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Mia cugina Parte Prima

Salve a tutti voglio raccontarvi come mia cugina mi fa impazzire con i suoi piedini favolosi.
L’altra sera proprio lei e’ venuta a vedere la partita Italia -Inghilterra a casa mia. Con lei c’era il suo ragazzo e una sua amica.
Mia cugina mi fa impazzire da anni: le sue gambe, i suo piedini, le sue mani, il suo culetto. In poche parole la adoro e mi eccita da morire.Lei lo sa che amo i suoi piedini e non perde occasione per mostrarmeli.
Quella sera mentre il suo ragazzo era tutto preso dalla partita lei si sfilò le ballerine e stendette le sue gambe poggiando i suoi meravigliosi piedini sul tavolinetto del salotto.Lei iniziò ad accarezzare il suo piede con l’altro e muoveva lentamente le dita dei piedi con le unghie smaltate di nero. Mentre il ragazzo guardava la partita io fissavo i piedi di mia cugina e il mio cazzo si induriva ad ogni piccolo movimento delle dita. Ad un certo punto distolsi lo sguardo dai piedi di mia cugina e vidi la sua amica che mi fissava divertita. Mi son sentito una merda mia cugina aveva raccontato tutto alla sua amica. Mi sentivo umiliato, ma la cosa mi eccitava di piu’. Le birre erano finite mi alzai per prenderne delle altre ma si intravedeva che avevo la verga dura alla sola vista dei piedini e delle dita della mia adorata cugina. Letizia l’amica di mia cugina si alzò e mi disse:
<< dai che ti do una mano>>.
Io e Letizia ci spostammo in cucina e lei mi disse:
<< Ti piacciono tanto i piedini di Lorena>>.
Io mi senti’ avvampare ma risposi con gli occhi bassi:
<< Si>>.
Lei mi rispose:
<< E i miei ti piacciono?>>
io le guardai i piedi mentre lei li sfilava dai suoi sandali. Il mi cazzo ebbe un sobbalzo.
<< Meravigliosi!>> esclamai.
Ma in quel momento il ragazzo di mia cugina grido’ :
<< Ma arrivano ste birre? ma che state a pomicià?>>.
Fini’ il primo tempo 45 minuti a cazzo duro più recupero. Alla fine il ragazzo di Lory si alzo’ e usci a pendersi le sigarette. Restammo soli io, Lory e Letizia.
Allora Lory si rivolse a Letizia e le disse:
<<Hai notato quanto è porcellino il mio caro cugino. Ha avuto il cazzo duro per tutto il primo tempo. Glieli hai mostrati i tuoi?>>
Letizia ribadi’:<<Si appena li ha visti si tava sborrando nei pantaloni>>Si misero a ridere.
<<Che pervertito>> disse Lorena. Poi disse <<Letizia mostragli i tuoi piedini>> e Letizia li mise accanto a quelli di Lory: Le unghie di Letizia erano rosa. Io mi inginocchiai e mi avvicinai ai quattro piedini.
<<Baciami i piedi porco>> disse Letizia e io iniziai a baciarli senza sosta.
<<Che porco si arrapa di piu’ a vedere i nostri piedi che a vedere le nostre fighette>> disse Lorena e risero mentre io baciavo e poi iniziai a leccerle la pianta e a succhiarle le dita.
<< Mica si sta toccando?>> chiese Letizia.
<<No ti toccare il cazzo porco altrimenti te li sogni i nostri piedini>> mi urlo’ Lorena.
Poi passai a leccare quelli di Lorena. Nel frattempo stava iniziando il secondo tempo e Lory prese il cellulare e chiamo’ il suo ragazzo
<< Amo’ dove sei? Ho capito vabbè ci vediamo a fine partita. Salutami Marco>>.
Chiuse il telefonino e mi urlo'<<Sei fortunato lui resta al bar e tu hai 45 minuti per leccarci per bene i piedini>>.
Io mi lancia a leccarli tutti quelli di Lory e di Letizia. Ero in paradiso. Lory si alzo’ e a piedi nudi ando’ in camera mia ed usci’ con una cordicella. Poi mi lego’ le mani dietro la schiena e poi mi abbasso’ pantaloncini e mutande facendo uscire il mio cazzo duro come il marmo.
<< Guarda come gli viene duro a sto pervertito il cazzo a leccarci i piedini>>.
Letizia sorrise ed annui’ <<Che cane leccapiedi. Te lo vorresti toccare? Ti vorresti fare una sega? Porco!>>. Ed io dissi<<Si>>.
Lorena sorridendo confermo'<<Lui è un gran segaiolo, gli piace farsi le pippe. Pippaiolo. Segaiolo. Di a Letizia quante seghe i sei fatto annusando i miei collant? DILLO>>.
Io con un filo di voce risposi<< infinite>>.
Lorena urlo’ << COSA? QUANTE PIPPE TI SEI FATTO SU I MIEI COLLANT?>>
<<INFINITE>> risposi io.
Letizia, allora, si rivolse a Lorena << Che cane! Sei una bestia che si mena il cazzo. Sei un segaiolo.>>
Poi Lorena le disse:<< Poi adora sentire l’odore della mia fighetta attraverso i miei slip zozzi>>
<<Un maiale schifoso>> rispose Letizia.
Poi Letizia in Leggings neri apri’ le gambe e sorridendo mi disse<< Vieni ad annusarmi la topa porco di merda. >> io mi inginocchiai e strisciai tra le cosce di Letizia.
<<Annusale la fighetta porco>> mi disse Lory.
L’odore della sua figa mi fece impazzire il cazzo: La prostata mi si contraeva facendo sollevare il mio cazzo duro.
<<UHHHHHHHHH come gli vibbra il cazzo al porcellone. Scommetto che gli sta gocciolando il cazzo a sta puttanella>> disse Lorena.
<<Mica sborra il porcello?>> replico’ Letizia. Mentre mi spingeva il mio viso sulla sua fica. Poi ancora << Dai porco lo senti il mio odore? Leccami i leggings pervertito. Oggi non ho messo neanche gli slip.>>
<<Ma se gli dici cosi’ questo si sbrodola in un secondo>> rispose Lorena.
Io leccavo i leggings e sentivo l’odore della fighetta di Letizia e lei ridendo segui’ << Prima di venire qui in quel bar in cui abbiamo preso quel prosecco in attesa del tuo ragazzo ho fatto la pipi e non c’era la carta e mi sono rimessa i leggings>>
Lory le disse <<Che sporcacciona>> e sorrise e poi si rivolse a me ulrlandomi << Hai capito schiavetto gli stai leccando la piscia>>.
<< Scommetto che gli piace al pervertito segaiolo>> replico’ Letizia.
Tutto cio’ mi eccitava damatti e leccavo ancor piu’ avidamente quei leggings che coprivano la fighetta di Letizia.
Lory:<<UHHHHHHHHHH guarda come gli piace a sta troietta l’odore della tua piscia. Ti sta leccando come un forsennato.>>
Letizia:<<Adesso basta. Spostati e mi scanso’.>>
Il mio cazzo era in uno stato di eccitazione impressionante.
Lory:<< Guarda come l’hai ridotto? A vederlo cosi’ me lo farei infilare nella fighetta il suo cazzo. La vuoi la mia fighetta? eh porcellone>> e io <<Si ti prego Lory, ti prego posso infilartelo in figa>>
Lei si infilo’ la mano sotto i pantaloni e ne tiro’ fuori un dito bagnato. << Guarda sto maiale me l’ha fatta bagnare la fighetta. Annusami il dito porco>>. Mi avvicino’ il dito al naso e io annusai la sua broda.
Ad un certo punto squillo’ il telefonino di Lory:<< Dmmi Amo’…. si ok fai come vuoi. Ci vediamo domani. Vieni tu a prendermi a casa e poi andiamo da te vabbe’. Ok si si ci accompagna Lorenzo dai fai il bravo….ahhhh vediamo domani. Ciao>> e poi a me e a Letizia:<< Va con Marco appena finisce la partita. E t porco ci puoi leccare ancora e poi ci porti a casa hai capito porcellone>> Io annui’.
Letizia:<<la vuoi leccare la figa bagnata di Lory?>> e io <<SIIIIIIIIIIIIIIIIII>>
Lory<< Dai andiamo sul letto>>.
Mi distesi mentre Lory si sfilo’ i pantaloni e attraverso gli slip si intravedeva il peletto. Poi si sedette sul mio viso. Subito avverti’ l’umido della sua figa e iniziai a leccargliela.
Lory:<<Aspetta Porco. Prima di tutto leccami il culetto>> abbassandosi gli slip << Sai quel porco dopo avermi sbattuta la figa mi ha sborrato sul culetto. Ripuliscilo tutto che me lo sento ancora impastricciato di sborra>>
Letizia << Lecca stronzo. Guarda il cazzo gli sta scoppiando>> e risero.

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Con Mia Madre

Mia madre apri il portabagagli sistemò la valigia, appoggiò il borsone sul sedile posteriore dell’auto e finalmente salimmo a bordo, i chilometri che avremmo dovuto percorrere erano parecchi e il tempo era alquanto inclemente, una pioggia fastidiosa incominciata stamattina presto perdurava incessante.

Mia sorella Luna ci aspettava a scuola….cosi ci dirigemmo verso l’istituto musicale per poi cominciare il viaggio verso l’Umbria, con destinazione Cerreto un paesino vicino a Spoleto per presenziare al funerale della mia bisnonna Maria

Ritorniamo un attimo indietro, mi chiamo Luca ho 18 anni e vivo con mia sorella Luna di 19 anni e mia madre Lilia di 41, siamo solo noi tre perché mio padre in perenne guerra con mia madre vive da solo in una città vicina assieme ad un altra donna, pertanto io sono l’unico maschio di casa, coccolato da mia madre ed osteggiato da mia sorella in continua lotta per il predominio territoriale ed anche per gelosia….per via del rapporto preferenziale che mia madre ha con me.

Dopo una decina di minuti arrivammo all’appuntamento con mia sorella.

Luna imprecando contro il maltempo, bagnata come un pulcino s’infilò in auto e disse:

“Luca passami il borsone accanto a te, che mi cambio la maglia non voglio pigliarmi un raffreddore”

Con immensa gioia notai che la sosta sotto la pioggia aveva provocato danni seri, era completamente bagnata, e questo mi dava un piacere immenso, perché vedere mia sorella mentre si spogliava mi eccitava molto.

Con aria seccata disse:
“Girati maiale”

Poi rivolta verso mia madre aggiunse:
” Lo sai ? Hai fatto un figlio porco, mi spia sempre…. e non perde occasione per vedermi nuda….sei un brutto porco”

Un piccolo sorriso diabolico affiorò sulle mie labbra.
Mia madre con aria divertita disse:
”Ma Luca, è vero quello che dice tua sorella? La spii?”
“Ma no mamma questa s’inventa tutto, e poi anche se la guardassi che male c’è….. è mia sorella”

Lei concluse il discorso con “Taci pervertitooo ”.

Il viaggio durò tre ore arrivammo sotto un cielo nero e scuro con la pioggia che non ci aveva abbandonati neanche un minuto dal momento della nostra partenza entrammo nell’aia della cascina, e sotto uno scroscio incessante entrammo in casa.

Mia nonna Lia ci venne incontro ci furono i soliti convenevoli incontrai parenti lontani di cui neanche sapevo l’esistenza, ed in mezzo a questo assembramento di persone conobbi una mia cugina di Ancona, mi piacque subito era molto carina, con un magnifico seno due gambe lunghe e un bellissimo sedere a mandolino questo insieme di fattori fecero s**ttare tutti i miei meccanismi di autoerotismo tanto e vero che dovetti recarmi in bagno a spararmi una sega.

Quando usci dal bagno rosso in volto ed accaldato, la sfortuna volle che la prima persona che incontrai fu Luna:
”Ma sei proprio un porco anche qui…. brutto maiale”

Mi sentì distrutto e l’unica frase che riuscì a dirle fu:

“E allora!!! saputella dammela tu… cosi la smetto di andare nei bagni”
Lei si girò inviperita e con voce sibilante disse:

“Piuttosto me l’incollo con l’Attak, maiale!!! cosa vorresti scoparti tua sorella?”.

Fra me e me… pensai “Magari ti tromberei come una lurida vacca”

Alle tre del pomeriggio ci fu il funerale, e una volta ultimate le esequie ci ritrovammo tutti nell’immensa casa di campagna della nonna.

Mia madre non se la sentiva di rimettersi in viaggio pertanto decidemmo di passare la notte in paese, per non creare problemi di posto visto l’assembramento dei vari parenti, io e la mamma ci recammo nell’unico alberghetto presente in zona.

A differenza di mia sorella che invece preferii rimanere a casa della nonna io mi sentivo elettrizzato ed emozionato di dormire assieme a mia mamma….Luna rivolgendosi a nostra madre disse: “Mamma stai attenta al maiale!!!!”

Mia madre mi guardò e con aria protettiva aggiunse:

”Perché lo tratti cosi poverino e cosi buono”

E mentre lei si attardava a salutare i nostri parenti, guardai Luna le feci la lingua e le sussurrai:
“Ti piacerebbe che l’adoperassi su di te per leccarti la figa”

Mia sorella fu sorpresa dalla mia reazione e sibilò a denti stretti:
“a****le”

Raggiunto l’alberghetto il proprietario avvisò mia madre che per motivi di ristrutturazione aveva solo una camera disponibile, e vista la situazione a casa della nonna mia madre decise di prendere subito l’unica stanza rimasta.

L’ambiente era piuttosto nudo, poco curato e sebbene fosse pulito, risultava disadorno e freddo.
Feci la doccia e non avendo indumenti per la notte mi misi sotto le coperte con la canottiera e gli slip, nel frattempo mia madre davanti ad una vecchia specchiera si stava preparando per la notte in mutandine e reggiseno.

Stimoli strani e martellanti cominciarono a tormentarmi, la voglia di spiare mia mamma si contrapponeva alla vergogna dell’azione che stavo commettendo, spiare mia sorella era un piacere, fare altrettanto con mia madre mi sembrava amorale.

Quando un’erezione mi colse all’improvviso, inaspettatamente diedi la colpa al sedere di mia mamma coperto…..o per meglio dire scoperto, dal perizoma di pizzo nero e da altri particolari, come il reggiseno trasparente che lasciava intravvedere i capezzoli grandi e scuri, rendendo problematico e difficile il controllo dei miei stimoli.

Cercai di mitigare queste sensazioni pensando ad altre cose ma il mio stato ormonale in continua evoluzione non mi permise di pensare ad altre cose, se non a quelle che stavo vedendo procurandomi dolori atroci ai testicoli.

Finalmente mia madre si alzo dalla sedia e si recò in bagno senti l’acqua della doccia scorrere con uno sforzo sovrumano cercai di allontanare un’altra ondata di pensieri erotici che una prorompente alchimia celebrale stava elaborando dentro la mia testa, immaginai mia madre nuda in posizioni erotiche sensuali e soprattutto provocanti….avevo grosse difficoltà a gestire la mia libido, fortunatamente lo squillo del suo cellulare frenò questo mio crescendo erotico portandomi alla realtà.
Era Luna……..
“Passami la mamma”

“La mamma è sotto la doccia”

Ci fu un attimo di silenzio e lei con una risatina idiota aggiunse:
“Strano!!!!!,e tu sei ancora lì, com’è lei non la spii quando si lava”
Feci finta di nulla e le dissi di aspettare…

“Mamma c’è la scema”…….
“Digli che arrivo” fu la risposta di mia madre.

Parlottarono per alcuni minuti, poi mia madre si mise sotto le coperte con me.

Mi avvicinai al corpo di mia madre e le dissi:
“Mamma parliamo un poco”
“Ok va bene….dimmi Luca”
“Mamma tu pensi che un figlio possa desiderare sessualmente la propria madre”
“Immagino di si, però non è una cosa normale”
“Io non so sia normale o meno mamma, però io ti trovo molto bella e volevo dirti che ti amo”
“Luca anch’io ti amo ma l’amore fra un figlio e la propria madre è un amore che non ha nulla di sporco e un amore pulito”
“Mamma sei bellissima ed anche molto attraente…mi piace molto il tuo corpo” lei fu sorpresa di questo mio complimento e sorridendomi disse:
“Sei molto galante, è la cosa più bella che tu potessi dirmi tesoro”
“Piuttosto dimmi Luca è vero che guardi tua sorella quando fa la doccia”
“Si mamma qualche volta l’ho fatto”
“Perché”
“Non so il perché, forse per curiosità poi Luna e cosi bella” Con tenerezza mi guardo mi sorrise aggiungendo: “Non farlo più” e mi bacio, risposi al suo bacio baciandola sulle labbra la cosa la sorprese ma non disse nulla.

Mi accoccolai con la testa sulla sua spalla odorandone il profumo e il calore della sua pelle, il suo braccio avvolse le mie spalle e con infinita dolcezza disse:
” Vieni tesoro, mio mi fa piacere sentirti vicino a me”

Socchiusi gli occhi e mi addormentai con il volto appoggiato al seno di mia madre fu una sensazione bellissima.

Il mio sonno fu molto agitato, probabilmente dovuto allo stress del funerale, al viaggio condotto sotto la pioggia a fattori ambientali vista la nuova situazione logistica, ma soprattutto dall’alta temperatura che c’era nella camera, sta di fatto che verso le due di notte mi svegliai….mi alzai e mi recai in bagno il mio corpo e i miei indumenti erano intrisi di sudore feci una doccia veloce e ritornai a letto, mia madre dormiva profondamente la luce fioca della piccola luce del comodino illuminava il suo volto dolce e rilassato.

Alzai le coperte il suo corpo in posizione supina era molto bello, non c’era grasso nella sua struttura fisica ne tanto meno smagliature, il ventre era piatto e le gambe lunghe e sinuose convergevano in un piccolo dosso, coperto dalle minuscole mutandine di pizzo.

La voglia irrefrenabile di volere guardare, curiosare, scoprire il corpo di mia madre mi diede la forza di non pensare alle eventuali conseguenze nel caso si fosse svegliata e decisi di andare oltre, sollevai con mano ferma il bordo degli slip…nella semioscurità rischiarata della debole luce del abatjour intravvidi la macchia scura dei peli pubici, incurante del pericolo che stavo correndo la mia mano si fece più ardita e si appoggiò sul dolce promontorio del monte di venere, sulla morbida lanugine separando le labbra della vagina, il dito sfiorò la morbidezza della carne e toccò l’ingresso della figa.

Un sospiro lungo e languido mi fece des****re, con una notevole dose di sangue freddo riusci a mantenere la calma, e mentre lei allargava maggiormente le gambe in una posizione innaturale, le risistemai gli slip e con la più innata faccia di bronzo da perfetto attore consumato finsi di stirare le mie membra ed abbracciai il suo corpo, nel sonno lei rispose al mio abbraccio, mi bacio poi girandosi di spalle riprese a dormire.

La posizione era perfetta le cinsi la pancia con il mio braccio e dopo un po gettai una mano sul suo inguine infilai le dita sotto la trama delle mutandine alla ricerca del frutto proibito……ma la mia manipolazione alla fine non passò inosservata…… la svegliai e quando senti la sua voce dire ”Luca cosa diavolo stai facendo?” una sensazione di malore mi prese alla bocca dello stomaco, mi senti mancare, tutte le forze vennero meno, l’adrenalina che fino ad allora mi aveva sostenuto mi venne a mancare ed in un attimo mi senti svuotato e distrutto.

Mia mamma accese la luce della camera, si girò verso me e con calma senza rimproverarmi disse: “Luca spiegami, cosa ti passa per la testa ti sembra una cosa ben fatta quella che mi stavi facendo”

“Dio santissimo non si può!!!, per diversi motivi, sei mio figlio, è contro la morale…Luca ti dovresti vergognare”

Abbassai il mio sguardo, lei prese il mio volto fra le mani lo sollevò e senza tanti preamboli aggiunse:
“Volevi vedermi nuda? Volevi toccarmi? Poi…..cosa volevi farmi?….Maledizione Luca non si può, è una cosa che una madre non può fare con il figlio”

Sempre con la testa china timoroso aggiunsi:
“Solo per una volta mamma”.

Si alzo dal letto infuriata con il volto fra le mani, fuori di se:

“Una volta cosa?….Luca guardami sono tua madre vuoi vedermi senza vestiti ehh!!!! va bene guarda, si strappò il reggiseno guarda ti piacciono le mie tette”.

I seni apparvero in tutta la loro perfezione, poi avvicinandosi al letto mi prese per i capelli con voce sibilante:
“Guarda ora ti faccio vedere il resto, con una mossa rapida si calò le mutandine ed appoggio il mio volto al suo inguine, senti il mio odore ti piace? Vorresti leccarmela porcooo… e poi cosa vorresti farmi ehh!! rispondimi…… scoparmi !!!”

In una crisi di nervi si getto sul letto piangendo come una bambina.

Mamma scusami, cominciai a baciarla sulle gote, sul volto e sulle labbra le asciugai le lacrime, senti il calore del suo corpo, la testa mi scoppiava, lei si giro verso me con gli occhi gonfi di lacrime, la distesi sul letto le accarezzai il seno lei non disse nulla i suoi occhi fissavano i miei, le fui sopra in un attimo mi spogliai, ero nudo sopra mia madre completamente nuda, lei accennò a una ribellione ma la posizione predominante in cui mi trovavo le impediva di muoversi singhiozzava e ripeteva: “Cristo nooo!!!ti prego Luca non voglioo….. per favore non farlo non farmi questo…. sono tua mamma mi vergogno.

Il mio pene era durissimo, con delicatezza si apri la strada fra le grandi labbra della vagina, e profanò l’antro che anni prima mi aveva partorito, la baciai in bocca e la mia lingua s’intrecciò con la sua, e sebbene lei non partecipasse attivamente sentì un gemito quando il pene s’infilò dentro la sua pancia fino alla radice, poi suoni smorzati uscirono in rapida successione dalla sua bocca in sintonia con il movimento ritmico e cadenzato impresso dai miei colpi, accidenti… stavo scopando mia madre ero al settimo cielo, mi piacevo quello che le stavo facendo, mi piaceva succhiarle il seno mordicchiarle la tenera carne dei capezzoli lasciarle succhiotti sulle grandi mammelle.

Lei aveva smesso di piangere, e nonostante non partecipasse completamente all’amplesso era meno rigida assecondava i miei affondi in profondità la cosa mi eccitò moltissimo, avvicinai la bocca alle sue orecchie le sussurrai:
“Ti amo mamma ti voglio venirti dentro voglio lasciarti incinta” lei ebbe come un sussulto.

Le sue cosce erano spalancate e cingevano i miei lombi, sentivo che stavo per godere…… uscii da quel dolce rifugio…..la mia faccia si posizionò sul suo inguine, fra le sue gambe, un misto di aromi di sesso e pipi colpii le mie narici un profumo eccitante e sublime che stimolarono maggiormente la mia libido la lingua entro dentro la fessura di mia madre, leccai, succhiai il suo sesso, percorsi con la punta della lingua le grandi labbra sfiorando la naturale divisione anatomica i peli pubici mi solleticarono il naso, il clitoride era gonfio e rosso per lo stimolo continuo subito, avevo la bocca piena di umori della figa di mia madre.

Fortunatamente la stanza dove ci trovavamo era nella parte posteriore dell’alberghetto pertanto non potevamo essere sentiti da nessuno perché ora i suoi urletti erano diventati rantoli, mia mamma stava godendo come una troia, ora aveva preso lei la conduzione del rapporto sessuale si era seduta sopra di me muovendosi su e giù con un movimento veloce, risucchiando totalmente il mio pene…. adoperando la vagina come una ventosa.

“Brava mamma sei eccezionale“ le biascicai fra le labbra

Passarono una ventina di minuti cambiammo posizioni diverse volte, con mio stupore lei mise in campo tutta la sua arte amatoria dovetti pregarla di fermarsi più volte onde evitare che io venissi, la sua migliore performance fu quando si esibii nel più sensuale ed inebriante rapporto orale che avessi mai provato, indubbiamente in gioventù aveva sicuramente approfondito questa specialità al punto di diventarne una vera maestra…. ci baciammo, forzai il suo sfintere con un dito superando la grinzosa rosetta del sedere, affondai il mio volto fra le sue natiche annusando con voluttuosità l’odore del culo di mia madre, sadicamente le strinsi i capezzoli fino a farle male, mi piaceva sentire i suoi lamenti di dolore, poi sentendo prossimo l’orgasmo la penetrai nuovamente con violenza e cattiveria, non riuscii più a trattenermi e le sborrai dentro la pancia riempendola di sperma fino all’ultima goccia, venimmo insieme stringendoci sudati e sporchi di residui biologici.

Il nostro rapporto rimase immutato, la mamma proseguii con la vita di sempre, il suo lavoro le sue amicizie le sue manie.

