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il custode3

Mi ero fatto la doccia ma mi sentivo ancora il suo odore addosso, soprattutto in bocca mi sembrava di avere ancora il suo cazzo odoroso in bocca. quella pisciata in bocca mi aveva schifato ma anche eccitato. nonostante la doccia ero ancora eccitato e il mio cazzo, seppur non di grosse dimensioni, era in tiro. solo soletto nella cameretta mi sono poggiato sul letto e mi sono lasciato andare ad una lenta sega; i miei non c’erano e mio fratello era di la a giocare col suo amichetto, mio fratello Maurizio ha 2 anni meno di me.
Dopo essermi rilassato con una bella sega ho iniziato a pensare al giovedì e al fatto che ci fosse anche un suo amico. la cosa non mi spaventava con Angelo, Daniele e Walter lo facevamo anche in 4 dove io ero la femminuccia che li faceva godere; cercavo di capire come poteva essere quest’altro, preso dai pensieri mi addormentai, ero praticamente nudo coperto solo dall’asciugamano.
Dormii abbastanza perchè venni svegliato dalla mamma che mi venne a chiamare per cenare, con mia enorme vergogna ero rimasto nudo, l’asciugamano era caduto e lei mi vide nudo e mi disse che aveva fatto un bel maschietto con un bel giocattolino tra le gambe e come se niente fosse me lo carezzò e se ne andò.
Arrivò finalmente il giovedi, ero ansioso e eccitato, mi presentai nella casa del custode come da accordi e bussai. la sua voce cavernosa e autoritaria mi disse avanti, entrai, lui mi vide e disse – ecco la mia troietta, dai vai in camera da letto e spogliati – io gli dissi – ma il tuo amico? – e lui rispose – e brava la mia troietta hai fame di cazzi oggi?! non ti preoccupare ne avrai -.
Mi fece andare in camera da letto e mi disse di indossare quello che trovavo sul letto. arrivato in camera da letto trovai delle calze a rete, delle mutandine a perizoma e un piccolo reggiseno; le indossai e devo dire che davanti allo specchio sembravo proprio una troietta. Dopo poco sentii suonare alla porta, lui aprì, sentivo delle voci ma mi sembrava fosse più di una persona, preso dalla curiosità sbirciai e vidi due signori anziani sulla 60ina. quando li vidi venire verso la camera mi buttai sul letto facendo finta di niente, entrarono e appena mi videro dissero al custode che aveva ragione, sembravo proprio una bella troietta.
Si spogliarono uno era bassino come il custode un cazzo normalissimo ma bello scappellato e l’altro alto almeno 1,90 e appena nudo mise in mostra un cazzo di almeno 20cm e largo.
Si misero nel letto con me ma il custode rimase vestito a guardare

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sulla poltrona, mi iniziarono a tastare e toccare soprattutto il culetto, ad un certo punto quello bassino mi da un bacio in bocca infilandomi la lingua in gola, non avevo mai baciato in bocca un altro maschio, piano piano mi sentii spogliare e mi ritrovai il cazzo del bassino in bocca mentre l’altro mi leccava il cazzo e intorno al cazzo; ero eccitatissimo. mi fece girare e inizio a leccarmi il culo, una sensazione bellissima, avevo il cazzo in bocca e una lingua che mi penetrava sempre di più, mentre ero intento a gustarmi quei due cazzi sentii l’odore forte e acre del custode, si era spogliato e me lo stava dando da succhiare insieme all’altro, alternavo il suo all’altro e mentre facevo questo ho sentito una dolore al sedere, il lungo era entrato, lo aveva grosso ma il custode mi teneva e non potevo divincolarmi; però, passato il primo momento, il mio culetto ormai allenato iniziò a godere di quella presenza. non ci volle molto a sentirlo sborrare nel mio intestino; contemporaneamente il basso sborrò nella mia bocca mentre il custode era ancora in tiro, si levò e mi fece pulire i cazzi dei sue suoi amici. Nel frattempo loro si rivestirono e dissero al custode che ne era valsa la pena, che ero bravo e che la cosa si poteva organizzare anche con altri al solito posto.
Quando uscirono chiesi al custode di cosa parlavano e lui mi disse – tu zitto e pensa a farci godere. vedrai che ti porto in un bel posto dove avrai tanti bei cazzi a disposizione. e ora vieni in bagno -. ormai sapevo cosa voleva, mi misi nella vasca, aprii la bocca e lui mi infilo il cazzo dentro e inizio a pisciare, mi colava addosso, un pò la mandai giù, appena finito di pisciare mi prese per la nuca e inizio a scoparmi la bocca fino a sborrare tutto dentro. Mi fece uscire dalla vasca, mi rivestii e andai via.
ovviamente andai altre volte da lui sempre nell’attesa di andare in quel posto.
ovviamente non trascurai mai i miei amichetti, anzi ne coinvolsi altri… ma questo lo racconterò in un’altra storia.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 9)

Ero alla lezione di italiano il giorno seguente quando venni chiamato nell’ufficio del preside. Quando io arrivai mio padre, i genitori di Giacomo e Giacomo già là. Il preside, il signornor Sarti, era seduto dietro la sua scrivania.
“Bene ora che ci siete tutti, posso sapere l’oggetto di questa riunione?”
“E’ per mia figlia.” disse mio padre.
“Alice? Devo farla chiamare?”
“No” disse mio padre. “Dobbiamo parlare di lei, ma anche di come sta rendendo la vita dura a mio figlio ed a Giacomo.”
“Non la seguo, signornor Vardi.” Disse il signornor Sarti.
“Per essere schietti.” Disse il padre di Gacomo. “Nick e Giacomo stanno insieme.”
Non ci fu alcun cambiamento di espressione sul viso del signornor Sarti, si rivolse a Giacomo e me. “Voi due siete una coppia gay?”
Noi accennammo col capo. “Non abbiate paura. Ricordatevi che questo è il mio primo anno in questa scuola, prima stavo in una scuola dove c’erano molte coppie gaie.” Disse il signornor sarti, poi rivolse di nuovo l’attenzione a mio padre. “Ora signor Vardi, perche sua figlia sta rendendo difficile la vita ai due ragazzi?”
“Lei non sa che loro sono una coppia.” Disse mio padre. “Tutto cominciò perché Giacomo usciva con lei.”
Il signor Sarti guardò Giacomo e chiese: “Sey gay o bisessuale? “
“Io sono gay, sono uscito con Alice solo perché volevo arrivare a Nick.” Poi Giacomo spiegò la storia del suo innamoramento per me e di come lui ed io ci eravamo messi insieme.
“Bene Giacomo.” disse il signor Sarti. “Forse avresti dovuto trovare un altro modo per arrivare a Nick. Mi sembra che tu abbia preso in giro Alice. Comunque cosa sta causando la sua agitazione?”
“Lei è incinta.” Dissi io. “Disse che Giacomo era il padre ma una prova di paternità provò che non era vero. Da allora lei diffonde dicerie a scuola sulla sessualità di Giacomo.”
“Capisco.” Disse il signor Sarti. “Questo è serio. Terrò una riunione sulla tolleranza e riunirò il corpo studentesco perché tratti Giacomo con rispetto, nessun problema se voi deciderete di rendere pubblica la vostra relazione o no.”

Ringraziammo il signor Sarti e ritornammo in aula. Si stava avvicinando il campionato di nuoto nazionale e quindi gli allenamenti divennero piuttosto intensi. Renzo non mi parlò mai ma mi guardava sempre male. Dopo l’allenamento andai a casa di Giacomo. Andammo in camera sua e ci sdraiammo sul letto. Ci spogliammo e cominciammo un 69, poi Giacomo si mise sul mio grembo. lubrificò il mio pene ed il suo buco e scivolò giù.
Pompai dentro di lui e sentii la calda sensazione intorno al mio uccello. Mi alzai e cominciai a baciarlo profondamente mentre cominciavo a muovermi sempre più velocemente dentro di lui. Spinsi più velocemente e più forte. Improvvisamente cominciai ad eiaculare dentro di lui, dopo di che lo succhiai ed ingoiai il suo sperma.
Ci coccolammo per un po’ baciandoci spesso. “Dopo l’incontro di nuoto di questo week end non ci saranno più allenamenti.” Dissi.
“Così avremo più tempo da passare insieme.”
“Sì, poi d’estate farò il bagnino in piscina, ma non mi porterà via molto tempo, dovremo pensare a cosa fare quest’estate.”
“Non vedo l’ora.”
Guardai all’orologio. “Devo andare.” Dissi. Mi alzai e mi vestii, lo baciai ed andai a casa.
Le cose precipitarono il giorno seguente quando Giacomo si arrabbiò con Alice e le disse che l’aveva scaricata per me.

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Oratorio da guardone

Ormai in casa del Don ci andavo spessissimo, per soddisfare i miei e i loro desideri. Un giorno il Don mi chiese se mi interessava sapere cosa succedesse in paese tra le donne. Incuriosito gli dissi di si. Mi fece nascondere sul soppalco , vista che era quasi l’orario delle confessioni che di pomeriggio li faceva in casa e non in sacrestia.
Entrò una prima pia donna (che conoscevo bene), si salutarono , la fece inginocchiare e iniziò la confessione.
” Che peccati hai commesso”, chiese il Don.
“Padre ho una relazione con un altro che non è mio marito”
” Figliola come mai succede questo? Forse tuo marito ti trascura?”
” No padre è che questo mi fa sentire desiderata, più giovane”
” Lo sai che è peccato mortale quello che fai!! Comunque pentiti e cerca di evitare di godere con lui, almeno così il peccato sarà minore”
Gli diede delle preghiere e l’assoluzione.
Dopo poco entrò un altra donna, con grande sorpresa la conoscevo benissimo, era mia madre, mi sentii ribollire dentro, mi chiesi che peccato avrà da confessare lei che è sempre a casa?
Il Don guardò verso l’alto, nel posto in cui io ero nascosto. Non volevo ascoltare ma la curiosità era tanta.
Mia madre si inginocchiò, si fece il segno della croce e iniziò a confessarsi così:
” Don, ho peccato e mi vergogno”
“Che peccato hai sulla coscienza” Chiese il prete.
” Mi vergogno a dirlo, ma non posso tenerlo dentro, mi sento sporca”
“Dimmi tutto e vedrai che poi ti sentirai meglio figliola” la rassicurò il Don.
Mia madre iniziò raccontandogli il peccato, insomma il vicino di casa era un idraulico, e ieri mattina mentre facevo andare la lavatrice uscì tutta l’acqua fuori. Chiamai il vicino per vedere il perchè di questa fuoriuscita.
Lui subito accorse entrò in casa e vide che c’era una perdita sul tubo che portava l’acqua all’eletrodomestico.
Nel fattempo che lui aggiunstava il tubo, io asciugavo il pavimento, ero in ginocchio, e mi sono ritrovata con la faccia all’altezza del suo pene, lui alludendo disse ” Non mi dispiacerebbe mica”.. Era qualche tempo che tutte le volte che mi vedeva , mi guardava in modo voglioso.
Scherzando risposi ” Vuol dire che pagherò il disturbo in natura”
Senza dire nulla si abbassò la zip e tirò fuori il pene che me lo ritrovai sulle labbra,ed io aprii la bocca e iniziai a baciarlo.
Poi mi fece alzare , mi alzò la gonna mi fece appoggiare alla lavatrice e li mi ha presa.
Il Don la interruppe e gli chiese (mentre si toccava tra le gambe) ” Ma tu hai goduto?”
” Si ” rispose lei.
Devi sapere che se non godevi non era un peccato grave, noi preti lo facciamo senza godere, vieni qui che te lo faccio vedere.
Di sicuro mia madre era ancora eccitata per quelo che era successo, si alzò , il Don tirò fuori il suo uccello e la pregò di toccarlo, lei senza dire nulla lo prese in mano e se lo portò in bocca e iniziò a spompinare.
Il don la fermò e gli chiese di girarsi e mettere le mani sul tavolo.
lei si girò, lui gli azò la gonna, gli abbassò gli slip e le infilò il cazzo nella figa senza nessuna fatica, era bagnata fradicia.
Mentre la possedeva gli parlava ricordandogli che bastava non godere , così il peccato non era grave.
Dopo un quarto d’ora il prete si ritrasse, e gli fece notare che lui non aveva goduto, percui non c’era stato peccato. Mia madre si risistemò, ringraziò il Don , che gli diede l’assolzione e se ne andò.
Avevo assistito a tutto, ero eccitato che mi faceva male nei pantaloni.
Il Don andò alla porta e la chiuse a chiave e mi ordinò di scendere.
Feci le scale di corsa, si abbassò i pantaloni e me lo mise in bocca e mi disse ” Lecca bene che qui ci sono gli umori ti tua madre “
Lo presi in bocca e lo assaggiai con gusto rivivendo i momenti prima.
Poi mi spogliò mi fece distendere sul letto e mi scopò, ricordandomi che poco prima era penetrato nella figa di mia mamma.
Ebbi una eiaculazione come non mai e lui insieme a me!!.

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motel

Finalmente dopo tante telefonate….e chiacchere in chat decidiamo di incontrarci. Ci siamo conosciuti in una normalissima chat…due chiacchere…poi incuriositi ci siamo scambiati msn…e telefono…che bello sentire la tua voce…ricordo ancora…tra le tante cose quella volta che ..stesa sul letto..ti sei lasciata andare…cominciando a sfiorare la tua pelle…infilare una mano nelle tue mutandine le dita…nella tua intimità..i tuoi sospiri sono aumentati…il tuo ansimare sempre più veloce..sino a sentire il tuo orgasmo arrivare impetuoso. Decidiamo di vederci finalmente…con la voglia di conoscerci di persona…liberi di scegliere…se nn mi trovi interessante…ci aspetta un buon gelato …altrimenti..chissà..
Salgo a milano…il metrò sino alla fermata che mi hai indicato…appuntamento all’edicola….ecco arrivi con la tua auto..mi sorridi..ti fermi e mi fai salire….ci guardiamo…ci salutiamo….e ci baciamo perché è quello che entrambi desideravamo.La tua bocca ..le tue labbra…la tua lingua s’intreccia con la mia sei un turbine…allunfo le mani sulle tue gambe…risalgo sino a sentire la fine delle autoreggenti sotto il vestito…mi stacco e ti chiedo…” allora…gelato?..” tu ridi…accendi l’auto e via..” ti porto in un posto nuovo qui vicino..un motel stupendo”…pochi minuti e siamo al silver…entriamo nella nostra stanza…sono emozionato nn lo nascondo nn ero mai stato in un motel…con…una amica.
Ti voglio guardare bene….i tuoi capelli neri e corti…il tuo sorriso..ti togli il chiodo di pelle…e rimani con un abito in maglia….le calze…e gli stivali neri…mi siedo sulla poltrona…e voglio godermi lo spettacolo…del tuo corpo…
Sfili il vestito…. togli gli stivaletti….e rimani in autoreggenti e lingerie….nera bordata di rosa…il tanga è trasparente….vedo il nero dei tuoi peli pubici…ben rasati…nn resisto…è troppo che volevo..baciarti e leccarti…mi avvicino e ti sfilo lo slip…sento l’odore del tuo sesso arrivarmi come un invito irresistibile…sono in ginocchio tra le tue cosce…tu in piedi solo in reggiseno e calze…comincio a leccartela…è buona….e subito il tuo clitoride si gonfia…grosso…lo prendo in bocca e lo succhio…poi lecco in profondità tra le tue labbra..ti faccio sedere sul letto ed aprire bene le gambe…voglio sentire che godi nella mia bocca…infilo un dito…poi due…e lecco tra le tue labbra aperte….sino a sentire che mi riempi di umori…godendo….ti lascio stesa sul letto…ora mi spoglio io…poi ti sfilo le calze…e slaccio il reggiseno..ora siamo entrambi nudi…ammiro la tua pelle seguo con la bocca i tuoi tattoo….torniamo a baciarci….e abbracciati guardiamo i nostri corpi stretti nello specchio a soffitto..poi mi giri e monti su di me…lo prendi in mano…e lo guidi dentro di te…ti muovi e mi cavalchi mentre io avvicino la mia bocca al tuo seno e prendo i tuoi capezzoli duri tra le labbra…e li succhio ….poi ti giro…voglio prenderti da dietro…ti metti a carponi…ed io dietro di te…ti penetro…e mi guardo nello specchio…che spettacolo la tua schiena con quel disegno…che la percorre tutta…le mie mani sulle tue chiappe morbide…vorrei infilarlo anche li….ma tu mi dici….”la prossima volta mio caro”….e così facendo prendi la mia mano la porti davanti tra le coscie…e mi fai sentire il tuo clito duro e grosso..e insegni alla mia mano come toccarti…mi muovo dentro di te..e le mie dita ti procurano piacere….godi ..godi…così..splendidooooooo….esco dalle tue grandi labbra ancora duro….ti giri…e lo prendi in bocca…lo lecchi…e mi fai godere….mi lascio andare e ti schizzo addosso…ci lasciamo andare sul letto stretti…e ci guardiamo…i nostri corpi vicini…vorrei fotografarti così…splendida…appagata…
….mi parli…mi sfiori…mi baci…il mio corpo…si stringe al tuo…ti stendi sul letto…e mi prendi sopra di te…apri le gambe…il tuo sesso è ancora gonfio e bagnato…ed io sono ancora eccitato…duro..ed entro dentro di te..come in un lago caldo…mi sussurri dolci parole…e vuoi sentirmi godere….io spingo…tu guardi nello specchio il riflesso del mio corpo che sopra di te…spinge…stringi le gambe….mi tieni ..ed io ho un orgasmo splendido dentro di te….
….eccoci nello specchio riflessi…e ci diamo appuntamento…per un nuovo incontro…di splendidi attimi tutti per noi….

