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Dalla ragazza del doposcuola e non solo…

Quest’anno mi sono iscritto ad un doposcuola per farmi aiutare da una ragazza. Tutto l’anno ci sono andato e apprendevo gli insegnamenti a suon di cazzo duro, perchè lei è una ragazza di 26 anni, bionda e molto sexy. Spesso chiedevo di andare in bagno per frugare nella sua cesta dei panni sporchi e prendere qualche sua mutandina sborrandoci dentro anche perchè essendo sporche per me odoravano dei suoi umori della sua vagina (sentivo proprio l’odore della sua vagina e a volte mischiata con secondo me un prodotto di un pò di masturbazione e la cosa mi eccitava ancor di più pensando che su quella mutandina era presente la sborra di entrambi: sia mia che sua) e spesso erano un pò umide e immaginavo di essere a contatto con la sua vagina (una me la sono addirittura portato a casa e tenendola nascosta gli ho sborrato tante volte tanto da fargli cambiare colore hahaaha) ma ora torniamo alla storia. Giunto ormai alla fine del anno scolastico questa è stata l’ultima settimana in cui sono andato, arrivato lì mi ha accolto ma stavolta non c’erano gli altri ragazzi in quanto già avevano finito precedentemente. Lei era molto sexy in magliettina scollata a mezze maniche e una gonna che quando si piegava lasciava intravedere molto. Così iniziamo coi compiti ma io come al solito mi lascio distrarre dalla sua scollatura dopo un pò ci fermiamo per una pausa e lei cerca dei biscotti sotto al mobile piegandosi a 90 gradi e io mi misi dietro ammirando quella bella pecorina ma intravedendo la mutandina in pizzetto sexy nero mi è s**ttato d’istinto andargli dietro e poggiarglielo lei subito si è girata ma io avevo ancora i pantaloni addosso e a quel punto li ho spuntati anche se credevo che mi avrebbe tirato uno schiaffone ma invece subito mi ha abbassato anche i boxer e l’ha messo in bocca slinguazzandomelo per bene e dicendo che erano mesi che non lo faceva. Dopo avermi succhiato per bene la cappella si è iniziata a spogliare anche lei però l’ho fatta lasciare il reggiseno (anch’esso in pizzetto sexy nero) perchè la trovavo più sexy. Subito si è stesa sul divano situato vicino alla porta dell’entrata ed ha aperto le gambe in modo da farmi immergere nel paradiso con la lingua. Così iniziai a leccargliela, accorgendomi di quanto l’avesse calda e bagnata, per preparare l’ingresso al mio cazzo. Nel momento che glielo infilai sentì una foresta bella umida pronto ad accorglielo mentre lei mi faceva di cenno di slinguazzarci mentre glielo infilavo tutto dentro. La sentivo urlare e ciò mi eccitava ancor di più così prima che sborravo decisi di girarla a pecorina proprio come sognavo di farmela e così fece, prima gli leccai un pò il buco in modo da farlo entrare e così il mio cazzo trovò un tunnel tutto da esplorare dove diedi tutta la mia foga e proprio mentre lei stava a pecorina e io dietro che la inculavo sul divano facendola godere come una vera troiona il quale lo è anche perchè lo facemmo senza preservativo di sua volontà (perchè non ce ne erano e si scocciava di andarne a comprare e voleva subito il cazzo dentro) sentimmo la porta che si apriva e vedemmo entrare…….. . IL RACCONTO LO CONTINUO IN UNA 2 PARTEE SCRIVETEMI IN TANTI NEI MESSAGGI PRIVATI E SE VOLETE HO ANCHE QUALCHE FOTO DELLA RAGAZZA NON MOLTO SEXY MA COMUNQUE SUFFICIENTI. ALLA SECONDA PARTE NON MANCATEE E RICHIEDETELA IN TANTI COMMENTANDO!!! MA SOPRATUTTO CHI SARà AD AVER APERTO QUELLA PORTA ED AVERCI SCOPERTO DI SOPPIATTO MENTRE ME LA STAVO INCULANDO PER BENE E LEI URLAVA GODENDO DA MATTA? QUESTO E ALTRO LO SCOPRIRETE COME SORPRESA NEL CONTINUO DELLA STORIA CHE SPERO CHE VOTIATE E APPREZZIATE MOLTO!! NON ESITATE A SCRIVERMIIII E LA STORIA è VERISSIMA E NULLA DI TUTTO CIò CHE è SCRITTO è LASCIATO AL CASO OSSIA NULLA è IMMAGINARIO MA TUTTO VERITIERO! ALLA SECONDA PARTE E CI SENTIAMO NEI MESSAGGI PRIVATI!

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Una domenica al mare

Faceva caldo quel giorno e non sapevamo se andare al mare oppure perderci di nuovo in qualche giro per borghi arroccati.
“Dai andiamo al mare, non ci sarà nessuno, la stagione non è ancora iniziata” avevo detto.
Partimmo allora dopo aver fatto colazione, certo non avevo alcun presentimento di ciò che sarebbe poi successo.
La strada correva lenta ed io ero perso nei miei pensieri, poche parole come al solito.
Un’ora di viaggio e finalmente la distesa blu davanti ai nostri occhi. Al termine della strada, un parcheggio e poche auto sotto i pini.
Qualcuno prendeva il sole sulla spiaggia, un caldo sole primaverile.
L’idea era di camminare un po’ nel silenzio di quella spiaggia deserta in una domenica di maggio.
Man mano che procedevamo, le persone erano sempre meno, qualche nudista qua e là, qualcuno aveva usato i rami trasportati dalla risacca stendendovi dei teli sopra. Un riparo dal sole, che picchiava già forte.
Camminammo per una buona oretta, la torre genovese era ancora lontana, decidemmo di non arrivare fin sotto, era troppo lontana.
“Fermiamoci qui e prendiamo un po’ di sole”. Mi spogliai rimanendo in slip, mentre lei che non amava particolarmente il sole aprì un ombrellino per ripararsi.
Il sole cominciava a scaldare la mia pelle e a far crescere la mia inconsapevole eccitazione.
Mi guardai intorno, le persone più vicine erano dei puntini lontani, qualcuno si avventurava entrando fino al bacino nell’acqua fredda.
“Quasi quasi prendo un po’ di tintarella integrale” feci. Nessuna risposta lei sonnecchiava all’ombra.
Mi sfilai gli slip , restando nudo al sole, mi girai di schiena la sensazione di calore sulle mie natiche era piacevole.
Lei non guardava, girata dall’altra parte. Mi misi a pancia in su con il cazzo al sole, la sensazione era ancora più gradevole.
Avevo già provato a stare nudo al sole, in una spa, ma lì sulla spiaggia eravamo soli ed era decisamente più eccitante.
“Perchè ti sei spogliato ?” fece lei.
“Non c’è nessuno e si sta benissimo al sole”.
“Vuoi che te lo prenda in bocca ?”. Mi colse alla sprovvista, fino a quel momento non ci avevo pensato realmente, ma la situazione di completa solitudine mi fece eccitare quasi istantaneamente.
“Si dai, non c’è nessuno”.
Mi sdraiai, mentre lei mi accarezzava piano e lo faceva crescere.
L’eccitazione montava sempre di più, pensai a qualcuno che assisteva a ciò che stava avvenendo.
Lei si girò e coprendosi con l’ombrellino, si avvicinò con le labbra cominciando a leccarlo delicatamente.
“Mi piaceva succhiarlo guardando l’orizzonte del mare” mi avrebbe poi confessato.
La cappella si gonfiò quasi istantaneamente, mentre io dopo aver guardato se qualcuno ci osservava, mi rilassavo abbandonandomi alla sua lingua esperta.
Lei mi guardava negli occhi, mentre con la saliva bagnava la mia cappella e contemporaneamente mi accarezzava le palle con la mano.
Il cazzo spariva quasi completamente nella sua bocca, per poi emergere di nuovo tutto bagnato.
Io le accarezzavo i lunghi capelli neri; provavo un piacere nuovo e intenso come da tempo non succedeva.
Lei, rapita intanto passava la lingua in ogni più piccola piega della mia asta, facendomi gemere ad alta voce.
Ad un certo punto, lo sentii arrivare, un orgasmo così intenso che con un lungo mugolio di piacere
scaricai tutto il mio seme nella sua bocca.
Anche lei gemeva, non si aspettava tutta quella sborra.
Non so se qualcuno ci stava guardando, in quel momento non mi importava più di nulla.

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moglie allegra con marito dell’amica

Forse il troppo tempo lontani per cause di lavoro oppure la troppa voglia di trasgredire mia moglie mentre si parlava e si giocava nei nostri rapporti ci siamo messi a giocare e a raccontarci i nostri segreti cosi mi ha confidato un suo tradimento…. LEI mentre io ero fuori per lavoro in una regione diversa dalla nostra,organizza un caffe’ con un altra coppia con figli a casa nostra,fino a qui niente male! le bambine della coppia amica le accompagna lui un ragazzo prestante fisicamente e sempre simpatico nei confronti di mia moglie,sua moglie gli raggiungerà più tardi perchè deve finire di lavorare! lui arriva e subito i bambini inziano a giocare nel giardino di casa mentre entrambi si prendono un caffè e si fanno una chiaccherata.Da subito lui inizia a fare complimenti e chiederle come faccia a res****re quei giorni senza di me! lei si accorge fin da subito che ci stia provando spudoratamente e sta al gioco…cercando di res****re perchè oltre ai bambini presenti li pensava a non tradire la fiducia dell’amica! ma come si sa la carne è carne!
lo sguardo di lei va a posarsi sul pacco di lui e si accorge che era bello gonfio…allora lei si alza dalla sedia e dice di andare in bagno in modo un po biricchino…allora lui senza dire una parola la segue fino
alla porta del bagno. Lei non fà nessun cenno di rinuncia e lo fa accomodare. ….lui si gira e chiude la porta a chiave e si rivolta verso di lei e senza dire una parola, iniziano a baciarsi in modo passionale.
lui subito la gira e la fa appoggiare al lavandino gli alza la gonna e spostando le mutandine la penetra nella sua bellissima e liscia figa bagnata come non mai cosi scopandola come una troia.
lei in quel momento si sentiva veramente una porca le piaceva che un altro uomo si eccitasse e godeva con lei avrebbe fatto di tutto in quel momento infatti mentre raccontava era in un lago bagnata come non mai.
durato brevemente dopo una ventina di colpi ma ben dati da come dice lei da un cazzo bello grosso con l’ansia che i bambini o la moglie di lui arrivasse in qualsiasi momento viene come un fiume in piena e sborra nel pavimento mentre trattiene la goduria con la voce.
lei guardando si inginocchia e lo prende tutto in bocca per ripulirlo dalle ultime gocce.
dopo essersi ripuliti per bene ritornarono in giardino aspettando l’amica ormai cornuta ridendo e scherzando come nulla fosse accaduto!
un altra storia invece è accaduta da pochissimo io ho un amico che conosco da un pò di tempo lui militare e ha anche una certa confidenza con mia moglie.
un giorno lui pubblica su facebook che era a lavare i panni in una lavanderia e lei subito commenta il suo post e cosi decide di andarlo a trovare dato che era mattina e non sapeva che fare.
senza dire niente a lui si presenta li e lo saluta.
lui tutto contento la invita a prendersi un caffè e cosi vanno al bar..anche lui subito vedendola vestita in modo sexy inizia a corteggiarla e lei subito sentendosi al centro delle attenzioni sta al gioco.
lui invita mia moglie a seguirlo in macchina e vanno in un parcheggio di un supermerket lidl e stando in disparte dentro la macchina iniziano a baciarsi come due maiali.
lei in calore per la mancanza di cazzo le apre i pantaloni e gli tira fuori il suo arnese durissimo e inizia a succhiarlo e leccarlo fino a farlo venire e farlo urlare dal piacere ovviamente bevendo tutto il suo sperma fino all’ultima goccia!
E senza grande cerimonie lei risistemandosi se ne va e ritorna a casa come una brava mogliettina che solo lei sa fare.
queste erano due delle tante scappatelle della mia bella mogliettina che sicuramente racconteremo in un altra storia.

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Il bagno notturno

Deborah ha sempre adorato il mare. Il rumore dell’acqua che si infrange contro gli scogli ma una cosa in particolare l’attirava più di tutte e che voleva assolutamente provare: il bagno di notte. Tutti i suoi amici lo avevano fatto, la sua fidanzata, Rebecca, anche, lei era l’unica che ancora mancava. La sua occasione però stava arrivando, l’estate era appena iniziata, le giornate erano più lunghe, l’acqua più calda. Quel pomeriggio dopo aver fatto sesso con la fidanzata, Deborah si mise in costume perchè quella sera, finalmente, avrebbe fatto ciò che aveva da tempo desiderato. Anche la sua ragazza si mise in bikini così avrebbe tenuto compagnia alla fidanzata. Calò la sera e le due verso le 23.30 andarono in spiaggia. Non c’era praticamente nessuno, allora si guardarono, poggiarono gli asciugamani sulla sabbia e dopo essersi scambiate un bacio si diressero verso l’acqua. Il primo impatto fu abbastanza duro, l’acqua era freddissima e Deborah ebbe l’istinto di scappare indietro ma fu bloccata dalla mano della fidanzata che la prese e la tirò a sè. Rebecca se la tenne stretta e dopo averle dato altri baci, la prese in braccio. Deborah le strinse le gambe dietro la schiena e le braccia attorno il collo. Piano piano entrò in acqua reggendo la fidanzata che iniziò a tremare un pò per l’arietta fresca che tirava. Quando finalmente entrambe erano immerse fino al collo, Deborah si staccò da Rebecca e iniziò a farsi una nuotata in quell’acqua che sembrava profondissima per via del buio della notte. Nuotarono entrambe per una decina di minuti, poi Deborah si ritrovò contro uno scoglio. Chiamò la fidanzata che, in perfetta tranquillità, la raggiunse dopo una bracciata e l’altra. Le si avvicinò sempre di più fino a farla poggiare con la schiena contro la roccia alle sue spalle. Le spostò i capelli dalla fronte e la baciò un’altra volta reggendola comunque sui fianchi per farla sentire al sicuro. Le due continuarono a baciarsi instancabilmente poi Rebecca infilò una mano dentro il costume della fidanzata che ebbe, dapprima un sussultò pensando che fosse qualche cosa, poi quando vide il sorriso sul volto della propria ragazza la lasciò fare. Rimise di nuovo, gambe e braccia attorno il corpo della fidanzata in modo che quest’ultima, oltre a baciarla, poteva sentire il corpo di Deborah strusciarsi sul suo per via degli orgasmi che la stavano invadendo a causa dei continui ditalini che Rebecca le faceva. Deborah si sentiva bagnata in tutti i sensi, infatti oltre all’acqua del mare, una volta raggiunta l’estasi del piacere sentì la sua vagina inumidirsi di qualcosa che non era proprio acqua. Soddisfatta di come la propria fidanzata l’avesse fatta venire, lei per ricambiare iniziò a masturbarla sul clitoride. Anche se erano abbastanza a largo e sulla spiaggia non c’era nessuno, le due dovevano controllarsi negli urli che facevano ogni volta che una faceva venire l’altra. Ancor più soddisfatte dei piaceri raggiunti, le due ragazze si divisero. Rebecca decise infatti di uscire dall’acqua per andare a sdraiarsi sull’asciugamano che aveva lasciato in spiaggia mentre Deborah continuava il suo primo bagno notturno. Quando finalmente decise di uscire anche lei, trovò la fidanzata sdraiata di schiena con la testa poggiata di lato. Le si avvicinò piano piano ma non appena vide le sue belle natiche che erano ricoperte da goccioline d’acqua non riuscì a controllarsi. Si mise a cavalcioni su quel bel culetto sodo e iniziò a strusciarvisi sopra eccitandosi maggiormente. Nel frattempo Rebecca si slacciò il pezzo sopra del costume mostrando così il suo bel balconcino: una quarta bella soda che poteva far invidia a chiunque. Deborah allora piegandosi un pò in avanti, oltre a continuare a strusciarsi sul bel fondoschiena iniziò anche a palpare le belle tette della fidanzata che, sentendo salire l’eccitazione dentro di sè, iniziò a gemere di piacere. Deborah andò avanti per un pò finchè non venne, poi poggiandosi sui polpacci della ragazza, si piegò e le iniziò a baciare le natiche, provò anche a spostarle il costume ma Rebecca la fermò e girandosi prese Deborah per i fianchi fino a farsela tornare sopra per poterla baciare. Continuarono a leccarsi e succhiarsi la lingua poi Deborah volle andare oltre. Infilò la mano destra nel costume di Rebecca e la iniziò a penetrare con due dita, mentre quest’ultima a sua volta, penetrava la bella fidanzatina. Le due andarono avanti finchè non vennero e solo allora Deborah si lasciò quasi cadere di peso sul corpo morbido della fidanzata sotto di sè. Più tardi le due tornarono a casa, felici e contente e mentre si facevano una bella doccia calda, le due ripresero a pomiciare come non mai e continuarono anche più tardi finchè sfinite, non si addormentarono.