Era vincolante per entrambi la consapevolezza che per una notte lei era stata mia, la strana alchimia che ci aveva legato ci lasciava sulla pelle un segno indelebile di momenti dolci, momenti d’amore, momenti insuperabilii di un rapporto stupendo fra una madre e il proprio figlio.

Anche mia sorella ora sembrava più disponibile, il cambiamento ci aveva avvicinato, era più gentile, più accomodante, lasciava correre anche sulle mie manie di voyeurismo… senza più arrabbiarsi, la sua metamorfosi mi permise di avere un approccio diverso nei suoi riguardi cominciai a rispettarla e considerarla veramente come una sorella a cui dedicarle più spazio piu amicizia e più affetto.

Sta di fatto, che la notte passata con mia mamma in quell’alberghetto di quel piccolo paese vicino a Spoleto per me fu la sensazione più sconvolgente e magnifica che potessi desiderare, il possesso del suo corpo la consapevolezza di amare la propria genitrice e di depositare nel ventre che ti partorii il seme per la crescita di un altro germoglio furono l’essenza totale della felicità

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Handwerk!

Ein Bekannter bat mich ihm zu helfen. Er ist Maler und Anstreicher und brauchte bei einem Auftrag Hilfe. Da ich das Geld, was er mir versprach, gut gebrauchen konnte und Zeit hatte, sagte ich zu.

Es ging um eine Altbauwohnung, 4 Zimmer und allem was dazu gehört. Natürlich waren die Zimmerdecken mit über 4 m extrem hoch. Ich begriff warum Mark, mein Bekannter, Hilfe benötigte. Am ersten Tag bereiteten wir alles vor und trafen den Bewohner der Wohnung, ein etwas schräger Typ. Es dauerte einige Zeit bis Tapete, Farbe und Anderes ausgesucht und der Ablauf besprochen war. Der Typ machte zwischendurch immer wieder Anspielungen, die nur eins bedeuten konnten. Er hielt uns für attraktiv und lotete seine Chancen aus.

Wir arbeiteten immer nachmittags bis abends nach unserer eigentlichen Arbeit. Am zweiten Tag rissen wir dort, wo es sein musste, die Tapeten von den Wänden. Eigentlich ist das eine Arbeit, die die Kunden selbst machen können, aber offensichtlich hatte der Typ Geld. Es war recht harte Arbeit. Es war bereits warm gewesen, aber durch die Arbeit stand uns der Schweiß auf der Stirn. Zu guter letzt war es dann auch dank einiger Chemie erledigt. Zwischendurch hatte ich schon meinen Bekannten bewundert, wie er mit seinem breiten Kreuz die Tapete von der Wand riss. Dazu ein schöner knackiger Hintern, den er, wenn er auf der Leiter stand, ein bisschen rausstreckte. Es war verlockend gewesen. Doch ich traute mich nicht ihn anzusprechen. Mark war zwar ein Bekannter, aber so gut kannte ich ihn dann doch nicht.

Am folgenden Tag klebten wir im vorbereiteten Zimmer neue Raufaser. Wir gingen immer zimmerweise vor. Ich schnitt zu und kleisterte ein und Mark brachte die Tapete dann an die Wand. Immer, wenn ich ihm die nächste Bahn anreichte, stand ich ihm frontal gegenüber. Er stand auf der dritten oder vierten Sprosse der Leiter. Genau vor mir befand sich dann sein Hosenbund mit Knopf und Reißverschluss. Ich bildete mir ein, dass ich seinen langen Aal erahnen konnte, wie er halbaufrecht und dick in seiner Hose hing. Dann reckte er sich hoch, um die Tapete an die Wand zu bringen und ich sah das schwarze krause Haar, welches sich von seiner Brust kommend an seinem Nabel zu einem dunklen Strich vereinigte und dann weiter abwärts strebte. Ich bekam Lust mich mit Mark auszutoben, doch traute ich mich immer noch nicht, ihn anzusprechen. Ich musste auf jeden Fall zusehen, dass mein praller Schwanz von meinem Slip gehalten wurde und nicht heraussprang und dann meine Hose deutlich sichtbar ausbeulte. So konnte man zwar bei mir etwas ahnen, aber nicht unbedingt sehen. Als wir dann die letzte Bahn klebten, grinste mich Mark von oben kurz an, sagte aber nichts. Er kam die Leiter herunter, genoss zunächst einige Schlucke Wasser, und zog sich dann in aller Ruhe direkt vor mir um. Er entledigte sich seines Hemdes und seiner Hose, sodass er nur noch in knappem Slip vor mir stand. Seine breiten Schultern liefen in deutlicher V-Form nach unten zu seinen schlanken Hüften. Sein schwarzes krauses Körperhaar betonte die eindrucksvollen Konturen seiner Brustmuskeln, seines Nabels. Der Bund seines Slips fasste kaum den Inhalt. Buschig quoll sein Haar heraus. Sein Schwanz malte sich dick und lang ab, wie er da zur Seite gelegt schlummerte. Sogar die äußere Form seines Lustkolbens, den langen Schaft und die scharf abgesetzte Eichel konnte ich sehen. An der Spitze zeugte ein kleiner feuchter Fleck davon, dass er bereits geile wollüstige Gedanken gehabt hatte. „Kann sich doch sehen lassen, oder?“, warf er in den Raum. Dabei zwinkerte er mir zu, ließ aber offen, ob er unsere Arbeit meinte oder seinen anbetungswürdigen Körper. Unser Auftraggeber stand ebenfalls gerade in der Tür und warf ihm schmachtend Blicke zu. „Oh, ja, das kann man sagen. Aber schön wird es dann erst mit Farbe“, versuchte er seine eindeutige Begierde zu vertuschen. Mark warf sich ein enges T-Shirt über und seine normale Jeans. Auch ich zog mich um, etwas schneller, denn der Auftraggeber war mir nicht geheuer. Wir verließen die Wohnung, der Auftraggeber stand in der Tür und ganz zufällig berührte Mark beim Hinausgehen meinen Arsch. Zu wenig um wirklich aufzufallen aber zu deutlich, dass man es hätte übersehen können. Ich schaute etwas irritiert. Denn im selben Augenblick legte mir der Auftraggeber seine Hand leicht auf die Schulter und schaute mich lächelnd an. „Also dann, bis morgen.“

„Na, hat Dir die heutige Aussicht gefallen?“, fragte Mark auf dem Weg zum Auto. Wir fuhren immer zusammen zur Baustelle. „Was meinst Du?“, fragte ich etwas perplex. Aber als Mark nicht weiter darauf einging dachte ich mir nichts weiter dabei. „Unser Auftraggeber scheint ein Auge auf Dich geworfen zu haben.“ Ich schluckte hart. „Kommt das häufiger vor?“, fragte ich ihn. „Immer mal wieder. Die meisten sind aber ganz harmlos. Sie wollen halt ihren Spaß.“ Mark schaute immer wieder zu mir herüber, als ob er abschätzen wollte, ob ich auf seine Doppeldeutigkeiten anspringen würde. Ich fragte Mark noch, ob er noch etwas unternehmen wollte. „Ne, heute nicht. Bin müde. Vielleicht morgen. Mal sehen, was morgen der Tag so bringt.“ Mark schielte dabei zu mir herüber, musterte mich kurz von oben bis unten und lächelte mich dann an. Kurz darauf ließ er mich raus und ich ging die letzten Schritte nach Hause.

Den nächsten Tag werde ich so schnell nicht vergessen. Alles begann ganz harmlos. Wir bereiteten ein weiteres Zimmer vor und tapezierten das Zimmer vom Vortag weiter. Wieder stand Mark auf der Leiter vor mir, sein Hosenbund genau auf meiner Augenhöhe. Nach einer Weile verließ der Auftraggeber die Wohnung. „Ah, endlich freie Bahn. Ich mag es nicht, wenn mir ständig jemand über die Schulter sieht. Wobei man sich das von dem Typen durchaus gefallen lassen könnte.“ Mark kam die Leiter herunter, ging hinaus und kam wenig später wieder ins Zimmer. Er bestieg die Leiter. Ich hatte die nächste Tapetenbahn bereits fertig. Ich ging zur Leiter, Mark stand wie gewohnt auf der dritten Sprosse und ich wollte die Bahn anreichen, doch ich starrte nur auf seinen Schritt. Mark hatte den Reißverschluss seiner Hose aufgelassen. Weit stand seine Hose offen und gab den Blick frei auf einen dünnen, durchscheinenden Slip, der Marks steifen Pimmel kaum verhüllte. „Eine schöne Aussicht, nicht war?“ Mir stockte der Atem. Mein Verlangen dort hin zu schauen und am liebsten noch zu zugreifen, war sehr groß. Wären da nicht die Leitersprossen gewesen, die im Weg waren, ich hätte zugelangt und mir diesen Schwanz gegriffen. Seine Hose ließ nur trübes Dämmerlicht zu. Das durchscheinende Gewebe ließ die Konturen fließen, doch es war eindeutig, dass Mark einen großen steifen, dicken Schwanz hatte, umgeben von dichtem schwarzen Haar. Mark beugte sich etwas herab und blinzelte mir zu. Ich gab ihm die Tapetenbahn und ließ dann meine Hand hervorschnellen. Ich fasste durch die Sprossen, in seine Hose und berührte seine heiße Haut. „Holla, doch so mutig? Ja, fass ruhig zu. Reibe meinen Schwanz, er wartet schon darauf. Ist das nicht ein Prachtteil? Ja, greif zu. Mmhh.“ Meine Hand schlüpfte in seien Slip und hielt das heiße pralle Fleisch zwischen meinen Fingern. Meine Fingerspitzen glitten über die glatte harte Eichel. Ich streifte seine kurze Vorhaut zurück und fing an Mark zu wichsen. Eigentlich wollte ich mehr. Ich wollte seinen Schwanz zwischen meinen Zähnen spüren, wollte seine Lust schmecken, aber zunächst hielt ich seinen Prügel und ließ seine Vorhaut vor und zurück gleiten. „Oh, das machst du gut. Jaa. MMhh. Warte, ich bring nur schnell die Tapete an die Wand.“ Er stieg die Leiter empor und nach ein paar Handgriffen kam er wieder herunter. Inzwischen war ich auf die andere Seite der Leiter gewechselt und stand nun direkt vor Mark. Keine Sprosse störte mehr. Ich griff wieder zu, öffnete sogar seine Hose ganz und berauschte mich an der nun steil vor mir aufragenden Pracht seines Schwanzes. Meine Finger krallten sich fest um seinen Stab und machten da weiter, wo ich eben aufgehört hatte. Auf und ab glitt seine Vorhaut. „Wow. Jaa, mach es mir. So geil, wie du bist. Lass mich spritzen. Oh, ja, weiter. Drück in fest, nimm ihn in deine Faust. Ja, ja, ja. Du machst das prima. So geil. Weiter.“ Die Spitze seines Knüppels zierte ein kleiner Tropfen klarer Flüssigkeit. Ich war wild. Ich war heiß auf diesen Pimmel. Meine Lippen stürzten vor und umschlossen saugend seinen Speer. Meine Hand hielt seine Haut gespannt nach unten und meine Lippen vollführten nun die Bewegungen, die vorher meine Hand gemacht hatten. Wie köstlich seine Lust schmeckte. „Du riechst so geil. Du geiler Schwanz.“ Ich presste die Worte zwischen meinen Lippen und seinen Eiern heraus. Ich sog sie in mich hinein, leckte die letzte Spitze seiner Kimme und kümmerte mich wieder um seine Eichel. Mein Speichel schäumte, zusammen mit seinen Lustsäften, auf seiner Eichel. „Jaaa. Weiter, jetzt weiter. Das fühlt sich gut an. Oooh. Ooohh jaaa. Ist das geil. Jaaa. Jaaaaaa.“ Mit seinem letzten Aufschrei spritzte er mir eine gewaltige Fontaine ins Gesicht. Warmes, klebriges Sperma ergoss sich in meinen Mund. Ich schmeckte das Salz und die unvorstellbare Geilheit dieses Mannes, der nun meinen Kopf nicht mehr losließ und weiter in meinen Mund fickte. Mich überkam ein so geiles Gefühl, dass ich fast ebenfalls gekommen wäre. Sein steifer Schwanz blieb hart zwischen meinen Zähnen, sein Atem ging stockend. Leicht stießen seine Hüften nach vorn. Ich saugte und nuckelte die letzten Tropfen aus seinem Schoß und war berauscht von unserer gemeinsamen Besessenheit einander zu liebkosen und auf den Höhepunkt zu bringen.

Wir beruhigten uns etwas. Unser Atem ging wieder normal und ich wischte mir genüsslich die Reste seines Orgasmus von den Lippen. „Kleine, geile Pause gefällig?“ ertönte es unerwartet von der Zimmertür. Dort stand unser Auftraggeber und lächelte uns an. Mein Gesicht war auf Höhe von Marks entblößtem Schwanz. Außerdem war unsere Erregung geradezu zu fühlen. Mark und ich tauschten einen schnellen Blick aus. Auch Mark schien sichtlich überrascht. Doch unser Auftraggeber trat vollends ins Zimmer und kam zu uns. Er legte seine Hand auf meine Schultern. „So eine schöne Unterbrechung habe ich gar nicht erwartet.“ Er drückte mich an sich und küsste mich innig auf meine Lippen. Seine Zunge fand den Weg zwischen meine Zähne und wir wirbelten mit unseren Zungen umher. Er musste den Geschmack unserer Geilheit noch schmecken. Er seufzte leise und rieb seine Hüfte an mir. „Ihr kleinen geilen Kerle. Eure Geilheit schmeckt köstlich.“ Damit wechselte er zu Marks Schwanz, der wieder vollends steif war, und fing an Mark zu blasen. Ein leises Stöhnen zeigte, wie gekonnt der Typ mit Marks Eichel und seinem Schaft umging. Ich ging in die Knie und machte mich an seinem Hosenbund zu schaffen. Erst den Gürtel, dann den Knopf, schließlich öffnete ich den Reißverschluss, um seine Hose gänzlich zu öffnen. Er drehte sich etwas weiter zu mir. Seine Hose fiel auf seine Füße und ich schob seinen dünnen String beiseite. Ein gänzlich rasierter Schwanz reckte sich mir entgegen. Nicht sehr groß, aber ich nahm ihn zwischen meine Lippen und sog und spielte mit seiner Spitze, die köstlich war. Ein Raunen und Seufzen durchfuhr den Typen und er drängte mir seinen Schwanz weiter zwischen meine Lippen. Ich nahm Schwanz und Eier in meinen Mund und züngelte an seiner Eichel. „Oh, ja, Ihr beiden. Macht es mir. Ihr seit so geil und ich bin so spitz.“ Damit drehte er mir seinen glatten runden Arsch zu. Ich küsste seine Eier und leckte seine Kimme, wieder und wieder durchfuhr meine Zunge seinen Arsch und verweilte kurz an seiner Fotze. Als ich zwei meiner Finger in seiner Fotze versenkte, stöhnte er auf und begann ein wahres ekstatisches Saugen an Marks Schwanz. Mark stöhnte und seufzte. Er hielt sich nur mit Mühe auf der Leiter. Der Typ glitt schnell auf und ab, seine Hand hielt Marks Vorhaut straff und so glitt er immer über Marks blanke Eichel. Einzelne Tropfen zeigten sich auf der Spitze, die der Typ gierig ableckte und ihn sich aufsog. Beide steigerten sich in die Nähe ihres Höhepunktes. Ich leckte den Arsch des Typen bis seine Fotze triefte. „Ja, jetzt nimm mich. Fick meine Fotze. Du geiler Lecker. Den Fick hast du dir verdient. Füll mir meinen Arsch und spritz in ihn hinein.“ Dabei streckte er mir seinen Arsch entgegen. Ich ließ meine Hose fallen, setzte meinen Schwanz an seine Fotze und begann langsam zuzudrücken. „Oh ja. Fick mich. So ist das gut. So kommst du richtig. Du hast genau die richtige Größe. Jaaa, weiter. Drück zu.“ Ich verlor fast die Besinnung, als mein Schwanz sich langsam in seine Fotze senkte. Mein Schwanz glitt durch seine Rosette und bohrte sich sacht in seinen Unterleib. Wir drei verloren fast gleichzeitig die Beherrschung. Als mein Schwanz tief in seinem Arsch versenkt war, begann ich ihn langsam zu ficken. Langsam glitt mein Riemen vor und zurück. Ich packte seine Hüfte und zog ihn immer wieder zu mir heran. Der Typ vor mir stöhnte auf und feuerte mich an ihn zu ficken. „ Ja, weiter, mach es mir. Fick meine Fotze. Fick sie, bis du kommst. Spritz mir deine Sahne in den Arsch. Jaaa, mehr. Fester. Ja, so ist das gut. Du Fickschwein. Benutz mich! Jaaa. JAAAAAAA!“ Er wichste mit einer Hand sich selbst und mit der anderen bearbeitete er Marks Stängel. Mark hatte die Augen geschlossen und atmete tief. Der Typ nahm wieder Marks Schwanz in den Mund und sog an ihm, während ich seinen Arsch fickte. Es war die Geilheit pur. Alles war Sex, alles war Wollust. Mark schrie als erster auf. Eine Fontaine spritzte ins Gesicht des Typen und bedeckte seine Lippen, die er ableckte, um ja nichts zu verschenken. Ich spürte wie der Unterleib des Typen vor mir zu Zucken begann und stieß noch härter zu. Es schmatzte, wenn mein Schwanz in die Tiefen seiner Fotze fuhr. „Jaaaaaaaa. Weiter. JAAAAAAA. Fick meinen Arsch. Fester. Ramm mir deinen geilen Prügel in meine Fotze. Jaaa. Oooh jaaaaa. Du machst es mir. Du geiler Ficker. Ich bin deine Fotze.“ Er spritzte seinen Samen genau in dem Moment als ich in seinem Arsch kam und mich in heftigen Schüben ergoss. Jede Fontaine ließ mich leichter durch seine Rosette gleiten und tropfte schließlich dick und schaumig aus seinem Arsch. Mit dem letzten Stoß fiel ich vorn über, benebelt von unserer Lust. Ich hielt mich an der Leiter fest, bedeckte den Typen mit meinem erhitzten Körper und genoss die Zuckungen meines Höhepunktes.

Dieses Spiel wiederholte sich noch einige Male. Mal fickte ich den Typen, mal versenkte Mark seinen Riemen in seinem Arsch. An Arbeit konnten wir kaum noch denken. Abends fuhren wir ohne viele Worte nach Hause. Die Knie waren weich, die Lenden schmerzten von der ständigen Geilheit, der wir ihren freien Lauf gelassen hatten. „Siehst Du. Das Arbeiten lohnt sich doch, oder? Ich zumindest bin selten sie geil durchgeblasen worden und du hast den Typen ja auch mehr als geil gefickt.“ Ich nickte und stimmte ihm zu. Ich war kaum fähig einen klaren Gedanken zu fassen, so sehr beschäftigte mich noch das Geschehen dieses Tages. Beim Abschied kam schon wieder Freude auf den nächsten Tag auf und mein Schwanz wurde weder ein klein wenig steif

