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Una mamma premurosa

Erano passati già 10 mesi dal divorzio , e Carlo si ritrovò ad abitare a casa della madre .
A Renata , una donna di 65 anni , ben portati , alta 1,65 , peso di circa 70 kg , un bel viso , ed ancora piuttosto tonica , la presenza in casa del figlio le faceva piacere , del resto era sola da 5 anni , il padre di Carlo morì di infarto ..
Il loro rapporto era da sempre molto aperto , parlavano di tutto , Carlo non aveva mai avuto problemi a confidarsi con lei , in oltre il carattere affettuoso di Renata , gli dava sempre la giusta dose di buon uomore , si sentiva coccolato , aveva raggiunto la convinzione che lei era l’unica donna a volergli veramente bene , sopratutto dopo la brutta esperienza del suo matrimonio .
Quella sera dopo cena , Carlo fu assalito da una forte depressione , non era la vita che voleva , così andò in camera sua , e si sdraiò sul letto .
Oltre alla situazione affettiva , un’altra parte molto critica era la sua astinenza sessuale . Era da quando si era trasferito dalla madre che non aveva avuto più nessun rapporto , si era masturbato solo una volta , ma non riusciva a capacitarsi che a 35 anni doveva ancora fare da solo , ma ormai erano quasi 8 mesi di completa astinenza , oltre ad una voglia terribile , aveva anche dei dolori lancinanti , doveva assolutamente svuotarsi .
Anche quella sera , mentre era disteso sul letto , ebbe un’erezione , e i dolori non tardarono ad arrivare . Cominciò a contorcersi sul letto , si rannicchiava , ma non riusciva a trovare sollievo ,cominciò ad emettere piccoli gemiti di dolore .
Renata nel sentire il figlio lamentarsi si preoccupò , ed andò in camera per capire cosa stesse succedendo .
Quando etrò vide il figlio in posizione fetale , visibilmente sofferente
–carlo cosa hai??Che ti succede
lui
–niente mamma…non preoccuparti
Renata
–come niente , stai male si vede…dimmi cosa hai , ti fa male la pancia??
lui
— Davvero mamma …tranquilla…ora passa..
Renata si avvicinò al figlio , gli accarezzò la fronte
–la febbre non la hai , forse qualcosa che hai mangiato??
lui
–niente mamma…davvero…
lei
–ma almeno dimmi dove ti fa male!!
lui non potendo dirle la verità disse
–si mamma ,la pancia vedrai che ora passa
lei
–magari se ti faccio un massaggino passa…
lui
–lascia stare…
l’imbarazzo di Carlo era molto , ma Renata non voleva des****re , come tutte le mamme , era determinata ad aiutare il figlio , così continuò ad ins****re , e a fare mille domande .
Renata insisteva nel fare almeno un massaggio alla pancia del figlio , che dovette cedere , si coltò e rimase disteso con la pancia verso l’alto , il membro era evidentemente eretto , ma la madre non se ne accorse , ed iniziò a massaggiare la pancia con il palmo della mano .
Il dolore non passava ,e Renata si accorse della pretuberanza sotto i pantaloncini del figlio , si stupì di quella erezione , in oltre da donna fu attirata dalle dimensioni considerevoli , era imbarazzata , cercò di non guardare , ma visto che il dolore del figlio non calava domandò
–tesoro , penso che non sia la pancia , scusa se te lo chiedo , ma come mai il coso sta così?
Carlo arrossendo provò a negare
–nulla mamma…non so…
lei
–come ? Mica sono scema , sarò vecchia ma mica rimbambita??
lui
–mamma , dai lascia stare
Renata
–che fai ti vergogni di mamma??Magari il dolore dipende propio da questa cosa qui.
Carlo capì che era inutile mentire
–si mamma , è così , mi capita spesso di avere delle erezioni che portano a questi dolori.
la madre molto tranquillamente disse
–ma figlio mio , si sa che voi maschietti non dovete trattenervi molto , vi fa male , se è solo questo il problema pui risolverlo facilmente , io pensavo che era una cosa più grave..
lui
–non so come fare mamma!!
lei
–ma dai come??Vai in bagno e fai quello che fanno tutti….
lui
— Ma mamma??
lei
–che c’è?Pensi che non sappia che voi vi fate le seghe?So che vi masturbate , so anche che lo hai fatto anche tu , da ragazzo un periodo eri sempre chiuso in bagno , ho anche trovato dei giornaletti sotto il tuo letto anni fa , per non parlare delle tue mutande sempre umide,,,
l’imbarazzo di Carlo era tantissimo
–mamma , ti prego , dai??
lei
–ma falla finita , non fare il bambino , su vai a sfogarti
lui
— No mamma , da solo non ci riesco più , mi avvilisce , dopo moralmente sto malissimo…
nella testa di Renata si fece spazio il suo istinti materno , capì che doveva aiutare suo figlio .
Senza dire nulla si alzò , e poco dopo tornò in camera , Carlo notò che la madre teneva in mano un pacchetto di fazzoletti di carta , si rimise seduta e disse
–sei propio cocciuto , ma ti sembra che alla tua età ancora hai bisogno di mamma??
Carlo ancora non aveva capito cosa la madre avesse in testa , la guardava perplesso ancora avvolto dai dolori , poi Renata disse
–dai , vedrai che dopo starai meglio , ti aiuta mamma….
quella frase sorprese Carlo , capì che la madre voleva masturbarlo , non era pronto ad una cosa del genere
–mamma??Ma cosa vuoi fare??
Renata senza rispondere sorrise , afferrò i bordi dei pantaloncini , e con un gesto veloce li abbassò e con essi anche le mutande , il pene del figlio svettò dritto e duro , i suoi occhi lo fissarono stupiti , era enorme , arrossì e disse scherzando
–oddio…sono stata brava!!
Carlo imbarazzato
–mamma , non credo sia il caso…
la madre lo guardò in viso , non voleva farsi vedere troppo attirata dal suo membro , poi allungò la mano destra e strinse l’asta del figlio , lo sentì duro e caldo
–ora stai zitto , lasciami fare , vediamo se mi ricordo come si fa…
la mano cominciò a muoversi lentamente , su e giù , il cazzo si scappellava , Carlo era scioccato ma allo stesso tempo eccitatissimo , vedeva la mano della madre che lo masturbava , e il suo palmo caldo gli regalò una sensazione che mai aveva provato prima .
Renata non riuscì a non guardare , si voltò e vedeva il cazzo del figlio che usciva prepotente dal suo pugno , era motlo grosso e ben fatto , si rese conto che dopo tanti anni di astinenza , anche se era il pene del figlio si stava eccitando , ma si concentrò solo su Carlo .
Mentre la mano proseguiva senza indecisioni , Carlo ansimava , guardava la madre con gli occhi fissi sul suo pene , era la situazione più erotica che aveva vissuto
–aaa.a.aaa…oddiooo…mammmaa…è stupendooo..m,amaaaammmaa…..
Renata si sentì gratificata , e strinse ancor più forte il cazzo del figlio e disse
–visto che mamma ancora ci sa fare , e poi devo dire che è un piacere , è una vita che non toccavo un bell’arnese come il tuo…
nel sentire la madre dire certe cose , l’eccitazione Carlo aumentò , e lo disse apertamente
–Mammaa….se dici così mi fai impazzire , mi piace sentirti dire delle sconcerie..
Renata capì cosa voleva il figlio , e da brava madre lo volle accontentare senza farsi troppi problemi
–Ti piace che la mamma ti sega vero??Sei propio un porco….ma hai un bel cazzo , e voglio accontentarti….
mentre la mano destra continuava a scappellare il cazzo del figlio , con il palmo della sinistra cominciò ad accarezzare il glande
–ecco , con due mani , la mamma ti sega con due mani…Cosi mi sborri su entrambe ti va??
Carlo sentiva di non poter res****re molto
–siiii…siii.Mammmaa…siii ti sborro sulle manniiii daiiiiiii continuaaaa…..
Renata capì che il figlio era pronto ad eiaculare , così aumentò la velocità della mano , stringelo fortissimo , e con una faccia grintosa e da porca disse
–dai…Daiii bello di mamma…Schizza…liberati…Sborra che ti fa bene . Daiiii
un urlo di Carlo l’avvisò dell’arrivo dello sperma
–aaaaaaaa….ECCOMIIIIIIIIII
lei continuò fino a che il primo schizzo non le imbrattò il braccio ,poi ne susseguirono altri copiosi che le colarono su tutta la mano , nel sentire quel calore le venne voglia di leccarla , per ricordarsi vecchi sapori ormai dimenticati , ma si trattenne , non voleva esagerare . Renata prese I fazzoletti di carta e con premura pulì tutto il cazzo del figlio e disse
–ora come stai??
lui
–benissimo….Grazie mamma
lei con sorriso amorevole
–Se non ci fosse mamma….Sono contenta , ora riposa…
lei si alzò e si diresse in bagno , buttò i fazzoletti e si guardò allo specchio , era eccitata , non si masturbò solo perchè voleva conservare quello stato , la sua mente cominciò a viaggire .
Anche Carlo era confuso , ora il loro rapporto come sarebbe stato? E sopratutto ci sarebbero state altre occasioni

cap 2
Per tutta la notte , e la giornata successiva Carlo ripensò a quanto accaduto . Si era fatto masturbare da sua madre , mai avrebbe pensato di farlo . La cosa che più lo faceva pensare , era con quanta naturalezza sua madre l’aveva toccato . Ripensando alla sua mano ebbe un’eccitazione , ma essendo sul posto di lavoro si controllò .
Rientrò a casa alle 19,00 come sempre , andò in cucina per salutare Renata , la vide intenta a preparare la cena , ma si rese conto che vi era qualcosa di diverso .
La tavola era apparecchiata con piatti e bicchieri eleganti , anche la tovaglia era quella delle grandi occasioni , e poi la madre era vestita di tutto punto , una gonna con maglietta forse troppo stretta , il fisico appesantito della madre era evidente sotto quei panni , e ai piedi delle scarpe aperte che mai lui aveva visto , con le dita smaltate di un rosso fuoco , tanto che chiese
–mamma aspettiamo qualcuno per cena??
lei
–no tesoro , io e te come sempre ..perchè?
lui
–bè ti sei fatta tutta bella….
la madre era felice del complimento del figlio
–Grazie , tanto per cambiare , sto sempre in casa , e ho pensato di fare una cenetta un pò diversa . Dai vai a farti la doccia che fra un pò si mangia .
mentre Carlo si diresse in bagno capì che il comportamento della madre era strano , anche il volto era truccato , cosa che accadeva solo in qualche cerimonia , mai si era truccata per stare a casa .
Fatta la doccia Carlo decise di vestirsi come il solito , pantaloncini e maglietta , non aveva voglia di indossare abiti diversi come aveva fatto la madre , non voleva assecondarla , pensò che forse era meglio mantenere un certo equilibrio , l’avvenimento della sera prima non doveva cambiare il loro rapporto .
Entrò in cucina e vide la tavola colma di cibo , Renata aveva cucinato ogni ben di Dio , il sorriso della donna era diverso , e con voce dolce disse
–i tesoro , mangiamo , oggi ho fatto i tuoi piatti preferiti .
era evidente che Renata aveva qualcosa di diverso , Carlo lo percepiva da come lo guardava . Si sedettero uno difronte all’altra ed iniziarono a mangiare , parlando di come avevano passato le loro giornate .
A metà cena Renata sorprese Carlo con una domanda che lui non si aspettava
–lora tesoro…oggi va meglio??O ancora ti fa male ?
Carlo arrossendo non rispose ,
–mma?!!
lei
–e c’è?Mica ti imbarazzerai ?
lui
— un pò
Renata sorrise
–ri sera non sembravi imbarazzato…
Carlo non rispose e continuò a mangiare .
Renata aveva pensato molto alla sera prima , e si era convinta che in fondo ormai Carlo era il suo uomo di casa , non lo vedeva solo come figlio , e la vista del suo pene l’aveva troppo eccitata , in fondo pensò che potevano godere della situazione tutti e due .
Vedendo il figlio imbarazzato capì che toccava a lei rompere gli indugi , alla sua età non avrebbe avuto molte occasioni per godersi un giovane amante , e anche se sarebbe stato suo figlio , ormai non le importava , il sesso le era sempre piaciuto , ed erano troppi anni che era in astinenza .
Senza dire nulla Renata si sfilò una scarpa , lentamente con il piede nudo cominciò ad accarezzare la caviglia del figlio , lui sentì l’erotica carezza della madre , ma decise di non fare e dire nulla .
Il piede di Renata cominciò a salire , arrivò tra le cosce del figlio , che la guardò e disse
–mma??!!Che fai??
lei con un sorriso malizioso
–ccc….mangia che si fredda….
il piede si posizionò sulla sua patta , Carlo abbassò lo sguardo , vide le dita smaltate di rosso propio sul suo pene , il calore della pianta materna lo invase , Renata lentamente cominciò a muovere il piede , strofinandolo sul pene del figlio , che in pochi secondi divenne duro come il marmo .
Renata nel sentire l’asta turgida sotto la sua pianta ebbe un brivido lungo tutto il corpo , sfregava pigiando con forza , Carlo non riuscì più a mangiare , si godeva quella magnifica sensazione , guardava il piede della madre che lo masturbava , era una visione stupenda , il piede anche se maturo , era molto eccitante .
Renata sfilò anche l’altra scarpa , sollevò il piede , e lo insinuò sotto i pantaloncini del figlio , con abilità le dita si fecero spazio nell’elastico delle mutande , il contatto con i testicoli di Carlo fu immediato , e lui sobbalzò , poi spinse più avanti il piede , e mise la sua pianta sopra l’atra dura .
Carlo sentì la calda pianta sudata della madre a contatto con il suo pene , era stupendo , la sua cappella cominciò ad inumidirsi , e le dita della madre si riempirono di liquido . Renata cominciò a guardare suo figlio ansimante grazie ai suoi piedi e disse
— piacciono anche i piedi di mamma , non solo le mani!!
Carlo non credeva ancora a cosa stesse accadendo , ma rispose
–mma….è stupendo…mi fai impazzire….!!!
finendo la frase tolse i piedi della madre e si calò pantaloncini e mutande , il cazzo svettò fuori libero e dritto , rimise le piante di Renata sul membro , e la mamma subito riprese a segarlo stringendo l’asta tra le sue arcate plantari .
Carlo non riuscì a res****re , dopo poco cominciò a sborrare , I primi schizzi arrivarono fin sopra la tavola , poi altri imbrattarono completamente i piedi della madre che fu sorpresa dal liquido caldo che le colava sulla pelle
–dio tesoro , ma già sei venuto!!!Ma quanta ne hai??
lui
–iii….SISIIISII,….MAMMMAAAA:…SBORRROOOOOOOO
Renata non fermò i piedi , da una parte era felice che suo figlio aveva goduto , ma dall’altra era dispiaciuta , aveva in mente altri piani .
Quando il figlio finì di venire , gli fece capire che anche lei voleva la sua parte
–a vatti a lavare , e aspettami in camera , io metto a posto la cucina , ho voglia di un pò di coccole anche io da mio figlio…..
Carlo ammirando i piedi della madre coperti del suo seme capì che tra lui e sua madre ormai il rapporto era totalmente cambiato , così mentre si andò a lavare pensò a cosa sarebbe successo .

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Quello che preferisco

Quello che preferisco …..
La mia lei si prepara … bagno rilassante , quindi la scelta dei vestiti per la serata
Tesoro sono abbastanza eccitante?
Il suo look camicetta bianca trasparente , gonnellina nera ,scarpe con tacco vertiginoso … ovviamente niente intimo.
Appuntamento è a casa nostra per le 22 ….
Manca meno di mezz’ora il mio amore freme .. come sarà il Bull di questa sera , sarò all’altezza , il mio uomo sarà contenta di me ? tutte queste domande le aumentano l’eccitazione , ormai la conosco !!!
Sono le 22 in punto .. tutto è pronto … il campanello suona
Veloce sguardo dallo spioncino … perfetto
Il Bull entra , Buonasera ,
Senza dire nulla prende la mia Donna , la fa subito inginocchiare ,lei ubbidisce senza fiatare , con trepidazione gli apre la cerniera dei calzoni , e gli tira fuori il cazzo , non ancora del tutto eretto .
Lo ammira, è veramente notevole anche così.
Con dolcezza lo bacia e se lo infila tutto in bocca .. il cazzo magicamente aumenta di grandezza e anche la durezza arriva al massimo la mia donna ci sa fare.
Quello che prima sembrava notevole , si rivela , molto molto grosso in circonferenza
Passano alcuni minuti , che sembrano una eternità .. la tocco in mezzo alle gambe , e la trovo fradicia di umori ( guarda la puttanella come si è eccitata ed è solo l’inizio .. è il mio pensiero )
La guardo negli occhi e le sussurro : ancora un minuto e ti faccio scopare , contemporaneamente la bacio sentendo sulle sue labbra il sapore del bull
Un minuto ancora e la faccio distendere di schiena in modo che possa guardare il bull in faccia , a questo punto mi metto dietro di lei e le sorreggo la testa .
Le alzo e divarico le gambe… la minuta gonnellina ,non copre più niente , non che prima lo facesse .
Il suo seno velato dalla camicetta trasparente si inturgidisce e “buca” il sottile tessuto
Il suo sesso depilato è in bella mostra … mi piace vedere l’espressione del bull, la mia donna è molto bella ed eccitante Lui si abbassa ed inizia a baciarla , lei freme come una foglia .. è molto bravo la sua lingua si insinua senza risparmiarsi, le sue mani cingono le natiche …
Lui le avvicina la Sua cappella alla fighetta appena schiusa e tenendolo dalla base lo struscia , per far sentire la sua forza … lei in questi momenti non sembra una signora !!
Ci scambiamo una occhiata di assenso … il bull punta la sua cappella .. lei sussulta .. lui spinge ,è dentro ,il ritmo aumenta esponenzialmente con i suoi gemiti … la prende con forza e decisione sempre più in crescendo fino a farla godere .
.. sfondami , aprimi , che cazzo favoloso ,riempimi , sono tutta aperta ,lo sento fino in gola , senti che grosso …. sono le uniche parole che lei URLA prima di godere …
Come il bull viene naturalmente dentro , altrimenti che bull è !! si ritrae e lo sfila dal suo sesso e alzandosi a mezzo busto avidamente lo ripulisce fino all’ultima goccia .. mi bacia il sapore ora è cambiato da cazzo a seme !!
Quindi sempre con le gambe aperte , mi chiede ti è piaciuto … Si .. “ ora ripulisci tutto” senza esitare mi sposto da dietro mi insinuo tra le sue cosce e …. la ripulisco .
A dir la verità, non so se erano di più i suoi umori o quelli del bull , ma non è un particolare importante .
Cazzo sei stato bravissimo hai trovato un bull fantastico , e mi raccomando mentre la ripulisci preparami il buchino con la lingua … questo tra dieci minuti è di nuovo pronto … non voglio che il mio culo , sia troppo asciutto per il suo cazzone … ma neanche troppo scorrevole , Voglio sentirlo
5 minuti d’orologio ed bull è di nuovo pronto in tiro.
Il culetto della mia donna ,è umettato a dovere per precauzione prendo in bocca il cazzo del bull , lo insalivo per bene ..
Puttana ti piace prendere i grossi cazzi esclama lui , preparati che ora ti apro in due .
Ormai la situazione è chiara .. lui prende le redini del gioco
Si sdraia sul letto , con il cazzo ancora in tiro notevole !! … impalati da sola , che non voglio far fatica .
Lei si mette sopra , aiutata anche dai tacchi
Brava la troietta , fammi vedere cosa sai fare con quel culo , forza siediti e cavalca voglio sentirti venire con il culo , lo voglio più largo della figa , forza!! il tuo uomo a fatto il suo dovere ,è stato bravo , ora tocca a te
Lei è eccitata come pochi , gli ordini perentori la fanno impazzire , ubbidendo si abbassa , fino a sentire la sua cappella che spinge e vuole entrare nel suo buchetto ….. ma gli viene un attimo di esitazione o paura .
“No non ci entrerà mai , mi fa già male solo a sentirlo !!
Ti ho detto di impalarti puttana ubbidisci o ti inculo io … esclama il bull .. no non ce la faccio, non ce la faccio , è troppo grosso scusami!!!
Scusami anche tu mio amore ma non ce la faccio !!
Lui con voce ancora più decisa “ infilatelo” , e parte uno schiaffo sulle natiche …” no non riesco “ partono le seconde cinque dita , che questa volta rimangono impresse …
Infilatelo o saranno cazzi tuoi !! lei impaurita si lascia andare e la cappella di lui si fa largo nel suo buco .
Cazzo che male non entrerà mai ,no , no … ma ormai la cappella è entrata …hai hai cazzo che male .
Sente sicuramente un po’ di dolore ma sa ,che se resiste tra breve il poco dolore si trasformerà in un grande godimento
Salvami !! ti prego salvami, sono le uniche parole che riesce a pronunciare !!
Preso da compassione ,mi lancio a salvare il culo della mia lei … ma ,la conosco ! con la lingua invece di salvarla , lecco le palle del bull … che si eccita ancora di più e si inarca per infilarlo
Bastardo , l’hai fatto apposta , non mi hai salvato ,anzi hai aumentato il cazzo del bull !! si sfila il cazzo e si accascia su di un fianco a “riposare” ,
Scocciato per la mancanza , il Bull esclama con voce di sfida ma ferma : quando c’è da prenderlo nel culo voi donne fate sempre un sacco di storie
Guarda e impara da noi Uomini !!
Sfilato il suo enorme cazzo dal culo di lei ,sempre sdraiato, mi ordina” vieni qui” mi avvicino e …mi prende la testa tra le mani , e con decisione me la abbassa finche il suo cazzo non arriva in gola.
Il suo cazzo ha il sapore della mia lei … senza minimamente scomporsi ritmicamente mi scopa in bocca, un paio di conati respinti, un po’ di lacrime, dovuti alla forza e dall’intensità … ma non mi lamento
Visto come si fa come si ubbidisce !!!
Con la bocca sono capaci tutti esclama con nervosismo .
Sei anche un po’ stronzetta allora !!
Ora Puttana scontrosa e stronzetta guarda e impara .
Con decisione ,mi gira , un po’ di saliva sulla mano ,mi abbassa la testa , la passa sul mio culo ,e con le sue ginocchia
mi allarga le gambe , con due mani mi tiene aperto …..
Sempre con aria di sfida ….”Guarda come si fa “…
Appoggia la sua cappella al mio buchino e senza problemi (per lui) , inizia ad infilarlo, da prima con calma , poi con decisione come a dimostrare a lei chi comanda … mi sento pieno e preso ,ma non voglio deluderlo in nessun modo
Puttana impara dal tuo uomo, guarda come si fa, e come ci si comporta con un Bull !!
Guarda , senti .. riferendosi a me , non un lamento , non una ribellione , lui sa come comportarsi , non certo tu …
Sono stufo dei tuoi, si , no ,si non mi devi rompere i coglioni !!
Chi deve divertirsi ? ripete a voce alta , chi deve divertirsi ?…
La sua risposta ora con voce sottomessa ma eccitata dalla situazione .. Tu e nessun altro .
Ecco ora ci siamo capiti solo io comando qui .
Eccitato oltremodo dal Suo potere riconfermato “Puttana guarda e preparati dopo tocca a te, se ne avrò ancora voglia “
Tutto questo succede ,sempre con il Suo cazzo infilato nel mio culo , ma non pronuncio una sola parola ,non faccio commenti , non voglio contrariarlo in nessun modo
“Ora lo sottometto come si deve ” ti faccio vedere una mia specialità .. lo Spacca Culo
Tecnica a noi sconosciuta … Il significato l’ho imparato a mie spese ..
Traduco : per lui Spacca culo vuole dire … non mi frega niente di te , voglio vedere quanto resisti , sono il più forte , ti scopo come voglio , più ti lamenti più mi eccito ed aumento l’intensità , fino a quando non cedi e ti lasci completamente andare .. fino a quando pur di accontentarmi , ti apri le natiche da solo per farmi entrare meglio
Attenta guarda.. ..Parto con lui , è già pronto …istantaneamente, sento il Suo cambio di forza , intuisco il cambio di espressione , tento una piccola ribellione , ma ormai è troppo tardi non posso res****rgli.
Le sue mani iniziano a colpire, il mio culo, ( d’altronde l’aveva detto “ogni ribellione sarà punita” ) .
Sento la sua forza , ed anche un po’ di dolore … ma devo res****re, il solo pensiero che dopo toccherà a lei mi eccita , siamo ormai Suoi .
Vedo che lei con uno sguardo stralunato e con le gambe divaricate si tocca oscenamente ,.. sia davanti , ma principalmente dietro le sue dita , più di una ,si insinuano dietro per prepararlo, spariscono e ricompaiono ,
Ormai il bull lo ha capito , con noi può fare quello che vuole !!!
Sento che lei è eccitata sia nel vedermi preso e sottomesso , sia nel sapere che come è stato forte con me , lo sarà anche di più con lei , questo sa il fatto suo .
Resisto … l’unico modo per fermarlo è cedergli .. l’aveva detto, le mie mani senza che io possa comandarle , si trovano sulle natiche e le aprono , la mia testa sul cuscino ….. e, come aveva iniziato .. finisce .
Puttana vieni qua !!
Ora tocca a te … meno male ,sono esausto
Mi metto in disparte , li guardo , li spio, non prima di chiederle se posso toccarmi … “fanculo segati ma non godere “ la sua risposta stizzita
Inizia lo spettacolo …sempre con il cazzo d’acciaio ,con fermezza inizia… prima ,la prende davanti quasi a volerla “scaldare” , poi la mette alla “pecorina” punta la sua verga sul buchetto , che ormai è dilatato , e… la incula !!!
Gridolino di dolore , tentativi di ribellione ,ma lui questa volta non molla la incula .. pochi secondi .. inizia a mugolare ..
“Puttana ora il tuo culo è più aperto della tua figa “ si sente che non sono il primo a scoparti il culo
Si sentono le sue mani che suonano sul culo di lei , il culo si segna , il seno non da meno !!!!
Si si !! sono la tua puttana ….Viene almeno altre due volte …
Spacca Culo anche a te !!
Ora sei aperta come volevi ?? si sono una puttana
Finale:: per entrambi natiche rosse , guance rosse ( lei ) , lacrime trasparenti ma non per il dolore
Un flash .. tienimi, tienimi , lei che mi chiede di tenerla ferma per fare divertire lui .
Un altro flash… leccalo senti come l’ho aperto ( Suo ordine )
Gioia ,Singhiozzi , ma non più un lamento di ribellione
Lui le viene nel culo , proprio mentre lei gode . fantastico !!
Lei che piange/ride per la gioia e la felicità di sentirsi veramente di un altro
Li che lo prende in bocca per ripulirlo , io che bevo dal suo culo aperto …
Lei mi guarda negli occhi … “amore lo sai , sono la Tua puttana , lui solo un vibratore niente di più” … come si “scarica” lo cambiamo e mi bacia mentre con una mano mi fa godere

