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Racconti Erotici

il lento scivolare di una coppia verso la sottomis

chi mi volesse contattare può scrivere a [email protected]

L’indomani proseguì la parte finale dell’addestramento delle due donne madre e figlia, ma non per questo il trattamento che avrebbero dovuto subire sarebbe stato più clemente da parte di Marco.
Egli disse subito alle due donne che avrebbero dovuto scopare e fare l’amore insieme. La loro reazione nei suoi confronti fu quello di abbassare la testa ed obbedire ben sapendo quello che avrebbero subito se avessero osato ribellarsi, ma l’umiliazione e la vergogna nei loro volti era palpabile a occhio nudo.
Una volta spogliate e accomodate in un enorme letto matrimoniale, posto all’interno di un enorme salone, Marco disse alla madre di cominciare leccando i capezzoli e le tette della figlia. Mentre la donna faceva questo era chiaro il senso di vomito per quello che stava facendo. Per la figlia la situazione fu ben peggiore il suo corpo aveva delle reazione che contratavano con quelli che erano i suoi sentimenti e il suo sentire, infatti i capezzoli diventarono dritti dall’eccitazione e la passerina era diventata un lago. Marco si accorse subito della reazione della fighetta della ragazza e disse con tono beffardo:” guarda te troia ti facevi tanti problemi per tua figlia e guarda che troia hai generato gli piace scopare con sua madre”, la donna abbassò il capo, avrebbe voluto rispondere per le rime, ma sapeva benissimo di non poterlo fare a pena di pesantissime punizioni e umiliazioni.
Marco a questo punto ordinò alla madre di leccare la passerina e di farlo con impegno, perchè se non avesse dimostrato impegno sarebbe stata punita in modo molto severo. La donna allora si piegò sulle ginocchia e cominciò a sollecitare in modo violento il clitoride per cercare di far venire in fretta la figlia e mettere fine a questo supplizio. Marco si accorse subito però di questo tentativo da parte della donna e le dice che sarà sicuramente punita per questo tentativo di accorciare i tempi e le ordina di cominciare mettendo la lingua dentro alla fighetta della figlia. Scuotendo il capo cominciò a fare come le è stato ordinato, mettendo la lingua dentro alla passerina della figlia come fosse un piccolo cazzo, stimolando poi le labbra. La ragazza cominciò a urlare come una pazza per il godimento che stava provando e a questo punto Marco concesse alla donna di stimolare il clitoride della figlia che ebbe un orgasmo in pochissimo tempo.
Marco allora ordinò alla madre di prendere il posto della figlia che avrebbe dovuto far godere la madre. Questa sia per la giovane età, sia per il terrore o forse per tendenze lesbo che non aveva mai manifestato alla madre cominciò a leccare i capezzoli di questa come un assattanata, arrivando anche a morsicarle i capezzoli cosa che provocò una risatina da parte di Marco. La ragazza poi scese penetrando nella figa della madre come questa fosse un piccolo cazzo cosa che provocò in questa degli spasmoi incredibile che provocarono una produzione di umori in quantità industriali cosa che indussero la ragazza a leccare il clitoride, fino a morsicarlo cosa che fece avere alla donna un orgasmo molto intenso. Tutta questa scena fece dire a Marco ridacchiando:” la troia aveva la figlia lesbica e non lo sapeva” e la donna rendensoi conto che la cosa era probabilmente vera fu ancora più umiliata, perchè mai avrebbe pensato una cosa del genere e soprattutto di venirlo a sapere in un contesto così umiliante.
Per la donna la giornata però non era finita in quanto avrebbe dovuto essere punita per aver tentato di fare la furba col tentativo di accellerare la venuta della figlia leccandole subito in modo violento il clitoride. Marco le disse è la seconda volta in due giorni che tenti di fare la furbetta, ti prometto che da domani sarai la schiava perfetta che vuole il barone cioè il tuo proprietario insieme a tua figlia e che la punizione che subirai oggi te la ricorderai per tempo.
Marco pose subito degli anelli di quelli che si usano per fissare le tende e che stringono molto sui capezzoli della donna che cominciò a urlare come una pazza dal dolore che stava subendo. Il supplizio durò fino qualche minuto fino a che marco con frustino da equitazione diede due colpi secchi agli anelli che si sfilarono dai capezzoli della donna. Il dolore che aveva subito la schiava furono tremendi le sembrava quasi che si staccasero i capezzoli dal suo corpo e si mise a piangere implorando pietà affermando che non avrebbe più osato ribellarsi, ma a Marco ciò non fu sufficiente in quanto voleva dare il colpo definitivo all’orgoglio della donna. Marco fece bere tre litri d’acqua alla donna imponendole di non fare pipì per tre ore. La prova fu tremenda dopo circa un ora lo stimolo urinario cominciò a divenire sempre più impellento e trattenerlo le faceva venire dolori alla pancia sempre più forti. Marco per rendere ancora più difficile la punizione dopo circa un ora comincia a titillare il griletto per aumentare lo stimolo e rendere la resistenza ancora più complicata e la cosa produsse i suoi effetti, infatti la donna dopo mezzoretta si fece la pipì adosso, urinando sul pavimento.
La reazione di Marco fu furente chiedendo alla donna su come si fosse permessa di lordare col suo piscio quei marmi. Lei rispose con un goffo mi scusi padrone di non essere all’altezza di come lei voleva una misera cagna me. Marco rispose semplicemente rispondendo che non se la sarebbe cavata così facilmente pronunciando quelle parolee che prima di essere riconsegnata al suo padrone avrebbe subito punizioni per un giorno intero.

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Überraschung im Campingurlaub

Von mir selbst geschrieben…

Es ist schon einige Jahre her, als meine Frau Sabine und ich Campingurlaub in der Toskana machten. Wir hatten eine schöne Fahrt, das Wetter war auch gut als wir am späten Nachmittag auf dem Campingplatz ankamen. Wir bauten unser Zelt auf und danach beschloss ich erst einmal duschen zu gehen.

Ich schnappte das Duschgel und ein Handtuch und begab mich zu dem Duschgebäude. Es war vollständig aus Holz und was mir auffiel, es gab keine Trennung nach Geschlechtern, jeder konnte die Kabinen frei nutzen. Außer mir schien noch niemand im Gebäude zu sein. Die meisten waren wohl noch baden, unterwegs oder faulenzen. Ich schloss mich in eine der hinteren Kabinen ein und begann zu duschen.

Es dauerte nicht lange, als ich hörte, wie jemand in die Nachbarkabine kam und ebenfalls zu duschen begann. Davon neugierig geworden, wollte ich wissen, um wen es sich handelte. Da das Gebäude aus Holz war, hatten Vorgänger von mir bereits ganze Arbeit geleistet und schon einige strategisch wichtige Löcher gebohrt. Eines in Höhe des Oberkörpers, eines in Höhe der Hüften und eines, durch das man von ganz untern nach oben schauen konnte.

Was ich mir erhofft hatte, traf tatsächlich zu. Es war eine Frau mittleren Alters, mit schulterlangen dunklen Haaren, nicht zu schlank oder zu dick, mit recht großen, schon etwas leicht hängenden Brüsten, großen hervorstehenden Brustwarzen und einer Fotze, die um den Schlitz herum sauber rasiert war, darüber aber noch ein kleines Büschel dunkler Haare aufwies. Sie war gerade dabei sich einzuseifen.

Sofort stellte sich mein Schwanz auf und ich begann ihn kräftig zu wichsen, während ich weiter durch das Loch sah. Ich ging in die Hocke um durch die mittlere Öffnung einen direkten Blick auf ihre Fotze zu bekommen. Sie war gerade dabei ihr Loch mit einem Waschlappen zu reinigen und fuhr sich mehrmals durch die offene Spalte. Ich wurde dabei vor Geilheit halb verrückt und kurz darauf spritzte ich kräftig in das Duschwasser unter mir ab. So toll hatte ich mir den Urlaubsbeginn nicht vorgestellt.

Es dauerte nicht lange, bis sie fertig war, sich abtrocknete und ich dabei auch kurz einen Blick auf ihre hintere Öffnung erhaschen konnte. Danach verließ sie die Kabi-ne. Ich duschte mich jetzt auch fertig und verließ, um ein geiles Erlebnis reicher, das Duschgebäude. Ich war noch nicht weit in Richtung unseres Zelts gegangen, als ich von hinten plötzlich mit „Hallo“ angesprochen wurde. Ich drehte mich um und erkannte die Frau, die eben noch neben mir geduscht hatte.

Sie sagte ohne Umschweife: „Sie haben doch eben neben mir geduscht und mich dabei beobachtet, oder?“. Ich war so perplex, dass ich nur stottern konnte: „Äh, ja, a-ber ….“ Sie: “Wenn sie mich dabei beobachtet haben und mich nackt gesehen haben, dann ist es jetzt wohl auch mein gutes Recht sie ebenfalls nackt zu sehen und be-obachten zu dürfen.“ Ich stand nur sprachlos da. Aber das war noch nicht alles, sie setzte sofort nach. „Und da sie mich nun nackt kennen, mein Mann aber ihre Frau noch nicht, ist es doch wohl auch klar, dass er sie zum Ausgleich auch nackt sehen darf, oder?“

Ich wusste überhaupt nicht, was ich sagen sollte und das nutze sie aus, um mir nun im Befehlston die knappe Anweisung zu geben „Heute Abend kommt ihr beide um genau 21:00 Uhr in unseren Wohnwagen und zwar pünktlich. Wenn ihr nicht kommt, informiere ich die Platzleitung, dass ich von Dir in der Dusche sexuell belästigt wurde und Euer Urlaub ist zu Ende, bevor er richtig begonnen hat “. Sie beschrieb noch kurz den Weg zum Wohnwagen und ging wortlos weiter.

Da stand ich nun und wusste nicht, wie mir geschehen war. Ich ging zu unserem Zelt zurück und Sabine fragte mich, wo ich denn solange gewesen war.

Noch immer unter dem Eindruck des gerade Erlebten erzählte ich ihr stockend, dass ich in der Dusche durch ein Loch eine Frau beobachtet hatte und was mir eben auf dem Rückweg passiert war. Zuerst sagte Sabine „Die spinnt doch, die Alte. Da gehen wir nicht hin“. Doch je mehr wir darüber sprachen, mussten wir uns eingestehen, dass sie dann doch zum Platzwart gehen könnte und wir zumindest ziemlich Ärger bekommen würden, da anzunehmen war, dass man den Anschuldigungen der Frau glauben könnte.

Wir beschlossen also, zumindest mal hinzugehen, vielleicht konnte man ja in einem Gespräch alles klären. Bei mir war aber auch eine gewisse Erregung vorhanden, da die Frau so einen dominanten und zielgerichteten Ton hatte, der mich neugierig machte.

Kurz vor 21.00 Uhr machten wir uns auf den Weg. Der Wohnwagen war ganz am Ende des Campingplatzes, direkt an einem Pinienwald. In unmittelbarer Nähe waren keine anderen Camper. Ich klopfe kurz und hörte eine männliche Stimme „Herein“ rufen.

Sabine und ich traten in den Wohnwagen und die Tür wurde sofort hinter uns ver-schlossen. Ich registrierte noch, dass die Fenster mit dichten Gardinen geschlossen waren, als ich wieder die Stimme der Frau hinter mir hörte „So, da seit ihr ja und noch dazu pünktlich. Das ist sehr gut.“ Ich wollte gerade ansetzen etwas zu sagen, als ich von dem Mann sofort unterbrochen wurde: „Ihr wisst ja, warum ihr heute Abend hier seid“.

Zu Sabine gerichtet sagte er „Dein Mann hat meine Frau nackt in der Dusche beo-bachtet und wir wollen für uns jetzt nur das gleiche Recht in Anspruch nehmen. Stellt Euch mal nebeneinander aufrecht hin und legt Eure Hände dabei in den Nacken“. Meine Frau wollte protestieren, bekam aber sofort über den Mund gefahren „Ihr werdet jetzt alles tun, was wir von Euch verlangen, wenn ihr dies nicht macht, bekommt ihr ziemlich Ärger, weil wir Euch sonst wegen der Geschichte in der Dusche anzeigen“.

Meine Frau schaute verlegen und verärgert zu mir rüber, ich zuckte aber nur mit den Schultern und merkte gleichzeitig, wie mein Schwanz langsam hart wurde. Die Situation erregte mich. Noch nie war ich, geschweige denn meine Frau in einer derartigen Situation: Wir sollten wildfremden Leuten bedingungslos gehorchen. Schon wieder kam die Befehlsstimme, diesmal von der Frau „Zum letzen Mal: Nebeneinander hinstellen und die Hände in den Nacken“.

Leicht zögernd kamen wir nun dem Befehl nach. „Na also, geht doch“, hörte ich die Frau sagen. Beide gingen jetzt langsam um uns herum und betrachteten uns einge-hend. Dann sagte die Frau „Ihr zieht Euch jetzt beide komplett aus und stellt Euch dann wieder genauso hin. Du fängst an“ sagte sie zu Sabine, die wieder protestieren wollte. Eine Ohrfeige stoppte sie aber sofort. Wortlos begann sie sich auszuziehen. Zuerst die Sandalen, dann das Kleid, den BH und den Slip, sonst hatte sie sowieso nichts an. Vollkommen nackt stellte sie sich wieder neben mich und legte brav die Hände in den Nacken.

Sabine ist 35 Jahre alt, etwa 1,70 groß, hat dunkelblonde mittellange Haare, eine ganz passable Figur, recht große Brüste (die mittlerweile aber auch ein wenig hän-gen), einen kräftigen Hintern und eine dicht behaarte Fotze. Alles in allem sieht sie recht gut aus. Und so musste sie sich nun vor den fremden Leuten präsentieren.

Danach war ich dran. Ich zog mich auch ganz aus und konnte dabei meinen halbsteifen Schwanz nicht länger verbergen. „Schau mal an, der geile Bock ist ja schon spitz. Das scheint Dir auch noch zu gefallen, was. Stell dich sofort wieder hin“ sagte sie zu mir. „Ab jetzt werdet ihr uns nur noch mit „Herrin“ und „Meister“ ansprechen, ist das klar?“ Wir nickten nur kurz, so eingeschüchtert wie wir waren.

Da standen wir nun in dieser erniedrigenden Pose und wurden wieder genau begut-achtet und gemustert. „Die Beine weiter auseinander“ kam der nächste Befehl, den wir sofort befolgten. Als nächstes wurden wir intensiv abgegriffen und befingert. Die Herrin griff mir an die Eier, knetete sie durch und zog meinen Sack lang. Dann griff sie mit einer Hand um meinen harten Schwanz und zog plötzlich mit einem festen Ruck die Vorhaut bis zum Anschlag zurück, was höllisch weh tat. Sie fingerte an der Eichel herum, wichste mich leicht an und schlug mir dann mit der flachen Hand auf den Schwanz, sodass ich vor Schmerzen zusammenzuckte.

Sabine ging es nicht viel besser. Unser neuer Meister griff ihr zuerst an die Brüste, hob sie an und ließ sie wieder fallen, knetete sie durch, zwirbelte dann an ihren Brustwarzen und zog sie kräftig lang. Meine Frau stöhnte und hatte dabei einen schmerzverzerrten Gesichtsausdruck. Dann griff er mit der flachen Hand zwischen ihre Beine und rieb an ihrer behaarten Möse. Er drang mit zwei Fingern in ihr Loch ein und zu meinem Erstaunen hörte ich ihn sagen „Was spüre ich denn da, die Sau ist ja nass an der Fotze. Scheint doch nicht so unangenehm zu sein“. Ich schaute zu meiner Frau rüber, die etwas verlegen einen roten Kopf bekam. Dass sie die Situation offensichtlich auch erregte war für mich eine vollkommen neue Seite an ihr.

„Dann werden wir mit euch beiden Sklaven ja noch ganz schön Spaß haben“, hörte ich die Herrin jetzt sprechen. „Dass ihr für Euer ungezügeltes Verhalten bestraft wer-den müsst, ist Euch ja wohl hoffentlich klar. Wisst Ihr überhaupt, was echte Sklaven immer sind? – Glatt rasiert!“ gab sie sich selbst gleich die Antwort. „Und ihr habt noch ganz schön Haare da unten“. Dabei griff sie an die Fotze von Sabine und zog sie an den Schamhaaren, dass sie nur noch laut „Auuuh“ rufen konnte.

Der Meister pflichtete der Herrin bei und sagte „Deswegen werden wir Euch beiden als allererstes die Schamhaare entfernen. Leg Dich aufs Bett und mach die Beine breit“ sagte er zu meiner Frau, die dem Befehl zu meiner Überraschung sofort und ohne Zögern nachkam. Der Meister begann zunächst mit einer Schere ihr die gröbsten Haarbüschel rund um ihr Loch abzuschneiden. Die Herrin seifte dann die Fotze meiner Frau ein und begann sie glatt zu rasieren. Als sie damit fertig war, musste Sabine ihre Schamlippen in die Finger nehmen und ihr Loch weit auseinander ziehen, damit man alles genau betrachten konnte. Der Meister ging ganz nah ran an ihr Loch und begutachtete die nun kahle Öffnung. Er führte zwei Finger in sie ein und wichste sie leicht. Mit dem Daumen rieb er über ihren Kitzler. Sabine begann zu meinem Erstaunen leicht zu Stöhnen.

Als nächstes musste ich mich hinlegen und wurde von der Herrin kahl rasiert und dies nicht ohne dabei von ihr fest am Schwanz festgehalten und dabei immer leicht angewichst zu werden. Nachdem wir beide glatt rasiert waren, kam der nächste Befehl, zuerst wieder an Sabine. „Stell Dich mit dem Gesicht zu Wand, beug Dich weit nach vorn und zeig uns mal Dein Arschloch. Los, schön die Arschbacken weit auseinander ziehen und dann festhalten“. Meine Frau zögerte kurz, war sich aber der Nachdrücklichkeit unserer Peiniger bewusst und kam dem Befehl dann doch nach. Es war auch für mich total neu, sie in so einer Position zu sehen. Tief vorgebeugt, ihre beiden weit geöffneten Löcher schamlos präsentierend stand sie da und dies vor uns bis heute noch vollkommen unbekannten Leuten.

Der Meister setzte nach „Bist Du schon mal in den Arsch gefickt worden?“ „Nein“ ant-wortete meine Frau wahrheitsgemäß. Ich hatte sie zwar schon ein paar Mal dazu be-wegen wollen. Sie hatte es bisher aber immer abgelehnt. „Wir werden sehen, ob wir später vielleicht etwas dagegen unternehmen werden“ entgegnete der Meister.

Plötzlich zuckte ein Blitzlicht auf. Der Meister begann Fotos von meiner Frau aus allen Blickwinkeln zu erstellen. Er machte auch nicht vor Detailaufnahmen der weit geöffneten Löcher halt. Mir war total unwohl zu Mute.

Mittlerweile waren schon ca. 2 Stunden vergangen und die Herrin meinte, dass es für den Anfang reichen würde.

Zum Abschluss des ersten Tages wollten sie sich nur noch etwas Schönes gönnen. Sie würden gern mal zusehen, wie meine Frau mir einen Blasen würde. „Los knie Dich hin und fang an, Du Schlampe. Blas Deinem Alten den Schwanz und schluck die ganze Soße. Wehe es geht etwas daneben“. Das ganze Reden der beiden machte mich dabei schon scharf und mein Schwanz richtete sich wieder auf. Meine Frau wagte keine Widerrede und kniete sich vor mich hin. Langsam nahm sie meinen Schwanz in die Hand, zog die Vorhaut etwas zurück und begann mit der Zunge um die Eichel zu spielen. Wieder blitzte der Fotoapparat und jedes Detail wurde aufgenommen. Nun nahm meine Frau meinen Schwanz vollends in den Mund und begann daran zu saugen. Durch das heute Erlebte war ich ziemlich erregt, so dass sie sich nicht lange bemühen musste und ich ihr recht bald eine kräftige Ladung in den Mund spritze. Sie schluckte alles runter wie befohlen und leckte noch meinen Schwanz sauber.

„So, für den Anfang war das schon ganz gut. Wir haben aber noch einiges mit Euch vor. Morgen Abend seid ihr wieder pünktlich um 21.00 Uhr hier. Unterwäsche ist Euch ab jetzt nicht mehr erlaubt, damit ihr Euch jederzeit schnell nackt machen könnt. So und jetzt haut ab“. Die Tür wurde geöffnet, unsere Sachen flogen raus und wir machten auch, dass wir raus kamen. Wir zogen uns draußen schnell an, in der näheren Umgebung war aber zum Glück niemand zu sehen, und gingen dann zu unserem Zelt.