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La Dirimpettaia

La mia vita scorreva abbastanza tranquilla (direi quasi monotona) tra esami universitari, uscite con gli amici e qualche avventura. Non sono un adone, ne rocco siffredi quindi le mie esperienze con le ragazze si erano limitate a 2-3 amichette che mi avevano fatto felice da quando avevo scoperto il corpo femminile. Sono un tipo timido quindi non era facilissimo per me attaccare bottone.
Ma quando arrivo Erika nel palazzo di fronte……
Era una donna sui 30, non quello che si definisce una modella ma sicuramente una donna molto attraente.
Alta 1e70, biondina, una terza scarsa di seno ma un culo spettacolare. Ma quello che più mi attraeva era la sua disinvoltura. Si perchè dovete sapere che lei amava girare per casa completamente nuda. Non aveva le tende alle finestre, quindi potevo ammirarla e farmi delle seghe assurde osservandola e immaginandola fra le mie braccia.
Inizialmente non si accorse di me. La guardavo spogliarsi e rivestirsi con quel corpo che sognavo di sfiorare, toccare, leccare….godere.
Un pomeriggio che attendevo facesse la sua comparsa ebbi un tuffo al cuore….era con un uomo. Si stavano spogliando, baciando…..in un attimo iniziarono a scopare con una voracità che avevo visto solo nei porno. Lei era stupenda per come lo cavalcava, per come muoveva il culo…per come inarcava la schiena mentre veniva.
Ormai ero completamente stregato da lei. Non passava minuto che non cercassi di scrutare attraverso le sue finestre per godermi la sua visione.
Tutto questo durò fin quando un pomeriggio che stava svolgendo delle faccende domestiche non mi vide….e pensai “Addio…fine dei giochi”.
Quanto mi sbagliavo. sembrava le piacesse essere guardata e provocare tanto che quel pomeriggio insceno uno spettacolino appositamente per me.
Si spoglio molto lentamente, rimase a girare un po per la stanza da letto nuda finchè non si rivesti. Ma lo fece nel modo più sensuale possibile.
Inizio a mettersi le autoreggenti, appoggio la gamba sul letto e risalì molto lentamente massaggiandosi le gambe da vera vamp….stavo morendo. Avevo il cazzo più duro che mai. Si mette il reggiseno, si volta, mi vede e continua a fare quello che stava facendo. Finisce di rivestirsi ed esce di casa.
Continua cosi per alcuni giorni. Ormai ero fisso davanti la finestra da cui avevo la visuale migliore.
Il punto di svolta ci fu quando un pomeriggio stava scopando con il suo uomo a pecorina con il viso rivolto alla finestra. Mi vede, mi sorride e si riconcentra sul cazzo che la stava scopando.
Ormai ero deciso a fare un gesto o qualcosa per poter andare a casa sua.
Il giorno dopo era sola a casa. Stava facendo delle faccende completamente nuda. Si ferma un secondo, si volta verso la finestra. Prendo l’occasione ed alzo la mano per salutarla. Mi sorride e risponde al saluto. Si avvicina alla finestra e mi fa cenno di andare da lei.
Dio, il sogno erotico delle ultime 3 settimane si stava avverando?
Mi preparo in 5 minuti e corro da lei.
Busso. Mi viene ad aprire in un accappatoio azzurro molto corto.
“Ciao, cosa posso fare per te?”
Ero completamente disorientato dall’espressione seria…”cazzo, possibile che ho capito male?”
Lei nota la mia espressione confusa, mi sorride e mi fa “Dai, entra”.
“Ti posso offrire un caffè?”
“Meglio una coca se la hai. Sono già molto nervoso di mio”
“E perché mai?”
“E’ la prima volta che mi capita un’occasione simile”
Intanto ci eravamo seduti sul divano, ci presentiamo.
Si chiamava Erika, era slava ed era sposata con un italiano che di lavoro faceva il camionista. Era spesso sola e vogliosa di attenzioni. Intanto l’accappatoio si era allargato lasciando intravedere delle gambe fantastiche.
“ehi il mio viso è qua” indicandosi con un dito il volto.
Paonazzo in faccia farfuglio una scusa e si mette a ridere.
“Ti sono piaciuta in questi giorni? Ho notato che non facevi altro che guardare in camera mia”
“Da morire” e abbasso gli occhi come un bambino colto con le mani nella marmellata.
Lei mi prende il viso e mi bacia “Ho sempre amato i timidoni”. Ormai mi sono sciolto.
Allungo le mani su quelle gambe che ho sognato cosi a lungo….la sua lingua si muove nella mia bocca. Mi stacco ed inizio a baciarle il collo e la mia mano arriva alla sua fica. Mi blocca la mano.
Penso “Mi sembrava troppo bello”…..ed invece “andiamo in camera, stiamo più comodi”.
La seguo come un cagnolino. Arrivati in camera, mi da una spinta e mi getta sul letto.
Mi lascia i pantaloni e me li toglie. Abbassa i boxer ed inizia a baciarmi la cappella già in tiro. Inizia ad andare su e giù lungo il cazzo con la lingua…già ero in visibilio. Si ferma a succhiare le palle, ci gioca un po con la lingua e poi riparte ad andare su e giù. Io ero sempre più al limite.
“Ferma o vengo subito”
“Zitto!!”
Come gli avevo detto esplodo in una sborrata abbondante che la colpisce dritta in faccia.
Si alza, prende un asciugamano e si pulisce.
“Ok ora che ti sei svuotato la prima volta puoi durare di più! Tocca a te”
Si stende e io su di lei. Tiro fuori quel poco di repertorio che avevo ma che a quanto pare faceva effetto.
Mentre le bacio il collo, le accarezzo le cosce fino a raggiungere la fica. Lei allarga le gambe, è fradicia….infilo due dita ed inizio a farle andare avanti ed indietro…le piego in modo da farle sentire meglio. Nel frattempo sono sceso con la bocca sulle tette. Mordicchio, succhio, tiro i capezzoli…la sento gemere debolmente. Accellero il movimento delle dita nella fica…..”scopami dai”.
Non le do retta…”Ti ho detto scopami”….
Di tutta risposta mi chino fra le sue gambe e inizio a leccarle la fica….Sento il suo respiro farsi più profondo e rumoroso…mi sta inondando la faccia dei suoi umori ma continuo a leccare tra le grandi labbra, a succhiare il clitoride e mandare la lingua piu dentro che posso. Mi ha messo una mano sulla testa, mi accarezza i capelli e si spinge la testa verso la fica. Quando sento che è sul punto di venire, mi alzo e mi infilo un preservativo che avevo nel portafogli. La guardo e vedo che ha gli occhi infuocati dalla voglia di essere scopata. Mi stendo e la faccio salire a smorzacandela (lo voglio anche io il gioco di bacino che avevo visto farle) ed inizia il paradiso. Aveva una fica vellutata e stretta…si muoveva come un’anguilla e se non fossi venuto 10 min prima avrei sborrato dentro la sua fica in 3 colpi. Lei viene a si accascia su di me con il cazzo ancora nella fica.
Mi bacia in bocca. Solleva un po il viso e mi sorride. Gli faccio “io sono ancora duro….non credere che finisce qua”.
La faccio mettere a pecora e riinizio a scoparla. La tengo per le tette e la colpisco più forte che posso.
Non credevo di durare tanto ma invece sono ancora duro e sto per venire la seconda volta quando la sento afflosciarsi sul letto dopo il secondo orgasmo….le dico che sto per venire e mi riprende il cazzo in bocca…3 pompate e gli sborro ancora in bocca.
Ci accasciamo sul letto.
“Ti aspettavi che scopare con me sarebbe stato cosi?”
“No sei meglio di ogni mia minima fantasia….sei superba”
Rimaniamo li a chiacchierare per un po.
I tempi da guardone mi sà che sono finiti

