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Invito a cena!

un pomeriggio avevo i corsi all’univesità…quel gionro non avevo amiche con me quindi ero sola…prendo posto vicino ad un ragazzo ke conoscevo solo di vista dato ke frequentava i miei stessi corsi…ci presentiamo..lui si chiama davide..cmq sia..dopo il corso andiamo al bar dell’università e prendiamo un caffè insieme, parliamo un po di tutto..fin quando mi invita a casa sua per cena..mi chiede “ti va di mangiare una pizza insieme per cena a casa mia??”io accetto…e ci diamo appuntamento a casa sua per le 20,30!
Torno a casa verso le 18.00…faccio una doccia e mi preparo per andare da lui..indosso un bel intimo nero con un perizoma semitrasparente..metto dei leggings neri e una magliettina rossa…
Alle 20.30 in punto mi trovo sotto casa di davide…suono e lui mi apre…abitava con altri 4 ragazzi che in quel momento erano tutti in casa e ci stava anke una ragazza che era la fidanzata di uno di loro!!
le pizze ancora non erano arrivate…sono arrivate dopo una mezzoretta; mi presento agli altri e bla bla…erano tutti simpatici!!
dopo un po la ragazza esce con con il suo fidanzato e restiamo io davide e gli altri 3; mangiamo le pizze..beviamo qualche birra…dopo un po davide mi porta nella sua stanza!entriamo e kiude la porta…ci mettiamo su un divanetto…e…iniziamo baciarci e toccarci!!
lui mi toglie la maglia e io gli sbottono i jeans…era gia quasi duro..quindi provvedo subito a fargli un pompino, lo lecco per bene,…su e giu…tutto in bocca…aveva un bel cazzo..lo sentivo crescere in bocca!!dopo un po mi fa alzare per togliermi i leggings e mi fa i complimenti per il perizoma semitrasparente!
mi chide se era un problema per me farlo senza preservativo…gli dico ok..va bene!!
mi mette sul letto mi apre le gambe e inizia a scoparmi la figa mmmm ero molto bagnata!!
mentre mi scopava mi leccava le tette e dopo un po esce dalla figa per ridarmelo in bocca..adoro prenderli in bocca dopo ke sono stati dentro di me…dopo un po mi mette a 90 per prendermi da dietro…godevo molto…poi si sdraia lui e gli salgo sopra e inizio a cavalcarlo come una pazza…gemevo dal piacere!!mentre ero sopra di lui si alza con me in braccio e mi porta sul divanetto…toglie il cazzo dalla figa e me lo da nel culo mmm..come volevo io…mi scopa e mi riscopa…quando stava per venire mi mette in ginocchio per riempirmi il viso col suo sperma caldo…mi ha riempita..!mentre mi pulivo il viso gli arriva un sms sul cell..erano i suoi amici…
il mess diceva: “a noi ci fai divertire??”
me lo mostra e mi chiede cosa doveva rispondere…gli dico..ok..vedi cosa vogliono fare!!
volevano scoprami tutti uno alla volta…metto il perizoma ed esco dalla stanza per entrare in quella di fianco…neanche il tempo di entrare ke mi ritrovo un cazzo in bocca..poi mi mette sul letto e mi scopa…a dire il vero e durato poco..circa 15 minuti..Finisco con lui e vado in un altra stanza…
stesso giro di pompino e scopata..ma qui il gioco e durata di piu..mi ha scopata bene bocca figa e culo…all’inizio mi ha appoggiata al muro per prendermi da dietro…mi ripeteva ke era raro trovare troiette come me…e mi scopava….questo mi e venuta dentro la figa…e sentivo ke mi aveva riempita…non sborrava da un po mi sa…dopo ha voluto ke gli ripulivo il cazzo con la bocca…e io l’ho fatto!!
finito il giro ritorno da davide…ci mettiamo nel letto e guardiamo un film…dopo un po mi riscopa con molta passione..mi ha prsa molto nel culetto..diceva ke gli piaceva molto…la sborrata finale l’ha fatta nella mia figa…finiamo di scopare e ci addormentiamo..!!
la mattina mi sveglio nel suo letto insieme a lui..entrambi nudi…mi sveglio soddidfatta!!
in casa non cera nessuno…facciamo colazione e facciamo una doccia insieme…adoro mettermi in ginocchio e spompinare sotto la doccia…poi mi appoggia al muro e mi scopa..mmm..che goduria…finiamo la doccia..mi cambio e me ne torno a casa…soddisfatta di aver accontentata 3 ragazzi!!!

ps: il giorno dopo mi arrivano 2 messaggi…uno era di davide e uno di alberto…mi dicevano ke ero sempre la benvenuta a casa loro e se mi andava l’indomani potevo riandare a fargli una visita!!
gli ho risposto ok..vi farò sapere….(sono riandata..magari se vi va lo racconto nella prossima storia 😉 )

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Menage a trois

Aldo la sera come sempre attendeva in auto sua moglie fuori del negozio dove questa lavorava come impiegata. Anche quella sera vide il negozio chiudere e le commesse uscire dal portoncino accanto al negozio. Sapeva che sua moglie sarebbe arrivata di li a mezz’ora, perché rimaneva col proprietario a chiudere i conti. Ma quella sera una delle commesse si diresse verso la sua macchina e bussò al vetro. Mentre abbassava il vetro del finestrino notò che la ragazza aveva il volto contratto dalla rabbia.

“Cornuto! Cornuto!” sibilò la ragazza al suo indirizzo “Quella troia di tua moglie mi ha fatto licenziare! Se la fa col signor Giulio, capito cornuto!? Tua moglie è la sua amante e tu sei un cor-nu-to-neee!!” poi fuggì via montando nella macchina di un uomo che l’attendeva li vicino.

Aldo a quelle parole rimase come fulminato. Era shoccato. Prima di riprendersi e capire passarono alcuni minuti. Poi fu preso dall’emozione e due lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Erano lacrime di rabbia, ma anche di spavento. Dunque! i suoi sopetti allora erano giusti. Lui voleva non vedere ma aveva già sentore che qualcosa non andasse. Sua moglie era si sempre gentile e affettuosa con lui ma da tempo evitava il sesso con lui. Se lui la cercava qualcosa cedeva ma dentro era sempre asciutta e accusava una fastidiosa vaginite e faceva di tutto con le mani per farlo venire prima possibile. A lui in fondo stava bene, perché era sempre stato scarso sessualmente e il suo massimo piacere era la masturbazione. Quando sua moglie andava a letto lui andava al pc e apriva su xhamster e si masturbava. Lei sembrava non accorgersene ma aveva capito che si segava col porno di xhamster ma a lei stava bene così e tutto andava avanti senza scosse. Poi Aldo notò che sua moglie spesso usciva dal lavoro struccata; sentiva su di lei uno strano odore che in qualche modo ricordava il sesso. Lei non gli dava più come prima il bacetto sulle labbra quando entrava in auto: sembrava evitarlo. Ora, dopo le parole della ragazza, tutto gli appariva chiaro: era un cornuto e sua moglie se la faceva col Capo. Un classico, pensò con amarezza. Pian piano si riprese e rifletté sul da farsi. Non poteva rompere subito con sua moglie, farle una scenata definitiva anche perché avevano un figlio piccolo e il mutuo della casa in comunione. Poi lui l’amava e perderla lo atterriva. Decise di prendere tempo per riflettere meglio e cercò di mostrare tranquillità a sua moglie che nel frattempo era arrivata alla macchina. Solito saluto, ma stavolta Aldo si protese verso di lei per cercare il bacetto. Lo fece all’improvviso e raggiunse le labbra della moglie. Lei non fece in tempo a girare la testa e Aldo potè sentire chiaramente odere di sesso maschile sulle labbra di lei e nel suo respiro. Lei sobbalzò e si ritrasse, ma vedendo il sorriso tenero sul volto del marito si tranquillizzò. Lui avviandosi verso casa le passò il braccio destro sulle spalle traendolla a se:

“Come sei carina amore mio… Ti adoro! Mia piaci sempre più” le disse.

Lei si ritrasse ma lui insisté nel trattenerla e la baciò di nuovo sporgendosi verso di lei. L’odore di sesso era anche sulla guancia.

“Attento alla guida, scemo!” le disse lei, ma non poté sfuggire al nuovo bacio e parlando il suo fiato rivelò con chiarezza l’ore di sesso maschile. Lui si rese conto che lei lo aveva preso in bocca e che lui quasi certamente Giulio vi aveva eiaculato.

Il resto del viaggio fu come sempre. Ma ad un certo punto Aldo elaborò un piano: voleva che lei si tranquillizzasse e che gli desse modo di scoprire tutto; anzi, di farsi confessare tutto facendole capire che egli avrebbe accettato le corna. In tal modo -pensava il cornuto- non l’avrebbe persa. Spesso -era convinto- le mogli ostacolate dal marito quando trombano con un amante lo lasciano, mentre se lui avesse accondisceso al rapporto della moglie col Capo la cosa poi si sarebbe smontata da sola. Di questo era convinto, perché sapeva di due suoi amici che avevano vissuto lo stesso dramma e avevano accettato le corna. Dopo un paio di anni in un caso e pochi mesi in un altro, le due moglie avevano ripreso tranquillamente il rapporto senza sfasciare la famiglia.

Da quella sera Aldo prese a lodare il Signor Giulio ogni volta che ne parlavano. Poi diceva alla moglie di non preoccuparsi di lui che aspetava in auto alla sera, ma di stare col signor Gilio a fare le cose con calma. Infine due sere dopo a cena giocò il Jolly. Inventò alla moglie una storia dove un suo amico aveva scoperto la moglie a csa con l’amante e l’aveva mandata via ma che lui lo aveva convinto a riconciliarsi con lei, perché una moglie può avere benissimo una infatuazione passeggera, ma che quello che contava era il matrimonio. Durante la narrazione di questa storia sua moglie lo ascoltava con attenzione, ma anche con sospetto. Lui però fu convincente e ribadì più volte che le corna fatte come sfogo o come infatuazione passeggera della moglie per un altro uomo andavano comprese e accettate se un marito davvero era innamorato della moglie e che la famiglia veniva prima di tutto. Dopo un pò sua moglie rilassò la sua espressione. Poi disse:

“Ma tu accetteresti le corna se te le facessi? Dai! Non prendermi in giro!” disse all’improvviso sua moglie, guardandolo fra il serio e il faceto.

“Se tu me le facessi perché sei innamotata di un altro e non mi accettassi più dovremmo separarci, ma se tu mi dicessi che hai preso una cottarella fine a se stessa, ma che il tuo amore profondo è per me, si! che accetteri le corna. Mai e poi mai vorrei prderti… Ti lascerei vivere tranquillamente la tua love-story, amore mio. Io ti amo e accetterei che tu ti levassi lo sfizio…. Sei sorpresa?…”

Sua moglie guardava nel piatto. Poi alzò lo sguardo verso di lui ma non parlò. Il momento era pieno di tensione. Aldo vedeva che sua moglie era dubbiosa, ma furbamente mostrò di dare poco peso alla cosa per farla riflettere con calma. Anche durante il dopo cena alla tivù sua moglie parlò poco. Fu quando stavano per andare a letto che sua moglie parlò:

“Aldo, amore mio… Senti… Ti devo dire una cosa… Fra me è… Giulio c’è una storia…” Aveva lo sguardo basso mentre faceva questa confessione: era imbarazzata; ma poi alzò lo sguardo e fissò neglio occhi suo marto e concitatamente aggiunse:

“… Ma è solo una cosa venuta dalla complicità, da un’ amicizia nata fra noi. Lui ha la moglie ammalata e non può avere rapporti con lei; lui mi ha fatto pena; lo vedevo sempre triste, giù di umore. Io volevo sapere ma lui non mi deceva nulla; poi un giorno che era molto giù mi ha fatto la confessione. Mi ha fatto tanta pena, tenerezza… capisci amore?” lei guardava Aldo in volto per vederne le reazioni,

“Malata di cosa?” cheise Aldo?

Dentro di se la moglie esultò: non aveva fatto casino, non era saltato su alla confessione di lei. Insomma, tutto sembrava andare per il meglio. Era felice che non fosse scoppiata una tragedia.

“Vaginite… Sua moglie ha una brutta vaginite. Su cura ma lui mi ha detto di avercelo troppo gosso e che quando provano a ‘farlo’ poi lei sta male… Metti poi che lui è uno che tromba un’ora di seguito… La moglie invece dopo mezzo minuto deve smettere per il dolore”

“Troppo grosso??? Ma grosso quanto?” chiese quasi sbalordito Aldo immaginandosi un cazzo da cavallo. Sua moglie a capo chino accennò alla misura con le mani: una mano tesa e l’altra mano a metà avambraccio fece capire ad Aldo di quali dimensioni si trattasse: “Eppoi grosso… nodoso, con una cappella larga… Due coglioni da toro…” aggiunse la moglie a rincarare la dose. Lei vedondolo sbalordito aggiunse ulterioriori dettagli. Capì di essere sulla strada giusta: “Sai amore,” le sussurrò quasi timidamente, come se fosse imbarazzato: “Sai che non riesco a stringerlo con la mano?… e anche… ehm ehm… anche in bocca mica mi ci entra bene…”

Aldo era sconvolto, ma dentro di se qualcosa di imprevisto prendeva corpo: era eccitato! Si! eccitato. Ebbe l’erezione e sua moglie se ne accorse subito dal pigiama che mostrava chiaramente il modesto bozzo del pene. Sua moglie comprese la nuova situazionein in un baleno. L’istino prese il sopravvento e protendendosi si avvicinò a lui mettendogli la mano sui calzoni del pigiama, prorio sul membro, stringendoglielo. Lui cercava di scansarla, ma lei gli si fece sotto e avvicinando il volto a quello del marito protese la bocca e lo baciò sulle labbra.

“Sai amore che quando gliel’ho visto la prima volta mi sono spaventata? Io prima avevo visto dal vero solo il tuo e il suo è tre volte il tuo… Ma volevo aiutarlo, capisci?..”

Aldo annuiva. Ora aveva reclinato indietro la testa e lasciava che sua moglie gli traesse il pene dal pigiama e iniziasse a masturbarlo. Era praticamente in mano della moglie che lo guidava, controllando la masturbazione, verso il piacere. Gemeva Aldo e sussurrava si si.

“Amore,” aggiuse ancora sua moglie: “Mi accetti anche così infedele? Io amo te e solo te, capisci? Solo te. Con lui è una cosa di solo sesso; una sorta di aiuto, di complicità, di amicizia, di intimità… Mi vuoi bene lo stesso Aldo?… Mi accetti?… Mi capisci?” Aldo seguitava ad annuire ormai pilotato da lei che masturbandogli il piccolo pene durissimo e prossimo al parossimo, lo aveva ormai in suo completo potere.

“Amore,” sussurrò Aldo in estasi: “Sei una donna onesta e sincera, sai? Ti voblio eccome… Voglio che tu aiuti Giulio e che tu sia sua. Fallo trombare per bene, vedrai che sarà anche più sereno anche il lavoro se ne gioverà, Io ora lo so e anzi! guarda, sono io che ti chiedo di trombarci. Voi due siete fatti l’una per l’altro, lo capisco bene, sai amore? Ora sono io che voglio…”

La mano di lei seguitava a tenerlo sull’orlo dell’orgasmo regolando la masturbazione. Voleva da lui una resa completa, un’accettazione completa. Voleva che suo marito diventasse il suo cornuto ruffiano per poter fare con Giulio tutto ciò che voleva. Il suo piano era di potersi portare Giulio a casa, perché in ufficio era comunque pericoloso e scomodo. Ora che aveva capito quanto suo marito si eccitasse con le corna giocò tutte le carte; voleva eccitarlo ancora di più:

“Sai amore che Giulio è un gran porco? ha fatto diventare anche me una troia sfacciata e vogliosa di cazzo… Lo prenderei sempre… Sai che a volte durante il lavoro ci chiudiamo in ufficio e mi tromba al volo? Devo sempre stare senza mutande… Che porca… AH! Ma se crede che il culo gielo dia così in piedi, si sbaglia… Sai che gli garba tanto il mio culone e ce lo punta sempre, ma io ho paura… Non voglio che me lo sfondi… Non so come fare… Gli dico di no, ma lui insiste…” Ora Aldo gemeva e si dimenava; era estasiato dalle parole di lei e immaginava le scene, preso da un eccitazione mai provata.

“Daglielo, daglielo amore, vedrai che se anche tu lo vuoi davvero nel culo riuscirai a rilassarti abbastanza… Bisogna che tu lo voglia davvero e allora il buco ti si rilasserà… Se poi vuoi io posso abituarti il buchetto, sai?” Sua moglie gli era ddosso e gli sussurrava, mentre lo masturbava, che lo voleva ma che aveva paura.
Ora Aldo estatico immaginava la scena di sua moglie a pecorina con Giulio dentro il suo culo e gemeva forte. La tensione era al massimo. La misura era colma.

“Amore,” gli sussurrò sua moglie che comprese che era giunto il momento e che aveva ottenuto una vittoria completa: “Vuoi davvero essere il mio cornutone?”

“Siiiii siiiiiiii lo voglio lo voglio!”

“Vuoi essere il mio cornutone ruffiano che mi aiuta a trombare con Giulio?”

“Siiiiiiiiii Lo voglio eccome se lo voglio!! mmmmmmmmmm Oddio amore, mi fai venire a pensarci, sai?

“Mi aiuterai a stare con lui qui in casa, così possiamo trombare con tutta calma? Sai che se lo porto qui lo facciamo meglio. Possiamo fare la doccia, usare in bagno, avere il lettone a disposizione mi aiuterebbe a trombare meglio… Eppoi,” aggiuse maliziosa: “Anche per dargli il culo qui sarebbe meglio… ” e nel dire questo gli strinse il mebro e lo scosse velocemnte due tre volte. Aldo esplose con un grido:

“Siiiiiiiii… Vengoooooooo. Si si pportalo qui!! Portalo qui e dagli il culo! Lo voglio io ora, sai!? E’ la cosa che desidero di più!!” Lo sperma di Aldo spruzzava.

