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Con La Mia Cugina Preferita 3 [Una settimana al ma

Parte 1: http://xhamster.com/user/autotune/posts/215174.html
Parte 2: http://xhamster.com/user/autotune/posts/216346.html
Scusate se riprendo solo adesso il racconto, ma ho avuto poco tempo.

Dopo quella sera a casa con mia cugina Chiara, mi sentivo appagato, e sapevo che potevo scoparmela ancora appena ne avevo la possibilità.
Ma dovetti aspettare circa un mesetto.
Infatti, verso fine luglio, Chiara e i suoi genitori, nonché miei zii, affittarono per 2 settimane un appartamento sulla costa romagnola, a Riccione.
Avendo ancora spazio, invitarono me e mio fratello a passare qualche giorno li.
Accettammo, ma per soli 5 giorni, visto che mio fratello non era proprio entusiasta al contrario mio, che iniziavo già ad immaginare mia cugina
in bikini.
Così, un lunedì mattina, io e mio fratello partiamo con il treno per raggiungere Chiara e i miei zii. Viaggiammo per molte ore, e arrivammo li stremati.
Salutai i miei zii e Chiara, che si comportò come se non fosse successo nulla. Salutati tutti quanti ci mostrarono l’appartamento, si trovava a pochi metri dal mare, e non era molto spazioso.
Infatti presentava: 1 camera da letto, composta da un letto matrimoniale e uno singolo; un soggiorno-cucina, che prevedeva un divano-letto; un bagno; ed un piccolo ingresso che separava le stanze.
Di solito, io e mio fratello ci saremmo contesi il letto singolo, ma glielo cedetti subito per dormire poi nel divano-letto con Chiara.
Così, dopo aver pranzato, mi misi sul letto e mi addormentai a causa della troppa stanchezza dovuta al viaggio.
Mi svegliai verso l’ora di cena, cenammo e la sera uscimmo solo io, mio fratello e mia cugina. Tornammo presto, verso mezzanotte, con i genitori di Chiara che dormivano. Così mio fratello andò in camera da letto per andare dormire, e io è Chiara nel soggiorno per il medesimo motivo.
Mi cambiai e mi misi un pantaloncino e una cannotiera per la notte, ma non fui l’unico a cambiarsi, infatti mia cugina si cambiò in soggiorno davanti a me, rimanendo per un momento in mutandine nere e con quei seni perfetti scoperti, per poi indossare una maglietta e un pantaloncino aderente.
Ci mettemmo entrambi sul letto e guardammo per un po’ la tv, così da prendere sonno.
Dopo circa una mezz’oretta decidiamo di spegnere la televisione e di metterci a dormire.
Mi giravo e rigiravo sul letto, non riuscivo ad addormentarmi per via della mia dormita pomeridiana, così il mio sguardo cadde su Chiara, sdraiata su un fianco e rivolta dalla parte opposta alla mia, in pratica mi dava le spalle.
La guardavo dalla testa ai piedi, soffermandomi sul suo culo perfetto.
Non capivo se stesse dormendo o meno, così, senza pensarci mi avvicinai a lei, ed iniziai ad appoggiarle il mio cazzo ormai durissimo.
Dopo un po’, sento il suo culo muoversi e strusciarsi sul mio pacco… Chiara era sveglia, e le stava piacendo!
Presi il lenzuolo lasciato ai piedi del letto per via del caldo che faceva, e coprì entrambi per non destare sospetti in caso mio fratello o i miei zii entrassero di botto.
“Non vorrai mica scopare adesso?! Ci sono di la i miei!” Disse lei a bassa voce.
“No stai tranquilla, però divertiamoci un po’.”
Così ormai coperti da quel lenzuolo , le abbassai pantloncini e mutande fino alle ginocchia, e tirai fuori la mia asta.
Ripresi ad appoggiarglielo sul suo culo soffice e ormai nudo. Lei intanto continuava a strusciarcisi sopra, mentre io le infilai una mano sotto la maglietta e iniziai a palparle le tette, e con l’altra le ficcai due dita nella sua figa… Era fradicia!
Continuavo a chiavare mia cugina con una mano, sentivo che stava venendo, così per ripagarmi incominciò anche lei a farmi una sega.
In casa c’era un completo silenzio, sporcato solo dalle nostre respira affannose e da qualche gemito che emetteva Chiara.
Dopo un po’ sentivo la mia cappella in procinto di esplodere, stavo per venire!
Così la presi per i fianchi, la strinsi a fianco a me e le sborrai sul culo.
“Ahhhhh… Calda e densa… Vado in bagno.” disse lei.
Mi diede un bacio sulla bocca e si alzò dal letto.
Una volta tornata ci addormentammo uno a fianco a l’altro.
Ma questo era solo l’inizio di una vacanza con mia cugina…
Continua….

Spero ancora di aver scritto bene, e che le mie avventure con mia cugina vi piacciano, così da continuare i racconti. I commenti sono ovviamente bene accetti! 😛

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Paolo, l’amante di mia moglie.

Caro Paolo,

voglio ringraziarti anche qui. Da quando hai iniziato a corteggiare mia moglie lei pian piano ha ripreso colore, gioia di vivere. Ha si cercato di res****rti per un pò ma era solo il solito gioco della preda che fugge. E’ fuggita per poco dal tuo serrato corteggiamento: dopo poco ha accettato il tuo invito per un aperito che è poi diventato una cena per poi finire a casa notra, nel lettone matrimoniale. Le hai chiesto dove io fossi per essere lei così sicura di portarti a casa e lei ridendo ti ha detto che ero certo già addormentato nella mia cameretta, inbottito di sonnifero, dopo aver visto un filmino porno su xhamster segandomi. Ti ha tranquillizzato dicendoti che suo marito è impotente e ormai divenuto un innocuo fratello, che al massimo si sfoga con la masturbazione. Ti ha tranquillizzato dicendoti di essere sicura che se mai mi fossi svagliato e fossi entrato in camera non avrei certo fatto altro che richiudere la porta di camera. Io in effetti ero nella mia cameretta, avevo si visto un filmino porno su xhamster, ma ero sveglio e ben attrezzato con cuffia e monitor per spiarvi durante il vostro atto d’amore. Ti Benedico ancora per quella sera che hai preso mia moglie in camera nostra dove lei ti aveva trascinato, infoiata come un troia in astineza. Aveva voglia di cazzo mia moglie e tu Paolo glielo hai dato. Tanto. Quando ho visto il tuo bel cazzo affondare in mia moglie mi sono quasi sentito svenire dall’emozione. Il cuore batteva a mille e la bocca era asciuta. Mia moglie era folle quella sera; ti ha quasi aggredito, ti ha montato come una valkiria al galoppo, muggendo, smaniando, gemendo e digrignando i denti. Bravo Paolo, che hai retto l’assalto rispondendo colpo su copo. Il tuo cazzo favoloso la riempiva e mandava in furore erotico. Poi con un grido sfuggitole dal petto, buttando indiero la testa, ha goduto rumorosamente, scuotendosi tutta a lungo, per poi afflosciarsi su di te. Ma tu, hai seguitato con la tua spada a infierire nel suo ventre, richiamandola al piacere. E lei ansando e gemendo è ripartita al galoppo. Tu la guidavi tenendola per le chiappe formose e la incitavi. “Forza troia!!” le dicevi, e lei smaniando ti diceva mille si. Ed è venuta ancora e ancora. Poi è stata la tua volta. Sembravi un toro alla monta. Bravo! La telecamerina era sul tavolino ai piedi del letto, celata in un orologio. Da quella ho visto tutto; ho visto la vostra folle corsa e poi ho visto sgorgare a lungo il tuo seme quando il tuo bel cazzone afflosciandosi è uscito da dentro di lei. Poi avete parlato; siete andati in bagno a pisciare e lavarvi. Poi siete tornati in camera. Vedevo mia moglie camminare nuda nella stanza. vedevo che tu le guardavi il culone formoso, con un pò di cellulite, ma sodo, consistente. Mi ricordo quando nei nostri contatti ti avevo chiesto di incularla, perché io sarei impazzito a vederla inculata. Ti avevo detto anche che non sarebbe stato facile e tu ne avevi convenuto, ma che comunque ci avresti provato, per dare un pò di pace alla mia mano segaiola. Tu l’hai richiamata aa letto eli è venuta docile vicino a te. Ho visto il suo volto trasformato dal piacere. Poi i vostri bace sempre meno teneri. Lei che riprende a respirare forte, nuovamente infoiata. L’hai messa supina, massaggiandole le spalle, poi la schiena, poi sei passato alle cosce e i polpacci, saltando il culone. Lei da troia ha sollevato il culo, quasi a reclamare le tue attenzioni. ma tu, astuto, hai finto di non capire. Allora lei ha preso una tua mano che le massaggiava l’incavo della vita e l’ha portata lei stessa sul proprio culone. Tu sorprendela ti sei chinato a baciarglielo. Lei allora l’ha sollevato ancor più mettendosi a pecorina e offrendolo ai tuo baci profondi, alla tua abile lingua. E le hai cercato il buco del culo, soffermandoti a lungo. Lei smaniava con la faccia sul cuscino. Era pronta! Tu, esperto, hai capito il momento magico e l’hai colto. Ormai lei era il delirio. Ha lasciato che tu le andassi dietro, puntandole il cazzone fra le chiappe, appoggiandoglielo al buco, ma senza affondare. Bravo! E’ stata lei allora che pian piano a cominciato a spingere in dietro con lievi colpetti. E tu li. Fermo. Eretto. Poi la ta cappella -l’ho visto benissimo dalla telecamerina- ha iniziato a penetrare. Poi ancora fermo, per fare adattare il suo buco del culo alla tua grossezza, notevole ma fantastica. E infine è scivolata dentro. Ancura fermo per farla rilassare. poi pian piano sei affondato. Finalmente!! Ho gioito apessi quanto. Che emozione!! vederla inculata. Bellissimo. Mi sfregavo il membro impotente e flaccido, ma sensibilissimo, attento a non godere troppo presto. Noi cornuti segaioli abbiamo una buona tecnica alle seghe di lunga durata. Noi cornuti viviamo le emozioni anche di un’intera nottata che nostra moglie è col maschio gestendo la sega. Non so se siamo segaioli perché cornuti o cornuti perché segaioli. Ma noi viviamo di seghe, Paolo, e abbiamo bisogno di voi bull per poter godere delle corna segandoci. Vi adoriamo quando ci trombate la moglie, permettendoci di sfinirci di seghe. Orbene Paolo, ricordo quei momenti dell’inculata come i più esaltanti degli ultimi anni. Vederti affordare fra le sue chiappone e poi riuscire e riaffondare di nuovo; prima lentamente poi sempre più velocemente. E la troia di mia moglie alternava deboli lamenti a forti gemiti; a sussulti e spinte all’indietro per farti affondare nel suo intestino. La sentivo scoreggiare forte quando uscivi dal suo culo. E siete vetuti insieme. Lei sditalinandosi e tu pompandole il culone. Bravo Paolo, stavo per svenire dal piacere mentre anche io godevo.
Ora sei il suo amante ufficiale e quando passi dalle nostre parti sei nostro ospite a cena e poi marito effettivo nel lettone. Grazie degli orgasmi che doni a mia moglie a me.

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La mia migliore amica…

Salve mi presento sono un ragazzo di 23 anni alto 1.75 fisico atletico e che ha avuto varie storie particolari proprio come questa che vi racconto….
Stavamo in macchina era il 15 agosto dell’anno scorso, io la mia migliore amica e la sorella…. Usciamo per bere qualche cosa insieme come facevamo di solito e la sorella della mia amica riceve una chiamata dal suo ragazzo… Che gli chiedeva di chiarire alcune situazioni, così decide di raggiungerlo lasciandoci soli…. La mia migliore amica anche lei fidanzata non si crea problemi e continua a trascorrere la serata con me ….. Decidiamo di fare un giro in macchina e fermarci un po’ a chiacchierare sempre in macchina e mentre quasi come due fidanzati ci sfioriamo le mani e ci incominciamo ad abbracciare in segno di amicizia …. La mia amica aveva un vestitino aderente con una scollatura mozzafiato e due belle tutte che stavano per esplodere aveva un’area da signora matura anche se aveva solo 29 anni…. Cmq Tra un abbraccio e l’altro ci scappa anche qualche piccolo bacio sul collo… Ci incominciamo a strusciare un po’ e s**tta così la scintilla , mi mette la lingua in bocca….. Subito ne approfitto e le tocco quella bella 4 abbondante di seno e lo incomincio a leccare mentre con la mano gli tiro su il vestitino e gli infilo due dita nella figa tutta bagnata e mentre lei diceva di fermarci perché non aveva mai tradito il ragazzo gli infilo anche due dita in bocca e le incomincia a leccare … E decide così di tirarmelo fuori per prenderlo in bocca …. Mentre gli leccavo la figa mi diceva i suoi sogni erotici che faceva spesso con me ammettendo da gran maiala di masturbarsi sempre pensando a me ….. Mentre godeva come una pazza e mi stringeva la testa fra le sue gambe ….. Dopo averla fatta urlare per bene gli infilo il cazzo in bocca e lo incomincia a succhiare con violenza e voglia dicendo che la testa del mio cazzo era molto più grossa di quella del fidanzato e che gli riempiva la bocca e la cosa la facevà bagnare tanto perché la voleva nella sua figa … Così l’accontentai girandola con forza e facendola chinare a pecora e infilandogli con forza tutto il mio cazzo dentro facendola urlare come una cagna in calore …..e mentre la sbattevo non diceva altro di sentire la mia “cappella” grande nella sua figa bagnata… Stringendo e rilassando i muscoli vaginali…. All’improvviso incomincia a urlare come una pazza così raggiungendo l’orgasmo e quasi come se stava per svenire si butta in avanti sul sedile e le incominciano a tremare le gambe…. Era esausta ma voleva vedermi sborrare e quindi si rigira di culo e mi dice” tieni questo é il mio regalino per te .. Ma non arrivarmi dentro perché altrimenti non te lo darò più ….” Io da buon porco ci incomincio a strusciare e dopo un bel po’ di lubrificante gli infilo piano piano la mia cappella dentro stringendola sulle spalle per tirarla verso di me …. Mano mano che andavo avanti mi piaceva sempre di più fino ad arrivarla sul buco del culo facendole scorrere lo sperma sulla figa ancora bagnata…. Mentre ci rivestiamo e andiamo a riprendere la sorella lei si fa un po’ di scrupoli dicendo di aver sbagliato ma che comunque arrivati a quel punto era una esperienza da rifare…… E così fu…. Lo facemmo svariate volte anche in pubblico dove mi fece un pompino davanti ad un’altra coppia vestendo sempre provocante e dicendo sempre ” che bella cappella grande che hai mi fai riempire la bocca ….”

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L’Ultima Notte Di Sesso Con La Mia Ex Incinta

