La voglia di soffermarmi sul suo seno era forte, ma decisi di rimandare: la mia priorità era mettere le mani sul suo superbo culo sferico che durante la breve fellatio ricevuta, l’ avevo contemplato arcuarsi per la posizione a carponi che ella aveva assunto nel darmi piacere.
La mia prima passione per il corpo delle donne fu inizialmente contraddistinta dall’adorazione per il seno: da ragazzino rimasi sedotto dalle procaci mammelle di Sabrina Salerno nel video “Boys Boys Boys”, le cui soffici prosperosità rischiavano di sbalzare fuori dal bikini ad ogni respiro.
L’eccitata curiosità che provavo nell’intravede i capezzoli sotto il tessuto bianco del pezzo superiore del costume, mi rese letteralmente ossessionato dal seno, fino a quando Jules Jordan con i suoi magnifici capolavori a luci rosse di cui alcuni incentrati sull’anal, mutarono decisamente la mia preferenza.
Da allora divenni un vero e proprio culomane e ne adoravo le tipologie più svariate e non contavano le dimensioni, ma la forma, la qualità della pelle e la delicatezza dell’ano.
Ciò che fece da potente legante sessuale tra me e Stefania, fu che quest’ultima era una delle poche donne cui il sesso anale piaceva davvero; il suo concedermelo solo ogni tanto appare un ossimoro considerando che amava praticarlo, ma si trattava di pura strategia erotica: il suo intento era quello di lasciarmi sessualmente voglioso in modo tale che una volta concessomi il suo lato B, io la prendessi con tutta la voracità sessuale possibile.
Amava farlo adagiata su un fianco oppure a pecora, talvolta vestita come quando andava in palestra, indossando un top, dei leggings e delle scarpe da running. Era proprio in palestra dove ci eravamo conosciuti, scambiandoci sorrisi e occhiate lascive; adoravo guardare il suo splendido culetto muoversi mentre correva sul tapis roulant.
Compreso questo, quando ella durante i piovosi pomeriggi domenicali d’autunno usciva dalla nostra camera vestita in quel modo, mi faceva capire che voleva togliersi lo sfizio di farsi montare per una buona oretta infuocata di sesso anale.
Il suo era un non verbale “QUI E ADESSO!” ed io non mi facevo pregare; Stefania era una donna dispotica e sapendo che non tolleravo la sua autoritarietà, l’avrei inculata in un misto di dolcezza e ferocia.
Attraversato da quelle magnifiche memorie, iniziai a incunearmi con la punta della lingua nell’ano della ragazza facendolo schiudere come un fiore in primavera.
Ella prese la sua borsa e ne estrasse del lubrificante a base d’acqua ed io dopo essermene cosparso le ultime falangi del medio e dell’indice della mano destra, iniziai a penetrarla profondamente con le dita.
Una volta unta a sufficienza, poggiai un piede sul divano e reggendomi la base del pene, iniziai a premere con la punta del glande per aprirmi una breccia che, senza alcuna resistenza, mi fece scorrere dentro di lei per quasi tutta la lunghezza del mio fallo.
Iniziai a martellarla con forza e lei voltando lo sguardo sorrise compiaciuta mordendosi un labbro; di reazione accrebbi ulteriormente il ritmo delle mie spinte e lei socchiuse gli occhi iniziando a gemere sempre più forte.
Dopo qualche minuto dovetti fermarmi, perché rischiavo di avere un orgasmo e ne approfittai per farle cambiare posizione; restai dietro di lei, ci distendemmo su un fianco ed io contemplai brevemente il suo bellissimo ano lievemente dilatato per qualche secondo prima di riprendere a penetrarla.
Ripresi a spingere a pieno ritmo e le strinsi il grosso seno abbronzato tra le mani. Lei nel frattempo, fece scorrere una mano verso la vagina, frizionandosi il clitoride con due dita.