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Vicine di Casa

Finalmente! Avevo finalmente trovato lavoro ed ero riuscito a raggiungere il mio scopo, andarmene da casa dei miei a vivere da solo nella grande città! Lo so suona molto provinciale, ma sognavo che un piccolo appartamento, certo non un loft, ma qualcosa di mia e qualche euro in più in tasca, uniti alla mia esuberanza dei vent’anni, mi avrebbero aiutato con le donne! Già mi vedevo contornato di fanciulle in fiore che si facevano ingenuamente introdurre nella mia tana! In fin dei conti non è che avessi dei desideri particolari, volevo solo scopare come un riccio!
Non ci volle poi molto per rendermi conto che le cose sarebbero andate in ben altro modo, lo stipendio non era granchè, finivo il lavoro molto tardi e le donne capitoline non è che mi filassero poi tanto!
Nell’arco di un paio di mesi ero ormai consapevole che le cose sarebbero andate diversamente da come immaginavo, la sera tornavo a casa letteralmente distrutto, mi fumavo una canna e mettevo su qualche video porno per soddisfare la mia voglia in solitario. Il tutto un po’ squallido e noioso.
Nel frattempo mi ero reso conto di un curioso viavai che si consumava nel mio palazzo.
Specie dal pomeriggio inoltrato uomini circospetti si affollavano al citofono per poi salivano le vecchie scale cercando di farsi notare il meno possibile a viso basso.
Non sono un ingenuo e pensai immediatamente all’esistenza di un giro di donnine compiacenti all’interno del vecchio stabile, anche se non avevo mai avuto l’occasione di incontrarne una, e poi, con la miseria che prendevo non potevo certo ambire a far loro visita.
Curiosamente, col passare del tempo mi resi conto anche del fatto che quando entravo nel cortile dell’edificio mi sentivo osservato, era come sentirsi molti occhi addosso, spesso mi sorprendevo a scrutare verso le imposte chiuse nella segreta speranza di incrociare lo sguardo di qualche meretrice compiacente disposta a farmi da amante, ma i miei desideri rimanevano sempre frustrati.
Il tempo passava uguale a se stesso, ormai non facevo neanche più caso al continuo andirivieni di uomini, anche se mi sentivo sempre addosso quella curiosa sensazione.
Il mio destino si compì in un’afosa serata di luglio.
Avevo smesso di lavorare particolarmente tardi e mi ero rimpinzato di alcool per bene, in modo da giungere a stento a casa per svenire letteralmente mezzo vestito sul letto.
Non so da quanto tempo dormissi, so solo che fui svegliato bruscamente da alcune voci che, con accento sudamericano mi risuonavano nelle orecchie come se fossero state lì, nel mio appartamento, ed in effetti era proprio così, stavo a malapena mettendo a fuoco tre figure nel microappartamento quando il potente fascio di luce di una torcia elettrica diretto verso il mio volto mi impedì di osservare altro.
– Com’è carino! E come puzza! Ti senti solo caro e ti dai al bere, non preoccuparti ora ci siamo qui noi!
– Si però è un birichino guarda che filmetti guarda di nascosto! Ti piace vedere le donne che lo prendono nel culo eh? Magari godi nel vederle soffrire? Non lo sai che è tanto bello un bell’arnese che ti stantuffa il culetto?
Quelle parole mi paralizzarono per il terrore, temevo di essere in balia di una banda di stupratori decisi ad approfittare di me, ma non sembravano voci maschili, anzi erano tanto femminili da sembrare caricaturali.
Finalmente la torcia fu diretta in un altro posto, e mi trovaio circondato da tre femmine statuarie.
Avevano calzato sul viso tutte e tre delle calze velate, il che distorceva i pur apparentemente vistosi e seducenti lineamenti, la prima, quella con la torcia, indossava un pantacollant lucido che nella penombra le disegnava lunghe gambe snelle, stivali in lucida pelle nera con vertiginosi tacchi a spillo di almeno 14 cm, una canotta bianca trasparente dalla quale due floride tette almeno della quarta misura sembravano quasi volere esplodere, aveva lunghi e folti capelli ricci che spuntavano rigogliosi dalla calza, con i tacchi sembrava sfiorare il metro e novanta, la seconda, che da quel che potevo immaginare da dietro la calza mi osservava maliziosa guardando attentamente la mia piccola filmoteca, era svestita, diciamo così, con una microgonna inguinale che se si fosse girata mi avrebbe offerto un impagabile scorcio di un magnifico culo,
un delizioso, ancorchè insufficiente reggiseno a balconcino dal quale si notavano i capezzoli turgidi far capolino in contrasto con la pelle leggermente ambrata del seno gonfio e svettante, una stella a cinque punte le ornava il delicato incavo dell’ombelico, e la figura di per sé tonica e snella veniva esaltata da un paio di sandali allacciati al polpaccio color argento con i canonici 14 cm di tacco a spillo, da quel che vedevo doveva essere una magnifica puledra mulatta, mentre la sua prima amica aveva l’invitante colorito del cioccolato fondente.
La terza intrusa, pur standosene in disparte senza proferire verbo, mi appariva come la più allettante, vestita com’era solo di una giacca a un bottone, abbondantemente scollata su un seno morbido e sodo, dalle misure più umane rispetto alle prime due, sotto la giacca, intuivo l’esistenza di un qualche indumento intimo visto che spuntavano solo due gambe assolutamente perfette, lunghe e agili, seppur muscolate in modo non invadente, lisce come seta, come ebbi modo di appurare, e del colore del cioccolato al latte, i piedi sicuramente delicati, calzavano delle semplici ma eccitanti decolletè in vernice nera con tacco in acciaio di una decina di centimetri, donandole ulteriore slancio ed eleganza, oltre a quell’aria un po’ troiesca che non guasta, completava il quadro una chioma mora e liscia dai riflessi scurissimi, quasi violacei.
Ancora inebetito per il brusco risveglio e intontito dal troppo e scadente alcool ingerito, mi stavo chiedendo quale santo ringraziare per aver portato tutto quel ben di dio in casa mia, quando la mora elegante si avvicinò a me ancora disteso e dopo avermi afferrato ferocemente per i capelli, guardandomi dritto negli occhi cominciò a parlare:
– Ciao io sono Sabrina, la mora si chiama Suzana e la biondina invece è Lisa, ti abbiamo notato in questi giorni, (mentre parlava, Suzana mi aveva afferrato da dietro torendomi le braccia costringendomi all’immobilità, col viso distorto in una smorfia di dolore) , abbiamo notato la disapprovazione che provi quando incontri i nostri amici e volevamo farti capire perché ne abbiamo così tanti, e per far questo ora ti presentiamo i nostri tre giocattoli!
No, non ci potevo credere, l’incubo che avevo paventato si stava per materializzare e così fu.
Mi resi conto che Suzana e Lisa cominciavano a strusciarsi avidamente la mano libera sul pube, mostrando il sorgere di un rigonfiamento preoccupante, Sabrina invece, si mise a un paio di metri da me e cominciò lentamente uno strip-tease, cominciò ad ancheggiare in modo seducente rivolgendomi le spalle, i lunghi capelli lisci le scivolavano morbidi sulle spalle, pur terrorizzato dalle prospettive, non potevo fare a meno di rimanere ammaliato da quello spettacolo sensuale, la bella mora si slaccio il singolo bottone della giacca, ruotando su stessa fece in modo da mostrare i bei seni leggermente a punta, mentre la giacca si sollevava mostrando un delizioso quanto semplice perizoma in pelle nera che adornava le due natiche più splendide che avessi mai visto, sode e sporgenti e dalla pelle liscia come seta, mentre lo spogliarello proseguiva, avvertivo dietro la nuca qualcosa di decisamente grosso e duro che premeva per uscire allo scoperto, ma ero come ipnotizzato dai movimenti suadenti della bella Sabrina.
Finalmente, sempre mostrandomi le spalle, fece scivolare sul pavimento la giacca, rimanendo con indosso solo l’esile indumento intimo e le deliziose scarpe, spalle dritte e ampie e schiena semplicemente perfetta completavano il quadro di una creatura di bellezza indescrivibile, peccato – pensavo in quel momento – non poterne ammirare il viso.
La deliziosa mora si piegò con studiata malizia in avanti, fin quasi a poter toccare terra con il viso e ostentando così un posteriore da scultura, il cazzo cominciò a duolermi, stretto nel boxer e nei pantaloni, in balia di un’erezione tanto imprevista quanto furiosa, le mie due guardiane dovettero prenderne coscienza giacchè tirarono fuori all’unisono due mostruosi arnesi neanche del tutto eretti che mi furono dapprima sventolati sotto il naso e poi, dopo un paio di ceffoni piuttosto violenti, e insulti, sputi e tirate di cappelli fecero il loro trionfale ingresso nella mia povera bocca inviolata.il primo ad entrare fu l’arnese color caffelatte di Lisa, misurava all’incirca 24 cm pur non del tutto dritto, ed era spesso di conseguenza, penetrò a stento la cappella, più chiara dell’asta e gonfia come una mongolfiera, un sapore ignoto mi avvolse il palato, sapido e umido, ma di consistenza stranamente gradevole, mentre un’aroma di sperma e sudore mi riempiva le narici stordendomi.
Potrà sembrare strano, ma a parte le remore di una vita da etero convinto e il timore per la violenza che le due trans dispensavano a piene mani , la cosa che più mi turbava era il non poter ass****re all’ultima parte del sensuale spogliarello di Sabrina, Lisa intanto, dopo avermi afferrato saldamente la testa tra le mani, aveva preso a spingere vigorosamente, facendo affondare il suo grosso serpente sempre più a fondo nella mia gola, ormai avevo chiuso gli occhi cercando di res****re, ma improvvisi conati di vomito mi costrinsero a divincolarmi e quando li aprii, mi trovai davanti l’uccello di Lisa in piena erezione legato alle mie labbra inumidite da grossi cordoni di saliva, e Suzana che agitava minacciosamente davanti ai miei occhi uno spaventoso manganello nero di 30 cm, pur con la mia pluriennale esperienza in film pornografici, non avevo mai visto un cazzo come quello, lungo e spesso come un braccio, sormontato da grosse vene pulsanti e ornato da una coppia di coglioni gonfi di sperma che, presumibilmente sarebbe stato scaricato tutto dentro di me.
Quell’estremo tentativo di ritornare in libertà mi costò molto caro:
– Che fai ti ribelli frocetto di merda?
– Ora vedrai come li trattiamo i frocetti come te!
– Dai tanto ti piace, si vede da come lo ciucci, sei una troietta, solo che non lo sapevi ancora!
Suzana prese a sbattermi il suo enorme bastone sul viso, mentre Lisa mi costringeva di nuovo a succhiarle il bel cazzo duro e umido in punta, più cercavo di liberarmi e più quel nodoso palo di carne mi scivolava in gola, per un attimo riuscii a riaprire gli occhi e tra le gambe delle due aguzzine potei osservare la magnifica Sabrina che si masturbava lentamente, con movimenti sapienti uno splendido cazzo di una ventina di centimetri, spesso almeno 6 e leggermente ricurvo verso l’alto.
– Senti come succhia questa puttana, secondo me sei nata per ciucciare il cazzo!
– Zitte ora, ora insegnamo un giochino nuovo al nostro amichetto!
La voce di Sabrina, perentoria, mi gelò il sangue, fino a quel momento avevo sperato che le cose cessassero a quella violazione umiliante ma non eccessivamente dolorosa, ma evidentemente, le tre trans avevano in mente qualcos’altro per me.
Guidate da Sabrina, Suzana e Lisa mi costrinsero ad alzarmi dal letto e mi spogliarono lasciandomi nudo e indifeso come un *******, ero ancora intontito dall’alcool, il cui sapore si mescolava nella mia bocca agli aromi pungenti e sapidi dei cazzi che ero stato costretto a succhiare, ero terrorizzato, non avevo idea di cosa mi aspettava, ma le mazze enormi delle tre splendide trans erano un’evidente minaccia alla mia verginità.
Non avevo idea di fin dove si sarebbero spinte nel corso di quella brutale violenza, in fin dei conti mi stavano violentando! La cosa sorprendente era però, che ospitare nella mia bocca quegli arnesi turgidi e duri mi aveva eccitato a dismisura, e, mentre mi trascinavano per la casa con i grossi e gonfi pendagli in bella vista, il mio cazzo era in poderosa erezione e colava grosse stille di liquido preeiaculatorio.
La cosa naturalmente non mancava di essere notata dalle tre dee sudamericane mascherate, e infatti durante il breve tragitto fino al bagno, mi insultarono mentre mi prendevano a schiaffi e mi tiravano i capelli, dandomi anche piccoli colpi all’asta eretta.
-sei un frocio di merda che vuole il cazzo, solo che fino a stasera non lo sapevi, ma io li riconosco subito quelli come te…
-volete fare i moralisti e invece morite di voglia di farvi fottere a sangue, ora ci divertiamo…
Giunti nel bagno, Suzana e Lisa mi bloccarono col volto rivolto verso il lavabo, nello specchio potevo vedere le matte risate che le troie si facevano alle mie spalle, pur con i volti deformati dalle calze.
La rabbia mi spinse a un tentativo di divincolarmi, ma le due trans erano troppo forti e il mio tentativo si risolse in ceffoni e insulti.
-Che fai troietta cerchi di liberarti, dai che ti piace, dai che lo vuoi, anzi li vuoi tutti, vuoi farti chiavare come una cagna di strada e farti riempire di sborra bollente in tutti i buchi, mmm vedrai che ci implorerai di non smettere….
Mentre le altre due continuavano a pestarmi, Sabrina scivolo alle mie spalle, sentivo distintamente il suo grosso arnese teso e duro puntare contro le mie natiche, e cominciò a sussurrarmi nell’orecchio, tenendomi il viso attaccato al suo tirandomi i capeeli, quasi con ferocia.
-Sai bel frocetto, le nostre calze possono servire a molte cose, una per esempio è immobilizzarti per poter abusare di te come e quando vogliamo, vedrai che questa sera non la dimentichi più!
Così tirarono fuori altre due calze che usarono per legarmi ai due rubinetti, mentre a turno mi passavano le mani tra le natiche indugiando a lungo nel solco inviolato al centro delle due semisfere, strizzandomi dolorosamente il membro in erezione, i testicoli e i capezzoli eretti, mordendomi voracemente abbandonandomi in un delirio di sensazioni irripetibili.
Poi, come in risposta ad un segnale non scritto, Suzana mi afferrò vigorosamente la testa tra le due enormi mani color carbone, e, mentre Liza mi teneva il naso chiuso per costringermi ad aprire la bocca, mi sparò letteralmente mezzo metro di cazzo in gola cominciando a pompare furiosamente puntellandosi sulle punte dei piedi, credevo quasi che mi avrebbero fatto soffocare a colpi di cazzo e non mi resi conto che dietro di me stava per avvenire ciò che temevo.
Proprio quando Liza mi liberò il naso e Suzana fece per un attimo scivolare il grosso serpente nero fuori dalla mia gola, lucido della mia saliva che mi colava dalla bocca mentre ero in preda a vivaci conati, Sabrina puntò l’uccello duro e nodoso contro il mio povero orifizio, per altro asciutto e privo della benchè minima lubrificazione, e con un colpo secco e violentissimo mi squarciò il retto strappandomi un acutissimo grido di dolore.
Improvvisamente, un ferro arroventato e molto ingombrante mi stava dilaniando l’intestino con movimenti frenetici e poderosi costringendomi ad assecondarli per non soffrire ancora di più.
Inutile dire che mentre Sabrina mi inculava a sangue, Liza e Suzana facevano a turno per farsi ciucciare i cazzoni eretti e duri, mi afferravano per i capelli e mi piantavano quei grossi pali in gola, mugolando parole sconnesse nella loro dolcissima lingua:
– mmmm deliciaaaa….aaahhh gostoso ….chupa…mmm chupa….aaahhh fochi so culo….mmmm
Mi sembrava che mi avessero piantato un imbuto nel culo e che ci facessero scivolare lava rovente dentro, non riuscivo neanche ad urlare, visto che avevo la bocca piena dei rigogliosi membri che mi fottevano selvaggiamente la gola.
Ero vittima di un sabba infernale in cui le sacerdotesse, pur bellissime, al posto delle tradizionali vagine, avevano delle colossali verghe, e il mio sacrificio consisteva nell’appagarle tutte e tre pur a discapito della mia stessa salute.
Ormai avevo perso il senso del tempo, il mio naso affondava nella morbida pelle dei grossi coglioni gonfi delle mie seviziatrici, imbevendosi di aromi che, invece di turbarmi, non facevano che eccitarmi a dismisura, il mio culo, ormai devastato dopo qualche minuto di dolore atroce si stava pian piano adattando a quell’imprevista esplorazione rettale, mentre Sabrina incrementava gradualmente ma inesorabilmente la potenza dei colpi.
Cominciavo ad avvertire un leggero stimolo alla base del pene, come quando si sta per molto tempo senza sborrare, e il cazzo continuava a secernere senza posa liquido attaccaticcio.
Uno strano calore, unito alla sensazione di liberazione che si ha quando si va di corpo si stava pian piano impossessando di me.
-MMM troietta hai un culetto fantastico….mmmm ti piace vero zoccola? Dillo che ti piace che vuoi il cazzo!
Mentre mi diceva queste cose, Sabrina mi aveva nuovamente afferrato per la chioma e mi aveva girato verso di lei, omaggiandomi di alcune spinte tra le più violente e facendomi letteralmente sussultare sotto di lei.
Comunque era vero, stavo cominciando a provare un piacere mai provato prima, ondate di estasi mi avvolgevano il corpo spossandomi e lasciandomi esausto.
– Che vacca che sei, ti piace proprio il cazzo eh?
Così dicendo fece scivolare una mano tra le mie chiappe e raccolse il liquido che le ornava portandolo alle mie labbra.
Bevvi avidamente quel misto di sborra di culo e sangue caldo, già, perché mi aveva letteralmente lacerato le pareti anali.
Poi, mentre cominciavo ad inarcare la schiena per accogliere ancora meglio quel glorioso palo di carne e cercavo di dediacrmi con maggior entusiasmo a spompinare i bei cazzi puntati verso il mio viso, senza preavviso fece scivolare il suo splendido serpente fuori di me.
La liberazione del canale rettale mi permise finalmente di contrarre lo sfintere, il chè mi fece schizzare una grossa goccia di sperma bollente che scivolò nel lavabo e mi strappò un mugolio di piacere intensissimo come mai avevo provato fino ad allora.
Sabrina mi spinse violentemente il volto nel lavandino per leccare il frutto del mio piacere, piegandomi a 90° mentre Lisa scivolava alle mie spalle.
-Troia di merda chi ti ha detto che puoi godere? Tu sei soltanto due buchi svuotacazzi non osare mai più godere senza il nostro permesso!
Così dicendo, mi spinse più volte il viso contro la fredda ceramica del alvabo, per poi sollevarmi e infilare nella mia bocca ormai slogata il suo arnese aromatizzato dal sudore, dal sangue, dallo sperma e dal mio succo di culo!
Nel frattempo Suzana si masturbava con vigore, il suo cazzo era ormai nel pieno del fulgore, un palo di carne d’ebano nodoso e turgido con la punta lucida di sperma che puntava minacciosamente contro di me!
Mi venne vicino e mentre Liza mi sbatteva il suo bel cazzo duro nel retto senza alcuna particolare accortezza cominciando a pompare vigorosamente, Suzana mi puntò il tacco a spillo dei suoi stivali nella carne delle chiappe torturandomele sadicamente.
Sabry da parte sua affondava il suo superbo uccello al caldo della mia bocca spingendo in modo che non potessi urlare e godendosi i miei mugolii di dolore lancinante, misti al piacere inebriante che quella ferce sottomissione mi regalava!
Calde e grosse lacrime mi rigavano il volto, ma le tre aguzzine, anziché impietosirsi, sembravano maggiormente stimolate a torturarmi.
Violenti ceffoni mi arrossarono le gote mentre le tre transessualidopo aver alzato le calze in modo da liberare la bocca mi sputavano in faccia e, nel caso di Sabrina, in bocca dopo aver sfilato il membro, paonazzo per il succulento pompino.
– Sei proprio una troia mangiacazzi, chupa chupa…mmmm
– Che culo magnifico, e come si muove questa troia, mmm deliciaaaa….
– Ti straccio le chiappe troia, ti piace eh? Puttana di merda mmm
Inutile negarlo, stavo godendo come una scrofa, un incessante cas**ta di precum mi scivolava tra le gambe, quel cazzo su per il culo aveva dischiuso un orizzonte fatto di immenso piacere, e il dolore inflittomi non faceva altro che amplificare quell’estasi inebriante.
All’improvviso le tre splendide aguzzine, quasi in risposta ad un richiamo si fermarono, lasciandomi ansimante e voglioso sul bordo del lavabo, il culo mi pulsava in preda a spasmi violenti e dall’uccello mi colava un fiotto ininterrotto di gustoso sughetto, sebbene le gambe mi tremassero e avevo dolori in tutto il corpo non potevo fare a meno di desiderare di essere ancora preso da quelle furie s**tenate.
Un po’ timoroso girai il volto per osservarle, erano davvero tre splendide gazzelle, certo, ognuna a modo suo, il fisico muscoloso di Suzana era reso ancora più eccitante dalla pelle lucida per il sudore, il suo membro eretto e umido aveva un chè di mostruoso, all’apparenza poteva sembrare addirittura sottile, ma era un effetto ottico dovuto alla smisurata lunghezza, i lineamenti deformati dal piacere sembravano duri e ancor più minacciosi a causa della calza che le copriva il volto, Lisa e Sabrina erano invece due autentiche gazzelle, mentre parlavano tra di loro si masturbavano reciprocamente con evidente soddisfazione, i loro cazzi, pur non mostruosi come quello di Suzana, svettavano con le punte verso l’alto bagnati di caldo e succulento sugo, le due troie godevano come scrofe e il respiro si faceva affannoso anche a causa delle calze, che sollevarono per baciarsi lussuriosamente avvinghiando le lingue in una danza di strepitosa sensualità, luccicanti fili di saliva congiungevano le labbra carnose mentre le attenzioni si facevano sempre più selvagge. Le mani si intrufolavano ovunque, gemiti a volte sottili a volte violenti giungevano da quel meraviglioso consesso carnale mentre il mio uccello, tutt’altro che intimorito dalla violenza cui ero sottoposto si era innalzato in tutta la sua lunghezza e puntava dolorosamente verso il cielo in cerca di sollievo.
Le tre sadiche erinni volsero lo sguardo all’improvviso verso di me, l’attenzione era stata colta dall’erezione che intravedevano tra le mie gambe.
Sorrisero, ma era un sorriso perverso, malato, e con andatura superba, dall’alto degli smisurati tacchi che calzavano, tornarono verso di me.
Mi slegarono, poi, senza alcun riguardo mi buttarono per terra, notai che Suzana aveva in mano una cintura nera di cuoio, ma non ero minimamente preparato, quando, afferratomi per i capelli con la consueta (…e goduriosa…) rudezza, cominciò ad insultarmi sussurrandomi all’orecchio quanto ero frocio e che bel servizietto avessero in serbo per me, mentre Liza mi legava la cinta intorno al collo stringendola al punto di soffocarmi quasi.
– Ecco, ora sei il nostro frocetto cagnolino, ti piace puttanella?
– Siii che gli piace, vedi come sbrodola… che troia di merda…
Così dicendo, a turno, cominciarono a schiaffeggiarmi con rabbia le natiche, a puntarmi gli acuminati tacchi nella carne, a sputarmi addosso, mentre sempre più eccitate, avevano preso a toccarsi i cazzi e i corpi lucidi e sensuali, le mani scivolavano frenetiche sulla pelle sudata, si insinuavano negli anfratti nascosti uscendone bagnate di aromi gustosi e profumati, avevo una voglia matta di risentirmi cavalcato, violato, desideravo che le loro attenzioni si rivolgessero verso di me, mentre, le sevizie che subivo, pur molto dolorose, non facevano che acuire la mia eccitazione.
– …vi prego, inculatemi, ho vogliaaaa…- le implorai, volevo che mi ficcassero i loro grossi cazzi nel culo fino alla notte dei tempi, volevo sentirmi totalmente posseduto, volevo essere il solo, unico oggetto del desiderio delle virago e il bersaglio della rabbiosa voglia dei loro splendidi cazzi.
Un lampo di maliziosa lussuria incendiò gli sguardi delle mie padrone, ancora schiaffi, morsi, tendevano la cita all’estremo limite della mia resistenza, mi afferravano rudemente il viso costringendomi ad aprire la bocca per sputarci dentro, il sapore della loro saliva mi eccitava sempre di più, a turno cominciaro a spingere i loro grossi cazzi nella mia bocca, mi afferravano saldamente alle tempie, poi, tenendomi per i capelli, Liza mi stringeva il collo, Suzana mi tappava il naso e spingeva quell’infido serpente in fondo alla mia gola tenendolo infilato per lunghissimi secondi, chupa chupa frocetto, io chiudevo gli occhi cercando di res****re a quella deliziosa tortura fin quando la saliva non mi costringeva a divincolarmi per non soffocare, subito però Suzana, incurante del mio tossire e dei conati di vomito ricominciava a chiavarmi la bocca senza alcuna pietà.
Avrei voluto farmi farcire il culo per bene, l’orifizio pulsava in preda ad un desiderio insopprimibile e insopportabile, Liza e sabrina ridacchiavano, Liza si accese una sigaretta mandando lunghe e sensuali boccate, nel frattempo Sabrina si era chinata alle mie spalle e mi stava letteralmente aprendo in due come una pesca matura mettendo allo scoperto il mio indocile buchino.
All’improvviso un bruciante dolore mi avvertì che la cenere della sigaretta veniva depositata tra l’ilarità delle tre nel solco bagnato che divideva le mie natiche, nel frattempo Liza aiutava a sostenere Sabrina, che, in equilibrio su una gamba sola stava spingendo l’acuminato tacco metallico della sua calzatura ad esplorare i misteri del mio anfratto spasimante.
Sebbene sottile, il tacco era ben più spigoloso di un oggetto di carne e Sabrina fu tutt’altro che delicata, il motivo per cui non gridai era il bastone di cioccolato che mi occupava la bocca fino all’estremo limite della sua capacità di apertura.
Ormai non ero che un pupazzo tra le loro mani, il basso ventre mi doleva a causa del desiderio represso ma ero talmente coinvolto da quella selvaggia avventura che godevo di tutte quelle violenze, solo volevo il cazzo nel culo, non ce la facevio più, desideravo di essere sventrato con violenza da quegli splendidi scettri, dall’ano mi colava un umore caldo e appicicoso, a volte in seguito a spasmi incontrollati come se fossi stata una troia in preda ad un orgasmo anale, e, sebbene non me ne rendessi del tutto conto, non ero altro che quello, una vacca adoratrice di cazzo in mano a tre sacerdotesse del sesso più estremo.
Ricominciai ad implorare, per quello che mi permetteva il palo di carne di Suzana ormai ospite fisso della mia cavità orale, vi prego, lo voglio dentroooo….
– è proprio un frocio di merda rottinculo e mangiacazzi…
– vuole solo il cazzo…che troietta….
– Ma si in fondo se lo merita…
Una gioia immensa mi avvolse, finalmente avrei goduto, ma il cammino fu molto doloroso e accidentato….
Fissarono il capo della cintola ad un termosifone, dopodichè, tutte e tre si alzarono in piedi infilandomi nuovamente le punte dei tacchi nella carne con tale ferocia da lasciarmi i segni e spingermi ad urlare e ad implorare pietà, mentre scivolavo semisvenuto sul pavimento, Liza scivolò sotto di me, quasi incosciente, mi risvegliai all’improvviso a causa dell’ingresso subitaneo del suo bel cazzo nel mio culetto caldo e ancora sanguinante a causa delle attenzioni precedenti.
Cominciai a muovermi lentamente, mentre Liza sussurrava : ti piace eeh? È questo che volevi, l’hai sempre voluto solo che non lo sapevi! Sei una troietta ciucciacazzi e rottainculo e scommetto che da oggi in poi non vorrai altro che questo un bel cazzone duro su per il culo….aaahhh deliciaaaaa!
Non riuscivo a distinguere del tutto la sua espressione a causa della calza che le copriva per metà il volto facendole assumere un’espressione ancora più minacciosa di quella che, probabilmente aveva, ma avrei giurato che si stesse divertendo e godesse quasi quanto me, cavalcare quello splendido cazzo mi inebriava, mi sentivo finalmente appagato, socchiudevo gli occhi e mi godevo quella sensazione di estatsi totale che mi dava il sentirmi il retto colmo di carne calda e pulsante, improvvise contrazioni sello sfintere preannunciavano ondate di godimento sfibranti che coronavano con caldi schizzi di aroma di cazzo, ero scivolato nel piacere quando di nuovo, la grossa mano nodosa ed eburnea di Suzana mi spinse la testa all’indietro quasi strappandomi il cuoio capelluto e una colata di lava incandescente mi invase l’ano, la gigantesca trans si era inginocchiata alle mie spalle, e con un sol colpo che mi mozzò il fiato e mi strappò calde lacrime, aveva spinto la sua colossale mazza all’interno dell’anfratto già abbondantemente occupato!
Non ebbi neanche il tempo di urlare che Sabrina dopo avermi tappato il naso, spinse il suo gustoso uccello nella mia bocca, le due alle mie spalle, ormai vicine ad un esplosivo orgasmo cominciarono a muoversi all’unisono pompando la loro voluttà dentro il mio culo, i movimenti mi squassavano, avrei voluto urlare, ma il cazzo di Sabrina me lo impediva, ogni tanto mi liberava il naso per permettermi di respirare, a volte mi affondava la testa nei coglioni gonfi e profumati, quell’odore mi deliziava, eccitandomi se possibile ancira di più e non aspettavo altro che gustare quel nettare prelibato il cui odore mi faceva appunto impazzire.
Lo sfregamento dei due cazzi all’interno del mio colon, nel frattempo doveva regalare un delirante piacere anche alla bionda e alla nera che mugolavano vogliose frasi sconnesse che mi avvisavano dell’orgasmo imminente, i movimenti si fecero più frenetici, a volte sconnessi e meno sincroni, il respiro si mozzava, gli occhi, per quello che vedevo erano socchiusi, i volti deformati dal piacere, una sottile bava bagnava le labbra tumide di Lisa mentre mi chiavava il culo selvaggiamente, sentivo sulla schiena il poderoso peso di Suzana che si abbatteva su di me infilando il suo prodigioso bastone fin nei recessi più nascosti del mio intestino.
Una marea di piacere selvaggio montava impetuosa dentro di me, succhiavao meccanicamente il cazzo ormai violaceo e prossimo all’esplosione di Sabrina, gustandone il sapore acre e sapido e bevendone gli aromi succulenti.
Squassanti spasmi mi dilaniavano le viscere spingendomi a gemere per il godimento lussurioso che dalla pancia si irradiava a tutto il corpo culminando con schizzi di caldo sperma sempre più violenti e corposi.
– siiii mmmm inculatemi, siii sfondatemi le chiappemmmggghh….godooooo mmmm aaahhhh ancora, ne voglio di più di piùùùùùùùùùùùùùù……….
– Fochi so culooo fochiiiiii…..deliciaaaaa
– Aaahhhh gostosooooo mmmm chupa chupaaaa…..
E alla fine, rispondendo ad un richiamo atavico vecchio quanto il mondo, le tre trans vennero, vennero inondami il retto di una cas**ta di sborra bollente e vischiosa che risalì l’intestino come una valanga travolgente, una colata lavica, un’eruzione di sborra violentissima che mi travolse lasciandomi spossato, ma ancora capace di ingoiare quasi tutto il seme di Sabrina, un getto caldo che mi bollì lo stomaco mentre ansimavo per non perdermi neanche la più piccola stilla di sugo.
Rivoli di sborra lattea colavano dagli angoli della bocca, mentre Suzana e Liza, già in piedi, a turno mi infilavano i cazzoni paonazzi in bocca per farseli ripulire per bene dal nettare degli dei.
Dal culo, portentose spinte facevano colare sulle cosce l’aroma del piacere, mentre il godimento continuava a dilaniarmi il corpo e l’anima, non avevo mai immaginato di poter godere in modo così vitale e selvaggio e avrei voluto che non smettessero mai.
Il cazzo in piena e dolorosa erezione pulsava vicino all’orgasmo, ma le tre trans ormai liberate dall’urgenza del piacere si erano abbandonate al relax incuranti di me, o almeno così pensavo, giacchè una delle tre, Liza, si allontanò un attimo per tornare con in mano una bottiglia di vetro di quelle per l’acua minerale da 92 cl.
Del tutto indifeso, inginocchiato con la testa abbassata, legato come un vitello sacrificale non mi accorsi di quello che stava accadendo finchè non sentii le pareti anali dilatate fino alla lacerazione e quell’oggetto freddo e smisuratamente largo farsi spazio dentro di me, e non dalla parte del collo!
Le tre zoccole mi avevano slargato le chiappe e infilato la bottiglia dal lato più largo su per il culo, urlai, e ancora urlai piansi, il dolore era insopportabile, le contrazioni di cui ero ancora preda stringevano un oggetto duro e freddo che non si smuoveva per nulla, calde lacrime tornarono a rigarmi il volto impiastricciato di sborra.
Chiusi gli occhi cercando di rilassare lo sfintere e una calda pioggerellina dall’odore pungente mi risciacquò il viso, in un attimo la pioggerellina divvenne tripla e più vivace, tirato per i capelli fui costretto ad aprire la bocca e a bere il caldo piscio delle mie padrone, che divertite continuavano ad insultarmi, sputarmi addosso e picchiarmi.
Ancora una volta l’eccitazione ebbe il sopravvento e quella pioggia dorata mi portò alla fine ad un esplosione di godimento lacerante oltremodo selvaggia per il contrasto dovuto alle contrazioni delle pareti anali contro il solido vetro della bottiglia.
Uno, due, tre poderosi schizzi di crema giallastra eruttarono dal mio cazzo sul pavimento e senza troppe cure fui costretto ad inginocchiarmi e a leccare tutto il frutto del mio piacere devastante.
Con la lingua raccolsi e bevvi avidamente le gocce di sperma miste a piscio di trans, mentre le tre troie si baciavano massaggiandosi gli uccelli tornati a dimensioni più umane.
Alla fine Liza, evidentemente soddisfatta del trattamento riservatomi, mi sfilà la bottiglia dal culo senza troppi riguardi, facendomi temere che non sarei mai più stato capace di contrarre l’ano, e, l’ultima cosa che ricordo prima che svenissi, è la bottiglia verdastra impregnata dei sughi e del sangue del mio povero culo sfondato.
Mi risvegliai dopo qualche ora, ma il risveglio non fu dei migliori, ero nudo come un verme con le mani ammanettate e legato per il collo ad un albero nel parco cittadino, luogo di incontri a sfondo sessuale della comunità omosessuale, nel bel mezzo della notte, ma questa è un’altra storia….

