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Manila & Le Sue Prime Esperienze – Confessioni

Ascoltare Manila, mentre raccontava le sue esperienze sessuali, era veramente eccitante.
“I capelli completamente bagnati, un pisello che rilascia su di me le ultime gocce di una lunga pisciata, le mie mutandine gialle, le gambe che sgocciolano lo sperma dei quattro ragazzi, il mio sedere dolorante, due preservativi svuotati sul mio viso, la mia fica sfondata ripetutamente e le mie lacrime che scendono giú, lungo le mie guance, confondendosi con gli umori dei quattro uccelli. Fu proprio questo il momento nel quale dissi basta!”
A quel tempo non conoscevo Manila, la incontrai molti anni dopo quell’evento, dopo quell’episodio che le fece dire la parola fine alla sua vita sessuale sregolata. Feci la sua “conoscenza” su un sito per adulti, questo, l’altro, non importa quale, fondamentale é invece il fatto che giorno dopo giorno, mese dopo mese, iniziammo a scambiarci piú frequentemente messaggi. Prima solo via E-Mail, successivamente tramite uno dei tanti software di messaggistica su Smartphone. Piú o meno partí tutto un giorno qualunque, quando gli scrissi questo:
“Ciao Manila. Sono contento che quello che scrivo nei miei racconti ti piaccia, ti ecciti. Ma sappi che lo stesso vale per me. Le tue storie, i tuoi messaggi, non nascondo che spesso me lo fanno diventare duro. Se ti dicessi che i tuoi racconti mi provocano un’erezione quasi immediata, che piú ti leggo piú vorrei stringerti tra le mie braccia, averti qui con me, baciarti, toccarti e sbatterti il mio cazzo dentro fino a riempire la tua calda fica di sborra, cosa mi rispondi?”
“Bhè….. Chase, quando mi dici così mi sento elettrizzata, mi sento eccitata e le tue parole non possono che farmi piacere. A chi, appartenente all’universo femminile, non lo farebbe? Certo… se fosse uno dei tuoi primi messaggi, ti avrei subito liquidato come un pervertito, ma ormai ci sentiamo da quasi un anno e lo prendo come un grande complimento. Anche io vorrei averti qui con me, davvero e sentirti godere dentro di me. Peró torniamo a noi, a te e le tue precedenti E-Mail. Mi hai posto molti interrogativi e molti spunti di riflessione, spero di riuscire a esaudire ogni tua domanda. Ma prima, Chase, voglio dirti che sono molto interessata a tutto quello che sei, a tutto quello che senti, ritieniti libero di esprimere di te tutto quello che vuoi, ma se non ti senti a tuo agio, a parlare di te non ne farò un dramma, tranquillo. Anche perché, come mi hai giá detto, nei tuoi racconti c’é molto di te. E si vede! Si vede che le storie sono basate su episodi che ti sono realmente accaduti, racconti cosí pieni di dettagli, non possono essere solo frutto della fantasia. Comunque sappi che mi incuriosisci e quindi se mi parli di te, ancora una volta, non puó che farmi solo piacere”.
Questa fu la partenza della sua storia, della storia di Manila e delle sue confessioni, che decise di affidare a me la sua, diciamo, “biografia sessuale”. Nelle sue successive E-Mail, mi raccontó tutto, o quasi, di lei. Dalla sua adolescenza alle sue prime esperienze, fino alla maturitá, passando per i suoi eccessi, fino ad oggi. Fino ad arrivare al giorno in cui l’ho fisicamente conosciuta, il giorno nel quale ci siamo incontrati dal vivo. Ma andiamo per ordine e partiamo dall’inizio. Lascio che il primo capitolo della sua storia ve la racconti una sua E-Mail. Questa é una parte delle confessioni di Manila:
Allora Chase, il primo discorso che voglio affrontare con te, è forse l’errata comprensione di come io (ma credo tutte le donne) vivo l’autoerotismo. Quindi cercherò di allargare i confini e di spiegarmi meglio. Comunque forse sei l’unico fino ad ora che vorrei assistesse ad una mia seduta di masturbazione, spero che questo risponda giá ad una tua domanda, visto che non l’ho confidato ad anima viva il fatto che anche io, una ragazza, mi tocco lí sotto! Ad ogni modo sei l’unico con cui avrei il coraggio, no….. l’ardire è più esatto, di farlo ed il tutto in un contesto di seduzione. Secondo te, riuscirei a sedurti mentre mi vedi masturbarmi guardandoti negli occhi, forse mezzo spogliato? Come vedi ti rispondo tranquillamente Chase e questo perché nella tua richiesta non c’è perversione, ed io ultimamente vivo la masturbazione molto serenamente. Forse c’è stato un tempo in cui i sensi di colpa mi schiacciavano tutto il godimento dell’essermi coccolata da sola, ma ormai per me è cosa del passato. Tanto è vero che te ne ho parlato e se mi sentissi in colpa, l’ultima cosa che farei sarebbe raccontarlo a qualcuno. Il desiderio in me, di masturbarmi, nasce da un bisogno del corpo, tante volte dalla visione di un film hard, dalla lettura di romanzi o racconti erotici, non c’è una causa s**tenante specifica, ma di base c’è sempre l’esigenza del mio corpo. Un’impressione che devo correggere è che non sempre prolungo il mio piacere, molte volte il desiderio scoppia che sono già a letto e allora chiudo gli occhi ed immagino situazioni piccanti. Tante volte invece non ho voglia di lavorare di immaginazione, allora leggo racconti piccanti (i tuoi in particolare) e inizio a toccarmi, il ritmo lo decido io, tante volte è veloce, sbrigativo, se ho poco tempo e voglio godere subito, altre volte invece me la prendo con comodo.
Ma voglio partire proprio dall’inizio Chase, dalla mia adolescenza, per poi arrivare ad oggi. Se devi raccontare la mia storia, che sia dal principio. Voglio parlarti della masturbazione femminile, della mia masturbazione. Argomento scomodo e segreto per molte ragazze, lo só. Mi sembra di sentire le mie amiche quando ne parlo…masturbazione femminile…. oh no, ma che dici? Una signorina che ne parla! Io le trovo ipocrite certe ragazze che si scandalizzano a parlarne. Come se loro non lo facessero, loro che si sentono così sante, ma poi sono le prime a giudicare le altre e i ragazzi per le seghe, per poi venire a scoprire che sono le prime a masturbarsi, o peggio, che fanno le troie con gli stessi ragazzi che tanto criticano. Tornando a noi poi, trovo che nell’autoerotismo femminile, la masturbazione, i ditalini, chiamalo come ti pare, non ci sia nulla di male! Penso di essere stata una ragazzina precoce nel campo sessuale e di aver scoperto il piacere che poteva darmi il mio corpo toccandolo, molto presto. Forse avevo tredici anni, o quattordici, non ricordo con esattezza, quello che ricordo bene invece, é che le mie prime masturbazioni furono sicuramente sotto la doccia. Il soffione ormai era diventato uno strumento indispensabile per la mia giovane fica, ancora liscia e vergine. Regolavo la temperatura dell’acqua, leggermente calda, ma non troppo e poi diregevo il getto, aumentando o diminuendo la pressione, in mezzo alle mie gambe. Il piacere ed il caldo che sentivo tra le mie giovani cosce, non tardava ad arrivare. In bagno mi toccavo spesso, era il posto che preferivo. E quel soffione poi, é stata la mia piú grande scoperta! Ti lascio immaginare il piacere di un getto d’acqua calda sparato lì sotto cosa poteva essere….. e cos’è anche ora, chiaro! Penso che mediamente a quell’età mi ci volesse un minuto o poco più per stare bene (altro che ora) e quando venivo ricordo che mi bagnavo parecchio, tanto che mi dovevo sempre asciugare. Per non parlare del lieve tremolio che facevano le mie gambe durante i primi orgasmi.
