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Con La Mia Cugina Preferita 3.2 [Al mare]

Parte precedente: http://xhamster.com/user/autotune/posts/234236.html

La mattina dopo ci svegliammo, e facemmo colazione in soggiorno-cucina, a pochi metri dal letto in cui io e Chiara ci masturbammo a vicenda.
Poco dopo saremmo andati in spiaggia, dove i miei zii avevano affittato 2 sdraio e 1 ombrellone.
Andai così a mettermi il costume, e così fecero tutti quanti, compresa mia cugina, che indossava un bikini fucsia, coperto ora da una canottiera e da uno di quegli shorts elastici che si sarebbe tolta arrivati in spiaggia.
Giunti alle sdraio, ci accomodammo, e come già detto Chiara si spogliò della canotta e del pantaloncino… La sola visione del suo fisico mozzafiato mi provocò un erezione, che provai a mascherare essendo a fianco dei suoi genitori e di mio fratello.
In quei giorni, il sole picchiava davvero forte e c’era bisogno della crema solare.
Presi la palla al balzo, e chiesi a Chiara se volesse che gliela mettessi io… La risposta fu affermativa, così iniziai a spalmarle la crema, palpeggiandola un po’ dappertutto, passando ovviamente inosservato visto il pretesto.
Passai una mezz’oretta sotto l’ombrellone ad aiutare mio zio con i cruciverba, e poi andai a fare un bagno a mare insieme a Chiara e Gabriele, mio fratello.
Arrivate poi circa le 12, Chiara decise di tornare a casa, ed io la seguii a ruota, al contrario dei miei zii, abituati a rimanere in spiaggia fino a tardi, e a mio fratello, che aveva conosciuto un gruppo di ragazzi e ragazze sul bar della spiaggia.
Così tornammo un attimo alle sdraio, prendemmo la nostra roba e ci incamminammo verso l’appartamento.
Durante il tragitto Chiara portò il suo “copricostume” a mano per il troppo caldo, ed io intanto pensavo a quanti ragazzi, guardandola, sognassero di scoparsela.
“Le hai prese tu le chiavi vero?!” Iniziai io.
“Certo! Ma lo sai che saremo soli per una mezz’ora? Sempre se tuo fratello non sta già tornando.” Continuò lei.
Io le sorrisi e accelerai il passo.
Arrivati all’appartamento feci le scale quasi di corsa, al contrario di lei che sembrava piuttosto tranquilla.
Chiara aprì la porta, poggiò le chiavi nel piccolo mobile del soggiorno, ed andò in bagno.
Io invece andai a sdraiarmi in camera da letto, quella dove dormivano gli altri, per godere di una TV migliore.
Appena mia cugina uscì dal bagno mi raggiunse, abbassò un po’ la serranda della camera, e disse sbattendo due volte la mano sui piedi del letto:
“Forza… Vieni qui cuginetto, incomincio io.”
Strisciai fino a lì, e mi sedetti di fronte a lei, intanto Chiara mi aiutò a sfilarmi il costume e si mise sulle ginocchia.
Iniziò a baciarmi il cazzo, per poi leccarlo partendo dalle palle, fino alla punta della cappella.
In seguito se lo infilò in bocca, cominciando uno dei pompini più belli della mia vita.
Faceva su e giù con la testa, aumentando sempre più il ritmo, facendo solo delle piccole pause per prender fiato, in cui comunque non smise di segarmi.
Io intanto le poggiavo una mano sulla sua nuca, accompagnando i suoi movimenti, e spingendola quando volevo che andasse più affondo.
Dopo un po’ non riuscivo più a trattenermi, sentivo l’orgasmo salire, così, senza dirle niente, iniziai a sborrare all’interno della sua bocca.
Si fermò, senza però staccarsi dalla mia asta, così da non far uscire neanche una goccia di sborra.
Dopo una decina di secondi sì separò dal mio cazzo, ingoio il tutto, e mi disse alzandosi in piedi:
“Ora tocca a te…”.
Mi alzai anche io, la presi per i fianchi, e la “buttai” sul letto.
Mi catapultai su di lei, le abbassai il costume fino alle caviglie, e le infilai la testa fra le sue cosce iniziando a baciarla sul basso ventre.
Scesi pian piano sulla sua figa, ed iniziai a leccarla con passione, infilandole ogni tanto un paio di dita, così da farla godere di più.
In poco temo era fradicia di umori.
Lei, proprio come feci io poco prima, poggiò la sua mano sul mio capo, così da spingermi il viso sulla sua figa.
Passammo così una decina di minuti e poi ci rimettemmo i costumi.
Pochi minuti dopo, come da nostra previsione, arrivarono gli altri, pronti per pranzare tutti insieme.

La giornata, e la settimana, non finì qui ovviamente. CONTINUA…

Spero ovviamente di aver scritto in modo abbastanza decente, e che il racconto di ciò che mi successe vi abbia trasmesso un minimo di emozioni. Grazie ed alla prossima. 😉

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con una sconosciuta!

Era un fine pomeriggio come tutti gli altri. Passeggiavo per le strade del centro con passo morbido, incuriosito da tutte quelle facce che mi si presentavano di fronte e che sfilavano via rapidamente una dopo l’altra, senza lasciarmi il tempo di osservarle con attenzione.
Le “facce di donna” naturalmente erano quelle sulle quali il mio sguardo si posava con più interesse, cercando di coglierne qualche particolare, qualche impercettibile invitante mistero celato dietro un movimento, un’espressione.
Non c’era malizia in questa improvvisata “ricerca”; la mia era più una naturale inclinazione a godere di quella bellezza sfuggente che, per fortuna, alcuni esseri umani non riescono proprio a nascondere.
Quando poi è una creatura di sesso femminile a manifestarla in tutto il suo splendore non posso fare a meno di assaporarne, con ancora più piacere, tutti i suoi dettagli e tutti i suoi richiami.
Erano più o meno le 17 e 40 quando ad una ventina di metri da me noto sul lato destro della strada una folta chioma scura muoversi lentamente, solitaria.
I capelli le ricoprivano quasi tutta la schiena, fermandosi proprio dove i fianchi iniziavano a delineare una forma così sinuosa e dolcemente provocante da farmi avvertire immediatamente in tutto il corpo un intenso brivido di piacere. Indossava un paio di jeans sportivi abbastanza stretti, portati con la consapevolezza di essere guardata, ma in un modo estremamente naturale che la rendeva ancora più eccitante. Si, il suo sedere era un gioiello di carne scolpito dai suoi anni in modo perfetto ed i pantaloni che lo contenevano non facevano altro che invitarti a conoscerlo e ad osservarlo sempre più da vicino nell’intenso desiderio di un contatto.
Le mani sarebbero state mandate in missione dal corpo per esplorare quella che appariva come una “terra” piena di vita e di ricchezze, dove perdersi con estremo piacere.
Non era molto alta, ma vedendola camminare di spalle il suo corpo sprigionava attraverso i suoi movimenti un’energia fortissima che ad un essere attento non poteva passare certo inosservata.
Le sue gambe erano slanciate, ma non troppo magre, dotate di quel tono muscolare che le rendeva vitali come quelle di un a****le che in un attimo sarebbe potuto s**ttare per raggiungere qualunque cosa.
Il loro ipnotico movimento non faceva altro che esaltare le sue forme eleganti ed estremamente sensuali, così piene di sostanza. Il suo lato posteriore terminava in basso con uno stivaletto di pelle marroncina finemente decorato, che le arrivava poco sopra le caviglie e che donava alla sua figura quel tocco di lieve provocazione e maturità femminile che può far impazzire un uomo, e perché no anche una donna..
Sopra i pantaloni, oltre ai suoi lunghi capelli scuri,
una veste nera, di un tessuto apparentemente molto soffice, incorniciava il suo busto lasciando intravedere, dalle maniche appena troppo lunghe, delle bellissime dita affusolate, sulla punta delle quali risaltavano dei puntini d’intenso rosso bordò: unghie di donna..
Il mio passo intanto si stava facendo sempre più rapido, perché tanta era la voglia di scoprire cosa quella donna potesse offrire dall’altro lato.. un “lato” che, in quei pochi istanti che mi separavano dalla sua scoperta, l’immaginazione riempiva di bellezze di ogni genere, di sguardi intensi, di proiezioni fantastiche dove si sarebbe materializzata la donna più affascinante del pianeta.
Era arrivato il momento del “sorpasso”, di vedere finalmente quale volto fosse il “padrone” di quel corpo che tanto avevo ammirato in quei minuti.
Proprio nel preciso istante in cui mi stavo voltando per guardarla notai che anche lei stava girando lentamente la testa nella mia direzione, come se avesse percepito d’istinto la mia presenza.
I nostri occhi s’incontrarono allora potentemente, senza difese, senza maschere, come se quella frazione di tempo potesse rivelare qualcosa di inspiegabilmente significativo e duraturo.
Uno sguardo profondo, dotato di una calma e di una forza quasi innaturali, mi stava scrutando da qualche secondo senza che potessi fare nulla per evitarlo e, soprattutto, mi stava invitando in qualche luogo a me sconosciuto.
Fece un cenno con la testa verso destra e si diresse verso una piccola stradina stretta e deserta, rigirandosi solo un attimo per essere sicura che la stessi seguendo.
Continuò a camminare per un centinaio di metri senza mai voltarsi. Poi, quando fu sicura che fossimo soli, si girò e mi guardò in silenzio fissandomi negli occhi, accennando un leggero sorriso che nella mia mente spalancò la porta a tutte le fantasie rimaste fino ad allora sul punto di essere liberate.
Era bella, di una bellezza ancestrale ed ipnotizzante.
Una pelle chiara le dipingeva il viso e metteva in risalto un leggero rossetto che regalava alle labbra tanti motivi per essere baciate. Lineamenti fini, ma dotati di un fascino selvatico, creavano un cortocircuito nei miei sensi che non riuscivano a decifrare quell’essere così speciale.
La sua veste nera, con una leggera scollatura, faceva intravedere dei seni piccoli e sodi che la natura le aveva generosamente regalato e che la rendevano ancora più desiderabile.
Pensavo che non fosse reale, ma lo era.. eccome se lo era.
Senza dirmi niente si avvicinò e posò le sue labbra sulle mie, con tutto il peso del suo corpo su di me. Immediatamente la sua lingua cominciò ad insinuarsi decisa nella mia bocca che non fece molta resistenza per farla entrare. Fu un bacio totale, senza compromessi. Le lingue dimostravano tutta la nostra passione invocando qualcos’altro..
Così ad un certo punto lei mi prese una mano e se la infilò sotto la maglietta portandosela con forza al seno ed io iniziai ad accarezzarla desiderandola con tutto me stesso. Aveva iniziato ad ansimare di piacere ed io con lei. I nostri corpi si erano incontrati, attratti da chissà quale forza misteriosa che fino a quel momento non aveva avuto bisogno di una sola parola, di una sola indicazione per manifestarsi. Tutto era estremamente semplice e chiaro. Lei era ormai con il suo seno ormai scoperto, ma improvvisamente si staccò da quell’intreccio di bocche e mani per girarsi contro la parete di fronte, chinarsi leggermente ed abbassarsi i jeans.
Quel culo così tanto immaginato solo qualche minuto prima, era ora davanti a me, con un perizoma nero semi trasparente, di cui potevo percepire i raffinati ricami che rendevano quella visione ancora più eccitante. L’unica cosa che potei fare fu ammirarlo per qualche secondo e poi iniziare a morderlo con passione. La sua fica iniziava ad essere chiaramente visibile e la mia lingua iniziava a conoscerla, a sentire la sua morbida consistenza. Emanava quel profumo inconfondibile di una fica eccitata che vuole essere condotta verso un piacere sempre più intenso e profondo.
Era lucente, luccicava per quella sostanza incolore che la ricopriva sempre più copiosamente, riflettendo nella penombra la poca luce del giorno che ormai stava lasciando il posto all’oscurità.
Lei aveva iniziato a girare la testa per cercarmi, guardarmi, ma i suoi occhi non riuscivano ad aprirsi completamente, tanta era l’eccitazione che li riempiva. Il mio cazzo era ormai diventato durissimo e, senza che me ne resi conto, mi ritrovai in un attimo in quel luogo di piacere, ormai completamente bagnato, dove mi muovevo con facilità cercando con sempre più forza la via per raggiungere l’istante di massimo godimento in cui la mia essenza si sarebbe unita alla sua.
Uscii da lei per un attimo perché volevo guardarla negli occhi.
Così la convinsi con le mie mani a rigirarsi per poi rientrare dentro di lei con ancora più impeto, sentendo e guardando il suo corpo muoversi sotto di me, soffermandomi sul viso arrossato per l’eccitazione e i capezzoli turgidi come spilli. Venimmo insieme con un grido selvaggio, dimenticando totalmente che ad un centinaio di metri la gente continuava a passeggiare normalmente in una zona molto trafficata della città. Facemmo in modo che ogni parte del corpo di ognuno aderisse il più possibile a quella dell’altro, affinché non ci fosse tra di noi più nessuna distanza fisica e mentale. Eravamo due sconosciuti che avevano oltrepassato le barriere dell’identità, delle proprie storie personali per fondersi in un’incredibile testimonianza di condivisione, dove il piacere dei sensi era stato il collante potentissimo di questa unione.
Eravamo praticamente distesi per terra, in una posizione non certo comoda, ma che non ci aveva impedito comunque di seguire il corso inarrestabile di quella poderosa passione.
Dopo che riprendemmo coscienza di noi stessi lei mi guardò ancora intensamente per qualche istante, e lentamente si allontanò dal mio corpo. Ora mi scrutava così come aveva fatto la prima volta sulla strada, quasi seriamente, ma con una punta di dolcezza e soddisfazione che prima sicuramente non c’era. Si sistemò le mutandine, si alzò decisa e si allacciò i pantaloni.
Poi si diede una vigorosa scrollata con la testa che le rimise quasi in ordine quei lunghi capelli neri che ora le riavvolgevano la schiena come un morbido mantello. Mi salutò con un cenno della testa, e il suo sguardo in quell’istante riuscì incredibilmente a contenere tutto, tutto quello di cui avevo bisogno prima di non rivederla più. Si voltò e silenziosamente s’incamminò con passo lento nella direzione da cui eravamo venuti. Sapevo che non avrei potuto fare niente per fermarla ma soprattutto sentivo che non dovevo fare niente.. perché la perfezione è il sottile equilibrio esistente tra qualcosa che trovi e qualcosa che perdi, anche dopo pochi istanti.
Dopo quell’esperienza ora so che due “sconosciuti” possono trovare la perfezione, in qualunque luogo e in qualunque momento.

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Sonia ed il fidanzato con un trans.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Quando ho visto su un sito porno dei trans che si inculavano e si spompinavano a vicenda il mio cazzo ha avuto subito una reazione incredibile, mi sono eccitato così tanto che con appena due toccate mi stavo sborrando nelle mutande, sarebbe stata una situazione imbarazzante, il computer era quello della società per cui lavoravo, così mi sono affrettato a cancellare la cronologia.
Di quella mia “evasione visiva” non ne è rimasta traccia ma il mio cervello iniziò a rimuginare alle donne avute sino ad allora, alle loro prestazioni, i bocchini che mi avevano fatto sino a quel momento non avevano la stessa carica erotica di quello che quei trans si facevano a vicenda.
Sebbene abbia conosciuto Sonia, da me soprannominata per la sua abilità nel settore specifico, “la Marchesa del Pompino”, nessuna donna mi aveva fatto eccitare in quel modo, forse neanche lei, sì neanche la Sonia del liceo così educata e troia che leccava il cazzo come una fottuta cagna e ingoiava come un uomo nel deserto assetato e avido di acqua.
Qualche volta pranzando a casa sua ho pensato che nella mia sborra ci fossero più proteine vitamine ed ormoni che in quella di altri, perciò lei veniva a rifornirsi da me anzichè andare in farmacia o in qualche negozio di articoli sportivi a comprare integratori, Sonia a tavola mangiava come un uccellino per mantenere la sua splendida taglia 42, per il resto beveva da me tutto il resto. Nonostante intorno ai trenta anni avessi questo tipo di “impegni” con lei, spesso fantasticavo, chi fantastica sogna e chi sogna desidera, vedere quei trans che avevano un fisico snello e longilineo, movenze femminili, maniere dolci ed accoglienti mi aveva destato curiosità, l’insolito è il vero afrodisiaco altro che viagra, cialis, levitra o altre pillole da super-eroi del porno.
Arriviamo a Jessica, “lei” era un ragazzo che avevo visto crescere, adesso faceva rosicare le ragazze più belle della facoltà di Scienze Politiche a Napoli, si prostituiva ogni sera per venti miserabili euro, non poteva essere possibile, di solito nell’eros ci attira molto più l’insolito del solito, Jessica con i suoi diciotto anni le sue gambe ed il suo culo meraviglioso era l’ “insolito”.
Neanche la mia fantasia era stata molto abituata alle cose solite sino ad allora, il mio desiderio divenne subito quello di avvicinare un trans, non mi eccitava l’idea di sperimentare una corporeità diversa ma la mia mente fantasticava su altre cose, poter toccare quelle lunghe gambe, quei fianchi così stretti atletici e nervosi rispetto al morbido fisico della donna, quella stessa notte feci un sogno erotico con una trans che mi inculava e io che gli sborravo sulle tette. Mi svegliai di colpo e mi accorsi di essere venuto veramente, incominciai a guardare sempre più film porno di trans, mi capitava pure di scoparmi Sonia pensando ad un culo di un trans e ritornando a casa riuscivo a vedere un film porno di trans per farmi proprio delle seghe esplosive, insomma ero proprio attratto da quei corpi magnifici. Volevo sapere, curiosare, per questo obbiettivo avevo raccontato tutto a Sonia, riuscii a coinvolgere il suo fidanzato ufficiale Francesco, non mi ci volle molto a coinvolgere Francesco, grazie anche alle sue millantate capacità amatorie e alle virtuose cavalcate olimpioniche che faceva con Sonia.
Un giorno, sbirciando su internet vidi un annuncio di una trans mulatta con una quinta di seno e un bel culo sodo, la chiamai subito e le dissi che Francesco non era mai stato da una trans ma che ne era attratto tantissimo, lei mi disse di farmi trovare sotto il suo palazzo e di chiamarla. Il tempo di avvisare Francesco e Sonia e due giorni dopo presi la decisione di andarci, quando fui sotto casa sua la chiamai e le domandai cosa dovevamo fare, eravamo in quattro, la più felice sembrava essere Sonia pensando che quello che le potesse capitare era di beccare tre cazzi al volo contemporaneamente.
Lei ci disse di aspettare fermi nel parcheggio e che ci stava guardando, dopo circa trenta minuti vidi venire verso di me una figa pazzesca in jeans corti e una t-shirt che esplodeva dalle tette, era lei, avevo il cuore a 1000, mi chiese il nome e si presentò anche a Francesco e Sonia. Ci invitò a salire e dopo aver chiarito che la persona interessata era Francesco lo baciò con tutta la lingua nella sua bocca, sentiva il cazzo del ragazzo esplodere cosi gli tolse i vestiti, lo buttò sul divano e cominciò a spompinarlo, si aggiunse subito Sonia che leccò tutto finchè Francesco non le venne sulla bocca, Sonia e Consuelo bevvero tutto. Dopo questi preliminari Francesco inizia a capire che cosa può volere Consuelo per meritarsi i 500 euro concordati, portò il ragazzo in camera sua e lo convinse a rimanere perchè gli aveva riservato un trattamento speciale, lei prese dal bagno un rasoio e un asciugamano che gli mise sotto il culo, inizia così a depilargli la parte sotto i testicoli e vicino al buchino vergine con abilità e precisione, dopo aver posato tutto in bagno Consuelo torna con del gel e dei preservativi, quindi gli alza le gambe e comincia a leccare il buchino e ad infilarci la lingua dentro. Sonia a quella vista era completamente bagnata, riuscii con scaltrezza a sentirla sotto la gonna ma Francesco era diventata la troia di Consuelo, faceva di lui quello che voleva ed infatti si tolse il perizoma e si girò di s**tto in un 69 forzato puntando sopra la sua bocca il suo enorme cazzo mulatto, il cazzo era duro e Francesco lo subì tutto.
Mentre Francesco veniva fottuto io nel frattempo in un’altra stanza prendevo da dietro Sonia inculandola in una allegra cavalcata, Francesco ci ha raccontato dopo che era impegnato a non soffocare col cazzo di Consuelo di cui sentiva l’odore e beveva il seme, il frocetto si era già abituato a Consuelo, aveva in mano (non so come avesse fatto a prenderlo ) un vibratore e così dopo una leggera lubrificazione iniziò la penetrazione. Il Don Giovanni dei quartieri alti di Napoli veniva inculato da un vibratore che gli causava un dolore atroce al culo, Consuelo in un’occhiata aveva capito l’intesa che esisteva da tempo tra me e Sonia, quasi reggendo il gioco dei nostri piccoli tradimenti si accanisce contro Francesco, gli fa tenere il vibratore con le sue stesse mani nel suo culo che ormai non lo espelleva più. A Francesco quel giochino iniziava a piacere, Consuelo si era già infilata un preservativo e gli sussura con voce sensuale che vuole infilarsi nel culetto di Francesco finchè non avrebbe goduto anche lei, alla vista di un arnese da 25 centimetri il ragazzo prova a dire di no, Consuelo gli toglie rapidamente il vibratore dal culo sputa un paio di volte nel buco del culo e in un colpo secco e doloroso se lo incula. Si trattava di un cazzo più morbido del vibratore ma più grosso e lungo, ad ogni pompata venie spinto con destrezza sempre più dentro, ad un certo punto Francesco rivela la sua vera natura di frocio latente, inizia ad urlare e godere con Sonia ad un passo, era dentro tutto voleva essere trombato come la sua troia.
Francesco era eccitatissimo non voleva smettere, sborrò un paio di volte, si bevve pure tutto lo sperma della travestita, alla fine dopo quasi tre ore di giostra Francesco non riusciva a credere all’idea di aver tradito la sua fidanzata con un trans, era ufficialmente passato dal ruolo di “sciupafemmine” della Napoli dei Baroni e dei Principi a quella di una squallida troia drogata vogliosa di prenderlo. Sonia chiese a me di essere riaccompagnata a casa, Francesco avrebbe preso un taxi, da quell’avventura di cui fui testimone non ho più visto Sonia, ho saputo che per volere dei suoi genitori era stata quasi costretta a sposarsi con Francesco, dal quale aveva divorziato dopo un paio di anni.

