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Sottomesso dall’amante di mia moglie

Prefazione:

Da donna a Femdom.

La donna dominatrice ha delle caratteristiche che piacerebbero in generale a tutte noi, soprattutto quando troppo spesso ci abbattiamo e sminuiamo le nostra capacità.
L’importante è ricordarsi che nascere dominatrici può essere una fortuna ma non è detto che non si possa imparare a diventarlo!
Ecco qualche consiglio per avere maggiore sicurezza in se stesse:

1) Essere spontanee, da sempre è il metodo migliore per essere sicure di sé.
2) Ascoltare sempre il partner con attenzione, dandogli consigli solo dopo aver sentito le sue ragioni e i suoi desideri.
3) Tollerare ed apprezzare i pensieri diversi dai propri perché danno comunque una visione diversa del mondo che può arricchire la propria persona
4) Nell’intimità cambiare ruolo e passar da preda a predatrice

(dal web)

“Dark Lady” è una seduttrice, manipolatrice anche se non necessariamente malvagia, comunque pericolosa.
È spregiudicata e sensuale, infedele e dannatrice; tuttavia non è infrequente il caso di ritratti femminili la cui ambiguità
è solo il prodotto di un distorto sguardo maschile.
Anonimo

1

“L’eiaculazione è il momento tragico, più atteso e più temuto. Dopo, la scena perde ogni fascino e ogni attrattiva. Come si spegnessero i fari colorati, lasciando solo quinte, false e grigie. Allora il mio inguine, che prima ribolliva come una pentola a pressione, quell’apparato sessuale piccolo ma potente, cessa di es****re. E’ come se al posto del pisello e dello scroto non ci fosse più nulla: il vuoto! La zona pelvica che aveva guidato il mio cervello, possedendolo e dirigendolo come nocchiero inoppugnabile, cessa di es****re persino per il mio sistema nervoso che non ne avverte più la presenza!”

A presentarsi in questo modo è Ludovico, 58 anni, marito di Janeth che ne ha solamente 39.
Ludo è un pervertito. In un angolo intimo e segreto della sua sessualità nasconde desideri e pulsioni che non si possono definire diversamente.
Il destino gli ha fatto incontrare Janeth e lui non avrebbe potuto chiedere di più dalla vita. Una ragazza stupenda, affettuosa, per forza di cose: innamorata. Janeth gli ha donato la sua bellezza, la sua dedizione e un bellissimo bambino.
Dopo 5 anni di pacifico menàge, un sabato tranquillo, Ludo ha chiesto a sua moglie se le andava di giocare un po’; da quel giorno un universo perverso si è schiuso pian piano davanti ai due sposi che, in segreto, ogni tanto diventavano amanti e complici.
Negli anni in cui riteneva di avviarsi verso una lenta e pacata pace dei sensi, Ludovico ha iniziato uno dei percorsi più turbolenti e impegnativi del suo dirompente erotismo.
Anche Janeth aveva un lato oscuro: Ludovico non poteva saperlo. Adesso doveva subirlo, godendo e soffrendo per la sua sottomissione.

Il gioco ebbe inizio con una inversione dei loro ruoli.
Così fu Janeth a penetrare le terga del marito con un oggetto abbastanza insolito: il manico di una spazzola per capelli. La prima azione anale di Janeth, non significò solo un momento di piacere trasgressivo ma una vera e propria presa di posizione nella parte erotica del loro convivere.
Ogni tanto se il momento, il periodo e l’eccitazione la ispiravano, la moglie faceva capire al marito che lo “voleva” e lui, immediatamente, diventava schiavo e prono, scodinzolando felice in attesa di essere maltrattato.
Oltre a penetrarlo con oggetti sempre più grossi e sofisticati, Janeth lo trattava come uno schiavo del piacere, costringendolo a bere i suoi liquidi e percuotendolo spesso con fruste e bacchette. I colpi, all’inizio, erano riservati al sedere ma poi, cominciò a provare piacere a colpirlo con la bacchetta sulle gambe, sulle piante dei piedi e sulla pancia.
Ludo era molto poco dotato e in quei periodi di profonda prostrazione, il suo membro diventava piccolo e inconsistente, assolutamente inadeguato alla penetrazione. Dopo aver soggiaciuto alle bizze e alle percosse, quando sua moglie aveva finito con lui, Ludovico si dava piacere da solo, sotto lo sguardo umiliante e divertito di Janeth.
Naturalmente la differenza d’età, col tempo, rese ancora più difficile per Janeth ottenere un rapporto soddisfacente dal punto di vista puramente femminile, fu così che, d’accordo col marito, organizzarono qualche appuntamento con giovani partner occasionali e, spesso, anche abbastanza impacciati.
Il fatto che fossero dotati di peni che potremmo definire “superbi”, era certo un premio ben accetto ai buchi vogliosi di Janeth, ma il piacere maggiore lei lo traeva dallo sguardo, voglioso ma sofferto, di suo marito. Ludovico, combattuto per natura, s’impastava di desiderio e di amarezza. Desiderio, perché il cazzo piaceva anche a lui e amarezza perche era sempre un sottile dolore vedere sua moglie “scavata” e spesso impalata da dei rozzi sconosciuti.

Poi, la signora, posò gli occhi su un collega insegnate che le faceva il filo. Lo valutò accuratamente e ne fece il suo amante, sotto lo sguardo impotente e lussurioso del coniuge.

2

Ludovico aveva dovuto seguire l’evoluzione del rapporto tra sua moglie e l’amante: era la sua condanna! Sapeva delle avance che lei riceveva e conosceva quale comportamento adottava: ora lusinghiera e disponibile, ora arroccata e difficile. Non c’era amore tra i due!
Quando lei decise di capitolare lo fece nel più terribile dei modi: mise le cose in chiaro con tutti e due e fece in maniera da mortificare Ludo.
Anche Ciro dovette superare una prova difficile. Era più giovane di lei; aveva avuto un paio di fidanzate… ma una vita diremo “tradizionale”. La sua attrazione, quasi innocente, per la bella signora si sarebbe potuta evolvere in una passione irrealizzata o in una breve avventura sentimentale, invece Janeth ne fece un mix di sesso e perversione.
Forse, se Ciro avesse saputo prima a cosa andava incontro, si sarebbe defilato, temendo le conseguenze di tanta libidine ma lei seppe cuocerlo a puntino: in circa sei mesi gli costruì intorno una tela a cui difficilmente sarebbe potuto sfuggire.

Il primo incontro vero avvenne in un Motel.
Ciro prese una stanza e vi ci portò la sua conquista.
Ludo aveva una camera già prenotata.
Quando le carezze si fecero più intense e il pene di Ciro più gonfio, Janeth, candidamente spiegò al suo possibile amante che suo marito era a pochi metri e che lei gli avrebbe telefonato, per descrivergli l’evolversi di quel rapporto proibito.
Janeth si spogliò, languida e provocante; Ciro aveva l’età in cui il fallo non perdona e si mostrò dotato in maniera più rosea di ogni aspettativa.
Quando, dopo la seconda eiaculazione, Ciro si sentì più tranquillo, a Ludo, che aveva sentito tutto, fu permesso di entrare.
Una volta nudo e un po’ osceno, dovette pulire la moglie, stravaccata su un divano, da ogni traccia di seme maschile. Insomma, indirettamente, con la lingua dovette assaggiare lo sperma di Ciro che, impreparato a tanta libidine, osservava incredulo la scena.
Lo colpì pure l’espressione estatica e trionfante di Janeth, qualcosa, nel suo subconscio, lo avvertiva che quella era una donna da temere.

3

“Come dicevo, mentre la mia mente (che tende alla depravazione) mi provocava scariche di adrenalina ed emozioni irripetibili, durante le “attese”… dopo essere venuto, il piacere decade all’istante, e rimane solo il senso “puro” di ciò che sto vivendo: vergogna, frustrazione, dolore. La cosa orribile è che dopo solo poche ore, quando ritorno eccitabile diciamo, comincio a godere di nuovo, e proprio a partire dal senso mortificante di prostrazione che mi era stato appena inflitto. Una vera trappola psichica che ti condanna a subire… all’infinito.”
Col tempo, i tre amanti diventano sempre più affiatati.
Janeth, in piena tempesta ormonale, inizia a sperimentare una forma di piacere costruttivo, ideale. Prima dei rapporti veri e propri, in passato, l’eccitazione arrivava per contatto, dalla sollecitazione dei suoi punti erogeni; adesso si sente salire il sangue alle tempie pensando a cosa farà subire al marito.
Il solo paragone tra i due peni, ad esempio: la “lumachina” ritrosa di Ludo e l’asta infaticabile del giovane Ciro, le esalta i sensi e le fa esplodere dentro la voglia.
Ludovico, povero e maledetto, gode e soffre della confidenza disastrosa tra i due amanti. Non si preoccupa del sentimento, eppure, dopotutto, nemmeno lui si sente amato: anni di matrimonio e il piacere da condividere con Ciro, fanno della loro unione, una specie di rispettosa società. Il giovane, infine, conferma il vecchio adagio che recita: Chi non l’ha fatto prima lo farà poi…
Meridionale, di buona famiglia, osservante ed ex chierichetto, nel pieno del vigore si è ritrovato nel ruolo di “stallone” di una “milf”, calda e piacente. Il marito, cornuto e lascivo, all’inizio lo disturbava… col tempo, tanta sottomissione, finisce per solleticare la sua neonata libidine.

4

Come capita nelle menti complicate, Ludovico mette a punto un piano. Non avrebbe mai il coraggio di rompere l’incantesimo che affascina lui, per primo, però Ciro merita una lezione, si sente troppo sicuro di sé. Per questo, si cerca un alleato: Gino!
Gino, per il web “Sologi70”, nella vita è uno navigato che va per la 60ina; anche lui ha una compagna più giovane (questo Ludo lo scoprirà in seguito). A Ludovico sembra un uomo pratico dei menage complicati e, cosa utilissima, è vicino al suo paese.
Nella corrispondenza con Gino, Ludovico accenna poco alla moglie, vuole conoscere bene chi potrebbe portarsi in casa… poi, la rapidità con cui l’uomo si rende disponibile ad ogni desiderio comincia a diventare eccitante.
Trova il coraggio per incontrare il vecchio signore e scopre con piacere che si tratta di una persona distinta, ammodo, che non si preoccupa di nascondersi, né troppo schiavo della segretezza: un vero esecutore. Preciso, puntuale, freddo.
Nonostante sia più un cuckold che un masochista, Ludovico accetta subito i modi spicci dell’altro, che lo domina subito anche dal punto di vista mentale. Nella prima sessione, senza porsi problemi, gli fa il culo, in tutti i sensi: prima con una bacchetta molto flessibile, poi con il pene che si mantiene ben turgido. Infine, lo costringe a bere tutto il suo seme.
Gino prende delle foto eloquenti dell’accaduto ma, con estrema discrezione, lo fa col cellulare di Ludo. L’unico impegno che gli chiede, e senza mezzi termini, è di mostrare il tutto a sua moglie. Ludo, intimamente, gode della scaltrezza del suo aguzzino:
– E’ l’uomo giusto! – pensa tra sé.

5

– Non ti bastava, è vero? – disse Janeth, spenta la luce. Ludovico, dopo una serie di titubanze, le aveva mostrato le foto del suo “peccare”. Le immagini, esplicite, si avvicendavano sul Tablet e sua moglie sembrava perplessa.
– E’ stato più forte di me… quell’uomo è talmente deciso che divento molle nelle gambe… mi sento un automa; uno schiavo senza volontà. Se devo dire tutto… – Ludo fece una pausa, mentre parlava a bassa voce nel grande letto.
– Tutto, non ammetterò altri segreti! – disse la moglie, stranamente irritata. Già in altre occasioni lei aveva notato quella particolare forma di maliziosa vigliaccheria. Il masochista, cornuto e schiacciato come una serpe, strisciava nell’ombra, per portare a termine progetti del tutto suoi… era irritante. Intrigante, invece, era il dubbio che la “vittima” agisse in quel modo subdolo proprio per stuzzicare la sua Padrona. Sembrava godere di essere colto in flagrante… il senso di vendetta rendeva il gioco più vero, più cattivo.
Insomma, la parte prona dell’uomo, sembrava farlo apposta a creare piccoli “incidenti” operativi per stimolare il risentimento di chi, di lì a poco, lo avrebbe sottoposto a una decisa punizione.
– In realtà è stato proprio Gino a imporre che tu vedessi le mie foto insieme a lui! – disse, quasi tremante.
La moglie si limitò a “registrare” quel tradimento del suo schiavo.
La notte passò senza ulteriori commenti… però, il sabato, Ludovico si ritrovò a girare nudo per casa, con le calze nere, i tacchi e la guepiere. Fece prima da servo, poi da oggetto per la coppia felice. Per l’intero pomeriggio si divertirono a stuzzicarlo, a umiliarlo; Janeth, dura e malvagia col marito, dedicava al giovane Ciro dolcezza e dedizione.
Fu un pomeriggio lungo. Janeth, alla fine, volle che Ciro sodomizzasse anche il marito, costretto a sdraiarsi sul tavolo della cucina.
A cosce aperte, con la sua pancia pronunciata, sembrava più un tacchino che un oggetto sessuale… la donna teneva in tiro il povero Ciro, imboccandosi spesso il pene per farlo tornare turgido e stuzzicandogli lo scroto, quando pompava in suo marito.
Eppure, mentre si avvicinava all’orgasmo, il giovane fu pervaso da una rabbia erotica: sembrava “il grido” di un maschio a****le. Godeva più del dominio che per lo sfregamento in sé e, ansimando, scaricò il poco seme che gli restava tra le terga indolenzite di Ludovico.
Però, nonostante la profonda intimità del momento, la donna, delle foto segrete e dell’esperienza di Ludovico con Gino, non fece mai parola.

Qualche giorno dopo Ludovico sottopose a sua moglie una strana richiesta:
– Gino vorrebbe conoscerti, al telefono… se ti va. – cominciò – Giuro: non ha imposto niente, ha solo chiesto educatamente se può salutarti e… e poi… – Janeth era divertita dall’atteggiamento di Ludo e incuriosita dalle richieste del “fantomatico” Gino; ascoltò senza mostrare emozioni.
– Gino dice che, se ti va, potreste sentirvi la prossima volta che vado con lui, in sessione, diciamo. –
Janeth non amava quegli sciocchi termini legati al mondo BDSM, sembravano ostentare l’appartenenza a una Setta segreta e abbastanza risibile, ma non redarguì suo marito.
– Non so… – rispose senza troppo entusiasmo – potremmo provare, quando sarebbe? –
Trovarono un accordo sul giorno opportuno.
La mattina del venerdì successivo, Ludo si recò allo studio di Gino e si spogliò dalla cintola in giù, come di prassi. Poi si mise in contatto con sua moglie che, per l’occasione, se ne stava parcheggiata nello stallo di un Centro Commerciale.

“La prima richiesta di Gino mi spiazza completamente; si fa passare mia moglie al telefono e poi, una volta presentatosi, mi ordina di andarmene nel bagno, in attesa di essere chiamato.
Loro due intanto iniziano una fitta conversazione… parlano di me, ne sono certo, e la cosa mi da un po’ sui nervi.”

Il povero Ludo si sente escluso: non se l’aspettava.
Come Gino aveva intuito, Janeth trova eccitante parlare con uno sconosciuto delle debolezze del marito; descrive pure, con dovizia di particolari, alcune delle scene più umilianti a cui lo ha sottoposto. Indugiando in quel resoconto assai intimo e privato.

Quando sua moglie e il suo aguzzino hanno terminato di discorrere, con la confidenza di due fidanzati, Gino torna da Ludovico e gli passa il cellulare:
– Bene, ora iniziamo la nostra seduta ma tu dovrai descrivere con precisione tutto ciò che subisci. Chiaro? – non attese risposta anzi proseguì con malizia – Naturalmente non saranno ammesse omissioni… se ti vergogni di raccontare qualcosa sarai punito; credo che tu lo sappia. Lo sai chi comanda tra di noi e chi deve servire… Janeth vuole sentirti mentre accetti… –

“La mortificazione, la leggerezza con cui quell’altro parlava di me, come se fossi uno schiavo comprato al mercato, un cane da addestrare, non provocano il mio risentimento, al contrario. Un languore orribile e liquido mi rende molle, prono, scodinzolante. Sono un uomo grosso e imponente eppure mi sento immediatamente femmineo, comincio a raccontare a mia moglie ciò che sono costretto a subire, con la stessa titubanza vogliosa e la voce in falsetto di un povero eunuco, deflorato dal suo Sultano.”
Così Ludo inizia, a s**tti, a descrivere la sequenza del suo amato “calvario”:
– Sto ricevendo… ahi… 30 colpi, con la cinta… sì sul sedere, sì! Sono piegato a 90 gradi al centro della camera… – più si fa male, più diventa languido e intanto Gino si esalta, sentendolo parlare con sua moglie.
– Scusami se adesso non parlo… Gino mi ha messo in ginocchio e vuole imboccarmi… ecco, adesso lo vedo, lo prendo: ha il pene duro e puntuto. – e poi – Muoio a doverlo dire ma adesso il signor Gino mi sta infilzando con tutta la verga… ho tanto male dietro, ma lui spinge forte! –

6

Il signor Gino era uno”sgamato”, esperto della tempistica femminile, adoperava le parole giuste. Faceva nascere il desiderio con una specie di promessa: forte, decisa, quasi uno schiaffo a mano aperta… però senza colpire: lasciandoti a metà, insoddisfatta e pensosa.
Anche se per Janeth; incontrare un “vecchio” non era proprio il primo dei desideri, pure sentiva che Gino aveva il preciso obiettivo di scoparla. Come osava?
Aveva un marito ubbidiente e uno stallone per amante, doveva e voleva essere rispettata! Una specie di Super-femmina che aveva tutto e lo sapeva gestire, eppure, quel maledetto la rendeva curiosa.
Alla fine la rete di Gino si chiuse e Janeth accettò di incontrarlo, insieme al marito, naturalmente, e solo per guardarli “fare”.
L’uomo era riuscito nel suo intento e Janeth, pur non sentendo obblighi particolari nei riguardi di Ciro, non gli disse nulla, anzi, gli tenne segreto quell’appuntamento.

S’incontrarono di domenica, un pomeriggio.
Gino che sapeva trattare con disinvoltura anche le azioni più libidinose. Così, mentre organizzava un complesso “menage a trois”, con altrettanto infantile entusiasmo, li aveva avvertiti che, se ci riusciva, avrebbe riservato loro una sorpresa.
Era quel suo tono quasi canzonatorio a irritare Janeth: lei voleva trasmettergli la sua sicurezza e lui sembrava sorriderne sornione, senza mostrare alcuna preoccupazione, come se sapesse bene dove sarebbe arrivata!
Li mise a proprio agio, poi ordinò a Ludo di fare come al solito, di restare solo con la camicia e per il resto nudo. Poi, semplicemente, invitò Janeth a restare in intimo.
Lei si finse sorpresa ma sfoggiò con estremo piacere le sue strazianti lingerie e le calze a rete carnicino.

Janeth esibì la sua bellezza per poi raggiungere il divano, procedendo sicura sui tacchi alti; sedette in bella posa ma con le gambe accavallate, serrate; decisa a tenere ben chiusa la sua vulva, per quella sera.
Il marito non venne maltrattato particolarmente: tenendolo a lungo in ginocchio, il vecchio bisex, gli affidò il pene; Ludo succhiava avidamente, e lo rese subito turgido.
Poco dopo “la sorpresa” arrivò davvero, in una Panda grigia.
Gino si richiuse la patta in fretta e fece indossare le mutande a Ludo, che si accomodò sul divano, con Janeth. I due, imbarazzati, si misero sulla difensiva, pronti a lasciare quella casa estranea.
Gino andò ad aprire e lo sentirono parlottare a bassa voce con qualcuno. Rientrò da solo, sorridente:
– E’ arrivata mia moglie. Non sapeva della “visita” ma l’ho convinta a unirsi a noi, se non vi spiace. Il tempo di fare la doccia… –
I due sul divano si guardarono e accettarono la novità, ormai erano in ballo… però Janeth era fredda e aveva perso ogni possibile senso di eccitazione.
Gino servì un piatto di olive bianche e del Martini Dry allungato col ghiaccio.
Dopo alcuni minuti arrivò sua moglie, giovanissima rispetto a lui. Aveva un corpo sinuoso, era una donna alta, indossava solo l’accappatoio e una mascherina che ricordava il taglio d’occhi di una gatta.
Gino li presentò e poi, delicatamente, riprese in mano la regia dell’incontro. Quando riuscì a sciogliere il ghiaccio, i quattro si lasciarono andare, serviti a dovere dall’ospite che conosceva perfettamente i loro vizi privati. Mostrò sua moglie del tutto nuda e la scopò in piedi, mentre se ne stava solo leggermente china verso avanti; Ludo, in ginocchio, doveva gironzolare intorno, facendo viaggiare la lingua sotto i loro sessi.
Poi, Gino sedette accanto a Janeth, ignorandola, mentre sua moglie si pose su di lui, in estasi… dopo poco le cose si complicarono e i quattro godettero ripetutamente, in modo spesso osceno.
Gino, certamente aiutato da qualche farmaco, si mantenne duro per oltre un’ora… naturalmente avere per sé due donne giovani, vogliose e nel pieno della femminilità, non capitava tutti i giorni. Ludovico si rese utilissimo con la bocca e con le dita, riuscendo persino a far spruzzare sua moglie, in un orgasmo che non finiva più. Alla fine, soddisfatti tutti, si masturbò tutto solo ripensando all’accaduto.

7

All’insaputa di Ciro (amante ufficiale di Janeth) gli incontri si ripeterono tre volte nei mesi successivi.
Mentre Ciro veniva tenuto all’oscuro del tradimento inverso cui era sottoposto, la sua amante, insieme al marito, si dava a un “vecchio farabutto”.
Janeth si godette quel periodo; il suo carattere malizioso gioiva pure dell’intrigo, le piaceva intrecciare rapporti segreti, anche se Ludovico finiva sempre per sapere la verità. Così, oltre a incontrare Gino e sua moglie, fini per farsi scopare anche da Gino, singolarmente, anzi decise di donargli anche il di dietro. Il tutto avvenne all’insaputa di Ludo e della signora.
I due fedifraghi andarono a prendere delle pizze ma, poco dopo, inventarono un tipico blocco del traffico del sabato sera. Invece erano fermi, a pochi passi da casa, abbarbicati nella famosa Panda e incastrati sul seggiolino di dietro.

Poi il gioco finì, come succede in questi casi e, lentamente tutto ritornò come prima.
Una sera d’inverno Ciro si recò a casa loro… erano mesi che non si incontravano espressamente. Lui non era un play boy, e, anche se la fortuna lo aveva inserito nelle grazie di Janeth, quando lei non gliela dava per lui risultava difficile avere dei rapporti decenti; non era nemmeno fidanzato, nell’ultimo anno non ne aveva sentito l’esigenza.
Invece di iniziare a fare sesso però, Janeth, nonostante fosse sdraiata sul letto con lui, iniziò una falsamente sofferta descrizione di quello che c’era stato con la “famiglia” del sig. Gino.
Gli amplessi, le copule e gli intrighi vennero riferiti in tutta la loro sconcezza: unico responsabile? Il povero Ludo che, intanto, ascoltava impotente dal sediolino della toilette.
Ciro era meridionale e focoso e non apprezzò subito la vena erotica sottesa nella parole della sua “femmina”.

