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Io, Mio Zio E La Doccia

PARTE 1
La seguente è una breve storia, sta alla vostra immaginazione scoprire se trattasi di fatti realmente accaduti o pura fantasia…

Ho quasi 37 anni, mi ritengo un eterosessuale di larghe vedute e ho sempre amato i corpi nudi delle donne. Sin da piccolo ero attratto dalle grosse tette, i miei sogni erotici allora vedevano come protagoniste Samantha Fox, Sabrina Salerno o Debora Caprioglio; quanto amavo il pelo e le donne dalle fattezze mediterranee!.
Quella che vi voglio raccontare però, e non so perchè lo faccio, è una strana esperienza che accadde parecchi anni fa, che mise in dubbio alcune mie sicurezze. Ero un adolescente in una delle ultime vacanze estive con la mia famiglia. Ci vennero a trovare una coppia di zii e passarono con noi qualche giorno. Una mattina, uscendo dall’acqua, mi avvicinai allo sdraio dove c’era mio zio Paolo, girai dietro, vicino all’ombrellone per prendere un asciugamano e l’occorrente per fare la doccia e l’occhio mi cadde sul suo corpo. Mentre afferrai l’asciugamano dalla borsa vidi lui che con una mano si stava sistemando il costume, alzandolo abbastanza da farmi vedere tutto. Vidi il folto pelo nero e il suo pisello a riposo, gli diede una sistematina e poi sferrò un potente colpo di tosse.
Gli dissi che andavo a fare la doccia e lui mi chiese di aspettare, che sarebbe venuto con me. Una volta preso l’occorrente, andammo a fare l’interminabile fila per entrare nelle cabine doccia, e una volta arrivato il suo turno mi invitò ad entrare con lui. Io rifiutai più volte, dissi che sarei entrato dopo di lui, ma data la sua insistenza, e soprattutto visto che le gente intorno a noi ci stava fissando, decisi di entrare lo stesso anche se mi vergognavo.
Appena dentro, zio Paolo ironizzò con il suo solito sarcasmo, dicendomi che eravamo entrambi uomini, che non c’era nulla di cui vergognarsi, e che avremmo fatto sicuramente prima a lavarci insieme. La cabina, oltre che minuscola, era anche un pò scassata, eravamo troppo stretti e non c’era neanche un posto su cui poggiare lo shampoo o il sapone, così mi chinai ad appoggiare asciugamano e occorrente a terra e, quando alzai lo sguardo, vidi a pochi centimetri da me il cazzo di mio zio che, senza alcun indugio, si era già tolto il costume e aveva aperto l’acqua. La visione ravvicinata durò pochi secondi ed io imbarazzatissimo mi alzai il più velocemente possibile. Il problema fu che lo spazio lì dentro era davvero troppo piccolo per due persone, in più l’avere un uomo completamente nudo quasi attaccato a me
mi fece arrossire. Cercai di non darlo a vedere e mi girai dandogli le spalle, non mi tolsi il costume, anche se mio zio mi invitò a farlo più volte. Volevo fare il più velocemente possibile ed andarmene, ma mio zio mentre si lavava e canticchiava sembrava volersela prendere comoda. Per forza di cose, ci trovammo ancora uno di fronte all’altro, lui, come se niente fosse, si insapò il cazzo che non era più a riposo come prima, non era neanche eretto, era un via di mezzo diciamo. Se lo menò con naturalezza, guardando in alto ed io devo ammettere che per qualche istante glielo fissai. Poi finì e mi invitò a lavarmi, cercando di lasciarmi il posto vicino allo spruzzone della doccia. Passandomi vicino, quasi ci incastrammo, io mi spostai di spalle, lui ovviamente frontale, ci ritrovammo così a strusciarci contro, io sentii sia la sua pancia che il suo pene scivolarmi addosso per qualche secondo, poi raggiunsi la posizione e iniziai a lavarmi. Mi rimproverò simpaticamente dicendomi che non era possibile fare la doccia con il costume addosso, mi chiese anche se volevo che uscisse, ma alla fine, per non fare la figura del pivello, mi tolsi il costume velocemente e sempre dandogli le spalle iniziai ad insaponarmi. Non so se mi stesse guardando o meno,
la mia percezione fu che lo stesso facendo, ma continuai comunque a fare quello che dovevo fare. Mi imbarazzai ancora di più quando mi accorsi che il mio pisello in quel momento era davvero minuscolo, tutto ritirato ed un pò raggrinzito, sembrava quello di un bebè, dannata acqua! Penso in quell’istante di essere diventato ancora più rosso; non so cosa mi imbarazzasse di più, se l’essere nudo davanti a mio zio, l’aver visto il suo cazzo barzotto spuntare dal cespuglietto nero a pochi centimetri da me, oppure ancora, l’avere un mini pisello da nascondere per non essere deriso. Finita la doccia girai lo sguardo e vidi che finalmente si era rimesso il costume, cercai di asciugarmi e di rivestirmi il più velocemente possibile, ma per quanto provai a starci attento, incrociai il suo sguardo e mi accorsi
che mentre mi tirai su il costume lui vide il mio pistolino. Uscimmo da quella piccola cabina e vidi che la gente ci guardava in modo strano, infondo pensai anch’io che non era così normale vedere due uomini, o meglio un uomo ed un ragazzo uscire insieme dalla stessa doccia, poi però pensai che ci avrebbero potuto scambiare per parenti e questo un pò mi rassicurò.

PARTE 2

Passò un giorno e quello che era successo mi sembrò solo uno strano episodio a cui non dare troppa importanza; arrivò così la sera successiva, due giorni prima della partenza dei miei zii. Non avevo voglia di uscire ma riuscii lo stesso ad ottennere a fatica il permesso di rimanere nell’appartamento a guardare la tv. All’ultimo anche zio Paolo decise di starsene a casa, disse che non aveva ben digerito; così quella sera con mia zia uscì il resto della famiglia. La prima parte della serata si svolse in maniera tranquilla, io me ne stavo spaparanzato sul divano con canotta e costume a guardare la tv mentre mio zio era in bagno a fare la doccia.
Poi arrivò il secondo “contatto” che mi colse ancor più di sorpresa. Finito di far la doccia, zio Paolo mi raggiunse in soggiorno con addosso solo i boxer del costume, mi invitò a fargli spazio e si sdraiò dietro di me sul divano, Gli dissi che c’era troppo poco spazio per due persone e che gli avrei lasciato il posto, ma ancora una volta lui insistette affinchè tutti e due ce ne stessimo sdraiati su quel minuscolo divano.
Non passò molto ed inizio a farmi dei discorsi strani, che ancora oggi non ricordo letteralmente, in quanto un pò vaneggianti. Fu qualcosa riguardo all’essere uomini che hanno dei particolari bisogni, sul fare delle cose e mantenersele per se, una frase che ancora ricordo fu qualcosa del tipo: “Quello che faremo in questi giorni noi due, rimarrà sempre e solo fra noi due, nessun altro dovrà mai saperlo, per nessun motivo”. Tornò in me quel senso di imbarazzo, ricordo che all’inizio non riuscii a dire o a fare niente, lui mi continuò a ripetere di lasciarlo fare ed iniziò a massaggiarmi delicatamente la schiena fino ad entrare sotto il costume. Ero di spalle, ma percepii chiaramente che mentre esplorò il mio culo con una mano, con l’altra si accarezzò l’uccello sotto i suoi boxer.
Ad un certo punto si fermò, si alzò e si mise proprio di fronte a me, Fui in grado di vedere per bene la sua erezione sotto il costume proprio a pochi centimetri dalla mia faccia. Mi disse: “Non ci deve essere nessuna forzatura e dobbiamo essere in due a volerlo. Se anche tu lo vuoi abbassami il costume!”. Ci furono diversi secondi di silenzio ed imbarazzo, io fissai il suo pacco davanti a me, senza saper bene cosa fare o cosa dire e sentii di essere arrossito in volto. Non dissi niente e rimanendo sdraiato afferrai con due mani i lati dei boxer sui fianchi e con una sola mossa glieli abbassai di colpo, facendo fuoriuscire il cazzone ben armato dello zietto che mi puntava bello dritto, incorniciato dal solito cespuglietto nero. Glielo fissai per un pò, senza paura, questa volta non mi fregò che lui mi stesse guardando. Notai prima il piccolo buchino dinanzi a me, poi la consistenza della cappella e la lunghezza notevole di quel pisellone, io volli quasi toccarglielo ma mi anticipò, menandoselo e scrutando la mia reazione. Continuai a fissare il suo cazzo e senza mai distogliere lo sguardo gli dissi: “Se vogliamo giocare va bene, ma niente penetrazione”, lui annuii e mi chiese se volessi sederglisi sopra. Feci di si con un cenno e mi alzai così che lui si potesse accomodare. Gli diedi la schiena e mi sedetti sopra di lui, proprio sopra il suo arnese. Facemmo un pò di avanti e indietro per stabilire un contatto, lo zio fece per sfilarmi il costume da dietro ma io lo fermai con le mani. Mi disse che se volevo sentire la consistenza avrei dovuto togliermelo, così mi alzai leggermente e gli permisi di abbassarmi il costume, mi risedetti sul suo pene e poi me lo sfilai del tutto. Ci ritrovammo così completamente nudi, uno seduto sopra l’altro ed entrambi con il cazzo in tiro. Continuammo a muoverci e a sfregarci, io sentii il suo arnese in mezzo alle chiappe, che puntava dappertutto e decisi di lasciarmi andare. Mi chiese se poteva toccarmelo e io glielo feci fare. Si dedicò al mio membro con particolare cura e amore. Lo afferrò con forza ma non mi fece male ed iniziò a muoverlo, prima piano e poi sempre più velocemente. Misi le mani sotto il mio culo per saggiare in prima persona la grandezza del suo cazzone. Gli scivolai di fianco e glielo afferrai per bene con due mani. Era davvero grande, tanto che non bastarono due mani per afferrarlo tutto, ne avanzò un bel pezzo! Me lo fece trastullare per un pò poi, sempre uno di fianco all’altro, ci masturbammo a vicenda. Fui io il primo a venire, lui mi invitò a farlo godere con il culo, mi appoggiò la grossa cappella all’ano cercando l’entrata, ma su quello ero stato chiaro, “nessuna penetrazione”. Gli appoggiai quindi il pene tra le mie chiappe e continuai a fare avanti e indietro, sempre più velocemente, fino a che sentii che ansimante mi annaffiò il didietro. Mi chiese di mettermi chinato a novanta con la faccia sul divano e io lo accontentai; quando mi ritrovai con il culo in aria, lui si mise a giocare con le dita spalmandomi il suo sperma intorno all’ano. Trasgredì poi alle regole infilandomi a tradimento l’indice nel culetto, cosa che mi fece arrabbiare e decretò di fatto “la fine dei giochi”. Lo rassicurai sul fatto che non fossi arrabbiato e che quello che avevamo fatto non lo avrebbe mai saputo nessuno. Gli chiesi però, e su questo fui categorico, che la cosa non si sarebbe dovuta ripetere. Lui annuì e così andammo a lavarci.
Facemmo per la seconda volta in 2 giorni la doccia nudi insieme, solo che questa volta ci fu meno imbarazzo ma allo stesso tempo un pò di tensione per il probabile imminente rientro della famiglia. Fortunatamente fummo prudenti e quanto tornarono i nostri cari facemmo finta che nulla fosse accaduto.

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La telefonata rivelatrice

Ben era rientrato velocemnte a casa perché aveva bisogno di un documento. Lascia in strada l’ auto per non perdere tempo a metterla in garage, dovendo subito rientrare al lavoro. Ha l’ufficio nel seminterrato e appena dentro inzia a cercare nei suoi faldoni. Sente la voce di sua moglie che mentre rientra in casa da lavoro sta parlando al telefono con qualcuno. Ben non capisce subito le parole della moglie ma poi una volta entrata nella villetta le sue parole diventano distinte. Sta parlando con la sua amica Lucia.

“Guarda Lucy,” sta dicendo Gianna: “Un portento! non smetterebbe mai.. Mi sta sempre addosso… AH, ma io gli tengo testa eccome! Deve copire bene che donna sono io, mica quelle sciacquette della Cristina e della Luisa… Con me ha trovato pane per i suoi denti il bello!” poi un pò di silenzio e riprende: “In pausa pranzo me lo sono tirato in ufficio e gli ho fatto una pompa che non ti dico… Veloce ma di quelle che… Ma lo sai che il porco ha voluto il culo al volo?…. Si si non resiste, gli piace la donna culona e con me di culo ne ha a volontà! Ahahahahaha. Dai Lucy, sono a casa, mi spoglio e poi ti richiamo… Ma certo che avevo paura che ci beccassero; ma sai com’è! la fortuna aiuta i coraggiosi ahahahah. Insomma una sveltina di culo: jeans e slip alle ginocchia, mi sono messa a 90° e via! in mezzo minuto m’ha riempita, il porco…. Con quella sua faccia da eterno bambino ci tromba tutte… Ah, ma con me se crede di farmi con una botta e via si sbaglia… Sai da quand’è che me la tiro?… Due mesi che ci prova e che mi smania dietro… Si si, ahahahah. Dai lasciami andare che mi doccio” Ben sente i passi di lei coi tacchi, poi sente che lei si toglie le scarpe e cammina nuda sul pavimento. Ne sente i passi che vanno verso la camera poi in bagno. La sente pisciare con uno scroscio e anche scoreggiare; poi sente lo scroscio della doccia. Lui è fermo, allibito, sconcertato, confuso. Non ha ancora realizzato in tutta la sua dimensione che sua moglie lo cornifica con un collega, ma con chi? Chi è lui? Non sa cosa fare: salire in casa e fare una tragedia? uscire pian piano e rifletterci sopra? Non sa decidersi. E’ sotto shock. Confuso, umiliato. Si sente le gambe deboli. ‘Oddio, sono cornuto.., Mi fa le corna… Mi tradisce… Che troia!!’ Sente di non avere la forza di affrontarla. Si sente fuori posto. Poi si riprende un pò e sente di voler piangere. Cerca di res****re. Vuole scappare di li. Esce con cautela dalla villetta. Monta in auto e si avvia. Ora può piangere, sfogarsi. Geme, si lamenta. Non sa bene dove andare. Si ferma a un bar e beve due bicchieri di vino di seguito, poi riparte.
Mntre guida senza meta, un pò stordito dal vino, squilla il cellulare. Vede che è sua moglie. Non risponde. Sua moglie riprova e riprova. Infine lui prende il cellulare e risponde. Sua moglie gli fa una sfuriata perché non le ha risposto subito. Lui balmetta una scusa. Lei sente che lui ha qualcosa e cambia tono. Cerca di sapere. Lui inventa una scusa di lavoro. Lei è perplessa ma accetta e si infoma di quando rientrerà. Poi si salutano.
Gianna deve scendere nel seminterrato. Davanti alla porta semichisa si blocca. Teme che qualcuno si sia introdotto. Poi si fa coraggio e entra. Vede che non c’è nessuno e si tranquillizza. Poi vede le carte che suo marito ha consultato sparse sulla scrivania. ‘Stamani non c’erano…’ pensa. Ne è sicura. Dunque suo marito è rientrato… Ma quando? Le prende la paura: non avrà mica udito la telefonata? Pensa e ripensa… Forse si, forse no. Prende il cellulare e lo chiama: “Dove sei?… Bene… Senti, ma sei tornato a casa?… Come perchè! hai lasciato la porticina aperta!… Ma come non si stato tu!… E chi allora?… Ah! sei rientrato allora… e a che ora?”. Lui evidentemente balbetta qualcosa che a Gianna, che lo conosce bene, fa intravedere la realtà: suo marito ha sentito e ora sa di essere cornuto. Ma Gianna è una donna che ragiona e pensa che se suo marito non è salito su a fare casino vuol dire che la la cosa può gestire. Lei sa di essere dominante su di lui… Ammettere tutto o negare tutto inventando una frottola? Decide di aspettare cosa dirà lui e comportarsi di conseguenza.
‘Eccolo, è lui’ pensa Gianna sentendo suo marito rientrare. Lo guarda attentamente e legge subito le sue emozioni. Lui non la guarda direttamente, si vede che non sa come affrontare la faccenda. E’ rigido e si muove piano, le sta lontano. Gianna capisce che deve agire. Gli va inconto e lo prende con le braccia guardandolo fisso negli occhi. Lui tenta di guardare oltre ma lei lo scrolla costringendolo a guardarla. Ora sono occhi negli occhi e in quelli di lui iniziano a sgorgare le lacrime. Diventa rosso per reprimere il pianto. Lei lo toglie dall’imbarazzo tirandolo a se. Lo stringe e lui inizia a singhiozzare. “Hai sentito tutto, vero?” gli sussurra lei all’orecchio? Lui singhizza forte: “Si.. SI!! TROIA! SI!!” le grida singhizzando forte. Ginna però conosce suo marito e lo lascia sfogare. Non replica, non ribatte, non si difende. Pian piano i singhizzi di lui si placano e le offese cessano. “Perché!?… Perché!?… Perché mi hai tradito?… Perchè?” Lei lo tiene stretto a se; lui cerca di sottrarsi alla stretta ma lei lo tiene con tutte le forze. “Ti amo! Ti amo! Amo te, solo te!” gli dice lei con voce dolce ma ferma: “Solo te, capisci?” e lo scuote un pò per fargli alzare lo sguardo. Lui ora la guarda e lei vede i suoi lacrimoni. Gli fa un pò penna. Si allunga per dargli un bacio sulle labbra ma lui le sfugge, volta la faccia, la rspinge, le dice no no. Lei insiste e seguita a sussurrargli dei rassicuranti ti amo. Lui scuote la testa, si schernisce. Ora la voce di lei si fa dolce mentre gli sussurra i suoi rassicuranti ti amo. Infine lui cede alla bocca di lei che cerca la sua. Lei dentro di se sente prossima la vittoria. Unisce le labbra alle sue e preme con la lingua sulle sue labbra chiuse. Si stacca un attimo e gli dice perentoria ma dolce: “Baciami!” Lui cede e la lingua di lei entra trionfante nella bocca di lui. Lui non reagisce, ma lei sa come fare. Alla fine le lingue si sfiorano, si premono, si cercano, si frunano. lui si abbandona al bacio di lei che ora avanza verso la vittoria. Lei lo spinge verso il divano e lui ci si siede con lei vicina. Sempre bocca a bocca lei inizia a spogliarlo. Lui si lascia fare. E’ bravissima a spogliarlo tutto senza staccarsi da lui. E… Miracolo!! Lui ha l’ erezione. Una erezione che da tempo Gianna non vedeva. Glielo afferra, glielo stringe, glielo masturba: il pene di Ben è rigido come non lo è stato mai. Lui geme senza staccare la bocca da quella di lei. Il loro bacio più lungo da quando si conoscono. Ora lei si è smutandata e spinge lui facendolo distendere. E’ eccitata anche lei e ha la vulva fradicia di umore. Gli è subito sopra e sempre dandogli tanti baci sulla bocca e su tutto il volto prende il membro e se lo infila dentre. E’ cosi bagnata che il pene di Ben piuttosto poiccolo, le esce due o tre volte. Ma lei subito se lo riabbocca e inzia a trombarlo. Lui ora da sotto la guarda negli occhi. Lei lo riguarda. Lui vede il volto di sua moglie sconvolto dal piacere e non regge: sobbalzando sul divane, gemendo forte, le viene dentro. Lei non è ancora pronta per l’orgasmo ma lo finge; lo finge talmente bene che lui le crede. Si sente quasi orgoglioso di se per riuscire a far godere così sua moglie. Lei si affloscia su di lui e tutti e due col fiatone stanno uno sull’altro. Lei ha vinto. Ora c’è a gestire il dopo.
Quello che ora Gianna sa è che lui ha accettato le corna. Quello che lui non sa è che le corna non solo ci saranno ancora ma che ne trarrà piacere perché le corna hanno creato fra loro una nuova e diversa realtà trasgressiva.
Si siedono e si guardano. Lui ora quasi quasi non vorrebbe neppure parlarne delle corna, troppo bello è stato il loro momento d’amore. Ma lei no. Lei vuole creare una situazione stabile: vuole in cazzo dell’amante e la condiscendenza del marito cornuto e contento. Inizia a spiegargli che l’uomo in questione è una persona che conta in Azienda e che dandosi a lui ha difeso il suo posto di lavoro, messo a rischio da due colleghe invidiose che con le loro lusinghe rivolte al Capo volevano metterla fuori gioco. Anni di lavoro sarebbe saltati, persi. Ma lei ha sfruttato il fatto di piare a lui per fregarle. A lei Gianna, di Marco, il Capo, non interessa proprio niente dice a Ben. La vita è una guerra e in guerra tutto è lecito, gli dice. Il loro benessere ne avrebbe risentito. “Potevi parlarmene…” Sussurra Ben sconcertato ma già avviato sulla via del crederle. “No!” Io ti amo più della mia vita e non avrei mai voluto farti soffrire. Non c’è di mezzo il cuore quendi avresti solo sofferto… Capisci?” Ben annuisce. “E’ fatta!” pensa Gianna. “Sai,” aggiunge: “Che lui va pazzo per il mio culo e che con questo lo giro e lo rigiro come voglio?” Poi aggiunge spregiudicatamente dei dettagli intimi. Incredibilmente questa sincerità Ben non se l’aspetatva e la valuta come una prova di verità. Si sente tranquillo ora che sua moglie gli convessa i dettagli intimi di ciò che fa con la’amante. Gianna racconta che lui la tromba di continuo mentre le altre due ‘troie’ ora che ha lei le tratta male. Aggiunge che una volta lei lo ha trascinato in bagno e gli ha ha dato il culo, e mentre lui la inculava gli ha chiesto di mandarle in un’altra sede. Lui preso da piace e dall’orgasmo le ha promesso che lo avrebbe fatto. Ben ebbe una sopresa: una nuova l’erezione. Mai aveva avuto due erezioni così vicine. Gianna vide a capì. Gli afferrò il membro e prese a masturbaglielo mentre gli raccontava dettagli sempre più intimi. Lo sentiva gemere di piacere. Ben aveva la testa buttata indietro e mormorava dei si.
“Amore, se vuoi che smetta con Marco io smetterò… Lo vuoi?…” Il no di lui giunse subito, poi aggiunse: “Si si, voglio che seguiti… Ho capito che ami me… Che lo fai per vendicarti delle tue colelghe” Gianna lo masturbava con maestria. Conosceva bene qul cazzo modesto. Con quello ora teneva in pungno suo marito e lo portava a desiderare le corna.