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In vacanza con mia moglie Monica 05

…Verso sera i padroni di casa ci dissero che ci avevano prenotato un tavolo ad un ristorante e che loro avrebbero cenato senza di noi ad un importante incontro di lavoro. “E’ il miglior ristorante della zona, tutto offerto da noi. Desideriamo che passiate un po’ di tempo da soli in intimità e che decidiate con tutta calma”, ci disse Gianni. “Se sarete disponibili per il post-serata che intendiamo organizzare, non dovete fare altro che leggere le istruzioni contenute in questa busta. Potete aprirla quando sarete a cena per parlarne tra di voi”, aggiunse il nostro amico Paolo. Monica infilò la busta sigillata con della ceralacca nella sua borsetta e Salvatore ci accompagnò al ristorante a bordo di una Jaguar. Faceva molto caldo. Mia moglie indossò una maglietta con molto colorata e molto scollata e dei ridotti calzoncini bianchi. Niente reggiseno e perizoma rosso. Si truccò leggermente ed ai piedi mise i suoi altissimi sandali rossi con tacco a spillo. Salvatore ci aspettava con la portiera della macchina aperta e non perse occasione di complimentarsi con mia moglie per il pomeriggio. Notai che accennò una leggera carezza ad una gamba prima di farla accomodare sul sedile posteriore. Sembrava leggermente deluso per il fatto che mia moglie non avesse molto altro da mostrare oltre alle sue splendide gambe abbronzate. La crema doposole che si era spalmata le conferiva una lucentezza davvero eccitante. Fummo accolti dal proprietario del ristorante che ci fece accomodare in una saletta a noi riservata. Due camerieri ci servirono pietanze deliziose. Fu una cena molto tranquilla, ma il pensiero andava sempre a quella busta. Prima del dolce decidemmo di aprirla. Il testo era pressoché il seguente:
“Carissimi Monica e Diego, siamo ad una cena di lavoro con due dirigenti di un importante gruppo imprenditoriale tedesco. Al termine di questo incontro ci piacerebbe proseguire la serata nella nostra villa tutti insieme potendo disporre di Monica come meglio vogliamo, per il nostro, e crediamo anche vostro, piacere sessuale. Tua moglie, Diego, dovrà essere la puttana di quattro maschi che la useranno per tutta la notte per esaudire le loro fantasie più perverse. Puoi decidere di essere presente, ma in tal caso dovrai anche tu ubbidire ai nostri ordini. Altrimenti Salvatore ti potrà accompagnare in un locale che sarà sicuramente di tuo gradimento. Invece Monica comincerà a prendere ordini lì al ristorante direttamente da Aldo (il proprietario) che avete già conosciuto. In qualsiasi momento della cena, in base alla vostra decisione, potete chiedere di essere riportati alla villa per passare una tranquilla serata oppure chiedere il conto ad Aldo, lui capirà, per incominciare la vostra serata trasgressiva. Augurandovi una buona cena, Gianni e Paolo”.
Restammo per un po’ senza parlare rileggendo la lettera alcune volte. Gli occhi di Monica sembravano già carichi di voglia. Le chiesi che cosa ne pensasse. “Se siamo arrivati fino a qui, non è di certo per andare a letto alle 10 di sera. Mi sono bagnata solo leggendo la parte in cui dovrei essere la puttana di quattro uomini perversi. Voglio giocare con loro, però mi piacerebbe che potessi essere lì a vedermi anche se potrai solo ubbidire senza partecipare.” Avevo subito intuito che mia moglie avrebbe accettato. Durante tutta la vacanza aveva provato piacere nel vestire i panni della zoccola umiliata e sottomessa. Quella serata sarebbe stata per lei l’occasione di provare delle sensazione forse irripetibili. Per quanto mi riguarda, invece, avrei preferito non dover sottostare a nessuno dei loro ordini, però la curiosità e il desiderio di vedere ancora mia moglie usata in tutti i suoi buchi erano troppo grandi. Inoltre sarei stato presente nel caso cui la serata avesse raggiunto dei livelli troppo eccessivi. Così decisi che anche io sarei tornato alla villa.
Aldo, il proprietario, era anche lui cinquantenne, ma contrariamente a Paolo e Gianni non poteva certo definirsi proprio un bell’uomo. Alto circa 1.90 cm, aveva un girovita troppo eccessivo e pochi capelli. Ogni qual volta ci raggiungeva al nostro tavolo non perdeva mai occasione di versare del buon vino rosso nel bicchiere di mia moglie sbirciando nella sua generosa scollatura. Monica doveva piacergli molto. Però non poteva sapere che mia moglie è un ottima bevitrice. Se davvero pensava di farle accettare le condizioni della lettera facendole perdere le inibizioni con l’alcool si sbagliava di grosso. Mia moglie si comporta da puttana perché le piace fare la puttana, non certo perché è ubriaca. Se l’avesse saputo avrebbe risparmiato molto molto vino….
Comunque dopo la lettura della lettera capimmo perché Aldo si presentava continuamente al nostro tavolo. Sicuramente non vedeva l’ora che gli venisse richiesto il conto. Il fatto che anche Aldo sapesse del gioco che avevamo in atto con i nostri amici aumentò la nostra eccitazione. Monica si avvicinò a me, vicino alle mie labbra e mi disse sottovoce: “amore, voglio incominciare, ho il perizoma completamente bagnato. Lo sai come sono quando sono eccitata. Tutta questa situazione mi sta facendo perdere il controllo.” E mi baciò in bocca. “Se anche tu ti senti pronto puoi chiamare Aldo per chiedergli il conto”. Non aspettammo molto. Probabilmente Aldo ci aveva visto intenti alla lettura e si presentò da noi chiedendo se avessimo gradito un dessert. “ Va bene così, vorremmo il conto per favore”, gli dissi.
“Ma come, senza prendere il dessert o un caffè? Abbiamo dei buonissimi dolci fatti in casa. Aspettate almeno che vi faccia portare il carrello con tutti i dolci da uno dei miei camerieri”, mi rispose. Un leggero sorriso si stampò sul suo viso incrociando lo sguardo di Monica. Ora era lui a condurre il gioco. Lo sapeva e si sarebbe sicuramente divertito un po’ con mia moglie prima di farci lasciare il ristorante. Il cameriere arrivò col carrello. Monica si fece servire una panna cotta al cioccolato, mentre io ordinai una torta della casa.
“Bravi, avete fatto un’ottima scelta”. Aldo era già di ritorno con uno zainetto nero in mano. “Ora se mi volete scusare, devo solo eseguire quello che mi hanno chiesto i nostri amici comuni Paolo e Gianni”. Un cameriere arrivò con un separè a chiudere l’ingresso della nostra saletta. Eravamo rimasti noi tre soli. Senza la luce della stanza adiacente, la luce della saletta divenne più tenue. “Prima che incominciate il dessert…..Monica, hai deciso di essere usata come puttana…devi spogliarti nuda lasciando solo le scarpe”, disse Aldo con tono deciso. Mia moglie si alzò in piedi e cominciò a denudarsi mostrando prima le sue tette sotto la maglietta. Quindi tolse i pantaloncini e il perizoma rosso restando completamente nuda. Lo sguardo dell’uomo si fece insistente sul corpo di mia moglie, indugiando sulla figa depilata e luccicante. Un lungo sorriso comparve sul suo volto. Forse rimase un pochino sorpreso con la velocità con cui si spogliò mia moglie e che nessuno di noi due oppose alcuna resistenza al suo primo ordine. Questo lo rese certamente più sicuro a continuare. Il corpo nudo e abbronzato di Monica era veramente eccitante. Non c’era quasi nessun segno del costume a rovinarle l’abbronzatura. Completamente assente sul seno e veramente ridotto presso le sue parti intime, a conferma di quanto mia moglie fosse stata disinibita in tutta la vacanza prendendo sempre il sole in topless con dei perizomi talmente minuscoli da lasciare completamente scoperto il culo e da coprire a malapena le grandi labbra della figa. Il mio cazzo si stava indurendo. Anche io avevo lo sguardo fisso su Monica che in piedi aspettava di essere comandata. Penso che entrambi aspettassimo con la stessa eccitazione il resto degli ordini che presto le sarebbero stati impartiti.
“Metti le mani dietro la testa e allarga le gambe, troia” Aldo posò lo zainetto a terra e si avvicinò a mia moglie. Cominciò a palparle le tette con le sue grosse mani pelose, poi scese lungo le gambe e cominciò a sditalinarla. Contemporaneamente prese a succhiarle le tette giocando con la lingua sui suoi capezzoli. Quindi la fece piegare a novanta con la faccia sul tavolo sempre tenendo le mani dietro la testa e si inginocchiò dietro di lei per leccarle il culo e la figa. “Sei una figa stupenda Monica. Mi spiace non poterti inculare, ma ho promesso a Paolo e Gianni che non ti avrei rovinato il culo per non togliergli il divertimento. Guarda zoccola…..”. Aldo si abbassò i pantaloni e le mutande. Aveva un cazzo grossissimo, molto largo e molto lungo (almeno 25cm). Mia moglie si girò per osservarlo. Solo in un paio di occasioni ne aveva presi di così grossi. “Ho promesso ai nostri amici che non ti avrei sfondato il culo stasera, adesso però non vedo l’ora di fartelo sentire nella tua figa da troia. Tu Diego resta lì seduto, fermo. Mi han detto che ti piace vedere tua moglie godere con il cazzo di un altro piantato nella figa. Penso proprio che con questo si divertirà parecchio.” Lo appoggiò per un po’ sul culo di mia moglie mostrandomi in tutta la lunghezza il cazzo che tra poco l’avrebbe fatta godere. Poi lo strusciò sulla figa, si bagnò la cappella con un po’ di saliva e cominciò a scoparla da dietro. Iniziò lentamente per farla abituare al suo cazzo. “Senti come sei bagnata, puttana. Adesso te lo prendi tutto fino alle palle”. Iniziò a fotterla spingendo più forte. Sentivo mia moglie godere mentre Aldo le allargava la figa e il cazzo mi stava scoppiando nella mutande. Su ordine di Aldo rimasi seduto senza fare nulla. La prese per i capelli e aumentò sempre di più il ritmo della scopata. Adesso le grida di mia moglie diventavano sempre più forti. La sua grossa pancia sbatteva contro il culo di Monica provocando un suono continuo. “Mi piace scopare questa puttana Diego. Sta godendo come una cagna.” Mia moglie ruotò la testa verso di me per farmi vedere quanto stesse godendo a sentirsi riempita da quel cazzo gigante. “Allargati il culo con le mani…voglio vedere il mio cazzo che ti entra tutto dentro”, disse Aldo. Monica distese le braccia verso il suo culo per aprirsi le chiappe mentre Aldo continuava a scoparla senza sosta. Vedevo il cazzo di Aldo uscire quasi completamente per poi scomparire di nuovo dentro a mia moglie. “Voglio provare anche la tua bocca da pompinara adesso”, le disse dopo averla scopata per una quindicina di minuti. “Vieni Diego, tienile i capelli in alto dietro la testa. Mi avvicinai per tenere i capelli biondi di Monica. Tolse il cazzo dalla figa e si avvicinò alla bocca di mia moglie per farselo succhiare. Sempre tenendola piegata con la testa sul tavolo le disse di annusare il cazzo che l’aveva appena scopata, poi prese a scoparle la bocca cercando di metterne in gola il più possibile. Dopo qualche minuto Monica cominciò ad aiutarsi nella pompa con la mano destra. Vedevo da molto vicino il cazzo di Aldo scomparire sempre di più nella bocca di moglie che adesso cercava di farlo sborrare segandolo. “Bravissima troia, metti la bocca vicino al tuo piatto adesso…..”, Aldo le tolse cazzo dalla bocca, si segò velocemente con la mano e poi schizzò una lunga sborrata. Molta sborra le finì in bocca, alcuni schizzi sul viso e altri caddero sul dessert di mia moglie. “Ahhhh si puttana, godo. Mi hanno detto che ti piace la sborra….mandala giù tutta vacca”. Poi guardò la sborra finita sulla panna cotta…”adesso puoi finire di mangiare il tuo dolce…sarà ancora più buono.” Monica ancora rossa in viso per la scopata e la sborrata che si era appena bevuta, si sedette e mangiò il suo dolce con il cucchiaino gustandosi ulteriormente la sborra di Aldo e dimostrando una completa sottomissione. Capiì che quella sera avrebbe accettato ogni cosa. La guardammo mangiare il dolce fino all’ultimo boccone. “Lo so che sei eccitato amore… hai il cazzo che ti sta scoppiando, vedrai che farò godere anche te….adesso baciami.” Si avvicinò alla mia bocca e mi baciò con la lingua. Le sue labbra sapevano chiaramente di cazzo. Fu assolutamente fantastico ed eccitante.
“Siete una coppia stupenda”, ci disse Aldo mentre si riallacciava i pantaloni. “Mi piacerebbe proseguire la serata con voi, ma devo sbrigare delle faccende importanti e penso che per voi sia ora di tornare alla villa.” Io ero troppo eccitato per mangiare il mio dessert e dissi che potevamo tornare. Poi Aldo aggiunse: “devo ancora darvi un ultimo ordine. Dentro a questo zaino, Monica, ci sono i tuoi abiti per la serata. Devi indossarli subito e tornare alla villa così vestita. Tuo marito può tornare con te se lo desidera. Tieni, indossa tutto e quando sei pronta chiamami. Vi farò uscire senza essere visti”. Dopo averci lasciati soli abbracciai mia moglie chiedendole se andava tutto bene. “Si è bellissimo, non preoccuparti….voglio continuare e voglio essere scopata ancora. Stasera voglio essere la loro schiava”, mi rispose. Monica aprì lo zainetto e indossò con cura le poche cose che vi trovò all’interno. Delle calze a rete rosa con reggicalze rosa e un reggiseno di pizzo anch’esso rosa che le lasciava il seno scoperto per metà. Scarpe altissime nere con un tacco a spillo dorato. Il colore rosa fu un ottima scelta perché provocava un mix davvero esplosivo unito al colore scuro della sua pelle abbronzata e al colore biondo chiaro dei suoi capelli ricci. Mi guardò sorridendo e aggiunse: “c’è ancora qualcos’altro…”. Un collare nero con un grosso anello sul davanti e un plug anale nero lungo e sottile. Li indossò terminando la sua trasformazione e bagnando il plug anale con la saliva per infilarselo tutto nel culo. Era semplicemente bellissima….l’avrei scopata subito se solo non avessimo avuto il gioco da proseguire. La curiosità di sapere cos’altro sarebbe successo ci stava unendo. Si avvicinò e mi slacciò i pantaloni cominciando a segarmi e infilandomi di nuovo la lingua in bocca. Avrei sborrato in pochi minuti se Aldo non si fosse sporto dal separé per controllare se eravamo pronti. “Non ancora Diego….avrete tutto il tempo che volete più tardi. Adesso Monica deve pensare soltanto a far godere altri cazzi”, ci disse. Rimase soddisfatto della trasformazione di mia moglie. Toccandosi il cazzo da sopra i pantaloni disse che gli stava tornando duro. Esaminò con cura che Monica si fosse vestita con tutto quanto soffermandosi sull’anal plug e toccandole la figa per sentire quanto mia moglie fosse nuovamente bagnata. “Seguitemi, vi farò uscire senza farvi vedere, come promesso. Fuori troverete subito la macchina di Salvatore ad attendervi.” Da una tasca esterna dello zainetto prese alcune cose e legò le mani di mia moglie dietro alla schiena con delle manette, quindi agganciò una lunga catena al collare di mia moglie e strattonandolo fece cenno di seguirlo. “Mi hanno detto anche che sai essere una cagna ubbidiente…. venite con me”. Tirava Monica per il guinzaglio mentre io li seguivo da dietro vedendo lo splendido culo di mia moglie ed eccitandomi sempre di più pensando a quanto fosse porca. Avevo in mano i vestiti con cui mia moglie si era presentata al ristorante. Il rumore dei tacchi a spillo delle scarpe di Monica erano l’unico rumore che si sentiva. Passammo tre piccole stanzette vuote finchè sentimmo alcune voci in lontananza. Ne oltrepassammo un’altra e raggiungemmo l’ingresso di una stanza chiaramente affollata per il vociare che ne proveniva. Prima di entrare Aldo si fermò sorridendo….”senza paura, non vi conosce nessuno qui e ricordate che dovete ubbidire. Vieni zoccola”. Mia moglie si girò verso di me con lo sguardo impaurito. Anche io ebbi un attimo di esitazione. Quel bastardo ci aveva mentito. Aldo però non ci lasciò tempo, entrò nella stanza allungando il guinzaglio e Monica non potè fare altro che seguirlo. La sala si ammutolì di colpo. “Questo è un piccolo regalo per voi amici”. Aldo stava offrendo la visione di mia moglie trattata da cagna ad una decina di suoi amici. Erano tutti oltre i cinquanta, seduti ad un tavolo al centro della sala e commentarono la scena molto volgarmente insultando pesantemente mia moglie. “Ah… e’ questo il puttanone di cui ci hai parlato prima”, disse uno di loro. Quasi non si accorsero di me che restavo un po’ distante, ma squadravano mia moglie dalla testa ai piedi. Sempre tenendola per il guinzaglio, Aldo le fece fare il giro intorno al tavolo. Tutti allungavano le mani per toccarla. Lei ammanettata non poteva respingere nessuno. Qualcuno si accorse del plug anale e lo sfilò infilandoglielo in bocca. Ora anche il suo culo poteva essere aperto dalle loro mani vogliose. Qualcuno si alzò in piedi per toccarla meglio e abbassarle il reggiseno per strizzarle le tette. Osservavo eccitato il corpo di mia moglie accarezzato ovunque con alcune dita saldamente infilate nei suoi buchi per rovistarle il culo o a sditalinarle la figa. “Ha la figa larghissima questa vacca, si sente che è già stata scopata e sicuramente sei stato tu ad aprirla con quella mazza che hai mezzo alle gambe”, disse ad Aldo uno dei suoi amici. Aldo le fece terminare il giro molto lentamente per permettere a tutti di esplorare ogni parte del suo corpo. Anche i commenti volgari su quanto Monica fosse una moglie zoccola o quanto fosse sfondata non ebbero sosta. Poi la fece piegare leggermente in avanti e le infilò nuovamente il plug nel culo. “Mi spiace amici, ma questo è tutto quello che ho promesso di lasciarvi fare con questa puttana”. Mi fece avvicinare e mi ordinò di risistemare mia moglie. “Vieni, Diego, sistema il reggiseno e il reggicalze di tua moglie. Deve essere perfetta per i quattro padroni che questa sera te la chiaveranno fino a sfondarle i buchi e riempirtela di sborra”. Poi tra le risa dei presenti, aggiunse: “visto che ti piace tanto essere cornuto, ricordati che puoi portarmela qui quando vuoi. Potremmo spaccarle il culo per bene prima di riportartela a casa”. Alcuni di loro si abbassarono i pantaloni per farci vedere che anche i loro cazzi non erano da meno di quello del proprietario. Monica aveva i segni delle loro manate su tutto il corpo, ben visibili sul culo per le diverse sculacciate ricevute. Aveva goduto di tutte quelle palpate….lo capiì guardandola in viso appena prima di uscire dalla stanza. Con delusione dei presenti uscimmo dal ristorante. Anche Salvatore, che ci stava aspettando, si soffermò a toccare le tette, il culo e la figa aperta di mia moglie, poi ci fece salire in macchina e partimmo verso la villa. Ogni tanto si annusava le mani per sentire il profumo di figa di mia moglie. Sola sul sedile posteriore Monica non riusciva a restare ferma. Era ancora ammanettata dietro la schiena. “Voglio godere amore, mi sono sentita una troia poco fa….mi hanno fatto eccitare da morire tutte quelle mani addosso. Guarda com’è bagnata la mia figa”. E aprì le gambe per farmela vedere. Anche Salvatore rallentò per girarsi e guardare la figa gocciolante di mia moglie. Fermati Salvatore, non resisto. Salvatore si fermò dopo poco in una stradina secondaria. Poche svolte e fermò la macchina. Feci scendere Monica e tirandola per il guinzaglio la posizionai a novanta sul cofano della macchina per scoparla. Fu bello fotterla come una vacca a pochi passi dalla strada dove altre macchine stavano passando. Godemmo tutti e due dopo due minuti, eravamo troppo eccitati per tutto quello che era successo. Sborrai tutto sul suo splendido culo ancora tappato dal plug anale. Salvatore invece era rimasto al posto di guida e guardò la spettacolo dal vetro vedendo le smorfie di piacere sul viso di Monica e segandosi il suo piccolo uccello. Appena vide che mi stavo ricomponendo, scese dalla macchina, continuò a segarsi vicino al culo di Monica e si svuotò le palle sul corpo di mia moglie. Prima di ripartire Salvatore mi disse che non potevamo sporcare la macchina. Mi allungò dei fazzolettini coi quali dovetti pulire il culo di mia moglie dalle due sborrate. Nel frattempo Monica mi confessò di non essere per nulla appagata e di voler continuare quel gioco perverso. Ritornammo alla villa a mezzanotte appena trascorsa. Il pensiero che tra poco mia moglie sarebbe stata schiava di quattro maschi mi fece nuovamente eccitare…