Zuerst waren wir beide sprachlos. Dann dachten wir daran am nächsten Morgen ein-fach abzureisen, aber irgendwie hatte uns der Abend doch gefallen, auch wenn das Erlebte für uns beide vollkommen neu war und wir uns unsere devote Ader gegenseitig bisher nie eingestanden hatten. Auch Sabine hätte ich bis heute nie zugetraut, dass sie die Tatsache ohne Widerrede Befehle ausführen zu müssen und erniedrigt zu werden dermaßen erregen könnte.

Wir beschlossen am nächsten Abend wieder hinzugehen.

(Fortsetzung gibt`s noch nicht – falls gewünscht und wenn ich Zeit dazu habe, dann gern)

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Racconti Erotici

Mia moglie Laura di ritorna dalle ferie.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Sono ormai alcuni anni che con mia moglie Laura ci concediamo un po’ di simpatiche ed eccitanti divagazioni sul tema sesso, abbiamo sperimentato lo scambio di coppia, la frequentazione di Club Privé e anche qualche intrigante situazione pubblica tipo discoteca, spiagge nudiste, ma mai avevamo vissuto un’esperienza come quella che ci è capitata la scorsa estate. Avevamo trascorso alcuni giorni a girovagare allegramente fra Austria e Ungheria, avevamo visitato la splendida Vienna e l’affascinante e conturbante Budapest, poi un paio di giorni un po’ noiosi sulle spiagge del lago Balaton per dirigerci successivamente alla volta della Croazia. Percorsa un’autostrada di recentissima inaugurazione siamo giunti al punto di dogana con la Croazia, alla frontiera ci viene richiesta la carta verde di assicurazione internazionale da uno scorbutico militare croato, io e Laura ci siamo guardati negli occhi scoprendo che nessuno dei due aveva pensato di procurarsi il documento ormai necessario solo in caso di viaggio in paesi non comunitari. Abbiamo cercato di essere simpatici, di dimostrare la nostra buona fede, il militare non ci considerava neppure, ci fece capire che stava per multarci per oltre 1000 euro e minacciava anche il possibile sequestro della vettura, a quel punto la situazione era veramente delicata e non sapevamo che pesci prendere. Intanto il militare era stato raggiunto da due colleghi, fra loro se la ridevano sulla nostra situazione, non sapevamo che fare, ad un certo punto con un po’ di disgusto ho notato che il loro parlare incomprensibile era alternato a numerosi sguardi e sorrisetti alla volta di mia moglie e la cosa si faceva via via più insistente. Improvvisamente il capo si avvicina e in perfetto italiano mi chiede cosa avevamo deciso di fare, chiesi se potevo pagare con carta di credito per evitare il sequestro della vettura, come se niente fosse il militare mi propose senza mezzi termini di far divertire lui e i suoi amici con mia moglie e di chiudere lì la vicenda, la situazione creatasi mi apparve estremamente eccitante e vantaggiosa. Non risposi, mi girai verso Laura che mi guardava con uno sguardo interrogativo, era molto sexy, aveva i capelli biondi sciolti sulle spalle, una gonna estiva che lasciava in vista le sue gambe abbronzate e affusolate su dei sandali con tacco alto, una camicetta bianca allacciata in vita che avvolgeva il seno meraviglioso lasciato libero, Laura era molto attraente. Dissi al militare di aspettare un attimo, le spiegai senza giri di parole cosa mi aveva proposto e lei rimase a bocca aperta, non disse nulla sul momento poi mi guardò in un certo modo, fu sufficiente per capire che stavamo per vivere un’esperienza incredibile, risposi che si poteva fare e lui fece segno agli altri due di andare ai punti di controllo. Prese mia moglie per mano e fece cenno a me di seguirli, mi fece fermare all’angolo fra un container e la strada dicendomi di controllare che non arrivasse nessuno, loro si misero dietro a qualche metro da me, li guardavo come guardassi un film, era una situazione irreale. Laura era tesa come una corda di violino, lui con modi grezzi ci mise poco a sciogliere la situazione, l’appoggiò alla parete del container, le mise la lingua in bocca e le infilò una mano sotto la gonna, lo vedevo muoverla alla ricerca dello slip, capii benissimo quando le infilò le dita nella figa, lei mugolò portando la testa all’indietro. Lui si sbottonò i pantaloni e ne tirò fuori un cazzo ancora non duro, le prese la testa staccandosi da lei e gliela portò all’altezza dell’uccello, Laura si inginocchiò, cominciò a succhiarlo e leccarlo con avidità, ci mise poco a svuotarle in bocca una sborrata colossale che la imbrattò anche nei capelli. Laura rimase lì a carponi, lui si mise a posto il cazzo e chiamò un collega, passandomi a fianco mi sorrise e mi diede una pacca sulle spalle, il secondo arrivò scambiando una risata col primo, si avvicinò a Laura e le slacciò la camicetta, le palpò le tette morbide e abbondanti, poi la girò e la spinse contro il container. La sistemò allargandole le gambe, si tirò fuori un cazzo duro e grosso, lo spinse all’altezza del culo cercando la figa e glielo ficcò dentro con un sol colpo, lei quasi nitrì per il piacere e lui cominciò a darle colpi violenti mentre parlava dicendo cose incomprensibili, quando si girò verso di me ebbe cura di parlare in italiano per dirmi.
“Sapessi com’è bagnata questa troia! Fatti una sega mentre la scopo, coglione!”
Mi andò il sangue alla testa, cominciai a masturbarmi, andò avanti per un quarto d’ora sempre nello stesso modo e con la stessa violenta cadenza di colpi, Laura godette, urlò il suo piacere come una cagna e quando lui la girò per sborrarle addosso lei si mise carponi e si fece piovere lo sperma sul viso e sulle tette leccando poi l’uccello dell’uomo. Lui si ricompose ridendosela e dicendomi che una troia così poteva essere solo italiana, le diede una sculacciata e poi andò a chiamare il terzo, era un ragazzino di vent’anni, arrivò vicino a Laura eccitatissimo e spavaldo. Lei era appoggiata alla parete, lo slip era scivolato attorno a una caviglia, la gonna fermata con un giro alla cintura, le tette fradicie e scoperte alla vista del ragazzo, era splendida e affascinante allo stesso tempo, aspettava soltanto di essere presa ancora una volta. Il ragazzo faceva il duro ma si capiva bene che non stava nella pelle, era impacciato, riuscì a tirare fuori il cazzo in tempo per sborrarle come un fiume ancora una volta in bocca e sul seno, neanche fece in tempo a penetrarla, si asciugò il cazzo con i capelli di lei con fare umiliante, mi guardò strafottente e se ne andò. Ora eravamo soli io e Laura, avevo il cazzo duro in mano e la voglia di svuotarglielo addosso, lei cercò di riassettarsi alla meno peggio, mi avvicinai, incrociammo lo sguardo ma mi sentii mettere una mano sulle spalle, mi girai ed era il primo militare che mi guardava sferzante, mi scostò, si avvicinò a mia moglie mentre lei lo guardava un pò stranita, la fece accovacciare per infilarle di nuovo l’uccello mezzo moscio in bocca, poi lui mi guardò e mi disse.
“Mi ero dimenticato del culo.”
Laura succhiava di fianco a me un cazzo che si gonfiava sempre di più, era avida e aveva sentito quello che lui mi aveva detto, quando fu duro fu lei stessa che si girò, guardò verso l’uomo e gli prese l’uccello in mano, lo diresse verso il buco del culo e lo posizionò, poi guardandolo come una mignotta lo pregò di fotterla, con un sol colpo la impalò, lei cacciò un grido di dolore misto a piacere. Prese a incularla con una violenza inaudita mentre io mi masturbavo a meno di un metro da loro, il militare mi guardò con un ghigno beffardo, la fronte era madida di sudore, le tirava i capelli per far aumentare l’inclinatura, non finiva più di incularla, Laura ora ne traeva solo piacere e cominciò a godere furiosamente scuotendosi sulle gambe e gridando in continuazione.
“Siiiii ancora non smettere.”
Lui le sborrò nel culo con dei colpi tremendi, lei tremava come una foglia, rimase in quella posizione per alcuni minuti, era stremata, sfiancata, con le gambe larghe, mentre lui se ne andava come se nulla fosse sudato come un maiale mi disse.
“Gran troia, potete andare.”
Laura era ancora girata a pecora, non parlava, il suo volto raccontava il piacere dell’esperienza vissuta, io non seppi trattenermi e le sborrai sulla schiena, risaliti alla meno peggio in macchina rimanemmo in silenzio per alcuni chilometri, ci fermammo a una fontanella a ripulirci un poco, per giorni ogni volta che abbiamo scopato le ho raccontato quello che le avevo visto fare godendo in continuazione di quell’esperienza.

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Voyeur

Ein Spiel Zwischen Frauen 2

Dies ist eine Fortsetzung, bitte liest euch erst “Ein Spiel zwischen Frauen 1” durch !

Ein paar Tage später…

Ich kam grade aus dem Fitnesstudio nach Hause, schloss die Tür auf nd rief meine Mutter. Doch meine Mutter war nicht da. Also beschloss ich erstmal jetzt zu duschen und es mir gut gehen zu lassen. Ich packte meine Sporttasche in mein Zimmer und zog mich und ging ins Badezimmer um die Dusche schonmal anzustellen.
“Wo ist den das Vanilleduschshampoo ?” dacht ich nur.
Ich schaute im Schrank nach, flup da ist es ja !
Ich genoss das warme Wasser auf meiner nackten Haut und schaümt mich mit dem Shampoo ein: erst die Titten, den Bauch, meine Beine, meinen Po und meine Vagina.
Ich fühlte sofort den feuchtwarmen Schaum an mein Schamlippen. Vorsichtig nahm ich einen Finger und umkreiste damit mein Loch. ” Ohh, wie schön das ist. ” dachte ich nur. Langsam öffneten sich die Lippen und ich konnte ganz einfach mit einem Finger hinein. Ich spielte ein wenig mit mir selbst. Mit der anderen Hand nahm ich den Duschkopf aus der Halterung und stellte ihn auf “Massage” und hielt den Kopf an meine Brüste. Das warme Wasser fühlte sich super an meinen Nippeln an und diese wurden sofort hart. In der Zwischenzeit konnte ich nun schon drei Finger immer wieder in meinem Loch versenken und zu Vorschein bringen. Jedesmal wenn ich meine Finger in mir hatte wurde ich geiler, ich nahm den Duschkopf von meinen Brüsten weg und zog ihn hinunter zu meiner mit Fingern ausgestopften Möse.
Der Massagestrahl pulsierte an meinen Schamlippen und so allmählich lief jetzt auch schon der erste Mösensaft aus. Im Stehen konnte ich diese Prozedur nicht mehr aushalten und saß mich mit der dem Duschkopf hin. Meine Beine in gespreitzter Stellung, und der Strahl direkt an meiner auslaufenden Pussy. Das erste Stöhnen kam aus mir raus und meine Finger wurden immer schneller. Ich schaltete die Brause ab, sodass ich nun beide Hände frei hatte. Mit der linken Hand spreitzte ich meine Schamlippen umd mit den Fingern der rechten Hand fingerte ich mich selbst wie wild. Mein Herzschlagquote erhöhte sich drastisch, mein Atmen wurde schneller genauso meine Handbewegungen! Mir lief jetzt durchgehend mein eigener Saft aus meiner Muschi den ich mit Genuss, mit meinen Fingern,aufsammelte. Meine Hand wanderte zu meinem Mund, wo ich schon gierig nach dem Saft wartete. “Lecker” sprach ich mit mir selbst. Nun war es soweit, mein Orgasmus kam immer näher und näher. Mein Körper verkrampfte ruckartig und ich schrie: “ohhhhh, jaaaa”!
Zeitgleich rutsche ich an der feuchten Fliesenwand weg, wo ich mich mit meinem Rücken anlehnte.
Ich spritzte wieder los, wie bei der Aktion mit Carthrin, doch diesmal war es nun ein gebündelter Strahl der durch mein Wegrutschen nach oben schoss !
Mein geiler Strahl spritzte gegen die andere Wand und die Tropfen prallten zurück, direkt in mein Gesicht und auf mein Körper. Langsam und erschöpft zog ich meine Finger aus mir hinaus und lag einfach nur müde in der Dusche. Nach ein paar Minuten Erholung schaltete ich Dusche wieder ein wusch mein Körper. Besonders gründlich natürlich mein klebrige Vagina und mein Gesicht.
Als ich fertig war zog ich mich an und setzte mich ins Wohnzimmer, wo ich beschloss erstmal gemütlich den Fernseher anzuschalten. Ich schaute und schaute schaltete ab und zu mal um, bis es aufeinmal klingelte!
Nicht die Haustürklingel, Nicht mein Handy oder das Haus telefon, Nein es war ein anderer Ton. Ich stand auf und folgte dem Ton Ich ging aus dem Wohnzimmer hinaus in die Küche. Aus eine Hängeschrank, wo eigentlich nur die Kochbücher und Rezepte meiner Mutter ligen, kam der Ton. Ich machte voller Spannung die Schranktür auf und da sah ich es: ein Handy, das klingelte. Ich nahm es in die und nahm den Anruf an: ” Hallo, wer ist denn da?” meldete ich mich. Piep, piep,piep, aufgelegt. “Mhhh, wer war das und warum hatte er oder sie aufgelegt. Ich ging mit dem Handy in der Hand wieder ins Wohnzimmer zurück, wo ich mich auf Sofa hinsaß. ” Hmm, das Handy kenn ich garnicht, das Handy von Mama ist ein ganz anderes”, fiehl mir auf. Ich durchstöberte ein bisschen das Handy und nach paar Minuten fand ich auch wonach ich gesucht habe: nach den Besitzerinfos. Das Handy war von meiner Mutter, wohl ihr Zweithandy von dem ich nichts wusste. Ich klickte auf ” Kontakte” und sah nur Frauennamen: Franziska H., Helga A., Betinna V., usw. !
Ich ging alle Namen durch bis ich den Namen meiner Mutter fand. Das war so ein Tick von ihr, dass sie ihre eigene Nummer in ihre Kontaktleiste speicherte. Ich klickte auf ihren Namen un sah ihre Nummer, sie kam mir bekannt vor !
Ich holte mein Handy aus meinem Zimmer um ihre Nummer mit meinen Konntakten zu vergleichen. Kein Treffer, Aber ich hatte ja noch ein paar Nummer die ich nicht kannte, die aber von meinem Handy automatisch gespeichert wurden. Ich schaute alle Nummern durch bis ich zur SMS kam die mir mein geiles Abenteuer mit Cathrina brachte. Die Nummer stimmte überein ! “Sollte das heissen, das meine eigene Mutter mir einen Lesbenporno via SMS geschickt hatte? “, waren meine Gedanken. ” Warum ? Wollte meine Mutter mich zu Lesbe machen? ” überlegte ich.
Ich beschloss das Handy bei mir zubehalten und meine Mutter darauf anzusprechen, aus Wut und Neugier und weil mich das irgendwie auch geil machte!
Abends dann kam meine Mutter wieder. ” Nancy, hi ich wieder da !” schrie sie als Begrüßung. “Hi, ich bin im Wohnzimmer !” schrie ich zurück. Meine Mutter kam vollgepackt mit drei Tütten ins Zimmer hinein, “Na du,wie war dein Tag? fragte sie mich. ” Ja ganz okay, was hast du denn da alles mitgebracht ?”
” Ach ein paar Sachen aus der Innenstadt, ich war noch nach der Arbeit ein bisschen shoppen. “
“Hast du auch was für mich dabei ?”
“Ja, klar hier schau selbst die rosa Tüte ist für dich !”
Ich nahm die Tüte und schaut hinein: ein schwarzes Oberteil aus Seide oder sowas ähnlichem und zwei BH’s in schwarz und weis. “Danke, Mama!” Ich bemerkte wie sie noch eine kleine schwarze Tüte in der Hand, versteckt zwischen den beiden anderen grossen Tüten, hielt. Sie ging in ihr schlafzimmer und packte die Sachen weg und zog sich um.
Ich fragte sie wann wir essen würden. ” so in einer halben Stunde!” sagte sie. “Ja ok. ” gab ich zurück.
Ich ging in mein Zimmer und zog meine neuen Sachen an.
Die BH’s sassen spitze, sie brachten meine Titten noch größer zum vorschein. Nach einer halben Stunde ca. rief meine Mutter dann zum essen. Wir aßen zusammen und quatschten über dies und das, bis ich nach ein paar Minuten das Handy rausholte und ihr zeigte.
“Na, kennst du das?” fragte ich sie mit frecher Stimme.
“Wo hast du das her? Gib das sofort wieder her!” sagte sie mich. Ich erzählte ihr die ganze Geschichte: dass ich wüsste dass das ihr Handy ist, dass die SMS von ihr kam usw. …

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Le sorprese di Giuliana

Una sera di maggio, mentre stavo al lavoro, dietro al mio pc, mi venne la voglia di non tornare subito a casa. Formato il numero di cellulare dell’amico fidato, gli proposi l’uscita non pianificata. Purtroppo lui era impegnato con la famiglia. Tentai allora telefonando ad un altro compagno di bivaccherie, e anche lui era impossibilitato.
Ormai mi dissi, c’e’ da fare i conti con le mogli, e non è più il tempo di organizzare seratucce, all’ultimo momento. Rimanendo sempre dell’opinione di non rientrare a casa, telefonai a mia moglie, abituata a queste improvvisate, gli dissi con voce da marpione: “stasera non rientro, esco con i soliti per una scorpacciata improvvisa”, con tono vagamente imbronciato mi chiese a che ora fossi tornato, “alla solita verso l’una o le due” risposi io pacatamente, come un bambino che vuole in qualche modo addolcire la pillola. “non ti aspetto sveglia…” aggiunse lei. Molte volte tornando da queste scorribande mangerecce, la ritrovavo sdraiata sul letto con abitini succinti e senza slip, quasi a farmi sentire in colpa. Ma io prontamente l’ho sempre sfiorata nel suo dormiveglia e alla fine, cedeva sotto i colpi dell’insistenza.
Quella sera, decisi di passarla da solo, in giro per qualche via di Roma, tanto per ritagliare un pò di tempo per me, c’erano ogni tipo di persone in giro, sicuramente sarà così sempre, ma non mi capita tanto spesso andare in giro senza meta e quindi accoglievo tutto come un nuovo evento. Entrai in una pizzeria da asporto, mi presi una pizza e mangiai nel parco di p.zzle Re di Roma.
Non essendo abituato a queste uscite solitarie, mi stancai facilmente, e dissi, “è inutile star qui, ora me ne torno a casa…”. Guardai l’orologio, erano appena le 23:00, quando ti annoi il tempo non passa mai… Presi l’auto e mi diressi verso casa, pregustando già la sorpresa, che facevo a mia moglie, e quasi quasi, mi stavo progettando una seratina erotica con relativa seduta di soft bondage.
Avete capito bene, soft bondage, infatti era già da un pò di tempo che avevo incominciato a bendare e o a legargli braccia e gambe, tanto per dare un po’ di fantasia ai nostri rapporti, sempre e comunque intriganti e divertenti. E lei ci stava, e si che ci stava, le era comodo immaginarsi legata e incappucciata, alla mercè di qualcuno o qualcosa, che la poteva prendere chissà da dove e come. Pensate che una volta mi ha chiesto di mettergli dei tappi alle orecchie. Premetto che una fantasia che la faceva eccitare tremendamente era quella di fare l’amore con più uomini, con la speranza di essere guardata da me, essere quindi al centro delle attenzioni; Un animo esibizionista, non c’è dubbio… E comunque anche io ero d’accordo su questa fantasia.
Questo pensiero, trovava fertile il campo mentre eravamo nel pieno dell’amplesso, ma finito il tutto, puff tutto svaniva, così come era venuto. Infatti più di una volta a freddo abbiamo pensato di organizzare qualche seratella con un singolo, ma i soliti problemi di luogo, di conoscenza della persona, e del fatto di non conoscere il tipo di comportamento che avremmo tenuto, abbiamo sempre mandato all’aria tutto. Rimanendoci sia io che lei però con un non so che di amara insoddisfazione. Il nostro sito messo su internet, ha comunque raccolto una miriade di singoli, e avevamo solo l’imbarazzo della scelta. Quasi non accorgendomi, mi ritrovo a girare per la traversa di casa.
Per pigrizia, non parcheggio l’auto in garage, tanto sotto casa c’era posto. Salgo la rampa delle scale, immaginandomela già come poteva essere vestita infilo le chiavi nella porta e l’apro dolcemente, senza quasi far rumore. La televisione era accesa su una trasmissione spazzatura di seconda serata, la luce della cucina accesa e di lei nessuna traccia. Dentro di me ho pensato, sono appena le 23:30 e già sta sul letto. Richiudo la porta dietro di me, questa volta con attenzione per non svegliarla. Mi tolgo la giacca, la poggio sulla sedia, le scarpe e salgo sulla rampa di scale che divide la zona giorno dalla zona notte. Appena giro l’angolo delle scale, intravedo dalla porta semi socchiusa, mia moglie adagiata al centro del letto con le mani legate alla spalliera in ferro battuto e la mascherina di pelle sul viso, acquistata qualche tempo fa in un sexy shop. Eccitato al massimo, ho pensato, “stavolta è rimasta proprio male che non sono venuto a casa…”.