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Il garzone

Renata si diresse verso il suo fornaio di fiducia , era in realtà un mini market , mentre camminava si rese conto che la sua schiena non le avrebbe permesso di fare molta spesa , non poteva portare le borse fino a casa .
I suoi 60 anni , anche se si manteneva in discreta forma , si facevano sentire .
Arrivata nel market cominciò a comprare lo stretto necessario , poi si trovò a condividere i suoi dolori con il propietario , un suo coetaneo , il quale appena venne a sapere che Renata non avrebbe comprato molto per via della sua schiena , gli diede subito la soluzione .
L’uomo disse a Renata di comperare liberamente , perchè le sue buste sarebbe state portate a casa dal garzone .
A Renata sembrava una buona soluzione , così ne approfittò per comprare tutto ciò che le occorreva . Una volta pagato Francesco , il garzone , prese le buste ed uscì con Renata , diretti a casa di lei .
I due si conoscevano , Francesco era un giovane che ormai lavorava nel market da circa tre anni , molto gentile ed educato , i due si ritrovarono a scambiare due chiacchere . Il feticismo di Francesco non tardò a farsi vivo , mentre la donna camminava poco avanti a lui, i suoi occhi furono rapiti dai piedi di Renata , che nonostante l’età li curava molto .
Le dita smaltate di rosso uscivano affascinanti dai zoccoli in legno , i talloni erano senza il minimo callo , si vedeva che si recava spesso dalla sua estetista .
Il suono delle piante sudate che si staccavano dal plantare della scarpa mandava in estasi il giovane , spesso si era ritrovato a guardare i piedi della signora nel market, e non solo , anche se sessantenne la trovava una bella donna , era felice di poterla aiutare .
Arrivati a casa , i due salirono , il ragazzo era accaldato , ma si godeva con piacere la vista della signora che saliva le scale davanti a lui , potè ammirare le piante ogni qualvolta si sollevavano dalla scarpa, erano perfette , purtroppo arrivarono subito .
Renata fece accomodare il giovane e vedendolo accaldato gli offrì qualcosa di fresco , Francesco accettò volentieri , così si ritrovò seduto in cucina a sorseggiare dell’aranciata fresca , mentre la signora riponeva la spesa nelle dispense .
Francesco sorseggiava lentamente la sua bibita , approfittando del tempo por ammirare i piedi della signora . La presenza di quel giovane faceva piacere a Renata , spesso si ritrovava sola in casa , e con quel ragazzo le piaceva parlare , era simpatico , e poi anche un bel ragazzo , cosa che non guastava .
Mentre Renata dava le spalle a Francesco gli chiese
–Allora come ti trovi a lavorare nel market??ti piace??
aspettò qualche minuto , poi non sentendo la risposta voltò la testa , vide Francesco distratto , che fissava i suoi piedi , pensando che ci fosse qualcosa che non andasse Renata abbassò lo sguardo e si guardò i piedi , ma non vide nulla di anormale , così incuriosita chiese
–francesco tutto bene??
lui arrossendò distolse lo sguardo e rispose
–Si si signora….
Renata non fu convinta
–Davvero??eri imbambolato , c’è qualcosa che non va??
lui imbarazzato rispose
–no …no nulla…
poi sottovoce aggiunse
–anzi…
Renata sentì bene quell’anzi a gli suonò strano , voleva capire a cosa si riferiva , così si mise seduta davanti al giovane , e non potè evitare di notare che lo sguardo di Francesco ricadde sui suoi piedi .
Forse cominciò a capire , sapeva che molti uomini sono attratti dai piedi femminili , ma non le era mai capitato di essere lei a suscitare tali attenzioni , per di più su un uomo così giovane . Comunque quell’idea non le dispiaceva , così accavallando le gambe e lasciando ciondolare maliziosamente una scarpa disse
–Cosa c’è che ti interessa dei miei piedi??li fissi in continuazione…non ti piacciono le scarpe??
Francesco divenne ancora più rosso , era stato scoperto , non sapeva che dire e cominciò a balbettare
–noo..no…sssignora….nulla che non va….scusi se,,,,
Renata con un sorriso materno lo bloccò
–ma di che ti devi scusare , non hai fatto nulla di male…sei imbarazzato come mai??
qualla situazione cominciava a divertire la signora , che ormai era certa che i suoi piedi attraevano il giovane , il quale a sua volta rispose
–Bè…no…si …insomma sono imbarazzato…ma…
lei
–Su senza timore , dimmi la verità , ho notato che mi fissavi i piedi , sbaglio??
lui con un filo di voce
–non sbaglia signora….
lei
–E perchè lo fai??
Francesco si trovava in un bivio , era stato scoperto , era inutile mentire , decise di confessare la sua debolezza verso i piedi delle donne , e sopratutto di Renata
–mi piacciono i piedi delle donne….e lei signora ha dei piedi stupendi….
quel complimento fece molto piacere a Renata, non era abituata, si sentì di nuovo piacente .
Francesco non sapeva se aveva esagerato ,si sentiva ancora molto imbarazzato , mentre Renata voleva godersi quel momento fino in fondo , voleva sentirsi desiderata , così fece cadere la scarpa , il piede rimase nudo , e mentre se lo guardava disse
–grazie Francesco , in effetti ci tengo molto alla loro cura , mi fa piacere che qualcuno se ne sia accorto , e cosa hanno di tanto particolare che ti piace??
Francesco guardava quel piede come fosse la cosa più preziosa del mondo , era magnifico , sentiva il desiderio di baciarlo crescergli dentro , senza staccare gli occhi dall’estremità disse
–Signora sono bellissimi….la loro forma , le dita , mi piacciono nel loro complesso….e poi questo smalto li rende perfetti….
Renata sorrise , vedeva il ragazzo completamente rapito , si sentiva la donna più sexy del mondo , e non voleva che quel momento terminasse troppo in fretta .
La donna allungò la gamba e con delicatezza poggiò il piede nudo sulle gambe di Francesco , che incredulo ammirava la pianta rosa e sudata di Renata, che maliziosamente disse
–grazie tesoro , visto che ti piacciono così tanto li vuoi toccare??
sapeva bene che lui lo desiderava , infatti Francesco disse subito
–davvero posso??
lei
–sono sudati , se non ti schifi….
lui
–assolutamente…!!
senza aggiungere altro afferrò il piede con entrambe le mani , il calore che la pianta emanava lo mandò in estasi , sentiva il sudore appiccicarsi sui suoi palmi , era morbido e liscio , meglio di quanto immaginasse .
Mentre il piede veniva abilmente massaggiato , Renata ne traeva piacere , sia fisico , che morale , si sentiva una regina , vedeva il giovane assorto in contemplazione del suo piede , sapeva che lui ne traeva eccitazione , ne era convinta.
La donna non si sbagliava , infatti il pene di Francesco era alla massima erezione , l’odore cominciò a trasalire , e si insinuò prepotente nelle sue narici , era forte , intenso , incredibilmente erotico .
Renata sapendo che i suoi piedi non erano puliti chiese
–sicuro che non preferisci che li lavo??Forse puzzano!!
lui che impazziva per quell’afrore
–no..signora…no…non li deve lavare!!!…
la decisione e la fermezza che usò fece capire a Renata che l’odore dei suoi piedi aumentava il piacere del ragazzo , decise di averne la certezza . Si sfilò anche l’altra scarpa , alzò la gamba e la appoggiò sul tavolino , mettendo la pianta nuda a pochi centimetri dalla faccia di Francesco
— Sei sicuro?? Annusalo , magari cambi idea…
Francesco pensava di essere in un sogno ,e senza smettere di massaggiare il piede destro , avvicinò il viso al sinistro , il naso si poggiò appena sotto le dita , l’odore era prepotente , acre , intenso , per molti una puzza , per lui era l’essenza assoluta . Annusava a pieni polmoni , il pene sembrava esplodere , Renata fissava il giovane assorto ad annusarle il piede , era in uno stato di evidente eccitazione , quella situazione cominciò a risvegliare in lei antiche sensazioni , la sua vagina cominciò a lubrificarsi , il suo corpo era invaso di emozioni , si stava eccitando .
Tra i due piombò un silenzio di complicità , Renata notò il bozzo dotto la patta dei pantaloni di Francesco , immaginò il suo pene eretto , spinse il piede sul viso del ragazzo , poggiando la pianta sulle labbra, strofinò un pò e lui istintivamente aprì la bocca , iniziando a succhiare , assaporando tutto il sapore erotico di quella pianta sudata.
Renata sentiva la sua pianta essere accarezzata dalle labbra e dalla lingua di Francesco , si sentiva terribilmente sensuale , e la sua vagina ormai era colma di umori , erano anni che non si eccitava in quella maniera , le sue dita furono risucchiate una ad una , regalandole un brivido lungo tutta la schiena .
Francesco era ormai fuori di se , la sua bocca succhiava e leccava all’impazzata ogni millimetro di quel magnifico piede , strofinava il suo viso sotto la pianta facendosi appiccicare sulla pelle tutto il sudore della donna , le sue mani si spostarono da un piede all’altro , così facendo mentre succhiava se lo spingeva a se su tutta la faccia .
Renata approfittò della situazione , avendo il piede libero sulle gambe del giovane ,volle soddisfare la sua curiosità .
Spinse il piede in avanti e con le dita cominciò a pigiare sulla patta , sentì subito l’asta turgida ,era durissima , vedendo Francesco sobbalzare , capì che gli piaceva , così appoggiò tutta la pianta sul pene e cominciò a muoverla strofinandola con vigore , sentire quella durezza le piaceva , e vedere il giovane ansimare l’eccitava .
Il pene di Francesco era schiacciato sotto la pianta calda di Renata , abassò lo sguardo e vide il piede accarezzarlo , le dita erano sinuose e perfette , le mutande si stavano bagnando , la sua cappella ormai era uscita dalla pelle , la signora lo stava masturbando .
Renata sapeva che avrebbe potuto far eiaculare il giovane anche così , ma voleva anche la sua parte , voleva togliersi altre curiosità .
Smise di muovere il piede e disse
–tiralo fuori voglio vedere il cazzo….!!
sentendo quella frase e quella volgarità , il ragazzo fu ancora più eccitato , e s**ttò subito in piedi per soddisfare la richiesta della signora.
Con un gesto slacciò i pantaloni ed in pochi attimi il pene svettò fuori in tutta la sua erezione , Renata spalancò gli occhi ammirando tanta generosità , il ragazzo era in piedi davanti a lei , immobile , gustandosi la vista del viso della signora colmo di piacere .
Renata afferrò l’asta del giovane , e la strinse con forza
–Oddioo quanto tempo ….è durissimo…
poi lentamente lo cominciò a masturbare , la cappella fuoriusciva lucida dal suo pugno , Francesco godeva
–siiii…Signoraa….è bravissimaaaa…
lei lo guardava dal basso in alto , senza fermare la sua mano , lo segava lentamente ma incessantemente .
Renata con i piedi avvicinò la sedia difronte a lei e dietro Francesco , quando fu vicinissima sempre tenendo il cazzo in mano lo fece sedere , poi alzò il piede sinistro e lo rimise sul tavolo
–leccalo dai…tu leccami il piede che io mi godo un pò il tuo bel cazzo….
Francesco non aspettava altro , mentre la signora lo masturbava lui riprese ad annusare e leccare il piede , provando delle sensazioni che mai aveva provato prima .
Renata mentre faceva su e giù con la mano godendosi la vista e la sensazione che quel giovane cazzo le dava , immaginava a quante cose poteva farci , la sua fica ormai era fradicia , le venne istintivo accarezzarsi da sopra le mutande .
Purtroppo tutte le voglie erotiche di Renata , furono deluse dalla giovane inesperienza di Francesco . Infatti dopo pochi minuti il suo cazzo cominciò ad esplodere in zampilli di sperma , che riemirono la mano di Renata .
La donna anche se un pò delusa , fece di tutto per far godee al massimo il giovane , aumentò la velocità della mano , spinse il suo piede nella bocca di Francesco , e lo incoraggiava con tutte le volgarità che le venivano in mente
–daiiii….siii porcooo…sborraaa…daiiii…sfogattiii….che cazzo che haiii…suu lecca e sborra……
Francesco era in estasi .
Renata continuava a stringere il pene di Francesco nel suo pugno , anche se ormai era molto più moscio , e lui succhiava il piede guardandola come una dea .
La signora voleva avere la sua parte e non esitò a dirlo
–ora piccolo basta con i piedi….ho anche altre parti da accarezzare e leccare…
lui capì cosa voleva Renata ed era ben felice di accontentarla .
Quando Francesco si stava per tirare su per provvedere a soddisfare la sua signora , il suo cellulare squillò.
Il padrone del market era infuriato , in effetti erano quasi 50 minuti che si trovava dalla signora Renata , dovette a malincuore tornare di corsa a lavoro .
Renata rimase con l’amaro in bocca , ma per nulla rassegnata disse prima che Francesco uscì dalla porta
–mi sono dimentica di comprare l’acqua…..Domani mattina me la porti tu???

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prima volta

salve a tutti sono un ragazzo di 31 anni e per lavoro viaggio in tutta italia , da diverso tempo avevo una perversione scoparmi una donna sposata d’avanti suo marito. In passato ho avuto relazioni clandestine con ragazze fidanzate ma mai con una donna sposata per lo piu scopata in presenza del marito. Un giorno pero’ durante un soggiorno breve a torino in una farmacia conobbi luisa una spendida donna di 45 anni e devo dire ci fu subito una certa sintonia…lei lavorava li’ e dopo aver acquistato cio che mi serviva usci dalla farmacia e continuai a pensare a lei fantasticando di come poteva essere porca a letto ma notai l’anello nuziale al suo dito quindi piu di tanto mi rassegnai. La sorte vuole che il giorno dopo mi recai in un negozio che aveva costumi per il mare esposti molto belle,entrai e feci i complimenti al propietario per il fantastico negozio . cmq entrammo subito in confidenza e notai degli sguardi sul mio pacco quando mi chiese di verdere se andava bene il costume che era anche uno slip. Dopo aver comprato 2 costumi mentre stavo per salutarlo entro la farmacista la guardai e questa volta senza camice con una camicia e una gonna molto stretta …..aveva un seno eslosivo una 4 bella formosa lei mi guardo per qualche secondo e il marito me la presento’. E lei si ricordo’ subito di me da li capi’ che non mi ero sbagliato su certi sguardi.Il marito di luisa era come me un appassionato di carambola e mi chiese di scambiarci il numero di cell che una sera di queste mi avrebbe chiamato per fare qualche giocata. Il pomeriggio del giorno dopo mi chiamo e ci incontrammo la stessa sera. Be la serata fu tranquilla e bevemmo un po di birre e parlando di donne e al fatto che lui era sposato da 15 anni non poteva avere figli e che il suo rapporto con la moglie era cambiato. Il motivo mi lascio un po’ sbalordito mi disse che da tempo ha una fantasia che lo entusiasma …vedere sua moglie scopata da un altro ma che la moglie non era ancora pronta ad una cosa simile e doveva pensarci. Io all’ora incominciai a fare dei complimenti su sua moglie facendo capire che se avrebbe voluto l’avrei scopata con piacere.Lui mi disse che da una settimana che la moglie ha saputo di questa fantasia e quindi forse non era ancora pronta ….cmq mi disse dai vieni a casa mia con la scusa di voler bere un altra birra con me vediamo come reagisce. Andai a casa sua senza che il marito avverti’ Luisa entrai in casa e trovai lei sul divano fu felice di vedermi e anche un bel po imbarazzata. Ci sedemmo sul divano a parlare e dopo un po il marito ando in bagno …io approfittai di questo momento e pensai devo essere diretto…gli dissi luisa tu sei una donna stupenda tuo marito mi ha detto del vostro rapporto e di questa sua fantasia..lei mi rispose che era imbarazzata che ero un bel ragazzo ecc….il mio cazzo si fece duro come un marmo e gli dissi dai lasciati andare facendo notare che avevo un bel rigonfiamento nel pantalone gli spostai la mano sul cazzo e io a questo punto apri la cerniera per cacciarlo fuori incomincio a farmi una sega misi la mano tra le sue gambe era bagnatissima….gli dissi come sei eccitata lei mi rispose hai un cazzo grandissimo il piu grande che ho visto ….era una fontana la fua figa e i suoi gemiti si facevano sempre piu forti…quando venne il marito si imbarazzo e tolse la mano dal mio cazzo..lui vide il mio cazzo e disse luisa dai fammi vedere quanto sei troia…la moglie lo guardo e si avvicino con il viso e mi fece un pompino assurdo…intanto lui si mise su una sedia poco lontano e si segava …aveva un cazzetto la meta’ del mio…dopo avermi fatto un bel pompino il mio cazzo era gonfio che quasi arrivavo la presi e la scopai a missionario..aveva una figa strettissima e quando gli misi tutto il cazzo dentro la senti urlare e piu urlava piu la scopavo forte…la scopai per quasi un ora e lei venne almeno 6 volte….gli sfondai la figa mi confido che non era mai arrivata cosi’ tante volte e che non aveva mai provato un orgasmo cosi’ ….questa fu la mia prima volta da bull un esperieza unica

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Anal BDSM Erstes Mal

Pure Lust im Mondschein

Aus weiblicher Sicht

Es ist dunkel. Mondlicht hüllt die noch immer angenehm warme Insel in kaltes Licht. Weiß leuchtet mein nackter Körper aus dem Dunkel der Nacht. Ich lege mich auf die weiche Decke, strecke mich dem Mond entgegen. Was du sehen kannst erregt dich. Die Umrisse meines nackten Körpers, scharf gezeichnet gegen den dunkeln Hintergrund der Büsche und des Wassers. Hell beleuchtet durch den Mond, dessen Licht nun milder zu sein scheint, alles weicher macht, durch das Spiegeln in den Wellen.
Langsam lege ich mich auf den Rücken, sehe dich an… meine Brüste heben und senken sich bei jedem meiner tiefen Atemzüge. Leicht sind meine Schenkel gespreizt und feucht und glänzend leuchtet meine rosa Spalte in der Dunkelheit. Verlockend, fordernd, bittend, drängend.
ER hat sich längst aufgerichtet. Steht da, erregt durch die Bilder, die wir gemacht haben. Ich strecke meine Arme aus. Meine Hände berühren ihn, streicheln ihn, fassen ihn, halten ihn fest, ganz fest drücken sie ihn, ziehen dich an ihm zu mir, näher, bis du über mir stehst. Ebenfalls nackt, und ich mich aufsetze. Hart steht er da, sanft gleiten jetzt meine Lippen über ihn, meine Zunge streichelt seine pralle Spitze, gleitet um ihn, tiefer, an dem Säckchen entlang, zwischen deine Schenkel und wieder hoch. Dann nehme ich ihn zwischen die Lippen, sauge ihn tief in meinen Mund, deine Hände halten meinen Kopf, fassen meine Haare, spielen damit, während dein Atem beginnt schneller zu gehen, sind wir allein?- egal. Ich will dich, will dich jetzt. Vorsichtig bewegst du dich in meinem Mund, fest schließen sich meine Lippen um den steifen harten Schwanz, DEINEN Schwanz, der nun tief in meinen Mund eingedrungen ist. Du hältst den Atem an, bewegst dich nicht, so tief war es noch nie. Du spürst es, bis zum Anschlag ragt er hart und steif zwischen meinen Lippen, die sich an den Bauch pressen, mein Atem geht tief, langsam gleitest du heraus, lächelst mich an, beantwortest meinen fragenden Blick mit einem streicheln meiner Brüste, dem tiefer gleiten deiner Hände, du kniest dich hin, drückst mich zurück, spreizt meine Beine und während deine Hände wieder zu meinen Nippeln wandern, gleitet deine Zunge in meine nasse Spalte und an mein Lustknöpfchen, vibriert dort .deine Lippen pressen sich gegen das glatt rasierte Fötzchen, saugen an den Lippen und dem Knöpfchen, während deine Hände meine Brüste massieren. Mit den Knospen spielen und ich spüre wie die Spalte sich weitet und auch DIESE Knospe härter wird. Du hörst mein Atmen, leises Stöhnen, immer tiefer und lauter werdend, meine Hände an deinen Schultern, versuchen dich hochzuziehen, aber noch willst du nicht, genießt erst meine Lust, meine Gier nach deinen Liebkosungen, deiner Zunge zwischen meinen Schenkeln, den fordernden, zärtlichen Händen an meinen Brüsten. Du genießt mich stöhnen zu hören und wie ich mich unter dir bewege, meinen Schoß gegen dein Gesicht presse und mich aufbäume , wenn wieder eine Welle der Lust mich packt und ich mehr will, mehr ..IHN..
Ich beiße mir in die Lippen, spüre es, immer näher kommt es, aber jetzt will ich IHN. Will ihn spüren, an mir, in mir, will ausgefüllt werden von seiner Härte, seiner Zartheit, seiner Kraft. „komm endlich!“ schreie ich in die Nacht. „ nimm mich.. FICK MICH !!!“
Du richtest dich auf, führst ihn an die jetzt tropfnasse Spalte, setzt ihn an und reibst ihn zwischen den Lippen. Ich hebe mich ihm entgegen. „mach mich nicht verrückt „keuche ich“ gib ihn mir!“ langsam dringst du jetzt in mich ein, teilst diese Spalte, spießt mich auf, immer tiefer drückst du ihn in mich, bis du ganz in mir bist, pulsierend und hart. Dann ziehst du dich wieder zurück, nur die Spitze lässt du zwischen meinen feuchten Lippen stecken, verharrst so, ich werfe den Kopf in den Nacken,“ ggrrraaaa“ kommt aus meiner kehle. Dann stößt du zu. Kurz und heftig. Einmal. Gefolgt von einem Aufschrei von mir. Noch einmal. Tief. Heftig. Und wieder und wieder, aus dem einzelnen Aufschrei ist nun ein langgezogenes stöhnen geworden, ein Keuchen , schnell und heftig im Rhythmus unserer Bewegungen. Dann packen ihn meine Muskeln, ich spüre wie es mir kommt, laaang und heftig! Zuckend liege ich unter dir, aufgespießt von deinem Schwanz, der in mich ragt, mir dient, mich befriedigt, MEINE Lust , du bist ganz Schwanz, nur Schwanz.
Tief atmend liege ich da, noch immer mit IHM in mir. Du liegst ich zwischen meinen weit geöffneten Schenkeln. Leckst meine Brüste, saugst an meinen Nippeln. Langsam lasse ich deinen Schwanz aus mir gleiten, rutsche unter dir tiefer, bis mein Gesicht genau unter ihm liegt, lege meine Hände um deinen po und drücke dich langsam gegen mich. Du liegst da auf dem Bauch mit deinem harten Schwanz, den ich jetzt wieder in den Mund nehme. Meinen Saft ableckend und dich zu den Bewegungen dirigiere, die du gerade gemacht hast, nur jetzt meinen Mund fickend, ihn von meiner Zunge verwöhnen lassend. Kurz schaust du herunter, siehst mich da liegen, mein Gesicht unter IHM, meine Beine noch immer geöffnet und aufgestellt. Eine Hand an deinem Po, die andere hat sich zwischen meine Schenkel verirrt. Langsam stößt du von oben in mich, lässt dich von mir führen, bis du es nicht mehr halten kannst. Rasch kniest du dich neben mich. Jetzt siehst du auch, was meine Hand zwischen meinen Schenkeln macht, an meiner heißen feuchten Spalte, das erregt dich so, das nur wenige Bewegungen mit meinem Kopf, meinem Mund genügen um dich zur Explosion zu bringen. Ich höre dich stöhnen, spüre, wie dein Saft aus dir spritzt, spüre ihn in meiner Kehle, dann sinkst du keuchend zusammen. Ich beuge mich vor, nehme ihn wieder in den Mund, sauge an ihm, nuckle, spüre ihn wieder größer werden, „Komm“ fordere ich dich auf-„schau mich an sieh ihn zwischen meinen Lippen, den weißen Saft in meinem Gesicht, wie er herunter tropft, aus meinen Mundwinkeln!“ Ich lecke ihn mit der Zunge fort, verreibe ihn auf meinen Brüsten, zwischen meine Schenkel, lasse meine Finger in meine Spalte gleiten und verteile ihn auch dort. Ich spüre IHN wieder hart werden in meinem Mund, spüre die Lust aufsteigen und sehe auch in deinen Augen die Gier nach mehr. Ich stehe auf, stehe nun vor dir. Meine glatte rasierte Spalte vor deinem Gesicht. öffne die Schenkel, gehe tiefer, presse mich gegen dich, meine Beine umfassen dich und eng an dich gedrückt gleite ich tiefer, tiefer , um endlich auf dir zu sitzen, auf IHM, der in mich ragt. Zuerst langsam, dann immer schneller werdend bewege ich mich vor und zurück, beginne ihn zu reiten, schneller, beiße dir in die Schulter als es mir nun kommt, schneller und heftiger als vorhin und auch du kommst. Kommst diesmal tief in mir, spritzt deinen Saft in mich, zuckend und heftiger als vorhin. Ich sinke zurück, immer noch auf dir sitzend, auf IHM, beuge mich zurück, strecke mich, tief aufseufzend meine Beine um dich geschlungen.
Plötzlich schrecke ich hoch. Versuche mich umzudrehen, was mir schwer fällt, ER ist ja noch in mir, meine Schenkel um dich geschlungen. „Was ist?“ „ ich glaube, da ist wer!“ sage ich. „na und? Hast du nicht gesagt, das stört dich nicht?“ „ naja. ….“ „na also…siehst du was?“ „nein, schau mal zu der ecke dort..“ „nix“. „hm ich bilde mir ein, dort steht einer“ „ na dann.. bieten wir ihm doch was ..!?“.
Ich drehe mich zu dir. “noch was?“ „möchtest du denn noch was? „ fragst du… „ wenn du so fragst…“ grinse ich, öffne meine Schenkel und beuge mich zu IHM.. „ ooch , ist er denn schon müde?“ sage ich und beuge mich tief über ihn, lecke mit der Zunge über seine Spitze . Dabei streichest du meinen Rücken, wanderst zum po, den ich hoch gestreckt halte…. Umfasst ihn. Massierst ihn. Kurze kleine heftige Schläge beantworte ich nur mit einem leisen Quietscher und einem zärtlichen Biss in IHN… Dann richte ich mich auf, meine Hand fest um in geschlossen. „siehst du, SOO gefällst du mir!“ sage ich zu ihm. dabei drehe ich mich um und führe ihn zielgenau dorthin wo ich ihn spüren möchte. Du packst mich an den Schultern und drückst mich an dich. Umfasst mich, meine Brüste, von hinten, und diesmal lassen wir uns Zeit, jede Bewegung, jedes Eindringen und Herausgleiten wird wiederholt , wieder und wieder. Kein schneller Fick, nein, Sex, pur, mit jeder Bewegung genossen. Ich blinzle zu der Ecke, tatsächlich, dort steht einer, etwas seitlich von uns, und sieht uns zu. Im hellen Mondlicht kann er wahrscheinlich alles erkennen, kann sehen wie dein Stab in mich eindringt, sehen, wie deine Hände mit meinen Brüsten spielen, meine harten steil aufgerichteten Nippel, und wohl auch mein Stöhnen hören… egal, das kann der Nachbar in deiner Wohnung auch, und was er sieht.. nun, solange er sich ruhig verhält… stört es mich nicht.. ich konzentriere mich wieder auf dich und mich deinen geilen, nackten Körper, unsere Lust, meine Hingabe, darauf den SEX zu genießen, SEX pur, SEX mit DIR, immer wieder erregend, geil und ahhhhh. Erlösend. Mit letzten kräftigen Stößen fickst du mich jetzt, nur mehr ficken, ganz Fick sein, ganz Geschlecht, ganz ahhhhh. Jaa ORGASMUS, den wir nun beide erleben. DU, die letzten Tropfen auf meinen Rücken spritzend und Ich, bebend, von kurzen elektrischen Stößen getroffen, zuckend und unter dir stöhnend auf dem Bauch liegend, ausgepumpt und erschöpft, aber dennoch glücklich.
Nun ist es doch frisch geworden, rasch packen wir zusammen und gehen handhaltend zum Auto. Die Stiegen rauf gehe ich vor dir und du siehst deinen Saft in dünnen feuchten Spuren an meinen Schenkeln herunter rinnen. Ich spüre, wie du ihn auffängst, mit deinen fingern über meinen nackten Körper , ihn weiterverteilst, dann an meine Lippen führst,…ich lecke sie ab, tief in deine Augen blickend,….spüre, wie die Erregung mich wieder umfängt,…aber ich gönne dir die Pause… für die Fahrt nach Hause, dann aber,….

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Inzest

Wilder Urlaub in Südfrankreich VI

Wilder Urlaub in Südfrankreich VI – Der Sturm
© Luftikus

Mama schien gerade recht viel Vergnügen darin zu finden, meinen Schwanz von oben bis unten zu lutschen und abzulecken, als unsere Wochenmarktbesucher zurück kamen. Natürlich ließen alle von allen Vergnüglichkeiten ab. Dafür war später immer noch Zeit, nun aber gierten alle nach Neuigkeiten. Wer hatte was gekauft? Und hatten sie uns auch etwas mitgebracht?

Marina, Angie, Maggo und Toby konnten es gar nicht erwarten, sich die staubigen und verschwitzten Kleider vom Leib zu reißen. Im Nu standen sie nackt neben uns. Marina begrüßte Pierre mit einem wenig schamhaften Kuss, wobei sie mit einer Hand leicht über seine Kronjuwelen streichelte. Pierre grinste und gab ihr einen Klaps auf die nackte Hinterbacke. Tobys Begrüßung bei Michelle fiel etwas züchtiger aus, sie kannten sich ja nur vom Lagerfeuer und hatten noch gar keine ‚nähere Bekanntschaft‘ geschlossen. Seinem Blick nach zu schließen, wollte er das am liebsten auf der Stelle ändern und beherrschte sich nur mühsam. Zumindest tat er so.

Sandra war inzwischen auch nackt und hatte aus dem Wohnmobil ihre String-Winzlinge geholt. „Lollo, ich hab dir ja schon verraten, was ich gestern gekauft habe und jetzt verteilen möchte. Ziehst du dich bitte auch gleich aus? Lukas, Matthias, Wolfgang, Bernd! Was ist mit euch? Ein halber Tag unter den biederen Leuten und schon habt ihr wieder Hemmungen?“ Grummelnd gingen die Herren der Schöpfung und machten sich paradiesisch.