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Con la vicina di casa

Da un paio di anni accanto a casa mia è venuta a vivere una giovane coppia con 2 figli. Ma ovviamente io vi parlo solo di lei: si chiama Laura, molto alta, seno abbondante, e con quei giusti fianchi che gli rendono quel culo perfetto. Diciamo che gli ho dedicato molte seghe a lei. Un giorno rimasto solo in casa mi misi su xhamster per smanettarmi un pò con i video e alzai il volume (mi piace farlo quando so che i miei sono abbastanza lontani da non poter rientrare subito e scoprirmi). Così ero a smanettarmi quando sento la voce della mia vicina nel atrio del palazzo. Guardo dal occhilino e vedo lei che stava lavando a terra e che visione a vederla piegata con quel bel culone così decisi di passare la mia sega dai video a lei. Improvvisamente mi bussò così subito mi rialzai la mutandina col pantalone del pigiama e la aprii. Mi chiese se avessi la cera così io gli dissi di venirla a prendere nel bagno facendo cenno di seguirmi. Venendo nel bagno passò davanti alla mia camera dove avevo dimenticato il computer con i video porno e il volume aperto, vedendoli disse lei << ah vedo che ti ho disturbato nel tuo meglio>> io mi resi conto che aveva visto il pc e dissi << scusa>> e andai a chiudere il computer facendomi una stretta di cazzo con la mano>>. Lei vedendo questo gesto riaprì il computer e disse << fammi vedere se almeno hai bei gusti>> e vide nella ricerca scritto <<GIOVANE VICINA SI SCOPA RAGAZZO>> e disse <<ah, però>> a questo punto mi venne l’istinto e gli misi una mano sul culo e l’altra la inizia a palpare il seno. Lei si scostò e si avviò verso la porta mentre io rimasi in camera mia deluso sentendo la porta sbattere bruscamente e pensando che si fosse arrabbiata e andata via e invece la vedo entrare nella camera con i leggins abbassati!. Disse << la porta va chiusa>> e mi fece occhiolino così subito gli tolsi maglia e reggiseno e mi buttai con la testa nelle sue tette magnifiche. Lei mi fece cenno di andare sul letto così la portai in camera dei miei genitori dove si tolse definitivamente anche i leggins e le mutandine. Non credevo ai miei occhi avevo la mia vicina sul letto a gambe aperte così mi lanciai con la mia lingua nella sua bella vagina. La sentivo bella calda, bagnata lei prese il mio cazzo in mano e se lo mise in bocca e con quelle labbra carnose mi leccava dalla cappella fino ad arrivare alle palle (era davvero un succhiotto bellissimo) poi iniziò a succhiarlo in un modo focoso da impazzire dovetti staccarla dal cazzo e glielo misi dentro. Mentre glielo infilavo la baciavo sul collo e poi iniziammo a slinguazzare mentre lo prendeva tutto dentro e godeva ma non vedevo il momento era arrivato l’ora del culo (sarebbe stata la mia prima volta che avrei penetrato un culo) che tanto desideravo sopratutto il suo. Ma il tempo di infilarlo e sborrai ma non volevo arrendermi così con la sua voglia anche aspettammo qualche minuto che mi venne di nuovo bello eretto e la presi da dietro e finalmente me la inculai. Inculavo forte mentre la sentivo godere e godevo insieme a lei. Feci una bella mezz’oretta circa anale abbondante fino a quando non la sborrai in faccia. Lei però riprese il mio cazzo che ormai aveva sborrato già 2 volte e se lo rimise in bocca regalandomi un ultimo pompino focoso e darmi la visione della sborra che usciva dalle sue labbra. Dopodichè si rivestì velocemente e uscì per non rischiare ad un eventuale rientro dei miei genitori.

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moglie allegra con marito dell’amica

Forse il troppo tempo lontani per cause di lavoro oppure la troppa voglia di trasgredire mia moglie mentre si parlava e si giocava nei nostri rapporti ci siamo messi a giocare e a raccontarci i nostri segreti cosi mi ha confidato un suo tradimento…. LEI mentre io ero fuori per lavoro in una regione diversa dalla nostra,organizza un caffe’ con un altra coppia con figli a casa nostra,fino a qui niente male! le bambine della coppia amica le accompagna lui un ragazzo prestante fisicamente e sempre simpatico nei confronti di mia moglie,sua moglie gli raggiungerà più tardi perchè deve finire di lavorare! lui arriva e subito i bambini inziano a giocare nel giardino di casa mentre entrambi si prendono un caffè e si fanno una chiaccherata.Da subito lui inizia a fare complimenti e chiederle come faccia a res****re quei giorni senza di me! lei si accorge fin da subito che ci stia provando spudoratamente e sta al gioco…cercando di res****re perchè oltre ai bambini presenti li pensava a non tradire la fiducia dell’amica! ma come si sa la carne è carne!
lo sguardo di lei va a posarsi sul pacco di lui e si accorge che era bello gonfio…allora lei si alza dalla sedia e dice di andare in bagno in modo un po biricchino…allora lui senza dire una parola la segue fino
alla porta del bagno. Lei non fà nessun cenno di rinuncia e lo fa accomodare. ….lui si gira e chiude la porta a chiave e si rivolta verso di lei e senza dire una parola, iniziano a baciarsi in modo passionale.
lui subito la gira e la fa appoggiare al lavandino gli alza la gonna e spostando le mutandine la penetra nella sua bellissima e liscia figa bagnata come non mai cosi scopandola come una troia.
lei in quel momento si sentiva veramente una porca le piaceva che un altro uomo si eccitasse e godeva con lei avrebbe fatto di tutto in quel momento infatti mentre raccontava era in un lago bagnata come non mai.
durato brevemente dopo una ventina di colpi ma ben dati da come dice lei da un cazzo bello grosso con l’ansia che i bambini o la moglie di lui arrivasse in qualsiasi momento viene come un fiume in piena e sborra nel pavimento mentre trattiene la goduria con la voce.
lei guardando si inginocchia e lo prende tutto in bocca per ripulirlo dalle ultime gocce.
dopo essersi ripuliti per bene ritornarono in giardino aspettando l’amica ormai cornuta ridendo e scherzando come nulla fosse accaduto!
un altra storia invece è accaduta da pochissimo io ho un amico che conosco da un pò di tempo lui militare e ha anche una certa confidenza con mia moglie.
un giorno lui pubblica su facebook che era a lavare i panni in una lavanderia e lei subito commenta il suo post e cosi decide di andarlo a trovare dato che era mattina e non sapeva che fare.
senza dire niente a lui si presenta li e lo saluta.
lui tutto contento la invita a prendersi un caffè e cosi vanno al bar..anche lui subito vedendola vestita in modo sexy inizia a corteggiarla e lei subito sentendosi al centro delle attenzioni sta al gioco.
lui invita mia moglie a seguirlo in macchina e vanno in un parcheggio di un supermerket lidl e stando in disparte dentro la macchina iniziano a baciarsi come due maiali.
lei in calore per la mancanza di cazzo le apre i pantaloni e gli tira fuori il suo arnese durissimo e inizia a succhiarlo e leccarlo fino a farlo venire e farlo urlare dal piacere ovviamente bevendo tutto il suo sperma fino all’ultima goccia!
E senza grande cerimonie lei risistemandosi se ne va e ritorna a casa come una brava mogliettina che solo lei sa fare.
queste erano due delle tante scappatelle della mia bella mogliettina che sicuramente racconteremo in un altra storia.

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Le liceali con il vizietto dell’amplesso

Per il pompino Raffaella non si fece pregare: dieci secondi e il mio pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata. Spompinò con ardore, mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone (…)

Sono uno studente universitario, vivo in un quartiere piuttosto elegante di Roma, e sono un po’ sfigato con le ragazze. Vi racconto però in che modo ho potuto vivere esperienze sessuali soddisfacenti, nonostante la mia mancanza di fascino e di capacità con l’altro sesso, sfruttando la bellezza dei miei amici più cari (e la troiaggine delle mie amiche parioline…). Spero che anche voi, se avete difficoltà ad approcciare con l’altro sesso, possiate trarre esempio dalle mie gesta: tanto di amici carini e di ragazze troie il mondo ne è pieno!

Alla fine del primo anno di Università, superato con discreti risultati, andai in vacanza a Santo Domingo con il mio amico Paolo: un vero sex-symbol nella zona, ed in più anche simpatico. Io già ero d’accordo con le mie amiche innamorate di lui su di un progettino che avevamo curato con cura prima della partenza: si trattava di recuperare materiale fotografico di quel fusto, possibilmente senza vestiti, mettendo in risalto soprattutto la plasticità del suo uccello, la cui bellezza aveva oramai fatto notizia tra le ragazze del gruppo. In cambio avrei ottenuto qualcosa di ancora imprecisato, su cui ci saremmo accordati al mio ritorno, a seconda della ricchezza del materiale prodotto. Ed io non avevo dubbi sulla ricchezza del materiale che avrei rimediato, perché riuscii sin dal primo giorno a fotografare Paolo completamente nudo approfittando del suo sonnellino serale.

Di ritorno dalla spiaggia, infatti, dopo la consueta partitella di pallone con i ragazzi del luogo, che puntualmente ci umiliavano in ogni modo, ci infilavamo sotto la doccia di filato. Poi, prima di cena, cotti dal sole, ci buttavamo ciascuno sul proprio letto. Lui però era solito farlo nudo, anche a causa del gran caldo. Ecco che io allora, atteso che si riaddormentasse, mi infilavo in camera sua e cominciavo a fotografarlo, con degli zoom impressionanti sul pene, che riuscivo a ritrarre co un’attenzione davvero incredibile per i particolari. Di ritorno dalla vacanza avevo in una cartella della memory-card della mia macchina fotografica qualcosa come 200 foto di Paolo, ripreso in ogni particolare del suo corpo abbronzato prestante ed atletico.

A Raffaella, mia referente principale nel progetto delle foto, di ritorno a casa, ne feci vedere solo alcune in anteprima, e molto di sfuggita, da lontano, attraverso il piccolo display della macchina. Non appena lei comprese il valore del materiale che le avevo riportato dalla vacanza, quasi non credeva ai suoi occhi. Cominciò, io credo, ad eccitarsi, come potei dedurre dal mutamento del suo volto. Una persona che si eccita come una cagna e perde il controllo dei propri sensi infatti la si può forse riconoscere dagli occhi, perché divengono più lucidi e le pupille si sgranano. Fateci caso… Lei si eccitò molto ed io ne approfittai per iniziare a dettare le mie condizioni. Per vederle, lì, ora, tutte, con calma, mi doveva anzitutto spompinare per benino, con ingoio, s’intende.

Per avere le foto a sua disposizione, invece, volevo che lei rischiasse tanto quanto avevo fatto io e mi procurasse foto simili delle sue amiche fichissime: Giulia, bionda occhi azzurri, elegantissima, con quelle tette enormi; Lavinia, piccolina, minuta, una che non te la dà nemmeno se la paghi, con la puzza sotto al naso; la sua coinquilina Sara, alta, magra, mora, occhi blu, culo perfetto, bellissima; ma soprattutto Giorgia, il desiderio erotico di chiunque di noi: mora capelli lisci lunghi, carnagione olivastra, occhini grandi neri, un corpo semplicemente perfetto. Un desiderio proibito.

Per il pompino Raffaella non si fece pregare: dieci secondi e il mi pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata. Spompinò con ardore, mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone di Paolo sul display e lei le guardava con avidità. Sognava magari dentro di sé che il pisello che aveva in bocca fosse quello bello, lungo, liscio, scuro, levigato, dritto, curvato verso l’alto, di Paolo. Le sborrai piuttosto in fretta una discreta quantità di sborra, che ingoiò con un primo colpo, salvo un po’ che le colò fuori dalle labbra, attaccandosi attorno al mento, così che dovette raccoglierla con la mano e riportarsela in bocca per un secondo sorso. Poi si guardò le foto con calma e mi promise, prima di andarsene, che avrebbe fatto il possibile per accogliere le mie richieste.

Le prime 20 foto, le più caste, se le guadagnò nel giro di 24 ore, quando si presentò a casa mia con i negativi di un paio di rullini di foto di Giulia dell’estate precedente, fotografata in spiaggia mentre prendeva il sole in topless. Di meglio, su Giulia, non poteva davvero darmi. Di per sé potrà sembrare poco, lo capisco, rispetto al rischio che avevo corso fotografando Paolo. Ma dovete capire che da un po’ girava la voce dell’esistenza di quelle foto, s**ttate durante una vacanza tra amiche in Calabria, in cui Giulia compariva in topless. Ed io sapevo che Raffaella le aveva e speravo davvero che le avrebbe messe in comune con me. Finalmente le ebbi: Giulia appariva abbronzantissima, sorridente, a tette al vento: delle tette grandi e polpose, ma meravigliosamente curvate, irregolari insomma, di una forma particolare…

Altre 50 foto Raffaella venne a prendersele la settimana dopo, schiava dell’esigenza di possedere quei reperti che evidentemente stavano mandando in tilt il suo desiderio. Mi portò del materiale straordinario: la sua coinquilina Sara fotografata sotto la doccia, a letto, in camera senza reggiseno, ed anche con il pelo di fuori. Gliele aveva s**ttate lei stessa per scherzo, come forma di complicità. Le foto erano carine e divertenti: in una, per gioco, Sara, con indosso solo un paio di slippini, prendeva una banana e se la infilava in bocca e tra le tettine. I capezzoli erano proprio come me li ero immaginati: scuri, lunghi, grinzosi. Il pelo della fica era nero, folto ma concentrato in verticale, non diradato in larghezza.

Con le foto di Giulia prima e di Sara poi mi feci delle seghe straordinarie. Non riuscivo a smettere di guardarle.

Sapendo della passione per Sara del mio amico carissimo Alessandro, mi decisi a fargli sapere che avevo delle foto interessanti. Lui impazzì all’idea di vedere le foto di Sara. Voleva perfino darmi dei soldi. Io ero un suo amico carissimo, in quel periodo stavamo sempre assieme, però non volevo neppure perdere l’occasione di rimediare, sempre con la tecnica dello scambio, qualcosa di utile per la mia vita sessuale. Lui in quel periodo si scopava una biondina niente male, che sinceramente ora non ricordo come si chiamava. Una tipa un po’ scema, ma davvero carina. Gli fornii la telecamera che mi avevano regalato alla cresima, gli spiegai come utilizzarla e la cosa fu fatta nel giro di 24 ore. Lui la nascose in camera da letto sotto un mucchietto di vestiti e riprese tutta un’intera scena di sesso tra i due, insistendo anche con la malcapitata in modo che si esponesse bene verso l’obiettivo della camera. Nel video ci fu una scenetta divertente, perché quando Alessandro le prese la testa, spingendola verso il suo cazzo in tiro per farselo succhiare, lei gli impose prima di leccargliela, perché non era giusto che lui rimediasse sempre pompini e lei nulla in cambio! Allora il mio amico prese a leccargliela, ma fece mettere la sua bambolina in una posizione tale per cui la fica aperta e inzuppata di liquidi viscidi compariva esattamente davanti all’obiettivo della videocamera, esattamente sotto al buchetto del culo, bello in mostra, con le pieghette rosa scuro tutte attorno a quel buco nero circondato dai peletti. In cambio del filmino girato con la biondina gli diedi le foto di Sara. Gli mostrai anche quelle di Giulia. Era pieno di donne lui, non come me, che ero un vero sfigato, ma le foto lo mandarono fuori di testa lo stesso. Quanto al video, avrei potuto utilizzarlo poi per altri fruttuosi scambi di materiale… Per esempio Gigi aveva sempre quelle foto di una sua ex americana s**ttate mentre scopavano; oppure Mino avrebbe potuto farmi avere in camb io quelle s**ttate con il cellulare di nascosto alla sorella più grande mentre faceva la doccia.

Raffaella intanto voleva le ultime 100 foto di Paolo. Impazziva soprattutto perché sapeva, avendole già viste, che nelle foto mancanti c’erano quelle con i particolari del cazzo. Mi spiegò anche, però, che non avrebbe davvero potuto farmi avere foto né della altezzosa Lavinia né della bellissima Giorgia, perché le era impossibile procurarsele. Avrei potuto chiedere a Raffaella di farsi fottere per benino in cambio della seconda metà del servizio fotografico di Paolo, ma la cosa mi eccitava fino ad un certo punto, vista la bellezza delle sue amichette… Così mi venne un’idea di cui poi non mi pentii. Le suggerii di rimediare un piccolo registratore e di nasconderselo dentro i vestiti, di organizzare un ritrovo fra amiche e di intavolare una discussione su temi sessuali, convincendo le amiche a confidarsi segreti. Anzi, le proposi di mostrare proprio in quell’occasione le 100 foto di Paolo che già si era accaparrata.

Raffaella sembrò soddisfatta dell’accordo, poiché le sembrava molto meno impegnativo di sottoporsi ad una scopata con il sottoscritto. Io non vi dico che cosa favolosa fu per me l’ascolto di quelle due ore esatte di cassetta audio registrata da Raffaella in un pomeriggio passato a vere tè a casa di una di loro. Poco dopo aver avviato il registratore, si sentì la voce di Raffaella che annunziava alle amiche, che stavano parlando di certi vestitini niente male in un negozietto dei Parioli, di avere con sé certe foto di Paolo. Le ragazze impazzirono, dandosi a strilli e strilletti, commenti su Paolo spinti ed eccitati.

I loro commenti sulle foto erano straordinari: da ragazze di alta società non me lo sarei proprio aspettato un linguaggio così sguaiato, ed invece c’era da ridere ed eccitarsi:

– Guarda che cazzo enorme, sono questi cazzi che ti fanno pensare che i pompini sono cose sante, esordì Sara.

– Sì – replicò Lavinia, la più altezzosa –, ma lo sai che a succhiare un pisello così io potrei venirmene da sola.

– Oh madonna – disse una voce che doveva essere della bellissima Giorgia –, pensate quando è in tiro quanto è lungo.

– Già – faceva eco Lavinia, che davvero inaspettatamente risultava più troia – io questo me lo metterei in fica e non lo farei più uscire.

– Madonna quanto è fico, io a questo gli leccherei pure il buco del culo, disse poi Giulia dalle belle tette.

– Perché, non lo hai mai fatto?, le domandò una di loro.

– No, mai fatto fino ad ora».

– Ah, e il tuo Luca non ha potuto godere della tua lingua sul culo?