“Cornutone mio… Cornutone mio… Cornutone mio,” gli diceva teneramente sua moglie mentre il pene ancora sussultava stretto nella sua mano: “Ti amo…”

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 4)

Sapevo che non ci sarebbe stato tempo per parlare a Giacomo della mia conversazione con Alice, così decisi di mandargli una e-mail e scrissi:
Giacomo, Alice sospetti che tu sia gay. Ha detto di aver trovato dei porno gay sul tuo pc. Ho paura che voglia provocare qualche guaio. Per favore stai attento, sono suo fratello e so di cosa è capace. Ti amo, Nick.

Pochi minuti ed arrivò una risposta:
Nick, grazie per l’avvertimento. I tuoi genitori faranno qualche cosa? Anch’io ti amo Giacomo.

Scrissi rapidamente: Non so. Lei è sempre stata la loro favorito, ma il fatto di essere incinta di un ragazzo sconosciuto potrebbe cambiare le cose.

Il giorno dopo, dopo l’allenamento di nuoto stavo andando alla mia macchina nel parcheggio della scuola quando vidi una macchina distrutta rimorchiata fuori del parcheggio, ed un paio di poliziotti bobine che parlavano al direttore. Non ci feci caso più di tanto, andai in macchina e tornai a casa.
Appena entrato dissi alla mamma che avevo dei compiti da fare e di chiamarmi quando la cena era pronta. Andai in camera mi e cominciai a lavorare ai miei compiti quando sentii uno schiamazzo all’ingresso. Mi alzai per andare a vedere cosa stava succedendo.
“Sua figlia non ha un briciolo di decenza.” stava dicendo una voce che conoscevo ed era quella del padre di Giacomo.
Andai in soggiorno e vidi Giacomo dietro suo padre. Mio padre stava rispondendo: “Mi creda, conosco mia figlia, non farebbe mai quello di cui l’accusa!”
“Ci sono i testimoni che l’hanno vista picchiare con una mazza da baseball sulla macchina di Giacomo!” Gridava il padre di Giacomo.
Io guardai Giacomo confuso. “Allora giacomo è quello che l’ha piantata!” Gridò mio padre. “Lei è all’allenamento di volley!”
“Io penso invece che stia importunando altri ragazzi! La prova di paternità l’ha provato! E comunque anche la figlia di un nostro vicino gioca a volley e ha detto che oggi non c’era allenamento!”

Giacomo accennò col capo verso di me ed uscimmo mentre i padri continuavano a litigare. “Cosa sta succedendo?” Chiesi.
“Quando sono andato al parcheggio uscendo di scuola ho trovato la macchina rovinata. Qualcuno aveva rotto finestrini e fari e tagliato i pneumatici.”
“E pensi sia stata Alice?”
“Sì. Alcune persone hanno detto di averla vista vicino alla mia macchina con una mazza da baseball.”
“Mi spiace immensamente, Giacomo!” Lo tirai a me e l’abbracciai.
“Perché mi sta facendo una cosa del genere?” Chiese Giacomo.
“E’ sempre stata così. Non riesco a spiegarlo.”
La porta si aprì dietro di me ed il padre di Giacomo uscì e ci vide abbracciati. Noi interrompemmo l’abbraccio ed il padre di Giacomo mi disse: “Nick, so che hai l’allenamento di nuoto dopo la scuola, puoi accompagnare Giacomo a casa almeno finché non ripareranno la sua macchina.”
“Sicuro.” Dissi io.
“E può venire a casa mia domani sera? Ho delle cose da chiederti.”
“Va bene.” Risposi.
“Andiamo a casa Giacomo.” Disse il padre di Giacomo.

Rientrai e vidi mio padre che fumava nel soggiorno. Mia madre mi diede un piatto della cena e mi disse di andare a mangiare nella mia stanza dato che non pensava che mio padre fosse dell’umore di una cena di famiglia quella sera. Andai in camera mia e vi trovai Alice.
“Cosa cazzo fai nella mia stanza?” Chiesi.
“Stavo guardando le tue e-mail, ma il tuo computer ha la password.”
“Perché quello che ho sul mio computer non sono affari tuoi e le mie e-mail non sono affari tuoi.”
“Devo sapere di cosa avete parlato tu e Giacomo.”
“Non sono cazzi tuoi ed ora fuori dalla mia stanza!”
Alice uscì incazzata.

La sera successiva andai a casa di Giacomo per parlare con suo papà. Ci sedemmo lui Giacomo ed io alla tavola della sala da pranzo. Ci guardò e chiese. “Giacomo per favore sii onesto, perché ti sei separato da Alice?”
“Lei sta scocciante.”
“Penso che questa sia solo una ragione, credo che ci sia dell’altro. Non credere che sia stupido, vedo il modo che tu e Nick state insieme. L’hai scaricata per Nick?”
Giacomo abbassò la testa e non disse niente. Il padre di Giacomo mi guardò. “Nick, tu e Giacomo siete insieme? Da quando? Io non dirò niente ai tuoi genitori. Devo solo sapere tutta la storia.”
“Sì lo siamo.” Dissi io. “E’ cominciato nel fine settimana che Giacomo passò con me a casa mia quando Alice ed i miei genitori erano fuori città.”
“Giacomo? Guardami.” Giacomo alzò lo sguardo con le lacrime negli occhi. “Sei gay?” Giacomo accennò col capo. “Ascoltami Giacomo. Tu sei mio figlio ed io voglio che tu sia felice. Non mi devi nascondere niente.” Giacomo si asciugò gli occhi. “Tua madre ed io lo sospettavamo da tempo. Sapevamo che ci doveva essere stato più di quanto sapevamo sul tuo rapporto con Alice. Era perché volevi stare vicino a Nick?”
Giacomo accennò col capo. “Bene.” Disse il padre di Giacomo, poi mi guardò: “Nick, mi sei sempre piaciuto. Tua sorella è un incubo ma io penso che lei è solo una mela marcia. Voglio che tu sappia che qui sei il benvenuto e tu e Giacomo siete liberi di fare qualunque cosa vogliate qui. Solo limitatevi a fare sesso nella camera di Giacomo.”
“Va bene signore.” Dissi io.
“Non c’è bisogno di chiamarmi signore. Chiamami solo mi chiami Roberto. Ora siete liberi di andare, Nick se vuoi puoi restare a cena.”

Noi ci alzammo da tavola ed andammo nella stanza di Giacomo. Cademmo sul letto, lo abbracciai e lo baciai. Cominciammo a spogliarci, in breve avevo l’uccello dentro Giacomo e spingevo come se fosse l’ultima cosa che facevo nella mia vita. Scaricai un carico di sperma dentro di lui e lo tenni stretto coccolandolo nelle mie braccia. Non so quanto tempo rimanemmo così bello.

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A Qualcuno Piace Pelosa!

Ormai la conversazione aveva preso la sua direzione. Quindi la mia domanda fu piú che legittima e per nulla fuori luogo. “E tu come ce l’hai Laura? Pelosa o depilata?” gli chiesi senza imbarazzo e cercando con gli occhi uno spiraglio in mezzo alle sue gambe che potesse rispondere alla mia domanda. Lei mi guardó per qualche secondo mentre beveva il suo cappuccino, non si aspettava che la mia curiositá si spingesse cosí oltre, ed il mio attegiamento a cavallo tra il serio e lo scherzoso, la spiazzó. Come ero finito in quella discussione? Facciamo un salto indietro di qualche ora.
Era una Domenica mattina come le altre, in una giornata che di estivo prometteva ben poco. La sera prima Laura mi scrisse un SMS invitandomi a fare colazione nel nostro Bar vicino la palestra, proprio dove l’avevo conosciuta. Non uscivamo spesso, le nostre chiacchiere avvenivano sempre sotto un bilancere o durante un esercizio per gli addominali nella sala pesi. Poi negli ultimi tempi ci scambiammo anche il numero di cellurare ed ogni tanto ci sentivamo la sera in una chat di un noto software di messagistica. Non avevo mai pensato a lei come ad una futura scopata, anche se fisicamente era molto attraente. Fisico atletico sul metro e settanta, seno poco oltre la seconda (tipico di chi fá attivitá sportiva a livello quasi agonistico) e capelli medio lunghi castano chiari. OK, si….. effettivamente era decisamente scopabile, ma non mi andava di provarci con tutte quelle che conoscevo in palestra, magari se avessi trovato quella che davvero mi ispirava sesso, potevo passare per quello che non faceva prigioniere, come si dice: uno per il quale ogni buco é trincea! Peró quella mattina Laura me la serví (la sua fica) su un piatto d’Argento.
Seduti a quel tavolino a consumare la nostra colazione, tra un discorso e l’altro, un pettegolezzo e la lettura di un quotidiano, noto che Laura é catturata da un articolo:
– “Cosa leggi con tanto interesse?” Gli dico dopo aver bevuto il mio thé freddo.
– “Che questo mondo é impazzito! Come puoi fare sesso con un morto?” Mi risponde lei.
– “Semplice, non puoi! A meno che tu non abbia qualche disturbo mentale” Continuo io.
– “Bhé…
sembra che sia piú comune di quanto si creda. La chiamano necrofilia, la pulsione di fare sesso con i morti! Che schifo” Mi guarda disgustata Laura.
– “Pienamente d’accordo. Mi chiedo quale sia il piacere nel farlo. Capisco che ognuno abbia delle fantasie nascoste, ma questi, come dici tu, sono davvero matti!”
– “Giá….. sono proprio matti. Dovrebbero farsi vedere da uno bravo. E la tua fantasia qual é Chase?”
– “Non certo scoparmi un cadavare” Gli rispondo sorridendo.
– “No dai, sul serio! Quale fantasia nascosta ti eccita di piú? Farlo con due donne, fare sesso in pubblico? Ci sará qualcosa che ti manda su di giri!”
– “Davvero vuoi fare questo discorso ora?” Insisto io.
– “Si! Avanti rispondi. Non essere timido”
– “OK. Ma poi dopo tocca a te. Le regole sono uguali per tutti”
– “Vá bene, ci stó. Ma l’ho chiesto prima io, quindi vai….. dimmi…..”
– “Non ci saresti mai arrivata Laura. Non mi interessa farlo con due donne, con una cinese o in pubblico con l’eccitazione di essere scoperti… no, la mia é una fantasia molto piú comune e per quanto possa sembrare banale, é rara che riesca a metterla in piedi. Piú che altro per la scarsitá della materia prima”
– “Non fare il misterioso. Allora? Di cosa si tratta?” Mi domanda nuovamente come una bambina curiosa.
– “Mi piace quella cosa pelosa! Insomma, si….. mi piace la fica pelosa! Tutto qui”
– “Nient’altro? Ti piace il cespuglio in mezzo alle nostre gambe? Vuoi dirmi che ti basta vedere un pó di pelo ed a te….. il tuo…. ecco…” Laura abbassa lo sguardo ed arrosisce un pó per quell’argomento cosí intimo che comunque aveva iniziato lei.
– “Ora non fare tu la timida. Si, il pelo della fica me lo fà diventare duro. Credo che sia la cosa piú bella in una donna, la sua femminilitá nasce lí per me”
– “Non capisco peró perché dici che scarseggia il materiale Chase. Ti assicuro che la maggior parte delle donne non si depila in mezzo alle gambe”
– “Dimmi dove sono! Perché in base alla mia esperienza, só che la maggior parte di voi signorine vi piace avere la cosa completamente depilata e liscia. E non capisco perché! Qual é il motivo? Lo fate perché vi fá sentire piú pulite e donne? O pensate che noi uomini la preferiamo depilata? Ti assicuro che per molti, io per primo, é l’esatto contrario. Piace il pelo. Io fin dalla mia adolescenza, per esempio, ho avuto per la maggior parte ragazze con la fica depilata, qualcuna magari non del tutto. C’era chi lasciava una striscia al centro e chi invece rifiniva solo i bordi vicino alle cosce, ma di base, il pelo era veramente poco”
– “Io insisto Chase. La maggior parte delle donne non si depila. É uno stress infinito. Sempre lí a controllare la ricrescita o nel peggiore dei casi a sopportare il prurito quando la rasi del tutto e ti ricrescono i peli da zero! E ti assicuro che chi se la depila non lo fá per una questione di igiene intima, sono stata in vacanza con amiche completamente lisce lí sotto che si cambiavano gli slip una volta a settimana. Puoi essere fresca e pulita anche con la patata pelosa. Basta lavarsela tutti i giorni mattina e sera, se non di piú come faccio io” Mi risponde Laura con un pizzico di imbarazzo.
– “E tu come ce l’hai Laura? Pelosa o depilata?” gli chiesi senza imbarazzo e cercando con gli occhi uno spiraglio in mezzo alle sue gambe che potesse rispondere alla mia domanda. Ormai la conversazione aveva preso la sua direzione. Quindi la mia domanda fu piú che legittima e per nulla fuori luogo. Lei mi guardó per qualche secondo mentre beveva il suo cappuccino, non si aspettava che la mia curiositá si spingesse cosí oltre, ed il mio attegiamento a cavallo tra il serio e lo scherzoso, la spiazzó.
– “Chase? Mi stai guardando in mezzo alle gambe?” Mi rispose guardandomi negli occhi questa volta ed accavallando le gambe.
– “Bhé… stiamo parlando di topa, mi hai appena detto che la maggior parte non si depila e quindi ora sono curioso di sapere come é la tua, anche perché dalle tue parole deduco che tu abbia un bel cespuglio da quelle parti” Le dico con un sorriso malizioso ed indicando con l’indice la sua fica.
– “Non penso di aver detto questo e comunque adesso stiamo parlando di te, dei tuoi gusti o fantasie sessuali. Quindi prima finiamo questo discorso poi ti rispondo. Allora….. mi stavi dicendo che basta che una donna abbia la fica pelosa e tu saresti pronto a fare sesso con lei?”
– “Fondamentalmente si. Per esempio se vedessi tre o quattro donne nude su una spiaggia, quella che sceglierei sarebbe colei che ha il cespuglio in mezzo alle gambe. Che poi abbia il clitoride lungo o corto, le piccole labbra più o meno sporgenti, é secondario. Nel senso che l’eccitazione é anche in questo. Affondare il viso in quel bosco, esplorare ogni anfratto di quella fica nascosta dai peli e vedere come é fatta”
– “Quindi non ti interessano le tette grosse o piccole, more o bionde, alte o basse e roba simile?”
– “Anche, ma non é quello che mi manda su di giri. E poi il fatto che siano more o bionde mi sembra riduttivo e un pó banale. Sento spesso questa distinzione. Ma che significa? Perché tu scegli un ragazzo in base al colore dei capelli? Certo, se davanti avessi una donna mora, il pensiero vá subito alla sua fica che spero sia piú nera del buio. Ma questo vale anche per le rosse o le bionde. L’importante é che quando metti la mano per la prima volta lí sotto, senti quella paglia soffice, calda e morbida. Ovvio che guardo altro oltre la fica, anche perché a quella ci arrivi (quando vá bene) dopo. La mia donna dovrá essere proporzionata ed ovviamente, senza ipocrisia, di bella presenza. Che poi abbia le tette grosse o piccole, non importa. Quelle grosse sono stupende, eccitanti, comode da toccare, giocarci e succhiare all’occorenza. Ma anche quelle piccole hanno il loro fascino, il loro perché, ti ricordano e rimandano all’adolescenza, alle tue prime esperienze. Troppe donne sono complessate se hanno un petto piatto, ma io ti dico che alla maggior parte degli uomini non interessa, anzi, molti sono attratti da un seno piccolo, quasi inestitente”
– “Adesso vuoi farmi anche credere che preferisci delle tette piccole a delle grosse bocce?”
– “Mi metti in bocca pensieri che non ho espresso” Le dico mentre faccio cenno al cameriere di portarci il conto.
– “Sai cosa significa per una donna avere un seno sotto la media? Facciamo cosí….. cosa mi diresti se io ti dicessi che a noi donne non interessa la misura del vostro pene? Che grosso, piccolo o lungo non ci interessa? Anzi… se ti chiedessi quanto misura il tuo, cosa mi rispondi?” Mi chiede provocatoriamente Laura guardando stavolta lei in mezzo alle mie gambe.
– “E questo cosa c’entra? Stavamo parlando di tette grosse o piccole, di fica pelosa o depilata. Quindi rispondo a questo e ti dico nuovamente che io la preferisco con il pelo, la ritengo piú femminile contrariamente a quanto si possa pensare. Non dimentichiamoci che uno dei segnali esteriormente più evidenti della maturità sessuale, sia nell’uomo che nella donna, si manifesta con la crescita dei peli pubici. Giusto? Per quanto ne so gli uomini di ogni epoca hanno reputato fortemente erotico il cespuglio di peli che veste la fica di ogni donna. Alle nuove generazioni invece, per colpa di certe mode maniacali, sembra piacere molto di più una fica con morfologia prepuberale piuttosto che pelosa, che invece fa risaltare il fascino della piena maturità!”
– “Ho capito! Diciamo che ti dó ragione, peró ora hai messo in ballo anche questa storia delle misure… tette piccole, grosse… ma non vuoi dirmi quanto ce l’hai lungo”
– “Perché dovrei risponderti?” Le dico con tono di sfida.
– “Perché te lo stó chiedendo e sono curiosa”
– “Anche io ti ho chiesto se la tua fica é pelosa, ma ancora non mi hai risposto. Cosa che io ho fatto alla tua domanda principale”
– “Perché ci tieni tanto a saperlo?” Continua Laura eludendo la domanda mentre posiziona nuovamente entrambe le gambe sulla sedia e divaricando leggermente le cosce.
– “Perché te lo stó chiedendo e sono curioso” Le rispondo copiando parola per parola la sua precedente risposta.
– “Almeno dimmi se il tuo pene è peloso o depilato”
– “No! Non ho intenzione di rispondere a nessun altra domanda finché non mi dici come é la tua fica” Dico serafico incrociando le braccia.
– “Fai il cavaliere dai….. rispondi a quest’ultima domanda e ti dico come ho la patata” Mi risponde ormai con scioltezza.
– “Secondo te?”
– “Se sei coerente con il tuo pensiero dovresti averlo peloso”
– “Proprio cosí! Come per la donna, credo che un uomo sia piú virile peloso ed il mio ha i peli” Gli dico sorridendo inarcando la schiena sulla sedia e abbassando leggermente i pantalani all’altezza vita, mentre faccio uscire qualche pelo della mia zona intima.
– “Chaseeeee… nooo… smettila” Mi dice Laura con una vocina finto arrabbiata mentre mi dá un piccolo schiaffo sulla spalla.
– “Che c’é? Volevo darti la prova che non mentivo” Gli dico sorridendo
– “Bastava dire si, matto che non sei altro! E non te lo sei mai depilato in vita tua?” Continua Laura.
– “No… o meglio si, nel senso che una volta stavo con una ragazza a cui piaceva l’uccello depilato. Cosí un giorno mi convinse, con la scusa che sarebbe stato anche un nuovo gioco erotico, a depilarmelo. Data la sua insistenza e considerando che almeno una volta dovevo provare la sensazione di essere completamente liscio lí sotto, accettai. Lo fece proprio lei”
– “E poi?” Cercó di approfondire il discorso Laura ormai presa dalla curiositá.
– “E poi niente… ho resistito un paio di mesi e poi sono tornato al naturale. Non era per me. Primo per la ricrescita, davvero fastidiosa ed impegnativa, ogni giorno dovevo passare una spugnetta, tipo quelle che si usano per strofinare le padelle, cercando di togliere i peli che rimanevano sotto pelle e ti dico che l’ho dovuto fare per settimane! Secondo, perché….. perché… come te lo spiego? Insomma, quando facevo sesso non solo avvertivo spesso un prurito, ma capitava anche che sei lei era sopra, la sua fica non strusciava bene quando agitava il bacino sopra il mio pisello”
– “No, aspetta, non ti seguo! Che c’entrano i peli del pene con la vagina di una donna che ti scopa da sopra?” Continua Laura stavolta seria e sempre piú incuriosita.
– “OK, saró piú diretto. É evidente che non hai mai fatto sesso con uno che ha il pisello rasato. Quando la donna sta sopra ed inizia a muovere la sua fica, a strusciare le sue labbra intorno ad un uccello i peli creano una sorta di cuscinetto. Un pó come quando metti della paglia dentro una s**tola per imballaggi, l’oggetto scivola delicatamente ed evita di rompersi. Uguale quando scopi. Non stó parlando di quando lei o lui scopano sul classico, tipo su & giú, ma di quando la donna, insisto, con il cazzo dell’uomo dentro di lei, inizia a roteare la fica, ad avvogere il cazzo con le umide labbra stimolandolo intorno all’asta, soprattutto alla base, vicino alle palle. Ora hai capito?”
– “Si… credo di si! Non ci avevo mai pensato, ed in effetti…..” rispose Laura senza completare la frase.
– “In effetti, cosa? Ora sono io che non ti seguo. Dai, continua… ormai siamo in ballo. Termina la frase”
– “Bhé… in effetti hai ragione… io….. io quando mi toccavo… insomma… lí sotto… a casa, in ufficio dietro la scrivania, qualche volta sui mezzi pubblici… a meno che non fossi eccitata e bagnata da qualche situazione o pensiero particolare, riuscivo a masturbarmi con piú facilitá, strusciandomi la mano in mezzo alle gambe, con la fica piena di peli”
– “Ecco Laura, vedi? Non bisogna andare contro natura, se nelle nostri parti intime abbiamo… un momento? Hai detto che riesci a masturbarti meglio se la tua topa é pelosa! Quindi non ti depili. Finalmente lo hai ammesso!” Gli rispondo con aria soddisfatta.
– “Ho parlato al passato Chase, forse col tempo ho cambiato gusti ed ora da queste parti sono comletamente liscia!” Mi risponde lei aprendo leggermente le sue cosce.
– “Si certo, come no. Invece di girarci intorno e fare giochi di parole, perché non ti decidi a rispondermi? Si puó sapere come stai lí sotto, si o no?”
– “Uffa Chase… stai diventando noioso! Ci tieni proprio cosí tanto a saperlo? E va bene. Forza! Alzati e andiamo” Mi dice Laura con tono imperativo alzandosi dalla sedia.
– “Andiamo dove?”
Ma lei non mi risponde e si incammina lungo la strada. La seguo fissando il suo viso con sguardo interrogativo. Lei ride, ma non dice nulla. La nostra passeggiata dura un pó, passano i minuti, ma Laura non spiccica una parola. Il tempo passa e guardandomi intorno, noto che siamo leggermente fuori mano rispetto al centro abitato. Quando alla fine inizio a perdere la pazienza e sono sull’orlo di dire qualcosa, ecco che lei improvvisamente mi prende la mano e mi trascina dentro un vicolo senza uscita.
– “Vuoi sapere come é la mia? Scoprilo da solo!”
Mentre con quelle parole mi invita a scoprire il suo posto piú intimo, la sua mano guida la mia in mezzo alle sue gambe. La guardo negli occhi ed intanto mi faccio strada tra le sue cosce. Lentamente gli alzo la gonna, delicatamente infilo la mia mano dentro le sue mutandine ed un ammasso di morbido pelo la accoglie. Inizio a giocare con la sua fica e con il bosco che la nasconde. Laura è completamente zuppa lá sotto, tutti quei discorsi al bar l’avevano eccitata. E non era la sola. Anche il mio cazzo stava esplodendo nei pantaloni. Inizio a baciarla ed intanto con la mano libera cerco di tirarmi fuori il pisello dritto. Operazione difficile data l’evidente erezione. Continuo ad esplorare la sua bocca con la mia lingua ed intanto la mia mano sinistra continua a masturbare la sua fica fradicia, mentre la destra finalmente riesce a liberare il mio uccello che finalmente riesce a spiccare il volo. Laura reclama la sua parte di sesso ed afferra il mio palo iniziando a farmi una sega. Io non smetto di sgrillettare la sua topa e cerco di farmi strada con il dito medio tra le sue grandi labbra, intanto con la sinistra libera cerco un varco sotto la sua magliettina corta in cerca delle sue tette. Ci sono. Scavalco il reggiseno ed afferro con vigore un seno. Forse una seconda, o una terza. Non lo so. Ma quel gonfiore riempie la mia mano strizzandolo. Qualcosa esce dalla sua bocca, la sento mugolare mentre percepisco la sua fica pulsare. La signorina sta avendo un orgasmo! Ma lei non smette comunque di masturbarmi, alternando il movimento a stantuffo su & giú lungo tutta l’asta del mio pisello a leggere palpate delle mie palle. Sento la sborra fermentare ed i testicoli gonfiarsi, percepisco una sborrata imminente. Vorrei possederla, strappargli quella gonna, le sue mutandine, penetrarla e svuotarmi dentro di lei! Ma mi rendo conto che la situazione ci é sfuggita di mano, non ho niente con me, nemmeno un preservativo e per di piú siamo, anche se nascosti, in un luogo pubblico. Mi accontento di toccare la sua piú profonda intimitá, mentre lascio che lei svuoti le mie palle con il suo lavoro di mano. Sono al culmine, Laura non smette di segarmi, la sua mano continua a fare su & giú ancora, ed ancora… sento che sto per venire… non riesco a controllarmi, ed anche se qualcuno potrebbe sentirmi, non posso trattenere un gemito che echeggia nel vicolo… un fiume di sborra sale lungo il mio cazzo ed improvvisamente uno spruzzo di crema calda esce dal buco della mia cappella finendo dritto sulla maglietta di lei. Laura sente la schizzata contro di sé, é consapevole che ne arriveranno altre, allora cerca di controllare le future sborrate per evitare di sporcarsi ancora i vestiti. Cosí mentre continua a masturbarmi, a svuotarmi, la sua mano si chiude a pugno ad ogni risalita lungo l’asta portando con sè la pelle del mio cazzo bloccando di fatto le schizzate dirette verso di lei. Mi lascio andare e vengo piú volte nella sua mano….. tre, quattro, cinque lunghe risalite della mano per altrettante spruzzate che le sporcano completamente la mano… sento il caldo sperma bloccarsi nel suo palmo… continuo a venire, gocce di sborra colano tra le sue dita e Laura non smette di segarmi, poi con la mano direziona l’asta del mio pisello verso il basso lasciando che le ultime schizzate finiscano a terra! Completamente sudato, sia per quella breve ma intensa quasi scopata, che per la calda giornata, mi scosto da Laura poggiandomi sul muro alle mi spalle. Sento ancora il mio cazzo pulsare, lo vedo muoversi dall’alto verso il basso come avesse un riflesso condizionato e noto che qualche piccola goccia di sperma cola ancora dal buco della mia cappella. Poi lentamente il mio uccello torna ad abbassare la guardia ed una volta moscio ma completamente bagnato dei miei stessi umori, lo rimetto in gabbia. Intanto anche Laura cerca di darsi una sistemata prendendo dalla sua borsa dei fazzoletti umidi, cercando di pulirsi alla meglio la magliettina e la mano completamente fradicia di sperma.
Poi si avvicina a me baciandomi dolcemenre la guancia e sussurrandomi nell’orecchio mi dice: “Ora che hai scoperto che qui sotto non mi depilo, non hai voglia anche di vederla?”. Ovviamente la risposta fu un incisivo “Si, certo che lo voglio!” ma non volevo solo vederla, toccarla, leccarla e baciarla in ogni anfratto di quel bosco che al tatto sembrava immenso! Io volevo infilare il mio cazzo dentro la sua fica ed inondarla di sperma, fare sesso con lei fino allo sfinimento, insomma… scoparmela nel vero senso della parola!
Nel fine settimana eravamo giá a cena a casa mia per una serata intima a due. Cosí tra una chiacchiera e l’altra, un bicchiere di vino accompagnato da qualche canzone di sottofondo diffusa dello stereo, ed eccoci nella stanza da letto.
Non é difficile immaginare cosa accadde, ma….. i dettagli ve li racconto un’altra volta!