Nemmeno finisco il pensiero vedo un tizio che inizia a leccargli la passera con veemenza. La prima reazione è stata quella di scendere giù in cucina prendere qualche arma da taglio e fare una strage. Il cuore mi batteva così forte da farmi avere un capogiro, ma incredibilmente la mia mazza aveva raggiunto dimensioni mai viste, tanto da comprimere le palle sul cavallo dei pantaloni, fino a sentire un triste dolore. Senza prendere avventate iniziative, mi sono soffermato non so quanto a pensare sul da farsi e nel contempo incominciavo a sentire i mugolii di mia moglie. Di mia moglie a fica aperta davanti ad un altro. Alzava il bacino per sistemarsi meglio la lingua ingorda dello stronzo, che la pressava ritmi regolari sia sul culo, sia sulla fica. Sembrava stesse leccando un gelato. Io paralizzato stavo li a vedere come un guardone, non sapevo che fare, ma vedere mia moglie così era un misto di eccitazione, paura, odio, e meraviglia. Un gemito ruppe la mia riflessione, era un gemito che chiedeva di sfiorargli tutto il corpo, di stringere lievemente i capezzoli, di penetrarla dappertutto. Voleva tutto ciò contemporaneamente. Quasi come un automa, sono entrato indicando con il dito di fare silenzio al partner, che vedendomi, era sobbalzato, per fortuna senza farsi scoprire dalla mia lei. Lo invitai con un gesto a continuare mantenendo il silenzio. Lui molto meravigliato, titubava sulla mia insistenza, evidentemente non si aspettava il mio ritorno e soprattutto questa reazione da parte mia. Gli presi la mano e la portai sul clitoride di lei, nel frattempo mi allontanai e mi sfilai i pantaloni. Il tipo mi guardava sempre più esterrefatto, mi avvicinai a lei e incomincia a sfiorarla dolcemente con una mano sola, in modo da non fargli capire che eravamo in due. Il tipo ormai convintosi sempre in ginocchio sul letto di fronte ai buchi di mia moglie leccava e sfiorava il clitoride con il suo medio ad intervalli brevissimi ma delicatamente.
Fu in quel momento che mia moglie disse “potesse vedermi mio marito…”. In men che non si dica, presi il mio uccello e appoggiandomi sul letto glielo misi in bocca. Rimase quasi ferma, quasi gelata. Non si spiegava come una bocca leccasse i suoi buchi, una mano titillava il clitoride, un cazzo in bocca e una mano sui capezzoli. Secondo me stava immaginando la posizione dell’altro e come potesse fare tutte queste cose contemporaneamente. Infatti serrò la testa del tipo in mezzo alle sue gambe, diede una strattonata alla corda che legava le sue mani per togliersi la mascherina di pelle che le copriva il viso, ma non ci riuscì. Le tolsi io il dubbio accarezzandogli i capelli le dissi “sono qui tesoro, non ti voglio rovinare questo momento, ma non lo rovinare nemmeno a noi, ora datti da fare, più sarai brava e meno mi incazzo…”. Sembrava volersi scusare ma sarebbe stato molto, molto stupido da parte sua, quindi fece finta di niente, almeno così sembrò!!! Incominciò a spompinarmi come non aveva fatto mai e ogni tanto sfilandoselo dalla gola mi chiedeva se la stavo guardando, alle mie ansimanti risposte affermative, lei aumentava il ritmo. Il tipo destreggiandosi abilmente con il nostro vibratore sul culo di mia moglie leccava, nel contempo, con un’insistenza ragguardevole. Lei sotto i colpi della sua lingua e soprattutto del vibratore che entrava ed usciva velocissimo, di pochissimi millimetri dal suo culo, si toglieva il mio membro dalla bocca per ansimare, per godere. Aveva le gambe tese, i piedi con le dita ripiegate, quasi a far scoppiare tutta la sua muscolatura, per non parlare dei capezzoli, duri come chiodi, ondeggiava il bacino per assestare a suo piacimento vibratore e lingua. Si tolse il mio cazzo dalla bocca e disse sottovoce: “ora guardami meglio…”, poi seguì a voce più alta: “.
Luca sfondami la passera come non hai mai fatto a nessuno e lascia il vibro ben infilato tra le chiappe”. Sicuramente è stato il giorno degli avvenimenti… Non l’avevo mai vista così porca, così vogliosa, cosi particolare. Il tipo incomincia a stantuffare sudando a ritmo di tre botte veloci e una lenta, mentre mia moglie sempre con il mio cazzo in bocca mi fa cenno di liberargli una mano.
Eseguo prontamente, chiedendomi cosa volesse fare. La risposta la ebbi immediatamente, incominciò a strofinarsi il clitoride come avesse una levigatrice orbitale, ad una velocità tale che il clitoride era diventato rossissimo, infuocato, ed a quella visione, gli inondai il viso di sperma. Il tipo dalla resistenza formidabile, a forza di speronate nella fica gli aveva fatto uscire il vibro dal culo, ed io in pausa fisiologica mi recai infondo al letto per rimetterlo al suo posto, piegandomi sotto le chiappe di lui, e la scena che mi si prospettò davanti fu un cazzo che stantuffava mia moglie, una fica aperta all’inverosimile, una mano che strusciava il clitoride e un buco del culo che pulsava sotto le sferzate.
Gli introdussi il vibro nel culo e subito dopo quella visione il mio pene si rialzo con una velocità di recupero mai vista. Mi venne un’idea, andai nello studio, presi la macchina fotografica digitale e la telecamera (cazzo la cassetta era finita), e s**ttai un po di foto. Il tipo ormai sfiancato si alzo in ginocchio sul letto e poi si mise seduto, mentre mia moglie sussurrava: “ancora..ancora… ancora un pochino…”.
Ormai al pieno delle mie capacità, la slegai, lasciandola bendata, mi sono steso sul letto, l’ho fatta accomodare sopra il mio membro, e coricatasi sul mio petto iniziò un letto ma inesorabile smorzacandela. Il tipo, a dirla tutta, era un poco in difficoltà, o almeno sembrava, tant’evvero che se lo fece rimettere su da un pompino lampo della mia lei, felicemente imperniata sul mio membro. Lampo perché appena lo sentì della giusta consistenza, indicò il suo buco del culo.
Pensate che una volta mi toccava mettermi in ginocchio per avere il culo di mia moglie, ora lei lo offriva volontariamente. Stentammo non poco per sincronizzarci ma quanto ciò avvenne, incominciammo a divertirci. La scena era questa: il tipo concentrato sul culo, io a vedere il mio cazzo che veniva risucchiato dalla sua vagina, la bocca di mia moglie semi aperta quasi in esclamazione che mugulava con un lamento di gola che non scorderò mai. Terminando il tutto con delle venute trabboccanti, sentimmo ancora mia moglie dire “ancora…ancora…ancora un pochino”.

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Anal

Die Patientin und Ich

Um es vorneweg zu nehmen – die Story ist auch Männlicher Sicht geschrieben! 🙂

Ich: “Mensch was für ein Tag..” denke ich mir.. “heute habe ich auch echt kein Glück mit den weiblichen Patientinnen gehabt..” schaue in meinen Terminplan
und sehe das ich heute noch eine weibliche Patientin habe.. Frau Thomas.. “Dann wollen wir sie mal in mein Behandlungszimmer rufen lassen” denk ich mir..
und geb den “Auftrag” an meine Arzthelferin weiter mit dem vermerk “Frau Thomas soll sich doch schon mal obenrum frei machen damit ich sie gleich richtig
abhören kann”.. klar war das bei mir meist nur ein Vorwand, aber da ich Frau Thomas noch aus vorherigen Behandlungen gut in meinen Gedanken behalten habe..
wollte ich ihre wahnsinns Brüste auch mal wieder in ihrer sexy Unterwäsche sehen.. und muss bei dem Gedanken daran frech grinsen.. ich warte einen Moment
bis ich mir sicher bin das im Behandlungszimmer alles bereit ist.. öffne die Tür zum Behandlungszimmer und begrüße sie “Schönen Guten Tag Frau Thomas freut
mich sie zu sehen, wie geht es ihnen heute? *fg*

Sie: “Hallo Herr Doktor. Ich würde ja sagen schlechten Menschen gehts immer gut, aber ich hab so ein schreckliches Kratzen im Hals” krächze ich & erröte.
Dieser wahnsinns Arzt, denke ich. Hoffentlich sieht er mir nicht an, wie anziehend ich ihn finde. Total peinlich. Jetzt sitz ich hier so entblößt & ihm
vollkommen ausgeliefert. *fg*

Ich: “Gegen Halsschmerzen und kratzen habe ich genau das richtige” schießt es mir sofort in den Kopf und muss grinsen. “Wie ich sehe haben sie sich schon
frei gemacht wie es ihnen meine Helferin befohlen hat” Das Wort “befohlen” extra etwas betohne und etwas lachen tu. “Dann wollen wir mal ihre Brust abhören
– das kann jetzt etwas kalt werden, aber das kennen sie ja sicher schon” sie angrins “Bitte schön Ein- und Ausatmen” sie dann beginn abzuhören und mit
meinem Blick ihre Titten anschaue. *fg*

Sie: “J…Ja” stottere ich aufgeregt. Oh man, jetzt fässt er mich gleich wieder an ohne auch nur annähernd zu wissen wie sehr mich das antörnt. Das Gefühl
seiner Hände auf meiner nackten Haut, lassen meine Nippel steif werden & ich spüre die Feuchtigkeit zwischen meinen Beinen & werde noch röter. Ich atme
tief ein & dann wieder aus. “Ist es…okay so, Herr Doktor?”

Ich: “Sie machen das wirklich hervorragend Frau Thomas” und dabei auf die Auf- und Abbewegungen ihrer prallen Titten achte.. wobei mir auch immer mehr ihre
Nippel auffallen.. sofort schießt es mir wieder in den Kopf.. “was würde ich nur dafür tun um an diesen geilen Titten zu saugen.. oder sie einfach nur
massieren..” ich spüre schon wie es langsam immer enger wird unter meiner Hose.. beim abhören natürlich auch immer wieder die Haut ihrer wunderschönen
Brüste berühr.. “Das klingt wirklich nicht so gut Frau Thomas.. ich werd jetzt nochmal in ihren Hals schauen, also machen sie ihren Mund ganz weit auf
bitte” *fg*

Sie: Leicht lächle & brav weiter atme. Mit einem Seitenblick erkenne ich die Beule in ihrer Hose & muss grinsen. Auf ihren Befehl hin dann meinen Mund weit
öffne *fg*

Ich: “Wie gut mein harter Schwanz da reinpassen würde..” denk ich mir mal wieder.. “So Frau Thomas ich würde ihn dann jetzt einen Hustensaft verschreiben,
oder haben sie sonst noch irgendwelche Anliegen?” *sie lüstern angrins* *fg*

Sie: “Ja also ich hab so ein Ziehen im Unterleib, könnten sie vielleicht nochmal…abtasten?” lüstern zurückgrins *fg*

Ich: “Ja aber natürlich kann ich das noch machen Frau Thomas, aber die Handschuhe sind mir leider ausgegangen, also müsste ich sie so abtasten wenn das
okay für sie wäre? Ansonsten müssten sie sich doch bitte einmal untenrum frei machen, bitte” ein breites grinsen auf dem gesicht habe und spüre wie mein
Schwanz schon steinhart ist und mich regelrecht freu sie da gleich abzutasten *fg*

Sie: “Das mit den Handschuhen ist kein Problem, aber ich…naja also, ich hab kein Höschen an. Denn ich mag die Dinger nicht so gern, ist das ein Problem?”
*fg*

Ich: “das macht rein gar nix Frau Thomas, ihr Höschen hätten sie ja sowieso ausziehen sollen, damit ich da ihre Fot.. ähm Vagina richtig untersuchen kann”
*fg*

Sie: “Okay” hauche ich, weils mir die Sprache verschlägt. Ich ziehe meine Hose aus & lege mich hin. *fg*

Ich: ihre Beine etwas spreizen tu und schon seh das das da gleich ein feuchtes Erlebnis werden wird und mir von innen die Lippen lecken tu auch wenn es ein
wenig von außen auffiel *fg*
“So dann wollen wir mal Frau Thomas” sage ich und taste sie oberhalb ihrer Fotze ab und wander dann um ihre Fotze rum wo ich ihre feuchten Lippen ab und an
berühre.. “Ist das soweit noch okay Frau Thomas?” frage ich sie nomma bevor ich dann nach ihrer Antwort hinter her sag “Ich müsste ihre Vagina nun auch mal
von innen fühlen, wäre das soweit auch noch okay?” und in meinen Gedanken nicht meine Finger sondern meinen harten Prügel in ihrer Fotze seh *fg*

Sie: Kurz ihre Zunge hervorblitzen seh & mir denk, wie gern ich diese Zunge an meinem Kitzler & in meiner Fotze spüren würde *fg*
“Ja natürlich ist das okay” sage ich breit grinsend *fg*

Ich: “Okay Frau Thomas das find ich sehr gut” sage und dem Moment auch denke “Was habe ich da eben gesagt?” nimma klar bei meinem Verstand bin und nun 2
Finger zwischen ihre Scharmlippen schieb und dazwischen reib damit sie ein wenig feucht werden.. bevor ich sie dann ganz in ihre Fotze schiebe und sie
leicht fingere und es als abtasten hinstell *fg*

Sie: Leise aufstöhn, als sie ihre Finger in mich stecken & mich ihnen leicht entgegen beug. “Oh, entschuldigen.. aber das…naja, das fühlt sich..gut an”
stottere ich *fg*

Ich: “Sie brauchen sich nicht entschuldigen dafür, aber dafür das sie mich dort nicht schon letztens abtasten lassen haben” sag und sie ganz frech angrins
*fg*

Sie: “Was?” sie ganz erstaunt anschau *fg*

Ich: “Ich wollte ihnen damit nur sagen das es mir auch gefällt sie dort “abzutasten” ” etwas schneller meine finger in ihrer fotze beweg und weiter rein
schieb *fg*

Sie: “Oh” es stöhn, als ihre Finger weiter in mich eindringen & ihnen mein Becken entgegendrück. “Oh Gott ich will sie” rutscht es mir raus & als ich das
realisiere, laufe ich wieder mal tiefrot an *fg*

Ich: “Was haben sie da gerade gesagt?” nomma nachhak und meine Finger nomma schneller in ihrer Fotze beweg und mit meinem Daumen über ihren Kitzler reib *fg*

Sie: “Ich..will sie…schon so lange” sage ich zögerlich. Hin und hergerissen zwischen unbändiger Lust & Scham *fg*

Ich: “Soso das wollen sie also?” meine Finger aus ihrer Fotze zieh und sie genüßlich vor ihren Augen ableck *fg*

Sie: “Ja” sie genau beobachte & hoffe nichts falsches gesagt zu haben *fg*

Ich: “Sie schmecken wahnsinnig gut Frau Thomas” zu ihnen sage als auch schon mein Kopf zwischen ihren Beinen verschwindet und ich ihnen meine Zunge
zwischen ihre geilen Lippen schiebe *fg*

Sie: Überrascht einatme & meine Hand in ihren Haaren vergrabe & sie näher an meine Fotze drück *fg*

Ich: “Dieser geile Duft ihrer feuchten Fotze..” denk ich mir nur noch bevor ich ganz aus den Gedanken raus bin.. und mit meiner Zunge an ihrem Kitzler leck
und meine Zunge in ihren geilen Fickloch kreisen lasse bevor ich ihnen an ihrem geilen Kitzler sauge *fg*

Sie: An nichts mehr denken kann, ihre Hand nehm & sie auf meine Brüste leg *fg*

Ich: beginn ihre geilen Titten zu massieren und mit meiner anderen Hand noch ihre geile Fotze fingern tue bevor ich davon ablass und mich neben sie stelle..
“Frau Thomas sie haben da ja Probleme mit ihrem Hals, da kenne ich ein sehr gutes Mittel” meine Hose öffne, wo mein Schwanz sie auch gleich “anspringt”..
“Ich mag diese Unterwäsche im übrigen auch nicht so” und sie frech angrins *fg*

Sie: Ich grinse “ja ein besseres Mittel als das kenne ich auch nicht & dann haben wir ja was gemeinsam” nehme ihren geilen Prügel in die Hand und massiere
ihn ein bisschen, bevor ich genüsslich an ihm lecke wie an einem Lolly. Auch die Eier kommen in den Genuss & ich sauge leicht an ihnen. Dann nehm ich ihren
geilen Schwanz in meinen Fickmund & sauge fest an ihm *fg*

Ich: “Ja da haben wir etwas gemeinsam” *grins* leicht aufstöhn als sie meinen Prügel in ihren geilen Fickmund nehmen
Mit einer Hand hinter ihren Kopf fass und ihre Bewegungen schneller werden lass und ihnen leichte Fickbewegungen entgegen bring *fg*

Sie: Stärker saug, nebenbei an ihren Eiern spiel & mit den Zähnen über deinen Schwanz fahr, während die andere Hand sich in ihren Knackarsch krallt *fg*

Ich: “Oh Frau Thomas sie geile Sau” sie angrins und ihnen meinen Schwanz entzieh und mich auf sie zwischen ihre beine leg und mit meiner Eichel zwischen
ihren Scharmlippen reibe bevor ich ihn in ihre geile Lustgrotte schiebe *fg*

Sie: Aufstöhn als ihr geiler Prügel mich ausfällt, mich wieder in ihren Knackarsch krall & die Stöße intensivier *fg*

Ich: Ihnen meine Zunge tief in ihren Hals schiebe und sie intensiv küsse, während ich ihr prallen Titten massiere *fg*

Sie: Den Kuss erwieder, das Gefühl ihrer Hände auf meinen Brüsten genieß “so lang hab ich darauf gewartet, dass sie mich ficken, Doktor” *fg*

Ich: “Ich hätte sie am Liebsten schon bei der letzten Untersuchung so richtig durchgenommen, Frau Thomas” beginn fester zuzustoßen *fg*

Sie: “Wenn ich jedes Mal so eine Behandlung bekomme, komm ich jede Woche Doc” leise stöhn & ihren Stößen entgegen komm *fg*

Ich: “Dann lassen sie sich doch gleich für nächste Woche Donnerstag einen neuen Termin geben” stöhnend sag *fg*

Sie: “Nichts lieber als das” in ihr Ohr flüster & dann leicht in ihren Hals beiß *fg*

Ich: “Also nächsten Donnerstag” ihren leichten Biss an meinem Hals genieß und uns beide umdreh *fg*

Sie: Bei dieser Aktion ein bisschen lachen muss & dann beginn mich auf ihnen auf & ab zu bewegen *fg*

Ich: “Wieso müssen sie denn da lachen, Frau Thomas?” und ihnen feste an ihren Arsch pack *fg*

Sie: “Weil sie mich grade unglaublich beglücken, Herr Doktor” sie jetzt schneller reite *fg*

Ich: Ein paar Klappse auf ihren Prachtarsch geb und ihnen an ihren geilen Titten sauge und an ihren Nippeln knabbere *fg*

Sie: Stöhne, noch einmal schneller werd & spür, dass es mir bald kommt *fg*

Ich: Mein Schwanz beginnt auch langsam an zu pulsieren *fg*

Sie: Meine Fotze zieht sich schon leicht zusammen, ich reite sie intensiver *fg*

Ich: Mich in ihren Prachtarsch krall als ich spür das es mir kommt *fg*

Sie: Ich verkrampfe mich, spüre ihren Schwanz hart in mir pulsieren & komme stöhnend *fg*

Ich: spüre wie sich ihre geile fotze zusammen zieht und ihnen einen wilden kuss verpass *fg*

