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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 10)

Io sentii il fischio degli allenatori e mi tuffai nell’acqua. Le mie braccia cominciarono il loro movimento, i miei piedi mi spingevano verso l’altro capo della piscina per poi ritornare verso la alla posizione iniziale e quindi di nuovo indietro. Quando ero in acqua mi sentivo così nel mio ambiente. Virai e tornai verso i blocchi, allenatore tornò a fischiare.
Mi guardò mentre gli altri arrivavano e disse: “Nick, hai fatto un grande tempo, ma sarà meglio che ti conservi per la gara di sabato. Sei è il mio miglior nuotatore e non voglio che tu ti stanchi prima della gara.” Io mi limitai ad accennare col capo.
Quando tutti ebbero finito l’allenatore ci congedò ed andammo a fare la doccia. Mi tolsi il costume bagnato ed andai sotto la doccia per lavare via il cloro dal mio corpo. Quando ebbi finito presi un asciugamano, mi asciugai e poi l’avvolsi intorno alla vita. Ritornai nello spogliatoio e vidi Renzo che nudo frugava nel mio armadietto.
“Ehi. Perché cazzo frughi tra la mia roba?”
“Devo scoprire cosa sta succedendo con Giacomo!”
“Se lo vuoi sapere chiedilo a lui! Non guardare nella mia roba.”
“Cosa succede?” disse una voce, mi voltai e vidi l’allenatore.
“Sono ritornato dalle docce e Renzo stava curiosando tra la mia roba!” Dissi.
“Renzo, questo è contro il regolamento.” Disse l’allenatore. “Ti avviso, se lo farai ancora dovrà punirti e convocare i tuoi genitori. Ora vai a fare la doccia!”

Renzo si allontanò. L’allenatore mi guardò e disse: “Nick, ho parlato con tuo padre, aveva sentito che tua sorella avrebbe tentato di metterti contro qualche componente della squadra, se hai bisogno di qualcuno con cui parlare del tuo problema, anche se si tratta del tuo ragazzo, potrai parlare con me, sono esperto in questo genere di cose.”
Mi guardai rapidamente intorno. “Vuole dire che lei è gay?”
“Sì.” disse l’allenatore. “E per favore tienlo segreto. In una città come questa a molta gente non piacerebbe sapere che un insegnante è gay. So come ti senti, se hai bisogno di qualcuno a cui parlare, puoi sempre parlarmi.”
Accennai col capo, mi vestii e salii in macchina. Ero sicuro che Alice avesse caricato Renzo anche se non sapevo cosa gli aveva detto. Renzo era uno stronzo ma quello che stava facendo era troppo anche per lui. Arrivai a casa, vidi che le macchine dei miei genitori non c’erano e Alice era sulla porta.
“Allora, strega, Renzo stava guardando nel mio armadietto nello spogliatoio, cosa gli hai detto?”
Alice aveva un’espressione soddisfatta. “Stava solo cercando di scoprire se Giacomo è gay.”
“E a chi cazzo frega se lo è? E cosa ha scoperto Renzo?”
Alice aveva un sorriso furbesco sul viso. “Bene” dissi. “Se non me lo dirai lo scoprirò da me.”
Entrai e corsi nella sua stanza. “Nick, esci dalla mia stanza!” gridò Alice.
“Tu hai mandato qualcuno a rovistare tra la mia roba e scommetto hai frugato nella mia stanza, quindi è il minimo che possa fare, cagna!”
Alice mi saltò sulla schiena, io gli afferrai le braccia e la allontanai da me, poi la presi per un braccio, la spinsi fuori della stanza e chiusi la porta a chiave. Alice picchiava sulla porta mentre io cominciavo a frugare tra la sua roba.

“Nick, apri subito la porta!” Gridava.
Io la ignorai e cominciai a guardare nei cassetti. Dopo alcuni minuti trovai quello che stavo cercando. Una stampa di una e-mail tra Renzo ed Alice. Renzo risultava essere il padre del bambino di Alice e lei gli diceva che non l’avrebbe detto a nessuno se avesse fatto quello che lei gli avrebbe detto di fare. Mi misi in tasca il foglio ed aprii la porta.
“Tu, fottuto stronzo!” Urlò Alice.
Io le passai davanti e mi avviai all’ingresso con lei che mi seguiva. Uscii e mi diressi verso la macchina. “Dove stai andando?!” Continuava a gridare.
“Non sono affari tuoi.”
Salii in macchina ed Alice tentò di aprire una delle portiere. Io pigiai rapidamente il pulsante di chiusura delle porte, avviai la macchina e lei si mise davanti all’automobile. Io feci avanzare un po’ la macchina, lei si spostò ed io mi diressi a casa di Giacomo.

Bussai alla porta e venne ad aprire suo padre. “Nick, stavamo per cenare.” Disse.
“Mi spiace interrompervi ma ho trovato delle informazioni e non so dove andare. I miei genitori non sono a casa e c’è solo Alice.”
Roberto indietreggiò e fece entrare. Io lo seguii in sala da pranzo dove Giacomo era seduto con sua madre. Lui mi guardò incuriosito, mostrai a lui ed ai suoi genitori le e-mail che avevo trovato e dissi loro quello che era successo dopo l’allenamento e quando ero tornato a casa.
“Mamma.” Disse Giacomo. “Papà. Posso andare a casa di Nick con lui?”
“Perché vuoi andarci?” Chiese Roberto. “Se i suoi genitori sono fuori, ci sarà solo Alice.”
“Ci sarà Nick con me e voglio dirgliene quattro a quella cagna.”
“Ben detto ragazzo, non farti mettere sotto i piedi.”

Finita la cena ritornai a casa, i miei genitori non erano ancora ritornati. Quando entrammo Alice mi guardò e disse: “Aspetta che mamma e papà tornino e vedrai.”
“Chiudi quella boccaccia!” Disse Giacomo. “Tu non provochi che guai!”
“Oh Giacomo, tu vuoi solo entrare nei pantaloni di Nick. E lui non se ne rende conto! Tu non sei nint’altro che una checca!”
“Alice e tu non sei nient’altro che una troaia!” Disse Giacomo. “Io l’ammetto. Io sono gay! E sì voglio stare con Nick, ma cosa pensi stupida puttana? Io sto con Nick. Suo fratello mi trova eccitante in una maniera che tu ti puoi solo sognare! E l’unica ragione per cui sono uscito con te era per poter avvicinare Nick! Ora guarda!”
Giacomo si girò verso di me e mi diede un bacio. Fu molto lungo, profondo e mettemmo le braccia uno intorno all’altro mentre noi baciavamo. Quando interrompemmo il bacio e tornammo a guardare Alice, lei aveva l’espressione più strana sul viso. “Allora come ti senti a sapere che ti ho scaricato per tuo fratello? Perché l’ho fatto? Perché mi piaceva!” E vedessi quello che facciamo quando siamo dietro una porta chiusa, e come mi eccita. inoltre non pensare che ti ho scaricata perché sono gay! O no! Era perché Nick voleva stare con me quanto io volevo stare con lui!” Poi Giacomo gridò. “Tu sei una troia e penso che nessun ragazzo potrebbe res****re a stare con te!”

Alice non disse niente, era come se fosse stata colpita da un martello. “Veni.” Dissi, Giacomo ed io andammo nella mia camera, chiusi la porta a chiave dietro di noi, andai alla mia scrivania ed estrassi un pezzo di carta. “Cos’è?” Chiese Giacomo .
“Il numero del cercapersone di mio padre.” Presi il telefono, composi il numero e poi quello dell’emergenza per indicargli di chiamarmi subito.
Un momento più tardi il telefono suonò ed io lo presi prima che Alice potesse prendere un altro apparecchio.
“Ciao” Dissi.
“Nick.” disse mio padre. “Cosa succede?”
Spiegai molto brevemente quello che stava succedendo. “Ok, ritornerò fra un paio di ore. Vedi se riesci a far venire i genitori di Giacomo. La mamma è dalla zia e non ritornerà fino a domani.”
“Ok.” Dissi.

Dopo aver riagganciato Giacomo chiamò casa sua. Dopo aver parlato coi suoi genitori disse: “Mio padre sarà qui in un paio di ore.”
“Bene.” Dissi io. Giacomo al mio letto e ci si sdraiò. Io mi alzai, mi sdraiai su di lui e cominciammo. Velocemente ci spogliammo, lubrificai il suo culo ed il mio pene e poi lo spinsi dentro di lui. Spinsi velocemente e con forza; Giacomo si lamentava ed io lo baciai profondamente. Stavamo facendo sesso più rumorosamente di quanto non facessimo normalmente, penso che Giacomo cercasse di fare in modo che Alice sentisse. In breve Giacomo sparò un carico enorme tra i nostri corpi ed io esplosi dentro di lui.
Restammo sdraiati a letto coccolandoci e baciandoci. “Nick.” Disse Giacomo. “Ti amo.”
“Anch’io ti amo Giacomo” Guardai su alla sveglia e vidi che c’era ancora un’ora prima che mio padre arrivasse. Il mio stomaco brontolava. “Ho bisogno di un spuntino.” Dissi.
“Vuoi andare in cucina anche se c’è Alice?”
“Non possiamo avere paura di lei. Ed inoltre con lo show che abbiamo inscenato prima, e che sicuramente ha sentito, dubito che dobbiamo preoccuparci molto.”
“Ok.” Disse Giacomo.

Ci alzammo, ci vestimmo ed andammo in cucina. Presi delle patatine, un paio di Coca cola ed andammo in soggiorno a mangiarcele. Misi un braccio intorno a Giacomo, accesi la televisione e cominciai a fare zapping. Girai la testa di Giacomo verso di me e lo baciai. Alice entrò nella stanza.
“Voi due siete disgustosi.” Disse.
“Davvero?” Chiesi. “Ci vorrebbe una doccia. Vogliamo andare a farne una, Giacomo? Potrebbe essere divertente farla insieme.”
“L’abbiamo fatta insieme l’ultimo fine settimana, Nick. E sì è stato molto divertente fare una bella doccia bollente con te.”
E ci baciammo.
“Smettetela!” Disse Alice. “Ho dovuto uscire prima per non sentire il rumore che facevate.”
“Beh, non peggio di quel ragazzo che ti sei portato a casa all’una notte durante le vacanze pasquali un anno fa. Ti ricordi che mamma e papà erano fuori quella sera, avrei potuto chiamarli e raccontare tutto; ma non l’ho fatto e questa sera è stata la mia vendetta.”
Giacomo appoggiò la testa alla mia spalla. “Smettetela!” Gridò Alice.
“Di fare che cosa?” Io chiesi.
“Cosa! Di dare quello.”
“Si chiama coccolarsi, Alice. Le coppie lo fanno sempre. E non si dica che non posso coccolarmi col mio ragazzo.”

Alice se ne andò incazzata, Giacomo ed io guardammo una po’ la televisione e dopo poco arrivò mio padre. Il padre di Giacomo entrò subito dopo. Mio padre chiamò Alice: “Cosa è successo stasera?” Chiese.
Io spiegai quello che era successo cominciando da quello che era accaduto dopo l’allenamento di nuoto. Una volta che ebbi finito mio padre chiese: “Hai quella e-mail?”
Gliela diedi, mio padre la lesse e la passò poi a Roberto. “Alice, Renzo è il padre del bambino? La prova di paternità per Enrico è stata negativa.” Disse mio padre.
“Sì potrebbe esserlo.” Disse Alice.
“Contatterò i suoi genitori e dovrà fare una prova di paternità. Inoltre ho parlato col preside e lui ha detto che potrai finire l’anno con un insegnante privato. Stando così le cose da questo fine settimana andrai a stare con i nonni e starai con loro finché il bambino non nascerà.”
“Cosa!” Gridò Alice.
“Non provocherai più guai a Nick e Giacomo.” disse mio padre. “Ora finiamola! Venerdì preparerai i bagagli perché dopo la scuola partirai!”
“Loro sono ripugnanti!” Gridò Alice indicando Giacomo e me.
“Non ti permettere di dire queste cose di Giacomo e tuo fratello!” Gridò mio padre. “Tu farai come ho detto!”
Alice corse via. Mio padre si rivolse a Roberto: “Mi dispiace per quanto mia faglia ha fatto a Giacomo ed alla sua famiglia.
“È tutto a posto signor Vardi.” Disse Roberto. “Sta diventando tardi, sarà meglio che torni a casa. Vieni Giacomo.”
Giacomo ed io ci salutammo poi io andai nella mia stanza e mi preparai per andare a letto. Il giorno seguente tutta la scuola sapeva che Giacomo ed io eravamo una coppia.

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Mia Moglie, il capo

Giada,38 anni,bionda riccia occhi azzurri, corpicino ben fatto,formoso quanto basta. Fa la segretaria in uno studio d’analisi. Lei riceve i clienti, prende le prenotazioni, porta documenti ed incassi al capo. Mia moglie Giada e’ una donna affabile,molto solare,splendida con le persone. L’amo ed a letto ci intendiamo molto. Le piace leccar lo,e’ bravissima con la bocca. Io amo vederla a quattro zampe sopra il mio arnese. Purtroppo il cubetto e’ off limits. Lavora per Mario, il padrone Dottore farmacista di uno studio d’analisi di provincia. Uno stronzo di 55 anni, pidocchio rifatto, lampadato con la faccia da coglione presuntuoso. Tratti i suoi dipendenti come schiavi, arrogante e scortese qual’e’. Lei è’ molto servizievole, spesso per me troppo. Litighiamo per quanto non sa darsi rispettare e sotto sta alle continue richieste di lui. Fai questo,fai quello, sbrigati. Spesso dopo l’orario di lavoro. Certe volte, mentre ci stiamo per mettere a letto, eccitati un po’ per quello che vogliamo fare, io la provoco e le dico che con il capo non da tanto la sostenuta. Magari se le chiede di inginocchiarsi e prenderlo, lei ci starebbe pure. Lei sbuffa e mi prende a male parole. Io insisto, poi iniziamo a dare l’amore e mentre le sono dentro, da dietro con lei supina, le sussurro che vorrebbe il cazzo del capo in bocca. Lei non dice nulla, ancheggia, gode, si eccita e sussurra si sii lo voglio. Mi fa incazzare ma godo come un toro a pensarla intenta a sottomettersi con lo stronzo. Capita spesso, capita a letto o per provocarla. A lavoro poi, si veste sempre carina, ci tiene molto. Spesso gonnelline, camicette, collant e scarpine eleganti. Camice bianco per completare l’opera. Come ho già’ detto, io il suo cubetto non l’ho mai preso. Quando scopiamo supini, infilo il mio arnese da dietro, nella sua parata accogliente, bagnandoci completamente e subito. Calza a pennello e le piace mentre la prendo stringendole i seni. Le piace che le sussurro cose,meglio che è’ un po’ Troia e vuole il cazzo di un altro. Le piace e lo sento. Un giorno, dovevo andare a lavoro, il treno non passa ed allora decido di telefonare e restare a casa. Sono le 9 lei e’ a lavoro da 1 ora. Non le telefono, vado a trovarla per un saluto. Arrivo davanti lo il lavoratorio. C’è’ molta gente, la fila. Guardo dentro, al bancone c’è’ la collega,lei non c’è’. Forse e di la, forse allo studio del Dottore stronzo. Sto per telefonarle, poi noto che al solito posto dei cappotti di tutti i dipendenti,il suo di quella mattina non c’è’. Forse e’ andata a fare una commissione?. Decido di andare via,a pranzo ci saremmo visti a casa. Piove un po’, vado per prendere l’auto e con la coda dell’occhio in fondo alla strada, la intravedo camminare verso il palazzo dello studio del Dottore. Strano. Perché’ a quell’ora dal Dottore?. Sono geloso fradicio. E’ bastardo dentro quell’uomo ed eppure sento che ha un certo dominio sulla mia donna. Non so perché’, non so per quale scintilla, decido di seguirla e spiarla. Il palazzo in questione, e’ un edificio a 3 piani. Molti terrazzi ed una scala esterna. Lo studio del medico, e’ al terzo piano. Entrando dal portone, 3 rampe di scale e poi la porta principale. Non avrei potuto fare nulla una volta dentro lo studio. Ma ecco la sorpresa. Mia moglie, non entra nel portone, bensì fa il giro largo e scende verso la rampa dei garage. A dare cosa? Mi chiedo. La seguo, le sono a 30mt circa. La vedo scendere nei garage, attraversarli tutti e raggiungere i magazzini in fondo. Io appostato dietro una colonna, la vedo avvicinarsi, guardarsi intorno e poi bussare. Dopo pochi secondi la porta si apre. Con mio grande stupore, ecco il Dottore. Apre, compare e con una mano decisa le cinge la nuca, con l’altra il ventre e la stringe a se per baciarla. Un lungo ed intenso bacio in bocca, con lei sporta verso di lui, dondolante. Ora le agguanta e solleva una coscia a mano piena. Poi le palpa il culo. E’arrapato da morire. La stringe a se, la tocca con vigore e la desidera. Lei obbedisce in silenzio, subordinata ad ogni suo desiderio. Vieni! Vieni troietta le dice, vieni con me. Le prende una mano e la porta in un angolo dietro un muro alto del magazzino. Solo arrampicandomi su di un pa****tto potei osservare la scena. L’aveva poggiata con il ventre al muro, gettato a terra il camice e sollevato completamente la gonna. Lui inginocchiato le leccava i collant sopra il culo, cingendole forte i fianchi. Troia, ti rompo il culo adesso. Lei non fece un fiato, si sporse verso di lui, divarico’ meglio le gambe e languendo di piacere si fece calare i collant e perizoma a mezza gamba. Le tocco’ e poi affondo’ ben bene con le dita dentro la vulva. La fece bagnare e temere ben bene. Quando pronta, inizio’ a massaggiare e poi affondare una, due dita nel buchino di lei. Il culo no!. Cazzo a me no e con lui si?. Rosicavo ed ero pieno di rabbia. Cornuto ed eccitato come uno stronzo. Le ficco’ il gingillo con tutta l’indelicatezza che si possa pensare. Guardavo mia moglie farsi ingroppare come una vacca da quel bastardo porco. Troiaaa! Sei una troiaaa. Dillo che sei la mia troiaaa. E lei, con gli occhi chiusi,ansimante, sii sono una troia. Sfondami padrone,sfondami tutta. La inculo’ fino in fondo, alla fine le afferro’ i capelli e la tiro’ a se. Godiiii puttana!!!. Vennero insieme, nel culo di lei. Si avvinghiarono a terra a quattro zampe ansimando di piacere. La vidi godere come non mai. Scappai via. Scappai a masturbarmi. L’ebbi duro tutto il giorno. Tornata a casa volevo ucciderla. Insultarla. Invece lei, entro’ mi bacio’ e volle fare l’amore. Non dissi mai nulla. Fini’ così’. Era la schiava del suo padrone. L’amavo comunque