Era dal liceo che non la vedevo, ma non era cambiata per niente Mirta. É bella oggi come ieri. Anche adesso che é incinta, nuda davanti a me, non posso smettere di ammirarla. Nonostante la sua gravidanza, rimaneva comunque una splendida ragazza….. donna! Solo il suo seno era cambiato, non mi ricordavo che avesse due tette cosí grandi. Ma poi, ripensandoci, mi risposi che era il suo fisico che si adattava alla sua nuova condizione. E quella nuova situazione, mi stava eccitando da morire. Forse era scritto nel grande libro del destino che Mirta doveva essere la prima donna delle mie “prime volte”. La prima ragazza che ho portato a casa dai miei, la prima che mi ha detto “ti amo”, la prima con la quale ho fatto sesso e la prima che adesso ho davanti nuda… incinta! Mi avvicino a lei lentamente, oggi mi sembra cosí indifesa che voglio prendere i suoi tempi, i nostri tempi, come quando eravamo adolescenti e timorosamente esploravamo il corpo l’uno dell’altro. Un passo dopo l’altro e sono ad un centimetro dalla mia ex ragazza. Nel mentre il mio pisello alla sola visione di lei, inizia a mettersi sul’attenti. Il solo spettacolo di lei nuda dopo oltre venti anni, me lo fanno diventare duro. Ora sono vicino al suo corpo, ed inizio a baciarla. Il mio pisello sfiora la sua fica, o meglio la mia cappella sfira la sua fica, la sua pancia mi impedisce di avvicinarmi oltre. Allora continuo a baciarla, ad esplorare con la lingua quella bocca che da ragazzino mi faceva impazzire. Poi alzo le mie mani e delicatamente le metto sulle sue tette. Le sento piene, gonfie. Ad oggi non riesco a trovare un aggettivo che possa spiegare quello che provavo, sentivo a quel tocco. Era come giocare con due palloncini pieni d’acqua, solo che i palloncini non ti fanno drizzare il cazzo e soprattutto non schizzano. Non fraintendetemi, non era il mio pisello che schizzava dopo qualche minuto di palpeggiamento, ma le sue tette. Mentre la baciavo, prima sulla bocca e poi sul collo, le mie mani stringevano, strizzavano, alzavano verso il mio viso il suo enerme seno. Dopo diversi minuti che “masturbavo” le sue tette, aumentai la stretta, quasi volessi staccargli quelle enormi bombe… quelle bombe che alla fine esplosero, schizzandomi un liquido biancastro sul viso. Mi colsero impreparato e feci un “balzo” indietro con la testa. Adesso capivo perché le ragazze con cui ero stato, quando mi facevano un lavoro di bocca, alla prima sborrata si tiravano indietro. La “spinta” doveva essere davvero forte. Come forti erano le spruzzate delle tette di Mirta. Giocavo con tutti e due i seni, li spremevo entrambi ed altri schizzi di quello che sembrava latte fresco, finivano prima sul mio viso e poi sul mio petto. Poi mi feci piú coraggioso e cercai di approfondire quella nuova esperienza. Avvicinai la mia bocca alle sue areole pronunciate ed inizia a succhiare i suoi capezzoli. Intanto continuavo a premere, schiacciare e palpare con vigore i suoi seni, che a quei massaggi rispondevano con degli altri schizzzi di liquido bianco nella mia bocca. Nessuna mi aveva mai schizzato pima, né in bocca, né sul mio viso. Ma tutto sommato mi piaceva. Cosí continuai a giocare con le sue tette. Vederle “venire”, “svuotarsi” di quello che sembrava latte appena munto, mi stava eccitando da morire. Per la prima volta quello che finiva sul pavimento non era il mio sperma, ma fluidi corporei di una donna! Poco dopo Mirta reclamó la sua parte di sesso, con una mano mi staccó dal suo corpo, si mise di spalle e con l’altra afferró il mio cazzo, che fino a quel momento non aveva perso per un solo secondo la sua erezione. Quindi inizió a camminare e come se tenesse un cane al guinzaglio, prese la direzione della sua camera da letto. Durante quei pochissimi secondi, nella mia mente, come un Flashback, inizia a rivivere tutti i momenti trascorsi nel passato con Mirta.
La prima volta che la vidi fu al primo anno del liceo. Entrati in classe, tutti prendemmo posto un pó a caso ed io trovai un banco vuoto accanto a quello di Mirta. Lei all’inizio non mi notó, ero uno dei tanti, ma poi iniziai a “ronzargli” intorno e cominció a dedicarmi qualche attenzione. Erano i tempi in cui per “mettersi insieme” bisognava seguire un percorso. Tramite amicizie comuni si faceva arrivare la “voce” all’interessata o interessato, che qualcuna o qualcuno, voleva mettersi con un lui o una lei. Se dall’altra parte c’era una risposta affermativa, alla prima occasione, che normalmente era una festa di ballo a casa di qualche compagno, si faceva la propria “mossa”. Io ero letteralmente cotto di Mirta, una ragazzina mora dai capelli lunghi, che giá dopo il secondo giorno di scuola, mi faceva masturbare sotto le coperte pensando a lei. Dopo un sondaggio tra gli amici, venni a sapere che gli piacevo. Cosí cercai di creare il mio momento, che arrivó durante una cena tra compagni di scuola poco prima di Natale. A fine sera i miei genitori passarono a prendermi al ristorante e per non scomodare anche quelli di Mirta, decisero di accompagnare anche lei a casa. Una volta arrivati, l’accompagnai fino alla porta di casa. Era arrivato il mio momento, avevo il cuore che batteva a duemila. Volevo baciarla, ma non sapevo come “partire”. Fortunatamente e con un pizzico di coraggio da parte mia, fu proprio lei a darmi il “via” dicendomi “Buonanotte Chase” con un bacio sulla guancia. Il momento era giusto. Ma non riuscivo a muovermi. Quindi lei fece per entrare in casa. Io gli voltai le spalle, stavo per andarmene. Quando con il cuore che mi esplodeva in bocca, dissi a me stesso “ora o mai piú”! Tornai sui miei passi, dissi il suo nome, lei si giró ed io afferrandola per le braccia gli diedi un bacio. Inizialmente con la bocca chiusa, poi cercai con la lingua di entrare nella sua. Duró pochissi secondi, che peró mi sembrarono un’eternitá a quel tempo. Emozionato e con il cuore che mi batteva in gola, mollai l’osso e tornai in auto dai miei. Ora io & Mirta eravamo ufficialmente insieme. Il giorno dopo eravamo giá piú tranquilli e meno impacciati. I nostri baci diventavano sempre più appassionati e la nostra curiositá verso il corpo dell’altro cresceva ogni giorno di piú. I primi tempi mi avvicinai al suo fisico lentamente, tra un bacio e l’altro, mettevo sempre le mani sulle sue piccole tette. E lei mi lasciava fare. Qualche volta, specialmente quando eravamo soli, riuscivo persino a mettergliele sotto la maglietta. A toccarle senza tessuti che mi facevano da filtro. Il tiro lo alzai un giorno in un noto Parco Giochi della mia cittá, nello specifico sui Roller Coaster (noi le chiamavamo Montagne Russe). Durante un giro, inizia a baciarla, ad infilare la mia lingua nella sua bocca. Intanto con una mano palpeggiavo le sue tette. Andai avanti cosí per qualche minuto, fino a quando non decisi di alzare la posta. Feci scivolare una mano in mezzo alle sue gambe ed iniziai a toccargli l’interno coscia. Dolcemente l’accarezzavo, spostavo la mano su e giu dentro le sue cosce. Poi lentamente tentai la risalita verso la sua giovane fichetta, ma l’accesso era bloccato dalle sue mutandine. Allora con le dita spostai i sui slip su un lato ed infilai completamente la mano in mezzo alle sue gambe, tipo “cucchiaio” e misi la mia mano sulla sua fica liscia. Era fresca, sembrava pulita. Mi limitai a strusciarla lungo quello che sembrava uno spacco in mezzo a due dune. Il pisello mi si stava gonfiando tra le gambe. Ed anche a Mirta quel massaggio sembrava piacere. Per quel giorno non potevo lamentarmi, avevo osato anche troppo. A fine serata, chiuso in bagno, mi svuotai le palle pensando a quel pomeriggio, masturbandomi con la stessa mano che poche ore prima era in mezzo alle gambe di Mirta.
Intanto il tempo passava, i giorni diventavano settimane e le settimane diventavano mesi. Fino a quando, stanco di avere solo baci, stufo di accontentarmi di qualche palpeggiamento rubato e qualche leccata di fica, decisi che era il momento di scopare. Preparai Mirta a quel momento, a piccole dosi. Prima mettendola a suo agio con il mio corpo, ogni tanto baciandola guidavo la sua mano sul mio pisello, poi facendole intuire che volevo qualcosa di piú. Lei non era proprio sicura di volerlo fare, ma nemmeno pronunciava un no deciso. La nostra prima volta avvenne esattamente cinque mesi e due settimane dopo il nostro primo bacio. Niente di pianificato e organizzato, accadde e basta. Mirta mi invitó un sabato a casa sua a pranzo. I suoi non c’erano e lei voleva cucinare per me. Se poi due uova ed un insalata si possono chiamare cucina. Ma a me, a noi, non importava il mangiare, l’importante era stare insieme. Come sempre passammo il pomeriggio in camera sua, tra baci, musica e toccate piú o meno audaci. Abbracciati l’uno a l’altra sul suo letto. Io spalle poggiate al muro e lei tra le mie braccia. La prima mossa la feci io. Inizia a baciarla sul collo, sulle guance, ad accarezzarla per diversi minuti. Prima passai le mie mani in mezzo ai suoi capelli, poi lentamente le feci scendere fino alle sue tette. Lei con le spalle poggiate sul mio petto, mi lasció fare. Allora continuai osando di piú. Abbassai ancora di piú le mie mani portandole lungi i sui fianchi, presi la sua maglia e delicatamente gliela tolsi. Sentivo il mio pisello gonfiarsi nelle mutande e preso dall’eccitazione, gli slacciai anche il suo piccolo reggiseno. Mirta non si voltó mai, lasció fare tutto a me. Continuai a toccarla ovunque, sulle spalle, lungo la schiena, sui fianchi, poi portai di nuovo le mie mani sul suo petto, afferando le sue tette. Ci rimasi non só quanto tempo a massaggiarle, toccarle e strizzarle. Il mio cazzo stava esplodendo e non sapevo se tirarlo fuori o continuare a “giocare”. Mi feci coraggio e provai a spingermi oltre. La presi per mano, ed insieme a lei mi alzai dal letto. Ricordo che non sempre mi guardava negli occhi, in fondo era la prima volta che si mostrava quasi completanente nuda a me. Per metterla a suo agio, mi tolsi anch’io la mia maglietta e continuai a baciarla. Prima sulla bocca, poi di nuovo sul collo ed infine sui suoi piccoli seni. Poi scesi in basso, baciandola anche sul ventre, diverse volte, fino a quando non notai dei brividi sulla sua pelle. Allora dal basso la guardai in viso e con le mani lungo i suoi fianchi, gli abbassai i pantaloni. A quel punto Mirta sembró sciogliersi, fece un passo indietro e si sfiló i pantaloni. Io rimasi in ginocchio ad ammirarla. Poi allungai di nuovo le mie mani verso di lei per avvicinarla a me. Adesso ho la sua fichetta davanti al mio viso. O meglio, la sua fichetta avvolta dagli slip. Ancora uno slancio di coraggio da parte di Mirta. Le sue mani fanno scivolare le sue mutandine verso il basso, mentre una gamba le tira in una direzione qualunque. Ora é completamente nuda. Il cuore mi batte da morire, ma la voglia di baciare quelle altre labbra é troppo forte. Avvicino la mia bocca alla sua fica quasi liscia, ed inizio a baciarla. Piú volte. Sento il mio pisello cercare una via d’uscita. Allora mi alzo, guardo il viso di Mirta e mi abbasso i pantaloni insieme ai boxer. Il mio uccello, quasi non aspettasse altro, spuntó fuori dritto come un palo! Mirta lo fissa, lo guarda, non sá cosa fare. Poi lo afferra e mi bacia. Ma la mentre la sua bocca ormai sá cosa fare, la sua mano sembra paralizzata. Il mio pisello mantiene la sua erezione, la sborra la sento riempire l’asta, ma Mirta non mi aiuta a vuotarmi le palle. Non sá come muoversi! Allora mi stacco da lei e mentre le nostre labbra si separano, la invito ad abbassarsi, ad inginocchiarsi, con lei che ancora tiene stretto il mio cazzo. Ora il suo viso é di fronte al mio uccello pronto ad esplodere, Mirta lo fissa, poi mi guarda, ma non fá nulla. Allora gli afferro il polso ed insegno alla sua mano come muoversi. La guido lungo l’asta e finalmente sento le sue cinque dita che iniziano a masturbarmi. Mollo la presa, lascio che Mirta mi faccia una sega in completa autonomia. Sento le palle esplodermi, percepisco lo sperma salire lungo il mio cazzo. Riconosco i “sintomi”. Anni di seghe e masturbazioni varie fatte fino a quel giorno, mi dicono che stó per sborrare. Ma riesco a trattenermi, faccio ingoiare al mio cazzo lo sperma che voleva buttare fuori. Se avessi voluto una semplice schizzata maturata da una sega, mi sarei accontentato del bagno di casa mia. No, quel giorno volevo la fica. Quella con la “F” maiuscola. Tolgo la mano di Mirta dal mio pisello gonfio con una imminente sborrata in canna, la invito ad alzarsi e tornare sul letto. La faccio sdraiare, poi la seguo, sopra di lei. La guardo negli occhi e successivamente avvicino il mio pisello alla sua fica. Non só cosa stó facendo. Non seguo un copione, mi limito ad imitare quello che avevo visto nei Film per adulti, sulle riviste. Lascio che il mio cazzo tocchi la fica di Mirta. Ad un tratto sento un posto fresco, umido. Una strana sensazione, qualcosa sembra accogliere prima la mia grossa cappella, poi il mio cazzo dritto. Spingo il mio bacino sempre piú giú, della pelle “viva” avvolge il mio pisello. Come se lo avessi fatto da sempre, inizio a muovermi su e giú dentro Mirta. La sento emettere un piccolo grido, ma non mi fermo. Spingo, mi muovo… su e giú… ancora e ancora… qualcosa ancora si muove intorno al mio cazzo, qualcosa pulsa, batte… mi piace… ora sonto pronto a sborrare e….. vengo, sborro… schizzo dentro la sua fica, della crema bianca calda avvolge il mio pisello. Una vampata di calore circonda il mio cazzo… schizzo ancora… sento chiaramente lo sperma uscire e fermarsi su una qualche barriera… come se appena uscito dal buco della mia cappella si fermasse subito sopra di essa… la sborra copre la mia cappella come del sapone liquido… continuo a spingere ed a venire, fino a quando, dai piani bassi, non sento piú nulla, a parte un sensazione di liberazione, di svuotamento. Infine guardo Mirta, non l’avevo mai vista cosí sudata. Sfilo il mio cazzo dalla sua fica, mi distendo al suo fianco e con gli sguardi rivolti al soffitto, rimaniamo nudi nel suo letto per qualche tempo.
Questa é stata la nostra prima volta. Ne seguirono ovviamente delle altre, ed ovviamente piú lo facevamo, piú diventavamo padroni delle nostre scopate.
Restammo insieme per qualche anno io e Mirta, poi le nostre strade si separarono per tanti motivi. Ma siamo rimasti sempre in contatto. Tra lettere, auguri di compleanno e festivitá varie, non ci siamo mai persi di vista veramente. Almeno non nei primi anni dalla nostra “separazione”. Poi, si sá, il tempo e la distanza dividono tutti. Compresi noi. Credevo di non rivedere piú Mirta, che fosse la classica ragazza del primo amore, quello che non si scorda mai, ma che anche non si rivede piú. Ed invece.
Invece quel giorno mi arrivó un SMS di lei che mi chiedeva come stavo, che facevo nella vita, se mi fossi sposato, insomma, le classiche domande che si fanno quando non ci si vede da tanto tempo. Dopo la prima settimana di messaggi, mi dice che gli sarebbe piaciuto rivedermi. Cosí ci organizziamo per un aperitivo un sabato sera. Quando la incontro, rimango per qualche secondo spiazzato. Lei sempre bellissima, ma… in stato di gravidanza! Questo non me lo aveva detto tramite SMS. Si accorge del mio stupore e rompe il ghiaccio con un “non ti piace il mio vestito?”. Entrambi scoppiamo a ridere e ci avviamo verso l’inizio della nostra serata. Seduti al tavolo, ci raccontiamo la nostra vita, i nostri lavori, le nostre storie. Mirta mi dice che ha un buon lavoro, una casa tutta sua, ma che da quando é rimasta incinta, le cose con il suo lui non vanno tanto bene. Poi é il mio turno e gli parlo un pó di me. Dopo un pó, l’occhio finisce sull’orologio. É l’una di notte. Accidenti, il tempo é volato. Andiamo via, accompagno Mirta alla sua auto e la saluto.
– “É stato bello rivederti, magari una sera di queste possiamo cenare insieme e continuare a racontarci la storia della nostra vita” gli dico dopo averla baciata sulla guancia.
– “Perché no? Intanto perché non sali da me Chase? Mi segui con la tua auto e ci beviamo qualcosa a casa mia” Risponde Mirta.
– “Lo farei volentieri. Ma domani devo alzarmi molto presto. Ho un impegno a cui non posso proprio mancare” Continuo io.
– “Peccato. Volevo stare ancora un pó con te. Allora facciamo cosí. La prossima settimana cena a casa mia. Cucino io come ai vecchi tempi. Ti asicuro che sono migliorata!” Aggiunge Mirta sorridendo e accarezzandomi la mano affettuosamente.
Cosí rimaniamo d’accordo per vederci il venerdi successivo da lei. Non nascondo che nonostante la sua gravidanza, il pensiero di fare sesso con lei mi ha accompagnato per tutta la settimana, giorno e notte! Vederla dopo tanto tempo, mi fece venire in mente tutte le nostre scopate, tutte le nostre prime volte: dal nostro primo bacio, alla prima volta che facemmo sesso, passando per le nostre prime vacanze insieme. E adesso, anche incinta, non nascondo che il suo corpo mi attira ancora. La sera del nostro appuntamento sono piú che puntuale e qualcosa mi provoca dei brividi, mi fá sentire agitato. Dico a me stesso che é solo una cena con una tua ex, la tua prima ex! Sono sotto casa sua, Mirta mi apre la porta. É stupenda, indossa solo una tuta, ma é comunque stupenda. Mi invita ad entrare, la sua casa é accogliente, é calda. Arriva il momento della cena. Ci sediamo a tavola, lei é una perfetta donna di casa e si, in cucina é migliorata davvero tanto! Mangiamo, beviamo, parliamo ancora e ancora. Poi ci sistemiamo sul divano, alterniamo minuti di silenzio a momenti di lunghe conversazioni. Un digestivo di troppo e la serata prende una piega che forse non era tanto improbabile. Ci avviciniamo l’uno all’altra ed iniziamo a sfiorarci, a toccarci. Infine ci baciamo con passione, come fosse la prima volta tra noi. Lentamente ci alziamo con le nostre labbra unite l’uno a quelle dell’altra. Quindi Mirta si allontana da me ed inizia a spogliarsi. Lentamente, molto lentamente. Prima la felpa, poi le scarpe da ginnastica ed infine i pantaloni. Io la osservo e mentre il mio pisello cresce negli slip, io la imito facendo altrettanto. Prima la cravatta, poi la camicia ed infine tutto il resto. Intanto Mirta si toglie gli ultimi pezzi di stoffa che coprono il suo fisico gravido. Slip e reggiseno! É bella oggi come ieri. Anche adesso che é incinta, nuda davanti a me, non posso smettere di ammirarla. Nonostante la sua gravidanza, rimaneva comunque una splendida ragazza….. donna!
La mia mente inizia a confondere il passato con il presente, ma la sua voce che grida il mio nome, mi riporta alla realtá:
– “Vieni Chase. Qui staremo piú comodi” Disse Mirta trascinandomi nella sua stanza con il mio cazzo tra le sue mani come fosse un cane da tenere al guinzaglio.
Ora siamo nella sua camera da letto, molla il mio uccello e si siede sul letto. Mette le mani dietro le sue spalle, inclina la schiena ed allarga le sue gambe mostrandomi la sua fica. Io in piedi davanti a lei sono sempre piú eccitato. Non era la prima volta che la vedevo nuda, ma era la prima volta che la guardavo con occhi diversi. E quella nuova visone del suo fisico sembrava non dispiacere al mio cazzo che diventava sempre più duro. Mi avvicino a lei, non smetto di osservare la sua fica cosí….. cosí diversa, diversa da quella che mi ricordavo avesse Mirta, ma soprattutto diversa da tutte quelle che avevo visto fino a quel momento. Non era la solita fica depilata, le sue labbra, le sue grandi labbra, erano enormi, gonfie in un modo spropositato. Mi avvicino al suo posto più intimo, mi inginocchio ed inizio a leccargliela. Non appena la mia lingua tocca il suo spacco, Mirta emette un gemito e si distende sul letto. Divarica ancora di piú le sue gambe, metto le mie mani sulle sue cosce ed affondo sempre di piú la mia lingua dentro la sua grande fica. Percepisco dei battiti, la sento pulsare. Poi smetto, bacio le sue labbra all’esterno e mi soffermo qualche secondo ad ammirarle. Non posso non notare che sono esageratamente umide. Vorrei penetrarla, sento le mie palle esplodere ed il mio cazzo gonfiarsi sempre piú. Ma non só come prenderla, come scoparla in quelle condizioni. Fortunatamente é Mirta ad assumere il comando, forse intuisce che per me quella é una situazione nuova. Si alza dal letto ed mi invita a sdraiarmi su di esso. Obbedisco. Completamente supino ed a cazzo dritto, non gli tolgo gli occhi di dosso. Le sue tette sono davvero grandi, leggermente calate, ma sempre gonfie. Adesso é lei che si inginocchia. Mette le mani sulle mi cosce per rimanere in equilibrio, ed inizia a leccarmi l’uccello. La sua lingua parte dalle mie palle fino alla mia cappella, dove si ferma e lascia spazio alla bocca che si infila dentro il mio enorme fungo rosso. Le sue mani intanto passano dalla coscia esterna fino al loro interno, per poi scivolare e salire fino all’attaccatura delle palle. Mentre la sua bocca, la sua lingua, masturba la mia cappella ed i suoi pollici giocano e stimolano i mie testicoli. Ne ha fatta di strada Mirta da quando ero io ad insegnargli come muoversi sotto le coperte. La sua bocca poi lascia il mio cazzo per tornare a leccarmi tutta l’asta, dal basso verso l’alto, una volta, due, tre. Sento lo sperma salire lungo il mio pisello, avverto la sborra pronta ad eruttare. Provo ad alzarmi per prendere in qualche modo Mirta, la voglio sopra di me, dentro di me, in qualche modo. Mentre cerco di alzarmi, la tensione dei muscoli mi fá sborrare, un solo lungo interminabile schizzo che finisce sotto il mento di Mirta, colando poi nel canale che divide le sue tette. Io non spingo oltre, lascio che il mio cazzo si liberi del primo carico di sperma autonomamente e dopo un paio di schizzate, finalmente sono in piedi. Anche Mirta si alza. Ma mi guarda come se volesse dire “come pretendi di scopare da questa posizione?”. In effetti oggi sono io che non só dove mettere le mani, o meglio, il mio cazzo. Mirta mi fá nuovamente sdraiare sul letto, ma non completamente. Schiena su di esso e ginocchia piegate con i piedi che toccano il pavimento. Poi lei si avvicina a me, si mette a cavallo e per qualche secondo si lascia osservare senza fare nulla. Poi si piega leggermente verso di me, prende le mie mani, le mette a mezz’aria e con il palmo della sua mano mi fa cenno di aspettare. Fá un passa indietro, si gira di spalle e torna a cavallo su di me, di “retromarcia”. Ora capisco. Vuole che la prenda per i fianchi e che l’aiuti a calarsi su di me, sul mio cazzo. Lo faccio! Aiuto il suo fisico ingombrante a scoparmi. Mirta inizia ad abbassarsi sul mio cazzo, piega le ginocchia, la sua fica poggia sulla mia cappella, sento le sue grosse labbra aprirsi, accogliere il mio pisello pieno di sborra. Ci siamo. Se lo infila, glielo infilo tutto dentro. Mirta inizia ad agitarsi, a muovere la sua fica sopra il mio cazzo. Destra, sinistra, avanti, dietro poi effettua movimenti circolari. Le sue labbra avvolgono e stringono il mio pisello, le sento pulsare, lei inizia a godere, sento la sua fica stringersi attorno al mio uccello, sento Mirta gemere. Io ci sono vicino, percepisco lo sperma salire lungo l’asta. Sto per sborrare. Ma poi Mirta, come una sensitiva, si sfila dal mio cazzo, mentre con una mano spinge un punto tra la mia asta e le mie palle. Lo sperma rimane ancora dentro, sono al limite. Si abbassa di nuovo, sfiora il mio cazzo che non é dentro di lei. Il suo culo é sopra le mie cosce e piano piano si avvicina/struscia al mio cazzo. Adesso lo spacco del suo culo tocca il mio uccello. Stringe le sue gambe costringendomi a fare lo stesso. Le mie palle sono schiacciate, sono in tiro sotto le mie cosce. Sento la cappella tirare ed in procinto di schizzare. Poi Mirta, come un atleta, solleva leggermente il suo corpo e cerca di infilare la sua fica sopra il mio palo. La lascio fare aiutandola di nuovo con le mie mani, ma stavolta gliele metto sotto il culo per aiutarla a farsi impalare dal mio uccello. Finalmente la sento scendere sopra il mio cazzo, la sua fica se lo fá scivolare delicatamente tutto dentro. Quindi Mirta inizia a fare su e giú sul mio cazzo. Sono arrivato, la sbora sale, cerca una via d’uscita, le palle gonfie cercano di buttare fuori il loro carico di sperma. Mirta continua a scoparmi, su & giú, su & giú….. si ferma… muove la sua fica in senso orario da seduta… stringe di nuovo le gambe… il cazzo mi tira… cerco di spingerlo piú dentro che posso alzando il bacino…. spingo… spingo… e finalmente vengo, sborro. Sento una lunga schizzata inondarla, poi una seconda, una terza… anche Mirta ha un altro orgasmo, la sua fica non smette di battere… io contiuno a schizzare… a venire piú volte….. poi la sollevo, sfilo il mio cazzo avvolto di sborra e mentre continua ad eruttare, glielo poggio sul suo fondo schiena, lungo lo spacco del suo culo, lo struscio per pochissimi secondi solo per il gusto di vedere la sua schiena innaffiata dalle ultime schizzate del mio pisello. Infine mollo la presa dei sui fianchi e smetto di agitarmi. Le mie palle sono belle che svuotate, giá le sento afflosciarsi e toccare il lenzuolo. Mirta si alza e noto che la sborra ancora gli cola dalla schiena. Ma anche la sua fica non scherza, piccole gocce di sperma le intravedo penzolare dalle sue grandi labbra. Infine si siede vicino a me, dove rimaniamo per qualche minuto in silenzio, in attesa di capire quello che era appena accaduto.
Ma c’era poco da capire. Lei attraversava un periodo negativo con il suo uomo, che negli tempi era assente sia come compagno, sia come amante. E Mirta, nonostante fosse incinta, comunque era una donna e come tale non poteva reprimere l’istinto di fare sesso. Quel sesso che poi mi raccontó, le mancava da mesi. Io invece avevo ritrovato la mia prima ragazza, sempre bellissima nonostante la sua gravidanza, ancora non sposata e con un compagno che la trascurava fisicamente. Questo almeno é quello che ci siamo sempre raccontati, quasi una scusa per quella serata di sesso. La realtá é che io e lei ci siamo sempre piaciuti, ancora oggi proviamo attrazione l’uno per l’altra, ma il destino sembra ci abbia riservato due strade destinate a prendere due direzioni differenti.
Un mese dopo la nostra serata di sesso, l’uomo di Mirta tornó a casa tra mille scuse e centinaia di regali per quel momento di assenza come compagno. Due mesi dopo nacque il loro primo bambino ed a un anno dalla sua nascita, si sposarono. Io e Lei siamo rimasti comunque in contatto, soprattutto con i cari e vecchi SMS (imperdibili e puntuali quelli dei nostri compleanni e di Natale). Ma come ho detto, ormai era arrivato il momento di dividerci, di prendere ognuno la propria strada. Mirta ormai era una donna felicemente sposata ed io avevo forse trovato la persona giusta per iniziare una vita di coppia.
Oggi é una bella giornata e ripensando a tutto questo, ripensando a Mirta, rido da solo sulla panchina del parco della mia cittá mentre attendo la mia donna. Poi il telefono mi avverte che é appena arrivato un messaggio, lo leggo, é lei. É Federica che mi dice che stá arrivando dal fondo del viale. Mi alzo e gli vado incontro. É un mese che stiamo insieme io & lei, ed anche se sono appena trenta giorni, ho voglia di festeggiare. La porteró nel ristorante piú lussuoso della nostra cittá.
E magari….. chi puó saperlo. Forse sará proprio Federica quella giusta!

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La mia vicina di casa

Racconto trovato in rete su xhamster.

