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Giorgia, la manager che diventa mia schiava

chi mi vuole contattare può scrivere a [email protected]

Giorgia è una donna normale, quasi banale del Friuli operoso e dinamico. Una donna tutta casa e famiglia anche se con grandi capacità professionali, determinazione e di leadership fuori dell’ordinario. Nulla di lei e della sua vita può far pensare a una donna trasgressiva. Da giovane infatti la sua vita era segnata dalla scuola, dall’oratorio, dall’azione cattolica e mai da nulla di trasgressivo. In questo ambito conosce Marco e dopo un po’ si fidanzano e poi si sposano.Lei appena laureata viene assunta da una grande azienda di articoli sportivi come assistente dell’amministratore delegato e qua capisce che il mondo non è quello ovattato e protetto della scuola e dell’oratorio, ma assomiglia più che altro a una piscina piena di squali.
Le donne dell’azienda pensano che abbia avuto quel posto grazie alle sue doti fisiche notevoli e non per le sue capacità(Giorgia non è tanto alta, ma ha una quinta di regiseno e un sederino da sballo), deve quindi dimostrare in continuazione il suo talento e le sue capacità. Grazie a queste ultime riesce a farsi strada in azienda e a diventare direttore della produzione ruolo che la porta ad avere rapporti soprattutto con maschi che cercano in continuazione di avere la meglio su di lei, ma gradamente riesce a farsi rispettare. Contemporaneamente riesce ad avere un figlio da Marco, ma i loro rapporti sessuali non sono quelli che si definirebbero soddisfacenti, infatti il marito soffre di eiaculazione precoce e dopo due minuti scarsi eiacula credendosi soddisfatto lui, ma non dando soddisfazione per nulla a lei.
Un giorno per caso Giorgia vede su internet il mio blog che parla del bdsm e della dominazione e la sensazione che prova è di eccitazione, una cosa che la meraviglia dato il ruolo dominante che svolge sia in casa che in famiglia, ma lascia correre e prosegue nella sua solita vita tutta dedicata al lavoro, alla famiglia e ai figli.
La lettura però di quel blog relativo alla dominazione e al bdsm l’aveva colpita e soprattutto di notte aveva sogni continui in cui veniva dominata e sottomessa che la portavano ad essere terribilmente eccitata e bagnata al risveglio.
Dopo qualche tempo trova il coraggio di contattarmi e mi racconta la sua storia, io capisco subito che non è la solita ragazzina che dopo avere letto le cinquanta sfumature di grigio vuole darsi al bdsm, ma si tratta di una persona consapevole della voglia di cominciare un percorso. Io le dico subito che sono un padrone autoritario ed esigente e che se volesse diventare una schiava anche i rapporti col marito sarebbero dipesi dalla volontà del suo padrone che comunque non l’avrebbe messa in difficoltà con i figli e nella sua vita di tutti i giorni, ma che comunque l’avrebbe portata al limite.
Come prova le chiedo di pulire il bagno del water dell’ufficio con la sua lingua, il giorno seguente e lei accettò.
Il giorno seguente lei eseguì l’ordine, e mi mandò la foto che ne attestava l’esecuzione, ma non nel modo in cui intendevo io, infatti aveva leccato solo la tavalozza e non il water sotto. Le feci rifare la cosa ordinandole anche di darsi cinquanta colpi sul sedere col mestolo di legno che si gira la pasta per non aver eseguito attentamente all’ordine. Giorgia fece anche questo e diventò ufficialmente una mia schiava.

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Giada mia moglie

mia moglie Giada, tutto fare presso la segreteria di uno studio d’analisi. 38 anni,bella e molto solare. Lei non sospetta nulla ma io so delle sue scappatelle, soprattutto della sudditanza nei confronti del suo capo. Farmacista molto stronzo e con la faccia da pervertito sbruffone.
Io è’ vero sono un cornuto, non lo posso negare. Nemmeno che mi eccito a pensarla intenta a far godere lo stronzo.
Perché’? Non lo so. Forse e’ una mia debolezza o perversione. E’ così’ e basta. Ci convivo, con sentimenti molto contrastanti ma non posso farci nulla.
Un giorno rientra a casa da lavoro e mi dice: sabato c’è’ la cena del laboratorio, ci andiamo?. Ti va?. Immaginate il mio stato d’animo. Ok ok, se vuoi ci andiamo. Già’ fantasticavo su quella serata.
Arriva sabato, sono le 19 ed iniziamo a prepararci per la serata. Non era la prima cena con i suoi colleghi, colleghe, organizzata dal datore di lavoro. Di solito erano serate molto noiose,ameno per me, trascorse a parlare del loro lavoro, lodare l’impegno di alcune di loro e tanti sermoni del capo. Si mangiava e beveva qualcosa.
Io come al solito, vesto casual; jeans, camicetta chiara, giacca sportiva, mocassino. Carino nulla di che. Esco dalla stanza ed arrivo in bagno. Wow! Esclamo. Di fronte si palesa una e****t intenta a prepararsi per una seratina hot. Bellissima; tacco 12 lucido, bodystcking nero velato, perizoma e nessun reggiseno. Dopo sarebbe venuto il vestitino nero con i violant ed il fiocco su di una spallina. Completava il tutto un trucco rosso sulle labbra ed i contorni marcati per far risaltare i bellissimi occhi azzurri. Io subito: ma dove vai così’? Hai deciso di far morire d’infarto qualcuno?. Scherzavo ma non troppo. Scemo! Dice lei. Sono bella per te. Se qualcuno rosica non ti devi mica offendere. Poi torniamo a casa e sono tua. Mi abbraccia e schiocca un bel bacio sulla guancia. Immaginate cosa ho pensato in quel momento.
Inizia la serata.
Alle 22.30, siamo un gruppo di 20 persone circa. Coppie e qualche single. Il dottore con la moglie al capo tavola. Si e’ mangiato bene,bevuto molto e la solita serata di tanti bla bla e’ partita da qualche mezz’ora. Giro con gli occhi,fingendo di chiacchierare ed interessarmi ad i discorsi dei presenti. La moglie del collega alla mia destra, continuava a parlarmi e dire cose. Io rispondevo con monosillabe e qualche sorriso.
Ogni tanto, intercettavo lo sguardo del porco con quello di mia moglie. Giada lo fissava intensamente per pochi istanti e poi cambiava direzione. Così’ per molti momenti della serata. Sapevo cosa frullava nelle loro teste,cosa stavano pensando e come al solito ero eccitato.
La serata continuo’ così’.
Poi qualcuno si alzo’, parti’ la musica e qualche canzoncina buttata li. Io andai in bagno. Rinfres**to, gironzolai per il giardino della casa, sentivo le voci pervenire dietro l’angolo e mi rilassavo passeggiando. Giada l’avevo lasciata intenta a chiacchierare con due sue colleghe. Due brave ragazze, una anche bona.
Tornai verso la compagnia. Giada non c’era. Nemmeno il Dottore e qualcun’altro. Cazzo! Dove sono andati?
Fissai Ilaria, la dottoressa del laboratorio ancora seduta. Dov’è’ Giada le chiesi. Non so era qui rispose lei.
La mia fantasia oramai era partita per la tangenziale. Corpi intrecciati, bagni promiscui ecc…. Troia! Pensai. Entrai in casa. Girai per il salone e poi le scale del seminterrato. Intercettai la moglie del padrone di casa, cornuta come me. Sorrisi. Non volevo fare scenate o cose del genere. Lei mi disse qualcosa inerente la cena, forse se mi era piaciuta. Io risposi con un bel sorriso e le risposi che la cena era stata di mio gradimento. Lei volto’ l’angolo e non la vidi più.
Incazzato ed arrapato, non sapevo dove andare. Salire su verso le camere? Che figura se mi beccavano!?. Dov’eri Giada?. Cazzo ma sotto il naso di tutti?. Così’ spudorati?.
Quasi in pieno panico, confuso, decisi allora di tornare fuori e fare finta di niente. Sarebbero rinvenuti e subito avrei compreso l’epilogo della cosa. Tornai in giardino,era freddino tutto sommato. Una volta a l’esterno ebbi un flash. Il parcheggio. Si erano diretti li.
Voltai a sinistra in direzione del grande piazzale esterno alla villetta.
Scavalcai la ringhiera per non far rumore con il cancello elettrico. Sceso da l’altro lato, percorsi pochi metri quasi al buio. La mia macchina era al suo posto ma senza nessuno dentro o intorno. Nemmeno qui. Allora dove?.
Feci per voltarmi verso la mia destra e quasi per caso, intravidi in fondo al vialetto a circa 20mt, una lucina molto piccola ed alcune sagome. Tacqui ed udii impercettibili chiacchiericci e gorgoglii. Mi avvicinai, nascondendomi nella penombra. Arrivato alle spalle del gruppetto, nascosto dietro una lunga siepe, mi concentrai per udire e vedere meglio. A l’inizio vedevo soltanto la luce proveniente da un telefonino, e 3 forse 4 corpi vicini. In verità’ erano più’ che vicini, perché’ inizia a capire che si baciavano e toccavano. Non capivo chi fossero però’. Volevo avvicinarmi, osservare da più’ vicino. Era pericoloso ma avevo troppa voglia. Saliva l’eccitazione. Udii molto bene il rumore dei baci e le lingue che si bagnavano. Poi, il tipico sfregare delle mani che svestono degli indumenti. Sii dai sii, baci, mmm, sii dai mi piace. Non ero sicuro, forse era Giada. Vidi una chioma inginocchiata, una sagoma in piedi ed il rumore di una cinta che si slacciava come una zip che si apriva. Dopo fu chiaro l’inizio di un pompino. Mm sii lecca Troia,lecca sto bel cazzo. Era un pompino senza ombra di dubbio. Più’ leccava e più’ i tipici stridolii della saliva a contatto con la carne divennero chiarissimi.
Lecca! I rumori ed il ritmo aumentavano. Mmm si mi piace il tuo cazzo, rispose lei. Non volevo crederci e non ero sicuro ma sembrava la voce di Giada. Daiiii! Dai che vengo. Riprendi cazzo, riprendi tutto. Un altro uomo riprendeva tutto con il telefonino. Guarda come lo succhia sta Troia. Poi risate e rumori come prima. Ad un certo punto si fermarono, la luce del telefonino spari’ ed i corpi cambiarono posizione. Non capivo però’ come e perché’. Decisi allora di approfittare del momento e scavalcare la siepe. 3 mt più’ in la potevo osservare tutto e nascondermi protetto dal buio. Lo feci. Messo a fuoco, stavolta vidi tutto abbastanza bene. Se si fossero spostati di 4 passi verso di me, avrebbero anche potuto scoprirmi. Accucciato osservai tutto. Ebbi un sussulto. Giada era lì. Poggiava i polsi tendendo le braccia sopra le spalle di un uomo. Era rimasta con il solo bodystocking senza nemmeno il perizoma. Gambe aperte, in piedi. Un uomo di fronte, intento a palparla ovunque. Grosso, però’ non capivo chi fosse. Dietro invece, un rispetto più’ basso di lei. Intravedevo le sole gambe ed un pezzo della spalla. Aveva i calzoni calati sulle caviglie. La stava scopando da dietro. Entrambe le mani le cingevano i fianchi e la spingevano avanti ed indietro. Lei leggermente piegata verso il primo dei due, poggiava le braccia per non cadere e collaborare al ritmo della danza. Bella divaricata, ansimava e godeva. Ritmava la fottuta, bagnandosi le labbra e inarcando la schiena in qualche spasmo godereccio. Adesso il più’ grosso la filmava con il telefonino e lei non curante sorrideva con un ghigno da troiione in piena estasi. Ora la teneva in equilibrio con una sola mano, per non farla cadere in avanti e permettere al socio di sbatterla con vigore. Era piccolo ma stantuffava alla grande. Scopala dai, scopa sta Troia! Sii dai fottimi, fottimi dai!. Lei stava godendo come una grande puttana ed esprimeva tutto il suo piacere immortalando un ciac sa paura. Fissava il telefono e si tintillava i capezzoli turgidi. Vedevo le chiappe sballottolare e sobbalzare per i colpi decisi da dietro. Ero quasi certo che quei due non c’erano alla cena. Poi, il tizio afferro’ i polsi di lei ed inizio’ il rush finale. I colpi si fecero frenetici e molto più’ vigorosi. Lei si inarco’ tutta e sbarro’ gli occhi dalla gran foga che sentiva dentro la pancia. Cazzo vengoooo! Quasi urlo’ il piccoletto. Siiii cazzo ho ripreso tutto, il secondo. Ahhhhh siiiii, disse lei, adendo sulle ginocchia a quattro zampe. L’avevo preso tutto e dentro. L’aveva riempita quel piccoletto. Lo vidi in faccia, avrà’ avuto si e no 20 anni. Faccia da cazzo, cappellino e secco come un chiodo. Chi cazzo era?. Il secondo rideva e si toccava la patta. Ti e’ piaciuto ehhh troia! Dai sii cazzo ci siamo sbattuti sta figa. Cazzo ho fatto un capolavoro. Lei li guardava,con un ghigno,soddisfatta. Sii dai annamosene mo’, o ce sgamano, da uno dei due.
Ciao troietta quanno voi chiamace. Uno afferro’ la borsa di lei a terra, frugo’ e tiro’ fuori il suo telefonino. Digito’ sulla tastiera e getto’ il telefono dentro la borsa di nuovo. Ooo mo c’ha i er numero mio. Capito? Di fronte a lei, ora sulle caviglie accovacciata, le disse di chiamarlo. Poi spari’ nel buio. Lei annui’, si tocco’ la vulva e gli accarezzo’ una gamba. Via. Poi tutti via. Lei si rivestì’ nella penombra e poi andò’ verso la nostra auto. Io tornai di corsa per lo stesso percorso alla serata. Arrivai al mio posto 1 mn prima di lei. Si sedette al mio fianco, sospiro’. Era scossa, quasi imbambolata. Tutto ok? Sii sii certo,sorrise. Le misi una mano sopra un ginocchio. Strinsi un po’. Era fresca. Volli salire con la mano. Quasi vicino a l’interno coscia,la sua mano si poggio’ sulla mia,fermandomi. Fermo!. Sei matto?. Poi a l’orecchio mi disse…a casa ti lecco anche le palle. Ed io…Troia …..sorridemmo.

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

Rimase una ventina di secondi cosi’, sentivo la sua presenza dentro di me, e sentivo anche i muscoli dello sfintere rilassarsi ed il bucheto dilatarsi, poi sputo’ di nuovo sul mio buco del culo e tiro un attimo fuori la cappella. Si avvicino con la sua testa tra le mie cosce e comincio’ a leccarmi il buco del culo. Sentivo la sua lingua entrarmi nel buchetto del culo mentre con la mano mi masturbava, e poi mi leccava le palle.
– You are my sissyboy, you are my little slut…..- mi diceva. – I wanna fuck your asshole……I wanna fill it with my load…..-
Mi lascio’ andare il cazzo e mi venne sopra da dietro, mise le sue mani sulle mie cosce , me le apri’ e diresse il suo cazzo verso il mio buchetto. Ci sputo’ sopra ancora una volta poi appoggio’ la cappella sul buco e spinse. Stavolta la cappella entro’ dentro tutta d’un colpo.

