Il caldo iniziava a diventare stressante, la gente quando usciva per andare al lavoro o per fare altre cose per poco non sveniva. L’unica persona che sembrava sopportare con pazienza quel caldo secco era Laura, distesa sul letto nella sua camera da letto con il ventilatore che sopra la sua testa girava ormai da ore. Forse la bella 26enne non aveva neanche tanto bisogno dell’aria fresca che l’attrezzo le mandava addosso, stare in slip e reggiseno per lei era la soluzione migliore. Barabara, la fidanzata di Laura, si stava facendo una doccia per rinfrescarsi dopo essere tornata da una lunga e faticosa giornata lavorativa. L’acqua semi-fredda le scorreva lungo quel corpo perfetto che avrebbe fatto invidia a chiunque. Rimase un bel pò dentro la doccia e non solo per far scorrere l’acqua su di sè ma anche per divertirsi un pò da sola. . la ragazza infatti iniziò a stuzzicarsi lievemente in mezzo le gambe con una mano mentre con l’altra si stringeva un capezzolo intriso d’acqua. Un brivido d’eccitazione la percorse lungo tutto il corpo e dovette frenare la sua mano che si stava già dirigendo verso la sua vagina bagnata non solo d’acqua. Uscita dalla doccia, si buttò quasi controvoglia un asciugamano addosso come se non volesse asciugarsi per poter continuare a bagnarsi. Senza mettersi nessun vestito o altro, andò in camera dalla sua fidanzata che era ora sdraiata a pancia in giù con gli occhi chiusi come se stesse dormendo. Ma Laura lo sapeva bene che la sua fidanzata era sveglia così non perse tempo e le se andò a mettere a cavalcioni sulle natiche. Laura si stiracchiò un poco le braccia poi si lasciò baciare il collo dalla sua fidanzata che sopra di lei si stava già strusciando sul suo bel fondoschiena. Laura per poter godere insieme a Barbara, si girò a pancia in sù e iniziò a baciare appassionatamente e a toccare tutto il corpo nudo della ragazza che le stava sopra. Quasi colta da un impeto d’ira, Barbara smise di baciare le soffici labbra di Laura per toglierle con un solo gesto il reggiseno. Alla sola vista delle sue belle tette però, Barbara si sentì bagnare all’improvviso. Mettendosi con le sue gambe in mezzo quelle dell’amata iniziò a strusciarsi dapprima leggermente poi con sempre più foga. Ma non soddisfatta, iniziò a succhiare con avidità i capezzoli di Laura che sotto di lei gemeva di piacere. La sua vagina intanto continuava la sua opera: strusciarsi e sbattersi contro quella della sua fidanzata che però era ancora coperta dagli slip neri che portava. Le due raggiunsero un intenso orgasmo che colmarono con una lunga serie di baci. Subito dopo l’estasi raggiunta però, Barbara si accovacciò con la testa tra le gambe di Laura e con i denti iniziò a morderle gli slip che le erano solo d’intralcio in quel momento. Dopo una serie di piccoli morsi, prese quel tessuto che copriva la vagina della sua ragazza e lo gettò via. Quando poi Barbara si ritrovò sotto gli occhi la vagina depilata di Laura non poté non sorridere alla sua fidanzata che la guardava con un sorriso provocatorio pieno d’eccitazione. Senza pensarci due volte, Barbara iniziò a leccare le grandi labbra e con la punta della lingua la penetrò più volte. Laura al primo tocco ricevuto aveva iniziato una serie di gridolini quasi sottomessi che mano a mano diventarono sempre più acuti a causa dei continui piaceri che l’altra le dava. Con la lingua poi si dedicò al clitoride che sembrava pulsare come se volesse ricevere le stesse leccate che erano state appena date alle grandi labbra. Mentre lo leccava, Barbara infilò anche due dita spingendole il più infondo possibile. Laura s’inarcò con la schiena e con i le mani iniziò a stringere i lenzuoli sotto di sè. Visto l’effetto che aveva avuto quel gesto, Barbara decise di infilare anche un terzo dito e al tempo stesso leccò ovunque le capitasse. Laura in preda agli spasmi chiese ancora di più alla sua ragazza che l’accontentò aggiungendo un quarto dito. Dopo un penetra e lecca interminabile, Laura venne bagnando tutta la bocca e le dita della sua fidanzata che, a veder quella reazione, s’eccitò maggiormente. Lasciando Laura distesa sotto di sé, Barbara le se andò a mettere in ginocchio davanti la faccia e una volta lì iniziò ad auto-penetrarsi con la stessa mano che soli pochi istanti prima aveva usato per penetrare la ragazza che ora ferma a osservarla. Infilò un dito alla volta sotto lo sguardo eccitato di Laura che continuava a leccarsi di continuo le labbra. Barbara si spostò con il corpo poco più avanti fino ad arrivare a posizionarsi sulla bocca di Laura che accolse con piacere quella vagina umida. Da subito si diede da fare leccando e infilando la sua lingua dentro quella vagina che ad ogni singolo tocco subiva una scossa di piacere. Laura andò avanti per molto finché Barbara ormai raggiunti chissà quanti orgasmi, le se ripoggiò sopra e iniziò a baciare quelle labbra bagnate del suo stesso liquido. Le due si accarezzarono fino a notte fonda finché, una volta stremate non s’addormentarono.
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Il custode del parcheggio
il custode al mare
Una primavera
Io e mio marito, siamo andati una settimana in vacanza al mare, abbiamo affittato un appartamentino in un residence.
Era già notte quando siamo arrivati con l’auto davanti alla guardiola del custode, con la sbarra chiusa e un cartello con scritto “parcheggio completo”, il gabbiotto era illuminato ma non si vedeva nessuno, mio marito scende dall’auto e va a guadare vedendo un posto proprio li accanto alla guardiola, un uomo sulla cinquantina arriva, ha una torcia in mano, si avvicina e senza neanche degnarci di molta attenzione illumina il cartello per farci intendere di leggere che non ce posto, lo chiamo io mentre scendo dall’auto e fermandomi davanti ai fari della macchina gli chiedo se almeno per quella sera possiamo metterla in quel posticino libero, l’uomo finalmente si gira ah un attimo di sgomento prima di rispondere.. i fari rendevano trasparente il mio vestito bianco… “Si vi apro subito”!!
Risalii in macchina e mio marito mi disse “certo che con gli uomini ci sai proprio fare…!!”
Parcheggiata l’auto, il guardiano divenne cosi galante che mi apri anche la portiera, e io da brava troia esibizionista scesi scosciandomi, il vestito era corto e sotto indossavo solo le calze autoreggenti, come al solito ero senza le mutandine.. lasciai ammirare al guardiano per bene il mio boschetto.. tra le cosce scendendo lentamente dalla vettura.
Finalmente eravamo arrivati ero stanca e anche se quell’uomo rude mi intrigava per quella sera andammo subito a dormire.
Il mattino seguente scesi in macchina per prendere alcune cose , il cancello era aperto la guardiola chiusa, lessi l’orario del guardiano era dalle 18 alle 2 di notte, accanto alla guardiola c’era una sedia, posato su di essa un giornalino a fumetti porno, che porco pensai mentre sfogliavo non senza una certa eccitazione quel fumetto.
L’appartamento sito al primo piano, era grazioso e il balconcino dava sul parcheggio proprio di fronte alla guardiola, alle 18 uscii a controllare se era arrivato sapevo di dovergli chiedere se ci lasciava il posto per tutta la settimana lì, quindi prima di uscire mi infilai un micro abito senza intimo sotto e che metteva bene in evidenza il mio seno prosperoso, quindi uscii.. Lui arrivò subito sotto il balcone e io con voce mielosa gli chiesi se potevo lasciare lì l’auto, lui concentrato nel guardarmi sotto la minigonna.. annuii..
Rientrata in casa mi resi conto che mi ero bagnata quell’uomo mi eccitava il suo essere cosi rude..
Per tutta la settimana mi scosciai davanti a lui, ero arrivata anche a sedermi a leggere sul balcone con le cosce aperte senza intimo sotto e lui dalla guardiola che guardava. l’ultima notte dopo aver parcheggiato lì accanto alla sua guardiola, io con una scusa dopo aver lasciato salire in casa mio marito ritornai alla macchina, mi sedetti lasciando la portiera aperta fingendo di cercare qualcosa sui tappetini mi scosciavo per bene.. Ha bisogno? mi chiese mentre si avvicinava, io rimasi scosciata avevo l’abitino cortissimo e la passera in vista, era li accanto, gli dissi che non trovavo un orecchino, forse è caduto sul tappetino o in cortile gli dissi che ci tenevo molto, lui si mise a cercarlo non gli fù difficile non trovarlo perché era accanto alla macchina, lo prese e me lo diede, gli dissi non so come ringraziarla con un tono di voce di chi aveva bevuto.. scesa dall’auto mi avvicinai a lui dandogli un bacio sulla guancia, l’uomo ne approfittò subito e mentre gli davo il bacio lui mi mise una mano sul culo e strinse tirandomi a lui schiacciandomi le tette contro il suo petto.. e facendomi sentire la sua eccitazione.. il porco si strusciava contro la mia coscia facendo salire anche in me l’eccitazione a****le che provavo vicino a quell’uomo.. mi spinse tra il muro e la guardiola si mise a baciarmi le tette liberandole dal vestito le sue mani mi frugavano nell’intimo della mia farfallina.. ero bagnatissima e sentire le sue dita aprirmi mentre l’orlo del vestito era risalito sino alla passerina già umida, le gambe erano tese e dure nello sforzo di controllare quella posizione e i muscoli dei glutei erano contratti come durante un esercizio ginnico; io respiravo profondamente, ed il contatto con il bozzo duro e prominente che premeva contro la mia coscia sinistra, mi faceva capire l’eccitazione del guardiano. Sentivo la sua mano fredda e umida dei miei umori scivolarmi su e giù sul clitoride, tenevo la testa all’indietro e gli occhi socchiusi, ma mi accorsi ugualmente, un po’ per il rumore dello zip, un po’ per il suo armeggiare con la mano destra, che si stava sbottonando i pantaloni, dopo lo schiocco di un elastico sentii qualcosa di molto caldo spingere con maggior insistenza contro la coscia… era grande come me lo immaginavo nei miei sogni di quella settimana durissimo e ben lubrificato. Spostò la mano destra sul mio sedere.. anche lui respirava rumorosamente, mentre quel suo affare mi strusciava e mi sbatteva sulla coscia con furia, come se volesse scoparmela come un cane. Io presi a dimenarmi, per la eccitazione che stava salendo e la voglia di sentire dentro di me quell’uomo e prima, che sfogasse l’eccitazione repressa dopo una settimana di provocazioni sulla mia coscia mi staccai da lui e mi chinai a prenderlo in bocca , è all’altezza del mio viso… i miei seni sono diventati di marmo… lui con una mano li accarezza, stringendomi i capezzoli, prima uno poi l’altro… mentre abbassa lo sguardo, dalla mia passerina colano umori che scorrono lungo le cosce…con un dito mi sfioro il clitoride… le tempie mi pulsano per l’eccitazione… lo afferro per le natiche e affondo la faccia contro il suo cazzo mentre scompare nella mia bocca, sempre più giù, in gola… la sento piena, mi fermo un attimo senza muovere la testa ne la bocca, per sentire fin nelle viscere quella sensazione di pienezza… poi lo faccio uscire… strofino la cappella sul mio viso aspirandone l’odore e sui capezzoli…mio marito è su in casa a pochi metri sa cosa sto facendo e sicuramente spia dalla finestra, e ciò aumenta ancora di più l’eccitazione… inghiotto lentamente il cazzo ancora, lentamente, lo faccio uscire dalla bocca, leccandolo piano… continuo a leccarlo, come un gelato, mentre con la mano lo masturbo… lo inghiotto di nuovo, iniziando un lento su e giù di labbra e bocca, succhiandolo… la lingua scende veloce fino ai coglioni, gonfi da scoppiare… li prendo in bocca, prima l’uno poi l’altro… mentre la mano va al il clitoride… sono un lago… succhio e lecco, sempre più veloce…. Ho voglia adesso di sentirlo dentro… alzata di nuovo mi girai contro il muro con le mani aperte appoggiata ad esso lui dietro di me con le mani sulle mie tettone penzolanti stringermele mentre il suo membro fra le mie cosce, che subito strinsi intorno ad esso come in una morsa di carne. Mi abbandonai contro il suo corpo, la sua lingua che mi penetrava nell’orecchio come un serpente, le sue mani che mi strizzavano dolorosamente le tettone.. ed il suo cazzo fra le gambe, duro e gonfio che mi scopava in maniera brutale… le gambe mi stavano cedendo il suo cazzo lo sentivo dentro l’utero lo sentivo dentro la testa il suo odore le sue grandi mani… l’orgasmo fu intenso.. mi chinai a finire il lavoro che avevo iniziato prima volevo il suo sperma… l’idea di bere la sua sborra mi fa impazzire… lo riprendo a succhiare, la testa si muove sempre più veloce… finche sento l’uomo inarcarsi leggermente, senza un grido…una cas**ta di sborra mi invade la bocca… ingoio quel liquido caldo, una piena che mi esce dalla bocca e sgocciola sul mio seno…mmm quel sapore mi da alla testa continuo il pompino finché non esce più nulla… ma continuo a leccare il cazzo dell’uomo, ripulendolo completamente.
Sazia e soddisfatta salgo in casa dal mio maritino, lo trovo con il cazzo in mano duro si stava segando dopo aver spiato tutto con il binocolo, mi fa chinare a novanta contro il tavolo le sue mi insalivano l’ano punta la sua cappella e spinge.. il mio secondo canale si dilata mentre il suo pene entra tutto fino alla radice.. pochi affondi e sento il suo sperma caldo nel mio intestino.. dopo essersi scaricato mi sussurra “ sei una grandissima troia”…
L’avventura nel bosco!
Tutto ebbe inizio un giorno, quando Ago chiese ad Ala di uscire. Ago è un ragazzo di ventidue anni, atletico e con tanta voglia di “divertirsi”. Ala è una ragazza di diciassette anni non molto in forma sportivamente, ma è molto solare e le piace partecipare a qualsiasi tipo di avventura.
Al fatidico giorno, i due si incontrarono.
-“Dove andiamo?” chiese Ala.
-“Ti andrebbe di esplorare la natura?” rispose Ago.
-“Certo! Sai bene quanto mi piaccia! Andiamo in quella distesa di alberi e prati?” ala era entusiasta.
-“Esattamente.” anche Ago non vedeva l’ora.
I due sono amici di lunga data, ma sono usciti assieme poche volte e, sopratutto, senza mai fare nulla di concreto: delle semplici uscite a prendere una bibita, per esempio. Anche quella di oggi doveva essere un’uscita tranquilla.
I due finalmente arrivarono in quel bosco.
-“Ci sono stata tanto tempo fa.. spero di non perdermi!” si preoccupò Ala.
-“Tranquilla, il bosco è molto piccolo, è difficile perdersi! E poi, ci sono qua io!” la rassicurò Ago.
Iniziarono a camminare tra i sentieri sterrati, passarono attraverso dei cespugli, evitarono delle strade fangose e, dopo una bella camminata chiacchierando tranquillamente, arrivarono ad una distesa d’erba circondata da alberi e cespugli.
-“E adesso? Siamo usciti dal bosco e siamo finiti in questa enorme distesa d’erba! E’ meraviglioso!” Ala era nuovamente felice.
-“Ti piace? Che ne dici di rincorrerci come due bambini?” rispose Ago iniziando a correre nell’erba.
-“Ehii! Fermati! Ora ti prendo!” iniziò a correre anche Ala.
Tra i due Ago era molto più agile e veloce, Ala invece aveva dei movimenti più lenti.
-“Daiii, fermati! Così non ti raggiungerò mai!” disse Ala ridendo sapendo di non avere possibilità.
-“E va bene! Mi fermo qui! Prendimi!” Ago si girò verso di lei fermandosi e spalancando le braccia.
La giovane ragazza iniziò a precipitarsi verso l’amico e, a pochi metri di distanza, fece un salto per abbracciarlo. Entrambi però sottovalutarono le potenzialità della ragazza: il giovane non era in grado di fermare un peso in corsa e tutti e due caddero a terra, abbracciati. Si trovarono distesi a terra, Ala sopra Ago.
-“Scusa, scusa, scusami…” si vergognò Ala e cercò di allontanarsi dall’imbarazzante situazione.
-“Tranquilla, è stato divertente.. e poi mi piace trovarmi in questa posizione.. con te.” ribatté Ago stringendo la ragazza ancora più forte.
-“Ma noi siamo…. ehi, perché mi stringi così forte?” La giovane era diventata tutta rossa per la vergogna e l’emozione. Non riusciva più a liberarsi e allora decise di aggrapparsi ancora di più al ragazzo. Continuò:”Beh, effettivamente anche a me piace stare in questa posizione con te..”.
Il ragazzo girò la testa e baciò gentilmente la sua tenera guancia rossa.
-“Io ho caldo e tu?” un commento improvviso e quasi senza senso della giovane: evidentemente era molto eccitata nel rimanere in quella posizione con quel ragazzo. Era da tanto tempo che Ala aspettava un’uscita simile, anche se non si sarebbe mai immaginata di trovarsi in posizioni così intime.
-“Anche io ho caldo. Se vuoi possiamo spogliarci un poco”. Ago si alzò leggermente e chiese alla tipa di togliergli la maglietta. Al tempo stesso lui tolse la maglietta a lei. Ago rimase quindi a torso nudo e finalmente vide quel bellissimo reggiseno rosa della sua amica. Era molto carino, ma sopratutto nascondeva due tette enormi. Ago non riuscì a res****re e gli palpò quella destra.
-“Ehiiiii, cosa.. stai facendo…?”
-“Ti va di giocare un po?”
-“Maa… mmmh.. mi vergogno”
-“Però ti piace!”
-“Basta!! Toglimi anche il reggiseno!”
Ecco che spuntarono le due tette enormi della ragazza, che quasi schiacciarono la faccia al giovane disteso sotto. Egli ne approfittò per leccare quei teneri capezzoli e, con la mano usata prima per palpare, ora iniziava a sfregarla sui pantaloncini della piccola.
-“Puoi fare lo stesso con me, se vuoi” disse Ago.
La ragazza non riusciva quasi più a parlare perché continuava a gemere dal piacere, era eccitatissima e iniziò a passare le sue mani tremolanti sul petto nudo del giovane. Gli toccò i capezzoli e anche lei iniziò a stringere quel “gonfiore” che aveva notato nei pantaloncini del ragazzo.
Il giovane era anche lui eccitato, ma non godeva molto in quanto la ragazza non riusciva ad aprire e chiudere la mano per bene per colpa dei pantaloncini. Allora fermò per un momento i movimenti di quest’ultima e si levò i pantaloncini, rimanendo con le mutande.
-“Posso?” La giovane rimase stupida: il “gonfiore” sembrava crescere sempre di più e non resistette. Facendo finta di stringere male le mutande, fece uscire il pisello da un lato e subito lo andò ad accogliere nella sua calda bocca.
Ora anche il ragazzo iniziò a godere moltissimo e si levò del tutto le sue mutante. Al tempo stesso spogliò nuda anche la giovane. A questo punto entrambi erano nudi, una sopra l’altro.
-“Scusami, Ago, ho paura di aver rovinato la nostra amicizia..” si fermò Ala.
-“E perché mai? Io penso che invece ora essa si sia rafforzata, diventando dei veri amici intimi. Mi piaci un casino!” la rassicurò Ago.
-“Anche tu mi piaci. Non sono mai stata così tanto eccitata in vita mia. Voglio provare a fare quella cosa”.
-“Non vedo l’ora”.
Essi quindi iniziarono il loro primo rapporto sessuale, entrambi godettero urlando più forte che poterono: tanto nessuno era nei paraggi per ascoltare. Alla fine entrambi vennero assieme, entrambi si sborrarono addosso e si “pulirono” strusciandosi a vicenda rotolandosi nell’erba.
-“Non vedo l’ora di tornare ad esplorare la natura e la foresta” disse, una volta che si erano ripresi dallo sforzo, la giovane Ala.
Cosa non si fa per i figli
Mi chiamo Massimo, ho quarantasette anni, ho una figlia di venti anni (Giorgia) e sono divorziato da cinque anni. I rapporti con la mia ex moglie non si possono certo essere definiti idilliaci visto l’astio che ci portiamo indietro da ormai molti anni quando, con Giorgia ancora quattordicenne, mia moglie mi disse che non mi amava più, che aveva una relazione da un anno con quello che consideravo il mio miglior amico, e che avrebbe richiesto il divorzio.
Da allora la mia vita è stata una sofferenza continua che era alienata soltanto da quei pochi giorni che riuscivo a passare con Giorgia fino a quando purtroppo, vuoi per la mancata attenzione da parte della madre vuoi anche per quella della figura paterna, non è entrata in una brutta comitiva ed è diventata tossicodipendente.
Per cercare di risolvere questo problema, per la prima volta dopo tanti anni, mi sono incontrato con la mia ex decidendo di comune accordo di trasferire Giorgia a casa mia.
La reazione della ragazza non è stata certo incoraggiante in quanto attribuiva molte colpe al sottoscritto, per il fatto di non aver lottato per restare a casa e di aver, addirittura, abbandonato la madre nelle mani di un coglione.