La mia prima (e unica) insegnante di masturbazione, fu mia cugina Alessandra, che era giá piú navigata di me nel settore. Io di autoerotismo e ditalini, a dire il vero, ne avevo giá sentito parlare a scuola dalle mie compagne, ma non capivo niente, o meglio, facevo finta di non capire, visto che sotto la doccia ero ormai una professionista. Ma questa cosa dei “ditalini” mi mancava. In soccorso venne appunto mia cugina. Ogni estate, con la mia famiglia, trascorrevamo almeno due settimane in Puglia al mare a casa degli zii e con l’unica mia cugina, Alessandra, ho da subito stretto un forte legame. Siamo cresciute praticamente insieme ed anche se lei era più grande di me di due anni, alla casa del mare abbiamo sempre dormito nelle camere nostre da sole. Logico che con la crescita si vada a parlare di ragazzi, di sesso, ed è stata lei una sera a spiegarmi cos’erano questi ditalini di cui tanto avevo sentivo dire ma dei quali non avevo capito niente. Fino ad allora, fino alla scoperta che qualcosa poteva entrare dentro la mia giovanissima fica, mi ero limitata semplicemente a strusciare la mia fica ovunque. Ovviamente eravamo piccole alle medie ed era quasi un gioco. Però già a fine estate “praticavo” alla grande, avevo scoperto come è ovvio a quell’età, un mondo di piacere, di godimento gratis a portata di….. mano! A casa lo facevo tranquillamente anche tre volte al giorno: a letto la sera, appena sveglia se avevo tempo, al computer, davanti alla TV se c’era qualche attore che mi piaceva. Naturalmente sempre quando ero da sola e se non lo ero, d’inverno mi coprivo con una coperta sul divano davanti alla TV e lo facevo anche con i miei in cucina, bastava muoversi piano! Come ti ho detto Chase, credo di essere stata una ragazzina precoce nel campo sessuale. Avevo persino iniziato a provocare mio fratello. Intendiamoci, non ho mai provato attrazione per lui e non ci ho mai fatto sesso, ovviamente, ma nell’ingenuitá dell’adolescenza, ero pur sempre una ragazzina che gli piaceva esibire il suo giovane corpo. Una sera, prima ancora che nostro padre ci dividesse “regalandoci” una stanza a testa, mi ricordo che gli feci toccare la mia fica. Lui ovviamente non se l’aspettava. Era notte fonda e gli domandai se volesse fare un gioco prima di addormentarsi. Il gioco consisteva, nel buio della stanza, nell’afferrare o toccare un oggetto e capire cosa fosse. Mi avvicino quindi al suo letto e gli dico di allungare una mano verso di me. Intanto mi abbasso i pantaloni del pigiama, le mie mutandine e guido la sua mano in mezzo alle mie gambe. Mio fratello inizia a toccarmi e rimane sulla mia fica per qualche secondo prima di capire cosa ha tra le mani. Forse intuendo di cosa si tratta, rimane piú del dovuto tra le mie gambe. Forse ingenuamente o forse perché gli veniva naturale, fece scivolare la sua mano avanti e indietro lungo le mie grandi (piccole?) labbra. Ricordo che un brivido attraversó il mio corpo. Poi intuisco che fá finta di non capire cosa sta toccando e mi rimetto sotto le coperte dicendogli che il giorno successivo gli avrei dato la soluzione. Ammetto che in quei secondi che mio fratello mi toccava la fichetta, una certa eccitazione l’ho provata. Nei giorni a seguire, comunque, ho continuato a stuzzicarlo. Qualche volta lasciavo la porta del bagno leggermente aperta sapendo che lui mi avrebbe spiata sotto la doccia o mentre facevo i miei bisogni. Spesso facevo la pipí nel bagno vicino alla nostra stanza, dedicando particolare attenzione al getto di urina, che puntualmente lo indirizzavo aiutandomi con le mani, dritto nell’acqua del water per fargli sentire le gocce di pipí che cadevano giú come la pioggia. Un’altra volta mi sono anche masturbata per lui, sapendo di essere osservata mentre mi facevo il bagno. Con il risultato che il giorno dopo, aiutando mia madre con i panni da lavare, trovai le mie mutandine sporche di sperma. Mio fratello si era segato pensando a me. Ma ovviamente anche questo gioco terminó dopo un pó ed io cercai altri metodi per eccitarmi ed eccitare. Anche se il gioco dell’urinare in bagno, di fare la pipí facendo piú rumore possibile, ancora me lo porto dietro oggi. Só che molti ragazzi si eccitano da morire nel vedere una donna pisciare e cosí io continuo ad accontentarli, a casa di amici, a lavoro, ovunque ci sia una tazza del water, io cerco sempre di centrare l’acqua per farmi sentire, per far sentire quel filino di urina cadere nell’acqua.
Ma voglio continuare a raccontarti di quando ero piú giovane, della mia costante ricerca di nuovi modi per stimolare, masturbare la mia fica. A letto c’era sempre Yoghi che mi aiutava, il mio storico orsacchiotto, che ancora oggi ho in camera! Lo mettevo stretto fra le gambe e mi ci strusciavo, la mattina dopo avevo paura che si vedesse che era bagnato e lo nascondevo in un cassetto. Avevo iniziato persino a masturbarmi a scuola, durante la lezione. Erano le prime cotte (ovviamente non corrisposte) per i professori. Il primo anno delle medie avevamo consumato le nostre fiche a furia di ditalini dedicati a Giulio, il nostro professore di matematica. Hai la mia parola che io e altre tre compagne amiche intime, andavamo a turno in bagno a masturbarci durante le sue lezioni, pensando a lui che fosse lì a guardaci e a fare le porche! Per eccitarmi lo guardavo ad inizio lezione, stringevo e rilassavo i muscoli interni e quando mi sentivo bagnata, partivo per il bagno. Una volta lí mi mettevo due dita dentro la fica ed immaginavo che fosse lui a sgrillettarmi! Tornata in classe, leggermente sudata, lanciavo uno sguardo d’intesa alle mie amiche, del tipo “sono venuta!” ed usciva un’altra a farlo! Quanti ormoni Chase! Se i ragazzi a quell’età pensassero alle ragazze, invece che ai motorini ed il calcio, penso che farebbero strage di fiche. Sempre a scuola ricordo come mi vestivo provocante per farmi guardare dai ragazzi, con top, canottiere scollate, body per tirami su le poche tette che avevo e fusò per risaltarmi il sedere. Ma a quei tempi non mi resi conto che avevo evidenziato involontariamente un altro particolare che eccitava da morire i maschietti. Ci pensarono loro a farmelo notare, con i loro sguardi da maiali in calore che puntavano in mezzo alle mie gambe. Ma che avevo di tanto strano? Alla fine bastava seguire la direzione dei loro sguardi che puntavano dritti sulla mia fica! Quei maledetti fusò di quei tempi erano talmente attillati che si vedeva tutto anche davanti, mi si vedevano le labbra ed il taglio della fica! Che vergogna. Bhé….. relativamente….. non mi dispiaceva poi tanto che sbavassero per me che ero tra le più carine della classe. Chissà quante seghe si facevano i ragazzi in bagno a guardarci ogni giorno culo e fica. Alla fine lo facevamo anche apposta, ci mettevamo in posa di proposito per farli guardare bene, così a fine ricreazione sapevamo che i soliti ritardatari della nostra classe, arrivavano di corsa dal bagno perchè erano andati a “svuotarsi”. Un altro gioco perverso che feci a scuola, era: “chi sono?”. A quei tempi non esistevano le macchine fotografiche digitali, ma dentro di me giá si insinuava il gene dell’esibizionismo. Non contenta di mostrare il mio fisico, come ti ho descritto sopra, in tutti i modi che mi passavano per la testa, decisi di regalare al mio pubblico qualcosa da portare a casa, o meglio, nei loro bagni. Un giorno mi chiusi in una cabina per fare quelle foto tessera. Solo che invece di s**ttarmi una foto al viso, cercai di farmi fotografare il mio giovane fisico senza vestiti. Un pomeriggio mi chiudo dentro una di queste, mi metto in ginocchio sul piccolo sedile, abbasso i pantaloncini con tutte le mutandine e mi alzo la maglietta mostrando le mie tettine. Il giorno seguente, senza essere notata, mettevo una foto in ogni zaino che avevo a tiro. Dietro ognuna di esse ci scrivevo, appunto, sono in questa scuola, chi sono? In poco tempo vedevo anche i miei compagni di classe scambiarsi quel quadratino che mostrava una giovane ragazza senza veli. Q quei tempi non c’era La Rete e avere tra le mani una foto di donne nude, non era cosí semplice. Cosí ti lascio immaginare cosa facevano i ragazzi su quella mia foto. Da qualche parte in casa, ben nascoste, devo ancora averne un paio.