Comincio’ allora a spingere e ritirarsi con un lento andirivieni il suo cazzo mi penetrava per poi riescire piu’ duro di prima.
Mi meravigliai, mi piaceva, forse era quello che avevo sempre voluto e non lo sapevo. Il mio cazzetto diventava sempre piu’ duro mentre lui aveva ripreso a menarmelo quasi all’unisono con il suo cazzo.
– Hai un gran bel culetto, d’ora in poi sarai il mio sissyboy……ti inculero’ ogni volta che vorro’……e sono sicuro che lo vuoi anche tu, vero? –
Girai la mia testa verso di lui e lo guardai riuscendo solo ad annuire con la testa,non riuscivo a parlare, gli occhi erano semichiusi come se avessi fumato una canna, sentivo solo un gran piacere, sentivo il suo cazzo sfregare contro le pareti del mio sfintere e questo mi piaceva, cazzo se mi piaceva…… Sentivo crescere dentro di me un godimento estremo. Il suo cazzo mi stava sfondando il culo e mi piaceva, stavo per venire di nuovo.
– Vengo….vengo….sborro – gridai-
-Girati – mi disse -svelto, voglio che mi sborri addosso.-
Mi tolse il cazzo dal culo, mi girai, mi apri’ di nuovo le cosce e mi penetro’ tutto d’un colpo, mentre io emettevo un rantolo ed il mio cazzo gli sborrava fiotti di sperma sulla pancia.
Ancora piu’ infoiato, comincio’ a pomparmi il cazzo nel culo velocemente, mentre io continuavo a sborrare, poi fu la sua volta. Emise un grido che non aveva niente di umano, mi prese il cazzo in mano e spinse il suo tutto dentro il mio culo fino alle palle…poi sborro?.
Un fiotto caldo di sperma mi inondo’ il culo mentre lui continuava a pompare.
-Mi fai male….mi fa male…- gridai, ma lui non mi sentiva, continuava ad incularmi in preda ad un orgasmo incredibile.
– You are my slutty sissyboy…..I want your asshole just for me….-ripeteva e sborrava.
Lo sperma mi usciva dal buco del culo e mente lui mi inculava, il cazzo, che andava e veniva nel mio culo emetteva dei suoni simili a scoregge, poi mi si accascio’ sopra e rimasi cosi’ sotto di lui con il suo cazzo nel culo.
Ero sfinito e anche lui sicuramente. Piano Piano sentii il suo cazzo che si ammosciava e dopo qulche minuti scivolo fuori dal mio buco del culo insieme ad un fiotto di sborra misto ad un liquido marroncino.
Aveva esplorato le mie piu’ profonde intimita’ e ora era li’ accanto a me a pancia all’aria, con il suo cazzo moscio. Mi mise una mano sul cazzo, moscio anche il mio, e mi disse.
– D’ora in avanti sei mio…..nessuno lo dovra’ sapere…..quando vorro’ incularti….ti chiamero’ e troveremo un posto dove vederci. – e cosi’ dicendo si avvicino e mi diede un bacio in bocca.
Ancora una volta mi meravigliai e ricambiai il bacio infilandogli la mia lingua in bocca.
Non era la fine, era solo l’inizio.
(Alla prossima)

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MIA COGNATA: le sue belle tette in mostra

Domenica scorsa a pranzo sono stato invitato dai miei suoceri a casa loro e con noi dovevano starci anche i miei cognati , la sorella più grande di mia moglie che ha 39 anni e suo marito con i loro figli. io come mia ossessione bramavo dal desiderio di rivedere mia suocera e le sue belle e grandi tettone per poter guardarle e immaginarmi qualcosa di porco su di lei, ma il mio pensiero andava anche a mia cognata, una bella tipa, ha i capelli corti sbarazzini,un bel fisico da mamma diciamo un finto magro, una bella terza di seno di certo non straripante come la mamma ma un po più grandi di mia moglie, un bel fondoschiena ma la cosa che di lei mi fa più eccitare anche se sembra strano è il suo carattere solare, sprizzante, ben diverso da mia moglie, quel tipo di donna che o prende lei l’iniziativa a letto, o che si lascia far di tutto e che le puoi chiedere di tutto ed io onestamente me la immagino bella porca a letto. A parte la sua descrizione domenica arrivai da mia suocera, purtroppo era vestita molto da casalinga, maglia lunga e molto accollata ma che si travedeva la forma del suo mega reggiseno e pantaloni normali, nel frattempo aspettavamo mia cognata che arrivasse per pranzare, quando dopo pochi minuti sentimmo citofonare ed erano arrivati, in quel momento e mi capita spesso di avere una specie di sesto senso o di visione, praticamente immaginai mia cognata arrivare con un bel vestito scollato, appena entrò in casa la vidi e rimasi sbalordito perché era proprio come la immaginavo e la desideravo, cioè, stivali, calze a rete nere, gonna un po lunga ma la cosa più eccitante fù una bella maglia scollata, ma non la solita scollatura invadente ma con quel vedo e no vedo che a me eccita da pazzi. Prima di sederci a tavola iniziammo un po a chiacchierare del più e del meno, mentre lei taglaiva il pane io ero di lato a lei e con l’occhio sbirciavo in mezzo alla scollatura della sua magliettina che si apriva come fosse una camicia, e le intravedevo la forma del suo seno, poi ci sedemmo a tavola e come per magia si sedette proprio di fronte a me, dal quel momento capì che quella giornata l’avrei dedicata mentalmente solo ed esclusivamente a lei e al suo bel seno tralasciando per un giorno mia suocera che era troppo impegnata a preparare il pranzo. per tutto il tempo mentre mangiavamo il mio sguardo ovviamente non facendo capire niente agl’altri lì presenti cadeva sul suo bel decolté, ovviamente la parte più eccitante era il canale del seno che scende giù fino ai capezzoli, per tantissime volte lo guardavo, e dentro di me mi eccitavo, finito di mangiare prendemmo il caffè, gia io dopo che prndo il caffè sarà per la caffeina, avevo voglia di fare sesso quella voglia di prendere mia cognata portarla sul letto o sul divano iniziare a limonarla come un pazzo poi aprendoli bene la maglia soffermarmi a lungo sul suo seno magari prima annusandolo sentendo il suo profumo di donna poi baciarlo delicatamente fino a scoprirgli solo un seno mentre l’altro no, e leccarli bene il suo capezzolo, questa è la scena che più vorrei che si realizzasse in questo momento, e poi prendendola per i suoi capelli corti, e con la sua bella boccuccia spingerla verso il mio pene già duro e desideroso e farmelo pompinare, mentre con la mano inizio a spostarle le mutande, trovare in mezzo al suo pelo, la sua bella figa bagnata e iniziare a fargli dei bei ditalini, poi prenderla e farla venire su di me e che le iniziasse a cavalcarmi così io potrei sempre tenere sotto il mio sguardo, le mie mani, e la mia lingua il suo fantastico seno che sicuramente non è sodo sodo ma un po a pera ma che a me piace da matti….

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La mia prima volta

In questo momento che scrivo questa storia ho 24 anni, all’epoca dei fatti 19.

Era estate e mi trovo con la mia fidanzata (alta poco meno di me, bruna, occhi marroni e un bel fisico, da ginnasta) nel parco della città. Eravamo fidanzati da 3 mesi, non l avevamo mai fatto, a parte delle seghe e alcuni ditalini. Cionostante, ci amavamo moltissimo.
Seduti su una panchina un po’ defilata, non al centro dell’attenzione, limonavamo di gusto (da bravi innamorati), lei seduta sulle mie gambe.
Faceva molto caldo e nonostante fossimo all ombra mi iniziarono a scendere sulla fronte qualche gocciolina di sudore. Anche lei iniziava a sudare alla base del collo. Erano le 3 del pomeriggio.
Per provare a scappare dal caldo decidemmo di andare a fare un giro in moto. Avevo una moto da cross, 125 di cilindrata.
Seduta dietro a me, mi cinge i fianchi con le braccia per tenersi meglio e partiamo.
Sapevo già che comunque in città anche andando in moto fa caldo lo stesso, quindi decido di andare in un posto in aperta campagna un po’ sopraelevato dove anche nei giorni più torridi si sta bene.
La nostra città non è tanto grossa, infatti 10 minuti dopo già scendevamo dalla moto.
Questo posto consiste un uno spiazzo d’erba circondato da alberi e da campi di riso, il tutto circondato da fossi, alcuni anche profondi. Oltre, nascosto dagli alberi, si nota un piccolo paesino di campagna e sullo sfondo terso il Monte Rosa. L’ unico modo per accedervi è una stradina sconnessa percorsa solo da trattori, ma in quel periodo non passa anima viva.
Ci sediamo sull erba.
-Amore è bellissimo qui!
-Sono contento che ti piacc…
Non riuscii a finire la frase che iniziò a baciarmi in bocca.
Ero seduto a gambe incrociate, quando iniziò a baciarmi era china davanti a me, appoggiata con le mani sulle mie spalle.
Un po’ per la sorpresa un po’ perchè lei si appoggiò facendo forza mi sdraiai con la schiena sull’erba.
Immediatamente lei si posò su di me. Capii che voleva che io mi mettessi in quella posizione.
Ci guardammo un paio di secondi, giusto il tempo di dire “ti amo” che lei mi posò di nuovo le sue labbra sulle mie.
Rimanemmo così parecchi minuti, poi prese la mia mano che tenevo sulla sua schiena e me l’appoggiò sul suo sedere. Iniziai subito a palparglielo, dolcemente. Era sodo e ben marcato, segno che faceva sport. Portava un paio di leggins che le arrivavano a metà coscia. Il suo respiro aumentò quasi impercettibilmente.
Improvvisamente prendendomi il dorso della mano con cui le palpavo il sedere me la mise sotto i suoi leggins, direttamente sulla natica nuda. Palpai un po più deciso.
Come risposta spinse con decsione la sua lingua tra le mie labbra alla ricerca della mia e l assecondai. Con una mano mi arruffava i capelli.
Capii che si stava eccitando.
Infilai l altra mano sotto i suoi leggins e iniziai a palpare anche l altra natica.
Passarono un paio di minuti così, poi si alzò seduta sul mio stomaco, con le gambe pigate all’indietro.
-Ti amo Teo
-Ti amo anch io tesoro
Si guardò intorno, poi tornò a guardare me con un sorriso
-Fa caldo anche qua
E si tolse la maglietta, rimanendo in reggiseno nero. Sempre sorridendomi spostò indietro il sedere, strusciandomelo sul pacco, intanto si massaggiava le tette.
Non era ancora eretto ma stava dando segno di diventarlo.
Poi si voltò sopra di me, nella posizione del 69.
Mi sbottonò i jeans, scostò le mutande e iniziò a massaggiarlo con le mani. Quando fu abbastanza rigido iniziò a leccarmelo prima e a succhiarmelo dopo.
Io intanto le avevo calato i leggins e le mutandine, che essendo umide, rivelavano i suoi umori.
La sua patatina si stava rilassando, segno dell eccitamento e si bagnava. era depilata tranne che per un ciuffetto sul monte di venere.
Quando iniziai a leccargiela emise dei gridolini di piacere, che aumentarono quando io con la mano iniziai a stimolargli il clitoride. Quando feci il contrario, ovvero gli stimolai il clitoride con la lingua e le infilai due dita nella patatina ebbe un sussulto improvviso e per poco non svenne. dal canto mio rischiai di venirle in bocca.
Si girò verso la mia faccia e mi diede un bacio
-Teo non ce la faccio, scopami… fammi urlare!
si slacciò il reggiseno. Portava una seconda abbondante e si vedevano chiaramente i capezzoli duri.
Si alzò in piedi e si tolse leggins e mutandine, rimanendo nuda. Mi tolsi velocemente i jeans.
Si ricalò su di me, strusciando la sua patatina bollente sul mio pene ormai completamente eretto.
La presi per i fianchi e mentre lei guidava il mio amico nel buco la adagiai verso il basso. entrò per meta e lei lanciò un urlo di picere. Sentivo l imene. Piano piano aumentai la forza mentre lei si stimolava un capezzolo e il clitoride. l imene cedette e il mio amico entrò tutto. Lanciò un secondo urlo di piacere. Iniziò ad ansiamre e si chinò su di me baciandomi, mentre io iniziavo a penetrarla.
La sentivo calda e umida, i suoi umori mi colavano fino ai testicoli e lei ansimava dal piacere.
parecchi minuti dopo si tirò su e arcuò la schiena, io con le mani iniziai a massaggiarle le tette e stimolarle i capezzoli, duri come sassolini.
-si.. si… ancora….mmmm…ooh si….
Questa volta mi alzai io. lei si sdraiò di schiena sull erba e io mi misi sopra, nella posizione del missionario. lei si aggrappò a me con le braccia intorno al collo e le gambe lungo i fianchi quando ricominiai a penetrarla.
Stavolta fui i a cercare la sua lingua, e quando l ebbi trovata aumentai il ritmo. eravamo in due stavolta a gemere per il piacere.
non ricordo quanto tempo passò, lei ebbe due orgasmi molto potenti, durante il secondo squirtò (!!!) bagnandomi il ventre dei suoi umori.
Feci appena in tempo a estrarre il pene che venni copiosamente sulla sua patatina. sei fiotti di candido sperma.
Quando lei si destò, io stavo strusciando il pene sulla sua patatina zuppa di sperma. lei apprezzò e si masturbò il clitoride bagnato.
Mi chinai a baciarla. eravamo nudi e sporchi degli umori dell altro ma felici. della nostra prima volta.

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La mia passione per le BBW (parte seconda)

Quando entrai a casa sentii che Stefania, mia moglie, era al telefono ed io, dopo averle lanciato un bacio, ne approfittai per andare al bagno a farmi una doccia rilassante e togliere eventuali tracce lasciate da Francesca durante il nostro incontro amoroso.
Mentre mi facevo la doccia mi godevo i ricordi del pomeriggio, del corpo di Francesca fantasticavo sul suo culo. Il cazzo era in perenne erezione e questo fu il motivo per cui rimasi chiuso in bagno per un tempo insolito.
Trovai mia moglie davanti ai fornelli intenta a preparare la cena e quando mi sentì entrare mi disse che era stata al telefono con Francesca. Mi si raggelerò il sangue! Ma poi capii che era tutto ok altrimenti non me lo avrebbe detto in quel modo ma mi avrebbe attaccato a brutto muso.
“Ah cosa ti ha detto?”
“Luigi non puoi capire! ha incontrato un vecchio amico e, non ci crederai, c’è andata a letto! Ho sempre pensato che fosse una puttana, ma sono cazzi suoi. comunque si scusa ma domani non può venire. probabilmente farà il bis!” rise Stefania
“che ti devo dire. il sesso piace a tutti.”
“hai proprio ragione” mi rispose Stefania senza pensare che si stava contraddicendo visto il suo comportamento a letto

