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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 2)

Quando mi svegliai la mattina seguente dapprima pensai che gli eventi della sera precedente fossero stati solo un sogno. La confessione di Giacomo di essere gay, di stare con mia sorella Alice solo per essere vicino a me e l’aver fatto l’amore. Aprii gli occhi, la testa mi girava. La sveglia diceva che erano le 8 e 5. Qualche cosa non andava. Ero nudo. Io dormivo sempre in pigiama. Mi sollevai e girai, vidi Giacomo che dormiva all’altro lato. Una calda sensazione mi assalì. Non era un sogno, era veramente accaduto tutto.
Tornai a sdraiarmi e non pensai a quello che sarebbe successo dopo quella notte. Ero così felice di aver scoperto che Giacomo mi amava come io amavo lui. Il fatto era che nel giro di un mese e mezzo avremmo lasciato il liceo. Avevamo deciso di frequentare la stessa università e di essere anche compagni di camera, erano i mesi mancanti che mi preoccupavano. Giacomo avrebbe continuato ad uscire con Alice per mantenere le apparenze? O avremmo potuto sfidare la città e frequentarci pubblicamente? Ero sicuro che una volta all’università avremmo potuto agire più apertamente con le persone che non nella nostra conservatrice cittadina?

Sentii Giacomo agitarsi un po’. Si girò, mi guardò e sorrise. Io mi chinai e lo baciai. “Buon giorno.” Dissi.
“Vorrei svegliarmi sempre vicino a te.”
“Anch’io. Cosa vuoi fare oggi?”
“Non so. Potremmo rimanere qui.”
“Ok, faremo colazione ma prima dobbiamo lavarci, facciamo una doccia.”
Mi alzai e condussi Giacomo in bagno. Andammo sotto la doccia e passammo perecchio tempo a baciarci e carezzarci. Ci lavammo l’un l’altro, uscimmo dalla doccia e ci asciugammo l’un l’altro. Ritornammo in camera mia per vestirci, ma eravamo arrapati e finii per avere Giacomo sdraiato sulla schiena con le gambe sulle mie spalle ed il mio cazzo che si muoveva di nuovo nel suo caldo buco stretto. Giacomo sparò sperma sul suo torace, io lo leccai impaziente ed esplosi di nuovo nel suo buco.
Alla fine ci vestimmo ed andammo a fare colazione. Passammo il pomeriggio a guardare film sdraiati sul divano. Io stavo sdraiato di schiena e Giacomo con la schiena su di me. Quando l’ultimo film che stavamo guardando finì, chiesi: “Giacomo cosa accadrà dopo questo fine settimana?”
“Cosa intendi?”
“Ci riveleremo agli altri o vuoi che manteniamo segreta la nostra relazione?”
“Penso che sia meglio stare tranquilli, non si sa cosa dirà la gente. Una volta all’università potremo essere un po’ più aperti.”
“Continuerai a vedere Alice?”
“Dannazione no. Sarà un incubo scaricarla.”
“Non pensiamoci ora.”
Gli baciai la nuca e lo circondai con le mie braccia. “Cosa dovremmo fare ora?” chiesi.
“Vogliamo fare sesso?”
“Ok andiamo.”

Andammo nella mia camera, ci spogliammo e cominciammo un 69. Le sensazioni del cazzo di Giacomo che andava dentro e fuori dalla mia bocca e della bocca di Giacomo sul mio cazzo erano incredibili. Cominciai a fare un ditalino al suo buco, Giacomo girò la schiena e disse: “Ti voglio di nuovo dentro di me, Nick.” Lubrificai il suo buco e spinsi dentro di lui. Lo guardavo nei begli occhi verdi mentre spingevo dentro di lui e vi vidi amore e piacere. Mi chinai in avanti e lo baciai mentre facevo l’amore con lui. Prima che me ne rendessi conto stavo di nuovo sborrando dentro di lui. Mi estrassi, lo succhiai e ci coccolammo per il resto della serata.
“Nick, ti amo!”
“Anch’io ti amo, Giacomo.”
Ci addormentammo. Il giorno dopo il nostro fine settimana insieme finì quando la mia famiglia ritornò a casa

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Un Centro Benessere Con Servizi Particolari 2

Disteso su quel lettino, con le spalle rivolte verso il soffitto, sentivo le sue mani massaggiare il mio sedere con delicatezza. Erano fredde, ma delicate. I suoi pollici timidamente, ma con decisione, sfioravano il mio ano. Ogni tanto azzardava il gesto di mettere quel dito dentro il mio culo, per poi fermarsi a pochi millimetri da esso e continuare a giocare con le mie chiappe. Chiaramente mi stava masturbando lentamente partendo alla lontana. Sentivo il mio pisello gonfiarsi poco a poco, fino a raggiungere una parziale erezione dopo pochissimi minuti. Ero sdraiato a pancia in giú su quel letto “modificato”, di quelli che trovi solo nei centri estetici con massaggi. Il viso rivolto verso il basso, era poggiato su due cuscini laterali, ed in mezzo ad essi c’era un foro circolare abbastanza ampio da lasciare la visuale del pavimento al sottoscritto. All’altezza del mio bacino, un altro foro. Questo permetteva al mio pisello di ciondolare nel vuoto e non essere schiacciato dal peso del mio corpo. Kaori era in gamba, oltre che una gran fica giapponese, ma se non fosse stato cosí, non avrebbe “lavorato” in quel posto. Continuando a palpeggiare il mio culo con decisione, fece quel gesto che probabilmente mi aspettavo, ma non pensavo osasse metterlo in atto. Nemmeno il tempo di dirle “no, quello non farlo” e sento il suo pollice unto d’olio infilarsi dritto con decisione nel mio ano! Un gesto veloce che non mi lascia il tempo di fare altro, se non godere inaspettatamente. Proprio cosí, quel suo dito, quel suo pollice, si infila con scioltezza nelle profonditá del mio ano e stimolando non só cosa al suo interno, mi provoca un’immensa sborrata, un enorme schizzo che parte verso il pavimento. Un gemito improvviso esce dalla mia bocca, mentre guardo il mio cazzo non ancora in erezione venire. Incredibile! Avevo sborratto senza un’erezione. Passano pochissimi secondi, giusto il tempo di godermi in tutti i sensi quella nuova sensazione e Kaori cerca il bis! Sfila il suo pollice dal mio culo e poi lo rimette dentro con ancora piú forza! Sento che raggiunge nuovamente le profonditá del mio culo, tocca di nuovo qualcosa, stimola ancora qualcosa al suo interno ed un’altra lunga schizzata, finisce sul pavimento. Questa volta la sborrata é piú lunga e se non vedessi con miei occhi la crema bianca uscire dal mio cazzo, potrei pensare che si tratti di una pisciata involontaria. Era la prima volta che qualcuno mi metteva un dito in culo per farmi sborrare, anzi la seconda, ora che ci penso bene. La prima fu quando feci sesso con una ragazza conosciuta in vacanza in una cittá Europea qualche anno fá! Ero sopra di lei e mentre gli sbattevo il mio cazzo dentro la sua fica, lei mi afferava il culo cercando di spingere la mia asta sempre piú in profonditá e mentre lo faceva, cercava sempre di inserire il suo dito medio in mezzo al mio culo. Certo, ora qui con Kaori era diverso, il mio cazzo ancora non era dritto, non del tutto almeno, eppure spingendo dentro il suo pollice nel buco del mio culo, toccando non só cosa dentro, mi provocó una sborrata naturale, enza erezione. Un pó come se ci fosse dell’acqua dentro una siringa e spingendo l’asticella, l’acqua uscisse dalla punta della stessa per via della pressione. Dovevo ammetterlo, questa nuova gestione del centro massaggi non faceva rimpiangere quella precedente e per chi volesse “ripassare” la mia prima esperienza in una struttura simile, vi rimando ad un mio racconto del passato dal titolo: “Un Centro Benessere Con Massaggi & Servizi Particolari”.
Non pensavo di tornarci ancora, pagare per farsi masturbare, non mi attirava particolarmente. Ma quando quel giorno, aprendo un’E-Mail secondaria, di quelle che usi raramente con nomi fittizzi, mi venne nuovamente la curiositá come la prima volta con Natsumi. Il testo, grosso modo recitava: “Buongiorno Signor Chase, la informiamo che il nostro centro benessere ha cambiato gestione ed ha ampliato i suoi servizi. Ci venga a trovare per una dimostrazione”. Ci pensai qualche giorno, ma poi dato che i “loro servizi erano ampliati”, mi chiedevo cosa altro avevano inventato e studiato per masturbare il mio pisello! Decisi di fare quindi un secondo giro. Meno di due settimane dalla lettura di quella E-Mail ed ero giá davanti al Centro. Il posto era cambiato, ora era molto fuori mano. Ma per quello che facevano, forse essere poco visibili, anche per un discorso di privacy, non era poi una scelta sbagliata. Anche l’interno era molto riservato e ad accoglierti c’era ovviamente una spledida orientale, che dopo avermi accolto con gentilezza, mi domanda in cosa poteva eseermi utile. Mi presento, gli spiego che sono giá stato “cliente” della vecchia gestione e che avevo ricevuto un invito da loro per provare i nuovi “servizi” della nuova gestione. Mi guarda sorridendo, dice “capisco” lanciando un brevissimo ma eloquente sguardo all’altezza del mio pisello, per poi riportare l’attenzione al mio viso, dicendomi di accomodarmi nella sala d’attesa privata in fondo al corridoio. Non appena fosse stato il mio turno, mi avrebbero chiamato. Dopo un tempo non proprio breve arriva una ragazza, sempre orientale, decisamente magra, ma decisamente anche una gran topa. Si presenta, il suo nome é Kaori, mi spiega le procedure e mi chiede, senza entrare troppo nei dettagli, ma comunque abbastanza diretta pur pesando le parole, se volessi un “servizio completo” o “base”. Opto per quello completo, ormai ero lí, tanto valeva provare tutto. Sistemiamo la “situazione” economica, poi mi fá accomodare in una stanza, dicendomi di mettermi comodo e di aspettarla lí. Mi siedo su una poltrona ed osservo l’ambiente. Molto soft, con una luce soffusa tendente al viola ed una musica da camera come sottofondo. Noto degli strani oggetti attaccati alla parete, ma mentre cerco di metterli a fuoco, vedo arrivare Kaori. Indossa un semplice accappatoio bianco e mentre si dirige verso di me, mi dice qualcosa:
– “Allora Chase, sei pronto?”
– “Certamente! Cosa devo fare?” Rispondo io.
– “Tu niente, ci pensiamo… penso a tutto io! Non sei qui per questo? Per rilassarti e goderti questo momento?” Aggiunge lei tra il malizioso ed il serio.
Mi invita quindi a togliermi i vestiti e indicandomi la porta del bagno, a farmi una doccia.
– “Mi cambio qui? Devo spogliarmi del tutto?” Dico con finto attegiamento timido.
– “Certo! Non vorrai farti la doccia con gli slip? Non sarai mica timido?” Mi risponde Kaori.
Allora inizio a togliermi gli indumenti, intanto lei sembra non curarsi di me ed impegna il tempo che impiego a togliermi i vestiti, altrove, vicino alla parete con quegli strani oggetti. Quando arrivo a togliermi anche i boxer, Kaori torna indietro, verso di me. Durante il suo cammino si toglie l’accappatoio, ma sotto non é nuda. O quasi. Quello che indossa é qualcosa che si avvicina ad un costume, perché in realtá é come se non lo avesse. Un filo interdentale attraversa lo spacco della sua fica e quello che sembra essere un reggiseno, é un altro spago che a malapena copre i suoi capezzoli. Mentre la osservo, inizio giá ad eccitarmi e sento immediatamente il mio pisello gonfiarsi. Allora provo a darmi una controllata, mentre lei dolcemente mi afferra la mano e mi guida verso il bagno. Una volta dentro, apre l’acqua, sceglie la giusta temperatura e mi invita ad entrare nel box doccia. Io entro, lei esce. Mentre mi dó una rinfres**ta, inizio comunque ad eccitarmi, il pisello mi si gonfia, rasentando l’erezione. Kaori sembra indaffarata con alcuni flaconi tipo bagnoschiuma. Io continuo la mia doccia, ed il mio cazzo continua a gonfiarsi, la voglia di farmi una sega e tanta, giá mi sento pronto a venire. Provo a mettermi una mano sul pisello, non resisto, ma appena cerco di masturbarmi simulando un lavaggio del mio uccello, arriva lei e mi toglie la mano scuotendo la testa come per dire “no, no”. Quindi entra anche lei nel box e mi aiuta a lavarmi le spalle. Le sue mani sono fresche e morbide, le sento scivolare su e giú ungo la schiena, poi in mezzo alle gambe. Mi insapona tutto, soffermandosi maggiormente all’interno coscia, poi sul mio culo. Poi, sempre rimanendo alle mie spalle, mi insapona anche il petto, poggiando il suo corpo, le sue piccole tette, sulla mia schiena e allungando le mani come per abbracciarmi. Il mio pisello pulsa e si gonfia alla grande. Quindi le sue mani, lentamente, scivolano dal mio petto verso gli addominali, fino a scendere sul mio cazzo. Lo tocca per la prima volta, lo insapona, lo lava, lo masturba. Eh si, perché anche se sembrava mi stesse facendo una doccia, in relatá quel movimento su & giú lungo la mia asta, non era altro che una sega. Comunque il “gioco” dura poco, non appena Kaori percepisce un’erezione totale, molla la presa, lasciandomi con il cazzo dritto e le palle gonfie. E mentre esce dal box, mi dice di sciacquarmi. Eseguo mentre la vedo allontanarsi. Ma non vá via, con i piedi sopra un tappetino, si spoglia anche lei. Prima gli slip, poi il reggiseno. Ora la osservo meglio, la sua fica adesso si vede chiaramente, é completamente depilata, non un accenno di pelo. Anche il resto del corpo é completamente liscio. Le sue tette sono a malapena pronunciate. Torna sotto la doccia ed inizia a rinfrescarsi anche lei. Mi chiede se posso insaponargli la schiena, perché con le sue mani non ci arriva. Non me lo faccio dire due volte, poggio le mie mani sulla sua schiena, ed inizio ad insaponarla. Cerco di essere delicato come lei, la tocco ovunque di dietro. La mia eccitazione arriva immediatamente, tutto quello spettacolo mi stava facendo impazzire. Il mio cazzo lentamente si alza, si gonfia come un hot dog, diventa dritto. Talmente dritto e duro, che mentre cerco di lavargli anche le braccia, il mio pisello gli si parcheggia in mezzo alle gambe, nello spacco del suo culo. Appena Kaori lo sente tra le sue cosce, fá un passo avanti si gira e mi dice che adesso avrebbe continuato da solo. Mi invita ad uscire e ad asciugarmi. Lei mi avrebbe raggiunto poco dopo. Cosí mentre mi passo l’asciugamano su tutto il corpo. Anche lei, Kaori, termina la sua doccia. Quindi esce, si infila l’accappatoio e mi porta nella saletta principale. Mentre mi fá accomodare sul lettino, lei finisce di asciugarsi. Ora é completamente nuda ed io sdraiato la osservo, mentre le mie palle iniziano a reclamare una prima svuotata di sperma. Sperma che sento fermentare sempre piú, vedendo Kaori che si cosparge tutto il corpo di un qualche olio. Il suo corpo ora luccica letteralmente, diventa liscio come il marmo. Quindi si avvicina a me ed effettua la stessa operazione “olio”. Me lo spalma ovunque, braccia, petto, gambe. L’erezione é di nuovo inevitabile e Kaori ne approfitta per oliarmi l’uccello. Le sue mani mi massaggiano le palle, il cazzo, tira giú la pelle dalla mia cappella ed olia anche quella. La sborra inizia ad incanalarsi lungo l’asta. Ma lei é molto brava, non stimola il mio cazzo un secondo piú del dovuto, capisce che stó per eplodere come un vulcano e si ferma. Si mette di fianco al mio viso e mi chiede di voltarmi, di mettermi spalle al soffitto. Cerco di girarmi con il mio cazzo ancora in erezione e comprendo il perché di quel foro sul letto ad altezza bacino. Serve a stare in posizione supina, anche con il pisello dritto, tanto ce lo infili dentro e finisce nel vuoto. Lascia “riposare” qualche secondo il mio cazzo, ed intanto si mette altro olio sulle mani. Poi torna su di me e continua a spalmarmelo sulla schiena e sulle braccia. Scende quindi verso il basso, zona culo. Anche lí provvede ad oliarmi per bene, giocando parecchio con l’interno coscia. Continuando a palpeggiare il mio culo con decisione, fece quel gesto che probabilmente mi aspettavo, ma non pensavo osasse metterlo in atto. Nemmeno il tempo di dirle “no, quello non farlo” e sento il suo pollice unto d’olio infilarsi dritto con decisione nel mio ano! Un gesto veloce che non mi lascia il tempo di fare altro, se non godere inaspettatamente. Proprio cosí, quel suo dito, quel suo pollice, si infila con scioltezza nelle profonditá del mio ano e stimolando non só cosa al suo interno, mi provoca un’immensa sborrata, un enorme schizzo che parte verso il pavimento. Un gemito improvviso esce dalla mia bocca, mentre guardo il mio cazzo non ancora dritto, ma comunque bello gonfio, venire! Incredibile! Avevo sborratto senza un’erezione. Passano pochissimi secondi, giusto il tempo di godermi in tutti i sensi quella nuova sensazione e Kaori cerca il bis! Sfila il suo pollice dal mio culo e poi lo rimette dentro con ancora piú forza, sento che raggiunge nuovamente le profonditá del mio culo, tocca di nuovo qualcosa, stimola ancora qualcosa al suo interno ed un’altra lunga schizzata finisce sul pavimento! Questa volta la sborrata é piú lunga e se non vedessi con miei occhi la crema bianca uscire dal mio cazzo, potrei pensare che si tratti di una pisciata involontaria. Ma in realtá era una sborrata involontaria, quelle del tipo che fai durante la notte durante un sogno erotico: ce l’hai moscio, ma ti bagni comunque le mutande perché stai “scopando nel sonno”. Kaori aveva premuto un “pistone” e di conseguenza qualcosa é uscita fuori: la sborra accumulata. Di nuovo lascia a riposo il mio cazzo, ed anche se un pó mi aveva svuotato le palle, io aspettavo comunque quel lungo orgasmo che fai quando spingi con il bacino la sborra che hai nelle palle, quel senso di liberazione che solo lunghe spinte pelviche ti sanno dare! Vedo Kaori avvicinarsi al bancone “strumenti masturbatori” e mentre lo fá, mi chiede di mettermi nuovamente con il viso rivolto al soffitto, insomma, di girarmi. In mano ha una corda che assomiglia ad piccolo cappio. Che voleva fare? Impiccare il mio pisello? Non ero molto lontanl dalla veritá. Si avvicina nuovamente a me, mette la corda intorno alle mie palle e poi la tira per stringerla come un nodo. Poi con una mano la tira verso l’alto e di conseguenza le mie palle. Allungo lo sguardo, ho i testicoli completamente strizzati e rossi. Completamente legati e soffocati in una morsa. Vedo la pelle in tiro che sembra volersi staccare dal mio cazzo. Successivamente Kaori inizia a colpirli con l’altra mano, con una serie di piccoli schiaffetti. Quello che provo non só se é dolore o godimento. Dopo qualche minuto smette di “torturare” i miei testicoli, lascia scivolare la corda nel foro del letto sotto il mio culo e si avvicina nuovamente al bancone. Torna con un piccolo peso di ferro ed un’asticella tonda di legno, che cosí a vista sembra di almeno 30 Cm. Con le spalle rivolte me, Kaori si piega a novanta gradi mostrandomi il suo lisco culo. La voglia di mettergli due dita nel suo buchetto é tanta, ma il “regolamento” parla chiaro: “Non si possono toccare le Hostess senza il loro consenso”. Allora mi accontento dello spettacolo, che ha comunque ha il suo effetto erotico. Da quella posizione afferra la corda penzolante e ci fissa il peso. Ora le mie palle sono di nuovo in tiro, ma verso il basso. Kaori mi afferra una mano, se la mette in mezzo alle sue gambe e rimane immobile. A quel punto provo a fare quello che desideravo da quando l’avevo vista nuda. Toccarla, palpeggiarla, sfiorare ogni suo posto piú intimo. Struscio la mia mano lungo la sua fica liscia, la tocco lentamente, poi sposto l’attenzione sulle sue piccole tette. Gioco con quelle che sembrano due noci di carne. I suoi seni sono praticamente formati solo dalle areole che sporgono, per il resto é completamente piatta. Gioco con i suoi capezzoli, mentre l’inquilino che abita in mezzo alle mie gambe, inizia ad alzarsi! Lo sento gonfiarsi, irrigidirsi, mettersi sull’attenti. Intanto il peso attaccato alle mie palle, stira la pelle di tutta l’asta. Quando il mio cazzo é completamente dritto e duro, Kaori lo afferra con una mano ed inizia a masturbarlo. Sento lo sperma salire su, forse ci siamo, sto per sborrare alla grande. Ma Kaori ferma la sega, afferra l’asticella di legno e me la infila nel buco della mia cappella. Dolcemente, ma senza fermarsi. Piano piano vedo l’asta sparire dentro il mio cazzo, centimetro dopo centimetro me la mette tutta dentro. Un gemito esce dalla mia bocca, allora lei smette di affondarla dentro il mio uccello. Con un dito tocca la punta dell’asticella ed inizia a farla roteare. Avverto il pezzo di legno dentro di me, lo sento sfiorare le mie palle dall’interno. Altri suoni escono dalla mia bocca, credo che manchi poco, stó per venire… mollo la presa dalle tette di Kaori e mi abbandono al piacere. Lo sperma sale lungo l’asta, sale, sale ancora…. ma invece che uscire una lunga schizzata, lo sperma fuoriesce sui lati e non avendo altra via d’uscita, cola sul bordo del mio uccello. Un pó come quando riempiamo di corsa un bicchiere di birra e la schiuma esce dai bordi del boccale. Stavo venendo, ma lentamente, sentivo che lo sperma usciva, ma senza prepotenza. Kaori si allontana nuovamente dal letto, si sincera che il mio cazzo abbia smesso di eruttare ed inizia a liberarmi di tutto.
Mi lascia qualche minuto per “rilassarmi” e poi torna al lavoro. Prende delle salviette umide e mi pulisce dal mio stesso sperma. Ma il modo in cui lo fá, non sembra altro che l’ennesima sega, visto che passa le salviette su & giú lungo il mio cazzo. Ma lo fá per poco, giusto il tempo di farmi riacquistare l’erezione. Poi magicamente dalla sua mano spunta un preservativo. Lo apre e lo fá indossare al mio pisello ormai al limite. Quindi sale sul lettino, mettendosi in piedi sopra di me e mi lascia ammirare il suo fisico. Poco dopo sembra abbassarsi sul mio cazzo, forse se lo lascia mettere dentro, ma é una vana speranza. Si piega quel tanto per farmela assaporare la sua fichetta, le sue grandi labbra sfiorano la mia cappella, le struscia leggermente, ma non se lo fá mettere dentro. Si mette di nuovo in piedi, un piccolo passo e si abbassa nuovamnete. Stavolta la sua fica e sul mio viso, mi correggo, é poggiata sul mio viso, il suo spacco lo struscia sul mio naso ed io respiro la sua intimitá. Stó per scoppiare, le palle iniziano a farmi davvero male. Vedo Kaori scendere dal lettino ed indossare un paio di pantaloncini cortissimi e aderenti. Talmenti attillati che lo spacco della sua fica é ben visibile. Sale di nuovo sopra di me, si lascia nuovamente ammirare per un pó dal basso verso l’alto, gioca qualche secondo con le mie palle prendendole lievemente a calci con i piedi e poi si abbassa nuovamente. Stavolta si siede sulle mie cosce, apre le sue gambe e poggia la fica sul mio cazzo dritto. Poggia le mani dietro di sé, sul lettino, piegando leggermente la schiena. Inizia a strusciare la sua fica sul mio pisello, su & giu, su & giú… poi mi sfila il preservativo gettandolo via. Continua a farmi una sega con lo spacco della sua fica protetto da quei pantaloncini. Spinge come se lo avesse dentro, anche io inizio a muovere il bacino, lo sfrego contro di lei, contro la sua fica. Sento la sborra salire… mi struscio ancora… e ancora… la sborra… la sento salire… Kaori continua a masturbarmi con la fica, per quanto puó cerca di avvolgere il mio uccello con le sue grandi labbra… vedo le prime gocce di sperma uscire dalla mia cappella… continuo a strusciarmi e… vengo… un enorme schizzo finisce sullo stomaco di Kaori, poi un secondo… un terzo e mentre la sborra inizia a colare lungo il suo petto, un quarta schizzata la raggiunge sotto il mento… continuo a venire ancora ed ancora… vedo lo sperma colare anche lungo l’asta del mio cazzo e macchiare i pantaloncini di Kaori… e prima che la festa finisca, lei afferra il mio uccello con le mani per dargli l’ultima strizzata, un’ultima spremuta e facendo su & giú con le mani per ancora qualche secondo, un paio di fiacche sborrate vengono fuori. Infine quando Kaori capisce che ormai le palle sono belle che svuotate, si congeda.
Rimango ancora qualche minuto sdraiato respirando lentamente. Guardo il mio pisello e vedo che ancora é dritto. Aspetto ancora. Quando finalmente si affloscia, mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Durante il breve tragitto, noto che la mia cappella é rosso fuoco e le mie palle sono talmente moscie, che quasi toccano le ginocchia. Kaori mi aveva spremuto per bene, lo dovevo ammettere.
Salgo in auto e mi dirigo verso casa. Mi attende quasi un’ora di strada. Ma ne é valsa la pena tornare in quel posto. Forse molti penseranno che ho buttato il mio tempo, perdendo una giornata intera per farmi fare una sega, quando posso tranquillamete masturbarmi a casa da solo. Forse. O forse no! Personalmente quando voglio svuotarmi le palle, chiamo qualche amica particolarmente disinibita e aperta (in tutti i sensi) in materia di sesso e me la scopo. Qui volevo nuovamente giocare, sperimentare qualcosa di nuovo e forse é stato cosí. In fondo sono stato sotto le mani (e non solo) di Kaori per quasi due ore. Quasi due ore a cazzo dritto e palle piene. Si, é stata una bella esperienza, da provare sicuramente almeno una volta nella vita, o magari due. Ma non di piú.
Perché una sana & bella scopata con una donna, non si batte comunque!