Tornando alla mia mitica cugina, un’estate delle tante che trascorsi con lei, stavo andando in crisi d’astinenza dopo neanche una settimana, perchè non avevo un attimo per me, per la mia intimità, per masturbarmi come facevo ormai quasi ogni giorno a casa mia. Dormendo in camera con Alessandra non potevo di certo farlo, davanti alla TV (senza coperta) figuriamoci, in doccia c’era sempre lei che entrava ed usciva dal bagno, insomma, stavo impazzendo. Soprattutto considerando che stando tutto il giorno in spiaggia, di ragazzi ne vedevo a decine e quindi mi saliva ogni giorno di più la voglia, ed avevo bisogno di scaricare anch’io la mia fica! Una sera non ho resistito, a letto ho aspettato che Alessandra si addormentasse ed ho cominciato a toccarmi piano….. talmente piano, che non ci riuscivo a masturbarmi bene, quindi ho dovuto accelerare un pó, ma con la paura di fare rumore con le lenzuola e di svegliarla. Ed infatti all’improvviso, nel buio, lei scoppia a ridere! Cazzo che figura di merda! Ma lei senza dirmi niente si alza, vá in bagno, torna con le nostre due spazzole per capelli, mi passa la mia e spegne la luce. Che ci devo fare? Le chiedo. E lei ridendo mi dice qualcosa tipo: ma ti devo proprio insegnare tutto? Non l’avevo mai fatto così, con qualcosa dentro e devo dire che quella volta non ci trovai niente di speciale. Forse perchè non la muovevo veloce dentro e fuori. Ma al buio, a masturbarci insieme, a sentire godere Alessandra, a darci dentro con la spazzola, facendo però piano a non farsi sentire dai nostri, sono venuta comunque, aiutandomi alternando la mia spazzola e mettendo dentro la mia fica le mie due dita come sempre. Posso dire che quella notte sono stata sverginata dal manico di una spazzola! Cresciuta ho scoperto poi da sola il piacere della penetrazione, prima col famoso manico della spazzola (grazie ancora cugina) poi con le cose più diverse. Ricordo, in ordine sparso, una nota marca di pennarelli colorati più o meno grossi, una pallina di gomma che mi mettevo dentro, la custodia (quella da viaggio, per intenderci) dello spazzolino da denti, provai persino con i classici ortaggi come carote o citrioli, insomma, qualsiasi oggetto potesse stuzzicare la fantasia di provarlo, io me lo infilavo su per la fica! Ormai ero in ascesa, avevo iniziato persino a mettermi qualche pennarello dietro, dentro il mio sedere, mi faceva sentire più porca. Ovviamente più si cresce e più cala la frequenza della masturbazione giornaliera nelle ragazze (e nei ragazzi penso, confermi Chase?). Ma secondo me aumenta la qualità della cosa, con soluzioni, giochi più raffinati, situazioni nuove, in pubblico, sul bus, al cinema, a lavoro. Riprendendo il discorso delle vacanze estive, mi ricordo che iniziai anche a “giocare” con persone piú grandi me. Notavo che i ragazzi, nonostante la mia giovane etá e nonostante avessero il doppio dei miei anni, guardavano con interesse il mio corpo, anche se ancora acerbo su molti aspetti (ero abbastanza alta per la mia etá e questo mi aiutava molto, nonostante le tette tardassero ad arrivare ed i peli sulla fica ancora non erano cresciuti). Purtroppo peró dovevano limitarsi solo a quello, a guardare, consapevoli che non potevano scoparsi una minorenne. Io comunque, forse un pó puttanella, lo ammetto, non perdevo occasione per attirare la loro attenzione. Spesso al campeggio chiedevo a qualche ragazzo, con la scusa di dividere la spesa del gettone, se potevo farmi la doccia insieme a lui per qualche minuto. Ovviamente nessuno diceva di no. Una volta sotto, mi lavavo con il bagnoschiuma insaponandomi tutta, indugiando qualche secondo di piú sulle gambe, sulle parti intime e sulle mie tettine. Ma il bello arrivava alla fine, quando dovevo sciacquare il costume dalla sabbia. Mi sfilavole mutandine con la (finta) innocenza di una ragazzina di quattordici anni, alzavo prima una gamba e poi l’altra, delicatamente e poi mi toglievo il reggiseno (per quello che serviva) ed iniziavo a lavarli sotto il soffione della doccia. Il gioco non durava molto, doveva sembrare naturale e privo di malizia. Cosí dopo pochissimi secondi, mi rimettevo il tutto e lasciavo il malcapitato di turno, che sicuramente una volta solo si sarebbe svuotato le palle con una bella “dedica” alla sottoscritta! Sempre al mare avevo scoperto anche il piacere che poteva darmi (e dare) una sana pisciata. Si….. voglio riprendere questo discorso. Come giá scritto, avevo compreso che ai maschietti piaceva vedere una donna pisciarsi sotto, non ne il capivo perché, anzi, non lo capisco ancora, ma questo non mi importava, se serviva ad eccitare un uomo, a me andava bene. Le prime volte che giocai pubblicamente con la mia urina, fu proprio al mare. Mi sdraiavo sulla spiaggia, quasi vicino all’cqua e con lo sguardo rivolto al cielo, mi lasciavo andare. Sentivo la pipí calda spingere sulla mia fica e non avendo vie d’uscita, la sentivo scivolare sui bordi delle mie grandi labbra per poi finire sulla sabbia. Mi piaceva quella sensazione di caldo che poi si estendeva al mio sederino. E mi piaceva ancora di piú alzarmi, andarmene via lasciando quel piccolo laghetto sulla sabbia ed il mio costume completamente umido che mentre camminavo lasciava cadere ancora qualche goccia a terra. Ma il massimo lo davo con un’altra variante di questo mio gioco in presenza dei miei amici. Non lo facevo spesso, aspettavo sempre che fossero in due, massimo tre ragazzi. Li invitavo a fare una passeggiata sugli scogli, per ammirare il panorama. Ed una volta che eravamo in un punto di ritorno, dove quindi non potevamo piú scendere, ma solo continuare a salire, con la mia finta ingenuitá, facevo notare a tutti che dovevo fare i miei bisogni. Ovviamente tutti mi dicevano di aspettare, che mancava poco alla meta, ma io insistevo e con la voce di una che stava per piangere, gli dicevo che non potevo aspettare oltre. Allora iniziavo a farmela sotto, aggrappata a quegli scogli come uno scalatore. Sentivo la mia urina uscire dalla fica, bloccarsi sul costume per poi farsi strada lungo le mie cosce. Data la forte abbondanza della pisciata, diverse gocce passavano attraverso il costume per finire giú nel vuoto verso il mare. Chi era sotto di me, ne ero sicura, si sarebbe eccitato da morire. Vedere la mia fica da sotto, grondare come se piovesse e vedere sulle mie gambe la pipí che scivolava in tutte le direzioni, lo avrebbe fatto diventare duro a chiunque.