Mario

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La prof e la puttana

Quanto è noiosa la pioggia, specialmente quando sei in vacanza in un campeggio a Peschiera del Garda, aggiungeteci la compagnia di un marito, ossessionato dalla forma fisica, che non fa altro che uscire con barche, canoe, kail surf, qualunque sia la condizione atmosferica e ti lascia sola. Vista la pessima stagione di quest’anno molte delle case mobili, a fianco della nostra erano vuote. unica compagnia la pioggia e qualche libro.
la giornata era davvero plumbea, quando finalmente il silenzio cimiteriale fu rotto da un gruppo di ragazzi tedeschi, poverini si erano svegliati con le tende al centro di uno stagno e l’interno allagato.
Il gestore del camping mosso a compassione, li aveva sistemati nella casa mobile a fianco.
Erano inzuppati e sporchi di fango, e io…
Oh scusatemi non mi sono presentata, mi chiamo Eva ho trentasette anni, sono Bruna, un fisico discreto, due bei seni sodi, senza figli… e sono una odiatissima professoressa di matematica.
Come dicevo poc’anzi, vista la giornata vuota da impegni mondani, mi sentii davvero felice di riempire il vuoto pneumatico della giornata facendo del bene al prossimo collaborando con quel festoso gruppo a mettere in ordine e recuperare quei pochi vestiti che erano rimasti asciutti.
Da buona donna avvezza ai ragazzi li spedii a fare una bella doccia calda, poi puliti e profumati sarebbero tornati da me, dove avrebbero trovato del the caldo e biscotti.
Chiarisco: Il gruppo di allegri sfollati, era formato da Sei bellissimi ragazzi, molto educati, laloro età spaziava dai 22 ai 17 anni, con dei corpi veramente tonici che finito l’anno di studio , erano partiti per un mini tour dell’Italia del nord, in bicicletta.
La pioggia riprese in un crescendo impressionante, ma fu proprio il tempo a far decollare la conversazione, poi qualche allegra amenità, qualche battuta e un pochino di musica e la giornata plumbea e noiosa stava virando al bello.
Non mancai di osservarli mentre lasciavano cadere gli asciugamani per infilarsi i vestiti facendo finta di nulla.
da come eravamo ormai in confidenza sembravo la sorella maggiore.
Non so cosa mi successe, ma complice il fresco della pioggia e il calore dei corpi dei due ragazzi vicini, le loro braccia sulle mie spalle e dietro la mia schiena, ed ecco che sotto il leggero maglioncino di cotone dall’ampia scollatura, sentii i capezzoli inturgidirsi, anche i ragazzi lo notarono lo capii dalle occhiate che si scambiavano e dalle gomitate, cercai comunque di contenermi.
A rompere la bella atmosfera giunse la telefonata del mio lui, il noioso imbecille insieme ad alcuni compari di avventura si era portato lontano, era arrivato fino a Garda in kayak, li sorpreso dalla grandine aveva riparato sulla riva di Punta San Vigilio, ed era ormai pomeriggio inoltrato.
<< E cosa pensi di fare adesso, è già tardi>> gli urlai stizzita.
<< Ascolta>> mi disse << Siamo approdati in un campeggio, il gestore ci concede una sistemazione, andiamo a mangiare domani mattina ripartiamo, eventualmente ci facciamo accompagnare con un furgoncino>>.
Cosa potevo fare? Gli dissi che era la cosa migliore ,non sapevo se inviargli un vaffa o un grazie che stai fuori dai coglioni.
Era ormai ora di pensare alla cena, la pioggia non cessava, quei ragazzi erano digiuni, a parte il the e i biscotti, le loro provviste erano ormai perse, quindi perché non fare un ulteriore passo.
<< Cosa ne dite se vi preparo una pasta all’italiana?>>
Furono entusiasti, mi chiesero quali ingredienti occorrevano per la pasta alla carbonara, feci loro la lista, il solo problema era di muoversi da li e camminare nel fango, due di loro presero il coraggio a due mani e andarono li vicino in un supermercato.
Quando tornarono, notai che oltre agli ingredienti avevano comperato anche una torta e alcuni pacchettini.
Mi fecero segno di non parlare e di avvicinarmi, mi bisbigliarono che proprio quel giorno era il compleanno di Hans, il più giovane, compiva diciotto anni e come giornata di compleanno non era certo il massimo.
In cambio di quella pasta, ricevetti dei baci, brr sentivo dei brividi percorrermi tutto il corpo e una voglia irrefrenabile di abbracciare e baciare sulle labbra anzi di limonare decisamente tutti loro.
Dovevo contenermi, pensavo :<< Be Eva che stai combinando, ricomponiti prof, potrebbero essere tuoi allievi>>.
Ma già quella ragionante era la Eva professoressa altezzosa e seria, l’altra la donna sentiva un piacevolissimo calore al basso ventre.
Ma riprendiamo, mi ero cambiata per il festeggiamento, ampia maglietta con scollo enorme, di quelle insomma che lasciano sempre una spalla e mezzo seno nudi, short e zoccoli da parata, quindi terminato il festeggiamento ci sedemmo in cerchio e iniziammo il giro dei “Prosit”, conditi ognuno con un pensiero positivo e un sorso di spumante, al secondo giro la testa mi era diventata leggera, avevo caldo anzi caldissimo, “ mi misi di fronte ad Hans e feci il mio Prosit << Evviva Hans finalmente entrato nel mondo degli adulti>>.
Colpa del vino e del profumo della sua pelle ma sentii un brivido caldo dalle guance alle caviglie, dalla scollatura estrassi una retta con il capezzolo che sembrava un proiettile, spalmandoglielo sulle labbra, fino quando lui si decise e iniziò a succhiarlo, era fatta tolsi la maglia e a quel punto le mie tette circondarono la faccia di Hans quasi soffocandolo, presi le sue mani mi feci afferrare i seni e fummo labbra sulle labbra.
Ero impazzita probabilmente, ma era la prima volta che mi sentivo tanto bene, mi alzai al centro di quel cerchio e mi sfilai gli short accorgendomi che erano bagnati, alzai le braccia per farmi ammirare, girai su me stessa più volte, mi chinai per mostrare bene il mio lato B e con le mani allergai le chiappe.
Scrosciò un applauso, ero eccitata, io nuda tra loro e loro ancora vestiti, misi i miei capezzoli nella bocca di ognuno, che bello.
Prof o puttana ma chi se ne fregava più.
Si strinsero attorno a me qualcuno mi alzo una gamba, mente un secondo infilava delicatamente le dita nella vagina caldissima e bagnata, altri mi baciavano i seni la pancia le gambe la bocca
Era una sinfonia di sensazioni, mi ripresi un attimo e mi irrigidii li guardai severa e loro si fermarono. <<Scusaci Eva noi pensavamo che tu … >>Sorrisi loro <<si ragazzi però non si fa così>> mi guardarono preoccupati, ripresi << il festeggiato è Hans a lui la precedenza >>, Misi il ragazzo contro la parete, e feci quello che stupidamente il mio compagno non voleva, piano piano appoggiai la lingua e poi le labbra sulla sua cappella e feci scivolare il suo uccello nella mia bocca, e poi via su e giù, che sapore quell’uccello , mi piaceva, non durò molto era troppo eccitato mi accorsi che stava venendo, mi fermai un attimo, ultima lleccatina alla cappella ed ecco il suo nettare caldo nella mia bocca, e quel sapore intenso.
Ero accaldata felicissima, allora feci un altra di quelle cose che una prof non fa, uscii nuda sotto la pioggia.
Al rientro bagnatissima i ragazzi mi porsero un asciugamano e mi aiutarono ad asciugarmi, poi sempre con calma e dolcezza ricominciarono a baciarmi dappertutto, la bocca, la vulva, le gambe, uno fece un tour completo dei miei seni, stavo esplodendo.
Allora era quello il piacere di abbandonarsi lasciarsi trasportare senza peso.
Fra l’altro devo dire che erano tutti ben dotati, una selezione decisamente felice.
Uno di loro si stese a terra mi invitò a salire, non mi feci pregare, il suo cazzo sparì in me e sentii che mi stuzzicava la cervice, un altro con estrema delicatezza e dopo avermi baciato me lo infilò in bocca, nella bocca, quando poi un terzo mi umettò il culo, e con piccoli colpi mi sfonda il culo, si sfondare è il termine giusto, aveva un cazzo davvero notevole, Le sensazioni esplosero.
Ero circondata di dolcezza, stavo sperimentando l en plein, con anche le mani impegnate, tante erano le sensazioni che pensai di perdere i sensi pareva un sogno le immagini sembravano al rallentatore, ma no no era la realtà.
mi rigirarono più volte, erano padroni del mio corpo e io mi abbandonai tra loro, iniziai a venire una, due tre volte, le gambe mi tremavano incontrollabili, ripreso il controllo poi furono i ragazzi a venire, prima un fiotto caldissimo nella vagina, poi in bocca, e gli ultimi tre in sequenza nel mio culo.
Come pensate che mi sentissi, voi direte come una puttana, in colpa, ma manco per idea ero felicissima, affanculo la prof.
La prof riemerse solo per mettere i cinque ragazzi seduti da un lato per tenere una lezione, fece stendere Hans a pancia sopra, e massaggiandogli la cappella con le labbra ravvivo il suo cazzo, un oggetto di discrete dimensioni su una pancia a tartaruga favolosa.
Mi sedetti su di lui e infilai lentamente il cazzo in culo, e via a galoppare, facendo sbattere le chiappe su di lui, presi varie posizioni, sempre a favore della vista degli allievi, poi lui sopra, mi afferrò i seni e con una foga atletica mi martello il culo per dieci minuti, nei quali venni due volte schizzando per la prima volta nella mia vita, mi godetti fino in fondo quella meravigliosa inculata godendo senza interruzione per alcuni minuti mentre lui veniva. Era ormai ero soddisfatta, dovevo fare la doccia e lavarmi, il campeggio era semibuio, feci l’ultima a zio ne per sfogarmi di quella vita matematica e ingessata, uscii completamente nuda per andare con i ragazzi alla doccia, sentivo sotto i piedi il fango, dato che ancora pioveva, mi rotolai nella pozza di fango come una bambina mi sporcai il più possibile di fango. fatta la doccia rientrai nella mia casetta e mi buttai su uno dei sacco a pelo e dormii tutta la notte come un angelo in mezzo ai miei giovani avanti, al mattino mi svegliarono con la colazione, e a tre per volta mi salutarono, immaginate come…
Ho ancora i loro indirizzi, penso proprio che andrò in Germania per un corso di aggiornamento

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Racconti Erotici

Il cuculo

La cronaca nera ci parla del presunto assassino di Yara. Costui sarebbe figlio di un uomo che trombò sua mamma lasciandola incinta. La donna, sposata, fece credere al marito che gemelli nati dalla breve relazione extraconiugale fossero suoi. Dobbiamo sapere bene (in rete è tutto documentato) che In Italia l’ 11% (il 15% al nord e il 9% al sud) dei nati non è figlio di colui chi se ne crede il padre, ovvero il marito della loro madre. Tradire è del tutto naturale e per chi è cornuto nell’anima come me anche stupendo avere le corna.
Correva l’anno 1992 quando mia moglie aveva una relazione con Franco. Avevamo incontrato Franco in una spiaggia frequentata da coppie che come noi cervavano il bull. Franco rispondeva a tutte le caratteristiche gradite da Gianna, insomma era il suo tipo ideale. L’approccio fu molto bello e Franco seppe subito metterci a nostro agio. Era non solo molto bello, ma anche molto simpatico. Ci sapeva fare. Faceva l’agente assicurativo e sapeva vendersi molto bene. Fu gentilissimo quando ci chiese di potersi spogliare per prendere il solo integrale e quando si calò il costume apparve un cazzo davvero molto bello: grosso e lungo, scappellato, con due coglioni da toro belli gonfi. D’altronde era altissimo. Io fremevo nell’immaginarlo entrare in mia moglie. Mi tolsi il costume anche io mostrando il mio modestissimo pene. Poi tutto avvenne molto velocemente: la scusa di spalmare la crema solare sulla schiena di mia moglie che prendeva il sole sdraiata supina; lei che accetta, che solleva il culo molto in alto per farsi togliere il micro tanga; le sue mani che dalle spalle scendono alle chiappe e la sua erezione che fiorisce stupenda. Poi mia moglie che gira la testa e sporgendosi verso quel cazzo lo imbocca, spompinadolo con gusto. Anche io a quel tempo avevo ancora l’erezione e i miei dieci centimetri si eressero ridicoli, coi piccoli testicoli rientrati che sembravano un mezzo guscio di noce. Mi misi, osservando oltre le alte dune dove ci trovavamo, a fare la guardia a loro due ormai travolti dalla passione. Ero in una condizione di fortissimma emozione con le tempie che mi pulsavano fortissimo; il cuore batteva nel petto e avevo la bocca secca; per respirare dovevo tenere la bocca aperta. Mi tenevo in mano il pene senza masturbarlo, perché sarei venuto immediatamente. Gianna venne ansimando con gemiti osceni. Poi corremmo a casa tutti e tre. Loro due ripreseroa trombare mentre io preparavo il pranzo col cazzetto bello duro che di tanto in tanto mi segavo. Ero al settimo cielo, felice che avevamo incontrato finalmenete un bull di prima classe. Dalla camera dove i due trombavano uscivano gemiti, sospiri, parole oscene, incitazioni, rumori di letto che cigola.
Ma veniamo al fatto: Mia moglie non poteva prendere la pillola che a quei tempi era un pò forte e Franco in genere si ritirava prima di orgasmare penetrando Gianna nel culo dove aveva poi il suo orgasmo. A Gianna è sempre piaciuto il cazzo nel culo. Ma qualche tempo dopo che lui era diventato il suo amante fisso inziò a confidarmi che lei e Franco erano così sincronizzati che avevano insieme l’orgasmo e che spesso non riusciva a farlo uscire in tempo. Gianna sapeva che io godevo sapendo questo e che mi ci segavo voluttuosamente. Io in quegli anni lavoravo fuori sede e rientravo solo nel week-end. Franco spesso rimaneva a domire con mia moglie. Mi telefonavano in hotel dove io aspettavo impaziente mentre mi segavo guardando giornaletti porno e le polaroid di Gianna. Quando arrivava la telefonata ci mettevamo a parlare allegramente per un pò finché non sentivo che Gianna iniziava a gemere. Lei a quel punto, penetrata da Franco, lasciava la cornetta sul cuscino consentendomi di udire tutto, dandomi modo di farmi la sega: Spesso quando loro godevano anche io facevo loro sentire i miei gemiti da segaiolo cornuto. Poi ci scambiavamo la buonanotte e lui rimaneva con lei; ero io che lo pregavo di rimanere e di fare buona guardia a quella ‘troia di Gianna’ e lui ovviamente accettava di buon grado. Un sabato io rientrai e lei mi disse -come faceva spesso- che il giovedì precedente Franco era rimasto con lei e anche quella volta non era riuscita a levarselo di dentro al momento dell’orgasmo. Io la tronquillizai dicendo di non temere la gravidanza perché che aveva l’utero retroverso, ma naturalmente il rischio di gravidanza c’era eccome. La cosa mi fece eccitare, come sempre. Eravamo sul letto. Attirai a me Gianna che cedette subito e la penetrai. Venni in un baleno dentro di lei. Lei rideva. Mi derideva con fare malizioso. Mi diceva che ero il suo coniglietto cornuto. Ma quella volta il mestruo tardò. Dopo qualche giorno facemmo il test che risultò positivo. Tranquilizzai subito Gianna sulla paternità, dato che avevamo trombato in un giorno ancora pericoloso, seppure improbabile, e lei ci credette. Aspettammo i nove mesi. La figlia nacque esattamente nove mesi dopo quel giovedì che Franco aveva dormito con lei. Quando a Gianna iniziarono le doglie il ginecologo disse che il feto era nei tempi giusti e che sarebbe nata la baambina, ma quei tempi non erano quelli che Gianna credeva: infatti per lei il parto doveva esserci due giorni dopo, ma si sa, a volte i tempi non vengono rispettati. Tutto però fu chiaro alla nascita della bambina, che somigliava in maniera straordinaria a Franco. Gianna dal lettino di ospedale, tenedo fra le braccia la bambina mi guardò ansiosamente, ma il mio sguardo estatico e i complimenti che feci alla bimba e a lei la tranquillizzarono.
Mia figlia ormai grade dice che sono un padre straordinario.

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Erstes Mal

Karin, mein Weg zur Sklavin Teil 6

Karin, mein Weg zur Sklavin Teil 6
Den Urlaub verbrachte ich mit meinen Gatten in Spanien um dort zu entspannen, Land und Leute kennen zu lernen. Es freute mich,was mein Herr dort mit mir trieb. Er nahm mich wann und wie er wollte.Ich war über seine Veränderung sehr erfreut.
Am Abend trug ich zum Ausgehen immer frivole Kleidung. Unter anderen besuchten wir einen Club wo sich Swinger und andere trafen. Es war aber ein Flop und wir blieben nicht lange.
Beim Sonnen am Strand lernten wir ein nettes Paar kennen und wurde wegen meiner frischen Striemen am Po gefragt. Stolz erzählte ich ihnen das ich zur Sklavin ausgebildet werde. Damit hatten sie nicht gerechnet. Mein Mann tauschte noch die Telefonnummern aus. Sie wollten sich nach den Rückflug bei uns melden. Leider reisten sie schon Tags darauf ab und wir sahen sie nicht mehr.
Die Woche war schnell vergangen und wir flogen Samstags zurück. Ich war froh als der erste Arbeitstag vorbei war und ich ging früh ins Bett, ich war richtig müde.
Am nächsten Tag war ich wieder fit und voller Tatendrang. Als ich bereits einige Stunden in der Firma war, stand Helga meine”Herrin”plötzlich vor mir und forderte mich auf ihr zum Parkdeck zu folgen.
Sie machte mir ein Kompliment wegen der guten Farbe,die ich bekommen hatte. Ich sollte ihr alles erzählen was ich erlebt hatte.Dabei musste ich vor ihr in Sklavinnen Grundstellung hinstellen und den Rock heben. So konnte sie prüfen,ob ich auch schön glatt rasiert war. Haralds Frau war mit mir sehr zufrieden. Dafür streichelte sie meine geile Möse und ich lies mich treiben. Aufgekratzt ging ich wieder zur Arbeit zurück. Bald war ich so geil geworden,das ich es mir auf dem WC besorgen musste.
Am Abend sollte ich zu meiner “Herrin”kommen, wo wir uns dann über meine Beringung unterhalten wollten. Dazu stylte ich mich ziemlich sexy, mit kurzem schwarzen Wickelrock, weißer Bluse, dunkle Strümpfe und Pumps. Sie erwartete mich in einem Seidenkimono, unter dem sie nackt war. Deutlich sah ich ihre gepiercten Brustwarzen.
Ich musste Helga devot begrüßen und leckte dabei ihre haarlose Fotze. Es machte ihr Spaß, sie wurde schnell feucht. Sie lies mich aber nicht weiter machen.
Sie kam jetzt mit einigen Broschüren über Intimschmuck und die Fachgerechte Anbringung. Beim Ansehen stellte ich mir vor, wie das dann bei mir aussehen würde. Ich war schon ziemlich aufgekratzt als ich Helga fragte ob sie mir ihren Intimschmuck zeigen würde. Sie willigte sofort ein.
Dazu streifte ich ihren Kimono ab und sie stand nackt vor mir. In den Brustwarzen hatte sie ziemlich dicke Ringe eingesetzt. Ihre Scham war fünffach beringt und ich spielte mit ihren Fotzenringen, ihr Lustspalte war dadurch ganz feucht geworden. Ich ging vor ihr in die Hocke und begann sie zu lecken, und Helga stöhnte vor Lust.Man merkte bei ihr das sie schon öfters was mit Frauen gemacht hatte. Sie spreizte die Beine, so das ich ihren Kitzler besser erreichen konnte
Helga war jetzt so weit, das ich mit ihr alles machen konnte was ich wollte. Ich nahm den Gummischwanz mit Reiznoppen den ich mitgebracht hatte und fickte sie damit bis sie ihre Lust heraus schrie und einen super Orgasmus hatte.