Quando notai le dita dei suoi piedi contrarsi e i decibel dei suoi gemiti accrescere, capii che l’orgasmo stava bussando al suo centro del piacere; io mossi il bacino ancor più velocemente e anche per me ormai trattenermi era impossibile.
Venimmo quasi simultaneamente, con ella che diede ad entrambi l’input orgasmico quando si penetrò con le dita la vagina: lo sfregare del pene contro le sue dita separate da me da un sottile ed elastico lembo di carne, fu una sensazione talmente piacevole da farmi perdere il fiato.
Restammo abbracciati sul divano per qualche minuto, dopodiché ella chiese di poter andare in bagno.
Mentre la dea muovendo le sue magnifiche gambe si allontananò dalla stanza, notai che aveva abbandonato il cellulare con la tastiera sbloccata sul tavolino vicino al divano e senza esitazione, ricordai le lezioni di hacking che la mia cara amica Marika mi aveva insegnato qualche anno fa.
Marika é un’amica d’infanzia con il pallino della tecnologia: c’è chi ha il pollice verde e chi come lei il pollice l’ha perennemente pigiato sulla barra spaziatrice nello scrivere strisce di codice.
Lei fu la prima persona che conobbi a possedere un Commodore 64, ad avere la capacità di telefonare a sbafo dalle cabine telefoniche SIP e soprattutto ad utilizzare internet. Il suo percorso di studi si indirizzò verso informatica a dispetto di una madre che l’avrebbe voluta parrucchiera e divenne un’ottima programmatrice ,tant’è che fondò una propria software house.
Pensai che la squillo potesse avere dati interessanti all’interno del proprio cellulare e che spiarne i contenuti potesse tornarmi utile per vendicarmi del suo capo.
Il mio portatile era acceso e poco distante dal telefono: collegai lo smartphone della ragazza ad esso e ne scaricai ogni singolo dato, foto, rubrica e sms compresi. La fortuna di avere un pc sapientemente potenziato dalla mia amica, fece in modo di effettuare l’operazione in un battibaleno e quando la prostituta tornò dal bagno, non si accorse di nulla.
Salutai la bella e****t accompagnandola alla porta e lei mi lasciò il suo biglietto da visita per ricontattarla.
“Sharon Divine – e****t 24H – Call Me 00×9-3×9-71xxx99”
Pensai: “Non preoccuparti, dammi tempo che organizzo una bella uscita a tre che il tuo capo non potrà dimenticare” e contattai immediatamente Marika sbavando vendetta.
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“Politici, avvocati, sportivi,vip e vertici delle forze dell’ordine. Non ci credo, questa è grossa!!”
“Sì, proprio così. Quel telefono bolle più del mio modem. Ho dato un occhio al contenuto del download: quella prostituta ha dei contatti che potrebbero dar vita ad una colossale frana di merda fumante. Comunque, con la casa come stai messo?”
“Ti ricordi di Giulia? Mi sono trasferito momentaneamente da lei,anche perché è piuttosto scossa per quella faccenda dell’ex-marito.”
“Ho presente chi è quel troglodita, ha un’armeria in centro, vicino alle poste. Anni fa minacciò con la pistola un senegalese che vendeva libri. Corri un bel rischio con quel tizio!”
“Certo, oltre a Malocchio c’é pure quello stronzo a complicare ulteriormente le cose…”
“Franco Bisc*gli* ne ha fatta di brutta strada. Eravamo in classe insieme, abbiamo fatto elementari e medie. In otto anni l’avrò sentito parlare otto volte, se ne stava sempre per i cazzi suoi. Mi ha sempre dato i brividi, non mi stupisce che sia diventato un criminale.”
“Sai cosa penso però? Potremmo farli scornare tra loro quei due cornuti ,almeno un po’ di feccia si elimina da sola.”
“Oh, esatto! Sai cosa facciamo?! Con un programma che ho creato, dirottiamo gli sms dell’ex di Giulia su quelli della squillo…”
“…e poi?”