Pensavo fossero parole dovute al momento e alla situazione (magari s’era fatta una canna), ma ho scoperto, con molta e dolorosa sorpresa, che era veramente il suo pensiero.
I miei tentativi di spiegarle come fossero effettivamente andate le cose, che ero stato tradito e che il divorzio non era stata una mia scelta, sono stati inutili.
“Se è vero quello che dici perché non hai lottato ugualmente? Potevamo essere una famiglia felice anche se la mamma amava un altro uomo. Ogni volta che ho avuto bisogno di te non c’eri. Quando poi stavamo insieme mi rendevi felice per uno/due giorni e poi tornavo a casa e stavo ancora più male”
“Ma come potevamo essere felici se ogni volta che entravo a casa era una discussione continua con tua madre? Qualunque cosa facessi non le stava bene. Non era possibile vivere così”
Questi erano i litigi che giornalmente c’erano tra di noi senza aver la possibilità di una tregua (mi sembrava di essere tornato a vivere con la madre) e con l’aggiunta dell’apprensione quando usciva e la paura del futuro che ci aspettava.
Comunque dopo quattro mesi di guerra abbiamo trovato un tacito accordo che ha cambiato del tutto la mia vita. Il comportamento di Giorgia è lentamente cambiato passando dal fare la spesa fino ad arrivare a cucinare la cena. Le volte che usciva erano sempre più rare ed il più delle volte ci ritrovavamo in salotto a guardare la televisione.
Il mio umore è migliorato, sono diminuiti i pensieri che mi attanagliavano il cervello, e, devo ammetterlo, dopo cinque anni ho mangiato anche qualcosa di commestibile. Forse proprio la mia incapacità di cucinare ha obbligato Giorgia a occuparsi della casa, almeno per quanto riguardava la spesa ed il cucinare.
L’armonia che si era instaurata tra di noi mi riportava indietro di molti anni, all’inizio del matrimonio, quando vivevo felice con la donna che amavo.
I miglioramenti di Giorgia, che sono stati eccezionali tanto che da diverso tempo non prendeva droghe, si intuivano dall’allegria con cui viveva ora la sua vita e dal suo aspetto che era diventato molto curato.
Qualche seduta al centro estetico, una ritoccata ai capelli e quattro salti in palestra l’avevano cambiato molto al punto che non sembrava più la ragazza venuta a vivere con me pochi mesi prima. Inoltre il mancato interessamento della madre ha fatto capire a Giorgia, almeno questa è la mia speranza, che tutto quello che le avevo detto era la pura verità.
“Quando cercherai una nuova compagna? Usciamo a fare quattro passi al centro?”
”E tu quando ti farai un ragazzo? Una bella ragazza come te non dovrebbe faticare a trovarne uno! Guarda se ti va bene ci organizziamo per domani sera”
Come erano cambiati i nostri discorsi! Sembravamo quasi due innamorati.
Sinceramente ora mi preoccupava il fatto che Giorgia non uscisse più, sapevo che aveva superato il momento critico, volevo che ritornasse a vivere la sua gioventù. Anche io avevo nostalgia della libertà perduta in tutti questi mesi. Non ero più uscito da solo, non avevo avuto più incontri amorosi, non avevo più fatto sesso.
L’astinenza iniziava a pesarmi e la presenza di Giorgia aumentava i … pensieri. C’erano volte in cui, quando guardavamo la televisione, si presentava in salotto vestita solamente con una maglietta sbracciata ed un paio di calzoncini creandomi delle difficoltà … fisiologiche che mi mettevano in imbarazzo. Quelle volte era una lotta continua con me stesso per non sbirciare il seno di Giorgia o, quando portava quei pantaloncini lisi, qualcos’altro.
Una sera in cui in televisione non c’era nulla di interessante abbiamo iniziato a parlare del più e del meno e per la prima volta Giorgia mi ha raccontato, senza nessun imbarazzo e pudore, delle sue esperienze vissute, della delusione della sua prima volta o di quando, sotto effetti di stupefacenti ed in compagnia di qualche sua amica, aveva avuto dei rapporti saffici oppure di quando si masturbava sentendo i gemiti della madre che faceva sesso con il compagno.
Questa confessione mi lasciò esterrefatto ed eccitato (sono convinto che Giorgia se ne accorse) tanto che con una scusa sono dovuto andare in bagno per riprendere il controllo della situazione.
Quando rientrai in salotto trovai Giorgia che piangeva
“Scusa papà non dovevo parlare di mamma. Mi dispiace”
“Non ti preoccupare, Giorgia, quella è una ferita che non esiste più! E’ come se fosse guarita”
“non dovevo comunque. Perdonami”
“e’ tutto passato” le risposi dandole un bacio in fronte “ora è giunto il momento che vada a letto”
“io resto ancora un po’ qui. Buonanotte”
Mi giro e mi rigiro nel letto da almeno due ore ripensando a ciò che mi ha raccontato Giorgia delle sue esperienze e mi ritrovo di nuovo eccitato e preoccupato. Io amo mia figlia ma sono suo padre. Il solo pensiero di aver un rapporto i****tuoso con lei mi impaurisce ma allo stesso tempo mi eccita molto.
Quando la mattina successiva entro in cucina ancora assonnato trovo Giorgia davanti ai fornelli a preparare il caffè.
“Buongiorno Giorgia”
“Buongiorno papà. Senti potrei far venire un’amica questo pomeriggio. Viene a Roma per questo fine settimana e mi piacerebbe rivederla”
“Certo non ci sono problemi. Se vuoi vengo dopo cena così non disturbo.”
“Grazie ma mi piacerebbe che la conoscessi anche tu”
“Perché”
“Bhè Diciamo che potrei andare qualche giorno a casa sua e preferisco farti stare tranquillo”
“Ok allora ci vediamo nel pomeriggio”
Quando nel pomeriggio tornai a casa trovai Giorgia che rideva in compagnia di una deliziosa ragazza mulatta.
“Papà ti presento la mia amica Luana. Ci siamo conosciute due anni fa in una discoteca.”
“Piacere Massimo” mi presentai “hai fatto buon viaggio?”
“Sì grazie. E’ stato un po’ noioso ma ne è valsa la pena. Amo Roma, ci abitavo, ma ora mi sono trasferita a Torino. Città bruttissima.”
“Posso sapere qual è il motivo del tuo viaggio? E’ un viaggio di piacere o cos’altro?”
“Per tutti e due i motivi. Lunedì mattina ho un colloquio di lavoro e nel frattempo spero di divertirmi”
“Bene. Mi ha fatto piacere conoscerti. Ora vi lascio sole.”
Non ero ancora uscito dal salotto che già le sentivo ridere. Beata gioventù, pensai. Ero indeciso su come comportarmi, se dovevo invitare Luana a pernottare da noi ma, passando davanti alla camera di Giorgia, notai che aveva già provveduto a tutto lei. Infatti sul suo letto matrimoniale era posata la valigia di Luana disfatta a metà.
Ritornai quindi sui miei passi e, rientrando nel salotto, notai che il brusio delle loro chiacchiere si era interrotto in modo brusco ed un imbarazzo evidente appariva nelle loro facce (almeno in quella di Giorgia con quel rossore).
“Ragazze avete intenzione di uscire questa sera? Io vado a farmi una pizza qui vicino. Mi fate compagnia?”
“Sei grande papà. Era proprio quello che avevamo pensato anche noi. Luana è un po’ stanca e preferirebbe riposare per questa sera. A me non va di cucinare, quindi veniamo con te”
“Se non disturbiamo ..” disse Luana
“No. No. Mi fa veramente piacere. Usciamo alle otto così non troviamo troppa gente, e per le dieci staremo a casa”
Erano circa le nove quando ci portarono l’antipasto di mare accompagnato da un buon vino bianco della casa. Le chiacchiere e gli aneddoti fecero passare in modo veloce il tempo ed il vino dolce e frizzantino incrementò l’allegria che si era impossessata delle ragazze tanto che sembravano quasi sbronze.
Dopo un risotto alla crema di scampi ed una frittura mista a testa tornammo a casa.
“Chi vuole un caffè” domandò Giorgia appena arrivati a casa “a me serve proprio”
“Sì brava, anche a me” rispose Luana togliendosi il maglione e restando con una camicetta mezza sbottonata
“Mi metto comodo e vi raggiungo”
Al ritorno mi trovai davanti una visione che descrivere insolita è dir poco. Infatti Giorgia e Luana si stavano baciando in bocca.
Mi fermai giusto in tempo per non farmi vedere e feci un po’ di rumore per avvertirle del mio arrivo. Entrai quindi come se niente fosse trovando Giorgia intenta a controllare il caffè e Luana, imbarazzatissima, ad abbottonarsi la camicetta.
“Ragazze prendo il caffè e vado a letto. Sono proprio stanco” dissi “grazie per la bella serata”
“Papà rimani con noi. Noi non siamo stanche e vorremmo divertirci un po’. Con te sarà meglio”
Luana fulminò Giorgia con uno sguardo non capendo le intenzioni di mia figlia e anche io rimasi di sasso perché tutto mi aspettavo tranne che questo. Pensavo che … avevano altre intenzioni (e quello sguardo di Luana lo confermava) e che era un invito di routine ma poi Giorgia si avvicinò a me dicendomi “Ti prego resta con noi”. Aveva un’aria insolita, forse dovuta alla sbronza, e aveva gli occhi lucidi come se avesse pianto o si controllasse per non farlo.
“D’accordo ma solo per dieci minuti.” Risposi sedendomi sul divano accanto a Luana.
Giorgia, dopo aver servito il caffè, si volle mettere a sedere sul divano accanto a me obbligandomi quindi a spostarmi sul centro.
Mi ritrovavo circondato da donne, e vuoi per il vino e vuoi per la visione precedente, con una erezione che difficilmente riuscivo a nascondere
“Papà so che prima ci hai visto. Luana è quella ragazza con cui ho avuto rapporti sessuali e che mi ha fatto provare la vera gioia del sesso. L’ho invitata per aiutarmi a … farmi un regalo”
“Non ho preclusioni in materia. Ciascuno è libero di vivere la vita sessuale come vuole. Non capisco, però, il motivo per cui mi hai obbligato a …” in quel mi si gelò il sangue e capii. Il regalo ero io. Doveva essere così.
Sì era così.
“Massimo” intervenne Luana “Giorgia ha avuto delle brutte esperienze con gli uomini. E’ stata violentata quando aveva diciassette anni e da allora non è riuscita a vincere la paura dell’uomo. Ha visto in te la gentilezza e l’amore e vorrebbe ….. provare a …. vorrebbe vincere questa paura con il nostro aiuto. Io sono qui per questo motivo ma pensavo che sarebbe successo con più calma”
Guardai Giorgia che piangeva silenziosamente davanti a me l’abbracciai iniziando anche io a piangere pensando al dolore che aveva provato e a quello che mi richiedeva.
“ma io sono tuo padre. Non possiamo fare una cosa del genere.” Farfugliai mentre stringevo con sempre più intensità Giorgia tra le mia braccia
“Ti prego papà fallo per me. Ho iniziato a drogarmi per questo motivo. Ora ho superato quel problema ma devo e ripeto devo superare anche questo. A me piace Luana, lei mi ama mi ha sempre amato, ma non posso scegliere di amare una donna quando … non ho la possibilità di amare un uomo. Non è una scelta ma un’imposizione. Aiutami, ti prego.”
“e cosa dovremmo fare? Come dovremmo fare? Non capisco più nulla”
“Massimo guarda è semplice. Devi avere un rapporto con tua figlia. Devi cancellare tutte le sue paure. Con il tuo amore devi farle rivivere tutto quello che ha subito con la ferocia. Io sarò lì per aiutarla. Sono lesbica quindi mi interessò solamente di lei.”
“D’accordo” risposi di getto sapendo che non avevo scelta
“Grazie papà. Sei unico. Ora io e Luana ci prepariamo ed andiamo nella tua camera da letto. Raggiungici tra dieci minuti e … grazie per quello che stai facendo e per quello che farai. Ascolta i consigli di Luana”
Quando sentii le ragazze entrare nella camera da letto andai al bagno per farmi una doccia per poi entrare nella camera da letto.
In questa c’era una luce concentrata sul letto dove vidi Giorgia e Luana intente a leccarsi la fica in un classico sessantanove con Luana sopra Giorgia. Questa vista mi eccitò ancor di più (se possibile) e rimasi a guardare mentre si leccavano e succhiavano la fica mandando gemiti di piacere.
Mi avvicinai al letto e con titubanza provai a carezzare la persona che più mi era vicina e cioè Luana. Questa sembrò ben accettare ma dopo pochi secondi si spostò per lasciami il campo libero. Vidi Giorgia aprire gli occhi e sbarrarli alla vista del mio eccitato cazzo (venti centimetri) e bloccarsi.
“Giorgia non ricordare. Io sono qui con te. Sentirai sempre la mia presenza” le parlò con dolcezza Luana “ora devi fare quello che hai sognato per tanto tempo. Cancellare le tue paure rivivendo quella brutta esperienza con l’uomo che più di tutti ti ama in questo mondo”
“Ho paura” disse Giorgia avvicinando la bocca al mio pene
L’accarezzai su una guancia con delicatezza avvicinandomi sempre di più a lei e alla sua bocca. Dopo pochi secondi sentii il suo calore avvolgermi la cappella
“Brava Giorgia così con calma. Muovi leggermente la testa per aiutarti, brava così” queste sono le parole che mi uscirono in un lamento “Humm .. brava .. così .. fermati quando vuoi”
Nel frattempo Luana era intenta a leccare e titillare il clitoride di Luana mentre con la mano sinistra si sgrillettava la fica.
Giorgia aveva trovato il ritmo giusto e sembrava non trovare difficoltà nel proseguire “Giorgia, amore se continui così ti vengo in bocca” dissi tra un lamento e l’altro “Papà devo rivivere tutto” mi rispose Giorgia togliendosi il pene dalla bocca “quindi dovrai venirmi in bocca. Poi .. si vedrà” detto questo si rituffò sul cazzo con ancora più convinzione ciucciandolo ancora meglio di prima tanto che non resistetti a lungo e le inondai la bocca
“Giorgia .. Giorgia .. sììì brava cosìììììì ohh godo godo godooooooo” urlai mentre vedevo che anche lei aveva raggiunto un orgasmo sobbalzando sul letto con Luana che le infilava la lingua e qualche dito nella fica.
Giorgia inghiottito quello che poteva chiese a Luana di mettere la fica sulla sua bocca per ringraziarla dell’aiuto e per farla godere visto che era l’unica che non aveva raggiunto l’orgasmo.
Luana non se lo fece ripetere due volte e si piazzò subito sul viso di Giorgia strizzandosi le tette per aumentare la goduria. Il mio cazzo era rimasto in semi erezione e iniziai quindi a stimolarlo per risvegliarlo del tutto quando, del tutto inaspettativamente, vidi la bocca di Luana avvicinarsi titubante.
“Guarda che non mozzica. Prova anche tu. Non mi offendo se poi lo sputi fuori.” Dissi più scherzando che per altro, ma Luana mi sorprese posando la lingua sul glande, come se lo volesse assaggiare, e poi se lo fece entrare nella bocca.
“brava, così … attenta ai denti .. ok .. brava … “
“Luana cosa stai facendo” si sentì una vocina arrivare dal basso “mi rubi l’uomo?”
“Giorgia tranquilla sono tutto tuo, per oggi. Poi se Luana vorrà domani sarò suo. Ora però dimmi cosa devo fare. Non vorrei arrivare pure con lei.”
“Ora ti faccio vedere, papà. Luana lascia quel cazzo e distenditi sul letto. Bene ora … mi dovrai prendere da dietro. Io intento mi lecco Luana”
“Ok. Tu stai tranquilla, sarò dolcissimo. Avvertimi se vuoi che mi fermi”
Mi ritrovai dietro al culo di mia figlia con la faccia di Luana che faceva capolino dalle sue gambe e questo mi eccitò non poco. Indirizzai il glande verso la fica di Giorgia quando sentii la mano di Luana prenderlo per poi posarlo con tutta la calma possibile sulle grandi labbra “Giorgia sei pronta” chiesi e al suo cenno affermativo feci entrare solamente il glande per poi fermarmi.
“Piano papà, piano” sussurrava Giorgia tremando
“vieni tu incontro a me. Così sarai tu a comandare”
Appena detto percepii il leggero movimento di Giorgia che si avvicinava sempre di più al mio inguine fino a quando le mie palle non le toccarono il culo.
“ohhhh è bello così .. “
“sììì , sìììì” gemevo io mentre sentivo Luana leccarmi le palle “Giorgia muoviti come vuoi. Io quando starò per venire ti avvertirò ed uscirò da te. Non voglio certo metterti incinta.”
I primi movimenti furono molto lenti e accompagnati da gemiti di piacere di Giorgia che sempre di più dimostrava di apprezzare quel palo che si ritrovava nella sua fica. Anche Luana gemeva di piacere continuando a leccarmi le palle movendosi poi verso il mio ano dove infilò la sua lunghissima lingua.
I continui lamenti che riempivano la stanza si tramutarono poi in grida quando Giorgia urlò il suo orgasmo “sììì che bello .. mi piace .. mi piace .. papà rompimela .. rompimela .. fammelo sentire tutto siiiii … godoooo”
Presi quindi il comando dell’azione stantuffando la fica di mia figlia con colpi veloci e forti affondandole ogni volta il cazzo sempre più in fondo
“Tiè .. tie.. tiè … ohhhhh .. .. sìììììììì … tiè”
“Godo papà … ancora sììììì … godo di nuovo ….. oddio che bello … sììì” urlava ormai Giorgia continuando a leccare la fica di Luana
“Giorgia .. sto venendo .. sto godendo … “ tolsi il cazzo da quell’infuocata fica ed iniziai a spararle fiotti di sperma bollente sul culo
“Sìììììììì godoooo … godooooooo … dammelo dammelo” sentii Luana urlare il suo piacere ed afferrarmi l’uccello che subito si infilò in bocca.
Giorgia si spostò girandosi verso di me e guardandomi negli occhi mi disse “Papà sapevo che non mi avresti delusa. Sei stato fantastico” e mi baciò in bocca giocando con la mia lingua. La sua aveva un sapore acre, sapeva di sperma mischiato con gli umori vaginali di Luana.. Ci raggiunse anche lei che ci abbracciò avvicinando anche la sua bocca alle nostre unendosi in bacio a tre.
“Massimo, sei bravissimo e dolcissimo. Mi aveva sempre fatto schifo andare con un uomo ma con te è stato diverso.”
“papà, recupera bene le forze che non abbiamo ancora finito”
“come?”
“ebbene sì manca ancora un buco”
“Giorgia mia, anche lì. Povera bambina mia. E io non ho mai capito nulla. Perdonami.”
“No papà quello non me l’hanno toccato. Non hanno fatto in tempo perché sentirono arrivare gente e scapparono. Ma questo sarà il tuo regalo. Tu mi hai regalato la gioia del sesso ed io ti regalo questo” disse toccandosi il culo
“Giorgia non posso. Non ce la farei neanche se lo volessi. E poi non ho bisogno di questo genere di regali. Mi basta saperti guarita.”
“Papà senti un domani qualcuno me lo chiederà, magari mio marito. E io non lo potrò fare perché mi ritornerà in mente quella volta e non questa. Quindi ti prego, fallo per me. Domani sarai più fresco e riposato. Ne riparleremo”
La mattina seguente mi alzai alquanto turbato per quello che era successo ma soprattutto per il godimento che avevo provato. Mi vergognavo di ciò ma … la carne è carne.
Quando uscii di casa le ragazze dormivano abbracciate e seminude e quella sola vista bastò per farmi eccitare di nuovo.
Con una scusa riuscii a liberarmi dagli impegni di lavoro presi precedentemente tanto che verso le due rientrai a casa che, con rammarico, trovai deserta. Non sapendo quando sarebbe tornata Giorgia con l’amica decisi di fare un salto al supermarket per fare la spesa.
Stavo salendo le scale quando sentii la risata di Giorgia uscire dal mio appartamento. Al mio ingresso fui travolto in un abbraccio affettuoso da parte di Giorgia seguito, dopo pochi secondi, da quello, più controllato, di Luana.
“ciao papà già a casa?”
“Si. Oggi non avevo impegni nel pomeriggio” mentii “e voi come mai state a casa? Pensavo che sareste rimaste fuori almeno fino a cena.”
“Il tempo non è granché e poi preferirei terminare il discorso cominciato ieri sera” mi rispose mia figlia timidamente
“Giorgia non possiamo continuare così. Sono tuo padre e ti ho aiutato ma penso che sia giunto il momento di chiudere definitivamente con queste cose. Non possiamo … “ non riuscii a terminare vedendo il viso di Giorgia rattristarsi e dei lacrimosi spuntare dai suoi bellissimi occhi
“papà ti prego. Solamente un’altra volta e poi ti giuro che non ti chiederò più nulla. Ti prego”
“Dai Massimo” si intromise Luana “falla contenta. Anzi facci contente”
“Ma ragazze ci sono tanti giovani che sarebbero ben contenti di stare al mio posto. E’ una cosa .. è un peccato carnale… è contronatura”
Giorgia tentava inutilmente di controllare le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi lucidi ed anche Luana aveva una faccia triste. Mi sentii in colpa perché anch’io sentivo il desiderio di toccare e possedere quei bellissimi corpi ma non potevo.