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Io e mia cugina :D (Martina)

Nel ultimo periodo iniziai ad avere una fissa per mia cugina Martina, lei spesso dormiva da alcuni parenti che abitano di fronte a me. Martina divenne una mia ossessione sessuale e mi segavo quasi tutti i giorni pensando a lei e spesso quando ero solo in casa spiavo dal occhiolino per vederla nel antrone del palazzo lavare a terra o uscire (indossa spesso leggins quindi è un belvedere piegata). Un giorno i miei dovevano uscire e mi sarebbero lasciati con Martina (siccome uscivano anche i suoi parenti per delle questioni personali) sapendolo dal giorno prima già ero eccitato. Si fece la mattinata dopo e i miei uscirono dicendomi che sarebbe entrata Martina a lì a pochi minuti e io dissi <<Ok io però resto nel letto>> e loro andarono via. Così mi abbassai pantaloni e mutande e sotto le coperte ero praticamente col pene al aria toccandomi pensando a mia cugina Martina, sentì la porta aprire ed era lei che stava venendo così continuai a restare nudo sotto le coperte lei venne in stanza e feci finta di dormire così uscì dalla stanza e girovagava per la casa e io la guardavo sott’occhio segandomi. Andò in bagno e io la spiai però appena stava per uscire ricorsi nel letto. Allora decisi di andare in cucina dove si trovava lei però andai senza pantaloni nè mutande quindi col pene fuori appena la vidi feci finta di non sapere che ci fosse e dissi
<< Scusa non sapevo che stavi tu>> e lei <<Immagino>> e le dissi <<Bhe sai approfittando che stavo solo in casa volevo dare sfogo al mio cazzo>> lei <<Tranquillo so benissimo che in quest’età succede ciò e a volte anche io ne approfitto>> dicendo ciò si avvicinò e me lo toccò dicendo <<Ah però, bello duro>> io dissi <<Se vuoi fai pure>> e la abbassai ad altezza cazzo accostandogli la testa alla cappella e così iniziò a succhiarlo però dopo 5 secondi se lo tolse da bocca e io la stesi sul letto baciandola e iniziandola a spogliare, lei mi respinse e disse <<Ma non possiamo siamo cugini>> e io le risposi <<E chi lo dice che non possiamo? Scusa se vogliamo facciamolo e ci divertiamo e poi in famiglia è meglio ancora>> così lei esitò 3 secondi e mi tirò a lei rimettendosi sotto di me sul letto. Mentro la baciavo la spogliavo e sentivo il cazzo che voleva tutto il suo sfogo una volta nudi lei subito aprì le gambe e al momento che glielo appoggiai dentro sentivo già quasi di venire, mentre glielo infilavo godevo da matti sentendo i suoi urletti di godimento dopo un pò disse lei <<è l’ora del culetto>> e si mise a pecorina ma, vedendola in quella posizione e pensando che era sempre stata il mio sogno erotico, due botte e mi senti che stava per uscire un fiume di sperma così la avvisai e subito si mise in ginocchio con la lingua di fuori pronta ad accogliere tutto quel sperma sul suo faccino e in bocca. Dopo averla indondata di sborra restammo un pò stesi sul letto a baciarci dopodichè andammo a fare il bagno insieme dove mi regalò un’altra pugnetta oltre agli appassionati baci con la lingua. C’è da dire che quella fu la mia prima volta e lo stesso per lei. Poi racconterò il proseguo

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Io e mia zia :)

Questa è una vera storia riguardante me è la mia prima volta in assoluto con una donna ossia mia zia. (ogni tanto la chiamerò S.)

Il tutto comincia il venerdì del 31 ottobre del 2005 e io appena quindicenne stavo di prepotenza entrando nel mondo del sesso, iniziai a vedere ogni donna intorno a me non più come un donna ma come un qualcosa con due tette un culo e una figa da scopare e ovviamente questo era dovuto agli ormoni che ormai impazzavano in me. Inutile dire che mi sfondavo di seghe ogni giorno pensando alle mie compagne di classe più porche o spinte delle loro coetanee. Alla fine della terza media una mia compagna di colore addirittura si convinse a farmi una sega nel bagno della scuola ma questa è un altra storia. Ora veniamo a noi:

Quel giorno corrisponde al compleanno di mio cugino che all’ epoca compiva 4 anni e ovviamente mia zia fece una festa di compleanno alla quale venimmo invitati. Avevo da poco iniziato le superiori e le mie compagne di classe avevano già s**tenato una gran voglia in me in quel periodo. Quando arrivammo alla festa e vidi mia zia rimasi esterefatto, era da tanto che non la vedevo ma non me la ricordavo così, saranno stati gli ormoni ma guardandola con quel vestito attillato che lasciava intuire tutte le sue forme mi divenne duro duro (come la coda di un canguro). Lei è una donna sulla trentina non molto alta (1,65) magra, con una terza di seno piccolina e un sedere enorme e ben definito davvero perfetto, ma sproporzionato rispetto al suo corpo. Iniziai quindi ad avere pensieri strani nei confronti di mia zia e avendo letto numerosi racconti erotici i****tuosi tra nipote e zia mi eccitai in maniera evidente e così decisi di andare nel bagno per calmare i bollenti spiriti facendomi una gloriosa sega pensando a quel suo morbido e sodo sedere o a quella figa stretta e depilata tutta bagnata, insomma inutile dire che venni ovunque in quel bagno. Tornai quindi nella sala dove mia zia mi si avvicinò facendomi le solite domande da zia ossia mi chiese come andava la scuola con gli amici e con le ragazze. Io come al solito dicevo che andava tutto bene e le feci i complimenti per il suo incantevole abito, lei arrossi accennando una piccola risata e mi ringraziò. A quel punto si diresse dagli altri ospiti girandosi e offrendomi la bellezza del suo sedere. Andai quindi da mio zio e dato che lui è un giocherellone e io non avevo coetanei in quella festa decidemmo di giocare un po a biliardino. A me mio zio piaceva come carattere e per me era davvero un amico, e mi dispiaceva avere fantasie su sua moglie nonchè mia zia così decisi di riprendere il controllo del mio corpo e mi calmai. Appena rientrammo e vidi quella donna però mi ritornò duro e così iniziai a capire che avevo seriamente un debole per mia zia ed ero sicuro che non mi sarei fermato a farmi delle seghe pensandola.

Iniziai così a immaginare come potevo iniziare un approccio con lei di questo genere e mi riportai alla memoria i vari racconti letti, alcuni usavano la tecnica del “fissare” e vedere se c’è una reazione dal lato opposto, oppure alcuni palpavano pian piano le gambe della zietta salendo sempre più su e vedendo se c’è una reazione. La maggior parte comunque ci aveva provato a casa mentre non c’era nessuno o quasi di sicuro non ad una festa e così pensai che era meglio provarci in un altra situazione magari quad’eravamo un po’ più soli soletti. Quindi durante il compleanno mentre tutti i piccoletti correvano a destra e manca io mi accontentai di stare vicino a mia zia aiutandola nelle faccende e accompagnandola ovunque ero sempre al suo fianco approfittando anche di qualche “strisciata” sedere-pene involontaria quando ci incrociavamo in un passaggio stretto. Ogni volta mi diventava duro e cercavo di non nasconderlo a lei, anzi cercavo di metterlo il più in mostra possibile (sempre e solo a lei ovviamente). Mia zia evidentemente si accorse della mia eccessiva gentilezza, dei miei sguardi sfuggenti sulle sue parti intime e del mio bozzo sul davanti, ma non disse nulla, anzi mi sorrideva come se fosse lusingata da questi miei strani tipi di “complimenti”.

Ad un certo punto ci sedemmo per mangiare ed io ovviamente mi sedetti vicino a lei, durante la cena mi feci coraggio e sotto il tavolo le misi una mano sulla sua gamba, S. non fece nulla come se non fosse successo nulla, allora preso dall adrenalina e dall eccitazione inizio pian piano a risalire con la mano nel suo interno coscia fino ad un mm dalla sua gina. Noto che si morde il labbro e così giungo a destinazione iniziando a massaggiarle il clitoride, dopo una trentina di sec mi toglie la mano guardandomi e dice a voce normale rivolgendosi verso di me:

“D. devo andare a prendere una cosa che ho lasciato su a casa, mi accompagneresti?” e io le risposi
“Certamente, ti accompagno”

Uscimmo quindi dal salone e prendemmo l’ascensore, c’era un silenzio tombale e lì la convinzione che volesse fare del sesso cadde con la preoccupazione che invece voleva solo rimproverarmi in privato.

Arrivati in casa però le cose per fortuna presero una piega diversa

“D. mi hai fatta bagnare tutta, mannaggia tua possibile che ti è venuta tutta oggi la voglia, ora devo cambiarmi tutta”

“Scusami zia e che proprio non so cosa mia sia preso, insomma stasera eri vestita in maniera provocante per un adolescente con gli ormoni impazziti”

“Vabbè dai ti perdono ora però meno chiacchere, vado a cambiarmi”

Finita la frase, si gira dandomi le spalle, si toglie il vestito rimanendo in intimo e sculettando in punta di piedi va nella sua camera. Ero piccolo per capire i messaggi subliminali ma pur non avendo capito per bene mi feci coraggio e mi avvicinai alla porta della camera da letto, la aprii e me la trovai nuda davanti a me. Non feci in tempo manco ad aprir bocca che lei mi venne addosso baciandomi e chiudendo la porta, la buttai sul letto dove continuandoci a baciare lei inizio a spogliarmi.

Mi stacco da quelle labbra carnose per slacciarmi i jeans e lei inizia subito col prendermelo in mano, poi se lo mette in bocca ed io le spingevo la testa più in profondità possibile, quasi si affogava con il mio pene, c’era saliva e umori ovunque ma questo non faceva altro che eccitarci di più, primo round finito dopo 5 min con venuta sulle sue tette e leccata da parte sua. Subito inizio il secondo tra baci passionali molto hard su ogni centimetro del nostro corpo, allora inizio leccandole la figa che era completamente depilata, fradicia e scoprirò anche stretta, lei allora mi fa:

“D. ti prego mettimelo nel culo, sono ancora vergine li, stasera voglio trasgredire in tutto con te”

“Sei una vera troia lo sai?”

“Oohh sii sono la tua troiettaa”

Allora tra i suoi gemiti di piacere iniziano a mischiarsi quelli di dolore ma una volta dentro godiamo più di prima

“D. riempimi ti prego riempimi tutta aaah aahhh”

“Piccola puttana tra un po te lo faccio arrivare in gola il mio nettare, aaah aaaaah sborrooooo”

“Ooooohh siiii riempimi tuttaa sono tuaaaa”

Fu così che le sborrai nel culo, ma non era finita lì mancava il triangolo magico quello dove tutti dicono ruoti il mondo, nel terzo round quindi iniziai a “chiavarla” con foga, i movimenti erano il più veloci e violenti possibili, volevo davvero penetrarla a sangue tanto da non farla camminare come prima e lei nel frattempo gemeva come nei migliori porno, le tirai i capelli per farla soffrire ancora di più e raggiungemmo quasi all’ unisono l’orgasmo, solo che il mio lo dovetti trattenere per versarlo nella sua bocca e lei come le migliori puttane ingoio con quella faccia mista tra godimento e felicità. Continuammo a baciarci e a toccarci nella doccia dove venni dopo una sega veloce per la mia quarta volta di fila nell’ arco di 20 min. Ci rivestimmo e prima di uscire di casa ci concedemmo un ultimo bacio.

Una volta fuori fu tutto come prima ma lei prima di rientrare mi disse

“D. stasera sono stata la tua puttana e vorrei esserla ancora nel futuro, quando hai bisogno di svuotarti chiamami e cercherò di essere disponibile per una bella scopata come questa, ah e ricorda ora io e te siamo amanti non dimenticartelo, potrò essere tua solo lontano da occhi indiscreti quindi fa attenzione, voglio che duri tanto questa nostra relazione sessuale, che dici sei d’accordo?”

“Zia, tu stasera mi hai fatto toccare il cielo con un dito, non pensavo lo volessi anche tu e anch’io voglio fare di tutto per scoparti il più possibile, ti amo S”

“Ti amo anch’io D.”