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 10)

Io sentii il fischio degli allenatori e mi tuffai nell’acqua. Le mie braccia cominciarono il loro movimento, i miei piedi mi spingevano verso l’altro capo della piscina per poi ritornare verso la alla posizione iniziale e quindi di nuovo indietro. Quando ero in acqua mi sentivo così nel mio ambiente. Virai e tornai verso i blocchi, allenatore tornò a fischiare.
Mi guardò mentre gli altri arrivavano e disse: “Nick, hai fatto un grande tempo, ma sarà meglio che ti conservi per la gara di sabato. Sei è il mio miglior nuotatore e non voglio che tu ti stanchi prima della gara.” Io mi limitai ad accennare col capo.
Quando tutti ebbero finito l’allenatore ci congedò ed andammo a fare la doccia. Mi tolsi il costume bagnato ed andai sotto la doccia per lavare via il cloro dal mio corpo. Quando ebbi finito presi un asciugamano, mi asciugai e poi l’avvolsi intorno alla vita. Ritornai nello spogliatoio e vidi Renzo che nudo frugava nel mio armadietto.
“Ehi. Perché cazzo frughi tra la mia roba?”
“Devo scoprire cosa sta succedendo con Giacomo!”
“Se lo vuoi sapere chiedilo a lui! Non guardare nella mia roba.”
“Cosa succede?” disse una voce, mi voltai e vidi l’allenatore.
“Sono ritornato dalle docce e Renzo stava curiosando tra la mia roba!” Dissi.
“Renzo, questo è contro il regolamento.” Disse l’allenatore. “Ti avviso, se lo farai ancora dovrà punirti e convocare i tuoi genitori. Ora vai a fare la doccia!”

Renzo si allontanò. L’allenatore mi guardò e disse: “Nick, ho parlato con tuo padre, aveva sentito che tua sorella avrebbe tentato di metterti contro qualche componente della squadra, se hai bisogno di qualcuno con cui parlare del tuo problema, anche se si tratta del tuo ragazzo, potrai parlare con me, sono esperto in questo genere di cose.”
Mi guardai rapidamente intorno. “Vuole dire che lei è gay?”
“Sì.” disse l’allenatore. “E per favore tienlo segreto. In una città come questa a molta gente non piacerebbe sapere che un insegnante è gay. So come ti senti, se hai bisogno di qualcuno a cui parlare, puoi sempre parlarmi.”
Accennai col capo, mi vestii e salii in macchina. Ero sicuro che Alice avesse caricato Renzo anche se non sapevo cosa gli aveva detto. Renzo era uno stronzo ma quello che stava facendo era troppo anche per lui. Arrivai a casa, vidi che le macchine dei miei genitori non c’erano e Alice era sulla porta.
“Allora, strega, Renzo stava guardando nel mio armadietto nello spogliatoio, cosa gli hai detto?”
Alice aveva un’espressione soddisfatta. “Stava solo cercando di scoprire se Giacomo è gay.”
“E a chi cazzo frega se lo è? E cosa ha scoperto Renzo?”
Alice aveva un sorriso furbesco sul viso. “Bene” dissi. “Se non me lo dirai lo scoprirò da me.”
Entrai e corsi nella sua stanza. “Nick, esci dalla mia stanza!” gridò Alice.
“Tu hai mandato qualcuno a rovistare tra la mia roba e scommetto hai frugato nella mia stanza, quindi è il minimo che possa fare, cagna!”
Alice mi saltò sulla schiena, io gli afferrai le braccia e la allontanai da me, poi la presi per un braccio, la spinsi fuori della stanza e chiusi la porta a chiave. Alice picchiava sulla porta mentre io cominciavo a frugare tra la sua roba.

“Nick, apri subito la porta!” Gridava.
Io la ignorai e cominciai a guardare nei cassetti. Dopo alcuni minuti trovai quello che stavo cercando. Una stampa di una e-mail tra Renzo ed Alice. Renzo risultava essere il padre del bambino di Alice e lei gli diceva che non l’avrebbe detto a nessuno se avesse fatto quello che lei gli avrebbe detto di fare. Mi misi in tasca il foglio ed aprii la porta.
“Tu, fottuto stronzo!” Urlò Alice.
Io le passai davanti e mi avviai all’ingresso con lei che mi seguiva. Uscii e mi diressi verso la macchina. “Dove stai andando?!” Continuava a gridare.
“Non sono affari tuoi.”
Salii in macchina ed Alice tentò di aprire una delle portiere. Io pigiai rapidamente il pulsante di chiusura delle porte, avviai la macchina e lei si mise davanti all’automobile. Io feci avanzare un po’ la macchina, lei si spostò ed io mi diressi a casa di Giacomo.

Bussai alla porta e venne ad aprire suo padre. “Nick, stavamo per cenare.” Disse.
“Mi spiace interrompervi ma ho trovato delle informazioni e non so dove andare. I miei genitori non sono a casa e c’è solo Alice.”
Roberto indietreggiò e fece entrare. Io lo seguii in sala da pranzo dove Giacomo era seduto con sua madre. Lui mi guardò incuriosito, mostrai a lui ed ai suoi genitori le e-mail che avevo trovato e dissi loro quello che era successo dopo l’allenamento e quando ero tornato a casa.
“Mamma.” Disse Giacomo. “Papà. Posso andare a casa di Nick con lui?”
“Perché vuoi andarci?” Chiese Roberto. “Se i suoi genitori sono fuori, ci sarà solo Alice.”
“Ci sarà Nick con me e voglio dirgliene quattro a quella cagna.”
“Ben detto ragazzo, non farti mettere sotto i piedi.”

Finita la cena ritornai a casa, i miei genitori non erano ancora ritornati. Quando entrammo Alice mi guardò e disse: “Aspetta che mamma e papà tornino e vedrai.”
“Chiudi quella boccaccia!” Disse Giacomo. “Tu non provochi che guai!”
“Oh Giacomo, tu vuoi solo entrare nei pantaloni di Nick. E lui non se ne rende conto! Tu non sei nint’altro che una checca!”
“Alice e tu non sei nient’altro che una troaia!” Disse Giacomo. “Io l’ammetto. Io sono gay! E sì voglio stare con Nick, ma cosa pensi stupida puttana? Io sto con Nick. Suo fratello mi trova eccitante in una maniera che tu ti puoi solo sognare! E l’unica ragione per cui sono uscito con te era per poter avvicinare Nick! Ora guarda!”
Giacomo si girò verso di me e mi diede un bacio. Fu molto lungo, profondo e mettemmo le braccia uno intorno all’altro mentre noi baciavamo. Quando interrompemmo il bacio e tornammo a guardare Alice, lei aveva l’espressione più strana sul viso. “Allora come ti senti a sapere che ti ho scaricato per tuo fratello? Perché l’ho fatto? Perché mi piaceva!” E vedessi quello che facciamo quando siamo dietro una porta chiusa, e come mi eccita. inoltre non pensare che ti ho scaricata perché sono gay! O no! Era perché Nick voleva stare con me quanto io volevo stare con lui!” Poi Giacomo gridò. “Tu sei una troia e penso che nessun ragazzo potrebbe res****re a stare con te!”

Alice non disse niente, era come se fosse stata colpita da un martello. “Veni.” Dissi, Giacomo ed io andammo nella mia camera, chiusi la porta a chiave dietro di noi, andai alla mia scrivania ed estrassi un pezzo di carta. “Cos’è?” Chiese Giacomo .
“Il numero del cercapersone di mio padre.” Presi il telefono, composi il numero e poi quello dell’emergenza per indicargli di chiamarmi subito.
Un momento più tardi il telefono suonò ed io lo presi prima che Alice potesse prendere un altro apparecchio.
“Ciao” Dissi.
“Nick.” disse mio padre. “Cosa succede?”
Spiegai molto brevemente quello che stava succedendo. “Ok, ritornerò fra un paio di ore. Vedi se riesci a far venire i genitori di Giacomo. La mamma è dalla zia e non ritornerà fino a domani.”
“Ok.” Dissi.

Dopo aver riagganciato Giacomo chiamò casa sua. Dopo aver parlato coi suoi genitori disse: “Mio padre sarà qui in un paio di ore.”
“Bene.” Dissi io. Giacomo al mio letto e ci si sdraiò. Io mi alzai, mi sdraiai su di lui e cominciammo. Velocemente ci spogliammo, lubrificai il suo culo ed il mio pene e poi lo spinsi dentro di lui. Spinsi velocemente e con forza; Giacomo si lamentava ed io lo baciai profondamente. Stavamo facendo sesso più rumorosamente di quanto non facessimo normalmente, penso che Giacomo cercasse di fare in modo che Alice sentisse. In breve Giacomo sparò un carico enorme tra i nostri corpi ed io esplosi dentro di lui.
Restammo sdraiati a letto coccolandoci e baciandoci. “Nick.” Disse Giacomo. “Ti amo.”
“Anch’io ti amo Giacomo” Guardai su alla sveglia e vidi che c’era ancora un’ora prima che mio padre arrivasse. Il mio stomaco brontolava. “Ho bisogno di un spuntino.” Dissi.
“Vuoi andare in cucina anche se c’è Alice?”
“Non possiamo avere paura di lei. Ed inoltre con lo show che abbiamo inscenato prima, e che sicuramente ha sentito, dubito che dobbiamo preoccuparci molto.”
“Ok.” Disse Giacomo.

