Sono cresciuto e vivo in una città di provincia da più di 60anni. Da giovane mi sono sempre piaciute le donne ed ho avuto rapporti regolari. La mia prima esperienza gay l’ho avuta durante il militare. Non volendo andare con le prostitute, una sera decisi di accettare un invito che molti omosessuali offrivano ai militari in una zona del lungomare. Uno in particolare mi colpì per l’eleganza, bastò poco a lui per capire che ci stavo. Mi fece salire in macchina e con sorpresa vidi che nel sedile posteriore c’era già un altro uomo seduto. Un po’ perplesso gli chiesi chi fosse, e mi disse che essendo un’ insegnante del luogo aveva timore che qualcuno lo riconoscesse. Arrivati a casa mi face accomodare nel salotto dove c’erano alcune riviste pornografiche sul tavolino. Dopo avermi offerto un drink restammo da soli io ed il professore, lui deve aver avuto una voglia matta, perché iniziò subito ad accarezzarmi, mi aprì la lampo dei pantaloni e tirò fuori il mio cazzo e iniziò a succhiarlo con un tale ardore che subito diventò duro. Mi portò in camera, ci spogliammo e mi fece sdraiare sul letto. Mi leccava, succhiava, baciava tutto il corpo ma io rifiutai i suoi baci essendo solo attivo etero. Mi fece venire la prima volta nella sua bocca e la seconda volta nel suo culo che avevo penetrato a dovere. Dopo circa due ore mi riaccompagnò davanti alla caserma e mi disse che sarei potuto tornare quando avrei voluto, cosa che non feci mai.
Mi sono sposato, ho avuto una vita sessuale regolare ma quella esperienza però non l’avevo mai dimenticata ed ogni tanto mi tornava in mente ed iniziava ad eccitarmi sempre più al punto da farmi masturbare con immenso piacere. Come forse in tutte le città, anche nella mia, c’è un luogo di incontri per omosessuali ed ogni tanto mi capitava di passarci per accorciare il percorso per tornare a casa di sera. Una sera di non molti anni fa, avevo circa 45 anni, ero particolarmente eccitato ed avevo voglia di un incontro extraconiugale. Siccome le prostitute non mi sono mai piaciute molto, decisi di passare in quella zona e magari farmi rimorchiare da qualche frocio. Arrivai un po’ timoroso con la mia auto perché avevo paura di incontrare qualcuno che conoscevo, rallentai e subito un auto accese le luci ed iniziò a seguirmi, io capii mi accostai, abbassai il finestrino ed un signore distinto nell’altra auto mi chiese se cercavo compagnia. Gli risposi di sì, allora lui mi disse di salire sulla auto che ci saremmo fatti un giretto.
Appena salito incominciamo a parlare e mi poggiò la mano sul mio ginocchio, inizio ad accarezzarmi la gamba e presto arrivò sul mio uccello. Provai subito una sensazione di piacere, mi chiese se era la prima volta ed io risposi di sì, allora prese la mia mano e la poggiò sul suo ginocchio.
Iniziai quasi a tremare, avevo fremiti in tutto il corpo, iniziai a massaggiare la sua coscia e la cosa scoprii che mi piaceva. Arrivammo in un luogo appartato mi chiese di scendermi i pantaloni fin sotto le ginocchia, cosa che feci rimanendo con il cazzo nudo che nel frattempo si era indurito. Iniziò ad accarezzarlo con le mani mentre avvicinò le sue belle labbra alla mia bocca, e senza accorgermene lo baciaci e mentre le nostre lingue si intrecciavano voluttuosamente lui prese la mia mano e la portò sul suo uccello che era duro. Non so perché ma non tolsi la mano anzi iniziai a massaggiare il suo cazzo e la cosa mi dava piacere. Si abbassò e mi succhiò il cazzo che dovetti trattenermi per non venire subito, ero così eccitato che quando lui mi disse di leccargli il cazzo glielo presi in bocca ed iniziai a succhiarglielo senza rendermi conto di quello che facevo. Gli venni in bocca , bevve la mia sborra che disse di essere dolce e lo masturbai fino a farlo venire. Quella sera tornai a casa soddisfatto ed eccitato e feci l’amore con mia moglie ignara di quello che era successo.
Da quella sera è inutile dirlo cercavo ogni occasione per andare in quel posto per incontrare uomini ed iniziai io ad acchiappare. Avevo capito che il cazzo mi piaceva di più della figa ero diventato frocio. In alcune sere sono riuscito anche a fare tre bocchini a uomini diversi, ormai accettavo tutti, giovani e meno giovani anzi devo precisare che preferisco gli uomini maturi.
Con uno in particolare che aveva un cazzo meraviglioso ho avuto più volte rapporti completi. Dopo un paio di incontri “di bocca” mi disse che gli sarebbe piaciuto mettermelo nel mio culetto vergine. Era un’esperienza che non avevo fatto ma siccome mi piaceva tanto, seppure con timore, gli dissi di sì ed una sera d’estate mi fece scendere dalla macchina me lo fece succhiare ben bene e quando diventò duro e turgido, mi fece girare, mi fece appoggiare sul cofano della macchina ed iniziò a perforarmi. Io lo pregai di fare piano e lui con piccoli colpetti e delicatamente me lo infilò. Fu una sensazione piacevolissima essere posseduto così, mi faceva sembrare una troia e non ci volle molto che venni mentre lui continuava ad entrare ed uscire dal mio culo ormai sfondato. A quel punto gli chiesi di fare più forte e di mettermelo tutto dentro, mi sembrava di sentirlo fin quasi in gola. Dopo un po’ sentii che aumentava il ritmo e che il suo cazzo era diventato durissimo e bollente. Mi diede due tre colpi fatti bene e mi venne dentro, sentii il suo sperma caldo che mi riempiva, poco dopo lo tirò fuori e gli leccai tutta la sborra rimasta.
Fu una serata indimenticabile!
E’ inutile dire che ormai cerco solo di fare sesso con uomini preferibilmente nel ruolo passivo, frequento anche una sauna dove si fanno incontri interessanti. In particolare ci vado perché si possono vedere uomini girare nudi e si può fare sesso davanti ad altri e la cosa mi eccita tantissimo.
L’ultima volta che ci sono stato lo abbiamo fatto in tre nell’area video con immenso piacere di tutti. Ad un bell’uomo sulla quarantina prima gli ho leccato per bene le palle, gli ho fatto una pompa e poi me lo ha messo nel culo mentre un altro succhiava il mio cazzo sdraiato sotto di me.
Quando non posso avere “incontri ravvicinati” guardo porno video gay, preferisco gli spogliarelli di bei ragazzoni di colore con grossi manganelli e potete immaginare come a va a finire, con delle grandissime ed eccitatissime seghe.
Da etero, con immenso piacere, sono diventato gay!