“Giorgia vieni qui” Luana ruppe l’imbarazzante silenzio richiamando accanto a lei mia figlia dandomi così la possibilità di andare in cucina e togliermi dalla loro vista.
Sentivo Luana coccolare mia figlia che aveva ormai iniziato a piangere in modo sommesso e questo mi fece sentire ancora più in colpa per quello che era accaduto. Mi aspettavano un pomeriggio ed una sera imbarazzante e non sapevo come risolvere la questione. Decisi quindi di uscire un poco per schiarirmi le idee e permettere loro di superare il difficile momento.
Quando rientrai verso l’ora di cena capii subito che era successo qualcosa tra le ragazze. Guardavano entrambe la televisione ma in luoghi diversi. Luana era in salotto con addosso ancora i vestiti indossati la mattina mentre Giorgia era in pigiama in camera sua con un’aria ancora più rattristata. Chiesi alle ragazze cosa fosse successo senza ricevere risposte. Quel silenzio pesava come un macigno dentro di me.
“chi viene a cena con me?” domandai con la speranza di sentire le loro voci
“io” rispose Luana mentre Giorgia continuava a tacere.
Preoccupato entrai nella sua stanza e solo allora capii che dormiva. La coprii con una leggera coperta e poi uscimmo di casa.
Durante la cena l’atmosfera tra noi migliorò tanto che venni a sapere che Luana aveva tentato di calmare Giorgia inutilmente, almeno all’inizio. Poi improvvisamente Giorgia aveva cercato di baciarla allungando le mani verso il suo corpo. La sua reazione non fu però quella che si aspettava mia figlia che, delusa dal rifiuto dell’amica, andò in camera da letto.
“Come mai l’hai rifiutata? Pensavo l’amassi”
“Io pensavo la stessa cosa di te. Eppure anche tu l’hai rifiutata”
“ma non è la stessa cosa. Io sono il padre” risposi indignato
“Massimo cerca di capire. Io amo Giorgia e proprio per questo mi sono comportata così. In quel momento lei non cercava me bensì te. Sarebbe rimasta delusa in qualunque caso e ho preferito fare così.”
L’infelicità le si leggeva in faccia mentre raccontava l’accaduto. Si vedeva proprio che amava mia figlia.
Aveva mangiato pochissimo mentre, al contrario, aveva bevuto più dell’altra volta.
“Stai tranquillo l’alcool lo reggo bene. E’ il resto che mi distrugge” mi disse leggendomi nella mente
“Se lo dici tu. Comunque ora torniamo a casa che sono preoccupato”
Rientrati a casa controllai prima mia figlia, che continuava a dormire, e poi mi recai in camera per liberarmi dagli abiti.
Passando davanti alla camera di Giorgia vidi Luana che si spogliava mettendo in mostra il suo bellissimo corpo. Subito mi ritrovai con il cazzo duro, in fin dei conti non si trattava di mia figlia, che cercai di nascondere mettendomi seduto sulla poltrona. Accesi la televisione e feci un po’ di zapping fino a quando non trovai un film con Aldo Fabrizi. Luana mi raggiunse mettendosi seduta sul divano.
“perché non ti siedi vicino a me così mi riscaldi un po’?” mi propose Luana
Il mio cazzo era tornato alla normalità e quindi accettai con piacere quell’invito. Appena seduto capii che avevo fatto un errore perché il solo contatto con lei era bastato a eccitarmi di nuovo.
“Hai sempre queste reazioni quando siedi accanto ad una lesbica?” mi disse sorridendo Luana
“per me sei una donna. Anche se sono a conoscenza della tua tendenza per me sei una donna bellissima e desiderabile e che solamente ieri sera me l’ha preso in bocca. Penso sia una reazione più che normale.”
“Uhm … forse sotto il tuo punto di vista, ma … ieri era diverso … c’era anche la donna che amo e mi è venuto naturale farlo”
“Vuoi dire che non ti sei sentita obbligata? Che è stata una tua iniziativa?”
“Si … gli accordi con Giorgia erano diversi … io dovevo solamente … la dovevo aiutare per superare le difficoltà psicologiche che poteva incontrare e basta. Mai avrei accettato di partecipare attivamente ad un incontro con un uomo”
“però non ti è dispiaciuto” affermai
“Bè .. bè”
“fa la pecora. Rispondi sinceramente alla mia domanda” insistetti
“no. Anzi mi è piaciuto moltissimo”
“per me questo significa che non sei una vera lesbica. Al massimo una bisex. Ma sei mai stata con un uomo.”
“Si. Ma non mi è … non mi era mai piaciuto.”
“forse hai incontrato gli uomini sbagliati.”
“può darsi ma non mi pento della scelta”
“non sei curiosa di scoprire se…”
non riuscii a terminare la frase perché vidi Giorgia venire verso di me.
“cosa state facendo voi due? Sembrate due piccioncini che tubano” si presentò Giorgia sedendosi in mezzo a noi due
“Nulla facevamo due chiacchiere in generale” rispose Luana frettolosamente
“non è vero. Parlavamo della sua vita amorosa, della sua scelta di diventare lesbica e …”
“di ieri sera” si intromise mia figlia “mi sembrava strano quello che è successo ieri. Luana che ciuccia un cazzo ….. nooo c’era qualcosa di illogico ed ora inizio a spiegarmelo. Le sarebbe piaciuto stare al mio posto per scoprire se … se aveva fatto la scelta giusta. L’ho capito da come urlava mentre godeva. Non l’ho mai sentita godere così.”
“ma che dite. Spero che scherzate” disse Luana contrariata “perché io sono ben contenta della mia scelta. Solo che ho visto in te, Massimo, un uomo dolce gentile e altruista al contrario di quelli che ho incontrato nella gioventù.”
“e hai pensato che ti sarebbe piaciuto provare con mio padre quello che stavo provando io in quel momento” insistette Giorgia
“No… forse … non lo so neanche io” concluse Luana abbassando la testa come se si vergognasse. Avevo la sensazione di essere paralizzato al sentire le due ragazze parlare di me, e davanti a me, come se rappresentassi l’unico uomo presente sulla terra in grado di risolvere i loro problemi e, devo ammetterlo, mi sentivo eccitato come dimostrava chiaramente il gonfiore che mi ritrovavo tra le gambe.
“papà sei disposto ad aiutare Luana come ieri hai aiutato me invertendo le nostre parti?”
“ma io non voglio” incalzò Luana con una vocina che dichiarava esattamente il contrario
“lei non è mia figlia e quindi non mi sento ostacolato nel farlo ma deve essere lei a chiedermelo. Vado nella mia camera. Se Luana vuole può raggiungermi lì” dissi alzandomi dal divano
Mi sentivo il cazzo in tiro come se avessi preso il Viagra e speravo veramente che Luana richiedesse il mio aiuto altrimenti mi sarei dovuto masturbare. Lasciai la porta aperta per poter sentire le loro parole ma rimasi deluso dal silenzio che padroneggiava nel salone. Ogni tanto mi raggiungeva qualche bisbiglio indecifrabile.
All’improvviso apparvero sulla porta le due ragazze nude con Giorgia che spingeva l’amica ogni volta che Luana si bloccava. Capii che lei non era ancora del tutto convinta e che, forse, considerava questo atto come una dimostrazione d’amore nei riguardi di mia figlia.
“Vieni Luana” dissi con dolcezza indicando il posto accanto al mio “possiamo fare in tentativo. Se mi dirai di fermarmi lo farò all’istante senza sentirmi offeso, te lo prometto”
Luana procedeva ora con passi propri verso di me, come se quelle parole l’avessero liberata dalle paure, ed alle sue spalle vidi Giorgia sorridere felice
“Ti prego, non farmi male” mormorò Luana salendo sul letto “ho paura”
“sarò dolcissimo proprio come ho fatto con Giorgia.Te lo prometto”
L’abbracciai e la tenni per diverso tempo con la testa sul mio petto coccolandola sentendola sempre più rilassata. Giorgia ci aiutò a superare il primo momento di imbarazzo baciandoci con dolcezza per passare poi a baci più focosi fino a quando non cominciò a giocare con i nostri sessi. In quel momento non pensai che le permettevo di fare quello che le avevo negato precedentemente. Finalmente ci baciammo anche noi e da come mugugnava capii che Luana si stava eccitando “Vieni” sentii Giorgia chiamare l’amica “vieni qui vicino a
me” continuò mentre sentii la sua bocca impossessarsi del mio cazzo. Luana le si avvicinò ed iniziò a leccare anch’essa il mio sesso che stava diventando sempre più paonazzo.
“Uhmm ragazze mie … siete fantasti…cheee” dissi “è fantastico quello che sto provandoooo” era la prima volta che mi trovavo l’uccello conteso tra due donne ed era eccezionale. Non c’era una parte che venisse trascurata, ero avvolto da due lingue che non lasciavano scoperto un centimetro del mio membro.
“Slurp Slurp … slurp”
“Slurp Slurp … slurp”
Mi avvicinai alla fica di Luana, che trovai bagnata dai suoi umori per quanto era eccitata, iniziando a leccarla restituendo in parte le attenzioni che ricevevo dalla sua bocca.
Luana sobbalzò all’inatteso contatto della mia lingua con il clitoride e bastò questo semplice contatto per farla godere
“Siiiiiii Massimo godo .. godo” urlò contorcendo il corpo “siiiii ….. ohhhhh” In quel momento mi accorsi che Giorgia aveva lasciato il possesso del mio cazzo all’amica che ricominciò a pomparlo a e a succhiarlo fino a quando non mi fece godere
“ohhhhhhhh Luana siiiii…. Siiiiii….. bevila tutta …. bevila tuttaaaaaaaaaaah” urlai eruttando nella sua bocca un fiume di sborra bollente “bevila tuttaaahhh”
Le labbra di Luana si serrarono sul glande tentando di non far cadere neanche una goccia del mio sperma ma inutilmente vista la quantità uscita. Giorgia si tuffò sulle labbra dell’amica leccando tutta la sborra uscita e ben presto mi ritrovai con le due amiche intente a baciarsi e a mugugnare mentre facevano un sessantanove coi fiocchi.
Questa visione fu di grande aiuto per il mio cazzo che subito s**ttò sull’attenti pronto alla seconda manche.
“Luana papà è già pronto “preparati ad allargare le cosce ed a scoprire la gioia del sesso come ho fatto io ieri sera” disse Giorgia mentre le sgrillettava il clitoride
La reazione di Luana a queste parole fu un urlo di godimento per l’arrivo del suo secondo orgasmo e la pronta apertura delle gambe per ricevere il mio membro
“Siiii … godo……… godoooo … Siiiiiiiii ……. Massimo ti voglio ti voglio ohhhhh”
salii su di lei posando il glande sulla vagina e la guardai negli occhi dove vidi solamente passione e desiderio senza traccia di paura. Spinsi leggermente il mio fallo facendolo entrare in quella fica che trovai ben lubrificata dagli umori rilasciati durante gli orgasmi precedenti continuando a guardarla in quegli bellissimi occhi.
L’intrusione fu accompagnata da un gemito prolungato che terminò solamente quando tutto il membro fu dentro di lei e sentii la sua lingua dentro la mia bocca unite in un fantastico bacio.
“UHMMMMMMMM …. “
cominciai a muovermi piano piano per gustare al massimo di quella stretta fica che sembrava risucchiarmi il cazzo da dentro accompagnato dai suoi gemiti sempre più acuti, per poi cambiare ritmo dando colpi sempre più possenti e veloci
“Ohhhhh siiiiiii mi piace, mi piace …ohhhhhh ……. Ancora Massimo ancoraaaaaa” mi urlava nell’orecchio Luana
“Tiè .. tiè … tiè … tutto te lo do … tutto” sospiravo io mentre continuavo a stantuffare quella fica che sentivo sempre più accogliente
“oooooohhhhh godooooo Massimo godoooooo …. Oddio che bello che belloooooooo”
“Tiè .. tiè … tiè” continuavo a spingere imperterrito sentendomi sempre più vicino all’orgasmo
“Siiii siiiiiiiiii ohhhhhhh …. Vienimi dentrooo, voglio sentire tuttoooooohhhhh” urlò Luana in preda all’ennesimo orgasmo
“ohhhh siiiii Luana siiiiiiii … godo .. godo” gemetti mentre sentivo le mie palle scaricare una ondata di sperma in quella fica pulsante “godooooooooo”
La stanza si riempì all’unisono dei nostri gemiti accompagnati anche da quelli di Giorgia che si masturbava seduta sulla poltrona accanto al letto
“E’ stato meraviglioso, non pensavo che fosse così bello” disse Luana con le lacrime agli occhi
“anche per me è stato fantastico. Hai un corpo desiderabile ed una fica incredibile, quasi fosse vergine. E tu sei stata bravissima.” Le risposi mentre mi distendevo accanto a lei richiamando anche Giorgia che ci raggiunse raggiante.
“e’ stato stupendo vedervi scopare, ho quasi invidiato Luana” disse Giorgia baciandoci entrambi.
La serata finì poco dopo quando, esausti dalle fatiche, crollammo abbracciati in un sonno profondo.
Sono ormai passati diversi mesi da quel giorno e la nostra vita è cambiata in modo drastico. Luana, infatti, si è trasferita pianta stabile a casa mia, diventando la mia compagna di vita mentre mia figlia Giorgia ha incontrato un bravo ragazzo con cui sembra andare d’accordo.
A volte capita ancora che al mio ritorno a casa trovi le due donne della mia vita sul letto a lesbicare in attesa del re di casa (così è stato soprannominato il mio cazzo) ed in quello occasioni faccio sesso con entrambe.
Dimenticavo di dire che ho accontentato Giorgia, rompendole il culo, il giorno del mio 48° compleanno quando l’ho ricevuto come regalo insieme a quello di Luana ma questa è un’altra storia.
P.S. anche questo fa parte delle prime storie postate anni fa in un altro sito. Scusate per eventuali errori ma non l’ho riletto.
Una domanda: i lettori sono solamente uomini? Ancora non ho ricevuto nessun messaggio (di complimento o di critica che sia) da una donna! Ed io che speravo di trovarne una disposta a scrivere insieme a me qualche racconto, ma pazienza.
Grazie comunque di tutto e un saluto particolare al mio amico e lettore numero 1 (lui sa chi è)
Chat con Nick
You: ciao
You: m o f?
Stranger: m
Stranger: tu ?
You: f
You: anni?
Stranger: 25
Stranger: tu ?
You: 18
Stranger: di dove sei ?
You: Pavia
Stranger: che fai di bello ?
You: cazzeggio…
Stranger: beata te
You: Tu?
Stranger: io sono a lavoro
Stranger: cioè cazzeggio anche io, ma sono a lavoro
You: Ok
You: Cerchi tipe su omegle?
Stranger: single ?
You: si
Stranger: si
Stranger: cerco tipe
Stranger: tu cerchi tipi ? 🙂
You: Boh.. cerco di divertirmi…
Stranger: fai bene
Stranger: anche io
Stranger: come ti andrebbe di divertirti ?
You: a te?
You: Vado un’attimo in bagno, torno subito…
Stranger: come sei fisicamente ?
Stranger: ok ti aspetto
You: 167 carnagione chiara capelli rossi lisci fino alle spalle abbastanza magra
Stranger: rossi naturali ?
You: no tinti..
Stranger: ah ok… era per capire se eri rossa anche sotto XD
Stranger: io 175, capelli castani sparati, occhi verdi, carnagione olivastra, corporatura robusta
You: eheheh, no sotto no 🙂
Stranger: devi essere molto carina
You: Si 🙂
Stranger: sei sola soletta ?
You: Si, i miei sono al lavoro…
Stranger: eh io sono un pò lontano per farti compagnia, ma mi piacerebbe stare li con te ora
Stranger: da quanto non fai sesso ? 🙂
You: da sempre, sono vergine…
Stranger: beh è un bel pò di tempo XD
Stranger: ma neanche qualche altro approccio ?
You: Beh si
You: orale / masturbazione
Stranger: capito… e sei vergine per scelta o semplicemente non è ancora capitato
You: Non è ancora capitato… Ma comunque non che la regalo ecco… Lo farò quando mi andrà 😉
Stranger: si mi sembra più che giusto, non sono qui a dirti di darla 🙂
Stranger: ognuno ha i suoi tempi e vanno rispettati
Stranger: ci sei ?
You: sisi
You: scusa
Stranger: figurati 🙂
You: è che mi distraggo, e poi non sono brava a prendere l’iniziativa nei discorsi, preferisco essere “trascinata”…
Stranger: capisco 🙂
Stranger: hai una foto ?
You: Si, ne ho ma non si possono mandare qua..
Stranger: non hai kik ?
You: no
Stranger: io ho voglia di fare sesso…
You: Sei nudo?
Stranger: a lavoro ?? ma ti pare! 😀
You: ahahah… è vero, mi ero scordata!
Stranger: no sono vestito ma potrei tirarlo fuori, sono in ufficio da solo
You: che lavoro fai?
Stranger: lavoro con i computer
Stranger: programmatore
You: capisco
Stranger: tu sei nuda ?
You: ti capita di masturbarti in ufficio?
You: no
Stranger: si l’ho fatto una volta
You: indosso mini shorts neri di stoffa elastica, canottiera gialla, felpa verde marcio, e calze in tinta con la filpa alte fin sotto il ginocchio con grossi pois bianchi..
Stranger: mmhh interessante….
Stranger: pensa che una volta l’ho fatto mentre la donna delle pulizie passava lo straccio per terra
You: Ma proprio nel tuo ufficio?
You: cioè, lei era in ufficio con te e tu ti toccavi?
Stranger: si ma sotto la scrivania, lei era concentrata e non credo abbia visto
Stranger: tu ti sei mai toccata in situazioni strane ?
You: Si.
Stranger: racconta 🙂
You: Che maialino che sei però, e com’era la donna delle pulizie?
Stranger: beh non era male, ma non so se ci sarebbe stata, io ero troppo eccitato e mi eccitava ancora di più l’idea che potesse scoprirmi
You: L’ho fatto in treno in pullman nei bagni della scuola, in palestra, al parchetto, in campagna…
Stranger: hai mai rischiato di essere vista ?
You: Ma sei venuto proprio con lei li?
You: Più richio più godo 🙂
Stranger: no no diciamo che lei è stata poco dentro la stanza, ma io ce l’avevo fuori dai pantaloni e bello duro ma non ho continuato a toccarmi
Stranger: poi quando è andata via ho ripreso a toccarlo
Stranger: si anche a me piacciono le situazioni rischiose 🙂
Stranger: poi mi faccio certi film… ieri mentre venivo a lavoro ho sorpassato una macchina, e ho guardato dentro e c’era una bella tipa credo sui 35 anni che mi ha fatto un sorrisino di quelli maliziosi
Stranger: ero li li per seguirla ma ero in ritardo a lavoro…
You: capisco…
Stranger: ti stai toccando ora ?
You: No, vorresti?
Stranger: se sei eccitata si, mi piacerebbe
You: Dimmi come fare…
Stranger: sfilati gli shorts fino alle ginocchia, apri un pochino le gambe, leccati l’indice e passalo delicatamente sul clitoride
You: Ok, la mano devo infilarla dentro le mutandine o sopra?
Stranger: mmhh no sfila anche le mutandine
Stranger: e tocca il clitoride con movimenti circolari
Stranger: sentirai la figa che ti bagna lentamente, sempre di più
You: Ok, ho appassato shorts e mutandine fino alle ginocchia, mi sto massaggiando il clitoride col dito bagnato di saliva…
Stranger: ti stai eccitando ?
You: Si un po’…
Stranger: mmhh e si bagna la fighetta ?
Stranger: ti hanno mai leccato ?
You: Un pochino si è bagnata, si… Cerca di essere un po’ volgare in come ti esprimi che mi eccito di più…
You: Si, mi hanno leccata…
Stranger: mi piacerebbe leccarti ora
You: Mi vorresti a gambe spalancate sulla tua scrivania?
Stranger: ora infilati le dita dentro tenendo il palmo sul clitoride
Stranger: mmhh si volentieri, prima ti leccherei bene e poi ti infilerei tutto il mio cazzo dentro
Stranger: mi piacerebbe molto riempirti la faccia di sborra mentre me lo lecchi
You: Sto infilando le dita, scivolano dentro e fuori…
Stranger: mmhh bella calda, mi piacerebbe stare dentro di te, ti farei sentire quanto me l’hai fatto diventare duro
Stranger: ti piace fare la maiala in chat, vero ?
You: Si, mi piace…
You: Dai prova a tirartelo fuori…
Stranger: ce l’ho già fuori
Stranger: da quando ti sei abbassata le mutande
Stranger: era troppo stretto nei pantaloni 🙂
You: Ok.
You: Te lo stai menando, o è solo fuori?
Stranger: mi sà che tra poco vengo… la sola idea di te con le dita nella figa mi eccita troppo
Stranger: mi sto masturbando, con una mano faccio su e giù e con l’altra mi massaggio le palle
You: te le prenderei tutte in bocca le palle e te le leccherei mentre ti faccio una sega…
You: Ho le dita in fica per te…
Stranger: mmhh ti faresti sborrare in bocca ?
Stranger: mi eccita troppo
Stranger: mmhh si che sborrata…..
You: Hai sborrato?
