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Racconti Erotici

Vi presento mia moglie Laura.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Ho conosciuto Laura quando eravamo ragazzini, le nostre famiglie erano amiche e ci ritrovavamo spesso insieme, io avevo quattro anni più di lei e la vedevo solo come una ragazzina, una sorta di sorellina antipatica e lei mi vedeva allo stesso modo. Con il trascorrere degli anni restammo amici, entrambi vivendo le nostre prime esperienze d’amore, con l’aumentare dell’età l’antipatia reciproca che provavamo da ragazzini si trasformò in una bella amicizia. Un bel giorno fu Gianni il mio più caro amico d’infanzia a farmi aprire gli occhi, mi disse.
“Laura è diventata veramente una gran bella ragazza.”
Mi resi conto solo allora che l’amicizia poteva diventare qualcos’altro, Gianni oltre a Laura è la persona più importante della mia vita, ho sempre chiesto il suo giudizio in ogni decisione della mia vita e così è stato anche quando dichiarai il mio amore a Laura.
“Ma che aspetti? E’ fatta per te.”
Lei aveva 22 anni, io 26, mi ero appena laureato in Economia e Commercio, cominciai a lavorare presso lo studio di un commercialista, cinque anni dopo ci sposammo, nel frattempo lei si era impiegata presso una banca, Gianni e sua moglie Alessia furono i nostri testimoni di nozze, da allora spesso e volentieri trascorrevamo le vacanze insieme. Dopo tre anni di matrimonio e una vita sessuale normale stavo vivendo una fase di stanchezza e di calo del desiderio, Laura ne soffriva un po’ e me lo diceva pur comprendendo che era un fatto momentaneo dato dallo stress, la svolta accadde quando andò per tre giorni da sua madre, lei si era trasferita nella sua città d’origine dopo essere rimasta vedova, viveva a 300 km da casa nostra. In quei tre giorni solo in casa venni colto da un improvviso aumento di voglia di sesso, io non avevo mai voluto tradire mia moglie più che altro per paura delle conseguenze e se fossi stato scoperto? Decisi così di dedicarmi ad una maratona masturbatoria come quelle che facevo da ragazzo, accesi il PC e mi collegai ad uno dei tanti siti porno, cominciai a visionare filmati su filmati, la fantasia cominciò a galoppare in modo incredibile, mi imbattei in un filmato che vedeva come protagonista una donna americana, lei somigliava a mia moglie era alle prese con due ragazzi, l’idea che quella donna potesse essere lei e che facesse una cosa del genere solo per far piacere a me mi eccitò in modo incredibile, restai sveglio tutta la notte e mi masturbai altre 3 volte. L’adrenalina era tanta, non riuscendo a prendere sonno cominciai a gironzolare per forum e chat a sfondo sessuale dialogando con persone che si eccitavano alla mia stessa fantasia, vedere la propria moglie scopata da altri uomini, in mezzo ad una serie di personaggi chiaramente falsi e altri maleducati, mi soffermai a parlare con Alessandro. Anche lui aveva questa mia stessa fantasia, l’aveva comunicata alla moglie la quale inizialmente aveva reagito male, poi resasi conto che la cosa aveva risvolti positivi sulla loro vita sessuale cominciò a giocare in tal senso con il marito. Inizialmente fingevano la presenza di un terzo, dopo qualche tempo decisero di fare il salto di qualità, lei andava davvero a letto con un’ altro per poi raccontare tutto al marito, in diverse occasioni lui aveva anche assistito, dopo diversi anni Alessandro e sua moglie si separarono perché lei si era innamorata del suo amante e lui non era affatto pentito.
“Ho vissuto sensazioni irripetibili e meravigliose anche se sono costate il mio matrimonio, se tornassi indietro rifarei tutto anche se oggi mia moglie mi manca da morire.”
Trascorsi i due giorni seguenti attaccato al PC alla scoperta del mondo cuckold, conobbi altre persone e confrontai le loro esperienze con le mie sensazioni, decisi di parlarne a mia moglie quando sarebbe tornata, se l’avesse presa male avrei potuto addossare tutto alla stress ed al fatto che mi era mancata in quei tre giorni e non avrei più ripreso l’argomento. Le raccontai tutto, la prima serata il dialogo con Alessandro e tutto quello che mi era passato per la testa, lei la prese con molta allegria, mi disse che era contenta che mi fossi confidato con lei, cosa che molti mariti secondo lei non avrebbero fatto e che mi amava ancora di più proprio per questo. Quella sera e per i giorni che seguirono facemmo molte volte l’amore con tante variazioni sul tema, a volte fingevamo che io fossi un altro con cui lei mi stava tradendo, altre volte lei mentre scopavamo mi raccontava una sua scopata immaginaria con questo fantomatico amante e così via. La nostra vita sessuale migliorò di molto grazie a questo giochino, la cosa ci divertiva un mondo e ci eccitava parecchio, ogni tanto parlavamo del fatto se un giorno o l’altro avremmo mai trasformato la fantasia in realtà, entrambi eravamo d’accordo nel pensare che l’esperienza sarebbe stata troppo forte e rischiosa. La cosa comunque mi prese parecchio, passavo tutti i momenti liberi della giornata a fantasticare su qualche variante o novità nelle nostre fantasie, non avevo mai avuto un’attività sessuale più frenetica e sentivo il bisogno di parlarne con Gianni. Una sera ci incontrammo dopo il lavoro per prendere un aperitivo in un pub, introdussi piano l’argomento, temevo che mi giudicasse male, lui era sempre stato il classico “macho”, aveva tradito la moglie in più di una occasione vantandosene con me e al tempo stesso era estremamente geloso. Cominciai a parlargli del fatto che ci sono persone che si eccitano all’idea che la loro donna faccia sesso con un altro, lui mi diceva che è una fantasia che non capiva ma se a loro piaceva non giudicava, poi mi spinsi più in là e raccontai tutto, la sua reazione fu molto divertita, più che altro perché non vedeva Laura come una tipa a cui piacessero certi giochi, era contento per noi.
“Attenzione a non andare troppo oltre e se lei si trova un amante come nel caso che mi hai raccontato potresti pentirtene.”
Gli risposi che non era nostra intenzione passare dalla fantasia alla realtà, di contro gli chiesi se lui avesse voglia di provare a vedere se questa fantasia avrebbe avuto un effetto positivo anche su sua moglie Alessia, il volto di Gianni si rabbuiò.
“A volte quasi spero che mi tradisca, mi prendono i sensi di colpa per tutte le volte che l’ho tradita e in certo senso pareggeremmo i conti, poi se lei avesse le sue avventure sarei autorizzato a proseguire le mie.”
Chiudemmo il discorso lì, cambiammo argomento e tra un cocktail e una risata ci avviammo a casa, l’indomani Gianni mi telefonò dicendo che voleva raccontarmi una cosa, ci incontrammo per pranzo e mi disse che la sera aveva raccontato i nostri discorsi ad Alessia. Inizialmente me la presi, avrei preferito che prima almeno mi avesse chiesto se poteva parlarne alla moglie, lasciai perdere quando seppi che Alessia si era molto divertita all’idea e che anche loro avevano giocato con la stessa fantasia divertendosi parecchio.
“Alessia si è molto eccitata all’idea della trasgressione.”
Non riprendemmo comunque il discorso per un po’ di tempo, un paio di mesi dopo mia moglie mi disse.
“Devo confessarti una cosa.”
Laura mi raccontò che pochi giorni dopo la mia chiacchierata Alessia le aveva telefonato, avevano parlato di questa nuova fantasia che ci accomunava, di come la stessero vivendo da donne, notando che c’era una complicità maggiore con noi mariti si sentivano più desiderate e i risvolti sul piano sessuale erano assolutamente positivi. Io e Gianni comunque non affrontammo più l’argomento per almeno sei mesi, nel mese di luglio decidemmo di organizzare le vacanze insieme e di affittarci un bungalow in un villaggio turistico del sud Italia. Gianni mi confidò che si sentiva strano, vedeva sua moglie sempre più indipendente ed intraprendente, era una sensazione nuova e strana, anche la scelta del luogo di vacanza per la prima volta era nata da sua moglie e non da lui, questo indicava che qualcosa nei rapporti tra lui e Alessia stava cambiando.
“Alessia sta prendendo sempre più il sopravvento su di me, tutto è partito da quel gioco sessuale.” Gli dissi di rilassarsi, non doveva porsi il problema e vivere tutto serenamente, tutto qui, quando giungemmo al villaggio turistico scegliemmo il bungalow con due camere separate, il più lontano dal centro del villaggio nel punto più alto, volevamo trascorrere molte ore divertendoci lontano da sguardi e orecchie indiscrete. I primi otto giorni trascorsero meravigliosamente, mare, cibo, sesso a volontà e relax totale, ci sentivamo in paradiso, in genere trascorrevamo la mattina al mare, poi pranzo, pomeriggio al mare, cena, una passeggiata e dopo ci chiudevamo ogni coppia dentro la propria stanza fino all’esaurimento della forze per riprendere il ciclo l’indomani mattina. Due giorni prima della nostra partenza la direzione del villaggio aveva organizzato una festa, era nella discoteca situata al centro della struttura, durante la cena Alessia con un tono ammiccante disse a Laura ad alta voce affinché sentissimo tutti.
“Che ne dici se stasera ci facciamo guardare un po’?”
“Veramente vi guardiamo già abbastanza.”
Intervenni io.
“Ma io intendevo farmi guardare da qualche altro giovanotto.”
Rispose Alessia con un sorriso malizioso e disarmante, Gianni mi guardò in modo divertito senza dire nulla, Laura mia moglie aggiunse.
“Ma dai è solo un gioco divertente tanto per dare un po’ di pepe alle nostre fantasie, diciamolo tranquillamente lo sappiamo tutti che la cosa vi ecciterebbe.”
“E quindi? Spiegatevi meglio.”
Disse Gianni.
“Noi ci vestiamo in modo sexy, quando arriviamo in discoteca andiamo a ballare e voi restate in disparte a guardarci e osservare se qualche ragazzo ci prova.”
“No, non mi va, se poi c’è qualche malintenzionato o qualcuno che causa problemi?”
Dissi io.
Laura mi disse.
“E’ chiaro che non daremmo loro corda più di tanto, se dovesse succedere qualcosa non ci siete forse voi ad osservare e intervenire se necessario?”
Gianni mi guardò divertito.
“Che ne dici?”
Non ero convinto ma acconsentii.
“Va bene facciamolo, però se vedo che tirate troppo la corda, io e Luca ci portiamo a letto le ragazze più fighe di tutto il villaggio chiaro?”
Concluse Gianni, le ragazze si misero a ridere, ci baciarono e si andarono a cambiare mentre io e Gianni ci sedemmo in attesa del loro arrivo, dopo circa mezz’ora arrivarono con due vestitini sexy che non avevamo mai visto. Tutto nero quello di Laura, con un disegno a fantasia sul verde quello di Alessia, entrambe con la schiena completamente nuda, con le gonne cortissime, tacchi alti e trucco più forte del solito completavano il quadro, io e Gianni guardammo estasiati le nostre donne, ci incamminammo verso la discoteca seguendole e Gianni mi disse.
“Ma quei vestiti quando li hanno comprati? Vuoi vedere che le due tipe avevano in testa questo giochino fin da prima di partire?”
“Le donne sono sempre sorprendenti, non ti nascondo che la cosa mi sta arrapando fin da adesso.”
“Io non ti nascondo che anche per me è la stessa cosa.”
Giunti in discoteca ballava già parecchia gente, ci sedemmo in disparte al bancone del bar e le ragazze come d’accordo senza nemmeno salutarci andarono a ballare, io e Gianni non parlavamo ci limitavamo a bere un drink dopo l’altro e ad osservare le nostre donne completamente presi dalla faccenda. Due fighe da paura che ballano sole al centro della pista, in mezzo alla folla non tardano ad essere notate, dopo non molto tempo diversi ragazzi cominciarono a ronzare attorno a loro, io e Gianni ridevamo come matti a vedere come le donne si divertivano ad allontanarli quando si facevano troppo vicini, non viste ci facevano un cenno d’intesa quasi a dire.
“Visto che ci comportiamo bene?”
La vista di mia moglie che veniva abbordata mi dava una sensazione allo stomaco indescrivibile, un misto di dolore, adrenalina, eccitazione, bastava guardare Gianni per capire che per lui era esattamente la stessa cosa, dopo una mezz’oretta le ragazze si avvicinarono per bere insieme a noi, cominciava a girarmi la testa non so se per i drink o per la situazione nel suo insieme e dissi.
“Ragazze vi state comportando bene, anche troppo.”
“Troppo? Amore che intendi dire?”
Mi rispose Laura.
“Intendo che potreste anche ballare con qualche ragazzo anziché respingerli tutti.”
”Veramente li abbiamo respinti solo perché non ci piacevano.”
Rispose ridendo Alessia anche lei mezza ubriaca.
“Va bene io sono arrapato come un toro in calore, fate gli ultimi balli e divertitevi, poi andiamo via altrimenti le palle mi scoppiano.”
Disse Gianni, noi ridemmo tutti, le donne ci baciarono intensamente e tornarono a ballare, subito dopo vennero abbordate di nuovo da due ragazzi molto alti, uno era di colore, Gianni mi disse.
“Quelli sono due che lavorano qui al villaggio, questi ronzano attorno alle nostre mogli da qualche giorno.”
Risposi che non me ne ero accorto per nulla, poi la conversazione si interruppe perchè fummo presi dagli avvenimenti, i due ragazzi si erano fatti subito molto audaci e ballavano a stretto contatto con le nostri mogli, le quali non disdegnavano strusciarsi sui loro corpi, le mani del ragazzo di colore si allungavano ora sui fianchi di mia moglie ora sulla schiena di Alessia. Io e Gianni ci guardammo indecisi se intervenire o se restare ad osservare, lo spettacolo ci stava sconvolgendo, il tutto non durò a lungo per fortuna, Alessia e Laura non appena fini il brano musicale si allontanarono dai due tipi i quali restarono un po’ delusi, provarono a seguirle ma si fermarono quando videro che si erano venute a sedere accanto a noi. Sia io che Gianni notammo che entrambe si erano girate a sorridere ai due ragazzi, decidemmo di tornare al nostro bungalow perchè eravamo tutti brilli e molto eccitati, non appena arrivati le ragazze abbassarono i nostri pantaloni e cominciarono a spompinarci con grande energia. Anche questa era una novità, per quanto fossimo affiatati tra di noi non avevamo mai fatto attività sessuale di nessun tipo gli uni davanti agli altri, Gianni guardava mia moglie prendersi il mio cazzo in bocca ed io facevo altrettanto con la sua, era uno spettacolo stupendo. Entrambe mostravano un atteggiamento forte e dolcissimo al tempo stesso che ci lasciava senza fiato, sembrava facessero a gara a chi ci faceva venire prima, infatti dopo neanche tre minuti di pompino sia io che Gianni esplodemmo in un orgasmo violento, neanche il tempo di riprenderci e le ragazze ricominciarono, il livello di ormoni era talmente alto che anche stavolta non durammo a lungo, poco più di 5 minuti e arrivò un altro orgasmo, anche stavolta quasi simultaneo. Io e Gianni eravamo entrambi senza fiato, Alessia si sollevò il vestito, infilò le mani dentro le sue mutandine e cominciò a masturbarsi, Gianni andò a prendere una bottiglia di Whisky e ne versò due bicchieri, uno per me e uno per lui, nel frattempo anche mia moglie aveva cominciato a masturbarsi eravamo tutti in un delirio erotico mai vissuto prima. Io e Gianni continuammo a bere osservando le nostre donne che si masturbavamo, ormai eravamo fradici, ad un tratto Gianni si alzò in piedi e disse.
“Ormai dobbiamo farlo, dobbiamo andare fino in fondo”
“In fondo a cosa? Cosa intendi dire?”
Dissi io.
“In fondo a questa storia, dobbiamo bere l’intero calice, non possiamo più tornare indietro e non voglio più fermarmi, voglio che mia moglie viva la sua esperienza, lei ha già deciso e anch’io ho deciso, tanto vale arrivare dove vogliamo arrivare tutti.”
Intervenni dicendo a Gianni che era ubriaco e non capiva quello che diceva.
“Non sono ubriaco, non abbastanza da non capire lo sguardo negli occhi di mia moglie e di tua moglie che non si sono mai sentite così sexy, così donne, così vogliose di trasgredire come adesso, non sono ubriaco abbastanza da non aver visto lo sguardo sconvolto ed eccitato che avevi quando quel nero accarezzava la schiena di tua moglie, avresti dovuto vederti Luca, se ti fossi visto in uno specchio non penseresti che io sono ubriaco.”
Ci guardammo tutti negli occhi uomini e donne, Gianni aveva ragione, aveva dannatamente ragione, Alessia si alzò in piedi e baciò appassionatamente suo marito, che le disse.
“Voglio che tu lo faccia.”
Laura si avvicinò a me, mi guardava con un sorriso dolce e le dissi.
“Anche io voglio che tu lo faccia, ma solo se siamo sicuri che la cosa non abbia conseguenze.”
“Non le avrà, ti amo ancora di più, amore mio.”
Andammo a dormire, l’indomani mattina a colazione pianificammo tutta la faccenda, le ragazze sarebbero andate al mare cercando di farsi notare dai due ragazzi, poi li avrebbero invitati a passare nel primo pomeriggio, Io e Gianni saremmo usciti dal villaggio subito dopo pranzo ci saremmo appostati sul promontorio muniti di binocoli. Quello era l’unico punto in cui era visibile il terrazzo sul retro del bungalow, luogo che era nascosto alla vista di qualunque altra parte del villaggio e quindi ideale per il nostro scopo, avremmo visto tutto molto bene ed eravamo pronti ad intervenire se qualcosa fosse andata male. Come previsto le ragazze in spiaggia essendo da sole vennero avvicinate dai due della sera prima, fu Laura a lanciare l’amo.
“Nel pomeriggio siamo da sole al bungalow 24, perché non venite dopo le 16,00 a farci compagnia?” Ovviamente i ragazzi non si fecero pregare, si salutarono con un bacio sulla guancia, pranzammo tranquillamente parlando di tutt’altro, eravamo tutti entrati nella parte e recitavamo per frenare la trance erotica che sentivamo ribollire dentro di noi, dopo il caffè, alle 15 circa, io e Gianni prendemmo gli zaini e ci incamminammo verso il posto appartato che Gianni aveva notato qualche giorno prima.
“Ci vediamo stasera.”
Dissi a mia moglie, come se fosse un pomeriggio normale della nostra vita, alle 16 puntuali i due ragazzi si presentarono, dalla nostra postazione osservavamo tutto, si sedettero nel retro del bungalow e si versarono da bere chiacchierando. Capimmo che le cose stavano cambiando quando Laura si sedette sulle ginocchia di Pierre e Alessia in braccio a Paolo, Pierre cominciò ad accarezzare i seni di mia moglie e le sbottonò la camicetta, con una mano le stringeva un seno e infilò l’altra dentro la gonna nera, Paolo, dopo aver abbassato il bordo del vestitino indossato da Alessia ed averle tirato fuori i seni, cominciò a baciarli e leccarli, cosa che fece subito anche Pierre con i seni di Laura. Uno sconosciuto stava leccando i seni di mia moglie ed io stavo guardando arrapato, sia Laura che Alessia si misero in piedi, i due ragazzi le spogliarono accarezzandole dolcemente, una volta che erano rimaste con addosso solo le scarpe le misero a sedere sul tavolo al centro della veranda e cominciarono entrambi a leccare le fighe, Paolo ad Alessia e Pierre il ragazzo di colore a mia moglie Laura. Alessia fece cenno quasi subito a Paolo di non leccarla più, si spostò gli abbassò i pantaloncini e prese il suo cazzo in bocca succhiandolo con avidità, continuarono così per un po’ Alessia spompinava Paolo, il quale ogni tanto si chinava a baciare i seni di mia moglie, mentre Pierre le leccava la figa, Gianni osservava sorridendo e ogni tanto mi diceva.
“Tutto come avevo previsto e sperato è una sensazione incredibile.”
Gianni mi sorprese tirando fuori una macchina fotografica con uno zoom notevole, che io ignoravo lui possedesse, cominciò a fare foto su foto, nel frattempo laggiù avevano cambiato, Laura adesso si era seduta e succhiava il cazzo di Pierre, mentre Paolo prendeva Alessia da dietro con molta forza e lei sembrava godersela tutta. Subito dopo Paolo la spostò e la piazzò continuando a prenderla da dietro di fronte al cazzo di Pierre, adesso stavano leccando entrambe il membro molto grande del ragazzo di colore, cambiavano continuamente, Pierre prese mia moglie Laura e la rimise a sedere sul tavolo, cominciò a scoparla mentre lei aveva le gambe all’aria, dall’altra parte del tavolo Paolo continuava a prendere Alessia da dietro. Dopo qualche minuto in questo modo i due ragazzi si scambiarono un “cinque” e si spostarono, Pierre si piazzo davanti ad Alessia che comincio a spompinarlo e Paolo dopo aver accarezzato e baciato dolcemente la mia donna cominciò a prenderla in varie posizioni, prima da dietro poi si mise sopra di lei intervallando ogni tanto con un ripasso nella bocca, anche Alessia adesso era totalmente in balia di Pierre che la girava e la rigirava a suo piacimento. Non mi ero accorto che Gianni aveva cominciato a masturbarsi totalmente annebbiato e sconvolto dalle emozioni che lo stavano travolgendo.
“Perchè non ti masturbi anche tu, cosa aspetti? Vuoi che le palle ti esplodano?”
Mi disse, io non risposi, stavo scoppiando dalla voglia ma al tempo stesso non volevo perdermi nemmeno un attimo dello spettacolo che si offriva alla mia vista, adesso le due donne erano piazzate l’una di fronte all’altra e si baciavano mentre i due uomini le prendevano da dietro, si baciavano e si leccavano i seni a turno ma il meglio doveva ancora venire. Paolo si mise a sedere sulla sdraio e Alessia gli si mise di sopra, Pierre dapprima rimase un po’ a godersi la bocca di mia moglie poi si piazzo dietro Alessia penetrandola nel culo e cominciando una doppia mozzafiato, Laura si masturbava evidentemente molto eccitata nel vedere la sua amica scopata da due uomini contemporaneamente. Mille pensieri mi passarono per la mente, Laura non mi aveva mai dato il suo culetto e se adesso le fosse venuta voglia di una doppia penetrazione? Gianni continuava a masturbarsi mormorando ogni tanto qualche frase a commento.
“Brava… anche il culo… lo sapevo che ti sarebbe piaciuto.”
Venne per la seconda volta e riprese subito dopo, roba da matti, il mio timore era che anche Laura fosse sottoposta allo stesso trattamento di Alessia, mi calmai quando vidi che Pierre era giunto all’orgasmo e stava venendo sulla schiena di Alessia mentre Paolo continuava a sbatterla. Quello che non avrei mai immaginato sarebbe stato che Laura cominciasse a leccare lo sperma dalla schiena della sua amica, cominciò anche a leccare le palle di Paolo mentre lui scopava Alessia, sembrava stesse quasi per venire quando si fermò, uscì da Alessia e la rigirò piazzandola a schiena in giù e mettendo mia moglie proprio sopra di lei. Si spostò e cominciò a scopare Laura da dietro con molta forza mentre Pierre, il ragazzo di colore, guardava sorridendo ormai esausto, dopo pochi colpi Paolo venne dentro mia moglie la quale piazzò la figa sul viso di Alessia che cominciò a leccare lo sperma che le colava fuori. Rimasero così, esausti e compiaciuti per un po’ finchè i due ragazzi cominciarono a rivestirsi e se ne andarono salutando le nostre donne con un bacio, Gianni nel frattempo era venuto per la terza volta, chiudemmo gli zaini e tornammo al villaggio.