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Angelica-ORIGINS (Italiano)

I bambini sono molto più naturali, liberi nelle scelte e non si fanno tutte le famose ” pippe mentali” che poi sopravvengono da adulti.
Io a 12 anni mettevo (però di nascosto, più per timidezza che per timore di punizioni…) sempre calze (e quando potevo reggicalze) di mia madre, non mi sentivo né anormale né disadattata. Era un grande piacere e lo facevo. Avevo scoperto cassetto nel suo armadio con belle calze e alcuni reggicalze, o spesso erano appese in bagno ad asciugare. Non avevo scuola il sabato mattina ed era il giorno da passare in calze per me, lo aspettavo con ansia, i miei lavoravano. Poi verso i 13 anni avevo 35-36 di piede, che era anche la misura della mamma ( che era piccolina), quindi che piacere quando ero sola, fare cose, vedere cartoni animati, fare i compiti in reggicalze e tacchi, e avevo 13 anni…

(Certo adesso sorrido perché se mamma aveva negli anni ’83-84 calze e reggicalze, forse tanto casta e “tutta dèdita alla casa” non era.., forse la mia passione è ereditaria 🙂

Ma… avevamo una cameriera ciociara di età, sui 40, molto dolce, che si chiamava Armandina, in genere avevo 1 oretta prima che lei arrivasse a casa, e la sfruttavo tutta per stare con calze e tacchi. Ripeto, non mi ponevo il problema se ero un bambino e non una bambina, mi piaceva ed ero felice.
Solo che una mattina…ero in bagno per mettere calze e non mi ero accorto che la donna ( Armandina) era già arrivata a casa perché invece del treno l’aveva accompagnata il marito. Il bel bambino ( credo 13 o 14 anni potrei sbagliare.. ) esce quindi dal bagno con bel rumore di tacchi, reggicalze e calze e si trova davanti la donna di servizio! Lì avvene un “miracolo” che ha condizionato – credo- la mia vita a seguire: invece di rimproverarmi e magari dirmi ” ma che fai, vergognati!”, che mi avrebbe complessato forse a vita, Armandina, che mi voleva molto bene, sorride e mi dice: “ma che bella signorina, sei molto carino anche così, tesoro, anzi molto carina!!”.
Che liberazione e felicità!
Credo che da quel momento qualcosa di libero e promettente si è fatto strada in me, era già erotismo ma ancora non lo sapevo..
Cmq diedi un bacetto come spesso facevo alla nostra governante, e una volta rotto ghiaccio le chiesi ” senti ma le ho messe bene, vanno bene così, sai tirarmele di più”? E lei sempre sorridendo e carina: ” le calze infilale sempre arrotolandole (io non lo sapevo), se sono troppo lunghe facci doppio bordo così, così accorci il reggicalze, così si allunga, devi stare più dritta quando usi tacchi ecc. ecc.” e io tutta trepidante. Ogni volta che veniva le aprivo la porta in reggicalze e quasi sempre tacchi, e se non avevo nulla lei faceva faccia (finta)imbronciata e diceva: “mmm niente signorina oggi?”
Una volta mi portò un paio di OMSA nuove comprate alla Standa: le prime della mia vita!
Non ho mai capito, negli anni a venire, se questa sua tolleranza e simpatia per una evidente tendenza ma me mostrata, erano dovute a una semplice saggezza e ” naturalezza” popolare, o se rivelasse un fondo di perversione o una vena di lesbismo; so che ero ” signorina” ogni volta che eravamo sole, avevo capelli lunghini e con un po’ di rossetto che a volte lei mi metteva ero davvero carina e femmminile. Una bambina..( ma tacchi reggicalze a 13 anni, un futuro già scritto…).
Devo dire poi che adoravo stare in cucina con lei, sempre in calze, mettere grembiulino e fare faccende, mi teneva a pulire fagiolini, mi mi faceva grattare parmigiano, mai ero così felice come stare in cucina con la donna in tacchi e calze.
Sentivo che eravamo le 2 cameriere di casa ed mi faceva piacere…la mia natura sottomessa già era evidente dunque.

IL MIO DESIDERIO MAI ESAURITO DI FARE CAMERIERA PER MASCHI DOMINANTI, CHE HO SEMPRE ANCHE ADESSO, DERIVA FORSE DA QUEL PERIODO.

A 14 anni camminavo perfettamente in tacchi anche se…ho dovuto poi smettere di sare scarpe di mamma, non avevo più 36…è durato 2 annetti, dalle prime scarpe troppo grandi finché ho potuto calzarle magari a fatica.

Lei mi parlava al femminile ma , cosa più importante, mi trattava con affetto da bambina.
Questo ricordo mi dice quanto io mi sia sempre sentita donna, e mai omosessuale o gay, generi per i quali ho però molta simpatia e solidarietà. Molti ma molti anni dopo sarei stata posseduta da molti maschi ma…mai -io- da maschio, mai successo!
Ero piccola/piccolo , non sapevo nulla della vita, a volte le chiedevo “Armandina, ma mi verranno fra qualche anno le tettine”? Lei era carina e mentiva:” certo cara, tranquilla!”.
Senza quella semplice governante ciociara, forse non sarei mai diventata…Angelica, se fossi stata sgridata e repressa ( avevo un animo molto sensibile, già femminile, e soffrivo molto se rimproverata).
E forse per questo porto calze 24/7; inverno, estate, freddo, caldo, a letto, en femme, da maschietto, sempre.

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Le liceali con il vizietto dell’amplesso

Per il pompino Raffaella non si fece pregare: dieci secondi e il mio pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata. Spompinò con ardore, mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone (…)

Sono uno studente universitario, vivo in un quartiere piuttosto elegante di Roma, e sono un po’ sfigato con le ragazze. Vi racconto però in che modo ho potuto vivere esperienze sessuali soddisfacenti, nonostante la mia mancanza di fascino e di capacità con l’altro sesso, sfruttando la bellezza dei miei amici più cari (e la troiaggine delle mie amiche parioline…). Spero che anche voi, se avete difficoltà ad approcciare con l’altro sesso, possiate trarre esempio dalle mie gesta: tanto di amici carini e di ragazze troie il mondo ne è pieno!

Alla fine del primo anno di Università, superato con discreti risultati, andai in vacanza a Santo Domingo con il mio amico Paolo: un vero sex-symbol nella zona, ed in più anche simpatico. Io già ero d’accordo con le mie amiche innamorate di lui su di un progettino che avevamo curato con cura prima della partenza: si trattava di recuperare materiale fotografico di quel fusto, possibilmente senza vestiti, mettendo in risalto soprattutto la plasticità del suo uccello, la cui bellezza aveva oramai fatto notizia tra le ragazze del gruppo. In cambio avrei ottenuto qualcosa di ancora imprecisato, su cui ci saremmo accordati al mio ritorno, a seconda della ricchezza del materiale prodotto. Ed io non avevo dubbi sulla ricchezza del materiale che avrei rimediato, perché riuscii sin dal primo giorno a fotografare Paolo completamente nudo approfittando del suo sonnellino serale.

Di ritorno dalla spiaggia, infatti, dopo la consueta partitella di pallone con i ragazzi del luogo, che puntualmente ci umiliavano in ogni modo, ci infilavamo sotto la doccia di filato. Poi, prima di cena, cotti dal sole, ci buttavamo ciascuno sul proprio letto. Lui però era solito farlo nudo, anche a causa del gran caldo. Ecco che io allora, atteso che si riaddormentasse, mi infilavo in camera sua e cominciavo a fotografarlo, con degli zoom impressionanti sul pene, che riuscivo a ritrarre co un’attenzione davvero incredibile per i particolari. Di ritorno dalla vacanza avevo in una cartella della memory-card della mia macchina fotografica qualcosa come 200 foto di Paolo, ripreso in ogni particolare del suo corpo abbronzato prestante ed atletico.

A Raffaella, mia referente principale nel progetto delle foto, di ritorno a casa, ne feci vedere solo alcune in anteprima, e molto di sfuggita, da lontano, attraverso il piccolo display della macchina. Non appena lei comprese il valore del materiale che le avevo riportato dalla vacanza, quasi non credeva ai suoi occhi. Cominciò, io credo, ad eccitarsi, come potei dedurre dal mutamento del suo volto. Una persona che si eccita come una cagna e perde il controllo dei propri sensi infatti la si può forse riconoscere dagli occhi, perché divengono più lucidi e le pupille si sgranano. Fateci caso… Lei si eccitò molto ed io ne approfittai per iniziare a dettare le mie condizioni. Per vederle, lì, ora, tutte, con calma, mi doveva anzitutto spompinare per benino, con ingoio, s’intende.

Per avere le foto a sua disposizione, invece, volevo che lei rischiasse tanto quanto avevo fatto io e mi procurasse foto simili delle sue amiche fichissime: Giulia, bionda occhi azzurri, elegantissima, con quelle tette enormi; Lavinia, piccolina, minuta, una che non te la dà nemmeno se la paghi, con la puzza sotto al naso; la sua coinquilina Sara, alta, magra, mora, occhi blu, culo perfetto, bellissima; ma soprattutto Giorgia, il desiderio erotico di chiunque di noi: mora capelli lisci lunghi, carnagione olivastra, occhini grandi neri, un corpo semplicemente perfetto. Un desiderio proibito.

Per il pompino Raffaella non si fece pregare: dieci secondi e il mi pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata. Spompinò con ardore, mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone di Paolo sul display e lei le guardava con avidità. Sognava magari dentro di sé che il pisello che aveva in bocca fosse quello bello, lungo, liscio, scuro, levigato, dritto, curvato verso l’alto, di Paolo. Le sborrai piuttosto in fretta una discreta quantità di sborra, che ingoiò con un primo colpo, salvo un po’ che le colò fuori dalle labbra, attaccandosi attorno al mento, così che dovette raccoglierla con la mano e riportarsela in bocca per un secondo sorso. Poi si guardò le foto con calma e mi promise, prima di andarsene, che avrebbe fatto il possibile per accogliere le mie richieste.

Le prime 20 foto, le più caste, se le guadagnò nel giro di 24 ore, quando si presentò a casa mia con i negativi di un paio di rullini di foto di Giulia dell’estate precedente, fotografata in spiaggia mentre prendeva il sole in topless. Di meglio, su Giulia, non poteva davvero darmi. Di per sé potrà sembrare poco, lo capisco, rispetto al rischio che avevo corso fotografando Paolo. Ma dovete capire che da un po’ girava la voce dell’esistenza di quelle foto, s**ttate durante una vacanza tra amiche in Calabria, in cui Giulia compariva in topless. Ed io sapevo che Raffaella le aveva e speravo davvero che le avrebbe messe in comune con me. Finalmente le ebbi: Giulia appariva abbronzantissima, sorridente, a tette al vento: delle tette grandi e polpose, ma meravigliosamente curvate, irregolari insomma, di una forma particolare…

Altre 50 foto Raffaella venne a prendersele la settimana dopo, schiava dell’esigenza di possedere quei reperti che evidentemente stavano mandando in tilt il suo desiderio. Mi portò del materiale straordinario: la sua coinquilina Sara fotografata sotto la doccia, a letto, in camera senza reggiseno, ed anche con il pelo di fuori. Gliele aveva s**ttate lei stessa per scherzo, come forma di complicità. Le foto erano carine e divertenti: in una, per gioco, Sara, con indosso solo un paio di slippini, prendeva una banana e se la infilava in bocca e tra le tettine. I capezzoli erano proprio come me li ero immaginati: scuri, lunghi, grinzosi. Il pelo della fica era nero, folto ma concentrato in verticale, non diradato in larghezza.

Con le foto di Giulia prima e di Sara poi mi feci delle seghe straordinarie. Non riuscivo a smettere di guardarle.

Sapendo della passione per Sara del mio amico carissimo Alessandro, mi decisi a fargli sapere che avevo delle foto interessanti. Lui impazzì all’idea di vedere le foto di Sara. Voleva perfino darmi dei soldi. Io ero un suo amico carissimo, in quel periodo stavamo sempre assieme, però non volevo neppure perdere l’occasione di rimediare, sempre con la tecnica dello scambio, qualcosa di utile per la mia vita sessuale. Lui in quel periodo si scopava una biondina niente male, che sinceramente ora non ricordo come si chiamava. Una tipa un po’ scema, ma davvero carina. Gli fornii la telecamera che mi avevano regalato alla cresima, gli spiegai come utilizzarla e la cosa fu fatta nel giro di 24 ore. Lui la nascose in camera da letto sotto un mucchietto di vestiti e riprese tutta un’intera scena di sesso tra i due, insistendo anche con la malcapitata in modo che si esponesse bene verso l’obiettivo della camera. Nel video ci fu una scenetta divertente, perché quando Alessandro le prese la testa, spingendola verso il suo cazzo in tiro per farselo succhiare, lei gli impose prima di leccargliela, perché non era giusto che lui rimediasse sempre pompini e lei nulla in cambio! Allora il mio amico prese a leccargliela, ma fece mettere la sua bambolina in una posizione tale per cui la fica aperta e inzuppata di liquidi viscidi compariva esattamente davanti all’obiettivo della videocamera, esattamente sotto al buchetto del culo, bello in mostra, con le pieghette rosa scuro tutte attorno a quel buco nero circondato dai peletti. In cambio del filmino girato con la biondina gli diedi le foto di Sara. Gli mostrai anche quelle di Giulia. Era pieno di donne lui, non come me, che ero un vero sfigato, ma le foto lo mandarono fuori di testa lo stesso. Quanto al video, avrei potuto utilizzarlo poi per altri fruttuosi scambi di materiale… Per esempio Gigi aveva sempre quelle foto di una sua ex americana s**ttate mentre scopavano; oppure Mino avrebbe potuto farmi avere in camb io quelle s**ttate con il cellulare di nascosto alla sorella più grande mentre faceva la doccia.

Raffaella intanto voleva le ultime 100 foto di Paolo. Impazziva soprattutto perché sapeva, avendole già viste, che nelle foto mancanti c’erano quelle con i particolari del cazzo. Mi spiegò anche, però, che non avrebbe davvero potuto farmi avere foto né della altezzosa Lavinia né della bellissima Giorgia, perché le era impossibile procurarsele. Avrei potuto chiedere a Raffaella di farsi fottere per benino in cambio della seconda metà del servizio fotografico di Paolo, ma la cosa mi eccitava fino ad un certo punto, vista la bellezza delle sue amichette… Così mi venne un’idea di cui poi non mi pentii. Le suggerii di rimediare un piccolo registratore e di nasconderselo dentro i vestiti, di organizzare un ritrovo fra amiche e di intavolare una discussione su temi sessuali, convincendo le amiche a confidarsi segreti. Anzi, le proposi di mostrare proprio in quell’occasione le 100 foto di Paolo che già si era accaparrata.

Raffaella sembrò soddisfatta dell’accordo, poiché le sembrava molto meno impegnativo di sottoporsi ad una scopata con il sottoscritto. Io non vi dico che cosa favolosa fu per me l’ascolto di quelle due ore esatte di cassetta audio registrata da Raffaella in un pomeriggio passato a vere tè a casa di una di loro. Poco dopo aver avviato il registratore, si sentì la voce di Raffaella che annunziava alle amiche, che stavano parlando di certi vestitini niente male in un negozietto dei Parioli, di avere con sé certe foto di Paolo. Le ragazze impazzirono, dandosi a strilli e strilletti, commenti su Paolo spinti ed eccitati.

I loro commenti sulle foto erano straordinari: da ragazze di alta società non me lo sarei proprio aspettato un linguaggio così sguaiato, ed invece c’era da ridere ed eccitarsi:

– Guarda che cazzo enorme, sono questi cazzi che ti fanno pensare che i pompini sono cose sante, esordì Sara.

– Sì – replicò Lavinia, la più altezzosa –, ma lo sai che a succhiare un pisello così io potrei venirmene da sola.

– Oh madonna – disse una voce che doveva essere della bellissima Giorgia –, pensate quando è in tiro quanto è lungo.

– Già – faceva eco Lavinia, che davvero inaspettatamente risultava più troia – io questo me lo metterei in fica e non lo farei più uscire.

– Madonna quanto è fico, io a questo gli leccherei pure il buco del culo, disse poi Giulia dalle belle tette.

– Perché, non lo hai mai fatto?, le domandò una di loro.

– No, mai fatto fino ad ora».

– Ah, e il tuo Luca non ha potuto godere della tua lingua sul culo?