“Voi che ci trombi con Marco, vero amore?”

“Su si” mormorava lui annuendo.

“Vuoi che gli dia il culo e che lo spompini per poterlo usare come piace a me, vero?

“Si si” seguitava a sussurrare lui.

“Sei felice con me, vero amore, anche se faccio la troia con Marco?”

La risposta di Ben fu un lungo si, mentre si scuoteva convulsamente sotto l’orgasmo. Il suo primo orgasmo da neo-cornuto contento.

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

Rimase una ventina di secondi cosi’, sentivo la sua presenza dentro di me, e sentivo anche i muscoli dello sfintere rilassarsi ed il bucheto dilatarsi, poi sputo’ di nuovo sul mio buco del culo e tiro un attimo fuori la cappella. Si avvicino con la sua testa tra le mie cosce e comincio’ a leccarmi il buco del culo. Sentivo la sua lingua entrarmi nel buchetto del culo mentre con la mano mi masturbava, e poi mi leccava le palle.
– You are my sissyboy, you are my little slut…..- mi diceva. – I wanna fuck your asshole……I wanna fill it with my load…..-
Mi lascio’ andare il cazzo e mi venne sopra da dietro, mise le sue mani sulle mie cosce , me le apri’ e diresse il suo cazzo verso il mio buchetto. Ci sputo’ sopra ancora una volta poi appoggio’ la cappella sul buco e spinse. Stavolta la cappella entro’ dentro tutta d’un colpo.

Comincio’ allora a spingere e ritirarsi con un lento andirivieni il suo cazzo mi penetrava per poi riescire piu’ duro di prima.
Mi meravigliai, mi piaceva, forse era quello che avevo sempre voluto e non lo sapevo. Il mio cazzetto diventava sempre piu’ duro mentre lui aveva ripreso a menarmelo quasi all’unisono con il suo cazzo.
– Hai un gran bel culetto, d’ora in poi sarai il mio sissyboy……ti inculero’ ogni volta che vorro’……e sono sicuro che lo vuoi anche tu, vero? –
Girai la mia testa verso di lui e lo guardai riuscendo solo ad annuire con la testa,non riuscivo a parlare, gli occhi erano semichiusi come se avessi fumato una canna, sentivo solo un gran piacere, sentivo il suo cazzo sfregare contro le pareti del mio sfintere e questo mi piaceva, cazzo se mi piaceva…… Sentivo crescere dentro di me un godimento estremo. Il suo cazzo mi stava sfondando il culo e mi piaceva, stavo per venire di nuovo.
– Vengo….vengo….sborro – gridai-
-Girati – mi disse -svelto, voglio che mi sborri addosso.-
Mi tolse il cazzo dal culo, mi girai, mi apri’ di nuovo le cosce e mi penetro’ tutto d’un colpo, mentre io emettevo un rantolo ed il mio cazzo gli sborrava fiotti di sperma sulla pancia.
Ancora piu’ infoiato, comincio’ a pomparmi il cazzo nel culo velocemente, mentre io continuavo a sborrare, poi fu la sua volta. Emise un grido che non aveva niente di umano, mi prese il cazzo in mano e spinse il suo tutto dentro il mio culo fino alle palle…poi sborro?.
Un fiotto caldo di sperma mi inondo’ il culo mentre lui continuava a pompare.
-Mi fai male….mi fa male…- gridai, ma lui non mi sentiva, continuava ad incularmi in preda ad un orgasmo incredibile.
– You are my slutty sissyboy…..I want your asshole just for me….-ripeteva e sborrava.
Lo sperma mi usciva dal buco del culo e mente lui mi inculava, il cazzo, che andava e veniva nel mio culo emetteva dei suoni simili a scoregge, poi mi si accascio’ sopra e rimasi cosi’ sotto di lui con il suo cazzo nel culo.
Ero sfinito e anche lui sicuramente. Piano Piano sentii il suo cazzo che si ammosciava e dopo qulche minuti scivolo fuori dal mio buco del culo insieme ad un fiotto di sborra misto ad un liquido marroncino.
Aveva esplorato le mie piu’ profonde intimita’ e ora era li’ accanto a me a pancia all’aria, con il suo cazzo moscio. Mi mise una mano sul cazzo, moscio anche il mio, e mi disse.
– D’ora in avanti sei mio…..nessuno lo dovra’ sapere…..quando vorro’ incularti….ti chiamero’ e troveremo un posto dove vederci. – e cosi’ dicendo si avvicino e mi diede un bacio in bocca.
Ancora una volta mi meravigliai e ricambiai il bacio infilandogli la mia lingua in bocca.
Non era la fine, era solo l’inizio.
(Alla prossima)

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La donna misteriosa (attenzione niente sesso!)

ATTENZIONE
Questo è un racconto molto diverso da quelli pubblicati in questo bellissimo sito. Vi avverto quindi che non troverete scene di sesso bensì una storia misteriosa che è nata per caso.
Infatti all’inizio volevo scrivere un racconto diverso molto erotico, con scopate continue e magari un’orgia ma quando sono arrivato a metà racconto mi sono accorto che i protagonisti non si erano dati neanche un bacio (sono proprio una frana). Sono stato anche tentato di riscrivere tutto ma quando ho riletto quello che avevo scritto … ho trovato la storia avvincente ed interessante.
Nella maggior parte dei racconti che ho letto il sesso è divertimento, è solamente il rapporto tra due o più persone che si godono (è proprio il caso di dirlo) la vita, ma nella realtà il sesso è anche amore. Ho deciso quindi di portare a termine il racconto senza neanche sapere come sarebbe finito. Vi ripeto quindi che non troverete scene di sesso e, di conseguenza, vi conviene scegliere un altro racconto se cercate solamente quello.
Dovendolo classificare per forza l’ho inserito nella categoria che si avvicinava di più anche se, ripeto, non c’è sesso nella storia.

Questa mattina tra le lettere della posta ho trovato una busta senza mittente cosa ormai quotidiana vista la storia che mi ha visto come protagonista.
In questo Stato, che considero ancora magnifico nonostante tutto, noi italiani abbiamo la bruttissima abitudine di mettere al rogo gente senza aspettare la conclusione delle indagini e qualora quest’ultimo risultasse innocente o peggio ancora parte lesa, come nel mio caso, il tutto viene archiviato da parte della stampa con quattro righe di scuse in quinta pagina rispetto ai i titoloni in prima pagina dei mesi precedenti che hanno ormai creato il mostro.
Purtroppo non tutti leggono quelle quattro righe e, di conseguenza, la nomea rimane e grazie a questa arrivano lettere anonime che promettono o richiedono vendette da parte di … ancora non l’ho capito.
Scusatemi se preso dalla frenesia non mi sono ancora presentato ma sono mesi che devo sopportare questo stillicidio oltre a cercare di dimenticare l’accaduto e pensare ad un futuro.
Mi chiamo Alessandro, sono nato a Milano trentacinque anni fa, lavoro presso una società farmaceutica e sono … single.
Non sono un vanitoso ma, permettetemi almeno questo, con il fisico da palestra che mi ritrovo, moro, occhi verdi, di bell’aspetto alto cm 190 devo dire la compagnia femminile non mi è mai mancata fino a … pochi mesi fa quando la mia compagna è stata trovata morta nell’appartamento in cui vivevamo insieme.
All’inizio si è parlato di furto, poi di suicidio ed infine di omicidio passionale con prove così schiaccianti verso di me che nel giro di pochi giorni mi sono ritrovato chiuso in una cella del carcere nonostante dichiarassi assiduamente la mia innocenza.
Quest’ultima è stata provata, dopo quattro mesi, grazie ad un colpo di culo, per me, quando sono stati arrestati un gruppo di rumeni per furto e, dopo la confessione di uno di loro, omicidio della mia amata Anna.
Molte volte quando cammino per le strade mi sento osservato, vedo gente che cambia direzione pur di non incontrami, vedo quelli che consideravo amici nascondersi in vicoli bui ed aspettare il mio passaggio e questa è una cosa che fa male, molto male, quasi quanto la perdita della tua donna.
Lei sarà sempre presente nei miei pensieri ma … non c’è, non vive come non sto vivendo io ma … io respiro e vorrei tornare a vivere.
Apro la posta lasciando per ultima quella busta anonima indeciso se aprirla o no. Le prime volte ho sofferto tanto per queste lettere ma ora c’ho fatto il callo e mi lasciano indifferente. Alla fine l’apro quasi meccanicamente ed estraggo la lettera preparandomi a leggere quali mali mi sono stati augurati questa volta. Rimango colpito quando vedo che le due righe che compongono la lettera sono scritte a mano con una calligrafia femminile mentre di regola sono stampate. Le parole sono diverse da quelle che mi aspettavo e sono solamente “SE VUOI, UN’AMICA” seguite da un indirizzo email.
Accendo automaticamente il computer e di getto scrivo:
ciao, ho appena ricevuto la prima lettera gentile da oltre quattro mesi, la tua.
Ti ringrazio Alessandro
Invio l’email prima di pensarci due volte perché so che altrimenti non lo farei più.
Come tutte le sere ormai mi ritrovo a sgranocchiare qualcosa guardando la televisione senza seguire i programmi. Mi serve per rompere il silenzio che altrimenti sarebbe il padrone assoluto di questa casa che considero come una prigione, se non di più. Ho tolto tutte le cose che mi ricordavano Anna ma non ci sono riuscito perché quelle poche rimaste mi torturano la mente con lampi di ricordi.
Decido di accendere il computer per navigare in quel mondo telematico dove nessuno mi riconosce e dove posso curiosare su tutto quello che mi passa per la mente.
Noto con stupore che ho ricevuto una email, stupore che passa a meraviglia quando leggo il messaggio.
“VORREI ESSERTI D’AIUTO MA ALLO STESSO TEMPO NON HO INTENZIONE DI INVADERE IL TUO MONDO. SE VUOI UN’AMICA”
Chi sarà? Cosa vorrà dire? Sara sincera? Il fatto che si firmi “AMICA” fa presupporre che sia una donna ma potrebbe essere anche un uomo che si diverte.
Prendo la decisione di non rispondere all’email, facevo meglio a non rispondere neanche alla prima.
— ° —-
Sono passati due mesi e torno proprio ora dal dottore che parlando con franchezza mi ha comunicato che se non cambio vita la depressione mi porterà alla pazzia (le sue parole non sono state così crude ma il contenuto era questo).
Esco di casa per la prima volta da molto tempo per fare un giro al centro come facevo una volta con Anna. Un’occhiata veloce alle vetrine, un panino da Mc Donald, l’acquisto dell’ultimo libro del mio scrittore preferito e, senza accorgemene, mi ritrovo davanti al portone di casa con le chiavi in mano.
Prima di salire decido di noleggiare un paio di film in videoteca per far passare in modo più veloce il resto della serata.
Il negozio è deserto a parte la solita commessa bionda, molto carina, occupata a far quadrare la cassa e che al mio ingresso mi comunica che sta chiudendo.
Sul bancone ci sono due film appena restituiti e prendo la decisione di noleggiarli. Molte volte ho scelto dei film che o non mi sono piaciuti oppure non ho neanche visto quindi tanto vale tentare la fortuna.
“Sicuro?” mi risponde la ragazza con una smorfia che non riesco a decifrare e che, alla mia risposta affermativa, si trasforma in un malcelato sorriso quando me li consegna dopo aver fatto le dovute registrazioni.
Arrivato a casa mi impossesso della solita bottiglia di liquore, inserisco il primo DVD e mi siedo sul divano premendo contestualmente il tasto start.
Il titolo del film è “C’è posta per te” non l’ho mai visto ma i protagonisti, Meg Ryan e Tom Hanks, sono attori che mi piacciono. E’ una classica commedia americana, che in parte mi annoia ma, sarà per il “messaggio” del dottore o sarà per la bellezza dell’attrice che in parte assomiglia alla commessa della videoteca, riesco a vederlo tutto bevendo solamente due bicchierini di scotch e fumando (solamente?) una decina di sigarette.
Non avendo sonno inserisco il secondo DVD e … rimango con la bocca aperta quando scopro che è un film hard del genere amatoriale.
La sola vista del menù basta a eccitare il mio cazzo che è a digiuno da ormai diversi mesi. La prima reazione, a parte quella del cazzo, è quella di togliere quel film, spengere la TV, farmi un ultimo goccio ed andare a letto ma poi ci ripenso.
Vedere quelle scene di sesso fatte da gente comune è una tortura doppia in quanto l’eccitazione mi ritrovo ben presto con il cazzo in mano e, allo stesso tempo, ripenso a quando era Anna ad urlare i suoi orgasmi.
La conclusione di queste torture avviene quando, alla fine della prima scena, mi ritrovo con le mutande piene di sperma e con le lacrime agli occhi.
Il mio sonno è stato agitato, ho dormito veramente male, e quando al mattina mi alzo dal letto ho un cerchio alla testa che si restringe sempre di più.
Come un automa accendo il computer e scrivo tutto quello che mi passa per la mente inviando poi l’email all’unica persona che posso considerare vicina: AMICA.
“DOPO TUTTO QUESTO TEMPO TI SCRIVO QUESTA EMAIL PIÙ PER CURIOSITÀ CHE PER ALTRO. LA MIA VITA È SEMPRE UGUALE, NON È CAMBIATA, MA HO CAPITO CHE DEVO IMPEGNARMI A FARLO. LA PRIMA PERSONA A CUI HO PENSATO SEI STATA TU, FORSE PERCH… NON TI CONOSCO, NON SO CHI SEI, DOVE ABITI. SE NON TI DISTURBA, E SE SEI ANCORA DISPONIBILE, CERCHER“ DI SFOGARMI MANDANDOTI QUALCHE MESSAGGIO. ALESSANDRO”
Attendo con impazienza una sua risposta che non arriva se non il giorno successivo.
“LA MIA PROPOSTA E’ SEMPRE VALIDA. ATTENDO TUE NUOVE. UN’AMICA.”
Da quel giorno ci scambiammo almeno un messaggio al giorno (certo che quel film aveva segnato in parte la mia vita) all’inizio brevi e contenuti per arrivare poi a vere e proprie lettere. Non mi ha mai voluto dire chi è, “CHIAMAMI ROSA MA TI AVVERTO CHE NON È IL MIO NOME” mi ha risposto una volta alle mie continue richieste, ed abita nella mia stessa città. Da quello che scrivo ho intuito che forse ci conosciamo e che qualche volta la incontro, magari di sfuggita, ma non ne ho la certezza.
Altro segno che ha lasciato quel giorno, o meglio quella sera, è il fatto che ogni tanto vado da qualche prostituta per farmi una scopata.
E’ molto tempo che chiedo a Rosa di incontrarci o di darmi il suo cellulare per poter almeno sentire una volta la sua voce ma la sua risposta è sempre la stessa: “SI VEDRÀ”.
La sera ormai è impostata nel seguente modo: invio della email, passeggiata al centro, noleggio di un film a volte consigliato da Serena (la commessa biondina), lettura dell’email ricevuta, veduta del film accompagnato da un solo bicchierino e poi … a ninna.
Con Serena ho ormai fatto amicizia grazie anche alla figuraccia fatta quando ho riconsegnato i film noleggiati quella sera e qualche volta, scherzando, mi annuncia con un sorriso l’arrivo di nuovi film hard.
Mi dimenticavo di dire che ho cambiato lavoro trovando nella nuova azienda colleghi che, all’oscuro della mia storia, sono diventati miei amici facendomi riscoprire il suo significato.
Sto scrivendo per l’ennesima volta a Rosa ringraziandola per tutto quello che ha fatto ed ha significato, per ora, nella mia nuova vita concludendo il messaggio con la solita frase “ASPETTO CON ANSIA LA TUA RISPOSTA E SONO SICURO CHE MI PERMETTERAI DI CONOSCERTI PERSONALMENTE. CON AMORE ALESSANDRO”.
E’ la prima volta che le scrivo quel “con amore” ma ho capito che il mio sentimento è quello, che l’amo veramente, che sto struggendomi nell’attesa di conoscerla personalmente e che quando avverrà sarà ancora più bello.
Faccio un salto in videoteca più per fare quattro chiacchiere con Serena che altro ma vedo subito che oggi non è nella giornata giusta. Mi saluta con un freddo ciao abbandonandomi alla scelta del film nonostante nel negozio non ci sia nessuno e continuando a pigiare i tasti della tastiera con sempre maggior violenza. Incuriosito dal suo fare la guardo di sottecchi notando che, per la prima volta da quando sono cliente, oggi indossa una gonna al posto dei soliti jeans, è leggermente truccata, i capelli sembrano più corti e più curati, e porta ai piedi scarpe con tacchi a spillo.
Già precedentemente ero rimasto colpito dalla sua bellezza ma oggi è veramente uno schianto.
Quando arrivo al banco per noleggiare i film scelti Serena è obbligata a dare un po’ di respiro a quella povera tastiera per potermi servire. Mi auguro che il cattivo umore le sia passato ma è una speranza vana perché a momenti neanche mi rivolge la parola. Mi consegna velocemente i film e mi liquida con un “ciao” per ritornare subito dopo al computer.
Già ero nervoso del mancato arrivo dell’email di Rosa e l’inatteso comportamento di Serena non ha fatto altro che peggiorare la situazione. In due minuti sono anch’io davanti al computer per collegarmi ad internet e controllare la mia casella email dove trovo finalmente il messaggio di Rosa.
“ SONO RIMASTA COLPITA DALLA TUA EMAIL. VORREI INCONTRARTI MA ALLE SEGUENTI CONDIZIONI: SARAI BENDATO E LEGATO DA UNA MIA PERSONA DI MIA FIDUCIA. STAI SICURO, NIENTE SADOMASO. RESTO IN ATTESADI UNA TUA RISPOSTA IMMEDIATA. ROSA.”
Queste parole mi hanno colpito al cuore. Speravo si di incontrarla ma senza queste stupide condizioni. Cosa faccio ora? Se rispondo negativamente può darsi che non avrò mai più una seconda occasione.
“OK” Queste due lettere sono quelle che compongono la mia risposta nella speranza di non dovermene pentire.
“VAI AL BAR XXXXXX E ORDINA UN APERITIVO E POI VAI AL BAGNO. SARAI AVVICINATO DA UN MIO AMICO. FAI TUTTO QUELLO CHE TI DIRA’ ALTRIMENTI …”
Quando esca da casa sono emozionato come un adolescente alla sua prima esperienza e le gambe mi tremano. Eseguo alla lettera le indicazioni ricevute e, dopo pochi minuti che a me sono sembrati secoli, sono avvicinato da un ragazzo robusto che si presenta come Luciano. Rimaniamo nel bar per diverso tempo consumando un paio di birre a testa. E’ quasi mezzanotte quando usciamo dal bar ed entriamo nella macchina di Luciano.
Prima di partire vengo bendato e i miei polsi vengono legati dietro alla schiena. La paura iniziale è passata grazie anche all’atteggiamento di Luciano che è sempre stato molto calmo e … comprensivo. “Mi dispiace ma sono ordini di Rosa” mi ha detto con voce calma mentre mi bendava facendomi capire dal tono della sua voce il suo imbarazzo per questa messa in scena. Non so quanto sia durato il percorso, avendo perso la condizione del tempo, e neanche la direzione presa comunque finalmente ci fermiamo in un posto silenzioso (forse in campagna) dove vengo sbendato per entrare dentro una stanza di quello che mi è sembrato un villino. Sono ora seduto su una poltrona, di nuovo bendato, in attesa dell’arrivo di Rosa. Sento il rumore della porta che si apre e si richiude e quello classico dei tacchi a spillo che si stanno avvicinando.
“Rosa sei tu” che domanda cretina ho fatto ma avevo bisogno di rompere quel silenzio
“Ciao Alessandro, finalmente possiamo sentirci. Scusami per questo, mi dice mentre mi toglie la benda dagli occhi, ma è ancora presto per conoscerci veramente. Volevo vederti anche io senza però farmi riconoscere.” La sua voce è molto sensuale e calda ed anche lei è molto bella. Indossa un vestito da sera che mette in risalto tutte le sue forme. Sul suo viso c’è una maschera di carnevale che lo nasconde tutto.
“perché mi hai aiutato? Come hai fatto a conoscermi? Rispondimi, ti prego”
“ci conosciamo da molto tempo, a volte ci incontriamo anche. Ti ho offerto il mio aiuto perché mi hai sempre affascinato, ti sogno da prima che succedesse quello …, e sapevo quanto soffrivi. Ho pensato di farlo in quel modo altrimenti non l’avresti accettato, ti conosco. Ora ho deciso di accontentarmi, in parte, rivelandoti queste poche cose e parte del mio corpo. Così ora puoi stare tranquillo che non sono una tardona ma bensì una ragazza.”
“Se tutto quello che stai dicendo è vero non ti sembra che questa messa in scena sia inutile visto che proprio oggi ti ho confessato il mio amore? Togliti quella maschera e fatti riconoscere, ti prego.”
“No. E’ ancora troppo presto. Come ricordo di questo incontro e conferma di quanto dichiarato ti lascio questo in cambio” mi dice avvicinandosi per poi baciarmi appassionatamente “ora è tempo di salutarci. Alla prossima” ed esce dalla stanza senta darmi la possibilità di parlare.
Sono disteso sul letto guardando il soffitto illuminato, ogni tanto, dai fari delle automobili che passano sotto casa. Sono ore ormai che rivivo continuamente l’incontro con Rosa riassaporando il suo bacio sforzandomi di capire chi essa sia, ma inutilmente. Sono rimasto in contatto con poche persone conosciute antecedentemente l’omicidio di Anna e poche persone ho conosciuto nel frattempo. Finalmente la stanchezza mi assale e cado in un profondo sonno.