Nachdem wir geduscht hatten, zeigte sie mir dann im Schlafzimmer Clips für die Schamlippen. An diese konnte man Gewichte hängen. Die Clips waren so gefertigt, dass sie nicht aufgehen konnten. Diese sollte ich ab jetzt Täglich ein Paar Stunden tragen und immer schwerere Gewichte einhängen. So das meine Schamlippen länger werden. Nach ca. fünf Wochen sollte ich Intimschmuck an den Schamlippen, Kitzler und Brustwarzen bekommen.
Als ich dies meinen Mann erzählte, freute er sich mit mir und war ganz Stolz auf mich.
Zuerst merkte ich Eigentlich gar keine Veränderung.Ich trug immer schwere Gewichte, durch das Tragen wurde ich immer schneller erregt. Es war schon ein geiles Gefühl so zu gehen. Es machte mich zusätzlich an, so in die Stadt zu gehen und niemand ahnt was. Ich freute mich schon darauf mit Intimschmuck und in frivoler Kleidung aus zu gehen. Am Ende der dritten Woche konnte ich erkennen das die Schamlippen länger geworden sind.
Natürlich teilte ich das sofort meinen Erziehern mit und zeigte ihm mit Stolz die Veränderung. Als ich ihm die zeigte zog ich mich ziemlich gewagt an. Ich wählte eine rote Lack Korsage, Netz Strümpfe. hohe Stiefeln und einen kurzen Mantel aus roten Lack-Leder. Als er mich sah, wollte er mich sofort ficken. Er war dabei ein sehr ausdauernder Liebhaber und wir hatten beide einen Orgasmus wie in unserer ersten Woche als seine Sklavin.
Helga wollte mich am nächsten Tag aufsuchen und sie habe eine Überraschung für mich. Das machte mich natürlich schon Neugierig. Pünktlich erschien sie in einen scharfen Leder Outfit am Nachmittag. Wir begrüßten uns sehr Leidenschaftlich.
Nachdem ich mich in Grundstellung vor ihr hin gestellt habe, streichelte sie meine Brustwarzen und die Nippel wurden sofort hart. Den Rock hielt ich in die Höhe und sie nahm die Gewichte die ich trug und zog die Schamlippen damit noch mehr nach unten. Ich wurde dadurch noch mehr angestachelt und mein Schritt war schon ganz feucht geworden. Nächste Woche wirst du noch schwerer Gewichte tragen und wir machen dann einen Termin bei einen bekannten Piercing Paar aus. Schaue aber das dein Gatte Zeit hat um dich zu fahren.
Streichle dich, flüstert Helga mir zärtlich ins Ohr. Sie stand auf einmal hinter mir und trug etwas Gleitcreme auf meinen Anus auf und führte einen dicken Dildo ein. Das ich wie im Trance die Hand zu meiner Fotze führte und den Kitzler umkreiste. Meine “Herrin” zog die Nippel in die Länge, und ich fing an laut zu stöhnen. Es dauerte nicht lange und ich hatte einen heftigen Orgasmus.
Du bist vielleicht ein geiles Luder sagte sie zu mir. Bei diesen Worten zog sie mir ein Paar Hiebe mit einer kurzen Gerte über den Po. Wo sich einige rote Striemen zeigten.
Lege jetzt deine Beine über die Stuhllehne, sie hat ein Geschenk von Harald an mich. Ich tat was seine Frau verlangte und präsentierte ihr so meinen Unterleib. Sie hatte jetzt eine verzierte Schatulle in der Hand,öffnete sie und zeigte mir eine Kugel aus Edelstahl. An dieser waren kleine Kettchen befestigt, am Ende der Kettchen waren kleine Kugeln angebracht. Helga legte mir die Kugel in die Handfläche,diese war sehr leicht und man merkte das sich im Inneren noch eine Kugel befand. Das Gewicht rotierte bei jeder Bewegung. Es handelte such um einen “Loveplug”.

Helga sagte zu mir, sie wird mir jetzt die Kugeln in meine Fotze einführen. Dazu kniete sie sich hin und fuhr mit der Zunge zwischen den Schamlippen und saugte an meinen Kitzler, schnell war ich feucht genug um die Kugel in meine Lustgrotte einzuführen. Meine Fotze umschloss diese fest. Ich stand auf und ging zum Spiegel. bei jeden Schritt rotierte die innere Kugel.
Ich betrachtet mich im Spiegel,die Kette mit den Kugeln waren so lange das sie in der Höhe der Strumpfränder baumelten.Was für geiler Anblick.
Als ich wieder fertig angezogen war sagte Helga, wir fahren in einen Shop um Sexy Kleidung für deinen Nutten Test zu besorgen. Ich bekam immer noch keine Antwort auf meine Frage, was das sei.
Wir fuhren dazu in einen Sex-Shop, in dem ich schon mal war. Selbstsicher betraten wir den Verkaufsraum der gut besucht war. Die Verkäuferin erkannte mich sofort wieder und fragte nach unseren Wünschen. Meine”Herrin”antwortet sofort. Wir bekommen für die “Schlampe”da, Huren Kleidung. Sie sagte das so laut das es jeder in der Nähe hören konnte. Am liebsten wäre ich sofort verschwunden, aber es reizte mich auch mich so demütigen zu lassen. Durch das vibrieren der Kugeln in meiner Fotze war ich schon ziemlich scharf.
Im zweiten Raum,wo sich die Kleidung,Stiefeln und Schuhe befanden begannen wir zu stöbern. Wir fanden sehr schnell das, was ihr geeignet erschien. Sie wählte eine kurze rote Lackjacke,einen schwarzen Minirock, eine rote Hebe mit Strass, eine Nylonstrumpfhose Overt und rote Overknies mit einen hohen Absatz. Als ich das ganze angezogen hatte sah ich in diesen Outfit richtig verrucht aus. Alles passte mir wie angegossen.Helga lies mich einige male hin und her gehen um mich zu präsentieren. Sie war mit meinen Gehorsam sehr zufrieden. In einem der vielen Spiegel sah ich wenn ich mich drehte sah man das Kettchen von meinen Plug. Das war ein geiler Anblick für alle die meine Vorführung mit angesehen haben. Ich sollte sehr bald die Möglichkeit bekommen mich so zu zeigen wie ich jetzt bekleidet bin.Gut gelaunt fuhren wir zu Haralds Haus. Er war leider nicht anwesend, ich hätte mich gerne bei ihm für das geile Spielzeug bedankt.

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Anal

Die geile Zahnarzthelferin

Es war Montag und ich hatte einen Zahnarzttermin für eine Zahnreinigung. Da gerade
Feiertage waren war die Praxis nur bis 12 Uhr besetzt und ich hatte den letzten Termin
um 11:30 bekommen. Als ich die Praxis betrat war nur noch die Zahnarzthelferin anwesend,
die die Zahnreinigung durchführt. Ich grüßte sie und wurde direkt in das Behandlungszimmer
gebeten. Sie ist eine sehr hübsche, große Blondine mitte 20 und zierlich gebaut. Auf dem
Weg in das Zimmer konnte ich nicht umhinkommen ihr auf ihren Knackarsch zu starren. Durch
ihre weiße Hose zeichnete sich leicht ein schwarzer Tanga ab.

Im Zimmer angekommen nahm ich auf dem Zahnarztstuhl platz und sie fing mit der Zahnreinigung an.
Wer so etwas schonmal gemacht hat weiß, dass es eine längere Geschichte ist. Während der
Behandlung hatte ich immer mal die Gelegenheit auf ihre kleinen zierlichen Brüste zu schauen,
die heute durch einen tiefen Ausschnitt noch betont wurden. Sie schien es nicht zu bemerken
aber dafür berühten mich ihre Brüste immer wieder wenn sie schräg hinter mich gehen musste
um an meine Backenzähne zu gelangen. Ich hatte schon ein paar Tage keinen Druck mehr abgelassen
und ihr Anblick und die Berührungen machten mich ganz schwach. Für meinen Schwanz in der Hose
war es definitiv zu viel, denn er machte sich bemerkbar indem er den Platz in meiner Hose immer
enger werden ließ. Ich hoffte, dass sie nicht bemerkt wie meine Hose langsam anschwoll.

Zum Glück näherte sich die Zahnreinigung dem Ende und ich hoffte unauffällig gehen zu können um
danach den Druck daheim loszuwerden. Als sie sagte, dass die Reinugung nun fertig ist, fiehl mir
ein Stein vom Herzen. Ich wollte gerade aufstehen aber dann sagte sie schon: “Aber ich glaube
wir haben noch etwas zu erledigen”. Ich war mir nicht sicher, aber ich hatte das Gefühl, dass sie
leicht zwinkerte. Bevor ich fragen konnte was denn noch gemacht werden muss hatte sie schon ihre
Hand in meinem Schritt. Ich fühlte wie ich errötete, aber sie lachte nur und sagte: “Ich habe ja
schon vorher gemerkt, dass sie einen Steifen in der Hose haben. Sie stehen wohl auf kanckige, junge
Frauen wie mich?”. Ich war überrascht von ihrer offenen Art und wusste nicht was ich sagen sollte.
Sie lachte wiederum und meinte: “Ich wusste es. Ich muss ja gestehen, dass ich schüterne Männer wie
sie auch sehr attraktiv finde. Aber bisher hatte ich ja keine Möglichkeit ihnen das unter zwei Augen
zu sagen.” Ich stammelte mehr als ich redete: “Sie sind aber wirklich sehr attraktiv, aber ich bin
gerade etwas überrollt, was haben sie denn vor?”. Sie lächelte mich an und meinte nur: “Am besten
entspannen sie sich während ich mich mal um ihren Penis kümmer.” Bevor ich etwas sagen konnte war
meine Hose schon offen und leicht herabgezogen und mein mittlerweile steinharter Penis stand wie
eine Eins in die Höhe. “Wow, das ist ja mal ein Prachtexemplar und er liegt auch gut in der Hand.”.
Daraufhin fing sie an mir einen Handjob zu geben. Ich stöhnte nur leise während ihre flinke Hand
an meinem Schaft auf und abfuhr und sie auch noch meine Eichel rieb. Es war ein Gefühl wie
Weihnachten, so einen guten Handjob habe ich noch nie erlebt. Die ganze Sache machte mich unglaublich
geil, ich konnte mich kaum noch halten, stöhnte laut und sagte ihr: “Wow, das halte ich nicht mehr
lange aus. Sie sind ja ein richtiges Talent.”. Sie nickte mich an und entgegnete: “So wie ich
sie einschätze können sie sicher eh noch ein zweites mal, dann entspannen sie sich mal weiter.”
Während sie das sagte fing sie an wie wild meinen Schwanz zu wichsen, was dazu führte, dass ich
fast den Verstand verlor und nur noch laut stöhnte. Kurz darauf merkte ich wie sich meine Eier
anspannten und langsam der Saft den Schaft emporklomm. Mehr als ein “Oh Gott, ich komme” brachte
ich nicht mehr hervor bevor ich in einem riesigen Orgasmus kam.

Als ich wieder bei klaren Sinnen war, sah ich sie nur grinsen und sie meinte: “Wow, da war aber
echt viel angestaut. Aber zum Glück konnte ich alles auffangen.” Ich war verwirrt, was sie mit dem
letzten Satz meinte bis ich sah, dass sie einen Becher vor meinem Penis hielt, der nun eine große
Menge Sperma enthielt. Ich war verwirrt und muss auch so ausgesehen haben, denn sie meinte nur:
“Keine Angst, ich wollte nur sichergehen, dass es hier keine riesen Sauerei gibt. Wenn meine oder
ihre Klamotten oder sogar der Stuhl etwas abbekommen hätten, dann hätten wir jetzt ein riesen Problem.”
Ich verstand was sie meinte und nickte nur und fragte fordernd: “Und was ist jetzt mit der zweiten Runde?”.
Sie streckte mir die Zunge raus und sagte nur “Ich wusste doch, dass so ein Hengst wie sie gleich nochmal
Spaß haben will”. Sie stellte den Becher mit Sperma auf die Ablage nebem dem Stuhl und zog ihr T-Shirt
aus. Darunter kam ein schwarzer netter BH zum Vorschein, was gleich wieder meinen Penis zucken ließ.
Sie lachte und setzte sich auf mich. Wir fingen an uns gegenseitig weiter auszuziehen und rumzumachen.
Ich knetete ihre kleinen, festen Brüste und saugte an ihren Nippeln. Sie quittierte es mit einem leisen
Stöhnen und ich spührte langsam die Lust in ihr aufkommen. Ein kurzer Griff in ihren Schritt zeigte,
dass sie schon ganz feucht war. Ich streichelte ihre Vagina und sie schien davon wie besessen zu sein.
Ihr Stöhnen wurde stärker und kurze Zeit später war mein Schwanz wieder hart. Sie ergriff die Chance
und schob meinen Luststengel in ihre nasse Fotze. Wir stöhnten beide während ich in sie eindrang.
Sie war schön eng und ich fühlte mich wie auf Wolke Sieben während sie in Ekstase auf mir ritt.
Ich schlug ihr ab und an auf ihren Knackarsch und vergnügte mich mit ihren Brüsten. Ihr stöhnen
zeigte mir, dass sie es wohl richtig geil fand. Auch ich merkte wieder wie es immer schwerer wurde
mich zurückzuhalten. “Oh Gott, deine Fotze ist so geil, ich will am liebsten einfach in sie reinspritzen.”
Sie schaute mich kurz verwirrt an und lächelte dann: “Klar, so habe ich es auch am liebsten. Aber
ich lasse nicht einfach jeden in meine Fotze spritzen. Das musst du dir erst verdienen.” Ich war
verwirrt und fragte sie “An was denkst du denn da?”. Sie lächelte kurz wieder und nahm den Becher
mit meinem Sperma in die Hand. “Weißt du ich stehe ja darauf Männer zu dominieren. Kennst du
Dominapornos wo die Dominas ihren Sklaven ihre eigene Wichse zu trinken geben?” Ich war kurz
geschockt. Aber tatsächlich kannte ich solche Videos und wollte es auch schon immer mal selbst
erleben. “Ja, das kenne ich aber ich weiß nicht ob ich das wirklich probieren will.” Sie stoppte
ihren Ritt und meinte “Dann wichs ich dich jetzt einfach nochmal in den Becher ab.”. Jetzt
hatte sie mich wo sie wollte, ich konnte es einfach nicht ertragen, dass ich ihre Fotze nicht mehr
an meinem Schwanz entlangleiten fühlte. Ich musste einfach meine Wichse in sie pumpen. Also
gab ich klein bei: “Ok, ich trinke mein Sperma und danach spritze ich dir deine Fotze voll.”. Sie
lächelte triumphierent und küsste mich. Was ich erst jetzt merkte war, dass sie mir direkt danach
den Mund aufhielt und mir langsam meine Wichse in den Mund goss. Es war eine eklige Konsistenz und
schmeckte sehr salzig. Aber ich fand doch irgendwie gefallen daran. Bevor ich einfordern konnte, dass
sie jetzt ihren Teil der Abmachung erfüllt, hatte sie schon wieder begonnen mich zu reiten. Ich wurde
so geil und merkte wie mein Schwanz steinhart wurde. Kurz darauf ergoss ich mich unter lautem Stöhnen
in ihre enge Fotze. Es war ein geiles Gefühl und ein noch größerer Orgasmus als beim ersten Mal.

Sie blieb erschöpft auf mir Sitzen und wir küssten uns noch eine Weile. “Das war echt geil, wir müssen
das wiederholen” sagte sie zu mir und ich konnte ihr nur zustimmen. Erst jetzt wurde mir bewusst, dass
ich sie ohne Schutze gefickt habe und ihr auch noch einen Saft in die Fotze gespritzt habe. Ich wurde
nervös und fragte sie ob sie denn die Pille nimmt und keine Krankheiten hatte. Sie konnte mich beruhigen
und meinte, dass sie natürlich die Pille nimmt. So etwas würde sie nicht riskieren. Krankheiten hatte
sie auch nicht, jedenfalls wusste sie von nichts. Ich war erleichtert und wir tauschten unsere
Privatnummern aus um uns nochmal zu einem geilen Fick zu treffen. Aber das ist für ein anderes mal…

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Anal

Die Abschiedsfeier Teil 2

Teil 2

Was vorher geschah: Andrea 42 und Karl-Heinz mitte 50 fuhren zu einer Abschiedsparty. Der Drang zu pissen war bei Andrea sehr groß und Karl-Heinz ermutigte sie dazu. Anschließend fickten sie und beschlossen das auch immer wieder zu tun.

Während der fahrt legte Andrea neues Make up auf:“ Oh meinen Slip kann ich jetzt aber nicht mehr anziehen und meinen BH auch nicht, du hast beides nass gemacht du Sau“ lachte sie. „iiiiiiCH ????? Du hast mit dem Pissen angefangen“ kam es, ebenfalls lachend, von Karl-Heinz zurück:“ Aber was willste auch damit, lass es einfach weg. Außerdem geilt mich das etwas auf……“

Karl-Heinz parkte den Wagen. Andrea schaute nochmal schnell in den Spiegel und stieg dann ebenfalls aus. Mit vorwurfsvollem Hallo wurden sie empfangen. Die beiden waren fast eine Stunde zu spät und versuchten sich nun raus zureden. Andrea bemerkte die verstohlenen Blicke, denn man sah dass sie keinen BH trug. Aber sie ließ sich nichts anmerken. Nach dem Grillen standen sie noch in kleinen Grüppchen zusammen, als dann Karl-Heinz auf Andrea zukam:“ Wenn du los willst, dann sag bescheid“ lächelte er sie an. Beide versuchten so locker wie möglich mit einander um zugehen doch, war es für sie sehr schwer. Immer wieder sahen sie sich an und Andrea hatte dann immer dieses Ziehen im Unterleib. Auch Karl-Heinz musste sich schnell wieder wegdrehen, bevor jemand mit bekam das seine Hose lebte.

„Hey Karl-Heinz“ hörte er eine Männerstimme sagen:“ Läuft da was zwischen dir und Andrea?“ Karl-Heinz sah seinen Kollegen Bernd an:“ Hää? Wie kommst du denn darauf, ich bin glücklich verheiratet ja?“ zwinkerte Karl-Heinz „ Ach komm schon, ich weiß dass deine Ehe scheiße ist und dass du dich am liebsten trennen möchtest. Außerdem ist diese Andrea ja ne besonders heiße. Haste gesehen dass sie keinen Tittenhalter an hat“. Bernd starrte nochmal zu Andrea rüber. Er und Karl-Heinz waren schon lang Kollegen und Freunde. Bernd ging nun in die Selbständigkeit und wurde durch das Fest von den Kollegen verabschiedet. Die beiden Männer hatten keine Geheimnisse voreinander und auch Bernd stand auf Natursekt….. und auf Frauen sowie auch auf Männer.

Bernd war es auch, der Karl-Heinz in die Pisse eingeführt hatte und ihn auch gezeigt hat, wie geil es ein kann einen Arsch zu ficken und gefickt zu werden. Doch seit einigen Monaten hatte Bernd eine Freundin und war ihr treu ergeben. Karl-Heinz war anfangs sauer, denn der Sex mit Bernd hatte ihm durchaus Spaß bereitet und da zuhause nichts lief, trafen sie sich früher auch oft. Aber nach einigen Wochen war es für Karl-Heinz ok dass Bernd sich nun mit Maria vergnügte, denn sie war ja aber auch ein heißes Gerät. Karl-Heinz schaute nun seinerseits zu Andrea. Maria hatte sich mittlerweile zu ihr gesellt und sie unterhielten sich.

„Na, du hast Karl-Heinz ja aber um den Finger gewickelt was? Läuft da was „Liebes“ oder was „sexmäßiges“? Fragte Maria ganz unumwunden. Andrea war verdattert. Die beiden Frauen trafen sich immer wenn Maria Bernd von der Arbeit abgeholt hatte und sie verstanden sich immer ganz gut. Sie hatten irgendwie die gleiche Wellenlänge, doch diese Frage ging zu weit:“ Maria ich mag dich, aber so ein Frage beantworte ich nicht. Außerdem ist Karl-Heinz verheiratet und …..“ „Ach Quatsch“ sagte Maria etwas lauter „Verheiratet hin oder her, ich kenne Karl-Heinz, schließlich ist er oft hier und ich kenne auch seine Frau und ich kenne seine Vorlieben, denn Bernd erzählte mir alles. Hör zu Andrea, Karl-Heinz wird seine Frau nicht verlassen, aber an deiner Stelle würde ich den zum Sex nehmen. Ich denke schon dass der ´n richtig geiler Ficker ist. Bernd und er hatten vor meiner Zeit da mal was laufen und Bernd ist von seinem Schwanz noch immer begeistert. Gerne hätte ich den auch mit in meiner Möse gehabt, aber es ergab sich leider noch nicht die Gelegenheit.

Andrea hörte die Worte und in ihren Ohren rauschte es…..Karl-Heinz fickte mit Bernd????? Maria wollte ihn auch????? Karl-Heinz liebt pisse, Bernd und Maria auch????? Sollte sie im Schlaraffenland sein? Ob Maria auch mit ihr ficken würde??????

„Hey Süße, wenn du nicht aufpasst, dann stichst du mit deinen harten Nippeln noch jemandem die Augen aus“ flüsterte Maria Andrea ins Ohr. Andrea schütteltet den Kopf und schaute Maria an:“ Ich muss mal eben ins Bad, kannste mich hinbringen?“ Maria harkte Andrea unter und zog sie ins Haus. Manch ein Blick folgten den beiden Frauen.

Maria setzte sich auf den Badewannenrand und sah zu, wie Andrea ihr Kleid hob und sich auf die Toilette setzte. „ du hast weder Slip noch BH an??? Uiuiui“ staunte Maria. „Ja ich musste beides ausziehen, waren nass“ kam es von Andrea. „Na das erzähl mir mal“ sagte Maria und schlug die Beine übereinander.

Andrea fing erst ganz vorsichtig an zu erzählen, doch dann hatte sie das Gefühl bei Maria damit an der richtigen Adresse zu sein. Sie schaute Maria dabei in die Augen und sah den glasigen, leicht aufgeilten Blick. Immer mehr Details sprudelten aus Andrea heraus und Maria wurde immer nervöser. Andrea hatte die Szenerie wieder vor Augen und auch das geile Gefühl. Maria nahm die aufgeheißte Stimmung wahr und vor ihren Augen lief ein Film. Als Andrea zu ende erzählt hatte, schluckte Maria. Andrea saß noch immer auf der Toilette und Maria konnte ihrer glänzende Möse sehen. Beide Frauen waren von dem erzählten aufgegeilt und Maria sagte leise:“ Du hast mich so heiß gemacht und wenn ich deine geile Votze noch länger sehen muss, dann spring ich dich an“ Andrea lächelte und lehnte sich gegen die Spülung. Sie hob noch mehr ihr Kleid an und spreizte noch mehr die Beine:“ Tu dir keinen Zwang an, so geil wie ich zur Zeit bin war ich noch nie.“

Maria kniete vor ihr, ganz langsam kam sie mit ihrer Zungenspitze an Andreas Möse heran. Erst langsam und dann immer schneller werdend leckte sie die nasse Pflaume und hörte wie Andrea das genoß. Mit einem Finger spaltete Maria Andreas Votze um dann diesen darin versinken zu lassen. Die Frauen ließen sich treiben und rollten über den Badezimmerboden. Sie kneteten sich ihre Titten, rissen sich fast die Kleider herunter, sie leckten sich gegenseitig und schoben sich die Finger rein. Nass geschwitzt küßten sie sich und Maria legte sich auf Andrea. Diese genoss den Körperkontakt als sie plötzlich was spürte. Erstaunt schaute sie zu Maria hoch und sah sie lächeln:“ ich liebe Pisse“ sagte sie nur und Andrea schloss wieder die Augen, sie hörte das leise sprudeln und sie spürte wie glitschig es wurde. Mit einem Finger spielte sie an Marias Arsch, die ihre Beine noch mehr spreizte. Maria drehte sich um und war nun mit ihrem Mund an Andreas Möse, wieder leckte sie diese:“ Pisse und Mösensaft, es gibt nichts leckereres, außer vielleicht das ganze noch mit Sperma garniert,“ hörte Andrea sie sagen.

Andrea wiederrum spielte an Marias Votze, die Lippen waren vor Erregung geschwollen. Tief vergrub Andrea ihre Zunge in der nassen Votze, der Saft glänzte auch schon an Marias Innenschenkel. „Ich ertrinke“ stöhnte Andrea und schob Maria 2 Finger rein. Diese ächzte auf:“ Jaaa mach weiter, fick mich mit deiner Hand…… fick mich, bums mich, leck mich aus, komm schon, mach weiter du Fickvotze…..“ Andrea wurde durch diese Worte noch heißer. Beide Frauen brachten sich zum Höhepunkt. Außer Atem lagen sie auf dem Zimmerboden und schwiegen. Sie hörten Stimmen aus dem Garten und wurden somit in die Realität zurück geholt. „Danke, das habe ich gebraucht“ sagte Maria, „war schon den ganzen Tag so geil und Bernd ließ mich nicht ran…… Danke, war ein saugeiler Fick. Weißte was? „ rief Maria plötzlich:“ wir warten bis alle anderen weg sind und dann verführen wir Bernd und Karl-Heinz. Was meinste wie die abgehen. Andrea war begeistert. Schnell zogen sich die Frauen an und gingen zurück in den Garten.

