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I cesaroni 7 prima parte

Scena 1

Rudi e alice si trovano in una campagna

Alice:Ciao rudi come va?

Rudi:tutto bene sono contento di essere in questa campagna

Alice: Mi piace che siamo io e te in questa campagna bellissima come ti è andata l’estate?

Rudi: E andata bene mi sono davvero divertito, sono stato con i miei amici del cuore e anche con il mio amico Giulio che anche se è un pessimista si è divertito molto e tu che hai fatto?

Alice: Io ma nulla sono stata con Francesco a Lipari una bellissima città mi è piaciuta davvero tanto stare con lui e con i suoi amici

durante la scena compare Lorenzo Barilon che sta camminando in strada Rudi e Alice vedranno lui Lorenzo camminare un po’ strano e così gli chiederanno il perché cammina strano.

Alice: Ehi ciao Lorenzo perché cammini un po’ strano e successo qualcosa?

Lorenzo: Non è successo nulla purtroppo durante l’estate mi è capitata una piccola malattia che difficilmente si toglie

Rudi e alice chiedono insieme

Rudi e Alice: cosa ti è capitato, vuoi una mano?

Lorenzo:No grazie e che è successo che sono incontinente e mi capita spesso o quasi sempre di farmi la pipì e la cacca addosso senza che io mi accorgo e nessuno stimolo sento e per questo porto i pannoloni ecco perché ragazzi porto il pannolone

Alice: ah capito Lorenzo capisco mi dispiace che tu hai questo problema ma non preoccuparti noi non ti facciamo niente, cioè oddio non diciamo nulla anzi mi dispiace che ai questo problema

Rudi: Si infatti io non dico nulla mi dispiace che hai questo problema

Lorenzo: grazie!!! Ragazzi siete magnifici anche perché molte persone mi hanno preso in giro e non mi volevano neanche salutare, questo mi è capitato spesso, anche andando in giro e poi scoprendomi che mi ero fatto addosso, naturalmente non potevo fare nulla e così è successo che ad un certo punto dovetti correre ma la gente aveva capito tutto che me l’ero fatto addosso, ed io tutto rosso e mi vergognavo

Alice: Capiamo il tuo problema e questo ci dispiace immagino la tua vergogna per questo problema ci dispiace se vuoi possiamo fare qualcosa noi ti possiamo aiutare, cioè darti un consiglio per un buon dottore.

Lorenzo: Certo questo per me va bene, me ne farebbe piacere risolvere questo problema, e che mi dovrò fare un sacco di analisi

Alice: Si questo si, mi sa che prima che succede qualcosa di irreparabile o che diventi un problema cronico devo farti degli analisi

Lorenzo: si questo lo immaginavo, ma sai che il mio ragazzo sta bene, cioè non ma detto nulla che io sono sempre con il pannolone e faccio tutto e pieno riempio il panno addosso.

Alice: Certo questo si è naturale anche perché è un problema non sei un feticista del pannolone hai solo questo piccolo problema ma parliamo d’altro su non voglio che ti rattristi sci

Lorenzo: Figurati non mi rattristisco anzi mi farebbe piacere se qualche volta usciamo assieme

Alice: Certo che usciremo assieme ci divertiremo sicuramente

Rudi: Alice per favore chiama mia mamma che mi sono fatto la pipì addosso, uffi non mi dire anche a me questa cosa, non mi sono accorto di nulla

Alice: va bene la chiamo subito così ti viene a prendere

ALICE CHIAMA LA MADRE DI RUDI E SUBITO VIENE ECCO COSA DIRÀ LA MADRE LUCIA LIGUORI

Lucia: Ehi rudi ma cosa e successo, dai ti sei fatto la pipì addosso, dai non preoccuparti può capitare basta che non diventi un vizio

Rudi: Ma quale vizio mamma, e successo, non me ne sono neanche accorto, stavo parlando al telefono e mi è successo questo.

Lucia: Dai può capitare questo, ma sentì Lorenzo e te cosa ti è successo, cammini in modo strano

Lorenzo: Signora Lucia io cammino strano perché porto il pannolone, me la faccio addosso senza sentire alcun stimolo da quando avevo 13 anni

Lucia: ah ecco perché dai mi dispiace su su tranquillo si può risolvere.

Lorenzo: Speriamo davvero anche perché farsela addosso anche in luoghi sconosciuti mi da fastidio che la gente capisce che me la sono fatto addosso cioè passare che mi osservano e pensano che io gli faccio pena.

Lucia: voglio capire una cosa ragazzi sta sera che fate?

Alice: Sta sera pensiamo di andare a marzamemi per vederci con Giulio e Giuliano ci prenderemo un drink

Lucia: State attenti con queste bevande di solito ci mettono delle pillole, state davvero attenti

Rudi: certo che staremo attenti figuriamoci non ci succederà nulla state tranquilli

Alice: va bene così ragazzi andiamo a casa che è tardi e fra poco dobbiamo prepararci

RUDI E ALICE VANNO A CASA MENTRE LA SCENA SI SPOSTA A CASA DEI CESARONI CON EXIO E CESARE

Ezio: Ehi cesare ma hai visto cosa e successo a rudi?

Cesare: si si ho visto poverello il ragazzo se le fatto addosso ma so che se la fa addosso anche Lorenzo, dicono che porta il pannolone

Ezio: eh si è vero porta i pannoloni

Cesare: Ma quando la smetteranno di farsela addosso? E una cosa strana la gente pensa sempre male dobbiamo stare sempre attenti a tutto.

Ezio: eh si dobbiamo stare attenti a tutto che amarezza!!!

Cesare: Ei cosa stai dicendo mi stai copiando la mia battuta non lo dovresti fare perché lo dicevano il padre di mio padre del padre della padre e del padre del padre mio.

Ezio: scusami davvero se lo fatto perdonami

Cesare: Ma dai per così poco mi chiedi il perdono non preoccuparti sempre amici siamo

Ezio: amici siamo come fratelli ci conosciamo sin da piccoli

MENTRE EXIO E CESARE PARLANO ENTRA RUDI

Cesare: ehi Rudi cose questa faccia cosa ti è successo?

Rudi: Zio lo sai cosa mi è successo mi sono fatto la pipì addosso senza farlo apposta, stavo parlando al telefono e patatrack mi è successo tutto addosso

Cesare: Capisco caro nipote non preoccuparti io la facevo addosso cioè capitava che mi succedeva a scuola ed i miei compagni mi guardavano sempre male

Ezio: Si ragazzi può capitare ma dobbiamo stare attenti alla gente, perché la gente qui a Roma parla male e questo non va bene rendi tristi i ragazzi che hanno questo problema….un problema ma coe si chiama sta cosa inc… Enc…. Et…. Lo…. Booooo.

Cesare: Si chiama incontinenza e io c’è lo avuto sino ai 18 anni

Ezio: Si già infatti si chiama così ma nn bisogna preoccuparsi bisogna essere tranquilli perché dicevo come prima che può capitare a tutti questo problema ma si risolve con le dovute cure

Rudi: già Ezio può capitare e a me è capitato.

DURANTE LA LUNGA CHIACCHIERATA ARRIVA FRANCESCO IL FIDANZATO DI ALICE

Francesco: Ciao ragazzi ecconmi sono arrivato ho lavorato al bar

Ezio: E lavori tanto, io pure lavoro tanto sono sempre in officina

Cesare: Ma smettila ahahaahah tu non lavori mai non prendere in giro a noi che siamo amici da tanti anni

Ezio: Ma dai che ci fa si siamo amici si, e questo mi fa più che piacere

Cesare: Allora cosa facciamo io dovrei andare alla libreria a comprare l’ultimo libro dell sindaco Luana di Madrid che ha scritto un bellissimo libro voi che fate?

Rudi: Io vado con la mia ragazza e spero che questa volta non me la faccio addosso anche perché se no sarei costretto a portare il pannolo come Lorenzo.

Cesare: Dai non esageriamo te lo sei fatto addosso solo una volta, che può capitare ma fatti dei controlli se vuoi.

Rudi: Si hai ragione zio me li farò

Alice: cosa dobbiamo fare ragazzi e da un ora che parliamo solo di pipì addosso ma la vogliamo smettere mi sta venendo il vomito

Rudi: Si avete ragione scusatemi voi

Alice: Ma dai che ti scusi a fare basta che non parli di questo può capitare ma non dobbiamo essere ossessivi in questo problema

Rudi: Certo questo si non dobbiamo essere ossessivi hai ragione

SCENA A CASA DI LUCIA E IL SUO AMANTE GIULIANO

Lucia: Ciao amore eccomi sono tornata ed ho accompagnato Rudi e Alice a casa

Giuliano: Si si capisco immagino che rudi e triste vero, ho capito che se le fatto addosso

Lucia: poverino si già infatti mi dispiace molto ma pazienza dai dapita

Giuliano: si può capitare questo

Lucia: comunque amore sta sera andiamo a fare un giro? Andiamo a vedere un film?

Giuliano: Si si andiamo a farci un bellissimo giro, magari andiamo a casa di qualcuno e ci vediamo un film

Lucia: Certo possiamo vederci un film a casa di qualcuno

Giuliano: mi piacerebbe vedere un film come per esempio un film dal titolo la passione di cristo

Lucia:No dai quello no e brutto oddio e molto imoressionante

Giuliano: Allora ci vediamo “il tempo delle mele”

Lucia: okay va bene ci vediamo quello sarebbe una bellissima cosa vedersi quello

Giuliano: si si infatti ci vediamo quello

LA SCENA CAMBIA SIAMO A MARZAMEMI CON I RAGAZZI

Alice: Mi è sempre piaciuta Marzamemi, mi ci trovo bene a passeggiare e a chiacchierare.

Rudi: si in effetti e molto bello passeggiare c’è una bellissima aria che tira bene

Lorenzo: Si infatti mi piace davvero ma pachino e anche molto bella e una bellissima provincia e anche quella che si chiama Siracusa.

Alice: si infatti ma approposito ci prendiamo una vodka e un gin?

Lorenzo: si si prendiamocelo sarebbe una cosa bella

Rudi: io vado ragazzi vado dalla mia ragazza

Lorenzo: Okay vai pure

Alice: MIRACCOMANDO stai attento non fartela addosso

Lorenzo: ho dei pannoloni in macchina mia li vuoi così almeno stai tranquillo

Rudi: si meglio che uno me ne dai così sto tranquillo

Alice: si infatti fattelo dare così stai tranquillo

Rudi: ecco me lo sono messo

Lorenzo: un mio motto e pannolo a presso e sempre ascitutto

Rudi: Si infatti sempre più ascitutto con i tena slip e mi stanno pure comodi dove li hai presi

Lorenzo: a pachino li ho presi

Rudi: ah capito una cosa bella davvero me ne farebbe molto piacere che li hai presi li anche perché sono molto

Lorenzo: ragazzi andiamo che già e tardi

Alice: Ma no dai ragazzi stiamo andando li a casa

Lorenzo: andiamo tutti da me a casa mia

Alice: va bene andiamo a casa tua così ci vediamo un film

Lorenzo: vediamo cosa fanno in TV che ne dite ragazzi di un altro drink?

Alice: no ragazzi un altro drink no fanno male i drink e le bevande alcoliche, dovete sapere che sono contro l’alcol anche se l’altra volta mi sono fatta quattro drink

Rudi: ragazzi mi sa che mi devo andare a cambiare mi è successo di essermi fatto la cacca addosso

Alice: si hai ragione sentiamo puzza di popo’

Rudi: ragazzi non capisco perché mi sta succedendo tutto questo

Alice: e dai stai tranquillo può capitare, ma ti sta però succedendo spesso di fartela addosso

LA SCENA CAMBIA RUDI PARLA CON GIULIO A CASA SUA

Rudi: ehi caro come va? Ti andrebbe di farti un giro?

Giulio: va tutto bene come deve andare, va normale, sempre con il pensiero degli esami della patente

Rudi: si infatti ti capisco e questo mi dispiace che ti sta facendo aspettare molto

Giulio: non è giusto che mi sta facendo aspettare molto

Rudi: ti capisco caro mio,e questo mi dispiace molto non saprei come aiutarti

Giulio: su’ Rudi stai tranquillo invece raccontami con la tua ragazza come va?

Rudi: Con la mia ragazza bene, sono stato un po’ così depresso per il fatto che mi scappa la cacca e la pipì, ormai uso i pannoloni, e questo che volevo confidarti da un po’ di tempo

Giulio: non devi preoccuparti su questo ti capisco, hai incontinenza e questo mi dispiace spero che da un giorno all’altro ti possa passare

Rudi: si infatti spero presto che mi passi anche perché stare con il pannolone pieno non è bello

LA SCENA CAMBIA SIAMO ALLINTERNO DI UN SUPERMERCATO QUALCOSA DI INASSOETTATO SUCCEDERE

Rudi: oddio cazzo, ma quanta fila che c’è no si può stare, per dei pannoloni che devo comprare tutta questa fila

Alice: Dai su Rudi stai tranquillo questa fila pian piano passerà

Rudi: si si lo so passerà però mi st facendo male la pancia e me la sto facendo addosso

RUDI E PIENO NEL PANNOLONE SI È FATTO LA CACCA ADDOSSO

Alice: Rudi vedo che sei bello pieno nel pannolone, hai riempito per bene il pannolo, ti sei fatto la cacca addosso?

Rudi: si alice mi sono fatto tantissima cacca addosso, non la trattenevo più e non ho sentito lo stimolo

Alice: eh di si sente la puzza ma stai tranquillo, anche se purtroppo la tua incontinenza e cronica

Rudi: oddio ma sono pienissimo mi sono fatto la diarrea addosso madonna come puzzo ci sto godendo tantissimo

Alice: su su non preoccuparti può capitare ma fatti anche la pipì addosso

Rudi: certo me la sto facendo, che bello farsela addosso senza che più o meno nessuno se ne accorge

Alice: eh già se a te piace, comunque non faremo capire a nessuno che a te piace farti la cacca addosso

Rudi: Certo questo si non faremo capire a nessuno niente.

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I cesaroni 7 seconda parte

LA SCENA SI SVOLGE A CASA CESARONI CON LE NEW ENTRYVSTARS ACTORS

Giulio: Ciao Lucia come va? Hai saputo di rudi che purtroppo è stato bocciato all’esame di patente?

Lucia: Si lo saputo che purtroppo è stato bocciato ma che ci possiamo fare non dobbiamo avere nessuna colpa su questo

Giulio: Si infatti su questo non abbiamo colpa, ma lui non ha voluto studiare

Lucia: ah questo si non si è voluto impegnare per niente, ma comunque lo sto vedendo in giro che porta ancora quella moto tutta rotta, non mi piace con chi cammina anche perché sono persone strane e maleducate

Giulio: gliela daremo noi una dritta stai tranquilla su questo

Lucia: certo questo si

MENTRE GIULIO E LUCIA OARLANO ARRIVA ALICE

Alice: ciao mamma e papà vi devo dire una cosa importante

Lucia: Dimmi tesoro dicci pure

Alice: mi sono innamorata di un bellissimo ragazzo americano, mi piace davvero tanto

Lucia: Ah bene questo mi fa davvero piacere, ma sentì digli a Rudi che non si deve preoccupare per quella faccenda del l’incontinenza

Alice: Certo che glielo diro stai tranquilla

Lucia: va bene adesso noi andiamo a letto che siamo un po’ stanchi a presto

Alice: buona notte mammina

Lucia: buona notte tesoro mio

Alice: Papà mi puoi fare un favore?

Giulio: Si dimmi cara

Alice: potresti portarmi per colazione una buona tisana?

Giulio: certo che te la posso portare anche due se vuoi

Alice: va bene grazie adesso pure io vado a dormire buona notte

LA SCENA SI SVOLGE A CASA DI EZIO E STEFANIA MENTRE DORMONO, SI SENTONO DEI RUMORI….CHI SARÀ MAI…

Plaf,….

Alice: rudi fai silenzio che dobbiamo spiarli

Rudi: ma non sono stato io a fare rumore e stato il mio pancino

Alice: di uno addosso te lo sei fatto?

Rudi: si si me lo sn fatto addosso sono bello pieno

Alice: capisco adesso come ti cambi il pannolone?

Rudi:Non lo so vedremo

Alice: vedi di farti passare questo problema non si può continuare così

Rudi: e lo so che non si può continuare così infatti già

Alice: devi stare sempre più attento perché qualche volta qualcuno se ne accorgerà

Rudi: eh lo so già molti lo hanno capito

Alice: capisco il tuo malumore mi dispiace davvero ma domani hai gli esami, la terza prova?

Rudi: si si domani ho la terza prova

Alice: capisco adesso vado a riposarmi che sono stanca

Rudi: buona notte a domani

Alice: buona notte a te a domani

LA SCENA CAMBIA SIAMO IN OFFICINA CON LORENZO

Ezio: Ciao Lorenzo oggi non sei andato a scuola?

Lorenzo: No oggi non c’è nera scuola

Ezio: Ma non hai gli esami quest’anno?

Lorenzo: Si si certo ho glie esami

Ezio: comunque non preoccuparti se ti capita di fartela addosso anche rudi porta ormai i pannoloni

Lorenzo: eh già siamo allora in due che portiamo i pannoloni

Ezio: si si siete in due che portate i pannoloni

Lorenzo: comunque non mi ricordo il nome, ah si ecco mi ricordo i pannoloni serenità sono molto comodi

Ezio: ah si!!! Allora li prenderò per la mia vecchiaia

Lorenzo: certo li puoi prendere per la vecchiaia certo questo si

Ezio: adesso lasciami un po lavorare che qui ci sono cose da fare

Lorenzo: va bene adesso la saluto arrivederci

Ezio: arrivederci a te

LA SCENA CAMBIA CI TROVIAMO AL BAR AL CICLOPE CON LUCIA E GIULIO

Giulio: bello questo bar, mi piace molto

Lucia: si è davvero bello e anche le granite sono buone

Giulio: Si molte buone qui le granite

LA SCENA CAMBIA CI TROVIAMO A SCUOLA

Alice: allora ragazzi ascoltiamo bene le lezioni così prendiamo buoni voti

Rudi: si infatti anche perché quest’anno abbiamo gli esami

Alice: eh già infatti credo proprio che la lezione sta finendo

Rudi: ragazzi sta sera si va a ballare e ci divertiremo

Alice: andiamo di a ballare ho bisogno di svagarmi

Rudi: certo Alice lo capisco hai proprio bisogno di svagarti ma se per questo anche io ho bisogno di svagarmi

Alice: avete proprio ragione e tu budino che ne pensi?

Budino: certo la penso così, andiamo al papà fico a sampieri?

Alice: si andiamo li al papà fico mi piacerebbe molto, li balliamo e ci divertiamo adesso chiamo a un mio amico così invito pure lui

Budino: ragazzi rudi sta male

Alice: cosa ha?

Budino: si è fatto la cacca addosso

Alice: ah capito ecco perché

Budino: va bene non preoccupatevi tutto si può sistemare e poi ha il pannolone e quindi assorbe molto e nn si sente tantissimo la puzza

Rudi: certo la puzza si sente poco e niente però anche se la gente capisce cosa e successo a me pazienza dai capirà che sono incontinente

Alice: questo si che capirà che sei incontinente ma non fa nulla noi ti abbiamo accettato sempre come sei adesso

Rudi: eh già poi sei la mia sorellastra quindi va bene così, ma sai che il 2 luglio ho gli orali e sono il primo nella lista a farli

Alice: ah si sei il primo mi fa piacere questo

AD UN CERTO PUNTO SI SENTE UN RUMORE CHE È UNA SCOREGGIA POTENTE

Alice: Cose’ questo rumore strano si sente puzza

Budino: rudi si è fatto la poop’ addosso

Rudi: si ragazzi scusatemi mi sono fatto addosso

Alice: non ti preoccupare se vuoi una mano nel cambiarti possiamo farlo

Budino: dai cambialo tu a me sinceramente fa un po schifo

Alice: si si non preoccupatevi lo cambio io

AD UN CERTO PUNTO LA SCENA SI DIRIGE VERSO IL BAGNO DOVE RUDI VERRÀ CAMBIATO DA ALICE

Alice: ehi rudi ne hai fatto tantissima, si vede che proprio ti scappava

Rudi: si mi scappava moltissimo ormai non riuscivo più a trattenere la cacca, ed così è uscita da sola senza sforzi

Alice: ti capisco fratellone mio sai se te la farai addosso per tutta la vita questo mi dispiacerà perché la società non accetta questo ma che ci possiamo fare se sei incontinente nessuno ti potrà dire qualcosa capiranno che te la fai addosso perché non sentì alcun stimolo e così pisico e cacca escono senza sforzi

Rudi: esatto questo sono io e questo sento cioè non sento nessuno stimolo sono regredito come un bambino piccolo appena nato o un bambino di cinque anni che ancora non sa tenere i bisogni a bada

Alice: dai ti capisco però queste estate dopo gli esami andiamo a festeggiare così almeno finisci gli esami orali e poi si va a festeggiare

LA SCENA CAMBIA CI TROVIAMO A CASA BARILON

Lorenzo: ciao mamma mi sono fatto addosso mi vado a cambiare il pannolo e pienissimo di diarrea mi scappava tanto

Madre: non preoccuparti caro stai tranquillo che anche rudi e incontinente come te ed la cosa che hai e cronica ma si aggiusterà tutto

Lorenzo: si infatti si aggiusterà tutto pazienza speriamo bene

Madre: certo che si, fai gli esami universitari e se ti dovessi accorgere che ti sei fatto addosso continua parlare senza fermarti per non destare controlli dall presidente degli esami

Lorenzo: questo si non ti preoccupare tutto si aggiusterà

Madre : certo caro figliolo si aggiusterà

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Hardcore

Rollenspiel per Mail,der männliche Part war i

Hallo…….

Ich eine Geschäftsfrau 35 Jahre,sehr gut aussehend,etwas arrogat wirkend schlendere durch die Stadt.
Etwas shoppen und anschließend setze ich mich in einen Cafe und trinke einen Tee.
Dabei schreibe ich wieder in meinen Tagebuch…..oh Gott denke ich,wenn das mein Mann in die Hand bekommen würde….

Aber als Geschäftsfrau sind solche Sachen wohl Tabu denke ich…..Unterwürfigkeit,Sklavin,Eigentum,demütigungen,Kleiderordnung,den Willen in eine starke Hand geben….
aber träumen darf man ja denke ich und schreibe heute nur eine kleine Notiz rein.

Ich bezahle meinen Tee,stehe auf und gehe nach Hause…..greife in meine Handtasche…..das Tagebuch…oh Gott,was mache ich jetzt….
sofort gehe ich ins Cafe….keiner hat es gefunden….niedergeschlagen gehe ich nach Hause…..

Hallo……….

Ich Mann 43,verbringe meine Mittagspause im Cafe um die Ecke.
Bin verheiratet,hab einen guten Job doch irgendwas fehlt.
Immer öfter frage ich mich ob das alles gewesen sein soll.Früh geheiratet,
Kinder sind groß,eigenes Haus und gutes Einkommen.
Mal ausbrechen ,verrückte Sachen machen ,richtig Leben.
Midlifecrises hör ich bloß wenn ichs meinen Freuden erzähl,vergeht schon wieder.
Und wenns im Bett nicht läuft könnt ich ja in den Puff gehen,würden Sie auch so machen.
Und das solls sein,hab ganz andere Vorstellungen.
Träume öfter davon jemanden zu finden der genauso fühlt wie ich,jemanden zu dominieren oder auch devot sein,sich jemanden hingeben
ihm ganz vertrauen,auf ihn verlassen.Bin auf so einem Forum gelandet wo Sklawinnen sich ausgetauscht haben.
Das war echt cool,geben sich ganz ihrem Herrn hin,oder Herrin dürfen nichts ohne ihre Zustimmung,und beide seiten
sind Glücklich.
Aber wie soll sowas gehen hier in unserer Gesellschaft,und wie findet mann Jemanden.
Als ich meine Gedanken schweifen lassen, seh ich ein Buch neben mir liegen.
Rot eingebunden..Mit einem schwarzen Band zum zu binden.
Hatt sicher jemand vergessen.
Bin eigentlich nicht neugierig,aber schlags doch kurz auf…steht ja vielleicht ne adresse drin.
schon beim ersten blick merk ich ,dass es ein Tagebuch ist und noch von einer Frau.
Fang ein bischen an zu lesen….und trau meinen Augen nicht.
Sie schreibt von ihrem verlangen Ihren Bedürfnissen und Fantasien…..möchte sich so gern unterwerfen…hörig sein.
…jemanden dienen..
Meine eigenen Wünsche!!!
Aber führt auch ein geregeltes Leben…..wie damit umgehen..wie soll sies ausleben…….
wer versteht Sie…
Bin Sprachlos…gibt es da vielleicht doch jemanden…aber geht sowieso nicht…
passiert nur im Kino.
Sie interressiert mich,wie sieht sie wohl aus,würde Sie das wirklich wollen…. würde sie sich mehr anvetrauen..könnten uns austauschen über unsere gefühle…jemanden zum reden haben.

Will sie kennenlernen..aber wie…es steht weder Name,noch Adresse drin.
Da kommt mir eine Idee…häng einen Zettel ans schwarze Brett…komt hier bestimmt wieder her..

” Tagebuch gefunden, Handy……”

Hallo ……….

…..ein toller Tag denke ich als ich Zuhause angekommen bin, gut gelaunt gehe ich in unser Haus
das ich mit meinen Mann seit 12 Jahren bewohne.Seit 5 Jahren ist er selbsttständig und daher ist er nur noch
Unterwegs denke ich…aber es hat ja auch seine gute Seiten.
Mit meinen 37 Jahren sehe ich noch sehr gut aus denke ich als ich im Flur vor dem Spiegel stehe…aber
was nutzt das wenn man seine Träume und Phantasien nicht ausleben kann…wenn man gelegeheit dazu hat und sich
überhaupt traut….greife dabei in meine Handtasche und….wo ist es?
Ich schnappe nach Luft….nein das kann nichts sein denke ich….wo ist mein Tagebuch?
Habe ich es liegen gelassen…oh Gott wäre das peinlich….ich kann da nie wieder hingehen.

Die ganze Nacht schlafe ich unruhig und gehe am nächsten Morgen zum Cafe.Frage nach aber keiner hat es gefunden.
Als ich rausgehe sehe ich die Notiz am schwarzen Brett….
Noch aufgeregter gehe ich ins Geschäft…..schaue aus die Nummer….stecke sie wieder weg….nehme sie wieder in der Hand und wähle sie….

Halo ……….

…..Sie geht mir nicht aus dem Kopf,Wird Sie sich melden….was soll ich zu ihr sagen….
…wie soll ich ihr erklären,daß sie mich interressiert,ich genau so fühle.
Hat sie es ernst gemeint mit ihren Eintragungen,wiil sie sich einem mann unterwerfen…
ihm dienen…
Der gedanke daran erregt mich….Spüre seit langem wieder sexuelles verlangen….mit meiner frau kann ich über
meine fantasien nicht reden……geht im bett sowieso nichts mehr.
Mein Handy klngelt….keine bekannte Nummer……mein Herz fängt an zu pochen……ist sie das
……möcht sie mich kennenlernen,oder nur ihr tagebuch wieder???
hebe ab….. eine frau meldet sich…..ihre Stimme klingt weich und herzlich.
tatsächlich sie ist es….fragt verlegen nach ihrem Tagebuch…..
ja es gehört Ihr……. Sie möcht es wieder haben…..ist erleichtert…..eine weile sagt keiner was…

nehm allen Mut zusammen……sag das ich ein bischen drin gelesen hab…wieder Stille……..

Hallo……..

seine Stimme klingt streng,aber ich höre auch etwas unsicherheit daraus…mein Gott ist mir das peinlich….ich schlucke,haben eine
ganz dicke Kröte im Hals….hat er alles gelesen oder nur den Anfang…..oh nein denke ich in Sekundenbruchteile…..
ich habe in diesen Tagebuch all meine Phantasien,all meine Träume beschrieben,all das was
man eigentlich nie macht als reife Frau die verheiratet ist.
Vieleicht hat er nur ein paar Zeilen gelesen denke ich, nicht mein Traum wie all das beginnen sollte….meine Unterwerfung,
meinen Weg zur Dienerin der Lust…..
Ja sage ich nach einer Weile,ich möchte es gerne wieder haben…..können sie es nicht im Cafe hinter legen frage ich……

Hallo……….

natürlich möcht Sie es wieder haben…….so einfach wie Sie sich es vorstellt aber nicht…….
hinterlegen und abholen…nein…..weiß schon soviel über Sie……..will Sie kennenlernen……
…..kann ich eine Beziehung zu ihr aufbauen…muss mit ihr reden,über meine Wünsche,meine
Fantasien,ihr sagen wie ich fühl……am telefon geht das nicht.
Vielleicht ist sie mir gar nicht sympatisch…….wir…wollen doch nicht dasselbe…..mag sie mich…
entspreche ich ihren Vorstellungen.
Wenn sie sich mit mir einlässt,wie könnten wirs umsetzen.
Ich muss Sie treffen……hat mich so neugierig gemacht….allein bei dem Gedanken
fühl ich wie schon lange nicht mehr…Erregung,Spannung,Lust…….

soll mir ein Treffen vorschlagen,um sie kennen zu lernen…bekommt ihr Buch auf jeden fall wieder……..

Hallo………..

ich muß es wieder haben denke ich bevor es der verkehrte in die Hände bekommt….ich schlage dir ein Treffen im Cafe vor….sage dir das
wir uns um 12 Uhr treffen könnten…..schreibe dir eine SMS weil besetzt war…..

Tagebuch 1 Phantasie

Ich bekomme eine SMS mit einer Kleidervorschrift und soll an einen abgelegenden Platz kommen.
Mit einer Augenbinde soll ich im Auto warten.Ein Mann steigt ein und berührt mich,macht mich geil und verläßt
wieder mein Auto mit den Worten….wenn du weitermachen willst….hier ein Brief und verschwand dann.

Tagebuch 2 Phantasie

Ich sitze wie im Mittags im Cafe und nehme einen Happen zu mir.Der Ober gibt mir einen Briefumschlag.
Öffne ihn….gehe zur Toilette und ziehe deinen Slip aus….
Von Tag zu Tag werde ich diesen anonymen Schreiber höriger ohne ihn gesehen zu haben.

Hallo…………

Konnt es nicht abwarten bis Sie sich meldet. Immer wieder schaue ich aufs Handy.
Bin in einer Besprechung,und habs auf lautlos.
Wo will Sie mich Treffen.. wie wird es sein.
Dann,neue Nachricht…..lese sie unterm Tisch.
Um 12 im Cafe……ja endlich…werd es hoffentlich schaffen.
Aber wie erkenne ich Sie…..sims kurz zurück…sol sich eine Auto-Bild kaufen und diese lesen……die andren Schauen
schon…naja bei der Sache bin ich nicht mehr.

Wir sind um elf fertig…hab noch ein bischen zeit…les noch mal in ihrem Tagebuch.
Was wäre wenn ich mich gar nicht zu erkennen gebe….sie überrasch….was sie für fantasien hat weiß ich ja.
Vieleicht macht sie das Spiel mit…und wenn nicht…bekommt sie ihr Buch…und gut ist.
Man was für ein Gedanke..ja mach ich.