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Wilder Urlaub in Südfrankreich VI

Wilder Urlaub in Südfrankreich VI – Der Sturm
© Luftikus

Mama schien gerade recht viel Vergnügen darin zu finden, meinen Schwanz von oben bis unten zu lutschen und abzulecken, als unsere Wochenmarktbesucher zurück kamen. Natürlich ließen alle von allen Vergnüglichkeiten ab. Dafür war später immer noch Zeit, nun aber gierten alle nach Neuigkeiten. Wer hatte was gekauft? Und hatten sie uns auch etwas mitgebracht?

Marina, Angie, Maggo und Toby konnten es gar nicht erwarten, sich die staubigen und verschwitzten Kleider vom Leib zu reißen. Im Nu standen sie nackt neben uns. Marina begrüßte Pierre mit einem wenig schamhaften Kuss, wobei sie mit einer Hand leicht über seine Kronjuwelen streichelte. Pierre grinste und gab ihr einen Klaps auf die nackte Hinterbacke. Tobys Begrüßung bei Michelle fiel etwas züchtiger aus, sie kannten sich ja nur vom Lagerfeuer und hatten noch gar keine ‚nähere Bekanntschaft‘ geschlossen. Seinem Blick nach zu schließen, wollte er das am liebsten auf der Stelle ändern und beherrschte sich nur mühsam. Zumindest tat er so.

Sandra war inzwischen auch nackt und hatte aus dem Wohnmobil ihre String-Winzlinge geholt. „Lollo, ich hab dir ja schon verraten, was ich gestern gekauft habe und jetzt verteilen möchte. Ziehst du dich bitte auch gleich aus? Lukas, Matthias, Wolfgang, Bernd! Was ist mit euch? Ein halber Tag unter den biederen Leuten und schon habt ihr wieder Hemmungen?“ Grummelnd gingen die Herren der Schöpfung und machten sich paradiesisch.

„Also dann“, fuhr Sandra fort, „ich habe gestern am Strand diese Micro-Strings gesehen und, weil sie billig waren, eine Reihe davon gekauft. Wer sich traut, damit, und nur damit, an den Textilstrand zu gehen, der schenk ich ein solches Teil. Für Männer ist es leider nicht gemacht. Aber die können sich ja am Anblick erfreuen. Meiner ist grün!“ Damit hob sie ihren grünen String in die Höhe, stieg hinein und dreht sich mit ausgebreiteten Armen um die eigene Achse, dass ihre wundervollen Titten so richtig flogen.

Alle klatschen Beifall und Angie rief: „Ich möchte auch so ein Teil! Sieht supergeil aus!“

„Angie!“, rief Wolfgang rügend, aber niemand schenkte ihm Beachtung. Es war ja nur die Wahrheit.

Angelika bekam einen in Gelb und Marina, die sich natürlich auch sofort gemeldet hatte, einen in Blau. Beide zogen sie sofort an. Angie hatte recht. Es sah wirklich supergeil aus. Manu, die ihr weißes Teil ja schon am Vortag bekommen hatte, verschwand kurz im Wohnmobil und kam ‚angezogen‘ wieder heraus. Wenn da nicht das winzige längliche Dreieck über ihrer Clit und die dünnen Bändchen gewesen wären, hätte man sie, ebenso wie Sandra, Angie und Marina, für völlig nackt gehalten. Wenn man genau schaute, – und wer würde da nicht genau schauen? – konnte man sehen, wie sich der kleine weiße Stofffleck wölbte, ebenso wie ihre Schamlippen, zwischen denen sich die untere Spitze des Dreiecks und das Bändchen verliefen. Sie war schon wieder geil, was zwar kein Wunder war, der Anblick ließ aber meinen Schwanz steif werden. Ein Blick in die Runde. Pierre, Toby, Maggo, Lukas, Matthias und sogar den beiden Vätern ging es kaum besser.

„Gib mal her, ich habe versprochen, dass ich auch einen anprobiere!“, meldete sich Lollo zu Wort und übernahm von Sandra einen Micro-String in lila Farbe. Er stand ihr ausgezeichnet. „Was ist mit euch, Schwestern?“, wandte sie sich dann an Mama und Tante Astrid. „Wie ich sehe, habt ihr euch endlich auch rasiert. Das sieht wirklich besser aus!“

Nun bemerkten auch Papa und Onkel Wolfgang mit „Aha“ und „Oho!“ diesen erfreulichen Umstand. Es wird ja viel darüber gewitzelt, dass Männer die neuen Frisuren ihrer Frauen nicht bemerken, aber dass es so schlimm sein kann, hätte ich nicht gedacht. Die beiden stellten sich hinter ihre Frauen und rieben ihre steifen Schwänze am Sitzfleisch. Sie dachten wohl, das würde keinem auffallen!

„Lass mal fühlen!“, sagte Wolfgang und tastete mit einer Hand nach Astrids frisch geölter Pussy.

Sie haute ihm spielerisch auf die Finger. „Nicht jetzt, du Lustmolch! Ich stimme zu, dass das superscharf aussieht, aber ich denke auch, dass dieses winzige Dingelchen an mir weniger sexy als lächerlich aussehen würde. Oder obszön, wenn man bedenkt, wie meine langen Schamlippen da rechts und links vorbei hängen würden. Dann schon lieber ganz nackt, oder?“

„Ganz recht, liebe Astrid. Für mich gilt dasselbe“, schloss sich Mama an. „Und, wenn ich das auch noch sagen darf, mit den Dingern da“, sie deutete auf Sandra, Manu, Angie und Marina und warf Lollo einen strafenden Blick zu, „an den Textilstrand zu gehen, halte ich für eine gewagte Provokation. Aber ich werde euch nicht davon abhalten, nicht einmal Marina. Allerdings bringe ich euch kein Frühstück ins Gefängnis, wenn sie euch verhaften.“

„Ach, Gottchen! Die Franzosen sind da tolerant. Du kannst ganz nackt am Textilstrand spazieren gehen. Möglicherweise macht dich jemand darauf aufmerksam, dass du dich wohl verlaufen hast, vielleicht auch nicht. Von Verhaften kann keine Rede sein.“ Lollo wusste offenbar Bescheid. „Aber ich habe mir so etwas schon gedacht und euch deswegen etwas mitgebracht, das auch ihr tragen könnt, wenn ihr euch traut.“ Sie nahm einen Beutel, den sie vorhin unauffällig auf dem Tisch deponiert hatte und zog zwei Tangas heraus, die nur unwesentlich mehr Stoff hatten, als Sandras Micro-Strings. Sie reichte einen goldfarbenen Tante Astrid und einen schwarzen mit silbernen Punkten meiner Mutter. „Gleich anprobieren!“, forderte Lollo und zappelte herum, wie ein Kind vor der Bescherung.

Es kostete einige Mühe, den Stoff so zurecht zu zupfen, dass tatsächlich die längeren Schamlippen der Mütter verstaut waren. „Wow!“, entfuhr es mir. „Ihr seht so scharf aus, als wärt ihr dem Playboy entsprungen!“ Und das war die reine Wahrheit! Besonders Mama mit ihren etwas üppigeren Kurven stellte manches Pornomodel in den Schatten. Das fand auch Papa, denn er fasste sie am Arm und zog sie zum Wohnwagen. Bernd und Astrid folgten gleich darauf.

„Für dich, lieber Neffe, habe ich auch etwas!“, verkündete Lollo. Ich sah mich kurz um. Marina, Toby und die anderen Youngsters grinsten erwartungsvoll. Was hatten sie wieder ausgekocht? Das Wortspiel fiel mir erst nach dem Gedanken auf. Langsam, wie ein Waisenkind, das den Hauptpreis in der Lotterie zieht, fuhr ihre Hand in die bewusste Tüte und zog etwas hervor, das wie eine missglückte Wurst aussah. „Damit du auch an den Textilstrand gehen kannst!“

Erst bei näherer Betrachtung erkannte ich, dass es ein Penisfutteral war. Lollo erklärte grinsend: „Es sind Schaumgummiringe drin. Damit kann man einen längeren Schwanz vortäuschen, wenn man nur einen kleinen hat. Ist dann halt blöd, wenn man in eine Situation kommt, wo er zu wachsen anfängt. Du hast da ja Glück, weil deiner kaum an Länge zulegt, wenn er steif wird.“ Die hatte ja ganz genau beobachtet, meine geile Tante! Nur mich ranlassen, das wollte sie nicht!

Ich nahm das Geschenk dankend an und räumte gleich einmal Schaumgummiringe aus. Das Teil war für Penisse bis zweiundzwanzig Zentimeter ausgelegt. So viel hatte ich nicht zu bieten. Ich konnte entweder drei Zentimeter Füllmaterial drin lassen und so tun, als hätte ich mehr als meine natürlichen neunzehn, oder ich konnte oben den Rand umschlagen und die Bänder an tiefer liegenden Ösen festmachen, wie Tante Lollo erläuterte. Ich entschied mich für Ehrlichkeit, denn wenn man mit so einem Ding in die Öffentlichkeit geht, kommt irgendwann die Stunde der Wahrheit. Oder die Stunde kommt gar nicht, weil die Frauen und Mädchen von so einer Überlänge abgeschreckt werden. „Du kannst wählen“, sprach Lollo weiter. „Mit den kurzen Bändchen kannst du das Futteral am Hodensack festbinden, mit den längeren wie einen Stringtanga tragen. Letztere Möglichkeit erschien mir bequemer. Lollo half mir, die Bänder einzufädeln und so zu binden, dass guter Sitz gewährleiste war. Dabei kamen mir ihre Finger so nahe, dass mein Schwanz schon wieder gefechtsbereit stand.

„Das muss ich mir im Spiegel anschauen!“, rief ich und drehte mich im Kreis, damit mich alle bewundern konnten.

„Supergeil!“, rief Marina. Ich sah, dass der Wohnwagen hinter mir leicht schaukelte. Papa und Mama oder Onkel Wolfgang und Tante Astrid vögelten. Oder alle vier.

Ich winkte Manu und polterte in den Wohnwagen. „Schaut mal, was mir Lollo mitgebracht hat!“, rief ich. In der Tat waren alle vier beim Vögeln. Es war das erste Mal, dass ich das sehen konnte. Astrid saß auf Onkel Wolfgangs Schwanz und ritt ihn, wobei sie sich weit zurück lehnte und sich auf seinen Fußknöcheln abstützte. Ich ging zu ihnen, während sich Manu meinen Eltern zuwendete.

Wolfgang war erschrocken, aber Astrid grinste und ritt weiter. „Wenn ich mit Manu in der Stellung bumse, dann reib‘ ich immer ihren Kitzler. Da geht sie tierisch bei ab“, riskierte ich einen frechen Spruch und demonstrierte sogleich am lebenden Objekt, wie ich das meinte. „So schön glatt!“, lobte ich und zwirbelte Astrids Klitoris. Sie schnurrte, hechelte und kam. „So geht das!“ Astrid ritt weiter, nun aber langsamer. Sie musste erst wieder zu Atem kommen. Wolfgang befolgte meinen Rat. Für meine Neuerwerbung interessierte sich niemand. Ich drehte mich um.

Mama lag mit weit gespreizten Beinen auf dem Bett und Papa war dabei gewesen, sie zu lecken, als Manu hinzu kam und sich neben ihn kniete. Voller Hautkontakt, der Wohnwagen war ja nicht so geräumig. „Schön glatt und gut zu lecken, was?“, fragte sie und packte dabei wie unbeabsichtigt seinen Schwanz. Der war kaum länger als meiner, aber ein Stück dicker.

„Schmeckt irgendwie anders!“, stöhnte Papa. „Merkwürdig.“

„Ehrlich?“, fragte Manu scheinheilig. „Lass mal!“ Sie drängte Papa zur Seite und ließ ihre Zunge über Mamas Muschi gleiten. „Wird wohl der Rest von der Sonnencreme sein.“ Sie zog Mamas Schamlippen auseinander und senkte ihre Zunge ins rosa Fleisch. „Alles ganz normal!“, verkündete sie dann. „Willst du ihn ihr nicht endlich reinstecken?“, fragte sie dann, während sie den Schwanz meines Vaters wichste. Der war so geil, dass er das Absonderliche der Situation nicht richtig realisierte, sondern tat, was seine Nichte von ihm gefordert hatte.

„Ich will oben liegen!“, keuchte Mama und wälzte ihn auf den Rücken.

Langsam und mit wippendem Schwanz näherte ich mich ihnen. „Guckt mal, das hat mir Lollo mitgebracht!“

„Was ist das denn für ein Unding?“ Mein Vater hatte keinen Sinn für so etwas.

„Ein Penisfutteral. Ich find es zwar geil, aber irgendwie merkwürdig zu tragen.“

„Dann zieh‘ es eben wieder aus!“, stöhnte Mama, die immer praktisch dachte.

Da setzte ich gleich nach: „Mach du es mir auf. Lollo hat es irgendwie festgemacht und ich seh‘ nicht genau, wie und wo!“ Um dran zu kommen, musste sie sich nach vorne beugen und sich etwas zur Seite neigen, denn das Bett war gut kniehoch. Mein eingehüllter Schwanz ragte ziemlich in der Nähe von meines Vaters Gesicht über die Bettkante. Mama löste geschickt die Bänder und zog langsam die Hülle ab. Papa war sprachlos, vor allem, als sie ihre mütterlichen Lippen über meine Eichel schob – und schnurrte.

Endlich fand er die Sprache wieder: „Bella, was tust du da?“

Mama ließ meinen Prügel aus ihrem Mund. „Ach Bernd! Stell dich nicht so an! Du hast meine Mutter gefickt und hast auch deine Mutter gefickt. Und mit meinen Schwestern fickst du immer wieder. Sogar Arne hast du einen geblasen.“ Das war ja mal eine Neuigkeit! „Ich wette darauf, falls sie will, wirst du in diesem versauten Urlaub auch noch deine Tochter ficken und womöglich Angie entjungfern.“

„Ähm!“, wandte ich ein. „Letzteres ist nicht mehr möglich. Das hat sie schon selber erledigt.“

„Was?“

„Tja, sie hat sich dazu meines Schwanzes bedient, aber sie hat gesagt, sie hätt es schon mit mehreren Jungs getan und, wie ich festgestellt habe, dass sie doch noch Jungfrau war, hat sie sich so auf meinen Schwanz fallen lassen, dass es passiert ist. Sie hat nicht viel geblutet und nach dem ersten Schmerz hat es ihr super gefallen.“

Er überlegte längere Zeit, während Mama ihre Reitbewegungen wieder aufnahm und auch weiter an mir lutschte. Ich sah zu Manu und ihren Eltern hinüber. Sie streichelte die Muschi von Tante Astrid und beugte sich dann vor, um sie zu lecken. „Hast du Mama eigentlich schon geleckt? So schön glatt rasiert, ist das ein echtes Vergnügen.“ Wolfgang zögerte. „Hast du echt nicht?“, fragte Manu weiter. „Komm, probier’s mal!“ Mit diesen Worten schwang sie sich über sein Gesicht und präsentierte ihrem Vater die haarlose Spalte.