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 8)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 8)
Mi misi addosso un asciugamano e uscii dalla doccia. Nella stanza c’era un letto molto grande, mi ci buttai sopra e cercai di rilassarmi un po’.
Qualche minuto dopo usci’ anche lui e mi venne vicino. Si sdraio’ sul letto e rimase in silenzio.
Mi addormentai un po’ non so per quanto, ma mi sveglio’ la sua lingua.
La sentivo slinguettare tra le mie cosce, proprio li’ sul buchetto del culo, andava su e giu’ tra le cosce e poi di tanto in tanto si infilava nel mio buchetto.
Mi era venuto il cazzo duro e lui se ne accorse, passo’ una mano sotto le mie cosce e me lo prese in mano.
– Girati – disse – voglio farti un pompino.
Mi girai e lui si getto’ avidamente sul mio cazzo prendendolo tutto in bocca. Sentii la sua lingua girarmi intorno alla cappella mentre le sue labbra scappellavano il mio cazzo.
Comincio’ ad agitare la testa su e giu’ sopra il mio cazzo che diventava senpre piu’ duro e turgido.
Sentivo le palle riempirsi di sborra, avrei eiaculato da un momento all’altro. Se ne accorse anche lui-
– Sborrami in bocca – disse – voglio bere il tuo nettare, e poi cosi’ dopo potro’ starti di piu’ nel culo –
Non fece in tempo a finire, un fiotto di sborra calda gli inondo’ la bocca mentre un rivolo usciva dal lato sinistro delle sue labbra. Lo ingoio’ tutto, mentre un altro fiotto si sostituiva al primo e poi ancora un altro e un altro ancora. Stavo sborrando come non mai.
Mi puli’ bene il pisello e ingoio’ tutto.
In quel momento la porta si apri’ ed entro un uomo. Avra’ avuto una sessantina di anni.
Era un bell’uomo, aitante, robusto con i capelli scurissimi.
– Ecco la tua sorpresa – disse – Sai chi e’ lui? – aggiunse
– No non lo so, dovrei? – risposi
– Lui e’ il Francesco il nonno di Giorgio, mio padre, quello che per primo mi ha inculato quando avevo 12 anni, voleva conoscerti. –
– Piacere – dissi io
– Papa’ spogliati – disse – che incominciamo –
Mi tolse l’asciugamano e mi disse di mettermi a pecorina. Mi venne dietro e sentii il suo cazzo muoversi tra le mie gambe. Poi Francesco comincio’ a spogliarsi. Si tolse la camicia, i pantaloni e rimase in mutande.
Gia’ intravedevo un bel bozzo tra le sue gambe. Mi venne davanti e disse – Toglimi le mutande Claudio –
Alzai le mani e afferrai gli slip ai lati, li tirai giu’ e davanti ai mie occhi apparve un cazzo enorme anche se ancora moscio, con sotto due palle grandissime.
– Prendilo in bocca, dai, fammi un bel pompino – disse
Afferrai il cazzo con la mano destra e lo portai di fronte alla mia bocca, Lo scappellai e aprii la bocca.
Quella enorme cappella scomparve nell mia bocca, la mia lingua comincio’ a leccarla mentre la sentivo crescere e irrigidirsi.
In breve tempo divento’ dura e quasi il doppio. Mi entrava a malapena in bocca. Presi il cazzo con due mani e cominciai a muovere la testa avanti e indietro. Aprii gli occhi per guardarlo.
Era nudo davanti a me. Aveva un bellissimo corpo, da sportivo, due grandi spalle, dei piccoli fianchi e un fisico asciutto. Sicuramente da giovane aveva fatto molto sport. Era proprio un bell’uomo.
Aveva gli occhi chiusi e lo sentivo gemere. Mi afferro’ la testa con le mani e inizio’ a spingerla con forza avanti e indietro.
Intanto Il papa’ di Giorgio aveva puntato la cappella sul buco del culo e spingeva. Lo sentii penetrarmi da dietro. La cappella scivolo’ dentro il mio sfintere ormai abituato a prendere cazzi, e inizio’ a incularmi con un ritmo preciso.
Sembrava quasi che si fossero’ messi d’accordo, quando un cazzo mi entrava nel culo, l’altro mi usciva dalla bocca e così via. Mentro mi inculava mi prese il cazzo e comincio’ a masturbarmi.
Il cazzo del nonno di Giorgio era diventato enorme e entrava a fatica nella mia bocca.
– Ecco vengo Claudio…….sborro – lo sentii dire
Un potente schizzo di sperma mi centro’ le tonsille, facendomi tossire. Non feci in tempo un altro fiotto mi riempi’ la bocca, non riuscivo a respirare, afferrai il cazzo con le mani e lo feci scivolare dalla mia bocca proprio mentre un altro fitto di sborra usciva prepotente e si andava a schiantare sul mio occhio destro e sul naso. Nello stesso momento sentii il cazzo del papa’ di Giorgio che sborrando mi riempiva il culo mentre un altro fiotto dell’altro colpiva il mio occhio sinistro e i capelli.
Sentii il cazzo uscirmi dal culo con un rumore simile ad una scoreggia, ero esausto, mi buttai sul letto a pancia in su, mentre il nonno continuava a sborrarmi addosso, sul petto e sulla pancia, poi mi venne piu’ vicino e mi disse di aprire la bocca.
– Succhiami il cazzo, puliscilo per bene – Mi spinse il cazzo in bocca e io lo leccai avidamente mentre piccoli schizzi di sperma continuavano ad uscire. Lo leccai tutto mentre il papa’ di Giorgio che nel frattempo si era avvicinato a me continuava a sborrarmi addosso, accasciandosi poi accanto a me, seguito dal nonno.
Rimanemmo cosi’ per un po’, poi mi addormentai.
(continua)

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Mia moglie Laura al Club Privé.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Io e mia moglie Laura abbiamo sempre avuto una perfetta sintonia sotto l’aspetto sessuale, una sera durante una scopata proposi a Laura di andare in un Club Privé, la risposta fu positiva, avevo già scopato Laura con altri uomini ma solo in casa tra le nostre quattro mura, questa per noi sarebbe stata una nuova esperienza. La sera successiva mangiammo qualcosa a casa poi ci preparammo, io mi vestii in modo elegante Laura in maniera molto sexy, in macchina eravamo silenziosi, chiaramente eravamo emozionati mentre ci dirigevamo al Club Privé. Una volta arrivati entrammo, dietro una porta a vetri una scala a scendere ci condusse all’ingresso, un distinto uomo sulla cinquantina ci salutò gentilmente, si preoccupò dei nostri soprabiti e ci chiese di compilare la tessera del club, pagammo e ci consegnò 4 preservativi augurandoci buon divertimento. Ero tesissimo e credo che Laura lo fosse molto più di me, la sala pareva vuota, in realtà notammo alcune coppie che chiacchieravano nel buio dei separé, andammo verso il bar e ordinammo ad una barista due gin tonic, ci sedemmo agli alti sgabelli, quattro chiacchiere, molta tensione, intanto la sala lentamente andava riempiendosi anche di alcuni uomini soli. Partì una musica da discoteca, le luci della pista cominciarono il classico lampeggìo da disco, proposi a Laura di andare a ballare sola io l’avrei guardata da un separé, mi sembrò titubante, ordinammo altri due drink, Laura diede un lungo sorso al gin tonic mi guardò con un sorriso malizioso e se ne andò in pista. Cominciò a ballare da sola, lentamente, in maniera molto seducente, vedevo che cominciava a prendere confidenza con la situazione, le sue lunghe gambe valorizzate dagli alti tacchi e la minigonna facevano effetto, i suoi capelli biondi ondeggiava ritmicamente mentre il generoso seno si muoveva liberamente sotto la camicetta scollata. Ero eccitatissimo, era bellissima, bastarono pochi minuti e due uomini le si avvicinarono ballando anche loro con lei, cominciò uno scambio di occhiate, di sorrisi, le furono sempre più vicini, fino a quando il più intraprendente dei due le mise una mano sui fianchi la fece girare e la baciò in bocca. Laura era fantastica fra le braccia di quello sconosciuto che aveva preso a toccarla in mezzo alla pista, le sbottonò la camicetta e le sue tette uscirono turgide incontro alle mani dell’uomo, anche il secondo prese coraggio a sua volta la baciò stringendole il seno. Laura prese la mani dei due, a seno scoperto li condusse al mio separé, non ci furono presentazioni, io rimasi leggermente staccato da loro mentre Laura si sedette al centro e aprì la patta dei pantaloni dei due che erano in piedi davanti a lei. Gli tirò fuori i duri cazzi che prese in mano, a turno cominciò a sbocchinarli succhiando avidamente, ogni tanto mi guardava sorridendo mentre spompinava, gli uomini le palpavano con furore le mammelle, sborrarono quasi insieme in maniera incontrollata bagnandole il viso la bocca e le tette, Laura succhiò fino all’ultima goccia e mentre si asciugava il volto e il seno con dei fazzolettini venne verso di me. Mi baciò con ardore, il suo seno si schiacciava su di me, sapeva di sperma e la cosa mi piacque moltissimo, mi tirò fuori il cazzo e cominciò a sbocchinarmi, stavo godendo di lei come non mi era mai capitato, mentre impazzivo di piacere vidi un ragazzo dietro di lei che si stava togliendo i pantaloni, tirò fuori un cazzo duro e potente, si mise il preservativo e senza che lei lo vedesse in volto la penetrò da dietro. Sentìì la bocca di Laura stringersi sul mio cazzo, mugolava di piacere sotto i colpi del cazzo dell’uomo, bastarono pochi minuti e la sentii venire mentre mi sussurrava che stava godendo come una troia, mi bastò sentirle dire quello che le sborrai in gola tutto lo sperma che avevo in corpo, il ragazzo tirò fuori il cazzo dalla figa di Laura si tolse il preservativo e le sborrò sulla schiena. Passarono alcuni minuti, Laura si rimise in sesto alla meno peggio e se ne andò in bagno a pulirsi, dopo qualche istante feci lo stesso anch’io, mentre mi lavavo e rinfrescavo il volto senti il rumore di una porta che battevam, era il suono che si provoca facendosi una scopata appoggiati a una porta semichiusa. Non resistetti ed entrai nel bagno delle donne, Laura a pecora era sbattuta come l’ultima delle mignotte dal padrone del locale, quello che sorridente e con modi gentili ci fece entrare, mi guardò stremata e godente fino a quando si girò per ingoiare lo sperma, finimmo la serata al bar sorseggiando il drink offertoci dal proprietario sfiniti e felici.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Finale)

Mi scossero per svegliarmi. Aprii gli occhi ed il mio Giacomo mi stava scuotendo.
“Cosa c’è?” Chiesi.
“È il giorno del diploma, i tuoi genitori hanno detto di scendere per la colazione. Poi ti devi preparare.”
Mi lamentai. ” Va bene.”
Giacomo stava passando il week end con me. I suoi genitori avevano accettato di permettergli di andare a scuola con noi per la cerimonia del diploma. Scivolai in un paio di mutande e pantaloni del pigiama. La cerimonia era programmata per l’inizio di pomeriggio e la festa che i miei genitori avevano progettato per me sarebbe stata subito dopo la cerimonia.
Andai in cucina e mia madre mi servì la colazione, subito dopo lo fece con Giacomo e mio padre.
“Quando avete finito uno va a fare la doccia e poi quando a finifo, va l’altro.”
“Possiamo farla insieme.” Dissi senza pensare.
“Nick! ” detto mia madre.
“Scherzavo”
I miei genitori ci guardarono e Giacomo arrossì. “Giacomo può farla per primo.”
“Bene.” Disse mio padre. “Nick, capisco che voi due probabilmente avete già fatto la doccia insieme, ma penso che sia imbarazzante per il tuo amico, non è una cosa saggia da fare.”
“Mi spiacente.” Dissi io.
“NessunÈ bene il Sig. WIllis.” Disse Giacomo.

Finita la colazione andammo in camera mia. Giacomo prese un asciugamano ed andò in bagno. Io cominciai a cercare i miei vestiti. Preparai camicia, cravatta e pantaloni, berretto e giacca. Sentii qualcuno entrare dalla posta d’ingresso, uscii dalla mia camera e sentii le voci dei nonni. Ritornai in camera e chiusi la porta. Sarei stato felice di vedere i miei nonni, ma questo voleva dire che c’era anche Alice ed io non avevo nessun interesse a vedere mia sorella per il momento.
Giacomo ritornò in con un asciugamano avvolto intorno alla vita. Tirò via l’asciugamano e si ise un paio di mutande. “Non uscire ancora.” Dissi io. “Ci sono i miei nonni e vuol dire che Alice è qui.”
“Posso chiudere la porta a chiave?”
“Buon idea.” Dissi dato che avevo una porta per il bagno nella mia stanza. Giacomo chiuse la porta a chiave come io prendevo un asciugamano e cominciai a togliermi i vestiti e li gettavo nella cesta. Diedi un bacio a Giacomo, andai in bagno e feci la mia doccia. Quando rientrai nella mia camera Giacomo era completamente vestito.
Rapidamente mi vestii e fui pronto per andare. “Pronto? ” Chiesi a Giacomo.
“Ok, facciamolo.”

Giacomo ed io uscimmo ed andammo a salutare i nonni. “Allora, pronto per l’università?” Disse mio nonno salutandomi con un abbraccio.
“Oh Nicola.” disse mia nonna. “Siamo così orgogliosi di te.” E mi tirò in un abbraccio.
“Allora è questo l’amico?” Chiese mia nonna.
“Sì.” Dissi io. “Nonna, nonno questo è Giacomo.”
“Felice di conoscerti, Giacomo.” Disse mio nonno stringendogli la mano.
“Chiamaci Barbara e Paolo.” disse mia nonna.
Vidi Alice in un angolo della stanza. Sembrava oppressa da un peso, forse la gravidanza cominciava a mostrarsi. Aveva anche un’espressione strana sul viso mentre guardava Giacomo e me, uno sguardo che diceva che se avesse potuto ci avrebbe uccisi.

Era venuto il momento di andare a scuola, portammo i bagagli dei nonni nella camera degli ospiti, e poi andammo a scuola. Finalmente ottenemmo i nostri diplomi, posammo per le foto con le nostre famiglie ed amici. Poi ritornammo a casa e la festa cominciò.
I miei genitori avevano invitato famigliari ed amici miei e di Giacomo. Renzo era con Tammy ed alla fine noi quattro finimmo per giocare in piscina. Con mio grande piacere sembrava che Giacomo avesse finalmente cominciato a portare gli speedos. Eravamo seduti e stavamo chiacchierando quando qualcuno disse. “Cosa fanno qui loro?”
Alzai lo sguardo e vidi Alice, capii cosa voleva dire con “loro”, si riferiva a Renzo e Tammy. “Alice.” Dissi. “Questa è la mia festa e loro sono i miei amici, loro sono qui perché loro sono stati invitati.”
“Tu e Renzo non eravate amici.”
“Ora lo siamo, qualcosa che non va?”
“Questa sarebbe stata anchela mia festa se non fosse stato per quel tuo disgustoso amico.” Disse Alice disse guardando Giacomo con disgusto.
“No, Alice.” Disse Tammy. “Sarebbe stata anche la tua festa se tu non fossi andata a letto con metà della città. E sarebbe meglio non sentirti dire niente di cattivo su Renzo, Nick o Giacomo.
“Sì.” Dissi io. “E nel mio amico non c’è niente disgustoso.” Mentre lo dicevo misi un braccio intorno a Giacomo.
Alice sbuffò e se ne andò. “E’ una vera stronza!” Disse Tammy. “Nick come hai fatto a vivere nella stessa casa?”
“Non è stato facile, credimi.”

Venne l’ora di mangiare, mio padre aveva cotto delle costolette sulla griglia e noi ci sedemmo a mangiarle. I miei parenti mi diedero ricche mance e dopo un po’ gli ospiti cominciarono ad andarsene, Renzo e Tammy salutarono, i miei genitori non permisero che Giacomo ed io li aiutassimo a pulire così andammo in soggiorno e cominciammo a guardare della la televisione. Avevo un braccio intorno alle spalle di Giacomo ed i miei nonni si unirono a noi.
“Perché non se ne va?” Vidi Alice sulla porta del soggiorno.
“Se stai parlando di Giacomo, lui passerà la notte qui.”
“Non lo può fare!”
“Alice.” Disse il nonno. “Io non ho problemi se Giacomo resta se per i suoi genitori va bene.”
“E dove dormirà?”
“Dove pensi? Con me chiaramente.” Dissi io.
“Sapete quello che fanno a letto? ” Alice chiese ai miei nonni.
“Alice è probabile che noi siamo vecchi, ma non siamo vecchi barbogi.” Disse mia nonna. “Nick e Giacomo sono sicuramente sessualmente attivi. Ed inoltre quello che loro fanno a letto non sono affari nostri.i”
“Sì.” Dissi io. “Quindi taci e vattene.”
“Io non dormirò in una casa con due checche! ” Gridò Alice.
“Allora dormi fuori.” Dissi io.
Mia nonna si alzò, si avvicinò ad Alice, alzò una mano e la schiaffeggiò. “Non voglio mai più sentire quella parola! Lui è tuo fratello, è una vergogna che tu parli così, non hai un grammo di decenza.”
Alice uscì dalla stanza impettita.
“Non dovevi farlo nonna.” Dissi.
“Nick, non posso sentire quelle parole, specialmente se dirette ad uno dei miei figli o dei miei nipoti.”

Dopo un po’ Giacomo ed io salimmo in camera mia, ci spogliammo ed in breve Giacomo fu sulla schiena con le sue gambe sulle mie spalle ed il mio cazzo dentro di lui. Sparai un carico di sbvorra dentro di lui poi lo succhiai e bevvi il suo sperma.

Sono passati tredici anni, tredici anni in cui Giacomo ed io siamo rimasti insieme ed ancora lo siamo. Abbiamo avuto i nostri problemi nel corso di questi anni trascorsi insieme. Non potrei immaginare la mia vita senza che ci sia dentro Giacomo. Giacomo è diventato un medico, io continuai a nuotare con successo ma poi alla fine decisi di fare l’insegnante. Nuoto ancora per divertimento e sono allenatore di una squadra di nuoto.

Giacomo ed io torniamo a casa dei nostri ogni tanto ma non abbiamo più visto Alice dalla festa di diploma e la cosa non ci dispiace. I miei genitori mi hanno detto che ha avuto il bambino e se ne era preso cura il padre e la sua famiglia. Alice aveva pochi contatti col piccolo. Aveva ripreso ad andare a scuola ma era stata espulsa per il suo comportamento, ha avuto altri cinque figli, vive a senza fissa dimora ed entra ed esce di prigione.