E’ ormai passato un mese dal primo ed unico incontro con Rosa.
Continuiamo a scriverci email sempre più appassionate, se tali possono essere considerate delle parole lette su un monitor, ma ho capito che è inutile richiedere continuamente un incontro diverso dal precedente. Rosa è inamovibile. La sua risposta è sempre la stessa “FORSE DOMANI” ma poi il suo domani non corrisponde mai con il mio. La sera non esco più per paura di perdermi un suo invito e, di conseguenza, sto diventando un … esperto di cinema.
Giornalmente entro nella videoteca e cambio due parole con Serena che continua a consigliarmi film di ogni genere. La nostra “amicizia” è tutta là. Riconosco che la vedo sempre più bella e divertente, a volte si comporta in modo strano come se mi stesse facendo il filo lanciandomi messaggi da me mai percepiti. Questa sera sono entrato nel negozio ed ho visto che insieme a lei c’era un collega che, appena poteva, la mangiava con gli occhi.
“Ciao, ti presento il mio collega Mario. Oggi mi sostituisce perché, dopo non so quanto tempo, vado al cinema con degli amici.” Mi dice sorridendo “perché non vieni anche tu. Sono l’unica che si presenterà sola. Mi farebbe veramente piacere”. Il suo invito mi sorprende tanto che non riesco a parlare
“guarda che non sei obbligato” mi dice arrossendo violentemente
“No. Scusami è che non me lo aspettavo. Tutto qui. Certo che vengo, mi fa piacere.”
“Ok sei scusato. Ci vediamo alle otto.”
Ho giusto il tempo di controllare il computer, leggere l’email di Rosa e farmi una doccia che è già l’ora di uscire. Non è che la cosa mi attiri più di tanto ma ormai è troppo tardi per ripensarci.
La comitiva di Serena mi ha accettato subito bene, sono ragazzi con voglia di vivere e divertirsi e mi sembrano, per ora, abbastanza “adulti” da stare lontani da droghe.
Il film è stato una delusione ma il dopocinema assolutamente no. Siamo andati in un pizzeria dove a mezzanotte è iniziato uno spettacolo di cabaret, fatto da artisti alle prime armi, veramente divertente.
Alla fine dello spettacolo ci salutiamo promettendoci di ripetere la serata il prima possibile. Salgo in macchina con Serena per accompagnarla a casa. Ho l’impressione che abbia bevuto troppo vino, ni sembra un po’ alticcia, e questo è ben presto confermato dal fatto che lungo la strada per casa mi ritrovo una sua mano sul mio pacco. Mi sento gelare il sangue nelle vene ma questo non serve certo a lasciarmi indifferente visto l’erezione che mi ritrovo in mezzo alle gambe.
“Vieni a casa mia” mi invita Serena guardandomi con occhi vogliosi
“Serena” dico pensando a come esprimermi senza offenderla “sei una ragazza bellissima e fantastica. Ma ..”
“Ma”
“sono innamorato di una donna e non sono il tipo che mette le corna. Se fosse successo un paio di mesi fa sarei stato ben contento ma ora non posso proprio”
“E chi sarebbe questa fortunata che non ho mai visto. Ti ho sempre visto solo, tutte le sere noleggi dei film, non credo che questa donna esista veramente. Ha almeno un nome”
“Rosa. Questo è il suo nome ed esiste veramente. E’ bellissima anche lei e ci amiamo.”
“Scusami allora”
Lascio una Serena delusa sotto casa e parto verso il mio appartamento sconcertato anche io di quanto successo. Sono mesi che non faccio sesso, ancora il cazzo mi tira in mezzo alle gambe, ma il solo pensiero di tradire Rosa mi è impossibile.
Entro in casa ancora confuso, prendo un bicchiere e mi verso una buona dose di scotch con ghiaccio indeciso se parlare di quanto accaduto con Rosa. Decido che per oggi è meglio chiudere così e mi preparo a dormire anche se non mi sento stanco.
Sono le due del mattino quando sento il segnale di un msm pervenire dal mio cellulare. Colgo l’occasione per fare un salto al bagno e poi leggo il msm.
“DOVE SEI? XCHE’ NON MI RISPONDI? ROSA”
E’ la prima volta che ricevo un suo msm e dal fatto che il numero non appare capisco che mi attende una sua email. Corro ad accendere il computer dove trovo il messaggio.
“SE VUOI VIENI IN VIA xxxxx N. 80. CITOFONARE RIGHETTI.”
Non faccio in tempo a rispondere con un “ARRIVO” che già mi ritrovo alla guida dell’automobile diretto verso l’indirizzo indicatomi. Per fortuna conosco abbastanza bene la città per sapere dove recarmi senza perdere tempo a cercare la via. Premo il tasto del citofono e subito s**tta la serratura del portone senza ricevere neanche l’indicazione del piano. Salgo di corsa le scale fino ad arrivare al secondo piano dove trovo una porta aperta.
“E’ permesso” dico con voce strozzata dall’emozione e dalla corsa
“Avanti, avanti” mi risponde una voce che conosco ma che non riesco a ricordare a chi appartenga. La casa è illuminata con luci soffuse e mi dirigo verso la porta da dove è arrivata la voce e vedo Rosa. Anche adesso porta una maschera ma questa lascia scoperti i capelli che scopro biondi.
“Ciao Rosa. Finalmente ci rivediamo”
“si oggi ho pensato molto a te ed ho deciso di incontrarci. Cosa facevi dormivi? Come mai non hai controllato la posta?”
“devi sapere che sono uscito con una amica, una conoscente più che altro, la ragazza della videoteca. Siamo andati al cinema e a cena con la sua comitiva.”
“E’ così che mi pensi tu? Dici che mi ami e poi esci con le ragazze. Qualcosa non mi quadra.” Mi dice Rosa con una voce tagliente ed accusatrice
Capisco che nessuno crederebbe a quello che è successo nella realtà con Serena, al mio rifiuto di una notte di sesso per non tradire la donna che amo e che conosco solamente via email e mi sento furioso con me stesso per aver accettato quello che voleva essere solamente uno svago ed invece si sta mostrando come la fine di una storia mai iniziata.
“Rosa ti giuro che non è come tu pensi” le rispondo con voce debole sapendo che crederà mai alle mie parole. Mi sento perduto.
“Alessandro cosa penseresti al posto mio? Mettiti nei miei panni e dimmi sinceramente se crederesti a quello che mi stai dicendo. Raccontami tutto quello che è successo guardandomi negli occhi”
Inizio il racconto della serata partendo dall’invito di Serena per arrivare al mio rifiuto dovuto all’amore che provavo per lei, Rosa. Quando termino cerco una sua reazione che non arriva. Rosa continua a guardarmi negli occhi come se cercasse di leggere nel il mio corpo.
“Aspettami qui e se vuoi serviti da bere” mi dice improvvisamente indicandomi la bottiglia di scotch sul tavolo (la mia marca preferita) ed uscendo dalla stanza.
Sorseggio un goccio di liquore cercando in esso la forza di continuare a lottare per la conquista della sua fiducia pur sapendo che potrebbe essere un errore ma ne sento veramente il bisogno.
Rosa riappare accanto a me come per magia con un addosso un soprabito nero invitandomi a seguirla. La strada è deserta e ci incamminiamo lungo lo stradone che porta in piazza. Cammina rasente il muro senza preoccuparsi di eventuali incontri. In questi tempi la gente preferisce farsi gli affari propri, non si sa mai chi si incontra, e quindi sa che nessuno “noterà” la mascherina che le copre il viso.
Durante la passeggiata ricominciamo a parlare di noi, arriviamo addirittura a scherzare su cose che ci siamo scritti, mi sento sempre più a mio agio nonostante la paura di aver rovinato tutto. L’atmosfera tra di noi è sempre più distesa e di colpo mi accorgo che sto stringendo la sua mano nella mia. Rosa ha lasciato fare oppure anche lei non si è resa conto della situazione.
Siamo arrivati alla piazza, deserta anch’essa, e ci fermiamo davanti alla fontana da cui l’acqua continua a spruzzare creando un gioco di luci di una bellezza unica. Sento le braccia di Rosa che stringono il mio corpo, sento il suo seno sul mio petto, e penso che lei senta anche mia eccitazione. Ci baciamo per la prima volta sotto quel gioco di luci e acqua che mai dimenticherò nella mia vita.
Bacio atteso da non so più quanto tempo e che sarei stato disposto ad aspettare molto di più viste le sensazioni provate in quel momento. La sua lingua ricercava la mia, giocava con la mia, sfuggiva alla mia in una lotta continua e dolce mai provata precedentemente. Mi sentivo risucchiare tutte le forze da quella bocca calda ed accogliente tanto che alla fine mi dovetti mettere seduto per non cadere per terra. Il silenzio che seguì il nostro primo bacio fu molto lungo perché nessuno voleva interrompere quel momento magico. A questo bacio ne seguì ben presto un altro e poi un altro ancora fino a quando non ci mancò il fiato per continuare.
“Questo significa che mi hai creduto?” domandai a Rosa
“Si, ti ho creduto perché già sapevo quello che era successo ma volevo sentirlo dire da te. Ti ho messo alla prova per l’ennesima volta, e di questo mi devi scusare, ma nella mia vita ho sempre incontrato uomini diversi da te che si dichiaravano innamorati solamente per portarmi a letto per poi lasciarmi soffrire la mattina dopo quando, avendo raggiunto il loro scopo, mi salutavano scoparendo dalla mia vita. Dalla prima volta che ti ho visto” mi disse Rosa togliendosi la mascherina rivelando il viso di Serena rigato dalle lacrime che sgorgavano dai suoi occhi “mi sono innamorata di te. Ho visto in te l’uomo che ho sempre sognato, il mio principe azzurro, l’uomo che poteva farmi felice ma che, allo stesso tempo, amava un’altra donna. Quando è successo il … il … fattaccio ho sempre creduto alla tua innocenza ed ho pensato di aiutarti a superare quel momento spedendoti quella lettera che fortunatamente ti ha colpito. Non pensavo di arrivare al punto di farti innamorare ma ne sono contenta. Forse mi considerai egoista ed insensibile per tutto quello che ti ho fatto passare ma le delusioni vissute mi hanno insegnato a non fidarmi più di nessuno, neanche dell’uomo che amo, se non dopo averlo conosciuto bene. Ora so che non mi sbagliavo. Sei gentile, corretto, divertente, sai stare in compagnia, hai tutto quello che cerco nella mia anima gemella. Ora sta a te fidarti di me.” Mi disse guardandomi con quegli occhi rossi segnati dalle lacrime (di gioia o di paura?) restando in attesa della mia reazione.
Rimasi di sasso quando scoprii la vera identità di Rosa ma dentro di me sentivo di averlo sempre saputo. Era una sensazione strana, difficile da descrivere, ma era così. Avvicinai la mia bocca alla sua dicendole “Ti amo”.

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Prima la moglie e poi il marito

Mi chiamo Susanna. Di solito quel tirchio di mio marito Rino mandava sempre me a ritirare l’auto in officina da Gianni, il meccanico. Sapeva che col mio sex appeal riuscivo ad avere forti sconti sulle fatture da pagare. Gianni era pazzo di me e perciò si metteva a disposizione ma si sa che, tirandola troppo, la corda inevitabilmente si spezza. Un giorno Gianni, giustamente stufo di essere preso per il culo, ricevendo pochi spiccioli per grossi lavori, pretese il pagamento in natura. Era proprio incazzato il poverino e, in un attimo, mi ritrovai sull’auto a cosce aperte con la sua lingua bollente pronta a leccare la mia passera. Non sono certo di legno e tantomeno una santa e così mi lasciai slinguazzare eccitandomi sempre più. Gli presi l’uccello in bocca e lo ripagai di tutti quei lavori saldati sottocosto o almeno così credevo. E già, perché un bocchino, seppur delizioso e con l’ingoio, non gli bastava mica. Voleva di più e lo fece capire chiaramente ficcandomi il suo bel cazzone in culo! Me lo sfondò perbene in varie posizioni, poi me lo schiaffo nella fregna e così venimmo entrambi. Io mi bagnai tutta e lui esplose una sborrata copiosa nella mia fica calda e strapazzata. Ovviamente soddisfatto dalle mie carni, mi disse che potevo considerare saldati bene i pagamenti e riferirlo a mio marito. Quando tornai a casa dissi a Rino: “Stavolta il meccanico non si è accontentato delle briciole, ha voluto capitale e interessi!”. Rino mi chiese: “Che vuoi dire cara?”, Gli risposi: “Ho dovuto dargli culo e sorca ed è per colpa tua che sei un taccagno”. Rino mi domandò: “…e ti è piaciuto?”. Gli replicai: “Oh si certo! Gianni ha proprio un bel cazzo, mi ha fatto godere tanto, sai! E’ stato molto eccitante e trasgressivo scopare con lui, sapendo che ti stavo mettendo un bel paio di corna!”. Rino si arrabbiò, mi disse: “Accidenti, che puttana! Gode a farmi cornuto!”. Poi però notai una curiosità in lui, quando commentò: “Beh deve essere stato bravo a soddisfare una donna insaziabile come te!”. Più troia che mai e amante nel creare situazioni imbarazzanti e giochini torbidi, gli dissi: “Perché non vai a trovarlo, così vi chiarite”. Il resto della storia me l’ha raccontata Rino naturalmente. Entrò in officina e disse: “Ehi Gianni, ti sei fatto mia moglie!”. Gianni rispose: “Beh, cosa vuoi, ci so fare con le donne… e poi voi siete cattivi pagatori. Ce l’hai con me, per caso?”. Rino di rimando: “Sì, è vero, un po’ sì, però ti confido che mia moglie sembrava molto soddisfatta di te, l’hai proprio fatta godere!”. Gianni sorpreso: “Ah, grazie del complimento, oltre che in bocca, l’ho scopata in culo e in fica, ti eccita per caso?”. Mio marito rispose: “Beh, direi di sì…”. I due si guardarono negli occhi, poi il meccanico, tra il serio e lo scherzo, disse: “Senti un po’, non dirmi che vorresti provarlo anche tu il mio cazzo…”. Rino si eccitò a questa frase, si avvicinò al meccanico e lo baciò in bocca con passione. Gianni gli disse: “Che fai? Io vado solo con le donne, sai?”. Ma Rino era accalorato e farfugliò: “Accidenti, sei quello che ha fatto godere mia moglie, mi attizzi!”. Con passione sempre più forte, ribaciò in bocca il meccanico. Gianni si eccitò a sua volta e a quel punto ricambiò il bacio. Le lingue iniziarono a cercarsi con complicità, il ghiaccio era rotto ormai. Mio marito si inginocchiò e iniziò a succhiare il cazzo del meccanico come avevo fatto io in precedenza. La voglia aumentò sempre più finché il mio lui, denudandosi velocemente, finì per farsi inchiappettare alla pecorina. Quel cazzo fantastico fece godere anche mio marito che si prese un bel getto di sborra nel culo. Ora sì che avevamo pagato in modo soddisfacente il dotato meccanico!

