Continuano le avventure di mia moglie Loredana, di pura fantasia. Non avevo più rivisto l’avvocato Massimo, gran maiale ed infame che, davanti hai miei occhi aveva penetrato mia moglie non risparmiandole niente. E’ vero da quel giorno i miei guai sembravano essere spariti. Un mese fa, in occasione del compleanno di Loredana ricevemmo il seguente invito. Gentile Sig.ra Loredana e Sig. Carlo. vorrei tanto festeggiare il compleanno nella mia villa sul lago. Mi piacerebbe organizzare una festa in stile giapponese. Fatemi sapere. Vi manderò a prendere. Massimo. Subito dissi di no. Lei, che già non stava nella pelle, cominciò ad ins****re, che male c’era accettare un invito, poi non saremmo stati certamente soli. Se fossi forte avrei detto di no, ma alla seconda sua richiesta ero già bello convinto. E venne il giorno. Verso le 15.00 suonò l’autista dell’avvocato, in perfetta divisa. Scendemmo e trovammo una fiammante Bentley che ci attendeva. Loredana era già incontenibile dalla gioia. Salimmo e sprofondammo nei sedili di pelle color miele. Come sempre era elegantissima. Tailleur bianco Max Mara e scarpe Louboutin con tacco 12 d’ordinanza. Notai la suola rossa. Chiesi quanto costavano, mi disse che aveva fatto un vero affare per 600 euro. Mi vennero dei dubbi ma non era il momento. Sedendosi la gonna era salita in alto sulle cosce. In fondo era mia moglie e non resistetti a infilare la mano. Ero sicuro di sentire le calze sostenute dal reggicalze, ma confesso di essere rimasto sorpreso nel non trovare le mutandine. Era forse una dimenticanza nella fretta e cominciai a masturbarla. Gradiva molto e incurante dell’autista gemeva e ansimava. In breve raggiunse un potente orgasmo che debordò dalla mia mano e bagnò la gonna. Arrivammo nella meravigliosa villa settecentesca della famiglia di Massimo. Villa e bellezza come sogno. Il panorama splendido del lago. Trovammo solamente l’avvocato che ci accolse con grande signorilità e gentilezza. Ci fece accompagnare nella stanza degli ospiti e sparì. Avemmo così tutto il tempo per guardarci intorno. Loredana, subito volle andare in piscina e non avendo di costume si tuffò completamente nuda. Verso le ventuno bussò alla porta Massimo, pregandoci di essere pronti entro mezz’ora. Loredana era bellissima con un vestito lungo con scollatura profondissima sulla schiena. Un vestito color ghiaccio di alta sartoria che vedevo per la prima volta. In giardino trovammo motti ospiti, uomini e donne elegantissimi che si trovavano a completo loro agio. Notai dei lampioncini giapponesi con candela, il buffet era conseguentemente ricco di suki. Non mancava niente, anche una discreta orchestra in un angolo del giardino. Massimo ci presentò e volle iniziare il festeggiamento per il 51essimo compleanno di Loredana. Aprì la serata con un walzer perfetto e lei danzò divinamente. Ero veramente contento. Alla fine, con grande disinvoltura la invitò a mostrare la sua bellezza agli invitati con uno strip. Rimasi contrariato, lei ci pensò non più di due secondi e rispose si. L’orchestra attaccò Abat-jour e ingenuamente pensai a un omaggio a De Sica, nella celebre scena del film Ieri oggi e domani lo spogliarello della Loren per Mastroianni. Loredana sembrava una spogliarellista professionale. Le luci, la sera aumentavano l’atmosfera raffinata e un po’ anni ’60. Non vi descriverò lo strip, vi dirò che dopo un tempo lunghissimo ed estenuante, Loredana rimase con le sue Louboutin in reggicalze e calze color acquamarina. Tutti applaudivano, non vedevo l’ora che tutto finisse. Loredana fu raggiunta da un giovane in perfetto smoking bianco. L’afferrò per le spalle la fece scivolare all’altezza giusta e tirò fuori il cazzo. Saltai come una molla, due forti mani di un “cameriere” mi trattennero. Comincia ad urlare ma una mano mi soffocò. Fui spinto in un anglo buio da dove però ero costretto a vedere. Loredana infoiata cominciò un pompino, ma il giovane quasi subito si ritrasse. Lasciò il suo posto ad un altro. E poi un altro ancora, così in una processione che sembrava non finire più. Giovani tutti bellissimi atletici chi italiano, chi straniero, avevano in comune tutti un cazzo spaventosamente enorme. L’ultimo fu il dodicesimo, credo fosse turco. La musica sembrava incitare questa specie di sacrificio. Formarono tre gruppi da quattro. Loredana era sempre al centro molto spavalda. Cominciarono a cacciarle i cazzi i bocca e lei ciucciava ora uno ora l’altro ora ne teneva due nelle mani. Il secondo gruppo dopo un’ altra raffica di pompini lasciò spazio al terzo gruppo, che cominciò a penetrarla. Cercavo di liberarmi inutilmente. A turno due la incularono, due la chiavarono, e poi la presero in una doppia penetrazione. Gli spettatori stavano in silenzio, alcuni gemevano, alcuni si masturbavano nel buio.