“Poi lei, che credo sia la prediletta di Malocchio, ricevendo minacce riferirà al capo e a quel punto prevedo che detoneranno più forte dell’ Enola Gay. Nel frattempo monitoriamo gli sms che si scambiano e se la faccenda dovesse degenerare come auspichiamo, gli mandiamo la Polizia pronta ad incularsi a secco uno dei due”
“Woooow Mary, sei un fottuto genio!”
“Ehehehe, modestamente ne uccide più la tastiera della spada!”
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La sostituta: parte 2
Introduzione: Nella prima parte di questo racconto Marco confessa ha sua figlia Cristina la sua profonda solitudine legata alla scomparsa della moglie, e le racconta le pulsioni sessuali che ha nei suoi confronti. Con grande preoccupazione, le propone di diventare una sorta di sostituta, che oltre ad essere una figlia svolga le funzioni di una moglie, Cristina per paura di deludere e peggiorare ancora di più la situazione del padre, accetta ed inizia una relazione con lui.
Sono passati due mesi da quando Marco ha sverginato sua figlia Cristina, come previsto, dopo poco tempo tutto si è normalizzato, Cristina ha continuato la sua vita come se niente fosse, lo stesso può dirsi di Marco che effettivamente dopo quel fatidico giorno, si è come risvegliato da un lungo periodo di stasi, la tristezza e la solitudine improvvisamente sono scomparse via, lasciando il posto alla felicita di un rapporto che seppur contro natura risultava essere più profondo che mai. Cristina rispettando gli accordi presi, rimase a dormire nel letto matrimoniale di suo padre, quest’ultimo, seguendo alla lettera le promesse fatte alla figlia, non abuso della sua disponibilità. I rapporti sessuali, di solito avvenivano di mattina, prima di cominciare la giornata (se ne sentiva il bisogno), Marco chiedeva alla figlia “tesoro possiamo farlo?” lei premurosa acconsentiva sempre. Pochi minuti dentro la sua calda figa e poi immediatamente lo sperma fuoriusciva copioso e riempiva ogni anfratto del suo ventre, poi entrambi tornavano alle loro mansioni. Solo poche volte preso da un improvvisa eccitazione, Marco senti la necessita di interrompere questa consuetudine. infatti un giorno costretto a tornare in casa per prendere delle pratiche che gli servivano in ufficio, vide Cristina con le sue amiche sdraiate nel suo letto, <Cristina perché non sei ha scuola?> disse Marco sorpreso <papà oggi c’è sciopero non ti ricordi? Te lo detto ieri> la voce di Cristina era come sempre candida e tranquilla in armonia con il suo aspetto, quando poi Marco incrocio i suoi occhi azzurri ebbe una violenta erezione che lascio stupefatto anche se stesso, Il suo enorme cazzo pulsava dentro i suoi pantaloni, ansioso di essere liberato. Marco cerco di non farlo notare alle amiche di Cristina < si è vero mi sono dimenticato… puoi venire un attimo di là tesoro?> Cristina con pacatezza si congeda e incomincia a seguire suo padre per il corridoio fino ad arrivare in bagno. Marco chiude la porta, si slaccia la cintura e mostra il suo enorme cazzo alla figlia, Cristina non è sorpresa, aveva capito le intenzioni del padre fin dall’inizio, e quasi contemporaneamente si abbassa le mutandine, <facciamo presto ok?> <amore non ti preoccupare ho fretta anch’io, ti vengo dentro al primo colpo> detto fatto, e quando il cazzo raggiunge la massima profondità possibile, incomincia ad eruttare colate di sperma cosi abbondanti da riempire l’intera figa in pochi secondi. Cristina si rimette le mutandine e si sistema la gonna, torna dalle amiche che la vedono identica a prima senza sapere che dentro di lei c’è un intero lago di sperma paterno, Marco invece dopo aver preso i documenti che gli servivano torna in ufficio, si sente completamente appagato, ma è preoccupato per il comportamento tenuto “bisogna fare tutto con più prudenza, senza persone indiscrete tra i piedi” pensa tra se e se “per noi è normale ma gli altri non capirebbero mai”.