Questa storia risale a qualche anno fà, avevo 13 anni, gli ormoni a mille, finalmente avevo scoperto lo sperma giusto qualche mese prima, un giorno d’inverno tornando a casa dopo essere stato in palestra scopro che non c’era più acqua calda a casa mia, pensò alla vicina di casa una donna che all’epoca aveva circa 30 anni alta più o meno 160cm non molto magra anzi direi rotondina, quel rotondo sexy 4 di seno e un culo prepotente per capirci una milf con 2 figlie piu piccole di me e un marito che stava lavorando. Mia madre gli chiese dato che mi ha visto crescere se potevo lavarmi da lei, accettò, prendo il cambio l’accappatoio e mi scorta nel suo bagno di casa dove scopro che non aveva la chiave del bagno, cominciai a spogliarmi, lei era una tipa abbastanza disordinata non vi dico i panni sporchi che c’erano in quel bagno, dai panni di lavoro del marito ai grembiuli di scuola delle figlie, gli dissi esplicitamente di non entrare che mi vergognavo.
Iniziai a lavarmi, un piccolo vizio che ho ancora sotto la doccia è masturbarmi, così feci anche li, il caso ha voluto che nel frattempo che smisi per darmi un insaponata alle ascelle entrasse di s**tto lei dicendo
“Stai tranquillo non guardo devo solo fare pipi.”
Richiuse la porta si avvicinò alla tazza abbassò il pantalone della tuta e le mutande un perizoma nero di pizzo, dalla porta alla tazza saranno stati 4 metri, ci mise non più di 3 secondi a sedersi ma per me fu come un eternità, proietto ancora nel mio cervello le immagini in fotogrammi, notai i suoi peli uscire dalle mutande, ero diventato rosso come un pomodoro, si sedette sulla tazza si girò verso di me e vedendo il mio imbarazzo, poi il suo sguardo incrociato con il mio si abbassò verso il mio pisello duro dalla sega che avevo interrotto, fece un sorriso malizioso e disse. “Caspita l’ultima volta non era cosi me l’ho ricordavo più piccolo.”
Sentii il rumore della pipi, mi eccitava, a dire la verità mi avevano eccitato anche le sue parole, passai da uno stato di imbarazzo ad uno stato di soddisfazione, vi giuro che in quel momento mi passarono in mente mille scene erotiche su di lei, finito di fare la pipi prese un foglio di carta igienica, si pulì e in quel momento vidi il rosa della sua fica pelosa, passo dalla tazza al bidè per darsi una sciacquata, li la vidi ancora meglio, apri l’acqua si diete un insaponata strusciò le dita contro la sua fica come se si stesse facendo un ditalino in tutto ciò c’era un silenzio tombale, si sentiva solo il rumore dell’acqua scorrere il suo sguardo era rivolto al mio cazzo duro ed il mio alla sua fica, si asciuga e getta le mutande per terra si rimise il pantalone e uscendo mi diete una palpata al pisello.
Rimasi perplesso per qualche istante pensando ai questi ultimi 2 minuti, realizzai quello che era successo, c’era ancora l’odore della sua fica in bagno, usci dalla vasca presi il minuscolo perizoma che aveva lasciato a terra gli detti un’annusata da davanti e sentii il suo odore forte ed intenso di ormone. La cosa mi eccito da matti, decisi di indossarlo fantasticando che la sua passera stesse a contatto con la mia cappella, tempo 2 secondi gli sborrai nelle mutandine, le tolsi le rigettai a terra e finii di lavarmi, mi asciugai, mi vestii, uscendo dal bagno ero diretto alla porta di casa per andarmene lei stava nella sua camera che si stava cambiando passai a ringraziarla la salutai e me ne andai soddisfatto come non mai.

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Con La Mia Cugina Preferita! 3.3 [Al Mare]

Parte 3:
http://xhamster.com/user/autotune/posts/234236.html

Parte 3.2:
http://xhamster.com/user/autotune/posts/253082.html

Dopo quella piacevole sorpresa, la vacanza si fece sempre più interessante per me.
Il pomeriggio in spiaggia passò velocemente, così arrivò la sera.
Avevamo deciso di andare a mangiare una pizza tutti insieme: io, Chiara, i suoi genitori e mio fratello.
Continuammo la serata con una passeggiata nelle vie più trafficate e verso mezzanotte e mezza tornammo a casa.
Ma la serata non era finita così per me, e ovviamente neanche per mia cugina!
Infatti non ci dicemmo niente, ma con semplici ed intensi sguardi sapevamo che avremmo fatto ancora qualcosa.
Arrivati a casa tutti si andarono a cambiare per andare a dormire, lo tesso facemmo noi.
Mia cugina indossava di nuovo un pantaloncino ed una semplice maglietta, io invece a torso nudo ed in boxer per il troppo caldo.
Fui l’ultimo ad impossessarsi del bagno per lavarsi i denti prima di andare a letto. Uscito da lì tutti si erano messi ai loro posti, mio fratello ed i suoi in camera da letto, e Chiara in soggiorno, dove dormiva con me.
Andai un attimo in camera e augurai agli altri la buonanotte, e uscendo socchiusi la porta.
Arrivato in soggiorno trovai già distesa sul letto mia cugina che guardava la tv, appogiata con la schiena sul muro… Avrei voluto saltare addosso subito, ma non potevo!
Socchiusi anche la nostra porta e mi misi a fianco di lei.
“Dormono?” cominciò.
“No… Non ancora.” continuai.
Mi avvinai comunque a lei ed iniziai a toccarla, cominciai accarezzandole la coscia, lasciata scoperta dal pantaloncino corto, salii lentamente ed infilai la mano prima all’interno degli shorts e poi nelle mutandine.
La guardai il viso, continuava a guardare la tv, stropicciandosi però le labbra.
Io intanto passavo le mie dita tra la sua figa ed il suo buco del culo… Amavo quel gesto.
Continuai alzandole la malietta così da scoprirle i seni, e mi ci fiondai su.
Ad un certo punto ci interrompemmo… La televisione della camera si era spenta, e probabilmente di la stavano già dormendo, infatti mio fratello era solito mettere il timer alla televisione per addormentarsi con appunto la tv accesa.
Mi alzai dal letto attraversai il piccolo ingresso e diedi uno sguardo.
Tutto sembrava tranquillo… Era il mio momento!
Tornai da Chiara, che era in ginocchio sul letto, e chiusi la porta con la maniglia senza fare rumore…
“Mi sembra che stiano dormendo.” Dissi avvicinandomi al letto.
“Va bene!” Si avvicinò a me, mi abbassò i boxer ed iniziò a prenderlo in bocca.
Il mio cazzo era già durissimo, la spinsi sul letto e mi misi sopra di lei.
Le tolsi i pantaloncini e le mutandine, le allargai le gambe ed iniziai a penetrarla. Era già bagnata, eccitata probabilmente anche dalla situazione pericolosa in cui lo stavamo facendo… Con gli altri a pochi metri!
In casa c’era un completo silenzio, rotto solo da rumore dei nostri corpi che sbattevano e da Chiara che ansimava silenziosamente. Continuavo a scoparla, ed intanto abbassai il capo per baciarla sul collo. Lei però si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò:
“Ora io sopra e tu sotto.”
Affondai il mio cazzo fino alla base per un’ultima volte e poi mi staccai.
Mi sdrai sul letto e lei si mise sopra di me.
La aiutai ad infilare l’asta nella sua vagina, e poi cominciò a cavalcarmi aggrappandosi su diverse parti del mio corpo.
Ci divertimmo un po’ così, ma quella volta volevo di più, la feci mettere a pancia in giù, misi in ginocchio su di lei e le leccai per bene il buco di quel culo così perfetto che aveva.
Lubrificai il pene con un po’ di saliva ed iniziai a spingere… Per me era la prima volta, probabilmente non per lei. Appoggiò la testa sul cuscino e con le mani allargò il culo, così da facilitare la penetrazione.
Era davvero stretto, e mi piaceva un sacco. Feci entrare piano piano la cappella, e proseguii sempre lentamente con il resto del pene.
Con il tempo aumentai il ritmo, sentivo che ormai aveva preso la forma del mio cazzo, diventando quasi una cosa sola.
Guardavo il suo viso, che ogni tanto si lasciava scappare una smorfia di dolore, ma sapevo che le stava piacendo.
Ad un tratto mi fermai.
“Aspetta… Senti? Hanno riacceso la tele.” Le dissi, senza però staccare il mio cazzo da dentro di lei.
“Stai calmo, basta fare silenzio e stare attenti.” Bisbigliò.
La cosa mi eccitò ulteriormente, ma mi metteva pressione. Immaginavo a cosa poteva succedere se mio fratello o i miei zii mi avessero visto scopare mia cugina.
Ripresi a scoparla, ma sentivo che da lì a poco sarei venuto.
Iniziai a darle colpi secchi e profondi … Il mio cazzo era in procinto di esplodere, lo estrassi e le sborrai sul fondo schiena.
Andammo entrambi in bagno a ripulirci velocemente e ci mettemmo di nuovo a letto, questa volta per dormire, consapevoli che questa volta avevamo rischiato seriamente.

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La mia storia ovvero come sono diventato una troia