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In vacanza con mia moglie Monica 05

…Verso sera i padroni di casa ci dissero che ci avevano prenotato un tavolo ad un ristorante e che loro avrebbero cenato senza di noi ad un importante incontro di lavoro. “E’ il miglior ristorante della zona, tutto offerto da noi. Desideriamo che passiate un po’ di tempo da soli in intimità e che decidiate con tutta calma”, ci disse Gianni. “Se sarete disponibili per il post-serata che intendiamo organizzare, non dovete fare altro che leggere le istruzioni contenute in questa busta. Potete aprirla quando sarete a cena per parlarne tra di voi”, aggiunse il nostro amico Paolo. Monica infilò la busta sigillata con della ceralacca nella sua borsetta e Salvatore ci accompagnò al ristorante a bordo di una Jaguar. Faceva molto caldo. Mia moglie indossò una maglietta con molto colorata e molto scollata e dei ridotti calzoncini bianchi. Niente reggiseno e perizoma rosso. Si truccò leggermente ed ai piedi mise i suoi altissimi sandali rossi con tacco a spillo. Salvatore ci aspettava con la portiera della macchina aperta e non perse occasione di complimentarsi con mia moglie per il pomeriggio. Notai che accennò una leggera carezza ad una gamba prima di farla accomodare sul sedile posteriore. Sembrava leggermente deluso per il fatto che mia moglie non avesse molto altro da mostrare oltre alle sue splendide gambe abbronzate. La crema doposole che si era spalmata le conferiva una lucentezza davvero eccitante. Fummo accolti dal proprietario del ristorante che ci fece accomodare in una saletta a noi riservata. Due camerieri ci servirono pietanze deliziose. Fu una cena molto tranquilla, ma il pensiero andava sempre a quella busta. Prima del dolce decidemmo di aprirla. Il testo era pressoché il seguente:
“Carissimi Monica e Diego, siamo ad una cena di lavoro con due dirigenti di un importante gruppo imprenditoriale tedesco. Al termine di questo incontro ci piacerebbe proseguire la serata nella nostra villa tutti insieme potendo disporre di Monica come meglio vogliamo, per il nostro, e crediamo anche vostro, piacere sessuale. Tua moglie, Diego, dovrà essere la puttana di quattro maschi che la useranno per tutta la notte per esaudire le loro fantasie più perverse. Puoi decidere di essere presente, ma in tal caso dovrai anche tu ubbidire ai nostri ordini. Altrimenti Salvatore ti potrà accompagnare in un locale che sarà sicuramente di tuo gradimento. Invece Monica comincerà a prendere ordini lì al ristorante direttamente da Aldo (il proprietario) che avete già conosciuto. In qualsiasi momento della cena, in base alla vostra decisione, potete chiedere di essere riportati alla villa per passare una tranquilla serata oppure chiedere il conto ad Aldo, lui capirà, per incominciare la vostra serata trasgressiva. Augurandovi una buona cena, Gianni e Paolo”.
Restammo per un po’ senza parlare rileggendo la lettera alcune volte. Gli occhi di Monica sembravano già carichi di voglia. Le chiesi che cosa ne pensasse. “Se siamo arrivati fino a qui, non è di certo per andare a letto alle 10 di sera. Mi sono bagnata solo leggendo la parte in cui dovrei essere la puttana di quattro uomini perversi. Voglio giocare con loro, però mi piacerebbe che potessi essere lì a vedermi anche se potrai solo ubbidire senza partecipare.” Avevo subito intuito che mia moglie avrebbe accettato. Durante tutta la vacanza aveva provato piacere nel vestire i panni della zoccola umiliata e sottomessa. Quella serata sarebbe stata per lei l’occasione di provare delle sensazione forse irripetibili. Per quanto mi riguarda, invece, avrei preferito non dover sottostare a nessuno dei loro ordini, però la curiosità e il desiderio di vedere ancora mia moglie usata in tutti i suoi buchi erano troppo grandi. Inoltre sarei stato presente nel caso cui la serata avesse raggiunto dei livelli troppo eccessivi. Così decisi che anche io sarei tornato alla villa.
Aldo, il proprietario, era anche lui cinquantenne, ma contrariamente a Paolo e Gianni non poteva certo definirsi proprio un bell’uomo. Alto circa 1.90 cm, aveva un girovita troppo eccessivo e pochi capelli. Ogni qual volta ci raggiungeva al nostro tavolo non perdeva mai occasione di versare del buon vino rosso nel bicchiere di mia moglie sbirciando nella sua generosa scollatura. Monica doveva piacergli molto. Però non poteva sapere che mia moglie è un ottima bevitrice. Se davvero pensava di farle accettare le condizioni della lettera facendole perdere le inibizioni con l’alcool si sbagliava di grosso. Mia moglie si comporta da puttana perché le piace fare la puttana, non certo perché è ubriaca. Se l’avesse saputo avrebbe risparmiato molto molto vino….
Comunque dopo la lettura della lettera capimmo perché Aldo si presentava continuamente al nostro tavolo. Sicuramente non vedeva l’ora che gli venisse richiesto il conto. Il fatto che anche Aldo sapesse del gioco che avevamo in atto con i nostri amici aumentò la nostra eccitazione. Monica si avvicinò a me, vicino alle mie labbra e mi disse sottovoce: “amore, voglio incominciare, ho il perizoma completamente bagnato. Lo sai come sono quando sono eccitata. Tutta questa situazione mi sta facendo perdere il controllo.” E mi baciò in bocca. “Se anche tu ti senti pronto puoi chiamare Aldo per chiedergli il conto”. Non aspettammo molto. Probabilmente Aldo ci aveva visto intenti alla lettura e si presentò da noi chiedendo se avessimo gradito un dessert. “ Va bene così, vorremmo il conto per favore”, gli dissi.
“Ma come, senza prendere il dessert o un caffè? Abbiamo dei buonissimi dolci fatti in casa. Aspettate almeno che vi faccia portare il carrello con tutti i dolci da uno dei miei camerieri”, mi rispose. Un leggero sorriso si stampò sul suo viso incrociando lo sguardo di Monica. Ora era lui a condurre il gioco. Lo sapeva e si sarebbe sicuramente divertito un po’ con mia moglie prima di farci lasciare il ristorante. Il cameriere arrivò col carrello. Monica si fece servire una panna cotta al cioccolato, mentre io ordinai una torta della casa.
“Bravi, avete fatto un’ottima scelta”. Aldo era già di ritorno con uno zainetto nero in mano. “Ora se mi volete scusare, devo solo eseguire quello che mi hanno chiesto i nostri amici comuni Paolo e Gianni”. Un cameriere arrivò con un separè a chiudere l’ingresso della nostra saletta. Eravamo rimasti noi tre soli. Senza la luce della stanza adiacente, la luce della saletta divenne più tenue. “Prima che incominciate il dessert…..Monica, hai deciso di essere usata come puttana…devi spogliarti nuda lasciando solo le scarpe”, disse Aldo con tono deciso. Mia moglie si alzò in piedi e cominciò a denudarsi mostrando prima le sue tette sotto la maglietta. Quindi tolse i pantaloncini e il perizoma rosso restando completamente nuda. Lo sguardo dell’uomo si fece insistente sul corpo di mia moglie, indugiando sulla figa depilata e luccicante. Un lungo sorriso comparve sul suo volto. Forse rimase un pochino sorpreso con la velocità con cui si spogliò mia moglie e che nessuno di noi due oppose alcuna resistenza al suo primo ordine. Questo lo rese certamente più sicuro a continuare. Il corpo nudo e abbronzato di Monica era veramente eccitante. Non c’era quasi nessun segno del costume a rovinarle l’abbronzatura. Completamente assente sul seno e veramente ridotto presso le sue parti intime, a conferma di quanto mia moglie fosse stata disinibita in tutta la vacanza prendendo sempre il sole in topless con dei perizomi talmente minuscoli da lasciare completamente scoperto il culo e da coprire a malapena le grandi labbra della figa. Il mio cazzo si stava indurendo. Anche io avevo lo sguardo fisso su Monica che in piedi aspettava di essere comandata. Penso che entrambi aspettassimo con la stessa eccitazione il resto degli ordini che presto le sarebbero stati impartiti.
“Metti le mani dietro la testa e allarga le gambe, troia” Aldo posò lo zainetto a terra e si avvicinò a mia moglie. Cominciò a palparle le tette con le sue grosse mani pelose, poi scese lungo le gambe e cominciò a sditalinarla. Contemporaneamente prese a succhiarle le tette giocando con la lingua sui suoi capezzoli. Quindi la fece piegare a novanta con la faccia sul tavolo sempre tenendo le mani dietro la testa e si inginocchiò dietro di lei per leccarle il culo e la figa. “Sei una figa stupenda Monica. Mi spiace non poterti inculare, ma ho promesso a Paolo e Gianni che non ti avrei rovinato il culo per non togliergli il divertimento. Guarda zoccola…..”. Aldo si abbassò i pantaloni e le mutande. Aveva un cazzo grossissimo, molto largo e molto lungo (almeno 25cm). Mia moglie si girò per osservarlo. Solo in un paio di occasioni ne aveva presi di così grossi. “Ho promesso ai nostri amici che non ti avrei sfondato il culo stasera, adesso però non vedo l’ora di fartelo sentire nella tua figa da troia. Tu Diego resta lì seduto, fermo. Mi han detto che ti piace vedere tua moglie godere con il cazzo di un altro piantato nella figa. Penso proprio che con questo si divertirà parecchio.” Lo appoggiò per un po’ sul culo di mia moglie mostrandomi in tutta la lunghezza il cazzo che tra poco l’avrebbe fatta godere. Poi lo strusciò sulla figa, si bagnò la cappella con un po’ di saliva e cominciò a scoparla da dietro. Iniziò lentamente per farla abituare al suo cazzo. “Senti come sei bagnata, puttana. Adesso te lo prendi tutto fino alle palle”. Iniziò a fotterla spingendo più forte. Sentivo mia moglie godere mentre Aldo le allargava la figa e il cazzo mi stava scoppiando nella mutande. Su ordine di Aldo rimasi seduto senza fare nulla. La prese per i capelli e aumentò sempre di più il ritmo della scopata. Adesso le grida di mia moglie diventavano sempre più forti. La sua grossa pancia sbatteva contro il culo di Monica provocando un suono continuo. “Mi piace scopare questa puttana Diego. Sta godendo come una cagna.” Mia moglie ruotò la testa verso di me per farmi vedere quanto stesse godendo a sentirsi riempita da quel cazzo gigante. “Allargati il culo con le mani…voglio vedere il mio cazzo che ti entra tutto dentro”, disse Aldo. Monica distese le braccia verso il suo culo per aprirsi le chiappe mentre Aldo continuava a scoparla senza sosta. Vedevo il cazzo di Aldo uscire quasi completamente per poi scomparire di nuovo dentro a mia moglie. “Voglio provare anche la tua bocca da pompinara adesso”, le disse dopo averla scopata per una quindicina di minuti. “Vieni Diego, tienile i capelli in alto dietro la testa. Mi avvicinai per tenere i capelli biondi di Monica. Tolse il cazzo dalla figa e si avvicinò alla bocca di mia moglie per farselo succhiare. Sempre tenendola piegata con la testa sul tavolo le disse di annusare il cazzo che l’aveva appena scopata, poi prese a scoparle la bocca cercando di metterne in gola il più possibile. Dopo qualche minuto Monica cominciò ad aiutarsi nella pompa con la mano destra. Vedevo da molto vicino il cazzo di Aldo scomparire sempre di più nella bocca di moglie che adesso cercava di farlo sborrare segandolo. “Bravissima troia, metti la bocca vicino al tuo piatto adesso…..”, Aldo le tolse cazzo dalla bocca, si segò velocemente con la mano e poi schizzò una lunga sborrata. Molta sborra le finì in bocca, alcuni schizzi sul viso e altri caddero sul dessert di mia moglie. “Ahhhh si puttana, godo. Mi hanno detto che ti piace la sborra….mandala giù tutta vacca”. Poi guardò la sborra finita sulla panna cotta…”adesso puoi finire di mangiare il tuo dolce…sarà ancora più buono.” Monica ancora rossa in viso per la scopata e la sborrata che si era appena bevuta, si sedette e mangiò il suo dolce con il cucchiaino gustandosi ulteriormente la sborra di Aldo e dimostrando una completa sottomissione. Capiì che quella sera avrebbe accettato ogni cosa. La guardammo mangiare il dolce fino all’ultimo boccone. “Lo so che sei eccitato amore… hai il cazzo che ti sta scoppiando, vedrai che farò godere anche te….adesso baciami.” Si avvicinò alla mia bocca e mi baciò con la lingua. Le sue labbra sapevano chiaramente di cazzo. Fu assolutamente fantastico ed eccitante.
“Siete una coppia stupenda”, ci disse Aldo mentre si riallacciava i pantaloni. “Mi piacerebbe proseguire la serata con voi, ma devo sbrigare delle faccende importanti e penso che per voi sia ora di tornare alla villa.” Io ero troppo eccitato per mangiare il mio dessert e dissi che potevamo tornare. Poi Aldo aggiunse: “devo ancora darvi un ultimo ordine. Dentro a questo zaino, Monica, ci sono i tuoi abiti per la serata. Devi indossarli subito e tornare alla villa così vestita. Tuo marito può tornare con te se lo desidera. Tieni, indossa tutto e quando sei pronta chiamami. Vi farò uscire senza essere visti”. Dopo averci lasciati soli abbracciai mia moglie chiedendole se andava tutto bene. “Si è bellissimo, non preoccuparti….voglio continuare e voglio essere scopata ancora. Stasera voglio essere la loro schiava”, mi rispose. Monica aprì lo zainetto e indossò con cura le poche cose che vi trovò all’interno. Delle calze a rete rosa con reggicalze rosa e un reggiseno di pizzo anch’esso rosa che le lasciava il seno scoperto per metà. Scarpe altissime nere con un tacco a spillo dorato. Il colore rosa fu un ottima scelta perché provocava un mix davvero esplosivo unito al colore scuro della sua pelle abbronzata e al colore biondo chiaro dei suoi capelli ricci. Mi guardò sorridendo e aggiunse: “c’è ancora qualcos’altro…”. Un collare nero con un grosso anello sul davanti e un plug anale nero lungo e sottile. Li indossò terminando la sua trasformazione e bagnando il plug anale con la saliva per infilarselo tutto nel culo. Era semplicemente bellissima….l’avrei scopata subito se solo non avessimo avuto il gioco da proseguire. La curiosità di sapere cos’altro sarebbe successo ci stava unendo. Si avvicinò e mi slacciò i pantaloni cominciando a segarmi e infilandomi di nuovo la lingua in bocca. Avrei sborrato in pochi minuti se Aldo non si fosse sporto dal separé per controllare se eravamo pronti. “Non ancora Diego….avrete tutto il tempo che volete più tardi. Adesso Monica deve pensare soltanto a far godere altri cazzi”, ci disse. Rimase soddisfatto della trasformazione di mia moglie. Toccandosi il cazzo da sopra i pantaloni disse che gli stava tornando duro. Esaminò con cura che Monica si fosse vestita con tutto quanto soffermandosi sull’anal plug e toccandole la figa per sentire quanto mia moglie fosse nuovamente bagnata. “Seguitemi, vi farò uscire senza farvi vedere, come promesso. Fuori troverete subito la macchina di Salvatore ad attendervi.” Da una tasca esterna dello zainetto prese alcune cose e legò le mani di mia moglie dietro alla schiena con delle manette, quindi agganciò una lunga catena al collare di mia moglie e strattonandolo fece cenno di seguirlo. “Mi hanno detto anche che sai essere una cagna ubbidiente…. venite con me”. Tirava Monica per il guinzaglio mentre io li seguivo da dietro vedendo lo splendido culo di mia moglie ed eccitandomi sempre di più pensando a quanto fosse porca. Avevo in mano i vestiti con cui mia moglie si era presentata al ristorante. Il rumore dei tacchi a spillo delle scarpe di Monica erano l’unico rumore che si sentiva. Passammo tre piccole stanzette vuote finchè sentimmo alcune voci in lontananza. Ne oltrepassammo un’altra e raggiungemmo l’ingresso di una stanza chiaramente affollata per il vociare che ne proveniva. Prima di entrare Aldo si fermò sorridendo….”senza paura, non vi conosce nessuno qui e ricordate che dovete ubbidire. Vieni zoccola”. Mia moglie si girò verso di me con lo sguardo impaurito. Anche io ebbi un attimo di esitazione. Quel bastardo ci aveva mentito. Aldo però non ci lasciò tempo, entrò nella stanza allungando il guinzaglio e Monica non potè fare altro che seguirlo. La sala si ammutolì di colpo. “Questo è un piccolo regalo per voi amici”. Aldo stava offrendo la visione di mia moglie trattata da cagna ad una decina di suoi amici. Erano tutti oltre i cinquanta, seduti ad un tavolo al centro della sala e commentarono la scena molto volgarmente insultando pesantemente mia moglie. “Ah… e’ questo il puttanone di cui ci hai parlato prima”, disse uno di loro. Quasi non si accorsero di me che restavo un po’ distante, ma squadravano mia moglie dalla testa ai piedi. Sempre tenendola per il guinzaglio, Aldo le fece fare il giro intorno al tavolo. Tutti allungavano le mani per toccarla. Lei ammanettata non poteva respingere nessuno. Qualcuno si accorse del plug anale e lo sfilò infilandoglielo in bocca. Ora anche il suo culo poteva essere aperto dalle loro mani vogliose. Qualcuno si alzò in piedi per toccarla meglio e abbassarle il reggiseno per strizzarle le tette. Osservavo eccitato il corpo di mia moglie accarezzato ovunque con alcune dita saldamente infilate nei suoi buchi per rovistarle il culo o a sditalinarle la figa. “Ha la figa larghissima questa vacca, si sente che è già stata scopata e sicuramente sei stato tu ad aprirla con quella mazza che hai mezzo alle gambe”, disse ad Aldo uno dei suoi amici. Aldo le fece terminare il giro molto lentamente per permettere a tutti di esplorare ogni parte del suo corpo. Anche i commenti volgari su quanto Monica fosse una moglie zoccola o quanto fosse sfondata non ebbero sosta. Poi la fece piegare leggermente in avanti e le infilò nuovamente il plug nel culo. “Mi spiace amici, ma questo è tutto quello che ho promesso di lasciarvi fare con questa puttana”. Mi fece avvicinare e mi ordinò di risistemare mia moglie. “Vieni, Diego, sistema il reggiseno e il reggicalze di tua moglie. Deve essere perfetta per i quattro padroni che questa sera te la chiaveranno fino a sfondarle i buchi e riempirtela di sborra”. Poi tra le risa dei presenti, aggiunse: “visto che ti piace tanto essere cornuto, ricordati che puoi portarmela qui quando vuoi. Potremmo spaccarle il culo per bene prima di riportartela a casa”. Alcuni di loro si abbassarono i pantaloni per farci vedere che anche i loro cazzi non erano da meno di quello del proprietario. Monica aveva i segni delle loro manate su tutto il corpo, ben visibili sul culo per le diverse sculacciate ricevute. Aveva goduto di tutte quelle palpate….lo capiì guardandola in viso appena prima di uscire dalla stanza. Con delusione dei presenti uscimmo dal ristorante. Anche Salvatore, che ci stava aspettando, si soffermò a toccare le tette, il culo e la figa aperta di mia moglie, poi ci fece salire in macchina e partimmo verso la villa. Ogni tanto si annusava le mani per sentire il profumo di figa di mia moglie. Sola sul sedile posteriore Monica non riusciva a restare ferma. Era ancora ammanettata dietro la schiena. “Voglio godere amore, mi sono sentita una troia poco fa….mi hanno fatto eccitare da morire tutte quelle mani addosso. Guarda com’è bagnata la mia figa”. E aprì le gambe per farmela vedere. Anche Salvatore rallentò per girarsi e guardare la figa gocciolante di mia moglie. Fermati Salvatore, non resisto. Salvatore si fermò dopo poco in una stradina secondaria. Poche svolte e fermò la macchina. Feci scendere Monica e tirandola per il guinzaglio la posizionai a novanta sul cofano della macchina per scoparla. Fu bello fotterla come una vacca a pochi passi dalla strada dove altre macchine stavano passando. Godemmo tutti e due dopo due minuti, eravamo troppo eccitati per tutto quello che era successo. Sborrai tutto sul suo splendido culo ancora tappato dal plug anale. Salvatore invece era rimasto al posto di guida e guardò la spettacolo dal vetro vedendo le smorfie di piacere sul viso di Monica e segandosi il suo piccolo uccello. Appena vide che mi stavo ricomponendo, scese dalla macchina, continuò a segarsi vicino al culo di Monica e si svuotò le palle sul corpo di mia moglie. Prima di ripartire Salvatore mi disse che non potevamo sporcare la macchina. Mi allungò dei fazzolettini coi quali dovetti pulire il culo di mia moglie dalle due sborrate. Nel frattempo Monica mi confessò di non essere per nulla appagata e di voler continuare quel gioco perverso. Ritornammo alla villa a mezzanotte appena trascorsa. Il pensiero che tra poco mia moglie sarebbe stata schiava di quattro maschi mi fece nuovamente eccitare…