PINA

Un’altra amica di Stefania con una corporatura notevole è Pina. Altezza normale con bellissimi capelli biondi tagliati a caschetto e un paio di occhi di un colore blu intenso. Da quando si era sposata, un paio di anni fa mi pare, ne avevamo perso le tracce ma ultimamente è riapparsa come per incanto a causa, scusate se sono maligno, della sua separazione con il marito da lei trovato a casa, che deficiente, mentre si scopava la ragazza rumena che avevano per tenere in ordine casa.
Pina faceva parte della comitiva di Stefania quando erano più giovani e di conseguenza conosce bene anche Francesca. Lei è stata sovrappeso ma so per sentito dire che la causa è dovuta ad una disfunzione che non conosco. Per me non rientra in nessuna categoria perchè non ha figli, non è golosa e da giovane non era così “abbondante”!
Però era stata sposata e forse risentiva la mancanza del sesso matrimoniale.
Decisi di provare anche con lei e cominciai a scervellarmi per cercare il sistema di abbordarla ma, grazie a Francesca, non ce ne fu bisogno!
Infatti continuava a raccontare a tutte le amiche di questo suo vecchio amico con cui aveva fatto un “sesso favoloso” (parole sue) ed amante delle donne sovrappeso.
Un giorno Francesca mi chiamò dicendomi
“non ti chiamo per parlare di noi due ma per dirti che giornalmente ricevo preghiere da parte di Pina di presentarle il mio fantomatico amico! Non ce la faccio più! inoltre passo anche per stronza e per gelosa e tu sai che io tengo alle mie amiche (e mia moglie? pensai). Quindi volevo sapere se puoi accontentarla. Ti prego”
“Ma certo! Dille che la chiamerò domani e poi vedremo ma non nominarmi. Dovrà sapere di me solamente se ci incontriamo, chiaro?”
“certo, grazie Luigi. Il suo cellullare è xxxxxxxxxxxxx”
“spero che la prossima telefonata che mi farai sarà per invitarmi a casa tua. Un bacio” e attaccai
La mattina seguente comprai un cellulare da quattro soldi ed una nuova scheda e chiamai Pina
“pronto” rispose
“ciao Pina noi due abbiamo un’amica in comune che mi ha pregato di chiamarti. Cosa posso fare per te?”
il cellulare rimase muto per qualche secondo prima che lei mi rispondesse
“lo sai benissimo, sempre se sei interessato. potremmo divertirci insieme”
“ti ho chiamata per questo motivo e non per sentire la tua dolce voce. Puoi ricevere o preferisci un’albergo?” le chiesi sapendo benissimo che se avesse scelto la seconda possibilità avrei trovato una scusa per rimandare il tutto
“puoi venire tranquillamente a casa mia. Se quello stronzo del mio ex ci scopava le amanti, sarò libera di farlo anch’io e pure sul letto matrimoniale”
“bene allora vediamo …. facciamo lunedì a pranzo?”
“ti aspetterò a gambe aperte” rispose ridendo e mi salutò
Tornato in ufficio chiamai un paio di clienti nella zona di Pina e presi appuntamento per lunedì mattina. Ecco il primo passo era stato fatto.
Il lunedì feci presto dai clienti e decisi di parcheggiare l’automobile vicino casa di Pina e farmi una passeggiata per calmare i miei bollori. Fu quindi per pura causaltà che incrociai Pina mentre tornava a casa con la spesa. Lei fece finta di non vedermi ma io la chiamai offrendomi di portarle la spesa a casa
Lei accettò controvoglia perchè aveva paura che sarei rimasto troppo a lungo rovinandole il pomeriggio. Io invece volevo godermi quell’imprevisto.
Entrati in casa mi fece strada verso la cucina facendomi posare le buste accanto al frigorifero e gentilmente mi offrì qualcosa da bere.
“solo se mi fai compagnia” risposi e lei fu costretta a farlo. Prese due bicchieri e una bottiglia di vino bianco, frizzantino e ghiacciato. Rimanemmo in cucina a parlare del più e del meno ed io portai il discorso sul cambiamento che aveva Francesca nell’ultimo periodo non nascondendo quello che mi aveva accennato mia moglie.
Lei diventò paonazza e diede colpa al vino bevuto. Con il passare del tempo diventava sempre più nervosa e quando capii che stava perdendo il controllo le dissi
“scusa ma ora devo andare. Posso usare un secondo il bagno, per favore”
“certo”
entrato dentro mi denudai e le inviai il seguente messaggio
“STO ARRIVANDO”
Quanto udii lo squillo del suo cellulare uscii dalla porta e la trovai intenta a leggerlo, poi alzò la testa e …capì tutto.
“sei uno stronzo Luigi ma ben arrivato. Per la verità non mi aspettavo un uomo così piacente”
“Grazie del complimento ma penso che sia giunto il momento anche per di vederti nuda. Sbrigati che è più di un’ora che sono in tiro e non ce la faccio più”
Andammo in camera da letto e lei mi chiese due minuti per darsi una rinfres**ta e poi avremmo aperte le danze. Quando entrò nella camera indossata una lingerie da vera puttana. Un perizoma ridottissimo nascondeva a malapena i peli del pube e un filo le passava tra le chiappe mentre sopra aveva un reggiseno trasparente che metteva in risalto le sue enormi tette e gli appuntiti capezzoli. Si avvicinò mimando la camminata di una enorme gattona e non si fermò fino a quando si inchinò verso il cazzo per imboccarlo. Capii subito che Pina era una vera troia! Aveva un risucchio continuo e controllato per non farmi eccitare oltre il dovuto mentre con una mano si sgrillettava il clitoride attraverso le mutande.
“ferma, ferma” le dissi “calmati un secondo altrimenti mi farai godere nel giro di un minuto. mettiti sul letto che facciamo cambio”
Lei fu ben felice della proposta e si distese sul letto a gambe allargate come aveva promesso per telefono.
Senza spogliarla con una mano iniziai a stuzzicare il suo enorme clitoride che spuntava come un minuscolo cazzo mentre con l’altra giocavo con un capezzolo alla volta sfregandoli tra il pollice e l’indice.
Il suo bacino era in continuo movimento alla ricerca di un maggior contatto ma dovevo calmare un poco i miei bollori (non che fosse facile) e quindi le abbassai le mutandine che sfilai quando lei alzò il poderoso sedere e mi tuffai tra le sue gambe. Iniziai a leccare le grandi labbra dal basso verso il clitoride fermandomi sempre prima di incontrarlo. La lingua affondava sempre di più in quella figa bagnata quindi divaricai le grandi labbra per leccare quelle piccole stando sempre attento a non sfiorare il clitoride che, se possibile, si ergeva sempre di più.
I suoi sospiri si mutarono in preghiere ma non mi impietosii. Ad un certo punto infilai due dita nella vagina e le mossi lentamente avanti e indietro. Il suo bacino impazzì a quel contatto muovendosi velocemente per farle entrare ancora più in profondità e fu a quel punto che posi la bocca sul clitoride e lo succhiai a fondo.
Pina si irrigidì all’istante lanciando un lungo e roco gemito mentre il suo orgasmo esplodeva. Dalla fica uscirono enormi quantità di caldo liquido che colarono bagnando le lenzuola. Continuando a succhiare il clitoride tolsi le dita e le posai sull’ano che senza difficoltà si aprì facendole entrare nella profondità del retto di Pina.
Mi distesi su di lei mettendole il cazzo davanti alla bocca che subito si aprì imboccandolo per tutta la sua lunghezza. Scopai quella bocca muovendo il bacino al ritmo delle dita nell’ano e lei godeva come una pazza!

Prima di arrivare all’orgasmo cambiai posizione per entrare, finalmente, in quella figa gocciolante e spingerci a fondo il cazzo per scaricare la mia sborra. Per fortuna mi aveva avvertito che potevo andare tranquillo perché prendeva ancora la pillola.

Subito dopo aver goduto mi sdraiai accanto a lei che cercava di riprendere fiato dopo tutti gli orgasmi avuti

“Luigi sono senza parole! Mai goduto tanto in vita mia”

“dopo goderai di più perché ho scaricato le palle e sarò più resistente. O ti vuoi fermare così?”

“scherzi vero? Io non ho impegni e voglio godermi questo cazzo più a lungo possibile”

“Ok allora datti una sciacquata e poi ricominciamo a giocare”

Questa volta entrò nuda in camera e si mise accanto a me. Io senza tante cerimonie le feci ingoiare il cazzo restando beatamente sdraiato godendomi il momento. La bocca si impossessò della cappella che leccò a fondo fino a sentire il primo accenno del suo risveglio. Poi fece scendere la testa fermandosi solo quando il naso toccava il pube, un lungo risucchio e poi risaliva. All’inizio la corsa della testa era breve ma dopo pochi minuti il cazzo era nella sua erezione massima e quando lei si fermava con il naso che toccava il pube sentivo l’ugola della sua gola sulla punta della cappella.

“scendi con la bocca fino alle palle, prendilo tutto in gola, so che sei una troia infoiata e me lo devi dimostrare.”

Lei per nulla offesa da queste parole fece quanto richiesto restando il più a lungo possibile in quella posizione. Quando risalì il suo viso era paonazzo !

Le tolsi il cazzo dalla bocca e la feci mettere alla pecorina per poi spingere il cazzo nella figa. Mentre spingevo le sculacciai fortemente le chiappe che si divennero ben presto rosse. Dalla sua bocca uscivano gemiti di piaceri e qualche urletto quando la sculacciata era troppo forte ma soprattutto incitamenti per essere ancora più rude.

Mentre continuavo a scoparla con un ritmo più contenuto le allargai le chiappe e sputai sul grosso infilandoci poi prima un dito e poi un secondo. Lei mugolò come una pazza facendomi capire che anche lei voleva quello quindi tolsi il cazzo dalla fica e lo appoggiai sull’ano. Spinsi lentamente facendo entrare il cazzo in tutto la sua lunghezza con una sola e prolungata spinta.

L’ingresso fu accolto da un grande respiro e poi …. s**tenai l’inferno.

Affondavo brutalmente nel suo culo dandole sculacciate sempre più forti e le sue grida di piacere aumentarono fino a quando non godette violentemente spengendo il suo bacino verso il mio alla ricerca di una maggiore profondità

Sentivo il mio orgasmo arrivare e sapevo cosa volevo! Mi tolsi da quella posizione e la feci girare mettendo il cazzo, leggermente marroncino, davanti alla sua bocca.

Non dovetti chiederle nulla. Prese il cazzo in bocca senza nessuna difficoltà facendomi scaricare la mia bollente sbora nella sua gola.

Ero distrutto! Ma Pina non stava tanto meglio.

Stavo uscendo quando mi chiese se ci potevamo incontrare un’altra volta ed io le diedi la stessa risposta data a Francesca. “io voglio sempre di più! Tu accetta qualunque mia richiesta ed io non avrò difficoltà ad incontrarti

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Mia cugina Parte Prima

Salve a tutti voglio raccontarvi come mia cugina mi fa impazzire con i suoi piedini favolosi.
L’altra sera proprio lei e’ venuta a vedere la partita Italia -Inghilterra a casa mia. Con lei c’era il suo ragazzo e una sua amica.
Mia cugina mi fa impazzire da anni: le sue gambe, i suo piedini, le sue mani, il suo culetto. In poche parole la adoro e mi eccita da morire.Lei lo sa che amo i suoi piedini e non perde occasione per mostrarmeli.
Quella sera mentre il suo ragazzo era tutto preso dalla partita lei si sfilò le ballerine e stendette le sue gambe poggiando i suoi meravigliosi piedini sul tavolinetto del salotto.Lei iniziò ad accarezzare il suo piede con l’altro e muoveva lentamente le dita dei piedi con le unghie smaltate di nero. Mentre il ragazzo guardava la partita io fissavo i piedi di mia cugina e il mio cazzo si induriva ad ogni piccolo movimento delle dita. Ad un certo punto distolsi lo sguardo dai piedi di mia cugina e vidi la sua amica che mi fissava divertita. Mi son sentito una merda mia cugina aveva raccontato tutto alla sua amica. Mi sentivo umiliato, ma la cosa mi eccitava di piu’. Le birre erano finite mi alzai per prenderne delle altre ma si intravedeva che avevo la verga dura alla sola vista dei piedini e delle dita della mia adorata cugina. Letizia l’amica di mia cugina si alzò e mi disse:
<< dai che ti do una mano>>.
Io e Letizia ci spostammo in cucina e lei mi disse:
<< Ti piacciono tanto i piedini di Lorena>>.
Io mi senti’ avvampare ma risposi con gli occhi bassi:
<< Si>>.
Lei mi rispose:
<< E i miei ti piacciono?>>
io le guardai i piedi mentre lei li sfilava dai suoi sandali. Il mi cazzo ebbe un sobbalzo.
<< Meravigliosi!>> esclamai.
Ma in quel momento il ragazzo di mia cugina grido’ :
<< Ma arrivano ste birre? ma che state a pomicià?>>.
Fini’ il primo tempo 45 minuti a cazzo duro più recupero. Alla fine il ragazzo di Lory si alzo’ e usci a pendersi le sigarette. Restammo soli io, Lory e Letizia.
Allora Lory si rivolse a Letizia e le disse:
<<Hai notato quanto è porcellino il mio caro cugino. Ha avuto il cazzo duro per tutto il primo tempo. Glieli hai mostrati i tuoi?>>
Letizia ribadi’:<<Si appena li ha visti si tava sborrando nei pantaloni>>Si misero a ridere.
<<Che pervertito>> disse Lorena. Poi disse <<Letizia mostragli i tuoi piedini>> e Letizia li mise accanto a quelli di Lory: Le unghie di Letizia erano rosa. Io mi inginocchiai e mi avvicinai ai quattro piedini.
<<Baciami i piedi porco>> disse Letizia e io iniziai a baciarli senza sosta.
<<Che porco si arrapa di piu’ a vedere i nostri piedi che a vedere le nostre fighette>> disse Lorena e risero mentre io baciavo e poi iniziai a leccerle la pianta e a succhiarle le dita.
<< Mica si sta toccando?>> chiese Letizia.
<<No ti toccare il cazzo porco altrimenti te li sogni i nostri piedini>> mi urlo’ Lorena.
Poi passai a leccare quelli di Lorena. Nel frattempo stava iniziando il secondo tempo e Lory prese il cellulare e chiamo’ il suo ragazzo
<< Amo’ dove sei? Ho capito vabbè ci vediamo a fine partita. Salutami Marco>>.
Chiuse il telefonino e mi urlo'<<Sei fortunato lui resta al bar e tu hai 45 minuti per leccarci per bene i piedini>>.
Io mi lancia a leccarli tutti quelli di Lory e di Letizia. Ero in paradiso. Lory si alzo’ e a piedi nudi ando’ in camera mia ed usci’ con una cordicella. Poi mi lego’ le mani dietro la schiena e poi mi abbasso’ pantaloncini e mutande facendo uscire il mio cazzo duro come il marmo.
<< Guarda come gli viene duro a sto pervertito il cazzo a leccarci i piedini>>.
Letizia sorrise ed annui’ <<Che cane leccapiedi. Te lo vorresti toccare? Ti vorresti fare una sega? Porco!>>. Ed io dissi<<Si>>.
Lorena sorridendo confermo'<<Lui è un gran segaiolo, gli piace farsi le pippe. Pippaiolo. Segaiolo. Di a Letizia quante seghe i sei fatto annusando i miei collant? DILLO>>.
Io con un filo di voce risposi<< infinite>>.
Lorena urlo’ << COSA? QUANTE PIPPE TI SEI FATTO SU I MIEI COLLANT?>>
<<INFINITE>> risposi io.
Letizia, allora, si rivolse a Lorena << Che cane! Sei una bestia che si mena il cazzo. Sei un segaiolo.>>
Poi Lorena le disse:<< Poi adora sentire l’odore della mia fighetta attraverso i miei slip zozzi>>
<<Un maiale schifoso>> rispose Letizia.
Poi Letizia in Leggings neri apri’ le gambe e sorridendo mi disse<< Vieni ad annusarmi la topa porco di merda. >> io mi inginocchiai e strisciai tra le cosce di Letizia.
<<Annusale la fighetta porco>> mi disse Lory.
L’odore della sua figa mi fece impazzire il cazzo: La prostata mi si contraeva facendo sollevare il mio cazzo duro.
<<UHHHHHHHHH come gli vibbra il cazzo al porcellone. Scommetto che gli sta gocciolando il cazzo a sta puttanella>> disse Lorena.
<<Mica sborra il porcello?>> replico’ Letizia. Mentre mi spingeva il mio viso sulla sua fica. Poi ancora << Dai porco lo senti il mio odore? Leccami i leggings pervertito. Oggi non ho messo neanche gli slip.>>
<<Ma se gli dici cosi’ questo si sbrodola in un secondo>> rispose Lorena.
Io leccavo i leggings e sentivo l’odore della fighetta di Letizia e lei ridendo segui’ << Prima di venire qui in quel bar in cui abbiamo preso quel prosecco in attesa del tuo ragazzo ho fatto la pipi e non c’era la carta e mi sono rimessa i leggings>>
Lory le disse <<Che sporcacciona>> e sorrise e poi si rivolse a me ulrlandomi << Hai capito schiavetto gli stai leccando la piscia>>.
<< Scommetto che gli piace al pervertito segaiolo>> replico’ Letizia.
Tutto cio’ mi eccitava damatti e leccavo ancor piu’ avidamente quei leggings che coprivano la fighetta di Letizia.
Lory:<<UHHHHHHHHHH guarda come gli piace a sta troietta l’odore della tua piscia. Ti sta leccando come un forsennato.>>
Letizia:<<Adesso basta. Spostati e mi scanso’.>>
Il mio cazzo era in uno stato di eccitazione impressionante.
Lory:<< Guarda come l’hai ridotto? A vederlo cosi’ me lo farei infilare nella fighetta il suo cazzo. La vuoi la mia fighetta? eh porcellone>> e io <<Si ti prego Lory, ti prego posso infilartelo in figa>>
Lei si infilo’ la mano sotto i pantaloni e ne tiro’ fuori un dito bagnato. << Guarda sto maiale me l’ha fatta bagnare la fighetta. Annusami il dito porco>>. Mi avvicino’ il dito al naso e io annusai la sua broda.
Ad un certo punto squillo’ il telefonino di Lory:<< Dmmi Amo’…. si ok fai come vuoi. Ci vediamo domani. Vieni tu a prendermi a casa e poi andiamo da te vabbe’. Ok si si ci accompagna Lorenzo dai fai il bravo….ahhhh vediamo domani. Ciao>> e poi a me e a Letizia:<< Va con Marco appena finisce la partita. E t porco ci puoi leccare ancora e poi ci porti a casa hai capito porcellone>> Io annui’.
Letizia:<<la vuoi leccare la figa bagnata di Lory?>> e io <<SIIIIIIIIIIIIIIIIII>>
Lory<< Dai andiamo sul letto>>.
Mi distesi mentre Lory si sfilo’ i pantaloni e attraverso gli slip si intravedeva il peletto. Poi si sedette sul mio viso. Subito avverti’ l’umido della sua figa e iniziai a leccargliela.
Lory:<<Aspetta Porco. Prima di tutto leccami il culetto>> abbassandosi gli slip << Sai quel porco dopo avermi sbattuta la figa mi ha sborrato sul culetto. Ripuliscilo tutto che me lo sento ancora impastricciato di sborra>>
Letizia << Lecca stronzo. Guarda il cazzo gli sta scoppiando>> e risero.

