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Le liceali con il vizietto dell’amplesso

Racconto trovato in rete su xhamster.

Sono uno studente universitario, vivo in un quartiere piuttosto elegante di Roma, sono un po’ sfigato con le ragazze, vi racconterò in che modo ho potuto vivere esperienze sessuali soddisfacenti nonostante la mia mancanza di fascino e di capacità con l’altro sesso sfruttando la bellezza dei miei amici più cari (e la troiaggine delle mie amiche parioline). Spero che anche voi se avete difficoltà ad approcciare con l’altro sesso possiate trarre esempio dalle mie gesta, tanto di amici carini e di ragazze troie il mondo ne è pieno.
Alla fine del primo anno di Università superato con discreti risultati, andai in vacanza a Santo Domingo con il mio amico Paolo, un vero sex-symbol nella zona in più anche simpatico, io già ero d’accordo con le mie amiche innamorate di lui su di un progettino che avevamo curato con cura prima della partenza. Si trattava di recuperare materiale fotografico di quel fusto possibilmente senza vestiti, mettendo in risalto soprattutto la plasticità del suo uccello la cui bellezza aveva oramai fatto notizia tra le ragazze del gruppo. In cambio io avrei ottenuto qualcosa di ancora imprecisato su cui ci saremmo accordati al mio ritorno a seconda della ricchezza del materiale prodotto, non avevo dubbi sulla ricchezza del materiale che avrei rimediato, perché riuscii sin dal primo giorno a fotografare Paolo completamente nudo approfittando del suo sonnellino serale.
Di ritorno dalla spiaggia, dopo la consueta partitella di pallone con i ragazzi del luogo che puntualmente ci umiliavano in ogni modo, ci infilavamo sotto la doccia di filato, poi prima di cena cotti dal sole ci buttavamo ciascuno sul proprio letto. Lui però era solito farlo nudo a causa del gran caldo, ecco che io allora atteso che si addormentasse mi infilavo in camera sua, cominciavo a fotografarlo con degli zoom impressionanti sul pene, che riuscivo a ritrarre con un’attenzione davvero incredibile per i particolari. Di ritorno dalla vacanza avevo in una cartella della memory-card della mia macchina fotografica qualcosa come 200 foto di Paolo, ripreso in ogni particolare del suo corpo abbronzato prestante ed atletico.
A Raffaella, mia referente principale nel progetto delle foto, di ritorno a casa ne feci vedere solo alcune in anteprima, molto di sfuggita, da lontano, attraverso il piccolo display della macchina, non appena lei comprese il valore del materiale che le avevo riportato dalla vacanza quasi non credeva ai suoi occhi. Cominciò credo ad eccitarsi, come potei dedurre dal mutamento del suo volto, una persona che si eccita come una cagna perde il controllo dei propri sensi, infatti la si può forse riconoscere dagli occhi perché divengono più lucidi e le pupille si sgranano.
Fateci caso, lei si eccitò molto ed io ne approfittai per iniziare a dettare le mie condizioni, per vederle lì ora tutte con calma mi doveva in’anzitutto spompinare per benino con ingoio s’intende.
Per avere le foto a sua disposizione invece, volevo che lei rischiasse tanto quanto avevo fatto io e mi procurasse foto simili delle sue amiche fichissime, Giulia, bionda occhi azzurri elegantissima con quelle tette enormi, Lavinia, piccolina minuta una che non te la dà nemmeno se la paghi con la puzza sotto al naso, la sua coinquilina Sara, alta magra mora occhi blu culo perfetto bellissima, ma soprattutto Giorgia, il desiderio erotico di chiunque di noi, mora capelli lisci lunghi carnagione olivastra occhini grandi neri un corpo semplicemente perfetto, un desiderio proibito.
Per il pompino Raffaella non si fece pregare dieci secondi, il mi pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata, spompinò con ardore mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone di Paolo sul display e lei le guardava con avidità. Sognava magari dentro di sé che il pisello che aveva in bocca fosse quello bello, lungo, liscio, scuro, levigato, dritto, curvato verso l’alto di Paolo, le sborrai piuttosto in fretta una discreta quantità di sborra che ingoiò con un primo colpo, salvo un po’ che le colò fuori dalle labbra attaccandosi attorno al mento così che dovette raccoglierla con la mano per riportarsela in bocca in un secondo sorso, poi si guardò le foto con calma e mi promise prima di andarsene che avrebbe fatto il possibile per accogliere le mie richieste.
Le prime 20 foto le più caste se le guadagnò nel giro di 24 ore, Raffaella si presentò a casa mia con i negativi di un paio di rullini di foto di Giulia dell’estate precedente, era fotografata in spiaggia mentre prendeva il sole in topless, di meglio su Giulia non poteva davvero darmi. Di per sé potrà sembrare poco rispetto al rischio che avevo corso fotografando Paolo, ma dovete capire che da un po’ girava la voce dell’esistenza di foto s**ttate durante una vacanza tra amiche in Calabria in cui Giulia compariva in topless. Io sapevo che Raffaella le aveva e speravo davvero che le avrebbe messe in comune con me, finalmente le ebbi, Giulia appariva abbronzantissima sorridente a tette al vento, delle tette grandi polpose ma meravigliosamente curvate, irregolari insomma di una forma particolare.
Altre 50 foto Raffaella venne a prendersele la settimana dopo schiava dell’esigenza di possedere quei reperti che evidentemente stavano mandando in tilt il suo desiderio, mi portò del materiale straordinario, la sua coinquilina Sara fotografata sotto la doccia, a letto, in camera senza reggiseno, con il pelo di fuori, le aveva s**ttate lei stessa per scherzo come forma di complicità. Le foto erano carine divertenti, in una per gioco Sara con indosso solo un paio di slip prendeva una banana e se la infilava in bocca e tra le tettine, i capezzoli erano proprio come me li ero immaginati, scuri, lunghi, grinzosi, il pelo della fica era nero folto ma concentrato in verticale non diradato in larghezza.

Con le foto di Giulia e di Sara mi feci delle seghe straordinarie, non riuscivo a smettere di guardarle, sapendo della passione per Sara del mio amico Alessandro, mi decisi a fargli sapere che avevo delle foto interessanti, lui impazzì all’idea di vederle mi voleva perfino dare dei soldi. Io ero un suo amico, in quel periodo stavamo sempre assieme, però non volevo neppure perdere l’occasione di rimediare qualcosa di utile sempre con la tecnica dello scambio, lui in quel periodo si scopava una biondina niente male che sinceramente ora non ricordo come si chiamava. Una tipa un po’ scema ma davvero carina, gli fornii la telecamera che mi avevano regalato alla cresima, gli spiegai come utilizzarla e la cosa fu fatta nel giro di 24 ore, lui la nascose in camera da letto sotto un mucchietto di vestiti, riprese tutta l’intera scena di sesso tra i due, insistendo anche con la malcapitata in modo che si esponesse bene verso l’obiettivo della telecamera, Nel video ci fu una scenetta divertente perché quando Alessandro le prese la testa spingendola verso il suo cazzo in tiro per farselo succhiare, lei gli impose prima di leccargliela perché non era giusto che lui rimediasse sempre pompini e lei nulla in cambio! Allora il mio amico prese a leccargliela ma fece mettere la sua bambolina in una posizione tale per cui la fica aperta inzuppata di liquidi viscidi compariva esattamente davanti all’obiettivo della telecamera, esattamente sotto al buchetto del culo bello in mostra, con le pieghette rosa scuro tutte attorno a quel buco nero circondato dai peletti. In cambio del filmino girato con la biondina gli diedi le foto di Sara, gli mostrai anche quelle di Giulia, era pieno di donne lui non come me che ero un vero sfigato, ma le foto lo mandarono fuori di testa lo stesso, quanto al video avrei potuto utilizzarlo poi per altri fruttuosi scambi di materiale. Per esempio Gigi aveva sempre quelle foto di una sua ex americana s**ttate mentre scopavano, oppure Mimmo avrebbe potuto farmi avere in cambio quelle s**ttate con il cellulare di nascosto alla sorella più grande mentre faceva la doccia.
Raffaella intanto voleva le ultime 100 foto di Paolo, impazziva soprattutto perché sapeva che nelle foto mancanti c’erano quelle con i particolari del cazzo, mi spiegò anche che non avrebbe davvero potuto farmi avere foto né della altezzosa Lavinia né della bellissima Giorgia perché le era impossibile procurarsele. Avrei potuto chiedere a Raffaella di farsi fottere per benino in cambio della seconda metà del servizio fotografico di Paolo, ma la cosa mi eccitava fino ad un certo punto vista la bellezza delle sue amichette, così mi venne un’idea di cui poi non mi pentii, le suggerii di rimediare un piccolo registratore, di nasconderselo dentro i vestiti e organizzare un ritrovo fra amiche, intavolare una discussione su temi sessuali convincendo le amiche a confidarsi segreti. Anzi, le proposi di mostrare proprio in quell’occasione le 100 foto di Paolo che già si era accaparrata, Raffaella sembrò soddisfatta dell’accordo poiché le sembrava molto meno impegnativo di sottoporsi ad una scopata con il sottoscritto, non vi dico che cosa favolosa fu per me l’ascolto di quelle due ore di cassetta registrata da Raffaella in un pomeriggio passato a bere tè a casa di una di loro. Poco dopo aver avviato il registratore Raffaella annunciava alle sue amiche che aveva con sé certe foto osé di Paolo, le ragazze impazzirono dandosi a strilli e strilletti, i loro commenti sulle foto erano straordinari da ragazze di alta società non me lo sarei mai aspettato un linguaggio così sguaiato invece c’era da ridere ed eccitarsi.
“Guarda che cazzo enorme, sono questi cazzi che ti fanno pensare che i pompini sono cose sante.”
Esordì Sara.
“SI.”
Replicò Lavinia la più altezzosa
“Ma lo sai che a succhiare un pisello così io potrei venirmene da sola.”
“Oh madonna.”
Disse una voce che doveva essere della bellissima Giorgia, pensate quando è in tiro quanto è lungo.
“Già.”
Faceva eco Lavinia, che davvero inaspettatamente risultava più troia.
“Io questo me lo metterei in fica e non lo farei più uscire.”
“Madonna quanto è fico, io a questo gli leccherei pure il buco del culo”
Disse poi Giulia dalle belle tette.
“Perché, non lo hai mai fatto?”
Le domandò una di loro.
“No, mai fatto fino ad ora.”
“Ah, e il tuo Luca non ha potuto godere della tua lingua sul culo?”
“Chi, Luca? Ma se quello è un minidotato, ha un cazzetto che in fica neanche lo sentivo”
Replicò Giulia.
“Tu ce l’hai larga amica mia, te l’ho sempre detto, da quando l’hai preso da quell’inglese a Corfù ti sei slabbrata la fica.”
Le fece notare Giorgia.
“Ma che dici, tu semmai che te lo sei fatto sbattere in culo da Edoardo dopo neanche due settimane che stavate insieme.”
“Piuttosto.”
Fece Giorgia rivolgendosi a Lavinia.
“A Michele gliel’hai già data o no?”
“Senti, ti devo dire la verità, Michele mi lecca così bene la topa che sinceramente non vorrei che smettesse mai, io gli faccio dei bei pompini però ogni volta che viene finisce lì perché se poi lui ci prende gusto a scopare non mi lecca più la figa con passione come fa ora, pensate che fa passare la lingua lentissimamente dal buco del culo al clitoride e ritorno per una marea di tempo, quando vengo mi lecca inzuppandosi la lingua è davvero un perfetto servetto, sembra un cagnolino fedele che lecca tutto. Figuratevi che ieri pomeriggio appena i miei sono usciti mi sono messa a fargli una sega mente ci baciavamo, lui ha preso a spogliarmi e a leccarmi, allora io mi sono messa a cavalcioni su di lui che se ne stava sdraiato a pancia all’aria, ero dritta su di lui ho cominciato a schiacciargli la fica in faccia mentre leccava, è diventato tutto rosso in faccia per lo sfregamento non ti dico quanto godevo io a vedermelo là sotto che un altro po’ non respirava più.”
“Cazzo, che fico, beata te.”
Disse allora Giorgia.
“Senti Lavinia, ma perché non mi ci fai fare un giro con Michele se lecca così bene? Ti prometto che ci faccio una cosa al volo e poi lo mollo.”
“Perché no, in fondo me lo hai fatto conoscere tu! Poi lui dice sempre che sei una fica!”
Disse allora Lavinia.
“Grazie, sei un’amica, ti giuro che me la faccio leccare come dici tu e non me lo scopo, mò gli mando un messaggetto e gli dico se può passare a portarmi il libro di storia contemporanea, tu però stasera non lo chiamare sennò si ammoscia!”
“Si però stai attenta Lavinia perché lo sai che Giorgia c’ha preso gusto a prenderlo dietro, dice che non sente più dolore!”
Disse allora Giulia, che se ne stava più sulle sue.
“Beh, questo no, cara mia!”
Reagì Lavinia rivolgendosi a Giorgia
“Non te lo fare mettere in culo perché sennò quello poi viene da me e vuole farmelo pure a me mente io non ci tengo per niente mica ce l’ho rotto il culo io!”
“Stai tranquilla niente culo da lui neanche sarebbe capace, poi comunque voi sbagliate a non prenderlo, fidatevi!”
“Aoh ma noi mica siamo tutte come te!”
Fece Giulia.
“Senti chi parla! Proprio tu che ti sei fatta pisciare addosso quando stavi con quello di Milano!”
Replicò Giorgia.
“Eh!?”
“Cosa?!”
A quanto pare le altre ragazze non sapevano di questo incredibile precedente erotico di Giulia che fino ad allora aveva fatto la signorinella e che ora si scopriva come la più troia di tutte loro!
“Ma guarda che io mica volevo farmi pisciare addosso da quello stronzo, era lui che già da un po’ mi rompeva con sta storia che mi voleva pisciare addosso, io gli dicevo che era matto, che roba del genere io non la facevo, poi un giorno stavamo a casa sua e mi ero inginocchiata per prenderlo in bocca quando lui inizia a zampillare un fiotto di piscio dalla punta del cazzo che mi arriva dritto negli occhi, non sapete che bruciore, poi sui capelli, poi dappertutto, ho provato ad allontanarmi ma quello aveva un idrante al posto del cazzo perché lo schizzo faceva metri, giuro metri, roba incredibile io non pensavo che gli uomini potessero pisciare così lontano, comunque fu una cosa schifosa, infatti l’ho mollato.”
Fece Giulia incazzata.
Intervenne allora Sara.
“Comunque io a uno come Paolo gli permetterei pure di pisciarmi addosso se proprio ci tiene, guardate che meraviglia che è in queste foto, mi porterei il suo cazzone a letto tutte le notti, stringendomelo addosso come un orsacchiotto!”
Fu Raffaella ad interrompere il dibattito.
“Ragazze, ma lo sapete che ce ne sono altrettante di foto che io non ho in cui ci sono i particolari del cazzo fotografato mentre lui dorme?”
“Ma che dici, sei matta? Ma davvero? E che aspetti a fartele dare? Io le voglio assolutamente vedere.”
Fece Sara.
“Si, è che vuole qualcosa in cambio, io per avere queste qui ho dovuto… (a questo punto io che ascoltavo masturbandomi alla grande, ho fatto un salto temendo che quella cretina si stesse tradendo rivelando di avermi dato le foto delle due amiche Giulia e Sara) beh… ho dovuto fargli un pompino!”
Fece Raffaella
“Ma va!?”
Fece qualcuna stupita.
“Eh beh fagliene un altro!”
Disse Sara.
“No, non vuole più, dice che le foto valgono di più, forse vuole scopare.”
Disse Raffaella.
“Beh, tu scopatelo che ti frega poi hai le foto da paura col cazzo dell’uomo più bello del mondo!” Insistette sempre quella zoccola di Sara.
“Mah, non so non sembrava neppure interessatissimo alla cosa.”
Disse Raffaella.
“Vabbè, allora chiedigli se vuole che il pompino glielo faccia qualcuna di noi.”
Disse Sara.
Io all’udire quelle parole impazzii!!! E pensare che le foto le avevo date via tutte oramai proprio per avere la cassetta che stavo ascoltando, chiamai Raffaella di corsa e le proposi un nuovo accordo, fingere di non avere le 100 foto, spiegare ad una della amiche che le avrei date loro in cambio di un pompino, Raffaella in cambio avrebbe poi preteso delle cose molto complicate che magari vi racconterò in un’altra circostanza…
La cosa si concluse il giorno seguente, venne da me nel pomeriggio Sara la coinquilina bellissima di Raffaella tutta divertita dalla situazione che viveva come un gioco, io le diedi le foto, subito lei sorrise per il gesto diede appena un’occhiata dentro la busta la mise in una tasca del giaccone e mi guardò negli occhi sorridendo, si chinò in ginocchio aprì la patta dei pantaloni tirò fuori il mio cazzo se lo mise in bocca dolcemente, lentamente lo succhiò con gusto, con arte, come se lo facesse con piacere, benché io sapevo che lo faceva solo per avere in cambio le preziose foto con cui avrebbe potuto spararsi i migliori ditalini della sua vita. Quando venni Sara ingoiò tutto senza difficoltà, si alzò si incamminò verso l’uscita ed io gli chiesi se avesse bisogno di fare un salto in bagno, mi disse che no non ne aveva bisogno, curiose ragazze, elegantissime, truccate, profumatissime, che vanno in giro per la città con il palato ancora umido di sborra e il fiato viziato dal sapore del cazzo, magari di filato a pomiciare col pariolino di turno…

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Le sorprese di Giuliana

Una sera di maggio, mentre stavo al lavoro, dietro al mio pc, mi venne la voglia di non tornare subito a casa. Formato il numero di cellulare dell’amico fidato, gli proposi l’uscita non pianificata. Purtroppo lui era impegnato con la famiglia. Tentai allora telefonando ad un altro compagno di bivaccherie, e anche lui era impossibilitato.
Ormai mi dissi, c’e’ da fare i conti con le mogli, e non è più il tempo di organizzare seratucce, all’ultimo momento. Rimanendo sempre dell’opinione di non rientrare a casa, telefonai a mia moglie, abituata a queste improvvisate, gli dissi con voce da marpione: “stasera non rientro, esco con i soliti per una scorpacciata improvvisa”, con tono vagamente imbronciato mi chiese a che ora fossi tornato, “alla solita verso l’una o le due” risposi io pacatamente, come un bambino che vuole in qualche modo addolcire la pillola. “non ti aspetto sveglia…” aggiunse lei. Molte volte tornando da queste scorribande mangerecce, la ritrovavo sdraiata sul letto con abitini succinti e senza slip, quasi a farmi sentire in colpa. Ma io prontamente l’ho sempre sfiorata nel suo dormiveglia e alla fine, cedeva sotto i colpi dell’insistenza.
Quella sera, decisi di passarla da solo, in giro per qualche via di Roma, tanto per ritagliare un pò di tempo per me, c’erano ogni tipo di persone in giro, sicuramente sarà così sempre, ma non mi capita tanto spesso andare in giro senza meta e quindi accoglievo tutto come un nuovo evento. Entrai in una pizzeria da asporto, mi presi una pizza e mangiai nel parco di p.zzle Re di Roma.
Non essendo abituato a queste uscite solitarie, mi stancai facilmente, e dissi, “è inutile star qui, ora me ne torno a casa…”. Guardai l’orologio, erano appena le 23:00, quando ti annoi il tempo non passa mai… Presi l’auto e mi diressi verso casa, pregustando già la sorpresa, che facevo a mia moglie, e quasi quasi, mi stavo progettando una seratina erotica con relativa seduta di soft bondage.
Avete capito bene, soft bondage, infatti era già da un pò di tempo che avevo incominciato a bendare e o a legargli braccia e gambe, tanto per dare un po’ di fantasia ai nostri rapporti, sempre e comunque intriganti e divertenti. E lei ci stava, e si che ci stava, le era comodo immaginarsi legata e incappucciata, alla mercè di qualcuno o qualcosa, che la poteva prendere chissà da dove e come. Pensate che una volta mi ha chiesto di mettergli dei tappi alle orecchie. Premetto che una fantasia che la faceva eccitare tremendamente era quella di fare l’amore con più uomini, con la speranza di essere guardata da me, essere quindi al centro delle attenzioni; Un animo esibizionista, non c’è dubbio… E comunque anche io ero d’accordo su questa fantasia.
Questo pensiero, trovava fertile il campo mentre eravamo nel pieno dell’amplesso, ma finito il tutto, puff tutto svaniva, così come era venuto. Infatti più di una volta a freddo abbiamo pensato di organizzare qualche seratella con un singolo, ma i soliti problemi di luogo, di conoscenza della persona, e del fatto di non conoscere il tipo di comportamento che avremmo tenuto, abbiamo sempre mandato all’aria tutto. Rimanendoci sia io che lei però con un non so che di amara insoddisfazione. Il nostro sito messo su internet, ha comunque raccolto una miriade di singoli, e avevamo solo l’imbarazzo della scelta. Quasi non accorgendomi, mi ritrovo a girare per la traversa di casa.
Per pigrizia, non parcheggio l’auto in garage, tanto sotto casa c’era posto. Salgo la rampa delle scale, immaginandomela già come poteva essere vestita infilo le chiavi nella porta e l’apro dolcemente, senza quasi far rumore. La televisione era accesa su una trasmissione spazzatura di seconda serata, la luce della cucina accesa e di lei nessuna traccia. Dentro di me ho pensato, sono appena le 23:30 e già sta sul letto. Richiudo la porta dietro di me, questa volta con attenzione per non svegliarla. Mi tolgo la giacca, la poggio sulla sedia, le scarpe e salgo sulla rampa di scale che divide la zona giorno dalla zona notte. Appena giro l’angolo delle scale, intravedo dalla porta semi socchiusa, mia moglie adagiata al centro del letto con le mani legate alla spalliera in ferro battuto e la mascherina di pelle sul viso, acquistata qualche tempo fa in un sexy shop. Eccitato al massimo, ho pensato, “stavolta è rimasta proprio male che non sono venuto a casa…”.

