Categories
Racconti Erotici

“Una gita in montagna. Seconda parte. Una be

Improvvisamente l’aria rinfres**ta mi risveglia.
Un nuvolone nero ha oscurato il sole, c’è un temporale in arrivo.
Ho dormito profondamente e mi ci vuole un attimo per realizzare dove mi trovo.
Rivivo la scopata con Ross e mi torna subito alla mente la visione del ragazzo che si masturba guardandoci.
Sveglio Ross, raccogliamo in fretta le nostre cose e ci apprestiamo al ritorno. seguendo quella che mi sembra una scorciatoia.
Improvvisamente si s**tena un temporale terribile, grosse gocce d’acqua cominciano a cadere, gli alberi ci proteggono ben poco.
Siamo ancora ben distanti dalla macchina, ormai siamo rassegnati a bagnarci fino alle ossa quando scorgo defilata rispetto al sentiero una casetta.
E’ un piccolo rustico ristrutturato da poco, con attorno un piccolo appezzamento di prato ben curato, circondato da una corona di alberi.
Ci avviamo di corsa per cercare riparo dalla pioggia.
Giunti a pochi metri noto che è aperto ed abitato, sotto il patio, su due comode sdraio c’è una coppia.
Veniamo accolti con grandi sorrisi e una squisita gentilezza.
Hanno più o meno la nostra età, lei, Elena è una bella donna alta e robusta, con un ampio vestito di cotone che contiene a malapena le curve generose e che lascia scoperte le gambe, lunghe e ben fatte.
Dall’ampia scollatura vedo un paio di tette davvero abbondanti e abbronzate.
Ci fanno accomodare e lei entra in casa a prenderci delle spugne, scusandosi per non poterci fare entrare, lo spazio è poco e una loro amica si sta facendo la doccia.
Al suo ritorno posso vederla meglio, pur non essendo particolarmente magra ha mani e piedi affusolati, caviglie sottili, bei polpacci torniti. Le unghie ben curate hanno smalto rosso fuoco.
Quando si muove l’abito leggero aderisce ai contorni del corpo botticelliano ma armonioso. Ha un’aura straordinaria che catalizza l’attenzione, ha una placida sensualità.
Gli occhi luccicano vispi e furbetti.
Anche Gep, il marito, è un bell’ uomo, alto e brizzolato con solo un accenno di pancetta.
Ha un sorriso aperto e simpatico, è il classico il tipo che a una festa fa girare la testa alle donne ed è sempre al centro della compagnia degli uomini
La sua stretta di mano è salda e sicura.
Lui ci offre delle sedie, mentre la moglie ci offre da bere.
Dopo le presentazioni di rito chiacchieriamo amabilmente.
Hanno appena preso in affitto il rustico con l’altra coppia per passare l’ estate lontano dalla città.
All’improvviso si apre la porta ed esce una ragazza che si sta asciugando i capelli.
Indossa delle minuscole mutandine bianche ed è a seno nudo.
Non ha più di 25 anni ed un fisico stupendo, lunghe cosce ben tornite, una leggera abbronzatura uniforme anche sul magnifico seno sodo.
Si accorge della nostra presenza e pudicamente usa l’asciugamano per coprirsi.
Restiamo basiti e ci guardiamo imbarazzati.
Il fato ci ha fatto rincontrare: chi l’avrebbe mai detto che le nostre strade si sarebbero incrociate ancora una volta.
Il silenzio è rotto da Elena che fa le presentazioni.
Mi diverte vedere Ross e Joli che si scambiano una stretta di mano facendo finta di nulla.
La ragazza si scusa, rientra in casa per tornare poco dopo indossando una lunga T-shirt che la copre ben poco.
Si siede per terra, la maglietta aderisce al suo seno mostrando comunque i bei capezzoli in trasparenza.
Le lunghe gambe sono raccolte sotto di lei.
Non mi ricordavo fosse così bella.
Sembra che Gep e Elena non si siano accorti della tensione che si è improvvisamente creata e ci offrono la doccia.
Io accetto volentieri, ma Ross declina l’invito.
Sotto il caldo getto chiudo gli occhi e rivedo il fisico di Joli e rivivo i bei momenti passati insieme.
Dal vetro appannato del bagno vedo dei movimenti all’esterno.
Ha smesso di piovere, dietro la casetta Joli sta parlando fitto fitto con Ross, che tiene la testa abbassata e non dice una parola.
Cerco di leggere sulle sue labbra, ma non capisco cosa le stia dicendo.
Improvvisamente Joli allunga una mano ad accarezzare dolcemente il viso di mia moglie, segue la curva del mento, scende al collo, per poi portarla sulla nuca tra i capelli.
La accarezza per un po’, poi porta la sua mano sotto il mento di Ross sollevandole il viso.
Mi moglie continua a tenere gli occhi bassi, due lacrime scendono lentamente lungo le sue guance.
Senza smettere di parlare e fissandola dritta negli occhi, si avvicina lentamente a posarle un bacio esitante a fior di labbra.
Ross si irrigidisce tutta, ma non si sottrae ai teneri baci ripetuti.
Senza smettere di depositare baci sempre più decisi, Joli la fa indietreggiare fino a farle appoggiare la schiena alla parete, appoggia le labbra aperte sulla bocca.
Ross finalmente si decide a rispondere al bacio, le loro labbra si succhiano e si mordono, le lingue si intrecciano avide.
Fanno scorrere le mani sui loro corpi, come a ricercare la memoria delle curve che si sono già ben conosciute in passato.
Presto finiscono sotto le magliette ad accarezzare le pelli nude.
Joli porta una coscia tra le gambe di Ross che si porta avanti ad accoglierla strusciandosi contro.
Mette una mano sul culo della ragazza palpandola e tirandola ancora di più contro di sé. Nel farlo alza la maglietta e posso ammirare quelle splendide e sode chiappe.
Senza neppure accorgermi la mia mano scende sul mio uccello già duro da un pezzo, inizio a massaggiarmi seguendo lo stesso ritmo delle due donne.
Ross si irrigidisce come fa sempre negli attimi che precedono l’orgasmo, poi si abbandona contro la ragazza.
Vedere Ross godere di nuovo sotto le mani di Joli è uno spettacolo celestiale e presto vengo anche io.
Mi accorgo di essere stato maleducato a restare così a lungo nel bagno, così, a malincuore esco e ritorno nel patio.
Passiamo qualche minuto tra convenevoli vari a chiacchierare come quattro vecchi amici quando le due donne sbucano dall’angolo della casetta tenendosi per mano, guardandosi e sorridendo teneramente.
L’espressione beata di Joli mi fa chiaramente intendere che mi sono perso il suo orgasmo.
Elena e Gep le guardano a bocca aperta.
Joli si dirige decisa verso l’entrata della casa trascinandosi dietro Ross.
Sulla soglia mia moglie si ferma e si gira esitante verso di me, rivolgendomi uno sguardo che non riesco a decifrare, è un misto tra una muta richiesta di consenso e di scusa per non poter fare a meno di seguire Joli verso l’epilogo che so inevitabile.
Le sorrido e con un gesto del capo le manifesto la mia approvazione.
Ross lascia la mano della ragazza, viene verso di me, mi abbraccia e mi dà un rapido bacio e mi sussurra un tenero “Grazie, amore” prima di correre felice verso Joli.
Mentre la porta si chiude dietro le due donne, Elena e Gep mi guardano, ora decisamente incuriositi, ma troppo ben educati per fare domande troppo dirette.
Mentre sorseggiamo una birra fresca racconto loro la nostra storia dall’inizio, senza tralasciare alcun particolare.
Man mano che il racconto si sviluppa, i nostri ospiti si dimostrano sempre più eccitati, ascoltano rapiti senza dire una parola.
Lei è arrossita ed ha la bocca semichiusa, ha delle piccole perle di sudore sul labbro superiore.
Si muove lentamente sulla sedia, strusciando le sue grosse chiappe sulla plastica fresca.
Il movimento dei fianchi ha fatto risalire il vestito e allungando un poco il collo riesco a vedere le sue mutandine bianche.
Forse è solo la mia immaginazione, ma credo di vedere una sottile striscia di peli scuri proprio nel mezzo.
Alla fine è Gep a parlare, mi chiede se non sono geloso della storia tra Joli e Ross.
Rispondo che non mi dà fastidio che Ross vada a letto con un’altra persona, basta che non lo faccia di nascosto.
Ele fissandomi negli occhi dice con voce un po’ roca che invidia Ross, Gep la guarda a bocca aperta, stupito.
Maliziosamente le chiedo se invidia Ross per la libertà che le concedo o perché in questo momento sta facendo l’amore con Joli.
Esita prima di rispondere, poi svicola chiedendomi se sono sicuro che stiano davvero facendo sesso.
Colgo la palla al balzo e le chiedo se la camera da letto ha una finestra da cui spiarle.
Guarda di sfuggita il marito, poi senza dire una parola si alza e va verso il retro della casa.
Il marito si alza immediatamente e la segue, i calzoncini non nascondono una potente erezione.
Finisco con calma la mia birra prima di raggiungerli.
Si sono messi ai due lati della finestra e guardano all’interno.
Mi avvicino senza rumore e mi metto dietro Ele spiando da sopra la sua spalla.
Sento il suo profumo,la sua pelle è bollente.
Mi basta unì occhiata per avere la conferma di quanto mi aspettavo: mia moglie è stesa sulla schiena e Joli è sopra di lei, la bacia con passione mentre le tocca il seno.
Vedo con eccitazione le mani di mia moglie scorrere sulla schiena liscia ed abbronzata per poi risalire sulle spalle della ragazza, spingendola delicatamente ma con decisione verso il basso.
I lunghi capelli castani di Giulia scendono lentamente lungo il corpo di Ross, una piccola pausa all’altezza del suo ombelico per poi finire in mezzo alle gambe.
Ross spalanca le cosce, puntando i talloni sul letto.
Sotto i colpi sapienti della lingua della ragazza si inarca, sollevando i fianchi e mostrando che ha già lasciato un’ampia chiazza umida sul lenzuolo.
Una mano stringe furiosamente il lenzuolo, l’altra è sulla nuca di Joli per premerla il più possibile contro la sua passerina vogliosa.
Mentre la lecca, Giulia fa scorrere le mani su tutto il suo corpo, quando le sfiora i capezzoli Ross ha un sobbalzo, sono talmente tesi e turgidi da farle male.
Allora lei rinuncia ad accarezzarla e si porta una mano tra le gambe, mostrandoci il ditino che scorre dalla patatina al buchetto dietro.
E’ impaziente, non le basta far godere, vuole che anche Ross si prenda cura di lei.
Così con un agile giravolta si mette a cavalcioni sopra il corpo della donna.
Vedere di nuovo quelle due splendide donne, dal fisico così diverso, ma entrambe con una enorme carica di sensualità eccita da matti tutti noi che le spiamo.
La più calda è decisamente Elena, che non riesce a contenere dei mugolii.
E’ chinata in avanti,la testa vicinissima al vetro, il vestito teso sulle sue chiappe formose.
Con la scusa di vedere meglio mi sposto un poco, quanto basta per mettermi alle sue spalle e con indifferenza mi appoggio a lei.
Sento che si irrigidisce, si solleva staccandosi dal mio contatto, ha un attimo di esitazione, ma la voglia di spiare è troppa, così si riabbassa portando il suo bel culo di nuovo a un centimetro dal mio uccello.
Sono certo che non sia un caso e che ha potuto chiaramente sentire tutta la mia eccitazione, così spingo avanti i fianchi e li roteo, sfregando il mio uccello durissimo sul suo vestito.
La cerniera dei miei pantaloni è dolorosa contro la mia pelle delicata e con un rapidi movimento la apro e libero il mio bastone.
Lo passo lentamente sul posteriore di Elena, in mezzo al solco.
Lei aumenta i gemiti, dà un’occhiata furtiva al marito che è troppo concentrato a guardare le due donne impegnate nella leccata reciproca per accorgersi di qualcosa.
Elena allunga una mano dietro a sfiora il mio cazzo, lo palpeggia come a saggiarne misura e consistenza.
Se non è un chiaro invito questo…allungo una mano a palparle un seno, grazie all’ampia scollatura riesco ad infilarla all’interno del vestito.
Trovo subito un bel capezzolo carnoso ed eretto e lo giro piano tra le dita prima di prendere in mano il più possibile della sua tetta.
Nonostante le dimensioni e l’età ha ancora un seno pieno e sodo.
Riesco a sollevare il suo vestito e posso così accarezzare le sue chiappe nude.
Cerco di scostare le sue mutandine, ma non è un’impresa facile visto che lei è troppo presa a guardare per facilitarmi il compito.
Impaziente cerco allora di abbassargliele almeno un po’, ma niente da fare, non collabora.
Però non mi fa smettere.
Guardo Gep e noto che ha una mano sul davanti dei suoi calzoncini.
Sente il mio sguardo su di sè e mi guarda.
Gli basta un attimo per realizzare che gli sto spudoratamente palpando la moglie.
I suoi occhi si rabbuiano, io gli mando un sorriso complice ed alzo le spalle.
Decido di tentare il tutto per tutto e porto platealmente la mano tra le cosce di Ele.
Lei non si è accorta del nostro scambio di occhiate e apre leggermente le gambe.
Le sfioro la passera che attraverso il leggero tessuto sento bollente e bagnata.
Faccio scorrere il mio dito medio lungo tutta la fessura, sento chiaramente le sue grandi labbra carnose ben dischiuse e più su un clitoride di dimensioni ragguardevoli.
E’ teso ed eretto e comincio a massaggiarlo con lenti movimenti circolari.
La vedo riflessa nella finestra: ha gli occhi chiusi e la bocca spalancata, respira affannosamente, ma cerca di non fare rumore, nonostante tutto sa bene che il marito è a meno di un metro.
Improvvisamente serra le cosce imprigionandomi la mano contro di sè.
Il corpo è scosso da lievi ma continui sussulti.
Appoggia la fronte al vetro mentre viene.
Approfitto del momento e riesco a scostarle le mutandine, le appoggio l’uccello e cerco di penetrarla.
Lei non collabora e la mia cappella struscia sulla sua fica senza riuscire ad entrare.
Ha un sobbalzo, sembra ripigliarsi all’improvviso, si scosta da me e abbassa nervosamente il vestito, si volta e se ne va, lasciandomi solo con Gep.
Lui mi guarda con un’ espressione indecifrabile, non riesco a capire cosa gli stia passando per la testa.
Guarda alle mie spalle per assicurarsi che Ele se ne sia andata, sembra quasi volerla seguire.
Poi però mi sorride, guarda il mio uccello che è rimasto fuori dai pantaloni, ancora coperto dai succhi di sua moglie.
Abbassa i calzoncini ed impugna il suo bastone.
Gli bastano tre colpi per schizzare sul muro lunghi fiotti densi.
Senza dire una parola si pulisce con la maglietta, si alza i calzoncini e segue Ele.
Sorridendo tra me e me torno a guardare nella camera.
Ora Ross e Joli sono distese sul letto, fianco a fianco, spossate dall’ orgasmo.
La testa di Giulia è sul petto di mia moglie che le bacia teneramente i lunghi capelli.
Le loro mani scivolano pigramente sui loro corpi…. sono bellissime.
(continua…)

Categories
Racconti Erotici

Una strana situazione (Parte 2)

