Il mio nome non ha importanza, ma quello che vi troverete in ogni mio racconto sono confessioni (reali o fantasiose) della mia vita.
Ecco un altro giorno in palestra, come sempre sono arrivato prossimo all’orario di chiusura. Stranamente oggi la palestra è deserta, non c’è anima viva. Di solito ci sono mi alleno anche con altri, ma stavolta ci siamo solo io e lei. La ammiro da diverso tempo, ci siamo conosciuti dopo un po’ di tempo che ho iniziato a frequentare la palestra. Adoro il suo corpo, il suo viso incorniciato da quella stupenda chioma rossa, i suoi glutei modellati dalle ore passate qui, le sue labbra sono state un mio desiderio nascosto (per non parlare dei suoi seni…). Mi chiederete dove è il problema, è la solita donna casa e chiesa, ma sotto sotto sento che lei desidera di più. Stiamo finendo entrambi l’ultima serie di esercizi; il sudore che le scorre sul corpo la rende ancora più eccitante…. Inizio a sentirmi a disagio perché la mia eccitazione è palese e continua mi guarda. Colgo una strana luce nei suoi occhi, qualcosa come di sopito ma pronto ad accendersi. La vedo indugiare sul mio basso ventre e la vedo muoversi in modo più lento, studiato, come se volessi essere sicura che quello che vede è un apprezzamento della sua femminilità.
Sarà l’astinenza, sarà la mente che vaga, ma sento crescere il desiderio che ho per lei. Mi dice che ha finito, e mentre la guardo allontanarsi il pensiero di possederla si fa sempre più forte. Dopo pochi minuti che si è allontanata penso solo ad una cosa: “O la va o la spacca…”. Con questo pensiero che mi formicola per la testa mi avvio verso gli spogliatoi. Mentre le due porte, per fortuna affiancate si avvicinano, sento l’eccitazione crescere a dismisura man mano che la distanza a quella porta minuisce. Prima di aprirla mi volta e controllo che siamo soli.
Mentre entro nello spogliatoio, sento il rumore dell’acqua scorrere nel locale docce. Mi guardo intorno e vedo i suoi indumenti sparsi vicino alla panca. Mi avvicino per annusarle e sentire il loro calore. Noto il suo intimo, tutt’altro che sportivo, composto da un semplice perizoma nero…. Mmmmm è bagnato, e non di sudore…. La voglia inizia a prendere il controllo del mio corpo. Mi spoglio anche io e entro con calma nel locale docce. La ammiro di spalle mentre la mia eccitazione mi precede sempre di più. Mi avvicino a lei e la stringo a me dicendole: “Ciao”. Lei salta per il lieve spavento e risponde: “Che ci fai qui nudo? È lo spogliatoio sbagliato”. Le sorrido; “Beh invece è proprio quello giusto secondo me”. Le mie mani iniziano a prendere possesso del suo stupendo corpo, palpandolo, stuzzicandolo, stringendolo…
“Ti prego smettila, non qui. Potrebbe arrivare qualcuno”
Sento che le ultime difese stanno crollando mentre la rivolgo verso di me. I suoi occhi mi guardano, nudo. Il mio corpo non è così muscoloso, palestrato come la maggior parte degli altri uomini che normalmente frequentano la palestra, ma ciò che la attira davvero è il mio pene, duro e eccitato per lei, per quello che tra poco accadrà. Mentre avvicina una mano per toccarlo, io le prendo il viso e i nostri occhi si fissano. Ci desideriamo e ogni secondo che passa le sue ultime difese cadono mentre lentamente mi tocca.
Mentre la mia mano destra la avvicino a me, le dico: “Non ti preoccupare, ora saremo solo tu e io…” E avvicinandomi all’orecchio le dico “come so che desideravi da un po’”. Percorro con la mano libera il suo collo, mi soffermo su suo seno. Appena lo sfioro la sua mano si serra forte sul mio pene e le scappa un sospiro. Avvicino il suo capezzolo, che inizia a indurirsi, alle mie labbra mentre lei delicatamente inizia a masturbarmi, saggiando l’oggetto del suo piacere con desiderio ogni volta che la mano sale e scende. Con stuzzico l’altro capezzolo e scendo tra le sue gambe, per avere conferma del suo desiderio. Appena le mie dita supera il suo ombelico, percepisco la sua ultima titubanza e la sento sussurrare: “No ti prego, non ancora…” Ma la mia mano mi dice altro. Mentre intrufolo tra le sue gambe l’indice, mi avvicino al suo orecchio e le dico: “Appena ti avrò toccata, tu sarai mia”.
Lei fa per allontanarsi ma, così facendo, mi fa sentire quanto sia eccitata, vogliosa, desiderosa che io la prenda ora. Il calore e i liquidi che mi coprono l’indice ne sono la prova. Col mio corpo la spingo contro il muro della doccia, mentre l’acqua continua a scorrere sui nostri corpi.
“No ti prego, smettila” continua a dire, ma le mie labbra hanno già preso possesso del suo sesso, del suo desiderio e la mia lingua fa ciò che i suoi occhi mi implorano. Lecco le sue grandi labbra, i suoi umori mischiati all’acqua della doccia mi dissetano. Le sue mani si sono impossessate dei miei capelli, li tirano e mi schiacciano il suo viso contro il mio sesso. Più forte mi preme contro di lei, più le sue labbra mi implorano di darle piacere: “ti prego non ti fermare”.
Penso solo questo: “è mia”
Mi alzo, e le chiedo fissandola negli occhi: “ora mi vuoi?”
La sua risposta esce veloce, come se fosse stata imprigionata da tempo: “Si”
Mentre l’acqua continua a scorrere, lascio che la voglia si impadronisca definitivamente di noi, lentamente la giro, poggiando le mie mani sui suoi fianchi. Le sue spalle sono contro il mio petto e i suoi glutei mi cercano, mi desiderano. Mi piego e inizio a entrare in lei, lentamente, gustandomi questo istante. Sento il suo corpo e il suo desiderio mentre avanzo dentro di lei. Urla la sua liberazione quando finalmente sente il mio bacino contro il suo, si gira e, fissandomi negli occhi, mi sorride muovendo il bacino. “Se è così l’inizio, figuriamoci come è il resto, mio bel porcello” A quelle parole, inizio a montarla con tutto il desiderio che mi ha generato nei lunghi mesi di conoscenza. La sbatto sempre più forte e ad ogni corpo sento che il muro dentro di lei non esiste più.
“Sei la mia puttana” le urlo
Lei, presa sempre di più dal piacere, risponde: “Si sono la tua puttana. Non smettere, sbattimi forte”.
Il suo corpo freme sempre di più e le sue urla di piacere riempiono la stanza. Si gira e mi dice: “andiamo a metterci comodi”.
Mi fa uscire, a malincuore da lei, e sculettando mi precede negli spogliatoi. Mi accarezza, fissando sempre il mio corpo e il mio viso. La sento diversa, libera e il suo corpo continua a urlarmi di continuare. Mi fa sedere su una panca e dice: “Ora è tempo che mi goda tutto questo con comodità”. Impugna il mio pene sorridendo maliziosa. Le sue gambe avanzano sopra le mie e ammiro la sua stupenda fica con gli umori che escono da lei, percorrendo le sue stupende gambe toniche. Il suo sguardo è sempre fisso sul mio viso, come a dirmi che ora non la fermerà più nessuno. Si penetra delicatamente, facendomi scivolare dentro di lei di nuovo. Chiude gli occhi e assapora il mio lento scivolare in lei, ma io sono di tutt’altro avviso. Le mie mani riprendono posto sui suoi fianchi e la spingo contro di me. Spalanca gli occhi e dalla sua bocca spalancata le esce un gridolino di piacere. La bacio con passione e fissandola: “tu sei la mia puttana, ricordatelo sempre”.