I gruppi si riformarono a turno la circondarono e masturbandosi cominciarono a scaricare la loro sperma. Venne Massimo e disse : Le piace ? Questo è il Bukkake giapponese, l’orgia della sperma.
Come macchine regolate a tempo ognuno portava a termine il suo compito. Getti di sborra colpivano Loredana sulla faccia, sul collo, negli occhi. Alcuni le tenevano la bocca aperta e la riempivano fino quasi a soffocarla. Lei molto porca se ne riempiva la bocca, faceva una specie di gargarismo e inghiottiva. A un tratto la faccia era quasi scomparsa dietro un denso stato di sborra. L’ultimo scaricò una quantità enorme nella bocca. Era finito forse il mio secondo suplizio ? No di certo. Massimo si avvicinò tirò fuori il suo attrezzo alla Remigio Zampa e la schizzo ed inondò per l’ennesima volta. La mattino dopo mia moglie ed io aprimmo i regali: per lei un braccialetto con diamanti, per me un Patek Philippe Calatrava forse da 20.000 euro. Cinicamente Loredana ni disse. E se un altr’anno ci invitasse ancora cosa rispondiamo?
Tag: L’avvocato
L’avvocato e la segretaria
Racconto trovato in rete su xhamster.
Ero un giovane avvocato appena trentenne, molto brava ma data la mia relativa inesperienza non chiedevo troppo, un giorno un uomo anziano prese un appuntamento riguardo problemi di eredita, l’appuntamento era per le 17, l’ultimo della giornata. Venne accompagnato da altre due persone, dissi alla segretaria di farli passare, uno era l’anziano che aveva preso l’appuntamento, avrà avuto forse 70 anni, procedeva lentamente con l’aiuto di un bastone da passeggio, il secondo era un uomo sui quaranta, dalla corporatura era evidente che fosse un uomo di fatica cosi come il terzo, un ragazzo sui 20 anni che riconobbi rassomigliare al secondo uomo.
L’anziano si presento’ e mi presento’ anche i suoi accompagnatori, mi spiego che il signor R il quarantenne lo ospitava e lo assisteva, lui era rimasto vedovo e alla sua eta’ diventava difficile andare in giro da soli, il ragazzo era il figlio del signor R. Li feci accomodare e l’anziano inizio ad espormi il problema, sua sorella era morta e aveva lasciato tutta l’eredita alla badante, non gli importava niente dei soldi e della terra chiedeva solo la casa di famiglia, voleva avere un posto dignitoso dove morire in pace, quando ebbe finito di parlare mi prese la mano e disse.
“Avvocato lei e’ una bella donna, giovane, intelligente, vedo che non e’ ancora fidanzata, io sono un contadino, sono povero, non ho nemmeno una casa dove morire in santa pace, spero che lei capirà se la pago in maniera non convenzionale.”
Io non capivo, ero anche incazzata e stupefatta mi sentivo presa in giro, poi dopo aver ricevuto un cenno il giovane ragazzo si alzò e andò verso la sala d’attesa dove stava la mia segretaria Anna.
Uscito il ragazzo il signor R si alzò e venne verso di me, capii cosa stava per succedere, R arrivo’ dietro la mia sedia e mi chiuse la bocca con pezzo di stoffa, guardai l’anziano contadino con occhi increduli e lui con calma disse.