Ma anche a fine stagione, durante l’inverno, i sistemi per masturbarmi all’aperto non mi mancavano. Come giá ti ho detto, ogni oggetto che mi capitava sotto mano (in tutti i sensi) era buono per infilarmelo nella fica e masturbarmi. Hai presente Chase, per esempio, quei paletti di ferro che vedi piantati nei giardini per delimitare una zona o impedere il passaggio di auto? Mi scopavo anche quelli! Vestita in modo leggero, con una semplice gonnellina e senza mutandine ovviamente, cercavo sempre quelli con alla fine una sfera di acciaio. Prima di mettermici sopra, a gambe divaricate, mi stimolavo un pó le grandi e piccole labbra, aspettando che si bagnasse la mia patata. Una volta vicina all’orgasmo, con la fica completamente fradicia, mi mettevo a cavallo di questo paletto e scendendo lentamente su di esso, me lo infilavo dentro. Qualche lieve giro in senso orario e non, due o tre volte su e giú, per poi rimettere dentro la mia fica nuovamente quella sfera metallica e l’orgasmo era servito! Devo dirtelo Chase, piú scrivo e piú mi ritornano alla mente le mie prime masturbazioni. Potrei raccontarti di quando sul bus mi sedevo sui sedili posteriori (che poi lo faccio ancora oggi) con le gambe leggermente divaricate, sapendo che qualcuno ci avrebbe guardato in mezzo. Oppure di quando nei negozi prendevo le scale mobili e cercavo sempre di stare diversi gradini sopra gli altri, sperando che qualcuno guardasse sotto la gonna la mia fica (ovviamente libera dalle mutandine). Lo ammetto, ne sono consapevole, ero una bella porcellina. Ma chi non lo é a quell’etá? Io ancora oggi vedo ragazzine seminude che camminano come se sfilassero. Te la dico tutta Chase: a me piace il sesso! E se questo viene fatto tra due persone consezienti, non é mai sporco! Ma il punto é comunque un altro: se quello che ti ho appena raccontato é solo un riassunto della mia intensa vita sessuale tra (piú o meno) i tredici ed i quindici anni, puoi immaginare quello che ho fatto dopo? Qualcosa giá la sai, ma quello che ti manca, sono i dettagli. Non ti ho raccontato la prima volta che ho visto un pisello, la prima volta che ho fatto una sega ad un ragazzo, la mia prima scopata, la prima volta che l’ho preso in bocca, insomma… ho ancora tanto da dirti! Ora mi fermo peró, anche perché guardandomi in mezzo alle gambe, noto che la mia fica é bagnata. Non ci credo! Mi sono eccitata ripensando al passato con le mie stesse storie. Quindi credo che ora per mantenere l’atmosfra vintage, mi chiuderó sotto la doccia con il mio caro soffione, per completare l’opera con un intenso orgasmo! Prometto di scriverti presto, ho ancora molto da confessarti.
Questa fu la conclusione dell’ultima E-Mail che Manila spedí al sottoscritto. Anche io dovevo ammetterlo, i suoi racconti me lo facevano diventare duro dopo ogni riga che leggevo. E la sua successiva storia, che mi invió dopo meno di una settimana da quella che avete appena letto, fu ancora piú eccitante e perversa! Ve la racconterei anche ora, ma come vi ho detto prima, le sue storie eccitavano anche me durante la trascrizione. Quindi non vi offenderete se ora vi lascio, ho un certo dolore alle palle!
Ma non temete, non appena le avró svuotate, torneró a raccontarvi il resto su Manila.

chasedessler@katamail.com

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MIA COGNATA: le sue belle tette in mostra

Domenica scorsa a pranzo sono stato invitato dai miei suoceri a casa loro e con noi dovevano starci anche i miei cognati , la sorella più grande di mia moglie che ha 39 anni e suo marito con i loro figli. io come mia ossessione bramavo dal desiderio di rivedere mia suocera e le sue belle e grandi tettone per poter guardarle e immaginarmi qualcosa di porco su di lei, ma il mio pensiero andava anche a mia cognata, una bella tipa, ha i capelli corti sbarazzini,un bel fisico da mamma diciamo un finto magro, una bella terza di seno di certo non straripante come la mamma ma un po più grandi di mia moglie, un bel fondoschiena ma la cosa che di lei mi fa più eccitare anche se sembra strano è il suo carattere solare, sprizzante, ben diverso da mia moglie, quel tipo di donna che o prende lei l’iniziativa a letto, o che si lascia far di tutto e che le puoi chiedere di tutto ed io onestamente me la immagino bella porca a letto. A parte la sua descrizione domenica arrivai da mia suocera, purtroppo era vestita molto da casalinga, maglia lunga e molto accollata ma che si travedeva la forma del suo mega reggiseno e pantaloni normali, nel frattempo aspettavamo mia cognata che arrivasse per pranzare, quando dopo pochi minuti sentimmo citofonare ed erano arrivati, in quel momento e mi capita spesso di avere una specie di sesto senso o di visione, praticamente immaginai mia cognata arrivare con un bel vestito scollato, appena entrò in casa la vidi e rimasi sbalordito perché era proprio come la immaginavo e la desideravo, cioè, stivali, calze a rete nere, gonna un po lunga ma la cosa più eccitante fù una bella maglia scollata, ma non la solita scollatura invadente ma con quel vedo e no vedo che a me eccita da pazzi. Prima di sederci a tavola iniziammo un po a chiacchierare del più e del meno, mentre lei taglaiva il pane io ero di lato a lei e con l’occhio sbirciavo in mezzo alla scollatura della sua magliettina che si apriva come fosse una camicia, e le intravedevo la forma del suo seno, poi ci sedemmo a tavola e come per magia si sedette proprio di fronte a me, dal quel momento capì che quella giornata l’avrei dedicata mentalmente solo ed esclusivamente a lei e al suo bel seno tralasciando per un giorno mia suocera che era troppo impegnata a preparare il pranzo. per tutto il tempo mentre mangiavamo il mio sguardo ovviamente non facendo capire niente agl’altri lì presenti cadeva sul suo bel decolté, ovviamente la parte più eccitante era il canale del seno che scende giù fino ai capezzoli, per tantissime volte lo guardavo, e dentro di me mi eccitavo, finito di mangiare prendemmo il caffè, gia io dopo che prndo il caffè sarà per la caffeina, avevo voglia di fare sesso quella voglia di prendere mia cognata portarla sul letto o sul divano iniziare a limonarla come un pazzo poi aprendoli bene la maglia soffermarmi a lungo sul suo seno magari prima annusandolo sentendo il suo profumo di donna poi baciarlo delicatamente fino a scoprirgli solo un seno mentre l’altro no, e leccarli bene il suo capezzolo, questa è la scena che più vorrei che si realizzasse in questo momento, e poi prendendola per i suoi capelli corti, e con la sua bella boccuccia spingerla verso il mio pene già duro e desideroso e farmelo pompinare, mentre con la mano inizio a spostarle le mutande, trovare in mezzo al suo pelo, la sua bella figa bagnata e iniziare a fargli dei bei ditalini, poi prenderla e farla venire su di me e che le iniziasse a cavalcarmi così io potrei sempre tenere sotto il mio sguardo, le mie mani, e la mia lingua il suo fantastico seno che sicuramente non è sodo sodo ma un po a pera ma che a me piace da matti….