„Also dann“, fuhr Sandra fort, „ich habe gestern am Strand diese Micro-Strings gesehen und, weil sie billig waren, eine Reihe davon gekauft. Wer sich traut, damit, und nur damit, an den Textilstrand zu gehen, der schenk ich ein solches Teil. Für Männer ist es leider nicht gemacht. Aber die können sich ja am Anblick erfreuen. Meiner ist grün!“ Damit hob sie ihren grünen String in die Höhe, stieg hinein und dreht sich mit ausgebreiteten Armen um die eigene Achse, dass ihre wundervollen Titten so richtig flogen.

Alle klatschen Beifall und Angie rief: „Ich möchte auch so ein Teil! Sieht supergeil aus!“

„Angie!“, rief Wolfgang rügend, aber niemand schenkte ihm Beachtung. Es war ja nur die Wahrheit.

Angelika bekam einen in Gelb und Marina, die sich natürlich auch sofort gemeldet hatte, einen in Blau. Beide zogen sie sofort an. Angie hatte recht. Es sah wirklich supergeil aus. Manu, die ihr weißes Teil ja schon am Vortag bekommen hatte, verschwand kurz im Wohnmobil und kam ‚angezogen‘ wieder heraus. Wenn da nicht das winzige längliche Dreieck über ihrer Clit und die dünnen Bändchen gewesen wären, hätte man sie, ebenso wie Sandra, Angie und Marina, für völlig nackt gehalten. Wenn man genau schaute, – und wer würde da nicht genau schauen? – konnte man sehen, wie sich der kleine weiße Stofffleck wölbte, ebenso wie ihre Schamlippen, zwischen denen sich die untere Spitze des Dreiecks und das Bändchen verliefen. Sie war schon wieder geil, was zwar kein Wunder war, der Anblick ließ aber meinen Schwanz steif werden. Ein Blick in die Runde. Pierre, Toby, Maggo, Lukas, Matthias und sogar den beiden Vätern ging es kaum besser.

„Gib mal her, ich habe versprochen, dass ich auch einen anprobiere!“, meldete sich Lollo zu Wort und übernahm von Sandra einen Micro-String in lila Farbe. Er stand ihr ausgezeichnet. „Was ist mit euch, Schwestern?“, wandte sie sich dann an Mama und Tante Astrid. „Wie ich sehe, habt ihr euch endlich auch rasiert. Das sieht wirklich besser aus!“

Nun bemerkten auch Papa und Onkel Wolfgang mit „Aha“ und „Oho!“ diesen erfreulichen Umstand. Es wird ja viel darüber gewitzelt, dass Männer die neuen Frisuren ihrer Frauen nicht bemerken, aber dass es so schlimm sein kann, hätte ich nicht gedacht. Die beiden stellten sich hinter ihre Frauen und rieben ihre steifen Schwänze am Sitzfleisch. Sie dachten wohl, das würde keinem auffallen!

„Lass mal fühlen!“, sagte Wolfgang und tastete mit einer Hand nach Astrids frisch geölter Pussy.

Sie haute ihm spielerisch auf die Finger. „Nicht jetzt, du Lustmolch! Ich stimme zu, dass das superscharf aussieht, aber ich denke auch, dass dieses winzige Dingelchen an mir weniger sexy als lächerlich aussehen würde. Oder obszön, wenn man bedenkt, wie meine langen Schamlippen da rechts und links vorbei hängen würden. Dann schon lieber ganz nackt, oder?“

„Ganz recht, liebe Astrid. Für mich gilt dasselbe“, schloss sich Mama an. „Und, wenn ich das auch noch sagen darf, mit den Dingern da“, sie deutete auf Sandra, Manu, Angie und Marina und warf Lollo einen strafenden Blick zu, „an den Textilstrand zu gehen, halte ich für eine gewagte Provokation. Aber ich werde euch nicht davon abhalten, nicht einmal Marina. Allerdings bringe ich euch kein Frühstück ins Gefängnis, wenn sie euch verhaften.“

„Ach, Gottchen! Die Franzosen sind da tolerant. Du kannst ganz nackt am Textilstrand spazieren gehen. Möglicherweise macht dich jemand darauf aufmerksam, dass du dich wohl verlaufen hast, vielleicht auch nicht. Von Verhaften kann keine Rede sein.“ Lollo wusste offenbar Bescheid. „Aber ich habe mir so etwas schon gedacht und euch deswegen etwas mitgebracht, das auch ihr tragen könnt, wenn ihr euch traut.“ Sie nahm einen Beutel, den sie vorhin unauffällig auf dem Tisch deponiert hatte und zog zwei Tangas heraus, die nur unwesentlich mehr Stoff hatten, als Sandras Micro-Strings. Sie reichte einen goldfarbenen Tante Astrid und einen schwarzen mit silbernen Punkten meiner Mutter. „Gleich anprobieren!“, forderte Lollo und zappelte herum, wie ein Kind vor der Bescherung.

Es kostete einige Mühe, den Stoff so zurecht zu zupfen, dass tatsächlich die längeren Schamlippen der Mütter verstaut waren. „Wow!“, entfuhr es mir. „Ihr seht so scharf aus, als wärt ihr dem Playboy entsprungen!“ Und das war die reine Wahrheit! Besonders Mama mit ihren etwas üppigeren Kurven stellte manches Pornomodel in den Schatten. Das fand auch Papa, denn er fasste sie am Arm und zog sie zum Wohnwagen. Bernd und Astrid folgten gleich darauf.

„Für dich, lieber Neffe, habe ich auch etwas!“, verkündete Lollo. Ich sah mich kurz um. Marina, Toby und die anderen Youngsters grinsten erwartungsvoll. Was hatten sie wieder ausgekocht? Das Wortspiel fiel mir erst nach dem Gedanken auf. Langsam, wie ein Waisenkind, das den Hauptpreis in der Lotterie zieht, fuhr ihre Hand in die bewusste Tüte und zog etwas hervor, das wie eine missglückte Wurst aussah. „Damit du auch an den Textilstrand gehen kannst!“

Erst bei näherer Betrachtung erkannte ich, dass es ein Penisfutteral war. Lollo erklärte grinsend: „Es sind Schaumgummiringe drin. Damit kann man einen längeren Schwanz vortäuschen, wenn man nur einen kleinen hat. Ist dann halt blöd, wenn man in eine Situation kommt, wo er zu wachsen anfängt. Du hast da ja Glück, weil deiner kaum an Länge zulegt, wenn er steif wird.“ Die hatte ja ganz genau beobachtet, meine geile Tante! Nur mich ranlassen, das wollte sie nicht!

Ich nahm das Geschenk dankend an und räumte gleich einmal Schaumgummiringe aus. Das Teil war für Penisse bis zweiundzwanzig Zentimeter ausgelegt. So viel hatte ich nicht zu bieten. Ich konnte entweder drei Zentimeter Füllmaterial drin lassen und so tun, als hätte ich mehr als meine natürlichen neunzehn, oder ich konnte oben den Rand umschlagen und die Bänder an tiefer liegenden Ösen festmachen, wie Tante Lollo erläuterte. Ich entschied mich für Ehrlichkeit, denn wenn man mit so einem Ding in die Öffentlichkeit geht, kommt irgendwann die Stunde der Wahrheit. Oder die Stunde kommt gar nicht, weil die Frauen und Mädchen von so einer Überlänge abgeschreckt werden. „Du kannst wählen“, sprach Lollo weiter. „Mit den kurzen Bändchen kannst du das Futteral am Hodensack festbinden, mit den längeren wie einen Stringtanga tragen. Letztere Möglichkeit erschien mir bequemer. Lollo half mir, die Bänder einzufädeln und so zu binden, dass guter Sitz gewährleiste war. Dabei kamen mir ihre Finger so nahe, dass mein Schwanz schon wieder gefechtsbereit stand.

„Das muss ich mir im Spiegel anschauen!“, rief ich und drehte mich im Kreis, damit mich alle bewundern konnten.

„Supergeil!“, rief Marina. Ich sah, dass der Wohnwagen hinter mir leicht schaukelte. Papa und Mama oder Onkel Wolfgang und Tante Astrid vögelten. Oder alle vier.

Ich winkte Manu und polterte in den Wohnwagen. „Schaut mal, was mir Lollo mitgebracht hat!“, rief ich. In der Tat waren alle vier beim Vögeln. Es war das erste Mal, dass ich das sehen konnte. Astrid saß auf Onkel Wolfgangs Schwanz und ritt ihn, wobei sie sich weit zurück lehnte und sich auf seinen Fußknöcheln abstützte. Ich ging zu ihnen, während sich Manu meinen Eltern zuwendete.

Wolfgang war erschrocken, aber Astrid grinste und ritt weiter. „Wenn ich mit Manu in der Stellung bumse, dann reib‘ ich immer ihren Kitzler. Da geht sie tierisch bei ab“, riskierte ich einen frechen Spruch und demonstrierte sogleich am lebenden Objekt, wie ich das meinte. „So schön glatt!“, lobte ich und zwirbelte Astrids Klitoris. Sie schnurrte, hechelte und kam. „So geht das!“ Astrid ritt weiter, nun aber langsamer. Sie musste erst wieder zu Atem kommen. Wolfgang befolgte meinen Rat. Für meine Neuerwerbung interessierte sich niemand. Ich drehte mich um.

Mama lag mit weit gespreizten Beinen auf dem Bett und Papa war dabei gewesen, sie zu lecken, als Manu hinzu kam und sich neben ihn kniete. Voller Hautkontakt, der Wohnwagen war ja nicht so geräumig. „Schön glatt und gut zu lecken, was?“, fragte sie und packte dabei wie unbeabsichtigt seinen Schwanz. Der war kaum länger als meiner, aber ein Stück dicker.

„Schmeckt irgendwie anders!“, stöhnte Papa. „Merkwürdig.“

„Ehrlich?“, fragte Manu scheinheilig. „Lass mal!“ Sie drängte Papa zur Seite und ließ ihre Zunge über Mamas Muschi gleiten. „Wird wohl der Rest von der Sonnencreme sein.“ Sie zog Mamas Schamlippen auseinander und senkte ihre Zunge ins rosa Fleisch. „Alles ganz normal!“, verkündete sie dann. „Willst du ihn ihr nicht endlich reinstecken?“, fragte sie dann, während sie den Schwanz meines Vaters wichste. Der war so geil, dass er das Absonderliche der Situation nicht richtig realisierte, sondern tat, was seine Nichte von ihm gefordert hatte.

„Ich will oben liegen!“, keuchte Mama und wälzte ihn auf den Rücken.

Langsam und mit wippendem Schwanz näherte ich mich ihnen. „Guckt mal, das hat mir Lollo mitgebracht!“

„Was ist das denn für ein Unding?“ Mein Vater hatte keinen Sinn für so etwas.

„Ein Penisfutteral. Ich find es zwar geil, aber irgendwie merkwürdig zu tragen.“

„Dann zieh‘ es eben wieder aus!“, stöhnte Mama, die immer praktisch dachte.

Da setzte ich gleich nach: „Mach du es mir auf. Lollo hat es irgendwie festgemacht und ich seh‘ nicht genau, wie und wo!“ Um dran zu kommen, musste sie sich nach vorne beugen und sich etwas zur Seite neigen, denn das Bett war gut kniehoch. Mein eingehüllter Schwanz ragte ziemlich in der Nähe von meines Vaters Gesicht über die Bettkante. Mama löste geschickt die Bänder und zog langsam die Hülle ab. Papa war sprachlos, vor allem, als sie ihre mütterlichen Lippen über meine Eichel schob – und schnurrte.

Endlich fand er die Sprache wieder: „Bella, was tust du da?“

Mama ließ meinen Prügel aus ihrem Mund. „Ach Bernd! Stell dich nicht so an! Du hast meine Mutter gefickt und hast auch deine Mutter gefickt. Und mit meinen Schwestern fickst du immer wieder. Sogar Arne hast du einen geblasen.“ Das war ja mal eine Neuigkeit! „Ich wette darauf, falls sie will, wirst du in diesem versauten Urlaub auch noch deine Tochter ficken und womöglich Angie entjungfern.“

„Ähm!“, wandte ich ein. „Letzteres ist nicht mehr möglich. Das hat sie schon selber erledigt.“

„Was?“

„Tja, sie hat sich dazu meines Schwanzes bedient, aber sie hat gesagt, sie hätt es schon mit mehreren Jungs getan und, wie ich festgestellt habe, dass sie doch noch Jungfrau war, hat sie sich so auf meinen Schwanz fallen lassen, dass es passiert ist. Sie hat nicht viel geblutet und nach dem ersten Schmerz hat es ihr super gefallen.“

Er überlegte längere Zeit, während Mama ihre Reitbewegungen wieder aufnahm und auch weiter an mir lutschte. Ich sah zu Manu und ihren Eltern hinüber. Sie streichelte die Muschi von Tante Astrid und beugte sich dann vor, um sie zu lecken. „Hast du Mama eigentlich schon geleckt? So schön glatt rasiert, ist das ein echtes Vergnügen.“ Wolfgang zögerte. „Hast du echt nicht?“, fragte Manu weiter. „Komm, probier’s mal!“ Mit diesen Worten schwang sie sich über sein Gesicht und präsentierte ihrem Vater die haarlose Spalte.

„Aber, aber!“, stammelte Wolfgang und bekam von seiner Frau in etwa dieselbe Antwort, wie vorhin Papa von meiner Mutter: „Es kommt eben, wie es kommen musste! Du hast schon alle Fotzen in deiner Familie geleckt, also halt fast alle. Die deiner Mutter, meiner Mutter, deiner Tante, meiner Schwestern, jetzt brauchst du dich bei deiner Tochter auch nicht so anzustellen. Der Apfel und so weiter. Leck sie gut, du kannst es und sie will es. Wahrscheinlich kannst du sie auch ficken. Tu es, wenn ihr es beide wollt!“

„Ja, ich will es!“, sagte Manu schlicht und presste ihre Pussy fest auf ihres Vaters Lippen. Ihren Stöhnen und Schnurren nach zu urteilen, fing er gleich an, ihrem Wunsch zu entsprechen. Sie legte sich flach auf seinen Bauch und, weil sie zu klein war, um sie zu lecken, fingerte sie ihre Mutter. Die drei waren ganz in ihrem heißen Dreier verstrickt, was offenbar auch meinem Vater auffiel.

„Na gut!“, meinte er, „dann soll es eben sein. Familientradition eben. Und wie feiern wir das Ereignis?“

„Ich hätte da schon eine Idee. Wie wäre es, wenn ich Mama in den Arsch ficke? Ein Doppeldecker? Ich glaube, das hält sie aus. Und ich habe es ihr versprochen.“

„Ihr habt schon? Heute?“

„Ja, haben wir, und was da so seltsam geschmeckt hat, das war keine Sonnencreme, sondern sein Sperma“, bekannte Mama. „Heute ist eben ein besonderer Tag.“

„Sodom und Gomorrha!“ rief er, lächelte aber dabei.

„Was ist jetzt? Machen wir es?“, fragte ich Papa ungeduldig.

„Ihr macht mich wahnsinnig! Ich komme!“, schrie er und hob Mama von seinem Schwanz, spritzte auf ihren Po und in die Kerbe. Genug Schmierstoff für mein Vorhaben.

„Gut gemacht, Paps, steck ihn wieder rein, dann komm ich.“ Da sein Fickkolben weiter recht fest blieb, tat er es. Ich steckte Mama zwei Finger in den Arsch und schmierte kräftig. Es war wohl kaum ihr erstes Mal, denn sie weitete sich schnell. So konnte ich sofort ansetzen und ihr meine Eichel rein stecken. Es ging dann nicht ganz so schnell tiefer, weil der Schwanz meines Vaters viel Platz in Anspruch nahm. Ich konnte ihn deutlich spüren.

„He! Das will ich auch einmal ausprobieren“, rief Manu von der anderen Seite her, ehe sie sich den Schwanz ihres Vaters in den Mund steckte.

„Aber nicht mehr heute!“, wehrte ich ab und fickte heftig den Arsch meiner Mutter. Das war so ultrageil, dass es gar nicht sehr lange dauerte, bis wir beide abspritzten, erst mein Vater, dann ich. Auch Mama schrie, spritzte und versaute damit das Leintuch.

Als sie aus ihrem finalen Orgasmus wieder auftauchte, bemerkte sie die Bescherung. „Ich brauche dringend eine Dusche. Kommt ihr mit?“

Wolfgang, Astrid und Manu waren inzwischen auch so weit und er schoss seinen Samen in seine Frau. Den Fick mit seiner Tochter hatte er wohl aufgeschoben, der Urlaub dauerte ja noch länger. „Ich gehe jetzt ans Meer schwimmen und dann schlafe ich wieder am Strand. Manu wohl auch“, erklärte ich. Diese nickte nur. Dafür schlossen sich Onkel und Tante meinen Eltern an. Wenn das nicht noch einen Quickie im Sanitärgebäude ergab. Also ich hätte nicht widerstehen können, wenn ich erst ein- oder zweimal gekommen wäre. Aber nach dem fünften Mal, verspürte ich keine Regung mehr. Doch ich sollte Glück haben.

Wir hatten so lange im Wohnwagen gevögelt, dass inzwischen draußen einiges geschehen war. Kein Mensch weit und breit. Irgendjemand, vermutlich Lollo, hatte Würstchen gekocht, die im noch warmen Wasser schwammen. Senf, Ketchup und Brot lagen dabei. Da ich neulich den ganzen Vorrat zum Grillen entführt hatte, hatte wohl Lollo nachgekauft. Sie schmeckten grauenhaft! Deswegen waren wohl auch noch so viele davon da. Aber wenn der Teufel Hunger hat … Und Fliegen schmeckten wohl noch mehr scheiße! Also schlangen wir schnell ein Paar hinunter. Manu entdeckte einen Zettel, auf dem geschrieben stand: „Wir sind in den Dünen. Diesmal kommen wir mit!“ Unterschrieben war das Dokument mit „Angelique“. Klang auch gut, nur kam Manu hoffentlich nicht auf die Idee, sich künftig „Emmanuelle“ zu nennen. Es gab andere Methoden, ihrer frankophilen Neigung Ausdruck zu verleihen, die mir wesentlich besser gefielen.

Während unsere Eltern was auch immer im Sanitärhaus trieben, packten wir unsere Schlafsäcke und ein paar Äpfel ein und strebten dem Strand zu. Es war mondhell, so kamen wir gut voran. „Das mit dem Doppeldecker, an wen hast du da eigentlich gedacht?“, fragte ich.

„Mit dir natürlich und dann? Entweder Matthias oder Pierre? Eventuell musst du dann halt Revanche geben. Das macht dir doch nichts aus, oder?“

„Mit Sandra oder Michelle? Natürlich nicht, da freu ich mich drauf. Sehr sogar.“

„Hast du das eigentlich schon oft gemacht?“

„Das eben war mein erstes Mal“, gestand ich ihr.

„Wow! Und dann gleich mit Vater und Mutter!“

„Tja, das Leben ist schon sonderbar. Pralinen und so“, spielte ich auf Forrest Gump an.

Beim kleinen Lagerfeuer, das unruhig flackerte, angekommen, ließen wir nur das Gepäck etwas abseits in den Sand fallen und liefen hinunter zum Ufer. Michelle kam uns nach gerannt. „Heute wieder nix ficke!“, stieß sie atemlos hervor und folgte uns in das warme Wasser des Mittelmeeres. Auf meinen ratlosen Blick versuchte sie einen etwas komplizierten Sachverhalt zu erklären. Auf Deutsch, Französisch und sogar Englisch – da hatte Michelle in der Schule wohl ungefähr so gut aufgepasst, wie ich und Manu in Französisch – hatten wir einige Mühe, bis folgendes heraus kam. Die kleine Marie war noch keine vierzehn, also ungefähr so alt wie Angie, und unschuldig wie ein Lamm. Ihr Vater war der Bürgermeister und Schwager von Jeans Vater. Der wieder betrieb im Ort eine Discothek, die einen eher zweifelhaften Ruf genoss. Das interessierte uns natürlich brennend. Es schien so, als fänden dort regelmäßig Show-Acts statt, die nicht jugendfrei waren, aber dort verkehrte hauptsächlich junges Publikum. Manche waren erst zwölf oder dreizehn, dabei war offiziell der Eintritt erst ab sechzehn gestattet. Bei dem, was aber dort an nackten Tatsachen geboten wurde, von Wet-T-Shirt-Wettbewerben bis zu Striptease, hätte die Grenze aber mindestens bei achtzehn liegen müssen. „Dann leer!“, kommentierte Michelle. Sie erzählte auch noch, dass sie selber, Pierre, Jean, Christine, Philippe und sogar Jeans Schwester Jeannette, die noch nicht ganz sechzehn war, dort arbeiteten. Die Mädchen meist oben ohne an der Bar, manchmal strippte Michelle auch. Das war natürlich alles nicht erlaubt, aber es gab gutes Geld dafür. Und, wie Michelle versicherte, es machte ihnen auch ordentlich viel Spaß. Der Bürgermeister wollte keine Details wissen, verriet aber immer, wenn die Polizei Kontrollen durchführte. Dafür sollten sich Jean und Jeannette um seine jüngste Tochter kümmern und mit ihr etwas unternehmen. Leider nahm das in letzter Zeit etwas überhand. Dass einer der Hauptzwecke der Treffen in den Dünen in ausgiebigen Sexspielen lag, hatten sie ihm natürlich nicht auf die Nase gebunden. Marie war ein nettes und sehr hübsches Mädchen, da fiel es ihnen grundsätzlich nicht sehr schwer, sie manchmal in ihre harmloseren Aktivitäten einzubinden. Das Nacktbaden hatten sie ihr zumindest schon angewöhnt. Aber mit Orgien war eben nichts, wenn sie dabei war. Und heute war sie wieder dabei. Gott sei Lob und Dank!

Es kam ein kühler Wind auf, darum verkrochen wir uns bald in die Schlafsäcke, doch auf einmal entstand rundherum Unruhe. Michelle informierte uns. „Schnelle! Ungewetter kommen! Blitz, Bumm, nass!“ Jean, Jeanette, Philippe und Christine waren mit Marie schon unterwegs, während Michelle fluchte: „Merde! Merde! Merde! Wir weit weg. Alle nass!“

Ich sah mich um, auch unsere Leute waren schon geflüchtet. Das hatten wir nun davon, dass wir uns weiter weg gelegt hatten. „Dann kommt mit zu uns, unter dem Vordach vom Wohnmobil bleibt ihr wenigstens trocken.“ Aber das war ein Angebot ohne Grundlage, denn als wir am Platz ankamen, hatte Lukas das Dach bereits eingerollt. Es war wohl nicht sturmfest. „Wo zwei Paare leicht Platz finden, können auch drei kuscheln, oder?“ Manu nickte nur, also stiegen wir ein. Sandra und Matthias waren noch wach.

„Da seid ihr ja. Gerade noch rechtzeitig!“ Matthias hatte Recht. Schon prasselte der Regen an die Außenwand und auf das Dach. Ein Blitz erhellte die Nacht und ein gewaltiger Donnerschlag ließ das Auto beben. Schlagartig setzte auch ein Sturm ein, der an den Wänden rüttelte. Hoffentlich hatten die anderen Tische, Stühle, Luftmatratzen, Sonnenschirme, Liegestühle und so weiter in Sicherheit gebracht. Ich ging bei dem Wetter jedenfalls nicht mehr hinaus.

„Könnt ihr noch ein wenig zusammenrücken?“, fragte Manu und Matthias rückte. Aber nicht näher an Sandra heran, sondern von ihr weg. Die Verwirrung war nur kurz. Michelle begriff und schubste Pierre in die Lücke. Grinsend schmiegte sie sich an seinen Rücken und ließ Matthias näher kommen. Manu war die nächste und mir blieb nur der äußerst rechte Rand. Ich sah noch eine Bewegung von Sandra. Offenbar hatte sie sich Pierres Glied zwischen die Oberschenkel geklemmt. Auch Michelle hob ihr Bein an und Matthias rückte noch näher. Dadurch blieb für Manu und mich erstaunlich viel Platz. Erschöpft fiel ich in Tiefschlaf und träumte von einem Doppeldecker mit Michelle.

Ich erwachte wieder früh und musste dringend pissen. Draußen war es vollkommen ruhig, bis auf ein dumpfes, auf- und abschwellendes Grollen, das ich nach einigem Nachdenken als Wellenbrechen identifizierte. Super! Das gab einen Riesenspaß, unter der kippenden Welle durch zu tauchen. Aber zuerst mal pissen. Ich erinnerte mich an Lollo und rüttelte sie sanft. „Ich muss pissen. Kommst du wieder mit?“ Doch sie grunzte nur abweisend und wälzte sich auf die andere Seite. Alle anderen schlummerten noch tief. Noch einen Korb wollte ich nicht riskieren, also schlich ich mich allein hinaus in die Morgenfrische, trat am Waldrand auf einen sonnigen Fleck und richtete das Rohr auf einen Pinienzapfen. Gerade, als der erste Strahl den Zapfen traf, verspürte ich zwei zarte Hände an meinem Schwanz. Angie und Marina!