Stranger: mmh si
Stranger: devo prendere un pò di carta per pulire la scrivania
Stranger: sei proprio una bella maiala
Salve lettori voglio raccontarvi un’avventura accaduta 2 mesi fa..
sapete che ho una comitiva d amici molto pazzi..e tra l’altro molto aperti mentalmente…ci divertiamo..sempre e in qualsiasi modo…
allora un amico decise di organizzare una festa in una sua casa al mare tra birre , cocktail , vino e tanta musica…
ci andammo tutti..coppie comprese..e in più vennero qualche altro amico e soprattutto amiche di Daniele ( il padrone di casa )
eravamo tutti vestiti casual ..le ragazze quasi tutte da belle maialine…
c’era Miry , Monica , ma chi superava tutte era Raffaella che venne con Francesco , aveva un vestitino molto trasgressivo verde che metteva in evidenza tutte le sue forme , soprattutto quelle del culo..
La festa inizia e tra gente che ballava coppie che limonavano tra i divanetti ( da premettere che la casa era una villa , 3 piani per 7 stanze a piano e 2 piani sotto terra che comprendevano il garage e il -2 una piccola palestra e qualche stanzetta per contenere viveri) io ed antonio iniziammo a bere tanto e a ballare insieme alle nostre amiche , ci strusciavamo e toccavamo , tanto che Marta ( un’amica 4 di seno e culetto tenero ) si girò verso di me dicendomi : quanto sei arrapato? hai bisogno di una scaricata eh?
Io : ahah no ma dai stiamo solo ballando , per ora ahah..
continuiamo a ballare tutti..
dopo un po’ vedo dall’altra parte dell’atrio gli amici che bevevano drink e birra da un imbuto..tutto d’un fiato..chi si bagnava , chi vomitava , la cosa più eccitante era vedere le amiche bagnarsi e per la maggior parte vedere i capezzoli turgidi perché non indossavano reggiseno…
iniziammo alle 22 , era più o meno l’1 di notte c’era gente che andava e veniva da bagni e stanze..quante scopate che vedevo tra le stanza..
mi siedo sul divano e dopo un po’ si siede raffa tutta incazzata..
IO : cosa succede Raffy?
Lei : guardalo è tutto ubriaco e sta ballando con quelle 2 troiette che manco conosce !
Io: su via è una festa , tutti ci stiamo divertendo , poi parli tu? ahahahah su via , sappiamo entrambi che t sai divertire e sinceramente non capisco perché non ti unisci a noi?
Lei : io sono venuta per divertirmi ma vedere lui così mi fa inca di brutto!
Io : allora lascialo fare tu va dall’altra parte che stanno bevendo come dannati con l’imbuto..vacci e divertiti ..tanto c’è gente e devi contenerti perché sei in coppia..
Lei : si lo so..ma se lui fa lo stronzo con quelle troie? io lo cornifico n’altra volta!
Io : dai sai che non lo farà mai..vatti a divertire!
Raffy mi dette un bacetto sulla guancia e sculettando andò dagli altri..la vidi bere a canna quasi 5 cocktail da quell’imbuto..poi iniziò a bagnarsi tutta e a non capire niente .. notai che anche lei non aveva reggiseno e in più aveva anche il culone bagnato..
quasi tutti i maschietti cercarono di provarci con lei , sopratuttp mentre si ballava..dopo un po’ io non vedo più francesco..faccio una passeggiata per riprendermi e sento una voce conosciutissima in una stanza , era fra che stava scopando con le due troiette!! C’era una a smorza candela e l’altra seduta sulla sua faccia che si faceva leccare..
Cazzo !! risposi tra me e me..chiusi la porta e scesi giù..raffy stava ballando e pian piano parecchi la stavano toccando , si stava infastidendo ..poi notò che il suo ragazzo e le tipe non c’erano più..cercò il mio sguardo , uscì dalla bolgia e mi portò via…
Dov’è lui? – tutta ubriaca e bagnata dai cocktail e dallo spumante –
Io : credo sia andato a darsi una rinfres**ta…
Lei : si certo!! vieni con me!!!
Mi porto su al terzo piano , ma per dirla meglio salimmo sul terrazzo ove c’erano qualche materasso e divanetto , qualchuno occupato da antonio e marta che ci stavano dando dentro!!
Lei : guarda so che quello sta facendo il porco e ora la pagherà!
Guarda antonio come la sta facendo godere! Ora tu mi devi sfondare! voglio la tua lingua qui ora!!
SI mise a novanta sul materasso si alzò il vestitino e vidi che era senza intimo!
si inclino appoggiando il petto al materasso mentre con tutte e due le mani si allargava il culo per farmi leccare il suo buchetto arrapato!!
Iniziai a leccarlo , infilando la lingua dentro come tanto amo fare..mi sono goduto quel gusto per un po’..poi mi stacco e :
Ora sfondami! non puoi capire come mi hai fatta sentire!!
Ero bagnatissimo e arrapato più del massimo..mi tolsi direttamente jeans e mutanda..puntai la cappella e lei subito spinse contro di me! Iniziò un ritmo così violento che mi piaccue tantissimo..godeva tantissimo dai colpi che le davo , la sculacciavo e sentivo che schizzava umori dalla sua bollente passera depilata!!
la sculacciai sino a farle venire il culo rosso!!
lEI : si sfondami più che puoi , lo sento tutto , mi sento bruciare!
in quel momento si fermo con il mio cazzo tutto dentro e iniziò a muovere il culo su e giù facendo anche dei cerchi..non so i fortunati come me , ma chi non lo ha mai provato , non saprà mai il godimento!!
sentivo la mia cappella che sfregava contro le sue pareti anali!!!
Godeva un casino ed io pure!
Poi facemmo una stupenda sessantanove me lo succhiava come se non facesse altro da anni , io la leccavo tutta e la penetravo la vagina con la lingua mentre avevo tre dita nel suo bel buco del culo!!
tutto d’un tratto : ragazzi come cazzo siete arrapati!! – era antonio che si stava facendo fare una spagnola da Marta!!
Dopo la sessantanove lei si mise su di me , prese il mio cazzo in tiro ancora e se lo fece scivolare nel buco( ormai dilatato ) del suo bel culone!
Sfondami , lo voglio sempre di più !!
RAffy era veramente eccitata!! così le dissi di rimanere rigida con il busto e portarsi in dietro leggermente , mentre io le tenevo le mani!!
e iniziai a farla sobbalzare dandole dei colpi così forti che la vidi piangere dal dolore e dal godimento!! le sua gambe tremavano io non mi fermavo ( d’altronde sotto effetto d’alcol si dura sempre un casino di più) sentivo schizzarmi sulla pancia ..era lei che veniva , sembrava avere un orgasmo dopo l’altro..
notai che stava crollando mentre diceva : ti prego fammi poggiare un po’..
così la misi di fianco e io tenendogli la gamba sinistra poggiata sulla mia spalla destra mi misi in una posizione molto più comoda..colpi ancora più forti..iniziò a graffiarmi e a godere tanto ma tremava ancora dai tanto orgasmi..mentre la impalavo sento alle mie spalle Fra!
Mi fermai!
Lui : Marco cazzo , ahahaha non sai che scopata mi sono fatto giù con quelle amiche di Daniele , sono delle dee!! vedo che anche tu ci dai dentro eh ?? mentre qui antonio e marta stanno a fumarsi una bella sigaretta.. ahahahaha chi è quella li Marco?
Per fortuna era ancora ubriaco io ero fermo ma sentii raffy che si alzo dal materasso e si mise in ginocchio , a novanta come nella prima posizione sul materasso ma..afferra le caviglie di francesco!!
IO penso tra me e me : cazzo ci ha sgamati e ora lei impreca dopo aver sentito da lui quelle cose?
Invece : Ehy marco sfondmi ancora!! voglio stare così mentre mi sfondi il culo!!
FRa : Minkia oh , questa ha proprio voglia..mi piace così ..anzi ora prendo la sedia così guardo tutto ,e tu signorina che non so tu chi sia mi tieni le caviglia!
Assurdo lui non l’ha riconosciuta!
Allora prendo coraggio e inizio a riscoparmi Raffa d’avanti a frà!!
La cosà mi eccitò tantissimo così mi precipitai verso lei e iniziai ad impalarla di nuovo…
Francesco guardava come scopavamo , ma soprattutto era quasi scioccato nel sentire gemere lei dai miei schiaffi e dai miei ritmi potenti!!
dopo un po’ vedo lui che sta quasi per crollare in un sonno profondo!
Io sto per venire , d’istinto mi viene da prenderla e alzarla dai capelli come una schiava d’avanti agli occhi del ragazzo!!
Si fa male si ma noto che si eccita un casino perché inizia a succhiarlo fino a farmi venire , avanti agli occhi di Fra , faccio vedere come la schizzo in bocca e la faccio ingoiare!!!
lei si alza e va a letto tremante e soddisfatta!!
Io guardo lui e poi antonio e marta..
Fra :cazzo , se stava Raffy a guardare , già il culo non me lo dà , in più se vedeva questo mi avrebbe chiuso completamente ogni speranza!
E con quelle parole si addormentò!!
io ero incredulo!
Antonio : ma non l’ha riconosciuta!!
Io : eh no!!
Anto: beh si dice di solito , occhio non vede cuore non duole.. ma qui?
Io : beh , l’essere ubriaco rende la vista confusa .. no?
ridiamo e io vado vicino raffy..ci fumiamo una siga e lei mi dice :
giuro che ho goduto troppo e mi sento male dai tanti orgasmi..quindi ti prego..voglio che tu mi scopi sempre!! e Antonio questo vale anche per te , ma solo quando voglio farlo in tre!!
Ridemmo tutto..la festa fu uno spasso..tutti si divertirono e tutti scoparono!! una vera comitiva di mattacchioni!
Inizio a dire che le Donne più grandi mi attirano di più delle ragazzine.
E cosi un giorno d’estate dopo una giornata in piscina, vado a casa della mia ex, ed esce di casa la madre, più o meno alta come la mia ex morosa, capelli lisci, tettine piccole e a pera(nonostante la sua età) ed un vestitino che mi ha fatto drizzare subito il cazzo, non aveva neppure su il reggiseno!
La tipica donna di 47 anni sposata con figli e molto riservata e pudica… questo connubio mi eccita ancora di più allora ho iniziato a fantasticare su di lei.
Un pomeriggio vado a prendere la mia ex ragazza a casa, ma lei è dalla sua vicina a curare il bambino, la madre mi invita in casa e mi chiede se voglio un caffe… non mi faccio perdere l’occasione! Si grazie mille. Era vestita normale ma la mi fantasia gia galoppava. prepara il caffe e si siede con me al tavolo e iniziamo a parlare di un po di tutto… ad un certo punto il mio sguardo cade sulle tettine anche li non indossava il reggiseno. Un po’ imbarazzata e rossa in viso mi dice:” Ma che cosa guardi?” io con una notevole erezione nego tutto e volto lo sguardo fuori dalla finestra.
di botto si alza corre in camera e dopo cinque minuti torna con il vestitino estivo che indossava la settima prima.
Esclama… Ora respiro… avevo caldo…
Io faccio sempre finta di nulla e mi trattengo, lei mi dice tu non hai caldo?
annuisco e fingo di giocare con il cane sotto il tavolo.
Sono con la testa sotto il tavolo e vedo le sue gambe, le sue cosce, e il mio pisello che diventa sempre più duro.
Senza dire nulla apre le gambe di s**tto… e li vedo le sue mutande bianche e sotto si intravede la figa pelosa, non so più che fare mi sollevo e sono rosso in faccia, lei sembrava eccitata e vergognata.
Mi dice a voce bassa bello il cane? e io si si bellissimo!
Per deviare all’imbarazzo mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso la finestra, senza accorgermi che il mio cazzo era duro… lei mi guarda rossa in viso… e mi dice:” Ma come mai? è stato il cane? ridendo e prendendomi in giro.
Subito dopo gli rispondo e gli dico:” No sei stata tu!! le tue mutande mi hanno fatto eccitare”
In quel momento cambia il suo tono di voce.
Ed inizia a spiegarmi che non ha rapporti con il marito da un anno e non resite più!
Io sempre imbarazzato mi giro e gli chiedo perché? con una donna cosi bella!!
Lei si alza mi prende per mano e mi porta in salotto li iniziamo a parlare.
lei è seduta sul divano e io pure con le sue gambe distese su di me, e io accarezzo volentieri e li inizia a sfogarsi… Sai dopo anni di matrimonio non è più come prima lui mi guarda ma non abbiamo più l’intesa di prima. io ascoltavo le sue parole cosi tanto per accontentarla perché ero super eccitato. ad un certo punto mi dice.” ma perché ti fermi sulle cosce?” non mi faccio ripetere due volte le cose e subito infilo le mani sotto il vestito e vedo le mutande bianche che mi hanno fatto eccitare. In un secondo gli sfilo il vestito e rimane in mutande sotto di me senza dirgli nulla mi spoglia con foga e rimaniamo in mutande a guardarci e toccarci piano piano… Ad un certo punto suona il mio telefono… panico era la mia morosa che mi diceva che non sapeva a che ora tornava a casa… io prendo la palla al balzo e gli dico:” si certo amore non c’è problema fai con calma”
Subito mi fiondo sulla mamma, e iniziamo a limonare e a baciaci molto appassionatamente, gli spoglio le mutante e il scopro il pelo curato bene, metto una mano per toccare il clitoride ed era bagnata all’incredibile, subito non capisce più nulla e mi spoglia le mutande con foga il mio cazzo era già duro, lo prende in mano mi ma una sega e poi inizia a succhiarlo, le lecca tutto, fino alle palle, e poi lo infila tutto in bocca, mi succhia per bene la cappella e poi lo fa sparire di nuovo in bocca io eccitato gli prendo la testa e accompagno i suoi movimenti.
Poi gli tolgo il cazzo da bocca e mi chino per leccare la figa, pelosa, bagnata e vogliosa.
Lecco il clitoride per bene due dita nella figa e uno nel buco del culo peloso quanto la figa ma stretto… lei non mi ferma e dopo circa cinque minuti, fa un piccolo verso e un urlo un po trattenuto e viene.
Ma la sua voglia non si ferma, ancora con il fiatone mi prende il cazzo inizia a farmi una sega e poi a succhiare il mio cazzo per farmi godere.
a quel punto la sollevo la matto a pecorina, ormai la figa e il culo sono tutti e due bagnatissimi. Lei con voce eccitata mi dice mettimelo dentro, io prendo il mio cazzo lo infilo subito nella figa bagnata e sento già un brivido e calda, la afferro per i fianchi ed inizio a darci dentro lei inizia a godere e non sembra neppure lei.
Con una mano gli afferro il capelli, e con l’altra gli masturbo il buco del culo, li iniziamo a godere tutti e tue e più ansima e urla più ci do dentro e faccio fatica a trattenermi.
continuo cosi per un po’ fino a che non mi dice prova a metterlo nel culetto…fai piano è vergine, io mi abbasso gli metto la saliva sul buco del culo e lei è eccitata, mi die che non lo ha mai fatto ed è vergine ma appena gli ho infilato il dito gli è piaciuto… allora tra la mia saliva e i peli punto il mio cazzo verso il suo culo ed entro piano piano.
No dice nulla io faccio piano ormai il cazzo è quasi dentro tutto, inizio a prendere il ritmo lei gode più che mai mi dice di non smettere, e dal divano la faccio scivolare sul tappeto li ci do dentro..il suo culo aspettava da anni un cazzo nel culo.
Dopo circa dieci minuti sento che sto per venire e urlando mi dice:” vienimi in bocca!”
tolgo il pisello del suo culo bagnato e aperto, e si fionda sul mio pisello anche lui bagnato di saliva e dalla sua figa, lo prende in bocca tutto poi si ferma sulla cappella la succhia per bene e in due minuti gli vengo in bocca…gioca un po’ con la mia sborra e poi la manda giù tutta.
ci guardiamo negli occhi ci diamo un bacio e stiamo abbracciati e nudi distesi sul divano. Poco dopo si alza e va in bagno per ripulirsi da un po di sborra che non è riuscita a mandare giù, io la seguo e scopiamo ancora con foga nel bagno… questa volta senza concludere perché tornato il figlio più piccolo… ma con la premessa di scopare ancora come a****li.
Questo racconto risale all’ultimo natale trascorso ed anche all’ultimo passato in casa dei miei suoceri perché da aprile abbiamo cambiato casa e quindi non abitiamo più con loro, mio suocero per la settimana di natale aveva prenotato un viaggio, come spesso fanno, ed io al pensiero di non averli tra i piedi e di andare a rovistare nelle sue cose intime magari trovando qualcosa di più spinto era già qualcosa che mi faceva bollire dentro. Prima della partenza mia moglie mi confessa che mentre aiutava la madre a fare le valige gli vede in un borsello da viaggio sai dove si mettono gli spazzolini, ecc, delle pillole con sopra scritto cialis. quando la sera rientro a casa i miei suoceri erano già partiti dal pomeriggio, e mia moglie mi racconta l’accaduto dicendo di averli trovato queste pillole e di aver fatto una ricerca su internet e aveva riscontrato che si trattavano di pillole come il viagra, infatti mi disse che il padre prende molte medicine e che quindi col fatto che ha 59 anni ne avrà bisogno di quelle pillole, mentre mia moglie in maniera naturale mi raccontava questo nella mia mente tutte le fantasie su mia suocera che avrebbe fatto la porca con il marito in vacanza mi facevano eccitare e un po anche infastidire perché anche se è una cosa improponibile volevo tanto un giorno fargli sentire di quanto ero pazzo di lei e di quanto avrei voluta farla felice senza l’aiuto di pillole. La serata continuò cenai tranquillamente ma inizio a prepararmi un piano per come e quando iniziare una ricerca approfondita sulle cose intime di mia suocera…In quella settimana ne capitarono di occasioni, mia moglie un pomeriggio andò a fare spese con mia madre ed io rimasi solo a casa, avevo tempo un oretta, iniziai da andare giù in cantina non so perché ma nella mia fantasia c’era la voglia di trovare tipo una videocassetta o un cd di un loro video privato ma purtroppo così non è stato, trovai delle vecchie foto invece da lei da giovane, e vi dico che adesso ha un po più di forme in più che assolutamente non mi dispiacciono ma da giovane era magrissima ma sempre con un seno bello prosperoso e in evidenza e trovai delle foto di quando andavano in vacanza con lei in costume, e fù allora che mi venne l’idea che se l’estate dopo cioè questa che è appena passata saremmo andati con loro al mare l’avrei fotografata di nascosto in bikini o cmq in maniera dove risaltano le sue forme di certo non lo potevo fare nei giorni normali, sarei stato sgamato. Dalla cantina passai al loro bagno ma niente di che anche se notai un l’asciugamano vicino al bidè bagnato ed il sapone intimo che era ancora aperto è capì che mia suocera si era lavata le parti intime prima di partire, di certo noi maschi preferiamo la doccia, presi quell’asciugamano lo annusai e il fatto che lì si era asciugata la sua bella fica e magari anche il fondoschiena fece eccitare i miei neuroni e tutto il resto, si sentiva di donna ma non molto perché era bagnato, infine andai in camera da letto, sicuramente nella fretta del viaggio non ebbe modo di rifare il letto e lascio il suo pigiama ancora lì chiedendo poi a mia moglie di mettere a posto la sua camera, iniziai ad odorare la maglia del pigiama dava del suo profumo, poi quando presi i pantaloni per annusarli vidi che in mezzo ai pantaloni c’erano le sue mutande nere, un po sporche le presi le odorai fortemente dava un odore forte di pipì e non solo pensai dentro di me ” brutta porca” le odorai ancora e le rimisi come stavano, pensando che tanto mia moglie non sarebbe andata subito a rifargli il letto e a pulire la camera e quindi aspettai il momento più comodo e tranquillo per masturbarmi come si deve…passò anche quella serata mangiando con mia moglie ma con in mente un pensiero fisso, quasi da ossessionato, quello di ritornare nella sua camera da letto a sentire il suo odore di fica matura, la notte non riuscivo a prendere sonno quando vidi che mia moglie dormiva, erano quasi le 2 di notte, mi alzai zitto zitto dal letto e senza mettermi le pantofole per non fare rumore uscì dal mio appartamento e andai al piano di sopra nella sua camera da letto, faceva freddo e tremavo sia per il freddo che dall’eccitazione, mi misi nel suo letto dal lato dove dormiva lei sul suo cuscino, presi la sua maglia del pigiama piena del suo bel profumo e le sue mutande le avvicinavo al mio naso con una voglia matta che se in quel momento si trovava lì mia suocera gli avrei leccato come non mai fino a farla venire quella sua ficona che immagino calda e grande, così iniziai a masturbarmi mettendo le sue mutande sul mio pene e leccandole proprio sul punto dove si sentivano di più i suoi profumi di donna, arrivai ma non sulle sue mutande in un grande sborrata e ancora con le sue mutande vicino alla mia lingua, è stato un bel momento ero nel suo letto sentivo il suo profumo sul suo cuscino, proprio lì nella sua camera dove fa di tanto in tanto qualche bella scopata con suo marito e con le sue mutande con i suoi umori vaginali immaginandola di leccarle la fica e le leccavo le mutande e stata una delle più belle sborrate eccitanti della mia vita, mentre mi segavo me la immaginavo lei con le sue belle tettone che mi scopava o me lo prendeva in bocca e a voce alta per eccitarmi ancora di più le dicevo ” sei una porca, sei zoccola, quanto mi piace il tuo odore di fica”, tutto questo purtroppo non l’ho più fatto perché non è più stata fuori casa, ma il pensiero fisso del suo odore di fica, o le sue tette che tutte le mattine durante il caffè avevo davanti agli occhi mi continuavano a rimanere in testa, con un pensiero che prima o poi me la volevo scopare….LA STORIA CONTINUA…
.1
– cosa vuoi che faccia ?
eravamo sdraiati nel nostro letto a soppalco dell’ ikea, la stanza era illuminata da una piccola luce sul tavolo da fumo davanti al divano del solottino,ricavato sotto di noi.