Quando entrammo nella stanza da letto di Luisa eravamo eccitati come due bambini al loro primo appuntamento. Ci spogliammo con calma e guardandoci negli occhi facendo aumentare ancor di più la voglia di sesso sfrenato. Le sue parole mi avevano sorpreso ma ora ero ben deciso ad accontentarla e farla felice trattandola non come una settantenne ancora attraente ma bensì come una donna senza età che aveva voglia di sesso. Si dice che per far durare un matrimonio il rispetto deve rimanere lontano dal letto. Ecco sarò “irrispettoso” per il suo bene e per il nostro godimento.
Come detto in precedenza Luisa aveva fatto qualche intervento di chirurgia plastica per mantenersi “giovane ed attraente” come diceva lei e devo dire che lo era veramente. Quelle poppe toniche erano una calamita per i miei occhi e quando fu nuda del tutto rimasi contento anche del resto ed in particolare del culo.
La feci sdraiare sul letto a gambe divaricate e mi tuffai in mezzo ad esse per assaporare il suo sapore. Certamente avrei trovato qualche difficoltà per via della lubrificazione vaginale che diminuisce con il passar del tempo ma potevo tranquillamente rimediare.
Le leccai a fondo la fica massaggiandole allo stesso tempo il clitoride con il pollice mentre muovevo l’altra mano su tutto il corpo con particolare attenzione ai capezzoli. La sentivo ansimare e la vedevo prigioniera di continui spasmi che la facevano muovere continuamente. Quando alzai lo sguardo lei era ad occhi chiusi e sognanti e con la bocca socchiusa. Mi sembrava giunto il momento di iniziare a trattarla come voleva. Mi spostai sdraiandomi sul letto e chiedendole di scendere a succhiare il cazzo mettendomi allo stesso tempo la fica sul viso. Mi guardò per un secondo e poi mi sorrise scendendo verso il mio pube.
La fica spalancata era ora sulla mia bocca e potevo succhiarla più facilmente. Con le mani allargai le grandi labbra e infilai profondamente la lingua dentro di lei. In risposta a ciò sentii il cazzo risucchiato profondamente nella bocca. Mossi il bacino per darle il ritmo giusto ed infatti poco dopo mi sembrava che fosse mia moglie a spompinarmi. La testa scendeva lungo tutta l’asta del cazzo, un profondo risucchio e poi la testa si rialzava accompagno la risalita con leccate. Si fermava un secondo per riprendere il fiato e risucchiare la cappella e poi riprendeva il percorso. Però più andava avanti e più questi movimenti erano accompagnati da gemiti di piacere da parte sua che, forse per la prima volta dopo venti anni, si stava avvicinando all’orgasmo.
All’improvviso il suo bacino si mosse più velocemente spingendo il clitoride alla ricerca della mia lingua, il ritmo aumentò sempre di più e finalmente la sentii godere mentre aveva tutto il cazzo in bocca. Il gemito fu prolungato e volutamente soffocato, o se preferite controllato, essendo lei rimasta ferma con il cazzo in bocca mentre il suo corpo sussultava degli spasmi del godimento.
Ora era pronta per essere scopata!
Le diedi tutto il tempo che le serviva e poi la feci distendere sul letto. I nostri visi erano uno di fronte agli altri e potevo vedere facilmente le lacrime che scendevano dai suoi occhi
“pronta?” le chiesi mentre appoggiavo la cappella nella fessura e lei mi sorrise solamente
“ooooooooooohhhhhhhhhhhh” urlò Luisa mentre spinsi lentamente il cazzo per tutta la sua lunghezza “grazie ………Luigi, grazie, non …. lo …….dimenticherò ……mai” disse tra una lenta spinta e l’altra.
Volevo res****re il più possibile ma ahimè ero troppo eccitato per riuscirci ed allora aumentai la velocità e la forza delle spinte fino a quando non le scaricai un fiume di sborra in fica mentre i gemiti di Luisa aumentavano di intensità per terminare con delle vere e proprie urla di godimento al momento del secondo orgasmo.
Rimasi disteso su di lei gustandomi l’espressione di estasi del suo viso. Mi sorrise di nuovo e stava iniziando a parlare ma non volevo rovinare il momento con parole inutili quindi le dissi
“shhhh. non parlare. godiamoci questo momento”
Alla fine mi spostai per non pesare troppo sul suo corpo un attimo prima che squillasse il telefono.
Andai io a rispondere a questa telefonata inattesa, che peraltro risultò un mero errore di digitazione da parte dell’altro utente, e quando tornai il camera pensai che ormai il momento magico fosse terminato perchè Luisa non era più sdraiata sul letto.
Ma mi sbagliavo!
Infatti tornò dopo pochi secondi nuda come prima con in mano un flacone che ben conoscevo essendo il lubrificante che utilizzo con mia moglie per i rapporti anali.
“Luigi, meriti un premio per quello che mi hai fatto vivere oggi. Non l’ho mai fatto ma ci proverò volentieri. Voglio sentirmi puttana fino in fondo.”
A sentire queste parole il cazzo si drizzò all’istante e forse la mia espressione cambiò leggermente quando parlai la vidi arrossire in volto
“tranquilla Luisa! non ti tratterò per quello che vuoi essere ma che non sei! Ti tratterò invece come la mia amante, come tua figlia! Ma ci vorrà tempo e a noi questo non manca. Andremo passo passo e vedrai che ne sarai felice. anzi ne saremo felici. Ora facciamoci una doccia e dopo andremo a pranzo fuori. Al ritorno faremo il secondo tempo.”
Dopo essermi preparato un caffè entrai nel bagno dove Luisa cantava sotto la doccia. Mi tolsi le mutande che avevo indossato per abitudine ed entrai nella doccia.
“Vuoi una mano?” le chiesi mentre prendevo la spugna
Lei mi aveva sentito entrare, almeno a causa della ventata di freddo che invade sempre la doccia quando viene aperta, e mi fece segno di sì. Versai un po’ di bagnoschiuma sulla spugna e mi soffermai a lungo su quelle toniche mammelle che mi avevano ipnotizzato la sera prima per scendere poi fino ad arrivare sul pube poco peloso. Lei all’iniziò allontanò il bacino, forse per la troppa sensibilità che provava, ma poi lo spinse in avanti mugolando per il piacere. Non volevo farla godere per paura che le sue ginocchia cedessero, aveva sempre settanta anni, e quindi la feci girare per cominciare a lavare le spalle con qualche veloce “visita” sul seno. I mugolii erano diminuiti ma si vedeva che le piaceva. Finalmente scesi sul culo, che lavai a fondo, fino a punto di aprirle le natiche e dare maggiore attenzione all’ano. Percepivo il suo desiderio, la sua voglia, quindi dopo aver passato più volte la spugna in circolo con sempre maggior forza per sensibilizzarla le appoggiai un dito sull’ano che al contatto si strinse. Lo forzai leggermente ma lei non riusciva a rilassarsi e allora lasciai perdere.
“ora tocca a me” mi disse e prese in mano la spugna per passare su tutto il corpo tralasciando volutamente il turgido cazzo. Poi con movimenti lenti e lo sguardo fisso nei miei occhi mi lavò anche quello. Lavò le voluminose palle ed il peloso pube sfiorando il cazzo che aumentava, se possibile, di volume. Dopo avermi risciacquato uscimmo dalla doccia per asciugarci a vicenda. Mi invitò a seguirla in camera e mi fece sdraiare sul letto
“sei in debito di un orgasmo e devo ancora ripulire questo mostro” disse imboccando il cazzo in profondità continuando quello che aveva interrotto precedentemente. Ora mi sentivo libero di godere e mi rilassai godendomi con gli occhi chiusi quel meraviglioso pompino. Quando sentii l’orgasmo arrivare presi la sua testa tra le mani e la bloccai scopandomi quella generosa bocca che allagai con il mio sperma. Non so se avrebbe voluto ingoiare, se lo avesse mai fatto, ma con la testa bloccata fu obbligata a farlo.
Quando rilasciai la testa lei tossì più volte ma rimase ferma sul letto.
“ora devo andare a comprare una cosa, ma tornerò presto. Tu preparati per andare a mangiare e non dimenticarti che dopo avrei il secondo tempo.”
In città ormai ci sono diversi sexi shop e ci misi poco a trovarne uno nel quartiere adiacente dove comprai tre plug di diverse dimensioni. Pensai che dopo l’uso li avrei regalati a mia moglie per farle provare la sensazione di essere scopata ed inculata contemporaneamente e di conseguenza comprai una s**tola di profilattici per nasconderne l’uso. Ed anche una nuova confezione di lubrificante.
Rientrai in casa e trovai Luisa impegnata a truccarsi. Mi sedetti sul letto e
“Luisa” le dissi “prepariamo il secondo tempo. Vieni qui da me.”
Lei si girò con quell’aria felice che proprio non voleva scomparire e che trasmetteva un solo ed unico messaggio “sono tua. fai di me quello che vuoi ma fammi godere”
“Luisa mi hai detto che sei vergine ed effettivamente hai lo sfintere molto stretto e sensibile. Dobbiamo aiutarlo ad accettare qualche intrusione. Ora ti metterò questo” dissi mostrandole il plug più piccolo della misura poco superiore ad una supposta “E lo terrai per tutto il pranzo. Forse starai scomoda ma è necessario”
Lei senza ribattere nulla si alzo la lunga gonna abbassando contemporaneamente le mutande e si distese sul letto. Presi il nuovo flacone di lubrificante e ne versai una buona dose sopra l’ano. Lo spinsi dentro con sempre minori difficoltà (è miracoloso per chi non l’ha mai usato) fino a quando fu pronto. Versai per sicurezza un po’ di lubrificante sul plug e alla fine lo appoggiai sull’ano. Al semplice contatto vidi le gambe di Luisa irrigidirsi e le chiappe chiudersi in una morsa.
“Luisa così non va. Non sei costretta a farlo ma se lo desideri devi aver fiducia in me. Non ti farò male.”
“scusami ma è una cosa istintiva”
“All’inizio è sempre così ma …. ti ricordi l’altro venerdì quando ci hai sentiti fare sesso?”
“come potrei dimenticarmene?”
“ecco alla fine io stavo inculando tua figlia e mi sembra che non so lamentasse.”
Queste parole furono decisive perchè lei, mentre mi ascoltava e ripensava a quel venerdì, si rilassò al punto che il plug le entrò senza difficoltà nel vergine ano.
“Bene ora prova a camminare”
“è un po’ fastidioso ma sopportabile”
“ora siediti”
“ohhh che sensazione”
“ce la farai a res****re per la durata del pranzo? Provaci! Puoi sempre andare al bagno e toglierlo”
“ok ci proverò”
La portai a pranzo in un ristorante che conoscevo bene perchè spesso ci andavo insieme a mia moglie.
Quando Franco, il proprietario, mi salutò io gli presentai Luisa c*** la miglior suocera sulla terra.
“tua moglie sarà ben contenta che andate così d’accordo voi due. Di regola, mi scusi signora, stanno sulle palle a tutti.”
“Hai ragione Franco anche lei mi è stata sulle palle un paio di volte” risposi notando il lieve arrossamento del viso di Laura “ma poi ci siamo capiti”
Per tutto il pranzo io e Luisa parlammo di tutto tranne che di noi due. Ogni tanto si agitava un po’ ed in quelle brevi occasioni mi lanciava strane occhiate che non riuscivo a decifrare.
“Luisa tutto bene” le chiesi ad un certo punto e la sua risposta mi lasciò di sasso
“Si, solo che non vorrei essere qui ma a casa”
Questa volta fui io a sorridere e chiesi subito il conto

segue

Categories
Racconti Erotici

Una gita in montagna (prima parte)

Finalmente dopo settimane di pioggia è arrivato il sole.
Non ne potevamo più di acqua e ci stavamo impigrendo tutti, cane compreso.
Scegliamo di passare finalmente una giornata a passeggiare, non ho voglia di guidare troppo e scegliamo il lago di Como.
Dopo pochi chilometri sono già nervoso, non siamo stati gli unici ad avere questa brillante idea e siamo subito in colonna.
Un’ ora di viaggio e mi rompo le s**tole di guidare, mi fiondo sul primo parcheggio libero e scendiamo verso la spiaggia. Altra pessima idea: nonostante siano solo le nove del mattino non c’è un solo metro quadrato libero, una folla peggio che Rimini.
Ormai indietro non si torna e decidiamo di fare una passeggiata tra i boschi, almeno si diverte il cane.
Ci inerpichiamo lungo una stradina che presto diventa poco più di una mulattiera, in pochi minuti siamo in mezzo ai boschi senza un anima viva attorno.
Poco oltre scopriamo una piccola radura poco visibile dalla strada che fa al caso nostro.
Un piccolo anfiteatro naturale circondato dagli alberi, con erba verdissima e una vista mozzafiato sul lago.
Piazziamo i teli che pensavamo di utilizzare in spiaggia e ci mettiamo comodi a goderci il sole.
Non gira un’anima, quindi mi spoglio e resto nudo come piace a me.
Al solito Ross è restia a spogliarsi, non accetta di mettersi nuda, devo ins****re per farla almeno restare in topless.
La settimana è stata davvero pesante e presto ci addormentiamo entrambi.
Mi sveglio dopo un po’ e guardo Ross stesa al mio fianco. Dopo tutti questi anni il suo corpo continua ad eccitarmi e mi ritrovo in un attimo col coso duro come un sasso.
Mi metto su un fianco accanto a lei e comincio ad accarezzarla lentamente.
Nel sonno borbotta di lasciarla in pace ma non smetto.
Non so se finga o meno di dormire, ma allarga leggermente le gambe, così riesco a scendere e accarezzarle la pancia lungo il bordo del costume.
Pian piano supero l’ostacolo dell’elastico e riesco a far scorrere la mano sulla sua patatina rasata di fresco.
Scendo in basso, separo piano le sue grandi labbra e scendo un poco fino all’apertura.
E’ bagnata fradicia.
Ruoto il dito ben lubrificato, ho voglia di fare il cattivello e la lascio penare.
Lei alza il bacino verso la mia mano e cerca di farsi penetrare.
La accontento, ma è talmente eccitata che un solo dito non sembra bastarle, ne metto subito un secondo che entra facilmente.
Sfioro con le dita la parte alta della sua fichetta, proprio come piace a lei.
E’ davvero molto eccitata e solleva il bacino per sentire le mie dita ancora più dentro di sè
Le sfilo le mutandine e lei allarga istintivamente le gambe piantando i talloni a terra e sollevando ancora di più il culetto.
Ansima forte e rotea i fianchi, sta per venire.
Ha la bocca spalancata e respira a fondo, poi chiude di s**tto le gambe stringendo la mia mano tra le sue cosce, tenendomi contro di sé.
Come sempre aspetto che l’orgasmo si diffonda lungo il suo corpo, godendomi le strette ritmiche della sua passerina tutto attorno alle mie dita, so che tra poco gli spasmi scemeranno, lasciandola molle e soddisfatta in attesa che la penetri.
All’improvviso sento un rumore dietro di me, un piccolo ramo secco spezzato.
Allarmato, mi giro di s**tto e tra gli alberi a pochi metri da noi intravedo una sagoma accucciata.
Guardo meglio e scopro che è un ragazzo che ci sta guardando con un certo gusto.
po’ spaventato trattiene il respiro e resta immobile, ma non si è accorto che il cespuglio non nasconde completamente la sua sagoma. Riesco a vedere chiaramente la sua mano infilata nei calzoncini.
Fingo di non averlo visto e continuo a masturbare piano Ross.
Lei si agita, vorrebbe che la penetrassi, ma ignoro la sua muta richiesta, le accarezzo l’interno delle cosce divaricandole le gambe.
Con la scusa di succhiarle i capezzoli mi sposto leggermente di lato, esponendo chiaramente la sua fichetta allo spettatore.
Con la coda dell’occhio vedo che si è portato un po’ più avanti, ora è a non più di tre metri, separato solo da una piccola macchia di roselline selvatiche.
Sfilo le dita da Ross per accarezzarle il clitoride, così da mostrare bene la sua fessura, fradicia di umori.
Lo sento sospirare piano, da come si muovono le foglie sta indubbiamente massaggiando il suo uccello guastandosi lo spettacolo che gli sto regalando.
La situazione mi sta eccitando tantissimo, ma non so che fare.
Cercando di non farmi notare lo guardo bene.
E’ un biondino, giovane, molto carino. E’ senza maglietta ed il suo petto dorato di una lieve abbronzatura non ha neppure un pelo.
Ha gli occhi fissi in mezzo alle gambe di Ross e se lo sta massaggiando come un matto.
Tento il tutto per tutto, lo guardo sorridendo amichevolmente, spalanco decisamente le cosce di mia moglie e gli strizzo l’occhio.
Senza smettere di sorridere apro ancora di più con le dita la passera e gliela indico con un cenno del capo.
Ha il volto tutto rosso e la bocca spalancata.
A gesti gli indico di calarsi i calzoncini, lui esita, ma evidentemente non vede l’ora di dare sollievo al suo pisello.
Cala i bermuda a mezza coscia e finalmente vedo la sua mano che scorre lungo l’asta.
Ha davvero un pisello di tutto rispetto, lungo, sottile e leggermente ricurvo verso l’alto, con la punta piuttosto grossa e paonazza.
Solo al pensiero di vedere un così bell’uccello entrare ed uscire luccicante di umori da Ross mi fa quasi venire.
Il ragazzo non si avvicina, così gli faccio un inequivocabile gesto di invito con la mano.
Sembra esitare, si alza in piedi mostrando tutta la sua bellezza, è alto e snello, proprio un bel ragazzo come ho sempre desiderato per Ross.
Finalmente sembra decidersi e si avvicina di qualche passo. Ora è a poco meno di due metri da noi. Lo guardo negli occhi sorridendo con aria complice.
Intanto il mio lavoro su capezzoli e clitoride di Ross dà i suoi frutti e Ross comincia a venire di nuovo.
Con i talloni che sembrano scavare il terreno alza prepotentemente i fianchi inarcandosi tutta.
Lo spettacolo è decisamente troppo per il ragazzo che improvviso viene, lanciando lunghi e densi fiotti biancastri che con un ampio arco finiscono sul prato.
Neanche il tempo di ripigliarsi e si alza velocemente i calzoncini e scappa.
Affascinato da quanto ho appena visto non riesco a trattenermi e schizzo anche io sulle tette nude di Ross.
Lei apre gli occhi e mi guarda sorpresa. Farfuglio una scusa qualsiasi mentre lei mi guarda un po’ strano e senza dire una parola si infila gli slip e si asciuga lo sperma da pancia e tette con un fazzolettino di carta.
Con la scusa della pipì mi avvicino al nascondiglio del ragazzo ma non lo vedo più.
Sono però rimaste tracce della sua goduta, ampie chiazze traslucide che colano pigre dai fili d’erba.
Torno accanto a Ross e mi sdraio sul telo.
Chiudo gli occhi e vedo ancora davanti ai miei occhi la scena del ragazzino che si masturba forsennatamente guardando tra le gambe di mia moglie.
Presto mi torna duro e allungo la mano ad accarezzare pigramente la sua pancia.
Lei si mette su un fianco e mi guarda maliziosa.
Mi sorride senza una parola e prende in mano il mio uccello duro, lo smanetta pigra un paio di volte e poi, con una inaspettata agilità, si mette a cavalcioni sopra di me,
sposta di lato il costume e mi guida dentro di sè.
E’ calda, anzi bollente, e bagnatissima.
Si lascia cadere sopra il mio uccello, infilandoselo fin dove riesce.
Appoggia le sue mani sulle mie spalle e struscia la sua patata sul mio pube.
Poco dopo si butta all’indietro e comincia a cavalcarmi velocemente, ha gli occhi chiusi e si morde un labbro concentrata.
Le bastano pochi secondi per venire rumorosamente.
Si sdraia sul mio petto ansante.
Strano che sia venuta così in fretta, soprattutto dopo i due orgasmi che le ho procurato con le mie dita…
Mi viene un dubbio: che facesse solo finta di dormire e che fosse così eccitata a causa del guardone?
(continua….)

Categories
Racconti Erotici

il lento scivolare di una coppia verso la sottomis

chi mi volesse contattare può scrivere a [email protected]

L’indomani proseguì la parte finale dell’addestramento delle due donne madre e figlia, ma non per questo il trattamento che avrebbero dovuto subire sarebbe stato più clemente da parte di Marco.
Egli disse subito alle due donne che avrebbero dovuto scopare e fare l’amore insieme. La loro reazione nei suoi confronti fu quello di abbassare la testa ed obbedire ben sapendo quello che avrebbero subito se avessero osato ribellarsi, ma l’umiliazione e la vergogna nei loro volti era palpabile a occhio nudo.
Una volta spogliate e accomodate in un enorme letto matrimoniale, posto all’interno di un enorme salone, Marco disse alla madre di cominciare leccando i capezzoli e le tette della figlia. Mentre la donna faceva questo era chiaro il senso di vomito per quello che stava facendo. Per la figlia la situazione fu ben peggiore il suo corpo aveva delle reazione che contratavano con quelli che erano i suoi sentimenti e il suo sentire, infatti i capezzoli diventarono dritti dall’eccitazione e la passerina era diventata un lago. Marco si accorse subito della reazione della fighetta della ragazza e disse con tono beffardo:” guarda te troia ti facevi tanti problemi per tua figlia e guarda che troia hai generato gli piace scopare con sua madre”, la donna abbassò il capo, avrebbe voluto rispondere per le rime, ma sapeva benissimo di non poterlo fare a pena di pesantissime punizioni e umiliazioni.
Marco a questo punto ordinò alla madre di leccare la passerina e di farlo con impegno, perchè se non avesse dimostrato impegno sarebbe stata punita in modo molto severo. La donna allora si piegò sulle ginocchia e cominciò a sollecitare in modo violento il clitoride per cercare di far venire in fretta la figlia e mettere fine a questo supplizio. Marco si accorse subito però di questo tentativo da parte della donna e le dice che sarà sicuramente punita per questo tentativo di accorciare i tempi e le ordina di cominciare mettendo la lingua dentro alla fighetta della figlia. Scuotendo il capo cominciò a fare come le è stato ordinato, mettendo la lingua dentro alla passerina della figlia come fosse un piccolo cazzo, stimolando poi le labbra. La ragazza cominciò a urlare come una pazza per il godimento che stava provando e a questo punto Marco concesse alla donna di stimolare il clitoride della figlia che ebbe un orgasmo in pochissimo tempo.
Marco allora ordinò alla madre di prendere il posto della figlia che avrebbe dovuto far godere la madre. Questa sia per la giovane età, sia per il terrore o forse per tendenze lesbo che non aveva mai manifestato alla madre cominciò a leccare i capezzoli di questa come un assattanata, arrivando anche a morsicarle i capezzoli cosa che provocò una risatina da parte di Marco. La ragazza poi scese penetrando nella figa della madre come questa fosse un piccolo cazzo cosa che provocò in questa degli spasmoi incredibile che provocarono una produzione di umori in quantità industriali cosa che indussero la ragazza a leccare il clitoride, fino a morsicarlo cosa che fece avere alla donna un orgasmo molto intenso. Tutta questa scena fece dire a Marco ridacchiando:” la troia aveva la figlia lesbica e non lo sapeva” e la donna rendensoi conto che la cosa era probabilmente vera fu ancora più umiliata, perchè mai avrebbe pensato una cosa del genere e soprattutto di venirlo a sapere in un contesto così umiliante.
Per la donna la giornata però non era finita in quanto avrebbe dovuto essere punita per aver tentato di fare la furba col tentativo di accellerare la venuta della figlia leccandole subito in modo violento il clitoride. Marco le disse è la seconda volta in due giorni che tenti di fare la furbetta, ti prometto che da domani sarai la schiava perfetta che vuole il barone cioè il tuo proprietario insieme a tua figlia e che la punizione che subirai oggi te la ricorderai per tempo.
Marco pose subito degli anelli di quelli che si usano per fissare le tende e che stringono molto sui capezzoli della donna che cominciò a urlare come una pazza dal dolore che stava subendo. Il supplizio durò fino qualche minuto fino a che marco con frustino da equitazione diede due colpi secchi agli anelli che si sfilarono dai capezzoli della donna. Il dolore che aveva subito la schiava furono tremendi le sembrava quasi che si staccasero i capezzoli dal suo corpo e si mise a piangere implorando pietà affermando che non avrebbe più osato ribellarsi, ma a Marco ciò non fu sufficiente in quanto voleva dare il colpo definitivo all’orgoglio della donna. Marco fece bere tre litri d’acqua alla donna imponendole di non fare pipì per tre ore. La prova fu tremenda dopo circa un ora lo stimolo urinario cominciò a divenire sempre più impellento e trattenerlo le faceva venire dolori alla pancia sempre più forti. Marco per rendere ancora più difficile la punizione dopo circa un ora comincia a titillare il griletto per aumentare lo stimolo e rendere la resistenza ancora più complicata e la cosa produsse i suoi effetti, infatti la donna dopo mezzoretta si fece la pipì adosso, urinando sul pavimento.
La reazione di Marco fu furente chiedendo alla donna su come si fosse permessa di lordare col suo piscio quei marmi. Lei rispose con un goffo mi scusi padrone di non essere all’altezza di come lei voleva una misera cagna me. Marco rispose semplicemente rispondendo che non se la sarebbe cavata così facilmente pronunciando quelle parolee che prima di essere riconsegnata al suo padrone avrebbe subito punizioni per un giorno intero.