Ci alzammo, ci vestimmo ed andammo in cucina. Presi delle patatine, un paio di Coca cola ed andammo in soggiorno a mangiarcele. Misi un braccio intorno a Giacomo, accesi la televisione e cominciai a fare zapping. Girai la testa di Giacomo verso di me e lo baciai. Alice entrò nella stanza.
“Voi due siete disgustosi.” Disse.
“Davvero?” Chiesi. “Ci vorrebbe una doccia. Vogliamo andare a farne una, Giacomo? Potrebbe essere divertente farla insieme.”
“L’abbiamo fatta insieme l’ultimo fine settimana, Nick. E sì è stato molto divertente fare una bella doccia bollente con te.”
E ci baciammo.
“Smettetela!” Disse Alice. “Ho dovuto uscire prima per non sentire il rumore che facevate.”
“Beh, non peggio di quel ragazzo che ti sei portato a casa all’una notte durante le vacanze pasquali un anno fa. Ti ricordi che mamma e papà erano fuori quella sera, avrei potuto chiamarli e raccontare tutto; ma non l’ho fatto e questa sera è stata la mia vendetta.”
Giacomo appoggiò la testa alla mia spalla. “Smettetela!” Gridò Alice.
“Di fare che cosa?” Io chiesi.
“Cosa! Di dare quello.”
“Si chiama coccolarsi, Alice. Le coppie lo fanno sempre. E non si dica che non posso coccolarmi col mio ragazzo.”

Alice se ne andò incazzata, Giacomo ed io guardammo una po’ la televisione e dopo poco arrivò mio padre. Il padre di Giacomo entrò subito dopo. Mio padre chiamò Alice: “Cosa è successo stasera?” Chiese.
Io spiegai quello che era successo cominciando da quello che era accaduto dopo l’allenamento di nuoto. Una volta che ebbi finito mio padre chiese: “Hai quella e-mail?”
Gliela diedi, mio padre la lesse e la passò poi a Roberto. “Alice, Renzo è il padre del bambino? La prova di paternità per Enrico è stata negativa.” Disse mio padre.
“Sì potrebbe esserlo.” Disse Alice.
“Contatterò i suoi genitori e dovrà fare una prova di paternità. Inoltre ho parlato col preside e lui ha detto che potrai finire l’anno con un insegnante privato. Stando così le cose da questo fine settimana andrai a stare con i nonni e starai con loro finché il bambino non nascerà.”
“Cosa!” Gridò Alice.
“Non provocherai più guai a Nick e Giacomo.” disse mio padre. “Ora finiamola! Venerdì preparerai i bagagli perché dopo la scuola partirai!”
“Loro sono ripugnanti!” Gridò Alice indicando Giacomo e me.
“Non ti permettere di dire queste cose di Giacomo e tuo fratello!” Gridò mio padre. “Tu farai come ho detto!”
Alice corse via. Mio padre si rivolse a Roberto: “Mi dispiace per quanto mia faglia ha fatto a Giacomo ed alla sua famiglia.
“È tutto a posto signor Vardi.” Disse Roberto. “Sta diventando tardi, sarà meglio che torni a casa. Vieni Giacomo.”
Giacomo ed io ci salutammo poi io andai nella mia stanza e mi preparai per andare a letto. Il giorno seguente tutta la scuola sapeva che Giacomo ed io eravamo una coppia.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Finale)

Mi scossero per svegliarmi. Aprii gli occhi ed il mio Giacomo mi stava scuotendo.
“Cosa c’è?” Chiesi.
“È il giorno del diploma, i tuoi genitori hanno detto di scendere per la colazione. Poi ti devi preparare.”
Mi lamentai. ” Va bene.”
Giacomo stava passando il week end con me. I suoi genitori avevano accettato di permettergli di andare a scuola con noi per la cerimonia del diploma. Scivolai in un paio di mutande e pantaloni del pigiama. La cerimonia era programmata per l’inizio di pomeriggio e la festa che i miei genitori avevano progettato per me sarebbe stata subito dopo la cerimonia.
Andai in cucina e mia madre mi servì la colazione, subito dopo lo fece con Giacomo e mio padre.
“Quando avete finito uno va a fare la doccia e poi quando a finifo, va l’altro.”
“Possiamo farla insieme.” Dissi senza pensare.
“Nick! ” detto mia madre.
“Scherzavo”
I miei genitori ci guardarono e Giacomo arrossì. “Giacomo può farla per primo.”
“Bene.” Disse mio padre. “Nick, capisco che voi due probabilmente avete già fatto la doccia insieme, ma penso che sia imbarazzante per il tuo amico, non è una cosa saggia da fare.”
“Mi spiacente.” Dissi io.
“NessunÈ bene il Sig. WIllis.” Disse Giacomo.

Finita la colazione andammo in camera mia. Giacomo prese un asciugamano ed andò in bagno. Io cominciai a cercare i miei vestiti. Preparai camicia, cravatta e pantaloni, berretto e giacca. Sentii qualcuno entrare dalla posta d’ingresso, uscii dalla mia camera e sentii le voci dei nonni. Ritornai in camera e chiusi la porta. Sarei stato felice di vedere i miei nonni, ma questo voleva dire che c’era anche Alice ed io non avevo nessun interesse a vedere mia sorella per il momento.
Giacomo ritornò in con un asciugamano avvolto intorno alla vita. Tirò via l’asciugamano e si ise un paio di mutande. “Non uscire ancora.” Dissi io. “Ci sono i miei nonni e vuol dire che Alice è qui.”
“Posso chiudere la porta a chiave?”
“Buon idea.” Dissi dato che avevo una porta per il bagno nella mia stanza. Giacomo chiuse la porta a chiave come io prendevo un asciugamano e cominciai a togliermi i vestiti e li gettavo nella cesta. Diedi un bacio a Giacomo, andai in bagno e feci la mia doccia. Quando rientrai nella mia camera Giacomo era completamente vestito.
Rapidamente mi vestii e fui pronto per andare. “Pronto? ” Chiesi a Giacomo.
“Ok, facciamolo.”

Giacomo ed io uscimmo ed andammo a salutare i nonni. “Allora, pronto per l’università?” Disse mio nonno salutandomi con un abbraccio.
“Oh Nicola.” disse mia nonna. “Siamo così orgogliosi di te.” E mi tirò in un abbraccio.
“Allora è questo l’amico?” Chiese mia nonna.
“Sì.” Dissi io. “Nonna, nonno questo è Giacomo.”
“Felice di conoscerti, Giacomo.” Disse mio nonno stringendogli la mano.
“Chiamaci Barbara e Paolo.” disse mia nonna.
Vidi Alice in un angolo della stanza. Sembrava oppressa da un peso, forse la gravidanza cominciava a mostrarsi. Aveva anche un’espressione strana sul viso mentre guardava Giacomo e me, uno sguardo che diceva che se avesse potuto ci avrebbe uccisi.

Era venuto il momento di andare a scuola, portammo i bagagli dei nonni nella camera degli ospiti, e poi andammo a scuola. Finalmente ottenemmo i nostri diplomi, posammo per le foto con le nostre famiglie ed amici. Poi ritornammo a casa e la festa cominciò.
I miei genitori avevano invitato famigliari ed amici miei e di Giacomo. Renzo era con Tammy ed alla fine noi quattro finimmo per giocare in piscina. Con mio grande piacere sembrava che Giacomo avesse finalmente cominciato a portare gli speedos. Eravamo seduti e stavamo chiacchierando quando qualcuno disse. “Cosa fanno qui loro?”
Alzai lo sguardo e vidi Alice, capii cosa voleva dire con “loro”, si riferiva a Renzo e Tammy. “Alice.” Dissi. “Questa è la mia festa e loro sono i miei amici, loro sono qui perché loro sono stati invitati.”
“Tu e Renzo non eravate amici.”
“Ora lo siamo, qualcosa che non va?”
“Questa sarebbe stata anchela mia festa se non fosse stato per quel tuo disgustoso amico.” Disse Alice disse guardando Giacomo con disgusto.
“No, Alice.” Disse Tammy. “Sarebbe stata anche la tua festa se tu non fossi andata a letto con metà della città. E sarebbe meglio non sentirti dire niente di cattivo su Renzo, Nick o Giacomo.
“Sì.” Dissi io. “E nel mio amico non c’è niente disgustoso.” Mentre lo dicevo misi un braccio intorno a Giacomo.
Alice sbuffò e se ne andò. “E’ una vera stronza!” Disse Tammy. “Nick come hai fatto a vivere nella stessa casa?”
“Non è stato facile, credimi.”

Venne l’ora di mangiare, mio padre aveva cotto delle costolette sulla griglia e noi ci sedemmo a mangiarle. I miei parenti mi diedero ricche mance e dopo un po’ gli ospiti cominciarono ad andarsene, Renzo e Tammy salutarono, i miei genitori non permisero che Giacomo ed io li aiutassimo a pulire così andammo in soggiorno e cominciammo a guardare della la televisione. Avevo un braccio intorno alle spalle di Giacomo ed i miei nonni si unirono a noi.
“Perché non se ne va?” Vidi Alice sulla porta del soggiorno.
“Se stai parlando di Giacomo, lui passerà la notte qui.”
“Non lo può fare!”
“Alice.” Disse il nonno. “Io non ho problemi se Giacomo resta se per i suoi genitori va bene.”
“E dove dormirà?”
“Dove pensi? Con me chiaramente.” Dissi io.
“Sapete quello che fanno a letto? ” Alice chiese ai miei nonni.
“Alice è probabile che noi siamo vecchi, ma non siamo vecchi barbogi.” Disse mia nonna. “Nick e Giacomo sono sicuramente sessualmente attivi. Ed inoltre quello che loro fanno a letto non sono affari nostri.i”
“Sì.” Dissi io. “Quindi taci e vattene.”
“Io non dormirò in una casa con due checche! ” Gridò Alice.
“Allora dormi fuori.” Dissi io.
Mia nonna si alzò, si avvicinò ad Alice, alzò una mano e la schiaffeggiò. “Non voglio mai più sentire quella parola! Lui è tuo fratello, è una vergogna che tu parli così, non hai un grammo di decenza.”
Alice uscì dalla stanza impettita.
“Non dovevi farlo nonna.” Dissi.
“Nick, non posso sentire quelle parole, specialmente se dirette ad uno dei miei figli o dei miei nipoti.”

Dopo un po’ Giacomo ed io salimmo in camera mia, ci spogliammo ed in breve Giacomo fu sulla schiena con le sue gambe sulle mie spalle ed il mio cazzo dentro di lui. Sparai un carico di sbvorra dentro di lui poi lo succhiai e bevvi il suo sperma.

Sono passati tredici anni, tredici anni in cui Giacomo ed io siamo rimasti insieme ed ancora lo siamo. Abbiamo avuto i nostri problemi nel corso di questi anni trascorsi insieme. Non potrei immaginare la mia vita senza che ci sia dentro Giacomo. Giacomo è diventato un medico, io continuai a nuotare con successo ma poi alla fine decisi di fare l’insegnante. Nuoto ancora per divertimento e sono allenatore di una squadra di nuoto.

Giacomo ed io torniamo a casa dei nostri ogni tanto ma non abbiamo più visto Alice dalla festa di diploma e la cosa non ci dispiace. I miei genitori mi hanno detto che ha avuto il bambino e se ne era preso cura il padre e la sua famiglia. Alice aveva pochi contatti col piccolo. Aveva ripreso ad andare a scuola ma era stata espulsa per il suo comportamento, ha avuto altri cinque figli, vive a senza fissa dimora ed entra ed esce di prigione.

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Da etero a gay

Sono cresciuto e vivo in una città di provincia da più di 60anni. Da giovane mi sono sempre piaciute le donne ed ho avuto rapporti regolari. La mia prima esperienza gay l’ho avuta durante il militare. Non volendo andare con le prostitute, una sera decisi di accettare un invito che molti omosessuali offrivano ai militari in una zona del lungomare. Uno in particolare mi colpì per l’eleganza, bastò poco a lui per capire che ci stavo. Mi fece salire in macchina e con sorpresa vidi che nel sedile posteriore c’era già un altro uomo seduto. Un po’ perplesso gli chiesi chi fosse, e mi disse che essendo un’ insegnante del luogo aveva timore che qualcuno lo riconoscesse. Arrivati a casa mi face accomodare nel salotto dove c’erano alcune riviste pornografiche sul tavolino. Dopo avermi offerto un drink restammo da soli io ed il professore, lui deve aver avuto una voglia matta, perché iniziò subito ad accarezzarmi, mi aprì la lampo dei pantaloni e tirò fuori il mio cazzo e iniziò a succhiarlo con un tale ardore che subito diventò duro. Mi portò in camera, ci spogliammo e mi fece sdraiare sul letto. Mi leccava, succhiava, baciava tutto il corpo ma io rifiutai i suoi baci essendo solo attivo etero. Mi fece venire la prima volta nella sua bocca e la seconda volta nel suo culo che avevo penetrato a dovere. Dopo circa due ore mi riaccompagnò davanti alla caserma e mi disse che sarei potuto tornare quando avrei voluto, cosa che non feci mai.
Mi sono sposato, ho avuto una vita sessuale regolare ma quella esperienza però non l’avevo mai dimenticata ed ogni tanto mi tornava in mente ed iniziava ad eccitarmi sempre più al punto da farmi masturbare con immenso piacere. Come forse in tutte le città, anche nella mia, c’è un luogo di incontri per omosessuali ed ogni tanto mi capitava di passarci per accorciare il percorso per tornare a casa di sera. Una sera di non molti anni fa, avevo circa 45 anni, ero particolarmente eccitato ed avevo voglia di un incontro extraconiugale. Siccome le prostitute non mi sono mai piaciute molto, decisi di passare in quella zona e magari farmi rimorchiare da qualche frocio. Arrivai un po’ timoroso con la mia auto perché avevo paura di incontrare qualcuno che conoscevo, rallentai e subito un auto accese le luci ed iniziò a seguirmi, io capii mi accostai, abbassai il finestrino ed un signore distinto nell’altra auto mi chiese se cercavo compagnia. Gli risposi di sì, allora lui mi disse di salire sulla auto che ci saremmo fatti un giretto.
Appena salito incominciamo a parlare e mi poggiò la mano sul mio ginocchio, inizio ad accarezzarmi la gamba e presto arrivò sul mio uccello. Provai subito una sensazione di piacere, mi chiese se era la prima volta ed io risposi di sì, allora prese la mia mano e la poggiò sul suo ginocchio.
Iniziai quasi a tremare, avevo fremiti in tutto il corpo, iniziai a massaggiare la sua coscia e la cosa scoprii che mi piaceva. Arrivammo in un luogo appartato mi chiese di scendermi i pantaloni fin sotto le ginocchia, cosa che feci rimanendo con il cazzo nudo che nel frattempo si era indurito. Iniziò ad accarezzarlo con le mani mentre avvicinò le sue belle labbra alla mia bocca, e senza accorgermene lo baciaci e mentre le nostre lingue si intrecciavano voluttuosamente lui prese la mia mano e la portò sul suo uccello che era duro. Non so perché ma non tolsi la mano anzi iniziai a massaggiare il suo cazzo e la cosa mi dava piacere. Si abbassò e mi succhiò il cazzo che dovetti trattenermi per non venire subito, ero così eccitato che quando lui mi disse di leccargli il cazzo glielo presi in bocca ed iniziai a succhiarglielo senza rendermi conto di quello che facevo. Gli venni in bocca , bevve la mia sborra che disse di essere dolce e lo masturbai fino a farlo venire. Quella sera tornai a casa soddisfatto ed eccitato e feci l’amore con mia moglie ignara di quello che era successo.
Da quella sera è inutile dirlo cercavo ogni occasione per andare in quel posto per incontrare uomini ed iniziai io ad acchiappare. Avevo capito che il cazzo mi piaceva di più della figa ero diventato frocio. In alcune sere sono riuscito anche a fare tre bocchini a uomini diversi, ormai accettavo tutti, giovani e meno giovani anzi devo precisare che preferisco gli uomini maturi.
Con uno in particolare che aveva un cazzo meraviglioso ho avuto più volte rapporti completi. Dopo un paio di incontri “di bocca” mi disse che gli sarebbe piaciuto mettermelo nel mio culetto vergine. Era un’esperienza che non avevo fatto ma siccome mi piaceva tanto, seppure con timore, gli dissi di sì ed una sera d’estate mi fece scendere dalla macchina me lo fece succhiare ben bene e quando diventò duro e turgido, mi fece girare, mi fece appoggiare sul cofano della macchina ed iniziò a perforarmi. Io lo pregai di fare piano e lui con piccoli colpetti e delicatamente me lo infilò. Fu una sensazione piacevolissima essere posseduto così, mi faceva sembrare una troia e non ci volle molto che venni mentre lui continuava ad entrare ed uscire dal mio culo ormai sfondato. A quel punto gli chiesi di fare più forte e di mettermelo tutto dentro, mi sembrava di sentirlo fin quasi in gola. Dopo un po’ sentii che aumentava il ritmo e che il suo cazzo era diventato durissimo e bollente. Mi diede due tre colpi fatti bene e mi venne dentro, sentii il suo sperma caldo che mi riempiva, poco dopo lo tirò fuori e gli leccai tutta la sborra rimasta.
Fu una serata indimenticabile!
E’ inutile dire che ormai cerco solo di fare sesso con uomini preferibilmente nel ruolo passivo, frequento anche una sauna dove si fanno incontri interessanti. In particolare ci vado perché si possono vedere uomini girare nudi e si può fare sesso davanti ad altri e la cosa mi eccita tantissimo.
L’ultima volta che ci sono stato lo abbiamo fatto in tre nell’area video con immenso piacere di tutti. Ad un bell’uomo sulla quarantina prima gli ho leccato per bene le palle, gli ho fatto una pompa e poi me lo ha messo nel culo mentre un altro succhiava il mio cazzo sdraiato sotto di me.
Quando non posso avere “incontri ravvicinati” guardo porno video gay, preferisco gli spogliarelli di bei ragazzoni di colore con grossi manganelli e potete immaginare come a va a finire, con delle grandissime ed eccitatissime seghe.
Da etero, con immenso piacere, sono diventato gay!