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Con Mia Madre

Mia madre apri il portabagagli sistemò la valigia, appoggiò il borsone sul sedile posteriore dell’auto e finalmente salimmo a bordo, i chilometri che avremmo dovuto percorrere erano parecchi e il tempo era alquanto inclemente, una pioggia fastidiosa incominciata stamattina presto perdurava incessante.

Mia sorella Luna ci aspettava a scuola….cosi ci dirigemmo verso l’istituto musicale per poi cominciare il viaggio verso l’Umbria, con destinazione Cerreto un paesino vicino a Spoleto per presenziare al funerale della mia bisnonna Maria

Ritorniamo un attimo indietro, mi chiamo Luca ho 18 anni e vivo con mia sorella Luna di 19 anni e mia madre Lilia di 41, siamo solo noi tre perché mio padre in perenne guerra con mia madre vive da solo in una città vicina assieme ad un altra donna, pertanto io sono l’unico maschio di casa, coccolato da mia madre ed osteggiato da mia sorella in continua lotta per il predominio territoriale ed anche per gelosia….per via del rapporto preferenziale che mia madre ha con me.

Dopo una decina di minuti arrivammo all’appuntamento con mia sorella.

Luna imprecando contro il maltempo, bagnata come un pulcino s’infilò in auto e disse:

“Luca passami il borsone accanto a te, che mi cambio la maglia non voglio pigliarmi un raffreddore”

Con immensa gioia notai che la sosta sotto la pioggia aveva provocato danni seri, era completamente bagnata, e questo mi dava un piacere immenso, perché vedere mia sorella mentre si spogliava mi eccitava molto.

Con aria seccata disse:
“Girati maiale”

Poi rivolta verso mia madre aggiunse:
” Lo sai ? Hai fatto un figlio porco, mi spia sempre…. e non perde occasione per vedermi nuda….sei un brutto porco”

Un piccolo sorriso diabolico affiorò sulle mie labbra.
Mia madre con aria divertita disse:
”Ma Luca, è vero quello che dice tua sorella? La spii?”
“Ma no mamma questa s’inventa tutto, e poi anche se la guardassi che male c’è….. è mia sorella”

Lei concluse il discorso con “Taci pervertitooo ”.

Il viaggio durò tre ore arrivammo sotto un cielo nero e scuro con la pioggia che non ci aveva abbandonati neanche un minuto dal momento della nostra partenza entrammo nell’aia della cascina, e sotto uno scroscio incessante entrammo in casa.

Mia nonna Lia ci venne incontro ci furono i soliti convenevoli incontrai parenti lontani di cui neanche sapevo l’esistenza, ed in mezzo a questo assembramento di persone conobbi una mia cugina di Ancona, mi piacque subito era molto carina, con un magnifico seno due gambe lunghe e un bellissimo sedere a mandolino questo insieme di fattori fecero s**ttare tutti i miei meccanismi di autoerotismo tanto e vero che dovetti recarmi in bagno a spararmi una sega.

Quando usci dal bagno rosso in volto ed accaldato, la sfortuna volle che la prima persona che incontrai fu Luna:
”Ma sei proprio un porco anche qui…. brutto maiale”

Mi sentì distrutto e l’unica frase che riuscì a dirle fu:

“E allora!!! saputella dammela tu… cosi la smetto di andare nei bagni”
Lei si girò inviperita e con voce sibilante disse:

“Piuttosto me l’incollo con l’Attak, maiale!!! cosa vorresti scoparti tua sorella?”.

Fra me e me… pensai “Magari ti tromberei come una lurida vacca”

Alle tre del pomeriggio ci fu il funerale, e una volta ultimate le esequie ci ritrovammo tutti nell’immensa casa di campagna della nonna.

Mia madre non se la sentiva di rimettersi in viaggio pertanto decidemmo di passare la notte in paese, per non creare problemi di posto visto l’assembramento dei vari parenti, io e la mamma ci recammo nell’unico alberghetto presente in zona.

A differenza di mia sorella che invece preferii rimanere a casa della nonna io mi sentivo elettrizzato ed emozionato di dormire assieme a mia mamma….Luna rivolgendosi a nostra madre disse: “Mamma stai attenta al maiale!!!!”

Mia madre mi guardò e con aria protettiva aggiunse:

”Perché lo tratti cosi poverino e cosi buono”

E mentre lei si attardava a salutare i nostri parenti, guardai Luna le feci la lingua e le sussurrai:
“Ti piacerebbe che l’adoperassi su di te per leccarti la figa”

Mia sorella fu sorpresa dalla mia reazione e sibilò a denti stretti:
“a****le”

Raggiunto l’alberghetto il proprietario avvisò mia madre che per motivi di ristrutturazione aveva solo una camera disponibile, e vista la situazione a casa della nonna mia madre decise di prendere subito l’unica stanza rimasta.

L’ambiente era piuttosto nudo, poco curato e sebbene fosse pulito, risultava disadorno e freddo.
Feci la doccia e non avendo indumenti per la notte mi misi sotto le coperte con la canottiera e gli slip, nel frattempo mia madre davanti ad una vecchia specchiera si stava preparando per la notte in mutandine e reggiseno.

Stimoli strani e martellanti cominciarono a tormentarmi, la voglia di spiare mia mamma si contrapponeva alla vergogna dell’azione che stavo commettendo, spiare mia sorella era un piacere, fare altrettanto con mia madre mi sembrava amorale.

Quando un’erezione mi colse all’improvviso, inaspettatamente diedi la colpa al sedere di mia mamma coperto…..o per meglio dire scoperto, dal perizoma di pizzo nero e da altri particolari, come il reggiseno trasparente che lasciava intravvedere i capezzoli grandi e scuri, rendendo problematico e difficile il controllo dei miei stimoli.

Cercai di mitigare queste sensazioni pensando ad altre cose ma il mio stato ormonale in continua evoluzione non mi permise di pensare ad altre cose, se non a quelle che stavo vedendo procurandomi dolori atroci ai testicoli.

Finalmente mia madre si alzo dalla sedia e si recò in bagno senti l’acqua della doccia scorrere con uno sforzo sovrumano cercai di allontanare un’altra ondata di pensieri erotici che una prorompente alchimia celebrale stava elaborando dentro la mia testa, immaginai mia madre nuda in posizioni erotiche sensuali e soprattutto provocanti….avevo grosse difficoltà a gestire la mia libido, fortunatamente lo squillo del suo cellulare frenò questo mio crescendo erotico portandomi alla realtà.
Era Luna……..
“Passami la mamma”

“La mamma è sotto la doccia”

Ci fu un attimo di silenzio e lei con una risatina idiota aggiunse:
“Strano!!!!!,e tu sei ancora lì, com’è lei non la spii quando si lava”
Feci finta di nulla e le dissi di aspettare…

“Mamma c’è la scema”…….
“Digli che arrivo” fu la risposta di mia madre.

Parlottarono per alcuni minuti, poi mia madre si mise sotto le coperte con me.

Mi avvicinai al corpo di mia madre e le dissi:
“Mamma parliamo un poco”
“Ok va bene….dimmi Luca”
“Mamma tu pensi che un figlio possa desiderare sessualmente la propria madre”
“Immagino di si, però non è una cosa normale”
“Io non so sia normale o meno mamma, però io ti trovo molto bella e volevo dirti che ti amo”
“Luca anch’io ti amo ma l’amore fra un figlio e la propria madre è un amore che non ha nulla di sporco e un amore pulito”
“Mamma sei bellissima ed anche molto attraente…mi piace molto il tuo corpo” lei fu sorpresa di questo mio complimento e sorridendomi disse:
“Sei molto galante, è la cosa più bella che tu potessi dirmi tesoro”
“Piuttosto dimmi Luca è vero che guardi tua sorella quando fa la doccia”
“Si mamma qualche volta l’ho fatto”
“Perché”
“Non so il perché, forse per curiosità poi Luna e cosi bella” Con tenerezza mi guardo mi sorrise aggiungendo: “Non farlo più” e mi bacio, risposi al suo bacio baciandola sulle labbra la cosa la sorprese ma non disse nulla.

Mi accoccolai con la testa sulla sua spalla odorandone il profumo e il calore della sua pelle, il suo braccio avvolse le mie spalle e con infinita dolcezza disse:
” Vieni tesoro, mio mi fa piacere sentirti vicino a me”

Socchiusi gli occhi e mi addormentai con il volto appoggiato al seno di mia madre fu una sensazione bellissima.

Il mio sonno fu molto agitato, probabilmente dovuto allo stress del funerale, al viaggio condotto sotto la pioggia a fattori ambientali vista la nuova situazione logistica, ma soprattutto dall’alta temperatura che c’era nella camera, sta di fatto che verso le due di notte mi svegliai….mi alzai e mi recai in bagno il mio corpo e i miei indumenti erano intrisi di sudore feci una doccia veloce e ritornai a letto, mia madre dormiva profondamente la luce fioca della piccola luce del comodino illuminava il suo volto dolce e rilassato.

Alzai le coperte il suo corpo in posizione supina era molto bello, non c’era grasso nella sua struttura fisica ne tanto meno smagliature, il ventre era piatto e le gambe lunghe e sinuose convergevano in un piccolo dosso, coperto dalle minuscole mutandine di pizzo.

La voglia irrefrenabile di volere guardare, curiosare, scoprire il corpo di mia madre mi diede la forza di non pensare alle eventuali conseguenze nel caso si fosse svegliata e decisi di andare oltre, sollevai con mano ferma il bordo degli slip…nella semioscurità rischiarata della debole luce del abatjour intravvidi la macchia scura dei peli pubici, incurante del pericolo che stavo correndo la mia mano si fece più ardita e si appoggiò sul dolce promontorio del monte di venere, sulla morbida lanugine separando le labbra della vagina, il dito sfiorò la morbidezza della carne e toccò l’ingresso della figa.

Un sospiro lungo e languido mi fece des****re, con una notevole dose di sangue freddo riusci a mantenere la calma, e mentre lei allargava maggiormente le gambe in una posizione innaturale, le risistemai gli slip e con la più innata faccia di bronzo da perfetto attore consumato finsi di stirare le mie membra ed abbracciai il suo corpo, nel sonno lei rispose al mio abbraccio, mi bacio poi girandosi di spalle riprese a dormire.

La posizione era perfetta le cinsi la pancia con il mio braccio e dopo un po gettai una mano sul suo inguine infilai le dita sotto la trama delle mutandine alla ricerca del frutto proibito……ma la mia manipolazione alla fine non passò inosservata…… la svegliai e quando senti la sua voce dire ”Luca cosa diavolo stai facendo?” una sensazione di malore mi prese alla bocca dello stomaco, mi senti mancare, tutte le forze vennero meno, l’adrenalina che fino ad allora mi aveva sostenuto mi venne a mancare ed in un attimo mi senti svuotato e distrutto.

Mia mamma accese la luce della camera, si girò verso me e con calma senza rimproverarmi disse: “Luca spiegami, cosa ti passa per la testa ti sembra una cosa ben fatta quella che mi stavi facendo”

“Dio santissimo non si può!!!, per diversi motivi, sei mio figlio, è contro la morale…Luca ti dovresti vergognare”

Abbassai il mio sguardo, lei prese il mio volto fra le mani lo sollevò e senza tanti preamboli aggiunse:
“Volevi vedermi nuda? Volevi toccarmi? Poi…..cosa volevi farmi?….Maledizione Luca non si può, è una cosa che una madre non può fare con il figlio”

Sempre con la testa china timoroso aggiunsi:
“Solo per una volta mamma”.

Si alzo dal letto infuriata con il volto fra le mani, fuori di se:

“Una volta cosa?….Luca guardami sono tua madre vuoi vedermi senza vestiti ehh!!!! va bene guarda, si strappò il reggiseno guarda ti piacciono le mie tette”.

I seni apparvero in tutta la loro perfezione, poi avvicinandosi al letto mi prese per i capelli con voce sibilante:
“Guarda ora ti faccio vedere il resto, con una mossa rapida si calò le mutandine ed appoggio il mio volto al suo inguine, senti il mio odore ti piace? Vorresti leccarmela porcooo… e poi cosa vorresti farmi ehh!! rispondimi…… scoparmi !!!”

In una crisi di nervi si getto sul letto piangendo come una bambina.

Mamma scusami, cominciai a baciarla sulle gote, sul volto e sulle labbra le asciugai le lacrime, senti il calore del suo corpo, la testa mi scoppiava, lei si giro verso me con gli occhi gonfi di lacrime, la distesi sul letto le accarezzai il seno lei non disse nulla i suoi occhi fissavano i miei, le fui sopra in un attimo mi spogliai, ero nudo sopra mia madre completamente nuda, lei accennò a una ribellione ma la posizione predominante in cui mi trovavo le impediva di muoversi singhiozzava e ripeteva: “Cristo nooo!!!ti prego Luca non voglioo….. per favore non farlo non farmi questo…. sono tua mamma mi vergogno.

Il mio pene era durissimo, con delicatezza si apri la strada fra le grandi labbra della vagina, e profanò l’antro che anni prima mi aveva partorito, la baciai in bocca e la mia lingua s’intrecciò con la sua, e sebbene lei non partecipasse attivamente sentì un gemito quando il pene s’infilò dentro la sua pancia fino alla radice, poi suoni smorzati uscirono in rapida successione dalla sua bocca in sintonia con il movimento ritmico e cadenzato impresso dai miei colpi, accidenti… stavo scopando mia madre ero al settimo cielo, mi piacevo quello che le stavo facendo, mi piaceva succhiarle il seno mordicchiarle la tenera carne dei capezzoli lasciarle succhiotti sulle grandi mammelle.

Lei aveva smesso di piangere, e nonostante non partecipasse completamente all’amplesso era meno rigida assecondava i miei affondi in profondità la cosa mi eccitò moltissimo, avvicinai la bocca alle sue orecchie le sussurrai:
“Ti amo mamma ti voglio venirti dentro voglio lasciarti incinta” lei ebbe come un sussulto.

Le sue cosce erano spalancate e cingevano i miei lombi, sentivo che stavo per godere…… uscii da quel dolce rifugio…..la mia faccia si posizionò sul suo inguine, fra le sue gambe, un misto di aromi di sesso e pipi colpii le mie narici un profumo eccitante e sublime che stimolarono maggiormente la mia libido la lingua entro dentro la fessura di mia madre, leccai, succhiai il suo sesso, percorsi con la punta della lingua le grandi labbra sfiorando la naturale divisione anatomica i peli pubici mi solleticarono il naso, il clitoride era gonfio e rosso per lo stimolo continuo subito, avevo la bocca piena di umori della figa di mia madre.

Fortunatamente la stanza dove ci trovavamo era nella parte posteriore dell’alberghetto pertanto non potevamo essere sentiti da nessuno perché ora i suoi urletti erano diventati rantoli, mia mamma stava godendo come una troia, ora aveva preso lei la conduzione del rapporto sessuale si era seduta sopra di me muovendosi su e giù con un movimento veloce, risucchiando totalmente il mio pene…. adoperando la vagina come una ventosa.

“Brava mamma sei eccezionale“ le biascicai fra le labbra

Passarono una ventina di minuti cambiammo posizioni diverse volte, con mio stupore lei mise in campo tutta la sua arte amatoria dovetti pregarla di fermarsi più volte onde evitare che io venissi, la sua migliore performance fu quando si esibii nel più sensuale ed inebriante rapporto orale che avessi mai provato, indubbiamente in gioventù aveva sicuramente approfondito questa specialità al punto di diventarne una vera maestra…. ci baciammo, forzai il suo sfintere con un dito superando la grinzosa rosetta del sedere, affondai il mio volto fra le sue natiche annusando con voluttuosità l’odore del culo di mia madre, sadicamente le strinsi i capezzoli fino a farle male, mi piaceva sentire i suoi lamenti di dolore, poi sentendo prossimo l’orgasmo la penetrai nuovamente con violenza e cattiveria, non riuscii più a trattenermi e le sborrai dentro la pancia riempendola di sperma fino all’ultima goccia, venimmo insieme stringendoci sudati e sporchi di residui biologici.

Il nostro rapporto rimase immutato, la mamma proseguii con la vita di sempre, il suo lavoro le sue amicizie le sue manie.

