmente minuscoli da lasciare completamente scoperto il culo e da coprire a malapena le grandi labbra della figa. Il mio cazzo si stava indurendo. Anche io avevo lo sguardo fisso su Monica che in piedi aspettava di essere comandata. Penso che entrambi aspettassimo con la stessa eccitazione il resto degli ordini che presto le sarebbero stati impartiti.
“Metti le mani dietro la testa e allarga le gambe, troia” Aldo posò lo zainetto a terra e si avvicinò a mia moglie. Cominciò a palparle le tette con le sue grosse mani pelose, poi scese lungo le gambe e cominciò a sditalinarla. Contemporaneamente prese a succhiarle le tette giocando con la lingua sui suoi capezzoli. Quindi la fece piegare a novanta con la faccia sul tavolo sempre tenendo le mani dietro la testa e si inginocchiò dietro di lei per leccarle il culo e la figa. “Sei una figa stupenda Monica. Mi spiace non poterti inculare, ma ho promesso a Paolo e Gianni che non ti avrei rovinato il culo per non togliergli il divertimento. Guarda zoccola…..”. Aldo si abbassò i pantaloni e le mutande. Aveva un cazzo grossissimo, molto largo e molto lungo (almeno 25cm). Mia moglie si girò per osservarlo. Solo in un paio di occasioni ne aveva presi di così grossi. “Ho promesso ai nostri amici che non ti avrei sfondato il culo stasera, adesso però non vedo l’ora di fartelo sentire nella tua figa da troia. Tu Diego resta lì seduto, fermo. Mi han detto che ti piace vedere tua moglie godere con il cazzo di un altro piantato nella figa. Penso proprio che con questo si divertirà parecchio.” Lo appoggiò per un po’ sul culo di mia moglie mostrandomi in tutta la lunghezza il cazzo che tra poco l’avrebbe fatta godere. Poi lo strusciò sulla figa, si bagnò la cappella con un po’ di saliva e cominciò a scoparla da dietro. Iniziò lentamente per farla abituare al suo cazzo. “Senti come sei bagnata, puttana. Adesso te lo prendi tutto fino alle palle”. Iniziò a fotterla spingendo più forte. Sentivo mia moglie godere mentre Aldo le allargava la figa e il cazzo mi stava scoppiando nella mutande. Su ordine di Aldo rimasi seduto senza fare nulla. La prese per i capelli e aumentò sempre di più il ritmo della scopata. Adesso le grida di mia moglie diventavano sempre più forti. La sua grossa pancia sbatteva contro il culo di Monica provocando un suono continuo. “Mi piace scopare questa puttana Diego. Sta godendo come una cagna.” Mia moglie ruotò la testa verso di me per farmi vedere quanto stesse godendo a sentirsi riempita da quel cazzo gigante. “Allargati il culo con le mani…voglio vedere il mio cazzo che ti entra tutto dentro”, disse Aldo. Monica distese le braccia verso il suo culo per aprirsi le chiappe mentre Aldo continuava a scoparla senza sosta. Vedevo il cazzo di Aldo uscire quasi completamente per poi scomparire di nuovo dentro a mia moglie. “Voglio provare anche la tua bocca da pompinara adesso”, le disse dopo averla scopata per una quindicina di minuti. “Vieni Diego, tienile i capelli in alto dietro la testa. Mi avvicinai per tenere i capelli biondi di Monica. Tolse il cazzo dalla figa e si avvicinò alla bocca di mia moglie per farselo succhiare. Sempre tenendola piegata con la testa sul tavolo le disse di annusare il cazzo che l’aveva appena scopata, poi prese a scoparle la bocca cercando di metterne in gola il più possibile. Dopo qualche minuto Monica cominciò ad aiutarsi nella pompa con la mano destra. Vedevo da molto vicino il cazzo di Aldo scomparire sempre di più nella bocca di moglie che adesso cercava di farlo sborrare segandolo. “Bravissima troia, metti la bocca vicino al tuo piatto adesso…..”, Aldo le tolse cazzo dalla bocca, si segò velocemente con la mano e poi schizzò una lunga sborrata. Molta sborra le finì in bocca, alcuni schizzi sul viso e altri caddero sul dessert di mia moglie. “Ahhhh si puttana, godo. Mi hanno detto che ti piace la sborra….mandala giù tutta vacca”. Poi guardò la sborra finita sulla panna cotta…”adesso puoi finire di mangiare il tuo dolce…sarà ancora più buono.” Monica ancora rossa in viso per la scopata e la sborrata che si era appena bevuta, si sedette e mangiò il suo dolce con il cucchiaino gustandosi ulteriormente la sborra di Aldo e dimostrando una completa sottomissione. Capiì che quella sera avrebbe accettato ogni cosa. La guardammo mangiare il dolce fino all’ultimo boccone. “Lo so che sei eccitato amore… hai il cazzo che ti sta scoppiando, vedrai che farò godere anche te….adesso baciami.” Si avvicinò alla mia bocca e mi baciò con la lingua. Le sue labbra sapevano chiaramente di cazzo. Fu assolutamente fantastico ed eccitante.
“Siete una coppia stupenda”, ci disse Aldo mentre si riallacciava i pantaloni. “Mi piacerebbe proseguire la serata con voi, ma devo sbrigare delle faccende importanti e penso che per voi sia ora di tornare alla villa.” Io ero troppo eccitato per mangiare il mio dessert e dissi che potevamo tornare. Poi Aldo aggiunse: “devo ancora darvi un ultimo ordine. Dentro a questo zaino, Monica, ci sono i tuoi abiti per la serata. Devi indossarli subito e tornare alla villa così vestita. Tuo marito può tornare con te se lo desidera. Tieni, indossa tutto e quando sei pronta chiamami. Vi farò uscire senza essere visti”. Dopo averci lasciati soli abbracciai mia moglie chiedendole se andava tutto bene. “Si è bellissimo, non preoccuparti….voglio continuare e voglio essere scopata ancora. Stasera voglio essere la loro schiava”, mi rispose. Monica aprì lo zainetto e indossò con cura le poche cose che vi trovò all’interno. Delle calze a rete rosa con reggicalze rosa e un reggiseno di pizzo anch’esso rosa che le lasciava il seno scoperto per metà. Scarpe altissime nere con un tacco a spillo dorato. Il colore rosa fu un ottima scelta perché provocava un mix davvero esplosivo unito al colore scuro della sua pelle abbronzata e al colore biondo chiaro dei suoi capelli ricci. Mi guardò sorridendo e aggiunse: “c’è ancora qualcos’altro…”. Un collare nero con un grosso anello sul davanti e un plug anale nero lungo e sottile. Li indossò terminando la sua trasformazione e bagnando il plug anale con la saliva per infilarselo tutto nel culo. Era semplicemente bellissima….l’avrei scopata subito se solo non avessimo avuto il gioco da proseguire. La curiosità di sapere cos’altro sarebbe successo ci stava unendo. Si avvicinò e mi slacciò i pantaloni cominciando a segarmi e infilandomi di nuovo la lingua in bocca. Avrei sborrato in pochi minuti se Aldo non si fosse sporto dal separé per controllare se eravamo pronti. “Non ancora Diego….avrete tutto il tempo che volete più tardi. Adesso Monica deve pensare soltanto a far godere altri cazzi”, ci disse. Rimase soddisfatto della trasformazione di mia moglie. Toccandosi il cazzo da sopra i pantaloni disse che gli stava tornando duro. Esaminò con cura che Monica si fosse vestita con tutto quanto soffermandosi sull’anal plug e toccandole la figa per sentire quanto mia moglie fosse nuovamente bagnata. “Seguitemi, vi farò uscire senza farvi vedere, come promesso. Fuori troverete subito la macchina di Salvatore ad attendervi.” Da una tasca esterna dello zainetto prese alcune cose e legò le mani di mia moglie dietro alla schiena con delle manette, quindi agganciò una lunga catena al collare di mia moglie e strattonandolo fece cenno di seguirlo. “Mi hanno detto anche che sai essere una cagna ubbidiente…. venite con me”. Tirava Monica per il guinzaglio mentre io li seguivo da dietro vedendo lo splendido culo di mia moglie ed eccitandomi sempre di più pensando a quanto fosse porca. Avevo in mano i vestiti con cui mia moglie si era presentata al ristorante. Il rumore dei tacchi a spillo delle scarpe di Monica erano l’unico rumore che si sentiva. Passammo tre piccole stanzette vuote finchè sentimmo alcune voci in lontananza. Ne oltrepassammo un’altra e raggiungemmo l’ingresso di una stanza chiaramente affollata per il vociare che ne proveniva. Prima di entrare Aldo si fermò sorridendo….”senza paura, non vi conosce nessuno qui e ricordate che dovete ubbidire. Vieni zoccola”. Mia moglie si girò verso di me con lo sguardo impaurito. Anche io ebbi un attimo di esitazione. Quel bastardo ci aveva mentito. Aldo però non ci lasciò tempo, entrò nella stanza allungando il guinzaglio e Monica non potè fare altro che seguirlo. La sala si ammutolì di colpo. “Questo è un piccolo regalo per voi amici”. Aldo stava offrendo la visione di mia moglie trattata da cagna ad una decina di suoi amici. Erano tutti oltre i cinquanta, seduti ad un tavolo al centro della sala e commentarono la scena molto volgarmente insultando pesantemente mia moglie. “Ah… e’ questo il puttanone di cui ci hai parlato prima”, disse uno di loro. Quasi non si accorsero di me che restavo un po’ distante, ma squadravano mia moglie dalla testa ai piedi. Sempre tenendola per il guinzaglio, Aldo le fece fare il giro intorno al tavolo. Tutti allungavano le mani per toccarla. Lei ammanettata non poteva respingere nessuno. Qualcuno si accorse del plug anale e lo sfilò infilandoglielo in bocca. Ora anche il suo culo poteva essere aperto dalle loro mani vogliose. Qualcuno si alzò in piedi per toccarla meglio e abbassarle il reggiseno per strizzarle le tette. Osservavo eccitato il corpo di mia moglie accarezzato ovunque con alcune dita saldamente infilate nei suoi buchi per rovistarle il culo o a sditalinarle la figa. “Ha la figa larghissima questa vacca, si sente che è già stata scopata e sicuramente sei stato tu ad aprirla con quella mazza che hai mezzo alle gambe”, disse ad Aldo uno dei suoi amici. Aldo le fece terminare il giro molto lentamente per permettere a tutti di esplorare ogni parte del suo corpo. Anche i commenti volgari su quanto Monica fosse una moglie zoccola o quanto fosse sfondata non ebbero sosta. Poi la fece piegare leggermente in avanti e le infilò nuovamente il plug nel culo. “Mi spiace amici, ma questo è tutto quello che ho promesso di lasciarvi fare con questa puttana”. Mi fece avvicinare e mi ordinò di risistemare mia moglie. “Vieni, Diego, sistema il reggiseno e il reggicalze di tua moglie. Deve essere perfetta per i quattro padroni che questa sera te la chiaveranno fino a sfondarle i buchi e riempirtela di sborra”. Poi tra le risa dei presenti, aggiunse: “visto che ti piace tanto essere cornuto, ricordati che puoi portarmela qui quando vuoi. Potremmo spaccarle il culo per bene prima di riportartela a casa”. Alcuni di loro si abbassarono i pantaloni per farci vedere che anche i loro cazzi non erano da meno di quello del proprietario. Monica aveva i segni delle loro manate su tutto il corpo, ben visibili sul culo per le diverse sculacciate ricevute. Aveva goduto di tutte quelle palpate….lo capiì guardandola in viso appena prima di uscire dalla stanza. Con delusione dei presenti uscimmo dal ristorante. Anche Salvatore, che ci stava aspettando, si soffermò a toccare le tette, il culo e la figa aperta di mia moglie, poi ci fece salire in macchina e partimmo verso la villa. Ogni tanto si annusava le mani per sentire il profumo di figa di mia moglie. Sola sul sedile posteriore Monica non riusciva a restare ferma. Era ancora ammanettata dietro la schiena. “Voglio godere amore, mi sono sentita una troia poco fa….mi hanno fatto eccitare da morire tutte quelle mani addosso. Guarda com’è bagnata la mia figa”. E aprì le gambe per farmela vedere. Anche Salvatore rallentò per girarsi e guardare la figa gocciolante di mia moglie. Fermati Salvatore, non resisto. Salvatore si fermò dopo poco in una stradina secondaria. Poche svolte e fermò la macchina. Feci scendere Monica e tirandola per il guinzaglio la posizionai a novanta sul cofano della macchina per scoparla. Fu bello fotterla come una vacca a pochi passi dalla strada dove altre macchine stavano passando. Godemmo tutti e due dopo due minuti, eravamo troppo eccitati per tutto quello che era successo. Sborrai tutto sul suo splendido culo ancora tappato dal plug anale. Salvatore invece era rimasto al posto di guida e guardò la spettacolo dal vetro vedendo le smorfie di piacere sul viso di Monica e segandosi il suo piccolo uccello. Appena vide che mi stavo ricomponendo, scese dalla macchina, continuò a segarsi vicino al culo di Monica e si svuotò le palle sul corpo di mia moglie. Prima di ripartire Salvatore mi disse che non potevamo sporcare la macchina. Mi allungò dei fazzolettini coi quali dovetti pulire il culo di mia moglie dalle due sborrate. Nel frattempo Monica mi confessò di non essere per nulla appagata e di voler continuare quel gioco perverso. Ritornammo alla villa a mezzanotte appena trascorsa. Il pensiero che tra poco mia moglie sarebbe stata schiava di quattro maschi mi fece nuovamente eccitare…