Nemmeno finisco il pensiero vedo un tizio che inizia a leccargli la passera con veemenza. La prima reazione è stata quella di scendere giù in cucina prendere qualche arma da taglio e fare una strage. Il cuore mi batteva così forte da farmi avere un capogiro, ma incredibilmente la mia mazza aveva raggiunto dimensioni mai viste, tanto da comprimere le palle sul cavallo dei pantaloni, fino a sentire un triste dolore. Senza prendere avventate iniziative, mi sono soffermato non so quanto a pensare sul da farsi e nel contempo incominciavo a sentire i mugolii di mia moglie. Di mia moglie a fica aperta davanti ad un altro. Alzava il bacino per sistemarsi meglio la lingua ingorda dello stronzo, che la pressava ritmi regolari sia sul culo, sia sulla fica. Sembrava stesse leccando un gelato. Io paralizzato stavo li a vedere come un guardone, non sapevo che fare, ma vedere mia moglie così era un misto di eccitazione, paura, odio, e meraviglia. Un gemito ruppe la mia riflessione, era un gemito che chiedeva di sfiorargli tutto il corpo, di stringere lievemente i capezzoli, di penetrarla dappertutto. Voleva tutto ciò contemporaneamente. Quasi come un automa, sono entrato indicando con il dito di fare silenzio al partner, che vedendomi, era sobbalzato, per fortuna senza farsi scoprire dalla mia lei. Lo invitai con un gesto a continuare mantenendo il silenzio. Lui molto meravigliato, titubava sulla mia insistenza, evidentemente non si aspettava il mio ritorno e soprattutto questa reazione da parte mia. Gli presi la mano e la portai sul clitoride di lei, nel frattempo mi allontanai e mi sfilai i pantaloni. Il tipo mi guardava sempre più esterrefatto, mi avvicinai a lei e incomincia a sfiorarla dolcemente con una mano sola, in modo da non fargli capire che eravamo in due. Il tipo ormai convintosi sempre in ginocchio sul letto di fronte ai buchi di mia moglie leccava e sfiorava il clitoride con il suo medio ad intervalli brevissimi ma delicatamente.
Fu in quel momento che mia moglie disse “potesse vedermi mio marito…”. In men che non si dica, presi il mio uccello e appoggiandomi sul letto glielo misi in bocca. Rimase quasi ferma, quasi gelata. Non si spiegava come una bocca leccasse i suoi buchi, una mano titillava il clitoride, un cazzo in bocca e una mano sui capezzoli. Secondo me stava immaginando la posizione dell’altro e come potesse fare tutte queste cose contemporaneamente. Infatti serrò la testa del tipo in mezzo alle sue gambe, diede una strattonata alla corda che legava le sue mani per togliersi la mascherina di pelle che le copriva il viso, ma non ci riuscì. Le tolsi io il dubbio accarezzandogli i capelli le dissi “sono qui tesoro, non ti voglio rovinare questo momento, ma non lo rovinare nemmeno a noi, ora datti da fare, più sarai brava e meno mi incazzo…”. Sembrava volersi scusare ma sarebbe stato molto, molto stupido da parte sua, quindi fece finta di niente, almeno così sembrò!!! Incominciò a spompinarmi come non aveva fatto mai e ogni tanto sfilandoselo dalla gola mi chiedeva se la stavo guardando, alle mie ansimanti risposte affermative, lei aumentava il ritmo. Il tipo destreggiandosi abilmente con il nostro vibratore sul culo di mia moglie leccava, nel contempo, con un’insistenza ragguardevole. Lei sotto i colpi della sua lingua e soprattutto del vibratore che entrava ed usciva velocissimo, di pochissimi millimetri dal suo culo, si toglieva il mio membro dalla bocca per ansimare, per godere. Aveva le gambe tese, i piedi con le dita ripiegate, quasi a far scoppiare tutta la sua muscolatura, per non parlare dei capezzoli, duri come chiodi, ondeggiava il bacino per assestare a suo piacimento vibratore e lingua. Si tolse il mio cazzo dalla bocca e disse sottovoce: “ora guardami meglio…”, poi seguì a voce più alta: “.
Luca sfondami la passera come non hai mai fatto a nessuno e lascia il vibro ben infilato tra le chiappe”. Sicuramente è stato il giorno degli avvenimenti… Non l’avevo mai vista così porca, così vogliosa, cosi particolare. Il tipo incomincia a stantuffare sudando a ritmo di tre botte veloci e una lenta, mentre mia moglie sempre con il mio cazzo in bocca mi fa cenno di liberargli una mano.
Eseguo prontamente, chiedendomi cosa volesse fare. La risposta la ebbi immediatamente, incominciò a strofinarsi il clitoride come avesse una levigatrice orbitale, ad una velocità tale che il clitoride era diventato rossissimo, infuocato, ed a quella visione, gli inondai il viso di sperma. Il tipo dalla resistenza formidabile, a forza di speronate nella fica gli aveva fatto uscire il vibro dal culo, ed io in pausa fisiologica mi recai infondo al letto per rimetterlo al suo posto, piegandomi sotto le chiappe di lui, e la scena che mi si prospettò davanti fu un cazzo che stantuffava mia moglie, una fica aperta all’inverosimile, una mano che strusciava il clitoride e un buco del culo che pulsava sotto le sferzate.
Gli introdussi il vibro nel culo e subito dopo quella visione il mio pene si rialzo con una velocità di recupero mai vista. Mi venne un’idea, andai nello studio, presi la macchina fotografica digitale e la telecamera (cazzo la cassetta era finita), e s**ttai un po di foto. Il tipo ormai sfiancato si alzo in ginocchio sul letto e poi si mise seduto, mentre mia moglie sussurrava: “ancora..ancora… ancora un pochino…”.
Ormai al pieno delle mie capacità, la slegai, lasciandola bendata, mi sono steso sul letto, l’ho fatta accomodare sopra il mio membro, e coricatasi sul mio petto iniziò un letto ma inesorabile smorzacandela. Il tipo, a dirla tutta, era un poco in difficoltà, o almeno sembrava, tant’evvero che se lo fece rimettere su da un pompino lampo della mia lei, felicemente imperniata sul mio membro. Lampo perché appena lo sentì della giusta consistenza, indicò il suo buco del culo.
Pensate che una volta mi toccava mettermi in ginocchio per avere il culo di mia moglie, ora lei lo offriva volontariamente. Stentammo non poco per sincronizzarci ma quanto ciò avvenne, incominciammo a divertirci. La scena era questa: il tipo concentrato sul culo, io a vedere il mio cazzo che veniva risucchiato dalla sua vagina, la bocca di mia moglie semi aperta quasi in esclamazione che mugulava con un lamento di gola che non scorderò mai. Terminando il tutto con delle venute trabboccanti, sentimmo ancora mia moglie dire “ancora…ancora…ancora un pochino”.

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Le due signore della palestra

Questa storia risale a quando ero soltanto un “ragazzino”.
Ero da poco iscritto alla palestra e ci andavo quasi tutti i giorni. Un pomeriggio andai normalmente come sempre e mi apprestai a iniziare il riscaldamento per poi avviarmi verso gli attrezzi. Mentre facevo il tapis roulant che si trovano quasi vicino al ingresso intravidi entrare due signore (più o meno sui 30-35 anni) che si somigliavano molto infatti erano sorelle. Erano entrambe alte, biondone, capelli una corti mentre l’altra lunghi e belle forme che lasciavano intravedere nei leggins che indossavano e due seni sfolgianti nelle canotte. Iniziano anche loro il riscaldamento e vederle sudare sul tappeto mi eccitava, dopo i soliti 10 minuti noiosi di tappeto (anche se in quella circostanza noiosi non furono) mi apprestai a fare i piegamenti mentre loro andarono a fare altri esercizi con l’istruttore. Mentre facevo gli esercizi dagli specchi della palestra (coprono tutte le pareti) vedevo loro fare certi esercizi piegandosi e non vi dico che veduta 🙂 . Dopo questi esercizi di rito arrivò il momento degli attrezzi ed ecco che l’istruttore ci congiunge e dice di alternarci con gli stessi attrezzi.
Io mi rivolgevo con il “voi” perchè erano pur sempre signore più grandi di me ma loro si presentarono e dissero <<CHIAMACI PURE MARIA E ELENA>> così mi presentai anche io.
Durante gli attrezzi vedevo anche i loro seni balzare ma resistevo ed ecco che arrivò un attrezzo dove si era al contrario e una di loro non sapeva salirci e la diedi una mano toccandola anche un pò il culo. Durante gli esercizi squillò il cellulare di Elena e lei rispose direttamente lì e la sentì dire <<CIAO AMORE.. SISI.. VA BENE DOMANI ALLORA ALLE 8 QUANDO PORTO LA BAMBINA A SCUOLA TU PASSA CON L’AUTO IO SUBITO SALGO… NON PREOCCUPARTI VA A LAVORO>> e riattaccando si guardano in faccia lei e la sorella e ridono. Maria gli dice <<IL CORNUTO SICURO CHE VA A LAVORO? ALTRIMENTI CI VADO IO CON QUESTO>> a quel punto capii che dovevano essere due zoccolone.
Finiti gli esercizi mi salutarono e io mi apprestai ad andare nello spogliatoio a prendere la mia roba per andare via e così feci. Loro se ne andarono per fatti loro. Per strada pensavo a loro quando sentii una macchina bussarmi e farmi cenno di avvicinarmi andai ed erano loro che dissero <<PICCOLINO ABITI LONTANO? VUOI UN PASSAGGIO?>> a quel punto accettai e mi sedetti dietro. Loro avevano ancora del sudore che gli colava e mi partii un’erezione che fece gonfiare la zona. Loro fortunatamente erano di spalle ma ad un certo punto si fermarono e dissero <<ASPETTA DOBBIAMO ANDARE UN ATTIMO DENTRO SE VUOI VENIRE VIENI POI DOPO TI DIAMO IL PASSAGGIO>> così scesi ed entrai insieme a loro. Mi fecero accomodare in salone e loro andarono in una stanza dicendo <<DOBBIAMO PRENDERE CERTA ROBA>> sinceramente andai a spiare e intravisi a una di loro che infilava un vibratore nella vagina del altra a quel punto iniziai a masturbarmi era davvero uno spettacolo guardarle ma una di loro scorse la mia ombra dal vetro della porta e subito aprì quest’ultima scorgendo me col cazzo in mano a pugnettarmi. Disse <<AH TU FAI IL SOLITARIO? VUOI UNIRTI ALLA FESTA?>> e iniziò a baciarmi dopodichè si aggiunse anche l’altra. Mentre una mi baciava l’altra in ginocchio iniziò a farmi un pompino sbalorditivo. In men che non si dica ci spogliammo tutti e tre completamente e loro si misero stese sul letto e mi chiamavano <<PICCOLINO VIENI DA NOI Sù TI DIAMO AD ALLATTARE>> mi buttati di corsa con la testa in quei 4 iceberg ma Maria già lo voleva dentro e subito mi tirò a lei allargando le gambe ospitandomi nel suo paradiso così iniziai a penetrarla mentre Elena me la metteva in faccia ed io la slinguazzavo tutta. A quel punto toccò il momento di Elena a prenderlo ma lei mi offrì il culo e iniziai a incularla sfondandola mentre la sorella gli faceva un ditalino. Sono sincero non durai molto perchè subito sentii la sborra salire a quel punto si misero entrambe con la faccia vicino al cazzo ed ecco che schizzai un pò a Maria e un pò a Elena. Loro iniziarono a scambiarsi la sborra che avevano in bocca l’una con l’altra dopodichè per pulirci mi invitarono ad andare nella vasca da bagno con loro ma siccome andavamo un pò stretti Elena si sedette su di me. Nella vasca non fu un semplice bagno perchè ci furono altrettanti baci con la lingua accompagnati da ditalini e pugnette.
Finiti il porno-bagno ci vestimmo e loro mi diedero il passaggio con la macchina. Mi feci lasciare a un pò di metri da casa per evitare di essere beccato da qualche familiare e loro mi diedero il loro numero di telefono dicendomi che erano disponibili quando volevo. Sapete com’è andata nel corso degli anni? Quel numero l’ho sfruttato e attualmente le “frequento” ancora avendo il dubbio anche di avere una figlia con Elena che però gli esami hanno smentito. Erano ma sopratutto sono ancora due stupende signore.

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Le sorprese di una mamma.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Il mio amico Mirko ultimamente tendeva a frequentare sempre più spesso casa mia, spesso con pretesti alquanto improbabili quali “studiare insieme”, “prendiamoci un caffè”, “vediamoci la partita” e balle simili, in realtà sapevo che aveva sparlato con altri conoscenti di quanto fosse insolitamente attratto da mia madre. Mia madre Antonella ci ha praticamente visto crescere insieme e verso i miei amici è sempre stata gentile ed ospitale, nessuno la aveva mai di fatto vista come un obiettivo sessuale, fin quando verso i 20 anni Mirko non l’aveva presa di mira. Oggettivamente non potevo biasimarlo, mamma a 46 anni, è una donna a dir poco conturbante e senza dubbio sexy, capelli neri lunghi e lisci, un metro e 75 con una quarta di reggiseno, un sedere non propriamente a mandolino, piuttosto largo, il che le conferiva una certa rotondità, non esagerata e quasi arrapante, dal punto di vista del comportamento era rimasta una moglie fedele e impegnata nel lavoro, senza grilli per la testa, finché Mirko non riuscì a farmi cambiare parzialmente idea su di lei. Tornando alla narrazione, lui rimaneva uno dei miei amici “storici”, le cui continue visite però mi insospettivano non poco, oltre a saperlo da altre persone, avevo avuto la riprova definitiva quando, un giorno, lo colsi con le mani nel sacco, spiava mia madre dalla serratura del bagno!
“Squallido!”
Gli urlai, lui si girò spaventato verso di me conscio di aver fatto una figuraccia, onestamente non mi disturbava granchè l’idea che Mirko spiasse mamma, però era oggettivamente una scena triste degna dei film di Pierino! Successivamente mi chiese scusa, in privato mi spiegò che effettivamente mia madre rappresentava per lui un desiderio sessuale inarrivabile, apprezzai moltissimo il fatto che me lo fosse venuto a dire personalmente, in ogni caso gli dissi che sarebbe stato arduo se non impossibile portarsi a letto mia mamma Antonella. Tuttavia provavo un minimo di fastidio, non gli rivelai che mamma quando entrava in bagno tendeva a lasciare la porta chiusa ma non a chiave, nei giorni seguenti, continuando a bazzicare casa mia come una presenza costante, non ebbi modo di notare altri episodi del genere fin quando, ancora eccitato come un toro, Mirko si appoggiò nuovamente contro la serratura e poco dopo gli venne in mente di aprire la porta.
“Antonella scusami, pensavo che fosse libero!”
Mamma si stava facendo il bidet, la figa rasata era visibile tra le cosce, condite da un filo di cellulite cui lui non fece minimamente caso, mi riferì che mamma lo aveva guardato quasi furiosa e lui chiuse immediatamente la porta.
“Certo che tua madre è veramente una gnocca incredibile, scusa se te lo dico ma se potessi la spaccherei in due!”
Ero basito, praticamente Mirko aveva avuto la visione in diretta della figa di mamma,la colossale figura fatta dal mio amico, benché gli avesse dato da masturbarsi per mesi, comportò che non si fece vedere a casa per un bel pò. Qui avvenne l’imponderabile, mamma iniziò a chiedermi che fine avesse fatto Mirko, con domande tipo.
“La sua mancanza ormai si sente.”
“Chissà come mai non si fa più vedere.”
Soprattutto aveva preso una nuova abitudine, notavo che sotto i suoi pantaloni indossava spesso dei perizoma, un indumento che non le avevo praticamente mai visto indossare! Chissà se quell’ a****le sta riuscendo nel suo intento pensai, ma poi razionalmente pensavo fosse impossibile che mia madre si concedesse in questo modo a un 20 enne, è roba da film! Ciononostante decisi di riferire a Mirko le frasi che lei mi aveva rivolto, stimolandolo involontariamente a ins****re con mia mamma Antonella. Il fattaccio avvenne alcuni giorno dopo, il mio amico aveva trovato coraggio di ripresentarsi a casa, lo aspettavo ad una data ora prima che mamma decise di spedirmi a fare una commissione proprio in quell’orario, è troppo strano pensai, soprattutto perché non svolgevo commissioni da anni e sapeva quanto mi scocciassi fare questo tipo di cose. Allora decisi non so come di farle credere che ero uscito, nascondendomi in realtà in un ripostiglio di casa, la mia mente aveva partorito uno strano piano di cui non riuscivo a riconoscere la motivazione, sebbene mi desse fastidio il fatto che Mirko si arrapasse pensando a mamma volevo concedergli un’opportunità, ma soprattutto volevo comprendere se questa fantomatica “commissione” imposta da mia madre avesse a che fare col fatto che lui stava per arrivare, che mente malata la mia, riflettei.
Alle cinque giunse Mirko, bussò, mamma sebbene non fosse sotto la doccia andò ad aprirgli in accappatoio, lì capii che la mia mente perversa aveva fottutamente ragione.
“Ciao Mirko, purtroppo al momento Giulio non è in casa.”
lo accolse, lui paralizzato dalla visione di Antonella in tenuta molto domestica stava per ritornare indietro, quando mamma lo tirò per un braccio dentro casa, la discussione successiva fu incredibile.
“Sei tornato per continuare a spiarmi nel bagno, maiale?”
“Ti è piaciuta la mamma del tuo amico mentre si puliva?”
“Scusami, ma non ce la faccio più, sei il mio sogno erotico ormai!”
“Davvero?”
Lusingata mamma gli sorrise sinistramente.
“Vieni con me”
Lo prese per mano e lo condusse sul divano, a quel punto decisi di uscire, dovevo vedere cosa stava succedendo, Mirko si era seduto sul divano incredulo di avere davanti a sé le gambe depilate e lunghe di mamma, se le toccava lentamente a un ritmo esasperante.
“Quindi ti vuoi scopare la mamma del tuo amico?”
E si buttò al volo sulle labbra di lui, si baciarono a lungo approfonditamente con le lingue che si univano lussuriosamente mentre mamma gli toccava i pantaloni.
“Antonella ti voglio nuda!”
Disse Mirko con la bava alla bocca, mamma si staccò proferendogli qualche parola sussurrandola lentamente.
“Puoi solo vedere, nel frattempo fammi vedere il tuo cazzo.”
Lo tolse dai jeans svettante e già lucido, lo toccò con due dita in maniera lieve sulla punta mentre Mirko iniziava a fare versi goduriosi.
“Preparati allo show di una VERA donna!”
Mise una sedia davanti a lui e iniziò a fare passi lenti sinuosi volti a provocare il mio amico, mamma stava iniziando uno spogliarello che mi provocò un’erezione assurda, poco dopo tolse l’accappatoio, fossi stato in Mirko sarei venuto anche io, indossava sotto un perizoma nero sottile all’estremo, mentre si voltava mostrava l’interezza del suo culo toccandoselo con la mano, mentre sopra un reggiseno di pizzo nero a stento conteneva gli enormi seni. Si muoveva in maniera sensuale oltre ogni previsione chinandosi regolarmente per mostrargli tutte le sue grazie, appoggiò uno dei tacchi accanto a lui mostrandogli la vagina scostando il perizoma, prese il dito di Mirko e lo infilò dentro provocando rumori che mostravano evidentemente quanto fosse bagnata, mentre lui procedeva lei gli toccava le labbra sfiorandole appena, spingendo col bacino contro le due dita che spingevano furiosamente. Si staccò di colpo abbassando prima il perizoma e poi togliendosi il reggiseno, si piegò nuovamente a 90 di fronte a Mirko poggiandoli delicatamente le tette in faccia.
“Leccamele.”
Non se lo fece ripetere, mordicchiava delicatamente i capezzoli di mamma titillandoli con le dita, lei lo guardava soddisfatta ignara del figlio dietro l’angolo che osservava la scena, che mai avrebbe immaginato che la madre fosse una simile troia, si baciarono di nuovo con trasporto, quando mamma iniziò a masturbare con estrema lentezza il pene di Mirko che a tratti sarebbe scoppiato.
“Antonella non ti posso scopare?”
Disse sudando.
“Non esiste, se torna Giulio che faccio?”
“Non lo so, prova con un pompino”
Risero entrambi, mamma si inginocchiò di fronte a lui e mise il cazzo fra le sue tette, iniziai a masturbarmi, mia madre Antonella, la sua quarta di seno che conteneva il pene di un mio amico, la sega spagnola lenta che gli stava facendo era tutto troppo eccitante.
“Che tette eccezionali che hai, voglio sborrarci sopra!”
Disse infoiato.
“Sinceramente preferisco sentire il sapore dello sperma.”
Fu l’incredibile risposta di mamma, Mirko propose di scoparla ancora ma lei rifiutò dicendo che. “Una donna sposata non si può far fottere da chiunque!”
Che zoccola!
“Comunque se vuoi tornare un pompino non te lo negherò certo.”
Disse ghignando e continuando ad alzare e abbassare i seni sul suo pene, poco dopo Mirko si alzò e con mamma ancora inginocchiata le mise il cazzo in bocca.
“Ohhhh quanto ho sognato un pompino da te!”
Lei sfiorava lentamente la cappella con la lingua passandola lungo tutta la circonferenza e andando via via sempre più verso la base dell’attrezzo, mamma sembrava una pompinara nata, non durò molto, poco dopo Mirko iniziò a masturbare la parte del pene rimasta libera dalle fauci di mamma, le venne copiosamente in bocca mugolando in modo a****lesco e facendole ingoiare la sborra con qualche goccia che scendeva lungo il collo, rimasi incredulo, chissà che prossimamente non mi convenga provarci con la mia stessa madre.