Karl-Heinz grinste als er die Frauen sah. Beide hatten rote Flecken im Gesicht und er konnte sich denken was die gemacht haben. Er und Bernd hatten den selben Gedanken denn auch Bernd lächelte. Die Frauen setzten sich zu den anderen an den Tisch und auch die Männer gesellten sich dazu. Die Stimmung war schon alkoholgeschwängert und auch lockere Sprüche kamen nun auf. Die ersten waren gegangen und nur noch der harte Kern blieb. Karl-Heinz hatte eine Hand auf Andreas Schenkel gelegt, die anderen waren schon so betrunken dass sie aufgegeilte Stimmung gar nicht mehr mitbekamen, nur Maria und Bernd schauten wissend. Andrea hatte eine ganze Menge Wasser zu sich genommen und hatte erneut diesen Druck auf der Blase.

Sie spürte wie Karl-Heinz mit den Fingernägeln ihre Haut kraulte. Dadurch wurde der Druck immer größer. Sie schloss die Augen. Karl-Heinz Finger arbeiteten sich nun zum Innenschenkel, stubste sie an und Andrea spreizte noch mehr die Beine, leicht schob er ihr Kleid noch oben, vorsichtig näherte er sich Andreas Möse, strich kurz drüber um dann erstaunt ihr ins Ohr zu flüstern:“Nanana, wer wird denn hier wieder so geil sein? Kannste dich in der Öffentlichkeit denn gar nicht benehmen?“ Andrea nahm seine Hand und führte sie an ihre Möse. Karl-Heinz stutzte und dann grinste er. Andrea pißte ihm kurz in die Hand. Seine Finger kraulten nun ihre Pflaume und ihr Blick verriet, dass ihr das durchaus gefiel.
Immer wieder ließ sie einen kleinen Spritzer Pisse heraus und Karl-Heinz musste ich zurückhalten. Bernd und Maria beobachteten das ganz genau und auch bei ihnen kamen Gefühle hoch.

„Oh man ich kann nicht mehr“ raunte er Maria zu. Abrupt stand er auf und sagte laut:“ So Kollegen der Nacht, ich würde das hier nun gerne zum Ende kommen lassen. Es ist zwar noch nicht spät aber die ältere Generation unter uns ist doch müde“ sagte er und zeigte auf sich und seine Frau. Erst murrten ein paar doch dann standen sie auf und gingen zum Ausgang. Maria deutete Karl-Heinz und Andrea an, sitzen zu bleiben:“ ihr wollt doch nicht etwa schon gehen und uns so hierlassen, außerdem…… ist der Stuhl noch nicht ganz nass“ zwinkerte sie und ging zu ihrem Mann.

„Wozu hast du mich nur gebracht, ich pisse und ficke mit meinem Arbeitskollegen, ich pisse und ficke mit der Frau eines anderen Arbeitskollegen und nun gibt’s auch noch nen nassen Vierer, also du hast mich wirkich versaut“ lachte Andrea Karl-Heinz an. „ Wir können ja gehen, wenns dir nicht gefällt….“ sagte Karl-Heinz verschmitzt und bekam gleich einen Boxhieb ab. „Wenn du mir heute nicht gnadenlos das Hirn rausfickst, dann mache ich dich fertig“ sagte sie und schaute auf.

Maria und Bernd kamen zurück. Beide hatten sie diesen glasig-geilen Blick. „Na ihr zwei“ sagte Bernd. Maria hob die Tischdecke hoch und schaute unter dem Tisch nach, was die beiden denn so trieben. Sie sah die herrlich nasse Möse von Andrea und auch ein paar Tropfen die vom Stuhl auf den Boden tropften. Maria krabbelte zu Andrea und diese spreizte bereitwillig die Beine. Sie sah Marias Kopf und ihre Zunge:“ jaaaa leck mich du Votze, du geiles Miststück“ rief sie. Karl-Heinz hatte derweil seinen Schwanz aus der Hose entlassen. Groß und steil stand der nach oben. Bernd hatte ebenfalls seinen Freudenstab in der Hand und ging wichsend auf Karl-Heinz zu um ihm sein Teil in den Mund zu rammen. Gerne nahm Karl-Heinz diesen auf und lutschte genüsslich an Bernds Eichel, zog an seinen Eiern und hörte das geile Stöhnen. „Jjjjjjjaaaa aaahhhh ist das gut“ ächzte Bernd. Andrea übernahm das Wichsen von Karl-Heinz´Schwanz und dieser konnte somit mit beiden Händen Bernds Prügel bearbeiten.

„Ich will ficken“ rief Bernd und Karl-Heinz stand auf. Er beugte sich vor auf den Tisch und zog seine Arschbacken auseinander. Andrea staunte nicht schlecht und Maria sagte:“ Na endlich, wurde ja auch mal wieder Zeit. Bernd war schon echt schlecht gelaunt“ und leckte wieder Andreas Möse. Diese wurde nur noch geiler. Als Bernd in Karl-Heinz´Arsch eindrang, hörte man ihn brüllen. Andrea wurde mutiger und fingerte in Bernds Rosette. Er schaute auf sie runter und lachte. Seine Gesichtszüge glichen mehr einer Grimasse und er sagte:“ jaaaaaa geil, mein Schwanz in einem Arsch und jemand der an meinem spielt, geil. Komm Andrea, quetsch meine Eier. Andrea drückte zu und Bernd warf seinen Kopf in den Nacken. Maria kroch unterm Tisch hervor und stellte sich hinter Andrea. Sie drückte ihre Titten, legte sie frei und staunte:“ Geile Titten hast du, die sind so groß und wie die hängen, geil, geil, geil.“ Bernd löste sich von Karl-Heinz und ging zu seiner Frau.

Andrea legte sich nun ihrerseits auf den Tisch und rief:“ Wer bumst mich? Ich will auch gefickt werden“. Karl-Heinz setzte an ihrer Möse an und drang ein. Andreas Gedanken überschlugen sich und als sie Maria auf einen Stuhl steigen sah, setzte ihr Hirn komplett aus. Sie und Karl-Heinz wurden übergossen mit Marias Pisse, Bernd hielt seinerseits eine Hand in den Strahl und leckte dann genüsslich die Finger ab. Der Mittelfinger seiner rechten Hand fickte er Marias nasse Pflaume und als ihr Stahl versiegte, drehte er seine Frau so, dass er sie mit der Zunge ficken konnte. Anschließend half er ihr vom Tisch, setzte sich auf einen Stuhl und Maria setzte sich auf ihn. Man hörte nur noch Gestöhne und Geächze. Die Luft roch nach Pisse, Sperma, Schweiß und Mösensäfte. Die Männer grunzten und die Frauen wimmerten.

Die Frauen sowie auch die Männer küssten sich und die Schwänzen fickten jedes Loch.

….. und die Party war noch lange nicht zu Ende.

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Spompinato da una trans in pubblico

Premetto che sono un bel ragazzo, dotato anche di carisma e simpatia e non ho mai avuto problemi per trovare ragazze per fare sesso, anche sesso occasionale di una sera. Non faccio le cose di nascosto ma ci provo in pubblico, davanti a tutti, proprio perché non penso di avere nulla di cui vergognarmi. Sono fatto così. Scelgo la ragazza che più mi piace e vado a corteggiarla. Ogni corteggiamento è importante, anche se è solo per sesso e per questo non amo andare di fretta, non amo dare l’impressione di quello che sbava dietro alla fica. Di solito funziona e a quel punto io e la ragazza ce ne andiamo a casa mia a fare sesso. Ma questa volta, forse ho esagerato un po’ troppo. Erano da poco passate le nove e mezzo di sera e mi trovavo con i miei amici nella piazza del paese, seduti sulle panchine, a scherzare, ridere e bere birra. Ad un certo punto, passa una bellissima ragazza, era vestita molto sexy, con dei jeans attillati e una maglietta leggera che le copriva a malapena le tette. Aveva capelli neri lisci e lunghi che le arrivavano fin sotto le spalle, almeno una terza di seno, le labbra molto carnose, la vita sottile ed un culo da paura. Tutti noi cinque ci girammo contemporaneamente, restando con la bocca aperta, tanto quella ragazza era affascinante. Sprizzava sesso da ogni parte del suo corpo. Andai verso la ragazza con l’aria di quello sicuro di sé, sicuro di vincere, con le mani nelle tasche. Il mio approccio di solito era molto diretto. Non mi piaceva inventare scuse. Mi disse di chiamarsi Jessica e dalla voce capii che Jessica non era una ragazza, ma era una trans e tutta la mia sicurezza andò a farsi benedire. Non sapevo che fare e che dire. Mi chiese se era un problema il suo essere trans: in realtà lo era perché non mi era mai capitato di avere un’esperienza con una trans, anche se ne ero molto attirato. Era la prima volta che portavo una mia potenziale conquista a parlare anche con i miei amici. Avevo un po’ di imbarazzo e magari due chiacchiere tutti insieme mi avrebbero aiutato a superarlo. Loro si presentarono e cominciammo a chiacchierare. Più che altro fu lei che parlò e ci raccontò della sua vita. Faceva la commessa in un negozio in città ed era passata da quelle parti perché stava cercando casa. Si era rotta della vita di città e cercava un appartamento in paese. Tra birra e chiacchiere, il tempo passò e si fece quasi mezzanotte. Jessica era simpatica, gentile e soprattutto molto più femminile di tante donne che avevo conosciuto. Quando andai in macchina a prendere la giacca, perché cominciava a far freddino, me la trovai dietro di me. Mi chiese quando mi decidevo a farmi avanti: era la prima volta che mi veniva detta una cosa del genere. Prima che ci allontanassimo, l’abbracciai, spingendola contro il fianco della macchina e le tappai la bocca con un bacio. Subito mi assaggiò con le labbra e con la lingua, premendo forte la sua bocca carnosa. Un bacio che mi lasciò senza fiato, tanto che dopo non sapevo proprio cosa dire. Per mezz’ora abbiamo pomiciato appoggiati alla macchina e io l’accarezzavo tutta, soffermandomi sul suo bel culo e sulle tette. Quando stavamo stretti, sentivo il cazzo duro che premeva contro il mio, un cazzo che doveva essere non molto grosso ma era parecchio rigido, stava su e lo sentivo attraverso la stoffa della gonna. Io volevo portarla a casa mia, ma lei mi trascinò di nuovo sulle panchine dove se ne stavano seduti i miei amici. Ovviamente si stavano domandando come mai non fossi già a casa mia, a darmi da fare con la bellissima trans. Lei disse che andava pazza per il sesso in pubblico: diceva di essere molto porcellina ed esibizionista e sapere che altri la guardano mentre fa sesso la fa andare su di giri. I miei amici erano rimasti ammutoliti e ci guardavano, senza dire nulla. Sebbene fosse un paese, ogni tanto a quell’ora passava ancora qualcuno: gente che portava il cane a spasso, coppiette, persone che passeggiavano. In quel momento c’erano due persone a spasso con i loro a****li, uno dei quali molto vicino. A lei non importò molto dei miei dubbi: si avvicinò a me e mi baciò, leccandomi anche le labbra, con la sua lingua umida. Persi la testa: mi tirai fuori il cazzo duro e senza tante cerimonie glielo piazzai in bocca. Jessica cominciò a succhiarlo avidamente, come nessuna me l’aveva mai succhiato. Non era un piacere che faceva a me, le piaceva proprio prenderlo in bocca e adorava il suo sapore. Mentre mi faceva il pompino, mi accarezzava anche le palle e l’asta, con la sua mano che aveva le unghie lunghe smaltate. I miei amici guardavano e un paio di loro già avevano iniziato a farsi una sega. Uno dei due che portava il cane a spasso, si accorse della scena e se ne andò scuotendo la testa. Non la imbarazzava per niente guardarmi negli occhi mentre mi faceva il pompino. Dopo pochi minuti un mio amico aveva già sborrato e si stava pulendo cazzo e mani, io c’ero quasi. La bella trans porcellina iniziò a menarmi forte il membro, sempre più velocemente e intanto con la punta della lingua mi titillava la cappella gonfia all’inverosimile. Venni dopo poco, godendo come un maiale, e le schizzai tutta la sborra in faccia e in bocca. Alla fine me lo pulì con la lingua, raccogliendo tutti i residui di sborra. Lasciai il cazzo ormai moscio fuori dai pantaloni e mi sedetti sulla panchina, facendomi fare un po’ di spazio dai miei amici. Purtroppo il numero che mi diede era inesistente e quindi non potei più rintracciarla, però sogno spesso di incontrarla di nuovo e di assaggiare finalmente, il suo magnifico culo sodo e caldo.

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Il guardone

Il cuckold nasce spesso come guardone. Anche io ho iniziato così. Spiavo un amico a cui prestavo la casa per portarci la sua donna. Ero molto ben organizzatoe quando loro entravano in casa io ero nascosto in una piccola stanzina sottotetto. Vi si accedeva da una botola nel corridoio, come in molte villette. Gianni, il mio amico non immaginava certo che io fossi lassù. La botola con la scala retrattile era ben inserita nel soffitto dell’ingresso. Eppoi io mi ci chiudevo dal di dentro, quindi anche se gli fosse venuta la curiosità non avrebbe potuto entrarci. Sul soffitto della camera dove lui portava la ragazza c’era un grande applique colorata e il foro che io avevo praticato sul soffitto era ben nascosto da questa. Quando loro arrivavano, generalmente nel primo pomeriggio, io che ero già salito in mansarda e mi ero chiuso dentro, mi straiavo su un materasso sul pavimento i mi godevo la scena. Ero ben attrezzato: un gabinettino e un frigo bar mi rendevano confortevole il soggiorno. Lui era un vero maschione. Uno davvero con le palle anche ins enso fisico. La trombava con furia per un paio d’ore, talvolta per l’intero pomeriggio. Ma anche lei era una vera troiona a letto. Era un piacere vederla trombare. Era molto rumorosa: gemeva forte, sbuffava, incitava il Gianni e quando arrivava all’orgasmo si agitava tutta gemendo, ansimando e sudando. Che spettacolo!! Mi sfinivo di seghe.
Abitavamo tutti nello stesso piccolo paese e lei di vista mi conosceva, ci salutavamo al bar o per strada se ci incontravamo. Io avevo un negozio di merceria e intimo e lei di tanto in tanto era anche mia cliente. Sapeva che la casa dove Gianni la portava era una delle mie case (ne avevo tre e due le affittavo a turisti nel periodo estivo), ma ovviamente non sapeva certo che io la spiassi mentre trombava con lui. Poi un giorno si lasciarono e Gianni mi riportò la chiave della casa. Mi disse che aveva dovuto lasciare la ragazza perché si era messo con una donna ricca e me ne fece il nome. La conoscevo, ovviamente e sapevo che avrebbe fatto una vita difficile con lei. Ma tantè! affari suoi.
Un giorno lei viene al negozio e imbarazzata mi chiese il favore di prestarle la chiave della casa; quella per intenderci dove andava a trombare con Gianni. Ovviamente le chiesi il motivo e lei, riluttante, mi raccontò che andava li con Gianni e che per nostalgia avrebbe voluto rivedre quella casa dove era stata tanto felice. Le diedi la chiave. Letizia -così si chiamava- tornò altre volte a chiedermi la chiave. Diventammo subito amici. Un giorno riportandomi la chiave disse che si era sentita in dovere di dare una pulitina alla stanza che le sembrava polverosa. Fu in quel momento che notai un certo sguardo che subito mi mise in allarme. Era uno sguardo infagatore, seppure celato. Capii subito che aveva notato la botola della mansarda e che vi era salito, scoprendo il materasso e il foro da cui si vedeva la camera sottostante e il letto in particolare. Ora lei sapeva che io li spiavo, che ero un guardone. Mi fissava. Eravamo soli in negozio. Abbassai lo sgurdo. Temetti una scenata. Invece Letizia mi chiese se avessi una ragazza, come mai ero sempre solo; volle sapere tutto di me. Certo voleva capirte come mai fossi un guardone. Mi prese di sorpresa e le confessai imbarazzatissimo il mio vizietto, ma che loro due erano la sola coppia che mai avessi spiato. Sorprendentemente mi dette un bacetto sulla giuacia e poi rise maliziosamente. La sera stessa mi chiese la chiave ma con mia sorpresa disse che voleva che l’ accompagnassi. Non capivo, ma ero elettrizzato. Come entrammo lei assunse un atteggiamente leggermente ma piacevolmente autoritario. Mi prese per mano e mi portò sotto la botola. Poi premette il pulsante e fece scendere la scala.

-Vai su e chiuditi dentro!- disse con piglio un pò severo ma pur sempre giocoso. Eseguii.

Lei nel frattempo era entrata in camera e come se fosse sola prese a spogliarsi, rimanendo nuda. Camminò per la stanza, si stese sul letto, rimase ferma, ma mai senza guardare direttamente verso di me. Poi mi ordinò ad alta voce di raggiungerla. Giocava con me, evidentemente. Mi teneva in pugno. Mi gestiva. Mi piaceva questo gioco, che poi gioco non era. La raggiunsi. Era seduta sul letto. Mi fece cenno di inginocchiarmi sul tappetino, allargando le cosce e la sua vulva pelosissima e dalle grandi labbra schiusa apparve in tutta la sua oscena intima bellezza.

-Lecca porco!- era seria, decisa.

Ero inebriato, stordito, stupefatto, incredulo, non sapevo cosa mi stesse succedendo. Tuttavia mi protesi fra le sue cosce e appoggiai tremante la mia bocca alla vulva, acor più schiusa e intrisa di umore. Un forte odore di sesso femminile mi colpì le nari. Un afrore asprigno, eccitante, coinvolgente. Poi, dopo poche leccate, mi ordinò di staccarmi e di alzarmi in piedi.

-Spogliati tutto!- ordinò

Mi spogliai incerto ma anche eccitato. Quando fui nudo lei mi osservò senza espressione. Si soffermò con lo sguardo sul mio pene eretto.

-Masturbati!-

Non provai neppure a replicare. Mi presi il pene in mano ma rimasi fermo con lo sguardo sul pavimento.

-M A S T U R B A T I ! !- scandì ad alta voce.

Iniziai a masturbarmi fissandola eccitato fra le cosce, che tenva ben spalancate e dalle quali l’odore emanava fortissimo e inebriante, a****lesco. Provavo una strana e torbida sensazione di vizzioso piacere e di umiliazione.

-Andiamo via, rivestiti!- ordinò prima che avessi l’orgasmo. E si alzò a sua volta prendendo le mutandine e il resto. Mi rivestii con lei.

Crebbe fra noi questo sordido e complice legame. Dopo due mesi le chiesi di sposarmi. Disse di si, con semplicità, come se le avessi chiesto che ore fossero.

Ma nel sesso le cose non stavano come in una coppia normale. Lei si concedeva spesso, ma era una sorta di padroncina che ordinava. Era lei che diceva leccami, masturbami, trombami, massaggiami. Non che non fosse affettuosa nel quotidiano, ma a letto era lei che ordinava, che concedeva ciò che a lei faceva piacere. Purtroppo avevo l’eiaculazione molto rapida, come quasi tutti i segaioli e quindi dovevo venire solo una volta soddisfatta lei.

-Ora inculami!- chiese una volta. Io subito pensai a quando lo chiedeva a Gianni: ‘amore mmio inculami ti prego’ gli sussurrava teneramente e lui la inculava facendola gridare di dolore e piacere. Ma lui aveva un cazzone grande e grosso, mentre il mio è meno di una quindicina di centimentri e sottile.

Poi un giorno arrivò una telefonata. Lei dopo era raggiante, ma anche strana. Era come se le avessero detto che ciò che voleva si era avverato. Poi iniziò a parlare.

-Bene! Lo sapevo! ha voluto sposare la ricca e ora si ritrova con una donna che non solo non gliela da più ma che lo tratta anche male. Se lo è comprato, la schifosa!-

Avevo capito tutto. Lui si era lamentato con una sua amicica che subito aveva chiamato Letizia, della quale era a sua volta amica. Una sera incontrai Gianni nei pressi di casa. Quando mi vide fu come imbarazzato. Forse non si aspettava di vedermi. Quello mi fece venire un tuffo al cuore. Era chiaro! Era uscito da casa mia. Ero sconvolto. Ora capivo tutto. Letizia mi aveva si sposato, ma amava ancora lui. Ora lui stava tornando a riprendere Letizia.
Parlai la sera stessa con letizia che rimase impassibile e non negò che Gianni era venuto a casa, ma disse con determinazione che ora non lo amava più. Ora voleva solo vendicarsi di quella schifosa che glielo aveva portato via. La sua vendetta -proclata con decisione- era di renderla cornuta. Voleva vendicarsi.

-Me lo riprendo! glielo levo dalle cosce -disse testualmente- glielo trombo e glielo rimando sfinito, a quella schifosa! Ma lo riprendo solo per usarlo e poi gettarlo. Ero allibito dalla sua determinazione, dalla sua rabbia fredda, dalla sua volontà di vendetta.
Avrei potuto urlare che era pazza e che l’avrei butatta fuori casa a calci. Era questo che volevo dirle, ma dalla bocca mi uscì solo un flebile ‘fai bene amore mio’. Letizia mi guardava fissamente on volto. Stava valutando le mie emozioni. Capì che poteva fare ciò che voleva.

-Dammi la chiave della casa,- disse decisa: -Lo trombo li!- Poi guardandomi cambiò espressione e un sorriso malizioso apparve sul suo volto.

-Certo amore mio che puoi venire a spiarci… Lo sai che mi farà piacere… Ti voglio lassù mentre lo uso. Ho già riacceso il frigo e ho portato le salviette per le tue seghe, non voglio che tu sporchi il lenzuolo che ti ho già messo… E, mi raccomando, non gemere forte, perché una volta credo di everti sentito gemere. Non potevo immaginare che su in mansarda ci fosse qualcuno e non detti peso alla cosa, ma sentii dei gemiti… Lo so che sei un porcellone segaiolo.

Accadde due sere dopo nella casa che li vide insieme. Io ero già su in mansarda da ore in attesa spasmodica. Era domenica e il negozio era chiuso. Poi eccoli. Mi pareva di impazzire! Lei era una furia. sentivo tutto e vedevo tutto: lo schiocco dei loro baci, il loro risucchio; lo trombava con una frenesia a****lesca, facendo esplodere la voglia repressa che certo covava in lei e che ora esplodeva irrefrenabile. Lo prese in tutte le maniere. Lo spompinò; gli diede il culo; lo cavalcò roteando il bacino come un cow boy in un rodeo. Lo incitava con voce roca. Furono due ore di frenesia amorosa. Urlava, gemeva, ansimava mia moglie mentre possedeva il suo amante. Ed io nascosto su in mansarda, stordito, esaltato, col cuore in gola e le tempie pulsanti, senza saliva. Dovevo tenere la bocca aperta per respirare. Temevo perfino che loro sentissero il furoso battito del mio cuore. La mano masturbava il pene seguendo i loro ritmi.

-Sarai solo mio!- gli disse lei alla fine della turbolenta trombata.

-Si amore, certo… ma tuo marito?- le rispose Gianni?

-Lui non ci darà alcun fastidio. Lui fa quello che voglio io. Magari gli piace anche…- rispose guardando fuggevolmente verso di me. Non vide che io annuivo con decisione.

Era nato un cuckold.

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I Suoi Primi Cinquant’Anni!