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Mein erster Schwanz – Teil 2

Ich wollte nun beginnen mich ab zu brausen da stoppte er mich und drückte mich auf die Knie. Ich sah an ihm hoch und wusste genau was er von mir wollte. Sein Schwanz war noch nicht mal völlig schlaff da begann ich wieder an ihm zu lutschen. Sein Schwanz schmeckte anfangs noch etwas schal. Nach einer Mischung aus Condom und Sperma. Er schob sein Sperma ein wenig aus meinem Gesicht, so dass ich nun zumindest wieder frei Sicht auf seinen Schwanz hatte.

Ich durfte aber nicht lange an ihm lutschen da zog er ihn mir raus und drehte mich um. Ich ging auf alle Viere und spreizte meine Beine schön weit. Er begann nun erst über mein Rücken zu streicheln und fahren. Ich hatte überall Gänsehaut am ganzen Körper. Dann begann er meine Arschbacken zu kneten worauf hin ich den Plug in meinem Arsch deutlich spüren konnte. Ich erwischte mich nun selbst dabei wie ich langsam anfing schwerer zu atmen. Ich blickte an mir herunter und bemerkte nun, dass mein Schwanz schon wieder total hart war vor Geilheit.

Nun schien ihm das Spielen aber wieder zu viel zu sein und wollte mehr. Er zog den Plug nun wieder aus mir raus was ich mit einem deutlich hörbaren stöhnen beantwortete. Natürlich hörte er das und fing an mich mit dem dicken Plug zu ficken. Das war aber doch etwas zu viel für mich und ich bat ihn mich zu ficken, da der Plug doch etwas zu viel noch ist zum ficken. Ohne ein Wort zu sagen legte er den Plug bei Seite und ging raus. Ich hatte Angst etwas falsches gesagt zu haben. Doch schnell stand er wieder hinter mir und hatte einen Dildo mit Saugnapf in der Hand. Er drückte ihn nun neben mir auf die Fliesen und ich wollte wieder an ihm lutschen, weil ich dachte er wolle mich jetzt so ficken. Doch als ich begann den Dildo zu lutschen klatschte seine Hand auf meinen Hintern. Ich schaute zu ihm und sein Blick sagte mir was ich nun machen sollte.

Ich drehte mich um damit ich ihn ansehen konnte und stieg über den Dildo. Ich spürte die Eichel des Dildos wie sie an meiner Rosette rieb. Als ich mit meiner Hand über meine Arschfotze fuhr um den Dildo einzuführen merkte ich, dass die Arschfotze weit offen stand. Ich nutze das aus und setze mich nun langsam auf den Dildo und spürte wie er langsam Stück für Stück tiefer in mich eindrang. Als ich ihn fast komplett in mir hatte begann ich langsam an zu reiten. Ich fange dabei an lauter zu stöhnen und merke wie mein harter Schwanz dabei immer wieder auf die Fliesen klatscht und bemerke gar nicht wie er schon vor mir steht und mir seinen Schwanz nun in meine Mundfotze schiebt. Gierig ritt ich weiter während ich nun von ihm hart in meine Mundfotze gefickt wurde. Es dauerte aber nicht lange da zog er ihn aus nahm ein Gummi von der Ablage und ging hinter mich. Nach dem er das Gummi übergezogen hatte drückte er mich nach vorne und ich spürte was er vor hatte. Er setze seinen Schwanz an um ihn zu dem Dildo in meinen Arsch zu schieben. Ich verkrampfte vor Angst, was es ihm unmöglich machte in mich einzudringen.

Ich drehte mich um und sagte ihm, dass ich es auch will und das er das kriegt aber nicht heute. Er nickte und ich stieg von dem Dildo ab. Währenddessen setze er sich hin und ich stieg mit dem Rücken zu ihm über ihn. Ich spreizte meine Beine weit und ließ mich dann langsam über seinen Schwanz gleiten bis ich ihn wieder ganz in mir spüren konnte. Mit meinen Beinen stütze ich mich ab das ich nun beginnen konnte ihn abzureiten. Ehrlich gesagt schien ich mich aber alles andere als gut anzustellen.

Da hob er mich ein wenig an und ich legte meine Beine um seine und stütze mich nun nur noch ein wenig mit meinen Armen ab. Schnell fing er nun an in dieser Position in mich zu stoßen. Ich musste nun wirklich aufpassen das ich nicht zu laut stöhnte aber es war ein so geiles Gefühl. Ich bekam auch immer mehr Gespür für Rhythmus und Bewegung und merkte sofort das es ihm gefiel wie ich nun den Takt mitgehen konnte. Er griff nun dabei um mich und nahm meinen Schwanz fest in die Hand ohne aufzuhören mich zu stoßen. Mein Schwanz war schon vorher total hart aber jetzt wusste ich das ich das nicht lange halten könnte.

Er merkte auch, dass mein Körper zu zittern und beben begann und stieß nun noch heftiger in mich. Da kam es dann auch schon und ich spritze mir mein eigenes Sperma auf meine Brust während ich einen geilen Schwanz ritt. Dem hohen Tempo das er ging zollte er nun auch seinen Tribut und ich spürte erstmals einen Schwanz in mir zucken. Er presste seine Hüfte ruckartig immer wieder weit nach vorne und stieß fest und tief in mich. Ich atmete nun erst mal durch ehe ich von ihm Abstieg. Er stand dann aber auch auf und zog sein Gummi ab. Er schien aber nicht so richtig zu wissen wo hin damit bis er mich dann anschaute. Noch immer hatte ich jede Menge Sperma in meinem Gesicht von unserer ersten Runde. Er befahl mich wieder auf die Knie und steckte mir das offene Ende des Gummis in den Mund. Er drückte nun das Sperma wie aus der Zahnpasta-Tube nach unten bis es alles in meinen Mund lief. Er gab mir aber vorher ausdrücklich die Vorgabe es nicht sofort zu schlucken. Also spielte ich damit und gurgelte sein Sperma. Umso länger ich es im Mund hatte umso besser gefiel mir der Geschmack und am liebsten hätte ich auch direkt mehr gehabt.

Als ich es dann doch schluckte machte er die Brause an und wir duschten uns zusammen ab. Immer wieder drückte er mich dabei an die Wand und ich spürte wie sein schlaffer Schwanz durch meine Po-Spalte glitt. Ich war so happy keine Jungfrau mehr zu sein und dabei auch noch so viel Spaß wie nie zuvor gehabt zu haben und das trotz meiner großen Angst und Aufregung im Vorfeld.
Nach dem Duschen zogen wir uns beide an und er begleitete mich zur Tür. Mit einem Klaps auf den Hintern verabschiedete er mich.

Kaum war ich am Auto textete ich ihm. Es war so aufregend und genau wie wir vorher drüber geschrieben hatten. Ich sagte ihm das ich sehr dankbar sei es mir aber leid tat das es mit dem Dildo und ihm noch zu viel sei aber ich daran arbeiten werde das wir das dann bald hinkriegen werden und versprach ihm das es nicht unser letzter Fick war.

Ich hoffe euch hat meine Sc***derung meines ersten Males gefallen. Freue mich natürlich auch über jeden netten Kommentar von euch.

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La fotografia (Cap. 2)

Pochi giorni dopo stavo seduto in un bar a bere un drink quando mi sentii salutare da una voce conosciuta
“ciao Maurizio”
Alzai gli occhi e riconobbi Ornella “ciao, come mai da queste parti”
“ti cercavo” mi rispose sorridendo “hai pensato a quello che ti ho detto?”
“A cosa?” dissi non capendo di cosa parlava
“alla mia proposta di fare il gigolò. E di che altro sennò! Parlavo seriamente, hai tutti i numeri per farlo. Ho parlato con delle mie amiche che farebbero carte false per … incontrarti. Sono disposte a pagare, ed anche bene aggiungo io, se … le accontenterai come hai fatto con me”
“Ornella senti, non vorrei offenderti ma, il nostro incontro era una scommessa con degli amici e basta.”
“Pensi che non l’avevo capito? Un bel giovane come te che mi rimorchia per strada, che mi invita con parole chiare ed esplicite a letto … dai non sono una ragazzina. Però devo dire che nessuno mi aveva fatto godere come te … nessuno mi aveva lasciato sul letto intontita per gli orgasmi avuti, con la fica in fiamme ed un dolore alla mascella che mi è passato dopo due giorni. Pensa che più di una volta mi sono masturbata al solo ricordo di quella scopata.” Mi disse leccandosi le labbra in un chiaro segno di eccitazione “Dammi retta, provaci. Cosa ti costa. Al massimo ti farai un’altra scopata, incassi i tuoi duecento euro e poi ti ritiri. Dammi retta” concluse sorridendomi
“ci penserò. Dammi il tuo cellulare e ti farò sapere” conclusi
Misi il suo biglietto da visita nel portafoglio, le offrii un drink e la salutai ringraziandola per l’interessamento
“Non credere che il mio interessamento sia innocente. Se accetterai vorrà dire che mi farai uno sconto quando richiederò i tuoi servizi.”
Per tutta la settimana pensai alla proposta ed alla fine decisi di fare almeno un tentativo per poi prendere la decisione finale.
Telefonai ad Ornella che, contenta, mi diede il numero di telefono di Marina “chiamala all’ora di pranzo. Così potrà risponderti tranquillamente.”
Per non aver problemi in seguito, comprai una cellulare economico con una nuova scheda, e alle 13,20 telefonai a Marina.
“Pronto?” mi rispose una voce leggermente roca “chi parla?”
“ciao sono Maurizio. Mi ha dato il tuo numero Ornella. Mi ha detto di chiamarti a quest’ora”
“Ah si! Non ci speravo più. Senti per me va bene domani sera alle 20.00”
“ok non ci sono problemi. Dove ci incontriamo?”
L’appuntamento era davanti ad un famoso locale dove si poteva mangiare qualcosa di vizioso per poi darci … alle pazze gioie.
Capii subito che era lei quando vidi entrare nel locale una donna molto simile ad Ornella, forse un po’ più alta e, a prima vista, più magra (o meglio ancora meno cicciotella). Le andai incontro con disinvoltura, guardandola negli occhi per vedere le sue reazioni, e giuntole vicino le presi una mano chiedendole
“Marina?”
“Maurizio?” rispose lei sorpresa
“sei incantevole”
“sei un bugiardo” mi rispose ridendo
ci sedemmo in un tavolino ed ordinammo da bere. Più che mangiare stuzzicammo qualcosa. Il suo modo di fare, di parlare me la fecero vedere come una donna autoritaria, o forse come una donna obbligata ad essere autoritaria, una donna che dava ordini, che comandava, ma che allo stesso tempo avrebbe voluto essere comandata. Curioso di vedere il suo comportamento abbassai una mano dal tavolo mettendola sopra la gonna. Lei trasalì solamente a quel gesto, mi guardò prima con occhi irati, vidi nel suo viso una smorfia di sorpresa che si trasformò in una faccia gelida.
Ora scoppia pensai, ho sbagliato. Ma ero ancora convinto della mia impressione.
“Marina, stai calma. Mi hai invitato perché vuoi essere chiavata, posseduta, scopata ed allora è inutile fare quella faccia sorpresa ed incazzata. Sei qui volontariamente, nessuno ti ha obbligata. Se non la pensi così pazienza, altrimenti calmati e preparati al godimento” non sapevo come e da dove fossero uscite quelle parole, così dure e cattive, ma il suo cambiamento mi fece capire che avevo ragione.
Uscimmo quasi di corsa dal locale per salire sulla sua automobile. Arrivammo a destinazione nel giro di pochi minuti. La villetta era carina, aveva un giardino ben curato e fiorito (almeno per quello che potevo vedere a quell’ora) e l’aria profumava di fiori. Entrati in casa mi lasciò in salone
“prendi quello che vuoi, mi rinfresco ed arrivo subito”
rimasto solo presi dal portafoglio la fotografia di mia madre, Luisa, la guardai un secondo per fissarmi nella mente la sua immagine, ma vi assicuro che non serviva perché lei è scolpita nella mia mente, e prima di riporla dentro la baciai come facevo sempre da anni.
“eccomi” disse Marina presentandosi nuda “vuoi andare al bagno anche tu?”
“arrivo subito, tu intanto vai sul letto. Troverò la strada da solo”
Entrando nella stanza la trovai distesa sul letto che sospirava mentre si masturbava, con gli occhi socchiusi, in attesa di me e solamente a questa vista sentii il cazzo indurirsi ancor di più.
Marina era quasi la fotocopia di Ornella anche se più magra. Le posai la mano sulla sua seguendo all’inizio i movimenti della sua masturbazione, con l’altra mano le strinsi il seno, stuzzicai i capezzoli irti e turgidi che spiccavano dalle mammelle che si muovevano al ritmo del suo affannoso respiro, la baciai, continuai la masturbazione giocando con le sue dita che sempre più velocemente sgrillettavano il clitoride e si infilavo nella fica. Il suo respiro si fece sempre più veloce, i gemiti, i lamenti aumentarono di volume diventando pian piano gridolini sempre più acuti e frequenti fino a quando non godette con un dito suo ed uno mio nella fica iniziando a spruzzare umori di goduria e di piacere.
“Aaaahhhhh …… goodooooooo ……. Aaaaaaaaahhhhhhhh” mi urlava in faccia, con la bava che le usciva dalla bocca, con il corpo che smaniava. Le mie mani non si fermarono scendendo ad accarezzare le cosce, le caviglie, i piedi, per poi risalire facendo il percorso opposto. Marina giaceva sul letto meravigliata dall’intensità del piacere che provava mandando di volta in volta respiri e sospiri profondi. Chiusi gli occhi e subito si affacciò nella mia mente l’immagine di Luisa, mia madre, che godeva del trattamento, che mi guardava con la bocca tremolante balbettando “Mauriziooooo …… ooooohhhhh maurizioooooo sei mioooooooo …. oooooooooooohhh ….. siiiiiii”, con il corpo mosso dall’orgasmo che la raggiungeva violento facendola muovere in modo scomposto. Giunsi all’altezza del clitoride che sfiorai appena prima di risalire a stringerle il seno mentre iniziavo a leccarla, a succhiare e bere gli umori che continuavano ad uscire dalla fica, le leccavo l’ano, lo stuzzicavo, ci infilavo la lingua gustandomi il suo sapore forte ed acre. Marina gridava parole sconnesse spesso interrotte da gemiti affannosi “oooooohhh……. Siiiiii ……. Bello ……. Leccamelaaaaaa …. Chiavami …… cazzoooo …. Ooooooohhhhh ……” parole che aumentavano l’eccitazione mia e dell’immaginaria amante, di mia madre.
Mi trattenni dal farla godere di nuovo, mi alzai sul letto, la feci inginocchiare e le misi il cazzo davanti alla bocca. Marina goffamente lo prese in bocca ma quasi subito le vennero i conati di vomito
“scusami non sono abituata. A mio marito non l’ho mai fatto, mi ha sempre fatto schifo.” Mi disse riprendendolo in bocca, in minor misura.
“succhialo, leccalo, pensa che sia un gelato. Bene, brava, così, aiutati con il movimento della testa …. Ohhh vedi che inizi ad imparare” le parlavo con voce calma dandole indicazioni su quello che doveva fare per darmi piacere e, nonostante qualche momento di panico in cui ero sicuro che avrebbe vomitato, le seguiva lettera per lettera.
“Brava, così … tuo marito non sa cosa perde …. Brava, ciuccia così” mormoravo mentre l’eccitazione cresceva. Interrompi il fellatio e la feci alzare, la baciai sulla bocca prendendo possesso della sua stanca lingua, la succhia, le mie mani strinsero i glutei con forza attirando il suo corpo verso il mio, la sua fica sul mio cazzo. La penetrai in un colpo solo affondando in lei fino in fondo, sentii il glande urtare sull’utero, udii la sua voce urlare mentre con movimenti veloci la sbattevo, la martellavo.
“Maurizioooooooohhhhhhhhh siiiiiiiii……….oooooooohhhhhh……….scopami …… chiamami …. Inculami ….. tutto fai tutto quello che vuoiiiiiiii ……ooooohhhh ……… non ….. non credevo fosse …..oooooohhh …..fosse possibile questooooooohh …… godooooo …….godoooooo…….oooooohhhhhhh”
calai il ritmo per far perdurare il suo piacere, in fin dei conti era per questo che mi pagava, uscii da lei per distendermi sul letto, mi salì sopra e si penetrò di nuovo danzando sul mio cazzo, sculettando ogni volta che le arrivavo in fondo, le sue mani torcevano, stringevano, torturavano il suo seno, le mie accompagnavano il continuo su e giù.
Aprì la bocca un’altra volta come se volesse urlare di nuovo, gridare il suo orgasmo, ma l’unico suono che ne uscì fu un “oooooooooooooooooooohhhhhhhhhhhh” prolungato che terminò all’arrivo dell’ennesimo orgasmo. Il suo respiro si fu sempre più affannoso, i movimenti più lenti, tanto che cambiai posizione per permetterle di riprendere fiato.
La feci distendere sul letto e guardandola negli occhi la penetrai lentamente, molto lentamente, centimetro per centimetro fino a quando non entrai tutto in lei. La sua faccia era stravolta dal piacere che provava come dimostrava anche la sua bocca perennemente spalancata.
La fica era talmente sfondata da darmi l’impressione di muovere il cazzo in uno spazio vuoto, non riuscivo a toccare nulla, nessuna parete, se non l’utero quando arrivavo al fondo. Continuai comunque a muovermi per assecondare le richieste di Marina gridate sempre più forte
“Ancoraaaa …. Più forteeeeeee……… oooooooooooohhhhhhhhhh siiiiiiiiii spacamelaaaaa tuttaaaa ……..ancoraaaahhhh ……”
Dopo un po’ di tempo però mi ricordai che ero io che dovevo comandare e non lei. Pensai che la prima impressione che avevo avuto al bar era giusta e che dovevo assolutamente cambiare il trattamento.
Di colpo mi fermai, uscii dalla sua fica e la fissai
“ora basta! Mi sono rotto, hai la fica talmente slargata che non provo nulla. Ora cambiamo registro. Intanto inizia a ciucciarmelo” le dissi portandole il cazzo all’altezza della bocca “ricordati come hai fatto prima e non smettere fino a quando non te lo dico io. A proposito voglio sentire la tua gola questa volta. Tutto in bocca altrimenti me ne vado”
Marina rimase per un secondo immobile, non so se dallo stupore per quello che aveva udito o per prendere una decisione, ma poi fece quello che le avevo ordinato, in un solo boccone. I conati di vomito erano scomparsi, mi leccava il cazzo assaporando anche il sapore dei suoi umori, lo affondava sempre di più nella sua bocca massaggiandomi allo stesso tempo lo scroto con movimenti lenti e circolari che, finalmente, mi fecero sentire un po’ di piacere
“Brava .. ora puoi anche dire che mi hai fatto un pompino. Continua così”
Queste crude parole aumentarono la sua eccitazione tanto che vidi una sua mano muoversi verso il basso per raggiungere il clitoride.
Senza farla staccare dal cazzo passammo alla classica posizione del sessantanove con lei sopra di me. Leccai la fica partendo dal clitoride e arrivando infine al suo ano dove mi fermai più a lungo e ripartii in senso opposto. Contemporaneamente posai l’indice della mano destra sullo scuro orifizio iniziando a giocarci. Il solo contatto fece sobbalzare Marina in un modo scomposto
“No ti prego, quello no”
“Marina continua a darmi piacere con la bocca e pensaci sopra. Non farò nulla senza il tuo assenso. Ora tranquillizzati e continua a succhiarmelo che manca poco e vengo”
E così fece. Riprese a ciucciarmi il cazzo mentre io continuai a leccarle la fica e a farle sentire il dito sull’ano. Presi il gonfio clitoride tra le labbra e lo succhiai a fondo, lo spatolai sempre più velocemente fino a quando non venne. Nello stesso momento in cui fu assalita dall’orgasmo spinsi velocemente il dito nell’ano. Marina aumentò il movimento della testa e la forza delle ciucciate portandomi al mio orgasmo colpendola di sorpresa.
Lo sperma le inondò la bocca facendola quasi soffocare
“oooooohhhhhhhh bravaaaaaa … sssssssssìììììì ……..continuaaa … succhiaaa …… ohhh” urlai il mio godimento e spinsi ancora più il cazzo nella sua bocca. Marina, superato il primo momento di sorpresa e forse di imbarazzo, ingoiò tutto lo sperma continuando a succhiarmi il cazzo mentre io ripresi a leccare la fica da cui continuavano a sgorgare fiumi di umori. Sembrava che non sentisse più il dito che aveva nell’ano e quindi provai ad inserire un secondo per allargare quel buco che volevo violare ma mi fu impossibile perché Marina, forse capite le mie intenzioni, cambiò posizione. Quando si sdraiò vidi il suo volto radioso, la sua bocca sporca di sperma negli angoli che mi sorrideva, gli occhi avevano una luce diversa da prima e da essi scendevano lacrime solitarie che si mischiavano alle gocce di sudore perlaceo.
“grazie” mi disse Marina “non avevo mai goduto tanto come non avevo mai fatto … certe cose.”
“potevi fare anche nuove esperienze”
“forse la prossima volta. Oggi proprio non ci riesco neanche a pensarci, pensa a farlo”
“va bene.”
Queste furono le sole parole che scambiammo. Mi alzai, mi feci una doccia ed uscii da quella casa non dopo aver incassato le 200 Euro previste.
Marina mi lasciò di fronte al bar dove ci eravamo incontrati poche ore prima “quando vuoi chiamami” le dissi baciandola sulla porta “ma ti avverto che la prossima volta non sarò così clemente”
Salito sulla mia automobile presi la fotografia di mia madre; la guardai, la baciai e piansi di disperazione per la sua lontananza e per l’amore che provavo per lei.