Mi avevi chiesto di dirti come è successo…
Posso raccontarti come sono arrivato a questo punto… non come è successo.
Ho scoperto il mio corpo e le sensazioni che poteva darmi quando avevo 7 anni, insieme agli amici, le prime masturbazioni…
Era una sensazione strana, l’orgasmo quando arrivava mi faceva sentire come se mi scappasse la pipì ma non avevo ancora eiaculazioni allora…
Mi piaceva, la sensazione quando toccandolo e menandolo si induriva, aumentava di dimensioni, la sensazione della pelle della cappella che andava su e giù, l’irritazione che provavo sulla cappella asciutta che bagnavo con la saliva per favorirne lo scorrimento, le pulsioni dell’orgasmo imminente, anche se allora non sapevo cosa fosse l’orgasmo, la sensazione quando arrivava di dover fare pipì che però non sgorgava, il continuare a menarlo anche dopo, quando la cappella ormai era sensibilissima… quasi bruciava…
Fu in quel periodo che vidi la prima figa di una donna, mia cugina. Eravamo in vacanza assieme, lei era nostra ospite in una casetta che mio padre affittava per tutto l’anno sopra il lago d’Orta.
Era un pomeriggio primaverile o estivo, ora non ricodo più. Eravamo al piano di sopra dove avevamo la camera da letto, unica per tutti noi. Non ricordo come iniziò ma ricordo che ad un certo punto lei mi chiese di leccarla alzando la veste e abbassando le mutandine.
Era la prima volta che la vedevo e sentivo il suo odore, lei spalancava le gambe e con le mani apriva le labbra, io vedevo la sua pelle e il suo interno umido ma non provavo nessun piacere, il sapore che sentivo sulla lingua non mi diceva niente, anzi mi faceva anche un po schifo. Se la fece leccare un po e poi cominciò a toccarsi mentre mi chiedeva di toccarmi a mia volta.
Eravamo ambedue sdraiati nei nostri letti, io con il mio cazzo in mano che mi masturbavo e lei con il vestitino sollevato e gli slip abbassati che si toccava… Vedevo la sua mano muoversi tra le gambe ed il suo respiro farsi più frequente, sentivo che emetteva dei mugolii mano a mano che il suo orgasmo si avvicinava… fino a quando godette completamente..
Quella fu l’unica volta che giocammo assieme o meglio che provò a farmi giocare con lei. Ma sucessivamente mi rimase la voglia e la curiosità di vedere la figa delle ragazzine..Ricordo che sempre li al lago, con una ragazza di Milano che, come noi, accompagnava i suoi genitori i fine settimana, giocando agli indiani e con lei che veniva alternativamente fatta prigioniera dagli indiani e poi liberata, una delle torture preferite quando era prigioniera era di obbligarla a sollevare lo scamiciato e abbassare le mutandine. A quel punto veniva frustata sulle natiche o con dei rametti di nocciolo o, a volte, con delle ortiche. Ricordo la sua fighetta glabra e quasi nascosta… stranamente a quell’epoca (avevo circa 7 anni…) non ero attirato dal seno delle ragazze, sia che lo avessero abbondante per la loro età sia che ne fossero quasi sprovviste…
Fu circa a quell’età che durante un viaggio in Germania di mio padre per lavoro, mia madre, mio fratellino ed io lo accompagnammo. Alloggiavamo in una pensione e rimanevamo soli per quasi tutta la giornata. Alla sera o cenavamo in albergo o uscivamo assieme ai suoi ospiti.
Mi vennero dei foruncoli su una gamba che non smettevano di spurgare. Mio padre su indicazione e accompagnato dai suoi ospiti, mi portò nell’ospedale principale di Monaco dove i medici decisero di inciderli. Ricordo che non volevo farmi anastetizzare, tirai dei calci ai medici, morsi una suora e un’infermiera fino a quando riuscirono con l’etere ad addormentarmi. Quando mi svegliai ero in una stanza enorme con due letti ed ero accompagnato da mia madre e mio fratello. Lei si fermava la notte in ospedale con me e mio padre portava mio fratello in albergo da lui, poi lo riportava alla mattina.
Due volte al giorno passava l’infermiera a misurarmi la temperatura e lo faceva prendendo la temperatura rettale…
Mi piaceva la sensazione quando inseriva il termometro di vetro nel mio culo… Io dovevo restare a pancia in giù fino a quando non veniva a togliermelo, ma mentre aspettavo che tornasse ricordo che, cercando di non farmi scoprire, portavo una mano dietro di me e lo spingevo e lo sfilavo lentamente.
Quella sensazione era così strana e piacevole che, una volta tornato a casa, ricordo di averla ricercata quando ero solo in casa e potevo abbassarmi i pantaloni ed infilarmi il termometro da solo…
Piano piano lo spingevo dentro di me e lo estraevo.. ricordo che oltre la sensazione di sentirlo entrare ed uscire mi piaceva moltissimo anche spingerlo più possibile dentro di me… a volte entrava completamente e dovevo spingere per farlo uscire e afferrarlo con le dita… Mi piaceva quando lo sentivo completamente dentro… avrei voluto fosse possibile infilarlo ancora di più…
Passò il tempo… dimenticai quelle sensazioni… Cominciai a rivolgerle alle ragazze.
Durante l’estate andavamo spesso in Grecia a casa dei miei nonni e li si giocava liberamente in cortile ed in strada con gli altri ragazzini e ragazzine…
Nel cortile dei miei nonni abitava una famiglia che aveva tre figli, due ragazzine e un ragazzino. Lui era di mezzo. Con la sorella più grande io mi divertivo a portarla nel gabinetto e a farle sollevare il vestitino e abbassare le mutandine. Mi piaceva guardarle il culo e farle aprire le natiche. Volevo che le spalancasse il più possibile e poi io le infilavo nel buco del suo culetto delle palline di carta che pretendevo non estraesse fino a quando non glielo dicevo. Cosa ovviamente impossibile ma quando sucessivamente la riportavo nel gabinetto (erano ovviamente esterni e senza acqua corrente) e facendole alzare il vestitino e aprire le natiche non li trovavo, la sculacciavo e gliene rimettevo delle altre in numero maggiore…
In quel periodo ero affascinato da culetto delle regazzine, immaginavo di poterlo spalancare ed infilarci gli oggetti più disparati e immaginavo quali potessero essere le loro reazioni… Immaginavo fossero le stesse che provavo io e a volte sperimentavo su di me quello che immaginavo di fare su di loro.. Mi infilavo, non senza difficoltà, il manico di cacciaviti, del martello, godendo della sensazione di sentirmi il buco del culo che si apriva e cedeva, permettendo l’ingresso di quegli oggetti estranei, della sensazione che provavo mentre spingevo lentamente quegli oggetti per permettere il loro ingresso, della sensazione che provavo quando, estraendoli, il buco si rilassava richiudendosi per poi ricominciare a spingerli ancora dentro in un ciclo che ripetevo e ripetevo… godendo di quelle sensazioni. Spesso sperimentavo anche le sensazioni che mi davano cercando di introdurli sempre più a fondo, cercando di farli entrare il più possibile, arrestandomi quando cominciavo a provare dolore… oppure una volta introdotti il più possibile, cercando di non farli uscire, risollevavo le mutandine e i pantaloni e mi muovevo obbligando quegli oggetti a muoversi dentro di me mentre mi muovevo per casa, mentre li sentivo scavare dentro di me, assaporando il piacere ed il dolore che mi provocavano…
Fu in quegli anni che cominciai ad investigare sulle reazioni del mio corpo agli stimoli che riceveva.
Fu anche il periodo in cui cominciarono i primi innamoramenti di ragazze e donne più grandi di me e le fantasie su di loro. Ricordo i pomeriggi passati a masturbarmi pensando a loro…
Fu anche il periodo in cui ebbi le prime relazioni fisiche con alcuni dei miei amici… Eravamo ragazzini e guardavamo le foto sui giornaletti porno disponibili in quell’epoca e ci masturbavamo assieme, fino a quando cominciammo a giocare tra noi, dapprima masturbandoci l’un l’altro fino a venire, poi abbiamo provato a prendercelo in bocca…
Si era creata una strana democrazia… Nessuno di noi era dominante ma ci alternavamo vicendevolmente a prenderlo in bocca agli altri due… Non arrivammo mai a leccarlo fino a quando sborravamo ma ci arrivavamo molto vicino…
La sensazione, almeno per me, di avere un cazzo in bocca mi piaceva, mi piaceva sentire la cappella sulla mia lingua, sentire le contrazioni quando si avvicinava l’orgasmo, passare la lingua sulla cappella…
Da li a pensare di scoparci a vicenda mentre uno era impegnato a succhiare il cazzo dell’altro ci mise poco a nascere… Le posizioni si consolidarono in breve… Uno si sdraiava sul letto nudo, l’altro sempre nudo si inginocchiava tra le sue gambe e glielo prendeva in bocca tenendo il culo in alto, l’altro inculava quello inginocchiato, poi ci scambiavamo i ruoli, con quello che aveva succhiato ed era stato inculato che si sdraiava a sua volta, riprendendo il giro…
Poi cominciammo a fare il “sandwich”, con uno di noi che si sdraiava a pancia in giù e veniva inculato dall’altro, che veniva a sua volta inculato dal terzo…
La cosa durò per un certo periodo fino a quando le ragazzine non cominciarono ad attirarci sempre di più…
Le prime esperienze furono tutto sommato normali, baci con la lingua in bocca quando ci si ritrovava in casa di qualcuno i pomeriggi dopo la scuola, palpatine, loro erano giovani e non volevano concedere niente di più in quei momenti. Qualcosa di più si riusciva a combinare con qualche artifizio come il gioco della bottiglia, oppure con le carte del genere “si decideva cosa una persona dovesse fare e se veniva pes**ta una carta dall’asso al 5 doveva eseguire, se dal 6 al re chi aveva proposto subiva la stessa penitenza”.
Fu un periodo tutto sommato normale, anche se spesso mentre le palpavo le dita si stringevano sui loro capezzoli, a volte rudemente, facendole sussultare… Ed io ne godevo quando compariva l’espressione di dolore e sorpresa nel sentire la mia stretta sui loro capezzoli…
Fu solo dopo molti anni che compresi quelle che erano le mie pulsioni e perché provavo piacere nel farlo…
Ma, principalmente, quello fu un periodo di cotte, primi innamoramenti…
Nel frattempo però continuavano le mie esplorazioni agli stimoli e reazioni del mio corpo che sottoponevo a diverse prove. I giornalini porno o meglio alcune loro immagini erano l’ispirazione a verificare direttamente cosa si poteva provare quando si era sottoposti a certi stimoli…
E così cominciarono le mollette sui coglioni, cercavo di metterne il più possibile obbligandomi a tenere le gambe larghissime per trovare spazio nell’aggiungerne il più possibile, per poi tentare di richiuderle e sentire la pelle tirare mentre il mio cazzo si irrigidiva e cercavo di masturbarmi senza muovare la mano ma solamente muovendo il bacino in su e giù… La sensazione di dolore che provavo, a volte decisamente intensa e dolorosa, quando cominciavo a toglierle, dolore che era più intenso quando le aprivo velocemente nel toglierle e più sottile quando le aprivo lentamente… La capacità di sopportarne il “morso” fino a quando non sborravo, mentre una volta venuto non riuscivo più a sopportarle e desideravo toglierle immediatamente…
L’uso di internet mi aprì un mondo che non conoscevo, riuscì a dare un nome a quello che confusamente sentivo dentro di me nella mia mente…
Il piacere di infliggere dolore, anche se non in modo esagerato, mi eccitava e me lo faceva diventare duro. Le prime esperienze virtuali ebbero luogo in chat di lingua inglese, con donne che erano lontane e che potevo raggiungere solamente tramite le rispettive webcam.
Godevo nel vederle infliggersi “punizioni” che ordinavo e mi rendevo conto che anche loro godevano nel vedere il mio cazzo che diventava duro nel vedere loro sculacciarsi, mettersi delle mollette sui capezzoli, sulla figa, scoparsi il culo e la figa con vibratori o altri oggetti…
Poi da virtuale sulle chat americane passai a quelle italiane e lì conobbi altre donne… Cominciai a frequentarne alcune dal vivo sperimentando le sensazioni che fino a quel momento erano risultate solamente virtuali. Piano piano affinavo la capacità di comprendere le reazioni dei loro corpi ai diversi stimoli, quando il dolore si tramutava in piacere, quando invece restava solamente dolore e non era più sopportabile… quando si avvicinava il loro orgasmo e potevo spingermi oltre…
Intanto le mie conoscenze si ampliavano e conoscevo altre persone che condividevano le mie sensazioni, le mie pulsioni… Passarono gli anni e le persone… Alcune scomparvero nel nulla, altre rimasero, di qualcuna non ricordo più nulla o quasi… Altre sono ancora nel mio cuore e nella mia mente sia che sia ancora in contatto con loro o no…
Durante la conoscenza con una persona successe una cosa strana…
Comincio a ricevere sms da parte di qualcuno che non conosco e di cui non riconosco il numero. La prima volta lascio perdere poi ai sucessivi rispondo che probabilmente sta sbagliando numero.
La cosa strana è che gli sms sucessivi invece confermano che sono rivolti direttamente a me… La cosa mi incurioscisce anche perché le volte che ho provato a chiamare quel numero di cellulare non rispondeva nessuno o se rispondeva non parlava…
Dopo un po di tempo comincia a lasciare perdere e così per un po di tempo la cosa si interruppe. Nel frattempo ne avevo parlato con Luisa, la donna che avevo conosciuto in chat.. Fu lei piano piano a rivelarmi che il numero da cui arrivavano gli sms era di una sua amica che aveva avuto diversi problemi, sia sentimentali che fisici, e che lei aveva spinto a quel gioco sapendo che io sarei stato al gioco e che avrei compreso…
Devo dire che la cosa mi incuriosiva perciò decidemmo di incontrarci un giorno che tutte e due si sarebbero trovate e così fu.
Dire che fui colpito è dire poco… Non era giovanissima ma aveva un corpo statuario, lunghi capelli biondi, carnagione abbronzata, voce roca.
L’incontro avvenne a casa sua e all’inizio fu una cosa normale, un caffè, una sigaretta, si parlava di tutto e di più. Luisa stava vicino a me e ogni tanto ci baciavamo di fronte a lei che non appariva per nulla imbarazzata.
C’era della musica e con Luisa accennammo alcuni passi di un lento che stava suonando in quel momento.
Poi lei disse che doveva fare una telefonata e si spostò in una stanza e chiuse la porta. Allora chiesi a Miriam, si chiamava così la sua amica, se voleva ballare…
Lei accettò ed il suo corpo aderì al mio immediatamente, sentivo i suoi seni premere contro il mio petto, aspiravo il suo profumo, avvertivo il calore della sua pelle…
Le nostre bocche si cercarono all’improvviso e un lungo bacio ci coinvolse… Nel frattempo Luisa era ancora nell’altra stanza e mi rivelò sucessivamente che lo aveva fatto apposta per permetterci di conoscerci meglio o più intimamente…
La cosa finì li quel giorno ma sucessivamente mi accordai con Miriam per incontrarci ancora lasciando decidere a lei se voleva che ci incontrassimo ancora tutti e tre o solamente noi due… Dopo qualche settimana mi invitò ad andare a trovarla a casa sua.
Pochi attimi dopo essere entrato un casa sua eravamo stesi sul suo letto avvinghiati toccandoci e baciandoci…
Le sue mani accarezzavano il mio corpo dappertutto insistendo sui miei capezzoli che si indurivano sempre più, mentre lei li toccava, stringeva, mordicchiava leggermente… Il mio petto ogni volta si muoveva per permetterle di poterli toccare meglio e di più, e lei se ne accorgeva specialmente quando li mordicchiava allora la sua stretta diventava più forte..
I suoi denti afferravano la loro punta stringendoli e provocandomi delle fitte improvvise dolorose quanto piacevoli, facendo inarcare il mio corpo…
Le sue mani continuavano a percorrere il mio corpo toccando il mio cazzo… le mie palle… scendendo tra le gambe e sfiorando il mio ano…
Le mie gambe inconsapevolmente si aprivano per permetterle di continuare con quelle carezze… Le sue dita cominciarono a frugare sempre più insistentemente… fino a quando mi abbandonò per un momento steso sul letto chiedendomi di aspettare…
Torno nascondendo qualcosa dietro la schiena senza farmi vedere cosa fosse e le sue labbra ricominciarono a percorrere il mio corpo, i suoi denti a solleticare i miei capezzoli… sentii qualcosa tra le mie gambe che toccava il mio ano e non erano le sue dita ma qualcosa di leggermente ruvido, duro…che spingeva cercando di entrare… le mie gambe si aprirono ancora di più, il mio corpo si inarcò ancora di più per permettere a non so cosa di violarmi… fino a quando quel qualcosa entrò in me… e lei cominciò a spingerlo avanti e indietro… sempre più a fondo…
La sensazione di sentirmi violato era violentemente eccitante… volevo che entrasse ancora di più… più a fondo… E intanto le sue unghie e i suoi denti continuavano a torturare i miei capezzoli…
Mi lasciò ancora steso sul letto con il mio copro violato allontanandosi per un momento e tornando con un paio di collant velati che mi mise sulla faccia rendendo la mia vista velata… e poi usò le gambe dei collant per legarmi la mani alla testiera del letto…
Prese delle mollette per i panni e me le mise sui capezzoli… erano molto dure… facevano male… ma mi piacevano…
Scoprii poi cosa aveva violato il mio ano… l’impugnatura di una corda per saltare… la stessa che usò poi per legare i miei piedi alla base del letto…
Mi mise un cuscino sotto la schiena per alzare le mie anche, mentre io le sussurravo di guardare nella mia giacca.
Torno avendo trovato quello che speravo trovasse, la custodia metallica di un sigaro che immediatamente utilizzo per penetrarmi.. mentre la sua bocca si reimpadroniva dei miei capezzoli…
Il mio cazzo era duro e teso… ogni volta che lei spingeva il tubo metallico dentro di me si irrigidiva sempre più… Ad un certo punto si mise a cavalcioni sul mio viso facendosi leccare mentre le sue dita continuavano a stringere e a torturare i miei capezzoli…
Non cmprendevo più quali sensazioni stessero impadronendosi della mia mente, il dolore era tantissimo ai capezzoli ma il piacere di leccarla e di sentire i suoi umori copiosi colare sul mio viso e nella mia bocca mi faceva impazziere…
Vedevo sul suo viso i segni del piacere che stava provando mentre la leccavo ma soprattutto mentre mi stava torturando i capezzoli…Le piaceva immensamente e a me piaceva altrettando immensamente quando lo faceva…
Ormai ogni suo tocco era diventato dolorosissimo sui miei capezzoli martoriati dalle sue unghie e dai suoi denti… ma erano ancora rigidi e desiderosi di quel trattamento…
Poi si mise a cavalciono su di me facendosi penetrare senza smetter di occuparsi dei miei capezzoli facendomi impazzire di piacere… fino a farmi esplodere dentro di se…
Poi, per usare parole scritte da Faber, furono baci e furono sorrisi…
Fu l’inizio di una strana relazione… Ogni tanto ci trovavamo e scopavamo normalmente. Chiaccheravamo spesso di tutto e di più sia quando ci incontravamo che quando eravamo assieme.
Gli incontri non avevano una cadenza fissa ma ci vedevamo ogni qualvolta eravamo disponibili e ne avevamo voglia. Senza nessuna complicazione per tutti e due.
Un giorno capitò di avviare una chiaccherata perlando di bdsm, di cosa significasse, cosa coinvolgeva, come ci si dovesse comportare all’interno del gioco con l’eventuale partner e lei confessò di esserne attirata ma di non sapere come comportarsi e come evitare l’insorgere di eventuali problemi.
Ci inoltrammo nelle spiegazioni e nel come riconoscere dalle espressioni del sottomesso il raggiungimento dei limiti di sopportazione e le offri, se era davvero interessata, a sperimentare assieme come avrebbe dovuto comportarsi nelle varie fasi…
Lei accettò e così un giorno mi presentai da lei e cominciò una strana avventura…
Fu uno scambio, ambedue sperimentammo assieme quelle che erano le nostre fantasie e che piacere ne ricavavamo, approfondendo quello che ci coinvolgeva e abbandonando quello che a una o all’altro non risultava gradito…
Lei imparò molto ma anche io… Mi piaceva quando mi strizzava i capezzoli con le sue dita o unghie, me li mordeva, facendomi sussultare… Rendendoli via via più sensibili, lasciandoli gonfi di piacere, dolore e desiderio…
Quando le sue dita frugavano nel mio ano introducendosi il più a fondo possibile, raggruppandosi tra di loro per allargarmi sempre più… quando usava oggetti o dildi per scoparmi nel culo…
Quando le sue unghie si impadronivano della mia cappella solleticandola, pizzicandola, aprivano la fessura cercando di introducivisi… Quando il mio scroto veniva riempito di clamps in maniera tale che risultava impossibile chiudere le gambe…
Imparai a leccarle la figa, cosa che mi piaceva anche prima, e il culo, cosa che lei apprezzava molto e che io apprezzavo con lei, eccitandomi nel sentire il suo ano ammorbidirsi piano piano quando il piacere si impadroniva di lei, e diventò un gioco per me riuscire ad eccitarla sempre più con la mia lingua nel suo culo… Mi piaceva leccarle la rosetta dell’ano, introdurre la mia lingua dentro di lei.. leccare il solco delle natiche, sentire i suoi umori che traboccavano dal suo sesso. Lei apprezzava moltissimo le sensazioni che le donavo e che sapeva io ricevevo nel leccarla, arrivando a rilassarsi sino quasi ad assopirsi… Ho provato a restare sdraiato tra le sue gambe aperte dedicandomi al suo culo per delle mezz’ore, con l’eccitazione che saliva dentro di me imponente…
A volte lei si metteva supina ed io ero tra le sua gambe, altre voleva che fossi sdraiato di fianco a lei nella classica posizione del “69” ma con lei che mi rivolgeva la schiena e le sue dita trasmettevano ai miei capezzoli l’intensità del suo piacere…
Altre io mi trovavo disteso sulla schiena con le gambe sollevate, allargate e legate alla testiera del letto per lasciare il mio ano a disposizione dei suoi desideri per poterlo violare come e con quello che lei desiderava…
Fu una di quelle volte che lei espresse il desiderio di volerlo violare con la sua mano, cosa che aveva già tentato di fare le volte precedenti in cui cercava di inserire quante più dita potesse…
Incominciò ad usare dildi sempre più grossi e spingendoli sempre più a fondo… la sensazione di sentire lo sfintere allargarsi piano piano quando mi penetrava era piacevolissima, ma ancora di più quando li ritraeva facendoli uscire completamente fuori lentamente e l’anello si richiudeva… non so dire se fosse questo a piacermi di più o se apprezzassi maggiormente la sensazione di avere qualcosa che si facesse strada dentro di me il più possibile…
Arrivò ad usare un dildo da 6 cm di diametro e lungo una 30ina spingendolo completamente dentro di me… Quello che le piaceva particolarmente era mentre lo spingeva e lo muoveva dentro di me era continuare a pizzicarmi i capezzoli facendomi mugolare di piacere e dolore…
Una volta mi fece indossare mentre andavo a trovarla un butt plug quasi sferico che faticai moltissimo mentre lo inserivo… Inizialmente non voleva entrare in nessun modo e non era comodo neanche il luogo dove stavo provando ad inserirlo, la toilette di un autogrill, in cui non potevo muovermi come avrei voluto e in cui non mi fidavo ovviamente a spogliarmi completamente o per lo meno a togliermi i pantaloni e i boxer, non sapendo dove appoggiarli.
Alla fine dopo svariati tentativi e uso abbondante di lubrificante riuscii ad inserirlo sentendolo dentro di me. Non era particolarmente fastidioso una volta dentro, ma la base tra le natiche, dopo alcuni kilometri di autostrada, cominciava ad essere fastidiosa e ad irritarmi la pelle a contatto per lo sfregamento.
Quando arrivai da lei e le dissi cosa avevo dentro le si illuminarono gli occhi e dopo avermi baciato mi fece spogliare immediatamente e sdraiare a pancia in giù sulla sponda del suo letto per vedere cosa avessi inserito… Cominciò a muoverlo, a farlo ruotare, fino a quando lo tirò fuori all’improvviso senza avvisarmi e provocandomi un mugolio di dolore… l’ano non si era ancora rilassato abbastanza ne abituato a quella dimensione…
Ammirò lo sfintere che dopo l’estrazione improvvisa cominciava lentamente a rinchiudersi in se stesso e dopo avermi somministrato due microclicmi mi mandò in bagno per liberarmi e pulirmi…
Al mio ritorno mi fece mettere in ginocchio sul suo letto e dopo avermi stuzzicato i capezzoli ben bene come a lei e a me piaceva, mi fece abbassare il viso sulla coperta e, infilato un guanto di plastica, cominciò a cospargermi il solco tra le natiche con del lubrificante, spingendo ogni tanto alcune dita all’interno del mio culo… Io quando lei infilava le sue dita spingevo verso la sua mano assaporando la sensazione di essere violato… sentire il mio ano aprirsi, le sue dita entrare profondamente in me…
Mano a mano che mi lubrificava sempre più cominciò a spingere sempre più dita dentro me… fino a quando cominciò ad usarle tutte muovendole avanti e indietro, facendole ruotare… Mi sentivo aprire sempre più, sentivo l’anello dello sfintere allargarsi sino a dolere, volevo che entrasse dentro di me ma il dolore si faceva insopportabile…
Nel frattempo ogni tanto allungava l’altra mano sotto di me afferandomi alternativamente i capezzoli e stringendoli fino a farmi mugolare di dolore, mano a mano che spingeva la sua mano dentro di me, trattenendomi quando per il dolore cercavo di spostare il bacino in avanti per sfuggire a quella invasione nel mio corpo che cominciava a diventare insopportabile… Non so se il dolore fosse creato dai muscoli che si rifiutavano di cedere o dalla peluria intorno all’ano che veniva tirata dallo sfregamento contro il guanto di vinile che aveva indossato, ma alla fine dovemmo des****re…
Dopo avermi fatto riposare un poco, continuando a stuzzicare i miei capezzoli decise che era il momento che mi dedicassi al suo culetto, sdraiandosi a pancia in giù ma facendomi mettere in modo tale che potesse continuare a stringere a suo piacimento i miei capezzoli o potesse dedicarsi alle mie palle o al mio cazzo…
I suoi occhi erano socchiusi, il suo viso disteso… il suo ano davanti alla mia bocca…
La mia lingua cominciò a leccarlo piano piano, girandogli attorno, leccando la rosetta che trasmetteva alla mia mente sensazioni paradisiache… Ogni tanto spingevo la mia lingua dentro di lei e lei sollevava leggermente il bacino per agevolarmi l compito, altre scendevo nel solco tra le sue gambe a leccare il suo sesso che si gonfiava e rilasciava umori densi che raccoglievo con la lingua…
Non so quanto andai avanti a leccarglielo… so solo che alla fine i miei capezzoli erano indolenziti per il trattamento ricevuto e il mio cazzo gonfio e duro… Mi fece sdraiare sulla schiena e cominciò a mastrurbarmi graffiandomi ogni tanto la cappella… mentre i suoi denti afferravano i miei capezzoli che appena venivano toccati mi facevano sussultare, al che lei con un sorriso malefico li mordeva facendo inarcare il mio corpo per il dolore misto al piacere… Fermando ogni tanto la masturbazione per poter stringere le mie palle o per poter stringere con tutte e due le sue mani i miei capezzoli mentre mi baciava… Poi riprendeva a masturbarmi e andò avanti così fino a quando non mi fece venire mentre i miei capezzoli erano sempre più doloranti…
Talmente tanto che quando mi rivestii solo lo sfioramento della camicia prima, e della cintura di sicurezza dopo mi provocavano dolore… dolore e piacere nel ricordo di quanto c’era appena stato…
Fu l’inizio di una strana esperienza, in cui tutti e due volevamo esplorare nuovi confini e sensazioni, in cui ognuno dava sfogo alla propria fantasia…
Ricordo una volta in cui a casa sua fui incatenato a gambe divaricate e sollevate alle gambe metalliche del tavolo in soggiorno, con lei che si divertiva ad inserirmi quanto restava della catena (e non era poca) nel mio culo… estraendola piano piano obbligando lo sfintere ad aprirsi e chiudersi lentamente, per poi reinserila ancora e poi a tirarla fuori ancora… ero in sua balia e mi piaceva…
In quella posizione si divertiva ad usare svariati oggetti, siano stati dildi, butt plug normali o gonfiabili, o oggetti di uso comune che le suggeriva la sua fantasia… arrivò ad usare uno scovolino per bottiglie che cominciò ad infilare lentamente provocandomi un grande senso di fastidio per lo sfregamento che provocava nel mio ano anche se non veniva forzato ad aprirsi molto, muovendolo piano piano dentro di me, facendolo girare, estraendolo, fino a quando il dolore ed il fastidio che sentivo cominciavano a tramutarsi in piacere…
Un’altra volta dopo avermi fatto spogliare mi fece mettere a 4 zampe nella vasca e mi bendò, allontanandosi e ordinandomi di restare immobile. La sentivo trafficare nella cucina, sentivo rumore di acqua ma non comprendevo cosa stesse architettando.
Quando tornò cominciò ad accarezzarmi dappertutto, dedicandosi al suo passatempo preferito: torturarmi i capezzoli, per poi sedersi a cavalcino sulla mia schiena. Sentivo la sua pelle a contatto con la mia, mi resi conto che era nuda come me, avvertivo il solletichio dei peli del suo sesso sulla pelle della mia schiena ma ancora non comprendevo cosa avesse in mente.
Ad un certo punto sentii che appoggiava qualcosa contro il mio sfintere e cominciava a spingere, obbligandolo ad allargarsi e a ricevere dentro se qualcosa di non piccolo ma anche non esageratamente grande… Poi la sentii che trafficava con i rubinetti della vasca e un fiotto d’acqua tiepida cominciò ad invadere il mio intestino, mentre lei muoveva non so cosa dentro di me…
Inizialmente mi disse di stringere e cercare di non far fuoriuscire l’acqua, mentre lei invece muoveva non so cosa rendendomi il compito difficile… Quando vedeva che l’acqua non veniva trattenuta i miei capezzoli venivano stretti brutalmente dalle sue dita…
Finalmente mi disse di rilassarmi e lasciare che tutta l’acqua entrata in me potesse defluire, ma i rubinetti non erano stati chiusi… Continuava ad entrarmi gonfiandomi il ventre e scorrendo liberamente sulle mie gambe.
Nel frattempo mi accorsi che, mentre mi scopava il culo con quello che mi aveva inserito e da cui defluiva l’acqua che mi invadeva, aveva cominciato a masturbasi, e i colpi che mi penetravano variavano al ritmo della sua masturbazione, rendendo eccitante la sensazione che provavo… Mano a mano mi accorgevo che si stava avvicinando all’orgasmo, e quando lo raggiunse sentii un fiotto caldo bagnarmi la schiena, colarmi addosso e mi resi conto che stava inondandomi la schiena della sua urina…
Non so dire che sensazione provai in quel momento… fu strana e coinvolgente, ma mi confuse talmente che la accettai rendendomi conto poi, nel futuro, mentre ricordavo le sensazioni che avevo provato, che in fondo avrei voluto che continuasse ancora…
Un’altra volta fu estasiata da dei cateteri che mi aveva dato una amica infermiera e che volevo usare su lella…. Li trovò nella mia borsa e mi chiese con chi volessi usarli.
A quel punto volle provarli su di me e mi fece sdraiare sul letto con le gambe aperte… Cominciò ad infilarlo lentamente provocandomi una strana sensazione… Lo sentivo percorrere la mia uretra e avvertivo il suo avanzare… Ad un certo punto cominciò a ritrarlo… e la sensazione fu ancora più piacevole… Arrivò sino quasi ad estrarlo completamente per poi ricominciare a spingerlo dentro…
Ad un certo punto sentii che incontrava una leggera resistenza e lei lo spinse ancora di più… oltrepassando la valvola della vescica e provocando la fuoriuscita di un getto di urina… lo ritrasse velocemente ma sempre lasciandolo inserito, allontanandosi un momento dal letto e tornando con un asciugamano ed una bacinella… la posò tra le mie gambe e ricominciò a spingere il catettere dentro sino a penetrare la vescica… e lasciando che si svuotasse direttamente dentro la bacinella.
A quel punto si allontanò ancora e tornò con una siringa grande che usò per riempirmi la vescica con l’acqua che conteneva, ma impedendone la fuoriuscita obbligandomi a tenere stretto il tubo e andando di nuovo a riempire la siringa…
Quando sentivo che stavo scoppiando e che non sarei riuscito a sopportare un’altra iniezione tramite il tubicino usò la siringa per aspirare e ributtare dentro l’acqua… provocando uno sgonfiamento e un rigonfiamento continuo della vescica…
La sua espressione mentre lo faceva era estasiata, e immagino lo divenne ancora di più quando decise di continuare questo suo gioco mettendosi a cavalcioni sul mio viso e obbligandomi a leccarle il buco del suo culo mentre lei continuava a dedicarsi al suo nuovo divertimento. A volte si arrestava per dedicarsi ai miei capezzoli che usava per comandare il ritmo della mia lingua stingendoli improvvisamente quando era particolarmente eccitata da come la leccavo… o tirandoli quando voleva che affondassi dentro di lei… poi tornava a dedicarsi al tubo che aveva infilato nel mio cazzo giocandoci come desiderava, spingendolo dentro e tirandolo fuori… Avvertivo la pressione quando raggiungeva la valvola della vescica contro cui si divertiva a premere senza farlo entrare, altre volte forzava il suo ingresso ormai senza problemi, avendola svuotata completamente… Mi scopava il cazzo con quel catetere come voleva… tenendomi ferme le braccia sotto le sue ginocchia e stringendo senza pietà i miei capezzoli… pizzicandoli con le sue unghie, tirandoli… Eccitandomi sempre più… fino a farmi venire con quel coso ancora infilato dentro il mio cazzo…
Quella volta al telefono mentre stavo andando da lei mi disse che aveva in serbo una sorpresa… Non sapevo cosa intendesse e ne ero un po intimorito anche se la cosa mi stuzzicava molto…
Quando arriva mi guardai in giro per vedere se riuscivo ad indovinare di cosa si trattasse nel vedere qualche cosa di diverso ma, a parte le borse della spesa al super, non c’era niente.
Invece era il loro contenuto che nascondeva la sorpresa…
Dopo esserci baciati, e mentre lo faceva le sue mani erano già corse ai miei capezzoli, mi offrì il caffè e ci sedemmo in cucina a chiaccherare del più e del meno normalmente, mentre il fumo delle sigarette saturava l’aria.
Dopo un po mi disse di andare in camera e di spogliarmi completamente, cosa che solitamente precludeva all’inizio di una sessione di gioco, senza sapere ancora cosa sarebbe successo poco dopo…
Per prima cosa mi bendò strettamente gli occhi, in modo da non farmi vedere assolutamente niente di quello che sarebbe successo, e poi accompagnandomi dolcemente mi fece sdraiare sul letto. Ancora non riuscivo a comprendere le sue intenzioni.
Senza parlare ma usando solamente il tocco delle sue mani mi fece prima allargare le gambe, per poi farmele piegare ambedue in modo che i piedi appoggiassero sul letto ma le ginocchia fossero piegate verso l’alto. Poi mi fece mettere in posizione seduta, sempre con le gambe nella stessa posizione. Ancora non comprendevo le sue intenzioni, sapendo della sua predilezione per il buco del mio culo oltre che per i miei capezzoli.
Mi fece allungare le braccia in modo che le mie mani afferrassero le caviglie stando al loro interno. Si allontanò un momento e sentii che armeggiava nei sacchetti che avevo notato in precedenza. Quando tornò avvertii l’appoggiarsi sulle mie braccia e gambe di qualcosa che riconobbi come della pellicola per alimenti, che cominciò ad avvolgere intorno ad ogni singola gamba imprigionandomi l’avrambraccio… Fu molto meticolosa e mi accorgevo che verificava che non fosse particolarmente stretto, ma che i giri effettuati fossero sufficienti per impedire di liberarmi, anche se l’avessi voluto.
Fece la stessa oprazione anche nell’altra gamba e fu così che mi ritrovai seduto con le braccia imprigionate nella parte interna di ogni gamba.
A quel punto mi aiutò a sdraiarmi sulla schiena, con il risultato che per la forza di gravità le mie gambe assieme alle mie braccia restassero allargate, mettendo in mostra il mio cazzo e il mio culo. Mi accorsi però che non era ancora soddisfatta, infatti mi mise un paio di ciscini sotto la parte bassa della schiena, per fare in modo che il culo fosse bene in alto a sua disposizione.
A quel punto si allontanò ancora e risentii il rumore dei sacchetti che venivano aperti e lei che ci frugava dentro. Quando torno la sua voce mentre mi parlava imponendomi di non risponderle sapeva di sorriso… Incominciò ad accarezzarmi il cazzo facendolo diventare in breve tempo duro… A quel punto prese a stuzzicarmi la cappella come sapeva fare con le sue dita… le sue unghie… Uguale trattamento rivolse anche ai miei capezzoli anche se per lei non erano comodi da raggiungere, ma non si arrese regalandomi brividi di piacere assieme al dolore che provocava.
Quando si rese conto che ero eccitatissimo avvertii che prendeva qualcosa che aveva precedentemente appoggiato sul letto, e sentii qualcosa appoggiarsi delicatamente sul mio buco del culo… Qualcosa che non riuscivo a identificare, ma che dava l’idea di essere duro… Cominciò a spingere allargandomi e provocandomi fastidio… era più largo di tutto quello che aveva usato su di me in precedenza, mi sentivo lo sfintere dilatato ma non riusciva a penetrarmi… Versò del lubrificante che sentii colare sullle mie natiche, nel mio culo, e ricominciò a spingere… Ma non riusciva a far entrare quello che voleva usare per penetrarmi… La sentii sbuffare insoddisfatta, e dopo aver tentato ancora una volta decise di cambiare oggetto…
Questa volta l’impressione fu di qualcosa di si duro ma anche cedevole… anche se la dimensione che avvertivo non era da meno di quello che aveva provato ad utilizzare prima…
Piano piano riusciva a forzarmi… ad entrare… Mi sentivo il buco del culo allargato come non mai, mi faceva male… ma avvertivo nel contempo che quello che stava usando si faceva strada dentro di me… Alla fine riuscì a fare entrare quella cosa che aveva deciso di usare e tutta soddisfatta mi baciò mentre con la mano muovava quella cosa che era entrata dentro di me e che sentivo rovistarmi i visceri… Non era solo grande ma anche lunga… Ancora non riuscivo a comprendere cosa fosse… Quando lei si accorgeva che ormai era entrata completamente, anche se mi rendevo conto che non era tutta dentro, mentre mi mordeva i capezzoli dava dei colpi facendomi sobbalzare non potendo riceverne altra dentro… E più sobbalzavo più lei spingeva, con spinte prolungate che mi sfondavano i visceri… Poi estraeva quella cosa che mi aveva infilato fino quasi ad estrarla completamente, e quando il mio sfintere cominciava a rilassarsi nel richiudersi, lei la rispingeva dentro… Non so quanto andò avanti a violare il mio culo in quel modo… Stavo cominciando a tremare per la tensione… Avevo il culo e i capezzoli in fiamme… il mio cazzo era teso spasmodicamente… A quel punto mi tolse la benda dagli occhi e mi permise di vedere cosa avevo ancora infilato nel culo… Era una melanzana, di quelle lunghe, che faceva quasi scomparire dentro di me…
Si sdraiò sulla schiena e mi ordinò di penetrarla con quella cosa dentro di me… senza permettere di uscire, obbligandomi a tenere le chiappe strette, e mentre la penetravo le sue dita si impadronirono dei miei capezzoli che ricominciò a torturare… provocandomi un insieme di piacere e dolore… piacere per l’orgasmo che sentivo avvicinarsi… dolore quando lei li strattonava per ritardare il momento… Quando arrivò anche per lei il momento dell’orgasmo lasciò che anche io godessi dentro di lei… mentre in quel momento le sue unghie affondavano nei miei capezzoli, facendomi uscire un rantolo di dolore e piacere…
A quella volta seguirono altre innumerevoli volte… Quando non ci incontravamo la mia mente divagava fantasticando ed esplorando situazioni irreali ed eccitanti… che forse mai avrei vissuto ma che eccitavano il mio corpo e la mia mente… desideri incoffessati che forse non avrei mai realizzato…
Fui legato.. sculacciato… Il mio culo violato in mille modi diversi… il mio cazzo ed i miei capezzoli usati per la sua soddisfazione…
Ma mai lei riuscì a penetrarmi con la sua mano completamente… Ogni volta mi sentivo dilaniare senza che lei riuscisse a penetrarmi completamente, nonostante la preparazione a cui lo dedicava… Anche se a onor del vero lei assicurava di essere riuscita a far penetrare la sua mano dentro di me fino quasi al polso non ero mai riuscito a sentirmi suo… posseduto completamente…
Anche ora che scrivo il mio corpo reagisce alle sensazioni che provavo allora… I miei capezzoli si induriscono fino quasi a dolere e reclamando attenzioni che non hanno più… Il mio cazzo si irrigidisce… Il buco del mio culo sento che si rilassa per poter essere agevolmente penetrato…
Da allora le mie fantasie hanno viaggiato in ogni direzione… senza mai trovare risposte… senza mai trovare soluzioni o soddisfazioni…
Ormai il convincimento che potrei accettare quasi qualsiasi cosa se opportunamente eccitato e instradato prevale in me…
Prima di quello che ti ho raccontato fino ad adesso successe anche un’altra cosa…
Avevo cominciato a “chattare” su una chat vocale… conobbi una donna con cui ci sentivamo solamente tramite la messaggeria vocale… Mi intrigava e mi accorsi che anche lei era intrigata da me…
Fino a quando ci scambiammo i numeri di cellulare e cominciammo a sentirci… Fu una conoscenza lenta… scambiavamo idee… emozioni…
Poi, complice una cena aziendale per le festività natalizia, in cui avrei fatto molto tardi e per la neve, avvisai a casa che mi sarei fermato a dormire in albergo e che sarei rientrato il giorno dopo…
Invece affrontai un viaggio nella notte per raggiungerla… Arrivai che era notte… Appena entrai lei mi annusò poichè mi aveva avvertito che non fumava e che non avrebbe gradito sentire odore di fumo…
Quello che lei sentì le piacque, visto che non ebbe rimostranze. Mi baciò e mi porto al piano superiore… nella sua camera… Esplorammo i nostri corpi… con le mani.. con la lingua… con le labbra…
Fu l’inizio di una relazione che andò avanti per diversi mesi… Earavamo complici… ci raccontavamo le nostre fantasie…
Anche lei era attirata dall’erotismo in tutte le sue forme… Mi confessò che spesso si masturbava guardando immagini erotiche su internet… Cominciammo ad esplorare assieme siti, foto… scambiandoci impressioni ed apprezzamenti… Lei mostrava di apprezzare molto immagini sm… con donne e uomini umiliati, frustati, legati…
Si eccitava e si sfiorava i seni.. il sesso… La invitai a masturbarsi… Mi eccitai quando cominciò a toccarsi… a sfiorarsi i seni con i capezzoli eretti…
Intanto le immagini scorrevano sulo schermo… A quel punto lei confessò come le piaceva masturbarsi… e le chiesi di farlo…
Si allontanò un momento e quando tornò aveva delle mollettine di legno fermapacchi che si applicò sulle lebbra… La mia eccitazione andò alle stelle… le confessai che anche a me piaceva sentirle sullo scroto… sul prepuzio… sui capezzoli…
Ne prese qualcuna e me le mise sul mio cazzo… mentre continuavamo a masturbarci… vedevo le sue dita muoversi tra le sue labbra… mentre le mollette si muovevano al ritmo dei suoi tocchi… io continuavo a menarmi il cazzo guardandola… i pantaloni abbassati fino alle caviglie… la camicia sbottonata… La mia mano saliva e scendeva… rallentava quando sentiva avvicinarsi l’orgasmo o si fermava… fino a quando non venimmo tutti e due…
Dopo lei volle occuparsi personalmente di pulirmi portandomi in bagno… facendomi sedere sul bidé, insaponandomi lentamente il cazzo e lavandolo accuratamente…
Quando mi fui rivestito disse che le sarebbe piaciuto provare a giocare con le corde… e di portarle la volta successiva…
La volta che tornai avevo con me un rotolo di corda acquistato presso un negozio che trattava articoli da montagna, più che una corda era un cordino ma venne utilizzato bene…
Mi portò nella sua camera facendomi spogliare completamente e poi mi bendò gli occhi… Mi fece sdraiare e cominciò ad armeggiare con la corda… Sentii che per prima cosa mi legava una caviglia, poi me la fece alzare e passò la corda da qualche parte perchè mi accorsi che restava alzata… poi la sentii che la passava sulle mie palle… che si ritrovarono legate e tirate. Poi passò a bloccare l’altra gamba che si ritrovò fissata alla coscia…
A quel punto sentii le sue mani accarezzarmi dappertutto… con tocchi leggerissimi che facevano tirare il mio cazzo… lo sentivo rizzarsi ancora di più…
poi avvertii quasi una puntura nella zona del perineo… che si ripeté più volte… sentivo quel tocco strano spostarsi sulle mie palle… sulla mia cappella che veniva scoperta e poi ricoperta… lo sentii intorno allo sfintere… non capivo cosa fosse ma mi eccitava ed il mio cazzo aveva ogni volta un movimento che lo faceva rizzare…
Continuò così non so per quanto tempo…eccitandomi sempre di più… fino a quando mi accorsi che cominciavo a sussultare sempre più… sentivo l’orgasmo che si avvicinava… si avvicinava… mentre lei continuava con quello strano tocco… e alla fine venni mugolando come un a****le… sentendo lo sperma s**turire da me in un fiotto caldo… lo sentii scorrere sul mio ventre.. sulle mie gambe… lo sentii colare tra di loro… lei mi lasciò così mentre sentivo il suo respiro accelerare… sentivo che stava toccandosi… il mio cazzo ancora ritto ondeggiava seguendo i suoi ansiti… la sentii godere… immaginavo il suo viso… le sue mani nel suo sesso…
Aentivo lo sperma che si raffreddava sul mio corpo mentre colava lentamente… Poi lei ricominciò a toccarmi delicatamente, il mio cazzo ormai molle ricominciò a reagire gonfiandosi e indurendosi… Le sue dita lo scappellavano lentamente mentre lo masturbava… Ogni tanto lo abbandonava per avvivinarsi alla mia bocca baciandomi, facendomi succhiare i suoi capezzoli, per poi tornare ad accarezzare il mio cazzo che diventava sempre più duro… Sentivo che godeva nel masturbarmi così lentamente… La mia cappella bruciava dal desiderio di raggiungere l’orgasmo, ma come lei avvertiva le contrazioni che lo preannunciavano smetteva di toccarlo, a volte semplicemente senza fare altro se non restargli vicino, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, sulla cappella, sulle mie palle… altre invece baciandomi o facendosi baciare… altre ancora giocando con le corde che mi avevano immobilizzato, specialmente con quelle che tenevano legate le mie palle tirandole e lasciandole andare… Non so per quanto tempo durò questa piacevole tortura, ho ricordi confusi ma non fu breve…
Un’altra volta mentre eravamo nudi sul suo letto mi propose di bendarmi e la lasciai fare. Dopo avermi bendato mi fece alzare dal letto e mi legò le mani unendomi i polsi, mi fece spostare e mi resi conto che uscivamo dalla camera da letto. Guidandomi dolcemente mi fece scendere le scale che portavano al soggiorno al piano di sotto e mi fece addossare alla parete sottostante la scala chiedendomi di restare li.
La sentii allontanarsi per alcuni minuti e poi tornare vicino a me. Le mie braccia vennero sollevate e mi accorsi che legava la corda che tratteneva i miei polsi in alto sulla ringhiera. mi accorsi che si abbassava davanti a me e sentii la sua bocca afferrare il mio cazzo tra le sue labbra… la sua lingua sulla mia cappella…
Le sue mani allargarono le mie natiche e qualcosa di duro spingere sul mio buco entrando dentro di me. Lo spinse a fondo fino a quando sussultai per la fitta che mi provocava. Non era qualcosa di grosso ma era qualcosa di molto rigido che mi accorsi lei appoggiava al suo seno mentre continuava a giocare con il mio cazzo nella sua bocca. Avvertivo che ad ogni spostamento del suo viso la cosa che mi aveva infilato si muoveva all’unisono, seguiva i suoi movimenti, veniva spinta dentro e si muovava dentro le mie viscere… Credo lei facesse apposta a muoversi amplificando i movimenti che quella cosa aveva dentro il mio culo…
Poi la sentii alzarsi e mi chiede di stringere le natiche per non farla uscire, mentre sentivo lo sfregamento di un fiammifero e l’inconfondibile odore di zolfo spandersi nell’aria…
Dopo alcuni istanti sentii gocce calde cadere sulla mia cappella facendomi sussultare per il bruciore… Mi resi conto che aeva acceso una candela e che la stava facendo colare sul mio cazzo provocandomi strane sensazioni di bruciore e piacere… La sentii allargare la mia fessura e sentii il bruciore improvviso quando le gocce bollenti vi si depositarono… Poi fu la volta dei miei capezzoli a ricevere il bacio bollente della cera…
Una volta che si fu solidificata le sue dita cominciarono a toglierla e la sua lingua leccava e bagnava le zone che erano state ricoperte, mentre una delle sue mani aveva ricominciato a muovere dentro di me l’oggetto che aveva utilizzato per sodomizzarmi…
Sentivo la sua lingua guizzare sui miei capezzoli, succhiarli, mordicchiarli… altrettanto sulla mia cappella… mentre io continuavo ad essere immobilizzato legato alla ringhiera della scala… poi la sua mano cominciò a masturbarmi fino a portarmi all’orgasmo… (quello che aveva usato per sodomizzarmi scopersi dopo che era un manganello da poliziotto che lei teneva su un mobile nell’anticamera del piano superiore…)