„Das können wir auch!“, rief Marina und wirklich, die beiden standen mit gespreizten Beinen neben mir, rieben meinen Kolben und zielten damit weiter auf den Zapfen. Dabei ließen sie es laufen, pissten im Stehen. Na, warum sollte das auch nicht gehen? Da ich meine Hände jetzt frei hatte, legte ich sie auf die knackigen Po-Backen der beiden jungen Schlampen. Endlich versiegten die Strahlen, einer nach dem anderen und die zwei Mädchen schüttelten sich und meinen Schwanz.

„Und jetzt würden wir gern ficken!“, verkündete Angie.

„In der Hängematte! So, wie du es mit Manu machst!“, fügte Marina hinzu.

Die Vorstellung, noch vor dem Frühstück mit meiner kleinen Schwester und ihrer noch jüngeren Cousine zu vögeln, begeisterte mich, aber: „Ihr wisst schon, dass ich nur einen Schwanz habe? Also kann ich nur eine von euch ficken.“

„Keine Bange! Die andere kannst du ja lecken, bis sie auch kommt. Und dann wechseln wir.“ Meine Schwester war schon ganz schön abgebrüht, hatte aber nicht alles bedacht.

„Das ist nicht so einfach! Manu liegt immer mit dem Rücken auf meiner Brust, weil die Hängematte sich ja krümmt. Da ist es für die Wirbelsäule angenehmer, wenn sie nicht nach hinten gebogen wird, wenn ihr versteht, wie ich das meine.“

Angie überlegte. „Wir werden sehen. Fangt ihr mal an!“ Ich legte mich also in die Matte und dirigierte Marina in die bewährte Stellung. Mein Schwanz war allein bei der Vorstellung hart wie Buchenholz geworden.

„Kannst du ihn ein wenig anfeuchten?“, fragte ich Angie, welch auch darüber nachdachte.

„Iiiieeeeeh!“, sagte sie und grinste dazu. Dann kletterte sie auf uns, und zwar verkehrt herum, schob ihre Muschi Marina ins Gesicht und meinen Schwanz in ihren Mund.

„Ich bin ziemlich gelenkig“, verkündete sie. „Das hier macht mir nichts aus, ich kann sogar noch mehr, aber das zeige ich euch später.“ Nach einem Weilchen steckte sie meinen Schwanz in Marinas Fötzchen und liebkoste deren Kitzler. Marina hingegen ließ ihre Zunge auf Angies Muschi tanzen. Wenn ich an Marinas Ohr vorbei schielte, konnte ich alles ganz genau sehen. Tierisch geil! Das war wohl die ‚Mutzenbacher-Schule‘!

Ich tat mein Möglichstes, aber mit zwei Leibern auf meinem Bauch war es nicht ganz einfach. Marina war beweglich wie eine Schlange und rotierte mit ihrem Unterleib, einfach fantastisch! Beide Mädchen kamen mehrmals heftig, ehe sie wechseln wollten.

Aber Angie hatte etwas anderes im Sinn. Anstatt sich mit dem Rücken zu mir auf mich zu legen, schwang sie ihre junge Muschi über mein Gesicht. „Marina kann wirklich geil lecken, aber jetzt zeig du mir, wie du es kannst!“, forderte sie. Sie roch so betörend, dass ich meine Zunge tief in ihr Fötzchen steckte und zu züngeln begann. Meine kleine geile Cousine jaulte auf. „Aaaaiiieeh!“ Besser als ihr „Iiiiieeeh“!

„Und was mache ich inzwischen?“, fragte Marina und rieb sich die heiße Spalte.

„Blas ihm einen, oder leck seinen Schwanz. Ich kann ja nur seine Spitze mit dem Mund erreichen, weil Andy so groß ist. Oder mach sonst was. Danach leck ich dich in den Wahnsinn, du kennst mich doch!“

„Für eine Gerade-nicht-mehr-Jungfrau bist du ganz schon versaut, kleine Angelique. Da wundert es mich fast, dass du so lange nicht gevögelt hast.“

„Hehe, gefickt habe ich schon lange, aber entjungfern hab‘ ich mich nicht lassen, weil ich wollte, dass es mit dir passiert. An dem Tag, an dem Maggo das erste Mal mit Marina richtig gefickt hat, hab‘ ich ihn und Toby auch ihre Schwänze in mich stecken lassen, nur hab‘ ich die Hand so dazwischen gehalten, dass sie nicht bis zu meinem Hymen gekommen sind.“ Sie sagte wirklich Hymen! „Und rein spritzen hab‘ ich sie auch nicht lassen, klar, weil ich da ja die Pille noch nicht genommen hatte. Das Jungfernhäutchen ist ja kein Verhütungsmittel!“ Die war wirklich recht frühreif, meine Cousine! Ich muss da vielleicht erwähnen, dass die Familie Zinker, also die unserer Mütter ursprünglich aus einer Roma-Sippe stammte. Dort reifen Frauen und Männer offenbar schneller, als üblicherweise in Mitteleuropa. Dreizehnjährige Mütter sind da nicht so ungewöhnlich. Von da her hatten Astrid, Manu, Angie, Toby und Lollo wohl ihre pechschwarzen Haare. Der ‚Wikinger‘, der Mama gezeugt hatte, musste sehr dominante Gene besessen haben, denen wir unsere blonden Haare verdankten, wenn auch dunkelblond.

Marina nahm Angies Anregung auf und leckte an meinem Schaft auf und nieder, massierte meine Eier und überließ ihrer Cousine die Eichel, die diese auch genussvoll lutschte. Hatte ich richtig gerechnet, besaß sie darin mindestens so viel Erfahrung wie Manuela. Unglaublich! Zwei gierige Paar Lippen an meinem Schwanz, noch dazu von meiner Schwester und meiner kleinen Cousine, das konnte nicht lange gut gehen. Ich spürte, wie mein Saft ins Rohr schoss, gab aber keine Warnung ab, weil meine Zunge noch immer in Angies Ritze steckte. Den ersten Schuss bekam die Kleine in den Mund, was sie überraschte. „Iiiiieeeh!“, rief sie erschrocken und ließ meine Eichel aus ihrem Mund. Mein Schwanz wippte sogleich nach oben und so bekam Marinas Gesicht den Rest ab. Es schien beiden nichts auszumachen, denn sie schlabberten sich gegenseitig, und gemeinsam meinen Schwanz ab.

„Er wird gar nicht schlaff!“, stellte Marina erfreut fest, „du kannst gleich richtig mit ihm ficken!“ Angie wuselte auf mir herum, bis sie richtig lag. Marina schob ihr meinen glitschigen Schwanz in die heiß geleckte Muschi und beobachtete kurz, wie ich heftig zustieß. Dann kletterte sie geschickt in die Matte und krabbelte vorsichtig rückwärts, bis ihr Angies Zunge zeigte, dass sie angekommen war.

Angie war wieder enorm eng, einerseits, weil sie eben noch so jung war und noch nicht so viel richtig gevögelt hatte – aber immerhin mit drei verschiedenen Jungs an einem Tag, die kleine Schlampe – andererseits aber, so schien es mir, weil mein Schwanz noch ein wenig anschwoll, wenn ich genau daran dachte.

Wenn sie auch noch nicht so viel richtig gevögelt hatte, blasen und vor allem lecken konnte sie jedenfalls weltmeisterlich. Das bewies sie eben jetzt, als Marina schon wieder geil jubelte. Keuchend versuchte meine Schwester, sich zu revanchieren und biss zärtlich in Angies Lustknospe, ringelte sodann ihre Zunge darum und saugte abschließend das knallrote Zäpfchen, bis die Kleine zitternd ihren Orgasmus in die Muschi von Marina schrie. Lange hielt ich auch nicht mehr durch, noch ein paar feste Stöße, dann spritzte ich meinen Saft in das enge Fötzchen meiner zarten Cousine und meine Schwester bemühte sich, den ganzen Saft, der neben meinem Schwanz heraus quoll, vollständig aufzulecken.

„Zwei so geile Girls wie ihr beide sind ein Gottesgeschenk, aber jetzt bin ich echt geschafft!“, murmelte ich erschöpft. Die zwei kicherten, stiegen von mir herunter und sahen mir nach, als ich zum Frühstück wankte. Als ich mich umdrehte, lagen sie schon wieder übereinander in der Hängematte. Was für eine Familie!

Das Frühstück, das Tante Astrid zubereitet hatte, verschlang ich im Schnellgang. Vier Eier mit Speck, Orangensaft und frisches Baguette. Wer hatte das wohl besorgt? „Manu war im Campingshop Brot kaufen. Ich glaube, sie hat dort einen Aufruhr verursacht.“ Sandra grinste mich an und ergänzte, da ich verständnislos guckte: „Sie hatte nur den Micro-String an und einen Fünfer unter das Dreieck gesteckt.“ Da blieb mir die Spucke weg. Das hätte ich gern gesehen, aber meine Morgenunterhaltung war auch ziemlich geil gewesen.

„Wenn ich das gewusst hätte, wäre ich lieber selber gegangen“, murrte Astrid.

„Ach, Mami!“, rief Manu, zog den Micro-String wieder aus und wedelte damit vor dem Gesicht ihrer Mutter herum. „Hättest du dich denn getraut?“ Das war natürlich eine völlige Umdrehung der Argumentation.

„Nein!“, gab diese zu, „auch nicht mit dem neuen goldenen Tanga, nicht einmal überhaupt oben ohne, du schamloses kleines Geschöpf!“ Manu kicherte, warf sich ihrer Mutter in die Arme, hängte sich an ihren Hals und schlang die Beine um Astrid Hüften. Bei dem Anblick und wie sie sich küssten, schoss bereits wieder Blut in meinen Schwanz. Angie und Marina waren inzwischen auch gekommen – in jeder Beziehung – und als sie das sahen, veräppelten sie die beiden, indem sie es nachmachten. Angie warf sich Marina an den Hals und hing dort wie ein Äffchen. Dabei rieb sie aber ihre Muschi an der ihrer Cousine, indem sie auf und ab hopste. Lollo, Lukas, Sandra und Matthias schauten gebannt zu.

Manu ließ sich wieder auf den Boden gleiten. „Sandra hat versprochen, dass sie morgen einkaufen geht. Will sie jemand begleiten?“ Dabei guckte sie ihre Mutter neckend an.

„Lollo wird mich begleiten. Vielleicht ziehen wir uns die Micro-Strings an, vielleicht auch nicht. Lollo hat ja gesagt, dass die Franzosen das nicht so eng sehen“, provozierte Sandra. Lollo sah so aus, als wüsste sie nichts davon, dass sie mit ihrer jungen ‚Schwägerin‘ einen Nackteinkauf geplant hätte.

„Geniale Idee, das sehe ich mir an! Was anderes! Heute gibt es sicher großartige Wellen! Ich geh ins Meer. Wer kommt mit?“, rief ich in die Runde, denn sonst hätte ich unbedingt jemand ficken müssen, aber es war gerade niemand da, der das zweifellos zugelassen hätte. Alle jungen, auch Lukas und Lollo, schlossen sich begeistert an. Dafür brauchten sie keine Bekleidung, also zogen alle wieder ihre neuen Strings aus und folgten mir.

Es waren wirklich beeindruckende Wellen, die an den Strand donnerten. Sie brachen sich hauptsächlich an zwei Stellen: Kurz vor dem Ufer und etwa zwanzig Meter draußen, wo eine Art Sandbank verlief. Dort war das Wasser bei Ebbe nur etwa einen Meter tief. Mit lautem Geschrei stürzten wir uns ins Abenteuer, tauchten unter den überschlagenden Wassermassen durch, wurden von strudelndem Schaum mitgerissen und hatten einen riesigen Spaß. Toby und Marina versuchten eine Art Stunt. Er steckte ihr von hinten den Schwanz in die Muschi und so versuchten sie gemeinsam, unter den Wellen durch zu tauchen, wurden aber regelmäßig auseinander gerissen. Da verloren sie offenbar den Spaß an der Sache und gingen ans Ufer, wahrscheinlich für eine schnelle Nummer in den Dünen.

Lollo und Lukas hatten auch bald genug, Sandra und Matthias sah ich am Ufer entlang marschieren. Und Manu? Die konnte ich nirgends sehen, machte mir aber keine Sorgen. Sie konnte besser schwimmen als mancher Fisch, ich würde irgendwann erfahren, was sie gemacht hatte. Ich selber vergnügte mich mit den größten Wellen, ließ sie an mir zerschellen, tauchte drunter weg, ließ mich an den Strand spülen und stürmte wieder hinein. Langsam wurde ich müde, meine Muskeln erlahmten. Da riss mich ein Riesenbrecher von den Füßen und wirbelte mich weit zum Strand hin. Als ich mich aufrappelte, erwischte mich die nächste Welle. Ich schluckte Wasser und als ich wieder bei mir war, lag ich am Strand auf dem Rücken, im Moment unfähig, mich zu erheben. Ich schnappte nach Luft, spuckte etwas Wasser aus und beschloss, in dieser Stellung ein wenig zu verharren. Über mir kreischten Möwen und ich war froh, dass es keine Geier waren. Immer wieder rüttelten kleinere Wellen an meinen Beinen und ich wartete auf die nächste große, gespannt, ob sie mich zurück ins Wasser oder weiter auf den Strand hinauf schwemmen würde. Ein dumpfes Grollen kündigte sie an und mit einem Wasserschwall landete etwas Weiches auf mir.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 6)

Mi svegliai sabato mattina e Giacomo era sdraiato accanto a me. Stavo passando il fine settimana a casa sua. Io ero estremamente eccitato, il mio cazzo era duro come una roccia. Giacomo stava ancora dormendo, lo circondai con un braccio, lo infilai sotto le coperte e cominciai a menargli il cazzo. Cominciai a baciargli il collo, Giacomo si mosse un po’ ed il suo pene ora era completamente duro. Iniziai a strofinare il mio cazzo sul suo buco, lui girò la testa e ci baciammo profondamente. Presi il lubrificante, lo sparsi sul mio cazzo e sul suo buco, quindi lo spinsi dentro di lui.

Cominciai ad incularlo e lui si lamentava ad ogni spinta. Gli girai la testa e lo baciai mentre continuavo a spingere nel suo culo. Le mie dita erano sul suo torace e giocavano coi suoi capezzoli. Quando interrompemmo i nostri baci Giacomo si lamentò: “Oh Nick.” Io sentii l’orgasmo crescere dentro di me, cominciai a spingere sempre più velocemente ed io esplosi dentro di lui.
Estrassi l’uccello da Giacomo e lo feci rotolare sulla schiena. Il suo cazzo era ancora sull’attenti. Salii sul suo grembo, non sapevo cosa aspettarmi ma ero curioso. Presi il lubrificante con cui lubrificai il mio buco ed il pene di Giacomo che non sembrava contrariato. Mi sedetti lentamente sul suo cazzo e lo sentii entrare dentro di me. Io emisi un anelito, faceva male. “Rilassati.” Mi disse Giacomo. Lo feci e dopo un momento il dolore fu sostituito dal piacere. Cominciai a muovermi su e giù sul suo uccello. Lo guardai e vidi che aveva la testa girata verso l’alto e stava respirando profondamente.
Mantenemmo un buon ritmo finché non sentii il suo corpo tendersi ed una calda sensazione eruttare dentro di me, capii che Giacomo aveva eiaculato. Dopo che lui ebbe finito di sborrare, mi alzai e sentii il suo cazzo abbandonare il mio buco. Mi sdraiai accanto a lui e lo baciai profondamente.
“Vorrei stare così tutto il giorno.” Dissi.
“Sarebbe bello.” Disse Giacomo. “Ma dobbiamo andare a fare colazione, la mamma vuole che la si faccia insieme nei fine settimana. Non possiamo evitarlo.”
“Potremmo dire che vogliamo fare colazione a letto.” Dissi e lo baciai.
“Ho paura…” Io lo baciai. “Che…” un altro bacio “Lei non lo accetterà.”
“Ok, allora dovremo soffrire.”

Uscimmo dal letto, ci vestimmo ed andammo in cucina che odorava degli aromi della colazione. Ci sedemmo a tavola mentre la madre di Giacomo, Samanta, stava preparando la colazione. “Nick vuoi anche delle uova?” Mi chiese.
“Sì, mi sembra una buona idea.”
“Come li vuoi?”
“Un po’ molli.”
Il padre di Giacomo entrò e si sedette a tavola. “Giacomo, tua madre ed io più tardi andremo a trovare i nonni. Torneremo domani sera così tu e Nick avrete la casa tutta per voi. Conosci le regole.”
“Ok.” Disse Giacomo. “Cos’hanno i nonni?”
“La nonna è all’ospedale.Nulla di serio, deve sottoporsi ad un piccolo intervento, così tua madre ed io staremo col nonno.”
Tutti e quattro facemmo colazione insieme conversando amichevolmente. Quando arrivammo a parlare della mia famiglia e del fatto che i miei genitori avrebbero accettato o no il mio essere gay e che era probabile mi buttassero fuori, Roberto disse: “Potrai stare qui se dovesse accadere. Non devi preoccuparti, non diremo niente a loro. Anche se con quell’incubo di tua sorella, avere un figlio gay dovrebbe essere il minimo delle loro preoccupazioni.”

Poco dopo la colazione Roberto e Samanta partirono per andare dai nonni. Giacomo ed io andammo a fare una doccia. Era bello vedere l’acqua che correva giù per il suo bel corpo liscio. Mi misi in ginocchio nella doccia e presi in bocca il suo cazzo. Salii e scesi sul suo uccello. Inserii un dito nel suo buco. In breve Giacomo stava esplodendo nella mia bocca. Il gusto del suo sperma era indescrivibile ed io lo ingoiai, amavo il sapore del mio Giacomo.
Finii di bere la sua sborra, mi alzai e Giacomo si voltò. Capii cosa voleva. Afferrai il mio cazzo duro, lo appoggiai al suo buco e spinsi dentro di lui. Cominciai a spingere, le mie mani erano sulle sue anche tirandole avanti ed indietro e sbattendo dentro di lui con rumori di schiaffeggiare. Cominciai a tendermi ed esplosi dentro di lui.

Dopo che fui venuto e prima che mi estraessi, Giacomo girò la testa e mi baciò. Chiudemmo l’acqua e ci asciugammo. Ordinammo una pizza per cena, guardammo dei film e Giacomo mi inculò di nuovo prima di andare a dormire quella sera.
Passammo la maggior parte della domenica facendo sesso.

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Inzest

Kegelschwester Gitti

Ich war ein bisschen Bi-geil auf meine Kegelschwester Gitti und ging mit ihr heim…
Welch ein Wunder:
Sie hatte einen richtigen Schwanz und pralle Titten! Erst wollte ich weg, aber dann….

Eigentlich ist das Erlebnis, welches ich vor einiger Zeit hatte, kein Wunschtraum von mir gewesen und es sollte daher einmalig sein. Doch ich glaube, dass auch die Leser hier an meinem Vergnügen vor einigen Wochen wenigstens indirekt teilhaben sollten!