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Racconti Erotici

Marilisa giovane laureata in legge 2

Marilisa e Marta in ufficio

Marta la superiore di Marilisa vedendo la trasformazione che aveva avuto la sua sottoposta afferma sei finalmente arrivata nell’età contemporanea dal medioevo dove ti trovavi, guarda che bel bocconcino che sei lo sai che hai proprio delle belle tettine e anche un bel sederino a mandolino. Marilisa arrossisce non essendo abituata a qualcuno che si rivolge a lei in quella maniera anche perchè da come si vestiva di solito non era molto facile intravvedere le sue belle curve . Marta le sorride visibilmente compiaciuta per averla messa in imbarazzo e per averla indotta a questa trasformazione e le dettò una lettera che voleva sul suo tavolo al più presto.
Dopo circa un oretta e aver scritto la lettera, Marilisa va da Marta per sottoporre la lettera che ha scritto al suo giudizio sperando che il cambiamento di abbigliamento e attegiamento produca una maggiore flessibilità e comprensione da parte della sua superiore.
Marta legge attentamente la lettera e anche se più sorridente e disponibile con Marilisa la trova infarcita di errori e le dice che è una totale incompetente e che deve ribadire che non si capisce chi le abbia dato la laurea.Ma come si fa a scrivere una lettera così piena di errori se vaiavanti così dovrò farti licenziare le dice con fare sprezzante. A questo punto Marilisa si mette a piangere, allora Marta fa il giro della scrivania dicendole non devi piangere, ma solo rimproverare te stessa.
Mentre diceva questo Marta cominciò ad accarezzare i bei capelli di Marilisa dicendole che un modo per non essere licenziata c’è e cominciò a toccare le tette di Marilisa che sconvolta dalla situazione e preoccupata di essere veramente licenziata non fa nessuna protesta. Marta sempre più contenta del carattere sottomesso di Marilisa comincia scostare le mutandine e a toccare la passerina della sua sottoposta che in breve tempo diventa tutta bagnata ed esclama guarda la santarellina come si sta bagnando tutta, guardala come sta diventando una troietta. Marilisa è sconvolta da questa situazione che non avrebbe mai pensato sarebbe potuta capitare a una brava ragazza come lei, ma soprattutto è sconvolta dall sue sensazioni i capezzoli sono diventati dritti e la passerina è tutta eccitata e per di più essenso toccata da una donna. Marta cogliendo ciò le domani in pausa pranzo ti porto a casa mia e vedrai che ci divertiremo, la ragazza sapendo di non avere scelta non fa nessuna opposizione, l’alternativa era infatti tornare a lavorare nei mc donald.

Marilisa a casa di Marta

Dopo quello che era successo in ufficio con Marta che l’aveva fortemente toccata e palpeggiata, Marilisa aveva avuto per qualche giorno dei momenti di tranquiillitá, la sua superiore si era fatta più comprensiva con i suoi errori e questo l’aveva portata a pensare si fosse resa conto di aver esagerato nei suoi confronti.
Una settimana dopo Marta le lasciò un biglietto con scritto che l’indomani pomeriggio non sarebbero state in ufficio come al solito, ma l’avrebbe ospitata a casa sua, nel bellissimo attico che aveva in centro. Alla notizia Marilisa cominciò a pensare che idee avesse Marta e sul perchè le rivolgesse quell’invito.
L’indomani arrivato mezzogiorno le due uscirono e andarono verso il centro cittá con la bellissima porsche di Marta. Arrivate a destinazione vi erano alcuni condomini dello stabile dobe abitava Marta che parlottavano e vedendola con quella bellissima ragazza che era Marilisa alcuni uomini dissero guarda che bella troietta deve essere la nuova scoperta di Marta. L’imbarazzo di Marilisa fu enorme non avrebbe mai pensato che una brava ragazza come lei si sarebbe trovata in quella situazione.
Una volta entrate dentro casa Marta spogliò lentamente Marilisa e con sua enorme sorpresa la situazione di umiliazione subita fuori dallo stabile l’aveva eccitata, aveva infatti i suoi capezzoli dritti dall’eccitazione. La cosa che però attirò l’attenzione di Marta fu però la passerina completamente ricoperta di peli che le fece dire adesso ti depilerò tutta.
Marta distese Marilisa sull’enorme letto e cominciò a depilare la passerina di Marilisa finchè fu completamente glabra come quella di una bimba.
Fatto questo Marta disse a Marilisa che non era diventata più magnanima per la sua incompetenza e impreparazione nel svolgere il suo lavoro, ma che semplicemente preferiva punirla per le sue mancanze in un modo più interessante e la invitò a girarsi che l’avrebbe frustata sul sederino.
La reazione di Marilisa fu furente, ma siamo impazzati vuoi frustarmi sei una pervertita fu però subita fermata da Marta che le fece sommessamente notare che ogni cosa da quando aveva messo piede dentro casa sua era stata ripresa da telecamere nascoste e che comunque non aveva molta scelta se non voleva tornare a cucinare panini al mc donald.
Marilisa sconsolata pensando in quale manica di sadici era finita si girò, Marta prese una bullwhip e cominciò a frustare il sederino di Marilisa che dopo la prima frustata gridò ahia. Marta reagì arrabiata dicendole che non le aveva affatto dato il permesso di esprimere la sua opinione e che le frustate sarebbero cominciate da zero, Marilisa allora rispose dicendo certo e subì tutte e cinquantae le frustate in silenzio nella paura che la sua sadica superiora ricominciasse da capo.
Alla fine della punizione Marilisa aveva il sedere pieno di striature rosse, ma nello stesso tempo era anche eccitata e purtroppo per lei Marta se ne accorse e le toccò la passerina che vedendo tutta bagnata le disse allora allora sei una schiava nell’intimo non quella santarellina che volevi farci credere di essere vedrai che ci divertiremo insieme.

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Inzest

Mein Hausarzt Teil 2

Mein Name ist übrigens Holger und ich möchte euch noch gerne von meinem zweiten Besuch bei Jens, meinem neuen Hausarzt, erzählen.

Wir beide haben einige Gemeinsamkeiten. So ist er, wie ich, glücklich verheiratet aber sexuell ein wenig unausgelastet. Ebenfalls hat er eine Vorliebe für erotische Damenunterwäsche, allerdings nicht bei seiner Partnerin, sondern er kleidet sich selber gerne darin. Auch diese Vorliebe teile ich mit ihm.

Und wir haben noch etwas gemeinsam. Wir lieben beide nicht nur den Verkehr mit unseren Frauen, sondern auch den gleichgeschlechtlichen Sex.

Jens rief mich ca. eine Woche nach meinem ersten Besuch bei ihm wieder an. Er machte mich darauf aufmerksam, dass ich mal ein Belastungs-EKG machen lassen sollte. Ich dachte gleich an unser erstes Abenteuer und war sehr damit einverstanden. Wir verabredeten einen Termin für heute Abend.

Bevor es soweit war, hatte ich genügend Zeit, mich vorzubereiten. Nach einer ausgiebigen Dusche und Intimrasur überlegte ich, was ich anziehen sollte. Ich entschied mich für ein schwarzes, sehr transparentes und äußerst feminines Hemdchen mit dazu passendem Stringtanga, der meinen Schwanz eher betonte als ihn zu verbergen, sowie schwarzen halterlosen Nylonstrümpfen.

Bei unserer letzten Begegnung hatte ich Jens zunächst nur gezeigt, dass ich gerne Damenunterwäsche trage. Heute wollte ich noch ein Stück weiter gehen und sehen, wie er auf die Nylons reagiert. Zum Schluss noch die „normale“ Alltagskleidung drüber und schon war es Zeit zu fahren.

Wenige Minuten später war ich in der Praxis. Jens hatte seine „Mädels“ schon nach Hause geschickt und schloss hinter mir ab, sodass wir vollkommen ungestört waren.

„Schön, dass es geklappt hat.“ begrüßte er mich mit einer Umarmung. Es war für mich noch ein wenig ungewohnt, dass er gleich so vertraulich war aber auch angenehm und macht mich gleich ein wenig lockerer.

„Komm mal gleich mit in das EKG-Zimmer.“ Er setzte sich auf einen Stuhl neben dem Ergometer und bat mich, mich auszuziehen. Jetzt galt es. Ich war schon etwas nervös wegen seiner Reaktion auf meine Unterwäsche. Langsam zog ich zuerst meine Schuhe aus und ich sah, wie er sehr interessiert auf meine nylonbestrumpften Füße sah. Als nächstes öffnete ich ein wenig aufreizend meine Hose und zog sie aus. Es war schon recht aufregend für mich, so vor ihm zu stehen und ihm meine geheimen Wünsche zu zeigen. Mein Puls war schon auf 100. Jetzt sah er also zum ersten Mal meine, in Nylon gehüllten Beine. Da mein Hemd etwas länger war, konnte er den Tanga noch nicht erkennen.

„Deine Beine sehen wirklich sehr schön aus in den Strümpfen.“ Er lächelte mich an und ich verstand, dass er es wirklich so meinte.

Davon ermutigt knöpfte ich langsam mein Hemd auf. Mit gespannter Neugier beobachtete er mich, wie ich nach und nach mein Hemd öffnete. Beim letzten Knopf angekommen stand Jens auf und trat einen Schritt auf mich zu. Er streifte mir selber das Hemd von den Schultern. Aufmerksam betrachtete er mich von oben bis unten.

„Du siehst wirklich sehr geil aus.“ Er strich mit beiden Händen von meinen Schultern abwärts zu den Brustwarzen und streichelte sie eine Weile sehr sanft durch den transparenten Stoff des Hemdchens. Diese Berührung ließ meinen Schwanz schon ein wenig anschwellen, sodass der Slip immer enger wurde.

Seine Hände wanderten weiter nach unten. Mit einer Hand strich er nun über meine Pobacken und knetete sie gefühlvoll. Dabei strich er auch ab und zu durch die Ritze, was mich nur noch mehr aufgeilte. Die andere Hand widmete sich der Vorderseite. Mit nur zwei Fingern strich er über den Stoff entlang den Konturen meines Schwanzes. Dieser erhob sich nun zu voller Größe und ragte oben aus dem Slip heraus.

„Es freut mich, dass Du wieder so geil bist. Wir werden heute wieder sehr viel Spaß miteinander haben.“

Jens umschloss meine Schwanzspitze mit Daumen und Zeigefinger und streifte die Vorhaut nach unten. Die ersten Lusttropfen verteilte er langsam auf der Eichel und steckte mir anschließend den Finger zum ablutschen in den Mund.

„Jetzt werden wir erstmal das EKG schreiben.“, sagte er.

Das Hemdchen war vorne mit Schleifen geschlossen, die er nun auf zog und es bis zu Hälfte öffnete. Jens brachte die Elektroden an und ich sollte auf dem Trimmfahrrad Platz nehmen. So wie ich war führte er die Untersuchung durch, nicht ohne hin und wieder über meine Nylonstrümpfe zu streicheln oder seine Hand in meinen Schritt zu legen. Dabei wurde ich so unruhig, dass das Ergebnis des EKG sicher nicht richtig war.

„Das ist jetzt genug.“ Sagte Jens nach einer viertel Stunde und befreite mich von der Apparatur. „Mach dich ein wenig frisch und komm dann nach nebenan.“

Ich verknotete wieder die Schleifen meines Hemdchens und wusch mich ein wenig, da es doch etwas anstrengend war und ging dann, ohne mich weiter anzuziehen, nur in meiner Unterwäsche gekleidet, in das Nebenzimmer. Wenn ich zu Hause alleine bin, laufe ich auch fast immer nur mit einer Nylonstrumpfhose und Negligé bekleidet herum. Wenigstens wenn meine Frau nicht zu Hause war. Daher war es für mich hier in der Praxis nichts Ungewohntes mehr, da wir ja auch alleine waren.

Als ich in das Zimmer trat sah Jens hinter seinem Schreibtisch auf, lächelte mir freudig entgegen, stand auf und trat auf mich zu. Sehr zärtlich nahm er mich in den Arm und sagte: „Nun können wir ja dem aufregenderen Teil des Abends beginnen.“

Sein Gesicht näherte sich langsam dem Meinen und sein leicht geöffneter Mund berührte sehr zärtlich meine Lippen. Es war für mich immer noch sehr ungewohnt. Zwar hat er mich beim letzten Mal auch schon geküsst, aber in einer anderen Situation. Damals ließ er dabei mein Sperma in meinen Mund fließen, das ich ihm vorher in den Mund gespritzt habe.

Bei dem Kuss heute erinnerte ich mich plötzlich an meine Jugendzeit. Ich hatte früher hin und wieder mit einem Cousin ‚Mann und Frau’ gespielt. Dabei haben wir uns nackt ausgezogen, gestreichelt und geküsst. Er war immer die treibende Kraft, aber ich habe es sehr gemocht und mich den Gefühlen und ihm hin gegeben.

Jens´ Zunge drang in meinen Mund ein und jetzt erwiderte ich seinen Kuss leidenschaftlich und lange. Dabei streichelte er mit seinen Händen meinen Rücken und den Po und strich sehr fordernd durch meine Arschritze.

Ich war jetzt nur noch geil und wollte es ihm auch zeigen. Ich hauchte in sein Ohr: „Jens bitte fick mich jetzt. Ich bin so geil und möchte endlich deinen Schwanz in mir spüren. Die ganze letzte Woche habe ich an unser erstes Mal gedacht und dabei ist mein Schwanz immer knüppelhart geworden. Ich möchte endlich wieder deine Muschi sein.“

„Das sollst du auch. Ich werde dich heute noch schön vollspritzen. Aber zuerst werden wir uns noch ein wenig um deinen Hintereingang kümmern. Er soll doch alles aushalten können, oder?“

„Ja, bitte, aber mach es endlich. Ich halte es sonst nicht mehr aus.“

„Dann komm zuerst mal mit ins Bad. Wir müssen doch erstmal deinen Darm leeren. Ich mache dir ein paar Darmspülungen. Das magst du doch, oder?“

Und wie ich das mochte. Zu Hause mache ich mir hin und wieder sehr gerne einen Einlauf oder eine Darmspülung auch als Vorspiel wenn ich mich hinterher selber mit einem dicken Dildo ficke.

Jetzt führte er mich im Bad zu einer Vorrichtung, die ich beim letzten Mal noch nicht gesehen hatte.

Es war ein Sitz, ähnlich wie der Gynstuhl, über einer Wanne mit großem Ausguss. Nun sollte ich darauf Platz nehmen. Ich gehorchte natürlich gerne, zog meinen Slip aus, setzte mich und legte die Beine in die Halteschalen. Mein Hintern ragte ein wenig über den Rand des Stuhls hinweg, sodass die Hinterpforte schön zugänglich war.

„Ich werde dir jetzt ein paar Darmspülungen machen. Wenn du dich entleeren musst, bleibst du auf dem Stuhl sitzen und lässt es einfach heraus. Ich kann dein Loch in dieser Stellung danach ganz einfach sauber machen.“, erklärte mir Jens. „Und jetzt entspann dich.“

Er nahm etwas Gleitgel und schmierte mein Arschloch ein. Langsam erhöhte er den Druck auf meine Rosette und drang mit einem Finger ein. Er fickte mich nun etwas, während seine andere Hand meinen Schwanz umschloss und mich vorsichtig wichste. Ich stöhnte vor lauter Geilheit. Nun nahm er einen Wasserschlauch an dessen Ende ein Aluminiumaufsatz mit einem Durchmesser von ca. 2 cm angebracht war. Am Ende des Aufsatzes waren mehrere Löcher gebohrt, aus denen das Wasser spritzte. Diesen Aufsatz kannte ich bereits, da ich zu Hause einen ähnlichen verwende und freute mich auf das Kommende.

Jens führte mir das Rohr ein und das Wasser strömte in meinen Darm. Er fickte mich ein wenig mit dem Aufsatz, während seine andere Hand meine Eier streichelte und knetete. Langsam nahm der Druck in meinen Eingeweiden immer mehr zu.

„Jens, ich kann nicht mehr. Ich will es raus lassen.“

„Ok, für den ersten reicht das auch.“ Er zog das Rohr heraus und im selben Moment entleerte ich das Wasser ins Becken. Als ich fertig war spülte er mein Loch sauber und wischte es noch ab. Dann nahm er wieder etwas Gleitgel schmierte meine Rosette nochmals ein und nahm einen anderen Aufsatz. Dieser hatte zwar den gleichen Durchmesser, war aber sicher 40 cm lang.

„Den willst du doch nicht etwa ganz in mich reinstecken?“ Ich war bei dem Anblick doch etwas ängstlich.

„Keine Sorge, dass geht schon. Ich werde sehr behutsam sein.“ Jens versuchte mich zu beruhigen. Und ich wusste, dass er es auch so meinte. Also lehnte ich mich wieder zurück und entspannte mich. Gebannt sah ich zu, wie Jens sehr vorsichtig und mit viel Gefühl das Rohr in mich einführte.

Das warme Wasser, das in meinen Darm floss und die streichelnde Hand von Jens an meinem Schwanz führten dazu, dass meine Geilheit nun ein Maß erreicht, das ich bisher noch nicht erlebt hatte. Immer mehr Wasser breitete sich in mir aus und dauerte immer länger, bis ich nur noch stöhnte. Jens entfernte das Rohr und augenblicklich schoss alles Wasser aus mir heraus. Es war super geil mit anzusehen, wie das Wasser aus meinem Arschloch in die Wanne strömte. Als ich vollständig entleert war, wusch mich Jens wieder ab und cremte mein Loch noch zärtlich ein.

„So, jetzt bist du auch wieder schön sauber. Bitte zieh deinen Stringtanga wieder an, dein Schwanz sieht so schön geil darin aus, und komm dann wieder nach nebenan.“

Ich tat, was er mir sagte, und ging hinterher.

„Jetzt nimm wieder auf dem Gynstuhl Platz. Ich möchte dich noch weiter vorbereiten.“ Ich setzte mich und legte wieder die Beine weit gespreizt in die Schalen.

„Bitte Jens fick mich endlich. Ich bin so geil, gib mir deinen Schwanz, bitte!“

„Keine Sorge, du bekommst bestimmt, was du willst.“ Er trat nahe an mich heran und ich streichelte seinen Schritt während er mir wieder, wie beim letzten Mal, die Beine fest schnallte.

Auch der Oberkörper wurde festgeschnallt, so dass ich zwar meine Arme und Hände frei hatte, mich aber selber nicht befreien konnte. Ich war nun Jens vollkommen ausgeliefert. Aber ich vertraute ihm und daher war es für mich noch geiler.

„Wir werden nun mal sehen, ob dein Fickloch auch noch voll in Ordnung ist.“ Jens nahm ein Spekulum und ich merkte, wie er es durch meine Rosette schob und anschließend weitete.
Ich stöhnte, aber nicht vor Schmerz.

„Ich werde nun mal probieren, wie weit ich dich dehnen kann.“

„Ja, weite meine Möse. Ich möchte schön weit sein, wenn du mich fickst. Bitte fick mich endlich.“

„Immer mit der Ruhe. Vorfreude ist doch die schönste Freude, oder? Erstmal werde ich dir noch einen Vibratorplug geben.“

Er entfernte das Spekulum und ich sah, wie er ein recht großen Plug in mich steckte. Ich hatte schon Mühe, dieses Ding zu verkraften, aber als er saß war es doch sehr angenehm. Ich fühlte mich schön ausgefüllt aber er tat mir nicht weh. Und plötzlich fing er an zu vibrieren. Genau unter meiner Prostata spürte ich es zucken.

Ich stöhnte nun hemmungslos: „Uhohh… Das ist so GEIL……. Bitte komm her, ich möchte dich blasen. Steck mir deinen Schwanz in den Mund.“

Er kam um mich herum und wichste vorsichtig meinen Schwanz. Aber als ich ihm grade in den Schritt fasste um seinen Schwanz heraus zu holen ging urplötzlich die Zimmertür auf und ein Mann in einem Anzug betrat den Raum. Ich erschrak bis ins Mark. Augenblicklich verlor mein Schwanz an Spannung. Ich wollte aufspringen und mich verstecken. Niemand sollte mich so sehen, in der geilen Damenunterwäsche, die Beine weit gespreizt und mit einem Plug im Arsch. Doch ich konnte nicht, ich war ja festgeschnallt auf diesem Gynstuhl. Ich merkte, wie mir die Schamesröte ins Gesicht schoss und es mir die Kehle zuschnürte.

Jens drehte sich zu dem Fremden um und lächelte ihn an: „Hallo Dirk.“

„Hallo Jens“, grüßte dieser zurück.

„Holger, ich möchte dir Dirk vorstellen. Er ist ein Kollege und mehr als ein Freund.“

Jens ging auf Dirk zu und umarmte ihn sehr herzlich. Beide küssten sich sehr innig und leidenschaftlich. Bei diesem Anblick beruhigte ich mich wieder ein wenig und spürte die Geilheit wieder leicht erwachen.

„Das ist also der Patient, von dem du erzählt hast?“ Dirk löste sich ein wenig und lächelte zu mir herüber.

„Ja und ich habe ihn schon ein wenig vorbereitet. Aber leg doch erst einmal ab.“

Jens drehte sich zu mir und sagte: „Dirk und ich sind schon sehr lange zusammen. Ich habe ihm von dir erzählt und er wollte dich so sehr gerne kennen lernen. Ich hoffe, du bist mir nicht böse?“ Ich war immer noch zu geschockt um zu antworten und sah nur zu ihnen herüber.

„Ich glaube, wir müssen ihn noch ein wenig mehr zeigen, bevor er etwas lockerer wird.“, sagte Dirk.

Er nahm Jens wieder in die Arme und küsste ihn erneut. Dabei fingen sie an, sich gegenseitig aus zu ziehen. Nachdem Jens Dirk die Jacke abgenommen hat knöpfte er ihm das Hemd auf. Darunter trug Dirk ein schwarzes und transparentes Muskelshirt, das seinen trainierten Oberkörper gut betonte.