“L’eiaculazione è il momento tragico, più atteso e più temuto” racconta Ludo di quella serata, “e quei due sapevano come adoperarla contro il mio piacere e la mia dignità. Che potevo fare? Se non aspettare quelle fatidiche ore che mi avrebbero ridato un’eccitazione tale da apprezzare la tortura che, Ciro, d’accordo con mia moglie, mi stavano imponendo.”
Pretesero che Ludo si mettesse in piedi e, mentre ridacchiavano, si facesse la sega fino a venire, col pisello moscio e senza goderne. Appena scarico, fu condannato a mettersi di pancia sul suo sedile.
In perfetta sintonia, i due amanti si dedicarono al suo povero di dietro e gli inflissero una delle più tragiche e dolorose umiliazioni. Lei gli infilò nel culo un profilattico da donna, di quelli che usano certe puttane, poi insieme a Ciro, iniziò ad armeggiare con un vecchio gioco dello Shangai, dimenticato da anni. Era più un elemento decorativo, etnico, infatti i bastoncini erano di legno, enormi. In questo modo, l’intero fascio di asticelle risultava più grosso del pugno di un uomo.
La prima dozzina di bacchette vennero infilate facilmente nel buchetto lubrificato ma il fastidio, per Ludo, fu immediato, perché lui non provava alcun piacere, solo dolore e imbarazzo.
I due, nudi e giocosi, non si fermarono… a metà del fascio, Ludovico si sentiva dilatato, spaccato, ma non si ribellò anche se sudava e si mordeva il labbro a sangue.
Ci misero quasi un’ora a inserire tutte le aste, rompendo per sempre ogni sua naturale resistenza e sottoponendolo a una vera tortura fisica e morale. Alla fine lo lasciarono scappare in bagno, dove rimase a lungo, dilatato e senza forze.
Una grande amarezza lo avvinse, mentre meditava sul suo stato ma poi, sentendo le grida di sua moglie sotto i colpi del cazzo di Ciro, pensò:
“Sono un uomo fortunato!”

FINE

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Mia moglie, l’avvocato ed io. II Parte. In un

Continuano le avventure di mia moglie Loredana, di pura fantasia. Non avevo più rivisto l’avvocato Massimo, gran maiale ed infame che, davanti hai miei occhi aveva penetrato mia moglie non risparmiandole niente. E’ vero da quel giorno i miei guai sembravano essere spariti. Un mese fa, in occasione del compleanno di Loredana ricevemmo il seguente invito. Gentile Sig.ra Loredana e Sig. Carlo. vorrei tanto festeggiare il compleanno nella mia villa sul lago. Mi piacerebbe organizzare una festa in stile giapponese. Fatemi sapere. Vi manderò a prendere. Massimo. Subito dissi di no. Lei, che già non stava nella pelle, cominciò ad ins****re, che male c’era accettare un invito, poi non saremmo stati certamente soli. Se fossi forte avrei detto di no, ma alla seconda sua richiesta ero già bello convinto. E venne il giorno. Verso le 15.00 suonò l’autista dell’avvocato, in perfetta divisa. Scendemmo e trovammo una fiammante Bentley che ci attendeva. Loredana era già incontenibile dalla gioia. Salimmo e sprofondammo nei sedili di pelle color miele. Come sempre era elegantissima. Tailleur bianco Max Mara e scarpe Louboutin con tacco 12 d’ordinanza. Notai la suola rossa. Chiesi quanto costavano, mi disse che aveva fatto un vero affare per 600 euro. Mi vennero dei dubbi ma non era il momento. Sedendosi la gonna era salita in alto sulle cosce. In fondo era mia moglie e non resistetti a infilare la mano. Ero sicuro di sentire le calze sostenute dal reggicalze, ma confesso di essere rimasto sorpreso nel non trovare le mutandine. Era forse una dimenticanza nella fretta e cominciai a masturbarla. Gradiva molto e incurante dell’autista gemeva e ansimava. In breve raggiunse un potente orgasmo che debordò dalla mia mano e bagnò la gonna. Arrivammo nella meravigliosa villa settecentesca della famiglia di Massimo. Villa e bellezza come sogno. Il panorama splendido del lago. Trovammo solamente l’avvocato che ci accolse con grande signorilità e gentilezza. Ci fece accompagnare nella stanza degli ospiti e sparì. Avemmo così tutto il tempo per guardarci intorno. Loredana, subito volle andare in piscina e non avendo di costume si tuffò completamente nuda. Verso le ventuno bussò alla porta Massimo, pregandoci di essere pronti entro mezz’ora. Loredana era bellissima con un vestito lungo con scollatura profondissima sulla schiena. Un vestito color ghiaccio di alta sartoria che vedevo per la prima volta. In giardino trovammo motti ospiti, uomini e donne elegantissimi che si trovavano a completo loro agio. Notai dei lampioncini giapponesi con candela, il buffet era conseguentemente ricco di suki. Non mancava niente, anche una discreta orchestra in un angolo del giardino. Massimo ci presentò e volle iniziare il festeggiamento per il 51essimo compleanno di Loredana. Aprì la serata con un walzer perfetto e lei danzò divinamente. Ero veramente contento. Alla fine, con grande disinvoltura la invitò a mostrare la sua bellezza agli invitati con uno strip. Rimasi contrariato, lei ci pensò non più di due secondi e rispose si. L’orchestra attaccò Abat-jour e ingenuamente pensai a un omaggio a De Sica, nella celebre scena del film Ieri oggi e domani lo spogliarello della Loren per Mastroianni. Loredana sembrava una spogliarellista professionale. Le luci, la sera aumentavano l’atmosfera raffinata e un po’ anni ’60. Non vi descriverò lo strip, vi dirò che dopo un tempo lunghissimo ed estenuante, Loredana rimase con le sue Louboutin in reggicalze e calze color acquamarina. Tutti applaudivano, non vedevo l’ora che tutto finisse. Loredana fu raggiunta da un giovane in perfetto smoking bianco. L’afferrò per le spalle la fece scivolare all’altezza giusta e tirò fuori il cazzo. Saltai come una molla, due forti mani di un “cameriere” mi trattennero. Comincia ad urlare ma una mano mi soffocò. Fui spinto in un anglo buio da dove però ero costretto a vedere. Loredana infoiata cominciò un pompino, ma il giovane quasi subito si ritrasse. Lasciò il suo posto ad un altro. E poi un altro ancora, così in una processione che sembrava non finire più. Giovani tutti bellissimi atletici chi italiano, chi straniero, avevano in comune tutti un cazzo spaventosamente enorme. L’ultimo fu il dodicesimo, credo fosse turco. La musica sembrava incitare questa specie di sacrificio. Formarono tre gruppi da quattro. Loredana era sempre al centro molto spavalda. Cominciarono a cacciarle i cazzi i bocca e lei ciucciava ora uno ora l’altro ora ne teneva due nelle mani. Il secondo gruppo dopo un’ altra raffica di pompini lasciò spazio al terzo gruppo, che cominciò a penetrarla. Cercavo di liberarmi inutilmente. A turno due la incularono, due la chiavarono, e poi la presero in una doppia penetrazione. Gli spettatori stavano in silenzio, alcuni gemevano, alcuni si masturbavano nel buio.
I gruppi si riformarono a turno la circondarono e masturbandosi cominciarono a scaricare la loro sperma. Venne Massimo e disse : Le piace ? Questo è il Bukkake giapponese, l’orgia della sperma.
Come macchine regolate a tempo ognuno portava a termine il suo compito. Getti di sborra colpivano Loredana sulla faccia, sul collo, negli occhi. Alcuni le tenevano la bocca aperta e la riempivano fino quasi a soffocarla. Lei molto porca se ne riempiva la bocca, faceva una specie di gargarismo e inghiottiva. A un tratto la faccia era quasi scomparsa dietro un denso stato di sborra. L’ultimo scaricò una quantità enorme nella bocca. Era finito forse il mio secondo suplizio ? No di certo. Massimo si avvicinò tirò fuori il suo attrezzo alla Remigio Zampa e la schizzo ed inondò per l’ennesima volta. La mattino dopo mia moglie ed io aprimmo i regali: per lei un braccialetto con diamanti, per me un Patek Philippe Calatrava forse da 20.000 euro. Cinicamente Loredana ni disse. E se un altr’anno ci invitasse ancora cosa rispondiamo?

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Mia moglie Laura di ritorna dalle ferie.

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Sono ormai alcuni anni che con mia moglie Laura ci concediamo un po’ di simpatiche ed eccitanti divagazioni sul tema sesso, abbiamo sperimentato lo scambio di coppia, la frequentazione di Club Privé e anche qualche intrigante situazione pubblica tipo discoteca, spiagge nudiste, ma mai avevamo vissuto un’esperienza come quella che ci è capitata la scorsa estate. Avevamo trascorso alcuni giorni a girovagare allegramente fra Austria e Ungheria, avevamo visitato la splendida Vienna e l’affascinante e conturbante Budapest, poi un paio di giorni un po’ noiosi sulle spiagge del lago Balaton per dirigerci successivamente alla volta della Croazia. Percorsa un’autostrada di recentissima inaugurazione siamo giunti al punto di dogana con la Croazia, alla frontiera ci viene richiesta la carta verde di assicurazione internazionale da uno scorbutico militare croato, io e Laura ci siamo guardati negli occhi scoprendo che nessuno dei due aveva pensato di procurarsi il documento ormai necessario solo in caso di viaggio in paesi non comunitari. Abbiamo cercato di essere simpatici, di dimostrare la nostra buona fede, il militare non ci considerava neppure, ci fece capire che stava per multarci per oltre 1000 euro e minacciava anche il possibile sequestro della vettura, a quel punto la situazione era veramente delicata e non sapevamo che pesci prendere. Intanto il militare era stato raggiunto da due colleghi, fra loro se la ridevano sulla nostra situazione, non sapevamo che fare, ad un certo punto con un po’ di disgusto ho notato che il loro parlare incomprensibile era alternato a numerosi sguardi e sorrisetti alla volta di mia moglie e la cosa si faceva via via più insistente. Improvvisamente il capo si avvicina e in perfetto italiano mi chiede cosa avevamo deciso di fare, chiesi se potevo pagare con carta di credito per evitare il sequestro della vettura, come se niente fosse il militare mi propose senza mezzi termini di far divertire lui e i suoi amici con mia moglie e di chiudere lì la vicenda, la situazione creatasi mi apparve estremamente eccitante e vantaggiosa. Non risposi, mi girai verso Laura che mi guardava con uno sguardo interrogativo, era molto sexy, aveva i capelli biondi sciolti sulle spalle, una gonna estiva che lasciava in vista le sue gambe abbronzate e affusolate su dei sandali con tacco alto, una camicetta bianca allacciata in vita che avvolgeva il seno meraviglioso lasciato libero, Laura era molto attraente. Dissi al militare di aspettare un attimo, le spiegai senza giri di parole cosa mi aveva proposto e lei rimase a bocca aperta, non disse nulla sul momento poi mi guardò in un certo modo, fu sufficiente per capire che stavamo per vivere un’esperienza incredibile, risposi che si poteva fare e lui fece segno agli altri due di andare ai punti di controllo. Prese mia moglie per mano e fece cenno a me di seguirli, mi fece fermare all’angolo fra un container e la strada dicendomi di controllare che non arrivasse nessuno, loro si misero dietro a qualche metro da me, li guardavo come guardassi un film, era una situazione irreale. Laura era tesa come una corda di violino, lui con modi grezzi ci mise poco a sciogliere la situazione, l’appoggiò alla parete del container, le mise la lingua in bocca e le infilò una mano sotto la gonna, lo vedevo muoverla alla ricerca dello slip, capii benissimo quando le infilò le dita nella figa, lei mugolò portando la testa all’indietro. Lui si sbottonò i pantaloni e ne tirò fuori un cazzo ancora non duro, le prese la testa staccandosi da lei e gliela portò all’altezza dell’uccello, Laura si inginocchiò, cominciò a succhiarlo e leccarlo con avidità, ci mise poco a svuotarle in bocca una sborrata colossale che la imbrattò anche nei capelli. Laura rimase lì a carponi, lui si mise a posto il cazzo e chiamò un collega, passandomi a fianco mi sorrise e mi diede una pacca sulle spalle, il secondo arrivò scambiando una risata col primo, si avvicinò a Laura e le slacciò la camicetta, le palpò le tette morbide e abbondanti, poi la girò e la spinse contro il container. La sistemò allargandole le gambe, si tirò fuori un cazzo duro e grosso, lo spinse all’altezza del culo cercando la figa e glielo ficcò dentro con un sol colpo, lei quasi nitrì per il piacere e lui cominciò a darle colpi violenti mentre parlava dicendo cose incomprensibili, quando si girò verso di me ebbe cura di parlare in italiano per dirmi.
“Sapessi com’è bagnata questa troia! Fatti una sega mentre la scopo, coglione!”
Mi andò il sangue alla testa, cominciai a masturbarmi, andò avanti per un quarto d’ora sempre nello stesso modo e con la stessa violenta cadenza di colpi, Laura godette, urlò il suo piacere come una cagna e quando lui la girò per sborrarle addosso lei si mise carponi e si fece piovere lo sperma sul viso e sulle tette leccando poi l’uccello dell’uomo. Lui si ricompose ridendosela e dicendomi che una troia così poteva essere solo italiana, le diede una sculacciata e poi andò a chiamare il terzo, era un ragazzino di vent’anni, arrivò vicino a Laura eccitatissimo e spavaldo. Lei era appoggiata alla parete, lo slip era scivolato attorno a una caviglia, la gonna fermata con un giro alla cintura, le tette fradicie e scoperte alla vista del ragazzo, era splendida e affascinante allo stesso tempo, aspettava soltanto di essere presa ancora una volta. Il ragazzo faceva il duro ma si capiva bene che non stava nella pelle, era impacciato, riuscì a tirare fuori il cazzo in tempo per sborrarle come un fiume ancora una volta in bocca e sul seno, neanche fece in tempo a penetrarla, si asciugò il cazzo con i capelli di lei con fare umiliante, mi guardò strafottente e se ne andò. Ora eravamo soli io e Laura, avevo il cazzo duro in mano e la voglia di svuotarglielo addosso, lei cercò di riassettarsi alla meno peggio, mi avvicinai, incrociammo lo sguardo ma mi sentii mettere una mano sulle spalle, mi girai ed era il primo militare che mi guardava sferzante, mi scostò, si avvicinò a mia moglie mentre lei lo guardava un pò stranita, la fece accovacciare per infilarle di nuovo l’uccello mezzo moscio in bocca, poi lui mi guardò e mi disse.
“Mi ero dimenticato del culo.”
Laura succhiava di fianco a me un cazzo che si gonfiava sempre di più, era avida e aveva sentito quello che lui mi aveva detto, quando fu duro fu lei stessa che si girò, guardò verso l’uomo e gli prese l’uccello in mano, lo diresse verso il buco del culo e lo posizionò, poi guardandolo come una mignotta lo pregò di fotterla, con un sol colpo la impalò, lei cacciò un grido di dolore misto a piacere. Prese a incularla con una violenza inaudita mentre io mi masturbavo a meno di un metro da loro, il militare mi guardò con un ghigno beffardo, la fronte era madida di sudore, le tirava i capelli per far aumentare l’inclinatura, non finiva più di incularla, Laura ora ne traeva solo piacere e cominciò a godere furiosamente scuotendosi sulle gambe e gridando in continuazione.
“Siiiii ancora non smettere.”
Lui le sborrò nel culo con dei colpi tremendi, lei tremava come una foglia, rimase in quella posizione per alcuni minuti, era stremata, sfiancata, con le gambe larghe, mentre lui se ne andava come se nulla fosse sudato come un maiale mi disse.
“Gran troia, potete andare.”
Laura era ancora girata a pecora, non parlava, il suo volto raccontava il piacere dell’esperienza vissuta, io non seppi trattenermi e le sborrai sulla schiena, risaliti alla meno peggio in macchina rimanemmo in silenzio per alcuni chilometri, ci fermammo a una fontanella a ripulirci un poco, per giorni ogni volta che abbiamo scopato le ho raccontato quello che le avevo visto fare godendo in continuazione di quell’esperienza.

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Vi presento mia moglie Laura.