“Non si preoccupi vedrà che si divertirà non le vogliamo fare del male.”
R aveva iniziato a palparmi il seno con le sue mani grosse e poderose, mi baciava sul collo, io tentavo di res****re ma dalla mia posizione non avevo speranze, R mi disse di calmarmi che lo stava facendo per il mio piacere, io non mi feci convincere ma nel frattempo lui era sceso con la mano tra la mie cosce. Mi sentivo morire, stavo per essere violentata nel mio studio, sebbene continuassi a res****re sapevo che non avrei avuto scampo, R era molto forte, non riuscivo a spostargli un braccio neanche se ci mettevo tutta la mia forza, ero in una pessima posizione. In qualunque momento sarebbe potuto venire davanti e farmi quello che voleva, la mia femminilità stava per essere violata da uno sconosciuto, io che ero stata a letto solo con due uomini e ne avevo sempre fatto un motivo di orgoglio.
Un gemito di piacere richiamo’ la mia attenzione, riconobbi la voce di Anna, capi’ che il ragazzo era andato ad occuparsi di lei, pensai che si erano organizzati proprio bene, che era tutta colpa mia ma un secondo gemito mi tolse ogni dubbio, Anna si stava facendo scopare. Doveva essere passata una buona mezz’ora da quando R aveva iniziato a palparmi, mi resi conto di quanto fossi affaticata per respingerlo, mi sentii tradita anche dal mio stesso corpo e da quella troia di Anna. Con il morale a terra decisi di lasciarlo fare, tanto mi avrebbe violentata comunque e che almeno cosi quest’incubo sarebbe finito prima, R notata la mia defezione mi morse ad un orecchio e mi sussurrò.
“Brava.”
Si sposto’ sulla guancia, mi bacio sulla bocca vincendo la debole resistenza che le mie labbra fecero, illuse che forse la lingua in bocca non me l’avrebbe messa lo lasciai fare, lui mi limonò ben bene mentre le sue mani divennero più insistenti e decise. Mi fece alzare, mi mise stesa di schiena sulla scrivania, lui ancora vestito appoggio il suo corpo su di me e senti il suo membro enorme premere contro la mia pancia.
“Adesso ti faccio godere.”
Scese, mise la testa tra le gambe e inizio’ a leccare, non mi era capitato spesso di essere leccata ma quel figlio di puttana leccava bene, il mio corpo mi aveva tradita, mi stavo bagnando e alla fine divenni fradicia. Fui costretta ad assecondare il mio corpo e a godere, in un movimento convulso lo strinsi tra le gambe, lui mi penetrò con la lingua, strinsi di più ma lui mi penetrò di più, schiava dell’orgasmo che mi stava arrivando venni mentre lui continuava a leccarmela. Solo una volta avevo goduto così tanto, solo un uomo era capace di farmi godere cosi’ tanto, il mio ex fidanzato di 5 anni fa, con lui era diverso, dolce e lento, da bravi innamorati, ora invece ero solo carne da macello.
Il signor R si era spogliato, l’anziano contadino impassibile, Anna continuava ad urlare la troia che era, R si infilo nella mia bocca con il suo membro, lo succhiai vogliosa, non ero una gran pompinara ma feci del mio meglio, dopo un po’ mise le sue mani intorno alla mia testolina e me lo spinse su fino alla gola. Lo guardai sapevo cosa stava per succedere avrei ingoiato come la migliore delle troie, quelle che si strozzano e non lasciano cadere nemmeno una goccia, con la differenza che le volte che io avevo ingoiato si contavano sulle dita e di certo non con il primo che capita. Due spasmi del suo membro diedero il la ad una fontana di sperma caldo e consistente, quando provai a ritrarre la testa soffocata dai suoi succhi lui mi tenne li con la forza, mi sentì veramente la peggiore delle troie, mi permise di togliermelo dalla bocca solo quando ebbe finito, si era seduto sulla mia sedia col suo grosso cazzo dritto in evidenza.
“Avvocato, mi fa piacere che stia apprezzando la nostra moneta.”
Esordi l’anziano con un sorriso, io mi diressi verso il signor R pronta a farmi scopare come una sgualdrina, me lo infilo’ dentro prendendomi per le spalle senza troppi complimenti, era grosso ed io era stretta, faceva male anche se godevo, poi ci spostammo sul pavimento lui su di me, ormai godevo come una puttanella e lui venne tra le mie gambe nel preservativo.