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La sorellina….e le sue oscene voglie

Questa è una storia come tante,di un ragazzo che con il passare del tempo ha iniziato a dedicare i suoi pensieri per la sua sorellina,con dei pensieri all’inizio velati,ma che pian piano si sono tramutati in vera passione. Come dicevo,una storia come le altre,ma con una piccolissima differenza,che la mia è vera e non frutto di pure invenzioni o fantasie erotiche.
Mi chiamo Luca,ho 34 anni,e la mia bella sorellina si chiama Laura,che di anni ne ha 28,ma la storia in questione risale a tanti anni fa,
a quando precisamente io ne avevo 23 e Laura 17.Come tutti i ragazzi 23enni alternavo il mio tempo tra le partite a calcetto con gli amici,qualche serata in discoteca il fine settimana e le classiche uscite con gli amici per una passeggiata alla ricerca di donne da conquistare o ammirare. La mia bella sorellina,appena 17enne,aveva ormai preso coscienza di essere diventata una splendida donna:alta 170 cm,snella,prosperosa di seno,un viso angelico con quei lineamenti dolci che avrebbero fatto innamorare ogni ragazzino della sua età.Era cambiato ormai da un pò di tempo il suo modo di vestirsi,le sue abitudini,e anche la gente che frequentava .In passato,nonostante gli splendidi lineamenti e le forme che già iniziavano a plasmare il suo corpo,preferiva indossare un abbigliamento casual,jeans,scarpe basse e top aderenti,che ugualmente risaltavano quelle curve che iniziavano a prendere sempre più consistenza,senza ricorrere a un filo di trucco,rimanendo la classica ragazza acqua e sapone,quando a un certo punto inizia a sfoggiare le prime minigonne,le scarpe col tacco,le calze autoreggenti,i vestitini attillati,il tutto per somigliare sempre più alle sue amichette, sempre alla ricerca del vestitino alla moda per essere appariscenti e sensuali nonostante la giovane età. Laura era molto ingenua,non aveva avuto grandi esperienze in ambito sentimentale,e comunque con ragazzi suoi coetanei con la testa a posto.Il nostro rapporto è molto bello perchè fondato sulla confidenza,rispetto,amicizia.I primi pensieri di un certo tipo verso la mia sorellina sono iniziati verso i suoi 16 anni,quando girava per casa in modo molto succinto nel periodo estivo,semplicemente con le mutandine e una canotta,rigorosamente scalza perchè detesta camminare con le scarpe o altre calzature in casa.Vederla sfilare sotto i miei occhi quotidianamente era uno spettacolo,e sebbene fosse mia sorella,non disdegnavo delle occhiate furtive verso il suo bel sederino così tondo,sodo,custodito dalle mutandine brasiliane,che risaltano al massimo i glutei…Un conto è però guardare,ma le cose sono cambiate radicalmente quando un giorno ho sentito una vera e propria erezione,e quel giorno ha rappresentato l’inizio di una nuova fase della mia vita,in cui l’obiettivo primario era quello di guardarla,a tutti i costi,e masturbarmi per lei.
La nostra è una casa molto grande,e le stanza da letto sono contigue,per cui ci si può arrivare non solo dal corridoio comune quanto dal terrazzo.Iniziai per cui a studiare degli stratagemmi per poterla spiare:chiudevo la mia porta a chiave,in modo tale da impedire ai miei genitori di entrarci e constatare che mi ero rifugiato in terrazzo per spiare mia sorella…spegnevo chiaramente ogni luce,per evitare che la stessa si riflettesse sul terrazzo proiettando la mia ombra.Ovviamente lei chiudeva le persiane per non essere vista dai vicini quando si cambiava,ma non aveva,nè poteva,tener conto delle mie voglie voyeuristiche che mi spingevano a fare il possibile per poter anche per un secondo ammirare il suo splendido corpo.Approfittando di un giorno in cui non c’era nessuno in casa,cerco di ingegnarmi e con l’ausilio di un semplice coltello effettuo un foro sulla parte bassa della persiana della finestra di mia sorella.Ormai non doveva fare altro che attendere il corso degli eventi,il cammino per soddisfare le mie voglie represse aveva già avuto inizio.