– Chi, Luca?, ma se quello è un minidotato! C’ha un cazzetto che in fica neanche lo sentivo, replicò Giulia.

– Tu ce l’hai larga amica mia, te l’ho sempre detto… Da quando l’hai preso da quell’inglese a Corfù ti sei slabbrata la fica, le fece notare Giorgia.

– Ma che dici, tu semmai che te lo fatto sbattere in culo da Edoardo dopo neanche due settimane che stavate insieme…

– Piuttosto, fece allora Giorgia, rivolgendosi a Lavinia, a Michele gliel’hai data o no?

– Senti, rispose Lavinia, ti devo dire la verità, Michele mi lecca così bene la topa che sinceramente non vorrei che smettesse neanche per scopare. Io gli faccio un paio di pompini ogni volta che viene, e finisce lì, per ora. Perché se poi lui ci prende gusto a scopare, non mi lecca mica più come fa ora, con passione. Pensate che fa passare la lingua lentissimamente dal buco del culo al clito, e ritorno, per una marea di tempo. E quando vengo mi lecca inzuppandosi la lingua. E’ davvero un perfetto servetto, sembra un cagnolino fedele che lecca tutto. Figuratevi che ieri pome, appena i miei sono usciti, mi sono messa a fargli una sega mente ci baciavamo, e lui poi ha preso a spogliarmi e a leccarmi. Allora io mi sono messa a cavalcioni su di lui, che se ne stava sdraiato a pancia all’aria, dritta, e ho cominciato a schiacciargli la fica in faccia, mentre leccava. E’ diventato tutto rosso in faccia per lo sfregamento, non ti dico quanto godevo io a vedermelo là sotto che un alt
ro po’ non respirava più!

– Cazzo, che fico, beata te, disse allora Giorgia. Senti Lavi, ma perché non mi ci fai fare un giro con Michele, se lecca così bene? Ti prometto che ci faccio una cosa al volo e poi lo mollo.

– Perché no, in fondo me lo hai fatto conoscere tu! Poi lui dice sempre che sei una fica!

– Grazie, sei un’amica, ti giuro che me la faccio leccare come dici tu e non me lo scopo! Mò gli mando un messaggetto e gli dico se può passare a portarmi il libro di storia contemporanea. Tu però stasera non lo chiamare, eh! Sennò si ammoscia!

– Si però, disse allora Giulia, che se ne stava più sulle sue, stai attenta Lavi, perché lo sai che Giorgia c’ha preso gusto a prenderlo dietro, dice che non sente più dolore!

– Beh, questo no, cara mia!, reagì Lavinia rivolgendosi a Giorgia, non te lo fare mettere in culo, perché sennò quello poi viene da me e vuole farmelo pure a me, mente io non ci tengo per niente, mica ce l’ho rotto il culo io!

– Stai tranquilla, niente culo da lui, neanche sarebbe capace, poi! Comunque voi sbagliate a non prenderlo, fidatevi!

– Aoh, fece Giulia, ma noi mica siamo tutte come te!

– Senti che parla! Replicò Giorgia, proprio tu parli, che ti sei fatta pisciare addosso quando stavi con quello di Milano!

– Eh!?

– Cosa?!

A quanto pare le altre ragazze non sapevano di questo incredibile precedente erotico di Giulia, che fino ad allora aveva fatto la signorinella e che ora si scopriva come la più troia di tutte loro!

– Ma guarda, fece Giulia incazzata, che io mica volevo farmi pisciare addosso da quello stronzo. Infatti poi l’ho mollato! Era lui che già da un po’ mi rompeva co ‘sta storia che mi voleva pisciare addosso. E io gli dicevo, ma che sei matto, e roba del genere. E poi un giorno, stavamo a casa sua e io mi ero inginocchiata e glielo stavo per prendere in bocca, quando a un certo punto vedo che inizia a zampillare un fiotto di piscio dalla punta del cazzo che mi è arrivato dritto negli occhi, non sapete che bruciore, e poi sui capelli e poi dappertutto. Ho provato ad allontanarmi ma quello c’aveva un idrante al posto del cazzo, perché lo schizzo faceva metri, giuro metri, roba incredibile, io non pensavo che gli uomini potessero pisciare così lontano. Comunque fu una cosa schifosa. Infatti l’ho mollato.

– Comunque io, intervenne allora Sara, a uno come Paolo gli permetterei pure di pisciarmi addosso, se proprio ci tiene: guardate che meraviglia che è in queste foto. Mi porterei il suo cazzone a letto tutte le notti, stringendomelo addosso come un orsacchiotto!

Fu Raffaella ad interrompere il dibattito:

– Ragazze, ma lo sapete che ce ne sono altrettante di foto, che io non ho, in cui ci sono i particolari del cazzo fotografato mentre lui dorme?

– Ma che dici, sei matta? Ma davvero? E che aspetti a farteli dare? Io le voglio assolutamente vedere, fece Sara.

– Si, fece Raffaella, è che vuole qualcosa in cambio, io per avere queste qui ho dovuto… (a questo punto io, che ascoltavo masturbandomi alla grande, ho fatto un salto, temendo che quella cretina si stesse tradendo, rivelando di avermi dato le foto delle due amiche Giulia e Sara) beh… ho dovuto fargli un pompino!

– Ma va!?, fece qualcuna stupita.

– Eh beh, disse Sara, fagliene un altro!

– No, non vuole più…. Dice che le foto valgono di più… Forse vuole scopare.

– Beh, e tu scopatelo, che ti frega, poi c’hai ‘ste foto da paura col cazzo dell’uomo più bello del mondo! Insistette sempre quella zoccolona di Sara.

– Mah, non so, non sembrava neppure interessatissimo alla cosa.

– Vabbè, allora chiedigli se vuole che il pompino glielo faccia qualcuna di noi, disse Sara.

Io all’udire quelle parole impazzii!!! E pensare che le foto le avevo date via tutte oramai, proprio per avere la cassetta che stavo ascoltando!!! Chiamai Raffaella di corsa e le proposi un nuovo accordo: fingere di non avere le 100 foto, e spiegare ad una della amiche che le avrei date loro in cambio di un pompino. Raffaella, in cambio, avrebbe poi preteso delle cose molto complicate, che magari vi racconterò in un’altra circostanza…

La cosa si concluse il giorno seguente. Venne da me nel pomeriggio Sara, la coinquilina bellissima di Raffaella, tutta divertita dalla situazione, che viveva come un gioco. Io le diedi le foto subito. Lei, sorrise per il gesto, diede appena un’occhiata dentro la busta, poi la mise in una tasca del giaccone. Mi guardò negli occhi sorridendo, si chinò in ginocchio, aprì la patta dei mie pantaloni, tirò fuori il mio cazzo, lo mise in bocca dolcemente, e lentamente se lo succhiò con gusto, con arte, come se lo facesse con piacere, benché io sapevo che lo faceva solo per avere in cambio le preziose foto con cui avrebbe potuto spararsi i migliori ditalini della sua vita.

Quando venni Sara ingoiò tutto senza difficoltà, si alzò, e si incamminò verso l’uscita. Io le chiesi se avesse bisogno di fare un salto in bagno, ma mi disse che no, non ne aveva bisogno. Curiose ragazze: elegantissime, truccate, profumatissime, che vanno in giro per la città con il palato ancora umido di sborra e il fiato viziato dal sapore del cazzo, magari di filato a pomiciare col pariolino di turno…

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con i pensionati

Da ragazzino ero incaricato dalla parocchia della consegna a domicilio della “famiglia cristiana”.Con cadenza settimanale,il sabato pomeriggio,avevo la mia zona di abbonati al giornale da servire.Per noi ragazzi era un pò una seccatura e cercavamo di farla velocemente per poi tornare a giocarei.Io ero abituato,con tutti, a far uno squillo al campanello e lasciare velocemente la rivista sulla porta.Un giorno incontrai il signor antonio(soprannominato zio tom)sulle scale,mi chiese cortesemente se dalla prossima settimana potevo portargli il giornale in casa,perche mi disse:che lui il sabato pomeriggio si faceva il bagno e gli seccava dover poi scendere a ritirarlo,naturalmente mi disse che mi avrebbe dato la mancia.Il sabato seguente:sono a circa metà consegne,gli faccio uno squillo e salgo le scale,trovo la porta socchiusa entro e sento la sua voce,”sono in bagno,un attimo e arrivo”intanto mi guardo attorno,appartamento squallido,c’è l’essenziale,mà per esempio non ci sono fiori o piante,pochi quadri e suppellettili,sembra che ci abiti poco,forse la usa solo per dormire.Arriva dal bagno in accappatoio e capisco subito che è un porcellone,sotto è nudo perchè mentre cammina gli vedo il cazzo molle.Indossa un accappatoio piccolo per lui è stretto,si congiunge solo in vita e lascia scoperto il pancione ed il petto villoso ricoperto di peli grigi che risaltano sul corpo tutto abbronzato.”sei stato gentile,siediti che ti prendo una bibita”mi spiace mà ho fretta devo finire di consegnare gli rispondo.”il prossimo sabato lasciami ultimo cosi ti offro qualcosa(mentre parla intravedo l’uccellone che ora allungandosi in giù,s’è scappellato)e scambiamo 4 chiacchiere”-“ok,va bene sabato prossimo farò cosi!”,Mi mette in mano mille lire di mancia e m’accompagna alla porta,cammino con lui dietro e mi sento il suo sguardo sul culo,chiedo:”qual’è il pulsante che apre la porta?”.Non mi risponde subito,mi giro di 3 quarti e gli vedo solo la cintura sul

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pancione,l’accappatoio è aperto e ora gli vedo tutto il cazzo,son sorpreso e lo guardo lì un attimo di troppo,lui capisce che ne sono attratto e si tocca”dai bello,ti piace?toccalo un pò”mi attira a sè e mi bacia il collo,io gli tocco l’uccellone e le palle e lui mi mette una mano sul culo,poi gl’impugno l’asta che si stà indurendo,gli bacio il petto,ha le tette e ne succhio una.mi sussurra:”bravo piccolo,ti piace il mio grosso cazzo?ora bacialo dai”.Una sua mano sulla spalla mi spinge ad inginocchiarmi e dopo da dietro il collo mi spinge sul suo sesso peloso.Ho voglia di cazzo!lo prendo subito in bocca e succhio,è un bel cazzo proporzionato e dritto,mi piace e ho intenzione di farmi sborrare in bocca,lui sembra gradire ,succhio bene e m’aspetto che ormai sborri,invece :suona il citofono!siamo vicini alla cornetta e lui risponde mentre io succhio affamato.”Si va bene,ora scende”lo sento dire,lascio a malincuore il pompino e mi alzo,inaspettatamente mi bacia sulla bocca,vorrebbe limonare perchè sento la sua lingua,mà io tengo le labbra chiuse,Cazzo!avrà 50anni più di mè.scendo veloce le scale e sul portone c’è il mio amico di consegne che mi dice:”sei pazzo a salire dallo zio tom dicono che è un porco”-“aveva male a un piede e non poteva scendere,non è successo niente”completiamo le consegne e torniamo in oratorio.Durante la settimana:penso spesso a lui,fisicamente mi piace così grande e grosso,e non m’interessa se è calvo,ma quel volermi limonare con le sue grosse labbra bavose m’ha un pò imbarazzato,non sò se tornarci,poi penso al suo bel cazzo grosso e lo rivoglio in bocca!Sabato pomeriggio:ho finito il solito giro di consegne ed ho una scusa per non tornare dagli amici.Dopo lo squillo al campanello salgo le scale ed entro in casa,lui,come l’altra volta è in bagno,mi sente entrare,”mettiti comodo che arrivo subito”mi dice.Mi siedo sul piccolo divano,arriva col solito accappatoio e il pisellone ben in vista stavolta,va in cucina e torna con due bottigliette stappate,”prendine una,quella che vuoi”,è in piedi davanti a mè che son seduto,vedo un’aranciata e una cocacola ed in mezzo il suo cazzo:quasi grosso uguale,capisco l’ironia e stò al gioco,assaggio l’aranciata,con la ligua di fuori lecco l’asta e poi assaggio la cocacola,bevo la coca con mano destra e con l’altra mano prendo il suo cazzo ancora incappucciato,s’indurisce,bevo ancora un sorso di coca e lui beve l’aranciata.Dopo il bagno ha parecchia sete,io fame!:gli scappello lentamente il cazzo e inizio il pompino mentre lui ancora beve.Sono in astinenza da sborra,la voglio,lo sego e succhio contemporaneamente,lui parla mi dice delle cose,forse parolaccie mà non lo ascolto, succhio,poi lo sento:”arriva mia sorella,dobbiamo andar via”.Dimenticavo di dirvi che abitava con una sua sorella,aveva cercato di averla fuori casa per il pomeriggio,mà non c’era riuscito.”Aspettami giù,prendo la macchina e andiamo a farci un giro”ho cosi voglia di finire il pompino che accettò la sua proposta.Arriva con la sua opel kadett,salgo veloce e partiamo,appena fuori paese è così tanta ormai la voglia che lo tocco mentre guida riuscendo ad infilare la mano tra i bottoni,quando ferma l’auto in un gran parcheggio alberato finisco di sbottonarlo e faccio uscire il cazzo.Vede che mi passo la lingua sulle labbra e non mi basta fagli una sega.mi spinge giù”daii,succhialo un pò,poi andiamo nel boschetto perchè qui non son tranquillo”.Ora ragazzino scendiamo,io fingo di voler pisciare e m’incammino il quel sentiero che risale il fiume,tu fingi d’andartene a piedi dal pargheggio,percorri un 30 metri di pista ciclabile e poi entri nel bosco,stai attento:se i ciclisti vedono un così bel culo entrar nel bosco,ti seguono e t’inchiappettano dopo pochi passi. Seguo i suoi consigli e lo vedo risalire il sentiero tra i fitti cespugli,mi raggiuge e in modo perentorio mi dice:”qui non ti vede nessuno,spogliati che ora voglio vederti il culo”,ubbidisco e mi giro per farlo vedere”mmhh,sembra il culo di una ragazza,abbassati un pò,ohh che bel buco”Mi lecca!quel vecchio puttaniere,che io credevo voglioso solo di un mio pompino,sè messo a slinguarmi il culo,sento la sua barba spinosa tra le chiappe,lecca bene e con la lingua dura mi entra nel culetto.Si alza e mi rimette il cazzo in bocca,la sua mano m’accarezza la schiena nuda e scende… mi palpa le chiappe e il suo dito medio mi entra nel buco,”ti piace il dito nel culo?”mi chiede,da come succhio capisce che è si.Arriva uno,vecchio come lui col cazzo di fuori e mi dice”stai tranquillo è un mio amico,succhia anche il suo”,mi alterno,due vecchi cazzi mà ancora funzionanti.Vedo dei colori vivaci tra i cespugli,un ciclistà dal fisico scolpito s’avvicina,sul pantaloncino la sagoma di un grosso cazzo duro,l’ultimo pensionato lo tocca da sopra la stoffa e lui s’arrabbia”tieni giù le mani,non farmi incazzare”,abbassa il pantalone da ciclista,e gli esce un bananone scappellato tutto rasato.Vede il mio sguardo languido,purtroppo i due vecchi non gli fan posto,spero che non se ne vada.Non sò dov’è andato,son piegato a 90 gradi ed appoggiato a un tronco,ho un cazzo per parte da leccare e succhiare e non vedo niente.Lo zio tom togli il suo dito dal mio culo e mi da una pacca sulle chiappe,avverto una spinta sull’ano,comprendo cosa succede e vorrei dire:no! è troppo grosso,invece ho la bocca piena di sborra,l’ultimo pensionato nel vedere il cazzo entrarmi nel culo ha sborrato,prendo fiato.lo sento penetrarmi piano e fermarsi sempre un attimo quando quei 20cm son tutti dentro,mi sborra in bocca anche lo zio tom finalmente,ho sborra che mi cola sul mento,ora posso digli che sono una vacca in calore,dietro ora mi sbatte forte provocando delle imbarazzanti scoregge il mio ho il culo è in fiamme mà incandescente sono gli spruzzi che sento in pancia.Mentre torniamo in paese con l’opel kadett ho l’ano dilatato e sbrodolone,mi esce sborra sulle mutandine mentre gli confesso che questo è già il quinto maschio che mi monta e di sicuro il cazzo più grande.lo zio tom comprese il mio voler essere remissivo di fronte ai maschi ,si fermo con l’auto nel sottopasso,che diverra per mè poi luogo di veloci pompini ad altri vecchi del paese.Mi ordina di leccagli il cazzo ormai molle e odoroso per la precedente sborrata,ubbidisco,mentre lui ancora sorpreso del cazzo grosso che ho appena preso nel culo,mi infila una mano sotto la tuta e cerca il mio buco bagnato.é molto loquace,mi spinge a leccargli i coglioni e mi dice che dovrei vestirmi da femmina e far la troia.

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In vacanza con mia moglie Monica 07