Als ich ins Cafe komm seh ich sie gleich…interressiert sich zum Glück sonst keine Frau für Autos…lach
Sie sieht Klasse aus, so mitte dreißig….und elegant gekleidet….irgendwie schon so vorgestellt.
Aber so eine sich unterwerfen..Anweisungen von mir ausführen…ich versuchs.
Wink den kellner zu mir,geb ihm fünf euro…er bringt ihr einen Umschlag…
Sie ist schon leicht irritiert, macht ihn aber gleich auf :
” Ich will von Dir das Du auf die Toilette gehst und deinen Slip ausziehst,dann komme zurück und setz Dich wieder”
seh wie sie die Augen verdreht,bekommt keine luft mehr,legt den Brief zur Seite.
Hab ich wohl verbockt……waren doch bloß fantasien…wird sie nie machen..
Als ich noch überlege,wie ich ihr das buch zurück gebe steht sie auf.
geht zur toilette….dauert ein bischen…..wider da…und setzt sich hin.
Bin platt….wirklich…sie macht es mit……kann unter ihren Rock schauen……nichts.
was für ein gefühl…herzrasen..erregung…schmetterlinge im bauch….
Nein nicht zu ihr gehn..nein soll ja anders.
geb dem ober das buch.bringt es rüber.
Sie sieht sofort den Umschlag darin.
Nur kurze Worte” Morgen gleiche Zeit”………

Hallo……….
Ich sitze um 12 Uhr im Cafe und lese diese dämliche Autobild….das kann ja heiter werden denke ich.
Trinke meinen Kaffee und habe die Zeitung aufgeschlagen….aufgeregt blicke ich umher und bin ganz verduzt
als der Kellner mir einen Briefumschlag gibt…..spinnt der denn denke ich im ersten Augenblick und denke aber
sofort daran das er es ja gelesen hat. Ich spüre das mich die Sache erregt,obwohl ich es weiß, aber trotzdem
ist es ja Neuland für mich.Schaue mich nochmal um und stehe auf….gehe zur Toilette und nehme eine Kabine.
Meine Hände greifen unter meinen Rock und ich streife meinen String ab,spüre sofort die kalte Luft,spüre die leichte
Nässe von mir.
Stecke meinen String in meine Handtasche und zupfe meinen Rock wieder gerade.Gehe ins Cafe zurück und setzte
mich.Drehe mich um und meine das jeder weiß das ich keinen String mehr anhabe.Setzte mich langsam und
weiß immer noch nicht wer er ist.
In diesen Moment kommt der Kellner und gibt mir das Tagebuch zurück,sehe einen Umschlag darin stecken…..
morgen gleiche Zeit……mein Herz schlägt schneller…..ich weiß das ich Morgen da sein werde…..

Hallo……….
…noch bevor Sie geht,verlasse ich das Cafe…..muss nach draussen…brauch frische luft.
Möcht auf keinen Fall das sie mich erkennt.
Ein unheimliches Glücksgefühl überkommt mich,meine träume werden wahr,habe jemanden gefunden der die
gleichen Neigungen hat….sie mit mir teilen möchte……oder verrenn ich mich da in was.
Wollte Sie nur ihr Buch wieder haben……sie sah nicht so aus als ob sie sich wohl dabei fühlt…..
egal kommt Morgen bestimmt wieder….wie gehts weiter……soll Sie mich gleich kennen lernen………wie wäre
es denn wenn ich der Unbekannte bleibe…..und sie mir trotzdem dient, sich mir unter wirft.
Dann ganz am Ende als Belohnung,erfüllung ihrer Träume erst zeige.
Das will ich,genau so…..jetzt noch die Anweisungen.
Schade das buch hab ich nicht mehr, weiß das meiste aber noch….aber soll ja so werden wie ich es möchte.
Verbringe fast die ganze nacht um die anweisungen zu Papier zu bringen………

Dem Ober hab ich den Umschlag schon gegeben er weiß Bescheid.So bald Sie kommt wird er ihn Übergeben.
warte schon ne ganze Weile,dies mal sitz ich ein bischen versteckt,kann aber alles sehn.

Sie kommt Pünktlich, Gott sie Dank….Hätt es glaub ich Schwer überwunden wenn Sie nicht gekommen wäre……Sie möcht es auch.
Sieht genauso Klasse aus wie gestern…..sitzt gerade…bekommt den Umschlag….
öffnet ihn gleich…kann es sicher auch nicht abwarten.

“Ich will von Dir das Du meine Dienerin wirst,Dich mir unterwirfst,meine Anweisungen genau befolgst.
Du wirst mich noch nicht kennenlernen,beobachte Dich aber.
Wenn ich mit Dir zufrieden bin,der meinung das du mir folgst,gehorsam bist werd ich mich zeigen.
heute hast Du folgendes zu tun:
auf der letzten damen toilette befindet sich eine tasche,diese Sachen wirst du heute Abend anziehen.

—–schwarze halterlose Strümpfe,einen BH der an den Nippeln offen ist,einen slip ouvert ,eine Augenbinde——–

Dazu trägst du einen Mantel und high hells.
Warte um 22Uhr in Deinem Auto auf dem Pakplatz des Einkaufzentrums,verbinde Deine Augen,und lass die Türen offen”……….

Hallo……….
ich nehme den Umschlag und öffne ihn sofort….ich schlucke als ich es lese…drehe mich um und versuche auszumachen
wer du bist…..ich rufe den Kellner und bestelle einen Kaffee.Als er da ist stehe ich auf und gehe zur Toilette
und tatsächlich,da liegt der Umschlag,vorsichtig öffne ich ihn und es sind halterlose,Bh mit Öffnungen und einen Slip der im Schritt offen ist..
wie eine Nutte denke ich…aber ich spüre das es mich erregt.
Ich gehe wieder auf meinen Platz und trinke meinen Kaffee aus,bezahle und gehe in mein Geschäft.

Um 21 Uhr bin Ich fertig,betrachte mich im Spiegel und glaube nicht was ich da sehe….nehme aber meinen Mantel,ziehe meine Pumps
an und steige im Auto.Ich fühle mich ausgezogen als die Autofahrer mich so sehen,obwohl sie ja nichts sehen.
Um 21 50 Uhr fahre ich auf dem Parkplatz,stelle mein Auto mitten auf dem Parkplatz.
Es ist dunkel geworden und weit und breit ist nichts,nur die 3 Laternen die aber nicht so hell sind.Um Punkt 22 Uhr verbinde ich mir die Augen und atme tief durch.
Ist es endlich soweit denke ich,kann ich meine Phantasien ausleben….gibt es einen der mich zur tabulosen Sklavin erzieht.Hart und streng…
aus einer Dame eine Nutte macht…die er vorführt und demütigt…..die er aber erst erziehen muß denke ich und schmunzel

Hallo……….

Bin so gegen halb zehn auf dem Parkplatz, konnte es zuhause sowieso nicht mehr aushalten. Sollte es wirklich geschehen, kommst Du, kann ich mit Dir meine Lust ausleben.
Will mich aber nicht zu früh freuen, vielleicht kommst Du gar nicht.

Mein Auto hab ich etwas abseits geparkt, sehe aber genau wer kommt und geht. Ist schon dunkel um diese Zeit , und die letzten Besucher gehen.

Du kommst kurz vor zehn, ein Stein fällt mir vom Herzen, bist tatsächlich gekommen. Werd meiner Anspannung kaum Herr, obwohl ich ja alles geplant habe. Da ich dein Tagebuch ja kenne war es gar nicht so schwer, und bin mir fast sicher, das es dir auch gefallen wird.
Du sollst meine Sklavin werden, sollst mir dienen mir hörig sein.
Ich habe beschlossen mich nicht gleich zu zeigen…dich erst prüfen…dich ausbilden….dann wenn du mir gefällst, gefällig bist…..als Belohnung darfst Du mich sehen.

Gehe zu Deinem Auto…im Schein der Laternen kann ich Dich sehen…..alles so wie ich es wollte…..siehst scharf aus…spüre die Erregung in mir aufsteigen.
Nach kurzem zögern geh ich zu Dir, Du hast deine Augen verbunden.
Öffne die Tür vom Rücksitz, und nehme Platz…Du erschrickst….befehl Dir gleich den Mund zu halten…..was du auch tust.
Klappt ja ganz gut….nun weiter…..meine Anweisungen……Du hast nicht unaufgefordert zu sprechen….ich bestimme was Du machst….hast Dich nicht zu rühren.
Ganz wohl ist mir dabei noch nicht….aber spüre das Verlangen jemanden zu führen in mir.

Beginne Dich zu berühren, Deine Brustwarzen…..ganz leicht streichelnd….langsam mit der Hand tiefer….was für ein Gefühl vollkommene Kontrolle über Dich zu haben…..Du zuckst leicht bewegst Dich aber nicht….gleite mit den Fingern zwischen Deine Beine….fang an Dich zu Streicheln….Dein Puls wird schneller ….spüre deine Nässe…Stöhnst leicht auf..
….oh Gott was Geschieht hier….bin wahnsinnig erregt meine Hose platzt fast.
Stopp … soll genug sein.
Sage zu Dir bevor ich aussteige…das ich unbedingten Gehorsam erwarte….sonst wirst du bestraft….wenn ich gefallen an Dir finde…wird ich immer für dich da sein Dich behüten und schützen…nach weiter Prüfung wird ich mich zeigen… …sollst meine sexuellen Bedürfnisse befriedigen….

Werde mich wieder melden……
Hallo …….
Ich biege auf dem Parkplat ein….nur noch ein Auto da denke ich…parke mitten auf dem Platz und sehe wie das letzte Auto
abfährt.Ich schaue auf die Uhr…es ist 10 Uhr,mir wird heiß,die Situation ist erregend,aber auch gefährlich,vieleicht
brauche ich das denke ich.
Ich setzte mir die Augenbinde auf und fühle mich jetzt ganz ausgeliefert,oh mein Gott denke ich,was ist wenn
die Polizeit kommt.In diesen Moment geht die Hintertür auf und ich rieche dich förmlich.
Erschrocken ziehe ich meine Muskeln zusammen…..spüre plötzlich deine Hand auf meine Brust,sie beginnt zu streicheln
und aus meinen Munde seufze ich etwas.Die Hand fährt zwischen meine Beine und obwohl ich es nicht will
stöhne ich leise auf.Spüre meine Nässe……was tue ich nur hier denke ich.
Ich höre dich reden…nur kurz…..wie weit wird er mich noch bringen denke ich.
Das Spiel beginnt….ich hoffe das er der Richtige ist….der all meine Wünsche erfüllen kann.
In meinen Gedanken höre ich die Tür zugehen,lausche ….aber du bist gegangen.
War es nicht gut denke ich…konnte ich mehr machen,war er enttäuscht von mir…sah ich ihn nicht
gut genug aus….Ich nehmen die Binde von den Augen und schaue mich um….keiner da.

Ich fahre nach Hause ……bitte denke ich,melde dich…..

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con i pensionati

Da ragazzino ero incaricato dalla parocchia della consegna a domicilio della “famiglia cristiana”.Con cadenza settimanale,il sabato pomeriggio,avevo la mia zona di abbonati al giornale da servire.Per noi ragazzi era un pò una seccatura e cercavamo di farla velocemente per poi tornare a giocarei.Io ero abituato,con tutti, a far uno squillo al campanello e lasciare velocemente la rivista sulla porta.Un giorno incontrai il signor antonio(soprannominato zio tom)sulle scale,mi chiese cortesemente se dalla prossima settimana potevo portargli il giornale in casa,perche mi disse:che lui il sabato pomeriggio si faceva il bagno e gli seccava dover poi scendere a ritirarlo,naturalmente mi disse che mi avrebbe dato la mancia.Il sabato seguente:sono a circa metà consegne,gli faccio uno squillo e salgo le scale,trovo la porta socchiusa entro e sento la sua voce,”sono in bagno,un attimo e arrivo”intanto mi guardo attorno,appartamento squallido,c’è l’essenziale,mà per esempio non ci sono fiori o piante,pochi quadri e suppellettili,sembra che ci abiti poco,forse la usa solo per dormire.Arriva dal bagno in accappatoio e capisco subito che è un porcellone,sotto è nudo perchè mentre cammina gli vedo il cazzo molle.Indossa un accappatoio piccolo per lui è stretto,si congiunge solo in vita e lascia scoperto il pancione ed il petto villoso ricoperto di peli grigi che risaltano sul corpo tutto abbronzato.”sei stato gentile,siediti che ti prendo una bibita”mi spiace mà ho fretta devo finire di consegnare gli rispondo.”il prossimo sabato lasciami ultimo cosi ti offro qualcosa(mentre parla intravedo l’uccellone che ora allungandosi in giù,s’è scappellato)e scambiamo 4 chiacchiere”-“ok,va bene sabato prossimo farò cosi!”,Mi mette in mano mille lire di mancia e m’accompagna alla porta,cammino con lui dietro e mi sento il suo sguardo sul culo,chiedo:”qual’è il pulsante che apre la porta?”.Non mi risponde subito,mi giro di 3 quarti e gli vedo solo la cintura sul

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pancione,l’accappatoio è aperto e ora gli vedo tutto il cazzo,son sorpreso e lo guardo lì un attimo di troppo,lui capisce che ne sono attratto e si tocca”dai bello,ti piace?toccalo un pò”mi attira a sè e mi bacia il collo,io gli tocco l’uccellone e le palle e lui mi mette una mano sul culo,poi gl’impugno l’asta che si stà indurendo,gli bacio il petto,ha le tette e ne succhio una.mi sussurra:”bravo piccolo,ti piace il mio grosso cazzo?ora bacialo dai”.Una sua mano sulla spalla mi spinge ad inginocchiarmi e dopo da dietro il collo mi spinge sul suo sesso peloso.Ho voglia di cazzo!lo prendo subito in bocca e succhio,è un bel cazzo proporzionato e dritto,mi piace e ho intenzione di farmi sborrare in bocca,lui sembra gradire ,succhio bene e m’aspetto che ormai sborri,invece :suona il citofono!siamo vicini alla cornetta e lui risponde mentre io succhio affamato.”Si va bene,ora scende”lo sento dire,lascio a malincuore il pompino e mi alzo,inaspettatamente mi bacia sulla bocca,vorrebbe limonare perchè sento la sua lingua,mà io tengo le labbra chiuse,Cazzo!avrà 50anni più di mè.scendo veloce le scale e sul portone c’è il mio amico di consegne che mi dice:”sei pazzo a salire dallo zio tom dicono che è un porco”-“aveva male a un piede e non poteva scendere,non è successo niente”completiamo le consegne e torniamo in oratorio.Durante la settimana:penso spesso a lui,fisicamente mi piace così grande e grosso,e non m’interessa se è calvo,ma quel volermi limonare con le sue grosse labbra bavose m’ha un pò imbarazzato,non sò se tornarci,poi penso al suo bel cazzo grosso e lo rivoglio in bocca!Sabato pomeriggio:ho finito il solito giro di consegne ed ho una scusa per non tornare dagli amici.Dopo lo squillo al campanello salgo le scale ed entro in casa,lui,come l’altra volta è in bagno,mi sente entrare,”mettiti comodo che arrivo subito”mi dice.Mi siedo sul piccolo divano,arriva col solito accappatoio e il pisellone ben in vista stavolta,va in cucina e torna con due bottigliette stappate,”prendine una,quella che vuoi”,è in piedi davanti a mè che son seduto,vedo un’aranciata e una cocacola ed in mezzo il suo cazzo:quasi grosso uguale,capisco l’ironia e stò al gioco,assaggio l’aranciata,con la ligua di fuori lecco l’asta e poi assaggio la cocacola,bevo la coca con mano destra e con l’altra mano prendo il suo cazzo ancora incappucciato,s’indurisce,bevo ancora un sorso di coca e lui beve l’aranciata.Dopo il bagno ha parecchia sete,io fame!:gli scappello lentamente il cazzo e inizio il pompino mentre lui ancora beve.Sono in astinenza da sborra,la voglio,lo sego e succhio contemporaneamente,lui parla mi dice delle cose,forse parolaccie mà non lo ascolto, succhio,poi lo sento:”arriva mia sorella,dobbiamo andar via”.Dimenticavo di dirvi che abitava con una sua sorella,aveva cercato di averla fuori casa per il pomeriggio,mà non c’era riuscito.”Aspettami giù,prendo la macchina e andiamo a farci un giro”ho cosi voglia di finire il pompino che accettò la sua proposta.Arriva con la sua opel kadett,salgo veloce e partiamo,appena fuori paese è così tanta ormai la voglia che lo tocco mentre guida riuscendo ad infilare la mano tra i bottoni,quando ferma l’auto in un gran parcheggio alberato finisco di sbottonarlo e faccio uscire il cazzo.Vede che mi passo la lingua sulle labbra e non mi basta fagli una sega.mi spinge giù”daii,succhialo un pò,poi andiamo nel boschetto perchè qui non son tranquillo”.Ora ragazzino scendiamo,io fingo di voler pisciare e m’incammino il quel sentiero che risale il fiume,tu fingi d’andartene a piedi dal pargheggio,percorri un 30 metri di pista ciclabile e poi entri nel bosco,stai attento:se i ciclisti vedono un così bel culo entrar nel bosco,ti seguono e t’inchiappettano dopo pochi passi. Seguo i suoi consigli e lo vedo risalire il sentiero tra i fitti cespugli,mi raggiuge e in modo perentorio mi dice:”qui non ti vede nessuno,spogliati che ora voglio vederti il culo”,ubbidisco e mi giro per farlo vedere”mmhh,sembra il culo di una ragazza,abbassati un pò,ohh che bel buco”Mi lecca!quel vecchio puttaniere,che io credevo voglioso solo di un mio pompino,sè messo a slinguarmi il culo,sento la sua barba spinosa tra le chiappe,lecca bene e con la lingua dura mi entra nel culetto.Si alza e mi rimette il cazzo in bocca,la sua mano m’accarezza la schiena nuda e scende… mi palpa le chiappe e il suo dito medio mi entra nel buco,”ti piace il dito nel culo?”mi chiede,da come succhio capisce che è si.Arriva uno,vecchio come lui col cazzo di fuori e mi dice”stai tranquillo è un mio amico,succhia anche il suo”,mi alterno,due vecchi cazzi mà ancora funzionanti.Vedo dei colori vivaci tra i cespugli,un ciclistà dal fisico scolpito s’avvicina,sul pantaloncino la sagoma di un grosso cazzo duro,l’ultimo pensionato lo tocca da sopra la stoffa e lui s’arrabbia”tieni giù le mani,non farmi incazzare”,abbassa il pantalone da ciclista,e gli esce un bananone scappellato tutto rasato.Vede il mio sguardo languido,purtroppo i due vecchi non gli fan posto,spero che non se ne vada.Non sò dov’è andato,son piegato a 90 gradi ed appoggiato a un tronco,ho un cazzo per parte da leccare e succhiare e non vedo niente.Lo zio tom togli il suo dito dal mio culo e mi da una pacca sulle chiappe,avverto una spinta sull’ano,comprendo cosa succede e vorrei dire:no! è troppo grosso,invece ho la bocca piena di sborra,l’ultimo pensionato nel vedere il cazzo entrarmi nel culo ha sborrato,prendo fiato.lo sento penetrarmi piano e fermarsi sempre un attimo quando quei 20cm son tutti dentro,mi sborra in bocca anche lo zio tom finalmente,ho sborra che mi cola sul mento,ora posso digli che sono una vacca in calore,dietro ora mi sbatte forte provocando delle imbarazzanti scoregge il mio ho il culo è in fiamme mà incandescente sono gli spruzzi che sento in pancia.Mentre torniamo in paese con l’opel kadett ho l’ano dilatato e sbrodolone,mi esce sborra sulle mutandine mentre gli confesso che questo è già il quinto maschio che mi monta e di sicuro il cazzo più grande.lo zio tom comprese il mio voler essere remissivo di fronte ai maschi ,si fermo con l’auto nel sottopasso,che diverra per mè poi luogo di veloci pompini ad altri vecchi del paese.Mi ordina di leccagli il cazzo ormai molle e odoroso per la precedente sborrata,ubbidisco,mentre lui ancora sorpreso del cazzo grosso che ho appena preso nel culo,mi infila una mano sotto la tuta e cerca il mio buco bagnato.é molto loquace,mi spinge a leccargli i coglioni e mi dice che dovrei vestirmi da femmina e far la troia.