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la mamma di Isabella

Io e Isabella ci conosciamo dai tempi dell’università, lei ora lavora in un’altra città ma quando scende per le feste ci vediamo e usciamo insieme. Ha un bel corpo con un culo favoloso, anche se di viso non è perfetta, ha lunghi capelli neri ricci e siamo molto amici. Non c’è mai stato niente tra di noi, anche se mi attizza molto, ma lei vorrebbe una storia seria. L’ultima volta che è tornata in città, sono passato a prenderla a casa e ho fatto la conoscenza di Adelina, sua madre; sebbene abbia dei tratti in comune con la figlia, Adelina è più bassa e minuta, ma le curve ci sono tutte, soprattutto dietro. Mi sono eccitato immediatamente. La signora, di 58 anni, era molto simpatica e mi guardava sorridente, forse le piaceva che uscissi con la figlia. Qualche settimana dopo la partenza di Isabella, lei mi chiamò per chiedere se potevo passare a casa sua perché la madre aveva dei problemi con dei documenti e mi chiedeva se potevo occuparmene io. La signora Adelina era rimasta da circa un anno vedova e prima era il marito ad occuparsi di quelle faccende.
Andai con immenso piacere e la signora mi accolse con il suo solito sorriso, indossava un vestito leggero e ai piedi dei sandali zeppati che mi provocarono un’immediata eccitazione.
Quella volta non mi sbilanciai, però mi feci dare il suo numero e le dissi che poteva chiamarmi per qualsiasi evenienza.
Adelina non mancò di farsi viva spesso e io feci lo stesso, in breve arrivammo a chiamarci ogni giorno e quando il lavoro ce lo permetteva, riuscivamo a incrociarci per un caffè. Un giorno al telefono mi disse che voleva andare a comprare delle scarpe in un centro commerciale e mi offrii di accompagnarla. Andai a prenderla, come avevo fatto tante volte con Isabella, lei scese con addosso una gonna stretta al ginocchio, calze nere e scarpe con tacco medio, era bellissima e la guardai per alcuni secondi estasiato, ormai ero innamorato!
Fu bellissimo accompagnarla nel negozio di scarpe, le scelsi delle scarpe, e poi le chiesi di provarne alcune con zeppe altissima o con tacchi a spillo, lei sorrise dicendo che ormai non aveva l’età per indossare quei tacchi e io però la convinsi a farlo, l’aiutai a metterle e nel farlo le accarezzai il piede velato, aveva meravigliosi piedini taglia 35, li avrei presi in bocca e leccati per ore! Lei dischiuse leggermente le gambe, si vedeva che era rilassata. Le feci delle foto con il cellulare ai piedi con quelle scarpe “giusto per ricordo” le dissi; ovviamente quella sera mi segai abbondantemente guardandole.
L’indomani mi chiamò chiedendomi se volevo andare a cena da lei, ci teneva molto, mi disse. Risposi ovviamente di sì e prima di andare, passai dal centro commerciale e le comprai quelle zeppe vertiginose che aveva provato il giorno prima.
Quando aprì la porta di casa, rimasi sbalordito, aveva un bel vestito nero, un po’ attillato, che lasciava un po’ scoperto il seno e soprattutto modellava fianchi e culo, ai piedi sabot con tacco basso, la baciai sulla guancia ed entrai, ci accomodammo in salotto e le diedi la busta con il mio regalo; era senza parole, non se l’aspettava, quando aprì lo s**tolo e vide le zeppe, scoppiò a ridere e disse: “ma sei proprio fissato!” “Ti stanno benissimo, ti prego indossale.” le dissi, lei sorrise guardandomi negli occhi e disse: “va bene”, tolse i sabot e indossò le zeppe, i piedi velati scivolavano perfettamente dentro. “Sto davvero bene?” MI chiese e io le dissi “Certo, sei divina!” arrossì immediatamente ma non disse niente, allora mi chinai a terra e posai le mie labbra sulle sue unghie velate. Fu come andare in trance, iniziai a baciare e leccare piedi e zeppe mentre Adelina avvampava sul divano, la sentivo mugulare “no… cosa fai…” allora risalii con la lingua sulle gambe e poi di s**tto tornai su e le presi la faccia tra le mani. “Ma cosa ti è preso? potrei essere tua madre.” “Ti voglio Adelina, dal primo momento che ti ho visto!” La baciai con foga e le infilai la lingua dentro. Si fece accarezzare sotto il vestito e la mano andò in mezzo alle gambe dove era già un lago. “No è tanto che non lo faccio!” Disse divincolandosi dal mio bacio appassionato, io le leccai il collo e le pastrugnavo la figa. Si lasciò andare e riuscii a sfilarle il collant, le scostai gli slip di cotone nero e vidi la sua sublime figona pelosa, mi ci avventai con foga e la leccai con avidità. Adelina impazzì, intanto il cazzo mi si era fatto durissimo, mi spogliai e quando lo vide, grosso duro e pronto a chiavarla, rimase colpita. Lo prese in mano e i suoi occhi brillarono, era tanto che agognava quel momento, la stesi sul divano e entrai dentro, era ancora stretta nonostante la lubrificazione, provò dolore ma mi chiedeva di continuare e di spingere. Ci volle un po’ ma alla fine entrai, presi a chiavarla con forza, lei gemeva dal piacere e intanto la baciavo in bocca. Le alzai una gamba e le leccai il piede mentre la scopavo, aveva tolto i collant ma aveva rimesso le zeppe… il ché mi eccitava tantissimo. Non resistetti a lungo, venni in una copiosa sborrata che ovviamente finì tutta nella sua pancia. Sfiniti ci stendemmo per alcuni minuti a terra, poi le dissi: “andiamo a mangiare, così recupero le forze… stanotte voglio farti impazzire” Adelina sorrise e mi baciò.

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la scuola delle torture parte 1

Questo racconto non è frutto della fantasia di qualcuno o della mia. Questa è la mia storia i nomi sono diversi dall’originale solo per preservare la mia privacy.
Tutto è incominciato quando avevo 14 anni , io prima ero un ragazzino alto ma gracilino un po effemminato , era il primo giorno delle superiori , il giorno in cui si fanno le prime amicizie, e anche incontri spiacevoli .
Sono sceso dall autobus sono entrato in questa nuova vita per i futuri 5 anni ero emozionato , arrivato in classe pensavo di essere in un mondo di anarchia dove i ragazzi comandavano , e gli insegnanti rimanevano del tutto indifferenti a ciò che accadeva sotto i loro occhi , loro facevano lezione e chi seguiva andava avanti mentre gli altri facevano gli affari loro…
mi sedetti di fianco ad un ragazzo più grosso e che dopo avrei scoperto anche essere più grande di mè di due anni essendo ripetente , allora ho provato a farci amicizia , visto che era l’unico ragazzo che non sembrava un carcerato , lui subito é stato gentile e cordiale , si chiamava Davide , diciamo che per il momento non ero sicuro di essere bisex , ma lui mi piaceva molto , allora alla ricreazione sono andato in bagno lui mi ha seguito ha chiuso la porta e mentre pisciavo lui la faveva nel lavandino , poi si gira verso di me e mi dice che gli piaccio e che mi vuole dare un bacio , io lo assecondo e mentre le mie labbra sfioravano le sue ho senTito la porta aprirsi, e sono 4 raGazzi che erano della mia classe dicendo “guardate che puttana è questo primino scommetto che gli piace il cazzo dai ragazzi aiutiamolo “. In pochi secondi mi sono trovato in ginocchio a terra con 5 cazzi davanti (5 perché Davide faceva parte di qualche loro piano) erano grossi e duri il più piccolo di 13 cm mentre gli altri erano intorno ai 18 cm.Marco uno dei 4 ragazzi entrati mi disse che o facevo tutto ciò che chiedevano oppure sarebbero state botte , provai ad andarmene ma mi ripresero subito mi rimisero per terra e marco prendendomi la testa con forza mi stava spingendo la sua grossa cappella sulle mie labbra sigillate , spingeva sempre più forte ma io tenevo duro e non mollavo , con un pugno nello stomaco e un calcio nelle palle cedetti , e spalancai la bocca per urlare ma in un momento avevo gia la sua cappella in gola non lo tirò fuori nemmeno una volta e usando la mia testa come un gioco mi venne copiosamente in gola e fui costretto ad inviare tutto , finito uno ne avevo già due in bocca ho iniziato a succhiarli poiche se non l’avessi fatto mi avrebbero distrutto il cazzo a calci.. Anche loro mi vennero in bocca e mi fecero ingiare tutto ,Matteo il piu piccolo (aveva la mia età ) mi sbatte l’uccello in gola e col piede già puntato sul mio pisello mi dice “ho ingoi tutto o te lo spappolo”; Ad un punto parti un forte getto caldo in bocca ma non era sperma , ma piscio ingoiai tutto e rimasi in silenzio . Davide si avvicinò mi calò i pantaloni e mi passo il suo pisello tra le labbra imponendomi di lubrificarlo poi mi girò mi appoggiò il suo grosso cazzo sul buco e mi penetrò senza cognizione , mi faceva male ma mi piaceva contemporaneamente ad un certo puno mi sentii caldo nello stomaco era il suo sperma che mi aveva riempito il culo.
Il gioco fini le letiopi erano finite per quele gIorio . Loro se ne andarono dicendomi ci vediamo domani puttana.
Non sapevo che fare tormai ai dormitori e non dissi niene a nessuno e li incominciò la mia tortura.

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La mia prima volta

In questo momento che scrivo questa storia ho 24 anni, all’epoca dei fatti 19.

Era estate e mi trovo con la mia fidanzata (alta poco meno di me, bruna, occhi marroni e un bel fisico, da ginnasta) nel parco della città. Eravamo fidanzati da 3 mesi, non l avevamo mai fatto, a parte delle seghe e alcuni ditalini. Cionostante, ci amavamo moltissimo.
Seduti su una panchina un po’ defilata, non al centro dell’attenzione, limonavamo di gusto (da bravi innamorati), lei seduta sulle mie gambe.
Faceva molto caldo e nonostante fossimo all ombra mi iniziarono a scendere sulla fronte qualche gocciolina di sudore. Anche lei iniziava a sudare alla base del collo. Erano le 3 del pomeriggio.
Per provare a scappare dal caldo decidemmo di andare a fare un giro in moto. Avevo una moto da cross, 125 di cilindrata.
Seduta dietro a me, mi cinge i fianchi con le braccia per tenersi meglio e partiamo.
Sapevo già che comunque in città anche andando in moto fa caldo lo stesso, quindi decido di andare in un posto in aperta campagna un po’ sopraelevato dove anche nei giorni più torridi si sta bene.
La nostra città non è tanto grossa, infatti 10 minuti dopo già scendevamo dalla moto.
Questo posto consiste un uno spiazzo d’erba circondato da alberi e da campi di riso, il tutto circondato da fossi, alcuni anche profondi. Oltre, nascosto dagli alberi, si nota un piccolo paesino di campagna e sullo sfondo terso il Monte Rosa. L’ unico modo per accedervi è una stradina sconnessa percorsa solo da trattori, ma in quel periodo non passa anima viva.
Ci sediamo sull erba.
-Amore è bellissimo qui!
-Sono contento che ti piacc…
Non riuscii a finire la frase che iniziò a baciarmi in bocca.
Ero seduto a gambe incrociate, quando iniziò a baciarmi era china davanti a me, appoggiata con le mani sulle mie spalle.
Un po’ per la sorpresa un po’ perchè lei si appoggiò facendo forza mi sdraiai con la schiena sull’erba.
Immediatamente lei si posò su di me. Capii che voleva che io mi mettessi in quella posizione.
Ci guardammo un paio di secondi, giusto il tempo di dire “ti amo” che lei mi posò di nuovo le sue labbra sulle mie.
Rimanemmo così parecchi minuti, poi prese la mia mano che tenevo sulla sua schiena e me l’appoggiò sul suo sedere. Iniziai subito a palparglielo, dolcemente. Era sodo e ben marcato, segno che faceva sport. Portava un paio di leggins che le arrivavano a metà coscia. Il suo respiro aumentò quasi impercettibilmente.
Improvvisamente prendendomi il dorso della mano con cui le palpavo il sedere me la mise sotto i suoi leggins, direttamente sulla natica nuda. Palpai un po più deciso.
Come risposta spinse con decsione la sua lingua tra le mie labbra alla ricerca della mia e l assecondai. Con una mano mi arruffava i capelli.
Capii che si stava eccitando.
Infilai l altra mano sotto i suoi leggins e iniziai a palpare anche l altra natica.
Passarono un paio di minuti così, poi si alzò seduta sul mio stomaco, con le gambe pigate all’indietro.
-Ti amo Teo
-Ti amo anch io tesoro
Si guardò intorno, poi tornò a guardare me con un sorriso
-Fa caldo anche qua
E si tolse la maglietta, rimanendo in reggiseno nero. Sempre sorridendomi spostò indietro il sedere, strusciandomelo sul pacco, intanto si massaggiava le tette.
Non era ancora eretto ma stava dando segno di diventarlo.
Poi si voltò sopra di me, nella posizione del 69.
Mi sbottonò i jeans, scostò le mutande e iniziò a massaggiarlo con le mani. Quando fu abbastanza rigido iniziò a leccarmelo prima e a succhiarmelo dopo.
Io intanto le avevo calato i leggins e le mutandine, che essendo umide, rivelavano i suoi umori.
La sua patatina si stava rilassando, segno dell eccitamento e si bagnava. era depilata tranne che per un ciuffetto sul monte di venere.
Quando iniziai a leccargiela emise dei gridolini di piacere, che aumentarono quando io con la mano iniziai a stimolargli il clitoride. Quando feci il contrario, ovvero gli stimolai il clitoride con la lingua e le infilai due dita nella patatina ebbe un sussulto improvviso e per poco non svenne. dal canto mio rischiai di venirle in bocca.
Si girò verso la mia faccia e mi diede un bacio
-Teo non ce la faccio, scopami… fammi urlare!
si slacciò il reggiseno. Portava una seconda abbondante e si vedevano chiaramente i capezzoli duri.
Si alzò in piedi e si tolse leggins e mutandine, rimanendo nuda. Mi tolsi velocemente i jeans.
Si ricalò su di me, strusciando la sua patatina bollente sul mio pene ormai completamente eretto.
La presi per i fianchi e mentre lei guidava il mio amico nel buco la adagiai verso il basso. entrò per meta e lei lanciò un urlo di picere. Sentivo l imene. Piano piano aumentai la forza mentre lei si stimolava un capezzolo e il clitoride. l imene cedette e il mio amico entrò tutto. Lanciò un secondo urlo di piacere. Iniziò ad ansiamre e si chinò su di me baciandomi, mentre io iniziavo a penetrarla.
La sentivo calda e umida, i suoi umori mi colavano fino ai testicoli e lei ansimava dal piacere.
parecchi minuti dopo si tirò su e arcuò la schiena, io con le mani iniziai a massaggiarle le tette e stimolarle i capezzoli, duri come sassolini.
-si.. si… ancora….mmmm…ooh si….
Questa volta mi alzai io. lei si sdraiò di schiena sull erba e io mi misi sopra, nella posizione del missionario. lei si aggrappò a me con le braccia intorno al collo e le gambe lungo i fianchi quando ricominiai a penetrarla.
Stavolta fui i a cercare la sua lingua, e quando l ebbi trovata aumentai il ritmo. eravamo in due stavolta a gemere per il piacere.
non ricordo quanto tempo passò, lei ebbe due orgasmi molto potenti, durante il secondo squirtò (!!!) bagnandomi il ventre dei suoi umori.
Feci appena in tempo a estrarre il pene che venni copiosamente sulla sua patatina. sei fiotti di candido sperma.
Quando lei si destò, io stavo strusciando il pene sulla sua patatina zuppa di sperma. lei apprezzò e si masturbò il clitoride bagnato.
Mi chinai a baciarla. eravamo nudi e sporchi degli umori dell altro ma felici. della nostra prima volta.

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la loro prima volta….. in tre