– non lo sò tu che hai in mente ?
nella penombra del nostro monolocale il suo viso sembrava una delicata scultura, come quelle bambole di porcellana che si vedono nei film in costume.
– dai sono sicura che qualcosa hai in mente, ci sono un sacco di cose che non abbiamo mai fatto.
si sentiva una leggera musica provenire dall’appartamento a fianco, era un rock anni 90, post punk o qualcosa di simile. Il palazzo era per lo più abitato da studenti o giovani professionisti che non badavano molto alla privacy, propria e degli altri.
Mi girai su un fianco per guardarla negli occhi, la sua bocca era semi chiusa le sue labbra brillavano nella penombra, aveva uno strano sguardo, lo sguardo di chi si aspetta una risposta ma che veramente non ha idea di quale possa essere la domanda, era lo sguardo curioso di una innocente ragazza di 19 anni.
-vuoi andare a bere qualcosa?
-non ho detto facciamo, ho detto faccia. Io, per te.
La avevo conosciuta poco più di un anno prima, lavorava come cameriera in un posto di villeggiatura di provincia, uno di quei posti dove si conoscono tutti. Ero diventato un cliente abituale durante quella estate, si trovava della buona birra, un ottima pizza, e sopratutto era frequentato da un sacco di turiste.
– Dai voglio fare qualcosa di eccitante per te…
Era sempre stata tanto timida quanto curiosa, ma per gran parte della sua vita la curiosità l’aveva vissuta come vergogna. Ero stato il primo ragazzo a cui la avesse data, e vi assicuro che mise a seria prova la mia pazienza. Non aveva esperienza voleva provare ma si vergognava. Non aveva mai fatto un pompino, non le avevano mai succhiato le tette o leccato tra le gambe. Era giovane, e vergine.
– Che cosa è eccitante per te ?
– Voglio fare qualcosa di eccitante per te, non per me.
– Per me è già eccitante parlarne
– È vero parliamo poco, di sesso.
Ho fatto sesso con lei solo dopo un mese che ci uscivo, non mi mancavano le ragazze in quel periodo, in realtà non mi sono mai mancate e erano state sempre più forti e dirette di me caratterialmente, forse era quella innocenza che mi eccitava tanto in quella ragazzina di provincia.
No ho mai capito come possa essere stato per lei la prima volta. Eravamo nel mio precedente appartamento era venuta in treno per pranzare insieme, era già la terza volta che lo faceva e a parte qualche bacio appassionato non eravamo andati oltre, mi faceva impazzire il modo come baciava, mi faceva impazzire la sua bocca sempre un pò tirata quasi nervosa. Mi accesi una canna che preparai sul tavolo con ancora con gli avnazi del pranzo, lei mi confessò che non aveva mai fumato, niente in vita sua, era vergine, ma che la eccitava vedermelo fare, gli chiesi se voleva provare e disse di si. Sul letto spenta la canna, acceso lo stereo, ero sopra di lei ancora vestita con il suo morbido maglione e i suoi jeans attillati, bellissima e fragile.
La baciai sulla bocca a lungo mordendogli le labbra, succhiandoglieli. Scesi con la lingua sul collo la baciai dietro le orecchie. Via il maglione, via i jeans, via il reggiseno. Era rimasta solo con un perizzoma grigio in micro fibra. Glielo baciai. Era un lago. Via anche quello.
Li nuda, sdraiata sotto di me, ricordo che mi fermai a guardarla. Era la prima volta che la vedevo completamente nuda, e per la prima volta realizzai quanto fosse delicata. Il suo corpo sodo da neo 18enne era perfetto, magra, non troppo alta con la pelle bianchissima lunghi capelli mori che le cadevano sulle spalle. Piccoli seni sodi, puntavano verso di me minuscoli capezzoli rosa. Era maldestramente depilata, aveva peli sulla pancia, sulle braccia e addirittura sulle areole. il monte di venere era una foresta durante una esondazione. La mia eccitazione era totale. Realizzai che non ero attratto da lei, ma dall’idea di tirare fuori la troia che si nascondeva in quella ragazzina di provincia, la volevo trasformare. Gli infilai due dita in bocca gli chiesi di leccarmele lo fece mentre mi guardava dritto negli occhi, stava tremando, gli passai le dita umide sui capezzoli, si irrigidì, mi abbassai per per baciarla in bocca, ma all’ultimo momento mi diressi su quei capezzoli, il suo gemito mi fece quasi raggiungere l’orgasmo. La guardai dritta negli occhi.
-devi chiedermelo tu.. -si, facciamolo!
– Ok, ti piace come scopiamo ?
– Si, ma..
– Ma?
– Dai voglio vederti eccitato, cosa vuoi che faccia?
Stavamo insieme da quasi un anno, nel tempo aveva scoperto il sesso, aveva scoperto che le piaceva chiedermi di sborrarle in faccia, le piaceva che le tirassi i capelli, che le infilassi un pollice nel sedere mentre la prendevo a pecora, le piaceva masturbarsi e leccarsi i capezzoli mentre scopavamo, amava provocarmi, si riferiva a se stessa come troia.
Ma per me una troia è molto di più.
Indossava degli hot pants verdi aderenti che mostravano le sue gambe perfettamente depilate.
– Voglio vederti che ti baci allo specchio, voglio vedere che flirti con la tua immagine riflessa.
I suo occhi brillavano, involontariamente si morse il labbro.
– Ti sei eccitata ?
– Vuoi vedermi flirtare con un altra ragazza?
Era in piedi davanti al grande specchio nel salottino del monolocale. La sua bocca distava solo pochi centimetri dalla sua immagine riflessa, i suoi seni nudi si specchiavano. Era, tesa, eccitata… Bellissima.
Io in piedi dietro di lei le affondai una mano nel voluminosi capelli mori con uno strattone indietro portai la sua testa vicino alla mia.
– Ti piace ? – le sussurrai all’orecchio
– È eccitante. Disse
– Lei ti piace ?
– Ti piace la ragazza nello specchio ?
– È bella, guarda che belle tette, che bella bocca. Secondo me tu gli piaci.
Aveva lo sguardo fisso sulla sua immagine
Spinsi la mano che avevo sulla sua nuca, si avvicinò di un paio di centimetri allo specchio.
– La vuoi baciare? Lei è una dea con la lingua
Spinsi ancora
– Non ti va di baciarla? Non ti va di succhiarli la lingua, le tette?
Spinsi ancora sa sua nuca verso la ragazza nello specchio.
Fece resistenza, si bloccò.
– Voglio che ti metti seduto nel divano, ti accendi la tua canna e ti masturbi mentre mi guardi.
Sono caduto nel divano, mi sono abbassato i box, e ho acceso la mia canna. Lei ora mi stava guardando soddisfatta, era rimasta dove va avevo lasciata a pochi centimetri dalla bocca dell’altra nello specchio, le mani appoggiate al muro.
– Voglio che ti fai una sega mentre mi guardi, voglio che descrivi quello che vedi.
– Vedo due ragazze, sono bellissime, sembrano gemelle ma una sembra più eccitata dell’altra.
– Chi delle due?
– Non riesco a capirlo
Diedi una generosa boccata alla canna, buttai fuori il fumo e vidi le sue labbra che lentamente si avvicinava allo specchio, inarcò la schiena mettendo in mostra il suo culetto. La lingua passava sulle proprie labbra per inumidirle, lo specchio era appannato.
Mi diede una occhiata, poi si guardò dritta negli occhi e si baciò.
– vedo la mia ragazza che bacia la sua amante, la sta baciando in maniera volgare come se la volesse mangiare, vedo il corpo della mia ragazza inarcato e vedo il suo bel culo che oscilla, vedo due dita che si appoggiano sulla sua bocca che vengono succhiate, ora si muovono sul tuo capezzolo, duro…
– non sono le mie dita sono la sua bocca
– vedo la bocca della tua amante che ti succhia un capezzolo
Ansimò
– vedo la mano della tua amante che si sposta dentro i tuoi pantaloni ti tocca il clitoride
Gemette
– vedo tu che la baci, vedo entrambe le mani della tua amante che ti stringono le tette
La stanza era velata dal fumo denso e bluastro della canna, la musica della proveniente dalla casa della vicina accompagnava i movimenti dei suoi fianchi, la luce soffusa della piccola lampada esaltava i contorni del suo corpo. Io sul piccolo divano probabilmente avevo la faccia da ebete, o forse da maniaco, di sicuro avevo gli occhi sbarrati, ansimavo. La canna fumata per metà penzolava tra le dita della mano, la cenere cadeva sul pavimento. L’altra mano, si muoveva lenta e automatica sul mio pene, era diventato duro e umido, ma anche di quella mano non avevo più il controllo era autonoma, la vista era l’unico senso che mi era rimasto vigile.
Si giro di spalle allo specchio, scese lentamente fino a sedersi a gambe larghe, mi guarda con la coda dell’occhio, inizia a masturbarsi, si mordere le labbra, si ferma, mi guarda.
– Chi è la più sgualdrina?
Si passa le due dita che prima le stavano dando piacere sulla bocca, le lecca.
– L’altra. Dissi
Vedo i suoi occhi restare fissi su di me, restringersi.
– L’altra, ti ha succhiato i capezzoli.. ti ha masturbato. Tu ti sei limitata a godere.
Avevo riacceso la mia canna, continuavo a toccarmi.
– Peccato che l’altra sia intrappolata dentro lo specchio, e tu non possa approfittare della sua bocca.
Si alzò, due passi ed era in piedi davanti a me, semi sdraiato sul divanetto blu con in mano una canna, e nell’altra il mio pene.
– Sopratutto lei è lesbica vuole solo me. Non farebbe mai questo.
Lentamente si tolse i pantaloncini, si abbassò su di me, cavalcandomi. Mi tolse dalla mano la canna, ne diede una bella boccata e la getto lontana sul pavimento.
Il suo sesso era in fiamme, mai sentita così, era fuori controllo. Presi il so culo dettandogli il ritmo, lo allargai, era talmente eccitata che non ci fu bisogno di inumidirlo, il mio dito scivolò dentro, inizia a pomparle anche il culetto.
-Lo hai di marmo, fammi sentire quanto ti è piaciuto. Fammi sentire che non puoi fare a meno di me. Scopami.
Aumentai il ritmo, estrassi il dito che le avevo messo nel culo, e glielo piazzai davanti alla bocca.
-Succhia!
-Succhia il cazzo che avevi un culo.
-Dove vuoi venirmi? Vuoi che te lo prenda in bocca? ..Dai amore vieni, ho voglia di sborra.
Aumentava il ritmo, tolsi anche l’altra mano del culo e iniziai a frizionarle il clitoride.
Inarcò la schiena, si irrigidì, le strizzai violentemente un capezzolo, venne.
Me la ritrovai crollata su di me, ansimante, con il fiatone, sudata. Mi baciò il collo.
-Grazie.- Disse
Ero sempre dentro di lei, mi muovevo lentamente, la sentivo rilassarsi.
– Vuoi che ti venga dentro?
Si staccò da me, si mise seduta sul pavimento, mi guardò…
– Schizzami in faccia!!!
il custode 2
La mattina seguente mi alzai e ripensando alla sera prima e al custode, al suo cazzo odoroso e sporco e a come mi aveva usato era di nuovo eccitato. mi sono alzato di corsa e sono andato in bagno nella speranza che nessuno notasse la mia eccitazione. arrivato in bagno mi feci una sega paurosa infilandomi il manico della spazzola nel culo; feci una sborrata fantastica, nel bagno c’era odore di sperma, me l’ero fatta sulla pancia e da li colava sui pochi peletti che erano presenti sul mio pube, era ancora indietro con lo sviluppo nonostante i miei 14 anni, avevo un cazzo non troppo grosso, pochi peli solo li, palle e culetto liscio e devo dire che non mi sorprendeva che ai miei amici piacesse farlo con me.
Sono andato a scuola ma ero mentalmente assente, ero impaziente di rivedere il custode, alle 18 dovevo stare presso il suo casolare vicino ai campi da tennis, la mattinata a scuola sembrava non finire mai, alla campanella d’uscita mi involai verso l’autobus per arrivare a casa il più velocemente possibile e fare subito tutti i compiti. passavano le ore e nel pomeriggio passarono a chiamarmi gli amici ma io dissi di sentirmi poco bene e che non sarei uscito quel giorno. Angelo preoccuopato mi chiese se c’entrava qualcosa quello che ci era successo la sera prima e io dissi – no tranquillo quel porco si è sfogato e mi ha lasciato andare -.
Erano quasi le 18 e mi incamminai verso il casolare del custode dei campi da tennis.
mentre mi avvicinavo ero preso da un misto di eccitazione e paura; rimasi un pò impalato davanti alla porta ma alla fine bussai, sentii la sua voce forte e molto autoritaria che diceva avanti. appena dentro sentivo il suo odore di uomo, aveva un odore forte di sudore, da uomo che aveva faticato tutto il giorno. la sua casetta era piccolina, appena entrati c’era una sorta di salottino con divano, tv e un angoletto per cucinare, poi c’era il bagno e una sola camera con un lettone vecchio.
Quando mi vide disse – ah sei tu troietta, allora sei venuto, ti è piaciuto il mio cazzo ieri -; io non dissi niente ma il mio silenzio suonò certamente come un si, infatti mi disse: – fai una cosa vai di la nella camera spogliati e aspettami che arrivo subito, vado in bagno e arrivo -.
Andai di la mi spogliai e aspettai che arrivasse, poco dopo arrivò completamente nudo, la sera prima solo il cazzo avevo visto, era bassino, peloso, cazzo corto e largo, pancia molto pelosa, si sentiva tutto il suo odore misto di sudore e piscio, si mise
sul letto e mi disse e brava la mia troietta ora devi farmi godere.
Mi ordinò di iniziare a leccarlo sul corpo, mi fece leccare i capezzoli e avevo vicino le ascelle che emanavano un forte odore di sudore, mentre leccavo lui mi toccava il culo sembrava impazzire per il mio culetto liscio, ci infilava dentro le dita e ci giocava ad un certo punto mi disse di prenderglelo in bocca e io ovviamente non mi feci pregare, appena preso in bocca quasi vomitavo ma resistetti, sapeva di piscio, mi ordinò di pulirlo per bene e di leccare anche le palle. dopo poco che lo pompavo mi disse – che bella troia che sei! ora però devi dimostrarmi obbedienza e allora scendi e leccami i piedi -. non sapevo cosa fare, rimasi fermo e allora lui mi prese per i capelli e mi disse – dai troia fai quello che ti chiedo, fai godere il tuo uomo -. mi ritrovai a lavorare con la lingua su quei piedi sporchi e odorosi, ma la cosa stranamente mi eccitava. mentre leccavo i piedi mi aveva fatto posizionare con il mio culetto verso la sua faccia e lui continuava a giocarci, ogni tanto mi srizzava palle e cazzo, mi diede anche delle sculacciate. ad un certo punto mi fece mettere a pecora sul letto e mi disse – ora il tuo uomo ti scopa bella troietta -; sputò sul buco e mi impalò. Ho sentito dolore quando è entrato ma ben presto divenne piacere, quando mi venne nel culo simultaneamente sborrai anche io senza toccarmi, se ne accorse e mi disse – brava la mia troietta -; poi mi fece alzare e mi disse – vieni in bagno che me lo pulisci -. mi fece mettere nella vasca da bagno, mi mise il cazzo in bocca sporco di sperma e degli umori del mio culetto e me lo spinse dentro dicendomi -dai puliscilo – e era ormai moscio ma ad un certo punto sento qualcosa di caldo e di acre che invade la mia bocca, mi stava pisciando in bocca e mi teneva la testa; appena mi lasciò sputai il più possibile. Senza preoccupazione mi disse: – giovedì è il mio giorno libero passa alla solita ora che ti faccio divertire con un mio amico e ricordati di non mancare -.
arrivai a casa e corsi in bagno a lavarmi con la paura che potesse sentirsi l’odore di piscio e cazzo che avevo indosso.
Finalmente posso rilassarmi. Passo delicamente il sapone liquido su tutto il mio corpo, soffermandomi qualche minuto in piú sul mio pisello. Lo insapono per bene, con il soffione della doccia lo bagno leggermente, quel tanto da rendere la schiuma piú voluminosa, quindi continuo a spalmarci sopra altro bagno schiuma ed a lavarlo. Poi, come se stessi masturbandomi, faccio scivolare lungo l’asta la mia mano su & giú per distribuire in modo uniforme il sapone liquido. Lentamente mi sdraio dentro la vasca, immergendomi leggermente in quell’acqua, calda al punto giusto. Le mie mani continuano ad insaponare il mio pisello, che data la forte attenzione che gli stavo riservando per quella doccia, inizia a gonfiarsi. “Chase? Devi farti una doccia o una sega?” Dico a me stesso. Mi rispondo che farmi il bagno in quell’Hotel, dopo una lunga giornata di lavoro fuori sede, era solo un pretesto per masturbarmi dopo una riunione di quasi sei ore consecutive, torturato tra l’altro da due colleghe in particolare, che non perdevano occasione per mostrare le loro tette o le loro gambe durante la presentazioni dei lavori. Fossi stato il Direttore dell’Azienda, avrei ostacolato un abbigliamento cosí provocatorio sul posto di lavoro. Specifichiamo, non voglio fare il moralista, anzi dipendesse da me le farei girare tutte nude in ufficio. Ma sarebbero una distrazione, magari parli di un progetto, poi lei si china per mostrarti dove applicherebbe le modifiche e booom… l’occhio inequivocabilmente ti cade nella sua scollatura alla ricerca delle tette e perdi la concentrazione! No.
Meglio un abbigliamento sobrio. Io come responsabile della mia sede lavorativa del centro Italia, avevo giá “sponsorizzato” che in ufficio pretendevo un abbigliamento elegante ma lontano dall’essere sexy. Comunque, morale della favola, con tutte quelle colleghe che giravano nella sala avanti e indietro, mostrando i loro disegni, spiegandone i punti di forza, mi sembrava di ass****re ad una sfilata di Playboy. Una accavalla le gambe mentre parla, l’altra si piega a novanta gradi per prendere la penna in fondo al tavolo mostrando le tette, quell’altra ancora mostra il culo tutto in tiro mentre scrive sulla lavagna… insomma, dopo sei ore di riunione avevo i testicoli gonfi ed il cazzo che stava per esplodermi. Cosí giocando fuori casa, non avendo amiche un pó puttanelle in quella cittá e considerando che non potevo fare nuove conoscenze vista la mia breve permanenza, non mi rimaneva che il piú classico dei modi per svuotarmi le palle: Masturbarmi!
Adesso il mio pisello non é piú gonfio, ma decisamente dritto. Vedo l’asta spuntare fuori dall’acqua come un periscopio di un sottomarino. Lo afferro con la mano destra facendo scivolare lungo il basso la pelle e scoprendo la mia grossa cappella gonfia. Quindi lo mollo, lo afferro di nuovo con la sinistra, chiudo la mano a “pugno” e faccio scivolare anch’essa verso il basso. Faccio questo gioco per qualche minuto, alternando la mano sinistra con la destra, lentamente, non ho fretta. Voglio sentire secondo dopo secondo lo sperma fermentare nelle mie palle, le voglio sentire al limite per poi lasciarmi esplodere come un vulcano da troppo tempo inattivo. Continuo a mettre sapone sul mio cazzo, lo lascio colare dalla punta della cappella, fino ai testicoli e con il dito medio lo spalmo tutto intorno al buco. Una sensazione di bruciore attraversa il mio corpo… ah,si….. mi piace. Allora continuo a massaggiare la parte bassa della mia cappella e sento il mio pisello che inizia a pulsare, non manca molto, sono pronto a venire. Ma voglio godermi questo momento di pre-sborrata ancora un pó! Mi fermo diversi secondi, giusto il tempo di far respirare il mio cazzo ed ammirarlo in tutta la sua erezione per qualche minuto. É gonfio, carico, pronto a schizzare e liberarsi di un carico ormai in eccesso. Continuo a guardarlo, mi piace vederlo dritto e imponente affiorare dall’acqua come il mostro di Loch Ness. Ora mi masturbo con il soffione, apro l’acqua alla massima pressione e dirigo i piccoli getti sotto la mia cappella… proprio lì, dove termina il mio grosso fungo ed inizia l’asta del mio pisello. Un immenso piacere attraversa il mio corpo, ci siamo quasi, piccoli “battiti” attraversano il mio uccello. Mi fermo, respiro, il mio cazzo pulsa, lo vedo “agitarsi”, stó per sborrare… lo sento. Ancora qualche sega classica con le mani, su & giú due, tre, quattro volte. Poi decido di dargli il colpo di grazia di nuovo con il soffione della doccia. Nuovamente apro l’acqua , né troppo calda, né troppo fredda, ma la giusta temperatura per la masturbazione finale del mio cazzo dritto che non chiede altro che svuotarsi. Dirigo il getto d’acqua a pressione sul mio pisello, mi distendo ancora di piú lungo la vasca e lascio a quei piccoli fili d’acqua la stimolazione finale del mio uccello… anzi, forse é il caso di dire: “pesce”. Muovo lungo tutta la mia asta il forte getto… sento lo sperma salire… poggio la testa lungo il bordo vasca… ah, ecco… sento la sborra farsi strada… ecco… si… vengo… una lunga spruzzata parte dalla punta del mio cazzo, poi una seconda… entrambe ricadono nella vasca mescolandosi con l’acqua… poi ancora un terzo schizzo, ed un quarto… una quinta spruzzata, che finisce sul pavimento del bagno, la spingo aiutandomi con il bacino, cosí come quella successiva….. mollo quindi il soffione ed afferro il mio cazzo con la mano per liberarmi dell’ultimo carico di sperma… la muovo su & giú cercando di favorire l’uscita ai restanti getti di sperma ancora nelle mie palle… ed é proprio durante le ultime schizzate, che accade l’impensabile. Mentre vedo l’ennesima spruzzata terminare la sua corsa sulle piastrelle in terra, noto anche una figura sul ciglio della porta del bagno immobile! Metto a fuoco: è l’addetto alle pulizie dell’albergo. Cazzo! Ma come é entrato? E poi da quando si puliscono le stanze nel pomeriggio. Immediatamente mi alzo e con il cazzo ancora in erezione che gronda le ultime gocce di sperma, esco dalla vasca.