“Si sono la tua puttana, la tua troia” pronuncia mentre mi cavalca sempre più forte. La mia bocca prende possesso della sua e poi dei suoi seni, che danzano davanti a me in modo ipnotico. I nostri sospiri sono ora un indistinto urlo di piacere.
Non so riesco a capire quante volte lei sia venuta, so solo che il suo viso e le sue labbra non smettono di dirmi “Ancora, non ti fermare”. La sento urlare sempre più forte, mentre il suo corpo si contorce nel piacere ancora e ancora, come se stesse dicendo al mondo che ora la sua rinascita è completa.
“Brava così, continua porcella mia. Sto per venire”. Lasciandomi dentro di lei, si gira e continua l’ultima cavalcata, sempre più forte, sempre più profonda.
“Sto per venire ancora. Sei il mio porco”. A sentirle pronunciare queste parole le vengo dentro, riempiendola completamente, coronando la nostra passione.
Ci facciamo di nuovo la doccia assieme, e ogni tanto indugio sul suo seno per farle tornare il desiderio, che però questa volta non volevo che l’abbandonasse più.
Una volta rivestiti, mi affaccio dalla porta dello spogliatoio, controllando che non ci sia nessuno. Lei si avvicina a me e mi saluta baciandomi con passione. “A presto mio stallone. Ci vediamo la settimana prossima”, strizzandomi un occhiolino.
Month: December 2014
FKK Ausflug mit ungeahnten Folgen
Es war ein weiterer heißer Sommertag und Laura und ich lagen nackt auf Liegen vor Lauras Pool und sonnten uns. Es machte uns nichts aus dass wir und gegenseitig nackt sahen, sowas wie heute hatten wir schon oft gemacht. Waren aber nie wirklich weiter gegangen als uns mal zu küssen. Wir waren beide 21 und das sah man auch. Beide dicke pralle Titten die nur selten einen BH sahen da sie auch so perfekt standen. Braun gebrannte Körper mit enger Taille und perfekt geformten Hintern. Und außer den sexy langen Blonden Haaren auf dem Kopf überall glatt rasiert.
Wie wir nun so da lagen und uns sonnten meinte Laura auf einmal: “Ich hab Lust was zu unternehmen!” Mir war ehrlich gesagt auch ein bisschen langweilig und so fragte ich sie worauf sie Lust hätte. Sie grinste mich an und meinte: “Was hält’s du davon wenn wir mal was neues ausprobieren? Ich habe gehört das ein paar Kilometer von hier ein neuer FKK Strand aufgemacht hat und Louisa war schonmal da und meinte da gäb’s einen U30 Strand wo sehr gut aussehende Jungs rumlaufen würden!” Ich schmunzelte. Ich wollte irgendwie nicht dass mich irgendwelche Bekannten oder Mitstudenten nackt sahen, aber andererseits hatte ich gehört dass solche Strände immer geil sein sollen und bei dem Gedanken an gut gebaute Jungs wurde ich auch leicht feucht. Also stimmte ich zu, wir packten unsere Sachen und fuhren los. Im Auto fiel mein Blick öfters mal auf Jessy, denn sie hatte ein wirklich kurzes und enges Top an, was ihre hübschen Brüste fest zusammen und aus dem Ausschnitt presste und ihr Mini Rock tat seinem Namen alle Ehre, er war wirklich mini, denn wie sie da so am Steuer saß sah ich ihr Höschen schon. Ich bewunderte ihren Körper wirklich. Sie bemerkte dass ich zu ihr rüber sah und sagte nur: “Schau ruhig hin süße, ist ja nich schlimm.” Sie war bei sowas immer ganz offen und ich glaube sie hatte auch schon ein paar mal mit Frauen was gehabt. Ich stand ihr da ein bisschen nach, hatte selten Beziehungen (keine Zeit) und nie was mit ner Frau gehabt, aber würde gerne mal mit ihr, ich traute mich nur nie sie zu fragen.
Am Strand angekommen gingen wir in das Tal in dem der See lag. Es war echt idyllisch und ein hübscher Ort. Wir bezahlten den Eintritt und machten uns auf zur Liegewiese wo wir uns dann auch gleich auszogen. Laura hatte recht gehabt, hier waren wirklich nur gut aussehende unter dreißig und über achtzehn. Wir sonnten uns also weiter aber wir bekamen selbstverständlich mit wie die Jungs uns anschauten und die Aussicht genossen die wir zwei boten. Aber die Jungs waren auch alle hübsche Kerle. Alle so zwischen 21 und 26, muskulös und bei Gott ich habe noch nie so Schwänze gesehen! Der kleinste war noch gute 23cm lang und schön dick. Laura und ich grinsten uns an. Ihr war das wohl auch aufgefallen. Nach ein paar Minuten wollten wir dann auch mal ins Wasser gehen. Das nackt schwimmen war echt ein schönes Gefühl, wir waren zwar auch öfters im Pool nackt gewesen aber das hier war was ganz anderes. Wir spritzten uns dann auch gegenseitig nass und hatten unseren Spaß am baden. Als wir dann wieder aus dem Wasser gingen folgte uns eine Gruppe von drei gut aussehenden Jungs zu unserem Platz. Der hübscheste und muskulöseste von ihnen fragte ob sie sich zu uns legen können.
Ich war noch total baff von seinen wunderschönen blauen Augen und seiner hübschen brünetten Frisur als Laura schon zustimmte und die Jungs schnell ihre Sachen holten. Der hübsche setzte sich neben mich und die anderen beiden neben Laura. Ich meine die anderen beiden sahen auch extrem gut aus aber dieser Kerl war der Himmel. “Na was führt so zwei hübsche Mädels wie euch denn zu nem Strand wie diesen?” fragte er. Oh Mein Gott diese Stimme, der Typ war einfach perfekt und beim Anblick von seinem riesigen Penis stand für mich fest: Der Typ war der Hammer und ich wollte gerade nichts mehr als von ihm brutal gefickt zu werden. Ich war schon ganz feucht geworden ohne es zu merken. In meiner Geilheit und weil ich nicht richtig nachgedacht hatte rutschte mir ein “Du” heraus. Als ich realisierte was ich da gerade gesagt hatte schoss mir die Schamesröte ins Gesicht und ich wäre am liebsten im Erdboden versunken. Doch er lächelte mich an und sagte nur: “Langsam Julia, lass Romeo mal machen.” ich lachte und war froh dass er es so locker nahm. Ich unterhielt mich etwa eine halbe Stunde mit ihm, und wollte mit jeder Minute mehr dass dieser geile Typ mich fickt. Ich wies ihn noch drauf hin das mein richtiger Name Jenny war und er sagte dass er Jason heißen würde. Geiler Name, dachte ich mir. Laura beschäftigte sich mit den andern beiden Jungs und so wie sie mich anlächelte lief es bei ihr auch nicht schlecht.