Dopo l’ennesima discussione su whatsapp col mio “compare di marachelle” avevo deciso che era giunto il momento di rimpiazzarlo, di cercarne uno più “stabile”, allora il giorno dopo, recuperato un vecchio profilo su un sito di incontri, caricate nuove foto non troppo esplicite ma accattivanti ho iniziato a valutare alcuni tra i mille profili di ragazzi arrapati che mi scrivevano, risposi ad uno in particolare, ora nn ricordo cosa mi aveva attratta di quel profilo, forse le foto ke sembravano reali, iniziato a chattare, gli confesso la mia bisessualità e il mio gusto x le donne, lui coglie al volo l’occasione e mi dice di avere un’amica con la quale da tempo cercano una bisex…. In un weekend combiniamo l’appuntamento, lei vive da sola, quindi saremo suoi ospiti, iniziamo a chattare in gruppo, ma anche io e lei da sole, fino al lunedì pomeriggio. Come tutti i lunedì sera, anche quel lunedì sono andata in piscina, a fine lezione, stavolta, ho fatto una megadoccia, mi sono rilassata, poi ho indossato un bel reggiseno di pizzo nero, una culotte di raso grigio fumo con i merletti neri, ho asciugato bene i capelli, mi sono truccata leggermente gli occhi, vestita normalmente mi sono messa in macchina e 25 km dopo ero a casa di lei. la vedevo per la prima volta (oltre alle pochissime foto che ci eravamo scambiate su whatsapp) , mi appare sulla porta una ragazza molto in carne, un viso bello tondo, un faccione che ispira dolcezza, occhi, labbra, naso tutti piccoli, indossa un paio di jeans ed un maglione nero lungo, si intuisce solo che è un po (più di un po 😛 ) in sovrappeso(ma dopotutto, anche io nn sono da meno).
Mi fa accomodare, ci salutiamo con un abbraccio, ovviamente siamo impacciatissime, ma ci sta, ci sediamo in sala da pranzo, mi offre un thè freddo alla pesca (su mio precedente suggerimento 😉 ) e iniziamo a chiacchierare un po, poco dopo mi fa fare il giro della casa: una stanza “funzionale” che diventerà una cameretta – mi dice lei – mi fa vedere il bagno, non grandissimo ma molto pratico, con un tocco di stile, per finire la camera da letto, ha stile anche qui, mi fa vedere che sia sull’armadio che dietro/sotto il letto ci sono dei faretti che accesi singolarmente danno alla camera una bella atmosfera intima, data dalla soffusa luce blu, decidiamo di lasciare acceso solo il faretto dietro il letto, allora mi avvicino a lei che è tesissima, la abbraccio e le accarezzo il viso, le braccia, i fianchi….. senza forzare troppo cerco di baciarla, lei è tesa, decide di spogliarsi da sola, io faccio lo stesso, x entrambe via scarpe, calzini, pantaloni, maglioni….. ci trovimo: io in reggiseno e coulotte, lei in perizoma, reggiseno e una canottiera che ha tenuto su tutto il tempo (credo perché si vede “cicciona”), ci siamo messe sul letto, per lei era la prima volta con una donna, allora il gioco è tutto in mano mia, inizio ad accarezzarla, baciarla tutta, prima da sopra i pochi vestiti che ci sono rimasti, lei imbarazzata cerca di imitarmi, inizia a sciogliersi, ci accarezziamo a vicenda, ci concentriamo un po l’una sui seni dell’altra, lei accarezza i mie, ancora fermi nel reggiseno, io delicatamente scosto il suo cercando e trovando uno splendido capezzolo, lo bacio, lo lecco, lo succhio, ogni tanto lo intrappolo tra i denti e la lingua, lei geme, si sta eccitando, mi accarezza come può, torno su, la bacio, la vezzeggio, mi giro sotto sopra, le accarezzo i piedi (è il debole di entrambe 😀 ) mi avvicino col viso, le faccio sentire il mio respiro, poi dolcissime le mie labbra li baciano, prima chiuse, poi le schiudo x farle sentire un lieve umido, freme mi chiama, mi cerca con le mani, allora lascio delle lievi scie di lingua a mio piacimento su quei piedi (sul dorso dei piedi), inizio a risalire, la mordicchio leggera vicino alla caviglia, avrebbe schizzato se avesse potuto….. mi giro ancora e torno a baciarla, nei suoi occhi c’è tanta lussuria, vorrebbe che fossi un uomo così da potersi far penetrare all’istante, ma non lo sono, allora decide di volerci provare lei, mi toglie il reggiseno e mi accarezza i seni, cerca i miei capezzoli, inizia a leccare il primo, ma a quel punto suona il campanello, lei si alza, si sistema un attimo e va ad aprire la porta, è arrivato il suo amico, il fortunato di turno….. io aspetto lì, sul letto, con addosso solo quella specie di slip…. rientra in camera, lui la segue dopo pochi secondi, ma lei è già tornata sul letto con me, abbiamo ricominciato ad accarezzarci, la presenza di lui la rende più sfacciata, si scioglie di più, il nostro comune obbiettivo è godere e farlo impazzire, mi cerca le labbra, mi bacia, ci accarezziamo, lui si avvicina, la sola idea di avere due porcelle così lo eccita all’inverosimile ed il suo pene è già duro, si spoglia velocemente, io faccio stendere lei, lui le da subito il suo attrezzo in bocca, i convenevoli sono stati saltati, io le prendo ancora un capezzolo in bocca, l’altro tra le dita, lo stringo appena, freme di nuovo, ora è eccitata, si farebbe prendere, usare e abusare da chiunque ora, ma ci sono – solo – io che mi sistemo tra le sue gambe, e inizio a baciarle le cosce cicciotte, l’attacco dell’inguine, ha ancora addosso il perizoma, è tiratissimo, inizio a leccare le grandi labbra, con la lingua scavo sotto il tessuto del piccolo perizoma cercando le piccole labbra, sente la mia lingua che la brama, smette di succhiare per regalarmi una forte serie di gemiti, ma vuole di più, lascia in sospeso l’amico e si sfila il perizoma, aprendomi le cosce più che può, non posso res****re a quella visione, allora la mia lingua si attacca a quella fichetta, è glabra, i pochi peli si percepiscono appena, mi concentro sulle piccole labbra e sul clitoride, purtroppo ha il ciclo e non posso andare oltre, l’assorbente interno la protegge, allora solo usando la lingua la stimolo fino a che sento che ormai è in orbita, la lecco come mai ho leccato una fica prima d’ora, lei cerca di succhiare l’uccello del suo amico tra i gemiti che continua quasi senza sosta a regalarmi, si ferma solo per dire al suo amico che la lecco da sballo…. cosa che non fa altro che compiacermi e spronarmi a farla impazzire ancora di più, il fortunello a quel punto decide che vuole giocare con me, mi si mette dietro, mi abbassa la coulotte e mi scopa senza convenevoli, non è grosso, nemmeno lungo, x la verità al di sotto della media a cui sono abituata, ma è durissimo, scopa discretamente, e io sono già un lago, lo sarebbe anche la mia lussuriosa amica, sotto la mia lingua, se nn fosse “tappata”, lui mi scopa e io lecco con ancora più foga, lei lo incita, lui sbatte forte, veloce, poi si stende, per ricevere le attenzioni delle bocche di entrambe per il suo gioiello, ci scambiano il suo pene come fosse il microfono del karaoke, un affondo in gola a testa, a turno, lo sentiamo impazzire, geme forte…..lei gli monta su, lui le allarga le natiche, non resisto, mi posiziono dietro il suo sedere e inizio a leccarle il buchino, lui le chiede: cosa sta facendo la troia?… lei: mi sta infilando la lingua in culo…. è bellissimo!!!…. le ho bagnato per bene la rosellina anale, ho afferrato l’uccello di lui, e leccavo sia lui che il buchino anale di lei per agevolarli, ma lui non era soddisfatto, la fa mettere a 90° e cerca di incularla violento, lei gli diceva di fare piano, voleva il lubrificante, avendo il ciclo era molto sensibile, allora l’ho spinto sul letto e mi sono messa a succhiargli l’uccello, così lei è potuta andare a prendere il lubrificante, al suo ritorno mi sono spostata io, sono tornata in cucina a dalla tasca del mio giubbotto ho preso due guanti in lattice (usa e getta), tornata in camera ne ho posato uno e infilato l’altro alla mano destra, ho preso il gel e ne ho messo un po sulla mano guantata, le ho unto l’ano, infilando pochissimo un dito, a questo punto ci siamo posizionate entrambe a pecora, io col mio ingombrante sederone rivolto al lato del letto, lei alla mia destra col suo culetto puntato verso di me e la faccia alla testiera del letto, lui si alzato, è venuto dietro di me, e appena ha iniziato a scoparmi, mi incitava anche a penetrare il culo di lei con la mano, io mi godevo quel cazzo ke mi esplorava la fica, ma quello ke mi eccitava di più era il culetto di lei, proprio a portata di mano, accoglieva con dolci gemiti prima un dito, poi due, con due dita le scopavo il culo, lei gemeva, godeva del mio tocco, delicato e dilatatore, infilavo ed estraevo le mie dita dal suo culo, le infilavo ancora e quando erano dentro, le muovevo, premendo sulle pareti del suo ano, che si ammorbidivano e cedevamo facendola gemere sempre di più…. sentendola godere in quel modo, il fortunello non ha resistito, le ha ordinato di girarsi col culo verso di lui, ora ci guardavamo in faccia io e lei, lei col cazzo che le occupava e le esplorava, violento, il culo ormai aperto, le si leggeva in faccia la il godimento e la lussuria di quell’assalto, mi sono distesa quasi accanto a lei ma in modo da infilarmi in parte sotto di lei, così potevo baciarla, accarezzarla, sentire i suoi seni poco più piccoli dei miei, sbattere contro i miei, a piacimento baciavo lei e poi i suoi seni, poi ne ho afferrato uno e l’ho succhiato forte, più forte che potevo, sentivo i suoi fremiti, li ha avvertiti anche il fortunello, che x divertirsi di più ha mollato il suo culo, e si è rintanato nella mia fica che era rimasta in attesa… mentre io continuavo a succhiare il seno di lei, ora lei era libera di muoversi, allora decide di ricambiarmi un po il favore, girandosi sempre a pecora sul letto, stavolta il suo culetto era fuori dalla portata di entrambi i possibili assalti, ma per divertirci entrambe mi mette in faccia i suoi meravigliosi seni e si attacca ai miei, mentre lui continua a scoparmi, a chiamarci troie, lesbiche, puttane, il turpiloquio lo eccitava, ed eccitava anche noi…. dopo un po, si stende e vuole le nostre attenzioni, ma da brave stronze puttanelle, davanti ai suoi occhi, ci scambiamo uno sguardo d’intesa, lasciamo lui su un angolo del letto e ricominciamo ad accarezzarci, a stuzzicarci, baciarci e leccarci tra di noi, intanto lui anche se messo da parte, era talmente eccitato dallo spettacolino che aveva sognato per anni (eravamo il suo fil porno in diretta) che non resisteva all’impulso di menarselo, proprio come se stesse guardando un porno (durante le riprese)…. io ogni tanto davo un’occhiata al fortunello, vedevo la sua eccitazione, allora ho detto a lei: dai, torniamo da lui, guarda come si sente solo ;)…allora ci siamo messe una da un lato e una dall’altro, a turno lo prendevamo in mano, e lo mettevamo in bocca all’altra, lei usava spesso sia le mani che la bocca, io lasciavo che la sua mano lo guidasse nella mia bocca, poi erano le mie labbra a segarlo, mentre la mia lingua gli massaggiava la cappella…. lui volle farsi leccare il buco del culo, non potevo chiedere di meglio, lo feci, e appena la mia lingua accarezzò la sua rosellina, lo sentì gemere, e la rosa si aprì al mio tocco, gli dissi che era una puttanella anche lui, lo dissi a lei: guarda come si sta aprendo per me, per noi :)… ebbe un momento di timore, e disse che non gli piaceva quel gioco, scherzando gli ho sollevato e piegato le gambe col mio stesso corpo a fare da fermo, lasciando il suo buchetto ancora vergine, esposto al “pericolo”…. con la mano guantata ho accarezzato quel buchino che sembrava pronto ad aprirsi, lo abbiamo leccato a turno, io, poi lei, poi ancora io….. era così bagnato e lui gemeva e godeva delle nostre lingue, il cazzo gli pulsava, allora ho lasciato andare le sue gambe, concedendogli una posizione più comoda e piacevole, a gambe distese, io mi sono messa al suo lato, per prendergli il cazzo in bocca comodamente, lei, la sua amante da una vita, tra le sue gambe,la sua mano era più piccola della mia, lei desiderava fargli provare la sensazione di avere il culo occupato da sempre, così, è stato il suo piacere, mentre io gli segavo il cazzo con le labbra, dando una succhiatina qui e la, infilarle dolcemente un dito nel culo, lento e dolce, ma tutto il dito, poi due, e iniziare a stuzzicargli, sotto mie indicazioni, la prostata, con la l’altra mano gli accarezzava le palle e ogni tanto quello che lasciavo del suo cazzo, i suoi gemiti erano forti, intensi, profondi, e sempre più veloci, più vicini, sentivo le pulsazioni del suo cazzo sulle labbra, allora chiudendole intorno al cazzo ho iniziato a succhiare più forte che mai, finché lui, con due dita nel culo, una mano a reggergli e stuzzicargli le palle, e la mia bocca ad aspirargli il cazzo, ci si è svuotato dentro, ho continuato a succhiare fino a quando non si è ritirato e ammosciato, stando molto attenta a non deglutire mai, quando ho mollato, lui era sfinito quasi abbandonato sul letto, lei mi guardava quasi ammirata, il suo cazzo non aveva più un briciolo di energia, allora mi sono sollevata, avvicinata a lei, le ho accarezzato il viso, poi afferrata per il collo l’ho attirata a me, per baciarla, e condividere il frutto delle nostre fatiche, sotto gli occhi increduli ed esterrefatti di lui abbiamo continuato per diversi secondi a scambiarci quel lungo bacio sborroso, sporcandoci e pulendoci a vicenda il viso con le nostre lingue, fino ad ingoiare tutto…. FINE……
o forse no ;P

P.S. ovviamente ho omesso le varie operazioni di infilare e togliere il preservativo per rendere il racconto più fluido, ma tutto si è svolto nella massima protezione e sicurezza 😉

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7 Orgasmi Al Giorno, Tolgono La Sborra Di Torno!