Era vincolante per entrambi la consapevolezza che per una notte lei era stata mia, la strana alchimia che ci aveva legato ci lasciava sulla pelle un segno indelebile di momenti dolci, momenti d’amore, momenti insuperabilii di un rapporto stupendo fra una madre e il proprio figlio.

Anche mia sorella ora sembrava più disponibile, il cambiamento ci aveva avvicinato, era più gentile, più accomodante, lasciava correre anche sulle mie manie di voyeurismo… senza più arrabbiarsi, la sua metamorfosi mi permise di avere un approccio diverso nei suoi riguardi cominciai a rispettarla e considerarla veramente come una sorella a cui dedicarle più spazio piu amicizia e più affetto.

Sta di fatto, che la notte passata con mia mamma in quell’alberghetto di quel piccolo paese vicino a Spoleto per me fu la sensazione più sconvolgente e magnifica che potessi desiderare, il possesso del suo corpo la consapevolezza di amare la propria genitrice e di depositare nel ventre che ti partorii il seme per la crescita di un altro germoglio furono l’essenza totale della felicità

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 6)

Mi svegliai sabato mattina e Giacomo era sdraiato accanto a me. Stavo passando il fine settimana a casa sua. Io ero estremamente eccitato, il mio cazzo era duro come una roccia. Giacomo stava ancora dormendo, lo circondai con un braccio, lo infilai sotto le coperte e cominciai a menargli il cazzo. Cominciai a baciargli il collo, Giacomo si mosse un po’ ed il suo pene ora era completamente duro. Iniziai a strofinare il mio cazzo sul suo buco, lui girò la testa e ci baciammo profondamente. Presi il lubrificante, lo sparsi sul mio cazzo e sul suo buco, quindi lo spinsi dentro di lui.

Cominciai ad incularlo e lui si lamentava ad ogni spinta. Gli girai la testa e lo baciai mentre continuavo a spingere nel suo culo. Le mie dita erano sul suo torace e giocavano coi suoi capezzoli. Quando interrompemmo i nostri baci Giacomo si lamentò: “Oh Nick.” Io sentii l’orgasmo crescere dentro di me, cominciai a spingere sempre più velocemente ed io esplosi dentro di lui.
Estrassi l’uccello da Giacomo e lo feci rotolare sulla schiena. Il suo cazzo era ancora sull’attenti. Salii sul suo grembo, non sapevo cosa aspettarmi ma ero curioso. Presi il lubrificante con cui lubrificai il mio buco ed il pene di Giacomo che non sembrava contrariato. Mi sedetti lentamente sul suo cazzo e lo sentii entrare dentro di me. Io emisi un anelito, faceva male. “Rilassati.” Mi disse Giacomo. Lo feci e dopo un momento il dolore fu sostituito dal piacere. Cominciai a muovermi su e giù sul suo uccello. Lo guardai e vidi che aveva la testa girata verso l’alto e stava respirando profondamente.
Mantenemmo un buon ritmo finché non sentii il suo corpo tendersi ed una calda sensazione eruttare dentro di me, capii che Giacomo aveva eiaculato. Dopo che lui ebbe finito di sborrare, mi alzai e sentii il suo cazzo abbandonare il mio buco. Mi sdraiai accanto a lui e lo baciai profondamente.
“Vorrei stare così tutto il giorno.” Dissi.
“Sarebbe bello.” Disse Giacomo. “Ma dobbiamo andare a fare colazione, la mamma vuole che la si faccia insieme nei fine settimana. Non possiamo evitarlo.”
“Potremmo dire che vogliamo fare colazione a letto.” Dissi e lo baciai.
“Ho paura…” Io lo baciai. “Che…” un altro bacio “Lei non lo accetterà.”
“Ok, allora dovremo soffrire.”

Uscimmo dal letto, ci vestimmo ed andammo in cucina che odorava degli aromi della colazione. Ci sedemmo a tavola mentre la madre di Giacomo, Samanta, stava preparando la colazione. “Nick vuoi anche delle uova?” Mi chiese.
“Sì, mi sembra una buona idea.”
“Come li vuoi?”
“Un po’ molli.”
Il padre di Giacomo entrò e si sedette a tavola. “Giacomo, tua madre ed io più tardi andremo a trovare i nonni. Torneremo domani sera così tu e Nick avrete la casa tutta per voi. Conosci le regole.”
“Ok.” Disse Giacomo. “Cos’hanno i nonni?”
“La nonna è all’ospedale.Nulla di serio, deve sottoporsi ad un piccolo intervento, così tua madre ed io staremo col nonno.”
Tutti e quattro facemmo colazione insieme conversando amichevolmente. Quando arrivammo a parlare della mia famiglia e del fatto che i miei genitori avrebbero accettato o no il mio essere gay e che era probabile mi buttassero fuori, Roberto disse: “Potrai stare qui se dovesse accadere. Non devi preoccuparti, non diremo niente a loro. Anche se con quell’incubo di tua sorella, avere un figlio gay dovrebbe essere il minimo delle loro preoccupazioni.”

Poco dopo la colazione Roberto e Samanta partirono per andare dai nonni. Giacomo ed io andammo a fare una doccia. Era bello vedere l’acqua che correva giù per il suo bel corpo liscio. Mi misi in ginocchio nella doccia e presi in bocca il suo cazzo. Salii e scesi sul suo uccello. Inserii un dito nel suo buco. In breve Giacomo stava esplodendo nella mia bocca. Il gusto del suo sperma era indescrivibile ed io lo ingoiai, amavo il sapore del mio Giacomo.
Finii di bere la sua sborra, mi alzai e Giacomo si voltò. Capii cosa voleva. Afferrai il mio cazzo duro, lo appoggiai al suo buco e spinsi dentro di lui. Cominciai a spingere, le mie mani erano sulle sue anche tirandole avanti ed indietro e sbattendo dentro di lui con rumori di schiaffeggiare. Cominciai a tendermi ed esplosi dentro di lui.

Dopo che fui venuto e prima che mi estraessi, Giacomo girò la testa e mi baciò. Chiudemmo l’acqua e ci asciugammo. Ordinammo una pizza per cena, guardammo dei film e Giacomo mi inculò di nuovo prima di andare a dormire quella sera.
Passammo la maggior parte della domenica facendo sesso.

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In vacanza con mia moglie Monica 06

…Sentii la chiave nella serratura e la porta aprirsi. Guardai l’orologio, erano le 5.48 di mattina. Lo ricordo ancora perfettamente perché quell’orario è associato alla figura di mia moglie Monica che poco dopo mi raggiunge nel letto a conclusione di quella serata pazzesca e probabilmente irripetibile. Completamente nuda senza scarpe, i ricci biondi tutti in disordine e le tracce di sborra seccata su tutto il corpo e sui capelli. Inoltre diversi segni rossi le rigavano il corpo e qualche livido era visibile sulle gambe e sulle braccia. “Non preoccuparti sto bene, sono solo stanchissima” mi disse fugando immediatamente ogni mia preoccupazione. “Quei porci hanno appena finito di divertirsi. Mi sento completamente a pezzi. Voglio solo farmi una bella dormita, più tardi ti racconto tutto.” Mi diede un bacio sulle labbra rassicurandomi e si sdraiò a letto al mio fianco. Si addormentò quasi subito. Mi alzai per andare in bagno dove guardai dalla finestra per dare un volto alle voci che provenivano dal giardino. Erano 5 uomini, Gianni, Paolo e inoltre riconobbi chiaramente la figura di Aldo con quelli che dovevano essere due dei suoi amici che al ristorante avevano palpato Monica. Pensai che questa volta molto probabilmente erano andati ben oltre a qualche toccatina. Evidentemente la serata aveva subito diversi cambiamenti dal piano originale. Pensieroso tornai a letto dove Monica dormiva nuda sopra al lenzuolo. Non potei fare a meno di osservare i segni rossi che rigavano la sua schiena e il suo culo chiedendomi cosa le avessero fatto. Non volli disturbarla e cercai di riaddormentarmi nonostante i mille pensieri che mi affollavano la mente e il cazzo che mi divenne di marmo. Dopotutto anche io avevo dormito pochissimo lì da solo nel letto con la testa costantemente rivolta a quello che quei quattro maiali stavano facendo a mia moglie. Avevo assistito solo a parte della serata. Dopo poco più di un’ora infatti mi venne consigliato di ritornare nella camera che alla mattina ci era stata assegnata. Dove rimasi chiuso a chiave fino a quando non rientrò Monica. Immaginai le cose più degradanti e mi masturbai due volte prima di iniziare quel dormiveglia bruscamente interrotto dal rumore della serratura.
Appena tornati dal ristorante, Salvatore prese il guinzaglio di Monica e si diresse all’ingresso della villa. Eravamo entrambi eccitati per quello che sarebbe successo. Mia moglie stava per essere consegnata ai suoi padroni. Paolo e Gianni ci accolsero sorridenti chiedendoci se la cena e il dopo cena erano stati di nostro gradimento e liberarono mia moglie dalle manette. “mmm..hai ancora il plug infilato nel culo….allora sei proprio la nostra cagna ubbidiente.” Paolo lo tolse dal culo di Monica verificando se il culo restasse aperto, ci sputò sopra e glielo rinfilò fino in fondo per tre o quattro volte. Parlammo pochissimo perché ci dissero che i due tedeschi stavano aspettando mia moglie ed erano impazienti di divertirsi con il suo corpo. “Non ci aspettavamo che ritornassi con tua moglie, Diego”, mi disse Gianni. “Pensavamo preferissi farti qualche bella scopata anche tu. Salvatore aveva ordine di portarti in un posto davvero speciale. Avresti avuto solo l’imbarazzo della scelta. Evidentemente preferisci guardare come ci chiaviamo tua moglie e spararti qualche sega…..ma dovrai guadagnartela….Accentando di fare parte della nostra serata anche tu non potrai rifiutare gli ordini che ti saranno dati. Sarai solo il marito cornuto che aiuterà sua moglie a prendersi una bella razione di cazzo. E’ ora di iniziare, abbiamo atteso fin troppo”. Con queste parole cominciò la nostra serata all’insegna della sottomissione e della degradazione. Salvatore si congedò da noi per tornare alla macchina. Salimmo al piano superiore dove Monica venne portata in bagno per fare pipì e per lavarsi la figa e il culo sul bidet. Paolo le disse: “lavati, che sei già stata scopata questa sera. Pulisciti quel buco da svuotacazzi che hai in mezzo alle gambe. Ti è piaciuto vero farti riempire dal cazzo gigante di Aldo al ristorante? E adesso quanta voglia hai di cazzo, puttana?” Si, mi è piaciuto, ma non sono ancora soddisfatta. Voglio tanti altri cazzi che mi rompono il culo e la figa. Voglio essere riempita” rispose mia moglie. Sapeva di essere tremendamente eccitante parlando in quel modo. Si lavò le parti intime sfilandosi finalmente l’anal plug e si disse pronta ad iniziare tremando dall’eccitazione.
“Anche tu Diego, spogliati completamente e seguici”. Rimasi nudo e li seguii in un’altra stanza della villa al secondo piano. Salendo le scale i due non smettevano di toccare il culo di moglie e rendevano instabile il suo incedere sui tacchi alti infilandole le dita nella figa o nel buco del culo rimasto leggermente aperto dopo il trattamento con l’anal plug durato quasi un paio d’ore. Entrammo in un salone con poca luce. Era grandissimo, quasi un piano intero della villa. Paolo regolò l’interruttore e la stanza si illuminò. “Questa è la nostra stanza dei giochi. Qui portiamo le puttane rotteinculo come tua moglie per farle godere come cagne in calore. Abbiamo diversi giochini interessanti con cui divertirci. Ne sono passate parecchie in questa sala di puttane e ti assicuro caro Diego che anche la tua mogliettina sarà bella sfondata quando avremo finito. Mentre Paolo ci diceva queste cose, Monica ed io osservavamo la contrapposizione tra il lusso della stanza (mobili, quadri, tappeti, ecc..) e la volgarità dei vari articoli da sexy-shop che vi erano disseminati in giro (cazzi finti di ogni dimensione, fruste, catene, corde e vestiti e biancheria da donna di ogni tipo. Seduti su un ampio e lungo divano rosso scuro c’erano i due tedeschi ad attenderci, nudi con il cazzo in tiro. Due uomini muscolosi biondi sui 35-40 anni con un cazzo di dimensioni medie e completamenti depilati. “Loro sono Rudy e Erick, parlano poco l’italiano, ma sanno farsi capire in un altro modo.” Piombarono velocemente su mia moglie accarezzandola ovunque, poi le fecero segno di abbassarsi e di leccare i cazzi. La trattarono fin da subito con modi pochi gentili prendendola per i capelli e infilandole i cazzi in bocca.
“Non perdono tempo….meglio così” disse Paolo. Anche i due padroni di casa si spogliarono. Eravamo tutti nudi, ad eccezione di Monica che vestiva calze a rete, reggicalze e reggiseno rosa. Inginocchiata e circondata da quattro maschi, vidi mia moglie succhiare i loro cazzi e leccare loro i coglioni. I due tedeschi sembravano gradire molto quel lavoro di bocca. Ogni tanto toglievano il cazzo dalla bocca di Monica e lo usavano per schiaffeggiarla sulle guance. Anche il mio cazzo divenne durissimo, ma Gianni mi disse che avevo il divieto assoluto di toccarmi. “Siamo solo all’inizio, tra poco ci aiuterai mentre scopiamo tua moglie.” Rudy e Erick presero il guinzaglio e la fecero camminare a quattro zampe verso il divano dandole forti schiaffi sul culo. Mia moglie si stava di nuovo umiliando facendosi trattare come una cagna da sconosciuti. Osservandola da dietro vidi la sua figa luccicante di umori….che troia pensai.
I quattro maschi si sedettero sul divano uno di fianco all’altro e ordinarono a mia moglie di impalarsi sui loro cazzi durissimi dando loro la schiena. Era girata verso di me che ero in piedi di fronte al divano. Dovevo tenerla per il guinzaglio mentre lei si faceva sparire i cazzi nella figa. Ogni volta che lei si spostava da un cazzo ad un altro dovevo aiutarla ad impalarsi indirizzando con la mia mano il cazzo all’ingresso della sua figa. Infatti le loro mani erano costantemente indirizzate a strizzarle le tette. Fu una sensazione strana quella di toccare quattro cazzi che si stanno fottendo la figa di tua moglie. Ma ormai avevamo deciso di giocare. Monica si impalava sempre più velocemente godendosi le scopate e la sua figa diventava sempre più rossa e bagnata per quanto era usata. Tenendola per le tette la spingevano con forza verso il basso non appena si fermava un attimo per riprendere un po’ di fiato. Non ebbe un attimo di tregua, continuamente forzata a saltare da un cazzo all’altro. I laccetti del reggicalze si erano quasi tutti distaccati per la foga con cui si muoveva e il reggiseno era sceso a livello del suo ombelico. Il piacere che quei cazzi le provocavano era leggibile nelle espressioni del viso e nei suoi occhi carichi di desiderio.
“Diego, sembri una di quelle puttane che nelle gangbang aiutano l’attrice principale per fare restare tutti i partecipanti col cazzo duro”, mi disse Paolo. “Hai voglia di menarti il cazzo?”. Gli feci cenno di si con la testa. “Allora, perché non prendi quelle calze a rete nere e te le metti?”, continuò a dirmi. Avevo una voglia matta di toccarmi, guardai mia moglie che in preda a qualche orgasmo mi fece solo un veloce sorriso. Presi le calze a rete nere e le indossai. Istantaneamente iniziai a menarmi l’uccello per la voglia che avevo accumulato. Subito non pensai che mi stavano considerando una puttana tanto quanto mia moglie. Nel frattempo Monica era stata messa a pecorina sul tappeto. I tedeschi presero a scoparla da dietro con dei colpi velocissimi e violentissimi. Rudy aumentò ancora il ritmo e con un gridò le sborrò nella figa. “Mettiti sotto Diego, appena avrai ripulito per bene la figa della tua mogliettina mignotta lasceremo sborrare anche te”, mi dissero. Mi sdraiai sotto a Monica a 69, con la bocca rivolta verso la sua figa e cominciai a leccarla pulendola con la lingua. Contemporaneamente sentii la lingua di Monica sulla mia cappella. Fu una sensazione piacevolissima. “Adesso bacia tua moglie”, mi disse ancora Gianni. Scorrendo in avanti con la mia bocca verso quella di mia moglie, limonai con Monica. Ci guardavamo negli occhi ed eravamo eccitatissimi, contenti di vivere insieme delle sensazioni straordinarie. Erick incominciò nuovamente a scopare la zoccola che aveva a disposizione. Pensavo di aver finito e feci per rialzarmi, ma Gianni mi bloccò dicendomi:” Non hai capito…adesso anche tu stai facendo la puttana, hai scelto di indossare delle calze da troia, quindi da brava succhiacazzi pulisci la figa di tua moglie da tutte e quattro le sborrate”. Rimasi lì sotto ad aspettare di leccare la figa di mia moglie con il cazzo che non ne voleva sapere di ammosciarsi. Con gli occhi all’altezza della figa, vedevo da pochi centimetri il cazzo entrarle dentro. Ogni tanto le palle mi sbattevano sulla fronte. Allungai la lingua verso il clitoride cercando di leccarlo e sentendo sulla lingua le vibrazioni e le scosse di godimento che il cazzo le stava provocando. Mi ritrovai senza volerlo a leccare la cappella tutte le volte il cazzo usciva completamente dalla figa di mia moglie. Contemporaneamente mi toccavo il cazzo e sborrai una prima volta non appena vidi il cazzo di Erick fermarsi e contrarsi per scaricare il succo delle sue palle dentro alla figa di Monica. Appena tolse il cazzo una densa sborrata bianca cadde sulla mia lingua. Sborrarono tutti in figa a mia moglie scopandola a pecora e facendola gemere continuamente. Ogni volta la ripulivo dalla sborrata. Anche la sua bocca non se ne perse una….dopo che un cazzo aveva finito di riempirla, finivamo col limonare come due innamorati passandoci la sborra l’uno con l’altra. Dopo L’ultima sborrata, mentre stavamo limonando, Monica allungò la mano sul mio cazzo che era tornato duro. Mi segò con pochi colpi che subito sborrai schizzandomi sulla pancia e restando senza fiato. Anche Monica si adagiò sul tappeto per riprendere un po’ di energie. Poi da brava puttana si tolse il reggiseno che le dava fastidio facendolo cadere a terra e si riaggiustò il reggicalze.
Furono Rudy e Erick, i primi ad avere sborrato, a riprendere a giocare. Dissero qualcosa in tedesco che non capimmo e vedendo che Monica non si alzava, la presero per i capelli facendola nuovamente rimettere a quattro zampe. Erick le mise con violenza quattro dita nella figa per incominciare a scaldarla. Mia moglie si eccitò ancora. E’ sempre stato così, non appena si sente usata, la sua figa si bagna all’istante. Anche io ero in ginocchio vicino a lei e la vidi aprire la bocca per passarsi la lingua sulle labbra mentre con una mano si strizzava una tetta. Rudy avvicinò il suo uccello al mio naso per farmi sentire l’odore del cazzo che poco prima aveva goduto dentro alla figa di mia moglie. Il profumo della figa di Monica sul suo cazzo era perfettamente riconoscibile. Poi si fece annusare il cazzo anche da mia moglie segandosi vicino alle sue labbra.
La posizione della cagna doveva eccitare molto tutti quanti perché sempre a quattro zampe la guidarono schiaffeggiandola sul culo fino al letto dove mia moglie si sdraiò su delle soffici lenzuola azzurre. Aprì le gambe per offrire nuovamente la sua figa rasata ai quei quattro cazzi. Era completamente esposta con le grandi labbra aperte e il buco rosso e sfondato ben visibile. Rudy, che era il più eccitato di tutti, salì sul letto per scoparla facendola gridare. Si stava gustando la figa di quella troia che gli era capitato di potersi fottere e non sembrava aver voglia di cedere il posto. Gli altri si smanettavano l’uccello per farselo rimanere duro, mentre io ancora sporco della mia sborra guardavo, come poco prima, il cazzo di Rudy entrare ed uscire senza sosta nella figa della mia donna. Paolo mi guardò complimentandosi per quanto fosse figa mia moglie : ”che figa pazzesca, quella vacca ci ha già fatto drizzare tutti quanti. E’ incredibile quanto le piaccia scopare. ”Poi mi chiese se avessi problemi a continuare a fare la puttana insieme a mia moglie, visto che gli sembrava che mi fossi già spinto ben oltre toccando e leccando qualche cazzo, oltre ad aver pulito la figa di Monica da tutte le sborrate. Mentre Monica ora si godeva anche i cazzi di Erick e Gianni continuando a gemere come una vacca, Paolo mi spiegò che i due tedeschi erano anche bisex e che probabilmente avrebbero voluto incularmi mettendomi a pecorina di fianco a mia moglie. Non era la prima che facevano serata con loro. Altre due coppie con gli stessi nostri gusti erano state sottoposte allo stesso trattamento. Purtroppo con entrambe avevano rotto i rapporti dopo che i tedeschi avevano brutalmente rotto il culo ai due mariti divertendosi ad infilarci non solo il loro cazzo ma soprattutto alcuni cazzi finti giganti che mi fece vedere in giro. Devo dire che la cosa mi impaurì non poco. “Non vogliamo perdere i contatti con voi, Monica è semplicemente troppo di tutto. Se vuoi posso aiutarti a salvarti il culo e tu in cambio ci concederai di scopare ancora con tua moglie quando verremo a Milano.” Gli dissi che ero d’accordo. Non avevo nessuna di essere immobilizzato a novanta per beccarmi due cazzi e chissà cos’altro nel culo. Quello andava oltre le mie fantasie. Mi disse che mi avrebbe accompagnato nella mia camera e che mi avrebbe chiuso dentro. Monica si stava ancora facendo scopare a gambe larghe dai due biondi mentre Gianni si avvicinò al letto con delle corde. Cominciò col legare i polsi di Monica alla spalliera del letto senza nessuna resistenza da parte di mia moglie, come se fosse proprio la cosa che stesse aspettando. Poi fu la volta delle caviglie. Quasi non si accorsero della mia uscita dalla stanza. Girandomi verso il letto, prima di uscire dalla porta, vidi mia moglie sdraiata a pancia in su completamente immobilizzata al letto con delle corde. Qualcuno si stava già sdraiando sopra di lei. Capii che con il corpo di Monica i quattro maschi si sarebbero tolti ancora molte voglie. Ero però anche consapevole che mia moglie aveva sempre dimostrato di accettare ogni situazione perversa le venisse proposta. Quindi pensai che come tutte le volte avrebbe goduto all’inverosimile.
Paolo mi chiuse nella mia camera per evitare che preso dalla curiosità di quello che stava succedendo tornassi nella sala dei giochi. “Vedrai, così lo troverai ancora più eccitante. Probabilmente te la staranno già inculando. Lo vedi, al solo pensiero di tua moglie che si becca il cazzo di un altro nel culo ti diventa subito duro….” Era vero. Mi salutò e tornò a godersi i buchi della sua puttana. Il resto della serata mi venne poi raccontato da Monica quando tornammo a Milano.
Ci risvegliammo il giorno seguente a pomeriggio inoltrato. Era tardissimo. Il giorno dopo saremmo dovuti tornare a lavoro e avevamo ancora più di tre ore di macchina prima di arrivare a casa. Mia moglie si fece una lunga doccia e si lavò i capelli tornando ad essere una donna presentabile dopo gli eccessi della sera precedente. Mi avvicinai per osservarla meglio. I striature rosse sulla schiena si erano leggermente attenuate, mentre sul culo erano ancora ben evidenti. Anche le tette dovevano aver subito qualche pressione particolare perché scorsi dei segni di cui non mi ero accorto la sera prima. Le chiesi come si sentisse. Abbracciandomi e sorridendomi mi disse: “ho il culo e la figa a pezzi, per il resto è tutto ok. Scusami amore, ma mi sento ancora uno straccio. Lo so che sei curioso di sapere quello che mi hanno fatto, ma ti dirò tutto a casa quando potremo scopare. Adesso mi fanno troppo male.” Mi diede un lungo bacio. Si vestì con uno dei suoi miniabiti, quello giallo, e sandali bassi bianchi. Quando si girò per prendere i sandali dalla borsa si piegò leggermente. Non resistetti, ero troppo impaziente. Le andai dietro e le abbassai il perizoma nero che si era messa. “Voglio solo vederti”, le dissi. Sorrise capendo la mia curiosità e si piegò un pochino in avanti dandomi del porco pervertito che gode nel vedere come gli avevano spaccato la moglie. Le vidi la figa trovandola irriconoscibilmente slabbrata, ma sopratutto allargandole le natiche le vidi il culo oscenamente aperto. Non si era ancora richiuso per niente e sicuramente le avrebbe fatto male per qualche giorno. Mi avvicinai con le labbra per baciarle il buco del culo. Poi alzandomi le dissi. “E’ vero sei tutta rotta. Ti amo, amore”.
Paolo e Gianni ci fecero trovare qualcosa da mangiare e poi salutammo i nostri amici con la promessa di rivederci. Abbracciarono mia moglie molto affettuosamente ringraziandola. In macchina Monica faticò a trovare una posizione comoda finchè si addormentò fino a casa…