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Ho conosciuto Laura quando eravamo ragazzini, le nostre famiglie erano amiche e ci ritrovavamo spesso insieme, io avevo quattro anni più di lei e la vedevo solo come una ragazzina, una sorta di sorellina antipatica e lei mi vedeva allo stesso modo. Con il trascorrere degli anni restammo amici, entrambi vivendo le nostre prime esperienze d’amore, con l’aumentare dell’età l’antipatia reciproca che provavamo da ragazzini si trasformò in una bella amicizia. Un bel giorno fu Gianni il mio più caro amico d’infanzia a farmi aprire gli occhi, mi disse.
“Laura è diventata veramente una gran bella ragazza.”
Mi resi conto solo allora che l’amicizia poteva diventare qualcos’altro, Gianni oltre a Laura è la persona più importante della mia vita, ho sempre chiesto il suo giudizio in ogni decisione della mia vita e così è stato anche quando dichiarai il mio amore a Laura.
“Ma che aspetti? E’ fatta per te.”
Lei aveva 22 anni, io 26, mi ero appena laureato in Economia e Commercio, cominciai a lavorare presso lo studio di un commercialista, cinque anni dopo ci sposammo, nel frattempo lei si era impiegata presso una banca, Gianni e sua moglie Alessia furono i nostri testimoni di nozze, da allora spesso e volentieri trascorrevamo le vacanze insieme. Dopo tre anni di matrimonio e una vita sessuale normale stavo vivendo una fase di stanchezza e di calo del desiderio, Laura ne soffriva un po’ e me lo diceva pur comprendendo che era un fatto momentaneo dato dallo stress, la svolta accadde quando andò per tre giorni da sua madre, lei si era trasferita nella sua città d’origine dopo essere rimasta vedova, viveva a 300 km da casa nostra. In quei tre giorni solo in casa venni colto da un improvviso aumento di voglia di sesso, io non avevo mai voluto tradire mia moglie più che altro per paura delle conseguenze e se fossi stato scoperto? Decisi così di dedicarmi ad una maratona masturbatoria come quelle che facevo da ragazzo, accesi il PC e mi collegai ad uno dei tanti siti porno, cominciai a visionare filmati su filmati, la fantasia cominciò a galoppare in modo incredibile, mi imbattei in un filmato che vedeva come protagonista una donna americana, lei somigliava a mia moglie era alle prese con due ragazzi, l’idea che quella donna potesse essere lei e che facesse una cosa del genere solo per far piacere a me mi eccitò in modo incredibile, restai sveglio tutta la notte e mi masturbai altre 3 volte. L’adrenalina era tanta, non riuscendo a prendere sonno cominciai a gironzolare per forum e chat a sfondo sessuale dialogando con persone che si eccitavano alla mia stessa fantasia, vedere la propria moglie scopata da altri uomini, in mezzo ad una serie di personaggi chiaramente falsi e altri maleducati, mi soffermai a parlare con Alessandro. Anche lui aveva questa mia stessa fantasia, l’aveva comunicata alla moglie la quale inizialmente aveva reagito male, poi resasi conto che la cosa aveva risvolti positivi sulla loro vita sessuale cominciò a giocare in tal senso con il marito. Inizialmente fingevano la presenza di un terzo, dopo qualche tempo decisero di fare il salto di qualità, lei andava davvero a letto con un’ altro per poi raccontare tutto al marito, in diverse occasioni lui aveva anche assistito, dopo diversi anni Alessandro e sua moglie si separarono perché lei si era innamorata del suo amante e lui non era affatto pentito.
“Ho vissuto sensazioni irripetibili e meravigliose anche se sono costate il mio matrimonio, se tornassi indietro rifarei tutto anche se oggi mia moglie mi manca da morire.”
Trascorsi i due giorni seguenti attaccato al PC alla scoperta del mondo cuckold, conobbi altre persone e confrontai le loro esperienze con le mie sensazioni, decisi di parlarne a mia moglie quando sarebbe tornata, se l’avesse presa male avrei potuto addossare tutto alla stress ed al fatto che mi era mancata in quei tre giorni e non avrei più ripreso l’argomento. Le raccontai tutto, la prima serata il dialogo con Alessandro e tutto quello che mi era passato per la testa, lei la prese con molta allegria, mi disse che era contenta che mi fossi confidato con lei, cosa che molti mariti secondo lei non avrebbero fatto e che mi amava ancora di più proprio per questo. Quella sera e per i giorni che seguirono facemmo molte volte l’amore con tante variazioni sul tema, a volte fingevamo che io fossi un altro con cui lei mi stava tradendo, altre volte lei mentre scopavamo mi raccontava una sua scopata immaginaria con questo fantomatico amante e così via. La nostra vita sessuale migliorò di molto grazie a questo giochino, la cosa ci divertiva un mondo e ci eccitava parecchio, ogni tanto parlavamo del fatto se un giorno o l’altro avremmo mai trasformato la fantasia in realtà, entrambi eravamo d’accordo nel pensare che l’esperienza sarebbe stata troppo forte e rischiosa. La cosa comunque mi prese parecchio, passavo tutti i momenti liberi della giornata a fantasticare su qualche variante o novità nelle nostre fantasie, non avevo mai avuto un’attività sessuale più frenetica e sentivo il bisogno di parlarne con Gianni. Una sera ci incontrammo dopo il lavoro per prendere un aperitivo in un pub, introdussi piano l’argomento, temevo che mi giudicasse male, lui era sempre stato il classico “macho”, aveva tradito la moglie in più di una occasione vantandosene con me e al tempo stesso era estremamente geloso. Cominciai a parlargli del fatto che ci sono persone che si eccitano all’idea che la loro donna faccia sesso con un altro, lui mi diceva che è una fantasia che non capiva ma se a loro piaceva non giudicava, poi mi spinsi più in là e raccontai tutto, la sua reazione fu molto divertita, più che altro perché non vedeva Laura come una tipa a cui piacessero certi giochi, era contento per noi.
“Attenzione a non andare troppo oltre e se lei si trova un amante come nel caso che mi hai raccontato potresti pentirtene.”
Gli risposi che non era nostra intenzione passare dalla fantasia alla realtà, di contro gli chiesi se lui avesse voglia di provare a vedere se questa fantasia avrebbe avuto un effetto positivo anche su sua moglie Alessia, il volto di Gianni si rabbuiò.
“A volte quasi spero che mi tradisca, mi prendono i sensi di colpa per tutte le volte che l’ho tradita e in certo senso pareggeremmo i conti, poi se lei avesse le sue avventure sarei autorizzato a proseguire le mie.”
Chiudemmo il discorso lì, cambiammo argomento e tra un cocktail e una risata ci avviammo a casa, l’indomani Gianni mi telefonò dicendo che voleva raccontarmi una cosa, ci incontrammo per pranzo e mi disse che la sera aveva raccontato i nostri discorsi ad Alessia. Inizialmente me la presi, avrei preferito che prima almeno mi avesse chiesto se poteva parlarne alla moglie, lasciai perdere quando seppi che Alessia si era molto divertita all’idea e che anche loro avevano giocato con la stessa fantasia divertendosi parecchio.
“Alessia si è molto eccitata all’idea della trasgressione.”
Non riprendemmo comunque il discorso per un po’ di tempo, un paio di mesi dopo mia moglie mi disse.
“Devo confessarti una cosa.”
Laura mi raccontò che pochi giorni dopo la mia chiacchierata Alessia le aveva telefonato, avevano parlato di questa nuova fantasia che ci accomunava, di come la stessero vivendo da donne, notando che c’era una complicità maggiore con noi mariti si sentivano più desiderate e i risvolti sul piano sessuale erano assolutamente positivi. Io e Gianni comunque non affrontammo più l’argomento per almeno sei mesi, nel mese di luglio decidemmo di organizzare le vacanze insieme e di affittarci un bungalow in un villaggio turistico del sud Italia. Gianni mi confidò che si sentiva strano, vedeva sua moglie sempre più indipendente ed intraprendente, era una sensazione nuova e strana, anche la scelta del luogo di vacanza per la prima volta era nata da sua moglie e non da lui, questo indicava che qualcosa nei rapporti tra lui e Alessia stava cambiando.
“Alessia sta prendendo sempre più il sopravvento su di me, tutto è partito da quel gioco sessuale.” Gli dissi di rilassarsi, non doveva porsi il problema e vivere tutto serenamente, tutto qui, quando giungemmo al villaggio turistico scegliemmo il bungalow con due camere separate, il più lontano dal centro del villaggio nel punto più alto, volevamo trascorrere molte ore divertendoci lontano da sguardi e orecchie indiscrete. I primi otto giorni trascorsero meravigliosamente, mare, cibo, sesso a volontà e relax totale, ci sentivamo in paradiso, in genere trascorrevamo la mattina al mare, poi pranzo, pomeriggio al mare, cena, una passeggiata e dopo ci chiudevamo ogni coppia dentro la propria stanza fino all’esaurimento della forze per riprendere il ciclo l’indomani mattina. Due giorni prima della nostra partenza la direzione del villaggio aveva organizzato una festa, era nella discoteca situata al centro della struttura, durante la cena Alessia con un tono ammiccante disse a Laura ad alta voce affinché sentissimo tutti.
“Che ne dici se stasera ci facciamo guardare un po’?”
“Veramente vi guardiamo già abbastanza.”
Intervenni io.
“Ma io intendevo farmi guardare da qualche altro giovanotto.”
Rispose Alessia con un sorriso malizioso e disarmante, Gianni mi guardò in modo divertito senza dire nulla, Laura mia moglie aggiunse.
“Ma dai è solo un gioco divertente tanto per dare un po’ di pepe alle nostre fantasie, diciamolo tranquillamente lo sappiamo tutti che la cosa vi ecciterebbe.”
“E quindi? Spiegatevi meglio.”
Disse Gianni.
“Noi ci vestiamo in modo sexy, quando arriviamo in discoteca andiamo a ballare e voi restate in disparte a guardarci e osservare se qualche ragazzo ci prova.”
“No, non mi va, se poi c’è qualche malintenzionato o qualcuno che causa problemi?”
Dissi io.
Laura mi disse.
“E’ chiaro che non daremmo loro corda più di tanto, se dovesse succedere qualcosa non ci siete forse voi ad osservare e intervenire se necessario?”
Gianni mi guardò divertito.
“Che ne dici?”
Non ero convinto ma acconsentii.
“Va bene facciamolo, però se vedo che tirate troppo la corda, io e Luca ci portiamo a letto le ragazze più fighe di tutto il villaggio chiaro?”
Concluse Gianni, le ragazze si misero a ridere, ci baciarono e si andarono a cambiare mentre io e Gianni ci sedemmo in attesa del loro arrivo, dopo circa mezz’ora arrivarono con due vestitini sexy che non avevamo mai visto. Tutto nero quello di Laura, con un disegno a fantasia sul verde quello di Alessia, entrambe con la schiena completamente nuda, con le gonne cortissime, tacchi alti e trucco più forte del solito completavano il quadro, io e Gianni guardammo estasiati le nostre donne, ci incamminammo verso la discoteca seguendole e Gianni mi disse.
“Ma quei vestiti quando li hanno comprati? Vuoi vedere che le due tipe avevano in testa questo giochino fin da prima di partire?”
“Le donne sono sempre sorprendenti, non ti nascondo che la cosa mi sta arrapando fin da adesso.”
“Io non ti nascondo che anche per me è la stessa cosa.”
Giunti in discoteca ballava già parecchia gente, ci sedemmo in disparte al bancone del bar e le ragazze come d’accordo senza nemmeno salutarci andarono a ballare, io e Gianni non parlavamo ci limitavamo a bere un drink dopo l’altro e ad osservare le nostre donne completamente presi dalla faccenda. Due fighe da paura che ballano sole al centro della pista, in mezzo alla folla non tardano ad essere notate, dopo non molto tempo diversi ragazzi cominciarono a ronzare attorno a loro, io e Gianni ridevamo come matti a vedere come le donne si divertivano ad allontanarli quando si facevano troppo vicini, non viste ci facevano un cenno d’intesa quasi a dire.
“Visto che ci comportiamo bene?”
La vista di mia moglie che veniva abbordata mi dava una sensazione allo stomaco indescrivibile, un misto di dolore, adrenalina, eccitazione, bastava guardare Gianni per capire che per lui era esattamente la stessa cosa, dopo una mezz’oretta le ragazze si avvicinarono per bere insieme a noi, cominciava a girarmi la testa non so se per i drink o per la situazione nel suo insieme e dissi.
“Ragazze vi state comportando bene, anche troppo.”
“Troppo? Amore che intendi dire?”
Mi rispose Laura.
“Intendo che potreste anche ballare con qualche ragazzo anziché respingerli tutti.”
”Veramente li abbiamo respinti solo perché non ci piacevano.”
Rispose ridendo Alessia anche lei mezza ubriaca.
“Va bene io sono arrapato come un toro in calore, fate gli ultimi balli e divertitevi, poi andiamo via altrimenti le palle mi scoppiano.”
Disse Gianni, noi ridemmo tutti, le donne ci baciarono intensamente e tornarono a ballare, subito dopo vennero abbordate di nuovo da due ragazzi molto alti, uno era di colore, Gianni mi disse.
“Quelli sono due che lavorano qui al villaggio, questi ronzano attorno alle nostre mogli da qualche giorno.”
Risposi che non me ne ero accorto per nulla, poi la conversazione si interruppe perchè fummo presi dagli avvenimenti, i due ragazzi si erano fatti subito molto audaci e ballavano a stretto contatto con le nostri mogli, le quali non disdegnavano strusciarsi sui loro corpi, le mani del ragazzo di colore si allungavano ora sui fianchi di mia moglie ora sulla schiena di Alessia. Io e Gianni ci guardammo indecisi se intervenire o se restare ad osservare, lo spettacolo ci stava sconvolgendo, il tutto non durò a lungo per fortuna, Alessia e Laura non appena fini il brano musicale si allontanarono dai due tipi i quali restarono un po’ delusi, provarono a seguirle ma si fermarono quando videro che si erano venute a sedere accanto a noi. Sia io che Gianni notammo che entrambe si erano girate a sorridere ai due ragazzi, decidemmo di tornare al nostro bungalow perchè eravamo tutti brilli e molto eccitati, non appena arrivati le ragazze abbassarono i nostri pantaloni e cominciarono a spompinarci con grande energia. Anche questa era una novità, per quanto fossimo affiatati tra di noi non avevamo mai fatto attività sessuale di nessun tipo gli uni davanti agli altri, Gianni guardava mia moglie prendersi il mio cazzo in bocca ed io facevo altrettanto con la sua, era uno spettacolo stupendo. Entrambe mostravano un atteggiamento forte e dolcissimo al tempo stesso che ci lasciava senza fiato, sembrava facessero a gara a chi ci faceva venire prima, infatti dopo neanche tre minuti di pompino sia io che Gianni esplodemmo in un orgasmo violento, neanche il tempo di riprenderci e le ragazze ricominciarono, il livello di ormoni era talmente alto che anche stavolta non durammo a lungo, poco più di 5 minuti e arrivò un altro orgasmo, anche stavolta quasi simultaneo. Io e Gianni eravamo entrambi senza fiato, Alessia si sollevò il vestito, infilò le mani dentro le sue mutandine e cominciò a masturbarsi, Gianni andò a prendere una bottiglia di Whisky e ne versò due bicchieri, uno per me e uno per lui, nel frattempo anche mia moglie aveva cominciato a masturbarsi eravamo tutti in un delirio erotico mai vissuto prima. Io e Gianni continuammo a bere osservando le nostre donne che si masturbavamo, ormai eravamo fradici, ad un tratto Gianni si alzò in piedi e disse.
“Ormai dobbiamo farlo, dobbiamo andare fino in fondo”
“In fondo a cosa? Cosa intendi dire?”
Dissi io.
“In fondo a questa storia, dobbiamo bere l’intero calice, non possiamo più tornare indietro e non voglio più fermarmi, voglio che mia moglie viva la sua esperienza, lei ha già deciso e anch’io ho deciso, tanto vale arrivare dove vogliamo arrivare tutti.”
Intervenni dicendo a Gianni che era ubriaco e non capiva quello che diceva.
“Non sono ubriaco, non abbastanza da non capire lo sguardo negli occhi di mia moglie e di tua moglie che non si sono mai sentite così sexy, così donne, così vogliose di trasgredire come adesso, non sono ubriaco abbastanza da non aver visto lo sguardo sconvolto ed eccitato che avevi quando quel nero accarezzava la schiena di tua moglie, avresti dovuto vederti Luca, se ti fossi visto in uno specchio non penseresti che io sono ubriaco.”
Ci guardammo tutti negli occhi uomini e donne, Gianni aveva ragione, aveva dannatamente ragione, Alessia si alzò in piedi e baciò appassionatamente suo marito, che le disse.
“Voglio che tu lo faccia.”
Laura si avvicinò a me, mi guardava con un sorriso dolce e le dissi.
“Anche io voglio che tu lo faccia, ma solo se siamo sicuri che la cosa non abbia conseguenze.”
“Non le avrà, ti amo ancora di più, amore mio.”
Andammo a dormire, l’indomani mattina a colazione pianificammo tutta la faccenda, le ragazze sarebbero andate al mare cercando di farsi notare dai due ragazzi, poi li avrebbero invitati a passare nel primo pomeriggio, Io e Gianni saremmo usciti dal villaggio subito dopo pranzo ci saremmo appostati sul promontorio muniti di binocoli. Quello era l’unico punto in cui era visibile il terrazzo sul retro del bungalow, luogo che era nascosto alla vista di qualunque altra parte del villaggio e quindi ideale per il nostro scopo, avremmo visto tutto molto bene ed eravamo pronti ad intervenire se qualcosa fosse andata male. Come previsto le ragazze in spiaggia essendo da sole vennero avvicinate dai due della sera prima, fu Laura a lanciare l’amo.
“Nel pomeriggio siamo da sole al bungalow 24, perché non venite dopo le 16,00 a farci compagnia?” Ovviamente i ragazzi non si fecero pregare, si salutarono con un bacio sulla guancia, pranzammo tranquillamente parlando di tutt’altro, eravamo tutti entrati nella parte e recitavamo per frenare la trance erotica che sentivamo ribollire dentro di noi, dopo il caffè, alle 15 circa, io e Gianni prendemmo gli zaini e ci incamminammo verso il posto appartato che Gianni aveva notato qualche giorno prima.
“Ci vediamo stasera.”
Dissi a mia moglie, come se fosse un pomeriggio normale della nostra vita, alle 16 puntuali i due ragazzi si presentarono, dalla nostra postazione osservavamo tutto, si sedettero nel retro del bungalow e si versarono da bere chiacchierando. Capimmo che le cose stavano cambiando quando Laura si sedette sulle ginocchia di Pierre e Alessia in braccio a Paolo, Pierre cominciò ad accarezzare i seni di mia moglie e le sbottonò la camicetta, con una mano le stringeva un seno e infilò l’altra dentro la gonna nera, Paolo, dopo aver abbassato il bordo del vestitino indossato da Alessia ed averle tirato fuori i seni, cominciò a baciarli e leccarli, cosa che fece subito anche Pierre con i seni di Laura. Uno sconosciuto stava leccando i seni di mia moglie ed io stavo guardando arrapato, sia Laura che Alessia si misero in piedi, i due ragazzi le spogliarono accarezzandole dolcemente, una volta che erano rimaste con addosso solo le scarpe le misero a sedere sul tavolo al centro della veranda e cominciarono entrambi a leccare le fighe, Paolo ad Alessia e Pierre il ragazzo di colore a mia moglie Laura. Alessia fece cenno quasi subito a Paolo di non leccarla più, si spostò gli abbassò i pantaloncini e prese il suo cazzo in bocca succhiandolo con avidità, continuarono così per un po’ Alessia spompinava Paolo, il quale ogni tanto si chinava a baciare i seni di mia moglie, mentre Pierre le leccava la figa, Gianni osservava sorridendo e ogni tanto mi diceva.
“Tutto come avevo previsto e sperato è una sensazione incredibile.”
Gianni mi sorprese tirando fuori una macchina fotografica con uno zoom notevole, che io ignoravo lui possedesse, cominciò a fare foto su foto, nel frattempo laggiù avevano cambiato, Laura adesso si era seduta e succhiava il cazzo di Pierre, mentre Paolo prendeva Alessia da dietro con molta forza e lei sembrava godersela tutta. Subito dopo Paolo la spostò e la piazzò continuando a prenderla da dietro di fronte al cazzo di Pierre, adesso stavano leccando entrambe il membro molto grande del ragazzo di colore, cambiavano continuamente, Pierre prese mia moglie Laura e la rimise a sedere sul tavolo, cominciò a scoparla mentre lei aveva le gambe all’aria, dall’altra parte del tavolo Paolo continuava a prendere Alessia da dietro. Dopo qualche minuto in questo modo i due ragazzi si scambiarono un “cinque” e si spostarono, Pierre si piazzo davanti ad Alessia che comincio a spompinarlo e Paolo dopo aver accarezzato e baciato dolcemente la mia donna cominciò a prenderla in varie posizioni, prima da dietro poi si mise sopra di lei intervallando ogni tanto con un ripasso nella bocca, anche Alessia adesso era totalmente in balia di Pierre che la girava e la rigirava a suo piacimento. Non mi ero accorto che Gianni aveva cominciato a masturbarsi totalmente annebbiato e sconvolto dalle emozioni che lo stavano travolgendo.
“Perchè non ti masturbi anche tu, cosa aspetti? Vuoi che le palle ti esplodano?”
Mi disse, io non risposi, stavo scoppiando dalla voglia ma al tempo stesso non volevo perdermi nemmeno un attimo dello spettacolo che si offriva alla mia vista, adesso le due donne erano piazzate l’una di fronte all’altra e si baciavano mentre i due uomini le prendevano da dietro, si baciavano e si leccavano i seni a turno ma il meglio doveva ancora venire. Paolo si mise a sedere sulla sdraio e Alessia gli si mise di sopra, Pierre dapprima rimase un po’ a godersi la bocca di mia moglie poi si piazzo dietro Alessia penetrandola nel culo e cominciando una doppia mozzafiato, Laura si masturbava evidentemente molto eccitata nel vedere la sua amica scopata da due uomini contemporaneamente. Mille pensieri mi passarono per la mente, Laura non mi aveva mai dato il suo culetto e se adesso le fosse venuta voglia di una doppia penetrazione? Gianni continuava a masturbarsi mormorando ogni tanto qualche frase a commento.
“Brava… anche il culo… lo sapevo che ti sarebbe piaciuto.”
Venne per la seconda volta e riprese subito dopo, roba da matti, il mio timore era che anche Laura fosse sottoposta allo stesso trattamento di Alessia, mi calmai quando vidi che Pierre era giunto all’orgasmo e stava venendo sulla schiena di Alessia mentre Paolo continuava a sbatterla. Quello che non avrei mai immaginato sarebbe stato che Laura cominciasse a leccare lo sperma dalla schiena della sua amica, cominciò anche a leccare le palle di Paolo mentre lui scopava Alessia, sembrava stesse quasi per venire quando si fermò, uscì da Alessia e la rigirò piazzandola a schiena in giù e mettendo mia moglie proprio sopra di lei. Si spostò e cominciò a scopare Laura da dietro con molta forza mentre Pierre, il ragazzo di colore, guardava sorridendo ormai esausto, dopo pochi colpi Paolo venne dentro mia moglie la quale piazzò la figa sul viso di Alessia che cominciò a leccare lo sperma che le colava fuori. Rimasero così, esausti e compiaciuti per un po’ finchè i due ragazzi cominciarono a rivestirsi e se ne andarono salutando le nostre donne con un bacio, Gianni nel frattempo era venuto per la terza volta, chiudemmo gli zaini e tornammo al villaggio.

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In vacanza con mia moglie Monica 03