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Racconti Erotici

La acalata

Cima Alta, non sei un uomo se non l’hai scalata, tutti gli altri uomini l’avevano scalato da anni. Ogni volta che guardavo e vedevo le sue rupi ripide che dominano la nostra piccola città, mi sentivo così debole e piccolo.
Quando arrivò l’anno nuovo capii che avevo meno di sei mesi per provare che ero un uomo anch’io. Quando l’orologio annunciò l’anno nuovo feci la promessa di scalare Cima Alta nei sei mesi seguenti.
Cominciai a fare footing, alzare pesi e meditare per prendere coraggio. Sapevano tutti che lassù c’erano a****li selvaggi ed io volevo ritornare vivo.
Il mio vicino di casa Vatti mi vide alzare i pesi nel cortile e chiese: “ti stai allenando molto ultimamente, Simone. Tenti di conquistare le ragazze? ” Si appoggiò al recinto e rise.
“No”, ansai. “Mi sto allenando per scalare Cima Alta, sono l’unico ragazzo della scuola che non l’ha scalato e finché non lo faccio… uh… nessuno penserà che sono un vero uomo.”
“Cima Alta, eh? Un vero uomo, eh? ” Disse. “Non so perché la mettono tanto dura su quella vecchia pietra. Non ci vogliono più di quattro o cinque ore.”
“Lei ha scalato Cima Alta?” Chiesi.
“Sicuro” Disse il Sig. Vatti. “Non hai bisogno di allenarti tanto per prepararti, sei già pronto.”
“Ma non ci sono a****li feroci?” Chiesi.
Il Sig. Vatti rise forte: “Non c’è nulla di cui preoccuparsi lassù” Disse. “Ti dico, perchè non andiamo insieme a scalarla questo fine settimana.”
“Realmente? ” Chiesi incredulo.
“Sicuro, tu sei molto più forte e più coraggioso di quanto pensi. Dopo questo fine settimana tutti sapranno che sei un uomo.”
Fui sollevato dal fatto che ci fosse qualcuno grande e forte come il signor Vatti ad accompagnarmi.
Sabato era una brillante giornata soleggiata ed il Sig. Vatti ed io ci avviammo sul sentiero per Cima Alta con indosso solo i nostri pantaloncini. Il sentiero divenne rapidamente molto ripido. Eravamo solo nella parte più bassa ed io stavo già ansimando. Parte del problema era che il Sig. Vatti portava dei cutoff molto, molto corti e quando si allungava per aiutarmi il suo sapete-che-cosa si dimenava fuori e penzolava. Questo faceva battere il mio cuore anche più della scalata ripida.
Il Sig. Vatti non sembrava accorgersi che la sua cosa sbucava dagli shorts. La vista del suo grosso tubo faceva allungare il mio e mi sembrava che a lui piacesse guardarlo.
Dopo molto sforzo finalmente mi tirò su sulla cima. Crollammo a terra. Il mio cuore stava battendo così forte che potevo sentirlo echeggiare tra le pareti della montagna.
“Wow” Ansai guardando in giù nella valle, gli edifici sembravano tanto piccoli.
“Non era così difficile vero, Simone?” Chiese iI Sig. Vatti con un sorriso mentre si sedeva.
“Non era facile” Ansai. “Guardi come sono sudato!”
“Ora quindi pensi di essere un uomo?”
“Credo” Dissi. Io in verità non mi sentivo diverso, ero solo stanco e le mie gambe mi facevano molto male.
Lui si appoggiò indietro e sorrise. Mentre eravamo sdraiati sulla vetta di Cima Alta, una brezza di montagna rinfrescante rese la mia pelle sudato fresca e formicolante. Anche per il fatto che il Sig. Vatti non si era preoccupato di rimettere il suo lungo serpente nei cutoff.
Quando il duo tubero cominciò a gonfiarsi, il mio picchio sparò in su facendo una tenda enorme nei miei pantaloncini. Il Sig. Vatti rimase così indifferente che capii che non sarebbe accaduto niente di male, eravamo solo due uomini in cima ad una montagna senza nessun altro per chilometri. Mi piaceva come fosse rilassato nel mostrare la sua bella attrezzatura.
Allungò le gambe ed aprì i miei pantaloncini col dito del piede. La mia erezione volò fuori nella fresca aria di montagna.
Mi piaceva il modo in cui guardava il mio cazzo rigido, mi faceva sentire preso dalle vertigini.
Strofinò il dito del piede contro il mio culo nudo, poi delicatamente lo fece scivolare sopra il mio buco sensibile e lo spinse.
Io non riuscivo a fare altro che sorridere e stendere le gambe.
Più lui pigiava il dito del piede contro il mio buco, più mi diventava rigido.
“Quindi ti piace essere su Cima Alta?” Chiese.
“Sì” Dissi io.
“Anche a me.” Rispose. Spinse così forte il dito contro il mio buco del culo che ci entrò.
“Oh” Ansai.
“Ti piace?” Chiese contorcendo il dito del piede dentro di me.
“Sì, è bello”, mi lamentai.
Quando lo spinse ancora più profondamente, il suo cazzo si irrigidì e si alzò alto nell’aria, mi stupì quanto divenne grosso.
Si afferrò il cazzo duro e lo agitò da una parte all’altra, la sua maniera di muovere il dito dentro di me mi stava facendo impazzire. Il mio uccello colava sciroppo che gocciolava sulle mie palle.
“Mi sembra che ti piaccia avere qualche cosa nel culo.” Gemette. “Vediamo come ti farà felice questo.” Aggiunse stringendosi la cappella fiammeggiante.
Io non ero sicuro di riuscire a prendere una cosa così grossa nel culo, ma poi pensai che non avevo mai creduto di riuscire a scalare Cima Alta. Forse se fossi riuscito a prendere il grosso pene del signor Vatti, mi sarei sentito veramente un uomo.
“Alzati, ragazzo e appoggiati a quella roccia.” Mi ordinò. Io mi alzai e mi tolsi i pantaloni. Lui si spogliò nudo e, mentre mi sdraiavo sulla roccia, afferrò il mio culo e l’attrasse a se.
“Sì, è stretto” Disse toccando il mio buco caldo. “Non sarai più un ragazzo quando avrò finito con te!”
Guardai al di sopra della mia spalla e lo vidi schiaffeggiare con il suo cazzo tra le mie natiche. Spremette fuori una grossa goccia del suo umore sopra il mio culo eccitato. Con un dito la spalmò sul mio buco finché non ne fu ben rivestito. Poi mi strinse e spinse in avanti le anche.
“Ah” Mi lamentai quando il mio buco si allargò e succhiò dentro il suo cazzo duro. A casa avevo giocato col mio buco col mio dito, ma era nulla a confronto della grossa sonda del signor Vatti.
“Lo stai prendendo bene e facilmente, ragazzo” Sospirò. “Quando avrò finito con te sarai un uomo.”
Non ci vollero molte spinte da parte sua per farmi diventare un adepto. Strinsi la roccia con tutta la mia forza e spinsi indietro il culo ad incontrare il suo punteruolo duro. Ad ogni spinta sentivo la mia fanciullezza che si scioglieva. Mentre lui dondolava le anche in avanti e mi penetrava completamente, capii che ero un uomo. Il mio culo afferrò il suo cazzo duro con forza, quando lui si lasciò andare e riempì il mio buco con la sua crema calda, io non ne feci scappare fuori una sola goccia.
Il mio cazzo sparò e spruzzò fiotto dopo fiotto di sperma spesso in terra. Lui mi tenne stretto mentre il mio corpo scuoteva fuori di me l’ultima mia fanciullezza. Rimanemmo tutto il pomeriggio su Cima Alta ed il signor Vatti violò più volte il mio culo per essere sicuro che tutta la mia fanciullezza se ne fosse andata.
Ora quando sono in classe, ho un’erezione ogni volta che alzo lo sguardo a Cima Alta e ricordo la scalata col signor Vatti.

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.Orchidea elvetica – quarta parte.

Il mio corpo era schiacciato contro il suo e ne avvertivo bollore e delicatezza.
Dopo averla penetrata e trovato buon sostegno con i piedi sul divano, cominciai a spingere con il bacino flessuosamente e lei coordinandosi al mio corpo, mi seguì in quell’erotica danza dei sensi.
Accostai i gomiti di fianco la sua testa, prendendole il capo tra le mani; lei fece scorrere le mani prima sulla schiena, poi verso i glutei.
Era terribilmente eccitata e mi conficcò le unghie nella pelle ardendomi di eccitazione.
Mi baciò sul collo e la cosa mi mandò su di giri ed io le mormorai :“…mordimi.”
Lei rispose : ”Co-cosa?!”.
Io ribattei: “Ho detto: MORDIMI!”
Lei mi diede un morso degno di una lupa ed io non avvertii dolore, ma un piacere immenso che fu una gradevole folgorazione verticalizzata verso la mia massa cerebrale.
Io scivolai in una sorta di trance sessuale, per cui accrebbi al massimo la frequenza di movimento del mio bacino e l’orgasmo che ne sgorgò, mi abbatté soavemente.
Non riuscii a contenere un urlo e al termine di tutto questo ciclone, le franai completamente addosso.
Con le ultime forze rimastemi, sfilai il pene e restai ozioso a godermi il dolce sfioramento delle sue carezze sul mio corpo.
Ero in un momento di tale euritmia che se qualcuno avesse tentato di freddarmi, non sarei riuscito ad opporre resistenza. Se non altro, dopo un orgasmo del genere, avrei camminato verso il regno dei morti fischiettando impettito.
Mi sollevai e lei corse in bagno con le mani sotto la vagina, accompagnata da una serie di umidi brontolii uterini.
Ci rivestimmo e tutto sembrava andare bene, finché non le arrivò un SMS: ella restò ghiacciata di fronte allo smartphone e vederla rattrappire con il palmo di una mano stretto sulla bocca, non prometteva niente di buono.
Lei ripose il telefono su un tavolo e guardandomi disse: “Scusa, non voglio sembrare stronza e cacciarti, ma ho un po’ di faccende da sbrigare.”
L’ estemporanea glaciazione formatasi nella stanza era dura da sostenere, per cui le risposi : “D’accordo, ma va tutto bene?” e lei annuì con un sorriso finto come un Rolex cinese.
Sapevo tradurre troppo bene il linguaggio non verbale femminile e le si leggeva in viso che qualcosa di agghiacciante la stava inquietando.
Quello che si era verificato non era l’improvviso cambio d’ umore di una dissennata, ma un’ acuminata stilettata nel petto da far perdere il sonno.
Io me ne andai irrequieto invitandola a farsi sentire ed a chiedere aiuto in caso le servisse qualcosa.
Disgraziatamente in tutta la mia inconsapevolezza, non potevo immaginare quale crudele assillo torturava da tempo le giornate di Giulia.
—————–XXXX—————-
Ero quasi certa di averla finalmente fatta franca; supponevo di aver seminato il mio ex marito Fabio e di poter vivere senza sobbalzare al suono dell’ennesimo furioso sms in arrivo sullo smartphone.
Come al solito ho sottovalutato le sue risorse: quel suo detestabile amico della polizia postale deve averlo aiutato nel rintracciarmi in cambio di qualche regalino marchiato Gaston Glock.
Fabio non è un banale squilibrato come tanti, è purtroppo anche un armaiolo: ha sempre adorato le armi quanto le donne, o sarebbe più corretto dire, ha sempre adorato il sesso quanto le armi. Noi donne per lui non siamo persone, ma proprietà della sua contorta, vanesia e dominatrice mente di stalker.
Mi innamorai di lui che eravamo ventenni, ottusamente affascinata dalla sua mal calibrata mascolinità.
Vendetti la mia libertà ad un pazzo che si attizzava nel reggere oggetti che erano prolungamenti del suo stesso pene , amuleti virili che lo rendevano un semi-dio che fantasticava di decidere della vita o della morte di altri suoi simili.
La sua sicurezza, l’eleganza nel vestire e il suo fisico statuario di maschio alfa, mi stregarono a tal punto che lasciai il mio pacifico fidanzato di allora.
Lui era uno studente di medicina ,un bel ragazzo impacciato con il naso sempre sui libri, che io scaricai inclemente condannandolo a farsi divorare dalla sofferenza .
Purtroppo, adoravo fare sesso con Fabio: essere stritolata sotto di lui dal suo peso nonché toccata rudemente da quelle enormi mani forti , erano come eroina per un tossicomane.
Amavo il suo respiro quasi ferino sul mio collo quando, dopo qualche bicchiere di vino al ristorante, una volta rientrati a casa mi scopava semi-svestita contro un muro del corridoio di ingresso di casa.
Non mi resi conto che avevo inconsapevolmente stretto un patto con il diavolo: sentirmi tanto protetta ed eccitata da tutta quella maschia energia, era una grande pisciata contro vento.
Ero una Doktor Faust in gonnella, frodata dagli inganni del piacere carnale e dalla vita agiata che Fabio mi offriva.
(continua)

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 2)

Quando mi svegliai la mattina seguente dapprima pensai che gli eventi della sera precedente fossero stati solo un sogno. La confessione di Giacomo di essere gay, di stare con mia sorella Alice solo per essere vicino a me e l’aver fatto l’amore. Aprii gli occhi, la testa mi girava. La sveglia diceva che erano le 8 e 5. Qualche cosa non andava. Ero nudo. Io dormivo sempre in pigiama. Mi sollevai e girai, vidi Giacomo che dormiva all’altro lato. Una calda sensazione mi assalì. Non era un sogno, era veramente accaduto tutto.
Tornai a sdraiarmi e non pensai a quello che sarebbe successo dopo quella notte. Ero così felice di aver scoperto che Giacomo mi amava come io amavo lui. Il fatto era che nel giro di un mese e mezzo avremmo lasciato il liceo. Avevamo deciso di frequentare la stessa università e di essere anche compagni di camera, erano i mesi mancanti che mi preoccupavano. Giacomo avrebbe continuato ad uscire con Alice per mantenere le apparenze? O avremmo potuto sfidare la città e frequentarci pubblicamente? Ero sicuro che una volta all’università avremmo potuto agire più apertamente con le persone che non nella nostra conservatrice cittadina?