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Cosa non si fa per i figli

Mi chiamo Massimo, ho quarantasette anni, ho una figlia di venti anni (Giorgia) e sono divorziato da cinque anni. I rapporti con la mia ex moglie non si possono certo essere definiti idilliaci visto l’astio che ci portiamo indietro da ormai molti anni quando, con Giorgia ancora quattordicenne, mia moglie mi disse che non mi amava più, che aveva una relazione da un anno con quello che consideravo il mio miglior amico, e che avrebbe richiesto il divorzio.
Da allora la mia vita è stata una sofferenza continua che era alienata soltanto da quei pochi giorni che riuscivo a passare con Giorgia fino a quando purtroppo, vuoi per la mancata attenzione da parte della madre vuoi anche per quella della figura paterna, non è entrata in una brutta comitiva ed è diventata tossicodipendente.
Per cercare di risolvere questo problema, per la prima volta dopo tanti anni, mi sono incontrato con la mia ex decidendo di comune accordo di trasferire Giorgia a casa mia.
La reazione della ragazza non è stata certo incoraggiante in quanto attribuiva molte colpe al sottoscritto, per il fatto di non aver lottato per restare a casa e di aver, addirittura, abbandonato la madre nelle mani di un coglione.
Pensavo fossero parole dovute al momento e alla situazione (magari s’era fatta una canna), ma ho scoperto, con molta e dolorosa sorpresa, che era veramente il suo pensiero.
I miei tentativi di spiegarle come fossero effettivamente andate le cose, che ero stato tradito e che il divorzio non era stata una mia scelta, sono stati inutili.
“Se è vero quello che dici perché non hai lottato ugualmente? Potevamo essere una famiglia felice anche se la mamma amava un altro uomo. Ogni volta che ho avuto bisogno di te non c’eri. Quando poi stavamo insieme mi rendevi felice per uno/due giorni e poi tornavo a casa e stavo ancora più male”
“Ma come potevamo essere felici se ogni volta che entravo a casa era una discussione continua con tua madre? Qualunque cosa facessi non le stava bene. Non era possibile vivere così”
Questi erano i litigi che giornalmente c’erano tra di noi senza aver la possibilità di una tregua (mi sembrava di essere tornato a vivere con la madre) e con l’aggiunta dell’apprensione quando usciva e la paura del futuro che ci aspettava.
Comunque dopo quattro mesi di guerra abbiamo trovato un tacito accordo che ha cambiato del tutto la mia vita. Il comportamento di Giorgia è lentamente cambiato passando dal fare la spesa fino ad arrivare a cucinare la cena. Le volte che usciva erano sempre più rare ed il più delle volte ci ritrovavamo in salotto a guardare la televisione.
Il mio umore è migliorato, sono diminuiti i pensieri che mi attanagliavano il cervello, e, devo ammetterlo, dopo cinque anni ho mangiato anche qualcosa di commestibile. Forse proprio la mia incapacità di cucinare ha obbligato Giorgia a occuparsi della casa, almeno per quanto riguardava la spesa ed il cucinare.
L’armonia che si era instaurata tra di noi mi riportava indietro di molti anni, all’inizio del matrimonio, quando vivevo felice con la donna che amavo.
I miglioramenti di Giorgia, che sono stati eccezionali tanto che da diverso tempo non prendeva droghe, si intuivano dall’allegria con cui viveva ora la sua vita e dal suo aspetto che era diventato molto curato.
Qualche seduta al centro estetico, una ritoccata ai capelli e quattro salti in palestra l’avevano cambiato molto al punto che non sembrava più la ragazza venuta a vivere con me pochi mesi prima. Inoltre il mancato interessamento della madre ha fatto capire a Giorgia, almeno questa è la mia speranza, che tutto quello che le avevo detto era la pura verità.
“Quando cercherai una nuova compagna? Usciamo a fare quattro passi al centro?”
”E tu quando ti farai un ragazzo? Una bella ragazza come te non dovrebbe faticare a trovarne uno! Guarda se ti va bene ci organizziamo per domani sera”
Come erano cambiati i nostri discorsi! Sembravamo quasi due innamorati.
Sinceramente ora mi preoccupava il fatto che Giorgia non uscisse più, sapevo che aveva superato il momento critico, volevo che ritornasse a vivere la sua gioventù. Anche io avevo nostalgia della libertà perduta in tutti questi mesi. Non ero più uscito da solo, non avevo avuto più incontri amorosi, non avevo più fatto sesso.
L’astinenza iniziava a pesarmi e la presenza di Giorgia aumentava i … pensieri. C’erano volte in cui, quando guardavamo la televisione, si presentava in salotto vestita solamente con una maglietta sbracciata ed un paio di calzoncini creandomi delle difficoltà … fisiologiche che mi mettevano in imbarazzo. Quelle volte era una lotta continua con me stesso per non sbirciare il seno di Giorgia o, quando portava quei pantaloncini lisi, qualcos’altro.
Una sera in cui in televisione non c’era nulla di interessante abbiamo iniziato a parlare del più e del meno e per la prima volta Giorgia mi ha raccontato, senza nessun imbarazzo e pudore, delle sue esperienze vissute, della delusione della sua prima volta o di quando, sotto effetti di stupefacenti ed in compagnia di qualche sua amica, aveva avuto dei rapporti saffici oppure di quando si masturbava sentendo i gemiti della madre che faceva sesso con il compagno.
Questa confessione mi lasciò esterrefatto ed eccitato (sono convinto che Giorgia se ne accorse) tanto che con una scusa sono dovuto andare in bagno per riprendere il controllo della situazione.
Quando rientrai in salotto trovai Giorgia che piangeva
“Scusa papà non dovevo parlare di mamma. Mi dispiace”
“Non ti preoccupare, Giorgia, quella è una ferita che non esiste più! E’ come se fosse guarita”
“non dovevo comunque. Perdonami”
“e’ tutto passato” le risposi dandole un bacio in fronte “ora è giunto il momento che vada a letto”
“io resto ancora un po’ qui. Buonanotte”
Mi giro e mi rigiro nel letto da almeno due ore ripensando a ciò che mi ha raccontato Giorgia delle sue esperienze e mi ritrovo di nuovo eccitato e preoccupato. Io amo mia figlia ma sono suo padre. Il solo pensiero di aver un rapporto i****tuoso con lei mi impaurisce ma allo stesso tempo mi eccita molto.
Quando la mattina successiva entro in cucina ancora assonnato trovo Giorgia davanti ai fornelli a preparare il caffè.
“Buongiorno Giorgia”
“Buongiorno papà. Senti potrei far venire un’amica questo pomeriggio. Viene a Roma per questo fine settimana e mi piacerebbe rivederla”
“Certo non ci sono problemi. Se vuoi vengo dopo cena così non disturbo.”
“Grazie ma mi piacerebbe che la conoscessi anche tu”
“Perché”
“Bhè Diciamo che potrei andare qualche giorno a casa sua e preferisco farti stare tranquillo”
“Ok allora ci vediamo nel pomeriggio”
Quando nel pomeriggio tornai a casa trovai Giorgia che rideva in compagnia di una deliziosa ragazza mulatta.
“Papà ti presento la mia amica Luana. Ci siamo conosciute due anni fa in una discoteca.”
“Piacere Massimo” mi presentai “hai fatto buon viaggio?”
“Sì grazie. E’ stato un po’ noioso ma ne è valsa la pena. Amo Roma, ci abitavo, ma ora mi sono trasferita a Torino. Città bruttissima.”
“Posso sapere qual è il motivo del tuo viaggio? E’ un viaggio di piacere o cos’altro?”
“Per tutti e due i motivi. Lunedì mattina ho un colloquio di lavoro e nel frattempo spero di divertirmi”
“Bene. Mi ha fatto piacere conoscerti. Ora vi lascio sole.”
Non ero ancora uscito dal salotto che già le sentivo ridere. Beata gioventù, pensai. Ero indeciso su come comportarmi, se dovevo invitare Luana a pernottare da noi ma, passando davanti alla camera di Giorgia, notai che aveva già provveduto a tutto lei. Infatti sul suo letto matrimoniale era posata la valigia di Luana disfatta a metà.
Ritornai quindi sui miei passi e, rientrando nel salotto, notai che il brusio delle loro chiacchiere si era interrotto in modo brusco ed un imbarazzo evidente appariva nelle loro facce (almeno in quella di Giorgia con quel rossore).
“Ragazze avete intenzione di uscire questa sera? Io vado a farmi una pizza qui vicino. Mi fate compagnia?”
“Sei grande papà. Era proprio quello che avevamo pensato anche noi. Luana è un po’ stanca e preferirebbe riposare per questa sera. A me non va di cucinare, quindi veniamo con te”
“Se non disturbiamo ..” disse Luana
“No. No. Mi fa veramente piacere. Usciamo alle otto così non troviamo troppa gente, e per le dieci staremo a casa”
Erano circa le nove quando ci portarono l’antipasto di mare accompagnato da un buon vino bianco della casa. Le chiacchiere e gli aneddoti fecero passare in modo veloce il tempo ed il vino dolce e frizzantino incrementò l’allegria che si era impossessata delle ragazze tanto che sembravano quasi sbronze.
Dopo un risotto alla crema di scampi ed una frittura mista a testa tornammo a casa.
“Chi vuole un caffè” domandò Giorgia appena arrivati a casa “a me serve proprio”
“Sì brava, anche a me” rispose Luana togliendosi il maglione e restando con una camicetta mezza sbottonata
“Mi metto comodo e vi raggiungo”
Al ritorno mi trovai davanti una visione che descrivere insolita è dir poco. Infatti Giorgia e Luana si stavano baciando in bocca.
Mi fermai giusto in tempo per non farmi vedere e feci un po’ di rumore per avvertirle del mio arrivo. Entrai quindi come se niente fosse trovando Giorgia intenta a controllare il caffè e Luana, imbarazzatissima, ad abbottonarsi la camicetta.
“Ragazze prendo il caffè e vado a letto. Sono proprio stanco” dissi “grazie per la bella serata”
“Papà rimani con noi. Noi non siamo stanche e vorremmo divertirci un po’. Con te sarà meglio”
Luana fulminò Giorgia con uno sguardo non capendo le intenzioni di mia figlia e anche io rimasi di sasso perché tutto mi aspettavo tranne che questo. Pensavo che … avevano altre intenzioni (e quello sguardo di Luana lo confermava) e che era un invito di routine ma poi Giorgia si avvicinò a me dicendomi “Ti prego resta con noi”. Aveva un’aria insolita, forse dovuta alla sbronza, e aveva gli occhi lucidi come se avesse pianto o si controllasse per non farlo.
“D’accordo ma solo per dieci minuti.” Risposi sedendomi sul divano accanto a Luana.
Giorgia, dopo aver servito il caffè, si volle mettere a sedere sul divano accanto a me obbligandomi quindi a spostarmi sul centro.
Mi ritrovavo circondato da donne, e vuoi per il vino e vuoi per la visione precedente, con una erezione che difficilmente riuscivo a nascondere
“Papà so che prima ci hai visto. Luana è quella ragazza con cui ho avuto rapporti sessuali e che mi ha fatto provare la vera gioia del sesso. L’ho invitata per aiutarmi a … farmi un regalo”
“Non ho preclusioni in materia. Ciascuno è libero di vivere la vita sessuale come vuole. Non capisco, però, il motivo per cui mi hai obbligato a …” in quel mi si gelò il sangue e capii. Il regalo ero io. Doveva essere così.
Sì era così.
“Massimo” intervenne Luana “Giorgia ha avuto delle brutte esperienze con gli uomini. E’ stata violentata quando aveva diciassette anni e da allora non è riuscita a vincere la paura dell’uomo. Ha visto in te la gentilezza e l’amore e vorrebbe ….. provare a …. vorrebbe vincere questa paura con il nostro aiuto. Io sono qui per questo motivo ma pensavo che sarebbe successo con più calma”
Guardai Giorgia che piangeva silenziosamente davanti a me l’abbracciai iniziando anche io a piangere pensando al dolore che aveva provato e a quello che mi richiedeva.
“ma io sono tuo padre. Non possiamo fare una cosa del genere.” Farfugliai mentre stringevo con sempre più intensità Giorgia tra le mia braccia
“Ti prego papà fallo per me. Ho iniziato a drogarmi per questo motivo. Ora ho superato quel problema ma devo e ripeto devo superare anche questo. A me piace Luana, lei mi ama mi ha sempre amato, ma non posso scegliere di amare una donna quando … non ho la possibilità di amare un uomo. Non è una scelta ma un’imposizione. Aiutami, ti prego.”
“e cosa dovremmo fare? Come dovremmo fare? Non capisco più nulla”
“Massimo guarda è semplice. Devi avere un rapporto con tua figlia. Devi cancellare tutte le sue paure. Con il tuo amore devi farle rivivere tutto quello che ha subito con la ferocia. Io sarò lì per aiutarla. Sono lesbica quindi mi interessò solamente di lei.”
“D’accordo” risposi di getto sapendo che non avevo scelta
“Grazie papà. Sei unico. Ora io e Luana ci prepariamo ed andiamo nella tua camera da letto. Raggiungici tra dieci minuti e … grazie per quello che stai facendo e per quello che farai. Ascolta i consigli di Luana”
Quando sentii le ragazze entrare nella camera da letto andai al bagno per farmi una doccia per poi entrare nella camera da letto.
In questa c’era una luce concentrata sul letto dove vidi Giorgia e Luana intente a leccarsi la fica in un classico sessantanove con Luana sopra Giorgia. Questa vista mi eccitò ancor di più (se possibile) e rimasi a guardare mentre si leccavano e succhiavano la fica mandando gemiti di piacere.
Mi avvicinai al letto e con titubanza provai a carezzare la persona che più mi era vicina e cioè Luana. Questa sembrò ben accettare ma dopo pochi secondi si spostò per lasciami il campo libero. Vidi Giorgia aprire gli occhi e sbarrarli alla vista del mio eccitato cazzo (venti centimetri) e bloccarsi.
“Giorgia non ricordare. Io sono qui con te. Sentirai sempre la mia presenza” le parlò con dolcezza Luana “ora devi fare quello che hai sognato per tanto tempo. Cancellare le tue paure rivivendo quella brutta esperienza con l’uomo che più di tutti ti ama in questo mondo”
“Ho paura” disse Giorgia avvicinando la bocca al mio pene
L’accarezzai su una guancia con delicatezza avvicinandomi sempre di più a lei e alla sua bocca. Dopo pochi secondi sentii il suo calore avvolgermi la cappella
“Brava Giorgia così con calma. Muovi leggermente la testa per aiutarti, brava così” queste sono le parole che mi uscirono in un lamento “Humm .. brava .. così .. fermati quando vuoi”
Nel frattempo Luana era intenta a leccare e titillare il clitoride di Luana mentre con la mano sinistra si sgrillettava la fica.
Giorgia aveva trovato il ritmo giusto e sembrava non trovare difficoltà nel proseguire “Giorgia, amore se continui così ti vengo in bocca” dissi tra un lamento e l’altro “Papà devo rivivere tutto” mi rispose Giorgia togliendosi il pene dalla bocca “quindi dovrai venirmi in bocca. Poi .. si vedrà” detto questo si rituffò sul cazzo con ancora più convinzione ciucciandolo ancora meglio di prima tanto che non resistetti a lungo e le inondai la bocca
“Giorgia .. Giorgia .. sììì brava cosìììììì ohh godo godo godooooooo” urlai mentre vedevo che anche lei aveva raggiunto un orgasmo sobbalzando sul letto con Luana che le infilava la lingua e qualche dito nella fica.
Giorgia inghiottito quello che poteva chiese a Luana di mettere la fica sulla sua bocca per ringraziarla dell’aiuto e per farla godere visto che era l’unica che non aveva raggiunto l’orgasmo.
Luana non se lo fece ripetere due volte e si piazzò subito sul viso di Giorgia strizzandosi le tette per aumentare la goduria. Il mio cazzo era rimasto in semi erezione e iniziai quindi a stimolarlo per risvegliarlo del tutto quando, del tutto inaspettativamente, vidi la bocca di Luana avvicinarsi titubante.
“Guarda che non mozzica. Prova anche tu. Non mi offendo se poi lo sputi fuori.” Dissi più scherzando che per altro, ma Luana mi sorprese posando la lingua sul glande, come se lo volesse assaggiare, e poi se lo fece entrare nella bocca.
“brava, così … attenta ai denti .. ok .. brava … “
“Luana cosa stai facendo” si sentì una vocina arrivare dal basso “mi rubi l’uomo?”
“Giorgia tranquilla sono tutto tuo, per oggi. Poi se Luana vorrà domani sarò suo. Ora però dimmi cosa devo fare. Non vorrei arrivare pure con lei.”
“Ora ti faccio vedere, papà. Luana lascia quel cazzo e distenditi sul letto. Bene ora … mi dovrai prendere da dietro. Io intento mi lecco Luana”
“Ok. Tu stai tranquilla, sarò dolcissimo. Avvertimi se vuoi che mi fermi”
Mi ritrovai dietro al culo di mia figlia con la faccia di Luana che faceva capolino dalle sue gambe e questo mi eccitò non poco. Indirizzai il glande verso la fica di Giorgia quando sentii la mano di Luana prenderlo per poi posarlo con tutta la calma possibile sulle grandi labbra “Giorgia sei pronta” chiesi e al suo cenno affermativo feci entrare solamente il glande per poi fermarmi.
“Piano papà, piano” sussurrava Giorgia tremando
“vieni tu incontro a me. Così sarai tu a comandare”
Appena detto percepii il leggero movimento di Giorgia che si avvicinava sempre di più al mio inguine fino a quando le mie palle non le toccarono il culo.
“ohhhh è bello così .. “
“sììì , sìììì” gemevo io mentre sentivo Luana leccarmi le palle “Giorgia muoviti come vuoi. Io quando starò per venire ti avvertirò ed uscirò da te. Non voglio certo metterti incinta.”
I primi movimenti furono molto lenti e accompagnati da gemiti di piacere di Giorgia che sempre di più dimostrava di apprezzare quel palo che si ritrovava nella sua fica. Anche Luana gemeva di piacere continuando a leccarmi le palle movendosi poi verso il mio ano dove infilò la sua lunghissima lingua.
I continui lamenti che riempivano la stanza si tramutarono poi in grida quando Giorgia urlò il suo orgasmo “sììì che bello .. mi piace .. mi piace .. papà rompimela .. rompimela .. fammelo sentire tutto siiiii … godoooo”
Presi quindi il comando dell’azione stantuffando la fica di mia figlia con colpi veloci e forti affondandole ogni volta il cazzo sempre più in fondo
“Tiè .. tie.. tiè … ohhhhh .. .. sìììììììì … tiè”
“Godo papà … ancora sììììì … godo di nuovo ….. oddio che bello … sììì” urlava ormai Giorgia continuando a leccare la fica di Luana
“Giorgia .. sto venendo .. sto godendo … “ tolsi il cazzo da quell’infuocata fica ed iniziai a spararle fiotti di sperma bollente sul culo
“Sìììììììì godoooo … godooooooo … dammelo dammelo” sentii Luana urlare il suo piacere ed afferrarmi l’uccello che subito si infilò in bocca.
Giorgia si spostò girandosi verso di me e guardandomi negli occhi mi disse “Papà sapevo che non mi avresti delusa. Sei stato fantastico” e mi baciò in bocca giocando con la mia lingua. La sua aveva un sapore acre, sapeva di sperma mischiato con gli umori vaginali di Luana.. Ci raggiunse anche lei che ci abbracciò avvicinando anche la sua bocca alle nostre unendosi in bacio a tre.
“Massimo, sei bravissimo e dolcissimo. Mi aveva sempre fatto schifo andare con un uomo ma con te è stato diverso.”
“papà, recupera bene le forze che non abbiamo ancora finito”
“come?”
“ebbene sì manca ancora un buco”
“Giorgia mia, anche lì. Povera bambina mia. E io non ho mai capito nulla. Perdonami.”
“No papà quello non me l’hanno toccato. Non hanno fatto in tempo perché sentirono arrivare gente e scapparono. Ma questo sarà il tuo regalo. Tu mi hai regalato la gioia del sesso ed io ti regalo questo” disse toccandosi il culo
“Giorgia non posso. Non ce la farei neanche se lo volessi. E poi non ho bisogno di questo genere di regali. Mi basta saperti guarita.”
“Papà senti un domani qualcuno me lo chiederà, magari mio marito. E io non lo potrò fare perché mi ritornerà in mente quella volta e non questa. Quindi ti prego, fallo per me. Domani sarai più fresco e riposato. Ne riparleremo”
La mattina seguente mi alzai alquanto turbato per quello che era successo ma soprattutto per il godimento che avevo provato. Mi vergognavo di ciò ma … la carne è carne.
Quando uscii di casa le ragazze dormivano abbracciate e seminude e quella sola vista bastò per farmi eccitare di nuovo.
Con una scusa riuscii a liberarmi dagli impegni di lavoro presi precedentemente tanto che verso le due rientrai a casa che, con rammarico, trovai deserta. Non sapendo quando sarebbe tornata Giorgia con l’amica decisi di fare un salto al supermarket per fare la spesa.
Stavo salendo le scale quando sentii la risata di Giorgia uscire dal mio appartamento. Al mio ingresso fui travolto in un abbraccio affettuoso da parte di Giorgia seguito, dopo pochi secondi, da quello, più controllato, di Luana.
“ciao papà già a casa?”
“Si. Oggi non avevo impegni nel pomeriggio” mentii “e voi come mai state a casa? Pensavo che sareste rimaste fuori almeno fino a cena.”
“Il tempo non è granché e poi preferirei terminare il discorso cominciato ieri sera” mi rispose mia figlia timidamente
“Giorgia non possiamo continuare così. Sono tuo padre e ti ho aiutato ma penso che sia giunto il momento di chiudere definitivamente con queste cose. Non possiamo … “ non riuscii a terminare vedendo il viso di Giorgia rattristarsi e dei lacrimosi spuntare dai suoi bellissimi occhi
“papà ti prego. Solamente un’altra volta e poi ti giuro che non ti chiederò più nulla. Ti prego”
“Dai Massimo” si intromise Luana “falla contenta. Anzi facci contente”
“Ma ragazze ci sono tanti giovani che sarebbero ben contenti di stare al mio posto. E’ una cosa .. è un peccato carnale… è contronatura”
Giorgia tentava inutilmente di controllare le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi lucidi ed anche Luana aveva una faccia triste. Mi sentii in colpa perché anch’io sentivo il desiderio di toccare e possedere quei bellissimi corpi ma non potevo.
“Giorgia vieni qui” Luana ruppe l’imbarazzante silenzio richiamando accanto a lei mia figlia dandomi così la possibilità di andare in cucina e togliermi dalla loro vista.
Sentivo Luana coccolare mia figlia che aveva ormai iniziato a piangere in modo sommesso e questo mi fece sentire ancora più in colpa per quello che era accaduto. Mi aspettavano un pomeriggio ed una sera imbarazzante e non sapevo come risolvere la questione. Decisi quindi di uscire un poco per schiarirmi le idee e permettere loro di superare il difficile momento.
Quando rientrai verso l’ora di cena capii subito che era successo qualcosa tra le ragazze. Guardavano entrambe la televisione ma in luoghi diversi. Luana era in salotto con addosso ancora i vestiti indossati la mattina mentre Giorgia era in pigiama in camera sua con un’aria ancora più rattristata. Chiesi alle ragazze cosa fosse successo senza ricevere risposte. Quel silenzio pesava come un macigno dentro di me.
“chi viene a cena con me?” domandai con la speranza di sentire le loro voci
“io” rispose Luana mentre Giorgia continuava a tacere.
Preoccupato entrai nella sua stanza e solo allora capii che dormiva. La coprii con una leggera coperta e poi uscimmo di casa.
Durante la cena l’atmosfera tra noi migliorò tanto che venni a sapere che Luana aveva tentato di calmare Giorgia inutilmente, almeno all’inizio. Poi improvvisamente Giorgia aveva cercato di baciarla allungando le mani verso il suo corpo. La sua reazione non fu però quella che si aspettava mia figlia che, delusa dal rifiuto dell’amica, andò in camera da letto.
“Come mai l’hai rifiutata? Pensavo l’amassi”
“Io pensavo la stessa cosa di te. Eppure anche tu l’hai rifiutata”
“ma non è la stessa cosa. Io sono il padre” risposi indignato
“Massimo cerca di capire. Io amo Giorgia e proprio per questo mi sono comportata così. In quel momento lei non cercava me bensì te. Sarebbe rimasta delusa in qualunque caso e ho preferito fare così.”
L’infelicità le si leggeva in faccia mentre raccontava l’accaduto. Si vedeva proprio che amava mia figlia.
Aveva mangiato pochissimo mentre, al contrario, aveva bevuto più dell’altra volta.
“Stai tranquillo l’alcool lo reggo bene. E’ il resto che mi distrugge” mi disse leggendomi nella mente
“Se lo dici tu. Comunque ora torniamo a casa che sono preoccupato”
Rientrati a casa controllai prima mia figlia, che continuava a dormire, e poi mi recai in camera per liberarmi dagli abiti.
Passando davanti alla camera di Giorgia vidi Luana che si spogliava mettendo in mostra il suo bellissimo corpo. Subito mi ritrovai con il cazzo duro, in fin dei conti non si trattava di mia figlia, che cercai di nascondere mettendomi seduto sulla poltrona. Accesi la televisione e feci un po’ di zapping fino a quando non trovai un film con Aldo Fabrizi. Luana mi raggiunse mettendosi seduta sul divano.
“perché non ti siedi vicino a me così mi riscaldi un po’?” mi propose Luana
Il mio cazzo era tornato alla normalità e quindi accettai con piacere quell’invito. Appena seduto capii che avevo fatto un errore perché il solo contatto con lei era bastato a eccitarmi di nuovo.
“Hai sempre queste reazioni quando siedi accanto ad una lesbica?” mi disse sorridendo Luana
“per me sei una donna. Anche se sono a conoscenza della tua tendenza per me sei una donna bellissima e desiderabile e che solamente ieri sera me l’ha preso in bocca. Penso sia una reazione più che normale.”
“Uhm … forse sotto il tuo punto di vista, ma … ieri era diverso … c’era anche la donna che amo e mi è venuto naturale farlo”
“Vuoi dire che non ti sei sentita obbligata? Che è stata una tua iniziativa?”
“Si … gli accordi con Giorgia erano diversi … io dovevo solamente … la dovevo aiutare per superare le difficoltà psicologiche che poteva incontrare e basta. Mai avrei accettato di partecipare attivamente ad un incontro con un uomo”
“però non ti è dispiaciuto” affermai
“Bè .. bè”
“fa la pecora. Rispondi sinceramente alla mia domanda” insistetti
“no. Anzi mi è piaciuto moltissimo”
“per me questo significa che non sei una vera lesbica. Al massimo una bisex. Ma sei mai stata con un uomo.”
“Si. Ma non mi è … non mi era mai piaciuto.”
“forse hai incontrato gli uomini sbagliati.”
“può darsi ma non mi pento della scelta”
“non sei curiosa di scoprire se…”
non riuscii a terminare la frase perché vidi Giorgia venire verso di me.
“cosa state facendo voi due? Sembrate due piccioncini che tubano” si presentò Giorgia sedendosi in mezzo a noi due
“Nulla facevamo due chiacchiere in generale” rispose Luana frettolosamente
“non è vero. Parlavamo della sua vita amorosa, della sua scelta di diventare lesbica e …”
“di ieri sera” si intromise mia figlia “mi sembrava strano quello che è successo ieri. Luana che ciuccia un cazzo ….. nooo c’era qualcosa di illogico ed ora inizio a spiegarmelo. Le sarebbe piaciuto stare al mio posto per scoprire se … se aveva fatto la scelta giusta. L’ho capito da come urlava mentre godeva. Non l’ho mai sentita godere così.”
“ma che dite. Spero che scherzate” disse Luana contrariata “perché io sono ben contenta della mia scelta. Solo che ho visto in te, Massimo, un uomo dolce gentile e altruista al contrario di quelli che ho incontrato nella gioventù.”
“e hai pensato che ti sarebbe piaciuto provare con mio padre quello che stavo provando io in quel momento” insistette Giorgia
“No… forse … non lo so neanche io” concluse Luana abbassando la testa come se si vergognasse. Avevo la sensazione di essere paralizzato al sentire le due ragazze parlare di me, e davanti a me, come se rappresentassi l’unico uomo presente sulla terra in grado di risolvere i loro problemi e, devo ammetterlo, mi sentivo eccitato come dimostrava chiaramente il gonfiore che mi ritrovavo tra le gambe.
“papà sei disposto ad aiutare Luana come ieri hai aiutato me invertendo le nostre parti?”
“ma io non voglio” incalzò Luana con una vocina che dichiarava esattamente il contrario
“lei non è mia figlia e quindi non mi sento ostacolato nel farlo ma deve essere lei a chiedermelo. Vado nella mia camera. Se Luana vuole può raggiungermi lì” dissi alzandomi dal divano
Mi sentivo il cazzo in tiro come se avessi preso il Viagra e speravo veramente che Luana richiedesse il mio aiuto altrimenti mi sarei dovuto masturbare. Lasciai la porta aperta per poter sentire le loro parole ma rimasi deluso dal silenzio che padroneggiava nel salone. Ogni tanto mi raggiungeva qualche bisbiglio indecifrabile.
All’improvviso apparvero sulla porta le due ragazze nude con Giorgia che spingeva l’amica ogni volta che Luana si bloccava. Capii che lei non era ancora del tutto convinta e che, forse, considerava questo atto come una dimostrazione d’amore nei riguardi di mia figlia.
“Vieni Luana” dissi con dolcezza indicando il posto accanto al mio “possiamo fare in tentativo. Se mi dirai di fermarmi lo farò all’istante senza sentirmi offeso, te lo prometto”
Luana procedeva ora con passi propri verso di me, come se quelle parole l’avessero liberata dalle paure, ed alle sue spalle vidi Giorgia sorridere felice
“Ti prego, non farmi male” mormorò Luana salendo sul letto “ho paura”
“sarò dolcissimo proprio come ho fatto con Giorgia.Te lo prometto”
L’abbracciai e la tenni per diverso tempo con la testa sul mio petto coccolandola sentendola sempre più rilassata. Giorgia ci aiutò a superare il primo momento di imbarazzo baciandoci con dolcezza per passare poi a baci più focosi fino a quando non cominciò a giocare con i nostri sessi. In quel momento non pensai che le permettevo di fare quello che le avevo negato precedentemente. Finalmente ci baciammo anche noi e da come mugugnava capii che Luana si stava eccitando “Vieni” sentii Giorgia chiamare l’amica “vieni qui vicino a
me” continuò mentre sentii la sua bocca impossessarsi del mio cazzo. Luana le si avvicinò ed iniziò a leccare anch’essa il mio sesso che stava diventando sempre più paonazzo.
“Uhmm ragazze mie … siete fantasti…cheee” dissi “è fantastico quello che sto provandoooo” era la prima volta che mi trovavo l’uccello conteso tra due donne ed era eccezionale. Non c’era una parte che venisse trascurata, ero avvolto da due lingue che non lasciavano scoperto un centimetro del mio membro.
“Slurp Slurp … slurp”
“Slurp Slurp … slurp”
Mi avvicinai alla fica di Luana, che trovai bagnata dai suoi umori per quanto era eccitata, iniziando a leccarla restituendo in parte le attenzioni che ricevevo dalla sua bocca.
Luana sobbalzò all’inatteso contatto della mia lingua con il clitoride e bastò questo semplice contatto per farla godere
“Siiiiiii Massimo godo .. godo” urlò contorcendo il corpo “siiiii ….. ohhhhh” In quel momento mi accorsi che Giorgia aveva lasciato il possesso del mio cazzo all’amica che ricominciò a pomparlo a e a succhiarlo fino a quando non mi fece godere
“ohhhhhhhh Luana siiiii…. Siiiiii….. bevila tutta …. bevila tuttaaaaaaaaaaah” urlai eruttando nella sua bocca un fiume di sborra bollente “bevila tuttaaahhh”
Le labbra di Luana si serrarono sul glande tentando di non far cadere neanche una goccia del mio sperma ma inutilmente vista la quantità uscita. Giorgia si tuffò sulle labbra dell’amica leccando tutta la sborra uscita e ben presto mi ritrovai con le due amiche intente a baciarsi e a mugugnare mentre facevano un sessantanove coi fiocchi.
Questa visione fu di grande aiuto per il mio cazzo che subito s**ttò sull’attenti pronto alla seconda manche.
“Luana papà è già pronto “preparati ad allargare le cosce ed a scoprire la gioia del sesso come ho fatto io ieri sera” disse Giorgia mentre le sgrillettava il clitoride
La reazione di Luana a queste parole fu un urlo di godimento per l’arrivo del suo secondo orgasmo e la pronta apertura delle gambe per ricevere il mio membro
“Siiii … godo……… godoooo … Siiiiiiiii ……. Massimo ti voglio ti voglio ohhhhh”
salii su di lei posando il glande sulla vagina e la guardai negli occhi dove vidi solamente passione e desiderio senza traccia di paura. Spinsi leggermente il mio fallo facendolo entrare in quella fica che trovai ben lubrificata dagli umori rilasciati durante gli orgasmi precedenti continuando a guardarla in quegli bellissimi occhi.
L’intrusione fu accompagnata da un gemito prolungato che terminò solamente quando tutto il membro fu dentro di lei e sentii la sua lingua dentro la mia bocca unite in un fantastico bacio.
“UHMMMMMMMM …. “
cominciai a muovermi piano piano per gustare al massimo di quella stretta fica che sembrava risucchiarmi il cazzo da dentro accompagnato dai suoi gemiti sempre più acuti, per poi cambiare ritmo dando colpi sempre più possenti e veloci
“Ohhhhh siiiiiii mi piace, mi piace …ohhhhhh ……. Ancora Massimo ancoraaaaaa” mi urlava nell’orecchio Luana
“Tiè .. tiè … tiè … tutto te lo do … tutto” sospiravo io mentre continuavo a stantuffare quella fica che sentivo sempre più accogliente
“oooooohhhhh godooooo Massimo godoooooo …. Oddio che bello che belloooooooo”
“Tiè .. tiè … tiè” continuavo a spingere imperterrito sentendomi sempre più vicino all’orgasmo
“Siiii siiiiiiiiii ohhhhhhh …. Vienimi dentrooo, voglio sentire tuttoooooohhhhh” urlò Luana in preda all’ennesimo orgasmo
“ohhhh siiiii Luana siiiiiiii … godo .. godo” gemetti mentre sentivo le mie palle scaricare una ondata di sperma in quella fica pulsante “godooooooooo”
La stanza si riempì all’unisono dei nostri gemiti accompagnati anche da quelli di Giorgia che si masturbava seduta sulla poltrona accanto al letto
“E’ stato meraviglioso, non pensavo che fosse così bello” disse Luana con le lacrime agli occhi
“anche per me è stato fantastico. Hai un corpo desiderabile ed una fica incredibile, quasi fosse vergine. E tu sei stata bravissima.” Le risposi mentre mi distendevo accanto a lei richiamando anche Giorgia che ci raggiunse raggiante.
“e’ stato stupendo vedervi scopare, ho quasi invidiato Luana” disse Giorgia baciandoci entrambi.
La serata finì poco dopo quando, esausti dalle fatiche, crollammo abbracciati in un sonno profondo.
Sono ormai passati diversi mesi da quel giorno e la nostra vita è cambiata in modo drastico. Luana, infatti, si è trasferita pianta stabile a casa mia, diventando la mia compagna di vita mentre mia figlia Giorgia ha incontrato un bravo ragazzo con cui sembra andare d’accordo.
A volte capita ancora che al mio ritorno a casa trovi le due donne della mia vita sul letto a lesbicare in attesa del re di casa (così è stato soprannominato il mio cazzo) ed in quello occasioni faccio sesso con entrambe.
Dimenticavo di dire che ho accontentato Giorgia, rompendole il culo, il giorno del mio 48° compleanno quando l’ho ricevuto come regalo insieme a quello di Luana ma questa è un’altra storia.

P.S. anche questo fa parte delle prime storie postate anni fa in un altro sito. Scusate per eventuali errori ma non l’ho riletto.
Una domanda: i lettori sono solamente uomini? Ancora non ho ricevuto nessun messaggio (di complimento o di critica che sia) da una donna! Ed io che speravo di trovarne una disposta a scrivere insieme a me qualche racconto, ma pazienza.
Grazie comunque di tutto e un saluto particolare al mio amico e lettore numero 1 (lui sa chi è)

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Wie der Vater, so der Sohn I + II

Wie der Vater, so der Sohn I + II

Vorwort
Aus unerfindlichen Gründen wurden zwei Kapitel von „Wie der Vater, so der Sohn“ gelöscht. Um den Zusammenhang wieder herzustellen, poste ich die ganze Reihe noch einmal, beginnen mit der auslösenden Geschichte, die von „lordvader1984“ eingestellt wurde. Die Fortsetzungen sind dann von mir

Luftikus

Wie der Vater so der Sohn
©lordvader1984

„Oh mein Gott ich komme! Jaaaa!“stöhnte Tom als er seine aktuelle Flamme fickte. „Jetzt!“ Spurt um spurt pumpte er sein Sperma in die Möse seiner Gespielin. „Zieh ihn Raus, es ist zuviel!“ keuchte sie daraufhin. Tom tat wie geheißen und spritze weiterhin unmengen von Sperma über den Körper, das Gesicht, ja sogar die Haare des Mädchens. Tom leidet nämlich wie sein Vater an einer sexuellen Hyperaktivität mit damit verbundener Sperma Extremüberproduktion.
Nach vielen vielen weiteren Schüben schien sein Orgasmus endlich abzuebben. „Verdammt nochmal Tom! Soviel…im Gesicht…meine Haare! Ich hab genug!!! Ich mag dich ja aber ich kann das nicht mehr!“
Das waren die Letzten Worte die Tom von seiner Flamme hörte bevor sie wütend aus dem Haus stürmte.
„Tja“ dachte Tom „mal wieder eine….“

„Alles ok Kumpel?“ kam die Frage von seinem Vater Manfred aus dem Wohnzimmer. Manfred und Tom die zwar Vater und Sohn sind, aber mehr als Junggesellen Kumpel zueinander sind. Manfreds Frau bzw. Toms Mutter hatte die beiden vor vielen Jahren verlassen. Manfred ist ein 42 und erfolgreicher Unternehmensberater. Er ist sportlich, sieht gut aus und hat auch Geld. Klingt eigentlich nach einem sehr sehr schönen Leben. Wäre nur auch bei ihm nicht die sexuelle Hyperaktivität die ihm Beziehungstechnisch immer wieder einen Strich durch seine Lebensplanung machte.
Bis dato hatte er einfach noch nicht das Glück die richtige Frau gefunden zu haben. Manche hatten – wie Tom’s „verflossene“ – einfach Probleme mit seinen enormen Spermamassen, andere mit seinem starken Sexualtrieb.
Manfred versuchte auf die Frauen einzugehen aber dies war nicht immer einfach. Seine letzte Kurzzeitbeziehung scheiterte weil er sich des öfteren allein Erleichterung verschaffte. Seine damalige Freundin erwischte ihn des öfteren und verließ ihn eines Tages weil sie dachte sie sei ihm nicht genug.
Manfred hatte mittlerweile Probleme über seinen „Effekt“ mit Frauen zu reden weil er stets befürchtete auf Unverständnis zu stoßen. So begnügte er sich mit seiner Arbeit, seinen Hobbies, einigen Sex-Bekanntschaften – die allerdings nichts Ernstes waren – und dem Bestreben für Tom ein guter Vater zu sein.
Tom, der genetisch einiges von seinem Vater mitbekommen hatte, litt auch oft unter seinem Erbe. Er war gerade mit der Schule fertig geworden und wollte sich ein paar Monate Zeit nehmen um sich klar zu werden was er denn eigentlich genau machen wolle. Für Manfred war dies ok. Tom war immer ein guter Schüler. Kein Genie, aber ein ehrgeiziger junger Mann, der Themen die ihn interessierten auch wacker anpackte. Er wollte nur dass er das tat, was er gern tun wollte. Daher ließ er ihm gerne einige Zeit um sich über den Lebensweg klar zu werden.
„Alles ok Kumpel`?“ fragte Manfred Tom noch einmal. „Hm? Ah Dad, du bist auch da….Ja..ne…nix besonderes. Weißt ja das dass öfters passiert…“ meinte Tom verzagt und zog sich sein Zimmer zurück. Manfred schwieg dazu. Er wusste das es besser wäre jetzt einfach nichts zu sagen und seinem Sohn ein paar Stunden Zeit zu lassen. Er verstand natürlich wie kein anderer die Probleme die Tom quälten und er wünschte ihm wie jeder gute Vater nur das Beste.
Tatsächlich wusste er natürlich dass es schwer für Tom ist die richtige zu finden. Tom hatte wie jeder Mann einfach Bedürfnisse. Manfred hatte dieselben Bedürfnisse, daher versuchte er von Zeit zu Zeit sogar mit seinem Sohn gemeinsam auf Aufriss zu gehen. Zum einen erhofften sich beide natürlich die ein oder andere Eroberung, zum anderen schweißte dies die Vater-Sohn Beziehung der beiden sehr zusammen.
Tabuthemen gab es kaum zwischen den Beiden. Über Sex wurde sehr häufig und auch ohne Blatt vor dem Mund gesprochen. Da beide an demselben Problem litten war das aber auch ohnehin nicht nötig. Jeder kannte den anderen beinahe wie sich selbst.

Nach einigen vergangenen Tagen und der immer stärker aufkommenden Geilheit schlug Manfred Tom vor mal wieder zum FKK Bad zum Nahegelegenen See zu fahren. Da beide ja sehr gut aussehende Männer waren hatten sie schon das ein oder andere mal eine Eroberung dort kennen gelernt und Manfred hielt es für an der Zeit mal wieder nach dem schönen Geschlecht Ausschau zu halten.
Tom war anfangs etwas skeptisch, ließ sich aber doch überreden. Tatsächlich freute er sich auf ein bisschen Abwechslung. Am Nächsten Nachmittag – es war ein Samstag – wollten die beiden eben einen schönen Tag verbringen.

Während der Fahrt merkte man allmählich dass Tom allmählich wieder gute Laune hatte.
„Was meinst du Dad, ob einer von uns heute eine heiße Schnecke abschleppt?“ grinste er seinen Vater an. „Naja…wer sagt denn dass nur einer von uns auf seine Kosten kommen muss?“ „Hehe, so wie’s aussieht ist mein alter Herr doch noch nicht so alt.“ „Na hör mal!“ erwiderte Manfred auf gespielt getroffen auf diese Bemerkung und gab Tom einen Freundschaftlichen Knuff auf den Oberarm. Als beide nach einer halben Stunde Fahrt am Badeplatz ankamen waren sie sehr guter Stimmung und freuten sich sehr auf die kommende Zeit.
Dort angekommen suchten sie sich erstmal ein schönes Plätzchen. „Wie wärs mit hier? Hier hat man…nunja…einen guten Überblick“ schlug Tom eine Stelle vor. Manfred grinste und bereitete seine Decke aus.
Die Zeit verging und beide hatten viel Spass. Sie quatschen über Frauen, Sport und tranken ein paar Bier. Gleichzeitig hielten sie ständig Ausschau nach nackten Schönheiten.
Aufeinmal sah Manfred wie 2 wunderschöne Frauen an ihnen vorbei gingen und sich nur wenige Meter neben ihnen niederließen. Offensichtlich handelte es sich um Mutter und Tochter weil eine ca. ende 30, und die andere knapp 20 sein dürfte.
Die ältere war eine Brünette Schönheit mit dezenten Blonden Strähnen in ihren langen Haaren. Die Jüngere hatte Schwarze Haare und sah ihrer vermeindlichen Mutter sonst sehr ähnlich. Beide hatten ein sehr schönes Gesicht und tolle Haut.
„Hey Tom, sieh dir mal die beiden an…Meine Güte!“ raunte Manfred zu Tom. Sprach los nickte Tom nur. Er hatte die beiden Blickfänge natürlich auch schon gesehen. Was natürlich beiden sofort auffiel waren die wundschönen Brüste der beiden. Beiden dürften wohl in etwa ein C-Körbchen haben. Und weil FKK nunmal FKK ist hatte man auch wunderschöne Sicht auf die Muschis der beiden. Die ältere hatte einen ganz schmalen, kaum erkennbaren Streifen, die jüngere war völlig Babyblank.
Die beiden hatten die starrenden Männer wohl schon gesehen und tuschelten bereits kichernd miteinander. Für Manfred und Tom war dies nun aber mehr oder minder eine sehr unangenehme Situation. Aufgrund der Sexuellen Hyperaktivität hatten beide bei diesem Anblick natürlich eine prächtige Latte und kochende Eier. Beide mussten somit schnell in die Bauchlage gehen um die nette Gesellschaft nicht gleich zu verschrecken.
„Sag mal Dad,“ flüsterte Tom „ geht’s dir auch so wie mir?“ „Na klar Kumpel. Mir steht er bereits seit ich die beiden von weitem sah…“ „Wem sagst du das. Bei mir kommt die Suppe schon raus!“ Wie schonmal gesagt, solche Gespräche waren zwischen den Beiden nicht ungewöhnlich. Tatsächlich ging es beiden so. Nach wenigen Minuten band sich Tom ein Handtuch um und meinte zu seinem Dad. „Sorry aber ich MUSS schnell auf ne Toilette. Mir tut schon alles weh!“. Manfred grinste und deutete dass das schon ok wäre. Er würde sich ja zu gern selber Erleichterung verschaffen, aber wenn nun beide aufstanden wäre das zu auffällig wie er fand. Also versuchte sein möglichstes um seine Latte so gut es ging zu verbergen.
Als die ältere aber plötzlich aufstand und sich zu seinem Platz begab wurde er langsam nervös.