…Di ritorno verso l’albergo:
“allora, ti sono piaciuta?” dissi a mio marito Diego.
“Dai, non era quello che volevi? Qualcosa non va?”
“No, niente solo….”
“Solo..cosa?”
“Vedi cara, devo dire che mi ha fatto eccitare tantissimo, però dubito che riuscirai a guardare ancora in faccia quei due che erano con me al tavolo.”
“Perché, non vi sono piaciuta….? Ma se non riuscivate a togliermi gli occhi di dosso!”
“Sì, non è questo, però penso che li incontreremo ancora visto che sono i padroni dell’albergo, soprattutto dopo quello che hai fatto.”
“Ma scusa non potevi dirmelo….. dai che figura, avresti dovuto presentarmeli subito, prima che facessi ogni mossa.”
“In realtà ho tentato di dirtelo. Loro sono tornati da poco da un viaggio di lavoro e ti hanno visto ballare e allontanarti verso la spiaggia. Devono aver capito qualcosa e si sono seduti con me per offrirmi da bere…scusami, però eri troppo bella e troppo…”.
“Troppo….”
“Vedi io avevo una erezione incredibile perché immaginavo cosa avessi fatto e tu eri troppo decisa….mi sono bloccato, ecco tutto. Comunque domani è l’ultimo giorno e penso proprio che li rivedrai. Sei stata fantastica amore!”
Prima di entrare in camera ha voluto che aprissi la porta piegandomi in avanti per potermi vedere la figa da dietro. E una volta entrati non ha resistito: mi ha sbattuta sul letto aprendomi le gambe dicendomi: “guarda che bella figa aperta che hai tesoro. Sicuramente ha fatto divertire qualche bel cazzo stasera”.
Poi annusandomi: “sa proprio di cazzo, amore…si sente”. Ed ha cominciato a leccarmi tutta, prima le grandi labbra, poi spingendo la lingua sempre più all’interno. Io stavo godendo di nuovo, e in preda all’eccitazione: “peccato che mi sono pulita con il perizoma, avrei potuto lasciarti un po’ di sborra anche per te!”.
Queste parole devono aver fatto s**ttare qualcosa in Diego, perché di colpo si è alzato, si è sfilato i pantaloni e mi ha penetrata con foga mai vista. Non glielo avevo mai sentito così duro in tutta la vacanza, mi dava dei colpi fortissimi facendolo entrare tutto fino alle palle, finchè sfilandolo mi è venuto sulle tette e sulla pancia. Poi, come piace a lui, mi spalmato la sborra sulle tette e si è disteso di fianco a me. Dopo pochi minuti aveva di nuovo il cazzo che mi puntava sulla pancia e mi chiese di raccontargli tutto….dei balli, della spiaggia e delle scopate con i due ragazzi. Mentre ascoltava il mio racconto mi ha sputato sul culo e mi ha inculata fino a riempirmi di sborra. Mi ha chiesto di restare sporca di sperma e ci siamo addormentati abbracciati.
Il mattino seguente ci siamo fatti una bella doccia rigenerante, colazione, poi in camera a prepararci per l’ultimo giorno di mare. Arrivammo in spiaggia verso le 9,30, questa volta con indosso un normale costume a due pezzi, per niente vistoso, l’unico che mi ero portata di questo tipo e che ancora non avevo messo. Dopo circa un’ ora di sole si avvicinò qualcuno al nostro ombrellone:
“buongiorno Diego, dormito bene? Ahhh..cara Monica, noi siamo Paolo e Gianni, i padroni dell’albergo, non abbiamo avuto modo di presentarci ieri sera”. Erano due cinquantenni brizzolati molto piacenti con un fisico asciutto. Sembravano quasi fratelli da quanto si assomigliavano.
“Piacere Monica.” E abbassando la testa per un po’ di vergogna, strinsi loro la mano.
Dopo altre frasi di circostanza che mi misero un po’ a mio agio, Paolo dice:
“Sai in realtà siamo venuti a trovarvi per te Monica”.
“In che senso per me”.
“Nel senso che tuo marito ieri sera ci ha spiegato che siete una coppia molto aperta e che cerca di eccitarsi vivendo situazioni particolari”.
Guardo mio marito fulminandolo con gli occhi, lo stronzo non mi aveva detto che avevano parlato anche di questo. Non mi danno il tempo di rispondere…
“Anzi quello che abbiamo visto ieri sera, direi che lascia poco spazio all’immaginazione, siete una bella coppia molto porca”.
“In effetti è quello che facciamo, però sia chiaro, solo perché lo vogliamo tutti e due.” Risposi.
“Bene, per non farla lunga, ieri sera ci hai colpito molto e vorremmo invitarti da noi oggi pomeriggio dopo pranzo verso le 15, da sola….senza tuo marito.” Capiamo l’indecisione, non sei obbligata, ma potremmo farvi vivere un’ ultima esperienza molto trasgressiva”.
“Non saprei dobbiamo parlarne, mi cogliete proprio di sorpresa.”
“Ok, decidete con calma, ci farete sapere. Anzi noi siamo al bar, se decidete per il si, Monica, ti togli il pezzo di sopra del costume prima di tornare all’albergo per pranzo e ci passi davanti a salutarci.
“…ci pensiamo promesso.” Poi prima di allontanarsi Gianni mi dice:
“una cosa Monica, che numero porti di piede?”
“37” rispondo.
Una volta soli chiedo a Diego come mai non mi aveva informata della conversazione di ieri sera, poi senza dargli tempo, visto che era evidente dal suo cazzo quello che voleva….
” Ho deciso di accettare! Voglio giocare un po’ con loro” E mi tolsi subito il costume mostrando le tette.
All’ora di pranzo tornando in albergo, passai in topless davanti ai due padroni, salutandoli con un sorriso. Mio marito era eccitatissimo, non vedeva l’ora che facessi ancora la puttana.
“Vado ancora a fare la troia, amore. Ho voglia di essere trattata da puttana”.
Diego mi disse che potevo fare tutto quello che volevo. Mi avrebbe aspettato nella nostra camera, ansioso di riabbracciare e scopare la sua zoccola.
Al tavolo da pranzo trovai un biglietto “ore 15 camera n 525 ultimo piano. Vestiti solo con l’accappatoio dell’albergo.”
Dieci minuti prima delle 15, indossai il solo accappatoio con ai piedi i sandali da mare e uscii lasciando mio marito in camera. Salii al piano superiore fino alla camera e bussai. Dopo poco mi aprì Gianni sorridendomi e baciandomi sulla guancia. Mi fece sedere sul divano e mi offrì un drink.
La camera era spaziosa, molto più di una riservata alla clientela. Un anticamera con un comodo divano sul quale mi ero seduta e due poltrone e poi la stanza da letto con un letto molto grande e un bagno con molti comfort.
“Paolo dovrebbe arrivare tra pochi minuti.” Infatti dopo poco entrò con una borsa in mano. Mi salutò anche lui con un bacio sulla guancia, poi mi disse:
“qui c’è un piccolo regalo per te, vorremo che ti vestissi così per noi. Puoi cambiarti nel bagno, da quella parte.”
Mi diressi in bagno, aprii la borsa e indossai quello che mi avevano comperato.
Era una tutina nera intera a rete che mi fasciava le gambe e il seno e con una apertura che lasciava scoperta la figa. Ai piedi calzai scarpe trasparenti altissime numero 37. Mi guardai allo specchio e mi vidi….semplicemente troia…vestita come un’ attrice di film porno che si prepara ad essere usata…..mi stavo bagnando.
Feci un lungo respiro, uscii dal bagno ondeggiando sui tacchi vertiginosi e li vidi ad aspettarmi seduti sul divano con i pantaloni abbassati alle caviglie e l’uccello duro. Mi fecero i complimenti e m’ indicarono la poltrona proprio di fronte a loro.
“Sembri proprio una troia Monica, siediti, allarga le gambe appoggiandole sui braccioli della poltrona e toccati da sola” Era un tono di voce deciso che un po’ m’ impaurì, poi una volta seduta ho cominciato ad ubbidire. Divaricai le gambe appoggiandole ai braccioli e li guardavo negli occhi vedendo crescere la loro eccitazione. I cazzi s’ indurivano sempre di più e l’odore di sesso cominciava a riempire l’ambiente. Allargai la figa mostrandola già umida, m’ insalivai un dito e cominciai a farlo entrare dentro di me, mentre con l’altra mano mi toccavo il seno. Dopo qualche minuto:
“sei brava Monica, vedo che hai capito che ci devi ubbidire”. “ Ce lo aveva detto ieri sera tuo marito che ti piace essere umiliata prima di essere scopata. Dovrai ringraziarlo più tardi, perché è lui che ci ha chiesto di venire da te questa mattina e di proporti di essere nostra per un pomeriggio. Era sicuro che avresti accettato per il solo piacere di sentirti puttana”.
“Le sorprese però non sono ancora finite, vogliamo che oggi tu sia la nostra cagnetta”.
Io continuavo a sditalinarmi mentre Paolo prese un altro pacchetto e lo aprì.
“Vedi, per essere una cagnetta ti manca la coda”. Cercai di indicare che i miei capelli biondi lunghi potevano fare al caso, però mi bloccò dicendomi:
” No, ecco quello che ti serve”. Era un dildo anale rosso con attaccata una lunga coda nera.
“Adesso puttanella voltati e mostraci il culo”. Mi girai a quattro zampe, Paolo mi toccò la figa e con i miei umori mi lubrificò il buchetto e m’ infilò il fallo finto tutto nel culo. Un gridolino e la sanzione di essere piena. Era sicuramente più largo di un normale cazzo ma più corto, con una base più larga in modo che mi restasse infilato dentro. Mi piaceva….era quello che volevo. Così tanto eccitata che non avrei rifiutato niente.
“Adesso alzati e facci vedere come cammina una cagna in calore”.
Mi alzai e camminai girando intorno al divano cercando di non fare cadere la mia coda.
“No, non così, mettiti a quattro zampe, devi essere più reale”.
Mi misi a quattro zampe e avanzai verso di loro. Il pensiero di essere diventata una cagna mi stava facendo impazzire di voglia. Ad ogni passo sentivo la coda muoversi lungo le gambe. Nel frattempo si erano tolti i pantaloni e vedendomi rossa in viso mi chiesero se mi vergognavo a fare quella cosa.
Paolo mi venne vicino, e mi applicò una benda nera sugli occhi dicendo:
“così eviti di guardarci e puoi lasciarti andare completamente”.
Non mi stavo vergognando, ero solo rossa per il caldo della stanza e per la voglia crescente.
Paolo tornò a sedersi sul divano:
“Ora vieni da noi a leccarci il cazzo, troia”. Continuavano ad insultarmi mentre passavo la lingua da un cazzo ad un altro insalivandoli per bene. Sapevo benissimo che tra poco un’altra parte del mio corpo li avrebbe assaggiati.
Infatti, uno cominciò a toccarmi la fica: era fradicia di umori.
“Ma allora ti piace essere trattata come una cagnetta”.
Sempre messa a quattro zampe e bendata mi misero al collo un collare con un guinzaglio e mi guidarono fino al letto. Molto lentamente…volevano godersi il risultato della mia trasformazione. Ogni volta che mi insultavano sentivo delle scosse di piacere sulla figa. Troia, succhiacazzi, mignotta, figarotta, puttana del cazzo…..aumentavano solo la mia voglia. Mi fecero distendere sul letto a pancia in su, allargai le gambe e mi penetrarono facendomi finalmente gridare il mio piacere. A turno si scambiavano, io leccavo un cazzo mentre prendevo l’altro in figa fino in fondo. Ogni tanto sentivo tirare il guinzaglio se smettevo di succhiare…” succhia troia….non fermarti”. Ancora con la benda sugli occhi non potevo vedere chi mi stava scopando, anche se ormai stavo incominciando a riconoscere i loro cazzi.
“Sì puttanella, ti piace, vero? Apri la bocca che adesso ti do qualcosa da bere”. Quello che mi scopava, sfilò l’uccello e avvicinandosi alla mia bocca mi fece ingoiare un getto caldo di sperma. Alcune gocce mi rigarono il viso. L’altro prese a scoparmi e vedendomi sporca di sperma:
“Che vacca che sei…hai ingoiato tutta la sborrata, tieni bevi ancora…”. Un altro getto di sborra mi arrivò sul viso, in parte assaggiai anche quello. Anche la benda nera davanti agli occhi si era bagnata e Paolo finalmente me la tolse dandomela da leccare.
“Vieni Monica, non abbiamo ancora finito, sei troppo bella e troppo puttana per lasciarti andare così presto”. Mi accompagnarono in bagno a darmi una pulita al viso, mi sfilarono la “coda” che mi era rimasta nel culo per tutto il tempo e mi fecero sedere sul bidet per sciacquarmi la figa. Mentre passavo la mano sulla figa vidi i due membri riprendere vigore. Gli uccelli che si allungavano e le cappelle che piano piano uscivano puntando verso il mio viso. Li presi ancora in bocca sentendo il gusto misto di sborra e di figa.
“Non ti serve più la coda, tra poco ti sentirai riempita da qualcosa di ben più grosso”.
Tirata da Paolo per il guinzaglio, ma questa volta camminando su due piedi, andammo al letto matrimoniale, mi misero a pecorina e mi prepararono per l’inculata usando le dita. Di nuovo dai modi gentili del bagno erano passati ai modo rudi e a****leschi della scopata di poco prima. Mi incularono di colpo senza farmi abituare, mettendolo fino alla palle. Si scambiavano senza darmi tregua cercando in questo modo di ritardare le sborrate per divertirsi il più possibile con il mio corpo.
Poi uno venne sotto di me per infilare nuovamente il cazzo nella mia figa già aperta. Ero presa da due cazzi. Che bello sentirsi riempita in tutti i buchi e tutto questo devo ammetterlo….grazie a mio marito che mi ha permesso di provare cosa significa trasgredire. Si scambiavano di posto, mi chiamavano ancora troia, puttana, vacca, succhiacazzi, baldracca, ed io provavo orgasmi a ripetizione. Ne ebbi almeno tre prima di riuscire a farli sborrare. La sborra arrivò quasi simultanea per entrambi: uno in figa e l’altro nel culo.
“Adesso puoi tornare da tuo marito”. L’orologio della stanza segnava le 17,15, per più di due ore ero stata la troia dei padroni dell’albergo. Cercai di alzarmi per tornare da Diego, però mi fermarono:
“aspetta, vogliamo fare un regalo anche al cornuto che ti attende col cazzetto in tiro”. Mi fecero sdraiare a pancia in su, un po’ di sborra mi stava uscendo dal culo, e mi infilarono di nuovo il dildo anale con la coda.
“Così ne porti un po’ anche a lui”. Poi mi abbassarono il vestito scoprendo le tette e il ventre, e con pennarello blu indelebile mi scrissero in stampatello sulla pancia:
“MOGLIE TROIA, LECCAMI” con una freccia ad indicare la figa piena di sborra. Mi rialzarono il vestito e mi porsero l’accappatoio con cui mi ero presentata.
“Puoi tornare adesso, però attenta a non far cadere nulla”. E mi salutarono baciandomi sul collo e infilandomi la benda nera, usata per gli occhi e ancora sporca di sborra, dentro alla figa.
“Sei stata fantastica, tuo marito è un uomo fortunato”. Quando la porta si chiuse dietro di me, cercai di camminare verso l’ascensore con naturalezza, ma era difficile con le scarpe alte da puttana, il vibratore nel culo e la sborra che dalla fica, nonostante la benda, cominciava a colarmi lungo le cosce. Cercai di fare in fretta anche se il lungo accappatoio non lasciava intravedere nulla. Bussai per entrare da mio marito. Era nudo con il cazzo in tiro. Mi baciò in bocca:
“Hai ancora il sapore di cazzo sulle labbra”.
“Si e non solo lì tesoro”. Quando aprii l’accappatoio rimase di sasso. Il vestito a rete, il guinzaglio, le scarpe, le gocce di sborra lungo le gambe, la benda infilata nella figa e il cazzo finto nel culo!
“Raccontami tutto amore, ti prego”.
“Non avere fretta tesoro, la vedi la scritta? Gli dissi abbassandomi il vestitino. Ecco, adesso da bravo mi ripulisci per bene. Ho fatto la loro cagna a quattro zampe con la coda infilata nel culo….per il momento pensa solo a questo.
Mi tolsi la benda dalla figa e gliela sventolai sotto al naso. Sentì l’odore di sborra. Mi sdraiai sul letto a gambe larghe e cominciò a leccarmela assaporando la sborra di un altro uomo direttamente dalla figa della sua mogliettina. Non era la prima volta che lo facevamo. Mi piaceva sentire la sua lingua e mi stavo preparando a godere ancora. Mi tolse il plug e vide lo sperma uscire anche dal culo. Ne raccolse anche da lì con la lingua dandomi un po’ di sollievo ad entrambi i buchi apertissimi. Volevo far divertire lui ora, se lo meritava, io amo mio marito.
Gli raccontai tutto e mi scopò e inculò più volte fino alle 9 di sera. Mi fece rifare la cagna così come mi avevano ordinato Paolo e Gianni. Mi diceva che gli piaceva sapere che ero stata sfondata perché avevo fatto la puttana e che lo eccitavo da morire e ogni volta sborrava sul mio corpo. Vedere godere così tanto la persona che ami non ha prezzo. Rifacevo tutto quello che mi chiedeva. Continuava a sborrare non appena aggiungevo dei nuovi particolari di come ero stata usata e ogni volta non mi permetteva di pulirmi facendomi restare completamente piena di sborra. Dalle tre del pomeriggio stavo ricevendo dei cazzi dentro ai miei buchi. Ma non mi stanco mai a sentire il cazzo di mio marito, il cazzo del mio amore. Avrebbe potuto continuare finchè ne avesse avuto voglia.
Ci riposammo un pochino sul letto e ci facemmo una doccia, io particolarmente accurata e lunga. Poi uscimmo per mangiare qualcosa. Eravamo appagati, indossai dei pantaloni lunghi neri e una canottiera rossa piuttosto lunga in modo da coprire la scritta sulla pancia che con la doccia non si era cancellata completamente. Sentivo il culo aperto mentre camminavo. Stanchissimi, dopo cena ritornammo subito in camera per riposarci dopo la lunga giornata di sesso…

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Giada mia moglie

mia moglie Giada, tutto fare presso la segreteria di uno studio d’analisi. 38 anni,bella e molto solare. Lei non sospetta nulla ma io so delle sue scappatelle, soprattutto della sudditanza nei confronti del suo capo. Farmacista molto stronzo e con la faccia da pervertito sbruffone.
Io è’ vero sono un cornuto, non lo posso negare. Nemmeno che mi eccito a pensarla intenta a far godere lo stronzo.
Perché’? Non lo so. Forse e’ una mia debolezza o perversione. E’ così’ e basta. Ci convivo, con sentimenti molto contrastanti ma non posso farci nulla.
Un giorno rientra a casa da lavoro e mi dice: sabato c’è’ la cena del laboratorio, ci andiamo?. Ti va?. Immaginate il mio stato d’animo. Ok ok, se vuoi ci andiamo. Già’ fantasticavo su quella serata.
Arriva sabato, sono le 19 ed iniziamo a prepararci per la serata. Non era la prima cena con i suoi colleghi, colleghe, organizzata dal datore di lavoro. Di solito erano serate molto noiose,ameno per me, trascorse a parlare del loro lavoro, lodare l’impegno di alcune di loro e tanti sermoni del capo. Si mangiava e beveva qualcosa.
Io come al solito, vesto casual; jeans, camicetta chiara, giacca sportiva, mocassino. Carino nulla di che. Esco dalla stanza ed arrivo in bagno. Wow! Esclamo. Di fronte si palesa una e****t intenta a prepararsi per una seratina hot. Bellissima; tacco 12 lucido, bodystcking nero velato, perizoma e nessun reggiseno. Dopo sarebbe venuto il vestitino nero con i violant ed il fiocco su di una spallina. Completava il tutto un trucco rosso sulle labbra ed i contorni marcati per far risaltare i bellissimi occhi azzurri. Io subito: ma dove vai così’? Hai deciso di far morire d’infarto qualcuno?. Scherzavo ma non troppo. Scemo! Dice lei. Sono bella per te. Se qualcuno rosica non ti devi mica offendere. Poi torniamo a casa e sono tua. Mi abbraccia e schiocca un bel bacio sulla guancia. Immaginate cosa ho pensato in quel momento.
Inizia la serata.
Alle 22.30, siamo un gruppo di 20 persone circa. Coppie e qualche single. Il dottore con la moglie al capo tavola. Si e’ mangiato bene,bevuto molto e la solita serata di tanti bla bla e’ partita da qualche mezz’ora. Giro con gli occhi,fingendo di chiacchierare ed interessarmi ad i discorsi dei presenti. La moglie del collega alla mia destra, continuava a parlarmi e dire cose. Io rispondevo con monosillabe e qualche sorriso.
Ogni tanto, intercettavo lo sguardo del porco con quello di mia moglie. Giada lo fissava intensamente per pochi istanti e poi cambiava direzione. Così’ per molti momenti della serata. Sapevo cosa frullava nelle loro teste,cosa stavano pensando e come al solito ero eccitato.
La serata continuo’ così’.
Poi qualcuno si alzo’, parti’ la musica e qualche canzoncina buttata li. Io andai in bagno. Rinfres**to, gironzolai per il giardino della casa, sentivo le voci pervenire dietro l’angolo e mi rilassavo passeggiando. Giada l’avevo lasciata intenta a chiacchierare con due sue colleghe. Due brave ragazze, una anche bona.
Tornai verso la compagnia. Giada non c’era. Nemmeno il Dottore e qualcun’altro. Cazzo! Dove sono andati?
Fissai Ilaria, la dottoressa del laboratorio ancora seduta. Dov’è’ Giada le chiesi. Non so era qui rispose lei.
La mia fantasia oramai era partita per la tangenziale. Corpi intrecciati, bagni promiscui ecc…. Troia! Pensai. Entrai in casa. Girai per il salone e poi le scale del seminterrato. Intercettai la moglie del padrone di casa, cornuta come me. Sorrisi. Non volevo fare scenate o cose del genere. Lei mi disse qualcosa inerente la cena, forse se mi era piaciuta. Io risposi con un bel sorriso e le risposi che la cena era stata di mio gradimento. Lei volto’ l’angolo e non la vidi più.
Incazzato ed arrapato, non sapevo dove andare. Salire su verso le camere? Che figura se mi beccavano!?. Dov’eri Giada?. Cazzo ma sotto il naso di tutti?. Così’ spudorati?.
Quasi in pieno panico, confuso, decisi allora di tornare fuori e fare finta di niente. Sarebbero rinvenuti e subito avrei compreso l’epilogo della cosa. Tornai in giardino,era freddino tutto sommato. Una volta a l’esterno ebbi un flash. Il parcheggio. Si erano diretti li.
Voltai a sinistra in direzione del grande piazzale esterno alla villetta.
Scavalcai la ringhiera per non far rumore con il cancello elettrico. Sceso da l’altro lato, percorsi pochi metri quasi al buio. La mia macchina era al suo posto ma senza nessuno dentro o intorno. Nemmeno qui. Allora dove?.
Feci per voltarmi verso la mia destra e quasi per caso, intravidi in fondo al vialetto a circa 20mt, una lucina molto piccola ed alcune sagome. Tacqui ed udii impercettibili chiacchiericci e gorgoglii. Mi avvicinai, nascondendomi nella penombra. Arrivato alle spalle del gruppetto, nascosto dietro una lunga siepe, mi concentrai per udire e vedere meglio. A l’inizio vedevo soltanto la luce proveniente da un telefonino, e 3 forse 4 corpi vicini. In verità’ erano più’ che vicini, perché’ inizia a capire che si baciavano e toccavano. Non capivo chi fossero però’. Volevo avvicinarmi, osservare da più’ vicino. Era pericoloso ma avevo troppa voglia. Saliva l’eccitazione. Udii molto bene il rumore dei baci e le lingue che si bagnavano. Poi, il tipico sfregare delle mani che svestono degli indumenti. Sii dai sii, baci, mmm, sii dai mi piace. Non ero sicuro, forse era Giada. Vidi una chioma inginocchiata, una sagoma in piedi ed il rumore di una cinta che si slacciava come una zip che si apriva. Dopo fu chiaro l’inizio di un pompino. Mm sii lecca Troia,lecca sto bel cazzo. Era un pompino senza ombra di dubbio. Più’ leccava e più’ i tipici stridolii della saliva a contatto con la carne divennero chiarissimi.
Lecca! I rumori ed il ritmo aumentavano. Mmm si mi piace il tuo cazzo, rispose lei. Non volevo crederci e non ero sicuro ma sembrava la voce di Giada. Daiiii! Dai che vengo. Riprendi cazzo, riprendi tutto. Un altro uomo riprendeva tutto con il telefonino. Guarda come lo succhia sta Troia. Poi risate e rumori come prima. Ad un certo punto si fermarono, la luce del telefonino spari’ ed i corpi cambiarono posizione. Non capivo però’ come e perché’. Decisi allora di approfittare del momento e scavalcare la siepe. 3 mt più’ in la potevo osservare tutto e nascondermi protetto dal buio. Lo feci. Messo a fuoco, stavolta vidi tutto abbastanza bene. Se si fossero spostati di 4 passi verso di me, avrebbero anche potuto scoprirmi. Accucciato osservai tutto. Ebbi un sussulto. Giada era lì. Poggiava i polsi tendendo le braccia sopra le spalle di un uomo. Era rimasta con il solo bodystocking senza nemmeno il perizoma. Gambe aperte, in piedi. Un uomo di fronte, intento a palparla ovunque. Grosso, però’ non capivo chi fosse. Dietro invece, un rispetto più’ basso di lei. Intravedevo le sole gambe ed un pezzo della spalla. Aveva i calzoni calati sulle caviglie. La stava scopando da dietro. Entrambe le mani le cingevano i fianchi e la spingevano avanti ed indietro. Lei leggermente piegata verso il primo dei due, poggiava le braccia per non cadere e collaborare al ritmo della danza. Bella divaricata, ansimava e godeva. Ritmava la fottuta, bagnandosi le labbra e inarcando la schiena in qualche spasmo godereccio. Adesso il più’ grosso la filmava con il telefonino e lei non curante sorrideva con un ghigno da troiione in piena estasi. Ora la teneva in equilibrio con una sola mano, per non farla cadere in avanti e permettere al socio di sbatterla con vigore. Era piccolo ma stantuffava alla grande. Scopala dai, scopa sta Troia! Sii dai fottimi, fottimi dai!. Lei stava godendo come una grande puttana ed esprimeva tutto il suo piacere immortalando un ciac sa paura. Fissava il telefono e si tintillava i capezzoli turgidi. Vedevo le chiappe sballottolare e sobbalzare per i colpi decisi da dietro. Ero quasi certo che quei due non c’erano alla cena. Poi, il tizio afferro’ i polsi di lei ed inizio’ il rush finale. I colpi si fecero frenetici e molto più’ vigorosi. Lei si inarco’ tutta e sbarro’ gli occhi dalla gran foga che sentiva dentro la pancia. Cazzo vengoooo! Quasi urlo’ il piccoletto. Siiii cazzo ho ripreso tutto, il secondo. Ahhhhh siiiii, disse lei, adendo sulle ginocchia a quattro zampe. L’avevo preso tutto e dentro. L’aveva riempita quel piccoletto. Lo vidi in faccia, avrà’ avuto si e no 20 anni. Faccia da cazzo, cappellino e secco come un chiodo. Chi cazzo era?. Il secondo rideva e si toccava la patta. Ti e’ piaciuto ehhh troia! Dai sii cazzo ci siamo sbattuti sta figa. Cazzo ho fatto un capolavoro. Lei li guardava,con un ghigno,soddisfatta. Sii dai annamosene mo’, o ce sgamano, da uno dei due.
Ciao troietta quanno voi chiamace. Uno afferro’ la borsa di lei a terra, frugo’ e tiro’ fuori il suo telefonino. Digito’ sulla tastiera e getto’ il telefono dentro la borsa di nuovo. Ooo mo c’ha i er numero mio. Capito? Di fronte a lei, ora sulle caviglie accovacciata, le disse di chiamarlo. Poi spari’ nel buio. Lei annui’, si tocco’ la vulva e gli accarezzo’ una gamba. Via. Poi tutti via. Lei si rivestì’ nella penombra e poi andò’ verso la nostra auto. Io tornai di corsa per lo stesso percorso alla serata. Arrivai al mio posto 1 mn prima di lei. Si sedette al mio fianco, sospiro’. Era scossa, quasi imbambolata. Tutto ok? Sii sii certo,sorrise. Le misi una mano sopra un ginocchio. Strinsi un po’. Era fresca. Volli salire con la mano. Quasi vicino a l’interno coscia,la sua mano si poggio’ sulla mia,fermandomi. Fermo!. Sei matto?. Poi a l’orecchio mi disse…a casa ti lecco anche le palle. Ed io…Troia …..sorridemmo.