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 7)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 7)
Non si fece attendere molto, lo sentii gemere e nekko setsso momento sentii il suo cazzo vibrare nel mio culo. Lo sentii muoversi all’indietro, quasi come se avvesse sparato un colpo e ci fosse il rinculo, mentre un primo fiotto di sborra trovava la strada tra le mie viscere.

Senti la sborra penetrarmi violentemente mentre il suo cazzo dava ancora due o tre spinte per svuotarsi del tutto nel mio culo.

Le sue mani mi strinsero i piccoli seni mentre si avvinghiava a me sempre piu stretto e gemeva.

-Sei la mia puttanella, la mia troietta. Ti sborrero’ neò culo tutte le volte che vorrai. Promettimi che nessuno avra’ mai il tuo culo senza il mio permesso. Giuramelo, solo io ti devo inculare….ohhh – e cosi’ dicendo continuava a sborrarmi dentro.

Poi tolse il cazzo dal mio culo, io mi sollevai leggermente per facilitare l’uscita del cazzo e una scoreggia seguita da un fiotto di sborra gli inondo’ la pancia.

Mi sedetti sul sedile stremato dalle sue spinte edal suo cazzo. Lui si puli’ la pancia, tiro’ su i pantaloni e disse:

– Ora andiamo, ho una sorpresa per te, vedrai che ti divertirai.-

Mise in moto la macchina e parti’. Arrivammo in un albergo sulla Pontina, parcheggio’ lamacchina ed entrammo.

Alla reception disse che ero suo figlio. Il portiere mi diede uno sguardo non mlto convinto, ma non disse nulla e gli consegno’ la chiave della stanza 69, un bel numero.

Entrammo nella stanza e lui mi disse di fare una doccia e che mi averbbe raggiunto dopo.
Entrai nel bagno, mi spogliai e mi buttai sotto la doccia.

Mentre mi lavavo per bene, lo sentii entrare. Era nudo e aveva il cazzo moscio.

– Inginocchiati –disse – e famelo venire duro, prendilo in bocca –

Non me lo feci dire due volte, e mentre l’acqua scrosciava, mi inginocchiai e aprii la bocca.
Lui mi prese la testa fra le mani e la diresse verso il suo cazzo moscio. Lo presi con la mano destra e lo misi in bocca, era morbido e caldo.

Cominciai a leccarlo con la lingua fin dentro la cappella e a succhiarlo mentre gli toccavo le palle e lui spingeva la sua testa contro la sua pancia.

Non ci volle molto precheì diventasse duro e lo sentisi arrivare sino a toccarmi l’ugola.

Le spinte diventarono sempre piuì forti e veloci.
Stava scopando la mia bocca quasi come fosse il mio culo.

La cappella sbatteva contro l’ugola, e si infilavanella gola ostruendola e facendomi tossire ma le sue spinte non si fermavano, poi ad un tratto lo tolse dalla bocca.

Io rimasi in ginocchio con la bocc aperta, mentre lui stringendosi il cazzo con la mano siistra diceva.

– Oddio non voglio sborrare ancora, vieni qui amore, ti voglio sborrare nel culo. –
Cosi’ dicendo mi prese in braccio, mi sollevo’ di peso e mi disse di aprire le game e di metterle intorno alla sua vita.

Mi appoggio contro le piastrelle della doccia e poi sentii il suo dito medio penetrarmi il buchetto del culo.

Io strinsi di piu’ le gambe intorno alla sua vita mentre il mio cazzetto che era diventato duro gli sbatteva sullo sterno.

Mi sollevo’ ancora un po’ e poi lo sentii prendere ilcazzo e puntarmelo sul buchetto del culo.
Spinse dentro con forza e lo sentii entrare prepotentemente nel mio culo, ma non duro’ molto, dopo due spinte sentii di nuovo il cazzo vibrare e inondarmi il culo di sborra mentre lui gridava come un ossesso.

– Ti inculo, ti inculo, sei mio ti sborro dentro, ti inculo.
Rimanemmo sotto la doccia avvinghiati per qualche minuto fino a che il suo cazzo moscio scivolo’ fuori dal mio culo mentre io gli pisciavo sulla pancia. Il mio piscio allora si mischio’ alla sborra che mi usciva dal culo e cadeva sul piatto doccia formandodei ghirigori gialli e cremosi.

– Lavati bene – disse – e riposiamoci un po’, fra poco arrivera’ la tua sorpresa! –

Non avrei mai immaginato quello che sarebbe successo dopo.
(continua)

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La mia passione per le BBW

Fin da quando ero un bambino sono stato sempre attratto dalle donne bene in carne, le cosidette BBW. Forse il motivo è dovuto al fatto che la mia dolce tata lo era mentre la mia matrigna era invece magra come un grissino, o forse perchè la prima donna che ho visto nuda era la mamma di un mio amichetto ed anch’essa era “enorme” agli occhi di un bambino di sei anni. Sia ben chiaro non è che mi ha m*****ato o altro perchè l’ho vista di sfuggita a casa sua mentre si toglieva il costume forse dimentica del fatto che io ero stato invitato dal mio amichetto per giocare.
le ipotesi possono essere molteplici ma il risultato è sempre lo stesso: sono sempre stato attratto dalle BBW ed oggi, che ho 40 anni suonati, sono le mie “prede” preferite.
Mia moglie è una mamma, una bravissima amministratrice, un’ottima impiegata con successo (è un manager), volendo è anche una brava cuoca ma … non è una brava amante.
Il poco sesso che facciamo è per me insoddisfacente rappresentato dalla classica posizione del missionario senza mai una variante per non dire altro tipo un bocchino o l’inimmaginabile anale.
Ogni volta io ci provo anche se so quale sarà la sua risposta ma lo devo fare per … immagine.
Infatti quello che non posso fare con lei lo faccio con le mie amate BBW e, volendo essere cattivo, grazie anche all’aiuto della mia gelosa mogliettina perchè molte delle sue amiche rientrano in questa categoria, al contrario di lei. C’è chi lo è diventato dopo aver fatto un figlio incapace di perdere i chili accumulati durante i mesi della gestione, chi lo è diventato per golosità e chi lo è di natura.
Tra tutte queste preferisco quelle che rientrano nella seconda categoria perchè incapaci di res****re alle tentazioni, mentre le ultime sono più sicure di sè ed è più difficile convincerle. ma quando ci riesci … hai fatto tredici!
Dopo che mi sono fatto la sua miglior amica, che giornata indimenticabile è stata per noi due, deve essersi sparsa la voce perchè le occasioni sono rimaste invariate ma non … quelle divertenti.

FRANCESCA
La conosco da circa quindici anni, cioè da quando ho conosciuto mia moglie che me l’ha presentata come la sua amica del cuore, e mi ha sempre attizzato ma non potevo certo farmi avanti. Vederla quasi tutte le settimane era diventata una routine. Uscivamo per le vie di Roma per fare una passeggiata, o magari in qualche centro commerciale, e lei era quasi sempre presente (da sola). Più volte si è scusata per questo ma non mi ha dato fastidio, anzi. Il più delle volte, soprattutto nei centri commerciali, prendeva a braccetto mia moglie e d iniziavano a chiacchierare delle amiche, di quello che le era successo, oppure raccontava l’ennesima dieta miracolosa che si infrangeva davanti al primo gelato. Ebbene loro camminavano ed io restavo indietro godendomi la vista di quel culone messo in contrasto con quello di mia moglie.
Finalmente dopo tanti anni l’ho incontrata “casualmente” all’ora di pranzo mentre camminava per andare a casa.
“Ciao Francesca” le dico quando arrivo abbastanza vicino
Lei si ferma e cerca di capire da dove veniva quella voce. Quando mi ha visto mi ha abbracciato come fanno le vecchie amiche chiedendomi cosa stavo facendo da quelle parti
“sono andato da un cliente e sto cercando un posto dove pranzare. Mi vuoi fare compagnia? Mi farebbe piacere!”
“certo Luigi lo sai che quando si tratta di mangiare io non mi tiro mai indietro ahahah”
“dai andiamo allora ma andiamo in un posto tranquillo. Ho il rimborso spese quindi sfruttiamolo!”
Mi ha portato in un ristorantino lì vicino ben accogliente con pochi tavoli occupati (dopo ne ho capito il motivo).
L’ho portata al tavolo più appartato possibile ,vicino al muro, facendola sedere di fronte a me ed ho ordinato subito una bottiglia di acqua ed una di vino bianco frizzantino. Dopo aver ricevuto le ordinazioni il cameriere ci ha lasciati tranquilli dandoci la possibilità di parlare tranquillamente.
“Allora Francesca cosa mi dici di nuovo? E’ un po’ di tempo che non ci vediamo! Novità per il lavoro?”
“Lascia perdere Luigi è meglio non parlarne. Per una come me ci sono poche possibilità! Sai tutti cercano più la bella presenza che l’esperienza. Alla fine mi toccherà accettare il lavoro che mi ha offerto mio fratello, ma proprio non vorrei farlo. Mi sembra che lo faccia più per misericordia che per reale necessità.”
“Pensavo che avresti avuto meno difficoltà e proprio per, scusami, la tua presenza. Una donna come te da subito un’immagine di serietà a qualunque società! E poi perchè ti sottovaluti così tanto? Tu sei una bellissima donna e se non fossi la miglior amica di mia moglie … ci avrei fatto un pensierino! Mi raccomando però questo non dirlo a lei”
“come sei gentile Luigi, anche se so che lo dici solamente per amicizia!
“guarda Francesca se pensi questo mi offendo. Io sono sempre serio, mi conosci ormai da tanto tempo e lo sai. Tu promettimi di non dire nulla a mia moglie ed io ti offrirò oltre al pranzo anche il … gelato da gustare a casa tua!”
Francesca è rimasta a bocca aperta nel sentire queste parole. Ho visto la sua lotta interiore per rifiutare l’invito ma sapevo che avrebbe accettato visto che rientra nella categorie delle golose. Non riescono a res****re alle tentazioni!
Il cameriere finalmente portò i primi, avevo fame veramente, sbloccando almeno per il momento la situazione. Assaggiai i spaghetti allo scoglio che avevo ordinato e notai che Francesca stava ancora pensando.
“Guarda” le dissi “se ti ho offeso, perdonami. Ti chiedo solamente di non dire nulla a mia moglie, anche per il suo bene. Cosa farebbe? Il mondo le crollerebbe addosso per un tentativo andato male. Comunque i spaghetti sono fantastici. Assaggiali!”
Francesca lo fece quasi controvoglia ma poi, sentito il sapore, cominciò a mangiare di buon gusto.
Devo dire che pur sapendo come sarebbe andata a finire ero sulle spine. E se mi sbagliavo? Decisi di tornare alla carica dicendole “il dolce lo prendiamo qui o preferisci prenderlo a casa?” Lo so sono una carogna ma nella vita a volte bisogna comportarsi come tale per vincere.
Lei mi guardò con gli occhi tristi e alla fine parlò dicendo:
“preferirei prenderlo a casa mia ma ancora non sono sicura se parli seriamente o se mi stai prendendo in giro!”
Udite quelle parole mi tolsi una scarpa e alzai il piede mettendolo direttamente in mezzo alle sue gambe e le dissi “hai ancora dubbi?”
“chiedi il conto, e fai presto” mi rispose sorridendomi
Anche se casa sua fosse stata lontana qualche chilometro ci avremmo ben poco ad arrivarci. Francesca camminava talmente veloce che facevo fatica a starle dietro.
Entrai nell’ascensore dietro di lei e subito le palpai il facendola ansimare. Cazzo, erano anni che lo volevo fare ed ora me lo potevo godere.
Lei si girò e mi mise la mano sul pacco e dopo aver sentito la consistenza si passò la lingua sulle labbra gustandosi il momento, ma mai quanto me.
Appena chiusa la porta di casa le nostre bocche si unirono per la prima volta. Le lingue si cercavano e si sfuggivano cercando di esplorare il più possibile la bocca altrui sentendo i sapori del pranzo appena fatto. Le mani erano alla continua esplorazione del corpo altrui facendo aumentare la già consistente eccitazione. Mi ritrovai con i pantaloni calati senza quasi accorgermene e con il cazzo impugnato dalla sua mano che lentamente lo massaggiava mentre ansimava a causa della mia mano che era arrivata finalmente, e devo dire con qualche difficoltà, dentro le sue “mutandine”.
“Andiamo in camera da letto che staremo più comodi” mi disse con voce roca
La seguii togliendomi la giacca e sbottandomi intanto la camicia. Appena entrati mi spogliai completamente e velocemente per farle capire quanto la desiderassi e le dissi di spogliarsi lentamente per darmi la possibilità di gustarmi la vista del suo corpo passo dopo passo.
Quando vidi le sue enormi poppe pensai che dovevo assolutamente farmi fare una spagnola ma quando si tolse le mutande rimanendo completamente nuda e vidi la sua succosa e fica dovetti fare uno sforzo per non godere all’istante.
Salì sul letto e si attaccò al cazzo succhiandolo con maestria segno che almeno in questo non era una santarellina. Sicuramente qualche ragazzo l’avrà avuto e quella è la cosa più comoda da fare in una automobile per una donna come lei e a noi uomini piace tantissimo!
“fermati e sdraiati sul letto” le dissi all’improvviso e lei obbedì all’istante capendo le mie intenzioni.
Le presi i seni in mano giocando con quegli enormi boccioli rosa che erano i suoi capezzoli facendola eccitare ancora di più. Quando la mia mano scese verso il pube la vidi tremare dal desiderio ed un “oohhhh” uscì dalla sua bocca socchiusa a forma di O quando le toccai per la prima volta il clitoride. Dopo un leggero massaggio i lamenti aumentarono insieme ai movimenti del suo corpo (o dovrei dire del letto) e godette lanciando un urlo liberatorio prolungato.
Le misi il cazzo in bocca e scesi a leccarle la fica grondante di umori e lei si concentrò sui movimenti della mia lingua sul clitoride e si adeguò al mio ritmo. Mentre godeva per la seconda volta le affondai tutto il cazzo in bocca perché sentiva che stavo per godere cosa che feci inondandole la gola con spruzzi di bollente sborra e lei non potè far altro che ingoiare.
L’eccitazione era talmente tanta che il cazzo mi rimase in tiro come se niente fosse accaduto il che mi diede la possibilità di cambiare posizione ed infilarlo decisamente in quella accogliente ed umida caverna .
I suoi gemiti di piacere erano per me un afrodisiaco per non dire dei suoi incitamenti a spingere sempre di più e più forte.
“mettiti alla pecorina” le dissi con il fiatone e lei fu ben felice di farlo
Vedendo quel culo enorme davanti ai miei occhi mi sentii veramente felice. Mi sentivo come mai era capitato precedentemente.
Mentre la stantuffavo il suo corpo sballottava all’impazzata ed io quando le allargai le chiappe e vidi quell’invitante buco marrone che era il suo ano non riuscii a trattenermi per molto.
Per non correre rischi, non penso che prendesse la pillola e non avevamo nessun profilattico, fui costretto ad uscire velocemente dicendole
“girati, veloce”
E feci appena in tempo a vedere la sua faccia per dare il via libera al mio orgasmo e godere urlando per l’immenso piacere innaffiandole il viso e le tette.
Rimanemmo per qualche minuto distesi sul letto chiacchierando e stuzzicandoci ma ormai era tardi e la dovetti salutare.
Davanti alla porta mi chiese se ci saremmo mai più rivisti come amanti ed io le risposi
“Francesca, non sono Paganini. Concedo volentieri i bis. Ma sappi che ogni volta voglio di più. Quindi sai fin da ora cosa mi aspetterò da te”
“luigi , il sesso anale non l’ho mai fatto e non credo che lo farò mai tanto meno con un cazzo del tuo calibro”
“pazienza allora” ed uscii baciandola sulla guancia