“Apprezzo molto la vostra moneta.”
Dissi rivolta all’anziano mentre cercavo di rivestirmi, fu R a parlare stavolta.
“Sono sicuro che mio figlio sara contento di pagare il resto della parcella, io non sono più giovane e ho una moglie da soddisfare avvocato, lei capisce, ho dovuto tenere a stecchetto mia moglie una settimana per mettere da parte l’energie per occuparmi di lei.”
L’anziano si alzo e se ne andarono, quando vidi Anna lei evito’ il mio sguardo imbarazzata, io feci finta di niente e le dissi di andare a casa, non doveva rimanere in ufficio così tardi era buio e non abitava vicino, lei mi ringrazio e se ne andò.
Il giorno dopo chiamai G il figlio del signor R e lo feci venire a casa mia, era strano andare a letto con un ragazzo cosi’ giovane ma era bello, capii le mie amiche che andavano con i figli dei vicini o delle amiche, era meno esperto del padre ma anche lui sapeva la sua, lo invitai quasi ogni giorno per molti giorni finchè la causa non fu finita.
Sonia, l’avvocato
Racconto trovato in rete su xhamster.
L’incontro con Andrea generò come sempre una serie di sensazioni struggenti in Sonia, ora non c’era più traccia di quel sentimento giovanile, c’era un chiaro principio d’eccitazione sessuale, Sonia non si sconvolse in fondo se lo aspettava, solo non sapeva come fare per lenire il doloroso senso di vuoto, lei non aveva alcun’intenzione di spingersi tra le braccia di quell’uomo che era oramai, solo più il simbolo del suo vecchio amore, ma non riusciva ad allontanarsi da lui e dalla sua voce.
Durante l’aperitivo si tenne in disparte, fece di tutto per non farsi notare da lui, temeva i suoi occhi, le mani, la sua voce, aveva indosso la biancheria acquistata in quel negozio, sentiva le autoreggenti premere sulle cosce così come le natiche lasciate scoperte dal sottile filo del perizoma. Aveva cercato queste sensazioni per ricavare da esse una forma di sicurezza sul proprio aspetto fisico, sulla femminilità che voleva ancora essere in grado d’evidenziare in se, voleva sentirsi desiderabile quanto lo era stata anni prima, quanto i suoi compagni di classe potevano ricordare di lei, ed i molti sguardi ammirati che si sentiva addosso lo confermavano.
“Sei sempre bellissima ma non vedo più l’allegria, la determinazione o solo la speranza nei tuoi occhi, quella magnifica luce che avevano un tempo!”
Sonia resto spiazzata da questa frase diretta, apparentemente innocente, ma potenzialmente in grado d’introdurre un discorso molto intimo, poteva dare una qualsiasi risposta, stroncare sul nascere il discorso profondo e spingere la discussione su un livello più ameno oppure seguire l’invito ed iniziare a parlare di se. Gli occhi riflettono il mio stato d’animo è noto, l’allegria, la fiducia nel futuro, la voglia di correre sempre più degli altri, la spensieratezza e l’allegria se ne sono andate tempo fa è normale, siamo cresciuti dal liceo.
“Sì, ma tu avevi qualcosa di unico nei tuoi occhi, forse mi sono espresso male, avevi una luce che scaldava, che incitava, tu credevi in qualcosa e irradiavi chi ti stava vicino.”
Disse Andrea.
“Forse ora è solo noia o disillusione, non noia nel senso esteso del termine, direi meglio mancanza di stimoli, corro tutto il giorno per un motivo o per l’altro il tempo non basta mai quindi non si può parlare di noia, però mi mancano nuovi stimoli, la mia vita è piatta, tranquilla, statica!”
Affermò Sonia dopo un lungo istante.
“Allora sei bisognosa di nuovi stimoli!”
Domandò Andrea con un sorriso d’intesa.
“Scemo!”
Rise Sonia.
“Ma tu pensi sempre a quello?”
Sonia percepì una fitta allo stomaco, le parole di Andrea l’avevano colpita pur essendo chiaramente uno spudorato tentativo di portare il discorso su temi intimi.
“Non ti puoi immaginare cosa ho in mente per te questa notte!”