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Martedì sera rientrammo verso le 12,00 era appena finita la festa in paese, mentre mia moglie era in bagno a spogliarsi e a fare le sue cose, sento vibrare il suo cell, subito lo prendo e vedo dei messaggi arrivati su watsupp, era la sua amica, dopo chiuso il mess scorro per vedere con chi altro di recente si sente tramite mess e oltre le sue amiche vedo un certo davide, e capisco già di chi si tratta, era un suo vecchio amico ma mai fidanzato, anzi lei mi diceva in passato che era lui che si era preso una cotta per mia moglie, tolta la parentesi, apro il messaggio e leggo la loro conversazione dall’inizio, tutto normale, i classici come stai ecc, poi le domande di mia moglie a lui: ” bè sei ancora fidanzato?” lui: ” si” lei risp ” ah peccato” e lui ah si peccato se non eri sposata!…lei ” e che fa? io ti voglio lo stesso! ” e lui: ” ma dai non scherzare” , lei : ” no non scherzo potresti essere il mio amico-fidanzato”, poi si smorzano i toni e la conversazione si conclude con un buona notte… Sentì che mia moglie aveva finito in bagno subito chiudo i messaggi e rimetto il suo cell al posto, una cosa sola non avevo controllato ed era la data, ma essendo uno degli ultimi messaggi credo sia di qualche mese fà, comunque quella conversazione ci era stata, mia moglie non sò se per scherzo o sul serio aveva avuto delle avance nei confronti di un suo vecchio amico che per giunta l’ha sempre voluta…Dentro di me torna quella situazione di rabbia e di seghe mentali, iniziai a pensare: ma vedi un po sta troia, vuole al suo vecchio amico, ma sicuro che in passato non hanno mai fatto niente insieme?, e a quando risale questa conversazione? Tutte mie domande che non trovano risp, mia moglie esce dal bagno , faccio finta di niente ma ero arrabbiato ed eccitato la volevo prendere e scoparmela facendoli male, poi mi calmai, cercai di pensare, lei si mise nel letto , io mi girai di fianco non volevo guardarla quella sera, ma proprio quella sera, mentre tremavo detro ed ero anche un po eccitato, lei quella sera prende l’iniziativa visto che il bimbo stava già dormendo, si avvicina inizia a baciarmi sul collo, io sempre girato sentivo il suo respiro caldo sul mio collo, intanto il mio pene si gonfiò in fretta, ma non volevo farmi vedere troppo eccitato, poi iniziò a toccarchi e disse ” hei ma sei sveglio?”, si ero sveglio e volevo sfogarmi con lei, e mentre iniziò a segarmi iniziai ad intorcigliarmi dall’eccitazione, mi girai verso di lei le strinsi i capelli e gli infilai la mia lingua nella sua bocca, eravamo entrambi eccitati, lei aveva voglia, io un misto di emozioni che volevano uscire fuori, mi prese una voglia matta di leccarla, mi girai con la mia testa ai suoi piedi e iniziai a leccarla, facemmo un 69 di lato, quando lei poi me lo prese in bocca sentì tutto il suo calore, non ce la facevo più, con la lingua leccai anche il suo buchetto, e da dentro di me uscirono delle parole che prima non gli avrei mai detto, le iniziai a dire” ti piace farmi i pompini vero? ti piace? dai sei una troia, mi piaci continua, dai che mi fai morire”, lei non mi rispondeva ma forse si eccitava di più, la sua fica si era allargata così tanto che ci sarebbero entrati 2 cazzi dentro, poi finimmo l’orale, volevo da lei un bacio, mentre mi baciava sentivo il sapore del mio cazzo eccitato nella sua bocca, così iniziammo a scopare lei mentre lo facevamo, voleva che gli allargavo la fica con le mani, si eccita quando lo faccio, dopo un po iniziò a venire dicendomi di non fermarmi, ormai godeva e gemeva, era mia, quando finì il suo orgasmo continuava a dirmi come una assatanata di sbatterla forte, fù allora che pensai in quel momento di ecstasi di iniziarle a confessare le mie fantasie e di confessarla, iniziai a dirle: “ti piace vero? dai mi piacerebbe che qualcuno in questo momento ci stia guardando e vede quanto sei troia, e lei ah si e chi? io: anche qualcuno che conosci o un estraneo, sta qualcuno che ti corteggia e che magari vorrebbe scoparti adesso come faccio io? lei: dai stai zitto, sbattimi, ed io imperterrito, ” lo sai che mi sono iscritto ad un sito e ho messo delle tue foto al mare in costume? e lei: ma che hai fatto? ed io: dai e che fa? è di moda adesso, ed hai ricevuto molti complimenti spinti? In quel momento capì che la cosa iniziava ad eccitarla e mi disse: si ho dei ragazzi che mi vogliono , in quel mometo raggiunsi una grande sborrata sulla sua pancia, quando lei finalmente mi confessò che c’erano degl’altri ragazzi che la corteggiavano si ruppe quel tabù e quel senso di frustazione che mi accompagnava da giorni, dopo che andai in bagno mi rimisi a letto, e parlammo un po, lei mi chiese delle foto che ho pubblicato sul sito, e vedendo la sua curiosità gli ho chiesto se vogliamo far contenti i suoi ammiratori, e mi ha promesso che in questi giorni faremo delle foto più spinte, però per quanto riguarda i vari corteggiamenti o i messaggi su watsupp non ne abbiamo parlato ancora,,,LA STORIA SICURAMENTE CONTINUERA’
Un giorno quasi sotto a natale mia moglie era andata a giocare a carte a casa di suoi amici, visto che sono più piccoli di me non trovavo l’esigenza di andarci e dissi che sarei rimasto a casa, da qualche giorno avevo notato mia moglie sempre con il pc acceso attaccato al telefono, all’inizio non pensai a niente di malvagio in questo, però quella sera rimanendo da solo a casa accesi il suo pc per dargli un occhiata. La prima cosa che feci fù andare nelle sue cartelle di foto, ok le solite foto già viste, poi c’era una cartella scitto cell, e subito la aprii, c’erano delle comuni foto scaricate forse da internet con dei tatuaggi visto che mi diceva che se ne voleva fare uno nuovo, poi man mano scorrevo vidi delle sue foto con lei senza reggiseno davanti allo specchio del nostro armadio cioè dei “selfie”, aprii quelle foto ed erano 3 o 4 e rimasi sbalordito che mia moglie si era fatta fatta delle foto del suo seno ma soprattutto per chi erano quelle foto? in quel momento cercai altre foto compromettenti in quella cartella ma niente, così andai a vedere nel cestino del pc, in piccolo formato mi apparvero delle foto dove si vedeva lei in foto vecchie con un suo vecchio fidanzatino e trovai delle altre dove c’era un cazzo…subito ripristinai le foto sul pc per poterle aprire in formato più grande per capire se mi ero sbagliato a gurdare o avevo visto bene, appena aprii queste altre foto vidi benissimo delle sue vecchie foto di qualche anno prima con il suo primo amore e poi delle altre di un bel cazzo in evidenza con una grande capella…in quel momento iniziai a tremare,. la stessa situazione di eccitamento ed emozionato che mi avevo preso qualche mese prima nel sentire sua madre godere mentre faceva sesso…mentre tremavo ero eccitato perché dentro di me pensai che lei avesse inviato delle sue vecchie foto al suo ex ragazzo forse ricordandogli i loro momenti passati insieme e lui per ringraziarlo gli avesse mandato delle sue foto del suo bel membro duro per farle ricordare a lei di come si eccitava guardando le sue foto che le aveva inviato precedentemente cioè quelle sue con il seno fuori…tutto quel mio pensiero perverso che forse poteva essere vero iniziò a turbarmi misto dall’odio e dall’eccitamento mi masturbai pensando alle foto di mia moglie nuda che gli aveva mandato al suo ex e del cazzo duro di un ragazzo che ovviamente non si vedeva in volto ma che io immaginavo fosse proprio il suo ex ragazzo…e se lei con una scusa invece di andare a giocare a carte quella sera d’accordo con le sue amiche che la appoggiavano andò a trovare il suo ex e scoparono insieme? questo pensiero mi accompagno per tutta la notte fino a quando non la sentii rientrare, ovviamente era tardi, lei mi vide che dormivo e si mise a dormire..il giorno successivo mentre lei aggiustava l’albero di natale ers di domenica, lasciò il suo pc acceso, ed io che sapevo gia dove trovare le foto, feci finta che capitai per caso nella sua cartella di foto del pc dove c’era lei con il seno fuori davanti allo specchio e il cazzo di questo sconusciuto, io gli chiesi spiegazioni e lei mi disse, che gli autos**tti fatti da lei erano per lei, per rivedersi in foto se le sue tette stavano crescendo visto che con l’allattamento erano un po svuotate, e quelle del cazzo in piena vista erano delle foto che la sua amica gli aveva inviato con wastupp di un ragazzo che m*****ava la sua amica, ma il suo racconto non mi convinceva,in quel momento feci finta di niente… qualche sera dopo lei mi provocò a letto io preso dall’eccitamento per quello che avevo nella testa da molti giorni iniziai a leccarle la fica e di conseguenza lei mi fece un bel bocchino, non me ne ha fatti molti in verità non lo fa spesso ma quelle volte che lo fa mi fa impazzire, mentre mi leccava il cazzo spontaneamente gli chiese se gli piaceva e se volesse leccarlo un altro in quel momento che non fosse il mio, la sua faccia fù sbalordita e sorpresa ma non piacevole allora non dissi più niente, continuai a scoparla facendola godere ma con dentro di me quel pensiero ed eccitazione che lei mi avesse in qualche modo tradito con il suo ex…
Forse il troppo tempo lontani per cause di lavoro oppure la troppa voglia di trasgredire mia moglie mentre si parlava e si giocava nei nostri rapporti ci siamo messi a giocare e a raccontarci i nostri segreti cosi mi ha confidato un suo tradimento…. LEI mentre io ero fuori per lavoro in una regione diversa dalla nostra,organizza un caffe’ con un altra coppia con figli a casa nostra,fino a qui niente male! le bambine della coppia amica le accompagna lui un ragazzo prestante fisicamente e sempre simpatico nei confronti di mia moglie,sua moglie gli raggiungerà più tardi perchè deve finire di lavorare! lui arriva e subito i bambini inziano a giocare nel giardino di casa mentre entrambi si prendono un caffè e si fanno una chiaccherata.Da subito lui inizia a fare complimenti e chiederle come faccia a res****re quei giorni senza di me! lei si accorge fin da subito che ci stia provando spudoratamente e sta al gioco…cercando di res****re perchè oltre ai bambini presenti li pensava a non tradire la fiducia dell’amica! ma come si sa la carne è carne!