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Manila & Le Sue Prime Esperienze – Confessioni

Ascoltare Manila, mentre raccontava le sue esperienze sessuali, era veramente eccitante.
“I capelli completamente bagnati, un pisello che rilascia su di me le ultime gocce di una lunga pisciata, le mie mutandine gialle, le gambe che sgocciolano lo sperma dei quattro ragazzi, il mio sedere dolorante, due preservativi svuotati sul mio viso, la mia fica sfondata ripetutamente e le mie lacrime che scendono giú, lungo le mie guance, confondendosi con gli umori dei quattro uccelli. Fu proprio questo il momento nel quale dissi basta!”
A quel tempo non conoscevo Manila, la incontrai molti anni dopo quell’evento, dopo quell’episodio che le fece dire la parola fine alla sua vita sessuale sregolata. Feci la sua “conoscenza” su un sito per adulti, questo, l’altro, non importa quale, fondamentale é invece il fatto che giorno dopo giorno, mese dopo mese, iniziammo a scambiarci piú frequentemente messaggi. Prima solo via E-Mail, successivamente tramite uno dei tanti software di messaggistica su Smartphone. Piú o meno partí tutto un giorno qualunque, quando gli scrissi questo:
“Ciao Manila. Sono contento che quello che scrivo nei miei racconti ti piaccia, ti ecciti. Ma sappi che lo stesso vale per me. Le tue storie, i tuoi messaggi, non nascondo che spesso me lo fanno diventare duro. Se ti dicessi che i tuoi racconti mi provocano un’erezione quasi immediata, che piú ti leggo piú vorrei stringerti tra le mie braccia, averti qui con me, baciarti, toccarti e sbatterti il mio cazzo dentro fino a riempire la tua calda fica di sborra, cosa mi rispondi?”
“Bhè….. Chase, quando mi dici così mi sento elettrizzata, mi sento eccitata e le tue parole non possono che farmi piacere. A chi, appartenente all’universo femminile, non lo farebbe? Certo… se fosse uno dei tuoi primi messaggi, ti avrei subito liquidato come un pervertito, ma ormai ci sentiamo da quasi un anno e lo prendo come un grande complimento. Anche io vorrei averti qui con me, davvero e sentirti godere dentro di me. Peró torniamo a noi, a te e le tue precedenti E-Mail. Mi hai posto molti interrogativi e molti spunti di riflessione, spero di riuscire a esaudire ogni tua domanda. Ma prima, Chase, voglio dirti che sono molto interessata a tutto quello che sei, a tutto quello che senti, ritieniti libero di esprimere di te tutto quello che vuoi, ma se non ti senti a tuo agio, a parlare di te non ne farò un dramma, tranquillo. Anche perché, come mi hai giá detto, nei tuoi racconti c’é molto di te. E si vede! Si vede che le storie sono basate su episodi che ti sono realmente accaduti, racconti cosí pieni di dettagli, non possono essere solo frutto della fantasia. Comunque sappi che mi incuriosisci e quindi se mi parli di te, ancora una volta, non puó che farmi solo piacere”.
Questa fu la partenza della sua storia, della storia di Manila e delle sue confessioni, che decise di affidare a me la sua, diciamo, “biografia sessuale”. Nelle sue successive E-Mail, mi raccontó tutto, o quasi, di lei. Dalla sua adolescenza alle sue prime esperienze, fino alla maturitá, passando per i suoi eccessi, fino ad oggi. Fino ad arrivare al giorno in cui l’ho fisicamente conosciuta, il giorno nel quale ci siamo incontrati dal vivo. Ma andiamo per ordine e partiamo dall’inizio. Lascio che il primo capitolo della sua storia ve la racconti una sua E-Mail. Questa é una parte delle confessioni di Manila:
Allora Chase, il primo discorso che voglio affrontare con te, è forse l’errata comprensione di come io (ma credo tutte le donne) vivo l’autoerotismo. Quindi cercherò di allargare i confini e di spiegarmi meglio. Comunque forse sei l’unico fino ad ora che vorrei assistesse ad una mia seduta di masturbazione, spero che questo risponda giá ad una tua domanda, visto che non l’ho confidato ad anima viva il fatto che anche io, una ragazza, mi tocco lí sotto! Ad ogni modo sei l’unico con cui avrei il coraggio, no….. l’ardire è più esatto, di farlo ed il tutto in un contesto di seduzione. Secondo te, riuscirei a sedurti mentre mi vedi masturbarmi guardandoti negli occhi, forse mezzo spogliato? Come vedi ti rispondo tranquillamente Chase e questo perché nella tua richiesta non c’è perversione, ed io ultimamente vivo la masturbazione molto serenamente. Forse c’è stato un tempo in cui i sensi di colpa mi schiacciavano tutto il godimento dell’essermi coccolata da sola, ma ormai per me è cosa del passato. Tanto è vero che te ne ho parlato e se mi sentissi in colpa, l’ultima cosa che farei sarebbe raccontarlo a qualcuno. Il desiderio in me, di masturbarmi, nasce da un bisogno del corpo, tante volte dalla visione di un film hard, dalla lettura di romanzi o racconti erotici, non c’è una causa s**tenante specifica, ma di base c’è sempre l’esigenza del mio corpo. Un’impressione che devo correggere è che non sempre prolungo il mio piacere, molte volte il desiderio scoppia che sono già a letto e allora chiudo gli occhi ed immagino situazioni piccanti. Tante volte invece non ho voglia di lavorare di immaginazione, allora leggo racconti piccanti (i tuoi in particolare) e inizio a toccarmi, il ritmo lo decido io, tante volte è veloce, sbrigativo, se ho poco tempo e voglio godere subito, altre volte invece me la prendo con comodo.
Ma voglio partire proprio dall’inizio Chase, dalla mia adolescenza, per poi arrivare ad oggi. Se devi raccontare la mia storia, che sia dal principio. Voglio parlarti della masturbazione femminile, della mia masturbazione. Argomento scomodo e segreto per molte ragazze, lo só. Mi sembra di sentire le mie amiche quando ne parlo…masturbazione femminile…. oh no, ma che dici? Una signorina che ne parla! Io le trovo ipocrite certe ragazze che si scandalizzano a parlarne. Come se loro non lo facessero, loro che si sentono così sante, ma poi sono le prime a giudicare le altre e i ragazzi per le seghe, per poi venire a scoprire che sono le prime a masturbarsi, o peggio, che fanno le troie con gli stessi ragazzi che tanto criticano. Tornando a noi poi, trovo che nell’autoerotismo femminile, la masturbazione, i ditalini, chiamalo come ti pare, non ci sia nulla di male! Penso di essere stata una ragazzina precoce nel campo sessuale e di aver scoperto il piacere che poteva darmi il mio corpo toccandolo, molto presto. Forse avevo tredici anni, o quattordici, non ricordo con esattezza, quello che ricordo bene invece, é che le mie prime masturbazioni furono sicuramente sotto la doccia. Il soffione ormai era diventato uno strumento indispensabile per la mia giovane fica, ancora liscia e vergine. Regolavo la temperatura dell’acqua, leggermente calda, ma non troppo e poi diregevo il getto, aumentando o diminuendo la pressione, in mezzo alle mie gambe. Il piacere ed il caldo che sentivo tra le mie giovani cosce, non tardava ad arrivare. In bagno mi toccavo spesso, era il posto che preferivo. E quel soffione poi, é stata la mia piú grande scoperta! Ti lascio immaginare il piacere di un getto d’acqua calda sparato lì sotto cosa poteva essere….. e cos’è anche ora, chiaro! Penso che mediamente a quell’età mi ci volesse un minuto o poco più per stare bene (altro che ora) e quando venivo ricordo che mi bagnavo parecchio, tanto che mi dovevo sempre asciugare. Per non parlare del lieve tremolio che facevano le mie gambe durante i primi orgasmi.
La mia prima (e unica) insegnante di masturbazione, fu mia cugina Alessandra, che era giá piú navigata di me nel settore. Io di autoerotismo e ditalini, a dire il vero, ne avevo giá sentito parlare a scuola dalle mie compagne, ma non capivo niente, o meglio, facevo finta di non capire, visto che sotto la doccia ero ormai una professionista. Ma questa cosa dei “ditalini” mi mancava. In soccorso venne appunto mia cugina. Ogni estate, con la mia famiglia, trascorrevamo almeno due settimane in Puglia al mare a casa degli zii e con l’unica mia cugina, Alessandra, ho da subito stretto un forte legame. Siamo cresciute praticamente insieme ed anche se lei era più grande di me di due anni, alla casa del mare abbiamo sempre dormito nelle camere nostre da sole. Logico che con la crescita si vada a parlare di ragazzi, di sesso, ed è stata lei una sera a spiegarmi cos’erano questi ditalini di cui tanto avevo sentivo dire ma dei quali non avevo capito niente. Fino ad allora, fino alla scoperta che qualcosa poteva entrare dentro la mia giovanissima fica, mi ero limitata semplicemente a strusciare la mia fica ovunque. Ovviamente eravamo piccole alle medie ed era quasi un gioco. Però già a fine estate “praticavo” alla grande, avevo scoperto come è ovvio a quell’età, un mondo di piacere, di godimento gratis a portata di….. mano! A casa lo facevo tranquillamente anche tre volte al giorno: a letto la sera, appena sveglia se avevo tempo, al computer, davanti alla TV se c’era qualche attore che mi piaceva. Naturalmente sempre quando ero da sola e se non lo ero, d’inverno mi coprivo con una coperta sul divano davanti alla TV e lo facevo anche con i miei in cucina, bastava muoversi piano! Come ti ho detto Chase, credo di essere stata una ragazzina precoce nel campo sessuale. Avevo persino iniziato a provocare mio fratello. Intendiamoci, non ho mai provato attrazione per lui e non ci ho mai fatto sesso, ovviamente, ma nell’ingenuitá dell’adolescenza, ero pur sempre una ragazzina che gli piaceva esibire il suo giovane corpo. Una sera, prima ancora che nostro padre ci dividesse “regalandoci” una stanza a testa, mi ricordo che gli feci toccare la mia fica. Lui ovviamente non se l’aspettava. Era notte fonda e gli domandai se volesse fare un gioco prima di addormentarsi. Il gioco consisteva, nel buio della stanza, nell’afferrare o toccare un oggetto e capire cosa fosse. Mi avvicino quindi al suo letto e gli dico di allungare una mano verso di me. Intanto mi abbasso i pantaloni del pigiama, le mie mutandine e guido la sua mano in mezzo alle mie gambe. Mio fratello inizia a toccarmi e rimane sulla mia fica per qualche secondo prima di capire cosa ha tra le mani. Forse intuendo di cosa si tratta, rimane piú del dovuto tra le mie gambe. Forse ingenuamente o forse perché gli veniva naturale, fece scivolare la sua mano avanti e indietro lungo le mie grandi (piccole?) labbra. Ricordo che un brivido attraversó il mio corpo. Poi intuisco che fá finta di non capire cosa sta toccando e mi rimetto sotto le coperte dicendogli che il giorno successivo gli avrei dato la soluzione. Ammetto che in quei secondi che mio fratello mi toccava la fichetta, una certa eccitazione l’ho provata. Nei giorni a seguire, comunque, ho continuato a stuzzicarlo. Qualche volta lasciavo la porta del bagno leggermente aperta sapendo che lui mi avrebbe spiata sotto la doccia o mentre facevo i miei bisogni. Spesso facevo la pipí nel bagno vicino alla nostra stanza, dedicando particolare attenzione al getto di urina, che puntualmente lo indirizzavo aiutandomi con le mani, dritto nell’acqua del water per fargli sentire le gocce di pipí che cadevano giú come la pioggia. Un’altra volta mi sono anche masturbata per lui, sapendo di essere osservata mentre mi facevo il bagno. Con il risultato che il giorno dopo, aiutando mia madre con i panni da lavare, trovai le mie mutandine sporche di sperma. Mio fratello si era segato pensando a me. Ma ovviamente anche questo gioco terminó dopo un pó ed io cercai altri metodi per eccitarmi ed eccitare. Anche se il gioco dell’urinare in bagno, di fare la pipí facendo piú rumore possibile, ancora me lo porto dietro oggi. Só che molti ragazzi si eccitano da morire nel vedere una donna pisciare e cosí io continuo ad accontentarli, a casa di amici, a lavoro, ovunque ci sia una tazza del water, io cerco sempre di centrare l’acqua per farmi sentire, per far sentire quel filino di urina cadere nell’acqua.
Ma voglio continuare a raccontarti di quando ero piú giovane, della mia costante ricerca di nuovi modi per stimolare, masturbare la mia fica. A letto c’era sempre Yoghi che mi aiutava, il mio storico orsacchiotto, che ancora oggi ho in camera! Lo mettevo stretto fra le gambe e mi ci strusciavo, la mattina dopo avevo paura che si vedesse che era bagnato e lo nascondevo in un cassetto. Avevo iniziato persino a masturbarmi a scuola, durante la lezione. Erano le prime cotte (ovviamente non corrisposte) per i professori. Il primo anno delle medie avevamo consumato le nostre fiche a furia di ditalini dedicati a Giulio, il nostro professore di matematica. Hai la mia parola che io e altre tre compagne amiche intime, andavamo a turno in bagno a masturbarci durante le sue lezioni, pensando a lui che fosse lì a guardaci e a fare le porche! Per eccitarmi lo guardavo ad inizio lezione, stringevo e rilassavo i muscoli interni e quando mi sentivo bagnata, partivo per il bagno. Una volta lí mi mettevo due dita dentro la fica ed immaginavo che fosse lui a sgrillettarmi! Tornata in classe, leggermente sudata, lanciavo uno sguardo d’intesa alle mie amiche, del tipo “sono venuta!” ed usciva un’altra a farlo! Quanti ormoni Chase! Se i ragazzi a quell’età pensassero alle ragazze, invece che ai motorini ed il calcio, penso che farebbero strage di fiche. Sempre a scuola ricordo come mi vestivo provocante per farmi guardare dai ragazzi, con top, canottiere scollate, body per tirami su le poche tette che avevo e fusò per risaltarmi il sedere. Ma a quei tempi non mi resi conto che avevo evidenziato involontariamente un altro particolare che eccitava da morire i maschietti. Ci pensarono loro a farmelo notare, con i loro sguardi da maiali in calore che puntavano in mezzo alle mie gambe. Ma che avevo di tanto strano? Alla fine bastava seguire la direzione dei loro sguardi che puntavano dritti sulla mia fica! Quei maledetti fusò di quei tempi erano talmente attillati che si vedeva tutto anche davanti, mi si vedevano le labbra ed il taglio della fica! Che vergogna. Bhé….. relativamente….. non mi dispiaceva poi tanto che sbavassero per me che ero tra le più carine della classe. Chissà quante seghe si facevano i ragazzi in bagno a guardarci ogni giorno culo e fica. Alla fine lo facevamo anche apposta, ci mettevamo in posa di proposito per farli guardare bene, così a fine ricreazione sapevamo che i soliti ritardatari della nostra classe, arrivavano di corsa dal bagno perchè erano andati a “svuotarsi”. Un altro gioco perverso che feci a scuola, era: “chi sono?”. A quei tempi non esistevano le macchine fotografiche digitali, ma dentro di me giá si insinuava il gene dell’esibizionismo. Non contenta di mostrare il mio fisico, come ti ho descritto sopra, in tutti i modi che mi passavano per la testa, decisi di regalare al mio pubblico qualcosa da portare a casa, o meglio, nei loro bagni. Un giorno mi chiusi in una cabina per fare quelle foto tessera. Solo che invece di s**ttarmi una foto al viso, cercai di farmi fotografare il mio giovane fisico senza vestiti. Un pomeriggio mi chiudo dentro una di queste, mi metto in ginocchio sul piccolo sedile, abbasso i pantaloncini con tutte le mutandine e mi alzo la maglietta mostrando le mie tettine. Il giorno seguente, senza essere notata, mettevo una foto in ogni zaino che avevo a tiro. Dietro ognuna di esse ci scrivevo, appunto, sono in questa scuola, chi sono? In poco tempo vedevo anche i miei compagni di classe scambiarsi quel quadratino che mostrava una giovane ragazza senza veli. Q quei tempi non c’era La Rete e avere tra le mani una foto di donne nude, non era cosí semplice. Cosí ti lascio immaginare cosa facevano i ragazzi su quella mia foto. Da qualche parte in casa, ben nascoste, devo ancora averne un paio.
Tornando alla mia mitica cugina, un’estate delle tante che trascorsi con lei, stavo andando in crisi d’astinenza dopo neanche una settimana, perchè non avevo un attimo per me, per la mia intimità, per masturbarmi come facevo ormai quasi ogni giorno a casa mia. Dormendo in camera con Alessandra non potevo di certo farlo, davanti alla TV (senza coperta) figuriamoci, in doccia c’era sempre lei che entrava ed usciva dal bagno, insomma, stavo impazzendo. Soprattutto considerando che stando tutto il giorno in spiaggia, di ragazzi ne vedevo a decine e quindi mi saliva ogni giorno di più la voglia, ed avevo bisogno di scaricare anch’io la mia fica! Una sera non ho resistito, a letto ho aspettato che Alessandra si addormentasse ed ho cominciato a toccarmi piano….. talmente piano, che non ci riuscivo a masturbarmi bene, quindi ho dovuto accelerare un pó, ma con la paura di fare rumore con le lenzuola e di svegliarla. Ed infatti all’improvviso, nel buio, lei scoppia a ridere! Cazzo che figura di merda! Ma lei senza dirmi niente si alza, vá in bagno, torna con le nostre due spazzole per capelli, mi passa la mia e spegne la luce. Che ci devo fare? Le chiedo. E lei ridendo mi dice qualcosa tipo: ma ti devo proprio insegnare tutto? Non l’avevo mai fatto così, con qualcosa dentro e devo dire che quella volta non ci trovai niente di speciale. Forse perchè non la muovevo veloce dentro e fuori. Ma al buio, a masturbarci insieme, a sentire godere Alessandra, a darci dentro con la spazzola, facendo però piano a non farsi sentire dai nostri, sono venuta comunque, aiutandomi alternando la mia spazzola e mettendo dentro la mia fica le mie due dita come sempre. Posso dire che quella notte sono stata sverginata dal manico di una spazzola! Cresciuta ho scoperto poi da sola il piacere della penetrazione, prima col famoso manico della spazzola (grazie ancora cugina) poi con le cose più diverse. Ricordo, in ordine sparso, una nota marca di pennarelli colorati più o meno grossi, una pallina di gomma che mi mettevo dentro, la custodia (quella da viaggio, per intenderci) dello spazzolino da denti, provai persino con i classici ortaggi come carote o citrioli, insomma, qualsiasi oggetto potesse stuzzicare la fantasia di provarlo, io me lo infilavo su per la fica! Ormai ero in ascesa, avevo iniziato persino a mettermi qualche pennarello dietro, dentro il mio sedere, mi faceva sentire più porca. Ovviamente più si cresce e più cala la frequenza della masturbazione giornaliera nelle ragazze (e nei ragazzi penso, confermi Chase?). Ma secondo me aumenta la qualità della cosa, con soluzioni, giochi più raffinati, situazioni nuove, in pubblico, sul bus, al cinema, a lavoro. Riprendendo il discorso delle vacanze estive, mi ricordo che iniziai anche a “giocare” con persone piú grandi me. Notavo che i ragazzi, nonostante la mia giovane etá e nonostante avessero il doppio dei miei anni, guardavano con interesse il mio corpo, anche se ancora acerbo su molti aspetti (ero abbastanza alta per la mia etá e questo mi aiutava molto, nonostante le tette tardassero ad arrivare ed i peli sulla fica ancora non erano cresciuti). Purtroppo peró dovevano limitarsi solo a quello, a guardare, consapevoli che non potevano scoparsi una minorenne. Io comunque, forse un pó puttanella, lo ammetto, non perdevo occasione per attirare la loro attenzione. Spesso al campeggio chiedevo a qualche ragazzo, con la scusa di dividere la spesa del gettone, se potevo farmi la doccia insieme a lui per qualche minuto. Ovviamente nessuno diceva di no. Una volta sotto, mi lavavo con il bagnoschiuma insaponandomi tutta, indugiando qualche secondo di piú sulle gambe, sulle parti intime e sulle mie tettine. Ma il bello arrivava alla fine, quando dovevo sciacquare il costume dalla sabbia. Mi sfilavole mutandine con la (finta) innocenza di una ragazzina di quattordici anni, alzavo prima una gamba e poi l’altra, delicatamente e poi mi toglievo il reggiseno (per quello che serviva) ed iniziavo a lavarli sotto il soffione della doccia. Il gioco non durava molto, doveva sembrare naturale e privo di malizia. Cosí dopo pochissimi secondi, mi rimettevo il tutto e lasciavo il malcapitato di turno, che sicuramente una volta solo si sarebbe svuotato le palle con una bella “dedica” alla sottoscritta! Sempre al mare avevo scoperto anche il piacere che poteva darmi (e dare) una sana pisciata. Si….. voglio riprendere questo discorso. Come giá scritto, avevo compreso che ai maschietti piaceva vedere una donna pisciarsi sotto, non ne il capivo perché, anzi, non lo capisco ancora, ma questo non mi importava, se serviva ad eccitare un uomo, a me andava bene. Le prime volte che giocai pubblicamente con la mia urina, fu proprio al mare. Mi sdraiavo sulla spiaggia, quasi vicino all’cqua e con lo sguardo rivolto al cielo, mi lasciavo andare. Sentivo la pipí calda spingere sulla mia fica e non avendo vie d’uscita, la sentivo scivolare sui bordi delle mie grandi labbra per poi finire sulla sabbia. Mi piaceva quella sensazione di caldo che poi si estendeva al mio sederino. E mi piaceva ancora di piú alzarmi, andarmene via lasciando quel piccolo laghetto sulla sabbia ed il mio costume completamente umido che mentre camminavo lasciava cadere ancora qualche goccia a terra. Ma il massimo lo davo con un’altra variante di questo mio gioco in presenza dei miei amici. Non lo facevo spesso, aspettavo sempre che fossero in due, massimo tre ragazzi. Li invitavo a fare una passeggiata sugli scogli, per ammirare il panorama. Ed una volta che eravamo in un punto di ritorno, dove quindi non potevamo piú scendere, ma solo continuare a salire, con la mia finta ingenuitá, facevo notare a tutti che dovevo fare i miei bisogni. Ovviamente tutti mi dicevano di aspettare, che mancava poco alla meta, ma io insistevo e con la voce di una che stava per piangere, gli dicevo che non potevo aspettare oltre. Allora iniziavo a farmela sotto, aggrappata a quegli scogli come uno scalatore. Sentivo la mia urina uscire dalla fica, bloccarsi sul costume per poi farsi strada lungo le mie cosce. Data la forte abbondanza della pisciata, diverse gocce passavano attraverso il costume per finire giú nel vuoto verso il mare. Chi era sotto di me, ne ero sicura, si sarebbe eccitato da morire. Vedere la mia fica da sotto, grondare come se piovesse e vedere sulle mie gambe la pipí che scivolava in tutte le direzioni, lo avrebbe fatto diventare duro a chiunque.
Ma anche a fine stagione, durante l’inverno, i sistemi per masturbarmi all’aperto non mi mancavano. Come giá ti ho detto, ogni oggetto che mi capitava sotto mano (in tutti i sensi) era buono per infilarmelo nella fica e masturbarmi. Hai presente Chase, per esempio, quei paletti di ferro che vedi piantati nei giardini per delimitare una zona o impedere il passaggio di auto? Mi scopavo anche quelli! Vestita in modo leggero, con una semplice gonnellina e senza mutandine ovviamente, cercavo sempre quelli con alla fine una sfera di acciaio. Prima di mettermici sopra, a gambe divaricate, mi stimolavo un pó le grandi e piccole labbra, aspettando che si bagnasse la mia patata. Una volta vicina all’orgasmo, con la fica completamente fradicia, mi mettevo a cavallo di questo paletto e scendendo lentamente su di esso, me lo infilavo dentro. Qualche lieve giro in senso orario e non, due o tre volte su e giú, per poi rimettere dentro la mia fica nuovamente quella sfera metallica e l’orgasmo era servito! Devo dirtelo Chase, piú scrivo e piú mi ritornano alla mente le mie prime masturbazioni. Potrei raccontarti di quando sul bus mi sedevo sui sedili posteriori (che poi lo faccio ancora oggi) con le gambe leggermente divaricate, sapendo che qualcuno ci avrebbe guardato in mezzo. Oppure di quando nei negozi prendevo le scale mobili e cercavo sempre di stare diversi gradini sopra gli altri, sperando che qualcuno guardasse sotto la gonna la mia fica (ovviamente libera dalle mutandine). Lo ammetto, ne sono consapevole, ero una bella porcellina. Ma chi non lo é a quell’etá? Io ancora oggi vedo ragazzine seminude che camminano come se sfilassero. Te la dico tutta Chase: a me piace il sesso! E se questo viene fatto tra due persone consezienti, non é mai sporco! Ma il punto é comunque un altro: se quello che ti ho appena raccontato é solo un riassunto della mia intensa vita sessuale tra (piú o meno) i tredici ed i quindici anni, puoi immaginare quello che ho fatto dopo? Qualcosa giá la sai, ma quello che ti manca, sono i dettagli. Non ti ho raccontato la prima volta che ho visto un pisello, la prima volta che ho fatto una sega ad un ragazzo, la mia prima scopata, la prima volta che l’ho preso in bocca, insomma… ho ancora tanto da dirti! Ora mi fermo peró, anche perché guardandomi in mezzo alle gambe, noto che la mia fica é bagnata. Non ci credo! Mi sono eccitata ripensando al passato con le mie stesse storie. Quindi credo che ora per mantenere l’atmosfra vintage, mi chiuderó sotto la doccia con il mio caro soffione, per completare l’opera con un intenso orgasmo! Prometto di scriverti presto, ho ancora molto da confessarti.
Questa fu la conclusione dell’ultima E-Mail che Manila spedí al sottoscritto. Anche io dovevo ammetterlo, i suoi racconti me lo facevano diventare duro dopo ogni riga che leggevo. E la sua successiva storia, che mi invió dopo meno di una settimana da quella che avete appena letto, fu ancora piú eccitante e perversa! Ve la racconterei anche ora, ma come vi ho detto prima, le sue storie eccitavano anche me durante la trascrizione. Quindi non vi offenderete se ora vi lascio, ho un certo dolore alle palle!
Ma non temete, non appena le avró svuotate, torneró a raccontarvi il resto su Manila.