Jetzt öffnete Jens ihm auch die Hose. Langsam streifte er sie ihm nach unten und ging dabei auf die Knie. Sein Gesicht war jetzt genau vor Dirks Slip. Es war ein schwarzer Tanga aus Leder, der vorne geschnürt wurde. Jens zog an den Schleifen und befreite den Schwanz. Dieser hing nun leicht geschwollen heraus und Jens nahm ihn gleich in den Mund. Geil sahen sie sich in die Augen und Jens blies sehr ausgiebig und mit viel Hingabe den Schwanz, der sich immer weiter aufrichtete.

Dieses Schauspiel und auch der immer noch vibrierende Plug in meinem Loch ließen auch mich nicht mehr kalt und die Geilheit kehrte nun langsam zurück.

Jetzt stellte sich Jens wieder hin, küsste Dirk noch einmal leidenschaftlich, bevor nun Dirk anfing ihn zu entkleiden. Er streifte ihm das Polohemd über den Kopf und ich sah, dass er darunter eine blaue Spitzenkorsage trug und als die Hose ausgezogen war, sah ich sehr schöne Nylonstrümpfe im gleichen Farbton, die von einem Strapsgürtel gehalten wurden. Also hatte auch Jens ganz offensichtlich eine Vorliebe für erotische Nylons.

Jens drehte sich zu mir um und fragte: „Und, gefalle ich dir auch so?“

„Ja, sehr. Du siehst wirklich geil aus.“ Langsam kam auch meine Stimme wieder.

„Aber für den perfekten Look fehlt noch etwas.“ Er ging hinter seinen Schreibtisch, öffnete ihn und kam mit einem roten und einem weißen Paar High Heels wieder zu mir. Sich selber zog er das weiße Paar an und mir anschließend die Roten.

„So, jetzt sieht es noch viel geiler aus!“ Er ging zur Seite und ich betrachtete die Schuhe an meinen Füßen. Er hatte Recht. Ich hatte noch nie Damenschuhe getragen, weil ich mir nicht vorstellen konnte, dass mich das anmacht. Nun aber mit den roten High Heels an meinen Füßen und dem Kontrast zu den schwarzen halterlosen Nylons sah es vollkommen geil und nuttig aus.

„Ja“, sagte ich, „Du hast wirklich geile Ideen.“

Jens stand nun eben mir und wichste wieder leicht meinen Schwanz, der langsam wieder zum Leben erwachte. Auch Jens sah einfach megageil in seinem Dress und mit den weißen Schuhen aus, was wohl auch Dirk so empfand. Dieser stellte sich nun hinter Jens hin und legte seinen Schwanz in die Arschritze. Langsam bewegte er ihn in fickenden Bewegungen in der Ritze auf und ab. Jens drängte sich dabei weiter dem Schwanz entgegen und stöhnte auf. Er legte seinen Kopf seitlich in den Nacken und beide küssten sich sehr intensiv und während er mich weiter wichste langte ich zu seinem Schwanz, was ihm ein weiteres Stöhnen entlockte. Ich war nun wieder vollends geil und wollte mehr.

Nun ließ Jens von Dirk ab und beugte sich nach vorne über mein Gesicht. Seine Lippen kamen meinen immer näher und jetzt hatte ich keine Scheu mehr davor. Bereitwillig öffnete ich meinen Mund und als ich seine Lippen auf meinen spürte, empfing ich gerne seine Zunge. Während dessen ging Dirk auf die andere Seite von meinem Kopf. Ich merkte plötzlich, wie er seinen Schwanz zwischen unsere Lippen steckte. Jetzt konnten wir beide Jens´ Schwanz blasen. Wild und hemmungslos umspielten unsere Zungen den harten Schaft und abwechselnd fickte Dirk uns in unsere Mundfotzen.

Nach einer Weile ging Dirk weiter um mich herum zwischen meine Beine. Er schaltete den Vibrator aus und entfernte ihn aus meinem Darm. Das war mir sehr recht. Ich wollte nun von etwas anderem gestopft werden. Dirk beugte sich vor und ich spürte seine Zunge an meinem Schaft. Er leckte sehr gekonnt immer wieder hoch und runter. Weiter zu den Eiern, die er abwechselnd in seinen Mund saugte und ordentlich einspeichelte. Dann leckte er noch weiter runter über den Damm zu meiner Rosette. Diese stand durch die Dehnung des Plugs noch sehr weit offen und er drang mit der Zunge in mich ein.

Ich stöhnte in Jens Mund: „Bitte, fickt mich endlich. Gib mir nicht nur deine Zunge. Fick mich endlich mit deinem Schwanz. Ich will deinen Schwanz in meiner Arschfotze.“

Ich kannte Dirk nun erst sehr kurze Zeit, aber ich war geil und wollte endlich einen Schwanz in mir. Außerdem vertraute ich auf Jens. Dieser setzte sich mit seinem Arsch auf mein Gesicht so, dass er zu Dirk sah. Ich wusste, was er wollte und leckte seinen Sack mit den Eiern und auch weiter zu seiner Rosette. Hier leckte ich ausgiebig und drang auch bei ihm ein. Dann kniete er sich nun über mich in der 69er Stellung und ich nahm gerne seinen Schwanz in meinem Mund auf und Jens tat bei mir das Selbe.

Während dessen hat sich Dirk ein Kondom übergezogen und ich spürte nun endlich, dass er seinen Schwanz bei mir ansetzte. Meine Analmöse war so weit offen, dass er gleich in voller Länge bei mir eindringen konnte. Ich konnte nur noch stöhnen, da ich ja auch einen Schwanz im Mund hatte.

So ausgefüllt war ich noch nie. Gleichzeitig einen Schwanz in beiden Löchern. Es war unbeschreiblich. Dirk fing nun an, mich in den Arsch zu ficken und gleichzeitig fickte mich Jens in den Mund und blies dabei meinen Schwanz. Ich fingerte an Jens´ Rosette und drang gleich mit zwei Fingern in ihn ein, was er auch gleich mit einem geilen Stöhnen quittierte. Nie zuvor erlebte Geilheit überkam mich und ich wusste, dass ich so etwas noch öfter erleben wollte.

Dirk fickte mich immer weiter und zeigte eine enorme Ausdauer. Auch Jens stieß seinen Schwanz immer weiter in meinen Rachen ohne abzuspritzen. Dagegen merkte ich langsam, wie mir die Sahne aufstieg. Der Druck in meinen Eiern wurde immer größer und kurz darauf erreichte ich den „Point of no Return“. Meine Eier zogen sich zusammen und ich spritzte Jens die volle Ladung in den Mund während ich immer weiter in den Arsch gefickt wurde. Jens behielt meinen Schwanz noch so lange in dem Mund, bis er kleiner wurde und drehte sich dann herum, so dass sein Hintern jetzt über meinem war. Wieder näherten sich seine Lippen den meinen und ich wusste vom letzten Mal, was jetzt kam. Geil und bereitwillig öffnete ich meinen Mund und als mir Jens die Zunge hineinsteckte floss meine eigene Sahne in meinen Mund. Geil und hemmungslos küssten wir uns und Jens verteilte dabei mit seiner Zunge viel Sperma um meine Lippen herum und im ganzen Gesicht.

Nun spürte ich auch, wie Dirk sich aus mir heraus zog und wie er nun in Jens eindrang, der daraufhin in meinen Mund stöhnte. Immer schneller fickte Dirk ihn jetzt und mit einem lauten Aufschrei kam er in Jens´ Arsch. Als er kleiner wurde zog er ihn heraus und kam zu unserem Kopfende. Jens nahm ihm das Kondom ab und dirigierte ihn vor meine Lippen. Ich streckte meine Zunge heraus und wollte ihn ablecken um auch mal seine Sahne zu kosten. Da sah ich, wie Jens das Kondom über Dirks Schwanz umdrehte und alles Sperma auf den Schwanz floss. Dabei bekam ich natürlich auch eine ganze Menge in den Mund. Aber auch Jens schloss seine Lippen wieder von oben über Dirks Schwanz und gemeinsam leckten wir ihn wieder sauber. Als kein Sperma mehr auf dem Schwanz war, beugte sich Dirk zu uns herunter und wir küssten uns alle drei und leckten die spermaverschmierten Münder.

Jens war der Einzige, der noch nicht gekommen war. „Holger… Du bist genauso eine geile Schwanzmaus, wie ich. Ich möchte dich jetzt auch noch ficken.“

„Ja… Jens… Bitte. Ich bin schon wieder so geil durch diese Spermaspiele. Ich konnte mir bisher nicht vorstellen, dass das so geil ist. Aber bitte fick mich von hinten. Ich mag es besonders wenn ich von hinten gefickt werde.“

Ich sah nun Dirk an und sagte zu ihm: „Und ich möchte auch noch mal einen Schwanz gleichzeitig in meiner Mundfotze haben.“

Beide banden mich nun los und ich kniete mich vor Jens hin.

„Bitte.. Komm‘ jetzt… Fick deine kleine Schwanzmaus. Ich bin schon wieder so geil auf deinen Schwanz. Und dann spritz mir deine Sahne tief rein.“

Jens setzte seinen Schwanz an meine Analfotze und drang vorsichtig, immer Stück für Stück ein.

Dirk legte sich nun unter mich in die 69 und ich konnte nun auch meine Mundfotze wieder mit einem Schwanz füllen, der auch schon wieder zu wachsen begann.

Dirk blies seinerseits meinen Schwanz und knetete gleichzeitig Jens´ und meine Eier.
Jens stieß mich sehr gefühlvoll und wieder überkam mich diese Gefühlswelle aus Geilheit und Zufriedenheit diesen Schwanz in mir zu spüren und so geilen Sex erleben zu können.
Es waren endlose 10 Minuten in denen ich unter den Stößen von Jens dahin floss und Dirk mit dem Mund verwöhnte. Dann wurde Jens schneller. Ein letztes Mal stieß er mich kräftig bevor er seinen Schwanz aus meiner Möse zog und zu meinem Kopf kam.

Auch Dirk kam unter mir hervor und wir beide öffneten unsere Münder weit. Nach zwei, drei Wichsbewegungen schoss Jens seine Sahne abwechselnd auf unsere herausgestreckten Zungen und in die Gesichter. Dann kniete sich Jens zu uns und wir küssten uns wild und leckten das Sperma gegenseitig aus den Gesichtern.

Dann legte sich Dirk auf den Rücken.

„Kommt meine beiden geilen Nylonschwänze. Saugt mir noch mal die Sahne heraus.“

Jens und ich drehten uns um und gemeinsam leckten und wichsten wir ihm den Schwanz. Dabei knetete er unsere Ärsche und fickte uns jeweils mit den Fingern. Langsam merkten wir, wie er immer unruhiger wurde und dann zum zweiten Mal an diesem Abend seine Sahne verschoss.

Geil leckten wir alles von seinem Schwanz und gaben uns noch einen sehr feuchten Zungenkuss über der Eichel.

Noch vor einer Woche habe ich nur hin und wieder mal mein eigenes Sperma vorsichtig nach dem Wichsen von der Hand abgeleckt. Heute war ich geil auf Spermaspiele und Zungenküsse.

Nachdem sein Schwanz wieder sauber war musste Dirk leider schon wieder weg. Er zog sich an und gab Jens noch einen innigen Kuss. Dann kam er auch zu mir.

„Du hast wirklich eine sehr geile Ader. Ich würde dich sehr gerne wieder treffen.“

Ich stand vor ihm in der Reizwäsche und Nylonstrümpfen die in den roten High Heels steckten mit vorstehendem Schwanz. Er nahm mich in seine Arme und gab mir auch noch einen innigen Zungenkuss, wobei er noch mal meine Arschbacken knetete.

Danach war ich mit Jens wieder alleine.

„Nun“, fragte er mich, „habe ich dich mit Dirk heute zu sehr überfahren?“.

Wir setzten uns auf eine weiche Matte, über der eine Decke ausbreitet war und er rückte nahe an mich heran. Langsam und zärtlich streichelte er über meine bestrumpften Beine und ich streichelte seine Brust unter der blauen Korsage.

„Nein“, antwortete ich nach kurzer Pause. „Anfangs war ich sehr geschockt, als er plötzlich in der Tür stand. Aber als ich gesehen habe, wie zärtlich ihr miteinander wart wusste ich, dass ich dir vertrauen kann. Du hast heute unglaublich geile Gefühle in mir geweckt. Es war einfach schön und ich möchte dass auch wieder mit euch erleben.“

Ich streckte mich aus und genoss sein Streicheln.

Jens rückte nun noch näher an mich heran.

„Das ist sehr schön, dass du das sagst. Auch Dirk und ich hatten heute sicher den geilsten Sex miteinander, obwohl wir uns schon sehr lange kennen. Wir hatten während unseres Studiums eine WG mit noch zwei anderen. Die sind dann aber nach einem halben Jahr ausgezogen. Irgendwann danach ist es dann passiert. Er stieg eines Tages zu mir in die Dusche und wir haben uns gegenseitig gewichst und ein paar Wochen später wollte ich wissen, wie es ist in den Arsch gefickt zu werden. Seitdem treffen wir uns sehr regelmäßig und haben Sex. Dirk ist auch verheiratet und hat drei Kinder. Ich denke er ist auch sehr glücklich, genau wie ich mit meiner Familie. Aber wir ficken eben auch gerne miteinander und leben unsere sexuellen Fantasien aus.“

Bei diesen Worten neigte er seinen Kopf wieder dicht über mein Gesicht.

„Ich würde dich sehr gerne damit einbeziehen. Du hast eine genauso schöne und natürliche Geilheit wie ich. Und dein Fetisch für erotische Damenunterwäsche macht auch Dirk geil.“

Damit drückte er wieder seine Lippen auf meinen Mund, den ich bereitwillig öffnete und er verstand, dass auch ich mich öfter mit ihm und Dirk treffen wollte.

Seine Hand wichste nun wieder meinen Schwanz der wieder anschwoll.

Jens haucht mir ins Ohr: „Ich möchte jetzt noch von dir gefickt werden. Du hast mich ja auch noch gar nicht gevögelt. Ich möchte dich reiten. Aber deinen Samen sollst du mir in den Mund spritzen.“

„Dann setz dich doch auf meinen Schwanz. Wenn du mich weiter so wichst spritze ich gleich ab.“

Er rollte mir ein Kondom über und hockte sich dann auf mich, das Gesicht mir zugewandt. Sehr einfach konnte ich in ihn eindringen und er fing auch gleich an, mich zu reiten. Dabei fasste ich ihm an den Schwanz und wichste ihn im gleichen Takt, wie er auf mir ritt. Dann stützte er sich nach hinten ab und ich fickte ihn von unten immer schneller.

„Jens, ich komme gleich.“ Ich war nur noch zu einem Stöhnen in der Lage.

Er ging von mir runter und hockte sich wieder in der 69er Stellung über mich. Wir bliesen und wichsten uns gegenseitig und als ich in seinen Mund spritzte spürte ich auch das Ziehen in seinem Schwanz. Gleichzeitig entluden wir uns gegenseitig in die Mundfotzen.

Jens drehte sich dann wieder um und wir vermengten unsere Säfte in einem langen und sehr feuchten Zungenkuss.

Danach waren wir nun endlich geschafft und zu keiner Tat mehr fähig. Wir streichelten uns gegenseitig noch ein wenig und nachdem wir uns wieder etwas erholt hatten reinigten wir uns im Bad, bevor ich mich wieder anzog und wir uns verabschiedeten.

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Luciana, la nuova collega (Capitolo 2)