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Al cinema a Luci rosse

Una sera io e mio marito siamo usciti per andare a bere un aperitivo, io dopo due cuba libre ero molto brilla e prima di rientrare a casa, pensammo di fare quattro passi anche per smaltire visto che la temperatura era molto gradevole.
Di vetrina in vetrina, passammo davanti ad una sala cinematografica a luci rosse, con le locandine della proiezione chiaramente ammiccanti ed esplicite. A quella vista mi si accese la lampadina ed anche il mio inguine subì un forte afflusso di sangue. Chiaramente mi stavo eccitando e, francamente, in quel momento desideravo fortemente di entrare a vedere il film: ma non per il film quanto per l’atmosfera che c’è in quel tipo di sala.
Ci avviammo verso la porta che immette alla sala e quando la aprimmo, fummo investiti dai mugolii femminili e maschili del film che non vedevamo ancora, visto che prima di entrare in sala c’è un grosso e pesante tendone.
Lo scostammo con fare, al dire il vero, un po’ timido scoprendo in quel momento che i mugolii erano di un trio formato da due uomini che stavano pompando insieme e a tutto spiano una donna in una meravigliosa doppia penetrazione e intuendo la forte eccitazione che vi era in sala.
Ci dirigemmo nel buio del fondo della sala passando davanti al alcuni uomini in piedi nella penombra per accomodarci nell’ultima fila uno spettatore si alzò per farci passare.. ne approfittò per palparmi il sedere mentre gli passavo davanti e indossando un corto vestito di tessuto molto leggero si accorse subito che non indossavo le mutandine.
Per l’eccitazione i miei capezzoli avevano assunto una durezza tale che alzavano il lieve tessuto del vestitino leggero che portavo senza reggiseno.
Incurante delle altre persone, mio marito non riuscii a non accarezzarmeli e sollecitarli con il palmo della mano, strappandomi un lieve sospiro. Baciandomi sul collo, cominciò ad accarezzarmi le cosce che seduta si erano scoperte fino al bordo delle calze autoreggenti mi aveva abbassato il vestito scoprendomi il seno, una quarta abbondante. Divaricai leggermente le gambe non portavo le mutandine e mio marito ne approfittò di infilarmi le dita fra le labbra della figa, ero già molto bagnata dalle secrezioni determinate dall’eccitazione. si aprì la cintura, e abbassata la cerniera lo estrasse dalla mutande; lo stringevo in mano accarezzandolo era durissimo dall’eccitazione e non riuscii a trattenersi mi sborrò nella mano.
Ritrassi la mia mano e guardai verso lo spettatore seduto nella nostra fila al quale non era sfuggito nulla. Mi pulii la mano leccando la crema di mio marito meglio che potevo la scena aveva attirato più sguardi che le scene del film, mio marito andò in bagno lasciandomi sola nella sala. L’uomo che era accanto ne approfittò subito e venne sedersi accanto a me io ero ancora con le cosce scoperte le gambe divaricate per lasciarmi trastullare la figa il meglio possibile, intravidi mio marito uscire dal bagno aveva visto che il suo posto era occupato e per non rovinare il momento si nascose dietro il tendone, da un lato, di modo da potere osservare la scena senza essere visto.
L’uomo accanto a me senza dirmi nulla si accovacciò e sparì in mezzo alle mie gambe ero eccitatissima e mi sentivo anche molto troia lo lasciai leccarmi la passerina e per agevolarlo appoggiai i piedi sui sedili accanto, e portando avanti il bacino mi offrì alla lingua di questo occasionale compagno di giochi nel frattempo dietro nel buio dell’ultima fila erano giunti in tre o quattro mi stringevano i seni si contendevano i centimetri di pelle da palpare io intanto oscillavo il bacino per farmi maggiormente penetrare dalla lingua ero ancora brilla dai drink e questo sentirmi le mani addosso mi faceva eccitare da morire l’uomo che me la leccava era bravo ci sapeva fare e questo contribuii a lasciarmi andare sempre di più, anche sapere mio marito che spiava non faceva altro che aumentare la mia eccitazione.
L’anonimo leccatore si rialzò, e mentre si abbassava i pantaloni, mi fece girare con le ginocchia su due sedili contigui in modo che potessi divaricare bene le gambe, nella posizione alla pecorina. Questa è una posizione particolarmente eccitante per me perché mi permette di trastullarmi il clitoride mentre vengo scopata od inculata.
stavo con gli occhi chiusi e la bocca semi aperta, mi stavo gustando le leccate di tutti e due i buchi che il compagno occasionale mi stava dando, in attesa di farmi impalare da dietro. Intanto gli altri infoiati dalla scena erano con il cazzo in mano continuavano a palparmi le tettone penzolanti uno dei tre con un bel cazzo non troppo lungo ma piuttosto grosso senza chiedere permesso me lo mise davanti alla bocca prendendomi la testa d’istinto lo avvolsi con le labbra mi aveva tappato la bocca lo stavo succhiando quando l’uomo alle mie spalle mi infilo in un affondo solo il suo cazzone lo sentivo contro l’utero e i suoi testicoli che mi sbattevano contro il clitoride cosa che mi provocò un gridolino di piacere che non riuscii a trattenere. L’improvvisato amico mi stava stantuffando con un ritmo cadenzato ma lento che mi provocava un intenso piacere ero in preda ad un lento ma intenso orgasmo, l’uomo lo spingeva per impalarmi fino in fondo; ad un tratto anche il movimento dello scopatore della bocca aumento il ritmo ebbe il suo orgasmo sparandomi una sborrata in bocca, avevo leggermente aperto la bocca e lasciavo defluire il flutto, con la bocca ancora piena di sperma mi misi a succhiare un altro cazzone che mi ero ritrovata davanti appena si era spostato l’altro mentre l’amico di dietro mi teneva per le tette mentre continuava a scoparmi ero già venuta una volta e mi preparavo per il secondo interminabile orgasmo era un piacere incredibile un calore che mi saliva da in mezzo le cosce fino a penetrarmi nel cervello, mi vedevo come in terza persona seduta alla pecora su una poltroncina sporca da tante seghe di guardoni dei cinema porno con un uomo che mi stava scopando avevo da poco ricevuto caldi schizzi di sborra in bocca e stavo per ricevere una seconda ondata da un ‘altro cazzo nel buio mentre diverse mani mi toccavano adesso il culo le tette, e mio marito si gustava la scena nel vedere la sua troia come mi chiama lui comportarsi appunto da tale, anche l’altro uomo sborro in contemporanea con l’uomo che mi montava che mi riempi le cosce di sperma che stava colando sulle ginocchia mentre avevo anche il collo e il viso una maschera di sborra calda che colava, volevo smettere ma altri tre uomini che erano in coda aspettando il loro turno me lo impedirono infatti come i due che avevano appena terminato si spostarono subito un altro si mise dietro per penetrarmi aveva un cazzo enorme per fortuna ero fradicia di umori, perché lo sentivo veramente grosso, ero già venuta per la seconda volta adesso volevo solo smettere per tornarmene a casa, mi lasciai usare a quel punto aspettavo solo che terminassero usata come una vacca da monta e ricevetti la terza sborrata in bocca della sera il sapore acre e il liquido caldo che mi colava mi procurò ancora piacere cerebrale e il cazzone che mi stava sfondando stava diventando di nuovo piacevole, e quando lo tolse per sborrare schizzandomi sulla passera mi strusciai le dita sporche di sperma sul clitoride e raggiunsi in pochi secondi il mio terzo orgasmo.
Mi alzai e praticamente nuda se escludo le autoreggenti mi recai al bagno a pulirmi con mio marito che mi seguiva con il vestito in mano non mi vergognavo di certo perché i pochi presenti in sala mi avevano schizzato addosso loro lo sperma che andavo a ripulire.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 12)

Giacomo ed io eravamo nella sua stanza ambedue a torso nudo. Le mie mani si mossero giù lungo il suo corpo e cominciai a sbottonargli i pantaloni. Glieli tirai via insieme alle mutande e mi tolsi i miei. Lo tirai sopra il mio grembo e noi cominciammo a fare l’amore. Il mio cazzo strofinaca contro il suo sedere, l’uccello di Giacomo strofinava contro i suoi addominali ed imbrattava di liquido pre seminale il mio stomaco.
Presiu il lubrificante e lubrificai il suo buco ed il mio pene. Lo posizionai contro il suo buco e lo penetrai. Sentii la bella sensazione calda intorno al mio uccello e vidi l’espressione di piacere estremo sulla sua faccia. Gli baciai il collo mentre cominciavo a spingere dentro di lui. La bocca di Giacomo era al mio orecchio e vi si stava lamentando dentro, quello mi eccitò ancora di più facendomi spingere più forte. Giacomo aveva le mani sulla mia nuca ed io, mentre continuavo a spingere, trasportai la mia bocca sulla sua e cominciò a baciarlo mentre lo inculavo.
Lui mi spinse sulla schiena e cominciò a cavalcarmi il cazzo. Muoveva le mani sul mio torace, trovò i capezzoli e li pizzicò costringendomi ad inarcare la schiena. Vidi un’espressione di soddisfazione sulla sua faccia, portai le mani sul suo corpo, trovai i capezzoli e li strinsi. Giacomo emise una cosa simile ad un ruggito quando lo feci.
Mi tirai indietro, lo circondai con le mie braccia e lo feci girare sulla schiena. Cominciai a spingere con più forza dentro di lui. Sentii il mio orgasmo arrivare e presto sparai il mio sperma dentro di lui. Una volta finito di eiaculare crollai sul suo corpo con la testa appoggiata al suo torace a riprendere fiato. Abbassai una mano e sentii il suo cazzo ancora duro. Abbassai la testa tra le sue gambe, glielo presi in bocca e cominciai a succhiarglielo.
Giacomo ricominciò a lamentarsi mentre io mi muovevo su e giù sul suo cazzo. La sua respirazione divenne più veloce, capii che stava per venire così continuai a succhiarlo ed in breve lui stava sparando il suo carico nella mia bocca ed io stavo bevendo la sua sborra.

Mi sdraiai accanto a lui e lo tirai nelle mie braccia. “Wow!” Disse Giacomo.
“Veramente!” Dissi io.
Restammo sdraiati per un po’ e poi lui disse: “Tammy vuole che andiamo alla festa con lei e Renzo.”
“Sì, lo so.”
“Ma lasceranno entrare una coppia gay?”
“Non so. Dovremo chiederlo per saperlo.”
Restammo sdraiati ancora per un po’ e poi ci addormentammo.
Quando scuola riprese la settimana successiva chiedemmo al preside se potevamo andare insieme alla festa. Lui disse che gli stava bene ma ci avvertì di non attirare troppo l’attenzione su di noi. Dato che alla fine del meeting di nuoto dove avevo vinto, un fotografo ci aveva fotografati mentre ci baciavamo, e la fotografia era apparsa sul giornale, tutta la città sapeva che eravamo una coppia.
Mio padre aveva fatto il possibile per non permettere ai vicini di farne un affare di stato e lo stesso avevano fatto i genitori di Giacomo. Qualche volta mentre camminavo vedevo gente che mi guardava in modo strano oppure se mi vedevano arrivare smettevano di parlare e mi guardavano. A scuola le cose erano andate meglio, la maggior parte dei nostri compagni di classe aveva accettato che fossimo insieme per non dire che Renzo, l’amico di Giacomo, usciva con la ragazza più popolare della scuola, Tammy, la quale ci aveva preso sotto la sua protezione ed aveva cominciato a chiamarci i suoi “fratelli”, penso che fosse per questo che nessuno ci infastidì mai.

Tammy si era preoccupata di tutto, ci trovò un servizio di berlina ed una stanza vicino alla loro nel motel dove sarebbero stati lei e Renzo. La sera della festa arrivò ed io, nel mio smoking, stavo aspettando che la berlina mi venisse a prendere.
Era tutto tranquillo da quando mia sorella Alice era stata spedita dai nonni. Sentii la porta di casa aprirsi e mio padre uscì bevendo una tazza di caffè.
“Nick. stai attento questa notte.”
“Ok, papà.”
“E se beve cerca di no ubriacarti troppo.”
“Papà, io non bevo.” Papà sembrò sorpreso.
“E’ una sorpresa.”
“Ma è così, ho provato ma non mi piace il gusto dell’alcol.”
“Bene, sono contento di sentirlo ma attento alle droghe.”
“Non ne faccio uso, papà. E non ho interesse a provarle.”
“Come ho fatto ad allevare un ragazzo così responsabile?”
Io alzai le spalle.
La berlina arrivò, io salutai papà e salii. La macchina partì e dopo qualche attimo si fermè davanti alla casa di Giacomo. Lui entrò e fortunatamente ero seduto perchè mi sarebbero cedute le ginocchia a vederlo così bello nel suo smoking. Quando fu seduto lo guardai nei suoi occhi di smeraldo, mi piegai e lo baciai. Avrei voluto non smettere mai di baciarlo disse: “Andiamo Avremo tempo più tardi.”

In breve arrivammo alla sala da ballo che era stata affittata per la festa. Quando entrammo nessuno ci prestò attenzione, poi sentimmo un grido. “Nick! Giacomo!” ci girammo e vedemmo Tammy che agitava la mano verso di noi. Ci avvicinammo e lei e Renzo ci abbracciarono.
“Avete votato per il re e la regina della festa?” Chiese lei.
“Sì. Non preoccuparti Tammy, hai nostro voto.”
“Bene.” Disse Tammy.
Chiacchierammo un po’ con loro poi andammo a ballare. Pochi fecero caso al fatto che Giacomo ed io ballassimo insieme un ballo romantico e lento. No sapevo se fosse perché tutti a scuola erano ormai abituati ad avere una coppia gay o per l’influenza di Tammy.
Ballammo per un paio di ore poi il preside salì sul palco e si dedette. “Ok è il momento di rivelare il re e la regina della festa 1998 che sono…” Il preside aprì la busta e lesse: “Il re e la regina della festa sono Nicola e Tammy!”
Rimasi seduto scioccato, ero stato eletto re della festa. Gli studenti avevano eletto re della festa un ragazzo gay. Guardai a Giacomo che mi stava sorridendo e sentii sul mio braccio la mano di Tammy che tentava di tirarmi in piedi. Mi alzai fra gli applausi. Salii sul palco dove il preside mise una corona sulla mia testa. Tammy fece un discorso e quando venne il mio turno riuscii a dire solo: “Grazie.”
“Ora è il momento che il re e la regina ballino.” Disse il preside.
Tammy ed io scendemmo in pista ed iniziò a suonare un romantico lento. Sentivo tutti gli occhi su di me. “Deve esserci stato un errore.” Dissi io.
“Come?” Disse Tammy.
“Renzo dovrebbe essere qui, non io.”
“Nick, tu hai vinto regolarissimamente, tu sei è piuttosto popolare. Se tu fossi etero potresti avere tutte le ragazze che vuoi. E tu hai dato a questa scuola qualche cosa che non ha mai avuto in tutta la sua storia.”
La guardai confuso. “Oh dai Nick. Hai vinto una gara di nuoto dando a questa scuola un titolo sportivo che non ha mai ottenuto.”
“Ma anche se non ci fossi stato io la scuola avrebbe vinto lo stesso, Renzo è arrivato secondo e se non ci fossi stato io avrebbe vinto.”
“Ma il suo tempo sarebbe stato sufficiente per guadagnare i punti per permettere alla scuola di vincere? Credici Nick, tu sei è il ragazzo più popolare della scuola, gay o no.”

Finito il ballo andai a sedermi vicino a Giacomo. Un ora più tardi la gente cominciò a lasciare la festa, noi due riprendemmo la berlina ed andammo alla stanza del motel che Tammy aveva prenotato. Facemmo una doccia ed una bella sessione di sesso sotto l’acqua calda, poi andammo sul letto e ci coccolammo.
“Nick.” Disse Giacomo. “Ti amo.”
“Anch’io ti amo, Giacomo.”
“Non vedo l’ora di essere con te all’università. Lì forse potremo girare senza essere oggetto di attenzione.”
“Dovremo aspettare solo qualche mese.”
“Non penso che Tammy ci lascerà in pace quando saremo là dato che anche lei ci va.”
“Bene, sarà bello sapere che c’è almeno una persona che si conosce. E Renzo non sarà molto lontano.”
Restammo sdraiati insieme finché non ci addormentammo. Il diploma si avvicinava e Giacomo stava per incontrare i miei nonni.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 11)

Quando io andai a scuola il giorno seguente mi accorsi di occhiate strane degli altri studenti. Le ignorai e mi comportai come al solito. All’ora di pranzo Giacomo ed io ci sedemmo alla solita tavola. Mi accorsi che molti ci guardavano e bisbigliavano. Poi sentii un grido: “Guardateli!” Mi girai e vidi Alice che ci stava indicando. “Non sono disgustosi?!”
Tutti stavano guardando lei interrogativamente. “Quello che fanno in camera da letto non è naturale!”
“Signorina!” Gridò Andrea il mio allenatore di nuoto. “Non penso che quello che qualcuno fa nella sua camera siano affari di quelli che stanno in questo locale, ora gentilmente smetta di gridare e lasci che i suoi compagni finiscano il loro pranzo in pace.”
Tutta la sala mensa applaudì. Dopo pranzo sentii meno bisbigli e sguardi dagli studenti. Alcuni mi avvicinarono. Giacomo ed io decidemmo di non mentire più, se la gente non poteva sopportare che Giacomo ed io stessimo insieme, quello era un loro problema. Mi rivolsero domande come: “Tu e Giacomo state insieme?” “Tu e Giacomo siete veramente gay?” Le domande erano piuttosto importune, ma compresi che erano di curiosità piuttosto che la volontà di essere crudeli.