Mancano cinque giorni alle vacanze di natale, la gente gira felice per le strade imbiancate di neve, fermandosi ogni tanto ad ammirare le luci e gli addobbi natalizi più appariscenti. Dopo aver assillato suo padre per giorni Cristina è a casa e si gode le sue vacanze anticipate. Prima di intraprendere la relazione con la figlia, i periodi festivi erano per Marco quelli più dolorosi. Vedere tutti cosi felici, gli ricordava per contrasto la sua infelicità. Ma ora tutto era diverso, quel periodo buio era passato. Cristina sapeva che era lei la causa di quel cambiamento, e tutto ciò la rendeva immensamente orgogliosa. Prima dell’inizio delle festività alcuni parenti fecero le solite visite di circostanza, all’incirca due volte al giorno il campanello squillava e Marco si ritrovava di fronte una seccatura, che non temeva di prolungare la sua visita anche per ore. Tutto ciò lo esasperava a tal punto che un giorno parlo con Cristina della possibilità di trascorrere le vacanze natalizie fuori città, nella casa tra le montagne di un suo amico, che per sdebitarsi dei tanti favori gliela affittava per due settimane completamente gratis. Inutile dire che Cristina acconsenti con entusiasmo. Il viaggio fu faticoso e la strada imbiancata di neve non lo rese più semplice, ad ogni modo tutta la fatica fatta fu ricompensata ampiamente dalla bellissima vallata che si estendeva lungo tutto il fiume ghiacciato che affiancava la casa, in cui per due settimane nessuno avrebbe potuto disturbare l’insolita coppia.
Cristina una volta arrivata non perse tempo e incominciò ad esplorare l’abitazione, piuttosto grande ed interamente costruita in legno. Il padre invece si occupo delle valigie e noto con piacere che quelle della figlia erano zeppe di lingerie e indumenti intimi appartenuti alla moglie “ la mia bambina ha capito tutto” penso. Ed infatti Cristina che a prima vista sembrava una ragazza ingenua e un po’ svampita, ad un esame più accurato si dimostrava una campionessa di acume, a cui naturalmente non poteva sfuggire la motivazione principale di quel viaggio: per la prima volta avrebbe fatto del sesso col padre in maniera seria, niente più sveltine mattutine, o sborrate da un colpo solo dovute alla fretta e con la costante preoccupazione di essere scoperti.
La sua predizione si avverò due ore più tardi, verso le 9.00 la figlia si presento in reggicalze e senza mutandine con i suoi lunghi capelli biondi che coprivano una terza abbondante di seno incredibilmente sodo e candido, <papà sei pronto?> immediatamente il cazzo di Marco si mise sull’attenti <pronto per cosa?> faceva finta di niente ma i suoi occhi e la sua espressione lo smentivano <come per cosa? Mi hai portato qui, in un posto dimenticato da dio per niente?> Cristina si avvicina e incomincia a baciare il padre, fa sprofondare la sua lingua nella sua bocca con molta naturalezza, nel farlo ingerisce anche parecchia saliva, poi una volta finito gli sussurra in un orecchio <sono qui per te, fammi tutto quello che vuoi, io ti amo> tutto questo per Marco non era altro che la concretizzazione di tutte le sue speranze, quella che gli stava regalando momenti cosi intimi e profondi non era più sua figlia, e neanche la sostituta di sua moglie, era sua moglie basta, e come tale l’avrebbe trattata. <bene amore ho capito… su girati, facciamo un po di sesso anale> la richiesta sembrava bizzarra, ma comunque era in linea con il nuovo corso degli eventi. Cristina non se lo fece ripetere due volte, si mise sul letto e aspettò pazientemente che Marco si svestisse, poi ci fu la penetrazione, difficile immaginare una sensazione più strana di quella, nel medesimo tempo un dolore lancinante e un piacere indescrivibile, Marco si fece l’argo in quel stretto corridoio con spietatezza e si fermo solo quando raggiunse gli intestini della figlia. Dal punto di vista di Cristina, invece sembrava come se il padre si fosse fermato molto più il là, fino ad raggiungere lo stomaco. Quel palo di carne una volta entrato usci immediatamente per poi rientrare con ancora più violenza, Cristina accuso il colpo, un conato di vomito usci dalla sua bocca e si infranse contro il cuscino <santo cielo Cristina stai bene?!