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MIA MOGLIE: FINALMENTE CI CONFESSIAMO

Martedì sera rientrammo verso le 12,00 era appena finita la festa in paese, mentre mia moglie era in bagno a spogliarsi e a fare le sue cose, sento vibrare il suo cell, subito lo prendo e vedo dei messaggi arrivati su watsupp, era la sua amica, dopo chiuso il mess scorro per vedere con chi altro di recente si sente tramite mess e oltre le sue amiche vedo un certo davide, e capisco già di chi si tratta, era un suo vecchio amico ma mai fidanzato, anzi lei mi diceva in passato che era lui che si era preso una cotta per mia moglie, tolta la parentesi, apro il messaggio e leggo la loro conversazione dall’inizio, tutto normale, i classici come stai ecc, poi le domande di mia moglie a lui: ” bè sei ancora fidanzato?” lui: ” si” lei risp ” ah peccato” e lui ah si peccato se non eri sposata!…lei ” e che fa? io ti voglio lo stesso! ” e lui: ” ma dai non scherzare” , lei : ” no non scherzo potresti essere il mio amico-fidanzato”, poi si smorzano i toni e la conversazione si conclude con un buona notte… Sentì che mia moglie aveva finito in bagno subito chiudo i messaggi e rimetto il suo cell al posto, una cosa sola non avevo controllato ed era la data, ma essendo uno degli ultimi messaggi credo sia di qualche mese fà, comunque quella conversazione ci era stata, mia moglie non sò se per scherzo o sul serio aveva avuto delle avance nei confronti di un suo vecchio amico che per giunta l’ha sempre voluta…Dentro di me torna quella situazione di rabbia e di seghe mentali, iniziai a pensare: ma vedi un po sta troia, vuole al suo vecchio amico, ma sicuro che in passato non hanno mai fatto niente insieme?, e a quando risale questa conversazione? Tutte mie domande che non trovano risp, mia moglie esce dal bagno , faccio finta di niente ma ero arrabbiato ed eccitato la volevo prendere e scoparmela facendoli male, poi mi calmai, cercai di pensare, lei si mise nel letto , io mi girai di fianco non volevo guardarla quella sera, ma proprio quella sera, mentre tremavo detro ed ero anche un po eccitato, lei quella sera prende l’iniziativa visto che il bimbo stava già dormendo, si avvicina inizia a baciarmi sul collo, io sempre girato sentivo il suo respiro caldo sul mio collo, intanto il mio pene si gonfiò in fretta, ma non volevo farmi vedere troppo eccitato, poi iniziò a toccarchi e disse ” hei ma sei sveglio?”, si ero sveglio e volevo sfogarmi con lei, e mentre iniziò a segarmi iniziai ad intorcigliarmi dall’eccitazione, mi girai verso di lei le strinsi i capelli e gli infilai la mia lingua nella sua bocca, eravamo entrambi eccitati, lei aveva voglia, io un misto di emozioni che volevano uscire fuori, mi prese una voglia matta di leccarla, mi girai con la mia testa ai suoi piedi e iniziai a leccarla, facemmo un 69 di lato, quando lei poi me lo prese in bocca sentì tutto il suo calore, non ce la facevo più, con la lingua leccai anche il suo buchetto, e da dentro di me uscirono delle parole che prima non gli avrei mai detto, le iniziai a dire” ti piace farmi i pompini vero? ti piace? dai sei una troia, mi piaci continua, dai che mi fai morire”, lei non mi rispondeva ma forse si eccitava di più, la sua fica si era allargata così tanto che ci sarebbero entrati 2 cazzi dentro, poi finimmo l’orale, volevo da lei un bacio, mentre mi baciava sentivo il sapore del mio cazzo eccitato nella sua bocca, così iniziammo a scopare lei mentre lo facevamo, voleva che gli allargavo la fica con le mani, si eccita quando lo faccio, dopo un po iniziò a venire dicendomi di non fermarmi, ormai godeva e gemeva, era mia, quando finì il suo orgasmo continuava a dirmi come una assatanata di sbatterla forte, fù allora che pensai in quel momento di ecstasi di iniziarle a confessare le mie fantasie e di confessarla, iniziai a dirle: “ti piace vero? dai mi piacerebbe che qualcuno in questo momento ci stia guardando e vede quanto sei troia, e lei ah si e chi? io: anche qualcuno che conosci o un estraneo, sta qualcuno che ti corteggia e che magari vorrebbe scoparti adesso come faccio io? lei: dai stai zitto, sbattimi, ed io imperterrito, ” lo sai che mi sono iscritto ad un sito e ho messo delle tue foto al mare in costume? e lei: ma che hai fatto? ed io: dai e che fa? è di moda adesso, ed hai ricevuto molti complimenti spinti? In quel momento capì che la cosa iniziava ad eccitarla e mi disse: si ho dei ragazzi che mi vogliono , in quel mometo raggiunsi una grande sborrata sulla sua pancia, quando lei finalmente mi confessò che c’erano degl’altri ragazzi che la corteggiavano si ruppe quel tabù e quel senso di frustazione che mi accompagnava da giorni, dopo che andai in bagno mi rimisi a letto, e parlammo un po, lei mi chiese delle foto che ho pubblicato sul sito, e vedendo la sua curiosità gli ho chiesto se vogliamo far contenti i suoi ammiratori, e mi ha promesso che in questi giorni faremo delle foto più spinte, però per quanto riguarda i vari corteggiamenti o i messaggi su watsupp non ne abbiamo parlato ancora,,,LA STORIA SICURAMENTE CONTINUERA’

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La mia matrigna mia ha scoperto mentre mi stavo ma

Vivo con una matrigna di 53 anni, io ne ho 30, e lei è una donna che mi ha sempre attizzato perchè è proprio come piace a me fisicamente:
formosa, con una quarta di seno almeno, gambe affusolate ma non secche, un bel sederone e sopratutto dei piedi fantastici, e questo a me fa impazzire perchè io adoro i piedi femminile e il feticismo in generale.
Una sera eravamo in casa, lei in cucina con una sua amica di circa 48 anni anche lei molto attraente, e sopratutto entrambe vestite molto sexy, probabilmente per poi uscire a divertirsi come fanno solitamente, indossavano sandali molto eleganti neri e tacchi a spillo almeno da 12.
Io nel frattempo vado in bagno e vedo che sul termosifone lei ha lasciato le sue autoreggenti nere, quelle che indossava durante la giornata, cosi le prendo le annuso e poi mi masturbo fino a sborrargli dentro.
Prima di uscire, dopo circa un oretta, la sua amica viene prima a salutarmi e cosi la vedo con questi tacchi altissimi e devo essere sincero, mi fa un sesso incredibile anche lei, non passano certo inosservate entrambe, sicuramente non andavano a casa vestite cosi!!
Cosicchè saluta me e se ne va via da sola, la mia matrigna come immaginavo se ne va in bagno insomma si prepara per andare a letto, non esce come pensavo.
Ed io son gia con l’ansia perchè penso: avrà visto le autoreggenti oppure no?
beh solo un cieco nn avrebbe notato!
Ed aspetto… lei sta 10 minuti buoni nel bagno, poi la sento uscire e………. incredibile sorpresa:
entra in camera mia e sotto la vestaglia azzurra vedo che indossa le calze nere, quelle calze nere e in fondo sono ancora bagnate di sperma si vede.
Io mi sento imbarazzato tanto da aspettarmi un ceffone o altro.
Invece no, si siede sul letto proprio dietro di me e io le dico: tutto bene, vai a letto?
lei risponde: si tra un pochino….. tu cosa fai?
poi un attimo di silenzio………
ehm niente parlo con degli amici su internet, solite cose….
e lei: ah si chissà quante cose avrai da raccontare a questi tuoi amici, sei sempre li attaccato ai tuoi computer!
sono in evidente imbarazzo io, cavolo con la coda dell’occhio guardo in basso e si vede bene la calza sporca e bagnata del mio sperma di mezzora fa. ma non so che cosa dire pero.
Piu o meno passano 3 o 4 minuti in silenzio solo la voce del film che stavo guardando.
Poi si alza e mi dice con un sorrisetto quasi sarcastico: dai ti lascio alle tue cose, io vado a dormire, intanto ora voglio capire come funziona e che effetto fa.
ed io: effetto fa cosa?
Lei mi da una pacca sulla spalla e rispondo: lo sai bene caro furbacchione! non pensare di divertirti solo tu sai! poi facciamo due chiacchiere intanto magari rimetti a posto le cose dove le ho messe io, con quello che costano, se non ti è troppo disturbo!
lo sai che non si curiosa nelle cose intime delle donne?
Io muto e testa china……….. credo si riferisse ad una scarpa nuova che ho preso oggi, credo che la cercasse ma io l’avevo nascosta perchè era talmente imbrattata che non potevo rimetterla al suo posto.
e poi le calze indosso sporche……… boh non so che dire. ma ora sono eccitatissimo
beh a dire il vero dopo che ho visto il suo piede anzi la scarpa poggiata li e il suo odore di calza indossata mi è salito fino in gola è stato un attimo avere una erezione senza nemmeno accorgermi e lei allora abbassa lo sguardo proprio li!
Non ho nemmeno fatto in tempo ad accorgermi della cosa è stata automatica e lei visto che si è accorta mi chiede cosa avesse provocato quella reazione. Io rosso da paura in faccia e impacciatissimo dico che questa specie di scena a me fa eccitare, che adoro la donna che si veste elegante e attraente, ma lei credo abbia gia capito che io volevo proprio quel tipo di situazione particolare per eccitarmi cosi tanto, cosi mi dice di stare tranquillo e che sarebbe rimasto un nostro segreto, ma che era molto curiosa perche’ voleva sapere che cosa si prova sessualmente a fare o vedere quel tipo di cosa, dice di non capire come una donna possa fare eccitare un uomo cosi tanto da fare diventare il pene completamente eretto solo guardando o toccando una calza di nylon o delle scarpe sexy.
Mi ha chiesto se mi piaceva guardarla con indosso il collant e sopratutto quei sandali perchè aveva notato che ultimamente sparivano piu di frequente o li trovava “strani” e se desideravo masturbarmi o toccarla, dice di voler capire questa mia ostinazione a prenderle di nascosto le sue scarpe e masturbarmi di notte, quindi vuol dire che sapeva tutto gia da chissa quanto tempo, mi dice anche che qualche volta aveva notato che sotto i miei vestiti indossavo il suo perizoma oppure che sotto le coperte avevo le sue calze per sentire il suo odore, insomma sapeva quasi tutto, incredibile.
Insomma che ho fatto cenno di sì con la testa quindi lei si mette seduta sul mio letto, accavallando le gambe con queste calze davvero molto arrapanti e intanto si era sfilata i sandali, dicendo di prenderlo pure e tenerlo in mano, che lei si sarebbe lasciata guardare solo con indosso il reggiseno e il collant, poi scherzando mi dice: il perizoma non l’ho messo perchè non lo trovo, magari tu sai dove sta? Io ero pazzo guarda un misto di eccitazione e un po di vergogna, ma tanto ormai eravamo li a parlare di ste cose, e non avevamo bevuto nessuno dei due quindi il discorso era reale.
A quel punto vedendo che io non sapevo che fare e che dire, mi abbassa un po gli slip e mi infila il sandalo proprio sul pene che stava scoppiando, non ho fatto nemmeno in tempo a respirare che sono venuto, sporcando la sua mano, il sandalo e pure me!
A quel punto mi guarda e dice: accidenti che reazione flash, adesso capisco l’effetto che ti fa sta cosa, bene comincia a diventare una cosa interessante e curiosa, spero non ti sei imbarazzato troppo visto che è un po che ti tengo d’occhio, però sono contenta che l’effetto che ti faccio è notevole!
Io non ho parole, poi uscendo si gira e mi dice ancora: a proposito poi potrei riavere il mio perizoma nuovo, vorrei indossarlo pure io!!! e mi fa l’occhiolino!
io sono rimasto di legno ma ora dopo un po ho cominciato a rilassarmi e a essere sincero sono contento di avere rotto il ghiaccio con lei!

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 12)

Giacomo ed io eravamo nella sua stanza ambedue a torso nudo. Le mie mani si mossero giù lungo il suo corpo e cominciai a sbottonargli i pantaloni. Glieli tirai via insieme alle mutande e mi tolsi i miei. Lo tirai sopra il mio grembo e noi cominciammo a fare l’amore. Il mio cazzo strofinaca contro il suo sedere, l’uccello di Giacomo strofinava contro i suoi addominali ed imbrattava di liquido pre seminale il mio stomaco.
Presiu il lubrificante e lubrificai il suo buco ed il mio pene. Lo posizionai contro il suo buco e lo penetrai. Sentii la bella sensazione calda intorno al mio uccello e vidi l’espressione di piacere estremo sulla sua faccia. Gli baciai il collo mentre cominciavo a spingere dentro di lui. La bocca di Giacomo era al mio orecchio e vi si stava lamentando dentro, quello mi eccitò ancora di più facendomi spingere più forte. Giacomo aveva le mani sulla mia nuca ed io, mentre continuavo a spingere, trasportai la mia bocca sulla sua e cominciò a baciarlo mentre lo inculavo.
Lui mi spinse sulla schiena e cominciò a cavalcarmi il cazzo. Muoveva le mani sul mio torace, trovò i capezzoli e li pizzicò costringendomi ad inarcare la schiena. Vidi un’espressione di soddisfazione sulla sua faccia, portai le mani sul suo corpo, trovai i capezzoli e li strinsi. Giacomo emise una cosa simile ad un ruggito quando lo feci.
Mi tirai indietro, lo circondai con le mie braccia e lo feci girare sulla schiena. Cominciai a spingere con più forza dentro di lui. Sentii il mio orgasmo arrivare e presto sparai il mio sperma dentro di lui. Una volta finito di eiaculare crollai sul suo corpo con la testa appoggiata al suo torace a riprendere fiato. Abbassai una mano e sentii il suo cazzo ancora duro. Abbassai la testa tra le sue gambe, glielo presi in bocca e cominciai a succhiarglielo.
Giacomo ricominciò a lamentarsi mentre io mi muovevo su e giù sul suo cazzo. La sua respirazione divenne più veloce, capii che stava per venire così continuai a succhiarlo ed in breve lui stava sparando il suo carico nella mia bocca ed io stavo bevendo la sua sborra.