– Chi, Luca?, ma se quello è un minidotato! C’ha un cazzetto che in fica neanche lo sentivo, replicò Giulia.

– Tu ce l’hai larga amica mia, te l’ho sempre detto… Da quando l’hai preso da quell’inglese a Corfù ti sei slabbrata la fica, le fece notare Giorgia.

– Ma che dici, tu semmai che te lo fatto sbattere in culo da Edoardo dopo neanche due settimane che stavate insieme…

– Piuttosto, fece allora Giorgia, rivolgendosi a Lavinia, a Michele gliel’hai data o no?

– Senti, rispose Lavinia, ti devo dire la verità, Michele mi lecca così bene la topa che sinceramente non vorrei che smettesse neanche per scopare. Io gli faccio un paio di pompini ogni volta che viene, e finisce lì, per ora. Perché se poi lui ci prende gusto a scopare, non mi lecca mica più come fa ora, con passione. Pensate che fa passare la lingua lentissimamente dal buco del culo al clito, e ritorno, per una marea di tempo. E quando vengo mi lecca inzuppandosi la lingua. E’ davvero un perfetto servetto, sembra un cagnolino fedele che lecca tutto. Figuratevi che ieri pome, appena i miei sono usciti, mi sono messa a fargli una sega mente ci baciavamo, e lui poi ha preso a spogliarmi e a leccarmi. Allora io mi sono messa a cavalcioni su di lui, che se ne stava sdraiato a pancia all’aria, dritta, e ho cominciato a schiacciargli la fica in faccia, mentre leccava. E’ diventato tutto rosso in faccia per lo sfregamento, non ti dico quanto godevo io a vedermelo là sotto che un alt
ro po’ non respirava più!

– Cazzo, che fico, beata te, disse allora Giorgia. Senti Lavi, ma perché non mi ci fai fare un giro con Michele, se lecca così bene? Ti prometto che ci faccio una cosa al volo e poi lo mollo.

– Perché no, in fondo me lo hai fatto conoscere tu! Poi lui dice sempre che sei una fica!

– Grazie, sei un’amica, ti giuro che me la faccio leccare come dici tu e non me lo scopo! Mò gli mando un messaggetto e gli dico se può passare a portarmi il libro di storia contemporanea. Tu però stasera non lo chiamare, eh! Sennò si ammoscia!

– Si però, disse allora Giulia, che se ne stava più sulle sue, stai attenta Lavi, perché lo sai che Giorgia c’ha preso gusto a prenderlo dietro, dice che non sente più dolore!

– Beh, questo no, cara mia!, reagì Lavinia rivolgendosi a Giorgia, non te lo fare mettere in culo, perché sennò quello poi viene da me e vuole farmelo pure a me, mente io non ci tengo per niente, mica ce l’ho rotto il culo io!

– Stai tranquilla, niente culo da lui, neanche sarebbe capace, poi! Comunque voi sbagliate a non prenderlo, fidatevi!

– Aoh, fece Giulia, ma noi mica siamo tutte come te!

– Senti che parla! Replicò Giorgia, proprio tu parli, che ti sei fatta pisciare addosso quando stavi con quello di Milano!

– Eh!?

– Cosa?!

A quanto pare le altre ragazze non sapevano di questo incredibile precedente erotico di Giulia, che fino ad allora aveva fatto la signorinella e che ora si scopriva come la più troia di tutte loro!

– Ma guarda, fece Giulia incazzata, che io mica volevo farmi pisciare addosso da quello stronzo. Infatti poi l’ho mollato! Era lui che già da un po’ mi rompeva co ‘sta storia che mi voleva pisciare addosso. E io gli dicevo, ma che sei matto, e roba del genere. E poi un giorno, stavamo a casa sua e io mi ero inginocchiata e glielo stavo per prendere in bocca, quando a un certo punto vedo che inizia a zampillare un fiotto di piscio dalla punta del cazzo che mi è arrivato dritto negli occhi, non sapete che bruciore, e poi sui capelli e poi dappertutto. Ho provato ad allontanarmi ma quello c’aveva un idrante al posto del cazzo, perché lo schizzo faceva metri, giuro metri, roba incredibile, io non pensavo che gli uomini potessero pisciare così lontano. Comunque fu una cosa schifosa. Infatti l’ho mollato.

– Comunque io, intervenne allora Sara, a uno come Paolo gli permetterei pure di pisciarmi addosso, se proprio ci tiene: guardate che meraviglia che è in queste foto. Mi porterei il suo cazzone a letto tutte le notti, stringendomelo addosso come un orsacchiotto!

Fu Raffaella ad interrompere il dibattito:

– Ragazze, ma lo sapete che ce ne sono altrettante di foto, che io non ho, in cui ci sono i particolari del cazzo fotografato mentre lui dorme?

– Ma che dici, sei matta? Ma davvero? E che aspetti a farteli dare? Io le voglio assolutamente vedere, fece Sara.

– Si, fece Raffaella, è che vuole qualcosa in cambio, io per avere queste qui ho dovuto… (a questo punto io, che ascoltavo masturbandomi alla grande, ho fatto un salto, temendo che quella cretina si stesse tradendo, rivelando di avermi dato le foto delle due amiche Giulia e Sara) beh… ho dovuto fargli un pompino!

– Ma va!?, fece qualcuna stupita.

– Eh beh, disse Sara, fagliene un altro!

– No, non vuole più…. Dice che le foto valgono di più… Forse vuole scopare.

– Beh, e tu scopatelo, che ti frega, poi c’hai ‘ste foto da paura col cazzo dell’uomo più bello del mondo! Insistette sempre quella zoccolona di Sara.

– Mah, non so, non sembrava neppure interessatissimo alla cosa.

– Vabbè, allora chiedigli se vuole che il pompino glielo faccia qualcuna di noi, disse Sara.

Io all’udire quelle parole impazzii!!! E pensare che le foto le avevo date via tutte oramai, proprio per avere la cassetta che stavo ascoltando!!! Chiamai Raffaella di corsa e le proposi un nuovo accordo: fingere di non avere le 100 foto, e spiegare ad una della amiche che le avrei date loro in cambio di un pompino. Raffaella, in cambio, avrebbe poi preteso delle cose molto complicate, che magari vi racconterò in un’altra circostanza…

La cosa si concluse il giorno seguente. Venne da me nel pomeriggio Sara, la coinquilina bellissima di Raffaella, tutta divertita dalla situazione, che viveva come un gioco. Io le diedi le foto subito. Lei, sorrise per il gesto, diede appena un’occhiata dentro la busta, poi la mise in una tasca del giaccone. Mi guardò negli occhi sorridendo, si chinò in ginocchio, aprì la patta dei mie pantaloni, tirò fuori il mio cazzo, lo mise in bocca dolcemente, e lentamente se lo succhiò con gusto, con arte, come se lo facesse con piacere, benché io sapevo che lo faceva solo per avere in cambio le preziose foto con cui avrebbe potuto spararsi i migliori ditalini della sua vita.

Quando venni Sara ingoiò tutto senza difficoltà, si alzò, e si incamminò verso l’uscita. Io le chiesi se avesse bisogno di fare un salto in bagno, ma mi disse che no, non ne aveva bisogno. Curiose ragazze: elegantissime, truccate, profumatissime, che vanno in giro per la città con il palato ancora umido di sborra e il fiato viziato dal sapore del cazzo, magari di filato a pomiciare col pariolino di turno…

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con i pensionati

Da ragazzino ero incaricato dalla parocchia della consegna a domicilio della “famiglia cristiana”.Con cadenza settimanale,il sabato pomeriggio,avevo la mia zona di abbonati al giornale da servire.Per noi ragazzi era un pò una seccatura e cercavamo di farla velocemente per poi tornare a giocarei.Io ero abituato,con tutti, a far uno squillo al campanello e lasciare velocemente la rivista sulla porta.Un giorno incontrai il signor antonio(soprannominato zio tom)sulle scale,mi chiese cortesemente se dalla prossima settimana potevo portargli il giornale in casa,perche mi disse:che lui il sabato pomeriggio si faceva il bagno e gli seccava dover poi scendere a ritirarlo,naturalmente mi disse che mi avrebbe dato la mancia.Il sabato seguente:sono a circa metà consegne,gli faccio uno squillo e salgo le scale,trovo la porta socchiusa entro e sento la sua voce,”sono in bagno,un attimo e arrivo”intanto mi guardo attorno,appartamento squallido,c’è l’essenziale,mà per esempio non ci sono fiori o piante,pochi quadri e suppellettili,sembra che ci abiti poco,forse la usa solo per dormire.Arriva dal bagno in accappatoio e capisco subito che è un porcellone,sotto è nudo perchè mentre cammina gli vedo il cazzo molle.Indossa un accappatoio piccolo per lui è stretto,si congiunge solo in vita e lascia scoperto il pancione ed il petto villoso ricoperto di peli grigi che risaltano sul corpo tutto abbronzato.”sei stato gentile,siediti che ti prendo una bibita”mi spiace mà ho fretta devo finire di consegnare gli rispondo.”il prossimo sabato lasciami ultimo cosi ti offro qualcosa(mentre parla intravedo l’uccellone che ora allungandosi in giù,s’è scappellato)e scambiamo 4 chiacchiere”-“ok,va bene sabato prossimo farò cosi!”,Mi mette in mano mille lire di mancia e m’accompagna alla porta,cammino con lui dietro e mi sento il suo sguardo sul culo,chiedo:”qual’è il pulsante che apre la porta?”.Non mi risponde subito,mi giro di 3 quarti e gli vedo solo la cintura sul

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pancione,l’accappatoio è aperto e ora gli vedo tutto il cazzo,son sorpreso e lo guardo lì un attimo di troppo,lui capisce che ne sono attratto e si tocca”dai bello,ti piace?toccalo un pò”mi attira a sè e mi bacia il collo,io gli tocco l’uccellone e le palle e lui mi mette una mano sul culo,poi gl’impugno l’asta che si stà indurendo,gli bacio il petto,ha le tette e ne succhio una.mi sussurra:”bravo piccolo,ti piace il mio grosso cazzo?ora bacialo dai”.Una sua mano sulla spalla mi spinge ad inginocchiarmi e dopo da dietro il collo mi spinge sul suo sesso peloso.Ho voglia di cazzo!lo prendo subito in bocca e succhio,è un bel cazzo proporzionato e dritto,mi piace e ho intenzione di farmi sborrare in bocca,lui sembra gradire ,succhio bene e m’aspetto che ormai sborri,invece :suona il citofono!siamo vicini alla cornetta e lui risponde mentre io succhio affamato.”Si va bene,ora scende”lo sento dire,lascio a malincuore il pompino e mi alzo,inaspettatamente mi bacia sulla bocca,vorrebbe limonare perchè sento la sua lingua,mà io tengo le labbra chiuse,Cazzo!avrà 50anni più di mè.scendo veloce le scale e sul portone c’è il mio amico di consegne che mi dice:”sei pazzo a salire dallo zio tom dicono che è un porco”-“aveva male a un piede e non poteva scendere,non è successo niente”completiamo le consegne e torniamo in oratorio.Durante la settimana:penso spesso a lui,fisicamente mi piace così grande e grosso,e non m’interessa se è calvo,ma quel volermi limonare con le sue grosse labbra bavose m’ha un pò imbarazzato,non sò se tornarci,poi penso al suo bel cazzo grosso e lo rivoglio in bocca!Sabato pomeriggio:ho finito il solito giro di consegne ed ho una scusa per non tornare dagli amici.Dopo lo squillo al campanello salgo le scale ed entro in casa,lui,come l’altra volta è in bagno,mi sente entrare,”mettiti comodo che arrivo subito”mi dice.Mi siedo sul piccolo divano,arriva col solito accappatoio e il pisellone ben in vista stavolta,va in cucina e torna con due bottigliette stappate,”prendine una,quella che vuoi”,è in piedi davanti a mè che son seduto,vedo un’aranciata e una cocacola ed in mezzo il suo cazzo:quasi grosso uguale,capisco l’ironia e stò al gioco,assaggio l’aranciata,con la ligua di fuori lecco l’asta e poi assaggio la cocacola,bevo la coca con mano destra e con l’altra mano prendo il suo cazzo ancora incappucciato,s’indurisce,bevo ancora un sorso di coca e lui beve l’aranciata.Dopo il bagno ha parecchia sete,io fame!:gli scappello lentamente il cazzo e inizio il pompino mentre lui ancora beve.Sono in astinenza da sborra,la voglio,lo sego e succhio contemporaneamente,lui parla mi dice delle cose,forse parolaccie mà non lo ascolto, succhio,poi lo sento:”arriva mia sorella,dobbiamo andar via”.Dimenticavo di dirvi che abitava con una sua sorella,aveva cercato di averla fuori casa per il pomeriggio,mà non c’era riuscito.”Aspettami giù,prendo la macchina e andiamo a farci un giro”ho cosi voglia di finire il pompino che accettò la sua proposta.Arriva con la sua opel kadett,salgo veloce e partiamo,appena fuori paese è così tanta ormai la voglia che lo tocco mentre guida riuscendo ad infilare la mano tra i bottoni,quando ferma l’auto in un gran parcheggio alberato finisco di sbottonarlo e faccio uscire il cazzo.Vede che mi passo la lingua sulle labbra e non mi basta fagli una sega.mi spinge giù”daii,succhialo un pò,poi andiamo nel boschetto perchè qui non son tranquillo”.Ora ragazzino scendiamo,io fingo di voler pisciare e m’incammino il quel sentiero che risale il fiume,tu fingi d’andartene a piedi dal pargheggio,percorri un 30 metri di pista ciclabile e poi entri nel bosco,stai attento:se i ciclisti vedono un così bel culo entrar nel bosco,ti seguono e t’inchiappettano dopo pochi passi. Seguo i suoi consigli e lo vedo risalire il sentiero tra i fitti cespugli,mi raggiuge e in modo perentorio mi dice:”qui non ti vede nessuno,spogliati che ora voglio vederti il culo”,ubbidisco e mi giro per farlo vedere”mmhh,sembra il culo di una ragazza,abbassati un pò,ohh che bel buco”Mi lecca!quel vecchio puttaniere,che io credevo voglioso solo di un mio pompino,sè messo a slinguarmi il culo,sento la sua barba spinosa tra le chiappe,lecca bene e con la lingua dura mi entra nel culetto.Si alza e mi rimette il cazzo in bocca,la sua mano m’accarezza la schiena nuda e scende… mi palpa le chiappe e il suo dito medio mi entra nel buco,”ti piace il dito nel culo?”mi chiede,da come succhio capisce che è si.Arriva uno,vecchio come lui col cazzo di fuori e mi dice”stai tranquillo è un mio amico,succhia anche il suo”,mi alterno,due vecchi cazzi mà ancora funzionanti.Vedo dei colori vivaci tra i cespugli,un ciclistà dal fisico scolpito s’avvicina,sul pantaloncino la sagoma di un grosso cazzo duro,l’ultimo pensionato lo tocca da sopra la stoffa e lui s’arrabbia”tieni giù le mani,non farmi incazzare”,abbassa il pantalone da ciclista,e gli esce un bananone scappellato tutto rasato.Vede il mio sguardo languido,purtroppo i due vecchi non gli fan posto,spero che non se ne vada.Non sò dov’è andato,son piegato a 90 gradi ed appoggiato a un tronco,ho un cazzo per parte da leccare e succhiare e non vedo niente.Lo zio tom togli il suo dito dal mio culo e mi da una pacca sulle chiappe,avverto una spinta sull’ano,comprendo cosa succede e vorrei dire:no! è troppo grosso,invece ho la bocca piena di sborra,l’ultimo pensionato nel vedere il cazzo entrarmi nel culo ha sborrato,prendo fiato.lo sento penetrarmi piano e fermarsi sempre un attimo quando quei 20cm son tutti dentro,mi sborra in bocca anche lo zio tom finalmente,ho sborra che mi cola sul mento,ora posso digli che sono una vacca in calore,dietro ora mi sbatte forte provocando delle imbarazzanti scoregge il mio ho il culo è in fiamme mà incandescente sono gli spruzzi che sento in pancia.Mentre torniamo in paese con l’opel kadett ho l’ano dilatato e sbrodolone,mi esce sborra sulle mutandine mentre gli confesso che questo è già il quinto maschio che mi monta e di sicuro il cazzo più grande.lo zio tom comprese il mio voler essere remissivo di fronte ai maschi ,si fermo con l’auto nel sottopasso,che diverra per mè poi luogo di veloci pompini ad altri vecchi del paese.Mi ordina di leccagli il cazzo ormai molle e odoroso per la precedente sborrata,ubbidisco,mentre lui ancora sorpreso del cazzo grosso che ho appena preso nel culo,mi infila una mano sotto la tuta e cerca il mio buco bagnato.é molto loquace,mi spinge a leccargli i coglioni e mi dice che dovrei vestirmi da femmina e far la troia.