…Fu una dura prima giornata di lavoro. Tornai a casa solo alle 9 di sera. Per tutta la giornata la mia mente si era persa nei ricordi di quelle vacanze. La curiosità di quello che era successo la sera prima a mia moglie però prendeva sempre il soppravvento e mi ritrovai costantemente con delle lunghe erezioni nelle mutande. A casa, nel pomeriggio, Monica si era sicuramente riposata in quanto è commessa part-time in un supermercato. La ritrovai indaffarata a prepararmi la cena vestita con una canottiera bianca e dei calzoncini neri. Niente di sexy insomma. Mi disse che al lavoro non fu affatto facile perché aveva dovuto stare seduta per tutto il giorno alla cassa del supermercato con il buco del culo ancora dolorante e i segni rossi sulle chiappe che le procuravano un bel pò di bruciore.
Dopo cena mi venne a sedersi in braccio sulla poltrona dove mi ero accomodato per guardare distrattamente qualche canale della TV. Cominciammo a farci un po’ di coccole, qualche bacio e un po’ di carezze. Si accorse della mio cazzo duro e lo toccò mettendo la mano dentro ai pantaloncini incominciando a segarmi dicendomi: “lo so che stai morendo dalla voglia che ti racconti tutto. Però penso proprio che non riuscirai a scoparmi questa sera perché sento ancora male alla figa e soprattutto al culo. Sono stata tanto zoccola ieri sera quando non c’eri e non si sono risparmiati nulla. Ad un certo punto pensavo volessero mandarmi all’ospedale per quanto mi stavano aprendo la figa e spaccando il culo.”
Le risposi che l’avrei scopata quando si sarebbe sentita meglio, ma che si, avevo troppa voglia che mi rivelasse le cose che aveva subito rinchiusa in una stanza per quasi quattro ore con diversi uomini vogliosi.
Mi sorrise, mi tolse i pantaloncini e le mutande e ci sdraiammo sul divano per stare più comodi. Monica ricominciò a segarmi l’uccello e finalmente mi svelò tutto quanto.
“Quando ho visto che stavi uscendo dalla stanza, pensavo saresti tornato dopo pochi minuti e che non mi avresti lasciata sola. Mi avevano appena legato al letto. Appena mi sono resa conto di quello che avevano intenzione di fare mi sono bagnata tantissimo. Sai che è una cosa che mi è sempre piaciuta…ed essere lì nelle loro mani, usata per soddisfare le loro voglie senza poter fare nulla mi dava quel senso di impotenza che ti fa capire di essere completamente sottomessa. Era quello che desideravo in quel momento e mi sono eccitata come non mai. Non riuscivo a muovere le braccia, solo le gambe riuscivo a piegarle leggermente. Ogni tanto si davano il cambio e mi salivano sopra per scoparmi. Erano delle macchine, più vedevano che mi piaceva, più si eccitavano e più mi scopavano con foga, più io gridavo forte. Continuavo a gridare che ero la loro troia e che dovevano spaccarmi la figa perché ero andata lì solo per quello. Per almeno mezz’ora si sono goduti la mia figa facendomi godere diverse volte. I due tedeschi erano quelli che mi martellavano con maggior forza. Avevano un bel cazzo, sapevano muoverlo veramente bene e mi hanno fatto sentire una grandissima puttana. Ricordi, anche tu li hai toccati e hai sentito quanto erano duri quando li hai aiutati con la mano ad infilarmeli nella figa. Lo sai che proprio oggi pomeriggio ripensavo ai cazzi che mi hanno allargato la figa mentre ero legata? Lo vedi quanto sono diventata troia? Mi sono subito bagnata e mi è venuta voglia di farmi un bel ditalino. Sono andata nel letto e ho messo le dita dentro le mutandine. Ho cominciato a toccarmi….ero un lago, ma se le infilavo troppo dentro mi davano fastidio. Ho preferito smettere. Pensa,…tua moglie che non può neanche toccarsi perché ieri notte per tante ore si è presa tanti di quei cazzi che adesso si sente la figa rotta.”
“Si, sei una figarotta, tesoro” mi ritrovai a dire chiudendo gli occhi mentre Monica ora aumentava ora diminuiva la velocità della sega per farmi durare il più possibile. Non era la prima volta che mi raccontava di qualcuno che l’aveva trattata da puttana facendola godere e sapeva che avrei potuto sborrare in pochi minuti.
“mmm si, sono una figarotta, amore. La tua mogliettina zoccola che si fa scopare da tutti. Anche adesso che ne parlo mi si sta allagando la figa”, mi disse. Si mise due dita dentro i pantaloncini e poi mettendomele davanti agli occhi mi fece vedere quanto si stesse bagnando. Leccai le dita assaporando il sapore speciale della sua figa. Stavo veramente godendo come un maiale a sentire tutte quelle cose. “Continua, voglio sapere il resto”, le dissi.
“Alla fine mi hanno sborrato tutti e quattro sul corpo. Si sono messi intorno a me mi hanno schizzata ovunque. Avevo per lo più la sborra sulle tette e sulla pancia. Un tedesco mi ha sborrato anche in faccia e sui capelli. E’ stato bellissimo perché hanno sborrato quasi tutti e quattro contemporaneamente e ho sentito tanti schizzi di sborra calda colpirmi dappertutto. Quando hanno incominciato a slegarmi ero tutta sporca di sborra. Appena mi sono alzata dal letto ha cominciato a colarmi lungo le gambe sporcando tutto il reggicalze e le calze. Non mi ero nemmeno accorta che non eri rientrato talmente ero presa a farmi scopare. Ti ho cercato per farti vedere quanto ero stata puttana, perché lo so che ti piace vedermi così….ma non ti ho visto. Avrei tanto voluto che dopo le quattro sborrate anche tu mi saltassi sopra a scoparmi fino a sborrarmi addosso. Poi ho detto a Paolo che avevo bisogno di andare in bagno. Lui mi ha seguito e mi spiegato perché eri ritornato in camera. Ti confesso che mi è piaciuto vederti con le calze a rete nere e mi sono eccitata ancora di più quando ti hanno detto che eri una puttana come tua moglie. Magari qualche volta ti faccio vestire da zoccola e ti chiedo di scoparmi. Eh…che ne dici? E poi sei stato bravissimo a pulirmi la figa dalle sborrate. Pensa a quanta ne avevo sul corpo….e a quanta ne avresti dovuta leccare per pulire la tua mogliettina. Lo avresti fatto per me?”
“Si, si, faccio tutto quello che vuoi, ti lecco tutte le volte che vuoi, basta che continui a farti sfondare come una cagna. A me piaceva vederti camminare a quattro zampe tenuta al guinzaglio. La prossima volta chiedo a Gianni e Paolo di portarti al parco e di farti fare la cagna sul prato con tutta la gente che ti guarda e ti dice che sei una grandissima puttana succhiacazzi col culo rotto. Gli dico di portarti ad annusare tutti i cazzi di quelli che si segano e di farti sborrare in faccia e sulle tette”. Ero al limite e le dissi che volevo godere.
“Adesso ti faccio sborrare”, mi disse. Velocemente si alzò e si abbassò i pantaloncini e le mutandine. Si mise a quattro zampe sul tappeto facendomi vedere il culo. “Guarda che culo rotto che ho, amore. Guardamelo com’è spaccato” e si allargò le chiappe con le mani. Vedendo le natiche con delle strisce rosse ancora ben evidenti e il buco ancora apertissimo, mi alzai smanettandomi per sborrarle tutto sul culo. Scaricai tutta l’eccitazione che avevo accumulato durante la giornata e pensai di avere veramente una moglie fantastica. Sapeva con esattezza quello che volevo e faceva di tutto per esaudire ogni mio desiderio.
Andai in bagno a prendere dei fazzolettini per permettere a Monica di ripulirsi. Si ricompose e restammo ancora un po’ in salotto a gustarci qualche bicchiere di un buon vino rosso parlando della giornata che ormai volgeva al termine. Ad un tratto, dopo una mezz’ora che chiacchieravamo, mi disse: “allora ti sei preso paura….non volevi farti rompere il culo e sei scappato….”. “E hai lasciato che in cambio lo rompessero a tua moglie…eh”, aggiunse sorridendomi iniziando un botta e risposta.
M- “E…. sentiamo cosa avresti promesso a Paolo per svignartela?”.
D- “Ahhh quello intendi….mi sa che lo sai già se lo chiedi”.
M- “ Si, ma voglio sentirtelo dire da te”.
D- “ Ho accettato che sia Paolo che Gianni ti avrebbero scopato ancora quando sarebbero venuti a Milano”.
M- “Ah ecco, e cosa ti ha fatto pensare che avrei accettato?”
D- “Nulla…ho risposto senza pensarci. Solo non volevo prendermi i cazzi dei due tedeschi nel culo. Perché non ti faresti scopare ancora?”.
M- “Si certo che mi farei scopare ancora. Però ti confesso che non averti lì con me ieri sera mentre mi scopavano mi ha fatto sentire ancora più troia. Mi sono lasciata andare maggiormente….insomma….non mi sono mai sentita così tanto puttana. Non so se quando verranno qui a scoparmi vorrei che fossi presente oppure no….devo pensarci. Anche perché quello che mi hanno fatto dopo è stato oltre ogni limite. Magari tu non lo avresti permesso ed io penso che avrò ancora voglia di ripeterlo”.
D- “Non saprei, devi prima dirmi come è proseguita la serata. Ho visto tutti i segni che ti sono rimasti sul corpo. Non pensavo ti piacesse così tanto”.
M- “Hai ragione non lo sapevo nemmeno io. Ma non mi sarei più fermata. Ero io che chiedevo di continuare”.
Vedevo Monica con gli occhi arrossati mentre ripensava a quelle scene. Sentirla parlare in quel modo mi aveva fatto eccitare nuovamente. Le chiesi di seguirmi a letto e di continuare col racconto.
Ci spogliammo completamente e ci sdraiammo sopra le lenzuola.
“In bagno mi sono data una bella ripulita al viso. Ho tolto il reggicalze e le calze che erano sporchissimi e tutti appiccicosi. Aiutata da Paolo mi sono liberata anche del collare. Avevo la sborra che si era infilata anche tra il collare e il collo. Sono entrata nella doccia e mi sono tolta col getto dell’acqua la sborra da tutto il corpo molto velocemente. In quel momento sono entrati anche gli altri tre. Ho detto che dovevo fare pipì e ho chiesto se potevano uscire. Gianni mi ha detto che i due tedeschi erano lì proprio per quello, perché volevano vedermi pisciare. Mi hanno ordinato di abbassarmi sui talloni, di allargare bene le gambe e di aprirmi la figa con le mani. Volevano vedere che pisciassi nella doccia. Così ho fatto quello che mi chiedevano. Era strano, ma l’ho fatto. Ho allargato le gambe e gli ho fatto vedere mentre pisciavo. Ad Erick gli si stava rizzando il cazzo nuovamente. Si è avvicinato e ha voluto un pompino. Poi mi ha preso per i capelli e mi ha fatto appoggiare le mani al muro della doccia col culo in fuori. Ha iniziato a infilarmi le dita nel culo, poi mi sputato sul buco e ha cominciato ad incularmi. Non mi ha fatto tanto male, forse perché l’anal plug che avevo tenuto tutta sera mi aveva preparata. Mi è piaciuto subito farmi inculare. Era ora, mi avevano spaccato la figa tutta la sera, fin dal ristorante e avevo una gran voglia di sentire dei bei cazzoni nel culo. Anche Rudy si è divertito allo stesso modo col culo di tua moglie prima di portarmi di nuovo sul lettone. Tutti e quattro mi hanno sfondato il culo facendomi mettere in diverse posizioni. Godevo come una matta a sentirmi impalata da quei quattro cazzi durissimi. Poi Paolo mi ha fatto sdraiare sopra su di lui e mi ha detto di infilarmi il cazzo in figa per lasciare il culo libero ad un altro cazzo. I due cazzi che non potevano godersi i buchi della tua mogliettina invece li ho presi in bocca. E’ stato stupendo, mi sono beccata i cazzi di tutti contemporaneamente nel culo e nella figa mentre ne succhiavo altri due. Pensa amore, tua moglie sfondata da due cazzi nello stesso momento mentre tu ti facevi le seghe rinchiuso nella tua cameretta. E io a spompinare gli altri due per farli restare duri per quando mi sarebbero entrati ancora nel culo o nella figa. Ti sei segato l’uccello da solo in camera?”.
“Si, ho sborrato altre due volte”, le risposi mentre Monica aveva ripreso a masturbarmi lentamente.
“Che segaiolo che sei e a cosa pensavi?”, mi chiese.
Monica aveva aumentato la velocità della sega e risposi balbettando: “a queste..cose….pensavo…ti immaginavo…ancora legata….mentre si divertivano….a romperti….il culo……mi immaginavo….tanti cazzi….che ti inculavano….una fila di 50 uomini con i pantaloni abbassati che aspettavano il loro turno per incularti. Che usavano il tuo culo solo per svuotarsi le palle e poi lasciavano il posto a qualcun’ altro….senza sosta”.
“ Ma sentilo….sapevo che eri un maiale e che ti piaceva vedermi scopare….mmmm pensa che bello allora….chissà come lo allargano il culo della tua mogliettina 50 maschi arrapati…e chissà quanta sborra mi schizzano addosso……basta altrimenti sborri subito porco….” Tolse la mano dal mio cazzo senza permettermi di godere.
Cercai di riprendere la sega da solo, ma mi schiaffeggiò la mano dicendomi: “aspetta ho in mente una cosa più bella”.
Si alzò dal letto e si infilò un paio di autoreggenti bianche. Poi mi fece sdraiare sul tappeto vicino al letto e col piede incominciò a massaggiarmi il cazzo. Sentire il piede di mia moglie coperto dal nylon sul mio cazzo fu indescrivibile. Una scossa mi percorse tutto il corpo, partendo dalle palle per arrivare fino al cervello. Mentre mi toccava il cazzo, mi guardava negli occhi e mi diceva che ero un cornuto segaiolo che si fa fottere la moglie. E di guardare come gli avevano ridotto la figa….si abbassò e si aprì le labbra con due dita avvicinandosi alla mia bocca per farmela vedere da vicino dicendomi che non riusciva più a richiuderla per quanti cazzi l’avevano sfondata. Strofinandomela sul naso mi disse anche che probabilmente sapeva ancora di cazzo perché ultimamente aveva passato più tempo con dentro qualche cazzo che senza niente. Riuscii solo ad annusarla più volte senza leccarla perché si rialzò troppo rapidamente per riprendere la sega. Aveva un buon profumo di figa invece….. che mi fece perdere completamente la testa. Quindi sedendosi sul bordo del letto Monica riprese a segarmi l’uccello con due piedi fino a farmi sborrare. Tutta la sborra le finì sulle calze, spostò i piedi verso la mia bocca e me li diede da leccare.
“Lecca tutta la tua sborra, maiale….”, mi disse. Leccai tutto e poi mi alzai in piedi per baciarla con la lingua. Come la sera prima ci scambiavamo la sborra baciandoci. Allungai una mano sul suo culo…”piano…fai piano…”mi sussurrò Monica all’orecchio. Per la prima volta da quando si era fatta inculare le toccai il buco del culo con un dito. Solo allora mi resi conto di quanto fosse veramente allargato e spaccato. “Muori dalla voglia di saperlo, vero?”….”Si Monica”, risposi.
“Dopo quelle inculate mi hanno sborrato in bocca tutti e quattro facendomi ingoiare tutto. Poi i due tedeschi mi hanno riportato in bagno e mi hanno fatto inginocchiare nella doccia. Si sono detti qualcosa che non ho capito, poi ridendo hanno indirizzato con le mani i cazzi ammosciati verso di me e hanno iniziato a pisciarmi sulle tette. Ho fatto per spostarmi e rialzarmi, ma uno dei due mi ha preso i capelli e mi ha dato due schiaffi facendomi segno di stare ferma. Anche Gianni mi ha detto di non muovermi, ma di ubbidire e di fare quello che volevano. Mi stavano usando come un cesso. Con il getto sono arrivati sul collo e poi sulla faccia cercando di centrarmi la bocca che dovevo tenere aperta. Ne ho ingoiata poca perché sono riuscita a sputarla quasi tutta. Mi stavano sicuramente insultando nella loro lingua. Poi Gianni mi ha spiegato che avevano deciso di punirmi perché pensavano che avrebbero potuto incularsi mio marito, ed invece non eri più tornato. E che quindi adesso me l’avrebbero fatta pagare a me. Mi hanno riportato in sala senza lasciarmi il tempo di sciacquarmi. Ero molto impaurita, ma Gianni e Paolo mi hanno rassicurato un pochino dicendomi che li avrebbero tenuti d’occhio. Mi hanno portato in un angolo della sala dove c’era una corda che pendeva dal soffitto e mi hanno fatto allungare le braccia verso l’alto legandomi i polsi. Poi mi hanno fatto allargare le gambe e legato le caviglie a dei ganci sul pavimento. Le corde erano strettissime, molto di più che quelle usate per legarmi al letto. I segni che vedi sulle braccia e sulle gambe mi sono sicuramente rimasti per quello. Poi si sono divertiti a…

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In vacanza con mia moglie Monica 02

…Nonostante parlammo dell’esperienza dell’autogrill come una avventura da ripetere, la vacanza scorse via tranquilla fino agli ultimi giorni. Fino ad allora mi ero divertita a fare un po’ l’esibizionista in alcuni luoghi (albergo, spiaggia, strada) vestendo abiti molto corti senza mutandine o prendendo il sole in topless con un bel perizoma. Sopratutto in spiaggia mi sdraiavo allargando le gambe e mi lasciavo guardare le grandi labbra della figa che non erano completamente coperte dal costumino ridotto. Quel porco di mio marito Diego aveva preteso solo perizomi anche in spiaggia. Il massimo era quello bianco che appena bagnato diventava pressoché trasparente lasciandomi praticamente nuda alla vista di molti uomini. A cena nei vari ristoranti invece voleva che trovavassi sempre il modo di farmi vedere la figa depilata da chi mi stava di fronte o dai camerieri per la sua e loro grande gioia. L’eccitazione di mio marito era sempre al massimo e in albergo appena poteva mi saltava subito addosso per farsi un bella scopata dicendomi di come le ero piaciuta a mostrarmi alla gente. Spesso mentre mi scopava, in preda all’orgasmo, mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto ripetere quello che avevo fatto con quei cinque ragazzi. A me l’esibizionismo eccitava parecchio ma dopo 12 giorni avevo una grandissima voglia di sentirmi riempita da qualche bel cazzone. Anche io avevo goduto moltissimo ad essere trattata da troia all’autogrill, ma volevo che fosse il mio uomo a spingermi a farlo nuovamente.
Il penultimo giorno di vacanza mi disse se avevo voglia di prendere il sole nuda. Gli risposi che lo avrei fatto in una zona meno frequentata della spiaggia. Scegliemmo una spiaggetta abbastanza isolata e mi spogliai completamente. C’erano due coppie a poca distanza, entrambe le donne erano nude, ma non più bellissime per via dell’età. Verso le 15 cominciarono ad arrivare alcuni singoli che si posizionarono proprio di fronte alla mia figa completamente esposta. Il cazzo di mio marito era durissimo….io mi stavo bagnando. Mi toccai la figa iniziando ad entrare con due dita presa da una gran voglia di scopare. Due uomini bel oltre la cinquantina presero a toccarsi il cazzo e a masturbarsi apertamente guardando nella mia direzione. Ormai era difficile fermarsi….iniziai ad aumentare la velocità del ditalino con gli occhi fissi sui cazzi di quei due maiali. Si avvicinarono sempre di più per vedermi meglio e sborrarono sulla sabbia non appena mi aprii la figa con due mani per far vedere quanto fossi bagnata. Volevo essere riempita e chiesi a mio marito di tornare all’albergo. Il suo cazzo stava scoppiando dentro al costume. Infilai il mio vestitino e allungammo il passo verso la macchina. L’eccitazione era alle stelle. Mio marito voleva ancora mostrarmi, mi divaricò le gambe e lasciò che fossi guardata da tutti quelli che si avvicinavo alla macchina non appena rallentavamo. Appena entrati in camera mi alzò il miniabito e mi penetrò; era una furia…. continuava a ripetermi che in spiaggia ero stata bravissima, di come i due vecchi si erano segati per me e di come si era eccitato al pensiero di vederli entrare dentro di me fino a sborrarmi nella figa. Fece aumentare così anche la mia eccitazione, mi bagnai moltissimo e venni; poi per farlo sborrare gli dissi che se veramente lo voleva ancora ero pronta a soddisfarlo, a fare di nuovo la troia. A quelle parole tolse il cazzo dalla fica per portarlo alla mia bocca, ma venne prima del tempo sporcandomi la schiena e il culo. Il resto della giornata se ne andò tranquilla.
Dopo cena salimmo in camera a cambiarci, non gli dissi niente, solo di uscire e di aspettarmi nella hall. Decisi di vestirmi in modo da farlo rizzare a chiunque mi avesse guardata. Una canottiera bianca molto aderente senza reggiseno, un perizoma bianco trasparente, che copriva a stento la figa depilata, coperto da una microgonna nera che arrivava di poco sotto al sedere con un piccolo spacco dalla parte sinistra. Ai piedi indossavo delle scarpe da schiava allacciate intorno ai polpacci color argento con un tacco da 12 cm. Un trucco non molto vistoso con un rossetto rosa e i capelli ricci biondi raccolti a coda di cavallo. Uscii dalla camera, due ragazzi fermarono l’ascensore e mi aspettarono. Non mi toglievano gli occhi di dosso, camminando verso di loro feci salire un poco la gonna e sicuramente poterono vedere il bianco del mio perizoma. Arrivata alla hall cercai mio marito, mi vide, mi raggiunse complimentandosi per l’abbigliamento e mi disse se volevo andare ad una festa organizzata dall’albergo sulla spiaggia. Non camminammo a lungo, la spiaggia era vicina, per strada attiravo l’attenzione di tutti con la minigonna da mignotta che saliva a scoprire sempre di più il mio culo abbronzato. Arrivati alla festa prendemmo da bere e ci sedemmo ad un tavolino; molti ragazzi ballavo al ritmo di musiche caraibiche, poi ad un tratto mi convinsi e dissi: “ti spiace se vado a ballare un po’?” “No, cara fai pure, divertiti”. Mi alzai, tentai di riabbassare un po’ la gonna che era salita parecchio e andai in pista a ballare. Non ci volle molto. Subito fui avvicinata da diversi ragazzi, ma ballai solo con quelli che mi piacevano. Mio marito era là seduto con il bicchiere in mano, mi guardava ballare le danze latine con altri maschi. Sicuramente notò di come alcuni si avvicinavano baciarmi sul collo o di come le mani scendevano lungo i fianchi fino a palparmi il culo. Non lo notò subito, ma glielo raccontai dopo, un ragazzo introdusse la mano destra nel piccolo spacco della mini, la alzò un po’ e mi toccò direttamente il sedere; lo lasciai fare, ero senza freni, non so quante mani mi avessero già palpato, ma io sentivo solo la fica bagnarsi sempre di più. Ad un tratto il DJ annunciò una pausa di pochi minuti, la gente stava lasciando la pista, e persi di vista più mio marito. Due ragazzi con cui avevo ballato si avvicinarono, mi lasciai toccare e mi chiesero di seguirli in spiaggia. Chissà la faccia di mio marito quando non mi vide tornare e chissà il suo cazzo….pensai. (dopo mi disse che gli si era rizzato subito pensandomi con qualcuno). Ci avviammo verso un lembo di spiaggia poco frequentato, dietro ad una barca in riva al mare, io li seguivo, tenevo in mano le scarpe che avevo tolto abbassandomi a novanta, facendo salire la mini sui fianchi. Il mio culo era a loro disposizione, spostarono il perizoma, mi guardarono la fica e mi penetrarono con le dita. Continuarono a palparmi la figa fino alla barca e anche io li toccai da sopra i jeans. Dietro alla barca mi abbassai allargando le gambe, mentre loro con i pantaloni alle ginocchia mi diedero da succhiare. Li alternavo nella mia bocca, spostai di lato il perizoma e mi masturbai un poco per preparami a prenderli dentro. Uno dei due giovani (avranno avuto poco più di 20 anni), mi fece alzare prendendomi per la coda di cavallo, mi fece appoggiare una gamba sulla barca, sputò sulla figa e iniziò a scoparmi. Cominciai a godere subito, loro si alternavano e io gemevo ad ogni colpo dei loro cazzi durissimi. Poi uno salì sulla barca per farmelo leccare, erano eccitatissimi, contenti di potersi soddisfare con una bella puttana. Sentivo che stavano per godere, io avevo già goduto un paio di volte, poi quello che mi scopava gettò un urlo e mi venne dentro, l’altro forse sorpreso per dove mi ero lasciata sborrare, si menò il cazzo velocemente davanti alla mia bocca e mi venne sul viso. Molto colò sulla canottiera sporcandomi tutta. Mi scoparono ancora scambiandosi le posizioni. Dopo essermi presa due sborrate in figa e due sborrate in faccia mi ricomposi, sistemai il perizoma, la mini e mi asciugai la bocca con un loro fazzolettino. Mi chiesero di seguirli a casa loro per continuare. Avrebbero voluto incularmi insieme a due loro amici. Io rifiutai spiegando che dovevo tornare da mio marito e che per me era stato solo un gioco. Mi riaccompagnarono alla festa dopo circa 30 minuti; ad ogni passo lo sperma dei due ragazzi usciva dalla mia figa per bagnare il perizoma. Indossai di nuovo le scarpe e ci salutammo. Andai dietro ai bagni dove non c’era nessuno e cercai di fare uscire ancora un pò di sperma dalla figa per bagnare ancora di più le mutandine. Poi le sfilai e le strinsi in mano. Mi diressi verso mio marito, mi vide….. ebbi un attimo di esitazione quando lo vidi al tavolo con due uomini intento a chiacchierare. Mi decisi ad andare verso di loro, lui disse: “ah….ecco mia moglie, divertita a ballare?” “Direi di sì” risposi e appoggiai sul tavolo il perizoma completamente sporco di sborra dicendogli “ecco questo è il regalo che volevi tesoro”. Mi sedetti allargando le gambe, tutti e tre rimasero senza parole e mi guardarono la figa ancora bella aperta per le due scopate, presi un fazzoletto di carta sul tavolo e asciugai le poche gocce di sperma che ancora stavano uscendo. “Ok possiamo andare adesso”, mi alzai prendendo mio marito per mano, che si accorse solo ora delle macchie sulla canottiera. Lui si mise in tasca il mio perizoma ed io appoggiai il fazzolettino sporco sul tavolo lasciando senza parole i due maschietti…