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MIA COGNATA: le sue belle tette in mostra

Domenica scorsa a pranzo sono stato invitato dai miei suoceri a casa loro e con noi dovevano starci anche i miei cognati , la sorella più grande di mia moglie che ha 39 anni e suo marito con i loro figli. io come mia ossessione bramavo dal desiderio di rivedere mia suocera e le sue belle e grandi tettone per poter guardarle e immaginarmi qualcosa di porco su di lei, ma il mio pensiero andava anche a mia cognata, una bella tipa, ha i capelli corti sbarazzini,un bel fisico da mamma diciamo un finto magro, una bella terza di seno di certo non straripante come la mamma ma un po più grandi di mia moglie, un bel fondoschiena ma la cosa che di lei mi fa più eccitare anche se sembra strano è il suo carattere solare, sprizzante, ben diverso da mia moglie, quel tipo di donna che o prende lei l’iniziativa a letto, o che si lascia far di tutto e che le puoi chiedere di tutto ed io onestamente me la immagino bella porca a letto. A parte la sua descrizione domenica arrivai da mia suocera, purtroppo era vestita molto da casalinga, maglia lunga e molto accollata ma che si travedeva la forma del suo mega reggiseno e pantaloni normali, nel frattempo aspettavamo mia cognata che arrivasse per pranzare, quando dopo pochi minuti sentimmo citofonare ed erano arrivati, in quel momento e mi capita spesso di avere una specie di sesto senso o di visione, praticamente immaginai mia cognata arrivare con un bel vestito scollato, appena entrò in casa la vidi e rimasi sbalordito perché era proprio come la immaginavo e la desideravo, cioè, stivali, calze a rete nere, gonna un po lunga ma la cosa più eccitante fù una bella maglia scollata, ma non la solita scollatura invadente ma con quel vedo e no vedo che a me eccita da pazzi. Prima di sederci a tavola iniziammo un po a chiacchierare del più e del meno, mentre lei taglaiva il pane io ero di lato a lei e con l’occhio sbirciavo in mezzo alla scollatura della sua magliettina che si apriva come fosse una camicia, e le intravedevo la forma del suo seno, poi ci sedemmo a tavola e come per magia si sedette proprio di fronte a me, dal quel momento capì che quella giornata l’avrei dedicata mentalmente solo ed esclusivamente a lei e al suo bel seno tralasciando per un giorno mia suocera che era troppo impegnata a preparare il pranzo. per tutto il tempo mentre mangiavamo il mio sguardo ovviamente non facendo capire niente agl’altri lì presenti cadeva sul suo bel decolté, ovviamente la parte più eccitante era il canale del seno che scende giù fino ai capezzoli, per tantissime volte lo guardavo, e dentro di me mi eccitavo, finito di mangiare prendemmo il caffè, gia io dopo che prndo il caffè sarà per la caffeina, avevo voglia di fare sesso quella voglia di prendere mia cognata portarla sul letto o sul divano iniziare a limonarla come un pazzo poi aprendoli bene la maglia soffermarmi a lungo sul suo seno magari prima annusandolo sentendo il suo profumo di donna poi baciarlo delicatamente fino a scoprirgli solo un seno mentre l’altro no, e leccarli bene il suo capezzolo, questa è la scena che più vorrei che si realizzasse in questo momento, e poi prendendola per i suoi capelli corti, e con la sua bella boccuccia spingerla verso il mio pene già duro e desideroso e farmelo pompinare, mentre con la mano inizio a spostarle le mutande, trovare in mezzo al suo pelo, la sua bella figa bagnata e iniziare a fargli dei bei ditalini, poi prenderla e farla venire su di me e che le iniziasse a cavalcarmi così io potrei sempre tenere sotto il mio sguardo, le mie mani, e la mia lingua il suo fantastico seno che sicuramente non è sodo sodo ma un po a pera ma che a me piace da matti….

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La mia passione per le BBW (parte seconda)

Quando entrai a casa sentii che Stefania, mia moglie, era al telefono ed io, dopo averle lanciato un bacio, ne approfittai per andare al bagno a farmi una doccia rilassante e togliere eventuali tracce lasciate da Francesca durante il nostro incontro amoroso.
Mentre mi facevo la doccia mi godevo i ricordi del pomeriggio, del corpo di Francesca fantasticavo sul suo culo. Il cazzo era in perenne erezione e questo fu il motivo per cui rimasi chiuso in bagno per un tempo insolito.
Trovai mia moglie davanti ai fornelli intenta a preparare la cena e quando mi sentì entrare mi disse che era stata al telefono con Francesca. Mi si raggelerò il sangue! Ma poi capii che era tutto ok altrimenti non me lo avrebbe detto in quel modo ma mi avrebbe attaccato a brutto muso.
“Ah cosa ti ha detto?”
“Luigi non puoi capire! ha incontrato un vecchio amico e, non ci crederai, c’è andata a letto! Ho sempre pensato che fosse una puttana, ma sono cazzi suoi. comunque si scusa ma domani non può venire. probabilmente farà il bis!” rise Stefania
“che ti devo dire. il sesso piace a tutti.”
“hai proprio ragione” mi rispose Stefania senza pensare che si stava contraddicendo visto il suo comportamento a letto

PINA

Un’altra amica di Stefania con una corporatura notevole è Pina. Altezza normale con bellissimi capelli biondi tagliati a caschetto e un paio di occhi di un colore blu intenso. Da quando si era sposata, un paio di anni fa mi pare, ne avevamo perso le tracce ma ultimamente è riapparsa come per incanto a causa, scusate se sono maligno, della sua separazione con il marito da lei trovato a casa, che deficiente, mentre si scopava la ragazza rumena che avevano per tenere in ordine casa.
Pina faceva parte della comitiva di Stefania quando erano più giovani e di conseguenza conosce bene anche Francesca. Lei è stata sovrappeso ma so per sentito dire che la causa è dovuta ad una disfunzione che non conosco. Per me non rientra in nessuna categoria perchè non ha figli, non è golosa e da giovane non era così “abbondante”!
Però era stata sposata e forse risentiva la mancanza del sesso matrimoniale.
Decisi di provare anche con lei e cominciai a scervellarmi per cercare il sistema di abbordarla ma, grazie a Francesca, non ce ne fu bisogno!
Infatti continuava a raccontare a tutte le amiche di questo suo vecchio amico con cui aveva fatto un “sesso favoloso” (parole sue) ed amante delle donne sovrappeso.
Un giorno Francesca mi chiamò dicendomi
“non ti chiamo per parlare di noi due ma per dirti che giornalmente ricevo preghiere da parte di Pina di presentarle il mio fantomatico amico! Non ce la faccio più! inoltre passo anche per stronza e per gelosa e tu sai che io tengo alle mie amiche (e mia moglie? pensai). Quindi volevo sapere se puoi accontentarla. Ti prego”
“Ma certo! Dille che la chiamerò domani e poi vedremo ma non nominarmi. Dovrà sapere di me solamente se ci incontriamo, chiaro?”
“certo, grazie Luigi. Il suo cellullare è xxxxxxxxxxxxx”
“spero che la prossima telefonata che mi farai sarà per invitarmi a casa tua. Un bacio” e attaccai
La mattina seguente comprai un cellulare da quattro soldi ed una nuova scheda e chiamai Pina
“pronto” rispose
“ciao Pina noi due abbiamo un’amica in comune che mi ha pregato di chiamarti. Cosa posso fare per te?”
il cellulare rimase muto per qualche secondo prima che lei mi rispondesse
“lo sai benissimo, sempre se sei interessato. potremmo divertirci insieme”
“ti ho chiamata per questo motivo e non per sentire la tua dolce voce. Puoi ricevere o preferisci un’albergo?” le chiesi sapendo benissimo che se avesse scelto la seconda possibilità avrei trovato una scusa per rimandare il tutto
“puoi venire tranquillamente a casa mia. Se quello stronzo del mio ex ci scopava le amanti, sarò libera di farlo anch’io e pure sul letto matrimoniale”
“bene allora vediamo …. facciamo lunedì a pranzo?”
“ti aspetterò a gambe aperte” rispose ridendo e mi salutò
Tornato in ufficio chiamai un paio di clienti nella zona di Pina e presi appuntamento per lunedì mattina. Ecco il primo passo era stato fatto.
Il lunedì feci presto dai clienti e decisi di parcheggiare l’automobile vicino casa di Pina e farmi una passeggiata per calmare i miei bollori. Fu quindi per pura causaltà che incrociai Pina mentre tornava a casa con la spesa. Lei fece finta di non vedermi ma io la chiamai offrendomi di portarle la spesa a casa
Lei accettò controvoglia perchè aveva paura che sarei rimasto troppo a lungo rovinandole il pomeriggio. Io invece volevo godermi quell’imprevisto.
Entrati in casa mi fece strada verso la cucina facendomi posare le buste accanto al frigorifero e gentilmente mi offrì qualcosa da bere.
“solo se mi fai compagnia” risposi e lei fu costretta a farlo. Prese due bicchieri e una bottiglia di vino bianco, frizzantino e ghiacciato. Rimanemmo in cucina a parlare del più e del meno ed io portai il discorso sul cambiamento che aveva Francesca nell’ultimo periodo non nascondendo quello che mi aveva accennato mia moglie.
Lei diventò paonazza e diede colpa al vino bevuto. Con il passare del tempo diventava sempre più nervosa e quando capii che stava perdendo il controllo le dissi
“scusa ma ora devo andare. Posso usare un secondo il bagno, per favore”
“certo”
entrato dentro mi denudai e le inviai il seguente messaggio
“STO ARRIVANDO”
Quanto udii lo squillo del suo cellulare uscii dalla porta e la trovai intenta a leggerlo, poi alzò la testa e …capì tutto.
“sei uno stronzo Luigi ma ben arrivato. Per la verità non mi aspettavo un uomo così piacente”
“Grazie del complimento ma penso che sia giunto il momento anche per di vederti nuda. Sbrigati che è più di un’ora che sono in tiro e non ce la faccio più”
Andammo in camera da letto e lei mi chiese due minuti per darsi una rinfres**ta e poi avremmo aperte le danze. Quando entrò nella camera indossata una lingerie da vera puttana. Un perizoma ridottissimo nascondeva a malapena i peli del pube e un filo le passava tra le chiappe mentre sopra aveva un reggiseno trasparente che metteva in risalto le sue enormi tette e gli appuntiti capezzoli. Si avvicinò mimando la camminata di una enorme gattona e non si fermò fino a quando si inchinò verso il cazzo per imboccarlo. Capii subito che Pina era una vera troia! Aveva un risucchio continuo e controllato per non farmi eccitare oltre il dovuto mentre con una mano si sgrillettava il clitoride attraverso le mutande.
“ferma, ferma” le dissi “calmati un secondo altrimenti mi farai godere nel giro di un minuto. mettiti sul letto che facciamo cambio”
Lei fu ben felice della proposta e si distese sul letto a gambe allargate come aveva promesso per telefono.
Senza spogliarla con una mano iniziai a stuzzicare il suo enorme clitoride che spuntava come un minuscolo cazzo mentre con l’altra giocavo con un capezzolo alla volta sfregandoli tra il pollice e l’indice.
Il suo bacino era in continuo movimento alla ricerca di un maggior contatto ma dovevo calmare un poco i miei bollori (non che fosse facile) e quindi le abbassai le mutandine che sfilai quando lei alzò il poderoso sedere e mi tuffai tra le sue gambe. Iniziai a leccare le grandi labbra dal basso verso il clitoride fermandomi sempre prima di incontrarlo. La lingua affondava sempre di più in quella figa bagnata quindi divaricai le grandi labbra per leccare quelle piccole stando sempre attento a non sfiorare il clitoride che, se possibile, si ergeva sempre di più.
I suoi sospiri si mutarono in preghiere ma non mi impietosii. Ad un certo punto infilai due dita nella vagina e le mossi lentamente avanti e indietro. Il suo bacino impazzì a quel contatto muovendosi velocemente per farle entrare ancora più in profondità e fu a quel punto che posi la bocca sul clitoride e lo succhiai a fondo.
Pina si irrigidì all’istante lanciando un lungo e roco gemito mentre il suo orgasmo esplodeva. Dalla fica uscirono enormi quantità di caldo liquido che colarono bagnando le lenzuola. Continuando a succhiare il clitoride tolsi le dita e le posai sull’ano che senza difficoltà si aprì facendole entrare nella profondità del retto di Pina.
Mi distesi su di lei mettendole il cazzo davanti alla bocca che subito si aprì imboccandolo per tutta la sua lunghezza. Scopai quella bocca muovendo il bacino al ritmo delle dita nell’ano e lei godeva come una pazza!

Prima di arrivare all’orgasmo cambiai posizione per entrare, finalmente, in quella figa gocciolante e spingerci a fondo il cazzo per scaricare la mia sborra. Per fortuna mi aveva avvertito che potevo andare tranquillo perché prendeva ancora la pillola.

Subito dopo aver goduto mi sdraiai accanto a lei che cercava di riprendere fiato dopo tutti gli orgasmi avuti

“Luigi sono senza parole! Mai goduto tanto in vita mia”

“dopo goderai di più perché ho scaricato le palle e sarò più resistente. O ti vuoi fermare così?”

“scherzi vero? Io non ho impegni e voglio godermi questo cazzo più a lungo possibile”

“Ok allora datti una sciacquata e poi ricominciamo a giocare”

Questa volta entrò nuda in camera e si mise accanto a me. Io senza tante cerimonie le feci ingoiare il cazzo restando beatamente sdraiato godendomi il momento. La bocca si impossessò della cappella che leccò a fondo fino a sentire il primo accenno del suo risveglio. Poi fece scendere la testa fermandosi solo quando il naso toccava il pube, un lungo risucchio e poi risaliva. All’inizio la corsa della testa era breve ma dopo pochi minuti il cazzo era nella sua erezione massima e quando lei si fermava con il naso che toccava il pube sentivo l’ugola della sua gola sulla punta della cappella.

“scendi con la bocca fino alle palle, prendilo tutto in gola, so che sei una troia infoiata e me lo devi dimostrare.”

Lei per nulla offesa da queste parole fece quanto richiesto restando il più a lungo possibile in quella posizione. Quando risalì il suo viso era paonazzo !

Le tolsi il cazzo dalla bocca e la feci mettere alla pecorina per poi spingere il cazzo nella figa. Mentre spingevo le sculacciai fortemente le chiappe che si divennero ben presto rosse. Dalla sua bocca uscivano gemiti di piaceri e qualche urletto quando la sculacciata era troppo forte ma soprattutto incitamenti per essere ancora più rude.

Mentre continuavo a scoparla con un ritmo più contenuto le allargai le chiappe e sputai sul grosso infilandoci poi prima un dito e poi un secondo. Lei mugolò come una pazza facendomi capire che anche lei voleva quello quindi tolsi il cazzo dalla fica e lo appoggiai sull’ano. Spinsi lentamente facendo entrare il cazzo in tutto la sua lunghezza con una sola e prolungata spinta.

L’ingresso fu accolto da un grande respiro e poi …. s**tenai l’inferno.

Affondavo brutalmente nel suo culo dandole sculacciate sempre più forti e le sue grida di piacere aumentarono fino a quando non godette violentemente spengendo il suo bacino verso il mio alla ricerca di una maggiore profondità

Sentivo il mio orgasmo arrivare e sapevo cosa volevo! Mi tolsi da quella posizione e la feci girare mettendo il cazzo, leggermente marroncino, davanti alla sua bocca.

Non dovetti chiederle nulla. Prese il cazzo in bocca senza nessuna difficoltà facendomi scaricare la mia bollente sbora nella sua gola.

Ero distrutto! Ma Pina non stava tanto meglio.

Stavo uscendo quando mi chiese se ci potevamo incontrare un’altra volta ed io le diedi la stessa risposta data a Francesca. “io voglio sempre di più! Tu accetta qualunque mia richiesta ed io non avrò difficoltà ad incontrarti

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La sorellina….e le sue oscene voglie