Disse Andrea mentre appoggiava dolcemente la mano sulle gambe di Sonia, la sua “Marchesa del Pompino”.
“Cosa vorresti propormi di tanto eccitante, la solita scopata?”
“Una notte di FUOCO con te.”
Continuò Andrea.
“Vedrai, sarà veramente qualcosa di nuovo, di stimolante, fidati di me.”
“Vieni con me!”
La invitò Andrea mentre allontanava la mano, Sonia mugolò in segno di disapprovazione poi disse.
“Dammi almeno un bacio, poi portami dove vuoi e fammi godere!”
Quando la ragazza varcò la soglia della camera da letto di lui aveva già superato gli ultimi dubbi ed era pronta, non poteva però essere preparata alla presenza di Luca, Sonia guardò Andrea e poi Luca, si aspettava che l’ultimo compresa la situazione si alzasse dal letto su cui giaceva ancora vestito ed uscisse dalla camera, sicuramente tra i due amici c’era l’intesa di lasciare il posto al primo che sarebbe entrato in compagnia ma il ragazzo non si alzò. Luca fissò a lungo Sonia poi la salutò con esagerata gentilezza.
“Luca potrebbe rimanere con noi se ti va?”
Propose Andrea, Sonia che pensava di essere abituata a tutto sgranò gli occhi stupita dalla proposta dell’amico, faticava a comprendere tutte le implicazioni di quella proposta, sul momento si sentì offesa, trattata come merce, come una puttana, stava per voltarsi ed uscire sbattendo la porta, poi gli occhi di Luca incredibilmente innocenti e carichi di speranza le fecero capire quanto fosse desiderata anche da lui.
“Tanti anni fa mi avevi parlato di un tuo ricorrente sogno erotico, un desiderio intimo e segreto che eri sicura di non soddisfare mai, che temevi di non avere il coraggio di soddisfare mai, ora puoi farlo, ciò che potrebbe accadere in questa stanza non uscirà da qui se non nei nostri ricordi.”
Le sussurrò Andrea, Sonia riaprì gli occhi per fissare quelli di Luca, amico di Andrea dai tempi delle scuole elementari, seduto sul letto, quindi sollevò il viso verso quello di Andrea e dischiuse le labbra in cerca di un bacio, persa nella stupenda sensazione di quelle labbra a contatto delle proprie e nella crescente eccitazione si sentì portare verso il letto e spingere verso il basso sino a sedersi sul bordo. Improvvisamente le mani sul suo corpo divennero quattro, le carezze si moltiplicarono e con esse la percezione del piacere, Sonia non oppose alcuna resistenza alle mani che scivolavano sulle gambe, che sollevavano la gonna, s’intrufolavano sotto la camicetta e ne slacciavano i bottoni, restò immobile con gli occhi chiusi, a godersi le sensazioni che nascevano da ogni punto del suo corpo solleticato da quelle mani, le aveva dappertutto oramai, pelle contro pelle. L’eccitazione era quasi incontrollabile, nella mente non vi era più traccia dei dubbi di poco prima, rimaneva solamente il desiderio di non perdersi neppure un istante di quell’orgia di sensazioni piacevoli, non riusciva a comprendere cosa le stessero facendo, i punti stimolati erano troppi per seguire il piacere nato da ognuno di loro, Sonia abbandonato il suo stile da famoso avvocato del Foro di Napoli, gemette poi sussurrò.
“Spogliatemi!”