Mi sono sempre chiesto: quanti orgasmi puoi avere al giorno? Uno? Due? Tre? DIECI? Ed ogni volta che vieni, l’abbondanza di sperma é sempre la stessa? Cercando in Rete e leggendo qualche intervista ad attori di Film per adulti, una vera e propria risposta non l’ho trovata. Qualcuno si limitava a dire che per la loro professione, é importante seguire una dieta che gli garantisca vigore e consistenza al pisello durante le scene di sesso. In altre parole, dovevano mangiare piú una cosa piuttosto che l’altra, perché sembrava che servisse a produrre piú sperma. I medici scrivevano che per l’uomo tre o quattro é il massimo. Non mi hanno convinto. Cosí io ho preferito condurre un esperimento tutto mio. Niente diete particolari, nessuna vitamina piuttosto che la pasta, volevo semplicemente masturbarmi piú volte al giorno e vedere quale fosse il mio limite!
Decisi di partire il primo di un mese, cosí da poter tenere il conto meglio. La mattina che ho iniziato il test, é stata semplice. Mi sono svegliato come sempre a cazzo dritto, una particolaritá del sesso maschile naturale. E prima di andare a lavorare, ho iniziato a farmi una sega. In principio sul letto, classico movimento su e giú della mano fino a sentire la sborra salire. Mi fermavo qualche secondo, accarezzavo delicatamente la mia cappella e poi ripartivo a farmi la sega. OK masturbarsi, ma la prima sborrata della mattina la volevo bella abbondante! Cosí dopo almeno un quarto d’ora di masturbazione, tra stop & go vari, mi alzai dal letto con il pisello in mano, dritto, con la sborra che iniziava a salire lungo l’asta e mi diressi in giardino. Volevo sentirmi libero di venire all’aria aperta, ed avendo fortunatamente un giardino lontano da occhi indiscreti, continuai tranquillamente a farmi la sega camminando. Due, tre, quattro movimenti sempre su e giù….. cinque, sei….. finalmente mi libero del primo carico. Una lunga schizzata parte dal mio cazzo, poi una seconda, ed una terza… infine tolgo la mia mano e lascio che il mio pisello sborri da solo, senza aiuto. Altri schizzi partono in diverse direzioni del giardino, sento le palle svuotarsi. Finalmente la sborra finisce, in terra un lago di sperma ed il mio cazzo che ancora per qualche minuto rimane dritto. Passeggio nel giardino per un pó, in attesa che si ammosci ed intanto qualche goccia di sborra esce ancora dalla cappella. Non appena torna flaccido, mi faccio una lunga pisciata per pulire la vescica, torno in casa, mi faccio una doccia e vado a lavoro. Primo orgasmo andato!
In questa giornata diversa, non metto né boxer, né slip. Volevo sentire il mio pisello sciolto nei pantaloni e comunque sarei stato libero di toccarmelo ogni tanto dalle tasche, in modo tale da farmi una masturbazione lenta, ma continua, durante tutto il giorno. Cosí ogni tanto mentre camminavo tra un ufficio e l’altro, tra una fotocopia e l’altra, mi toccavo il cazzo e le palle. Dovevo farlo con scrupolo e trovare il giusto equilibrio. Fondamentalmente i rischi erano due: il primo, che mi si drizzasse nei pantaloni (difficile poi da spiegare a chi c’era intorno a me). Il secondo, che sborrassi all’improvviso dentro i pantaloni (peggio ancora spiegare una macchia evidente di sperma lí davanti). Fortunamtamente avevo abbastanza controllo del mio cazzo, percepivo quando stavo per venire e mi fermavo qualche secondo prima. Verso metá mattinata sento nuovamente le palle gonfie e mi allontano verso il bagno. Dedico qualche minuto alle mie palle, le massaggio, le stiro, intanto il mio pisello ha un’erezione. Allora lo prendo in mano, faccio scivolare la pelle della cappella giú, scoprendola. Inizio a farmi un’altra sega e dato che mi ero toccato il cazzo per tutto il giorno, masturbandomi lentamente in tutti i modi, non ci metto molto a venire. Un lungo fiotto di sborra finisce sulla tavola del water, poi un secondo… avevo il cazzo talmente duro e non riuscivo ad indirizzarlo nel buco del cesso. Allora faccio piú forza con le mani e spingo quel lungo palo che ho in mezzo alle gambe verso il basso. Altri schizzi partono dal mio pisello direzione acqua del water. Atre lunghe sborrate ed infine spasmi del mio pisello senza eiaculare. Mi pulisco con delle salviette inumidite e rimetto il mio pisello nei pantaloni. Continuo la giornata lavorando ed ovviamente masturbandomi in qualunque momento. Palle nuovamente svuotate e secondo orgasmo del giorno andato!
Arriva l’ora di pranzo, i colleghi mi chiamano per andare con loro, ma declino l’offerta accampando la scusa di dover finire un lavoro al PC. In effetti era la veritá. Dovevo masturbarmi un’altra volta. Questa volta decisi di usare un metodo classico: pisello in mano e sito per adulti. Feci uscire il mio cazzo mezzo moscio dalla chiusura lampo e cercai qualche foto di ragazze nude nel Web. Spalle al muro, viso verso la porta del mio ufficio, con una particolare attenzione ad eventuali sorprese e la sega poteva partire. Alle prime foto di ragazze nude, con posizioni da far invidia ad un contorsionista, giá sentivo il mio pisello gonfiarsi. Ed ancora non avevo iniziato a stimolarlo manualmente. Passai a fotografie piú specifiche, dove puoi scegliere anche il tipo di ragazza che te lo fá diventare duro: bionda, mora, tette piccole, con la fica pelosa e molto altro. Scelsi la fica naturalmente pelosa, quella che sempre mi aveva fatto impazzire. Vedere quelle ragazze cosí giovani, non depilate, stavano dando dei frutti. Il mio cazzo cresceva di dimensioni, sempre di piú, fino a diventare dritto. Poi ancora altre foto ed il mio cazzo che diventava sempre piú duro. Allora tirai giú la pelle e con un dito mi toccai il prepuzio, lo massaggiavo in senso orario e non. Quindi passai a farmi una sega classica con la mano sinistra, mentre con la terza caricavo altre immagini. Ne trovai una dove due ragazze more, con i peli della fica che arrivavano fino all’interno coscia, si masturbavano a vicenda. Sdraiate in terra, una di fronte all’altra a gambe incrociate, si strusciavano la fica una contro quella dell’altra. Mentre le osservavo, non smettevo di masturbarmi, ma stavolta ero talmente preso da quelle due, che pensavo di essere con loro. Cosí quando le vidi godere (probabilmente per finta) io venni insieme a loro. Mi ero talmente eccitato, che la prima schizzata non la controllai, non riuscivo a trattenerla. Una lunga sborrata partí verso l’alto tipo fontana e come un getto d’acqua, finí la sua corsa in aria per poi ricadere sulla tastiera. Prima di sporcare tutto, afferrai immediatamente un pacchetto di fazzoletti tirandone fuori uno e lo misi sopra la mia cappella appena in tempo per bloccare la seconda sborrata. Venni diverse volte, tante da riempire quel pezzo di carta di sperma ed usai quell’intero pacchetto per pulire tutto, soprattutto il mio pisello pieno di sborra. Ed anche il terzo orgasmo della giornata era finito!
Tornai di nuovo in bagno per pulirmi meglio e notai che le mie palle erano davvero svuotate. A differenza della mattinata, ora erano mosce e calate. Si staccavano dal mio pisello per diversi centimetri. Gli feci una foto per poi metterla on line su un paio dei miei profili su siti per adulti. Ero curioso di vedere quante persone riuscivano a ridurre i propri testicoli in quello stato. Andai a pranzo. Camminando sentivo le palle dondolare nei miei pantaloni. Una bella sensazione. Una volta alla mensa aziendale, tra un primo ed un secondo, chiamai sul cellulare una mia amica di scopata. Di quelle che vedi ogni tanto, solo per farci sesso, le chiamano scopaamica! Le chiesi se gli andava di vederci la sera per una cena… il resto era prevedibile. Accettó linvito. Ed anche la serata era organizzata. Faceva parte del test. Volevo vedere, a mio rischio e pericolo, se dopo tre (ma la quarta era in programma) masturbazioni con relative sborrate, il mio cazzo era in grado di res****re ad una scopata! Una volta in ufficio, terminai gli ultimi impegni lavorativi, senza perdere di vista l’obiettivo primario: vedere quanto sperma riuscivo a buttare fuori dalle mie palle in un giorno. Cosí dopo aver finito il mio turno, feci un ultimo giro in bagno e con il mio pisello ormai in evidente stato di lavoro “straordinario”, cercai un’altra sborrata. Mi abbassai i pantolani per l’ennesima volta e cercai freneticamente di farmi un’altra sega. Lo ammetto, ci misi un pó, ma dopo diverso tempo di stantuffi su & giú lungo il mio cazzo, ebbi un’erezione accettabile. Quel tanto da permettermi di continuare a martoriare il mio pisello fino allo sfinimento. Infine, dopo un lungo lavoro di mano, le mie palle mi regalarono un’altra schizzata… forse due o tre… a quattro non penso di esserci arrivato! Cosí, come sempre per pulirmi la vescica, feci una pisciata e presi la direzione di casa. E pure il quarto orgasmo aveva avuto successo!
Durante il rientro a casa, mi arrivó un SMS. La mia amica mi scriveva che non poteva più venire, perché si era dimenticata che il fratello rientrava da Parigi e doveva passare a prenderlo in Aeroporto. Potevo salutare la scopata. Allora decisi di apportare modifiche al mio piano masturbazione. Prima di rientrare alla mia abitazione, decisi di passare in un supermercato, nelle cui vicinanze c’erano ragazze particolarmenre int****ndenti (ci siamo capiti). Una volta fuori e dopo aver comprato prodotti inutili, giusto per avere un alibi, mi lasciai avvicinare da una donna:
-“Ciao, mi chiamo Cinzia. Non só come dirtelo, ma ho dimenticato il portafoglio a casa e non só come fare la spesa. Se mi presti qualche euro, poi ci mettiamo d’accordo su come e quando dovró restituirteli” Disse lei.
Di scuse per agganciare un uomo ne avevo sentite, ma questa le batteva tutte. Comunque erano soldi spesi per scopi (o scopare… OK, piccola battuta) scientifici. Cosí ci appartammo in un posto nascosto, lontano da tutto e da tutti. Una volta isolati dal mondo, mi slacció i pantaloni, li tiró giú e vide subito il mio pisello.
-“Oh….. ma vedo che sei giá pronto, senza mutande” Notó lei.
Si mise subito all’opera, inizió a toccarmelo e metterselo in bocca. Ancora tra lo stato di flaccido e semierezione. Continuó senza fermarsi a farmi quel lavoro di bocca, ma il mio cazzo ci metteva piú tempo del solito a diventare bello tosto. Meno male che non stavo con la mia amica. Sai che figura! La donna mi guardó come per dire perché non reagissi a quel bocchino. Allora cercai uno stimolo suppplementare, mentre lei continuava a masturbarmi, misi entrambe le mani nella sua scollatura per toccargli le tette. Mi lasció fare, visto gli scarsi risultati della sua bocca. Iniziai a toccargliele, a stringerle, a strizzarle. Finalmente il mio pisello si sveglió, lo sentivo crescere, gonfiarsi nella bocca della donna. Ma poi lo sfilai, tolsi anche le mie mani dalle sue grosse tette, ed afferrai le sue per guidarle verso il mio pisello. Lei capí subito che volevo che mi facesse una semplice sega. Non capiva, ovviamente, che volevo vedere con i miei occhi quanto sperma riuscivo a tirare fuori dal mio cazzo Cosí inizió a masturbarmi con il sistema classico: mano su e giú lungo l’asta. Dopo pochi minuti la sborra saliva lungo l’asta per uscire con una lunga schizzata dalla mia cappella. La presi in pieno dentro il naso e le feci fare uno s**tto indietro. Ma forse era abituata, perché non si fece distrarre e la sua mano continuava a farmi quella sega provocandomi un’altra schizzata e poi una terza. Infine, nonostante lei continuasse, il mio cazzo pulsava senza sborrare. Palle sempre piú svuotate. Poi lei si alzó, gli diedi “un’offerta” e se ne andó. Tornai nella mia auto, di nuovo con le palle che arrivavano quasi alle ginocchia dentro i miei pantaloni. Quinto orgasmo avuto con successo!
Le mie palle erano sempre più mosce, ancora poco e avrebbero toccato terra. Arrivato a casa, ero indeciso se riposarmi o andare in piscina. Nessuno dei due. Scelsi di farmi una corsa nel quartiere. Scarpe da ginnastica, tuta e via. Iniziava a fare buio e le giornate si stavano accorciando. Ma la mia ora di attivitá sportiva nessuno me la toglieva. Mentre correvo, sentivo le mie palle sbattere contro le gambe insieme al mio pisello. La sensazione era un misto tra dolore e piacere. Sentire i testicoli rimbalzare in alto e basso per la forza di gravitá, tutto sommato mi piaceva. Allora per aggiungere nuove sensazioni a quel nuovo modo di masturbarmi, mi fermai qualche secondo in un angolo buio, presi in mano il mio pisello, ed abbasai la pelle giú scoprendo la cappella. Poi tornai a correre. Ora la stimolazione della corsa era aumentata: le palle continuavano a rimbalzare come palline da ping pong mentre correvo e la mia cappella che strusciava libera sulle mie gambe, mi stava procurando un intenso piacere. Non mi fermai per un bel pezzo, fino a quando, con un dolore ai testicoli, decisi di fare una sosta e di provare a masturbarmi per la sesta volta. Cercai rifugio in un parco isolato, era quasi ora di cena e probabilmente non sarebbe passato nessuno. Nascosto dietro una siepe, abbastanza riparato, mi tolsi del tutto i pantaloni. Ora il mio cazzo ero libero, all’aria aperta. Nonostante l’intensa giornata di “lavoro”, sembrava pronto per un’altra sborrata. Forse. Mi sdraiai e con la pancia rivolta a terra, sfregai il mio pisello sull’erba. Non era una fica, ma sentire quel fresco sul mio cazzo, non mi dispiaceva. Simulai un rapporto sessuale, muovendo e strusciando il bacino dal basso verso l’alto e viceversa, in attesa che il mio pisello diventasse duro per poi venire. Ci misi un pó, ma finalmente percepivo lo sperma fermentare nei miei testicoli. “Andiamo Chase, puoi sborrare per una sesta volta!” dissi a me stesso. Continuai a scoparmi il prato, fino a quando, dopo lunghe strusciate, avvertii un piacere in mezzo alle mie gambe. Sentivo il mio pisello pulsare, probabilmente stavo sborrando. Uso il condizionale, perché quando mi alzai, non vidi sperma sul prato. Ma guardando attentamente la mia capella, rossore a parte, vidi delle goccioline di sborra sulla punta. Ero venuto senza erezione! Un pó come quando eravamo adolescenti e la mattina ci ritrovavamo bagnati. Sognavamo delle fiche da scoparci e ci sborravamo nelle mutande durante la notte, a cazzo moscio! Comunque conclusi che se anche non avevo innaffiato di sborra quel prato, quanto meno una schizzata gliela avevo data. In conclusione, pure il sesto orgasmo lo avevo avuto!
Indossai nuovamente i pantaloni della tuta e tornai a casa, correndo. Iniziavo ad avvertire un dolore ai testicoli, dovuto probabilmente anche al fatto che durante la corsa rimbalzavano in tutte le direzioni in mezzo alle mie gambe. Forse dovevo contattare un marchio di biancheria intima e proporgli un reggipalle da uomo, visto che il reggiseno lo avevano giá inventato… anzi, ora che ci penso, ecco perché le donne lo mettono: sentire le proprie tette, specialmente se belle grosse, andare su e giú, non doveva essere proprio piacevole. Una volta nella mia abitazione, prima di preparare la cena, feci una doccia. Ci voleva proprio. Guardando il mio pisello, non potevo non notare quanto fosse “esausto”. Ma ero deciso ad arrivare almeno ad un settimo orgasmo, nonostante fossi veramente al limite. Cenai nudo, il vantaggio di vivere da soli. Avere il mio pisello libero, mi aiutava nel test. Ogni tanto me lo toccavo, cosí… giusto per tenerlo sveglio! Dopo cena guardai un film per adulti, come ho giá scritto, mi serviva un aiuto, anzi… una mano! Ormai il mio pisello era stremato, stentava a diventare dritto. Certo, si era gonfiato, accennava un’erezione, ma non abbastanza per sborrare. Nonostante mi stessi masturbando durante la visione, ottenni l’unico risultato di far diventare il mio pisello rosso a forza di menarmelo! Ero quasi deciso ad arrendermi, quando mi venne in mente un’idea, un’ultima spiaggia. Il PC. Ma non con le foto, volevo alzare il tiro, mi serviva roba forte, dal vivo. Entrai in Rete con un mio profilo su un sito a luci rosse e cercai la chat. Giá la visione di tutte quelle donne e ragazze con le gambe aperte, iniziavano a farsi sentire. Ne trovai una che giá dal NickName, qualora la foto non bastasse, la diceva lunga: Bagnata69! Inizia la conversazione tutto sommato dicendo la veritá:
-“Ciao Bagnata69, quel numero é il tuo anno di nascita o é quello che ti piace fare?”
-“Ciao Chase… forse quel numero é entrambe le cose!” Rispose lei.
E dopo una serie di frasi inutili, partimmo per fare quello che si fá in queste chat. Masturbarsi a vicenda. Gli feci vedere il mio cazzo in Web Cam dicendo se poteva svegliarlo. Non se lo fece dire due volte. Prima inizió a toccarsi ovunque, poi passó a massaggiarsi e leccarsi le sue grosse tette calate. Io intanto dall’altra parte dello schermo continuavo a farmi una sega. Finalmente il mio cazzo diventava dritto. Bagnata 69 poi si avvicinó allo schermo mostrandomi la sua fica liscia come il marmo. Si fece un ditalino che duró qualche minuto, la sentivo ansimare. Allora pure io mi misi in piedi davanti alla WebCam, modalitá zoom e pisello dritto davanti ad essa. Bagnate69 successivamente si mise seduta, ora era lei che si godeva lo spettacolo mentre uno strano oggetto se l’era infilato dentro la fica. Continuai a masturbarmi, su e giú con la mano, colpi secchi quando scendevo in basso a sbattere sulle palle con la mano… le sentivo rimbalzare sotto il mio culo… ancora movimenti a stantuffo, la sborra ora la sentivo… la sentivo salire… su e giú, su e giú… ecco, vengo… parte uno schizzo, poi un altro, ed un altro ancora… stringo con la mano destra con forza il mio pisello e con l’altra mi stiro le palle, tiro su la pelle chiudendola con la mano destra sulla mia cappella cercanco un’altra sborrata… parte un altro schizzo… ne segue un altro… infine il cazzo mi pulsa a vuoto. Io spingo, ma la sborra era finita, le palle stavano a secco! Rimasi qualce secondo davanti alla WebCam a cazzo dritto e sembrava che anche Bagnata69 aveva avuto la sua dose di orgasmo. Con la cappella che iniziava a afflosciarsi e con i residui di sperma che ancora colavano dalla punta, chiusi la chat, mi feci un’altra doccia e andai a dormire. Orgasmo numero sette terminato!
L’Esperimento era finito. Ma sono uno che ama le sfide e questo esperimento non vi diró quando l’ho fatto: forse la settimana scorsa, forse ieri o forse il mese scorso. Magari dieci anni fa! Non importa, questa cosa mi ha portato via tempo ed energie. Mi sono fermato a sette orgasmi, tutti con piú o meno belle sborrate. Ma ho intenzione di migliorarmi, di battere il mio Record, magari domani, forse oggi o magari….. l’ho giá fatto!

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La mia passione per le BBW (parte seconda)

Quando entrai a casa sentii che Stefania, mia moglie, era al telefono ed io, dopo averle lanciato un bacio, ne approfittai per andare al bagno a farmi una doccia rilassante e togliere eventuali tracce lasciate da Francesca durante il nostro incontro amoroso.
Mentre mi facevo la doccia mi godevo i ricordi del pomeriggio, del corpo di Francesca fantasticavo sul suo culo. Il cazzo era in perenne erezione e questo fu il motivo per cui rimasi chiuso in bagno per un tempo insolito.
Trovai mia moglie davanti ai fornelli intenta a preparare la cena e quando mi sentì entrare mi disse che era stata al telefono con Francesca. Mi si raggelerò il sangue! Ma poi capii che era tutto ok altrimenti non me lo avrebbe detto in quel modo ma mi avrebbe attaccato a brutto muso.
“Ah cosa ti ha detto?”
“Luigi non puoi capire! ha incontrato un vecchio amico e, non ci crederai, c’è andata a letto! Ho sempre pensato che fosse una puttana, ma sono cazzi suoi. comunque si scusa ma domani non può venire. probabilmente farà il bis!” rise Stefania
“che ti devo dire. il sesso piace a tutti.”
“hai proprio ragione” mi rispose Stefania senza pensare che si stava contraddicendo visto il suo comportamento a letto

PINA

Un’altra amica di Stefania con una corporatura notevole è Pina. Altezza normale con bellissimi capelli biondi tagliati a caschetto e un paio di occhi di un colore blu intenso. Da quando si era sposata, un paio di anni fa mi pare, ne avevamo perso le tracce ma ultimamente è riapparsa come per incanto a causa, scusate se sono maligno, della sua separazione con il marito da lei trovato a casa, che deficiente, mentre si scopava la ragazza rumena che avevano per tenere in ordine casa.
Pina faceva parte della comitiva di Stefania quando erano più giovani e di conseguenza conosce bene anche Francesca. Lei è stata sovrappeso ma so per sentito dire che la causa è dovuta ad una disfunzione che non conosco. Per me non rientra in nessuna categoria perchè non ha figli, non è golosa e da giovane non era così “abbondante”!
Però era stata sposata e forse risentiva la mancanza del sesso matrimoniale.
Decisi di provare anche con lei e cominciai a scervellarmi per cercare il sistema di abbordarla ma, grazie a Francesca, non ce ne fu bisogno!
Infatti continuava a raccontare a tutte le amiche di questo suo vecchio amico con cui aveva fatto un “sesso favoloso” (parole sue) ed amante delle donne sovrappeso.
Un giorno Francesca mi chiamò dicendomi
“non ti chiamo per parlare di noi due ma per dirti che giornalmente ricevo preghiere da parte di Pina di presentarle il mio fantomatico amico! Non ce la faccio più! inoltre passo anche per stronza e per gelosa e tu sai che io tengo alle mie amiche (e mia moglie? pensai). Quindi volevo sapere se puoi accontentarla. Ti prego”
“Ma certo! Dille che la chiamerò domani e poi vedremo ma non nominarmi. Dovrà sapere di me solamente se ci incontriamo, chiaro?”
“certo, grazie Luigi. Il suo cellullare è xxxxxxxxxxxxx”
“spero che la prossima telefonata che mi farai sarà per invitarmi a casa tua. Un bacio” e attaccai
La mattina seguente comprai un cellulare da quattro soldi ed una nuova scheda e chiamai Pina
“pronto” rispose
“ciao Pina noi due abbiamo un’amica in comune che mi ha pregato di chiamarti. Cosa posso fare per te?”
il cellulare rimase muto per qualche secondo prima che lei mi rispondesse
“lo sai benissimo, sempre se sei interessato. potremmo divertirci insieme”
“ti ho chiamata per questo motivo e non per sentire la tua dolce voce. Puoi ricevere o preferisci un’albergo?” le chiesi sapendo benissimo che se avesse scelto la seconda possibilità avrei trovato una scusa per rimandare il tutto
“puoi venire tranquillamente a casa mia. Se quello stronzo del mio ex ci scopava le amanti, sarò libera di farlo anch’io e pure sul letto matrimoniale”
“bene allora vediamo …. facciamo lunedì a pranzo?”
“ti aspetterò a gambe aperte” rispose ridendo e mi salutò
Tornato in ufficio chiamai un paio di clienti nella zona di Pina e presi appuntamento per lunedì mattina. Ecco il primo passo era stato fatto.
Il lunedì feci presto dai clienti e decisi di parcheggiare l’automobile vicino casa di Pina e farmi una passeggiata per calmare i miei bollori. Fu quindi per pura causaltà che incrociai Pina mentre tornava a casa con la spesa. Lei fece finta di non vedermi ma io la chiamai offrendomi di portarle la spesa a casa
Lei accettò controvoglia perchè aveva paura che sarei rimasto troppo a lungo rovinandole il pomeriggio. Io invece volevo godermi quell’imprevisto.
Entrati in casa mi fece strada verso la cucina facendomi posare le buste accanto al frigorifero e gentilmente mi offrì qualcosa da bere.
“solo se mi fai compagnia” risposi e lei fu costretta a farlo. Prese due bicchieri e una bottiglia di vino bianco, frizzantino e ghiacciato. Rimanemmo in cucina a parlare del più e del meno ed io portai il discorso sul cambiamento che aveva Francesca nell’ultimo periodo non nascondendo quello che mi aveva accennato mia moglie.
Lei diventò paonazza e diede colpa al vino bevuto. Con il passare del tempo diventava sempre più nervosa e quando capii che stava perdendo il controllo le dissi
“scusa ma ora devo andare. Posso usare un secondo il bagno, per favore”
“certo”
entrato dentro mi denudai e le inviai il seguente messaggio
“STO ARRIVANDO”
Quanto udii lo squillo del suo cellulare uscii dalla porta e la trovai intenta a leggerlo, poi alzò la testa e …capì tutto.
“sei uno stronzo Luigi ma ben arrivato. Per la verità non mi aspettavo un uomo così piacente”
“Grazie del complimento ma penso che sia giunto il momento anche per di vederti nuda. Sbrigati che è più di un’ora che sono in tiro e non ce la faccio più”
Andammo in camera da letto e lei mi chiese due minuti per darsi una rinfres**ta e poi avremmo aperte le danze. Quando entrò nella camera indossata una lingerie da vera puttana. Un perizoma ridottissimo nascondeva a malapena i peli del pube e un filo le passava tra le chiappe mentre sopra aveva un reggiseno trasparente che metteva in risalto le sue enormi tette e gli appuntiti capezzoli. Si avvicinò mimando la camminata di una enorme gattona e non si fermò fino a quando si inchinò verso il cazzo per imboccarlo. Capii subito che Pina era una vera troia! Aveva un risucchio continuo e controllato per non farmi eccitare oltre il dovuto mentre con una mano si sgrillettava il clitoride attraverso le mutande.
“ferma, ferma” le dissi “calmati un secondo altrimenti mi farai godere nel giro di un minuto. mettiti sul letto che facciamo cambio”
Lei fu ben felice della proposta e si distese sul letto a gambe allargate come aveva promesso per telefono.
Senza spogliarla con una mano iniziai a stuzzicare il suo enorme clitoride che spuntava come un minuscolo cazzo mentre con l’altra giocavo con un capezzolo alla volta sfregandoli tra il pollice e l’indice.
Il suo bacino era in continuo movimento alla ricerca di un maggior contatto ma dovevo calmare un poco i miei bollori (non che fosse facile) e quindi le abbassai le mutandine che sfilai quando lei alzò il poderoso sedere e mi tuffai tra le sue gambe. Iniziai a leccare le grandi labbra dal basso verso il clitoride fermandomi sempre prima di incontrarlo. La lingua affondava sempre di più in quella figa bagnata quindi divaricai le grandi labbra per leccare quelle piccole stando sempre attento a non sfiorare il clitoride che, se possibile, si ergeva sempre di più.
I suoi sospiri si mutarono in preghiere ma non mi impietosii. Ad un certo punto infilai due dita nella vagina e le mossi lentamente avanti e indietro. Il suo bacino impazzì a quel contatto muovendosi velocemente per farle entrare ancora più in profondità e fu a quel punto che posi la bocca sul clitoride e lo succhiai a fondo.
Pina si irrigidì all’istante lanciando un lungo e roco gemito mentre il suo orgasmo esplodeva. Dalla fica uscirono enormi quantità di caldo liquido che colarono bagnando le lenzuola. Continuando a succhiare il clitoride tolsi le dita e le posai sull’ano che senza difficoltà si aprì facendole entrare nella profondità del retto di Pina.
Mi distesi su di lei mettendole il cazzo davanti alla bocca che subito si aprì imboccandolo per tutta la sua lunghezza. Scopai quella bocca muovendo il bacino al ritmo delle dita nell’ano e lei godeva come una pazza!

Prima di arrivare all’orgasmo cambiai posizione per entrare, finalmente, in quella figa gocciolante e spingerci a fondo il cazzo per scaricare la mia sborra. Per fortuna mi aveva avvertito che potevo andare tranquillo perché prendeva ancora la pillola.

Subito dopo aver goduto mi sdraiai accanto a lei che cercava di riprendere fiato dopo tutti gli orgasmi avuti

“Luigi sono senza parole! Mai goduto tanto in vita mia”

“dopo goderai di più perché ho scaricato le palle e sarò più resistente. O ti vuoi fermare così?”

“scherzi vero? Io non ho impegni e voglio godermi questo cazzo più a lungo possibile”

“Ok allora datti una sciacquata e poi ricominciamo a giocare”

Questa volta entrò nuda in camera e si mise accanto a me. Io senza tante cerimonie le feci ingoiare il cazzo restando beatamente sdraiato godendomi il momento. La bocca si impossessò della cappella che leccò a fondo fino a sentire il primo accenno del suo risveglio. Poi fece scendere la testa fermandosi solo quando il naso toccava il pube, un lungo risucchio e poi risaliva. All’inizio la corsa della testa era breve ma dopo pochi minuti il cazzo era nella sua erezione massima e quando lei si fermava con il naso che toccava il pube sentivo l’ugola della sua gola sulla punta della cappella.