> Marco era seriamente preoccupato e stava per togliere il cazzo che in quel momento era completamente dentro le viscere della figlia, ma Cristina accorgendosene glielo impedì <no papà ti prego non è niente continua….continuaaa> Marco rassicurato esaudì le richieste della figlia e continuò se possibile ancora più violentemente di prima, ma stavolta non ci furono interruzioni, poi si arrivo al culmine,Marco dopo aver devastato il culo della figlia per trenta e passa minuti, era pronto a inondarlo di sperma, Cristina sapeva che sarebbe stato molto diverso da un comune coito vaginale, ed infatti nel momento in cui lo sperma esplose dentro di lei, gli sembro come se avesse preso il posto della poltiglia precedentemente vomitata! Una sensazione inedita ma stupenda che ben presto si trasformo in qualcosa di ancora più sorprendente, Cristina ebbe il suo primo orgasmo. Il primo giorno di vacanza fini cosi. I successivi anche se è difficile immaginarlo furono ancora più trasgressivi. Forse la consapevolezza di essere in un luogo isolato e inaccessibile non fece altro che acuire ancora di più gli istinti sessuali dei due, che si sentirono liberi di lasciarsi andare a pratiche sessuali estreme, che per quando difficile cercherò di narrare nella prossima parte di questo racconto.
La vacanza parte 4 finale
Sono legata su quella croce. A turno ogni uomo inveisce su di me, tra pugni, strizzate di tette, schiaffi. E’ tutto cosi surreale. Perché ho accettato tutto questo? Perché lo volevo. Sentire la forza maschile dominarmi, il dolore misto all’eccitazione, i colpi seguiti da spasmi di piacere. Dio sto impazzendo. Non so per quanto tempo continuino a colpirmi; mi liberano e scivolo verso terra stremata. Uno di loro mi afferra per i capelli e infila il suo membro dentro la mia bocca. Non ho di che res****re. Mi scopa la bocca, fino all’esofago, gli altri esultano, e di colpo spinge, spinge tanto a fondo da scendermi in gola e scarica tutto il suo sperma dentro di me. Non respiro mi sento svenire, come mi libera tossisco e cado in avanti… ma subito vengo afferrata per i capelli, ma poi la presa molla e due mani afferrano i miei seni. Trascinata sul pavimento, mi sollevano e legano le mie mani sopra la mia testa. A turno iniziano a fottermi, uno dopo l’altro, il mio sedere è dilatato, distrutto, direi divelto, e l’eccitazione è tanta da farmi venire…. Un filo di seme cola dal mio pene, “gli piace” sussurra qualcuno. Mbobo si presenta davanti a me, mi tocca prima il seno, poi li sotto… non posso muovermi, e lui struscia il suo gigantesco arnese sul mio…. Poi passa dietro.. dio quant’è grosso.. sento il suo cazzo enorme, spaccarmi in due, il ritmo è incessante, e cotinuo a venire di piacere…. Per diverso tempo quel nero mi scopa incessantemente, poi viene riempiendomi, e mentre sfila il suo poderoso piccone, la sua venuta cola dal mio buco dilatato, sulle mie gambe. Mbobo si allontana, lo vedo parlare al telefono, mentre la mia tortura continua incessantemente. Il tempo sembra non passare mai, sono tanti, sono bruti e violenti, molto violenti; dopo non so quante venute, e sborrate varie su di me, mi ritrovo seduta per terra, con la schiena al muro, esausta; osservo lo sperma sul mio corpo, i lividi, i miei seni gonfi, respiro affannosamente: mi hanno distrutta, devastata, umiliata