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Prima la moglie e poi il marito

Mi chiamo Susanna. Di solito quel tirchio di mio marito Rino mandava sempre me a ritirare l’auto in officina da Gianni, il meccanico. Sapeva che col mio sex appeal riuscivo ad avere forti sconti sulle fatture da pagare. Gianni era pazzo di me e perciò si metteva a disposizione ma si sa che, tirandola troppo, la corda inevitabilmente si spezza. Un giorno Gianni, giustamente stufo di essere preso per il culo, ricevendo pochi spiccioli per grossi lavori, pretese il pagamento in natura. Era proprio incazzato il poverino e, in un attimo, mi ritrovai sull’auto a cosce aperte con la sua lingua bollente pronta a leccare la mia passera. Non sono certo di legno e tantomeno una santa e così mi lasciai slinguazzare eccitandomi sempre più. Gli presi l’uccello in bocca e lo ripagai di tutti quei lavori saldati sottocosto o almeno così credevo. E già, perché un bocchino, seppur delizioso e con l’ingoio, non gli bastava mica. Voleva di più e lo fece capire chiaramente ficcandomi il suo bel cazzone in culo! Me lo sfondò perbene in varie posizioni, poi me lo schiaffo nella fregna e così venimmo entrambi. Io mi bagnai tutta e lui esplose una sborrata copiosa nella mia fica calda e strapazzata. Ovviamente soddisfatto dalle mie carni, mi disse che potevo considerare saldati bene i pagamenti e riferirlo a mio marito. Quando tornai a casa dissi a Rino: “Stavolta il meccanico non si è accontentato delle briciole, ha voluto capitale e interessi!”. Rino mi chiese: “Che vuoi dire cara?”, Gli risposi: “Ho dovuto dargli culo e sorca ed è per colpa tua che sei un taccagno”. Rino mi domandò: “…e ti è piaciuto?”. Gli replicai: “Oh si certo! Gianni ha proprio un bel cazzo, mi ha fatto godere tanto, sai! E’ stato molto eccitante e trasgressivo scopare con lui, sapendo che ti stavo mettendo un bel paio di corna!”. Rino si arrabbiò, mi disse: “Accidenti, che puttana! Gode a farmi cornuto!”. Poi però notai una curiosità in lui, quando commentò: “Beh deve essere stato bravo a soddisfare una donna insaziabile come te!”. Più troia che mai e amante nel creare situazioni imbarazzanti e giochini torbidi, gli dissi: “Perché non vai a trovarlo, così vi chiarite”. Il resto della storia me l’ha raccontata Rino naturalmente. Entrò in officina e disse: “Ehi Gianni, ti sei fatto mia moglie!”. Gianni rispose: “Beh, cosa vuoi, ci so fare con le donne… e poi voi siete cattivi pagatori. Ce l’hai con me, per caso?”. Rino di rimando: “Sì, è vero, un po’ sì, però ti confido che mia moglie sembrava molto soddisfatta di te, l’hai proprio fatta godere!”. Gianni sorpreso: “Ah, grazie del complimento, oltre che in bocca, l’ho scopata in culo e in fica, ti eccita per caso?”. Mio marito rispose: “Beh, direi di sì…”. I due si guardarono negli occhi, poi il meccanico, tra il serio e lo scherzo, disse: “Senti un po’, non dirmi che vorresti provarlo anche tu il mio cazzo…”. Rino si eccitò a questa frase, si avvicinò al meccanico e lo baciò in bocca con passione. Gianni gli disse: “Che fai? Io vado solo con le donne, sai?”. Ma Rino era accalorato e farfugliò: “Accidenti, sei quello che ha fatto godere mia moglie, mi attizzi!”. Con passione sempre più forte, ribaciò in bocca il meccanico. Gianni si eccitò a sua volta e a quel punto ricambiò il bacio. Le lingue iniziarono a cercarsi con complicità, il ghiaccio era rotto ormai. Mio marito si inginocchiò e iniziò a succhiare il cazzo del meccanico come avevo fatto io in precedenza. La voglia aumentò sempre più finché il mio lui, denudandosi velocemente, finì per farsi inchiappettare alla pecorina. Quel cazzo fantastico fece godere anche mio marito che si prese un bel getto di sborra nel culo. Ora sì che avevamo pagato in modo soddisfacente il dotato meccanico!

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In vacanza con mia moglie Monica 06

…Sentii la chiave nella serratura e la porta aprirsi. Guardai l’orologio, erano le 5.48 di mattina. Lo ricordo ancora perfettamente perché quell’orario è associato alla figura di mia moglie Monica che poco dopo mi raggiunge nel letto a conclusione di quella serata pazzesca e probabilmente irripetibile. Completamente nuda senza scarpe, i ricci biondi tutti in disordine e le tracce di sborra seccata su tutto il corpo e sui capelli. Inoltre diversi segni rossi le rigavano il corpo e qualche livido era visibile sulle gambe e sulle braccia. “Non preoccuparti sto bene, sono solo stanchissima” mi disse fugando immediatamente ogni mia preoccupazione. “Quei porci hanno appena finito di divertirsi. Mi sento completamente a pezzi. Voglio solo farmi una bella dormita, più tardi ti racconto tutto.” Mi diede un bacio sulle labbra rassicurandomi e si sdraiò a letto al mio fianco. Si addormentò quasi subito. Mi alzai per andare in bagno dove guardai dalla finestra per dare un volto alle voci che provenivano dal giardino. Erano 5 uomini, Gianni, Paolo e inoltre riconobbi chiaramente la figura di Aldo con quelli che dovevano essere due dei suoi amici che al ristorante avevano palpato Monica. Pensai che questa volta molto probabilmente erano andati ben oltre a qualche toccatina. Evidentemente la serata aveva subito diversi cambiamenti dal piano originale. Pensieroso tornai a letto dove Monica dormiva nuda sopra al lenzuolo. Non potei fare a meno di osservare i segni rossi che rigavano la sua schiena e il suo culo chiedendomi cosa le avessero fatto. Non volli disturbarla e cercai di riaddormentarmi nonostante i mille pensieri che mi affollavano la mente e il cazzo che mi divenne di marmo. Dopotutto anche io avevo dormito pochissimo lì da solo nel letto con la testa costantemente rivolta a quello che quei quattro maiali stavano facendo a mia moglie. Avevo assistito solo a parte della serata. Dopo poco più di un’ora infatti mi venne consigliato di ritornare nella camera che alla mattina ci era stata assegnata. Dove rimasi chiuso a chiave fino a quando non rientrò Monica. Immaginai le cose più degradanti e mi masturbai due volte prima di iniziare quel dormiveglia bruscamente interrotto dal rumore della serratura.
Appena tornati dal ristorante, Salvatore prese il guinzaglio di Monica e si diresse all’ingresso della villa. Eravamo entrambi eccitati per quello che sarebbe successo. Mia moglie stava per essere consegnata ai suoi padroni. Paolo e Gianni ci accolsero sorridenti chiedendoci se la cena e il dopo cena erano stati di nostro gradimento e liberarono mia moglie dalle manette. “mmm..hai ancora il plug infilato nel culo….allora sei proprio la nostra cagna ubbidiente.” Paolo lo tolse dal culo di Monica verificando se il culo restasse aperto, ci sputò sopra e glielo rinfilò fino in fondo per tre o quattro volte. Parlammo pochissimo perché ci dissero che i due tedeschi stavano aspettando mia moglie ed erano impazienti di divertirsi con il suo corpo. “Non ci aspettavamo che ritornassi con tua moglie, Diego”, mi disse Gianni. “Pensavamo preferissi farti qualche bella scopata anche tu. Salvatore aveva ordine di portarti in un posto davvero speciale. Avresti avuto solo l’imbarazzo della scelta. Evidentemente preferisci guardare come ci chiaviamo tua moglie e spararti qualche sega…..ma dovrai guadagnartela….Accentando di fare parte della nostra serata anche tu non potrai rifiutare gli ordini che ti saranno dati. Sarai solo il marito cornuto che aiuterà sua moglie a prendersi una bella razione di cazzo. E’ ora di iniziare, abbiamo atteso fin troppo”. Con queste parole cominciò la nostra serata all’insegna della sottomissione e della degradazione. Salvatore si congedò da noi per tornare alla macchina. Salimmo al piano superiore dove Monica venne portata in bagno per fare pipì e per lavarsi la figa e il culo sul bidet. Paolo le disse: “lavati, che sei già stata scopata questa sera. Pulisciti quel buco da svuotacazzi che hai in mezzo alle gambe. Ti è piaciuto vero farti riempire dal cazzo gigante di Aldo al ristorante? E adesso quanta voglia hai di cazzo, puttana?” Si, mi è piaciuto, ma non sono ancora soddisfatta. Voglio tanti altri cazzi che mi rompono il culo e la figa. Voglio essere riempita” rispose mia moglie. Sapeva di essere tremendamente eccitante parlando in quel modo. Si lavò le parti intime sfilandosi finalmente l’anal plug e si disse pronta ad iniziare tremando dall’eccitazione.
“Anche tu Diego, spogliati completamente e seguici”. Rimasi nudo e li seguii in un’altra stanza della villa al secondo piano. Salendo le scale i due non smettevano di toccare il culo di moglie e rendevano instabile il suo incedere sui tacchi alti infilandole le dita nella figa o nel buco del culo rimasto leggermente aperto dopo il trattamento con l’anal plug durato quasi un paio d’ore. Entrammo in un salone con poca luce. Era grandissimo, quasi un piano intero della villa. Paolo regolò l’interruttore e la stanza si illuminò. “Questa è la nostra stanza dei giochi. Qui portiamo le puttane rotteinculo come tua moglie per farle godere come cagne in calore. Abbiamo diversi giochini interessanti con cui divertirci. Ne sono passate parecchie in questa sala di puttane e ti assicuro caro Diego che anche la tua mogliettina sarà bella sfondata quando avremo finito. Mentre Paolo ci diceva queste cose, Monica ed io osservavamo la contrapposizione tra il lusso della stanza (mobili, quadri, tappeti, ecc..) e la volgarità dei vari articoli da sexy-shop che vi erano disseminati in giro (cazzi finti di ogni dimensione, fruste, catene, corde e vestiti e biancheria da donna di ogni tipo. Seduti su un ampio e lungo divano rosso scuro c’erano i due tedeschi ad attenderci, nudi con il cazzo in tiro. Due uomini muscolosi biondi sui 35-40 anni con un cazzo di dimensioni medie e completamenti depilati. “Loro sono Rudy e Erick, parlano poco l’italiano, ma sanno farsi capire in un altro modo.” Piombarono velocemente su mia moglie accarezzandola ovunque, poi le fecero segno di abbassarsi e di leccare i cazzi. La trattarono fin da subito con modi pochi gentili prendendola per i capelli e infilandole i cazzi in bocca.
“Non perdono tempo….meglio così” disse Paolo. Anche i due padroni di casa si spogliarono. Eravamo tutti nudi, ad eccezione di Monica che vestiva calze a rete, reggicalze e reggiseno rosa. Inginocchiata e circondata da quattro maschi, vidi mia moglie succhiare i loro cazzi e leccare loro i coglioni. I due tedeschi sembravano gradire molto quel lavoro di bocca. Ogni tanto toglievano il cazzo dalla bocca di Monica e lo usavano per schiaffeggiarla sulle guance. Anche il mio cazzo divenne durissimo, ma Gianni mi disse che avevo il divieto assoluto di toccarmi. “Siamo solo all’inizio, tra poco ci aiuterai mentre scopiamo tua moglie.” Rudy e Erick presero il guinzaglio e la fecero camminare a quattro zampe verso il divano dandole forti schiaffi sul culo. Mia moglie si stava di nuovo umiliando facendosi trattare come una cagna da sconosciuti. Osservandola da dietro vidi la sua figa luccicante di umori….che troia pensai.
I quattro maschi si sedettero sul divano uno di fianco all’altro e ordinarono a mia moglie di impalarsi sui loro cazzi durissimi dando loro la schiena. Era girata verso di me che ero in piedi di fronte al divano. Dovevo tenerla per il guinzaglio mentre lei si faceva sparire i cazzi nella figa. Ogni volta che lei si spostava da un cazzo ad un altro dovevo aiutarla ad impalarsi indirizzando con la mia mano il cazzo all’ingresso della sua figa. Infatti le loro mani erano costantemente indirizzate a strizzarle le tette. Fu una sensazione strana quella di toccare quattro cazzi che si stanno fottendo la figa di tua moglie. Ma ormai avevamo deciso di giocare. Monica si impalava sempre più velocemente godendosi le scopate e la sua figa diventava sempre più rossa e bagnata per quanto era usata. Tenendola per le tette la spingevano con forza verso il basso non appena si fermava un attimo per riprendere un po’ di fiato. Non ebbe un attimo di tregua, continuamente forzata a saltare da un cazzo all’altro. I laccetti del reggicalze si erano quasi tutti distaccati per la foga con cui si muoveva e il reggiseno era sceso a livello del suo ombelico. Il piacere che quei cazzi le provocavano era leggibile nelle espressioni del viso e nei suoi occhi carichi di desiderio.
“Diego, sembri una di quelle puttane che nelle gangbang aiutano l’attrice principale per fare restare tutti i partecipanti col cazzo duro”, mi disse Paolo. “Hai voglia di menarti il cazzo?”. Gli feci cenno di si con la testa. “Allora, perché non prendi quelle calze a rete nere e te le metti?”, continuò a dirmi. Avevo una voglia matta di toccarmi, guardai mia moglie che in preda a qualche orgasmo mi fece solo un veloce sorriso. Presi le calze a rete nere e le indossai. Istantaneamente iniziai a menarmi l’uccello per la voglia che avevo accumulato. Subito non pensai che mi stavano considerando una puttana tanto quanto mia moglie. Nel frattempo Monica era stata messa a pecorina sul tappeto. I tedeschi presero a scoparla da dietro con dei colpi velocissimi e violentissimi. Rudy aumentò ancora il ritmo e con un gridò le sborrò nella figa. “Mettiti sotto Diego, appena avrai ripulito per bene la figa della tua mogliettina mignotta lasceremo sborrare anche te”, mi dissero. Mi sdraiai sotto a Monica a 69, con la bocca rivolta verso la sua figa e cominciai a leccarla pulendola con la lingua. Contemporaneamente sentii la lingua di Monica sulla mia cappella. Fu una sensazione piacevolissima. “Adesso bacia tua moglie”, mi disse ancora Gianni. Scorrendo in avanti con la mia bocca verso quella di mia moglie, limonai con Monica. Ci guardavamo negli occhi ed eravamo eccitatissimi, contenti di vivere insieme delle sensazioni straordinarie. Erick incominciò nuovamente a scopare la zoccola che aveva a disposizione. Pensavo di aver finito e feci per rialzarmi, ma Gianni mi bloccò dicendomi:” Non hai capito…adesso anche tu stai facendo la puttana, hai scelto di indossare delle calze da troia, quindi da brava succhiacazzi pulisci la figa di tua moglie da tutte e quattro le sborrate”. Rimasi lì sotto ad aspettare di leccare la figa di mia moglie con il cazzo che non ne voleva sapere di ammosciarsi. Con gli occhi all’altezza della figa, vedevo da pochi centimetri il cazzo entrarle dentro. Ogni tanto le palle mi sbattevano sulla fronte. Allungai la lingua verso il clitoride cercando di leccarlo e sentendo sulla lingua le vibrazioni e le scosse di godimento che il cazzo le stava provocando. Mi ritrovai senza volerlo a leccare la cappella tutte le volte il cazzo usciva completamente dalla figa di mia moglie. Contemporaneamente mi toccavo il cazzo e sborrai una prima volta non appena vidi il cazzo di Erick fermarsi e contrarsi per scaricare il succo delle sue palle dentro alla figa di Monica. Appena tolse il cazzo una densa sborrata bianca cadde sulla mia lingua. Sborrarono tutti in figa a mia moglie scopandola a pecora e facendola gemere continuamente. Ogni volta la ripulivo dalla sborrata. Anche la sua bocca non se ne perse una….dopo che un cazzo aveva finito di riempirla, finivamo col limonare come due innamorati passandoci la sborra l’uno con l’altra. Dopo L’ultima sborrata, mentre stavamo limonando, Monica allungò la mano sul mio cazzo che era tornato duro. Mi segò con pochi colpi che subito sborrai schizzandomi sulla pancia e restando senza fiato. Anche Monica si adagiò sul tappeto per riprendere un po’ di energie. Poi da brava puttana si tolse il reggiseno che le dava fastidio facendolo cadere a terra e si riaggiustò il reggicalze.
Furono Rudy e Erick, i primi ad avere sborrato, a riprendere a giocare. Dissero qualcosa in tedesco che non capimmo e vedendo che Monica non si alzava, la presero per i capelli facendola nuovamente rimettere a quattro zampe. Erick le mise con violenza quattro dita nella figa per incominciare a scaldarla. Mia moglie si eccitò ancora. E’ sempre stato così, non appena si sente usata, la sua figa si bagna all’istante. Anche io ero in ginocchio vicino a lei e la vidi aprire la bocca per passarsi la lingua sulle labbra mentre con una mano si strizzava una tetta. Rudy avvicinò il suo uccello al mio naso per farmi sentire l’odore del cazzo che poco prima aveva goduto dentro alla figa di mia moglie. Il profumo della figa di Monica sul suo cazzo era perfettamente riconoscibile. Poi si fece annusare il cazzo anche da mia moglie segandosi vicino alle sue labbra.
La posizione della cagna doveva eccitare molto tutti quanti perché sempre a quattro zampe la guidarono schiaffeggiandola sul culo fino al letto dove mia moglie si sdraiò su delle soffici lenzuola azzurre. Aprì le gambe per offrire nuovamente la sua figa rasata ai quei quattro cazzi. Era completamente esposta con le grandi labbra aperte e il buco rosso e sfondato ben visibile. Rudy, che era il più eccitato di tutti, salì sul letto per scoparla facendola gridare. Si stava gustando la figa di quella troia che gli era capitato di potersi fottere e non sembrava aver voglia di cedere il posto. Gli altri si smanettavano l’uccello per farselo rimanere duro, mentre io ancora sporco della mia sborra guardavo, come poco prima, il cazzo di Rudy entrare ed uscire senza sosta nella figa della mia donna. Paolo mi guardò complimentandosi per quanto fosse figa mia moglie : ”che figa pazzesca, quella vacca ci ha già fatto drizzare tutti quanti. E’ incredibile quanto le piaccia scopare. ”Poi mi chiese se avessi problemi a continuare a fare la puttana insieme a mia moglie, visto che gli sembrava che mi fossi già spinto ben oltre toccando e leccando qualche cazzo, oltre ad aver pulito la figa di Monica da tutte le sborrate. Mentre Monica ora si godeva anche i cazzi di Erick e Gianni continuando a gemere come una vacca, Paolo mi spiegò che i due tedeschi erano anche bisex e che probabilmente avrebbero voluto incularmi mettendomi a pecorina di fianco a mia moglie. Non era la prima che facevano serata con loro. Altre due coppie con gli stessi nostri gusti erano state sottoposte allo stesso trattamento. Purtroppo con entrambe avevano rotto i rapporti dopo che i tedeschi avevano brutalmente rotto il culo ai due mariti divertendosi ad infilarci non solo il loro cazzo ma soprattutto alcuni cazzi finti giganti che mi fece vedere in giro. Devo dire che la cosa mi impaurì non poco. “Non vogliamo perdere i contatti con voi, Monica è semplicemente troppo di tutto. Se vuoi posso aiutarti a salvarti il culo e tu in cambio ci concederai di scopare ancora con tua moglie quando verremo a Milano.” Gli dissi che ero d’accordo. Non avevo nessuna di essere immobilizzato a novanta per beccarmi due cazzi e chissà cos’altro nel culo. Quello andava oltre le mie fantasie. Mi disse che mi avrebbe accompagnato nella mia camera e che mi avrebbe chiuso dentro. Monica si stava ancora facendo scopare a gambe larghe dai due biondi mentre Gianni si avvicinò al letto con delle corde. Cominciò col legare i polsi di Monica alla spalliera del letto senza nessuna resistenza da parte di mia moglie, come se fosse proprio la cosa che stesse aspettando. Poi fu la volta delle caviglie. Quasi non si accorsero della mia uscita dalla stanza. Girandomi verso il letto, prima di uscire dalla porta, vidi mia moglie sdraiata a pancia in su completamente immobilizzata al letto con delle corde. Qualcuno si stava già sdraiando sopra di lei. Capii che con il corpo di Monica i quattro maschi si sarebbero tolti ancora molte voglie. Ero però anche consapevole che mia moglie aveva sempre dimostrato di accettare ogni situazione perversa le venisse proposta. Quindi pensai che come tutte le volte avrebbe goduto all’inverosimile.
Paolo mi chiuse nella mia camera per evitare che preso dalla curiosità di quello che stava succedendo tornassi nella sala dei giochi. “Vedrai, così lo troverai ancora più eccitante. Probabilmente te la staranno già inculando. Lo vedi, al solo pensiero di tua moglie che si becca il cazzo di un altro nel culo ti diventa subito duro….” Era vero. Mi salutò e tornò a godersi i buchi della sua puttana. Il resto della serata mi venne poi raccontato da Monica quando tornammo a Milano.
Ci risvegliammo il giorno seguente a pomeriggio inoltrato. Era tardissimo. Il giorno dopo saremmo dovuti tornare a lavoro e avevamo ancora più di tre ore di macchina prima di arrivare a casa. Mia moglie si fece una lunga doccia e si lavò i capelli tornando ad essere una donna presentabile dopo gli eccessi della sera precedente. Mi avvicinai per osservarla meglio. I striature rosse sulla schiena si erano leggermente attenuate, mentre sul culo erano ancora ben evidenti. Anche le tette dovevano aver subito qualche pressione particolare perché scorsi dei segni di cui non mi ero accorto la sera prima. Le chiesi come si sentisse. Abbracciandomi e sorridendomi mi disse: “ho il culo e la figa a pezzi, per il resto è tutto ok. Scusami amore, ma mi sento ancora uno straccio. Lo so che sei curioso di sapere quello che mi hanno fatto, ma ti dirò tutto a casa quando potremo scopare. Adesso mi fanno troppo male.” Mi diede un lungo bacio. Si vestì con uno dei suoi miniabiti, quello giallo, e sandali bassi bianchi. Quando si girò per prendere i sandali dalla borsa si piegò leggermente. Non resistetti, ero troppo impaziente. Le andai dietro e le abbassai il perizoma nero che si era messa. “Voglio solo vederti”, le dissi. Sorrise capendo la mia curiosità e si piegò un pochino in avanti dandomi del porco pervertito che gode nel vedere come gli avevano spaccato la moglie. Le vidi la figa trovandola irriconoscibilmente slabbrata, ma sopratutto allargandole le natiche le vidi il culo oscenamente aperto. Non si era ancora richiuso per niente e sicuramente le avrebbe fatto male per qualche giorno. Mi avvicinai con le labbra per baciarle il buco del culo. Poi alzandomi le dissi. “E’ vero sei tutta rotta. Ti amo, amore”.
Paolo e Gianni ci fecero trovare qualcosa da mangiare e poi salutammo i nostri amici con la promessa di rivederci. Abbracciarono mia moglie molto affettuosamente ringraziandola. In macchina Monica faticò a trovare una posizione comoda finchè si addormentò fino a casa…