Weil es so heiß war holten sich Laura und ich dann ein Eis, die Jungs warteten am Platz und wir tauschten uns schnell aus, wobei uns auffiel das nur noch wenig Leute da waren. Ich sagte ihr dass ich diesen geilen Kerl unbedingt in mir spüren wolle. Sie lächelte mich an und fragte: “Was hältst du davon wenn wir die drei Jungs vernaschen?” Ich wusste dass Laura nichts dagegen hatte von geilen Typen mal gefickt zu werden die sie dann nie wieder anriefen oder so, für sie war das rein Körperlich, und da ich im Moment nichts mehr wollte als von Jason brutal gefickt zu werden stimmte ich zu. Ich fragte Laura wie und sie sagte nur: “Lass mich mal machen Schätzchen!” und grinste.
Am Platz angekommen redeten wir weiter und ich sah dass Jason Probleme hatte mich beim Eis schlecken zu beobachten ohne einen harten zu bekommen, er wollte mich also auch. Ganz “tollpatschig” fiel Laura dann ihr Eis auf mich und von meiner Brust ging ein langer Strich Eiscreme bis runter kurz vor meinen Kitzler. “Ach wie blöd von mir süße! Warte ich mach’s schnell weg!” sagte Laura und begann das Eis an meiner Brust abzulecken wobei sie den Jungs provokant ihren geilen Po entgegenstreckte. Ich nutze die Gelegenheit, schaute Jason an, nickte Richtung meines Unterkörpers und sagte zu ihm: “Kannst du ihr schnell helfen?”. Er hatte verstanden, und fing an mir langsam und genüsslich das Eis vom Unterkörper zu lecken. Man war das geil! Laura leckte an meinen Titten, Jason kam meinem Kitzler inzwischen gefährlich Nähe und die beiden anderen Jungs genossen das Spektakel. Laura war inzwischen fertig und setzte sich wieder zu den Jungs, aber Jason war noch immer mit mir beschäftigt.
Als er wieder mal nahe an meinem Kitzler war schon ich ihn mit sanfter Gewalt weiter nach unten, er schaltete sofort und legte sich zwischen meine Beine. Willig spreizte ich meine Beine und schob ihm mein Becken entgegen. Als er dann endlich meine Fotze küsste war es wie ein Feuerwerk in meinem Unterleib. Jason wusste genau wo er mich berühren musste und so kam es mir schon nach einer Minute. Ich war immer noch richtig geil und geladen und so lächelte ich Jason dankbar an und bedeutete ihm sich hinzulegen. Er legte sich auf die Decke und ich nahm seinen Penis in die Hand. Endlich. Sein Penis war echt mächtig, gute 27cm, und ich konnte nicht anderst also nahm ich ihn direkt in den Mund und lutschte was das Zeug hielt. Während ich an seinem Hammer lutschte und an konstanter Erstickungsgefahr litt schaute ich mich kurz um. Bei Laura gings anscheinend schneller, denn während sie der eine Typ heftig von hinten bumste lutschte sie dem anderen seinen Penis. Ich wollte ihr in nichts nachstehen und so setzte ich mich auf Jason und führte langsam seinen Penis in mich ein. Es war ein herrliches Gefühl! Nicht nur dass ich schon lange keinen Penis mehr in mir hatte, dieser Pimmel war einfach Perfekt, schön dick dass er mich ganz ausfüllte aber es nicht weh tat und er steckte so geil tief in mir. Als er dann ganz ihn mir steckte konnte ich nicht anders als ihn direkt zu reiten. Jason gefiel das und er schlug mir ab und zu auf den Hintern um mich bei Trab zu halten, was mich nur noch geiler machte sodass mein Saft schon seine Eier runterlief. Ich sah mich nochmal um und stellte plötzlich fest dass wir komplett alleine am Strand waren und so verlor ich komplett die Beherrschung und stöhnte laut rum. Laura fand das anscheinend auch geil und Tat es mir gleich bis wir alle fünf um die Wette stöhnten. Jason konnte sich dann auch nichtmehr halten und spritzte in mir ab. Diese geilen heißen Ladungen die er fünf sechs an der Zahl tief in mein Innerstes abfeuerte während sein geiler Schwanz in meiner Fotze leicht zuckte und ich einen Orgasmus hatte der mich der Ohnmacht nahe kommen lies. Ich stieg von ihm ab und leckte seinen Schwanz von allem sauber was dran hing. Wir küssten uns lange und zärtlich und dann schlief ich in seinen starken maskulinen Armen ein.
Der Bademeister weckte uns dann nach etwa zwei Stunden und bat uns zu gehen. Ich fragte Jason ob er und die Jungs noch Lust hätten mit zu uns zu kommen und ein bisschen bei mir zu chillen. Alle stimmten zu und so fuhren wir in zwei Autos Heim, ich bei Jason auf dem Beifahrersitz und Laura fuhr mit den zwei Jungs vor.
Im Auto unterhielten wir uns und ich sagte ihm dass mir das eben sehr gut gefallen hätte. Er stimmte mir zu und fragte mich ob ich öfters Lust auf sowas hätte, was ich natürlich direkt bejahte und ihm meine Nummer gab.
Bei mir angekommen stiegen wir aus und gingen hoch in meine Wohnung. Laura drehte sich um und meinte: “Hier geht die FKK Zone weiter!” Alle lachten, doch tatsächlich saßen wir nachdem alle geduscht hatten nackt in meiner Wohnung und unterhielten uns noch bei jeder Menge Champagner über alles mögliche. Laura verließ uns dann nach etwa zwei Stunden mit dem Typ der sie vorhin so heftig von hinten gefickt hatte und zwinkerte mir zu.
So saß ich dann alleine, nackt mit zwei mehr oder weniger fremden Typen in meiner Wohnung, wobei mich der Gedanke schon wieder richtig geil machte und da ich eh schon stark angetrunken war ging ich einfach hemmungslos wieder vor Jasons Sessel auf die Knie und fing an seinen dicken Riemen zu lutschen. Beide Jungs waren sichtlich überrascht von meinem Verhalten doch spielten beide mit, denn Jason lies sich verwöhnen und der andere, ich glaube sein Name war Max fing sofort an sich einen zu wichsen. Nach etwa zwei Minuten hielt Jason es nichtmehr aus, packte mich mit seinen starken Armen und warf mich auf mein Bett. Ich wurde dadurch noch mehr aufgegeilt und streckte ihm willig meine geilen Hüften entgegen wo er ohne zu zögern seinen Riesen Penis rein rammte um mich wie wild von hinten durchzuficken. Max stand immer noch nur wichsend daneben also bedeutete ich ihm näher zu kommen und mir seinen geilen Pimmel in meine Mundfotze zu ballern. Er tat wie ihm geheißen und es war herrlich. Jetzt hatte ich in beiden Löchern eine Mega Füllung und mit jedem heftigen Stoß den mir Jason verpasste fuhr mir der Schwanz von Max noch ein Stück tiefer in den Rachen. Ich musste würgen und dachte wieder ich müsse ersticken doch ich wollte dass es nie aufhört! Es war einfach zu geil! Die Mischung aus schmatzenden Geräuschen von meiner vor Saft triefenden Fotze, dem klatschen von Jasons Eiern gegen meinen Kitzler, seinem Stöhnen, dem Stöhnen von Max, das geile Gefühl und den Geschmack von Max’ Schwanz in meinem Mund (und Rachen) und den wütenden Nachbar der gegen die Wand schlug weil unser Spektakel nicht zu überhören war, liesen mir einen ersten Mega Orgasmus durch den Körper schießen, was wieder einiges an Geräuschen erzeugte. Den Jungs gefiel das und sie waren auch kurz vor ihrem Höhepunkt. Beide kamen gleichzeitig, doch spritzten sie nicht nur in mir ab. Nachdem Jason mir 2-3 Ladungen tief in meine Fotze geschossen und Max mir eine Ladung in den Rachen gefeuert hatte welche ich natürlich brav geschluckt habe, zogen sie zeitgleich ihre Pimmel aus mir und wichsten mich von oben bis unten mit ihrem geilen Saft voll. Ich weis nichtmehr wer wohin gespritzt hatte, Fakt war das mir Zwei Ladungen zu Beginn voll ins Gesicht klatschten und mir die Sicht nahmen, zwei weitere landeten auf meinen Titten und die letzte landete auf meinem Bauch.