“scendi con la bocca fino alle palle, prendilo tutto in gola, so che sei una troia infoiata e me lo devi dimostrare.”

Lei per nulla offesa da queste parole fece quanto richiesto restando il più a lungo possibile in quella posizione. Quando risalì il suo viso era paonazzo !

Le tolsi il cazzo dalla bocca e la feci mettere alla pecorina per poi spingere il cazzo nella figa. Mentre spingevo le sculacciai fortemente le chiappe che si divennero ben presto rosse. Dalla sua bocca uscivano gemiti di piaceri e qualche urletto quando la sculacciata era troppo forte ma soprattutto incitamenti per essere ancora più rude.

Mentre continuavo a scoparla con un ritmo più contenuto le allargai le chiappe e sputai sul grosso infilandoci poi prima un dito e poi un secondo. Lei mugolò come una pazza facendomi capire che anche lei voleva quello quindi tolsi il cazzo dalla fica e lo appoggiai sull’ano. Spinsi lentamente facendo entrare il cazzo in tutto la sua lunghezza con una sola e prolungata spinta.

L’ingresso fu accolto da un grande respiro e poi …. s**tenai l’inferno.

Affondavo brutalmente nel suo culo dandole sculacciate sempre più forti e le sue grida di piacere aumentarono fino a quando non godette violentemente spengendo il suo bacino verso il mio alla ricerca di una maggiore profondità

Sentivo il mio orgasmo arrivare e sapevo cosa volevo! Mi tolsi da quella posizione e la feci girare mettendo il cazzo, leggermente marroncino, davanti alla sua bocca.

Non dovetti chiederle nulla. Prese il cazzo in bocca senza nessuna difficoltà facendomi scaricare la mia bollente sbora nella sua gola.

Ero distrutto! Ma Pina non stava tanto meglio.

Stavo uscendo quando mi chiese se ci potevamo incontrare un’altra volta ed io le diedi la stessa risposta data a Francesca. “io voglio sempre di più! Tu accetta qualunque mia richiesta ed io non avrò difficoltà ad incontrarti

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Il Ragazzino e la signora

Sandra, io e il ragazzino

La cosa più difficile fu trovare una rivista porno che avesse in copertina e ben visibile una donna nuda il cui corpo somigliasse a quello di Sandra. Sandra è mia moglie. Ha passato la sessantina ma ne dimostra al massimo 45: pelle bianca, soda e liscia, seni abbondanti ma ancora ben sodi. Cosce lunghe e tornite.
Una fica così paffuta che d’estate al mare la copre con un giornale poggiato sul ventre perchè non si veda la montagnola gonfia. Mi aveva sempre fatto eccitare poi quella foresta scura di peli che ricoprono quel delizioso montarozzo. Un triangolo scuro che le arrivava sino al basso ventre da un lato, e dagli altri due tendono a sporgersi verso le cosce, oltre l’orlo delle mutandine. Leccarle quella peluria e le labbra carnose, ficcarle la lingua dentro la rossa vagina bagnata è stupendo, specie quando si eccita e inarca i fianchi e si spinge verso la mia bocca, sino a sentire i suoi gemiti e la sua fregna che si contrae spasmodicamente mentre bevo le sue gocce di piacere. Il viso è dolce,molto bello con delle labbra carnose e gli occhi color mandorla. Insomma, nonostante i tanti anni che siamo sposati, scoparla è sempre meraviglioso: ficcarglielo dentro, nella fregna bagnata e larga è un piacere divino. Così come metterglielo nel culo, ancora stretto e elastico, tanto che quando la penetro senza olearlo, strilla di dolore, una cosa che, anche se non sono un tipo violento, mi fa impazzire di eccitazione, al punto che, dopo averla penetrata,
spingendolo con brutalità sino in fondo, riesco a darle al massimo due o tre colpi violenti prima di sborrarle dentro. Le piace, se eccitata, prendermi in bocca e se riiusciamo a raggiungere l’orgasmo insieme, ingoia tutto il mio sperma mentre gode. E’ sempre stata sessualmente molto disponibile con me. Ma una cosa non ha mai voluto farla, una cosa che a me sarebbe piaciuta da impazzire: vederla scopata da un altro, sentire costui ansimare e gemere per il piacere mentre se la ingroppa. Vederlo entrare e uscire, sempre più veloce dal corpo della mia donna mentre le succhia famelico un capezzolo inturgidito e darle colpi sempre più violenti, come se volesse spaccarla quella fregna pelosa. Conoscendo bene mia moglie so che una delle cose che più le piacciono è farsi sborrare in fica. E so che piacerebbe anche a lei sentire quell’estraneo urlare mentre le schizza dentro getti violenti di sperma. Forse anche lei arriverebbe all’orgasmo e questo sarebbe il massimo per me. Le fantasie si spingono anche molto oltre: per la verità io vorrei vederla scopata da quattro o cinque stalloni, vedere tutto il suo corpo nudo pieno di rivoli di sperma. Presa in culo e fica e bocca contemporaneamente, vederla sfinita da cinque maschioni che per due o tre ore la scopano in tutti i modi possibili, schizzi di aperma in faccia, sborrate in culo e sui peli della sorca. Ma tanto so che non accetterebbe mai e quindi restano fantasie e basta. Ma una cosa sono riuscito a ottenerla, dopo anni di insistenze e preghiere: farsi guardare in mutandine e reggiseno da un giovane che, non avendo mai visto da vicino una donna in questo modo, di sicuro si ecciterebbe. Mi sono fatto promettere che si sarebbe fatta guardare e toccare sulle mutandine. Però il ragazzo avrebbe potuto toccarsi e venirle addosso. Mutandine bianche e trasparentissime. Le scegliemmo insieme e gliele feci provare: in pratica erano un sottilissimo velo bianco che contrastava di peli neri e che, a gambe leggermente divaricate faceva intravedere le labbra rosse della fica. E così reggiseno: I capezzoli e la rosea aureola erano visibili quel tanto da far desiderare di vederli a nudo. Comprammo anche un paio di autoreggenti nere. A casa facemmo le prove: lei doveva stare sdraiata sul letto, gambe appena divaricate e occhi chiusi. Era da impazzire!
Vi dicevo all’inizio della rivista porno: e si, perchè quella doveva essere la mia esca per il ragazzino.
Mi recai in un paesino di montagna distante da dove abitavamo io e mia moglie. E mi misi a cercare un posto dove normalmente si ritrovano i ragazzetti: un campetto di calcio improvvisato, di quelli in cui le porte vengono segnate dagli zaini scolastici o altri oggetti.
Trovai il campetto e, come prevedevo, cinque o sei ragazzini tra i tredici e i sedici anni stavano facendo una partitella. Mi sedetti su una panchina a guardare, poi con disinvoltura mi misi a leggere la rivista porno in modo tale che loro potessero ben federe l’immagine di copertina che raffigurava una bella donna nuda, con fica pelosa in mostra e due grosse tette. Mi accorsi che i ragazzi facevano di tutto per spostarsi con la palla il più vicino possibile a me. Poi uno di loro cadde e lasciò il gioco venendo a sedersi accanto a me. Non aveva più di quattordici, massimo quindici anni. Sbirciava il mio giornale e allora gli chiesi: “Mai vista una donna nuda?” E lui:”Magari! Nei giornaletti o nei video porno si, ma vera mai” E io: “Bè, prima o poi ti succederà. Adesso sei troppo piccolo ancora” Lui sembrà offeso:”E perchè troppo piccolo? Lo dici tu” Mi misi a ridere dicendo:”E allora dimmi cosa le faresti a una come questa del giornale” La domanda lo imbarazzò e rispose un po’ balbettando:”La accarezzerei tutta e le metterei il pisello dentro, la sotto, come ho visto nei video” E io:”Eh, come corri, ragazzo mio! Senti, io conosco una signora che assomiglia a questa della foto del giornale ma è molto più bella. A lei piacciono i ragazzini come te. Però il massimo che concede è di farsi vedere con le mutandine molto trasparenti e il reggiseno. Si fa toccare tra le gambe ma da sopra le mutandine e anche il seno ma sempre da sopra il reggiseno. E potresti toccarti mentre lo fai e potresti venirle addosso….tu sai cosa significa venire?” E lui”Quando schizzo il liquido” “Esatto. E tu come fai a saperlo?”
Il ragazzino arrossì:”Quando vedo i video porno mi tocco e quando sento un grande piacere schizzo tanto liquido” “Ok, allora se vuoi possiamo fare questa cosa ma a condizione che io sia presente e che tu ti accontenti di quello che ti ho detto. E sopratutto deve restare un segreto, nessuno dovrà sapere nientie. D’accordo?” Notai il gonfiore sotto al pantalone della tuta quando rispose eccitato:“Si, si si, quando lo facciamo?” “Dopodomani. Hai il motorino?” “Si, certo. Eccolo li” disse indicando uno scooter parcheggiato a pochi metri” “Devi uscire dal paese e prendere la provinciale verso nord. Dopo sei chilometri, sulla destra c’è una locanda, che si chiama “Trattoria Da Mariolina.” Ci vediamo li alle quattro. Io ti aspetterò fuori” “E la bella signora?” “Lei sarà già dentro in una camera ad aspettarci. Tutto chiaro?” Il ragazzino deglutì e disse:”Chiarissimo, grazie”
“Mariolina” ha per facciata la trattoria ma guadagna affittando le camere a ora. Non chiede documenti ma vuole essere pagata in anticipo e profumatamente. Le diedi il doppio di quanto chiedeva normalmente per una giornata intera anche se per fare quello che dovevamo fare noi probabilmente sarebbero bastate due o tre ore. Ma volevo l’assoluta tranquillità e la camera migliore. E la camera migliore aveva comunque un aspetto equivoco, tipico di questi posti frequentati di solito da prostitute. La trovai per questo molto eccitante. Io Sandra giungemmo alle tre perchè lei avesse il modo di prepararsi. Era nervosa, molto preoccupata d’essere poco eccitante o piacente: temeva per l’età. Si truccò in modo insolitamente marcato, con rossetto rosso fuoco sulle labbra e matita dello stesso colore sulle palpebre, un po’ da troia. E quando fu pronta, avrebbe fatto rizzare il cazzo a un santo. Verso le tre e mezzo sentii il rumore di un motorino e guardai fuori dalla finestra: era il ragazzo. Dissi a Sandra se voleva vederlo e lei si accostò e guardò fuori. “Ma è un bambino!…delizioso però” Dissi:”Cominciamo a giocare?” E lei:”Come sto? Sono passabile?”
Io ero eccitatissimo e dissi:”Ti sbatterei sul letto a pancia sotto e ti infilerei il cazzo nel culo con l’intenzione di spaccartelo! Sei bellissima e troia contemporaneamente” “E va bene, facciamo questa cosa che ti ho promesso, così mi tolgo il pensiero” Così dicendo si dispose sul letto nella posizione che avevamo provato: supina, gambe un po’ divaricate e…occhi chiusi perchè lei non voleva vedere. Andai a prendere il ragazzino e salimmo la rampa di scale che conduceva alle stanze. La nostra aveva una piccola anticamera. Giunti li gli ricordai le regole gli suggerii di spogliarsi lasciandosi le sole mutandine addosso. Era decisamente imbarazzato, intimidito. Ma fece quello che gli avevo detto. Temetti che avesse una crisi di impotenza dovuta alla situazione. E in effetti, guardandolo in mutandine, non c’era traccia di eccitazione. Gli chiesi se fosse pronto e lui fece cenno di si. Aprii lentamente la porta entrando io per primo e dall’interno feci cenno a lui di entrare. Lui obbedì e gli indicai il corpo seminudo di mia moglie. Lui si pose dinnanzi a lei e con gesto istintivo si abbassò la mutandina mentre con gli occhi spalancati e deglutendo guardava incantato il triangolo di peli che traspariva da sotto la mutandina. Sandra aveva detto di non voler guardare ma…la curiosità, si sa è donna e aprì gli occhi proprio mentre accadeva una cosa che purtroppo, data la mia età, a me non accadeva più da tempo immemore: il ragazzino ebbe un’erezione fulminea, il suo membro si ingrossò e si eresse al massimo in un solo, veloce moviento, la cappella andò a urtare contro il ventre, sembrava un soldato sugli attenti. E, data l’età, non era affatto piccolo, tutt’altro. Vidi Sandra che sbirciava e notai che mosse un poco i fianchi inarcandosi leggermente e aprendo un po’ di più le gambe. Il ragazzino mi guardò e mi disse con voce strozzata:”Po…posso toccarla?” Feci segno di si. Aprì una mano e la posò sulla mutandina di mia moglie accarezzandole tutta la superficie e soffermandosi sopratutto sulla parte pelosa. Muoveva avanti e indietro il bacino come se la stesse scopando e la cappella aveva dei sussulti.
Mi chiese:”Posso accarezzarle le gambe? Sono bellissime” Fui stupito d’essere anticipato nel rispondergli da Sandra: “Si, accarezzami dove vuoi” Così dicendo divaricò le cosce e poi, contrariamente ai patti iniziali, si scostò di lato la mutandina mettendo a nudo un ciuffo rigoglioso di peli e la fica, prese la mano del ragazzino e se la portò li sopra, proprio sulla fica morbida e rosea. Tenendo per il polso la mano del ragazzo,la guidava in quella carezza sempre più profonda e intima, a tal punto che si fece penetrare da un dito prima e due poi nella morbida spugnosa fessura. Il ragazzino, in preda ad una terribile eccitazione balbettava parole inconsulte:”Oddio che bello…che bella signora…che bella…” Sandra gli tolse un attimo la mano dicendogli:”Vuoi guardarla meglio?” E senza attendere la risposta si abbassò le mutandine e aprì bene le cosce. E poi:”Accarezzami tutta ora, mi piace” Il ragazzino prese a stropicciarle la folta peluria e poi con due mani le aprì la fica guardandola incantato mentre Sandra si protendeva inarcandosi verso di lui per farsi guardare e toccare meglio. Io in silenzio, stavo impazzendo per una scena che non mi sarei mai aspettato di vivere sul serio. Poi avvenne una cosa sublime: Sandra si sfilò un seno dalla coppa del reggiseno dicendo al ragazzo: “Vuoi succhiarmelo?” Il ragazzo si avventò con la bocca sul capezzolo di Sandra ma per farlo, data la posizione, lei sdraiata a cosce aperte e lui in piedi li in mezzo, doveva necessariamente sdraiarsi sul corpo di mia moglie. Il suo cazzo andò a poggiarsi e a strofinarsi in mezzo al bosco di peli. Lei andò a cercarlo con la mano fra i loro corpi e…se lo indirizzò all’ingresso della sua fica. Il cazzo del ragazzo scivolò dentro, sprofondando all’interno della voragine carnosa per poi restare fermo, mugolando di piacere Dopo qualche istante il suo giovane corpo prese a vibrare come se stesse prendendo la scossa. Disse solo:”Oddio!” Sandra lo avvinghiò intrecciandogli le gambe dietro la schiena ansimando e capii che il ragazzo le stava sborrando dentro. Udii lei quasi piangere e nel godimento mormorare:”Siii…ahhhh….vienimi dentro…godi nella mia fica. si, così…ancora…ancoraa…bagnami tutta….odiio che belloo…ahhhh! oddio.. sto venendo , ti prego vieni…vienii ancora…ahhh!..si… così…”
Sandra agitava e roteava i fianchi. Aveva le gambe sollevate per stringere a se il corpo del ragazzino in modo che il suo cazzo la penetrasse il più possibile. Stando in quella posixione, vedevo il membro di lui immerso nella fregna di Sandra e rigagnoli di sperma colare lungo il solco del culo. Le stava iniettando dentro una quantità di sperma incredibile, sembrava non esaurirsi mai. E anche Sandra continuava ad avere orgasmi su orgasmi. Finalmente sembrarono placarsi entrambi. Sandra distese le gambe e lui temette che lo volesse far uscire. Disse:”Signora…mi faccia stare ancora…la prego…” Mi ero dimenticato di quando avevo la sua età: potevo venirmene anche sei o sette volte al giorno. E a me non era mai capitata la fortuna di scopare una donna come Sandra. Il ragazzino prese a muoversi avanti e indietro, manifestando l’intenzione di scoparla ancora. Le prese un capezzolo in bocca succhiandolo mentre con una mano strizzava l’altro. Sandra lo lasciava fare, ancora eccitata. Ad un tratto con mossa rapida e inaspettata, ruotando su se stessa e facendo perno sul corpo del ragazzo, lo costrinse a sdraiarsi supino, venendo così a trovarsi lei sopra di lui e iniziando a muoversi sinuosamente e con studiata lentezza, ruotando il bacino e spingendolo in avanti per farsi penetrare sino in fondo. Poi cominciò ad arretrare e il membro inevitabilmente uscì dalla fica. Prima che lui potesse dolersene, continuanuò ad arretrare e chinandosi, prese a lambire e leccare il corpo del giovane. Scese sino a che la sua bocca fu all’altezza del membro teso e gonfio. Leccò la cappella, poi scese con la lingua giù sino alla base e quindi risalì lungo l’asta vibrante. Poggiò prima la bocca socchiusa sulla punta e poi le fece scivolare lungo il membro prendendolo tutto in bocca. Lui emise quasi un urlo di piacere.Sandra muoveva sapientemente il capo su e giù lungo il cazzo. Stava in ginocchio sul letto e io potevo vedere la sua fregna e il suo culo. Io non ne potevo più, l’eccitazione era al massimo della tensione. Puntai il cazzo nella direzione voluta e con un colpo secco dei fianchi lo infilai nel culo di Sandra. A differenza di quando lo facevamo da soli, non urlò affatto di dolore e il mio cazzo scivolò dentro con morbidezza. Il ragazzino dopo pochi minuti di quel trattamento, cominciò a sborrarle in bocca ansimando. E Sandra, ingoiando lo sperma, se ne veniva. Io glielo avevo piantato sino in fondo dentro al culo ma non mi muovevo perchè avrei sborrato subito. Lei era preda di un orgasmo violento e intenso, il buco del culo si contraeva stringendomi forte il cazzo per poi allentare la morsa e stringersi nuovamente. Alla terza stretta sborrai come un cavallo. Davanti il ragazzino continuava a innaffiarle la bocca.
Quando finii di svuotarmi dentro il suo ventre e le sfilai il cazzo dal culo e ne vidi uscire il mio sperma a fiotti che scendeva a bagnare i peli della splendida sorca e colare dentro la fregna. Quando finì di bere tutto lo sperma del ragazzo, io e lei ci lasciammo cadere stanchi sul letto. Dissi al ragazzino che poteva andare e lui si rivestì.
Quando fu sulla porta si voltò e disse triste a Sandra:”Non la rivedrò mai più, vero? Me lo fa fare unultima volta?” Io e Sandra scoppiammo a ridere: non era possibile! Ma Sandra era intenerita da quel ragazzino. Si girò sul letto dicendogli: ” sdraiati su di me” Il ragazzino non si fece pregare e si sdraiò sul corpo caldo e nudo di Sandra che disse:”Visto che lo vuoi fare ancora, facciamolo in modo nuovo” Portò la mano dietro la schiena, prese il membro ancora una volta incredibilmente durissimo del giovane indirizzandolo laddove poco prima avevo sborrato io. E gli disse: ”Ora inculami” Lui obbedì e Il cazzo scivolò nel culo di Sandra, dove dopo due minuti di su e giù il ragazzo sborrò per l’ennesima volta.
Ovviamente in quella stanza avevo disposto due telecamere per poterci rivedere in seguito. Quando rivediamo quelle immagini, ci eccitiamo entrambi e finiamo sempre col fare sesso.
Alcuni anni dopo Sandra mi confessò d’essersi rivista una volta col ragazzo di nascosto e per una giornata intera lui la scopò in tutti i modi per ben dieci volte.