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Mia moglie Laura si fa sbattere come una cagna.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Tornati dalle ferie in Puglia il nostro rapporto cambiò, mia moglie Laura dalle fantasie passò alla realtà, un bel giorno entrò in casa e mi confessò di essersi fatta sbattere dai suoi due colleghi, io non riuscivo a pensare ad altro, non ero geloso, anzi non facevo altro che immaginarmi mia moglie in mezzo a due cazzi bagnarsi e godere come una troia. Il pensiero era quasi diventato un tormento e lei se ne era accorta, ogni volta che scopavamo mi provocava, mi diceva di come fosse bello essere posseduta da due cazzi ed io immancabilmente sborravo come una fontana.
“Devo scoparti anch’io con uno di loro.”
Le dissi.
“Non ti preoccupare, non c’è cosa che voglia di più al mondo amore mio.”
Mi rispose Laura, lei avrebbe voluto ripetere l’esperienza assieme a me e al suo collega Andrea, il ragazzino appena ventenne che tanto l’aveva fatta eccitare, per me non c’erano problemi ma mi sarebbe piaciuto fare un giochino, così le feci la mia proposta. Laura lo avvisò in ufficio il giorno prima, dalla loro esperienza a tre non ci fu più nulla fra loro se non fugaci scambi d’occhiate ammiccamenti e la promessa di vedersi nuovamente, del resto mia moglie era una donna sposata mentre lui un giovane ragazzo sicuramente attorniato da più di qualche giovane bella fichetta. Trovò la scusa che io ero fuori città per un viaggio di lavoro, a lei sarebbe molto piaciuto se fosse passato per riprendere da dove si erano lasciati alla cena di lavoro, il ragazzo non si fece perdere l’occasione di sbattersi una bella donna quasi quarantenne, suonò alla porta alle 14.30 in punto, mia moglie andò ad aprirgli.
“Ciao Andrea, ti stavo aspettando.”
Disse mia moglie.
“Ciao Laura, come va? Sei sola”
“Certo caro, sola ed indifesa.”
Dal piano sopra sentivo i classici bacetti di saluto e le classiche frasi di rito, io me ne stavo in bagno con la porta socchiusa e la luce spenta, non volevo essere visto, l’idea fra me e Laura era quella di non dire ad Andrea della mia presenza ma fargli credere di essere solo con mia moglie e di potersela sbattere a piacimento. Laura doveva portarlo in camera da letto e giocarci assieme mentre io dal bagno mi sarei gustato la scena, poi ad un certo punto sarei uscito e ce la saremmo spassata tutti assieme, c’era l’incognita della reazione del ragazzo ma anche quella faceva parte del gioco, dopo una decina di minuti di frivola conversazione ed un caffè assieme come vuole la buona ospitalità, Laura decise di rompere gli indugi.
“Andrea, non so cosa tu possa pensare di me, non vorrei che credessi che io mi sia innamorata non è così, spero che altrettanto lo sia per te, ti ho fatto venire qui oggi perchè quello che è successo tra noi due mi è piaciuto molto, io voglio molto bene a Luca mio marito ma ho spesso bisogno di essere soddisfatta, ho molte voglie e non vedevo l’ora di avere nuovamente l’occasione per stare con te.”
“Laura, io davvero non saprei cosa dire, tu sei molto provocante ed eccitante, in ufficio sei sempre gentile con me, quando vuoi basta sola che tu chieda!!!”
Rispose Andrea.
“Caro il mio piccolo!!! Adesso fammi una cortesia, io mi sono lavata poco prima del tuo arrivo, qui c’è il bagno di servizio, lavati per cortesia perchè non resisto più!”
Dopo qualche minuto li sentii salire, fu allora che per la prima volta vidi Andrea, non c’è che dire Laura lo aveva scelto bene, alto, castano chiaro quasi biondo, un bel fisico asciutto ed un viso angelico, mi passarono davanti ed entrarono in camera da letto. Laura gli si gettò al collo e gli infilò la lingua in bocca, Andrea prese ad accarezzarle i fianchi il culo e le tette, dopo un pò di slinguazzamenti e palpeggi vari Andrea prese l’iniziativa, afferrò Laura per i polsi e la girò spalle a sé, prese a baciarla e leccarla sul collo mentre le sue mani scivolavano sempre più verso il basso fino ad iniziare a massaggiarle la fica. Con un gesto deciso la spinse verso il letto, lei cadde a pancia in giù, Andrea la prese per i fianchi e le sfilo leggings e perizoma lasciandola con il culo per aria, si buttò nel letto e prese a leccarle la fica ed il buco del culo da dietro. Quella lingua fra i suoi buchi fece gemere mia moglie che aveva iniziato a stringere i pugni alle lenzuola, io mio mi stavo eccitando come un matto, il cazzo mi scoppiava e continuavo a guardare in maniera morbosa quel ragazzo poco più che adolescente leccare gli umori di mia moglie, Laura seguitò ad inarcare la schiena sollevando il culo ed offrendosi sempre più oscenamente ad Andrea. Il suo respiro era sempre più intenso, si stava eccitando come una porca, Andrea alternava le penetrazioni di lingua ora alla fica ora all’ano di Laura, la quale ad un certo punto si sfilò dal suo giovane linguista dicendogli.
“Ti voglio nella mia bocca.”
Sedendosi sul letto aiutò Andrea a spogliarsi, il ragazzo aveva davvero un bel fisico asciutto completamente depilato, non appena si girò non potei fare a meno di notare un cazzo in tiro di dimensioni ragguardevoli, non che io mi sentissi poco dotato Laura non aveva mai avuto nulla da dire sulle mie dimensioni ma quelle di Andrea erano davvero fuori dal comune. A questo punto presi a toccarmi, Andrea si stese, Laura gli salì sopra a 69, io dalla mia posizione potevo vedere l’uccello del ragazzo e la faccia di Laura, sentivo quella vacca di mia moglie gemere al suo giovane amante e a continuare con il suo operato. Laura dopo aver sputato sopra la cappella di Andrea aveva preso a succhiarla come una posseduta, la guardavo lavorarsi quel cazzo meraviglioso, la vedevo ingoiarlo, leccarlo dalla cappella fino alle palle e giocare con la sua lingua lungo tutto l’inguine per poi risalire sui coglioni. Ora aveva preso a succhiare guardando verso di me, lei sapeva che io la stavo guardando, forse si aspettava che uscissi, forse voleva solo esibirsi, di sicuro l’effetto che ne ottenne fu quello di darmi un’eccitazione fuori dal comune, vedere Laura spompinare un cazzo enorme non aveva prezzo, mi eccitavo da morire nel guardarli. Laura doveva avere capito la situazione, la cosa la eccitava sicuramente e non aveva intenzione di fermarsi, io ormai avevo deciso che li avrei lasciati fare, sarei intervenuto dopo che il ragazzo si fosse svuotato.
“Scopami Andrea, scopami forte.”
Disse Laura, si alzò dal corpo del ragazzo che rimase steso nel letto, si portò verso il cazzo di Andrea a smorza candela dando le spalle al suo amante, mia moglie si infilò nella sua fica fradicia quel grosso cazzo, Andrea le strinse i fianchi mentre lei in maniera decisa cominciò a cavalcarlo, con una mano continuava a sgrillettare il clitoride mentre con l’altra si massaggiava una tetta, lo sguardo sempre rivolto verso la mia postazione, sapeva che la guadavo, la sua lingua roteava fra le labbra, i suoi movimenti su quel cazzo erano sempre più forti, i suoi respiri sempre più intensi, l’oscenità stava impossessandosi di lei.
“Oh mio dio Andrea continua ti prego, fammi godere, spingi forte.”
Laura si abbandonò ad un gemito quasi isterico, la mia porcellina era appena venuta, si stese di schiena per un attimo su Andrea il quale sempre con il cazzo in fica le passò un braccio sul ventre ed insieme si adagiarono di fianco, ora il porco aveva ricominciato a stantuffarla da dietro sul fianco tenendole la gamba sollevata. Dalla mia posizione potevo vedere quel cazzone sfondare la fica di mia moglie che era completamente fradicia, Laura continuava a gemere, la sua mano era sempre a stimolare il clitoride, che grandissima vacca!
“Laura sto per scoppiare.”
Disse Andrea.
“No ti prego, non ancora, resisti.”
Rispose lei, Laura fece nuovamente sdraiare il ragazzo per riprendere a cavalcarlo da sopra, stava ancora sopra di lui questa volta dando le spalle a me, dimenava i fianchi come una forsennata, faceva sparire quella mazza tutta dentro la sua fica mentre il ragazzo piegandosi in avanti le succhiava e le mordicchiava i capezzoli, Andrea oramai non ce la faceva più, Laura se ne accorse.
“Non venirmi dentro.”
Fece appena in tempo a dirlo e a sfilarselo che l’uccello di Andrea inondò copiosamente una chiappa di mia moglie di calda e densa sborra, Laura prende regolarmente la pillola ma adora sentire dentro di se i caldi schizzi di sperma, capii che volle offrirmi quello spettacolo di farsi sborrare addosso solo per ammirare l’operato del loro amplesso. La visione del culo di mia moglie pieno di sborra fu per me una libidine inaudita, avevo aumentato il ritmo della mia sega ed anch’io sborrai dall’eccitazione, Laura era ancora calda, Andrea l’aveva riportata a mille con l’eccitazione dopo il suo primo orgasmo, il suo amante le aveva inondato il culo di sborra ed ora si stava prendendo un minuto di riposo, io conoscevo bene la troietta ora ci sarebbe stato da divertirsi.
“Allora Andrea, com’è stato? Sono come una delle tue ragazzine?”
Chiese mia moglie.
“Oh Laura, sei fantastica.”
Rispose Andrea.
“Puoi dirmi pure che sono una troia, non mi offendo, sai quando si tratta di sesso non capisco più nulla.”
“Beh non sei certo la prima donna che tradisce il marito anche se effettivamente.”
“Cosa?”
“Due settimane fa l’hai fatto con due uomini… non è da tutte.”
Laura naturalmente colse la palla al balzo.
“E tu? Non lo avevi mai fatto in tre?”
“No”
“E ti è piaciuto più di adesso?”
“E’ stata una cosa diversa.”
Mentre chiacchieravano io ero ancora fermo ad ascoltarli, Laura aveva ripreso a segare il cazzo a riposo di Andrea, il quale naturalmente la lasciava fare, Laura continuava ad incalzarlo.
“Lo sai che quando sono tornata a casa ho raccontato tutto a mio marito?”
“Non ti credo”
“Te lo giuro”
“E lui come ha reagito?”
“Si è eccitato e mi ha scopata, mi ha fatto anche il culo, poi mi ha detto che anche lui voleva scoparmi assieme ad un altro.”
“Ma dai.”
“Non mi credi?”
“No.”
“Puoi chiederglielo tu stesso se vuoi….. vieni amore mio!”
Fu così che feci il mio ingresso nella stanza completamente nudo con il cazzo in mano, nel vedermi Andrea balzo sul letto seduto, il suo cazzo che fra le sapienti mani di Laura si era rinvigorito ora di colpo si era spento, il rossore sulle sue guance e l’evidente stato di imbarazzo. Ci pensò Laura a rassicurarlo appoggiandosi a lui accarezzandolo in viso e dicendogli che non vi era nulla di cui preoccuparsi, poi con la solita malizia si rivolse verso di me.
“Allora amore mio ti è piaciuto lo spettacolo? Tua moglie è stata abbastanza troia per te?”
Io continuavo a guardare Andrea, la sua espressione era un misto fra sbigottimento e paura, così decisi anch’io di tranquillizzarlo.
“Ciao Andrea, piacere io sono Luca il marito di questa porcellina, non ti preoccupare io e Laura eravamo d’accordo.”
Continuai spiegandogli la situazione mentre Laura continuava a coccolarlo come fosse un bimbo impaurito, dopo qualche minuto Laura prese nuovamente le redini dicendogli.
“Oh Andrea adesso basta, ti abbiamo detto che è tutto ok, mio marito voleva godere di tutta questa situazione finiscila di frignare e cerca di riprenderti con questo bel cosino.”
Prese a segare il suo cazzo, io mi portai verso di loro ed infilai il mio uccello nella bocca di mia moglie, dopo anni vedevo un altro sogno realizzato, la bocca di mia moglie piena del mio cazzo mentre in mano stringeva l’uccello di un altro uomo, Andrea iniziava a sciogliersi, il suo cazzo stava tornando alle sue dimensioni mentre con una mano stava palpando una tetta di Laura la quale ancora su di giri gli disse.
“Dai piccolo mio leccami la fica.”
Andrea ubbidiente portò la sua bocca fra le gambe di Laura, io presi la testa di mia moglie tenendola ferma ed iniziai a scoparle la bocca in maniera decisa e nel mentre guardavo Andrea, il suo mento era completamente fradicio degli umori della fica di Laura che aveva iniziato a sbrodare come una cagna, lei nel frattempo continuava a gustarsi spasmodicamente il mio uccello con la bocca. Dopo qualche minuto Laura non ce la faceva più, moriva dalla voglia di sentire nuovamente dentro di se un paletto di carne, io e Andrea ci stendemmo sul letto uno affianco all’altro, mia moglie si mise sopra di me ed in men che non si dica iniziò a cavalcarmi furiosamente infilandosi il mio cazzo nella sua fica fradicia. Laura era eccitata al massimo, il mio cazzo la penetrò senza alcuna difficoltà, la sua fica era un lago, mentre si muoveva sopra di me prese in mano il cazzo di Andrea e iniziò a succhiarlo furiosamente, io ero al settimo cielo, vedevo mia moglie scoparmi e succhiare l’uccello di un altro più giovane di noi, la situazione ci eccitava da morire. Andrea con il cazzo fra le grinfie di Laura si voltò, iniziò a giocare con il buco del culo di mia moglie mentre io le spaccavo la fica, le massaggiò il buchetto con le dita, lentamente faceva colare dei rivoli di saliva sull’ano di Laura, alcuni dei quali scivolavano anche sul mio cazzo, sempre con delicatezza iniziò a penetrare quell’invitante buchetto con le dita. Mia moglie iniziò a fremere sempre di più, ebbi la sensazione che gradiva un terzo cazzo per riempirgli tutti i suoi buchi, Andrea si alzò e ci fece capire di voler inculare Laura, questa al pensiero di riassaporare una doppia penetrazione ebbe un lampo negli occhi. Sentii il cazzo di Andrea sfiorare il mio che se ne stava ben bene al calduccio della fica, io smisi di affondare i miei colpi e mi fermai in attesa, Andrea puntò la sua cappella nell’ano di Laura ed iniziò a spingere piano. Osservavo lo sguardo di mia moglie, la vedevo completamente trasportata dall’eccitazione, sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso e sempre più violento, il cazzo del giovane stava entrando sempre più e Laura godeva come una porca.
“Guardami amore mio, guarda tua moglie come gode, guarda che puttana fra due cazzi.”
Mi disse.
“Ti adoro Laura, ti piace fare la troia vero?”
Le chiesi
“Da morire, sbattetemi brutti porci, fate godere la vostra troia.”
Continuò con la voce rotta dai nostri colpi.
“Vuoi farmi il culo anche tu vero amore?”
Mi chiese dopo un po’.
“Non vedo l’ora”
Le risposi.
“Si ma voglio sempre due cazzi, è meraviglioso.”
Così dicendo Laura si sfilò dalle nostre mazze, mi fece sdraiare e si voltò a smorza candela ma questa volta volgendomi la schiena, prese ad infilarsi il mio cazzo nel culo, quel buchetto era una meraviglia, anche se era stato sconquassato dal mattarello di Andrea aveva ripreso immediatamente il suo tono muscolare, subito dopo essere stato trafitto dalla mia cappella si era immediatamente avviluppato al mio cazzo. Sentivo quel caldo pertugio stringermi l’uccello, stavo godendo come un matto, Laura si stese sul mio petto offrendo la fica in maniera oscena al suo giovane amante mentre il suo buco del culo era impalato dal mio cazzo, Andrea questa volta fu meno delicato e fiondo il suo cazzo nella fica di Laura in maniera piuttosto violenta alche emise un grido soffocato.
“Cazzo Andre, mi fai male.”
“Ma quale male… pensa a godere troia.”
Rispose lui.
“Fanculo e scopa stronzo.”
Le rispose lei, Laura si abbandonò completamente ai nostri due cazzi che la sfondavano, con una mano prese a massaggiarsi il clitoride, dopo un po’ iniziò ad ansimare violentemente fino a quando spinse Andrea fuori dal suo corpo e gli schizzò del liquido vaginale sul cazzo, mentre altri due zampilli le colarono lungo l’inguine annegando il mio uccello che nel frattempo se ne stava sempre infilato nel culo.
“Magnifico, ragazzi.”
Sospirò mia moglie.
“Continua a scoparmi il culo Franco ti prego.”
La afferrai in vita e ci girammo sul fianco, a quel punto la penetrai in fica, era caldissima, sentivo il mio uccello sguazzare in un lago di godimento, continuavo a scoparla sul fianco e nella sua bocca era tornato il cazzo di Andrea. Mi sfilai mentre Laura spompinava il ragazzo, affondai la mia lingua in mezzo a quel lago che colava dalla sua fica, il sapore di mia moglie era fantastico, mi riempii il viso di quella sbrodolata, roteavo la lingua in maniera così veloce e così indelicata che dopo poco sentii Laura venire nuovamente. Noi maschietti eravamo cotti, decisi di infilarlo anch’io nella sua bocca mentre Andrea infilò il suo cazzo nella fica della mia signora, dopo pochi colpi con sincronia sia io che Andrea esplodemmo, io inondai la bocca di mia moglie mentre Andrea le riempì la fica. La soddisfazione fu tale che ci abbandonammo tutti e tre sul letto esausti e felici, la visione di mia moglie ricoperta di sperma mi mandava al settimo cielo, vedere un nostro amico sul nostro letto a condividere i nostri piaceri era qualcosa di appagante, ci abbandonammo ad un sonnellino, dopo circa un’oretta ci svegliammo, ognuno di noi si fece una doccia e poi cominciò il terzo round e così per tutta la notte.

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Paolo, l’amante di mia moglie.

Caro Paolo,

voglio ringraziarti anche qui. Da quando hai iniziato a corteggiare mia moglie lei pian piano ha ripreso colore, gioia di vivere. Ha si cercato di res****rti per un pò ma era solo il solito gioco della preda che fugge. E’ fuggita per poco dal tuo serrato corteggiamento: dopo poco ha accettato il tuo invito per un aperito che è poi diventato una cena per poi finire a casa notra, nel lettone matrimoniale. Le hai chiesto dove io fossi per essere lei così sicura di portarti a casa e lei ridendo ti ha detto che ero certo già addormentato nella mia cameretta, inbottito di sonnifero, dopo aver visto un filmino porno su xhamster segandomi. Ti ha tranquillizzato dicendoti che suo marito è impotente e ormai divenuto un innocuo fratello, che al massimo si sfoga con la masturbazione. Ti ha tranquillizzato dicendoti di essere sicura che se mai mi fossi svagliato e fossi entrato in camera non avrei certo fatto altro che richiudere la porta di camera. Io in effetti ero nella mia cameretta, avevo si visto un filmino porno su xhamster, ma ero sveglio e ben attrezzato con cuffia e monitor per spiarvi durante il vostro atto d’amore. Ti Benedico ancora per quella sera che hai preso mia moglie in camera nostra dove lei ti aveva trascinato, infoiata come un troia in astineza. Aveva voglia di cazzo mia moglie e tu Paolo glielo hai dato. Tanto. Quando ho visto il tuo bel cazzo affondare in mia moglie mi sono quasi sentito svenire dall’emozione. Il cuore batteva a mille e la bocca era asciuta. Mia moglie era folle quella sera; ti ha quasi aggredito, ti ha montato come una valkiria al galoppo, muggendo, smaniando, gemendo e digrignando i denti. Bravo Paolo, che hai retto l’assalto rispondendo colpo su copo. Il tuo cazzo favoloso la riempiva e mandava in furore erotico. Poi con un grido sfuggitole dal petto, buttando indiero la testa, ha goduto rumorosamente, scuotendosi tutta a lungo, per poi afflosciarsi su di te. Ma tu, hai seguitato con la tua spada a infierire nel suo ventre, richiamandola al piacere. E lei ansando e gemendo è ripartita al galoppo. Tu la guidavi tenendola per le chiappe formose e la incitavi. “Forza troia!!” le dicevi, e lei smaniando ti diceva mille si. Ed è venuta ancora e ancora. Poi è stata la tua volta. Sembravi un toro alla monta. Bravo! La telecamerina era sul tavolino ai piedi del letto, celata in un orologio. Da quella ho visto tutto; ho visto la vostra folle corsa e poi ho visto sgorgare a lungo il tuo seme quando il tuo bel cazzone afflosciandosi è uscito da dentro di lei. Poi avete parlato; siete andati in bagno a pisciare e lavarvi. Poi siete tornati in camera. Vedevo mia moglie camminare nuda nella stanza. vedevo che tu le guardavi il culone formoso, con un pò di cellulite, ma sodo, consistente. Mi ricordo quando nei nostri contatti ti avevo chiesto di incularla, perché io sarei impazzito a vederla inculata. Ti avevo detto anche che non sarebbe stato facile e tu ne avevi convenuto, ma che comunque ci avresti provato, per dare un pò di pace alla mia mano segaiola. Tu l’hai richiamata aa letto eli è venuta docile vicino a te. Ho visto il suo volto trasformato dal piacere. Poi i vostri bace sempre meno teneri. Lei che riprende a respirare forte, nuovamente infoiata. L’hai messa supina, massaggiandole le spalle, poi la schiena, poi sei passato alle cosce e i polpacci, saltando il culone. Lei da troia ha sollevato il culo, quasi a reclamare le tue attenzioni. ma tu, astuto, hai finto di non capire. Allora lei ha preso una tua mano che le massaggiava l’incavo della vita e l’ha portata lei stessa sul proprio culone. Tu sorprendela ti sei chinato a baciarglielo. Lei allora l’ha sollevato ancor più mettendosi a pecorina e offrendolo ai tuo baci profondi, alla tua abile lingua. E le hai cercato il buco del culo, soffermandoti a lungo. Lei smaniava con la faccia sul cuscino. Era pronta! Tu, esperto, hai capito il momento magico e l’hai colto. Ormai lei era il delirio. Ha lasciato che tu le andassi dietro, puntandole il cazzone fra le chiappe, appoggiandoglielo al buco, ma senza affondare. Bravo! E’ stata lei allora che pian piano a cominciato a spingere in dietro con lievi colpetti. E tu li. Fermo. Eretto. Poi la ta cappella -l’ho visto benissimo dalla telecamerina- ha iniziato a penetrare. Poi ancora fermo, per fare adattare il suo buco del culo alla tua grossezza, notevole ma fantastica. E infine è scivolata dentro. Ancura fermo per farla rilassare. poi pian piano sei affondato. Finalmente!! Ho gioito apessi quanto. Che emozione!! vederla inculata. Bellissimo. Mi sfregavo il membro impotente e flaccido, ma sensibilissimo, attento a non godere troppo presto. Noi cornuti segaioli abbiamo una buona tecnica alle seghe di lunga durata. Noi cornuti viviamo le emozioni anche di un’intera nottata che nostra moglie è col maschio gestendo la sega. Non so se siamo segaioli perché cornuti o cornuti perché segaioli. Ma noi viviamo di seghe, Paolo, e abbiamo bisogno di voi bull per poter godere delle corna segandoci. Vi adoriamo quando ci trombate la moglie, permettendoci di sfinirci di seghe. Orbene Paolo, ricordo quei momenti dell’inculata come i più esaltanti degli ultimi anni. Vederti affordare fra le sue chiappone e poi riuscire e riaffondare di nuovo; prima lentamente poi sempre più velocemente. E la troia di mia moglie alternava deboli lamenti a forti gemiti; a sussulti e spinte all’indietro per farti affondare nel suo intestino. La sentivo scoreggiare forte quando uscivi dal suo culo. E siete vetuti insieme. Lei sditalinandosi e tu pompandole il culone. Bravo Paolo, stavo per svenire dal piacere mentre anche io godevo.
Ora sei il suo amante ufficiale e quando passi dalle nostre parti sei nostro ospite a cena e poi marito effettivo nel lettone. Grazie degli orgasmi che doni a mia moglie a me.