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Da quel tuffo col paracadute
Mi chiamo Alessia, ho 22 anni, vivo e studio a Torino. Ho sempre vissuto in un paese vicino Torino, dove ho fatto tutte le scuole.
Appena iniziai la prima elementare arrivò nella mia classe un nuovo bambino, molto vivace e molto simpatico: il suo nome era Cristian. Non relazionai subito con questo nuovo compagno di classe, anche perchè lui si aggregò con i maschi e io preferivo stare con le femmine. Un giorno la maestra decise di mettere accanto a me proprio Cristian. Da quel momento non ci separammo più. Diventammo amici per la pelle e durò per tanto tempo.
Io sono sempre stata una ragazza che gli piaceva studiare, Cristian, invece, non è mai stato un “Einstein”, ma grazie al mio aiuto, riusciva a cavarsela con qualche sufficienza. Siamo sempre andati d’accordo su tutto, anche se delle volte mi ha fatto un po’ arrabbiare, ma ci volevamo bene.
Io e Cristian abbiamo avuto delle esperienze diverse, ma comunque tutto quello che non c’era che non andava con i nostri partner, riuscivamo a risolverli grazie alle tante chiacchierate che ci facevamo.
Da qualche anno non ho più rapporti sentimentali con gli uomini, dopo che il mio ultimo ragazzo mi ha tradito con la sua “ex” scopamica, invece Cristian è uscito da poco da una lunga relazione. Per sollevare il suo umore gli ho chiesto di lanciarsi insieme a me con il paracadute. Infatti il paracadutismo è sempre stato la passione di Cristian tanto da prendere il patentino da istruttore, ma da quando si è lasciato non si è più voluto lanciare dal paracadute. Cristian accettò volentieri, anche perchè mi aveva promesso di farmi fare un lancio per staccare dallo studio.
Arrivammo al giorno del lancio. Prima di salire nell’aereo Cristian mi tranquillizzò e mi dette un po’ di istruzioni di routine. Salimmo e arrivammo in quota: ero sempre agitata, tanto da arrivare a convincere il pilota a scendere, ma le parole di Cristian e dei ragazzi che erano presenti mi hanno fatto tranquillizzare.
Era arrivato il momento: io e Cristian, in tandem, dobbiamo lanciarsi. Il panico tornava al sopravvento, ma quando mi disse di buttarmi, lo feci e lì mi sono sentita libera. Non ho più pensato a nulla, fino a quando, in teoria, Cristian doveva aprire il paracadute.
“NON SI APRE” urlò Cristian, iniziai ad urlare come una matta (beh, cosa devi fare?) e mi misi a piangere, ma Cristian, con una velocità incredibile, riuscì ad aprire il paracadute di emergenza. Ero agitata e Cristian mi abbracciò per tranquillizzarmi. Sentii qualcosa di strano dietro di me e capii che Cristian era eccitato. Sentii il suo cazzo indurirsi sempre di più, io sempre più incredula, ma sempre più pensierosa.
Fortunatamente arrivammo a terra, incredula di quello che era successo qualche minuto prima, mi girai un attimo verso Cristian e lo baciai. Lo baciai in bocca. Non lo so, forse era il momento di liberazione da tutto il casino che si era creato in aria, ma lo baciai.
“Cosa cazzo sto facendo!” – mi rimproverai – “Scusa Cri, non volevo”. “Stai tranquilla Ale. Non è successo nulla. E’ stato bello.” – rispose Cristian. “Cri, forse abbiamo ancora troppo sangue nel cervello.” – replicai – “Andiamoci a prendere qualcosa da bere”.
Dopo esserci cambiati, prendemmo la mia auto e andammo al bar più vicino. Iniziammo a parlare di quello che era successo in quei minuti in aria, evitando però di parlare dell’episodio del suo cazzo indurito.
Dirigendoci verso casa di Cristian continuammo a parlare, finchè non iniziò a sospirare.
“Senti Alessia, sono 16 anni che ci conosciamo. Quello che ho fatto in questo tempo l’ho fatto grazie a te. Sei un pezzo della mia vita e tu lo sai, ma non voglio più essere tuo amico.” – mi disse Cristian. “Cosa intendi dire Cri?” – risposi con il cuore in gola. “Intendo dire che da quando eravamo in terza superiore che non smetto di guardarti, di pensarti, di amarti.” – continuò Cristian con sempre più sicurezza – “Alessia, io ti amo”.
Non ci credevo, Cristian si era dichiarato a me. Proprio Cristian! Cristian!
Rimasi senza parole, non dissi più nulla. Continuai a guidare come non fosse successo niente. Arrivammo sotto casa sua e mi fermai. Cristian, deluso, mi salutò e aprì lo sportello per scendere dall’auto, ma lo presi dalla maglia e gli dissi di rimanere in macchina.
Ripartimmo subito e Cristian, arrabbiato, urlò: “COSA STRACAZZO STAI FACENDO?”. “Fidati di me” – risposi. Arrivammo in un parcheggio di un albergo, gli dissi di stare calmo e di ascoltarmi: “Cri, ti ho portato qui perchè voglio che tu mi scopi. Anche io ti amo cazzo. E’ da quando siamo in prima media che ti ho sempre cercato, se no non ero qui. Sono pazza di te e voglio che tu mi porti dentro, paghi una camera con i miei soldi della retta e mi fai divertire.”. “Sei pazza? Tu vuoi che spenda i tuoi soldi della retta? E come continuerai a studiare?” – rispose sbalordito Cristian. “Non me ne frega. Non posso stare sempre davanti ai libri come una cogliona. Una volta nella vita dobbiamo fare una cazzata, e la voglio fare con te”. Mi avvicinai e lo baciai. E’ stata una sensazione bellissima. Scendemmo dalla macchina, entrammo in albergo, pagammo e andammo nella nostra camera.
Arrivati nella camera buttai Cristian nel letto e cominciai a spogliarmi. Mi levai la t-shirt e i jeans, mi avvicinai a Cristian e lo baciai. Abbassai lo sguardo, vedevo il suo cazzo indurirsi sempre di più, gli tolsi i pantaloni e le mutande e vidi quel bel cazzone lungo che non mi sarei mai immaginata. Mi avvicinai al suo cazzo e iniziai a fargli una pompa come si deve. Non riuscivo a tenerlo in bocca da quanto era grosso, mi staccai dal cazzone e cominciai a succhiargli le palle. Come godeva di brutto. Poi si alzò e mi disse di fargli vedere il mio seno. Mi sfilai il mio reggiseno e voilà. Gli mostrai le mie boccie, una terza abbondante, e cominciò a succhiarmi i miei capezzoli da paura (parole di Cristian). Dopo un po’ presi il suo cazzo e glielo feci mettere tra le mie tette, facendogli fare una spagnola che non ci saremmo dimenticati di certo. Stavamo godendo e cominciavo a bagnarmi sotto. Presi e mi sfilai le mutandine, lui cominciò a leccarmi la mia figa bagnata facendomi godere ancora di più.