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con il mio Sogno a metà strada

L’inverno è..la strada è deserta.Stavo tornando a casa,e sto ascoltare qualche cazzate alla radio.Il mio cellulare sta suonando.6 Tu.Ciao amore,ho soggiornata sulla strada, la mia auto si è rotta.OK,dove sei?A metà strada verso casa..Sto arrivando per 10 ,.minuti,stai in macchina su caldo,bacio.Sto cercando di pensare a quello che sarebbe potuto accadere con l’auto.Pero nn posso.Basta che Ti sento mi fai fuocoso.Continuo a guidare e mi ricordo…Farò una sorpresa.Dopo un breve periodo di tempo ho visto la tua auto lungo la strada.Mi fermo,acceso tutti 4 lampeggiatori,e esco fuori.Stai in piedi accanto alla macchina in un cappotto di pelle lungo.Buona serra signorina cosa e successo?Posso io aiutare?Risata…Auto si è fermato, non so cosa potrebbe essere.Cerchiamo di sollevare il cofano e vediamo.Dopo poco tempo, Cinghia dentata e andato,ma nn è un grosso problema.Se magari avete calze di nylon potrebbe essere risolto.Io non indossarle adesso, ma io possa avere uno di riserva nel cassetto.Ottimo.Cosi il problema è stato risolto.Qui vicino ce un bar,possiamo andare prendere qualcosa per riscaldarsi?OK,io Vi seguirò.Bar era quasi pieno,e dopo quelli freddo là fuori, è stato un vero piacere essere un po ‘caldo.Ci siamo seduti e abbiamo ordinato un drink.Abbiamo iniziato una conversazione,un po ‘di tutto,come nn ci conosciamo mai prima.Ero un po nervoso e molto eccitato,sgualcito l’intero tovagliolo.Ti ho guardato e goduto.Ogni pezzo del tuo corpo, la tua voce, è stato perfetto..quando,improvvisamente sentito il Tuo piede tra le gambe,mmmmmmmmm.Mi hai guardato con quel barlume prostituta nel tuo occhio.Ti piace,ho sentito la tua voce morbida ssiiiiiiiii..Sei alzata dal suo posto e si diresse verso il bagno..nn aspettavo molto,mi sono alzato. Sono andato attraverso il corridoio per il bagno delle signore.Non mi guardo indietro, ero troppo eccitato.Sono andato dentro,e iniziato a cercarti.Ho aperto un’altra porta e trovato.Cosa fai,cosa vuoi PORCO?Nn sono una puttana!Ho chiuso la porta con la mano.Nn sei,ma diventerai ora.Ho decompresso i miei pantaloni e tirato fuori cazzo gia duro.Succhialo…Tu mi guardi,No non voglo.Ti prendo per morso,SUCCHIALO..con tua piccola mano prendi mio cazzo e lo dai un bacino mmmmm cossssi,continua,fai una leccatina al capello e lo prendi in bocca oooo cazzo siiiimmmmmmhhhh che calda bocca hai,braaaava…prendo tua testa e comincio scoparti nella bocca mentre miei coglioni stano battendo il tuo mento uuuuuhhhmmmmm dalla tua bocca grondante saliva,sento solo il tuo gargling..lo tiro fuori e ti do qualche schiaffo con cazzo Siiii ancora,dai,sono stata cattiva colpiscimi.L’ho spinto di nuovo
nel tua bocca.Questa volta piu profondo,e ogni volta quando lo spingo sento come batte nel faringe.I tuoi occhi stano cominciare lacrime.Bsata,alzati.Ti ho preso,e sto spingendo verso l’alto il tuo vestito sopra i fianchi,e ti strappo perizoma,Aiii mi fai male.Non ti piace?Siii ma fai un po leggero mmmmmmmmm Ok bella.TCua bella figa rasata e gia bagggggnata mmmmm Una cena per me.Ti do un bacio in bocca..mi sono inginocchiato,guardo tua bellezza,rossa e fuocosa lo do un bacio,e comincio leccarla leggero mmmmmmm che sapore Sento i tuoi sospiri siiiii sto succhiare una poi altra le labbra mentre con dito giro le clitoride,mio mento e bocca sono pieni di tuoi succhi,che piacere,sento come mio cazzo sta di pulsare.Messo un dito nel figa e comincio scoparti,sempre più velocemente siiiiiimmmmmmmDaiii voglio tuo cazzo dentro di me,scopa mi.Mi alzero,ti spinto in angolo,preso sotto il culo e sollevato.Mentre si baciavamo tu con mano prenderei mio cazzo e stai con sfregiamento cercando di metterlo dentro uuuuuuuuhhhhhhmmmm che troia che sei.Hai avvolto le gambe intorno a me.E scivolato,ora sei incazzata,comincio la pompa.mmmmmmm daiiii forrrrrte,veloce.Tua figa è esplosa,rivoli attraverso cazzo,siamo bagnati di tuoi succhi.Scccopa mi,scccopa mi bastardo aaahhhh con i denti e lingua ti sto mordendo e leccare capezzoli come due orsetti gommosi.Siamo fuori della mente.Stai sfregando su cazzo con tutto peso.Fottiti
con tutta la forza e io nn voglio smmetere voglio riempire ogni millimetro di tua figa.E tu,ti stai sfregando come selvaggia aaaaahhhhh mentre io ti baccccio,leccooo e morso collo.Sei mia troia picola.Adoro l’odore e il gusto del tuo corpo.Sciendi giu,lo prenderei nel bocca,ingerirai,lecchi le palle mmmmmmmm come gooooooodo,6 come una lupa affamata.Hai leccato ogni goccia di tua figa sul cazzo lungo tutta la lunghezza.Prendo tovagliolo dal tasca e copro il coperchio della toilette.Gira ti,sali sul coperchio e inginocchiati.Tutti santi,che culo bellissimo.Lo do baccio,e comincio leccarti mmmmmmm che bello ano hai,spingo lingua dentro aaaaa sento come godi quando comincio girare con lingua siiiii come e stretto e rosso,sputo sopra il buco e inserisco dito.Qualcuno entra nel bagno.Qualcuno è entrato,può sentire.Mi sono avvicinato bocca del tuo orecchio,e sottovoce detto…non mi interessa e lentamente ho morso l’orecchio.Ho fatto un passo indietro,ancora sputato al’ano,strofinato delicatamente con cazzo,e leggermente spingevo dentro.
Così appoggiata sulla cassetta di acqua,ti ho dato a mordere e succhiare il mio pollice.Ahhhh singhiozzavi.Preso tuo culo con le mani e comincio incularti mmmmmmm quel piccolo buco,caldo e eccitante.Ti sto sto scopare lento,e con ogni e morso piu profondo.Attraverso i denti dici come vuoi piu feroce.Inizio spingere come un cavallllllllooooo e inizio combinare,poco ti faccio scopare culo,poco figa,ho voglia di mettere anche coglioni,e tu godiiii …sento come sei calda,tuo corpo sta bruciare,figa bagnata spreme con ogni colpo di palle.Ho fatto un passo indietro e bacio e leccare il tuo culo.Ti ho dato uno schiaffo sul culo un paio di volte e comincio di nuovo incularti ora con piu forza e violenza Ti piace mio cazzo e diventato purpureo con tracce di tuo succhi,come ti voglio uuuuuuuuummmmmmmm siiiiiiiiiii fai centrifuga con culo mi fai impazzire sei reggina di sesso prendo tuoi cappelli,ti attratto da me e lecco tuo collo mmmmmmm che piacere guardarti quando godi e vedere l’espressione sul tuo viso.Scendi.Tue gambe tremano.Con voce roca dici Sei matto.Ti capisco,ma verità e che mi tu fai matto.Mi sono seduto sulla toaletta,Vieni piccola..Hai diffusa le gambe e a cavallo.Le mani hai pendente sulla parete.Io ti preso per culo,e comincio a impallare,nn forte..in poco tempo movimenti sono coordinati e stai iniziando a spingere i fianchi mmmmmmmsssssiiiii il sesso è nel tuo sangue,che grande TROIA che sei,dai fa mi venire,voglio scaricare tutta sborra dentro di te siiiiiaaaaahhhhh piu forte,daiiiii sento dolce dolore all’inguine,continua cosssssi,braaaaaava mi tuffo faccia tra le tue tette,sto leccare tuo sudore mmmmmmmmmmm come sei buona,daiiiiii bella continua,piu forte,piu veloce ssssssssssiiiiii ti metto dito in culo e tu hai le dita tra i miei capelli,cominci accelerare e si scopavamo come due a****li,nel mio grembo e un lago godiamo ho spinto dito piu profondo e dicevo Guarda mi!Tu hai provato,ma nn sei riuscita per lungo,tuo piccolo corpo comincia a tremare,e io quando ho visto queste due mandorle sono esploso profondamente in te mmmmmmmmmmi sentivo ogni getto di sborra come uscire…eravamo così ancora un po di tempo in silenzio..eri riposata su di me..e io?Me nn frega niente,voglio che questo momento dura per sempre!Ci alzammo,ti do un bacio,e sono uscito.Quando sono arrivato al nostro tavolo,il cameriere mi guardò con stupore.Si avvicinò e disse confuso,Volete qualcosa da bere?Due tè,grazie.Il posto era già prima della chiusura.Quando tornò con il tè, ha chiesto timidamente,e la signorina?Ho risposto..Ora verrà, fissa il suo trucco in bagno.Ho pagato e gli ho dato una mancia.Poi sei arrivata.Eri meravigliosa come il primo giorno che ti ho incontrato 😉

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Chat con Nick

You: ciao
You: m o f?
Stranger: m
Stranger: tu ?
You: f
You: anni?
Stranger: 25
Stranger: tu ?
You: 18
Stranger: di dove sei ?
You: Pavia
Stranger: che fai di bello ?
You: cazzeggio…
Stranger: beata te
You: Tu?
Stranger: io sono a lavoro
Stranger: cioè cazzeggio anche io, ma sono a lavoro
You: Ok
You: Cerchi tipe su omegle?
Stranger: single ?
You: si
Stranger: si
Stranger: cerco tipe
Stranger: tu cerchi tipi ? 🙂
You: Boh.. cerco di divertirmi…
Stranger: fai bene
Stranger: anche io
Stranger: come ti andrebbe di divertirti ?
You: a te?
You: Vado un’attimo in bagno, torno subito…
Stranger: come sei fisicamente ?
Stranger: ok ti aspetto
You: 167 carnagione chiara capelli rossi lisci fino alle spalle abbastanza magra
Stranger: rossi naturali ?
You: no tinti..
Stranger: ah ok… era per capire se eri rossa anche sotto XD
Stranger: io 175, capelli castani sparati, occhi verdi, carnagione olivastra, corporatura robusta
You: eheheh, no sotto no 🙂
Stranger: devi essere molto carina
You: Si 🙂
Stranger: sei sola soletta ?
You: Si, i miei sono al lavoro…
Stranger: eh io sono un pò lontano per farti compagnia, ma mi piacerebbe stare li con te ora
Stranger: da quanto non fai sesso ? 🙂
You: da sempre, sono vergine…
Stranger: beh è un bel pò di tempo XD
Stranger: ma neanche qualche altro approccio ?
You: Beh si
You: orale / masturbazione
Stranger: capito… e sei vergine per scelta o semplicemente non è ancora capitato
You: Non è ancora capitato… Ma comunque non che la regalo ecco… Lo farò quando mi andrà 😉
Stranger: si mi sembra più che giusto, non sono qui a dirti di darla 🙂
Stranger: ognuno ha i suoi tempi e vanno rispettati
Stranger: ci sei ?
You: sisi
You: scusa
Stranger: figurati 🙂
You: è che mi distraggo, e poi non sono brava a prendere l’iniziativa nei discorsi, preferisco essere “trascinata”…
Stranger: capisco 🙂
Stranger: hai una foto ?
You: Si, ne ho ma non si possono mandare qua..
Stranger: non hai kik ?
You: no
Stranger: io ho voglia di fare sesso…
You: Sei nudo?
Stranger: a lavoro ?? ma ti pare! 😀
You: ahahah… è vero, mi ero scordata!
Stranger: no sono vestito ma potrei tirarlo fuori, sono in ufficio da solo
You: che lavoro fai?
Stranger: lavoro con i computer
Stranger: programmatore
You: capisco
Stranger: tu sei nuda ?
You: ti capita di masturbarti in ufficio?
You: no
Stranger: si l’ho fatto una volta
You: indosso mini shorts neri di stoffa elastica, canottiera gialla, felpa verde marcio, e calze in tinta con la filpa alte fin sotto il ginocchio con grossi pois bianchi..
Stranger: mmhh interessante….
Stranger: pensa che una volta l’ho fatto mentre la donna delle pulizie passava lo straccio per terra
You: Ma proprio nel tuo ufficio?
You: cioè, lei era in ufficio con te e tu ti toccavi?
Stranger: si ma sotto la scrivania, lei era concentrata e non credo abbia visto
Stranger: tu ti sei mai toccata in situazioni strane ?
You: Si.
Stranger: racconta 🙂
You: Che maialino che sei però, e com’era la donna delle pulizie?
Stranger: beh non era male, ma non so se ci sarebbe stata, io ero troppo eccitato e mi eccitava ancora di più l’idea che potesse scoprirmi
You: L’ho fatto in treno in pullman nei bagni della scuola, in palestra, al parchetto, in campagna…
Stranger: hai mai rischiato di essere vista ?
You: Ma sei venuto proprio con lei li?
You: Più richio più godo 🙂
Stranger: no no diciamo che lei è stata poco dentro la stanza, ma io ce l’avevo fuori dai pantaloni e bello duro ma non ho continuato a toccarmi
Stranger: poi quando è andata via ho ripreso a toccarlo
Stranger: si anche a me piacciono le situazioni rischiose 🙂
Stranger: poi mi faccio certi film… ieri mentre venivo a lavoro ho sorpassato una macchina, e ho guardato dentro e c’era una bella tipa credo sui 35 anni che mi ha fatto un sorrisino di quelli maliziosi
Stranger: ero li li per seguirla ma ero in ritardo a lavoro…
You: capisco…
Stranger: ti stai toccando ora ?
You: No, vorresti?
Stranger: se sei eccitata si, mi piacerebbe
You: Dimmi come fare…
Stranger: sfilati gli shorts fino alle ginocchia, apri un pochino le gambe, leccati l’indice e passalo delicatamente sul clitoride
You: Ok, la mano devo infilarla dentro le mutandine o sopra?
Stranger: mmhh no sfila anche le mutandine
Stranger: e tocca il clitoride con movimenti circolari
Stranger: sentirai la figa che ti bagna lentamente, sempre di più
You: Ok, ho appassato shorts e mutandine fino alle ginocchia, mi sto massaggiando il clitoride col dito bagnato di saliva…
Stranger: ti stai eccitando ?
You: Si un po’…
Stranger: mmhh e si bagna la fighetta ?
Stranger: ti hanno mai leccato ?
You: Un pochino si è bagnata, si… Cerca di essere un po’ volgare in come ti esprimi che mi eccito di più…
You: Si, mi hanno leccata…
Stranger: mi piacerebbe leccarti ora
You: Mi vorresti a gambe spalancate sulla tua scrivania?
Stranger: ora infilati le dita dentro tenendo il palmo sul clitoride
Stranger: mmhh si volentieri, prima ti leccherei bene e poi ti infilerei tutto il mio cazzo dentro
Stranger: mi piacerebbe molto riempirti la faccia di sborra mentre me lo lecchi
You: Sto infilando le dita, scivolano dentro e fuori…
Stranger: mmhh bella calda, mi piacerebbe stare dentro di te, ti farei sentire quanto me l’hai fatto diventare duro
Stranger: ti piace fare la maiala in chat, vero ?
You: Si, mi piace…
You: Dai prova a tirartelo fuori…
Stranger: ce l’ho già fuori
Stranger: da quando ti sei abbassata le mutande
Stranger: era troppo stretto nei pantaloni 🙂
You: Ok.
You: Te lo stai menando, o è solo fuori?
Stranger: mi sà che tra poco vengo… la sola idea di te con le dita nella figa mi eccita troppo
Stranger: mi sto masturbando, con una mano faccio su e giù e con l’altra mi massaggio le palle
You: te le prenderei tutte in bocca le palle e te le leccherei mentre ti faccio una sega…
You: Ho le dita in fica per te…
Stranger: mmhh ti faresti sborrare in bocca ?
Stranger: mi eccita troppo
Stranger: mmhh si che sborrata…..
You: Hai sborrato?
Stranger: mmh si
Stranger: devo prendere un pò di carta per pulire la scrivania
Stranger: sei proprio una bella maiala

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Un Hotel Con Servizio In Camera Particolare!