„Aber, aber!“, stammelte Wolfgang und bekam von seiner Frau in etwa dieselbe Antwort, wie vorhin Papa von meiner Mutter: „Es kommt eben, wie es kommen musste! Du hast schon alle Fotzen in deiner Familie geleckt, also halt fast alle. Die deiner Mutter, meiner Mutter, deiner Tante, meiner Schwestern, jetzt brauchst du dich bei deiner Tochter auch nicht so anzustellen. Der Apfel und so weiter. Leck sie gut, du kannst es und sie will es. Wahrscheinlich kannst du sie auch ficken. Tu es, wenn ihr es beide wollt!“

„Ja, ich will es!“, sagte Manu schlicht und presste ihre Pussy fest auf ihres Vaters Lippen. Ihren Stöhnen und Schnurren nach zu urteilen, fing er gleich an, ihrem Wunsch zu entsprechen. Sie legte sich flach auf seinen Bauch und, weil sie zu klein war, um sie zu lecken, fingerte sie ihre Mutter. Die drei waren ganz in ihrem heißen Dreier verstrickt, was offenbar auch meinem Vater auffiel.

„Na gut!“, meinte er, „dann soll es eben sein. Familientradition eben. Und wie feiern wir das Ereignis?“

„Ich hätte da schon eine Idee. Wie wäre es, wenn ich Mama in den Arsch ficke? Ein Doppeldecker? Ich glaube, das hält sie aus. Und ich habe es ihr versprochen.“

„Ihr habt schon? Heute?“

„Ja, haben wir, und was da so seltsam geschmeckt hat, das war keine Sonnencreme, sondern sein Sperma“, bekannte Mama. „Heute ist eben ein besonderer Tag.“

„Sodom und Gomorrha!“ rief er, lächelte aber dabei.

„Was ist jetzt? Machen wir es?“, fragte ich Papa ungeduldig.

„Ihr macht mich wahnsinnig! Ich komme!“, schrie er und hob Mama von seinem Schwanz, spritzte auf ihren Po und in die Kerbe. Genug Schmierstoff für mein Vorhaben.

„Gut gemacht, Paps, steck ihn wieder rein, dann komm ich.“ Da sein Fickkolben weiter recht fest blieb, tat er es. Ich steckte Mama zwei Finger in den Arsch und schmierte kräftig. Es war wohl kaum ihr erstes Mal, denn sie weitete sich schnell. So konnte ich sofort ansetzen und ihr meine Eichel rein stecken. Es ging dann nicht ganz so schnell tiefer, weil der Schwanz meines Vaters viel Platz in Anspruch nahm. Ich konnte ihn deutlich spüren.

„He! Das will ich auch einmal ausprobieren“, rief Manu von der anderen Seite her, ehe sie sich den Schwanz ihres Vaters in den Mund steckte.

„Aber nicht mehr heute!“, wehrte ich ab und fickte heftig den Arsch meiner Mutter. Das war so ultrageil, dass es gar nicht sehr lange dauerte, bis wir beide abspritzten, erst mein Vater, dann ich. Auch Mama schrie, spritzte und versaute damit das Leintuch.

Als sie aus ihrem finalen Orgasmus wieder auftauchte, bemerkte sie die Bescherung. „Ich brauche dringend eine Dusche. Kommt ihr mit?“

Wolfgang, Astrid und Manu waren inzwischen auch so weit und er schoss seinen Samen in seine Frau. Den Fick mit seiner Tochter hatte er wohl aufgeschoben, der Urlaub dauerte ja noch länger. „Ich gehe jetzt ans Meer schwimmen und dann schlafe ich wieder am Strand. Manu wohl auch“, erklärte ich. Diese nickte nur. Dafür schlossen sich Onkel und Tante meinen Eltern an. Wenn das nicht noch einen Quickie im Sanitärgebäude ergab. Also ich hätte nicht widerstehen können, wenn ich erst ein- oder zweimal gekommen wäre. Aber nach dem fünften Mal, verspürte ich keine Regung mehr. Doch ich sollte Glück haben.

Wir hatten so lange im Wohnwagen gevögelt, dass inzwischen draußen einiges geschehen war. Kein Mensch weit und breit. Irgendjemand, vermutlich Lollo, hatte Würstchen gekocht, die im noch warmen Wasser schwammen. Senf, Ketchup und Brot lagen dabei. Da ich neulich den ganzen Vorrat zum Grillen entführt hatte, hatte wohl Lollo nachgekauft. Sie schmeckten grauenhaft! Deswegen waren wohl auch noch so viele davon da. Aber wenn der Teufel Hunger hat … Und Fliegen schmeckten wohl noch mehr scheiße! Also schlangen wir schnell ein Paar hinunter. Manu entdeckte einen Zettel, auf dem geschrieben stand: „Wir sind in den Dünen. Diesmal kommen wir mit!“ Unterschrieben war das Dokument mit „Angelique“. Klang auch gut, nur kam Manu hoffentlich nicht auf die Idee, sich künftig „Emmanuelle“ zu nennen. Es gab andere Methoden, ihrer frankophilen Neigung Ausdruck zu verleihen, die mir wesentlich besser gefielen.

Während unsere Eltern was auch immer im Sanitärhaus trieben, packten wir unsere Schlafsäcke und ein paar Äpfel ein und strebten dem Strand zu. Es war mondhell, so kamen wir gut voran. „Das mit dem Doppeldecker, an wen hast du da eigentlich gedacht?“, fragte ich.

„Mit dir natürlich und dann? Entweder Matthias oder Pierre? Eventuell musst du dann halt Revanche geben. Das macht dir doch nichts aus, oder?“

„Mit Sandra oder Michelle? Natürlich nicht, da freu ich mich drauf. Sehr sogar.“

„Hast du das eigentlich schon oft gemacht?“

„Das eben war mein erstes Mal“, gestand ich ihr.

„Wow! Und dann gleich mit Vater und Mutter!“

„Tja, das Leben ist schon sonderbar. Pralinen und so“, spielte ich auf Forrest Gump an.

Beim kleinen Lagerfeuer, das unruhig flackerte, angekommen, ließen wir nur das Gepäck etwas abseits in den Sand fallen und liefen hinunter zum Ufer. Michelle kam uns nach gerannt. „Heute wieder nix ficke!“, stieß sie atemlos hervor und folgte uns in das warme Wasser des Mittelmeeres. Auf meinen ratlosen Blick versuchte sie einen etwas komplizierten Sachverhalt zu erklären. Auf Deutsch, Französisch und sogar Englisch – da hatte Michelle in der Schule wohl ungefähr so gut aufgepasst, wie ich und Manu in Französisch – hatten wir einige Mühe, bis folgendes heraus kam. Die kleine Marie war noch keine vierzehn, also ungefähr so alt wie Angie, und unschuldig wie ein Lamm. Ihr Vater war der Bürgermeister und Schwager von Jeans Vater. Der wieder betrieb im Ort eine Discothek, die einen eher zweifelhaften Ruf genoss. Das interessierte uns natürlich brennend. Es schien so, als fänden dort regelmäßig Show-Acts statt, die nicht jugendfrei waren, aber dort verkehrte hauptsächlich junges Publikum. Manche waren erst zwölf oder dreizehn, dabei war offiziell der Eintritt erst ab sechzehn gestattet. Bei dem, was aber dort an nackten Tatsachen geboten wurde, von Wet-T-Shirt-Wettbewerben bis zu Striptease, hätte die Grenze aber mindestens bei achtzehn liegen müssen. „Dann leer!“, kommentierte Michelle. Sie erzählte auch noch, dass sie selber, Pierre, Jean, Christine, Philippe und sogar Jeans Schwester Jeannette, die noch nicht ganz sechzehn war, dort arbeiteten. Die Mädchen meist oben ohne an der Bar, manchmal strippte Michelle auch. Das war natürlich alles nicht erlaubt, aber es gab gutes Geld dafür. Und, wie Michelle versicherte, es machte ihnen auch ordentlich viel Spaß. Der Bürgermeister wollte keine Details wissen, verriet aber immer, wenn die Polizei Kontrollen durchführte. Dafür sollten sich Jean und Jeannette um seine jüngste Tochter kümmern und mit ihr etwas unternehmen. Leider nahm das in letzter Zeit etwas überhand. Dass einer der Hauptzwecke der Treffen in den Dünen in ausgiebigen Sexspielen lag, hatten sie ihm natürlich nicht auf die Nase gebunden. Marie war ein nettes und sehr hübsches Mädchen, da fiel es ihnen grundsätzlich nicht sehr schwer, sie manchmal in ihre harmloseren Aktivitäten einzubinden. Das Nacktbaden hatten sie ihr zumindest schon angewöhnt. Aber mit Orgien war eben nichts, wenn sie dabei war. Und heute war sie wieder dabei. Gott sei Lob und Dank!

Es kam ein kühler Wind auf, darum verkrochen wir uns bald in die Schlafsäcke, doch auf einmal entstand rundherum Unruhe. Michelle informierte uns. „Schnelle! Ungewetter kommen! Blitz, Bumm, nass!“ Jean, Jeanette, Philippe und Christine waren mit Marie schon unterwegs, während Michelle fluchte: „Merde! Merde! Merde! Wir weit weg. Alle nass!“

Ich sah mich um, auch unsere Leute waren schon geflüchtet. Das hatten wir nun davon, dass wir uns weiter weg gelegt hatten. „Dann kommt mit zu uns, unter dem Vordach vom Wohnmobil bleibt ihr wenigstens trocken.“ Aber das war ein Angebot ohne Grundlage, denn als wir am Platz ankamen, hatte Lukas das Dach bereits eingerollt. Es war wohl nicht sturmfest. „Wo zwei Paare leicht Platz finden, können auch drei kuscheln, oder?“ Manu nickte nur, also stiegen wir ein. Sandra und Matthias waren noch wach.

„Da seid ihr ja. Gerade noch rechtzeitig!“ Matthias hatte Recht. Schon prasselte der Regen an die Außenwand und auf das Dach. Ein Blitz erhellte die Nacht und ein gewaltiger Donnerschlag ließ das Auto beben. Schlagartig setzte auch ein Sturm ein, der an den Wänden rüttelte. Hoffentlich hatten die anderen Tische, Stühle, Luftmatratzen, Sonnenschirme, Liegestühle und so weiter in Sicherheit gebracht. Ich ging bei dem Wetter jedenfalls nicht mehr hinaus.

„Könnt ihr noch ein wenig zusammenrücken?“, fragte Manu und Matthias rückte. Aber nicht näher an Sandra heran, sondern von ihr weg. Die Verwirrung war nur kurz. Michelle begriff und schubste Pierre in die Lücke. Grinsend schmiegte sie sich an seinen Rücken und ließ Matthias näher kommen. Manu war die nächste und mir blieb nur der äußerst rechte Rand. Ich sah noch eine Bewegung von Sandra. Offenbar hatte sie sich Pierres Glied zwischen die Oberschenkel geklemmt. Auch Michelle hob ihr Bein an und Matthias rückte noch näher. Dadurch blieb für Manu und mich erstaunlich viel Platz. Erschöpft fiel ich in Tiefschlaf und träumte von einem Doppeldecker mit Michelle.

Ich erwachte wieder früh und musste dringend pissen. Draußen war es vollkommen ruhig, bis auf ein dumpfes, auf- und abschwellendes Grollen, das ich nach einigem Nachdenken als Wellenbrechen identifizierte. Super! Das gab einen Riesenspaß, unter der kippenden Welle durch zu tauchen. Aber zuerst mal pissen. Ich erinnerte mich an Lollo und rüttelte sie sanft. „Ich muss pissen. Kommst du wieder mit?“ Doch sie grunzte nur abweisend und wälzte sich auf die andere Seite. Alle anderen schlummerten noch tief. Noch einen Korb wollte ich nicht riskieren, also schlich ich mich allein hinaus in die Morgenfrische, trat am Waldrand auf einen sonnigen Fleck und richtete das Rohr auf einen Pinienzapfen. Gerade, als der erste Strahl den Zapfen traf, verspürte ich zwei zarte Hände an meinem Schwanz. Angie und Marina!

„Das können wir auch!“, rief Marina und wirklich, die beiden standen mit gespreizten Beinen neben mir, rieben meinen Kolben und zielten damit weiter auf den Zapfen. Dabei ließen sie es laufen, pissten im Stehen. Na, warum sollte das auch nicht gehen? Da ich meine Hände jetzt frei hatte, legte ich sie auf die knackigen Po-Backen der beiden jungen Schlampen. Endlich versiegten die Strahlen, einer nach dem anderen und die zwei Mädchen schüttelten sich und meinen Schwanz.

„Und jetzt würden wir gern ficken!“, verkündete Angie.

„In der Hängematte! So, wie du es mit Manu machst!“, fügte Marina hinzu.

Die Vorstellung, noch vor dem Frühstück mit meiner kleinen Schwester und ihrer noch jüngeren Cousine zu vögeln, begeisterte mich, aber: „Ihr wisst schon, dass ich nur einen Schwanz habe? Also kann ich nur eine von euch ficken.“

„Keine Bange! Die andere kannst du ja lecken, bis sie auch kommt. Und dann wechseln wir.“ Meine Schwester war schon ganz schön abgebrüht, hatte aber nicht alles bedacht.

„Das ist nicht so einfach! Manu liegt immer mit dem Rücken auf meiner Brust, weil die Hängematte sich ja krümmt. Da ist es für die Wirbelsäule angenehmer, wenn sie nicht nach hinten gebogen wird, wenn ihr versteht, wie ich das meine.“

Angie überlegte. „Wir werden sehen. Fangt ihr mal an!“ Ich legte mich also in die Matte und dirigierte Marina in die bewährte Stellung. Mein Schwanz war allein bei der Vorstellung hart wie Buchenholz geworden.

„Kannst du ihn ein wenig anfeuchten?“, fragte ich Angie, welch auch darüber nachdachte.

„Iiiieeeeeh!“, sagte sie und grinste dazu. Dann kletterte sie auf uns, und zwar verkehrt herum, schob ihre Muschi Marina ins Gesicht und meinen Schwanz in ihren Mund.

„Ich bin ziemlich gelenkig“, verkündete sie. „Das hier macht mir nichts aus, ich kann sogar noch mehr, aber das zeige ich euch später.“ Nach einem Weilchen steckte sie meinen Schwanz in Marinas Fötzchen und liebkoste deren Kitzler. Marina hingegen ließ ihre Zunge auf Angies Muschi tanzen. Wenn ich an Marinas Ohr vorbei schielte, konnte ich alles ganz genau sehen. Tierisch geil! Das war wohl die ‚Mutzenbacher-Schule‘!

Ich tat mein Möglichstes, aber mit zwei Leibern auf meinem Bauch war es nicht ganz einfach. Marina war beweglich wie eine Schlange und rotierte mit ihrem Unterleib, einfach fantastisch! Beide Mädchen kamen mehrmals heftig, ehe sie wechseln wollten.

Aber Angie hatte etwas anderes im Sinn. Anstatt sich mit dem Rücken zu mir auf mich zu legen, schwang sie ihre junge Muschi über mein Gesicht. „Marina kann wirklich geil lecken, aber jetzt zeig du mir, wie du es kannst!“, forderte sie. Sie roch so betörend, dass ich meine Zunge tief in ihr Fötzchen steckte und zu züngeln begann. Meine kleine geile Cousine jaulte auf. „Aaaaiiieeh!“ Besser als ihr „Iiiiieeeh“!

„Und was mache ich inzwischen?“, fragte Marina und rieb sich die heiße Spalte.

„Blas ihm einen, oder leck seinen Schwanz. Ich kann ja nur seine Spitze mit dem Mund erreichen, weil Andy so groß ist. Oder mach sonst was. Danach leck ich dich in den Wahnsinn, du kennst mich doch!“

„Für eine Gerade-nicht-mehr-Jungfrau bist du ganz schon versaut, kleine Angelique. Da wundert es mich fast, dass du so lange nicht gevögelt hast.“

„Hehe, gefickt habe ich schon lange, aber entjungfern hab‘ ich mich nicht lassen, weil ich wollte, dass es mit dir passiert. An dem Tag, an dem Maggo das erste Mal mit Marina richtig gefickt hat, hab‘ ich ihn und Toby auch ihre Schwänze in mich stecken lassen, nur hab‘ ich die Hand so dazwischen gehalten, dass sie nicht bis zu meinem Hymen gekommen sind.“ Sie sagte wirklich Hymen! „Und rein spritzen hab‘ ich sie auch nicht lassen, klar, weil ich da ja die Pille noch nicht genommen hatte. Das Jungfernhäutchen ist ja kein Verhütungsmittel!“ Die war wirklich recht frühreif, meine Cousine! Ich muss da vielleicht erwähnen, dass die Familie Zinker, also die unserer Mütter ursprünglich aus einer Roma-Sippe stammte. Dort reifen Frauen und Männer offenbar schneller, als üblicherweise in Mitteleuropa. Dreizehnjährige Mütter sind da nicht so ungewöhnlich. Von da her hatten Astrid, Manu, Angie, Toby und Lollo wohl ihre pechschwarzen Haare. Der ‚Wikinger‘, der Mama gezeugt hatte, musste sehr dominante Gene besessen haben, denen wir unsere blonden Haare verdankten, wenn auch dunkelblond.

Marina nahm Angies Anregung auf und leckte an meinem Schaft auf und nieder, massierte meine Eier und überließ ihrer Cousine die Eichel, die diese auch genussvoll lutschte. Hatte ich richtig gerechnet, besaß sie darin mindestens so viel Erfahrung wie Manuela. Unglaublich! Zwei gierige Paar Lippen an meinem Schwanz, noch dazu von meiner Schwester und meiner kleinen Cousine, das konnte nicht lange gut gehen. Ich spürte, wie mein Saft ins Rohr schoss, gab aber keine Warnung ab, weil meine Zunge noch immer in Angies Ritze steckte. Den ersten Schuss bekam die Kleine in den Mund, was sie überraschte. „Iiiiieeeh!“, rief sie erschrocken und ließ meine Eichel aus ihrem Mund. Mein Schwanz wippte sogleich nach oben und so bekam Marinas Gesicht den Rest ab. Es schien beiden nichts auszumachen, denn sie schlabberten sich gegenseitig, und gemeinsam meinen Schwanz ab.

„Er wird gar nicht schlaff!“, stellte Marina erfreut fest, „du kannst gleich richtig mit ihm ficken!“ Angie wuselte auf mir herum, bis sie richtig lag. Marina schob ihr meinen glitschigen Schwanz in die heiß geleckte Muschi und beobachtete kurz, wie ich heftig zustieß. Dann kletterte sie geschickt in die Matte und krabbelte vorsichtig rückwärts, bis ihr Angies Zunge zeigte, dass sie angekommen war.