Sie: den Kuss erwieder & unglaublich befriedigt auf ihnen zusammen sack *fg*

Ich: über ihre geile nackte Haut mit meinen Händen streich *fg*

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Hardcore

Martin und Fabian #05

#05

Am nächsten Schultag – einem Freitag – waren nur vier Stunden Unterricht auf dem Stundenplan. Die Beiden verabredeten, dass sie das Wochenende gemeinsam verbringen wollten. Da Martins Zimmer im Obergeschoß eines kleinen Zechenhäuschens lag und er im Gegensatz zu Fabian keine nervenden Geschwister hatte, bot es sich an, dass der Große nach dem Unterricht mit zu Martin ging. In weiser Voraussicht hatte Martin seine alleinerziehende Mutter vorab gefragt – und die hatte auch nichts dagegen, dass ihr Junge einen Kameraden mitbrachte. Sie war sogar froh darüber, dass er endlich einen Freund hatte.
Der Unterricht – Englisch und Mathe – nahm beide so in Anspruch, dass an Wichsspielchen kein Denken war. Sie saßen also mit steifen Schwänzen da, konzentrierten sich auf den Stoff und warteten auf das Ende des Unterrichts.
Endlich schellte es zum Schulschluß und beide packten ihre Sachen zusammen. Dabei berührte Fabian wie zufällig die Beule, die Martins Hose vorn spannte.
„Mensch, ich freue mich schon unheimlich darauf, wieder Deinen geilen Saft zu schlucken,“ flüsterte er, „hoffentlich stört uns keiner, wenn wir nachher ‚Hausaufgaben’ machen.“ Dabei grinste er unverschämt.
„Keine Angst, meine Mutter hat Spätdienst im Krankenhaus und kommt erst morgens wieder nach Hause. Sie ist Krankenschwester, weißt Du?“ flüsterte Martin ebenso leise zurück.
„Ich habe die ganze obere Etage für mich, und da gibt es sogar ein kleines Bad. Ist ganz praktisch, wenn ich mir morgens schnell einen runterhole.“ Er grinste ebenso frech zurück.
Da beide immer mit den Fahrrädern zur Schule fuhren, schafften sie die paar Kilometer schnell trotz der ‚Behinderung’ in ihren Hosen und begrüßten Martins Mutter, die schon das Mittagessen in der Küche für beide vorbereitet hatte.
Die gab ihrem Sprössling einen kleinen Kuß auf die Nase und sagte: „Ich fahre gleich noch zu Oma und helfe ihr beim Hausputz. Danach muß ich gleich zum Dienst und bleibe bis morgen früh. Im Kühlschrank steht genug für das Abendbrot. Bitte versorge Deinen Gast und laß es ihm an nichts fehlen. Eine Luftmatratze und Bettzeug habe ich oben schon vorbereitet. Ich weiß ja, dass ihr keinen Blödsinn macht – ich verlasse mich da ganz auf Dich, mein Großer.“
Sie winkte noch mal von der Tür aus und war auch schon in der Garage verschwunden.
Kurz darauf hörten sie das Auto wegfahren.
Fabian grinste und sagte: „Meine Güte, was war denn das für ein Wirbelwind? Ist das bei Euch immer so?“ Dabei griff er wieder leicht an Martins Schwanz und rieb die Beule etwas.
„Nee, laß man, Fabi, wir sollten erst das Mittagessen vertilgen, dann haben wir nachher mehr Ausdauer beim … na, Du weißt schon … ‚Hausaufgaben’!“
Die beiden machten sich über das Essen her, und in kürzester Zeit war alles aufgegessen. Sie räumten gemeinsam die Küche auf und gingen dann hinauf zu Martins Zimmer. Fabian war mittlerweile so geil geworden, dass er hinter dem Kleinen her die Treppe hinauf ging und seinem Freund dabei an den Po fasste. Seine Hand rutschte dann zwischen Martins Schenkel und rieb leicht an dem strammen Sack. Daraufhin stürmte dieser die letzten Stufen hoch und gleich durch in sein Zimmer.
Fabian folgte dicht auf und schloss hinter ihnen die Tür. Etwas unschlüssig standen sie sich dann gegenüber und warteten beide darauf, dass der andere den ersten Schritt machte. Entschlossen nahm Martin dann seinen Kumpel an der Hand und führte ihn zu seinem kleinen Sofa, dass dem Fernseher gegenüber an der Wand stand. Fabian setzte sich und zog Martin an sich, so dass dessen Beule sich genau vor seinem Gesicht befand. Da sich der Kleine nicht wehrte, drückte er Nase und Mund auf dessen Schwanz und sog den leicht wahrnehmbaren Geilduft ein. Martin hatte die Augen geschlossen und überließ dem Kumpel die Führung. Dieser öffnete ihm die Hose, holte den steifen Schwanz heraus und fing an, mit der Zungenspitze am Schlitz zu lecken. Wie auf Kommando traten die ersten Vortropfen aus, und Fabi verteilte sie mit der Zunge unter der Vorhaut. Dann nahm er die kleine Eichel zwischen die Lippen, damit der Schwanz seinem gierigen Mund nicht mehr entkommen konnte und zog dem Kleinen entschlossen die Hosen ganz herunter.
Martin verhielt sich die ganze Zeit völlig passiv und ließ den Kumpel einfach gewähren. Als der nun anfing, mit der Zunge unter der Vorhaut zu kreisen und mit Daumen und Zeigefinger diese über dem Eichelkranz zu rubbeln, konnte der Kleine sich nicht mehr beherrschen. Er stöhnte laut auf, hielt Fabians Kopf mit beiden Händen fest und machte instinktiv leichte Fickbewegungen in dessen Mund. Seine Eichel stieß dabei ein paar Mal an Fabians Gaumen, und als dieser nun auch noch heftig saugte und lutschte, war es geschehen. Der Schwanz zuckte und versteifte sich noch mehr, die Eier rutschten wieder dicht an die Wurzel – und dann schoß die frische Boysahne tief in Fabians Rachen.
Wieder und wieder quoll der heiße Saft aus dem überreizten Schlitz, bis nur noch ein paar Reste heraustropften. Martin zitterte am ganzen Körper, dann beruhigte er sich nach und nach und entspannte sich. Als er die Augen öffnete, konnte er Fabians grinsendes Gesicht sehen, in dessen Mund sich immer noch sein langsam erschlaffender Schwanz steckte.

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Racconti Erotici

L’eccitazione sensoriale

Mi sono reso conto che con il passare degli anni il mio corpo è cambiato cosi come la mia mente, accorgendomi che a 36 anni non mi eccito come a 20 anni e raramente posso eccitarmi con i soli sensi: vista, tatto, udito, olfatto, gusto; scoprendo inoltre che esiste l’alchimia che trascende il sesso come atto fisico.
Non voglio scrivere un racconto troppo lungo perché: non ho tempo, non vorrei apparire noioso e perché non voglio espormi troppo.
Qualche mese fa sono andato a ballare in una discoteca delle mie zone.
Durante la fila per entrare e per oltre mezza serata, ho sentito la scia di un profumo che non avevo mai sentito; non avendo mai odorato quel profumo, in grado di farmi girare completamente la testa e contemporaneamente di scaldarmi il sangue, preso dalla curiosità con discrezione, ho cercato di scoprire in mille modi chi avesse quel profumo, girando in vano per tutto il locale.
A meta serata, sconfortato di non essere riuscito nel mio intento mi sono fermato a guardare la pista di ballo, notando due bellissime ragazze che ballavano attorniate da vari uomini.
Stanco di girare, sono andato al tavolo, posto lateralmente alla pista, con gli amici abbiamo iniziato a brindare e a fare confusione tra di noi. Ora non so né il come né il perché, ma nel giro di qualche minuto intorno al nostro tavolo sono apparse molte donne, tra cui le ragazze che avevo natato nella pista.
Notando che una delle due lanciava sguardi velati, decisi di guardarla insistentemente anch’io cercando di capire se guardava me o chi sa chi.
Quando mi accorsi che contraccambiava il mio sguardo iniziammo a ridere da lontano come a dire mi piaci.
Piano piano le due ragazze, tra risate, scambi di opinione, si avvicinarono al nostro tavolo, sostando difronte a quello limitrofo.
La ragazza che stavo fissando insistentemente, indossava: pantaloni stile fuso molto attillati color avorio e una camicia abbastanza stretta, da cui si potevano ammirare le sue femminili rotondità e un paio di stivali marrone non eccessivamente alti. Alta circa un metro e settanta, carnagione olivastra, capelli neri lungi oltre le spalle semi raccolti da una spilla, occhi scuri circondati da un velo di trucco marrone chiaro che ne esaltavano la profondità, labbra non troppo carnose, evidenziate da un rossetto color nocciola contornate da una striscia di matita color rosso mattone.
Sono stato seduto a guardarle per circa 10 minuti fino a quando, incuriosito ed eccitato, mi feci un po’ di coraggio per invitarle a bere in nostra compagnia.
Appena mi avvicinai al suo orecchio per invitarla a bere, senti chiaramente il profumo che avevo tanto cercato per mezza serata, mi bloccai per qualche secondo fino a quando lei si giro con lo sguardo verso di me, come per dirmi “cosa mi vuoi dire?” Pietrificato mentalmente e quasi involontariamente le chiesi “ma che profumo è?” mi guardo qualche secondo e mi disse “una donna non rivela i suoi segreti!!!”. Rimasi a bocca aperta per qualche secondo e sempre più eccitato e le dissi “che non volevo apparire arrogante ma mi avrebbe fatto piacere scambiare due parole” lei altrettanto garbata mi rispose che potevamo parlare tranquillamente lì ai bordi della pista. Iniziammo a parlare del più e del meno chi eravamo, cosa facevamo e che lei era venuta a ballare con la sua migliore amica benché non fosse di quelle zone e che era felicemente fidanzata.
Non ricordo esattamente tutte le parole, ma durante la conversazione, sentivo crescere il desiderio di abbracciarla di stingerla, piano piano mentre le parlavo i nostri corpi si avvicinarono, il mio pene era pienamente eretto, duro come non mai, non sapendo più res****re e quasi per sbaglio, lo appoggiai alla sua pancia, lei mi guardo con aria attonita, io facendo finta di nulla continuai a parlarle. I nostri corpi iniziarono ad avvicinarsi sempre di più. Il mio pene era talmente eretto che lo senti uscire dagli slip, puntando tra i pantaloni e la cintura impedendone cosi l’uscita, continuai a strofinarlo sempre più intensamente contro il suo basso ventre, mi sentivo esplodere, la pelle di entrambi sembrava infuocata, i nostri corpi cercavano un contatto sempre più intenso, le nostre mani iniziarono velatamente a cercarsi sfiorandoci delicatamente i corpi. Non riuscendo più a res****re abbassai leggermente le gambe per poterlo puntare direttamente in mezzo alle sue gambe. Grazie al tessuto fine dei pantaloni senti chiaramente che era proprio all’inizio al centro dell’apertura vaginale. Appena appoggiato, lei fece un grosso respiro. In pochi secondi persi completamente la cognizione di dove ero e di cosa stessi facendo, il suo respiro che invadeva il mio collo, il suo profumo che inebriava il mio cervello, il sapore dolce e delicato della sua pelle sulla mia lingua, il suo sguardo socchiuso come se stesse provando un orgasmo, i gemiti che le uscivano involontariamente, il tutto mentre le nostre mani esploravano involontariamente, e i nostri corpi si stringevano lentamante uno all’altro ma con tale forza come a voler rompere il tessuto che ci divideva, raggiungendo cosi in pochi minuti un orgasmo non di natura fisica ma mentale.
Non voglio dirvi né cosa abbiamo fatto dopo né com’è finita, posso solo dirvi che per la prima volta ho provato un’eccitazione sensoriale che trascende l’atto fisico in se, scoprendo cosi lati di me, che non sapevo di avere. Oggi come oggi sono consapevole di non conoscere a pieno il mio corpo come dovrei e allo stesso tempo vorrei provare nuove esperienze.

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Racconti Erotici

Mikonos

“che mare splendido ti ricordi amore?”…e così dicendo mi abbracci..io seduto sul divano a sfogliare le foto di quella vacanza a mikonos…di alcuni anni fa…sento il tuo viso vicino al mio ed insieme ci rituffiamo in quei ricordi…così piacevoli….

Mi piace proprio girare per mikonos con il nostro scooter…si può stare ancora senza casco e sentire il vento sil viso è piacevole “anna sei pronta?”…”eccomi”…e ti vedo arrivare con una camicia lunga in lino.. leggera e sotto un bikini bianco..”sei favolosa mia cara” “grazie caro” mi rispondi mentre sali dietro e ti stringi a me…via si parte..destinazione nord..oggi voglio andare in una spiaggia meno affolata delle solite banana beach e super banana…piene di vita come essere in riviera romagnola..ma sempre con grande voglia di divertirsi e di divertire.
…girando per questo meraviglioso paesaggio ecco finalmente a Panormos…laggiù la spiaggia…scendiamo per le ripide stradine ed arriviamo alle spalle di un piccolo barettino sulla spiaggia con una grande distesa di cuscini sotto un tendone..fatto con diverse vele da windsurf…è carinissimo..
prese le nostre cose…ci incamminiamo lungo la lingua di sabbia ….ci sono pochi ombrelloni….o piccole tende..tutta la spiaggia è libera…decidiamo di andare verso il lato opposto dove le persone sono ancora più rade.
“paolo qui mi piace che dici?”…”va benissimo amore” e ci organiziamo con i teli stesi e piccoli sassi per fermarli..il vento si fa sempre sentire….non faccio in tempo a mettere lo zainetto a terra….che tu ti sei già tolta la camicia….slacciato il reggiseno…e senza battere ciglio fai scivolare a terra anche il perizoma del costume….mi piace guardare il tuo corpo nudo…il seno pieno con i grandi capezzoli….il tuo ventre…che scende dolcemente sino al monte di venere….labbra ben visibili…per queste vacanze hai deciso di depilarti completamente…un look che mi piace molto…subito ti seguo e mi spoglio completamente….sono anni che amiamo frequentare le spiagge naturiste…lasciare che il sole scaldi completamente il nostro corpo..ci regala meravigliose sensazioni.
“paolo mi spalmi l’olio di cocco sulle spalle?”…adoro farlo..e tu lo sai…lascio cadere un filo di olio sulle spalle…poi con le mani comincio a spalmarlo per bene…spalle….collo…schiena..e passo sui fianchi sino a sfiorare sempre più i ruoi seni….poi torno sulle spalle….le braccia….e tu ti lasci coccolare…poi ti stendi pancia in giù…e quindi passo un filo d’olio sulla schiena..sino ai glutei…hai un piccolo brivido..e io passo le mie mani lungo tutta la tua splendida schiena sino al solco che divide i tuoi glutei…passo con una mano…sento…il piccolo buchetto…poi scendo ancora dove già mi aspetta il tuo sesso…le cui labbra sono un po’ aperte..passo la punta dell’indice…tra di esse…come una piccola ostrica…sento i tuoi umori…..poi proseguo a spalmarti l’olio sulle belle gambe ben tornite…adoro il colore della tua pelle abbronzata…
Ti lascio a scaldarti sotto questo splendido sole…mentre io leggo un po’…nn passa molto tempo ed arriva una coppia e si sistema nn molto lontana da noi…lui è grande e grosso…coperto di tatuaggi..capelli scuri e a spazzola…lei al contrario e longilinea..alta buonda con un bel caschetto e pure lei alcuni tatuaggi in posti strateggici. Stendono le loro stuoie sistemano gli zaini e anche loro si spogliano….del resto siamo a mikonos..regno della libertà e della trasgressione.
Dopo un po’ li sento correre verso il mare….si tuffano…nuotano un po’..poi si avvicinano…giocano tra di loro..lei lo abbraccia…li sento ridere…e intanto guardano verso di noi….esce prima lui…e vedo…che nonostante l’acqua fredda….il “giocare” con la sua compagna deve averlo…stimolato…il suo sesso…è ancora un po’ turgido…poi lei lo segue correndo…il suo piccolo seno…è così sodo che nn si muove …le goccie d’acqua salata corrono sulla sua pelle abbronzata…sino a scendere tra le sue gambe…anche lei completamente depilata…e noto un piccolo bagliore…ha un piercing..proprio lì…la guardo e lei ricambia sorridendo maliziosa.
“ma che carino mi piacerebbe provarlo”.. mi giro e vedo che anche tu ti sei girata e stai osservando la stessa cosa che gardavo io con tanta curiosità…ti guardo sorridendo..
poi mi giro e ti chiedo di spalmare a me..un po’ di olio sulla schiena…ti siedi a cavalcioni sulle mie gambe…e sento…le tue labbra…venire a contatto con la mia coscia…poi cominci a spalmarmi tutta la schiena ..e mentre mi godo il tuo massaggio ho la testa girata…e vedo che i nostri vicini…ti stanno guardando mentre sei su di me…ora lui è steso…a pancia in su..e lei…è stesa…su di lui…poi..lentamente scende…e gioca….gioca con il sesso dell’uomo…che impugnato da quelle mani…si stà ingrossando…vedo ora la sua cappella scura e grossa…sparire tra le labbra di lei…lo stà succhiando!!!…per fortuna che sono a pancia in giù…sento che mi si è ingrossato pure a me…ma anche tu…le labbra del tuo sesso…le sento particolarmente umide…mi giro e vedo che stai guardando anche tu la scena…”sentiamo se ti fa effetto lo spettacolino?”…e così dicendo passi una mano sotto di me…ed impugni il mio cazzo..ormai duro…ti chini mi baci sul collo mordendomi un po’..e sento il tuo seno strusciare sulla pelle della mia schiena…”ma piace pure a te” rispondo io.
Detto questo…corriamo entrambi in acqua…a placare i bollenti spiriti una bella nuotata ..giocando tra noi…poi risaliamo sorridenti sotto lo sguardo attento..della coppia di nuovi amici …..
Ora lui è seduto..e lei e dietro di lui..le si struscia..e con le mani…cerca tra le sue gambe…poi si gira e gli si siede a cavalcioni…con la mano..prende il suo sesso..e se lo dirige dentro la sua vulva….comincia a muovere il suo bacino su di lui…vedo le chiappe di lei…contrarsi e spingere in avanti il bacino..lei mette le sue mani sul collo di lui..e si lascia baciare i piccoli seni……cavolo sono eccitato sono steso su un fianco e li guardo…tu sei davanti a me…anche tu guardi…ti giri su un fianco…e spingi indietro..il tuo culo….tra le tue coscie spuntano le labbra gonfie del tuo sesso…allungo una mano….infilo l’indice…sei grondante…allora infilo l’indicce ed il medio….tu spingi ancora più indietro aprendoti sempre di più ..nn resisto..ho il cazzo duro…e ti penetro…tu nn aspettavi altro…e spingi contro di me…prendo il tuo fianco…e spingo prima…la cappella..poi tutto il mio sesso…tutti e quattro ci stiamo guardando…che situazione incredibilmente eccitante..
..mi lascio andare completamente dentro di te…allungo una mano verso la tua bocca…e tu godendo mi mordi le dita che sanno ancora di te…e vedo lei buttare la testa indietro scossa da un bell’orgasmo prendere il sesso di lui e farlo uscire poi continuando a menarlo con la sua mano veloce..lascia che faccia uscire tutto il suo seme…sul suo ventre..e lui grugnendo..si lascia cadere all’indietro….a questo punto tutti in mare…per rilassarci dopo questo piacevole spettacolo…ci rimettiamo al sole…mentre i nostri amici…si mettono a s**ttare alcune foto..ormai è il tramonto e la luce è stupenda..colori caldi il sole rosso…e sulla pelle nuda rende dei toni meravigliosi…lei si stende sulla sabbia…poi si mette in ginocchio..e lui continua a s**ttare…poi sento che parlano…ma si stanno rivolgendo a noi allora un po’ di inglese masticato si fanno capire…e voglio che tu vada a fare alcuni s**tti con lei…mi guardi e maliziosa ti alzi e vai verso di lei….ora siete vicine…tu mora….e con un seno splettacolare…lei bionda seno minuto..ma entrambe sembrate complici in questo gioco vi abbracciate ed i vostri corpi si unisco in un incredibile miscuglio di pelle…prendo pure io la macchina fotografica…ed inizio..a s**ttare…..ma questa poi è una altra…storia
…un bacio a te..anna..mia splendida complice