– “Chi é Lei? E come è entrato? Non ha visto che la stanza era occupata?” Gli dico mentre mi infilo le ciabatte.
– “Mi….. Mi scusi Signore, io….. io pensavo che la stanza fosse libera… dovevo pulire, cosí… fuori il Led non indicava occupato, ho bussato… nessuno rispondeva, allora…” Mi risponde tutto rosso in viso e con mezze frasi, un ragazzo che non avrá avuto piú di vent’anni.
– “E quindi visto che nessuno Le rispondeva, si é sentito autorizzato ad entrare? Non ha pensato che stessi dormendo o magari facendo altro?” Continuo sulla difensiva ed usando un tono autoritario.
– “Le chiedo scusa di nuovo… io, io… le prometto che non accadrá piú e comunque non diró a nessuno di questo episodio… stia tranquillo” Mi dice cercando involontariamemte un’assicurazione con quelle sue parole.
– “Come? Non lo dirá a nessuno? Crede che me ne freghi qualcosa se lo racconta ad un suo collega o un amico? Io tra due giorni parto. Quello che qui è nei guai é Lei. Domani parleró con il suo Direttore. Non si preocupi, non la faró licenziare, ma faró in modo che si ricordi di questo episodio per un bel pó. Ed ora se ne vada” Gli rispondo accompagnandolo verso l’uscita della camera.
Mentre chiudo la porta butto un occhio sul comodino. Eccola lí quella maledettissima SIM Card. Mi avvicino per prenderla, mentre il mio pisello lentamente torna allo stato di riposo completamente unto di sperma. Non riuscivo a crederci, uno come me, uno attento ai dettagli, si era lasciato sfuggire questo: non aver inserito la SIM Card nell’apposita fessura dentro la stanza per palesare la presenza di qualcuno al suo interno e bloccarne l’accesso. Cosí mentre ripenso alla cazzata appena fatta, pulisco il pavimento intorno alla vasca tutto bagnato di sborra. Quindi decido di farmi una doccia, una vera doccia. Soprattutto adesso che il mio pisello é tutto appiccicoso come se lo avessi immerso in un barattolo di colla. La serata volge al suo termine e dopo una cena veloce in albergo, mi concedo un meritato riposo. Nell’attesa che il sonno prenda il sopravvento, riassumo mentalmente la giornata appena passata ed “organizzo” quella che arriverá. Non posso non pensare a quell’addetto alle pulizie delle camere, ed alla sua improvvisata. Mi chiedo se nonostante il mio “terrorismo” verbale, terrá quella storia per sé o se saró soggetto di storie tra amici tipo: “oh….. ma lo sapete che una volta ho sorpreso uno che si stava masturbando nella vasca?”. Comunque chissenefrega, in quell’albergo non ci sare piú tornato ed in ogni caso avrei parlato con qualche responsabile inventandomi qualcosa del tipo “ero in bagno a pisciare quando…” o “ero sotto la doccia, il suo dipendente é entrato senza bussare ed rimasto ad osservarmi fino a quando non mi sono accorto della sua presenza”. Sí, quest’ultima versione poteva reggere, se lui avesse detto che mi stavo segando, io avrei risposto che mi stavo semplicemente ed ovviamente lavando le parti intime. No, non lo faró! Ci ho ripensato. Sono incazzato, ma questo mi sembra troppo, magari lo licenziano davvero. Peró… peró facendo un playback mentale, effettivamemte il tipo é rimasto per diversi secondi ad osservarmi. Forse é stata la sorpresa, o forse era omosessuale e gli piaceva lo spettacolo. Magari ora si stará segando lui pensando al mio cazzo dritto ed a tutte quelle schizzate. Forse avrebbe gradito che lasciassi tutto sporco di sperma, per poi pulire lui il giorno dopo. Basta, ora mi stó facendo davvero troppe seghe mentali, cerco di dormire e basta. Domani mi aspetta una lunga giornata.
La riunione oggi dura meno del previsto, entro in auto mentre guardo l’orologio: non sono nemmeno le cinque del pomeriggio. Meglio. Cena presto e poi a letto. Ho intenzione di partire nella prima mattinata. Arrivato in Hotel, mi dirigo nella mia stanza e mi butto sotto la doccia, ma non prima di aver messo la SIM Card nel suo slot, evitiamo altre sorprese. Una volta fuori mi asciugo ed indosso qualcosa di piú comodo che non sia una giacca ed una cravatta. Scendo nella Hall principale e chiedo un tavolo singolo per la cena. Mentre scelgo dal menú cosa mangiare, noto una ragazza sulla trentina che chiede anche lei un tavolo singolo. Non male, penso. Cosí da lontano sembra proprio una bella topa. Non proprio alta, ma ben proporzionata. Quello che subito mi colpisce, prima ancora che si sieda, sono dei pantaloni elasticizzati che le modellano gambe e culo. Per un secondo mi tocco il pisello pensando che la sera prima ci voleva lei per svuotarmi le palle. Ordino i miei piatti e qualcosa da bere, mentre ogni tanto la spio a sua insaputa. Lei invece sembra non filarsi nessuno. Passa poco piú di un’ora e decido che é il momento di andare a dormire, ma prima voglio prendermi qualcosa al piano bar, magari un digestivo. Concentrato sugli alcolici dell’albergo, non noto subito che anche la tipa della cena ha deciso di bere qualcosa. Penso che forse dovrei fare qualcosa, dire qualcosa per agganciarla. Ma si, tanto cosa ho da perdere?
– “Le consiglio un Amer Picon, anché se é considerato un aperitivo, io lo prendo ogni tanto dopo cena. É piú leggero rispetto ad un classico liquore!” Gli dico attirando la sua attenzione.
– “Come ha detto?” Mi risponde lei.
– “Ho visto che anche lei stava scegliendo un digestivo, o comunque qualcosa da bere, l’ho vista indecisa cosí volevo suggerirle questo aperitivo Francese… ma che maleducato, non mi sono presentato: il mio nome é Chase” Le dico allungando la mano per stringere la sua.
– “Piacere Chase, io sono Lorena” Mi risponde con un sorriso lei.
Le nostre chiacchiere spaziano un pó ovunque, dalle banalità sul tempo, al perchè ci trovassimo in quell’albergo, passando alle descrizioni delle bellezze del luogo che avevamo visitato in questi giorni, fino ad arrivare poi, anche se in modo leggero, alle nostre vite private. Il tempo passa velocemente, ma nessuno di noi due se ne rende conto, chi rompe il nostro “flirtare” é il piano bar, che chiudendo il servizio ci lascia intendere che è notte fonda. Lorena gira il polso per guardare l’ora, si alza lentamente dalla sedia e mi saluta ringraziandomi anche per la lunga conversazione.
– “Perchè non continuiamo la nostra serata fuori? Non é poi così tardi” Le dico prendendo tempo.
– “Ti ringrazio Chase, ma domani sarà una lunga giornata anche per me, facciamo un’altra volta” Mi risponde lei.
– “Allora lasciami il tuo numero! Cosí ti chiamo uno di questi giorni e magari andiamo a cena fuori, così cotinuiamo la nostra chiacchierata” Insisto tentando il tutto per tutto.
– “Sei molto carino, ma non credo sia il caso. Io vivo in Piemonte e tu nel Lazio. Che possibilità avremmo di incontrarci?” Continua Lorena allontanadosi da me.
– “Potremmo comunque sentirci On Line e poi… e poi si vedrá” Gli dico in un ultimo disperato tentativo per non perderla.
– “Magari un’altra volta. Anch’io viaggio spesso per lavoro. Chissà… magari ci incontriamo di nuovo qui” Conclude lei dandomi un piccolo bacio sulla guancia e prendendo poi la direzione dell’ascensore.
“Cazzo Chase! Stai perdendo colpi, te la sei lasciata scappare” penso mentre anche io mi dirigo nella mia camera. Pensavo di aver “concluso” in bellezza la serata, ed invece…..
Finalmente sono nella mia stanza, preparo la valigia per la partenza del giorno dopo ed inizio a spogliarmi per mettermi sotto le coperte dopo un’intensa giornata lavorativa. Non appena mi tolgo la cinta, qualcuno suona alla porta. Chi puó essere a quest’ora?
– “Chi è?” Chiedo da dietro la porta.
– “Sono io” Risponde una voce dall’altro lato.
Ma….. Ma è Lorena, balbetto mentalmente. Apro la porta ed è proprio lei! Noto che in una mano stringe un contenitore per il ghiaccio con all’interno una bottiglia di vino rinomato e nell’altra due bicchieri di vetro stile grandi occasioni. Prima che io pronunci una sola sillaba, sorridendo mi dice:
– “Sorpresaaaa…”
– “Gra….. Grazie! Ma….. Ma non dovevi alzarti presto?” Gli dico sorpreso piú per la sua presenza che per la bottiglia.
– “Se vuoi me ne vado!” Mi risponde tra il serio e lo scherzoso.
– “No, No… rimani! É che non me l’aspettavo. Ma come facevi a sapere il numero della mia stanza?” Gli dico invitandola ad entrare.
– “Uffaaa… quante domande! Ma chi sei? Uno dell’F.B.I.? Ho fatto gli occhi dolci al tipo dell’accettazione e mi ha dato il numero. Cosí và bene?” Continua lei.
E cosí in questo albergo basta fare un pó la zoccoletta e chiunque puó ricevere informazioni personali. Evviva la privacy. Domani dovró fare una lunga chiacchierata con il Direttore, sia per l’episodio di ieri con l’addetto alle pulizie, sia per questa storia che chiunque puó avere dati sensibili su chi pernotta in questo Hotel. Ma adesso devo concentrarmi su Lorena. La osservo meglio ora che è piú vicina, ora che è nella mia camera, insieme a me. I pantaloni elasticizzati sembrano di una taglia in meno, aderenti come una muta da sub, ma decisamente piú eccitanti. Il suo culo è abbastanza piccolo, ma gonfio al punto giusto. Intanto lei si avvicina a quello che dovrebbe essere il “piano bar” della mia stanza, che in realtá é invece una scrivania con un piccolo frigo e mentre versa il vino nei calici, inserisco la SIM nello slot vicino alla porta per bloccare l’accesso da fuori ad eventuali guastafeste. Mi dirigo quindi verso di lei che, con i bicchieri in mano, fá altrettanto. Adesso ho anche modo di squadrarla da vicino frontalmente. Non riesco a capire la taglia del suo seno, una maglia larga stile hippie me lo impedisce. Quello che invece Lorena non tenta di nascondere (con dei pantaloni cosí, sarebbe impossibile) è la sua fica. Il tessuto elastico avvolge completamente la sua zona intima, le grandi labbra si distinguono chiaramente e la visione di quello spacco in mezzo alle sue gambe, inizia a provocarmi un’erezione.
– “A noi!” Mi dice porgendomi un calice.
– “A noi” Rispondo io.
Lentamente assaporiamo quel vino fresco, che ci concede qualche secondo di assoluto silenzio, interrotto solamente dall’intensitá dei nostri sguardi che si incrociano mentre i calici si svuotano. Allora decido di prendere io il controllo della situazione. Dolcemente tolgo dalle sue mani il bicchiere ormai vuoto e lo poggio sul tavolo vicino alla bottiglia. Intanto non perdo di vista il suo viso sorridendole, ma senza dire una parola. Quindi sfioro il tasto della luce provvisto di dimmer e lentamente la stanza diventa meno luminosa, perfetta per quello che la serata sembrava promettere. Ora sono vicino a lei, la guardo… ci guardiamo, alzo la mano destra e gli tocco i capelli. Avvicino la mia testa alla sua, mentre con la mano prendo morbidamente il suo collo da dietro ed avvicino il suo viso al mio. Adesso le nostre bocche si incontrano, un timido bacio sulle labbra apre le danze. Pochissimi secondi e finalmente le nostre lingue si incontrano, si cercano una con l’altra. Poi Lorena si stacca da me e si toglie la sua maglia stile “figlia dei fiori”. Io faccio altrettanto mentre la osservo seminuda dalla vita in su. La vista del suo seno parzialmente coperto mi eccita. Il gioco vedo non vedo anche in questi momenti è sempre stimolante, ed infatti sento nei boxer gonfiarsi il mio pisello. Allora mi avvicino a lei e mentre con la bocca cerco nuovamente la sua lingua, gli slaccio il reggiseno. Continuo a baciarla mentre le mie mani palpeggiano le sue tette. Le sento turgide nonostante non riempiano la mia mano, forse sarà una seconda piena, penso. Peró mi piacciono, sono toste come quelle di una ventenne. Cosí mentre gioco con quei meloncini, lei mi slaccia i pantaloni che cadono in terra per il loro peso. Ora é lei che reclama la sua parte tastando tra le mie gambe il mio pacco ormai gonfio. Sento la sua mano stringerlo attraverso i boxer, mentre le mie inziano a stuzzicare i suoi capezzoli ormai duri. Quindi porto le mie mani sui fianchi di Lorena e le faccio scivolare lentamente nei pantaloni elasticizzati. Cerco con le dita di insinuarmi anche dentro le sue mutandine, ed una volta afferrate pure quelle, lentamente e delicatamente faccio scivolare verso il basso quello che rimane del suo abbigliamento. La vista della sua fica spinge ancora di più la mia cappella sui boxer. Rimango qualche secondo con le ginocchia piegate e mentre le mie mani afferrano le sue cosce, la mia testa si fà strada tra le sue gambe. La sua fica profuma di fresco e mentre il mio naso gioca con le sue grandi labbra, un piccolo gemito già esce dalla sua bocca. Cosí mentre lei si gode un probabile principio di orgasmo, ne approfitto per sbarazzarmi dei calzini prima e dei jeans dopo. Ho imparato con l’esperienza che invertendo i fattori, prima i pantaloni e poi i calzini, si hanno pessimi risultati con le donne. Sono quasi nudo, a parte un pezzo di stoffa che imprigiona il mio uccello. Anche Lorena è ormai completamente nuda, la vedo togliersi le scarpe senza nemmeno slacciarle usando i piedi stessi, quindi come un felino “esce” dalle sue mutandine che ormai sono un tutt’uno con i leggins e finalmente si concede alla mia vista nella sua totale nuditá. Penso che sia ora di liberare la bestia, che con prepotenza pretende di essere liberata. Provo ad avvicinare le mie mani ai boxer, ma un gesto di Lorena me lo impedisce. Capisco che vuole scartare di persona il suo pacco. Sento le sue calde mani sui miei fianchi, poi sul mio sedere che lo stringe con forza aumentando di più il mio piacere. Infine toglie l’ultimo lembo di stoffa che divide il mio cazzo dalla sua fica. Non appena mi sfila i boxer, il mio pisello spunta fuori nella sua totale erezione come una molla! Lorena rimane in ginocchio per poi afferrare con una mano il mio cazzo pulsante. Penso voglia masturbarmi, invece si limita a tirare indietro la pelle per scoprire la mia cappella, che gonfia come un pallone, offre resistenza a quel movimento. Quel leggero movimento mi offre un principio di sborrata, sento il mio pisello pulsare e le palle esplodermi. Poi avvicina la sua bocca vicino il buco della cappella ed inizia a leccarlo. Quindi passa alla parte sotto, la punta della sua lingua stuzzica l’attaccatura della pelle al mio grosso fungo. Ora sono io che emetto un gemito, mentre sento la sborra salire lungo l’asta. Lei si ferma per qualche secondo mentre vede il mio pisello pulsare senza peró sborrare. Quindi continua il suo lavoro con la lingua, questa volta la sento leccare tutta l’asta. Percepisco la punta della sua lingua partire dalle mie palle, fino a salire su su verso la fine del mio cazzo. Sento che stó per venire, cosí afferro le sue mani che nel frattempo si sono posate sui miei fianchi e mi preparo a svuotarmi sul suo bel visetto. Ma Lorena smette quella frazione di secondo prima del culmine del piacere, cosí all’ultima risalita della sua lingua lungo la mia asta, quello che mi concedo per quel lavoro di bocca a metá, é solo una lunga sborrata stile piscio. La chiamo cosí quella interminabile spruzzata che dura almeno tre secondi come se stessi pisciando. Quella schizzata liberatoria che vorresti trattenerti per un posto piú caldo ed accogliente, ma che comunque il tuo corpo espelle per un eccessivo carico di sperma. Quella sborrata che comunque ti mantiene l’erezione ed alla quale non ne seguono altre nell’immediato. Lorena si mette comunque in piedi un istante prima che io venga, evitando che le sporchi il viso e lasciando che il mio liquido seminale finisca sul pavimento (tra l’altro la seconda volta in due giorni… quella stanza avrá un bel ricordo di me).
Con il cazzo dritto in mezzo alle sue gambe, le mie mani che stringono il suo culo e la mia lingua che cerca ancora il sapore della sua bocca, la spingo verso il letto. Una spinta affettuosa la costringe a sedersi, poi le mie mani si posano sulle sue ginocchia e la costringono a divaricare le gambe. Voglio ancora respirare la sua fica, cosí avvicino di nuovo il mio viso alle sue grandi labbra questa volta bagnate da morire, completamente zuppe! Gliela lecco ovunque e dovunque, dentro e fuori, la mia lingua umida si confonde con i suoi umori mentre la sento ansimare. Alzo lo sguardo e vedo il suo viso rivolto al soffitto per quell’attimo di piacere. Il mio pisello in ereziome e pulsante mi suggerisce che è arrivato il momento di svuotarmi dentro di lei. Mi metto in piedi e cammino verso il trolley vicino all’armadio, frugo nella tasca laterale in cerca di un preservativo. Poi torno da Lorena mentre apro la confezione. Sono a pochi centimetri da lei mentre cerco di mettere la tuta al mio ormai esausto cazzo. Un suo gesto mi fá capire che vuole mettermelo di persona. Cosí si allunga verso di me e mentre con una mano afferra il mio cazzo tirandolo a sè, con l’altra mi ruba il preservativo. Toglia l’aria dalla punta dello stesso e dolcemente lo infila lungo tutta l’asta. Poi si sposta leggermente verso il centro del letto e divaricando le cosce mi invita ad accomodarmi. Non me lo faccio ripetere due volte. Ora sono con il mio cazzo difronte alla sua fica, la striscia di pelo tipo mohicano che si è lasciata poco sopra lo spacco, mi lasciano una perfetta visione delle sue grandi labbra completamemte fradice. Mi avvicino lentamente al suo posto piú intimo, tocco il suo buchetto e lentamente scivolo dentro, centimetro dopo centimetro. Inizio a muovermi al suo interno, movimenti regolari su & giu rimbombano nella stanza ogni volta che le mie gonfie palle sbattono su una parte del suo culo. Percepisco la sua fica pulsare, mentre un mix di dolore e godimento mi attraversa ogni volta che le mie palle “rimbalzano” in mezzo alle sue gambe. Poi il carico di sborra inizia ad incanalarsi lungo la mia asta, sento lo sperma salire velocemente per tutta la lunghezza del mio cazzo… ci sono….. sto pervenire… sborro una prima volta, poi una seconda, una terza, una quarta….. avverto il calore dello sperma soffocato dal preservativo avvolgere la mia cappella… continuo ancora a spruzzare… a spingere… voglio sentirmi completamemte vuoto… sborro ancora un paio di volte, fino a quando mi rendo conto che il mio pisello é arrivato… esausto… cosí mi sfilo da Lorena mettendomi al suo fianco con il cazzo ancora dritto e pulsante. Lei sembra non averne abbastanza, allora si mette a cavallo su di me con la sua fica zuppa, afferra il preservativo con le mani e sfilandomelo lo butta da qualche parte nella stanza. Poi con una mano afferra il mio cazzo unto di sperma ed inizia a masturbarmi cercando di farmi godere ancora una volta. Ma a parte un paio di goccioline di liquido seminale uscite piú per forza di inerzia che per quella tentata sega, quello che resta è sola un estremo tentativo di tortura post scopata. Cosí anche lei si distende sul letto, mentre il mio pisello si concede un meritato riposo afflosciandosi lentamente.