Angie war wieder enorm eng, einerseits, weil sie eben noch so jung war und noch nicht so viel richtig gevögelt hatte – aber immerhin mit drei verschiedenen Jungs an einem Tag, die kleine Schlampe – andererseits aber, so schien es mir, weil mein Schwanz noch ein wenig anschwoll, wenn ich genau daran dachte.

Wenn sie auch noch nicht so viel richtig gevögelt hatte, blasen und vor allem lecken konnte sie jedenfalls weltmeisterlich. Das bewies sie eben jetzt, als Marina schon wieder geil jubelte. Keuchend versuchte meine Schwester, sich zu revanchieren und biss zärtlich in Angies Lustknospe, ringelte sodann ihre Zunge darum und saugte abschließend das knallrote Zäpfchen, bis die Kleine zitternd ihren Orgasmus in die Muschi von Marina schrie. Lange hielt ich auch nicht mehr durch, noch ein paar feste Stöße, dann spritzte ich meinen Saft in das enge Fötzchen meiner zarten Cousine und meine Schwester bemühte sich, den ganzen Saft, der neben meinem Schwanz heraus quoll, vollständig aufzulecken.

„Zwei so geile Girls wie ihr beide sind ein Gottesgeschenk, aber jetzt bin ich echt geschafft!“, murmelte ich erschöpft. Die zwei kicherten, stiegen von mir herunter und sahen mir nach, als ich zum Frühstück wankte. Als ich mich umdrehte, lagen sie schon wieder übereinander in der Hängematte. Was für eine Familie!

Das Frühstück, das Tante Astrid zubereitet hatte, verschlang ich im Schnellgang. Vier Eier mit Speck, Orangensaft und frisches Baguette. Wer hatte das wohl besorgt? „Manu war im Campingshop Brot kaufen. Ich glaube, sie hat dort einen Aufruhr verursacht.“ Sandra grinste mich an und ergänzte, da ich verständnislos guckte: „Sie hatte nur den Micro-String an und einen Fünfer unter das Dreieck gesteckt.“ Da blieb mir die Spucke weg. Das hätte ich gern gesehen, aber meine Morgenunterhaltung war auch ziemlich geil gewesen.

„Wenn ich das gewusst hätte, wäre ich lieber selber gegangen“, murrte Astrid.

„Ach, Mami!“, rief Manu, zog den Micro-String wieder aus und wedelte damit vor dem Gesicht ihrer Mutter herum. „Hättest du dich denn getraut?“ Das war natürlich eine völlige Umdrehung der Argumentation.

„Nein!“, gab diese zu, „auch nicht mit dem neuen goldenen Tanga, nicht einmal überhaupt oben ohne, du schamloses kleines Geschöpf!“ Manu kicherte, warf sich ihrer Mutter in die Arme, hängte sich an ihren Hals und schlang die Beine um Astrid Hüften. Bei dem Anblick und wie sie sich küssten, schoss bereits wieder Blut in meinen Schwanz. Angie und Marina waren inzwischen auch gekommen – in jeder Beziehung – und als sie das sahen, veräppelten sie die beiden, indem sie es nachmachten. Angie warf sich Marina an den Hals und hing dort wie ein Äffchen. Dabei rieb sie aber ihre Muschi an der ihrer Cousine, indem sie auf und ab hopste. Lollo, Lukas, Sandra und Matthias schauten gebannt zu.

Manu ließ sich wieder auf den Boden gleiten. „Sandra hat versprochen, dass sie morgen einkaufen geht. Will sie jemand begleiten?“ Dabei guckte sie ihre Mutter neckend an.

„Lollo wird mich begleiten. Vielleicht ziehen wir uns die Micro-Strings an, vielleicht auch nicht. Lollo hat ja gesagt, dass die Franzosen das nicht so eng sehen“, provozierte Sandra. Lollo sah so aus, als wüsste sie nichts davon, dass sie mit ihrer jungen ‚Schwägerin‘ einen Nackteinkauf geplant hätte.

„Geniale Idee, das sehe ich mir an! Was anderes! Heute gibt es sicher großartige Wellen! Ich geh ins Meer. Wer kommt mit?“, rief ich in die Runde, denn sonst hätte ich unbedingt jemand ficken müssen, aber es war gerade niemand da, der das zweifellos zugelassen hätte. Alle jungen, auch Lukas und Lollo, schlossen sich begeistert an. Dafür brauchten sie keine Bekleidung, also zogen alle wieder ihre neuen Strings aus und folgten mir.

Es waren wirklich beeindruckende Wellen, die an den Strand donnerten. Sie brachen sich hauptsächlich an zwei Stellen: Kurz vor dem Ufer und etwa zwanzig Meter draußen, wo eine Art Sandbank verlief. Dort war das Wasser bei Ebbe nur etwa einen Meter tief. Mit lautem Geschrei stürzten wir uns ins Abenteuer, tauchten unter den überschlagenden Wassermassen durch, wurden von strudelndem Schaum mitgerissen und hatten einen riesigen Spaß. Toby und Marina versuchten eine Art Stunt. Er steckte ihr von hinten den Schwanz in die Muschi und so versuchten sie gemeinsam, unter den Wellen durch zu tauchen, wurden aber regelmäßig auseinander gerissen. Da verloren sie offenbar den Spaß an der Sache und gingen ans Ufer, wahrscheinlich für eine schnelle Nummer in den Dünen.

Lollo und Lukas hatten auch bald genug, Sandra und Matthias sah ich am Ufer entlang marschieren. Und Manu? Die konnte ich nirgends sehen, machte mir aber keine Sorgen. Sie konnte besser schwimmen als mancher Fisch, ich würde irgendwann erfahren, was sie gemacht hatte. Ich selber vergnügte mich mit den größten Wellen, ließ sie an mir zerschellen, tauchte drunter weg, ließ mich an den Strand spülen und stürmte wieder hinein. Langsam wurde ich müde, meine Muskeln erlahmten. Da riss mich ein Riesenbrecher von den Füßen und wirbelte mich weit zum Strand hin. Als ich mich aufrappelte, erwischte mich die nächste Welle. Ich schluckte Wasser und als ich wieder bei mir war, lag ich am Strand auf dem Rücken, im Moment unfähig, mich zu erheben. Ich schnappte nach Luft, spuckte etwas Wasser aus und beschloss, in dieser Stellung ein wenig zu verharren. Über mir kreischten Möwen und ich war froh, dass es keine Geier waren. Immer wieder rüttelten kleinere Wellen an meinen Beinen und ich wartete auf die nächste große, gespannt, ob sie mich zurück ins Wasser oder weiter auf den Strand hinauf schwemmen würde. Ein dumpfes Grollen kündigte sie an und mit einem Wasserschwall landete etwas Weiches auf mir.

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Wie der Vater, so der Sohn VI

Wie der Vater, so der Sohn VI
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„Deine Eltern?“, fragte Vanessa verblüfft zurück. „Was wollen die denn hier?“

„Keine Ahnung!“, antwortete Marlies leicht verstört. „Da sind noch mehr Leute vor der Tür, die ich aber nicht kenne. Ich habe ihnen nur aufgeschrieben, wo wir sind, damit sie sich keine Sorgen machen, aber ich habe nicht geschrieben, dass sie herkommen sollen.“

„Okay, da müssen wir das beste draus machen. Ich habe eine Idee. Hört mal alle her!“, rief sie, so laut sie nur konnte. Langsam erstarb der Lärm. „Draußen stehen Leute, unter anderem die Eltern von Marlies, Benno und Ralf. Die sind nicht ganz so locker drauf wie wir, also haltet euch zurück. Ihr geht jetzt alle ins Becken und spielt Wasserball. Ohne Intimitäten, ja? Manfred und Christian? Könnt ihr mir helfen und Michaela, das ist die Mutter, mit eurem Charme einwickeln. Michaela ist eine vollschlanke Schönheit, nach meiner Einschätzung zwar naturgeil, aber sie macht gern auf noble Dame. Wenn die Leute bei uns bleiben wollen, müssen sie sich mal nackt ausziehen, sonst geht gar nichts. Endziel ist, dass sie mitficken. Okay? Um den Papa Robert kümmere ich mich selber, vielleicht hilft mir Sabrina dabei, ihn zu verführen.“

„Aber gern doch, Mom!“

„Dann mal los und benehmt euch!“ An der Tür klingelte es erneut. „Wieso kommen die nicht durch die Hintertür wie vernünftige Nachbarn? Ich nehm’ die mal in Empfang!“ Vanessa schlang sich ein Handtuch locker um die Hüften, das allerdings zu kurz war, um es zu verknoten, weshalb sie es mit der Hand zusammenhalten musste. Ihre Brüste blieben nackt und ihre Nippel waren erwartungsvoll aufgerichtet. Mit wiegenden Schritten stieg sie die Treppe wieder hinauf und ging in die großzügige Eingangshalle. Durch den elektronischen Türspion erkannte sie ihre Nachbarin Michaela, die fast bildfüllend vor der Kamera stand und gewinnend lächelte. Hinter ihr drückte sich ihr Ehemann in eine Ecke und schaute gelangweilt, aber dahinter …

Hektisch rief Vanessa: „Ich komm’ ja schon, ich muss nur den verdammten Schlüssel finden! Ah! Da hängt er ja!“ Mit zitternden Fingern fummelte sie am Schloss und riss dann die Tür auf. Dass ihr das Handtuch inzwischen auf den Boden gefallen war, schien sie gar nicht mitbekommen zu haben. So stand sie in aller paradiesischen Nacktheit vor ihren Nachbarn, drängte sich aber zwischen Michaela und Robert durch und fiel einem Mann dahinter um den Hals. „Frank! Wo kommst du denn her? Oh, Frank, wir haben uns ja ewig nicht mehr gesehen! Und das …?“ Sie schaute zu einem jungen Pärchen, das schüchtern etwas weiter weg stand.

„Das sind Pola und Louis, meine Kinder. Pola! Louis! Kommt her und begrüßt eure Tante Vanessa, meine einzige und einzigartige große Schwester und dazu meine Lieblingsschwester!”

„Hast du denn noch mehr Schwestern, Dad?“, fragte Louis und gab Vanessa artig die Hand, doch die liebe Tante hielt sich damit nicht auf und zog ihn naher heran, schlang ihre nackte Arme um ihn und gab ihm einen Kuss, der gerade noch als schicklich zwischen Tante und Neffe durchgehen konnte. Dass ihre Arme dann nach unten rutschten und ihre Hände damit auf seinem Po landeten, war schon eine andere Sache.

Vanessa lehnte sich ein wenig zurück – sie hielt sich ja am Hintern des Jungen fest – und musterte ihn. „Mmh! Du bist ja ein richtiger Mann geworden und kommst hoffentlich ganz nach deinem Vater. Wie alt bist du denn jetzt?“

„Sechzehn, aber bald siebzehn“, antwortet Louis und ließ verstohlene Blicke über seine prächtig anzusehende nackte Tante schweifen. Es wäre müßig, wenn man behaupten wollte, dass die Gedanken der beiden dabei rein verwandtschaftlich interessiert und keusch gewesen wären.

Nun drängte sich auch die Nichte heran. „Geh’ weg da, du Scheusal! Lass mich meine Tante knuddeln! Hallo, Tante Vanny, schön, dich auch mal näher kennen zu lernen.“

„Pola ist fast auf den Tag genau ein Jahr jünger als ich, aber sie führt sich oft auf, als wäre sie meine Mutter!“, nörgelte Louis, der jetzt seitlich stand, von wo er den besten Ausblick auf die geilen Titten seiner Tante hatte – und mit einer Hand ihren knackigen Po streicheln konnte. Was er aus seiner Position aber nicht sehen konnte, war, dass Pola bei der innigen Umarmung schnell mit einer Hand an Vanessas Pussy fasste.

Pola verpasste ihrer Tante einen unkeuschen Kuss und flüstert ihr ins Ohr: „Du bist ganz nass da unten. Magst du manchmal auch kleine Mädchen?“

„Kleine Mädchen, große Jungs, ich mag sie alle, wenn es sich ergibt“, wisperte Vanessa zurück! Dann erst fiel ihr das Nachbarehepaar auf, das völlig entgeistert die nackte Vanessa beobachtete, die ohne Scham zu zeigen, auf dem von der Straße einsehbaren Vorplatz ihre Verwandten abknutschte.

Michaela räusperte sich. „Frau Maier, Sie sind ja ganz nackt. Und stehen quasi auf der Straße! Kümmert Sie das denn gar nicht?“

„Uuups!“, rief Vanessa. „Ich hatte da doch ein Badetuch umgeschlungen! Wisst ihr, wir sind alle im Hallenbad und ich wollte nur schnell schauen, wer da klingelt. Dass da mein Bruder vor der Tür steht, hat mich völlig überrascht!“ Sie machte aber keinerlei Anstalten, das verloren gegangene ‚Badetuch’ zu suchen, sich sonstwie zu bedecken, oder ins Haus zu flüchten. Kommt rein, kommt rein! Wir haben es grad sehr lustig!“ Dabei fuchtelte sie mit den Armen herum und scheuchte sowohl die Nachbarn, als auch ihre Gäste durch die Tür.

Drinnen erklärte Nachbar Robert: „Ihre Verwandten standen am Nachmittag vor der Tür, aber ihr wart alle weg. Da haben wir uns ihrer angenommen, ihr Gepäck bei uns untergestellt und uns ein wenig unterhalten. Es schien länger zu dauern und so sind wir zum Cafe an der Ecke. Dort hat uns aber ein Regenguss etwas festgehalten und als wir wieder daheim ankamen, fanden wir eine Notiz unserer Marlies, dass sie hier sind, sie und Benno und Ralf. Stimmt das?“

„Aber ja doch!“ Vanessa deutete unbestimmt nach hinten, wo sich im Pool eine lautstarke Wasserschlacht abspielte. „Wir haben uns am Badesee getroffen und prächtig miteinander vergnügt …“ – Michaela schaute plötzlich sehr interessiert und Robert etwas indigniert drein – „… als uns das drohende Unwetter überraschte. Da sind wir hierher geflohen. Die Scholltz’ haben uns ja damit beauftragt, ihr Haus bis zum Verkauf zu betreuen, es Interessenten zu zeigen du so weiter. Dafür dürfen wir es jederzeit privat benutzen. Wir sind regelmäßig im “““Hallenbad.“

„Ah? So? Das wusste ich nicht. Du etwa, Michaela?“ Robert fühlt sich sichtlich unwohl.

„Nein, aber ich habe mal so etwas gehört. Jedenfalls zweifle ich nicht daran. Du etwa, Robert?“
„“
„Nein, nein! Keineswegs!“, beeilte sich Robert zu versichern. „Aber warum sind sie denn ganz nackt, Frau Maier?“

„Vanessa, lieber Herr Müllner! Wir sind nackt, weil wir, also wir Maiers so gut wie immer nackt schwimmen. Das ist viel angenehmer. Keine klammen Badesachen und man wird auch so herrlich rundherum braun!“ Vanessa drehte sich langsam um ihre eigene Achse und präsentierte stolz ihre besten Seiten. „Marlies und ihre Brüder haben sich uns einfach angeschlossen und haben das eingesehen. Ja, und weil wir schon alle gemeinsam den ganzen Nachmittag nackt waren, sind wir einfach so geblieben. Jetzt ziert euch nicht, zieht euch aus und macht mit. Es ist wirklich toll!“

Marlies flitzte splitternackt vorbei und rief: „Ja, Vati, macht mit, es ist wirklich megageil!“

„Marlies!“, schimpfte ihre Mutter, aber da war die Tochter schon wieder weg, denn sie wurde von zwei ebenso nackten Verfolgerinnen gejagt. Ulla und Jeanette rasten hinter ihr her.

„Isch kriesch disch!“, kreischte die junge Französin, dann hörte man das Wasser dreimal aufspritzen, als die wilde Jagd in den Pool stürmte.

Vanessa schwankte, was sie nun als nächstes tun sollte. Am liebsten hätte sie auf der Stelle ihren Neffen und seine Schwester vernascht, aber andererseits waren da die Nachbarn, die erst einmal an das frivole Treiben herangeführt werden mussten. Wo steckte eigentlich Sabrina? Die sollte ihr doch dabei helfen, den noch etwas steifen Robert Müllner zu umgarnen.

Hilfe nahte in Gestalt von Manfred und Christian, die sich bei Michaela formvollendet mit Handkuss vorstellten, was angesichts der nackten Tatsachen, die die beiden zu bieten hatten, zwar etwas grotesk wirkte, jedoch bei der dreifachen Mutter bleibenden Eindruck hinterließ. Ganz offensichtlich war die blonde Nachbarin von Christians elegantem Schwanz und Manfreds Riesenprügel richtiggehend begeistert.

„Dürfen wir ihre Sachen in Empfang nehmen und sicher aufbewahren. Die Kleider sollen ja nicht nass werden und das wäre hier in der Schwimmhalle, wo mehr als ein Dutzend Jugendliche herumtoben, nicht gewährleistet.“ Gleichzeitig nahm Christian ihr den leichten Blazer ab und legte ihn nach Butlerart gefaltet über seinen Unterarm. Manfred wieder reichte Michaela den Arm, damit sie unfallfrei aus ihren Schuhen schlüpfen konnte. Michaela knöpfte ihre Bluse auf und zog sie aus, öffnete den kurzen Reißverschluss am Rock und ließ ihn zu Boden gleiten. Christian hob ihn auf.

Statt Sabrina tauchte plötzlich Iris an Vanessas Seite auf und legte den Arm um Roberts Schulter. Sie trug unwahrscheinlich hohe High Heels und Vanessa wunderte sich, wo sie diese auf einmal her hatte. Zusammen mit den von vorneherein langen, schlanken Beinen und dem knackigen Arsch gab das ein derart geiles Bild, dass Robert völlig hin und weg war. Mit diesen Schuhen war Iris mindestens so groß wie der etwas schwerfällige Nachbar, aber nur halb so breit.

Vanessa schmiegte sich von der anderen Seite an Robert und fasste ihn um die Taille – oder das, was einmal eine solche gewesen war. Derart von zwei unfassbar geilen Damen in die Mitte genommen und in Tuchfühlung mit deren nackten Brüsten, wehrte er sich kein bisschen dagegen, dass sie ihm das Hemd aufknöpften, auszogen und seinen Gürtel lösten.

Robert wusste nicht, wie ihm geschah und merkte auch nicht, dass es seine Tochter war, die sich von hinten anschlich und ihm die Hose hinunterzog. Die Unterhose gleich mit. Sein Ständer sprang fröhlich ins Freie, zum Nachdenken kam er nicht.

„Ja, wen haben wir denn da?“, sang Vanessa albern und griff zu. Unsicher blickte Robert um sich, doch als er seine Frau sah, die bis auf den Slip nackt war und schamlos mit zwei stattlichen Männern flirtete, die ihre Brüste verwöhnten und mit ihr heiße Küsse tauschten, da warf er alle Bedenken über Bord und stieg aus der schon auf den Boden gesunkenen Hose. Die Socken zog er sich selber aus.

Ein schneller Blick zu Michaela. Die hatte schon das monströse Glied des einen Mannes im Mund und ließ sich vom anderen den Slip über die Beine nach unten streifen. Ehe er sich’s versah, war auch sein Schwanz in Vanessas Mund verschwunden und bei deren Blaskünsten verdampfte sowieso jede männliche Vernunft.