Ich bin eine ganz normale Ehefrau und Mutter von drei Kindern, bei der sich, wie leider üblich, der sexuelle Reiz abgeschliffen hat. Und das in meinem Alter von 30 Jahren. Zwar gibt es nichts, was mein Ehemann und ich auf dem Gebiet der sexuellen Zweisamkeit nicht ausprobiert haben, doch haben wir uns niemals Gedanken darüber gemacht, dass je der von uns vielleicht einen heimlichen Wunschtraum hat. Es war an einem Abend, wo ich zum Kegeln war.
Unser Kegelclub besteht aus 12 Frauen im Alter von 28 bis 55 Jahren.
Mit der 39 jährigen Gitti hatte ich mich sehr schnell angefreundet. Ich bekam immer so ein wunderschönes und unheimlich schönes Gefühl, ein Kribbeln im Bauch, feuchte Hände, eine Gänsehaut, und meine Muschi wurde etwas nass, wenn ich mit der Gitti redete, mit ihr Späße machte, und wenn ich neben Gitti saß. Insgeheim dachte ich immer: „Claudia, du bist doch nicht lesbisch oder bisexuell. Oder doch? Oder schlummert in dir doch eine lesbische oder bisexuelle Ader?“ Ich hatte schon Pornofilme mit lesbischen und bisexuellen Frauen gesehen, auch habe ich schon Pornohefte und Bücher über lesbische und bisexuelle Frauen gelesen, aber ich als lesbische oder bisexuelle Frau, das konnte ich mir nicht vorstellen. Als wir zu Ende gekegelt hatten und wir die Kegelbahn verließen, fragte mich Gitti: „Du, Claudia, hast du nicht Lust, noch mit zu mir nach Hause zu fahren?“
Ich war begeistert! „Natürlich komme ich noch mit zu dir. Mein Mann ist auf Montage, und die Kinder sind bei meiner Mutter,“ antwortete ich ihr. „Gut, fahre mit deinem Auto hinter mir her“, erwiderte Gitti. Ich nickte ihr zu. Gitti stieg in ihren Opel Vectra 1.6 und ich in meinen Ford Focus. Die Autofahrt dauerte ca. 10 Minuten. Ich parkte hinter Gitti, und gemeinsam gingen wir in das Mietshaus, in dem Gitti wohnte.
Mit dem Fahrstuhl fuhren wir in die fünfte Etage. Gitti schloss die Korridortür auf, und wir gingen in ihre Zweieinhalbzimmerwohnung. Ich folgte Gitti ins Wohnzimmer, wo sie mir einen Sitzplatz anbot. Ich setzte mich auf die Ledercouch. „Eine tolle Wohnung hast du. So richtig gemütlich hast du es hier“, sagte ich zu ihr. „Danke. Du, Claudia, ich ziehe mir eben etwas Bequemeres an. HoI` schon einmal die Flasche Sekt aus dem Kühlschrank und zwei Sektgläser. Die Sektgläser stehen auf dem Kühlschrank‘, sagte Gitti zu mir. „Ja, in Ordnung!“ gab ich ihr zur Antwort. Ich stand auf und ging in die Küche und holte die Flasche Sekt und die Sektgläser. Im Wohnzimmer stellte ich die Flasche und die Gläser auf den Wohnzimmertisch. Da sah ich ein Pornoheft liegen! Neugierig nahm ich das Heft in die Hände, setzte mich dann auf die Couch und fing an, mir dieses anzusehen. Ich war richtig vertieft in das Heft, als Gitti wiederkam. Ich schaute auf und sah, dass sie einen seidenen Bademantel trug und ihre Titten wippte ungebändigt unter dem Bademantel. Darunter trug sie schwarze halterlose Nahtstrümpfe, da der Bademantel sehr kurz Geschnitten war, verdeckte er nur knapp die Ränder der halterlosen Nahtstrümpfe. Gitti stöckelte auf Riemchensandaletten mit einem Absatz von 12 cm. „Na, Claudia, liest du eine spannende Lektüre?“ sprach sie mich an und öffnete die Flasche Sekt.
„J ja, i… ich. Nun, ja, ich habe schon viel von diesen Heften gehört. Deshalb schaue ich es mir an“, stotterte ich. Gitti lächelte und füllte die Sektgläser mit dem köstlichen Nass. Gitti setzte sich neben mich, und wir prosteten uns zu, dann schauten wir uns gemeinsam das Pornoheft an. Als wir die Seite mit den Angeboten von Hostessen aufschlugen, sah ich eine Anzeige von einem weiblichen TV. Ich musste lachen und sagte zu Gitti: „Was, es gibt Frauen, die einen Penis haben?“
„Ja, sicher gibt es so was. Hast du niemals einen weiblichen TV gesehen? Könntest du dir vorstellen, einmal mit einem weiblichen TV zu schlafen?“ fragte mich Gitti.
„Na ja, mit einer lesbischen oder bisexuellen Frau könnte ich es mir sehr gut vorstellen, aber mit einem weiblichen TV? Ich weiß es nicht!“ antwortete ich ihr.
„Ich bin ein weiblicher TV“, gestand mir plötzlich Gitti.
Ich schaute Gitti mit sehr großen Augen an. Ich war im Begriff aufzustehen und die Wohnung zu verlassen! Aber irgendetwas hielt mich, und ich blieb sitzen.
„Nun, Claudia, ich bin so zur Welt gekommen. Mit 18 Jahren merkte ich, wie mir Brüste wuchsen. Als meine Mutter mich einmal nackt sah, konnte sie es nicht fassen. Sie ging mit mir zum Gynäkologen. Nach einer mehrstündigen Untersuchung stellte der Frauenarzt fest, dass ich eine weibliche Brust und einen männlichen Unterkörper habe! Er stellte auch fest, dass ich eine Erektion sowie Samenstränge und Frauen mit meinem Sperma befruchten kann. Wenn ich dann älter bin, könnte ich mich ja einer Geschlechtsoperation unterziehen, meinte der Arzt. Als ich dann 19 Jahre alt geworden war, sahen meine Brüste mickrig aus, und ich bekam weibliche Hormone gespritzt, so dass meine Brust enorm wuchs. So, das ist meine Lebensgeschichte“, erzählte Gitti mir. Ich rückte näher an Gitti heran, und ohne Wenn und Aber griff ich ihr zwischen die Beine. Ich umklammerte ihren Schwanz und fing an ihn zu wichsen. „Komm, fick mich, Gitti“, sprach ich sie an und weiter: „Ich will mit dir ficken. Komm, mach‘s mir!“
Gittis Mund kam näher, und unsere Lippen trafen sich zum Kuss. Ich öffnete meinen Mund und gewährte ihrer Zunge einlas. Unsere Zungen spielten ein wildes Spiel miteinander. Während wir uns küssten, öffnete Gitti meine Bluse und zog sie mir aus. Zärtlich lösten wir uns voneinander.
Ich stand auf und zog bis auf meine schwarzen Strapse alles aus. Gitti stand auch auf und zog ihren Bademantel aus. Ich bewunderte ihre Titten und ihren Schwanz.
„Komm mit“, sagte Gitti zu mir. Wir beide verließen das Wohnzimmer, und wir gingen ins Schlafzimmer. Gitti drückte mich aufs Bett, hielt meine bestrumpften Beine auseinander und schob mir ihre Zunge in meine nasse Fotze, ich wand mich und mein recht großer Kitzler wuchs in ihrem Mund. In meiner Geilheit drückte ich meine Fotze gegen ihren Mund und Gitti leckte mir abwechselnd das Arschloch und die Fotze, sie leckte mich geil und mit voller Leidenschaft. „Ich glaube, mein Schwanz platzt gleich, so hart ist er“, stöhnte Gitti. Sie genoss es, mich mit ihrem Mund zu verwöhnen. Ich setzte mich auf den Bettrand, und Gitti ließ ihren Riemen in meine geile Mundfotze gleiten. Ihren Schwanz lutschte ich zärtlich und mit geilster Hingabe. Ihre Hände streichelten dabei meine bestrumpften Schenkel, was mich noch geiler machte. Jetzt sollte sie mich ficken, für mich gab es kein Halten mehr und für Gitti schon erst gar nicht. Ich legte mich hin, und Gitti drückte ihren Schwanz gegen meine überlaufende Fotze. Sie fuhr tief in mich ein, und ich spürte ihre Eichel an meiner Gebärmutter. Dabei nahm sie meine weichen Titten und lutschte meine Warzen hart und streichelte meinen Körper. Ihre Zunge bohrte sich in meinen Mund, und wie eine Ertrinkende erwiderte ich ihre Geilheit. Mein wildes Stöhnen kündigte an, dass es mir kam. Wild und zärtlich fickte mich Gitti, bis sie ihren Schwanz herauszog und mit voller Kraft mir auf die Titten, auf den Bauch und die bestrumpften Schenkel abspritzte. Ich verrieb ihren Fickschleim. Und dann leckte sie mich, und ich zuckte, stöhnte und mit meinen glänzenden Augen kam ich zum Orgasmus. Dann legte sich Gitti neben mich, und ich sagte: „Das war herrlich, du fickst erstklassig, Gitti. So hat mich noch nicht einmal mein Eheschwanz gefickt und mich zum Orgasmus gebracht! Nach einer kurzen Pause beugte ich mich über Gittes Schwanz und lutschte ihn steif . Zärtlich entzog Gitti mir ihren Pimmel, und sie packte mich und hob meinen Arsch an. Ich kniete mich hin und reckte ihr meinen Arsch entgegen. Gitti zog meine Pobacken auseinander und fing an, mein Arschloch zu lecken. „Du, du willst mich doch nicht in den Arsch ficken? Ich bin noch Analjungfrau!“ widerstrebte ich. „Entspann dich. Du wirst sehen, dass es nicht weh tut“, sagte Gitti. Ich ließ mich anstandslos von ihr zungenanal ficken. Als mein Poloch mit ihrem Speichel richtig nass war und ich doch richtig geil wurde, hörte ich mich vor Geilheit sagen: „Fick mich in den Darm!“ Mit meinem Speichel machte ich ihren Schwanz nass, und dann legte sich Gitte auf ihren Rücken ins Bett, und ich kletterte mit dem Rücken ihr zugewandt auf sie drauf. Langsam und behutsam ging ich in die Hocke und drückte Gittes Schwanz gegen meinen Anus. Langsam, mit etwas Mühe schob er sich rein, und ganz tief fickte mich Gitti in den Arsch .Ich wand mich wie ein Wurm und rieb mit geilster Lust meinen Kitzler wund. Den Anschlag in mir konnte ich sehr gut fühlen, und nach wenigen Minuten spritzte Gitti mir ihren Fickschleim in den Darm. Sie spritzte so viel ab, dass ich dachte, mein Darm müsste platzen. Ich genoss es mit einem glücklichen Grunzen und wollte Gittis Schwanz nicht herauslassen. Aber meine Analentjungferung war geglückt. Ich stand auf und beugte mich vornüber. Da spürte ich Gittis Zunge an meinem Po, und sie leckte genüsslich den Fickschleim von meinem Poloch, der zähflüssig heraus lief. Als sie fertig war, standen wir auf, umarmten uns, und wir küssten uns. Dabei ließ sie etwas von dem abgeleckten Fickschleim in meinen Mund laufen, und ich schluckte das würzig schmeckende Sperma hinunter. Danach duschten wir und gingen ins Bett, wo wir von vorne unsere Vögelei begannen …

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In vacanza con mia moglie Monica 06

…Sentii la chiave nella serratura e la porta aprirsi. Guardai l’orologio, erano le 5.48 di mattina. Lo ricordo ancora perfettamente perché quell’orario è associato alla figura di mia moglie Monica che poco dopo mi raggiunge nel letto a conclusione di quella serata pazzesca e probabilmente irripetibile. Completamente nuda senza scarpe, i ricci biondi tutti in disordine e le tracce di sborra seccata su tutto il corpo e sui capelli. Inoltre diversi segni rossi le rigavano il corpo e qualche livido era visibile sulle gambe e sulle braccia. “Non preoccuparti sto bene, sono solo stanchissima” mi disse fugando immediatamente ogni mia preoccupazione. “Quei porci hanno appena finito di divertirsi. Mi sento completamente a pezzi. Voglio solo farmi una bella dormita, più tardi ti racconto tutto.” Mi diede un bacio sulle labbra rassicurandomi e si sdraiò a letto al mio fianco. Si addormentò quasi subito. Mi alzai per andare in bagno dove guardai dalla finestra per dare un volto alle voci che provenivano dal giardino. Erano 5 uomini, Gianni, Paolo e inoltre riconobbi chiaramente la figura di Aldo con quelli che dovevano essere due dei suoi amici che al ristorante avevano palpato Monica. Pensai che questa volta molto probabilmente erano andati ben oltre a qualche toccatina. Evidentemente la serata aveva subito diversi cambiamenti dal piano originale. Pensieroso tornai a letto dove Monica dormiva nuda sopra al lenzuolo. Non potei fare a meno di osservare i segni rossi che rigavano la sua schiena e il suo culo chiedendomi cosa le avessero fatto. Non volli disturbarla e cercai di riaddormentarmi nonostante i mille pensieri che mi affollavano la mente e il cazzo che mi divenne di marmo. Dopotutto anche io avevo dormito pochissimo lì da solo nel letto con la testa costantemente rivolta a quello che quei quattro maiali stavano facendo a mia moglie. Avevo assistito solo a parte della serata. Dopo poco più di un’ora infatti mi venne consigliato di ritornare nella camera che alla mattina ci era stata assegnata. Dove rimasi chiuso a chiave fino a quando non rientrò Monica. Immaginai le cose più degradanti e mi masturbai due volte prima di iniziare quel dormiveglia bruscamente interrotto dal rumore della serratura.
Appena tornati dal ristorante, Salvatore prese il guinzaglio di Monica e si diresse all’ingresso della villa. Eravamo entrambi eccitati per quello che sarebbe successo. Mia moglie stava per essere consegnata ai suoi padroni. Paolo e Gianni ci accolsero sorridenti chiedendoci se la cena e il dopo cena erano stati di nostro gradimento e liberarono mia moglie dalle manette. “mmm..hai ancora il plug infilato nel culo….allora sei proprio la nostra cagna ubbidiente.” Paolo lo tolse dal culo di Monica verificando se il culo restasse aperto, ci sputò sopra e glielo rinfilò fino in fondo per tre o quattro volte. Parlammo pochissimo perché ci dissero che i due tedeschi stavano aspettando mia moglie ed erano impazienti di divertirsi con il suo corpo. “Non ci aspettavamo che ritornassi con tua moglie, Diego”, mi disse Gianni. “Pensavamo preferissi farti qualche bella scopata anche tu. Salvatore aveva ordine di portarti in un posto davvero speciale. Avresti avuto solo l’imbarazzo della scelta. Evidentemente preferisci guardare come ci chiaviamo tua moglie e spararti qualche sega…..ma dovrai guadagnartela….Accentando di fare parte della nostra serata anche tu non potrai rifiutare gli ordini che ti saranno dati. Sarai solo il marito cornuto che aiuterà sua moglie a prendersi una bella razione di cazzo. E’ ora di iniziare, abbiamo atteso fin troppo”. Con queste parole cominciò la nostra serata all’insegna della sottomissione e della degradazione. Salvatore si congedò da noi per tornare alla macchina. Salimmo al piano superiore dove Monica venne portata in bagno per fare pipì e per lavarsi la figa e il culo sul bidet. Paolo le disse: “lavati, che sei già stata scopata questa sera. Pulisciti quel buco da svuotacazzi che hai in mezzo alle gambe. Ti è piaciuto vero farti riempire dal cazzo gigante di Aldo al ristorante? E adesso quanta voglia hai di cazzo, puttana?” Si, mi è piaciuto, ma non sono ancora soddisfatta. Voglio tanti altri cazzi che mi rompono il culo e la figa. Voglio essere riempita” rispose mia moglie. Sapeva di essere tremendamente eccitante parlando in quel modo. Si lavò le parti intime sfilandosi finalmente l’anal plug e si disse pronta ad iniziare tremando dall’eccitazione.
“Anche tu Diego, spogliati completamente e seguici”. Rimasi nudo e li seguii in un’altra stanza della villa al secondo piano. Salendo le scale i due non smettevano di toccare il culo di moglie e rendevano instabile il suo incedere sui tacchi alti infilandole le dita nella figa o nel buco del culo rimasto leggermente aperto dopo il trattamento con l’anal plug durato quasi un paio d’ore. Entrammo in un salone con poca luce. Era grandissimo, quasi un piano intero della villa. Paolo regolò l’interruttore e la stanza si illuminò. “Questa è la nostra stanza dei giochi. Qui portiamo le puttane rotteinculo come tua moglie per farle godere come cagne in calore. Abbiamo diversi giochini interessanti con cui divertirci. Ne sono passate parecchie in questa sala di puttane e ti assicuro caro Diego che anche la tua mogliettina sarà bella sfondata quando avremo finito. Mentre Paolo ci diceva queste cose, Monica ed io osservavamo la contrapposizione tra il lusso della stanza (mobili, quadri, tappeti, ecc..) e la volgarità dei vari articoli da sexy-shop che vi erano disseminati in giro (cazzi finti di ogni dimensione, fruste, catene, corde e vestiti e biancheria da donna di ogni tipo. Seduti su un ampio e lungo divano rosso scuro c’erano i due tedeschi ad attenderci, nudi con il cazzo in tiro. Due uomini muscolosi biondi sui 35-40 anni con un cazzo di dimensioni medie e completamenti depilati. “Loro sono Rudy e Erick, parlano poco l’italiano, ma sanno farsi capire in un altro modo.” Piombarono velocemente su mia moglie accarezzandola ovunque, poi le fecero segno di abbassarsi e di leccare i cazzi. La trattarono fin da subito con modi pochi gentili prendendola per i capelli e infilandole i cazzi in bocca.
“Non perdono tempo….meglio così” disse Paolo. Anche i due padroni di casa si spogliarono. Eravamo tutti nudi, ad eccezione di Monica che vestiva calze a rete, reggicalze e reggiseno rosa. Inginocchiata e circondata da quattro maschi, vidi mia moglie succhiare i loro cazzi e leccare loro i coglioni. I due tedeschi sembravano gradire molto quel lavoro di bocca. Ogni tanto toglievano il cazzo dalla bocca di Monica e lo usavano per schiaffeggiarla sulle guance. Anche il mio cazzo divenne durissimo, ma Gianni mi disse che avevo il divieto assoluto di toccarmi. “Siamo solo all’inizio, tra poco ci aiuterai mentre scopiamo tua moglie.” Rudy e Erick presero il guinzaglio e la fecero camminare a quattro zampe verso il divano dandole forti schiaffi sul culo. Mia moglie si stava di nuovo umiliando facendosi trattare come una cagna da sconosciuti. Osservandola da dietro vidi la sua figa luccicante di umori….che troia pensai.
I quattro maschi si sedettero sul divano uno di fianco all’altro e ordinarono a mia moglie di impalarsi sui loro cazzi durissimi dando loro la schiena. Era girata verso di me che ero in piedi di fronte al divano. Dovevo tenerla per il guinzaglio mentre lei si faceva sparire i cazzi nella figa. Ogni volta che lei si spostava da un cazzo ad un altro dovevo aiutarla ad impalarsi indirizzando con la mia mano il cazzo all’ingresso della sua figa. Infatti le loro mani erano costantemente indirizzate a strizzarle le tette. Fu una sensazione strana quella di toccare quattro cazzi che si stanno fottendo la figa di tua moglie. Ma ormai avevamo deciso di giocare. Monica si impalava sempre più velocemente godendosi le scopate e la sua figa diventava sempre più rossa e bagnata per quanto era usata. Tenendola per le tette la spingevano con forza verso il basso non appena si fermava un attimo per riprendere un po’ di fiato. Non ebbe un attimo di tregua, continuamente forzata a saltare da un cazzo all’altro. I laccetti del reggicalze si erano quasi tutti distaccati per la foga con cui si muoveva e il reggiseno era sceso a livello del suo ombelico. Il piacere che quei cazzi le provocavano era leggibile nelle espressioni del viso e nei suoi occhi carichi di desiderio.
“Diego, sembri una di quelle puttane che nelle gangbang aiutano l’attrice principale per fare restare tutti i partecipanti col cazzo duro”, mi disse Paolo. “Hai voglia di menarti il cazzo?”. Gli feci cenno di si con la testa. “Allora, perché non prendi quelle calze a rete nere e te le metti?”, continuò a dirmi. Avevo una voglia matta di toccarmi, guardai mia moglie che in preda a qualche orgasmo mi fece solo un veloce sorriso. Presi le calze a rete nere e le indossai. Istantaneamente iniziai a menarmi l’uccello per la voglia che avevo accumulato. Subito non pensai che mi stavano considerando una puttana tanto quanto mia moglie. Nel frattempo Monica era stata messa a pecorina sul tappeto. I tedeschi presero a scoparla da dietro con dei colpi velocissimi e violentissimi. Rudy aumentò ancora il ritmo e con un gridò le sborrò nella figa. “Mettiti sotto Diego, appena avrai ripulito per bene la figa della tua mogliettina mignotta lasceremo sborrare anche te”, mi dissero. Mi sdraiai sotto a Monica a 69, con la bocca rivolta verso la sua figa e cominciai a leccarla pulendola con la lingua. Contemporaneamente sentii la lingua di Monica sulla mia cappella. Fu una sensazione piacevolissima. “Adesso bacia tua moglie”, mi disse ancora Gianni. Scorrendo in avanti con la mia bocca verso quella di mia moglie, limonai con Monica. Ci guardavamo negli occhi ed eravamo eccitatissimi, contenti di vivere insieme delle sensazioni straordinarie. Erick incominciò nuovamente a scopare la zoccola che aveva a disposizione. Pensavo di aver finito e feci per rialzarmi, ma Gianni mi bloccò dicendomi:” Non hai capito…adesso anche tu stai facendo la puttana, hai scelto di indossare delle calze da troia, quindi da brava succhiacazzi pulisci la figa di tua moglie da tutte e quattro le sborrate”. Rimasi lì sotto ad aspettare di leccare la figa di mia moglie con il cazzo che non ne voleva sapere di ammosciarsi. Con gli occhi all’altezza della figa, vedevo da pochi centimetri il cazzo entrarle dentro. Ogni tanto le palle mi sbattevano sulla fronte. Allungai la lingua verso il clitoride cercando di leccarlo e sentendo sulla lingua le vibrazioni e le scosse di godimento che il cazzo le stava provocando. Mi ritrovai senza volerlo a leccare la cappella tutte le volte il cazzo usciva completamente dalla figa di mia moglie. Contemporaneamente mi toccavo il cazzo e sborrai una prima volta non appena vidi il cazzo di Erick fermarsi e contrarsi per scaricare il succo delle sue palle dentro alla figa di Monica. Appena tolse il cazzo una densa sborrata bianca cadde sulla mia lingua. Sborrarono tutti in figa a mia moglie scopandola a pecora e facendola gemere continuamente. Ogni volta la ripulivo dalla sborrata. Anche la sua bocca non se ne perse una….dopo che un cazzo aveva finito di riempirla, finivamo col limonare come due innamorati passandoci la sborra l’uno con l’altra. Dopo L’ultima sborrata, mentre stavamo limonando, Monica allungò la mano sul mio cazzo che era tornato duro. Mi segò con pochi colpi che subito sborrai schizzandomi sulla pancia e restando senza fiato. Anche Monica si adagiò sul tappeto per riprendere un po’ di energie. Poi da brava puttana si tolse il reggiseno che le dava fastidio facendolo cadere a terra e si riaggiustò il reggicalze.
Furono Rudy e Erick, i primi ad avere sborrato, a riprendere a giocare. Dissero qualcosa in tedesco che non capimmo e vedendo che Monica non si alzava, la presero per i capelli facendola nuovamente rimettere a quattro zampe. Erick le mise con violenza quattro dita nella figa per incominciare a scaldarla. Mia moglie si eccitò ancora. E’ sempre stato così, non appena si sente usata, la sua figa si bagna all’istante. Anche io ero in ginocchio vicino a lei e la vidi aprire la bocca per passarsi la lingua sulle labbra mentre con una mano si strizzava una tetta. Rudy avvicinò il suo uccello al mio naso per farmi sentire l’odore del cazzo che poco prima aveva goduto dentro alla figa di mia moglie. Il profumo della figa di Monica sul suo cazzo era perfettamente riconoscibile. Poi si fece annusare il cazzo anche da mia moglie segandosi vicino alle sue labbra.
La posizione della cagna doveva eccitare molto tutti quanti perché sempre a quattro zampe la guidarono schiaffeggiandola sul culo fino al letto dove mia moglie si sdraiò su delle soffici lenzuola azzurre. Aprì le gambe per offrire nuovamente la sua figa rasata ai quei quattro cazzi. Era completamente esposta con le grandi labbra aperte e il buco rosso e sfondato ben visibile. Rudy, che era il più eccitato di tutti, salì sul letto per scoparla facendola gridare. Si stava gustando la figa di quella troia che gli era capitato di potersi fottere e non sembrava aver voglia di cedere il posto. Gli altri si smanettavano l’uccello per farselo rimanere duro, mentre io ancora sporco della mia sborra guardavo, come poco prima, il cazzo di Rudy entrare ed uscire senza sosta nella figa della mia donna. Paolo mi guardò complimentandosi per quanto fosse figa mia moglie : ”che figa pazzesca, quella vacca ci ha già fatto drizzare tutti quanti. E’ incredibile quanto le piaccia scopare. ”Poi mi chiese se avessi problemi a continuare a fare la puttana insieme a mia moglie, visto che gli sembrava che mi fossi già spinto ben oltre toccando e leccando qualche cazzo, oltre ad aver pulito la figa di Monica da tutte le sborrate. Mentre Monica ora si godeva anche i cazzi di Erick e Gianni continuando a gemere come una vacca, Paolo mi spiegò che i due tedeschi erano anche bisex e che probabilmente avrebbero voluto incularmi mettendomi a pecorina di fianco a mia moglie. Non era la prima che facevano serata con loro. Altre due coppie con gli stessi nostri gusti erano state sottoposte allo stesso trattamento. Purtroppo con entrambe avevano rotto i rapporti dopo che i tedeschi avevano brutalmente rotto il culo ai due mariti divertendosi ad infilarci non solo il loro cazzo ma soprattutto alcuni cazzi finti giganti che mi fece vedere in giro. Devo dire che la cosa mi impaurì non poco. “Non vogliamo perdere i contatti con voi, Monica è semplicemente troppo di tutto. Se vuoi posso aiutarti a salvarti il culo e tu in cambio ci concederai di scopare ancora con tua moglie quando verremo a Milano.” Gli dissi che ero d’accordo. Non avevo nessuna di essere immobilizzato a novanta per beccarmi due cazzi e chissà cos’altro nel culo. Quello andava oltre le mie fantasie. Mi disse che mi avrebbe accompagnato nella mia camera e che mi avrebbe chiuso dentro. Monica si stava ancora facendo scopare a gambe larghe dai due biondi mentre Gianni si avvicinò al letto con delle corde. Cominciò col legare i polsi di Monica alla spalliera del letto senza nessuna resistenza da parte di mia moglie, come se fosse proprio la cosa che stesse aspettando. Poi fu la volta delle caviglie. Quasi non si accorsero della mia uscita dalla stanza. Girandomi verso il letto, prima di uscire dalla porta, vidi mia moglie sdraiata a pancia in su completamente immobilizzata al letto con delle corde. Qualcuno si stava già sdraiando sopra di lei. Capii che con il corpo di Monica i quattro maschi si sarebbero tolti ancora molte voglie. Ero però anche consapevole che mia moglie aveva sempre dimostrato di accettare ogni situazione perversa le venisse proposta. Quindi pensai che come tutte le volte avrebbe goduto all’inverosimile.
Paolo mi chiuse nella mia camera per evitare che preso dalla curiosità di quello che stava succedendo tornassi nella sala dei giochi. “Vedrai, così lo troverai ancora più eccitante. Probabilmente te la staranno già inculando. Lo vedi, al solo pensiero di tua moglie che si becca il cazzo di un altro nel culo ti diventa subito duro….” Era vero. Mi salutò e tornò a godersi i buchi della sua puttana. Il resto della serata mi venne poi raccontato da Monica quando tornammo a Milano.
Ci risvegliammo il giorno seguente a pomeriggio inoltrato. Era tardissimo. Il giorno dopo saremmo dovuti tornare a lavoro e avevamo ancora più di tre ore di macchina prima di arrivare a casa. Mia moglie si fece una lunga doccia e si lavò i capelli tornando ad essere una donna presentabile dopo gli eccessi della sera precedente. Mi avvicinai per osservarla meglio. I striature rosse sulla schiena si erano leggermente attenuate, mentre sul culo erano ancora ben evidenti. Anche le tette dovevano aver subito qualche pressione particolare perché scorsi dei segni di cui non mi ero accorto la sera prima. Le chiesi come si sentisse. Abbracciandomi e sorridendomi mi disse: “ho il culo e la figa a pezzi, per il resto è tutto ok. Scusami amore, ma mi sento ancora uno straccio. Lo so che sei curioso di sapere quello che mi hanno fatto, ma ti dirò tutto a casa quando potremo scopare. Adesso mi fanno troppo male.” Mi diede un lungo bacio. Si vestì con uno dei suoi miniabiti, quello giallo, e sandali bassi bianchi. Quando si girò per prendere i sandali dalla borsa si piegò leggermente. Non resistetti, ero troppo impaziente. Le andai dietro e le abbassai il perizoma nero che si era messa. “Voglio solo vederti”, le dissi. Sorrise capendo la mia curiosità e si piegò un pochino in avanti dandomi del porco pervertito che gode nel vedere come gli avevano spaccato la moglie. Le vidi la figa trovandola irriconoscibilmente slabbrata, ma sopratutto allargandole le natiche le vidi il culo oscenamente aperto. Non si era ancora richiuso per niente e sicuramente le avrebbe fatto male per qualche giorno. Mi avvicinai con le labbra per baciarle il buco del culo. Poi alzandomi le dissi. “E’ vero sei tutta rotta. Ti amo, amore”.
Paolo e Gianni ci fecero trovare qualcosa da mangiare e poi salutammo i nostri amici con la promessa di rivederci. Abbracciarono mia moglie molto affettuosamente ringraziandola. In macchina Monica faticò a trovare una posizione comoda finchè si addormentò fino a casa…