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Anal

Besuch im Pornokino Teil 2

Da Sie eine etwas längere Bluse trug, konnte man zwar Ihre geilen Arschbacken sehen, aber es sah aus, als ob Sie ein sehr kurzes Minikleid anhätte.
Wir schlenderten Arm in Arm durch die restlichen Räume des Kinos. Wir fanden noch mehr Kabinen. Einige waren von innen verschlossen. Da entdeckte Erika, dass in den Kabinenwänden teilweise Löcher waren. Sie fragte mich wozu die währen. Ich schmunzelte nur, und schaute mich nach einer passenden Kabine um. Schnell fand ich auch eine passende. Wir gingen gemeinsam rein, und ich zeigte Ihr den schönen dicken Schwanz der durch das Loch aus der Nachbarkabine in unsere hineinragte. „Oh, jetzt verstehe ich wozu die sind.“ sagte Sie und griff sich sofort diesen Schwanz und begann Ihn zu wichsen. Ich sagte Ihr, dass derjenige nicht nur auf eine helfende Hand wartet, sondern auch auf ein Paar schmatzende Lippen. „Oh nein, das tue ich immer noch nicht, da hat sich zu früher nichts geändert.“ Sagte Erika und wichste den Schwanz immer heftiger. „Aber Schwänze abmelken ist etwa, worauf ich die allergrößte Lust habe. Hier kann ich es endlich mal in vollen Zügen genießen, zu sehen wie sie so schön geil abspritzen. Auf der anderen Seite konnte man ein lautes stöhnen hören, was Erike immer mehr antrieb Ihre Hand noch schneller zu bewegen, bis der Schwanz in Ihrer Hand anfing heftig zu zucken, und Ihr ein riesiger Spermastrahl entgegenspritzte. Der Schwanz wurde langsam etwas kleiner und schlaffer, und wurde auch schnell zurückgezogen. In der Zwischenzeit hatte ich mich hinter Sie gestellt und mit meinen Fingern Ihren Kitzler ganz sanft gestreichelt, und dabei meine pralle Hose an Ihre Arschbacken gepresst, damit Sie spürt, wie geil ich war. „Schade um den schönen Schwanz, den hätte ich gerne noch woanders gespürt,“ sagte Sie zu mir, „und nicht nur gewichst.“
Wir verließen die Kabine und setzten unseren Rundgang fort. Ab und zu trafen wir auf ein paar Männer, die uns mit lüsternen Blicken verfolgten. Vor allem wohl auch, weil ich Erikas Bluse von hinten hochgeschoben hatte und meine Hand auf Ihren geilen Arsch gelegt hatte.
Plötzlich landeten wir in einem Teil des Kinos, wo es wieder etwas heller wurde. Wir standen in einem Gang, von dem 4 Türen abgingen. In dem Gang standen einige Männer und schauten sich die Filme auf den Monitoren an, die ja überall an den Wänden hingen. Neugierig wie wir waren, schauten wir natürlich in die 4 Räume rein. Im 1. stand ein Untersuchungsstuhl aus einer Frauenarztpraxis, ein sogenannter Plaumenbaum. Im 2 war an der Wand ein Andreaskreuz mit Hand- und Fußfesseln angebracht und von der Decke hing noch eine Dicke Kette mit Handschellen. Im 3 Raum hing eine Liebesschaukel und im 4. Raum stand ein wunderschönes Metallbett mit einem Latexlaken. An den 4 Pfosten waren ebenfalls Ketten und Hand- und Fußfesseln angebracht.
„Na, welchen Raum möchtest Du zuerst ausprobieren?“ fragte ich Erike. Sie zog mich sofort in den 1. mit dem Stuhl. „Schließ aber bitte erst einmal ab.“ bat Sie mich. Ich möchte erst einmal in Ruhe mit Dir alleine sein. Wir sahen uns erst einmal in Ruhe den Raum an. Der Stuhl war schön gepolstert, die Beinstützen waren ebenfalls gut gepolstert. Der ganze Stuhl machte einen sehr gepflegten und sauberen Eindruck. An der Wand zum Gang waren kleine Klappen angebracht, mit denen man Fenster verdecken konnte, durch die man vom Gang aus in den Raum hineinsehen konnte. „ Die darfst Du ruhig auflassen,“ sagte Sie zu mir „die Zuschauer stören nicht, oder?“ Bevor ich überhaupt antworten konnte, zog Erika auch schon Ihre Bluse aus, befreite Ihre geilen Titten aus dem BH und kam nackt auf mich zu. „Los, komm, zieh Dich auch aus, ich will Deine nackte Haut spüren.“ Sie half mir mit flinken Händen aus meinen Klamotten, und legte sich auf den Stuhl. Da lag sie nun. Die Beine schön breit auf die Auflagen abgelegt und mit Ihren Fingern öffnete Sie Ihre Schamlippen, so dass ich Ihren geschwollenen Kitzler sehen konnte. „Komm und leck mich. Mach es mir so schön wie früher. Oder hast Du es in der Zwischenzeit verlernt?“ Das lies ich mir nicht zwei mal sagen, und ich kniete mich vor Sie hin und begann genüsslich Ihre nasse Spalte zu lecken. „Aber wehe Du spritzt schon ab, dann gehe ich mit Dir in den anderen Raum mit dem Kreuz und Du bekommst Deine Strafe dafür.“ Sagte Sie plötzlich zu mir, weil Sie wohl bemerkt hatte, dass ich mir ganz langsam meinen Schwanz wichste. Sofort hörte ich erst einmal auf damit, und leckte Ihre Votze. „Bitte, steck mir einen Finger in den Arsch.“ bettelte Sie. Das lies ich mir natürlich nicht zwei mal sagen und bohrte Ihr ohne Vorwarnung meinen Finger in Ihre Arschvotze, was Ihr einen kleine Schrei entlockte. Ich begann mit dem Finger langsame Fickbewegungen zu machen und leckte Ihr weiterhin ihre immer nasser werdende Grotte. bis es Ihr kam. Von früher wusste ich noch, dass Sie richtig abspritzen kann, dass man denkt Sie fängt an zu pissen. Aber das war wirklich nur Ihr Abgang. Und auch dieses mal spritze sie mich an, und ich genoss jeden Tropfen davon.
Ich zog meinen Finger aus Ihrer Arschvotze und wollte Ihr helfen vom Stuhl aufzustehen. Aber sie sagte zu mir „ Ich möchte noch liegen bleiben, aber DU darfst jetzt Die Tür aufmachen.“

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Racconti Erotici

Papà

Racconto trovato in rete

Sono Marco, 30 anni…. Questa è una storia che risale a quando avevo 18 anni e ho provato per la prima volta quella cosa che sarebbe diventata la mia ragione di vita: il cazzo dei maschi maturi! Mi ero appena diplomato e avevo deciso di rilassarmi un po’ per tutta l’estate… avrei pensato in seguito a cosa fare della mia vita. All’epoca avevo già capito quali fossero le mie inclinazioni sessuali, mi piacevano i maschi, ma solo quelli maturi e davvero virili. Ne avevo uno in casa… mio padre: un bellissimo uomo di 48 anni, alto 1 metro e 73, 90 kg di massa muscolare un pò lasciata andare dalla non più assidua frequentazione della palestra, bella pancetta, peloso, scuro, con una bella testa pelata, gli occhi di un nero intensissimo, come i miei del resto, e una bocca da urlo. Il cazzo era un mistero, non lo avevo mai visto nudo, ma dalla biancheria o dal costume, notavo che tra quelle belle gambe grosse e pelose doveva esserci qualcosa di molto ma molto interessante. Mio padre è un camionista, quindi è spesso in giro per l’Italia per lavoro, ma quando è a casa non ci fa mancare tutto il suo amore.
Lo guardavo come il modello di uomo che volevo avere tutto per me, ma non pensavo minimamente che potesse essere lui il mio uomo. Mio padre, impossibile, che vado a pensare! Ma poi figuriamoci se mio padre guarderebbe mai un maschio, ma poi suo figlio… invece…….. mi sbagliavo, per fortuna, mi sbagliavo!
Mia madre, come al solito, ogni estate, si apprestava a organizzare il trasferimento nella nostra casa al mare. Ma ancora mio padre non era in ferie, doveva effettuare una consegna ed entro tre giorni sarebbe cominciate le nostre vacanze. Mia madre decise comunque di trasferirsi al mare con me e mia sorella. “Salvo, che ne pensi se io, Marco e Lisa, intanto partiamo con la macchina e cominciamo a sistemare tutto e poi tu ci raggiungi?”, disse mia madre. “Certo Laura, ok. Io ho il camion e vi raggiungerò poi in treno o trovo passaggio con qualche mio collega. Marco, che pensi di venire in viaggio con me in camion? Mi faresti compagnia, sai viaggiare solo è un po’ noioso, e poi adesso che non hai più lo studio a cui pensare puoi stare un po’ con tuo padre”. “Certo papà… mi farebbe davvero felice stare un po’ con te e soprattutto lavorare con te”. Detto fatto. Mamma e Lisa partono e io resto solo con papà….. sono proprio emozionato. “Marco, stasera ho invitato a cena un mio collega che si trova da queste parti, esco a fare un po’ di spesa e poi prepariamo qualcosa. Niente di complicato, sai, noi camionisti siamo abituati ad arrangiarci”. “Vuoi che venga con te papà?” “No, vado a piedi qui vicino, tra l’altro siamo rimasti senza macchina, e col camion mi sembra un po’ difficile spostarci per il paese”. Sorrido e vado a sistemare un po’ casa.
Papà ritorna, cuciniamo e alle otto in punto squilla il cellulare di papà: “ Gaspare. Sei arrivato? Ok, ti spiego come arrivare, lascia il camion nel piazzale accanto al mio appena arrivi”. Dopo le spiegazioni su come arrivare, ecco che sentiamo un camion, era vicinissimo. Papà esce per andare incontro al suo collega. “Entra Gaspare, entra, ti presento mio figlio Marco. Mia moglie e mia figlia sono già al mare, le raggiungeremo appena finito con la mia consegna”. “Ma che bel giovanotto, anche io ho un figlio della tua età, piacere Mario, sono Gaspare”. “Piacere mio Gaspare, accomodati”. E che piacere, che visione celestiale per i miei gusti da troietta….. un gran bel pezzo di maschione….. Un omone che sicuramente ha superato i 50, non tanto alto, sarà stato intorno al metro e settantacinque, ma possente, almeno 100 kg di carne e muscoli equamente distribuiti su un corpo che lasciava intravedere, dalla camicia svoltata e aperta sul petto, una peluria nera da impazzire; capelli rasati brizzolati, barbetta incolta, occhi verdissimi e una gran faccia da porco. La cena è stata molto divertente con mio padre e Gaspare che parlavano in codice di avventure sessuali fatte insieme che non lasciavano capire però chi fossero i o le protagoniste delle loro porcate. Questa cosa mi eccitava, mio padre che, in mia presenza, parlava di sesso col suo amico. Forse complice il vino calato a fiumi, ma la serata cominciava a diventare interessante per me. “Marco, ho detto a Gaspare di fermarsi a dormire da noi, non penso possa mettersi alla guida adesso. E’ un problema per te?”. “Ma che dici papi, anzi. E’ un vero piacere”. “Vado a chiudere il cancello e chiudo i camion, tu aiuta Gaspare, sistemalo in camera tua”. “E io papi, dove dormo?, in camera di Lisa? Sai che non vuole e si incazza come una iena”. “Dormi con me, dai, a dopo. Passo anche a dare un’occhiata in magazzino, così è tutto pronto per domani che partiamo”.
Gaspare si sistema in camera mia, mi chiede se può fare una doccia. Io ho il bagno in camera e gli dico che può fare come se fosse a casa sua. Esco e lo lascio in camera. Sono eccitatissimo, ho un gran maschione, oggetto dei miei desideri più porci, e lo lascio da solo? Forse è meglio, è amico di papà, un casino… lasciamo perdere. “Marcoooooooo”. Era Gaspare che mi chiamava. Entro nella stanza. La porta del bagno è aperta, ma non vedo Gaspare. “Scusa Marco, ma non ho l’asciugamano, che faccio?”. “Scusami, è vero, la mamma aveva già tolto tutto, aspetta, arrivo”. “Te lo lascio sul letto?”. “No, bagno tutto, entra e portamelo”. Entro col cuore in gola. E’ meraviglioso, tutto bagnato, pelosissimo, una roccia a cui aggrapparsi e non staccarsi più e, in mezzo alle gambe, qualcosa di mai visto, un cazzo moscio che già così era almeno 20 cm, con una cappella rossa e grossa, e direi anche succosissima bagnata com’era. Non posso fare a meno di restare imbambolato a guardarlo. “Che c’è Marco, che ti è successo?”. “Niente, scusa Gaspare, è che non ho mai visto un uomo come te, con quella cosa così enorme in mezzo alle gambe”. “Non hai mai visto un maschio nudo?, neanche tuo padre? “No, mai”. “Mi meraviglio di quel porco di tuo padre. Tra l’altro ha un cazzo che supera il mio…… Ancora non ti ha scopato?” “Ma, che dici Gaspare?”. “Io e tuo padre, quando viaggiamo insieme, ci facciamo i maschietti come te. E lui sa che tu sei una troietta vogliosa di cazzo. Pensavo ti avesse già svezzato e che stasera voleva farti provare a me”. Non resisto un secondo… mi fiondo sul cazzo di Gaspare e comincio a leccarlo tutto. Poi lo faccio uscire e lo asciugo… lo lecco su tutto il corpo, gli lecco i piedi, le ascelle, quel meraviglioso corpo peloso, e lui sembra gradire, perché ha un’erezione che fa svettare un cazzo che non mi aspettavo così. Veramente lungo, ma la cosa incredibile è che era grossissimo e venoso. Mi prende in braccio, mi porta sul letto, mi toglie i vestiti e mi mette il cazzo in bocca. Comincia a scoparmi la bocca dicendomi un sacco di parolacce: “Tieni troia, se sapevo che eri verginella, ti scopavo sul tavolo mentre sparecchiavi… lo so che ti piace il cazzo dei maschi come noi, vero?”. “Si, lo desidero da sempre, un maschio maturo, un maschione come te o papà”. “ Girati, che ti rompo il culetto, troietta dello zio”. “Hey, fermi. Che succede?”. Era entrato papà. Io stavo ancora succhiando, mi blocco, lascio il mio gelatone e mi rimetto in piedi terrorizzato. “Bravo il mio figlioletto troietta, hai rotto il ghiaccio… così non è necessario fare giri di parole…. Ma se permettete entrambi, il culo a mio figlio voglio avere l’onore di romperglielo io. Tu, troia, continua a succhiare lo zio Gaspare”. Riprendo ancora più eccitato di prima pensando a quello che mi aspetta. “Spero solo che tu ti sia limitato a fare solo giochetti innocenti coi tuoi amici e che tu abbia ancora il culo vergine.. altrimenti mi incazzo”. “Papà, non ho mai fatto nulla, sono gay, ma non ho mai trovato un maschio vero che mi piacesse…. Mi segavo pensando a quando tutto questo sarebbe accaduto”. Forse stanco di aspettare, Gaspare mi zittisce ficcandomi il suo palo fino in gola. “Dai Salvo, che fai, muoviti, che aspetti”. Mio padre si spoglia. E’ il mio dio, bellissimo e finalmente posso ammirare la maestosità del suo cazzo….. una cosa sproporzionata, enorme grossa e già dura. “Scusami figlio mio ma io non sono mai stato delicato con le troie”. Si sputa sulle dita e mi lubrifica un po’ il buco. Fa lo stesso con la sua cappella che è enorme, me la punta sul mio buchino vergine e con un colpo di reni entra tutto. Stavo spompinando Gaspare, sento un dolore terribile, svengo……..

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Urlaub in Tunesien 2

Am nächsten Morgen hatte ich einen fürchterlich dicken Kopf. Ich ging zur Rezeption um mir nach Aspirin zu fragen. Der Typ hinter der Theke war der Junge der mich am Abend zuvor abgewichst hatte. Er grinste mich an und gab mir zwei Tabletten. Ich sollte die mit viel Wasser nehmen und mich dann ein paar Minuten hinlegen. Ich ließ mir noch eine Flasche Wasser geben und aufs Zimmer

Mir tat so der Schädel weh, dass ich sofort ins Zimmer ging und die Tabletten nahm. Ich legte mich hin und schon war ich weg. Nach ca. einer Stunde wachte ich auf und fühlte mich wie frisch geboren. Ich ging ins Hotel und bestellte mir eine Tasse Tee und anschließend an den Strand. Ich wollte den Kopf völlig frei bekommen und machte einen langen Spaziergang. Als ich zurück kam, war Zeit fürs Abendessen, danach war wieder einmal Spiele-Abend. Nach zwei Stunden Skat hatte ich keine Lust mehr und ging in die Lobby. Die Disko war mir heute zu riskant. Aber da war er wieder, mein Reitlehrer. Er sah mich und kam mit zwei Drinks in der Hand zu mir. Er fragte höflich ob er sich setzen dürfte und stellte mir dann eines der Gläser hin.

“War ein netter Abend, oder?” fragte er mich, allerdings in nicht ganz so gutem deutsch.

“Ja” gab ich zurück, “allerdings hatte ich fürchterliche Kopfschmerzen und etwas anderes tat auch ein wenig weh.” Er grinste, stieß an Glas an und wir tranken – schon wieder fing das an – alles in einem Zug.

“Trink nicht so viel Alkohol, dann verträgst Du die Pfeife besser, in dem Getränk von eben war kein Alkohol, allerdings etwas besseres.” Er sagte aber nicht was er damit meinte. “Lass uns in den Nebenraum gehen!” Es klang ein wenig wie ein Befehl, trotzdem stand ich erstaunlicherweise auf und ging mit ihm mit.

Kaum waren wir dort, ging es zu einer der Pfeifen und er deutete an, dass ich mich dieses mal doch gleich ausziehen soll. Das würde alles gleich viel einfacher machen. Ich weiß nicht was mit mir los war, aber ich zog mich aus und ließ dieses Mal nicht einmal anstandshalber die Unterhose an. dann musste ich tiefe Züge aus der Pfeife nehmen und er fing an mich zu küssen. Wesentlich wilder und leidenschaftlicher als am Vorabend. Plötzlich kamen immer mehr Männer in den Raum und begaben sich allesamt an ihre Wasserpfeifen. Sie zogen sich aus und hatten alle mindestens einen Halbsteifen. Auch der Junge war wieder da, er wurde sofort losgeschickt um die Creme zu holen. Ich wusste sowieso nicht mehr so richtig was ich tat, also war ich auch nicht verwundert als ich mich hinknien musste um meinem Reitlehrer einen zu blasen. Es war gar nicht so schlecht. Ich hatte das bisher noch nicht gemacht, aber der Schwanz war wirklich gut und er schmeckte auch so. Ich hatte allerdings eine blöde Position eingenommen, denn mein Hintern war zur Besichtigung frei gegeben. Der Junge machte sich an mir zu schaffen und cremte mir das Poloch ein. Ich hatte nichts dagegen, denn noch bliess ich ja meinen Reitlehrer. Da sollte aber nichts heißen. Der Junge war gerade weg, als ich einen anderen hinter mir spürte. Der war gerade dabei sein Ding in mich rein zu stecken. Ich wollte protestieren, aber der Schwanz füllte meinen Mund völlig aus, und außerdem wurde ich wie von Eisenkrallen festgehalten. Der unbekannte machte nicht viel Federlesen und fickte mich schnell und gründlich. nach recht kurzer zeit kam es ihm und ich bekam alles in den Darm gespritzt. Nun dachte ich würde sich mein Reitlehrer um mich kümmern, aber der hatte seinen Spaß in meinem Mund. Hinter mir war wieder Bewegung und der nächste drang in mich ein. Inzwischen war mein Poloch anscheinend groß genug, denn es tat nicht mehr weh, im Gegenteil, ich genoss die Fickerei. Auch der Neue brauchte nicht allzu lange und kam. mein Enddarm war wohl voll, denn mir lief das Sperma inzwischen die Beine hinunter. Ein dritter kam und fickte, der brauchte etwas länger und ich bekam nun langsam eine Maulsperre. Nachdem der Dritte auch seine Ladung in mir losgeworden war, wurde der Junge gerufen.

Er bekam die Anweisung mich zu waschen und vorzubereiten. Ich folgte ihm in einen Nebenraum. Hier war eine Wanne und er bedeutete mir, dass ich mich hineinsetzen solle. Es war angenehm warm und das Badesalz war sehr gut. Jedenfalls wurden meine Geister wieder geweckt, und auch mein Kleiner regte sich. Der Junge kam mit einem Lappen und wusch mich von Kopf bis Fuß. Auch der Penis bekam eine kurze Aufmerksamkeit. danach musste ich aussteigen und er trocknete mich ab. dann musste ich mich auf eine Art Gyn-Stuhl setzen und er setze mir ein Klistier. Ich weiß nicht welche Menge er da in mich füllte, jedenfalls glaubte ich gleich zu platzen. Er merkte das, zog den Schlauch raus und hielt mir ein Gefäß unter den Hintern. ich konnte es nicht mehr halten und spritzte das ganze Zeug in den Eimer. Dann brachte er mich wieder in den Pfeifen-Raum. Mein Reitlehrer winkte mich sofort zu sich und ich musste auch gleich wieder rauchen. Es war wohl ein neues Zeug, wenn ich Schuhe angehabt hätte, wären sie weg gewesen. Ich wurde geil wie noch nie. Er zog mich rüber um mich erneut -wirklich- leidenschaftlich zu küssen. Dann legte er sich hin und ich wurde angewiesen mich auf ihn zu setzen. Ab jetzt bekam der Begriff Reitlehrer seine wirkliche Bedeutung für mich. Er schob mich hoch und runter, hin und her dann musste ich die Hüfte kreisen lassen. Ab einer gewissen Zeit ging es dann wie von alleine. Ich fickte ihn und er genoss es. Dann drehte er mich um und steckte mir seinen Schwanz in den Arsch. Es war klasse, nichts gegen die anderen drei, bei ihm machte es Spaß! Der Junge wurde erneut gerufen, aber dieses Mal sollte er sich vor mich knien und mir seinen Hintern präsentieren. Der Reitlehrer flüsterte mir ins Ohr: “Fick ihn” Das ließ ich mir nicht zweimal sagen. Den Begriff Arschfotze hatte ich schon mal gehört, jetzt wusste ich was damit gemeint war. Ich glitt in ihn hinein, wie ich es sonst bei Mädeln tat. Er bewegte sich wie eine Frau und hielt schön dagegen. Das war nun alles zu viel für mich. Ich fühlte, wie mir der Saft hoch stieg und wollte schneller ficken. Aber das Tempo gab der Reitlehrer vor und der war noch nicht soweit. Er fickte mich und ich den anderen, mal schneller mal langsamer. Aber plötzlich war es soweit, ein Grunzen zwei, drei feste Stöße und er kam in mir. Ich konnte es auch nicht mehr halten und spritzte dem Jungen alles in sein Gedärm.