La festa era ormai finita ed in casa non c’era piú nessuno, tranne io & lei. Ero pronto per dargli il mio “regalo”. Esco dal bagno completamente nudo e con il mio pisello ciondolante, attraverso il corridoio. Arrivo alle spalle di Antonella, l’abbraccio, spingo il mio corpo su di lei, presso il mio pisello sul suo sedere e gli dico: “Ancora Buon Compleanno Amica Mia”. La sento sorridere, ma ancora non realizza che dietro di lei io sono nudo. Tenendola dolcemente stretta a me, avvicino la mia bocca al suo orecchio e gli sussurro che sono l’unico che ancora non gli ha dato il regalo per i suoi primi cinquant’anni! Ride di nuovo, ma la mia morsa affettuosa gli impedisce di girarsi. Intanto il mio pisello continua a spingere sul suo sedere ed inizia a gonfiarsi. Allora prima che lei percepisca l’ingombrante presenza della mia futura erezione, la invito a chiudere gli occhi in attesa che gli metta tra le mani il mio regalo. Antonella esegue i miei ordini e serra le palpebre. La lascio e mi posiziono davanti a Lei.
– “Ecco il tuo regalo Antonella” Gli dico guidando le sue mani verso il mio uccello.
– “Dove Chase? Non sento e vedo nulla! Ma non posso aprire gli occhi?” Dice Lei eccitata ed incuriosita dalla futura sorpresa.
– “No! Non puoi aprirli. Dai…. ci sei vicina, il tuo pacco é qui” Gli suggerisco mentre mollo le sue mani e la lascio cercare da sola il suo “regalo”.
É questione di secondi, le sue mani afferrano il mio pisello, rimangono sul pezzo solo per pochi attimi, il tempo che Antonella capisca quello che sta maneggiando.
Il suo viso smette di sorridere, apre gli occhi e si accorge finalmente che ha tra le mani il mio pisello eccitato da tutto quel gioco. Lascia subito la presa e fá un passo indietro.
– “Chase! Sei impazzito? Perché sei nudo?” Mi dice in un tono abbastanza serio.
– “Volevo darti il mio regalo personale. Credevo… pensavo lo volessi anche tu!” Gli rispondo cercando di tornare all’atmosfera festiva di pochi minuti prima.
– “Hai pensato male! Che significa questa storia? Questo sarebbe il tuo regalo? Grazie del pensiero, ma ora si é fatto tardi, ci vediamo domani” Ribatte Antonella, indicando il mio pisello e cercando di concludere la discussione.
Che fosse una persona particolare, era cosa ormai nota, ma che si rifiutasse di scoparmi in modo cosí deciso, questo non me lo aspettavo proprio.
Antonella era quella che noi del’Agenzia chiamiamo “cliente facoltoso”. Occupandoci di pubblicitá, i contributi extra lavoro erano sempre graditi. Ed Antonella, di soldi extra, ce ne dava molti. Ad ogni contratto concluso con lei, oltre al normale pagamento, mi girava (ci girava) sempre un assegno “in piú” per le coperture di servizi di vario genere. In realtá, ormai lo avevo capito, anzi lo avevano capito tutti, era un modo per comprarsi qualche attenzione in piú, insomma, era chiaro che voleva scoparmi. Quelli dell’Agenzia, i colleghi uomini ovviamente, mi chiedevano perché non mi buttassi, non mi facessi avanti. Non solo Antonella era una scopata facile, ma per la sua etá, vicina ai cinquanta, era proprio una gran bella donna. Ma come giá scritto in altri miei racconti (rileggete “La Nuova Collega” o “La Figlia Del Mio Collega”) preferivo sempre dividere il lavoro dalla vita privata. Ma come sempre, tra il dire ed il fare, c’è sempre lo scopare!
Antonella era nostra cliente da quasi cinque anni e dopo i primi tempi, dove anche per esigenze lavorative ci davamo del “Lei”, iniziammo a diventare meno formali. Arrivati al punto dove ormai ci chiamavamo per nome, iniziammo dopo un pó ad inviarci anche messaggi sui nostri smarthphone. Insomma, avevamo creato anche una sorta di legame piú o meno intimo. Ammetto che diverse volte avevo pensato a come lei fosse sotto le coperte, anche perché sul lavoro, ogni volta che si presentava alle riunioni, indossava abiti che mostravano ogni forma del suo fisico. Le gonne erano all’ordine del giorno e le camicette con ampie scollature, non mancavano mai. Una volta credo anche di essere riuscito a intravedere le sue tette attraverso un’apertura di una camicia non troppo abbottonata. Se fosse stata una femmina a****le, i suoi attegiamenti potrebbero essere tranquillamente catalogati come un richiamo sessuale per i maschi, io incluso.
Ormai eravamo diventati quasi amici, prima ancora che venditore e cliente. Ricordo persino quell’estate che decidemmo di trascorrere una giornata al mare insieme. Quella fu la prima volta che la vidi senza vestiti, ovviamente non nuda, ma comunque poco coperta. Quella volta in spiaggia portó anche sua figlia minore, Elisabetta, una ragazza di appena vent’anni bionda e alta come la madre. Credo che fu proprio quel giorno che pensai ad Antonella come ad una donna, come ad una fica da scopare. Se prima la vedevo come una cliente, ora iniziavo a pensare a lei come una preda, anzi, come a delle prede. Giá, perché Elisabetta era degna della madre, in piú aveva dalla sua parte la giovane etá. E nei miei sogni piú segreti, pensavo a come sarebbe stato averle entrambe dentro il mio letto! Ma come detto, era solo un sogno. Cosí mi concentrai su Antonella, che sembrava meno ostile sessualmente parlando e che comunque mi spronava a provarci con lei. Un chiaro messaggio esplicito arrivó proprio su quella spiaggia. Essendo una donna e come tutte le donne gli piaceva piacere, adorava l’abbronzatura quasi integrale, in poche parole, senza reggiseno. Quando se lo tolse, rimasi per un secondo sorpreso. Non tanto per il gesto, quanto per quelle tette cosí ben fatte. Antonella non era piú una ragazzina, eppure quelle sue bocce facevano invidia a metá delle ventenni che ci circondavano. Aveva dei seni molto grandi, abbastanza calati e con due capezzoli ben pronunciati. Le grandi areole che li circondavano, completavano quel panorama mozzafiato. A completare l’opera, ci si mise lo spettacolo che gentilmente Antonella offrí a chi la guardava, me compreso. Inizió a spalmarsi la crema su tutto il corpo, partendo dalle gambe e passando per l’interno coscia, fino ad arrivare alle tette. Vedere quelle sue mani, anzi, quelle sue dita, scivolare su e giù verso l’inguine, proprio dove finisce la fica ed inizia la coscia, era una scena da infarto. Se il piano era di farmelo diventare duro, ci era riuscita. Sentivo il mio uccello gonfiarsi nei boxer, lo sentivo crescere minuto dopo minuto, tanto che fui costretto a mettermi a pancia sotto per soffocare l’erezione. Il suo spettacolo erotico sembrava non finire mai. Soprattutto quando si spalmó la crema sui seni, su quei grossi meloni. Erano cosí grandi, che per mettere la crema solare in modo uniforme, doveva con una mano sollevare un seno e con l’altra mettere la crema sotto la parte dove poggiavano le sue tette! Il tutto con estrema disinvoltura. Lo ammetto, se fossimo stati da soli su quella spiaggia, mi sarei giá abbassato i boxer per dargli quello che cercava: qualcuno che tappasse quel suo buco con una grossa cappella. Antonella mi chiese poi di aiutarla a mettere la crema sulle spalle. Ecco, ci mancava solo questo. Mi alzai cercando di nascondere la mia eccitazione e l’aiutai. Feci scivolare lentamente le mie mani sulla sua schiena e qualche volta sui fiancha le mie dita sfioravano le sue tette. Ora ne avevo la convinzione, la sua pelle, il suo fisico, le sue enormi bocce, erano decisamente meglio di tutte quelle ragazze sulla spiaggia. Intanto la mia eccitazione cresceva, fino ad arrivare al punto di non ritorno, quando vidi il mio pisello ormai quasi dritto e duro, spuntare da un lato dei miei pantaloncini. Si vedeva chiaramente la mia cappella spuntare fuori. Se Antonella si fosse girata, o se sua figlia fosse uscita dall’acqua in quel momento, non ci avrei fatto una bella figura. Cosí dopo aver messo la crema su ogni centimetro della sua schiena, sempre posizionato alle sue spalle, gli consegnai il flacone e alzandomi gli dissi che andavo a prendere qualcosa di fresco da bere per noi tre. Mi voltai immediatamente e presi la direzione del Bar cercando di nascondere al resto dei bagnanti quell’imbarazzante situazione.
Dopo quella giornata iniziai a vedere Antonella con occhi diversi, con pensieri diversi. L’idea di fare sesso con lei iniziava a farsi posto nella mia testa. Antonella ovviamente si era accorta che negli ultimi tempi ero cambiato, che iniziavo ad interessarmi a lei come donna da portare a letto. Sul lavoro inizió anche ad essere piú provocante: se doveva firmarmi dei documenti, si piegava sempre sulla scrivania a novanta gradi, in modo che la sua scollatura mi lasciasse vedere chiaramente le sue enormi tette. Se stavamo in sala riunioni, accavallava le gambe a rallentatore sperando che io la guardassi tra le cosce. Insomma, iniziava ad alzare il tiro.
Poi arrivó la vigilia del suo compleanno, ed anche se lei non voleva festeggiare, le sue due figlie cercarono di organizzargli una festa a sorpresa per i suoi primi cinqant’anni. Un giorno venne proprio Elisabetta in ufficio per invitare me e qualche altro collega:
– “Ciao Chase, ti ricordi di me?” Disse lei avvicinandosi alla mia scrivania.
– “Certo! Come potrebbe essere altrimenti? Sei tale e quale a tua madre, sembrate due sorelle” Risposi io vedendola leggermente arrossire.
– “Ti ringrazio, dovresti peró dirlo a mia madre, con l’avvicinarsi del suo compleanno, si sente vecchia. A proposito… sono qui per questo. Stiamo organizzando una festa tutta per lei. Tra due settimane. Ci farebbe piacere se venissi” Mi disse Elisabetta.
– “Non mancheró” Conclusi io.
La sera stessa pensai che forse era arrivato il momento di buttarmi e l’occasione me la stava dando prorpio sua figlia.
Finalmente arriva la grande serata, sono davanti alla porta e suono il campanello. Ad aprirmi é proprio Antonella, che per un secondo rimane felicemente basita. Io intanto la osservo. Si, é proprio una bella donna. Cinquant’anni e non sentirli. Ovviamente é vestita di tutto punto e se in ufficio era audace con gli abiti, stasera é da club privé! Tacchi da svariati centimetri che slanciano le suo lunghe gambe, gonna corta della serie “che appena ti muovi nel modo sbagliato fai vedere tutto” e solita camicetta sbottonata piú del dovuto che lascia ben vedere le sue grosse tette abbronzate.
– “Chaseeeeeeee! Anche tu qui?” Disse Antonella.
– “Potevo perdermi i primi cinquant’anni di una nostra cliente nonché, ormai, amica?” Risposi io sorridendo e porgendogli un mazzo di rose ed una confezione pregiata di legno con all’interno due bottiglie di vino.
– “Non sai quanto sono contenta che ci sia anche tu! Dai… entra”.
All’interno saremo più o meno una quarantina di persone e osservando la sua casa, noto che é molto grande e ben arredata. La serata vá avanti nel piú classico dei modi, tra risate, cocktail e chiacchierate varie. Ogni tanto lancio uno sguardo ad Antonella e lei contracambia. OK, é la serata giusta. Ora o mai piú. Attendo la fine dei festeggiamenti, aspetto pazientemente che Antonella sia tutta per me. Finalmente in casa non c’é piú nessuno. Sono le due di notte e tutti sono andati via. Siamo soli io e lei. L’aiuto a togliere le cose piú ingombranti e poi mi allontano per qualche minuto con la scusa di andare in bagno. Ero pronto per dargli il mio “regalo”.
Esco dal bagno completamente nudo, con il mio pisello ciondolante, ma comunque gonfio per l’eccitazione e attraverso il corridoio tenendo nella mano sinistra un preservativo. Arrivo alle spalle di Antonella e l’abbraccio, spingo il mio corpo su di lei, presso il mio pisello sul suo sedere e gli dico: “Ancora Buon Compleanno Amica Mia”. La sento sorridere, ma ancora non realizza che dietro di lei io sono nudo. Tenendola dolcemente stretta a me, avvicino la mia bocca al suo orecchio e gli sussurro che sono l’unico che ancora non gli ha dato il regalo per i suoi primi cinquant’anni! Ride di nuovo, ma la mia morsa affettuosa gli impedisce di girarsi. Intanto il mio pisello continua a spingere sul suo sedere ed inizia a gonfiarsi ancora di piú. Allora prima che lei percepisca l’ingombrante presenza della mia futura erezione, la invito a chiudere gli occhi in attesa che gli metta tra le mani il mio regalo. Antonella esegue i miei ordini e serra le palpebre. La lascio, lancio sul tavolo il preservativo e mi posiziono davanti a Lei.
– “Ecco il tuo regalo Antonella” Gli dico guidando le sue mani verso il mio uccello.
– “Dove Chase? Non sento e vedo nulla! Ma non posso aprire gli occhi?” Dice Lei eccitata ed incuriosita dalla futura sorpresa.
– “No! Non puoi aprirli. Dai…. ci sei vicina, il tuo pacco é qui” Gli suggerisco mentre mollo le sue mani e la lascio cercare da sola il suo “regalo”.
É questione di secondi, le sue mani afferrano il mio pisello, rimangono sul pezzo solo per pochi attimi, il tempo che Antonella capisca quello che sta maneggiando. Il suo viso smette di sorridere, apre gli occhi e si accorge finalmente che ha tra le mani il mio pisello eccitato da tutto quel gioco. Lascia subito la presa e fá un passo indietro.
– “Chase! Sei impazzito? Perché sei nudo?” Mi dice in un tono abbastanza serio.
– “Volevo darti il mio regalo personale. Credevo… pensavo lo volessi anche tu!” Gli rispondo cercando di tornare all’atmosfera festiva di pochi minuti prima.
– “Hai pensato male! Che significa questa storia? Questo sarebbe il tuo regalo? Grazie del pensiero, ma ora si é fatto tardi, ci vediamo domani” Ribatte Antonella, indicando il mio pisello e cercando di concludere la discussione.
– “Ti chiedo scusa, devo aver capito male!” Continuo io mentre faccio un passo indietro per ritirarmi.
– “Dove vai scemo? Stavo scherzando!” Dicendo quelle parole Antonella si avvicina velocemente a me, afferra il mio pisello come fosse un guinzaglio e mi tira a sé.
Mi bacia con vigore, sento la sua lingua in ogni parte della mia bocca. Intanto non molla la presa del mio uccello, lo tiene stretto nella sua mano con tale forza che sembra quasi abbia paura “voli” via! Ci gioca, muove la pelle della cappella con il pollice, poi passa alle mie palle strizzandole, le tira verso il basso. Intanto la sua bocca continua ad esplorare la mia. Passo all’attacco pure io. Gli metto una mano sotto la gonna, la alzo per poi scendere dentro le sue mutandine. Avverto una lieve peluria, quindi non é depilata, ma nemmeno sembra avere un bosco lá sotto. La mia mano a cucchiaio inizia a toccarla, la strofino avanti e indietro lungo la sua fica. Poi con il dito medio inizio a stimolarla tra le grandi labbra. Ma non glielo metto dentro. Voglio prima sentirla bagnarsi. Intanto lei continua a masturbare il mio pisello che inizia a crescere tra le sue mani. Allora mi stacco da lei, sfilo la mia mano dalla sua fica e faccio un mezzo passo indietro. Voglio vederla nuda. Inizio a spogliarla con la sua complicitá. Mentre gli slaccio la camicia, lei fá scivolare la sua gonna a terra, non prima peró di essersi sfilata le scarpe. Mancano le sue mutandine ed il reggiseno. Mi abbasso lentamente con le mie mani sui suoi fianchi, gli sfilo le mutandine e mi fermo con il viso davanti alla sua fica. Non mi ero sbagliato. Vedo una piccola striscia di pelo lungo le sue grandi labbra. Per il resto la sua fica é liscia come il marmo. Metto il mio naso tra le sue grandi labbra, annuso la sua intimitá sfregandolo dentro la sua fica. Inizio a sentirla godere, qualcosa esce dalla sua bocca. Continuo a masturbarla in mezzo alle gambe e sento la sua fica inumidirsi. Quindi vado sul classico ed inizio a leccargliela, prima solo con la punta della lingua, poi passo alla modalitá “gelato” usando completamente tutta la lingua. Antonella emette un gemito, ha un orgasmo e la sua fica completamente bagnata, completamente fradicia, me lo conferma. Quindi mi alzo, con decisione gli strappo il reggiseno e vedo le sue grosse tette sbattere sul suo petto. Le afferro con entrambe le mani e le stringo con forza come lei fece con le mie palle. Intanto il mio cazzo si gonfia, rasentando l’erezione. Antonella reclama la sua parte e si inginocchia costringendomi a mollare la presa sulle sue tette. Afferra il mio uccello ed inizia a masturbarmi. Lentamente, molto lentamente. Inizia a farmi una sega con le sue mani. Su e giú. Su e giú. Afferra tutta l’asta e fá scivolare la pelle sotto la mia cappella. Poi la ricopre. Quindi la tira nuovamente sotto. Vedo le prime gocce di sperma uscire dalla punta della mio cazzo. Antonella si avvicina e strofinando il suo viso contro la mia cappella, pulisce le prime colate di sborra. Il mio uccello é ora completamente dritto, lei mette le mani sulle mie cosce ed inizia a leccarlo come un gelato. La sua lingua parte dall’attaccatura delle palle fino ad arrivare alla punta della cappella. Una volta. Due. Tre. Quattro. Sento che sto per venire. Sento la sborra salire lungo tutto il mio pisello. La sento incanalarsi lungo tutta l’asta. All’ennesima leccata, non resisto. Un lungo schizzo parte dal buco della mia cappella verso il viso di Antonella, gli finisce dritto sul naso costringendola a scansarsi per la forte pressione. Cerco di controllarmi e non spingo oltre. Voglio svuotarmi completamente le palle dentro di lei. Ma una seconda schizzata parte comunque in modo naturale colpendola di nuovo sul viso. Quindi prima che finisca le cartucce, la prendo e la metto sul tavolo allargandogli le gambe. Allungo le mani verso il preservativo prima di penetrarla ed inondarla di calda crema. Lei mi ferma, mi dice che da quando suo marito l’ha lasciata, non é stata con molti uomini e che posso andare sul “sicuro”. Gli credo ed il fatto di essere forse il primo dopo il suo matrimonio, mi eccita ancora di più, sembra che io la stia sverginando! Quindi avvicino il mio cazzo che continua a perdere sperma dalla cappella e cerco di sbatterglielo dentro. Antonella si passa una mano sul viso, si pulisce dalla sborra e se la mette in mezzo alla fica come lubrificante. Come se la sua fica bagnata dei suoi umori non bastasse. Mi avvicino lentamente al suo buco, non servono nemmeno le mani per guidare il mio pisello dentro di lei, é talmente dritto e carico che si fá strada da solo. L’afferro per i fianchi e lentamente faccio scivolare la mia cappella dentro di lei. Le sue grandi labbra avvolgono facilmente la mia grande cappella, entro, vedo la sua fica accogliere centimetro dopo centimetro il mio cazzo. Ora sono dentro, sento il calore della sua fica. Inizio a spingere, sempre di più. Una volta. Due. E poi ancora. Scivolo su & giú lungo il canale del suo utero. Sento nuovamente la sborra farsi strada, Antonella inizia a godere, un forte gemito esce dalla sua bocca. Io ci sono vicino… sento che stó per venire….. continuo a scoparmela… continuo ad andare avanti e indietro… sento le palle esplodermi, sento il rumore dei miei testicoli sbattere sul bordo del tavolo… avverto la sborra salire… ci siamo… afferro ancora con piú forza il suo culo e spingo, spingo e….. sborro… vengo… percepisco una lunga calda schizzata dentro la sua fica… poi una seconda, una terza, una quarta… vedo la fica di Antonella “perdere” la mia sborra… continuo, sento che le mie palle possono fare di meglio… ancora uno schizzo, ed un altro e poi un altro ancora…. infine sfilo il mio cazzo completamente avvolto dal mio stesso sperma e mi masturbo cercando un’ultima schizzata che finisce lungo le sue cosce. Completamente svuotato, ma con il mio pisello ancora dritto che sento comunque pulsare, invito Antonella a scendere dal tavolo. Anche lei sembra essere sfinita. Noto che in mezzo alle gambe, ancora qualche goccia di sperma scivola verso il basso. Quindi la prendo per mano e la guido come fossi il padrone di casa, sotto la doccia.
La mattina dopo, stanco come se avessi lavorato in miniera, mi alzo con comodo. A farmi quasi da sveglia, é anche il mio cellulare che lampeggia nel buio della camera. Ho un SMS. Ancora mezzo assonnato, vedo che il mittente é proprio Antonella, apro il messaggio e lo leggo: “Grazie per la splendida serata e soprattutto per il regalo. Un bacio, Antonella”.
Rimango qualche secondo con il cellulare in mano, sospeso tra l’indecisione di rispondergli o no. Ma sono ancora troppo stanco per la notte di sesso appena passata. Butto il cellulare sul comodino e torno a dormire. In fondo, oggi é domenica!

chasedessler@katamail.com

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Lesben Reife Frauen

Die Anhalterin

Sie saß dort hinten auf der Rückbank und schaute aus dem Fenster. Sie, das war geballte Erotik pur. Blonde, lange Haare, große blaue Augen und volle rote Lippen, ca. 25 Jahre alt. Und dann das Outfit! Weiße Bluse, leicht geöffnet, darunter einen dunkelblauen Spitzen-BH, gut gefüllt. Dunkelblauer Minirock, aber wirklich mini. Schwarze, hochhackige Pumps und das Beste: Lange, schlanke Beine in hellen, glänzendem Nylon!

Nur deshalb war es für mich gar keine Frage gewesen, sie mitzunehmen. Ich stehe auf Strumpfhosen und Beine. Meine Freundin Britta neben mir überhaupt nicht. Beine hat sie auch sehr schöne, trägt auch Pumps, aber keine Strümpfe. Seit langem bitte ich sie, mir einmal die Freude zu machen…..aber vergebens. Und als Fetisch akzeptiert sie es erst recht nicht:

“Wenn Du mich nur noch in Strümpfen willst, dann…!” Usw. ! Wenn sie wüßte, das ich mir manchmal am PC vor Bildern mit Frauen in Strumpfhosen einen runter hole, Prost Mahlzeit ! Und dann steht diese Frau an der Tankstelle und fragt uns, ob sie mitfahren könne. Auto verreckt, Freund besuchen in München, warum nicht? Sie hat nur eine Handtasche dabei.

“Ich beteilige mich auch am Sprit! Mein Freund hat heute Geburtstag und ich will ihm eine Freude machen.!”

Also nehmen wir sie mit. Allerdings spüre ich stummen Protest von der Beifahrerseite her. Zumal meine Augen mehr im Rückspiegel sind, als auf der Straße. Meine Freundin weiß genau, wohin ich gucke. Diese Beine!

“Sagen sie mal, ist es nicht sehr ungewöhnlich, so gekleidet zu reisen?”

Tatsächlich kann sie sich die Frage nicht verkneifen!

“Ach, ich weiß schon, was Du meinst. Übrigens, ich heiße Susanne. Laß uns Du sagen, bis wir da sind. Also, mein Freund mag dieses Outfit sehr. Und ich wollte ihn überraschen, schon wenn ich aus dem Auto steige. Ich kann doch nicht ahnen, das es mir kaputtgeht.”

“Ich meine ja auch nur, im Hochsommer mit Strumpfhosen…!”

Wie peinlich!

“Tja, ich weiß nicht, wie ich es sagen soll, aber er mag das sehr, gerade das. Irre, oder? Scheint ein Fetisch von ihm zu sein. Ich habe gehört, manche Männer fahren darauf tierisch ab, nun ja, er auch!” Kichert.

Britta schaut zu mir herüber.

“Da kenne ich auch jemanden!”

Übrigens, Britta hat auch einen kurzen Jeansrock an und Pumps, sieht geil aus, aber es fehlt eben was. Ich sage überhaupt nichts und lausche dem Gespräch.

“Tatsächlich? Du meinst deinen Freund, äh, wie heißt Du eigentlich?”

“Reiner. Ja, sie meint mich. Ich finde Dein Outfit super!”

“Tja, mein Kerl surft im Internet und dort gibt es tausend von Seiten mit Nylon und so.”

“Kenne ich”, sage ich, “kenne ich!”

Erstaunt schaut Britta mich an.

“Wie, Du kennst das auch? Habe ich gar nicht gewußt!”

“Tja, Du siehst, ich bin bei weitem nicht der Einzige, der auf Strümpfe steht. Nur Du anscheinend nicht!”

“Ich weiß nicht, ich fand das bisher albern, dachte, Du magst mich auch so..!”