Questa è una storia come tante,di un ragazzo che con il passare del tempo ha iniziato a dedicare i suoi pensieri per la sua sorellina,con dei pensieri all’inizio velati,ma che pian piano si sono tramutati in vera passione. Come dicevo,una storia come le altre,ma con una piccolissima differenza,che la mia è vera e non frutto di pure invenzioni o fantasie erotiche.
Mi chiamo Luca,ho 34 anni,e la mia bella sorellina si chiama Laura,che di anni ne ha 28,ma la storia in questione risale a tanti anni fa,
a quando precisamente io ne avevo 23 e Laura 17.Come tutti i ragazzi 23enni alternavo il mio tempo tra le partite a calcetto con gli amici,qualche serata in discoteca il fine settimana e le classiche uscite con gli amici per una passeggiata alla ricerca di donne da conquistare o ammirare. La mia bella sorellina,appena 17enne,aveva ormai preso coscienza di essere diventata una splendida donna:alta 170 cm,snella,prosperosa di seno,un viso angelico con quei lineamenti dolci che avrebbero fatto innamorare ogni ragazzino della sua età.Era cambiato ormai da un pò di tempo il suo modo di vestirsi,le sue abitudini,e anche la gente che frequentava .In passato,nonostante gli splendidi lineamenti e le forme che già iniziavano a plasmare il suo corpo,preferiva indossare un abbigliamento casual,jeans,scarpe basse e top aderenti,che ugualmente risaltavano quelle curve che iniziavano a prendere sempre più consistenza,senza ricorrere a un filo di trucco,rimanendo la classica ragazza acqua e sapone,quando a un certo punto inizia a sfoggiare le prime minigonne,le scarpe col tacco,le calze autoreggenti,i vestitini attillati,il tutto per somigliare sempre più alle sue amichette, sempre alla ricerca del vestitino alla moda per essere appariscenti e sensuali nonostante la giovane età. Laura era molto ingenua,non aveva avuto grandi esperienze in ambito sentimentale,e comunque con ragazzi suoi coetanei con la testa a posto.Il nostro rapporto è molto bello perchè fondato sulla confidenza,rispetto,amicizia.I primi pensieri di un certo tipo verso la mia sorellina sono iniziati verso i suoi 16 anni,quando girava per casa in modo molto succinto nel periodo estivo,semplicemente con le mutandine e una canotta,rigorosamente scalza perchè detesta camminare con le scarpe o altre calzature in casa.Vederla sfilare sotto i miei occhi quotidianamente era uno spettacolo,e sebbene fosse mia sorella,non disdegnavo delle occhiate furtive verso il suo bel sederino così tondo,sodo,custodito dalle mutandine brasiliane,che risaltano al massimo i glutei…Un conto è però guardare,ma le cose sono cambiate radicalmente quando un giorno ho sentito una vera e propria erezione,e quel giorno ha rappresentato l’inizio di una nuova fase della mia vita,in cui l’obiettivo primario era quello di guardarla,a tutti i costi,e masturbarmi per lei.
La nostra è una casa molto grande,e le stanza da letto sono contigue,per cui ci si può arrivare non solo dal corridoio comune quanto dal terrazzo.Iniziai per cui a studiare degli stratagemmi per poterla spiare:chiudevo la mia porta a chiave,in modo tale da impedire ai miei genitori di entrarci e constatare che mi ero rifugiato in terrazzo per spiare mia sorella…spegnevo chiaramente ogni luce,per evitare che la stessa si riflettesse sul terrazzo proiettando la mia ombra.Ovviamente lei chiudeva le persiane per non essere vista dai vicini quando si cambiava,ma non aveva,nè poteva,tener conto delle mie voglie voyeuristiche che mi spingevano a fare il possibile per poter anche per un secondo ammirare il suo splendido corpo.Approfittando di un giorno in cui non c’era nessuno in casa,cerco di ingegnarmi e con l’ausilio di un semplice coltello effettuo un foro sulla parte bassa della persiana della finestra di mia sorella.Ormai non doveva fare altro che attendere il corso degli eventi,il cammino per soddisfare le mie voglie represse aveva già avuto inizio.
Ci troviamo tutti in casa,e dopo cena sento Laura che dice a mia mamma che si andava a cambiare per uscire con le amiche,e in quel preciso momento il mio cuore ha iniziato a battere forte,emozionato di quello che avrebbe potuto succedere. Mi catapulto nella mia stanza,spengo le luci,chiudo la porta a chiave e mi precipito sul terrazzo,sdraiandomi in direzione del foro che avevo realizzato il giorno stesso;dopo qualche minuto di un’attesa snervante,vedo aprirsi la porta,Laura accende la luce e chiude la porta a chiave. Sento il mio cazzo già al massimo della sua erezione,no posso che trovare sollievo sbottonandomi i pantaloni e iniziando a masturbarmi. Laura si mette in direzione dello specchio e inizia a truccarsi;per la prima volta la vedo con un rossetto molto acceso che risalta ulteriormente le sue labbra carnose,e quel viso da l****a si trasforma minuto dopo minuto in quello di una donna sensuale come mai l’avevo vista. Inizia quindi a pettinare quei bellissimi capelli lunghi biondi,per poi dirigersi verso l’armadio e togliere fuori un completino intimo. Il momento è finalmente arrivato!Laura inizia la fase della vestizione ,toglie prima jeans,rimanendo con quella brasiliana che giornalmente turbava i miei pensieri,per poi sfilarsi anche il top e rimanere in reggiseno. Non era per me una situazione nuova perchè avevo assistito più volte a questo spettacolo,per esempio quando usciva dal bagno dopo aver fatto la doccia per dirigersi in camera sua,ma questa volta la situazione era differente perchè era la prima volta che la spiavo,e quella visione furtiva mi provocava delle emozioni mai provate fino a quel momento. Guardandosi allo specchio si slaccia il reggiseno,sfoggiando un seno che non avrei mai immaginato di vedere,una terza abbondante nonostante la giovane età, ma allo stesso tempo sodo,che sfidava la forza di gravità in modo invidiabile,e 2 capezzoli color rosa chiaro che sporgevano,e che rappresentavano ormai il mio sogno quotidiano. Ormai non potevo più credere ai miei occhi,la mia fantasia si stava realizzando,la mano viaggiava a ritmi vertiginosi,nella speranza che quella visione potesse durare il maggior tempo possibile..ma le sorprese non erano finite perchè in men che non si dica Laura abbassa le mutandine e rimane completamente nuda di fronte allo specchio e a uno spettatore d’eccezione,il fratello,che finalmente,dopo un mese abbondante fatto di passerelle in mutandine,viene premiato con la visione della sorellina completamente nuda a nemmeno 2 metri di distanza. Lo spettacolo era formidabile!Non immaginavo di vederla completamente depilata,e questo dettaglio è stato fatale perchè sento delle contrazioni talmente forti s**turite in un orgasmo di dimensioni mai provate in passato…A un certo punto Laura si gira regalandomi la visione del suo culetto,abbronzato fino a dove copriva il costume a mare,e completamente bianco nella parte più interna. Nemmeno il tempo di rendermi conto di questo secondo dettaglio che il mio cazzo prende nuovamente consistenza,pronto per una seconda masturbazione e secondo orgasmo…Lo spettacolo si era ormai concluso perchè in pochi minuto Laura si veste,chiude la luce ed esce dalla sua stanza,ignara di avermi reso felice come nessuno al mondo. Da quel giorno le mie fantasie erotiche si sono moltiplicate in modo esponenziale,e nonostante qualche rischio di essere beccato per questa mia nuova passione voyeuristica,inizio a conoscere Laura in ogni suo dettaglio,anche intimo…
Arriva l’inverno,e chiaramente diminuiscono sensibilmente le occasioni di spiare laura,anche perchè piove di continuo,fa freddo,e non sempre è possibile rifugiarsi nel terrazzo .Temevo di dover attendere l’estate successiva per rivedere il corpo della mia sorellina,quel seno che tanto mi aveva turbato,e il suo fondoschiena a mandolino,ma non sapevo che di lì a poco avrei assistito a una situazione che nemmeno nei miei sogni più remoti pensavo di poter vedere. Katya,l’amica di Laura,ci invita a casa sua per una serata in compagnia di un bel pò di amici. Katya era all’epoca una ragazza di 21 anni,universitaria. Arrivati a casa come al solito in ritardo,ad attenderci circa una quindicina di persone tra ragazzi e ragazze. I ragazzi avevano portato da bere alcolici e qualche stuzzichino. La padrona di casa mette un pò di musica caraibica,c’è chi inizia a ballare a ritmo di salsa e bachata, chi invece si sdraia sul divano a chiacchierare. Dei presenti conoscevo solo qualche ragazza amica di Laura,mentre non avevo mai visto i ragazzi,colleghi universitari di Katya,a dire la verità molto divertenti. La mia sorellina era vestita con una minigonna inguinale,calze nere velate e le ballerine,anche se avrei preferito mille volte il tacco ai fini delle mie fantasie erotiche. Dopo aver bevuto una serie innumerevole di cocktails preparatici dal barman d’occasione Lorenzo,il ragazzo di katya,la situazione diventa sempre più divertente perchè l’alcool ha già da un pezzo sciolto i freni inibitori e come accade ad ogni singola festa che si rispetti,ogni battuta non può che assumere i contorni pornografici,con riferimenti e allusioni che coinvolgevano tutte le ragazze,che dal canto loro non si imbarazzavano più di tanto. Nel frattempo l’eccitazione per me raggiungeva dei livelli incredibili perché anche le amiche di mia sorella erano molto affascinanti, ma il culmine l’ho raggiunto quando mia sorella,sedutasi sul divano con altre 3 ragazze, mostrava inavvertitamente le sue mutandine bianche,che si intonavano con il corpetto bianco semi trasparente che copriva il seno. In quel momento ho sentito un turbinio di emozioni:eccitazione per avere una visione talmente sensuale, ma allo stesso tempo vergogna perché quella visione era condivisa anche ai ragazzi che si trovavano al mio fianco,e che con la coda dell’occhio non potevano non guardare quello spettacolo sempre più arrapante grazie alla mia sorellina che muovendosi nel parlare con le sua amiche,apriva e chiudeva le cosce mostrando non solo le calze autoreggenti ma appunto le sue mutandine bianche. Quello stato di vergogna iniziale si trasforma però in poco tempo in fortissima eccitazione, sottolineata da un’erezione improvvisa;fu in quel momento che scoprii di eccitarmi al pensiero che anche sconosciuti potessero godere di quelle visioni che fino a quel momento solo io avevo potuto fruire, e anche in modo molto più esclusivo. A un certo punto uno dei presenti propone il classico gioco della bottiglia,che penso abbia rappresentato l’iniziazione sessuale per ogni ragazzino tredicenne,e che non facevo appunto da una di quelle feste appositamente organizzate all’età di 13,14 anni per avere i primi contatti con l’altro sesso. Nonostante qualche timido tentativo di rifiuto da parte di qualche ragazza, tra cui mia sorella Laura, la maggioranza la fa da padrone e ci ritroviamo tutti seduti per terra a cerchio con la bottiglia pronta a essere girata. Nemmeno 2 giri di bottiglia e già partono le prime penitenze a sfondo sessuale,ma di poco conto. Dopo qualche giro divertente,tocca a uno dei ragazzi a dover dire il tipo di penitenza, e lui chiede che la ragazza che sarà indicata dalla bottiglia dovrà rifugiarsi in cucina, togliersi il reggiseno, essere prima bendata, e poi palpeggiata da tutti i ragazzi per almeno 20 secondi. La bottiglia inizia a girare,per poi terminare la sua corsa indicando proprio lei,la mia Laura, che in pochi secondi è diventata rossa come non mai. A nulla è valso il suo rifiuto perché tutti avevano accettato precedentemente e si erano già esibiti in altre situazioni, anche se nessuna di questa portata. Quando vedo laura alzarsi per essere bendata ho provato un’emozione indescrivibile, e questo perché ero consapevole che quella visione sarebbe stata condivisa da perfetti sconosciuti che le avrebbero toccato il seno. Inizia il primo ragazzo che si dirige in cucina dove si trovava Laura, per poi tornare dopo 20 secondi. Ogni commento sul suo splendido seno fatto agli amici più intimi sottovoce equivaleva a un fortissimo senso di eccitazione che non riuscivo più a controllare, conscio della sega che sarei andato a farmi una volta tornati a casa. A turno seguono gli altri ragazzi, che quasi facevano a lotta per andare prima degli altri in cucina e toccare il seno di mia sorella. Quando torna l’ultimo ragazzo,pensavo che la penitenza fosse finita,quando invece tutti,rivolgendosi a me, mi esortano ad andare anche io in cucina e fare il mio dovere-piacere. Chiaramente rispondo di no perché Laura è mia sorella, ma loro invece insistono dicendo che non ci sono eccezioni per nessuno; quella ipotesi non l’avevo nemmeno contemplata fino a quel momento perché ero certo di non andare in cucina, ma dopo quelle insistenze alle quali rifiutavo esclusivamente per salvare le apparenze, il mio stato di eccitazione era talmente forte che mi alzo deciso e mi dirigo in cucina,chiudendo la porta alle mie spalle. Lei era lì,immobile, ignara di chi ci fosse di fronte, con un seno da baciare,quei capezzoli da succhiare,così grandi,rosa…approfittando del volume alto della musica, tolgo fuori la macchina fotografica e le s**tto una foto,senza flash chiaramente,per paura di essere scoperto per via del bagliore e del rumore che faceva; mi avvicino sempre più,vedo per la prima volta il seno di mia sorella a una distanza minima. Le mie mani si avvicinano e si poggiano sull’oggetto dei miei desideri, inizio a palpeggiare mia sorella con molto tatto. La sua pelle è morbidissima,candida..vorrei che il tempo si fermasse..con il dito indice e medio stringo i capezzoli di Laura che nel frattempo fa una piccola smorfia con la faccia,forse sintomo che possa essersi fatta un po’ male, o che si sia eccitata! Passano i 20 secondi più intendi della mia vita,mi precipito nella sala con gli altri ragazzi per il timore che lei si tolga la benda e mi veda. Il gioco continua, ma per me ora non ha più valore perché ho provato delle emozioni indescrivibili.
Ancora oggi riguardo quella foto e non posso fare a meno di masturbarmi,ricollegandola a quei momenti di follia pura che vedono il fratello palpeggiare sua sorella.
Dopo un lunghissimo inverno giunge finalmente l’estate, e ricominciano chiaramente le mie fantasie voyeuristiche su mia sorella,spiandola in ogni occasione e dedicarle tantissime seghe. Come ogni estate,i miei genitori partono in vacanza per circa una settimana, e noi rimaniamo soli, felici di poterci dare alla pazza gioia,invitare gli amici a casa, fare cenette e fare tutto ciò che possa portare a un grande divertimento. La stanza dei miei genitori è l’unica ad avere il condizionatore,per cui era ambita da entrambi, in modo tale che ciascuno potesse quanto meno affrontare quel caldo insopportabile. Avevamo deciso di dormire nel letto matrimoniale un giorno l’uno, evitando quindi ogni forma di ingiustizia. Il giorno in cui toccava a laura dormire, avevo registrato su Sky un film che mi piaceva da matti. Tornato a casa,non avendo ancora sonno vado nella stanza dei mie genitori dove c’era Laura che dormiva e accendo la televisione a basso volume, nella speranza di non svegliarla da una parte e di poter vedere il film dall’altra, ma dopo qualche scena lei apre gli occhi e mi domanda cosa sto facendo. Le spiego che volevo vedere il film e le chiedo se poteva dormire nella sua stanza anche per quella sera perché mi volevo vedere il film e sarei rimasto io lì a dormire. Lei mi risponde di no seccata e si rimette a dormire, acconsentendo per quella notte che ci fossi anche io e concedendomi lo spazio necessario per sistemarmi. Inizia il film ma dopo circa un’ora non riesco più a concentrarmi,mia sorella è sdraiata rivolta verso il letto, mostrandomi conseguentemente il suo splendido fondoschiena rimasto scoperto dalla canottiera che si è alzata con lo sfregamento del lenzuolo. Sento una erezione immediata, mi vengono mille pensieri,e il film è l’ultimo di questi…Spengo la televisione e chiudo la luce; nella stanza buio fitto,non si vede praticamente niente, e questa situazione mi dà il coraggio di abbassarmi i boxer e iniziare una sega lentissima,per il timore di svegliare Laura. Sono felice ed eccitatissimo, anche per il rischio che sto correndo visto che mi potrebbe beccare aprendo gli occhi e accorgendosi di cosa sto facendo. L’eccitazione sale vertiginosamente dopo qualche minuto,quando l’occhio si abitua al buio e iniziano a prendere forma anche se in modo non completamente distinta i vari oggetti della stanza, e anche il suo culo coperto da un minuscolo perizoma e lasciato in vista dalla canottiera che per un colpo di fortuna era salita su…Il mio cazzo raggiunge la sua massima dimensione,vorrei saltarle addosso,strapparle il perizoma, e penetrarla ripetutamente per fare sbollire questa eccitazione tremenda che mi ritrovo, ma chiaramente tutto rimane in una fantasia che non potrò mai realizzare. Mi viene però alla mente un’altra idea:avvicinarmi con il pene in fase di erezione al suo culo,che era esposto verso di me, e anche se non potevo sentire il contatto per me era già una sensazione indescrivibile perché mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi con una erezione pazzesca sul letto dei miei genitori con accanto il culo semi nudo di mia sorella. Prendo coraggio e mi avvicino,il cuore mi batte forte…inevitabilmente ogni persona si muove durante il sonno e il fato volle che Laura si muovesse, provocando il contatto delle sue natiche scolpite con il mio cazzo…mi sembrava di provare una sensazione paradisiaca…Chiaramente non poteva immaginare che si trattasse del mio pene, anche perché il contatto era molto superficiale,ma io prendo ulteriormente coraggio e mi avvicino un altro poco col bacino, cercando di posizionare il mio cazzo proprio tra le natiche di Laura. Questa volta il contatto è notevole, conscio di quanto io stia rischiando e della pazza che sto commettendo, ma si sa, ad un certa ora di notte si perde la percezione della realtà e si è capaci di fare quello che uno non farebbe mai di giorno completamente cosciente. Il cuore mi batte forte,e se prima Laura aveva il respiro pesante, ora non lo sento più,potrebbe essersi anche svegliata. Dovrei allontanarmi per non rischiare ma ormai sono entrato in un vortice di emozioni a cui non posso più sottrarmi!Inizio con un movimento pelvico a muovere il bacino lentamente,strusciando il cazzo su quel meraviglioso culo della mia sorellina, quando a una tratto avverto un suo piccolo movimento. Temo che si sia svegliata e che posa nascere una sfuriata furibonda, ma invece mi accorgo,incredulo, che anche lei ha iniziato a muovere il bacino favorendo questo mio strusciamento. Non posso credere ai miei occhi,mia sorella si sta strusciando sul mio cazzo. Eccitato come non mai faccio sentire ancor di più il contatto, questa volta il cazzo preme sul suo culo. Laura a un certo punto,senza girarsi,mette una mano vicina al suo culo e la lascia ferma. Prendo di coraggio e avvicino il mio cazzo alla sua mano,e una volta raggiunto il contatto la sua mano inizia a muoversi delicatamente sopra e sotto,per l’inizio di una sega che mai avrei pensato di ricevere in vita mia dalla mia sorellina. Il ritmo diventa sempre più veloce, il mio respiro diventa affannoso quando lei a un certo punto,sempre nella penombra si gira di s**tto e si avvicina all’orecchio sussurrandomi: ce l’hai il preservativo?Io le dico di no..cazzo,li avevo finiti…lei mi risponde:non importa,ma dimmi quando stai per venire!
Non posso credere a quello che mi sta succedendo,sto per scopare con mia sorella,sto per compiere un i****to e realizzare il sogno della mia vita.
Laura si mette a cavalcioni su di me,si sposta il perizoma e infila il mio cazzo nella sua vagina,che dopo qualche secondo è già bagnata,fino a risucchiarlo tutto fino a scomparire. Mi trovo dentro il corpo della mia sorellina, quel corpo che tanto avevo sognato, quel corpo che mi aveva regalato tante gioie per averlo spiato in centinaia di occasioni..Inizia a muoversi lentamente,sento un calore indescrivibile, le tocco quei seni che già precedentemente avevo avuto il piacere di toccare,ma questa volta li avvicino alla bocca e inizio a succhiarli avidamente come un amante passionale. A quel punto mi confida che l’amica le aveva raccontato che anche io le avevo toccato il seno,senza commentare ulteriormente,facendo accrescere il mio stato di eccitazione. Si muove divinamente, il piacere aumenta sensibilmente,rischio di venire da un momento all’altro. Le sussurro nell’orecchio di girarsi, questa volta sono io a prendere l’iniziativa e la penetro a pecorina, realizzando anche questa volta una delle mie fantasie più ricorrenti,frutto di tante masturbazioni aventi ad oggetto la mia splendida sorellina. La penetro sempre più forte, la sento gemere sotto i miei colpi..dopo qualche minuto sento l’orgasmo che sta per venire, mi stacco rapidamente per non rischiare di venirci dentro,lei si avvicina e lo prende in bocca ,inizia a succhiare e quando gridando dico che sto venendo,lei anziché allontanare la bocca, aumenta il ritmo,venendogli appunto sulle sua labbra, che continuavano a succhiare…
Senza profferire parola ci addormentiamo esausti sul letto, e da quel giorno nessun accenno a quello che è successo. Capisco che lei voglia rimuovere, o semplicemente abbia un senso di vergogna infinito, ma nessuno dei 2 può disconoscere quanto successo. Sono passati tanti anni senza poter raccontare questa mia esperienza, ma in forma anonima finalmente ho trovato il coraggio di farlo, solo così posso sentire nuovamente quella eccitazione che mi ha pervaso l’anima per tantissimo tempo,conscio che quella esperienza non tornerà più nella mia vita,ma che mi ha permesso di realizzare quella fantasia inconfessabile che mi ha reso la persona più felice al mondo.
Laura ora è fidanzata,vive in un’altra città..ci si vede raramente d’estate e nelle festività natalizie. Era una cerbiatta con un corpo da femme fatal, ora si è trasformata in una donna straordinaria,sempre con quella faccia da l****a, ma molto più audace. Veste in modo molto più provocante,sensuale…magari potessi possederla ancora una volta!
Di lei mi è rimasta però quella foto del seno,ricordo di tempi passati che forse non torneranno più.

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Le passioni di Katy

Era un pomeriggio di alcune estati orsono; mi arrivò un sms da parte di una ragazza che lavorava con me da un paio di settimane.
“Devo parlare con te: ho un problema di lavoro.”
“Va bene – risposi – ci troviamo stasera, in centro, alle nove.”
“Si, aspettami.”
“D’accordo – aggiunsi scherzando – ma ti voglio vedere in minigonna, calze a rete e reggicalze!”
Non ricevetti risposta, pensando che si fosse offesa.
Quella sera la attesi sul luogo fissato ed anche lei arrivò puntuale.
“Sarà meglio che andiamo da un’altra parte perché non vorrei che qualcuno mi riconoscesse.” disse.
Non obiettai e la feci salire sulla mia auto; la osservai: capelli castano chiaro e lunghi, indossava una gonna leggera, chiara, plissettata, che le arrivava quasi alle ginocchia, una camicetta chiara e portava uno zainetto.
Dopo una decina di minuti di strada, parlando di futilità, arrivammo in una cittadina ed individuammo un bar nel quale fermarci a parlare; era un locale con un giardino estivo, senza clienti, qui ci sedemmo ad un tavolino, uno di fronte all’altro e lei con la schiena rivolta verso il bar. Il barista ci portò la consumazione richiesta.
La ragazza mi raccontò il fatto accaduto e dopo pochi minuti avevo trovato la soluzione; il clima si fece più disteso.
“Ma io non ti avevo detto che ti volevo vedere in mini e reggicalze?” dissi scherzando e, lei, sollevò gli occhi verso l’alto sbuffando leggermente.
“E no, i patti sono patti!” continuai sfrontatamente e guardandola negli occhi.
Lei diede un’occhiata in giro e, lentamente, fece scivolare la mano destra verso la gonna e la tirò verso di se: non erano le calze a rete, ma erano trasparenti, sorrette da un reggicalze ed indossava un tanga di colore chiaro.
“Caspita, che sexi!” sbottai vedendo tanta grazia.
“Ti va bene anche così?” mi chiese maliziosa e riassettando la gonna.
“Non c’è male, – risposi con la gola chiusa – ma dato che ci sei, perché non ti togli anche il tanga e mi fai vedere il resto?”
“Ehi, ma …?” rispose stizzita e fulminandomi con lo sguardo.
“Ops; – pensai – ho fatto una gaffe bestiale!”
La ragazza si alzò di s**tto portando con se lo zainetto ed entrò nel bar; accesi una sigaretta meditando sulla cazzata che avevo fatto, ma non riuscii ad aspirare la quarta boccata che lei era di ritorno, risedendosi al suo posto.
“Beh, – chiese – adesso non mi dici niente?”
La guardai stupito, senza comprendere il significato delle sue parole.
Depose lo zainetto a terra e, con la mano destra, afferrò il lembo della gonna raggomitolandola verso di se, scoprendo le cosce fino al pube. Non c’era tanta luce, ma vidi chiaramente che si era tolta gli slip: la passera era tutta depilata e le grandi labbra erano gonfie.
“Cazzo, che figa che sei!” dissi strabuzzando gli occhi.
“Ti piace?” chiese maliziosa.
“E c’è da chiederlo? Te la leccherei fino a consumartela, di tanto che mi piace vedertela così!”
“Mmmh!” soffiò dal piacere di mostrarsi, riabbassando la veste ed accavallando le gambe.
“Dai, non fare l’egoista – protestai – rialza la gonna e fammela vedere!”
Sorrise, soddisfatta e, accertandosi che in giro che non ci fossero spettatori inopportuni, riaprì lentamente le gambe e risollevò la gonna.
“Mi hai fatto venire l’uccello duro come un legno! – le dissi – Dai, apri un po’ la figa con le dita.”
Abbassò anche l’altra mano fino a che, con due dita, riuscì a divergere le piccole labbra; io la guardavo inghiottendo a fatica la saliva.
Iniziò lentamente, quasi impercettibilmente, a roteare le due dita sul clitoride e muovendo le anche sulla sedia; sbuffò, alzando leggermente la testa verso l’alto e soffiando fuori l’aria.
Si fermò, ricomponendosi e guardandomi soddisfatta.
“Che troia, che sei: mi hai fatto eccitare così tanto che ancora un poco mi sborro nelle mutande.”
“Vedi, – ridacchiò – questa è una cosa che noi donne possiamo permettercelo e voi no!”
“Che cosa?”
“Venire, senza farci scopare: ho avuto un orgasmo!”
“Ma dai?!”
“Certo: sono tutta bagnata!”
“Ma figurati!”
Diede ancora un’occhiata in giro e si infilò una mano sotto la gonna; la estrasse e, piegandosi verso di me, avvicinò il dito medio infilandomelo in bocca.
“Senti? – mi chiese; il dito era bagnato e odorava di figa – E dovresti vedere come è ridotta la mia passera: completamente fradicia!”
Rimasi sbalordito ad osservarla che sorrideva, soddisfatta.
“Davvero! – continuò, meravigliandosi del mio stupore – Guardala un po’, se ce la fai!”
Ero intontito da tale offerta; mi tolsi l’accendino dalla tasca dei jeans, smoccolando a causa della turgidità del mio uccello e che mi impediva una manovra veloce. Piegato leggermente in avanti, accesi la fiamma ad una spanna dalle ginocchia della ragazza, lei allargò le cosce e sollevò ancora la gonna; la figa era socchiusa e gocce di liquido luccicavano sulla parte esterna delle piccole labbra: restai per una decina di secondi ad osservare quello spettacolo estasiante!
Spensi la fiammella, raddrizzandomi e massaggiandomi l’uccello che stava per esplodere.
“Basta! – dissi sconfortato – Basta, non ce la faccio più: ti va bene se non ti saldo addosso e di trombo qui, in mezzo alle case!”
“E allora andiamo via di qui!” mi rispose seria.
“Non ce la faccio – risposi – ho l’uccello talmente duro che, con questi pantaloni attillati, si vedrebbe a chilometri.”
“Vado io davanti, così tutti guarderanno me!” rispose decisa e alzandosi dalla sedia.
La seguii di qualche metro, impacciato nel movimento; buttai l’occhio sul suo fondoschiena e vidi chiaramente una macchia sulla gonna, all’altezza del suo culo: aveva sborrato abbondantemente, non mi aveva raccontato storie!
Raggiungemmo l’auto che era parcheggiata in una viuzza fuori dal traffico; le aprii la portiera, come cortesia, ma più ancora nella speranza di vedere la gonna alzarsi e vederle nuovamente le cosce e la figa; stavolta mi andò male.
Salii dalla mia parte e, mentre stavo per allacciarmi la cintura di sicurezza, lei si piegò verso di me, appoggiò una mano su pantaloni aprendo con agilità la cerniera.
“Cosa stai facendo?” le chiesi meravigliato.
“Stai zitto! – mi ordinò, tirandomi fuori con forza il cazzo ed infilandoselo in bocca – Stai tranquillo: ti faccio una cura che ti farà passare questo gonfiore!”
Non avevo nessuna voglia di contraddirla, con quella bocca stava lavorando da vera esperta: con velocità da vera professionista ingoiava l’uccello fino a che non le toccava la gola e poi risaliva fino a che le sue labbra non sentivano il frenulo.
Io ero appoggiato sul sedile e con la mano destra appoggiata sul suo culo; dopo avere alzato la gonna, la feci scivolare fino in mezzo alle sue cosce; cercai la sua passera e la trovai facilmente perché la ragazza divaricò le gambe come per aiutarmi. Tastai le sue labbra, bagnate fradice e infilai il dito medio, agitandolo lentamente avanti e indietro.
Andammo avanti per un paio di minuti fino a che sentii la mano bagnarsi dell’umido della sua figa e la ragazza che, continuando a spompinarmi, mugugnava di piacere: era venuta un’altra volta!
Sentii una stretta nell’uccello e la sborra che risaliva fino ad uscire; la ragazza si accorse del mio movimento in avanti e si attaccò ancora di più al mio cazzo, come una ventosa, e come una ventosa la sentii risucchiare tutto quello che mi stava uscendo.
Mio abbandonai completamente sfinito sullo schienale: era stata eccezionale.
“Ecco, così siamo a pari! Tutti e due abbiamo sborrato!” disse, ansimando, adagiandosi anche lei sullo schienale del suo sedile.
Attendemmo qualche minuto e poi ripartimmo.
Ho rivisto ancora parecchie volte quella “brava” ragazza e lei, sapendo quello che mi piaceva, si è sempre presentata con un abbigliamento simile; ogni volta è stato un soddisfacimento completo per entrambi: a lei piaceva mostrarsi “porca” in pubblico ed a me piaceva vederla comportarsi da troia.