Nachdem ich alles aufgeleckt hatte was ich mit meiner Zunge bekommen konnte und mich wieder einigermaßen gesammelt hatte sah ich dass Jason in seiner Tasche kramte. Er holte eine Art Strap-On raus, nur dass dieser nach innen gedreht war. Er zog ihn mir an ohne dass ich mich wehrte, ich war noch wie in Trance von dem geilen Fick von eben. Als der Strap-On dann saß und tief in mir steckte schaltete Jason per Fernbedienung die Vribrationsfunktion von dem Ding an und es war richtig geil. Er sagte dann zu mir: “So Mäuschen! Ab jetzt ficke ich dich wann und wo immer ich will hast du verstanden?” Ich nickte und schaute ihn angegeilt an. “Ich fand dich geil und hab dich und deine Freundin heute Mittag ausgesucht weil ihr mir willig erschient.”, redete er weiter “In deiner Freundin dürfte nun auch so ein Teil stecken und immer wenn ich will werde ich die Vibrationsfunktion anschalten. Manchmal werde ich dich auch anrufen und dann wirst du alles stehen und liegen lassen um mit mir zu ficken, hast du verstanden?” Ich nickte wieder. “Guuut! Braves Mädchen. Wenn ich mitkriege dass du den Strap-On ablegst ohne meine Erlaubnis muss ich dich bestrafen, hast du verstanden?” Ich nickte zum dritten mal. Er drückte mir zufrieden noch einen Kuss auf die Wange schaltete den Vibrator wieder aus und zog dann mit seinem Kumpel ab.
So lag ich nun da. Von oben bis unten voll mit Wichse, hatte die paar geilsten Stunden meines Lebens hinter mir und einen dicken Vibrator in mir der mir nach Willkür Orgasmen bringen sollte. Und ich fand es endlos Geil!! Das beste war dass ich in Zukunft öfters von Jason und seinen Kumpels durchgefickt werden würde und das ohne die lästigen Pflichten einer Beziehung!
Ich legte mich vollgewichst wie ich war in mein Bett, kuschelte mich ein und schlief ein.
Kurz bevor ich in den Schlaf fiel ging der Vibrator in mir los …
Fortsetzung? Kommis bitte 🙂
I cesaroni 7 parte tre
LA SCENA ANCORA SI SVOLGE A CASA BARILON
Madre: Lorenzo devi stare molto tranquillo può succedere che spesso ti farai addosso i bisogni
Lorenzo: questo si in effetti succederà ma, mamma sono tranquillo che porto il pannolone
Madre: su su capita spesso che te la fai addosso vero?
Lorenzo: si mi capita sempre, non sento nessuno stimolo, come i bambini che se la fanno addosso e dopo si accorgono della frittata fatta
Madre: ti capisco tesoro mio ma devi stare tranquillo porterai per un po’ di anni il pannolone, però dai con le giuste cure si può sistemare ma Rudi cosa ne pensa?
Lorenzo: ma Rudi veramente pensa che sia cronica
Madre: ma no non è cronica stai tranquillo

LA SCENA SI SVOLGE A SCUOLA DI MIMMO
Maestra: Allora ragazzi state tutti seduti e comodi non potete andare in bagno se non passano le due ore
Mimmo: ma maestra io devo andarci per forza sento un po’ stimolo forte
Maestra: Mimmo smettila non prendermi in giro
Mimmo: maestra devo andarci per forza…..oddio che mal di pancia….ahhhh….prrrrrr….plaf
Maestra: Mimmo ma cosa hai combinato ti sei fatto addosso?
Mimmo: si maestra mi sono fatto addosso
TUTTI I COMPAGNI LO DERIDEVANO?
LA SCENA SI SPOSTA A CASA CESARONI CON UNA TELEFONATA DALLA MAESTRA
Maestra: signora guardi che suo figlio si è fatto la cacca addosso, se per favore lo venga a prendere grazie
Madre: certo lo vengo a prendere subito
A SCUOLA
Mimmo: mamma la maestra non mi faceva andare in bagno, nn la trattenevo più ed uscita da sola la cacca
Madre: non ti preoccupare tesoro (detto all’orecchio) la maestra e stata cattiva con te e noi metteremo in atto il metodo cesaroni cioè la denuceremo
Mimmo: va bene mamma
Madre: si perché la maestra non può non farti andare in bagno, per legge bisogna fare andare in bagno anche quando scappa tantissimo
Mimmo: certo questo e vero non può fare questo
LA SCENA SI SPOSTA A CASA CESARONI
PADRE: Mimmo ma cosa ti è successo sei sporco di popo’
Mimmo: si papà la maestra non mi ha fatto andare in bagno e così me lo sono fatto addosso, non la trattenevo più
Padre:non preoccuparti può capitare però davvero la maestra e stata cattiva
Mimmo: eh già, mi vado a fare la doccia
Padre: va bene a dopo ciao e pulisciti bene
Mimmo:okay!!!
LA SCENA SI SPOSTA A MARZAMEMI
Alice: ehi mamma che sono felice di stare qui mi sento davvero libera, senza questa scuola, ormai ho fatto anche la terza prova, ma quello che temo sono gli orali sa come andranno
Madre: ma non preoccuparti andranno bene solo che adesso sei in anzia ed è una cosa normalissima ma devi stare tranquilla tutto si può risolvere basti avere tenacia e forza di volontà
Alice: eh già mamma ci vuole costanza anche e fiducia
Madre: certo questo si ci vuole tenacia e so che tu c’è l’hai
Alice: certo mamma sono comunque contenta anche di prendermi la granita con te
Madre: e con il tuo ragazzo come va, anche quello e una specie di esame, perché esamini e ti esamina per bene
Alice: si questo lo so che mi esamina bene e mi fa molto piacere stare con lui mi ci trovo davvero bene, sono contenta di stare con lui
Madre: si si anche io sono contenta
LA SCENA SI SPOSTA DI NUOVO A SCUOLA PERÒ QUESTA VOLTA CON I RAGAZZI UNIVERSITARI
Professore: allora ragazzi MIRACCOMANDO fare questo esame bene, e poi sarete laureati
Rudi: Madonna quanto parla questo non la smette di spiegare
Milena: si infatti non la finisce di spiegare e poi con tutte questa chimica e fissato e ossessionato ma come dobbiamo fare
Rudi: già infatti Milena
Milena: comunque adesso vado ci sentiamo
LA SCENA SI SPOSTA IN CHIESA
Don Camillo: il signore e la nostra forza, lui ci può dare una mano lui si che può mandarci una manifestazione dal cielo e in terra…..plaf….plaf….prrrr.