Come vedi e come hai immaginato sono una troia… Mi piace essere usato e godere ma mi piace avvertire che quello che subisco dona eccitazione e piacere a chi sta usando il mio corpo… Non conosco i miei limiti… credo di non averli ancora raggiunti come so di non essere un masochista che gode e raggiunge l’orgasmo solamente per il dolore che riceve, ma che il dolore che ricevo abbia la capacità, entro certi limiti, di amplificare il piacere che poi dono e ricevo…
Non so se quanto leggerai risponda alla tua domanda “come è successo” ma sicuramente ti aiuterà a comprendermi meglio…

La tua troia

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Al cinema con mia suocera

Racconto trovato in rete su xhamster.

Un paio di mesi fa ero a milano per lavoro, come faccio sempre prima di tornare a Genova dove vivo con mia moglie, passo a trovare mia suocera che è una bella signora di 55 anni, nonostante la sua età è ancora una bella donna con uno sguardo profondo che mi ha sempre affascinato.
Quando sono arrivato a casa sua lei era tutta elegante pronta ad uscire.
“Stai uscendo?”
Le chiesi pronto a girarmi sui tacchi e ripartire.
“Si sto andando al cinema.”
Mi disse lei facendomi un bel sorriso.
“Cosa vai a vedere?”
Le chiesi che film andasse a vedere mentre eravamo già in ascensore, devo confessare che non mi ricordo bene quale fosse il titolo ma poco importa, quando fummo in strada le proposi di darle un passaggio in auto fino al cinema, dopo qualche convenevole lei accettò di buon grado, gli aprii lo sportello per farla salire e in attesa di poterlo richiudere mi ritrovai spettatore di una bella scosciata con tanto di autoreggenti che non avrei mai sospettato potesse indossare, l’immagine di quel lembo di coscia bianca oltre il bordo nero delle calze mi si inchiodò nel cervello nonostante i tentativi di conversazione, continuavo a rivedermi quella scena maledettamente eccitante, sono un porco pensavo dentro di me, mentre lei mi raccontava quanto fosse difficile la vita di una vedova con le poche amiche ancora impegnate con mariti malaticci e rompis**tole.
Quando arrivai davanti al cinema la salutai e poi con finta premura le dissi.
“Aspetta…”
Scesi di corsa dall’auto, mi riposizionai ad aprirle lo sportello per farmi un replay della scosciata di prima infatti si verificò ma ancora più evidente, la vidi entrare al cinema da sola tutta elegante con la borsa stretta tra le mani, restai per un attimo seduto in auto a pensare, ad un tratto presi la decisione di accompagnarla cercai un parcheggio ritornai al cinema e feci il biglietto, c’era poca gente allo spettacolo delle 18 nonostante il buio la trovai facilmente e andai a sedermi nella poltrona accanto.
“Che ci fai qui?”
Mi chiese sottovoce.
“Mi è venuta voglia di vedere il film con te.”
Le dissi senza molta convinzione tentando di darmi un’aria interessata ai titoli sullo schermo, il film era una cavolata pazzesca, io me ne stavo fermo respirando il profumo di quella donna ripensando alle cosce bianche in prossimità dell’inguine, mi chiedevo come fosse la sua figa, che profumo potesse avere la figa di una donna matura, ero perplesso ma attratto da quei pensieri su cui indugiavo ma che nel mentre erano scesi giù fino al mio cazzo che cominciava a irrigidirsi dentro i calzoni. Ad un tratto il film, fino a quel momento piuttosto noioso ebbe un guizzo proponendo una scena di violenza in cui il vecchio bavoso datore di lavoro violentava la sua giovane impiegata, per mia suocera era una scena raccapricciante che la costrinse a girare la testa nella mia direzione e nascondere il viso con una mano per non guardare, a me in realtà la stessa scena aveva s**tenato una reazione assai diversa e il mio cazzo era ormai durissimo,con senso di protezione verso la madre di mia moglie le cinsi le spalle con un braccio.
“Non guardare.”
Le dissi stringendola e tirandola verso di me, lei rassicurata si scoprì il viso, la vidi mentre osservava la scena che proseguiva sullo schermo, il vecchio datore di lavoro con le brache calate si agitava tra le cosce della ragazzina che ora non si agitava ma sussultava sotto i colpi di bacino dell’uomo, lo sguardo di mia suocera sembrava inorridito ma anche attratto dalla scena che anche io seguivo con la coda dell’occhio, ancora oggi mi chiedo come abbia potuto comportarmi così, resta il fatto che proprio mentre la scena si avviava alla conclusione presi la mano di mia suocera e me la poggiai sul cazzo durissimo.
Lei tentò di tirare indietro la mano e mi guardò con gli occhi spalancati.
“Cosa fai?”
Mi disse neanche troppo sottovoce, io restai muto con gli occhi fissi sullo schermo tenendole la mano bloccata sulla patta dei pantaloni, incredibilmente lei girò la testa verso lo schermo rilasso il braccio e la mano ma si adagiò sulla patta, si aprì e si richiuse serrandomi il cazzo ancora nei pantaloni,cominciò ad accarezzarmi l’asta a stringerla fino a quando aiutandosi con l’altra mano mi sbottono la patta, con abilità infilo la mano tirandomi fuori il cazzo, iniziò a farmi una sega delicatissima mi sembrava di essere tornato indietro di vent’anni, quando le compagne di scuola mi facevano le seghe seduti nelle ultime file del cinema parrocchiale, io restavo fermo immobile mentre lei continuava ora stringendolo più forte e facendola scorrere dalla cappella ai coglioni, con il braccio che le avvolgeva le spalle cominciai a tirarla verso di me, le accarezzai la nuca spingendogliela in modo inequivocabile poi le sussurai.
“Prendilo in bocca.”
Lei docile come un agnellino si chino su di me, dopo aver dato una leccata alla cappella se lo fece scorrere tutto in bocca e cominciò a spompinarmi nel buio della sala,dopo pochi minuti sentii il cazzo diventare ancora più gonfio e spingendole la testa per farle ingoiare quanto più cazzo fosse possibile le riempii la bocca di sperma, lei terminò il lavoro con sapienza con tanto di leccata e succhiatina finale sulla punta, restammo seduti ed abbracciati ancora qualche minuto poi le dissi.
“Andiamo via.”
In auto restammo in silenzio senza dire una parola, giunti sotto la sua casa si girò e mi disse.
“Sali, ti faccio un caffè.”
“Va bene.”
Risposi io, dopo aver parcheggiato rifeci la stessa scena per correre ad aprire lo sportello e guardarle le cosce, questa volta c’era tutta la sua consapevolezza, tant’è che allargò le gambe oltre il necessario dandomi addirittura la possibilità di intravedere i peli della figa che uscivano dalle mutande, appena entrati in casa sapevo che me la sarei chiavata così presi il telefono e chiamai mia moglie.
“Si amore sono passato da tua madre, sono a casa sua ma devo ancora passare da un cliente tardo un poco, si te la passo ”
Appena mia suocera prese la cornetta in mano cominciai ad accarezzarle i seni e palpargli il culo.
“Si tutto bene e Sandrina come sta?”
Le tirai su la gonna, che spettacolo non avevo mai visto mia suocera mezza svestita, devo confessare che restai stupito nonostante l’età era in splendida forma, cominciai a frugarla tra le cosce, poi lei si piegò in avanti poggiandosi sul muretto che divide l’ingresso dal soggiorno e allargò le gambe, io le spostai le mutandine su di un lato mettendo in mostra una figa pelosissima, le infilai il cazzo in un colpo solo cominciando a sbatterla.
“Si… si… ti chiamo dopo…”
“Ma sei impazzito mentre parlo con mia figlia”
“Stai zitta ora pensa a prendere il cazzo come si deve.”
Le dissi e cominciai a sbatterla con quanta forza avevo,andai avanti una mezz’ora buona con lei che continuava a mugolare e ripetere.
“SII… SII… SII.”
null’altro che si, solo quando si accorse che stavo per venire mi disse.
“Ti prego non venirmi dentro.”
Io per tutta risposta tirai fuori il cazzo e le sborrai proprio sul buco del culo che reso viscido mi invitò a rientrare da dietro, il cazzo le scivolò tutto dentro il culo e lì continuai a sborrare fino all’ultima goccia, restai avvinghiato a lei per qualche minuto, poi estrassi il cazzo lentamente, lei si premurò di correre in bagno tornando con un asciugamani umido, mi ripulì accuratamente e mi baciò ancora una volta la punta del cazzo.
Quella sera scappai a casa ma da quel giorno Milano è diventata la piazza più importante per i miei affari, anzi per il mio affare che mia suocera sfrutta con molta abilità.

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La mia prima studentessa

Racconto trovato in rete su xhamster.