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Katia……..e le sue voglie

Il mio lavoro mi porta spesso ad incontrare delle coppie per decidere cosa fare dei loro risparmi. Ogni mese vedevo una coppia nuova, con delle esigenze diverse. Una volta vennero due fidanzati degni di un film del compianto Federico Fellini.
Lui un “guaio vivente”, brutto e rachitico. Lei, splendida, alta 1.70, bionda, capelli ondulati molto ampi, occhi da gatta blu come il mare, seno piccolo, pero in compenso un culo che “parlava”. Poteva avere una trentina d’anni, dai modi bruschi, sembrava sempre incazzata; lui veniva trattato sempre malissimo (e secondo me, aveva tutte le ragioni di questo mondo). In ufficio entrava, sempre un saluto molto distaccato, e nell’attesa o fumava una sigaretta sul balconcino oppure sfogliava distrattamente una rivista a caso; finche’ un giorno, era fine luglio, entrò in ufficio da sola, stranamente sorridente e cordiale.
Si mise a parlare e, tra una cosa e l’altra, mi raccontò di essersi lasciata con il suo ragazzo.
Morale della favola, io preso dall’enfasi del momento le chiesi se le andava di prendere un aperitivo assieme all’uscita dal lavoro. Nel momento stesso in cui lo proposi me ne pentii: avevo il timore che quella richiesta l’avrebbe fatta ritornare seria, invece mi disse subito di si.
Entrò dal consulente, dopo 20 minuti uscì e passando dalla mia postazione mi indicò il bar dove ci saremmo incontrati.
Furono le due ore più lunghe della mia vita, non passavano mai.
Finalmente si fecero le 19.00, uscii dall’ufficio e arrivai al bar praticamente volando. La trovai seduta sulla terrazza, nell’attesa si stava gustando una sigaretta. Quando arrivai, passati i primi 5 minuti di imbarazzo cominciammo a parlare del più e del meno; ad un certo punto, dal nulla mi disse: “Ti va’ di fidarti della mia cucina?”
Io le dissi di si, uscimmo dal bar e andammo a casa sua. Un appartamentino piccolino ma ben rifinito, cominciò ad armeggiare con pentole e pentoline ed io la osservavo nella sua bellezza:
indossava un vestitino molto corto con delle bretelline, sembrava un sottoveste, di seta color argento ed un paio di scarpe sempre color argento con il tacco altino.
Bellissima, io ormai ero estasiato da ogni suo movimento. Ero seduto su un divanetto basso ed ogni volta che si abbassava per prendere qualcosa in qualche stipetto basso il suo culo spuntava poco a poco fuori.
Ad un certo punto, si girò di s**tto, si avvicinò a me e mi disse con tono autoritario: “Hai finito di guardarmi il culo?”
Io, lì per lì, arrossii e non riuscii a dire nulla, lei un attimo dopo si girò e mi disse di seguirla… Io obbedii e la seguii. Entrammo nella sua stanza da letto, si girò ed in pratica mi infilò la lingua in gola e contemporaneamente la sua mano arrivò al mio pisello.
Lei infoiata da paura, era frenetica, mi sbottonò i pantaloni, prese il mio abbondante cazzo, si accasciò sulle ginocchia e in un attimo se lo ingoiò quasi tutto. Io non ci potevo credere, non mi era mai successo prima, oltre 20 cm di cazzo, bello grosso non era riuscita mai nessuna ad ingoiarselo in quel modo; con la lingua mi toccava le palle, incredibile!
Dopo ciò, mi fece sdraiare sul letto e mi scopò lasciandosi solo le scarpe ai piedi, sembrava posseduta, una cosa incredibile; affondava il mio cazzone nella figa godendo come una troia in calore sempre di più. Mi graffiò tutto il petto, mi diede morsi ovunque, una leonessa.
Praticamente guidò lei tutto il rapporto: prima lei su di me, poi alla pecorina, poi messa su un fianco, poi sulla schiena e le sue caviglie sulle mie spalle. E tutto questo graffiandomi ovunque, (e pensare che io dovevo tornare a casa dalla mia ex moglie). Ad un certo punto si rimise alla pecorina ed affondando il viso nel cuscino si mise le mani sulle chiappe, se le allargò e si infilò due dita nel culo. Al che’ io cominciai a leccare il roseo orifizio e a far scivolare saliva dentro, poi mi alzai su di lei e le feci sprofondare il cazzo nel culo, tutto fino a quando le palle non sbatterono sul suo sesso. Lei gridava con la faccia affondata nel cuscino e con le mani stringeva le lenzuola; io cominciai a pomparla sempre più forte, cercando di “scavarla” sempre di più, fino a quando non sentii arrivare la sborra. Di colpo uscii dal suo culo, ormai largo e mi avvicinai al suo viso, lei si girò da un lato aprendo la bocca, le cominciai a sborrare sulla guancia e pian piano il nettare bianco le scivolava in bocca. Quello che le rimase sul viso lo accompagnai con il pisello sempre in bocca, dopo di che’ si girò completamente e prese a succhiarmelo: succhiò anche le ultime gocce di sperma rimaste nel pisello.
Restammo a letto un po’, ma poi dovetti scappare a casa. Ci vedemmo per quattro o cinque mesi, tre o quattro volte a settimana. Mi ha spompato e non le bastava mai, ma è stato un bel “stancarsi”.

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le mutandine arancione ……

Come ogni sera prima del tramonto , dall’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato , stavo percorrendo la lunga spiaggia di Costa Rei alla ricerca di oggetti interessanti ; costumi e intimo femminile in particolare ma anche pantaloncini o magliette ,nonché scarpe da spiaggia , abbandonate o dimenticate dalle turiste che frequentano questa meravigliosa spiaggia , dove spesso non avendo alcun timore ad esibire la loro nudità la esibiscono facendo ogni tipo di rapporto sessuale con i loro partner

La lunga spiaggia è per molti tratti costeggiata da macchia mediterranea , sopratutto nel tratto finale verso Capo Ferrato
Questa macchia crea luoghi ideali per liberare la propria sessualità , di coppia etero o gay o lesbo , non sono pochi quelli che amano l’esibizionismo , indipendentemente dal genere , comunque ora ritorno alla mia passeggiata

Ero sulla via del rientro verso Costa Rei quando ho visto , trascinato dal vento , un perizoma arancione .
Non potevo stabilire se fosse femminile , solo dopo averlo raggiunto ho visto che si trattava di una mutandina femminile , solo questo tipo di intimo ha una sottile fodera nel cavallo .

Forse è il momento che dica che amo il travestimento e che quando faccio la camminata in spiaggia solitamente indosso slip da donna , a volte reggiseno e se il tempo non è dei migliori anche minigonna e camicetta o top
Sono una travesta , matura , che nonostante gli anni ancora è piacente .

Una volta raggiunte le mutandine che il vento trascinava ho cercato con lo sguardo la presenza di qualcuno , non è raro che chi impegnato in spiaggia o tra la macchia mediterranea non si accorga che i suoi oggetti volano via .
Spostandomi dalla spiaggia verso l’interno non è stato difficile intravedere una coppia che amoreggiava .
Avvicinandomi ulteriormente ho capito che si trattava di due ragazze , molto giovani , carine , che talmente erano impegnate a scambiarsi effusioni non si sono accorte della mia presenza
Anch’io comunque , distratto da quei due corpi femminili nudi , non mi sono accorto subito della coppia di ragazzi che poco distanti stavano facendo la stessa cosa , un 69 .

Lo sguardo di uno dei ragazzi si è voltato verso di me , ha sollevato per un attimo la bocca dal grosso cazzo che stava succhiando e , per nulla intimorito , ha ripreso subito il suo lavoro orale .

Anche le ragazze si erano accorte della mia presenza , una in particolare guardava con attenzione le mutandine che tenevo in mano .
Ora stavano sedute una davanti all’altra , una sulle gambe dell’altra con le sue che avvolgevano i fianchi dell’amica . A terra un reggiseno dello stesso colore delle mutandine , vicino un minuscolo perizoma nero e un reggiseno sempre nero .
I due ragazzi , nudi e con i cazzi ben eretti , erano in piedi e stavano avvicinandosi alle ragazze , tra loro hanno scambiato alcune frasi , la lingua mi era incomprensibile , comunque i loro sorrisi erano un linguaggio universale , come il ciao che quasi tutti insieme abbiamo detto .

La ragazza , quella che aveva guardato le mutandine , lasciata la sua amica stava venendo verso di me .
Era ancora più giovane di quanto avevo creduto , le tettine gonfie facevano risaltare i capezzoli ancora turgidi dalla eccitazione , le labbra della sua figa , sormontate da una leggera striscia di peli che cambiano colore tra il ramato e castano a seconda di come il sole li colpiva , anch’esse segnalavano con il loro gonfiore l’eccitazione non ancora esaurita .
Le mie mutandine , tipo brasiliana , rosa e trasparente non riusciva a nascondere la mia analoga eccitazione , il mio pene incurvato tra le gambe riuscivo a non farlo uscire solo tenendo le cosce strette .

Giunta vicino a me la ragazza ha allungato la mano , sembrava verso le sue mutandine arancione , ho fatto il gesto di porgerle a lei , invece mi ha preso la mano trascurando le mutandine e mi ha condotto verso gli altri tre .
Nessuno sembrava assolutamente interessato al mio strano abbigliamento e io non ero meravigliato , anche se eccitato , da quello che avevo visto fare a loro

il sole ormai vicino al tramonto illuminava i quattro corpi nudi , i due maschi ancora con evidenti segnali di erezione , le due ragazze con le cosce bagnate dai loro fluidi vaginali che ancora colavano sulle gambe , i ragazzi avevano attirato maggiormente la mia attenzione , i loro cazzi non erano cazzi che si vedono tutti i giorni , sia per lunghezza che per larghezza .
Di certo superavano i 20 centimenti , uno in particolare di molto .

Dopo il ciao iniziale verso di me nessuna parola , tra loro continuava invece il dialogo nella misteriosa lingua , dialogo interrotto dalla ragazza delle mutandine che , con mia sorpresa , in un discreto italiano mi ha detto che lei , la sua amica e i due ragazzi avrebbero voluto coinvolgermi nei loro giochi se fossi stato d’accordo

Ho chiesto , per capire la loro lingua , di dove fossero e lei mi ha risposto che erano Ucraini .

Anche se io e la ragazza delle mutandine parlavamo i tre non sembravano interessati alla nostra conversazione , la seconda ragazza era tra i due e alternava la sua bocca sui cazzi , anche lei sembrava avere una certa preferenza su quello più grande ,nonostante l’altro non fosse di certo piccolo .

Stavo guardando i tre , i due ragazzi e la loro amica , quando le mani della ragazza davanti a me si sono poggiate sulle mie spalle spingendomi in basso verso le sue tette , credevo , invece la spinta è proseguita verso il basso , si è fermata solo quando la mia bocca si è trovata davanti alla sua fuga bagnata
Una sapore salmastro ha subito colpito la mia mia lingua , la figa sembrava colare continuamente i suoi fluidi e le cosce della ragazza erano lucide e appiccicose nello stringersi sulla mia faccia , spingeva e roteava il suo inguine sulla mia faccia , cercava il contattato con la mia lingua , per non perdere l’equilibrio essendo accucciato , tenevo le mie mani sul suo culo , rotondo , sodo , giovane , che sembrava cercare le mie dita , finche piegandosi , quasi a pecorina , il suo buco del culo non è arrivato in contatto con le mie dita .

Prima ho bagnato le dita introducendole nella sua figa , sempre più bagnata , per poi penetrarla , prima con un dito , facendolo esplorare bene il forellino , poi introducendo un secondo dito subito seguito da un terzo .
I gemiti di piacere della ragazza si confondevano nella sera , ormai buia , con i gemiti della seconda ragazza che vedevo , con la coda del l’occhio , era inculata da uno dei due ragazzi .
Non ho dato peso al fatto di non vedere il secondo ragazzo , ero troppo preso a le leccare la figa della ragazza delle mutandine e farla godere penetrandola in culo con le dita .
È stato sulle mie dita che ho sentito la cappella , dura , del secondo ragazzo , cappella che cercava di prendere il posto delle mie mani nel culo della ragazza , così ho pensato , sbagliando .

Le mani del ragazzo hanno prese le mie portandole sul suo cazzo .
La ragazza bloccata tra noi ha detto qualcosa nella sua lingua , poi di s**tto in modo nervoso si è spostata , io ero seduto sui talloni e mi sono trovato con una mano a tenere il cazzo del tipo e l’altra costretta ad abbandonare il culo della ragazza .

Non ero affatto dispiaciuto , il cazzo che stavo tenendo era un bel cazzo , la cappella quasi viola per il gonfiore , lucida come uno specchio , il profumo di sesso maschile mi stava eccitando , la mia lingua non ha resistito a fare una passata su quella cappella
Muovevo la lingua tutt’intorno alla cappella , trattenendo il cazzo a due mani , di tanto in tanto con le labbra , sempre più bagnate , succhiavo e ogni volta introducevo sempre più il cazzo in bocca , ogni centimetro era una piacere intenso

Stringendo con una mano il cazzo mentre con l’altra massaggiavo , con una certa pressione , la zona del perineo , continuavo a far scorrere il grande cazzo nella mia bocca , lentamente , usando la lingua continuamente attorno alla cappella e fermandomi ogni volta che sentivo aumentare le pulsazioni a preavviso dell’orgasmo .

Nel buio della sera vedevo solo le due ragazze abbracciate tra loro, di tanto in tanto si baciavano , ancora completamente nude in piedi poco distanti da me e dal mio compagno di gioco .
Il secondo ragazzo ha fatto notare la sua presenza affiancandosi al primo , che già spompinavo da un poco , il suo cazzo dritto , quello più grande e largo , quello che mi aveva attratto da subito , che ora visto da vicino era veramente uno spettacolo .

Non ha interrotto il mio che stavo facendo , lentamente passava il suo cazzo , in modo delicato , sul mio viso provando più volte a tentare di farmi avere i due cazzi contemporaneamente in bocca
Ho tentato ma l’enormità delle due cappelle era un ostacolo
Ho provato a spompinare alternativamente i due ragazzi , sempre sotto lo sguardo attento delle loro due amiche , continuamente abbracciate , che nella loro lingua forse dicevano cosa farmi fare

Dopo un breve scambio di battute tra le ragazze e il tipo dal cazzo più grande una ragazza , quella delle mutandine , si è avvicinata a noi ; tenendo una mano sulla mia nuca in modo che continuassi a succhiare il cazzo al suo amico ha appoggiato l’altra sul mio inguine , credevo mi volesse masturbare , invece la pressione è continuata quel tanto per farmi sollevare dai talloni , sui quali ero seduto , e raggiungere la classica posizione a pecorina .
Per prendere fiato avevo estratto il cazzo dalla bocca , senza rinunciare a tenerlo stretto tra le mani , i due ragazzi aiutati dalle loro amiche mi stavano usando nel miglior modo possibile , ormai ero certo che le manovre della ragazza delle mutandine fosse il preludio affinché il suo amico , quello con il cazzo più grande , prendesse il mio culo .

Tutto si è realizzato quando la bocca di una delle ragazze ha preso ha spalmare di saliva il mio culo , insistendo con la punta della lingua fin dove poteva penetrarmi , per farlo teneva le mani sulle mie natiche allargandole il più possibile , e continuava a spalmare con la lingua la saliva che in precedenza sputava

Presto la punta della lingua è stata sostituita da una mano del ragazzo , subito mi ha infilato due dita nel culo , dita non grandi ma ben addestrate a farmi rilassare la contrazione anale .
Le dita entravano e uscivano dal mio culo con movimenti lenti , studiati , senza alcuna premura , questo mi dava la possibilità di continuare a succhiare il cazzo dell’altro ragazzo con profondo piacere , già pensavo a quanto sarebbe stato piacevole avere due orgasmi in contemporanea dentro di me , di sicuro avrei avuto anch’io un eccitantissimo orgasmo

Quando ho sentito le mani del ragazzo dietro di me poggiarsi sui miei fianchi ho capito subito che era arrivato il momento che il mio culo provasse quel grande uccello .
Cercando di sincronizzare i miei movimenti sul cazzo del primo ragazzo , il secondo , dopo aver appoggiato la sua cappella sul mio buco di culo , ha iniziato a contrastare i miei arretramenti , in modo da dilatare il mio culo e farlo adattare alla sua cappella
Ero io che facevo il pompino e sempre io che consentivo , con le mie spinte , alla cappella di penetrarmi .
Ho subito capito che i ragazzi avevano un particolare affiatamento , non dovevano comunicare , agivano coordinati , usando i miei movimenti .

Un solo istante di incertezza nel ragazzo che mi stava aprendo il culo , allora ho girato la testa e con la bocca strapiena di saliva ho leccato tutto quel grande cazzo lasciandoci sopra un denso velo di saliva .
Il cazzo così lubrificato è ritornato tra le mie chiappe e subito ho provato il doloroso piacere di sentire che la enorme cappella mi stava veramente aprendo il culo
Distratto dal cazzo che mi stava sfondando dimenticavo di spompinare l’altro ragazzo , era lui a ricordamelo spingendo il suo attrezzo fino nella mia gola .
Riprendevo così una perfetta sincronia tra pompino e inculata

L’attimo che la cappella è penetrata tutta nel mio culo mi ha stappato un grido .
Una delle ragazze , non so quale , si e avvicinata e con le dita sfiorava le mie labbra , per riportarle sul cazzo e proseguire i pompino
La presa più energica sui miei fianchi delle mani del ragazzo che mi inculcava è stata il preavviso che dovevo mordermi le labbra per non urlare .
Ho sollevato lo sguardo verso il ragazzo che stavo spompinando , di certo avevo gli occhi spaventati perché le sue mani mi hanno accarezzato con dolcezza il viso , e la sua cappella sulle mia labbra ha fatto il primo schizzo di una lunghissima serie di sborrate , ho tenuto la bocca aperta per ricevere gli ultimi schizzi e in quello stesso istante ho sentito il fuoco prendere possesso del mio culo
I miei gemiti di dolore sono stati scambiati con gemiti di piacere dal ragazzo che avevo spompinato e che aveva riempito la mia bocca di sborrata , si è inchinato verso la mia bocca e un bacio sensuale , lingua a lingua , appassionato ci ha uniti

Sentivo il culo in fiamme , i piccoli movimenti del grande cazzo non facevano progredire la penetrazione
Il mio culo non aveva mai ospitato cazzi talmente grandi , è stato allora che mi sono ricordato del primo cazzo che mi sverginato .
A poche centinaia di metri da dove ero ora .
Anche quel giorno , ormai lontano , il cazzo sembrava non poter entrare, tutto , nel mio cullo
Dopo molti tentativi infruttuosi e un desiderio crescente , sia mio che del mio sconosciuto partner , ho fatto sdraiare l’uomo e allargate le mie gambe mi sono seduto sopra il suo cazzo dopo averlo bagnato a lungo in bocca in modo da avere una saliva maggiormente densa
Afferrato quel cazzo con una mano e posizionato al centro del mio culo mi ero lasciato andare , a peso morto , il cazzo non era enorme comunque lo sentii infilarsi tutto
Ora avrei fatto la stessa cosa con un cazzo molto molto più grande
Non avrei incontrato un cazzo simile tanto facilmente nel futuro e volevo possederlo ad ogni costo
A gesti ho fatto capire al ragazzo che doveva sdraiarsi sulla schiena , la ragazza delle mutandine nel suo poco italiano mi è stata utile per far capire cosa volevo fare , sembrava felice di potermi aiutare e continuava a sorridere a noi tutti traducendo per i suoi amici
In bocca mi era rimasto il sapore e l’odore del pompino , avevo ancora parte della sborrata sul viso , questo odore mi eccitava .

Il ragazzo si è sdraiato e io tra le sue gambe leccavo cazzo e palle , non tanto per farlo indurire , era spaventosamente duro ed eretto , quanto per produrre più saliva possibile , il più densa possibile per lubrificare il mio culo e il suo cazzo e facilitare la penetrazione finale
La ragazza , sempre quella delle mutandine , inginocchiata come gli altri intorno a noi , raccoglieva con le sue piccole dita la saliva che usciva dalla mia bocca e colava lungo il cazzo e con maestria la spalmava sia all’interno delle mie natiche che dentro il culo
Il movimento delle dita della ragazza nel mio culo facevano aumentare il desiderio di essere penetrato , facilitavano anche il rilassamento dei muscoli anali , sentivo in ogni istante le contrazioni del culo fino a che sono rallentate , allora ho capito di essere pronto

Ho allargato le gambe e , come ho fatto la prima volta , ho stretto il grosso cazzo tra le mie mani e con una discesa inizialmente lenta ho fatto entrare la cappella , mi mordevo le labbra sia dal piacere che dal dolore
Dopo tre o quattro volte ho fatto entrare tutta la cappella , ma non mi bastava , volevo sentire tutto il cazzo dentro di me
Credevo che la cappella fosse l’ostacolo più grande , non avevo considerato il diametro crescente del cazzo .
I tre non coinvolti ci guardavano in silenzio le due ragazze abbracciate come in un gesto di darsi coraggio , i loro occhi vispi , attenti scrutavano ogni mia espressione .