Michaela wieder hatte ein waches Auge auf ihren Göttergatten. Zwar war sie die frivolere und lockerere der beiden, aber zu sehr vorauspreschen wollte sie nicht. Er musste schon auch seine meist zu Schau getragene bürgerliche Moral vergessen, damit er später nicht selbstgerecht alles auf sie schieben konnte, wenn oder falls er einen Eifersuchtsanfall kriegte. Aber als sie sah, dass er zwar einen roten Kopf hatte, jedoch nichts dagegen unternahm, sich von der dunkelhaarigen Nachbarin, dieser Vanessa Maier einen ablutschen zu lassen, reckte sie, ohne Manfreds Monsterschwanz auch nur einen Augenblick aus dem Mund zu nehmen, ihrem zweiten Galan den Arsch entgegen. Christian nahm das Angebot dankend an und schob ihr seinen prallen Schwanz langsam von hinten in die triefende Möse.

‚Meine Güte, ist die nass!’, dachte er dabei staunend. ‚Vanessa hat recht gehabt, die ist wirklich naturgeil! Wenn die ohne Höschen auf die Straße geht, hinterlässt sie eine Tropfspur!’ Er sagte aber: „Liebe Frau Müllner, Sie haben ja wirklich einen Prachtarsch, wie man ihn nur selten zu sehen bekommt!“ Er zog seinen Schwanz heraus, beugte sich hinunter und drückte ihr links und rechts schmatzend zwei Küsse auf die runden Backen.

Michaela Müllner wackelte kokett mit ihrem ‚Prachtarsch’ und bedankt sich höflich für das Kompliment. Dann meinte sie: „Dann machen Sie doch auch Gebrauch davon!“ Und, zu ihrem Gatten gewandt, rief sie: „Robert, nimm es gelassen hin, ich bin nicht eifersüchtig. Genieße, was immer dir geboten wird und reg dich nicht auf. Du hast ja eine rote Birne, dass ich glaube, dir platzt gleich der Schädel! Sie zu, dass dein Blut mehr in Richtung Schwanz strömt!“

Was Robert geboten wurde, war zunächst einmal Iris, die sich dicht neben Vanessa hinstellte, mit leicht gespreizten Beinen, sich drehte und Robert den Rücken zuwandte. Dann beugte sie den Oberkörper langsam nach vorne und berührte mit den Handflächen den Boden, ohne die Knie durchzubiegen. Robert glotzte und schien zu jeder Bewegung unfähig. Iris aber nicht, denn sie wippte leicht auf den Zehenspitzen und ihr knackiger Hintern wippte mit. Und auch Vanessa nicht. Sie entließ Roberts Schwanz aus ihrem Mund und dirigierte ihn zu Iris’ schon bereiter Möse. Mit leichter Gewalt bugsierte sie seine Eichel in den feuchten Schlitz, Iris schob ihren Hintern nach hinten – daher heißt er so! – und damit über Roberts Glied, bis er bis zu den Eiern in ihr steckte.

„Jetzt fick sie endlich, Robert, denk an die alten Zeiten, da warst du auch lockerer!“, feuerte ihn seine liebende Gattin an und genoss gleichzeitig den dicken Schwanz von Manfred, der mit Christian die Position getauscht hatte. „Ja, fick mich, oh Gott, ficken Sie mich richtig durch, Herr … äh? Wie war ihr Name?“

„Namen sind Schall und Rauch!“, erwiderte Manfred. „Ich bin der Manfred und ich werde dich jetzt ficken, dass dir Hören und Sehen vergeht. Und danach sollten wir auf das „Du“ anstoßen. Es ist doch pervers, sich beim Vögeln zu siezen!“

„Oh, ja, da hast du Recht, Manfred. Und einen tollen Schwanz! So einen großen hatte ich ja noch nie. Roberts ist auch nicht klein und eigentlich bin ich recht zufrieden mit ihm, aber so was! Das darf man sich nicht entgehen lassen.“ Und zu Vanessa gewandt, die sich von hinten an Robert schmiegte: „Ist Manfred Ihr Freund? Ich meine, dein Freund, Frau Nachbarin? Ja? Meinen Glückwunsch! Zu dem Schwanz muss man ja ‚Sie’ sagen!“ Sie stöhnte heftig unter den Stößen Manfreds, der sie an den Hüften festhielt und im Stehen rammelte.

Christian wich etwas zurück, er fürchtete, dass sie ihm in der Ekstase in seinen Pimmel beißen könnte. Daher ging er zu Robert, Iris und Vanessa hinüber und lotste letztere von der Gruppe fort zu einem mit wasserfesten Kissen belegten Podest. Dort legte er Vanessa gemütlich auf den Rücken und penetrierte sie in der guten alten Missionarsstellung. „Kommt her zu mir, da ist Platz genug!“, forderte er die beiden anderen Paare auf. Manfred folgte dieser Anregung sogleich, hörte aber nicht auf, Michaela von hinten zu ficken. Langsam drehte er sie bei jedem Stoß ein wenig in die gewünschte Richtung und drängte sie dann Schritt für Stoß vorwärts.

„Oh, oh ja, oh, oh ja!“, ächzte Michaela wollüstig und kam langsam näher. Christian beobachtete sie genau, konnte aus seiner Lage direkt auf ihre großen schwingenden Brüste und die glänzende Fotze blicken. Er glaubte, sich nicht getäuscht zu haben. Sie tropfte wirklich vor lauter Geilheit! Iris hingegen musste sich nach einigen harten Stößen, die ihr einen schönen Orgasmus bescherten, von Robert lösen und zu dem Podest lotsen.

Doch ehe sie noch ganz dort waren, erschienen Carina und Tamara mit Tabletts, auf denen Sektflöten standen. Goldgelb sprudelte das edle Prickelwasser. Natürlich waren beide Mädchen splitternackt, trugen aber, Carina schwarz, Tamara rot, Overknee-Stiefel mit hohen Absätzen. Erstaunlicherweise bewegte sich die junge Carrie damit sicher und elegant, während Tamara eher vorsichtig dahinstelze. Da hatten sie wohl den Schuhschrank von Frau Schulltz gefunden und geplündert. ‚Oder eher den von deren geiler Schwiegertochter Tina’, dachte Vanessa. ‚Oder gehören sie gar Nicolette, Tinas Tochter, die sie in die Ehe mit dem Sohn der Schulltz’ mitgebracht hatte?’

Wie auch immer, die zwei jungen Mädchen sahen in den nuttigen Stiefeln ultraheiß aus. Kein Wunder also, dass Martin und Thommy, die ihnen mit je zwei Sektflaschen folgten, stramme Ständer vor sich hertrugen. Weiter hinten schlich auch noch Ulla daher, ohne Stiefel oder Heels, nur nackt. Sie machte ein grimmiges Gesicht. Wahrscheinlich hatte sie unter den Schuhen nichts gefunden, das ihr gefiel und in das sie mit ihren ziemlich großen Füßen auch hinein passte. Mit über ein Meter achtzig lebt man eben auch auf großem Fuß.

Jeder auf dem Podest griff sich eine Sektflöte und dann wurde reihum auf das „Du“ angestoßen, natürlich mit eingehängten Armen, reichlich sonstigen Körperkontakt und unkeuschen Küssen. Nur die Männer untereinander hielten sich da ein wenig zurück. So sehr sie auch darauf standen, zuzusehen, wenn Frauen miteinander Sex hatten, so wenig hielten sie selber von homoerotischen Anwandlungen. Wie Männer halt so sind.

Auch die jungen Leute, die in loser Folge bei der Gruppe der Erwachsenen vorbei kamen, wurden in die Rituale einbezogen und so kam es auch, dass Michaela ganz ungeniert mit ihren beiden Söhnen Ralf und Benno, sowie ihrer Tochter Marlies ausgiebige Zungenküsse tauschte. Robert war da gehemmter und zuckte sogar etwas zurück, als Marlies ihn fast unschuldig auf den Mund küsste.

Aus dem Hintergrund kommandierte Vanessa ihre Regimenter. Rober wurde mit sanfter Gewalt auf den Rücken gelegt, direkt neben seine Gattin Michaela. Ulla bekam die Ehre, seinen Schwanz anzublasen,, eine gute Gelegenheit für sie, zu zeigen, dass sie diesen auch in voll ausgefahrenem Zustand in ganzer Länge schlucken konnte. Rober schienen die Sinne zu schwinden, er rollte mit den Augen und atmete stoßweise. Grinsend entließ die junge blonde Walküre seinen Schwanz aus ihrem Schlund und schwang sich in den Sattel, ritt den als prüde eingeschätzten Nachbarn, dass er die Englein singen hörte. Tamara kniete sich daneben und flößte ihm Sekt ein, immer wieder Sekt, den sie ihn manchmal auch von ihrem Busen schlürfen ließ. Robert war einfach hin und weg. Von allen Seiten drang junges nacktes Fleisch auf ihn ein. Immer seltener riskierte er einen Seitenblick zu seiner Gattin, die inzwischen auch mit jüngeren Partnern zugange war. Martin hatte sich ihre kräftigen, aber nicht wirklich fetten Beine über die Schultern gelegt und fickte sie mit langen, langsamen Schüben, während sie an Thommys Schwanz ihre Blaskünste demonstrierte. Dabei war sie zwar nicht ganz so virtuos wie Vanessa und ihre drei versauten Töchter, aber sehr motiviert.. Thommy ließ sich von Tamara inspirieren und tröpfelte Sekt auf seinen Hammer, der von dort in Michaelas Mund rieselte. Je mehr sie davon genoss, desto gieriger lutschte sie.

Ulla schob sich auf Roberts Bauch vorwärts, ließ seinen Schwanz aus ihrer Möse flutschen und hielt ihm ihre Titten hin. Er versank förmlich darin, während sich ein anderer Mund um seinen Ständer schloss. Ulla rutschte noch weiter vor, setzte sich auf sein Gesicht und wetzte ihre Spalte auf seinem Mund. Er musste nur noch die Zunge rausstrecken. Dafür hörte Tamara auf, ihn zu blasen und setzte sich auf seinen Kolben. Sie hielt sich an den Brüsten ihrer jüngeren Schwester fest und ritt im Galopp, so lange, bis Robert fast abgespritzt hätte. Doch da stieg Tamara zu seinem Leidwesen aus dem Sattel, kam zu seinem Kopf und kniete sich so hin, dass sie ihrer Schwester gegenüber hockte. Die beiden küssten sich leidenschaftlich, Ulla rückte zurück und Tamara nach, sodass Robert nun diese lecken konnte. Er war im Paradies gelandet, insbesondere, als sich ein drittes Wesen dem frivolen Treiben anschloss und mit dem Blowjob fortfuhr, den Ulla und Tamara begonnen hatten. War nun die älteste Schwester, Sabrina, am Werk? Oder deren Mutter Vanessa? Oder die blonde Iris? Er konnte es nicht sehen, aber es war ihm auch egal.

Michaelas Auswahl an jungen Gespielen war begrenzter. Tom und Norman ließen sich nicht blicken, den jungen Louis hatte sie nicht auf ihrer Rechnung, aber ihre Geilheit war noch nicht besiegt. Manfred geriet wieder in ihre Blickfeld und sie winkte ihn zu sich, bedeutete ihm sich auf den Rücken zu legen und bestieg ihn auf der Stelle. „Wer von euch fickt mich in den Arsch?“, fragte sie Martin und Thommy lüstern. Beide meldeten sich, aber Martin war schneller hinter ihr. So blieb Thommy nur, ihr den Schwanz in den Rachen zu schieben, was aber nicht so toll gelang, weil sie bald zu würgen anfing. Aber blasen konnte sie dennoch hervorragend. „Oh, Gott, ogottogott! Ist das geil!”, schrie sie auf, als sie Martin anal penetrierte. „Weiter, weiter, steck ihn ganz rein!“ Und schon schnappte sie sich wieder Thommys Bolzen.

Manfred schmunzelte. „So, so! Arschficken kann der Herr Sohn also auch schon? Bei wem hast du denn das gelernt?“

Martin gab keine Antwort, denn es war ihm etwas peinlich, zuzugeben, dass ihn Manfreds Schwester, die dreiunddreißigjährige Tante Beate in den Osterferien in diverse Spielarten des Sex eingeführt hatte. Er und Carrie hatten sie in ihrem Ferienhaus auf Gran Canaria besuchen dürfen. Beate erwies sich als erfolgreiche Lehrerin und nachts übte Martin das Erlernte mit seiner Schwester. Ein geiler Urlaub! Mama durfte damals natürlich nichts davon wissen, aber die hatte sich inzwischen ja Gottseidank auch geändert. Dennoch behielt er darüber lieber Stillschweigen.

Michaela fiel wieder etwas ein, als sie mit schrägem Blick zu Robert schielte. „Weißt du, wie mich das an unsere wilden Jugendtage erinnert? Denk mal an das Abenteuer nach der Bergtour, als wir uns da an dem kleinen Teich im Wald erholt haben!“

„Oh, verdammt! Ja, das war was, aber davon reden wir lieber nicht. Unsere Kinder sollten davon nichts wissen. Wo stecken die überhaupt. Es wäre mir peinlich, wenn sie uns so sähen.“

Michaela sah sich um und brach in unbändiges Gelächter aus. „Wo unsere Kinder stecken, willst du wissen? Marlies bläst dir gerade den Schwanz und Ralfi steckt in ihrem Arsch. Und wenn mich nicht alles täuscht, fickt mich Benno auch gerade in denselben!“

Ulla hob ihre Muschi von Roberts erstarrter Zunge und gab den Blick durch ihre heißen Schenkel frei auf sein Töchterlein, das grinsend an seinem Schwanz saugte, das aber gleich aufgab. „Hallooo, Vati! Hat Spaß gemacht! Dir auch?“ Ohne eine Antwort abzuwarten, rückte sie breitbeinig vor und versenkte seinen Kolben in ihrer nassen Spalte. „Fick mich, Vati!“ Das war zuviel für Robert und er schoss seinen Samen in Marlies’ heißes Loch. „Schade!“, meinte die, „das war jetzt aber zu schnell für mich! Ralf, mach du weiter, ich bin gleich so weit!“ Aber ihrem ‚Vati’ gab sie einen ganz dicken Kuss, während sie auf seinem Bauch liegen blieb und ihren kleinen runden Arsch ihrem jüngeren Bruder entgegen reckte.

Ralf zögerte nicht und stach in Marlies’ vom Sperma ihres Vaters überquellende Muschi. Schon nach wenigen Stößen kam die Kleine, und zwar so heftig, dass sie ganz ermattet liegen blieb und noch ein Weilchen mit dem Ärschlein zuckte. Ralf stand da mit dem schmierigen Schwanz und wusste nicht recht, was er tun sollte. Da erbarmte sich Tamara und lutschte ihn sauber. Auch Benno hatte das Geschehen so geil gemacht, dass er im Arsch seiner Mutter abgespritzt hatte, aber er ließ seinen Schwanz noch drin, denn ganz abgeschlafft war er nicht. Das verhinderte schon die Reibung an Manfreds Monsterriemen, der immer noch regelmäßig, aber langsam in Michaelas triefender Grotte ein und aus fuhr. Doch ewig konnte das nicht halten und mit der Zeit rutschte auch er aus der glitschigen Röhre. „Ich geh mal duschen und dann möchte ich doch gern hören, was wir ‚Kinder’ nicht wissen sollen“, verkündete er und erhob sich.

„Wir kommen mit!“, rief Ralf und zog Marlies in die Senkrechte.

„Das würde uns aber auch nicht schaden“, meinte Robert keuchend. Tamara, Ulla, Christian und Iris schlossen sich an.

„Ich bin aber noch nicht fertig!“, rief Manfred und stieß seinen Riesenprügel so tief es ging in Michaela.

„Autsch!“, schrie die, „das war jetzt einfach zu viel Schwanz!“ Sie stieg von Manfred und reckte sich.

„Oder zu wenig Möse?“, grummelte Manfred. „Aber der Tag ist noch nicht zu Ende und ich habe noch was vor. Gehen wir!“ Und er fasste Michaela um die Taille und folgte allen anderen zu den Duschen.

Da nicht für jeden eine eigene Dusche vorhanden war, sie aber nicht lange warten wollten, bis eine frei wurde, aalten sie sich zu zweit oder zu dritt unter den Brausestrahlen, was insgesamt sehr lustig war und alle Schwänze wieder erstarken ließ. Besonders das gegenseitige Einseifen gefiel allen ungemein.

Da erschien ganz überraschend plötzlich Sabrina und verkündete: „Mama, dein Bruder, Onkel Frank, hat mit Louis uns Pola die Poolbar in Betrieb genommen und uns allen spezielle Drinks gemixt. Erstklassig! Ich habe schon zwei intus und fühle mich grandios. Kommt mit! Er nennt seine Kreation ‚Sex on the Pool’, speziell dem Anlass entsprechend. Prickelnd, süß und scharf zugleich!“

„Hast du jetzt genug Werbung gemacht, große Schwester?“, lästerte Ulla. „Aber wir kommen und wenn die Drinks nichts taugen, vernasche ich einfach Frank!“ Alle lachten und folgten Sabrina in jene Ecke, in der die Poolbar war.

‚Und ich vernasche Louis!’, dachte sich Vanessa.

‚Die kleine Pola wäre jetzt grade recht!’, träumte hingegen Manfred. ‚Ob die wohl meinen Schwanz vertragen könnte?’

‚Wo stecken bloß Tom, Norman und Jeanette?’, fragte sich hingegen Christian, der immer sehr verantwortungsvoll war. ‚Hoffentlich ficken sie nur irgendwo und treiben keinen Unfug.’

„Mama, Vati, jetzt erzählt uns endlich was ihr da am Waldteich gemacht habt. So schlimm, dass wir dadurch verdorben werden, kann es wohl kaum sein“, forderte Marlies lautstark und ihre Brüder stimmten zu.

„Okay, okay!“ Robert räusperte sich. „Damit ihr Ruhe gebt und bis jetzt noch keinen schlechten Eindruck von uns habt, sollt ihr das auch noch erfahren.“

„Den Eindruck könntest du schon noch verbessern, Vati, wenn du mich das nächste Mal richtig fickst und nicht bloß abspritzt!“, brachte Marlies es auf den Punkt.

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Der Zuhälter – Teil VI

Der sechste Teil von Der Zuhälter

Die Geschichte ist reine Phantasie, aber mein geistiges Eigentum, darf nur mit meiner Erlaubnis weitergegeben werden.

Maria und Emilia

Mit verschlafen Augen wachten sie auf, sahen uns an. „Entschuldigt, das wir euch geweckt haben, aber ich wollte noch etwas besprechen mit euch. Tommy und seine zwei Lakaien befinden sich im Gefängnis und werden dort auch nicht so schnell wieder herauskommen.Ich möchte euch gerne helfen, wenn ihr das wollt. Aber dazu müsst ihr mir versprechen nicht abzuhauen und Morgen noch da zu sein“.