Assemblea: ma cosa e successo don Camillo cose questa puzza
Don Camillo: niente ragazzi il signore come detto prima ha mandato la manifestazione….cioè me la sono fatto addosso
Assemblea: ma non si vergogna che se le fatto addosso?
Don Camillo: si si certo infatti vado scappo
LA SCENA SI SVOLGE A CASA DEL PRETE MENTRE IL PRETE SI CAMBIA
Don Camillo: Madonna quanta ne ho fatto il pannolone e pienissimo ma sarà che ho preso il lassativo di ieri sera? Bhooo
Mit drei geilen Jungs am Waldsee
Eine Woche nach meinem heißen Erlebnis mit Tobie im Pornokino hatte ich mal wieder einen Tag für mich. Die k**s waren bei Freunden und mein Mann musste früh raus und es würde auch späht werden. Da das Wetter herrlich war beschloss ich mal wieder an den Waldsee zu fahren. Da kann man die Sonne genießen und nahtlos braun werden.
Ich kam so gegen 11:00 Uhr am See an, es war noch nicht sehr viel los. Ich suchte mir ein hübsches Plätzchen, nicht zu sonnig und auch etwas vor zu neugierigen Blicken geschützt, und machte es mir bequem. Es war einfach himmlisch, die Sonne auf der Haut, ein gutes Buch zum abkühlen ab und zu in den See. Die Zeit verging und es wurde langsam voller, davon lies ich mich jedoch nicht Störten. Ich cremte mich ein und döste weiter in der Sonne. Im Halbschlaf merkte ich nicht wie sich jemand mir von hinten näherte. Plötzlich hörte ich eine mir bekannte Stimme sagen: Na hast du mal wieder Lust auf ne Ladung Sperma? Ich setzte mich auf und nahm meine Sonnenbrille ab. Vor mir stand Tobie zusammen mit zwei weitern Jungs. Ich begriff sehr schnell was los war, Tobie hatte vor seinen Freunden mit dem Erlebnis im Kino geprahlt und die glaubten ihm natürlich nicht. Jetzt wollte er ihnen beweisen das sich alles so zugetragen hatte. Ich schaute ein wenig streng und sagte: Du solltest doch nicht damit angeben was wir gemacht haben. Einer seiner Freunde war völlig baff und sagte. Dann stimmt das alles also doch? Klar stimmt das alles, antwortete ich. Die Jungs wurden immer geiler was ich gut an ihren schon recht steifen Schwänzen sehen konnte. Ich schaute mich kurz um und musste feststellen das ich den Platz perfekt gewählt hatte. Niemand konnte uns sehen da wir von einigen Büschen verdeckt wurden. Die Situation war einfach zu verlockend. Ich knie vor drei strammen Jungs die sowas von geil auf mich sind, das muss ich einfach ausnutzen. Also packte ich Tobies Schwanz und lutschte genüsslich über seine Eichel. Er begann zu stöhnen und zu genießen. Ich blickte zu den anderen zwei und fragte nur: Macht ihr mit? Da hatte ich schon den zweiten Schwanz im Mund. Der Jungs stöhnte: Boah die saugt ja fast nen Golfball durch nen Gartenschlauch die Sau. Da sagte der dritte: Jetzt bin ich dran, er packte meinen Kopf und drückte mir seinen Schwanz in den Mund. Gierig lutschte ich die Schwänze der Jungs und leckte ihre Eier dabei. Nach einiger Zeit wurden die Geräusche vom See doch etwas lauter also sind wir tiefer in den Wald gegangen. Ich beugte mich über einen umgestürzten Baum und forderte die Jungs auf mich nun zu Ficken. Tobie war wieder der erste. Gekonnt fickte er mich schon hart in meine geile Pussy. Die beiden anderen stellten sich vor mich und ich verwöhnte sie weiter mit meinem Mund. Nach einigen Minuten konnte Tobie nicht mehr und er spritzte mir sein Sperma in die Pussy. Dann fickte mich der zweite Bursche und ich verwöhnte Tobie und den dritten mit dem Mund. Der zweit kam leider sehr schnell und so war auch gleich der dritte Junge dran. Er war wieder deutlich routinierter und fickte mich auch einige Minuten bevor er die dritte Ladung Sperma in meine Pussy schoss. Erschöpft blieb ich auf dem Boden liegen. Die geile Ficksahne der Jungs lief mir aus der Pussy und ich versuchte wieder zu Sinnen zu kommen. Die drei standen um mich herum und wichsten Ihre schon wieder recht steifen Schwänze. Ich blickte zu ihnen auf und fragte: Na noch ne Runde? Sie lachten alle drei, dann meinte der dritte Junge: Jetzt müssen wir erst mal Pissen. Und als ob das ein Kommando gewesen wäre pissten sie alle drei gleichzeitig los. Ich hatte sowas noch nie gemacht und ich war zunächst auch erschrocken und auch etwas angewidert aber es war auch irgendwie geil. Es fühlte sich erregend an die heißen Strahlen auf meinen Brüsten zu spüren. Der Urin lief mir über die Brüste den Bauch und die Oberschenkel. Der dritte forderte mich auf aufzustehen und mich um zudrehen. Dem kam ich nach und die Jungs pissten nun auf meinen Arsch. Es war einfach nur noch geil. Der Urin lief über meinen Arsch die Beine entlang vermischte sich mit dem Sperma der Jungs, das war nur noch geil. Ich war nur noch geil. In diesem Moment hätten die drei ALLES von mir verlangen können, ich hätte es getan.