Non ce la facevo più. Volevo il suo cazzo dentro di me, gli dissi che poteva iniziare e me lo infilò tutto dentro la mia patatina. DIO MIO CHE EMOZIONI. Un piacere incredibile. Non avevo mai preso niente del genere e ero certa che non ne avrei presi di migliori, ma cazzo che piacere. Mi fece mettere a pecora, sopra, sotto, di lato. Non riuscivo più a trattenermi e gli urlai: “AMORE, VIENI DENTRO!” Dopo poco sentii dentro di me il suo sperma caldo ed eravamo felici.
“Cri, è la prima volta che mi sento una vera donna. Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Senza di te non sarei niente” – gli dissi dopo tante coccole. “Non devi ringraziare me, ma chi ci ha uniti. Senza di lei non saremo qui.”
Passammo tutta la notte in albergo e ci riposammo benissimo.
Beh, vi starete chiedendo cosa abbiamo fatto dopo quella notte! Beh, io sto continuando a studiare, sono riuscita a pagarmi la retta e sto finendo gli ultimi esami. Cristian ha trovato un buon lavoro presso un azienda agricola e con il suo lavoro riusciamo a vivere noi due insieme, ma fra qualche mese saremo in tre. Perchè sono incinta di Aurora e nascerà fra qualche mese. Non sono mai stata più felice di così.
Chat da Omegle
Adesso stai chattando con uno sconosciuto casuale. Say hi!
Entrambi parlano la stessa lingua. (Selezionare “inglese” dal menu nell’angolo per disabilitare.)
Io: ciao, m
Stranger: ciao f
Stranger: anni ?
Io: 33, tu?
Stranger: 18 di dove sei ?
Io: Novara, tu?
Stranger: del nord
Stranger: cosa stai facendo ?
Io: cercando …
Stranger: interessante.. cosa cerchi ?
Io: qualcuna con cui scambiare … emozioni forti
Io: e tu?
Stranger: io cerco qualcuno che stuzzichi la mia fantasia prima di andare a dormire… solo quello, non accendo cam e non cerco incontri
Io: perfetto, d’accordo su tutto allora…. come ti chiami?
Stranger: alessia
Stranger: e tu ?
Io: Giulio, di dove sei?
Stranger: del nord.. fattelo bastare
Io: circoscrivere era più carino, ma va bene, come vuoi…
Io: ti descrivi?
Stranger: ne bella ne brutta, formosa con i capelli lunghi
Stranger: finora ho trovato solo buzzurri che mi dicevano le loro misure e non hanno capito cosa vorrei..
Io: mora, occhi scuri o chiari, occhiali?
Stranger: mora occhi scuri, non troppo alta
Stranger: niente occhiali
Io: ahahah, capisci subito che si tratta di un uomo se parla di misure …
Io: molti si spacciano per donne e poi ti chiedono subito quanti cm misura il tuo cazzo…
Stranger: molti mi hanno annoiato iniziando con storie melense da fidanzato
Io: neanche come ti chiami, quanto ce l’hai lungo (prima domanda) … ahahah
Stranger: tu hai fantasia ?
Io: abbastanza credo, da piccolo volevo fare lo scrittore …
Io: fisicamente sei il mio tipo, comunque … e quel né bella né brutta è molto intrigante …
Stranger: vediamo se riesci a farmi andare a dormire con la voglia di chiudere gli occhi, sfilarmi le mutandine e giocare con la mia mano… ti aiuto, non cerco una storia dolce e romantica….
Io: ok devo raccontarti una storia, la protagonista è una giovane del nord italia
Io: né bella né brutta ma molto sexy, inconsapevolmente sexy …
Stranger: ti aiuto… che avrebbe voglia di fare delle cose
Io: se sbaglio qualche particolare correggi pure
Stranger: ma è timida e dovrebbe essere forzata un pò…
Io: dunque sale su un autobus pieno
Io: è l’ora di massima affluenza …
Stranger: vorrebbe essere obbligata a fare…
Io: strano, sopra ci sono solo maschi, che combinazione …
Io: la ragazza si trova dietro di sé un signore sulla trentina, che le mette subito le mani vicine vicine al suo bel culetto sodo …
Io: senza toccarla per il momento, ma Io capisce che lui vorrebbe molto
Io: anche perché incomincia a strusciarsi addosso a Io
Stranger: è eccitato ?
Io: e a farle sentire da subito quanto è eccitato
Io: molto, e dopo poco si inizia a vedere …
Io: nessuno nota quanto sta succedendo
Io: fuorché un ragazzo giovane con i pantaloni corti
Io: che piano piano inizia ad avvicinarsi alla ragazza
Io: e si mette proprio di fronte a lei
Stranger: sono nervosa.. quasi quasi scendo dall’autobus alla fermata del parco
Stranger: spero che i 2 non i seguano…
Io: no, aspetta la fermata successiva …
Io: prima deve succedere qualcosa …
Io: anche perché l’eccitazione del primo è talmente forte che ti ha interessato
Io: e le sue mani hanno cominciato a risalire sotto la tua gonnellina
Io: e il secondo ti ha sfiorato le tette con le sue di mani …
Io: e si è stretto forte forte a te ….
Io: in realtà non sei in grado fisicamente di scendere
Io: perché i due ti bloccano
Stranger: invece riesco a scendere
Stranger: inizio a camminare velocemente senza voltarmi
Io: si perché glielo chiedi e loro ti lasciano scendere, ma lo prendono come un invito e ti seguono tutti e due
Stranger: spero che nessuno mi abbia seguita… o forso non spero..
Io: loro ti stanno seguendo, si sono scambiati un cenno d’intesa e camminano qualche metro dietro a te
Io: tu dove vai?
Stranger: dentro un portone e mi metto al buio sperando che non mi abbiano vista..
Io: ma loro ti hanno vista, seguivano proprio te…
Io: arrivano insieme e si rimettono nella posizione di prima …
Io: iniziano a toccarti tutti e due, il ragazzo ti bacia in bocca e ti tocca le tette
Io: l’uomo invece si abbassa e ti sposta la gonna
Io: ti mette le mani sul culo
Stranger: io no voglio, cerco di divincolarmi
Io: e ti sposta anche le mutandine …
Io: non puoi, sono decisi a non lasciarti andare
Io: e la lingua dell’uomo inizia a baciarti in un modo che non hai mai provato
Io: prima ti lecca tutta
Stranger: io non voglio, obbligami… con la forza ti prego
Io: prima la fichetta, entrando piano piano con la lingua fin dentro ..