Categories
Racconti Erotici

Monica, una zoccola esibizionista

Avevo incaricato un investigatore privato di seguire la mia fidanzata dell’epoca, Monica.

AGENZIA INVESTIGATIVA
”OCCHIO DI LINCE”

RAPPORTO OPERATIVO

Egr. Sig. Farnese,
come da suo incarico conferitoci abbiamo provveduto a pedinare la signorina Monica B. e le inviamo il resoconto dettagliato. Presso i nostri uffici potrà visionare foto e filmati che hanno realizzato i nostri collaboratori.

Martedì 2 aprile 2013
Uscita di casa, diretta verso l’ ufficio, colazione al bar, molti uomini la conoscono e la circondano mostrando confidenza, ma nulla da segnalare.
Ore 17.00: esce dall’ ufficio, saluta un paio di colleghi con baci sulle guance.
Si dirige verso Corso Buenos Aires, entra in un negozio di scarpe. La nostra agente in incognito la segue. Chiede di provare delle scarpe nere con tacco 12
“Cerco qualcosa di elegante ma sexy, devo fare un viaggio di lavoro”
Il commesso, un bel ragazzo di circa trent’anni la fa accomodare e le porge alcuni modelli.
Quando si accorge che la gonna è molto corta si inginocchia davanti a Monica con la scusa di aiutarla a calzare le scarpe. Lei non aspettava altro e da brava zoccoletta le allarga ancora un pochino, giusto quanto basta per fargli intravedere le mutandine. Il commesso sorride senza togliere gli occhi. “Questa misura è forse un poco grande. Le faccio provare una misura meno”
Senza alzarsi chiede l’ aiuto del collega, molto più giovane, quando questo arriva con la taglia giusta gli dice di abbassarsi ad aiutarla a calzarla. Il nuovo arrivato ci mette un attimo a capire il motivo: si mette anche lui guardare tra le gambe di Monica. Lei ovviamente se ne accorge subito e le allarga ancora un po’ per offrire ad entrambi una visione migliore. Quando pensa di averli fatti agitare a sufficienza dice “Ma guarda un po’, tutte le calze spiegazzate” Si abbassa per lisciare la prima e la camicetta si apre lasciando in bellavista il prezioso reggiseno ricamato. Alla vista dei suoi capezzoli turgidi il ragazzo sospira forte e socchiudendo gli occhi si avvicina per inalare il caldo profumo. L’altro commesso è più esperto e deciso: “Lasci, signorina, faccio io” Le prende il piede appoggiandolo sulla sua gamba e comincia a lisciare la calza sulla caviglia di Monica, indugiando parecchio. Con la gamba alzata la gonna risale ancora, mostrando la parte alta delle cosce non coperta dalle calze autoreggenti e scoprendo del tutto il piccolo triangolo di stoffa che copre a malapena la patatina bella gonfia. “Ha delle bellissime caviglie signorina, questo modello le sta a pennello e la slancerà molto” “Non trova che i miei polpacci siano un po’ troppo grossi?”
Dice lei con voce civettuola. Lui ne approfitta e fa salire lentamente la mano fino alla parte posteriore del ginocchio. “Sono così stanca, oggi sono stata in piedi tutto il giorno”
“Le ci vorrebbe un bel massaggio, lasci fare a me” Con tutte due le mani prende a carezzare la gamba di Monica che si appoggia allo schienale del divanetto. “Adesso la destra va meglio, ma la sinistra….” Il ragazzo più giovane prende la palla al balzo e comincia anche lui a massaggiarle la gamba, sempre più su, fino alle coscia.
Quando ritiene di averli surriscaldati abbastanza Monica li interrompe: “Vorrei provare anche quel paio laggiù” Il commesso più anziano le toglie le scarpe tenendole i piedini tra le mani, l’ altro si affretta a portarle. “Bellissime, ma non si intonano alle mie calze, dovrei toglierle, c’è un camerino?” “Purtroppo no, ma può andare nel retro, se vuole l’accompagno, è un po’ buio là dietro…” Le apre la porta del piccolo magazzino e lei subito solleva la gonna fin sopra il sedere per togliere più facilmente la calza, che poi passa al ragazzo “Me la potrebbe reggere?” Lui la prende facendola scivolare tra le mani per poi portarla al viso annusandola con voluttà “Ha un profumo molto sensuale, signorina” “Grazie!”
Naturalmente si ‘ dimentica ’di abbassare la gonna mostrando al più giovane, rimasto sulla soglia, il suo bel culetto coperto a malapena dal tanga. Nel togliere l’altra calza si china più del necessario, rischia di cadere e si sposta all’indietro, andando ad appoggiare il suo culetto contro il commesso.
Lui è pronto a sorreggerla, mettendo entrambe le mani sui suoi fianchi, si appoggia a lei da dietro, facendole sentire la prepotente erezione nei suoi pantaloni.
Monica dimena il culetto sfregandoglielo sulla patta per almeno un minuto, poi con voce maliziosa:
“Uh, grazie, ho rischiato di rompermi una gamba! Se non ci fosse stato le proprio dietro di me e così vicino!” Si abbassa la gonna e torna nel negozio.
“Devo scappare, si è fatto tardi!”
Il commesso le porge un biglietto da visita e le chiede un appuntamento per la sera stessa.
“Per chi mi ha preso? Sono una ragazza fidanzata e amo il mio ragazzo!”
Però prende il biglietto da visita e lo infila nel reggiseno con fare malizioso.
Esce dal negozio dopo 47 minuti

Mercoledì 3 aprile
Solito tran tran – ufficio – poi shopping – fino alle 17.15 nulla da segnalare
La nostra investigatrice l’ ha seguita fino a C.so Vittorio Emanuele dove è entrata in un negozio di abbigliamento

Viene accolta da una commessa alla quale chiede di provare alcuni capi.
“Devo fare un viaggio di lavoro, vorrei qualcosa di serio e professionale, ma nello stesso tempo un po’ sexy, ci tengo a fare bella figura, ci sarà anche il mio capo. E’ un bell’uomo e ci tengo che apprezzi il mio lavoro, spero in una promozione”
La ragazza le propone alcuni capi, Monica va nel camerino e si spoglia con la tenda non del tutto accostata. Va dentro e fuori per chiedere il parere della ragazza.
Nel frattempo alcuni ragazzi hanno notato lo spettacolo e sostano davanti alla vetrina godendosi lo spettacolo del suo corpo ben tornito.
La commessa le dice con fare malizioso “Tutte le gonne che ha provato le stanno molto bene, del resto col suo fisico perfetto, certo servirebbe un parere di un maschietto, se vuole le chiamo il collega del reparto maschile”
Arriva un ragazzo sui trenta, bel fisico palestrato, che quando vede Monica inalbera un sorriso a trentadue denti.
“Buongiorno, io sono Luca, come posso esserle utile?”
Monica mostra le due gonne che ha selezionato:
“Non riesco a decidermi, vorrei un consiglio”
“Se le indossa sarò ben lieto di aiutarla”
Lei va nel camerino e si spoglia immediatamente, mentre il ragazzo, con le due gonne sottobraccio non finge nemmeno di non ammirarla dalla tenda socchiusa.
“Perbacco, sono sicuro che le staranno bene entrambe!” le dice sornione mentre si appoggia alla parete del camerino.
Monica, in mutandine e reggiseno si volta mostrando ben bene anche la sua parte anteriore.
“Dice che mi staranno davvero bene?”
Prova la prima gonna, marrone, appena sopra il ginocchio, con un ampio spacco laterale..
Piroetta davanti al commesso per farsi giudicare.
“ Le sta da Dio, non avevo dubbi! Solo che….”
“…che?”
“Se tiene la camicetta infilata si formano delle pieghe”
“Mmmm, ha ragione”
Si sfila la camicetta dalla gonna.
“Però adesso la camicia le copre il posteriore ed è un peccato tenerlo nascosto!”
Lei si sporge a guardarsi il didietro “Già, ha ragione, proviamo così… ”
Si sfila la camicetta restando con il solo reggiseno di pizzo bianco trasparente che esalta i cerchi perfetti dei suoi capezzoli, già un poco eccitati.
“Sì, mi piace, provo anche l’altra”
Se la sfila restando ora con le sole minuscole mutandine coordinate al reggiseno.
Prova ora un tubino nero elasticizzato molto aderente.
Per infilarlo sculetta ampiamente davanti al ragazzo.
“Come mi sta?”
“Divinamente, le esalta le forme così rotonde e flessuose, però dovrà indossarla con un intimo diverso, si nota il profilo degli slip ed è antiestetico”
Le sorride maliziosa “Non c’è problema, sapesse quanti bei perizoma ho! Per il momento però…”
Solleva la gonna , si toglie le mutandine e dice “Molto meglio, che dice?”
“Perfetta, l’ abbinerei ad un bel top smanicato, anch’esso aderente, ne abbiamo un modello delizioso, me lo faccio portare”
Senza togliere gli occhi di dosso a Monica chiede alla collega il capo.
“So già che mi dirà che il reggiseno si nota troppo, meglio che me lo levi subito!”
Rimane con le belle tettine in mostra, indugiando per farsi ben guardare prima di indossare il nuovo capo che le lascia scoperta una buona parte del pancino piatto.
“Dovrebbe tenderlo un po’ di più, ci sono troppe grinze, lasci che l’aiuti io”
Lui liscia il top indugiando sulla parte anteriore.
“Non sarà troppo aderente? Guardi come mi spuntano i capezzoli….non vorrei che il mio capo si facesse un’idea sbagliata..”
Lui non dice nulla e la sfiora con i pollici
“Se fa così spunteranno ancora di più…”
Dice lei con voce un po’ roca.
Lui si abbassa per baciarla, ma lei si tira indietro
“Mio dio è tardissimo,devo scappare. Compro le due gonne ed il top”
Si spoglia e nuda ruota davanti al commesso:
“Davvero mi trova carina?”
“La trovo incantevole, torni quando vuole, è un piacere servire una donna come lei!”

Giovedì 4 aprile
Ancora nulla da segnalare fino alle 17.30, quando il soggetto si reca presso un negozio di intimo non lontano dall’ ufficio. Un nostro investigatore piazza un microfono direzionale collegato ad una microcamera..
Il proprietario del negozio è un piacente uomo maturo, alto e brizzolato, molto elegante.
“Vorrei un paio di completi coordinati,meglio se in seta, con colori vivaci, ha qualcosa da propormi?”
Lei scarta le prime proposte “Molto belli, ma vorrei qualcosa di più elegante e nello stesso tempo più malizioso…”
“Proprio stamattina abbiamo ricevuto una nuova collezione, ma non abbiamo avuto il tempo di esporla, è ancora nel retro, si accomodi”
Senza farsi vedere l’uomo chiude a chiave la porta del negozio ed espone un cartello ‘ Torno subito’
Dispone sul banco parecchi articoli illustrando le caratteristiche di ciascuno.
“Le consiglierei questi” e porge a Monica una di minuscoli tanga color porpora, azzurro, giallo chiaro, tutti con i bordi ricamati ed assolutamente trasparenti..
“Sono molto diversi tra loro, ma entrambi si adattano al suo fisico ed anche a situazioni un po’ particolari, capisce cosa intendo!”
“Bene, forse ci siamo, direi che sono proprio il genere che cercavo, posso provarli?”
“Certo, per non tornare di là può mettersi dietro quel paravento”
Monica si spoglia e prova il primo tanga.
“Non ha uno specchio?”
“Certo, glielo porto” e si accinge a prendere un grande specchio con la cornice antica.
“Chissà come pesa! Non si disturbi, vengo io”
Esce dal paravento indossando solo il nuovo tanga e gli alti stivali neri.
Si rimira nello specchio, guardando il sedere da sopra la spalla.. L’uomo è al suo fianco e la osserva ammirato.
“Sapevo che le sarebbe stato d’incanto, ho intuito subito il suo genere di fisico. Mi permetto di suggerirle di provare anche queste culottes, scommetto che le staranno altrettanto bene”
“Mmmm, non saprei, non ne ho mai possedute, non mi sembrano molto sexy, troppa stoffa a mio parere, forse sono anche scomode”
“Intuisco che non ha mai indossato un capo come questo, senta che piacevolezza al tocco”
Lei le afferra e le carezza con la mano.
“Si immagini di indossarle e sentirsi sfiorare da una seta così morbida”
“Non mi convincono, ma se lo dice lei…”
Senza più ripararsi dietro il paravento si toglie il tanga.
“Oh, scusi, mi sono scordata di lei e mi sono messa nuda…che spudorata!”
“Non si preoccupi, sono abituato. E poi è sempre un piacere vedere certa bellezza!”
Indossa le mutandine di seta e si guarda nello specchio.
“Devo dire che aveva ragione, è una strana sensazione sentire sulla pelle la seta che si muove, sembra una tenera carezza.”
“Provi a camminare, il movimento le darà ancora più sensazioni”
Lei sculetta avanti e indietro per la stanza, gli occhi di lui non si staccano dalle sue forme sinuose.
“Scusi se mi permetto, ma per capire meglio la bellezza di questo articolo lo dovrebbe indossare con qualcosa di più adatto, ad esempio un reggiseno intonato”
“Già, il mio reggiseno nero stona un po’”
Se lo leva, restando a tette nude davanti all’uomo.
“Signorina, lei ha un corpo delizioso, chissà come sarà felice il suo ragazzo vedendola indossare queste mutandine”
Lei gli strizza l’occhio e con fare malizioso risponde “ A dire il vero la prossima settimana farò un viaggio di lavoro e lui potrebbe non essere il primo a vederle! Però…sa una cosa, mi sembrano un po’ larghe al cavallo”
Lui sorride. “Guardi che sono fatte apposta, venga che le mostro”
La prende per i fianchi e senza sforzo la solleva facendola sedere su un alto tavolo di noce antico.
“Non si muova, le prendo una cosa”
Torna con un paio di calze in seta.
“Mi permette?”
Si inginocchia davanti a lei e senza togliere gli occhi da lei comincia ad infilarle la prima calza, facendo scorrere le mani lungo tutta la gamba fino alla coscia. Per farlo alza la gamba di Monica, le mutandine si spostano di lato mostrando parte della sua passerina ben curata.
Quando ha infilato entrambe le calze sposta lo specchio davanti a lei.
“Guardi che meraviglia, provi ad accavallare le gambe, brava così…sente il fruscio della seta? Non c’è musica più sublime per un uomo. Stia ferma, senta quando le faccio scorrere la mano sulla seta, sente come scivola lieve? “
Monica socchiude gli occhi e lancia un lungo sospiro.
“Non faccia così, mi imbarazza….”
”Non sia nervosa, si goda la sensazione…pensi a quando un ragazzo giovane farà lo stesso, sarà ben diverso rispetto ad un vecchietto come me”
“Sta scherzando? Lei è così affascinante…”
La sua mano risale fin oltre il bordo delle calze fino a sfiorare l’interno della coscia non coperto dalla calza e poi ancora più su, fino a toccare il tessuto delle mutandine.
Le accarezza lieve la passerina, le scosta le mutandine e la trova umida.
Monica divarica le gambe ed il suo ginocchio tocca il cavallo dei pantaloni di lui, percependo chiaramente la prepotente erezione.
“No, no, si fermi, cosa sta facendo?”
“Taci, zoccoletta, stai ferma che ti piace”
Lui le porta l’altra mano sul seno nudo giocando con il capezzolo eretto, poi porta le labbra sulle tettine mentre con la mano libera si slaccia i calzoni facendoli cadere sulle caviglie esibendo un affare di ragguardevoli dimensioni talmente duro da vibrare.
Porta la mano di Monica sul suo uccello senza smettere di leccarli i capezzoli e titillarle il clitoride.
Lei lo avvolge con la mano e lo muove un paio di volte su e giù.
“Devo andare adesso è tardi”
Si riveste in fretta. “Le compro tutte e due. Quanto devo?”
“Omaggio della ditta, spero sia stata soddisfatta e che torni presto”
“Ci può contare!”
Se ne va lasciando le sue mutandine sul tavolo.
Lui le prende e, dopo averle voluttuosamente annusate, se le mette in tasca.