Sentii Giacomo agitarsi un po’. Si girò, mi guardò e sorrise. Io mi chinai e lo baciai. “Buon giorno.” Dissi.
“Vorrei svegliarmi sempre vicino a te.”
“Anch’io. Cosa vuoi fare oggi?”
“Non so. Potremmo rimanere qui.”
“Ok, faremo colazione ma prima dobbiamo lavarci, facciamo una doccia.”
Mi alzai e condussi Giacomo in bagno. Andammo sotto la doccia e passammo perecchio tempo a baciarci e carezzarci. Ci lavammo l’un l’altro, uscimmo dalla doccia e ci asciugammo l’un l’altro. Ritornammo in camera mia per vestirci, ma eravamo arrapati e finii per avere Giacomo sdraiato sulla schiena con le gambe sulle mie spalle ed il mio cazzo che si muoveva di nuovo nel suo caldo buco stretto. Giacomo sparò sperma sul suo torace, io lo leccai impaziente ed esplosi di nuovo nel suo buco.
Alla fine ci vestimmo ed andammo a fare colazione. Passammo il pomeriggio a guardare film sdraiati sul divano. Io stavo sdraiato di schiena e Giacomo con la schiena su di me. Quando l’ultimo film che stavamo guardando finì, chiesi: “Giacomo cosa accadrà dopo questo fine settimana?”
“Cosa intendi?”
“Ci riveleremo agli altri o vuoi che manteniamo segreta la nostra relazione?”
“Penso che sia meglio stare tranquilli, non si sa cosa dirà la gente. Una volta all’università potremo essere un po’ più aperti.”
“Continuerai a vedere Alice?”
“Dannazione no. Sarà un incubo scaricarla.”
“Non pensiamoci ora.”
Gli baciai la nuca e lo circondai con le mie braccia. “Cosa dovremmo fare ora?” chiesi.
“Vogliamo fare sesso?”
“Ok andiamo.”

Andammo nella mia camera, ci spogliammo e cominciammo un 69. Le sensazioni del cazzo di Giacomo che andava dentro e fuori dalla mia bocca e della bocca di Giacomo sul mio cazzo erano incredibili. Cominciai a fare un ditalino al suo buco, Giacomo girò la schiena e disse: “Ti voglio di nuovo dentro di me, Nick.” Lubrificai il suo buco e spinsi dentro di lui. Lo guardavo nei begli occhi verdi mentre spingevo dentro di lui e vi vidi amore e piacere. Mi chinai in avanti e lo baciai mentre facevo l’amore con lui. Prima che me ne rendessi conto stavo di nuovo sborrando dentro di lui. Mi estrassi, lo succhiai e ci coccolammo per il resto della serata.
“Nick, ti amo!”
“Anch’io ti amo, Giacomo.”
Ci addormentammo. Il giorno dopo il nostro fine settimana insieme finì quando la mia famiglia ritornò a casa

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un viaggio Inaspettato

premetto che il racconto che mi accingo a condividere con voi amici è successo appena 2 giorni fa…
finalmente io e mio marito siamo riusciti a prenderci le agognate ferie e quasi come tutti gli anni andiamo qualche giorno a casa mia in romania…prewferiamo sempre farci il viaggio in macchina tranquilli e fermarci dove vogliamo e quando vogliamo senza fretta…
solitamente preferiamo prendere l autostrada fino in austria e una volta entrati a Villach in Austria decidiamo quale tragitto fare fra i paesini e goderci un po il paesaggio…
questa volta appena arrivati in ungheria ci fermiamo al primo autogrill,decidiamo di riposarci un po per qualche ora prima di continuare…sono le una di notte…l autogrill è poco affollato a quell ora qualche autotrasportatore e viaggiatore come noi che si prende un caffe prima di ripartire
Mio marito va alla cassa per pagare la tassa stradale mentre io giro senza interesse fra i scaffali…quando noto un uomo che mi fissa con la coda dell occhio…faccio finta di nulla ma lo tengo d occhio cercando di non farmi notare.
Mi dirigo verso il bagno delle signore divertita dalla situazione…mi do una rinfres**ta e maliziosamente mi scosto leggermente in giu la canottiera scoprendo un po lo spacco dei miei seni…sono vestita comodamente con una tuta e una semplice canottiera attillata per il viaggio ma so che anche quel piccolo gesto farebbe un altro effetto…esco per andare incontro a mio marito e mi trovo l uomo in fila nei corridoi delle toilette…ci scambiamo uno sguardo fugace ma prima che abbassi gli occhi sulle tette gli accenno un sorriso…
Esco a fumare una sigaretta con mio marito e gli accenno la scena e gli faccio capire di quale persona sto parlando…
Ad essere sincera è un bell uomo..attempato sarà sulla cinquantina, ma un bell uomo…brizzolato un viso smussato con lienamenti duri e ben piazzato…ù
Mentre siamo li fuori ci accorgiamo che si sta prendendo una sigaretta e nell uscire si ferma accanto a noi con la scusa del posacenere li vicino…ci scambiamo tutti e tre un saluto e iniziamo a parlare del piu e del meno…scopriamo che sta andando a Timisoara per caricare il camion dopo aver fatto una consegna vicino Treviso…che e sposato con due figli e che fa questa vita da sempre…gli raccontiamo a nostra volta un po di noi giusto per educazione..
Ci da l impressione di essere un uomo onesto e educato..cosi tra una parola e l altra ci diciamo che avremo fatto la stessa strada almeno fino al confine…
Ci rendiamo conto che era passata intanto una mezz’oretta cosi salutandoci ci avviamo verso la nostra auto…in macchina mio marito mi dice subito che continuava a cadergli lo sguardo sulla mia scollatura mentre parlavamo e che sapeva che avevo fatto apposta per provocarlo…
“ sei proprio una porca cazzo”…iniziammo a scherzarci su e fra una battuta e un’altra gli chiesi:
-Ti va di provocarlo ancora di piu…questa situazione inizia a intrigarmi
Lui mi guardo sorridendo e io sfoggiai lo sguardo da porca che lui conosce molto bene…
-come vuoi fare
-parcheggiamo in una zona di sosta
-e poi?
-e poi lo facciamo guardare
-se poi gli viene voglia di intromettersi…se non gli basta guardare…giustamente fra l altro…
-saremo chiari..gli diremo di stare vicino al suo camion…se gli sta bene cosi bene senno non se ne fa nulla…lo so che ti piace l idea…lo vedo
gli afferrai l uccello sotto la tuta e come prevedevo era gia eretto…tutta quella situazione mi stava eccitando…non l avevamo mai fatto prima…ci siamo fatti guardare da sconosciuti qualche volta in cam ma nient altro…sapere che c era un uomo che mi guardava e desiderava mentre mi facevo fottere da mio marito mi mandava il sangue alla testa…
in prossimità della prima piazzola rallentò aspettando che il camion si avvicinasse in modo che riconoscesse l auto…attaccò le 4 freccie e girò…
La piazzola era piuttosto grande circondata da alberi qualche tavolo un gabinetto schifoso e pochi lampioni..il posto perfetto…il camionista parcheggio vicino alla nostra auto coprendola al poco traffico notturno..perfetto pensai…
scendemmo tutti e tre quasi insieme e ci chiese subito se fosse successo qualcosa…
mio marito mi abbraccio intorno al collo facendo cadere una mano sul mio seno…
Gli dissi che sarebbe potuto succedere qualcosa a patto che se ne restasse fermo li dov’era..
aveva uno sguardo allibito povero ma sapevo che qualcosa iniziava a intuire…non disse nulla ma fece cenno di si con la testa…
a quel punto mi ritrovai la mano del mio uomo fra le tette e in un momento abbasso la canottiera scoprendo i miei seni stretti nel reggiseno…non persi tempo e gli infilai una mano nei pantaloni…la situazione lo eccitava e il suo membro era rigido come nelle migliori occasioni…
L’uomo aveva uno sguardo scioccato e l unica cosa che fece fu lanciare un imprecazione…
spinsi a sedere mio marito sul cofano dell auto e guardando il camionista in faccia mi inginocchiai…
diedi un piccolo morso al cazzo duro attraverso i pantaloni poi gli abbassai tutto facendolo uscire…lo afferrai con una mano e andai a baciargli le palle…
L uomo inizio a tenersi il pacco e fra un imprecazione e l altra continuava a ripetere che non ci credeva…
iniziai a salire con la lingua lungo tutta l asta fino alla cappella per poi tornare giu…lanciai uno sguardo da zoccola al poveretto..
-forse e meglio se lo tiri fuori
gli dissi sorridendo, mio marito si godeva tutta la scena appoggiato sul cofano..l uomo si guardo attorno poi si slaccio i jeans e tiro fuori un cazzo di decenti dimensioni..era duro e con la cappella gia bella in vista…se lo strinse in mano e mi disse che una cosa cosi non gli ricapiterà mai più…
Io gli diedi ragione e senza torgliergli gli occhi di dosso feci scivolare le mie labbra attorno al cazzo di mio marito…mi sentivo completamente andata…iniziai a fare su e giu lentamente mentre con le mani mi toccavo i seni…mentre pompavo guardai a mio marito che era estasiato…mi piaceva vederlo cosi eccitato cosi mi dissi che sarebbe stato il pompino piu porco che gli avessi mai fatto…presi l asta in mano e iniziai a sbattermi la cappella sulla lingua..me lo rimisi in bocca e scesi piu possibile fino a risalire lentamente baciandogli la punta…lo pompai per circa un minuto cercando di succhiare ogni volta che risalivo con la bocca…mi sentivo una perfetta porca…sentivo il camionista che nel frattempo mi incitava dandomi della porca, della troia,della pompinara…me ne disse di cotte e di crude ma non mi dispiaceva…ero eccitata e volevo solo farli impazzire entrambi….
Sentivo mio marito sempre piu affannato cosi mi infilai il suo cazzo sotto il reggiseno e lo feci scivolare fra i miei seni…guardai in faccia l uomo che si masturbava affannato e strinsi le braccia per far si che le mie tette avvolgessero l uccello di mio marito…lui inizio a muoversi lentamente sentivo quella verga bollente scivolare sui miei seni e decisi che era il momento di farli venire…abbassai la bocca sulla cappella e iniziai a succhiarla e leccarla ..mio marito si fermo…strinsi ancora di piu le tette per tenerlo fermo e succhiai fino a farmelo venire in bocca….lo lasciai colare sul mio corpo…li sentivo ansimare entrambi
Il camionista a quella vista esplose venendo e dandomi della troia continuamente…
Lo vidi con ancora l uccello in mano ormai non piu eretto come prima ..e mio marito che mi sorrideva
-sei stata davvero porca stavolta devo dargli ragione…
Erano entrambi soddisfatti ma io ero eccitata…mi sarei fatta sbattere anche subito ma mi trattenni…avevo soddisfatto quella mia fantasia e era ora di andare…
Mi dissi che appena arrivati a casa gli sarei saltata addosso e ripensando a tutto avrei perso la testa…
Ci salutammo fugacemente e partimmo lasciandolo li vicino al suo camion…
Lo sentii solo dire che eravamo due matti e forse ha ragione….

Ora spero che la nostra piccola avventura vi piaccia…forse mi sono dilungata troppo ma volevo essere precisa..
In fin dei conti è la nostra prima storia che decidiamo di pubblicare
Un bacio a tutti