Io: i due ti bloccano, sono troppo eccitati, uno ti mette una mano davanti alla bocca per non farti urlare
Io: poi ti lecca anche il culetto … e ti mette le dita dentro
Io: la fica e dentro il culo …
Io: tu ti inarchi tutta e spingi in modo che le dita entrino tutte dentro di te
Stranger: fammi inginocchiare ti prego
Io: aspetta … nel frattempo il ragazzo ti ha tolto la camicia e il reggiseno e ti sta baciano e mordendo i capezzoli
Io: turgidi di sesso…
Stranger: mi stai eccitando
Io: con le dita dell’uomo ancora dentro fai capire che ti vuoi inginocchiare
Io: l’uomo adulto scende con te e tu gli prendi in mano il cazzo
Stranger: tiralo fuori mentre scrivi… voglio che sia eccitato anche tu
Io: è già fuori, tu cosa stai facendo?
Stranger: ho allargato le gambe ed ho una mano nelle mutandine
Io: il ragazzo resta in piedi e tira fuori il suo cazzo
Io: tu glielo prendi subito in bocca e cominci a leccarlo dal basso verso l’alto
Io: mettiti le dita nella fica dai …
Io: e poi dall’alto verso il basso
Stranger: mi sto accarezzando e sono bagnata
Io: gli prendi in bocca le palle, tutte insieme … sei famelica …
Stranger: mi piace prenderlo in bocca ma non ho mai avuto il coraggio di farmi venire in bocca… obbligami ti prego
Io: poi cominci a prenderlo tutto in bocca
Io: e lui ti prende per i capelli e comincia a metterlo dentro e fuori … tenendoti la testa ferma
Io: tu lo lecchi tutto e lui è sempre più grosso …
Io: ti sborra un po’
Io: tu ti fermi e con la mano gli spalmi la sborra sul cazzo… e poi te la metti in bocca e gli dici che la sua sborra è buonissima
Io: lui ricomincia a mettertelo dentro e tu a succhiarglielo
Io: avanti e indietro, il ragazzo non ce la fa più
Io: l’uomo nel frattempo ti ha messo tutte le dita nella fica e te le muove tutte insieme …
Io: tu vieni proprio nel momento in cui il ragazzo ti sborra tutto in bocca
Stranger: si mi piace
Io: sei talmente eccitata che non riesci nemmeno a pensare di non inghiottire …
Io: l’uomo capisce che sei venuta e decide che è il momento di farti godere ancora
Io: ti fa alzare e mettere le mani sul muro …
Io: ti fa allargare le gambe e ti alza la gonna
Io: ti sposta le mutandine e ti prende da dietro …
Io: ha il cazzo più grosso che tu abbia mai provato
Stranger: voglio restare inginocchiata e fare il mio sogno proibito che non ho mai confessato
Io: cioe’?
Stranger: obbligami ad aprire la bocca, prendimi a sberle finchè non lo faccio…pisciami in bocca ti prego
Io: ok, ti faccio aprire la bocca a suon di sberle
Io: aprila bene. così
Stranger: non voglio…
Io: sì che lo vuoi, sei una troia da monta, adesso ti piscio in bocca
Stranger: si fallo
Io: perché lo hai sempre desiderato come la puttana che sei
Stranger: sii
Io: brava Alessia quanto sei porca …
Stranger: sogno di esserlo.. ma non ho il coraggio
Io: subito dopo averti pisciato ti scopo però come ti stavo descrivendo ..
Stranger: inculami ti prego
Io: puoi esserlo, se hai questi desideri, basta incontrare l’uomo giusto e reallizzarli…
Io: aspetta, dopo…
Io: prima
Io: ti scopo da dietro e inizio a metterti il dito pollice nel culo …
Io: prima solo quello
Stranger: grazie…. mi hai fatto venire
Io: poi ti faccio prendere in bocca tutte le altre dita della mia mano destra
Io: prego, è stato un piacere …
Stranger: era quello che volevo
Io: Alessia sei una gran troia, realizza le tue fantasie, non te ne pentirai
presa da internet
questa vicenda risale a molto tempo fà, eravamo sposati da un paio di anni mia moglie Maria aveva 23 anni. ha segnato l’inizio di molte altre situazioni che ancora nei limiti del possibile vanno avanti.mia moglie è sempre stata un tipo sveglio predisposto alle cose trasgressive,ai tempi eravamo giovani e ci si limitava a cose soft.La sua specialità era l’esibizionismo godeva morbosamente ad essere ammirata e fantasticare con me sui possibili commenti e pensieri degli spettatori. grazie a questa sua passione ho avuto la possibilità di portarla in giro ad esibirsi vestita a volte in modo osceno. ve la descrivo : una ragazza non molto alta fisico minuto ma con proporzioni perfette. gli amici al bar non vedevano l’ora che arrivavamo per potersela guardare,e specie in estate lei non li deludeva mai… vestitini leggeri e molto corti, scollature generosi e niente reggiseno, percio le sue tette erano ormai una cosa pubblica,ma tutti puntavano al meglio e con Maria non era difficile arrivare a sbirciare in mezzo alle gambe fino alle suoi microscopici slip ( QUANDO LI PORTAVA) persino io ero all’oscuro lo dovevo scoprire a fine serata,perche il mio posto era sempre di fianco mai di fronte, e dunque quando io notavo che un passante o un amico buttava l’occhio tra le gambe non sapevo se era arrivato a guardargli dentro la fica o se si era fermato agli slip. l’unico dato certo e che tutti i miei amici almeno una o piu volte hanno visto la fica di mia moglie. ma tutto finiva li anche se durante le nostre scopate l’argomento di prendere piu cazzi era sempre presente. veniamo al momento decisivo, il tutto avvenne in inverno, mia stagione preferita perche potevo dare sfogo a tutte le mie fantasie sui vestiti.in questa stagione erano di rigore calze a rete ,tacchi alti gonne cortissime e un cappotto lungo che all’occorrenza copriva in emergenza. vietate le mutande e la convinsi a togliersi anche quel triangolino di peli subito sopra la fica. stavamo girando in macchina per la citta e lei naturalmente quando mi affiancavo ad un autobus o macchine piu alte iniziava lo show. cappotto aperto, gonna tirata su per far vedere gli elastici delle calze e una porzione di gambe, a volte quando vedeva qualcuno interessato arrivava anche a mostrargli le sue labbra rosa. quel giorno era particolarmente in foia, ogni tanto la toccavo ed era bagnata e viscida oltremodo. finche sul marciapiede vede un ragazzo di colore che vendeva borse, mi fece fermare e scese per guardare. andammo dal venditore e lei si accuccio per vedere le borse, il ragazzo si accorse subito del suo abbigliamento e si abbasso pure lui, lei parlava e apriva lentamente le gambe sempre di piu…..il nero non sapeva se guardarla in viso o tra le gambe. la situazione stava eccitando pure me e decisi di portarla via. lei reagi male a questa mia decisione, dicendo che gli avevo rovinato tutto, che voleva vedere quanto avrebbe resistito il ragazzo prima di fargli una proposta o addirittura