I due amici l’accontentarono, abbandonarono per un istante il seno, la vulva, i fianchi e le gambe per sfilarle del tutto la camicetta e la gonna, le tolsero di dosso la biancheria ma le lasciarono le calze e le scarpe, Sonia apprezzò questo gesto, si sentiva diversa con qualcosa ancora indosso, specie quei due simboli di femminilità. Era in attesa delle loro mani, ora che nulla si opponeva più a lunghe carezze sulla pelle, ma ricevette uno stimolo ancor più intenso dalla lingua di Luca che le scivolava sulle calze in direzione del pube, Sonia aprì completamente le gambe ansiosa di ricevere quella lingua tra le labbra della vagina, nello stesso tempo non dimenticò il membro di Andrea che le si stava avvicinando al viso. Ingoiò l’asta del ragazzo nel preciso istante in cui Luca spingeva con forza la lingua sul clitoride, un’esplosione di piacere le invase il corpo, il sapore di maschio in bocca e lo stimolo in basso portarono Sonia in uno stato d’eccitazione che raramente aveva provato, aspirò con forza e succhiò il membro mentre faceva scorrere la mano per tutta la sua lunghezza, si sentì subito gratificata dal lungo mugolio di piacere emesso da Andrea e s’impegnò al massimo per strappargli subito un orgasmo. Si rese conto di poter fare ciò che voleva senza preoccuparsi di spremere subito il suo amante, tanto ce n’era un altro pronto a soddisfarla, fu questa scoperta a farla godere più dello stimolo che riceveva in basso, Luca era impietoso, non mollava per un istante il proprio ritmo, Sonia trasmetteva ad Andrea il piacere che riceveva, forse troppo intenso, Andrea si allontanò bruscamente da lei per poi fissarla con gli occhi carichi di stupore, Sonia apprezzò quello sguardo, le piaceva stupire, dimostrarsi al di là delle aspettative.
“Sconvolto? Aspetta a vedere questo!”
Pensò Sonia, si sollevò con l’aiuto delle mani appoggiate sul materasso e si portò verso il centro del letto, s’adagiò distesa con le gambe aperte poi disse.
“Vieni!”
Rivolta a nessuno in particolare, lei sapeva che Andrea non avrebbe raccolto l’invito, aveva sentito il suo glande ingrossarsi tra le labbra e alcune sporadiche gocce di seme sulla lingua, era troppo vicino all’orgasmo per entrare in lei senza rischiare di venire subito, come previsto fu Luca a sollevarsi e posizionarsi timidamente sopra di lei, indeciso se indossare o no il profilattico, era quello che voleva, accogliere Luca sotto gli occhi di Andrea, un modo simpatico per ringraziarlo di quella serata da lui organizzata.
“Prendimi!”
Sussurrò a Luca Sonia, il ragazzo scese lentamente sino a portare il pene contro la vulva, attese un movimento favorevole di Sonia poi spinse penetrandola, lei inarcò la schiena sollevandola dal letto mentre lui si spingeva sempre più a fondo nel ventre, quando lo sentì tutto dentro gemette e rantolò qualche parola che il ragazzo non comprese.
“Muoviti, fottimi!”
Lo pregò Sonia ad alta voce visto che lui non si muoveva, Luca iniziò a muoversi su di lei, usciva quasi completamente poi rientrava, inizialmente con dolcezza, poi notato come lei spingeva il pube incontro al suo quando scendeva prese a penetrarla sempre più intensamente, la dilatazione interna e la copiosità della lubrificazione consentivano a Luca un ritmo indiavolato. Lei seguiva il ritmo, non aspettava che lui spingesse a fondo, si faceva sempre incontro incurante dell’espressione allucinata di Andrea, quando Silvia riusciva a spostare lo sguardo sull’amico rimasto in piedi ed in disparte, trasformava la propria espressione in una di puro piacere, più di quanto provasse in realtà, era eccitata dagli occhi di Andrea da come scrutavano il suo corpo sotto quello di Luca, se li sentiva addosso. Quando si ritenne soddisfatta di quell’iniziale amplesso disse a Luca che voleva cambiare posizione, il ragazzo si sollevò a malincuore da lei convinto di dover cedere il posto all’amico, ma si ritrovò steso sul letto con Sonia che prendeva posizione sopra di lui, lei si sistemò a cavallo di Luca prese il membro e se lo posizionò tra le labbra della vulva, scese e appena lo percepì correttamente indirizzato Sonia si spinse sino in fondo aprendo le gambe per aderire completamente al corpo di Luca. Iniziò a muovere solamente le anche con un espressione di puro piacere sul viso, dimenticò tutto il resto, in quel momento esisteva solamente quel pezzo di carne, dura, che aveva profondamente piantato nel ventre, si muoveva in modo da sentirlo al meglio, contraeva e rilasciava ritmicamente la muscolatura interna mentre ondeggiava lentamente con le anche, non si sollevava da lui, non lo faceva scorrere in se e nemmeno cercava uno stimolo esterno sul clitoride, le era sufficiente quella presenza dentro per godere, quando ritenne d’essere pronta fisicamente e psicologicamente si lasciò cadere su Luca e senza farlo uscire da sé chiamò Andrea.