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Francesca, la moglie del collega, sgualdrina in al

Questa storia è tutta vera, fin nei minimi particolari. Penso possa essere istruttivo vedere, che quando una donna vuole…. Ero imbarcato a bordo di una nave, di cui non voglio dirvi ne il nome, ne il tipo, ne la bandiera in un mare lontanissimo, aspettavo che il tempo passasse in fretta per poter sbarcare dopo molti mesi di navigazione e rientrare in Italia. Una vita monotona, sempre uguale, con nessuno o quasi passatempo. Non esistevano PC, telefonini, face book, video games. Le notizie dall’Italia erano rare, ricevute attraverso una gracchiante radio. Il periodo d’imbarco era veramente lungo. L’armatore, per rendere un po’ meno dura la vita, permetteva di imbarcare la moglie per un breve periodo. Naturalmente non tutte potevano venire, per il costo dell’aereo, la lunghezza del viaggio, gli impegni. Così era ben raro vederne una fra di noi un giorno si sparse la voce che sarebbe arrivata la moglie del collega P. Confesso che tutti fossimo curiosi di vedere una donna a bordo, ognuno se la immaginava e desiderava come volevano i propri desideri. Un pomeriggio di un caldissimo giorno, mentre ero in banchina vicino allo scalandrone, vidi una figurina che si avvicinava alla nave. Capii subito di chi si trattasse. Arrancava traballando sui tacchi, non adatti a un porto del terzo mondo, trascinava una grande valigia e già da lontano si capiva che era inferocita. – Buon giorno Signora – Buon giorno, sono la moglie di P. – ah, lo immaginavo, ha fatto buon viaggio? Mi rovesciò addosso un fiume di parole: aereo in ritardo, una notte passata in una spelonca in attesa che la nave arrivasse, una lite con un tipo… Mentre parlava come una mitragliatrice, la osservavo attentamente. Alta, ben fatta, bellissime gambe, bionda chiaro naturale, un volto particolare, con una espressione ben vissuta, età sotto la trentina. Le chiesi se avesse portato dei giornali dall’Italia. Mi rispose sgarbatamente e pensai, – Ma guarda questa gran bella fica, ma che tipino. Il mozzo l’aiutò a salire la scale e ne prese il bagaglio. Alcuni giorni dopo, ambientata a bordo, potemmo tutti conoscerla. Non molto simpatica, un po’ formale, sembrava che il marito non la interessasse molto. La mia cabina era vicino a quella del collega, attraverso la sottile paratia sentivo raramente le loro voci. Una notte, finito il mio turno di guardia, rientrando percepii dei rumori inconfondibili anche se soffocati. Stavano scopando. Mi elettrizzai immediatamente, immaginavo di vedere tutto, non potei di far a meno di iniziare a masturbarmi. Aspettai che venissero per poter anch’io sborrare, anche se poi rimasi triste e solo.
Al pomeriggio, libero dal servizio, passavo qualche ora in coperta a prender il sole e a leggere. Un giorno vidi Francesca che armeggiava con una sdraio, bikini veramente ridotto, che metteva in mostra un bel paio di tette e un culo parlante. La aiutai e si mise vicino a me. Così quasi tutti i giorni. Dal lei formale passammo al tu e iniziammo a raccontare le proprie esperienze i gusti. All’ora di pranzo e cena diventavamo, sotto gli occhi di tutti di nuovo formali. La nave era molto vecchia, le cabine avevano bagno e docce esterne in comune. La incontrai diverse volte che entrava od usciva. La mia cabina aveva una seconda porta che dava all’interno del locale docce. Nessuno poteva vedere dal corridoio esterno, così un giorno le feci segno di entrare. Entrò. Subito ci baciammo per un tempo che non so definire, ma sicuramente breve. Il mio povero cazzo dopo tanta astinenza mi arrivava in gola. Da allora non perdemmo un minuto. Dalla sua cabina mi segnalava della sua presenza, andava in bagno ed io aprivo la porta. Davanti alla porta l’equipaggio passava, si sentivano i passi, forse anche suo marito stava passando. All’ora di pranzo, spudoratamente cominciammo a fare il piedino. A bordo si annoiava, leggeva qualche libro, vedeva qualche film… Vedi ho una faccia da troia, che piace agli uomini. Era vero. L’aria di mare mi fa venire la voglia di scopare. Era da vedere. Una mattina, verso le 10.30, in piena attività della nave in navigazione entrò per l’ennesima volta. Baci profondi, mani sui fianchi. La faccio scivolare sulla piccola mia cuccetta, sfila i leggeri pantaloni e rimane con un minuscolo slip azzurro. Tolgo questo ultimo ostacolo e nella luce del mattino ho la visione della sua superba fica.
Pelo folto, lucido, fatta benissimo, le passo la mano dietro la schiena e con l’altra inizio a sondarla con un esperto ditalino. I rumori che vengono dall’esterno non aiutano. Mi inginocchio e inizio a leccarla e mangiarla come assatanato. Un sapore buonissimo la penetravo con la lingua, ,lei mi spingeva la testa fra le cosce. A un tratto mi allontanò e severa e un po’ seccata disse: – Non si lecca così una donna!!-
Avevo esagerato sbranandola, ma subito mi perdonò. Mi aprì i calzoni della divisa e mi deliziò con un pompino purtroppo frettoloso. Lei non era venuta, io sborrai abbondantemente, ma purtroppo ne in bocca ne in faccia. La paura di essere scoperti era terribile. Non avevamo una vera occasione. Inoltre si avvicinava il giorno della sua partenza. Una mattina all’alba il mare cominciò ad alzarsi fino a burrasca. La vecchia nave governava con difficoltà. Il motore sembrava non farcela più. Il mare incrociato sbatteva la nave come un vero fuscello. In un momento di confusione Francesca entrò in cabina e mi aspettò. Quando la vidi, la spinsi per terra, lei capì e così la presi alla pecorina. Mare, tensione, ansia, non godemmo per niente. La potei fare solamente mia e riempile la fica di sborra. Due giorni dopo partì. Ci ritrovammo in Italia e diventammo finalmente amanti per due meravigliosi anni. Ma questa un’altra storia, di terra questa volta…

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In vacanza con mia moglie Monica 04

…Quando ritornammo in camera dopo la breve cena parlammo ancora un po’ di quanto accaduto nel pomeriggio e negli altri giorni della vacanza. Entrambi eravamo concordi di aver vissuto delle sensazioni bellissime. Quelle esperienze ci stavano facendo vivere delle emozioni incredibili e decidemmo di continuare ancora se si fosse presentata l’occasione. Non ci troviamo nulla di male nel fare l’amore solo con la persona che si ama e nel fare sesso coinvolgendo altre persone. All’inizio capitava anche a me di scoparmi qualche altra figa. Poi capii che preferivo la figa calda e accogliente di mia moglie e che non mi dispiaceva affatto vederla scopare con qualcun’altro. Anche a Monica piace così, si diverte ad essere umiliata come le puttane di strada, in presenza di suo marito, e di essere il giocattolo di altri cazzi.
Purtroppo l’indomani, sabato mattina, sarebbe stato il giorno del rientro. Prima di addormentarci ricevemmo una chiamata dalla hall. Era il portiere che ci avvisava se il servizio in camera a quell’ora, le 00.30 circa, ci avesse disturbato. Gli risposi che poteva salire. Entrò un ragazzo con un secchio, una bottiglia di champagne e due bicchieri…..con gli omaggi di Paolo e Gianni. Con il biglietto allegato ci ringraziavano per lo splendido pomeriggio e ci invitavano a passare l’intero sabato nella loro villa al mare come loro ospiti. Il biglietto continuava dicendo che se avessimo accettato non saremmo stati in obbligo di nulla…..ma solo per una giornata di relax prima del nostro rientro in città. Solamente di avvisare il portiere dell’albergo con una telefonata. “Perché no, mi disse Monica”. In fondo quei due cinquantenni piacevano a mia moglie ed erano di compagnia gradevole. Telefonai alla reception dicendo che ci saremmo fermati. Non fummo in grado di bere alcolici per via della stanchezza. Lo champagne era di buona marca e lo infilai nella valigia. Al risveglio trovai un biglietto sotto la porta d’ingresso della camera con il quale Gianni ci chiedeva di preparare i bagagli e di presentarci fuori dall’albergo dove un certo Salvatore (il loro autista privato) avrebbe guidato la nostra macchina alla loro villa a circa 30km di distanza. Monica mi chiese quanta voglia avessi ancora di vederla fare la puttana. Le risposi che a parte l’episodio dell’autogrill, il primo giorno di vacanza, non avevo più avuto la possibilità di vederla alle prese con altri cazzi e che quindi mi sarebbe piaciuto tantissimo. “Anche io voglio giocare ancora….ti farò divertire amore”, mi sussurrò all’orecchio mentre cominciava a tastarmi il cazzo. Si infilò il suo costume a perizoma bianco e un mini abito azzurro. Ai piedi calzò le scarpe trasparenti da zoccola che le erano state regalate il giorno prima quando si era umiliata facendo la cagna in una camera d’albergo. Preparammo tutto e ci presentammo al piano terra. In macchina si sedette dietro lasciandosi ammirare le gambe e la generosa scollatura del mini abito. Salvatore, un vecchio di 65 anni, non perse l’occasione di osservarla dallo specchietto retrovisore o di girarsi verso di lei non appena rallentava per farci vedere qualcosa del posto. Cominciavo a pensare che fosse un peccato che mia moglie avesse indossato il perizoma. Dopotutto Salvatore si comportava in modo molto gentile e cortese. La vista della figa rasata di Monica avrebbe anche potuto meritarsela! Ci portò alla villa. Molto grande, dotata di un giardino e di una spiaggia privata.
Paolo e Gianni furono contentissimi di rivederci, in particolare di rivedere Monica, che venne accolta con un caloroso abbraccio, e si complimentarono con lei per la sua bellezza. Ci mostrarono parte della casa e la nostra camera al piano superiore. Sulle scale non toglievano gli occhi dal culo di mia moglie. Il mini abito si alzava ad ogni gradino e lei sembrava ben contenta di mettersi in mostra. Sistemate le nostre cose ci dissero che ci avrebbero aspettati nella spiaggia poco distante dalla villa.
Mia moglie camminò sui suoi tacchi altissimi sul sentiero in cemento che portava alla spiaggia. Una volta arrivati, Monica si tolse le scarpe e si sfilò il mini abito restando in topless, suscitando subito l’ammirazione dei due cinquantenni. Poi si sdraiò sul lettino a prendere il sole girandosi di tanto in tanto e permettendoci la vista delle tette o del culo. La scritta “troia” che i due porci le avevano scritto sulla pancia il giorno prima era meno leggibile, invece la freccia blu rivolta verso la figa, che era più marcata, si vedeva ancora chiaramente. L’eccitazione aumentava col passare dei minuti.
“Tua moglie ha un culo fantastico, Diego. Non faccio altro che pensare a ieri pomeriggio”. Mi disse Paolo. “Poi quella scritta sulla pancia non fa altro che ricordarmi quanto è veramente troia. Pensi che a tua moglie dispiaccia divertirsi ancora un pochino? Mi sembra ben disposta a lasciarsi ammirare….magari vorrebbe qualcosa di più”.
Monica ci chiese di andare in acqua. Andammo tutti in riva al mare. Era il momento che i due attendevano. Avvicinandosi a mia moglie le chiesero se fosse di nuovo disponibile ad una giornata un po’ particolare. “Mi state proponendo di essere la vostra puttana per un giorno? Solo se promettete anche di scoparmi per tutto il giorno! Però ad una sola condizione….oggi deve partecipare anche Diego, o almeno deve essere sempre presente. Lo voglio con me.” Ribattè Monica.
“Ma certo Monica, tuo marito può stare con te tutto il tempo e farsi tutte le seghe che vuole”. Vero Gianni, disse Paolo. “Certo, e se vuole può anche farci delle foto o dei video come ricordo della giornata”. Aggiunse Gianni.
“Voglio vederti fare la puttana, tesoro”. Mi ritrovai a dire toccandomi il cazzo che si era già impennato.
Gianni si avvicinò a mia moglie e le strinse le tette da dietro. Le stava strusciando il cazzo sul culo. Paolo invece cominciò a baciarla sul viso e a toccarle la figa. Istintivamente Monica allargò le gambe per permettergli di entrare più facilmente. Era di nuovo nelle loro mani. Tra poco sarebbe rientrata nei panni della cagna in calore, quelli che a lei piacciono tanto. Io ero stato il primo a tirare fuori il cazzo dal costume e cominciai a menarmelo. Paolo sfilò il perizoma di Monica e me lo diede: “tieni, segati con questo….senti come tua moglie l’ha già bagnato tutto con la figa”. Infatti l’acqua del mare ci arrivava a malapena alle ginocchia.
“Si segati col mio perizoma, amore. Tra poco mi vedrai la figa riempita da due bei cazzoni”. Mi disse mia moglie. Tolse il costume ai suoi due uomini e li lancio a riva, poi si piegò a novanta per succhiare il cazzo di Paolo. Gianni gli puntò il cazzo sulla figa e cominciò a scoparla. Doveva avere una voglia pazza di farla di nuovo sua perché durò ben poco prima di sborrargli tutto sulla schiena e sul culo. Anche Paolo la scopò a pecora, solo che questa volta la bocca di mia moglie si attaccò al mio cazzo. Sentirla aggrapparsi con una mano al mio culo per attutire i colpi che le stavano aprendo la figa, mi fece salire alla punta del cazzo una sborrata devastante che le riempì completamente la bocca. Ingoiò tutto. Paolo invece la scopò ancora per un paio di minuti prima di prendersi la libertà di riempirle la figa di sborra calda. Anche Monica aveva goduto per le due scopate in riva al mare alla luce del sole.
“Tua moglie ha veramente una figa fantastica, ci fa sempre sborrare dopo poco tempo. Non preoccuparti zoccola, vedrai che tra poco ti faremo godere ancora”. Disse Gianni.
Quando mi girai verso i lettini vidi che Salvatore, l’autista, aveva assistito alle scopate e si stava menando il cazzo. Piccolo, ma con due palle molto grosse. Nell’altra mano aveva una scarpa da zoccola di mia moglie. La teneva con il tacco a spillo vicino al cazzo e sembrava volerci sborrare sopra. Gianni ci disse che a Salvatore piacciono di queste cose un po’ strane. Il suo cazzo si stava però ammosciando, probabilmente per la vergogna di averlo sorpreso. Gianni si avvicinò all’orecchio di Monica e le disse qualcosa. Quindi mia moglie si diresse verso Salvatore e appoggiando un piede sul lettino divaricò leggermente le gambe e si aprì la figa con le mani facendogli vedere la sborra che colava fuori. La freccia blu disegnata sulla sua pancia e che puntava verso la sua figa, ora aperta, aveva un effetto devastante. Il cazzo di Salvatore riprese vigore e una copiosa sborrata finì in parte sulla sabbia, in parte sulla scarpa di mia moglie. Lei divertita prese entrambe le scarpe ringraziandolo e spostasi sul vialetto di cemento le indossò sporcandosi il piede destro con la sborra del vecchio autista.
“Seguitemi se volete divertivi ancora”. La seguimmo all’interno della casa. Si fermò in salotto appoggiata al bracciolo di un lungo divano nero posizionato sopra ad un coloratissimo tappeto orientale. Era bellissima, leggermente piegata in avanti con il culo rivolto verso di noi. Il segno della sborrata di Gianni seccata lungo la schiena. Piegò le gambe e si appoggiò al bracciolo col viso. Con le mani si aprì il culo per farci vedere i suoi buchi. La vista della figa usata di mia moglie mi fece eccitare nuovamente.
“Voglio essere ancora la vostra cagnetta” ci disse non appena le fummo vicini. Paolo prese un paio di manette da un cassetto di un armadio, le bloccò i polsi dietro la schiena e la fece inginocchiare a terra. Poi la fece abbassare. Non potendo reggersi con le mani, Monica fu costretta ad appoggiare il viso sul tappeto con il culo in bella vista. Fu un attimo, Paolo le sputò sul buco del culo e con decisione la inculò facendola gridare per il dolore e continuando ad incularla selvaggiamente. Con un piede schiacciava la faccia di Monica contro il tappeto. Fu una scena altamente eccitante. Le urla di mia moglie e il suo culo che si stava allargando sempre di più sotto i colpi del cazzo del nostro amico. Continuava chiamarla puttana e le chiedeva se le piaceva prendere il cazzo nel culo. Mia moglie rispondeva sempre di si e che voleva che le spaccasse il culo. “Sono una cagna con il culo rotto” ripeteva continuamente. Paolo le sborrò dentro e appena tolse il cazzo dal culo di mia moglie vidi quanto glielo avesse aperto. Monica rimase per un po’ senza fiato poi si girò a guardarmi sorridendo e mandandomi un bacio. Cominciò ad agitare il culo….ne voleva ancora….Gianni si sputò sull’uccello e si godette anche lui una meravigliosa inculata. Anche il vecchio Salvatore guardava la scena con attenzione. Però il suo cazzo non voleva saperne di ritornare in tiro. Si sarebbe goduto anche lui il culo di mia moglie se solo ci fosse riuscito. Poi Paolo mi disse: “dai che aspetti, ha tutti e due i buchi pieni di sborra….infilane uno. Hai ancora tutto il giorno per fare il guardone, adesso goditi anche tu questa grandissima vacca”. La sborra che stava uscendo dal culo le stava colando sulla figa. Decisi di infilarlo nella figa e di scoparla come avevano fatto loro. Sentivo la sborra degli altri sul mio cazzo e le toccavo il buco del culo con le dita per rendermi conto di quanto si fosse allargato. “Senti che bella figa aperta, amore. Hanno inculato e scopato tua moglie come una cagna. Lo sento quanto ti piace. Siii, sborrami dentro”. Disse mia moglie. Al massimo dell’eccitazione le riempii la pancia con dell’altra sborra.
Dopo esserci sistemati e aver mangiato velocissimamente ci riposammo al sole sui lettini per tutto il pomeriggio, facendo anche qualche bagno. Restammo così fino a quando Paolo e Gianni ci chiesero “organizziamo qualcosa per la serata?”…

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In vacanza con mia moglie Monica 01