Ero stato assunto da pochi mesi come professore di storia e filosofia presso un istituto scientifico del nord-ovest Italia. La mia prima volta in un scuola superiore dopo gli anni del liceo, ne era passato di tempo e sapevo che tutto o quasi sarebbe cambiato.
Trovarsi dall’altra parte della barricata era ed è una sensazione particolarmente piacevole, il professore è sempre il professore ed avere il coltello dalla parte del manico ha sempre i suoi vantaggi.
Avevo due classi del I anno e due del IV anno, a livello didattico la mia quasi nulla esperienza mi portava a essere sempre poco preciso nelle lezioni e alto di voti nelle interrogazioni, ma a livello professionale non avevo per nulla intenzione di essere un novellino, volevo farmi rispettare e cercare di essere il più imparziale possibile. Dopo il I quadrimestre ero già entrato in sintonia con i mie allievi, sopratutto le classi più grandi mi davano tante soddisfazioni, anche perché interagendo con ragazzi più grandi il livello delle lezioni saliva e alla fine riuscivano sempre a venir fuori spunti interessanti. Si era creato un bel rapporto anche fuori dal consueto orario scolastico, con i ragazzi settimanalmente organizzavamo delle partite di calcetto, per le ragazze il discorso cambiava visto che erano molto più impegnate a chattare su Facebook e a scoprire se avessi o meno una moglie o fidanzata. In realtà ero fidanzato da tempo, ma lei viveva al Sud nel mio paese e non aveva voglia di seguirmi, nella IV vi erano le ragazze più belle ed eccitanti dell’istituto, avrei voluto avere qualche anno di meno per poterle corteggiare e sperare di poterci fare tante cose. Loro d’altronde erano molto spigliate e aperte in tutti i sensi, in classe i commenti su alcune compagne non si facevano attendere, ogni lunedì la lista di chi si erano fatti era sempre aggiornata, Giulia, Laura e Cristina erano le più emancipate, in poche parole erano le tre troie della classe, avevano scopato con tutti i ragazzi del quinto e a quanto pare anche con qualche professore. La mia preferita era sicuramente Giulia, una delle più intelligenti della classe, un tipino molto trasgressivo, con una vena punk che mi faceva salire il sangue al cervello e non solo, inoltre aveva un gran fisico, bionda, occhi verdi, labbra carnose con due piccoli piercing sotto il labbro inferiore, una terza abbondante di seno ed un culo a mandolino che credevo mi parlasse. Credo che avesse intuito che mi piaceva, perché faceva di tutto per attirare la mia attenzione, tra pose provocanti e sguardi ambigui, nell’ultima settimana di maggio avevo deciso di sostenere all’interno dell istituto delle lezioni private a chi era in difficoltà nelle mie materie per aiutarlo a raggiungere la sufficienza. La mia ultima lezione pomeridiana era quasi finita quando in aula si presenta Giulia, in un primo momento la sua presenza mi era sfuggita poi dopo il suo energico saluto le chiese il motivo della sua presenza visto che lei andava già bene, mi rispose se poteva rubarmi un po’ del mio tempo perché non aveva capito l’ultima lezione e il giorno dopo avrebbe voluto venire volontaria per l’interrogazione. Saluto gli ultimi studenti che con sorrisi maliziosi ricambiano mentre noi ci sediamo uno di fronte all’altro, inizio a spiegargli il primo capitolo quando mi stoppa mettendomi una mano sulla gamba.
“Sai prof io sono venuta qui per un altro motivo, non ho avuto mai un prof così giovane e da quando l’ho vista il primo giorno ho voglia di saltarle addosso.”
“Giulia smettila con queste fesserie e mettiti a studiare che io sono il tuo professore e lo sai quale è il nostro limite.”
Risposi confuso con il cazzo che ormai non stava più nei pantaloni.
“Si prof lo posso capire ma sento che anche lei ha voglia di me e nonostante la mia età so già come far perdere la testa ad un uomo, poi questi sono gli ultimi giorni e non ci vedremo più.”
Ormai ero partito, ingrifato al massimo cercavo di frenare le mie pulsioni.
“No Giulia non posso rovinarmi la carriera già prima di iniziarla.”
Non smisi di parlare che si avventò su di me abbracciandomi dandomi un lungo e appassionato bacio, sapeva baciare benissimo la zoccoletta mentre con la mano palpava il pacco ormai enorme, ad un tratto si stacca dicendomi.
“Prof io vado in bagno.”
Facendomi un occhiolino da gran troia, avevo oramai perso le mie inibizioni, sapevo che sbagliavo ma quella fica ormai era l’unica cosa che mi interessava avere, mi precipito nel bagno chiudo la porta, la trovo appoggiata al lavandino mentre si morde il labbro inferiore con fare da troia.
“Bhe allora che ci fai là vieni qui e succhiami il cazzo è il tuo professore che te lo ha ordina.”
Glielo dissi senza alcun pudore, non finisco di parlare che è già sotto con il mio cazzo tutto in bocca, inizia piano piano, prima con delle leccate intorno alla cappella mentre con la mano mi massaggia le palle su e giù, poi sempre più forte sputandomi sul cazzo per inumidirla.
“Allora ti piace succhiarlo al tuo professore?”
“Lo vedi quanto lo hai fatto diventare grosso?”
Cercava di prendere fiato ma con la mano le tenevo la testa, non la mollavo, ero infoiato e volevo soffocarla, ogni tanto la insultavo.
“Lo sai che spompini da Dio?”
“Dove hai imparato ad essere così troia?”
“Hanno ragione i tuoi amici a trattarti da puttana perché è quello che sei, se me lo avessi detto prima ti avrei già fottuta di brutto.”
Dopo avermelo succhiato per bene la girai, la spinsi verso di me gli sbottonai i pantaloni scendendoglieli fino al ginocchio, scoprì che la cagna era senza mutandine con la fica lucida e depilata ormai completamente fradicia.
“Prof voglio il tuo cazzo dentro di me, mettimelo tutto non ce la faccio più.”
Mi supplicò urlando di piacere.
“Ora ti impalo per bene ma tu devi stare zitta altrimenti ci scoprono e poi divento cattivo, hai capito brutta troia?”
Lo infilai senza fare la minima attenzione, entrava con una facilità incredibile, a 18 anni aveva una fica matura e pompava alla grande, intanto alzandogli la maglietta mi accorsi che non aveva neanche il reggiseno, era venuta a scuola solamente per farsi scopare, avevamo raggiunto un bel ritmo, la pecora era il suo mestiere, con le sue mani appoggiate alla porta del cesso cercava di prendere l’iniziativa ma la posizione non l’aiutava ed io le davo dei colpi forti, sempre più forti mentre con una mano le stringevo il capezzolo.
Ormai ero al limite, la troia mi aveva agonizzato e il mio cazzo cercava gloria, la finisco di impalare mentre lei ormai vicina al orgasmo inizia a sgrillettarsi.
“Mia allieva inginocchiati e prendilo di nuovo in bocca che non hai finito di lucidarmi la mazza.”
“Si prof, ora te lo succhi per bene hai una grande mazza e voglio godere ancora.”
Comincia a succhiare avanti e indietro con vigore, non capivo più niente.
“Ahh, si si succhia succhia, vengo, sborro.”
Una succhiata poi un’altra e via una spruzzata violenta che va a finire sui capelli poi sugli occhi e la bocca, me lo succhia ancora passandosi il cazzo sulla faccia e sulle tette mentre con il dito cerca i flotti di sborra fluida sul viso per poterseli mettere in bocca e assaggiare il mio seme.
Io ero ormai esausto, una scopata veloce ma intensa, mentre lei con tutta tranquillità si alza, si rimette i pantaloni e mi dice.
“Grande prof sei bravo ma possiamo fare di meglio, la aspetto giù in cortile per fumarci una sigaretta.”
Hai capito la troia era rimasta contenta ma non del tutto appagata voleva ancora il mio cazzo, infatti nonostante l’anno scolastico sia finito ed io trasferito in un’altra scuola grazie a Facebook ci teniamo sempre in contatto e ogni tanto vado a trovarla e da quanto mi dice sto migliorando di volta in volta.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 4)

Sapevo che non ci sarebbe stato tempo per parlare a Giacomo della mia conversazione con Alice, così decisi di mandargli una e-mail e scrissi:
Giacomo, Alice sospetti che tu sia gay. Ha detto di aver trovato dei porno gay sul tuo pc. Ho paura che voglia provocare qualche guaio. Per favore stai attento, sono suo fratello e so di cosa è capace. Ti amo, Nick.

Pochi minuti ed arrivò una risposta:
Nick, grazie per l’avvertimento. I tuoi genitori faranno qualche cosa? Anch’io ti amo Giacomo.

Scrissi rapidamente: Non so. Lei è sempre stata la loro favorito, ma il fatto di essere incinta di un ragazzo sconosciuto potrebbe cambiare le cose.

Il giorno dopo, dopo l’allenamento di nuoto stavo andando alla mia macchina nel parcheggio della scuola quando vidi una macchina distrutta rimorchiata fuori del parcheggio, ed un paio di poliziotti bobine che parlavano al direttore. Non ci feci caso più di tanto, andai in macchina e tornai a casa.
Appena entrato dissi alla mamma che avevo dei compiti da fare e di chiamarmi quando la cena era pronta. Andai in camera mi e cominciai a lavorare ai miei compiti quando sentii uno schiamazzo all’ingresso. Mi alzai per andare a vedere cosa stava succedendo.
“Sua figlia non ha un briciolo di decenza.” stava dicendo una voce che conoscevo ed era quella del padre di Giacomo.
Andai in soggiorno e vidi Giacomo dietro suo padre. Mio padre stava rispondendo: “Mi creda, conosco mia figlia, non farebbe mai quello di cui l’accusa!”
“Ci sono i testimoni che l’hanno vista picchiare con una mazza da baseball sulla macchina di Giacomo!” Gridava il padre di Giacomo.
Io guardai Giacomo confuso. “Allora giacomo è quello che l’ha piantata!” Gridò mio padre. “Lei è all’allenamento di volley!”
“Io penso invece che stia importunando altri ragazzi! La prova di paternità l’ha provato! E comunque anche la figlia di un nostro vicino gioca a volley e ha detto che oggi non c’era allenamento!”

Giacomo accennò col capo verso di me ed uscimmo mentre i padri continuavano a litigare. “Cosa sta succedendo?” Chiesi.
“Quando sono andato al parcheggio uscendo di scuola ho trovato la macchina rovinata. Qualcuno aveva rotto finestrini e fari e tagliato i pneumatici.”
“E pensi sia stata Alice?”
“Sì. Alcune persone hanno detto di averla vista vicino alla mia macchina con una mazza da baseball.”
“Mi spiace immensamente, Giacomo!” Lo tirai a me e l’abbracciai.
“Perché mi sta facendo una cosa del genere?” Chiese Giacomo.
“E’ sempre stata così. Non riesco a spiegarlo.”
La porta si aprì dietro di me ed il padre di Giacomo uscì e ci vide abbracciati. Noi interrompemmo l’abbraccio ed il padre di Giacomo mi disse: “Nick, so che hai l’allenamento di nuoto dopo la scuola, puoi accompagnare Giacomo a casa almeno finché non ripareranno la sua macchina.”
“Sicuro.” Dissi io.
“E può venire a casa mia domani sera? Ho delle cose da chiederti.”
“Va bene.” Risposi.
“Andiamo a casa Giacomo.” Disse il padre di Giacomo.

Rientrai e vidi mio padre che fumava nel soggiorno. Mia madre mi diede un piatto della cena e mi disse di andare a mangiare nella mia stanza dato che non pensava che mio padre fosse dell’umore di una cena di famiglia quella sera. Andai in camera mia e vi trovai Alice.
“Cosa cazzo fai nella mia stanza?” Chiesi.
“Stavo guardando le tue e-mail, ma il tuo computer ha la password.”
“Perché quello che ho sul mio computer non sono affari tuoi e le mie e-mail non sono affari tuoi.”
“Devo sapere di cosa avete parlato tu e Giacomo.”
“Non sono cazzi tuoi ed ora fuori dalla mia stanza!”
Alice uscì incazzata.

La sera successiva andai a casa di Giacomo per parlare con suo papà. Ci sedemmo lui Giacomo ed io alla tavola della sala da pranzo. Ci guardò e chiese. “Giacomo per favore sii onesto, perché ti sei separato da Alice?”
“Lei sta scocciante.”
“Penso che questa sia solo una ragione, credo che ci sia dell’altro. Non credere che sia stupido, vedo il modo che tu e Nick state insieme. L’hai scaricata per Nick?”
Giacomo abbassò la testa e non disse niente. Il padre di Giacomo mi guardò. “Nick, tu e Giacomo siete insieme? Da quando? Io non dirò niente ai tuoi genitori. Devo solo sapere tutta la storia.”
“Sì lo siamo.” Dissi io. “E’ cominciato nel fine settimana che Giacomo passò con me a casa mia quando Alice ed i miei genitori erano fuori città.”
“Giacomo? Guardami.” Giacomo alzò lo sguardo con le lacrime negli occhi. “Sei gay?” Giacomo accennò col capo. “Ascoltami Giacomo. Tu sei mio figlio ed io voglio che tu sia felice. Non mi devi nascondere niente.” Giacomo si asciugò gli occhi. “Tua madre ed io lo sospettavamo da tempo. Sapevamo che ci doveva essere stato più di quanto sapevamo sul tuo rapporto con Alice. Era perché volevi stare vicino a Nick?”
Giacomo accennò col capo. “Bene.” Disse il padre di Giacomo, poi mi guardò: “Nick, mi sei sempre piaciuto. Tua sorella è un incubo ma io penso che lei è solo una mela marcia. Voglio che tu sappia che qui sei il benvenuto e tu e Giacomo siete liberi di fare qualunque cosa vogliate qui. Solo limitatevi a fare sesso nella camera di Giacomo.”
“Va bene signore.” Dissi io.
“Non c’è bisogno di chiamarmi signore. Chiamami solo mi chiami Roberto. Ora siete liberi di andare, Nick se vuoi puoi restare a cena.”

Noi ci alzammo da tavola ed andammo nella stanza di Giacomo. Cademmo sul letto, lo abbracciai e lo baciai. Cominciammo a spogliarci, in breve avevo l’uccello dentro Giacomo e spingevo come se fosse l’ultima cosa che facevo nella mia vita. Scaricai un carico di sperma dentro di lui e lo tenni stretto coccolandolo nelle mie braccia. Non so quanto tempo rimanemmo così bello.

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In vacanza con mia moglie Monica 04

…Quando ritornammo in camera dopo la breve cena parlammo ancora un po’ di quanto accaduto nel pomeriggio e negli altri giorni della vacanza. Entrambi eravamo concordi di aver vissuto delle sensazioni bellissime. Quelle esperienze ci stavano facendo vivere delle emozioni incredibili e decidemmo di continuare ancora se si fosse presentata l’occasione. Non ci troviamo nulla di male nel fare l’amore solo con la persona che si ama e nel fare sesso coinvolgendo altre persone. All’inizio capitava anche a me di scoparmi qualche altra figa. Poi capii che preferivo la figa calda e accogliente di mia moglie e che non mi dispiaceva affatto vederla scopare con qualcun’altro. Anche a Monica piace così, si diverte ad essere umiliata come le puttane di strada, in presenza di suo marito, e di essere il giocattolo di altri cazzi.
Purtroppo l’indomani, sabato mattina, sarebbe stato il giorno del rientro. Prima di addormentarci ricevemmo una chiamata dalla hall. Era il portiere che ci avvisava se il servizio in camera a quell’ora, le 00.30 circa, ci avesse disturbato. Gli risposi che poteva salire. Entrò un ragazzo con un secchio, una bottiglia di champagne e due bicchieri…..con gli omaggi di Paolo e Gianni. Con il biglietto allegato ci ringraziavano per lo splendido pomeriggio e ci invitavano a passare l’intero sabato nella loro villa al mare come loro ospiti. Il biglietto continuava dicendo che se avessimo accettato non saremmo stati in obbligo di nulla…..ma solo per una giornata di relax prima del nostro rientro in città. Solamente di avvisare il portiere dell’albergo con una telefonata. “Perché no, mi disse Monica”. In fondo quei due cinquantenni piacevano a mia moglie ed erano di compagnia gradevole. Telefonai alla reception dicendo che ci saremmo fermati. Non fummo in grado di bere alcolici per via della stanchezza. Lo champagne era di buona marca e lo infilai nella valigia. Al risveglio trovai un biglietto sotto la porta d’ingresso della camera con il quale Gianni ci chiedeva di preparare i bagagli e di presentarci fuori dall’albergo dove un certo Salvatore (il loro autista privato) avrebbe guidato la nostra macchina alla loro villa a circa 30km di distanza. Monica mi chiese quanta voglia avessi ancora di vederla fare la puttana. Le risposi che a parte l’episodio dell’autogrill, il primo giorno di vacanza, non avevo più avuto la possibilità di vederla alle prese con altri cazzi e che quindi mi sarebbe piaciuto tantissimo. “Anche io voglio giocare ancora….ti farò divertire amore”, mi sussurrò all’orecchio mentre cominciava a tastarmi il cazzo. Si infilò il suo costume a perizoma bianco e un mini abito azzurro. Ai piedi calzò le scarpe trasparenti da zoccola che le erano state regalate il giorno prima quando si era umiliata facendo la cagna in una camera d’albergo. Preparammo tutto e ci presentammo al piano terra. In macchina si sedette dietro lasciandosi ammirare le gambe e la generosa scollatura del mini abito. Salvatore, un vecchio di 65 anni, non perse l’occasione di osservarla dallo specchietto retrovisore o di girarsi verso di lei non appena rallentava per farci vedere qualcosa del posto. Cominciavo a pensare che fosse un peccato che mia moglie avesse indossato il perizoma. Dopotutto Salvatore si comportava in modo molto gentile e cortese. La vista della figa rasata di Monica avrebbe anche potuto meritarsela! Ci portò alla villa. Molto grande, dotata di un giardino e di una spiaggia privata.
Paolo e Gianni furono contentissimi di rivederci, in particolare di rivedere Monica, che venne accolta con un caloroso abbraccio, e si complimentarono con lei per la sua bellezza. Ci mostrarono parte della casa e la nostra camera al piano superiore. Sulle scale non toglievano gli occhi dal culo di mia moglie. Il mini abito si alzava ad ogni gradino e lei sembrava ben contenta di mettersi in mostra. Sistemate le nostre cose ci dissero che ci avrebbero aspettati nella spiaggia poco distante dalla villa.
Mia moglie camminò sui suoi tacchi altissimi sul sentiero in cemento che portava alla spiaggia. Una volta arrivati, Monica si tolse le scarpe e si sfilò il mini abito restando in topless, suscitando subito l’ammirazione dei due cinquantenni. Poi si sdraiò sul lettino a prendere il sole girandosi di tanto in tanto e permettendoci la vista delle tette o del culo. La scritta “troia” che i due porci le avevano scritto sulla pancia il giorno prima era meno leggibile, invece la freccia blu rivolta verso la figa, che era più marcata, si vedeva ancora chiaramente. L’eccitazione aumentava col passare dei minuti.
“Tua moglie ha un culo fantastico, Diego. Non faccio altro che pensare a ieri pomeriggio”. Mi disse Paolo. “Poi quella scritta sulla pancia non fa altro che ricordarmi quanto è veramente troia. Pensi che a tua moglie dispiaccia divertirsi ancora un pochino? Mi sembra ben disposta a lasciarsi ammirare….magari vorrebbe qualcosa di più”.
Monica ci chiese di andare in acqua. Andammo tutti in riva al mare. Era il momento che i due attendevano. Avvicinandosi a mia moglie le chiesero se fosse di nuovo disponibile ad una giornata un po’ particolare. “Mi state proponendo di essere la vostra puttana per un giorno? Solo se promettete anche di scoparmi per tutto il giorno! Però ad una sola condizione….oggi deve partecipare anche Diego, o almeno deve essere sempre presente. Lo voglio con me.” Ribattè Monica.
“Ma certo Monica, tuo marito può stare con te tutto il tempo e farsi tutte le seghe che vuole”. Vero Gianni, disse Paolo. “Certo, e se vuole può anche farci delle foto o dei video come ricordo della giornata”. Aggiunse Gianni.
“Voglio vederti fare la puttana, tesoro”. Mi ritrovai a dire toccandomi il cazzo che si era già impennato.
Gianni si avvicinò a mia moglie e le strinse le tette da dietro. Le stava strusciando il cazzo sul culo. Paolo invece cominciò a baciarla sul viso e a toccarle la figa. Istintivamente Monica allargò le gambe per permettergli di entrare più facilmente. Era di nuovo nelle loro mani. Tra poco sarebbe rientrata nei panni della cagna in calore, quelli che a lei piacciono tanto. Io ero stato il primo a tirare fuori il cazzo dal costume e cominciai a menarmelo. Paolo sfilò il perizoma di Monica e me lo diede: “tieni, segati con questo….senti come tua moglie l’ha già bagnato tutto con la figa”. Infatti l’acqua del mare ci arrivava a malapena alle ginocchia.
“Si segati col mio perizoma, amore. Tra poco mi vedrai la figa riempita da due bei cazzoni”. Mi disse mia moglie. Tolse il costume ai suoi due uomini e li lancio a riva, poi si piegò a novanta per succhiare il cazzo di Paolo. Gianni gli puntò il cazzo sulla figa e cominciò a scoparla. Doveva avere una voglia pazza di farla di nuovo sua perché durò ben poco prima di sborrargli tutto sulla schiena e sul culo. Anche Paolo la scopò a pecora, solo che questa volta la bocca di mia moglie si attaccò al mio cazzo. Sentirla aggrapparsi con una mano al mio culo per attutire i colpi che le stavano aprendo la figa, mi fece salire alla punta del cazzo una sborrata devastante che le riempì completamente la bocca. Ingoiò tutto. Paolo invece la scopò ancora per un paio di minuti prima di prendersi la libertà di riempirle la figa di sborra calda. Anche Monica aveva goduto per le due scopate in riva al mare alla luce del sole.
“Tua moglie ha veramente una figa fantastica, ci fa sempre sborrare dopo poco tempo. Non preoccuparti zoccola, vedrai che tra poco ti faremo godere ancora”. Disse Gianni.
Quando mi girai verso i lettini vidi che Salvatore, l’autista, aveva assistito alle scopate e si stava menando il cazzo. Piccolo, ma con due palle molto grosse. Nell’altra mano aveva una scarpa da zoccola di mia moglie. La teneva con il tacco a spillo vicino al cazzo e sembrava volerci sborrare sopra. Gianni ci disse che a Salvatore piacciono di queste cose un po’ strane. Il suo cazzo si stava però ammosciando, probabilmente per la vergogna di averlo sorpreso. Gianni si avvicinò all’orecchio di Monica e le disse qualcosa. Quindi mia moglie si diresse verso Salvatore e appoggiando un piede sul lettino divaricò leggermente le gambe e si aprì la figa con le mani facendogli vedere la sborra che colava fuori. La freccia blu disegnata sulla sua pancia e che puntava verso la sua figa, ora aperta, aveva un effetto devastante. Il cazzo di Salvatore riprese vigore e una copiosa sborrata finì in parte sulla sabbia, in parte sulla scarpa di mia moglie. Lei divertita prese entrambe le scarpe ringraziandolo e spostasi sul vialetto di cemento le indossò sporcandosi il piede destro con la sborra del vecchio autista.
“Seguitemi se volete divertivi ancora”. La seguimmo all’interno della casa. Si fermò in salotto appoggiata al bracciolo di un lungo divano nero posizionato sopra ad un coloratissimo tappeto orientale. Era bellissima, leggermente piegata in avanti con il culo rivolto verso di noi. Il segno della sborrata di Gianni seccata lungo la schiena. Piegò le gambe e si appoggiò al bracciolo col viso. Con le mani si aprì il culo per farci vedere i suoi buchi. La vista della figa usata di mia moglie mi fece eccitare nuovamente.
“Voglio essere ancora la vostra cagnetta” ci disse non appena le fummo vicini. Paolo prese un paio di manette da un cassetto di un armadio, le bloccò i polsi dietro la schiena e la fece inginocchiare a terra. Poi la fece abbassare. Non potendo reggersi con le mani, Monica fu costretta ad appoggiare il viso sul tappeto con il culo in bella vista. Fu un attimo, Paolo le sputò sul buco del culo e con decisione la inculò facendola gridare per il dolore e continuando ad incularla selvaggiamente. Con un piede schiacciava la faccia di Monica contro il tappeto. Fu una scena altamente eccitante. Le urla di mia moglie e il suo culo che si stava allargando sempre di più sotto i colpi del cazzo del nostro amico. Continuava chiamarla puttana e le chiedeva se le piaceva prendere il cazzo nel culo. Mia moglie rispondeva sempre di si e che voleva che le spaccasse il culo. “Sono una cagna con il culo rotto” ripeteva continuamente. Paolo le sborrò dentro e appena tolse il cazzo dal culo di mia moglie vidi quanto glielo avesse aperto. Monica rimase per un po’ senza fiato poi si girò a guardarmi sorridendo e mandandomi un bacio. Cominciò ad agitare il culo….ne voleva ancora….Gianni si sputò sull’uccello e si godette anche lui una meravigliosa inculata. Anche il vecchio Salvatore guardava la scena con attenzione. Però il suo cazzo non voleva saperne di ritornare in tiro. Si sarebbe goduto anche lui il culo di mia moglie se solo ci fosse riuscito. Poi Paolo mi disse: “dai che aspetti, ha tutti e due i buchi pieni di sborra….infilane uno. Hai ancora tutto il giorno per fare il guardone, adesso goditi anche tu questa grandissima vacca”. La sborra che stava uscendo dal culo le stava colando sulla figa. Decisi di infilarlo nella figa e di scoparla come avevano fatto loro. Sentivo la sborra degli altri sul mio cazzo e le toccavo il buco del culo con le dita per rendermi conto di quanto si fosse allargato. “Senti che bella figa aperta, amore. Hanno inculato e scopato tua moglie come una cagna. Lo sento quanto ti piace. Siii, sborrami dentro”. Disse mia moglie. Al massimo dell’eccitazione le riempii la pancia con dell’altra sborra.
Dopo esserci sistemati e aver mangiato velocissimamente ci riposammo al sole sui lettini per tutto il pomeriggio, facendo anche qualche bagno. Restammo così fino a quando Paolo e Gianni ci chiesero “organizziamo qualcosa per la serata?”…