Suona la sveglia. E’ ora di alzarsi. Allungo la mano per spengerla. Mi sento strano ho come un peso sullo stomaco. Provo a tirarmi su quando sento il peso più vivo. Apro gli occhi ed ecco vedo la testa di LUCIANA. Non ho sognato. E’ qui vicino a me con la mano appoggiata sul mio ventre. Non ho sognato. Nella penombra intravedo il suo corpo nudo e voluminoso. Mi sto eccitando al ricordo della nottata appena conclusa. Si muove, si sta svegliando. Avvicino le mie labbra al lobo del suo orecchio e
“Buongiorno dormigliona è ora di alzarsi”
“Si lo sento che si sta svegliando” dice lei guardandomi negli occhi con un sorriso famelico. “il tuo amico Fritz si sta …svegliando, Anzi direi che è più che sveglio.”
Effettivamente ho una erezione non indifferente. Mi sembra di essere tornato indietro con il tempo quando ero un affamato di sesso. Possibile che lei mi faccia questo effetto? Mi sento contento ma non per l’erezione ma bensì per il piacere di svegliarmi con accanto una donna diversa dalle solite.
Non sono mai stato un play boy ma ho avuto le mie avventure, post divorzio, avventure di una notte e via basate solamente sul sesso con un risultato di infelicità ed insoddisfazione. Ora non è così. Sto accanto a quella che una volta avevo descritto come un barilotto, come una donna senza forma, e che in una notte mi ha fatto ritrovare il piacere del sesso e, soprattutto, della compagnia di una donna.
“E’ tardi. Dobbiamo prepararci per andare al lavoro. Questo discorso lo riprenderemo questa sera” affermo coccolandola un po’ e dandole un bacio.
“Va bene. Vado nella mia camera a prepararmi. Ci ritroviamo al bar tra mezz’ora anzi un’ora. Ho proprio bisogno di una bella truccatina. Guarda che occhiaie!” dice ridendo mentre con una naturalezza incredibile si avvia verso la porta ricoperta da un accappatoio dell’albergo.
Entro in doccia e ripasso tutti i momenti vissuti in sua compagnia; non solo quelli della notte ma tutti e non trovo un momento in cui mi sia passato in testa il ricordo di quella stronza di Daniela. Capisco che questa avventura è diversa dalle altre. Mi sento veramente felice dopo molto tempo.
Quando ci incontriamo al bar, almeno all’inizio, cerchiamo di mantenere un’aria professionale ma non ci riusciamo. I nostri sguardi parlano da soli. Sarà dura passare la giornata al lavoro. Infatti i minuti passano lentamente, sembra una tortura. Comunque riusciamo a controllarci e alle 16.00 concludiamo il nostro lavoro, salutiamo i colleghi e torniamo verso l’albergo. Potremmo tornare a Roma ma ormai le stanze sono prenotate per la notte e, sinceramente, non ci pensiamo per niente. Entriamo in quella che ormai è diventata la nostra casa ed iniziamo a baciarci in modo a****lesco come se la vita di uno dipendesse dalla bocca dell’altro. Ci buttiamo sul letto e continuiamo a giocare con le nostre lingue che si inseguono toccandoci in tutto il corpo eccitandoci sempre di più. Si iniziano a sentire gemiti di piacere da parte di entrambi e mi ritrovo a leccare il suo seno a succhiare i suoi capezzoli mentre lei ha in mano il mio sesso che sembra veramente un bastone. Lentamente ci spogliamo a vicenda e ci ritroviamo nudi alla luce del tramonto che entra dalla finestra. E’ bellissima. Ha un cespuglio ben curato color castano che le ricopre la fica. Ha gli occhi chiusi come sempre quando vive questi momenti (ormai la conosco) e sembra … lontana. Vive in modo particolare il sesso. E’ contenta delle mie attenzioni e lo dimostra con continui gemiti e urletti di piacere che fanno sciogliere il mio cuore.
Ha il mio sesso in mano che sega lentamente passandosi la lingua tra le labbra pregustando il momento in cui lo farà entrare nella sua bocca. Le piace fare i pompini. Anche questo ho capito. La bacio sulla bocca e bacio dopo bacio arrivo alla sua fica gocciolante già di piacere.
“Si………amore……….così…………non ti fermare…..leccamela…..cosììììììììì” grida mentre si avvicina il suo primo orgasmo”siiiiiiiiiiiiiii ………daiiiiiiiiiii………godooooooooooo” E’ una furia. La sua mano mi trattiene la testa tra le cosce mentre inizia a muovere il suo bacino sempre più velocemente fino a quando non la sento godere. Sembra una fontanella per quanto sta godendo.
Sono eccitato al massimo ed ho bisogno di sfogarmi. Entro in lei in un colpo solo e con un ritmo incalzante e veloce sento che anch’io sono al capolinea
“Siiiiiiii Luciana ……. Ti chiavo … ti scopo …ti sfondo…..prendi questo ……….ohhhhhhhhh ……….dai manca poco ……..”
“Silvioooooooooo ……….sto venendooooooooo…….godooooooooooooo”
“Luciana ……………godooooooooooooooooooooooooooooooooooooo” il nostro orgasmo scoppia insieme in un modo incredibile. Mi sento più leggero dell’aria. Mi sento volare. Ci baciamo fino a quando i nostri cuori si calmano. Siamo ancora abbracciati e ci guardiamo negli occhi sorridendo.
“Per questa sera va bene anche una pizza” dice lei” intanto il pesce già l’ho preso” e scoppia a ridere.
“Senti Luciana andiamo dove vuoi, a mangiare quello che vuoi, basta che il pesce lo mangi anche questa notte” incalzo io
“Perché hai dei dubbi?”
“No. Assolutamente.”
“bene allora prepariamoci che ho una fame che non ti dico”
Uscendo dall’albergo ci avviammo verso il porto
“Senti Luciana …… vorrei dirti tante cose ma ho paura di non aver il tempo materiale per farlo. L’unica cosa che devo dirti assolutamente è che sei bellissima, che mai ho provato una gioia così intensa nel fare sesso, che mi hai veramente stregato”
“Magari non era proprio quello che speravo di sentirti dire ma ho capito il tuo messaggio. Non ti preoccupare. Napoli è Napoli e Roma è Roma. Viviamo tranquillamente quest’ultima serata e poi … amici come prima. Non ti preoccupare sono abituata a questo.” Mi risponde tranquillamente con un sorriso sulle labbra che mi disarma.
“No cosa hai capito. Napoli è Napoli e Roma potrà, anzi, dovrà diventare Napoli. Dovremo stare attenti a come ci comportiamo con gli altri, non possiamo far capire nulla, ma … ho capito che mi sono innamorato di te e non riesco a pensare ad un futuro senza la tua presenza.”
“Silvio non c’è bisogno che mi dici ciò. Credo nella tua sincerità ma con il passare di pochi giorni la vedrai in modo diverso. Comunque ho intenzione di godermi questo periodo il più possibile.”
“Ma … Luciana … mi dispiace per quello che pensi. Sono una persona seria e so quello che dico. Non ho intenzione di discutere e litigare per questo motivo. Mi accontento, per ora, della tua intenzione e poi sarai te a vedere le cose in modo diverso. Comunque siamo arrivati.”
Dopo aver mangiato un antipasto e una pizza accompagnati da una birra alla spina torniamo lentamente verso la “nostra dimora” con l’intenzione di divertirci un po’ insieme. Comunque quella piccola discussione era dimenticata ed il nostro comportamento, i nostri sguardi erano un chiaro invito ad una notte di passione.
Entriamo nella nostra stanza da letto, perchè tale è diventata, già pronti a riprendere il discorso da dove l’avevamo lasciato. Luciana mi comunica che ha assolutamente bisogno di una doccia e, allo stesso tempo, mi stizza l’occhiolino per chiarire che quello è un invito.
Quando sento lo scroscio della doccia mi spoglio ed entro in bagno dove, tra il vapore, vedo Luciana intenta a lavarsi ed entro già con un membro che … mi lascia perplesso. Non sono uno che si vanta ma veramente non sono mai stato in tiro come in questi giorni. Sembra quasi che abbia una prolunga. Prendo il bagnoschiuma e con delicatezza inizio a carezzarla partendo dal centro della schiena per poi allargarmi verso le scapole con movimenti circolari. Passo poi sul davanti dove inizio a massaggiare il seno trovando già i capezzoli duri. Intanto la vicinanza si è accorciata ed il mio membro incontra lo spacco del suo bellissimo culo. Luciana inizia a gemere in modo sommesso ma quando le mie dita incontrano le labbra vogliose della sua fica ed pollice comincia a titillare il clitoride la sua eccitazione ha il sopravvento facendola giungere all’orgasmo in pochi secondi. Non contento la giro facendola appoggiare al muro ed inizio a leccare quella fica che è diventata ormai un bisogno assoluto per me.
“Silvioooo ……. sssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …………… leccamela tutta …………. nessuno mi ha mai fatto gooooooooooooodere come te ……… siiii continaaaaaaa …….oooooohhhhh”
Certo non avevo bisogno del suo incitamento comunque continuo fino a quando non la sento venire per la seconda volta. Mi alzo velocemente ed entro in lei con un colpo solo toccando il suo utero
“Luciana sei mia non ti lascerò mai” dico stantuffandola con colpi alternati per prolungare al massimo il nostro piacere e la mia durata
“OOOOOOOOhhhhhhhhhhhhh …… sssssssssiiiiiiiiiii ………..più forte …………cosìììììììììììììììì ……….siiiiiiiii ………..cosìììììììììììì ….. dammelo tutto …. come è durooooo”
“te la rompo sta fica ……..tiè tiè …. sììììììììì ……. te rompo tutta……”
“ohhhhhhh godo ……… godo …….”
“Lucianaaaaaaaaaaaaa ” urlo quando vengo dentro di lei con l’impressione di pisciare per la violenza e la quantità dei fiotti di sperma che escono dal mio cazzo. Sono sfinito e mi appoggio alla parete per riprendermi ma Luciana è ormai partita, invasata e non so come ma mi ritrovo la sua lingua che ripulisce piano piano il mio cazzo leccandolo con cura per poi ingoiarlo in un sol boccone. La sua testa inizia un andirivieni mentre succhia la cappella facendomi ritrovare in paradiso per la goduria che provo. Le dico comunque di calmarsi per poter terminare la doccia e continuare sul letto.
Continuiamo a giocare con le mani massaggiando il corpo altrui ed aumentando la passione ed il desiderio ma sempre con leggerezza e senza toccare i punti più sensibili. E’ veramente molto bello. Non avevo mai vissuto una esperienza così neanche quando, appena sposati, io e Daniela scopavamo come dei ricci scoprendo sempre qualcosa di nuovo e/o di meglio riuscito. Il desiderio di Luciana e del suo corpo erano sempre in aumento e, dai suoi movimenti ho la certezza che questo sia contraccambiato.
Usciamo dall’interminabile doccia e mi ritrovo supino sul letto nella classica posizione del sessantanove intenti entrambi a dare più piacere possibile al compagno. Ho la sua fica sulla mia bocca e la mia lingua continua a titillare il clitoride mentre con le mani allargo bene i glutei per poi iniziare un cullilingua che termina sull’ano.
“Silvioooo siiiiiiiiiii ancora” sento gemere Luciana nonostante continui a succhiarmi la cappella, le palle, a leccarmi lungo l’asta “ oohhhhhhhhhh ……… che bello ……… ooooooooohhhh”
Quando la lingua sfiora l’ano sento Luciana irrigidirsi per poi, tranquillizzata, rilassarsi e gustarsi questa forse nuova esperienza.
I suoi gemiti aumentano di volume ogni volta passo su quel buchetto inviolato fino a quando non tento di infilarci dentro la mia lingua “OOOOOOOOhhhhhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiii ancora ancora oohhhhhhh godooooooooooo …….. cielo sto arrivando siiiiiiiii” dice lei mentre il suo corpo sussulta e la fica inizia a sgocciolare come un rubinetto per i liquidi che perde.
Non ho alcuna intenzione di godere nella bocca quindi la faccio alzare e dopo averla messa a novanta gradi inizio a scoparla con un andatura e con colpi selvaggi che facilitano anche il mio godimento
“Lucianaaaaaaaaaa ti amoooooo ti amoooooooo”
“Anch’io Silvio anch’io” mi risponde Luciana con le lacrime agli occhi.
Distesi sul letto ci abbracciamo guardandoci in faccia e baciandoci con dolcezza.
“Luciana” dico io dopo aver recuperato il fiato “dobbiamo assolutamente trovare il sistema per continuare a vederci a Roma senza far t****lare nulla almeno all’inizio. Ho l’intenzione di conoscerti meglio per vedere se sarà il caso di tramutare questa … come dire … relazione in qualcosa di più serio e duraturo. La mia intenzione è questa ma non vorrei correre troppo.”
“Silvio mi devi scusare se prima ho creduto alla tua sincerità ma ho dubitato della possibilità di un … futuro insieme. Vedo nei tuoi la gioia per avermi detto questo. Domani studieremo qualcosa ma ora dormiamo che sono, anzi mi hai, veramente distrutta”.
Il giorno successivo torniamo a Roma. Certo il viaggio di ritorno è molto diverso dall’andata anche se c’è ugualmente un po’ di tristezza dovuta alla fine di questo momento magico vissuto a Napoli. Arriviamo a casa di Luciana verso le undici e cerchiamo di risolvere i problemi riguardanti il comportamento con gli altri ed il luogo dove incontrarci. Decidiamo di comune accordo di mostrare una conoscenza più profonda di prima, dovuta alla trasferta appena fatta, ma non troppo. Una cosa giusta. Ogni tanto prendere un caffè e/o un panino insieme ma possibilmente in compagnia. Mentre stabiliamo che il punto di incontro sarà vicino ad un bar all’angolo con Via Cipro che si trova ben distante sia dal luogo di lavoro che dalle abitazioni dei nostri colleghi. Poi si vedrà. E’ ormai ora di pranzo.
Vorrei andare a pranzo fuori ma dietro sua insistenza, ed in parte anche la mia curiosità, rimaniamo a casa. Mette l’acqua a bollire e viene vicino a me con negli occhi una grande tristezza che non riesce a mascherare con i suoi scherzi e le sue battute. E’ la prima volta che siamo tristi insieme e spero vivamente che sia l’ultima. Mangiamo il pranzo (spaghetti al pesto, carne e insalata) tentando di superare questo momento di impasse ma …. è difficile.
Dopo aver messo i piatti nella lavastoviglie mi raggiunge in salone dove sono intento a guardare la tv.
“Mica sarai uno che non fa altro che guardare la televisione” mi dice sorridendomi
“Assolutamente. Ti stavo aspettando.”
“Cosa vorresti fare?”
“Guarda in futuro qualunque cosa. Ma ora vorrei farmi una bella …. partita a scopa!” rispondo sorridendole “se perdi ti darò la rivincita”.
“Va bene accetto” mi risponde Luciana prendendomi per mano conducendomi verso la camera da letto.
Seduti sul letto cominciamo a spogliarci ritrovando così quell’atmosfera che sembrava essere rimasta a Napoli. La nostra voglia è talmente tanta che mi ritrovo a leccare la fica di Luciana che trovo sempre più invitante. Ho deciso di regalarle il primo orgasmo della giornata dedicandomi unicamente a lei senza nulla ricevere in cambio. Luciana all’inizia quasi si arrabbia di questa mia decisione. Vorrebbe ricambiare quello che sta ricevendo ma alla fine è costretta ad accettare essendo i miei baci sempre più vicini al clitoride che vedo ingrossata come non mai.
“Silviooooo siiiiiiiiiii sei il miglioreeeeeee sei incredibile sei magicooooooo” geme Luciana sentendo avvicinarsi l’orgasmo
con le mani le massaggio i seni e strizzo i capezzoli che sono turgidi e che accettano ben volentieri questa mia attenzione. Quando la sento sul punto di arrivare mi fermo scendendo con la mia bocca all’altezza dei suoi piedi che inizio a leccare e baciare.
“Mi fai il solleticoooo” mi dice lei un po’ contrariata. Non so se per il mancato orgasmo, per il solletico o per tutti e due. Io continuo ad ignorare volutamente la fica ed a leccare e baciare i suoi piedi per salire con lentezza sulle caviglie. Sento Luciana rilassarsi. Inizia a piacerle questa esperienza che è nuova anche per me. Mai avrei pensato di ritrovarmi a leccare dei piedi. Non sono un feticista. Ho solamente l’impulso, la voglia, di prolungare al massimo il piacere della donna che amo per poi portarla all’orgasmo violentemente. Allungo una mano verso il seno ma non riesco ad arrivarci. La infilo quindi sotto il bacino per poterle stringere i glutei alternativamente.
“Silvioooo cosa mi stai facendoooo. Sto impazzendo.” Riprende a gemere Luciana aprendo poi le gambe per invitarmi verso il suo fiore che vedo bagnato come non mai. Questo movimento mi colpe di sorpresa. La mano scivola sull’ano. Un sussulto ed un “oohhhhhh” sono la risposta di Luciana. Mentre continuo a risalire con la bocca (sono ormai sui polpacci) sento quasi l’ano aprirsi ed invitare la mia mano ad essere più ardita. Punto il dito indice sull’ano cominciando a stuzzicarlo. Lo sento cedevole ma non voglio ancora tentare nulla. Allungo l’altra mano sulla vagina della mia amata e, incontrato il clitoride, la massaggio con lentezza stando ben attento a non far godere ancora Luciana
“Silvioooo bastaaaaa fammi godereee non ce la faccio piuuuuuuuuuù dammi il tuo cazzo sfondami fai quello che vuoi ma fammi godereeeeeeeeee” Luciana sta partendo non si controlla più. Mentre le mie labbra baciano la clitoride, la lingua la leccano, infilo due dita nella fica di Luciana e …. L’indice nell’ano. Sento Luciana godersi l’orgasmo tanto atteso. Non si è nemmeno accorta che un dito nel suo culo che fa avanti e indietro mimando un rapporto anale.
“OOOOOOOOHHHHHHHHHHHHH Silviooooooooooo godoooooooooooooo” geme mentre il corpo sussulta “ godooooooooooooooooooo”
La mia bocca è ormai piena dei tuoi dolcissimi umori. Mi rialzo e la bacio facendoglieli assaggiare. Ha il viso sconvolto e lacrime che scendono dai tuoi occhi. Mi guarda ma non riesce a parlare. E’ ancora sconvolta dall’orgasmo, che in seguito definirà come il più forte mai avuto fino a questo momento. Sento la sua mano appropriarsi del cazzo. Inizia a segarlo per sentire la sua consistenza e la bocca scende con una lentezza esasperata per contraccambiare la attenzioni ricevute. E’ fantastica. Il tocco della sua lingua sul glande mi fa venire i brividi. Sento ora il palato sulla cappella mentre scende ad ingoiare tutto il cazzo che può entrare nella sua bocca vellutata. Cerco di fermarla. Non ho intenzione di venire così ma ormai è troppo tardi. Sento un fuoco che risale dalle palle per poi esplodere mentre continua a succhiare per non perdersi nulla del mio seme.
“Lucianaaaaaaaaaaa ti amo ti amo ti amo ohhhhhhhh godooooooooo” grido mentre sborro nella sua bocca. Quando risale ha voglia di baciarmi. Si vede. Ma non sa se la cosa mi possa contrariare. Non vuole rovinare questo magico momento. Avvicino le mie labbra alla sue e la bacio. Sento per la prima volta il sapore del mio seme, leggermente salato. Penso che non ho mai avuto una donna come lei e spero che sarà sempre accanto a me. Siamo sconvolti. Per qualche minuto non riusciamo a parlare timorosi di interrompere l’atmosfera magica che stiamo vivendo.

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Mein Sommer mit Birgit Teil 2

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Mein Sommer mit Birgit
Teil 2

Ihr linkes Bein lag auf der Arbeitsplatte bis zum Knie auf, der Rest von ihrem Bein baumelte herunter, schwebte frei in der Luft. Das andere Bein hatte Birgit angewinkelt und ihr Fuß fand auch halt auf der Platte. Sie erwartete geduldig meine Zunge und hatte ihre Schenkel soweit gespreizt wie es ihr möglich war. Mit ihrem Arsch war sie ganz nach vorn zum Rand gerutscht , mit ihren Händen stützte sich noch hinten ab. Die Karierte Bluse, mit den drei offenen Knöpfen, wo man mehr Busen erahnen konnte wie sehen, hatte sie immer noch an. Mich törnte das an und beließ es dabei. Ich kniete auf dem Boden vor ihr und hatte mit den Fingern die kleinen Schamlippen schon geöffnet gehabt, die von ihre dicken, von Erregung, geschwollenen Lippen mächtig gegen Druck bekamen. Dabei fiel mir auf, das noch etwas verwischtes Sperma am Oberschenkel und auf ihren dichten Schamhaar klebte, von der ersten Nummer zwischen uns. Musste Sie wohl mit dem Zewa verwischt haben. Egal, Rückzieher konnte ich jetzt nicht bringen, nach meinen schnellen Abspritzer eben. Meine Augen sahen ihre Rosa Muschi, die kleine Liebesperle hervor schauen und so begann ich mit kreisenden Zungenbewegungen mich von außen nach Innen zu arbeiten. Sie sagte nix, doch ein leichtes stöhnen war zu vernehmen. Ich fuhr mit meiner Zunge durch ihre Furche bis hin zum Kitzler. Birgit roch und schmeckte sehr gut. Es machte mich geil. Ein zucken im Schwanz. Den lies ich aber links liegen, halb steif wie er da zwischen meinen Beinen samt Sack und Eier baumelte. Nur nicht wixen und vorher wieder antesten. Schön langsam Frank, dachte ich so. Das stöhnen wurde lauter von Birgit, auch gleichmäßiger. Ihr Muschi sonderte wieder reichlich Flüssigkeit ab. Das Zeichen mal mit meiner Zunge in ihre Muschi zu gleiten , ja zu stoßen. Ich fickte sie fest mit gespannter Zunge. Schön gleichmäßig, wie der Atem von Birgit. Ihren Kitzler ließ ich erst mal aus, den wollte ich nicht überreizten, wegen ihrem ersten Orgasmus vorhin. So langsam wurde ich auch wieder geil bzw. mein Schwanz richtete sich in die Höhe, zucke leicht, ohne mein eigenes zu tun. Ich ließ meine Zunge aus ihrer Muschi raus gleiten und steckte ihr zwei Finger rein. drei, vier mal schnell gefickt und zog sie wieder raus. Dann wieder rein, um wuchtig von innen gegen ihren Venushügel zu drücken. Birgit ihr stöhnen ging über, oder nee anders, vermischte sich mit einem kurzatmigen Japsen. ,,,,,,, Ohhhhhhhh Frank gut so , mach weiter,,,,,,,,,,, Ich fickte sie so mit den Fingern nee weile weiter, zog dann die Fickfinger aus ihrer feuchten Möse und nahm Daumen und Zeigefinger zusammen und zog sie ganz langsam wieder auseinander. Siehe da, Ihr Muschi Schleim zog Fäden. Sie hatte ihren Eisprung, oder stand kurz davor. Heiß und geil war sie eh. Hatten Finger und Zunge doch richtig gespürt, das Birgit schönes sämiges Muschi Sekret absonderte. Das machte mich noch heißer und geiler, gleich ihren Honigtopf zu ficken. Nun machte ich mit meinen Daumen weiter, den ich in ihre enge, zuckende, feuchte rosane Dose rein flutschen ließ, um ihre Scheiden wand gegen ihren Darm zu reiben. Birgit reagierte darauf mit einem …… ahhhhhhh ich bin so heiß Frank, bitte Fick mich , bitte, ohhhhhh, es iss sooooo schön und geilllll ,,,,, und nahm ihrer Seits die linke Hand und Finger zu Hilfe um ihren Kitzler zu reiben. Mit dem Zeigefinger suchte ich ihr Arschloch, doch bei der leichten Berührung verschob sie ihr Becken, um mir an zu deuten, das sie das nicht wollte. Ich lies es dann auch fürs erste gut sein. Mein Schwanz pulsierte schon, stand wie nee eins und mein Eiersack war auch prall zu gezogen. Die Vorhaut hatte sich auch schon zurück geschoben, so das meine Eichel blank war. Ich war bereit. Als ich mich Aufrichten wollte und den Daumen aus ihrem Loch , kam ein zucken der Muschi Muskeln von Birgit, sie verkrampften, ihre Hand wich von ihrem Kitzler und landete auf meine Schulter. ,,,,,,,Aaaaaaaahhhhhhhh, ooohhhhhhhhhh, jaaaaaaaaaaaa……. Es kam der süßen Birgit. Ich wollte ihr den Moment lassen. Stand aber trotzdem auf , ließ jedoch meinen Daumen in ihrer engen Votze, die unter ihren Orgasmus im Rhythmus krampfte. Ihr Atem wurde wieder leichter, beruhigter, ihre eben verschwommenen Sinne kamen wieder, sie schaute mich an, wir küssten uns innig, ………. Gut, es mir gut gekommen Frank, iss echt schön mit dir, jetzt bis du aber mal dran, das haste dir ja wohl verdient …..sagte sie leise mit einem verführerischem Lächeln und noch etwas benommen. Das tat meiner Seele natürlich gut. Das es ihr gut gekommen und ich endlich an der Reihe war, mit meiner Ficklatte ihren Honigtopf zu bearbeiten. …….Ich werde es dir jetzt mit meinen Schwanz besorgen…sagte ich…. lass das Hemd bitte an Birgit, es geilt mich auf. Mach bitte nur die letzten Knöpfe noch auf und dann lehne dich zurück. Ich habs gerne, wenn ich alles sehe, so wie du dich jetzt um meinen Hals schlingst mit deinen Armen geht das nicht Birgit. Sie öffnete ihr Hemdchen komplett und stützte sich wieder mit beiden Händen nach hinten ab. So wie ich gesagt hatte und wartete welche Dinge nun folgen. Ich nahm meinen Schwanz mit der rechten Hand und drückte ihn gegen ihre kleine Möse. Mit der linken schob ich die Bluse ein wenig zur Seite, so das ich freie Sicht auf eine ihrer schönen Titten hatte. Sie hatte schöne Titten, nee große Handvoll. Die Haut war heller wie vom übrigen Körper, was mir sagte, kein oben ohne Sonnen. Ihr Brustwarzen waren sehr sehr hell und ihre Warzen standen ab wie kleine Fahrradventile. Das fiel mir sofort ins Auge, geil. Meine Eichel teilte ihre Lippen und strich an den Schamlippen zur Liebesperle. So ging es ein paar mal. Es erregte mich sehr ihren vollen blonden Busch auf ihren Venushügel zu sehen, ihren flachen Bauch und Nabel. Unterhalb machte sich mein Schwanz zu schaffen, den ich mit der Eichel versuchte so langsam rein zu schieben. Nur die Eichel und ein paar Zentimeter, dann wieder raus. Nach zwei Jahren ohne Muschi wollte ich den Muskel ihrer Grotte, das rein und raus, aus kosten. Es war überwältigend. Ich schloss die Augen und stöhne laut auf. Eine Muschi, nee kleine enge Nasse Muschi um meiner Fickstange zu haben. Unbeschreiblich, mit einem tiefen, erleichternden Stoß führte ich ihn dann weiter ein. Das grenzte ja bei mir schon fast an eine Entjungferung, ehrlich, was zwei Jahre Abstinenz aus machen. Ich stöhne noch lauter auf und mit der Zurückhaltung war es auch dahin. Nur noch rein, tiefer und schneller, darauf kam es mir jetzt an. Ich behielt aber noch zwei, drei Zentimeter vom Penis draußen. Wollte ihr nicht alles geben. Nee kleine Reserve für den Höhe Punkt später brauchte ich, um meine Schwanz dann ganz tief in sie rein zu schieben. Birgit stöhne auch wieder mit. Wir beide im Gleich Klang. Ihre, bzw. diese Sitzposition auf der Arbeitsplatte war gut, sehr gut, wie im Bett mit Kissen unterm Arsch. Ich konnte so tief Eindringen , spürte auch ab und an ihren Muttermund. Mit einem spitzen Schrei gab sie mir das auch zu verstehen. Sie kam mir auch mit ihren Becken so gut es ging entgegen. Sie war auch so schön eng, trotz Muschisaft der auf meinen Pin runter lief und gut schmierte. Ich war richtig gut drauf. Wir waren richtig gut drauf. Meine Eier machten sich zwar bemerkbar, mein Schwanz eh wegen der engen feuchten Muschi die ihn massierte, doch ich fickte was der Schwanz her gab. Mal langsam, mal schneller, mal kurze, mal schnelle Stöße und versuchte durch andere Gedanken meinen Orgasmus raus zu zögern. Nicht wegen Birgit, nee , weis Gott nicht, nee , weil es sooo schön und geil war nach der Zeit. Das ficken machte wieder richtig Spaß. Abgespritzt hatte ich ja auch schon ein mal. Wir waren jetzt schon eine lange Zeit dran, ein lautes stöhnen, ein hecheln, Birgit ihr Muschisaft wurde durchs ficken schon dick und weiß auf meiner Schwanzwurzel. Ihre Schamlippen kamen bei jeden Stoß immer mit raus. Jaaa, rein und raus. Plötzlich nahm sie beide Hände von der Platte, lege sie um meinen Hals, gab mir einen Kuss auf den Mund und sagte leise zu mir ins Ohr ………Wenn du jetzt kommst, dann spritz- mir aufen Bauch Frank bitte, ich sehe das so gerne…….. Wieso, sagte ich, ich komme noch nicht und wenn, nehme ihn doch in den Mund…… Ich wollte ihr ja nicht gleich am ersten Tag mit der Tür ins Haus, bzw. mit meiner Ficklatte ins den Mund fahren, nur hielt ich Oral für normal und hatte nicht nach gedacht. ………. Nein Frank, nicht heute, nicht jetzt und bitte auch nicht in meine Muschi, ja……… Ja iss gut, ich spritze dir aufen Bauch, versprochen, nur bin ich noch nicht soweit, sagte ja ich kann auch länger Ficken ohne gleich ab zu rotzen Birgit……… In dem Moment fast mir Birgit mit ihrer rechten Hand an meinen Bein vorbei um meine Eier zu fassen und beginnt sie zu kneten. Mein Wunder Punkt. Oh, oh, auf passen Frank, dachte ich noch so bei mir. Da hörte ich sie auch schon sagen…..Ja fick mich, los du geiler Hengst, rammle mich und besame mich, los , fick mich……. Oh, das gibt es doch wohl nicht, mein zweiter schwacher Punkt. Versaute Wörter, das machte mich geil. Und dann noch so was aus Birgit ihrem Mund zu hören machte gleich doppelt geil. Mein Gehirn, das Kopfkino sprang sofort drauf an. Meine Eier, die sie in der Hand hielt, zogen sich noch mehr zusammen, zucken und pumpten das Sperma gegen meinen willen schon hoch. Ich hatte in den Moment alles um mich herum vergessen, stieß noch mal richtig kräftig, tief zu, aus Instinkt. Meine Hände krallten sich gleichzeitig in ihren Arsch, drückten ihn gegen meinen ab rotzenden Schwanz, so das sie mir nicht entweichen konnte. Ihr kennt das, man will zum Abschuss so tief wie es geht in die kleinen Votzen. Der erste mächtige Strahl meines Liebessaftes erwischte noch das tiefe innere ihrer engen Muschi, ich war wie von Sinnen. Doch dann stieß mich Birgit geistesgegenwärtig zurück, so das mein Schwanz raus flutsche in meine Hand und der zweite dicke Sperma Spritzer ihren Kitzler traf und die restlichen paar Samen Schübe sich auf ihren Schamhaar ergossen. Mit meinen Fingern am Schwanz drückte ich von der Wurzel hin zur Eichel, um auch die letzten Tröpfchen auf ihren Bären zu platzieren und zu verreiben. Noch während meine Eichel das Sperma verschmierte, hörte ich sie aufbrausen…….. Hey, was hab ich dir denn gesagt ? hast du ja doch in meine Muschi abgespritzt ? Man man man, könnt ihr Kerle nicht einmal auf passen ? Gehen euch immer die Pferde durch ??? Ich nehme keine Pille, meinst ich sag das umsonst, nicht in meine Muschi spritzen ? Waren Birgits ersten Worte nach dem guten Fick. ..Ja tut mir leid, was soll ich machen, weist doch wie es ist. Ich war so geil auf dich, konnte nich anders und es war doch auch schön oder ???? ….. Ja, es war ja schön, nur Pass bitte nächstes mal besser auf und höre was ich sage ……. Leichter gesagt wie getan Birgit, aber gut, es kommt nicht mehr vor. Ich richte mich nach dir. …….Umarmte sie sehr zärtlich, gab ihr einen leidenschaftlichen Zungen Kuss und flüsterte ihr ins Ohr.. Es war schön mit Dir, danke für den guten Sex. …… Ich wollte meine grade gewonnene Fick Gelegenheit keinesfalls verärgern.