Nach ein paar Minute hatten wir uns wieder ein wenig erholt. Wir gingen in den Nebenraum um uns zu waschen, zogen uns an und tranken einen wunderbaren Pfefferminztee. Anschließend ging ich schlafen.

Fortsetzung???

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Monica, una zoccola esibizionista

Avevo incaricato un investigatore privato di seguire la mia fidanzata dell’epoca, Monica.

AGENZIA INVESTIGATIVA
”OCCHIO DI LINCE”

RAPPORTO OPERATIVO

Egr. Sig. Farnese,
come da suo incarico conferitoci abbiamo provveduto a pedinare la signorina Monica B. e le inviamo il resoconto dettagliato. Presso i nostri uffici potrà visionare foto e filmati che hanno realizzato i nostri collaboratori.

Martedì 2 aprile 2013
Uscita di casa, diretta verso l’ ufficio, colazione al bar, molti uomini la conoscono e la circondano mostrando confidenza, ma nulla da segnalare.
Ore 17.00: esce dall’ ufficio, saluta un paio di colleghi con baci sulle guance.
Si dirige verso Corso Buenos Aires, entra in un negozio di scarpe. La nostra agente in incognito la segue. Chiede di provare delle scarpe nere con tacco 12
“Cerco qualcosa di elegante ma sexy, devo fare un viaggio di lavoro”
Il commesso, un bel ragazzo di circa trent’anni la fa accomodare e le porge alcuni modelli.
Quando si accorge che la gonna è molto corta si inginocchia davanti a Monica con la scusa di aiutarla a calzare le scarpe. Lei non aspettava altro e da brava zoccoletta le allarga ancora un pochino, giusto quanto basta per fargli intravedere le mutandine. Il commesso sorride senza togliere gli occhi. “Questa misura è forse un poco grande. Le faccio provare una misura meno”
Senza alzarsi chiede l’ aiuto del collega, molto più giovane, quando questo arriva con la taglia giusta gli dice di abbassarsi ad aiutarla a calzarla. Il nuovo arrivato ci mette un attimo a capire il motivo: si mette anche lui guardare tra le gambe di Monica. Lei ovviamente se ne accorge subito e le allarga ancora un po’ per offrire ad entrambi una visione migliore. Quando pensa di averli fatti agitare a sufficienza dice “Ma guarda un po’, tutte le calze spiegazzate” Si abbassa per lisciare la prima e la camicetta si apre lasciando in bellavista il prezioso reggiseno ricamato. Alla vista dei suoi capezzoli turgidi il ragazzo sospira forte e socchiudendo gli occhi si avvicina per inalare il caldo profumo. L’altro commesso è più esperto e deciso: “Lasci, signorina, faccio io” Le prende il piede appoggiandolo sulla sua gamba e comincia a lisciare la calza sulla caviglia di Monica, indugiando parecchio. Con la gamba alzata la gonna risale ancora, mostrando la parte alta delle cosce non coperta dalle calze autoreggenti e scoprendo del tutto il piccolo triangolo di stoffa che copre a malapena la patatina bella gonfia. “Ha delle bellissime caviglie signorina, questo modello le sta a pennello e la slancerà molto” “Non trova che i miei polpacci siano un po’ troppo grossi?”
Dice lei con voce civettuola. Lui ne approfitta e fa salire lentamente la mano fino alla parte posteriore del ginocchio. “Sono così stanca, oggi sono stata in piedi tutto il giorno”
“Le ci vorrebbe un bel massaggio, lasci fare a me” Con tutte due le mani prende a carezzare la gamba di Monica che si appoggia allo schienale del divanetto. “Adesso la destra va meglio, ma la sinistra….” Il ragazzo più giovane prende la palla al balzo e comincia anche lui a massaggiarle la gamba, sempre più su, fino alle coscia.
Quando ritiene di averli surriscaldati abbastanza Monica li interrompe: “Vorrei provare anche quel paio laggiù” Il commesso più anziano le toglie le scarpe tenendole i piedini tra le mani, l’ altro si affretta a portarle. “Bellissime, ma non si intonano alle mie calze, dovrei toglierle, c’è un camerino?” “Purtroppo no, ma può andare nel retro, se vuole l’accompagno, è un po’ buio là dietro…” Le apre la porta del piccolo magazzino e lei subito solleva la gonna fin sopra il sedere per togliere più facilmente la calza, che poi passa al ragazzo “Me la potrebbe reggere?” Lui la prende facendola scivolare tra le mani per poi portarla al viso annusandola con voluttà “Ha un profumo molto sensuale, signorina” “Grazie!”
Naturalmente si ‘ dimentica ’di abbassare la gonna mostrando al più giovane, rimasto sulla soglia, il suo bel culetto coperto a malapena dal tanga. Nel togliere l’altra calza si china più del necessario, rischia di cadere e si sposta all’indietro, andando ad appoggiare il suo culetto contro il commesso.
Lui è pronto a sorreggerla, mettendo entrambe le mani sui suoi fianchi, si appoggia a lei da dietro, facendole sentire la prepotente erezione nei suoi pantaloni.
Monica dimena il culetto sfregandoglielo sulla patta per almeno un minuto, poi con voce maliziosa:
“Uh, grazie, ho rischiato di rompermi una gamba! Se non ci fosse stato le proprio dietro di me e così vicino!” Si abbassa la gonna e torna nel negozio.
“Devo scappare, si è fatto tardi!”
Il commesso le porge un biglietto da visita e le chiede un appuntamento per la sera stessa.
“Per chi mi ha preso? Sono una ragazza fidanzata e amo il mio ragazzo!”
Però prende il biglietto da visita e lo infila nel reggiseno con fare malizioso.
Esce dal negozio dopo 47 minuti

Mercoledì 3 aprile
Solito tran tran – ufficio – poi shopping – fino alle 17.15 nulla da segnalare
La nostra investigatrice l’ ha seguita fino a C.so Vittorio Emanuele dove è entrata in un negozio di abbigliamento

Viene accolta da una commessa alla quale chiede di provare alcuni capi.
“Devo fare un viaggio di lavoro, vorrei qualcosa di serio e professionale, ma nello stesso tempo un po’ sexy, ci tengo a fare bella figura, ci sarà anche il mio capo. E’ un bell’uomo e ci tengo che apprezzi il mio lavoro, spero in una promozione”
La ragazza le propone alcuni capi, Monica va nel camerino e si spoglia con la tenda non del tutto accostata. Va dentro e fuori per chiedere il parere della ragazza.
Nel frattempo alcuni ragazzi hanno notato lo spettacolo e sostano davanti alla vetrina godendosi lo spettacolo del suo corpo ben tornito.
La commessa le dice con fare malizioso “Tutte le gonne che ha provato le stanno molto bene, del resto col suo fisico perfetto, certo servirebbe un parere di un maschietto, se vuole le chiamo il collega del reparto maschile”
Arriva un ragazzo sui trenta, bel fisico palestrato, che quando vede Monica inalbera un sorriso a trentadue denti.
“Buongiorno, io sono Luca, come posso esserle utile?”
Monica mostra le due gonne che ha selezionato:
“Non riesco a decidermi, vorrei un consiglio”
“Se le indossa sarò ben lieto di aiutarla”
Lei va nel camerino e si spoglia immediatamente, mentre il ragazzo, con le due gonne sottobraccio non finge nemmeno di non ammirarla dalla tenda socchiusa.
“Perbacco, sono sicuro che le staranno bene entrambe!” le dice sornione mentre si appoggia alla parete del camerino.
Monica, in mutandine e reggiseno si volta mostrando ben bene anche la sua parte anteriore.
“Dice che mi staranno davvero bene?”
Prova la prima gonna, marrone, appena sopra il ginocchio, con un ampio spacco laterale..
Piroetta davanti al commesso per farsi giudicare.
“ Le sta da Dio, non avevo dubbi! Solo che….”
“…che?”
“Se tiene la camicetta infilata si formano delle pieghe”
“Mmmm, ha ragione”
Si sfila la camicetta dalla gonna.
“Però adesso la camicia le copre il posteriore ed è un peccato tenerlo nascosto!”
Lei si sporge a guardarsi il didietro “Già, ha ragione, proviamo così… ”
Si sfila la camicetta restando con il solo reggiseno di pizzo bianco trasparente che esalta i cerchi perfetti dei suoi capezzoli, già un poco eccitati.
“Sì, mi piace, provo anche l’altra”
Se la sfila restando ora con le sole minuscole mutandine coordinate al reggiseno.
Prova ora un tubino nero elasticizzato molto aderente.
Per infilarlo sculetta ampiamente davanti al ragazzo.
“Come mi sta?”
“Divinamente, le esalta le forme così rotonde e flessuose, però dovrà indossarla con un intimo diverso, si nota il profilo degli slip ed è antiestetico”
Le sorride maliziosa “Non c’è problema, sapesse quanti bei perizoma ho! Per il momento però…”
Solleva la gonna , si toglie le mutandine e dice “Molto meglio, che dice?”
“Perfetta, l’ abbinerei ad un bel top smanicato, anch’esso aderente, ne abbiamo un modello delizioso, me lo faccio portare”
Senza togliere gli occhi di dosso a Monica chiede alla collega il capo.
“So già che mi dirà che il reggiseno si nota troppo, meglio che me lo levi subito!”
Rimane con le belle tettine in mostra, indugiando per farsi ben guardare prima di indossare il nuovo capo che le lascia scoperta una buona parte del pancino piatto.
“Dovrebbe tenderlo un po’ di più, ci sono troppe grinze, lasci che l’aiuti io”
Lui liscia il top indugiando sulla parte anteriore.
“Non sarà troppo aderente? Guardi come mi spuntano i capezzoli….non vorrei che il mio capo si facesse un’idea sbagliata..”
Lui non dice nulla e la sfiora con i pollici
“Se fa così spunteranno ancora di più…”
Dice lei con voce un po’ roca.
Lui si abbassa per baciarla, ma lei si tira indietro
“Mio dio è tardissimo,devo scappare. Compro le due gonne ed il top”
Si spoglia e nuda ruota davanti al commesso:
“Davvero mi trova carina?”
“La trovo incantevole, torni quando vuole, è un piacere servire una donna come lei!”

Giovedì 4 aprile
Ancora nulla da segnalare fino alle 17.30, quando il soggetto si reca presso un negozio di intimo non lontano dall’ ufficio. Un nostro investigatore piazza un microfono direzionale collegato ad una microcamera..
Il proprietario del negozio è un piacente uomo maturo, alto e brizzolato, molto elegante.
“Vorrei un paio di completi coordinati,meglio se in seta, con colori vivaci, ha qualcosa da propormi?”
Lei scarta le prime proposte “Molto belli, ma vorrei qualcosa di più elegante e nello stesso tempo più malizioso…”
“Proprio stamattina abbiamo ricevuto una nuova collezione, ma non abbiamo avuto il tempo di esporla, è ancora nel retro, si accomodi”
Senza farsi vedere l’uomo chiude a chiave la porta del negozio ed espone un cartello ‘ Torno subito’
Dispone sul banco parecchi articoli illustrando le caratteristiche di ciascuno.
“Le consiglierei questi” e porge a Monica una di minuscoli tanga color porpora, azzurro, giallo chiaro, tutti con i bordi ricamati ed assolutamente trasparenti..
“Sono molto diversi tra loro, ma entrambi si adattano al suo fisico ed anche a situazioni un po’ particolari, capisce cosa intendo!”
“Bene, forse ci siamo, direi che sono proprio il genere che cercavo, posso provarli?”
“Certo, per non tornare di là può mettersi dietro quel paravento”
Monica si spoglia e prova il primo tanga.
“Non ha uno specchio?”
“Certo, glielo porto” e si accinge a prendere un grande specchio con la cornice antica.
“Chissà come pesa! Non si disturbi, vengo io”
Esce dal paravento indossando solo il nuovo tanga e gli alti stivali neri.
Si rimira nello specchio, guardando il sedere da sopra la spalla.. L’uomo è al suo fianco e la osserva ammirato.
“Sapevo che le sarebbe stato d’incanto, ho intuito subito il suo genere di fisico. Mi permetto di suggerirle di provare anche queste culottes, scommetto che le staranno altrettanto bene”
“Mmmm, non saprei, non ne ho mai possedute, non mi sembrano molto sexy, troppa stoffa a mio parere, forse sono anche scomode”
“Intuisco che non ha mai indossato un capo come questo, senta che piacevolezza al tocco”
Lei le afferra e le carezza con la mano.
“Si immagini di indossarle e sentirsi sfiorare da una seta così morbida”
“Non mi convincono, ma se lo dice lei…”
Senza più ripararsi dietro il paravento si toglie il tanga.
“Oh, scusi, mi sono scordata di lei e mi sono messa nuda…che spudorata!”
“Non si preoccupi, sono abituato. E poi è sempre un piacere vedere certa bellezza!”
Indossa le mutandine di seta e si guarda nello specchio.
“Devo dire che aveva ragione, è una strana sensazione sentire sulla pelle la seta che si muove, sembra una tenera carezza.”
“Provi a camminare, il movimento le darà ancora più sensazioni”
Lei sculetta avanti e indietro per la stanza, gli occhi di lui non si staccano dalle sue forme sinuose.
“Scusi se mi permetto, ma per capire meglio la bellezza di questo articolo lo dovrebbe indossare con qualcosa di più adatto, ad esempio un reggiseno intonato”
“Già, il mio reggiseno nero stona un po’”
Se lo leva, restando a tette nude davanti all’uomo.
“Signorina, lei ha un corpo delizioso, chissà come sarà felice il suo ragazzo vedendola indossare queste mutandine”
Lei gli strizza l’occhio e con fare malizioso risponde “ A dire il vero la prossima settimana farò un viaggio di lavoro e lui potrebbe non essere il primo a vederle! Però…sa una cosa, mi sembrano un po’ larghe al cavallo”
Lui sorride. “Guardi che sono fatte apposta, venga che le mostro”
La prende per i fianchi e senza sforzo la solleva facendola sedere su un alto tavolo di noce antico.
“Non si muova, le prendo una cosa”
Torna con un paio di calze in seta.
“Mi permette?”
Si inginocchia davanti a lei e senza togliere gli occhi da lei comincia ad infilarle la prima calza, facendo scorrere le mani lungo tutta la gamba fino alla coscia. Per farlo alza la gamba di Monica, le mutandine si spostano di lato mostrando parte della sua passerina ben curata.
Quando ha infilato entrambe le calze sposta lo specchio davanti a lei.
“Guardi che meraviglia, provi ad accavallare le gambe, brava così…sente il fruscio della seta? Non c’è musica più sublime per un uomo. Stia ferma, senta quando le faccio scorrere la mano sulla seta, sente come scivola lieve? “
Monica socchiude gli occhi e lancia un lungo sospiro.
“Non faccia così, mi imbarazza….”
”Non sia nervosa, si goda la sensazione…pensi a quando un ragazzo giovane farà lo stesso, sarà ben diverso rispetto ad un vecchietto come me”
“Sta scherzando? Lei è così affascinante…”
La sua mano risale fin oltre il bordo delle calze fino a sfiorare l’interno della coscia non coperto dalla calza e poi ancora più su, fino a toccare il tessuto delle mutandine.
Le accarezza lieve la passerina, le scosta le mutandine e la trova umida.
Monica divarica le gambe ed il suo ginocchio tocca il cavallo dei pantaloni di lui, percependo chiaramente la prepotente erezione.
“No, no, si fermi, cosa sta facendo?”
“Taci, zoccoletta, stai ferma che ti piace”
Lui le porta l’altra mano sul seno nudo giocando con il capezzolo eretto, poi porta le labbra sulle tettine mentre con la mano libera si slaccia i calzoni facendoli cadere sulle caviglie esibendo un affare di ragguardevoli dimensioni talmente duro da vibrare.
Porta la mano di Monica sul suo uccello senza smettere di leccarli i capezzoli e titillarle il clitoride.
Lei lo avvolge con la mano e lo muove un paio di volte su e giù.
“Devo andare adesso è tardi”
Si riveste in fretta. “Le compro tutte e due. Quanto devo?”
“Omaggio della ditta, spero sia stata soddisfatta e che torni presto”
“Ci può contare!”
Se ne va lasciando le sue mutandine sul tavolo.
Lui le prende e, dopo averle voluttuosamente annusate, se le mette in tasca.

Fine del resoconto.
Sarà nostra premura inoltrarle la seconda parte del rapporto al ritorno della signorina dal viaggio in Svizzera.
Distinti saluti,

AGENZIA INVESTIGATIVA
“OCCHIO DI LINCE”

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Inzest

Nadine, die Weltengefickte Kapitel 2

Die anderen Kapitel verpasst ? Meine anderen Geschichten noch nicht gelesen ? Dann
schnell auf mein Profil und das noch nachholen 😉

Es ist kurz nach 17 Uhr, als ich den Stadtpark erreiche. Ich bin gerne hier, durch die vielen Laubbäume und die herrliche Stille kann man sich optimal aus der Realität ausklinken und einfach mal die Seele baumeln lassen. Normalerweise hört man meistens hier nur die Vögel zwitschern, doch heute kann man aus einiger Entfernung schon die Musik des Festes hören.

Irgendwie ist mir doch nicht ganz wohl. Ich bin meistens eher der schüchternde Typ Frau und schon der Gang hierhin war mir in meinem Gewand doch irgendwie peinlich, da ich das Gefühl hatte alle Augen haben nur auf mir geruht. Einige Typen haben mich so unverholen angestarrt, das ich immer wieder geschaut hatte, ob die Robe auch gut sitzt und sich meine Brustwarzen nicht durch den Stoff abzeichneten. Innerlich fand ich es aber doch irgendwie erregent, ohne etwas drunter zu haben, durch die Strassen zu gehen.

Ich lächele bei dem Gedanken daran und biege einen kleinen Pfad nach rechts ab, zum See. Bevor ich mich in die Menschenmassen stürze möchte ich mich noch einmal erleichtern, meine Blase drückt. Hinter einem grossen Gebüsch schiebe ich meine Robe nach oben und hocke mich hin.

Es dauert eine kleine Weile und nach ein paar Tropfen meines goldigen Wassers, kommt auch ein ganzer Prachtstrahl heraus.

Erst jetzt durch meine Nacktheit merke ich das auch ein leichter Wind herrscht und er streichelt beim pinkeln sanft meine Muschi. Als der Strahl nachlässt und zu Tropfen wird, presse ich noch einmal nach, um mich auch ganz zu entleeren und merke wie einzelne Tropfen an meinen Innenschenkeln runterlaufen.

Ich überlege gerade, ob ich mich meinem plötzlich aufkommenden Verlangen hingeben sollte, mir mal meine Muschi hier und jetzt zu streicheln.

Meine lustvollen Gedanken werden jäh unterbrochen und vor lauter Schreck lasse ich sogar meinen Saum los, als ich Stimmen auf der anderen Seite des Gebüsches höre: “Nein, Jörn, lass das… nicht hier, es könnte jemand zufällig vorbeikommen.”

Es ist die Stimme einer Frau und gleich im Anschluss sagt eine Männerstimme: “Stell Dich nicht so an Julia, die Leute sind alle auf dem Fest, hier wird schon keiner vorbeikommen. Komm schon mein Augenstern, lass uns ein bisschen spielen, ich schaue auch, das niemand guckt.”

Oh mein Gott, ist mir das peinlich, ich versuche mich so klein wie möglich zu machen. Durch das Öffnen von Reißverschlüssen und ein paar leisen Seufzern wird mir klar, das die Beiden wohl tatsächlich dazu übergegangen sind hier Sex zu haben.

Aus den Seufzern wird Stöhnen und als ich beide heftig atmen und stöhnen höre, beschliesse ich mich wegzuschleichen.

Vorsichtig gehe ich um das Gebüsch herum, um zu schauen ob der Weg frei ist. Als ich das Paar sehe, bin ich etwas erleichtert, beide haben den Kopf in Richtung See gedreht. Sie sind etwa 5 Meter, im Gras liegend, von mir entfernt, beide ohne Hosen und Schlüpfer.