lo sguardo di lei va a posarsi sul pacco di lui e si accorge che era bello gonfio…allora lei si alza dalla sedia e dice di andare in bagno in modo un po biricchino…allora lui senza dire una parola la segue fino
alla porta del bagno. Lei non fà nessun cenno di rinuncia e lo fa accomodare. ….lui si gira e chiude la porta a chiave e si rivolta verso di lei e senza dire una parola, iniziano a baciarsi in modo passionale.
lui subito la gira e la fa appoggiare al lavandino gli alza la gonna e spostando le mutandine la penetra nella sua bellissima e liscia figa bagnata come non mai cosi scopandola come una troia.
lei in quel momento si sentiva veramente una porca le piaceva che un altro uomo si eccitasse e godeva con lei avrebbe fatto di tutto in quel momento infatti mentre raccontava era in un lago bagnata come non mai.
durato brevemente dopo una ventina di colpi ma ben dati da come dice lei da un cazzo bello grosso con l’ansia che i bambini o la moglie di lui arrivasse in qualsiasi momento viene come un fiume in piena e sborra nel pavimento mentre trattiene la goduria con la voce.
lei guardando si inginocchia e lo prende tutto in bocca per ripulirlo dalle ultime gocce.
dopo essersi ripuliti per bene ritornarono in giardino aspettando l’amica ormai cornuta ridendo e scherzando come nulla fosse accaduto!
un altra storia invece è accaduta da pochissimo io ho un amico che conosco da un pò di tempo lui militare e ha anche una certa confidenza con mia moglie.
un giorno lui pubblica su facebook che era a lavare i panni in una lavanderia e lei subito commenta il suo post e cosi decide di andarlo a trovare dato che era mattina e non sapeva che fare.
senza dire niente a lui si presenta li e lo saluta.
lui tutto contento la invita a prendersi un caffè e cosi vanno al bar..anche lui subito vedendola vestita in modo sexy inizia a corteggiarla e lei subito sentendosi al centro delle attenzioni sta al gioco.
lui invita mia moglie a seguirlo in macchina e vanno in un parcheggio di un supermerket lidl e stando in disparte dentro la macchina iniziano a baciarsi come due maiali.
lei in calore per la mancanza di cazzo le apre i pantaloni e gli tira fuori il suo arnese durissimo e inizia a succhiarlo e leccarlo fino a farlo venire e farlo urlare dal piacere ovviamente bevendo tutto il suo sperma fino all’ultima goccia!
E senza grande cerimonie lei risistemandosi se ne va e ritorna a casa come una brava mogliettina che solo lei sa fare.
queste erano due delle tante scappatelle della mia bella mogliettina che sicuramente racconteremo in un altra storia.
…Fu una dura prima giornata di lavoro. Tornai a casa solo alle 9 di sera. Per tutta la giornata la mia mente si era persa nei ricordi di quelle vacanze. La curiosità di quello che era successo la sera prima a mia moglie però prendeva sempre il soppravvento e mi ritrovai costantemente con delle lunghe erezioni nelle mutande. A casa, nel pomeriggio, Monica si era sicuramente riposata in quanto è commessa part-time in un supermercato. La ritrovai indaffarata a prepararmi la cena vestita con una canottiera bianca e dei calzoncini neri. Niente di sexy insomma. Mi disse che al lavoro non fu affatto facile perché aveva dovuto stare seduta per tutto il giorno alla cassa del supermercato con il buco del culo ancora dolorante e i segni rossi sulle chiappe che le procuravano un bel pò di bruciore.
Dopo cena mi venne a sedersi in braccio sulla poltrona dove mi ero accomodato per guardare distrattamente qualche canale della TV. Cominciammo a farci un po’ di coccole, qualche bacio e un po’ di carezze. Si accorse della mio cazzo duro e lo toccò mettendo la mano dentro ai pantaloncini incominciando a segarmi dicendomi: “lo so che stai morendo dalla voglia che ti racconti tutto. Però penso proprio che non riuscirai a scoparmi questa sera perché sento ancora male alla figa e soprattutto al culo. Sono stata tanto zoccola ieri sera quando non c’eri e non si sono risparmiati nulla. Ad un certo punto pensavo volessero mandarmi all’ospedale per quanto mi stavano aprendo la figa e spaccando il culo.”
Le risposi che l’avrei scopata quando si sarebbe sentita meglio, ma che si, avevo troppa voglia che mi rivelasse le cose che aveva subito rinchiusa in una stanza per quasi quattro ore con diversi uomini vogliosi.
Mi sorrise, mi tolse i pantaloncini e le mutande e ci sdraiammo sul divano per stare più comodi. Monica ricominciò a segarmi l’uccello e finalmente mi svelò tutto quanto.
“Quando ho visto che stavi uscendo dalla stanza, pensavo saresti tornato dopo pochi minuti e che non mi avresti lasciata sola. Mi avevano appena legato al letto. Appena mi sono resa conto di quello che avevano intenzione di fare mi sono bagnata tantissimo. Sai che è una cosa che mi è sempre piaciuta…ed essere lì nelle loro mani, usata per soddisfare le loro voglie senza poter fare nulla mi dava quel senso di impotenza che ti fa capire di essere completamente sottomessa. Era quello che desideravo in quel momento e mi sono eccitata come non mai. Non riuscivo a muovere le braccia, solo le gambe riuscivo a piegarle leggermente. Ogni tanto si davano il cambio e mi salivano sopra per scoparmi. Erano delle macchine, più vedevano che mi piaceva, più si eccitavano e più mi scopavano con foga, più io gridavo forte. Continuavo a gridare che ero la loro troia e che dovevano spaccarmi la figa perché ero andata lì solo per quello. Per almeno mezz’ora si sono goduti la mia figa facendomi godere diverse volte. I due tedeschi erano quelli che mi martellavano con maggior forza. Avevano un bel cazzo, sapevano muoverlo veramente bene e mi hanno fatto sentire una grandissima puttana. Ricordi, anche tu li hai toccati e hai sentito quanto erano duri quando li hai aiutati con la mano ad infilarmeli nella figa. Lo sai che proprio oggi pomeriggio ripensavo ai cazzi che mi hanno allargato la figa mentre ero legata? Lo vedi quanto sono diventata troia? Mi sono subito bagnata e mi è venuta voglia di farmi un bel ditalino. Sono andata nel letto e ho messo le dita dentro le mutandine. Ho cominciato a toccarmi….ero un lago, ma se le infilavo troppo dentro mi davano fastidio. Ho preferito smettere. Pensa,…tua moglie che non può neanche toccarsi perché ieri notte per tante ore si è presa tanti di quei cazzi che adesso si sente la figa rotta.”
“Si, sei una figarotta, tesoro” mi ritrovai a dire chiudendo gli occhi mentre Monica ora aumentava ora diminuiva la velocità della sega per farmi durare il più possibile. Non era la prima volta che mi raccontava di qualcuno che l’aveva trattata da puttana facendola godere e sapeva che avrei potuto sborrare in pochi minuti.
“mmm si, sono una figarotta, amore. La tua mogliettina zoccola che si fa scopare da tutti. Anche adesso che ne parlo mi si sta allagando la figa”, mi disse. Si mise due dita dentro i pantaloncini e poi mettendomele davanti agli occhi mi fece vedere quanto si stesse bagnando. Leccai le dita assaporando il sapore speciale della sua figa. Stavo veramente godendo come un maiale a sentire tutte quelle cose. “Continua, voglio sapere il resto”, le dissi.
“Alla fine mi hanno sborrato tutti e quattro sul corpo. Si sono messi intorno a me mi hanno schizzata ovunque. Avevo per lo più la sborra sulle tette e sulla pancia. Un tedesco mi ha sborrato anche in faccia e sui capelli. E’ stato bellissimo perché hanno sborrato quasi tutti e quattro contemporaneamente e ho sentito tanti schizzi di sborra calda colpirmi dappertutto. Quando hanno incominciato a slegarmi ero tutta sporca di sborra. Appena mi sono alzata dal letto ha cominciato a colarmi lungo le gambe sporcando tutto il reggicalze e le calze. Non mi ero nemmeno accorta che non eri rientrato talmente ero presa a farmi scopare. Ti ho cercato per farti vedere quanto ero stata puttana, perché lo so che ti piace vedermi così….ma non ti ho visto. Avrei tanto voluto che dopo le quattro sborrate anche tu mi saltassi sopra a scoparmi fino a sborrarmi addosso. Poi ho detto a Paolo che avevo bisogno di andare in bagno. Lui mi ha seguito e mi spiegato perché eri ritornato in camera. Ti confesso che mi è piaciuto vederti con le calze a rete nere e mi sono eccitata ancora di più quando ti hanno detto che eri una puttana come tua moglie. Magari qualche volta ti faccio vestire da zoccola e ti chiedo di scoparmi. Eh…che ne dici? E poi sei stato bravissimo a pulirmi la figa dalle sborrate. Pensa a quanta ne avevo sul corpo….e a quanta ne avresti dovuta leccare per pulire la tua mogliettina. Lo avresti fatto per me?”
“Si, si, faccio tutto quello che vuoi, ti lecco tutte le volte che vuoi, basta che continui a farti sfondare come una cagna. A me piaceva vederti camminare a quattro zampe tenuta al guinzaglio. La prossima volta chiedo a Gianni e Paolo di portarti al parco e di farti fare la cagna sul prato con tutta la gente che ti guarda e ti dice che sei una grandissima puttana succhiacazzi col culo rotto. Gli dico di portarti ad annusare tutti i cazzi di quelli che si segano e di farti sborrare in faccia e sulle tette”. Ero al limite e le dissi che volevo godere.
“Adesso ti faccio sborrare”, mi disse. Velocemente si alzò e si abbassò i pantaloncini e le mutandine. Si mise a quattro zampe sul tappeto facendomi vedere il culo. “Guarda che culo rotto che ho, amore. Guardamelo com’è spaccato” e si allargò le chiappe con le mani. Vedendo le natiche con delle strisce rosse ancora ben evidenti e il buco ancora apertissimo, mi alzai smanettandomi per sborrarle tutto sul culo. Scaricai tutta l’eccitazione che avevo accumulato durante la giornata e pensai di avere veramente una moglie fantastica. Sapeva con esattezza quello che volevo e faceva di tutto per esaudire ogni mio desiderio.
Andai in bagno a prendere dei fazzolettini per permettere a Monica di ripulirsi. Si ricompose e restammo ancora un po’ in salotto a gustarci qualche bicchiere di un buon vino rosso parlando della giornata che ormai volgeva al termine. Ad un tratto, dopo una mezz’ora che chiacchieravamo, mi disse: “allora ti sei preso paura….non volevi farti rompere il culo e sei scappato….”. “E hai lasciato che in cambio lo rompessero a tua moglie…eh”, aggiunse sorridendomi iniziando un botta e risposta.
M- “E…. sentiamo cosa avresti promesso a Paolo per svignartela?”.
D- “Ahhh quello intendi….mi sa che lo sai già se lo chiedi”.
M- “ Si, ma voglio sentirtelo dire da te”.
D- “ Ho accettato che sia Paolo che Gianni ti avrebbero scopato ancora quando sarebbero venuti a Milano”.
M- “Ah ecco, e cosa ti ha fatto pensare che avrei accettato?”
D- “Nulla…ho risposto senza pensarci. Solo non volevo prendermi i cazzi dei due tedeschi nel culo. Perché non ti faresti scopare ancora?”.
M- “Si certo che mi farei scopare ancora. Però ti confesso che non averti lì con me ieri sera mentre mi scopavano mi ha fatto sentire ancora più troia. Mi sono lasciata andare maggiormente….insomma….non mi sono mai sentita così tanto puttana. Non so se quando verranno qui a scoparmi vorrei che fossi presente oppure no….devo pensarci. Anche perché quello che mi hanno fatto dopo è stato oltre ogni limite. Magari tu non lo avresti permesso ed io penso che avrò ancora voglia di ripeterlo”.
D- “Non saprei, devi prima dirmi come è proseguita la serata. Ho visto tutti i segni che ti sono rimasti sul corpo. Non pensavo ti piacesse così tanto”.