Ci troviamo tutti in casa,e dopo cena sento Laura che dice a mia mamma che si andava a cambiare per uscire con le amiche,e in quel preciso momento il mio cuore ha iniziato a battere forte,emozionato di quello che avrebbe potuto succedere. Mi catapulto nella mia stanza,spengo le luci,chiudo la porta a chiave e mi precipito sul terrazzo,sdraiandomi in direzione del foro che avevo realizzato il giorno stesso;dopo qualche minuto di un’attesa snervante,vedo aprirsi la porta,Laura accende la luce e chiude la porta a chiave. Sento il mio cazzo già al massimo della sua erezione,no posso che trovare sollievo sbottonandomi i pantaloni e iniziando a masturbarmi. Laura si mette in direzione dello specchio e inizia a truccarsi;per la prima volta la vedo con un rossetto molto acceso che risalta ulteriormente le sue labbra carnose,e quel viso da l****a si trasforma minuto dopo minuto in quello di una donna sensuale come mai l’avevo vista. Inizia quindi a pettinare quei bellissimi capelli lunghi biondi,per poi dirigersi verso l’armadio e togliere fuori un completino intimo. Il momento è finalmente arrivato!Laura inizia la fase della vestizione ,toglie prima jeans,rimanendo con quella brasiliana che giornalmente turbava i miei pensieri,per poi sfilarsi anche il top e rimanere in reggiseno. Non era per me una situazione nuova perchè avevo assistito più volte a questo spettacolo,per esempio quando usciva dal bagno dopo aver fatto la doccia per dirigersi in camera sua,ma questa volta la situazione era differente perchè era la prima volta che la spiavo,e quella visione furtiva mi provocava delle emozioni mai provate fino a quel momento. Guardandosi allo specchio si slaccia il reggiseno,sfoggiando un seno che non avrei mai immaginato di vedere,una terza abbondante nonostante la giovane età, ma allo stesso tempo sodo,che sfidava la forza di gravità in modo invidiabile,e 2 capezzoli color rosa chiaro che sporgevano,e che rappresentavano ormai il mio sogno quotidiano. Ormai non potevo più credere ai miei occhi,la mia fantasia si stava realizzando,la mano viaggiava a ritmi vertiginosi,nella speranza che quella visione potesse durare il maggior tempo possibile..ma le sorprese non erano finite perchè in men che non si dica Laura abbassa le mutandine e rimane completamente nuda di fronte allo specchio e a uno spettatore d’eccezione,il fratello,che finalmente,dopo un mese abbondante fatto di passerelle in mutandine,viene premiato con la visione della sorellina completamente nuda a nemmeno 2 metri di distanza. Lo spettacolo era formidabile!Non immaginavo di vederla completamente depilata,e questo dettaglio è stato fatale perchè sento delle contrazioni talmente forti s**turite in un orgasmo di dimensioni mai provate in passato…A un certo punto Laura si gira regalandomi la visione del suo culetto,abbronzato fino a dove copriva il costume a mare,e completamente bianco nella parte più interna. Nemmeno il tempo di rendermi conto di questo secondo dettaglio che il mio cazzo prende nuovamente consistenza,pronto per una seconda masturbazione e secondo orgasmo…Lo spettacolo si era ormai concluso perchè in pochi minuto Laura si veste,chiude la luce ed esce dalla sua stanza,ignara di avermi reso felice come nessuno al mondo. Da quel giorno le mie fantasie erotiche si sono moltiplicate in modo esponenziale,e nonostante qualche rischio di essere beccato per questa mia nuova passione voyeuristica,inizio a conoscere Laura in ogni suo dettaglio,anche intimo…
Arriva l’inverno,e chiaramente diminuiscono sensibilmente le occasioni di spiare laura,anche perchè piove di continuo,fa freddo,e non sempre è possibile rifugiarsi nel terrazzo .Temevo di dover attendere l’estate successiva per rivedere il corpo della mia sorellina,quel seno che tanto mi aveva turbato,e il suo fondoschiena a mandolino,ma non sapevo che di lì a poco avrei assistito a una situazione che nemmeno nei miei sogni più remoti pensavo di poter vedere. Katya,l’amica di Laura,ci invita a casa sua per una serata in compagnia di un bel pò di amici. Katya era all’epoca una ragazza di 21 anni,universitaria. Arrivati a casa come al solito in ritardo,ad attenderci circa una quindicina di persone tra ragazzi e ragazze. I ragazzi avevano portato da bere alcolici e qualche stuzzichino. La padrona di casa mette un pò di musica caraibica,c’è chi inizia a ballare a ritmo di salsa e bachata, chi invece si sdraia sul divano a chiacchierare. Dei presenti conoscevo solo qualche ragazza amica di Laura,mentre non avevo mai visto i ragazzi,colleghi universitari di Katya,a dire la verità molto divertenti. La mia sorellina era vestita con una minigonna inguinale,calze nere velate e le ballerine,anche se avrei preferito mille volte il tacco ai fini delle mie fantasie erotiche. Dopo aver bevuto una serie innumerevole di cocktails preparatici dal barman d’occasione Lorenzo,il ragazzo di katya,la situazione diventa sempre più divertente perchè l’alcool ha già da un pezzo sciolto i freni inibitori e come accade ad ogni singola festa che si rispetti,ogni battuta non può che assumere i contorni pornografici,con riferimenti e allusioni che coinvolgevano tutte le ragazze,che dal canto loro non si imbarazzavano più di tanto. Nel frattempo l’eccitazione per me raggiungeva dei livelli incredibili perché anche le amiche di mia sorella erano molto affascinanti, ma il culmine l’ho raggiunto quando mia sorella,sedutasi sul divano con altre 3 ragazze, mostrava inavvertitamente le sue mutandine bianche,che si intonavano con il corpetto bianco semi trasparente che copriva il seno. In quel momento ho sentito un turbinio di emozioni:eccitazione per avere una visione talmente sensuale, ma allo stesso tempo vergogna perché quella visione era condivisa anche ai ragazzi che si trovavano al mio fianco,e che con la coda dell’occhio non potevano non guardare quello spettacolo sempre più arrapante grazie alla mia sorellina che muovendosi nel parlare con le sua amiche,apriva e chiudeva le cosce mostrando non solo le calze autoreggenti ma appunto le sue mutandine bianche. Quello stato di vergogna iniziale si trasforma però in poco tempo in fortissima eccitazione, sottolineata da un’erezione improvvisa;fu in quel momento che scoprii di eccitarmi al pensiero che anche sconosciuti potessero godere di quelle visioni che fino a quel momento solo io avevo potuto fruire, e anche in modo molto più esclusivo. A un certo punto uno dei presenti propone il classico gioco della bottiglia,che penso abbia rappresentato l’iniziazione sessuale per ogni ragazzino tredicenne,e che non facevo appunto da una di quelle feste appositamente organizzate all’età di 13,14 anni per avere i primi contatti con l’altro sesso. Nonostante qualche timido tentativo di rifiuto da parte di qualche ragazza, tra cui mia sorella Laura, la maggioranza la fa da padrone e ci ritroviamo tutti seduti per terra a cerchio con la bottiglia pronta a essere girata. Nemmeno 2 giri di bottiglia e già partono le prime penitenze a sfondo sessuale,ma di poco conto. Dopo qualche giro divertente,tocca a uno dei ragazzi a dover dire il tipo di penitenza, e lui chiede che la ragazza che sarà indicata dalla bottiglia dovrà rifugiarsi in cucina, togliersi il reggiseno, essere prima bendata, e poi palpeggiata da tutti i ragazzi per almeno 20 secondi. La bottiglia inizia a girare,per poi terminare la sua corsa indicando proprio lei,la mia Laura, che in pochi secondi è diventata rossa come non mai. A nulla è valso il suo rifiuto perché tutti avevano accettato precedentemente e si erano già esibiti in altre situazioni, anche se nessuna di questa portata. Quando vedo laura alzarsi per essere bendata ho provato un’emozione indescrivibile, e questo perché ero consapevole che quella visione sarebbe stata condivisa da perfetti sconosciuti che le avrebbero toccato il seno. Inizia il primo ragazzo che si dirige in cucina dove si trovava Laura, per poi tornare dopo 20 secondi. Ogni commento sul suo splendido seno fatto agli amici più intimi sottovoce equivaleva a un fortissimo senso di eccitazione che non riuscivo più a controllare, conscio della sega che sarei andato a farmi una volta tornati a casa. A turno seguono gli altri ragazzi, che quasi facevano a lotta per andare prima degli altri in cucina e toccare il seno di mia sorella. Quando torna l’ultimo ragazzo,pensavo che la penitenza fosse finita,quando invece tutti,rivolgendosi a me, mi esortano ad andare anche io in cucina e fare il mio dovere-piacere. Chiaramente rispondo di no perché Laura è mia sorella, ma loro invece insistono dicendo che non ci sono eccezioni per nessuno; quella ipotesi non l’avevo nemmeno contemplata fino a quel momento perché ero certo di non andare in cucina, ma dopo quelle insistenze alle quali rifiutavo esclusivamente per salvare le apparenze, il mio stato di eccitazione era talmente forte che mi alzo deciso e mi dirigo in cucina,chiudendo la porta alle mie spalle. Lei era lì,immobile, ignara di chi ci fosse di fronte, con un seno da baciare,quei capezzoli da succhiare,così grandi,rosa…approfittando del volume alto della musica, tolgo fuori la macchina fotografica e le s**tto una foto,senza flash chiaramente,per paura di essere scoperto per via del bagliore e del rumore che faceva; mi avvicino sempre più,vedo per la prima volta il seno di mia sorella a una distanza minima. Le mie mani si avvicinano e si poggiano sull’oggetto dei miei desideri, inizio a palpeggiare mia sorella con molto tatto. La sua pelle è morbidissima,candida..vorrei che il tempo si fermasse..con il dito indice e medio stringo i capezzoli di Laura che nel frattempo fa una piccola smorfia con la faccia,forse sintomo che possa essersi fatta un po’ male, o che si sia eccitata! Passano i 20 secondi più intendi della mia vita,mi precipito nella sala con gli altri ragazzi per il timore che lei si tolga la benda e mi veda. Il gioco continua, ma per me ora non ha più valore perché ho provato delle emozioni indescrivibili.