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In vacanza con mia moglie Monica 01

Come tutti gli anni io e mia moglie Monica siamo partiti da Milano per le meritate vacanze verso la metà di luglio. Il caldo terribile e la mancanza di aria condizionata in macchina, oltre alla esasperata lentezza di mia moglie per i preparativi, hanno fatto slittare la partenza verso le 10 di sera. Per lo meno sono stato accontentato…..mia moglie ha indossato una delle sue minigonne che preferisco: color beige e molto corta con un top rosso per coprire le tette. Mi piace poterle accarezzare le gambe quando siamo in macchina e il fatto qualcuno possa vederci ci fa eccitare parecchio. Peccato ormai per il buio. Circa a metà strada dopo due ore di tragitto direzione Ancona decidiamo di fare una sosta all’autogrill. Probabilmente a causa dell’orario il locale era semideserto, comunque il bar era ancora aperto così da permettermi di prendere un caffè. Decido di mettermi in coda alla cassa dietro a due persone, il biondo primo della fila però è straniero e non riesce a farsi capire dalla cassiera. Passano alcuni minuti e finalmente la situazione si sblocca, ma nel frattempo noto che mia moglie si è seduta a gambe accavallate vicino al bar su uno di quegli sgabelli che arrivano quasi all’altezza del bancone. Guardo dietro di me nella direzione dei tavolini ad una ventina di metri dal bar dove un gruppo di cinque ragazzi ha attirato l’attenzione dei pochi presenti con alcune risate . La cassiera mi chiama, è il mio turno, ordino e pago sempre sentendo uno strano mormorio. Mi volto verso mia moglie e la vedo sempre seduta sullo sgabello con le gambe leggermente divaricate intenta a rinfrescarsi le gambe con delle salviettine umidificate e il tutto girata verso i ragazzi con la minigonna che vertiginosamente sale a livello della zona proibita. Mi accoglie con il viso leggermente arrossato dicendo: “accidenti che caldo, intanto che tu bevi il caffè io vado un attimo in bagno per rinfrescarmi meglio”. E scende dallo sgabello con un movimento che di certo non è passato inosservato al gruppo di ragazzi. Infatti tutti sono rivolti verso di noi, sorridono fissando mia moglie seguendola con lo sguardo fino alle scale che portano alla toilette al piano di sotto. Lei è molto sensuale nei movimenti, aiutata anche dai sandaletti estivi con tacco appena accennato. I cinque continuano a sogghignare….sicuramente le avranno visto il suo perizomino rosso che mi aveva volgarmente mostrato in autostrada allargando le gambe per buona parte del tragitto. Avevamo già fatto diverse volte questo gioco e sapeva benissimo che mi eccitava parecchio. Inoltre scommetto che se avesse saputo di trovare un pubblico come quei ragazzi, mia moglie sarebbe entrata all’autogrill senza mutandine e si sarebbe divertita molto mostrandosi nuda sotto la minigonna. Torna dopo pochi minuti, si risiede sullo sgabello e mi dice: “ tu non vai? non ci fermeremo come al solito lungo l’autostrada, vero? Dai intanto sei ancora in tempo, giù c’è nessuno e il vecchio che pulisce i bagni non ha ancora chiuso”. Mi alzo, mi dirigo verso le scale e con la coda dell’occhio vedo nuovamente mia moglie mostrare le gambe in direzione dei ragazzi che probabilmente si gustano la scena. Dopo qualche minuto riesco a tornare di sopra, lascio una mancia al vecchio che vedo intento alla chiusura, e risalgo le scale. La situazione era decisamente mutata. Infatti mia moglie aveva abbandonato lo sgabello e si era avvicinata ai cinque ragazzi che nel frattempo si erano spostati vicino a dove erano venduti alcuni giocattoli. Osservo la mia mogliettina senza avvicinarmi troppo. Una bella 32enne bionda con gli occhi verdi, capelli lunghi ricci, una seconda abbondante e decisamente un bellissimo culetto. Si abbassa ad osservare alcune riviste, si gira verso di me, apre le gambe e…..vedo la sua figa sotto la minigonna. Rasata con una striscia di peli biondi sul pube. Monica si era tolta le mutandine in bagno ed ora, sicuramente eccitata, aveva deciso di giocare sempre più apertamente. Mi sorride accarezzandosi velocemente la figa con un dito poi si alza, guarda in direzione dei ragazzi che la mangiano con gli occhi, si gira e si abbassa a novanta gradi senza piegare le gambe lasciando che la minigonna si alzi per mostrare la figa e il culo. Che zoccola mia moglie, penso. E’ veramente fantastica….sarà difficile fermarla ora, quando si eccita deve godere e penso che il modo lo abbia ormai trovato. Infatti dopo essersi lasciata ammirare, si avvicina ai ragazzi dicendo loro qualcosa che non sento bene, tra cui sicuramente di non preoccuparsi di me, poi qualcuno comincia a toccarle le gambe e la figa sotto la minigonna e il gruppo scende le scale verso la toilette. Mia moglie è con loro, attaccata al braccio di uno di questi. Li lascio scendere, poi mi affretto per scale in tempo per vedere che uno dei ragazzi (tutti quanti sui 20-25 anni) lascia 50 euro al vecchio custode per farli entrare nel bagno dei maschi. La porta si chiude, mi avvicino e chiedo se posso entrare anche io. Il vecchio finge di non capire, apre la porta, entra e la richiude lasciandomi fuori e chiudendo a chiave. Ho il cazzo durissimo…devo entrare. Busso sempre più forte, poi il vecchio apre e mi dice non fare casino. “C’è una troia dentro….non posso farti entrare. Se i ragazzi godono in fretta magari ti faccio entrare dopo”. Sento godere mia moglie….”sono il marito…per favore fammi entrare, voglio solo vedere”. Entro da solo e la scena è veramente fantastica: mia moglie è seduta su uno dei pisciatoi a muro con la minigonna e il top completamente arrotolati in vita e le gambe oscenamente aperte che si sta sditalinando. I ragazzi non sono da meno, infatti tutti sono con l’uccello in mano e qualcuno è già pronto per andare oltre. Due si avvicinano e si fanno leccare il cazzo, mentre gli altri tre pisciano a turno nel pisciatoio di fianco a quello dove è seduta mia moglie e poi si fanno pulire la cappella. Nel frattempo io mi ero sporto un po’ troppo, qualcuno mi aveva visto e disse: “ fai vedere al tuo maritino come lo succhi bene…. adesso gli mostriamo quanto sei zoccola….leccaci anche le palle mignotta”. Mia moglie eseguiva ad occhi chiusi gustandosi quei bei cazzoni poi girò gli occhi verso di me per fami vedere quanto le piaceva. Mi abbassai i pantaloni e cominciai a segarmi. E’ una droga…vedere mia moglie trattata da puttana mi eccita tantissimo. Poi uno le ha ordinato di alzarsi e di girarsi a pecorina dicendole che così bagnata come era doveva avere proprio un gran voglia di cazzo. A turno cominciarono a trombarsela obbligandola ad urlare verso di me quanto le stava piacendo: “dì a tuo marito che ti piace godere come una cagna in calore……come ti piace farti aprire e rovinare la figa…..come è bello sentire cinque cazzoni che ti sfondano”. Lei ripeteva il tutto senza però fissarmi negli occhi, concentrata a sentire e a godere dei cazzi che la fottevano. Le mani di mia moglie erano appoggiate all’orinatoio con la testa leggermente al suo interno, però avvicinandomi vidi che c’era una scritta che subito non avevo notato e che diceva: “guasto”. Quei porci l’avevano fatta mettere in quell’altro dove tre di loro avevano pisciato poco prima e quindi lei era a diretto contatto con la loro urina. Un pò per i forti colpi, un pò perchè tenendola per i capelli la spingevano verso il basso, vedevo alcune gocce colarle dal naso che inizialmente avevo reputato come delle gocce di sudore. “Lecca il nostro piscio puttana….che tra poco assaggerai anche qualcos’altro”. Umiliata e chiavata….proprio quello che mia moglie desiderava quando trovava dei cazzi con cui riempirsi la figa. Tutti avevano i pantaloni abbassati alle ginocchia e alcuni sembravano al dunque, ma non era ancora finita. La fecero alzare e due la sollevarono tenendola per le gambe sempre ben divaricate; lei si reggeva abbracciando i due giovani e doveva essere in preda ad un orgasmo incredibile: il volto segnato dal piacere, gli occhi sempre socchiusi e obbediente ad ogni loro ordine. Quello che aveva ordinato di alzarla se la stava scopando in questa posizione: “adesso voglio sborrarti dentro, voglio vedere che faccia fa tuo marito a vederti colare di sperma”. Un urlo, il ragazzo che si distacca e la sborra che esce dalla figa di mia moglie sempre sorretta a gambe larghe. Il mio sogno si avverava di nuovo…..vedere la figa di Monica riempita di sborra. Ne godevamo entrambi. Ormai mi segavo senza sosta cercando di ritardare la sborrata per continuare a far parte mentalmente di quel gioco stupendo. Alcune gocce di sperma stavano cadendo sul pavimento, ma ancora per poco, un altro di loro si avvicinò e la pompò fino a venire. Mia moglie era fradicia in mezzo alle gambe, poi quello che era appena venuto raccolse un pò di sperma dalla figa di mia moglie con l’indice, me lo fece vedere e disse: “adesso guarda come ti inculiamo la tua signora!!!!”. Introdusse lentamente il dito nel buco del culo, con lei sempre nella stessa posizione oscena: prima uno poi due… ormai era pronta e infatti venne fatta scendere e messa di nuovo a pecorina. “Lecca tutto, vedi come ti abbiamo trattato da troia? Ti piacciono le dita che sanno di culo e sborra?” “Sì, ma adesso allargatemi il culo…bastardi…mi piace fare la vostra puttana”….diceva mia moglie. Un altro di quelli ancora col cazzo duro iniziò ad incularla spingendo come un forsennato e senza preoccuparsi se i gemiti di mia moglie fossero di dolore o di piacere. Durò molto poco venendo nel culo di mia moglie e girandosi verso gli altri: “che gran culo da vacca che ha questa zoccola…chissà quanti cazzi si è già presa anche nel culo”. Intanto i primi due erano diventati di nuovo in tiro e tutti non vedevano l’ora di infilare il cazzo nel culo di mia moglie. Gli ultimi due le riempirono il culo, poi i primi due che l’avevano scopata offrirono uno spettacolo mozzafiato: uno si sedette sul w.c. e inculò mia moglie che girata a gambe divaricate offrì nuovamente la figa all’altro ragazzo. Subito alcuni favorirono la penetrazione tenendole le gambe ben aperte e io fui invitato ad avvicinarmi per gustarmi meglio la scena. Monica godeva come una vacca…sapevo bene quanto le piacesse prendere due cazzi contemporaneamente. Dopo cinque interminabili minuti uno le venne nel culo, mentre l’altro si alzò e le sparò tutto in faccia ordinandole di ripulire il cazzo con la lingua. Super eccitati da quanto visto, anche gli altri tre la riscoparono velocemente e le sborrarono sulla faccia e sulle tette. Mia moglie colava sborra dal mento alle tette e dalla figa e dal culo lungo le cosce e a terra. Stupenda….. “Dai adesso è il tuo turno”….mi disse uno di loro. La presero per i capelli forzando l’apertura della bocca e ormai allo stremo della mia eccitazione nel vederla tutta sporca di sborra, le venni tutto in gola. Uno le tappò il naso, obbligandola ad ingoiare tutto tra le risa generali e anche un applauso. Infatti dietro di noi il vecchio aveva assistito alla scena ed aveva applaudito. Disse ai ragazzi che era ora di andare, questi si sciacquarono velocemente e il vecchio andando verso la porta, con mia sorpresa, la richiuse a chiave dietro di loro. “Lo sai vero che adesso è il mio turno, disse a me con tono malizioso. Non avrò certo rischiato il posto per far divertire solo voi, sopratutto dopo aver visto cosa sa fare quella puttana. Come prima cosa, rivolto a mia moglie, datti una ripulita che così mi fai proprio schifo, sei piena di sborra ovunque”. Lei si alzò (era seduta sul wc), si diresse verso il lavandino e si lavò il viso. “Muoviti che non ho mica tempo da perdere, lavati pure solo il culo, l’unica cartuccia che ho voglio giocarmela bene. Poi rivolto verso di me: quando mi ricapita una troia che gode a farsi inculare”. Mia moglie iniziò a lavarsi come gli aveva detto, sciacquandosi velocemente il culo, poi il vecchio col cazzo già in tiro l’appoggio a novanta sul lavabo e la inculò gridando tutto il suo piacere. Mia moglie aveva già goduto molte volte ed ora non le piaceva come con i ragazzi. Cominciava a pensare come chi dopo l’orgasmo ripensa a quello che è successo e ritorna alla realtà. Aprì gli occhi mentre subiva l’inculata, si guardò allo specchio dritto di fronte a lei, poi guardò verso di me sempre attraverso lo specchio e con una smorfia mi indicò il dolore che l’inculata ora le stava provocando. Il vecchio la prese con molta rabbia e lo tolse solo dopo averle sborrato dentro. Notò il tanga dentro alla borsetta aperta di mia moglie, lo prese, si pulì l’uccello e lo rimise nella borsetta, dicendo che così la troia aveva un bel ricordo della serata. Poi si tirò su i pantaloni, fece rialzare mia moglie che si abbassò la mini, le mise una mano in mezzo al culo e senza neanche darle un minuto per ricomporsi, ci cacciò fuori dicendo: “merda…. devo ancora ripulire tutta la sborra sul pavimento di quei bastardi”. Mia moglie si ricompose alla meglio i capelli, e a testa bassa camminò davanti a me senza dire parola. Io la guardai da dietro, non aveva fatto in tempo a rimettersi il perizoma, e vidi il vestito pieno di chiazze di sperma con una molto grossa che si stava formando a livello del buco del culo in mezzo alle chiappe (la manata del vecchio aveva lasciato il segno). Forse a causa del passo non troppo sostenuto o forse perchè continuava ad aggiustarsi la minigonna vidi alcune gocce di sperma scenderle lungo la coscia destra. Uscimmo dall’autogrill e salutammo velocemente i cinque ragazzi che ci chiesero di incontrarci ancora lasciando a Monica un foglietto con i loro numeri di telefono. “Forse”, fu la risposta mentre sfiorava con la mano il cazzo di un paio di loro e mentre gli altri le palpavano nuovamente il culo. “Adesso però devo andare”. Salimmo in macchina dove finalmente soli baciai mia moglie ringraziandola per la serata. “Lo so che non ti accontenti di un bacio” mi disse. Si tolse i vestiti e se li mise sotto al culo per non sporcare. Rimase nuda in macchina pulendosi i buchi con delle salviettine. La mia eccitazione cresceva nuovamente. Dopo una ventina di km mi fermai in un’area di sosta vicino ad un paio di tir ed abbassai il suo sedile. Le toccai il culo…era ancora apertissimo e la scopai sentendo quanto fosse allargata la sua figa. Era ancora bagnatissima. La sua lingua sapeva di cazzo e sborra. Pochi minuti e le sborrai sulle tette mischiando la mia sborra a quella che si era seccata poco prima sul suo corpo. Era solo l’inizio della vacanza. Ci saremmo divertiti ancora.

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Con La Mia Cugina Preferita 3.2 [Al mare]

Parte precedente: http://xhamster.com/user/autotune/posts/234236.html

La mattina dopo ci svegliammo, e facemmo colazione in soggiorno-cucina, a pochi metri dal letto in cui io e Chiara ci masturbammo a vicenda.
Poco dopo saremmo andati in spiaggia, dove i miei zii avevano affittato 2 sdraio e 1 ombrellone.
Andai così a mettermi il costume, e così fecero tutti quanti, compresa mia cugina, che indossava un bikini fucsia, coperto ora da una canottiera e da uno di quegli shorts elastici che si sarebbe tolta arrivati in spiaggia.
Giunti alle sdraio, ci accomodammo, e come già detto Chiara si spogliò della canotta e del pantaloncino… La sola visione del suo fisico mozzafiato mi provocò un erezione, che provai a mascherare essendo a fianco dei suoi genitori e di mio fratello.
In quei giorni, il sole picchiava davvero forte e c’era bisogno della crema solare.
Presi la palla al balzo, e chiesi a Chiara se volesse che gliela mettessi io… La risposta fu affermativa, così iniziai a spalmarle la crema, palpeggiandola un po’ dappertutto, passando ovviamente inosservato visto il pretesto.
Passai una mezz’oretta sotto l’ombrellone ad aiutare mio zio con i cruciverba, e poi andai a fare un bagno a mare insieme a Chiara e Gabriele, mio fratello.
Arrivate poi circa le 12, Chiara decise di tornare a casa, ed io la seguii a ruota, al contrario dei miei zii, abituati a rimanere in spiaggia fino a tardi, e a mio fratello, che aveva conosciuto un gruppo di ragazzi e ragazze sul bar della spiaggia.
Così tornammo un attimo alle sdraio, prendemmo la nostra roba e ci incamminammo verso l’appartamento.
Durante il tragitto Chiara portò il suo “copricostume” a mano per il troppo caldo, ed io intanto pensavo a quanti ragazzi, guardandola, sognassero di scoparsela.
“Le hai prese tu le chiavi vero?!” Iniziai io.
“Certo! Ma lo sai che saremo soli per una mezz’ora? Sempre se tuo fratello non sta già tornando.” Continuò lei.
Io le sorrisi e accelerai il passo.
Arrivati all’appartamento feci le scale quasi di corsa, al contrario di lei che sembrava piuttosto tranquilla.
Chiara aprì la porta, poggiò le chiavi nel piccolo mobile del soggiorno, ed andò in bagno.
Io invece andai a sdraiarmi in camera da letto, quella dove dormivano gli altri, per godere di una TV migliore.
Appena mia cugina uscì dal bagno mi raggiunse, abbassò un po’ la serranda della camera, e disse sbattendo due volte la mano sui piedi del letto:
“Forza… Vieni qui cuginetto, incomincio io.”
Strisciai fino a lì, e mi sedetti di fronte a lei, intanto Chiara mi aiutò a sfilarmi il costume e si mise sulle ginocchia.
Iniziò a baciarmi il cazzo, per poi leccarlo partendo dalle palle, fino alla punta della cappella.
In seguito se lo infilò in bocca, cominciando uno dei pompini più belli della mia vita.
Faceva su e giù con la testa, aumentando sempre più il ritmo, facendo solo delle piccole pause per prender fiato, in cui comunque non smise di segarmi.
Io intanto le poggiavo una mano sulla sua nuca, accompagnando i suoi movimenti, e spingendola quando volevo che andasse più affondo.
Dopo un po’ non riuscivo più a trattenermi, sentivo l’orgasmo salire, così, senza dirle niente, iniziai a sborrare all’interno della sua bocca.
Si fermò, senza però staccarsi dalla mia asta, così da non far uscire neanche una goccia di sborra.
Dopo una decina di secondi sì separò dal mio cazzo, ingoio il tutto, e mi disse alzandosi in piedi:
“Ora tocca a te…”.
Mi alzai anche io, la presi per i fianchi, e la “buttai” sul letto.
Mi catapultai su di lei, le abbassai il costume fino alle caviglie, e le infilai la testa fra le sue cosce iniziando a baciarla sul basso ventre.
Scesi pian piano sulla sua figa, ed iniziai a leccarla con passione, infilandole ogni tanto un paio di dita, così da farla godere di più.
In poco temo era fradicia di umori.
Lei, proprio come feci io poco prima, poggiò la sua mano sul mio capo, così da spingermi il viso sulla sua figa.
Passammo così una decina di minuti e poi ci rimettemmo i costumi.
Pochi minuti dopo, come da nostra previsione, arrivarono gli altri, pronti per pranzare tutti insieme.