Finalmente posso rilassarmi. Passo delicamente il sapone liquido su tutto il mio corpo, soffermandomi qualche minuto in piú sul mio pisello. Lo insapono per bene, con il soffione della doccia lo bagno leggermente, quel tanto da rendere la schiuma piú voluminosa, quindi continuo a spalmarci sopra altro bagno schiuma ed a lavarlo. Poi, come se stessi masturbandomi, faccio scivolare lungo l’asta la mia mano su & giú per distribuire in modo uniforme il sapone liquido. Lentamente mi sdraio dentro la vasca, immergendomi leggermente in quell’acqua, calda al punto giusto. Le mie mani continuano ad insaponare il mio pisello, che data la forte attenzione che gli stavo riservando per quella doccia, inizia a gonfiarsi. “Chase? Devi farti una doccia o una sega?” Dico a me stesso. Mi rispondo che farmi il bagno in quell’Hotel, dopo una lunga giornata di lavoro fuori sede, era solo un pretesto per masturbarmi dopo una riunione di quasi sei ore consecutive, torturato tra l’altro da due colleghe in particolare, che non perdevano occasione per mostrare le loro tette o le loro gambe durante la presentazioni dei lavori. Fossi stato il Direttore dell’Azienda, avrei ostacolato un abbigliamento cosí provocatorio sul posto di lavoro. Specifichiamo, non voglio fare il moralista, anzi dipendesse da me le farei girare tutte nude in ufficio. Ma sarebbero una distrazione, magari parli di un progetto, poi lei si china per mostrarti dove applicherebbe le modifiche e booom… l’occhio inequivocabilmente ti cade nella sua scollatura alla ricerca delle tette e perdi la concentrazione! No.
Meglio un abbigliamento sobrio. Io come responsabile della mia sede lavorativa del centro Italia, avevo giá “sponsorizzato” che in ufficio pretendevo un abbigliamento elegante ma lontano dall’essere sexy. Comunque, morale della favola, con tutte quelle colleghe che giravano nella sala avanti e indietro, mostrando i loro disegni, spiegandone i punti di forza, mi sembrava di ass****re ad una sfilata di Playboy. Una accavalla le gambe mentre parla, l’altra si piega a novanta gradi per prendere la penna in fondo al tavolo mostrando le tette, quell’altra ancora mostra il culo tutto in tiro mentre scrive sulla lavagna… insomma, dopo sei ore di riunione avevo i testicoli gonfi ed il cazzo che stava per esplodermi. Cosí giocando fuori casa, non avendo amiche un pó puttanelle in quella cittá e considerando che non potevo fare nuove conoscenze vista la mia breve permanenza, non mi rimaneva che il piú classico dei modi per svuotarmi le palle: Masturbarmi!
Adesso il mio pisello non é piú gonfio, ma decisamente dritto. Vedo l’asta spuntare fuori dall’acqua come un periscopio di un sottomarino. Lo afferro con la mano destra facendo scivolare lungo il basso la pelle e scoprendo la mia grossa cappella gonfia. Quindi lo mollo, lo afferro di nuovo con la sinistra, chiudo la mano a “pugno” e faccio scivolare anch’essa verso il basso. Faccio questo gioco per qualche minuto, alternando la mano sinistra con la destra, lentamente, non ho fretta. Voglio sentire secondo dopo secondo lo sperma fermentare nelle mie palle, le voglio sentire al limite per poi lasciarmi esplodere come un vulcano da troppo tempo inattivo. Continuo a mettre sapone sul mio cazzo, lo lascio colare dalla punta della cappella, fino ai testicoli e con il dito medio lo spalmo tutto intorno al buco. Una sensazione di bruciore attraversa il mio corpo… ah,si….. mi piace. Allora continuo a massaggiare la parte bassa della mia cappella e sento il mio pisello che inizia a pulsare, non manca molto, sono pronto a venire. Ma voglio godermi questo momento di pre-sborrata ancora un pó! Mi fermo diversi secondi, giusto il tempo di far respirare il mio cazzo ed ammirarlo in tutta la sua erezione per qualche minuto. É gonfio, carico, pronto a schizzare e liberarsi di un carico ormai in eccesso. Continuo a guardarlo, mi piace vederlo dritto e imponente affiorare dall’acqua come il mostro di Loch Ness. Ora mi masturbo con il soffione, apro l’acqua alla massima pressione e dirigo i piccoli getti sotto la mia cappella… proprio lì, dove termina il mio grosso fungo ed inizia l’asta del mio pisello. Un immenso piacere attraversa il mio corpo, ci siamo quasi, piccoli “battiti” attraversano il mio uccello. Mi fermo, respiro, il mio cazzo pulsa, lo vedo “agitarsi”, stó per sborrare… lo sento. Ancora qualche sega classica con le mani, su & giú due, tre, quattro volte. Poi decido di dargli il colpo di grazia di nuovo con il soffione della doccia. Nuovamente apro l’acqua , né troppo calda, né troppo fredda, ma la giusta temperatura per la masturbazione finale del mio cazzo dritto che non chiede altro che svuotarsi. Dirigo il getto d’acqua a pressione sul mio pisello, mi distendo ancora di piú lungo la vasca e lascio a quei piccoli fili d’acqua la stimolazione finale del mio uccello… anzi, forse é il caso di dire: “pesce”. Muovo lungo tutta la mia asta il forte getto… sento lo sperma salire… poggio la testa lungo il bordo vasca… ah, ecco… sento la sborra farsi strada… ecco… si… vengo… una lunga spruzzata parte dalla punta del mio cazzo, poi una seconda… entrambe ricadono nella vasca mescolandosi con l’acqua… poi ancora un terzo schizzo, ed un quarto… una quinta spruzzata, che finisce sul pavimento del bagno, la spingo aiutandomi con il bacino, cosí come quella successiva….. mollo quindi il soffione ed afferro il mio cazzo con la mano per liberarmi dell’ultimo carico di sperma… la muovo su & giú cercando di favorire l’uscita ai restanti getti di sperma ancora nelle mie palle… ed é proprio durante le ultime schizzate, che accade l’impensabile. Mentre vedo l’ennesima spruzzata terminare la sua corsa sulle piastrelle in terra, noto anche una figura sul ciglio della porta del bagno immobile! Metto a fuoco: è l’addetto alle pulizie dell’albergo. Cazzo! Ma come é entrato? E poi da quando si puliscono le stanze nel pomeriggio. Immediatamente mi alzo e con il cazzo ancora in erezione che gronda le ultime gocce di sperma, esco dalla vasca.
– “Chi é Lei? E come è entrato? Non ha visto che la stanza era occupata?” Gli dico mentre mi infilo le ciabatte.
– “Mi….. Mi scusi Signore, io….. io pensavo che la stanza fosse libera… dovevo pulire, cosí… fuori il Led non indicava occupato, ho bussato… nessuno rispondeva, allora…” Mi risponde tutto rosso in viso e con mezze frasi, un ragazzo che non avrá avuto piú di vent’anni.
– “E quindi visto che nessuno Le rispondeva, si é sentito autorizzato ad entrare? Non ha pensato che stessi dormendo o magari facendo altro?” Continuo sulla difensiva ed usando un tono autoritario.
– “Le chiedo scusa di nuovo… io, io… le prometto che non accadrá piú e comunque non diró a nessuno di questo episodio… stia tranquillo” Mi dice cercando involontariamemte un’assicurazione con quelle sue parole.
– “Come? Non lo dirá a nessuno? Crede che me ne freghi qualcosa se lo racconta ad un suo collega o un amico? Io tra due giorni parto. Quello che qui è nei guai é Lei. Domani parleró con il suo Direttore. Non si preocupi, non la faró licenziare, ma faró in modo che si ricordi di questo episodio per un bel pó. Ed ora se ne vada” Gli rispondo accompagnandolo verso l’uscita della camera.
Mentre chiudo la porta butto un occhio sul comodino. Eccola lí quella maledettissima SIM Card. Mi avvicino per prenderla, mentre il mio pisello lentamente torna allo stato di riposo completamente unto di sperma. Non riuscivo a crederci, uno come me, uno attento ai dettagli, si era lasciato sfuggire questo: non aver inserito la SIM Card nell’apposita fessura dentro la stanza per palesare la presenza di qualcuno al suo interno e bloccarne l’accesso. Cosí mentre ripenso alla cazzata appena fatta, pulisco il pavimento intorno alla vasca tutto bagnato di sborra. Quindi decido di farmi una doccia, una vera doccia. Soprattutto adesso che il mio pisello é tutto appiccicoso come se lo avessi immerso in un barattolo di colla. La serata volge al suo termine e dopo una cena veloce in albergo, mi concedo un meritato riposo. Nell’attesa che il sonno prenda il sopravvento, riassumo mentalmente la giornata appena passata ed “organizzo” quella che arriverá. Non posso non pensare a quell’addetto alle pulizie delle camere, ed alla sua improvvisata. Mi chiedo se nonostante il mio “terrorismo” verbale, terrá quella storia per sé o se saró soggetto di storie tra amici tipo: “oh….. ma lo sapete che una volta ho sorpreso uno che si stava masturbando nella vasca?”. Comunque chissenefrega, in quell’albergo non ci sare piú tornato ed in ogni caso avrei parlato con qualche responsabile inventandomi qualcosa del tipo “ero in bagno a pisciare quando…” o “ero sotto la doccia, il suo dipendente é entrato senza bussare ed rimasto ad osservarmi fino a quando non mi sono accorto della sua presenza”. Sí, quest’ultima versione poteva reggere, se lui avesse detto che mi stavo segando, io avrei risposto che mi stavo semplicemente ed ovviamente lavando le parti intime. No, non lo faró! Ci ho ripensato. Sono incazzato, ma questo mi sembra troppo, magari lo licenziano davvero. Peró… peró facendo un playback mentale, effettivamemte il tipo é rimasto per diversi secondi ad osservarmi. Forse é stata la sorpresa, o forse era omosessuale e gli piaceva lo spettacolo. Magari ora si stará segando lui pensando al mio cazzo dritto ed a tutte quelle schizzate. Forse avrebbe gradito che lasciassi tutto sporco di sperma, per poi pulire lui il giorno dopo. Basta, ora mi stó facendo davvero troppe seghe mentali, cerco di dormire e basta. Domani mi aspetta una lunga giornata.
La riunione oggi dura meno del previsto, entro in auto mentre guardo l’orologio: non sono nemmeno le cinque del pomeriggio. Meglio. Cena presto e poi a letto. Ho intenzione di partire nella prima mattinata. Arrivato in Hotel, mi dirigo nella mia stanza e mi butto sotto la doccia, ma non prima di aver messo la SIM Card nel suo slot, evitiamo altre sorprese. Una volta fuori mi asciugo ed indosso qualcosa di piú comodo che non sia una giacca ed una cravatta. Scendo nella Hall principale e chiedo un tavolo singolo per la cena. Mentre scelgo dal menú cosa mangiare, noto una ragazza sulla trentina che chiede anche lei un tavolo singolo. Non male, penso. Cosí da lontano sembra proprio una bella topa. Non proprio alta, ma ben proporzionata. Quello che subito mi colpisce, prima ancora che si sieda, sono dei pantaloni elasticizzati che le modellano gambe e culo. Per un secondo mi tocco il pisello pensando che la sera prima ci voleva lei per svuotarmi le palle. Ordino i miei piatti e qualcosa da bere, mentre ogni tanto la spio a sua insaputa. Lei invece sembra non filarsi nessuno. Passa poco piú di un’ora e decido che é il momento di andare a dormire, ma prima voglio prendermi qualcosa al piano bar, magari un digestivo. Concentrato sugli alcolici dell’albergo, non noto subito che anche la tipa della cena ha deciso di bere qualcosa. Penso che forse dovrei fare qualcosa, dire qualcosa per agganciarla. Ma si, tanto cosa ho da perdere?
– “Le consiglio un Amer Picon, anché se é considerato un aperitivo, io lo prendo ogni tanto dopo cena. É piú leggero rispetto ad un classico liquore!” Gli dico attirando la sua attenzione.
– “Come ha detto?” Mi risponde lei.
– “Ho visto che anche lei stava scegliendo un digestivo, o comunque qualcosa da bere, l’ho vista indecisa cosí volevo suggerirle questo aperitivo Francese… ma che maleducato, non mi sono presentato: il mio nome é Chase” Le dico allungando la mano per stringere la sua.
– “Piacere Chase, io sono Lorena” Mi risponde con un sorriso lei.
Le nostre chiacchiere spaziano un pó ovunque, dalle banalità sul tempo, al perchè ci trovassimo in quell’albergo, passando alle descrizioni delle bellezze del luogo che avevamo visitato in questi giorni, fino ad arrivare poi, anche se in modo leggero, alle nostre vite private. Il tempo passa velocemente, ma nessuno di noi due se ne rende conto, chi rompe il nostro “flirtare” é il piano bar, che chiudendo il servizio ci lascia intendere che è notte fonda. Lorena gira il polso per guardare l’ora, si alza lentamente dalla sedia e mi saluta ringraziandomi anche per la lunga conversazione.
– “Perchè non continuiamo la nostra serata fuori? Non é poi così tardi” Le dico prendendo tempo.
– “Ti ringrazio Chase, ma domani sarà una lunga giornata anche per me, facciamo un’altra volta” Mi risponde lei.
– “Allora lasciami il tuo numero! Cosí ti chiamo uno di questi giorni e magari andiamo a cena fuori, così cotinuiamo la nostra chiacchierata” Insisto tentando il tutto per tutto.
– “Sei molto carino, ma non credo sia il caso. Io vivo in Piemonte e tu nel Lazio. Che possibilità avremmo di incontrarci?” Continua Lorena allontanadosi da me.
– “Potremmo comunque sentirci On Line e poi… e poi si vedrá” Gli dico in un ultimo disperato tentativo per non perderla.
– “Magari un’altra volta. Anch’io viaggio spesso per lavoro. Chissà… magari ci incontriamo di nuovo qui” Conclude lei dandomi un piccolo bacio sulla guancia e prendendo poi la direzione dell’ascensore.
“Cazzo Chase! Stai perdendo colpi, te la sei lasciata scappare” penso mentre anche io mi dirigo nella mia camera. Pensavo di aver “concluso” in bellezza la serata, ed invece…..
Finalmente sono nella mia stanza, preparo la valigia per la partenza del giorno dopo ed inizio a spogliarmi per mettermi sotto le coperte dopo un’intensa giornata lavorativa. Non appena mi tolgo la cinta, qualcuno suona alla porta. Chi puó essere a quest’ora?
– “Chi è?” Chiedo da dietro la porta.
– “Sono io” Risponde una voce dall’altro lato.
Ma….. Ma è Lorena, balbetto mentalmente. Apro la porta ed è proprio lei! Noto che in una mano stringe un contenitore per il ghiaccio con all’interno una bottiglia di vino rinomato e nell’altra due bicchieri di vetro stile grandi occasioni. Prima che io pronunci una sola sillaba, sorridendo mi dice:
– “Sorpresaaaa…”
– “Gra….. Grazie! Ma….. Ma non dovevi alzarti presto?” Gli dico sorpreso piú per la sua presenza che per la bottiglia.
– “Se vuoi me ne vado!” Mi risponde tra il serio e lo scherzoso.
– “No, No… rimani! É che non me l’aspettavo. Ma come facevi a sapere il numero della mia stanza?” Gli dico invitandola ad entrare.
– “Uffaaa… quante domande! Ma chi sei? Uno dell’F.B.I.? Ho fatto gli occhi dolci al tipo dell’accettazione e mi ha dato il numero. Cosí và bene?” Continua lei.
E cosí in questo albergo basta fare un pó la zoccoletta e chiunque puó ricevere informazioni personali. Evviva la privacy. Domani dovró fare una lunga chiacchierata con il Direttore, sia per l’episodio di ieri con l’addetto alle pulizie, sia per questa storia che chiunque puó avere dati sensibili su chi pernotta in questo Hotel. Ma adesso devo concentrarmi su Lorena. La osservo meglio ora che è piú vicina, ora che è nella mia camera, insieme a me. I pantaloni elasticizzati sembrano di una taglia in meno, aderenti come una muta da sub, ma decisamente piú eccitanti. Il suo culo è abbastanza piccolo, ma gonfio al punto giusto. Intanto lei si avvicina a quello che dovrebbe essere il “piano bar” della mia stanza, che in realtá é invece una scrivania con un piccolo frigo e mentre versa il vino nei calici, inserisco la SIM nello slot vicino alla porta per bloccare l’accesso da fuori ad eventuali guastafeste. Mi dirigo quindi verso di lei che, con i bicchieri in mano, fá altrettanto. Adesso ho anche modo di squadrarla da vicino frontalmente. Non riesco a capire la taglia del suo seno, una maglia larga stile hippie me lo impedisce. Quello che invece Lorena non tenta di nascondere (con dei pantaloni cosí, sarebbe impossibile) è la sua fica. Il tessuto elastico avvolge completamente la sua zona intima, le grandi labbra si distinguono chiaramente e la visione di quello spacco in mezzo alle sue gambe, inizia a provocarmi un’erezione.
– “A noi!” Mi dice porgendomi un calice.
– “A noi” Rispondo io.
Lentamente assaporiamo quel vino fresco, che ci concede qualche secondo di assoluto silenzio, interrotto solamente dall’intensitá dei nostri sguardi che si incrociano mentre i calici si svuotano. Allora decido di prendere io il controllo della situazione. Dolcemente tolgo dalle sue mani il bicchiere ormai vuoto e lo poggio sul tavolo vicino alla bottiglia. Intanto non perdo di vista il suo viso sorridendole, ma senza dire una parola. Quindi sfioro il tasto della luce provvisto di dimmer e lentamente la stanza diventa meno luminosa, perfetta per quello che la serata sembrava promettere. Ora sono vicino a lei, la guardo… ci guardiamo, alzo la mano destra e gli tocco i capelli. Avvicino la mia testa alla sua, mentre con la mano prendo morbidamente il suo collo da dietro ed avvicino il suo viso al mio. Adesso le nostre bocche si incontrano, un timido bacio sulle labbra apre le danze. Pochissimi secondi e finalmente le nostre lingue si incontrano, si cercano una con l’altra. Poi Lorena si stacca da me e si toglie la sua maglia stile “figlia dei fiori”. Io faccio altrettanto mentre la osservo seminuda dalla vita in su. La vista del suo seno parzialmente coperto mi eccita. Il gioco vedo non vedo anche in questi momenti è sempre stimolante, ed infatti sento nei boxer gonfiarsi il mio pisello. Allora mi avvicino a lei e mentre con la bocca cerco nuovamente la sua lingua, gli slaccio il reggiseno. Continuo a baciarla mentre le mie mani palpeggiano le sue tette. Le sento turgide nonostante non riempiano la mia mano, forse sarà una seconda piena, penso. Peró mi piacciono, sono toste come quelle di una ventenne. Cosí mentre gioco con quei meloncini, lei mi slaccia i pantaloni che cadono in terra per il loro peso. Ora é lei che reclama la sua parte tastando tra le mie gambe il mio pacco ormai gonfio. Sento la sua mano stringerlo attraverso i boxer, mentre le mie inziano a stuzzicare i suoi capezzoli ormai duri. Quindi porto le mie mani sui fianchi di Lorena e le faccio scivolare lentamente nei pantaloni elasticizzati. Cerco con le dita di insinuarmi anche dentro le sue mutandine, ed una volta afferrate pure quelle, lentamente e delicatamente faccio scivolare verso il basso quello che rimane del suo abbigliamento. La vista della sua fica spinge ancora di più la mia cappella sui boxer. Rimango qualche secondo con le ginocchia piegate e mentre le mie mani afferrano le sue cosce, la mia testa si fà strada tra le sue gambe. La sua fica profuma di fresco e mentre il mio naso gioca con le sue grandi labbra, un piccolo gemito già esce dalla sua bocca. Cosí mentre lei si gode un probabile principio di orgasmo, ne approfitto per sbarazzarmi dei calzini prima e dei jeans dopo. Ho imparato con l’esperienza che invertendo i fattori, prima i pantaloni e poi i calzini, si hanno pessimi risultati con le donne. Sono quasi nudo, a parte un pezzo di stoffa che imprigiona il mio uccello. Anche Lorena è ormai completamente nuda, la vedo togliersi le scarpe senza nemmeno slacciarle usando i piedi stessi, quindi come un felino “esce” dalle sue mutandine che ormai sono un tutt’uno con i leggins e finalmente si concede alla mia vista nella sua totale nuditá. Penso che sia ora di liberare la bestia, che con prepotenza pretende di essere liberata. Provo ad avvicinare le mie mani ai boxer, ma un gesto di Lorena me lo impedisce. Capisco che vuole scartare di persona il suo pacco. Sento le sue calde mani sui miei fianchi, poi sul mio sedere che lo stringe con forza aumentando di più il mio piacere. Infine toglie l’ultimo lembo di stoffa che divide il mio cazzo dalla sua fica. Non appena mi sfila i boxer, il mio pisello spunta fuori nella sua totale erezione come una molla! Lorena rimane in ginocchio per poi afferrare con una mano il mio cazzo pulsante. Penso voglia masturbarmi, invece si limita a tirare indietro la pelle per scoprire la mia cappella, che gonfia come un pallone, offre resistenza a quel movimento. Quel leggero movimento mi offre un principio di sborrata, sento il mio pisello pulsare e le palle esplodermi. Poi avvicina la sua bocca vicino il buco della cappella ed inizia a leccarlo. Quindi passa alla parte sotto, la punta della sua lingua stuzzica l’attaccatura della pelle al mio grosso fungo. Ora sono io che emetto un gemito, mentre sento la sborra salire lungo l’asta. Lei si ferma per qualche secondo mentre vede il mio pisello pulsare senza peró sborrare. Quindi continua il suo lavoro con la lingua, questa volta la sento leccare tutta l’asta. Percepisco la punta della sua lingua partire dalle mie palle, fino a salire su su verso la fine del mio cazzo. Sento che stó per venire, cosí afferro le sue mani che nel frattempo si sono posate sui miei fianchi e mi preparo a svuotarmi sul suo bel visetto. Ma Lorena smette quella frazione di secondo prima del culmine del piacere, cosí all’ultima risalita della sua lingua lungo la mia asta, quello che mi concedo per quel lavoro di bocca a metá, é solo una lunga sborrata stile piscio. La chiamo cosí quella interminabile spruzzata che dura almeno tre secondi come se stessi pisciando. Quella schizzata liberatoria che vorresti trattenerti per un posto piú caldo ed accogliente, ma che comunque il tuo corpo espelle per un eccessivo carico di sperma. Quella sborrata che comunque ti mantiene l’erezione ed alla quale non ne seguono altre nell’immediato. Lorena si mette comunque in piedi un istante prima che io venga, evitando che le sporchi il viso e lasciando che il mio liquido seminale finisca sul pavimento (tra l’altro la seconda volta in due giorni… quella stanza avrá un bel ricordo di me).
Con il cazzo dritto in mezzo alle sue gambe, le mie mani che stringono il suo culo e la mia lingua che cerca ancora il sapore della sua bocca, la spingo verso il letto. Una spinta affettuosa la costringe a sedersi, poi le mie mani si posano sulle sue ginocchia e la costringono a divaricare le gambe. Voglio ancora respirare la sua fica, cosí avvicino di nuovo il mio viso alle sue grandi labbra questa volta bagnate da morire, completamente zuppe! Gliela lecco ovunque e dovunque, dentro e fuori, la mia lingua umida si confonde con i suoi umori mentre la sento ansimare. Alzo lo sguardo e vedo il suo viso rivolto al soffitto per quell’attimo di piacere. Il mio pisello in ereziome e pulsante mi suggerisce che è arrivato il momento di svuotarmi dentro di lei. Mi metto in piedi e cammino verso il trolley vicino all’armadio, frugo nella tasca laterale in cerca di un preservativo. Poi torno da Lorena mentre apro la confezione. Sono a pochi centimetri da lei mentre cerco di mettere la tuta al mio ormai esausto cazzo. Un suo gesto mi fá capire che vuole mettermelo di persona. Cosí si allunga verso di me e mentre con una mano afferra il mio cazzo tirandolo a sè, con l’altra mi ruba il preservativo. Toglia l’aria dalla punta dello stesso e dolcemente lo infila lungo tutta l’asta. Poi si sposta leggermente verso il centro del letto e divaricando le cosce mi invita ad accomodarmi. Non me lo faccio ripetere due volte. Ora sono con il mio cazzo difronte alla sua fica, la striscia di pelo tipo mohicano che si è lasciata poco sopra lo spacco, mi lasciano una perfetta visione delle sue grandi labbra completamemte fradice. Mi avvicino lentamente al suo posto piú intimo, tocco il suo buchetto e lentamente scivolo dentro, centimetro dopo centimetro. Inizio a muovermi al suo interno, movimenti regolari su & giu rimbombano nella stanza ogni volta che le mie gonfie palle sbattono su una parte del suo culo. Percepisco la sua fica pulsare, mentre un mix di dolore e godimento mi attraversa ogni volta che le mie palle “rimbalzano” in mezzo alle sue gambe. Poi il carico di sborra inizia ad incanalarsi lungo la mia asta, sento lo sperma salire velocemente per tutta la lunghezza del mio cazzo… ci sono….. sto pervenire… sborro una prima volta, poi una seconda, una terza, una quarta….. avverto il calore dello sperma soffocato dal preservativo avvolgere la mia cappella… continuo ancora a spruzzare… a spingere… voglio sentirmi completamemte vuoto… sborro ancora un paio di volte, fino a quando mi rendo conto che il mio pisello é arrivato… esausto… cosí mi sfilo da Lorena mettendomi al suo fianco con il cazzo ancora dritto e pulsante. Lei sembra non averne abbastanza, allora si mette a cavallo su di me con la sua fica zuppa, afferra il preservativo con le mani e sfilandomelo lo butta da qualche parte nella stanza. Poi con una mano afferra il mio cazzo unto di sperma ed inizia a masturbarmi cercando di farmi godere ancora una volta. Ma a parte un paio di goccioline di liquido seminale uscite piú per forza di inerzia che per quella tentata sega, quello che resta è sola un estremo tentativo di tortura post scopata. Cosí anche lei si distende sul letto, mentre il mio pisello si concede un meritato riposo afflosciandosi lentamente.
Poco dopo ci concediamo una doccia tranquilla e mentre io indosso la mia camicia da notte, lei si riveste per tornare nella sua stanza.
– “Dormi qui Lorena? Tanto anche io domani mi alzo presto” Le dico.
– “Ti ringrazio Chase, ma pure io devo fare la valigia. Ci vediamo domani mattina per la colazione” Mi risponde baciandomi velocemente sulla bocca e prendendo la direzione della porta.
La mattina dopo alle 7:00 sono giá nella sala ristoro. Ordino un latte macchiato e mentre aspetto, mi guardo intorno alla ricerca di Lorena. Ma di lei nemmeno l’ombra. Forse é in ritardo. Aspetto. Ma quando guardo di nuovo l’ora, mi rendo conto che è passato un bel pó di tempo dal momento in cui mi sono seduto e che di lí a poco, ci sarebbe stato il mio volo per tornare a casa. Cosí prendo il mio trolley e mi dirigo all’accettazione per consegnare la tessera magnetica della stanza.
– “Buongiorno, lascio l’albergo e questa è la mia SIM. Stavo cercando la signorina Lorena, puó chiamarla nella sua stanza e dirle che l’attendo qui?” Dico all’impiegato.
– “Non abbiamo nessuna Lorena in questo Hotel, è sicuro che si chiami così?” Mi risponde l’addetto mentre controlla la lista dei clienti.
– “Certo che ne sono sicuro! Ieri abbiamo anche preso da bere al vostro Bar. Guardi meglio” Continuo io.
– “Mi dispiace Signore, ma ho giá controllato due volte, qui non abbiamo nessuna con questo nome. É sicuro che la sua amica alloggi da noi e non abbia magari usufruito solo del nostro servizio ristoro aperto a tutti?” Mi risponde ancora l’incaricato della reception.
No che non ne sono sicuro, penso. Cazzo, e adesso? Non ho niente in mano per rintracciarla. E poi perchè avrebbe dovuto mentire sulla sua identitá. Mentre nella mia testa si formulano duemila domande, esco da quell’albergo e cerco un taxi. Poi alle mie spalle improvvisamente una voce si offre per aiutarmi:
– “Stá arivando un auto per lei. L’ho vista fare colazione con il trolley a seguito e mi sono permesso di chiamargliene uno”
Mi giro e quello che mi si palesa di fronte, è il tipo che due giorni prima mi ha sorpreso a masturbarmi nella vasca.
– “Lei? La ringrazio, ma faccio da solo. E non creda che mi sia scordato di lei, ma adesso ho troppa fretta per sporgere un reclamo, lo faró da casa con una E-Mail” Gli dico fingendo il mio disappunto.
– “Faccia quello che ritiene opportuno” Mi risponde serafico. Intanto arriva il taxi. L’autista carica il mio unico bagaglio e poi torna al posto di guida.
– “Porti il Signore all’aeroporto ed addebiti la corsa sul nostro conto” Gli dice il dipendente dell’Hotel attraverso il finestrino. Poi mi apre la portiera e poco prima che l’auto riparta, si rivolge nuovamente a me:
– “Spero che la serata di ieri sera sia stata piacevole e che il vino sia stato di suo gradimento” Mi dice mentre con il palmo della mano batte sul tettuccio dell’auto per indicare all’autista che puó partire. Il tempo di realizzare quanto mi è stato appena detto e siamo già lontani dall’albergo.
Come faceva a sapere della mia serata? Allora è lui che ha dato il numero della mia stanza a Lorena! Ed a questo punto, chi è realmente Lorena? Una sua amica? Una puttana? Una cameriera dell’albergo che arrotonda lo stipendio con servizi extra in camera? Una sfilza di domande si susseguono nella mia testa, miliardi di supposizioni prendono forma, tutti possibili scenari che non avranno conferme. Forse Lorena era il suo “modo” per scusarsi, chiunque fosse, lei era la sua redenzione. Forse era stata pagata. Forse quell’impiegato aveva forzato il nostro incontro, o forse piú semplicemente Lorena era una ragazza qualunque che voleva davvero fare sesso ed incrociando il cammino di quel cameriere, gli ha chiesto davvero con “gli occhi dolci” il numero della mia stanza… forse! E forse quando (e se) torneró in quell’Hotel, avró la mia risposta!
Insomma, tanti “forse” ma nessuna certezza, anzi una: il servizio in camera di quell’Albergo é stato davvero impeccabile, eccellente, indimenticabile!
Su questo non c’erano dubbi!