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Luciana, la nuova collega (Capitolo 3)

Oggi torniamo a lavoro dopo la trasferta a Napoli che ha fatto sbocciare il nostro amore.
Questa notte ho dormito nel mio letto ed ho sentito molto la tua mancanza anche se avevo bisogno di riposare dopo questi giorni di sesso sfrenato.
Mi attende una giornata pesante a lavoro con la classica riunione settimanale con gli altri dirigenti ed un incontro a quattr’occhi con il Direttore Generale per riferire del controllo fatto a Napoli.
Dopo aver subito le solite battute da parte dei colleghi (ti sei riposato in questi giorni di vacanza a Napoli, eh?) e di Enrico in particolare (Hai presentato i miei saluti a Simona?) e finite queste interminabili riunioni, ho finalmente la possibilità di entrare nel mio ufficio e di vedere Luciana per la prima volta. E’ vestita come sempre con capelli raccolti in una coda non tanto lunga e forse è leggermente più truccata del solito (occhiaie?). Anche lei mi ha visto ma ha continuato a lavorare anche se io so che è una finzione.
Inizio il mio lavoro giornaliero cercando di non distrarmi troppo ma è molto difficile. Il mio pensiero è sempre rivolto a lei ed al ricordo di questi giorni passati insieme. Alle undici invito i colleghi a prendere un caffè con la speranza che venga anche lei, ma non riesco nel mio scopo. Chiede a Marco la gentilezza di portargli un caffè perché in questo momento non può muoversi dalla scrivania presa com’è nel suo lavoro. Quasi la odio per questa delusione ma capisco quanto può essere stato difficile per lei prendere questa decisione. Finalmente alle 17.30 questo giorno lavorativo termina. Mi preparo per andare all’incontro con Luciana nel punto prestabilito sentendomi come un quattordicenne al primo appuntamento.
Il viaggio è interminabile per via del caotico traffico che incontro ma, dopo circa quarantacinque minuti, la vedo in attesa vicino al bar.
Fermai l’automobile giusto il tempo necessario perché lei salga, per un bacio fugace e mi avviai verso dei luoghi più solitari.
“ciao amore, finalmente soli”
“ciao mio cavaliere” risponde con un il suo abbagliante sorriso “finalmente è finita. Non ce la facevo più di vederti senza aver la possibilità di baciarti e accarezzarti ma bensì attraverso un vetro. Mi sembrava di vederti in un acquario”
“Spiritosa. Pensi che per me sia stata una passeggiata? A proposito perché non sei venuta al bar con tutti noi ma hai preferito rimanere da sola? Ti ho quasi odiato per questo!”
“Ho avuto paura. Bastava un contatto lieve e avrei perso la testa. Comunque dove mi stai portando? La mia casa è dall’altra parte della città, l’automobile è posteggiata in Via Cipro, tu abiti a Centocelle e qui stiamo sull’Aurelia. Qualcosa non mi quadra!”
“Un anno fa ho affittato una casa a Fregene ed è dove stiamo andando. Più tardi mangeremo una pizza e poi torneremo nei nostri appartamenti.”
“Ok. Non lo sapevo. Ma non penso che sono la prima a “usufruire” della tua alcova.”
“Certo non la prima ma sicuramente l’ultima”
Quando Luciana ha sentito la mia risposta è ammutolita. Pensavo che fosse per l’ammissione che avevo fatto circa l’utilizzo di questa casa ma non era così. Infatti sentii la sua mano sulla patta e, al semplice contatto, mi sentii eccitare in un modo pazzesco. Quando poi iniziò ad abbassare la cerniera e prese in mano il mio cazzo ebbi il timore che non sarei riuscito a controllare l’automobile. L’Aurelia era trafficata come sempre e questo servì forse per bloccare Luciana nelle sue intenzioni.
“Sei impaziente?”
“E’ tutto il giorno che me lo sogno, senza considerare la notte, e sinceramente non vedo l’ora che arriviamo altrimenti potrei fare una pazzia”
“Calma, calma. Siamo ormai al bivio e tempo cinque minuti arriveremo a casa e sarai padrona di farci quello che ti pare. E’ tutto tuo, solamente tuo.”
Entriamo a casa e, finalmente, ci diamo il primo vero bacio della giornata. Uniti in quel bacio appassionato ci spogliamo gettando i vestiti dove capiti. Una tua mano raggiunge il mio cazzo già eretto e comincia a giocarci segandolo lentamente. Le mie invece sono intente a pizzicarti i capezzoli presto accompagnate dalla lingua che li lecca alternativamente. Dopo esserti spogliata completamente ti inginocchi per fare altrettanto con i miei pantaloni e mutande che getti in mezzo agli altri vestiti. Sento il calore della tua bocca quando ti avvicini al cazzo e lo imbocchi. Di colpo mi vengono in mente tutti quei racconti erotici che ho letto dove viene affermato che questa è una posizione di dominio. Avevo sempre pensato che erano cazzate ma devo ammettere che ora mi sento il tuo padrone. Questi pensieri, ma guarda che cazzo sono andato pensare, vengono interrotti dall’orgasmo che mi giunge all’improvviso.
“Sì Luciana …… Sì lucana ……. Cosìììì …… ti sborro in golaaaaaaaaaaaaaaa”
Tu continui a succhiare anche dopo per non perderti neanche una goccia del mio seme. Ti rialzi e mi baci con foga.
“Vieni è giunto il momento che ti mostro la casa” dico prendendoti per mano
“Dopo. Adesso mostrami solo la camera da letto.”
Ci sdraiamo sul letto e inizio a baciarti il tuo voluminoso seno e ti strizzo i capezzoli sempre più forte. Ormai ho capito quanto ti piace e mi sento debitore nei tuoi riguardi per il meraviglioso pompino che ho appena ricevuto. Abbassa lentamente una mano mantenendo sempre il contatto con la pelle per farti pregustare quello che ti aspetta. Raggiungo la fica che trovo bagnata dai tuoi umori e inizio a stuzzicare il clitoride
“mmm mmmmm”
Mentre continuare a succhiare i tuoi capezzoli abbasso lentamente anche l’altra mano ed infilo due dita in quella caverna infuocata che è la tua fica. Sei già un lago ma non ho alcuna intenzione di farti venire.
“Silviooo …. Mmmmmm ….. sìììììììì …… così”
Scendo con la testa a baciarti i piedi, a soffiare sulle caviglie, a torturare le tue gambe salendo ogni tanto verso il palpitante sesso; smetto di titillare il clitoride per strizzare prima le tue zinne per poi passare infilarci un dito in bocca che subito inizi a succhiare come se fosse il mio cazzo. Il mio sesso si ingrossa sempre di più personificandosi con quel dito. La mia lingua è ormai giunta sulla fica che inizio a leccare e succhiare mentre, nel frattempo, le dita che hai dentro sono ormai tre
“Silviooo …. Mmmmmm ….. sìììììììì …… così …… continuaaaa ……… ……… di più di più ”
Mi alzo portando a contatto il cazzo con la vagina, alzo le gambe che appoggio sulle mie spalle ed entro in te con una spinta poderosa che subito fa sgorgare il tuo orgasmo
“OOOOOOOOHHHHHHHHHHHHH Silviooooooooooo godoooooooooooooo” gemi mentre il corpo inizia un movimento sussultorio sempre più veloce ed accentuato “ godooooooooooooooooooo” mentre io martello la tua fica con colpi sempre più veloci e poderosi “sìììì Silvioooooo più forte più forteeeeee” continui ad urlare.
Mentre abbasso le tue gambe che iniziano a pesare, ti bacio dicendoti “Luciana ti amo ti amo” e continuando a scoparti con più lentezza per far durare il più possibile questo momento “ti amoooo”.
Sento che ormai sono giunto al capolinea mi sdraio su di te e metto il dito che per tanto tempo hai succhiato a contatto con il tuo ano e, quando comincio a martellare di nuovo con affondi veloci, te lo infilo dentro con estrema lentezza fino a quando non sento il dito a contatto con il cazzo facendomi scoppiare in un incredibile orgasmo
“Lucianaaaaaa …… godoooooooooooo …… ti amoooooooooo”
“Silvioooooooooo ancoraaaaaaaaa sìììììììììììììì godooooooooooooooooooo”
Godiamo insieme urlando i nostri piaceri e il nostro amore senza preoccuparci dei possibili vicini ma felici di stare insieme.
Spossati come siamo rimaniamo distesi sul letto parlando di noi, delle nostre sensazioni, del nostro amore che si solidifica sempre di più.
Alle nove andiamo a cena in una pizzeria che incontriamo lungo la strada ma la tristezza ci ha orami raggiunto e mangiamo poco, anzi tu nulla.
Tornati a Roma ci salutiamo dandoci l’appuntamento per l’indomani.

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Da quel tuffo col paracadute

Mi chiamo Alessia, ho 22 anni, vivo e studio a Torino. Ho sempre vissuto in un paese vicino Torino, dove ho fatto tutte le scuole.
Appena iniziai la prima elementare arrivò nella mia classe un nuovo bambino, molto vivace e molto simpatico: il suo nome era Cristian. Non relazionai subito con questo nuovo compagno di classe, anche perchè lui si aggregò con i maschi e io preferivo stare con le femmine. Un giorno la maestra decise di mettere accanto a me proprio Cristian. Da quel momento non ci separammo più. Diventammo amici per la pelle e durò per tanto tempo.
Io sono sempre stata una ragazza che gli piaceva studiare, Cristian, invece, non è mai stato un “Einstein”, ma grazie al mio aiuto, riusciva a cavarsela con qualche sufficienza. Siamo sempre andati d’accordo su tutto, anche se delle volte mi ha fatto un po’ arrabbiare, ma ci volevamo bene.

Io e Cristian abbiamo avuto delle esperienze diverse, ma comunque tutto quello che non c’era che non andava con i nostri partner, riuscivamo a risolverli grazie alle tante chiacchierate che ci facevamo.
Da qualche anno non ho più rapporti sentimentali con gli uomini, dopo che il mio ultimo ragazzo mi ha tradito con la sua “ex” scopamica, invece Cristian è uscito da poco da una lunga relazione. Per sollevare il suo umore gli ho chiesto di lanciarsi insieme a me con il paracadute. Infatti il paracadutismo è sempre stato la passione di Cristian tanto da prendere il patentino da istruttore, ma da quando si è lasciato non si è più voluto lanciare dal paracadute. Cristian accettò volentieri, anche perchè mi aveva promesso di farmi fare un lancio per staccare dallo studio.

Arrivammo al giorno del lancio. Prima di salire nell’aereo Cristian mi tranquillizzò e mi dette un po’ di istruzioni di routine. Salimmo e arrivammo in quota: ero sempre agitata, tanto da arrivare a convincere il pilota a scendere, ma le parole di Cristian e dei ragazzi che erano presenti mi hanno fatto tranquillizzare.
Era arrivato il momento: io e Cristian, in tandem, dobbiamo lanciarsi. Il panico tornava al sopravvento, ma quando mi disse di buttarmi, lo feci e lì mi sono sentita libera. Non ho più pensato a nulla, fino a quando, in teoria, Cristian doveva aprire il paracadute.
“NON SI APRE” urlò Cristian, iniziai ad urlare come una matta (beh, cosa devi fare?) e mi misi a piangere, ma Cristian, con una velocità incredibile, riuscì ad aprire il paracadute di emergenza. Ero agitata e Cristian mi abbracciò per tranquillizzarmi. Sentii qualcosa di strano dietro di me e capii che Cristian era eccitato. Sentii il suo cazzo indurirsi sempre di più, io sempre più incredula, ma sempre più pensierosa.
Fortunatamente arrivammo a terra, incredula di quello che era successo qualche minuto prima, mi girai un attimo verso Cristian e lo baciai. Lo baciai in bocca. Non lo so, forse era il momento di liberazione da tutto il casino che si era creato in aria, ma lo baciai.
“Cosa cazzo sto facendo!” – mi rimproverai – “Scusa Cri, non volevo”. “Stai tranquilla Ale. Non è successo nulla. E’ stato bello.” – rispose Cristian. “Cri, forse abbiamo ancora troppo sangue nel cervello.” – replicai – “Andiamoci a prendere qualcosa da bere”.

Dopo esserci cambiati, prendemmo la mia auto e andammo al bar più vicino. Iniziammo a parlare di quello che era successo in quei minuti in aria, evitando però di parlare dell’episodio del suo cazzo indurito.
Dirigendoci verso casa di Cristian continuammo a parlare, finchè non iniziò a sospirare.
“Senti Alessia, sono 16 anni che ci conosciamo. Quello che ho fatto in questo tempo l’ho fatto grazie a te. Sei un pezzo della mia vita e tu lo sai, ma non voglio più essere tuo amico.” – mi disse Cristian. “Cosa intendi dire Cri?” – risposi con il cuore in gola. “Intendo dire che da quando eravamo in terza superiore che non smetto di guardarti, di pensarti, di amarti.” – continuò Cristian con sempre più sicurezza – “Alessia, io ti amo”.
Non ci credevo, Cristian si era dichiarato a me. Proprio Cristian! Cristian!
Rimasi senza parole, non dissi più nulla. Continuai a guidare come non fosse successo niente. Arrivammo sotto casa sua e mi fermai. Cristian, deluso, mi salutò e aprì lo sportello per scendere dall’auto, ma lo presi dalla maglia e gli dissi di rimanere in macchina.

Ripartimmo subito e Cristian, arrabbiato, urlò: “COSA STRACAZZO STAI FACENDO?”. “Fidati di me” – risposi. Arrivammo in un parcheggio di un albergo, gli dissi di stare calmo e di ascoltarmi: “Cri, ti ho portato qui perchè voglio che tu mi scopi. Anche io ti amo cazzo. E’ da quando siamo in prima media che ti ho sempre cercato, se no non ero qui. Sono pazza di te e voglio che tu mi porti dentro, paghi una camera con i miei soldi della retta e mi fai divertire.”. “Sei pazza? Tu vuoi che spenda i tuoi soldi della retta? E come continuerai a studiare?” – rispose sbalordito Cristian. “Non me ne frega. Non posso stare sempre davanti ai libri come una cogliona. Una volta nella vita dobbiamo fare una cazzata, e la voglio fare con te”. Mi avvicinai e lo baciai. E’ stata una sensazione bellissima. Scendemmo dalla macchina, entrammo in albergo, pagammo e andammo nella nostra camera.

Arrivati nella camera buttai Cristian nel letto e cominciai a spogliarmi. Mi levai la t-shirt e i jeans, mi avvicinai a Cristian e lo baciai. Abbassai lo sguardo, vedevo il suo cazzo indurirsi sempre di più, gli tolsi i pantaloni e le mutande e vidi quel bel cazzone lungo che non mi sarei mai immaginata. Mi avvicinai al suo cazzo e iniziai a fargli una pompa come si deve. Non riuscivo a tenerlo in bocca da quanto era grosso, mi staccai dal cazzone e cominciai a succhiargli le palle. Come godeva di brutto. Poi si alzò e mi disse di fargli vedere il mio seno. Mi sfilai il mio reggiseno e voilà. Gli mostrai le mie boccie, una terza abbondante, e cominciò a succhiarmi i miei capezzoli da paura (parole di Cristian). Dopo un po’ presi il suo cazzo e glielo feci mettere tra le mie tette, facendogli fare una spagnola che non ci saremmo dimenticati di certo. Stavamo godendo e cominciavo a bagnarmi sotto. Presi e mi sfilai le mutandine, lui cominciò a leccarmi la mia figa bagnata facendomi godere ancora di più.
Non ce la facevo più. Volevo il suo cazzo dentro di me, gli dissi che poteva iniziare e me lo infilò tutto dentro la mia patatina. DIO MIO CHE EMOZIONI. Un piacere incredibile. Non avevo mai preso niente del genere e ero certa che non ne avrei presi di migliori, ma cazzo che piacere. Mi fece mettere a pecora, sopra, sotto, di lato. Non riuscivo più a trattenermi e gli urlai: “AMORE, VIENI DENTRO!” Dopo poco sentii dentro di me il suo sperma caldo ed eravamo felici.

“Cri, è la prima volta che mi sento una vera donna. Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Senza di te non sarei niente” – gli dissi dopo tante coccole. “Non devi ringraziare me, ma chi ci ha uniti. Senza di lei non saremo qui.”
Passammo tutta la notte in albergo e ci riposammo benissimo.

Beh, vi starete chiedendo cosa abbiamo fatto dopo quella notte! Beh, io sto continuando a studiare, sono riuscita a pagarmi la retta e sto finendo gli ultimi esami. Cristian ha trovato un buon lavoro presso un azienda agricola e con il suo lavoro riusciamo a vivere noi due insieme, ma fra qualche mese saremo in tre. Perchè sono incinta di Aurora e nascerà fra qualche mese. Non sono mai stata più felice di così.