Wunderschön sexy und braungebrannt kam die Unbekannte auf ihn zu. „Hallo begrüsste sie ihn. Ich bin Vanessa und das da hinten ist meine Tochter Sabrina. Wir konnten schon die ganze Zeit sehen dass ihr uns beäugt und wohl über uns gesprochen habt.“ Sagte sie mit einem so zauberhaften Lächeln dass Manfred kurz die Worte fehlten.
„äh..Hallo…Ich bin Manfred. Mein Sohn Tom ist gerade..ähm…ausgetreten. Tut uns sehr sehr leid wenn ihr euch durch uns belästigt fühlt, aber zu unserer Verteidigung muss ich sagen dass ihr beiden auch eine Augenweide seid wie man sie nur selten sieht.“ Manfred bekam allmählich sein Selbstvertrauen zurück.
„Ach, schon ok. Wir haben ja auch ganz gern zu euch hergesehen. Und wir sind der Meinung dass Blicke an einem FKK Strand für eine Frau ja ein schönes Kompliment sind.“ lachte Vanessa.
„Entschuldige wenn ich so mit der Tür ins Haus falle aber hättet ihr Lust heute mit uns Essen zu gehen? Ich weiß ich frage sehr direkt, aber ich denke es hat gute Gründe warum du schon seit einer Viertelstunde auf dem Bauch liegst.“ grinste sie Verschmitzt.

„Aber sehr gerne doch. Ich bin sicher dass auch mein Sohn sich darüber sehr freuen wird. Und ich mag direkte Frauen ja eigentlich recht gerne.“ sagte Manfred fröhlich der Einladung zu.
„Sehr schön. Dann würd ich sagen wir treffen uns um 9 bei Francesco’s. Ihr mögt doch Italienisch?“
„Selbstverständlich. Wir freuen uns sehr drauf“
Vanessa zog sich wieder zu ihrer Tochter zurück um sofort wieder mit ihr zu tuscheln. Da tauchte auch Tom wieder auf. „Na?, hattest du Erfolg?“ grinste ihn sein Vater an. „naja…nicht wirklich. Es liefen dauernd Leute ein und aus. Und bei so manchem Anblick geht auch nix mehr.“ lachte Tom.
Manfred erzählte Tom von ihrem heutigen Doppeldate und wie erwartet freute sich auch Tom tierisch. Und da Vanessa und Sabrina gerade aufgestanden und mit einem kurzen Blick zu den beiden nun ins kühle Nass gingen, war es nun auch völlig unmöglich die Latten kleinzukriegen.
Manfred und Tom blieben noch einige Minuten liegen und trotteten dann zurück zu ihrem Auto um die Heimreise anzutreten. Manfred rief den beiden Frauen nur von weitem eine Verabschiedung zu. Mit Precum absonderenden steifen Schwänzen und kochenden Hoden zu den beiden hinzugehen hielt er für entschieden zu dreist.

Um kurz vor neun saßen Tom und Manfred bei Francesco’s und warteten auf die beiden Frauen. Als sie schließlich ankamen fielen beiden beinahe die Augen aus. Vanessa trug ein einseitig schulterfreies schwarzes Kleid dass wie für ihren Körper gemacht zu sein schien. Sabrina trug eine enge, ihren Arsch betonende Hose und ein Top, dass ihre Brüste wundervoll hervorhob. Tom und Manfred mussten ob eines solchen Anblicks erstmal schlucken und brauchten eine große Portion Disziplin um nicht schonwieder mit steifen Schwänzen dazustehen.

Wie zu erwarten wurde es ein sehr schöner Abend. Vanessa erzählte dass sie 39 sei und ihren Lebensunterhalt mit Webdesign verdiene. Sie sprach auch offen darüber dass sie nicht genau weiß wer denn der Vater von Sabrina sei weil sie eine sehr ausschweifende Jugend hatte. Ihre machte das aber angeblich nichts aus weil sie – so sagte sie – keine Minute ihres Lebens bereut hat. Sabrina war 18 und Schülerin. Wie auch ihre Mutter sprach sie sehr offen über sich. Sie hatte noch nie einen festen Freund weil sie nun in einem alter war, in dem sie das Leben genießen möchte.
Nach einigen Stunden mit köstlichem Essen und gutem Wein schlug Vanessa vor doch den Abend bei ihr zu Hause ausklingen zu lassen und somit lud sie Manfred und Tom noch auf Kaffee und Wein zu ihr nach Hause ein.
Sie besaß eine schöne Eigentumswohnung die groß und modern eingerichtet war. Nach einem Willkommenskaffee nahm Sabrina plötzlich Toms Hand und meinte „komm, ich zeig dir mal dein Zimmer“
Manfred blieb mit Vanessa im Wohnzimmer. Kaum waren die Teenies aus dem Raum setzte sich Vanessa auf Manfreds schoß und meinte „sooo…du hattest also heute Nachmittag schon einen steifen Schwanz als du uns gesehen hast ja?“ Dann leckte ihm Vanessa über die Lippen und steckte Manfred ihre Zunge in den Mund. Die beiden küssten sich heftig und ehe sich beide versahen saßen sie nackt auf der Couch. Als Vanessa nach Manfreds Schwanz griff hielt sie kurz inne und grinste als sie Spürte dass Manfred wieder Precum absonderte. „Meine güte…du schleimst ja jetzt schon wie mein letzter Stecher gespritzt hat. Hoffentlich hältst du was du versprichst.“
Mit diesen Worten leckte sie über Manfreds gewaltige schleimige Eichel und begann mit einem Blowjob. Manfred sog einige Male scharf die Luft ein. Vanessas Blaskünste waren wohl ausgesprochen gekonnt.

Manfreds Hoden kochten doch im Gegensatz zu Tom, der öfter kam, dauerte es bei Manfred recht lang bis er normalerweise abspritzt. Dann allerdings in einer Menge, die für die meisten Frauen hoffnungslos zu viel ist.
Vanessa jedenfalls schien unglaublichen Spass bei ihrem Blowjob zu haben. Immer wieder saugte sie das nun ständig fließende Vorsperma auf um es sich in ihre Hand zu spucken und und dann ihre allmählich zu glischten beginnende Fotze zu reiben.
„Komm, steck mir mal deinen schönen Schwanz rein und fick mich durch ja?“ stöhnte Vanessa. „Das musst du mir nicht zweimal sagen du kleine Schlampe“ keuchte Manfred und setzte seinen Schwanz an ihrer nass glänzenden Pussy an um dann langsam in sie einzudringen. Schnell hatte er seinen Rhythmus gefunden und fickte Vanessa schön ausgiebig durch.
Zur gleichen Zeit in Sabrinas Zimmer bot sich ein ähnliches Bild. Nach anfänglichen Worten hat Sabrina wie ihre Mutter gleich Nägel mit Köpfen gemacht und Tom spontan geküsst. Wie ihre Mutter war Sabrina keine Frau der langen Worte oder Wartezeit und hat sofort Toms Hose ausgezogen. Auch sie stutzte kurz als die das reichlich fließende Vorsperma sah dass Tom bereits fließen ließ. „Hmm…du hast dir aber nicht in die Hose gespritzt oder?“ Tom, dem das doch eher peinlich war meinte etwas verstottert „Nein, das ist…naja…ich komme immer sehr viel und recht schnell. Dafür halt öfter hintereinander. Das is so seit ich mich erinnern kann. Ich kann verstehen wenn du das nicht möchtest“
Doch ehe er sich versah machte sich Sabrina mit einem „ne…ich find das sowas von geil…“ über seinen pochenden Schwanz her. Als erstes verschmierte dies das schleimige Vorsperma überall und wixte den Schwanz ein paar mal. Als sie ihn schließlich in den Mund nahm wusste Tom das es nicht lange bis zu seinem ersten Spritzen dauern würde.
Sabrina hatte den Frauen die Tom bisher hatte im Blasen einiges Voraus. Als sie es schaffte Toms Schwanz bis zur Schwanzwurzel in den Hals zu stecken und mit ihrer Zunge an seinen auf hochtouren laufenden Hoden leckte war es das erste mal um Tom geschehen. „Oh mein Gott…ich halts nicht aus…“ stöhnte er noch als er seinen Geilschleim hochsteigen fühlte. Sabrina schien das jedoch nicht zu stören. Sie nahm seinen Schwanz kurz vorher aus ihrem Mund um sich Toms Schleimladung ins Gesicht spritzen zu lassen. 5 große Schübe rotzen ihr Gesicht und ihren Mund voll. Tom stöhnte was das zeug hielt und Sabrina hatte sichtlich Spass daran vollgerotzt zu werden. „Oh ja…is das geil“ brabbelte sie immer wieder dazwischen. Da Toms Schwanz wie üblich steif blieb grinste sie nur und legte sich rücklings auf ihr Bett. „Komm du geiler Spritzer, fick meine kleine Pussy. Und wenn du nochmal kommst, rotz mir wieder ins Gesicht“
Man kann sich vorstellen dass Tom dazu keine extraeinladung brauchte. Flugs deponierte er seinen mittlerweile wieder Precum absondernden Schwanz an Sabrinas glattrasierter Muschi und fickte ohne lange hin und her zu überlegen schön drauf los. Tom fickte sehr schnell und dass gefiel auch Sabrina die nach wenigen Minuten dem Orgasmus nahe war „oha…mach weiter…ich komme…ich komme…fuck….Ja! Spritz mich voll!“
Durch das vulgäre Gerede kam auch Tom zum 2ten Mal und zog seinen Schwanz aus ihrer heißen Muschi. Er schaffte es noch seine Eichel Spitze auf ihre Busenhöhe zu bewegen bevor er die nächsten Schübe spritze. „oh ja….hier hast du meinen Schleim…jaaaa!“
Sabrina lag mit offenem Mund da und ließ sich genüsslich die Sacksuppe ein zweites mal in ihr schönes Teeniegesicht rotzen.
„Kannst du nochmal?“ fragte Sabrina. Tom zuckte nur mit den Schultern und deutete auf seinen Schwanz „Ich produziere zuviel Sexualhormone. Ich kann wahrscheinlich noch 2mal.“
„Ok“ sagte Sabrina „dann komm mit“. Nackt und völlig vollgespritzt wie sie war nahm sie Tom bei der Hand und ging mit ihm zurück ins Wohnzimmer.

Tom staunte nicht schlecht als er sah dass hier sein Vater gerade Vanessa im Doggystyle fickte. „Ah sohnemann…ich sehe du hast auch deinen Spass“ keuchte Manfred während er Vanessas glitschige Möse bearbeitete
„Kommt her zu uns und macht mit“ stöhnte Vanessa unter Manfres Stößen.
Sabrina ging zur Couch und küsste sehr zur Verwunderung der beiden Männger erstmal ihre Mutter mit ihrem Spermagesicht. Vanessa leckte einiges davon ab und stöhnte „oh ja…davon will ich dann auch was..“
Tom stellte sich hinter Sabrina und steckte ihr seinen Schwanz wieder ihn ihre Muschi
„Ja…fick mich durch. Fick meine Fotze vor den Augen meiner Mutter“ schrie Sabrina.
Manfred und Tom fickten beide wie besessen als Sabrina erneut überraschte „Lass uns mal tauschen. Mama, kann ich mal deinen Stecher ficken?“
„Klar doch Süsse. Komm her Tom und fick mich schön ein wenig ja?“ räkelte sich Vanessa auf der Couch. Tom zog seinen Schwanz aus der Fotze von Sabrina um ihn sofort die am Rücken liegende Vanessa zu stecken. „Oh ja…ein schöner junger Schwanz. Das is geil“
„Komm, ich möchte dich reiten“ sagte Sabrina zu Manfred und setzte sich genüsslich auf seinen Schwanz. „Oh Mama…der fickt aber auch gut“ stöhnte Sabrina in Richtung ihrer Mutter. Die konnte allerdings nicht viel antworten weil Tom sie gerade rammelte wie ein junger Hase. „Oh Gott…ich komme schonwieder“ stöhnte Tom.
„Hmm..spritz mir ins Gesicht ja? Ich möchte auch so eine Verzierung wie meine Sabrina ja?“ törnte ihn Vanessa noch an.
„oh ja…jetzt“ Tom zog seinen Schwanz aus der Fotze von Vanessa und spritze ihr seine 3te Ladung ins Gesicht. Obwohl er schon 2x kam, rotzte er immer noch 4 große Schübe in ihr lachendes Gesicht.
Dieser Anblick war auch für Manfred zu viel. „Kniet euch hin und macht euch bereit“ keuchte Manfred. Die beiden Schlampen knieten sich vor Manfred und begannen sogar noch sich küssen als Manfred schließlich kam. „Ah…ah….ahhhhhh“ schrie er als die größte Spermaladung die die beiden wohl jemals gesehen hatten seinen Schwanz verließ. Manfred hielt seinen ständig spritzenden Schwanz abwechselnd mal Vanessa, mal Sabrina vors Gesicht während seine nicht endenden schlieren deren Gesichter zu kleisterten.
Als nach beinah 1 Minute sein Orgasmus abgeklungen war hörte man lange Zeit nur das schwere Atmen von 4 völlig geschafften Menschen und das Tropfen des Spermas auf die Fliesen.
Viel wurde nicht mehr gesprochen. Vanessa zog die Couch noch aus und dann legten sich alle 4 hin um bald darauf einzuschlummern. Dass alle in Sperma lagen nahmen sie wohl aufgrund der Erschöpfung kaum wahr.
Bevor Tom einschlief kam ihm noch der Gedanke, wie der morgige Tag sein würde und mit einem grinsen folgte er den anderen in den Schlaf.

Wie der Vater, so der Sohn II
© Luftikus

Mitten in der Nacht wachte Tom auf, weil er einen gewaltigen Druck auf seinem Schwanz verspürte. Er glaubte zuerst, er müsste pinkeln, aber es war nicht nur das. Es waren Sabrinas Knie und Unterschenkel, die zwischen seine Beine geraten waren und nun auf Schwanz und Blase drückten. Vorsichtig hob er ihr Bein an und befreite seinen Schwengel. Leise schlich er aus dem Wohnzimmer und suchte das Klo. Er fand das Gästeklo gleich neben dem Eingang, stellte sich hin und zielte. Auf einmal umfassten ihn zwei nackte Arme. Zwei Hände griffen nach seinem Schlauch und Sabrina, denn die war es, sagte: „Soll ich dir beim Zielen helfen? Oder gehen wir hinauf ins Bad, da ist es gemütlicher.

Tom verkniff sich das Pissen und lief schnell mit Sabrina nach oben. Sie setzte sich in die Wanne und lockte: „Komm, piss mich voll, wasch mir deine Soße aus dem Gesicht!“ Das ließ sich Tom natürlich nicht zweimal sagen und ließ die Pisse laufen. Dabei zielte er genau auf Sabrinas hübsches Gesicht. Sie genoss den warmen Strahl, schlabberte gemütlich und rieb sich das Gesicht sauber. Da Tom viel getrunken hatte, versiegte der Strahl nicht so schnell und Sabrina konnte eine richtige Dusche nehmen. „Ja, das war geil!“, rief sie und stopfte sich Toms riesige Latte in den Mund, um sie sauber zu lecken. Das war aber gar nicht so einfach, weil Tom schon wieder anfing, Tröpfchen in rauen Mengen abzusondern. Also ließ Sabrina seinen Schwanz wieder aus und fragte: „Du willst wahrscheinlich schon wieder ficken und ich auch, aber soll ich dich vorher auch anpissen, oder magst du das nicht? Meine Blase ist jedenfalls übervoll.

„Au ja!“, meinte Tom, „ich habe das zwar noch nie gemacht, aber es muss geil sein, das habe ich bei dir gesehen.“ Sie tauschten die Plätze und Sabrina stellte sich breitbeinig über ihn in die Wanne uns schon schoss ein gelber Strahl aus ihr heraus. Tom kostete vorsichtig und verzog etwas das Gesicht. Ihm schmeckte es nicht so gut, aber der heiße Urinstrahl auf der Haut machte ihn tierisch an. Der Strahl war noch nicht ganz versiegt, da setzte sie sich schon auf seinen Schwanz und fing an, wie wild zu reiten. Sie legte sich auf ihn, rieb ihre Möpse an seiner Brust und küsste ihn. Stöhnend schoss Tom die erste Ladung dieses Tages in Sabrina und überflutete ihre Muschi. Das Sperma quoll heraus und verschmierte ihre Pussy und seine Eier, aber das störte sie beide nicht.

„Komm mit!“, sagte Sabrina, den Rest der Nacht schlafen wir in meinem Zimmer, da haben wir es feiner.“ Gesagt getan, kaum lagen sie in ihrem Bett, schliefen sie auch schon ein. „Eigentlich hätte ich sie ruhig noch einmal poppen können!“, war der letzte Gedanke Toms, bevor er wegdämmerte.

Gegen acht wachten Sabrina und Tom wieder auf und Tom hatte schon wieder oder noch immer eine Latte, die Sabrina interessiert betrachtete. „Sag mal, wie oft kannst du eigentlich an einem Tag?“

„Das hängt natürlich immer davon ab, welche Reize um mich sind“, antwortete er. „Mit dir und deiner geilen Mutter, könnte ich wahrscheinlich zehn-, zwölfmal, natürlich mit Pausen.“

„Und Manfred?“

„Der spritzt nicht so oft, dafür aber mehr auf einmal.“

„Noch mehr? Dann hab ich mich gestern nicht getäuscht?“

„Nein, der hat einen Elefantensack!“, lachte Tom. „Auch wenn er nicht so oft spritzt, kann er manchmal an die drei Stunden am Stück ficken.“

„Das ist ja irre! Drei Stunden und nur einmal spritzen?“

„Ja, in der Zeit spritz ich mindestens fünfmal!“

„Das glaub ich nicht.“

„Darauf kannst du wetten. Soll ich es beweisen?“

„Klar sollst du mir das beweisen, aber Mom auch!“

Sabrina zerrte Tom aus dem Bett und lief mit ihm nach unten. Vanessa und Manfred saßen nackt in der Küche und tranken Kaffee. Vanessa saß dabei auf Manfreds Schwanz und ritt ihn langsam.

„Hat er schon gespritzt?“, rief Sabrina anstelle einer Begrüßung.

Als Vanessa verneinte, erklärte Sabrina die Wette und Manfred wollte wissen, was denn der Wetteinsatz sei. „Der Gewinner darf bestimmen, was wir heute tun“, erklärte Sabrina und damit waren alle einverstanden. Vanessa nahm die Wette an und meinte, so lange würde sie mit Manfred nicht brauchen. Sabrina erklärte sich als neutral und versprach, alles mitzumachen, solange es geil war.

Tom bat Vanessa, sich im Wohnzimmer auf eine Decke zu legen. Dann platzierte er Sabrina auf alle Vieren darüber. Manfred sollte Vanessa weiterficken, er selber stieß der Achtzehnjährigen seinen Fickprügel in die Fotze und rammelte drauf los. Vanessa konnte das von unten ganz genau beobachten. Manchmal zog Tom seinen Schwanz aus Sabrina und ließ Vanessa lutschen, Manfred machte es ebenso und Sabrina schob sich seinen Riesenschwanz mit Vergnügen hinter die Mandeln.

Das Spiel dauerte nur wenige Minuten, dann ergoss sich Tom das erste Mal in Sabrinas geile Fotze. Aber er wurde nicht im geringsten schlaffer, daher fickte er einfach weiter. „Oh jaaa, fick mich immer weiter, immer weiter!“ schrie sie. Manfred hielt ein ruhiges Tempo und Vanessa wurde immer geiler.

Durch seine Stöße mit seinem prallen Schwanz in Sabrinas heiße Röhre, wurde sein Sperma herausgepumpt und quoll aus ihrer saftigen Pflaume und begann hinunter auf Vanessas Gesicht zu tropfen. Diese erwartete jeden Patzen mit Begeisterung. Tom merkte das natürlich und schon stieg der nächste Lavastrom in seinem Schwanz auf. Er rammte seinen Prügel noch drei-, viermal bis zum Anschlag in Sabrina, die geil aufjaulte, dann spritzte er zum zweiten Mal. Weil aber ihr Kanal vom ersten Mal noch voll war, strömte sein Sperma in dicken Patzen aus ihrer geilen Fotze. Ihr ganzer Unterleib war schmierig und Vanessa flippte förmlich aus vor Geilheit. Ihr Gesicht war gleich richtig eingesaut, wie sie es liebte.

Tom, der das natürlich bemerkte, machte eine kleine Pause, denn sein Schwanz wurde ein wenig weicher. Aber noch immer hatte er ihn nicht aus der vollgeschleimten Möse gezogen. Dafür setzte er sich langsam auf seine Fersen und drückte Sabrinas Hüften nach unten. Die schob einfach ihre Knie weiter nach außen, spreizte dadurch ihre Schenkel immer weiter, bis sie mit ihrer Muschi auf Vanessas Gesicht landete.

Manfred fickte nun stärker und Vanessa wurde dadurch rhythmisch hin und her geschoben. Ein ums andere Mal pflügte damit ihr Gesicht die triefnasse Fickfurche ihrer vor Geilheit wimmernden Tochter. Auch Tom ließ das nicht kalt, sein Schwanz gewann wieder an Härte und so begann er wieder damit, Sabrina zu ficken, diesmal aber langsamer, da ihre Fotze ja immer noch auf dem Gesicht von Vanessa lag. Die gurgelte vernehmlich, weil sie vor lauter Sperma fast keine Luft mehr bekam. Also zog Sabrina ihre Knie wieder ein wenig nach innen. Damit hob sich ihre Möse, soweit, dass Vanessas Gesicht wieder frei war. Aber die hob immer wieder ihren Kopf und leckte genießerisch Toms Eier, Schaft und die geschwollenen, spermaverschmierten Schamlippen ihrer Tochter. Sabrina stöhnte auf und schrie ihren fünften Vollorgasmus in die Welt.

Manfred hielt kurz inne, zog seinen prallen Schwanz aus Vanessas pulsierender Fotze und stopfte der schreienden Sabrina das Maul. „So, du kleine Schlampe, das gefällt dir, was?“ Als Antwort sog die geile Tochter den Vaterschwanz so tief in ihren Hals, dass Manfred fast fürchtete, er würde mit Toms Kolben zusammenstoßen. Doch der wich dem aus und gab Vanessa was zu lutschen. Die beherrschte das sogar noch besser und hätte es fast geschafft, zusätzlich zu Toms Schwanz auch noch eins seiner dicken Eier einzusaugen. Aber sie waren dann doch zu groß.

Aber Vanessa schaffte es, dass Tom noch einmal hart wurde und sofort wieder weiter Sabrina ficken konnte. In dicken Schlieren tropfte sein Sperma aus den zwei Ergüssen weiter aus ihrer überschwemmten Möse und ihrer Mutter auf Wangen, Mund und Nase. Genüsslich sammelte Vanessa mit ihrer Zunge ihre Lieblingssahne und schlürfte sie gierig. „Los, fick meine geile Tochter!“, feuerte sie Tom an, „ich will noch mehr Saft!“ Auch Manfred hatte seinen Schwanz wieder in die Fotze von Vanessa gesteckt. Mit schnellen Stößen jagte er sie zum wiederholten Mal zu einem rasanten Höhepunkt, spritzte aber selber nicht. Noch lange nicht! Er wollte seinem Sohn die Wette nicht vermasseln, aber Vanessa gab alles, um ihn zum Erguss zu bringen, ehe Tom fünfmal abgespritzt hatte. Dennoch war sie so fair, dass sie diesen nicht behinderte, sondern sogar eifrig geblasen hatte, damit er ohne lange Pause weiterficken konnte. Ihre enorme Geilheit spielte dabei allerdings keine kleine Rolle.

In dieser Atmosphäre von Gier und Geilheit kam Tom noch schneller hintereinander als sonst schon. Soeben ließ er Sabrina erneut ihre Lust hinausschreien, als er die dritte Ladung in ihre bereits spermavolle Fotze pumpte. Dabei röhrte er wie Tarzan. Vanessa bäumte sich auf und leckte direkt am überquellenden Loch ihrer Tochter, die deswegen gleich einen weiteren Orgasmus kriegte. Keuchend verharrten die drei danach ein wenig, nur Manfred rammelte unbeirrt weiter und so kam auch Vanessa nicht richtig zur Ruhe. Toms Schwanz schrumpfte ein wenig, doch weil der auch im schlaffen Zustand noch ziemliche Ausmaße hatte, flutschte er nicht aus Sabrinas dampfender Möse. „Ich lass’ ihn drin und wenn du ein wenig mit deiner Muschi dran arbeitest, geht es bald wieder weiter“, flüsterte er ihr ins Ohr und knabberte am Läppchen. Sabrina grinste, wandte ihren Kopf zurück und küsste Tom. Mit ihren Scheidenmuskeln vollführte sie einen gekonnten Tanz, der Tom nicht unberührt ließ.

Tom spürte, wie Leben in seinen Schwengel zurückkehrte, das Blut ihn anschwellen ließ und er wieder groß und dick wurde. Allein das presste erneut Sperma und Mösenschleim aus Sabrinas Lustkanal, da musste er sich noch nicht einmal bewegen. Er wartete noch ein wenig, bis er wieder hart war, dann begann er mit langsamen Fickbewegungen. Sabrina schnurrte wohlig. „Ein herrlicher Tagesbeginn!“, jubelte sie. „Fick mich schneller!“

Diesem Wunsch konnte sich Tom natürlich nicht entziehen. Er dachte, dass so eine Dauerbumserei auch ein ganz passables Konditionstraining abgab, nur machte es viel mehr Spaß als Sport in der Turnhalle. Er könnte das ja demnächst in der Schule vorschlagen! Aber da fiel ihm ein, dass er damit ja nun fertig war. Auf die Idee hätte er früher kommen sollen. Die Lehrer hätten vielleicht blöd geguckt. Natürlich wäre es nie dazu gekommen, aber die Vorstellung war schon geil. Wenn er da an Jojo dachte oder an Manu!

Auch Sabrina hatte so ihre Vorstellungen. „Tom, Tom, warum fickst du mich nicht mal zur Abwechslung in den Arsch?“ Das war eine wunderbare Idee! Tom holte sich eine Handvoll Schleim, teilweise aus Vanessas Gesicht, obwohl diese kichernd protestierte und schmierte ihn auf und in Sabrinas Arschloch. Noch ein paar kräftige Stöße und er wechselte die Öffnung. Mann, war das mal wieder eng! Aber er war hart genug, dass er den Schließmuskel leicht überwinden konnte, weil ja auch Sabrina behilflich war und sich ganz entspannte.

„Das ist ja irre geil!“, rief Tom bewundernd. „da wird es gar nicht lange dauern und ich spritz das vierte Mal. Wenn wir das eine in der Nacht mitzählen, dann hab ich gewonnen!“

„Nichts da!“, blubberte Vanessa, “nur hier und jetzt, mein Junge!” Sie griff nach oben und knetete seinen noch immer – oder schon wieder – prallen Sack und ließ die Murmeln tanzen. Da stieß Tom noch heftiger zu. Schon schoss erneut sein Sperma aus der Röhre und füllte Sabrinas Darm. Blubbernd entwichen die letzten Reste der vorhergegangenen Ejakulationen aus ihrer Möse, aber ihr Arsch blieb verschlossen, denn Tom zog auch diesmal nicht heraus. Heftig atmend hing er an ihr und beobachtete, wie sein Vater in beherrschten Stößen Vanessa zu einem erneuten Höhepunkt trieb.

Gerade erging sich die geile Mutter wimmernd und schreiend in einem gewaltigen Orgasmus, als die Wohnungstüre aufschwang. Alle blickten erstaunt auf eine junge Frau, die grinsend im Türrahmen stand und einen großen, jungen Mann hinter ihr. „Na, wow, hier geht es aber lustig zu. Schönen Sonntag wünsche ich!“, sagte diese und kam mit lasziv schwingenden Hüften näher.

„Tamara!“, rief Vanessa entsetzt und wandte sich verschämt ab, eine Reaktion, die man so von ihr nicht erwartet hatte.

„Hi, Tamara!“, begrüßte hingegen Sabrina das Mädchen freudig. Dieses war ein wenig größer als Sabrina, mit kurzgeschnittenen, schwarzen Haaren und einer unglaublich erotischen Figur. Diese wurde von sommerlichen High Heels mit extrem hohen Absätzen noch betont. Dazu trug sie ein dünnes, kurzes, luftiges Sommerkleidchen mit Spaghettiträgern.

„Hi, Sabrina, hi, Mom!”, erwiderte Tamara die Begrüßung, “was dagegen, wenn wir mitmachen? Ein Fick am Morgen, vertreibt alle Sorgen, was?“ Ohne eine Antwort abzuwarten, streifte sie die Träger ab und ließ das Minikleid zu Boden sinken. Darunter war sie nackt.

„Aber Tamara!“, protestierte Vanessa schwach, „du bist doch erst …“

„Alt genug!“, unterbrach sie Sabrina. „Komm zu mir, Schwesterherz! Darf ich vorstellen? Diese geile Schlampe ist meine kleine Schwester Tamara und der schüchterne Knabe in Hintergrund ist Norman, ihr derzeitiger Favorit. Angeblich hat er einen superdicken Schwanz, aber uns zeigt er ihn wohl nicht gern. Der Kerl, der in meinem Arsch steckt ist Tom und er hat gewettet, dass er fünfmal spritzt, ehe sein Vater Manfred, das ist der Gentleman, der Mamas Muschi verwöhnt, das erste Mal kommt. Viermal hat er gerade hinter sich, aber jetzt schwächelt er ein wenig.“

Tamara hatte sich inzwischen breitbeinig über Vanessas Beinen vor Sabrina gestellt und präsentierte ihr die glänzend glatt rasierte Scham. An ihrem perfekten, braungebrannten Körper war kein weißes Fleckchen zu entdecken. Offenbar bevorzugte auch Tamara FKK. Genüsslich schleckte Sabrina in der schwesterlichen Spalte, dann drehte sich Tamara um und musterte Manfred, besonders seinen dicken Prügel, der unbeirrt in Vanessas Fotze werkte. Manfred hingegen ergriff die Gelegenheit, Tamara zu erkunden. Zu deren offensichtlichem Vergnügen steckte er ihr einen Finger in die Muschi und stellte fest, dass diese schon schön feucht war. „Geil!“, meinte sie, „den Schwanz da würde ich mir auch gern mal ausleihen, wenn ich darf, Mom!“

Diese seufzte ergeben. „Die Zeiten ändern sich, mein Baby und du bist wahrlich schon reif geworden, ohne dass ich es gemerkt habe. Das kommt davon, weil ich dich so selten sehe, weil du ja unbedingt die Hotelfachschule in Rampfing absolvieren musst. Habt ihr schon Ferien, oder ist das nur ein Kurzbesuch am Sonntag?“

„Ich habe mich für die letzten zwei Wochen krank gemeldet, weil ich keinen Bock mehr hatte. Darum sind wir da. Und wie ich sehe, komme ich hier in die richtige Gesellschaft. Was nun? Ist der Schwanz von deinem Freund für dich exklusiv? In dem Fall behalte ich Norman nämlich auch für mich.“

„Mi pijo es tu pijo!“, sagte Vanessa großzügig, weil sie einmal mit einem Kubaner liiert gewesen war. “Komm, Norman, fühle dich wie zu Hause!”

„Gracias, Mama!“, antwortete Tamara auf das Angebot, deren Schwanz sei auch ihr Schwanz, schwang ihre langen Beine über Manfreds Kopf und ging dorthin, wo Tom über Vanessas Gesicht immer noch in Sabrinas Arsch steckte. Sie kniete sich hinter Vanessas Kopf, beugte sich hinunter und küsste ihre Mutter. „Mmmh, ist das alles von ihm?“ fragte sie und bohrte dabei gleich, damit es keine Missverständnisse gab, einen Finger in Toms Arschloch. Das beflügelte dessen Schwanz, der gleich anfing, zu wachsen und sich zu verhärten. „ist ja eine satte Sauerei, da will ich doch auch was abhaben.“ Mit diesen Worten leckte sie einige Male über das Schleimige Gesicht ihrer Mutter und küsste sie erneut, wobei sie diesmal ihre Zunge mitspielen ließ.