Als die Jungs fertig waren, sind wir dann zum See ich musste mich erst mal waschen. Im See alberten die Jungs dann etwas herum, übermütig wie sie halt sind in diesem Alter. Tobie war der erste der wieder zu mir gekommen ist er stellte sich dicht hinter mich und rieb seinen schon wieder harten Schwanz an meinem Arsch. Hey ich will dich hier vor allen Leuten ficken flüsterte er mir ins Ohr. Ich hab dich aber ganz schön verdorben, antwortete ich ihm. Er grinste nur ich beugte mich ein wenig vor und er drückte mir seinen Schwanz in meinen Arsch. Wir Küssten uns und er knetete meine Brüste dabei. Doch das ganze war nicht so einfach, der uneben Untergrund das kalte Wasser, wir blieben nicht lange dort, sondern sind wieder zu unserem Baum gegangen. Alle drei Stellten sich um mich herum und ich legte mich auf den Boden. Die Jungs begannen zu wichsen und auch ich verwöhnte meine Kleine selbst. Einer nach dem anderen spritzte mich voll, auf die Brüste, ins Gesicht und den Bauch überall klebte geiles Sperma. Nun knieten sich die Jungs neben mich und begannen mich sauber zu lecken. Einfach geil ich spürte nur noch gierige Zungen an meinem ganzen Körper. Sie leckte nicht nur das Sperma auf. Sie verwöhnten meine Füße, Beine, die Arme, Brüste und meine Pussy. Ich wurde fast Wahnsinnig. Während dieser Zeit hatte ich eine ungezählte Anzahl an Orgasmen. Völlig erschöpft liesen sie irgendwann ab von mir. Die zwei mir unbekannten waren dann auch schnell verschwunden. Tobie blieb bei mir bis ich wieder bei Sinnen war und begleitet mich zu meinen Sachen. Mittlerweile war es schon nach 18:00 Uhr es war kaum noch jemand am See. Wir beschlossen die letzten Sonnenstrahlen noch zu genießen. Ich saß auf meinem Handtuch und blickte auf das Wasser während Tobie neben mir lag und mir den Rücken mit einer Hand streichelte. Als ich zu ihm rüber schaute wichste er schon wieder seinen Schwanz. Da wir mittlerweile alleine waren konnten wir uns nun an Ort und Stelle vergnügen. Ich setzte mich ohne ein Wort zu sagen auf seinen Schwanz und begann ihn zu reiten. Gekonnt stemmte er sich mir entgegen. Ich knetete meine Brüste und feuerte ihn an. Komm fick mich du geiler Junghengst du warst der beste von euch drei. Es dauerte nicht lange und er spritzte nochmal in mir ab. Doch die Ladung war nun nichtmehr all zu groß. Ich beugte mich zu ihm herunter und küsste ihn. Dann flüsterte ich ihm ins Ohr. Jetzt werde ich mich für die geile Pisssession revangieren. Er grinste über das ganze Gesicht, ich stand auf Stellte mich mit gespreizten Beinen über ihn und lies es laufen, auf seine Brust und seinen Schwanz. Es gefiel ihm sichtlich. Er sagte immer wieder Heidi du bist eine Göttin. Danach gingen wir ein letztes mal in den See und dann getrennt nachhause. Als ich in meinem Auto meine Anrufe abhörte hatte ich eine Nachricht von Heiko aus meinem Wellneswochenende auf der Mailbox. Er wollte mich gerne treffen. Da wurde ich schon wieder ganz kribbelig bei dem Gedanken an seinen riesen Schwanz
Finalmente la settimana lavorativa è terminata portandosi dietro tutte le difficoltà incontrate nel nascondere il nostro rapporto ai colleghi.
I nostri incontri post-lavoro sono sempre stati gioiosi, divertenti e logicamente basati sul sesso sfrenato.
Vorremmo andare in gita in qualche città ma, sinceramente, la stanchezza accumulata nei giornalieri viaggi serali ci ha consigliato il contrario e quindi, di comune accordo, abbiamo optato per Fregene.
In fin dei conti, se il tempo lo permetterà, potremmo fare una passeggiata in riva al mare, prendere un po’ di sole e parlare delle nostre sensazioni e delle nostre speranze.
Passerò a prendere Luciana a casa sua verso le 20,00 per poi andare a cena in una pizzeria di Fregene che conosco da anni come luogo tranquillo, frequentato solamente da gente del posto e dove fanno una pizza fantastica.
Lungo il tragitto il discorso cade, logicamente, sulle difficoltà incontrate nel lavorare insieme e, più specificamente, nel nasconderci dagli altri.
“sai Silvio, alcune volte sono dovuta scappare al bagno per calmarmi un po’. Avevo l’impulso di abbracciarti, di baciarti e nelle poche occasioni in cui siamo andati al bar insieme volevo sentirti mio, solamente mio, volevo trovare una scusa per appartarci e fare sesso, ma non era possibile”
“Ti capisco, amore mio, anche per me è stata dura anche se, devo ammetterlo, le continue riunioni mi hanno agevolato in quel senso. Ho avuto meno tentazioni rispetto a te e poi, mi sembra che durante le sere ci siamo rifatti alla grande”
“Oh su questo non ci sono dubbi” ride lei accarezzandomi la coscia destra.
A questo contatto mi sono eccitato in modo evidente perché dopo pochi secondi la sua mano ha iniziato a stimolarmi il cazzo attraverso la patta facendo aumentare ancora di più l’eccitazione.
“Questa sera il traffico è quasi inesistente. Molto strano” dico io più per distrarmi dal trattamento che per altro
“Hai ragione” mi risponde Luciana “rallenta un pochino che non ho tutta questa fame! Anzi mi correggo la fame c’è l’ho ma non di pizza” e dicendo questo mi abbassa la zip per poi prendermi in mano il cazzo
“Mi sembra che anche a te la pizza interessi poco in questo momento” aggiunge mentre vedo la sua testa chinarsi sul mio grembo e sento il calore della sua bocca avvicinarsi sempre di più sul mio membro.
“Luciana cosa vuoi fare. Ci possono vedere ed è pericoloso.”
“Tu non ti preoccupare. Pensa a guidare che al resto penso io” aggiunge mentre la sua bocca si impossessa del glande e piano piano scende verso i coglioni”
Il lavorio della lingua è come sempre fantastico, mi dà sensazioni uniche, ma il fatto che debba rimanere lucido per controllare l’automobile le incrementa a dismisura. Tengo sotto controllo il traffico, quasi inesistente, torturato dai colpi e dai succhi che il mio cazzo riceve da quella fonte di piacere che è la bocca di Luciana (mai incontrato una pompinara come lei) e quando sento che sto per arrivare, istintivamente, anche per paura di sporcarmi i pantaloni, appoggio la mano destra sulla nuca di Luciana facendole imboccare il cazzo per tutta la sua lunghezza e trattandola così fino a quando il mio orgasmo non è terminato.
“Lucianaaaaaaaaa godo ……. Bevi l’aperitivo ….. bevilo tuttoooooooooooooo” grido saltellando sul sedile della macchina e sbandando allo stesso tempo (per fortuna non c’era nessuno).
Lei risale con ancora qualche goccia di sperma sui lati della bocca che toglie con la punta della lingua come se avesse appena mangiato un gustoso gelato.
“Silvio mio a quanto pare non ti è dispiaciuto. Mi hai quasi affogata. Mi auguro che sia rimasto qualcosa per dopo” mi dice Luciana ridendo a crepapelle.
“E’ la prima volta che qualcuno abusa di me” rispondo io con un sorriso sarcastico.
Giunti alla pizzeria ci sediamo in un tavolo appartato e, dopo le ordinazioni, riprendiamo a parlare seriamente. E’ vero che la nostra storia d’amore è iniziata pochi giorni fa, è vero che non abbiamo mai avuto una discussione o un litigio in quanto nel tempo a nostra disposizione non abbiamo fatto altro che scopare, è vero che ci conosciamo da pochissimo tempo, ma nessuno di noi due mette in dubbio il futuro.
Queste sono cose che succedono agli adolescenti che prendono le prime cottarelle che provano per la prima volta un sentimento nuovo. Anche se il più delle volte si tratta di attrazione fisica e basta quelle sono le prime volte in cui pensare all’altro ti fa mancare il respiro.
Noi invece siamo adulti e abbiamo avuto le nostre esperienze, io sono addirittura divorziato, che avrebbero dovuto insegnarci qualcosa, ma …. non è così.
La contentezza, la felicità che provo quando sto con Luciana non è paragonabile con nessun altro periodo della mia vita e sento che per lei è la stessa cosa.
Passiamo il tempo a ridere, a giocare, a fare l’amore con il solo scopo di stare insieme e dare felicità al partner senza chiudere nulla in cambio.
Dopo aver pagato il conto ci avviamo verso l’automobile per raggiungere il nostro tempio dell’amore.
Quando arriviamo a casa entriamo direttamente nella camera da letto spogliandoci durante quel breve tragitto.
“Ho bisogno di fare una doccia” mi dice Luciana “mi fai compagnia?”
“Hai qualche dubbio?”