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Visita Medica

VISITA MEDICA !!!!!
Salve a a tutti sono Hermann e vi voglio raccontare una di alcune storie avvenute
quest’estate.
Dopo alcuni giorni di vacanza, ospiti dagli zii di mia moglie Laura in Baviera, ho
avuto dei bruciori all’uretra, mai avuti prima, quindi mi sono preoccupato un po’. Ho
chiamato al telefono il mio medico di fiducia in Italia, che ha cercato di
tranquillizzarmi, mi ha prescritto delle compresse e mi ha consigliato di fare un ceckup
andrologico una volta rientrato dalle vacanze. Dopo alcuni giorni era tutto
rientrato. Parlandone con lo zio mi disse se volevo fare il ceck-up lì in Germania, mi
avrebbe portato in un poliambulatorio dove lui andava periodicamente per sottoporsi
a visita andrologica. Io accettai, perché un po’ di paura mi era rimasta, ed era meglio
non aspettare il ritorno in Italia e poi con i lunghi tempi di attesa che abbiamo qui.
Alcuni giorni dopo ci recammo dall’andrologo. Ci apri una bella infermiera, una
bionda, cappelli lunghi, gambe da favola, ci fece accomodare subito, non molto dopo
ci chiamò e ci fece entrare nello studio. Era un medico sui 40 anni un bell’uomo,
capelli brizzolati, mi fece alcune domande ma vedevo che mi guardava da capo a
piedi, mi consigliò di fare alcuni esami e una visita alla prostata per precauzione e
che ci saremmo rivisti all’esito delle analisi.
Fatti gli esami, presi appuntamento per il giorno dopo e concordammo per le 15,00 e
di andare a digiuno.
Durante il tragitto da casa allo studio pensavo a quell’orario un po’ strano per una
visita.
Arrivato mi aprì l’infermiera questa volta con la casacca e pantaloni da chirurgo, a
quella vista mi misi un po’ in agitazione. Mi fece entrare nello studio dove mi
attendeva il medico anche lui vestito nello stesso modo, mi disse di stare tranquillo
che era una visita semplicissima, doveva solo farmi una ecografia alla prostata con
una sonda. Guardò gli esami, disse che era tutto a posto, mi ordinò di spogliarmi e di
mettermi una specie di camiciola bianca che era vicino alla porta che dava ad uno
spogliatoio.
Una volta indossata, mi fece sdraiare sul lettino e mi avrebbe fatto una puntura di
sedativo perchè mi vedeva un po’ agitato, infatti arrivò l’infermiera e mi fece una
indovena. Mi fece mettere su un fianco e fece passare qualche minuto.
Io iniziavo a vedere tutto distorto, avevo la sensazione di aver bevuto.
Vedevo il medico infilarsi i guanti a delle mani enormi, ma non avevo la forza di
muovermi. Intanto l’infermiera mi alzò la camicia che indossavo lasciandomi
scoperto il culo, poi prese della crema e iniziò a spalmarla tra le chiappe e sul buco.
Ne sentivo la sensazione di fresco e la mano delicata che entrava anche dentro.
Il medico si avvicinò con la sonda, era un cilindro di una ventina di centimetri per
due di diametro, per effetto del sedativo a me sembrava enorme, dopo averla
lubrificata la puntò sul buco e spinse , sentii un po’ di dolore anche se nel mio culo
avevo messo di tutto, e qualche volta era anche stato inculato. Dopo alcuni minuti che
armeggiava nel mio culo e guardava su un monitor insieme all’infermiera, disse che
era tutto ok, ma l’effetto di quella presenza dentro mi fece avere una semi erezione,
ormai ero senza volontà dal sedativo.
Il medico se ne accorse e ridendo con l’infermiera disse :”Guarda guarda il porcellino
si è eccitato con la sonda nel culo” a queste parole, l’infermiera si tolse i guanti e
iniziò a toccare il pacco del medico da sopra i pantaloni. Gli slacciò la cintura e li
fece cadere a terra ne uscì un cazzo non tanto lungo ma grosso e iniziò a fargli un
languido pompino. Io vedevo quella cappella distorta, enorme che spariva nella bocca
dell’infermiera e mi pareva impossibile che ci riusciva. Sentivo il medico ansimare ad
ogni affondo, le mani gli accarezzavano le palle, a quella vista il mio cazzo era
diventato duro e io immobile mi godevo la sonda che ormai era quasi uscita del tutto.
L’infermiera lo tirò fuori dalla bocca e spalmò la sua cappella con la stessa crema di
prima mentre il dottore si toglieva anche la casacca, lo vidi che venne verso di me e
lo strusciava tra le mie natiche dicendo “adesso ti do una sonda molto più bella e
calda” e spinse sul mio buco facendo entrare la cappella in un solo movimento.
Aveva un cazzo bollente, forse la sensazione tra il freddo della crema e il caldo di
quel fungo che era la cappella distorta nella mia mente. Fu qualcosa di magnifico,
iniziò muoversi avanti e indietro affondando sempre di più.
Il mio cazzo bramava qualcos’altro infatti senza la mia volontà ad ogni affondo si
erigeva verso il mio addome, anche se ero di fianco, l’infermiera che era stata in
disparte alla scena me lo prese in bocca e iniziò a succhiarlo mentre il cazzo nel culo
era entrato profondamente tanto da sentire le palle del dottore pungere sulle mie
natiche. Lo faceva uscire quasi del tutto per poi spingere con tutto se stesso come a
voler far entrare anche le palle. Io godevo intensamente per quel trattamento ma non
potevo muovermi non ne avevo le forze, sentivo la bocca calda dell’infermiera che
andava avanti e indietro cercando con la lingua i bordi del glande facendomi
impazzire. I gemiti alle mie spalle si erano fatti più frequenti e le spinte nel mio culo
più veloci e profonde, all’improvviso lo sentii uscire lasciandomi una sensazione di
fresco entrare nel mio ano per quanto era dilatato, venne dalla mia parte tenendosi il
cazzo in mano masturbandolo velocemente , lo spennellò sulle mie labbra e mi disse
“apri la bocca dai …” . Quel glande enorme si avvicinava, aprii la bocca e e vidi
immediatamente un primo schizzo venir fuori dal foro dilatato della cappella, bianco,
caldo, dolciastro e appiccicoso mi colpì la parte posteriore della lingua, ne seguirono
altri meno densi del primo ma dello stesso sapore. Gli ultimi erano più salati e fluidi,
la mia bocca non poteva più contenerli e ingoiai il suo contenuto che ormai mi colava
giù nella gola. Una sensazione calda mi attraversò le palle, spruzzai nella bocca
dell’infermiera una quantità impressionante di sperma, senza controllo, sembrava non
finisse più che mandò giù senza scomporsi.
Rimasi sdraiato ancora per qualche minuto, poi mi rivestii.
Il medico mi scrisse in referto e mi fissò un appuntamento perchè voleva farmi
(sorridendo) una visita di controllo ….

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IL RITORNO DEL CERVO

……………IL RITORNO DEL CERVO………………………………………….

SONO UN MARITO CORNUTO CONTENTO ED ORGOGLIOSO DELLA MIA SISSI HO SCOPERTO QUESTO BEL SITO ED HO DECISO DI PUBBLICARE LE IMPRESE DI MIA MOGLIE CHE LEI MI RICORDA SEMPRE PER FARMI ECCITARE COME UN CORNUTO, HO IL SUO CONSENSO OVVIAMENTE SPERO CHE LEGGENDO DI QUELLA GRAN PORCELLINA CHE HO SPOSATO GODIATE COME GODO IO OGNI VOLTA CHE MI RACCONTA, LA MIA SISSI DI 38 ANNI UN PEZZO DI FIGA PAZZESCO. Anni fa Sissi lavorava come commessa in un negozio d’abbigliamento il suo datore di lavoro si chiama Pino un bel ragazzo moro nostro coetaneo forse uno o due anni più piccolo di me. Pino e mia moglie a quei tempi erano amanti , mia moglie me lo confesso dopo che lui volle rompere la storia. Ora vengo hai fatti di oggi, mentre siamo andati a far visita ad un amico in Ospedale, abbiamo avuto la sorpresa di vedere ricoverato Pino per una forte depressione, e parlando con lui del più e del meno alla fine si confidò con mia moglie mentre ero fuori a fumare, dicendogli che a causa della sua depressione e stati d’ansia i medici medici gli avevano riscontrato un possibile danno all’erezione una forma di impotenza. devi capire che il sesso per i Pino è importante non vive a lungo… e Pino ci aveva già provato a suicidarsi; all’indomani siamo ritornati all’ospedale e al nostro arrivo siamo subito andati da lui, non sorrideva più quasi non ci guardava non era più lui, un’angoscia infinita. col passare dei giorni ci siamo sempre più dedicati alle sue cure ormai era guarito ma non lo dimettevano perché i medici temevano che si uccidesse ed in Ospedale lo potevamo sorvegliare, Man mano chi i giorni passavano mi rendevo conto di quanto mia moglie tenesse alla sua guarigione, non un sentimento ma il desiderio di fare per lui qualcosa per aiutarlo, qualunque cosa, era fortissimo. Una notte che io e Sissi eravamo a letto il discorso è caduto su Pino, abbiamo cercato di comprendere tutte le cose che ci stavano capitando. dissi a Sissi quello che sapeva già e cioè che per Pino l’ospedale non poteva più fare nulla, aveva bisogno di una donna che lo facesse sentire desiderato che risvegliasse in lui il desiderio e la voglia di essere uomo. si era pensato ad una e****t ma abbiamo subito scartato l’ipotesi, l’avrebbe inibito ancora di più; Io gli dissi a Sissi senza mezzi termini il suo pensiero, l’unica sei tu, sono giorni che mi parli del desiderio che provi per lui ed io non voglio che tu debba sentirti repressa dai tuoi sentimenti, domani andrai da lui per offriti fagli capire che sei lì perché lo desideri e se è sano come noi pensiamo sarà lui stesso a prendere l’iniziativa e ti farà sua rendendo me un marito nuovamente cornuto come anni fa, solo che stavolta con la mia approvazione… Sissi non si sorprese perché in fondo se l’aspettava, la notte dopo è andata da Pino; era sulle spine con un nodo allo stomaco……….ora vi racconta lei come mi ha raccontato tutto a me………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Quando sono arrivata Pino non dormiva era in una stanza da solo per non farlo stare troppo insieme ai suoi coetanei e non farlo sentire inferiore a loro, mi sono seduta al suo capezzale gli ho offerto il più disponibile dei miei sorrisi, ma lui non raccoglieva, continuava a perdersi nella sua presunta disgrazia alla fine mi sentivo frustrata ed anche esasperata gli avevo fatto capire in mille modi che io ero lì e non doveva far altro che prendermi -Se non sai essere uomo è solo perché non vuoi essere uomo tu stai benissimo la menomazione è solo nella tua mente, lì sei malato Mi ha guardata quasi con odio, per un attimo mi sono spaventata si è alzato ed è andato nel bagno della camera non sapevo che fare ho aspettato un paio di minuti poi mi sono alzata anch’io forse volevo uscire non so mi sono fermata un attimo davanti allo specchio come per vedere che faccia avessi ed ho visto che lui era dietro di me, era uscito dal bagno ma non l’avevo sentito, era scivolato silenzioso dietro di me e con delicatezza ho sentito le sue braccia cingermi all’altezza della vita e poi fermarsi sul ventre, solo pochi attimi poi le sue mani hanno cominciato lentamente a salire sempre più su io vedevo tutto dallo specchio davanti a me e sentivo il delicato tocco di quelle mani guardavo il viso di Pino riflesso nello specchio e lui faceva lo stesso con me mentre quelle mani salivano sempre più su fin sotto i miei seni dove si sono fermate, Pino sembrava indeciso poi con uno s**tto improvviso ed inaspettato le sue mani mi hanno afferrato i seni e me li hanno stretti con forza, ho emesso un gemito di piacere fortissimo ed un -Si Pino siiiiii Lungo come un romanzo, poi ho reclinato la testa all’indietro e lui subito ha cominciato a baciarmi il collo. immediatamente il mio corpo è stato scosso da immensi brividi di piacere, lui mi baciava il collo me lo leccava mi mordicchiava con i denti mentre le sue mani continuavano a stringersi sui miei seni. in un attimo la situazione è diventata incandescente: senza smettere di baciarmi il collo e palparmi con forza il seno, ha liberato una mano ed ha cominciato a sbottonarmi la mia camicetta di seta, sotto avevo una gonna e poi non portavo nient’altro che intimo, slip e reggiseno, quando ha finito di sbottonare i pochi bottoni ero praticamente nuda e quasi istantaneamente la sua mano libera si è infilata sotto lo slip e subito mi ha infilato due dita dentro la fica cominciando un ditalino da paura mi ha strappato un altro gemito fortissimo ed un altro -Si Pino si così così cosìììì –Sissi non ti ho mai dimenticata sei una moglie troia mi spiace per tuo marito” -Si Pino si sono la tua puttana non pensare a quel cornuto di mio marito pensa a me pensa a me dentro di me chiedevo mille volte scusa a mio marito anche se era stato lui stesso a suggerirmi cosa dire per infoiarlo ancora di più ed infatti ci ha dato dentro ancora più forte mentre io riempivo la stanza di gemiti sospiri ed incitamenti -Ancora ancora non fermarti continua ti prego continua Cose così insomma… non saprei dire per quanto ha continuato a sditalinarmi in quel modo favoloso, con gli occhi semichiusi mi guardavo allo specchio mentre continuava a succhiarmi il collo e le sue mani facevano il bello ed il cattivo tempo sui miei seni e sulla mia fica, comunque sta di fatto che a un certo punto mi ha fatta girare su me stessa e mi ha spinta contro lo specchio con una mano mi ha sollevata una gamba afferrandola per la coscia e con le dita mi ha scostato lo slip un pensiero mi ha attraversato la mente come un Lampo “Mio Dio sta per impalarmi, Mio Dio Mio Dio ti amo Pinoooo ti amo da impazzire da impazzire” L’attimo dopo l’ha fatto, cavolo se lo ha fatto: mi ha impalata senza pietà con un colpo secco che a momenti mi solleva da terra e se non ero svelta a mettermi una mano in bocca avrei fatto un urlo di piacere che si sarebbe sentito per tutto l’ospedale!!! “Pino ti amo ti amo Mio Dio come mi stantuffa è portentoso ti ho messo le corna Amore mio ti ho messo le corna Oddio mio” Il mio ultimo lucido pensiero dedicato all’uomo della mia vita ormai entrato senza rimedio nell’affollatissimo club dei cornuti contenti e mentre formulavo quell’ultimo pensiero il mio amante non mi ha dato neppure il tempo di rifiatare, ha cominciato immediatamente a stantuffarmi come una furia s**tenata. e chi se lo scorda, era peggio di un stantuffo; ora so cosa prova un motore con tutti quei pistoni che fanno su e giù, io ne avevo dentro uno solo ma valeva per un motore 16 valvole!!! Beh mi ha scopata in quella posizione per buoni 5 minuti ma forse erano di più poi mi ha sollevata di peso senza farlo uscire e mi ha sbattuta di traverso sul lettino d’ospedale lì mi ha sollevata fino a farmi toccare il letto solo con le spalle e la testa e subito ha ricominciato con quel suo spaventoso stantuffo, e meno male che si temeva potesse restare impotente ero completamente fuori di testa ed in preda ad orgasmi pazzeschi e continui -Mamma mia che gran troia che sono godo Pino godoooo sfondami ti prego sfondami tuttaaaaaa!! Il massimo che sono riuscita a dire e fra sospiri e gemiti da paura mentre mi stantuffava gli offrivo il mio ventre per farmi penetrare meglio e lui ci dava dentro come un pazzo, Dio che cosa incredibilmente bella in mezzo a quell’Uragano che mi stava investendo la forza di parlare non ce l’avevo proprio, insomma ero troppo occupata a gemere di piacere, all’improvviso si è fermato mi ha presa con forza per i capelli facendomi male e mi ha sbattuta per terra mi guardava e lo teneva tra le mani -Forza vieni a succhiarlo -Si Pino si Mi sono letteralmente lanciata sul quel cazzo ed un attimo dopo me lo sono ritrovato in bocca mi teneva la testa e lui me lo spingeva fin quasi in gola, ho faticato come una negra per contenere un rigurgito era semplicemente meraviglioso mi stava facendo sentire una femmina e non una donna, da infarto vero e proprio e quando dopo un po’ è venuto ho dovuto ingoiare tutto senza pietà…lo ha tirato fuori e se l’è pulito sui capelli poi ha preso il lettino e lo ha messo di traverso davanti allo specchio io ero in terra del tutto sconvolta da quell’amplesso selvaggio ma ero ben lungi dall’immaginare che eravamo solo all’inizio; mi ha afferrata di nuovo per i capelli mi ha poggiata sul lettino a pancia sotto e le gambe penzoloni -Adesso ti rompo il culo Testuale, ero preparata ad essere inculata ed infatti dentro avevo messo carrettate di vasellina ma ero lo stesso un po’ spaventata, vedevo la mia faccia allo specchio completamente sconvolta -Anouk no ti prego non farlo no pietà pietà Come cercare di fermare una valanga prima mi ha inculata con un dito, poi due, dentro e fuori come una furia ed io gemevo come impazzita ho avuto un altro orgasmo pazzesco ed a quel punto ho ceduto di schianto e se mi era rimasta un minimo di dignità l’ho fatta a pezzi -Godooo Madonna mia non ne posso più Anouk inculami maledetto te inculami a sangue sfondami tuttaaaa” NO!!! Non mi vergogno perchè è quello che è successo ed io ho goduto come MAI prima di quel giorno…a quel punto ho sentito il suo cazzo che premeva contro il mio sedere -Guardati allo specchio guardati mentre ti inculo L’ho fatto e quasi mi riconoscevo un viso sfatto dal godimento “Madonna mia aiutami Marco Amore mio sto per essere inculata da un pazzo Madonna mia Madonna mia” Non ho fatto in tempo a pensare niente altro con una mano mi ha bloccato le braccia dietro la schiena mi teneva i polsi in una morsa ferrea e con l’altra mi ha tirata per i capelli costringendomi con il viso sollevato, ero sconvoltissima. un colpo secco violentissimo e l’attimo dopo era tutto dentro di me, ho visto un velo rosso scendere davanti agli occhi mentre vedevo la mia espressione allucinata riflessa dallo specchio, mi sono morsa le labbra quasi a sangue per non gridare a squarciagola ma lo stesso non sono riuscita a trattenere del tutto l’immenso godimento di quel momento -Siiii inculata senza pietà si sfondata come godo Una voce ormai arrochita dall’eccitazione assoluta che provavo, l’orgasmo è stato istantaneo -Adesso ti inculo sul serio Senza fiato per rispondere, ho fatto cenno di si ed immediatamente ha cominciato a pomparmi a tutto spiano e i miei gemiti di piacere hanno invaso la stanza -Si si si siii cosììì!!! Sono la tua troia rotta in culo siiiiiii!! Non fermarti non fermarti!!! Per favore non parliamo più di orgoglio o dignità, continuavo a fissare il mio volto sfatto dal piacere riflesso dallo specchio e vedevo il mio corpo sconvolto dai colpi che mi mollava il suo bacino ero del tutto assuefatta alla situazione mi piaceva guardarmi mentre venivo selvaggiamente sodomizzata lo spettacolo mi aveva stregata -Godo Anouk godo Non so quanti orgasmi avessi avuto dopo il terzo avevo perso il conto; non so per quanto è durata parecchi minuti comunque quello stantuffo pareva inarrestabile, invece ad un certo punto l’ho sentito accelerare il ritmo ed io ansimavo come una pentola a pressione poi l’ho sentito venire, il tempo di riempirmi il sedere del suo piacere e subito ha spostato il suo arnese nel mio sesso ed ha cominciato a scoparmi con la solita furia -Adesso devo godere anche qui dentro poi potrai andare a farti sbattere dove ti pare dal cornuto.Non mi sentivo più nemmeno una persona “Madonna mia ma non gli si smoscia mai? Ma quanto vuole andare avanti ancora?” Prima mi aveva sfondata la bocca, con antipasto di scopata furiosa, poi è toccato al sedere, sfondato senza pietà pure lui, ora era inevitabile che mi sfondasse anche la fica ed infatti con la consueta furia mi ha scopata in tutti i modi possibili ed immaginabili: alla pecorina, smorza candela e non so quanti altri. alla fine sono stata in quella stanza per un paio d’ore almeno ed ovviamente come promesso mi è venuto dentro . appena fatto si è di nuovo ripulito il cazzo sui miei capelli e mi ha letteralmente buttata fuori dalla camera senza darmi neppure il tempo di rivestirmi, l’ultima umiliazione. quando sono uscita ero a dir poco frastornata, letteralmente sbarellavo, quasi non mi reggevo in piedi, mi ci sono voluti oltre 20 minuti per raggiungere l’uscita dell’Ospedale dove mio in macchina mi stava aspettando. come ha reagito quando mi ha vista? non mi reggevo, il cornuto mi guardava divertito -Hai partecipato ad un’orgia? Egoista potevi dirmelo sarei venuto anch’io! In effetti ero un disastro, quasi non mi reggevo in piedi, camminavo a tentoni conto il muro, dolorante dappertutto specie il sedere mi andava a fuoco, con i capelli pieni di sperma di Pino tutti arruffati ed appiccicosi, la camicetta ancora mezza sbottonata, il piacere di Pino che mi colava lungo le cosce sia da davanti che da dietro e lo slip in mano -Magari si fosse trattato di un’orgia mi sentirei più riposata. quello mi ha spompinata, scopata ed inculata a sangue, mi ha sfondata senza pietà dappertutto specie il sedere me l’ha stantuffato come un martello pneumatico, un Uragano di sesso selvaggio non scopava da mesi e si è visto. ha goduto tre volte perché ha detto che voleva venirmi dappertutto; prima mi è venuto in bocca e a momenti soffoco per quanta me ne ha fatta ho la bocca tutta impastata la mia saliva sembra colla; credevo avesse finito invece gli è diventato ancora più duro ed ha ricominciato con quello stantuffo spaventoso, nel sedere stavolta, ed alla fine mi è venuto dentro anche lì ed infine davanti, da paura, anche lì ne ha fatto una marea guarda qui me lo perdo pure. è ufficiale Amore mio: da stanotte sei un marito nuovamente cornuto, ma adesso però mi serve una doccia, il cornuto mi guardava e rideva alla fine la doccia l’abbiamo fatta insieme e mentre gli raccontavo tutto ci siamo scambiati maree di baci coccole ed altro, insomma alla fine mi si è fatto pure lui gli ho chiesto cosa provava al pensiero che avessi appena finito di scopare con un altro uomo -Sia tu che Pino ne avevate un disperato bisogno. mi vuoi meno bene di prima adesso? Gli ho risposto quello che gli dico da sempre e cioè che sono pazza di lui, e lui mi ha detto lo stesso, mi sentivo rassicurata ma anche un po’ in colpa per quello che era successo -Ho capito che non sarei mai stata capace di frenarmi. Dio quanto lo desideravo… cosa succederà adesso? -Vedremo, di sicuro ora che il ghiaccio è rotto guarderai gli altri uomini in modo diverso, quello che non ti avrei mai perdonata e non ti perdonerei è se mi avessi colpito alle spalle sei stata onesta e non mi aspettavo di meno da te e ti amo ancora di più se possibile parlami sempre di te dei tuoi dubbi dei tuoi desideri e quando arriverà un altro Pino parlane sempre con me risolveremo il problema insieme Gli ho fatto promettere che anche lui dovrà fare lo stesso ma lui non è interessato -E’ te che voglio vedere così meravigliosamente puttana sarò felice di portare tutte le corna che mi metterai. io non ho bisogno di altre donne Una perversione passiva la sua, tutto sommato meglio così per me! Poi abbiamo fatto l’Amore… l’Amore sia chiaro, NON una semplice scopata e non ha mancato di ricordarmelo -Puoi scopare con chi vuoi ma l’Amore lo devi fare solo con me L’ho giurato su quello che ho di più caro al mondo e manterrò ne sono certa… quando me lo stava per mettere dentro ho avuto un lampo -Cornuto sono ancora piena degli umori di Pino non ti fa un po’ schifo? Ha detto che la cosa lo eccitava da morire e poi mi ha chiesto se avevo fatto l’Amore con Pino -Amore??? Con quella bestia… solo un Toro da monta una volta usato lo si chiude nel recinto Mi ha sorriso in quel modo che solo lui sa fare -Appunto hai scopato con lui ma l’Amore lo stai facendo con me e quello che c’era prima non conta più Mi ha penetrata subito e Pino è scomparso dalla mia vita anche nei giorni successivi l’ho tenuto a distanza e dopo un paio di settimane è sparito del tutto…mi ha commossa quest’atto d’Amore totale e assoluto da parte di mio marito, un atto di Fede nei miei confronti che forse non mi merito.