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Triangolo con mamma e cugina

Il protagonista di questa scabrosa vicenda è Federico. La storia è molto sporca ma, proprio per questo, è probabile che possa eccitare.
Con la madre Lucia, Federico ha sempre avuto un dialogo molto aperto e si è sempre più confidato con lei piuttosto che con suo padre. Con lei, infatti, ha potuto parlare tranquillamente di sesso, delle cose più intime. La mamma aveva sempre dato discreti consigli di come agire per conquistare, sedurre e anche avere rapporti con le ragazze. Lucia è sempre stata una donna emancipata, dalla mentalità aperta e dalla solidarietà con suo figlio su come soddisfare le donne, senza falsi pudori, ingiustificate inibizioni, inutili tabù e infondati complessi o convinzioni diffuse e comuni.
La situazione si complicò quando entrambi esternarono una confidenza reciprocamente. In pratica Federico disse alla madre che si era invaghito della cugina Stefania, che è la nipote di Lucia. Lei, a sua volta, rivelò con naturalezza di voler stare con lui! La mamma è ancora una bella donna ma pur sempre sua madre, sicché Federico andò in confusione totale. Credeva di essere lui il porco ma la madre lo aveva superato… e di molto! Alla fine fecero una specie di torbido accordo: lei avrebbe convinto Stefania ma, a sua volta, anche il figlio avrebbe dovuto cedere.
Stefania non era certo una santa e, complice la parlantina ammaliante di sua zia, mamma di Federico, si convinse. Così il ragazzo avrebbe dovuto stare con entrambe. Una sensazione mista di raccapriccio e piacere pervase il cervello di Federico, finché decise di vivere l’emozione, pur di scopare la cugina, non preoccupandosi delle conseguenze.
Lasciò così che sua madre “se la lavorasse” prima un po’, dicendole qualcosa come: “Federico si sente solo, ti vuole tanto bene, prova qualcosa per te, nessuna ragazza gli piace tanto, vorrebbe poterti dare tanta gioia…”.
Stavano in cucina quando Federico arrivò. Sua madre disse di entrare. Salutata Stefania, la cugina non perse tempo e si mise a succhiare l’uccello inginocchiata. Contemporaneamente arrivò la lingua di sua madre in bocca. Il giovanotto la accolse, alimentando l’insana porcata. Poi sua madre si inginocchiò a sua volta e imboccò la cappella, lasciando che Stefy leccasse le palle. Il cazzo, deliziato a quel modo, stava quasi per scoppiare. Stefania aprì le cosce e Federico si fiondò subito a leccarle la figa bella depilata, mentre la zia e la nipotina si baciavano.
Si trattava di un triangolo erotico e sentimentale apparentemente impossibile. Federico amava Stefania mentre sua madre desiderava lui. L’unica che non se ne importava era proprio la cugina, rivelatasi una gran porca, amante solo del sesso senza implicazioni amorose. Il giovane provò molto gusto quando impalò sua madre a candela. Mentre sua mamma andava su e giù, Stefania, arrapata, stringeva forte le grandi tette della zia. Poi fu Stefania a montare sul cugino a cavalcioni mentre baciava sua zia. Successivamente Federico prese mamma Lucia da dietro, incitato dalla cuginetta troia che lo baciava.
Cambiarono posizione: Lucia si mise sul cazzo del figlio mentre Stefy adagiò la figa all’altezza della bocca del cugino. Andarono avanti così per un po’ finché vennero tutte e due. Anche il giovanotto era pronto a godere e sborrò scaricando in faccia alle “signore” un autentico torrente di sperma!
Un’eccitazione così Federico non l’aveva mai provata! Lucia, sempre sincera, confessò al figlio di non aver goduto mai così tanto in vita sua e Stefania, da grande maiala, affermò che una porcata del genere non l’aveva nemmeno immaginata e di aver avuto un orgasmo squassante, esprimendo il desiderio di ripetere l’esperienza, sia per aver scopato con il cugino, sia soprattutto per aver scoperto di essere una gran lesbica con quella troia più esperta di sua zia! Così tutti e tre si ritrovano spesso a scopare e lesbicare, per la gioia di tutti, godendo in tutti i modi!

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Racconti Erotici

Secondo incontro…. con la mamma della mia Ex

Dopo la prima volta con la mamma della mia ex, pensavo subito di ripetere la bellissima ed eccitante prestazione, ma lei si chiuse un po in se stessa per i sensi di colpa nei confronti di suo marito e soprattutto della figlia, io al contrario ero più eccitato e più coinvolto di lei anche perché detto sinceramente con la figlia certe maialate non le avevamo mai fatte…
Una domenica mattina riuscii ad avere un momento solo con lei per parlare di “noi” era un po’ imbarazzata e non voleva essere toccata ma io non sentivo nulla di quello che diceva e mentre lei parlava gli toccavo il culo e il seno ovviamente senza reggiseno. Subito il mio cazzo si gonfiò e lei mi sgrido subito…
-“Ma è possibile che è già duro?”
-“Si!! Dai dammi un bacio!!”
-“No adesso no!! c’è gente in casa!”
E cosi concluse la nostra “chiacchierata”. Verso la una ci sediamo a tavola per pranzo e gli sguardi sono solo per lei, cercando di farla ridere e trovare un discorso per parlare solo io e lei.
Dopo qualche minuto si alza e va in bagno e io dopo qualche secondo gli sono alle spalle, fa un piccolo saltello di spavento ma non mi dice nulla, gli sposto i capelli e gli bacio il collo. Le mani sui fianchi, non mi dice nulla continuo alzando la gonna e palpargli il culo sodo, sento che è eccitata pure lei con il mio cazzo che gonfia i pantaloni e spingono sulle sue chiappe, che sfoggiamo delle mutande nere di pizzo favolose.
A quel punto li si gira e mi mette la lingua in bocca, io super eccitato gli abbasso le mutande e scopro la sua figa pelosa e bagnata come non mai. Inizio a masturbarla con due dita nella figa e uno nel culo, in un secondo è persa in un piacere e fa dei leggeri versi di piacere, ho le mani bagnate, è talmente eccitata che il culo è dilatato e riesco ad infilarci due dita. Mi slaccia i pantaloni e mi tira fuori il cazzo duro, inizia a farmi una sega, mi leva le dita dalla figa e passa la cappella sul clitoride intanto continuo a masturbargli il culo, non capisco più nulla, cerco di infilare il cazzo dento la sua figa bagnata, mi ferma un rumore era la porta del corridoio che si apriva il marito stava venendo a vedere cosa stava succedendo, in un secondo esco dal bagno e faccio finta di aspettare, arriva lui e mi dice dove si trova la moglie e gli invento una balla che non si sente tanto bene ed è chiusa in bagno. Lui curioso bussa e lei con voce incazzata (gli ha dato fastidio interrompere) Mi fa male la pancia non sto bene! lui rassicurato mi fa vedere il secondo bagno, faccio finta di utilizzarlo ma resto li ad aspettare lei.
Dopo circa due minuti decido di ritornare da lei… busso, mi fa entrare e mi dice che si è masturbata perché era eccitata e voleva godere.
Poi non disse più una parola, ritornammo a tavola come se nulla fosse. Nel pomeriggio mi misi a vedere un film con la mia ex in camera, come ho detto prima non era una tanto di sesso però in quel momento mi voleva, io eccitato non tanto per lei ma per l’approccio avuto due ore prima con sua mamma, e allora iniziai a trombarla. Non fu una trombata come con la madre pochi pompini, il culo non si può toccare, non facciamo casino perché ci sentono ecc ecc, mi addormentai tutto il pomeriggio, alla sera prima di andare via trovai un suo biglietto con scritto che tra due settimane andiamo a male cerca di esserci.
Dopo qualche giorno la mia ex mi disse andiamo al mare con mia mamma? è li sola per una settimana! ti va? Io non mi feci ripetere due volte l’invito e accettai subito.
Arrivò il giorno della partenza io ero eccitato e voglioso, arrivai li dopo un viaggio di tre ore sotto il sole ero stanco ma appena arrivai in casa lei era in costume con attorno alla vita un pareo azzurro che faceva vedere il costume rosa, subito tutto il mio sangue si diede appuntamento nel mio cazzo che divento duro in un secondo. Mi abbracciò forte e mi disse che nei prossimi giorni ci potevamo divertire.
Il pomeriggio la mia ex andò in spiaggia mentre io facevo finta di dormire, appena sentii la macchina andare via dal viale mi alzai dal letto per cercarla, era sdraiata sul divano senza reggiseno. Ti stavo aspettando mi disse siediti vicino a me. No mi faci ripetere due volte.
Senza dire nulla inizia a toccare quelle fantastiche tette i capezzoli erano duri e la voglia tanta, si tolse subito il costume e rividi la sua figa pelosa, mi tuffai dentro con la lingua le dita, leccavo tutto… non capivo più nulla di s**tto mi alzo e la prendo per le caviglie e si apre tutto inizio a leccargli il culo e la figa, salgo e mi sul clitoride e poi inizio ad infilare la lingua nel culo e due dita nella figa inizia a godere il mio cazzo è duro.
Mi ferma perché vuole che gli lecco il culo a pecorina, ma prima ha una sorpresa, torna con due vibratori e mi dice che vuole avere bocca e culo e figa impegnati, sono senza parole ed eccitato non mi rendo neppure conto di dove sono.
Si mette a pecorina e inizia a succhiare il vibratore, e mi ordina di continuare a leccargli il culo che gli piace, gli faccio succhiare il secondo fallo abbastanza lungo e lo infilo tutto nella figa alza subito la testa e mi dice non fermarti scopami cosi. Mi alzo e prendo il mio cazzo gli passo un po di saliva e lo infilo nel culo, la vedo fuori controllo ripete di non smettere mentre gli apro il culo, lei con una mano tiene il vibratore in bocca e non smette di succhiarlo e con l’altra muove quello nella figa.
Sento che sto per venire, ma continuo e cerco di res****re. Allora cerco di cambiare posizione, tolgo il cazzo dal suo culo, aperto e bagnato la sollevo e gli dico di farmi un pompino. Si alza bagna il vibratore e lo infila nel culo e inizia a succhiarlo tutto fino alle palle lo lecca come se fosse un gelato, e mi dice che gli devo sborrare in bocca non si ferma più vedo il mio cazzo sparire nel sua bocca è assatanata, gli afferro la testa e seguo il ritmo.
Gli dico che ora voglio mettere il cazzo nella figa, si alza estrae il grosso cazzo di gomma e mi viene sopra sempre tenendo un fallo nel culo.
Iniziamo a prendere il ritmo giusto e da quanto è bagnata sento pure le palle umide! prendo in mano le tette ed inizio a leccare e mordere delicatamente i capezzoli. poi con una mano tolgo il fallo nel suo culo e gli infilo le dita, siamo sudati eccitati ma non ci fermiamo… mi fermo e mi sollevo la prendo in braccio e la porto in camera da letto, si sdraia su letto a pancia in giù e io sopra di lei con il cazzo appoggiato alle chiappe, gli lecco e bacio il collo, e gli passo la lingua sulla schiena fino ad arrivare alle chiappe appoggio le mani e apro il sedere, subito il cazzo mi diventa duro gli lecco per bene il culo e dopo un attimo mi dice di metterlo dentro, mi sollevo e scivola dentro senza spingere, lo sento stretto e bagnato sento che gli piace, la afferro per i capelli non con molta forza e ci do dentro, si sente solo lei che gode a voce alta e il letto che cigola, sento che sto per venire ma voleva la mia sborra in bocca, rallento un po e tiro fuori il cazzo il culo si chiude subito e io lo rinfilo, e lo tolgo ancora mi diverto e soprattutto godo nel vedere il su culo che si apre e chiude, mi urla che la faccio impazzire e che sente il culo aperto. La sollevo e la metto a novanta mi dice che gli brucia il buco del culo, di andare aventi nella figa, sempre più bagnata una due tre botte e sento che gode la mano sinistra sul clitoride, e la destra gli infilo un dito nel culo, non mi dice nulla so che gli piace quel misto di male e goduria.
Io sto per venire ma voglio far venire prima lei e io ci do dentro e in un minuto sento che ansima più forte e crolla sul letto, mi alzo da letto e lei sdraiata gli metto il cazzo il bocca, non lo succhia come prima è stanca, ma riesce sempre bene a succhiare il cazzo dopo qualche secondo vengo pure io una sborrata esagerata gli riempie la bocca, gioca con la sborra e la mia cappella e poi la manda giù tutta, stanco e stremato mi butto sul letto pure io. Stanchi ma soddisfatti andiamo a fare la doccia, io eccitato pensando alla prossima trombata con lei