Poco dopo ci concediamo una doccia tranquilla e mentre io indosso la mia camicia da notte, lei si riveste per tornare nella sua stanza.
– “Dormi qui Lorena? Tanto anche io domani mi alzo presto” Le dico.
– “Ti ringrazio Chase, ma pure io devo fare la valigia. Ci vediamo domani mattina per la colazione” Mi risponde baciandomi velocemente sulla bocca e prendendo la direzione della porta.
La mattina dopo alle 7:00 sono giá nella sala ristoro. Ordino un latte macchiato e mentre aspetto, mi guardo intorno alla ricerca di Lorena. Ma di lei nemmeno l’ombra. Forse é in ritardo. Aspetto. Ma quando guardo di nuovo l’ora, mi rendo conto che è passato un bel pó di tempo dal momento in cui mi sono seduto e che di lí a poco, ci sarebbe stato il mio volo per tornare a casa. Cosí prendo il mio trolley e mi dirigo all’accettazione per consegnare la tessera magnetica della stanza.
– “Buongiorno, lascio l’albergo e questa è la mia SIM. Stavo cercando la signorina Lorena, puó chiamarla nella sua stanza e dirle che l’attendo qui?” Dico all’impiegato.
– “Non abbiamo nessuna Lorena in questo Hotel, è sicuro che si chiami così?” Mi risponde l’addetto mentre controlla la lista dei clienti.
– “Certo che ne sono sicuro! Ieri abbiamo anche preso da bere al vostro Bar. Guardi meglio” Continuo io.
– “Mi dispiace Signore, ma ho giá controllato due volte, qui non abbiamo nessuna con questo nome. É sicuro che la sua amica alloggi da noi e non abbia magari usufruito solo del nostro servizio ristoro aperto a tutti?” Mi risponde ancora l’incaricato della reception.
No che non ne sono sicuro, penso. Cazzo, e adesso? Non ho niente in mano per rintracciarla. E poi perchè avrebbe dovuto mentire sulla sua identitá. Mentre nella mia testa si formulano duemila domande, esco da quell’albergo e cerco un taxi. Poi alle mie spalle improvvisamente una voce si offre per aiutarmi:
– “Stá arivando un auto per lei. L’ho vista fare colazione con il trolley a seguito e mi sono permesso di chiamargliene uno”
Mi giro e quello che mi si palesa di fronte, è il tipo che due giorni prima mi ha sorpreso a masturbarmi nella vasca.
– “Lei? La ringrazio, ma faccio da solo. E non creda che mi sia scordato di lei, ma adesso ho troppa fretta per sporgere un reclamo, lo faró da casa con una E-Mail” Gli dico fingendo il mio disappunto.
– “Faccia quello che ritiene opportuno” Mi risponde serafico. Intanto arriva il taxi. L’autista carica il mio unico bagaglio e poi torna al posto di guida.
– “Porti il Signore all’aeroporto ed addebiti la corsa sul nostro conto” Gli dice il dipendente dell’Hotel attraverso il finestrino. Poi mi apre la portiera e poco prima che l’auto riparta, si rivolge nuovamente a me:
– “Spero che la serata di ieri sera sia stata piacevole e che il vino sia stato di suo gradimento” Mi dice mentre con il palmo della mano batte sul tettuccio dell’auto per indicare all’autista che puó partire. Il tempo di realizzare quanto mi è stato appena detto e siamo già lontani dall’albergo.
Come faceva a sapere della mia serata? Allora è lui che ha dato il numero della mia stanza a Lorena! Ed a questo punto, chi è realmente Lorena? Una sua amica? Una puttana? Una cameriera dell’albergo che arrotonda lo stipendio con servizi extra in camera? Una sfilza di domande si susseguono nella mia testa, miliardi di supposizioni prendono forma, tutti possibili scenari che non avranno conferme. Forse Lorena era il suo “modo” per scusarsi, chiunque fosse, lei era la sua redenzione. Forse era stata pagata. Forse quell’impiegato aveva forzato il nostro incontro, o forse piú semplicemente Lorena era una ragazza qualunque che voleva davvero fare sesso ed incrociando il cammino di quel cameriere, gli ha chiesto davvero con “gli occhi dolci” il numero della mia stanza… forse! E forse quando (e se) torneró in quell’Hotel, avró la mia risposta!
Insomma, tanti “forse” ma nessuna certezza, anzi una: il servizio in camera di quell’Albergo é stato davvero impeccabile, eccellente, indimenticabile!
Su questo non c’erano dubbi!
Il collega
Mia moglie mi guardava con aria terrorizzata… il mio collega stava li’, di fianco a lei, col cazzo in erezione fuori dai pantaloni…
era venuto per prendere alcune pratiche di cui aveva bisogno e che per errore mi ero portato a casa io. Lo facemmo accomodare in cucina e io dissi a mia moglie di preparare il caffe’, mentre prendevo i documenti. Uscii dalla cucina e cominciai a rovistare nella mia borsa del computer portatile che tenevo in corridoio, alla ricerca dei fogli. Sentivo lui che le faceva dei complimenti, cosi’ senza farmi notare seguii la scena con lo sguardo… lei era di spalle che preparava il caffe’, mentre lui non staccava gli occhi dal suo culo…lo vidi avvicinarsi a lei… si vedeva chiaramente la sua possente erezione attraverso i pantaloni… da dietro le disse qualcosa che non riuscii a sentire, mentre si appoggiava al suo culo. Lei sussulto’, le sentii dire “dio mio…quant’e’ grosso”. Senza voltarsi, mise una mano dietro per tastare la sua virilita’, lui abbasso’ la zip dei calzoni e lei infilo’ la mano…Io feci un po’ di rumore per farmi sentire e rientrai in cucina… si voltarono velocemente verso di me, lei davanti a lui, per coprirlo… Li guardai con aria stranita e dissi “qualcosa non va?” mia moglie era imbarazzatissima… lui invece usci’ allo scoperto, si sposto’ mettendosi di fianco a lei e mostrando il suo membro a me… e che membro! Il mio cazzo ebbe un’impennata… guardavo quella verga e la immaginavo scorrere lentamente dentro di lei… Finsi stupore, mentre mia moglie arrossi’, portandosi le mani alla bocca. Lui disse: “tua moglie e’ una gran bella donna…mi piacerebbe scoparmela…. E lei si farebbe montare molto volentieri.” La guardammo entrambi, in cerca di un suo cenno di assenso, o di smentita… lei era sconvolta… non riusciva ad aprire bocca. “Davvero tii faresti scopare da lui?” dissi io. Mi guardo’ per un lungo attimo… poi fece un cenno di assenso con il capo. Non ce la facevo piu’, il cazzo mi scoppiava nei pantaloni… “Bene allora, cominciate pure” dissi sedendomi sulla sedia. Tirai fuori il mio cazzo ormai dolorante, e cominciai a masturbarmi guardando lei che, inginocchiatasi, gli faceva un pompino. Lei mi guardava negli occhi, mentre lui le diceva “brava, cosi’…ho capito subito che sei una troia repressa”… dopo qualche minuto disse “ora basta…voglio montare questa vacca…” la fece alzare, prese una sedia e si sedette di fronte a me. Lei si tolse la gonna e le mutande e si sedette su di lui, volgendogli le spalle. Vidi una smorfia di dolore sul suo volto quando il palo dell’uomo la penetro’… quando lo ebbe preso tutto lui mise le mani sotto al suo culo e la sollevo’, per poi lasciarla scendere lungo la verga…mi guardava, ma il suo sguardo era perso nel piacere…venne due volte nel giro di pochi minuti, mentre l’uomo instancabilmente e lentamente muoveva la verga dentro di lei… poi anche lui cedette al piacere…sfilo’ il pene e lancio’ uno schizzo che le riempi’ la faccia… un secondo fiotto arrivo’ fino a me, e quando sentii il calore del suo sperma sulla mia cappella e sulla mano venni anche io…
il cielo privato
Era un venerdì di luglio,decidiamo di organizzare una cena sul terrazzo con una coppia di amici.Abitiamo all’ultimo piano di una palazzina,una specie di attico ma niente cose di lusso,costruzioni edificate e poi condonate in piena periferia.La cosa che più adoriamo della nostra casetta è che ha il cielo privato.Se qualcuno venisse a casa nostra arrivando all’ultimo piano si troverebbe davanti una porta tale e quale a quelle delle abitazioni dei piani inferiori,però aprendola non troverebbe una casa,bensì un terrazzo con il suo angolo di cielo privato . Sul terrazzo due finestre e l’effettiva porta d’entrata della nostra casa.Questi è chiuso su tre lati e aperto nella parte frontale,non è in una posizione super elevata per cui i palazzi di fronte possono godere di una visuale perfetta su di esso.In uno di questi palazzi ci abita un trentenne con qualche disturbo della personalità,uno non proprio sveglio diciamo.Il mio compagno conosce la sua situazione,non ha mai avuto una ragazza,sostanzialmente non ha mai scopato,è estraneo alla maggior parte delle cose che comprendono il sesso.Pensate a quanto può essere fissato con la fica uno che a 35 anni non ha mai scopato e frequenta assiduamente la parrocchia del quartiere..Spesso me lo ritrovo in finestra a spiare e in estate gli spettacolini di certo non mancano quando stendo la biancheria ,quando annaffio le piante,quando facciamo sesso e ci stuzziachiamo al chiar di luna.Anche perchè nel periodo caldo diventa la stanza in più della casa,viviamo all’esterno.Verso le 20.00 arrivano i nostri ospiti.La sera con il suo refrigerio sta appena cominciando a calare su di noi e una splendida luna piena si sta alzando.Ci accomodiamo fuori e facciamo due chiacchiere davanti ad una birra,in attesa che l’acqua inizi a bollire.Non li conosciamo molto bene.quindi mi sono vestita abbastanza casta,lei al contrario alla seconda cena si presenta con una minigonna giro passera,non è una modella ma è molto carina.Entrambi sono molto amichevoli due persone con cui si condivide bene il tempo.Lui molto benestante ma non proprio un adone,lei bassina, mora,straniera dell’est europa,carnagione olivastra,due belle tette sode avvolte da una bella scollatura,un pò di culone e un pò di cellulite ma nel complesso passionale e sensuale.Almeno a giudicare dai modi di fare rilassati,espliciti e provocatori che ha. Il mio uomo accende il barbecue,lei viene dentro con me e si offre di apparecchiare per la cena.Quando porto i piatti in tavola vedo con una certa sorpresa che lei è vicino al mio lui,e il suo uomo ed io siamo dall’altro lato del tavolo.Fin dai primi incontri sia io che il mio compagno abbiamo avuto l’impressione che lui avesse delle tendenze un pò cuck,gli piace esibire la sua donna,un pò come il mio uomo ma ancora più sfrontato.Insomma con quel pezzetto di stoffa che la copre l’immaginazione non serve.La cena prosegue chiacchierando amabilmente,qualche discorso un pò più spinto.Così ci troviamo a parlare di chirurgia estetica,il suo ragazzo la provoca dicendogli che gli farebbe fare una quinta,lei controbatte voltandosi verso il mio lui,si stringe le bocce tra le mani e le comprime mentre le tira su facendole trasbordare ancor di più dal suo decoltè,un altra spinta e avremmo potuto vedere i capezzoli.Il mio ragazzo apprezza,la sua attenzione è stata magnetizzata da quel panorama.Il suo uomo la guarda compiaciuto e sornione.Finita la cena proseguiamo nel conversare davanti ad un caffè e ad una vodka,ora lei è voltata verso il suo commensale,gambe che si accavallono e si scavallano,piedi che si poggiano sui poggiapiedi della sedia ecc….Non posso vedere ma so che il mio lui si sta godendo uno spettacolo inatteso.Lo provoca e si esibisce fino alla fine della serata.Sono contenta per lui ma allo stesso tempo anche un pò gelosa.Verso mezzanotte si alzano per tornare a casa,ora che è in piedi la guardo per l’ennesima volta e penso che nel nostro letto ci starebbe proprio bene,se non fosse per il suo compagno che non è proprio un granchè.Anche io vorrei la mia parte eventualmente!Ci salutiamo e la porta sull’esterno si chiude.Ora siamo soli io e lui.Sono poggiata con il culo sul bordo del tavolo e lui mi si avvicina con il suo bel sorriso,senti quà mi dice.Prende la mia mano e se la porta sula cazzo,lo guardo dicendogli che le moine e l’abbigliamento della nostra amica hanno fatto il loro effetto.Gli sbottono i pantaloncini e,come spesso accade in estate lo trovo senza mutande,mi chiedo come avrà fatto con la sua erezione a passare inosservato.Lascio cadere a terra l’indumento e gli prendo il cazzo in mano senza stringerlo,inizio a muovere la mia mano,lo bacio sul collo e mi avvicino al suo orecchio.Sussurrando gli dico che se prova a scoparsela senza di me lo eviro,zack!Intanto la mia mano si è stretta in una spira mortale sul suo arnese,si piega in avanti e prova a rassicurarmi,io gli ribadisco il concetto.Credo che abbia afferrato ,posso continuare.Entro un attimo in casa e spengo le luci ma con questa luna sembra giorno.Ora le posizioni sono invertite lui poggiato sul tavolo e io devotamente inginocchiata davanti al mio bel cazzo.Lo succhio,lo lecco,me lo struscio nella sua lunghezza sulle labbra, ecc….Mi alzo e lo bacio con molta passione,le sue fantasie mi eccitano da morire,giochiamo con le nostre lingue.Lui in un attimo mi spoglia tutta,sono completamnete nuda e una brezza ristoratrice ci carezza.Mi bagno al solo pensiero di questa immagine di noi nudi ,esposti,visibili e indaffarati a perderci nel nostro piacere.Abbracciati ruotiamo su noi stessi , mi fa voltare.Ora mi ritrovo con gli avambracci sul tavolo,il ventre che quasi ne tocca il bordo e il culo appizzato,si inginocchia e inizia un cunnlingus fantastico che mi manda sempre più su di giri.Inarco ancor di più il bacino permettendogli di affondare la sua lingua dentro di me.Due forze uguali e contrapposte che si scontrano.Si alza in piedi e mi inizia a sbattere sempre più violentemente,si sfila e passa alla bocca che nella posizione in cui sto ,esattamente come il culo,si trova ad un’altezza perfetta,basta girarmi un pò la testa e lo prendo tutto.Inizia a scoparmi in bocca,indifferente ai miei conati.Ogni tanto sono costretta ad arretrare per riprendere fiato mentre lui continua, afferrandomi i capelli, a spingere la mia testa sul suo membro.Si posiziona di nuovo dietro me e ricomincia a penetrarmi,messa così sono in balia totale delle sue pulsioni.Alzo la testa e guardando verso i palazzi di fronte scorgo una lucina rossa di una sigaretta accesa .La finestra è quella di questo tizio che spesso mi osserva.La luce è spenta ma ne posso cogliere i contorni della persona,o almeno a me così sembra.Riabbasso la testa e lo metto al corrente dello spettatore,lui entusiasta continua la sua performance .Mi prende una gamba e me la fa mettere sul tavolo,la mia fica gronda piacere come un fiume in piena,si sfila e mi lecca su e giù,dalla patata al culo,poi si rialza e riprende da dove aveva lasciato.Continua ancora un pò,poi mi fa alzare e mi fa sdraiare supina sul tavolo.Vorrei urlare il mio piacere ma non posso,per ovvie ragioni.Sono su un fianco,un gamba tenuta su dal suo braccio e una poggiata per metà su tavolo.La mia bagnatissima fica appena oltre il bordo del tavolo.Continua ad alternare indifferentemente la mia bocca e la mia fica,penso al nostro spettatore,sicuramente si starà masturbando.Lo immagino eiaculare,ansimare per l’eccitazione,desiderarmi.Dopo un pò si sfila e inizia a masturbarsi sulla mia fica,se lo mena e il glande mi sbatte sul clitoride,ogni colpo mi avvicina sempre più ad un piacere che sta per esplodere.Mi penetra di nuovo,prende la mia mano e me la poggia sul mio pisellino che inizio a sollecitare con un movimento circolare.Godo in un lamento soffocato e in uno spasmo muscolare,che a me sembra non finire più.A questo punto anche la sua resistenza sta per esaurirsi,esce e lo spinge un pò nella mia bocca.Le mie labbra ora disegnano una O aperta sul suo giocattolo,lui lo muove su e giù con la cappella,lì davanti pronta a riempirmi la bocca.Viene e il suo sperma caldo mi schizza dentro la cavità orale per due tre volte,un centro perfetto direbbe lui.Mi sollevo un pò sulle braccia e deglutisco,lo ripulisco un pò ma il suo membro,forse per il troppo sangue affluito,è ultrasensibile come lo sfioro si contorce.Ci diamo una lavata e andiamo a letto.Però ora che sono quì sdraiata mi coglie una domanda improvvisa.Quella troia le avrà indossate le mutandine?
Se qualcuno ha letto il mio racconto sulla mia infanzia, quando mettevo a 12-13 anni le calze e spesso i tacchi di mia madre, avrà capito che ho avuto sempre animo femminile. Ma come ho scritto in quel racconto, a quell’età non ci sono condizionamenti sociali, morali e familiari e per me fu assolutamente normale…poi crescendo, la famiglia, la compagnie, la vita “civile” ti condiziona e ti fa dimenticare la tua vera natura. Dopo l’infanzia ho vissuto da bel ragazzo “normale”, carino, cercato dalle ragazze, bellissimo fisico, insomma dai miei 15-16 anni fino ai miei 27-28, vita “etero” da bel ragazzo di successo.
Sempre con passione per le trans, e scopavo spesso una bella trans, che era molto bella e femminile ma anche dotata, e ci teneva a farmelo vedere e voleva che la toccassi scopandola, cosa che a me non dava nessun fastidio. Fin dai primi incontri mi diceva che avevo gambe e culo splendidi e femminili, mi diceva sempre che un giorno voleva vedermi con calze e tacchi, io – forse per la mia natura che al momento reprimevo- avevo sempre gambe lisce e depilate…Lei fu molto subdola, perchè ha cominciato a dirmi che si eccitava se la scopavo indossando (io) calze e reggicalze.
Rimettere calze, dopo tanti anni, e legare i reggicalze mi diede una grande scossa emotiva. Ormai di ero abituata, quando la vedevo, alle mie gambe velate in nylon in amplessi erotici, arrivavo e mettevo calze subito come prima cosa .
Ma ero sempre “maschio” che la scopava. Ma lei, natura di attiva dotata, aveva altro in mente.
Un giorno mi disse che aveva “problemi al culetto” ma era sicura che gli avrei fatto un bel pompino. Prima che potessi pensarci, mi ha spinto in basso e mi ha detto ” dai, inginocchiati…”e senza che avessi tempo di cominciare, ha preso la testa e si è scopata la bocca. Mugolava e mi diceva ” ma succhi da dea”, poi: ” sei una puttana lo sai?” “Adesso lo prendi in bocca ogni volta”. Quandoci siamo salutati quella sera mi ha detto ” ciao puttana” e da allora sei è rivolta a me sempre el femminile (cioè puttana o troia). Io ero confusa, ma in fondo eccitata.
Per 2-3 incontri sono arrivato(a), messo calze, lei sul letto a cazzo duro e io subito a farle un pompino, e mi accorgevo che succhiando mi accarezzavo cosce e gambe velate e lo mandavo divolta in volta più in fondo in gola.
Poi una volta….mi ferma mentre spompinavo e mi dice: ” oggi ti scopo amore” (unica volta che mi ha detto “amore”). Ero confusa; lei “tranquilla che non ti faccio male, però mettiti quei tacchi e quella parrucca”. Lo feci prima di poterci pensare, e fu la prima volta che camminai verso un letto in tacchi per farmi scopare. Mi mise parecchio Luan, e cominciò….un urlo quando si aprì il mio culo solo per far entrare la sua punta (doveva averlo sui 18 cm direi)!. Dissi “esci, esci!”, ma lei saggiamente (?) rimase dentro dicendo -testuale- “non stringere, spingi come quando vai di corpo!” (Uso’ espressione molto più terra-terra….) e quando mi sentì rilassare lo sfintere dolcemente lo spinse fino in fondo. Caso strano quando fu tutto dentro il dolore iniziale sparì in pochi secondi. Certo non posso dire che mi piacesse – ancora- ma lei avvertì che quando spingeva io le andavo incontro col culo, ricordo che mi disse:” ti piace eh, puttana”. Dopo 10 minuti ci dava dentro ben forte e mi uscirono i primi mugolii di piacere o degli “aahh!” o “oooh!” ogni volta che spingeva in fondo. Mi facevano impazzire ai lati della mia testa le ciocche bionde che oscillavano ad ogni colpo. Alla fine sporgendo le mie braccia dietro di me la presi per i fianchi, per spingerla dentro di me e finalmente mi uscì un liberatorio “scopami!!!!!”. Da allora i nostri incontri furono di quel tipo, e la mia mentalità cambiava. Quando avevo una sera libera pensavo “allora posso andare a farmi scopare”. La bocca le interessava meno anche se sempre cominciava da lì: amava il culo e il mio in particolare. Spesso dal bagno mi diceva ” mettiti pecorina sul letto cara”, arrivava da dietro e mi scopava subito senza ritegno. Spesso giochetti verbali tipo:”chi sei tu?” e io:”una puttanaaa!”, poi provocatori tipo “che faccio smetto?” e io “no ti prego, non smettere, scopami!”. In fondo la adoravo sia perché mi scopava ma soprattuto perché mi aveva “liberata” di nuovo.