toccarla. gli chiesi cosa avrebbe fatto se l’avesse toccata e lei candidamente mi disse che magari se lo scopava davanti a me. in quel momento il cervello si e spento e il cazzo ha preso il sopravvento. sono tornato dal ragazzo e gli ho detto senza mezzi termini che se mi dava la borsa senza soldi poteva toccare mia moglie. raccolse la sua roba e la mise in macchina e sali, li spiegai a mia moglie l’accordo e lei con aria di sfida disse di si. trovammo un luogo tranquillo e ci fermammo, lei si tolse il cappotto e passo dietro, sbottono la camicia e tiro fuori le tette alzo la gonna e spalanco oscenamente le gambe verso di me. il nero titubo un attimo e poi comincio a toccare le gambe, sali e arrivo alla fica un paio di carezze e ci mise dentro due dita e comincio a sditalinare. la troia di mia moglie voleva res****re ma dopo un minuto ansimava come una scrofa, il nero si butto sulle tette a leccare e smanacciava in fica,il mio cazzo era alle stelle, vedevo mia moglie violata da uno sconosciuto e ci godeva pure.tentai di entrare nel gioco ma lei mi respingeva voleva che guardassi e basta. lei era eccitata al massimo e mugolava e incitava il giovane. nella confusione il nero ormai cotto tira fuori il cazzo duro come una pietra e gli dice in un italiano approssimato che il cazzo stava per scoppiare,lei presa alla sprovvista se lo ritrovo in mano e comincio a menarlo, ma il negro voleva dire che stava per sborrare e la sua sega lo accelero, parti il primo schizzo e il negro gli prese la testa e gli disse di bere la sborra, lei senza pensare lo imbocco e lo fece venire in bocca.finita la sborrata il negro era ancora in tiro e voleva scopare.disse di andare nella sua baracca e lei ormai partita disse di si. arrivati dentro si buttarono su un materasso e lui la infilo subito. cercai nuovamente di partecipare e lei inviperita mi disse che dovevo solo guardare. andarono avanti un po e io seduto guardavo e mi segavo. il negro tento di fargli il culo ma lei rifiuto,dopo un po entro nella baracca un altro negro ma molto piu anziano, restammo tutti impietriti per un minuto, il nuovo arrivato capita la situazione,mise fuori il suo uccello e si avvicino a Maria, lei lo guardo e disse “questo si che e grosso” e si mise a leccarlo. un minuto dopo vedendola seduta sopra un negro e con un altro in bocca sborrai come una fontana.poi si scambiarono posto e lei guardandomi mi diceva” me la sta sfondando e come avere un tubo di ferro in fica” e veniva a raffica. io ero ipnotizzato dalla scena e lei completamente fuori di testa…. tanto che nessuno si e accorto che il ragazzo gli era andato dietro e gli puntava il culo. si e ripresa solo quando ha sentito la fiammata dell’inculata ma era tardi.con due cazzi dentro e andata fuori di testa ha cominciato ad urlare di rompergli il culo di aprirla come una vacca, io intanto sborravo e mi rieccitavo,poi lei esplose in un orgasmo devastante,ancora sconvolta dal godimento rantolo: mi stanno sborrando dentro, mi stanno riempiendo…. poi tutto si calmo, ci siamo ricomposti e siamo andati verso la macchina senza parlare. in macchina la vidi armeggiare con dei fazzoletti per cercare di arginare la sborra che colava dai buchi,nessuno parlo ma ci rendemmo conto della stupidaggine appena fatta, primo perche lei non pendeva nulla e rischiava una gravidanza ma ancor peggio quel periodo si rischiava con malattie mortali. per un po di tempo finche non furono scongiurate tutte le possibili brutte notizie non si torno sull’argomento, dopo a mente serena mi confesso che quel vecchio negro l’aveva fatta godere in maniera unica. resistemmo un altro mese….poi tornammo dal venditore di borse e invitammo lui e il vecchio che poi era suo padre, a casa nostra con una buona scorta di preservativi stavolta e la mia amata Maria ce la siamo scopata in tre. siamo andati avanti un po cosi, poi l’anziano ha proposto a mia moglie di assaggiare altri cazzi africani di altre regione per vedere le differenze…..ma la troia ha accettato per ampliare il numero di negri da farsi. dopo questa vicenda e ancora oggi e cosi se un negro tenta il rimorchio lei non dice di no in qualche modo lo fa sborrare non se ne perde uno. per i suoi 50 anni a costo di pagarli voglio procurare una ventina di negri arrapati e guardare mentre la sfondano.
Durch ein Erlebnis in einen Sexkino war ich auf den Geschmack gekommen es mit einem Mann mal wieder zu machen und ich wollte jetzt endlich mal wieder meine Bi-Neigungen ausleben. Ich bin auf eine Web-Site mit Kontaktanzeigen gegangen und habe dort eine Anzeige aufgeben: “Bi-Mann (47 J.) sucht Gleichgesinnten für gemeinsame Bi-Spiele”.
Einige Tage später war meine Email-Box überfüllt. Aber 90 % aller Nachrichten waren von irgendwelchen hirnlosen Männern. Die hab ich gleich aussortiert. Aber es waren auch ein paar ernste dabei. Meine engere Auswahl fiel auf 2 Typen, die aussagekräftige Bilder mitgeschickt haben.
Sie sahen echt geil aus. Ich habe beiden zurück geschrieben. Aber der eine wohnte in einer anderen Stadt und er hatte kein Auto. Der andere kam aus meiner Stadt. Er hiess Marc. Er schrieb, dass er verheiratet ist. Aber er würde “es” jetzt mal gerne mit dem gleichen Geschlecht ausprobieren.
Er war genau das, was ich mir vorgestellt habe. Wir verabredeten uns für einen Freitagabend bei mir zu Hause, meine Frau war zu einen Seminar. Umso näher der Tag rückte, umso mulmiger wurde mir und ich überlegte ob das ganze nicht ein Fehler sei.
Dann war es Freitag. Ich überlegte den ganzen Tag, was ich machen sollte. Aber meine Geilheit siegte. Es wurde langsam Abend, als ich noch mal duschen ging. Gerade als ich mich fertig angezogen hatte, klingelte es an der Tür. Ich holte tief Luft, ging zur Tür, öffnete und er stand vor mir. Er sah gut aus. er trug eine enge 501 und ein Rip-Shirt. Wir setzten uns aufs Sofa. Ich fragte ihn, ob wir uns zum Anheizen einen Pornofilm angucken wollen. Er fand, dass es eine gute Idee ist.
Ich schob das Video in den Videorecorder und setzte mich dann gleich wieder zu ihm, doch diesmal rutsche ich ein Stück näher zu ihm. Ich spürte, dass er auch aufgeregt war und dass er dies noch nicht oft gemacht hatte.
Im Video lief grad ne ziemlich heisse Blowjob-Szene. Mein Schwanz war ohnehin schon dick und prall, seit Marc da war. Er hatte seine Hände auf seine Beine gelegt. Ich legte meine Hand auf seine, streichelte sie.