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Racconti Erotici

Gennaio 2014

Gennaio 2014

Voglio raccontare la nostra storia di coppia matura,perche’ cio’ rinnova,in entrambi,eccitazione e piacere. Io Enrico,60 anni,Lei,Elvira,58.Siam sposati da 35 anni e nonni.Da molto insistevo con mia moglie per far entrare nella nostra intimita’ un’altro uomo: ma Lei,sempre si opponeva.Lo facevo per cercare di risvegliare il nostro rapportoe per il fatto che, quando guardavamo qualche film porno, Elvira nei nostri giochi era molto eccitata.Ho inserito molti annunci nei siti,ho avuto molti scambi di mail a Sua insaputa,ma poi tutto finiva nel nulla.A gennaio di quest’anno,ci siamo recati in Croazia per alcuni giorni di vacanza.Entrambi entusiati e molto felici perche’ era frutto di un po’ di economie….Siamo arrivati in hotel di sabato pomeriggio,una giornata di pioggia e vento.Sistemate le cose nella nostra camera,decidemmo di fare una capatina nella zona sauna-bagnoturco che era nello stesso hotel.Ambiente bellissimo,pulito e curato: ci siamo recati nella sala sauna. Una stanza in penombra,avvolta in un vapore leggero.C’erano gia’ alcune coppie,ed alcuni uomini,ma la poca luce non permetteva di distinguere molto.Ci sedemmo in un angolo e ci slacciammo gli accappatoi.Era la prima volta che andavamo in una sauna ed eravamo un po’ imbarazzati.Io rimasi nudo ed Elvira indossava gli slip di un bikini.Ci eravamo abituati alla poca luce e cio’ ci permetteva di distinguere chi ci stava attorno.Due coppie si scambiavano effusioni; un uomo si toccava il membro floscio; un ragazzo sui 25anni,era steso supino con il cazzo in erezione.Io e mia moglie ci guardammo per un momento:io ero in erezione e Lei accenno’ un sorrisino.Ci guardavamo attorno e le scene erano sempre le stesse ad eccezione di due coppie che stavano scopando molto in liberta’.Entro’ una coppia e si sistemo’ in un angolo tenendo l’accappatoio.Non so quanto tempo trascorse,ad un certo momento,il ragazzo steso sulla panca si alzo’ e sempre in erezione,venne a sedersi vicino a noi,dalla parte di Elvira.Lei mi venne piu’ vicino,forse un po’ imbarazzata.Il ragazzo la guardava con insistenza accennando un sorriso.Il suo cazzo era sempre eretto.Ad un tratto venne dalla mia parte e mi bisbiglio’:” Ti va’ se gioco con tua moglie?”.Rimasi di sasso,senza parole per un attimo.Poi con voce tremante gli risposi:”Lei non gradisce”.”stiamo a vedere” fu la sua risposta.Ero emozionato ed eccitato.Lui ando’ a sedersi accanto a mia moglie e si chino’ a baciarle un seno.Elvira ebbe una scossa e si alzo’ in piedi,fece per dirgli qualcosa ma il tipo le prese entrambi i seni con le mani e alzatosi la bacio’ sulla bocca.Vidi Elvira che cercava di divincolsrsi,ma lui le spingeva il cazzo sulla pancia sempre baciandola.Vidi Elvira non reagire,ma aggrapparsi alle spalle del ragazzo rispondendo alle sue avances.Dopo un po’ di schermaglie si infilo’ l’accapatoio e ci invito’ a seguirlo nella sua camera.Uscimmo e in ascensore continuo’ a baciarla.Appena in camera la spoglio’,incurante della mia presenza,la stese su di una poltroncina e le allargo’ le gambe iniziando a leccarle figa e culo.Elvira gemeva e andava col bacino verso la bocca che non perdeva un colpo.Elvira era partita: gemeva a voce piena,io gocciolavo eccitato.Poi il tipo si alzo’,giro’ mia moglie a pecora e con un sol colpo la penetro’,non so se nella figa o nel culo:sentii solo un gemito lungo di mia moglie. Inizio’ una chiavata forsennata,le dava dei colpi profondi e rapidi: Elvira ormai urlava,squittiva e si dimenava sotto quei colpi. La monto’ per molto,poi esrtrasse il cazzo e lo infilo’ nella sua bocca dove sborro’,La sborra fuoriusciva dagli angoli della bocca e dalle narici di Elvira,quasi soffocata dal cazzo che lui le spingeva in gola.Fu la prima scopata della serata.Tornammo nella nostra camera alle 2 di notte.Il tipo era sempre carico.Una volta soli,dissi ad Elvira: “come va'”; mi rispose: 2Perche’ ho aspettato tanto tempo”.Col tipo ci vediamo due volte al mese:andiamo a casa sua.Abita a venezia:siamo felici.Elvira e’ ringiovanita e non ha freni: gode di quel piacere infinito.

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Reife Frauen

Die junge Polizistin

Es war Samstagabend, Silvia eine junge Polizistin machte es sich gerade in einem Hinterhof gemütlich den der Nachtdienst war heute schon etwas anstrengend gewesen, sie ließ sich auf einem Stein nieder der sich in einem dunklem Winkel der Straße befand streckte beide Beine von sich und träumte vor sich hin wie schön es doch jetzt wäre mit ihren Bekannten in der Disco zu tanzen als hier ganz alleine herumzulaufen und Leute zu strafen.
Oh Gott stöhnte sie laut auf, bin ich froh wenn der heutige Tag vorbei ist und lehnte sich an der Wand an und schloss ihre Augen einen kurzen Augenblick. Da Silvia lesbisch war was ihr viel spott im Kollegenkreis einbrachte was natürlich nicht leicht für sie war den sie wurde von ihren männlichen aber auch von ihren weiblichen Kollegen oft deswegen aufgezogen und da sie ein wunderschönes sehr begehrenswertes Mädchen war, es am Anfang einige Kollegen probiert hatten bei ihr zu landen und sie aus diesem Grunde abblitzen ließ hatte sie nun einen sehr schweren Stand im Polizeirevier und war deshalb oft sehr froh wenn sie alleine auf Streife gehen konnte.
Sie lag also so da steckte sich genüsslich eine Zigarette an zog ein paar mal daran und träumte wie es wohl jetzt sein würde mit einer Frau die sie versteht zusammenzusein, mit ihr ein Glas Wein zu trinken und mit ihr ein wenig herumzumachen was ihr sehr fehlte denn die letzte Beziehung mit einer Frau war schon ein paar Monate aus und war daher auf sich selber gestellt was auch seine reitze hatte aber doch nicht das selbe war als dies alles mit einer Frau zu erleben.
Plötzlich wurde sie durch eine tiefe Stimme die aus ihrem Funkgerät ertönte aus ihren schönen Träumen gerissen was sie total ärgerte aber schließlich nach dem Funkgerät griff und sich freundlich mit ihrem Namen meldete.
Silvia begib dich in die Hamerlingstraße 12a dort randerliert jemand. Verstanden? Alles Ok gab Silvia zur Antwort erhob sich und machte sich auf den Weg.
Da die Hamerlingstraße 12a nicht weit von ihrem jetztigen Standort entfernt war dauerte es nur zirka 6 Minuten bis sie dort ankam wo sie schon von einem jungen Pärchen hektisch empfangen wurde.
Silvia trat an die beiden heran und fragte was denn los sei und hörte sich von den beiden jungen Leuten an was sie beobachtet hätten und baten die Polizistin doch einmal nachzusehen was diese natürlich sofort nachdem sie der Zentrale berichtet hatte machte.
Silvia eilte mit raschem Schritt zum Hauseingang begab sich in den zweiten Stock dieses Gebäudes und merkte das ihr das junge Pärchen von der Straße folgte.
Da ist es rief plötzlich der junge Mann und deutete auf die Wohnungstür Nummer 14.
Ist Okay murmelte die junge Polizistin und wies die beiden an jetzt wieder hinunterzugehen denn man weis ja nie was jetzt passiert.
Das Pärchen immer noch sehr aufgeregt befolgten natürlich die Anweisung der Beamtin und verließen mit schnellem Schritt das Haus.
Silvia jetzt ganz alleine lehnte nun ihren Kopf an die Wohnungstür und versuchte etwas zu hören aber nichts.
Eigenartig dachte sie, die Leute unten hatten ihr doch erzählt das da drinnen eine Frau wie eine wilde tobte und ihre Wohnung zu verwüsten schien aber jetzt war absolut nichts mehr zu hören.
Es waren schon wieder zirka 5 Minuten vergangen als plötzlich gegenüber von ihr eine Tür geöffnet wurde und ein Kopf herausblickte.
Entschuldigen sie murmelte die Beamtin, bewegte sich zu der anderen Tür und stand vor einen kleinen alten Mann.
Sind sie endlich da rief dieser mit abgehackter Stimme.
Was ist denn passiert frage die Polizistin mit freundlicher Stimme den anderen Bewohner.
Die da drüben ist ja verrückt, die hat ja denn Verstand verloren brüllte er nun etwas lauter los und erzählte der Beamtin das die Nachbarin wie er meinte sicher ihre ganze Wohnung zerstört hätte.
Danke für ihre Auskunft flüsterte die junge Polizistin und forderte den alten Mann anschließend auf sich nun wieder in seine Wohnung zu begeben und dort was auch passiert zu bleiben was dieser mit einem Kopfnicken bestätigte.
Als Silvia nun wieder alleine war begab sie sich nun wieder auf die andere Seite des langen Ganges und horchte wieder an der Tür Nummer 14.
HM, da ist ja alles ruhig wollte schon wieder gehen als plötzlich lautes Gekreische aus der besagten Wohnung trat.
Silvia hörte eine Weile zu aber als sie vernahm das Geschirr durch die Wohnung geworfen wurde handelte sie rasch klingelte und klopfte heftig an der Tür die ihr aber nicht geöffnet wurde sondern sie wurde von einer weiblichen Stimme angewiesen doch wegzugehen was die Beamtin aber natürlich nicht machte sondern dies hämmert jetzt noch fester an die Tür und forderte mit lauter bestimmter Stimme die Frau auf die Tür zu öffnen und gab dieser zu verstehen das sie Polizistin sei.
Kurz war ruhe die Beamtin hoffte nun ihr würde geöffnet was aber ein irrtum war denn schon wieder ging das Geschrei und der Lärm von herumfliegenden Dingen neulich los.
Was nun, überlegte die junge Beamtin, soll ich über den Vorfall der Zentrale berichten oder?
Aber in diesem Moment griff Sie wie von einer Geisterhand geführt auf die Türklinke drückte diese hinunter und plötzlich sprang die Tür auf.
Etwas nervös da sie sich ja noch nie in einer solchen Situation befunden hatte zumindest nicht in der Praxis stieß sie mit einem Fuß diese noch etwas weiter auf und trat dann ganz vorsichtig ein.
Mit langsamen Schritten begab sie sich durch das lange Vorzimmer aber immer mit wachsamem Blick um ja nicht plötzlich eine Überraschung zu erleben oder von irgendetwas getroffen zu werden.
Als die Beamtin am Ende des Vorraumes angekommen war blickte sie sich noch mal um und stieß anschließend mit einem Bein die Tür die sich vor ihr befand auf und konnte erkennen das diese ins Wohnzimmer führte und ging langsam hinein blickte um sich konnte aber niemanden erblicken.
Die Beamtin blieb eine Weile in diesem Raum stehen und horchte, aber konnte nichts hören, es war totenstill.
Langsam bewegte sie sich nun wieder zu einer Tür öffnete diese vorsichtig mit einer Hand und trat mit langsamem schritt hinein.
Was wollen sie hier brüllte sie plötzlich jemand an, Silvia schnellte rasch herum hob den Knüppel den sie in der anderen Hand trug an und sah nun eine etwa 26 jährige junge sehr aufgebrachte Frau mit nur einem kleinen Stringtanga und Leibchen bekleidet hinter sich stehen.
Ganz ruhig flüsterte die Beamtin und beobachtet die junge Frau ganz genau und war auf der Hut vor ihr.
Verschwinden Sie brüllte diese nun wieder lautstark los, sie haben kein Recht hier einfach reinzuplatzen und schon wieder flog ein Teil durch die Gegend.
Silvia überlegte einen Augenblick griff aber dann mit flinker Hand so wie sie es ja in der Polizeischule gelernt hatte nach der jungen Frau streckte sie mit einem geschickten Griff zu Boden und hielt sie dort fest in dem sie fast auf ihr lag redete ihr mit ruhigen Worten zu sie sollte sich doch beruhigen was diese nach kurzem Widerstand schließlich auch tat.
Sind sie nun vernünftig rief die junge Beamtin und als die Überwältigte junge Frau dies mit einem eindeutigen Kopfschütteln bestätigte ließ sie sie wieder los und setzt sie aufs Bett wo diese in Tränen ausbrach was sehr Herzzerreißend war.
Nun sagen sie mal was ist in sie gefahren so auszuflippen flüsterte die junge Beamtin die ihr gegenüber stand.
Ach das verstehen sie sowieso nicht stotterte die verzweifelte junge Frau und brach wieder in Tränen aus was der jungen noch unerfahrenen Polizistin sichtlich zusetzte und sie auch ein wenig überforderte.
In diesem Moment meldete sich die Zentrale und forderte die junge Beamtin auf einen Bericht durchzugeben was diese etwas nervös auch tat.
Da sie der jetzt vor ihr sitzenden jungen Frau aber keine Schwierigkeiten machen wollte teilte sie der Zentrale mit dass alles in Ordnung sei und sie alles in Griff hatte.
Alles Okay konnte man eine Stimme durchs Funkgerät vernehmen und weg war sie.
Die junge Frau blickte mit noch verweinten Augen zu Silvia hoch und bedankte sich bei ihr dass sie nichts von dem Vorfall berichtet hatte.
Ist schon Okay murmelte die Beamtin aber sie müssen mir versprechen das jetzt Ruhe ist sonst muss ich noch mal kommen aber diesesmal sicher nicht alleine.
Ja, ja ich versprechs und die Frau ließ sich aufs Bett fallen.
Na gut ich will ihnen mal glauben flüsterte die Polizistin und bevor sie sich verabschiedete fielen ihre Blicke nochmals auf das Häufchen Elend das da mit nassen Augen im Bett lag.
Sieht gut aus diese Frau dachte sie und musterte sie nun etwas genauer.
Die junge Frau lag völlig ausgestreckt auf dem Bett, ihre Beine waren ein wenig gespreizt so dass sich ihr winziges Höschen das sie trug in ihre Mösenritze schob und so der jungen Polizistin ohne das sie es wahrscheinlich wollte einen Blick auf einen kleinen Teil ihres Fötzchens gewährte was die junge Beamtin schon wieder völlig aus der Bahn warf und sie konnte nicht anders als auf diese Stelle zu starren und dann noch diese großen prallen Brüste die sich unter dem Leibchen abzeichneten war der reine Wahnsinn für sie denn die junge Beamtin war ja lesbisch und daher war dies eine furchtbare Qual.
So ich werde jetzt gehen flüsterte sie und begab sich zur Tür und verließ rasch die Wohnung.
Oh Gott dachte sie als sie vor dem Haus stand, dass ist vielleicht eine süße Schnecke oder soll ich vielleicht sagen eine geile Sau, ja das ist wirklich eine geile Sau murmelte sie vor sich hin hatte immer dieses Bild von dieser Frau die so geil vor ihr gelegen war vor den Augen und seufzte laut auf.
Nach Dienstschluss es war schon 7 Uhr früh sie war gerade mit ihrem Wagen auf dem Heimweg als sie plötzlich beschloss noch mal nach der jungen Frau von heute Abend zu schauen und da diese ja eh auf der Strecke lag machte sie das.
Beim Haus Hamerlingstraße 12 angekommen parkte sie rasch ihr Auto sperrte dieses ab betrat dieses bestieg den Lift begab sich in den ersten Stock und stand vor Tür Nummer 14 wo sie dann auch klingelte.
Es dauerte einen kurzen Moment als ihr die Tür geöffnet wurde und die junge Frau von gestern Abend mit einem Schlafmantel bekleidet und nassem Haar vor ihr stand.
He was machen sie hier stotterte diese, ich hab doch nichts mehr getan oder?
Nein! Nein, beruhigte sie die Polizistin, ich bin nicht Dienstlich hier, ich wollte nur mal sehen wie es ihnen heute geht.
Nach dem sich die junge Frau wieder erfangen hatte teilte sie der Beamtin mit es sei alles in Ordnung bat diese aber im gleichem Atemzug zu ihr herein was diese auch tat.
Ich hab mir gerade Kaffee gemacht murmelte die junge Frau, wollen sie auch welchen und blickte die Polizistin die noch mit ihrer Uniform bekleidet war fragend an.
Ja bitte gab ihr diese rasch zur Antwort und so bat die junge Frau sie in die Küche wo es nach frischen Kaffee duftete.
Wenn ich das gewusst hätte flüsterte die Beamtin dann hätte ich frische Brötchen mitgebracht und ließ sich dann auf einen Sessel der ihr angeboten wurde nieder.
Das ist nicht nötig murmelte die junge Frau. Ich hab schon ein paar gebacken und stellte nun frische Herausgebackene Brötchen auf den Tisch und setzte sich anschließend auch dazu.
Als sie merkte wie sie von der jungen Polizistin gemustert wurde senkte sie rasch ihren Kopf aß ihr Brötchen und trank einen Schluck Kaffee. Schweigen war angesagt
, keiner der beiden Frauen wusste was sie sagen sollten als der Polizistin plötzlich ein Löffel auf den Boden fiel den sie versuchte rasch wieder aufzuheben was ihr aber nicht zu gelingen schien den dieser war ein Stück weg von ihr zu liegen gekommen.
Als es mit dem hinunterbücken nicht klappte erhob sie sich kniete sich auf den Boden wollte gerade nach den entdeckten Löffel fassen als ihr Blick zu ihrer gegenübersitzenden fielen und da sie sich ja unter dem Tisch befand konnte sie erblicken das diese mit ein wenig geöffneten Beinen dasaß und ihr daher einen blick zwischen ihre Schenkeln gewährte was ja noch nicht so schrecklich war aber als die Beamtin genauer hinblickte sah sie das diese junge Frau unter ihrem Schlafmantel keinen Slip trug und ihr daher ihr rosa glänzendes Fötzchen wahrscheinlich nicht mit Absicht präsentierte was sie ganz nervös machte.
Rasch begab sie sich wieder auf ihren Platz und trank hastig einen Schluck von dem wohlschmeckenden Kaffee.
Die Frau ihr gegenüber merkte plötzlich das die junge Beamtin ganz nervös war und fragte was den los mit ihr sei ob irgendetwas nicht in Ordnung mit dem Kaffee oder den Brötchen sei den sie wusste ja nicht das ihr diese gerade ganz ungeniert auf ihre Möse gestarrt hatte und daher so nervös war.
Nein, nein ist alles in Ordnung stotterte die Beamtin und machte wieder einen Schluck von ihrem Kaffee.
Diese Nervosität der Beamtin amüsierte die junge Frau sichtlich den nun war ein lächeln in ihrem wundervollen Gesicht zu erkennen was auch die junge Polizistin bemerkte und sie noch unsicherer machte.
Hastig trank sie ihren Kaffee aus aß das Brötchen zu Ende erhob sich anschließend von ihrem Platz und teilte der jungen Frau ihr gegenüber mit das sie nun gehen müsse, denn sie hätte in ihrer Dienststelle nicht duschen können und sie dies aber jetzt schon nötig hatte den es war heute ein anstrengender Tag nötig habe und eine Mütze schlaf würde ihr auch gut tun.
Schade stammelte die junge Frau , es wäre schön gewesen wenn sie noch geblieben wären aber wenn es nicht geht kann man nichts machen und senkte enttäuscht ihren Kopf was die junge Polizistin merkte.
Na wenn sie möchten könnte ich wenn ich ein wenig geschlafen habe noch mal kommen und ihnen beim Aufräumen helfen den heute Abend hab ich ja eh keinen Dienst.
Oh ja das wäre schön strahlte die junge Frau und begleitete die Beamtin noch zur Tür.
Bevor sie die Tür hinter ihr verschloss rief sie: ich heiße übrigens Bianca.
Als die Beamtin das Haus verließ und zu ihrem Auto hinüberschlenderte sah sie vor schreck dass ihr Auto völlig eingeparkt war und kein Mensch zu sehen war.
Oh nein rief sie laut aus, dass darf doch nicht Wahr sein, dass gibt’s doch nicht, dass darf doch nicht sein, das sind doch totale Idioten und griff sich auf den Kopf.
Was jetzt dachte sie bei sich, dass kann ja Stundenlang dauern bis da jemand kommt denn die Beamtin befand sich in einem Geschäftsviertel dieser Stadt und da konnte es schon sehr lange dauern bis wieder jemand zu seinem Auto zurückkehrte.
Was tun dachte sie bei sich.
Wenn ich meine Kollegen rufe um diese Idioten abschleppen zu lassen würde sicher auch ein bis zwei Stunden dauern und mit der Straßenbahn nach Hause fahren ist auch keine gute Idee.
Was mach ich nur dachte sie so vor sich hin als sie plötzlich eine ihr vertraute Stimme vernahm.
Sie drehte sich rasch um und konnte Bianka hinter sich sehen.
Die Idioten haben mich eingeparkt und so kann ich nicht weg gab ihr die Beamtin ganz nervös zu verstehen.
Bianca lächelte griff in ihre Tasche holte rasch ihren Wohnungsschlüssel heraus und überreichte diesen der jungen Polizistin.
Hmmmm murmelte diese, was soll ich damit und sah Bianca ganz verwirrt an.
Na was wohl erwiderte diese, ich gehe schnell was einkaufen und du kannst dich, aber nur wenn du wirklich möchtest dich oben bei mir duschen und ein wenig hinlegen.
Die junge Beamtin schluckte mal kräftig hinunter aber da sie wusste dass dies die einzige Möglichkeit in ihrer Situation war griff sie nach dem Schlüssel dankend an und verschwand im Hausflur.
In der Wohnung der ihr eigentlich unbekannten angekommen ließ sie sich erst mal in einen gemütlichen Sessel der vor dem Fernseher im Wohnzimmer stand fallen schloss ihre Augen und genoss diese Situation in vollen Zügen.
Da sie schon so geschlaucht war schlief sie rasch ein und merkte gar nicht dass Bianca schon wieder vom einkaufen zurück gekommen war.
Bianca lachte als sie die junge Beamtin im Wohnzimmer auf dem Sessel voll ausgestreckt sitzen sah betrachtete diese eine Weile verstaute anschließend den Einkauf in der Küche und kehrte wieder ins Wohnzimmer zurück wo die junge Polizistin in voller Uniform noch immer wie ein Baby schlief.
Bianca trat an sie heran begutachtete die junge nun etwas genauer sah das diese Beamtin wohl große Titten unter ihrer Uniformbluse hatte den die auswölbung war schon mächtig.
Bianca beugte sich nun etwas nach vorne und streichelte vorsichtig über diese Wölbung und konnte ihre großen Brustwarzen deutlich durch die Uniformbluse spüren was sie ganz nervös machte aber da die Beamtin weiter wie ein Baby schlief öffnete sie ihr rasch zwei Knöpfe dieser Bluse konnte aber leider nichts von deren Titten erspähen denn diese trug einen Büstenhalter was Bianca jetzt etwas traurig stimmte denn sie hätte sich diese Riesendinger gerne mal genauer angeguckt. Na dann eben nicht dachte sie sich bei sich und wanderte gleichzeitig mit ihrer Hand etwas nach unten und griff dann vor lauter Geilheit der vor ihr liegenden Polizisten zwischen die Beine wo sie eine Wärme verspürte die sie nun furchtbar geil machte.
Oh Gott dachte sie in diesem Moment was soll ich tun, ich kann ihr doch nicht einfach die Hose herunterreisen und mit ihrer Muschel spielen was sie aber gerne getan hätte überlegte einen kurzen Moment und ließ schließlich von ihr ab.
Nun erhob sie sich wieder etwas enttäuscht griff mit einer Hand nach einer Schulter der Beamtin schüttelte sie so lange daran bis Marion verwirrt die Augen öffnete und rief: He was ist los, wo bin ich und schaute sich verstört im Zimmer um.
Du bist im Sessel eingeschlafen murmelte Bianca.
Oh Gott ja flüsterte Marion, ich hab’s nicht mehr weiter geschafft und wollte sich aufrichten was ihr aber nicht gelang.
Bianca lachte wieder und half ihr dann auf.
Als die Beamtin endlich auf beiden Beinen Stand führte Bianca sie in ein kleines Zimmer wo sich ein Bett befand und flüsterte: So nun zieh dich aus dusche dich und versuch ein paar Stunden zu schlafen klopfte ihr noch mal auf die Schultern wollte gerade das Zimmer wieder verlassen als Marion zu ihr sagte: Ich glaub das schaff ich nicht mehr alleine und schon fiel sie ins Bett zurück.
Bianca trat wieder an sie heran und murmelte: Na gut dann werde ich dir halt mal helfen ließ sich aufs Bett nieder griff mit geschickten Fingern nach ihren Hosenknopf öffnete diesen zog anschließend noch den Reisverschluss herunter und schon lag die junge Beamtin nur noch mit ihrer Uniformbluse, ihrem BH und einem kleinen weißen Slip bekleidet vor ihr.
Als Bianca ihr auch noch die Bluse mit viel Mühe ausgezogen hatte und sich gerade über ihren BH hergemacht hatte schoss es der jungen Polizistin erst was da jetzt gerade abging und wurde plötzlich ganz nervös was Bianca natürlich auch nicht entging.
He was ist den los flüsterte sie, was hast du, es ist dir doch nicht etwa peinlich wenn ich dich ausziehe, Oder?
Marion die jetzt wieder hellwach war schluckte mal kräftig und murmelte: Na ja ist schon ein wenig ungewöhnlich und senkte ihren Kopf.
Bianca lachte wieder laut auf und flüsterte: Du bist mir vielleicht eine, erst bittest du mich darum und jetzt stellst du dich an wie eine Jungfrau und blickte Marion dabei tief in ihre weit aufgerissenen Augen.
Ah entschuldige bitte stotterte Marion ich weiß auch nicht, aber ich bin doch noch nie von einer Frau außer meiner eigenen Mutter entkleidet worden.
Ist schon okay flüsterte Bianca aber du brauchst dich nicht vor mir zu schämen den ich habe das kannst du mir glauben all diese Sachen schon mal gesehen und machte sich nun wieder daran Marion den Büstenhalter herabzustreifen was diese nun ohne zu protestieren zuließ.
Na also murmelte Bianca, war doch nicht so schlimm oder? Und wis Marion nun an duschen zu gehen was diese auch sofort tat.
Als die junge Beamtin wieder nachdem sie sich geduscht hatte das Zimmer betrat war Bianca immer noch anwesend.
Marion die nur mit dem Bademantel bekleidet war den ihr Bianca vorhin gegeben hatte begab sich rasch zum Bett und legte sich hinein.Na rief Bianca, schläfst du immer mit dem Bademantel und blickt Marion dabei tief in deren Augen. Tu ich normalerweise nicht stotterte dies etwas nervös, aber ich kann mich ja nicht ganz nackt hier hinlegen.Eine Decke wäre nicht schlecht flüsterte sie und blickte Bianca an.
Ah entschuldige murmelte diese öffnete den Schrank holte eine herausund als sie sich damit wieder Marion zuwandte sah das diese nun den Bademantel ausgezogen hatte und zusammengekuschelt ganz nackt im Bett lag aber bevor sie diese Marion nun gab betrachtete sie diese noch einmal genau was die junge Polizistin auch merkte und auch schon wieder etwas nervös machte.
Nachdem ihr dann Bianca die Decke überreichte und sich Marion sofort darin einwickelte flüsterte Bianca: Weißt du dass du in deiner Uniform total sexy ausgesehen hast aber wie ich erst sehen konnte auch ohne und hatte schon wieder ein lächeln im Gesicht.
Marion wusste jetzt nicht wie sie darauf reagieren sollte und so gab sie ihr keine Antwort.
In diesem Moment kreisten ihre Gedanken wieder um das was sie erst beim Frühstück da unter dem Tisch zu Gesicht bekommen hatte und konnte nun ihre Blicke nicht mehr von Bianca lassen was dieser natürlich auch auffiel.
Na findest du mich auch sexy fragte sie plötzlich Marion und setzte sich zu ihr ins Bett.
Na, na stotterte diese, dass kann ich nicht sagen, ich hab dich noch nicht so richtig angesehen was sie natürlich schon getan hatte aber ihr nicht so einfach sagen wollte und dass sie sie sexy findet konnte sie ihr doch auch nicht so einfach sagen.Oder?
Du bist mir vielleicht eine rief Bianca laut aus, mir erst beim Frühstück zwischen die Beine starren und dann sagen sie würde noch nicht so genau geguckt haben, ich weiß nicht aber sie lächelte dabei.
Ich, ich stotterte Marion und senkte reumütig ihren Kopf.
Na wenn das so ist flüsterte Bianca erhob sich streifte sich ihr Kleid das sie Trug herunter und stand nun nur noch mit ihrem Slip bekleidet vor der jungen Polizistin die sie mit weit aufgerissenen Augen anstarrte.
Und nun flüsterte Bianka und drehte sich vor Marion im Kreis, was sagst du.
Du bist wunderschön stotterte diese und gierte Bianca auf deren großen prallen Brüste.
Ah flüsterte Bianca als sie dies sah, die gefallen dir wohl griff nach ihnen knetete sie und steckte sich anschließend eine Brustwarze in den mund und nuckelt vorsichtig daran was Marion fast um den Verstand brachte.
Als sie wieder davon abgelassen hatte blickte sie Marion an und murmelte: Na würdest du dass auch gerne einmal machen.
Wie? Was? Stammelte diese und wusste nicht was sie nun tun sollte.
Da Bianca merkte dass Marion nicht wusste was sie tun sollte setzte sie sich wieder zu ihr ins Bett und hielt ihr nun ihre dicken prallen Titten vor die Augen.
Marion die jetzt nicht mehr anders konnte und auch nicht wollte griff sich eine dieser Riesendinger knetete diese und fing dann an wild daran zu knabbern was Bianca natürlich sehr gut gefiel denn sie wollte doch schon die ganze Zeit nichts anderes mehr als dies.
ooooohhhhhh? Dachte sich Marion, was ist den in mich gefahren, was mach ich den da, ich lutsche an einer Titte das darf doch alles nicht wahr sein, aber da sie in diesem Moment spürte wie Bianca die Decke von ihr strich und ihr mit einer Hand ungeniert zwischen ihre Beine fasste und anfing an ihrem Döschen zu reiben war ihr alles egal, jetzt wollte sie nur noch eines, die totale Lust und die bekam sie dann auch.
Bianca spielte wild an ihrer nackten Muschel steckte ihr auch mal den Finger hinein und fickte sie wild damit durch.
Als Marion dies spürte ließ sie einen kurzen Moment von der gewaltigen Brust von Bianca ab und stöhnte laut vor Lust auf was ihrer Gespielin sehr gut zu gefallen schien denn diese bohrte nun noch wilder in ihrer klitschnassen Fotze herum.
Es dauerte auch nicht lange und Marion wurde von einem gewaltigen Orgasmus geschüttelt.
Nun war es Marion die Bianca nach aller Kunst mit Fingern und Mund verwöhnte bis auch diese von einem heftigen Orgasmus gebeutelt wurde.
Die beiden trieben es dann noch einmal unter der Dusche bis sie sich endlich daran machten die Wohnung von Bianca wieder in Ordnung zu bring.
Als die nach einer ganzen Weile gelungen war ging es aber schon wieder zur Sache und die beiden steckten sich so manches Spielzeug in ihre gierigen Pflaumen und konnte sich noch öfters über einen Orgasmus erfreuen.
Von diesen Tag an trafen sich die beiden Frauen regelmäßig verwöhnten sich mit so manchem Spielzeug jagten sich Bananen, Klobürsten, große und kleine Dildos in ihre geilen Fotzen, leckten sich gegenseitig ihre Mösen bis zum Orgasmus und waren sehr glücklich miteinander.