“Tue ich auch, aber manchmal ist ein besonderer kick gar nicht so übel.”

“Ja, das ist wirklich so”, sagte Susanne von hinten, “mein Typ ist dann wie aufgezogen, er verliert dann richtig die Kontrolle und ich kann mit ihm machen was ich will, also so eben….!”

Kichert wieder.

“Du meinst, wenn ich jetzt noch eine Strumpfhose anhätte, würde Reiner…ääh…geiler?” Geniert sich.

“Reiner”, flötet Susanne, “würdest Du geiler?” Lacht.

“Also, jetzt ist es aber gut. Aber wenn ihr mich so fragt, kann schon sein!”

Plötzlich kommt von hinten ein bestrumpftes Bein zwischen den Sitzen daher. Der Schuh liegt auf der Handbremse, die Knöchel schimmern neben mir. Britta schaut erstaunt.

“Faßt an, Leute, nun geniert Euch nicht!”

Wir sehen uns an. Ich erkenne Erschrecken in Brittas Augen.

Also sage ich: “Du zuerst. Ich mache es nur, wenn Du mitmachst!”

Sie schaut nach hinten, sieht den aufmunternden Blick von unserer Mitfahrerin und greift beherzt zu. Ihre Finger umschließen den wohlgeformten Knöchel und streichen dann daran entlang. Ich sehe weiter auf die Straße und greife etwas höher an die Wade. Tolles Gefühl. Super Material.

“Was ist es für eine?”, frage ich.

“Wolford, satin touch. Hier, ich habe noch eine dabei!”

Sie greift in ihre Handtasche und reicht uns eine neue, verpackte Strumpfhose, schwarz, 15den, satin touch, herüber.

“Mein Freund findet schon die Fotos auf der Verpackung toll. Manchmal, na ja, manchmal schaut er sie sich länger an, während ich ihn dabei beobachte….ähh..!”

Britta erstaunt: “Du meinst, Du siehst ihm beim onanieren zu?”

Es klingt aber gar nicht so entsetzt, wie ich es mir vorgestellt hatte.

“Na ja, ist ne geile Sache…auch für mich!” Kichert wieder.

“Er schaut sich das Foto an, während er dabei auch noch meine Beine zur Verfügung hat!”

“Und Du….Du …äh…masturbierst auch…?”

“Ehrlich gesagt, ich halte das Foto und sage ihm, was er mit dem abgebildeten Model alles machen soll. Er braucht doch seine beiden Hände, für meine Beine und für…na ja..sich selbst! Es ist super, ehrlich!”

Ich glaub alles gar nicht mehr! Meine Freundin führt hier ein Gespräch, das ich schon immer mal führen wollte, über Dinge, die ich schon immer mal tun wollte!

Jetzt sagte ich: “Siehst Du, alles völlig normal. Sollten wir auch mal machen. Bei Deinen schönen Beinen!”

Britta sah mich an. Es schien, als saß ein völlig neuer Mensch neben ihr.

“Du onanierst auch nach solchen Fotos, oder?”

“Äh…manchmal..aber..!”

“Und Du möchtest dabei bestrumpfte Beine halten?”

“Würde ich schon gerne..!”

Sie sah Susanne an. Komischerweise streichelten wir beide noch immer ihr Bein.

“Könntest Du an ihrem Bein onanieren?”

“Also wirklich….Du gehst zu weit…ehrlich…!”

“Könntest Du, Reiner?”, fragte Susanne übertrieben lüstern von hinten.

“Schon möglich..!” Mir wurde mein Hemd zu eng.

“Okay ihr Beiden, gleich kommt ´ne Raststätte. Dort zieh ich die andere Strumpfhose an. Ich kaufe in München eine Neue für Susanne. Wenn Du gleich onanierst!”

“An ihrem Bein?”, fragte ich zaghaft.

“An Unseren!”

Ich war perplex, selbst unserer Mitfahrerin hatte es die Sprache verschlagen.

“Äh… Schatz… das ist toll, aber ich soll auf dem Parkplatz im Auto onanieren?”

“Blödsinn! Dort ist ein Motel! Susanne, machst Du mit?”

“Sicher!”

Irgendwie hatte diese Reise einen ganz anderen Verlauf genommen, als ich geplant hatte. Auch erkannte ich meine Freundin nicht mehr wieder. Alles ging wie in Trance. Schnell hatten die beiden Frauen ein Zimmer organisiert. Ich war geil wie nie, Britta stand mitten im Zimmer und zog sich die Strumpfhose an, nicht ohne sich vorher den Slip auszuziehen, auf anraten von Susanne. Dann tuschelten sie und meinten, ich solle mich ausziehen und aufs Bett legen! Also zog ich mich aus und legte mich splitternackt aufs breite Bett.

Als ich lag, öffneten sie ihre Blusen und ihre Spitzen-BH´s kamen zur Geltung. Ihre großen Busen wogten darunter. Unten trugen sie immer noch den Rock und die Schuhe und die Strumpfhosen natürlich. Geil,Alter!

Sie stiegen aufs Bett, legten sich aber mit dem Kopf zu meinen Füßen, so das ich ihre Beine rechts und links hatte. Nicht zu fassen, meine größten Phantasien wurden war. Ich legte meine Hände auf beider Beine und streichelte sie. Es knisterte erotisch. Und es fühlte sich toll an. Und ich hatte einen Steifen!

“Sieh an, das geht ja von ganz alleine!”, sagte Britta, “aber nun zur Tat. Hier ist das Cover und nun nimm ihre Beine in die eine und ihn in die andere Hand und fang an!”

Dabei setzte sie sich auf und hielt mir das Foto passend vor die Augen. Na gut. Bitte schön. Genüßlich legte ich mich zurück und legte meinen linken Arm um die Beine, lehnte meinen Kopf daran und nahm mein Glied in die Hand. Dann begann ich zu onanieren. Erst langsam, dann schneller. Dabei sah ich angestrengt auf das Foto.

Die Beine darauf waren genauso gut wie die Beine zu meiner Linken. Ich drehte den Kopf und preßte meinen Mund auf die Maschen. Meine Zunge glitt an dem Material entlang und nahm die Strukturen gierig auf. Schneller ging meine rechte Hand und mein Schoß begann sich zu bewegen.

Ich sah an den Beinen entlang und bemerkte, das sich Susanne auch ausgestreckt hatte und ihre Hand zwischen den Schenkeln verschwand. Auch ihr Becken bewegte sich bereits und sie stöhnte leise.

Ich sah Britta. Sie hatte einen Gesichtsausdruck, den ich bei ihr noch nie gesehen hatte. Erregter hatte ich sie nie erlebt. Sie bemerkte meinen Blick, nahm meine wichsende Hand von meinem Glied, legte sie auf ihren bestrumpften Oberschenkel und beugte sich herab und versenkte es zwischen ihren Lippen.

Das konnte sie wirklich wie keine Zweite. Längst hatte sie das Cover neben das Bett geworfen und reichte mir nun ihre Beine dar. Nun leckte ich abwechselnd die schönsten Beine der Welt, während beide Frauen es sich selber machten und nach kurzer Zeit wechselten sie sich an meinem Schwanz ab.

Unbeschreiblich! Ich wurde immer hektischer, mein Schoß rotierte und stieß in die warmen Münder hinein, während sich ihre Zungen um meine Eichel wanden. Beide Frauen waren nun sehr laut und auch ich hörte mich stöhnen wie noch nie.

Manchmal glitten sie beide an dem Schaft entlang und verwöhnten mich gleichzeitig. Ich sah auch, wie sie sich küßten und ihre Zungen sich an meinem Penis trafen. Dann konzentrierte ich mich ganz auf die umgarnten Knöchel und Waden neben mir und leckte und saugte daran herum.

Ich ließ meine Zunge an ihren Pumps entlang fahren, genau wie meine Hände und seufzte vor Lust in die Maschen. Beide Frauen schrien plötzlich auf und ihre Finger in den Schößen waren schneller zugange. Sie kamen gleichzeitig und beide wichsten nun an mir herum, während sie sich auf dem Bett hin und her wälzten.

Als ich kam, brüllte ich in eine Wade neben mir und ein Mund schloß sich um meine Eichel. Dann ein anderer. Ich verspritzte alles, aber auch wirklich alles in die beiden Münder, an denen der Saft herunter lief. Ich stöhnte eine ganze Zeit unkontrolliert in irgendeinen Strumpf zu meiner Rechten oder Linken. Ich war glücklich!

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Inzest

Mein Sommer mit Birgit Teil 3

Mein Sommer mit Birgit Teil 3

Das (Intime-Informative) Gespräch

Ich steckte mir nee Kippe an, die hatte ich mir reichlich verdient und ließ mich auf einer Liege nieder, schön zur Somme hin. Das Handtuch ließ ich um die Hüften. Birgit kam auch hinzu, auch mit Handtuch um ihre Hüften und schwarzen Oberteil, gab mir nee Apfelschorle, ging zu dem Sonnenschirm, schob ihn zur anderen Liege, so das Sie vorm Sonnenlicht geschützt war, nahm nee Tube Sonnen Creme und fing an, sich Im Gesicht, an Hals und Armen ein zu reiben.
……. Na Frank, entspannt genug fürs erste ? Kam es über ihre Lippen……. Das kannste wohl glauben Birgit, war echt gut, und noch mal sorry wegen meinen schnellen Abgang vorhin……..
Ach, schon gut, kann vorkommen und du hast es wohl sehr nötig gehabt, viel gespritzt mein lieber, ……….

Komm, du bist auch nicht ohne, hat dir ja wohl auch gefallen und Spaß gemacht, sagte ich mit Blick auf ihre Titten, deine Muschi war auch ganz schön Nass …..
Naja, nach einen halben Jahr ohne Sex, da geht man schon mal mit, Frank. Hättest du nicht von mir gedacht, oder ? Du hast dich nie für mich interessiert, woher dein Wandel ?…………..
Du hast eben Fantastisch ausgesehen Birgit, mit dem offenen Hemd und Haare und so. Bisschen verschmitzt. Ja halt richtig geil und nicht mehr so bieder und grau wie nee Maus, so wie früher und bei unseren Treffen sonst. War echt gut das ich dich beim Sauber machen überrascht habe. Das ich dich vorher nie beachtet habe liegt auch daran, das ich verheiratet war, das auch Glücklich und mich bei dir und Fred nicht einmischen wollte, außerdem so wie du dich gegeben hast, gab es auch für mich keine Veranlassung. Nascher werde ich abgewiesen und du verklickerst es Susanne (meine Ex Frau) und um Ehrlich zu sein, hinter deiner walla Kleidung mit deinem Zopf, warst du auch kein Hingucker und fügte lächelnd hinzu, Mein Schwanz war übrigens der gleichen Meinung, bis heute Nachmittag……….
So, so, naja, wäre wahrscheinlich auch nicht so gut gewesen, ein Verhältnis mit dir Frank ,,,,, meinte Sie mit ernsten Gesicht und fügte dann mit einem lächeln hinzu… Obwohl ich ja wusste, bzw. weis, das du nicht ohne bist, was das Vögeln betrifft. ….. Ähhhh, was soll das denn heißen Birgit ?…. Naja, ich hab da doch schon mal nach gefragt wenn Susanne mal wieder was von Dir erzählte, oder Stress hatte mit dir und cremte genüsslich ihren Bauch und Beine ein……..
Was soll denn das heißen bitte schön, Hääää ? Hatt Susanne etwa hinter meinen Rücken Ehegeheimnisse aus geplaudert, Intime Dinge, die nur uns was an gehen ? Kam es gespielt empörend von mir. Ich wusste ja das Frauen sich gegen seitig viel Intimes erzählen, anders als Männer über ihre Ehefrauen, dann schon er über ihre Heldentaten beim Fremdfick. Ich wollte wissen, wie viel Intimes sie wusste, was hat Susanne so geredet von uns, vor allem von und über mich ?…..
Ja halt ein bissel was, was man so redet als Frau, nix schlimmes, nicht wichtig, schmunzelte sie…… nicht alles bis ins kleinste Detail, nein, nein, nur halt so Frauen Sachen halt, versuchte sie zu beschwichtigen………
Nenenenenene, raus mit der Sprache, ich bin geschieden und darf es ja jetzt wohl wissen, da es mich auch angeht, erzähl mal, ich behalte es auch für mich. Ich werde bei Susanne keinen Ärger machen und du wirst auch keinen bekommen. Es iss mir wichtig Birgit, mit dem Gefühl des Unwissenden, des Trottels, so wie ich jetzt da stehen, finde ich mich nicht mit ab. Was hat sie denn so raus gehauen, häää ? Fragte ich fordernd

…….. Also das du normal unten rum gebaut bist, das sagte sie mal, fing Birgit endlich an zu erzählen,… halt das dein Schwanz weder groß noch klein iss, dafür halt ein bisschen dicker. Hab ich auch oft drauf geachtet, hattest du deine enge Badehose am See an. Ich konnte es aber nur Ahnen. Deine dicken Eier beulten die Hose schon eher aus. Susanne sagte halt oft, das du es ihr gut besorgen würdest, dein Schwanz ihr völlig aus reicht, du lange ficken kannst, halt ausdauernd, doch sie ab und an von längeren Schwänzen träumt…….

Da musste ich kurz schlucken…. Und ? Wollte ich weiter wissen……….
Nix und, erwiderte Birgit verblüfft… meinste die erzählt mir wenn sie Fremd vögeln würde ? Ich weis da von nix. Übrigens Fred hatte einen längeren als Du. Ihn seiner war allerdings mir und ihn selber zu dünn, wenn das ein kleiner Trost für dich ist. Susanne erwähnte einmal mir gegen über, das du auch sehr gut Muschi lecken kannst, ausgiebig Ficken halt und damit auch einen ihr zufriedenen Ausgleich schaffst. Das du halt fast immer geil bist und so, viel poppen willst und ihr das manchmal übern Kopf wächst wenn sie keine Lust hat. Das war auch in der Zeit, als eure Kinder (hab zwei Mädels) noch jünger waren. Ich fragte nach und sie sagte zu mir, ach Birgit, hab ich ihn mal paar Tage nicht dran gelassen, lässt es sich nicht mehr um gehen, dann fertige ich ihn schnell ab und gut ist. Das wollte ich genau wissen und fragte sie, wie jetzt Susanne, wie abfertigen ? …..
Ich unterbrach Birgits Erzählung kurz mit einem wissenden,, Und, was, was hat sie gesagt ??……

Sie lachte laut auf, kam dann wieder auf normalen Level und sagte…. Das Sie dich an den Eiern knetet und schweinische, versaute Wörter raus schreit hihihihi, das wäre dann so sicher wie das Amen in der Kirche, hahaha, so Susanne ihre eigenen Worte, glaubs mir, das du in der nächsten halben Minute kommen würdest.. und fing wieder an leicht zu lachen, muss ein Wunder, geiler Punkt sein bei dir hihihihi………

Aaahhhhh ja, deshalb hast du eben meine Eier massiert und Hengst usw. geflüstert, fuhr es aus mir heraus,..alles klar, dann weis ich Bescheid, biste ja bestens im Bilde Birgit, amüsierte ich mich . ……..

Ja und das du gerne Oral Sex magst , Susanne es weniger mochte. Sie tat es dir zu liebe, weil du sie immer so gut geleckt hast. Eigentlich mag Sie auch gerne blasen, doch du wolltest immer, na sagen wir oft, in ihren Mund abspritzen und ihr war das immer zu viel hihihihi…. sagte Birgit, immer mit diesen schelmischen Mädchen lachen dazu, das einen so blöd erscheinen lässt, als wenn sie mehr wüsste wie ich von mir, oder auch mehr von Susanne, wie sie erzählt….. Ja, schau nicht soo, ich sag dir nur was ich von Susanne weis, du wolltest es doch hören…..
Ich nickte ein OK, verstanden, zu ihr rüber und sie erzählte weiter….
Ja weil du so viel Sperma ab spuckst, das war ihr zu viel des öfteren, sonst hat sie nix groß gesagt. Doch, das du ab und an Sexspielzeug an schleppen würdest und einiges wäre gut, anderes schlecht. Frag mich aber jetzt nich was, ich weis es nicht mehr, ehrlich. Das war es eigentlich im großen und ganzen. Und war schlimm ? Fragte Birgit mich, sie war fertig mit eincremen und legte sich zurück auf der Liege, machte es sich bequem. ……….
Nee war nicht schlimm, sagte ich mit einem Lachen, ich weis ja eh alles über mich und von Susanne hätte ich jetzt schlimmeres erwartet. Aber da du ja so viel von mir gehört hast, darf ich dir auch ein paar Fragen stellen, die du mir ehrlich beantwortest ?? ………
Was möchtest du denn wissen Frank ? Glaub nur nicht, das ich dir meine Ehe Geheimnisse erzähle ??……..….
Nee, so von Dir, damit ich etwas über dich erfahre, bringt auch was für den nächsten Fick und erotisch iss es doch alle male oder fandest du das Gespräch Grad nicht geil, machte es dich nicht an ?… ……………
Doch, ein wenig schon, erwiderte Birgit, was möchtest du denn wissen?………
Na zb ob du wirklich so bieder und konservativ bist, wie ich dich immer kannte, oder ob mehr dahinter steckt. Gehst du noch in die Sauna mit Susanne ? Denn nach deiner Hellen Bikini Haut an deinen Busen und am Arsch gibt es ja kein oben ohne, so wie jetzt, obwohl uns ja keiner sehen kann, sprach ich in Richtung Birgits ……
Ja doch, wir gehen noch, alle zwei Wochen, aber nur Damen Sauna und nein, ich mache kein Oben ohne oder laufe Nackig am See herum. Nur in der Sauna mit den Frauen lege ich meine Sachen ab und Somme mich ein wenig, deswegen auch nur der leichte Unterschied zur anderen Haut. Du weißt ich darf nicht groß in die Sonne, außerdem ist das schädlich für die Haut. Wieso ? Stören dich die Bikini streifen ? …. ….

Nö, iss mir nur aufgefallen. Und wie sieht es so mit Sex aus Birgit ? Hast doch gesagt hattest ein halbes Jahr keinen Stecher, hast du es dir auch selber gemacht ? Bleibt einen ja nix anderes übrig. Und wie dann, Interessiert mich und macht geil hihihihihi , nun lachte ich mal……….
Ach hör auf. Nach Freds Tod hatte ich drei Männer, drei Männer in 6 Jahren. Das längste war nee Beziehung von vier Monaten. Am Ende ging es nur ums Vögeln bei denen, was festes wollte keiner. Da hab ich Schluss gemacht. Ab und an mache ich es mir. Iss aber kein Vergleich zu unserem Sex eben Frank, oder überhaupt einen Penis zu spüren. Man versucht halt über die runden zu kommen. Außerdem hatte auch Fred einen Tick für Sexspielzeug und hinterließ mir so einiges. ………..
So, was denn zu Beispiel ? Hatte sie mich neugierig gemacht und von nun an erzählte sie frei raus und hörte, so schien es mir, gar nicht mehr auf ……..
Ach weiste, das üblich halt was es so für Frauen gibt, Vibratoren aller Art und Größe und sein Zeug halt. Schwanzringe, Handschellen, und so weiter. Er hat so Überzieher mal bestellt, die seinen dünnen Penis dicker machen sollten. Dann kam er mal auf die dumme, seiner Meinung nach geniale Idee, eine Penisverlängerung zu kaufen. Das tat mir weh und wir ließen das. Das meiste von dem Zeug haben wir nie oder selten benutzt. Ein Vibrator hab ich wieder hervor geholt um die Zeit bis zur nächsten Beziehung zu überbrücken, das war es aber auch. Du musst nicht glauben ich sei bieder oder spießig. Es ist auch wegen der Kinder, das Umfeld und so. auch Fred seine Art und so. Er war halt viel Unterwegs und dann immer sein hau Ruck Sex. Da schläft das Eheleben auch ein wenig ein. Er wollte auch das ich mich nicht auf betzel wie Susanne. Andere Männer würden seine Frau dann so an stieren und ich sollte denen kein Anlass dafür geben. Dann halt meine Erziehung. Das spielt ja auch mit rein. Bei mir gehört auch Liebe oder Sympathie dazu. Dich kenne ich ja schon ewig und drei Tage. Ich hab Susanne oft beneidet wenn sie von euch erzählte, was du so alles machst und dich nee Bohne um die Leute scherst. …. ………
Ich ließ sie reden, legte mich auch zurück und döste dabei vor mich hin und hatte schon so meine Gedanken an den nächsten Fick mit ihr im Kopf. Das machte auch meinen Schwanz wieder dicker und steifer, der unter Handtuch zu zucken begann. Ihre Worte drangen auch noch so halb zu mir durch. ………

So wie du eben mit dem Finger an meinen Arsch wolltest, so was mache ich nicht. Sicher hab ich auch schon mal Fred einen geblasen, doch nur ganz selten, auch durfte er nicht abspritzen im Mund. Er kam damit klar. Auch hatten wir mal Sex im freien, so iss es ja nicht, auch Stellungswechsel, nur was ich von Susanne alles gehört habe über dich bzw. euch, nee, solchen Sachen haben wir nicht gemacht und das möchte ich auch nicht, sagte Birgit bestimmt, schien ich zu hören. Mit einem leichten Unterton, das sie sich sehr wohl den einen oder anderen Eindruck verschaffen würde, oder am liebsten selber Susanne gewesen wäre, wenn, ja wenn es ihre gute Erziehung es zu gelassen hätte.

Ich muss eingenickt gewesen sein, an weitere Ausführung ihrerseits kann ich mich nicht erinnern. Geweckt wurde ich durch einen festen Griff an meinen Schwanz , den wie ich sah, Birgit in der Hand hielt, mit leichten auf und ab Bewegungen…… Na, wieder wach ? Du hast geschlafen und dein Handtuch ist verrutscht. Wie sieht es aus Frank ? Fürs grillen ist es zu spät und……
Aber um mir noch vorher einen runter zu holen nicht Birgit, gab ich ihr mit einem Dackel Blick und verschwitztem Lächeln zurück. Es war spät geworden, ich musste los. Hatte zwar keinen richtigen Grund, nur wollte ich es langsam an gehen lassen. Nur eben schnell einen runter holen, einen guten Handjob, das wollte ich mir nicht nehmen lassen. Wer weis ob das hier was gibt mit Birgit. Ficken wollte ich sie aber auch nicht. Ich hatte mir nämlich einen Plan, einen richtigen Fick Plan fürs nächsten Treff ausgeklügelt, der uns beiden, mir und vor allem Birgit unvergessen bleiben sollte. Hier und heute schon über Nacht bleiben, ohne richtige Vorbereitung, nach zwei mal, gleich wenn es gut läuft, ein drittes mal abzutrotzen, hier bleiben und alles verspielen ? Nee, das machte ich nicht. Birgit hatte mich heute mit ihren geilen Klamotten überrumpelt. Nächstes mal war ich dran, da war ich besser vorbereitet, das schwor ich mir. Birgit erhöhte das Tempo, zog meine Vorhaut zurück, so das meine Eichel frei in die Abendsonne blinzelte. Ein Lusttropfen war auch schon raus gequollen und mein Schwanz wieder schön hart und groß. …..Aahhhh gut so Birgit, fester und ein bisschen schneller……. gab ihr einen Zungenkuss und Sie gehorchte. Sie drücke zu und wixte schneller, immer die Vorhaut und Eichel eingeschlossen. Vor und zurück. Es zeigte Wirkung. Ihre Titten und der Rest von ihrem geilen Körper vor meinen Augen auch. Wir küssten uns noch innig, als meine Eier sich heute zum dritten mal auf machten, ihr Sperma zu entladen. Mit einem lauten Stöhnen, wobei mir Birgit ihre andere Hand schnell auf den Mund drückte wegen der Nachbarn, kam meine Sahne in meinen zuckenden Schwanz hoch, suchte sich den Weg aus der Eichelspitze ins freie. Birgit hielt inne mit ihrer Hand an meiner Schwanzwurzel, mit zurück gezogener Vorhaut, mit freier Eichel und lies den Penis ohne weiter zu reiben unter seinen Zuckungen abrotzen. Gebannt starte sie auf meiner Wixlatte. Geiiiiilll. Mir kam es wieder mal richtig gut. Mein Samen lief aber nur noch in kleinen Schüben übern die Eichel, am Schwanz runter über Birgits Hand, um auf meinen Oberschenkel und der Liegen Auflage zu landen. Was für ein spritz- Tag. Wir gingen noch mal zusammen duschen und kamen überein, auch wegen Arbeit und Zeitmangels, uns erst am Wochenende wieder zu sehen. Dafür mit Übernachtung und so, für was das „und so“ auch immer stehen sollte. ´´Grins“ Für mich hieß das nur, Frank, noch drei Tage keusch leben und dann die süße Birgit Ficken. Mit allem drum und dran. Besser Vorbereitet, denn mein Plan war im Kopf schon aus gehackt. Als ich ins Auto stieg, steckte ich mir nee Kippe an und checkte das Handy nach Anrufen, Nachrichten. Ein Anruf in Abwesenheit von Susanne. Waaaaaassss ist das ? Sie rief mich nie an seit wir Geschieden sind. Es sei denn, es geht um die Kinder. Die sind aber schon Erwachsen. Was könnte, sollte denn wichtig sein ? Ich rief gleich zurück und sie nahm ab…. Ja hallo Susanne, du hast versucht mich an zu rufen ? Was iss denn ??….….Hallo Frank………………………………..