Fine del resoconto.
Sarà nostra premura inoltrarle la seconda parte del rapporto al ritorno della signorina dal viaggio in Svizzera.
Distinti saluti,

AGENZIA INVESTIGATIVA
“OCCHIO DI LINCE”

Categories
Racconti Erotici

Una donna stupenda

UNA DONNA STUPENDA
Il tutto accadde un po di tempo fa. Era il 1991 e da poco ero andato a dirigere un nuovo ufficio. Fra i dipendenti c’era una donna bellissima, alta quanto me, sono 1,80m, bionda, perfetta. La sua bellezza mi metteva soggezione tanto che non osavo nemmeno pensare che potesse interessarsi a me, era corteggiata da tutti ma tutti non approdavano a nulla. Notai che veniva spesso a sottopormi delle pratiche, ma interpretai la cosa come normale amministrazione era lontanissimo da me il pensiero che la cosa potesse avere un altro fine.
A novembre del 1991 ci fu il censimento della popolazione, mi fu dato il compito di dirigere l’ufficio a ciò addetto lasciandomi libero di scegliere i collaboratori. Lei si offri volontaria, la cosa mi sorprese perché il lavoro era impegnativo e non eccessivamente remunerato, ma come al solito non ci feci caso, la vedevo eccessivamente bella per me.
Una sera, verso le nove, eravamo ancora in ufficio quando lei si avvicinò a me con aria civettuola e mi disse:
– Dottore non è che mi può accompagnare a casa sono senza macchina
-Che problema c’è, anzi se vuoi andiamo via subito io non ce la faccio più, tanto gli altri hanno quasi finito.
Ci mettemmo in macchina e mi avvia in direzione di casa sua quando mi fa.
-Guardi che mio marito non mi aspetta prima delle 10 perché non andiamo a prendere un caffè.
La cosa non mi parve vera girai la macchina e mi avvia verso un bar che si trovava in una zona della città abbastanza isolata, poco prima del bar lei mi chiese di fermarmi su una piazzola dove generalmente si fermavano le coppiette. Mi fermai mentre la testa mi scoppiava, non sapevo cosa pensare e cosa fare, ma non arrivai nemmeno a spegnere il motore.
-Dottore ma lo sai che sei proprio scemo, sono due mesi che ti giro intorno e tu manco mi guardi eppure credo di non essere inguardabile
Balbettai un – signora, ma veramente io
-ho capito sei proprio scemo accompagnami a casa.
La cosa fu detta con un tono talmente perentorio che non osai contraddirla, misi in moto la macchina e guidai fino a casa sua in un silenzio irreale. Appena arrivati scese quasi di corsa salutandomi a stento con un – ciao scemo.
Il giorno dopo in ufficio cercai di non incontrarla, mi sentivi veramente scemo ed imbranato, mi chiusi nella mia stanza e ne uscii solo quando tutti erano andati via.
La cosa durò per qualche giorno finchè un sabato mattina mi arrivò una telefonata sul cellulare, erano appena usciti e all’epoca non appariva nemmeno il numero.
-Buon giorno dottore sono …… ha da fare?
-No veramente sono in giro da solo per alcune cose, perché?
-No se le fa piacere ci possiamo prendere quel caffè che non prendemmo l’altra sera.
Mi feci dire dove era e in pochi minuti la raggiunsi con la macchina, lei salì e io mi avvia verso lo stesso bar di quella sera.
-Signora come mai questa sorpresa?
-Ho deciso di farti un regalo.
Il fatto che mi dava il tu come quella sera quando ci davamo sempre del lei mi mise in agitazione.
-Che regalo?
-Lo saprai al momento giusto, rifermati nello stesso posto dell’altra sera.
Arrivato sul posto fermai la macchina e con mia sorpresa vidi che non c’era nessuna altra macchina ferma. Mi girai verso di lei e vidi che mi fissava con i suoi occhi bellissimi color del mare, era stupenda.
-Allora lo vuoi questo regalo?
-Certo di cosa si tratta?
Non finii nemmeno di dirlo che lei si sfilo un giubbino che aveva indosso se lo mise sulla testa e si fiondò con la testa sul mio cazzo, mi apri la cerniera e tiratolo fuori inizio a farmi un pompino da favola. Aveva una tecnica stupenda non lo scappellò ma infilò la lingua fra la pelle e il glande facendola roteare lentamente, poi alzò la testa e mi fa – Questo si chiama ventosa e non lo faccio nemmeno a mio marito. Poi riprese l’operazione lo scappellò e incomincio a succhiarlo dolcemente ma con passione, alternava la “ventosa” con il succhiare. Quando sentii che stavo per arrivare tirai da tasca il fazzoletto convinto che non mi avrebbe fatto arrivare in bocca, ero abituato ai pompini di mia moglie, lei si accorse della cosa, alzò la testa mi fulminò con uno sguardo si rituffò sul cazzo mentre io gli sborravo in bocca. Bevve fino all’ultima goccia, poi lentamente alzò la testa mi guardò e:
-Era un poco amaro, è parecchio che non scopi di la verità, comunque la prossima volta il regalo lo fai tu a me perché lo voglio nella fica.

Categories
Racconti Erotici

Le sorprese di una mamma.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Il mio amico Mirko ultimamente tendeva a frequentare sempre più spesso casa mia, spesso con pretesti alquanto improbabili quali “studiare insieme”, “prendiamoci un caffè”, “vediamoci la partita” e balle simili, in realtà sapevo che aveva sparlato con altri conoscenti di quanto fosse insolitamente attratto da mia madre. Mia madre Antonella ci ha praticamente visto crescere insieme e verso i miei amici è sempre stata gentile ed ospitale, nessuno la aveva mai di fatto vista come un obiettivo sessuale, fin quando verso i 20 anni Mirko non l’aveva presa di mira. Oggettivamente non potevo biasimarlo, mamma a 46 anni, è una donna a dir poco conturbante e senza dubbio sexy, capelli neri lunghi e lisci, un metro e 75 con una quarta di reggiseno, un sedere non propriamente a mandolino, piuttosto largo, il che le conferiva una certa rotondità, non esagerata e quasi arrapante, dal punto di vista del comportamento era rimasta una moglie fedele e impegnata nel lavoro, senza grilli per la testa, finché Mirko non riuscì a farmi cambiare parzialmente idea su di lei. Tornando alla narrazione, lui rimaneva uno dei miei amici “storici”, le cui continue visite però mi insospettivano non poco, oltre a saperlo da altre persone, avevo avuto la riprova definitiva quando, un giorno, lo colsi con le mani nel sacco, spiava mia madre dalla serratura del bagno!
“Squallido!”
Gli urlai, lui si girò spaventato verso di me conscio di aver fatto una figuraccia, onestamente non mi disturbava granchè l’idea che Mirko spiasse mamma, però era oggettivamente una scena triste degna dei film di Pierino! Successivamente mi chiese scusa, in privato mi spiegò che effettivamente mia madre rappresentava per lui un desiderio sessuale inarrivabile, apprezzai moltissimo il fatto che me lo fosse venuto a dire personalmente, in ogni caso gli dissi che sarebbe stato arduo se non impossibile portarsi a letto mia mamma Antonella. Tuttavia provavo un minimo di fastidio, non gli rivelai che mamma quando entrava in bagno tendeva a lasciare la porta chiusa ma non a chiave, nei giorni seguenti, continuando a bazzicare casa mia come una presenza costante, non ebbi modo di notare altri episodi del genere fin quando, ancora eccitato come un toro, Mirko si appoggiò nuovamente contro la serratura e poco dopo gli venne in mente di aprire la porta.
“Antonella scusami, pensavo che fosse libero!”
Mamma si stava facendo il bidet, la figa rasata era visibile tra le cosce, condite da un filo di cellulite cui lui non fece minimamente caso, mi riferì che mamma lo aveva guardato quasi furiosa e lui chiuse immediatamente la porta.
“Certo che tua madre è veramente una gnocca incredibile, scusa se te lo dico ma se potessi la spaccherei in due!”
Ero basito, praticamente Mirko aveva avuto la visione in diretta della figa di mamma,la colossale figura fatta dal mio amico, benché gli avesse dato da masturbarsi per mesi, comportò che non si fece vedere a casa per un bel pò. Qui avvenne l’imponderabile, mamma iniziò a chiedermi che fine avesse fatto Mirko, con domande tipo.
“La sua mancanza ormai si sente.”
“Chissà come mai non si fa più vedere.”
Soprattutto aveva preso una nuova abitudine, notavo che sotto i suoi pantaloni indossava spesso dei perizoma, un indumento che non le avevo praticamente mai visto indossare! Chissà se quell’ a****le sta riuscendo nel suo intento pensai, ma poi razionalmente pensavo fosse impossibile che mia madre si concedesse in questo modo a un 20 enne, è roba da film! Ciononostante decisi di riferire a Mirko le frasi che lei mi aveva rivolto, stimolandolo involontariamente a ins****re con mia mamma Antonella. Il fattaccio avvenne alcuni giorno dopo, il mio amico aveva trovato coraggio di ripresentarsi a casa, lo aspettavo ad una data ora prima che mamma decise di spedirmi a fare una commissione proprio in quell’orario, è troppo strano pensai, soprattutto perché non svolgevo commissioni da anni e sapeva quanto mi scocciassi fare questo tipo di cose. Allora decisi non so come di farle credere che ero uscito, nascondendomi in realtà in un ripostiglio di casa, la mia mente aveva partorito uno strano piano di cui non riuscivo a riconoscere la motivazione, sebbene mi desse fastidio il fatto che Mirko si arrapasse pensando a mamma volevo concedergli un’opportunità, ma soprattutto volevo comprendere se questa fantomatica “commissione” imposta da mia madre avesse a che fare col fatto che lui stava per arrivare, che mente malata la mia, riflettei.
Alle cinque giunse Mirko, bussò, mamma sebbene non fosse sotto la doccia andò ad aprirgli in accappatoio, lì capii che la mia mente perversa aveva fottutamente ragione.
“Ciao Mirko, purtroppo al momento Giulio non è in casa.”
lo accolse, lui paralizzato dalla visione di Antonella in tenuta molto domestica stava per ritornare indietro, quando mamma lo tirò per un braccio dentro casa, la discussione successiva fu incredibile.
“Sei tornato per continuare a spiarmi nel bagno, maiale?”
“Ti è piaciuta la mamma del tuo amico mentre si puliva?”
“Scusami, ma non ce la faccio più, sei il mio sogno erotico ormai!”
“Davvero?”
Lusingata mamma gli sorrise sinistramente.
“Vieni con me”
Lo prese per mano e lo condusse sul divano, a quel punto decisi di uscire, dovevo vedere cosa stava succedendo, Mirko si era seduto sul divano incredulo di avere davanti a sé le gambe depilate e lunghe di mamma, se le toccava lentamente a un ritmo esasperante.
“Quindi ti vuoi scopare la mamma del tuo amico?”
E si buttò al volo sulle labbra di lui, si baciarono a lungo approfonditamente con le lingue che si univano lussuriosamente mentre mamma gli toccava i pantaloni.
“Antonella ti voglio nuda!”
Disse Mirko con la bava alla bocca, mamma si staccò proferendogli qualche parola sussurrandola lentamente.
“Puoi solo vedere, nel frattempo fammi vedere il tuo cazzo.”
Lo tolse dai jeans svettante e già lucido, lo toccò con due dita in maniera lieve sulla punta mentre Mirko iniziava a fare versi goduriosi.
“Preparati allo show di una VERA donna!”
Mise una sedia davanti a lui e iniziò a fare passi lenti sinuosi volti a provocare il mio amico, mamma stava iniziando uno spogliarello che mi provocò un’erezione assurda, poco dopo tolse l’accappatoio, fossi stato in Mirko sarei venuto anche io, indossava sotto un perizoma nero sottile all’estremo, mentre si voltava mostrava l’interezza del suo culo toccandoselo con la mano, mentre sopra un reggiseno di pizzo nero a stento conteneva gli enormi seni. Si muoveva in maniera sensuale oltre ogni previsione chinandosi regolarmente per mostrargli tutte le sue grazie, appoggiò uno dei tacchi accanto a lui mostrandogli la vagina scostando il perizoma, prese il dito di Mirko e lo infilò dentro provocando rumori che mostravano evidentemente quanto fosse bagnata, mentre lui procedeva lei gli toccava le labbra sfiorandole appena, spingendo col bacino contro le due dita che spingevano furiosamente. Si staccò di colpo abbassando prima il perizoma e poi togliendosi il reggiseno, si piegò nuovamente a 90 di fronte a Mirko poggiandoli delicatamente le tette in faccia.
“Leccamele.”
Non se lo fece ripetere, mordicchiava delicatamente i capezzoli di mamma titillandoli con le dita, lei lo guardava soddisfatta ignara del figlio dietro l’angolo che osservava la scena, che mai avrebbe immaginato che la madre fosse una simile troia, si baciarono di nuovo con trasporto, quando mamma iniziò a masturbare con estrema lentezza il pene di Mirko che a tratti sarebbe scoppiato.
“Antonella non ti posso scopare?”
Disse sudando.
“Non esiste, se torna Giulio che faccio?”
“Non lo so, prova con un pompino”
Risero entrambi, mamma si inginocchiò di fronte a lui e mise il cazzo fra le sue tette, iniziai a masturbarmi, mia madre Antonella, la sua quarta di seno che conteneva il pene di un mio amico, la sega spagnola lenta che gli stava facendo era tutto troppo eccitante.
“Che tette eccezionali che hai, voglio sborrarci sopra!”
Disse infoiato.
“Sinceramente preferisco sentire il sapore dello sperma.”
Fu l’incredibile risposta di mamma, Mirko propose di scoparla ancora ma lei rifiutò dicendo che. “Una donna sposata non si può far fottere da chiunque!”
Che zoccola!
“Comunque se vuoi tornare un pompino non te lo negherò certo.”
Disse ghignando e continuando ad alzare e abbassare i seni sul suo pene, poco dopo Mirko si alzò e con mamma ancora inginocchiata le mise il cazzo in bocca.
“Ohhhh quanto ho sognato un pompino da te!”
Lei sfiorava lentamente la cappella con la lingua passandola lungo tutta la circonferenza e andando via via sempre più verso la base dell’attrezzo, mamma sembrava una pompinara nata, non durò molto, poco dopo Mirko iniziò a masturbare la parte del pene rimasta libera dalle fauci di mamma, le venne copiosamente in bocca mugolando in modo a****lesco e facendole ingoiare la sborra con qualche goccia che scendeva lungo il collo, rimasi incredulo, chissà che prossimamente non mi convenga provarci con la mia stessa madre.

Categories
Racconti Erotici

Una domenica pomeriggio in sauna

Una noiosa domenica pomeriggio di novembre, nemmeno le partite da guardare in tv, una noia mortale. Ho voglia di scopare, così decido di andare in sauna, per rilassarmi un po’. Negli spogliatoi vedo che c’è un sacco di gente, tra loro un bel tipo moro che mi punta il pacco mentre mi cambio, lì per lì non ci faccio molto caso e vado in bagno a pisciare, nudo. In bagno c’è un tipo rasato sulla quarantina, con la coda dell’occhio vedo che mi guarda mentre piscio, mi giro e lo becco con gli occhi fissi sul mio cazzo, faccio finta di nulla e gli sfioro il culo con la mano, mentre vado alle docce. Faccio una doccia veloce e vado nella sauna secca, dove ci sono già delle persone. Dopo un paio di minuti arriva il tipo che avevo beccato in bagno, si toglie l’asciugamano e viene a strusciarsi col culo sul mio cazzo, che diventa duro in pochi istanti. Percepita la mia eccitazione, si gira, si abbassa e me lo prende in bocca con voracità, dopo qualche succhiata mi chiede di seguirlo in camerino, non me lo faccio ripetere due volte. Ci chiudiamo dentro e me lo riprende in bocca con una voglia incredibile, lo ingoia fino alla base più volte, fino a strozzarsi. Vorrei incularmelo ma capisco che gli piace molto sbocchinarmi, e lo lascio fare, anche perché è davvero bravo, me lo pompa per un quarto d’ora abbondante senza sosta, facendomi godere come pochi sono riusciti a fare; lo guardo mentre mi guarda godurioso, col mio cazzo tutto nella sua bocca, gli faccio cenno di continuare, accompagnando il suo movimento con la mano sulla sua testa; vuole sentirsi dominato, lo sculaccio mentre mi sbocchina, geme ancora di più, gli piace da matti essere trattato da troia in quel modo. Più lo sento gemere più il mio cazzo diventa di marmo, erano mesi che non mi facevano una pompa così appassionata.
A un certo punto, dopo quasi mezz’ora di spompinamento, sento che devo sborrare, non ce la faccio più e lo avviso che sto venendo, per dargli modo di togliersi, ma…non ci pensa proprio a togliersi, anzi non vedeva l’ora che sborrassi; al primo fiotto di sborra lo sento godere come una vacca, non aspettava altro che la mia sborra calda a inondargli la bocca. Una sborrata infinita, mi ha fatto godere davvero tanto la troia; e dopo aver ingoiato fino all’ultima goccia, me lo ripulisce con cura, sempre usando la bocca. Una troia con la T maiuscola, vero amante del cazzo e della sborra, sottomesso come piace a me. In genere dopo la bocca mi piace fare il culo, ma è stato talmente bravo che mi sono sentito soddisfatto anche solo facendomelo pompare.
Usciamo dal camerino, ho il cazzo ancora barzotto, il tipo che mi guardava negli spogliatoi passa proprio in quel momento e se ne accorge. E’ un tipo completamente diverso dalla troia che mi ha appena bevuto la sborra: moro non molto alto, piuttosto giovane, molto carino di viso, fisico notevole e glabro. Lo guardo toccandomi il pacco, mi sfiora col suo corpo, e si gira: capisco che ci sta, decido di seguirlo, in fondo ho ancora qualche forza residua per farmene un altro. Nemmeno il tempo di chiudere la porta del camerino e mi ritrovo la sua lingua in bocca, il mio cazzo deve ancora riprendersi da quella fantastica pompa, ma riesce comunque a venir duro di nuovo; il tipo non aspettava altro e se lo piazza in bocca immediatamente, lo guardo pompare dallo specchio, mi ha sempre eccitato da morire farlo davanti allo specchio, quando poi ho qualcuno in ginocchio davanti a me è il massimo.
Dopo un po’ si alza e mi bacia, sento il sapore del mio cazzo ancora umido di sperma, gli passo una mano sul culo, me la prende e me la infila tra le chiappe, vuole il cazzo in culo; si gira e me lo struscia addosso, alla vista di quel culo sodo, glabro, meraviglioso, non capisco più niente e mi abbasso a leccarglielo. Ha un sapore fantastico quel buco senza peli, sa di pulito ma nello stesso tempo di maschio, per un amante del culo come me l’apoteosi. Lo sento gemere con la mia lingua tra le chiappe, finché non mi passa un preservativo e capisco che è arrivato il momento di scoparmelo. Mi infilo il preservativo, inumidisco con lo sputo, e glielo metto nel culo, al che sento un urlo liberatorio, mi dice “è da quando ti ho visto entrare che lo volevo nel culo”. I primi colpi li do con lentezza, poi accelero piano piano, andando sempre più a fondo, glielo faccio sentire in pancia, lui perde completamente il controllo e ormai le sue urla di piacere si sentono anche alle docce, ma non ce ne curiamo. Cambio posizione, lo metto sotto di me, faccia a faccia, lo bacio e glielo risbatto dentro, ormai il suo culo è bello aperto, e accoglie con gioia il mio uccello duro. Si allarga il culo con le mani per farlo entrare meglio, glielo ficco fino alle palle, un colpo deciso che gli fa raggiungere l’orgasmo senza toccarsi, il suo getto di sborra mi bagna la pancia, continuo a fotterlo per un po’, mi ci vuole ancora un po’ per venire avendo sborrato da poco. Gli chiedo se devo uscire, se gli da fastidio che continuo a scoparlo, mi implora di continuare, di non fermarmi, di andare più a fondo, il lettino continua a cigolare sotto i miei colpi, da fuori si sente tutto e in realtà la cosa un po’ mi eccita, anzi se ci fosse qualcuno che ci guarda mi ecciterebbe ancora di più. Così gli chiedo se posso aprire leggermente la porta, se gli piace essere guardato, mi fa cenno di si, così apro la porta e lascio un filo socchiuso, quel tanto che basta per poter spiare da fuori quasi senza essere visti. Riprendo a scoparmelo senza pietà, stavolta con lui sopra, girato verso di me, mentre io posso guardare verso la porta e vedere se qualcuno ci spia; tempo mezzo minuto e già si forma un capannello di gente davanti alla nostra porta, a guardarci eccitati. A quel punto, quando sono sicuro che qualcuno ci sta guardando, il mio godimento raggiunge il massimo livello e il mio cazzo esplode in quel fantastico culo, con un trionfo di sborra calda che non ha la stessa intensità del primo, ma comunque di tutto rispetto; gli sborro dentro con un urlo sovrumano, liberatorio. Il tipo sfiancato si toglie il cazzo ancora semiduro dal culo, mi sfila il preservativo e mi ripulisce anche lui il cazzo con la bocca, poi si avvicina e mi bacia; è strano sentire il sapore del mio sperma, ma dopo una scopata così è la degna conclusione.
Non ho mai più rivisto nessuno dei due, ma conservo un ottimo ricordo di loro, e ogni volta che me lo succhiano ripenso a quella domenica, un pomeriggio così non si dimentica facilmente