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nel negozio di costumi

Avevamo trovato un alloggio poco distante dalla spiaggia in una località rinomata della Romagna Il residence era in una via laterale con pochi negozi. Tra questi c’era uno particolare era piccolo una vetrina con esposti micro bikini, mini-string, scarpe con zeppe a tacchi alti, e micro abiti insomma il genere di abbigliamento che si trova nei sexy shop e da vera porca come piacciono a mè.
Il venerdì sera ci fermammo a guardare la vetrina dentro si intravedeva una signora sulla cinquantina e un ragazzo di colore sui trent’anni .. decisamente carino… eravamo con Mirko nostro figlio e non entrammo. Il mattino seguente mi accorsi che avevo portato solo un costume e neanche un perizoma, in spiaggia guardavo con invidia chi lo sfoggiava, io ero con quel costume casto e non era proprio da me. Dopo pranzo tornando al mare, provammo a passare davanti a quel negozio sperando di trovarlo aperto.. la via era deserta erano le due del pomeriggio e tutti erano in spiaggia o nelle camere al fresco dell’aria condizionata a dormire, arrivati davanti alla vetrina del negozio la delusione nel leggere il cartello con gli orari, era chiuso, guardai dentro la luce era accesa e da dietro una tenda spunta il ragazzone alto muscoloso e nero che avevo intravisto la sera precedente., Provo a suonare, la porta fa clac e si apre, io con fare da gatta morta gli chiedo se posso dare un’occhiata, lui ci fa entrare. Era decisamente bello indossava una maglia aderente e dei boxer nei quali si intuiva un bel biscione nero come piace a me.. subito mi sono messa a civettare il negozio era di due locali, noi ci trovavamo nel locale che si vedeva dalla vetrina e dietro la tenda si intravedeva un secondo locale, guardo i costumi esposti nei manichini, ma non vedo quelli della vetrina, glieli chiedo e mi dice sorridendo che la collezione micro string ecc.. sexy scarpe vestiti e accessori è nell’altro locale, e ci indica il cartello VM 18 anni per accedervi.. anche se Mirco è quasi maggiorenne, dissi a mio marito e a mio figlio di iniziare ad andare in spiaggia tanto si stavano annoiando e non volevo portargli via altro tempo..aggiunsi almeno io resto a provarli senza fretta.. dissi ammiccando un sorriso al ragazzone, mio marito si girò subito per uscire Mirco si capiva invece che era curioso di sapere cosa ci fosse dietro la tenda.. ma il padre lo richiamò.. uscirono la porta si richiuse elettricamente alle loro spalle.. varcai la tenda e mi ritrovai in un locale di cinque metri per cinque.. c’è una poltroncina rossa di pelle, degli espositori con i costumi esposti nei contenitori con tanto di foto delle modelle che li indossano, poster alle pareti uno scafale con scarpe e stivali con tacchi altissimi e zeppe, uno stand con lingerie da sexy shop, e una vetrina con vibratori giochi vari manette, falli di lattice di tutte le forme e dimensioni, ecc., guardo i costumi sullo stendino, scelgo alcuni da provare, il ragazzo si scusa perché il camerino è ingombro di s**toloni e non è utilizzabile e mi indica il camerino dell’altro locale, io gli dico che non mi faccio problemi a provarmeli anche li.. siamo al mare chissa quante donne nude vede in certe spiagge e scherzo, io indosso un pareo e sopra ho solo una canottiera che mi tolgo appoggiandola sulla poltroncina rimanendo a seno nudo.. provo solo il reggiseno tanto il perizoma va sempre bene.. alcuni sono da vera porca, civettavo me li sistemavo davanti al commesso ne provavo alcuni così piccoli che strabordava tutto il seno.. il ragazzo guarda e mi aiuta nel passarmi i vari capi.. io ogni tanto guardo i boxer del ragazzo si nota un certo gonfiore segno che lo spettacolo che stò offrendo gli fa un certo effetto, e lo vedo imbarazzato quando gli chiedo di aiutarmi a sistemare il reggiseno.. era chiaramente eccitato ma non sapeva cosa fare in fondo mi ero presentata con marito e figlio.. ormai erano venti minuti che gli mostravo le tette tra un reggiseno e l’altro.. scelsi due costumi.. in uno stendino c’erano dei micro abiti.. gli chiesi di provarne.. mi infilai un micro abito, era oscenamente scollato, lo slip del costume mi segnava l’abito.. da troia navigata mi sfilai lo slip.. adesso si che mi cade bene sul sedere non trovi? Dissi al nero che guardava compiaciuto.. lui sorrise..e “ lo provi con delle scarpe, seduta sulla poltroncina calzai delle scarpe con zeppa e tacchi altissimi poi un defilé sculettando fino a una vetrinetta “ bello questo esclamai davanti a un bustino di pelle nera, “ lo provi “ mi sfilai l’abito rimanendo nuda solo con le scarpe, indossai il bustino facendomi aiutare.. mi stringeva la vita lasciandomi fuori le tette, mi guardai allo specchio, ero proprio una troia da film porno messa giù così, sculettando sui tacchi andai incontro al ragazzo che stava sistemando alcuni oggetti nella vetrinetta, ormai fradicia e senza ritegno, da oltre quaranta minuti stavo sbattendo in faccia le mie tettone a quel ragazzone con quel biscione nero nei boxer che desideravo tanto.. guardai un fallo di lattice dalla vetrinetta e dissi: ne sto cercando uno nero di pelle… molto realistico ne avete? …” nel dirlo mi rendevo conto che sono proprio ninfomane… lo cerca nero disse sorridendo.. si nero realistico e sorrido passandomi la lingua tra le labbra lo avete? …. lui si abbassa i boxer.. mi guarda e mi dice è abbastanza realistico? Resto in ammirazione a un cazzo stupendo è ancora moscio ma ha una cappella enorme.. mi sembrava di sognare…davanti a me un ragazzo bellissimo e un cazzone nero da sogno….e mi stava chiedendo di fargli un pompino… Volevo gustarmelo con tutta calma,e volevo stare anche comoda….da vera troia!! Mi siedo sulla poltroncina e lo faccio avvicinare Mi misi a guardarlo mentre ero seduta quasi stregata da quel grosso affare, poi gli dico :”dio hai un cazzo stupendo…mmmhh…guarda che meraviglia…. Apro le labbra,ed inizio con dolcezza lentamente a leccargli il pube,gli passo la punta della lingua ben insalivata sul pube e sull’inguine,con delicatezza e dolcezza mi assaporo cm. dopo cm. la pelle color ebano che eccitatissimo mi sventolava quel grosso cazzone duro e dritto davanti agli occhi. Avevo deciso che volevo farlo davvero eccitare al punto estremo, e ci stavo riuscendo molto bene! Continuo a leccargli il pube ancora un pò,poi passandogli la lingua tra i peli all’attaccatura del membro inizio finalmente a leccarglielo. Gli passo delicatamente la lingua lungo l’asta,lasciandogli una scia di saliva,impugnando con una mano la base dell’asta,mentre il resto me lo leccavo dolcemente cm. dopo cm. con raffinatezza,mi gustavo quel grosso coso come una vera troia affamata di cazzo. Dopo averci giocato un po’ con la lingua,gli sfilo i boxer facendoli scivolare fino ai piedi, e poi finalmente comincio ad aprire per bene le labbra…..ed inizio ad ingoiare quel grosso membro. Volevo godermelo senza l’impedimento dei boxer, così avevo accesso a tutta la virilità dello splendido ragazzo che mi stava davanti. Avevo la bocca spalancata ma era talmente largo che non riuscivo a gustarmelo tutto,ne avevo preso in bocca solo poco più della metà. La lingua l’avevo appoggiata alla parte di sotto del grosso cazzo, le labbra lo sostenevano delicatamente,ed io con un delicato e dolce su e giù con la testa avevo cominciato a farmelo scorrere lentamente tra le labbra,mugolando per il piacere che provavo nel fare quello stupendo pompino. L’asta era lucida,venosa, turgida, e tremendamente ingrossata da quel massaggio strepitoso. La saliva lubrificava il cazzone…che mi scorreva con dolcezza tra le labbra…io le stringevo appena un pò…per darle piacere e per fargli sentire la mia calda bocca intorno alla cappella….godeva si vedeva…ed io da morire insieme a lui…In quei momenti mi sentivo proprio una gran troia..una vera professionista del pompino mi avrebbe dato della maestra..e lo ero davvero.. Il ragazzo stava immobile, gli occhi semichiusi, ansimava e si lasciava sfuggire qualche parola di tanto in tanto, .La mano destra era appoggiata tra i miei capelli,mi dava il tempo muovendomi la testa su e giù sempre con lo stesso ritmo. Il seno mi ballava dolcemente, le mie tette andavano a tempo con la testa,creando un effetto tremendamente erotico, ad un certo punto iniziò a respirare più forte,a muovere il bacino per affondare il più possibile nella mia bocca, era prossimo all’orgasmo. Io me ne accorgo ed immediatamente termino di spompinarlo, e me lo faccio scivolare fuori dalle labbra. Guardandolo negli occhi gli dico :”amore non voglio assolutamente farti venire…..voglio godermi ancora il tuo stupendo cazzone….voglio farti impazzire…Gli dissi che un cazzo così me lo volevo gustare per bene ed iniziai a dargli piccoli colpetti di lingua alla base della cappella,un filo di saliva gli scivolava lungo l’asta mentre lui lentamente riprendeva a respirare normalmente. Allora per smorzargli l’orgasmo gli faccio scorrere la lingua lungo il cazzone gonfio da morire,ogni tanto gli dò 2 o 3 affondi con le labbra,ma non ricomincio il dolce su e giù…lo voglio far sbollire ed allontanare l’orgasmo….ma voglio tenerlo sempre in tiro…sempre duro e teso allo spasimo. Vado così qualche minuto,poi quando vedo che l’orgasmo si era allontanato e lui non aveva più il respiro corto sintomo della venuta imminente, con un sommesso mugolare riapro le labbra e ricomincio a spompinarlo con dolcezza,delicatamente…lui mi rimette la mano nei capelli e mi ricomincia a guidare verso il piacere….Le tette avevano ripreso a sobbalzare, mosse dagli affondi del pompino come in una danza ritmica, e lui con un mano aveva iniziato a toccarmele ed a stringerne con delicatezza prima una e poi l’altra. Dopo poco ricominciò a sbuffare ed ad aumentare il ritmo della mano sulla mia testa…stava per avvicinarsi a godere di nuovo. Capii che era vicino…allora prima gli scosto la mano, poi per la seconda volta mi faccio uscire quel meraviglioso cazzone dalla bocca. Ero fradicia…la mia passera un lago che reclamava anche lei voleva quel cazzone.
Lui prende da un vaso dei preservativi se lo infila mi mette in ginocchio sulla poltroncina … la cappella spinge contro le mie grandi labbra mi dice che hò una figa molto grossa .. me lo infila dentro è bello grosso.. godo è stupendo sentire quel paletto di ebano che mi penetra mi tiene per le tette me le stringe, mentre continua a darmi affondi. L’orgasmo è stupendo godo a ripetizione, lui orgoglioso me lo sfila io resto in posizione qualche istante e continuo a venire con la passera che si sente ancora piena.. lo guardo il suo cazzo è ancora duro si è sfilato il preservativo….Lui aveva le palle gonfie e dure come grosse noci. A quel punto poi ripresi a spompinarlo, le mie labbra andavano su e giù con maggior velocità,e lui mi teneva la mano nei capelli con meno decisione…sapeva che io lo avrei fatto venire tra pochi attimi. Capii che era vicino…..allora mentre lo spompinavo in modo stupendo, in un piccolissima pausa gli chiedo di avvisarmi quando stava per venire….perché lo volevo far godere talmente tanto da farlo svenire. Gli dico allora…:”amore fammi un segno quando schizzi….ti voglio godere mentre mi schizzi in gola….” Lui annuì ed io ripresi a spompinarlo con arte. Mentre gli chiedevo di avvisarmi mi era venuta una faccia da vera troia, godevo e facevo godere quel maschio in modo davvero stupendo….era uno spettacolo vedere come mi lavoravo tutta di labbra e di lingua quel grosso cazzone, inginocchiata quasi in segno di venerazione verso quel pilone di carne. I miei mugolii aumentarono e lui riprese a respirare con forza…era vicino. Allora come una vera troia da strada…ogni tanto lo guardavo negli occhi,volevo vedere come e quanto lo facevo godere. Dopo pochi secondi lui mi gridò che stava per venire, io mugolando me lo faccio uscire dalla bocca,arretro appena un poco la testa e mi appoggio la cappella alla punta della lingua, poi iniziò a dare velocissimi piccoli colpetti alla base della cappella…Lui gode come un pazzo…poi inizia ad insultarmi…a gridarmi “troia….puttana……pompinara….vengo…vengo…..”,allora io come una zoccola in calore gli urlo :”siii…dai sborra…amore schizzami in gola…riempimi la bocca….dai….” Poi guizzando solo la punta della lingua in modo sublime sulla punta del cazzone lo porto all’orgasmo…lui inizia a godere in modo tremendo…ansimando inizia a sborrare. Caldi fiotti mi arrivano sulla lingua…..allora io metto la punta della lingua appoggiata alla punta della grossa cappella,così facendo la mia lingua sembrava quasi come un cucchiaio di carne,e poi mi preparo a ricevere i getti di sperma….mi ero messa con la bocca aperta a pochi cm. dal cazzone ed ora assaporavo i densi e copiosi getti che lui con decisione mi schizzava dentro. In pochi attimi avevo la lingua coperta di densi getti di sborra calda e vischiosa,a quel punto ingoio e deglutisco lo sperma caldo e copioso. Alcuni schizzi mi colano sul seno,altri sul viso e sulle guance. Seguirono altri schizzi di sborra che si posavano sulla mia lingua,ad arte l’avevo di nuovo appoggiata alla base della cappella del cazzone teso. Altri schizzi….ancora una volta ingoio e deglutisco una seconda volta, lui smette di sborrare,la cappella gocciolava le ultime stille di sperma,ed io me la rimetto in bocca per succhiarmi gli ultimi istanti di piacere,poi riprendo a spompinarlo…lui con un :”aahhhh…siii….” piega le gambe..provato dall’orgasmo in modo tremendo…me lo tiro fuori dalla bocca…lecco per bene tutta l’asta…le palle…la cappella…poi lo lascio moscio e penzolante….Le palle ora erano leggere…sgonfie…si era svuotato nella mia gola e nel mio pancino…avevo ingoiato tutta la sua sborra…ed era veramente tanta… mi metto il micro bikini da zoccolona appena acquistato sopra un micro abitino pago, lo saluto.. Mentre cammino per andare in spiaggia la mia passera continua ad avere sussulti per lo strepitoso orgasmo appena avuto. Arrivata in spiaggia mio marito mi guarda negli occhi e legge tutta la mia soddisfazione, mi sfilo l’abitino e resto con il mio nuovo micro bikini.. Mirko strabuzza gli occhi e mi dice mamma che supergnocca che sei.. e il padre risponde ci ha messo un’ora e mezza per comprare un costume ..ha le donne…

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L’emozione dell’ignoto

Il seguente racconto non è a sfondo sessuale, ma descrive solamente l’emozione provata durante un’esperienza i*****le realmente accaduta durante il periodo del servizio militare. Detto ciò voglio chiarire che non causare o provocare dibatti sociali morali ecc ma solamente trasmettere una mia personale esperienza giusta o sbaglia, che oggi mi stimola a conoscere nuove persone, spinto dal brivido dell’ignoto.
In questo racconto non voglio soffermarmi troppo nei dettagli perché nella vita ho scoperto che l’Italia è un grande paesone e che dai dettagli si possono risalire a persone situazioni ecc.
Chi come me abita in un piccolo paese sa che in certe realtà, ci sono molti taboo, dove tutti sanno tutto di tutti, dove la falsa moralità regna sovrana e cosi via.
Al tempo avevo 21-22 anni e o scoperto che passare da un piccolo paese a un grande paese come Bologna, può sconvolgere l’esistenza di un giovane uomo.
Luogo Bologna Anno 2001
Quando arrivai a Bologna, avevo avuto normali esperienze sentimentali e poco più, non credevo di trovare alcune realtà che davo per impossibili in Italia.
Una di queste realtà era la via dei prostituti.
Una sera io e altri due ragazzi coetanei, si decise di andare a ballare in un locale fuori dalla citta. Non so come mai ed il perché passammo da quella strada, ma mi ricordo benissimo i pochi istanti che mi hanno sconvolto l’esistenza, facendomi capire la complessità della vita fino ad allora sconosciuta. Noi eravamo in macchina accodati ad un AUDI TT la quale procedeva a bassa velocità, i due ragazzi esclamavano frasi in Bolognese del tipo “ma ti vuoi muovere” a un certo punto l’auto si ferma e l’uomo appoggiato al muretto si avvicina all’AUDI, i ragazzi esclamano “lo carica, lo carica!!” in pochi secondi il ragazzo alla guida inizio a sorpassare la macchina mentre l’uomo apriva lo sportello, si accese la luce interna della vettura e tutti vedemmo chiaramente che dentro c’era una donna bellissima di circa 30-40 anni con capelli lunghi biondi ricci viso d’angelo, la quale si giro verso la nostra macchina proprio mentre si stava sorpassando.
Per qualche metro in macchina ci fu un silenzio tombale poiché tutti increduli di ciò che avevamo visto.
Quasi contemporaneamente esclamammo la nostra incredulità a quella scena, e da li parti una discussione lunga ed articolata di cosa avevamo visto, (la discussione la ometto perché discorsi di ragazzi giovani).
Quando mi trovai in camera, iniziai tra di me a riflettere di ciò che avevo visto, pensando chissà come funziona quel mondo, chissà perché lo fanno, chissà perché, chissà … pensando se fossi stato io quel prostituto sarei stato capace di fare ciò che sarebbe stato necessario fare; quella notte non sono riuscito a chiudere occhio al pensiero di quello che avevo visto.
Nelle notti seguenti iniziai a fare dei sogni in cui ero io a battere, ritrovandomi in molte situazioni ciascuna diversa l’una dall’altra, ad ogni mio risveglio ero ancora più confuso e non riuscivo a capire se la cosa mi piaceva mi disgustava, mi eccitava o mi inibiva ecc.
Intriso di curiosità, feci un sopralluogo in macchina e vidi che c’erano solamente uomini extracomunitari dai 30 anni in su, non erano belli ed avevano tutti un aspetto da ex galeotti.
Mi fermai con la macchina per circa un’ora alfine di capire qual era la possibile clientela e vidi che circa il 98% erano uomini (pressappoco ogni 100 macchine cerano circa 98 uomini e 2 donne), benché approssimata e benché fosse solo il 2%, capi che anche le donne anno bisogno di sesso a****le, senza coinvolgimenti sentimentali, da una botta e via, inoltre pensai che un ragazzo giovane come me avrebbe fatto colpo rispetto ai prostituti che erano li.
Continuai cosi per un’altra settimana fino a quando arroventato dall’eccitazione del proibito o dell’i*****lità, arrivai alla conclusione che volevo provare l’esperienza di battere, ponendomi dei limite tipo, se si avvicina un uomo che mi chiede, quanto?, gli chiedo 10.000/00€ 100.000/00€ , che se si avvicinava un protettore facevo finta di aspettare una amica o un amico, che mi ero perso, cose cosi.
Decisi cosi di provare un giovedì o venerdì sera (non ricordo bene) durante la serata dei singol. Per l’occasione indossai una camicia bianca, pantaloni e scarpe blu, tipo elegante sportivo.
Dopo aver girato un po’ in piena incoscienza e nell’incertezza, parcheggiai la macchina in un posto poco distante in maniera tale di non essere visto ecc.
Mi avvicinai all’inizio della strada, caratterizzata da zone illuminate dai lampioni e da zone quasi buie, il mio cuore batteva a 1000, decisi di avanzare lungo la strada facendo finta di parlare al cellulare. Arrivato a circa 20 metri da uno dei prostituti, feci finta di fermarmi a parlare appoggiandomi al muro in una zona di penombra parlando ad alta voce nel tentativo di non far capire cosa stessi facendo li.
Nel giro di qualche minuto vidi passare molte macchine che andavano piano piano. Non riuscivo a vedere chiaramente i conducenti ma vedevo le loro sagome con la testa rivolta verso il marciapiede, guardavano con molta attenzione chi cera, la paura aumentava a ogni macchina che passava, sperando contemporaneamente che arrivasse una donna (di qualunque età di qualunque razza di qualunque genere) e che si fosse fermata a chiedermi quanto volevo portandomi via.
Alcune macchine procedevano lentamente facendo anche più di un giro per scrutare attentamente la merce (TUTTI NOI) e alcuni di quei prostituti iniziarono a guardarmi nel cercare di capire chi fossi o cosa facessi li.
Mi sentivo un oggetto e dentro di me avvertivo un grande senso d’incertezza pensando che mi sarebbe potuto succedere di tutto, non sapendo se continuare oppure andare via.
Nel giro di pochi secondi si fermo una macchina davanti a me e lentamente il finestrino si abbasso, era un uomo di circa 50 anni e mi chiese quanto volevo, il mio cuore batteva impressionantemente, sentivo un calore che pervadeva tutto il mio corpo, non era eccitazione sessuale ma l’eccitazione di aver fatto colpo, gli dissi con voce incerta e tremolante “10.000/00 €” lui con aria stupefatta mi guardo per qualche secondo e in silenzio si allontano.
Tra di me pensai che la mia tattica stesse funzionando, mentre l’auto si allontanava, vidi i prostituti rasserenati dal fatto che non ero salito nella macchina continuando cosi ad ignorarmi.
Continuai a far finta di parlare al cellulare e nel giro di pochi minuti si fermo un’altra macchina di grossa cilindrata. Notai immediatamente che l’emozione provata con la prima macchina non era diminuita anzi mi sentivo gratificato, iniziava a prevalere la consapevolezza di riuscire a provocare interessi per gli uomini, seppur non interessato.
Non voglio raccontarvi come e continuata e di com’è finita. Se interessati chiedetemi l’amicizia e magari ve lo racconterò. Non sono interessato ai vostri commenti ne ad aprire un dibattito sulla moralità o sulla immoralità, magari su non comprendi tali realtà o cose del genere. Oggi ho 36 anni ed il mio carattere e mutato cosi come il mio corpo, la mia mente i miei gusti (precisando che non sono passivo)ecc, ma posso dire che l’emozione dell’ignoto mi eccita come all’ora, preferendo la realtà al virtuale perché solo vivendo si possono provare le vere emozioni. Al tempo internet in Italia faceva ancora i primi passi e la gente non stava ore davanti al PC in attesa di chissà cosa, ma si usciva per … (Tutto). Internet e una finestra sul mondo ma se vogliamo il mondo, non possiamo avere la presunzione di comprenderlo e di possederlo senza viverlo stando solo a guardare da una finestra.