Teil 4 Folgt.

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Inzest

Cuckold Fantasie 01

Mein Name ist Marc, bin 27 und habe Cuckoldfantasien. Seit ungefähr 2 Jahren lässt mich der Gedanke nicht mehr los, dass meine Ehefrau Juliana mit anderen Männern schläft bzw. einen dauerhaften Hausfreund hat. Wieso mich damals dieser Gedanke gepackt und nicht mehr losgelassen hat, ich weiß es nicht. Zu Zeiten vor meiner jetzigen Frau, hätte ich ein Fremdgehen niemals akzeptieren können. Nun ist es aber soweit, meine Frau hat nach vielen Recherchen im Internet und Gesprächen zu diesem Thema eingewilligt es mit einem anderen Mann zu treiben.

Meine Ehefrau Juliana ist 23, mollig und für mich die schönste und wunderbarste Frau der Welt. Das Juliana nicht nur für mich mehr als optisch anziehend wirkt, haben wir schon durch den vielen Zuspruch aus verschiedenen Sex Communities festgestellt. Mich erregt es sehr zu wissen, das Männer auf die dort eingestellten Bilder meiner Ehefrau wichsen. Wenn wir manchmal ein voll gewichstes Bild meiner Frau als Beweisbild zu gesendet bekommen, ist das auch für meine Frau eine tolle Sache dies zu sehen.

Jedenfalls erklärte sich meine Frau bereit mit einem anderen Mann zu schlafen. Das kam für mich schneller als erwartet, weshalb ich es erst nicht für wahrhaben wollte und dachte sie macht einen Scherz. Das es ihr voller Ernst war, merkte ich aber sofort als sie das Notebook nahm und wir gemeinsam nach potentiellen Kandidaten suchten. Auch wenn meine Frau im allgemeinen nicht auf viel ältere Männer stand, sollte der Altersunterschied zu mir doch 7 bis 10 Jahre nach oben hin betragen. Leider fand meine Frau erst mal keinen passenden Mann. Entweder sah er ungepflegt aus, kam nicht sympatisch herüber oder es war ganz einfach nicht ihr Typ. Ich schrieb und skypte allerdings schon seit längerem mit anderen Männern über meine Neigungen und habe im Laufe der Zeit den ein oder anderen ansprechenden Kontakt herstellen können. Nachdem meine Frau aus diesen Kontakten eine Vorauswahl getroffen hat, skypten wir zusammen mit den entsprechenden Männern.

Einer von ihnen traf bei ihr voll ins schwarz und erfüllte alle Anforderungen die wir vorher gemeinsam festgelegt haben. Der Mann hieß Michael, war Ende 30 und kam ihr sofort sympathisch rüber. Michael war für mich davor bereits mein Favorit, da ich mich mit ihm sehr gut verstand und wir uns über unsere Neigungen in vielen langen und geilen Gesprächen ausgetauscht haben.

Michael wusste von allen meinen Neigungen. Er wusste das ich devot bin und die Unterwerfung liebe, er wusste das ich gerne gedemütigt werde und er wusste noch vieles mehr. Er selbst war der Mann den man als Idealbild eines Bulls bezeichnen würde. Er trat dominant auf, wusste worauf ein Cuckold stand und sein oberstes Ziel war die Befriedigung der Ehefrau eines anderen Mannes Das er besser bestückt war als ich selbst rundete für mich das Ganze perfekt ab.

Michael wusste durch mich auch bereits sehr viel über meine Frau. Ihm war bekannt das er nicht zu forsch und auf Anhieb alle meine und seine Wünschen bei einem ersten Treffen umsetzen sollte. Das zu wissen war ungemein wichtig, da meine Frau bei starkem Unwohlsein das Treffen sofort abbrechen und sich alles Rund ums fremdficken für immer erledigen würde. Dementsprechend vorsichtig liefen auch die Gespräche in Skype mit meiner Frau ab bis zu unserem ersten Treffen.

Dieses erste Treffen lies auch nicht lange auf sich warten. Bereits eine Woche später, an einem Samstag, trafen wir uns in einem Hotelzimmer welches Michael sponserte. Bei uns zuhause wollten wir uns bei unserem ersten Gehversuch in dieser Hinsicht, trotz aller Sympathie zu Michael, doch nicht treffen. An diesem Tag waren meine Frau und ich sehr aufgeregt. An einen Rückzieher dachten wir beide aber nicht. Meine Frau nicht, da sie zumindest einmal mein sexuelles Verlangen in dieser Hinsicht unterstützten wollte, was übrigens der größte Liebesbeweis ist den sie hätte erbringen können und ich nicht, da ich das Verlangen danach einfach nicht mehr länger unterdrücken konnte ohne wahnsinnig zu werden.

Im Hotel angekommen wartete an der Rezeption bereits Michael. Er war solide mit Anzug gekleidet und begrüßte meine Frau gleich mit einer Umarmung und mich mit einem Handschlag. Meine Frau, die sowohl Kleid, Nylonstrumpfhose, BH, Slip und Heels in Schwarz trug, war das noch sichtlich unangenehm. Mir reichte die Begrüßung aber schon aus um einen steifen Schwanz in der Jeans zu bekommen. Wir plauderten in der Lobby noch etwas über Gott und die Welt bis wir zu dritt beschlossen in das Hotelzimmer zu gehen.

Es war ein Zimmer mit TV, Spiegelschrank und einem großen Doppelbett in der Mitte. Wir setzen uns zu dritt auf das Bett, Michael Rechts, Juliana Mitte und ich Links. Wir tranken ein Glas Sekt und redeten nochmals allgemein über Themen die bereits beim skypen besprochen wurden. So nach und nach fiel dann nach leicht steifen Gesprächsdialogen der Groschen und wir alle drei wurden immer anzüglicher was das Gespräch betraf. Michael startete einen ersten versuch und legte sein Hand auf ein Bein meiner Frau. Wieder sah man ihr an das es ihr doch unangenehm war, dennoch rutschte sie nicht weg und ließ seine Hand liegen. Michael erkannte die Situation und bat mich die Heels meiner Frau auszuziehen und ihre Nylonfüsse zu massieren. Durch die damaligen Gespräche wusste er das meine Frau das sehr mag. Juliana nickte zustimmend, ich kniete mich vor ihr hin und zog ihr beiden Heels aus und fing an zu massieren. Obwohl noch nichts wirklich ernsthaftes passierte war mein Schwanz so steif es nur ging. Die beiden redeten weiter während ich die Füße meiner Frau massierte und kamen immer mehr in fahrt. Juliana legte nun auch eine Hand auf sein Bein und fing an, ebenso wie Michael, dies leicht zu streicheln. Durch seine früheren Erfahrungen als Bull bewies er perfektes Timing und fragte meine Frau, ob sie sich nicht ein wenig ihrer Kleidung entledigen wollen würde. Meine Frau hatte kein Problem damit, sie wusste ja auch durch die vielen Komplimente Michaels zu ihrem molligen Körper, das sie hübsch und erotisch war.

Meine Frau zog ihr Kleid und ihre Nylonstrumpfhose aus und saß nur noch in BH und Slip vor Michael. Dieser hatte auch nur noch eine eng anliegende Boxershort an, wo sich sein halb erigiertes Glied stark abzeichnete. Er rutsche nun näher zu meiner Frau, nahm ihre Hand und legte diese auf seine Boxershort in die Nähe seines Gliedes währenddessen er nun die nackten Beine und Arme meiner Frau streichelte. Ich saß mittlerweile wieder auf dem Bett, links neben Juliana und schaute den beiden zu. Da küssen ein Tabu von uns war, was Michael auch voll und ganz akzeptierte, wurde dieser Teil nun wohl wissend übersprungen. Die Hand meiner Frau wanderte ohne zu tun von Michael zu dessen nun immer steiferen Glieds und fing an dieses zu streicheln. Ruck zuck war sein Schwanz nicht nur leicht erigiert sondern richtig prall und steif. Seine Hand wanderte nun in die Richtung Geschlechtsteil meiner Frau und fing sie durch den Slip an zu massieren. Ich war erstaunt und geil das meiner Frau das doch so schnell gefallen hat und hätte am liebsten meinen Schwanz raus geholt und angefangen dazu zu wichsen. Stattdessen setzte ich mich auf den Stuhl gegenüber des Bettes und schaute ruhig weiter zu.

An Michaels Boxershort sah man bereits feuchte Stellen durch seine Lusttropfen. Er musste bereits ziemlich geil auf meine Frau sein. Juliana schien es aber auch zu gefallen, anders hätte ich mir die feuchte, dunkle Stelle an ihrer Slipunterseite nicht erklären können. Beide sind mittlerweile mit ihrer Hand unter die Unterwäsche des anderen gegangen und massierten so das jeweilige Geschlechtsteil weiter. Zu wissen das meine Frau den Lusttropfen von Michael an der Hand hatte und umgekehrt, Michael den Lustsaft meiner Frau an den fingern hatte, unbeschreiblich. Meiner Boxershort fühlte sich bereits ohne diese anzufassen sehr nass an.

Nachdem Michael kurz seine Hand aus dem Slip meiner Frau zog und an seinem verschmierten Zeigefinger leckte, zog er seine Boxhershort aus und forderte Juliana auf seinen Schwanz zu blasen. Da wir vorher besprochen hatten alles nur mit Gummi zu tun, schnappte sich meine Frau einen Gummi aus ihrer Handtasche, zog ihn über Michaels Schwanz und fing an diesen zu blasen. Sie saugte immer wieder mal heftig an seiner Eichel, woraufhin Michael immer wieder mal kurze laute von sich gab. Auch Michael wollte meiner Frau hier etwas gutes tun, zog ihr langsam den BH und den Slip aus und leckte sich zwischen ihre gespreizten Beine und fing an sie zu lecken. Meine Frau liebte Oralsex und quittierte das lecken immer wieder mit einem leisen stöhnen. Ich wusste ganz genau was Michael schmeckte und er wusste nun auch wie meine Frau unten herum roch und schmeckte.

Nach ca. 5 minütigem Oralsex der beiden, kam nun das für mich wichtigste Ereignis. Michael wischte sich den Mund ab, streifte sich ein neues Kondom über einen Schwanz und drang langsam in die feuchte Spalte meiner Frau ein. Da ich alles ganz genau sehen wollte, setzte ich mich zu den beiden auf das Bett und sah seinem Schwanz zu wie er in sie eindrang. Der Anblick war unbeschreiblich erregend. Michael stieß am Anfang langsam und sanft, wurde aber nach der Zeit schneller und härter. Es war vollbracht, Juliana schlief mit einem anderen Man und es schien ihr sogar nicht zu missfallen. Ich konnte nun nicht mehr anders, zog meine Jeans und die Boxershort aus und wichste dabei meinen super steifen Schwanz. Das Schmatzen ihrer Muschi, zu Wissen was er bei jedem Stoß in meine Frau fühlt und der geile Anblick des Treibens ließen mich innerhalb kurzer Zeit abspritzen. Juliana und Michael sind noch nicht gekommen, sie streichelte mir nach meinem Erguss aber meine Eier weiter. Ich merkte das Michael solange warteten wollte bis meine Frau kam, das passiert allerdings wohl vor lauter Aufregung bei ihr nicht. Also spritzte er nach längerem gestosse heftig in ihrer Muschi in das Kondom. In diesem Moment konnte meine Frau sich ein kleines, leises stöhnen nicht verkneifen.

Langsam zog er seinen noch pulsierenden Schwanz aus ihrer Muschi und streifte sich das Kondom ab. Ich gab beiden ein Tempo zum säubern. Ohne groß weiteres zogen wir uns an, redeten noch kurz zu einem Glas Sekt über das Geschehen und verabschiedeten uns mit der Info in Kontakt zu bleiben. Während der Fahrt nach Hause redeten meine Frau und ich nur Smalltalk, ohne auf das gerade erlebte einzugehen. Irgendwie war dieser Moment sehr unangenehm für uns beide. Zuhause angekommen sprachen wir dann aber doch noch über alles sehr ausführlich. Es war interessant von ihr das ein oder andere zu erfahren…

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Fetisch

Alt…aber geil

Ich sitze an der Hotelbar, es ist 21 Uhr. Der Arbeitstag war einfach Scheiße gewesen, von vorn bis hinten nur Streß und Ärger. Das Hotel liegt am Stadtrand, die Stadt selber ist langweilig und grottenhäßlich, im Fernsehen nur Scheiß, die Pornos im Pay-TV genauso. Also „Druckbetankung” im Hotel, wenigstens mit gutem Scotch und dann ab in die Falle.

Ich lasse meinen Blick durch die Bar schweifen. Am anderen Ende des schummrigen Raumes sit-zen ein paar lärmende Geschäftsleute, älter und betrunkener als ich. An der Bar noch zwei wei-tere, still über Schnaps und Bier brütende Männer im Anzug. Gott, wie ich diese Scheißhotels und meinen Scheißjob, der mich in diese Buden zwingt, mittlerweile hasse….

Ich will mir grade einen neuen Whisky ordern, da bemerke ich, wie sich jemand neben mich setzt. Ich wende meinen Kopf. Zwei Hocker neben mir hat sich eine Frau plaziert, ebenfalls in Ge-schäftskleidung. Sie ist etwa Mitte bis Ende fünfzig, schlank, hat kurze, offensichtlich blondier-te Haare und ist recht üppig geschminkt. Sie nickt mir müde lächelnd zu und bestellt sich beim Barkeeper ein Glas Chardonnay. Ich dreh mich wieder weg und nehm einen Schluck von meinem neuen Cragganmore und vertief mich wieder in den Wirtschaftsteil der FAZ. Doch danke schlechter Laune und mittlerweile vier doppelten Whisky fällt es mir schwer, mich auf den Inhalt der Zeitung zu konzentrieren.

‚Gott verdammt, erst Einunddreißig und dann schon so was…’ schießt mir die Verbitterung durch den alkoholschweren Kopf.

„Mein Gott, was soll ich denn da erst sagen!” vernehme ich neben mir eine spöttische, ebenfalls alkoholschwere Stimme.

„Wa…wa..was!?” Ich fahre herum. Scheiße, hatte ich wohl wieder mal laut gedacht!! Passierte mir manchmal, vor allem wenn ich besoffen war. Ich sollte langsam Schluß machen und mich auf’s Zimmer verziehen, bevor’s peinlich wird. Ich verzeihe den Mund zu einem Grinsen, entschuldi-gend.

„Sorry, hab nur laut gedacht. War’n Scheißtag heute.”

Die Lady verzieht ihr Gesicht. „Ja, ja, willkommen im Club!” Ihre Stimme verrät ebenfalls ordentlichen Alkoholkonsum. „Und ich altes Huhn mach den Mist schon ‘n paar Tage länger. Prost, auf die Scheißjobs!” Sie hebt ihr Weißweinglas.

Ich proste zurück

„Und welche Branche, junger Mann? Wenn ich fragen darf.”

„Natürlich dürfen Sie! Werkzeugmaschinen. Betreue Firmen, europaweit. Hätt ich mir mal nicht träumen lassen, als ich vor vier Jahren nach dem Studium damit angefangen hab. Gute Kohle, Firmenwagen, kommst rum in Europa…. Pah! Alles Scheiß, die Kohle kommt unpünktlich, wegen jeder Spesenabrechnung gibt’s Streß, arbeitsmäßig immer derselbe Scheiß… ich hab’s über.” Ich nehme noch einen Schluck. „Und Sie?”

„Klamotten. Vertrete eine italienische Klamottenmarke. Ansonsten wie Sie. Rumfahren, Kunden-termine, Hotels. Und das seit fünfundzwanzig Jahren.” erzählt sie bitter. „Aber was soll’s, noch ein Jahr, dann ist Feierabend. Dann geht’s ab ins Häuschen nach Spanien! Und zwar für immer!!”

„Sie haben ein haus in Spanien?” frage ich.

„Ja, schon seit ein paar Jahren. Mein Mann lebt schon da, Frührentner. War beim Bergbau, hat sich zwar gesundheitlich ruiniert, aber ordentlich verdient und so. Na ja, und in einem Jahr ist bei mir halt auch Feierabend, dann streck ich die Füße von mir!”

Ich proste ihr lächelnd zu. „Na dann viel Glück!”

Sie lächelt zurück, trinkt ihren Wein aus. „Dann wünsch ich Ihnen was, lassen Sie den Kopf nicht hängen!” Sie rutscht vom Hocker, winkt zum Abschied und verläßt die Bar.

Ich dreh mich wieder um und widme mich der Neige in meinem Whiskybecher, beschließe, eben-falls Schluß zu machen und nach oben zu verschwinden. Ich falte meine Zeitung zusammen, be-zahle meine Drinks und verlasse die Bar.

Am Lift muß ich kurz warten, dann macht es „Ping!” und der Fahrstuhl öffnet sich. Ich trete ein und – Überraschung! – meine Gesprächspartnerin von eben. Ich ziehe fragend die Augenbrauen hoch.

Sie lächelt. „War noch mal in der Garage, im Auto.”

Ich nicke und trete in den Fahrstuhl.

„Welcher Stock?” fragt sie.

„Achter.”

„Wie ich!” lächelt sie und zeigt auf die leuchtende „Acht”. Die Fahrt beginnt.

Der Fahrstuhl hält. Ich steige aus, die Frau ebenfalls.

Wir gehen den endlos langen Gang entlang, sie läuft zwei Schritte vor mir. Sie erreicht ihre Tür und zückt den Schlüssel. Ich will gerade zum Gute-Nacht-Gruß ansetzen, da dreht sie sich noch mal um.

„Darf ich Sie vielleicht noch zu einem Drink einladen?” Sie lächelt wieder, mit deutlich alkohol-schwangerem Blick.

Ich zucke die Schultern. „Warum nicht, gerne!”

Wir treten in ihr Zimmer ein. Sie legt die Jacke ihres Kostüms ab. Ich setze mich in einen der Sessel und sehe ihr zu, wie sie die Minibar öffnet und uns Drinks eingießt. Sie trägt einen knie-langen, schwarzen Rock, aus dem schlanke Waden in schwarzen Nylons ragen. Darüber eine lachs-farbene Seidenbluse, unter der die Abdrücke ihres BH’s zu sehen sind. Sie reicht mir das Glas.

Wir prosten uns zu. Sie lehnt sich lächelnd an den Couchtisch vor mir und nippt genießerisch an ihrem Whisky. Auf einmal spüre ich ein Berührung am Bein. Ich schaue nach unten und sehe, wie ihr bestrumpfter Fuß meinen Unterschenkel hinauffährt.

„Tust Du einer alten Lady einen Gefallen und besorgst es ihr noch mal so richtig?” fragt sie mit heiserer Stimme. Ich sitze starr im Sessel. Diese Frau ist Ende Fünfzig und offensichtlich be-trunken!!! Ich will gerade höflich ablehnen und den Raum verlassen, da stelle ich mit Erstaunen fest, daß mein Verlangen, zu bleiben und der Frau den Wunsch zu erfüllen, stärker ist. Ich ver-spüre mit einem Mal das unbändige Verlangen, sie zu ficken. Und zwar auf die harte Tour….

Ich steh auf und trete vor sie. Ich fasse sie hart am Kinn, drück ihr den Kopf zurück und presse meinen Mund auf ihren. Sie öffnet mit einem lauten Seufzer ihre Lippen und erwidert meinen gierigen Kuß. Sie schmeckt nach Wein und Whisky.

Ich greife nach unten und zerre ihre Bluse auf, streife sie ab und greife nach ihren Titten, die groß und schwer einen weißen Spitzen-BH ausfüllen.

Sie zerrt mir das Sakko von den Schultern, reißt mir ebenfalls das Hemd auf und verkrallt sich in meine Taille, wollüstig stöhnend. Der Schmerz macht nicht schärfer. Ich fasse ihren BH und reiße ihn mit einem Ruck von ihrem Titten herunter. Schwer falle die beiden weichen, dicken Möpse heraus. Ich presse beide mit den Händen zusammen und beuge mich nach vorn. Ich sauge und beiße an ihren harten, großen Nippeln herum, was sie dazu veranlaßt, laut zu stöhnen und sich in meinen Schultern zu verkrallen. Ich lasse ihre Titte los, umfasse ihren Arsch und setzte sie auf den Tisch. Ich schiebe ihr den Rock hoch. Sie trägt Strümpfe, unter ihrem Rock schimmert ein weißes Spitzenhöschen. Ich greife hart zwischen ihre Beine und zerre das Höschen herunter. Sie lehnt sie, wollüstig ihre großen, weichen Hängetitten knetend auf dem Tisch zurück. Ich drücke ihre Schenkel auseinander, hole meinen Schwanz aus der Hose, setze ihn an ihre behaarte Fotze und schieb ihn zwischen die großen, zwischen Schamhaaren hervorstehenden Schamlippen. Ich greife mit der Hand ihren, großen, steil aufgerichteten Kitzler und beginne, ihn zwischen meinen Fingern zu reiben und zu drücken. Dann stoße ich in sie hinein. Sie ist nicht sonderlich feucht, so daß mir das Eindringen nur mit viel Druck gelingt. Sie stöhnt laut auf, aufgegeilt von einer Mischung aus Schmerz und Wollust. Nach drei vier harten Stößen fließen ihre Fotzensäfte um so mehr, meinem Schwanz wird die alte Fotze bald zu weit. Ich zieh ihn heraus, umfasse mit einer Hand einen ihrer Fußknöchel und hebe ein Bein. Ich setze meinen mit ihrem Saft ver-schmierten Schwanz an ihr Arschloch. Ich drücke ihn hinein, ebenfalls ohne Rücksicht, aufge-peitscht von maßloser Geilheit. Ich spüre, wie sie zunächst verkrampft, doch dann lockerläßt, so daß mein Schwanz bald ganz in ihrem Arsch verschwunden ist. Ich beginne, sie zu stoßen. Sie greift sich zwischen die Beine und spielt nun an ihrer Fotze herum, läßt erst einen, dann zwei, dann drei Finger darin verschwinden. Abwechselnd stoßen nun ihre Finger in die Fotze und mein Schwanz in ihren Arsch. Sie wimmert und stöhnt. Als ich merke, daß ich komme, reiße ich meinen Schwanz aus ihrem Arsch, greife nach vorn in ihr Haar, zerre ihren Kopf in Richtung meines stramm stehenden, prall gefüllten Pimmel. Sie öffnet bereitwillig ihren Mund und ich schiebe ihn soweit es geht hinein. Sie würgt kurz, dann beginnt sie zu saugen. Innerhalb von Sekunden schießt die angestaute Ladung in ihren Schlund. Sie würgt wieder, will den Schwanz herausneh-men. Ich fasse ihr ins Genick und drück den Kopf runter. Sie wehrt sich nicht und schluckt. Alles, bis auf den letzten Tropfen. Dann nimmt sie ihn aus dem Mund und leckt meine Eichel, kunstvoll von allen Seiten. Dann sieht sie mich mit flehendem Blick erregt an. „Mach’s mir auch, bitte, ich will’s, ich will’s….”