“Avanti, vieni anche tu, fatemi impazzire!”
Andrea non si aspettava questa richiesta, era convinto che lei si sarebbe limitata a prenderne uno mentre succhiava l’altro, una doppia penetrazione andava al di là di ogni più perversa speranza, era eccitato dall’idea di penetrarla analmente mentre lei aveva dentro Luca ed era felice che le avesse riservato quella parte del suo corpo. Salì sul letto e si sistemò dietro di lei che già aveva sollevato il sedere in attesa, ne dilatò le natiche e solleticò l’ano con un dito inumidito, quindi spinse il dito dentro di lei, Sonia rantolò di piacere e si dilatò.
“Sei pronta, vedo.”
Le disse Andrea con voce rotta dall’emozione.
“Prendimi anche tu dai!”
Riuscì a dire Sonia, spinse per dilatare l’ano al massimo e lo sentì improvvisamente entrare, fu un esplosione di piacere misto ad un dolce dolore che lei sapeva apprezzare, urlò incurante del sottile spessore delle pareti della camera, quando il dolore passò rimase la sensazione d’essere piena di due uomini e tornò a godere pur rimanendo immobile. I ragazzi compresero il suo stato ed iniziarono un lento movimento all’unisono, Sonia si rifiutava di pensare, di realizzare appieno ciò che stava facendo, si limitava a godere, era un piacere troppo intenso per rovinarlo con la razionalità, era invasa dagli stimoli tanto da non riuscire più a comprenderne l’origine, ebbe un primo ed improvviso orgasmo del tutto inatteso ma intenso, quasi feroce nel suo sviluppo, i ragazzi non si fermarono continuarono a muoversi senza badare ai lunghi ed a stento soffocati gemiti, l’interno del suo corpo in preda alle contrazioni involontarie era troppo piacevole per fermarsi.
“Ora riempitemi, riempitemi tutti e due!”
Questa frase entrò nelle orecchie di Luca che già a stento tratteneva il piacere, la voce di Sonia riuscì a rompere tutto il castello d’autocontrollo che si era costruito e venne immediatamente, Sonia lo sentì ansimare e contemporaneamente lo percepì pulsare dentro il ventre, allora si spinse contro di lui, lo prese completamente dentro mentre anche Andrea spingeva per eiacularle nel profondo dell’intestino, in un lampo di lucidità Sonia comprese che due uomini stavano iniettando il loro seme contemporaneamente nel suo corpo, quest’immagine riuscì a donarle un secondo meno intenso forse ma più lungo orgasmo. Terminarono di godere che Sonia ancora provava un languido piacere, Andrea uscì da lei liberandola, lei si sollevò dolorante da Luca e crollò stesa sul letto, quindi chiuse gli occhi e rimase immobile a godersi ciò che rimaneva del piacere, Luca e Andrea la lasciarono sola, consci che doveva accettare ciò che aveva appena vissuto senza interferenze esterne, Sonia si appisolò fisicamente distrutta, nel dormiveglia sentì un lungo bacio sulla fronte ed una carezza sul viso mentre la voce di Luca le sussurrava.
“Grazie”
Solo più tardi, si ritrovò ad osservare stupita il seme che colava dalla vagina e ad analizzare il leggero dolore all’ano, dopo quel nuovo amplesso non aveva nemmeno più la forza di recarsi in bagno per una doccia, voleva lavarsi eliminare ogni traccia dal proprio corpo di quella notte di follia ma in fondo era bello risvegliarsi ed avere le prove che non aveva sognato, si appisolò stretta al suo vecchio amico Andrea felice d’aver ceduto alle sue lusinghe. Non provava alcun senso di colpa, come sapeva che non ne avrebbe provati il giorno seguente quando salutava per sempre l’amico, era stata solo una parentesi della sua vita, se voleva rivivere quell’esperienza senza dubbio i protagonisti non sarebbero stati né Luca né Andrea, non poteva permettersi d’arrivare a provare qualcosa di più che una semplice attrazione sessuale nei loro confronti, ora non si sentiva più sciatta e intorpidita dai quieti anni di un matrimonio piatto e privo di emozioni, sapeva di riuscire a dare e a ricevere emozioni forti,soddisfatta sorrise a se stessa e pensò.
“Per ora può bastare.”