Categories
Racconti Erotici

Una fantasia divenuta realta’

Era diverso tempo ormai che mi frequentavo con Anna, la nostra intesa sessuale e non solo quella era stupefacente capitava che non ci fosse nemmeno bisogno di parlarci e ci comprendevamo al volo. Parlavamo di tutto senza problemi.
Le raccontai delle mie precedenti esperienze sessuali senza nasconderle nulla. Della mia voglia esibizionistica, delle mie frequentazioni con una singola piu’ grande di me’ con la quale mi recavo alcune volte nei club prive’.
Sapevo che con lei potevo lasciarmi andare liberamente senza timore di essere giudicato. Le piaceva che le raccontassi le mie esperienze.
Lei invece mi disse che a parte un tentativo con una compagna di scuola di un approccio lesbo neanche portato a termine con i suoi precedenti fidanzati si era sempre limitata ad un classico rapporto di coppia con l’occasionale uso di coadiuvanti sessuali ma nulla piu’.
Nelle sue fantasie le piaceva invece trovarsi in situazioni dove fosse il centro del piacere. Mi confido’ che non le sarebbe affatto dispiaciuto esibirsi di fronte ad altri.
Questa confidenza me la fece non durante un atto sessuale e in preda all’eccitazione ma a mente fredda. le promisi che l’avrei aiutata a realizzare questa sua fantasia se veramente lo desiderava, mi guardo’ con aria maliziosa e mi disse: SI’ VOGLIO FARLO.
A quella risposta cosi’ decisa mi si illuminarono gli occhi, ci sorridemmo e ci baciammo languidamente.
Nei miei trascorsi precedenti mi era capitato di bazzicare luoghi frequentati da coppie esibizioniste. Le dissi dell’esistenza di questi posti e che l’avrei volentieri portata a fare un giro affinche’ si facesse un’idea.
Accolse la mia proposta in maniera entusiastica.
La possibilita’ di realizzare finalmente una fantasia che la accompagnava nei suoi giochi solitari la fece eccitare, mi confido’ di essersi bagnata al solo parlarne e a dimostrazione di quanto detto prese la mia mano e facendola scomparire sotto la la gonna se la poso’ sul sesso. I sui slippini erano umidi li scostai , le mie dita scivolarono dentro di lei. Iniziai a stuzzicarla baciandola sul collo. La vidi mordersi il labbro e un gemito soffocato usci’ dalla sua bocca.
Il luogo dove ci trovavamo non ci permise di spingerci oltre ma fu’ sufficiente. Eravamo seduti a bere un aperitivo e la tovaglia del tavolino copriva a malapena i nostri movimenti.
Purtroppo quel giorno ci dovemmo separare ognuno di noi aveva preso altri impegni. Ci lasciammo con estremo dispiacere ripromettendoci che al prossimo incontro la avrei accompagnata nel fatidico tour.
Passarono un paio di giorni e in una calda sera verso la fine di giugno la passai a prendere.
La vidi uscire dal portone era splendidamente eccitante senza essere volgare. un velo di trucco faceva risaltare il suo viso, indossava un leggero abitino con una stampa fantasia molto corto con spalline sottili e dei sandali con un bel tacco che slanciavano le sue gambe abbronzate.
Sali’ in macchina e mi chiese ti piaccio? La risposta poteva essere una sola, sei fantastica le dissi baciandola.
Le proposi di andare a bere un drink e partimmo.
Mentre eravamo in macchina mi confido’ che che si era masturbata piu’ volte al solo pensiero dell’esperienza trasgressiva che stava per compiere. Allora sei decisa le domandai appoggiandole una mano sulla coscia. Sorridendomi rispose si’si’ convintissima anzi non vedo l’ora. La baciai e e pensai a quanto ero fortunato ad essere accanto ad una donna così.
L’aria condizionata in macchina era un po’ bassa e i suoi capezzoli si inturgidirono premendo sul vestito glieli titillai sapevo che gli piaceva.
Era rilassatissima. Si giro’ verso di me’ e mi disse: per questa sera ho fatto una cosa. Sollevo’ l’abitino e mi mostro’ la sua patatina era completamente depilata. La accarezzai era liscissima.
Arrivammo al locale ci sedemmo su un divanetto e ordinammo da bere. Faceva un figurone.
Diversi ragazzi la osservavano glielo feci notare lei si sentiva lusingata, mi piaceva che la guardassero e anche a lei faceva piacere.
Arrivo’ il cameriere e ci porto’ la consumazione. Chiaccherammo amabilmente per una mezz’oretta. Nel locale c’era un via vai incredibile ma notai che un ragazzo la osservava intensamente. Anna ce’ un ragazzo che non ti toglie gli occhi di dosso ti va’ di stuzzicarlo le domandai a bruciapelo.
Mi guardo’ un attimo perplessa per quella domanda così diretta ma passato l’iniziale stupore accetto’. inizio ad osservarlo passandosi lentamente la punta della lingua sulle sue labbra morbide, accavallo le gambe scoprendo ancor di piu’ le sue cosce. In quella posizione l’abitino era quasi inutile.
Il ragazzo un po’ imbarazzato distolse lo sguardo, noi ci guardammo e ci sorridemmo. Le dissi brava continua.
La cosa la stava prendendo, con una mano si accarezzava il fianco della coscia.
Il ragazzo aveva ripreso ad osservarla. Con la scusa di andare a pagare mi alzai e le lasciai campo libero. Scelsi un punto da dove potevo osservarli entrambi senza essere visto.
Tenendo lo sguardo fisso sul ragazzo Anna scavallo’ le gambe tenendole divaricate ma senza esagerare si chino’ e finse di sistemarsi i sandali. si raddrizzo’ e con indifferenza fece salire l’abitino ancor di piu’. Dalla mia posizione non sapevo se il nostro spettatore potesse vedere la passerina ma l’intento di Anna era sicuramente quello. Mi piaceva quello che vedevo e mi convinsi che era veramente decisa a farsi guardare da altri.
Il ragazzo si mosse verso la sua direzione lo anticipai raggiunsi Anna e le feci cenno d’alzarsi, ci dirigemmo verso l’uscita voltandogli le spalle.
Ormai entrata nella parte Anna camminava sculettando io gli palpai il sedere facendo salire il vestito. Non sappiamo quanti videro le sue chiappe ma non ci interessava.
Mi complimentai con lei per quella estemporanea e soft esibizione mi ringrazio’ baciandomi languidamente.
Era venuto il momento di mantenere la parola data e farle scoprire questo nuovo mondo a lei sconosciuto.
Durante il tragitto le chiesi cosa avesse provato a stuzzicare quel ragazzo. Mi disse che la cosa l’aveva stimolata le era piaciuto farsi guardare da uno sconosciuto che si sentiva mentalmente e non solo fisicamente eccitata da quella situazione. Il suo sesso umido me ne diede la conferma.
Arrivammo a destinazione. Era un grande piazzale in una zona industriale con alcuni rimorchi e tir parcheggiati. C’era un discreto movimento alcune macchine erano parcheggiate altre erano in costante movimento.
Ci fermammo e iniziai a spiegare ad Anna come funzionasse. Nel frattempo passo’ un’autovettura con a bordo una coppia seguita da altre tre con a bordo dei singoli. Altre macchine ci ci sfilarono a fianco molto lentamente eravamo appena arrivati e volevano vedere chi ci fosse a bordo.
Rimase stupita dal continuo movimento e mi chiese come fosse possibile fare qualche cosa in quel posto. Le spiegai che era un punto di ritrovo e che se si trovava qualcuno di interessante ci si spostava in un luogo piu’ appartato. La pregai di non scoprirsi o non saremmo stati piu’ tranquilli. Ci muovemmo e facemmo un giro, nonostante il movimento decisi di cambiare posto.
Per iniziare Anna era meglio un luogo meno affollato.
Scelsi un parcheggio vicino al parco forlanini era molto tranquillo due macchine erano parcheggiate su una vi era una coppia intenta a baciarsi sull’altra un singolo ci fermammo non troppo distanti dalla coppia.
I sedili posteriori della mia macchina erano abbassati passammo dietro saremmo stati piu’ comodi.
Iniziammo a baciarci con libidine, abbassai le spalline del suo vestito che scivolando scoprì il seno, i suoi capezzoli svettavano, iniziai a titillarli.
La coppia in fianco ci stava osservando così come il il singolo che nel frattempo era sceso e appoggiato alla macchina si fumava una sigaretta.
Anna si sfilo’ il vestito restando completamente nuda. Le mie mani scesero lungo il suo corpo morbido e flessuoso. Le accarezzai le cosce e risalii lentamente verso il suo sesso, lei mi slaccio i pantaloni e inizio’ ad accarezzarmi la verga turgida attraverso gli slip.
Il singolo nel frattempo passeggiava con indifferenza facendo la spola tra la nostra e l’altra macchina della coppia, anche loro si stavano dando da fare vedevamo la testa di lei fare su e giu’.
Con la mano trastullavo la figa di Anna era bagnata glielo feci notare e mi disse che la situazione in cui ci trovavamo la faceva eccitare come non mai, nel frattempo anche io mi ero liberato dei vestiti eravamo entrambi nudi.
Il singolo era fermo vicino all’altra coppia e la osservava guardammo anche noi e notammo che stavano scopando alla grande.
La situazione in cui ci trovavamo fece aumentare la nostra eccitazione iniziai a masturbarla, le mie dita entravano dentro di lei con facilita’ da tanto era bagnata la frugavo e lei fremeva dicendomi sì sì continua mi piace come mi masturbi e mentre mi diceva quelle parole mi smanettava il cazzo.
Arrivo’ un’altra auto con a bordo un singolo. Noi continuavamo nei nostri giochi di petting alternando l’uso delle nostre mani a quello delle bocche donandoci reciproco piacere.
Passarono alcuni minuti e anche il secondo singolo scese dall’automobile dirigendosi verso di noi.
Lo dissi ad Anna che si mise alla pecorina mentre continuava a spompinarmi, il suo culo era in belle mostra era veramente decisa nel farsi guardare.
Il singolo davanti a quella visione si fermo’ “e come dargli torto” anche noi adesso avevamo il nostro spettatore.
Presi le natiche di Anna e le allargai dicendogli: così puo’ vedere meglio la tua fighetta vogliosa.
A quelle parole Anna con una mano inizio’ a stuzzicarsi il clitoride era eccitatissima nel sapere di essere osservata. Finalmente stava realizzando la sua fantasia.
Dato il caldo i finestrini erano in parte abbassati e potevamo sentire i commenti del nostro spettatore che si complimentava per quella visione e per la passione con cui si dedicava al mio cazzo.
Anna si fermo e si giro’ voleva vedere chi la stesse osservando lo guardo’ e gli sorrise. Lui contraccambio’ e facendogli vedere il suo uccello gli disse che era stupenda.
Alla visione di quel cazzo sconosciuto l’eccitazione di Anna aumento’ ancora di piu’ e prese a masturbarsi freneticamente gemendo e mugolando mentre io ero intento ad palparle il seno, era un piacere vederla così.
A un certo punto presi la sua testa e la avvicinai al mio ventre volevo sentire ancora le sue dolci labbra sul mio sesso. Mentre mi spompinava sapientemente Anna avvicino’ il piu’ possibile il suo culo al finestrino e inizio’ ad agitarlo. Il nostro spettatore intanto si smanettava eccitato.
Domandai ad Anna se volesse farsi anche toccare da lui e mi disse di sì. Mi guardai in giro, la coppia e l’altro singolo nel frattempo se ne erano andati eravamo rimasti solo noi.
Abbassai il finestrino e dissi al singolo che se voleva poteva toccarla. Non se lo fece ripetere due volte e con delicatezza inizio’ ad accarezzarle il culo e lentamente scese in mezzo alla sue cosce iniziando a masturbarla.
Al contatto di quelle mani sconosciute Anna prese ad agitarsi a dimostrazione di quanto le piacesse essere al centro del piacere.
Io ero felice di vederla in quella situazione e se avesse continuato a spompinarmi con tanta passione non avrei resistito.
La feci alzare e le dissi che volevo scoparla. Anche lei non vedeva l’ora di essere penetrata si mise in posizione e lentamente le infilai il bigolo nella figa iniziando a muovermi dentro di lei che nel frattempo aveva preso tra le mani il cazzo del singolo. Aveva la figa che sembrava un lago da quanto era eccitata.
La scopavo cambiando il ritmo e l’intensita’ della penetrazione sapevo che gli piaceva assere presa in quel modo.
Andammo avanti così per circa quindici minuti fin quando Anna ebbe un’orgasmo. Fu’ un piacere sentirla gemere e venire sul mio cazzo. Le dissi che anche io volevo venire cambiammo posizione mi sdaiai e mi venne sopra impalandosi fino ai coglioni e così facendo mi disse che quella sera voleva andare oltre voleva farsi scopare da quello sconosciuto tanta era la sua eccitazione.
Il singolo la sentì e non credette alle proprie orecchie.
Sara’ stata l’eccitazione dovuta al contesto o la richiesta di Anna fatto sta’ che non resistetti ancora per molto. Prima di venire avvertii Anna che prontamente scese dal mio cazzo e presomi in bocca l’uccello mi fece venire.
Prima di offrirla a quel fortunato singolo e godermi la scena mi accovacciai in mezzo alle sue gambe e iniziai a leccargliela gustandomi il dolce succo della sua figa.
Quando finii di leccarla aprimmo la portiera. Entrambi non vedevano l’ora di fottere e io di potermi godere la scena.
Anna si mise sdraiata di schiena con le cosce larghe la figa rasata e lucida pronta a ricevere quel cazzo sconosciuto dentro di lei. Io mi misi dietro a lei non volevo perdermi nulla.
Il singolo si avvicino’ con il suo tarello bello duro. Anna lo prese in mano per saggiarne la consistenza e dopo averglielo accarezzato lo introdusse dentro di lei. Vidi la cappella scivolare lentamente dentro la sua figa dischiusa, lentamente lo fece entrare tutto iniziando a pomparla. Le mani del singolo le pastrugnavano i seni io la presi per le caviglie e le allargali le gambe.
Era stupendo vederla così oscenamente esposta posseduta da un altro vedere questo cazzo entrate ed uscire, osservare il suo corpo muoversi sentirla ansimare. Anche ad Anna piaceva sentirsi posseduta sentire un uccello che a suo dire non era niente male riempirla e stimolarla era eccitatissima con una mano si titillava il clitoride mentre mi osservava.
Il singolo era anche lui eccitato la fronte imperlata di sudore e continuava a pomparla, lei tra un gemito e l’altro gli diceva di continuare di non smettere.
Vederla e sentirle chiedere di essere scopata mi fece eccitare il mio membro riprese consistenza mi accarezzai e iniziai a strusciarle il cazzo sul viso e mentre lo facevo li incitavo a continuare.
I gemiti di Anna si fecero piu’ forti e frequenti vidi la sua schiena inarcarsi il singolo accellero’ i movimenti il suo cazzo entrava ed usciva sempre piu’ in fretta entrambi erano all’apice del piacere, che stupenda visione. Con gli ultimi colpi il singolo venne seguito da Anna il suo viso era una smorfia di piacere il corpo fu percorso da spasmi e la sentii gridare Sì Sì GODO GODO GODO.
Anche io non capivo piu’ nulla mi masturbavo freneticamente e un caldo fiotto di crema schizzo’ sul volto di Anna che con sapienti colpi di lingua ripulì il mio glande dalle poche gocce rimaste.
Il singolo tolse il suo cazzo, il profilattico era pieno di sperma, si ripulì e rivestitosi ringrazio Anna per quella piacevole scopata.
Ci chiese se saremmo ritornati. Ci tenemmo sul vago e dopo averci salutati torno alla sua macchina e partì.
Rimasti soli ringraziai Anna per lo stupendo spettacolo che mi aveva donato e per come si fosse comportata per essere la prima volta. Mi rispose che era lei a dovermi ringraziare per averla messa in condizione di realizzare quella sua fantasia.