“non si sa mai” mi risponde togliendosi le mutandine mettendo in mostra il suo corpo che, per me, non ha pari nell’universo.
Sotto il getto della doccia iniziamo a baciarci sempre con più foga, dando campo libero alle nostre mani che frugano il corpo altrui, eccitandoci sempre di più. Mi inginocchio portando la mia bocca all’altezza del suo sesso che trovo già bagnato dai suoi umori ed inizio a titillare il suo clitoride per poi infilare la lingua nella sua figa
“Silvioooo uhmmmm sìììììì leccamela tuttaaaaaaaa daiiiiii”
Mi aiuto ora con due dita che infilo nella vagina mentre torno a leccare il clitoride per poi passare a lambire un punto molto sensibile che ho scoperto ultimamente e cioè il suo ano.
“Sììììììììììììì cosììì continuaaa “
I suoi gemiti premiano il mio impegno nel portare Luciana sempre più vicino all’orgasmo ma cercando, allo stesso tempo, di negarglielo il più possibile. Altre volte ho seguito quest’istinto e devo dire che, nonostante le iniziali proteste, Luciana ne è sempre più attratta. Sa che alla fine avrà quello che vuole e sa anche che sarà maggiore rispetto al normale.
“Sììììììììììì ancoraaaaaaa daiiiiii ……..scopami …….. fammelo sentire…. daiiii non ce la accio piùùù… ancora ……siiiiiiii ………. godoo …godoooooooooooooo” sento urlare Luciana mentre sobbalza strofinandomi la fica sulle labbra
Io intanto contino a martorizzare il suo seno strizzandolo i turgidi capezzoli con una cattiveria mai usata con nessuna altra e provando quasi piacere nel farlo.
La giro ora mettendola a pecorina infilandole il cazzo nella sua gocciolante fica in un colpo solo
“sììììììììììììììììììììììì ancora………… ancora…….”
urla ormai lei sentendo i colpi accelerati che le arrivano fino all’utero
“Lucianaaaa sìììììììììììì ti rompo tutta …… siiiiiiii cosiiiiii” rispondo io prendendola a schiaffi sul suo gluteo destro che ben presto acquista un colore porporeo
“Ahiiiii .. Ahiiiiiiiiii .. mi fai male……. Silvio mi fai maleeee”
“tiè … tiè …… tièèèèè ……. Ti rompo tutta…….. siiiiiiiiiiiiiiii godoooooooooooooooo”
Grido io nel momento in cui sento la mia sborra uscire a violenti fiotti allagando la fica della mia amata. Sento solamente ora le lamentele di Luciana che servono solamente a eccitarmi ancora di più. Dopo essere venuto due volte mi ritrovo ancora con un cazzo in tiro come non mai. Luciana si gira e guardandomi negli occhi mi chiede “ma sei impazzito? Mi hai fatto veramente male! Perché mi hai questo?” con voce sempre più alta per quanto è incazzata
“Luciana …Luciana ….. non lo so. Non te lo spiegare. In quel momento stavo godendo come non mai e ….. volevo che lo sapessi ….. che conoscessi la violenza dell’orgasmo che stavo provando ….. non lo so amore ….. in quel momento ho fatto quello che ……. l’ho fatto per rispettarti. Avevo una grande voglia di …. mettertelo nel culo che…. mi sono controllato aiutandomi con le mani …… hai un culo magnifico che …. spero di farmi …… ma per fare quella cosa bisogna essere in due. Perdonami Luciana non succederà mai più”
“e spero bene!” risponde lei “ho una chiappa che mi va in fiamme e non mi sono mai piaciuti gli uomini maneschi”
“te lo giuro non succederà mai più”
Mi dirigo verso il letto asciugandomi cercando di nascondere il cazzo ancora eretto (inizia anche a farmi male) ma questa speranza è vana perché lo sguardo di Luciana, quando mi raggiunge a letto, lo nota subito.
“Silvio mio sei incredibile hai ancora voglia dopo avermi distrutta. Fammi riprendere un po’ di fiato”
“non ti preoccupare. Passerà in poco tempo e poi sarà tuo compito provvedere a farlo risorgere” rispondo io titubante. Mi sento strano, ho paura che quello che è successo possa incrinare il nostro rapporto
“Luciana ti prego di perdonarmi”
“Silvio! Basta così è acqua passata. Sei stato preso da un raptus ma so che tu non sei così. Non saresti stato in grado di nascondermelo in tutto questo tempo. A proposito del mio culetto devo dirti che te lo puoi proprio dimenticare. Non mi convincerai mai a farlo. So che è troppo doloroso e mi sembra anche contro natura. Tutto il resto è tuo, sarà sempre a tua disposizione per così dire, ma quello dimenticatelo! Ok?”
“Ok! Se questo è il tuo volere non ci penserò più. Ma ora dammi un bacio per dimostrarmi che è tutto passato e che mi hai perdonato”
Luciana mi guarda prima negli occhi, che forse trova velati, sale sul mio corpo mi bacia con la solita passione. Il solo bacio basta a far cadere tutte le mie paure calmando il mio stato d’animo ed eccitando di nuovo il mio membro che mi ritrovo ben presto duro. Luciana, al contatto del mio pene con il suo ventre, continua a baciarmi con dolcezza fino a quando non sento la sua mano accompagnare la mia verga nel suo sesso. Inizia un lento andirivieni affossando il cazzo nella sua vagina fino a che il glande tocca l’utero per poi risalire, sempre lentamente, fino a farlo quasi uscire. Tutto questo mentre ci guardiamo negli occhi godendo dell’atmosfera lussuriosa, del piacere che ciascuno prova e che trasmette al proprio compagno.
Di punto in bianco mi ritrovo il sesso di Luciana sul viso mentre la sento impegnata a leccarmi e succhiarmi il cazzo con calma scendendo piano verso i coglioni che imbocca.
“Lucianaaa” riesco a dire prima di iniziare a suggellare il clitoride con la punta della lingua e dopo aver infilato un dito in quel antro voglioso.
“Silviooo……” risponde lei sempre intenta a sbocchinarmi il cazzo con la solita maestria e iniziando a stuzzicare l’ano con l’indice destro. Questo non mi disturba. Anzi devo dire che ho l’impressione che il cazzo si sia ingrossato ed indurito ancora di più.
Colgo comunque l’occasione per spostare anche un mio dito sull’ano di Luciana e, dopo averlo stuzzicato leggermente e insalivato come si deve, lo infilo leggermente fino a quando entra in contatto con quello situato nella fica
“Silvioooooooooo ohhhhhhhh che bello sììì che ancoraaaaa …….godooooooooo siiiiiiiiiiii” geme Luciana tralasciando momentaneamente il mio cazzo
“Lucianaaaaa sìììììììììì cosììììììì ancoraaa daiiiiiii”
“Silvioooooooooo leccamela ancora tuttaaaaaa siìììììììì”
mi sento la lingua stanca, ho voglia di godere e, anche se mi piace questa sensazione, mi alzo mettendomi in mezzo alle sue gambe ed infilandola con un colpo violenta
“Silvioooooooooo siiii cosiiiiiiii cosiiiiiiiii”
“Lucianaaaa te la rompoooooooo ti rompo tuttaaaaaaaaa” le dico mentre la stantuffo con colpi sempre più veloci e violenti
“Silviooooooooooooo godoooooo godoooooooooooooo ohhhhhhhhhhhhh ancoraaaaaaa ancoraaaaaaaaaaaaa”
sento l’orgasmo arrivare in modo violento e repentino e nel momento in cui il mio sperma schizza nella fica di Luciana le infilo di nuovo un dito nel culo mettendolo a contatto con il mio cazzo e spingendolo a fondo fino a quando non entra tutto dentro.