fino all’impensabile. Mbobo torna a farsi mi vivo e mi osserva, con malizia mi sussurra “ho una sorpresa finale per te puttana bianca, che tu lo voglia o no, non mi importa, Sebastian ti ha portato qui, ed io voglio vederti supplicare, guarda”, afferra i miei capelli e mi fa notare che sono arrivati altri neri, ne conto 5, forse sono di più “sono i miei amici puttana bianca” mi dice Mbobo “africani come me, e adesso ti rovineremo, vogliamo sentirti urlare, supplicare, disperarti”. Con un ultimo cenno d’orgoglio rispondo “avanti negro, vediamo quanto cazzo valete”. Un ceffone mi colpisce, quasi svengo, e in un attimo quei neri sono su di me, Mbobo osserva, mentre loro iniziano a penetrarmi,usando i miei due buchi, le mie tette, persino i miei piedi. Non capisco più nulla, oramai ho talmente tanto ormone in corpo da sentire piacere, urlo o almeno ci provo considerando ciò che ho in bocca, sento le convulsioni del mio pene incessanti, ma oramai non ho più niente da sparare fuori. Sono un dannato pezzo di carne nelle loro mani, e i loro sapori forti sembrano svanire col passare del tempo…. Il più grosso di loro inizia a scoparmi come un pazzo, afferra la mia gola e la stringe, sempre più forte, lo sento profondo dentro di me, sento la sua sborra schizzare all impazzata dentro di me, ma non molla la presa sul collo. Non respiro, mi dimeno o almeno ci provo date le mani legate, ma nulla. Gli altri vengono in un bicchiere, a quel punto lui lascia e mi obbligano a bere; con difficoltà mando giù tutto. “vuoi dell’acqua?” è Sebastian. Accenno di si, ma quell’acqua ha un sapore amaro, troppo amaro. Quando capisco è tardi. Al mio risveglio sono in albergo, nuovamente, non ricordo nulla del seguito, ma il mio corpo mi fa capire che ci hanno dato dentro. Inizio a prepararmi per tornare nel mio paese, cambiata da quell’esperienza. Adesso so, che voglio essere donna al 99%, perché quell’essere usata così mi ha segnato, ha trasformato la mia mente, la mia anima.
Alla prossima.
Una strana situazione (Parte 3)
Durante il viaggio di ritorno Luisa fu molto silenziosa mandando ogni tanto un profondo sospiro. Rispettai la sua volontà ma cercai di guidare il più veloce possibile eccitatato come ero dopo aver udito il suo invito. Mi sembrava veramente impossibile quello che era successo soprattutto perchè nessuno di noi due l’aveva cercato. Pensai anche a mia moglie e mi sentii leggermente in colpa ma non pentito. Luisa, come se mi avesse letto nel pensiero, mi chiese
“riusciremo a tenerlo nascosto?”
“Son convinto di sì. siamo adulti e sappiamo entrambi che questo sarà un week end irripetibile. Dobbiamo liberarci di tutti i pensieri negativi e goderci quello che verrà!
“Hai ragione. Mi dispiace solo che non è successo prima. Mi ero dimenticata di qualnto è bello il sesso ed ora è troppo tardi per tornare indietro. C’erano degli amici che mi venivano dietro subito dopo che Paolo è venuto a mancare. Mi potevo rifare una vita”
“Ora è inutile pensarci. Non rovinarti il poco tempo rimasto”
appena entrati in casa corremmo nella camera da letto e ci spogliammo velocemente. Il cazzo era già pronto all’uso e capivo dai suoi sguardi vogliosi che anche lei lo era.
Avevo una voglia enorme di fare sesso ma sapevo che sarebbe stata l’ultima volta ed era triste per questo. La feci sdraiare supina sul letto e comincia a baciare un lobo dell’orecchio mentre con una mano le sfrigavo alternativamente i capezzoli. Non avevo nessuna fretta e non volevo che lei ricordasse questo pomeriggio solamente perchè aveva provato per la prima volta il sesso anale. A dire il vero nenche mi interessava quello. Volevo farla impazzire dal godimento, mandarla in estasi per gli orgasmi avuti e poi, se arrivava, le avrei fatto provare anche quello.