Sie versprachen beide das sie auf jeden Fall Morgen noch da sind. Wir wünschten ihnen eine gute Nacht. Löschten das Licht und verließen das Zimmer.Begaben uns in mein Zimmer machten uns fertig und fielen todmüde ins Bett, kuschelten uns an und schliefen auch sofort ein. Mein einziger Gedanke war nur noch werden die beiden noch da sein.

Man war die Nacht erholsam, es war doch schon sehr nervenaufreibend, der gestrige Abend, aber wenn ich so zurückblicke perfekter hätte es nicht laufen können. Hoffentlich sind Maria und Emilia noch da. Es wäre schade wenn sie die Chance nicht nutzen einen neuen Weg zu beschreiten, ob weiter als Nutte, oder etwas ganz neues. Ich hatte ihnen versprochen das wir ihnen Helfen und ich stehe zu meinen Wort.

Tanja lag in meinem Arm, was den Morgen schon zum strahlen brachte, sie ist eine tolle Frau, aber es steht immer noch offen ob ich sie mit anderen teilen kann. Verlieren möchte ich sie auf keinen Fall, ich liebte diese Frau, diese ja sogar Nutte, wirklich. Sie steht hinter mir, ist da wenn man sie braucht, gibt dir halt wenn es eng wird und ist das geilste was ich je im Bett hatte.

Erst mal aufstehen und eine Dusche und dann sehen was der Tag bringt. Gibt viel zu tun, Peter besuchen, bei Klaus noch die Dokumente unterschreiben, Maria und Emilia helfen egal wie. Nach dem Duschen zog ich mich an und ließ Tanja noch schlafen.

Verließ das Zimmer und traf im Club auf Chris. „Guten Morgen“. Chris drehte sich zu mir „Morgen“. Er war gerade dabei Kaffee zu kochen, auf dem Tresen lagen Wurst und Brötchen noch in der Verpackung.

Holte das Kaffeegeschirr aus dem Schrank und fing an den Tisch zu decken, nahm eine Platte und legte die frische Wurst darauf wie für ein Kaltes Büffet, Show ist alles und schon sieht eine billige Wurst aus als sei sie das edelste was es gibt, fertig.

Während ich so den Tisch deckte, bemerkte ich gar nicht das ich den kompletten Tisch für 15 Personen eingedeckt hatte, waren wir überhaupt, so viele? „Chris, wie viele sind wir eigentlich zum Frühstück“. Chris sah mich an und meinte “mhh, 3 von mir, ihr 2 und Maria und Emilia, also 7 Personen“. „Gut und warum habe ich dann für 15 Gedeckt“.

Einzige Reaktion, Kopfschütteln und Lachen. Also wieder abdecken. Als nun wirklich alles fertig war, kam die Stunde der Wahrheit, sind sie noch da oder sind sie abgehauen? Ich klopfte an ihre Tür, nichts. Nochmal, immer noch nichts, scheiße da will man jemanden aus den Sumpf holen und dann wollen sie es nicht einmal.

Da sie ja sowieso nicht mehr da sind kann ich auch gleich hinein gehen. Ich öffnete die Tür, blickte hinein und was soll ich sagen, Maria lag auf dem Rücken mit geschlossenen Augen, Beine gespreizt und stöhnte leise vor sich hin. Emilia streckte mir ihren geilen Arsch entgegen, sie kniete vor Maria und leckte genüsslich ihre Fotze aus.

Was für ein Anblick, ich hatte sofort einen Ständer und am liebsten hätte ich ihn befreit und Emilia von hinten gefickt. Aber ich entschloss mich sie ungestört ihr Werk zu vollenden zu lassen, schloss leise die Tür und war nur froh das sie wirklich noch da waren. Ich stand im Raum, mit einem steifen und was macht dann ein Mann.

Genau, er nimmt den Weg des geringsten Wiederstands, also zurück zu Tanja. Im Zimmer schnell ausgezogen und wieder ins Bett. Ich tat so als ob ich gerade aufwachte, weckte Tanja mit zärtlichen Küsse auf Wange und Hals. Aber sie schlief weiter.

Okay, dann halt anders, rollte sie zärtlich auf den Rücken, da sie ja nackt schlief, war das Paradies fast geöffnet. Ich kroch unter die Decke, spreizte ihre Beine und schon hatte ich freien Zugang. Kroch vor ihre geile Öffnung und fing an sie der Länge nach mit meiner Zunge zu verwöhnen. Ihre Schamlippen schwollen an.

Selbst hatte sie die Beine etwas weiter gespreizt, dadurch öffnete sich mir das Lustzentrum. Würde ein Sc***d darüber stehen, würde wohl folgender Satz zu lesen sein. „Herzlich Willkommen, bitte bedienen sie sich nach Herzenslust“. Alleine schon von ihrem herrlichen Duft, wurde mein Schwengel immer steifer, meine Lust steigerte sich in ein wahren Rausch.

Meine Zunge führte einen immer wilderen Tanz auf. Bis ich kurz innehielt, die Bettdecke wurde hochgehoben und ein wunderbares Lächeln begrüßte mich mit den Worten. „Guten Morgen, nicht aufhören“. Na dann, und weiter ging es, immer tiefer trieb ich meine Zunge, immer weiter wurden die Beine gespreizt, nun zog sie selber ihre Schamlippen auseinander um mir freien Zugang zugewähren. Ihr Stöhnen wurde immer lauter, es muss eine wahre Herrlichkeit sein, so geweckt und den Tag zu beginnen.

Tanja kam ihren ersehnten Orgasmus immer näher. Aber ich wollte mit ihr gemeinsam kommen. Ihr beweisen wie schön der Sex mit ihr ist, sie verwöhnen und nicht nur gebrauchen. Auch wenn sie Beruflich ein Gebrauchsobjekt ist, sollte sie sich doch wie eine geliebte Frau vorkommen, nicht wie die erste Nacht hart und ausdauernd, das kann man immer haben.

Jeder Stoß, jede Berührung muss spürbar sein. Küssend bewegte ich mich nach oben, über ihren tollen Bauch zu ihren straffen und wohlgeformten Busen. Die Nippel einer ausgiebigen Zungenmassage unterzogen, zärtliche Streicheleinheiten über ihren ganzen Körper. Weiter über ihren Hals bis zu ihren sanften Lippen.
Als sich unsere Lippen vereinten, unsere Zungen sich begrüßten, eroberte ich gleichzeitig mit meinem Schwanz ihr Paradies. Ohne unseren Kampf mit den Zungen zu unterbrechen rammte ich mit aller mir zur Seite stehenden Liebe immer wieder in das feuchte Mösenloch. Mit jedem Stoß wurde mir immer mehr bewusst, ja mit dieser Frau möchte ich zusammen sein, mit dieser Frau möchte ich mein Leben verbringen.

Mit dieser …. was geht da schon wieder durch meinen Kopf. Ich hatte schon viele Frauen mit den ich Sex hatte, aber so wie hier hatte ich noch nie gefühlt. Ist sie diejenige mit der man durch Dick und Dünn gehen will, egal was kommen mag. In diesem Moment auf jedenfall.

Diese Leidenschaft von ihr machte mich Wahnsinnig, ich spürte meinen Samen immer weiter voranschreiten. Auch sie stöhnte immer heftiger und bewegte sich meinen Prügel immer schneller entgegen, lange ging der Kampf nicht mehr gut. Aber genau dieser Kampf ohne Blut und irgendwelche Brutalitäten, wünschte man sich, das dieses nie Endet. So ein Kampf möchtest du freiwillig ein Leben lang durch fighten.

Es war soweit ich konnte es nicht mehr zurückhalten, „Tanja, mir kommts“, „schieß alles in mich, ich bin auch soweit, jaaaa“. Nachdem mein Samen abgeschossen war, stieß ich noch solange weiter wie er steif blieb, Tanja genoss es das durch jeden Stoß unsere Flüssigkeiten immer mehr gemischt wurden. Ich stellte meine Bewegungen ein, streichelte ihr durch das Haar „Tanja, ich liebe dich“.

Ich war selbst überrascht über meine Äußerung, aber in diesem Augenblick fühlte ich von ganzen Herzen genauso. „Stefan, du weißt wie ich fühle und was ich für dich empfinde, so habe ich noch nie bei einem Mann gefühlt, Ich liebe dich auch“. Glücklich machten wir beide uns auf ins Bad, wir duschten gemeinsam, zogen uns an und begaben uns zum Frühstück.

Wir waren die letzten, selbst Maria und Emilia, saßen schon am Tisch genossen den von Chris aufgebrühten Kaffee und ließen sich ihre Brötchen schmecken. Wir setzten uns, wünschten allen einen guten Morgen und Frühstückten ausgiebig.

Gestern hatten wir nicht wirklich Zeit etwas zu Essen. Während dem ganzen Frühstück fielen meine Blicke immer wieder auf Maria und Emilia und jedes Mal wenn ich sie mir anschaute und ihre Verletzungen sah, wünschte ich mir das dieses dumme Schwein von Tommy immer noch hier wäre, der Knast war echt zu mild für ihn. Was mich erfreute war das beide irgendwie Glücklich aussahen. Sie hatten ihr Lächeln wieder gefunden.

Nach dem Frühstück „Chris, wann wollten wir zu Peter und zu Klaus“, wollte ich wissen. „Nun ich denke wir sollten als erstes einmal klären, wie es mit Maria und Emilia weitergehen soll“. Da hatte Chris recht, es lag an mir wie es weitergehen sollte.

„Maria, Emilia ich hatte euch versprochen, das wir euch helfen werden und dazu stehen wir auch, also was sind eure Wünsche, wie wollt ihr weitermachen, wo können wir euch unterstützen“, wollte ich nun von den beiden hören.

Maria und Emilia senkten den Kopf, sie hatten Angst etwas zu sagen. Was ich voll nachvollziehen konnte, wenn man nur noch mit Angst und Schläge lebt, muss alles andere wie ein Traum vorkommen und wer will aus diesem, ohne Gewalt schon aufwachen.

Maria war die erste die leise etwas zu sagen versuchte, „wir wissen es nicht“. Man hatten diese zwei bezaubernden Frauen Angst, wollten sie wirklich das wir ihnen sagen wie es weiter gehen sollte. „Bitte, habt keine Angst zu sagen was ihr denkt, und was ihr euch wünscht, keiner tut euch was, vertraut mir“, ich versuchte ihre Angst zu nehmen. „Wenn die Möglichkeit besteht würden wir gerne weiter als Prostituierte arbeiten, denn es macht uns Spaß, wir sind nur an den Falschen geraten, das war unser Fehler“.

Gut das war mal eine Aussage, wichtig war daran nur das sie es auch wirklich wollen, „Okay, wenn das euer Wünsch ist dann lassen wir uns was einfallen und finden eine Lösung, denkt aber immer daran, wenn ihr keine Lust oder was anderes wollt, dann sagt es und bitte keine Angst haben, ihr seid in guten Händen“.

Beide hatten ein breites Lächeln in ihrem faszinierenden Gesicht. „Wenn wir nachher zu Peter fahren, dann geht ihr bitte mit, ich möchte das ihr euch von einem Arzt untersuchen lasst, damit ihr auch wirklich sicher seit das es euch gut geht. Danach werden wir dann besprechen wie es weiter geht, einverstanden“.

Beide nickten zufrieden mir zu. „Stefan ich würde vorschlagen das du mit Tanja und den beiden Ladys, Peter besuchen geht, ich kommen dann dorthin muss noch ein Telefonat führen“, meinte Chris. Ich nickte und wir machten uns fertig, stiegen in mein Auto und fuhren zum Krankenhaus.

Am Krankenhaus gingen wir 4 zu Peter, ich klopfte leise an und öffnete vorsichtig die Tür. Mir fiel die Kinnlade herunter, stand da nicht eine Krankenschwester auf der anderen Seite seines Bettes und blies ihm genüsslich seinen Schwanz. Sie genoss es den Schwanz ganz in den Mund zunehmen, seine Eier zu massieren und wenn sie oben an der Eichel war, ließ sie ihre Zunge um jene kreisen. Peter lag mit geschlossenen Augen da und genoss diese Behandlung.

Die Krankenschwester ca. 20 Jahre alt, lange schwarze Haare schlanker Körper, die Größe konnte ich in der von ihr gebeugten Haltung nicht einschätzen. Es freute mich nur das Peter hier nicht vor Langeweile eingeht. Sie war gerade dabei wieder seinen Schwanz ganz langsam und mit voller Hingabe tief in ihren Schlund zu nehmen.

Als ich leise die Tür schloss. „Peter, wird gerade untersucht“, meinte ich zu den anderen. Wir setzten uns auf die Stühle vor dem Zimmer, als gerade der Bodyguard um die Ecke mit einem Kaffee in der Hand kam. Ich begrüßte ihn, sc***derte ihm was vorgefallen war und schickte ihn dann nach Hause. Mit der Bitte seine Rechnung an den Club zu schicken. Er meinte das Sandra alles schon bezahlt hat. Verabschiedete sich und ging.

Sandra hatte sich eine richtige gute Behandlung verdient, was für eine tolle Frau. Wie ich gerade so in Gedanken war, dachte ich an die letzten Tage und was alles passiert war. Was ich alles erlebt hatte und vor allem wieviel Sex ich hatte.

Wie sollte es weiter gehen, Tanja hatte gemeint, das es eigentlich nie zu gefährlichen Situationen kommt, aber seit ich hier bin hatte ich 2 miterlebt. Nun ich musste die restliche Zeit abwarten was noch kommt und würde mir das überhaupt liegen, Frauen losschicken ihren Körper zu verkaufen und mich dann zu bezahlen. Ich war eher der Typ der zu Frauen ging um sie zu bezahlen und seine Wünsche in dieser Form erfüllen lässt.

Plötzlich ging die Tür auf und diese junge hübsche ca. 175cm große Krankenschwester kam heraus. Sie begrüßte uns und meinte das wir jetzt gerne zu Herrn Ziegler gehen könnten. Wir betraten das Zimmer und Peter freute sich Tanja und mich zu sehen, die beiden Mädels kannte er ja nicht. „Hallo Peter, nah wie ich gesehen habe geht es dir wieder gut“ und zwinkerte mit dem Auge. Er lachte und meinte „Danke kann fast nicht besser gehen“. Ich stellte ihm die zwei Damen vor, und erklärte ihm wer sie waren und das ich sie jetzt zum Arzt bringen würde und Tanja noch hier bleibt, sowie das Chris auf dem Weg wäre.

Ich machte mich auf den Weg mit den zwei Damen zur ambulanten Dienststelle. Dort kamen wir auch gleich dran, der Arzt untersuchte beide. Kam dann zu mir und wollte wissen was vorgefallen war. Ich sc***derte wer wir waren und was gestern passiert war. Er freute sich darüber das so jemand aus dem Weg geräumt wurde. Dann sagte er mir das die zwei ihn von seiner Schweigepflicht entbunden haben und er mir somit alles mitteilen durfte.

Er sc***derte das es ihnen soweit gut ging, Emilia aber zum Zahnarzt musste da er ihr anscheinend einen Backenzahn ausgeschlagen hatte. Ich ballte meine Hände zu Fäuste und bereute schon wieder das dieses Arschloch im Knast hockt. Desweiteren hatten beide Untergewicht, was mir ja schon aufgefallen war, Maria hatte nur blaue Flecken, beide hatten keine inneren Verletzungen.

Man war ich froh, ließ mir gleich einen Termin beim Zahnarzt geben, bedankte mich und wir gingen wieder zurück zu Peter. Als wir das Zimmer betraten war auch Chris da. Er sah mich und bat mich mit vor die Tür zu kommen.

Er schloss die Tür hinter sich und erklärte mir, „Also, als erstes das Telefonat was ich noch führen musste, war mit Klaus, wir sollen um 15.00 Uhr zu ihm kommen und die Dokumente unterschreiben. Danach führte ich ein weiteres Telefonat, mit Charly, er ist einer der Anführer der Rocker von gestern. Da ich nun weiß wo Tommy und seine Kumpanen ihre Strafe absitzen werden, und auch im selben Knast einige der Rocker einsitzen, bat ich ihn sich um unsere Freunde zu kümmern. Desweiteren hatte ich ein Telefonat mit Miezi, wir haben noch einige Wohnwagen frei und ich gebe dir zwei davon für Maria und Emilia ich denke für den Anfang haben sie ein Dach über den Kopf und eine Arbeitsstelle, der Verdienst gehört dir. Das ist der Dank dafür das du mir zum zweiten Mal den Arsch gerettet hast und es ist ein guter Einstieg für dich“.

Sollte es möglich sein das eine Kinnlade mehrstufig herunter fällt wäre meine auf den Boden geknallt. Das mit Klaus ist ok. Das er sich um Tommy kümmert ist genial, denn der braucht das. Aber das ich nach 3 Tagen und eigentlich nur ein Bier wollte, nun nicht nur eine Freundin hatte die Nutte war, ein zweite die meine Sklavin war, jetzt auch noch zwei weitere Damen hatte, mit denen ich Geld verdienen würde. Was passiert hier gerade, mit den Entschluss alleine ohne Freunde nach Frankfurt zu fahren ein Bier trinken, sich eine Nutte raussuchen und Erleichterung verschaffen und dann wieder nach Hause fahren, kommt das dabei heraus.

Ich musste das erst einmal verdauen, Chris sah mich an, er fühlte das irgendetwas durch meinen Kopf ging. „Stefan, was ist los“. „Ist das dein ernst, ich soll wirklich Zuhälter werden?“. Er schüttelte den Kopf, „vor was hast du Angst, du kennst meine Damen und du kennst die Damen bei Miezi, du hast in den letzten Tagen gesehen das ich meine Frauen nicht wie Dreck behandel, sondern das wir wie eine Familie sind und du selbst hast dir doch eine Sklavin gezogen, die glaube ich für dich alles tun würde. Du selber hast eine Nutte als Freundin und jetzt hast du Probleme dich um zwei Frauen die gerne Nutten sind, sich um diese zu kümmern“.

Ich sah ihn an und er hatte Recht. „Okay, dann werden wir das mal versuchen, ich werde es den beiden sagen und dann werden wir sie aber erst wieder aufpäppeln“. Chris war damit einverstanden griff in seine Hose und gab mir 5000.00 DM und meinte „sie zu das sie genug zum Anziehen haben und vergiss Tanja und Sandra nicht“.

Der reine Wahnsinn was so im Leben passieren kann, aber was soll es, ich hatte eine tolle Freundin, ich hatte eine eigene Sklavin und jetzt war ich eben noch Zuhälter. Der ideale Einstieg ins Milieu, wenn ich wirklich das Erbe antreten sollte, würde ich so meine eigenen Erfahrungen machen.

Chris ging wieder zurück zu Peter, ich suchte ein Telefon und rief Sandra an. Ich bat sie um 16.00 Uhr in den Club zu kommen, sie stimmte zu. Ich ging zurück zu Peter ins Zimmer und fühlte mich wie in einer Familie. Einfach geborgen und verstanden.

Peter berichtete uns das er voraussichtlich in zwei Tage entlassen würde. Was uns alle natürlich total freute. Denn wenn man gesehen hatte wie verletz er war und mit einem Bein schon im Grab stand, dann war das eine super Nachricht.

Wir alle unterhielten uns noch, was gestern im Club passiert war, das wir eine große Party planten und das wir alles schon einmal herrichten werden, wenn Peter wieder nach Hause kommen würde.