M- “Hai ragione non lo sapevo nemmeno io. Ma non mi sarei più fermata. Ero io che chiedevo di continuare”.
Vedevo Monica con gli occhi arrossati mentre ripensava a quelle scene. Sentirla parlare in quel modo mi aveva fatto eccitare nuovamente. Le chiesi di seguirmi a letto e di continuare col racconto.
Ci spogliammo completamente e ci sdraiammo sopra le lenzuola.
“In bagno mi sono data una bella ripulita al viso. Ho tolto il reggicalze e le calze che erano sporchissimi e tutti appiccicosi. Aiutata da Paolo mi sono liberata anche del collare. Avevo la sborra che si era infilata anche tra il collare e il collo. Sono entrata nella doccia e mi sono tolta col getto dell’acqua la sborra da tutto il corpo molto velocemente. In quel momento sono entrati anche gli altri tre. Ho detto che dovevo fare pipì e ho chiesto se potevano uscire. Gianni mi ha detto che i due tedeschi erano lì proprio per quello, perché volevano vedermi pisciare. Mi hanno ordinato di abbassarmi sui talloni, di allargare bene le gambe e di aprirmi la figa con le mani. Volevano vedere che pisciassi nella doccia. Così ho fatto quello che mi chiedevano. Era strano, ma l’ho fatto. Ho allargato le gambe e gli ho fatto vedere mentre pisciavo. Ad Erick gli si stava rizzando il cazzo nuovamente. Si è avvicinato e ha voluto un pompino. Poi mi ha preso per i capelli e mi ha fatto appoggiare le mani al muro della doccia col culo in fuori. Ha iniziato a infilarmi le dita nel culo, poi mi sputato sul buco e ha cominciato ad incularmi. Non mi ha fatto tanto male, forse perché l’anal plug che avevo tenuto tutta sera mi aveva preparata. Mi è piaciuto subito farmi inculare. Era ora, mi avevano spaccato la figa tutta la sera, fin dal ristorante e avevo una gran voglia di sentire dei bei cazzoni nel culo. Anche Rudy si è divertito allo stesso modo col culo di tua moglie prima di portarmi di nuovo sul lettone. Tutti e quattro mi hanno sfondato il culo facendomi mettere in diverse posizioni. Godevo come una matta a sentirmi impalata da quei quattro cazzi durissimi. Poi Paolo mi ha fatto sdraiare sopra su di lui e mi ha detto di infilarmi il cazzo in figa per lasciare il culo libero ad un altro cazzo. I due cazzi che non potevano godersi i buchi della tua mogliettina invece li ho presi in bocca. E’ stato stupendo, mi sono beccata i cazzi di tutti contemporaneamente nel culo e nella figa mentre ne succhiavo altri due. Pensa amore, tua moglie sfondata da due cazzi nello stesso momento mentre tu ti facevi le seghe rinchiuso nella tua cameretta. E io a spompinare gli altri due per farli restare duri per quando mi sarebbero entrati ancora nel culo o nella figa. Ti sei segato l’uccello da solo in camera?”.
“Si, ho sborrato altre due volte”, le risposi mentre Monica aveva ripreso a masturbarmi lentamente.
“Che segaiolo che sei e a cosa pensavi?”, mi chiese.
Monica aveva aumentato la velocità della sega e risposi balbettando: “a queste..cose….pensavo…ti immaginavo…ancora legata….mentre si divertivano….a romperti….il culo……mi immaginavo….tanti cazzi….che ti inculavano….una fila di 50 uomini con i pantaloni abbassati che aspettavano il loro turno per incularti. Che usavano il tuo culo solo per svuotarsi le palle e poi lasciavano il posto a qualcun’ altro….senza sosta”.
“ Ma sentilo….sapevo che eri un maiale e che ti piaceva vedermi scopare….mmmm pensa che bello allora….chissà come lo allargano il culo della tua mogliettina 50 maschi arrapati…e chissà quanta sborra mi schizzano addosso……basta altrimenti sborri subito porco….” Tolse la mano dal mio cazzo senza permettermi di godere.
Cercai di riprendere la sega da solo, ma mi schiaffeggiò la mano dicendomi: “aspetta ho in mente una cosa più bella”.
Si alzò dal letto e si infilò un paio di autoreggenti bianche. Poi mi fece sdraiare sul tappeto vicino al letto e col piede incominciò a massaggiarmi il cazzo. Sentire il piede di mia moglie coperto dal nylon sul mio cazzo fu indescrivibile. Una scossa mi percorse tutto il corpo, partendo dalle palle per arrivare fino al cervello. Mentre mi toccava il cazzo, mi guardava negli occhi e mi diceva che ero un cornuto segaiolo che si fa fottere la moglie. E di guardare come gli avevano ridotto la figa….si abbassò e si aprì le labbra con due dita avvicinandosi alla mia bocca per farmela vedere da vicino dicendomi che non riusciva più a richiuderla per quanti cazzi l’avevano sfondata. Strofinandomela sul naso mi disse anche che probabilmente sapeva ancora di cazzo perché ultimamente aveva passato più tempo con dentro qualche cazzo che senza niente. Riuscii solo ad annusarla più volte senza leccarla perché si rialzò troppo rapidamente per riprendere la sega. Aveva un buon profumo di figa invece….. che mi fece perdere completamente la testa. Quindi sedendosi sul bordo del letto Monica riprese a segarmi l’uccello con due piedi fino a farmi sborrare. Tutta la sborra le finì sulle calze, spostò i piedi verso la mia bocca e me li diede da leccare.
“Lecca tutta la tua sborra, maiale….”, mi disse. Leccai tutto e poi mi alzai in piedi per baciarla con la lingua. Come la sera prima ci scambiavamo la sborra baciandoci. Allungai una mano sul suo culo…”piano…fai piano…”mi sussurrò Monica all’orecchio. Per la prima volta da quando si era fatta inculare le toccai il buco del culo con un dito. Solo allora mi resi conto di quanto fosse veramente allargato e spaccato. “Muori dalla voglia di saperlo, vero?”….”Si Monica”, risposi.
“Dopo quelle inculate mi hanno sborrato in bocca tutti e quattro facendomi ingoiare tutto. Poi i due tedeschi mi hanno riportato in bagno e mi hanno fatto inginocchiare nella doccia. Si sono detti qualcosa che non ho capito, poi ridendo hanno indirizzato con le mani i cazzi ammosciati verso di me e hanno iniziato a pisciarmi sulle tette. Ho fatto per spostarmi e rialzarmi, ma uno dei due mi ha preso i capelli e mi ha dato due schiaffi facendomi segno di stare ferma. Anche Gianni mi ha detto di non muovermi, ma di ubbidire e di fare quello che volevano. Mi stavano usando come un cesso. Con il getto sono arrivati sul collo e poi sulla faccia cercando di centrarmi la bocca che dovevo tenere aperta. Ne ho ingoiata poca perché sono riuscita a sputarla quasi tutta. Mi stavano sicuramente insultando nella loro lingua. Poi Gianni mi ha spiegato che avevano deciso di punirmi perché pensavano che avrebbero potuto incularsi mio marito, ed invece non eri più tornato. E che quindi adesso me l’avrebbero fatta pagare a me. Mi hanno riportato in sala senza lasciarmi il tempo di sciacquarmi. Ero molto impaurita, ma Gianni e Paolo mi hanno rassicurato un pochino dicendomi che li avrebbero tenuti d’occhio. Mi hanno portato in un angolo della sala dove c’era una corda che pendeva dal soffitto e mi hanno fatto allungare le braccia verso l’alto legandomi i polsi. Poi mi hanno fatto allargare le gambe e legato le caviglie a dei ganci sul pavimento. Le corde erano strettissime, molto di più che quelle usate per legarmi al letto. I segni che vedi sulle braccia e sulle gambe mi sono sicuramente rimasti per quello. Poi si sono divertiti a…
…Nonostante parlammo dell’esperienza dell’autogrill come una avventura da ripetere, la vacanza scorse via tranquilla fino agli ultimi giorni. Fino ad allora mi ero divertita a fare un po’ l’esibizionista in alcuni luoghi (albergo, spiaggia, strada) vestendo abiti molto corti senza mutandine o prendendo il sole in topless con un bel perizoma. Sopratutto in spiaggia mi sdraiavo allargando le gambe e mi lasciavo guardare le grandi labbra della figa che non erano completamente coperte dal costumino ridotto. Quel porco di mio marito Diego aveva preteso solo perizomi anche in spiaggia. Il massimo era quello bianco che appena bagnato diventava pressoché trasparente lasciandomi praticamente nuda alla vista di molti uomini. A cena nei vari ristoranti invece voleva che trovavassi sempre il modo di farmi vedere la figa depilata da chi mi stava di fronte o dai camerieri per la sua e loro grande gioia. L’eccitazione di mio marito era sempre al massimo e in albergo appena poteva mi saltava subito addosso per farsi un bella scopata dicendomi di come le ero piaciuta a mostrarmi alla gente. Spesso mentre mi scopava, in preda all’orgasmo, mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto ripetere quello che avevo fatto con quei cinque ragazzi. A me l’esibizionismo eccitava parecchio ma dopo 12 giorni avevo una grandissima voglia di sentirmi riempita da qualche bel cazzone. Anche io avevo goduto moltissimo ad essere trattata da troia all’autogrill, ma volevo che fosse il mio uomo a spingermi a farlo nuovamente.
Il penultimo giorno di vacanza mi disse se avevo voglia di prendere il sole nuda. Gli risposi che lo avrei fatto in una zona meno frequentata della spiaggia. Scegliemmo una spiaggetta abbastanza isolata e mi spogliai completamente. C’erano due coppie a poca distanza, entrambe le donne erano nude, ma non più bellissime per via dell’età. Verso le 15 cominciarono ad arrivare alcuni singoli che si posizionarono proprio di fronte alla mia figa completamente esposta. Il cazzo di mio marito era durissimo….io mi stavo bagnando. Mi toccai la figa iniziando ad entrare con due dita presa da una gran voglia di scopare. Due uomini bel oltre la cinquantina presero a toccarsi il cazzo e a masturbarsi apertamente guardando nella mia direzione. Ormai era difficile fermarsi….iniziai ad aumentare la velocità del ditalino con gli occhi fissi sui cazzi di quei due maiali. Si avvicinarono sempre di più per vedermi meglio e sborrarono sulla sabbia non appena mi aprii la figa con due mani per far vedere quanto fossi bagnata. Volevo essere riempita e chiesi a mio marito di tornare all’albergo. Il suo cazzo stava scoppiando dentro al costume. Infilai il mio vestitino e allungammo il passo verso la macchina. L’eccitazione era alle stelle. Mio marito voleva ancora mostrarmi, mi divaricò le gambe e lasciò che fossi guardata da tutti quelli che si avvicinavo alla macchina non appena rallentavamo. Appena entrati in camera mi alzò il miniabito e mi penetrò; era una furia…. continuava a ripetermi che in spiaggia ero stata bravissima, di come i due vecchi si erano segati per me e di come si era eccitato al pensiero di vederli entrare dentro di me fino a sborrarmi nella figa. Fece aumentare così anche la mia eccitazione, mi bagnai moltissimo e venni; poi per farlo sborrare gli dissi che se veramente lo voleva ancora ero pronta a soddisfarlo, a fare di nuovo la troia. A quelle parole tolse il cazzo dalla fica per portarlo alla mia bocca, ma venne prima del tempo sporcandomi la schiena e il culo. Il resto della giornata se ne andò tranquilla.