Sie nahm meine Hand und führt mich ins Bad. Ein sehr großes Bad, mit Wanne. Die würde ich mal zur Entspannung nutzen schoss es mir durch den Kopf. Ich hatte nach der Scheidung nur nee kleine zwei Zimmer Wohnung angemietet, wo nur eine Dusche existierte. Birgit hatte nach dem Tod von Fred die große Wohnung behalten, das es vom Geldlichen her es ihr nicht sonderlich schwer fiel. Wir duschten beide, um uns die Körperflüssigkeiten, die ja reichlich geflossen waren, verbunden mit dem Schweiß der Hitze, ab zu waschen, um wieder frisch zu sein. Es passiert dort nichts weiter, kein Sex. Kein Wort, nur ab und an, dann wenn sich unsere Blicke trafen, ein liebes kurzes Lächeln. Ich war eh zwei mal gekommen, hatte gut abgerotzt und Birgit wusch sich gründlich, machte auch keine Anzeichen dafür, hier unter der Brause die nächste Aktion zu starten. Gut so, so konnte ich ein wenig Kraft schöpfen. Mir tat die Dusche auch gut. Mein Schwanz hatte sich nach den guten langen Fick ein bissel verschrumpelt und hing klein runter. Der Sack plus Eier auch noch gespannt. Durch das warme Wasser und meine Seifenmassage schoss ein wieder ein wenig Blut rein und so halb Steif sah er doch besser aus. Gab mir gegen über Birgit ein bessere Gefühl. Sie konnte ich jetzt beim waschen auch mal näher betrachten. Hübsche Figur, fast so wie ich es in meiner Erinnerung hatte und vorher schon mal beschrieben. Ein wenig kleiner wie ich, schätze so ein Meter siebzig, leicht bronzene Haut, klar im Sommer, die nur unterbrochen wurde von ihrem Becken und Titten, mit der sehr heller Haut einer Blondine, dort wo üblicher weise ihr Bikinistoff sich um ihren Körper schlang. Eine etwas mehr wie eine gute Handvoll Titten, die leicht hingen, ein schmales Becken, schöne lange Beine und ein ein kleiner Knack Po, der zwar nicht mehr ganz die frische der Jugend hatte, doch für eine 43 Jährige alle male sich überall und bei jedem sehen lassen konnte. Ihre kleine enge Muschi hatte sich ja wieder abgeregt und sich so wie ich schon vermutet hatte, wieder geschlossen. Die großen, dicken Schamlippen ließen keinen Blick auf die kleinen zu. Auch ihr Kitzler blieb vor neugierigen Blicken geschützt. Als hätte der liebe Gott ihr einmal einen kleinen Schnitt zwischen die Beine gemacht. Zum Glück war sie dort schön rasiert. Oben auf ihren Venushügel hatte sie ihren gewachsenen hellen Blonden Busch gelassen, der jetzt allerdings mit Einfluss des Wassers und der Perlen die dort verfingen, dunkler Erschien. Fürs Bikini Höschen waren die Ränder und zum Bauchnabel hin zum Dreieck rasiert. Ich fand das geil. Eine richtig geile Frau. Überhaupt sah man Birgit ihr Alter nicht an. Würde man es ihrem Gesicht nicht sehen, so wie wir ja alle die 20ziger, 30ziger, 40ziger usw. einzelnen Jahrgänge aus Gesichtern ablesen können, könnte man denken, sie wäre um die 30zig rum, so vom Körper, Figur her. Obwohl, auch ihr Gesicht war hübsch. Kein Alkohol, wenig Zigaretten (so hatte ich es in Erinnerung) Gesunde Ernährung und auch gute Gene, sonst hätte man nicht so eine Figur mit bekommen. Ihre Blonden, mittellangen Haare gaben noch das Sahnehäubchen. Meine Fleischbeschau wurde je unterbrochen als mir Birgit ein weißes Handtuch reichte mit den Worten,,,,,,komm, wir gehen rüber auf die Terrasse, ein wenig reden und relaxen, geh vor, ich zieh nur schnell mein Oberteil an und bringe was zu trinken mit……………. alles klar, reicht ja wenn ich nur das Handtuch umlege ? Dann ziehe ich meine Sachen nachher an….. sagte ich zu ihr, knotete das Stück Stoff um meine Hüften und begab mich nach draußen. Die Terrasse war von beiden Seiten durch eine hohe Hecke nicht einsehbar. Hinter dem gepflasterten Stück, noch vorne hin, war noch ein kleines Stücken Rasen, was am Grundstücksende auch von einer Hecke abgegrenzt wurde. Dahinter begann schon Wald. Wollte man hier was sehen, ging es eigentlich nur von dem Wohnungsbalkon oben drüber und diese Leute müssten sich weit nach vorne beugen und wären dann halt auch zu sehen, Spanner so zu sagen, wer will das schon. Richtig kleine gemütliche Ecke, mit Liegen, Stühlen, Tisch, Sommenschirm und einen großen Kamingrill. Ich beschloss, sollte es zu weitere Treffen kommen, sie hier bei ihr in der Wohnung statt finden zu lassen. Besser wie meine bescheidene Bude alle mal. Ich würde den Ausklang hier nutzen, um Birgit mal aus zu quetschen, über meine Frau, was die ihr so verklickert hat und ihre Wünsche, Sex wünsche vor allem. Das Gespräch konnte beginnen. Ich steckte mir nee Kippe an, ……………………………………………….

Dritter Teil ist schon geschrieben und Folgt LG

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Giorgia, la manager che diventa mia schiava 2

chi mi volesse contattare può scrivere a [email protected]

Qualche giorno dopo Giorgia sarebbe dovuta partire per le vacanze, come ogni anno quindici giorni in un campeggio di Rimini. Le ordinai che avrebbe dovuto stare in castità forzata per tutta la vacanza, ossia non poteva nè scopare col marito, nè masturbarsi, nè toccarsi, nè darsi piacere in alcun modo. Giorgia mi disse che per quanto riguardava il marito non ci sarebbe stato nessun problema, invece il divieto anche di toccarsi e masturbarsi sarebbe stato molto duro data la mole di bei ragazzi che popolavano quelle spiaggie e che spesso la eccitavano e quindi di notte cercava di sfogarsi con la masturbazione. Le risposi che non mi interessava e che doveva obbedire, lei con un gesto del capo quasi rassegnata disse di si. Le dissi però altre due cose che la mia ragazza aveva una casa vicino a Rimini e che quindi l’avrei tenuta d’occhio e che avrebbe dovuto indossare un costume bianco in quanto tutti avrebbero dovuto vedere la sua eccitazione montante se si fosse manifestata. Anche a questa richiesta mi fece di si con un gesto del capo al quale io sbottai dicendo che una schiava deve provare entusiamo ad obbedire al suo padrone e che avrebbe dovuto dire grazie padrone che si occupa della mia educazione. Giorgia ormai rassegnata affermò quanto gli avevo ordinato di dire.
Partita per le vacanze i primi giorni passarono come nulla fosse tra attività sportiva, giochi a carte e le classiche attività ludiche che si fanno in campeggio. Dopo qualche giorno però la castità forzata si faceva sentire e si vedeva Giorgia fare spesso la doccia, spesso fredda, la si scorgeva poi spesso camminare avanti e indietro nervosamente per la spiaggia segno che la sua resistenza cominciava a diventare sempre più difficile.
Per metterla ancora di più alla prova decisi di assoldare un mio amico palestrato affinchè la provocasse, questi stette al gioco e si divertì anche molto. Faceva finta di essere un semplice bagnante che passava di là e si fermava a guardarla puntandola sia con sorriso ammicante, sia puntandole le tette. L’astinenza forzata che ormai durava da una settimana e la non soddisfazione sessuale che provava in precedenza col marito furono un mix pazzesco: assistetti a un tipo di scena che non avevo mai visto, quando il mio amico la puntava si vedeva lo slip bianco del costume di Giorgia inumirsi dei suoi umori e lei imbarazzata tra le risatine dei spiaggianti, del marito e delle amiche andava a cambiarseli piena di vergogna.
Questa cosa proseguì per giorni e la sensaibilità di Giorgia a queste provocazioni diminuiva di giorno in giorno a un certo punto bastava che qualsiasi uomo mediamente piacente la guardasse negli occhi che si vedeva inzupparsi lo slip con i suoi umori intrisi di eccitazione.
Quando mancarono due giorni al ritorno a casa mi mandò un sms implorando pietà, dicendomi che non ce la faceva più descrivendo quelle scene che già conoscevo, ma le dissi che non se ne parlava proprio, allora lei mi chiese quale sarebbe stata la punizione in caso non fosse riuscita ad obbedire e ovviamente le dissi che sarebbe stata una sorpresa, che non glielo avrei potuto dire, ma sarebbe stata molto severa e si sarebbe pentita amaramente di quello aveva fatto permettendosi di disobbidre al suo padrone.
Il giorno dopo venni a sapere che aveva disobbdito al mio ordine della castità forzata, che non ce l’aveva fatta, poi lei con gesto di sincerità che apprezzai lo confessò in un sms chiedendomi pietà. Le dissi che non se ne parlava proprio e che al ritorno dalle vacanze sarebbe dovuta venire a casa mia con una spugna di ferro di quelle che si usa per pulire le pentole strumento col quale sarebbe stata punita.

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Inzest

Die Dienstreise Teil 2

Dienstreise Teil II

Nächtliche Überraschung

Meine Ablösung für den Zimmerservice hat mal wieder abgesagt. Also habe ich jetzt noch den Bereitschaftsdienst für die Nacht übernommen. Gegen 23:00 Uhr wird es endlich ruhiger und ich kann mich auf mein Zimmer zurückziehen. Ich lasse mich erschöpft aufs Bett fallen und schalte zur Entspannung den Fernseher an. Ups das ist ja der Pornokanal! Sofort muss ich an unseren Fick von heute Nachmittag denken.

Auf dem Bildschirm wird gerade eine blonde Schlampe von zwei Typen genommen. Ich hole also meinen harten Riemen raus und fange an zu wichsen. Immer wieder habe ich deine geilen, strammen Titten vor Augen und ärgere mich schon, dass ich es versäumt habe sie zu ficken. Plötzlich rappelt mein Pieper. Ich gehe runter in die Küche und liefere die Bestellung auf Zimmer 308. Hattest du nicht die Nummer 307? Ich lausche an der Tür und kann aber nichts hören. Ich frage also beim Portier nach ob du schon gekommen bist? Er bejaht meine Frage und der Gedanke macht sich in mir breit in dein Zimmer zu gehen.

Ganz leise öffne ich die Tür, nur der schwache Schein deiner Nachttischlampe verbreitet schummeriges Licht in deinem Zimmer. Schon durch den Wandspiegel sehe ich, dass du im Bett liegst und schläfst. Ich will schon wieder gehen, als mir einfällt was für eine geile Schlampe du doch bist. Du magst es bestimmt von einem dicken, harten Schwanz geweckt zu werden?

Mutig trete ich an dein Bett heran. Du liegst ganz ruhig auf dem Rücken. Das Bettdeck ist leicht verrutscht und gibt den Blick auf eine deiner herrlichen Brüste frei. Ich öffne meine Hose und fange an mit meiner harten Erektion den Nippel zu umkreisen, sofort wird er hart und scheint sich mir gierig entgegen zu stecken. Ein leises Stöhnen entrinnt deinen Lippen und du drehst dein Kopf zur Seite und wendest ihn mir zu, schläfst aber weiter.

Die Geilheit in mir steigt immer weiter an. Ich habe noch nie eine schlafende Frau in den Mund gefickt und diese Idee reizt mich sehr. Ich entkleide mich vollständig und streichle ganz leicht mit meinem harten Schwanz über deine Brust und wandere immer höher, an deinem Dekolletee hinauf über deinen Hals, bis mein zuckender Riemen deine Lippen ganz zart umkreist. Wieder ein leises Wimmern und Stöhnen von dir.

Ganz leicht öffnest du deinen Mund und meine Eichel findet den Weg in ihn hinein. Plötzlich öffnest du deine Augen, Panik in deinem Blick. Gerade als du los schreien willst, stoße ich tief in dein Mund und bringe dich somit zum Schweigen. Erst langsam wird deinem verschlafenen Geist bewusst, welch herrliche Überraschung dir gerade geboten wird. Sofort fängst du an gierig an meinem Schwanz zu saugen und erkennst in mir den Zimmerservice-Mann.

Du spürst sofort, wie sich dein geiler Fotzensaft in deiner Möse ausbreitet und deine Schamlippen vor Geilheit aufquellen. Immer härter ficke ich jetzt in deinen Mund. Dann gleite ich aus dir heraus und ziehe dich an den Haaren hoch.
“Los du kleine Hure, wichs meinen Fickriemen mit deinen Supertitten.” Befehle ich dir. Du setzt dich auf die Bettkante und ich stehe mit meiner pochenden Erektion genau vor dir. Sofort fängst du an ihn mit deinen Titten, deinen Händen und deinem Mund gierig zu bearbeiten. Ich lege meinen Kopf in den Nacken, fange an zu stöhnen und sage dir was für eine geile Schlampe du bist.

Du antwortest nur, dass du mich zu deiner kleinen männlichen Nutte machen wirst und ich dir gleich deine saftige Spalte auslecken muss. Du lässt von mir ab und dich selbst aufs Bett fallen, dabei öffnest du deine Schenkel und zeigst mir deine gierige, feuchte Fotze.

Ich lasse mich auf die Knie fallen und fange sofort an dich zu lecken. Immer wieder lasse ich meine Zunge durch die ganze Länge deiner Spalte fahren. Du Schreist mich an, dass ich geiler Hurensohn bloß nicht vergessen soll dein gieriges Arschloch auszulutschen und dich mit meiner Zunge ficken soll. Der unglaubliche Geschmack deiner Säfte breitet sich in meinem Mundraum aus und macht mich noch geiler.

Angefeuert durch deine Beschimpfungen fange ich an deine Löcher mit meiner Zunge und meinen Fingern zu stopfen. Ich spüre, dass du schon gleich kommst und umschließe fest deinen Kitzler mit meinen Lippen und sauge ihn tief in mich ein, während meine Finger deine Fotze und deine Rosette stopfen. Du kommst mit einer unglaublichen Heftigkeit und deine Muskeln in deinem Schritt kontrahieren so stark, dass ich Probleme habe dich weiter mit meinen Fingern zu ficken. Ich lasse mich jedoch nicht beirren und stopfe meine Finger noch härter und brutaler in dich. Jetzt schreist du nur noch, dass ich dich endlich mit meinem dicken Schwanz ficken soll.

Dein Orgasmus ebbt langsam ab und du entspannst dich merklich so das ich merke, dass deine zuckenden Löcher nun endlich bereit für meinen harten Prügel sind. Ich lasse dich aber noch ein bisschen zappeln und sage: “Na komm du kleines, geiles Miststück, dann zeig mir doch mal mit deinem Mund, wie du gleich von mir gefickt werden willst. Gierig umschließt du mit deinen Lippen meinen Schwanz und gleitest hart, schnell und tief meinen Schaft auf und ab. Immer wieder leckst du auch meine geilen harten Eier, die vor lauter Geilheit schon ganz eng zusammen gepresst in meinem Sack liegen und sich nur allzu gerne von deinen Lippen verwöhnen lassen.

Dann nimmst du wieder meinen harten Schwanz bis zum Anschlag in deinen Mund und saugst so hart du kannst. Jetzt erst spüre ich wie hart und brutal du wirklich gefickt werden willst.

Ich befehle dir dich vor das Bett zu stellen, dich dabei abzustützen und mir deinen knackigen Arsch und deine triefende Fotze schön entgegen zu strecken, damit ich dich auch gut ficken kann. Ich stoße nun so hart und tief in dich, dass du es kaum noch fassen kannst.

So hat dich noch niemals zuvor irgendjemand gefickt und du kannst gar nicht genug bekommen. Dann spüre auch ich wie der Saft in mir aufsteigt und sich in einem riesigen Spermaschwall entladen will. Auch du spürst das pulsieren in meinem Schwanz und fragst mich nur, ob es mir nicht gefallen würde dir alles in dein Gesicht und deinen Mund zu spritzen.
Zur Antwort stoße ich noch ein paar Mal kräftig zu und sage:

“Ja du unersättliche geile Sau, wenn ich ihn rausziehe, hocke dich schnell vor mich, damit ich dich schön einsauen kann.“

Augenblicklich ziehe ich ihn aus dir heraus und du wirfst dich mir zu Füssen. Du bist so geil auf meine Creme, dass du keinen Tropfen verpassen willst und hältst mir dein Gesicht, mit weit geöffnetem Mund hin. Ich spritze in mehreren Schüben ab und dein Mund und dein Gesicht sind voller Sperma. Es tropft von deinem Kinn auf deine Titten herunter und du massierst deine Gourmet-Titten mit meiner Sauce. Als ich endlich alles rausgepumpt habe, leckst du mir den Schwanz sauber und genießt den bitteren Geschmack.

Ich koste dann auch von meinem Saft, indem ich dir Deine geilen Titten ablecke. Noch ganz außer Atem gestehst du mir, dass du noch niemals zuvor so geil gefickt worden bist. Du fragst mich, ob ich mir mein kleines Zimmerkellnergehalt nicht durch ein paar Liebesdienste aufbessern will. Und dass du mich gerne für meinen Service bezahlen willst.

Warum nicht, denke ich mir. Ich hätte diese kleine Schlampe zwar auch immer umsonst gefickt, aber wenn sie es mir doch anbietet. Ich willige ein und du gibst mir einen Hunderter rüber und sagst, dasselbe bekommst du morgen Früh, noch mal, wenn du mich wieder so weckst. Du merkst noch an, dass du in nächster Zeit noch öfter kommen, musst und du dich über eine erfolgreiche Geschäftsbeziehung mit mir sehr freuen würdest.

Dann sagst du: Und nun verschwinde du geiler Ficksack, meine Möse braucht ihren Ruheschlaf, damit sie dich morgen wieder schön melken kann. An der Tür drehe ich mich abermals zu dir um und schaue dir lächelnd in die Augen.

Du sagst noch: „halt dich schön fit, denn ich habe noch ganz andere Sachen mit dir vor, als einfach nur zu ficken.“

Ich ziehe die Tür von Außen zu und Frage mich ob ich mich vor deiner Ankündigung fürchten soll? Dann muss ich grinsen und freue mich auf die Dinge, die du noch von mir verlangen wirst.

Es ist ein schönes Gefühl, dass ich jetzt dein Liebesdiener bin. Drinnen in deinem Zimmer breitet sich ein einmaliges Gefühl in dir aus. Du genießt die erkaufte Macht über mich und kommst dir vor wie eine Herrscherin. Vor lauter geilen Ideen kannst du kaum einschlafen tust es dann aber doch und träumest davon, wie ich dich beim nächsten Mal fesseln und schlagen soll. Du wirst wohl mal in einen Sexshop gehen müssen, um dir neues Spielzeug zu kaufen, mit dem ich dich dann nach deinen Anweisungen bearbeiten muss.

Am nächsten Morgen wirst du mit meiner Zunge in deiner Fotze wach und brauchst ein bisschen, um zu realisieren, dass dein Traum vom Sexsklaven wahr geworden ist.

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il custode 2

La mattina seguente mi alzai e ripensando alla sera prima e al custode, al suo cazzo odoroso e sporco e a come mi aveva usato era di nuovo eccitato. mi sono alzato di corsa e sono andato in bagno nella speranza che nessuno notasse la mia eccitazione. arrivato in bagno mi feci una sega paurosa infilandomi il manico della spazzola nel culo; feci una sborrata fantastica, nel bagno c’era odore di sperma, me l’ero fatta sulla pancia e da li colava sui pochi peletti che erano presenti sul mio pube, era ancora indietro con lo sviluppo nonostante i miei 14 anni, avevo un cazzo non troppo grosso, pochi peli solo li, palle e culetto liscio e devo dire che non mi sorprendeva che ai miei amici piacesse farlo con me.
Sono andato a scuola ma ero mentalmente assente, ero impaziente di rivedere il custode, alle 18 dovevo stare presso il suo casolare vicino ai campi da tennis, la mattinata a scuola sembrava non finire mai, alla campanella d’uscita mi involai verso l’autobus per arrivare a casa il più velocemente possibile e fare subito tutti i compiti. passavano le ore e nel pomeriggio passarono a chiamarmi gli amici ma io dissi di sentirmi poco bene e che non sarei uscito quel giorno. Angelo preoccuopato mi chiese se c’entrava qualcosa quello che ci era successo la sera prima e io dissi – no tranquillo quel porco si è sfogato e mi ha lasciato andare -.
Erano quasi le 18 e mi incamminai verso il casolare del custode dei campi da tennis.
mentre mi avvicinavo ero preso da un misto di eccitazione e paura; rimasi un pò impalato davanti alla porta ma alla fine bussai, sentii la sua voce forte e molto autoritaria che diceva avanti. appena dentro sentivo il suo odore di uomo, aveva un odore forte di sudore, da uomo che aveva faticato tutto il giorno. la sua casetta era piccolina, appena entrati c’era una sorta di salottino con divano, tv e un angoletto per cucinare, poi c’era il bagno e una sola camera con un lettone vecchio.
Quando mi vide disse – ah sei tu troietta, allora sei venuto, ti è piaciuto il mio cazzo ieri -; io non dissi niente ma il mio silenzio suonò certamente come un si, infatti mi disse: – fai una cosa vai di la nella camera spogliati e aspettami che arrivo subito, vado in bagno e arrivo -.
Andai di la mi spogliai e aspettai che arrivasse, poco dopo arrivò completamente nudo, la sera prima solo il cazzo avevo visto, era bassino, peloso, cazzo corto e largo, pancia molto pelosa, si sentiva tutto il suo odore misto di sudore e piscio, si mise

sul letto e mi disse e brava la mia troietta ora devi farmi godere.
Mi ordinò di iniziare a leccarlo sul corpo, mi fece leccare i capezzoli e avevo vicino le ascelle che emanavano un forte odore di sudore, mentre leccavo lui mi toccava il culo sembrava impazzire per il mio culetto liscio, ci infilava dentro le dita e ci giocava ad un certo punto mi disse di prenderglelo in bocca e io ovviamente non mi feci pregare, appena preso in bocca quasi vomitavo ma resistetti, sapeva di piscio, mi ordinò di pulirlo per bene e di leccare anche le palle. dopo poco che lo pompavo mi disse – che bella troia che sei! ora però devi dimostrarmi obbedienza e allora scendi e leccami i piedi -. non sapevo cosa fare, rimasi fermo e allora lui mi prese per i capelli e mi disse – dai troia fai quello che ti chiedo, fai godere il tuo uomo -. mi ritrovai a lavorare con la lingua su quei piedi sporchi e odorosi, ma la cosa stranamente mi eccitava. mentre leccavo i piedi mi aveva fatto posizionare con il mio culetto verso la sua faccia e lui continuava a giocarci, ogni tanto mi srizzava palle e cazzo, mi diede anche delle sculacciate. ad un certo punto mi fece mettere a pecora sul letto e mi disse – ora il tuo uomo ti scopa bella troietta -; sputò sul buco e mi impalò. Ho sentito dolore quando è entrato ma ben presto divenne piacere, quando mi venne nel culo simultaneamente sborrai anche io senza toccarmi, se ne accorse e mi disse – brava la mia troietta -; poi mi fece alzare e mi disse – vieni in bagno che me lo pulisci -. mi fece mettere nella vasca da bagno, mi mise il cazzo in bocca sporco di sperma e degli umori del mio culetto e me lo spinse dentro dicendomi -dai puliscilo – e era ormai moscio ma ad un certo punto sento qualcosa di caldo e di acre che invade la mia bocca, mi stava pisciando in bocca e mi teneva la testa; appena mi lasciò sputai il più possibile. Senza preoccupazione mi disse: – giovedì è il mio giorno libero passa alla solita ora che ti faccio divertire con un mio amico e ricordati di non mancare -.
arrivai a casa e corsi in bagno a lavarmi con la paura che potesse sentirsi l’odore di piscio e cazzo che avevo indosso.