Ora con la bocca le risucchiai il capezzolo più vicino e lei cominciò a gemere per il piacere che provava. Allungai allora la mano verso il clitoride e presi a fare dei cerchi lenti intorno ad esso che lei accettò con piacere vista la reazione del suo corpo che iniziò a tremare leggermente. Guardandola fissa negli occhi passai a sfrigolare ‘altro capezzolo, aumentando contemporaneamente la velocità dei cerchi intorno al clitoride e la vidi entrare in estasi nel momento del suo primo orgasmo pomeridiano. Alzò gli occhi verso il soffitto mostrandomi solamente il bianco dei suoi bellissimi occhi, aprì leggermente la bocca comiciando a gemere sempre più profondamente e finalmente
“si, si Luigi, siiiiiiiii” grido mentre veniva sopraffatta dal violento orgasmo.
Attesi che si calmasse prima di scendere tra le sue gambe e cominciare a farle un bidet completo alla fica spalancata in modo osceno. Aveva un buon sapore e me la mangiai letteralmente leccandologliela per tutta la lunghezza partendo dal clitoride. Mi aiutai con una mano per aprire meglio le grandi labbra e inserire la mia lingua il più in fondo possibile in quel buco succoso mentre lei, ormai sempre più disinibita, mi prendeva la testa tra le mani e me la guidava nei punti più sensibili e bisognosi di leccate e succhiate. Non so veramente per quanto tempo sono rimasto in quella posizione ma no mi dispiacque affatto. Dopo il suo ennesimo orgasmo mi alzai e mi misi sopra di lei posando il cazzo sulla fica. Non entrai subito ma attesi che lei mi guardasse negli occhi per poi entrare lentamente facendole sentire tutta la lunghezza del cazzo. Entravo e uscivo lentamente per nulla dimentico del fatto che lei aveva ancora il minuscolo plug nel culo.
“L’ho fatto provare prima alla madre” pensai tra me e me ricordando l’intenzione di regalare i restanti plug a mia moglie
Prima di godere tolsi il cazzo dalla sciacquante fica e lo misi tra le tette che erano state una delle causa della nostra storia. Le strinsi e cominciai a muovermi sempre più velocemente ma lei tolse le mie mani e ci mise le sue dicendomi di avanzare un poco e poi prese la cappella in bocca e la risucchiò. Mi sentivo esplodere e dopo altri due o te movimenti lo feci urlando il mio orgasmo sparando lo sperma in bocca e sul viso di Luisa.
Rimanemmo abbracciati in silenzio per un po’ di tempo e poi mi addormentai profondamente.
Mi svegliò mia moglie quando chiamò sul cellulare per dirmi quanto si era divertita quel giorno e quanto sentiva la mia mancanza. Sarebbe tornata il giorno successivo in tarda serata. Per ultimo mi chiese notizie della madre e se era stata fastidiosa.
“No cara, è stata veramente brava. Non mi ha infastidito per niente, anzi”
Proprio in quel momento Luisa rientrò in camera e mi fece cenno che non voleva parlare con la figlia.
Si era messa addosso una camicia da notte trasparente, mai vista in precedenza, e dopo aver riattaccato mi pose il caffè che mi aveva portato. La mia reazione alla sua vista fu facilmente notabile da parte sua che ridendo mi disse
“ma non ti stanchi mai?”