Dopo cena salimmo in camera a cambiarci, non gli dissi niente, solo di uscire e di aspettarmi nella hall. Decisi di vestirmi in modo da farlo rizzare a chiunque mi avesse guardata. Una canottiera bianca molto aderente senza reggiseno, un perizoma bianco trasparente, che copriva a stento la figa depilata, coperto da una microgonna nera che arrivava di poco sotto al sedere con un piccolo spacco dalla parte sinistra. Ai piedi indossavo delle scarpe da schiava allacciate intorno ai polpacci color argento con un tacco da 12 cm. Un trucco non molto vistoso con un rossetto rosa e i capelli ricci biondi raccolti a coda di cavallo. Uscii dalla camera, due ragazzi fermarono l’ascensore e mi aspettarono. Non mi toglievano gli occhi di dosso, camminando verso di loro feci salire un poco la gonna e sicuramente poterono vedere il bianco del mio perizoma. Arrivata alla hall cercai mio marito, mi vide, mi raggiunse complimentandosi per l’abbigliamento e mi disse se volevo andare ad una festa organizzata dall’albergo sulla spiaggia. Non camminammo a lungo, la spiaggia era vicina, per strada attiravo l’attenzione di tutti con la minigonna da mignotta che saliva a scoprire sempre di più il mio culo abbronzato. Arrivati alla festa prendemmo da bere e ci sedemmo ad un tavolino; molti ragazzi ballavo al ritmo di musiche caraibiche, poi ad un tratto mi convinsi e dissi: “ti spiace se vado a ballare un po’?” “No, cara fai pure, divertiti”. Mi alzai, tentai di riabbassare un po’ la gonna che era salita parecchio e andai in pista a ballare. Non ci volle molto. Subito fui avvicinata da diversi ragazzi, ma ballai solo con quelli che mi piacevano. Mio marito era là seduto con il bicchiere in mano, mi guardava ballare le danze latine con altri maschi. Sicuramente notò di come alcuni si avvicinavano baciarmi sul collo o di come le mani scendevano lungo i fianchi fino a palparmi il culo. Non lo notò subito, ma glielo raccontai dopo, un ragazzo introdusse la mano destra nel piccolo spacco della mini, la alzò un po’ e mi toccò direttamente il sedere; lo lasciai fare, ero senza freni, non so quante mani mi avessero già palpato, ma io sentivo solo la fica bagnarsi sempre di più. Ad un tratto il DJ annunciò una pausa di pochi minuti, la gente stava lasciando la pista, e persi di vista più mio marito. Due ragazzi con cui avevo ballato si avvicinarono, mi lasciai toccare e mi chiesero di seguirli in spiaggia. Chissà la faccia di mio marito quando non mi vide tornare e chissà il suo cazzo….pensai. (dopo mi disse che gli si era rizzato subito pensandomi con qualcuno). Ci avviammo verso un lembo di spiaggia poco frequentato, dietro ad una barca in riva al mare, io li seguivo, tenevo in mano le scarpe che avevo tolto abbassandomi a novanta, facendo salire la mini sui fianchi. Il mio culo era a loro disposizione, spostarono il perizoma, mi guardarono la fica e mi penetrarono con le dita. Continuarono a palparmi la figa fino alla barca e anche io li toccai da sopra i jeans. Dietro alla barca mi abbassai allargando le gambe, mentre loro con i pantaloni alle ginocchia mi diedero da succhiare. Li alternavo nella mia bocca, spostai di lato il perizoma e mi masturbai un poco per preparami a prenderli dentro. Uno dei due giovani (avranno avuto poco più di 20 anni), mi fece alzare prendendomi per la coda di cavallo, mi fece appoggiare una gamba sulla barca, sputò sulla figa e iniziò a scoparmi. Cominciai a godere subito, loro si alternavano e io gemevo ad ogni colpo dei loro cazzi durissimi. Poi uno salì sulla barca per farmelo leccare, erano eccitatissimi, contenti di potersi soddisfare con una bella puttana. Sentivo che stavano per godere, io avevo già goduto un paio di volte, poi quello che mi scopava gettò un urlo e mi venne dentro, l’altro forse sorpreso per dove mi ero lasciata sborrare, si menò il cazzo velocemente davanti alla mia bocca e mi venne sul viso. Molto colò sulla canottiera sporcandomi tutta. Mi scoparono ancora scambiandosi le posizioni. Dopo essermi presa due sborrate in figa e due sborrate in faccia mi ricomposi, sistemai il perizoma, la mini e mi asciugai la bocca con un loro fazzolettino. Mi chiesero di seguirli a casa loro per continuare. Avrebbero voluto incularmi insieme a due loro amici. Io rifiutai spiegando che dovevo tornare da mio marito e che per me era stato solo un gioco. Mi riaccompagnarono alla festa dopo circa 30 minuti; ad ogni passo lo sperma dei due ragazzi usciva dalla mia figa per bagnare il perizoma. Indossai di nuovo le scarpe e ci salutammo. Andai dietro ai bagni dove non c’era nessuno e cercai di fare uscire ancora un pò di sperma dalla figa per bagnare ancora di più le mutandine. Poi le sfilai e le strinsi in mano. Mi diressi verso mio marito, mi vide….. ebbi un attimo di esitazione quando lo vidi al tavolo con due uomini intento a chiacchierare. Mi decisi ad andare verso di loro, lui disse: “ah….ecco mia moglie, divertita a ballare?” “Direi di sì” risposi e appoggiai sul tavolo il perizoma completamente sporco di sborra dicendogli “ecco questo è il regalo che volevi tesoro”. Mi sedetti allargando le gambe, tutti e tre rimasero senza parole e mi guardarono la figa ancora bella aperta per le due scopate, presi un fazzoletto di carta sul tavolo e asciugai le poche gocce di sperma che ancora stavano uscendo. “Ok possiamo andare adesso”, mi alzai prendendo mio marito per mano, che si accorse solo ora delle macchie sulla canottiera. Lui si mise in tasca il mio perizoma ed io appoggiai il fazzolettino sporco sul tavolo lasciando senza parole i due maschietti…
Una moglie quasi fedele.
Sissi, una moglie quasi fedele.
Col corpo percorso da incessanti brividi, geme sotto i colpi del mio cazzo che furiosamente entrava nella sua vagina bagnata dal piacere incipiente. Mia moglie, aggrappata alle mie natiche, urla il suo orgasmo dimenando con forza le anche per favorire il più possibile la penetrazione.
“Chiavami, chiavami cornutoooo!”
Mi urla nel pieno dell’eccitazione
“Chiava la tua troia, la tua vacca che ha tanta voglia di cazzo, di tanti cazzi, dimmi che ti piacerebbe vedermi chiavare con un altro uomo!”
Come sempre l’eccitazione dei nostri sensi raggiunge il massimo livello quando sollecitiamo la nostra fantasia affrontando argomenti che nella realtà di tutti i giorni avremmo certamente rifiutato.
“Si amore ti sto chiavando, ma vorrei vederti chiavare con Pino, ti piace il suo cazzo? Pensa che bello sentirlo sborrare nella tua la fica!”
Pino é stato il primo Amante di Sissi e durante i nostri amplessi ci piace ricordare le esperienze che hanno vissuto insieme.
“Ti ricordi quando glielo prendevi in mano? Come ti piaceva menarglielo, strusciartelo in mezzo alle tette, sulla faccia, succhiarglielo tutto per sentire in bocca il suo sapore di maschio.
Come ti piaceva leccare dolcemente con la lingua la sua cappella fino a sentirtelo godere in bocca! Adesso godi ancora nel ricordarlo! Fammi vedere come gode una troia! Ahh come vorrei che fosse qui adesso per metterti il suo cazzo in bocca mentre ti chiavo!”
Nel frattempo continuo a scoparla con forza, sento il cazzo che sbatte contro il suo utero e noto che le piace. Poco alla volta avverto in mia moglie l’approssimarsi dell’orgasmo e raddoppio l’intensità dei colpi.
“Si cosii amore… godi… godi troiona mia, fatti chiavare da Pino quando e quanto vuoi!”
“Sto godendo Franco, sto godendo col cazzo di Pino, é tutto dentro dentro di me, nella mia fica… mi sta chiavando tutta, ahh… vengo, vengo… godi anche tu insieme a me!”
L’orgasmo raggiunge entrambi contemporaneamente e le riempio la fica di sperma, tiro fuori il cazzo ancora parzialmente duro e lo appoggio sulla sua pancia.
Prendo a baciarla sulle guance, la lecco dolcemente dietro le orecchie sussurrandole paroline d’amore, ma poi ripensando ai fatti delle nostre fantasie mi prende il morso della gelosia.
“Davvero ti piaceva succhiare il cazzo a Pino?”
“Si mi piaceva, lo sai che è stato lui ad insegnarmi a prenderlo in bocca, a succhiarlo, gli piaceva da morire farsi masturbare con la bocca, ma queste cose le sai già, quante volte ti ho già raccontato tutto quello che c’è stato tra noi, tutto quello che abbiamo fatto insieme.
Tu piuttosto dimmi se ti piacerebbe davvero vedermi chiavare nuovamente con Pino, vedermi fare con lui tutte le cose che faccio con te. Lo sai vero che mi basterebbe fargli una telefonata?
Quando ci siamo lasciati mi ha lasciato il suo recapito telefonico.
“Si Sissi, lo sai che mi piace farti fare la troia non solo con la fantasia mentre scopiamo, ma credo che mi piacerebbe vederti scopare veramente con lui. E’ una strana situazione, da una parte vorrei che tu lo facessi davvero e dall’altra mi sento rodere dentro e impazzisco al solo pensiero!”
Questi più o meno sono i discorsi che seguono quasi sempre i nostri amplessi, ogni volta così, l’idea di vederla scopare con un altro mi arrapa, ma la gelosia mi blocca.
Un giorno in occasione di aver partecipatò a una lotteria locale mia moglie Sissi vince il primo premio , un viaggio della durata di una settimana in Kenya.
Sebbene a malincuore, non potendo partecipare anch’io per impegni di lavoro, consento a Sissi di partire senza di me. L’accompagno all’aeroporto per ass****re alla partenza dell’aereo e alla fine mestamente raggiungo la macchina per rientrare a casa.
I giorni passano e arriva la data del rientro, finalmente riabbraccio con gioia mia moglie. Sembra ringiovanita, ha un’aspetto festante e felice, da tempo non la vedo così bene.
Rientrati a casa sono smanioso di sentire le sue impressioni ed il racconto di come ha passato quei sette giorni lontano da me. Comincia a raccontarmi di tutto ciò che di caratteristico ha visto, delle feste in albergo, dei giochi fatti con i dipendenti e colleghi di lavoro.
“Sai cosa mi è successo una sera durante una festa? Sto ballando con un bel ragazzo Kenyano, e mentre balliamo quel maiale inizia a strusciarmisi addosso
e gli diventa duro…”
“Non dirmi che è finita che ti sei fatta scopare…”
“Ma no gelosone, però mi sono eccitata anch’io e credo che se ne sia accorto perché ha fatto di tutto per farmelo sentire come meglio poteva appoggiandomelo sulla pancia e sulle cosce.”
“Schifosa ne hai approfittato… confessa che ti è piaciuto!”
L’idea che abbia sentito su di sè il cazzo di un altro mi eccita terribilmente e comincio a sentire un formicolio particolare salirmi dalle gambe verso le palle, il cazzo inizia ad inturgidirsi e mi prende una tale voglia di mia moglie, che l’afferro per i fianchi e finiamo per rotolarci a terra sul tappeto della sala. Le infilo le mani sotto le sottane e, denudate le gambe, prendo a baciarla proprio là dove finiscono le calze.
La lecco salendo con la lingua lungo il reggicalze fin dove scompare sotto le mutandine, le scosto con la mano e penetro nella fica già fradicia di umori. Martello il clitoride con piccoli e rapidi colpetti in punta lingua e la porto rapidamente a gemere di piacere. Le do il tempo di riprendersi dall’orgasmo e l’invito a riprendere il discorso.
“Se avessi voluto mi sarebbe stato facile farmi scopare, non desiderava altro che portarmi a letto con lui quel maiale, però non ho ceduto alla tentazione perché mi dispiaceva per te, ma ti confesso che mi è piaciuto molto sentire il suo cazzo duro strusciare sulle cosce, sulla pancia, sentirlo premere prepotente contro di me durante il ballo…”
Sempre più infoiato dal suo racconto raddoppio le mie attenzioni e le strapazzo ferocemente le tette.
“Schifosa! Perché non ti sei fatta sbattere come una troia! Ahh come mi sarebbe piaciuto se ti avesse infilato il cazzo nella fica!”