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Eine heisse Nacht 2

Eine heisse Nacht

Den ganzen Tag über hatte die Sommersonne die Welt in einen regelrechten Backofen verwandelt. Obwohl es inzwischen fast 23:00 Uhr war, lagen die Temperaturen immer noch über 20° und im Zimmer war es, trotz der geöffneten Balkontür, noch einige Grad heisser.

Jan freute sich, dass seine jüngere Schwester Miriam ihn an diesem Abend endlich mal wieder besuchte. Die Geschwister hatten sich nämlich einige Wochen nicht gesehen.

Die beiden lagen nebeneinander auf der Schlafcouch seines winzigen Zweizimmerappartements und schauten fern.

Scham voreinander kannten sie nicht, da sie sich schon als Kinder beim Baden regelmässig gegenseitig nackt gesehen hatten. Sogar noch als Teenager waren sie, wie selbstverständlich, auch gemeinsam unter die Dusche gegangen.

So verwunderte es nicht, dass Bruder und Schwester aufgrund der brütenden Hitze nicht den winzigsten Fetzen Stoff am Leib hatten.

Miri stützte sich auf und griff über Jan hinweg nach der Fernsehzeitung.

Dabei strich eine ihrer Brüste federleicht über sein bestes Stück. Vollkommen unbeabsichtigt, sie war sich der Berührung nicht einmal bewusst.

Jan schon…

Irgendetwas in seinem Kopf machte in diesem Moment >KLICK!<.

Aus dem Augenwinkel linste er neugierig auf den nackten Körper seiner Schwester, als würde er sie heute zum ersten Mal unbekleidet sehen.

Warum hatte er sie eigentlich noch nie so genau betrachtet?

Mutter Natur hatte Miri nämlich vollendete Formen geschenkt.

Lange blonde Haare, die in lockigen Wellen ihr ebenmässiges Gesicht umrahmten. Blaue Augen, die wie zwei Sterne strahlten, wenn sie lachte. Eine 1,70m grosse schlanke Figur, mit endlos langen Beinen. Volle Brüste, die, obwohl sie jetzt natürlich von keinem BH gebändigt wurden, fest und prall von ihrem Oberkörper abstanden und von keck nach oben zeigenden Nippeln gekrönt wurden. Eine Taille, die er ohne Schwierigkeiten mit beiden Händen hätte umgreifen können. Ein Hintern, der eigentlich nur mit dem Wort >Pfirsichärschchen< zu beschreiben war.

Ihr Aussehen hätte bei jedem Mann ein lüsternes Funkeln in den Augen erzeugt.

Wohlgemerkt, bei JEDEM Mann, ausser bei ihm.

Zumindest bisher…

>>Wenn sie nicht meine Schwester wäre, würde ich sie bestimmt nicht von der Bettkante schubsen!<<

Leider blieb aber auch eine sehr gut sichtbare körperliche Reaktion nicht aus, sodass Jan über seine eigenen Gedanken erschrak und den Blick wieder stur auf den Bildschirm richtete.

Er hätte er vor Scham in den Erdboden versinken können!
Nicht nur, dass sein Schwanz aufgrund seiner nicht ganz alltäglichen Phantasien aufgewacht war!
Nein! Er weigerte sich auch noch standhaft, sich wieder hinzulegen!
So lag er nun mit einem Ständer neben seiner Schwester, die ihr Gesicht hinter der TV-Blöd versteckte.

Miri schlinzte neugierig am Rand des Hefts vorbei und betrachtete amüsiert die Bescherung, die sie, ohne es zu wollen, angerichtet hatte.
Sie war erst aufmerksam geworden, als der Schwan den Hals ziemlich weit reckte.
Das war aber auch ein richtiger Hammer, den Jan da mit sich rumtrug!
Und war es nicht süss, wie er schamviolett anlief, als es ihm schliesslich gelang, seine Augen von ihr loszureissen?

Damit würde sie ihren Bruder schön aufziehen können!
Heute Abend allerdings nicht, dazu fehlte ihr die Lust.
Aber irgendwann würde sich schon eine Gelegenheit ergeben….

Ausserdem fand sie es auf eine irgendwie unmoralische Art auch ganz schmeichelhaft, dass ihr Anblick bei ihrem Bruder einen Steifen verursachte.

Bei der genaueren Betrachtung, der sie Jan jetzt unterzog, fiel ihr plötzlich auf, dass er auch sonst gar nicht mal schlecht aussah.

Dunkelblond, ein offenes freundliches Gesicht. Zwar gerade 1,75m, aber mit harten, sehnigen Muskeln, die sich bei seiner geschmeidigen Art sich zu bewegen, deutlich unter seiner leicht gebräunten Haut abzeichneten. Und sein charmantes Lächeln hatte schon bei so mancher ihrer Freundinnen weiche Knie verursacht.

>>Wenn er nicht mein Bruder wäre, würde ich ihn bestimmt nicht von der Bettkante schubsen!<<
Ach du Schande!
Sie wurde ja feucht!
Um den Druck auf ihr plötzlich heftig kribbelndes Döschen ein wenig zu dämpfen, spreizte sie unwillkürlich die Schenkel.
Die Bewegung veranlasste Jan erneut zur Seite zu sehen.

Genau zwischen die Beine seiner Schwester…

Ein sanft geschwungener Venushügel leitete seinen Blick auf Miris rasierte Muschi. Sein Schwanz, der sich gerade noch überlegt hatte, ob er doch wieder schlafen gehen sollte, erhob sich schlagartig wieder.

Was Miri, die genau hinsah, nicht entging.

Ein imaginärer kleiner Teufel trieb sie an, ihren Bruder noch ein wenig zu ärgern.

Sie setzte sich auf, beugte sich, ohne ihn zu berühren, über Jan und begann, in ihrer neben der Couch stehenden Tasche zu kramen.
Ihre nicht gerade kleinen Titten hingen dabei genau in seinem Blickfeld.

“Kannst du dich eventuell wieder hinlegen?”

“Gleich. Ich will nur auf mein Handy gucken, ob ich eine neue Nachricht habe!”

Miri tippte auf der Tastatur ihres Mobiltelefons herum und tat so, als würde sie irgendwelche SMS lesen.
Tatsächlich aber schielte sie wie gebannt auf den neben ihren Brüsten aufragenden Schwanz.
Der Schwanz sah so verlockend aus! Wie gern hätte sie ihn angefasst!! Nur ein einziges Mal!!!

Plötzlich wurde sie aus ihren Träumen gerissen.

Jan hatte genug! So lange konnte doch keiner brauchen, um sich eine oder zwei SMS anzusehen!

Und so nett die Seitenansicht seiner Schwester auch war, der Anblick, den sie ihm vorher geboten hatte, war wesentlich interessanter gewesen.

Obwohl, ihre grossen Möpse, die da seine Sicht behinderten, hätte er gern mal angepackt…

Moment mal! Warum eigentlich nicht?

Er griff beherzt zu und drückte ihre rechte Brust zweimal.

“MÖÖÖT! … MÖÖÖT… Nachricht für Miri! Hinlegen! Ich will den Film sehen!”

“Ist ja schon gut!”

Gespielt beleidigt streckte sie ihm die Zunge heraus, warf das Handy auf den Couchtisch und machte es sich in halb sitzender Position neben Jan bequem.

Allerdings juckte ihr das Fötzchen jetzt sogar noch heftiger als zuvor, denn als er ihre Brust sachte gequetscht hatte, war das für Miri wie ein leichter elektrischer Schlag gewesen.

Jedoch keiner der unangenehmen Sorte. Im Gegenteil…

So konnte sie gar nicht anders, als ihre schlanken Schenkel wieder zu spreizen.

Sogar noch ein wenig weiter als eben. Und das ganz bewusst…

Was ihrem Bruder einen wunderbaren Blick aufs Himmelreich ermöglichte.

Im blauen Schimmer des Fernsehers konnte er Miris innere Schamlippen erkennen, die von ihrem vorwitzig hervorlugenden Kitzler gekrönt wurden.

Ebenso, wie Miri beobachten konnte, wie sich langsam ein winziger Tropfen an der Spitze von Jans hartem Schwanz bildete.

Unabhängig voneinander hatten die Geschwister das Gefühl, als würde die Luft um sie herum vor Spannung knistern.

Ihre Blicke wurden wie magisch von den edelsten Teilen des anderen angezogen, wobei sich ihre Augen ab und zu für den Bruchteil einer Sekunde trafen.

Obwohl sie so taten, als würden sie weiterhin interessiert der Sendung im Fernsehen folgen, wussten bald beide, wohin der andere wirklich sah.

Was sie jedoch nicht im Geringsten störte. Eher das Gegenteil war der Fall.

Immer erregter werdend, genossen sie die Blicke, die sie werfen durften. Und natürlich auch, sich dem anderen zu präsentieren.

Ständig versuchten sie, ihre Vorzüge noch vorteilhafter in Pose zu bringen.

Wie gern hätte Miri jetzt ihr juckendes Pfläumchen gerieben!

Wie gern hätte Jan jetzt seinen pochenden Schwanz massiert!

Herr Im Himmel! Wenn sie doch bloss nicht Geschwister wären!

Dann hätten sie ihren Wünschen und Gefühlen freien Lauf lassen können!!

Fast eine Viertelstunde lang ging das so, bis sie so dicht nebeneinander lagen, dass sich ihre Körper fast berührten.

Inzwischen war Miris Verlangen, Jans Schwanz in die Finger zu bekommen, unerträglich geworden.

Sie entschloss sich, ein weiteres Element in ihr beider Spiel einzuführen und griff zu.

“MÖÖÖT! … MÖÖÖT… Nachricht für Jan! Kannst du dein drittes Bein mal runternehmen? Das Teil ist in meinem Blickfeld!”

Ihr Bruder hätte beinahe abgespritzt, als sich ihre Hand sanft um seinen Prügel schloss.

Sich mühsam beherrschend, presste er zwischen den Lippen hervor:

“Geht leider nicht. Ist eine temporäre Lähmung…”

Ihre Antwort kam in einem spöttischen Ton, während sie den Prügel ihres Bruders weiterhin umschlossen hielt.

“Soll ich ihn massieren? Vielleicht wirds dann besser…”

Ein-, zweimal glitten ihre Finger den Schaft rauf und runter. was die Situation für Jan nicht verbesserte…

“Nö, lass mal. Das mach ich selbst, wenn es sich in ein paar Minuten nicht gelegt hat…”

“OK…”

Miri zog ihre Hand wieder zurück und wartete sehnsüchtig ab, was sich Jan nun wohl einfallen lassen würde, um im Gegenzug ihr zwischen die Beine zu greifen.

Denn, dass er das wollte, erkannte sie daran, dass er seinen Arm immer wieder nervös bewegte, so, als wüsste er nicht, wohin er ihn legen sollte.

Sie wurde nicht lange auf die Folter gespannt

Keine zwei Minuten später, legte sich seine Hand auf ihre, inzwischen ziemlich nasse, Möse und glitt sanft streichelnd darüber.

Der Schauer, der ihr dabei über den Körper lief, war zwar noch kein Orgasmus. Aber sehr nahe dran…

Betont gelassen sagte Jan:

“Entschuldige. Da saß gerade eine Mücke, die ich vertreiben wollte.”

“Keine Ursache.”

Sie hätte explodieren können, als er seine Hand wieder wegnahm! Daher sagte sie fast beiläufig:

“Könntest du mich eventuell dort auch mal kratzen? Ich glaube, das Vieh hatte schon zugestochen…”

Ihr Bruder war erstaunt, aber nicht überrascht. Miri wollte, dass er ihr Fötzchen noch mal anfasste? OK, kein Problem!

“Mach ich doch gern, Schwesterherz.”

Sein Finger tastete vorsichtig nach ihrer Liebesperle, rieb sanft darüber und wanderte dann noch ein Stückchen weiter herunter.

Miris Lustgrotte war von ihren Säften so glitschig, dass er ohne den geringsten Widerstand in sie hinein flutschte.

“Jaaa…! Genau da…! Da juckt es…!”

“Soll ich noch ein wenig weiterkratzen?”

“Ich… ich bitte darum…!”

Ganz langsam begann Jan seine Schwester zu fingern.

Miri keuchte lustvoll auf.

“Miri?”

“Ja…”

“Ich glaub, ich hätte jetzt doch nichts dagegen, wenn du es bei mir mit einer entspannenden Massage versuchst…”

Sie lächelte, nickte mit einem geilen Funkeln in den Augen, griff zu ihm herüber und begann im Gleichttakt zu seinen Bewegungen seinen Schwanz zärtlich zu streicheln.

Unter immer heftiger werdendem Keuchen und Stöhnen, fuhren die Geschwister fort, sich gegenseitig manuell zu befriedigen.

Beide genossen den Reiz des Verbotenen, welcher ihre Lust immer mehr steigerte.

Je schneller Miri seinen Schwanz wichste, desto schneller vibrierte Jans Hand auf ihrem Kitzler.

Und umgekehrt…

Unter leise geäußerten Lustlauten geilten sie sich an der Erregung des anderen auf, erregten sich an der eigenen Geilheit und trieben sich so immer weiter in Richtung Höhepunkt.

Jan war der erste, der sich nicht mehr halten konnte.

In langen Schüben spritzte die Sahne aus ihm heraus. Dabei krampfte sich seine Hand fest in Miris nasses Mösenfleisch und gab damit wiederum der den entscheidenden Kick.

“Uuuuuuuuuuh…!!!”

“Jaaaaaaaaah…!!!”

Mit summenden Körpern lagen Bruder und Schwester da, bis sie sich schließlich aufrafften, den reichlich geflossenen Schweiß und andere Körperflüssigkeiten, mit wahllos ergriffenen Kleidungsstücken aus dem Haufen neben der Couch, zu entfernen.

Erst im Nachhinein fiel Jan auf, dass es Miris Top war, mit den er sich da abtrocknete.

Der betörende Duft ihres Parfüms haftete daran. Vermischt mit dem seines Spermas war dieser Geruch einfach nur erregend!

Er beschloss das Teil, selbst wenn Miri protestieren würde, zu behalten.

Als Erinnerung an dieses Erlebnis, und um sich gelegentlich damit einen von den Palme zu schütteln!

Miri rieb sich derweil mit Jans T-Shirt trocken.

Sein herbes Rasierwasser und ihre eigenen Geilsäfte vermischten sich zu einem Aroma, dass ihre Muschi sofort wieder kribbeln ließ.

Sie würde es für sich beanspruchen, und wenn Jan sich auf den Kopf stellte!

Eine hübsche Trophäe, an der sie in einsamen Nächten riechen konnte, während sie sich selbst zum Orgasmus streichelte!

Nachdem sie sich gesäubert hatten, versanken sie wieder vollkommen in ihren eigenen Traumwelten und genossen schweigend das Geschehene.

Irgendwann, keiner der beiden wusste, wie lange es gedauert hatte, ob nur wenige Augenblicke, ein paar Minuten, eine Viertel-, oder gar eine halbe Stunde, flüsterte Miri heiser:

“Scheisse! Weisst du was? Ich bin sowas von geil! Wenn du nicht mein Bruder wärst, würde ich auf der Stelle mit dir poppen!”

Jan krächzte zurück:
Ich sah Ihre zweite facebook “sarah.msarha”, von den Fotos, die ich gesehen habe, haben Sie wirklich Sex mag
“Ehrlich gesagt, mir geht´s nicht anders. Wenn du nicht meine Schwester wärst, würde ich dich ohne zu zögern auf den Balkon schleppen.”

“Häh?”

“Zum Vögeln ist es mir hier drin zu heiss. Draussen ist es kühler…”

Miri schwieg einen Moment. Dann erhob sie sich plötzlich.

Verwundert fragte Jan:

“Wo willst du denn jetzt hin?”

“Auf den Balkon und mein Döschen nochmal zum Orgasmus reiben. Du hast gerade selbst gesagt, dass es da kühler ist, oder?”

“Was dagegen, wenn ich mitkomme?”

“Willst du perverser Lüstling die Liebesgrotte deiner Schwester als Stimulans benutzen, um deinem einäugigen Mönch die Glatze zu polieren?”

Jan grinste breit.

“Nö, ich komm nur mit, damit du verdorbenes Stück meinen Schwanz als anregendes Anschauungsmaterial hast, während du deine Muschi massierst…”

Miri grinste zurück.

“Ich wollte dir eigentlich nur zu verstehen geben, dass ich nichts dagegen habe, dass du dir einen wichst, während du mir beim masturbieren zusiehst…”

Gefahr, dass jemand die Geschwistern bei ihrem Treiben würde beobachten können, bestand nicht.

Der Balkon lag an der dem träge dahin fliessenden Fluss zugewandten Seite des Hauses und Jans Vermieter waren zur Zeit im Urlaub.

Miri setzte sich mit weit gespreizten Beinen auf den Tisch und begann ohne Umschweife ihr Fötzchen eifrig zu bearbeiten, während Jan etwa einen Meter vor ihr stehen blieb und seinen Prügel glattschliff.

“Verdammt! Mir juckt die Pussy zum Verrücktwerden!”

Immer schneller wirbelten ihre Finger am Eingang der Lusthöhle, drangen ab und zu darin ein, nur um eine Sekunde später wieder an ihrer Liebesperle zu zaubern.

Noch lieber hätte sie jetzt allerdings etwas anders dort gespürt.

Sie wollte gerade den Mund öffnen, um etwas in dieser Richtung zu sagen, da kam Jan ihr zuvor.

“Ich muss schon sagen, es sieht wirklich geil aus, wie du dein Fötzchen fingerst! Am liebsten würde ich auf der Stelle niederknien, um dem Heiligen Cunnilingus, Patron der Zungenfertigen, zu huldigen.”

Miri lächelte und zwinkerte ihm zu.

“Keine schlechte Idee. Kannst du gern machen. Aber nur wenn ich dann auch ein Gebet zu St. Fellatio, dem Schutzheiligen der Bläser, sprechen darf…”

“Wenn du möchtest…”

“Natürlich möchte ich! Also komm her, grosser Bruder und leck mir die Pflaume! Und stell dich so hin, dass ich dir dabei schön den Schwanz lutschen kann!”

Jans Schwengel hing eisenhart über Miris Gesicht, als er sich über sie beugte.

Zuerst hauchte er nur einen leichten Kuss auf ihren Kitzler, doch als ihr Blasemund daraufhin gierig nach seiner Latte schnappte und genüsslich daran zu saugen begann, leckte, äh, legte er ebenfalls los.

Er setzte dabei jeden Trick und jeden Kniff, den er kannte ein, um ihr Fötzchen aufs Herrlichste zu verwöhnen.

Flink raspelte seine Zunge über ihre Liebesperle, umrundete diese, bewegte sich weiter, teilte die rosigen Schamlippen und drang schliesslich tief in die Liebesgrotte ein. Dann wieder saugte er einzeln an den Schamlippen, fuhr mit der Zunge über die gesamte Länge durch die heisse Spalte, oder bedeckte das rosige Fötzchen mit schmatzenden Küssen.

Unter einem heiseren Stöhnen, von dem niemand wusste, kam es von ihr, kam es von ihm, schleckte er voll Wohlbehagen die reichlich fliessenden Geilsäfte seiner Schwester auf.

Als er ihre Schamlippen mit zwei Fingern spaltete, um besser an das rosige Innere ihrer Plaume zu kommen und dann seine Zunge tief hinein tauchte, spürte Miri, wie sich ein erneuter Orgasmus in ihr aufbaute.

“Jaaah…! Leck meine Möse, Jan…! Jaaah…! Jaaah…! Leck sie…! Leeeck sieee…!”

Sie liess sich übrigens ebenfalls nicht lumpen, wenn es darum ging, ihm ihre Fähigkeiten zu beweisen.

Mal züngelte sie an seinen Eiern, dann wieder an dem kleinen Schlitz vorne an seiner Eichel. Nur um im nächsten Augenblick den Prügel ganz tief in sich hineinzusaugen und ihn über die gesamte Länge mit ihren sanften Lippen zu bearbeiten.

In Jans Kopf drehte sich alles. Da er schon einmal abgespritzt hatte, konnte er es jetzt so richtig geniessen, wie seine Schwester seinen Schwanz verwöhnte. Und sie war ohne Zweifel eine begnadete Schwanzlutscherin!

Doch so geil es war, von ihr einen geblasen zu bekommen, etwas anderes wäre jetzt noch geiler gewesen!

Nach etwas mehr als fünf Minuten löste er seinen Kopf von der nässenden Möse und keuchte:

“Soll ich dir mal was sagen? Ich muss mich schwer beherrschen, dich nicht zu packen, umzudrehen und dir meinen Schwanz in die Fotze zu rammen!”

In Miri tobte derweil ebenfalls ein Sturm der Erregung und wenn Jan nichts gesagt hätte, wäre der Vorschlag ihr perverses Treiben auf die Spitze zu treiben, von ihr gekommen!

Spätestens nach ihren nächsten Abgang…

Also waren ihre nächsten Worte nicht verwunderlich.

“Dann tu´s doch einfach!”

“Du meinst…?!”

“Ich meine! Schieb mir deinen Schwanz in die Möse! Egal in welcher Stellung! ABER FICK MICH ENDLICH!!!!!!!!!!!”

“Du hast es so gewollt…!”

Es war nur eine Sache von Sekundenbruchteilen, in denen Jan seine Worte wahr machte.