Mein Schwanz wuchs immer weiter. Ich nahm seine Hand und legte sie auf die Beule in meiner Hose. Marc streichelte meinen Schwanz durch die Hose. “Hol ihn doch mal raus” forderte ich ihn auf. Er öffnete die Knöpfe meiner Hose und zog langsam den Reissverschluss runter. Ich hob meinen Arsch an. Er zog meine Hose und meinen Slip runter. Als Marc mein Ding mit der Hand umfasste, hätte ich fast schon gespritzt.
Ich fing an, seinen Hinterkopf zu streicheln. Langsam drückte ich ihn ein wenig nach vorne. Marc verstand das, ging mit seinem Mund in meinen Schoss und nahm meine angeschwollene Eichel in den Mund. Er fing an, an meiner Eichel zu saugen. Ich drückte seinen Kopf noch weiter runter damit ich tiefer eindringen konnte. Er massierte dabei meine Eier.
Ich hielt es nicht lange aus und warnte ihn: “Ich komme gleich”. Er hörte auf zu blasen, schaute mir in die Augen und sagte: “Gib mir deinen Saft”.
Dann fing er wieder an mich zu blasen. Als Marc dann wieder anfing, meine Eier zu massieren, spürte ich, dass es mir kam. Ich drückte seinen Kopf auf meinen Schwanz und spritzte ihm in den Rachen. Er versuchte alles runter zu schlucken. Ich liess seinen Kopf los und sank erschöpft ins Sofa zurück. “Hey, nicht einpennen”, sagte Marc. Er stand auf und stellte sich vor mich. Er öffnete langsam seinen Gürtel.
Ich war gespannt was mich erwartete. Marc öffnete seine Hose und zog sie mitsamt dem Slip runter. Zu meiner Freude war der Schwanz wie ich ihn mir gewünscht habe. Ca. 15-17 cm lang und nicht allzu dick. Er war ein wenig kleiner als meiner. Marc machte 2 Schritte nach vorne, jetzt stand seine Rübe genau vor meinem Gesicht. Ich schloss die Augen und öffnete meinen Mund. Ich spürte wie er mich am Hinterkopf festhielt. Dann endlich schob er mir seinen Schwanz in den Mund. Es war echt geil, einen Schwanz in meinem Mund. Ich fing an, an ihm zu saugen. Er stöhnte laut. Ich drückte seine Eier. An seinen Gesichtsausdruck sah ich, dass er es nicht mehr lange aushalten wird. Ich fing an, sein Poloch zu massieren. “Ich komme”, schnaufte er. Als ich merkte, dass sein Schwanz anfing zu zucken, drückte ich ihm meinen Finger aufs Arschloch. Er spritzte mir seinen Samen in den Mund. Ich wollte es nicht schlucken. Er spritzte immer weiter. Mein ganzer Mund war voll von seinem Samen. Er legte sich wieder neben mich aufs Sofa. Ich ging mit meinem Mund über seinen. Marc schaute mich an und öffnete seinen Mund, langsam liess ich sein Sperma auf seinen Bauch laufen. Mein Schwanz war schon wieder prall und angeschwollen. Ich holte eine Flasche Babyöl. Marc wusste, was ich wollte, ging vor mir auf alle Viere und hob seinen knackigen Arsch an. Ich liess etwas von dem Öl durch seine Arschritze laufen. Ich verteilte es mit den Fingern auf seiner Rosette. Ich drang ab und zu ein wenig mit einem Finger in sein Arschloch ein.
Nachdem ich mir ein Kondom übergerollt hatte und meinen Schwanz auch eingeschmiert hatte, kniete ich mich hinter ihn. Ich nahm meinen pochenden Schwanz und rieb mit der Eichel über seine Rosette. “Spiess mich auf”, stöhnte Marc. Ich drückte meinen Ständer langsam in sein warmes Arschloch. Er genoss es, wie ich langsam in ihn eindrang. Langsam fing ich an Marc zu ficken. Ich legte meine Hände an seine Hüften, und rammte meinen Penis immer wieder in sein gieriges Loch.
Ich hätte ihn stundenlang ficken können, weil ich schon vorher gespritzt hatte. Aber insgeheim dachte ich schon daran, dass ich an diesem Abend entjungfert werden würde. Ich freute mich darauf. Marc stöhnte immer lauter. Ich konzentrierte mich, ich wollte jetzt wieder spritzen. Ich rammte meinen Schwanz tief in ihn rein und da kam ich. Mein Schwanz zuckte in seinem Arschloch. Ein paar Minuten liess ich mein Ding noch in seinem Arsch stecken und zog es dann raus.
Zum Glück war Marc’s Schwanz gerade wieder “Start-klar”. Marc drückte seinen Kopf zwischen meine Arschbacken und fing an mich zu lecken. Seine Zunge fuhr ganz leicht über meine Rosette. Eigentlich hätte er mich noch stundenlang so weiter lecken können, aber ich wollte seinen harten Schwanz endlich in mir haben. “Bitte, nimm mich jetzt”, sagte ich leise. Er nahm das Öl und schmierte mich ein. Er zog sich ebenfalls ein Kondom über und schmierte es ein. Ich kniete mich vor ihn. Es war ein verdammt geiles Gefühl als er langsam seinen Schwanz in mein Arschloch bohrte. Er war der erste. Zum Glück war sein Schwanz nicht zu gross. Er fing an mich zu ficken. Immer wieder schob er sein Rohr in mich rein. “Du bist so herrlich eng“, flüsterte Marc mir ins Ohr. Ich war wie in Trance, brachte kein Wort raus. Ich konnte nur meine Geilheit heraus stöhnen. Marc’s Schwanz fing langsam an zu zucken. Er zog ihn raus, erledigte den Rest mit der Hand und schoss mir sein Sperma im hohen Bogen auf meinen Arsch. Sein Saft lief langsam zwischen meine Poritze und zum Teil in mein noch geöffnetes Loch. Marc kniete sich hin und leckte mich wieder. “Das was ich hier verursacht habe, muss ich ja schliesslich auch wieder säubern“, meinte er.
Auf der Alm da gibts ka Sünd
Schon lange wollte ich einmal auf die Dürre Wand gehen. Bei einer Fahrt nach Gutenstein in Niederösterreich war mir die schroffe Felswand aufgefallen, die gegen Osten aus dem Wald hochragt. Aber lange hatte sich keine Gelegenheit zur Besteigung ergeben. Aber jetzt war ich bei einer Seminarwoche in Wienerneustadt und von dort ist es nicht weit bis zur Dürren Wand. Das Wetter war prächtig, wie schon den ganzen Sommer. Ich nahm nur eine Wasserflasche und ein Taschenbuch, das ich bei Orion gekauft hatte, mit. Ich fuhr so weit es ging mit dem Auto hinauf und marschierte los. “Gauermannhütte 2½ Stunden” stand unten auf einem Wegweiser. Aber für mich war es weniger, denn ich bin ja schon einige 100 Höhenmeter gefahren. Zum Glück, denn es war brütend heiß. Mein T-shirt war bald so verschwitzt, dass ich es ausziehen mußte. Beim letzten Haus fragte ich eine Frau, die im Blumengarten arbeitete, nach der Hütte. “Ja da sans scho richtig. Aba die is heit zua. Unta da Wochn geht do kana da aufi.” Nun, mir sollte es recht sein, ich war ja nicht da, um Leute zu treffen. Ich schritt zügig aus, denn ein bißchen sollte es ja auch ein Training für den nächsten Berglauf sein, bei dem ich mitzumachen vorhatte. In einer guten Stunde hatte ich es geschafft, der Schweiß rann in Strömen, meine gesamte Kleidung war zum Auswinden.