Ancora oggi riguardo quella foto e non posso fare a meno di masturbarmi,ricollegandola a quei momenti di follia pura che vedono il fratello palpeggiare sua sorella.
Dopo un lunghissimo inverno giunge finalmente l’estate, e ricominciano chiaramente le mie fantasie voyeuristiche su mia sorella,spiandola in ogni occasione e dedicarle tantissime seghe. Come ogni estate,i miei genitori partono in vacanza per circa una settimana, e noi rimaniamo soli, felici di poterci dare alla pazza gioia,invitare gli amici a casa, fare cenette e fare tutto ciò che possa portare a un grande divertimento. La stanza dei miei genitori è l’unica ad avere il condizionatore,per cui era ambita da entrambi, in modo tale che ciascuno potesse quanto meno affrontare quel caldo insopportabile. Avevamo deciso di dormire nel letto matrimoniale un giorno l’uno, evitando quindi ogni forma di ingiustizia. Il giorno in cui toccava a laura dormire, avevo registrato su Sky un film che mi piaceva da matti. Tornato a casa,non avendo ancora sonno vado nella stanza dei mie genitori dove c’era Laura che dormiva e accendo la televisione a basso volume, nella speranza di non svegliarla da una parte e di poter vedere il film dall’altra, ma dopo qualche scena lei apre gli occhi e mi domanda cosa sto facendo. Le spiego che volevo vedere il film e le chiedo se poteva dormire nella sua stanza anche per quella sera perché mi volevo vedere il film e sarei rimasto io lì a dormire. Lei mi risponde di no seccata e si rimette a dormire, acconsentendo per quella notte che ci fossi anche io e concedendomi lo spazio necessario per sistemarmi. Inizia il film ma dopo circa un’ora non riesco più a concentrarmi,mia sorella è sdraiata rivolta verso il letto, mostrandomi conseguentemente il suo splendido fondoschiena rimasto scoperto dalla canottiera che si è alzata con lo sfregamento del lenzuolo. Sento una erezione immediata, mi vengono mille pensieri,e il film è l’ultimo di questi…Spengo la televisione e chiudo la luce; nella stanza buio fitto,non si vede praticamente niente, e questa situazione mi dà il coraggio di abbassarmi i boxer e iniziare una sega lentissima,per il timore di svegliare Laura. Sono felice ed eccitatissimo, anche per il rischio che sto correndo visto che mi potrebbe beccare aprendo gli occhi e accorgendosi di cosa sto facendo. L’eccitazione sale vertiginosamente dopo qualche minuto,quando l’occhio si abitua al buio e iniziano a prendere forma anche se in modo non completamente distinta i vari oggetti della stanza, e anche il suo culo coperto da un minuscolo perizoma e lasciato in vista dalla canottiera che per un colpo di fortuna era salita su…Il mio cazzo raggiunge la sua massima dimensione,vorrei saltarle addosso,strapparle il perizoma, e penetrarla ripetutamente per fare sbollire questa eccitazione tremenda che mi ritrovo, ma chiaramente tutto rimane in una fantasia che non potrò mai realizzare. Mi viene però alla mente un’altra idea:avvicinarmi con il pene in fase di erezione al suo culo,che era esposto verso di me, e anche se non potevo sentire il contatto per me era già una sensazione indescrivibile perché mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi con una erezione pazzesca sul letto dei miei genitori con accanto il culo semi nudo di mia sorella. Prendo coraggio e mi avvicino,il cuore mi batte forte…inevitabilmente ogni persona si muove durante il sonno e il fato volle che Laura si muovesse, provocando il contatto delle sue natiche scolpite con il mio cazzo…mi sembrava di provare una sensazione paradisiaca…Chiaramente non poteva immaginare che si trattasse del mio pene, anche perché il contatto era molto superficiale,ma io prendo ulteriormente coraggio e mi avvicino un altro poco col bacino, cercando di posizionare il mio cazzo proprio tra le natiche di Laura. Questa volta il contatto è notevole, conscio di quanto io stia rischiando e della pazza che sto commettendo, ma si sa, ad un certa ora di notte si perde la percezione della realtà e si è capaci di fare quello che uno non farebbe mai di giorno completamente cosciente. Il cuore mi batte forte,e se prima Laura aveva il respiro pesante, ora non lo sento più,potrebbe essersi anche svegliata. Dovrei allontanarmi per non rischiare ma ormai sono entrato in un vortice di emozioni a cui non posso più sottrarmi!Inizio con un movimento pelvico a muovere il bacino lentamente,strusciando il cazzo su quel meraviglioso culo della mia sorellina, quando a una tratto avverto un suo piccolo movimento. Temo che si sia svegliata e che posa nascere una sfuriata furibonda, ma invece mi accorgo,incredulo, che anche lei ha iniziato a muovere il bacino favorendo questo mio strusciamento. Non posso credere ai miei occhi,mia sorella si sta strusciando sul mio cazzo. Eccitato come non mai faccio sentire ancor di più il contatto, questa volta il cazzo preme sul suo culo. Laura a un certo punto,senza girarsi,mette una mano vicina al suo culo e la lascia ferma. Prendo di coraggio e avvicino il mio cazzo alla sua mano,e una volta raggiunto il contatto la sua mano inizia a muoversi delicatamente sopra e sotto,per l’inizio di una sega che mai avrei pensato di ricevere in vita mia dalla mia sorellina. Il ritmo diventa sempre più veloce, il mio respiro diventa affannoso quando lei a un certo punto,sempre nella penombra si gira di s**tto e si avvicina all’orecchio sussurrandomi: ce l’hai il preservativo?Io le dico di no..cazzo,li avevo finiti…lei mi risponde:non importa,ma dimmi quando stai per venire!
Non posso credere a quello che mi sta succedendo,sto per scopare con mia sorella,sto per compiere un i****to e realizzare il sogno della mia vita.