Mi sdraiai accanto a lui e lo tirai nelle mie braccia. “Wow!” Disse Giacomo.
“Veramente!” Dissi io.
Restammo sdraiati per un po’ e poi lui disse: “Tammy vuole che andiamo alla festa con lei e Renzo.”
“Sì, lo so.”
“Ma lasceranno entrare una coppia gay?”
“Non so. Dovremo chiederlo per saperlo.”
Restammo sdraiati ancora per un po’ e poi ci addormentammo.
Quando scuola riprese la settimana successiva chiedemmo al preside se potevamo andare insieme alla festa. Lui disse che gli stava bene ma ci avvertì di non attirare troppo l’attenzione su di noi. Dato che alla fine del meeting di nuoto dove avevo vinto, un fotografo ci aveva fotografati mentre ci baciavamo, e la fotografia era apparsa sul giornale, tutta la città sapeva che eravamo una coppia.
Mio padre aveva fatto il possibile per non permettere ai vicini di farne un affare di stato e lo stesso avevano fatto i genitori di Giacomo. Qualche volta mentre camminavo vedevo gente che mi guardava in modo strano oppure se mi vedevano arrivare smettevano di parlare e mi guardavano. A scuola le cose erano andate meglio, la maggior parte dei nostri compagni di classe aveva accettato che fossimo insieme per non dire che Renzo, l’amico di Giacomo, usciva con la ragazza più popolare della scuola, Tammy, la quale ci aveva preso sotto la sua protezione ed aveva cominciato a chiamarci i suoi “fratelli”, penso che fosse per questo che nessuno ci infastidì mai.

Tammy si era preoccupata di tutto, ci trovò un servizio di berlina ed una stanza vicino alla loro nel motel dove sarebbero stati lei e Renzo. La sera della festa arrivò ed io, nel mio smoking, stavo aspettando che la berlina mi venisse a prendere.
Era tutto tranquillo da quando mia sorella Alice era stata spedita dai nonni. Sentii la porta di casa aprirsi e mio padre uscì bevendo una tazza di caffè.
“Nick. stai attento questa notte.”
“Ok, papà.”
“E se beve cerca di no ubriacarti troppo.”
“Papà, io non bevo.” Papà sembrò sorpreso.
“E’ una sorpresa.”
“Ma è così, ho provato ma non mi piace il gusto dell’alcol.”
“Bene, sono contento di sentirlo ma attento alle droghe.”
“Non ne faccio uso, papà. E non ho interesse a provarle.”
“Come ho fatto ad allevare un ragazzo così responsabile?”
Io alzai le spalle.
La berlina arrivò, io salutai papà e salii. La macchina partì e dopo qualche attimo si fermè davanti alla casa di Giacomo. Lui entrò e fortunatamente ero seduto perchè mi sarebbero cedute le ginocchia a vederlo così bello nel suo smoking. Quando fu seduto lo guardai nei suoi occhi di smeraldo, mi piegai e lo baciai. Avrei voluto non smettere mai di baciarlo disse: “Andiamo Avremo tempo più tardi.”

In breve arrivammo alla sala da ballo che era stata affittata per la festa. Quando entrammo nessuno ci prestò attenzione, poi sentimmo un grido. “Nick! Giacomo!” ci girammo e vedemmo Tammy che agitava la mano verso di noi. Ci avvicinammo e lei e Renzo ci abbracciarono.
“Avete votato per il re e la regina della festa?” Chiese lei.
“Sì. Non preoccuparti Tammy, hai nostro voto.”
“Bene.” Disse Tammy.
Chiacchierammo un po’ con loro poi andammo a ballare. Pochi fecero caso al fatto che Giacomo ed io ballassimo insieme un ballo romantico e lento. No sapevo se fosse perché tutti a scuola erano ormai abituati ad avere una coppia gay o per l’influenza di Tammy.
Ballammo per un paio di ore poi il preside salì sul palco e si dedette. “Ok è il momento di rivelare il re e la regina della festa 1998 che sono…” Il preside aprì la busta e lesse: “Il re e la regina della festa sono Nicola e Tammy!”
Rimasi seduto scioccato, ero stato eletto re della festa. Gli studenti avevano eletto re della festa un ragazzo gay. Guardai a Giacomo che mi stava sorridendo e sentii sul mio braccio la mano di Tammy che tentava di tirarmi in piedi. Mi alzai fra gli applausi. Salii sul palco dove il preside mise una corona sulla mia testa. Tammy fece un discorso e quando venne il mio turno riuscii a dire solo: “Grazie.”
“Ora è il momento che il re e la regina ballino.” Disse il preside.
Tammy ed io scendemmo in pista ed iniziò a suonare un romantico lento. Sentivo tutti gli occhi su di me. “Deve esserci stato un errore.” Dissi io.
“Come?” Disse Tammy.
“Renzo dovrebbe essere qui, non io.”
“Nick, tu hai vinto regolarissimamente, tu sei è piuttosto popolare. Se tu fossi etero potresti avere tutte le ragazze che vuoi. E tu hai dato a questa scuola qualche cosa che non ha mai avuto in tutta la sua storia.”
La guardai confuso. “Oh dai Nick. Hai vinto una gara di nuoto dando a questa scuola un titolo sportivo che non ha mai ottenuto.”
“Ma anche se non ci fossi stato io la scuola avrebbe vinto lo stesso, Renzo è arrivato secondo e se non ci fossi stato io avrebbe vinto.”
“Ma il suo tempo sarebbe stato sufficiente per guadagnare i punti per permettere alla scuola di vincere? Credici Nick, tu sei è il ragazzo più popolare della scuola, gay o no.”

Finito il ballo andai a sedermi vicino a Giacomo. Un ora più tardi la gente cominciò a lasciare la festa, noi due riprendemmo la berlina ed andammo alla stanza del motel che Tammy aveva prenotato. Facemmo una doccia ed una bella sessione di sesso sotto l’acqua calda, poi andammo sul letto e ci coccolammo.
“Nick.” Disse Giacomo. “Ti amo.”
“Anch’io ti amo, Giacomo.”
“Non vedo l’ora di essere con te all’università. Lì forse potremo girare senza essere oggetto di attenzione.”
“Dovremo aspettare solo qualche mese.”
“Non penso che Tammy ci lascerà in pace quando saremo là dato che anche lei ci va.”
“Bene, sarà bello sapere che c’è almeno una persona che si conosce. E Renzo non sarà molto lontano.”
Restammo sdraiati insieme finché non ci addormentammo. Il diploma si avvicinava e Giacomo stava per incontrare i miei nonni.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 11)

Quando io andai a scuola il giorno seguente mi accorsi di occhiate strane degli altri studenti. Le ignorai e mi comportai come al solito. All’ora di pranzo Giacomo ed io ci sedemmo alla solita tavola. Mi accorsi che molti ci guardavano e bisbigliavano. Poi sentii un grido: “Guardateli!” Mi girai e vidi Alice che ci stava indicando. “Non sono disgustosi?!”
Tutti stavano guardando lei interrogativamente. “Quello che fanno in camera da letto non è naturale!”
“Signorina!” Gridò Andrea il mio allenatore di nuoto. “Non penso che quello che qualcuno fa nella sua camera siano affari di quelli che stanno in questo locale, ora gentilmente smetta di gridare e lasci che i suoi compagni finiscano il loro pranzo in pace.”
Tutta la sala mensa applaudì. Dopo pranzo sentii meno bisbigli e sguardi dagli studenti. Alcuni mi avvicinarono. Giacomo ed io decidemmo di non mentire più, se la gente non poteva sopportare che Giacomo ed io stessimo insieme, quello era un loro problema. Mi rivolsero domande come: “Tu e Giacomo state insieme?” “Tu e Giacomo siete veramente gay?” Le domande erano piuttosto importune, ma compresi che erano di curiosità piuttosto che la volontà di essere crudeli.

All’allenamento di nuoto non avvenne nulla di speciale, ci stavamo preparando per vincere il campionato. Io ero la stella dell’allenatore che dopo aver dichiarato finito l’allenamento mi disse: “Nick, dopo aver fatto la doccia ed esserti rivestito, vieni da me.”
Io accennai col capo e seguii gli altri nello spogliatoio. Vidi Io osservai Renzo borbottare tra di se, scivolai fuori dei miei speedo e mi feci la doccia. Poi ritornai al mio armadietto, mi vestii ed andai dall’allenatore: “Voleva vedermi?”
“Sì. Va tutto bene?”
“Sì. Non pottrebbe andare meglio, sono pronto per l’incontro di domani.”
“No, non parlavo della riunione ma di qualche cosa d’altro che sta succedendo. Tua sorella ha causato un vero caos in sala da pranzo oggi. Nessuno ha infastidito te e Giacomo, non è vero?”
“Mi hanno rivolto molte domande sul mio orientamento sessuale e sul fatto che io e Giacomo siamo o no una coppia ma nulla di veramente cattivo.”
“Bene. Ma per favore se qualcuno ti importuna fammelo sapere.”
“Ok.” Dissi io.

Andai a casa di Giacomo dove avrei passato la notte dato che i miei genitori stavano portando Alice dai miei nonni dove avrebbe dovuto stare finché il suo bambino non fosse nato. Cenammo coi genitori di Giacomo e poi passammo la sera guardando un film. Alla fine andammo in camera sua dove ci spogliammo; misi Giacomo a quattro zampe e spinsi il mio uccello nel suo buco caldo riempendolo del mio sperma.
Quindi lo feci sdraiare sulla schiena, lo succhiai e mi abbeverai del suo succo gustoso. Ci addormentammo uno nelle braccia dell’altro. Mi svegliai sabato mattina perchè Giacomo mi stava scuotendo.
Aprii gli occhi e gli sorrisi guardandolo nei suoi begli occhi: “E’ ora di svegliarsi, campione!” Disse.
“Non ho ancora vinto niente!”
“Comunque sei il mio campione.” Disse sorridendomi ed io gli sorrisi.
“Abbiamo tempo per una cosa fatta alla svelta?” Chiesi.
“Niente sesso adesso. Mamma ha preparato la colazione e dopo andremo in piscina per darti tempo di prepararti per la riunione. Non preoccuparti, più tardi faremo un sacco di sesso.”
Borbottai, uscii dal letto e mi vestii ed andai a fare colazione con Giacomo ed i suoi genitori.

Dopo la colazione presi la borsa con tutto il mio equipaggamento e la gettai sul sedile posteriore della macchina di Roberto con cui mi portarono alla piscina dove presi il bus che doveva portare tutta la squadra alla riunione. Fui uno dei primi a salire e mi misi a guardare fuori del finestrino, poi sentii una voce: “Ehi Nick, ti dispiace se mi siedo qui? ” Alzai lo sguardo e vidi Renzo.
“Fai pure.” Dissi.
Renzo si sedette. “Nick, mi spiace per quello che ho fatto nelle scorse settimane.”
“Penso che lo dovresti dire a Giacomo.”
“Lo farò. Io voglio.” Disse Renzo. “Alice mi teneva in ostaggio, ora spero di poter salvare la mia relazione con Tammy. Ho commesso un errore. Non ci sono scuse per quello che ho fatto.”
“Perché sei andato a letto con Alice?”
“Ero arrapato, non so come fu, non ce la facevo più ed improvvisamente mi resi conto che Alice ed io lo stavamo facendolo come conigli. Comunque come ho detto non ho scusanti per quello che ho fatto.”
“Comunque non devi preoccuparti, Alice non provocherà più guai, i miei genitori l’hanno spedita dai miei nonni.”
Renzo accennò col capo. “Lo ami?” chiese.
“Sì, io amo Giacomo.”
“Giacomo è stato sempre un po’ strano per me, non capivo perchè non avesse mai una ragazza. Io non potevo passare tutto il mio tempo solo con lui quando potevo avere una ragazza, così finii insieme a Tammy. Da quel momento Giacomo non sembrò più essere interessato ad uscire con me.”
“Era rimasto male, ecco perché.”
“Non capisco perché.”
“Immagina per un momento di essere single. E c’è una ragazza che veramente ti piace. Voi due cominciate ad uscire e cominci a sentire qualche cosa di più per lei, poi lei comincia ad uscire con un altro ragazzo.”
“Vuoi dire che Giacomo mi desiderava?”
“Sì. Giacomo era innamorato di te e rimase male quando tu ti mettesti con Tammy.” Sembrò che Renzo stesse per dire qualche cosa in sua difesa ma io proseguii. “Non è colpa tua perché non sapevi che Giacomo era gay o che lui voleva stare con te e per seconda cosa avere una ragazza è qualche cosa che la maggior parte dei ragazzi finiscono per avere. Solo immagina di essere innamorato di una ragazza, che lei finisca con un altro ragazzo e di non essere capace di dirle quello che senti. È doloroso, e per Giacomo fu un grande dolore quando tu cominciasti ad uscire con Tammy. Ecco perché lui si allontanò da te.”
“Non ho fatto apposta a fargli male.” Disse Renzo e vidi lo scintillio delle lacrime nei suoi occhi.
“Naturalmente, come ti ho detto tu non lo sapevi.”
“Cosa lo fece allontanare da me?”
“Venne ad una riunione di nuoto Sperando che in qualche modo tu ti rendessi conto dei suoi sentimenti per te. Fu quando mi vide, smise di fantasticare su di te e cominciò a fantasticare su di me. Fu per quello che cominciò ad uscire con Alice, per essere vicino a me. Poi trovò il coraggio per dirmi cosa sentiva per me e fu sorpreso di scoprire che io sentivo lo stesso per lui.”

“Ascolta Nick.” Disse Renzo asciugandosi le lacrime. “Non so cosa uscirà da questa prova di DNA per il bambino di Alice. Voglio solo che tu sappia che io amo Giacomo.” Tentai di sire qualche cosa ma Renzo continuò. “Non lo amo nel modo in cui lo ami tu, io l’amo come un fratello. Non potrei mai fargli male intenzionalmente; so che tu ed io non siamo mai stati amici ma voglio che Giacomo sia di nuovo parte della mia vita. Mi manca pazzamente. Non mi importa se è gay o sta con te, lo voglio di nuovo nella mia vita. Per favore Nick, io voglio di nuovo il mio amico, puoi aiutarmi?”
“Credo che Giacomo, i suoi genitori, ed i miei genitori stiano organizzando una festa a sorpresa per me dopo il meeting, naturalmente se vincerò. Sarà a casa di Giacomo, perché non vieni.”
“Me lo permetteresti?”
“Io penso che anche tu manchi a Giacomo e se posso fare qualsiasi cosa per renderlo felice, sono pronto a tutto, ed inoltre è possibile che tu ed io finiamo per diventare amici.”
“Ok. E Nick, tu vuoi che diventiamo amici?”
“Sicuro. Ti ho mai veramente odiato, Renzo e pensavo che forse un giorno o l’altro potevamo diventare amici.”
Allungai una mano e Renzo la strinse, poi continuammo a chiacchiere per il resto del viaggio. Quando arrivammo alla piscina dove si doveva tenere la riunione, andai negli spogliatoi, mi misi gli speedos ed entai in piscina. Alzai lo sguardo e vidi Giacomo, i suoi genitori ed i miei genitori seduti in prima fila. Mi sedetti sulla panca ed attesi il mio turno. Renzo era seduto di fianco a me e chiacchieravamo con me. Poi chiamarono il mio nome.