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 2)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 2)

Il padre di Giorgio si stava masturbando. Aveva in mano un cazzo enorme, lungo almeno 24 cm. Era appoggiato alla parete con gli occhi chiusi e si masturbava, ad un certo punto lo sentii anche dire:
-Dai Claudio, prendilo in bocca, fammi venire dentro…..leccami le palle…..-
Mi prese una gran paura e ritornai al mio posto, e poco dopo lui usci e venne verso di me. Ricominciai a tremare,
Lui mi venne vicino e mi passo’ il braccio destro sulla mia spalla. Come per farmi coraggio.
-Che c’e’ che succede, tu hai paura, di cosa? – Furono le ultime parole che sentii, poi svenni.
Versione 1
Quando mi svegliai ero su un letto, mi guardai addosso e rimasi senza parole.
Indossavo un paio di mutandine di pizzo con un’apertura davanti che mostrava il mio pisello. Con la mano tastai dietro e mi accorsi che era un tanga. Un filetto i seta mi attraversava le cosce e mi segava in due il buchetto del mio culo vergine. Indossavo anche un reggiseno dello stesso pizzo e colore. C’e’ da dire che io avevo il seno un po’ pronunciato, simile ad una pria misura di una ragazza.
Non sapevo cosa fare, nella stanza non c’era nessuno, ero solo. Poi sentii dei passi, allora feci finta di essere ancora svento.
Con gli occhi socchiusi cercai di guardare e vidi il papa’ di Giorgio entrare in stanza nudo.
Il cazzo gli ciondolava in mezzo alle gambe e nonostante fosse moscio era molto lungo e cicciotto.
Si sedette accanto al letto e inizio’ a guardarmi, poi si inginocchio di fianco al letto e con una mano mi prese il pisello e comincio’ a masturbarmi.
Rimasi ancora svenuto per un po’, ma poi il piselo comincio’ ad indurirsi e allora feci finta di rinvenire.
-Oddio, cosa mi e’ successo…..ma cosa fa…….- feci io tentando di togliere la sua mano dal mio cazzo.
-Ssssshhhh – disse lui – stai buono e andra’ bene per tutti e due.- Fini di dire la frase e si butto’ sul mio cazzo e lo prese in bocca.
Comincio’ a farmi un pompino (nessuno me lo aveva fatto finora). Andava su e giu’ con la sua bocca e con la lingua ruotava intorno alla cappella. Sentii un brivido dietro la schiena e comincia di nuovo a tremare, poi lo vidi infilare il suo dito medio in bocca e riuscire ben lubrificato, sentii poi la sua mano insinuarsi in mezzo alle cosce e il suo dito medio fermarsi sul mio buchetto del culo.
Lo guardai in faccia terrorizzato, ma non riuscivo a dire una parola.
-Sono sicuro che il tuo culetto e’ vergine, vero? – disse. Riuscii solo ad annuire con la testa, non mi usciva una parola, poi sentii il suo dito penetrarmi il culetto e entrare fino alla base mentre mi continuava a fare il pompino.
Stavo per venire, sentivo lo sperma salire dalle palle, attraversare l’uretra e stavo per esplodergli in bocca.
Feci per tirami indietro, ma lui mi trattenne e allora gli sborrai in bocca con un rantolo. Mi lecco’ tutto per bene mentre continuava ad esplorarmi il buchetto del culo e poi si alzo’ in piedi, pres le mie mani e mi mise seduto sul letto, poi mi prese la testa fra le mani e l’avvicino’ al suo cazzo che ormai era diventato lungo e duro ed era esattamente davanti alla mia bocca.

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mia zia

Salve a tutti sono Simone da Palermo ho 36 anni singol da un anno non sto a descrivermi fisicamente visto che sono registrato su xhamster quindi mi vedete in foto e video come sono fatto fisicamente e le mie prestazioni sessuali .amo il sesso in tutti i suoi colori e sapori sono un drogato del sesso cmq ritorniamo alla mia storia
ho una zia sorella di mia madre che ha 51 anni separata da 4 anni senza figli siamo stati sempre in stretti rapporti da piccolo.fino ad oggi diciamo una seconda madre …una gran bella donna con le curve al suo posto molto curata giovanile e molto sexy ..a partire dalla mia età purbica facevo molti pensieri erotici nei suoi confronti e con tante di seghe persino a casa sua rovistare quanto potevo nella sua biancheria sporca in cerca di qualche paio di mutantine che midessero il suo profumo di donna e ci riuscivo qualche volta spara in bagno o sotto la doccia quanto dormiva da noi perché il marito fuori per lavoro o vederla seduta ed aspettare che accavallasse le gambe che adoravo tanto ed i suoi piedi fantastici sempre ben curati .da quanto si e separata si e trasferita nel appartamento a fianco al mio che sono di nostra proprietà e da quel giorno abbiamo stretto un bel rapporto di amicizia ma sempre con le dovute distanze sia per la parentela e sia perché ero fidanzato (anche se me l’avrei sbattuta ugualmente) dopo la fine del mio fidanzamento ci siamo avvicinati tantissimo pranzare insieme cenare prendere il caffè accompagnarla a fare la spesa o compere e persino guardare la TV la sera sul divano insieme .questa estate essendo sola e i miei come ogni estate si trasferiscono nella nostra casa al mare mia madre la invitata come ogni anno a passare l estate con loro ma con in più che quest’anno ci sono pure io da solo come lei con loro ..ci siamo divertiti un casino al mare ho scoperto un amica con cui scherzare e fare baldoria uscire a divertirci fino a scambiarci per una coppia e quando qualche ragazza ci provava lei faceva finta diessere la mia donna sono sincero la cosa mi inintricata molto ..una sera di luglio dopo che ci siamo ritirati ci siamo cambiati io in costume e lei in vestaglia visto che i miei erano fuori per il fine settimana ..messi in veranda in compagnia di una bella birra fresca si parlava di tutto tra risate e confessioni fino a finire alle nostre storie finite .poi lei mi disse : be penso che l hai superata bene la rottura visto che molto spesso la notte hai avuto buone compagnie questo inverno e qualche volta persino dimenticato di tua zia che stava da sola nel altra casa a fianco a guardare la TV senza il suo nipotino preferito non solo dice ancora lei mi toccava sentire i gemini delle tue donne che godevano di te e la tua zia in crisi di astinenza da anni ..a quel punto risposi che sei gelosa ? Lei mi disse gelosa non posso esserlo ma vogliosi di te e dopo tanti anni a vederti uomo e desiderarti e masturbarmi la notte mentre tu scopi e immaginarti mio o essere io quella donna a godere di te apri’ le gambe davanti a me senza mutantine eè vedendomi con il cazzotti duro mi disse ..vuoi costatare sono bagnata anche adesso simone mio e vedo che anche tu hai voglia di me allungo il piede nudo e me lo strofina sul cazzotti duro dicendomi che bello ché mi disse vuoi essere il mio amoroso questa notte? Io risposi lo voglio questa notte e tutte quelle che tu vorrai le con gli occhi felici mi prese per mano ci siamo alzati e stretti in un lungo abbraccio mi sussurro alla orecchio voglio essere tua ti desidero farmi godere come non ho fatto mai sono tua solo tua e dopo mi bacio’ entrambi dentro chiudendo la porta e baciando ci la presi a cavallo e la portai in camera la distesi sul letto io sopra di lei e ci baciando a lungo ci toccammo mai finire lei un lago gi piacere io con il mio cazzotti duro tra le sue mani che sembrava un marmo mi masturbava e scappellava io che sembravo un assetato di sesso voglioso eravamo in estasi quella sua bella pelle liscia profumata il suo seno caldo e sodo i capezzoli due chiodi poi mi distese sulla schiena mi guardo’ come se volesse dirmi avrai il miglior Pompiano della tua vita me lo prese in bocca e fu davvero un sogno sembrava una maestra dei Pompini quando non ne poterti più la presi e la distesi io le allarga le gambe e mi ficcare con la lingua in quella sua bella fico calda gustosa e vogliosi di me 2 volte lei ebbe l organo fino a che mi tirò sui lei mi abbraccio e mi disse adesso viene il bello farmi tua voglio che me la rompi questa fica e tua solo tua aspetta di essere riempita del tuo cazzo grosso gli Poggio la cappella la sua figura era stretta e bagnatissima a quel punto lei mi strinse le gambe intorno al sedere e con forza mi tiro dentro di sè lei butto un grido di piacere ed io sentì il mio cazzo perforarla lei animando si amore mio così sei meraviglioso fantastico spaccati tutta non ti fermare mentre arrivano orgasmi multipli seguiti da urla di piacere godeva Come una matta e più lei godeva e più io la penetravo con forza e piacere sentivo il mio cazzotti immergersi in un pozzo stretto di liquidi ad un tratto ci fermamente un istante tutti sudati con i respiri affannato ci guardami e mi disse se molto di più di come ti immaginavo e ricominciamo a baciarci e la ficcare lentamente poi mi tolse da sopra di lei e mi destesi per farla salire ma lei prima si mise su di me a 69 e ci gustammo aveva un buon sapore cremoso poi mi salì a smozza candela e divento una posseduta con quel cazzotti dentro si impalo comincio a cavalcarmi infuriata il suo seno tra le mie mani la testa all indietro ed orgasmo dopo orgasmo non si fermava dpk un pk si appoggio il suo petto al mio e li incominciai a scoparmela e lei piu gridava e piu io me la scopavo gli prendo le natiche glieli apri e gli ficcare un dito nel culo mi disse sono vergine li amore mio ..era meravigliosa un sogno di una vita diventata realtà la donna che ho sempre desiderato e vogliosa calda passionale come piace a me era perfetta la mia donna selsualmente perfetta a quel punto mi disse vogliamo provarci ? Voglio essere tua al 100% sverginami ma fai piano. La misi a pecorina e cominciai a leccarsi fico e culo la feci rilassare mentre le masturbavo la fica lei Poggio il viso sul cuscino un viso bello e dolce la lubrificanti con olio e li dissi sei pronta e lei rispose si sono pronta vogliosa ma pure inpaurita feci mo tanti tentativi ma lei era troppo rigida fino aquanto non gli entrai la mia grossa cappella e lei grido aia ccazzo e dentro fa male ma mi piace più spingeva più lei si faceva rigida fino al punto che lo rotta era tutto dentro fino alle palle Cominciai ad inculcare il mio cazzo duro dentro fino a che ho raggiunto l orgasmo e gli sburrai tutto dentro la riempì lei stremata si lasciò cadere sulla pancia io mi distesi al suo fianco lei con il suo viso sul mio petto la sua gamba sul mio pene mi bacio e mi disse sei il primo uomo con cui ho goduto così tanto la migliore scoperta della mia vita sei stato fantastico da sta notte in poi sarò solo tua ed io gli risposi sei la mia donna preferita è dopo un ora di sesso sfrenato ci addormentammo abbracciati la mattina seguente ……..ve la racconto i futuro

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Devoter Hintern

Devoter Hintern
(c)Krystan

Nach Luft ringend stand sie da.
Ihr Körper war nach vorne gebeugt.
Ihre Hände hielten sich an der Stange fest.
Erwartungsvoll wartete sie auf seinen nächsten Schritt.

Sie war seine Gespielin für diese Nacht.
Seine Blicke hatten sie verzaubert und gefesselt.
Seine Hände hatten fordernd ihren Rock über die Hüften geschoben.
Sie trug keine Unterwäsche.

Nichts war da, was ihren nackten Hintern vor den fremden Blicken verhüllte.
Unsicher kaute sie auf ihre Unterlippe.
Hoffnung, Sehnsucht und Lust vereinten sich in ihrem Schoß.
Sie wollte, dass er näher kam.
Sie wollte ihn spüren, wollte fühlen, wie sich seine Männlichkeit in sie bohrte.

Geschwängert von der Erwartung ihn endlich in sich zu fühlen, reckte sie ihm ihr Becken entgegen.
Schweißperlen bildeten sich auf ihrer Haut.
Sie hörte seinen Atem hinter sich.
Sie roch seine Erregung, die die Luft erfüllte, als auch er sich entblößte.

Bald, ja, bald würde er sich nehmen, was er von ihr wollte.
Bald würde sie von ihm bekommen, was sie brauchte.
Alleine der Gedanke daran ließ einen feuchten Film zwischen ihren Schenkeln entstehen.
“Kommt, nehmt mich!”, raunte sie sehnsüchtig.

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BDSM Erstes Mal

Erstes User-Treffen ;)

Erstmal ein paar Worte zu mir, ich bin ein 18 Jahre junger Mann und stehe grundsätzlich auf Frauen.

Der Gedanke mit einem Mann Sex zu haben beschäftigt mich schon seit einigen Monaten. Mein Schwanz schwillt jedes mal zu rekordgröße an, wenn ich mir nur vorstelle einen anderen Schwanz in den Mund zu nehmen. Mir gefällt einfach der Gedanke an etwas Neuem!

Seit einiger Zeit suche ich hier auf xHamster schon den passenden Mann und schnell kam ich mit Mehreren in Kontakt. Nach längerem Schreiben zog ich dann doch aus lauter Angst zurück, aber Gedanke ließ mich einfach nicht los.
Letzte Nacht schrieb mich dann ein Mann (anfang 40) an und fragte ob ich Zeit habe. Da ich schon mehrere Tage keinen Orgasmus mehr hatte ging ich auf sein Angebot ein. Ich fragte nochmal ob mein Alter kein Problem wäre und machte mich dann auf den Weg.
Auf der Fahrt gingen mir tausend Sachen durch den Kopf und mein Schwanz wuchs immer weiter, mehr als eine halbe Stunde stand er schon prall von mir ab.
Nun war ich angekommen, ich klingellte und ging hoch. Ein letztes mal kam der Gedanke ob ich doch wieder fahren soll, aber mein praller schwanz erstickte diese Idee zum Glück sofort.
An der Tür wurde ich von einem Mann im Bademantel empfangen, ich konnte direkt einen ersten Blick auf seinen schwanz werfen.
Als erstes zog ich meine Klamotten aus und wir saßen uns nackt gegenüber. Ich hatte keine Ahnung was ich tun soll und zum Glück fing Er an meinen immernoch prallen Schwanz in den Mund zu nehem.
WOW!
Es war ein super Gefühl, mein Penis verschwand in seinem Mund. Immer mehr Blut strömte in meinen gerade nach oben stehenden Schwanz.
Mal im sitzen und mal im Stehen verwöhnte er mein bestes Stück. Seine Zunge strich meinen harten Schwanz bis zu den Eiern herunter. Nach kurzer Zeit schoss ich ihm die volle Ladung mitten in den Mund und er schluckte es sofort.
Er meinte es würde sehr lecker schmecken 😉
Nun war der Moment gekommen, ich nahm seinen Schwanz, der mittlerweile auch schon zu enormer Größe herangewachsen war und umschlang ihn mit meinem Mund.
es war ein großartiges Gefühl es endlich getan zu haben.
Ich nahm den Prachtschwanz bis zum Anschlag in den Mund, verwöhnte die eichel mit der Zunge, und verwöhnte mit meinen Händen seine Eier.
Mal schnell, mal langsam bewegte ich meinen Kopf und verschlang den Penis.
anch kurzer Zeit wechselten wir ins Bett und verwöhnten uns gegenseitig und gleichzeitig.
Bei mir bahnte sich bereits die zweite Ladung an, als wir eine kurze Pause einlegten, damit ich mir ein kondom anziehen kann.
Er setzte sich auf mich und ritt mich. Sein Schwanz wackelte dabei verführerisch vor meinem Gesicht hin und her. Mit den Händen wichste ich sein Teil während er weiter auf mir Saß.
Nun fing ich an mein Becken zu bewegen und ich rammte ihm meinen prallen schwanz tief in seine Arschmuschi, dabei wichste ich ihm immer schneller einen.
Sofort fing Er an laut zu stöhnen was mich immer mehr anturnte und mich dazu brachte meinen Penis noch häretr in seine Öffnung zu rammen.
Schnell kam das Ergebnis, über meinen ganzen Bauch verteilte sich sein warmes Sperma und lief mir an den Sieten herunter. Völlig erschöpft erhebte er sich von meinem Schwanz, auch mein Kondom enthielt eine weitere Ladung Sperma.
Er leckte meinen Schwanz sauber und ich kostete seinen Saft.

Auf ging es zu Runde zwei, schon völlig erschöpft wichsten wir uns gegenseitig die Schwänze und verwöhnten uns mit unseren Blasemündern.
Schnell wuchs mein und sein Penis wieder zur alten Größe und die zweite Runde übertraf die Erste nochmals 😉
Beinahe gleichzeitig schossen wir uns gegenseitig in 69-Stellung das Sperma tief in den Rachen und leckten den anderen Schwanz sauber.

Selbst in meinen versautesten Träumen habe ich mir mein erste mal mit einem mann nicht so geil und feucht fröhlich vorgestellt. Heute am Tag danach habe ich mir noch fünfmal eineen runtergeholt, weil die Gedanken der letzten nacht meinen völlig erschöpften Schwanz zu einem Dauerständer zwangen.

Bitte bewertet diese reale Geschichte 🙂