Laura si mette a cavalcioni su di me,si sposta il perizoma e infila il mio cazzo nella sua vagina,che dopo qualche secondo è già bagnata,fino a risucchiarlo tutto fino a scomparire. Mi trovo dentro il corpo della mia sorellina, quel corpo che tanto avevo sognato, quel corpo che mi aveva regalato tante gioie per averlo spiato in centinaia di occasioni..Inizia a muoversi lentamente,sento un calore indescrivibile, le tocco quei seni che già precedentemente avevo avuto il piacere di toccare,ma questa volta li avvicino alla bocca e inizio a succhiarli avidamente come un amante passionale. A quel punto mi confida che l’amica le aveva raccontato che anche io le avevo toccato il seno,senza commentare ulteriormente,facendo accrescere il mio stato di eccitazione. Si muove divinamente, il piacere aumenta sensibilmente,rischio di venire da un momento all’altro. Le sussurro nell’orecchio di girarsi, questa volta sono io a prendere l’iniziativa e la penetro a pecorina, realizzando anche questa volta una delle mie fantasie più ricorrenti,frutto di tante masturbazioni aventi ad oggetto la mia splendida sorellina. La penetro sempre più forte, la sento gemere sotto i miei colpi..dopo qualche minuto sento l’orgasmo che sta per venire, mi stacco rapidamente per non rischiare di venirci dentro,lei si avvicina e lo prende in bocca ,inizia a succhiare e quando gridando dico che sto venendo,lei anziché allontanare la bocca, aumenta il ritmo,venendogli appunto sulle sua labbra, che continuavano a succhiare…
Senza profferire parola ci addormentiamo esausti sul letto, e da quel giorno nessun accenno a quello che è successo. Capisco che lei voglia rimuovere, o semplicemente abbia un senso di vergogna infinito, ma nessuno dei 2 può disconoscere quanto successo. Sono passati tanti anni senza poter raccontare questa mia esperienza, ma in forma anonima finalmente ho trovato il coraggio di farlo, solo così posso sentire nuovamente quella eccitazione che mi ha pervaso l’anima per tantissimo tempo,conscio che quella esperienza non tornerà più nella mia vita,ma che mi ha permesso di realizzare quella fantasia inconfessabile che mi ha reso la persona più felice al mondo.
Laura ora è fidanzata,vive in un’altra città..ci si vede raramente d’estate e nelle festività natalizie. Era una cerbiatta con un corpo da femme fatal, ora si è trasformata in una donna straordinaria,sempre con quella faccia da l****a, ma molto più audace. Veste in modo molto più provocante,sensuale…magari potessi possederla ancora una volta!
Di lei mi è rimasta però quella foto del seno,ricordo di tempi passati che forse non torneranno più.

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Katia……..e le sue voglie

Il mio lavoro mi porta spesso ad incontrare delle coppie per decidere cosa fare dei loro risparmi. Ogni mese vedevo una coppia nuova, con delle esigenze diverse. Una volta vennero due fidanzati degni di un film del compianto Federico Fellini.
Lui un “guaio vivente”, brutto e rachitico. Lei, splendida, alta 1.70, bionda, capelli ondulati molto ampi, occhi da gatta blu come il mare, seno piccolo, pero in compenso un culo che “parlava”. Poteva avere una trentina d’anni, dai modi bruschi, sembrava sempre incazzata; lui veniva trattato sempre malissimo (e secondo me, aveva tutte le ragioni di questo mondo). In ufficio entrava, sempre un saluto molto distaccato, e nell’attesa o fumava una sigaretta sul balconcino oppure sfogliava distrattamente una rivista a caso; finche’ un giorno, era fine luglio, entrò in ufficio da sola, stranamente sorridente e cordiale.
Si mise a parlare e, tra una cosa e l’altra, mi raccontò di essersi lasciata con il suo ragazzo.
Morale della favola, io preso dall’enfasi del momento le chiesi se le andava di prendere un aperitivo assieme all’uscita dal lavoro. Nel momento stesso in cui lo proposi me ne pentii: avevo il timore che quella richiesta l’avrebbe fatta ritornare seria, invece mi disse subito di si.
Entrò dal consulente, dopo 20 minuti uscì e passando dalla mia postazione mi indicò il bar dove ci saremmo incontrati.
Furono le due ore più lunghe della mia vita, non passavano mai.
Finalmente si fecero le 19.00, uscii dall’ufficio e arrivai al bar praticamente volando. La trovai seduta sulla terrazza, nell’attesa si stava gustando una sigaretta. Quando arrivai, passati i primi 5 minuti di imbarazzo cominciammo a parlare del più e del meno; ad un certo punto, dal nulla mi disse: “Ti va’ di fidarti della mia cucina?”
Io le dissi di si, uscimmo dal bar e andammo a casa sua. Un appartamentino piccolino ma ben rifinito, cominciò ad armeggiare con pentole e pentoline ed io la osservavo nella sua bellezza:
indossava un vestitino molto corto con delle bretelline, sembrava un sottoveste, di seta color argento ed un paio di scarpe sempre color argento con il tacco altino.
Bellissima, io ormai ero estasiato da ogni suo movimento. Ero seduto su un divanetto basso ed ogni volta che si abbassava per prendere qualcosa in qualche stipetto basso il suo culo spuntava poco a poco fuori.
Ad un certo punto, si girò di s**tto, si avvicinò a me e mi disse con tono autoritario: “Hai finito di guardarmi il culo?”
Io, lì per lì, arrossii e non riuscii a dire nulla, lei un attimo dopo si girò e mi disse di seguirla… Io obbedii e la seguii. Entrammo nella sua stanza da letto, si girò ed in pratica mi infilò la lingua in gola e contemporaneamente la sua mano arrivò al mio pisello.
Lei infoiata da paura, era frenetica, mi sbottonò i pantaloni, prese il mio abbondante cazzo, si accasciò sulle ginocchia e in un attimo se lo ingoiò quasi tutto. Io non ci potevo credere, non mi era mai successo prima, oltre 20 cm di cazzo, bello grosso non era riuscita mai nessuna ad ingoiarselo in quel modo; con la lingua mi toccava le palle, incredibile!
Dopo ciò, mi fece sdraiare sul letto e mi scopò lasciandosi solo le scarpe ai piedi, sembrava posseduta, una cosa incredibile; affondava il mio cazzone nella figa godendo come una troia in calore sempre di più. Mi graffiò tutto il petto, mi diede morsi ovunque, una leonessa.
Praticamente guidò lei tutto il rapporto: prima lei su di me, poi alla pecorina, poi messa su un fianco, poi sulla schiena e le sue caviglie sulle mie spalle. E tutto questo graffiandomi ovunque, (e pensare che io dovevo tornare a casa dalla mia ex moglie). Ad un certo punto si rimise alla pecorina ed affondando il viso nel cuscino si mise le mani sulle chiappe, se le allargò e si infilò due dita nel culo. Al che’ io cominciai a leccare il roseo orifizio e a far scivolare saliva dentro, poi mi alzai su di lei e le feci sprofondare il cazzo nel culo, tutto fino a quando le palle non sbatterono sul suo sesso. Lei gridava con la faccia affondata nel cuscino e con le mani stringeva le lenzuola; io cominciai a pomparla sempre più forte, cercando di “scavarla” sempre di più, fino a quando non sentii arrivare la sborra. Di colpo uscii dal suo culo, ormai largo e mi avvicinai al suo viso, lei si girò da un lato aprendo la bocca, le cominciai a sborrare sulla guancia e pian piano il nettare bianco le scivolava in bocca. Quello che le rimase sul viso lo accompagnai con il pisello sempre in bocca, dopo di che’ si girò completamente e prese a succhiarmelo: succhiò anche le ultime gocce di sperma rimaste nel pisello.
Restammo a letto un po’, ma poi dovetti scappare a casa. Ci vedemmo per quattro o cinque mesi, tre o quattro volte a settimana. Mi ha spompato e non le bastava mai, ma è stato un bel “stancarsi”.