Jörn befingert gerade ihre Fotze und hat selbst schon ihre Hand an seinem steifen Schwanz. Beide stöhnen und ich sehe wie ihre Hand seine Vorhaut hoch und runter gleiten lässt. Er hat zwei Finger in ihre Muschi gesteckt und legt eine Geschwindigkeit an den Tag, das ich die Geräusche ihrer schmatzenden Fotze zwischen ihrem Stöhnen hören kann. Ich merke wie auch ich ganz feucht
zwischen meinen Beinen werde und mache einen Schritt nach rechts, direkt in das Gebüsch rein und hocke mich dort hin.

Von hier kann ich alles wunderbar sehen und fange an, meinen Saum wieder nach oben zu schieben, so das meine klatschnasse Spalte wieder Frischluft hat. Mit sanftem Fingerspiel fange ich an mir meinen Kitzler zu reiben, ohne die Beiden aus den Augen zu lassen.

Jörn seine andere Hand schiebt jetzt die grüne Bluse von Julia hoch und mir wäre fast ein Seufzer entwichen, als ich sehe wie der Kerl einfach ihren BH an den Brüsten runterzieht. Sie hat in etwa meine Brustgröße und ihre Titten, mit riesigen Warzenhöfen und großen Nippeln , klappen einfach über den Bügel des BHs.

Er knetet die Titten, ohne seine Geschwindigkeit der anderen Hand zu verringern und es dauert nicht lange, bis das Stöhnen von Julia lautstark zu mir herüberhallt. Die Beiden so zu sehen ist auch für mich so intensiv, das ich sehr intensiv komme.

Dann legt sich Jörn flach hin und zieht Julia auf sich. Sein Prachtschwanz und ihre Möse zeigen genau auf mich und ich kann sehen, wie sie sein Glied in ihre Fotze einführt. Dann fängt sie an ihn zu reiten. Am Anfang schön langsam, die volle Länge genießent.

Immer wenn ich der Meinung bin, er würde rausflutschen und ich kann den Eichelkopf schon sehen, dann läßt sie ihn wieder reingleiten bis zum Anschlag. Während ich meinen zweiten Orgasmus in Angriff nehme, erhöht Julia ihr Tempo.

Ich habe mich mit meinem Arsch inzwischen auch breitbeinig ins Gras gesetzt (wohlgemerkt im Gebüsch) und bearbeite weiter meine triefende Fotze. Jetzt wo ich sehe, wie das bei den Beiden flutsch, stecke ich mir vier Finger in meine Möse und stelle mir vor, es wäre Jörn.

An seinem Schwanz läuft mittlerweile schon weisse Flüssigkeit herunter und mit einem lautstarken “Ich komme” schiesst er seine Ladung in ihre Muschi.

Als sein Schwanz dann seine Steifheit verliert, flutscht er aus ihrer Fotze heraus und sein ganzes Sperma mit.

Julia hat sich jetzt direkt auf ihn gelegt und sie tauschen intensive Küsse aus. Das tropfende Sperma, gibt auch mir den Rest und ich komme. Dabei versuche ich bloß nicht zu atmen, um mich nicht zu verraten.

“Mama,Mama….dahinten ist das Ritterspiel” höre ich ein Kind rufen und während ich schnell meinen Saum runtermache, sehe ich wie Jörn und Julia eilig sich anziehen. Auch sie haben das Kind gehört. “Das nennst Du aufpassen” höre ich Julia vorwurfsvoll sagen, gefolgt von einem: “Los, beeil Dich, lass uns hier verschwinden.”

Kurze Zeit später ist das Paar weg. Ich warte zur Sicherheit noch ein, zwei Minuten und schiebe mich dann aus dem Gebüsch.

Irgendwas stimmt nicht, der Wind hat auf einmal zugelegt…. vor mir, wo eben noch das junge Paar lag, schwirrt die Luft in einem etwa 3 Meter grossen Oval. Instinktiv schmeisse ich mich wieder ins Gebüsch und mich erfasst ein Strom kalter Luft, der aus dem Oval kam. Dann folgt ein schwarzer Fuß mit Krallen und gleich darauf auch der Rest des Wesens. Es ist genauso groß wie das Oval, pechschwarz, mit zwei Krallenarmen und riesigen Flügeln. Die Augen leuchten brennend rot und betonen den bestienartigen Kopf des Wesens.

Das flimmernde Oval verschwindet so plötzlich wie es aufgetaucht ist und das Wesen setzt zu einem Schrei an, verstummt aber am Ansatz und wird grau…. es ist schlagartig versteinert.

Panik und Angst kämpfen in mir und ich warte noch einige Zeit zitternd in meinem Versteck. Nachdem sich eine sehr lange Zeit nichts gerührt hat, wühle ich mich zum anderen Ende des Gebüsches, um dann mehr kriechend als laufend das Weite zu suchen.

Ich komme nicht sehr weit, als plötzlich eine junge Frau vor mir steht. Sie ist mit einem grünen Kleid bekleidet, was einen sehr tiefen Ausschnitt hat und ihre gigantischen Brüste betont, die nicht durch einen BH gestützt werden.

“Du hast es gesehen.Wo ist es ?” Ihr Ton ist befehlsmäßig und er lässt keine Fragen zu, sondern erwartet eine Antwort. Ich hebe meine rechte Hand und zeige Richtung See, unfähig ein Wort zu sprechen.

“Na, dann wollen wir es mal zu Ende bringen.” sagt das junge Ding, mehr wohl zu sich selbst als zu mir. Obwohl…. warum ergreift sie meinen Arm und zieht mich mit in die Richtung des Wesens ? Meine Gedanken überschlagen sich, nein…. ich will da nicht wieder hin…….

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Anal BDSM

Anne – Miris beste Freundin

Über meine kleine Freundin Miri habe ich ja schon einmal gesprochen. Zur Erinnerung hier nochmal ein Bild von meiner geilen Sau.

Aber auch das Problem, dass Miri nur eine Einlochstute ist habe ich bereits kurz angesprochen. Ihre beste Freundin Anne hat jedoch mehr zu bieten. Körperlich steht Anne meiner Süßen in nichts nach. Hier mal ein kleines Beispiel:

Anne macht sehr viel Sport und spielt Volleyball, was ja bekanntlich einen geilen Arsch macht. Sie steht auf Tattoos und Piercings und hat selbst einige. Von ihrem Ex-Freund weiß ich, dass sie im Bett jedes Loch gestopft und gefüllt haben möchte und auch vor häufigem Löcher wechseln hat sie keine Vorbehalte.
Ich hatte einen Tag frei, also habe ich mich zu Anne aufgemacht um mich wie besprochen um ihren Rechner zu kümmern. Anne öffnete mir die Tür und trug bereits ihre Sporttasche in der Hand. „Ich gehe jetzt zum Training, der Rechner ist schon hochgefahren, das Passwort kennst du ja. Wenn du was trinken möchtest weißt du ja wo es steht. Ich bin so in ca. 2 Stunden wieder hier.“ Sie gab mir einen flüchtigen Kuss auf die Wange und bedankte sich schon mal vorab. Also dann… ran an den Rechner. Ich griff zunächst in den Kühlschrank um mir ne Cola aufzumachen, anschließend setzte ich mich vor den Bildschirm. Als der Bildschirmschoner sich ausschalte sah ich schon eine Collage mit Bildern von Anne. Unter anderem auch das oben gezeigte. Sofort wurde ich ein Bisschen geil, konnte das aber beherrschen und fing an einige Programme zum Aufräumen des Rechners runterzuladen. Ich stöberte durch die verschiedenen Ordner und fand auch den mit den Rohbildern zur Collage. Richtig schöne HD Bilder von ihren hübschen Brüsten, ihrem Bauch und ihrem kleinen verruchten Gesicht. Ich stand kurz auf und ging rüber ins Bad – es musste was geschehen. Ich öffnete die Wäschetruhe und fand nach kurzer Zeit schon einen schwarzen String, der mich sehr an das Bild erinnerte. Ich setze mich auf einen Sessel im Flur und wichste meinen Schwanz mit ihrem Höschen. Nach relativ kurzer Zeit spritzte ich schon ab. Man war das geil. Ich wischte mein Sperma mit ihrem String ab und warf ihn wieder zurück in die Wäschetruhe. Ich machte zunächst Kopien von ihren Fotos und speicherte diese auf meinem USB Stick. Wenn Miri mal wieder nicht da ist würden sie mir gute Dienste tun. Ich machte meinen Job nun vertrauensvoll zu Ende natürlich nicht ohne ab und zu nochmal meinen Schwanz durch diese Hose zu streicheln – sollte ich mir nochmal einen wichsen? Ich entschied mich dagegen und fuhr den Rechner herunter als ich hörte wie sich der Schlüssel in der Haustür drehte. Etwas verschwitzt stand Anne vor mir. „Ich bin extra schnell her gekommen, ich muss dir noch sagen, dass da neulich so eine Meldung wegen einem Virus war. Kannst du meinen Rechner auch nochmal nach Viren scannen. Ich springe so lang schnell unter die Dusche.“ Ich lächelte und sagte „Klar, für dich tu ich doch fast alles“ und zwinkerte ihr zu. Sie ging also ins Band und ich hörte wie sie es abschloss. Schade dachte ich, das wäre genau das richtige gewesen nochmal einen Blick durch den Türspalt zu riskieren. Ich fuhr den Rechner als wieder hoch und scannte ihn noch nach Viren. Tatsächlich waren einige Dateien verseucht – diese hatte ich dann auch entfernt. Plötzlich öffnete sich die Bad Tür und ich sah wie ihr süßer hintern sich über den Flur in Richtung Schlafzimmer bewegte.

Junge Junge, eigentlich darf ich garnicht vom Tisch aufstehen dachte ich bei mir. Sie rief aus dem Schlafzimmer „Haben dir meine Bilder gefallen? Ich hatte ganz vergessen das Hintergrundbild zu ändern, ich will dich ja nicht in Verlegenheit bringen – immerhin ist Miri meine beste Freundin.“ Ich lächelte und antwortete „Nichts was ich nicht schon gesehen habe, nur an einer anderen Frau.“ Ich druckte ein Foto aus in Erwartung, dass jetzt eine bestimmte Frage kommen würde und sie kam…
„Was schulde ich dir eigentlich für deine Mühen – du weißt ja wir Studentinnen sind chronisch pleite?“ fragte Anne. Ich nahm das Foto aus dem Drucker und ging hinüber an die Schlafzimmertür. Ich hielt das Foto ins Schlafzimmer ohne selbst hineinzuschauen:

„Zieh das an und lass uns noch einen Kaffee in der Küche trinken, ich lasse schon mal die Rollläden runter.“ Es dauerte keine 5 Minuten bis Anne die Schlafzimmertür öffnete und in ihrer schwarzen Spitzenunterwäsche und schwarzen Stiefeln vor mir Stand. „Miri hat mir schon erzählt, dass du auf schwarze Dessous stehst“ sagte Anne. „Kommt immer auf die Frau an, die sie trägt. Bei dir und Miri kann ich es auf jeden Fall bestätigen.“ Sie ging an mir vorbei in die Küche und wackelte mir ihrem kleinen Arsch. Man war das ein geiler Anblick. Als sie die Kaffeemaschine bediente stellte ich mich hinter sie und legte meine Hände auf ihre Hüften „Ich hoffe du bist nicht schüchtern.“ Ohne ein Wort zu sagen nahm sie meine rechte Hand und führte sie in ihren Slip, meine linke schob sie an ihren BH. Ihre Hand wanderte danach in meinen Schritt, wo sie meinen Schwanz spürte. „Miri muss ja nichts davon erfahren oder? Ich sehne mich schon so lange nach deinem Körper Ben. Was ich von Miri, und auch von ihrer Mama gehört habe klingt sehr verlockend. Und Sven hat dir ja erzählt, dass ich drei Löcher habe und diese auch einzusetzen weiß.“ Sie machte eine kurze Pause „Ach – und ich brauche es hart“. Auf diesen Spruch hatte ich nur gewartet, ich packte ihren geilen Körper und trug sie zum Küchentisch. Ich stellte sie vor den Tisch und drückte ihren Oberkörper flach auf die Tischplatte. Man was für ein geiler Arsch das war. Ich schob ihren Slip runter bis zu ihren Stiefeln und klatschte auf ihren Knackarsch. Sie stöhnte auf und stieg nun komplett aus ihrem Höschen. Ich kniete mich nun hinter sie und spreizte ihre Beine – ich konnte jetzt direkt auf ihre beiden Löcher sehen. Ich begann mit einem Finger ihre Muschi zu reiben, während meine Zunge über ihre Rosette glitt. Ein geiler Geschmack, bei Miri durfte ich den ja noch nicht kosten und Annes Gestöhne machte mich noch wilder. Immer mehr Finger glitten in ihre kleine Pussy – immer intensiver wurde ihr gestöhne. „Fick mich jetzt endlich – zeig mir was du kannst Ben.“ Dass lasse ich mir nicht zweimal sagen. Ich öffnete meine Hose und zog sie aus, auch das T-Shirt musste auf den Fußboden. Ich rieb meinen Schwanz an ihrer nassen Fotze, dann stieß ich ihn ohne Gummi in das geile Loch. Ich fing langsam an sie zu stoßen und klatschte ihr dabei auf den Arsch, sie wimmerte vor Geilheit und klammerte sich verzweifelt an den Tisch. Ich öffnete nun ihren BH und griff dann nach ihren Titten. Von ihrem Bauchnabelpiercing wusste ich ja schon vorher – von ihrem Nippelpiercing nicht. Das machte mich zusätzlich geil und ich fickte jetzt richtig los. Von meinen Schlägen war ihr Arsch schon ganz rot und ihr winseln nach einer kleinen Pause wurde lauter. Ich zog also meinen Schwanz aus ihrer Fotze und packte sie an den Haaren. Sie sollte mir jetzt mal in die Augen schauen während sie ihren Saft von meinem Pimmel leckte. Sie ging vor mir auf die Knie und ich schlug ihr mit meinem Steifen Schwanz ins Gesicht. Sie hatte immer noch so ein geiles Grinsen im Gesicht.

„Du kleine Fickhure kriegst auch nie genug oder?“ Ich schob ihr meinen dicken Prengel in den Mund – und zwar bis zum Anschlag. Ihre Augen wurden größer und sie bekam fast keine Luft mehr. Ich nahm ihren Kopf in beide Hände und rammte ihr mein Teil immer wieder schnell und tief rein. Sie schaute jetzt nicht mehr so frech, sondern etwas ausgelaugt. Ich zog sie wieder an den Haaren – sie spuckte mir jetzt tatsächlich ins Gesicht und sagte „Man merkt schon, dass du nicht so oft eine kleine Mundfotze bekommst – wie wärs wenn du nun mal Loch Nummer drei ausprobierst?“. Ich wischte ihre Spucke aus meinem Gesicht und leckte sie von meiner Hand. So eine Einladung konnte ich mir doch nicht entgehen lassen. Ich kniete mich hinter sie und leckte ihren Arsch, plötzlich war sie es die mich an den Haaren packte und meinen Kopf tiefer zwischen ihre Arschbacken drückte. Ich drang mit meiner Zunge in ihre Rosette ein und wollte nur noch eins – sie ordentlich in den Arsch ficken. Ich drückte mich weg von ihr und schlug ihr so hart ich konnte mit beiden Händen auf ihren festen Hintern. Sie schrie auf und dort wo gerade noch meine Hände waren bildeten sich erst weiße, dann rote Abdrücke. Ich packte sie bei den Händen und drückte ihren Oberkörper runter. Ich nahm meinen Schwanz und drückte ihn nun auf ihre pulsierende Rosette. Sie schrie mich an „Du blöder Wichser, besorg es endlich deiner kleinen Dreilochstute – ich will deinen Saft.“ Gesagt… getan. Ich drang mit meiner Eichel in Sie ein, sie quiekte vor sich hin als ich meinen Schaft immer wieder in ihren Po schob und wieder herauszog. Ich fickte sie nun härter mit tieferen Stößen – sie schob sich die Hand zwischen ihre Beine um ihre Pussy noch zu stimulieren. Ich wurde immer schneller und sie kreischte auf einmal los und zuckte unkontrolliert mit ihren Armen und Beinen. Ich bumste sie weiter in ihren enger werdenden Arsch und ihr ganzer Körper zuckte nun vor sich hin. Nach einigen weiteren harten Stößen zog ich meinen Schwanz aus ihrer Rosette und rammte ihn wieder in ihre sehr nasse Muschi, dafür drückte ich nun zwei meiner Finger in ihren Arsch. Sie sagte „Oh ja, ich will alle meine Löcher gefüllt haben.“ Sie nahm eine Banane aus der Obstschale auf dem Tisch und schob sie sich in den Hals. Der Anblick ihres Körpers versetzte mich nun in Ekstase und ich vögelte sie so hart ich konnte. Ihre Rosette und Muschi waren extrem feucht und geweitet, nun wollte ich kommen. Ich klatsche ein letztes Mal auf ihren geilen Arsch und stöhnte sie an „Ich will auf deinen Bauch kommen, los dreh dich um.“ Breitbeinig legte sie sich auf den Rücken und legte ihre Stiefel auf meine Schultern. Ich wichste noch kurz, während sie sich ihre Pussy streichelte, dann spritzte ich meinen Saft auf ihren vorher perfekten Bauch:

Genüsslich schälte sie die Banane und tauchte sie in meine frisches Sperma. Sie aß alles auf während ich mich wieder anzog. „Vielleicht sollten wir Miri mal zu einem dreier überregen. Eine geile Fotze zwischen meinen Lippen anstatt der Banane hätte mir auch gefallen. Außerdem würde ich sie dann bestimmt auch dazu kriegen, dass du sie mal in ihren süßen Po ficken darfst.“ Ich grinste nur, gab ihr ein Küsschen auf die Wange und verabschiedete mich. An dem Abend bekam ich einige versaute SMS von Anne. Hoffentlich liest Miri die nie…