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 2)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 2)

Il padre di Giorgio si stava masturbando. Aveva in mano un cazzo enorme, lungo almeno 24 cm. Era appoggiato alla parete con gli occhi chiusi e si masturbava, ad un certo punto lo sentii anche dire:
-Dai Claudio, prendilo in bocca, fammi venire dentro…..leccami le palle…..-
Mi prese una gran paura e ritornai al mio posto, e poco dopo lui usci e venne verso di me. Ricominciai a tremare,
Lui mi venne vicino e mi passo’ il braccio destro sulla mia spalla. Come per farmi coraggio.
-Che c’e’ che succede, tu hai paura, di cosa? – Furono le ultime parole che sentii, poi svenni.
Versione 1
Quando mi svegliai ero su un letto, mi guardai addosso e rimasi senza parole.
Indossavo un paio di mutandine di pizzo con un’apertura davanti che mostrava il mio pisello. Con la mano tastai dietro e mi accorsi che era un tanga. Un filetto i seta mi attraversava le cosce e mi segava in due il buchetto del mio culo vergine. Indossavo anche un reggiseno dello stesso pizzo e colore. C’e’ da dire che io avevo il seno un po’ pronunciato, simile ad una pria misura di una ragazza.
Non sapevo cosa fare, nella stanza non c’era nessuno, ero solo. Poi sentii dei passi, allora feci finta di essere ancora svento.
Con gli occhi socchiusi cercai di guardare e vidi il papa’ di Giorgio entrare in stanza nudo.
Il cazzo gli ciondolava in mezzo alle gambe e nonostante fosse moscio era molto lungo e cicciotto.
Si sedette accanto al letto e inizio’ a guardarmi, poi si inginocchio di fianco al letto e con una mano mi prese il pisello e comincio’ a masturbarmi.
Rimasi ancora svenuto per un po’, ma poi il piselo comincio’ ad indurirsi e allora feci finta di rinvenire.
-Oddio, cosa mi e’ successo…..ma cosa fa…….- feci io tentando di togliere la sua mano dal mio cazzo.
-Ssssshhhh – disse lui – stai buono e andra’ bene per tutti e due.- Fini di dire la frase e si butto’ sul mio cazzo e lo prese in bocca.
Comincio’ a farmi un pompino (nessuno me lo aveva fatto finora). Andava su e giu’ con la sua bocca e con la lingua ruotava intorno alla cappella. Sentii un brivido dietro la schiena e comincia di nuovo a tremare, poi lo vidi infilare il suo dito medio in bocca e riuscire ben lubrificato, sentii poi la sua mano insinuarsi in mezzo alle cosce e il suo dito medio fermarsi sul mio buchetto del culo.
Lo guardai in faccia terrorizzato, ma non riuscivo a dire una parola.
-Sono sicuro che il tuo culetto e’ vergine, vero? – disse. Riuscii solo ad annuire con la testa, non mi usciva una parola, poi sentii il suo dito penetrarmi il culetto e entrare fino alla base mentre mi continuava a fare il pompino.
Stavo per venire, sentivo lo sperma salire dalle palle, attraversare l’uretra e stavo per esplodergli in bocca.
Feci per tirami indietro, ma lui mi trattenne e allora gli sborrai in bocca con un rantolo. Mi lecco’ tutto per bene mentre continuava ad esplorarmi il buchetto del culo e poi si alzo’ in piedi, pres le mie mani e mi mise seduto sul letto, poi mi prese la testa fra le mani e l’avvicino’ al suo cazzo che ormai era diventato lungo e duro ed era esattamente davanti alla mia bocca.

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mia zia

Salve a tutti sono Simone da Palermo ho 36 anni singol da un anno non sto a descrivermi fisicamente visto che sono registrato su xhamster quindi mi vedete in foto e video come sono fatto fisicamente e le mie prestazioni sessuali .amo il sesso in tutti i suoi colori e sapori sono un drogato del sesso cmq ritorniamo alla mia storia
ho una zia sorella di mia madre che ha 51 anni separata da 4 anni senza figli siamo stati sempre in stretti rapporti da piccolo.fino ad oggi diciamo una seconda madre …una gran bella donna con le curve al suo posto molto curata giovanile e molto sexy ..a partire dalla mia età purbica facevo molti pensieri erotici nei suoi confronti e con tante di seghe persino a casa sua rovistare quanto potevo nella sua biancheria sporca in cerca di qualche paio di mutantine che midessero il suo profumo di donna e ci riuscivo qualche volta spara in bagno o sotto la doccia quanto dormiva da noi perché il marito fuori per lavoro o vederla seduta ed aspettare che accavallasse le gambe che adoravo tanto ed i suoi piedi fantastici sempre ben curati .da quanto si e separata si e trasferita nel appartamento a fianco al mio che sono di nostra proprietà e da quel giorno abbiamo stretto un bel rapporto di amicizia ma sempre con le dovute distanze sia per la parentela e sia perché ero fidanzato (anche se me l’avrei sbattuta ugualmente) dopo la fine del mio fidanzamento ci siamo avvicinati tantissimo pranzare insieme cenare prendere il caffè accompagnarla a fare la spesa o compere e persino guardare la TV la sera sul divano insieme .questa estate essendo sola e i miei come ogni estate si trasferiscono nella nostra casa al mare mia madre la invitata come ogni anno a passare l estate con loro ma con in più che quest’anno ci sono pure io da solo come lei con loro ..ci siamo divertiti un casino al mare ho scoperto un amica con cui scherzare e fare baldoria uscire a divertirci fino a scambiarci per una coppia e quando qualche ragazza ci provava lei faceva finta diessere la mia donna sono sincero la cosa mi inintricata molto ..una sera di luglio dopo che ci siamo ritirati ci siamo cambiati io in costume e lei in vestaglia visto che i miei erano fuori per il fine settimana ..messi in veranda in compagnia di una bella birra fresca si parlava di tutto tra risate e confessioni fino a finire alle nostre storie finite .poi lei mi disse : be penso che l hai superata bene la rottura visto che molto spesso la notte hai avuto buone compagnie questo inverno e qualche volta persino dimenticato di tua zia che stava da sola nel altra casa a fianco a guardare la TV senza il suo nipotino preferito non solo dice ancora lei mi toccava sentire i gemini delle tue donne che godevano di te e la tua zia in crisi di astinenza da anni ..a quel punto risposi che sei gelosa ? Lei mi disse gelosa non posso esserlo ma vogliosi di te e dopo tanti anni a vederti uomo e desiderarti e masturbarmi la notte mentre tu scopi e immaginarti mio o essere io quella donna a godere di te apri’ le gambe davanti a me senza mutantine eè vedendomi con il cazzotti duro mi disse ..vuoi costatare sono bagnata anche adesso simone mio e vedo che anche tu hai voglia di me allungo il piede nudo e me lo strofina sul cazzotti duro dicendomi che bello ché mi disse vuoi essere il mio amoroso questa notte? Io risposi lo voglio questa notte e tutte quelle che tu vorrai le con gli occhi felici mi prese per mano ci siamo alzati e stretti in un lungo abbraccio mi sussurro alla orecchio voglio essere tua ti desidero farmi godere come non ho fatto mai sono tua solo tua e dopo mi bacio’ entrambi dentro chiudendo la porta e baciando ci la presi a cavallo e la portai in camera la distesi sul letto io sopra di lei e ci baciando a lungo ci toccammo mai finire lei un lago gi piacere io con il mio cazzotti duro tra le sue mani che sembrava un marmo mi masturbava e scappellava io che sembravo un assetato di sesso voglioso eravamo in estasi quella sua bella pelle liscia profumata il suo seno caldo e sodo i capezzoli due chiodi poi mi distese sulla schiena mi guardo’ come se volesse dirmi avrai il miglior Pompiano della tua vita me lo prese in bocca e fu davvero un sogno sembrava una maestra dei Pompini quando non ne poterti più la presi e la distesi io le allarga le gambe e mi ficcare con la lingua in quella sua bella fico calda gustosa e vogliosi di me 2 volte lei ebbe l organo fino a che mi tirò sui lei mi abbraccio e mi disse adesso viene il bello farmi tua voglio che me la rompi questa fica e tua solo tua aspetta di essere riempita del tuo cazzo grosso gli Poggio la cappella la sua figura era stretta e bagnatissima a quel punto lei mi strinse le gambe intorno al sedere e con forza mi tiro dentro di sè lei butto un grido di piacere ed io sentì il mio cazzo perforarla lei animando si amore mio così sei meraviglioso fantastico spaccati tutta non ti fermare mentre arrivano orgasmi multipli seguiti da urla di piacere godeva Come una matta e più lei godeva e più io la penetravo con forza e piacere sentivo il mio cazzotti immergersi in un pozzo stretto di liquidi ad un tratto ci fermamente un istante tutti sudati con i respiri affannato ci guardami e mi disse se molto di più di come ti immaginavo e ricominciamo a baciarci e la ficcare lentamente poi mi tolse da sopra di lei e mi destesi per farla salire ma lei prima si mise su di me a 69 e ci gustammo aveva un buon sapore cremoso poi mi salì a smozza candela e divento una posseduta con quel cazzotti dentro si impalo comincio a cavalcarmi infuriata il suo seno tra le mie mani la testa all indietro ed orgasmo dopo orgasmo non si fermava dpk un pk si appoggio il suo petto al mio e li incominciai a scoparmela e lei piu gridava e piu io me la scopavo gli prendo le natiche glieli apri e gli ficcare un dito nel culo mi disse sono vergine li amore mio ..era meravigliosa un sogno di una vita diventata realtà la donna che ho sempre desiderato e vogliosa calda passionale come piace a me era perfetta la mia donna selsualmente perfetta a quel punto mi disse vogliamo provarci ? Voglio essere tua al 100% sverginami ma fai piano. La misi a pecorina e cominciai a leccarsi fico e culo la feci rilassare mentre le masturbavo la fica lei Poggio il viso sul cuscino un viso bello e dolce la lubrificanti con olio e li dissi sei pronta e lei rispose si sono pronta vogliosa ma pure inpaurita feci mo tanti tentativi ma lei era troppo rigida fino aquanto non gli entrai la mia grossa cappella e lei grido aia ccazzo e dentro fa male ma mi piace più spingeva più lei si faceva rigida fino al punto che lo rotta era tutto dentro fino alle palle Cominciai ad inculcare il mio cazzo duro dentro fino a che ho raggiunto l orgasmo e gli sburrai tutto dentro la riempì lei stremata si lasciò cadere sulla pancia io mi distesi al suo fianco lei con il suo viso sul mio petto la sua gamba sul mio pene mi bacio e mi disse sei il primo uomo con cui ho goduto così tanto la migliore scoperta della mia vita sei stato fantastico da sta notte in poi sarò solo tua ed io gli risposi sei la mia donna preferita è dopo un ora di sesso sfrenato ci addormentammo abbracciati la mattina seguente ……..ve la racconto i futuro