FINE

Categories
Racconti Erotici

Una mamma premurosa

Erano passati già 10 mesi dal divorzio , e Carlo si ritrovò ad abitare a casa della madre .
A Renata , una donna di 65 anni , ben portati , alta 1,65 , peso di circa 70 kg , un bel viso , ed ancora piuttosto tonica , la presenza in casa del figlio le faceva piacere , del resto era sola da 5 anni , il padre di Carlo morì di infarto ..
Il loro rapporto era da sempre molto aperto , parlavano di tutto , Carlo non aveva mai avuto problemi a confidarsi con lei , in oltre il carattere affettuoso di Renata , gli dava sempre la giusta dose di buon uomore , si sentiva coccolato , aveva raggiunto la convinzione che lei era l’unica donna a volergli veramente bene , sopratutto dopo la brutta esperienza del suo matrimonio .
Quella sera dopo cena , Carlo fu assalito da una forte depressione , non era la vita che voleva , così andò in camera sua , e si sdraiò sul letto .
Oltre alla situazione affettiva , un’altra parte molto critica era la sua astinenza sessuale . Era da quando si era trasferito dalla madre che non aveva avuto più nessun rapporto , si era masturbato solo una volta , ma non riusciva a capacitarsi che a 35 anni doveva ancora fare da solo , ma ormai erano quasi 8 mesi di completa astinenza , oltre ad una voglia terribile , aveva anche dei dolori lancinanti , doveva assolutamente svuotarsi .
Anche quella sera , mentre era disteso sul letto , ebbe un’erezione , e i dolori non tardarono ad arrivare . Cominciò a contorcersi sul letto , si rannicchiava , ma non riusciva a trovare sollievo ,cominciò ad emettere piccoli gemiti di dolore .
Renata nel sentire il figlio lamentarsi si preoccupò , ed andò in camera per capire cosa stesse succedendo .
Quando etrò vide il figlio in posizione fetale , visibilmente sofferente
–carlo cosa hai??Che ti succede
lui
–niente mamma…non preoccuparti
Renata
–come niente , stai male si vede…dimmi cosa hai , ti fa male la pancia??
lui
— Davvero mamma …tranquilla…ora passa..
Renata si avvicinò al figlio , gli accarezzò la fronte
–la febbre non la hai , forse qualcosa che hai mangiato??
lui
–niente mamma…davvero…
lei
–ma almeno dimmi dove ti fa male!!
lui non potendo dirle la verità disse
–si mamma ,la pancia vedrai che ora passa
lei
–magari se ti faccio un massaggino passa…
lui
–lascia stare…
l’imbarazzo di Carlo era molto , ma Renata non voleva des****re , come tutte le mamme , era determinata ad aiutare il figlio , così continuò ad ins****re , e a fare mille domande .
Renata insisteva nel fare almeno un massaggio alla pancia del figlio , che dovette cedere , si coltò e rimase disteso con la pancia verso l’alto , il membro era evidentemente eretto , ma la madre non se ne accorse , ed iniziò a massaggiare la pancia con il palmo della mano .
Il dolore non passava ,e Renata si accorse della pretuberanza sotto i pantaloncini del figlio , si stupì di quella erezione , in oltre da donna fu attirata dalle dimensioni considerevoli , era imbarazzata , cercò di non guardare , ma visto che il dolore del figlio non calava domandò
–tesoro , penso che non sia la pancia , scusa se te lo chiedo , ma come mai il coso sta così?
Carlo arrossendo provò a negare
–nulla mamma…non so…
lei
–come ? Mica sono scema , sarò vecchia ma mica rimbambita??
lui
–mamma , dai lascia stare
Renata
–che fai ti vergogni di mamma??Magari il dolore dipende propio da questa cosa qui.
Carlo capì che era inutile mentire
–si mamma , è così , mi capita spesso di avere delle erezioni che portano a questi dolori.
la madre molto tranquillamente disse
–ma figlio mio , si sa che voi maschietti non dovete trattenervi molto , vi fa male , se è solo questo il problema pui risolverlo facilmente , io pensavo che era una cosa più grave..
lui
–non so come fare mamma!!
lei
–ma dai come??Vai in bagno e fai quello che fanno tutti….
lui
— Ma mamma??
lei
–che c’è?Pensi che non sappia che voi vi fate le seghe?So che vi masturbate , so anche che lo hai fatto anche tu , da ragazzo un periodo eri sempre chiuso in bagno , ho anche trovato dei giornaletti sotto il tuo letto anni fa , per non parlare delle tue mutande sempre umide,,,
l’imbarazzo di Carlo era tantissimo
–mamma , ti prego , dai??
lei
–ma falla finita , non fare il bambino , su vai a sfogarti
lui
— No mamma , da solo non ci riesco più , mi avvilisce , dopo moralmente sto malissimo…
nella testa di Renata si fece spazio il suo istinti materno , capì che doveva aiutare suo figlio .
Senza dire nulla si alzò , e poco dopo tornò in camera , Carlo notò che la madre teneva in mano un pacchetto di fazzoletti di carta , si rimise seduta e disse
–sei propio cocciuto , ma ti sembra che alla tua età ancora hai bisogno di mamma??
Carlo ancora non aveva capito cosa la madre avesse in testa , la guardava perplesso ancora avvolto dai dolori , poi Renata disse
–dai , vedrai che dopo starai meglio , ti aiuta mamma….
quella frase sorprese Carlo , capì che la madre voleva masturbarlo , non era pronto ad una cosa del genere
–mamma??Ma cosa vuoi fare??
Renata senza rispondere sorrise , afferrò i bordi dei pantaloncini , e con un gesto veloce li abbassò e con essi anche le mutande , il pene del figlio svettò dritto e duro , i suoi occhi lo fissarono stupiti , era enorme , arrossì e disse scherzando
–oddio…sono stata brava!!
Carlo imbarazzato
–mamma , non credo sia il caso…
la madre lo guardò in viso , non voleva farsi vedere troppo attirata dal suo membro , poi allungò la mano destra e strinse l’asta del figlio , lo sentì duro e caldo
–ora stai zitto , lasciami fare , vediamo se mi ricordo come si fa…
la mano cominciò a muoversi lentamente , su e giù , il cazzo si scappellava , Carlo era scioccato ma allo stesso tempo eccitatissimo , vedeva la mano della madre che lo masturbava , e il suo palmo caldo gli regalò una sensazione che mai aveva provato prima .
Renata non riuscì a non guardare , si voltò e vedeva il cazzo del figlio che usciva prepotente dal suo pugno , era motlo grosso e ben fatto , si rese conto che dopo tanti anni di astinenza , anche se era il pene del figlio si stava eccitando , ma si concentrò solo su Carlo .
Mentre la mano proseguiva senza indecisioni , Carlo ansimava , guardava la madre con gli occhi fissi sul suo pene , era la situazione più erotica che aveva vissuto
–aaa.a.aaa…oddiooo…mammmaa…è stupendooo..m,amaaaammmaa…..
Renata si sentì gratificata , e strinse ancor più forte il cazzo del figlio e disse
–visto che mamma ancora ci sa fare , e poi devo dire che è un piacere , è una vita che non toccavo un bell’arnese come il tuo…
nel sentire la madre dire certe cose , l’eccitazione Carlo aumentò , e lo disse apertamente
–Mammaa….se dici così mi fai impazzire , mi piace sentirti dire delle sconcerie..
Renata capì cosa voleva il figlio , e da brava madre lo volle accontentare senza farsi troppi problemi
–Ti piace che la mamma ti sega vero??Sei propio un porco….ma hai un bel cazzo , e voglio accontentarti….
mentre la mano destra continuava a scappellare il cazzo del figlio , con il palmo della sinistra cominciò ad accarezzare il glande
–ecco , con due mani , la mamma ti sega con due mani…Cosi mi sborri su entrambe ti va??
Carlo sentiva di non poter res****re molto
–siiii…siii.Mammmaa…siii ti sborro sulle manniiii daiiiiiii continuaaaa…..
Renata capì che il figlio era pronto ad eiaculare , così aumentò la velocità della mano , stringelo fortissimo , e con una faccia grintosa e da porca disse
–dai…Daiii bello di mamma…Schizza…liberati…Sborra che ti fa bene . Daiiii
un urlo di Carlo l’avvisò dell’arrivo dello sperma
–aaaaaaaa….ECCOMIIIIIIIIII
lei continuò fino a che il primo schizzo non le imbrattò il braccio ,poi ne susseguirono altri copiosi che le colarono su tutta la mano , nel sentire quel calore le venne voglia di leccarla , per ricordarsi vecchi sapori ormai dimenticati , ma si trattenne , non voleva esagerare . Renata prese I fazzoletti di carta e con premura pulì tutto il cazzo del figlio e disse
–ora come stai??
lui
–benissimo….Grazie mamma
lei con sorriso amorevole
–Se non ci fosse mamma….Sono contenta , ora riposa…
lei si alzò e si diresse in bagno , buttò i fazzoletti e si guardò allo specchio , era eccitata , non si masturbò solo perchè voleva conservare quello stato , la sua mente cominciò a viaggire .
Anche Carlo era confuso , ora il loro rapporto come sarebbe stato? E sopratutto ci sarebbero state altre occasioni

cap 2
Per tutta la notte , e la giornata successiva Carlo ripensò a quanto accaduto . Si era fatto masturbare da sua madre , mai avrebbe pensato di farlo . La cosa che più lo faceva pensare , era con quanta naturalezza sua madre l’aveva toccato . Ripensando alla sua mano ebbe un’eccitazione , ma essendo sul posto di lavoro si controllò .
Rientrò a casa alle 19,00 come sempre , andò in cucina per salutare Renata , la vide intenta a preparare la cena , ma si rese conto che vi era qualcosa di diverso .
La tavola era apparecchiata con piatti e bicchieri eleganti , anche la tovaglia era quella delle grandi occasioni , e poi la madre era vestita di tutto punto , una gonna con maglietta forse troppo stretta , il fisico appesantito della madre era evidente sotto quei panni , e ai piedi delle scarpe aperte che mai lui aveva visto , con le dita smaltate di un rosso fuoco , tanto che chiese
–mamma aspettiamo qualcuno per cena??
lei
–no tesoro , io e te come sempre ..perchè?
lui
–bè ti sei fatta tutta bella….
la madre era felice del complimento del figlio
–Grazie , tanto per cambiare , sto sempre in casa , e ho pensato di fare una cenetta un pò diversa . Dai vai a farti la doccia che fra un pò si mangia .
mentre Carlo si diresse in bagno capì che il comportamento della madre era strano , anche il volto era truccato , cosa che accadeva solo in qualche cerimonia , mai si era truccata per stare a casa .
Fatta la doccia Carlo decise di vestirsi come il solito , pantaloncini e maglietta , non aveva voglia di indossare abiti diversi come aveva fatto la madre , non voleva assecondarla , pensò che forse era meglio mantenere un certo equilibrio , l’avvenimento della sera prima non doveva cambiare il loro rapporto .
Entrò in cucina e vide la tavola colma di cibo , Renata aveva cucinato ogni ben di Dio , il sorriso della donna era diverso , e con voce dolce disse
–i tesoro , mangiamo , oggi ho fatto i tuoi piatti preferiti .
era evidente che Renata aveva qualcosa di diverso , Carlo lo percepiva da come lo guardava . Si sedettero uno difronte all’altra ed iniziarono a mangiare , parlando di come avevano passato le loro giornate .
A metà cena Renata sorprese Carlo con una domanda che lui non si aspettava
–lora tesoro…oggi va meglio??O ancora ti fa male ?
Carlo arrossendo non rispose ,
–mma?!!
lei
–e c’è?Mica ti imbarazzerai ?
lui
— un pò
Renata sorrise
–ri sera non sembravi imbarazzato…
Carlo non rispose e continuò a mangiare .
Renata aveva pensato molto alla sera prima , e si era convinta che in fondo ormai Carlo era il suo uomo di casa , non lo vedeva solo come figlio , e la vista del suo pene l’aveva troppo eccitata , in fondo pensò che potevano godere della situazione tutti e due .
Vedendo il figlio imbarazzato capì che toccava a lei rompere gli indugi , alla sua età non avrebbe avuto molte occasioni per godersi un giovane amante , e anche se sarebbe stato suo figlio , ormai non le importava , il sesso le era sempre piaciuto , ed erano troppi anni che era in astinenza .
Senza dire nulla Renata si sfilò una scarpa , lentamente con il piede nudo cominciò ad accarezzare la caviglia del figlio , lui sentì l’erotica carezza della madre , ma decise di non fare e dire nulla .
Il piede di Renata cominciò a salire , arrivò tra le cosce del figlio , che la guardò e disse
–mma??!!Che fai??
lei con un sorriso malizioso
–ccc….mangia che si fredda….
il piede si posizionò sulla sua patta , Carlo abbassò lo sguardo , vide le dita smaltate di rosso propio sul suo pene , il calore della pianta materna lo invase , Renata lentamente cominciò a muovere il piede , strofinandolo sul pene del figlio , che in pochi secondi divenne duro come il marmo .
Renata nel sentire l’asta turgida sotto la sua pianta ebbe un brivido lungo tutto il corpo , sfregava pigiando con forza , Carlo non riuscì più a mangiare , si godeva quella magnifica sensazione , guardava il piede della madre che lo masturbava , era una visione stupenda , il piede anche se maturo , era molto eccitante .
Renata sfilò anche l’altra scarpa , sollevò il piede , e lo insinuò sotto i pantaloncini del figlio , con abilità le dita si fecero spazio nell’elastico delle mutande , il contatto con i testicoli di Carlo fu immediato , e lui sobbalzò , poi spinse più avanti il piede , e mise la sua pianta sopra l’atra dura .
Carlo sentì la calda pianta sudata della madre a contatto con il suo pene , era stupendo , la sua cappella cominciò ad inumidirsi , e le dita della madre si riempirono di liquido . Renata cominciò a guardare suo figlio ansimante grazie ai suoi piedi e disse
— piacciono anche i piedi di mamma , non solo le mani!!
Carlo non credeva ancora a cosa stesse accadendo , ma rispose
–mma….è stupendo…mi fai impazzire….!!!
finendo la frase tolse i piedi della madre e si calò pantaloncini e mutande , il cazzo svettò fuori libero e dritto , rimise le piante di Renata sul membro , e la mamma subito riprese a segarlo stringendo l’asta tra le sue arcate plantari .
Carlo non riuscì a res****re , dopo poco cominciò a sborrare , I primi schizzi arrivarono fin sopra la tavola , poi altri imbrattarono completamente i piedi della madre che fu sorpresa dal liquido caldo che le colava sulla pelle
–dio tesoro , ma già sei venuto!!!Ma quanta ne hai??
lui
–iii….SISIIISII,….MAMMMAAAA:…SBORRROOOOOOOO
Renata non fermò i piedi , da una parte era felice che suo figlio aveva goduto , ma dall’altra era dispiaciuta , aveva in mente altri piani .
Quando il figlio finì di venire , gli fece capire che anche lei voleva la sua parte
–a vatti a lavare , e aspettami in camera , io metto a posto la cucina , ho voglia di un pò di coccole anche io da mio figlio…..
Carlo ammirando i piedi della madre coperti del suo seme capì che tra lui e sua madre ormai il rapporto era totalmente cambiato , così mentre si andò a lavare pensò a cosa sarebbe successo .

Categories
Racconti Erotici

Spompinato da una trans in pubblico

Premetto che sono un bel ragazzo, dotato anche di carisma e simpatia e non ho mai avuto problemi per trovare ragazze per fare sesso, anche sesso occasionale di una sera. Non faccio le cose di nascosto ma ci provo in pubblico, davanti a tutti, proprio perché non penso di avere nulla di cui vergognarmi. Sono fatto così. Scelgo la ragazza che più mi piace e vado a corteggiarla. Ogni corteggiamento è importante, anche se è solo per sesso e per questo non amo andare di fretta, non amo dare l’impressione di quello che sbava dietro alla fica. Di solito funziona e a quel punto io e la ragazza ce ne andiamo a casa mia a fare sesso. Ma questa volta, forse ho esagerato un po’ troppo. Erano da poco passate le nove e mezzo di sera e mi trovavo con i miei amici nella piazza del paese, seduti sulle panchine, a scherzare, ridere e bere birra. Ad un certo punto, passa una bellissima ragazza, era vestita molto sexy, con dei jeans attillati e una maglietta leggera che le copriva a malapena le tette. Aveva capelli neri lisci e lunghi che le arrivavano fin sotto le spalle, almeno una terza di seno, le labbra molto carnose, la vita sottile ed un culo da paura. Tutti noi cinque ci girammo contemporaneamente, restando con la bocca aperta, tanto quella ragazza era affascinante. Sprizzava sesso da ogni parte del suo corpo. Andai verso la ragazza con l’aria di quello sicuro di sé, sicuro di vincere, con le mani nelle tasche. Il mio approccio di solito era molto diretto. Non mi piaceva inventare scuse. Mi disse di chiamarsi Jessica e dalla voce capii che Jessica non era una ragazza, ma era una trans e tutta la mia sicurezza andò a farsi benedire. Non sapevo che fare e che dire. Mi chiese se era un problema il suo essere trans: in realtà lo era perché non mi era mai capitato di avere un’esperienza con una trans, anche se ne ero molto attirato. Era la prima volta che portavo una mia potenziale conquista a parlare anche con i miei amici. Avevo un po’ di imbarazzo e magari due chiacchiere tutti insieme mi avrebbero aiutato a superarlo. Loro si presentarono e cominciammo a chiacchierare. Più che altro fu lei che parlò e ci raccontò della sua vita. Faceva la commessa in un negozio in città ed era passata da quelle parti perché stava cercando casa. Si era rotta della vita di città e cercava un appartamento in paese. Tra birra e chiacchiere, il tempo passò e si fece quasi mezzanotte. Jessica era simpatica, gentile e soprattutto molto più femminile di tante donne che avevo conosciuto. Quando andai in macchina a prendere la giacca, perché cominciava a far freddino, me la trovai dietro di me. Mi chiese quando mi decidevo a farmi avanti: era la prima volta che mi veniva detta una cosa del genere. Prima che ci allontanassimo, l’abbracciai, spingendola contro il fianco della macchina e le tappai la bocca con un bacio. Subito mi assaggiò con le labbra e con la lingua, premendo forte la sua bocca carnosa. Un bacio che mi lasciò senza fiato, tanto che dopo non sapevo proprio cosa dire. Per mezz’ora abbiamo pomiciato appoggiati alla macchina e io l’accarezzavo tutta, soffermandomi sul suo bel culo e sulle tette. Quando stavamo stretti, sentivo il cazzo duro che premeva contro il mio, un cazzo che doveva essere non molto grosso ma era parecchio rigido, stava su e lo sentivo attraverso la stoffa della gonna. Io volevo portarla a casa mia, ma lei mi trascinò di nuovo sulle panchine dove se ne stavano seduti i miei amici. Ovviamente si stavano domandando come mai non fossi già a casa mia, a darmi da fare con la bellissima trans. Lei disse che andava pazza per il sesso in pubblico: diceva di essere molto porcellina ed esibizionista e sapere che altri la guardano mentre fa sesso la fa andare su di giri. I miei amici erano rimasti ammutoliti e ci guardavano, senza dire nulla. Sebbene fosse un paese, ogni tanto a quell’ora passava ancora qualcuno: gente che portava il cane a spasso, coppiette, persone che passeggiavano. In quel momento c’erano due persone a spasso con i loro a****li, uno dei quali molto vicino. A lei non importò molto dei miei dubbi: si avvicinò a me e mi baciò, leccandomi anche le labbra, con la sua lingua umida. Persi la testa: mi tirai fuori il cazzo duro e senza tante cerimonie glielo piazzai in bocca. Jessica cominciò a succhiarlo avidamente, come nessuna me l’aveva mai succhiato. Non era un piacere che faceva a me, le piaceva proprio prenderlo in bocca e adorava il suo sapore. Mentre mi faceva il pompino, mi accarezzava anche le palle e l’asta, con la sua mano che aveva le unghie lunghe smaltate. I miei amici guardavano e un paio di loro già avevano iniziato a farsi una sega. Uno dei due che portava il cane a spasso, si accorse della scena e se ne andò scuotendo la testa. Non la imbarazzava per niente guardarmi negli occhi mentre mi faceva il pompino. Dopo pochi minuti un mio amico aveva già sborrato e si stava pulendo cazzo e mani, io c’ero quasi. La bella trans porcellina iniziò a menarmi forte il membro, sempre più velocemente e intanto con la punta della lingua mi titillava la cappella gonfia all’inverosimile. Venni dopo poco, godendo come un maiale, e le schizzai tutta la sborra in faccia e in bocca. Alla fine me lo pulì con la lingua, raccogliendo tutti i residui di sborra. Lasciai il cazzo ormai moscio fuori dai pantaloni e mi sedetti sulla panchina, facendomi fare un po’ di spazio dai miei amici. Purtroppo il numero che mi diede era inesistente e quindi non potei più rintracciarla, però sogno spesso di incontrarla di nuovo e di assaggiare finalmente, il suo magnifico culo sodo e caldo.