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Una biondina troia e pompinara

Mio figlio gioca a volley in una squadra di dilettanti e quando sono a casa faccio il taxista per lui e per altri compagni di squadra. Se vincono vanno a festeggiare in un locale dove trovano gli amici, se perdono coda tra le gambe ed a casa. Un sabato avevano vinto proprio all’ultimo secondo ed è stata festa grande. Si sono aggregati dei loro amici più grandi, una bolgia infernale. Poi mi hanno lasciato lì solo come un pirla per andare a festeggiare in un altro locale. Imprecando mi ero ripromesso di non scarrozzarli mai più. La città è piena di taxi e di mezzi pubblici. Camminavo senza una meta incazzato nero, quando mi ha attratto la musica soft che arrivava da un piano bar e sono entrato. Non c’era molta gente forse era presto per i nottambuli della città. Ho notato che le ragazze avevano scritto sul grembiulino candido il nome. Mi colpito Manuela, una biondina tutta curve, viso molto carino. Magari era una studentessa che era in città per studiare all’università. Si è avvicinata in modo molto carino chiedendomi cosa desideravo. Sono stato alcuni secondi ad ammirare il suo bel viso e le ho chiesto se potevo chiacchierare con lei. Non poteva naturalmente, stava lavorando e mi sono fatto servire un cappuccino con delle brioches. Sculettando mi ha portato l’ordinazione. Passando mi chiese come mai ero da solo ed io ne approfittai per chiederle di poterla accompagnare a casa. Dopo il lavoro indossava una gonnellina, una camicetta ed una giacca leggera. E’ salita in macchina. Mentre si truccava mi ha detto che lavorava per pagarsi l’università. Le ho messo un braccio sulle spalle. Ha appoggiato la testa e con tristezza mi ha raccontato che la maggior parte dei ragazzi la trattava da puttana nel locale. Non mi piace fermarmi dove capita, ma Manuela era troppo scoraggiata, le ho baciato il viso, il nasino, la bocca.. Mi ha messo una mano dietro la nuca baciandomi a lingua in bocca. Le nostre lingue si sono incontrate, gustate mi sono girato verso lei mettendo le sue gambe sulle mie. Le ho messo una mano sotto la gonnellina gustando il tepore del suo corpo, la baciavo sul collo, la sua manina ha cercato il mio cazzo che già scoppiava nei calzoni. Ci siamo staccati per riprendere fiato, il suo bel viso era sorridente e disteso, la mangiavo con gli occhi e la sua voce armoniosa mi seduceva. Le dissi del mio pied a terre e lei accettò di venire da me. Per fortuna quel posticino lo tengo sempre in ordine per ogni evenienza. Ho aperto l’ho fatta accomodare, ho chiuso a chiave, lei mi ha abbracciato stringendosi a me. Sentivo la consistenza dei suoi seni e mentre ci baciavamo sensualmente il cazzo si è impennato premendo sul suo ventre. Quel bacio non finiva più. Ho messo una mano sotto la gonnellina palpandole il culetto bello, tonico ben fatto con due belle chiappette. Le nostre lingue giocavano e si gustavano ho osato accarezzandole la figa da sopra lo slippino e lei mi ha sussurrato che se andavo di sotto la trovavo bella calda. Ho infilato un dito nell’elastico scendendo verso il suo fiore caldo e palpitante le ho accarezzato le grandi labbra calde, morbide, glabre ha scostato le gambe socchiudendola. Il mio dito è entrato in quel nido accogliente, le ho titillato la fighettina ed il suo bacio si è fatto ancora più passionale:le ho sfilato lo slip. Era uno spettacolo e non ho resistito e gliel’ho baciata. Ho allungato la lingua al primo tocco, ha allargato le cosce mi ha messo le mani dietro la nuca tirandola dolcemente contro il suo ventre. La mia lingua l’ha penetrata, lei ha avuto un brivido sussurrando qualcosa: gliel’ho baciata, leccata i suoi movimenti sono diventati incontrollabili, convulsi. Il mio pene finalmente libero dalla costrizione del boxer guardava le stelle. Manuela l’ha guardato a bocca aperta, l’ha stretto in mano baciandomi con passione. Mentre ci baciavamo le ho fatto un bel ditalino, lei si gustava il pulsare del mio cazzo scappellandolo fino a farmi male. Le nostre lingue si divertivano a cercasi, succhiarsi ad un certo momento ha stretto la gambe e le sue abbondanti gocce di piacere mi hanno riempito il palmo della mano. Avevo una voglia pazza di penetrarla: lei si è sistemata aprendo le gambe, tenendosi la vagina ben aperta l’ho penetrata con delicatezza con lente e profonde penetrazioni. Era ad occhi chiusi, sorrideva, si leccava le labbra. Muoveva il suo corpicino per gustarsi la penetrazione. Quell’amplesso non finiva più ho continuato a penetrarla con delicatezza, poi il suo corpo ha avuto un fremito violento e si è lasciata cadere su di me, abbandonandosi sul mio corpo. Ho continuato a chiavarla, ho sentito la sborra pronta per il lancio, se n’è accorta e lo ha voluto dentro. Quando ci siamo rilassati l’ho coperta con un plaid e ci siamo rilassati tra baci e carezze. Era ormai notte fonda. Mi sono alzato. Manuela aveva il viso sorridente e felice e ho chiesto se voleva un caffé o qualcos’altro. Lei mi ha preso il viso tra le mani baciandomi: si era seduta sul divano coprendosi pudicamente il seno, mi sono seduto accanto a lei e ci siamo gustati il caffé. Lei si è alzata sedendosi su una mia gamba appoggiando bene la figa, mi ha baciato con passione, sotto la doccia la sentivo canticchiare allegramente. E’ uscita in accappatoio e con un sorrisetto birichino mi ha chiesto se potevo asciugarle la schiena . L’ho asciugata tutta e con molta cura. Lei si è adagiata su di me e l’ho accompagnata a casa e mi ha detto che d’ora in poi quando ho voglia di lei, so dove trovarla.

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Alessia, la ballerina

Racconto trovato in rete su xhamster.

Lo spettacolo prosegue, lei pare un cigno, Alessia è la ballerina più brava del gruppo e anche la più bella, volteggia sulle punte con le caviglie sottili, le gambe snelle, lunghissime, con i muscoli appena accennati e gentilmente definiti, il tutù ondeggia come una molla, le scopre a tratti un culetto piccolo e sodo, tanto tonico che non accenna a sussultare, rimane immobile come quello di una statua.
Durante l’esecuzione dell’ultimo balletto Alessia dà il meglio di sé e uno scroscio di applausi l’accompagna a una conclusione trionfale, al termine della fatica, leggermente sudata e adrenalinica saluta tutti i compagni dietro le quinte e si ritira nel camerino, è una donna riservata, riesce a dare tanto sul palco grazie al talento, perché lei per la verità è piuttosto timida, è proprio il suo carattere introverso a renderla affascinante, arricchendo un volto già particolare, con gli occhi nerissimi e allungati, il naso leggermente aquilino e la bocca piccola e delicata.
Alessia sente bussare alla porta.
“Chi è?”
“Sono Pietro.”
La ballerina è preoccupata ed eccitata, è di nuovo lui, l’uomo che la fa sognare e poi la deride, la umilia, l’uomo che ha il potere di farla godere come nessun altro, ma anche un farabutto senza eguali, che le fa credere di volerla addirittura in sposa, per poi abbandonarla e farla soffrire ancora, perché mai una ragazza splendida e capace si fa maltrattare in questo modo?
Alessia tentenna un istante, poi apre la porta, l’uomo è lì, alto e brutto, con i baffi ispidi e gli occhi da diavolo, ha dei fiori con sé che poggia su un ripiano a lato.
“Questi sono per te, sei stata bravissima.”
La donna è fortemente attratta da Pietro e senza pensare, gli dice.
“Sono contenta che sei venuto.”
“Sì, e adesso farò venire anche te.”
Alessia spaventata resta immobile a guardarlo con le mani sui fianchi, al di sotto la sua vagina freme è già umida, lui crudele la domina, è la sua sicurezza che lo rende seducente, ci sa fare c’è poco da dire, si avvicina a lei e le toglie le scarpette con la punta, lei resta scalza, meravigliosa stretta nelle calze bianche, Pietro inizia a sfiorarle le caviglie e sale pian piano sino alle rotule, lei è già sciolta in una pozzanghera di secrezione, lui lo nota inginocchiato davanti a lei che è bagnata. Continua a toccarla sfiorandola appena, lei trema e si lascia andare ansimando, allora le abbassa le calze, le sfila le mutandine, le poggia la bocca sulla passera spingendola indietro sino al muro, la massaggia con le labbra, le infila la lingua dentro, poco dopo, quando la donna gode rumorosamente senza rendersi conto, le mette un dito nella fica a uncino premendo sul punto G, quindi la donna geme, la sua vagina gronda mentre lei ulula con un orgasmo potente gocciolando sul dorso della mano dell’uomo.
Il cunnilingus è riuscito al punto che il farabutto dagli occhi incendiati di sesso può farla sua a ogni modo, decide allora di scioglierle lo chignon, la fa chinare in modo rude e le sbatte la verga sulle natiche senza sfilare il tutù, le sputa sull’ano aperto senza fiatare, pian piano glielo infila, la donna è tanto minuta che si sente il cazzo nelle viscere, il suo culo è strettissimo, la ballerina rannicchiata a pecorina si lascia possedere urlando ancora, dopo averla fatta godere come non mai l’uomo a cavalcioni si stringe il cazzo in mano e le sborrò sul collo, lo sperma le colò verso la faccia, sulle guance, sulla bocca, esausta con i crampi sui polpacci, la bellissima Roberta si gira, il suo volto è deturpato dal seme di quell’individuo senza scrupoli, lo guarda e gli dice.
“Perché lo hai fatto?”
Lui spietato afferma.
“Se non ti piacesse quello che ti faccio questa storia non andrebbe avanti.”
La ballerina, sottomessa dai giochi perversi di Pietro tace, lui allora continua a mortificarla per dimostrarle che lei non conta niente, le fa notare che nascosto dalla tenda che divide il camerino c’è anche un suo amico.
“Jack, vieni fuori.”
La ragazza guarda incredula l’uomo che emerge con l’uccello in mano stizzita e preoccupata, vorrebbe mandar via il guardone invitato da Pietro ma non riesce a farlo, schiacciata, con la mente inondata dall’angoscia si lascia sottomettere ancora.
Pietro le ordina.
“Forza, succhiagli il cazzo”.
Roberta si eccita all’idea di essere schiava di Pietro e decide di assecondare le sue fantasie, con la faccia sporca il trucco colato si mette in bocca la cappella dello sconosciuto, Pietro per fare un favore all’amico le tira su il sedere, lei resta a novanta gradi, Jack in questo modo mentre si sente massaggiare l’uccello con la lingua può guardare nello specchio dietro a Roberta il suo ano infiammato e rosso, la sua fica aperta e ancora gocciolante.
Pietro guida i giochi.
“Jack, riempile la faccia di sperma.”
Il tipo soffoca la donna muovendosi forte come se stesse scopando una vagina, esce rapidamente per sborrarle sul viso, la donna è sempre più irrequieta e la tensione le inonda la passera di calore, è una caverna rossa, bagnata e tumida, Pietro le strappa il tutù scoprendole il seno, glielo porge e le dice.
“Pulisciti, mi fai vomitare”.
Lei acconsente e ormai soggiogata al pazzo gli dice.
“Inculami ancora, offendimi, ma non lasciarmi più!”
Ma lui non obbedisce, lui comanda, vuole demolire la sua autostima per renderla sempre più prigioniera delle sue manie.
“No, niente da fare. Forza Jack, andiamo via, lasciamo sola questa cagna.”

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La sorellina….e le sue oscene voglie