Es war ca. 14.30 Uhr, wir mussten los zu Klaus. Ich gab Tanja meinen Autoschlüssel, bat sie mit den Damen wieder in den Club zu fahren und dort auf mich zu warten, wir gehen dann einen Einkaufsbummel machen. Alle drei freuten sich, verabschiedeten sich von Peter und machten sich auf den Weg.

Chris und ich machten uns auch auf den Weg zu Klaus. Zum Glück ging alles so glimpflich ab. Wir konnten uns wieder um uns und die Frauen kümmern. Es ging alles sehr schnell bei Klaus, kurz eine Unterschrift unter die Protokolle und schon waren wir auf den Weg zum Club.

Als wir in den Club kamen saßen fast alle Damen versammelt an der Theke, was für eine geile Damen schau eine hübscher als die andere, das reine Paradies. Auch Sandra war schon da. Gut dann konnte ich mit meinen Damen los. Dana kam zu mir gab mir einen Kuss auf die Wange und meinte wer, denn diese zwei Damen wären mit den blauen Flecken.

War mal wieder Typisch Frau, neugierig bis auf Blut, ich stellte Maria und Emilia allen vor, dann hatte ich es hinter mir. Bat meine Damen und wir gingen zu meinem Auto. Aber wo war mein Auto? Abgeschleppt, aber wieso. Geklaut, warum ausgerechnet jetzt. Scheiße meine Laune fiel und schlug in Wut um.

Ich betrat den Club und wollte gerade nach dem Telefonhörer greifen als, Chris mich fragte was los sei. Ich sagte das irgendein Volldepp, mein Auto geklaut hat. Er lachte und drückte den Knopf vom Telefon, ich bin der Volldepp der dir das Auto geklaut hat.

Was ist denn jetzt los!! Er winkte mir zu und verließ den Club. Ich legte den Hörer auf und verstand nur noch Bahnhof. Er stand vorne an der Straße, ich stellte mich neben ihn und schaute ihn blöd an. Er griff in die Hosentasche und holte einen Autoschlüssel heraus. „Nun was soll ich sagen, du weißt das ich möchte das du mal alles übernimmst und dann bin ich dir mehr als nur ein Dankeschön schuldig, deshalb habe ich deinen Wagen in die Tiefgarage stellen lassen und ab sofort wird das dein neuer Wagen sein, habe ihn heute Morgen kommen lassen und er ist auf dich angemeldet, Versicherung und Steuer sind schon bezahlt. Wie soll das eigentlich weiter gehen. Ich wollte doch nur ein Bier als Dankeschön und jetzt bekomme ich ein Auto von ihm.

Moment welches Auto meinte er überhaupt, ich sah mich um, wir standen vor einem …nein das konnte nicht sein, oder doch mein Blick ging wieder zu Chris, er schaute immer noch auf das Auto was vor uns stand. Mein Blick ging wieder zurück zum Auto, ist es wirklich sein Ernst dieses Auto, ich musste mir Klarheit verschaffen. „Chris welches ist nun mein neues Auto“. „Du stehst davor“. Ich konnte es nicht glauben es war sein Ernst. Was für ein Schmuckstuck, ich lief einmal um ihn herum öffnete die Tür und sah das der Wagen gerade mal knapp 500 Km herunter hatte, er war nagelneu.

Ein Traum für jeden 20 Jährigen der seine 4 Damen auch unterbringen musste. Er schenkte mir tatsächlich einen 280 SE Mercedes in Schwarz mit weißen Leder, verspoilert, tiefer gelegt, Breitreifen mit Alu felgen. Ich strahlte über das ganze Gesicht, freute mich auf die erste Fahrt und dann auch noch mit meinen 4 bezaubernden Damen.

„Danke reicht bei weiten nicht dafür, Chris“, er lächelte winkte ab und ging zum Club zurück. Ich rannte auf die andere Seite, öffnete voller Stolz die Türen und meine Damen stiegen ein. Als ich selber im Auto saß, sah ich zu Tanja die auf dem Beifahrersitz saß und meinte, „Okay, wo können wir am besten euch einkleiden“. Tanja meinte fahr los ich sage dir wohin.

Ist das ein geiles Auto, wollte gar nicht mehr anhalten, einfach super. Als wir vor einer Boutique parkten und dann diese betraten, fühlte ich mich wie im Himmel. Dessous wo das Auge hinschaute, sowie auch Alles was eine Frau darüber trug. Tanja unterhielt sich mit der Dame die dann zu mir kam.

Sie stellte sich Yasmin vor (die Jenige die meine Geschichten kennen, wissen wer das ist), „Hallo, freut mich dich kennenzulernen, meine Damen brauchen was neues zum Anziehen und wenn wir unter uns bleiben könnten wäre das Super“. Sie nickte stellte mir einen Sessel hin, genau vor den Umkleidekabinen das ich sofort sah was sie anhatten. Ging zur Tür drehte ein Sc***d um und schloss die Tür ab.

Ich setzte mich und sie brachte mir einen Kaffee, ich fühlte mich wie ein König, toller Service, kümmerte sich dann um die Ladys. Tanja hatte sich schon was rausgesucht und war in der Umkleide verschwunden. Sandra war die nächste die mit Kleidungsstücken bewaffnet die Umkleide aufsuchte. Yasmin suchte für Maria und Emilia was zusammen und begleitete sie zu den Kabinen. Kam dann zu mir und wartete, welche Kabine sich als erstes öffnete.

Als erstes kam Tanja raus, und mich traf fast der Blitz, mein Freund schrie lass mich raus ich will das auch sehen. Sie stand da mit einer Ledercorsage in schwarz, ihre Brüste offen nur durch einen Lederlappen an der Corsage hochgehalten. Dazu einen Lederrock der kurz vor ihren knien endete, sowie lange Lederstiefel, alles in schwarz. Sie kam zu mir drehte sich und meinte, „Passt das für eine Herrin“. Sie hatte sich ein Outfit für Sandra rausgesucht und wie das passte.

Sie kniete sich vor mich, öffnete meine Hose, was mir peinlich war, denn Yasmin stand daneben. Da wusste ich noch nicht was für ein geiles Stück sie war. Holte meinen Schwengel raus, und fing an vor Yasmin meinen in ihrem Mund zu versenken und ihn langsam mit den Lippen zu wichsen.
Ich kümmerte mich nicht um Yasmin, sondern sah Tanja tief in die Augen und wir funkelten um die Wette. Sandra kam aus der Umkleide, sah das Tanja mir meinen Schwanz blies und wurde geil, ihre Nippel richteten sich auf.

Sie hatte auch einen tollen Geschmack und ging in der Rolle als Sklavin auf. Ein breites Halsband in schwarz schmückte ihren Hals, ein Leder Büstenhalter, der nur die Titten außen herum einkreiste und mit Metallketten über den Titten verbunden war, dazu ein Lederslip auch in schwarz mit einer Öffnung in der Mitte damit man gleich ran kann.

Sie kam zu uns, kniete sich neben mich auf die andere Seite von Yasmin, ich streichelte ihr durchs Haar, beugte mich an ihr Ohr und flüsterte ihr etwas zu. Gab ihr einen Kuss auf die Wange.

Sie stand auf und ging hinter Yasmin, umarmte sie zärtlich und küsste sie auf den Hals, Yasmin stöhnte leicht auf und keine Gegenwehr. Sandra knöpfte die Bluse auf, während sie weiter den Hals küsste. Zog ihr die Bluse aus und massierte Yasmins Titten die nur noch durch einen Hebe-BH gehalten wurde, man war das große Dinger.

Yasmin drehte sich zu Sandra und sie küssten sich, ließen ihre Zungen ein Kampf ausfechten. Sandra zog Yasmin vor uns und zog sie sanft zu Boden. Entfernte ihren Rock und ihren Slip und fing an vor Tanja und mir Yasmin die Möse zu lecken.

Yasmin schloss die Augen massierte selber ihre geilen Titten und genoss jeden Zungenschlag von Sandra. Tanja stand auf und setzte sich mit ihrem Po zu mir auf meinen Schwanz bis zum Anschlag, lehnte sich zurück neben meinem Gesicht und bewegte fast schon in Zeitlupe ihren geilen Arsch. Wir beobachteten das geile Schauspiel vor uns.

Sandra hatte sich mit ihrer Fotze auf das Gesicht von Yasmin gesetzt und bekam nach was sie verlangte, sie wurde geleckte und Yasmin hatte noch zwei Finger in den Arsch von ihr versenkt und fickte sie damit.

Maria und Emilia kamen aus den Umkleidekabinen, aufgeschreckt durch das geile Gestöhne von uns anderen. Maria hatte sich blaue Strapse mit Strapsgürtel, sowie einen blauen Hebe-Bh angezogen, wow sah das geil an ihr aus.

Emilia hatte sich das auch ausgesucht nur in schwarz, was für zwei geile Stücke. Ich winkte sie zu mir und Tanja rammte immer noch ihre Möse über meinen Schwanz. Maria und Emilia stellten sich links und rechts neben mir auf.

„Spreizt eure Beine“, was beide sofort auch machten. Tanja erhob sich und stütze sich auf meinen Beinen ab und erhöhte das Tempo, wie gemein. Eifersüchtig oder was keine andere soll mich mehr bekommen oder wie.

Ich ließ mir nichts anmerken und fuhr fort, wollte doch Mal sehen wie willig meine kleinen Nutten waren. „zieht eure Schamlippen auseinander“, auch das machten sie mit einem Lächeln auf den Lippen. Ich fast an ihre Muschis und wow waren die Feucht, dann nahm ich jeweils meinen Mittelfinger und stieß in die geöffneten Fotzen und fickte sie damit, beide schlossen die Augen und genossen jeden Stoß den ich ausführte.

„Tanja sei bitte so nett und kümmere dich um Emilia. Tanja lächelte mich an erhob sich und nahm Emilia an die Hand und ging zu Sandra und Yasmin, legten sich daneben und Tanja leckte die Möse von Emilia. Ich zog Maria vor mich mit dem Gesicht zu mir. Sie spreizte die Beine und setzte sich ganz vorsichtig auf meinen Schwanz, senkte sich langsam über ihn und fing an sich zu bewegen. Wir fanden schnell einen Rhythmus und fickten uns dem Himmel entgegen.

Sie war echt gut und sie hatte richtig Spaß daran. Sie genoss jeden Stoß, wie auch ich. Lange konnte das nicht mehr gut gehen. „Maria blas ihn mir“. Sie erhob sich und kniete sich zwischen meine Beine und stülpte ihre Lippen darüber. Wenn sie nicht dieses blaue Auge hätte, ist sie eine wirkliche Schönheit.

Mir stieg schon wieder eine Wut auf dieses blöde Schwein von Tommy empor. Schluss damit das ist Vergangenheit und wenn alles gut geht, dann haben wir alle eine tolle Zukunft vor uns.

„Ja…mirr… kommmts“, ich sah auf und sah wie Yasmin sich verbog, wie sie Sandra auf den Arsch schlug, böser Fehler das spornt sie nur an. Sandra empfing jeden Schlag als Dankeschön und leckte und knetete den Arsch vom Yasmin immer kräftiger und brutaler, heute weiß ich das Yasmin genau darauf steht, auf Schmerzen.

Emilia war dabei Tanja nun die Fotze zu lecken, was mein Schatz auch richtig gut gefiel. Schön zu wissen das alle meine Mädels gerne Fotzen lecken. Emilia hat sich nun zwei Finger zur Unterstützung in die Möse von Tanja gerammt und fickte sie mit einem Wahnsinns Tempo. Woher wusste die Kleine das mein Schatz es gerne Hart hat.

Maria hat es geschafft, egal wie ich mich konzentrierte, mein Sperma wollte raus und Hallo sagen. „Maria, jeeeetttzt“, sie entließ mich aus ihrem Mund und wichste mir den Verstand durch meinen Prügel. Mehre Schübe die sie versuchte mit dem Mund zu fangen, was ihr aber nicht ganz gelang. Sie hatte etwas Sperma ins Gesicht bekommen.

Sandra, hatte von Yasmin abgelassen, die lag auf dem Boden und versuchte sich wieder zu fangen. Sandra kam zu uns und leckte Maria das Sperma aus dem Gesicht. War das geil mit anzusehen.

Sandra drückte Maria zu Boden und fing an deren Fotze nun zu lecken, man die kriegt auch nie genug, die Frage war aber eigentlich ob ich damit einverstanden war. Ich ließ sie gewähren wollte Sandra keine auf den Arsch oder ihr sonst irgendwelche Schmerzen zufügen.

Denn wer weiß wie Maria und Emilia reagiert hätten, sie hatten Schläge genug bekommen und ich wollte ihn zeigen das sie bei uns Spaß und Freude erwartet. Da hätten sie vielleicht etwas falsch verstanden.

Yasmin stand auf kam zu mir und kniete sich vor mich hin, drückte mich sanft zurück in den Sessel und verschlang meinen halbsteifen Schwanz und fing an ihn wieder hart zu blasen. Man hatte sie einen Zungenschlag drauf, irgendetwas schlug immer wieder gegen meine Eichel. Was war das, fühlt sich Wahnsinnig gut an, etwas hartes, die Zähne nein die fühlen sich anders an. Was zum Teufel ist das.

Ich packte sie an den Haaren zog sie von meinem Schwanz und befahl „Machs Maul auf“. Na wer hätte das gedacht sie hatte ein Zungenpiercing. Aber wer kannte das zu dieser Zeitpunkt schon.

Ich streichelte ihr durchs Haar und meinte, „Was für eine geile Idee und fühlt sich super an“.
Alle anderen Damen hörten auf mit dem sie beschäftigt waren, kamen zu uns und Yasmin streckte die Zunge raus. Alle waren davon begeistert, ficken war auf einmal nicht mehr so wichtig. Yasmin wichste meinen Schwanz zärtlich weiter, während sie die Fragen der anderen beantwortete.

Die ungefähr so lauteten, tut das weh, stört das nicht, wie isst man damit, und so weiter und so weiter. „Hallo, hier spielt die Musik“, warf ich genervt dazwischen. Mal wieder Typisch Frauen können noch so geil sein, aber eine Interessesante Unterhaltung ist ihnen fast wichtiger.

Yasmin sah mich an und stülpte wieder ihren geilen Mund über meinen Prügel der durch diese geile Zungenmassage immer härter wurde und wieder voll zum Einsatz bereit war. Ich stand auf und zog Yasmin vom Boden drehte sie und drückte sie in den Sessel. Stellte mich hinter sie und drang in ihr herrlich nasses Loch ein.

Krallte mich in ihren Hüften fest und fickte meine Lanze immer wieder in ihre Fotze, schnell hatten wir ein Rhythmus, eine tolle Frau zwar etwas Dick aber wenn stört das schon. Sandra setzte sich vor Yasmin auf die Lehne des Sessels und streckte ihr die Fotze entgegen, was Yasmin auch sofort leckte.

Nun wechselte ich das Loch von Yasmin und siehe da kein Problem in ihren Darm zu stoßen, ich sage es immer wieder ich liebe Arschficken. Plötzlich spürte ich eine Zunge an meinen Eiern.

Emilia hatte sich unter uns gesetzt und leckte die Möse von Yasmin und meine Eier und je weiter meine Schwanz rausfuhr auch meinen Schaft. Toll was habe ich da für zwei geile Nutten gerettet, es schien ihnen wirklich Spaß zu machen Nutten zu sein.

Ich fühlte zum zweiten Mal wie ich kurz vor dem Orgasmus stand. Ich hörte aber auch Tanja die von Maria ihre Fotze geleckt bekam, aber auch Sandra und Yasmin stöhnten immer heftiger. Jetzt nur nicht als erstes Kommen.

Ein paar Schläge mit der flachen Hand müssten doch Yasmin gefallen, auch wenn sie schon volle Auslastung hatte, denn Schwanz im Arsch eine Zunge an der Möse und ihre Zunge in einer anderen Möse. Yasmin schrie auf und stöhnte noch heftiger, also passt doch und wieder ein Schlag auf ihren Arsch.

Sie verkrampfte und ich fühlte eine Flut von Nässe an meinen Eiern entlang laufen, gut das Emilia da war und alles sauber leckte. Sandra kam auch sie hatte sich in die Haare von Yasmin vergriffen und wollte ihren Orgasmus, wenn ich gemein gewesen wäre hätte ich eingriffen und ihr ihn verweigert, aber sie hatte ihn sich mehr als verdient.

Nun konnte ich es nicht mehr halten und schoss meinen ganzen Erguss in den herrlichen Arsch von Yasmin, noch ein paar Stöße und ich war mehr als befriedigt.

Tanja war nun auch soweit und schrie ihren Orgasmus in den Raum. Maria hatte ganze Arbeit geleistet. Ist schon toll wenn man gerade dabei ist eine Frau zu ficken und zusehen kann wie sein Schatz von einer anderen Frau zum Orgasmus geleckt wird.

Ich schulde Tanja mehr als nur zwei Schwänze zusammen, was macht diese Frau nur mit mir. Ich hatte mal mit einem Kumpel sowas ähnliches, wir teilten uns eine Nutte, da war aber keine Liebe im Spiel, sondern nur Geld. Wobei ich schon sagen muss das hat was für sich, wenn zwei Männer eine Frau zusammen beglücken. Aber konnte ich das mit meiner Freundin. Gut es musste ja passieren, denn sie wird wohl ihren Job als Nutte nicht aufgeben, dann sollte man schon wissen ob man damit klar kommt oder nicht.

Wir hatten uns alle etwas erholt, ich zog mich an und Yasmin auch, die anderen zogen sich um und ich sagte zu Yasmin, das sie noch einiges zusammenrichten soll, und wie Großkotzig Geld spielt keine Rolle.

Da Yasmin ein gutes Auge für Maße hatte und auch einen tollen Geschmack richtete sie 4 Tüten. Bat mich zu ihr zu kommen zeigte mir den jeweiligen Inhalt und ja ich und mein kleiner Freund waren mehr als begeistert.

Sie hatte für Maria und Emilia geile Outfits für den Job zusammengetragen, von jeder Farbe etwas. Für Sandra meinte sie das sie wohl die Rolle der Sklavin innehatte, die Frau gefällt mir von Minute zu Minute immer besser, sie wusste was sie tat, ließ mich einen Blick hineinwerfen und lauter Sachen in Leder und auch etwas in Latex. Für Tanja spezielle Dinge in rot und in schwarz, was meiner kleinen auch wirklich gut steht.

Sie machte mir die Rechnung fertig, geht ja noch ca. 400.00 DM, zahlt und wartete das meine Damen nun endlich kamen. Eine nach der anderen kam aus der Umkleide. Yasmin schloss die Tür auf ich bedankte mich für den guten Service und wir verließen die Boutique.

Packte die Tüten in den Kofferraum, „Tanja, wir müssen noch etwas normal für euch kaufen und auch noch in einen Supermarkt, damit Maria und Emilia für die ersten Tage versorgt sind“. Tanja lächelte und meinte alles schon geplant.

Als wir mit den Einkäufen fertig waren, wusste Tanja zum Glück den Weg zum Industriegebiet. Man merkte die Anspannung von Maria und Emilia, wo würde es hingehen, was passiert mit uns, wie tief werden wir noch sinken.