“mi capita solamente con le belle donne e solo in questa casa”
si mise sul letto e mi abbracciò posando la testa sul mio torace per poi allungare una mano e cominciare ad accarezzarmi il cazzo. Non sapevo le sue intenzioni ma era libera di fare quello che voleva. Rimase pensierosa a lungo ma poi … scese con la testa e cominciò a baciarmi il pube. Baci leggeri, sfiorati, o anche solo accennati. Dal pube sorpassò il cazzo per passare allo scroto che prese in mano come se lo dovesse pesare e cominciò a leccarlo. Neanche sua figlia mi aveva fatto una cosa del genere. Sapete quanto sia innamorato di mia moglie e quanto sia fiero della nostra sessualità, ma quello che stava facendo Luisa era inspiegabile. La mia eccitazione cresse a dismisura ed ora ero io che ero in estasi. Ero io quello che alzò gli occhi al soffitto quando lei prese a leccarmi il cazzo. Ero io quello che le prese la testa tra le mani per darle il ritmo giusto per me. Ma lei ad un certo punto si fermò e si alzò per togliersi la camicia da notte che pose sul comodino da dove prese il flacone del lubrificante.
“Ho tolto quella supposta che mi avevi messo nel culo. Ora fammi sentire il tuo cazzo, ti prego”
La feci distendere prona sul letto e spruzzai un po’ di lubrificante sul suo ano cominciando a massaggiare tutto il solco delle natiche. Volevo che si rilasse al massimo e allora le misi un cuscino sotto la pancia in modo che il bacino rimanesse sollevato dandomi via libera ad entrambi i buchi. Mentre con una mano massaggiavo tra le scivolose natiche con l’altra comincia a farle un ditalino. Aggiungi altro lubrificante sull’ano e ripresi a “torturale” il clitoride e contemporaneamente inizia a spingere un dito nell’ano. Da Luisa nessuna reazione se non il continuo gemito di piacere. Mossi il dito nel culo avanti ed indietro ed aumentai lo sfrigolamente del clitoride. Attesi di sentirla godere prima di forzare l’ingresso al secondo dito. Ora l’ano ero più largo ma non al punto di accettare senza troppo dolore l’ingresso del mio cazzo ma ero talmente eccitato che non sarei durato ancora troppo a lungo e sicuramente quella era l’ultima cartuccia che mi restava per oggi.
Tolsi le dita dal culo e presi di nuovo il flacone. Versai una buona dose sull’ano e sul mio cazzo. Quando posai il glande sull’ano sentii Luisa irrigidirsi un poco ma poi si rilassò da sola ed io spinsi piano, pianissimo, fermandomi ad ogni suo sospiro dicendole sempre di restare rilassata. Alla fine il cazzo entrò per intero ma fu una grande fatica. Luisa si lamentava ed avevo paura di farle troppo male.
Lei capì le mie intenzioni di smettere e mi bloccò dicendomi
“non ci pensare per niente! Dammi un minuto e poi ricominciamo. Lo desidero da quando ho sentita mia figlia incitarti di farlo. Fallo provare anche a me, ti prego”
“ok se è questo che desideri. Ma sappi che all’inizio sarà ancora più doloroso.”
“non ti preoccupare, non pensare che sia io qui con te. Ecco pensa che ci sia tua moglie.”
Iniziai a muovermi lentamente e ad ogni lieve spinta udivo il suo lamento diminuire sempre di più. Quando aumentai la velocità i suoi lamenti aumentarono ma ormai … non mi potevo più fermare perchè ero prossimo all’orgasmo. Le ultime spinte furono accompagnate da urla di dolore di Laura e di piacere da parte mia. Mi dispiacque molto per questo mio egoismo ma l’avevo fatto per lei,
Al ritorno di mia moglie a casa le cose tornaroro alla normalità come anche i rapporti tra me e Luisa. Lei il venerdì usciva con le amiche dandomi la possibilità di far l’amore con lei. Dopo un mese io e mia moglie ci trasferimmo in un’altra casa e ricominciammo ad amarci ogni volta che volevamo senza nessun problema.
Per finire devo dirvi che durante il trasloco, mentre mia moglie sistemava le cose nella vecchia casa ed io facevo aventi e indietro con altre cose da trasportare, Luisa mi chiese di far sesso con lei un’ultima volta e questa volta ha avuto il suo orgasmo anale.
FINE