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Racconti Erotici

Vi presento mia moglie Laura.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Ho conosciuto Laura quando eravamo ragazzini, le nostre famiglie erano amiche e ci ritrovavamo spesso insieme, io avevo quattro anni più di lei e la vedevo solo come una ragazzina, una sorta di sorellina antipatica e lei mi vedeva allo stesso modo. Con il trascorrere degli anni restammo amici, entrambi vivendo le nostre prime esperienze d’amore, con l’aumentare dell’età l’antipatia reciproca che provavamo da ragazzini si trasformò in una bella amicizia. Un bel giorno fu Gianni il mio più caro amico d’infanzia a farmi aprire gli occhi, mi disse.
“Laura è diventata veramente una gran bella ragazza.”
Mi resi conto solo allora che l’amicizia poteva diventare qualcos’altro, Gianni oltre a Laura è la persona più importante della mia vita, ho sempre chiesto il suo giudizio in ogni decisione della mia vita e così è stato anche quando dichiarai il mio amore a Laura.
“Ma che aspetti? E’ fatta per te.”
Lei aveva 22 anni, io 26, mi ero appena laureato in Economia e Commercio, cominciai a lavorare presso lo studio di un commercialista, cinque anni dopo ci sposammo, nel frattempo lei si era impiegata presso una banca, Gianni e sua moglie Alessia furono i nostri testimoni di nozze, da allora spesso e volentieri trascorrevamo le vacanze insieme. Dopo tre anni di matrimonio e una vita sessuale normale stavo vivendo una fase di stanchezza e di calo del desiderio, Laura ne soffriva un po’ e me lo diceva pur comprendendo che era un fatto momentaneo dato dallo stress, la svolta accadde quando andò per tre giorni da sua madre, lei si era trasferita nella sua città d’origine dopo essere rimasta vedova, viveva a 300 km da casa nostra. In quei tre giorni solo in casa venni colto da un improvviso aumento di voglia di sesso, io non avevo mai voluto tradire mia moglie più che altro per paura delle conseguenze e se fossi stato scoperto? Decisi così di dedicarmi ad una maratona masturbatoria come quelle che facevo da ragazzo, accesi il PC e mi collegai ad uno dei tanti siti porno, cominciai a visionare filmati su filmati, la fantasia cominciò a galoppare in modo incredibile, mi imbattei in un filmato che vedeva come protagonista una donna americana, lei somigliava a mia moglie era alle prese con due ragazzi, l’idea che quella donna potesse essere lei e che facesse una cosa del genere solo per far piacere a me mi eccitò in modo incredibile, restai sveglio tutta la notte e mi masturbai altre 3 volte. L’adrenalina era tanta, non riuscendo a prendere sonno cominciai a gironzolare per forum e chat a sfondo sessuale dialogando con persone che si eccitavano alla mia stessa fantasia, vedere la propria moglie scopata da altri uomini, in mezzo ad una serie di personaggi chiaramente falsi e altri maleducati, mi soffermai a parlare con Alessandro. Anche lui aveva questa mia stessa fantasia, l’aveva comunicata alla moglie la quale inizialmente aveva reagito male, poi resasi conto che la cosa aveva risvolti positivi sulla loro vita sessuale cominciò a giocare in tal senso con il marito. Inizialmente fingevano la presenza di un terzo, dopo qualche tempo decisero di fare il salto di qualità, lei andava davvero a letto con un’ altro per poi raccontare tutto al marito, in diverse occasioni lui aveva anche assistito, dopo diversi anni Alessandro e sua moglie si separarono perché lei si era innamorata del suo amante e lui non era affatto pentito.
“Ho vissuto sensazioni irripetibili e meravigliose anche se sono costate il mio matrimonio, se tornassi indietro rifarei tutto anche se oggi mia moglie mi manca da morire.”
Trascorsi i due giorni seguenti attaccato al PC alla scoperta del mondo cuckold, conobbi altre persone e confrontai le loro esperienze con le mie sensazioni, decisi di parlarne a mia moglie quando sarebbe tornata, se l’avesse presa male avrei potuto addossare tutto alla stress ed al fatto che mi era mancata in quei tre giorni e non avrei più ripreso l’argomento. Le raccontai tutto, la prima serata il dialogo con Alessandro e tutto quello che mi era passato per la testa, lei la prese con molta allegria, mi disse che era contenta che mi fossi confidato con lei, cosa che molti mariti secondo lei non avrebbero fatto e che mi amava ancora di più proprio per questo. Quella sera e per i giorni che seguirono facemmo molte volte l’amore con tante variazioni sul tema, a volte fingevamo che io fossi un altro con cui lei mi stava tradendo, altre volte lei mentre scopavamo mi raccontava una sua scopata immaginaria con questo fantomatico amante e così via. La nostra vita sessuale migliorò di molto grazie a questo giochino, la cosa ci divertiva un mondo e ci eccitava parecchio, ogni tanto parlavamo del fatto se un giorno o l’altro avremmo mai trasformato la fantasia in realtà, entrambi eravamo d’accordo nel pensare che l’esperienza sarebbe stata troppo forte e rischiosa. La cosa comunque mi prese parecchio, passavo tutti i momenti liberi della giornata a fantasticare su qualche variante o novità nelle nostre fantasie, non avevo mai avuto un’attività sessuale più frenetica e sentivo il bisogno di parlarne con Gianni. Una sera ci incontrammo dopo il lavoro per prendere un aperitivo in un pub, introdussi piano l’argomento, temevo che mi giudicasse male, lui era sempre stato il classico “macho”, aveva tradito la moglie in più di una occasione vantandosene con me e al tempo stesso era estremamente geloso. Cominciai a parlargli del fatto che ci sono persone che si eccitano all’idea che la loro donna faccia sesso con un altro, lui mi diceva che è una fantasia che non capiva ma se a loro piaceva non giudicava, poi mi spinsi più in là e raccontai tutto, la sua reazione fu molto divertita, più che altro perché non vedeva Laura come una tipa a cui piacessero certi giochi, era contento per noi.
“Attenzione a non andare troppo oltre e se lei si trova un amante come nel caso che mi hai raccontato potresti pentirtene.”
Gli risposi che non era nostra intenzione passare dalla fantasia alla realtà, di contro gli chiesi se lui avesse voglia di provare a vedere se questa fantasia avrebbe avuto un effetto positivo anche su sua moglie Alessia, il volto di Gianni si rabbuiò.
“A volte quasi spero che mi tradisca, mi prendono i sensi di colpa per tutte le volte che l’ho tradita e in certo senso pareggeremmo i conti, poi se lei avesse le sue avventure sarei autorizzato a proseguire le mie.”
Chiudemmo il discorso lì, cambiammo argomento e tra un cocktail e una risata ci avviammo a casa, l’indomani Gianni mi telefonò dicendo che voleva raccontarmi una cosa, ci incontrammo per pranzo e mi disse che la sera aveva raccontato i nostri discorsi ad Alessia. Inizialmente me la presi, avrei preferito che prima almeno mi avesse chiesto se poteva parlarne alla moglie, lasciai perdere quando seppi che Alessia si era molto divertita all’idea e che anche loro avevano giocato con la stessa fantasia divertendosi parecchio.
“Alessia si è molto eccitata all’idea della trasgressione.”
Non riprendemmo comunque il discorso per un po’ di tempo, un paio di mesi dopo mia moglie mi disse.
“Devo confessarti una cosa.”
Laura mi raccontò che pochi giorni dopo la mia chiacchierata Alessia le aveva telefonato, avevano parlato di questa nuova fantasia che ci accomunava, di come la stessero vivendo da donne, notando che c’era una complicità maggiore con noi mariti si sentivano più desiderate e i risvolti sul piano sessuale erano assolutamente positivi. Io e Gianni comunque non affrontammo più l’argomento per almeno sei mesi, nel mese di luglio decidemmo di organizzare le vacanze insieme e di affittarci un bungalow in un villaggio turistico del sud Italia. Gianni mi confidò che si sentiva strano, vedeva sua moglie sempre più indipendente ed intraprendente, era una sensazione nuova e strana, anche la scelta del luogo di vacanza per la prima volta era nata da sua moglie e non da lui, questo indicava che qualcosa nei rapporti tra lui e Alessia stava cambiando.
“Alessia sta prendendo sempre più il sopravvento su di me, tutto è partito da quel gioco sessuale.” Gli dissi di rilassarsi, non doveva porsi il problema e vivere tutto serenamente, tutto qui, quando giungemmo al villaggio turistico scegliemmo il bungalow con due camere separate, il più lontano dal centro del villaggio nel punto più alto, volevamo trascorrere molte ore divertendoci lontano da sguardi e orecchie indiscrete. I primi otto giorni trascorsero meravigliosamente, mare, cibo, sesso a volontà e relax totale, ci sentivamo in paradiso, in genere trascorrevamo la mattina al mare, poi pranzo, pomeriggio al mare, cena, una passeggiata e dopo ci chiudevamo ogni coppia dentro la propria stanza fino all’esaurimento della forze per riprendere il ciclo l’indomani mattina. Due giorni prima della nostra partenza la direzione del villaggio aveva organizzato una festa, era nella discoteca situata al centro della struttura, durante la cena Alessia con un tono ammiccante disse a Laura ad alta voce affinché sentissimo tutti.
“Che ne dici se stasera ci facciamo guardare un po’?”
“Veramente vi guardiamo già abbastanza.”
Intervenni io.
“Ma io intendevo farmi guardare da qualche altro giovanotto.”
Rispose Alessia con un sorriso malizioso e disarmante, Gianni mi guardò in modo divertito senza dire nulla, Laura mia moglie aggiunse.
“Ma dai è solo un gioco divertente tanto per dare un po’ di pepe alle nostre fantasie, diciamolo tranquillamente lo sappiamo tutti che la cosa vi ecciterebbe.”
“E quindi? Spiegatevi meglio.”
Disse Gianni.
“Noi ci vestiamo in modo sexy, quando arriviamo in discoteca andiamo a ballare e voi restate in disparte a guardarci e osservare se qualche ragazzo ci prova.”
“No, non mi va, se poi c’è qualche malintenzionato o qualcuno che causa problemi?”
Dissi io.
Laura mi disse.
“E’ chiaro che non daremmo loro corda più di tanto, se dovesse succedere qualcosa non ci siete forse voi ad osservare e intervenire se necessario?”
Gianni mi guardò divertito.
“Che ne dici?”
Non ero convinto ma acconsentii.
“Va bene facciamolo, però se vedo che tirate troppo la corda, io e Luca ci portiamo a letto le ragazze più fighe di tutto il villaggio chiaro?”
Concluse Gianni, le ragazze si misero a ridere, ci baciarono e si andarono a cambiare mentre io e Gianni ci sedemmo in attesa del loro arrivo, dopo circa mezz’ora arrivarono con due vestitini sexy che non avevamo mai visto. Tutto nero quello di Laura, con un disegno a fantasia sul verde quello di Alessia, entrambe con la schiena completamente nuda, con le gonne cortissime, tacchi alti e trucco più forte del solito completavano il quadro, io e Gianni guardammo estasiati le nostre donne, ci incamminammo verso la discoteca seguendole e Gianni mi disse.
“Ma quei vestiti quando li hanno comprati? Vuoi vedere che le due tipe avevano in testa questo giochino fin da prima di partire?”
“Le donne sono sempre sorprendenti, non ti nascondo che la cosa mi sta arrapando fin da adesso.”
“Io non ti nascondo che anche per me è la stessa cosa.”
Giunti in discoteca ballava già parecchia gente, ci sedemmo in disparte al bancone del bar e le ragazze come d’accordo senza nemmeno salutarci andarono a ballare, io e Gianni non parlavamo ci limitavamo a bere un drink dopo l’altro e ad osservare le nostre donne completamente presi dalla faccenda. Due fighe da paura che ballano sole al centro della pista, in mezzo alla folla non tardano ad essere notate, dopo non molto tempo diversi ragazzi cominciarono a ronzare attorno a loro, io e Gianni ridevamo come matti a vedere come le donne si divertivano ad allontanarli quando si facevano troppo vicini, non viste ci facevano un cenno d’intesa quasi a dire.
“Visto che ci comportiamo bene?”
La vista di mia moglie che veniva abbordata mi dava una sensazione allo stomaco indescrivibile, un misto di dolore, adrenalina, eccitazione, bastava guardare Gianni per capire che per lui era esattamente la stessa cosa, dopo una mezz’oretta le ragazze si avvicinarono per bere insieme a noi, cominciava a girarmi la testa non so se per i drink o per la situazione nel suo insieme e dissi.
“Ragazze vi state comportando bene, anche troppo.”
“Troppo? Amore che intendi dire?”
Mi rispose Laura.
“Intendo che potreste anche ballare con qualche ragazzo anziché respingerli tutti.”
”Veramente li abbiamo respinti solo perché non ci piacevano.”
Rispose ridendo Alessia anche lei mezza ubriaca.
“Va bene io sono arrapato come un toro in calore, fate gli ultimi balli e divertitevi, poi andiamo via altrimenti le palle mi scoppiano.”
Disse Gianni, noi ridemmo tutti, le donne ci baciarono intensamente e tornarono a ballare, subito dopo vennero abbordate di nuovo da due ragazzi molto alti, uno era di colore, Gianni mi disse.
“Quelli sono due che lavorano qui al villaggio, questi ronzano attorno alle nostre mogli da qualche giorno.”
Risposi che non me ne ero accorto per nulla, poi la conversazione si interruppe perchè fummo presi dagli avvenimenti, i due ragazzi si erano fatti subito molto audaci e ballavano a stretto contatto con le nostri mogli, le quali non disdegnavano strusciarsi sui loro corpi, le mani del ragazzo di colore si allungavano ora sui fianchi di mia moglie ora sulla schiena di Alessia. Io e Gianni ci guardammo indecisi se intervenire o se restare ad osservare, lo spettacolo ci stava sconvolgendo, il tutto non durò a lungo per fortuna, Alessia e Laura non appena fini il brano musicale si allontanarono dai due tipi i quali restarono un po’ delusi, provarono a seguirle ma si fermarono quando videro che si erano venute a sedere accanto a noi. Sia io che Gianni notammo che entrambe si erano girate a sorridere ai due ragazzi, decidemmo di tornare al nostro bungalow perchè eravamo tutti brilli e molto eccitati, non appena arrivati le ragazze abbassarono i nostri pantaloni e cominciarono a spompinarci con grande energia. Anche questa era una novità, per quanto fossimo affiatati tra di noi non avevamo mai fatto attività sessuale di nessun tipo gli uni davanti agli altri, Gianni guardava mia moglie prendersi il mio cazzo in bocca ed io facevo altrettanto con la sua, era uno spettacolo stupendo. Entrambe mostravano un atteggiamento forte e dolcissimo al tempo stesso che ci lasciava senza fiato, sembrava facessero a gara a chi ci faceva venire prima, infatti dopo neanche tre minuti di pompino sia io che Gianni esplodemmo in un orgasmo violento, neanche il tempo di riprenderci e le ragazze ricominciarono, il livello di ormoni era talmente alto che anche stavolta non durammo a lungo, poco più di 5 minuti e arrivò un altro orgasmo, anche stavolta quasi simultaneo. Io e Gianni eravamo entrambi senza fiato, Alessia si sollevò il vestito, infilò le mani dentro le sue mutandine e cominciò a masturbarsi, Gianni andò a prendere una bottiglia di Whisky e ne versò due bicchieri, uno per me e uno per lui, nel frattempo anche mia moglie aveva cominciato a masturbarsi eravamo tutti in un delirio erotico mai vissuto prima. Io e Gianni continuammo a bere osservando le nostre donne che si masturbavamo, ormai eravamo fradici, ad un tratto Gianni si alzò in piedi e disse.
“Ormai dobbiamo farlo, dobbiamo andare fino in fondo”
“In fondo a cosa? Cosa intendi dire?”
Dissi io.
“In fondo a questa storia, dobbiamo bere l’intero calice, non possiamo più tornare indietro e non voglio più fermarmi, voglio che mia moglie viva la sua esperienza, lei ha già deciso e anch’io ho deciso, tanto vale arrivare dove vogliamo arrivare tutti.”
Intervenni dicendo a Gianni che era ubriaco e non capiva quello che diceva.
“Non sono ubriaco, non abbastanza da non capire lo sguardo negli occhi di mia moglie e di tua moglie che non si sono mai sentite così sexy, così donne, così vogliose di trasgredire come adesso, non sono ubriaco abbastanza da non aver visto lo sguardo sconvolto ed eccitato che avevi quando quel nero accarezzava la schiena di tua moglie, avresti dovuto vederti Luca, se ti fossi visto in uno specchio non penseresti che io sono ubriaco.”
Ci guardammo tutti negli occhi uomini e donne, Gianni aveva ragione, aveva dannatamente ragione, Alessia si alzò in piedi e baciò appassionatamente suo marito, che le disse.
“Voglio che tu lo faccia.”
Laura si avvicinò a me, mi guardava con un sorriso dolce e le dissi.
“Anche io voglio che tu lo faccia, ma solo se siamo sicuri che la cosa non abbia conseguenze.”
“Non le avrà, ti amo ancora di più, amore mio.”
Andammo a dormire, l’indomani mattina a colazione pianificammo tutta la faccenda, le ragazze sarebbero andate al mare cercando di farsi notare dai due ragazzi, poi li avrebbero invitati a passare nel primo pomeriggio, Io e Gianni saremmo usciti dal villaggio subito dopo pranzo ci saremmo appostati sul promontorio muniti di binocoli. Quello era l’unico punto in cui era visibile il terrazzo sul retro del bungalow, luogo che era nascosto alla vista di qualunque altra parte del villaggio e quindi ideale per il nostro scopo, avremmo visto tutto molto bene ed eravamo pronti ad intervenire se qualcosa fosse andata male. Come previsto le ragazze in spiaggia essendo da sole vennero avvicinate dai due della sera prima, fu Laura a lanciare l’amo.
“Nel pomeriggio siamo da sole al bungalow 24, perché non venite dopo le 16,00 a farci compagnia?” Ovviamente i ragazzi non si fecero pregare, si salutarono con un bacio sulla guancia, pranzammo tranquillamente parlando di tutt’altro, eravamo tutti entrati nella parte e recitavamo per frenare la trance erotica che sentivamo ribollire dentro di noi, dopo il caffè, alle 15 circa, io e Gianni prendemmo gli zaini e ci incamminammo verso il posto appartato che Gianni aveva notato qualche giorno prima.
“Ci vediamo stasera.”
Dissi a mia moglie, come se fosse un pomeriggio normale della nostra vita, alle 16 puntuali i due ragazzi si presentarono, dalla nostra postazione osservavamo tutto, si sedettero nel retro del bungalow e si versarono da bere chiacchierando. Capimmo che le cose stavano cambiando quando Laura si sedette sulle ginocchia di Pierre e Alessia in braccio a Paolo, Pierre cominciò ad accarezzare i seni di mia moglie e le sbottonò la camicetta, con una mano le stringeva un seno e infilò l’altra dentro la gonna nera, Paolo, dopo aver abbassato il bordo del vestitino indossato da Alessia ed averle tirato fuori i seni, cominciò a baciarli e leccarli, cosa che fece subito anche Pierre con i seni di Laura. Uno sconosciuto stava leccando i seni di mia moglie ed io stavo guardando arrapato, sia Laura che Alessia si misero in piedi, i due ragazzi le spogliarono accarezzandole dolcemente, una volta che erano rimaste con addosso solo le scarpe le misero a sedere sul tavolo al centro della veranda e cominciarono entrambi a leccare le fighe, Paolo ad Alessia e Pierre il ragazzo di colore a mia moglie Laura. Alessia fece cenno quasi subito a Paolo di non leccarla più, si spostò gli abbassò i pantaloncini e prese il suo cazzo in bocca succhiandolo con avidità, continuarono così per un po’ Alessia spompinava Paolo, il quale ogni tanto si chinava a baciare i seni di mia moglie, mentre Pierre le leccava la figa, Gianni osservava sorridendo e ogni tanto mi diceva.
“Tutto come avevo previsto e sperato è una sensazione incredibile.”
Gianni mi sorprese tirando fuori una macchina fotografica con uno zoom notevole, che io ignoravo lui possedesse, cominciò a fare foto su foto, nel frattempo laggiù avevano cambiato, Laura adesso si era seduta e succhiava il cazzo di Pierre, mentre Paolo prendeva Alessia da dietro con molta forza e lei sembrava godersela tutta. Subito dopo Paolo la spostò e la piazzò continuando a prenderla da dietro di fronte al cazzo di Pierre, adesso stavano leccando entrambe il membro molto grande del ragazzo di colore, cambiavano continuamente, Pierre prese mia moglie Laura e la rimise a sedere sul tavolo, cominciò a scoparla mentre lei aveva le gambe all’aria, dall’altra parte del tavolo Paolo continuava a prendere Alessia da dietro. Dopo qualche minuto in questo modo i due ragazzi si scambiarono un “cinque” e si spostarono, Pierre si piazzo davanti ad Alessia che comincio a spompinarlo e Paolo dopo aver accarezzato e baciato dolcemente la mia donna cominciò a prenderla in varie posizioni, prima da dietro poi si mise sopra di lei intervallando ogni tanto con un ripasso nella bocca, anche Alessia adesso era totalmente in balia di Pierre che la girava e la rigirava a suo piacimento. Non mi ero accorto che Gianni aveva cominciato a masturbarsi totalmente annebbiato e sconvolto dalle emozioni che lo stavano travolgendo.
“Perchè non ti masturbi anche tu, cosa aspetti? Vuoi che le palle ti esplodano?”
Mi disse, io non risposi, stavo scoppiando dalla voglia ma al tempo stesso non volevo perdermi nemmeno un attimo dello spettacolo che si offriva alla mia vista, adesso le due donne erano piazzate l’una di fronte all’altra e si baciavano mentre i due uomini le prendevano da dietro, si baciavano e si leccavano i seni a turno ma il meglio doveva ancora venire. Paolo si mise a sedere sulla sdraio e Alessia gli si mise di sopra, Pierre dapprima rimase un po’ a godersi la bocca di mia moglie poi si piazzo dietro Alessia penetrandola nel culo e cominciando una doppia mozzafiato, Laura si masturbava evidentemente molto eccitata nel vedere la sua amica scopata da due uomini contemporaneamente. Mille pensieri mi passarono per la mente, Laura non mi aveva mai dato il suo culetto e se adesso le fosse venuta voglia di una doppia penetrazione? Gianni continuava a masturbarsi mormorando ogni tanto qualche frase a commento.
“Brava… anche il culo… lo sapevo che ti sarebbe piaciuto.”
Venne per la seconda volta e riprese subito dopo, roba da matti, il mio timore era che anche Laura fosse sottoposta allo stesso trattamento di Alessia, mi calmai quando vidi che Pierre era giunto all’orgasmo e stava venendo sulla schiena di Alessia mentre Paolo continuava a sbatterla. Quello che non avrei mai immaginato sarebbe stato che Laura cominciasse a leccare lo sperma dalla schiena della sua amica, cominciò anche a leccare le palle di Paolo mentre lui scopava Alessia, sembrava stesse quasi per venire quando si fermò, uscì da Alessia e la rigirò piazzandola a schiena in giù e mettendo mia moglie proprio sopra di lei. Si spostò e cominciò a scopare Laura da dietro con molta forza mentre Pierre, il ragazzo di colore, guardava sorridendo ormai esausto, dopo pochi colpi Paolo venne dentro mia moglie la quale piazzò la figa sul viso di Alessia che cominciò a leccare lo sperma che le colava fuori. Rimasero così, esausti e compiaciuti per un po’ finchè i due ragazzi cominciarono a rivestirsi e se ne andarono salutando le nostre donne con un bacio, Gianni nel frattempo era venuto per la terza volta, chiudemmo gli zaini e tornammo al villaggio.