Come tutti gli anni io e mia moglie Monica siamo partiti da Milano per le meritate vacanze verso la metà di luglio. Il caldo terribile e la mancanza di aria condizionata in macchina, oltre alla esasperata lentezza di mia moglie per i preparativi, hanno fatto slittare la partenza verso le 10 di sera. Per lo meno sono stato accontentato…..mia moglie ha indossato una delle sue minigonne che preferisco: color beige e molto corta con un top rosso per coprire le tette. Mi piace poterle accarezzare le gambe quando siamo in macchina e il fatto qualcuno possa vederci ci fa eccitare parecchio. Peccato ormai per il buio. Circa a metà strada dopo due ore di tragitto direzione Ancona decidiamo di fare una sosta all’autogrill. Probabilmente a causa dell’orario il locale era semideserto, comunque il bar era ancora aperto così da permettermi di prendere un caffè. Decido di mettermi in coda alla cassa dietro a due persone, il biondo primo della fila però è straniero e non riesce a farsi capire dalla cassiera. Passano alcuni minuti e finalmente la situazione si sblocca, ma nel frattempo noto che mia moglie si è seduta a gambe accavallate vicino al bar su uno di quegli sgabelli che arrivano quasi all’altezza del bancone. Guardo dietro di me nella direzione dei tavolini ad una ventina di metri dal bar dove un gruppo di cinque ragazzi ha attirato l’attenzione dei pochi presenti con alcune risate . La cassiera mi chiama, è il mio turno, ordino e pago sempre sentendo uno strano mormorio. Mi volto verso mia moglie e la vedo sempre seduta sullo sgabello con le gambe leggermente divaricate intenta a rinfrescarsi le gambe con delle salviettine umidificate e il tutto girata verso i ragazzi con la minigonna che vertiginosamente sale a livello della zona proibita. Mi accoglie con il viso leggermente arrossato dicendo: “accidenti che caldo, intanto che tu bevi il caffè io vado un attimo in bagno per rinfrescarmi meglio”. E scende dallo sgabello con un movimento che di certo non è passato inosservato al gruppo di ragazzi. Infatti tutti sono rivolti verso di noi, sorridono fissando mia moglie seguendola con lo sguardo fino alle scale che portano alla toilette al piano di sotto. Lei è molto sensuale nei movimenti, aiutata anche dai sandaletti estivi con tacco appena accennato. I cinque continuano a sogghignare….sicuramente le avranno visto il suo perizomino rosso che mi aveva volgarmente mostrato in autostrada allargando le gambe per buona parte del tragitto. Avevamo già fatto diverse volte questo gioco e sapeva benissimo che mi eccitava parecchio. Inoltre scommetto che se avesse saputo di trovare un pubblico come quei ragazzi, mia moglie sarebbe entrata all’autogrill senza mutandine e si sarebbe divertita molto mostrandosi nuda sotto la minigonna. Torna dopo pochi minuti, si risiede sullo sgabello e mi dice: “ tu non vai? non ci fermeremo come al solito lungo l’autostrada, vero? Dai intanto sei ancora in tempo, giù c’è nessuno e il vecchio che pulisce i bagni non ha ancora chiuso”. Mi alzo, mi dirigo verso le scale e con la coda dell’occhio vedo nuovamente mia moglie mostrare le gambe in direzione dei ragazzi che probabilmente si gustano la scena. Dopo qualche minuto riesco a tornare di sopra, lascio una mancia al vecchio che vedo intento alla chiusura, e risalgo le scale. La situazione era decisamente mutata. Infatti mia moglie aveva abbandonato lo sgabello e si era avvicinata ai cinque ragazzi che nel frattempo si erano spostati vicino a dove erano venduti alcuni giocattoli. Osservo la mia mogliettina senza avvicinarmi troppo. Una bella 32enne bionda con gli occhi verdi, capelli lunghi ricci, una seconda abbondante e decisamente un bellissimo culetto. Si abbassa ad osservare alcune riviste, si gira verso di me, apre le gambe e…..vedo la sua figa sotto la minigonna. Rasata con una striscia di peli biondi sul pube. Monica si era tolta le mutandine in bagno ed ora, sicuramente eccitata, aveva deciso di giocare sempre più apertamente. Mi sorride accarezzandosi velocemente la figa con un dito poi si alza, guarda in direzione dei ragazzi che la mangiano con gli occhi, si gira e si abbassa a novanta gradi senza piegare le gambe lasciando che la minigonna si alzi per mostrare la figa e il culo. Che zoccola mia moglie, penso. E’ veramente fantastica….sarà difficile fermarla ora, quando si eccita deve godere e penso che il modo lo abbia ormai trovato. Infatti dopo essersi lasciata ammirare, si avvicina ai ragazzi dicendo loro qualcosa che non sento bene, tra cui sicuramente di non preoccuparsi di me, poi qualcuno comincia a toccarle le gambe e la figa sotto la minigonna e il gruppo scende le scale verso la toilette. Mia moglie è con loro, attaccata al braccio di uno di questi. Li lascio scendere, poi mi affretto per scale in tempo per vedere che uno dei ragazzi (tutti quanti sui 20-25 anni) lascia 50 euro al vecchio custode per farli entrare nel bagno dei maschi. La porta si chiude, mi avvicino e chiedo se posso entrare anche io. Il vecchio finge di non capire, apre la porta, entra e la richiude lasciandomi fuori e chiudendo a chiave. Ho il cazzo durissimo…devo entrare. Busso sempre più forte, poi il vecchio apre e mi dice non fare casino. “C’è una troia dentro….non posso farti entrare. Se i ragazzi godono in fretta magari ti faccio entrare dopo”. Sento godere mia moglie….”sono il marito…per favore fammi entrare, voglio solo vedere”. Entro da solo e la scena è veramente fantastica: mia moglie è seduta su uno dei pisciatoi a muro con la minigonna e il top completamente arrotolati in vita e le gambe oscenamente aperte che si sta sditalinando. I ragazzi non sono da meno, infatti tutti sono con l’uccello in mano e qualcuno è già pronto per andare oltre. Due si avvicinano e si fanno leccare il cazzo, mentre gli altri tre pisciano a turno nel pisciatoio di fianco a quello dove è seduta mia moglie e poi si fanno pulire la cappella. Nel frattempo io mi ero sporto un po’ troppo, qualcuno mi aveva visto e disse: “ fai vedere al tuo maritino come lo succhi bene…. adesso gli mostriamo quanto sei zoccola….leccaci anche le palle mignotta”. Mia moglie eseguiva ad occhi chiusi gustandosi quei bei cazzoni poi girò gli occhi verso di me per fami vedere quanto le piaceva. Mi abbassai i pantaloni e cominciai a segarmi. E’ una droga…vedere mia moglie trattata da puttana mi eccita tantissimo. Poi uno le ha ordinato di alzarsi e di girarsi a pecorina dicendole che così bagnata come era doveva avere proprio un gran voglia di cazzo. A turno cominciarono a trombarsela obbligandola ad urlare verso di me quanto le stava piacendo: “dì a tuo marito che ti piace godere come una cagna in calore……come ti piace farti aprire e rovinare la figa…..come è bello sentire cinque cazzoni che ti sfondano”. Lei ripeteva il tutto senza però fissarmi negli occhi, concentrata a sentire e a godere dei cazzi che la fottevano. Le mani di mia moglie erano appoggiate all’orinatoio con la testa leggermente al suo interno, però avvicinandomi vidi che c’era una scritta che subito non avevo notato e che diceva: “guasto”. Quei porci l’avevano fatta mettere in quell’altro dove tre di loro avevano pisciato poco prima e quindi lei era a diretto contatto con la loro urina. Un pò per i forti colpi, un pò perchè tenendola per i capelli la spingevano verso il basso, vedevo alcune gocce colarle dal naso che inizialmente avevo reputato come delle gocce di sudore. “Lecca il nostro piscio puttana….che tra poco assaggerai anche qualcos’altro”. Umiliata e chiavata….proprio quello che mia moglie desiderava quando trovava dei cazzi con cui riempirsi la figa. Tutti avevano i pantaloni abbassati alle ginocchia e alcuni sembravano al dunque, ma non era ancora finita. La fecero alzare e due la sollevarono tenendola per le gambe sempre ben divaricate; lei si reggeva abbracciando i due giovani e doveva essere in preda ad un orgasmo incredibile: il volto segnato dal piacere, gli occhi sempre socchiusi e obbediente ad ogni loro ordine. Quello che aveva ordinato di alzarla se la stava scopando in questa posizione: “adesso voglio sborrarti dentro, voglio vedere che faccia fa tuo marito a vederti colare di sperma”. Un urlo, il ragazzo che si distacca e la sborra che esce dalla figa di mia moglie sempre sorretta a gambe larghe. Il mio sogno si avverava di nuovo…..vedere la figa di Monica riempita di sborra. Ne godevamo entrambi. Ormai mi segavo senza sosta cercando di ritardare la sborrata per continuare a far parte mentalmente di quel gioco stupendo. Alcune gocce di sperma stavano cadendo sul pavimento, ma ancora per poco, un altro di loro si avvicinò e la pompò fino a venire. Mia moglie era fradicia in mezzo alle gambe, poi quello che era appena venuto raccolse un pò di sperma dalla figa di mia moglie con l’indice, me lo fece vedere e disse: “adesso guarda come ti inculiamo la tua signora!!!!”. Introdusse lentamente il dito nel buco del culo, con lei sempre nella stessa posizione oscena: prima uno poi due… ormai era pronta e infatti venne fatta scendere e messa di nuovo a pecorina. “Lecca tutto, vedi come ti abbiamo trattato da troia? Ti piacciono le dita che sanno di culo e sborra?” “Sì, ma adesso allargatemi il culo…bastardi…mi piace fare la vostra puttana”….diceva mia moglie. Un altro di quelli ancora col cazzo duro iniziò ad incularla spingendo come un forsennato e senza preoccuparsi se i gemiti di mia moglie fossero di dolore o di piacere. Durò molto poco venendo nel culo di mia moglie e girandosi verso gli altri: “che gran culo da vacca che ha questa zoccola…chissà quanti cazzi si è già presa anche nel culo”. Intanto i primi due erano diventati di nuovo in tiro e tutti non vedevano l’ora di infilare il cazzo nel culo di mia moglie. Gli ultimi due le riempirono il culo, poi i primi due che l’avevano scopata offrirono uno spettacolo mozzafiato: uno si sedette sul w.c. e inculò mia moglie che girata a gambe divaricate offrì nuovamente la figa all’altro ragazzo. Subito alcuni favorirono la penetrazione tenendole le gambe ben aperte e io fui invitato ad avvicinarmi per gustarmi meglio la scena. Monica godeva come una vacca…sapevo bene quanto le piacesse prendere due cazzi contemporaneamente. Dopo cinque interminabili minuti uno le venne nel culo, mentre l’altro si alzò e le sparò tutto in faccia ordinandole di ripulire il cazzo con la lingua. Super eccitati da quanto visto, anche gli altri tre la riscoparono velocemente e le sborrarono sulla faccia e sulle tette. Mia moglie colava sborra dal mento alle tette e dalla figa e dal culo lungo le cosce e a terra. Stupenda….. “Dai adesso è il tuo turno”….mi disse uno di loro. La presero per i capelli forzando l’apertura della bocca e ormai allo stremo della mia eccitazione nel vederla tutta sporca di sborra, le venni tutto in gola. Uno le tappò il naso, obbligandola ad ingoiare tutto tra le risa generali e anche un applauso. Infatti dietro di noi il vecchio aveva assistito alla scena ed aveva applaudito. Disse ai ragazzi che era ora di andare, questi si sciacquarono velocemente e il vecchio andando verso la porta, con mia sorpresa, la richiuse a chiave dietro di loro. “Lo sai vero che adesso è il mio turno, disse a me con tono malizioso. Non avrò certo rischiato il posto per far divertire solo voi, sopratutto dopo aver visto cosa sa fare quella puttana. Come prima cosa, rivolto a mia moglie, datti una ripulita che così mi fai proprio schifo, sei piena di sborra ovunque”. Lei si alzò (era seduta sul wc), si diresse verso il lavandino e si lavò il viso. “Muoviti che non ho mica tempo da perdere, lavati pure solo il culo, l’unica cartuccia che ho voglio giocarmela bene. Poi rivolto verso di me: quando mi ricapita una troia che gode a farsi inculare”. Mia moglie iniziò a lavarsi come gli aveva detto, sciacquandosi velocemente il culo, poi il vecchio col cazzo già in tiro l’appoggio a novanta sul lavabo e la inculò gridando tutto il suo piacere. Mia moglie aveva già goduto molte volte ed ora non le piaceva come con i ragazzi. Cominciava a pensare come chi dopo l’orgasmo ripensa a quello che è successo e ritorna alla realtà. Aprì gli occhi mentre subiva l’inculata, si guardò allo specchio dritto di fronte a lei, poi guardò verso di me sempre attraverso lo specchio e con una smorfia mi indicò il dolore che l’inculata ora le stava provocando. Il vecchio la prese con molta rabbia e lo tolse solo dopo averle sborrato dentro. Notò il tanga dentro alla borsetta aperta di mia moglie, lo prese, si pulì l’uccello e lo rimise nella borsetta, dicendo che così la troia aveva un bel ricordo della serata. Poi si tirò su i pantaloni, fece rialzare mia moglie che si abbassò la mini, le mise una mano in mezzo al culo e senza neanche darle un minuto per ricomporsi, ci cacciò fuori dicendo: “merda…. devo ancora ripulire tutta la sborra sul pavimento di quei bastardi”. Mia moglie si ricompose alla meglio i capelli, e a testa bassa camminò davanti a me senza dire parola. Io la guardai da dietro, non aveva fatto in tempo a rimettersi il perizoma, e vidi il vestito pieno di chiazze di sperma con una molto grossa che si stava formando a livello del buco del culo in mezzo alle chiappe (la manata del vecchio aveva lasciato il segno). Forse a causa del passo non troppo sostenuto o forse perchè continuava ad aggiustarsi la minigonna vidi alcune gocce di sperma scenderle lungo la coscia destra. Uscimmo dall’autogrill e salutammo velocemente i cinque ragazzi che ci chiesero di incontrarci ancora lasciando a Monica un foglietto con i loro numeri di telefono. “Forse”, fu la risposta mentre sfiorava con la mano il cazzo di un paio di loro e mentre gli altri le palpavano nuovamente il culo. “Adesso però devo andare”. Salimmo in macchina dove finalmente soli baciai mia moglie ringraziandola per la serata. “Lo so che non ti accontenti di un bacio” mi disse. Si tolse i vestiti e se li mise sotto al culo per non sporcare. Rimase nuda in macchina pulendosi i buchi con delle salviettine. La mia eccitazione cresceva nuovamente. Dopo una ventina di km mi fermai in un’area di sosta vicino ad un paio di tir ed abbassai il suo sedile. Le toccai il culo…era ancora apertissimo e la scopai sentendo quanto fosse allargata la sua figa. Era ancora bagnatissima. La sua lingua sapeva di cazzo e sborra. Pochi minuti e le sborrai sulle tette mischiando la mia sborra a quella che si era seccata poco prima sul suo corpo. Era solo l’inizio della vacanza. Ci saremmo divertiti ancora.

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Mia Moglie, il capo

Giada,38 anni,bionda riccia occhi azzurri, corpicino ben fatto,formoso quanto basta. Fa la segretaria in uno studio d’analisi. Lei riceve i clienti, prende le prenotazioni, porta documenti ed incassi al capo. Mia moglie Giada e’ una donna affabile,molto solare,splendida con le persone. L’amo ed a letto ci intendiamo molto. Le piace leccar lo,e’ bravissima con la bocca. Io amo vederla a quattro zampe sopra il mio arnese. Purtroppo il cubetto e’ off limits. Lavora per Mario, il padrone Dottore farmacista di uno studio d’analisi di provincia. Uno stronzo di 55 anni, pidocchio rifatto, lampadato con la faccia da coglione presuntuoso. Tratti i suoi dipendenti come schiavi, arrogante e scortese qual’e’. Lei è’ molto servizievole, spesso per me troppo. Litighiamo per quanto non sa darsi rispettare e sotto sta alle continue richieste di lui. Fai questo,fai quello, sbrigati. Spesso dopo l’orario di lavoro. Certe volte, mentre ci stiamo per mettere a letto, eccitati un po’ per quello che vogliamo fare, io la provoco e le dico che con il capo non da tanto la sostenuta. Magari se le chiede di inginocchiarsi e prenderlo, lei ci starebbe pure. Lei sbuffa e mi prende a male parole. Io insisto, poi iniziamo a dare l’amore e mentre le sono dentro, da dietro con lei supina, le sussurro che vorrebbe il cazzo del capo in bocca. Lei non dice nulla, ancheggia, gode, si eccita e sussurra si sii lo voglio. Mi fa incazzare ma godo come un toro a pensarla intenta a sottomettersi con lo stronzo. Capita spesso, capita a letto o per provocarla. A lavoro poi, si veste sempre carina, ci tiene molto. Spesso gonnelline, camicette, collant e scarpine eleganti. Camice bianco per completare l’opera. Come ho già’ detto, io il suo cubetto non l’ho mai preso. Quando scopiamo supini, infilo il mio arnese da dietro, nella sua parata accogliente, bagnandoci completamente e subito. Calza a pennello e le piace mentre la prendo stringendole i seni. Le piace che le sussurro cose,meglio che è’ un po’ Troia e vuole il cazzo di un altro. Le piace e lo sento. Un giorno, dovevo andare a lavoro, il treno non passa ed allora decido di telefonare e restare a casa. Sono le 9 lei e’ a lavoro da 1 ora. Non le telefono, vado a trovarla per un saluto. Arrivo davanti lo il lavoratorio. C’è’ molta gente, la fila. Guardo dentro, al bancone c’è’ la collega,lei non c’è’. Forse e di la, forse allo studio del Dottore stronzo. Sto per telefonarle, poi noto che al solito posto dei cappotti di tutti i dipendenti,il suo di quella mattina non c’è’. Forse e’ andata a fare una commissione?. Decido di andare via,a pranzo ci saremmo visti a casa. Piove un po’, vado per prendere l’auto e con la coda dell’occhio in fondo alla strada, la intravedo camminare verso il palazzo dello studio del Dottore. Strano. Perché’ a quell’ora dal Dottore?. Sono geloso fradicio. E’ bastardo dentro quell’uomo ed eppure sento che ha un certo dominio sulla mia donna. Non so perché’, non so per quale scintilla, decido di seguirla e spiarla. Il palazzo in questione, e’ un edificio a 3 piani. Molti terrazzi ed una scala esterna. Lo studio del medico, e’ al terzo piano. Entrando dal portone, 3 rampe di scale e poi la porta principale. Non avrei potuto fare nulla una volta dentro lo studio. Ma ecco la sorpresa. Mia moglie, non entra nel portone, bensì fa il giro largo e scende verso la rampa dei garage. A dare cosa? Mi chiedo. La seguo, le sono a 30mt circa. La vedo scendere nei garage, attraversarli tutti e raggiungere i magazzini in fondo. Io appostato dietro una colonna, la vedo avvicinarsi, guardarsi intorno e poi bussare. Dopo pochi secondi la porta si apre. Con mio grande stupore, ecco il Dottore. Apre, compare e con una mano decisa le cinge la nuca, con l’altra il ventre e la stringe a se per baciarla. Un lungo ed intenso bacio in bocca, con lei sporta verso di lui, dondolante. Ora le agguanta e solleva una coscia a mano piena. Poi le palpa il culo. E’arrapato da morire. La stringe a se, la tocca con vigore e la desidera. Lei obbedisce in silenzio, subordinata ad ogni suo desiderio. Vieni! Vieni troietta le dice, vieni con me. Le prende una mano e la porta in un angolo dietro un muro alto del magazzino. Solo arrampicandomi su di un pa****tto potei osservare la scena. L’aveva poggiata con il ventre al muro, gettato a terra il camice e sollevato completamente la gonna. Lui inginocchiato le leccava i collant sopra il culo, cingendole forte i fianchi. Troia, ti rompo il culo adesso. Lei non fece un fiato, si sporse verso di lui, divarico’ meglio le gambe e languendo di piacere si fece calare i collant e perizoma a mezza gamba. Le tocco’ e poi affondo’ ben bene con le dita dentro la vulva. La fece bagnare e temere ben bene. Quando pronta, inizio’ a massaggiare e poi affondare una, due dita nel buchino di lei. Il culo no!. Cazzo a me no e con lui si?. Rosicavo ed ero pieno di rabbia. Cornuto ed eccitato come uno stronzo. Le ficco’ il gingillo con tutta l’indelicatezza che si possa pensare. Guardavo mia moglie farsi ingroppare come una vacca da quel bastardo porco. Troiaaa! Sei una troiaaa. Dillo che sei la mia troiaaa. E lei, con gli occhi chiusi,ansimante, sii sono una troia. Sfondami padrone,sfondami tutta. La inculo’ fino in fondo, alla fine le afferro’ i capelli e la tiro’ a se. Godiiii puttana!!!. Vennero insieme, nel culo di lei. Si avvinghiarono a terra a quattro zampe ansimando di piacere. La vidi godere come non mai. Scappai via. Scappai a masturbarmi. L’ebbi duro tutto il giorno. Tornata a casa volevo ucciderla. Insultarla. Invece lei, entro’ mi bacio’ e volle fare l’amore. Non dissi mai nulla. Fini’ così’. Era la schiava del suo padrone. L’amavo comunque

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Mia moglie Laura al Club Privé.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Io e mia moglie Laura abbiamo sempre avuto una perfetta sintonia sotto l’aspetto sessuale, una sera durante una scopata proposi a Laura di andare in un Club Privé, la risposta fu positiva, avevo già scopato Laura con altri uomini ma solo in casa tra le nostre quattro mura, questa per noi sarebbe stata una nuova esperienza. La sera successiva mangiammo qualcosa a casa poi ci preparammo, io mi vestii in modo elegante Laura in maniera molto sexy, in macchina eravamo silenziosi, chiaramente eravamo emozionati mentre ci dirigevamo al Club Privé. Una volta arrivati entrammo, dietro una porta a vetri una scala a scendere ci condusse all’ingresso, un distinto uomo sulla cinquantina ci salutò gentilmente, si preoccupò dei nostri soprabiti e ci chiese di compilare la tessera del club, pagammo e ci consegnò 4 preservativi augurandoci buon divertimento. Ero tesissimo e credo che Laura lo fosse molto più di me, la sala pareva vuota, in realtà notammo alcune coppie che chiacchieravano nel buio dei separé, andammo verso il bar e ordinammo ad una barista due gin tonic, ci sedemmo agli alti sgabelli, quattro chiacchiere, molta tensione, intanto la sala lentamente andava riempiendosi anche di alcuni uomini soli. Partì una musica da discoteca, le luci della pista cominciarono il classico lampeggìo da disco, proposi a Laura di andare a ballare sola io l’avrei guardata da un separé, mi sembrò titubante, ordinammo altri due drink, Laura diede un lungo sorso al gin tonic mi guardò con un sorriso malizioso e se ne andò in pista. Cominciò a ballare da sola, lentamente, in maniera molto seducente, vedevo che cominciava a prendere confidenza con la situazione, le sue lunghe gambe valorizzate dagli alti tacchi e la minigonna facevano effetto, i suoi capelli biondi ondeggiava ritmicamente mentre il generoso seno si muoveva liberamente sotto la camicetta scollata. Ero eccitatissimo, era bellissima, bastarono pochi minuti e due uomini le si avvicinarono ballando anche loro con lei, cominciò uno scambio di occhiate, di sorrisi, le furono sempre più vicini, fino a quando il più intraprendente dei due le mise una mano sui fianchi la fece girare e la baciò in bocca. Laura era fantastica fra le braccia di quello sconosciuto che aveva preso a toccarla in mezzo alla pista, le sbottonò la camicetta e le sue tette uscirono turgide incontro alle mani dell’uomo, anche il secondo prese coraggio a sua volta la baciò stringendole il seno. Laura prese la mani dei due, a seno scoperto li condusse al mio separé, non ci furono presentazioni, io rimasi leggermente staccato da loro mentre Laura si sedette al centro e aprì la patta dei pantaloni dei due che erano in piedi davanti a lei. Gli tirò fuori i duri cazzi che prese in mano, a turno cominciò a sbocchinarli succhiando avidamente, ogni tanto mi guardava sorridendo mentre spompinava, gli uomini le palpavano con furore le mammelle, sborrarono quasi insieme in maniera incontrollata bagnandole il viso la bocca e le tette, Laura succhiò fino all’ultima goccia e mentre si asciugava il volto e il seno con dei fazzolettini venne verso di me. Mi baciò con ardore, il suo seno si schiacciava su di me, sapeva di sperma e la cosa mi piacque moltissimo, mi tirò fuori il cazzo e cominciò a sbocchinarmi, stavo godendo di lei come non mi era mai capitato, mentre impazzivo di piacere vidi un ragazzo dietro di lei che si stava togliendo i pantaloni, tirò fuori un cazzo duro e potente, si mise il preservativo e senza che lei lo vedesse in volto la penetrò da dietro. Sentìì la bocca di Laura stringersi sul mio cazzo, mugolava di piacere sotto i colpi del cazzo dell’uomo, bastarono pochi minuti e la sentii venire mentre mi sussurrava che stava godendo come una troia, mi bastò sentirle dire quello che le sborrai in gola tutto lo sperma che avevo in corpo, il ragazzo tirò fuori il cazzo dalla figa di Laura si tolse il preservativo e le sborrò sulla schiena. Passarono alcuni minuti, Laura si rimise in sesto alla meno peggio e se ne andò in bagno a pulirsi, dopo qualche istante feci lo stesso anch’io, mentre mi lavavo e rinfrescavo il volto senti il rumore di una porta che battevam, era il suono che si provoca facendosi una scopata appoggiati a una porta semichiusa. Non resistetti ed entrai nel bagno delle donne, Laura a pecora era sbattuta come l’ultima delle mignotte dal padrone del locale, quello che sorridente e con modi gentili ci fece entrare, mi guardò stremata e godente fino a quando si girò per ingoiare lo sperma, finimmo la serata al bar sorseggiando il drink offertoci dal proprietario sfiniti e felici.