Nun begab sich Tamara ein Stockwerk höher und leckte die Pussy ihrer Schwester, die darauf in geile Zuckungen verfiel und freudige Laute ausstieß. Endlich nahm sie ihren Finger aus Toms Arsch und knetete dafür seine Eier. „Jetzt glaube ich fast, dass er es noch einmal schafft“, vermutete sie, „seine Eier sind riesig und immer noch prall. Mal sehen, ob ich noch ein bisschen helfen kann!“ Damit steckte sie Tom ihre spitze Zunge in den Anus und leckte ihn ausgiebig. So beflügelt, verspürte dieser genug Härte, um Sabrina wieder ficken zu können. Tamara registrierte das mit Begeisterung. „Das will ich mir genau ansehen!“

Mit diesen Worten ging sie wieder dorthin, wo Manfred hockte und mit Sabrina schmuste, während sein Fickprügel immer noch bei Vanessa Fotze ein und aus fuhr, stellte sich breitbeinig über den Kopf ihrer Schwester und legte ihren Oberkörper auf deren Rücken. Mit beiden Händen packte sie die Pobacken ihrer Schwester, ihr Kinn lag in deren Arschfurche. So hatte sie den besten Blick auf Toms wiedererstarkten Knüppel, den er mächtig in Sabrinas Darm rammte. „Ich will auch einen Schwanz im Arsch!“, forderte sie, „steckt mir endlich jemand einen Schwanz in den Arsch!“ Dieser Bitte kam Manfred gerne nach. Er zog seinen pulsierenden Rammbock aus Vanessa, schob ihn kurz in Sabrinas Rachen und stellte sich dann hinter Tamaras zuckenden Hintern. Grinsend rieb er den glitschigen Schwanz an ihrer Rosette, bis sie wieder bettelte: „Schieb ihn rein, schieb ihn rein, fick mich in den Arsch!“ Da schob er ihr seinen glänzenden Pint ins dunkle Rohr und fickte sie in den Arsch.

„Und wo bleibe ich dabei?“, protestierte Vanessa. Aber inzwischen hatte auch Norman seine anfängliche Zurückhaltung abgelegt und sich ausgezogen. Sein stahlharter Schwanz hätte sowieso in keine Kleidung mehr gepasst. Nun kniete er hinter Vanessa, ebendort wo vorhin noch Tamara gekniet hatte und bot ihr seinen Wunderknüppel an. „Mmmh!“, lobte Vanessa, das ist ja ein tolles Ding. Ich muss schon sagen, Tamara, bei Männer beweist du Geschmack.“ Damit saugte sie den langen Fickspeer des Freundes ihrer jüngeren Tochter in ihren gierigen Mund und musste schweigen. Dafür schrie Sabrina vor Begeisterung und Tamara stöhnte geil.

„Ja, ja, ja, fick mich hart!“, rief Tamara, „ und du, großer Tom, spritz mir ins Gesicht, wenn du kommst!“ Gierig öffnete sie ihre roten Lippen ganz weit und leckte sie mit ihrer lüsternen Zunge.
Norman stöhnte wollüstig, während Vanessa sein Rohr mit den Mandeln bearbeitete. „Oh, mein Gott, Frau Maier, Sie blasen wie eine Göttin! Sogar noch besser als Tamara!“

Vanessa entließ seinen glühenden Schwanz aus ihre Rachen, denn sie wollte etwas klarstellen. „Junge, wenn mit miteinander ficken, dann kannst du mich auch duzen und Vanessa zu mir sagen. Wenn du kommst, dann spritz mir alles ins Gesicht, weil ich liebe das, okay? Du kommst doch, oder?“

„Okay, -äh – Vanessa, ich denke, das sieht man. Klar komme ich. Bis jetzt habe ich heute erst einmal gespritzt, weil Tamara sich die Zugfahrt versüßen wollte. Zum Glück hatten wir ein Abteil alleine.“ Damit schob er seinen Schwanz wieder in Vanessas Kehle und sie lutschte und leckte ihn mit aller Raffinesse.

Tamara nahm jetzt ihre Hände von den schwesterlichen Arschbacken und befingerte Toms prallen, kochenden Sack. Das war zuviel für ihn. Mit einem tierischen Aufschrei zog er seinen Schwanz aus Sabrinas Darm und spritzte eine gewaltige Ladung über Tamaras Kopf hinweg und in ihr lustvoll gerötetes Gesicht. Die fetten Spermaschlieren tropften auf Sabrinas Arsch und weiter in Vanessas Gesicht.

Aber gleichzeitig hatte auch Manfred seinen zuckenden Schwanz aus Tamaras Arsch gerissen. Obwohl er eigentlich Sabrina die Ladung ins Gesicht spritzen wollte, konnte er seinen harten Schwengel nicht schnell genug nach unten biegen. So spritzte der erste Schub über Tamaras Rücken und vermengte sich mit Toms Samen zwischen ihren Schulterblättern. Grinsend klatschten Vater und Sohn ab. „Gleichzeitig!“, meinten sie unisono. „Und wer hat jetzt gewonnen?“, wollte Tom wissen.

„Ist doch egal, aber es war geil“, stellte Tamara fest und saugte Toms schwindenden Schwanz in ihre Mundhöhle, um auch die letzten Reste abzulutschen. Sabrina kroch unter Tamara hervor und wollte nach Manfreds Prügel schnappen, aus dem immer noch Spermafäden quollen, doch ihre geile, kleine Schwester hatte den schon fest im Griff und zog Manfred zu ihrem Mund. So blieb Sabrina nur übrig, den über ihrem ganzen Gesicht verteilten Samen mit langer Zunge abzulecken und den Rest mit den Fingern in den Mund zu schieben. Auch Vanessa hatte sich unter dem Haufen nackter Leiber herausgewunden und Norman auf die Couch verschleppt. Nach einem kurzen Getuschel ließ sie sich aufstöhnend auf seinem harten Pfahl nieder. Endlich wurde auch sie anal gefickt. Sie lehnte sich genüsslich zurück an Normans muskulöse Brust und beobachtete ihre Töchter.

Tamara leckte eifrig Toms und Manfreds Zuckerstangen und gab nur widerwillig eine an Sabrina weiter. Dafür entdeckte sie den kleinen Spermasee auf deren Rücken. Da ließ sie auch Toms Schwanz aus, krabbelte hinter ihre Schwester und schmiegte sich an ihren Rücken. Mit einer Hand rubbelte sie die schwesterliche Pussy, mit der anderen knetete sie Sabrinas Brust, während ihre Zunge gierig entlang der Wirbelsäule leckte.

„Eigentlich seid ihr schon verdammt geile Schlampen, Töchter!“, ließ sich plötzlich Vanessa vernehmen. „Ich frag mich ehrlich, von wem ihr das habt.“ Für diesen Gag erntete sie schallendes Gelächter. Norman lachte so sehr, dass es ihn und die auf ihm reitende Vanessa richtig durchrüttelte, wodurch die geile Mutter obergeiler Töchter einen gewaltigen Orgasmus erzielte. Als sie sich wieder ein wenig gefangen hatte, fiel ihr plötzlich etwas ein: „Und was ist nun heute unser Programm?“, wollte sie wissen. „Wer hat denn nun eigentlich gewonnen?“

„Es war unentschieden“, erklärte Manfred, „aber ich lasse Tom entscheiden.“

„Äh –ja – also ich hätte vorgeschlagen, dass wir heute noch einmal zum Badesee fahren, aber natürlich gemeinsam und dort mitten auf der Wiese ficken. Das wäre irrsinnig aufregend. Aber da ihr nun Familienbesuch habt, …“

„Großartige Idee!“, unterbrach ihn Tamara, „da machen wir natürlich mit, gell Norman?“

„Klar!“, sagte dieser, „aber vorher würde ich gern was essen. Irgendwie hat mich das jetzt hungrig gemacht.“

„Oh, ja, ich denke, wir können alle ein kräftiges Frühstück vertragen. Geht hinaus auf die Ostterrasse, dort scheint schön die Sonne hin! Ich bring Kaffee, weiche Eier, Kuchen und Brot.“

So begaben sich alle nackt, wie sie waren, auf die Terrasse und setzten sich an den großen Gartentisch. Tom hatte ausnahmsweise mal keinen Ständer, dafür stand Normans Schwanz eisenhart von seinem Körper ab, denn er war vorhin noch nicht zum Spritzen gekommen. So beglückte er abwechselnd die Damen, je nachdem, welche ihm gerade beim Vorbeigehen oder beim Aufstehen eine Möglichkeit bot:

„Norman, nicht so toll!“, sagte Tamara, „ich kann sonst mein Frühstücksei nicht löffeln.“

„Fick mich in die Muschi, Norman!“, bat Vanessa, „bei Tisch gehört sich ein Arschfick nicht.“

„Fester, fester!“, forderte hingegen Sabrina, „das fördert die Verdauung!“

Nachdem Norman auf Tamaras Wunsch hin, mit seinem Samen ihr Müsli verbessert hatte, waren sie bereit zum Aufbruch. „Kommt, zieht euch an, damit wir fahren können“, rief Vanessa.

„Wozu denn?“, fragte Sabrina verwundert und Tamara setzte hinzu: „Wir fahren doch zum Nacktbadestrand und es ist nicht weit.“ Die beiden Schwestern waren sich einig und liefen gleich voraus auf den kleinen privaten Parkplatz. „Können wir mit euch mitfahren?“, fragte Sabrina Manfred. „In einem Cabrio macht es gleich doppelt so viel Spaß, nackt zu fahren.“

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Hardcore

Neuer Meister I

Ich war mit meinem Motorrad in die Stadt gefahren, weil ich ein Teil für meinen Computer brauchte. Da es draußen schönes Wetter war hatte ich nur das T-Shirt und meine Lederjeans angezogen. Ich bin einssechs-undachtzig groß, neunzig Kilo, dunkle kurze Haare, glattes Gesicht und heiße Frank. Als ich von der Maschine gestiegen war und meinen Helm und Nierengurt in das Case gelegt hatte, machte ich mich auf den Weg zum Computerladen. Dabei lief mir eine Frau über den Weg, die durch ihre Körpersprache meine Aufmerksamkeit weckte. Ich folgte ihr in gebührendem Abstand. Das Computerteil wollte ich später besorgen. Sie schaute sich einige Auslagen an bevor sie in ein Cafe ging und sich in eine Ecke setzte. Als ich das Cafe betrete sehe ich gerade noch, wie sie mich ansieht und dann den Blick senkt. Ich kann mir ein Schmunzeln nicht verkneifen als ich den gesenkten Blick sehe, gehe in ihre Ecke und setze mich einen Tisch hin. Die Kellnerin kommt und fragt nach der Bestellung bei ihr, sie bestellt einen Kaffee und ein Stück Torte. Dann kommt die Kellnerin zu mir und sagt: “Der Tisch ist leider reserviert!“ Ich möge mir einen anderen Platz suchen. Schnell sage ich “kein Problem“ und trete an ihren Tisch und frage ob noch ein Platz am Tisch frei ist. Sie schaut nicht auf, sondern sie nickt nur und zeigt auf den Platz ihr gegenüber. Dabei kann ich sie erstmal genauer anschauen. Was ich sehe gefällt mir sehr gut, besonders als ich sehe dass sie sehr verlegen und erregt sein muss, denn ihre Brustwarzen zeichnen sich trotz BH sichtbar ab. Sie greift sich in ihr Haar und macht es hinter ihre Ohren. Dann sehe ich an ihrem Ohr zwei verschiedene Stecker. Der eine zeigt ein paar Handschellen und der andere eine Gerte. Da ich weiß was diese Zeichen bedeuten, will ich sie gerade was fragen, als die Kellnerin kommt und ihr die Bestellung bringt. Ich gebe meine Bestellung auf und als die Kellnerin weg ist frage ich sie, ob sie zu diesen Zeichnen steht. Sie schaut mir nicht in die Augen, doch sie beginnt zu nicken. So frage ich sie nach ihrem Meister.

“Ich habe keinen mehr, er hat mich verstoßen, weil ich nicht bereit war ihm bedingungslos zu dienen.“ Ich lasse mir Zeit mit der nächsten Frage, da ich sehen will ob sie mich um etwas bitten wird. Sie hat immer noch nicht mit der Torte angefangen. Da kommt auch meine Bestellung und ich sage: “Guten Appetit!“ Jetzt greift sie zur Gabel und beginnst das erste Stück Kuchen in den Mund zu schieben. Da ich immer noch nichts sage, fängt sie an und sagt dass sie gerne mal wieder ihre Veranlagung ausleben möchte. Schnell schiebt sie das nächste Stück Torte in den Mund. Ich frage sie ob sie jetzt Zeit hat und ob sie bereit ist sich in meine Hände zu begeben. Wieder kommt ein Nicken. Als ich frage wie lange sie schon ohne Meister ist, sagt sie verlegen. “Seit acht Jahren, ich habe dann meinen Mann kennen gelernt und ihn geheiratet. Doch er kann mir dieses Gefühl nicht geben. Ich liege nachts oft wach und träume von einem Mann, der mich einfach nimmt.“ Dabei wird sie rot und verlegen. “Darf ich nach deinem Namen fragen?“ “Ich heiße Katja!“ “Gut Katja, da du eben gesagt hast dass du Zeit hast möchte ich dich bitten mir zu sagen, wann du beginnen möchtest?“ Leise kommt von ihr: “Bitte, Meister beginnen sie sofort!“ “Gut“, sage ich, “dann wirst du mich ab sofort mit Meister anreden und nur noch sprechen wenn ich dich was frage oder du etwas gefragt bekommst. Hast du das verstanden?“ Sie will etwas fragen, doch ich schaue sie böse an und sage dass man darauf nur ein Wort sagen braucht “ja”, oder “nein”. Durch den plötzlichen Ausbruch von mir ist sie sicher, dass sie verstanden hat. So sagt sie: “Ja!“ Nachdem sie ja gesagt hat, bin ich erleichtert das sie doch die Richtige sein könnte mit der ich spielen kann. Da sie sehr unruhig auf ihrem Sitz hin und her rutscht sage ich zu ihr, dass wenn wir gleich beginnen, es kein zurück mehr gibt. Erst wenn sie ein Codewort sagt. “Aber überlege es dir gut ob du vorschnell dieses Wort sagen wirst.“ Wieder erhebe ich die Stimme und frage, ob sie es verstanden hat. Schnell kommt ein leises: “Ja!” “Ich kann nichts verstehen was hast du gesagt?“ “Ja“, kommt es jetzt lauter. Dann sagt sie: “Ja, Meister ich habe alles verstanden!“ Nun bin ich mit ihr zufrieden.

Sie bittet mich, ob sie mal auf die Toilette darf. “Ja“, sage ich, “und überlege dir welches Wort du als Code nehmen willst! Als Geschenk erwarte ich deinen Slip von dir, wenn du wieder an den Tisch kommst.“ Katja wird sofort wieder rot, da in diesem Moment die Kellnerin vorbeigegangen ist und es gehört hat. Schnell geht sie zum WC. Als die Kellnerin vorbeigeht sehe ich, dass sie auch rot geworden ist, als sie mir ins Gesicht schaut. ’Sollte heute mein Glückstag sein?’ Dann sehe ich dass Katja zurückkommt. Als sie sich hinsetzen will frage ich sie wo mein Geschenk ist. Sie greift in ihre Tasche und holt den Slip raus und will ihn mir unauffällig geben. Doch ich sage: “Lege ihn hier auf den Tisch!“ Nur ungern legt sie ihn hin. Jetzt kann ich sehen dass es ein schwarzer durchsichtiger Slip ist. Als sie sich jetzt setzen will sage ich sie soll sich mit ihrem nackten Hintern auf die Ledersitzfläche setzen. Sie schaut sich um, hebt ihren Rock hoch und setzt sich. Dabei kann ich zwischen ihre Beine sehen und was ich sehe gefällt mir, da ich jetzt weiß dass sie die Grundbegriffe einer Sub kennt. In ihren Augen kann ich lesen dass sie froh ist, sich heute Morgen rasiert zu haben. Als sie mir leise das Codewort sagt, “Slip”, muss ich schmunzeln. Ich erkläre ihr, dass sie dieses Wort unmöglich nehmen kann. Denn auf eine einfache Frage was sie unter deinem Rock trägst, müsste sie vielleicht sagen einen Slip und schon wäre dieses Spiel zu Ende. So bestimme ich das Wort. Es wird “Südstern” heißen.
Sofort antwortet sie: “Danke, Meister das sie mich auf den Fehler aufmerksam gemacht haben. Ich nehme das Wort an.“ So winke ich nach der Kellnerin um das Cafe zu verlassen. Als sie am Tisch steht sehe ich dass Katja verlegen wird. Die Kellnerin sagt dass ich ein schönes Spielzeug habe und sie auch gerne mal damit spielen würde. Doch ich mache ihr klar, dass Katja meine Sklavin ist, ich sie aber eventuell ausleihen würde, wenn es sich ergäbe. Sie schaut mich an und sagt: “Das ist ein Angebot!“ Dann legt sie ihr den Bon über 5,80 € hin, den Katja bezahlen soll. So greift sie zu ihrer Tasche die rechts neben ihr liegt. Dabei bietet sie der Kellnerin noch einmal einen Blick auf die Beine mit den halterlosen Strümpfen und ihrer nackten rasierten Muschi. Sie legt ihr einen 10 € Schein hin und sagt: “Stimmt so!“ Als ich frage was ich zu bezahlen habe, sagt sie, dass sie gerne etwas von der Nässe zwischen den Beinen meiner Sklavin haben möchte und zeigt auf den Slip der auf dem Tisch liegt. Katja starrt mich an und ich kann sehen wie unangenehm es ihr ist. Ich sage: “Tut mir leid, das ist meiner, aber wenn du dir ein Tuch besorgst, lasse ich meine Sklavin gerne dieses Tuch durch ihre Muschi ziehen.“ Als ich das sage beobachte ich Katja und sehe wie sie immer unruhiger auf dem Sitz hin und her rutscht. Sie sagt “einen Moment bitte“, und kommt kurze Zeit später mit einem Stofftaschentuch zurück das sie Katja gibt. Ich sage Katja, dass sie das Tuch durch ihre bestimmt nasse Muschi ziehen soll. Doch als sie das im Sitzen machen will, sage ich: “Sklavin, das geht bestimmt im Stehen besser.” Sie schaut sich um im Cafe und sieht dass nur noch drei andere Gäste im Cafe sind, die sich aber sehr intensiv unterhalten. So steht sie auf, hebt den Rock hoch und zieht das Taschentuch langsam durch die Muschi. Ich sage ihr dass sie sich das Tuch auch einmal komplett in die Muschi schieben soll, was Katja dann auch tut. Die Kellnerin sieht sich das ganze auch lustvoll an und sagt dann sie soll auch den Fleck auf dem Sitz wegwischen. Doch jetzt sage ich zur Kellnerin: “Wenn du das Tuch haben willst wirst du den Fleck mit der Zunge entfernen. So kannst du sie schmecken und durch das Tuch riechen.“

Sie schaut nach links und rechts, schiebt die Sklavin beiseite, geht in die Knie und leckt den Fleck weg. Dabei kann ich jetzt auch ihr unter den Rock schauen und sehe, dass sie auch keinen Slip trägt und genauso wie Katja rasiert ist. Als ich zu Katja schaue sehe ich dass es sie erregt, das Tuch durch ihre Muschi zu ziehen. “Stopp“, sage ich zu ihr und sie hört sofort auf damit, “ich habe dir nicht erlaubt dass du dich streicheln sollst, du Luder!“ Ich stehe jetzt auf, greife nach dem Zipfel vom Taschentuch und ziehe dieses mit einem Ruck aus Katja raus, was sie mit einem lauten Aufstöhnen begleitet. Ich frage sie, ob sie einen Höhepunkt hatte, sie schüttelt nur den Kopf und sagt dann: “Nein, Meister, aber es hat nicht viel gefehlt!“ Doch mache ich ihr klar dass nur ich bestimme, wann sie einen Höhepunkt hat und wann nicht. “Das wird noch Folgen für dich haben.“ Jetzt sage ich ihre dass sie mich an die Strafe erinnern soll. “Ja, Meister“, ist ihre Antwort. Katja ist enttäuscht dass sie keinen Höhepunkt haben durfte. Ich gebe das Tuch der Kellnerin, nachdem ich sie gelobt habe wie schön sie den Sitz sauber geleckt hat. Auf meine Frage ob sie noch etwas bekommt, sagt sie: “Ja, gleich einen Höhepunkt!“ Dann gehen wir durch die Tür nach draußen

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BDSM Erstes Mal

Der 60.Geburtstag meiner Schwiegermutter I

Der 60.Geburtstag meiner Schwiegermutter – Part I

Nachdem meine Schwiegermutter in der Woche 60 geworden war, hatten wir dann am folgenden WE mit ihr, der Familie und deren Freunden gefeiert.

Angefangen hat es mit einer inoffiziellen Feier bei dem Cousin meines Freundes am Freitagabend, bei dem die Verwandtschaft die bereits am Freitag angereist waren, sich getroffen haben und dann dort bei ihm beim Griechen erst Essen waren und danach noch bei ihm in der Wohnung beisammen gesessen und etwas getrunken haben. Mein Freund wollte dass ich mitkomme und so lernte ich sogar einzelne Kennen, die ich bisher nicht kannte unter anderem auch einen Onkel aus dem Rheinland, der sich bereits im Lokal neben mich setzte und sich sehr intensiv mit mir unterhielt. Dabei auch den einen oder anderen anrüchigen Spruch, wie auch Anspielungen machte, bei denen ich mir aber erst mal nichts dachte.

Als mein Freund dann mal auf Toilette ging und wir quasi unbeobachtet waren hatte er seine Hand unterm Tisch auf meinen Oberschenkel gelegt, mich angegrinst und dann angefangen mich langsam zu streicheln. Zuerst empfand ich es als unangenehm und sehr aufdringlich, aber ich wollte keinen Stress machen, also meinte ich, um die Situation zu entschärfen, ob er sich da nicht etwas verlaufen hätte…

Aber er schien schon darauf gewartet zu haben, denn er antwortet darauf nur leise, das dem nicht so wäre, aber das ich das wohl wollen würde und dann spürte ich auch schon, wie er seine Hand bereits unter meinen Rock zwischen meine Schenkel schob, womit ich gar nicht gerechnet hatte. Natürlich zuckte ich zusammen und versuchte seine Hand wegzudrücken, aber er grinste mich weiter an, da meine Bemühungen vergeblich waren und zudem drückte er nun zusätzlich seinen Daumen gegen meine Klit, was mich langsam in Erregung versetzte, da er nun begann den Daumen über meine Klit zu reiben. Zusätzlich begann sich meine Brustwarzen unter meinem dünnen Pulli aufzurichten und meine Möse wurde immer feuchter, bis sie regelrecht nass war und ich bereits Probleme bekam mein Stöhnen zu unterdrücken, weil er einfach nicht aufhörte, auch nicht, als mein Freund wieder neben mir saß…

Daraufhin bin ich dann doch aufgestanden und meinte ich müsste mal zum WC, worauf sein Onkel Horst allerdings direkt meinte, dass er auch mal dahin wollte und so kam es das wir gemeinsam zur Toilette gingen. Kaum das wir den Raum verlassen und uns im Gang zu den Toiletten befanden griff er nach mir drückte mich einfach gegen die Wand und küsste mich, um mir im gleichen Moment wieder mit einer Hand unter meinen Rock an meine Klit zu greifen worauf ich wieder aufstöhnte…

„Na, wusst ich doch das du geil bist!“

Dann schob Horst mich vor sich her bis zu den Toiletten, um mich dann sogar mit auf die Herrentoilette zu ziehen, wo er direkt mit mir in einer der Kabinen verschwand. Kaum dass er die Türe verschlossen hatte, packte er an meine Brüste und knetete diese grob durch. Dann drehte er mich so, dass ich mich über die Toilette beugen musste. Noch während ich mich über die Toilette beugte, schob er bereits meinen Rock nach oben und dann hörte ich bereits seinen Reißverschluss, um dann seinen bereits harten Schwanz an meinen Schamlippen zu spüren, nachdem er den String mit einem kurzen Ruck runter gezogen hatte. Er schob zunächst seine Eichel zwischen meinen Schamlippen entlang, so dass ich bereits zu Stöhnen begann, bevor er dann doch plötzlich und auch etwas unerwartet mit einem einzigen Stoß tief in meine bereits nasse Möse eindrang, so dass ich laut aufstöhnte…

“Gefällt dir wohl, du geile Fickfotze!”

Dann begann Horst mich hart und tief zu ficken, so tief das er immer wieder gegen meine Gebärmutter stieß, woraus ich schloss, das er einen richtig langen, wenn auch nicht extrem dicken Schwanz haben musste.

So dauerte es auch nicht lange bis ich unter seinen kräftigen Stößen unter Stöhnen kam. Kaum das ich spürte, das mein Orgasmus abschwellte kam der nächste Kick für mich denn er spritzte mir seine Spermaladung tief in meine Möse, wodurch ich fast wieder einen Höhepunkt hatte. Dabei krallten sich seine Finger in meine Hüften so das ich einen Aufschrei aus Lust und Schmerz nicht unterdrücken konnte, aber auch nicht wollte, denn ich war grade richtig geil gefickt worden und war sogar dabei gekommen, was eher selten bei solchen Quickies ist.

As er dann seinen Schwanz aus meiner nassen und spermagefüllten Möse zog, lief mir bereits seine Ficksahne aus der Möse an meinen Schenkeln hinunter.

“Los, lutsch ihn schön sauber!”

Dabei packte er meinen Kopf und zog ihn zu sich rüber und schob mir ohne Rücksicht seinen immer noch recht harten Pimmel in den Mund. Dabei sah und merkte ich wie lang sein Schwanz wirklich war, denn ich bekam ihn nicht komplett in dem Mund, worauf er meinen Kopf packte und mir seinen Schwanz in meinen Rachen stieß, so das ich zu kurz würgen begann. Daraufhin zog er seinen Schwanz, wieder aus meinem Mund und rieb ihn mir noch kurz durch mein Gesicht, bevor er ihn wieder einpackte und mich so in der Toilette zurück ließ, worauf ich die Tür erst mal abschloss und mich auf die Toilette setzte, um das grad Geschehen zu verdauen. Nach kurzer Zeit putzte ich sein Sperma von meinen Schenkel und meiner Möse, urinierte noch kurz und ging dann zurück zu den anderen…

Als ich mich dann wieder an den Tisch setzte merkte ich, wie immer noch Sperma aus meiner Möse lief, denn mein String war davon richtig feucht, nein schon nass geworden.

Der Onkel meines Freundes, Horst, legte dann auch wieder seine Hand auf meinen Oberschenkel, wann immer sich die Gelegenheit dazu ergab, so dass ich doch mehr oder weniger die ganze Zeit erregt blieb, bis wir dann hoch zum Cousin meines Freundes sind, um dort noch einen Absacker zu nehmen. Eigentlich wollte ich ja nicht mit, aber mein Freund und so musste ich dann doch mit. Na aber statt einem Absacker haben wir es uns dort gemütlich gemacht und sein Cousin hat den anderen die große Wohnung erst mal gezeigt, die wir schon kannten.

In der Zeit ging ich dann auf Toilette, weil meine Blase nun wirklich drückte. Als ich dann wieder heraus kam, stand plötzlich wieder Horst vor mir. Als er mich erkannte grinste er mich kurz an und fasste mich am Arm…

„Los komm mit!“

Da ich nicht wollte dass es Stress gab folgte ich ihm. Er zog mich in das Gästezimmer. Dort stand ein einfaches Bett ohne Laken, auf der er mich schubste…

„Zieh den Rolli aus! Los mach hinne!“

Irgendwie hatte ich doch etwas Angst vor ihm und seiner Art und so tat ich was er sagte, während er seine Hose öffnete. Dann kam er auf mich zu öffnete meinen BH und zog ihn mir aus. Mich erregte es so hilflos vor ihm auf dem Bett zu sitzen, dann drückte er mich mit dem Rücken auf das Bett und kniete sich auf mich. Seinen halbsteifen Schwanz legte er zwischen meine Brüste, deren Nippel bereits wieder hart abstanden. Dann musste ich meine Brüste zusammen drücken und er fickte mich nun zwischen meine Brüste. Dabei beschimpfte er mich, bis er schließlich abspritzte und mir sein Sperma in mein Gesicht, auf meinen Hals und mein Dekolletee spritzte. Dann stieg er aber auch schon von mir runter, packte einen Schwanz ein und verschwand aus dem Zimmer.

Ich bin dann schnell ins Bad und hab mich dort so gut es ging wieder zu Recht gemacht. Als ich dann zurück zu meinem Freund ging, sind wir auch kurz darauf gegangen und ich war doch irgendwie froh dass wir uns auf dem Heimweg machten.

Zu Hause fickte mich mein Freund dann noch einmal durch, so dass ich noch einen Höhepunkt bekam, bevor wir dann beide doch etwas erschöpft einschliefen.

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Meine Mutti I

Es begann an einem Tag im Frühling – fast wie jeder andere. Seit einem halben Jahr war ich jetzt in der Lehre. Es war zwar strenger als die Schule aber es gefiel mir so ganz gut.

An dem Tag, es war Donnerstag, hatte ich Gewerbeschule. Normalerweise haben wir die letzten beiden Lektionen bis 17.00 Uhr noch Betriebswirtschaft. Doch diesmal war unsere Lehrerin terminlich verhindert, die beiden Stunden fielen aus und somit hatten wir bereits kurz vor 3 Uhr Feierabend.

Mit einer Hochstimmung traf ich also wenig später zu Hause ein. Das Haus schien leer und verlassen. Wahrscheinlich war die Mutter grad beim einkaufen oder so dachte ich. Also wollte ich nach oben in mein Zimmer. Doch schon auf der Treppe hörte ich seltsame Geräusche. Es raschelte und knarrte und jrgendwie waren auch dünne Stimmen dabei. Ich hielt inne und lauschte genauer. Und tatsächlich, die Geräusche kamen von einem der oberen Zimmer. Im ersten Moment durchzuckten mich Gedanken von Einbrechern. Aber ich wollte nicht die Polizei alarmieren um dann festzustellen dass sich nur eine Katze oder so verirrt hatte. Das wäre zu peinlich gewesen.
Also schlich ich weiter nach oben. Die Geräusche kamen aus dem Elternschlafzimmer. Die Türe war ein so grossen Spalt geöffnet dass ich relativ unbemerkt durchschielen konnte. Was ich da sah schockierte mich fast noch mehr als die Vorstellung der Einbrecher.

Auf dem Bett lag meine Mutter, jrgendein Mann auf ihr drauf zwischen ihren Beinen und mühte sich sichtlich ab mit den letzten Bewegungen.
Wieder war der erste Gedanke: „meine Mutter wird vergewaltigt“ und ich wollte sofort dazwischen. Aber grade noch realisierte ich dass dieses Spiel nicht nach Vergewaltigung ausschaute. Meine Mutter hatte ihre Beine um ihn geschlungen und es schien auch sonst nicht so als würde sie sich wehren.
In meinem Hirn hämmerte es, und noch bevor ich zu ende abwägen konnte ob ich eingreiffen sollte, stöhnte der Mann auf und brach dann über ihr zusammen. Offenbar war es ihm soeben gekommen.

So schnell und leise wie möglich in der ganzen Aufregung, verliess ich wieder das Haus und wartete eine Strasse weiter, von wo aus ich Blick auf unsere Haustüre hatte. Und es dauerte auch nicht lange, da öffnete sich die Tür einen Spalt weit und ein Mann, der so unverdächtig ausschaute wie ein Versicherungsvertreter, verliess das Haus.

Beim Abendessen dann getraute ich meine Mutter erst kaum anzuschauen. Sie verhielt sich wie sonst und hatte bestimmt nicht mitbekommen dass ich sie gesehen hatte. Mein Vater verdrückte geistesabwesend wir meistens das Abendessen und blätterte in einer Finanzzeitschrift.