All’allenamento di nuoto non avvenne nulla di speciale, ci stavamo preparando per vincere il campionato. Io ero la stella dell’allenatore che dopo aver dichiarato finito l’allenamento mi disse: “Nick, dopo aver fatto la doccia ed esserti rivestito, vieni da me.”
Io accennai col capo e seguii gli altri nello spogliatoio. Vidi Io osservai Renzo borbottare tra di se, scivolai fuori dei miei speedo e mi feci la doccia. Poi ritornai al mio armadietto, mi vestii ed andai dall’allenatore: “Voleva vedermi?”
“Sì. Va tutto bene?”
“Sì. Non pottrebbe andare meglio, sono pronto per l’incontro di domani.”
“No, non parlavo della riunione ma di qualche cosa d’altro che sta succedendo. Tua sorella ha causato un vero caos in sala da pranzo oggi. Nessuno ha infastidito te e Giacomo, non è vero?”
“Mi hanno rivolto molte domande sul mio orientamento sessuale e sul fatto che io e Giacomo siamo o no una coppia ma nulla di veramente cattivo.”
“Bene. Ma per favore se qualcuno ti importuna fammelo sapere.”
“Ok.” Dissi io.

Andai a casa di Giacomo dove avrei passato la notte dato che i miei genitori stavano portando Alice dai miei nonni dove avrebbe dovuto stare finché il suo bambino non fosse nato. Cenammo coi genitori di Giacomo e poi passammo la sera guardando un film. Alla fine andammo in camera sua dove ci spogliammo; misi Giacomo a quattro zampe e spinsi il mio uccello nel suo buco caldo riempendolo del mio sperma.
Quindi lo feci sdraiare sulla schiena, lo succhiai e mi abbeverai del suo succo gustoso. Ci addormentammo uno nelle braccia dell’altro. Mi svegliai sabato mattina perchè Giacomo mi stava scuotendo.
Aprii gli occhi e gli sorrisi guardandolo nei suoi begli occhi: “E’ ora di svegliarsi, campione!” Disse.
“Non ho ancora vinto niente!”
“Comunque sei il mio campione.” Disse sorridendomi ed io gli sorrisi.
“Abbiamo tempo per una cosa fatta alla svelta?” Chiesi.
“Niente sesso adesso. Mamma ha preparato la colazione e dopo andremo in piscina per darti tempo di prepararti per la riunione. Non preoccuparti, più tardi faremo un sacco di sesso.”
Borbottai, uscii dal letto e mi vestii ed andai a fare colazione con Giacomo ed i suoi genitori.

Dopo la colazione presi la borsa con tutto il mio equipaggamento e la gettai sul sedile posteriore della macchina di Roberto con cui mi portarono alla piscina dove presi il bus che doveva portare tutta la squadra alla riunione. Fui uno dei primi a salire e mi misi a guardare fuori del finestrino, poi sentii una voce: “Ehi Nick, ti dispiace se mi siedo qui? ” Alzai lo sguardo e vidi Renzo.
“Fai pure.” Dissi.
Renzo si sedette. “Nick, mi spiace per quello che ho fatto nelle scorse settimane.”
“Penso che lo dovresti dire a Giacomo.”
“Lo farò. Io voglio.” Disse Renzo. “Alice mi teneva in ostaggio, ora spero di poter salvare la mia relazione con Tammy. Ho commesso un errore. Non ci sono scuse per quello che ho fatto.”
“Perché sei andato a letto con Alice?”
“Ero arrapato, non so come fu, non ce la facevo più ed improvvisamente mi resi conto che Alice ed io lo stavamo facendolo come conigli. Comunque come ho detto non ho scusanti per quello che ho fatto.”
“Comunque non devi preoccuparti, Alice non provocherà più guai, i miei genitori l’hanno spedita dai miei nonni.”
Renzo accennò col capo. “Lo ami?” chiese.
“Sì, io amo Giacomo.”
“Giacomo è stato sempre un po’ strano per me, non capivo perchè non avesse mai una ragazza. Io non potevo passare tutto il mio tempo solo con lui quando potevo avere una ragazza, così finii insieme a Tammy. Da quel momento Giacomo non sembrò più essere interessato ad uscire con me.”
“Era rimasto male, ecco perché.”
“Non capisco perché.”
“Immagina per un momento di essere single. E c’è una ragazza che veramente ti piace. Voi due cominciate ad uscire e cominci a sentire qualche cosa di più per lei, poi lei comincia ad uscire con un altro ragazzo.”
“Vuoi dire che Giacomo mi desiderava?”
“Sì. Giacomo era innamorato di te e rimase male quando tu ti mettesti con Tammy.” Sembrò che Renzo stesse per dire qualche cosa in sua difesa ma io proseguii. “Non è colpa tua perché non sapevi che Giacomo era gay o che lui voleva stare con te e per seconda cosa avere una ragazza è qualche cosa che la maggior parte dei ragazzi finiscono per avere. Solo immagina di essere innamorato di una ragazza, che lei finisca con un altro ragazzo e di non essere capace di dirle quello che senti. È doloroso, e per Giacomo fu un grande dolore quando tu cominciasti ad uscire con Tammy. Ecco perché lui si allontanò da te.”
“Non ho fatto apposta a fargli male.” Disse Renzo e vidi lo scintillio delle lacrime nei suoi occhi.
“Naturalmente, come ti ho detto tu non lo sapevi.”
“Cosa lo fece allontanare da me?”
“Venne ad una riunione di nuoto Sperando che in qualche modo tu ti rendessi conto dei suoi sentimenti per te. Fu quando mi vide, smise di fantasticare su di te e cominciò a fantasticare su di me. Fu per quello che cominciò ad uscire con Alice, per essere vicino a me. Poi trovò il coraggio per dirmi cosa sentiva per me e fu sorpreso di scoprire che io sentivo lo stesso per lui.”

“Ascolta Nick.” Disse Renzo asciugandosi le lacrime. “Non so cosa uscirà da questa prova di DNA per il bambino di Alice. Voglio solo che tu sappia che io amo Giacomo.” Tentai di sire qualche cosa ma Renzo continuò. “Non lo amo nel modo in cui lo ami tu, io l’amo come un fratello. Non potrei mai fargli male intenzionalmente; so che tu ed io non siamo mai stati amici ma voglio che Giacomo sia di nuovo parte della mia vita. Mi manca pazzamente. Non mi importa se è gay o sta con te, lo voglio di nuovo nella mia vita. Per favore Nick, io voglio di nuovo il mio amico, puoi aiutarmi?”
“Credo che Giacomo, i suoi genitori, ed i miei genitori stiano organizzando una festa a sorpresa per me dopo il meeting, naturalmente se vincerò. Sarà a casa di Giacomo, perché non vieni.”
“Me lo permetteresti?”
“Io penso che anche tu manchi a Giacomo e se posso fare qualsiasi cosa per renderlo felice, sono pronto a tutto, ed inoltre è possibile che tu ed io finiamo per diventare amici.”
“Ok. E Nick, tu vuoi che diventiamo amici?”
“Sicuro. Ti ho mai veramente odiato, Renzo e pensavo che forse un giorno o l’altro potevamo diventare amici.”
Allungai una mano e Renzo la strinse, poi continuammo a chiacchiere per il resto del viaggio. Quando arrivammo alla piscina dove si doveva tenere la riunione, andai negli spogliatoi, mi misi gli speedos ed entai in piscina. Alzai lo sguardo e vidi Giacomo, i suoi genitori ed i miei genitori seduti in prima fila. Mi sedetti sulla panca ed attesi il mio turno. Renzo era seduto di fianco a me e chiacchieravamo con me. Poi chiamarono il mio nome.

Salii sul blocco di partenza. Renzo era su quello successivo. Al fischio mi tuffai. Non ricordo di aver mai nuotato più velocemente. Il ruggito della folla era un’eco distante per me. Nuotai avanti ed indietro. Feci un’altra vasca e vidi che ero arrivato primo. Vidi Giacomo che saltava su e giù, iI miei genitori gridavano. Subito dopo di me Renzo arrivò secondo.
“Credo proprio che abbiamo portato punti alla nostra squadra.” Disse Renzo.
“Sì, penso che abbiamo fatto i migliori tempi della competizione.” Giacomo scese a bordo vasca e mi baciò davanti a tutti. Renzo era di fianco a me e disse: “Giacomo, Posso abbracciarti?” Poi vidi che Giacomo e Renzo si stavano abbracciando stretto. Quando si separarono Renzo disse: “Mi sei mancato, Nick mi ha raccontato cosa hai provato quando ho cominciato ad uscire con Tammy. Voglio che tu sappia che non volevo farti del male e che non ti farei mai del male intenzionalmente. Ti amo Giacomo, tu sei come un fratello per me e mi sei mancato.”
“È tutto ok, Renzo.” Disse Giacomo. “Ora è tutto ok. Più tardi vieni a casa mia, faremo una piccola festa per Nick, sarà anche la tua festa dato che sei arrivato secondo.”
“Ci sarò, posso portare Tammy?”
“Naturalmente, ora devo ritornare al mio posto, parleremo più tardi.”
Giacomo mi baciò di nuovo prima di tornare al suo posto e quando lo fece un fotografo ci riprese. Aspettammo la cerimonia di premiazione e mi fu consegnato il trofeo. Renzo era accanto a me e stringeva orgogliosamente il suo trofeo per il secondo posto.

Renzo ed io sedemmo ancora vicini durante il viaggio di ritorno, prima che salissi sulla macchina asa di cavalcata di autobus. Prima che io ottenni nella macchina di mio papà, Renzo ed io ci abbracciammo me diviso un abbracci. Arrivammo a casa di Giacomo ed appena entrai sentii gridare “Sorpresa!” Giacomo aveva invitato alcuni dei miei amici e Renzo si presentò con la sua ragazza. Mentre stava parlando con Giacomo, Renzo mi fece segno di avvicinarmi e disse: “Giacomo, non avevo capito i tuoi sentimenti per me, tutto quello che posso dire e che mi dispiace di averti provocato tanto dolore.”
“E’ tutto ok.” Disse Giacomo. “Se tu non ti fossi messo con Tammy io non mi sarei innanmorato di Nick. Alice ci ha provocato problemi, ma Nick mi rende felice ed io l’amo.”
“Anch’io ti amo.” Dissi a Giacomo.

Dopo un po’ gli ospiti cominciaroni ad andarsene, io mi offrii di aiutare i genitori di Giacomo a pulire ma loro non me lo permisero. Rimasi a dormire da Giacomo e prima di addormentarci facemmo del sesso bollente.
Risultò che Renzo non era il padre del bambino di Alice, ma il vero padre risultò essere un centrale della squadra di calcio che si fece avanti e si offrì di allevare il bambino. La ragazza di Renzo gli perdonò il tradimento. Le settimane passavano, la fine dell’anno si avvicinava e Giacomo ed io decidemmo di andare insieme alla festa di fine anno.

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Ho rubato la ragazza a mia sorella (Parte 1)

Sono passati anni da quando Giacomo ed io abbiamo lasciato le nostre famiglie. Creai una vera agitazione nella nostra cittadina conservatrice. Mentre le nostre famiglie non rifiutarono il fatto, capinno che a causa della nostra sessualità noi non avremmo più potuto vivere in quella città. Era stato divertente vedere l’espressione sulla faccia di quella puttana di mia sorella quando Giacomo le disse che l’aveva scaricata per stare con me.

Erano i tardi anni novanta, la piccola città nella quale vivevo era totalmente cattolica e conservatrice. Era stato difficile quando arrivato alla pubertà cominciai a guardare i ragazzi invece delle ragazze. Io mi masturbavoi pensando agli eccitanti ragazzi della scuola e mi sentivo colpevole. Ero assolutamente il ragazzo medio, circa un metro e settanta, capelli ed occhi castani e mi tenevo in buona forma dato che facevo parte della squadra di nuoto del mio quartiere; ero quel tipo di ragazzo che ragazze notano.

Alle elementari ero un anno avanti e perciò ero alla pari di mia sorella che aveva un anno di più. Mia sorella ed io non andavamo molto d’accordo, Alice era una cagna puro e semplice. I miei genitori allora non lo capivano ma ora lo sanno. Ero all’ultimo anno quando Alice portò a casa Giacomo ed il mio cazzo per poco non sparò nei miei pantaloni. Giacomo era un giocatore di calcio, alti più di un metro e ottanta, capelli scuri ed occhi di un bel verde smeraldo, al solo guardarlo il mio cuore si fuse. Giacomo era un gran bel ragazzo ed io non riuscivo a capire cosa trovava in una cagna come Alice.

Successivamente Giacomo sembrò voler passare più tempo con me che con Alice, veniva a casa ed andavamo in giro insieme. Andavamo al cinema, a giocare a bowling, a mini golf. Lui veniva a vedere le mie gare di nuoto. I miei genitori ci venivano ma Alice non l’aveva mai fatto e Giacomo stava seduto con loro a fare il tifo per me.

I tempo passato con Giacomo l’attrazione per lui andò oltre la semplice attrazione fisica. Lo volevo romanticamente, volevo stare con lui e solamente con lui. Quando arrivava, mi vedeva, mi salutava con una carezza sulla schiena mi faceva sentire troppo bene, e ancora meglio se mi dava un grande abbraccio. Quando mi circondava con le sue braccia, mi cedevano le ginocchia e mi sentivo uno strano buco nello stomaco. Lo volevo dannatamente.

Era aprile ed eravamo in vista del diploma. Alice stava passando il fine settimana con un’amica ed i suoi genitori. I miei genitori erano fuori città per il fine settimana per un evento del lavoro di mio padre. Giacomo lo sapeva, chiese se lui poteva stare da me per il fine settimana ed i miei genitori dissero che andava bene.

I miei genitori partirono venerdì. Mia madre lasciò il numero dell’albergo in cui sarebbero stati nel caso avessi avuto bisogno di qualche cosa. Poco dopo che se ne furono andati Giacomo arrivò, Guardammo un paio di film ed ordinammo una pizza per cenaì. Dopo cena Giacomo eravamo seduti sul pavimento del soggiorno un di fronte all’altro, quando improvvisamente lui parlò di Alice.

“Penso che la scaricherò.”
Nessuna sorpresa là e se le dicerie erano vere Alice se la stava spassando.
“Perché la scaricherai? ” Chiesi non volendo lasciar cadere la cosa.
“Lei vuole solo sesso da me ed io non ho voglia di darglielo. Se solo sapesse!”
“Se solo sapesse cosa?”
“Nick, posso fidarmi di te? Ho un grande segreto che ho bisogno di dire a qualcuno perché non posso tenerlo più a lungo.”
“Chiaramente puoi, cos’è?”

Giacomo cominciò a piangere, le lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance facendogli brillare ancora di più gli occhi verdi. “Ho cominciato ad uscire con Alice perché c’è qualcun’altro che mi piace e pensavo che uscendo con lei avrei potuto stare vicino a quella persona, e quindi l’ho fatto. Ho conosciuto meglio quella persona e penso che probabilmente me ne sono innamorato.”
“Giacomo non c’è niente di sbagliato. Dille quello che senti.”
“Non è una ragazza. Non è una ragazza. Non mi sono mai piaciute sessualmente ragazze. Io sono gay e non so cosa dirà se gli dico che l’amo.”

Giacomo era gay? Nella mia testa si formò improvvisamente un’immagine, che Giacomo fosse il mio boyfriend, di noi due che andavamo da qualche parte insieme a vivere felici e contenti. Spinsi via quei pensieri, misi una mano sulle spalle di Giacomo, lo tirai a me e lo tenni stretto. Lui continuò a piangere sul mio torace. Io volevo sapesse che andava tutto bene, che ero ancora suo amico, che gli volevo bene, che potevo capire il suo dolore. Il mio cuore si stava spezzando nel vederlo così.

“Giacomo, non lo dirò a nessuno.” Dissi. “Ma chi è il ragazzo di cui sei innamorato?”
“Prometti di non incazzarti?”
“Promesso.”
“Sei tu Nick.”
Non posso descrivere la sensazione che ebbi sentendo che Giacomo, il ragazzo con cui da tanto avrei voluto essere, era innamorato di me. Il mio cuore correva. Le mie braccia lo strinsero ancora più strettamente. Feci correre le dita tra i suoi capelli. Ora tutto aveva senso, ecco perché Giacomo passò più tempo con me che con Alice. Perché veniva sempre alle mie gare di nuoto ed i suoi abbracci.

“Non sei arrabbiato?” Chiese vedendo che non lo allontanavo da me e non gli gridavo di lasciare la mia casa.
“No Giacomo, non lo sono. Non posso essere arrabbiato con te per essere innamorato di me. Io non posso essere arrabbiato perché anch’io sono innamorato di te.”
Giacomo si sedette e mi guardò diritto negli occhi, non disse niente per un secondo. “Anche tu sei innamorato di me?”
“Sì. Anch’io sono gay. Quando Alice ti ha portò a mi sono sentito attratto da te, dapprima pensai che non era nulla, che non fosse niente di più di quello che sentivo per gli altri ragazzi della scuola, ma divenne molto di più quando cominciasti a passare tutto quel tempo con me. Tu non sa quello che voleva dire per me vederti a tutte le mie gare di nuoto. Tu non hai idea di come mi fai sentire quando mi abbracci. Giacomo io ti ho desiderato più di qualsiasi altra cosa nella mia vita.”
Giacomo riprese a piangere. “Oh Nick. Non sai cosa vuole dire per me. Sapere che anche tu mi ami .”
Si precipitò di nuovo nelle mie braccia ed io lo tenni così per un po’, poi gli alzai il mento e lo fissai nei suoi begli occhi. Mi chinai e lo baciai. Fu un lungo bacio sensuale. Quando interrompemmo il bacio Giacomo mi sorrise. Ci baciammo di nuovo e restammo così, poi ci alzammo, andammo in camera, ci sdraiammo sul letto e restammo così per un po’.
Cominciammo a toglierci i vestiti e quando fummo nudi guardammo i nostri corpi. Il corpo di Giacomo era bello, il torace liscio e la piccola striscia che conduceva ai peli pubici, il suo cazzo sull’attenti. Strofinammo insieme i nostri uccelli e prima che ce ne rendessimo conto, avevamo preso in bocca il pene dell’altro.

Dopo un po’ Giacomo smise di succhiare e disse. “Nick puoi mettermelo dentro?”
“Posso andare nella stanza di Alice e vedo se ha dei preservativi. E avremo bisogno di qualche cosa per lubrificare.”
“Nick, io sono vergine.”
“Anch’io lo sono, Giacomo.”
“Allora non avremo bisogno di preservativi, non dobbiamo preoccuparci di malattie contagiose.”
“Ok, allora il lubrificante, torno subito.”