Ho appoggiato le mie mani sul petto del ragazzo che stavo scopando , il suo volto aveva la mia stessa espressione di sofferenza , trascinavo sempre più in giù la pelle del suo prepuzio e non doveva essere piacevole , ormai il cazzo era per la lunghezza della cappella tutto entrato più volte , il culo lo sentivo abbastanza dilato , il cazzo non perdeva durezza e rigidità , è stato un istante , con uno sforzo finale mi sono fatto cadere di peso sulla verga infuocata che ora era per tutta la sua lunghezza e grossezza nel mio culo
Meravigliato , anche se indolenzito , ho cercato con le dita la base del cazzo , era a stretto contatto con il mio culo .
Anche il ragazzo ha voluto toccare , e in quel momento un sorriso stupendo ha illuminato il suo viso , come il mio

Per qualche istante siamo rimasti fermi , per godere di quel momento , poi il desiderio ci ha sopraffatto e l’inculata ha preso il giusto ritmo .
Più volte il cazzo è uscito dal mio culo , sempre subito rientrato ogni volta con maggiore facilita .
Lo sguardo del mio amante mi supplicava di farlo godere , mi sono inchinato verso la sua bocca , lui ha piegato le gambe per non fare uscire il suo cazzo dal mio culo , spinto dalle sue ginocchia sul mio sedere le nostre bocche si sono unite , le lingue attorcigliate , i nostri gemiti fusi tra loro mentre il mio culo veniva inondato da una sborrata pazzesca
I tre non coinvolti hanno capito che i nostri orgasmi erano arrivati ed erano stati devastanti , io ho sborrato senza toccare il mio cazzo , solo per l’orgasmo anale provato .

Un ultimo bacio alle nostre bocche e mi sono sollevato dal maestoso cazzo che ormai , giustamente dopo tanto lavoro , si stava afflosciando .
Le mia labbra sono passate prima sul petto del mio compagno poi sulla pancia per raccogliere la mia sborrata , poi immediatamente ho cercato il suo cazzo , ormai non più turgido, con la mia lingua ancora piena della mia sborrata ho raccolto le tracce della sua , ho trattenuto tutto in bocca per diversi minuti , volevo impregnarla del sapore di sperma .

Ho dovuto inghiottire tutto quando la ragazza delle mutandine si è avvicinata e dicendomi …. ciao mi ha regalato le sue mutandine e reggiseno
Poi un bacio e una carezza al mio viso e si è allontanata
Stessa cosa ha fatto l’altra ragazza , mi ha messo in mano il suo perizoma nero e il reggiseno , poi anche lei prima prima di indossare un leggero vestitino mi ha baciato
Il ragazzo , quello che avevo spompinato era ancora a cazzo semi duro nonostante la copiosa sborrata sulla mia faccia e bocca
Sorridendo mi ha preso per mano , mi ha tirato verso di se e le nostre lingue si sono incontrate all’interno delle nostre bocche calde

Non posso dimenticare il sorriso del ragazzo che mi ha rotto definitivamente il culo , difficilmente avrò nuovamente un cazzo di simili dimensioni , i suoi occhi brillavano mentre mi abbracciava e baciava
Le sue mani accarezzandomi mi facevano fremere di piacere .
Gli altri avendo capito che era nato qualcosa di straordinario tra noi ci hanno lasciati soli .
Non potevamo comunicare a parole ma i nostri baci , le nostre carezze come un linguaggio universale ci dicevano che eravamo felici ed appagati .
Un ultimo bacio e un sussurrato ciao e poi ognuno ha preso la sua strada
Nel buio della sera , camminando in spiaggia mi sembrava di aver sognato
Mi sono fermato per indossare le mutandine e il reggiseno arancione che avevano dato inizio a questo splendido pomeriggio .
La mia faccia aveva ancora tracce di spera e la mia bocca ne conservava il sapore
Era il modo di dire a me stesso che era tutto reale

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Le sorprese di una mamma

Il mio amico Mirko ultimamente tendeva a frequentare sempre più spesso casa mia, spesso con pretesti alquanto improbabili quali “studiare insieme”, “prendiamoci un caffè”, “vediamoci la partita” e balle simili. In realtà, sapevo che aveva sparlato con altri conoscenti di quanto fosse insolitamente attratto da mia madre…Mia madre Antonella ci ha praticamente visto crescere insieme e verso i miei amici è sempre stata gentile ed ospitale. Nessuno la aveva mai di fatto vista come un obiettivo sessuale, fin quando, verso i 20 anni, Mirko non l’aveva presa di mira. E oggettivamente non potevo biasimarlo! Mamma, 46 anni, era una donna a dir poco conturbante e senza dubbio sexy. Capelli neri, lunghi e lisci, un metro e 75 con una quarta di reggiseno spesso velata solo da scollature provocanti, e un fondoschiena non propriamente a mandolino, piuttosto largo, il che le conferiva una certa rotondità, non esagerata e quasi arrapante… Dal punto di vista del comportamento era rimasta una moglie fedele e impegnata nel lavoro, senza grilli per la testa, finché Mirko non riuscì a farmi cambiare parzialmente idea su di lei. Tornando alla narrazione, lui rimaneva uno dei miei amici “storici”, le cui continue visite però mi insospettivano non poco. Oltre a saperlo da altre persone, avevo avuto la riprova definitiva quando, un giorno, lo colsi con le mani nel sacco, che spiava mia madre dalla serratura del bagno! “Squallido!” gli urlai, e lui si girò spaventato verso di me, conscio di aver fatto una figuraccia. Onestamente non mi disturbava granchè l’idea che Mirko spiasse mamma, però era oggettivamente una scena triste, degna dei film di Pierino! Successivamente mi chiese scusa, però in privato mi spiegò che effettivamente mia madre rappresentava per lui un desiderio sessuale inarrivabile; apprezzai moltissimo il fatto che me lo fosse venuto a dire personalmente. In ogni caso gli dissi che sarebbe stato arduo, se non impossibile, portarsi a letto Antonella.Tuttavia provavo un minimo di fastidio, e non gli rivelai che mamma quando entrava in bagno tendeva a lasciare la porta chiusa, ma non a chiave…Nei giorni seguenti, continuando a bazzicare casa mia come una presenza costante, non ebbi modo di notare altri episodi del genere fin quando, ancora eccitato come un toro, Mirko si appoggiò nuovamente contro la serratura, e poco dopo gli venne in mente di aprire la porta.
“Antonella scusami… pensavo che fosse libero!” Mamma si stava facendo il bidet! La figa rasata era visibile tra le cosce, condite da un filo di cellulite cui lui non fece minimamente caso. Mi riferì che mamma lo aveva guardato quasi furiosa, e lui chiuse immediatamente la porta. “Certo che tua madre è veramente una gnocca incredibile… scusa se te lo dico, ma se potessi la spaccherei in due!”
Ero basito. Praticamente Mirko aveva avuto la visione in diretta della figa di mamma….Tuttavia la colossale figura fatta dal mio amico, benché gli avesse dato da masturbarsi per mesi, comportò che non si fece vedere a casa per un bel po’. Qui avvenne l’imponderabile. Mamma iniziò a chiedermi che fine avesse fatto Mirko, con domande tipo “la sua mancanza ormai si sente”, “chissà come mai non si fa più vedere”… E soprattutto aveva preso una nuova abitudine: notavo che, sotto i suoi pantaloni, indossava spesso dei perizoma! Un indumento che non le avevo praticamente mai visto indossare!
“chissà se quell’ a****le sta riuscendo nel suo intento”, pensai, ma poi razionalmente pensavo fosse impossibile che mia madre si concedesse in questo modo a un 20enne, è roba da film!
Ciononostante decisi di riferire a Mirko le frasi che lei mi aveva rivolto, stimolandolo involontariamente a ins****re con Antonella.
Il fattaccio avvenne alcuni giorno dopo: il mio amico aveva trovato coraggio di ripresentarsi a casa, lo aspettavo ad una data ora, prima che mamma decise di spedirmi a fare una commissione proprio in quell’orario.
E’ troppo strano, pensai. Soprattutto perché non svolgevo commissioni da anni, sapeva quanto mi scocciassi a fare questo tipo di cose.
E allora decisi, non so come, di farle credere che ero uscito, nascondendomi in realtà in un ripostiglio di casa. La mia mente aveva partorito uno strano piano di cui non riuscivo a riconoscere la motivazione: sebbene mi desse fastidio il fatto che Mirko si arrapasse pensando a mamma, volevo conceder lui un’opportunità, ma soprattutto volevo comprendere se questa fantomatica “commissione” imposta da mia madre avesse a che fare col fatto che lui stava per arrivare.
“Che mente malata la mia!”, riflettei.
Le cinque giunsero e Mirko, qualche minuto dopo, bussò.
Mamma, sebbene non fosse sotto la doccia, andò ad aprirgli in accappatoio…
Lì capii che la mia mente perversa aveva fottutamente ragione.
“Ciao Mirko, purtroppo al momento Giulio non è in casa.”lo accolse.
Lui, paralizzato dalla visione di Antonella in tenuta molto domestica, stava per ritornare indietro, quando mamma lo tirò per un braccio dentro casa: la discussione successiva fu incredibile.
“Sei tornato per continuare a spiarmi nel bagno, maiale?”
“….”
“E ti è piaciuta la mamma del tuo amico mentre si puliva?”
“Scusami, ma non ce la faccio più.. sei il mio sogno erotico ormai!”
“Davvero?” Lusingata, mamma gli sorrise sinistramente.
“Vieni con me”, lo prese per mano, lo condusse sul divano e a quel punto decisi di uscire.
Dovevo vedere cosa stava succedendo.
Mirko si era seduto sul divano, incredulo di avere davanti a sé le gambe depilate e lunghe di mamma, che se le toccava lentamente, a un ritmo esasperante.
“Quindi ti vuoi scopare la mamma del tuo amico…” e si buttò al volo sulle labbra di lui.
Si baciarono a lungo, approfonditamente, con le lingue che si univano lussuriosamente mentre mamma gli toccava i pantaloni..
“Antonella ti voglio nuda!” disse Mirko con la bava alla bocca.
E lei si staccò, proferendogli qualche parola, sussurrandola lentamente:
“Puoi solo vedere… nel frattempo fammi vedere il tuo cazzo…” e lo tolse dai jeans, svettante e già lucido. Lo toccò con due dita, in maniera lieve sulla punta, mentre Mirko iniziava a fare versi goduriosi.
“Preparati allo show di una VERA donna!”
Mise una sedia davanti a lui e iniziò a fare passi lenti, sinuosi volti a provocare il mio amico.
Mamma stava iniziando uno spogliarello che mi provocò un’erezione assurda.
Poco dopo tolse l’accappatoio e, fossi stato in Mirko, sarei venuto anche io.
Indossava sotto un perizoma nero, sottile all’estremo, che mentre si voltava mostrava l’interezza del suo culo, toccandoselo con la mano, mentre sopra un reggiseno di pizzo nero a stento conteneva gli enormi seni.
Si muoveva in maniera sensuale oltre ogni previsione, chinandosi regolarmente per mostrargli tutte le sue grazie, appoggiò uno dei tacchi accanto a lui, mostrandogli la vagina scostando il perizoma.
Prese il dito di Mirko e lo infilò dentro, provocando rumori che mostravano evidentemente quanto fosse bagnata. Mentre lui procedeva, lei gli toccava le labbra sfiorandole appena, e spingendo col bacino contro due dita che spingevano furiosamente.
Si staccò di colpo, abbassando prima il perizoma e poi togliendosi il reggiseno.
Si piegò nuovamente a 90 di fronte a Mirko, poggiandoli delicatamente le tette in faccia.
“Leccamele” e non se lo fece ripetere.
Mordicchiava delicatamente i capezzoli di mamma, titillandoli con le dita , e lei lo guardava soddisfatta, ignara del figlio dietro l’angolo che osservava la scena, e che mai avrebbe immaginato che la madre fosse una simile troia!
Si baciarono di nuovo, con trasporto, quando mamma iniziò a masturbare con estrema lentezza il pene di Mirko che a tratti sarebbe scoppiato…
“Antonella non ti posso scopare?” disse sudando.
“non esiste, se torna Giulio che faccio?”
“Non lo so, prova con un pompino”
Risero entrambi. Mamma si inginocchiò di fronte a lui e mise il cazzo fra le sue tette.
Iniziai a masturbarmi: mia madre Antonella, la sua quarta di seno che conteneva il pene di un mio amico, la sega spagnola lenta che gli stava facendo, era tutto troppo eccitante.
“Che tette eccezionali che hai… voglio sborrarci sopra!” Disse infoiato.
“Sinceramente preferisco sentire il sapore dello sperma” fu l’incredibile risposta di mamma!
Mirko propose di scoparla ancora, ma lei rifiutò, dicendo che “una donna sposata non si può far fottere da chiunque!”
Che zoccola!
“Comunque se vuoi tornare un pompino non te lo negherò certo” disse, ghignando, e continuando ad alzare e abbassare i seni sul suo pene.
Poco dopo Mirko si alzò e, con mamma ancora inginocchiata, le mise il cazzo in bocca.
“Ohhhh quanto ho sognato un pompino da te!”
Lei sfiorava lentamente la cappella con la lingua, passandola lungo tutta la circonferenza, e andando via via sempre più verso la base dell’attrezzo.
Mamma sembrava una pompinara nata…
Ma non durò molto: poco dopo Mirko iniziò a masturbare la parte del pene rimasta libera dalle fauci di Antonella, e le venne copiosamente in bocca mugolando in modo a****lesco e ingoiando la sborra, con qualche goccia che scendeva lungo il collo.
Rimasi incredulo.
Chissà che prossimamente non mi convenga provarci con la mia stessa madre….

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Per le curiose

Sono mesi ormai che quando rientro a casa sono assalito dal suo silenzio.
Infatti ora, dopo diversi anni di matrimonio. ci vivo da solo perché ho divorziato dalla quella stronza della mia ex perchè non ce la facevo più a sentire le sue continue lamentele su qualunque cosa possibile tipo lavoro, famiglia, politica, automobile e le sue continue scuse per non fare sesso.
Alla mia età, che non vi dirò per vergogna, mi sono ritrovato a masturbarmi come un giovane ragazzo alla ricerca del piacere. Ed è stato proprio questo a farmi decidere per il divorzio!
Infatti ora ho la possibilità di farlo ogni volta che voglio, se necessario anche a pagamento, e sto riscoprendo sempre di più quanto sia bello farlo.
Ultimamente poi ho scoperto un nuovo mondo del sesso e cioè il BDSM.
Questo è successo casualmente quando ho rimorchiato una donna a cui piaceva essere sculacciata.
Quando, dopo il primo amplesso, mi ha chiesto di sculacciarla pensavo che stesse scherzando ma poi lei si è sdraiata sulle mie ginocchia e mi ha pregato di farlo. Le prime sculacciate sono state molto timide e maldestre al punto che dalla sua bocca uscivano più rimproveri che lamenti. La mia timidezza è scomparsa quando mi ha detto che se lo facevo come piaceva a lei, portandola magari all’orgasmo, mi avrebbe concesso un rapporto anale.
Dovete sapere che mai con mia moglie ho avuto questa esperienza e non certo per mancanza di voglia e/o fantasia da parte mia ma semplicemente perché per mia moglie la cosa era tabù.
Ho quindi cominciato a sculacciare sempre più forte quelle natiche voluttuose che diventavano man mano sempre più rosse. Ora dalla bocca della donna uscivano lamenti che mi eccitavano in un modo indescrivibile al punto che quando mi ha pregato di fermarmi non l’ho fatto ed ho continuato a colpirla con precisione insultandola per gli peggiori epiteti.
Mi sono fermato solo quando il dolore alla mano è diventato troppo forte per continuare e le sue grida si erano trasformate in un pianto interrotto.
A quel punto ero talmente eccitato da perdere completamente il controllo di me stesso.
Ho fatto mettere la troia alla pecorina e l’ho inculata violentemente. Quando ho goduto, mio dio che orgasmo, ho tolto il cazzo dal suo culo aperto e glielo messo in bocca.
Lei, forse per paura di essere di nuovo sculacciata, l’ha aperta subito e ha ripulito il mio cazzo.
Alla fine mi sono vestito e sono andato via mentre lei mi diceva di tornare a trovarla quando volevo!
Ecco questo è stato l’episodio che ha cambiato la mia vita.
Mi sono sentito potente e padrone di me stesso, in grado di fare tutto quello che volevo.
Sono poi tornato a trovarla più volte raffinando il mio comportamento e le mie voglie per la mia ed anche sua felicità.
Ora però sono alla ricerca di una ragazza , curiosa ed inesperta che voglia provare la sottomissione completa verso di me.
Non mi interessa come essa sia (grassa o magra, bionda o bruna, bassa o alta) l’unica cosa che richiedo è l’obbedienza e la disponibilità.
Cosa prometto in cambio?
dolore, godimento, umiliazione, uso ed abuso del corpo e …. divertimento (soprattutto mio)!
Ho messo degli annunci per trovare la mia troia ed un giorno ho ricevuto la seguente mail da una giovane ragazza che si chiama ….

sono un uomo che nella vita virtuale sogna di essere un master. Ho avuto delle bellissime esperienze con una coppia di donne americane con cui, nonostante la difficoltà della lingua, ho vissuto questa esperienza. Ma ora vorrei trovare una donna italiana con cui intrattenere all’inizio un rapporto virtuale e poi se possibile anche reale

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La mia passione per le BBW

Fin da quando ero un bambino sono stato sempre attratto dalle donne bene in carne, le cosidette BBW. Forse il motivo è dovuto al fatto che la mia dolce tata lo era mentre la mia matrigna era invece magra come un grissino, o forse perchè la prima donna che ho visto nuda era la mamma di un mio amichetto ed anch’essa era “enorme” agli occhi di un bambino di sei anni. Sia ben chiaro non è che mi ha m*****ato o altro perchè l’ho vista di sfuggita a casa sua mentre si toglieva il costume forse dimentica del fatto che io ero stato invitato dal mio amichetto per giocare.
le ipotesi possono essere molteplici ma il risultato è sempre lo stesso: sono sempre stato attratto dalle BBW ed oggi, che ho 40 anni suonati, sono le mie “prede” preferite.
Mia moglie è una mamma, una bravissima amministratrice, un’ottima impiegata con successo (è un manager), volendo è anche una brava cuoca ma … non è una brava amante.
Il poco sesso che facciamo è per me insoddisfacente rappresentato dalla classica posizione del missionario senza mai una variante per non dire altro tipo un bocchino o l’inimmaginabile anale.
Ogni volta io ci provo anche se so quale sarà la sua risposta ma lo devo fare per … immagine.
Infatti quello che non posso fare con lei lo faccio con le mie amate BBW e, volendo essere cattivo, grazie anche all’aiuto della mia gelosa mogliettina perchè molte delle sue amiche rientrano in questa categoria, al contrario di lei. C’è chi lo è diventato dopo aver fatto un figlio incapace di perdere i chili accumulati durante i mesi della gestione, chi lo è diventato per golosità e chi lo è di natura.
Tra tutte queste preferisco quelle che rientrano nella seconda categoria perchè incapaci di res****re alle tentazioni, mentre le ultime sono più sicure di sè ed è più difficile convincerle. ma quando ci riesci … hai fatto tredici!
Dopo che mi sono fatto la sua miglior amica, che giornata indimenticabile è stata per noi due, deve essersi sparsa la voce perchè le occasioni sono rimaste invariate ma non … quelle divertenti.