In der Nacht dann gingen mir im Bett alle möglichen Gedanken durch den Kopf. Wer war der Mann? Trafen sie sich schon lange? Machten sie das öfters? Hatte mein Vater keine Ahnung davon?
Nun gut, meine Mutter war eine attraktive Frau. Sie war ende 30ig hatte aber ein schöne Figur und legte grossen Wert auf Ihr Äusseres. Mein Vater beachtete sich kaum noch. Er ging morgens aus dem Haus und kam abends wieder nach Hause – nur um sich gleich wieder in Zeitungen und Börsenberichten zu vertiefen. Vo daher war es nicht verwunderlich dass sie sich anderweitig umschaute.

Und während ich so darüber nachdachte und an die Bilder im Schlafzimmer dachte, merkte ich, wie mich diese Situation zu erregen begann. Meine Mutter, die brave Hausfrau, vögelt am Nachmittag mit Männern rum. Frauen jenseits meines Alters beachtete ich sowieso nie oder höchstens abschätzig. Bei genauerem Betrachten fiel mir auf, wie sehr meine Mutter ihre Schulterlangen dunklen Haare pflegte und ihr schlanken Beine betonte mit ihrer Kleidung. Sie hatte doch eine ordentliche Oberweite und weder Bauchspeck oder breite Hüfte oder jrgendwas das auf zwei Schwangerschaften hindeuten würde. Eigentlich war sie bestimmt ein kleiner Traum für viele Männer in Ihrem Alter.

Die ganze nächste Woche geisterte mir immer das Bild und die Situation in meinem Kopf herum. Vor allem natürlich am Donnerstag in den letzten beiden Stunden konnte ich mich kaum konzentrieren. Was würde wohl jetzt, genau in diesem Moment, daheim ablaufen? War ER wieder bei ihr?
Zu Hause angekommen stand, wie immer, das Abendessen auf dem Tisch bereit. Nichts deutete auf eine Auffälligkeit hin. Das wollte ich nun genau wissen und ging nach oben. Das gross Bett im Elternschlafzimmer war bezogen und gemacht – wie üblich. Aber im Bad stellte ich fest dass vor kurzem geduscht worden war. Im Normalfall hätte ich mir nichts dabei gedacht, aber in dieser Situation war der Fall für mich klar. ER war wieder hier heute Nachmittag und hatte meine Mutter gevögelt.

In der Nacht malte ich mir die Geschehnisse des Nachmittags aus und wixte dabei unaufhörlich. Von da an begann der Wunsch in mir zu reifen, es ebenfalls mit meiner Mutter zu treiben. Aber wie sollte ich es anstellen? Dass sie sex wollte und brauchte stand ja schon fest. Aber würde sie es auch mit mir tun?

Sollte ich einfach so nebenbei mal erwähnen was ich wusste und schauen wie sie reagierte? Sollte ich sie einfach mal in einem geeigneten Moment überfallen. Oder sollte ich sie gar erpressen?
Ich war nicht der weinerliche Typ. Daher entschied ich mich dazu, eine Situation zu schaffen die es ermöglichte das alles passieren konnte. Damit dass ich schon vieles wusste wollte ich noch als Trumpf im Ärmel für mich behalten.

Kommenden Samstag sollte es soweit sein. Mein Vater war mit seinen Geschäftsfreunden beim Golf und würde den ganzen Tag weg sein.

Am Samstag dann schlug ich vor gemeinsam was im Garten zu machen. Überrascht aber erfreut nahm meine Mutter das Angebot an. Immerhin war Gartenarbeit gar nicht mein Ding und Freiwilligenarbeit dort schon gar nicht. Also mähten wir den Rasen und zupften etwas Unkraut. Mir war es eigentlich egal was wir machten – hauptsache sie würde etwas in schwitzen kommen.

Nach rund zwei Stunden Gartenarbeiten schwitzten wir dann auch ganz schön. Wir verstauten noch alle Geräte und bald einmal meinte meine Mutter, sie gehe kurz duschen. Soweit hatte schonmal alles planmässig funktionniert. „werde ich dann auch gleich machen“ sagte ich ihr hinterher und mein Herz begann schneller zu schlagen.

Kaum in meinem Zimmer riss ich mir die Kleider von Leibe. Ich hatte mir das tausendmal ausgemalt wie es sein müsste, und jetzt in der Aufregung machte mein kleiner Freund keine Anstalten sich zu regen. Aus dem Badezimmer war jetzt zu vernehmen wie die Dusche angelassen wurde.
Schnell riss ich ein Pornoheftchen hervor und blätterte nervös darim herum um die geilsten Seiten zu finden. Immerhin teilweise erfüllt wurde der Zweck und es kam ein bischen Leben rein. Wenigstens war er jetzt etwas gewachsen und nicht mehr ein kleines Stummelchen.
Besser als nichts, dachte ich und verliess mein Zimmer. Allzulange konnte ich nicht mehr warten sonst wäre es zu spät.

Im Badezimmer angekommen bewegte ich mich extra laut und räusperte mich, sodass meine Mutter hören konnte dass ich da war. Ich wollte sie ja nicht zu tode erschrecken. Eine Reaktion kam hingegen nicht.
Mein Puls verschnellerte sich nochmals und ich machte mit eiligen wichsbewegungen noch ein paar Versuche meinen Schwanz etwas zu vergrössern – mit wenig Erfolg. Dann schob ich etwas den Duschvorhang beiseite, trat ein und fragte: „hats noch etwas Platz für mich?“ allerdings weniger als Frage denn als Feststellung.

Meine Mutter stand mit dem Rücken zu mir und blickte überrascht um als ich einfach eintrat. Ohne sich umzudrehen stammelte sie dass sie doch gleich fertig sei und ich dann alleine duschen könne. Ihr Rücken war schmal und ihr Po wirklich hübsch für ihr Alter. So straff immerhin dass sich bei dem Anblick nun doch mein Freund stärker zu regen begann.

Ich legte nochmal ne Scheibe Mut drauf und draht näher von hinten an sie ran. Soweit dass nun mein Schwanz ihre Pobacken berührten. Ich fasste mit einer Hand an ihre Hüfte und sagte: wir haben doch beide Platz hier“: Meine Mutter wirkte nun unsicher und versuchte etwas nach vorne auszuweichen ohne sich umzudrehen. Aber eine Dusche bietet natürlich nicht allzuviel Platz zum ausweichen. Mit der anderen Hand griff ich nach der Duschcreme welche in der Halterung vorne an der Wand hing. Dazu musste ich mich etwas vorbeugen was wieder meinen Schwanz enger an den Arsch meiner Mutter drückte.

Meine Mutter wusste nicht recht was machen. Ob sie ihre Arme über ihre Brüste halten sollte oder über über ihre Muschi. Sollte sie mich wegschicken, jrgendwas sagen. So kannte ich sie jrgendwie nicht. Sie war sonst eine direkte Person und fackelte nicht lange. Aber jetzt rang sie sichtlich mit einer Entscheidung.
Ich löste nun die Hand von ihrer Hüfte ohne weiter weg von ihr zu stehen. Nahm vom Duschgel in beiden Hände und begann ihr den Rücken und die Schultern einzuseifen. Es war nun deutlich zu spüren wie sie sich entspannte und lockerer wurde. Anstatt nur dazustehen begann sie sich nun selber vorne einzuseifen.
Ich massierte nun ihren Po und meine Erregung wuchs sichtlich. Ich stand nun eng hinter ihr, strich über ihren Bauch und schob langsam die Hände hoch. Kurz bevor ich bei ihren Brüsten angekommen war, hielt sie meine Arme fest und flüstere sowas wie „nein das geht doch nicht“. Ohne zu antworten schob ich meine Hände stärker weiter nach oben. Ihr Widerstand war nicht sonderlich hoch. Sie hätte bestimmt mehr Kraft aufwenden können.
Ihre Brüste fühlten sich unter dem warmen Wasserstrahl sehr gut an. Sie waren nicht mehr so straff wie sie sicher mal waren aber dafür wunderbar weich und etwas mehr als eine Männerhand voll. Und was mir am meisten gefiel war, dass ihr Nippel deutlich spitz und steiff waren. Die Situation erregte sie also auch.

Langsam fuhr nun mit der einen Hand runter, wieder über ihren Bauch, spürte ihren Venushügel und bald hatte ich meine Hand zwischen ihren Beinen. Ihre Beine hatte sie noch ziemlich zusammengepresst und löste sie nur zögerlich.
Mit meiner anderen Hand ergriff ich ihre Hand und führte sich vorsichtig hinter sie zu meinem Schwanz runter. Sie liess sich widerstandslos führen und ergriff auch ohne zu zögern meinen inzwischen harten Ständer. Gekonnt begann sie ihn langsam zu wichsen, ertastete seine ganze Grösse und fuhr mit der geschlossenen Hand immer wieder über die schon stark gereizte Eichel.
Sie hatte inzwischen ihre Beine so weit geöffnet dass ich mehr oder weniger problemlos ihre Muschi ertasten konnte. Gesehen hatte ich sie noch nie. Spürbar waren einige Haare, aber einen Busch hatte sie mit Sicherheit nicht. Ihre Schamlippen fühlten sich gross und fleischig an. Es war gar nicht so einfach mit einer Hand im stehen jrgendwie den Eingang oder Kitzler zu ertasten. Meine Mutter machte nun kreisende Bewegungen mit Ihren Hüften und atmete schwerer mit geschlossenen Augen und wichste dazu gefühlvoll meinen Ständer.

Ich spürte dass ich es nicht mehr lange zurückhalten konnte – und auch wollte. Viel Erfahrung in solchen Dingen hatte ich da noch nicht gerade. Als ich ihr in die Ohren stöhnte:“ mami, mir kommts gleich“ verstärkte sie den Druck und das Tempo etwas und schon kam der Saft aus den Eiern den Schwanz entlang geschossen. In mehreren heftigen Ergüssen spritze mein Samen in die Luft, gegen ihren Rücken, ihren Po und über ihre Hände. Ich stand während des Ergusses stocksteif hinter ihr, unfähig mich zu bewegen. So intensiv war es mir beim wichsen noch nie gekommen.

Als sich meine Muskeln wieder entspannten schob mich meine Mutter, immernoch ohne sich umzudrehen, langsam rückwärts von sich weg. Diesmal folgte ich der Aufforderung und verliess die Dusche so befriedigt wie bisher noch nie.

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Abitreffen Teil I

Abitreffen

Da lag sie also vor mir, die Einladung zum Abiturtreffen. Mein Gott, 20 Jahre war das Abi nun schon her, eigentlich eine verdammt lange Zeitspanne und es wäre schon mal interessant, zu erfahren, was aus den einzelnen geworden ist.

Das erste Treffen war nach 2 Jahren, eigentlich so überflüssig wie ein Kropf. Die meisten waren gerade mit dem Bund fertig oder standen kurz vor Abschluß der Ausbildung oder hatten das Studium gerade aufgenommen, eigentlich nichts Neues. Kaum einer war verheiratet, Kinder gab es noch keine. Bei meiner Frau waren da schon ganz andere Dinge: 4 Mütter im Abitur und nach 5 Jahren 10 Ehen und zwei Scheidungen.

Das Treffen nach 5 Jahren hatte ich sausen lassen. Das Treffen sollte ein Sonntagsbrunch in einer Kneipe werden, aber leider hatte ich am Montag darauf Abschlußprüfung im Staatsexamen und die Teilnahme wäre meinem Ergebnis sicherlich nicht förderlich gewesen.

Das 10-jährige hatte ich versäumt, da ich im Ausland gearbeitet hatte und von Australien wär’s dann etwas weit gewesen.

Nun aber 20 Jahre. Was ist wohl aus denen geworden; die Adressenliste las sich ja ganz nett, aber der größte Teil war doch in der Gegend im Norden geblieben, nur drei hier in den Süden und mit denen (alles Männer) hatte ich regen eMail-Kontakt.

Besonders interessieren würde mich, was aus Katja und Julia geworden ist, den einzigen beiden aus dem Jahrgang, mit denen ich je Sex gehabt hatte.

Mit Katja war’s mit 15, erste Erfahrungen und eigentlich sehr schön.

Wir hatten sturmfreie Bude, da ihre Eltern weggefahren waren und am Samstagabend waren wir zu einer Party bei einem anderen Freund.

Die Party war ganz nett, übliche Klassenparty halt.

Ich brachte dann Katja nach hause, als sie mich fragte, ob ich nicht noch mit reinkommen wolle, was ich dann auch tat.

Wir „gingen“ damals drei Monate miteinander, aber außer Knutschen war noch nichts gelaufen. Im Flur küßten wir uns ziemlich leidenschaftlich und ich wurde mutiger, griff ihr langsam aber zielgerecht an den kleinen Busen (über dem Pullover). Sie meinte nur, daß der Pullover stören würde und zog ihn einfach aus. Darunter kam ein weißer BH zum Vorschein und Katja loste mich in ihr Zimmer. Dort fielen wir auf ihr Bett und fingen an, uns weiter abzuknutschen und gegenseitig zu streicheln. Irgendwann war ich mein Hemd los, Katja bestand aber darauf ihren BH anzubehalten, sonst würde ihr so kalt werden.
Noch viel später waren wir dann unsere Hosen los und ich musste höllisch aufpassen, nicht jetzt schon abzuspritzen (ich glaube, jeder kann das nachvollziehen…)

Irgendwie sah Katja auch ganz geil aus, BH und Slip zueinander passend, die erste „lebende“ Frau, die ich vor mir sah.

Dann konnte ich nicht mehr an mich halten und versuchte Ihren BH zu öffnen, was mir dann auch irgendwie gelang und ich bedeckte ihren kleinen, süßen Busen einschließlich der Brustwarzen mit vielen Küssen und genoß die Reaktion, das Aufstellen der Brustwarzen und ihr Stöhnen.

Als Katja dann nach meinem Glied griff, mußte ich sie sofort stoppen, da ich sonst gekommen wäre. Sie hatte das ganze offensichtlich geplant und zog ein Kondom aus der Nachttischschublade und striff es mir fachgerecht über (Ich frage mich heute noch, woher sie das konnte; aus dem Bio-Unterricht jedenfalls nicht). Dann streichelte sie mein Glied weiter und Ruck-zuck spritzte ich ab, kein Wunder bei der Aufregung. Das Kondom striff sie herunter und verknotete es sorgfältig.

Wir küßten uns tief und sie sagte, ich solle sie streicheln und ihren Körper erkunden, was ich dann gerne tat.

Ich denke, jeder Mann (und jede Frau) erinnert sich noch an den ersten „Kontakt“ den er / sie je hatte, das leichte Kratzen der Schamhaare an den Fingern (rasiert ? habe ich damals nicht gemacht und nicht gesehen) und dann die Aufregung, was da kommt.

Jedenfalls muß ich mich nicht zu dumm angestellt haben, Katja schnurrte, wurde feucht und stöhnte leise, während sie mein Glied erneut streichelte. Irgendwann versuchte ich, einen Finger in ihre Scheide einzuführen, was sie mit einem Aufstöhnen quittierte und dann heftig ihren Unterleib bewegte, also auf meinem Finger ritt. Mit dem Daumen streichelte ich ihre Klit und es dauerte nicht mehr lange und sie stöhnte heftiger und bäumte sich auf. Dann sackte sie zusammen, küßte mich und sagte, daß es alles sehr schön gewesen sei.

Ein Blick auf die Uhr sagte mir, daß es schon kurz vor eins ist und ich hatte nur bis eins Ausgang. Der Abschied hinaus in die Kälte war ziemlich hart, mußte aber sein.

Sie machte dann zwei Wochen später ohne Gründe (oder Begründung) Schluß, was mich hart traf.

Mit Julia war es dann in der Zeit zwischen schriftlichen und mündlichen Abitur.

Sie war so etwas das graue Mäuschen im Jahrgang, braune Haare, langweilige Brille, etwas pummelig, aber mit ganz ordentlicher Oberweite (was man nicht im ersten Moment sah…)

Wir trafen uns, weil sie aufgrund der Pflichtkurse Englisch als mündliches Prüfungsfach hatte und ich im Englisch-LK zwar nicht der Beste, aber auch nicht die Pfeife war. Außerdem war ich in der 11. ein Jahr in England war, was sich neben der erworbenen Trinkfestigkeit auch in der Aussprache niederschlug.

Es ging also weniger um die richtige Grammatik noch um Vokabeln, sondern nur um Konversation und die Möglichkeit, auch etwas Sprachwitz und Schlagfertigkeit zu üben, denn die mündliche Prüfung war kein stures Frage-Antwort-Spiel, sondern ein Dialog zwischen Prüfer und Prüfling.

Irgendwann wollte ich den Sprachwitz auch mal testen und verlegte das Gespräch von den üblichen Themen wie Shakespeare und Racial Discrimination auf wirkliche current affairs, also darauf, was denn tatsächlich bei ihr laufen würde. Zunächst lief sie rot an und ich hatte schon befürchtet, hier unwiderruflichen Schaden angerichtet zu haben, aber sie meinte nur, ich solle doch einmal ihr oral english ausprobieren und fing an, mich zu küssen. Also, ich hatte ja wenig Erfahrung, aber wie sie mit der Zunge schlängelte, machte einen schon ganz schön scharf.

Es war ein warmer Frühsommertag, so daß sie nur eine Bluse und eine leichte Hose trug. Mutig geworden, fing ich an, sie langsam durch die Bluse zu streicheln und konnte feststellen, daß sich ihre Brustwarzen langsam aufstellten und zwar so, daß ich es nicht nur durch den Stoff der Bluse und den BH hindurch es spüren konnte, sondern auch von außen sehen konnte, was mich zusätzlich aufgeilte. Zu gerne hätte ich die Brüste mal nackt gesehen und dann auch in die Hand genommen, aber die Gefahr, daß ihre Mutter (eine Aufpasserin par excellence) hereinkommen könnte, war einfach zu groß. Aber den Griff zwischen Bluse und BH konnte ich wagen und das Gefühl war schon ganz geil. Sie ließ ihre Hände auf meinem Rücken, drückte sich aber fester an mich, so daß ich das Gleichgewicht verlor und mir ihr auf das Sofa, auf dem wir vorher saßen, fiel und auf ihr lag. Sie bewegte sich unter mir und brachte sich in „Position“, so daß wir Missionar in trocken spielten. Für mich damals als Anfänger ein ganz schön geiles Gefühl, so daß ich höllisch aufpassen mußte, nicht abzuspritzen (den Fleck hätte ich kaum erklären können). Dann hörten wir ein Geklapper von Kaffeetassen auf dem Flur und wir konnten uns gerade noch „ordnen“, bevor ihre Mutter mit Kaffee und Kuchen kam.

Damit war dieser Nachmittag beendet und wir verabredeten uns für den folgenden Tag, diesmal bei mir.

Das hatte ich nicht ohne Hintergedanken so ausgemacht, denn mein Vater war auf Dienstreise und meine Mutter an dem Tag zu meiner Oma gefahren, so daß sturmfreie Bude war.

Schon den ganzen Vormittag in der Schule konnte ich keinen klaren Gedanken fassen, glücklicherweise nur Schlaffächer wie Geschichte (was ich aus dem Schlaf konnte) oder Musik, das ich eh nur zum Auffüllen zweier Freistunden belegt hatte.

Sie kam dann ausgesprochen pünktlich und ihre Erscheinung übertraf meine kühnsten Erwartungen:

Sie trug eine leichte Bluse (geil, etwas zum aufknöpfen) und einen Rock (noch geiler, konnte man doch an den Schenkel streicheln und sich „hocharbeiten“), wobei der Rock knapp über dem Knie endete und bei der Bluse schon der zweitoberste Knopf offen war. Dazu Pumps und Strümpfe.

An Englisch war den Nachmittag nicht zu denken, aber auch Julia hatte es wohl ernsthaft nicht vor. Wir saßen auf dem Wohnzimmersofa und schauten in den Garten, als sie ihren Arm um mich legte. Ich drehte mich zu ihr hin und kam nicht umher, den sinnlichen Mund zu küssen. Schnell waren da zwei wilde Schlangen am kämpfen und meine Hände gingen auf Entdeckungsreise über ihren Körper. Sie hielt sich wie schon vorher zurück, ließ aber alles geschehen und zeigte durch ihre sanfte Reaktion und leises Stöhnen, daß sie alles sehr genoß.

Mutiger geworden, knöpfte ich den nächsten Knopf der Bluse auf und schob meine Hand von oben in die Bluse, so daß ich den BH zu spüren bekam. Es war ein Modell mit Spitze, die sich sehr weich anfühlte. Langsam tastete ich mich zu Ihrer Brustwarze vor, die schon steif sich mir entgegenreckte. Sanft darübergestrichen, führte dieses zu einem heftigen Kuß und einem gestöhnten „komm, mach weiter“, was ich mir nicht zweimal sagen ließ.

Ich knöpfte also mutiger geworden die Bluse ganz auf, so daß ich Brust und BH vor mir sah. Der BH war blau und wie gefühlt, mit weicher Spitze. Er hielt ihre recht großen, aber festen Brüste schön, ohne daß irgendwo etwas herausquoll oder sich Speckröllchen an den Seiten abzeichneten; für mich damals wie heute ein absolut geiler Anblick.

Sofort fiel ich über sie her und bedeckte ihren Hals mit Küssen und näherte mich ihrem Decoltee, das schön weich war.

Meine Hand war gleichzeitig im Einsatz und näherte sich von unten auf den Strümpfen der Rockkante. Diese stellte aber kein Hindernis da und es ging langsam aber stetig beinaufwärts. Kurz vor erreichen der Strumpfkante kam das, was ich eigentlich schon viel früher erwartet hatte. Schnapp klappten die Beine zu und die Hand war festgeklemmt. Ihre Zunge löste sich von meiner und sie sagte, wir sollten doch lieber in mein Zimmer gehen, da man hier im Wohnzimmer von außen alles einsehen könne. Nun ja auch nicht schlecht, denn das Sofa war schon recht unbequem geworden.

Also gingen wir die Treppe nach oben, sie mit geöffneter Bluse vorneweg, so daß ich sie von hinten sah und auch ihren etwas größeren, aber nicht zu fetten Hintern, der im Rock vor mir hertänzelte. In meiner Hose war die Hölle los, ich hatte einen Ständer und war so geil, daß ich aufpassen mußte, nicht schon jetzt abzuspritzen

Oben angekommen drehte sie sich um und legte ihre Arme um mich. Ich faßte sie an den Hüften und fing an, den Reißverschluß vom Rock zu öffnen. Eigentlich war ich auf Gegenwehr gefaßt, aber sie fing endlich an, etwas aktiver zu werden und küßte meinen Hals und fing an, mir mein T-Shirt aus der Hose zu ziehen. Endlich hatte ich den Rock offen und er fiel. Sie trat einen Schritt zurück um aus dem Rock zu steigen und natürlich um sich mir zu zeigen.

Der Anblick war einfach zu geil: Eine junge Frau, schöne blaue Wäsche mit halterlosen Strümpfen und Pumps. Ich glaube, seit diesem Moment stehe ich darauf.

Ich hätte es von „dem grauen Mäuschen“ nie erwartet, daß sie so geil vor einem stehen kann und sich ihrer Wirkung bewußt ist und vor allen Dingen sich so offen zu zeigen. Vielmehr hatte ich eigentlich ein schüchternes „unter die Bettdecke huschen und Licht ausmachen“, wenn überhaupt, erwartet. So kann man sich täuschen.

Jedenfalls lagen wir uns wieder in den Armen und während ich ihren Rücken streichelte und mir überlegte, ob ich den BH öffnen sollte, zog sie mir das T-Shirt aus und fing an, die Hose zu öffnen. Das dauerte mangels Erfahrung etwas, aber irgendwann war das Ding offen und unten. Jetzt war es an mir, den Schritt zurück aus der Hose zu tun, aber nur um mich sofort wieder an sie zu drücken. Ehe ich irgendetwas tun konnte, hatte sie schon ihre Hand auf meinen Slip gelegt und streichelte durch den Stoff meinen Schwanz. Jetzt war ich erst recht scharf und kurz vor dem Abschuß und schob sie langsam Richtung Sofa, das bei mir auch als Bett diente. Sie ließ aber nicht ab und streichelte mich weiter, so daß ich kam und in den Slip spritzte. Julia merkte dies und schickte mich ins Bad, die Folgen zu beseitigen.

Wissend um die Gefahr der Schwangerschaft, duschte ich kurz entschlossen, hoffend, daß ich nichts verpassen würde oder Julia sich verdrücken würde.

Weit gefehlt, als ich kurz danach ins Zimmer kam, hatte sie die Rollos heruntergelassen und räkelte sich auf dem Bett, daß ich schon wieder einen Ständer bekam. Auf einen Slip hatte ich verzichtet, so daß ich völlig nackt war, sie in der geilen Wäsche. Da ich etwas abgekühlt war, näherte ich mich ihr langsam und fing an sie zu küssen und währenddessen von den Füßen anfangend zu streicheln. Mein Schwanz war in Griffposition und sie griff beherzt zu und streichelt ihn.

Ich hörte am Rand der Strümpfe auf und ging „nach oben“ wo ich zuerst ihren Busen durch den BH, nach kurzen, aber heftigem Kampf mit dem Verschluß ohne trennenden Stoff streichelte. Sie hatte ganz ordentliche Brüste, 80 D, wie sie mir hinterher sagte, die schön fest waren und mit großen Brustwarzen mit einem steifen Nippel waren. An der linken Brust saugte ich, während ich mit der Hand die rechte streichelt und Julia immer geiler mir ins Ohr stöhnte.

Mutiger nahm ich meine linke Hand und bewegte sie von der Brust über den etwas fülligen Bauch in Richtung Slip. Langsam streichelte ich sie über dem Slip, was sie sichtlich genoß und noch mutiger geworden, fing ich an, den Bund des Slips zu heben und mit meiner Hand darunterzufahren.

Julia jedenfalls wartete offensichtlich darauf, denn sie spreizte ihre Beine leicht, damit ich leichter vorankommen würde. Je weiter meine Hand kam, desto feuchter wurde es. Ihre Klit konnte man jedenfalls deutlich spüren und ich ließ sie auch nicht unbeachtet. Ihr Atem ging jetzt heftiger, aber unvermittelt brach sie ab und flüsterte mir ins Ohr, ich möge ihr den Slip ausziehen, was ich natürlich gerne tat. Jetzt wagte ich auch einen Blick auf den nackten Körper, ein Anblick, der meine Geilheit nur noch mehr steigerte: Sie war blond, nicht nur auf dem Kopf sondern auch zwischen den Beinen und da sie ihre Beine leicht spreizte, sah ich es feucht schimmern. Dazu die halterlosen Strümpfe……

Sie hatte meinen Schwanz nicht losgelassen, sondern wichste ihn leicht weiter, als ich mich wieder neben sie legte und anfing, ihre Klit wieder zu streicheln. Jetzt ging es bei uns beiden sehr schnell, Julia zuckte kurz aber heftig und ich spritzte zum zweitenmal ab, diesmal voll auf ihre Brüste. Ein tiefer Kuß beendete dies Runde und wir waren auf dem Weg zur Dusche, um die Spermaspuren zu beseitigen.

Im Bad zog sie sich ihre halterlosen Strümpfe aus, ein Anblick, der meinen Schwanz schon wieder fast steif werden ließ. Ich wollte ihr den Vortritt in die Dusche lassen, aber sie meinte, wir sollten zusammen duschen und uns gegenseitig einseifen.

Das wurde ja immer besser, denn es gibt ja kaum eine bessere Möglichkeit, eine Frau zu streicheln als mit ihr zu duschen.

Unter dem angenehm warmen Wasser ließen wir unseren Händen freien Lauf und erkundeten unsere Körper ausgiebig. Mir machte es besondere Freude, immer wieder über ihren Busen zu streifen, wobei die Nippel schon wieder abstanden und es besonders schön war, selbige zwischen den Fingern zu zwirbeln.

Julia seifte meinen Schwanz besonders ausgiebig mit Duschgel ein und brauste ihn auch gründlichst ab, wobei es ihr zur Hilfe kam, dass er schon wieder halb stand.

Irgendwann war es unter der Dusche dann zu kalt und wir trockneten uns ab.

Julia schickte mich schon voraus, denn sie hätte noch etwas zu erledigen. Ich ging in mein Zimmer und fragte mich, was das denn sei. Ich kramte auch schon mal die Kondome heraus, die ich schon etwas vorher für alle Fälle gekauft hatte und legte sie griffbereit aber verdeckt, auf den Nachttisch.

Julia kam dann auch und ich sah, daß sie sich ihre Strümpfe wieder angezogen hatte, was mich zusätzlich aufgeilte. In der Hand hielt sie etwas verdeckt, daß sie mir zu diesem Zeitpunkt partout nicht zeigen wollte.

Sie kam zu mir ins Bett und fing an, mich zu streicheln und zu küssen.

Sie flüsterte mir ins Ohr, daß sie heute auf keinen Fall mit mir schlafen wolle, da sie die Pille erst seit ein paar Wochen nahm und sich wegen der Verhütung noch nicht sicher sei. Das gab mir einen leichten Dämpfer, den ich aber versuchte zu überspielen.

Ich drehte sie auf den Rücken und fing an, vom Hals herab sie mit Küssen zu bedecken. Langsam und mit Genuß bewegte ich mich auf ihre Brüste zu, die ich mit Küssen überhäufte, wobei ich die Brustwarzen nicht ausließ. Dann küßte ich mich über den Bauch zu ihrer Leiste vorwärts und auf den Oberschenkel herab. Von dort steuerte ich langsam aber zielstrebig auf ihr Schamdreieck zu, wobei ich an den windenden Bewegungen ihres Körpers merkte, dass es ihr gefiel.

Langsam aber zielstrebig fing ich an, ihre Klit mit dem Mund zu verwöhnen. Sie drückte ihren Unterkörper heftig meinem Mund entgegen, aber plötzlich zog sie meinen Kopf hoch und küßte mich.

Sie drehte mich auf den Rücken und fing an, mich mit Küssen zu bedecken, so wie ich sie vorher bedeckt hatte. Allein der Vorgedanke, sie könne meinen Schwanz nicht nur streicheln, sondern ihn küsse oder sogar in den Mund nehmen, ließ ich sich aufrichten wie einen Speer.

Tatsächlich aber stoppte sie kurz bevor sie den Schwanz erreicht hatte und jetzt sah ich, was sie vorher in der Hand gehalten hatte: Sie packte ein Kondom aus und striff es mir über. „Erdbeergeschmack“ sagte sie mir. Sie nahm dann meinen Schwanz in den Mund und fing an zu saugen, wobei ich sie doch nach kurzer Zeit stoppte, da ich nicht schon so schnell wieder abspritzen wollte.

Ich bedeutete ihr, daß sie sich auf mich legen solle, damit wir uns in 69er-Position gegenseitig verwöhnen könnten.

Ihre Klit war noch deutlich spürbar und ich saugte an ihr so heftig, daß ich merkte, daß Julia schnell zum Orgasmus kam.

Während sie zuckte und versuchte, ihren Orgasmus herauszustöhnen, drückte ich ihren Kopf auf meinen Schwanz, denn im selben Moment spritzte ich ab und den gemeinsamen Orgasmus wollte ich unbedingt erleben.

Das war der krönende geile Abschluß des Nachmittags, denn es war inzwischen Abend geworden und Julia mußte nach Hause.

Vorher schrieben wir uns noch gegenseitig einen Gutschein, daß wir miteinander schlafen würden, wobei jeder das Recht hatte, Ort und Art zu bestimmen.

Vorgenommen hatten wir uns, in den nächsten Wochen mehr Englisch zu lernen und erst nach dem Abi die Gutscheine einzulösen.

Bei einer der nächsten Parties brachte ein Freund seine Cousine mit und so kam es, daß ich meinen Gutschein bis heute nicht eingelöst habe.

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Erstes Mal Fetisch

Auf Grand Canaria. Teil I.