Andai in bagno e trovai della vasellina; tornai nella mia stanza e feci sdraiare Giacomo su di un fianco. Cominciai a lubrificargli il sedere di Giacomo e ne misi un po’ su di me. Inserii un dito nel suo buco per allentarlo. Lo sentii lamentarsi un po’. Appoggiai il cazzo al suo buco e spinsi. Era così bello e caldo e stretto. Giacomo si lamentò e disse: “Per favore mettimelo dentro Nick.”
“Ok Giacomo.” Dissi e cominciai a muovermi lentamente dentro di lui. Lo sentii lamentarsi, cominciai ad andare a tutta velocità e Giacomo non protestò. Mi mossi sempre più velocemente e Giacomo continuò a lamentarsi. Gli girai la testa e lo baciai mentre continuavo a fare l’amore con lui. Prima che me ne rendessi conto stavo sborrando dentro di lui.

Dopo essere venuto mi estrassi e Giacomo si sdraiò sulla schiena. Il suo cazzo era ancora duro, mi chinai e glielo succhiai. Giacomo eruttò sperma nella mia bocca. Il gusto era buono da morire, era caldo e dolce, era il sapore di Giacomo. Dopo aver bevuto la sua sborra mi sdraiai accanto a lui e tirai le coperte su di noi. Ci sorridemmo l’un l’altro e ci guardammo l’un l’altro negli occhi. Ci baciammo ripetutamente e ci addormentammo nelle braccia dell’altro.
Sarebbe stato un bel fine settimana.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 7)

Mi svegliai domenica mattina con Giacomo sul mio grembo. Il mio cazzo era duro e Giacomo stava strofinandolo contro il suo. Stavo passando il fine settimana con Giacomo a casa sua ed i suoi genitori erano andati a trovare i suoi nonni dato che la nonna doveva essere operata, avevamo la casa tutta per noi, soli ed innamorati, voleva dire che stavamo per passare il giorno a letto.

Giacomo prese il lubrificante e lo usò sul mio cazzo ed il suo buco, poi fece scivolare il buco giù intorno al mio uccello. Quando entrai in lui sentii la bella, calda sensazione familiare e vidi l’espressione di piacere sulla sua faccia. Lui cominciò a muoversi sul mio pene, io mi alzai a sedere, lo baciai, lo misi sulla schiena e sbattei dentro lui più duramente e più velocemente. Giacomo si lamentava rumorosamente quando non avevo la mia bocca sulla sua. Sentii qualche cosa di caldo colpirmi il torace, Giacomo mi aveva sborrato addosso. Ne presi un po’, lo leccai e gliene diedi da leccare mentre continuavo a spingere nel suo culo. Sentii il mio cazzo contrarsi ed esplosi nel suo sedere.

Quando ebbi finito mi sdraiai sulla schiena, tirai Giacomo nelle mie braccia e rimanemmo così fuori del tempo. Quando interrompemmo il nostro bacio lo guardai nei begli occhi verdi, ricordai di quando mia sorella l’aveva portato a casa e di come subito avevo desiderato questo momento. Giacomo mi aveva confessato che era stato con Alice per essere vicino a me. Ma come mi aveva notato Giacomo? Prima che cominciasse ad uscire con Alice lui non era niente più che una delle tante facce a scuola per me. Lui era un giocatore di calcio ma io, onestamente, non avevo molto a che fare con i componenti di quella squadra. Come per altri calciatori è probabile che mi chiedessi come doveva essere nudo o una piccola attrazione per lui ma nulla di più. Nulla finché Alice non cominciò ad uscire con lui, in quel momentodivenne molto di più per me.
“Giacomo.” Chiesi. “Come mi vedevi prima?”
“Cosa intendi?”
“Ho avuto l’impressione che tu non mi abbia notato veramente finché non hai cominciato ad uscire con Alice. Allora come mi vedevi?”
“È perché ero innamorato di Renzo.” Non capivo cosa volesse dire, Renzo era nella squadra di nuoto con me. Un concorrente quindi, anche perché Renzo sembrava essere sempre in competizione con me per qualche ragione.
“Cosa?”
Giacomo si appoggiò ad un gomito guardando in giù dato che la mia testa era appoggiata ai cuscini. “Renzo ed io siamo stati grandi amici fin dalle elementare. Con la pubertà ho cominciato a guardare i ragazzi e le non ragazze e mi sono innamorato di lui. Un anno fa avrei voluto confessarglielo ma avevo paura di quello che avrebbe potuto accadere alla nostra amicizia se l’avessi fatto. Beh come sai su un anno fa Renzo ha cominciato ad uscire con Sara. Non puoi immaginare come questo mi fece sentire. Ero innamorato e questo mi spezzava il cuore, volevo trovare un modo di convincere Renzo che io ero meglio di Sara per lui. Una sera in cui c’era una riunione di nuoto, ci sono andato. Ero seduto sulle tribune ad aspettare il turno di Renzo. Quando toccò a te ti vidi sul blocco vicino a lui. Cercai nell’elenco il tuo nome e con mia sorpresa visi che eri il ragazzo di cui Renzo sparlava sempre dicendo che cercavi sempre di metterti in mostra sia nelle gare che negli allenamenti.
Io risi. “Renzo è sempre in competizione con me. Non so perché. Credo che abbia difficoltà ad ammettere di essere secondo anche se lo è.”
Giacomo soffocò una risata. “Comunque c’era qualche cosa in te che mi eccitava. Ti volevo dannatamente. Quando sono tornato a casa quella sera ho guardato sull’annuario per vedere se era possibile contattarti. Quando vidi la tua foto pensai che avevi un viso proprio bello. Guardai anche la foto della squadra di nuoto nell’annuario e decisi che dovevo scoprire tutto quello che potevo di te. Non sapevo se avevi fratelli a scuola o se eri coinvolto in qualche cosa d’altro oltre al nuoto. Per fortuna un giorno Alice era assente e tu venisti dal professore a chiedere i compiti per tua sorella che aveva dovuto andare dal dentista.” Me lo ricordavo, Alice aveva dovuto andare a farsi togliere un dente che gli faceva male e mia madre doveva accompagnarla. “Mi ricordo che guardasti verso di me. Per fortuna ero seduto perché quando mi guardasti le mie gambe divennero di gelatina.”
Mi ricordavo quel giorno, e mi ricordavo di Giacomo. Lui continuò. “Capii che avevi una sorella. Pensai che uscendo con lei avrei potuto incontrare anche la sua famiglia. Ricorda la prima volta che venni a casa tua?”
“Sì.” Dissi. “Venisti a cercare Alice, ma lei non era in casa.”
“Lo sapevo che non c’era, io volevo vedere te.”
La mano di Giacomo era sul mio torace, il suo pollice si spostava sul mio capezzolo. “Ti amo Nick, sono così felice di stare con te.”
“Anchio ti amo, Giacomo” Ci chinammo a baciarci e quando interrompemmo il bacio chiesi. “Esci ancora con Renzo?”
“No, chiacchieriamo qualche volta, ma ora Sara è il suo mondo.”
“Mi spiace, Renzo può essere un po’ stupido.”
“Lo so.”

Giacomo ed io passammo la maggior parte della mattina e del pomeriggio a fare sesso. Verso sera facemmo una bella doccia bollente. A Giacomo piacque quando lo inculai nella doccia ed io ero particolarmente eccitato per il bel corpo bagnato del mio Giacomo. Stavo pensando di dargli lezioni di nuoto e magari fare sesso in piscina. Dopo la doccia ci asciugammo e ci vestimmo. I genitori di Giacomo stavano per tornare ed io dovevo ritornare a casa.

Gli diedi il bacio della buona notte prima di andare via. Non sapevamo ancora che Alice aveva un alleato dalla sua parte contro Giacomo, il suo vecchio amico Renzo.

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scoperta a dir poco sconvolgente

Ieri sera mi trovavo a cena dai miei nel attesa che fosse pronta chiedo a mia madre se posso usare il loro PC che una volta era mio cmq dovevo controllare la posta perché aspettavo una email riferente al mio lavoro quindi accendo il PC mi collego apro la posta e trovo la mia email , la leggo e per affrettare i tempi la copio sulla mia chiavetta ,dopo aver chiuso la mia posta mi rimane tempo e comincio a smanettare un po su internet entro sul mio profilo di xhamster dopo mi collego su Facebook chatto un po con una mia amica e ci siamo organizzati il dopo cena appuntamento alle 9e30 una bibita in un locale e poi chi sa, dopo aver chiuso Facebook comincio a cercare qualcosa di mio dimenticate tra le cartelle trovo delle vecchie foto mie con amici con la mia ex un po di musica prendo e trasferisco dal PC alla mia chiavetta nel frattempo entra mamma dicendomi non cominciare a modo tuo a scombinarmi il PC che poi non ci capiamo nulla io e tuo padre ,sorridendo rispondo tranquilla e tutto apposto sto solo copiando le mie cose dimenticate lei mi ribadisce fai quello che devi fare è non combinare casini al PC . Continuo nella mia ricerca tra le cartelle e trovo una cartella tra le foto nominata vacanze sarde 2013 apro la cartella e vi trovo le foto dei miei in vacanza girovagando dalle foto vedo che si sono divertiti un sacco con i miei parenti sardi precisamente di Sassari nelle foto ci sono i miei zii ,cugini di cui una in particolare che una gran figona ha la mia stessa età 36 anni ..mangiate bevute feste in piazza ecc, dopo un po trovo una cartella con scritto solo noi apro la cartella e stavolta solo foto dei miei al mare persino mia madre in topless dopo di che un altra cartella nominata solo noi 2 e trovo nulla un altra cartella apro e niente di nuovo un altra cartella apro anche questa è lì la mia scoperta che mi sconvolge mi tiene a bocca aperta le foto contengono immagini dei miei nudi in stanza ci sono persino foto che li ritraggono mentre scopano mia madre in tante posizioni mio padre con il cazzo duro Pompini leccate di figa e persino lo prende pure nel culo mia madre, io non credevo a quello che stavo vedendo riesco soltanto a copiare l’intera cartella dalla prima all ultima è spengo il PC mi riprendo un po e vado in cucina la cena e pronta ci sediamo a tavola come i vecchi tempi io mamma papà e mia sorella mia madre indossa vestitino a quel punto dopo quello che ho visto la vedo come una donna da premettere e una gran bella donna di 56 anni bella formosa una buona madre di sani principi e non ricordo mai in 36 anni della mia vita di averla vista mai nuda ne lei ne mio padre il motivo? Siamo cresciuti con il senso di pudore io e mia sorella camerette separate devo entrare nella sua ? Prima busso chiedo se posso e poi entro lo stesso nella stanza dei miei e quando si va in bagno si chiude la porta a chiave .be direte che c’è di strano o di male ? Potrei rispondere nulla, so bene che non sono stato portato dalla cicogna so pure che sono uomo e donna che hanno i loro rapporti normale come chiunque di noi ma cazzo vedere le loro foto che trombano il loro video mia madre che gode come una matta ingoia la sborra e si prende il cazzo nel culo e tutto strano ai miei occhi vedere anche mia madre che si masturba sono foto come quelle che pubblichiamo e vediamo su xhamster ..ma quello che più mi attira e vedere il fisico di mia madre una gran bella donna per l età che tiene e una gran figona bel seno bellissime gambe caviglie e piedi sono sincero dopo averle riviste con calma a casa mia mi sono ritrovato con il cazzo duro vedendo mia madre nuda con un bel corpo e in quelle posizioni sia che tromba e sia in pose che mette in mostra le sue bellissime curve ..ribadisco sono sincero le guardo spesso e mi riguardo i suoi video che si sditalina e scritta la figa ed ogni volta mi eccito da matti direte fai schifo ma è la realtà

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 3)

La mia famiglia ritornò a casa il giorno seguente così il mio fine settimana con Giacomo finì. Prima di andarsene Giacomo chiese ad Alice di parlargli in privato. Accompagnai Giacomo alla sua macchina. “Mi sono appena separato da tua sorella.” Disse. “Lei non ne sembrava troppo felice.”
“Capisco” dissi mentre Giacomo apriva la portiera.
“Ci vediamo domani.” Disse. “Ti amo.”
“Anch’io ti amo.”
Ritornai dentro. I miei genitori erano nella loro camera a disfare i bagagli Alice mi venne vicino. “Cosa ti ha detto Giacomo questo fine settimana?”
“Non mi ha detto niente di te.” Dissi, mi allontanai ed andai in camera mia. Mi sdraiai sul letto su cui solo poche ore prima c’era Giacomo di schiena ed il mio cazzo era dentro di lui. Non lasciai la mia stanza finché i miei genitori non mi chiamarono per la cena.

Il giorno seguente a scuola passò velocemente. Alice guardò in maniera strana Giacomo e me seduti a mangiare insieme. Pensava che non fossimo solo amici? Lei non sapeva che Giacomo ora era il mio ragazzo, ma nessun’altro lo sa.
Avevo allenamento di nuoto dopo la scuola e fui sorpreso nel trovare Giacomo che parlava coi miei genitori quando tornai a casa. “Nick può andare in camera tua per favore.” disse mia madre. “Dobbiamo parlare con Giacomo in privato.” Io accennai col capo ed andai in camera mia.
Di cosa dovevano parlare con Giacomo i miei genitori? Avevano scoperto di noi? In quel caso cosa sarebbe successo? Dieci minuti più tardi bussarono alla porta. “Sono io.” Disse Giacomo.
Entrò e si sedette sull’orlo del letto. “Di cosa volevano parlarti i miei genitori?”
“Alice è stata male oggi dopo pranzo, ha vomitato in bagno. L’ufficio ha chiamato tua mamma che è venuta a prenderla e l’ha portata dal dottore, è risultato che è incinta.”
“Cosa? “
“Sì. Loro pensano che io sia il padre. Ma ho detto ai tuoi genitori che Alice ed io non abbiamo mai dormito insieme, ma Alice sta insistendo che sia io il padre. Loro hanno detto che faranno fare una prova di paternità.”
“Quindi non hai niente di cui preoccuparti.”
“Penso che finché non ci saranno i risultati non potrò venire qui spesso, i tuoi genitori non mi hanno creduto quando ho detto che non ho mai dormito con loro figlia. Stavo per dire che avevo dormito con loro figlio”
Io risi: “Sì, scommetto che sarebbe stato bello.”
“Avrei preferito che i tuoi genitori non fossero in casa ora, avrei voluto dormire di nuovo con loro figlio.”
“Anch’io, ma dobbiamo essere pazienti.”

Mi misi a sedere e gli diedi un bacio. Giacomo mi palpò l’inguine. “Giacomo non possiamo coi miei genitori qui.” Lui non mi ascoltò ma aprì la ceniera dei miei pantaloni ed estrasse il mio uccello. Io mi sdraiai indietro mentre lui metteva la bocca sul mio cazzo e cominciava a succhiare. Io emisi un piccolo lamenti mentre lui saliva e scendeva sul mio pene. Sentii la sua lingua turbinare intorno alla mia cappella. Con tutte le mie forze tentavo di non lamentarmi rumorosamente ed in breve eruttai nella sua bocca e lui ingoiò il mio sperma.
Quando ebbe tolto la bocca dal mio cazzo mi rimisi a posto i pantaloni. “Penso che dovremo farlo ancora.” Disse Giacomo. “Puoi venire a casa mia domani dopo l’allenamento di nuoto? I miei genitori torneranno tardi.”
“Sicuro.”

Accompagnai fuori Giacomo e quando ritornai mia madre mi disse: “Nick, tuo padre ed io vorremmo parlarti.”
Io gemetti, andai inl soggiorno e mi sedetti sul divano. I miei genitori erano in piedi di fonte a me: “Nick, ti volevamo chiedere se Giacomo non ti ha mai detto di aver dormito con Alice.”
“No”
“Ok, so che è tuo amico e che lui ed Alice non si stanno più incontrando.” Disse mio padre. “Ma devi sapere che Alice è incinta. Giacomo ha detto che loro due non sono mai stati a letto insieme.”
“Giacomo probabilmente sta dicendo la verità.” I miei genitori sembrarono sbalorditi ma mi lasciarono continuare. “Quante volte l’avete visto venire qui a trovare Alice? La maggior parte del tempo che ha passato qui l’ha passato con me. Le uniche cose che faceva con Alice era andare a qualche festa e a qualche spettacolo. Io non penso che avesse alcuna vera intenzione con Alice salvo avere una bella ragazza al suo braccio a scuola. Ci sono anche dicerie che girano per la scuola su Alice e dei ragazzi.
I miei genitori avevano un’espressione scioccata. Per loro era impensabile che Alice fosse meno che perfetta. “Nick.” disse mia madre. “Tu sai che Alice non farebbe mai una cosa del genere.”
“Onestamente voi due non la vedete per quello che è veramente.Lei è sempre perfetta ed io quello sbagliato”
Quella era la verità, i miei genitori avevano sempre trovato scuse per il comportamento di mia sorella invece di vedere che Alice aveva grossi problemi di disciplina.
“Nick perché non vai in camera tua?” Io mi alzai e me ne andai.

Il giorno seguente andai da Giacomo dopo l’allenamento di nuoto. Per i miei genitori andava bene, non volevano Giacomo in casa fino a dopo la prova di paternità che era stata programmata per la fine della settimana. Non appena entrato Giacomo fu su di me per baciarmi profondamente. Andammo in camera sua dove precipitammo sul letto. Giacomo non sprecò tempo ed in breve io e lui fummo nudi. Si sedette sul mio grembo mentre io ero sdraiato di schiena. Prese una bottiglia di lubrificante e ne mise un po’ sul mio cazzo. La sensazione del lubrificante sull’uccello fu come una cosa che non avevo mai sentito prima, me lo scosse e poi applicò del lubrificante al suo buco e si sedette sul mio pene. Sentii una calda sensazione quando sentii che lo stavo penetrando. L’espressione sulla sua faccia era di piacere estremo. Si chinò in avanti e mi baciò mentre prendevamo un buon ritmo. Mantenemmo il ritmo poi sentii qualche cosa di caldo schizzare sul mio torace e compresi che Giacomo aveva sparato il suo sperma su di me. Ne presi, lo succhiai, ne diedi un po’ a lui e subito dopo gli sborrai dentro.