A questo punto Sissi è coinvolta anche lei dalla mia libidine e si s**tena stringendomi la testa con forza fra le cosce.
“Sii! Anch’io avrei voluto farmelo infilare tutto nella fica, fino in fondo! Mi sarebbe piaciuto sentire la sua cappella sbattermi contro l’utero, sentirmi chiavare tutta come piace a me, sentire il suo cazzo entrare e uscire dalla mia fica fino a farmi sborrare dentro… la sua sborra calda tutta dentro di me…”
“E poi cosa ti ha fatto ancora, ti ha palpato anche le tette, il culo?”
“No, lui no, ci ha provato ma non gliel’ho permesso, però è successo la sera dopo. Finita la cena sono uscità a fare due passi nel parco per restare da sola, per respirare un po’ d’aria fresca.
Sto passeggiando quando mi sento chiamare…”
“Bella signora, cosa fai tutta sola, non hai amico per farti compagnia? Tuo marito non c’è?”
“E’il un ragazzo di colore con cui avevo ballato la sera prima, quel bel giovanotto gentile . Prima di avere il tempo di rispondergli, mi prende sottobraccio e mi conduce in un vialetto alberato”
“Vieni, ti faccio visitare giardino tropicale.”
“Man mano che ci inoltriamo lungo il vialetto mi mostra i fiori delle aiuole e le piante tropicali, me ne dice i nomi, ma la mia attenzione é solo per lui perché sicuramente ha altre intenzioni.
Poco dopo infatti comincia a manifestare quello che vuole veramente. La sua mano inizia a salire e scendere leggera lungo il mio braccio in una carezza così sensuale che mi riempie di brividi e in un attimo mi ritrovo eccitata con il fuoco in mezzo alle gambe.
Si ferma in un angolo in ombra del vialetto, la mano ora mi stringe il polso e lo forza verso di lui… nell’apertura dei suoi pantaloni già sbottonati. E’ un attimo e mi ritrovo in mano il suo cazzo, Franco dovevi vedere com’era grosso! Lungo e duro che sembrava un pezzo di legno.
Mi obbliga ad accarezzarlo e mi guida la mano su e giù, vuole che glielo meni. Non so res****rgli perchè sono troppo eccitata e lo masturbo quasi senza rendermi conto di quello che faccio. Ho la mente intorpidita, confusa per l’eccitazione, ho voglia di farmi prendere e scopare e nello stesso tempo voglio rifiutarmi perchè penso a te. Sono succuba delle sue attenzioni, lascio che mi sollevi la sottana e mi infili la mano nelle mutandine, cerca di accarezzarmi la fica, voglio impedirglielo ma non ci riesco e quando lui mi infila dentro due dita non mi ribello e lo lascio fare.
Comincia a muoverle in un lento va e vieni e nello stesso tempo mi masturba il clitoride col pollice, perdonami Franco, ma in quel momento non capivo più niente. Ho cominciato a godere come una matta fino a quando cerca di infilarmi il cazzo fra le cosce e vuole penetrarmi.
Cerca di chiavarmi ma mi ribello, allora mi afferra per le spalle e mi costringe in ginocchio.
Ho quel cazzo magnifico a contatto del viso e me lo strofina sulla bocca perché glielo succhi.
Ha un afrore diverso, selvaggio, che aumenta ancora di più la mia libidine, lascio che me lo infili in bocca, mi piace il suo sapore! E’ bellissimo, duro e morbido nello stesso tempo, la sua pelle sembra di seta, ma mi piace soprattutto il suo odore selvaggio.
Con la mano lo masturbo mentre gli tengo la cappella fra le labbra, lo meno freneticamente e nello stesso tempo mi sgrilletto la fica, raggiungiamo l’orgasmo insieme.
Gli faccio sborrare anche l’anima, ho la faccia e le mani piene del suo sperma. Con uno sforzo mi stacco da lui e con addosso un’agitazione tremenda, tanta da sentirmi il cuore battere impetuoso nel petto e sulle tempie, fuggo via per raggiungere di corsa l’albergo.
Entro nell’ascensore, che per fortuna è già lì, con ancora una voglia incredibile in corpo, ho la sensazione che tutti mi stiano guardando e che abbiano capito quello che ho fatto.
L’ascensore parte verso il mio piano e in quel momento mi accorgo di avere la mano destra piena di sperma, non so cosa mi prende in quel momento, la porto alla bocca e la lecco, la lecco assaporando ancora il gusto selvatico della sborra del negro, poi entro in camera chiudendomi la porta alle spalle. Stesa sul letto mi accarezzo fra le gambe, mi masturbo freneticamente per cercare nell’obliò del piacere l’appagamento del desiderio del maschio africano.
Mi penetro la fica con le dita ancora sporche di sperma, adesso vorrei che il negro fosse lì con me, vorrei sentirlo sborrare dentro il mio ventre, sentirlo schizzare la sua sborra fino in fondo all’utero.
Ho la tentazione di alzarmi e tornare in giardino per raggiungerlo e portarmelo in camera, ma poi desisto dal compiere la folle idea.
Sono tutta bagnata, continuo a masturbarmi e godo come una pazza mentre penso a te e a quell’uomo, al tuo cazzo e al suo cazzo, ah come sarebbe stato bello avervi lì con me per farmi scopare da entrambi.
Chiavami Franco! Chiavami, più forte, più forte, fammi godere!”
“Sei una gran troia, la mia troia tutta da chiavare, senti come ti sto scopando? Proprio come avrebbe voluto fare quel negro, pensa che bello se ora fosse qui! Lui che ti infila il suo cazzo nella fica e Pino che nello stesso tempo te lo mette nel culo…”
A queste parole Sissi è presa da un orgasmo incredibile, non è un singolo orgasmo, è una serie continua di orgasmi. non capisce più niente, balbetta frasi incoerenti e si lascia andare come fosse in deliquio.
Gli occhi rovesciati nelle orbite è in pieno delirio dei sensi e il suo corpo sussulta e freme, continua a godere senza riuscire a fermarsi, singhiozza, gioisce, piange, ma ogni atteggiamento é l’espressione del suo piacere.
Vuole il mio cazzo, quello di Pino, vuole il negro perchè glielo infili ancora in bocca, vuole sentire ancora il sapore della sua sborra.
Mi sfilo allora dalla vagina ed alzandomi sulle ginocchia mi protendo verso di lei e le appoggio il cazzo sulle labbra. Spalanca la bocca e lo ingoia fino alle palle iniziando a farmi un pompino.
E’ un un su e giù bestiale, vuole che le goda in bocca e l’accontento allagandola con violenti getti di sperma che ingoia fino all’ultima goccia.
Appagato il furore della libido, restiamo sdraiati sul tappeto, uno accanto all’altro, in attesa che passi anche l’affanno.
Sissi ha il viso tutto impiastricciato, un filo di sperma le cola giù dall’angolo destro della bocca, mi prende l’uccello ormai ammosciato e dolcemente lo lecca ripulendolo con la lingua.
“Sai che mi sarebbe davvero piaciuto farmi fare dal quel keniano del villaggio? Quasi, quasi torno là e mi faccio violentare in quel vialetto!”
Me lo dice come una battuta di spirito che però credo nasconda il messaggio inconscio di un desiderio reale.
“Sissi non essere sciocca, un conto è raccontarci certe fantasie mentre facciamo l’amore, un altro è quando dici certe cose lucidamente mentre si discute, lo sai che sono geloso e mi è difficile concepire che tu te la faccia con un altro uomo!
Quello che mi hai raccontato mi ha eccitato da morire anche se mi sono sentito tradito quando mi hai raccontato di averglielo preso in bocca.
Dentro di me voglio credere che quello che è capitato sia accaduto in maniera accidentale, non voluta, però sai… sai che mi piace pensare che tu abbia cercato veramente di avere questa avventura?”
Passano alcuni giorni durante i quali cerco di non pensare più di tanto a quello che è successo, ma un sabato mattina la vedo col muso lungo, chiusa in sé stessa.
Questo comportamento non è da lei, capisco subito che c’è qualche cosa che non va, qualche cosa che la disturba. Voglio sapere cosa diavolo é successo e cerco di convincerla a confidarmi la sua pena.
“Che c’è Sissi, hai qualche problema? Vuoi parlarmene? Prova a confidati.”
La porto a sedere sul divano, le cingo la vita con un braccio mentre continuo a ripeterle parole d’incoraggiamento, ma senza ottenere alcun risultato.
E’ sempre più chiusa in sé stessa e sembra che nemmeno mi ascolti, all’improvviso si copre il volto con le mani e scoppia a piangere. Singhiozza come non l’ho mai vista fare e sono preoccupato seriamente per quello che le deve essere accaduto, certamente qualche cosa di grave.
Mentre piange tenta di dirmi qualche cosa che però mi è impossibile capire perché le parole sono continuamente rotte dai singhiozzi, ma poi, improvvisamente, tutto in un fiato riesce a dire:
“Perdono…, perdonami Franco perché ieri sera ti ho tradito!”
Dire che sono rimasto di sasso nel sentire le sue parole è poca cosa, il mio cuore sembra essersi fermato, la mente ha perso la lucidità e mi sento rintronato e confuso.
Ma come è possibile, la mia Sissi mi ha tradito…? Non ci credo, non è possibile e poi con chi?
Dimmi con chi?
A poco, a poco il sangue pulsa più regolarmente nelle vene e la confusione si attenua, ma contemporaneamente l’ira comincia a montarmi dentro.