Auf Grand Canaria. Teil I.
Es war mal wieder die schönste Zeit, die Urlaubszeit und wir hatten uns für Grand Canaria entschieden, schon am ersten Tag wollten wir gleich an den Strand denn wir waren nicht das erste mal da, deswegen kannten wir schon ein paar sehr schöne Stellen zum sonnen und baden. Ich zog mein neues super sexy Minikleidchen an, packte die Badedecke und etwas zu trinken ein, und los ging es. Wir fanden auch gleich wieder die wunderschöne Stelle an der lang gezogenen Küste in der Nähe von Mogan ich dachte so bei mir, keine Menschenseele hier ! Auch egal. Ich breitete unsere Decke aus, und kokettierte noch ein bisschen mit meinem Kleidchen vor meinem Mann John herum bis ich es dann sehr erotisch auszog, zupfte meinen Bikini zurecht und legte mich hin. Wir waren nicht lange alleine denn ich hörte das jemand kam, ich hatte mir schon vorgestellt das es schön wäre hier von meinem Mann so richtig gefickt zu werden. Dann sah ich auch schon wie jemand auf uns zukam. Es war eine etwas ältere aber sehr attraktive Dame mit ihrem Mann, sie trug ein weiße Bluse und einen Knielangen Rock, er hatte ein Polo und eine kurze Hose an. Mein Blick hing aber einen kurzen Moment an ihren mich anstarrenden steifen Nippeln die durch die Bluse drückten auch mein Mann bemerkte den geilen Anblick. Sie grüßten was wir erwiderten und gingen an uns vorbei. Ich schaute ihnen hinterher und bemerkte dabei das ihr straffer Hintern unter ihrem Rock voll zur Geltung kam. Nach ein paar Metern schlugen auch sie ihre Decke auf, schauten sich etwas um dann streifte sie langsam ihren Rock herunter und wir konnte deutlich ihre schönen Schenkel und den hüllenlosen Hintern sehen, denn sie trug nur einen String. Auch er zog sich um allerdings blieb er gleich nackt und ich stierte auf seinen etwas erregten Schwanz. Das wir da waren störte sie wohl nicht, denn sie kremten und massierten sich ganz selbstverständlich ein. Es gefiel mir wie sie mit ihrer Nacktheit umgingen, drehte mich zu meinem Mann dem das Showspiel sichtlich auch gefallen musste den er schaute nicht nur interessiert zu, sondern ich sah auch wie er eine Beule in der Hose hatte. Spitzfindig sagte ich zu ihm: ist das nicht eine heiße Frau, wenn ich ein Mann wäre würde ich glatt einen Ständer bekommen! Mit großen Augen schaute er mich an! Aber Schatz das kommt nur davon weil du einen so geilen Körper hast. Dann öl ihn auch ein oder soll ich einen Sonnenbrand bekommen. Ich legte mich auf den Bauch und er ließ das Sonnenöl auf meinen Rücken tropfen die er dann zärtlich auf meinem Rücken verteilte. Da ich ein Höschen an hatte cremte er nur vorsichtig die Seiten von meinem Arschbacken ein und wollte schon weiter zu den Beinen, und was ist mit dem Rest von meinem Po? Kommentarlos schob er mein Höschen in meine Ritze und machte weiter. So die hintere Partie ist eingeölt , und gab mir noch einen leichten Klaps auf meinen Allerwertesten. Ich drehte mich um und legte mich auf den Rücken, Ich hatte mein Oberteil mit Absicht angelassen, nicht weil ich mich geschämt hätte das, das Paar meine Möpse sehen kann, nein ich wollte wissen was mein Mann macht. Ich schloss die Augen als er begann das Sonnenöl auf meinen Bauch und auf meinen Schenkeln zu verteilen. Wau? Ungeniert schob er mein Oberteil bei Seite und massierte meine Möpse sehr intensiv und liebevoll ging er zu meine Hüften über, dann spreizte er meine Schenkel dabei spürte ich wie ich geil wurde??? liebevoll spielte er mit seinen Fingern unter meinem Höschen an meinen Schamlippen. Natürlich war ich ein bisschen verlegen deswegen schaute ich durch meine Sonnenbrille in Richtung des Paares und stellte fest das sie uns sehr interessiert zuschauten. Es machte mich verlegen aber auch geil. Im gleichen Augenblick als ich die Finger von meinem Mann auf meinem Kitzler spürte sprach uns die Frau ungeniert an. Entschuldigung für die Störung würde es euch etwas ausmachen wenn wir zu euch kommen? Ich war erstaunt das mein Mann sofort aber gerne sagte, erst dann schaute er zu mir und sagte das ist doch OK. für dich? leise flüsterte ich ihm ins Ohr:
„wenn du mich nachher dafür fickst“ dann können sie gerne kommen. Während dessen standen sie auf nahmen ihre Decke und kamen zu uns bedankten sich noch einmal und selten sich vor.. Leider hatte mein Mann aufgehört meine Muschi zu streicheln als sie sich zu uns setzten Ich schob mein Oberteil wieder an Ort und Stelle. Ich finde das ganz schön heiß was ihr da macht sagte Andrea zu uns, Wir machen das auch sehr gerne, finden es geil wenn wir Zuschauer dabei haben.
Ganz schön frech wie sie unser Treiben offen ansprach. Es hatte natürlich den Vorteil das sehr schnell ein Gespräch entstand. Hans erzählte das er es aufregend findet wenn sich seine Frau nackt zeigt und dabei gesehen wird. Wir hörten erst sehr interessiert zu und im Laufe der Zeit erzählten auch wir so von unseren kleinen Abenteuern, das es mir auch sehr viel Freude macht wenn ich in freier Natur nackt sein kann und manchmal auch mehr. So wie gerade eben sagte Andrea dazwischen was mir fast die Sprache verschlug. Mein Mann rettete die Situation und sagte das es ihm gefällt wenn ich mich ihm nackt und sexy zeige. Sie fragte mich ob ich mich auch nackt oder beim Sex knipsen lasse? Was ich verneinen musste! Denn wenn mein Mann Bilder oder einen Film gedreht hatte dann nur Oben Ohne. Ich setzte mich erst einmal hin und schaute ein bisschen verdutzt. Das gefiel meinem Mann natürlich, denn es ist noch nicht so lange her als er mich gefragt hatte ob er ein paar Bilder von mir schießen darf. Willst du es mal ausprobieren fragte Hans mich! auch ich würde dich gerne ablichten, du bist eine sehr schöne Frau, verlegen bedankte ich mich für das tolle Kompliment. Die Vorstellung mich von einem fremden Mann fotografieren zu lassen erregte mich, was man auch sehen konnte denn meine Nippel stellten sich auf was man nicht sehen konnte war das ich ganz feucht wurde. Ich schaute meinen Mann an, willst du mich auch fotografieren?
Er küsste mich und sagte: wenn du es möchtest gerne!
Die Situation wurde immer lockerer. Die beiden fummelte ein bisschen an sich herum was mir natürlich nicht entging dabei befreite sie sich sehr erotisch von ihrem String und ein herrlich blankes Fötzchen kam zum Vorschein, auch mein Mann hatte sich näher zu mir gesetzt und spielte an meinem Oberteil. Das konnte ich ihm nicht antun die zwei anderen schon nackt also öffnete ich den Verschluss so dass er besser an meinen Tittchen spielen konnte was er auch sofort machte, irgend war auch meine Hand in seiner Badehose dabei spürte ich wie sein Schwant immer steifer wurde. Geil aber auch ein bisschen verlegen nahm ich ihn in meine Hand ich wusste auch nicht wie mir geschah denn ich war noch nie so spontan. Wir kannten Andrea und Hans gerade eine knappe Stunde und ich spielte vor ihnen am Schwanz von meinem Mann wie eine billige Schlampe und Andrea schauten mir auch noch mit gierigen Blicken zu. Aber ich fand es einfach nur geil.
Ohne viel nachzudenken sagte ich zu meinem Mann:
Hol doch unsere Kamera! er schaute mich an und fragte: und was bekomme ich dafür: was möchtest du denn?
wenn ich dich dafür nachher du weist schon! ich musste lachen weil schöner konnte man die Lust auf mehr nicht ausdrücken. Er stand auf und ich nützte die Situation, als er vor mir stand und zog ihm seine Badehose nach unten und sein Städer sprang mir entgegen und mit verklärtem Blick fing ich an, an seiner Eichel zu lecken und dann verschwand er in meinem Mund. Doch nachdem ich den Schwanz ein paar Mal tief in meinen Mund eingesaugt hatte hörte ich wieder auf schaute ihn an und sagte: mein Großer du musst noch ein bisschen warten bis du spritzen darfst.
Wortlos stand ich auf stellte mich sehr provokativ vor sie hin, schaute erst zu Andrea und Hans dann zu meinem Mann drehte mich um und streckte ihnen meinen Hinterteil entgegen, fast an mein Höschen und zog es verführerisch nach unten, drehte meinen Kopf zu ihnen und sagt keck

Wolltet ihr mich nicht fotografieren?
Ja zeige es uns!
Ich drehte mich wieder um bewegte Sexy vor ihnen. Mit sinnlichem Blick streichelte meine Tittchen und spielte mit meinen steifen Nippeln, lüstern leckte ich an meinen Fingern schaute dabei verführerisch, spreizte meine Beine und streichelte zärtlich meine Schamlippen

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Anal BDSM Erstes Mal Fetisch

Lena weg zur Schlampe I

Es war ein ganz normaler Sommertag und kurz nach Lenas Geburtstag. Sie war nur endlich so alt, dass ihr strenger Vater sie zu ihrer ersten Party in die Dorfdisco gehen ließ. Sie hatte sich also am Abend mit ihren Freundinnen verabredet. Lena kam gerade aus der Dusche und wollte sich fertig für die Party machen. Sie stand in ihrem Zimmer vor dem großen Spiegel. Sie ließ ihr Badetuch fallen, was sie sich umgehängt hatte um vom Bad in ihr Zimmer zugelangen. Lena betrachtete ihre langen dünnen Beine die in dem schwachen licht des Nachttischlämpchens einfach zum anbeissen aussahen. Dann ließ sie ihren Blick zu ihrem Bauch wandern und musterte ihn, doch auch dort kein Makel sie fand sich heute besonders attraktiv. Mit ihren Brüsten war sie, zu jedem Zeitpunkt zu frieden sie waren einfach perfekt. Ihre jugendliche Brüsten waren fest und hingen überhaupt nicht.
Lena überlegte was sie heute abend für ihre erste Party in der Dorfdisco anziehen sollte. Sie entschied sich für ein kurzes schwarzen Sommerkleid mit Spitze. Da sie ihre Beine heute total geil fand, verzichtete sie auf die Strumpfhose. Außerdem zog Lena die roten highheels an, die sie sich zu ihrem Geburtstag schenken lassen hat. Da stand plötzlich ihr Vater in der Tür. “Lena was wir das denn?”, fragte ihr Vater. Lena antworte:” Aber Papa, du hast doch gesagt ich darf heute feiern gehen?!” Darauf der Vater:” Ja aber doch nichta ls kleines Flittchen!!” “Papa, das doch das Sommerkleid das du mir gekauft hast!”, antwortete Lena etwas traurig. “Ok, denn ist das heute aber eine Ausnahme süße, und du darfst nur gehen, wenn du mir ein gefallen tust!”, forderte ihr Vater,”aber dazu dann morgen mehr!”
Der Vater verließ das Zimmer und Lena ging in die Küche um eine Flasche Sekt für die Freundinnen und sie zum Vorglühen zu holen. Als Lena die Flasche und Gläser in ihrem Zimmer platziert hat, klingelte es auch schon an der Tür.
Lena und ihre Freundinnen sind in der Schule die schönstens Mädchen und werden auch in der Schule ständig von irgend welchen Typen vollgesülzt. Meist von den absoluten Machoarschlöchern. Lenas Freundinnen, die nun schon öfters feiern waren, lassen sich auch ab und zu auf solche Typen ein. Sie sagen, dass man mit denen die niedrigeren gelüste einer Frau befriedigen kann. Sie sind aber alle samt single. Die vielen jungen Frauen gingen am Vater vorbei hoch in Lenas Zimmer. Eine hübscher als die andere, nur Jacqueline die Klassenschlampe ist eigentlich nicht hübsch sondern eher sogar hässlich, nur lässt sie jeden ran und angeblich hatte sie auch schon was mit diversen Lehrern und mit dem gesamten Jahrgang. Die Mädels waren also alle in Lenas Zimmer hörten Musik und tranken den Sekt.

Später auf der Party in der Dorfdisco

Lena und ihre Freundinnen tanzen und werden minütlich von igendwelchen Typen angequatscht und angetanzt. Die Freundinnen kennen das bereits und wissen, wie sie aus dem Verhalten der jungen Männer Freigetränke schlagen können. Doch Lena stellt sich auf ihrer ersten Party etwas schwerfällig an. Sie tanzt mit den ein oder anderen Typen und durch ihr moderndance hobby macht sie das auch wirklich gut und ist der Blickfang der Tanzfläche. Nach einiger Zeit tanzt ein wirklich netter junger Mann auf sie zu und spricht sie an ohne gleich an ihren Arsch zu grabschen oder ihr nur auf die Titten zu starren. Sie ist also recht überrascht und findet den jungen Chris auch auf anhieb nett. Die beiden Tanzen noch ein ganze Weile, bevor sie nach draußen gehen um ein wenig zu reden wie Chris vorschlug. Als Lena und Chris draußen so umher gingen und fanden sie ein Parkbank auf der sie sich niederließen.
Lena war ganz schön angetrunken. Sie kuschelte sich an Chris weil es in der Nacht doch relativ frisch wurde. Durch ihr Sommerkleid zeichneten sich leicht ihre vor kälte starren Nippel ab. Als Chris das sah, wurde sein Schwanz ein wenig kribbelig und er spührte wie immer mehr Blut in ihn floss. Er streichelte über Lenas Rücken und sie legte ihr Hand auf sein Oberschenkel. Da passierte es sein Prügel schwoll zu seiner vollen Größe an und es zeichnete sich eine beträchtliche Beule an seiner Hose ab. Dass konnte Lena natürlich nicht engehen und sie spielte jetzt richtig mit seiner Erregung. Ihre Hand strich sanft über sein Oberschenkel immer näher an die Beule und wieder weg. Chris schien noch zu hoffen, dass Lena das mit seiner Errektion nicht mit bekommen hat aber weit gefehlt. Lena überlegte breits wie sie Chris noch mehr reitzen könne. Sie entschied sich Chris mehr Einblick in ihr ohnehin nicht zu knappen dekolltete zu gewähren. Sie rutschte also leicht auf der Bank hinunter in eine leicht liegende Position, so dass Chris nun perfekt von oben in ihren Ausschnitt gucken kann. Durch das runterrutschen war das Kleid auch ein wenig weiter von ihren Brüsten gerutscht und Chris konnte nun sogar den Ansatz ihrer Nippel sehen. Der Druck in seiner Hose baute sich immer weiter aus. Er fing an schwer zu atmen und schloss die Augen, als Lena das merkte legte sie ihre Hand auf die Beule von Chris und fing an diese zu massieren. Da schreckte Chris hoch aber sagte nichts sondern genoss diese unerwartete Berührung. Langsam öffnete Lena ihm den Reisverschluß und griff in die Hose. Nun massierte sie den harten Prügel durch die Boxershorts. Sie drehte sich zu Chris und die beiden küssten sich. Nun öffnete Lena Chris die Hose und befreite geschickt den gorßen Schwanz. Sie fing an mit langsamen sanften Wichsbewegungen. Er hörte auf ihren Rück zu streicheln und griff stattdessen nun in ihren Ausschnitt und knetete ihre Brüste. Auch sie genoss die ersten Berühungen an ihrem Körper von einem fremden Mann. Sie wichste schnell und krauelte mit der anderen Hand die Hoden von Chris der unter diesen Berührungen anfing zu stöhnen.
Chris fing an etwas unruhig zu werden, denn seine Geilheit stieg ins unermessliche. Er zwirbelte ihre Nippel und auch ihr entging einleichter Stöhner. Sein pulsierender Schwanz wurde immer wärmer und Lena wichste immer schnell. Chris stöhnte schloss die Augen und sein schwanz fing an zu zucken. Er packt Lena im nacken und in die nähe seines pulsierenden Schwanzes. Sie rettet sich doch mit einer Hand in dem sie sich von seinem Oberschenkel abdrückt, denn geblasen hatte sie noch nie einen Schwanz und wollte heute damit auch nicht anfangen. Er fragte: “Was ist los, Schatz?” Lena sagte:” Ich blase nicht und schlucken werde ich auch nicht!” Aber in dem Moment kam Chris schon und spritze ihr direkt ins Gesicht. Der erste Schub in die Haare, der zweite in die Augen und der dritte ging zum Teil auf ihren Mund. Er löste seinen Griff und sie blickte ihn etwas böse an. “Probier doch mein Sperma wenigstens”, schlug Chris vor. Lena leckte über die Lippen und Chris beobachte sie dabei. Lenas Augen wurden groß und sie sagte Chris: “Boah ist das lecker!” Chris antwortete:” Gib mir deine Handynummer süße und wir können das wiederholen.” Lena stand auf, lachte und verneinte sein Angebot und ging.

Das ist meiner erste Story also seid gnädig! Für Verbesserungen und wünsche für die nächsten Teile bin ich sehr dankbar! Bitte um konstruktive Kritik.

Wer Rechtschreibfehler findet, darf sie behalten.

LG

Sircumalot93

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Erstes Mal Fetisch Gay

Der T(r)ick mit den Heften – Teil I

Als Grufti habe ich noch das Vor-Internetzeitalter erlebt und auch Video- und DVD-Technologie war in meiner Jugend Science Fiction. Pornographie war noch bei weitem nicht so leicht zugänglich wie heute. Das Höchste der Gefühle waren die Super8 Filmchen von Color Climax, Kurzfilme von bestenfalls durchschnittlicher visueller und akustischer Qualität. Die Magazine vom selben Label waren zwar etwas besser gemacht, aber eben nur „Standbilder“. Immerhin boten sie aber einige Möglichkeiten…

Ich hatte nämlich festgestellt, dass gerade junge Frauen ebenso neugierig wie wir immer spitzen Jungs waren und das kam so: Wir hatten im Quartier eine sehr hübsche Kollegin Bigi (Brigitte), die seit ein paar Monaten mit meinem Handballkollegen Rolf zusammen war. Eines Tages traf ich sie ganz allein im Freibad und setzte mich zu ihr. Es wurde schnell klar, dass sie ziemlich mies drauf war. Sie erzählte mir, dass sie gerade aus von einem zweiwöchigen Urlaub am Meer zurückgekommen war und erfahren hatte, dass ihr Freund zu Hause mit einer anderen herumgemacht hatte.

„Herumgemacht, was meinst Du damit“, fragte ich nach.

„Na ja, meine beste Freundin hat Rolf beim Rumknutschen mit einer anderen gesehen. Er hatte seine Hände in ihrer Bluse. Sie scheint eine recht üppige Oberweite zu haben, ich habe ja leider nicht so grosse Brüste. Hätte ich gewusst dass er mich während meiner Abwesenheit gleich betrügt, wäre ich auf den Kanaren wohl etwas intensiver auf die Avancen einer Ferienbekannschaft eingegangen.“
Das Thema wurde langsam interessant und fragte nach, was es denn mit den Avancen auf sich gehabt hatte.

„Nun, wir waren in den Hoteldisco und ich merkte, dass er beim engen Tanzen einen ziemlich harten Penis bekommen hatte. Ich war auch erregt, hätte gerne etwas mehr gespürt und gesehen, dachte aber an meinen Freund zu Hause.“
Das Gespräch verlief ja in die richtige Richtung, mhmm.

„Hast Du denn schon sexuelle Erfahrungen gemacht, ich meine mehr als nur etwas rumknutschen?“

Bigi errötete etwas und sagte leise, „ja, vor einem Jahr in den Ferien mein erstes Mal, es war aber nicht besonders schön, weil er auch keine Erfahrung hatte. Es hat mir ein wenig wehgetan und war viel zu schnell vorbei.“
„Und seitdem hast Du „es“ nicht mehr gemacht?“

„Nein, mit meinem Freund, äh Ex-Freund, habe ich nur geküsst und etwas mit den Händen rumgefummelt. Es hat mich manchmal schon gejuckt, aber er ist ja genau so unerfahren wie der Typ vor einem Jahr.“

„Ich würde es so gerne einmal richtig machen und all die tollen Gefühle erleben, von denen meine grosse Schwester immer erzählt“, fügte sie verträumt hinzu.
„Du sprichst von schönen Orgasmen“, lockte ich sie.

„Nein, das kenne ich schon, ich mache es mir ja manchmal selber und mit meiner besten Freundin Conny habe auch schon ein paar Mal herumgespielt. Ich meine richtig gute Gefühle mit einem Mann. Conny schwärmt mir immer vor, wie schön das ist und auch die Empfindungen, wenn es ihr Freund mit der Zunge macht.“

Plötzlich brach Bigi ab und ich sah sie prüfend an. „Was ist denn?“

„Ich, ich habe noch nie so offen mit einem Mann geredet, Du musst mich ja für ein ganz verkommenes Ding halten.“

„Ist doch gut, wenn man nicht so verklemmt ist und über alles reden kann“, beruhigte ich sie.

„Erzähl mal etwas über Dich“, meinte Bigi, „nach allem was man so hört, bist Du ja an schlimmer Finger.“

„Ich will nicht abstreiten, dass ich Freude an Sex habe und hin und wieder gerne mal eine Frau ins Bett nehme, aber vieles ist doch auch nur Gerede von neidischen Zaungästen.“

„Ohne Feuer auch kein Rauch“, erwiderte Bigi verschmitzt. „Jetzt willst Du mich nur neugierig machen, oder?“

„Wir wär’s, wenn wir das Gespräch einmal im privateren Rahmen weiterführen. Hier sind mir zu viele Ohren, dann wird das Gerede noch schlimmer.“

„Du willst mich doch bloss rumkriegen.“

„Vielleicht will ich das.“

„Vielleicht hätte ich nichts dagegen.“

Bigi‘s Laune hatte sich sichtlich gebessert und ich hatte das Gefühl, dass sich da etwas entwickeln könnte. Leider hatte aber am späteren Nachmittag noch ein Training im Handballclub und verabschiedete mich widerstrebend.

Nach dem schweisstreibenden Training stand eigentlich noch das obligate Bierchen in der nahgelegenen Kneipe an, aber Rolf wurde von seiner neuen Flamme Moni bereits erwartet. Sie war etwas mollig und eigentlich keine besondere Augenweide. Wahrscheinlich hätte man(n) sie kaum beachtet, wären da nicht ihre überaus grossen Titten gewesen. Die beiden wollten sich rasch verkrümeln, aber in der Nähe stand noch eine junge Frau vor der Sportanlage! Es war Bigi, die hinreissend aussah. Sie trug einen kurzen Faltenrock, eine enges, knappes Top und leichte, geflochtene Sommerschuhe. Sie kam direkt auf mich zu, drückte mir einen Kuss auf die Wange und hängte sich bei mir ein. Die anderen Kollegen begleiteten die Szene mit Pfiffen und eindeutigen Kommentaren, während Rolf eher wie ein begossener Pudel aussah und unsicher zwischen den beiden Frauen abzuwägen schien.

„Wir sind dann mal weg“, sagte Bigi laut und etwas schnippisch und zog mich mit sich.

„Wohin gehen wir denn“, fragte ich.

„Zu Dir natürlich, unser Gespräch vom Nachmittag fortsetzen. Deine Eltern sind doch noch im Urlaub, oder?“

Auf dem kurzen Heimweg küsste ich Bigi ein paarmal auf die Wangen – ich wollte es zuerst langsam angehen – aber sie blieb plötzlich stehen, drängte sich eng an mich und begann mich wild zu küssen. Ihre Zunge schlängelte sich tief in meinen Mund und ihre Hände „verirrten“ sich an meinen Hintern und in meinen Schritt.
Zu Hause angekommen führte ich sie kurz herum und sie fragte mich, ob sie kurz das Bad benützen könne. Ich nahm die Gelegenheit war, um inzwischen meine Bude notdürftig aufzuräumen und bemerkte dabei, dass eines meiner Pornohefte halb unter dem Bett lag. Aus einem Impuls heraus legte ich es „unauffällig“ halb unter ein Sofakissen, als Bigi auch schon herein kam.

„Also, wo waren wir stehen geblieben“, fragte sie keck.

„Du hast mir von den kleinen Begebenheiten mit Deiner Freundin Conny erzählt. Was habt ihr denn da gemacht?“

„Ach, nicht besonderes“, gab Bigi zurück. „Wir haben ein paar Klamotten ausprobiert und als wir da so in Unterwäsche herumstanden unsere Figuren verglichen. Dann hat sie mich plötzlich gestreichelt und geküsst, das hat mich ziemlich angemacht. Ich habe sie dann gefragt, ob sie lesbisch sei.“

„Und“, bohrte ich neugierig nach (das Gespräch gefiel mir).

„Nein, ist sie nicht, sie hat ja einen Freund. Aber sie hat mir gestanden, dass sie gerne auch mit Frauen herummacht.“

„Und das hat sie dann?“

Bigi schien das Gespräch langsam zu intim zu werden und sie wandte sich ab, ohne weiter darauf einzugehen. Ihr Blick fiel auf das besagte, halb verdeckte Heft und sie nahm es neugierig in die Hand. Auf dem Umschlag war eine sehr hübsche Blondine in einer sehr eindeutigen Pose. Sie sass rittlings auf einem Mann, sein steifes Glied halb in ihrer Muschi versenkt.

„Das ist ja…“, stotterte Bigi.

„Ja, das ist ein Pornoheft. Hast Du so etwas schon einmal gesehen“, fragte ich.

„Nein, nur davon gehört, sieht aber aufregend auf.“

„Da gibt es noch mehr zu sehen, einiges ziemlich scharf“, erklärte ich ihr.

Wir blätterten einige Seiten um und Bigi meinte, „ich wusste gar nicht, was für verrückte Stellungen es gibt.“ Sie wies auf ein Foto, bei dem ein gut bestückter Kerl eine dunkelhäutige Schönheit im Stehen von Hinten vögelte.

„Und was ist denn das“, schluckte Bigi, „die tut es ja mit zwei Männern.“ Sie wies auf eine Fotostrecke, in der die Blondine vom Umschlagbild von der Seite genagelt wurde, während sie einen zweiten Schwengel im Mund hatte. „Die hat auch so schöne grosse Brüste. Wünschen sich eigentlich alle Männer auf so grossbusige Frauen?“

„Zeig mir doch einmal, was Du so hast“, forderte ich sie auf und zog ihr knappes Top langsam hoch.

Bigi schien nun ihre Hemmungen langsam abzulegen und präsentierte mir stolz ihre straffen, knackigen Möpschen. Die Brustwarzen waren schon recht hart aufgerichtet und ich drückte einen sanften Kuss auf die schönen Knospen.

„Ja, das ist gut, genau so hat es Conny auch schon gemacht. Das macht mich echt scharf“ stöhnte Bigi leise. „Jetzt möchte ich aber auch einmal etwas Schönes von Dir sehen“, stammelte sie aufgeregt und fing an, meine Hose zu öffnen. „Ist er auch so gross wie die von den Männern auf den Bildern“, meinte sie mit einem Seitenblick auf das Pornoheft.“

„Das kannst Du ja herausfinden“, forderte ich sie auf und sie zog mir mit einem Ruck Hose und Unterhose herunter.

„Ja, er schon ziemlich gross geworden“, meinte Bigi mit einem geilen Lächeln.

„Nimm‘ in ruhig fest in die Hand, dann wird er richtig steif“, sagte ich während ich ihre Brüste leicht knetete und an den harten Warzen leckte. Dann schob ich vorsichtig eine Hand unter ihren hochgerutschten Rock und strich über ihren dünnen Slip. Ich spürte, dass der Stoff schon ziemlich feucht war – die Kleine war ja richtig nass geworden.

„Wir könnten uns ja ganz ausziehen und noch ein paar scharfe Bilder zusammen ansehen“, schlug ich vor.

„Ja, gute Idee“, flüsterte Bigi und fragte, ob ich noch mehr von den Heften hätte.

„Ein ganze Sammlung“, erwiderte ich und deute auf eine Schublage. „Such Dir etwas aus und bring es her.“

Sie stand auf, zog sich bis auf den weissen Slip mit roten Punkten aus und öffnete neugierig die Schublade.

„Oh, das ist ja eine Riesenauswahl“, meinte sie und begann im obersten Magazin zu blättern. „Hey, da hat es ja auch Aufnahmen von zwei Frauen mit einem Mann“, rief sie und zeigte mit das besagte Heft. „Du, sie lecken beide an seinem Glied und man kann sehen, wie sein Sperma herauskommt.“

Bigi kam ganz aufgeregt zurück und zeigte mir die scharfen Aufnahmen. „Das sieht ja toll aus, ich wusste nicht, dass ein Mann so fest spritzen kann.“

Ich war inzwischen geladen wie eine 15cm Granate und fragte sie, „möchtest Du das einmal in Natura sehen?“

„Du meinst…“, erwiderte sie und sah erwartungsvoll auf meinen Steifen.

„Ja klar, ich möchte für Dich schön spritzen, leck‘ ein bisschen daran, so wie die beiden Frauen auf dem Foto.“

Bigi kniete sich vor mich und liess ihre Zunge geniesserisch um meine glühende Eichel kreisen.

„Und jetzt nimm mein Glied in den Mund“, forderte ich sie auf.

Sie erwies sich als Naturtalent und begann wie ein Kälbchen an meinem Schwengel zu saugen. Dabei warf sie immer wieder einen Seitenblick auf das Heft. Ich merkte, dass ich mich nicht mehr lange zurückhalten konnte und warnte sie, „ich bin gleich soweit, Vorsicht, ich komme…“

Trotz gutgemeinter Vorwarnung behielt sie meinen pochenden Prügel in Mund und der Anblick machte mich so scharf, dass es urplötzlich geschah: Meine angestaute Ladung spritzte mit vollem Druck in ihren Mund.

„Achtung“, rief ich etwas zu spät und Bigi begann einen Moment zu husten. Dennoch liess sie nicht von mir ab und sog weiter wie eine Verdurstende. Als auch die letzten Tropfen heraus waren, zog ich sie zu mir hoch und erwartete, dass sie das Sperma nun ausspucken würde. Doch sie sah mir tief in die Augen und schluckte den ganzen Mundinhalt genüsslich herunter.

„Mhmmm, schmeckt etwas bitter, aber lecker“, meinte sie. „Habe ich das richtig gemacht, hat es Dir gefallen.“

„Das war mehr als gut“, lobte ich sie aufrichtig, „Du bist ein echtes Naturtalent.“

Sie kuschelte sich eng an mich und drückte ihren Schoss gegen meinen Oberschenkel. „Du, ich bin ganz feucht geworden als Du mir das Sperma in den Mund gespritzt hast“, murmelte sie mit grossen Augen.

„Das will ich sehen – und spüren“, sagte ich lüstern und begann ihr das Höschen herunter zu ziehen. Sie war nur leicht behaart und ich rieb mit zwei Fingern sanft über die geschwollenen Schamlippen. Bigi stöhnte leise auf und ich merkte, dass ihre Liebessäfte wirklich nur so aus ihr herausflossen. Ich rutschte etwas tiefer und ergötzte mich an der schönen, schon ziemlich geöffneten Muschi. Ihr Kitzler war ziemlich gross und lugte keck zwischen den Schamlippen hervor. Ich liess probehalber meine Zungenspitze darüber schnellen und sie fing sofort an zu keuchen. Bingo!

Nun fing ich an, sie seriös und fester zu lecken, immer zwischen Klit und der rosigen Öffnung hin und her und zwischendurch saugte ich beide Schamlippen in meinen Mund. Bigi zuckte immer unkontrollierter und stiess leise Schreie aus.
„Oh, ist das toll, so intensiv bin ich noch nie geleckt worden! Mach‘ bitte weiter, meine Muschi fängt an zu vibrieren.“

Ich verstärkte meine Zungenschläge an ihrem prall geschwollenen Lustknopf und schob ganz vorsichtig meinen Zeigfinger in ihren zuckenden Liebeskanal.

„Ah, ja, ja, ja!“ Bigi warf ihren Kopf in den Nacken, presste meine Kopf heftig gegen ihren Schoss und ich spürte ihre Möse zucken und zucken.

„Mir, ich, oh ja, das ist es…“, schrie sie, als sie ein überaus heftiger Orgasmus packte.

Ich stiess mit dem Finger noch etwas tiefer und nahm einen zweiten dazu, der flutschend in der vibrierenden Lusthöhle verschwand. Bigi war noch immer in ihrem Höhepunkt gefangen und wurde am ganzen Körper von orgiastischen Zuckungen geschüttelt. Ich hielt sie in den Armen und streichelte sie zärtlich, um ihr Zeit zum Atemholen zu geben.

Plötzlich bemerkte ich, dass sie ein paar Tränen in den Augen hatte und fragte, ob etwas nicht in Ordnung sei.