Restammo sdraiati a coccolarci per un po’ baciandoci spesso. “I tuoi genitori ti hanno parlato di Alice?” Mi chiese.
“Sì, e non sono stati contenti di quello che ho detto.”
“Cosa hai detto?”
Gli raccontai della conversazione della sera prima. “Non capisco perché loro non vedono il figlio meraviglioso che hanno.” Disse Giacomo.
“Tu sei prevenuto.”
“Forse, ma io sono stato capace di vedere anche prima che ci conoscessimo veramente, ricordi. Mi sono subito innamorato di te.”
“Lo so.” Restammo sdraiati ancora per un po’ ma prema che i suoi genitori tornassero a casa eravamo vestiti, lo salutai e tornai a casa mia.

I miei genitori erano fuori quando arrivai, ma c’era Alice. “Allora tu arrogante egocentrico non pensi che sia stato Giacomo il perfetto a mettermi incinta.”
“Oh Chiudi quella bocca, tu lo sai che Giacomo non è il padre di quel bambino.”
“Perché prendi le difese di Giacomo contro tua sorella.”
“Forse perché se avessi una sorella che agisce un po’ più da sorella con me non sarebbe un problema.”
“Notizie d’ultima ora per te, Nick. L’unica ragione per cui sei così simpatico a Giacomo perchè lui vuole entrare nei tuoi pantaloni.”
Io l’ho guardata: “Ho guardato nel suo computer una volta che ero da lui e ho visto che aveva dei porno gay.”
“Tu sei fottutamente pazza.”
“E’ innamorato di te ed io lo so.”
Io scossi la testa, mi allontanai ed andai nella mia camera.

La settimana fin’ ed il test di paternità provò che Giacomo non era il padre del bambino di Alice. I miei genitori si scusarono con me ma io avevo la sensazione che Alice non avesse finito di tormentare Giacomo…

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con il mio Sogno a metà strada

L’inverno è..la strada è deserta.Stavo tornando a casa,e sto ascoltare qualche cazzate alla radio.Il mio cellulare sta suonando.6 Tu.Ciao amore,ho soggiornata sulla strada, la mia auto si è rotta.OK,dove sei?A metà strada verso casa..Sto arrivando per 10 ,.minuti,stai in macchina su caldo,bacio.Sto cercando di pensare a quello che sarebbe potuto accadere con l’auto.Pero nn posso.Basta che Ti sento mi fai fuocoso.Continuo a guidare e mi ricordo…Farò una sorpresa.Dopo un breve periodo di tempo ho visto la tua auto lungo la strada.Mi fermo,acceso tutti 4 lampeggiatori,e esco fuori.Stai in piedi accanto alla macchina in un cappotto di pelle lungo.Buona serra signorina cosa e successo?Posso io aiutare?Risata…Auto si è fermato, non so cosa potrebbe essere.Cerchiamo di sollevare il cofano e vediamo.Dopo poco tempo, Cinghia dentata e andato,ma nn è un grosso problema.Se magari avete calze di nylon potrebbe essere risolto.Io non indossarle adesso, ma io possa avere uno di riserva nel cassetto.Ottimo.Cosi il problema è stato risolto.Qui vicino ce un bar,possiamo andare prendere qualcosa per riscaldarsi?OK,io Vi seguirò.Bar era quasi pieno,e dopo quelli freddo là fuori, è stato un vero piacere essere un po ‘caldo.Ci siamo seduti e abbiamo ordinato un drink.Abbiamo iniziato una conversazione,un po ‘di tutto,come nn ci conosciamo mai prima.Ero un po nervoso e molto eccitato,sgualcito l’intero tovagliolo.Ti ho guardato e goduto.Ogni pezzo del tuo corpo, la tua voce, è stato perfetto..quando,improvvisamente sentito il Tuo piede tra le gambe,mmmmmmmmm.Mi hai guardato con quel barlume prostituta nel tuo occhio.Ti piace,ho sentito la tua voce morbida ssiiiiiiiii..Sei alzata dal suo posto e si diresse verso il bagno..nn aspettavo molto,mi sono alzato. Sono andato attraverso il corridoio per il bagno delle signore.Non mi guardo indietro, ero troppo eccitato.Sono andato dentro,e iniziato a cercarti.Ho aperto un’altra porta e trovato.Cosa fai,cosa vuoi PORCO?Nn sono una puttana!Ho chiuso la porta con la mano.Nn sei,ma diventerai ora.Ho decompresso i miei pantaloni e tirato fuori cazzo gia duro.Succhialo…Tu mi guardi,No non voglo.Ti prendo per morso,SUCCHIALO..con tua piccola mano prendi mio cazzo e lo dai un bacino mmmmm cossssi,continua,fai una leccatina al capello e lo prendi in bocca oooo cazzo siiiimmmmmmhhhh che calda bocca hai,braaaava…prendo tua testa e comincio scoparti nella bocca mentre miei coglioni stano battendo il tuo mento uuuuuhhhmmmmm dalla tua bocca grondante saliva,sento solo il tuo gargling..lo tiro fuori e ti do qualche schiaffo con cazzo Siiii ancora,dai,sono stata cattiva colpiscimi.L’ho spinto di nuovo
nel tua bocca.Questa volta piu profondo,e ogni volta quando lo spingo sento come batte nel faringe.I tuoi occhi stano cominciare lacrime.Bsata,alzati.Ti ho preso,e sto spingendo verso l’alto il tuo vestito sopra i fianchi,e ti strappo perizoma,Aiii mi fai male.Non ti piace?Siii ma fai un po leggero mmmmmmmmm Ok bella.TCua bella figa rasata e gia bagggggnata mmmmm Una cena per me.Ti do un bacio in bocca..mi sono inginocchiato,guardo tua bellezza,rossa e fuocosa lo do un bacio,e comincio leccarla leggero mmmmmmm che sapore Sento i tuoi sospiri siiiii sto succhiare una poi altra le labbra mentre con dito giro le clitoride,mio mento e bocca sono pieni di tuoi succhi,che piacere,sento come mio cazzo sta di pulsare.Messo un dito nel figa e comincio scoparti,sempre più velocemente siiiiiimmmmmmmDaiii voglio tuo cazzo dentro di me,scopa mi.Mi alzero,ti spinto in angolo,preso sotto il culo e sollevato.Mentre si baciavamo tu con mano prenderei mio cazzo e stai con sfregiamento cercando di metterlo dentro uuuuuuuuhhhhhhmmmm che troia che sei.Hai avvolto le gambe intorno a me.E scivolato,ora sei incazzata,comincio la pompa.mmmmmmm daiiii forrrrrte,veloce.Tua figa è esplosa,rivoli attraverso cazzo,siamo bagnati di tuoi succhi.Scccopa mi,scccopa mi bastardo aaahhhh con i denti e lingua ti sto mordendo e leccare capezzoli come due orsetti gommosi.Siamo fuori della mente.Stai sfregando su cazzo con tutto peso.Fottiti
con tutta la forza e io nn voglio smmetere voglio riempire ogni millimetro di tua figa.E tu,ti stai sfregando come selvaggia aaaaahhhhh mentre io ti baccccio,leccooo e morso collo.Sei mia troia picola.Adoro l’odore e il gusto del tuo corpo.Sciendi giu,lo prenderei nel bocca,ingerirai,lecchi le palle mmmmmmmm come gooooooodo,6 come una lupa affamata.Hai leccato ogni goccia di tua figa sul cazzo lungo tutta la lunghezza.Prendo tovagliolo dal tasca e copro il coperchio della toilette.Gira ti,sali sul coperchio e inginocchiati.Tutti santi,che culo bellissimo.Lo do baccio,e comincio leccarti mmmmmmm che bello ano hai,spingo lingua dentro aaaaa sento come godi quando comincio girare con lingua siiiii come e stretto e rosso,sputo sopra il buco e inserisco dito.Qualcuno entra nel bagno.Qualcuno è entrato,può sentire.Mi sono avvicinato bocca del tuo orecchio,e sottovoce detto…non mi interessa e lentamente ho morso l’orecchio.Ho fatto un passo indietro,ancora sputato al’ano,strofinato delicatamente con cazzo,e leggermente spingevo dentro.
Così appoggiata sulla cassetta di acqua,ti ho dato a mordere e succhiare il mio pollice.Ahhhh singhiozzavi.Preso tuo culo con le mani e comincio incularti mmmmmmm quel piccolo buco,caldo e eccitante.Ti sto sto scopare lento,e con ogni e morso piu profondo.Attraverso i denti dici come vuoi piu feroce.Inizio spingere come un cavallllllllooooo e inizio combinare,poco ti faccio scopare culo,poco figa,ho voglia di mettere anche coglioni,e tu godiiii …sento come sei calda,tuo corpo sta bruciare,figa bagnata spreme con ogni colpo di palle.Ho fatto un passo indietro e bacio e leccare il tuo culo.Ti ho dato uno schiaffo sul culo un paio di volte e comincio di nuovo incularti ora con piu forza e violenza Ti piace mio cazzo e diventato purpureo con tracce di tuo succhi,come ti voglio uuuuuuuuummmmmmmm siiiiiiiiiii fai centrifuga con culo mi fai impazzire sei reggina di sesso prendo tuoi cappelli,ti attratto da me e lecco tuo collo mmmmmmm che piacere guardarti quando godi e vedere l’espressione sul tuo viso.Scendi.Tue gambe tremano.Con voce roca dici Sei matto.Ti capisco,ma verità e che mi tu fai matto.Mi sono seduto sulla toaletta,Vieni piccola..Hai diffusa le gambe e a cavallo.Le mani hai pendente sulla parete.Io ti preso per culo,e comincio a impallare,nn forte..in poco tempo movimenti sono coordinati e stai iniziando a spingere i fianchi mmmmmmmsssssiiiii il sesso è nel tuo sangue,che grande TROIA che sei,dai fa mi venire,voglio scaricare tutta sborra dentro di te siiiiiaaaaahhhhh piu forte,daiiiii sento dolce dolore all’inguine,continua cosssssi,braaaaaava mi tuffo faccia tra le tue tette,sto leccare tuo sudore mmmmmmmmmmm come sei buona,daiiiiii bella continua,piu forte,piu veloce ssssssssssiiiiii ti metto dito in culo e tu hai le dita tra i miei capelli,cominci accelerare e si scopavamo come due a****li,nel mio grembo e un lago godiamo ho spinto dito piu profondo e dicevo Guarda mi!Tu hai provato,ma nn sei riuscita per lungo,tuo piccolo corpo comincia a tremare,e io quando ho visto queste due mandorle sono esploso profondamente in te mmmmmmmmmmi sentivo ogni getto di sborra come uscire…eravamo così ancora un po di tempo in silenzio..eri riposata su di me..e io?Me nn frega niente,voglio che questo momento dura per sempre!Ci alzammo,ti do un bacio,e sono uscito.Quando sono arrivato al nostro tavolo,il cameriere mi guardò con stupore.Si avvicinò e disse confuso,Volete qualcosa da bere?Due tè,grazie.Il posto era già prima della chiusura.Quando tornò con il tè, ha chiesto timidamente,e la signorina?Ho risposto..Ora verrà, fissa il suo trucco in bagno.Ho pagato e gli ho dato una mancia.Poi sei arrivata.Eri meravigliosa come il primo giorno che ti ho incontrato 😉

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Colazione a casa Roncalli

“Sono contenta che tu abbia accettato il mio invito senza riserve e, come promesso, ho una sorpresa per te!”. La contessa Gilberti Roncalli conclude la frase con fare ammicante che, immediatamente, va a stimolare la curiosità di Valerio, il giovane rampollo dei Monte Sant’Agata.
“Ada, se ho mancato, in passato, è dipeso certamente da impegni inderogabili ma, come sai, per me è sempre una gioia intrattenermi in tua compagnia.”.
La contessa schiude le labbra in un radioso sorriso, fissando orgogliosa il ragazzo; dunque si volta e fa cenno al maggiordomo di congedarsi.
L’uomo s’incurva leggermente in avanti ossequioso e si volta per raggiungere la porta a grandi passi ed uscirne.
Lo stridere della vecchia maniglia echeggia nell’ampia sala arredata in stile classico, con i mobili in legno di quercia lucidati di fresco e le statue in bronzo, poste nei quattro angoli, che sembrano contemplare i magnifici stucchi e i dipinti murali.
La contessa stringe delicatamente i lembi della vestaglia di seta verde, incrociando le mani sul seno prosperoso e si spinge in avanti per sollevarsi dalla grande poltrona in cui era sprofondata.
Con lentezza e sinuosità felina si avvicina al ragazzo, magneticamente attratto dalla visione di quelle forme procaci che spingono prepotentemente contro la seta lucida; gli si para davanti, porta la mano sinistra a carezzargli delicatamente la nuca con le dita e, sollevandosi sulle punte, gli accosta le labbra all’orecchio sinistro per sussurrargli parole lascive.
Valerio resta immobile, cercando di controllare i propri istinti, ma una potente erezione comincia a premere contro l’addome della donna che, fiera di aver raggiunto così in fretta il proprio scopo, scosta le dita dalla nuca e le fa scivolare in basso a tastare quella rigidità che sembra aumentare ad ogni strusciata.
La contessa guarda in basso a contemplare quel gesto lussurioso, la tempia poggiata sul petto di lui, quasi che la mano agisse per conto proprio; poi solleva lo sguardo e travolge il ragazzo con un bacio voluttuoso.
Lui infila la mano fra i due corpi serrati e si sbottona la giacca grigio antracite, poi scosta le falde e stringe la donna a se in un poderoso abbraccio, spingendo la mano sinistra fra le natiche di lei a massaggiarle energicamente.
D’improvviso la contessa si ritrae premendo con entrambe le mani sul petto del ragazzo, come fosse turbata da tanta eccitazione e Valerio la fissa, disorientato da tale ambigua reazione.
“Scusami! Se non smetto immediatamente, rischio di rovinarti la sorpresa…hai già fatto colazione?”.
Valerio è confuso ma, altrettanto, conosce molto bene Ada ed intuisce che costei avrà certamente architettato una delle sue diavolerie, per cui sta al gioco e l’asseconda abbozzando un vago sorriso.
“No! Stamane ho dovuto trascurare la colazione per essere qui in orario”.
La contessa fissa il giovane con occhi languidi e gli carezza il viso:”Non volermene! Ti ho convocato di buon mattino proprio per far colazione insieme”.
Gli scosta la mano dal viso ed intreccia le proprie dita fra quelle della mano di lui, simulando affettatamente la tenerezza di una sorella maggiore che vuole condurre il fratellino a giocare.
Muove verso la porta, trascinando il braccio di lui che, ancora eccitato, reagisce con lentezza all’invito quando, d’improvviso, lei sussulta:”Ah! Quasi dimenticavo…”,
Gli lascia la mano e corre verso lo scrittoio sul quale è poggiato un grosso scrigno di legno finemente intarsiato; lo dischiude e ne trae una lunga collana composta di sfere azzurre, grosse all’incirca quanto palle da biliardino, intervallate da piccole catene di tre anellini d’oro ciascuna.
Ada si volta a fissare Valerio e, sorridendo, solleva i gomiti per cingersi la collana; poi torna a stringergli la mano e, con fanciullesco entusiasmo, lo trascina con se fuori dalla stanza.
I due attraversano un corridoio semibuio, poi imboccano una porta che dà accesso al cortile interno costellato, lungo il perimetro, di alberi secolari le cui radici hanno lesionato parte della pavimentazione circostante le aiuole circolari merlate di mattoncini rossi.
L’aria autunnale gela le guance dei due avventori e la donna fa cenno al ragazzo di camminare adagio sulle foglie secche ed umide che rendono scivoloso il percorso.
Al centro del cortile cӏ un gazebo ottagonale con la base in cemento lastricata di maioliche dipinte, raffiguranti scene di vita rurale; grandi vetrate, sostenute da una struttura metallica verniciata di bianco, circondano sia i lati che il tetto, facendo filtrare pienamente la tenue luce del sole che comincia a fare capolino.
All’interno, grandi sedie ed ampie panche in ferro battuto, rivestire di spessi cuscini bianchi dai temi floreali, sono disposte circolarmente intorno ad un grosso tavolo in stile art nuveuve, ricoperto da una spessa lastra di vetro circolare.
“Accomodati e mettiti a tuo agio: fra qualche minuto ci serviranno la colazione!”.
Ada solleva un campanello dorato e lo scuote per avvertire la servitù, poi si accomoda accanto a Valerio sedendosi sul fianco e raccogliendo le gambe sul cuscino, le ginocchia puntate contro il ragazzo.
Valerio allunga una mano sulle cosce seminude della contessa e le massaggia energicamente, nell’atto di riscaldarle.
La donna solleva lentamente la gamba destra e, contemporaneamente, si slaccia la cintola della vestaglia, mostrando di essere completamente nuda.
Il giovane si volta sul fianco sinistro e si piega in avanti, facendo scivolare il palmo della mano verso l’interno della coscia di lei, fino a puntare l’indice contro il clitoride per farlo roteare delicatamente.
Accosta la bocca alla mammella sinistra, che la contessa gli offre sostenendosi il seno con la mano; ne costringe delicatamente la punta del capezzolo fra i denti e comincia a succhiarlo avidamente, ravvivando l’eccitazione della donna che, di lì a poco, comincia ad emettere profondi respiri.
Valerio, nuovamente preda dell’erezione, accosta l’altra mano alla cerniera dei pantaloni per aprirla quando, d’improvviso, tre flebili colpi risuonano sulla vetrata; il ragazzo trasale e rimbalza indietro rosso di vergogna, cercando di simulare indifferenza ed accavalla le gambe per coprire il gonfiore.
Dall’altra parte del vetro, una giovane donna in divisa da cameriera, nascosta fin sopra l’addome da un grosso carrello portavivande in acciaio, osserva la signora in attesa di un cenno per poter entrare.
La contessa, senza il minimo pudore, non accenna a coprirsi e così, la vestaglia aperta, le cosce divaricate, allunga il braccio sinistro verso la porta e ripiega indolentemente il polso facendo roteare le dita, una ad una, verso il palmo invitando la cameriera ad entrare.
La donna accede e, apparentemente indifferente, accosta il carrello per imbandire la tavola di leccornie, approntando una colazione in perfetto stile inglese….(continua)