Andò avanti un bel pezzo, ma….nella mia mente era sempre una bella donna, con belle tette, fisico perfetto e femminile , che mi possedeva. L’idea che potevo eccitare un maschio e fare amore con lui neanche mi sfiorava (perlomeno a livello conscio). Un giorno….arrivo e la trovo non nuda ma in vestaglia, e mi dice: “oggi ci prepariamo meglio puttana viene Fabio, un bel signore molto amico mio e vuole conoscerti”. Quindi mi ha truccata ( anzi fatta truccare guidandomi con maestria – ancora la ringrazio della scuola-) poi bel body, camicetta bianca, mini cortissima jeans (come dimenticare mia prima “mise”?) scarpe (sue) nere, belle calze color carne scuro con riga. Rossetto rosso acceso…
Quando sono passata davanti allo specchio, è stato un colpo: ho visto una troia femmina, di quelle che se le vedi per strada inchiodi la macchina e te la fai indipendentemente da quanto ti chiede….).
Quando è arrivato Fabio, un bel signore sulla 50ina con occhiali e barba incolta, gli ha detto “Fabio questa è Angelica, te ne ho parlato, una mia creazione” Ecco che sentii mio nome per la prima volta. Mi ricordo che Fabio disse:” ma è deliziosa!”. E lei: ” io vi lascio, Fabio fai con comodo io sto nell’altro appartamento dalla mia amica”. Io ero confusa e imbarazzata rimasta sola con uomo, cosa che deve averlo eccitato. Però non tirò fuori il cazzo come mi aspettavo (forse temevo, non so), ma, seduti sul bordo del letto, cominciò a baciarmi, una guancia, leccare collo, poi passò alle vere pomiciate con lingua sempre più intraprendente e commenti tipo ” ma sei stupenda amore”, ” e chi ti molla più adesso”, “seti tutta femmina” ecc.
Poi mi ha spinta dolcemente e mi ha fatto stendere sul letto con lui sopra a baciare ormai senza freni. Io piuttosto amorfa, poco rispondente ma neanche respingente. Secondo me ha capito benissimo che era il primo e si stava infoiando come un toro. Molto freneticamente si è levato pantaloni, mi ha detto di aprire le gambe che ha portato sulle sue spalle baciando caviglie gambe e calze, ha scostato il perizoma e mi è venuto sopra da davanti con tutto il suo peso.
Sono rimasta senza fiato quando il suo cazzo da zero, mi è arrivato dentro fino alle palle ( da davanti va davvero in fondo); ma non potevo neanche fare un sospiro perché avevo già sua lingua in bocca. Ero immobilizzata sotto di lui e scopata così a fondo che mi sembrava di averlo in gola. Lì mi sono resa conto che in realtà non avevo mai scopato…per quanto una bella trans ti penetri, scopi con una donna, “lesbichi”, ma un maschio è tutto diverso. Ti domina, ti senti dominata e anche umiliata e…donna.
Era cambiato come vocabolario: mi diceva tutti i sinonimi di puttana: troia, mignotta, sei una vacca da sfondare, sei solo una troia da godere, sei da letto ecc….Io ero sotto, e sentivo 2 forze che combattevano: l’educazione, gli anni da ragazzo etero, le fobie dell’omosessualità, e una gran voglia di lasciarmi andare, della mia vera natura che sbocciava allora dopo le avvisaglie adolescenziali.
All’improvviso quel viso che non avevo considerato e che stava sul mio, mi parve bello con la sua barba incolta; so che ebbi una specie di raptus liberatorio, lo afferrai per i capelli della nuca e gli dissi:” sbattitela finché ti va la tua puttana” e gli infilai tutta la lingua in bocca stringendolo con le braccia. Ero donna, senza ritorno. Gli tenevo la nuca e lo indirizzavo dove volevo baci o leccate, quando sbatteva forte gli mormoravo:” amore,amore,amore”, sembra incredibile ma lo amavo.
Questa è in fondo la vera puttana, quella che si innamora all’istante di quello che la sta scopando.
Siamo andati avanti una buona mezzora ( sembra poco, ma scopando a quelle intensità è una eternità…). Ho finito con così tanti succhiotti sul collo che per 3 giorni ho inventato scusa per non andare a pranzo dai miei…
Poi…la sborrata…la mia amica trans non sborrava, non sapevo cosa volesse dire…. un maschio che ti esplode dentro…(protetto, neanche a dirlo ma dentro). E’ una cosa di intensità unica, so che mentre mi avvinghiava e mugolava sborrando, mi è venuta questa precisa idea in mente :”mai più da maschio”! Cioè: ormai il sesso per me era quello.
Una bella cosa è che dopo sborrato non si è vestito e non mi ha lasciata, ma si è steso vicino a me, mi ha detto sottovoce belle frasi come ” sei stupenda” e mi accarezzava gambe, cosce e nylon. Io…ero un’altra persona. Mi accesi sigaretta, ci conversai da civetta, eccitandolo ancora con bacetti; la mia voce era persino cambiata, più naturale, muovevo mani e tutto il corpo con più grazia a femminilità.
Quella notte chiesi il piacere alla mia amica trans di lasciarmi uscire così com’ero, en femme, una volta avrei avuto paura “di esser vista”, ora DESIDERAVO esser vista. Avevo così paura di perdere quel momento magico e tornare come prima, che a casa mia sono andata a letto così. vestita (anche tacchi) con ancora l’odore della sborra, della saliva, del sudore di Fabio , il mio primo uomo, colui che ha avuto il privilegio di cominciare a scopare un bel ragazzo con le calze, ma alla fine ha sborrato dentro una bella donna.
Il giorno dopo l’ho dedicato a comprare calze sia nere che color carne, reggicalze, minigonne, scarpe e stivali, camicette e body, parrucche e trucchi. Ho speso molto, ma consapevole che erano ben spesi, per Angelica. Fabio ha continuato a scoparmi spesso, viveva nelle Marche ma veniva regolamente a Roma, mi ha scopata dalla mia amica altre 2 volte, poi in motel, e poi da me. Ho anche imparato che sapore avesse la sborra.
Ma mi mancava ancora di passare allo stadio successivo: al momento il sesso per me era Fabio, non pensavo ad altri , ero come un anatroccolo che segue la prima oca che vede…; ma lui ha risolto tutto una sera.
Senza neanche chiedermi se mi faceva piacere, mi ha detto “porto un amico”. Biagio. Non un bell’uomo, grassoccio, ma un cazzo…e sono di nuovo cambiata quando ho visto Fabio che si eccitava vedendo Biagio scopando e gli diceva:” sfondala dai, goditela questa puttana!” mentre lui mi stava in bocca…Alla fine mi hanno messo 2 cazzi insieme nel culo. Ho dato di proposito il mio biglietto a Biagio davanti a Fabio e gli ho detto ” quando vuoi chiamami e mi scopi”. Fabio c’è rimasto male, da allora con lui gli incontri si sono diradati ma Biagio mi ha scopato decine di volte e ho fatto anche una vacanza con lui in casa al mare nelle Marche in estate scopando giorno e notte.
E Fabio ha capito che da qual momento poteva scoparmi ma doveva condividermi con tanti altri. Se l’è cercata!
Se dal primo incontro con Fabio ne ero uscita donna, da quall’incontro ne sono uscita una puttana per tutti.
Penso fosse la mia natura e il mio destino…anche se mi piacerebbe trovare un compagno affettuoso e porco da far godere in esclusiva….oggi, dopo aver fatto sesso con centinaia di maschi, sarei forse pronta ad essere di un uomo solo che lo volesse.
Ma parafrasando Samuel Beckett….ASPETTANDO GODO…..
Oumi l’africana.
Racconto trovato in rete su xhamster.
Oumi è senegalese, è nata e cresciuta in Italia, è una ragazza molto bella ancora oggi, quando la vedo il cuore mi batte forte al ricordo dei dolci momenti di sesso passati insieme.
La sua pelle nera mi ha fatto impazzire, una terza di seno, un culo da urlo, rotondo, duro come il marmo, la bocca carnosa, i lineamenti del viso sottili e delicati su un corpo alto e slanciato, una vera venere africana che ha saputo regalarmi momenti di pura estasi sessuale.
A quei tempi avevo 18 anni, passeggiavo con i miei amici cercando di far conquista fra le ragazze, vedemmo un gruppo di tre belle ragazze sedute su una panchina, io subito notai la più bella in assoluto tra di loro, una ragazza di colore stupenda. Subito incominciammo a fare i pagliacci come ogni uomo per cercare di conoscerle, ci avvicinammo facendo battutine varie, mi dissi fra me e me che quella serata non sarebbe finita senza che io non avessi preso il numero di telefono di Oumi. Io e i mie amici ci presentammo, lei mi disse di chiamarsi Oumi e di avere 16 anni, subito le solite domande di rito sei fidanzata, dove abiti, che liceo frequenti, poi incominciai a farle i complimenti mentre i miei amici si lavoravano le amiche nella stessa maniera. Le dicevo quanto era bella mentre lei lusingata dei miei complimenti mi guardava con un sorriso splendido e due occhi bellissimi, le chiesi di andarci a fare un giro da soli, lei acconsenti e ci avviammo. Arrivati sul lungo mare ci guardammo un attimo negli occhi per poi baciarci, infilai la mia lingua nella sua bocca calda, era bellissimo baciarla, calai le mie mani lungo i suo fianchi e iniziai a toccarla. Sotto le mie mani vidi il panorama di un corpo statuario con un culo da infarto, la presi per mano e la portai verso gli scogli, ci nascondemmo vicino ad una baracca, ricominciai a baciarla e a toccarla come rapito, la desideravo. Avevo il cazzo che mi pulsava nei pantaloni, una voglia cosi mi aveva assalito poche volte, lei mi desiderava allo stesso modo e mi stringeva a se, le infilai la mano sotto la gonna perchè volevo vedere la sua fica, lei mi tratteneva le mani ma ero nel pieno della libidine non resistevo più. Le infilai due dita dentro la fica, era caldissima, bagnata, Oumi cominciò a gemere, più la sentivo gemere e più la libidine mi saliva, le sfilai fuori una tetta, era bella con un capezzolo turgido, io mi lanciai subito a succhiarglielo mentre le sbattevo la mano dentro la fica calda. Lei ansimava trattenendosi per non fare troppo rumore, aveva paura che le persone che passeggiavano sul lungo mare ci potevano sentire, mi chiedeva di fermarmi ma ero partito, sentivo che non voleva che mi fermarsi sul serio godeva troppo anche lei. Mi scostai un attimo da lei, la guardai sotto i raggi della luna, era con un seno fuori dalla camicetta e l’altro dentro, con le mutandine giù alle caviglie e la gonna alzata, il suo viso era pieno di lussuria e piacere mi riempiva di eccitazione, le sue labbra ansimavano di piacere. Mi inginocchiai davanti a lei, sentivo il profumo della sua fica, un profumo afrodisiaco di dolce e selvaggio allo stesso tempo, lei dall’alto mi guardava smarrita, capi che le stavo infilando la testa fra le cosce ed incominciai a leccare come un indemoniato. Le palle che mi scoppiavano, mi slacciai i pantaloni e mentre leccavo mi menavo forte il cazzo, lei ansimava.
“AAAHHH… Marco fermati ti prego.”
La mia lingua le passava ovunque, sul clitoride, sulle labbra della fica, con la mano cercava di allontanare la mia testa, si capiva che era la prima volta che qualcuno gli leccava la figa, venne con un esplosione di liquido vaginale nella mia bocca, ora emetteva solo dei flebili gridolini. Mi alzai, presi la sua mano e la misi sul mio cazzo, era la prima volta che faceva una sega si vedeva, allora l’accompagnai con la mia mano, sentivo i suo bracciali africani produrre un tintinio. Quando stavo per arrivare dissi a Oumi di sbattere più forte, spruzzai più volte, Oumi era a bocca aperta, ora me lo sbatteva più lentamente le palle si erano svuotate, ci baciamo dolcemente e gli dissi.
“Oumi facciamo l’amore? Ho troppo desiderio di te.
Lei mi rispose.
“Non posso, è troppo presto, non lo mai fatto e ho solo 16 anni.”
Mi presi il suo numero di cellulare e camminammo mano nella mano, parlavamo del più e de meno, mi racconto che lei era mussulmana e che tutta la sua famiglia era africana, erano venuti in Italia più di 20 anni fa, lei era nata e cresciuta qui. Mi disse che il padre era un mussulmano praticante molto rigoroso, non le permetteva di tornare tardi alla sera e che quella sera era una delle poche eccezioni perchè il padre a volte era fuori per lavoro. La riaccompagnai a casa sua, ci lasciamo con un dolce bacio sotto la porta del suo palazzo, mi avviai verso casa mia con addosso ancora il desiderio di Oumi, dopo poco mi arrivo un messaggino.
“Sono stata benissimo con te, voglio rivederti ancora mi fai sentire speciale tvb Oumi.”
Dopo poco tempo io e Qumi ci fidanzammo dando vita ha dei momenti belli e unici passati assieme.
La voglia di soffermarmi sul suo seno era forte, ma decisi di rimandare: la mia priorità era mettere le mani sul suo superbo culo sferico che durante la breve fellatio ricevuta, l’ avevo contemplato arcuarsi per la posizione a carponi che ella aveva assunto nel darmi piacere.
La mia prima passione per il corpo delle donne fu inizialmente contraddistinta dall’adorazione per il seno: da ragazzino rimasi sedotto dalle procaci mammelle di Sabrina Salerno nel video “Boys Boys Boys”, le cui soffici prosperosità rischiavano di sbalzare fuori dal bikini ad ogni respiro.
L’eccitata curiosità che provavo nell’intravede i capezzoli sotto il tessuto bianco del pezzo superiore del costume, mi rese letteralmente ossessionato dal seno, fino a quando Jules Jordan con i suoi magnifici capolavori a luci rosse di cui alcuni incentrati sull’anal, mutarono decisamente la mia preferenza.
Da allora divenni un vero e proprio culomane e ne adoravo le tipologie più svariate e non contavano le dimensioni, ma la forma, la qualità della pelle e la delicatezza dell’ano.
Ciò che fece da potente legante sessuale tra me e Stefania, fu che quest’ultima era una delle poche donne cui il sesso anale piaceva davvero; il suo concedermelo solo ogni tanto appare un ossimoro considerando che amava praticarlo, ma si trattava di pura strategia erotica: il suo intento era quello di lasciarmi sessualmente voglioso in modo tale che una volta concessomi il suo lato B, io la prendessi con tutta la voracità sessuale possibile.
Amava farlo adagiata su un fianco oppure a pecora, talvolta vestita come quando andava in palestra, indossando un top, dei leggings e delle scarpe da running. Era proprio in palestra dove ci eravamo conosciuti, scambiandoci sorrisi e occhiate lascive; adoravo guardare il suo splendido culetto muoversi mentre correva sul tapis roulant.
Compreso questo, quando ella durante i piovosi pomeriggi domenicali d’autunno usciva dalla nostra camera vestita in quel modo, mi faceva capire che voleva togliersi lo sfizio di farsi montare per una buona oretta infuocata di sesso anale.
Il suo era un non verbale “QUI E ADESSO!” ed io non mi facevo pregare; Stefania era una donna dispotica e sapendo che non tolleravo la sua autoritarietà, l’avrei inculata in un misto di dolcezza e ferocia.
Attraversato da quelle magnifiche memorie, iniziai a incunearmi con la punta della lingua nell’ano della ragazza facendolo schiudere come un fiore in primavera.
Ella prese la sua borsa e ne estrasse del lubrificante a base d’acqua ed io dopo essermene cosparso le ultime falangi del medio e dell’indice della mano destra, iniziai a penetrarla profondamente con le dita.
Una volta unta a sufficienza, poggiai un piede sul divano e reggendomi la base del pene, iniziai a premere con la punta del glande per aprirmi una breccia che, senza alcuna resistenza, mi fece scorrere dentro di lei per quasi tutta la lunghezza del mio fallo.
Iniziai a martellarla con forza e lei voltando lo sguardo sorrise compiaciuta mordendosi un labbro; di reazione accrebbi ulteriormente il ritmo delle mie spinte e lei socchiuse gli occhi iniziando a gemere sempre più forte.
Dopo qualche minuto dovetti fermarmi, perché rischiavo di avere un orgasmo e ne approfittai per farle cambiare posizione; restai dietro di lei, ci distendemmo su un fianco ed io contemplai brevemente il suo bellissimo ano lievemente dilatato per qualche secondo prima di riprendere a penetrarla.
Ripresi a spingere a pieno ritmo e le strinsi il grosso seno abbronzato tra le mani. Lei nel frattempo, fece scorrere una mano verso la vagina, frizionandosi il clitoride con due dita.
Quando notai le dita dei suoi piedi contrarsi e i decibel dei suoi gemiti accrescere, capii che l’orgasmo stava bussando al suo centro del piacere; io mossi il bacino ancor più velocemente e anche per me ormai trattenermi era impossibile.
Venimmo quasi simultaneamente, con ella che diede ad entrambi l’input orgasmico quando si penetrò con le dita la vagina: lo sfregare del pene contro le sue dita separate da me da un sottile ed elastico lembo di carne, fu una sensazione talmente piacevole da farmi perdere il fiato.
Restammo abbracciati sul divano per qualche minuto, dopodiché ella chiese di poter andare in bagno.
Mentre la dea muovendo le sue magnifiche gambe si allontananò dalla stanza, notai che aveva abbandonato il cellulare con la tastiera sbloccata sul tavolino vicino al divano e senza esitazione, ricordai le lezioni di hacking che la mia cara amica Marika mi aveva insegnato qualche anno fa.
Marika é un’amica d’infanzia con il pallino della tecnologia: c’è chi ha il pollice verde e chi come lei il pollice l’ha perennemente pigiato sulla barra spaziatrice nello scrivere strisce di codice.
Lei fu la prima persona che conobbi a possedere un Commodore 64, ad avere la capacità di telefonare a sbafo dalle cabine telefoniche SIP e soprattutto ad utilizzare internet. Il suo percorso di studi si indirizzò verso informatica a dispetto di una madre che l’avrebbe voluta parrucchiera e divenne un’ottima programmatrice ,tant’è che fondò una propria software house.
Pensai che la squillo potesse avere dati interessanti all’interno del proprio cellulare e che spiarne i contenuti potesse tornarmi utile per vendicarmi del suo capo.
Il mio portatile era acceso e poco distante dal telefono: collegai lo smartphone della ragazza ad esso e ne scaricai ogni singolo dato, foto, rubrica e sms compresi. La fortuna di avere un pc sapientemente potenziato dalla mia amica, fece in modo di effettuare l’operazione in un battibaleno e quando la prostituta tornò dal bagno, non si accorse di nulla.
Salutai la bella e****t accompagnandola alla porta e lei mi lasciò il suo biglietto da visita per ricontattarla.
“Sharon Divine – e****t 24H – Call Me 00×9-3×9-71xxx99”
Pensai: “Non preoccuparti, dammi tempo che organizzo una bella uscita a tre che il tuo capo non potrà dimenticare” e contattai immediatamente Marika sbavando vendetta.
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“Politici, avvocati, sportivi,vip e vertici delle forze dell’ordine. Non ci credo, questa è grossa!!”
“Sì, proprio così. Quel telefono bolle più del mio modem. Ho dato un occhio al contenuto del download: quella prostituta ha dei contatti che potrebbero dar vita ad una colossale frana di merda fumante. Comunque, con la casa come stai messo?”
“Ti ricordi di Giulia? Mi sono trasferito momentaneamente da lei,anche perché è piuttosto scossa per quella faccenda dell’ex-marito.”
“Ho presente chi è quel troglodita, ha un’armeria in centro, vicino alle poste. Anni fa minacciò con la pistola un senegalese che vendeva libri. Corri un bel rischio con quel tizio!”
“Certo, oltre a Malocchio c’é pure quello stronzo a complicare ulteriormente le cose…”
“Franco Bisc*gli* ne ha fatta di brutta strada. Eravamo in classe insieme, abbiamo fatto elementari e medie. In otto anni l’avrò sentito parlare otto volte, se ne stava sempre per i cazzi suoi. Mi ha sempre dato i brividi, non mi stupisce che sia diventato un criminale.”
“Sai cosa penso però? Potremmo farli scornare tra loro quei due cornuti ,almeno un po’ di feccia si elimina da sola.”
“Oh, esatto! Sai cosa facciamo?! Con un programma che ho creato, dirottiamo gli sms dell’ex di Giulia su quelli della squillo…”
“…e poi?”
“Poi lei, che credo sia la prediletta di Malocchio, ricevendo minacce riferirà al capo e a quel punto prevedo che detoneranno più forte dell’ Enola Gay. Nel frattempo monitoriamo gli sms che si scambiano e se la faccenda dovesse degenerare come auspichiamo, gli mandiamo la Polizia pronta ad incularsi a secco uno dei due”
“Woooow Mary, sei un fottuto genio!”
“Ehehehe, modestamente ne uccide più la tastiera della spada!”