Questa è una storia come tante,di un ragazzo che con il passare del tempo ha iniziato a dedicare i suoi pensieri per la sua sorellina,con dei pensieri all’inizio velati,ma che pian piano si sono tramutati in vera passione. Come dicevo,una storia come le altre,ma con una piccolissima differenza,che la mia è vera e non frutto di pure invenzioni o fantasie erotiche.
Mi chiamo Luca,ho 34 anni,e la mia bella sorellina si chiama Laura,che di anni ne ha 28,ma la storia in questione risale a tanti anni fa,
a quando precisamente io ne avevo 23 e Laura 17.Come tutti i ragazzi 23enni alternavo il mio tempo tra le partite a calcetto con gli amici,qualche serata in discoteca il fine settimana e le classiche uscite con gli amici per una passeggiata alla ricerca di donne da conquistare o ammirare. La mia bella sorellina,appena 17enne,aveva ormai preso coscienza di essere diventata una splendida donna:alta 170 cm,snella,prosperosa di seno,un viso angelico con quei lineamenti dolci che avrebbero fatto innamorare ogni ragazzino della sua età.Era cambiato ormai da un pò di tempo il suo modo di vestirsi,le sue abitudini,e anche la gente che frequentava .In passato,nonostante gli splendidi lineamenti e le forme che già iniziavano a plasmare il suo corpo,preferiva indossare un abbigliamento casual,jeans,scarpe basse e top aderenti,che ugualmente risaltavano quelle curve che iniziavano a prendere sempre più consistenza,senza ricorrere a un filo di trucco,rimanendo la classica ragazza acqua e sapone,quando a un certo punto inizia a sfoggiare le prime minigonne,le scarpe col tacco,le calze autoreggenti,i vestitini attillati,il tutto per somigliare sempre più alle sue amichette, sempre alla ricerca del vestitino alla moda per essere appariscenti e sensuali nonostante la giovane età. Laura era molto ingenua,non aveva avuto grandi esperienze in ambito sentimentale,e comunque con ragazzi suoi coetanei con la testa a posto.Il nostro rapporto è molto bello perchè fondato sulla confidenza,rispetto,amicizia.I primi pensieri di un certo tipo verso la mia sorellina sono iniziati verso i suoi 16 anni,quando girava per casa in modo molto succinto nel periodo estivo,semplicemente con le mutandine e una canotta,rigorosamente scalza perchè detesta camminare con le scarpe o altre calzature in casa.Vederla sfilare sotto i miei occhi quotidianamente era uno spettacolo,e sebbene fosse mia sorella,non disdegnavo delle occhiate furtive verso il suo bel sederino così tondo,sodo,custodito dalle mutandine brasiliane,che risaltano al massimo i glutei…Un conto è però guardare,ma le cose sono cambiate radicalmente quando un giorno ho sentito una vera e propria erezione,e quel giorno ha rappresentato l’inizio di una nuova fase della mia vita,in cui l’obiettivo primario era quello di guardarla,a tutti i costi,e masturbarmi per lei.
La nostra è una casa molto grande,e le stanza da letto sono contigue,per cui ci si può arrivare non solo dal corridoio comune quanto dal terrazzo.Iniziai per cui a studiare degli stratagemmi per poterla spiare:chiudevo la mia porta a chiave,in modo tale da impedire ai miei genitori di entrarci e constatare che mi ero rifugiato in terrazzo per spiare mia sorella…spegnevo chiaramente ogni luce,per evitare che la stessa si riflettesse sul terrazzo proiettando la mia ombra.Ovviamente lei chiudeva le persiane per non essere vista dai vicini quando si cambiava,ma non aveva,nè poteva,tener conto delle mie voglie voyeuristiche che mi spingevano a fare il possibile per poter anche per un secondo ammirare il suo splendido corpo.Approfittando di un giorno in cui non c’era nessuno in casa,cerco di ingegnarmi e con l’ausilio di un semplice coltello effettuo un foro sulla parte bassa della persiana della finestra di mia sorella.Ormai non doveva fare altro che attendere il corso degli eventi,il cammino per soddisfare le mie voglie represse aveva già avuto inizio.
Ci troviamo tutti in casa,e dopo cena sento Laura che dice a mia mamma che si andava a cambiare per uscire con le amiche,e in quel preciso momento il mio cuore ha iniziato a battere forte,emozionato di quello che avrebbe potuto succedere. Mi catapulto nella mia stanza,spengo le luci,chiudo la porta a chiave e mi precipito sul terrazzo,sdraiandomi in direzione del foro che avevo realizzato il giorno stesso;dopo qualche minuto di un’attesa snervante,vedo aprirsi la porta,Laura accende la luce e chiude la porta a chiave. Sento il mio cazzo già al massimo della sua erezione,no posso che trovare sollievo sbottonandomi i pantaloni e iniziando a masturbarmi. Laura si mette in direzione dello specchio e inizia a truccarsi;per la prima volta la vedo con un rossetto molto acceso che risalta ulteriormente le sue labbra carnose,e quel viso da l****a si trasforma minuto dopo minuto in quello di una donna sensuale come mai l’avevo vista. Inizia quindi a pettinare quei bellissimi capelli lunghi biondi,per poi dirigersi verso l’armadio e togliere fuori un completino intimo. Il momento è finalmente arrivato!Laura inizia la fase della vestizione ,toglie prima jeans,rimanendo con quella brasiliana che giornalmente turbava i miei pensieri,per poi sfilarsi anche il top e rimanere in reggiseno. Non era per me una situazione nuova perchè avevo assistito più volte a questo spettacolo,per esempio quando usciva dal bagno dopo aver fatto la doccia per dirigersi in camera sua,ma questa volta la situazione era differente perchè era la prima volta che la spiavo,e quella visione furtiva mi provocava delle emozioni mai provate fino a quel momento. Guardandosi allo specchio si slaccia il reggiseno,sfoggiando un seno che non avrei mai immaginato di vedere,una terza abbondante nonostante la giovane età, ma allo stesso tempo sodo,che sfidava la forza di gravità in modo invidiabile,e 2 capezzoli color rosa chiaro che sporgevano,e che rappresentavano ormai il mio sogno quotidiano. Ormai non potevo più credere ai miei occhi,la mia fantasia si stava realizzando,la mano viaggiava a ritmi vertiginosi,nella speranza che quella visione potesse durare il maggior tempo possibile..ma le sorprese non erano finite perchè in men che non si dica Laura abbassa le mutandine e rimane completamente nuda di fronte allo specchio e a uno spettatore d’eccezione,il fratello,che finalmente,dopo un mese abbondante fatto di passerelle in mutandine,viene premiato con la visione della sorellina completamente nuda a nemmeno 2 metri di distanza. Lo spettacolo era formidabile!Non immaginavo di vederla completamente depilata,e questo dettaglio è stato fatale perchè sento delle contrazioni talmente forti s**turite in un orgasmo di dimensioni mai provate in passato…A un certo punto Laura si gira regalandomi la visione del suo culetto,abbronzato fino a dove copriva il costume a mare,e completamente bianco nella parte più interna. Nemmeno il tempo di rendermi conto di questo secondo dettaglio che il mio cazzo prende nuovamente consistenza,pronto per una seconda masturbazione e secondo orgasmo…Lo spettacolo si era ormai concluso perchè in pochi minuto Laura si veste,chiude la luce ed esce dalla sua stanza,ignara di avermi reso felice come nessuno al mondo. Da quel giorno le mie fantasie erotiche si sono moltiplicate in modo esponenziale,e nonostante qualche rischio di essere beccato per questa mia nuova passione voyeuristica,inizio a conoscere Laura in ogni suo dettaglio,anche intimo…
Arriva l’inverno,e chiaramente diminuiscono sensibilmente le occasioni di spiare laura,anche perchè piove di continuo,fa freddo,e non sempre è possibile rifugiarsi nel terrazzo .Temevo di dover attendere l’estate successiva per rivedere il corpo della mia sorellina,quel seno che tanto mi aveva turbato,e il suo fondoschiena a mandolino,ma non sapevo che di lì a poco avrei assistito a una situazione che nemmeno nei miei sogni più remoti pensavo di poter vedere. Katya,l’amica di Laura,ci invita a casa sua per una serata in compagnia di un bel pò di amici. Katya era all’epoca una ragazza di 21 anni,universitaria. Arrivati a casa come al solito in ritardo,ad attenderci circa una quindicina di persone tra ragazzi e ragazze. I ragazzi avevano portato da bere alcolici e qualche stuzzichino. La padrona di casa mette un pò di musica caraibica,c’è chi inizia a ballare a ritmo di salsa e bachata, chi invece si sdraia sul divano a chiacchierare. Dei presenti conoscevo solo qualche ragazza amica di Laura,mentre non avevo mai visto i ragazzi,colleghi universitari di Katya,a dire la verità molto divertenti. La mia sorellina era vestita con una minigonna inguinale,calze nere velate e le ballerine,anche se avrei preferito mille volte il tacco ai fini delle mie fantasie erotiche. Dopo aver bevuto una serie innumerevole di cocktails preparatici dal barman d’occasione Lorenzo,il ragazzo di katya,la situazione diventa sempre più divertente perchè l’alcool ha già da un pezzo sciolto i freni inibitori e come accade ad ogni singola festa che si rispetti,ogni battuta non può che assumere i contorni pornografici,con riferimenti e allusioni che coinvolgevano tutte le ragazze,che dal canto loro non si imbarazzavano più di tanto. Nel frattempo l’eccitazione per me raggiungeva dei livelli incredibili perché anche le amiche di mia sorella erano molto affascinanti, ma il culmine l’ho raggiunto quando mia sorella,sedutasi sul divano con altre 3 ragazze, mostrava inavvertitamente le sue mutandine bianche,che si intonavano con il corpetto bianco semi trasparente che copriva il seno. In quel momento ho sentito un turbinio di emozioni:eccitazione per avere una visione talmente sensuale, ma allo stesso tempo vergogna perché quella visione era condivisa anche ai ragazzi che si trovavano al mio fianco,e che con la coda dell’occhio non potevano non guardare quello spettacolo sempre più arrapante grazie alla mia sorellina che muovendosi nel parlare con le sua amiche,apriva e chiudeva le cosce mostrando non solo le calze autoreggenti ma appunto le sue mutandine bianche. Quello stato di vergogna iniziale si trasforma però in poco tempo in fortissima eccitazione, sottolineata da un’erezione improvvisa;fu in quel momento che scoprii di eccitarmi al pensiero che anche sconosciuti potessero godere di quelle visioni che fino a quel momento solo io avevo potuto fruire, e anche in modo molto più esclusivo. A un certo punto uno dei presenti propone il classico gioco della bottiglia,che penso abbia rappresentato l’iniziazione sessuale per ogni ragazzino tredicenne,e che non facevo appunto da una di quelle feste appositamente organizzate all’età di 13,14 anni per avere i primi contatti con l’altro sesso. Nonostante qualche timido tentativo di rifiuto da parte di qualche ragazza, tra cui mia sorella Laura, la maggioranza la fa da padrone e ci ritroviamo tutti seduti per terra a cerchio con la bottiglia pronta a essere girata. Nemmeno 2 giri di bottiglia e già partono le prime penitenze a sfondo sessuale,ma di poco conto. Dopo qualche giro divertente,tocca a uno dei ragazzi a dover dire il tipo di penitenza, e lui chiede che la ragazza che sarà indicata dalla bottiglia dovrà rifugiarsi in cucina, togliersi il reggiseno, essere prima bendata, e poi palpeggiata da tutti i ragazzi per almeno 20 secondi. La bottiglia inizia a girare,per poi terminare la sua corsa indicando proprio lei,la mia Laura, che in pochi secondi è diventata rossa come non mai. A nulla è valso il suo rifiuto perché tutti avevano accettato precedentemente e si erano già esibiti in altre situazioni, anche se nessuna di questa portata. Quando vedo laura alzarsi per essere bendata ho provato un’emozione indescrivibile, e questo perché ero consapevole che quella visione sarebbe stata condivisa da perfetti sconosciuti che le avrebbero toccato il seno. Inizia il primo ragazzo che si dirige in cucina dove si trovava Laura, per poi tornare dopo 20 secondi. Ogni commento sul suo splendido seno fatto agli amici più intimi sottovoce equivaleva a un fortissimo senso di eccitazione che non riuscivo più a controllare, conscio della sega che sarei andato a farmi una volta tornati a casa. A turno seguono gli altri ragazzi, che quasi facevano a lotta per andare prima degli altri in cucina e toccare il seno di mia sorella. Quando torna l’ultimo ragazzo,pensavo che la penitenza fosse finita,quando invece tutti,rivolgendosi a me, mi esortano ad andare anche io in cucina e fare il mio dovere-piacere. Chiaramente rispondo di no perché Laura è mia sorella, ma loro invece insistono dicendo che non ci sono eccezioni per nessuno; quella ipotesi non l’avevo nemmeno contemplata fino a quel momento perché ero certo di non andare in cucina, ma dopo quelle insistenze alle quali rifiutavo esclusivamente per salvare le apparenze, il mio stato di eccitazione era talmente forte che mi alzo deciso e mi dirigo in cucina,chiudendo la porta alle mie spalle. Lei era lì,immobile, ignara di chi ci fosse di fronte, con un seno da baciare,quei capezzoli da succhiare,così grandi,rosa…approfittando del volume alto della musica, tolgo fuori la macchina fotografica e le s**tto una foto,senza flash chiaramente,per paura di essere scoperto per via del bagliore e del rumore che faceva; mi avvicino sempre più,vedo per la prima volta il seno di mia sorella a una distanza minima. Le mie mani si avvicinano e si poggiano sull’oggetto dei miei desideri, inizio a palpeggiare mia sorella con molto tatto. La sua pelle è morbidissima,candida..vorrei che il tempo si fermasse..con il dito indice e medio stringo i capezzoli di Laura che nel frattempo fa una piccola smorfia con la faccia,forse sintomo che possa essersi fatta un po’ male, o che si sia eccitata! Passano i 20 secondi più intendi della mia vita,mi precipito nella sala con gli altri ragazzi per il timore che lei si tolga la benda e mi veda. Il gioco continua, ma per me ora non ha più valore perché ho provato delle emozioni indescrivibili.
Ancora oggi riguardo quella foto e non posso fare a meno di masturbarmi,ricollegandola a quei momenti di follia pura che vedono il fratello palpeggiare sua sorella.
Dopo un lunghissimo inverno giunge finalmente l’estate, e ricominciano chiaramente le mie fantasie voyeuristiche su mia sorella,spiandola in ogni occasione e dedicarle tantissime seghe. Come ogni estate,i miei genitori partono in vacanza per circa una settimana, e noi rimaniamo soli, felici di poterci dare alla pazza gioia,invitare gli amici a casa, fare cenette e fare tutto ciò che possa portare a un grande divertimento. La stanza dei miei genitori è l’unica ad avere il condizionatore,per cui era ambita da entrambi, in modo tale che ciascuno potesse quanto meno affrontare quel caldo insopportabile. Avevamo deciso di dormire nel letto matrimoniale un giorno l’uno, evitando quindi ogni forma di ingiustizia. Il giorno in cui toccava a laura dormire, avevo registrato su Sky un film che mi piaceva da matti. Tornato a casa,non avendo ancora sonno vado nella stanza dei mie genitori dove c’era Laura che dormiva e accendo la televisione a basso volume, nella speranza di non svegliarla da una parte e di poter vedere il film dall’altra, ma dopo qualche scena lei apre gli occhi e mi domanda cosa sto facendo. Le spiego che volevo vedere il film e le chiedo se poteva dormire nella sua stanza anche per quella sera perché mi volevo vedere il film e sarei rimasto io lì a dormire. Lei mi risponde di no seccata e si rimette a dormire, acconsentendo per quella notte che ci fossi anche io e concedendomi lo spazio necessario per sistemarmi. Inizia il film ma dopo circa un’ora non riesco più a concentrarmi,mia sorella è sdraiata rivolta verso il letto, mostrandomi conseguentemente il suo splendido fondoschiena rimasto scoperto dalla canottiera che si è alzata con lo sfregamento del lenzuolo. Sento una erezione immediata, mi vengono mille pensieri,e il film è l’ultimo di questi…Spengo la televisione e chiudo la luce; nella stanza buio fitto,non si vede praticamente niente, e questa situazione mi dà il coraggio di abbassarmi i boxer e iniziare una sega lentissima,per il timore di svegliare Laura. Sono felice ed eccitatissimo, anche per il rischio che sto correndo visto che mi potrebbe beccare aprendo gli occhi e accorgendosi di cosa sto facendo. L’eccitazione sale vertiginosamente dopo qualche minuto,quando l’occhio si abitua al buio e iniziano a prendere forma anche se in modo non completamente distinta i vari oggetti della stanza, e anche il suo culo coperto da un minuscolo perizoma e lasciato in vista dalla canottiera che per un colpo di fortuna era salita su…Il mio cazzo raggiunge la sua massima dimensione,vorrei saltarle addosso,strapparle il perizoma, e penetrarla ripetutamente per fare sbollire questa eccitazione tremenda che mi ritrovo, ma chiaramente tutto rimane in una fantasia che non potrò mai realizzare. Mi viene però alla mente un’altra idea:avvicinarmi con il pene in fase di erezione al suo culo,che era esposto verso di me, e anche se non potevo sentire il contatto per me era già una sensazione indescrivibile perché mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi con una erezione pazzesca sul letto dei miei genitori con accanto il culo semi nudo di mia sorella. Prendo coraggio e mi avvicino,il cuore mi batte forte…inevitabilmente ogni persona si muove durante il sonno e il fato volle che Laura si muovesse, provocando il contatto delle sue natiche scolpite con il mio cazzo…mi sembrava di provare una sensazione paradisiaca…Chiaramente non poteva immaginare che si trattasse del mio pene, anche perché il contatto era molto superficiale,ma io prendo ulteriormente coraggio e mi avvicino un altro poco col bacino, cercando di posizionare il mio cazzo proprio tra le natiche di Laura. Questa volta il contatto è notevole, conscio di quanto io stia rischiando e della pazza che sto commettendo, ma si sa, ad un certa ora di notte si perde la percezione della realtà e si è capaci di fare quello che uno non farebbe mai di giorno completamente cosciente. Il cuore mi batte forte,e se prima Laura aveva il respiro pesante, ora non lo sento più,potrebbe essersi anche svegliata. Dovrei allontanarmi per non rischiare ma ormai sono entrato in un vortice di emozioni a cui non posso più sottrarmi!Inizio con un movimento pelvico a muovere il bacino lentamente,strusciando il cazzo su quel meraviglioso culo della mia sorellina, quando a una tratto avverto un suo piccolo movimento. Temo che si sia svegliata e che posa nascere una sfuriata furibonda, ma invece mi accorgo,incredulo, che anche lei ha iniziato a muovere il bacino favorendo questo mio strusciamento. Non posso credere ai miei occhi,mia sorella si sta strusciando sul mio cazzo. Eccitato come non mai faccio sentire ancor di più il contatto, questa volta il cazzo preme sul suo culo. Laura a un certo punto,senza girarsi,mette una mano vicina al suo culo e la lascia ferma. Prendo di coraggio e avvicino il mio cazzo alla sua mano,e una volta raggiunto il contatto la sua mano inizia a muoversi delicatamente sopra e sotto,per l’inizio di una sega che mai avrei pensato di ricevere in vita mia dalla mia sorellina. Il ritmo diventa sempre più veloce, il mio respiro diventa affannoso quando lei a un certo punto,sempre nella penombra si gira di s**tto e si avvicina all’orecchio sussurrandomi: ce l’hai il preservativo?Io le dico di no..cazzo,li avevo finiti…lei mi risponde:non importa,ma dimmi quando stai per venire!
Non posso credere a quello che mi sta succedendo,sto per scopare con mia sorella,sto per compiere un i****to e realizzare il sogno della mia vita.
Laura si mette a cavalcioni su di me,si sposta il perizoma e infila il mio cazzo nella sua vagina,che dopo qualche secondo è già bagnata,fino a risucchiarlo tutto fino a scomparire. Mi trovo dentro il corpo della mia sorellina, quel corpo che tanto avevo sognato, quel corpo che mi aveva regalato tante gioie per averlo spiato in centinaia di occasioni..Inizia a muoversi lentamente,sento un calore indescrivibile, le tocco quei seni che già precedentemente avevo avuto il piacere di toccare,ma questa volta li avvicino alla bocca e inizio a succhiarli avidamente come un amante passionale. A quel punto mi confida che l’amica le aveva raccontato che anche io le avevo toccato il seno,senza commentare ulteriormente,facendo accrescere il mio stato di eccitazione. Si muove divinamente, il piacere aumenta sensibilmente,rischio di venire da un momento all’altro. Le sussurro nell’orecchio di girarsi, questa volta sono io a prendere l’iniziativa e la penetro a pecorina, realizzando anche questa volta una delle mie fantasie più ricorrenti,frutto di tante masturbazioni aventi ad oggetto la mia splendida sorellina. La penetro sempre più forte, la sento gemere sotto i miei colpi..dopo qualche minuto sento l’orgasmo che sta per venire, mi stacco rapidamente per non rischiare di venirci dentro,lei si avvicina e lo prende in bocca ,inizia a succhiare e quando gridando dico che sto venendo,lei anziché allontanare la bocca, aumenta il ritmo,venendogli appunto sulle sua labbra, che continuavano a succhiare…
Senza profferire parola ci addormentiamo esausti sul letto, e da quel giorno nessun accenno a quello che è successo. Capisco che lei voglia rimuovere, o semplicemente abbia un senso di vergogna infinito, ma nessuno dei 2 può disconoscere quanto successo. Sono passati tanti anni senza poter raccontare questa mia esperienza, ma in forma anonima finalmente ho trovato il coraggio di farlo, solo così posso sentire nuovamente quella eccitazione che mi ha pervaso l’anima per tantissimo tempo,conscio che quella esperienza non tornerà più nella mia vita,ma che mi ha permesso di realizzare quella fantasia inconfessabile che mi ha reso la persona più felice al mondo.
Laura ora è fidanzata,vive in un’altra città..ci si vede raramente d’estate e nelle festività natalizie. Era una cerbiatta con un corpo da femme fatal, ora si è trasformata in una donna straordinaria,sempre con quella faccia da l****a, ma molto più audace. Veste in modo molto più provocante,sensuale…magari potessi possederla ancora una volta!
Di lei mi è rimasta però quella foto del seno,ricordo di tempi passati che forse non torneranno più.

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il lento scivolare di una coppia 18

chi mi volesse contattare può scrivere a padrone29@gmail.com

Marco che ormai era diventato Master Marco era stato separato da quella che era sua moglie, da quella che era stata il suo grande amore perdendo anche la speranza di poterla rivedere o conciliarsi con lei in futuro.
Il suo destino o meglio quello che i suoi aguzzini avevano deciso diventasse il suo destino era risiedere in una grande villa dove avrebbe dovuto addestrare quelle che sarebbero diventate le schiave modello di vecchie pervertite o di vecchi sadici.
Mistress Maria lo portò a destinazione dicendo a Marco che quella sarebbe stata la sua residenza fino alla fine dei suoi giorni, ma che col lungo andare si sarebbe abituato all’idea di essere un educature di schiave e si sarebbe pure divertito.
Per due giorni Marco venne lasciate in pace nella sua stanza ed ebbe modo di riposarsi dal viaggio e di pensare come era cambiata la sua vita, di come sarebbe diventata e di cosa avrebbe dovuto fare.
Quello che lo sconvolgeva era che da oggi in avanti sarebbe stato un mezzo cattraveso cui quelli che erano stati gli aguzzini della sua famiglia avrebbero potuto ridurre altri nelle stesse condizioni.
Dopo due giorni iniziò quella che sarebbe stata la sua nuova attività: Mistress Maria gli portò due donne una sulla cinquantina e l’altra sulla ventina madre e figlia che avevano perso tutto al gioco ed ora per onorare il loro debito avrebbero dovuto diventare le schiave del barone che aveva pagato i loro debiti di gioco.
Pochi minuti dopo, entrò il barone facendo presente che voleva ass****re all’addestramento. Per prima cosa Marco ordinò alle due donne di restare in mutandine e reggiseno. Le due si spogliarono subito senza esitazioni sapendo benissimo che non avevano altra scelta. A quel punto Marco si avvicinò alla madre che era una donna non tanto alta, ma con due enormi zinne probabilmente una sesta misura e cominciò a tirare i capezzoli con le unghie, la donna a quel punto cominciò a urlare dal dolore, ma Marco non si fece impressionare anche perché sapeva che se non le avesse addestrate a dovere quello che avrebbe subito delle brutali conseguenze sarebbe stato lui e infatti disse alla donna che non le era stato dato nessun permesso di esternare le sue sensazioni. Marco poi fece lo stesso trattamento alla figlia che invece era molto più proporzionata, essendo infatti alta circa 1,80 cm per una quarta di reggiseno e un bel sederino a mandolino.
Alla ragazza Marco ordinò subito di togliersi le mutandine, infatti il buchetto del sederino sembrava assai stretto quasi come non avesse mai avuto rapporti anali e voleva controllare meglio. Marco mise allora due dita dentro il sederino e si rese conto che il buchetto era talmente stretto che probabilmente era vergine. Allora per umiliare la ragazza pensò di prendere una radice di zenzero una sorta di dildo naturale, ma con proprietà urticanti molto elevate e di metterla nel sederino della ragazza lasciandolo circa quindici minuti ovviamente senza lubrificazione.
Fin dal momento successivo in cui la radice venne introdotta nel sedere, la ragazza urlò dal dolore per il bruciore cosa che fece urlare la madre verso Marco:” ma cosa stai facendo bastardo, ma non ti vergogni a trattare una ragazzina in quel modo alla tua età? Potrebbe essere tua figlia….”, Marco con sobrietà disse alla donna che sarebbe stata severamente punita in quanto non avrebbe più dovuto azzardarsi a una frase del genere, di una gravità inaudita per una schiava, a quel punto il barone sorrise in modo beffardo verso la donna.
Lo strazio che questa povera ragazza aveva dovuto subire durò circa quindici minuti che per lei furono interminabili, Marco dopo circa cinque minuti per aumentare il dolore della povera ragazza le strinse i capezzoli con le unghie cosa che le fece muovere il sedere e conseguentemente aumentare il potere urticante dello zenzero. Quando tolse lo zenzero dal sederino per la ragazza fu una liberazione che la fece quasi svenire.
A questo punto Marco con sorriso beffardo disse che per la figlia la prima lezione di addestramento poteva considerarsi conclusa e poteva essere riaccompagnata nei suoi alloggiamenti, mentre la madre sarebbe restata per essere punita.
Marco allora ordinò alla donna di appoggiarsi alla spagliera che era nella stanza e cominciò a frustarla con una stecca di bambù in trenta interminabili colpi che produssero delle piaghe e dei dolori lancinanti sul sedere della donna che non era neanche più in grado si sedersi dal dolore che aveva. Finita la punizione Marco disse che anche per la madre era finita la prima lezione, ma che andava divisa dalla figlia perché questa non subisse la sua influenza ribelle.

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