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 1)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 1)
-Dai vieni a casa mia, ti aiuto io a fare la versione di inglese.- Giorgio insistette cosi’ tanto che io accettai, anche perche’ l’inglese non era il mio forte.

Sono Claudio e allora avevo 16 anni e frequentavo il 2 liceo linguistico, mi piaceva il francese e lo spagnolo, ma lìinglese proprio non mi andava giu’.

Arrivai a casa di Giorgio verso le 16.00 e ci mettemmo subito a fare la versione. Lui era molto bravo, perche’ suo padre era americano e gli aveva insegnato l’inglese fin da piccolo.

Poco dopo che avevamo iniziato, arrivo’ a casa sua padre. Era veramente un bell’uomo, tipicamente americano, biondo e con un fisico molto prestante e avea circa 50 anni.

Vi devo confessare, che verso i 15 anni, io mi sentivo leggermente attratto dagli uomini molt piu’ grandi, forse perche’ mio padre ci aveva abbandonati, a me e a mia madre da quando io avevo 3 anni, quindi io ero cresciuto senza una figura paterna.
Lui ando’ nel suo studio e noi continuammo a fare la nostra versione. Dopo qualche minuto squillo’ il telefono e Giorgio rispose.

-Ciao Giulia – disse, era la sua ragazza che frequentava la nostra stessa classe.- no Giulia non posso, sono con Claudio e stiamo facendo inglese……dai non fare la stupidina, non posso ora, sono con Claudio, mica lo posso lasciare solo….e dai non ins****re…..no aspetta non fare cosi’….scusa un attimo…….-
Venne verso di me e coprendo con una mano il telefono mi disse:
-Scusa Claudio, ma Giulia insiste, mi ha detto di andare a casa sua perche’ i suoi non ci sono e cosi’ possiamo……insomma mi capisci……non c’e’ nessuno e lei mi aspetta……..seni che ne dici se dico a mio padre di aiutarti, lui e’ bravissimo….- aggiunse-

– Va bene vai – gli dissi –se tuo padre mi aiuta, va bene- conclusi.

-Papa’, potresti aiutare Claudio a fare la versione di inglese, io devo andare a casa di Giulia, perche’ lei non riesce a fare il compito di francese – disse facendomi l’occhiolino.
Il padre usci dalla sua stanza. Indossava una tuta da ginnastica in microfibra che non lasciava niente all’immaginazione. Era attillatissima e i miei occhi caddero proprio li, tra le sue gambe, dove si vedeva un bozzo incredibile.
Mi resi conto che il mio sguardo era troppo evidente, ed il padre se ne era accorto.
Distolsi subito lo sguardo e mi misi a cercare una voce sul vocabolario.
Prima di rispondere, il padre attese un attimo, mi stava guardando da cima a fondo, poi disse che mi avrebbe aiutato.

Giorgio usci’ e lui si mise accanto a me e iniziammo a fare la versione.
Ero turbato, sentivo una strana sensazione dentro di me, come non mi era mai successo, incominciai quasi a tremare.
Lui mi disse – Hai freddo Claudio, tremi! – No – risposi e basta.
Dopo un po’ si alzo’ e disse che doveva andare in bagno. Il bagno era alla fine del corridoio, difronte alla porta della stanza di Giorgio, dove noi eravamo. Lo vidi entrare in bagno, chiudere la porta, che pero’ rimase leggermente socchiusa.

Io sentivo quella strana sensazione aumentare dentro di me. Lui era in bagno da 2 o 3 minuti e non usciva, cosi’ mi avvicinai per chiamarlo, ma quando ero a circa 2 metri dalla porta, sentii dei gemiti, mi avvicinaii di piu’ e sbirciai tra la fessura, quello che vidi mi fece trasalire.
(continua)

jeipei

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Mia moglie Laura si fa sbattere come una cagna.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Tornati dalle ferie in Puglia il nostro rapporto cambiò, mia moglie Laura dalle fantasie passò alla realtà, un bel giorno entrò in casa e mi confessò di essersi fatta sbattere dai suoi due colleghi, io non riuscivo a pensare ad altro, non ero geloso, anzi non facevo altro che immaginarmi mia moglie in mezzo a due cazzi bagnarsi e godere come una troia. Il pensiero era quasi diventato un tormento e lei se ne era accorta, ogni volta che scopavamo mi provocava, mi diceva di come fosse bello essere posseduta da due cazzi ed io immancabilmente sborravo come una fontana.
“Devo scoparti anch’io con uno di loro.”
Le dissi.
“Non ti preoccupare, non c’è cosa che voglia di più al mondo amore mio.”
Mi rispose Laura, lei avrebbe voluto ripetere l’esperienza assieme a me e al suo collega Andrea, il ragazzino appena ventenne che tanto l’aveva fatta eccitare, per me non c’erano problemi ma mi sarebbe piaciuto fare un giochino, così le feci la mia proposta. Laura lo avvisò in ufficio il giorno prima, dalla loro esperienza a tre non ci fu più nulla fra loro se non fugaci scambi d’occhiate ammiccamenti e la promessa di vedersi nuovamente, del resto mia moglie era una donna sposata mentre lui un giovane ragazzo sicuramente attorniato da più di qualche giovane bella fichetta. Trovò la scusa che io ero fuori città per un viaggio di lavoro, a lei sarebbe molto piaciuto se fosse passato per riprendere da dove si erano lasciati alla cena di lavoro, il ragazzo non si fece perdere l’occasione di sbattersi una bella donna quasi quarantenne, suonò alla porta alle 14.30 in punto, mia moglie andò ad aprirgli.
“Ciao Andrea, ti stavo aspettando.”
Disse mia moglie.
“Ciao Laura, come va? Sei sola”
“Certo caro, sola ed indifesa.”
Dal piano sopra sentivo i classici bacetti di saluto e le classiche frasi di rito, io me ne stavo in bagno con la porta socchiusa e la luce spenta, non volevo essere visto, l’idea fra me e Laura era quella di non dire ad Andrea della mia presenza ma fargli credere di essere solo con mia moglie e di potersela sbattere a piacimento. Laura doveva portarlo in camera da letto e giocarci assieme mentre io dal bagno mi sarei gustato la scena, poi ad un certo punto sarei uscito e ce la saremmo spassata tutti assieme, c’era l’incognita della reazione del ragazzo ma anche quella faceva parte del gioco, dopo una decina di minuti di frivola conversazione ed un caffè assieme come vuole la buona ospitalità, Laura decise di rompere gli indugi.
“Andrea, non so cosa tu possa pensare di me, non vorrei che credessi che io mi sia innamorata non è così, spero che altrettanto lo sia per te, ti ho fatto venire qui oggi perchè quello che è successo tra noi due mi è piaciuto molto, io voglio molto bene a Luca mio marito ma ho spesso bisogno di essere soddisfatta, ho molte voglie e non vedevo l’ora di avere nuovamente l’occasione per stare con te.”
“Laura, io davvero non saprei cosa dire, tu sei molto provocante ed eccitante, in ufficio sei sempre gentile con me, quando vuoi basta sola che tu chieda!!!”
Rispose Andrea.
“Caro il mio piccolo!!! Adesso fammi una cortesia, io mi sono lavata poco prima del tuo arrivo, qui c’è il bagno di servizio, lavati per cortesia perchè non resisto più!”
Dopo qualche minuto li sentii salire, fu allora che per la prima volta vidi Andrea, non c’è che dire Laura lo aveva scelto bene, alto, castano chiaro quasi biondo, un bel fisico asciutto ed un viso angelico, mi passarono davanti ed entrarono in camera da letto. Laura gli si gettò al collo e gli infilò la lingua in bocca, Andrea prese ad accarezzarle i fianchi il culo e le tette, dopo un pò di slinguazzamenti e palpeggi vari Andrea prese l’iniziativa, afferrò Laura per i polsi e la girò spalle a sé, prese a baciarla e leccarla sul collo mentre le sue mani scivolavano sempre più verso il basso fino ad iniziare a massaggiarle la fica. Con un gesto deciso la spinse verso il letto, lei cadde a pancia in giù, Andrea la prese per i fianchi e le sfilo leggings e perizoma lasciandola con il culo per aria, si buttò nel letto e prese a leccarle la fica ed il buco del culo da dietro. Quella lingua fra i suoi buchi fece gemere mia moglie che aveva iniziato a stringere i pugni alle lenzuola, io mio mi stavo eccitando come un matto, il cazzo mi scoppiava e continuavo a guardare in maniera morbosa quel ragazzo poco più che adolescente leccare gli umori di mia moglie, Laura seguitò ad inarcare la schiena sollevando il culo ed offrendosi sempre più oscenamente ad Andrea. Il suo respiro era sempre più intenso, si stava eccitando come una porca, Andrea alternava le penetrazioni di lingua ora alla fica ora all’ano di Laura, la quale ad un certo punto si sfilò dal suo giovane linguista dicendogli.
“Ti voglio nella mia bocca.”
Sedendosi sul letto aiutò Andrea a spogliarsi, il ragazzo aveva davvero un bel fisico asciutto completamente depilato, non appena si girò non potei fare a meno di notare un cazzo in tiro di dimensioni ragguardevoli, non che io mi sentissi poco dotato Laura non aveva mai avuto nulla da dire sulle mie dimensioni ma quelle di Andrea erano davvero fuori dal comune. A questo punto presi a toccarmi, Andrea si stese, Laura gli salì sopra a 69, io dalla mia posizione potevo vedere l’uccello del ragazzo e la faccia di Laura, sentivo quella vacca di mia moglie gemere al suo giovane amante e a continuare con il suo operato. Laura dopo aver sputato sopra la cappella di Andrea aveva preso a succhiarla come una posseduta, la guardavo lavorarsi quel cazzo meraviglioso, la vedevo ingoiarlo, leccarlo dalla cappella fino alle palle e giocare con la sua lingua lungo tutto l’inguine per poi risalire sui coglioni. Ora aveva preso a succhiare guardando verso di me, lei sapeva che io la stavo guardando, forse si aspettava che uscissi, forse voleva solo esibirsi, di sicuro l’effetto che ne ottenne fu quello di darmi un’eccitazione fuori dal comune, vedere Laura spompinare un cazzo enorme non aveva prezzo, mi eccitavo da morire nel guardarli. Laura doveva avere capito la situazione, la cosa la eccitava sicuramente e non aveva intenzione di fermarsi, io ormai avevo deciso che li avrei lasciati fare, sarei intervenuto dopo che il ragazzo si fosse svuotato.
“Scopami Andrea, scopami forte.”
Disse Laura, si alzò dal corpo del ragazzo che rimase steso nel letto, si portò verso il cazzo di Andrea a smorza candela dando le spalle al suo amante, mia moglie si infilò nella sua fica fradicia quel grosso cazzo, Andrea le strinse i fianchi mentre lei in maniera decisa cominciò a cavalcarlo, con una mano continuava a sgrillettare il clitoride mentre con l’altra si massaggiava una tetta, lo sguardo sempre rivolto verso la mia postazione, sapeva che la guadavo, la sua lingua roteava fra le labbra, i suoi movimenti su quel cazzo erano sempre più forti, i suoi respiri sempre più intensi, l’oscenità stava impossessandosi di lei.
“Oh mio dio Andrea continua ti prego, fammi godere, spingi forte.”
Laura si abbandonò ad un gemito quasi isterico, la mia porcellina era appena venuta, si stese di schiena per un attimo su Andrea il quale sempre con il cazzo in fica le passò un braccio sul ventre ed insieme si adagiarono di fianco, ora il porco aveva ricominciato a stantuffarla da dietro sul fianco tenendole la gamba sollevata. Dalla mia posizione potevo vedere quel cazzone sfondare la fica di mia moglie che era completamente fradicia, Laura continuava a gemere, la sua mano era sempre a stimolare il clitoride, che grandissima vacca!
“Laura sto per scoppiare.”
Disse Andrea.
“No ti prego, non ancora, resisti.”
Rispose lei, Laura fece nuovamente sdraiare il ragazzo per riprendere a cavalcarlo da sopra, stava ancora sopra di lui questa volta dando le spalle a me, dimenava i fianchi come una forsennata, faceva sparire quella mazza tutta dentro la sua fica mentre il ragazzo piegandosi in avanti le succhiava e le mordicchiava i capezzoli, Andrea oramai non ce la faceva più, Laura se ne accorse.
“Non venirmi dentro.”
Fece appena in tempo a dirlo e a sfilarselo che l’uccello di Andrea inondò copiosamente una chiappa di mia moglie di calda e densa sborra, Laura prende regolarmente la pillola ma adora sentire dentro di se i caldi schizzi di sperma, capii che volle offrirmi quello spettacolo di farsi sborrare addosso solo per ammirare l’operato del loro amplesso. La visione del culo di mia moglie pieno di sborra fu per me una libidine inaudita, avevo aumentato il ritmo della mia sega ed anch’io sborrai dall’eccitazione, Laura era ancora calda, Andrea l’aveva riportata a mille con l’eccitazione dopo il suo primo orgasmo, il suo amante le aveva inondato il culo di sborra ed ora si stava prendendo un minuto di riposo, io conoscevo bene la troietta ora ci sarebbe stato da divertirsi.
“Allora Andrea, com’è stato? Sono come una delle tue ragazzine?”
Chiese mia moglie.
“Oh Laura, sei fantastica.”
Rispose Andrea.
“Puoi dirmi pure che sono una troia, non mi offendo, sai quando si tratta di sesso non capisco più nulla.”
“Beh non sei certo la prima donna che tradisce il marito anche se effettivamente.”
“Cosa?”
“Due settimane fa l’hai fatto con due uomini… non è da tutte.”
Laura naturalmente colse la palla al balzo.
“E tu? Non lo avevi mai fatto in tre?”
“No”
“E ti è piaciuto più di adesso?”
“E’ stata una cosa diversa.”
Mentre chiacchieravano io ero ancora fermo ad ascoltarli, Laura aveva ripreso a segare il cazzo a riposo di Andrea, il quale naturalmente la lasciava fare, Laura continuava ad incalzarlo.
“Lo sai che quando sono tornata a casa ho raccontato tutto a mio marito?”
“Non ti credo”
“Te lo giuro”
“E lui come ha reagito?”
“Si è eccitato e mi ha scopata, mi ha fatto anche il culo, poi mi ha detto che anche lui voleva scoparmi assieme ad un altro.”
“Ma dai.”
“Non mi credi?”
“No.”
“Puoi chiederglielo tu stesso se vuoi….. vieni amore mio!”
Fu così che feci il mio ingresso nella stanza completamente nudo con il cazzo in mano, nel vedermi Andrea balzo sul letto seduto, il suo cazzo che fra le sapienti mani di Laura si era rinvigorito ora di colpo si era spento, il rossore sulle sue guance e l’evidente stato di imbarazzo. Ci pensò Laura a rassicurarlo appoggiandosi a lui accarezzandolo in viso e dicendogli che non vi era nulla di cui preoccuparsi, poi con la solita malizia si rivolse verso di me.
“Allora amore mio ti è piaciuto lo spettacolo? Tua moglie è stata abbastanza troia per te?”
Io continuavo a guardare Andrea, la sua espressione era un misto fra sbigottimento e paura, così decisi anch’io di tranquillizzarlo.
“Ciao Andrea, piacere io sono Luca il marito di questa porcellina, non ti preoccupare io e Laura eravamo d’accordo.”
Continuai spiegandogli la situazione mentre Laura continuava a coccolarlo come fosse un bimbo impaurito, dopo qualche minuto Laura prese nuovamente le redini dicendogli.
“Oh Andrea adesso basta, ti abbiamo detto che è tutto ok, mio marito voleva godere di tutta questa situazione finiscila di frignare e cerca di riprenderti con questo bel cosino.”
Prese a segare il suo cazzo, io mi portai verso di loro ed infilai il mio uccello nella bocca di mia moglie, dopo anni vedevo un altro sogno realizzato, la bocca di mia moglie piena del mio cazzo mentre in mano stringeva l’uccello di un altro uomo, Andrea iniziava a sciogliersi, il suo cazzo stava tornando alle sue dimensioni mentre con una mano stava palpando una tetta di Laura la quale ancora su di giri gli disse.
“Dai piccolo mio leccami la fica.”
Andrea ubbidiente portò la sua bocca fra le gambe di Laura, io presi la testa di mia moglie tenendola ferma ed iniziai a scoparle la bocca in maniera decisa e nel mentre guardavo Andrea, il suo mento era completamente fradicio degli umori della fica di Laura che aveva iniziato a sbrodare come una cagna, lei nel frattempo continuava a gustarsi spasmodicamente il mio uccello con la bocca. Dopo qualche minuto Laura non ce la faceva più, moriva dalla voglia di sentire nuovamente dentro di se un paletto di carne, io e Andrea ci stendemmo sul letto uno affianco all’altro, mia moglie si mise sopra di me ed in men che non si dica iniziò a cavalcarmi furiosamente infilandosi il mio cazzo nella sua fica fradicia. Laura era eccitata al massimo, il mio cazzo la penetrò senza alcuna difficoltà, la sua fica era un lago, mentre si muoveva sopra di me prese in mano il cazzo di Andrea e iniziò a succhiarlo furiosamente, io ero al settimo cielo, vedevo mia moglie scoparmi e succhiare l’uccello di un altro più giovane di noi, la situazione ci eccitava da morire. Andrea con il cazzo fra le grinfie di Laura si voltò, iniziò a giocare con il buco del culo di mia moglie mentre io le spaccavo la fica, le massaggiò il buchetto con le dita, lentamente faceva colare dei rivoli di saliva sull’ano di Laura, alcuni dei quali scivolavano anche sul mio cazzo, sempre con delicatezza iniziò a penetrare quell’invitante buchetto con le dita. Mia moglie iniziò a fremere sempre di più, ebbi la sensazione che gradiva un terzo cazzo per riempirgli tutti i suoi buchi, Andrea si alzò e ci fece capire di voler inculare Laura, questa al pensiero di riassaporare una doppia penetrazione ebbe un lampo negli occhi. Sentii il cazzo di Andrea sfiorare il mio che se ne stava ben bene al calduccio della fica, io smisi di affondare i miei colpi e mi fermai in attesa, Andrea puntò la sua cappella nell’ano di Laura ed iniziò a spingere piano. Osservavo lo sguardo di mia moglie, la vedevo completamente trasportata dall’eccitazione, sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso e sempre più violento, il cazzo del giovane stava entrando sempre più e Laura godeva come una porca.
“Guardami amore mio, guarda tua moglie come gode, guarda che puttana fra due cazzi.”
Mi disse.
“Ti adoro Laura, ti piace fare la troia vero?”
Le chiesi
“Da morire, sbattetemi brutti porci, fate godere la vostra troia.”
Continuò con la voce rotta dai nostri colpi.
“Vuoi farmi il culo anche tu vero amore?”
Mi chiese dopo un po’.
“Non vedo l’ora”
Le risposi.
“Si ma voglio sempre due cazzi, è meraviglioso.”
Così dicendo Laura si sfilò dalle nostre mazze, mi fece sdraiare e si voltò a smorza candela ma questa volta volgendomi la schiena, prese ad infilarsi il mio cazzo nel culo, quel buchetto era una meraviglia, anche se era stato sconquassato dal mattarello di Andrea aveva ripreso immediatamente il suo tono muscolare, subito dopo essere stato trafitto dalla mia cappella si era immediatamente avviluppato al mio cazzo. Sentivo quel caldo pertugio stringermi l’uccello, stavo godendo come un matto, Laura si stese sul mio petto offrendo la fica in maniera oscena al suo giovane amante mentre il suo buco del culo era impalato dal mio cazzo, Andrea questa volta fu meno delicato e fiondo il suo cazzo nella fica di Laura in maniera piuttosto violenta alche emise un grido soffocato.
“Cazzo Andre, mi fai male.”
“Ma quale male… pensa a godere troia.”
Rispose lui.
“Fanculo e scopa stronzo.”
Le rispose lei, Laura si abbandonò completamente ai nostri due cazzi che la sfondavano, con una mano prese a massaggiarsi il clitoride, dopo un po’ iniziò ad ansimare violentemente fino a quando spinse Andrea fuori dal suo corpo e gli schizzò del liquido vaginale sul cazzo, mentre altri due zampilli le colarono lungo l’inguine annegando il mio uccello che nel frattempo se ne stava sempre infilato nel culo.
“Magnifico, ragazzi.”
Sospirò mia moglie.
“Continua a scoparmi il culo Franco ti prego.”
La afferrai in vita e ci girammo sul fianco, a quel punto la penetrai in fica, era caldissima, sentivo il mio uccello sguazzare in un lago di godimento, continuavo a scoparla sul fianco e nella sua bocca era tornato il cazzo di Andrea. Mi sfilai mentre Laura spompinava il ragazzo, affondai la mia lingua in mezzo a quel lago che colava dalla sua fica, il sapore di mia moglie era fantastico, mi riempii il viso di quella sbrodolata, roteavo la lingua in maniera così veloce e così indelicata che dopo poco sentii Laura venire nuovamente. Noi maschietti eravamo cotti, decisi di infilarlo anch’io nella sua bocca mentre Andrea infilò il suo cazzo nella fica della mia signora, dopo pochi colpi con sincronia sia io che Andrea esplodemmo, io inondai la bocca di mia moglie mentre Andrea le riempì la fica. La soddisfazione fu tale che ci abbandonammo tutti e tre sul letto esausti e felici, la visione di mia moglie ricoperta di sperma mi mandava al settimo cielo, vedere un nostro amico sul nostro letto a condividere i nostri piaceri era qualcosa di appagante, ci abbandonammo ad un sonnellino, dopo circa un’oretta ci svegliammo, ognuno di noi si fece una doccia e poi cominciò il terzo round e così per tutta la notte.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 9)