mia moglie barattata
questa vicenda risale a molto tempo fà, eravamo sposati da un paio di anni mia moglie Maria aveva 23 anni. ha segnato l’inizio di molte altre situazioni che ancora nei limiti del possibile vanno avanti.mia moglie è sempre stata un tipo sveglio predisposto alle cose trasgressive,ai tempi eravamo giovani e ci si limitava a cose soft.La sua specialità era l’esibizionismo godeva morbosamente ad essere ammirata e fantasticare con me sui possibili commenti e pensieri degli spettatori. grazie a questa sua passione ho avuto la possibilità di portarla in giro ad esibirsi vestita a volte in modo osceno. ve la descrivo : una ragazza non molto alta fisico minuto ma con proporzioni perfette. gli amici al bar non vedevano l’ora che arrivavamo per potersela guardare,e specie in estate lei non li deludeva mai… vestitini leggeri e molto corti, scollature generosi e niente reggiseno, percio le sue tette erano ormai una cosa pubblica,ma tutti puntavano al meglio e con Maria non era difficile arrivare a sbirciare in mezzo alle gambe fino alle suoi microscopici slip ( QUANDO LI PORTAVA) persino io ero all’oscuro lo dovevo scoprire a fine serata,perche il mio posto era sempre di fianco mai di fronte, e dunque quando io notavo che un passante o un amico buttava l’occhio tra le gambe non sapevo se era arrivato a guardargli dentro la fica o se si era fermato agli slip. l’unico dato certo e che tutti i miei amici almeno una o piu volte hanno visto la fica di mia moglie. ma tutto finiva li anche se durante le nostre scopate l’argomento di prendere piu cazzi era sempre presente. veniamo al momento decisivo, il tutto avvenne in inverno, mia stagione preferita perche potevo dare sfogo a tutte le mie fantasie sui vestiti.in questa stagione erano di rigore calze a rete ,tacchi alti gonne cortissime e un cappotto lungo che all’occorrenza copriva in emergenza. vietate le mutande e la convinsi a togliersi anche quel triangolino di peli subito sopra la fica. stavamo girando in macchina per la citta e lei naturalmente quando mi affiancavo ad un autobus o macchine piu alte iniziava lo show. cappotto aperto, gonna tirata su per far vedere gli elastici delle calze e una porzione di gambe, a volte quando vedeva qualcuno interessato arrivava anche a mostrargli le sue labbra rosa. quel giorno era particolarmente in foia, ogni tanto la toccavo ed era bagnata e viscida oltremodo. finche sul marciapiede vede un ragazzo di colore che vendeva borse, mi fece fermare e scese per guardare. andammo dal venditore e lei si accuccio per vedere le borse, il ragazzo si accorse subito del suo abbigliamento e si abbasso pure lui, lei parlava e apriva lentamente le gambe sempre di piu…..il nero non sapeva se guardarla in viso o tra le gambe. la situazione stava eccitando pure me e decisi di portarla via. lei reagi male a questa mia decisione, dicendo che gli avevo rovinato tutto, che voleva vedere quanto avrebbe resistito il ragazzo prima di fargli una proposta o addirittura toccarla. gli chiesi cosa avrebbe fatto se l’avesse toccata e lei candidamente mi disse che magari se lo scopava davanti a me. in quel momento il cervello si e spento e il cazzo ha preso il sopravvento. sono tornato dal ragazzo e gli ho detto senza mezzi termini che se mi dava la borsa senza soldi poteva toccare mia moglie. raccolse la sua roba e la mise in macchina e sali, li spiegai a mia moglie l’accordo e lei con aria di sfida disse di si. trovammo un luogo tranquillo e ci fermammo, lei si tolse il cappotto e passo dietro, sbottono la camicia e tiro fuori le tette alzo la gonna e spalanco oscenamente le gambe verso di me. il nero titubo un attimo e poi comincio a toccare le gambe, sali e arrivo alla fica un paio di carezze e ci mise dentro due dita e comincio a sditalinare. la troia di mia moglie voleva res****re ma dopo un minuto ansimava come una scrofa, il nero si butto sulle tette a leccare e smanacciava in fica,il mio cazzo era alle stelle, vedevo mia moglie violata da uno sconosciuto e ci godeva pure.tentai di entrare nel gioco ma lei mi respingeva voleva che guardassi e basta. lei era eccitata al massimo e mugolava e incitava il giovane. nella confusione il nero ormai cotto tira fuori il cazzo duro come una pietra e gli dice in un italiano approssimato che il cazzo stava per scoppiare,lei presa alla sprovvista se lo ritrovo in mano e comincio a menarlo, ma il negro voleva dire che stava per sborrare e la sua sega lo accelero, parti il primo schizzo e il negro gli prese la testa e gli disse di bere la sborra, lei senza pensare lo imbocco e lo fece venire in bocca.finita la sborrata il negro era ancora in tiro e voleva scopare.disse di andare nella sua baracca e lei ormai partita disse di si. arrivati dentro si buttarono su un materasso e lui la infilo subito. cercai nuovamente di partecipare e lei inviperita mi disse che dovevo solo guardare. andarono avanti un po e io seduto guardavo e mi segavo. il negro tento di fargli il culo ma lei rifiuto,dopo un po entro nella baracca un altro negro ma molto piu anziano, restammo tutti impietriti per un minuto, il nuovo arrivato capita la situazione,mise fuori il suo uccello e si avvicino a Maria, lei lo guardo e disse “questo si che e grosso” e si mise a leccarlo. un minuto dopo vedendola seduta sopra un negro e con un altro in bocca sborrai come una fontana.poi si scambiarono posto e lei guardandomi mi diceva” me la sta sfondando e come avere un tubo di ferro in fica” e veniva a raffica. io ero ipnotizzato dalla scena e lei completamente fuori di testa…. tanto che nessuno si e accorto che il ragazzo gli era andato dietro e gli puntava il culo. si e ripresa solo quando ha sentito la fiammata dell’inculata ma era tardi.con due cazzi dentro e andata fuori di testa ha cominciato ad urlare di rompergli il culo di aprirla come una vacca, io intanto sborravo e mi rieccitavo,poi lei esplose in un orgasmo devastante,ancora sconvolta dal godimento rantolo: mi stanno sborrando dentro, mi stanno riempiendo…. poi tutto si calmo, ci siamo ricomposti e siamo andati verso la macchina senza parlare. in macchina la vidi armeggiare con dei fazzoletti per cercare di arginare la sborra che colava dai buchi,nessuno parlo ma ci rendemmo conto della stupidaggine appena fatta, primo perche lei non pendeva nulla e rischiava una gravidanza ma ancor peggio quel periodo si rischiava con malattie mortali. per un po di tempo finche non furono scongiurate tutte le possibili brutte notizie non si torno sull’argomento, dopo a mente serena mi confesso che quel vecchio negro l’aveva fatta godere in maniera unica. resistemmo un altro mese….poi tornammo dal venditore di borse e invitammo lui e il vecchio che poi era suo padre, a casa nostra con una buona scorta di preservativi stavolta e la mia amata Maria ce la siamo scopata in tre. siamo andati avanti un po cosi, poi l’anziano ha proposto a mia moglie di assaggiare altri cazzi africani di altre regione per vedere le differenze…..ma la troia ha accettato per ampliare il numero di negri da farsi. dopo questa vicenda e ancora oggi e cosi se un negro tenta il rimorchio lei non dice di no in qualche modo lo fa sborrare non se ne perde uno. per i suoi 50 anni a costo di pagarli voglio procurare una ventina di negri arrapati e guardare mentre la sfondano.
Stravaccato beatamente nel salotto di casa mia, alle nove di sera, ragionavo su come la situazione in cui mi trovavo stesse diventando piacevolmente abituale per me, quasi di routine, notavo con soddisfazione. Mi stavo aprendo la patta dei pantaloni e prendendo in mano un cazzo già duro: di fronte a me infatti due donne stavano limonando tra loro in piedi e nude dalla vita in su. Se la cosa può risultare sorprendente, lo è ancor più sottolineare come le due, non solo avessero due età piuttosto differenti, una 24 e l’altra 41 anni, ma si somigliassero notevolmente trattandosi infatti di mamma e figlia.
Porca puttana! Stavano pomiciando come due liceali e spogliandosi con foga da amanti allupate. A questo punto aggiunge solo un po’ più di pepe alla faccenda notare che la più giovane, Luciana, fosse mia moglie da circa un anno e quindi la sua perversa mammina fosse la mia giovane suocera. Le due ansimavano e slinguavano toccandosi e palpandosi soprattutto le belle tette. Entrambe portavano jeans a vita bassa. Mia moglie aveva scarpe da ginnastica, mia suocera stivali da cavallerizza con i pantaloni infilati dentro. In quanto a seno sembravano gemelle. Enrica infatti, la mamma, se lo era “gonfiato “ un po’, recentemente, ringiovanendolo di una decina d’anni almeno. Continuarono pomiciare a lungo e a leccarsi le tette, tanto che avevo il cazzo così duro da farmi male.
Mi viene da pensare che non avrebbero smesso più se non le avessi brevemente richiamate con un “Venite qua!”. Si voltarono entrambe a guardarmi: accidenti che belle! Sembravano due gemelle, i volti quasi identici, con le guance paffute tendenti al rossore, il naso un po’ largo ma corto, i capelli biondo chiaro, che mia moglie aveva lisci e lunghi fin quasi al sedere, raccolti in un’unica coda e mia suocera a caschetto, rasati sulla nuca, con ciocche più lunghe davanti. Le labbra carnose senza eccessi e del tutto naturali, mi facevano pregustare il pompino di coppia che stavo per chiedere loro. Se i visi si somigliavano, i fisici erano praticamente identici, alte 1.75 e solide senza ciccia inutile, Enrica solo più muscolosa della figlia, dato che per mantenere il fisico giovane si sfiniva quotidianamente in palestra. E i risultati c’erano, se, appena passati gli “anta” e con un tipo di fisico col rischio di ingrasso, si manteneva asciutta e praticamente senza cellulite. Tutte e due erano molto curate nell’aspetto: niente peli superflui, dalle ascelle alle sopracciglia e ovunque trattate entrambe con depilazione definitiva, una leggera abbronzatura integrale da lampada, unghie curatissime per delle mani belle ed eccitanti, se le si immagina a segare il cazzo mentre succhiano la cappella. Due vere cavalle da monta, fu il pensiero che mi venne in quel momento, e stavo per formularlo se non mi avesse interrotto mia moglie:
“Non vuoi che continuiamo con dei giochino più spinti? Ho una gran voglia di farmela leccare…”, mi chiese.
“Dopo”, le risposi “voglio prima un pompino ‘svuota-coglioni’, che è da stamattina che é duro, da quando mi hai svegliato nel letto salutandolo con la bocca. Non ho avuto modo di usare Antonietta (la mia segretaria, ma questa è un’altra storia), con tutto il lavoro che abbiamo ed ho le palle che mi fanno male. Sai che spreco venirmi in mano mentre vi guardo!”.
Entrambe per mano attraversarono i tre metri di sala che ci separavano e si inginocchiarono davanti al divano, tra le mie gambe. Erano esperte ed estremamente affiatate da decine e decine di pompini a due bocche fatti nella loro vita.
Aldo, mio suocero e patrigno di Luciana, non le aveva mai risparmiate né con sé, né con gli amici.
Enrica affondò subito giù fino alle palle, strappandomi un gemito di sorpresa, con una facilità a cui non riuscivo ad abituarmi. Non sono un superdotato, ma a 19cm ci arrivo . Eppure lo ingoiava come una caramella, senza esitazione, senza un conato, premendomi piacevolmente la cappella sulla parete del suo esofago (ho sempre pensato che la punta arrivasse ben oltre la sua faringe…). Nel frattempo la mia dolce mogliettina non era inoperosa, ma leccava con voglia i miei testicoli e più giù la pelle fino al buco del culo. Dopo cinque o sei potenti affondi di mia suocera, si scambiarono ruolo. Luciana si dette a succhiare la cappella brevemente e poi anche lei andò giù per l’ingoio. Non era ai livelli della mamma, ma non per questo il mio cazzo ne godeva meno e non resistetti alla tentazione di tenerla premuta per la nuca. Solo un poco, per farle guadagnare qualche millimetro nella gola. Qualche colpo di tosse, un mezzo conato, una lacrima, ma lei prosegui su e giù a succhiare senza protestare. Del resto spesso l’ho trattata peggio, scopandola in bocca fino a farla vomitare. Enrica si dava da fare leccando anche lei palle e culo, succhiava la bava che colava dalla figlia, condivideva il leccaggio ed il pompaggio, finendo per limonare con lei con la mia cappella nel mezzo. Cominciava ad essere infoiata, era sempre così nei pompini, la eccitano da morire. Quando se lo riprese in gola fino ad affondare il naso nel mio pube – depilato come i testicoli – cominciavo ad essere al limite dell’orgasmo. Invece che rallentare i ritmi per durare di più, lasciai fare mia suocera ed il suo arrapamento, per svuotarmi presto i coglioni, certo che la serata mi avrebbe concesso almeno un’altra erezione. Anzi la presi decisamente per la nuca con entrambe le mani sollevandomi quasi dal divano nella foga e la scopai in gola con lo stesso vigore che se fosse stata la sua fica. Enrica aiutava i miei movimenti andando incontro al cazzo il più possibile, senza un rantolo, una lacrima, una forza di stomaco. Solo le usciva di bocca un rivolo di bava collosa incontrollato, incapace com’era di deglutire.
Pompai fino a venire e quando è la prima schizzata di giornata, significa che sono almeno sette od otto getti piuttosto corposi, a volte densi e lenti, più spesso liquidi e poderosi. Non ebbi modo di vederli perché, anche se mi ero fermato e le avevo lasciato la nuca, mia suocera si teneva la punta del cazzo tra le labbra per non perdersi neanche uno schizzo. Come ebbi finito mi sentii di colpo esausto e mi lascia i sprofondare sul divano, intuendo lo spettacolo che mi stavano per offrire.
Enrica infatti si era tenuto tutto lo sperma in bocca ed, in ginocchio ma dritta, aspettò che Luciana le si facesse sotto ed aprisse la bocca e poi le rovesciò dentro tutto. Mia moglie sembrò indecisa se ingoiare o no, poi si sollevò sui talloni per essere all’altezza della mamma e le riversò di nuovo tutto in bocca. E così per tre o quattro volte, sputandosi letteralmente lo sperma di bocca in bocca fino a concludere con una limonata appassionata sul pavimento. Alla fine non ne avevano persa neanche una goccia.