Categories
Racconti Erotici

una giovane promessa

Vi descrivo di seguito un evento accadutomi la scorsa estate che potrei definire imbarazzante ed erotico allo stesso tempo.
é accaduto una mattina di luglio; la giornata era bella e calda e con la mia compagna decidemmo di andare al mare. In casa con noi c’era anche sua figlia, Gina, una quindicenne molto intelligente e sveglia…a volte fin troppo. Quella mattina era rimasta a casa invece di vedersi con le sue amiche e vedendo che ci preparavamo per andare in spiaggia volle unirsi a noi.
Giunti alla solita spiaggia dove andavo insieme alla mia lei ci stendemmo al sole l’uno accanto all’altra mentre Gina si stese al mio lato a pochissimi cm da me….eppure di spazio ce n’era!!!
Annalisa prese dalla borsa l’olio solare e cominciò a spalmarsi e quando notò che sua figlia era distratta nel parlare a telefono mi chiese di spalmare l’olio sul seno spostando di proposito il costume per farmi intravedere i suoi capezzoli enormi.
Notò il mio pisello duro che voleva uscire dal costume e mi sussurrò:
-caro secondo me oltre a te si è indurito a tutti i maschietti qui intorno!
-che troia che sei!
lei sorrise e si stese per prendere il sole.
Io feci lo stesso;volevo assolutamente evitare di guardarla e di sfiorarla.
Mentre ero in quella posizione avertii più di una volta che il piede di Gina mi toccava dietro ai polpacci e ogni tanto sentivo delle brevi ma intense carezze lungo la gamba che mi faceva con il suo piede.
Incuriosito mi voltai verso di lei che se ne stava sdraiata indifferente a tutto e a tutti.
Il pisello però a quei contatti si era indurito di nuovo e quando mi alzai per prendere un po’ d’acqua dalla borsa Annalisa lo notò e mi fece sottovoce:
-sei ancora così? ho capito…..andiamocene al solito posto!
Intendeva dire una piccola conca dietro la scogliera prossima alla spiaggia dove in genere andavamo a fare un po’ di sesso acquatico.
Approfittammo del fatto che Gina era assorta a leggere una rivista e ci tuffammo raggiungendo il nostro luogo preferito.
Annalisa si avvinghiò con le gambe intorno a me e velocemente mi sfilò il costume e spostò il suo su di un lato.
-tesoro sono già aperta…entra pure!
Senza badare al mio costume che era stato preso dalle onde la tirai a me e la penetrai fino in fondo proprio come piaceva a lei….ma pure a me!
-tesoro hai un cazzo duro e caldissimo!!! tra un po’ già vengo sai!!!?
Anch’io in verità dopo averla penetrata due o tre volte stavo per schizzare ma all’improvviso accanto a noi spuntò da sott’acqua Gina che con tono agitato fece:
-ho perso la collanina proprio qui sotto….voi la vedete!?
Annalisa incazzata e imbarazzata si staccò da me e ritornò a riva.
Gina rimase vicino a me chiedendomi di aiutarla nella ricerca.
Ero rimasto senza costume e speravo che lei non si fosse accorta di nulla.
Mi immersi con la scusa di cercare la collanina ma speravo di trovare per primo il costume.
Ritornai su in superficie dove Gina mi aspettava.
-trovata!?
-beh no!
-non ti muovere, riprendi fiato tu, ora ci provo io!
Restai immobile in acqua senza poter trovare una soluzione mentre Gina restò immersa per un bel po’.
All’improvviso sentii sott’acqua due braccia che si avvinghiarono alla mia vita e la sensazione di una bocca che mi succhiava il cazzo.
La ragazzina mi stava facendo un pompino.
Risalì dopo una ventina di secondi e mi guardò:
-non ti muovere…devo riprendere aria!
Ritornò giù e riprese a succhiare. Lo fece con tanta foga che sentivo la cappella toccarle la gola.
Mi fece venire in poco tempo e mi lasciò il cazzo solo dopo che aveva ingoiato tutto.
Risalì su e mi guardò con aria divertita:
-spero che la mia bocca sia stata all’altezza della fica di mia madre!
Mi restituì il mio costume che aveva trovato e nascosto su uno scoglio e insieme tornammo su in spiaggia.
Annalisa chiese:
-trovata la collanina!?
e lei:
-no mamma ma almeno mi sono goduta lo scenario del fondale!

Categories
Racconti Erotici

Il lento scivolare di una coppia verso gli abissi

La notte per le tre ragazze fu abbastanza tranquilla anche se le aspettava la punizione che Maria aveva promesso loro, ma ormai era assuafatte alla loro condizione e il fatto di poter per una volta dormire tranquillamente le aveva rese felici o perlomeno non preoccupate e trascorsero sonni abbastanza tranquilli.
Sulle dieci di mattina Ivana, Francesca e Marta furono convocate da Peter che disse loro che la sua amica Maria non era stata soddisfatta del loro comportamento in quanto non avevano dimostrato quel livello di sottomissione che normalmente lei si aspettava da una schiava.
Le ragazze furono appoggiate al muro e Peter le spogliò fino a scoprire le terga, prese una stecca di legno e diede cinquanta colpi sui sederini di ognuna delle ragazze. I culetti delle tre ragazze erano di colore rosso vivo e faceva loro talmente male che avrebbero avuto problemi a sedersi.
Le ragazze furono separate e Peter disse ad Ivana che sarebbe stata riportata in Baviera e avrebbe potuto rivedere suo marito e che il periodo che erano state noleggiati era finito e sarebbero stati riconsegnati a Giuseppe.
Ivana durante il viaggio era contenta pensò tra sè e sè che forse il loro supplizio era finito e che finalmente sarebbero tornati a una vita normale, anche se le striature rosse che aveva sul sederino le provocava un bruciore tremendo a contatto col sedile dell’aereo.
Scesa dall’aereo, all’aereoporto di Monaco potè finalmente riabracciare suo marito Marco, che però frustò subito le sue speranze, dicendole che Giuseppe li stava aspettando in una macchina fuori dall’aereoporto.
Una volta montati in macchina Giuseppe raccontò quello che aveva subito Marco durante il periodo che Ivana era stata nella villa di Peter: aveva subito una tremenda umiliazione per giorni il suo uccello era stato chiuso in una cintura di castità da parte di Claudia la moglie di Peter che aveva dato ordine alle sue ancelle una volta all’ora di toglierla e di masturbarlo, ma senza farlo godere. Avevano infatti l’ordine di fermarsi sempre due tre colpi prima del punto di non ritorno e questo per giorni finchè ieri nelle ultime ore in cui Claudia aveva a disposizione Marco le fece sborrare, ma non godere nel senso che ordinò alle sue ancelle di fermarsi subito dopo il punto di non ritorno, in modo che sborasse, ma non che godesse. Giuseppe concluse dicendo le donne come sadiche sono sempre più fini di noi uomini.
A questo punto Ivana chiese a Giuseppe dove sarebbero stati portati e lui disse a una nuova asta per essere assegnati a due nuovi sadici. Ivana guardò Giuseppe con un sguardo avvilitò e lui gli disse con sorriso beffardo che cosa pensavi puttanella che aveste saldato il vostro debito con me..
Il giorno dopo furono accompagnati in una grande discoteca di Monaco dove si sarebbe svolta l’asta.. Sia gli uomini che le donne furono completamente spogliati e gli astanti facevano offerte dalla platea e talvolta scendevano a sincerarsi della merce un po’ come si fa col bestiame per quanto riguarda gli uomini soppesavano le palle e le dimensioni del pene, per quanto riguardava le donne venivano soppessate le tette, strizzati i cappezzoli e il clitoride.
A un Certo punto fece il suo ingresso in sala Maria, la mistress che Ivana aveva conosciuto bene suo malgrado che si dimostrò subito interessata ad Ivana e ad altre tre ragazze: Luana, Carolina, Jessica e Jenifer e fece un offerta sensazionale dicendo che le avrebbe comprate e non nollegiate. Giuseppe acconsentì fiutando l’offerta e disse come regalo per tutti i soldi che mi dai cara Maria ti faccio un regalo: ti dono uno schiavo dal masochismo eccezionale Marco il marito di Ivana.

http://www.padronebastardo.org

Categories
Racconti Erotici

Mia moglie Laura si fa sbattere come una cagna.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Tornati dalle ferie in Puglia il nostro rapporto cambiò, mia moglie Laura dalle fantasie passò alla realtà, un bel giorno entrò in casa e mi confessò di essersi fatta sbattere dai suoi due colleghi, io non riuscivo a pensare ad altro, non ero geloso, anzi non facevo altro che immaginarmi mia moglie in mezzo a due cazzi bagnarsi e godere come una troia. Il pensiero era quasi diventato un tormento e lei se ne era accorta, ogni volta che scopavamo mi provocava, mi diceva di come fosse bello essere posseduta da due cazzi ed io immancabilmente sborravo come una fontana.
“Devo scoparti anch’io con uno di loro.”
Le dissi.
“Non ti preoccupare, non c’è cosa che voglia di più al mondo amore mio.”
Mi rispose Laura, lei avrebbe voluto ripetere l’esperienza assieme a me e al suo collega Andrea, il ragazzino appena ventenne che tanto l’aveva fatta eccitare, per me non c’erano problemi ma mi sarebbe piaciuto fare un giochino, così le feci la mia proposta. Laura lo avvisò in ufficio il giorno prima, dalla loro esperienza a tre non ci fu più nulla fra loro se non fugaci scambi d’occhiate ammiccamenti e la promessa di vedersi nuovamente, del resto mia moglie era una donna sposata mentre lui un giovane ragazzo sicuramente attorniato da più di qualche giovane bella fichetta. Trovò la scusa che io ero fuori città per un viaggio di lavoro, a lei sarebbe molto piaciuto se fosse passato per riprendere da dove si erano lasciati alla cena di lavoro, il ragazzo non si fece perdere l’occasione di sbattersi una bella donna quasi quarantenne, suonò alla porta alle 14.30 in punto, mia moglie andò ad aprirgli.
“Ciao Andrea, ti stavo aspettando.”
Disse mia moglie.
“Ciao Laura, come va? Sei sola”
“Certo caro, sola ed indifesa.”
Dal piano sopra sentivo i classici bacetti di saluto e le classiche frasi di rito, io me ne stavo in bagno con la porta socchiusa e la luce spenta, non volevo essere visto, l’idea fra me e Laura era quella di non dire ad Andrea della mia presenza ma fargli credere di essere solo con mia moglie e di potersela sbattere a piacimento. Laura doveva portarlo in camera da letto e giocarci assieme mentre io dal bagno mi sarei gustato la scena, poi ad un certo punto sarei uscito e ce la saremmo spassata tutti assieme, c’era l’incognita della reazione del ragazzo ma anche quella faceva parte del gioco, dopo una decina di minuti di frivola conversazione ed un caffè assieme come vuole la buona ospitalità, Laura decise di rompere gli indugi.
“Andrea, non so cosa tu possa pensare di me, non vorrei che credessi che io mi sia innamorata non è così, spero che altrettanto lo sia per te, ti ho fatto venire qui oggi perchè quello che è successo tra noi due mi è piaciuto molto, io voglio molto bene a Luca mio marito ma ho spesso bisogno di essere soddisfatta, ho molte voglie e non vedevo l’ora di avere nuovamente l’occasione per stare con te.”
“Laura, io davvero non saprei cosa dire, tu sei molto provocante ed eccitante, in ufficio sei sempre gentile con me, quando vuoi basta sola che tu chieda!!!”
Rispose Andrea.
“Caro il mio piccolo!!! Adesso fammi una cortesia, io mi sono lavata poco prima del tuo arrivo, qui c’è il bagno di servizio, lavati per cortesia perchè non resisto più!”
Dopo qualche minuto li sentii salire, fu allora che per la prima volta vidi Andrea, non c’è che dire Laura lo aveva scelto bene, alto, castano chiaro quasi biondo, un bel fisico asciutto ed un viso angelico, mi passarono davanti ed entrarono in camera da letto. Laura gli si gettò al collo e gli infilò la lingua in bocca, Andrea prese ad accarezzarle i fianchi il culo e le tette, dopo un pò di slinguazzamenti e palpeggi vari Andrea prese l’iniziativa, afferrò Laura per i polsi e la girò spalle a sé, prese a baciarla e leccarla sul collo mentre le sue mani scivolavano sempre più verso il basso fino ad iniziare a massaggiarle la fica. Con un gesto deciso la spinse verso il letto, lei cadde a pancia in giù, Andrea la prese per i fianchi e le sfilo leggings e perizoma lasciandola con il culo per aria, si buttò nel letto e prese a leccarle la fica ed il buco del culo da dietro. Quella lingua fra i suoi buchi fece gemere mia moglie che aveva iniziato a stringere i pugni alle lenzuola, io mio mi stavo eccitando come un matto, il cazzo mi scoppiava e continuavo a guardare in maniera morbosa quel ragazzo poco più che adolescente leccare gli umori di mia moglie, Laura seguitò ad inarcare la schiena sollevando il culo ed offrendosi sempre più oscenamente ad Andrea. Il suo respiro era sempre più intenso, si stava eccitando come una porca, Andrea alternava le penetrazioni di lingua ora alla fica ora all’ano di Laura, la quale ad un certo punto si sfilò dal suo giovane linguista dicendogli.
“Ti voglio nella mia bocca.”
Sedendosi sul letto aiutò Andrea a spogliarsi, il ragazzo aveva davvero un bel fisico asciutto completamente depilato, non appena si girò non potei fare a meno di notare un cazzo in tiro di dimensioni ragguardevoli, non che io mi sentissi poco dotato Laura non aveva mai avuto nulla da dire sulle mie dimensioni ma quelle di Andrea erano davvero fuori dal comune. A questo punto presi a toccarmi, Andrea si stese, Laura gli salì sopra a 69, io dalla mia posizione potevo vedere l’uccello del ragazzo e la faccia di Laura, sentivo quella vacca di mia moglie gemere al suo giovane amante e a continuare con il suo operato. Laura dopo aver sputato sopra la cappella di Andrea aveva preso a succhiarla come una posseduta, la guardavo lavorarsi quel cazzo meraviglioso, la vedevo ingoiarlo, leccarlo dalla cappella fino alle palle e giocare con la sua lingua lungo tutto l’inguine per poi risalire sui coglioni. Ora aveva preso a succhiare guardando verso di me, lei sapeva che io la stavo guardando, forse si aspettava che uscissi, forse voleva solo esibirsi, di sicuro l’effetto che ne ottenne fu quello di darmi un’eccitazione fuori dal comune, vedere Laura spompinare un cazzo enorme non aveva prezzo, mi eccitavo da morire nel guardarli. Laura doveva avere capito la situazione, la cosa la eccitava sicuramente e non aveva intenzione di fermarsi, io ormai avevo deciso che li avrei lasciati fare, sarei intervenuto dopo che il ragazzo si fosse svuotato.
“Scopami Andrea, scopami forte.”
Disse Laura, si alzò dal corpo del ragazzo che rimase steso nel letto, si portò verso il cazzo di Andrea a smorza candela dando le spalle al suo amante, mia moglie si infilò nella sua fica fradicia quel grosso cazzo, Andrea le strinse i fianchi mentre lei in maniera decisa cominciò a cavalcarlo, con una mano continuava a sgrillettare il clitoride mentre con l’altra si massaggiava una tetta, lo sguardo sempre rivolto verso la mia postazione, sapeva che la guadavo, la sua lingua roteava fra le labbra, i suoi movimenti su quel cazzo erano sempre più forti, i suoi respiri sempre più intensi, l’oscenità stava impossessandosi di lei.
“Oh mio dio Andrea continua ti prego, fammi godere, spingi forte.”
Laura si abbandonò ad un gemito quasi isterico, la mia porcellina era appena venuta, si stese di schiena per un attimo su Andrea il quale sempre con il cazzo in fica le passò un braccio sul ventre ed insieme si adagiarono di fianco, ora il porco aveva ricominciato a stantuffarla da dietro sul fianco tenendole la gamba sollevata. Dalla mia posizione potevo vedere quel cazzone sfondare la fica di mia moglie che era completamente fradicia, Laura continuava a gemere, la sua mano era sempre a stimolare il clitoride, che grandissima vacca!
“Laura sto per scoppiare.”
Disse Andrea.
“No ti prego, non ancora, resisti.”
Rispose lei, Laura fece nuovamente sdraiare il ragazzo per riprendere a cavalcarlo da sopra, stava ancora sopra di lui questa volta dando le spalle a me, dimenava i fianchi come una forsennata, faceva sparire quella mazza tutta dentro la sua fica mentre il ragazzo piegandosi in avanti le succhiava e le mordicchiava i capezzoli, Andrea oramai non ce la faceva più, Laura se ne accorse.
“Non venirmi dentro.”
Fece appena in tempo a dirlo e a sfilarselo che l’uccello di Andrea inondò copiosamente una chiappa di mia moglie di calda e densa sborra, Laura prende regolarmente la pillola ma adora sentire dentro di se i caldi schizzi di sperma, capii che volle offrirmi quello spettacolo di farsi sborrare addosso solo per ammirare l’operato del loro amplesso. La visione del culo di mia moglie pieno di sborra fu per me una libidine inaudita, avevo aumentato il ritmo della mia sega ed anch’io sborrai dall’eccitazione, Laura era ancora calda, Andrea l’aveva riportata a mille con l’eccitazione dopo il suo primo orgasmo, il suo amante le aveva inondato il culo di sborra ed ora si stava prendendo un minuto di riposo, io conoscevo bene la troietta ora ci sarebbe stato da divertirsi.
“Allora Andrea, com’è stato? Sono come una delle tue ragazzine?”
Chiese mia moglie.
“Oh Laura, sei fantastica.”
Rispose Andrea.
“Puoi dirmi pure che sono una troia, non mi offendo, sai quando si tratta di sesso non capisco più nulla.”
“Beh non sei certo la prima donna che tradisce il marito anche se effettivamente.”
“Cosa?”
“Due settimane fa l’hai fatto con due uomini… non è da tutte.”
Laura naturalmente colse la palla al balzo.
“E tu? Non lo avevi mai fatto in tre?”
“No”
“E ti è piaciuto più di adesso?”
“E’ stata una cosa diversa.”
Mentre chiacchieravano io ero ancora fermo ad ascoltarli, Laura aveva ripreso a segare il cazzo a riposo di Andrea, il quale naturalmente la lasciava fare, Laura continuava ad incalzarlo.
“Lo sai che quando sono tornata a casa ho raccontato tutto a mio marito?”
“Non ti credo”
“Te lo giuro”
“E lui come ha reagito?”
“Si è eccitato e mi ha scopata, mi ha fatto anche il culo, poi mi ha detto che anche lui voleva scoparmi assieme ad un altro.”
“Ma dai.”
“Non mi credi?”
“No.”
“Puoi chiederglielo tu stesso se vuoi….. vieni amore mio!”
Fu così che feci il mio ingresso nella stanza completamente nudo con il cazzo in mano, nel vedermi Andrea balzo sul letto seduto, il suo cazzo che fra le sapienti mani di Laura si era rinvigorito ora di colpo si era spento, il rossore sulle sue guance e l’evidente stato di imbarazzo. Ci pensò Laura a rassicurarlo appoggiandosi a lui accarezzandolo in viso e dicendogli che non vi era nulla di cui preoccuparsi, poi con la solita malizia si rivolse verso di me.
“Allora amore mio ti è piaciuto lo spettacolo? Tua moglie è stata abbastanza troia per te?”
Io continuavo a guardare Andrea, la sua espressione era un misto fra sbigottimento e paura, così decisi anch’io di tranquillizzarlo.
“Ciao Andrea, piacere io sono Luca il marito di questa porcellina, non ti preoccupare io e Laura eravamo d’accordo.”
Continuai spiegandogli la situazione mentre Laura continuava a coccolarlo come fosse un bimbo impaurito, dopo qualche minuto Laura prese nuovamente le redini dicendogli.
“Oh Andrea adesso basta, ti abbiamo detto che è tutto ok, mio marito voleva godere di tutta questa situazione finiscila di frignare e cerca di riprenderti con questo bel cosino.”
Prese a segare il suo cazzo, io mi portai verso di loro ed infilai il mio uccello nella bocca di mia moglie, dopo anni vedevo un altro sogno realizzato, la bocca di mia moglie piena del mio cazzo mentre in mano stringeva l’uccello di un altro uomo, Andrea iniziava a sciogliersi, il suo cazzo stava tornando alle sue dimensioni mentre con una mano stava palpando una tetta di Laura la quale ancora su di giri gli disse.
“Dai piccolo mio leccami la fica.”
Andrea ubbidiente portò la sua bocca fra le gambe di Laura, io presi la testa di mia moglie tenendola ferma ed iniziai a scoparle la bocca in maniera decisa e nel mentre guardavo Andrea, il suo mento era completamente fradicio degli umori della fica di Laura che aveva iniziato a sbrodare come una cagna, lei nel frattempo continuava a gustarsi spasmodicamente il mio uccello con la bocca. Dopo qualche minuto Laura non ce la faceva più, moriva dalla voglia di sentire nuovamente dentro di se un paletto di carne, io e Andrea ci stendemmo sul letto uno affianco all’altro, mia moglie si mise sopra di me ed in men che non si dica iniziò a cavalcarmi furiosamente infilandosi il mio cazzo nella sua fica fradicia. Laura era eccitata al massimo, il mio cazzo la penetrò senza alcuna difficoltà, la sua fica era un lago, mentre si muoveva sopra di me prese in mano il cazzo di Andrea e iniziò a succhiarlo furiosamente, io ero al settimo cielo, vedevo mia moglie scoparmi e succhiare l’uccello di un altro più giovane di noi, la situazione ci eccitava da morire. Andrea con il cazzo fra le grinfie di Laura si voltò, iniziò a giocare con il buco del culo di mia moglie mentre io le spaccavo la fica, le massaggiò il buchetto con le dita, lentamente faceva colare dei rivoli di saliva sull’ano di Laura, alcuni dei quali scivolavano anche sul mio cazzo, sempre con delicatezza iniziò a penetrare quell’invitante buchetto con le dita. Mia moglie iniziò a fremere sempre di più, ebbi la sensazione che gradiva un terzo cazzo per riempirgli tutti i suoi buchi, Andrea si alzò e ci fece capire di voler inculare Laura, questa al pensiero di riassaporare una doppia penetrazione ebbe un lampo negli occhi. Sentii il cazzo di Andrea sfiorare il mio che se ne stava ben bene al calduccio della fica, io smisi di affondare i miei colpi e mi fermai in attesa, Andrea puntò la sua cappella nell’ano di Laura ed iniziò a spingere piano. Osservavo lo sguardo di mia moglie, la vedevo completamente trasportata dall’eccitazione, sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso e sempre più violento, il cazzo del giovane stava entrando sempre più e Laura godeva come una porca.
“Guardami amore mio, guarda tua moglie come gode, guarda che puttana fra due cazzi.”
Mi disse.
“Ti adoro Laura, ti piace fare la troia vero?”
Le chiesi
“Da morire, sbattetemi brutti porci, fate godere la vostra troia.”
Continuò con la voce rotta dai nostri colpi.
“Vuoi farmi il culo anche tu vero amore?”
Mi chiese dopo un po’.
“Non vedo l’ora”
Le risposi.
“Si ma voglio sempre due cazzi, è meraviglioso.”
Così dicendo Laura si sfilò dalle nostre mazze, mi fece sdraiare e si voltò a smorza candela ma questa volta volgendomi la schiena, prese ad infilarsi il mio cazzo nel culo, quel buchetto era una meraviglia, anche se era stato sconquassato dal mattarello di Andrea aveva ripreso immediatamente il suo tono muscolare, subito dopo essere stato trafitto dalla mia cappella si era immediatamente avviluppato al mio cazzo. Sentivo quel caldo pertugio stringermi l’uccello, stavo godendo come un matto, Laura si stese sul mio petto offrendo la fica in maniera oscena al suo giovane amante mentre il suo buco del culo era impalato dal mio cazzo, Andrea questa volta fu meno delicato e fiondo il suo cazzo nella fica di Laura in maniera piuttosto violenta alche emise un grido soffocato.
“Cazzo Andre, mi fai male.”
“Ma quale male… pensa a godere troia.”
Rispose lui.
“Fanculo e scopa stronzo.”
Le rispose lei, Laura si abbandonò completamente ai nostri due cazzi che la sfondavano, con una mano prese a massaggiarsi il clitoride, dopo un po’ iniziò ad ansimare violentemente fino a quando spinse Andrea fuori dal suo corpo e gli schizzò del liquido vaginale sul cazzo, mentre altri due zampilli le colarono lungo l’inguine annegando il mio uccello che nel frattempo se ne stava sempre infilato nel culo.
“Magnifico, ragazzi.”
Sospirò mia moglie.
“Continua a scoparmi il culo Franco ti prego.”
La afferrai in vita e ci girammo sul fianco, a quel punto la penetrai in fica, era caldissima, sentivo il mio uccello sguazzare in un lago di godimento, continuavo a scoparla sul fianco e nella sua bocca era tornato il cazzo di Andrea. Mi sfilai mentre Laura spompinava il ragazzo, affondai la mia lingua in mezzo a quel lago che colava dalla sua fica, il sapore di mia moglie era fantastico, mi riempii il viso di quella sbrodolata, roteavo la lingua in maniera così veloce e così indelicata che dopo poco sentii Laura venire nuovamente. Noi maschietti eravamo cotti, decisi di infilarlo anch’io nella sua bocca mentre Andrea infilò il suo cazzo nella fica della mia signora, dopo pochi colpi con sincronia sia io che Andrea esplodemmo, io inondai la bocca di mia moglie mentre Andrea le riempì la fica. La soddisfazione fu tale che ci abbandonammo tutti e tre sul letto esausti e felici, la visione di mia moglie ricoperta di sperma mi mandava al settimo cielo, vedere un nostro amico sul nostro letto a condividere i nostri piaceri era qualcosa di appagante, ci abbandonammo ad un sonnellino, dopo circa un’oretta ci svegliammo, ognuno di noi si fece una doccia e poi cominciò il terzo round e così per tutta la notte.