„Nein, nein, es waren nur so schöne Gefühle, da hat es mich einfach übermannt“, flüsterte sie mit verschleierten Augen. „Würdest Du mir einen grossen Gefallen tun“, fügte sie hinzu.

„Jeden, was immer Du möchtest“, antwortete ich.

„Dann nimm mich jetzt bitte richtig, ich möchte Dein Glied in mir spüren.“
Sie legte sich mit weit geöffneten Schenkeln vor mich hin und fing an, meinen noch immer harten Schwengel zu streicheln.

„Komm jetzt, schieb ihn vorsichtig hinein in meine Spalte“, bettelte sie. „Ja, das ist schön, langsam und tief. Ich will es so, wie die Frauen auf den heissen Fotos.“

Bigi zog ihre Schenkel mit beiden Händen näher zu ihrem Oberkörper und stiess mir ihr Becken entgegen. „Schön tief und zärtlich, stoss mich bitte, bitte… Und keine Angst, ich nehme seit ein paar Monaten die Pille“, fügte sie hinzu.

Meine Stösse wurden langsam schneller und ich spürte, dass sich ihre Lustgrotte im weiter öffnete. Ihre Säfte flossen nur so heraus und mein hammerharter Schwanz erzeugte schmatzende Geräusche. Es war himmlisch, diese kaum benutzte Möse zu vögeln und Bigi wurde immer wilder.

„Jetzt fest und ganz tief“, keuchte sie laut, „bums mich richtig, mach es mir!“

Ich legte noch einen Zahn zu, packte sie fest an ihrem süssen Knackpo und trieb ihr meinen Prügel so tief wie möglich hinein.

„Ich komme jetzt, jetzt, jetzt“, stöhnte Bigi voller Wohllust und warf mir ihren Schoss entgegen. „Bitte komm‘ mit mir zusammen, ich will spüren, wie Dein Sperma in mich hineinspritzt. Ahhhhhh, da, ja da…“

„Gleich bekommst Du es“, keuchte ich, „gleich werde ich Deine Muschi vollspritzen.“

„Tu es, ich will spüren wie Dein Penis zuckt und spritzt. Ich kommmmmme, ich kommmme!“

Bigi verschränkte ihre schlanken Beine hinter meinem Gesäss und presste mich tief in sich hinein, während ich meine zweite Ladung verschoss.

Nach dem stürmischen, gemeinsamen Orgasmus lagen wir eine ganze Weile eng umschlungen da und genossen die Nachwehen. Ich musste zugeben, dass ich von einem Girl mit so wenig Erfahrung nicht eine so intensive Bumserei erwartet hatte. Besonders überrascht hatte mich die Tatsache, dass sie so unverblümt ihre Wünsche geäussert hatte und zudem recht laut geworden war. Anfängerinnen hielten sich ja meistens ziemlich zurück, fast als würden sie etwas Verbotenes und Schmutziges treiben. Ich sprach Bigi auch darauf an und sie meinte:

„Nun, ich kann manchmal hören, wenn es meine Eltern treiben und meine Mutter ist oft auch ziemlich laut. Ich dachte mir, das sei normal und erlaubt…“

„Im Urlaub habe ich auch einmal gehört, wie sie meinen Vater gebeten hat, es ihr griechisch zu machen. Ich weiss nicht, was sie damit gemeint hat, wollte sie auf einer Säule gebumst werden?“

Ich platzte fast vor Lachen, die Kleine war einfach süss, wissbegierig und ohne Hemmungen.

„Nein“, erklärte ich ihr, „sie wollte ins Hintertürchen gevögelt werden“.

„Du meinst… aber, das geht doch nicht… und was haben die Griechen damit zu tun“, stammelte Bigi.

Ich erzählte ihr von den alten Griechen, ihren Treiben mit den Lustknaben und sie verstand. „Ach, homosexuelle Männer machen das natürlich so, aber dass auch Frauen daran Gefallen haben…“

„Nun muss ich aber langsam los sonst machen sich meine Eltern Sorgen. ich habe versprochen, um halb Zwölf zu Hause zu sein. Es war übrigens sehr schön“, fügte sie hinzu. „Treffen wir uns Morgen wieder?“

„Sehr gerne“, erwiderte ich, „möchtest Du wieder herkommen, ich habe noch ein paar Tage sturmfreie Bude.“

„Das wäre toll, ich möchte Morgen wieder…“

Ich brachte Bigi nach Hause und gab ihr auf eigenen Wunsch noch zwei weitere Magazine mit. „Versteck sie aber gut, nicht dass Deine Eltern Wind bekommen und wir Ärger kriegen,“ bat ich sie.

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BDSM

Sandra Teil I

Sandra wird zur benutzung freigegeben…Teil I

Seit ein paar Monaten habe Ich mit einer Arbeitskollegin eine Fickbeziehung.Sie heisst Sandra, ist mitte 30, hat Schulterlange blonde Haare und ist von der Statur her eher fett.Dafür hat sie aber extrem dicke, weiche Doppel-D Hängetitten.Sie hat einigeTattoos und ist stark gepierct.Ihr Gesicht ist nicht gerade das hübscheste, aber ich will ja auch nur mit ihr ficken und sie nicht heiraten.Sie eine devote Sau die so ziemlich alles mitmacht und einen enormen Appetit auf Sex hat.Sie kann hervoragend blasen und tut das auch mit Leidenschaft bis zum Sch(l)uss.Ich habe ihr schon oft auf`s Gesicht und die dicken Titten spritzen müssen, denn das tört sie richtig an.
Vor ein paar Wochen haben wir uns wieder mal zum ficken getroffen.Wir lagen also im Bett und ich habe ihr rasiertes Fötzchen geleckt.Dabei wird sie immer klatschnass und der Fotzenschleim fliesst nur so aus ihr heraus.Er lief zwischen ihren Pobacken herunter auf`s Bettlaken.Dieser Anblick hat mich so geil gemacht das ich nicht widerstehen konnte und einen Finger langsam um ihr Poloch kreisen liess und zärtlich rein schob.Sandra fing laut an zu stöhnen.Mein Finger glitt sofort in ihr enges, mit Fotzenschleim verschmiertes Loch.Es schien ihr richtig zu gefallen, denn sie begann ihr Becken immer heftiger zu bewegen und meinen Finger immer tiefer in ihrem Arsch verschwinden zu lassen.Ich zog ihn heraus und sie rauhnte mir zu “Los, steck ihn wieder rein!”.Ich antwortete “Warte kurz…”.Dann griff ich in die Schublade meines Nachtschränkchens und holte einen durchsichtigen Analdildo in Dolchform heraus.Diesen strich ich ein paar mal über ihr nasses Fötzchen und setzte ihn dann an ihrem Poloch an.Unter lautem gestöhne nahm sie gleich beim ersten Mal den ganzen Dolch bis zur letzen Kugel in sich auf.Ich leckte dabei ihre gepiercte Klitoris und fingerte sie mit der anderen Hand.
WOW!!!Sandra war nicht mehr zu halten…Sie stöhnte immer lauter und bewegte sich immer heftiger hin und her.Ich war mittlerweile auch schon total geil.Also zog ich den Dildo aus ihrem Arsch und setzte meine Eichel an ihr enges Loch.Sandra zog ihren Po zur Seite und sagte “Warte!Ich hab das noch nie gemacht…”.Ja, eine “Arschfick-Jungfrau”, dachte ich mir.Ich sagte mit ruhiger Stimme “Keine Angst, ich werde ganz vorsichtig sein”.Dann holte ich eine Tube Gleitgel aus dem Nachtschrank und schmierte meinen mittlerweile Knüppelharten Schwanz damit ein.Ich setzte die Tube auch an ihrem Poloch an und drückte eine ganze Ladung rein.Dann setzte ich meinen Schwanz wieder an und liess ihn ganz langsam und vorsichtig ein kleines Stück in sie eindringen.Dabei zuckte Sandra kurz zusammen.Ich hielt kurz still und sie entspannte sich schnell wieder.Mein Schaft verschwand jetzt langsam immer tiefer und tiefer in ihrem Arsch.Sie war so unglaublich eng.Ihr Loch umschloss meinen Schwanz und übte einen herrlich geilen Druck auf ihn aus.
Ich fing an ihre Fotze mit den Finger zu streicheln und mit dem Ring in ihrer Klitoris zu spielen.Ich zog sanft dran und massiere ihre kleine Perle.Dabei stiess ich meinen Schwanz immer tiefer in sie.Ich wurde immer schneller und schneller, meine Finger rieben wie wild über ihre nasse Spalte.Sandra hielt sich am Bettgestell fest und ihre Hände umschlossen die Stäbe immer fester und ihr Gesicht verzehrte sich aus einer Mischung zwischen Lust und Schmerz.Ihr ganzer Körper bebte bei jedem Stoss.Dann biss sie ins Kopfkissen und kam mit einem gewaltigen “UUUHHHH!” zum Höhepunkt.Sie spannte dabei den ganzen Körper so fest an, dass ich dachte mir wird gleich der ganze Schwanz abgerissen.Ihr enges Poloch zog sich fest zusammen und ich konnte ihren heftig schlagenden Puls an meinem Schwanz spüren.
Sandra zog sich am Bettgestell hoch, damit mein Schwanz aus ihrem Po glitt.Sie war ganz verschwitzt und ihr Kopf leuchtete hoch rot.Sie hielt kurz inne und schnappte nach Luft.Als sie wieder einigermassen zu sich kam sah ich sie mit einem verschmitzten Lächeln an und sie grinste zurück.Sie richtete sich auf und stiess mich mit den Händen zurück, damit ich auf dem Rücken lag.Sie umklammerte meinen immer noch steifen Schwanz mit einer Hand und beugte sich nach vorn.Ihre weichen Lippen umschlossen meinen mit Gleitgel verschmierten Schwanz, der eben noch in ihrem Arsch gesteckt hatte.Sie saugte immer stärker an ihm und ihre Lippen glitten immer schneller an meinem Schaft auf und ab.Ich merkte wie er zu zucken begann und dann explodierte ich auch schon in ihrem Mund.Es schoss nur so aus mir heraus und Sandra saugte weiter an mir wie an einem Strohhalm der in einem Milchshake steckte.Sie nahm den ganzen Saft in ihrem Mund auf.Dann sah sie mich grinsend an und liess das Sperma langsam über ihr Kinn auf ihre dicken Titten laufen.WOW!!!Was für eine Sau!
Diese Erfahrung war so geil für sie, dass ich sie die nächsten Tage noch mehrmals in den Arsch ficken musste.Sie ist total drauf abgefahren und wollte das ich ihre Fotze dabei mit einem Vibrator bearbeite…
Ende Teil I

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Anal

Erotischer Spieleabend Teil I

Meine Freunde hatten mir zum Geburtstag ein Gesellschaftsspiel geschenkt. Es war nicht irgendein Spiel, sondern eins mit höchst erotischem Inhalt. Sie sagten, als Pilot würde ich so viele Frauen kennen lernen, dass es mir nicht schwer fallen würde, die geeigneten Mitspielerinnen zu finden.

Ich bedankte mich bei ihnen und stellte das Spiel zunächst auf die Seite. Irgendwann wurde ich dann aer doch sehr neugierig und öffnete den „Olymp der Lust“. Die Spielanleitung las sich äußerst verheißungsvoll:
Herzlich Willkommen auf der Expedition zum Olymp der Lust: Die Expedition macht sich auf den Weg und muss sich in der ersten Runde näher kennen lernen. Dazu soll jeder, der auf ein Aktionsfeld kommt, eine Karte ziehen und sich sie ausführen. Die Aktionskarten sind für Männer und Frauen getrennt. In dieser Bi-Version sind auch homoerotische Aufgaben integriert. Die nächste Stufe der Expedition erreicht die Gruppe erst, wenn alle Teilnehmer vollständig ihre Aufgaben erledigt haben. Sollte ein Teilnehmer noch nicht so weit sein, muss er so lange die Strafrunde von 8 Feldern gehen, bis er passgenau auf ein Aktionsfeld gelangt.
In der nächsten Runde kommt sich die Expedition wieder ein Stück näher. Jetzt sind Aufgaben mit einem Partner oder Partnerin zu absolvieren. Dabei sind die Karten für Männer und Frauen wieder getrennt.
Die Aufgaben sollen jeweils für 2 Minuten ausgeführt werden. Die Zeit ist über die beiliegende Sanduhr zu überwachen. Nach Ablauf der Zeit muss die Handlung abgebrochen werden.
In der dritten Stufe, der Gipfel rückt näher, sind weitere Aufgaben fällig um sich als würdig zu erweisen, den Gipfel des Olymps zu besteigen. Jetzt ist für jede Aufgabe eine Zeit von 4 Minuten vorgesehen. Die Sanduhr darf also nach Ablauf einmal gewendet werden. Nach Ablauf der 4 Minuten ist auch diese Aufgabe zu beenden.
Sollte ein Teilnehmer bestimmte Aufgaben nicht durchführen wollen oder können, so hat er dies vor Antritt der Expedition zu verkünden. Danach sind alle Aufgaben Pflicht.
Die Aktionskarten waren noch eingeschweißt, so dass ich sie nicht sehen konnte, aber ich wurde sehr neugierig. Das Spiel versprach äußerst spannend und erotisch zu sein. Dass es die Bi-Version war erregte mich noch mehr, da ich gerne Bi-Sex ausprobieren wollte.
Über ein Internetportal gab postete ich einen Spieleabend und suchte geeignete Mitspieler. Ich bat um Zusendung eines Fotos an meine E-Mailadresse. Jetzt begann das Warten.
Zunächst tat sich gar nichts. Ich hatte die Hoffnung schon fast aufgegeben, als ich doch noch im Laufe einiger Tage einige Zuschriften erhielt. Zwei Frauen und ein Mann hatten sich gemeldet. Alle sahen auf den ersten Blick sympathisch aus. Also antwortet ich Ihnen und wir vereinbarten einen Termin für das kommende Wochenende.
Als es dann Freitag abend wurde, stieg meine Aufregung ins Unermessliche. Ich versuchte mich abzulenken, in dem ich mich gründlich vorbereitete. Ich duschte ausgiebig und rasierte mich, befreite Sack und Schwanz von lästigen Haaren und bereitete im Wohnzimmer alles vor. Ich stellte das Spiel auf einen niedrigen Tisch, bereitete Decken und Kissen auf dem Boden drum herum aus und dunkelte den Raum so ab, dass ein gemütliches Schummerlicht herrschte. Der Sekt stand im Kühlschrank, die Gäste konnten kommen.

Jetzt ist der Punkt, wo ich auf Eure Hilfe und Unterstützung hoffe. Als Inspiration für meine weitere Story bitte ich euch um Inspiration in Form von Fotos oder Links.
Ich stelle mir das so vor, dass ihr mir Fotos oder Links zu Fotos schickt auf denen Frauen und Männer sind, die ihr gerne auf dem Spieleabend dabei hättet. Sehr schön wäre es, wenn ihr mir ein wenig zu der Person schreiben könnten, z.B. Vorname, Alter, Maße ( Körbchen oder Schwanzlänge), Vorlieben und Abneigungen. Diese Personen würden dann die Geschichte eingebaut und nicht nur meine, sondern auch eure Phantasie könnte so noch viel plastischer werden.
Schickt mir gerne eine Mail an autor@ist-willig mit dem Betreff: Spieleabend.
Ich danke Euch schon jetzt für Eure Hilfe.

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Gay Gruppen Hardcore

Meine Ehehure I

Sie war durch Zufall auf die Webseite gestoßen. Es handelte sich um eine Seite für Frauen, Ehefrauen. alle möglichen Themen konnte man anklicken, Kinder Erziehung, Urlaub, Sport für Paare, Geld, usw. dann sah sie die Rubrik: Probleme mit dem Partner. Zögernd klickte sie. Mehrere Untergruppen wurden geöffnet. Eine lautete: Unbefriedigte Ehefrauen. Neugierig las sie weiter. Einige der Autorinnen behandelten das Thema, es ging um Sex im Ehebett. Warum nicht einmal ein Erlebnis mit einem anderen Mann suchen? Es ging doch nur um Sex und nicht um Liebe. Erstaunt las sie Hinweise auf andere Seiten, wie z.B. www.seitenspruenge.net usw.

Elke ging die Sache nicht mehr aus dem Kopf, sie drehte sich rum und schaute ihren schlafenden Mann an, sie hatten sich geliebt, es war für sie unbefriedigend gewesen. Werner hatte sich keine große Mühe gegeben, rein raus, fertig. Elke wälzte sich unruhig im Bett hin und her. Werner war ihr erster Mann gewesen, sie wusste nicht wie andere waren. Sie glaubte zu wissen, aus Gesprächen mit ihren Freundinnen, das ihr Mann nicht sehr stark gebaut war. Sie dachte an die Party vor mehreren Monaten in der Firma ihres Mannes zurück, sie hatte mit seinem Chef getanzt. Er hatte, es war ziemlich dunkel im Party Zimmer, ihre Hand genommen und sie runter gezogen. Plötzlich hatte er sein steifes Glied gegen ihre Handfläche gedrückt. Sie hatte sich sofort zurück gezogen, hatte so getan als ob nichts geschehen war. Doch war es ihr nicht aus dem Kopf gegangen, was sie in dem kurzen Augenblick gefühlt hatte, ließ ihr jetzt, einige Monate später, eine Gänsehaut wachsen. Das Ding hatte sich riesig angefühlt, sie hatte mit dem Mann kein einziges Wort mehr gesprochen, wegen ihres Mannes hatte sie keine Szene gemacht. Sie schob ihre Hände unter die Bettdecke, in ihren Slip. Vorsichtig, um ihren schlafenden Ehemann nicht zu wecken massierte sie ihren Kitzler. Sie dachte an das Ding ihres Chefs, so einen großen konnte sie unmöglich aufnehmen, nein, ausgeschlossen. Sie stöhnte leise, ihre Bewegungen wurden schneller. Endlich kam die Erlösung. Elke schlief endlich ein.

Sie nahm allen Mut zusammen und öffnete die Webseite www.seitenspruenge.net. Man musste, um sich anzumelden, ein Profil ausfüllen. Sie dachte nach, nein, so ging es nicht. Entschlossen öffnete sie Hotmail und versuchte eine neue E-Mailadresse zu öffnen, eine für sie alleine, die ihr Mann nicht kannte. Nach einigen Fehlversuchen hatte sie endlich eine eigene Adresse, Elke 32.com . wieder öffnete sie die Webseite und füllte das Formular aus. Sie gab nur ihren Vornamen an und ihr Alter, 32 Jahre. Ein neues Problem tauchte auf, ein Foto. Sie schaltete den Computer aus und dachte nach. Sie hatte kein Foto von sich selbst, zumindest keins in Reizwäsche. Die Digital Kamera, ja, das war die Lösung. Da sie alleine im Haus war war es kein Problem. Sie ging zum Wäscheschrank und schaute sich ihre Sachen an. Meine Güte, dachte sie angewidert, das ist wirklich aus dem letzten Krieg.

Elke stöberte in der Wäscheabteilung des Kaufhauses bei Miederwaren, nichts was ihr zusagte. Sie nahm allen ihren Mut zusammen und betrat den Beate Uhse Laden. Sie traute sich kaum die Pornovideos und Dildos anzuschauen. Eine nette Verkäuferin half ihr, ja, kein Problem, sie führte Elke die verlegen um sich schaute nach hinten, zur Wäsche Abteilung und ließ sie alleine. Elke konnte ihren Augen nicht trauen, durchsichtige Slips, BHs, Slips im Schritt offen, BHs die die Warzen frei ließen. Zögernd suchte sie ein paar Sachen, Nylons, BH und einen in ihren Augen gewagten Slip, aus, sie wollte zur Kasse gehen als sie die Magazine sah. Mein Gott, dachte sie. Sie starrte auf den Umschlag eines Blattes, eine Frau kniete auf dem Teppich, hinter ihr kniete ein junger Mann, sein pralles Glied berührte die junge Frau, Elke starrte auf das Ding, nein, das gab es nicht, es musste eine Fotomontage sein, sein Ding war doppelt so lang wie das ihres Mannes und viel viel dicker. Schnell ging sie zur Kasse. Die Verkäuferin schlug alles an der Kasse an, zögerte dann, ist der BH für sie? Fragte sie Elke. Verlegen sagte sie , ja, für mich. Der BH ist ihnen viel zu klein, ihr Busen ist größer, es stimmte, sie hatte die falsche Größe erwischt, die Verkäuferin holte die richtige Größe und Elke verließ das Geschäft.

Zuhause packte sie die Sachen aus, legte sie aufs Bett. Sie zog sich aus und probierte die neuen Sachen an, sie trat vor den Spiegel, entsetzt sah sie sich selbst. Sie sah aus wie ein Flittchen, deutlich waren ihre Nippel durch den Dünnen Stoff zu sehen, der winzige Slip modellierte ihre Vagina, er zeigte mehr als das er verbarg. Schließlich trat sie zum Tisch und nahm die Kamera, stellte sie auf ein Stativ und schaute auf das Display, ja das Bett war gut zu sehen. Nach einer halben Stunde gab sie auf, die Aufnahmen gefielen ihr nicht. Sie ging mit der Kamera runter ins Wohnzimmer.

Elke schaute auf den Computer, alle Fotos waren im Bildbearbeitungsprogramm. Sie suchte 3 Fotos aus, eins zeigte sie auf dem Bett sitzend, das zweite war ein altes Urlaubs Foto, ihr Mann hatte am Pool gemacht, sie war nackt gewesen und sauer auf ihn das er das Foto genommen hatte, ihr Busen war gut zu sehen, sie wusste das Männer immer auf ihre Brüste starrten. Und das letzte war ihrer Meinung nach das erotischste. Sie stand mitten im Zimmer, nach vorne gebeugt, ihr Po der Kamera zugewandt, deutlich war ihr Slip und ein Teil ihres Busens zusehen. Sie öffnete das ihr inzwischen familiäres Programm und öffnete die Webseite. Sie fand das auszufüllende Formular und setzte ihre drei Fotos als Anhang ein. Sie las noch einmal durch was sie geschrieben hatte, junge Frau (32) mit guter Figur sucht eine freizügige Gruppe. Sie nahm allen Mut zusammen und drückte, senden. Am nächsten Morgen, sie war wie immer alleine Zuhause, öffnete sie Nervös ihre neue Mailbox. Ja, eine Message. Aufgeregt las sie die Mitteilung: Liebe Elke, ich habe mich über deine Mail riesig gefreut, wenn es geht besuch mich am Mittwoch so gegen 14.00 Uhr. Die Adresse war angegeben. Dann noch: Ps. Ich möchte dich kennen lernen und mit dir reden, liebe grüsse Marion. Elke las die Nachricht einige male, dann suchte sie die Adresse auf dem Stadtplan.

Pünktlich um 14,00 Uhr drückte sie auf den Klingelknopf des großen allein stehenden Hauses. Die Tür ging auf und eine gut aussehende Frau so um die 35 stand vor ihr: “Du bist sicher Elke, bitte komm rein.” Nervös folgte sie der Dame ins Haus. “Hier, einen Cognac, du bist sicher Nervös, oder?” Dankbar nahm sie das Glas. “Also, Elke du hast mir gemailt, dass du eine freizügige Gruppe suchst?” Elke nickte verlegen. “Du brauchst dich nicht zu schämen, viele Frauen bekommen von ihren Ehemännern nicht was sie brauchen, richtig?” “Ja”, hauchte Elke. Marion lächelte die junge Frau an, sie sah noch besser aus als auf den Fotos, schlanker, mit Wespentaille, langen schlanken Beinen und einen tollen Busen. “Was erwartest du von unserem Club?” Elke wurde rot und schwieg. “Ist dein Mann der Grund?” “Ja”, flüsterte sie verlegen. “Habt ihr keinen Sex?” “Ja, schon, aber er…. ” sie schwieg.

Die Frau lächelte und sagte, “Wenn er dich liebt, kommst du zum Höhepunkt?” Verlegen schüttelte Elke ihren Kopf. “Hast du schon einmal einen Orgasmus mit deinem Mann gehabt?” Wieder verneinte sie. “Kennst du den Grund?” Elke schwieg zunächst. “Er, er, ich glaube ….er ist zu klein”, hauchte sie und wurde rot. Die Frau lächelte und sagte: “Ich glaube, das ist nicht der Grund, aber du möchtest einmal mit einem Mann zusammen sein der besser gebaut ist als dein Mann?” Das Gespräch war Elke peinlich, aber sie hatte sich vorgenommen es durch zu stehen. “Ich glaube du wirst gut in unsere Gruppe passen, eine Frau die so gut wie du aussiehst, die Herren werden Schlange stehen”, sagte Marion und lächelte die junge Frau an, “wir treffen uns einmal alle zwei Wochen, es sind ungefähr 6 bis 7 Herren anwesend und 2 oder 3 Damen.” Elke schaute die ihr gegenübersitzende Frau entsetzt an. “So viele Männer?” Marion lachte leise und sagte: “Glaub mir Elke, die Damen mögen es, wenn mehrere Männer zur Verfügung stehen.” Sie schaute Elke an und sagte: “Aber zu erst einmal müssen wir sehen, ob du überhaupt zu uns passt.” Elke sah sie verwirrt an: “Was, was meinen sie?” “Komm bitte morgen um die gleiche Zeit wieder hier her, ich werde dir einen Herren vorstellen, der dich nach oben begleiten wird. Er wird dir gefallen. Wenn alles gut geht und es dir Spaß macht, reden wir weiter.”

Elke ging unsicher nach Hause, mein Gott, morgen schon. Sie konnte nicht schlafen in der Nacht. Ihr Mann schlief neben ihr. Sie hatte versucht ihn zu verführen, um einen Grund zu haben morgen nicht zu gehen, aber er hatte keine Lust. Schließlich schlief sie ein.

Sie verbrachte 2 Stunden vor dem Spiegel, bürstete ihr Schulterlanges blondes Haar, schminkte sich sorgfältig und zog ihre neue Wäsche an. Es fühlte sich gut an auf ihrer Haut. Schließlich stieg sie ins Auto.

Nervös drückte sie auf die Klingel, Marion öffnete ihr die Tür: “Du bist also wirklich gekommen?” Elke nickte verlegen und folgte der Frau ins Haus. Marion nahm ihr den Mantel ab und schaute sie anerkennend an: “Du siehst toll aus. Hier einen Cognac gegen die Nervosität.” Dankbar nahm Elke das ihr angebotene Getränk. Marion stand auf und nahm ihre Hand, “Komm, er wartet im Schlafzimmer auf dich, hab keine Angst, wenn du nicht möchtest gehst du einfach und nichts ist geschehen.” Elke folgte der Frau durch eine Gang. Marion klopfte an eine Tür und sagte: “Elke ist hier, kann sie reinkommen?” Sie öffnete die Tür und schob die Junge Frau ins Zimmer.

Elke blieb verlegen an der Tür stehen, ein Mann trat aus dem Badezimmer, er trug einen Bademantel. Es war dämmrig im Zimmer, er trat zu ihr und flüsterte leise: “Schön das du gekommen bist.” Und er begann ihre Bluse auf zu knöpfen. Elke bewegte sich nicht, sie zitterte. Ihr Rock fiel zu Boden. “Mein Gott bist du hübsch”, flüsterte er heiser und betätigte einen Schalter, “lass dich anschauen.” Elke stand mitten im Schlafzimmer, der fremde Mann trat hinter sie, drehte sie sanft rum, sie stand vor einem hohen Spiegel. “Schau dich an, du siehst umwerfend aus.”

Hinter dem Spiegel im anderen Raum schaute Monika in die teure Video Kamera, ja das Bild war gut. Sie hatte recht gehabt, Elke sah umwerfend aus, ihre blonden Haare waren zu einer eleganten Frisur hochgesteckt, ihre vollen roten Lippen passten zu ihrer zierlichen Nase, hübsche Ohren mit langen Ohrringen rundeten das Bild ab. Ihr Busen war eine Wucht, groß und stramm, sie war gespannt wie Elkes Brüste aussahen wenn der BH zu Boden fiel, im Zimmer stand der Mann hinter Elke, er beugte sich nach vorne und küsste ihren Hals, ihre Ohren. Die junge Frau hatte ihre Augen geschlossen und genoss seine Liebkosungen. Vorsichtig legte er seine Hände auf ihren Magen, Marion hatte ihm gesagt vorsichtig zu sein.
Er streichelte ihren Körper, ihren Bauch, seine Hände glitten Höher, unter ihren Busen, glitten nach hinten und hakten ihren BH auf, er fiel zu Boden. Elkes Augen blieben geschlossen.

Marion lächelte zufrieden, sie hatte recht gehabt, die Titten der jungen Frau reckten sich stolz nach vorne, sie hatte Brüste wie ein Pornostar, nur ohne Silicon. Ihre Höfe waren toll mit sich langsam aufrichtenden Nippeln. Elke fühlte wie ihre Brüste von den Händen des Mannes umschlossen wurden, die Hände bewegten sich, hoben sie an, drückten sie nach außen, dann wieder nach innen, schoben sie zusammen, massierten sie, zwirbelten ihre Nippel. Sie stöhnte leise auf. Er schob eine Hand von hinten zwischen ihre Pobacken, umkreisten ihre Scham ohne sie direkt zu berühren. Sie bewegte ihren Po, drückte ihn gegen den hinter ihr stehenden Mann. Marion sah das Elkes Nippel wie Bleistift spitzen nach vorne standen.

Der Mann führte sie zum Bett, sie lag auf dem Rücken, ihre Augen geschlossen, sie fühlte wie er seine Finger unter das Gummi ihres Slips schob. Die Kamera filmte wie die junge Frau ihren Po an hob um es ihm leichter zu machen. Der Mann schob sich zwischen ihre Schenkel, drückte sie sanft aus einander. Die junge Frau atmete schwer, ihre aufregenden Brüste hoben und senkten sich. Elke fühlte seine Zunge an der Innenseite ihrer Schenkel. Sie erschauderte, jetzt glitt die warme weiche Zunge weiter, umkreiste ihre intimste Stelle, sie schrie auf als er ihren Kitzler fand.
Elke kam in Panik. “Nein, nein, bitte ich will nicht”, stammelte sie heiser und versuchte seinen Kopf weg zu schieben. “Oh mein Gott”, keuchte sie, als sie fühlte, wie ihr Klitoris von seiner Zunge massiert wurde. “Ohhhhh, jaaaa, jaaaaaa”, wimmerte sie Lustvoll und drückte seinen Kopf zwischen ihre Schenkel.

Nach 10 Minuten war sie soweit, laut keuchend hatte sie ihren ersten Orgasmus, ihre Feuchtigkeit quoll aus ihrer Scheide und lief an ihrer Pospalte nach unten. Sie warf den Kopf hin und her, “Ja, ja”, wimmerte sie heiser. Er gab sie frei und schob sich zwischen ihre Schenkel, sie fühlte sein hartes Glied auf ihren Bauch. “Bist du soweit?” hörte sie ihn fragen. “Jja, ja, bitte komm”, keuchte sie hemmungslos. Sie hob ihr Becken an als er ihr ein hartes Lederkissen unter den Po schob.

“Schau mich an”, sagte er leise. “Sie schaute ihm in die Augen, sie fühlte wie er leicht gegen ihre Vagina drückte. Elke schrie lustvoll auf als er langsam eindrang. “Ja, ja,……bitte, ja”, keuchte sie. Sie starrte ihn an, stieß einen kleinen Schrei aus, es schien sie zu zerreißen. “Mein Gott ist der groß”, wimmerte sie. “Jaaaaa, jaaaaa”, stöhnte sie und reckte ihm ihr Becken entgegen.

Langsam wurde sie gefickt. Elke keuchte mit offenem Mund unter seinen langsamen Bewegungen, sie schrie ununterbrochen. Marion war begeistert, die junge Frau war toll, der Mann hatte sie jetzt rumgedreht, sie kniete auf dem Bett, ihr Po ihm zu gewandt, ihre Ellbogen aufs Laken gestützt, deutlich war in dieser Position ihre Schamlippen zu sehen, sie keuchte heiser als er langsam von hinten in sie eindrang, sie schrie bei jedem Stoß lustvoll auf. Er stieß jetzt kräftiger zu, ihre vollen Brüste schwangen unter den jetzt kräftigeren Stößen hin und her. Elke wimmerte, schrie laut auf: “Ja, ja, oh jaaaaa!”