Die Hütte war tatsächlich geschlossen. Weit und breit kein Mensch, kein Verrückter, der sich so wie ich bei dieser Hitze auf den Berg quälte. Leider auch kein Bier, auf das ich insgeheim trotz Ankündigung der Frau unten gehofft hatte. Aber meine Wasserflasche war ja groß genug. Bei der Hütte waren ein paar Tische im Schatten, dort wollte ich es mir bequem machen, aber die nassen Sachen störten. Also stand ich wieder auf, zog alles aus und breitete die Kleider auf den warmen Felsen in der Sonne aus. Dann zog ich mich wieder in den Schatten zurück und begann zu lesen.
Das Buch hieß “Im Selfmadeclub”, da mußte man nicht lange überlegen, worüber die Autorin, ja richtig, eine Frau, berichten würde. Ich hatte natürlich vor dem Kauf an ein paar Stellen hineingeschmökert, um dann nachher nicht enttäuscht zu sein. Die Dame, sie hieß (zumindest laut Einband) Lea Sander, beschrieb in Ich-form ihre Erfahrungen mit diesem Club. Sie war sehr exhibitionistisch und fand dort immer ein Opfer für ihre Vorführungen. Der Roman war sehr flott und direkt geschrieben. Ich hatte bald eine Mordslatte, aber auch Druck in der Blase. Ich stand auf, um mich zu erleichtern. Ich sah mich nochmals um, Menschen waren keine zu sehen, also ging ich wie ich war, splitternackt.
Da war zwar ein Hinweissc***d auf das WC, aber ich war übermütig geworden, stieg die paar Meter zum Gipfelkreuz hinauf, stellte mich an den Rand der Felswand und pinkelte in hohem Bogen über die Wand hinaus. Allzuviel war es nicht, denn ich hatte ja sehr geschwitzt. Als ich die letzten Tropfen abschüttelte, stellte ich mit Genugtuung fest, dass mein Schwanz von der Erregung durch das Buch immer noch etwas dicker war. Ich spielte ein bißchen mit der Vorhaut und gleich wurde die Eichel dick und hart. “Wie wäre es, wenn ich jetzt ein bißchen wichse und dann über die Felswand hinunterspritze?” dachte ich und diese Vorstellung machte mich richtig geil. Ich spuckte in die Hand, machte die Eichel glitschig und begann zu reiben.
Ich stand noch immer an der Felskante, mein Blick schweifte weit über das Land, der große Ort dort hinten, das muß wohl Pernitz sein. Der Schneeberg, jetzt im Sommer natürlich ganz ohne Schnee, ragte als dunkle Wand hoch. Ich sah keine Menschen, nur einzelne Häuser weit weg. Der Gedanke, dass irgendwo jemand, eine geile junge Frau vielleicht, zum Gipfelkreuz heraufschaute, mit einem Fernglas vielleicht sogar, und mich wichsen sah, erregte mich weiter und im Nu war mein Schwanz hart und stand steil nach oben gerichtet. Abwechselnd hart und wild und dann wieder sanft und mit vielen Pausen rieb ich meinen Freudenspender.
“Dürfen wir uns die Pracht aus der Nähe anschauen?” hörte ich von hinten. Ich dachte:”Halluzinationen hast Du doch noch nie gehabt”, drehte mich aber trotzdem um. Und erstarrte fast zur Salzsäule. Mein Freund wurde schlapp. Meine Hand ließ ich zur Bedeckung unten. Vor mir, vielleicht 10 Meter entfernt, standen 2 Frauen. Die eine vielleicht 40, die andere höchstens 20. Mutter und Tochter? Beide trugen sehr knappe Shorts und T-shirts, beides klitschnaß. Beide hatten einen kleinen Rucksack. “Wir wollten sie nicht unterbrechen” sagte die ältere, “im Gegenteil, wir möchten gerne zuschauen, Sowas kriegt man doch nicht alle Tage zu sehen, nichtwahr Marie?” Marie nickte zustimmend. Sie hatte einen hochroten Kopf, aber das war vielleicht vom anstrengenden Aufstieg. Die Ältere nahm ihren Rucksack ab und stellte ihn auf die “Rentnerbank”, so hatten die Hüttenbetreiber die Bank unterhalb des Gipfelkreuzes beschriftet.
Dann faßte sie an den Unterrand ihres Leiberls und zog es über den Kopf. Das ging gar nicht so leicht, denn der schweißnasse Stoff klebte fast auf der Haut. Sie mußte sich hinundherdrehen, um das Leiberl hochzukriegen. Sehr erotische Bewegungen, denn ihre großen Brüste wogten mit den Drehungen mit und bald sprangen die Titten heraus, rund und fest, sie trug keinen BH. Ihre Arme zogen den Unterrand des Leibchens hoch, der Kopf war bedeckt , die Möpse sprangen hin und her, ein prachtvoller Anblick. Marie schien diesen Striptease nicht erwartet zu haben, sie stand starr wie vom Donner gerührt. Immer noch hochrot, das war ja eine reizvolle Verschämtheit.
Die Ältere, (wie hieß die eigentlich?) hatte endlich das Leiberl über den Kopf gebracht und auf die Bank geworfen, stemmte die Arme in die Hüften, spreizte leicht die Beine und schaute mich herausfordernd an. “Wir haben Dich ja schon gesehen, wie Du noch da unten gesessen bist, da haben wir noch gedacht, fein, die Hütte ist doch offen. Aber wie Du dann nackt da heraufgestiegen bist, war klar, dass Du allein sein mußt. Sollen wir wieder gehen?” Die Frage klang so, dass ich keinen Zweifel hatte, dass sie wußte, wie ich antworten würde. Ich gab meine Bedeckung auf und bedeutete mit der Hand einladend, dass sie näher kommen sollten. “Willst Du nicht deine nasse Hose auch ausziehen? Da auf den Felsen trocknet alles doch viel schneller.” Sie hatte wirklich eine blendende Figur, sehr schlank aber doch an den richtigen Stellen sehr kurvig. Sie wollte meiner Aufforderung sichtlich Folge leisten, denn sie schloß die Beine, öffnete den Gürtel und den Knopf am Hosenbund und schob die Hose nach unten über die Hüften. Auch jetzt mußte sie wieder die erotischen Wackelbewegungen machen, denn die Hose war nicht nur völlig nass, sondern auch sehr eng geschnitten. Zentimeterweise rutschte der Hosenbund tiefer und ließ reizvolle Fettpölsterchen hervortreten.