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Per forza sottomesso

Quel giorno di alcuni anni fa i miei stavano partendo per il week-end lasciando a casa me e mia sorella da soli. Accadeva spesso e come sempre ci veniva lasciata una lista di cose da fare mentre loro erano fuori.
Mamma: “mi raccomando, pulite il bagno, i balconi, la stanza da pranzo e soprattutto non fatemi trovare la casa sottosopra.Pulite tutto ciò che sporcate”.
Queste le raccomandazioni di mia madre alle quali eravamo abituati.
Come spesso accade ci dividiamo i compiti io e mia sorella Ilaria, e dopo aver preparato il pranzo e mangiato iniziamo a discutere su chi deve fare cosa.
Ilaria: “Se non ti spiace vorrei avere la serata libera, esco con un ragazzo stasera. Facciamo che stasera resti a casa e fai che quel puoi e poi domani finisco io tutti i lavori. Dai fratellino, ti prego”.
Io: “Va bene Ily, ma promettimi di non tornare tardi, lo sai che sono geloso della mia sorellina”
Ilaria: “Grazie mille e non ti preoccupare, non gliela do mica al primo appuntamento… forse, ahah”

Il pomeriggio lo trascorsi guardando la tv e curiosando sui preparativi di mia sorella.
Dovete sapere che Ilaria è una ragazza molto carina e quando si prepara riesce ad essere molto sexy. Quel giorno non fu da meno, con i suoi capelli mossi, il visino da angelo con poco trucco, una maglietta lunga un po’ scollata che le arrivava sotto il sedere e i sandali con un tacco medio alto che le slanciavano le gambe. Era proprio bella. Le feci i complimenti dicendole che se non fossi il fratello le sarei saltato addosso e lei ridendo disse che se era così l’abbigliamento era adatto alla serata.

Ilaria uscì e rimasi da solo. Mi misi subito all’opera lavando per terra nel bagno. Ci misi poco, ma il mio pensiero era sempre rivolto a mia sorella. La immaginavo mentre si faceva toccare e baciare da un ragazzo vestita a quel modo e non potevo fare a meno di eccitarmi. Decisi di guardarmi un filmino porno su internet e sfogarmi un po’. Purtroppo dopo l’orgasmo noi uomini abbiamo sempre una fase di abbattimento e mi addormentai ancora nudo sul letto nella stanza di mia sorella.
Fui svegliato da Ilaria dopo alcune ore. Era arrabbiatissima, rossa in volto e anche visibilmente ubriaca.

Ilaria: “Ma cosa cazzo fai? non dovevi fare i lavori di casa stasera? ho controllato, non hai fatto praticamente nulla, anche i piatti sono ancora sporchi in cucina. E poi ti sembra questo il modo di farsi trovare dalla propria sorella? Sei un porco”.

Con mia sorpresa, prese a schiaffeggiarmi e io non opposi la minima resistenza.
Ilaria: “Sei una nullità, meriteresti proprio che ti prendessi a schiaffi tutta la notte, a te e a questo cosetto che hai tra le gambe. Alzati subito pisellina e chiedimi scusa”

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Sì, mi aveva proprio chiamato pisellina e la cosa mi aveva eccitato alquanto. Dovete sapere che da tempo fantasticavo su mia sorella, ma complice un forte senso di inferiorità nei suoi confronti mi trovavo sempre a pensare di esserle sottomesso e quello che stava accadendo superava ogni mio sogno.
Mi alzai dal letto ancora nudo e le chiesi scusa per essermi fatto trovare a quel modo, che non era mia intenzione e che avrei fatto tutti i lavori di casa da solo per farmi perdonare. Dopo averle chiesto scusa mi chinai a prendere i miei boxer per rivestirmi, ma Ilaria mi fermò.

Ilaria: “Eh no pisellina bella,non te la cavi con così poco. Non vestirti ancora.”
Si sfilò velocemente il perizoma che indossava e me lo porse.
Ilaria: “metti questo, è più adatto ad una checca come te”

Senza obiettare misi il perizoma di mia sorella. Mi sentivo in imbarazzo come non mai e le sue risate facevano ancora più male.

Ilaria: “Brava la mia pisellina. Ora finisci di pulire il bagno mentre io vado a letto e stanotte dormi solo con il mio perizoma addosso. Domattina voglio vederti così e farmi una bella risata appena sveglia. Buonanotte pisellina”.

Augurandole buonanotte mi avviai verso il bagno e continuai a fare i lavori domestici vestito a quel modo.
Ilaria dormiva e io ripensavo a quanto accaduto. Ero eccitatissimo, nonostante il mio pene, a causa dell’imbarazzo non dava segni di vita.
Dopo un’oretta circa entrai nella stanza di Ilaria dove dormivo anche io e senza fare rumore mi addormentai sul mio letto con il solo perizoma a vestirmi.
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In vacanza con mia moglie Monica 07