FINE

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 2)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 2)

Il padre di Giorgio si stava masturbando. Aveva in mano un cazzo enorme, lungo almeno 24 cm. Era appoggiato alla parete con gli occhi chiusi e si masturbava, ad un certo punto lo sentii anche dire:
-Dai Claudio, prendilo in bocca, fammi venire dentro…..leccami le palle…..-
Mi prese una gran paura e ritornai al mio posto, e poco dopo lui usci e venne verso di me. Ricominciai a tremare,
Lui mi venne vicino e mi passo’ il braccio destro sulla mia spalla. Come per farmi coraggio.
-Che c’e’ che succede, tu hai paura, di cosa? – Furono le ultime parole che sentii, poi svenni.
Versione 1
Quando mi svegliai ero su un letto, mi guardai addosso e rimasi senza parole.
Indossavo un paio di mutandine di pizzo con un’apertura davanti che mostrava il mio pisello. Con la mano tastai dietro e mi accorsi che era un tanga. Un filetto i seta mi attraversava le cosce e mi segava in due il buchetto del mio culo vergine. Indossavo anche un reggiseno dello stesso pizzo e colore. C’e’ da dire che io avevo il seno un po’ pronunciato, simile ad una pria misura di una ragazza.
Non sapevo cosa fare, nella stanza non c’era nessuno, ero solo. Poi sentii dei passi, allora feci finta di essere ancora svento.
Con gli occhi socchiusi cercai di guardare e vidi il papa’ di Giorgio entrare in stanza nudo.
Il cazzo gli ciondolava in mezzo alle gambe e nonostante fosse moscio era molto lungo e cicciotto.
Si sedette accanto al letto e inizio’ a guardarmi, poi si inginocchio di fianco al letto e con una mano mi prese il pisello e comincio’ a masturbarmi.
Rimasi ancora svenuto per un po’, ma poi il piselo comincio’ ad indurirsi e allora feci finta di rinvenire.
-Oddio, cosa mi e’ successo…..ma cosa fa…….- feci io tentando di togliere la sua mano dal mio cazzo.
-Ssssshhhh – disse lui – stai buono e andra’ bene per tutti e due.- Fini di dire la frase e si butto’ sul mio cazzo e lo prese in bocca.
Comincio’ a farmi un pompino (nessuno me lo aveva fatto finora). Andava su e giu’ con la sua bocca e con la lingua ruotava intorno alla cappella. Sentii un brivido dietro la schiena e comincia di nuovo a tremare, poi lo vidi infilare il suo dito medio in bocca e riuscire ben lubrificato, sentii poi la sua mano insinuarsi in mezzo alle cosce e il suo dito medio fermarsi sul mio buchetto del culo.
Lo guardai in faccia terrorizzato, ma non riuscivo a dire una parola.
-Sono sicuro che il tuo culetto e’ vergine, vero? – disse. Riuscii solo ad annuire con la testa, non mi usciva una parola, poi sentii il suo dito penetrarmi il culetto e entrare fino alla base mentre mi continuava a fare il pompino.
Stavo per venire, sentivo lo sperma salire dalle palle, attraversare l’uretra e stavo per esplodergli in bocca.
Feci per tirami indietro, ma lui mi trattenne e allora gli sborrai in bocca con un rantolo. Mi lecco’ tutto per bene mentre continuava ad esplorarmi il buchetto del culo e poi si alzo’ in piedi, pres le mie mani e mi mise seduto sul letto, poi mi prese la testa fra le mani e l’avvicino’ al suo cazzo che ormai era diventato lungo e duro ed era esattamente davanti alla mia bocca.

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 1)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 1)
-Dai vieni a casa mia, ti aiuto io a fare la versione di inglese.- Giorgio insistette cosi’ tanto che io accettai, anche perche’ l’inglese non era il mio forte.

Sono Claudio e allora avevo 16 anni e frequentavo il 2 liceo linguistico, mi piaceva il francese e lo spagnolo, ma lìinglese proprio non mi andava giu’.

Arrivai a casa di Giorgio verso le 16.00 e ci mettemmo subito a fare la versione. Lui era molto bravo, perche’ suo padre era americano e gli aveva insegnato l’inglese fin da piccolo.

Poco dopo che avevamo iniziato, arrivo’ a casa sua padre. Era veramente un bell’uomo, tipicamente americano, biondo e con un fisico molto prestante e avea circa 50 anni.

Vi devo confessare, che verso i 15 anni, io mi sentivo leggermente attratto dagli uomini molt piu’ grandi, forse perche’ mio padre ci aveva abbandonati, a me e a mia madre da quando io avevo 3 anni, quindi io ero cresciuto senza una figura paterna.
Lui ando’ nel suo studio e noi continuammo a fare la nostra versione. Dopo qualche minuto squillo’ il telefono e Giorgio rispose.

-Ciao Giulia – disse, era la sua ragazza che frequentava la nostra stessa classe.- no Giulia non posso, sono con Claudio e stiamo facendo inglese……dai non fare la stupidina, non posso ora, sono con Claudio, mica lo posso lasciare solo….e dai non ins****re…..no aspetta non fare cosi’….scusa un attimo…….-
Venne verso di me e coprendo con una mano il telefono mi disse:
-Scusa Claudio, ma Giulia insiste, mi ha detto di andare a casa sua perche’ i suoi non ci sono e cosi’ possiamo……insomma mi capisci……non c’e’ nessuno e lei mi aspetta……..seni che ne dici se dico a mio padre di aiutarti, lui e’ bravissimo….- aggiunse-

– Va bene vai – gli dissi –se tuo padre mi aiuta, va bene- conclusi.

-Papa’, potresti aiutare Claudio a fare la versione di inglese, io devo andare a casa di Giulia, perche’ lei non riesce a fare il compito di francese – disse facendomi l’occhiolino.
Il padre usci dalla sua stanza. Indossava una tuta da ginnastica in microfibra che non lasciava niente all’immaginazione. Era attillatissima e i miei occhi caddero proprio li, tra le sue gambe, dove si vedeva un bozzo incredibile.
Mi resi conto che il mio sguardo era troppo evidente, ed il padre se ne era accorto.
Distolsi subito lo sguardo e mi misi a cercare una voce sul vocabolario.
Prima di rispondere, il padre attese un attimo, mi stava guardando da cima a fondo, poi disse che mi avrebbe aiutato.

Giorgio usci’ e lui si mise accanto a me e iniziammo a fare la versione.
Ero turbato, sentivo una strana sensazione dentro di me, come non mi era mai successo, incominciai quasi a tremare.
Lui mi disse – Hai freddo Claudio, tremi! – No – risposi e basta.
Dopo un po’ si alzo’ e disse che doveva andare in bagno. Il bagno era alla fine del corridoio, difronte alla porta della stanza di Giorgio, dove noi eravamo. Lo vidi entrare in bagno, chiudere la porta, che pero’ rimase leggermente socchiusa.

Io sentivo quella strana sensazione aumentare dentro di me. Lui era in bagno da 2 o 3 minuti e non usciva, cosi’ mi avvicinai per chiamarlo, ma quando ero a circa 2 metri dalla porta, sentii dei gemiti, mi avvicinaii di piu’ e sbirciai tra la fessura, quello che vidi mi fece trasalire.
(continua)

jeipei

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La grande sborrata

Oggi approfittando della bella e calda giornata ho voluto realizzare una fantasia che avevo in testa da qualche tempo. Desideravo che un gruppo di uomini mi sborrasse addosso. Avevo saputo che nella zona periferica di un paese non lontano da dove abito si ritrovano molti ragazzi alla ricerca di incontri. Non ci ero mai andato ma grazie alle indicazioni di un amico l’ho raggiunto facilmente. Una zona industriale, un grande parcheggio circondato da boschi. Un discreto numero di auto erano già posteggiate ma nessuno a bordo. Ho parcheggiato, sono sceso dalla mia auto e mi sono incamminato nel bosco. Mi è bastato camminare per poche decine di metri e ho incontrato le prime persone, ovviamente erano tutti uomini. Mi sono fatto coraggio e ho iniziato a dire a tutti quelli che incontravo che avevo una gran voglia di farmi sborrare addosso quindi se gli andava di farlo, li invitavo a seguirmi. Ho fatto un po’ fatica a convincere le prime persone, poi quando già un paio si erano unite a me, mi bastava chiedere e tutti accettavano e si univano al gruppo. In circa venti minuti ero riuscito a trovare una decina di uomini disposti ad aiutarmi a soddisfare la mia voglia! Dieci persone potevano bastare, quindi ho chiesto a loro di portarmi in un posto tranquillo dove poter mettere ho pratica il mio progetto. Un ragazzo ha detto che conosceva il posto adatto e ci ha accompagnato. Io ho subito steso a terra una stuoia che avevo nello zainetto e mi sono spogliato completamente, i ragazzi subito si sono abbassati i pantaloni ed hanno estratto i loro favolosi uccelli! Non c’è stato bisogno di dare altre spiegazioni, anche se non credo che avessero già fatto una cosa simile. In un attimo mi son ritrovato accerchiato da tutti i ragazzi che brandivano i loro cazzi. Allora mi sono inginocchiato e ne ho presi due tra le mani per eccitarli masturbandoli, in un attimo me ne son ritrovato uno in bocca già bello duro. Succhiavo e menavo cazzi a tutto spiano e l’eccitazione del gruppo cresceva sempre più! Cazzi, vedevo solo cazzi intorno a me, che mi passavano dalle mani alla bocca senza controllo. Qualcuno mi accarezzava, poi la mano è scesa vicino al mio sedere e in un attimo almeno due dita erano dentro di me! Ora erano tutti molto eccitati, così ho mollato tutto e ho detto : “Ok ragazzi, vi vedo belli eccitati, io ora mi sdraio e voi mi scaricate addosso quanta più sborra potete!” Con una benda mi sono coperto gli occhi e mi sono sdraiato sulla stuoia. Non vedevo nulla, ma potevo sentire le loro voci e il fruscìo delle mani che sfregavano sui durissimi cazzi. Non ho dovuto attendere molto, poi accompagnata da un gemito di piacere è arrivata la prima sborrata. Ho sentito le calde gocce di piacere cadere sul mio petto e sul ventre. Poi qualche attimo di attesa e una seconda sborrata mi ha colpito proprio sul viso! La mia bocca era chiusa ma ho potuto sentire forte l’odore di quella sborra. Doveva essere anche abbondante, infatti la sentivo gocciolare giù dalle guance fino sul collo. Percepivo l’eccitazione dei ragazzi che erano attorno a me che si stavano masturbando, poi dopo qualche attimo di calma mi è arrivata addosso la terza sborrata,indirizzata tutta sopra al mio cazzo. Poi non sono più riuscito a distinguere le singole sborrate, che si susseguivano senza tregua. Sentivo gli schizzi uno dopo l’altro depositarsi su tutto il mio corpo. Ero il loro bersaglio e mi stavano colpendo con i loro proiettili di liquido denso e caldo. Ero investito da una cas**ta di sborra, e la cosa mi faceva eccitare tremendamente. Era un continuo di mugolii di piacere e schizzi di sperma che mi colpivano dalla faccia al cazzo. Mi sentivo tutto bagnato ma rimanevo immobile ad accogliere col mio corpo fino all’ultima goccia di sborra. Poi improvvisamente intorno a me è calato il silenzio. Ho atteso qualche attimo poi mi sono tolto la benda dagli occhi e mi son guardato in giro, non c’era più nessuno. Dopo avermi svuotato il proprio carico di sperma addosso tutti i ragazzi se ne erano andati. Avevo sborra che colava su tutto il corpo. Si erano dati un gran da fare! Con entrambe le mani mi sono spalmato il viscido liquido sul corpo. Ora era il mio turno, ero eccitatissimo, il cazzo era durissimo e pulsava d voglia, così l’ho impugnato e con pochi colpi di mano l’ho fatto sborrare. Gli schizzi che uscivano erano poderosi e arrivavano fino al mio petto. Godevo al massimo, l’odore e il sapore della sborra che avevo nel naso e sulle labbra mi inebriavano,il cazzo mi sgusciava nella mano lubrificato dallo sperma dei dieci ragazzi. Con la mano libera intanto mi spalmavo quell’abbondanza di sperma su tutto il corpo con movimenti spasmodici in preda all’orgasmo.

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La Dirimpettaia

La mia vita scorreva abbastanza tranquilla (direi quasi monotona) tra esami universitari, uscite con gli amici e qualche avventura. Non sono un adone, ne rocco siffredi quindi le mie esperienze con le ragazze si erano limitate a 2-3 amichette che mi avevano fatto felice da quando avevo scoperto il corpo femminile. Sono un tipo timido quindi non era facilissimo per me attaccare bottone.
Ma quando arrivo Erika nel palazzo di fronte……
Era una donna sui 30, non quello che si definisce una modella ma sicuramente una donna molto attraente.
Alta 1e70, biondina, una terza scarsa di seno ma un culo spettacolare. Ma quello che più mi attraeva era la sua disinvoltura. Si perchè dovete sapere che lei amava girare per casa completamente nuda. Non aveva le tende alle finestre, quindi potevo ammirarla e farmi delle seghe assurde osservandola e immaginandola fra le mie braccia.
Inizialmente non si accorse di me. La guardavo spogliarsi e rivestirsi con quel corpo che sognavo di sfiorare, toccare, leccare….godere.
Un pomeriggio che attendevo facesse la sua comparsa ebbi un tuffo al cuore….era con un uomo. Si stavano spogliando, baciando…..in un attimo iniziarono a scopare con una voracità che avevo visto solo nei porno. Lei era stupenda per come lo cavalcava, per come muoveva il culo…per come inarcava la schiena mentre veniva.
Ormai ero completamente stregato da lei. Non passava minuto che non cercassi di scrutare attraverso le sue finestre per godermi la sua visione.
Tutto questo durò fin quando un pomeriggio che stava svolgendo delle faccende domestiche non mi vide….e pensai “Addio…fine dei giochi”.
Quanto mi sbagliavo. sembrava le piacesse essere guardata e provocare tanto che quel pomeriggio insceno uno spettacolino appositamente per me.
Si spoglio molto lentamente, rimase a girare un po per la stanza da letto nuda finchè non si rivesti. Ma lo fece nel modo più sensuale possibile.
Inizio a mettersi le autoreggenti, appoggio la gamba sul letto e risalì molto lentamente massaggiandosi le gambe da vera vamp….stavo morendo. Avevo il cazzo più duro che mai. Si mette il reggiseno, si volta, mi vede e continua a fare quello che stava facendo. Finisce di rivestirsi ed esce di casa.
Continua cosi per alcuni giorni. Ormai ero fisso davanti la finestra da cui avevo la visuale migliore.
Il punto di svolta ci fu quando un pomeriggio stava scopando con il suo uomo a pecorina con il viso rivolto alla finestra. Mi vede, mi sorride e si riconcentra sul cazzo che la stava scopando.
Ormai ero deciso a fare un gesto o qualcosa per poter andare a casa sua.
Il giorno dopo era sola a casa. Stava facendo delle faccende completamente nuda. Si ferma un secondo, si volta verso la finestra. Prendo l’occasione ed alzo la mano per salutarla. Mi sorride e risponde al saluto. Si avvicina alla finestra e mi fa cenno di andare da lei.
Dio, il sogno erotico delle ultime 3 settimane si stava avverando?
Mi preparo in 5 minuti e corro da lei.
Busso. Mi viene ad aprire in un accappatoio azzurro molto corto.
“Ciao, cosa posso fare per te?”
Ero completamente disorientato dall’espressione seria…”cazzo, possibile che ho capito male?”
Lei nota la mia espressione confusa, mi sorride e mi fa “Dai, entra”.
“Ti posso offrire un caffè?”
“Meglio una coca se la hai. Sono già molto nervoso di mio”
“E perché mai?”
“E’ la prima volta che mi capita un’occasione simile”
Intanto ci eravamo seduti sul divano, ci presentiamo.
Si chiamava Erika, era slava ed era sposata con un italiano che di lavoro faceva il camionista. Era spesso sola e vogliosa di attenzioni. Intanto l’accappatoio si era allargato lasciando intravedere delle gambe fantastiche.
“ehi il mio viso è qua” indicandosi con un dito il volto.
Paonazzo in faccia farfuglio una scusa e si mette a ridere.
“Ti sono piaciuta in questi giorni? Ho notato che non facevi altro che guardare in camera mia”
“Da morire” e abbasso gli occhi come un bambino colto con le mani nella marmellata.
Lei mi prende il viso e mi bacia “Ho sempre amato i timidoni”. Ormai mi sono sciolto.
Allungo le mani su quelle gambe che ho sognato cosi a lungo….la sua lingua si muove nella mia bocca. Mi stacco ed inizio a baciarle il collo e la mia mano arriva alla sua fica. Mi blocca la mano.
Penso “Mi sembrava troppo bello”…..ed invece “andiamo in camera, stiamo più comodi”.
La seguo come un cagnolino. Arrivati in camera, mi da una spinta e mi getta sul letto.
Mi lascia i pantaloni e me li toglie. Abbassa i boxer ed inizia a baciarmi la cappella già in tiro. Inizia ad andare su e giù lungo il cazzo con la lingua…già ero in visibilio. Si ferma a succhiare le palle, ci gioca un po con la lingua e poi riparte ad andare su e giù. Io ero sempre più al limite.
“Ferma o vengo subito”
“Zitto!!”
Come gli avevo detto esplodo in una sborrata abbondante che la colpisce dritta in faccia.
Si alza, prende un asciugamano e si pulisce.
“Ok ora che ti sei svuotato la prima volta puoi durare di più! Tocca a te”
Si stende e io su di lei. Tiro fuori quel poco di repertorio che avevo ma che a quanto pare faceva effetto.
Mentre le bacio il collo, le accarezzo le cosce fino a raggiungere la fica. Lei allarga le gambe, è fradicia….infilo due dita ed inizio a farle andare avanti ed indietro…le piego in modo da farle sentire meglio. Nel frattempo sono sceso con la bocca sulle tette. Mordicchio, succhio, tiro i capezzoli…la sento gemere debolmente. Accellero il movimento delle dita nella fica…..”scopami dai”.
Non le do retta…”Ti ho detto scopami”….
Di tutta risposta mi chino fra le sue gambe e inizio a leccarle la fica….Sento il suo respiro farsi più profondo e rumoroso…mi sta inondando la faccia dei suoi umori ma continuo a leccare tra le grandi labbra, a succhiare il clitoride e mandare la lingua piu dentro che posso. Mi ha messo una mano sulla testa, mi accarezza i capelli e si spinge la testa verso la fica. Quando sento che è sul punto di venire, mi alzo e mi infilo un preservativo che avevo nel portafogli. La guardo e vedo che ha gli occhi infuocati dalla voglia di essere scopata. Mi stendo e la faccio salire a smorzacandela (lo voglio anche io il gioco di bacino che avevo visto farle) ed inizia il paradiso. Aveva una fica vellutata e stretta…si muoveva come un’anguilla e se non fossi venuto 10 min prima avrei sborrato dentro la sua fica in 3 colpi. Lei viene a si accascia su di me con il cazzo ancora nella fica.
Mi bacia in bocca. Solleva un po il viso e mi sorride. Gli faccio “io sono ancora duro….non credere che finisce qua”.
La faccio mettere a pecora e riinizio a scoparla. La tengo per le tette e la colpisco più forte che posso.
Non credevo di durare tanto ma invece sono ancora duro e sto per venire la seconda volta quando la sento afflosciarsi sul letto dopo il secondo orgasmo….le dico che sto per venire e mi riprende il cazzo in bocca…3 pompate e gli sborro ancora in bocca.
Ci accasciamo sul letto.
“Ti aspettavi che scopare con me sarebbe stato cosi?”
“No sei meglio di ogni mia minima fantasia….sei superba”
Rimaniamo li a chiacchierare per un po.
I tempi da guardone mi sà che sono finiti