Le mie donne non si fermarono qui ed Enrica, la più eccitata delle due, mantenne l’iniziativa. Sbottonò i jeans della figlia e glieli sfilò lasciandola in perizoma. La fece mettere carponi sul tappeto davanti al divano e le abbassò anche l’elastico dello striminzito indumento. In quella posizione il culo di mia moglie esprime il meglio di sé, solo e polposo, così rotondo che sembra fatto col compasso. Enrica non perse tempo e le si mise sotto, fra le cosce ed i glutei leccandola e succhiandola con foga, la fica, il clito, il culo. Ci metteva passione, col viso affondato nel sesso della figlia, fin quasi togliersi il respiro. Passava e ripassava la lingua affondandola dentro, entrandoci pure col naso. Con le mani le strizzava forte le chiappe aprendogliele e tirandogliele, affondandoci le unghie perfette, dandole violente pacche sul culo, per farla fremere e mugghiare. Luciana rispondeva bene al trattamento, eccitata, e roteava il sedere strofinandosi sulla faccia di sua madre e tenendosi con le mani aperte le chiappe, faccia a terra, per mostrarmi i suoi buchi depilati. La mamma le aveva già affondato prima un dito, poi due, nel culo, così, a secco, facendola urlare, ma, per contro, arrapandola di più, tanto che ora grugniva come una scrofa. Non le ci volle molto a venire con la lingua nella fica e le dita in culo. Rantolò e sussultò a lungo nell’orgasmo, per terminare a terra sfiancata, inebetita dal piacere.
Enrica le si sfilò da sotto e mi guardò, con espressione soddisfatta e di trionfo, consapevole che stava educando la figlia a godere sempre meglio, con più frequenza e più violenza, rendendola schiava del proprio orgasmo, così come lo era lei. Le feci cenno di sedersi sul divano accanto a me, mentre Luciana ancora guaiva, rannicchiata a terra, con una mano tra le cosce. La baciai con passione, come per ringraziarla di ciò che aveva fatto, proprio con la sua bocca golosa di sessi, sia maschili che femminili. Con la mia lingua nella sua gola, non rinunciai a palparle le tette, sode e dure, strizzandole un po’ e soffermandomi sui capezzoli duri e puntuti che schiacciai tra l’indice ed il pollice con una certa forza. Strillò immediatamente, segno che erano molto delicati, anche se si dice che chi si rifà il seno perde di sensibilità tattile sulla parte. Il bello di mia suocera è che anche quando la faccio soffrire non si ritrae, anzi, pur non considerandola una vera masochista, lei va incontro al dolore, forse non lo cerca e ne ha addirittura paura, ma non si rifiuta mai di soffrire e immancabilmente si eccita.
“Spogliati”, le dissi, come mi staccai dalla sua bocca e dal suo seno e lei senza batter ciglio si tolse stivali e calze, si alzò in piedi e si sfilò gli aderentissimi jeans. Poi mi voltò le spalle e piegandosi il più possibile col busto in avanti, mi offrì lo splendido spettacolo delle sua chiappe nude. Non portava mutandine, neanche il più piccolo dei perizomi, e questo lo sapevo. Diceva che le piaceva il ruvido dei jeans che le sfregava la passera glabra ed in più era anche, di solito, il volere di mio suocero.
Poi, senza aspettare che le ordinassi nulla, salì in piedi sul divano, sempre dandomi le spalle e quindi rifilandomi davanti al viso il suo culone. Si piegò di nuovo in avanti, finché la sua bocca non fu all’altezza del mio cazzo moscio. Finimmo così in un sessantanove volante, con lei che, in precario equilibrio, aveva cominciato a succhiarmi, strofinandomi il solco delle sue chiappe sulla faccia.
Intanto mia moglie si era un po’ ripresa e, appoggiata su un gomito, ci osservava fare.
Enrica era eccitatissima, la leccavo e sditalinavo al meglio che sapessi fare e lei rispondeva con grugniti e muggiti sempre più alti, sbavando sul cazzo e colando umori copiosi dalla fica. Mi davo da fare e ce la feci a farla venire con due dita di una mano nella sua fica fradicia e il pollice dell’altra direttamente in culo. Certo fu un orgasmino; guaì per un po’ senza scomporsi troppo, mentre io conoscevo i suoi veri orgasmi che erano dirompenti e la lasciavano devastata. Sapevamo entrambi che era però soltanto l’inizio della serata e, nel frattempo, il mio cazzo nella sua bocca aveva riacquistato una certa consistenza.
Enrica si sedette accanto a me sul divano e mia moglie, alzandosi da terra, prese posto dall’altro lato. Mentre mia suocera, sudata e un po’ stordita, si stava riprendendo, passandosi le mani tra i capelli, io mi alzai con Luciana e iniziammo a limonare in piedi. Era già eccitata e si strusciava la fica sulla mia coscia, mentre con una mano mi segava. Enrica però non si concesse riposi ed, inginocchiandosi, si abboccò subito al cazzo. Che bocca ingorda! Succhiare e ingoiare sembrano per lei una vocazione; è una missionaria del pompino, una consacrata della fellatio e del cunnilingus. Se lo sprofondò in gola, di nuovo fino alla radice, e non potei fare a meno, con la lingua in bocca a mia moglie e una mano sul suo culo, di assecondare il golino, tenendo mia suocera per la nuca e scopandola di nuovo in bocca. Ormai era di nuovo duro ed, anzi, mi tirava da far male, come succede quando si ha la seconda erezione senza un minimo di riposo.
“Ti prego scopami…” mi chiese a quel punto mia moglie, “Ho voglia del tuo cazzo!”.
Fosse per me, sarei venuto di nuovo nella bocca di Enrica, ma non mi feci ripetere l’invito due volte: il dovere coniugale prima di tutto.
“Ti sbatterò fino a farti urlare”, dissi a Luciana nell’orecchio e senza complimenti spinsi col piede mia suocera rovesciandola all’indietro. Cazzo! Con due donne come quelle mi sembra il minimo essere brutali!
Afferrai mia moglie per le cosce e la sollevai inforcandola in piedi. Gridò di sorpresa e goduria, ma subito si mise a cavalcarmi ed io a spingere. Scopavamo come a****li, con Luciana che mi stava avvinghiata al collo ed io che la tenevo da sotto le chiappe. Ci davo dentro più che potevo e mi sentivo vigoroso come un leone e la insultavo forse banalmente, ma così mi arrapavo di più.
“Dai troia, ti piace il cazzo? Impalati zoccola… zoccola… Che troione di moglie!”. Lei per tutta risposta urlava ogni volta che la facevo ricadere pesantemente sul mio cazzo teso, del resto glielo avevo promesso, che l’avrei fatta sgolare come una maiala al macello.
Andammo avanti per dieci minuti e cominciavo a sentire male alle gambe, dato che non è un fuscello con i suoi 58 chili. Per fortuna all’improvviso la sentii partire: le arrivò un orgasmo dirompente. Dalla bocca singultava suoni disarticolati e sembrò soffocare, tremando tutta, mentre con più foga la facevo saltare sul cazzo. Quando l’orgasmo le cominciò a scemare ero esausto dal mal di muscoli e la gettai letteralmente sul divano. Ruggii di eccitazione e mi sentivo così arrapato da essere inferocito. Mentre Luciana ancora gemeva, gli occhi fuori dalle orbite, le assestai due sonori ceffoni che la lasciarono senza fiato, ma che incassò senza alcuna ribellione. A quel punto Enrica, che era rimasta in disparte sditalinandosi a tutto spiano, si fece avanti perché mi dedicassi a lei e fu un bene, perché forse non mi sarei fermato e mia moglie l’avrei picchiata ben bene.
Mi afferrò il cazzo di spalle, premendomi il seno sulla schiena e sussurrandomi:
“Inculami ti prego… Sbattimi il cazzo in culo.” Non ci vidi più. La sollevai di peso portandola dietro il divano. Si sistemò a pecora, in piedi, appoggiata alla schienale, spingendo indietro il culo. Le sfondai l’ano con un colpo secco, del resto lei se lo tiene sempre pulito e lubrificato, pronto all’uso. Emise solo un lungo gemito, che curiosamente sembrava di sollievo, come quando uno ti inizia un massaggio. Le ero entrato fino ai coglioni e sentivo il suo intestino fasciarmi il cazzo, stretto. Lo sarebbe stato per poco, perché, tenendola energicamente per i fianchi con entrambe le mani, cominciai a sbatterla violentemente. “Stoc, stoc” era il rumore del mio bacino che schioccava sulla sue natiche piene. Lei stava in punta dei piedi per arrivare meglio col suo buco all’altezza della mia verga, ma nonostante questo, affondando nelle sue viscere, la sollevavo appesa con l’ano al mio cazzo, facendola guaire come una cagna. Infoiato com’ero, non trattenei la mia tendenza a diventare violento e le davo sonori schiaffoni sulla parte alta delle chiappe. Luciana strillava e mi incitava: “Dai, dai… mandami a fuoco, sbattimi il culo, sbattimi il culo!”. Era fantastico come si muoveva venendo incontro al mio cazzo ad ogni affondo, implorando di essere sfondata. Uscivo fino a intravedere la cappella per poi spingerlo dentro fluidamente ed energicamente. Luciana era con le mani aggrappate al divano, che spesso mordeva per l’arrapamento. Io ero vicino all’orgasmo e non potevo trattenermi oltre: ero stanco ed i coglioni mi dolevano. Anche lei stava per venire di nuovo e lo implorava: “Vengo col culo… Fammi venire, vengo col culo…”. Godette come un’indemoniata: ruggiva e mulinava il culo. Quando si sollevò dal divano per incollarsi con la sua schiena al mio petto, mentre continuava a roteare le chiappe sfondate dal mio cazzo, non resistetti più. Il suo anello anale si era fatto così stretto che c’ero incastrato dentro fino alla radice. Venni così, con una sborrata lunga e quasi dolorosa, da prosciugamento totale, visto che era la seconda in una serata sola. La spinsi di nuovo con la faccia sul divano e tenendola per i fianchi finii di godere nel suo intestino sfregando la cappella con delicatezza sulle pareti del suo retto. Luciana non si era persa la scena e si era subito fatta sotto quando ci aveva sentito venire. Come uscii dal culo di mia suocera, lei era pronta a ripulirmi la verga, con un risucchio che mi fece quasi urlare, data la sensibilità della cappella dopo una sborrata. Poi si dedicò alla mamma che, sfinita, era letteralmente riversa sullo schienale del divano. Si riprese un po’ quando sentì la figlia che le allargava le chiappe e l’aiutò a farlo. Luciana le leccava il buco del culo da cui colava sperma e la madre le facilitò l’operazione cominciando a spingere come se dovesse defecare. La rosa dell’ano era ancora spaventosamente dilatata e lo sperma usciva copioso ad ogni spinta e sbucava fuori anche la carne enfiata e rosa acceso dell’interno dell’ano. Mia moglie non si perse neanche una stilla del succo delle mie palle ed in breve il culo di Enrica fu ripulito della mia sborrata. Eravamo tutti e tre sudati e sfiniti. Le donne si sdraiarono pesantemente sul divano carezzandosi i capelli e dandosi bacetti. Come erano dolci!
“Come godo con voi due non mi succede con nessuno…” disse Enrica tenendo il volto della figlia tra le mani, “neanche con Aldo o col negro più cazzuto… sarà per via della perversione della situazione.” “Mamma! Che troia che sei! Come faresti senza il sesso? Vivi solo per godere…” le rispose mia moglie. “E’ vero… ma anche tu non scherzi e tuo marito è un gran scopatore” aggiunse Enrica sorridendomi, “e poi mi piace quando diventa violento… mi sento cagna…schiava…”.
“Già. E stasera eri in vena, vero amore?” mi chiese Luciana girandosi verso di me. “Cazzo! M’avete fatto godere due volte, tanto che ora mi gira la testa!” risposi, “con due come voi sarò sempre in vena e poi mi sembra che non ti dispiacciano gli schiaffoni…”. “Certo…mi farei sculacciare anche ora, anche se sono venuta fino allo sfinimento…lo sai che sono tua e il mio corpo è cosa tua…”.
Misi fine a questi discorsi masochisti andando a prendere da bere. Un bel drink forte era quello che ci voleva, poi tutti a letto, ognuno a casa sua. Enrica che abitava a cinquecento metri da noi, nella stessa tenuta di campagna, rincasò nuda.