Categories
Racconti Erotici

Una deliziosa serata di Primavera.

Ricordi quella sera Gianna?
Ero rientrato dal lavoro e ti avevo detto che saremmo andati a cena fuori.
Ti portai al porticciolo. Il ristorantino e proprio sul molo di Marina di Cecina.
Tarda Primavera, subito dopo la Pasqua.
Solo qualche turista tedesco, in giro.
Poi entrò un uomo. Ricordi? Vedendomi si venne subito verso di me con grandi saluti e un forte abbraccio. “E’ un mio ex collaboratore, divenuto amico” ti dissi quando mi guardasti come a chiedermi chi fosse il tipo. “Sono anni che non ci vediamo, vero Walter?” Allora ti alzasti e gli porgesti la mano per le presentazioni. Lo pregai di accomodarsi con noi, ricordi? Ma lui non voleva disturbare e diceva che la bella signora che stava con me non meritava tanto fastidio.
Ma io gli spiegai che tu eri la mia nuova moglie e tu, cortese e garbata, lo invitasti a tua volta a rimanere con noi dato che era solo. Ricordi?
Bel tipo, Walter: alto, brizzolato, atletico, bel sorriso e una simpatia contagiosa. Ricordi, Gianna.
Wanter ti mise subito a tuo agio e a forza di aneddoti, di ricordi in comune con me, di barzellette e tanto Prosecco che io ruffiano ti versavo per farti cedere ti fece ridere a crepapelle; le tue risate risuonavano sempre più alte e un pò sguaiate nel ristorantino praticamente vuoto tranne noi.
Poi lui andò un attimo in bagno e io ti chiesi se ti piacesse.
“Mmmmmm…Siiii, eccome se mi piace!” mi dicesti passandoti la lingua sulle labbra in modo osceno; gestaccio che facevi solo quando bevevi.
Eri un pò brilla, ma eri bellissima con le guance arrossate e gli occhi umidi dal ridere.
Poi a tua volta ti alzasti per andare in bagno. walter fissava il tuo culo mentre ti dirigevi in fondo al locale e poi guadando me disse: “Splendido culo, tua moglie, davvaro bello!”
Walter mi guardava interrogativamente chiedendomii: “Allora, le piaccio?” io, con malizia e facendogli l’occhiolino, annuii a lungo. “Provaci, per favore” gli dissi con la voce un pò tremante dall’emozione. Tornasti e io subito ti versai un altro Prosecco, che tu tracannasti.
Poi, pagato il conto, decidemmo di uscire a fare quattro passi per digerire.
Ormai le barzellette erano sul sesso. Lui ci faceva scompisciare dalle risate.
Tutti e tre ci avviamo verso il mare, allontanadoci dalle luci del molo; si sentiva la risacca e il mare dove la luna si specchiava a tratti. Raggiungemmo quindi la battigia camminando per qualche centinaio di metri. Eravamo solo noi tre su quella spiaggia. Quella spiaggia non è molto larga: fra mare e pineta solo poche decine di metri.
Ridevate meno, ma eravate sempre vicini vicini e bisbigliavate. Poi lui ti diceva qualcosa, complimenti forse, e tu ti schernivi ridendo.
Io mi ero avvantaggiato di qualche decina di metri. Poi voltandomi verso di voi vidi nel buio, appena rischiarato da una luna a tratti coperta dalle nubi che lui ti teneva vicina vicina e tu avevi la faccia voltata all’insù verso la sua: era alto Walter, molto alto. Tu avesti un brivido credo, perché lui si tolse il pullover e te lo mise sulle spalle, traendoti a se e circondandoti con un braccio, per riscaldarti, naturalmente.
Ormai ero abbastanza avanti e voltandomi ancora vidi quello che tanto speravo: stavate baciandovi sulla bocca. Avvinti. Lui abbassato verso di te e ti in punta di piedi verso di lui.
Poi guardaste dove pensavate che io fossi, ma non mi vedeste, un pò per il buio e un pò perché mi ero accucciato dietro un patino sulla riva per spiarvi meglio.
Allora vi guardaste e poi di corsa vi dirigeste verso la pineta. Lui ti tirava tenedoti per mano e tu gli correvi dietro inciampando. Scompariste fra la vegetazione e i pini.
Mamma mia che emozione!
Non credevo potesse succedere che tu tu lasciassi andare subito così. Ma avevo lavorato bene: per molti giorni non ti avevo fatto godere durante i rapporti sessuali. Ti lasciavo sempre a metà . E quando tu una notte mi sussurrasti che avevi tanta ma tanta voglia di cazzo capii che eri pronta.
Ora, correvi dietro un uomo che ti trascinava in pineta e sono sicuro che eri bagnata fin lungo le cosce, come ti succede quando vai in calore.
Pratico della pineta, in un baleno la raggiunsi e ci entrai, e senza far troppo rumore vi cercai. Bastò poco per trovarvi, orientandomi nel buio coi tuoi gemiti.
La scena per poco non mi fulminò: dietro un grande cespuglio, ai piedi di un pino, in un piccolo spiazzo tu eri a pecorina, inginocchiata sul suo golf, con le mutande calate e il culo bianco spinto in alto. La sottana arrotolata sui lombi. Lui aveva i calzoni calati alle caviglie e ti trombava con forti colpi decisi. Forse lui percepì la mia presenza ma seguitò a trombarti con furia bestiale, facendoti gemere forte e smaniare in maniera oscena, tanta era la tua voglia di cazzo. Ebbi subito l’erezione, malgrado che già da tempo una certa difficoltà erettiva mi preoccupasse e mi obbligò a estrarre il pene, masturbandolo furiosamente. Ora la vista si era adatatta al buio e non riuscivo a distrarre la vista dai vostri corpi scomposti. E quel cazzo! Walter aveva un palo se confrontato ai miei quindici centimentri. Ma non ne ero invidioso, no! Ero affascinato da quel randello che affondava su e giù dentro di te. Lo ammiravo. Ero felice che ti desse così tanto piacere. Ero arrapato come solo i veri cornuti sanno esserlo quando la loro moglie viene montata dal bull. Presi com’eravate dalla furiosa libidine che vi isolava da tutto e tutti non pensaste neppure per un attimo a me.
E lo volesti dentro fino in fondo perché ti sentivo incitarlo con voce roca. Fino a che lui non ebbe l’orgasmo dentro di te. E quando sentisti il suo affondo e il suo ruggito soffocato, con una serie di gemiti e digrignare di denti, venisti anche tu… E anche io venni con qualche schizzetto che cadde sul fogliame. Oscena a culo all’aria, lo trattenesti dentro finché i tuoi e i suoi sussulti non cessarono. Quando lo estrasse tu scoreggiasti dalla vagina; scoppiaste in una risata, anche se tu eri un pò imbarazzata. Poi il vostro respiro tornò normale. Ti accucciasti per pisciare e lui ti porse una salvietta con la quale asciugasti la tua vulva che immaginavo congestionata dalla quale certo il suo seme colava fra gli aghi di pino.
Pian piano mi ritrassi senza far rumore, attento a non spezzare ramette che avrebbero potuto rivelare la mia presenza mentre voi rimaneste ancora abbracciati a sbaciucchiarvi.

Ero in riva al mare quando riappariste uscendo dalla pineta e io mi sbracciai per farmi vedere da voi. Veniste verso di me tenendovi per mano, sfacciatamente. Vi chiesi dove eravate finiti e tu ridendo allusiva, guardando un pò me e molto lui, mi ripondesti che ti era venuta voglia di fare pipì e che lui ti aveva accompagnata in pineta perché da sola avevi paura; poi ridesti forte e ti stringesti a lui passandogli il braccio intorno alla vita.

AH! Dimenticavo di dirti, Gianna: Walter era mio complice. Trovato con un’inserzione su Fermoposta.

Categories
Racconti Erotici

Una biondina troia e pompinara

Mio figlio gioca a volley in una squadra di dilettanti e quando sono a casa faccio il taxista per lui e per altri compagni di squadra. Se vincono vanno a festeggiare in un locale dove trovano gli amici, se perdono coda tra le gambe ed a casa. Un sabato avevano vinto proprio all’ultimo secondo ed è stata festa grande. Si sono aggregati dei loro amici più grandi, una bolgia infernale. Poi mi hanno lasciato lì solo come un pirla per andare a festeggiare in un altro locale. Imprecando mi ero ripromesso di non scarrozzarli mai più. La città è piena di taxi e di mezzi pubblici. Camminavo senza una meta incazzato nero, quando mi ha attratto la musica soft che arrivava da un piano bar e sono entrato. Non c’era molta gente forse era presto per i nottambuli della città. Ho notato che le ragazze avevano scritto sul grembiulino candido il nome. Mi colpito Manuela, una biondina tutta curve, viso molto carino. Magari era una studentessa che era in città per studiare all’università. Si è avvicinata in modo molto carino chiedendomi cosa desideravo. Sono stato alcuni secondi ad ammirare il suo bel viso e le ho chiesto se potevo chiacchierare con lei. Non poteva naturalmente, stava lavorando e mi sono fatto servire un cappuccino con delle brioches. Sculettando mi ha portato l’ordinazione. Passando mi chiese come mai ero da solo ed io ne approfittai per chiederle di poterla accompagnare a casa. Dopo il lavoro indossava una gonnellina, una camicetta ed una giacca leggera. E’ salita in macchina. Mentre si truccava mi ha detto che lavorava per pagarsi l’università. Le ho messo un braccio sulle spalle. Ha appoggiato la testa e con tristezza mi ha raccontato che la maggior parte dei ragazzi la trattava da puttana nel locale. Non mi piace fermarmi dove capita, ma Manuela era troppo scoraggiata, le ho baciato il viso, il nasino, la bocca.. Mi ha messo una mano dietro la nuca baciandomi a lingua in bocca. Le nostre lingue si sono incontrate, gustate mi sono girato verso lei mettendo le sue gambe sulle mie. Le ho messo una mano sotto la gonnellina gustando il tepore del suo corpo, la baciavo sul collo, la sua manina ha cercato il mio cazzo che già scoppiava nei calzoni. Ci siamo staccati per riprendere fiato, il suo bel viso era sorridente e disteso, la mangiavo con gli occhi e la sua voce armoniosa mi seduceva. Le dissi del mio pied a terre e lei accettò di venire da me. Per fortuna quel posticino lo tengo sempre in ordine per ogni evenienza. Ho aperto l’ho fatta accomodare, ho chiuso a chiave, lei mi ha abbracciato stringendosi a me. Sentivo la consistenza dei suoi seni e mentre ci baciavamo sensualmente il cazzo si è impennato premendo sul suo ventre. Quel bacio non finiva più. Ho messo una mano sotto la gonnellina palpandole il culetto bello, tonico ben fatto con due belle chiappette. Le nostre lingue giocavano e si gustavano ho osato accarezzandole la figa da sopra lo slippino e lei mi ha sussurrato che se andavo di sotto la trovavo bella calda. Ho infilato un dito nell’elastico scendendo verso il suo fiore caldo e palpitante le ho accarezzato le grandi labbra calde, morbide, glabre ha scostato le gambe socchiudendola. Il mio dito è entrato in quel nido accogliente, le ho titillato la fighettina ed il suo bacio si è fatto ancora più passionale:le ho sfilato lo slip. Era uno spettacolo e non ho resistito e gliel’ho baciata. Ho allungato la lingua al primo tocco, ha allargato le cosce mi ha messo le mani dietro la nuca tirandola dolcemente contro il suo ventre. La mia lingua l’ha penetrata, lei ha avuto un brivido sussurrando qualcosa: gliel’ho baciata, leccata i suoi movimenti sono diventati incontrollabili, convulsi. Il mio pene finalmente libero dalla costrizione del boxer guardava le stelle. Manuela l’ha guardato a bocca aperta, l’ha stretto in mano baciandomi con passione. Mentre ci baciavamo le ho fatto un bel ditalino, lei si gustava il pulsare del mio cazzo scappellandolo fino a farmi male. Le nostre lingue si divertivano a cercasi, succhiarsi ad un certo momento ha stretto la gambe e le sue abbondanti gocce di piacere mi hanno riempito il palmo della mano. Avevo una voglia pazza di penetrarla: lei si è sistemata aprendo le gambe, tenendosi la vagina ben aperta l’ho penetrata con delicatezza con lente e profonde penetrazioni. Era ad occhi chiusi, sorrideva, si leccava le labbra. Muoveva il suo corpicino per gustarsi la penetrazione. Quell’amplesso non finiva più ho continuato a penetrarla con delicatezza, poi il suo corpo ha avuto un fremito violento e si è lasciata cadere su di me, abbandonandosi sul mio corpo. Ho continuato a chiavarla, ho sentito la sborra pronta per il lancio, se n’è accorta e lo ha voluto dentro. Quando ci siamo rilassati l’ho coperta con un plaid e ci siamo rilassati tra baci e carezze. Era ormai notte fonda. Mi sono alzato. Manuela aveva il viso sorridente e felice e ho chiesto se voleva un caffé o qualcos’altro. Lei mi ha preso il viso tra le mani baciandomi: si era seduta sul divano coprendosi pudicamente il seno, mi sono seduto accanto a lei e ci siamo gustati il caffé. Lei si è alzata sedendosi su una mia gamba appoggiando bene la figa, mi ha baciato con passione, sotto la doccia la sentivo canticchiare allegramente. E’ uscita in accappatoio e con un sorrisetto birichino mi ha chiesto se potevo asciugarle la schiena . L’ho asciugata tutta e con molta cura. Lei si è adagiata su di me e l’ho accompagnata a casa e mi ha detto che d’ora in poi quando ho voglia di lei, so dove trovarla.