Als wir da waren, stiegen wir aus und schon kam Miezi auf mich zu, strahlte über das ganze Gesicht und nahm mich sofort in die Arme. Was geht denn hier ab, hat die sie noch alle, spinnt die Alte. Ich erwiderte das und drückte sie einfach mal. Wenn man damit jemanden Glücklich machen kann, warum nicht.

Sie führte uns gleich nach dem Eingang recht ca 50m ins Gelände, mich traf der Blitz, ich stand mit geöffneten Mund da und glaubte nicht was ich da zu sehen bekam. „Stefan das ist ab heute deins, Anweisung von Chris“, meint Miezi.

Zwei Amerikanische Wohnauflieger, sie standen gegenüber, man musste nur vom einem Raus und konnte gleich wieder in den anderen herein, dazwischen ca. 10m Platz, der mit zwei Überdachungen die an den Wagen befestigt waren überdacht. Darunter ein großer Gartentisch und 6 Stühle die man zur Liege ausklappen konnte. Alles auf einem grünen Rasenteppich, sowie ging um diese beiden Wohnwagen ein Holzzaun, mit einem Rundbogen als Eingang und am Zaun hingen Blumentöpfe voll bestückt.

Okay, waren wir in einer Amerikanischen Wohnwagensiedlung oder auf den Nuttenstrich. Ich betrat als erstes die Wohnwagen und schüttelte nur noch den Kopf, wer sich hier nicht wohl fühlt der fühlt gar nichts mehr, der pure Luxus und das soll nun schon wieder ein Geschenk sein.

Als die Damen den Wohnwagen betraten, hatten sie wohl die gleichen Empfindungen wie ich, alle standen mit offenem Mund da. „Maria, Emilia eurer neues zu Hause, geht anständig und pfleglich damit um, ist das klar“.

Beide standen da und waren am weinen.

Fortsetzung folgt….

Hoffe es gefällt!

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Hilfsbereit VI

Es geht weiter mit meinen Phantasien…..6. Teil……
Ein paar Tage später hatte ich mich wieder mit Ursula bei ihr zu Hause verabredet. Ich freute mich auf einen geilen Nachmittag und hatte einen großen Dildo und einen dicken Analplug für sie besorgt, denn ihre Arschfotze, die ich beim letzten Mal ja entjungfert hatte, braucht noch Training.
Sie öffnet mir die Tür und schon merke ich, dass etwas nicht stimmt. Sie hat sich zwar total aufreizend zurechtgemacht, aber ich spüre, dass sie sich total unwohl fühlt. Sie führt mich nach einem kurzen Kuss hinein und dann sehe ich auch schon ihre Mutter Erika, also die Tante meiner Mutter, die ich natürlich auch gut kenne. Ich begrüße sie und sie schaut mich etwas merkwürdig an.
Man muss dazu wissen, dass Erika Ursula sehr jung bekommen hat und die beiden eher wie Schwestern wirken. Außerdem sind sie sehr viel zusammen und beim Einkaufen oder so sieht man sie fast nur zusammen. Erika sieht für ihr Alter (sie ist 75) klasse aus, ist total gepflegt und kleidet sich jugendlich schick.
Es beginnt zunächst normaler Smalltalk und ich wundere mich noch, warum sie mich nicht fragt, was ich eigentlich bei ihrer Tochter mache, als sie plötzlich sagt: „Ursula hat mir übrigens erzählt, warum Du hier bist. Sie hat mir auch in allen Einzelheiten gesc***dert, was Du mit ihr gemacht hast. Alles!“
Ich werde etwas verlegen, denn damit hatte ich nicht gerechnet. „Schämst Du Dich eigentlich nicht, eine Frau, die so viel älter ist als Du, zu ficken?“ Ich wundere mich, dass sie „ficken“ sagt. Damit hätte ich nie gerechnet. „Nein, warum sollte ich? Deine Tochter ist doch noch eine tolle Frau. Die geht doch glatt für 10 Jahre jünger durch, so wie Du mindestens auch“, antworte ich, um sie zu besänftigen. „Oh, danke für das Kompliment. Du bist wirklich charmant. Meinst Du das wirklich oder sagst Du das einfach nur so?“ „Doch ich meine es wirklich so.“ „Das heißt, Du würdest sogar auch mich ficken, wenn ich es zuließe?“ Mir wird jetzt etwas heiß bei dieser Frage, aber ich antworte: „Ja, klar, warum denn nicht?“
„Wirklich? Ich kann es kaum glauben. Weißt Du, ich habe schon jahrelang keinen Schwanz mehr zwischen meinen Beinen gehabt, seit mein Mann gestorben ist. Ich sehne mich so sehr danach, das noch einmal zu spüren. Wenn Du es wirklich ernst meinst, können wir es ja probieren. Wenn ich Dir nicht gefalle und Dein Schwanz nicht auf mich reagiert, dann kannst Du ja immer noch Ursula nehmen.“ „Da habe ich keine Sorge. Ich werde euch beide nehmen. Das war schon immer mal ein Traum von mir, mal einen Dreier mit Mutter und Tochter zu machen. Los, kommt, lasst uns ins Schlafzimmer gehen.“
Oben angekommen, befehle ich den Beiden: „Na, los, dann zieht euch mal aus. Will mal sehen, was ihr so zu bieten habt!“ Langsam ziehen sich die Beiden vor mir synchron aus, als hätten sie das vorher schon geübt. Ich habe mich auf Bett gelegt. Sie knöpfen ihre Blusen auf und beiden haben schöne schwarze BHs an, die ihre dicken Titten kaum bändigen können. Dann ziehen beide ihre Röcke aus und ich wundere mich, dass auch Erika schwarze halterlose Strümpfe und einen String trägt. Sie öffnen ihre BHs und auch wenn Erikas große Titten nicht mehr ganz so straff sind wie die ihrer Tochter, sind sie doch noch sehr schön anzusehen. In meiner Hose richtet sich mein Schwanz auf.
Erika bemerkt wohl die Beule und fragt: „Gefällt Dir, was Du siehst?“ „Ja, antworte ich und ziehe meine Hose aus. Erika sieht meinen dicken Schwanz und sagt. „Oh, Ursula, Du hast nicht zu viel versprochen. Das ist ja wirklich ein Prachtstück. So einen hab ich noch nie gesehen, geschweige denn gespürt.“ „Ja, Mama, es ist göttlich, ihn in der Fotze zu spüren“, sagt Ursula, die endlich die Sprache wiedergefunden hat. „Los, zeigt mir eure Fotzen und dann kommt her zu mir.“ Die Beiden ziehen ihre Slips aus und ich bin zufrieden, dass auch Erika ihre Möse blankrasiert hat. „Gefällt Dir meine blanke Muschi? Ursula hat mir erzählt, dass Du Haare dort nicht magst.“ „Ja, so mag ich es, Du hast eine schöne Fotze und ich freue mich schon darauf, sie gleich zu ficken.“ „Du musst aber vorsichtig sein, ich bin ja doch schon etwas älter, da wird man nicht mehr so leicht feucht.“
„Keine Angst, ich hab schon eine Idee, wie ich Deine Fotze nass bekomme. Kommt her!“
Sie legen sich links und rechts neben mir ins Bett und ich küsse sie abwechselnd und knete ihre Titten, was beide mit einem wohligen Stöhnen quittieren. Erika umfasst zunächst noch etwas zaghaft meinen harten Schwanz, aber als ich ihr aufmunternd zunicke, nimmt sie ihn fester und wichst ihn leicht. „Mama, Du musst es so machen“, sagt Ursula und nimmt ihn ihr aus der Hand und steckt ihn sich tief in ihr Maul. „Kind, was machst Du da?“ „Mama, das nennet man Blasen und es total geil für den Mann und ich finde es auch geil. Probier es mal!“
Zunächst etwas widerwillig öffnet sie ihren Mund und nimmt meinen Schwanz hinein. Sie lutscht etwas unbeholfen, aber ihre Unbeholfenheit macht mich geil. „Moment, sage ich. Lass Dir mal von Ursula zeigen, wie ich es ihr beigebracht habe. Los Ursula, gib mir Deine Maulfotze, damit ich Dich darein ficken kann.“
Schon stülpt wieder Ursula ihre Lippen über meinen Schaft und ich stoße ihr meinen Schwanz tief in ihr Maul. Währenddessen knete ich Erikas Titten und reibe mit einem Finger ihre Klit. Als ich versuche mit dem Finger in ihr Fickloch einzudringen, merke ich wie trocken sie ist.
„Stopp, Ursula, jetzt weiß Deine Mutter wie das geht und Deine Zunge wird an anderer Stelle gebraucht. Los, leck ihr ihre Fotze, damit sie nass und geil wird!“ „Aber nein, ich kann doch meiner Mutter nicht die Fotze lecken“. Ich gebe ihr eine Ohrfeige, wirst Du wohl gehorchen, Du geiles Miststück, oder soll ich Dir den Gehorsam einbläuen?“ Sie schaut erschreckt hoch, als ich ihr einen festen Schlag auf den Arsch gebe. „Ja“, sagt Erika, „Ursula, tue gefälligst, was er sagt, sonst bekommst Du den Hintern versohlt, wie früher als Kind.“ Etwas zaghaft beginnt Ursula die Möse ihrer Mutter zu lecken. Ich packe sie am Hinterkopf und drücke ihr Gesicht fest gegen Erikas Unterleib. „Los, leck gefälligst richtig. Schön tief rein mit er Zunge. Leck deine Mutter geil, damit sie gleich schön geölt ist zum Ficken. Und Du Erika, mach Dein Fickmaul auf. Ich werde Dich dabei in den Mund ficken, so wie ich es gerade mir Ursula gemacht habe.“ Ich weiß nicht, ob sie so schnell lernfähig ist oder ob sie schon so geil durch das Lecken geworden ist, aber sie nimmt jetzt meinen Schwanz schön tief in Lihr altes Maul. Ich ficke sie tief in ihre Kehle und lasse sie zwischendurch nur kurz Luft holen. Es ist so geil, dass ich schon fast komme, aber jetzt soll sie meinen Saft noch nicht bekommen.
Ich ziehe meinen Schwanz aus ihrem Mund und knie mich hinter Ursula, die zwischen den Beinen ihrer Mutter hockt und sie mittlerweile wild leckt. Erika stöhnt und knetet sich die Titten. Ich fasse Ursulas Arsch und stecke ihr von hinten meinen Schwanz in die Fotze, die vor Geilheit schon ganz nass ist. „Ah, es scheint Dich geil zu machen, Deine Mutter mit der Zunge zu ficken. Sehr schön. Mach brav weiter, dann bekommst Du zur Belohnung jetzt meinen Schwanz.“ Unverständliches Grunzen ist die Antwort und ich stoße meinen Schwanz tief in Ursulas geile Möse. Als ich sie hart und tief stoße wird ihre Zunge wohl auch immer schneller und emsiger. Erika stöhnt inzwischen heftig. Plötzlich schreit sie laut und ihr Körper bebt als sie ihren ersten Orgasmus bekommt. Ein paar tiefe Stöße später spüre ich, wie auch Ursulas Fotze zuckt und sie ihren ersten Orgasmus bekommt.
Ich ziehe meinen Schwanz aus ihrer klatschnassen Fotze und schiebe sie an die Seite. „So, jetzt ist Erika dran. Ihre Fotze ist jetzt sicher nass genug.“
Ich setze meinen Schwanz an und durch den zusätzlichen Fotzenschleim ihrer Tochter gleitet er langsam immer tiefer rein. „Ohhhhhh, ist der riesig. Bitte langsam, sonst zerreißt Du mich. Meine Möse ist sehr eng, weil lange nicht mehr benutzt“, stöhnt Erika. Endlich ist mein Schwanz bis zum Anschlag drin. „Gefällt Dir das, mal wieder einen Schwanz in deinem Fickloch zu haben, Du geile Fickoma?“ „Jaaaa, und wie. Fick mich, fick mich hart und tief. Oh ist das geil, so einen großen Schwanz zu spüren.“ „Ja, Du geile Fickschlampe, jetzt werde ich Dir zeigen, wie wild mein Hengstschwanz Dich ficken kann!“ Diese Worte lösen bei ihr wohl noch mehr Geilheit aus, denn sie ist jetzt wie von Sinnen. „Ja, gib es Deiner Fickhure. Besorg es hier hart. Sie braucht das!“ Ursula schaut völlig verstört auf ihre Mutter, weil sie sie so gar nicht kennt.
„Los, Ursula, Knie Dich über Deine Mutter. Sie wird Dir jetzt Deine Fotze lecken.“ Erika ist wie von Sinnen und als Ursula sich über sie hockt, leckt sie ihre Möse, ihren Damm und sogar ihre Rosette.
Währenddessen ficke ich Erika immer härter und schon bald fühle ich, wie die nächste Orgasmuswelle durch ihren Körper läuft. Auch Ursula schreit plötzlich als ihre Mutter ihre Klit fest einsaugt und bekommt den nächsten Org.
Ich ziehe meinen Schwanz aus Erikas Fotze und fordere sie auf: „Los, kniet euch nebeneinander hin. Ich werde euch jetzt abwechselnd ficken. Beide strecken mir ihre Ärsche entgegen und ich nehme jetzt erst Ursula und stoße sie ein paar Stöße von hinten, dann wechsel ich zu Erika zurück. „Oh, so hat mich noch nie ein Mann genommen. Ich spüre Dich so tief“, stöhnt Erika. „Fick weiter. Nimm mich, benutz mich“. Es geht ein paar Mal hin und her. Dann kann ich mich nicht mehr zurückhalten und mein Schwanz entlädt meine Ficksahne tief in Erikas alte Fotze, was sie noch einmal kommen lässt.
Wie sinken alle etwas erschöpft aufs Bett. Erika sagt, nachdem sie wieder zu Atem gekommen ist: „Mann, war das gut. So bin ich noch nie gefickt worden. Und endlich mal wieder Sperma in der Möse zu spüren ist ein tolles Gefühl.“ Wie sie es von früher gewohnt ist, hält sie sich eine Hand vor ihre Fotze und will aufstehen, um sich im Bad zu waschen, damit sie nicht das Bettzeug vollkleckert. Ich bemerke es und sage: „Wo willst Du hin? Willst Du etwa meine geile Ficksahne einfach so weglaufen lassen? Deine Tochter steht doch auf Ficksahne, oder Ursula?“ Ursula guckt etwas unschlüssig und weiß nicht, was ich meine. Ich packe sie am Nacken und drücke ihr Gesicht wieder auf den Unterleib ihrer Mutter. „Ursula wird meinen Saft aus Deiner Fotze lecken, denn sie ist ein Schleckermäulchen und spermageil. Stimmt´s Ursula?“ Ursulas Mund ist schon fest auf Erikas Fotze, daher kommen nur ein paar Grunzlaute. „Oh ja, ein Schleckermäulchen war sie früher schon. Ja, mein Schatz, leck Deiner geilen Mutter ihre Fotze aus“! Ich merke, wie Ursula zögert, aber ein fester klatschender Schlag auf ihren prallen Arsch bringt Bewegung in ihre Zunge. „Ja, so ist es brav. Schön alles ausschlecken und runterschlucken, dann fick ich Dich auch gleich noch mal.“ Erika stöhnt schon wieder. Sie ist echt ein geiles Luder.
Sie packt meinen Schwanz und wichst ihn, so dass er bald wieder prall und hart ist. „Ursula hat mir erzählt, dass Du sie letztens anal gefickt hast. Ich möchte mal sehen, wie da geht. Fick sie jetzt in ihren Arsch.“ Ursula unterbricht ihr lecken. „Oh, bitte nicht, ich bin noch ganz wund vom letzten Mal“. Diesmal gibt ihr ihre Mutter eine Ohrfeige. „Kind, Du sollst Deiner Mutter endlich mal gehorchen. Stell Dich nicht immer so an. Du warst schon früher immer so wehleidig.“
Ursula laufen die Tränen die Wange runter, als ich sie schließlich packe und mich hinter sie knie. Mit dem Analplug hatte ich Gleitmittel mitgebracht, das ich ihr jetzt in ihr Arschloch drücke und etwas auf meinem Schwanz verteile. „Ich nehme heute Schmiermittel, dann wirst Du es schon aushalten, meine Schwanznutte.“ Erika schaut mit großen Augen zu, wie ich meinen Schwanz langsam aber stetig in Ursula´s enge Arschfotze schiebe. „Oh sieht das geil aus“, ruft sie. „Das muss ein geiles Gefühl sein, oder Ursula?“ Ursula stöhnt nur. Reibt sich aber dabei ihr Fötzchen. „Wenn er erst mal drin ist, ist es irre geil, Mutter.“ „ Oh, das glaube ich gern, schon das Zusehen macht mich wieder geil. Bitte Dieter, fick mich gleich auch in den Arsch, ich will auch da entjungfert werden“. „Na, jetzt weiß ich, von wem Ursula ihre Geilheit geerbt hat. Ja, gleich kommt Dein Arsch auch noch dran.“ „Nimm schon mal das Gleitmittel und schmier Dir die Rosette ein.“ Sie nimmt die Tube, drückt sich etwas in ihr Arschloch und verteilt es dann mit einem Finger, mit dem sie ihr Arschloch schon leicht fickt. Ich ficke Ursulas Arsch inzwischen hart und wild und ihr Stöhnen wird immer lauter.
Ich greife rüber zum Nachttisch, wo ich den Analplug deponiert hatte. „Komm her, Erika, Dein Finger ist doch zu klein. Nimm den hier.“ „Wie? Das große Teil? Das geht doch nie darein.“ „Na, klar. Wenn Du meinen Schwanz im Arsch haben willst, muss der auch rein passen. Schmier ihn schön ein, dann flutscht er gut rein.“ Sie schmiert ihn mit Gleitmittel ein und drückt ihn sich langsam in ihren Arsch. Sie stöhnt dabei, bekommt ihn aber bis zum Anschlag rein. „Na, wie ist das, wie gefällt es Dir, meine geile Arschhure?“ „Es ist nur geil, warum habe ich so was nicht früher entdeckt.“ Sie reibt sich dabei die Fotze und schon bald schreit sie ihren Org heraus. Ich schaue ihr fasziniert zu und ficke Ursula immer heftiger, die auch unter lautem Stöhnen kommt.
Ich ziehe meinen Schwanz aus ihrem Arsch und den Analplug aus der Arschfotze ihrer Mutter. Sofort setze ich meinen Schwanz wieder an und da sie so geweitet ist, kann ich in einem Stoß bis zum Anschlag reinstoßen. Sie schreit vor Lust und Geilheit und ich ficke sie wie ein wilder Stier in den Arsch bis ich mich schließlich auch mit einem gewaltigen Abgang in ihrem Arsch entlade.
Wenig später liegen wir zusammen im Bett und ich küsse meine beiden Fickschlampen. Erika sagt mir zum Abschied: „Oh, das ich das noch erleben durfte. Das war der geilste Sex meines Lebens. Fickst Du mich irgendwann noch mal so?“ „Ja, wann immer Du es möchtest.“
„Immer, wenn Du willst. Ich möchte auch Deine Fickhure sein.“
„Na, das darfst Du gerne sein, genau wie Deine Tochter.“
Ich kann es schon kaum abwarten, euch wieder zu spüren………..