…Fu una dura prima giornata di lavoro. Tornai a casa solo alle 9 di sera. Per tutta la giornata la mia mente si era persa nei ricordi di quelle vacanze. La curiosità di quello che era successo la sera prima a mia moglie però prendeva sempre il soppravvento e mi ritrovai costantemente con delle lunghe erezioni nelle mutande. A casa, nel pomeriggio, Monica si era sicuramente riposata in quanto è commessa part-time in un supermercato. La ritrovai indaffarata a prepararmi la cena vestita con una canottiera bianca e dei calzoncini neri. Niente di sexy insomma. Mi disse che al lavoro non fu affatto facile perché aveva dovuto stare seduta per tutto il giorno alla cassa del supermercato con il buco del culo ancora dolorante e i segni rossi sulle chiappe che le procuravano un bel pò di bruciore.
Dopo cena mi venne a sedersi in braccio sulla poltrona dove mi ero accomodato per guardare distrattamente qualche canale della TV. Cominciammo a farci un po’ di coccole, qualche bacio e un po’ di carezze. Si accorse della mio cazzo duro e lo toccò mettendo la mano dentro ai pantaloncini incominciando a segarmi dicendomi: “lo so che stai morendo dalla voglia che ti racconti tutto. Però penso proprio che non riuscirai a scoparmi questa sera perché sento ancora male alla figa e soprattutto al culo. Sono stata tanto zoccola ieri sera quando non c’eri e non si sono risparmiati nulla. Ad un certo punto pensavo volessero mandarmi all’ospedale per quanto mi stavano aprendo la figa e spaccando il culo.”
Le risposi che l’avrei scopata quando si sarebbe sentita meglio, ma che si, avevo troppa voglia che mi rivelasse le cose che aveva subito rinchiusa in una stanza per quasi quattro ore con diversi uomini vogliosi.
Mi sorrise, mi tolse i pantaloncini e le mutande e ci sdraiammo sul divano per stare più comodi. Monica ricominciò a segarmi l’uccello e finalmente mi svelò tutto quanto.
“Quando ho visto che stavi uscendo dalla stanza, pensavo saresti tornato dopo pochi minuti e che non mi avresti lasciata sola. Mi avevano appena legato al letto. Appena mi sono resa conto di quello che avevano intenzione di fare mi sono bagnata tantissimo. Sai che è una cosa che mi è sempre piaciuta…ed essere lì nelle loro mani, usata per soddisfare le loro voglie senza poter fare nulla mi dava quel senso di impotenza che ti fa capire di essere completamente sottomessa. Era quello che desideravo in quel momento e mi sono eccitata come non mai. Non riuscivo a muovere le braccia, solo le gambe riuscivo a piegarle leggermente. Ogni tanto si davano il cambio e mi salivano sopra per scoparmi. Erano delle macchine, più vedevano che mi piaceva, più si eccitavano e più mi scopavano con foga, più io gridavo forte. Continuavo a gridare che ero la loro troia e che dovevano spaccarmi la figa perché ero andata lì solo per quello. Per almeno mezz’ora si sono goduti la mia figa facendomi godere diverse volte. I due tedeschi erano quelli che mi martellavano con maggior forza. Avevano un bel cazzo, sapevano muoverlo veramente bene e mi hanno fatto sentire una grandissima puttana. Ricordi, anche tu li hai toccati e hai sentito quanto erano duri quando li hai aiutati con la mano ad infilarmeli nella figa. Lo sai che proprio oggi pomeriggio ripensavo ai cazzi che mi hanno allargato la figa mentre ero legata? Lo vedi quanto sono diventata troia? Mi sono subito bagnata e mi è venuta voglia di farmi un bel ditalino. Sono andata nel letto e ho messo le dita dentro le mutandine. Ho cominciato a toccarmi….ero un lago, ma se le infilavo troppo dentro mi davano fastidio. Ho preferito smettere. Pensa,…tua moglie che non può neanche toccarsi perché ieri notte per tante ore si è presa tanti di quei cazzi che adesso si sente la figa rotta.”
“Si, sei una figarotta, tesoro” mi ritrovai a dire chiudendo gli occhi mentre Monica ora aumentava ora diminuiva la velocità della sega per farmi durare il più possibile. Non era la prima volta che mi raccontava di qualcuno che l’aveva trattata da puttana facendola godere e sapeva che avrei potuto sborrare in pochi minuti.
“mmm si, sono una figarotta, amore. La tua mogliettina zoccola che si fa scopare da tutti. Anche adesso che ne parlo mi si sta allagando la figa”, mi disse. Si mise due dita dentro i pantaloncini e poi mettendomele davanti agli occhi mi fece vedere quanto si stesse bagnando. Leccai le dita assaporando il sapore speciale della sua figa. Stavo veramente godendo come un maiale a sentire tutte quelle cose. “Continua, voglio sapere il resto”, le dissi.
“Alla fine mi hanno sborrato tutti e quattro sul corpo. Si sono messi intorno a me mi hanno schizzata ovunque. Avevo per lo più la sborra sulle tette e sulla pancia. Un tedesco mi ha sborrato anche in faccia e sui capelli. E’ stato bellissimo perché hanno sborrato quasi tutti e quattro contemporaneamente e ho sentito tanti schizzi di sborra calda colpirmi dappertutto. Quando hanno incominciato a slegarmi ero tutta sporca di sborra. Appena mi sono alzata dal letto ha cominciato a colarmi lungo le gambe sporcando tutto il reggicalze e le calze. Non mi ero nemmeno accorta che non eri rientrato talmente ero presa a farmi scopare. Ti ho cercato per farti vedere quanto ero stata puttana, perché lo so che ti piace vedermi così….ma non ti ho visto. Avrei tanto voluto che dopo le quattro sborrate anche tu mi saltassi sopra a scoparmi fino a sborrarmi addosso. Poi ho detto a Paolo che avevo bisogno di andare in bagno. Lui mi ha seguito e mi spiegato perché eri ritornato in camera. Ti confesso che mi è piaciuto vederti con le calze a rete nere e mi sono eccitata ancora di più quando ti hanno detto che eri una puttana come tua moglie. Magari qualche volta ti faccio vestire da zoccola e ti chiedo di scoparmi. Eh…che ne dici? E poi sei stato bravissimo a pulirmi la figa dalle sborrate. Pensa a quanta ne avevo sul corpo….e a quanta ne avresti dovuta leccare per pulire la tua mogliettina. Lo avresti fatto per me?”
“Si, si, faccio tutto quello che vuoi, ti lecco tutte le volte che vuoi, basta che continui a farti sfondare come una cagna. A me piaceva vederti camminare a quattro zampe tenuta al guinzaglio. La prossima volta chiedo a Gianni e Paolo di portarti al parco e di farti fare la cagna sul prato con tutta la gente che ti guarda e ti dice che sei una grandissima puttana succhiacazzi col culo rotto. Gli dico di portarti ad annusare tutti i cazzi di quelli che si segano e di farti sborrare in faccia e sulle tette”. Ero al limite e le dissi che volevo godere.
“Adesso ti faccio sborrare”, mi disse. Velocemente si alzò e si abbassò i pantaloncini e le mutandine. Si mise a quattro zampe sul tappeto facendomi vedere il culo. “Guarda che culo rotto che ho, amore. Guardamelo com’è spaccato” e si allargò le chiappe con le mani. Vedendo le natiche con delle strisce rosse ancora ben evidenti e il buco ancora apertissimo, mi alzai smanettandomi per sborrarle tutto sul culo. Scaricai tutta l’eccitazione che avevo accumulato durante la giornata e pensai di avere veramente una moglie fantastica. Sapeva con esattezza quello che volevo e faceva di tutto per esaudire ogni mio desiderio.
Andai in bagno a prendere dei fazzolettini per permettere a Monica di ripulirsi. Si ricompose e restammo ancora un po’ in salotto a gustarci qualche bicchiere di un buon vino rosso parlando della giornata che ormai volgeva al termine. Ad un tratto, dopo una mezz’ora che chiacchieravamo, mi disse: “allora ti sei preso paura….non volevi farti rompere il culo e sei scappato….”. “E hai lasciato che in cambio lo rompessero a tua moglie…eh”, aggiunse sorridendomi iniziando un botta e risposta.
M- “E…. sentiamo cosa avresti promesso a Paolo per svignartela?”.
D- “Ahhh quello intendi….mi sa che lo sai già se lo chiedi”.
M- “ Si, ma voglio sentirtelo dire da te”.
D- “ Ho accettato che sia Paolo che Gianni ti avrebbero scopato ancora quando sarebbero venuti a Milano”.
M- “Ah ecco, e cosa ti ha fatto pensare che avrei accettato?”
D- “Nulla…ho risposto senza pensarci. Solo non volevo prendermi i cazzi dei due tedeschi nel culo. Perché non ti faresti scopare ancora?”.
M- “Si certo che mi farei scopare ancora. Però ti confesso che non averti lì con me ieri sera mentre mi scopavano mi ha fatto sentire ancora più troia. Mi sono lasciata andare maggiormente….insomma….non mi sono mai sentita così tanto puttana. Non so se quando verranno qui a scoparmi vorrei che fossi presente oppure no….devo pensarci. Anche perché quello che mi hanno fatto dopo è stato oltre ogni limite. Magari tu non lo avresti permesso ed io penso che avrò ancora voglia di ripeterlo”.
D- “Non saprei, devi prima dirmi come è proseguita la serata. Ho visto tutti i segni che ti sono rimasti sul corpo. Non pensavo ti piacesse così tanto”.
M- “Hai ragione non lo sapevo nemmeno io. Ma non mi sarei più fermata. Ero io che chiedevo di continuare”.
Vedevo Monica con gli occhi arrossati mentre ripensava a quelle scene. Sentirla parlare in quel modo mi aveva fatto eccitare nuovamente. Le chiesi di seguirmi a letto e di continuare col racconto.
Ci spogliammo completamente e ci sdraiammo sopra le lenzuola.
“In bagno mi sono data una bella ripulita al viso. Ho tolto il reggicalze e le calze che erano sporchissimi e tutti appiccicosi. Aiutata da Paolo mi sono liberata anche del collare. Avevo la sborra che si era infilata anche tra il collare e il collo. Sono entrata nella doccia e mi sono tolta col getto dell’acqua la sborra da tutto il corpo molto velocemente. In quel momento sono entrati anche gli altri tre. Ho detto che dovevo fare pipì e ho chiesto se potevano uscire. Gianni mi ha detto che i due tedeschi erano lì proprio per quello, perché volevano vedermi pisciare. Mi hanno ordinato di abbassarmi sui talloni, di allargare bene le gambe e di aprirmi la figa con le mani. Volevano vedere che pisciassi nella doccia. Così ho fatto quello che mi chiedevano. Era strano, ma l’ho fatto. Ho allargato le gambe e gli ho fatto vedere mentre pisciavo. Ad Erick gli si stava rizzando il cazzo nuovamente. Si è avvicinato e ha voluto un pompino. Poi mi ha preso per i capelli e mi ha fatto appoggiare le mani al muro della doccia col culo in fuori. Ha iniziato a infilarmi le dita nel culo, poi mi sputato sul buco e ha cominciato ad incularmi. Non mi ha fatto tanto male, forse perché l’anal plug che avevo tenuto tutta sera mi aveva preparata. Mi è piaciuto subito farmi inculare. Era ora, mi avevano spaccato la figa tutta la sera, fin dal ristorante e avevo una gran voglia di sentire dei bei cazzoni nel culo. Anche Rudy si è divertito allo stesso modo col culo di tua moglie prima di portarmi di nuovo sul lettone. Tutti e quattro mi hanno sfondato il culo facendomi mettere in diverse posizioni. Godevo come una matta a sentirmi impalata da quei quattro cazzi durissimi. Poi Paolo mi ha fatto sdraiare sopra su di lui e mi ha detto di infilarmi il cazzo in figa per lasciare il culo libero ad un altro cazzo. I due cazzi che non potevano godersi i buchi della tua mogliettina invece li ho presi in bocca. E’ stato stupendo, mi sono beccata i cazzi di tutti contemporaneamente nel culo e nella figa mentre ne succhiavo altri due. Pensa amore, tua moglie sfondata da due cazzi nello stesso momento mentre tu ti facevi le seghe rinchiuso nella tua cameretta. E io a spompinare gli altri due per farli restare duri per quando mi sarebbero entrati ancora nel culo o nella figa. Ti sei segato l’uccello da solo in camera?”.
“Si, ho sborrato altre due volte”, le risposi mentre Monica aveva ripreso a masturbarmi lentamente.
“Che segaiolo che sei e a cosa pensavi?”, mi chiese.
Monica aveva aumentato la velocità della sega e risposi balbettando: “a queste..cose….pensavo…ti immaginavo…ancora legata….mentre si divertivano….a romperti….il culo……mi immaginavo….tanti cazzi….che ti inculavano….una fila di 50 uomini con i pantaloni abbassati che aspettavano il loro turno per incularti. Che usavano il tuo culo solo per svuotarsi le palle e poi lasciavano il posto a qualcun’ altro….senza sosta”.
“ Ma sentilo….sapevo che eri un maiale e che ti piaceva vedermi scopare….mmmm pensa che bello allora….chissà come lo allargano il culo della tua mogliettina 50 maschi arrapati…e chissà quanta sborra mi schizzano addosso……basta altrimenti sborri subito porco….” Tolse la mano dal mio cazzo senza permettermi di godere.
Cercai di riprendere la sega da solo, ma mi schiaffeggiò la mano dicendomi: “aspetta ho in mente una cosa più bella”.
Si alzò dal letto e si infilò un paio di autoreggenti bianche. Poi mi fece sdraiare sul tappeto vicino al letto e col piede incominciò a massaggiarmi il cazzo. Sentire il piede di mia moglie coperto dal nylon sul mio cazzo fu indescrivibile. Una scossa mi percorse tutto il corpo, partendo dalle palle per arrivare fino al cervello. Mentre mi toccava il cazzo, mi guardava negli occhi e mi diceva che ero un cornuto segaiolo che si fa fottere la moglie. E di guardare come gli avevano ridotto la figa….si abbassò e si aprì le labbra con due dita avvicinandosi alla mia bocca per farmela vedere da vicino dicendomi che non riusciva più a richiuderla per quanti cazzi l’avevano sfondata. Strofinandomela sul naso mi disse anche che probabilmente sapeva ancora di cazzo perché ultimamente aveva passato più tempo con dentro qualche cazzo che senza niente. Riuscii solo ad annusarla più volte senza leccarla perché si rialzò troppo rapidamente per riprendere la sega. Aveva un buon profumo di figa invece….. che mi fece perdere completamente la testa. Quindi sedendosi sul bordo del letto Monica riprese a segarmi l’uccello con due piedi fino a farmi sborrare. Tutta la sborra le finì sulle calze, spostò i piedi verso la mia bocca e me li diede da leccare.
“Lecca tutta la tua sborra, maiale….”, mi disse. Leccai tutto e poi mi alzai in piedi per baciarla con la lingua. Come la sera prima ci scambiavamo la sborra baciandoci. Allungai una mano sul suo culo…”piano…fai piano…”mi sussurrò Monica all’orecchio. Per la prima volta da quando si era fatta inculare le toccai il buco del culo con un dito. Solo allora mi resi conto di quanto fosse veramente allargato e spaccato. “Muori dalla voglia di saperlo, vero?”….”Si Monica”, risposi.
“Dopo quelle inculate mi hanno sborrato in bocca tutti e quattro facendomi ingoiare tutto. Poi i due tedeschi mi hanno riportato in bagno e mi hanno fatto inginocchiare nella doccia. Si sono detti qualcosa che non ho capito, poi ridendo hanno indirizzato con le mani i cazzi ammosciati verso di me e hanno iniziato a pisciarmi sulle tette. Ho fatto per spostarmi e rialzarmi, ma uno dei due mi ha preso i capelli e mi ha dato due schiaffi facendomi segno di stare ferma. Anche Gianni mi ha detto di non muovermi, ma di ubbidire e di fare quello che volevano. Mi stavano usando come un cesso. Con il getto sono arrivati sul collo e poi sulla faccia cercando di centrarmi la bocca che dovevo tenere aperta. Ne ho ingoiata poca perché sono riuscita a sputarla quasi tutta. Mi stavano sicuramente insultando nella loro lingua. Poi Gianni mi ha spiegato che avevano deciso di punirmi perché pensavano che avrebbero potuto incularsi mio marito, ed invece non eri più tornato. E che quindi adesso me l’avrebbero fatta pagare a me. Mi hanno riportato in sala senza lasciarmi il tempo di sciacquarmi. Ero molto impaurita, ma Gianni e Paolo mi hanno rassicurato un pochino dicendomi che li avrebbero tenuti d’occhio. Mi hanno portato in un angolo della sala dove c’era una corda che pendeva dal soffitto e mi hanno fatto allungare le braccia verso l’alto legandomi i polsi. Poi mi hanno fatto allargare le gambe e legato le caviglie a dei ganci sul pavimento. Le corde erano strettissime, molto di più che quelle usate per legarmi al letto. I segni che vedi sulle braccia e sulle gambe mi sono sicuramente rimasti per quello. Poi si sono divertiti a…