Ein sehr hübscher Bauch wölbte sich immer mehr, aber es kamen kein Slip, keine Haare. Schließlich lag der Venusberg frei, völlig glatt mit einer reizvollen Einkerbung. Endlich war die Hose unten. Sie hatte also keinen Slip an und war rasiert. Sie ließ keine Verlegenheit aufkommen und fragte keck: “Was is jetzt, willst Du nicht weitermachen? Wir wollten Dich nicht unterbrechen sondern endlich einmal sehen, wie das ein Mann macht.” Ich hatte mich wieder gefaßt und sagte: “So einfach geht das nicht. Das muß auf Gegenseitigkeit beruhen. Ich will auch sehen, wie ihr das macht. Los Marie, runter mit den Klamotten.” Ihr Kopf hatte fast die Farbe von Himbeersaft angenommen. Zögernd schaute sie die Ältere an und griff an ihr T-shirt. Diese nickte ermunternd: “Los, zier dich nicht so, vor mir hast Du doch e keine Hemmungen und der da kennt uns ja nicht. Also husch, husch, runter damit.” Nun beeilte sich Marie und bei ihr ging es flink, sie war sehr schmal gebaut und hatte kleine Brüstchen. Die Röte reichte nun vom Kopf zwischen den Brüstchen durch bis zum Nabel.Verlegen bedeckte sie ihren Venushügel, aber ich hatte schon gesehen, dass auch sie glatt war.
Ich hatte inzwischen wieder meinen Ständer bekommen und begann wieder, zart meine Vorhaut auf und ab zu schieben. Köstliche Gefühle stiegen von meiner Schwanzspitze hoch. Provokant spuckte ich in die Hand und legte sie über die Eichel. Mit der andern Hand zog ich die Vorhaut so weit zurück bis sie spannte. Die Empfindlichkeit der Eichel stieg dadurch enorm. Ich fand es plötzlich unsinnig, hier nur zu wichsen, wenn zwei so prachtvolle Fotzenträgerinnen vor mir standen. “Wie heißt Du eigentlich, schöne Frau?” fragte ich, meinen Blick auf die Ältere gerichtet. “Julia, Du darfst zu mir Jule sagen,” spöttelte sie. Beide standen sie untätig da, Jule breitbeinig, die Hände in die Hüften gestemmt, Marie mit den Händen über der Scham.
“Jule, so geht das nicht. Ihr müßt etwas tun, sonst ist es unfair. Leg Dich da auf die Bank und spreiz die Beine.” Sagte ich bestimmt, selbst ganz überrascht über die Selbstverständlichkeit meiner Aufforderung. Jule aber fand das gar nicht sebstverständlich. “So war das nicht ausgemacht. Du wolltest wichsen und wir wollten zuschauen. Ich gebe auch gern zu, dass ich es gern habe, wenn mir wer beim wichsen zuschaut. Vor meinem Mann hab ich mich das nie getraut, da war ich noch zu verklemmt. Erst die Mutter von Marie hat mich gelockert und jetzt weiß ich, wie mich das aufregt. Also zuschauen darfst Du, aber mehr ist nicht drin.” Damit spreizte sie ihre Beine und legte die Finger der rechten Hand in ihre Spalte.
Marie stand noch immer wie ein Klotz, aber die Röte war gewichen. Erst jetzt bemerkte ich wieder Marie, die untätig daneben stand. “Mein Schatz, jetzt kommst auch Du dran.” meldete sich Jule. Sie legte sich auf der Bank zurück und zog Marie so zu sich nieder, dass diese in 69er Position über ihr lag . Marie wußte sofort was sich gehört und begann die Muschi ihrer Tante zu lecken, offensichtlich auch mit großem Vergnügen. Diese hatte sich auch gleich über die Schätze ihrer Nichte hergemacht. “Verdammt bist du geil, du rinnst ja jetzt schon aus, schmeckt köstlich, offenbar hat dir das lange Warten gut getan.” Ich wollte da nicht untätig herumstehen. Mein Schwanz zeigte derzeit zwar Erschöpfungserscheinungen, aber der hochgereckte Arsch von Marie regte mich an. Ich spuckte auf meinen linken Zeigefinger und massierte die Rosette. Langsam aber konsequent bohrte ich mich tiefer. Offenbar war ihr das nicht fremd und auch nicht unangenehm, denn durch rhythmisches Anspannen und Lockerlassen des Schließmuskels zog sie meinen Finger tiefer, bis er bis zum Anschlag in ihrem After steckte. Darauf versenkte ich gleich zwei Finger in ihrer Möse, wo sie wie in Öl hineinglitten. Linke und rechte Hand begegneten sich an der Trennwand. Plötzlich ein wildes Aufbäumen des jungen Körpers. Ich hatte offenbar mit einem Fingerknöchel ihren G-punkt erwischt und spontan einen Orgasmus ausgelöst. Jule ließ sie aber nicht weg, packte mit beiden Händen fest die Arschbacken und zog Marie wieder auf ihr Gesicht. Einige Minuten tobten wir auf und in Maries Möse, bis sie erschöpft zusammensank.
Die Kleine war im Orgasmus offenbar genauso saftig wie ihre Tante, denn deren Gesicht war tropfnaß von Maries Futschleim. Ich wollte auch etwas davon haben und schleckte Jules Gesicht sauber. “Jetzt bist du uns aber ausgekommen” beschwerte sich Jule, “es war ja sehr genußvoll, was du da mit uns gemacht hast, aber ausgemacht war, dass du vor uns wichst. Also los!” Ich hatte mich schon erholt und spürte neue Kraft im Schwanz. Gehorsam begann ich wieder zu reiben und die Vorhaut hin und her zu schieben, bis eine neue Fontäne aus meiner Eichelspitze schoss. Diesmal richtete ich den Strahl auf Maries kleine Brüste und ehe sie etwas dagegen unternehmen konnte verrieb ich das Sperma. Sie mußte den Duft wohl oder übel mit hinunternehmen, denn zum Waschen gab es hier kein Wasser . So mußten wir alle drei mit Brunftgeruch auf Gesicht und sonst noch wo zu unseren Autos absteigen, aber Jule sagte : “Ich mag das gern, wenn ich unter fremden Leuten bin und so rieche, man merkt deutlich, sie kennen sich nicht aus, wirken aber sehr angeregt.” Wir stiegen gemeinsam ab, nach einer halben Stunde trennten sich unsere Wege, denn wir hatten unsere Autos an verschiedenen Plätzen abgestellt. Ich freue mich schon auf nächstes Jahr, denn wir haben ausgemacht, uns wieder zu so einer Bergtour zu treffen.