Ich grinse, und zeihe sie zum Bett. Ich reiße ihr noch den Rock herunter, so daß sie nur noch mit schwarzen Nylons bekleidet zitternd vor mir liegt. Ich hocke mich zwischen ihre gespreizten Beine und beginne, ihre Fotze zu fingern. Ich merke, wie weit sie ist und drück erst zwei, dann drei, dann vier Finger in sie. Sie beginnt auszulaufen. Sie wimmert und stöhnt, knetet sie ihre alten, weichen Hängetitten. Ich setze zu den vier Fingern noch den Daumen an und drücke. Lang-sam, aber stetig. Sie greift nach unten und reibt sich wie eine besessene den Kitzler. Ich be-feuchte den Rest meiner Hand mit ihrem auslaufendem Fotzensaft und drücke weiter. Nach kur-zer Zeit steckt meine Hand bis zum Handgelenk in ihrer Fotze und ich beginne, die klatschnasse Grotte von innen zu massieren. Sie stöhnt und wimmert und schreit und keucht, ich spüre die Kontraktionen ihrer Fotze. Ein endlos langer Orgasmus durchfährt sie. Sie wird langsam ruhiger, ich ziehe die Hand langsam aus dem sich langsam schließenden, nassen, weiten Loch zwischen ih-ren Beinen, schiebe einen Finger langsam in ihren Arsch, reibe mit der anderen Hand leicht über ihren Kitzler und lasse sie so ihren Orgasmus ausklingen. Ich lasse grinsend und bewundernd mei-ne Blicke über ihren verschwitzten Körper wandern, eine sexuelle Erfahrung reicher und von nun an „süchtig” nach dem Sex mit älteren, ausgehungerten, tabulosen Schlampen…

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Racconti Erotici

Marilisa giovane laureata in legge 1

Marilisa è una mia compagna di facoltà che si è laureata in legge tre anni fa. E’ la classica brava ragazza di provincia senza grilli per la testa frequenta la parrochia, è animatrice dell’azione cattolica d’inverno e dei Grest d’estate, non ha mai indossato vestiti né appariscenti né sexi, né abiti che la rendessero sessualmente appetibile anche se è sempre stata una ragazza molto carina una terza di seno, un sederino a mandolino che resusciterebbe un cadavere e abbastanza alta.
Una volta uscita dall’università era terrorizzata dal mondo che la aspettava fuori. L’atteggiamento dei genitori non contribuì a renderla più di sicura di sé in quanto le descrivevano il mondo del lavoro e tutto il mondo esterno un insieme di orchi che avrebbero attentato alle sue grazie.
Tutto questo influì nella sua ricerca di lavoro, infatti come è ovvio tutte le aziende che cercano ruoli di responsabilità cercano anche persone con un carattere energico e forte che non abbiano solo competenza nel lavoro, ma anche la determinazione nel portarlo avanti cosa che lei sicuramente non aveva o comunque non dimostrava di avere. Marilisa si è quindi vista costretta a fare lavori sottopagati, non adeguati ai suoi studi.
Tutto questo fino a quando tornando verso casa trova una sua ex compagna di facoltà Francesca che le racconta che lei ormai lavora per un grosso studio associato di cui ha sposato uno dei soci e le disse che sabato mattina avrebbe potuto andare a fare un colloquio con suo marito e lei intanto avrebbe messo una buona parola.
Sabato Marilisa si presenta al colloquio vestita come al solito nel suo stile aniquato e casto e Marco il marito di Francesca la guarda in modo strano come dicesse tra sé e sé, ma questa esce dal medioevo. La buona parola messa da Francesca insieme con la competenza messa da Marilisa fece si che venne assunta, anche se Marco concluse il colloquio con una frase che la inquietò sai di solito nel nostro studio le persone vestono in modo elegante minigonna sopra le ginocchia le donne e giacca e cravatta gli uomini, ma te per il momento sarai esentato in quanto vedo che saresti in imbarazzo. Presentati lunedì per incominciare a lavorare.
Quello che Francesca non le aveva detto era che suo marito era un sadico e amava terribilmente umiliare i suoi sottoposti sia uomini che donne e che il loro incontro non fu casuale, ma suo marito aveva messo gli occhi su quella ragazza competente, timida e umile che voleva divertirsi in primis a umiliare come sottoposta rendendole la vita impossibile e dando il permesso ai suoi colleghi di offenderla e umiliarla in qualsiasi modo.

Secondo capitolo la trasformazione di Marilisa

Il lunedì Marilisa si presentò per la sua prima giornata di lavoro. Venne assegnata come assistente a un avvocata sulla cinquantina di nome Marta, ma ancora piacente che come prima cosa le disse lo so che sei raccomandata, infatti sei stata esentata da portare la minigonna sopra le ginocchia come è fatto obbligo a tutte le donne in questo studio e a me le raccomandate o i raccomandati non piacciono per nulla, sappi quindi che se non ti comportarei bene e con professionalità ti renderò la vita impossibile.
Il primo compito di Marilisa fu quello di scrivere una citazione seguendo le indicazioni dell’avvocata che le dice una volta che avrai finito il lavoro verrai da me che farò le correzioni del caso e vedremo cosa saprai fare avanzo delle suore orsoline che hanno mandato in questo studio.
Dopo circa due orette Marilisa ha finito il lavoro che le era stato ordinato e va nella stanza di Marta per sottoporle il suo lavoro.
Marta comincia a esaminare il lavoro di Marilisa e trova molti errori e comincia a insultare la giovane ragazza dicendole lo sapevo avanzo delle orsoline che eri solo una raccomandata, che non sai lavorare, sei solo una piccola scemetta che chissà come ha avuto la laurea. Marilisa si mise a piangere nessuno l’aveva mai trattata così .
Francesca sentendo Marilisa che piangeva entrò nell’ufficio e le disse vieni fuori che ti devo parlare. Le due ragazze uscirono e andarono in bagno e Francesca le chiese cosa ti succede perchè piangi sul posto di lavoro? Allora le racconta che Marta la sta trattanto come una sguattera, come una serva e non come una sottoposta e le spiega cosa le è successo durante il giorno. A questo punto Francesca le dice che effettivamente essendo l’unica vestita in quella maniera si capisce che è raccomandata e le le chiede ma ti costerebbe tanto metterti una minigonna per venire a lavorare. Marilisa allora le spiega che i suoi non lo accetterebbero mai e che la sua cultura cattolica glielo impedisce, Francesca le risponde semplicemente dicendole ma guardati allo specchio dopo tutto quello che hai studiato vuoi continuare a fare la sguattera nei mac donald o preferisci fare qualche compromesso e diventare una donna realizzata se vuoi puoi venire a cambiarti a casa mia prima di venire al lavoro per non avere problemi con i tuoi. Marilisa restò in silenzio per un minuto mettendosi a piangere e dice Francesca hai ragione sarà per me una violenza, ma non posso permettermi di perdere questo posto di lavoro farò come dici tu.
Marilisa a questo punto tornò in ufficio e lavorò fino alla fine della giornata lavorativa subendo per altro tempo gli insulti e la personalità dominante di Marta.
All’uscita incrociò di nuovo Francesca che le disse dai che andiamo a fare un giro in centro ti porto in un negozio gestito da un amica del capo, così potrai rifartirti il guardaroba.
Una volta entrata nella boutique Francesca dice dobbiamo comprare qualcosa per questa ragazza che vuole rifarsi il guardaroba in quanto deve lavorare nel nostro studio.
La commessa tira fuori degli abiti molto attilati che mettono in rilievo le belle forme di Marilisa sia la sua stupenda terza misura, sia le sue bellissime gambe, sia il suo culetto a mandolino. Marilisa mentre indossa questi abiti insoliti per lei si trova in un profondo imbarazzo, accentuato dal fatto che i clienti del negozio la osservano e guardano le sue prorompenti forme cosa che non le era mai successo prima d’ora.
Le ragazze vanno poi verso casa di Francesca che mette i vestiti dentro in armadia e le dice queste sono le chiavi di casa, domani mattina puoi venire a prendere uno dei tuoi vestiti e venire in ufficio come Dio comanda.
Marilisa va a casa e dice ai genitori che sarebbe partita un ora prima l’indomani perchè aveva del lavoro arretrato da sbrigare di oggi, in quanto nelle otto ore lavorative non era riuscita a concludere tutto quello che c’è da fare.
L’indomani Marilisa parte da casa per andare al lavoro. La prima tappa è a casa di Francesca dove si cambia e sebbene fortemente imbarazzata si dirige verso il lavoro vestendosi in un modo in cui non avrebbe mai pensato di vestirsi.
Entrando nello studio saluta il titolare che le fa i complimenti per quanto bella è e sul perchè non si fosse vestita prima che era uno schianto. Arrivata nel suo ufficio saluta Marta che le dice con fare sprezzante benvenuta nella modernità sottolineando però che l’aveva immaginato che dietro la santarellina si celava la troia che nel momento del bisogno si sarebbe trasformata.

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BDSM Erstes Mal Fetisch

Biggy, Dessous-Verkäuferin in einer Edelbouti

Aus Dem Netz!
Biggy, Dessous-Verkäuferin in einer Edelboutique
© by teddy3145

Teil 5
So in der Wochenmitte ist in meiner Firma nicht viel zu tun, also sollte ich meine liebe Biggy mal wieder besuchen. Nur so am Weekend ist ihr nämlich viel zu wenig. Ein kurzer Anruf, ja sie freut sich. Dann schnell unter die Dusche, richtig sauber zu sein schadet nie und man kann ja nie wissen, was der Tag so bringt. Ich ziehe mir nur ein Poloshirt und eine legere Bundfaltenhose an. Jetzt mit dem Auto durch London ist Wahnsinn, so bringt mich die Circle-Line in 10 Minuten nach Chelsea, zu ihrer Lingerie-Boutique. Biggy freut sich, wie ein Schneekönig und erzählt mir dann, daß in Kürze eine besondere Kundin käme, die sie immer exquisit bedient. Augenzwinkernd klärt sie mich dann auf, daß sie der Kundin von mir erzählt hätte, da sie eine sehr vermögende Stammkundin sei, der es aufs Geld nicht ankommt, sondern das Besondere wünscht. Da träfe es sich ja gut, daß ich da sei, denn die Kundin möchte unbedingt von mir, als Mann bedient werden und ob ich denn frisch geduscht wäre. Wer weiß, was Biggy der Kundin wohl von mir erzählt hat, denke ich noch so und ob ich sie fragen soll, doch da ist die Kundin auch schon da. Biggy läßt sie ein und schließt hinter die Ladentüre ab und hängt das Sc***d: “CLOSED” in die Türe. Na, da kann ich mir ja mein Teil denken. Schauen wir uns die Dame doch mal an. Eine recht angenehme Erscheinung, Gutes Mittelalter, gutes Gesicht mit gut frisierten tizianroten Haaren, gute Figur, gute Kleidung und entsprechendes Auftreten.
“Herr Wolfgang. Madame Biggy hat mir erzählt, Sie seinen ein kleiner Dessousexperte? … Sagen wir mal so, gnädige Frau, sie interessieren mich ungemein, da ich finde elegante Dessous krönen jede Dame. … Fein gesprochen, mein Herr. Also, ich gebe nächste Woche unser kleines Damentreffen und da habe ich mir diesmal das Thema Dessous erwählt. Sie wissen ja selber, daß das Thema in Great Britain etwas unterbelichtet ist. Bitte klären sie mich auf Herr Wolfgang. Mein Name ist Judy, für meine Freunde. … Danke gerne, nehmen Sie doch bitte hier Platz.”
Wir setzen uns und Biggy stellte Getränke bereit. Ich versuchte der Dame, welche sich Judy nannte, eine kurze Geschichte der Dessous zu geben, was ziemlich einfach wurde, schließlich habe ich zu diesem Thema einige Bücher geschrieben und veröffentlicht. Dann erklärte ich ihr zwei wesentliche Unterschiede, Dessous für sich selbst und solche, mit denen man Männer imponieren möchte. Letzteres interessierte diese Dame augenscheinlich am Meisten. Also erklärte ich ihr den einfachsten Trick. Unterwäsche gebt in die Breite und macht so den Körper kürzer. Also gilt es Dessous zu wählen, die mehr die Länge betonen. Da wäre es empfehlenswert, statt eines BH´s, lieber eine Büstenhebe zu wählen. Bei der sind die Träger länger als die Breite der schmalen Stütze. Außerdem, oh lala , man sieht schon mal die Vorfreude. Dann unbedient Strapse, je länger und schmaler, je lieber, denn sie machen jede Frau schlank und betonen die Figur. Apropos Figur, der beste Kompromiß ist natürlich, je nach Figurproblemen, eine Korsage, ein Torselett, ein Korselett oder ein Korsett, denn alle diese Teile, besonders mit langen Strapsen, strecken die Figur und selbst ein Moppelchen, wirkt sexy. Während ich dies so erzähle, hat Biggy schon die jeweiligen Teile hervor geholt und dekorativ auf den Couchtisch gelegt. Interessiert schaut sich die Dame alles an und fragt dann, ob man solches denn mal angezogen sehen kann. Im Nu steht Biggy auf, ich knöpfe ihr sorgfältig das Kleid auf und helfe ihr beim ausziehen. Madame trägt, eine Spitzen Kombination in edler Seide. Natürlich trägt sie genau die Teile, wie ich sie vorgeschlagen habe, Büstenhebe und Strapsenmieder, sowie den Hauch eines Seidenslips, Nahtstrümpfe und Pumps. Auch hier erkläre ich der Dame, die senkrechte Wirkung von Nahtstrümpfen und Pumps. Die Dame ist hochzufrieden und schaut dann begehrlich auf das Korsett, mitten auf dem Tisch. Ob sie es wohl anprobieren könne. Biggy geht mit der Dame in die Umkleidekabine und ich gönne mir eine Zigarettenpause. Mir wird klar, daß Biggy für diese Kundin nur das Exquisiteste ihres Geschäfts ausgesucht hat, welches man vielleicht noch nicht mal bei Janet Roger finden kann. Mir wird aber auch klar, wenn die Kundin dies alles kauft, hat Biggy den Monatsumsatz auf ein Mal erreicht. Insgeheim überlege ich, wie ich den Umsatz noch verdoppeln könnte. Ich hätte da schon eine Idee, doch die wäre recht delikat. Als die Dame mit Biggy aus der Kabine tritt, weiß ich, mein Plan wird klappen. Die Dame sieht umwerfend aus, in dem dunkelroten Korsett, fein abgestimmt zu ihrem Haarton.
Doch staunend schaue ich auf ihre herrlichen Stehbrüste, die steil und hart aus den Viertelschalen hervor ragen. Zwischen den sechs Strapsen pro Bein, erblicke ich durch einem Hauch eines Tangas, eine feinstens frisierten Scham, die alles verspricht, was Mann sich erträumt. Was mich natürlich sehr erfreut, ist daß Biggy ihr auch glänzende lange Satinhandschuhe empfohlen hat. Hoch beglückt, tänzelt die Dame auf mich zu und Biggy gibt mir einen positiven Wink.. Jetzt oder nie! Ratsch habe ich meine Hose aus und wutsch auch das Poloshirt. Die Ladenmusik reicht für einen Schmunzelblues. Also gehe ich auf sie zu und nehme die Dame zu einem Tänzchen in die Arme. Hochbeglückt, läßt sie sich willig durch den Laden tanzen. Innig umarmen wir uns und eng aneinander geschmiegt tanzen wir den Blues. Ihre Hände liegen dabei auf meinem Hintern und massieren mir intensiv die Pobacken. Aber sie pressen mich auch nachdrücklich an ihren Schoß, was natürlich die kleine Beule in meinem Slip nachdrücklich vergrößert und ihm qualvolle Enge beschert. Da zeigt diese Dame ihre Größe. Sehr damenhaft greift sie mir in den Slip und ordnet dort die Verhältnisse. Stramm steht er nun im Slip und sie drückt ihn sich zwischen ihre Oberschenkel, wo er durch die Seide meines Slips ihr weiches Fleisch, lustvoll scheuert. Genau so scheuert überaus listvoll ihre nackten Stehbrüste aus den Cup an meiner haarigen Brüst. Diese Dame genießt es ganz offensichtlich, denn sie wiegt sich nicht nur im Tanz, sondern leise stöhnend, flüstert sie mir ins Ohr:
“Du liebestoller Mann willst mich beglücken? … Ja, gnädige Frau. … Bitte nenne mich Deine geile Judy! … Ja, meine geile Judy! … Wenn Du mich beglücken willst, dann nimm mich gleich hier und jetzt, nimm mich mit Deinem geilen Wölfchen.”
Leichter gesagt als getan, schließlich haben wir beide noch unser Höschen an. Gut, sie sind nur aus hauchdünner Seide, doch die ist fester, als manch Jungfernhäutchen. Doch diese Dame weiß auch hier Bescheid. Kurz entschlossen greift sie wieder nach unten zwischen unsere Leiber, Vorsichtig, ja überaus zärtlich, ergreift sie meine stramme Stange und zieht ihn aus dem Slip hervor, um ihn dann gleich an ihrem Tanga vorbei in ihre überaus feuchte Grotte einführt. So geschehen, preßt sie meinen Schoß mit ihren Händen gegen den ihren und so tauche ich tief in sie hinein. Im Wiegen der Tanzschritte, gleitet mein Steifer rein und raus, rein und raus. Sie klammert sich an mich und klebt förmlich an meinem Körper und wieder flüstert sie:
“Du liebestoller Mann beglückst mich so hingebungsvoll. Nie wurde meine Geilheit so formidabel befriedigt. … Ja, meine geile Judy! … Du nimmst mich so männlich und ich gebe Dich Dir so willig weiblich hin. … Willst Du mich? … Ja, meine geile Judy!”
Gemächlich tanze ich sie zu einem großen Diwan. Dort angekommen, schaffen wir es, ohne uns zu verlassen, dort in die Horizontale zu gehen. Im Liegestütz hänge ich über ihr. Weit hat sie ihre Beine gespreizt. So, kann ich sie jetzt ficken bis der Notarzt kommt und das mache ich auch. Ich kann mich kaum erinnern, wann ich jemals eine Dame so herzhaft genommen habe. Infolge dessen dauert es nicht sehr lange, bis sich ihr Orgasmus ankündigt. Äußerst damenhaft, kein Geschrei oder Gejaule, aber ich fühle, wie sich ihre vaginalen Muskeln um meinen klammern und pumpen. Dabei schaut sie mich völlig losgelöst an und schmilzt dahin. Dann fährt ein Zittern durch ihren ganzen Körper. Diese Dame ist gekommen.
“Madame Biggy, ich denke sie haben mir nicht zu viel versprochen. Dieser Herr ist wirklich fähig für meine Klasse. Danke für ihre Empfehlung. Kommen wir nun zum zweiten Teil. Sie hatten mir einen Samenabgang dieses Herrn versprochen. Welches Dessous würden Sie mir dazu empfehlen? … Kommen Sie gnädige Frau.”
Die Beiden verschwinden wieder in der Kabine und Biggy ruft dann eine Nummer. Schnell bin ich beim Warenregal und reiche das entsprechende Teil in die Kabine. Es dauert dann auch gar nicht lange und die Dame erscheint im neuen Outfit, bereit für mich. Sie trägt nun sehr aufreizend eine Büstenhebe mit Halbcups und völlig aus Brüsseler Spitze. Ebenso das Strapsenmieder und alles in sündigem Schwarz. Als ich sehe, daß die Dame dazu kein Höschen mehr trägt, entledige ich mich auch schnellstens meines Slips. So steht mein steifer Stecher schön frei im Raum. Die Dame schmiegt sich jetzt völlig lasziv an meinen Körper. Sie reibt ihren so hinreizend dekorierten Körper immer wieder an meinem Schwanz, der gleich zu platzen droht, besonders da die Dame mich überall mit ihren behandschuhten Händen streichelt und massiert. Dann kniet sie nieder und Biggy tritt hinter mich und ergreift meinen Schwanz mit der Hand.
“Gnädige Frau, ich zeige Ihnen jetzt den Wichsgriff, den das kleine Wölfchen bevorzugt. Machen Sie genau so und Sie werden einen großen, bösen Wolf aus ihm machen!”
Gekonnt ergreift Biggy meine Stange mit dem Kronengriff und beginnt mich zu wichsen. Die Dame ist begeistert und übernimmt, ebenso gekonnt. Begeistert wichst sie mich und leckt und lutsch dann immer wieder meine Vorfreude ab. Dann geht sie dazu über mich zwischen ihre Lippen zu wichsen und ich kann mich kaum noch zurück halten. Als sie mich dann losläßt und mich völlig in ihre, ach so warme Mundfotze saugt, zieht Biggy die Notbremse.
“Gnädigste, wenn Sie so weiter machen, kommt er gleich in Ihrem Munde. Sie wollen es aber doch sehen, wenn er für Sie persönlich abspritzt. … Ja, Ja, ich will es sehen, wenn er für mich ganz alleine losspritzt. Aber ich möchte auch seinen süßen Saft schlecken. … Keine Angst meine Dame. Ich wichse ihn für Sie persönlich perfekt ab. Sie werden ALLES sehen und genießen. Kommen Sie, setzen Sie sich locker bereit. … Ja, Ja, ich will jetzt ALLES, was Sie mir versprochen haben erleben. Er soll spritzen!”
Interessant für mich, zu hören, was Biggy dieser reichen Stammkundin wohl so versprochen hat und das ohne mich vorher zu fragen. Hält sie mich für eine männliche Nutte? Andererseits, warum nicht, denn sonst würde ich diese sexy Situationen ja nie erleben. Also, Augen auf und durch, denn viel habe ich jetzt nicht mehr zu tun. Die Dame hat sich bequem plaziert, ich stehe breitbeinig vor ihr, mein Schwanz vor ihrem Gesicht und Biggy ganz dicht hinter mir. Sinnlich reibt sie mir ihre gefüllte Büstenhebe mit den nackten Brüsten an den Rücken und scheuert ihr Strapsenmieder mit dem nackten Schoß an meinem Popo. Dabei hat sie meinen Schwanz dafür vorne fest in der Hand und wichst mich heftig ab. Nun habe ich ja meine Hände frei und kann mich genüßlich an den Stehbrüsten der Dame delektiert, in dem ich sie stark befummle. Dafür krabbelt sie mir mit ihren Handschuhhänden die Eier. Einfach göttlich diese Gefühle, die mir diese Damen jetzt bereiten. Da dauert es dann auch nicht mehr lange, bis Biggy merkt, daß ich spritzbereit bin.
“Gnädigste, wenn Sie jetzt bitte Ihren Mund so weit, wie möglich öffnen wollen, dieses Wölfchen wird jetzt für Sie persönlich, seinen süßen Wichssaft abspritzen. Ich werde mir Mühe geben genau zu zielen, aber es wäre besser, wenn Sie etwas näher kommen. Oh ja, jetzt kommt es gleich!”
Geschickt hat Biggy meinen Schwanz so vor die Dame plaziert, daß sie zum Einen, alles bestens sehen kann und zum Anderen garantiert, alles in den Mund oder ins Gesicht bekommt. Und genau so geschieht es dann auch. Um die Aufmerksam auf meinen Orgasmus zu erhöhen, stöhne ich recht übertrieben, doch es wirkt. Als meine erste Fontäne losspurtet, ist es genau richtig, denn mit einem satten Klatsch landet es auf der weit ausgestreckten Zunge der Dame. Da sie wohl an Mehr nicht geglaubt hat, sabbert sie meinen Saft genüßlich runter. Klar, daß die nächsten Spritzer so in ihrem Gesicht und der Rest auf ihren Brüsten landet. Trotzdem, die Dame weiß was sich gehört, denn nun saugt sie mir die letzten Tropfen aus dem Schwanz und lutscht und leckt mich danach sauber. Sie selber, wird dafür dann von Biggy sauber geleckt, die natürlich begierlich meine Soße von der Dame abschleckt. Zum guten Schluß bekomme ich von Beiden eine Süßen zum Dank und ich ziehe mich wieder an, als die Damen in der Kabine sind. Tatsächlich hat die Dame alle vorgestellten Dessous gekauft und mir noch ein nettes Trinkgeld überreicht. Sie würde mich gerne ihren Freundinnen empfehlen, meint sie beim Abschied und Biggy ist hoch erfreut.