Er liess ihr nicht einmal Zeit dazu, Luft zu holen, da stand er auch schon zwischen ihren weit gespreizten Schenkeln, setzte seinen Fickspeer an ihrer Fotze an und trieb ihn mit einem lustvollen Stöhnen hinein.

Die Antwort seiner Schwester bestand aus einem wahren Jubelschrei, sobald sie den Schwanz in ihrer Möse spürte.

Ihre Hände krallten sich in Jans Hintern und rissen seinen Unterleib regelrecht nach vorn.

Wieder und wieder und immer wieder…

“JAAAAH…! Ooooh…! Jaaah…! Das ist geil…! Jaaah…! Geil…! Sooo geeeiiil…!”

“Jaaah…!”

“Los, grosser Bruder…! Zieh deine geile Schwester richtig durch…! Stoss fester…! Bums mich…! Fick mich…! Jaaah…! Jaaah…! Jaaah…! Jaaah…! Jaaah…!”

Selbst wenn jemand die Gelegenheit gehabt hätte, sie zu beobachten, den Geschwistern wäre es scheissegal gewesen! Sie befanden sich auf einer wilden Wahnsinnsfahrt ins sinnberauschende Reich des hemmungslosen Inzests und hatten nur noch eines in Kopf:

Den heissen, erregenden, geilen Sex miteinander bis zur Neige auszukosten und sich die Seele aus dem Leib zu vögeln, selbst wenn der Himmel einstürzte!

Wahrscheinlich hätten sie das nicht einmal bemerkt und dann einfach weiter gemacht!!!

Beide waren schweissüberströmt, die salzige Flüssigkeit mischte sich auf ihren Körpern.
Miris lange Fingernägel krallten sich in Jans Rücken, wo sie blutige Striemen hinterliessen.
Die Hände ihres Bruder quetschten ihre massiven Titten und zwirbelten ihre Nippel.
Doch das bekamen sie nur ganz entfernt am Rande mit. Dazu waren sie viel zu vertieft in ihr Tun.

Fleisch klatschte auf Fleisch, wenn sich der harte Schwanz in einem schnellen Rhythmus heftig und tief in die saftige Fotze bohrte.

“Jaaa…! Schneller…! Tiefer…!”

“Dreh dich um…! Ich will dich von hinten vögeln…!”

“Fick…! Jaaa…! Fiiick…! Fiiiiick…!”

“Ist das geil…! Sooo…! Geeeiiil…!”

“Setz dich hin und lass mich auf deinem Schwanz reiten…!”
“Oooh, Miri…! Miri…! Miri…! Miiiriii…!”

“JajajajajajajajajajajajajaJAN…!!!”

Sie waren bald nur noch fähig, kurze, abgehackte, unartikulierte Laute der Lust von sich zu geben.

“Uh…! Uh…! Uh…! Uh…! Uh…! Uh…! Uh…!”

“Haaa…! Haaa…! Haaa…! Haaa…!”

Eine scheinbar unendliche Zeitlang genossen sie einander.
Bis die in ihnen wirbelnden Gefühle abrupt endeten…
Und zwar in einem wahnsinnig intensiven gemeinsamen Orgasmus, wie ihn beide so noch nie erlebt hatten!!!

“AAAAARRRRRGGGGGHHHHH!!!!!”

“UUUUUUUUUUHHHHHHHHHH!!!!!”

Atemlos sahen die Geschwister einander in die Augen.

Jans Schwanz erschlaffte und ploppte leise aus Miris Muschi, aus der nun in einem stetigen Strom das Sperma ihres Bruders, vermischt mit ihren eigenen Säften, quoll.

Keiner sagte ein Wort.
Das war auch nicht nötig.
Niemals wieder würde Sex für sie so befriedigend sein.
Zumindest nicht, wenn sie ihn mit einer anderen Person hätten.

Sie hatten Blut geleckt und wollten mehr!

Ihre Lippen trafen sich nun zum allerersten Mal in einem langen, alles begehrenden und alles versprechenden Kuss.
Dann schleppten sie sich zurück ins Zimmer, wo sie in einen tiefen Schlaf fielen, der fast schon einer Bewusstlosigkeit glich.
Als Miri am nächsten Morgen erwachte, lag sie eng an Jan gekuschelt in seinen Armen.

Ihr Bruder betrachtete sie mit einem Blick, der irgendwo zwischen dem eines frisch verliebten Jungen und dem eines alten geilen Bocks lag.

Sein harter Schwanz drängte sich an ihren Schenkel.
Sie lächelte ihn an und rieb sich sachte an ihm.
Ihr eigener Blick schwebte zwischen dem eines schwärmenden Schulmädchens und dem eines versauten Luders.
“Nochmal?”

“Nochmal!”
“Lüstling!”
“Selber!”

Jan hörte Miris leises zufriedenes Aufseufzen, als er erneut in seine Schwester eindrang.

Was nun folgte, war allerdings nicht die wilde tierische Lust des Vorabends, sondern das sanfte, aber dennoch heftige, Liebesspiel zweier Menschen, die endlich den perfekten Sexpartner gefunden hatten…

Entgegen ihres Vorhabens zog Miri ihren Bruder dann doch niemals mit der körperlichen Reaktion auf, welche der Auslöser für das inzestuöse Geschehen gewesen war.
Dafür besuchte Sie ihn jetzt öfter, damit sie ihn möglichst oft an seinem herrlichen Schwanz ins Bett ziehen konnte, wo er ihre geile Fotze dann natürlich jedes Mal richtig durchzog…

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Autopanne 2

Autopanne 2
Angewidert schaue ich dich an,aber da mein Magen mir klar macht ,Mädel du brauchst was zu
essen, und ich auch sehe dass du es Ernst meinst ,nicke ich mit meinem Kopf.
Du grinst löst meine Hände,ziehst mich hoch und bindest sie hinter dem Rücken wieder zusammen .
Daraufhin sagst du in strengem Ton:“ Wage nicht mal ansatzweise zu flüchten denn sonst könnte es
weh tun !“ Aus Angst vor Schmerzen nicke ich erneut und du löst mir somit meine
Fußfesseln,ziehst mich ein Stück nach vorne, um mich dann an den Haaren nach unten zu drücken
auf die knie.Dann holst du mir den Knebel aus dem Mund.
Schon holst du deinen halbsteifen Schwanz aus deiner Hose um ihn mir direkt vor den Mund zu
halten.Ich rieche einen feinen Moschusgeruch und öffne ganz langsam den Mund und lecke mit der
Zunge vorne an der Eichel.Dann stülpe ich meinen Mund darüber und fange an fast zärtlich daran
zu saugen.Dir gefällt die Art und Weise und du schließt genießerisch die Augen.Langsam schiebe
ich den Mund weiter darüber und nehme ihn Stück für Stück tiefer in den Mund und fange auch an
etwas stärker zu saugen.Da es gar nicht eklig ist wie ich erst dachte fängt es an mir Spaß zu machen
und ich werde schneller was du mit einem tiefen Stöhnen belohnst.Da dein Schwanz beachtliche
Ausmaße hat habe ich Mühe ihn ganz rein zu nehmen ohne ein leichtes Würgen daher nehme ich
ihn nur so tief rein wie ich kann und sauge und lecke mittlerweile schnell und intensiv.
„Baby du machst das richtig gut“ stöhnst du mit tiefer Stimme und lässt dich komplett gehen.
Ich sauge und lutsche immer schneller weil ich jetzt auch wissen möchte wie du schmeckst.
Da es sehr scharf für dich ist und du auch merkst was ich vorhabe hälst du dich auch nicht mehr
zurück und ich spüre wie dein Schwanz anfängt zu pulsieren.
Daraufhin gebe ich nochmals alles und schon nach kurzer Zeit stöhnst du laut auf und ergießt dich
in meinen Mund.Ich habe Mühe alles zu schlucken während du mit mehreren Spritzern kommst.
Ein Teil davon läuft mir am Mundwinkel runter und tropft auf den Boden.
Du gehst einen Schritt zurück steckst deinen Schwanz wieder in die Hose und sagst lächelnd :Brave
Stute dafür darfst jetzt auch essen „
Du stellst mir das Tablett mit einer dampfenden Suppe und was zu trinken hin und löst mir die
Hände.Gierig nehme ich den Löffel und esse schnell die Suppe auf (Wer weiß wann ich das nächste
mal was bekomme) und trinke auch den Becher Wasser schnell leer.
Kaum dass ich fertig bin,bindest du mir gleich wieder die Hände hinter dem Rücken zusammen und
ziehst mich hoch.
Dann schaust du mich von allen Seiten an um in strengem Ton zu äußern :tztz was für eine
verschmutze Stute du doch bist.Da brauchst du wohl eine Dusche.“
Kurzerhand ziehst du mich hinter dir her Richtung Haupthaus und gehst geradewegs ins Bad mit
mir.
Kaum im Bad angelangt merke ich auch meine Blase und frage dich daher leise ob ich mich
erleichtern dürfte.
„Ja sicher setz dich hin und anschließend ab unter die Dusche mit dir“ sagst du etwas verärgert.
„So kann ich nicht so vor dir „sage ich beschämt woraufhin du ärgerlich dich umdrehst und schon
etwas böse sagst“ Nu aber los „
Schnell setze ich mich hin ,erleichtere mich und flitze unter die Dusche.“Fertig“ sage ich zu dir und
sofort kommst du her und drehst das Wasser auf um mich abzuspritzen.
„Wie soll ich mich denn so duschen mit verbundenen Händen?“ frage ich dich.
„Na das machst ja auch nicht du“sagst du schon in etwas milderem Ton zu mir und nimmst dir auch
schon ein Duschgel.
Du lässt davon etwas in deine Handfläche laufen und fängst an meinen Schulter an es zu verreiben
und mich einzuseifen.
Wohlig genieße ich deine starken Hände auf meinem Rücken, doch schon bald drehst du mich
um,um mich auch von vorne einzuseifen.
Da das dir wesentlich mehr Spaß macht,machst du es auch ganz ausführlich.Du nimmst beide
Brüste in deine Hände massierst sie und nimmst auch immer wieder die Warzen zwischen Daumen
und Mittelfinger und ich kann ein leise Stöhnen nicht unterdrücken.
Bald schon stehen die Nippel steif und fest herraus und du wanderst daraufhin genüßlich weiter
abwärts mit einer Hand zu meiner Pussy.
Mit der einen Hand knetest du weiter meine Brust ,mit der anderen Hand reibst du jetzt am Kitzler
und dringst mit einem Finger ein.
Du fängst an mich mit dem Finger zu ficken und spürst auch daß es mir gefällt und ich nass werde.
Ich kann mein Stöhnen nicht unterdrücken was dich noch mehr dazu bringt es mir jetzt richtig
besorgen zu wollen.
Da dein Schwanz bereits wieder steht drehst du mich kurzerhand um drückst mich nach unten und
schiebst mir deinen Harten tief in die Pussy.
Du packst mich an den Hüften und rammst ihn mir gnadenlos rein immer wieder bis zum Anschlag.
Wieder und wieder hämmerst du und deine Eier klatschen dabei an meinen Hintern und mit einem
wilden Schrei spritzt du alles tief in mich hinein.
Als du anfingst zu pumpen kam auch ich mit einem Aufschrei und sacke müde nach unten.
Lächelnd schaust du mich an und sagst:“Na aus dir wird ja noch eine richtig gute Stute“.
Ich bin mittlerweile so müde,dass mir eigentlich alles egal ist ,doch das interessiert dich absolut gar
nicht.
Du ziehst mich wieder hoch,wäscht mich nochmal und spülst den Schaum von mir runter um mich
aus der Dusche zu ziehen.
Schnell trocknest du mich ab um mich dann wieder aus dem Bad zu ziehen.Diesmal aber nicht wie
ich befürchtet habe wieder Richtung Stall sondern in ein Schlafzimmer.
Ein Bett denke ich erfreut und hoffe schon schlafen zu können.Doch du hast ganz anderes im Sinne
was ich auch schnell merke .
Du schubst mich aufs Bett mit den Worten :“bleib blos liegen !“Dann gehst du zu einer Kommode
und holst da Hand-und Fußfesseln raus, welche du mir auch gleich anlegst .
Daraufhin holst du noch Seile aus der Kommode und fixierst mich mit weit gespreizten Armen und
Beinen im Bett.
Als ich schon denke na ja schlimmer kann es ja nicht mehr werden holst du zur Krönung noch eine
Augenbinde und setzt sie mir auf sodass ich jetzt völlig im dunkeln liege.
Da spüre ich deine Lippen abwechselnd an meinen Brüsten mit lecken und daran knabbern
stimulierst du sie bis sie hart abstehen.Ich seufze wohlig und genieße deine Behandlung und
versuche auch so gut es geht deinen Lippen mich entgegen zu strecken.
Auf einmal packt mich ein Höllenschmerz der mich nur noch aufschreien lässt und einen
wahnsinnigen Druck auf meinen Nippeln.
„Ahhhhhhhh“ schreie ich „was tust du da?“ Das meine Stute nennt man Nippelklammern „erwiderst
du und wird dich vorbereiten auf deinen neuen hübschen Schmuck den du bekommen wirst.“
Ich versuche verzweifelt mich zu befreien doch weder das gelingt mir wie irgendwas zu sehen.
Da höre ich wie die Türe aufgeht und jemand herein kommt.Du stehst auf vom Bett und unterhälst
dich flüsternd mit demjenigen.
Inzwischen hat sich der Schmerz etwas gelindert und ich kann wieder normal atmen,würde nur zu
gerne selber auch sehen wie das aussieht.
Na ja denke ich so irgendwann sehe ich es auch,schließe die Augen und versuche etwas zu schlafen.
Ich bin schon fast eingenickt,da merke ich wie sich eine Person neben mich auf das Bett setzt.
Da ich ja nichts sehe weiß ich auch nicht wer und keiner von euch redet mehr.
Plötzlich wird es eiskalt an einem meiner Nippel. Ich zucke kurz zusammen,will schon tief Luft
holen als ein stechender Schmerz mir fast den Atem nimmt.Noch bevor ich fähig bin richtig zu
schreien passiert dasselbe am anderen Nippel.
Mir schießen vor lauter Schmerz die Tränen in die Augen und ich heule laut auf.
Da steht die Person wieder auf und du setzt dich zu mir was ich an den beruhigenden Worten „Ganz
ruhig kleine Stute atme gleichmäßig dann lässt es nach“bemerke.
Du nimmst mir die Binde ab und da sehe ich zum ersten mal meine Brüste mit einem Piercing.Trotz
Schmerz muss ich mir eingestehen dass es sehr reizvoll ist lächle dich an und………

Fortsetzung folgt 🙂

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Racconti Erotici

La sostituta: parte 2

Introduzione: Nella prima parte di questo racconto Marco confessa ha sua figlia Cristina la sua profonda solitudine legata alla scomparsa della moglie, e le racconta le pulsioni sessuali che ha nei suoi confronti. Con grande preoccupazione, le propone di diventare una sorta di sostituta, che oltre ad essere una figlia svolga le funzioni di una moglie, Cristina per paura di deludere e peggiorare ancora di più la situazione del padre, accetta ed inizia una relazione con lui.

Sono passati due mesi da quando Marco ha sverginato sua figlia Cristina, come previsto, dopo poco tempo tutto si è normalizzato, Cristina ha continuato la sua vita come se niente fosse, lo stesso può dirsi di Marco che effettivamente dopo quel fatidico giorno, si è come risvegliato da un lungo periodo di stasi, la tristezza e la solitudine improvvisamente sono scomparse via, lasciando il posto alla felicita di un rapporto che seppur contro natura risultava essere più profondo che mai. Cristina rispettando gli accordi presi, rimase a dormire nel letto matrimoniale di suo padre, quest’ultimo, seguendo alla lettera le promesse fatte alla figlia, non abuso della sua disponibilità. I rapporti sessuali, di solito avvenivano di mattina, prima di cominciare la giornata (se ne sentiva il bisogno), Marco chiedeva alla figlia “tesoro possiamo farlo?” lei premurosa acconsentiva sempre. Pochi minuti dentro la sua calda figa e poi immediatamente lo sperma fuoriusciva copioso e riempiva ogni anfratto del suo ventre, poi entrambi tornavano alle loro mansioni. Solo poche volte preso da un improvvisa eccitazione, Marco senti la necessita di interrompere questa consuetudine. infatti un giorno costretto a tornare in casa per prendere delle pratiche che gli servivano in ufficio, vide Cristina con le sue amiche sdraiate nel suo letto, <Cristina perché non sei ha scuola?> disse Marco sorpreso <papà oggi c’è sciopero non ti ricordi? Te lo detto ieri> la voce di Cristina era come sempre candida e tranquilla in armonia con il suo aspetto, quando poi Marco incrocio i suoi occhi azzurri ebbe una violenta erezione che lascio stupefatto anche se stesso, Il suo enorme cazzo pulsava dentro i suoi pantaloni, ansioso di essere liberato. Marco cerco di non farlo notare alle amiche di Cristina < si è vero mi sono dimenticato… puoi venire un attimo di là tesoro?> Cristina con pacatezza si congeda e incomincia a seguire suo padre per il corridoio fino ad arrivare in bagno. Marco chiude la porta, si slaccia la cintura e mostra il suo enorme cazzo alla figlia, Cristina non è sorpresa, aveva capito le intenzioni del padre fin dall’inizio, e quasi contemporaneamente si abbassa le mutandine, <facciamo presto ok?> <amore non ti preoccupare ho fretta anch’io, ti vengo dentro al primo colpo> detto fatto, e quando il cazzo raggiunge la massima profondità possibile, incomincia ad eruttare colate di sperma cosi abbondanti da riempire l’intera figa in pochi secondi. Cristina si rimette le mutandine e si sistema la gonna, torna dalle amiche che la vedono identica a prima senza sapere che dentro di lei c’è un intero lago di sperma paterno, Marco invece dopo aver preso i documenti che gli servivano torna in ufficio, si sente completamente appagato, ma è preoccupato per il comportamento tenuto “bisogna fare tutto con più prudenza, senza persone indiscrete tra i piedi” pensa tra se e se “per noi è normale ma gli altri non capirebbero mai”.

Mancano cinque giorni alle vacanze di natale, la gente gira felice per le strade imbiancate di neve, fermandosi ogni tanto ad ammirare le luci e gli addobbi natalizi più appariscenti. Dopo aver assillato suo padre per giorni Cristina è a casa e si gode le sue vacanze anticipate. Prima di intraprendere la relazione con la figlia, i periodi festivi erano per Marco quelli più dolorosi. Vedere tutti cosi felici, gli ricordava per contrasto la sua infelicità. Ma ora tutto era diverso, quel periodo buio era passato. Cristina sapeva che era lei la causa di quel cambiamento, e tutto ciò la rendeva immensamente orgogliosa. Prima dell’inizio delle festività alcuni parenti fecero le solite visite di circostanza, all’incirca due volte al giorno il campanello squillava e Marco si ritrovava di fronte una seccatura, che non temeva di prolungare la sua visita anche per ore. Tutto ciò lo esasperava a tal punto che un giorno parlo con Cristina della possibilità di trascorrere le vacanze natalizie fuori città, nella casa tra le montagne di un suo amico, che per sdebitarsi dei tanti favori gliela affittava per due settimane completamente gratis. Inutile dire che Cristina acconsenti con entusiasmo. Il viaggio fu faticoso e la strada imbiancata di neve non lo rese più semplice, ad ogni modo tutta la fatica fatta fu ricompensata ampiamente dalla bellissima vallata che si estendeva lungo tutto il fiume ghiacciato che affiancava la casa, in cui per due settimane nessuno avrebbe potuto disturbare l’insolita coppia.
Cristina una volta arrivata non perse tempo e incominciò ad esplorare l’abitazione, piuttosto grande ed interamente costruita in legno. Il padre invece si occupo delle valigie e noto con piacere che quelle della figlia erano zeppe di lingerie e indumenti intimi appartenuti alla moglie “ la mia bambina ha capito tutto” penso. Ed infatti Cristina che a prima vista sembrava una ragazza ingenua e un po’ svampita, ad un esame più accurato si dimostrava una campionessa di acume, a cui naturalmente non poteva sfuggire la motivazione principale di quel viaggio: per la prima volta avrebbe fatto del sesso col padre in maniera seria, niente più sveltine mattutine, o sborrate da un colpo solo dovute alla fretta e con la costante preoccupazione di essere scoperti.
La sua predizione si avverò due ore più tardi, verso le 9.00 la figlia si presento in reggicalze e senza mutandine con i suoi lunghi capelli biondi che coprivano una terza abbondante di seno incredibilmente sodo e candido, <papà sei pronto?> immediatamente il cazzo di Marco si mise sull’attenti <pronto per cosa?> faceva finta di niente ma i suoi occhi e la sua espressione lo smentivano <come per cosa? Mi hai portato qui, in un posto dimenticato da dio per niente?> Cristina si avvicina e incomincia a baciare il padre, fa sprofondare la sua lingua nella sua bocca con molta naturalezza, nel farlo ingerisce anche parecchia saliva, poi una volta finito gli sussurra in un orecchio <sono qui per te, fammi tutto quello che vuoi, io ti amo> tutto questo per Marco non era altro che la concretizzazione di tutte le sue speranze, quella che gli stava regalando momenti cosi intimi e profondi non era più sua figlia, e neanche la sostituta di sua moglie, era sua moglie basta, e come tale l’avrebbe trattata. <bene amore ho capito… su girati, facciamo un po di sesso anale> la richiesta sembrava bizzarra, ma comunque era in linea con il nuovo corso degli eventi. Cristina non se lo fece ripetere due volte, si mise sul letto e aspettò pazientemente che Marco si svestisse, poi ci fu la penetrazione, difficile immaginare una sensazione più strana di quella, nel medesimo tempo un dolore lancinante e un piacere indescrivibile, Marco si fece l’argo in quel stretto corridoio con spietatezza e si fermo solo quando raggiunse gli intestini della figlia. Dal punto di vista di Cristina, invece sembrava come se il padre si fosse fermato molto più il là, fino ad raggiungere lo stomaco. Quel palo di carne una volta entrato usci immediatamente per poi rientrare con ancora più violenza, Cristina accuso il colpo, un conato di vomito usci dalla sua bocca e si infranse contro il cuscino <santo cielo Cristina stai bene?!> Marco era seriamente preoccupato e stava per togliere il cazzo che in quel momento era completamente dentro le viscere della figlia, ma Cristina accorgendosene glielo impedì <no papà ti prego non è niente continua….continuaaa> Marco rassicurato esaudì le richieste della figlia e continuò se possibile ancora più violentemente di prima, ma stavolta non ci furono interruzioni, poi si arrivo al culmine,Marco dopo aver devastato il culo della figlia per trenta e passa minuti, era pronto a inondarlo di sperma, Cristina sapeva che sarebbe stato molto diverso da un comune coito vaginale, ed infatti nel momento in cui lo sperma esplose dentro di lei, gli sembro come se avesse preso il posto della poltiglia precedentemente vomitata! Una sensazione inedita ma stupenda che ben presto si trasformo in qualcosa di ancora più sorprendente, Cristina ebbe il suo primo orgasmo. Il primo giorno di vacanza fini cosi. I successivi anche se è difficile immaginarlo furono ancora più trasgressivi. Forse la consapevolezza di essere in un luogo isolato e inaccessibile non fece altro che acuire ancora di più gli istinti sessuali dei due, che si sentirono liberi di lasciarsi andare a pratiche sessuali estreme, che per quando difficile cercherò di narrare nella prossima parte di questo racconto.