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Chat da Omegle

Adesso stai chattando con uno sconosciuto casuale. Say hi!
Entrambi parlano la stessa lingua. (Selezionare “inglese” dal menu nell’angolo per disabilitare.)
Io: ciao, m
Stranger: ciao f
Stranger: anni ?
Io: 33, tu?
Stranger: 18 di dove sei ?
Io: Novara, tu?
Stranger: del nord
Stranger: cosa stai facendo ?
Io: cercando …
Stranger: interessante.. cosa cerchi ?
Io: qualcuna con cui scambiare … emozioni forti
Io: e tu?
Stranger: io cerco qualcuno che stuzzichi la mia fantasia prima di andare a dormire… solo quello, non accendo cam e non cerco incontri
Io: perfetto, d’accordo su tutto allora…. come ti chiami?
Stranger: alessia
Stranger: e tu ?
Io: Giulio, di dove sei?
Stranger: del nord.. fattelo bastare
Io: circoscrivere era più carino, ma va bene, come vuoi…
Io: ti descrivi?
Stranger: ne bella ne brutta, formosa con i capelli lunghi
Stranger: finora ho trovato solo buzzurri che mi dicevano le loro misure e non hanno capito cosa vorrei..
Io: mora, occhi scuri o chiari, occhiali?
Stranger: mora occhi scuri, non troppo alta
Stranger: niente occhiali
Io: ahahah, capisci subito che si tratta di un uomo se parla di misure …
Io: molti si spacciano per donne e poi ti chiedono subito quanti cm misura il tuo cazzo…
Stranger: molti mi hanno annoiato iniziando con storie melense da fidanzato
Io: neanche come ti chiami, quanto ce l’hai lungo (prima domanda) … ahahah
Stranger: tu hai fantasia ?
Io: abbastanza credo, da piccolo volevo fare lo scrittore …
Io: fisicamente sei il mio tipo, comunque … e quel né bella né brutta è molto intrigante …
Stranger: vediamo se riesci a farmi andare a dormire con la voglia di chiudere gli occhi, sfilarmi le mutandine e giocare con la mia mano… ti aiuto, non cerco una storia dolce e romantica….
Io: ok devo raccontarti una storia, la protagonista è una giovane del nord italia
Io: né bella né brutta ma molto sexy, inconsapevolmente sexy …
Stranger: ti aiuto… che avrebbe voglia di fare delle cose
Io: se sbaglio qualche particolare correggi pure
Stranger: ma è timida e dovrebbe essere forzata un pò…
Io: dunque sale su un autobus pieno
Io: è l’ora di massima affluenza …
Stranger: vorrebbe essere obbligata a fare…
Io: strano, sopra ci sono solo maschi, che combinazione …
Io: la ragazza si trova dietro di sé un signore sulla trentina, che le mette subito le mani vicine vicine al suo bel culetto sodo …
Io: senza toccarla per il momento, ma Io capisce che lui vorrebbe molto
Io: anche perché incomincia a strusciarsi addosso a Io
Stranger: è eccitato ?
Io: e a farle sentire da subito quanto è eccitato
Io: molto, e dopo poco si inizia a vedere …
Io: nessuno nota quanto sta succedendo
Io: fuorché un ragazzo giovane con i pantaloni corti
Io: che piano piano inizia ad avvicinarsi alla ragazza
Io: e si mette proprio di fronte a lei
Stranger: sono nervosa.. quasi quasi scendo dall’autobus alla fermata del parco
Stranger: spero che i 2 non i seguano…
Io: no, aspetta la fermata successiva …
Io: prima deve succedere qualcosa …
Io: anche perché l’eccitazione del primo è talmente forte che ti ha interessato
Io: e le sue mani hanno cominciato a risalire sotto la tua gonnellina
Io: e il secondo ti ha sfiorato le tette con le sue di mani …
Io: e si è stretto forte forte a te ….
Io: in realtà non sei in grado fisicamente di scendere
Io: perché i due ti bloccano
Stranger: invece riesco a scendere
Stranger: inizio a camminare velocemente senza voltarmi
Io: si perché glielo chiedi e loro ti lasciano scendere, ma lo prendono come un invito e ti seguono tutti e due
Stranger: spero che nessuno mi abbia seguita… o forso non spero..
Io: loro ti stanno seguendo, si sono scambiati un cenno d’intesa e camminano qualche metro dietro a te
Io: tu dove vai?
Stranger: dentro un portone e mi metto al buio sperando che non mi abbiano vista..
Io: ma loro ti hanno vista, seguivano proprio te…
Io: arrivano insieme e si rimettono nella posizione di prima …
Io: iniziano a toccarti tutti e due, il ragazzo ti bacia in bocca e ti tocca le tette
Io: l’uomo invece si abbassa e ti sposta la gonna
Io: ti mette le mani sul culo
Stranger: io no voglio, cerco di divincolarmi
Io: e ti sposta anche le mutandine …
Io: non puoi, sono decisi a non lasciarti andare
Io: e la lingua dell’uomo inizia a baciarti in un modo che non hai mai provato
Io: prima ti lecca tutta
Stranger: io non voglio, obbligami… con la forza ti prego
Io: prima la fichetta, entrando piano piano con la lingua fin dentro ..
Io: i due ti bloccano, sono troppo eccitati, uno ti mette una mano davanti alla bocca per non farti urlare
Io: poi ti lecca anche il culetto … e ti mette le dita dentro
Io: la fica e dentro il culo …
Io: tu ti inarchi tutta e spingi in modo che le dita entrino tutte dentro di te
Stranger: fammi inginocchiare ti prego
Io: aspetta … nel frattempo il ragazzo ti ha tolto la camicia e il reggiseno e ti sta baciano e mordendo i capezzoli
Io: turgidi di sesso…
Stranger: mi stai eccitando
Io: con le dita dell’uomo ancora dentro fai capire che ti vuoi inginocchiare
Io: l’uomo adulto scende con te e tu gli prendi in mano il cazzo
Stranger: tiralo fuori mentre scrivi… voglio che sia eccitato anche tu
Io: è già fuori, tu cosa stai facendo?
Stranger: ho allargato le gambe ed ho una mano nelle mutandine
Io: il ragazzo resta in piedi e tira fuori il suo cazzo
Io: tu glielo prendi subito in bocca e cominci a leccarlo dal basso verso l’alto
Io: mettiti le dita nella fica dai …
Io: e poi dall’alto verso il basso
Stranger: mi sto accarezzando e sono bagnata
Io: gli prendi in bocca le palle, tutte insieme … sei famelica …
Stranger: mi piace prenderlo in bocca ma non ho mai avuto il coraggio di farmi venire in bocca… obbligami ti prego
Io: poi cominci a prenderlo tutto in bocca
Io: e lui ti prende per i capelli e comincia a metterlo dentro e fuori … tenendoti la testa ferma
Io: tu lo lecchi tutto e lui è sempre più grosso …
Io: ti sborra un po’
Io: tu ti fermi e con la mano gli spalmi la sborra sul cazzo… e poi te la metti in bocca e gli dici che la sua sborra è buonissima
Io: lui ricomincia a mettertelo dentro e tu a succhiarglielo
Io: avanti e indietro, il ragazzo non ce la fa più
Io: l’uomo nel frattempo ti ha messo tutte le dita nella fica e te le muove tutte insieme …
Io: tu vieni proprio nel momento in cui il ragazzo ti sborra tutto in bocca
Stranger: si mi piace
Io: sei talmente eccitata che non riesci nemmeno a pensare di non inghiottire …
Io: l’uomo capisce che sei venuta e decide che è il momento di farti godere ancora
Io: ti fa alzare e mettere le mani sul muro …
Io: ti fa allargare le gambe e ti alza la gonna
Io: ti sposta le mutandine e ti prende da dietro …
Io: ha il cazzo più grosso che tu abbia mai provato
Stranger: voglio restare inginocchiata e fare il mio sogno proibito che non ho mai confessato
Io: cioe’?
Stranger: obbligami ad aprire la bocca, prendimi a sberle finchè non lo faccio…pisciami in bocca ti prego
Io: ok, ti faccio aprire la bocca a suon di sberle
Io: aprila bene. così
Stranger: non voglio…
Io: sì che lo vuoi, sei una troia da monta, adesso ti piscio in bocca
Stranger: si fallo
Io: perché lo hai sempre desiderato come la puttana che sei
Stranger: sii
Io: brava Alessia quanto sei porca …
Stranger: sogno di esserlo.. ma non ho il coraggio
Io: subito dopo averti pisciato ti scopo però come ti stavo descrivendo ..
Stranger: inculami ti prego
Io: puoi esserlo, se hai questi desideri, basta incontrare l’uomo giusto e reallizzarli…
Io: aspetta, dopo…
Io: prima
Io: ti scopo da dietro e inizio a metterti il dito pollice nel culo …
Io: prima solo quello
Stranger: grazie…. mi hai fatto venire
Io: poi ti faccio prendere in bocca tutte le altre dita della mia mano destra
Io: prego, è stato un piacere …
Stranger: era quello che volevo
Io: Alessia sei una gran troia, realizza le tue fantasie, non te ne pentirai

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Giorgia, la manager che diventa mia schiava 2

chi mi volesse contattare può scrivere a padrone29@gmail.com

Qualche giorno dopo Giorgia sarebbe dovuta partire per le vacanze, come ogni anno quindici giorni in un campeggio di Rimini. Le ordinai che avrebbe dovuto stare in castità forzata per tutta la vacanza, ossia non poteva nè scopare col marito, nè masturbarsi, nè toccarsi, nè darsi piacere in alcun modo. Giorgia mi disse che per quanto riguardava il marito non ci sarebbe stato nessun problema, invece il divieto anche di toccarsi e masturbarsi sarebbe stato molto duro data la mole di bei ragazzi che popolavano quelle spiaggie e che spesso la eccitavano e quindi di notte cercava di sfogarsi con la masturbazione. Le risposi che non mi interessava e che doveva obbedire, lei con un gesto del capo quasi rassegnata disse di si. Le dissi però altre due cose che la mia ragazza aveva una casa vicino a Rimini e che quindi l’avrei tenuta d’occhio e che avrebbe dovuto indossare un costume bianco in quanto tutti avrebbero dovuto vedere la sua eccitazione montante se si fosse manifestata. Anche a questa richiesta mi fece di si con un gesto del capo al quale io sbottai dicendo che una schiava deve provare entusiamo ad obbedire al suo padrone e che avrebbe dovuto dire grazie padrone che si occupa della mia educazione. Giorgia ormai rassegnata affermò quanto gli avevo ordinato di dire.
Partita per le vacanze i primi giorni passarono come nulla fosse tra attività sportiva, giochi a carte e le classiche attività ludiche che si fanno in campeggio. Dopo qualche giorno però la castità forzata si faceva sentire e si vedeva Giorgia fare spesso la doccia, spesso fredda, la si scorgeva poi spesso camminare avanti e indietro nervosamente per la spiaggia segno che la sua resistenza cominciava a diventare sempre più difficile.
Per metterla ancora di più alla prova decisi di assoldare un mio amico palestrato affinchè la provocasse, questi stette al gioco e si divertì anche molto. Faceva finta di essere un semplice bagnante che passava di là e si fermava a guardarla puntandola sia con sorriso ammicante, sia puntandole le tette. L’astinenza forzata che ormai durava da una settimana e la non soddisfazione sessuale che provava in precedenza col marito furono un mix pazzesco: assistetti a un tipo di scena che non avevo mai visto, quando il mio amico la puntava si vedeva lo slip bianco del costume di Giorgia inumirsi dei suoi umori e lei imbarazzata tra le risatine dei spiaggianti, del marito e delle amiche andava a cambiarseli piena di vergogna.
Questa cosa proseguì per giorni e la sensaibilità di Giorgia a queste provocazioni diminuiva di giorno in giorno a un certo punto bastava che qualsiasi uomo mediamente piacente la guardasse negli occhi che si vedeva inzupparsi lo slip con i suoi umori intrisi di eccitazione.
Quando mancarono due giorni al ritorno a casa mi mandò un sms implorando pietà, dicendomi che non ce la faceva più descrivendo quelle scene che già conoscevo, ma le dissi che non se ne parlava proprio, allora lei mi chiese quale sarebbe stata la punizione in caso non fosse riuscita ad obbedire e ovviamente le dissi che sarebbe stata una sorpresa, che non glielo avrei potuto dire, ma sarebbe stata molto severa e si sarebbe pentita amaramente di quello aveva fatto permettendosi di disobbidre al suo padrone.
Il giorno dopo venni a sapere che aveva disobbdito al mio ordine della castità forzata, che non ce l’aveva fatta, poi lei con gesto di sincerità che apprezzai lo confessò in un sms chiedendomi pietà. Le dissi che non se ne parlava proprio e che al ritorno dalle vacanze sarebbe dovuta venire a casa mia con una spugna di ferro di quelle che si usa per pulire le pentole strumento col quale sarebbe stata punita.

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L vacanza parte 3

Mi sveglio verso mezzogiorno, so che sarà un giorno impegnativo, ed inizio i preparativi. L’hotel mi recapito una lettera da parte di Nico: “passiamo a prenderti alle 8 troietta, fatti trovare pronta e carina, prima del tuo ritorno a casa, vogliamo averti ancora nostra”; ci sono alcune foto dentro, ci sono loro tre in piedi, con me distesa sul pavimento senza sensi, e il buchetto dilatato, che “vomita” il loro seme..
“oh dio” penso, allora è vero, hanno continuato due sere prima, nonostante non fossi più in me, hanno continuato a scoparmi, come fossi una dannata bambola. Ma chi ha s**ttato quella foto? La mia domanda riceve subito risposta, capita tra le mie mani l’ultima foto, dove si vede un uomo di colore, mentre mi sta penetrando, ed il mio viso in una smorfia, impossibile ricordare se di piacere o di dolore. Sono le 2 di pomeriggio, non so che fare, ma cosi mando giù un po del prosecco disponibile nella mia camera e mi decido: farò questa cazzata, prima di ripartire.
Passo il pomeriggio a preparare il mio corpo, aggiustando ogni piccolo particolare, li voglio.
8 meno 5 io pronta, abito lungo stavolta, spacco raso coscia, calze con reggicalze lievemente visibile, trucco azzurro/verde, mi guardo allo specchio e mi piaccio, e poi quelle scarpe, mai messe prima, chiuse ma con lieve apertura sul davanti, tacco 15, e aperte sul tallone con fascia sulla caviglia. Bussano alla porta, “chi è” chiedo, “Sebastian” dice lui.
Apro lui mi guarda, entra in camera, mi sta mangiando con gli occhi, “sei davvero magnifica” mi dice, mentre si avvicina; con un abbraccio passa dietro la mia schiena e portandomi a lui mi bacia, poi mi sussurra “andiamo che è tardi”, io sono gia eccitatissima. Mentre scendiamo in ascensore, lo vedo dietro di me nello specchio, che osserva il mio sedere. C’è una limousine ad aspettarci, entro mi accomodo, e chiedo “dove andiamo”, lui subito “beh andiamo fuori città a casa di un amico, vedrai ci si divertirà”. Il viaggio dura una mezz’oretta, raccogliamo anche gli altri 2, si parla del più e del meno, tanto per passare il tempo. Infine prendiamo anche il ragazzo di colore, si chiama Mbobo, e non posso fare a meno di notare quanto sia grande, enorme e possente.
Si arriva fuori città, una villa di campagna, messa non troppo bene, ma accogliente; io ho bevuto a bordo, presa dall’ansia, e dall’emozione: so che sarà un esperienza estrema, unica ma estrema. La cena passa in fretta, ed ad un tratto è proprio Mbobo a prendere l’iniziativa: arriva alle mie spalle, e poggia il suo membro su di me lasciandolo scendere sul mio petto, è enorme, davvero enorme, lungo ma anche dannatamente largo. Senza pensarci, lo lecco, mentre gli altri guardano incuriositi, passo la mia lingua su quell’affare e sento quanto davvero sia potente, lo sento pulsare dannatamente. Sebastian interrompe tutto “sai stasera vorremmo invitare delle persone, nostri amici cari e fidati, e scoparti tutti assieme, saremo oltre 20 persone” tra l alcole l’eccitazione dico “va bene, rompetemi, distruggetemi, fate di me ciò che volete. Lui si alza ed invia qualche sms, mentre io decido di succhiare quell’affare nero, duro, pieno di nervature dure come il marmo. Il tempo passa, e tra una succhiata e l’altra la casa si riempie di persone, mi portano in una stanza, e sempre Seb mi dice “vogliamo sia violento, senza limiti, ti senti pronta?” ed io “si”. Uno di loro si avvicina e mi mette le manette, serrate strette, a parte i miei “amici” non conosco nessuno e non mi importa; voglio solo essere la loro troietta da sballo. Un altro si avvicina e mi bacia, stringendo i miei seni tra le sue mani, ma ecco l’inizio della mia fine. Sento mani dappertutto, il mio perizoma viene disintegrato, e le loro lingue sul mio corpo. Non ci sto capendo nulla, non posso oppormi. Il tizio che mi stava baciando, porta la mia bocca sul suo affare e chinandomi li vedo, tutti la a massaggiarsi, qualcuno infila una massiccia dose di lubrificante nel mio sedere, e vi penetra immediatamente. I suoi colpi sono veloci, irruenti, quasi furiosi, e il dolore iniziale si tramuta in un piacere continuo, e pulsante. A turno si danno il cambio sia con la mia bocca che col mio posteriore, ed io godo come una matta, gemo e tento invano di emettere suoni, mi toccano ovunque, giocano col mio membro, non ci capisco più nulla. Ma con la coda dell’occhio vedo i miei amici distanti, loro aspettano e si godono lo spettacolo, so cosa vogliono, vedo nei loro occhi quasi disprezzo per me; mentre tutti si limitano a scoparmi in ogni modo, loro vogliono la sottomissione, la tortura.
Qualcuno inizia a venire, mi riempie, e si scosta, qualcun altro scarica nella mia bocca. Passa qualche tempo e mi ritrovo seduta, ansimante, osservo sul pavimento il seme che avevo dentro, spargersi lentamente, ne ho ingoiato altrettanto, e sono su di giri; un tizio avanza, si china e inizia a masturbarmi compiaciuto, e in pochi secondi io vengo, e lui indirizza il mio spruzzo su di me, caldo e abbondante. “non male come prima” dice qualcuno “ma adesso la troietta sa cosa l’aspetta?” interviene Sebastian “ve l’avevo detto è brava, ma siamo qui per spingerla al limite, e una scopata di gruppo non è un limite” io ancora con le mani legate osservo e ascolto tentando di immaginare cosa vogliano farmi. “vorremmo tu ci dessi il permesso di abusare del tuo corpo brutalmente” dice “non solo scopandoti, ma facendoti del male vero, te la senti?” io mi guardo attorno, poi fisso lui e dico “fate di me ciò che volete, ci sono dentro e non mi tiro indietro, volete picchiarmi? Volete umiliarmi? Non è la violenza a spaventarmi, ma il terrore di vivere senza rischiare”. Tutti mi guardano con approvazione. Seb mi aiuta ad alzarmi e mi portano in una stanza abbastanza grande, cè di tutto dentro, da una croce, a diverse corde, oggetti metallici vari, un sybian, e vari strumenti di tortura che non saprei nemmeno definire. Mi legano alla croce ad “X” mi infilano una ball in bocca, e seb mi sussurra “ora urlerai, e vorrai scappare, se vuoi tirarti indietro fallo adesso, o mai più” io prontamente dico “mai più”. Lui strappa il mio vestito, afferra i miei seni e li stringe tirandoli con forza, tento di urlare, ma lui non molla, anzi prende i miei gioielli e strizza anche quelli. Una lacrima di sforzo segna il mio viso, ma sto bene. Lui si scansa ed un uomo bassetto si fa avanti, mi colpisce in volto, e poi sferra un pugno poderoso sul mio seno destro… mi manca il respiro… ma mi piace cazzo. Continua…