La giornata, e la settimana, non finì qui ovviamente. CONTINUA…

Spero ovviamente di aver scritto in modo abbastanza decente, e che il racconto di ciò che mi successe vi abbia trasmesso un minimo di emozioni. Grazie ed alla prossima. 😉

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La mia modella preferita!!

Era una sera di ottobre e ricevetti un messaggio su facebook da una mia amica modella e cubista. Ero un po’ stupito nel vedere quel mex e una volta letto capì che aveva bisogno di aiuto per un problema in discoteca. Chattammo tutta sera fin quando mi diede il suo numero per chiamarla. Così feci e mi raccontò che era stata derubata e che doveva assolutamente trovare questo tizio. Mi disse anche che aveva preferito chiamare me perché mi aveva visto in quel locale molte volte perché ci lavoravo e lo potevo conoscere, ma, durante la telefonata mi disse: “sai hai davvero una bella voce” e così capì che infondo poteva esserci qualcos’altro, forse.
Chattammo per un settimana fin quando le proposi di fare qualche s**tto per un lavoro che avevo e magari di uscire insieme e lei accettò subito ma mi disse che aveva un problema, dato che non abitava in città aveva il problema del rientro e io da abile don giovanni le proposi di restar da me la notte e che il giorno dopo avremmo fatto gli s**tti e poi l’avrei riaccompagnata a casa. Non credevo ai miei occhi ma mi disse che andava bene. Ero felicissimo!!
Conoscevo un po’ lei, la incontravo spesso nei locali perché faceva la cubista e immaginavo la sua personalità così fissai la sera, un venerdì.
Andai a prenderla a casa, mise il borsone nel bagagliaio e entrò in macchina, bellissima, ucraina, capelli lunghi biondi, alta 180 circa, taglia 40 con un culo che è famoso in tutta la città e una seconda di seno, una carnagione chiarissima come piace a me ed ero già eccitato. Occhi bellissimi con un eyeliner nero fortissimo e un tubino nero in pelle. Mamma mia cosa avrei dato per spogliarla li davanti.
Come non potevo farle dei complimenti!? Lei mi disse che non si ricordava che ero così alto e che le faceva piacere perché di solito sono sempre più bassi di lei quando mette i tacchi.
La portai in centro nel locale di un amico, un posto dove fanno i migliori long Island, suo drink preferito. Bevemmo tanto di quel long Island che eravamo già ubriachi, drink e sigarette e parlammo di tutto, delle sue origini, delle sue passioni e del mio lavoro di fotografo di moda. Il mio collega venne a trovarci e ridevamo sul set che avremmo fatto il giorno, iniziammo a prenderla in giro dicendo che sarebbe stata in intimo al freddo e che gli avremmo tagliati i capelli cortissimi, solite cazzate. Decidemmo di pagare e andare in disco.
Andammo in un altro paese, nella discoteca di un mio carissimo amico, prendemmo da bere e andammo in consolle. Lì
chiacchierammo e lei inizio a ballare, le consigliai di farsi notare perché sicuramente sarebbe stata contattata per lavorare li, io intanto chiacchierai con qualche amico e con gli occhi fissavo lei perché costantemente era assalita da maschi allupati.
Ad un certo punto quando stavano esagerando, lei si volta e di colpo la prendo e la porto via con me al bancone.
Drink, sigaretta e parlammo di noi. Mi raccontò come era fatta lei e che era felice di uscire con me perché la facevo stare bene e le davo importanza allora per alleggerire il discorso la stuzzicai un po’ sui suoi movimenti mentre balla e inizio a farmeli vedere da vicino facendomelo diventare duro di colpo. Nell’orecchio mi chiese se tutte le modelle le facevo sbronzare prima dello shooting ma gli dissi subito che non era così, insomma dovevo sempre trattenermi altrimenti sarei passato per il solito fotografo allupato.
Dopo altri drink decidemmo di andar via e con il freddo che faceva andai a prendere l’auto e passai a prenderla. Mise il cd di David Guetta a palla e via. Nel tragitto inizio a dire che aveva bevuto troppo e che non andava bene perché poi dopo sarebbero arrivati i suoi problemi. Un po’ mi turbò ma quando le chiesi che motivi, lei mi rispose: “quando bevo tanto, dopo mi vien voglia di cazzo” e iniziò subito a chiedermi in che posti lo avevo fatto e lei dopo un po’ mi disse che m’invidiava perché a causa dei genitori non lo aveva mai fatto nel letto e che aveva sempre dovuto adattarsi nell’auto, sottolineando “quindi andiamo da te?”.
Ancora non credevo a quello che avevo sentito e così gli dissi di non preoccuparsi e che andavamo a casa a bere qualcosa insieme.
Arrivammo sotto casa, parcheggiammo e salimmo. L’accompagnai in camera e iniziamo a sentire un po’ di musica mentre lei mi raccontava di altri lavori che aveva fatto. Iniziammo a bere delle vodka fin quando lei mi disse che voleva s**ttare una foto. Presi l’iphone e facemmo degli s**tti ma poi iniziai a fotografare solo lei e mentre s**ttavo inizio a spogliarsi, restò in perizoma e faceva freddo così la fotografavo mentre sorseggiava vodka. Buttai via l’iphone e mi distesi su di lei avvicinandomi alla sua bocca, lei e mi fece bere della vodka e io la baciai subito, sentivo la sua lingua calda e piena di vodka. Quel bacio era così passionale ma allo stesso tempo porco.
La girai a pancia in giù e iniziai a farle un massaggio sulle spalle per riscaldarla e mi misi sopra di lei. Sentivo che le piaceva e iniziai a massaggiare più forte le spalle e poi scesi sulla schiena e poi di nuovo sulla spalla, la massaggiavo con energia e nel frattempo il mio socio si strofinava contro il suo bel culetto. Per un attimo lo fissai, era tondo e sodo e avevo una matta voglia di metterci qualcosa dentro, così la afferrai per i fianchi e glieli massaggiai con energia facendo muovere anche il suo bacino che strofinava contro il mio cazzo.
La misi a pancia in su e versai della vodka sulle sue labbra e le baciavo dolcemente, poi passai sul collo leccandolo e baciandolo. Versai altra vodka sul seno e poi baciai i suoi capezzoli piccoli e turgidi, succhiandoli avidamente. Scesi con le labbra sulla pancia senza mai staccarle dal suo corpo e poi sul ventre fin quando sfilai anche il perizoma e con le stesse labbra piene di vodka riempì di baci il suo interno coscia. Era bellissimo stare lì sotto, morbida e liscia e assaporai ogni cm senza mai toccare la patatina fin quando mi mise una mano sulla testa e mi spinse contro di essa. Iniziai a mordicchiarla con le labbra e pian piano con la punta della lingua ci entravo dentro. Alternavo la lingua a dei succhiotti sul clitoride. Adoravo leccarla e non mi sarei mai staccato da li. Iniziai a leccarle il clitoride mentre due dita si facevano strada dentro, era bagnatissima e andavo sempre più a fondo con le dita che divennero 3 e la lingua sempre più energica. Il suo ventre si stava agitando e ad un tratto urlò dal piacere mentre continuavo a accarezzarla solo con due dita dentro.
Mi fece segno di salire verso il suo viso e appena lo feci mi bacio con molta voglia ma nel frattempo mi levai pantaloni e scarpe e misi il mio cazzo contro la sua patatina e lo strofinai aprendola lungo il mio bastone.
Continuai a baciarla mentre lo strofinavo, eravamo impazziti da quel piacere e decisi di interromperlo facendolo entrare di colpo dentro…. La vidi contorcersi e morire dal piacere sotto di me mentre continuavo a penetrarla a fondo dolcemente. Le sue gambe si avvinghiarono al mio bacino e continuavo a penetrarla senza fermarmi. Mi fermai e mentre succhiavo i suoi capezzoli la penetravo solo con la cappella facendola uscire ed entrare tutta.
La girai in varie posizioni, me la godetti in tutti i modi. Decisi di stendermi sul letto e lei mi salì sopra, scese e inizio a massaggiarlo con le mani, lo afferrò con forza ma con la bocca lo coccolava, non mi sono mai sentito meglio. Era un orgasmo e lei pensava che stessi per godere ma le feci capire che il round non era finito. Salì su di me dandomi le spalle e iniziai a scoparmela come si deve, si sentivano solo i colpi contro il sul culo e dopo un po’ sentì sempre più bagnato il mio cazzo che vidi pieno del suo sperma. Godette due volte in questa posizione fin quando la presi di peso e la misi contro l’armadio e la scopai in piedi tenendola da una spalla e da un lato del bacino. Era un spettacolo vederla contorcere e godere in piedi, vedevo che era sfinita e lo ero anch’io e con quella visuale non potevo non godere subito. Mi sdraiai sul letto e lei inizio a farmi un pompino che non credevo ai miei occhi, gli dissi che era bravissima e mi confessò che prima si era trattenuta. Continuò a lavorarmelo in tutti i modi e in 30 secondi sborrai come non mai. Tolse la bocca e continuò a segarmelo dolcemente mentre continuavo a godere. Non capivo nulla e solo dopo vidi che le avevo riempito il viso. Le pulì il viso e di colpo notai che eravamo sudatissimi e avevamo anche freddo. Ci abbracciammo e lei mi disse: “Ma quanto abbiamo scopato?” presi l’orologio e vidi che era passata 1 ora e 40 e tra un ora dovevamo andare in studio. Non credevo ai miei occhi!
Rimanemmo nel letto insieme e dopo un po’ andammo a fare la doccia e poi in studio a fare lo shooting.
Siamo rimasti in contatto e ci siamo visti altre due volte ma poi ci siamo persi di vista a causa del suo attuale ragazzo.
Ogni tanto prendo le foto che gli s**ttai e le guardo con un po’ di nostalgia..

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la mia adorata BBW

Ilenia è qualcosa di oggettivamente diverso, è un miscuglio di voglia e bisogni, ma anche un semplice sfizio, qualcosa che immediatamente dopo potrebbe finire e per questo preferisco contemplarla come ho fatto fino ad ora.
La guardo, le parlo e fingo di essere indifferente. È piccola Ilenia, ha ventidue anni e non può capire. Per lei la vita deve ancora cominciare.
Non ha un ragazzo, ma le sue amiche già da un po’ ed a ventidue anni questo è certamente un problema, forse per quanto finga che non lo sia, questo per lei è il problema dei problemi.
Ilenia è sensibile, è sensibile perché la vita nonostante la giovane età l’ha già messa a dura prova. La sua famiglia sgretolata, il suo corpo distante anni luce dai canoni attuali di bellezza, il suo bisogno di essere accettata. Ilenia è una di quelle ragazze che per tutta la vita subirà l’incontrollato bisogno essere all’altezza, non si rende conto di quanto banali e normali siano quelli che dovrebbero accettarla, lei non se ne accorge, spinge se stessa verso mille cose e quindi studia, lavora, si prodiga per gli altri, suona in una band.
Ilenia allo specchio vede quello che non vorrebbe vedere, vede i suoi difetti, il suo viso grasso, il suo corpo in jeans sempre troppo stretti, le sue gambe sempre troppo corte, le sue mani sempre troppo paffute. Ilenia vede quello che ogni altra ragazza della sua età crede di vedere di se stessa, un mostro che se fosse di creta avrebbe già distrutto e ricostruito, è troppo giovane per rendersi conto che le sue amiche magre e perfette, di fronte ad uno specchio provano le stesse identiche emozioni che prova lei.
Ilenia non lo sa, Ilenia non lo immagina neanche che per me è incredibilmente bella, lei però è troppo piccola per capire quanto siano strani gli uomini arrivati a quaranta anni.
So di non conoscerlo neanche io il perché, non è la sua innocenza ad attrarmi, l’innocenza si cerca altrove, nella perfezione di una diciottenne ancora acerba ma già abbastanza donna e non è questo che vedono i miei occhi, piuttosto è l’oggettiva bellezza di un corpo e di un viso diversi da ciò che crediamo essere bello, come se esistessero due modi opposti ma perfettamente validi per rappresentarla. Uno stilizzato e longilineo e l’altro più florido e pesante.
In un tale paradosso Ilenia è semplicemente l’assoluto, il puntò più alto, l’apice.
Ilenia sarebbe il riferimento oggettivo con il quale misurerei questa nuova e diversa forma di bellezza, assolutamente disarmante e che non da spazio alla razionalità, una bellezza che ci fa arrendere e cadere le braccia senza che se ne capisca il motivo, forse spaventandoci come è successo a me.
Esistono emozioni che non si conoscono, si provano e basta.
Per lei ho un desiderio inenarrabile, un desiderio che non si è accentuato col tempo ma che mi ha invaso prorompente dal primo istante in cui l’ho vista.
Si è impadronita di me e dei miei desideri più romantici e morbosi come se il mondo precedente al suo arrivo non avesse alcun peso, stordito da un qualcosa che fino a quel giorno non sapevo neanche che esistesse.
Non credo sia amore, Ilenia è più un’intima evasione, un sogno nel quale mi rifugio e che ho deciso di conservare come tale per chissà quanto tempo ancora.
Forse se fosse più grande la cercherei, se avesse fatto le sue esperienze proverei ad accarezzarla, ma non posso rovinarle la vita facendola sentire un desiderio, offrendole ciò che a ventidue anni non si è giustamente pronti a prendere e così sogno, sogno perché sognare non è altro che vivere la nostra più intima realtà.

Quante volte da solo ho accarezzato la sua figura, quante volte parlandole e standole vicino ho preso linfa per la mia intimità.
Ilenia è un mondo carico di erotismo, Ilenia ed il suo corpo, un corpo grasso che non potrei definire in altro modo, perché grasso è perfetto, è vero, è reale.
Se la pensassi solamente come una ragazza in carne o una ragazza cicciottella sminuirei il suo fascino. C’è qualcosa di estremamente erotico in questa parola, qualcosa che la rende speciale, diversa da tutte e quindi unica. Come può essere attraente una ragazza grassa? Eppure basta guardarla, basta vedere il suo viso bellissimo come spesso è bellissimo il viso delle ragazze come lei.
Ilenia è grassa, Ilenia è terribilmente sexy.
Credo che se sapesse che provo in qualche modo ne sarebbe lusingata, forse stenterebbe a crederlo, forse non ha ancora vissuto abbastanza per capire come va il mondo, è prigioniera di un età stupida che opprime i bisogni se sono diversi da quelli degli altri. I suoi amici probabilmente neanche la guardano, i suoi amici forse le paiono addirittura irraggiungibili, ma i suoi amici un giorno cederanno alle proprie debolezze e sarà troppo tardi, Ilenia sarà felice con la persona giusta, sarà una donna forte e felice con la persona giusta.
È questo che ci differenzia a noi quarantenni, abbiamo superato quella naturale fase in cui ciò che si è, bisogna tenerlo accuratamente nascosto, i nostri gusti, le nostre voglie, tutto deve essere consono alle aspettative dell’emisfero che ci circonda e l’università è una fabbrica di individui identici tra loro che credono nell’unicità dell’essere umano in quanto tale.
Ilenia purtroppo è immersa in quel mondo, un mondo nel quale non è ammesso desiderare una ragazza obesa, un mondo in cui nonostante si studi per migliorare se stessi e costruire qualcosa di nuovo, si è ancora fermi ad ideologie che dividono il pensiero in nostro e vostro, in amico o nemico, con noi o contro di noi.
Vorrei massaggiarle i piedi e portarla lontano, vorrei poterla vestire degli abiti con i quali da sempre la sogno, è un peccato che questo ancora non avvenga, sarebbe un incanto.
Nella mia solitudine le ho tolto i piedi da intriganti decoltè un infinito numero di volte, ho visto il suo corpo di donna fasciato da morbidi abiti in cotone e suoi seni accecare l’umana razionalità, ho visto le sue gambe, le ho viste mostrarsi con cura in eleganti calze velate e le sue mani laccate da uno splendido smalto rosso come il fuoco.
Mille volte ho baciato i suoi piedi.
Se solo sapesse quanto, il mondo intero attenda che uscisse una volta per tutte dalla mia fantasia, diventerebbe un’altra donna, la donna che ancora non sa di essere.
È così che cullo i sogni ed i desideri che la mettono al centro delle mie attenzioni.
Immagino di averla accanto, di sfiorarla e di baciarla ovunque il suo corpo si mostri diverso da ciò che lei vorrebbe che fosse. La sua pancia, i suoi fianchi, le sue braccia, tra le pieghe della sua pelle.
È una vita parallela la mia e lei tutto questo neanche lo sa.
Non sa che al mondo c’è un uomo che come un ragazzino si chiude in un bagno immaginando di poterla soltanto guardare, che in questo preciso momento sta scrivendo della sua passione esorcizzandola, che morirebbe per poterla avere anche solo una volta.
Lei di tutto questo non solo non ne è a conoscenza, ma credo non lo immagini nemmeno. Lei è una giovane ragazza di ventidue anni che crede nell’amore come è giusto che sia. Il sesso, la morbosità del bisogno, la grandezza del desiderio ancora sono cose lontane.
Conosce certamente il richiamo che la natura suscita al corpo, ma è ancora troppo distante dalla consapevolezza che sentimenti come l’amore e la passione, possono viaggiare parallelamente senza mai intersecarsi.
Vorrei tanto sapere cosa pensasse se venisse a saperlo, quale considerazione avrebbe di me, se si lasciasse andare lasciandomi libero di farla sentire una donna. A volte sono spinto a pensare che la sua condizione la porterebbe ad accettare, molto probabilmente si sentirebbe amata e desiderata come mai le è capitato fin ora e per lei sarebbe qualcosa di realmente nuovo e straordinario, ma credo anche che potrebbe non capire e non concepire il desiderio come tale.
Ventidue anni sono pochi, mi domando soltanto quando per lei arriverà il momento della felicità tanto attesa, quando qualcuno le dichiarerà il suo amore, quando anche lei potrà subire il piacere ed il fastidio di quel sentimento che volente o nolente un giorno lascerà posto a nuove difficoltà. Vorrei che le capitasse presto, vorrei che mi dicesse di essersi innamorata e vorrei vederla felicemente ricambiata. Ilenia è una creatura troppo bella perché non meriti che le accadesse una cosa così.
So che passerò il resto della mia vita a desiderarla, a sognare l’odore della sua pelle, so che continuerò a toccarmi guardando le sue fotografie ed immaginando di baciarle i piedi e le dita dei piedi, ma anche che non l’avrò mai e in cuor mio, spero che non capiterà l’occasione che sogno di avere, in fondo Ilenia è un desiderio morboso che ha fatto breccia nella mia anima quasi esclusivamente per restare tale.

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Il pompino migliore della mia vita (storia vera di

Quando aprivo gli occhi, quello che vedevo era solo una testa che si muoveva avanti e indietro ed il suo labbro superiore che scivolava sul mio cazzo. E le sensazioni che provavo erano di libidine pura. Ma partiamo dall’inizio.
Come tante altre volte ero tornato al cinema Roma di Torino, sapendo che avrei potuto trovare qualche bella situazione.
Non mi interessava assolutamente il titolo del film, mi serviva solo per eccitarmi; per me, come per tutti i presenti, c’era interesse solo per il “movimento” in sala. Appena entrato andai a sedermi al centro di una fila nella parte posteriore del cinema, in modo da lasciare lo spazio per qualche eventuale (e desiderato) avventore.
Avevo preso l’abitudine di non indossare gli slip quando andavo al cinema, in modo da essere pronto a tirare fuori il cazzo senza troppi traffici e mi piaceva anche la sensazione che provavo sentendo strofinare la cappella nei jeans, ma soprattutto mi piaceva sentire la cucitura dei jeans che si infilava tra le chiappe e mi sfiorava il buchetto…
Le scene sullo schermo iniziarono a fare effetto e tirai fuori il mio cazzo già bello duro. Guardando in giro vedevo che non c’era molta gente, tutti seduti da soli tranne un ragazzo giovane che era seduto qualche fila davanti a me: era da solo, ma presto arrivò un tipo che si mise al suo fianco. La situazione sembrava interessante. Il ragazzo non disse niente e non lo guardò nemmeno, sembrava timoroso. Il tipo invece, sui 50 anni, sembrava sicuro e si avvicinava sempre di più. Dopo pochissimi minuti vedevo solo più la sua schiena andare su e giù, impegnato sicuramente a fare un bel pompino al giovanotto.
La mia eccitazione, e la mia invidia per il ragazzo, continuavano a salire… il mio cazzo reclamava attenzione, ma non volevo ancora sborrare. Sono bastati pochi minuti al tipo per completare la sua operazione e poi si sono alzati tutti e due: il ragazzo andò verso l’uscita ed il tipo prese a girare in sala. Io ero sempre lì con il mio cazzo duro che mi segavo senza cercare di nascondermi, anzi sperando di essere visto. Infatti il tipo mi vide e dopo un incrocio di sguardi, come per chiedere il permesso, si sedette accanto a me. Oramai ero senza scrupoli e senza vergogna: continuavo a segarmi di fianco a lui che mi guardava, mi sorrideva e guardava il mio cazzo che lasciava uscire le classiche goccioline dovute all’eccitazione.
Appena provò a toccarmi io mi ritirai un pochino, sempre continuando a segarmi. Lui pareva stupito. A quel punto io andai nei servizi e mi infilai in un bagno senza chiudere la porta. Dopo meno di un minuto arrivò lui e mi chiese “posso darti una mano?” Feci cenno di si, lui entrò subito e chiuse la porta. A quel punto mi trovavo nel cesso di un cinema porno, con il cazzo in mano, davanti ad un perfetto sconosciuto che mi disse “un cazzo così mi piacerebbe anche prenderlo nel culo!” , ma io continuavo solo a segarmi guardandolo in viso.
Ed ecco che lui si abbassa e me lo prende in bocca: mi è sembrato di sprofondare, di volare, di entrare in paradiso… ad ogni suo movimento mi girava la testa e mi sentivo succhiare anche l’anima… Io ero super-eccitato e avevo il cazzo che sembrava di marmo. Non c’ è voluto molto per essere vicino a sborrare. Gli dissi “sto per venire”, ma lui mi guardò e non si staccò nemmeno per un secondo… ed ecco che i brividi lungo la schiena arrivano fino al cazzo e sparo una quantità incredibile di sborra nella sua bocca! Lui continuava a tenere tutto in bocca, per sputare poi tutto insieme nel WC.
Io ero al settimo cielo, con un fremito lungo la schiena e le gambe dovuto alla grande eccitazione che non diminuiva: avevo ancora il cazzo duro e glielo avrei messo volentieri nel culo se non se ne fosse andato, ma solo dopo avermi detto “grazie” guardandomi diritto negli occhi.
Oramai sono passati più di 20 anni da quella serata, ma la sensazione che ho provato è ancora viva in me e posso dire che è stato sicuramente il più bel pompino della mia vita.