FRANCESCA
La conosco da circa quindici anni, cioè da quando ho conosciuto mia moglie che me l’ha presentata come la sua amica del cuore, e mi ha sempre attizzato ma non potevo certo farmi avanti. Vederla quasi tutte le settimane era diventata una routine. Uscivamo per le vie di Roma per fare una passeggiata, o magari in qualche centro commerciale, e lei era quasi sempre presente (da sola). Più volte si è scusata per questo ma non mi ha dato fastidio, anzi. Il più delle volte, soprattutto nei centri commerciali, prendeva a braccetto mia moglie e d iniziavano a chiacchierare delle amiche, di quello che le era successo, oppure raccontava l’ennesima dieta miracolosa che si infrangeva davanti al primo gelato. Ebbene loro camminavano ed io restavo indietro godendomi la vista di quel culone messo in contrasto con quello di mia moglie.
Finalmente dopo tanti anni l’ho incontrata “casualmente” all’ora di pranzo mentre camminava per andare a casa.
“Ciao Francesca” le dico quando arrivo abbastanza vicino
Lei si ferma e cerca di capire da dove veniva quella voce. Quando mi ha visto mi ha abbracciato come fanno le vecchie amiche chiedendomi cosa stavo facendo da quelle parti
“sono andato da un cliente e sto cercando un posto dove pranzare. Mi vuoi fare compagnia? Mi farebbe piacere!”
“certo Luigi lo sai che quando si tratta di mangiare io non mi tiro mai indietro ahahah”
“dai andiamo allora ma andiamo in un posto tranquillo. Ho il rimborso spese quindi sfruttiamolo!”
Mi ha portato in un ristorantino lì vicino ben accogliente con pochi tavoli occupati (dopo ne ho capito il motivo).
L’ho portata al tavolo più appartato possibile ,vicino al muro, facendola sedere di fronte a me ed ho ordinato subito una bottiglia di acqua ed una di vino bianco frizzantino. Dopo aver ricevuto le ordinazioni il cameriere ci ha lasciati tranquilli dandoci la possibilità di parlare tranquillamente.
“Allora Francesca cosa mi dici di nuovo? E’ un po’ di tempo che non ci vediamo! Novità per il lavoro?”
“Lascia perdere Luigi è meglio non parlarne. Per una come me ci sono poche possibilità! Sai tutti cercano più la bella presenza che l’esperienza. Alla fine mi toccherà accettare il lavoro che mi ha offerto mio fratello, ma proprio non vorrei farlo. Mi sembra che lo faccia più per misericordia che per reale necessità.”
“Pensavo che avresti avuto meno difficoltà e proprio per, scusami, la tua presenza. Una donna come te da subito un’immagine di serietà a qualunque società! E poi perchè ti sottovaluti così tanto? Tu sei una bellissima donna e se non fossi la miglior amica di mia moglie … ci avrei fatto un pensierino! Mi raccomando però questo non dirlo a lei”
“come sei gentile Luigi, anche se so che lo dici solamente per amicizia!
“guarda Francesca se pensi questo mi offendo. Io sono sempre serio, mi conosci ormai da tanto tempo e lo sai. Tu promettimi di non dire nulla a mia moglie ed io ti offrirò oltre al pranzo anche il … gelato da gustare a casa tua!”
Francesca è rimasta a bocca aperta nel sentire queste parole. Ho visto la sua lotta interiore per rifiutare l’invito ma sapevo che avrebbe accettato visto che rientra nella categorie delle golose. Non riescono a res****re alle tentazioni!
Il cameriere finalmente portò i primi, avevo fame veramente, sbloccando almeno per il momento la situazione. Assaggiai i spaghetti allo scoglio che avevo ordinato e notai che Francesca stava ancora pensando.
“Guarda” le dissi “se ti ho offeso, perdonami. Ti chiedo solamente di non dire nulla a mia moglie, anche per il suo bene. Cosa farebbe? Il mondo le crollerebbe addosso per un tentativo andato male. Comunque i spaghetti sono fantastici. Assaggiali!”
Francesca lo fece quasi controvoglia ma poi, sentito il sapore, cominciò a mangiare di buon gusto.
Devo dire che pur sapendo come sarebbe andata a finire ero sulle spine. E se mi sbagliavo? Decisi di tornare alla carica dicendole “il dolce lo prendiamo qui o preferisci prenderlo a casa?” Lo so sono una carogna ma nella vita a volte bisogna comportarsi come tale per vincere.
Lei mi guardò con gli occhi tristi e alla fine parlò dicendo:
“preferirei prenderlo a casa mia ma ancora non sono sicura se parli seriamente o se mi stai prendendo in giro!”
Udite quelle parole mi tolsi una scarpa e alzai il piede mettendolo direttamente in mezzo alle sue gambe e le dissi “hai ancora dubbi?”
“chiedi il conto, e fai presto” mi rispose sorridendomi
Anche se casa sua fosse stata lontana qualche chilometro ci avremmo ben poco ad arrivarci. Francesca camminava talmente veloce che facevo fatica a starle dietro.
Entrai nell’ascensore dietro di lei e subito le palpai il facendola ansimare. Cazzo, erano anni che lo volevo fare ed ora me lo potevo godere.
Lei si girò e mi mise la mano sul pacco e dopo aver sentito la consistenza si passò la lingua sulle labbra gustandosi il momento, ma mai quanto me.
Appena chiusa la porta di casa le nostre bocche si unirono per la prima volta. Le lingue si cercavano e si sfuggivano cercando di esplorare il più possibile la bocca altrui sentendo i sapori del pranzo appena fatto. Le mani erano alla continua esplorazione del corpo altrui facendo aumentare la già consistente eccitazione. Mi ritrovai con i pantaloni calati senza quasi accorgermene e con il cazzo impugnato dalla sua mano che lentamente lo massaggiava mentre ansimava a causa della mia mano che era arrivata finalmente, e devo dire con qualche difficoltà, dentro le sue “mutandine”.
“Andiamo in camera da letto che staremo più comodi” mi disse con voce roca
La seguii togliendomi la giacca e sbottandomi intanto la camicia. Appena entrati mi spogliai completamente e velocemente per farle capire quanto la desiderassi e le dissi di spogliarsi lentamente per darmi la possibilità di gustarmi la vista del suo corpo passo dopo passo.
Quando vidi le sue enormi poppe pensai che dovevo assolutamente farmi fare una spagnola ma quando si tolse le mutande rimanendo completamente nuda e vidi la sua succosa e fica dovetti fare uno sforzo per non godere all’istante.
Salì sul letto e si attaccò al cazzo succhiandolo con maestria segno che almeno in questo non era una santarellina. Sicuramente qualche ragazzo l’avrà avuto e quella è la cosa più comoda da fare in una automobile per una donna come lei e a noi uomini piace tantissimo!
“fermati e sdraiati sul letto” le dissi all’improvviso e lei obbedì all’istante capendo le mie intenzioni.
Le presi i seni in mano giocando con quegli enormi boccioli rosa che erano i suoi capezzoli facendola eccitare ancora di più. Quando la mia mano scese verso il pube la vidi tremare dal desiderio ed un “oohhhh” uscì dalla sua bocca socchiusa a forma di O quando le toccai per la prima volta il clitoride. Dopo un leggero massaggio i lamenti aumentarono insieme ai movimenti del suo corpo (o dovrei dire del letto) e godette lanciando un urlo liberatorio prolungato.
Le misi il cazzo in bocca e scesi a leccarle la fica grondante di umori e lei si concentrò sui movimenti della mia lingua sul clitoride e si adeguò al mio ritmo. Mentre godeva per la seconda volta le affondai tutto il cazzo in bocca perché sentiva che stavo per godere cosa che feci inondandole la gola con spruzzi di bollente sborra e lei non potè far altro che ingoiare.
L’eccitazione era talmente tanta che il cazzo mi rimase in tiro come se niente fosse accaduto il che mi diede la possibilità di cambiare posizione ed infilarlo decisamente in quella accogliente ed umida caverna .
I suoi gemiti di piacere erano per me un afrodisiaco per non dire dei suoi incitamenti a spingere sempre di più e più forte.
“mettiti alla pecorina” le dissi con il fiatone e lei fu ben felice di farlo
Vedendo quel culo enorme davanti ai miei occhi mi sentii veramente felice. Mi sentivo come mai era capitato precedentemente.
Mentre la stantuffavo il suo corpo sballottava all’impazzata ed io quando le allargai le chiappe e vidi quell’invitante buco marrone che era il suo ano non riuscii a trattenermi per molto.
Per non correre rischi, non penso che prendesse la pillola e non avevamo nessun profilattico, fui costretto ad uscire velocemente dicendole
“girati, veloce”
E feci appena in tempo a vedere la sua faccia per dare il via libera al mio orgasmo e godere urlando per l’immenso piacere innaffiandole il viso e le tette.
Rimanemmo per qualche minuto distesi sul letto chiacchierando e stuzzicandoci ma ormai era tardi e la dovetti salutare.
Davanti alla porta mi chiese se ci saremmo mai più rivisti come amanti ed io le risposi
“Francesca, non sono Paganini. Concedo volentieri i bis. Ma sappi che ogni volta voglio di più. Quindi sai fin da ora cosa mi aspetterò da te”
“luigi , il sesso anale non l’ho mai fatto e non credo che lo farò mai tanto meno con un cazzo del tuo calibro”
“pazienza allora” ed uscii baciandola sulla guancia

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Racconti Erotici

Le liceali con il vizietto dell’amplesso

Per il pompino Raffaella non si fece pregare: dieci secondi e il mio pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata. Spompinò con ardore, mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone (…)

Sono uno studente universitario, vivo in un quartiere piuttosto elegante di Roma, e sono un po’ sfigato con le ragazze. Vi racconto però in che modo ho potuto vivere esperienze sessuali soddisfacenti, nonostante la mia mancanza di fascino e di capacità con l’altro sesso, sfruttando la bellezza dei miei amici più cari (e la troiaggine delle mie amiche parioline…). Spero che anche voi, se avete difficoltà ad approcciare con l’altro sesso, possiate trarre esempio dalle mie gesta: tanto di amici carini e di ragazze troie il mondo ne è pieno!

Alla fine del primo anno di Università, superato con discreti risultati, andai in vacanza a Santo Domingo con il mio amico Paolo: un vero sex-symbol nella zona, ed in più anche simpatico. Io già ero d’accordo con le mie amiche innamorate di lui su di un progettino che avevamo curato con cura prima della partenza: si trattava di recuperare materiale fotografico di quel fusto, possibilmente senza vestiti, mettendo in risalto soprattutto la plasticità del suo uccello, la cui bellezza aveva oramai fatto notizia tra le ragazze del gruppo. In cambio avrei ottenuto qualcosa di ancora imprecisato, su cui ci saremmo accordati al mio ritorno, a seconda della ricchezza del materiale prodotto. Ed io non avevo dubbi sulla ricchezza del materiale che avrei rimediato, perché riuscii sin dal primo giorno a fotografare Paolo completamente nudo approfittando del suo sonnellino serale.

Di ritorno dalla spiaggia, infatti, dopo la consueta partitella di pallone con i ragazzi del luogo, che puntualmente ci umiliavano in ogni modo, ci infilavamo sotto la doccia di filato. Poi, prima di cena, cotti dal sole, ci buttavamo ciascuno sul proprio letto. Lui però era solito farlo nudo, anche a causa del gran caldo. Ecco che io allora, atteso che si riaddormentasse, mi infilavo in camera sua e cominciavo a fotografarlo, con degli zoom impressionanti sul pene, che riuscivo a ritrarre co un’attenzione davvero incredibile per i particolari. Di ritorno dalla vacanza avevo in una cartella della memory-card della mia macchina fotografica qualcosa come 200 foto di Paolo, ripreso in ogni particolare del suo corpo abbronzato prestante ed atletico.

A Raffaella, mia referente principale nel progetto delle foto, di ritorno a casa, ne feci vedere solo alcune in anteprima, e molto di sfuggita, da lontano, attraverso il piccolo display della macchina. Non appena lei comprese il valore del materiale che le avevo riportato dalla vacanza, quasi non credeva ai suoi occhi. Cominciò, io credo, ad eccitarsi, come potei dedurre dal mutamento del suo volto. Una persona che si eccita come una cagna e perde il controllo dei propri sensi infatti la si può forse riconoscere dagli occhi, perché divengono più lucidi e le pupille si sgranano. Fateci caso… Lei si eccitò molto ed io ne approfittai per iniziare a dettare le mie condizioni. Per vederle, lì, ora, tutte, con calma, mi doveva anzitutto spompinare per benino, con ingoio, s’intende.

Per avere le foto a sua disposizione, invece, volevo che lei rischiasse tanto quanto avevo fatto io e mi procurasse foto simili delle sue amiche fichissime: Giulia, bionda occhi azzurri, elegantissima, con quelle tette enormi; Lavinia, piccolina, minuta, una che non te la dà nemmeno se la paghi, con la puzza sotto al naso; la sua coinquilina Sara, alta, magra, mora, occhi blu, culo perfetto, bellissima; ma soprattutto Giorgia, il desiderio erotico di chiunque di noi: mora capelli lisci lunghi, carnagione olivastra, occhini grandi neri, un corpo semplicemente perfetto. Un desiderio proibito.

Per il pompino Raffaella non si fece pregare: dieci secondi e il mi pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata. Spompinò con ardore, mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone di Paolo sul display e lei le guardava con avidità. Sognava magari dentro di sé che il pisello che aveva in bocca fosse quello bello, lungo, liscio, scuro, levigato, dritto, curvato verso l’alto, di Paolo. Le sborrai piuttosto in fretta una discreta quantità di sborra, che ingoiò con un primo colpo, salvo un po’ che le colò fuori dalle labbra, attaccandosi attorno al mento, così che dovette raccoglierla con la mano e riportarsela in bocca per un secondo sorso. Poi si guardò le foto con calma e mi promise, prima di andarsene, che avrebbe fatto il possibile per accogliere le mie richieste.

Le prime 20 foto, le più caste, se le guadagnò nel giro di 24 ore, quando si presentò a casa mia con i negativi di un paio di rullini di foto di Giulia dell’estate precedente, fotografata in spiaggia mentre prendeva il sole in topless. Di meglio, su Giulia, non poteva davvero darmi. Di per sé potrà sembrare poco, lo capisco, rispetto al rischio che avevo corso fotografando Paolo. Ma dovete capire che da un po’ girava la voce dell’esistenza di quelle foto, s**ttate durante una vacanza tra amiche in Calabria, in cui Giulia compariva in topless. Ed io sapevo che Raffaella le aveva e speravo davvero che le avrebbe messe in comune con me. Finalmente le ebbi: Giulia appariva abbronzantissima, sorridente, a tette al vento: delle tette grandi e polpose, ma meravigliosamente curvate, irregolari insomma, di una forma particolare…

Altre 50 foto Raffaella venne a prendersele la settimana dopo, schiava dell’esigenza di possedere quei reperti che evidentemente stavano mandando in tilt il suo desiderio. Mi portò del materiale straordinario: la sua coinquilina Sara fotografata sotto la doccia, a letto, in camera senza reggiseno, ed anche con il pelo di fuori. Gliele aveva s**ttate lei stessa per scherzo, come forma di complicità. Le foto erano carine e divertenti: in una, per gioco, Sara, con indosso solo un paio di slippini, prendeva una banana e se la infilava in bocca e tra le tettine. I capezzoli erano proprio come me li ero immaginati: scuri, lunghi, grinzosi. Il pelo della fica era nero, folto ma concentrato in verticale, non diradato in larghezza.

Con le foto di Giulia prima e di Sara poi mi feci delle seghe straordinarie. Non riuscivo a smettere di guardarle.

Sapendo della passione per Sara del mio amico carissimo Alessandro, mi decisi a fargli sapere che avevo delle foto interessanti. Lui impazzì all’idea di vedere le foto di Sara. Voleva perfino darmi dei soldi. Io ero un suo amico carissimo, in quel periodo stavamo sempre assieme, però non volevo neppure perdere l’occasione di rimediare, sempre con la tecnica dello scambio, qualcosa di utile per la mia vita sessuale. Lui in quel periodo si scopava una biondina niente male, che sinceramente ora non ricordo come si chiamava. Una tipa un po’ scema, ma davvero carina. Gli fornii la telecamera che mi avevano regalato alla cresima, gli spiegai come utilizzarla e la cosa fu fatta nel giro di 24 ore. Lui la nascose in camera da letto sotto un mucchietto di vestiti e riprese tutta un’intera scena di sesso tra i due, insistendo anche con la malcapitata in modo che si esponesse bene verso l’obiettivo della camera. Nel video ci fu una scenetta divertente, perché quando Alessandro le prese la testa, spingendola verso il suo cazzo in tiro per farselo succhiare, lei gli impose prima di leccargliela, perché non era giusto che lui rimediasse sempre pompini e lei nulla in cambio! Allora il mio amico prese a leccargliela, ma fece mettere la sua bambolina in una posizione tale per cui la fica aperta e inzuppata di liquidi viscidi compariva esattamente davanti all’obiettivo della videocamera, esattamente sotto al buchetto del culo, bello in mostra, con le pieghette rosa scuro tutte attorno a quel buco nero circondato dai peletti. In cambio del filmino girato con la biondina gli diedi le foto di Sara. Gli mostrai anche quelle di Giulia. Era pieno di donne lui, non come me, che ero un vero sfigato, ma le foto lo mandarono fuori di testa lo stesso. Quanto al video, avrei potuto utilizzarlo poi per altri fruttuosi scambi di materiale… Per esempio Gigi aveva sempre quelle foto di una sua ex americana s**ttate mentre scopavano; oppure Mino avrebbe potuto farmi avere in camb io quelle s**ttate con il cellulare di nascosto alla sorella più grande mentre faceva la doccia.

Raffaella intanto voleva le ultime 100 foto di Paolo. Impazziva soprattutto perché sapeva, avendole già viste, che nelle foto mancanti c’erano quelle con i particolari del cazzo. Mi spiegò anche, però, che non avrebbe davvero potuto farmi avere foto né della altezzosa Lavinia né della bellissima Giorgia, perché le era impossibile procurarsele. Avrei potuto chiedere a Raffaella di farsi fottere per benino in cambio della seconda metà del servizio fotografico di Paolo, ma la cosa mi eccitava fino ad un certo punto, vista la bellezza delle sue amichette… Così mi venne un’idea di cui poi non mi pentii. Le suggerii di rimediare un piccolo registratore e di nasconderselo dentro i vestiti, di organizzare un ritrovo fra amiche e di intavolare una discussione su temi sessuali, convincendo le amiche a confidarsi segreti. Anzi, le proposi di mostrare proprio in quell’occasione le 100 foto di Paolo che già si era accaparrata.

Raffaella sembrò soddisfatta dell’accordo, poiché le sembrava molto meno impegnativo di sottoporsi ad una scopata con il sottoscritto. Io non vi dico che cosa favolosa fu per me l’ascolto di quelle due ore esatte di cassetta audio registrata da Raffaella in un pomeriggio passato a vere tè a casa di una di loro. Poco dopo aver avviato il registratore, si sentì la voce di Raffaella che annunziava alle amiche, che stavano parlando di certi vestitini niente male in un negozietto dei Parioli, di avere con sé certe foto di Paolo. Le ragazze impazzirono, dandosi a strilli e strilletti, commenti su Paolo spinti ed eccitati.

I loro commenti sulle foto erano straordinari: da ragazze di alta società non me lo sarei proprio aspettato un linguaggio così sguaiato, ed invece c’era da ridere ed eccitarsi:

– Guarda che cazzo enorme, sono questi cazzi che ti fanno pensare che i pompini sono cose sante, esordì Sara.

– Sì – replicò Lavinia, la più altezzosa –, ma lo sai che a succhiare un pisello così io potrei venirmene da sola.

– Oh madonna – disse una voce che doveva essere della bellissima Giorgia –, pensate quando è in tiro quanto è lungo.

– Già – faceva eco Lavinia, che davvero inaspettatamente risultava più troia – io questo me lo metterei in fica e non lo farei più uscire.

– Madonna quanto è fico, io a questo gli leccherei pure il buco del culo, disse poi Giulia dalle belle tette.

– Perché, non lo hai mai fatto?, le domandò una di loro.

– No, mai fatto fino ad ora».

– Ah, e il tuo Luca non ha potuto godere della tua lingua sul culo?

– Chi, Luca?, ma se quello è un minidotato! C’ha un cazzetto che in fica neanche lo sentivo, replicò Giulia.

– Tu ce l’hai larga amica mia, te l’ho sempre detto… Da quando l’hai preso da quell’inglese a Corfù ti sei slabbrata la fica, le fece notare Giorgia.

– Ma che dici, tu semmai che te lo fatto sbattere in culo da Edoardo dopo neanche due settimane che stavate insieme…

– Piuttosto, fece allora Giorgia, rivolgendosi a Lavinia, a Michele gliel’hai data o no?

– Senti, rispose Lavinia, ti devo dire la verità, Michele mi lecca così bene la topa che sinceramente non vorrei che smettesse neanche per scopare. Io gli faccio un paio di pompini ogni volta che viene, e finisce lì, per ora. Perché se poi lui ci prende gusto a scopare, non mi lecca mica più come fa ora, con passione. Pensate che fa passare la lingua lentissimamente dal buco del culo al clito, e ritorno, per una marea di tempo. E quando vengo mi lecca inzuppandosi la lingua. E’ davvero un perfetto servetto, sembra un cagnolino fedele che lecca tutto. Figuratevi che ieri pome, appena i miei sono usciti, mi sono messa a fargli una sega mente ci baciavamo, e lui poi ha preso a spogliarmi e a leccarmi. Allora io mi sono messa a cavalcioni su di lui, che se ne stava sdraiato a pancia all’aria, dritta, e ho cominciato a schiacciargli la fica in faccia, mentre leccava. E’ diventato tutto rosso in faccia per lo sfregamento, non ti dico quanto godevo io a vedermelo là sotto che un alt
ro po’ non respirava più!

– Cazzo, che fico, beata te, disse allora Giorgia. Senti Lavi, ma perché non mi ci fai fare un giro con Michele, se lecca così bene? Ti prometto che ci faccio una cosa al volo e poi lo mollo.

– Perché no, in fondo me lo hai fatto conoscere tu! Poi lui dice sempre che sei una fica!

– Grazie, sei un’amica, ti giuro che me la faccio leccare come dici tu e non me lo scopo! Mò gli mando un messaggetto e gli dico se può passare a portarmi il libro di storia contemporanea. Tu però stasera non lo chiamare, eh! Sennò si ammoscia!

– Si però, disse allora Giulia, che se ne stava più sulle sue, stai attenta Lavi, perché lo sai che Giorgia c’ha preso gusto a prenderlo dietro, dice che non sente più dolore!

– Beh, questo no, cara mia!, reagì Lavinia rivolgendosi a Giorgia, non te lo fare mettere in culo, perché sennò quello poi viene da me e vuole farmelo pure a me, mente io non ci tengo per niente, mica ce l’ho rotto il culo io!

– Stai tranquilla, niente culo da lui, neanche sarebbe capace, poi! Comunque voi sbagliate a non prenderlo, fidatevi!

– Aoh, fece Giulia, ma noi mica siamo tutte come te!

– Senti che parla! Replicò Giorgia, proprio tu parli, che ti sei fatta pisciare addosso quando stavi con quello di Milano!

– Eh!?

– Cosa?!

A quanto pare le altre ragazze non sapevano di questo incredibile precedente erotico di Giulia, che fino ad allora aveva fatto la signorinella e che ora si scopriva come la più troia di tutte loro!

– Ma guarda, fece Giulia incazzata, che io mica volevo farmi pisciare addosso da quello stronzo. Infatti poi l’ho mollato! Era lui che già da un po’ mi rompeva co ‘sta storia che mi voleva pisciare addosso. E io gli dicevo, ma che sei matto, e roba del genere. E poi un giorno, stavamo a casa sua e io mi ero inginocchiata e glielo stavo per prendere in bocca, quando a un certo punto vedo che inizia a zampillare un fiotto di piscio dalla punta del cazzo che mi è arrivato dritto negli occhi, non sapete che bruciore, e poi sui capelli e poi dappertutto. Ho provato ad allontanarmi ma quello c’aveva un idrante al posto del cazzo, perché lo schizzo faceva metri, giuro metri, roba incredibile, io non pensavo che gli uomini potessero pisciare così lontano. Comunque fu una cosa schifosa. Infatti l’ho mollato.

– Comunque io, intervenne allora Sara, a uno come Paolo gli permetterei pure di pisciarmi addosso, se proprio ci tiene: guardate che meraviglia che è in queste foto. Mi porterei il suo cazzone a letto tutte le notti, stringendomelo addosso come un orsacchiotto!

Fu Raffaella ad interrompere il dibattito:

– Ragazze, ma lo sapete che ce ne sono altrettante di foto, che io non ho, in cui ci sono i particolari del cazzo fotografato mentre lui dorme?

– Ma che dici, sei matta? Ma davvero? E che aspetti a farteli dare? Io le voglio assolutamente vedere, fece Sara.

– Si, fece Raffaella, è che vuole qualcosa in cambio, io per avere queste qui ho dovuto… (a questo punto io, che ascoltavo masturbandomi alla grande, ho fatto un salto, temendo che quella cretina si stesse tradendo, rivelando di avermi dato le foto delle due amiche Giulia e Sara) beh… ho dovuto fargli un pompino!

– Ma va!?, fece qualcuna stupita.

– Eh beh, disse Sara, fagliene un altro!

– No, non vuole più…. Dice che le foto valgono di più… Forse vuole scopare.

– Beh, e tu scopatelo, che ti frega, poi c’hai ‘ste foto da paura col cazzo dell’uomo più bello del mondo! Insistette sempre quella zoccolona di Sara.

– Mah, non so, non sembrava neppure interessatissimo alla cosa.

– Vabbè, allora chiedigli se vuole che il pompino glielo faccia qualcuna di noi, disse Sara.

Io all’udire quelle parole impazzii!!! E pensare che le foto le avevo date via tutte oramai, proprio per avere la cassetta che stavo ascoltando!!! Chiamai Raffaella di corsa e le proposi un nuovo accordo: fingere di non avere le 100 foto, e spiegare ad una della amiche che le avrei date loro in cambio di un pompino. Raffaella, in cambio, avrebbe poi preteso delle cose molto complicate, che magari vi racconterò in un’altra circostanza…

La cosa si concluse il giorno seguente. Venne da me nel pomeriggio Sara, la coinquilina bellissima di Raffaella, tutta divertita dalla situazione, che viveva come un gioco. Io le diedi le foto subito. Lei, sorrise per il gesto, diede appena un’occhiata dentro la busta, poi la mise in una tasca del giaccone. Mi guardò negli occhi sorridendo, si chinò in ginocchio, aprì la patta dei mie pantaloni, tirò fuori il mio cazzo, lo mise in bocca dolcemente, e lentamente se lo succhiò con gusto, con arte, come se lo facesse con piacere, benché io sapevo che lo faceva solo per avere in cambio le preziose foto con cui avrebbe potuto spararsi i migliori ditalini della sua vita.

Quando venni Sara ingoiò tutto senza difficoltà, si alzò, e si incamminò verso l’uscita. Io le chiesi se avesse bisogno di fare un salto in bagno, ma mi disse che no, non ne aveva bisogno. Curiose ragazze: elegantissime, truccate, profumatissime, che vanno in giro per la città con il palato ancora umido di sborra e il fiato viziato dal sapore del cazzo, magari di filato a pomiciare col pariolino di turno…