Salii sul blocco di partenza. Renzo era su quello successivo. Al fischio mi tuffai. Non ricordo di aver mai nuotato più velocemente. Il ruggito della folla era un’eco distante per me. Nuotai avanti ed indietro. Feci un’altra vasca e vidi che ero arrivato primo. Vidi Giacomo che saltava su e giù, iI miei genitori gridavano. Subito dopo di me Renzo arrivò secondo.
“Credo proprio che abbiamo portato punti alla nostra squadra.” Disse Renzo.
“Sì, penso che abbiamo fatto i migliori tempi della competizione.” Giacomo scese a bordo vasca e mi baciò davanti a tutti. Renzo era di fianco a me e disse: “Giacomo, Posso abbracciarti?” Poi vidi che Giacomo e Renzo si stavano abbracciando stretto. Quando si separarono Renzo disse: “Mi sei mancato, Nick mi ha raccontato cosa hai provato quando ho cominciato ad uscire con Tammy. Voglio che tu sappia che non volevo farti del male e che non ti farei mai del male intenzionalmente. Ti amo Giacomo, tu sei come un fratello per me e mi sei mancato.”
“È tutto ok, Renzo.” Disse Giacomo. “Ora è tutto ok. Più tardi vieni a casa mia, faremo una piccola festa per Nick, sarà anche la tua festa dato che sei arrivato secondo.”
“Ci sarò, posso portare Tammy?”
“Naturalmente, ora devo ritornare al mio posto, parleremo più tardi.”
Giacomo mi baciò di nuovo prima di tornare al suo posto e quando lo fece un fotografo ci riprese. Aspettammo la cerimonia di premiazione e mi fu consegnato il trofeo. Renzo era accanto a me e stringeva orgogliosamente il suo trofeo per il secondo posto.

Renzo ed io sedemmo ancora vicini durante il viaggio di ritorno, prima che salissi sulla macchina asa di cavalcata di autobus. Prima che io ottenni nella macchina di mio papà, Renzo ed io ci abbracciammo me diviso un abbracci. Arrivammo a casa di Giacomo ed appena entrai sentii gridare “Sorpresa!” Giacomo aveva invitato alcuni dei miei amici e Renzo si presentò con la sua ragazza. Mentre stava parlando con Giacomo, Renzo mi fece segno di avvicinarmi e disse: “Giacomo, non avevo capito i tuoi sentimenti per me, tutto quello che posso dire e che mi dispiace di averti provocato tanto dolore.”
“E’ tutto ok.” Disse Giacomo. “Se tu non ti fossi messo con Tammy io non mi sarei innanmorato di Nick. Alice ci ha provocato problemi, ma Nick mi rende felice ed io l’amo.”
“Anch’io ti amo.” Dissi a Giacomo.

Dopo un po’ gli ospiti cominciaroni ad andarsene, io mi offrii di aiutare i genitori di Giacomo a pulire ma loro non me lo permisero. Rimasi a dormire da Giacomo e prima di addormentarci facemmo del sesso bollente.
Risultò che Renzo non era il padre del bambino di Alice, ma il vero padre risultò essere un centrale della squadra di calcio che si fece avanti e si offrì di allevare il bambino. La ragazza di Renzo gli perdonò il tradimento. Le settimane passavano, la fine dell’anno si avvicinava e Giacomo ed io decidemmo di andare insieme alla festa di fine anno.

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Ho rubato la ragazza a mia sorella (Parte 1)

Sono passati anni da quando Giacomo ed io abbiamo lasciato le nostre famiglie. Creai una vera agitazione nella nostra cittadina conservatrice. Mentre le nostre famiglie non rifiutarono il fatto, capinno che a causa della nostra sessualità noi non avremmo più potuto vivere in quella città. Era stato divertente vedere l’espressione sulla faccia di quella puttana di mia sorella quando Giacomo le disse che l’aveva scaricata per stare con me.

Erano i tardi anni novanta, la piccola città nella quale vivevo era totalmente cattolica e conservatrice. Era stato difficile quando arrivato alla pubertà cominciai a guardare i ragazzi invece delle ragazze. Io mi masturbavoi pensando agli eccitanti ragazzi della scuola e mi sentivo colpevole. Ero assolutamente il ragazzo medio, circa un metro e settanta, capelli ed occhi castani e mi tenevo in buona forma dato che facevo parte della squadra di nuoto del mio quartiere; ero quel tipo di ragazzo che ragazze notano.

Alle elementari ero un anno avanti e perciò ero alla pari di mia sorella che aveva un anno di più. Mia sorella ed io non andavamo molto d’accordo, Alice era una cagna puro e semplice. I miei genitori allora non lo capivano ma ora lo sanno. Ero all’ultimo anno quando Alice portò a casa Giacomo ed il mio cazzo per poco non sparò nei miei pantaloni. Giacomo era un giocatore di calcio, alti più di un metro e ottanta, capelli scuri ed occhi di un bel verde smeraldo, al solo guardarlo il mio cuore si fuse. Giacomo era un gran bel ragazzo ed io non riuscivo a capire cosa trovava in una cagna come Alice.

Successivamente Giacomo sembrò voler passare più tempo con me che con Alice, veniva a casa ed andavamo in giro insieme. Andavamo al cinema, a giocare a bowling, a mini golf. Lui veniva a vedere le mie gare di nuoto. I miei genitori ci venivano ma Alice non l’aveva mai fatto e Giacomo stava seduto con loro a fare il tifo per me.

I tempo passato con Giacomo l’attrazione per lui andò oltre la semplice attrazione fisica. Lo volevo romanticamente, volevo stare con lui e solamente con lui. Quando arrivava, mi vedeva, mi salutava con una carezza sulla schiena mi faceva sentire troppo bene, e ancora meglio se mi dava un grande abbraccio. Quando mi circondava con le sue braccia, mi cedevano le ginocchia e mi sentivo uno strano buco nello stomaco. Lo volevo dannatamente.

Era aprile ed eravamo in vista del diploma. Alice stava passando il fine settimana con un’amica ed i suoi genitori. I miei genitori erano fuori città per il fine settimana per un evento del lavoro di mio padre. Giacomo lo sapeva, chiese se lui poteva stare da me per il fine settimana ed i miei genitori dissero che andava bene.

I miei genitori partirono venerdì. Mia madre lasciò il numero dell’albergo in cui sarebbero stati nel caso avessi avuto bisogno di qualche cosa. Poco dopo che se ne furono andati Giacomo arrivò, Guardammo un paio di film ed ordinammo una pizza per cenaì. Dopo cena Giacomo eravamo seduti sul pavimento del soggiorno un di fronte all’altro, quando improvvisamente lui parlò di Alice.

“Penso che la scaricherò.”
Nessuna sorpresa là e se le dicerie erano vere Alice se la stava spassando.
“Perché la scaricherai? ” Chiesi non volendo lasciar cadere la cosa.
“Lei vuole solo sesso da me ed io non ho voglia di darglielo. Se solo sapesse!”
“Se solo sapesse cosa?”
“Nick, posso fidarmi di te? Ho un grande segreto che ho bisogno di dire a qualcuno perché non posso tenerlo più a lungo.”
“Chiaramente puoi, cos’è?”

Giacomo cominciò a piangere, le lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance facendogli brillare ancora di più gli occhi verdi. “Ho cominciato ad uscire con Alice perché c’è qualcun’altro che mi piace e pensavo che uscendo con lei avrei potuto stare vicino a quella persona, e quindi l’ho fatto. Ho conosciuto meglio quella persona e penso che probabilmente me ne sono innamorato.”
“Giacomo non c’è niente di sbagliato. Dille quello che senti.”
“Non è una ragazza. Non è una ragazza. Non mi sono mai piaciute sessualmente ragazze. Io sono gay e non so cosa dirà se gli dico che l’amo.”

Giacomo era gay? Nella mia testa si formò improvvisamente un’immagine, che Giacomo fosse il mio boyfriend, di noi due che andavamo da qualche parte insieme a vivere felici e contenti. Spinsi via quei pensieri, misi una mano sulle spalle di Giacomo, lo tirai a me e lo tenni stretto. Lui continuò a piangere sul mio torace. Io volevo sapesse che andava tutto bene, che ero ancora suo amico, che gli volevo bene, che potevo capire il suo dolore. Il mio cuore si stava spezzando nel vederlo così.

“Giacomo, non lo dirò a nessuno.” Dissi. “Ma chi è il ragazzo di cui sei innamorato?”
“Prometti di non incazzarti?”
“Promesso.”
“Sei tu Nick.”
Non posso descrivere la sensazione che ebbi sentendo che Giacomo, il ragazzo con cui da tanto avrei voluto essere, era innamorato di me. Il mio cuore correva. Le mie braccia lo strinsero ancora più strettamente. Feci correre le dita tra i suoi capelli. Ora tutto aveva senso, ecco perché Giacomo passò più tempo con me che con Alice. Perché veniva sempre alle mie gare di nuoto ed i suoi abbracci.

“Non sei arrabbiato?” Chiese vedendo che non lo allontanavo da me e non gli gridavo di lasciare la mia casa.
“No Giacomo, non lo sono. Non posso essere arrabbiato con te per essere innamorato di me. Io non posso essere arrabbiato perché anch’io sono innamorato di te.”
Giacomo si sedette e mi guardò diritto negli occhi, non disse niente per un secondo. “Anche tu sei innamorato di me?”
“Sì. Anch’io sono gay. Quando Alice ti ha portò a mi sono sentito attratto da te, dapprima pensai che non era nulla, che non fosse niente di più di quello che sentivo per gli altri ragazzi della scuola, ma divenne molto di più quando cominciasti a passare tutto quel tempo con me. Tu non sa quello che voleva dire per me vederti a tutte le mie gare di nuoto. Tu non hai idea di come mi fai sentire quando mi abbracci. Giacomo io ti ho desiderato più di qualsiasi altra cosa nella mia vita.”
Giacomo riprese a piangere. “Oh Nick. Non sai cosa vuole dire per me. Sapere che anche tu mi ami .”
Si precipitò di nuovo nelle mie braccia ed io lo tenni così per un po’, poi gli alzai il mento e lo fissai nei suoi begli occhi. Mi chinai e lo baciai. Fu un lungo bacio sensuale. Quando interrompemmo il bacio Giacomo mi sorrise. Ci baciammo di nuovo e restammo così, poi ci alzammo, andammo in camera, ci sdraiammo sul letto e restammo così per un po’.
Cominciammo a toglierci i vestiti e quando fummo nudi guardammo i nostri corpi. Il corpo di Giacomo era bello, il torace liscio e la piccola striscia che conduceva ai peli pubici, il suo cazzo sull’attenti. Strofinammo insieme i nostri uccelli e prima che ce ne rendessimo conto, avevamo preso in bocca il pene dell’altro.

Dopo un po’ Giacomo smise di succhiare e disse. “Nick puoi mettermelo dentro?”
“Posso andare nella stanza di Alice e vedo se ha dei preservativi. E avremo bisogno di qualche cosa per lubrificare.”
“Nick, io sono vergine.”
“Anch’io lo sono, Giacomo.”
“Allora non avremo bisogno di preservativi, non dobbiamo preoccuparci di malattie contagiose.”
“Ok, allora il lubrificante, torno subito.”

Andai in bagno e trovai della vasellina; tornai nella mia stanza e feci sdraiare Giacomo su di un fianco. Cominciai a lubrificargli il sedere di Giacomo e ne misi un po’ su di me. Inserii un dito nel suo buco per allentarlo. Lo sentii lamentarsi un po’. Appoggiai il cazzo al suo buco e spinsi. Era così bello e caldo e stretto. Giacomo si lamentò e disse: “Per favore mettimelo dentro Nick.”
“Ok Giacomo.” Dissi e cominciai a muovermi lentamente dentro di lui. Lo sentii lamentarsi, cominciai ad andare a tutta velocità e Giacomo non protestò. Mi mossi sempre più velocemente e Giacomo continuò a lamentarsi. Gli girai la testa e lo baciai mentre continuavo a fare l’amore con lui. Prima che me ne rendessi conto stavo sborrando dentro di lui.

Dopo essere venuto mi estrassi e Giacomo si sdraiò sulla schiena. Il suo cazzo era ancora duro, mi chinai e glielo succhiai. Giacomo eruttò sperma nella mia bocca. Il gusto era buono da morire, era caldo e dolce, era il sapore di Giacomo. Dopo aver bevuto la sua sborra mi sdraiai accanto a lui e tirai le coperte su di noi. Ci sorridemmo l’un l’altro e ci guardammo l’un l’altro negli occhi. Ci baciammo ripetutamente e ci addormentammo nelle braccia dell’altro.
Sarebbe stato un bel fine settimana.

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MIA MOGLIE: SORPRESA DI NATALE SUL SUO PC

Un giorno quasi sotto a natale mia moglie era andata a giocare a carte a casa di suoi amici, visto che sono più piccoli di me non trovavo l’esigenza di andarci e dissi che sarei rimasto a casa, da qualche giorno avevo notato mia moglie sempre con il pc acceso attaccato al telefono, all’inizio non pensai a niente di malvagio in questo, però quella sera rimanendo da solo a casa accesi il suo pc per dargli un occhiata. La prima cosa che feci fù andare nelle sue cartelle di foto, ok le solite foto già viste, poi c’era una cartella scitto cell, e subito la aprii, c’erano delle comuni foto scaricate forse da internet con dei tatuaggi visto che mi diceva che se ne voleva fare uno nuovo, poi man mano scorrevo vidi delle sue foto con lei senza reggiseno davanti allo specchio del nostro armadio cioè dei “selfie”, aprii quelle foto ed erano 3 o 4 e rimasi sbalordito che mia moglie si era fatta fatta delle foto del suo seno ma soprattutto per chi erano quelle foto? in quel momento cercai altre foto compromettenti in quella cartella ma niente, così andai a vedere nel cestino del pc, in piccolo formato mi apparvero delle foto dove si vedeva lei in foto vecchie con un suo vecchio fidanzatino e trovai delle altre dove c’era un cazzo…subito ripristinai le foto sul pc per poterle aprire in formato più grande per capire se mi ero sbagliato a gurdare o avevo visto bene, appena aprii queste altre foto vidi benissimo delle sue vecchie foto di qualche anno prima con il suo primo amore e poi delle altre di un bel cazzo in evidenza con una grande capella…in quel momento iniziai a tremare,. la stessa situazione di eccitamento ed emozionato che mi avevo preso qualche mese prima nel sentire sua madre godere mentre faceva sesso…mentre tremavo ero eccitato perché dentro di me pensai che lei avesse inviato delle sue vecchie foto al suo ex ragazzo forse ricordandogli i loro momenti passati insieme e lui per ringraziarlo gli avesse mandato delle sue foto del suo bel membro duro per farle ricordare a lei di come si eccitava guardando le sue foto che le aveva inviato precedentemente cioè quelle sue con il seno fuori…tutto quel mio pensiero perverso che forse poteva essere vero iniziò a turbarmi misto dall’odio e dall’eccitamento mi masturbai pensando alle foto di mia moglie nuda che gli aveva mandato al suo ex e del cazzo duro di un ragazzo che ovviamente non si vedeva in volto ma che io immaginavo fosse proprio il suo ex ragazzo…e se lei con una scusa invece di andare a giocare a carte quella sera d’accordo con le sue amiche che la appoggiavano andò a trovare il suo ex e scoparono insieme? questo pensiero mi accompagno per tutta la notte fino a quando non la sentii rientrare, ovviamente era tardi, lei mi vide che dormivo e si mise a dormire..il giorno successivo mentre lei aggiustava l’albero di natale ers di domenica, lasciò il suo pc acceso, ed io che sapevo gia dove trovare le foto, feci finta che capitai per caso nella sua cartella di foto del pc dove c’era lei con il seno fuori davanti allo specchio e il cazzo di questo sconusciuto, io gli chiesi spiegazioni e lei mi disse, che gli autos**tti fatti da lei erano per lei, per rivedersi in foto se le sue tette stavano crescendo visto che con l’allattamento erano un po svuotate, e quelle del cazzo in piena vista erano delle foto che la sua amica gli aveva inviato con wastupp di un ragazzo che m*****ava la sua amica, ma il suo racconto non mi convinceva,in quel momento feci finta di niente… qualche sera dopo lei mi provocò a letto io preso dall’eccitamento per quello che avevo nella testa da molti giorni iniziai a leccarle la fica e di conseguenza lei mi fece un bel bocchino, non me ne ha fatti molti in verità non lo fa spesso ma quelle volte che lo fa mi fa impazzire, mentre mi leccava il cazzo spontaneamente gli chiese se gli piaceva e se volesse leccarlo un altro in quel momento che non fosse il mio, la sua faccia fù sbalordita e sorpresa ma non piacevole allora non dissi più niente, continuai a scoparla facendola godere ma con dentro di me quel pensiero ed eccitazione che lei mi avesse in qualche modo tradito con il suo ex…