Ero alla lezione di italiano il giorno seguente quando venni chiamato nell’ufficio del preside. Quando io arrivai mio padre, i genitori di Giacomo e Giacomo già là. Il preside, il signornor Sarti, era seduto dietro la sua scrivania.
“Bene ora che ci siete tutti, posso sapere l’oggetto di questa riunione?”
“E’ per mia figlia.” disse mio padre.
“Alice? Devo farla chiamare?”
“No” disse mio padre. “Dobbiamo parlare di lei, ma anche di come sta rendendo la vita dura a mio figlio ed a Giacomo.”
“Non la seguo, signornor Vardi.” Disse il signornor Sarti.
“Per essere schietti.” Disse il padre di Gacomo. “Nick e Giacomo stanno insieme.”
Non ci fu alcun cambiamento di espressione sul viso del signornor Sarti, si rivolse a Giacomo e me. “Voi due siete una coppia gay?”
Noi accennammo col capo. “Non abbiate paura. Ricordatevi che questo è il mio primo anno in questa scuola, prima stavo in una scuola dove c’erano molte coppie gaie.” Disse il signornor sarti, poi rivolse di nuovo l’attenzione a mio padre. “Ora signor Vardi, perche sua figlia sta rendendo difficile la vita ai due ragazzi?”
“Lei non sa che loro sono una coppia.” Disse mio padre. “Tutto cominciò perché Giacomo usciva con lei.”
Il signor Sarti guardò Giacomo e chiese: “Sey gay o bisessuale? “
“Io sono gay, sono uscito con Alice solo perché volevo arrivare a Nick.” Poi Giacomo spiegò la storia del suo innamoramento per me e di come lui ed io ci eravamo messi insieme.
“Bene Giacomo.” disse il signor Sarti. “Forse avresti dovuto trovare un altro modo per arrivare a Nick. Mi sembra che tu abbia preso in giro Alice. Comunque cosa sta causando la sua agitazione?”
“Lei è incinta.” Dissi io. “Disse che Giacomo era il padre ma una prova di paternità provò che non era vero. Da allora lei diffonde dicerie a scuola sulla sessualità di Giacomo.”
“Capisco.” Disse il signor Sarti. “Questo è serio. Terrò una riunione sulla tolleranza e riunirò il corpo studentesco perché tratti Giacomo con rispetto, nessun problema se voi deciderete di rendere pubblica la vostra relazione o no.”

Ringraziammo il signor Sarti e ritornammo in aula. Si stava avvicinando il campionato di nuoto nazionale e quindi gli allenamenti divennero piuttosto intensi. Renzo non mi parlò mai ma mi guardava sempre male. Dopo l’allenamento andai a casa di Giacomo. Andammo in camera sua e ci sdraiammo sul letto. Ci spogliammo e cominciammo un 69, poi Giacomo si mise sul mio grembo. lubrificò il mio pene ed il suo buco e scivolò giù.
Pompai dentro di lui e sentii la calda sensazione intorno al mio uccello. Mi alzai e cominciai a baciarlo profondamente mentre cominciavo a muovermi sempre più velocemente dentro di lui. Spinsi più velocemente e più forte. Improvvisamente cominciai ad eiaculare dentro di lui, dopo di che lo succhiai ed ingoiai il suo sperma.
Ci coccolammo per un po’ baciandoci spesso. “Dopo l’incontro di nuoto di questo week end non ci saranno più allenamenti.” Dissi.
“Così avremo più tempo da passare insieme.”
“Sì, poi d’estate farò il bagnino in piscina, ma non mi porterà via molto tempo, dovremo pensare a cosa fare quest’estate.”
“Non vedo l’ora.”
Guardai all’orologio. “Devo andare.” Dissi. Mi alzai e mi vestii, lo baciai ed andai a casa.
Le cose precipitarono il giorno seguente quando Giacomo si arrabbiò con Alice e le disse che l’aveva scaricata per me.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 2)

Quando mi svegliai la mattina seguente dapprima pensai che gli eventi della sera precedente fossero stati solo un sogno. La confessione di Giacomo di essere gay, di stare con mia sorella Alice solo per essere vicino a me e l’aver fatto l’amore. Aprii gli occhi, la testa mi girava. La sveglia diceva che erano le 8 e 5. Qualche cosa non andava. Ero nudo. Io dormivo sempre in pigiama. Mi sollevai e girai, vidi Giacomo che dormiva all’altro lato. Una calda sensazione mi assalì. Non era un sogno, era veramente accaduto tutto.
Tornai a sdraiarmi e non pensai a quello che sarebbe successo dopo quella notte. Ero così felice di aver scoperto che Giacomo mi amava come io amavo lui. Il fatto era che nel giro di un mese e mezzo avremmo lasciato il liceo. Avevamo deciso di frequentare la stessa università e di essere anche compagni di camera, erano i mesi mancanti che mi preoccupavano. Giacomo avrebbe continuato ad uscire con Alice per mantenere le apparenze? O avremmo potuto sfidare la città e frequentarci pubblicamente? Ero sicuro che una volta all’università avremmo potuto agire più apertamente con le persone che non nella nostra conservatrice cittadina?

Sentii Giacomo agitarsi un po’. Si girò, mi guardò e sorrise. Io mi chinai e lo baciai. “Buon giorno.” Dissi.
“Vorrei svegliarmi sempre vicino a te.”
“Anch’io. Cosa vuoi fare oggi?”
“Non so. Potremmo rimanere qui.”
“Ok, faremo colazione ma prima dobbiamo lavarci, facciamo una doccia.”
Mi alzai e condussi Giacomo in bagno. Andammo sotto la doccia e passammo perecchio tempo a baciarci e carezzarci. Ci lavammo l’un l’altro, uscimmo dalla doccia e ci asciugammo l’un l’altro. Ritornammo in camera mia per vestirci, ma eravamo arrapati e finii per avere Giacomo sdraiato sulla schiena con le gambe sulle mie spalle ed il mio cazzo che si muoveva di nuovo nel suo caldo buco stretto. Giacomo sparò sperma sul suo torace, io lo leccai impaziente ed esplosi di nuovo nel suo buco.
Alla fine ci vestimmo ed andammo a fare colazione. Passammo il pomeriggio a guardare film sdraiati sul divano. Io stavo sdraiato di schiena e Giacomo con la schiena su di me. Quando l’ultimo film che stavamo guardando finì, chiesi: “Giacomo cosa accadrà dopo questo fine settimana?”
“Cosa intendi?”
“Ci riveleremo agli altri o vuoi che manteniamo segreta la nostra relazione?”
“Penso che sia meglio stare tranquilli, non si sa cosa dirà la gente. Una volta all’università potremo essere un po’ più aperti.”
“Continuerai a vedere Alice?”
“Dannazione no. Sarà un incubo scaricarla.”
“Non pensiamoci ora.”
Gli baciai la nuca e lo circondai con le mie braccia. “Cosa dovremmo fare ora?” chiesi.
“Vogliamo fare sesso?”
“Ok andiamo.”

Andammo nella mia camera, ci spogliammo e cominciammo un 69. Le sensazioni del cazzo di Giacomo che andava dentro e fuori dalla mia bocca e della bocca di Giacomo sul mio cazzo erano incredibili. Cominciai a fare un ditalino al suo buco, Giacomo girò la schiena e disse: “Ti voglio di nuovo dentro di me, Nick.” Lubrificai il suo buco e spinsi dentro di lui. Lo guardavo nei begli occhi verdi mentre spingevo dentro di lui e vi vidi amore e piacere. Mi chinai in avanti e lo baciai mentre facevo l’amore con lui. Prima che me ne rendessi conto stavo di nuovo sborrando dentro di lui. Mi estrassi, lo succhiai e ci coccolammo per il resto della serata.
“Nick, ti amo!”
“Anch’io ti amo, Giacomo.”
Ci addormentammo. Il giorno dopo il nostro fine settimana insieme finì quando la mia famiglia ritornò a casa