“Lucianaaaaaaaaaaaa godoooooooooooo godooooooooo”
Esausti ci abbracciamo respirando a fondo per recuperare il respiro e guardandoci negli occhi ci dichiariamo il nostro amore.
La Galleria d’Arte
-“Sei brava a fare la puttana….!! Hai un futuro assicurato, li ha fatti venire nei calzoni…Brava..!!” – mi incalza con tono rabbioso e le saette negli occhi…
-“E magari ti sarebbe piaciuto fare una batteria su quel tavolo, vero la troia che sei..??!! Alla stronza piace stare al centro dell’attenzione…Eh..!!” – adesso é pura sarda gelosia ed io mi sento avvampare mentre in silenzio e con gli occhi bassi penso che forse ho esagerato perché credevo che Lei stesse al mio gioco, perché credevo che si divertisse a vedermi eccitare gli uomini ed invece é gelosa…. Viene verso di me e mi dà uno spintone mentre scoppia a ridere..
-“Ci hai creduto stupidina.. Sei stata grande, eri bellissima lassù su quel tavolo, però ero gelosa di tutti quei maschi ed ora per punizione farai la puttana con me….” – queste ultime parole sono un ordine al quale non mi posso ribellare…
-“Vatti a fumare un paio di sigarette..” – le dico con un sorrisetto intrigante… -“ti chiamo io..”
Appena esce mi precipito sotto la doccia e mi scrosto la giornata di dosso, poi mi asciugo velocemente, mi tiro i capelli in una strettissima coda e mi vesto con cura, calze autoreggenti nere e lingerie nera di pizzo con strass sotto ad uno straccetto Chanel di seta corto ed ovviamente nero che mi copre appena il bordo delle calze … Mi trucco da milady ed indosso dei gioielli, orecchini e collier, per ultime le mie armi, delle decolté nere aperte sul tallone e dai tacchi alti ed affilati come spade… Adoro il nero… Adesso sono pronta per giocare, adesso sono una puttana, solo per Lei…. La chiamo e mi sento eccitata, mi sento la cacciatrice… Giorgia rimane un momento sulla porta a guardarmi ed entra lentamente, io sono in piedi al centro della stanza… Giorgia capisce sempre tutto al volo, anche il gioco che voglio fare…
-“Mi fa accendere, per favore, signora..” – dice venendo verso me con fare da gattona… Inguainata nei soliti jeans neri e con le DocMartens, indossa a pelle un pesante giubbotto di cuoio nero sopra un reggiseno nero, ha uno sguardo denso ed intrigante, mi eccita ma conduco io il gioco…
-“Ma prego, venga..” – io con fare decisamente civettuolo e salottiero mentre sento un morso al basso ventre…. Lei mi si avvicina ed accende la sigaretta fissandomi intensamente mentre i suoi occhi si stringono ed io adoro il suo naso aquilino, Giorgia mi dice dolcemente:
-“Lei é bellissima, signora… Mi fa venire certe voglie….” – dice con aria complice, ed io falsamente scandalizzata: -“quali voglie… Lei è forse pazza..? Lo sa che possono costarle care, certe voglie…??” – mentre mi pavoneggio vezzosa e padrona delcampo…
-“Potrei farti perdere il senno, bella signora, se tu mi lasciassi fare solo un pò…” – continua con fare sempre più intrigante…
-“Forse, ma solo se sei davvero brava…. Non so se mi concederò..” – sono altera ed insopportabile…
-“E da che cosa dipende, signora..” – mi chiede curiosa….
-“Da quanto me lo saprai far desiderare, bella bruna….” – le rispondo beffarda e lasciva…

Giorgia mi viene alle spalle e comincia a farmi scorrere le unghie sulla schiena nuda causandomi scariche, cerco, non senza sforzo, di rimanere impassibile….
-“Va bene così, signora..? Ti piace..?” – mi chiede insinuante…
-“Sono sicura che sai fare di meglio.. Amica..” – le rispondo sprezzante…
Mi piace questo gioco e mi fa anche un po’ ridere… Giorgia é davvero brava e probabilmente mi farei rimorchiare da Lei anche se non la conoscessi…. E’ ancora dietro di me, si apre il reggiseno e comincia a sfiorarmi con un capezzolo duro tenendomi le mani sui fianchi e piegandosi su e giù sulle gambe, tutte le volte che risale mi strofina con forza il naso tra le natiche spingendomi all’insù come fanno i cani…
Ed allora immagino di essere ad un vernissage elegante, negli scintillanti saloni della più famosa galleria d’Arte di Firenze, pesantemente importunata da una sensuale straniera bruna ed atletica col naso aquilino e le mani forti e provo una gioia corrotta perché sto bevendo alla coppa della trasgressione, insolente e provocatoria sto dando scandalo in questo soavemente borghese consesso…. Adesso si é fatta davvero pesante, mi si struscia addosso, sento il calore del suo corpo attraverso la seta dello Chanel e quant’é vero Iddio, se fossi una signora per bene mi metterei ad urlare come una pazza, ma ora più che mai Dio é donna e mi dice che tanto perbene non sono….
Nelle cinquecentesche stanze dai pesanti stucchi l’elegante pubblico dava un’esemplare spettacolo di sobrietà, la nobiltà ed il capitale trovavano un terreno neutrale nel quale compiacersi del proprio rango, ognuno a modo suo….. Io lo stavo facendo nella maniera migliore, ovvero a modo mio… Con aria falsamente pudica mi esibivo in goffi tentativi di arginare la foia di quella audace sconosciuta, mentre qualcuno già rivolgeva i suoi sguardi di riprovazione su di noi e la pressione alla quale la sconosciuta mi sottopone si fa esagerata, mi é addosso vicino al buffet, la sento armeggiare su di me e le mie mutandine cadono a terra, io mi sposto leggermente e Lei é lesta a raccoglierle ed a farle sparire con uno sguardo di trionfo nella tasca del suo giubbotto di pelle sotto al quale indossa solo un reggiseno nero …. Oddio… Mi gira la testa mi sento mancare…. Non mi sono mai sentita così esposta in vita mia, non credevo che una cosa del genere potesse accadere proprio a me…. Sorniona, penso che ora la fortuna ha girato dalla mia parte….. Sono ad un mondanissimo vernissage in una delle più antiche e rinomate gallerie d’Arte di Firenze, sono così in tiro che sembro Audrey Hepburn ed un’aitante femmina mediterranea mi tiene alla sua mercé imponendomi questo ruvido ed imbarazzante petting pubblico mentre mi accompagna a carezze e spintoni verso la perdita del controllo, forse fra poco la Firenze che conta mi sentirà berciare come una cagna e mi bollerà quale spregiudicata e libertina cortigiana, all’indice in pubblico e bramata nell’intimo, ma ora non mi importa, ora ho voglia di spingere, di sentire il vento in faccia ed il rumore delle onde, su queste onde voglio planare, come la Madame Bovary di Flaubert che non cercava il porto ma il Mare aperto… Prima di crollare, prima di sputtanarmi davanti a tutti facendo vedere quella che sono le fermo e mani e le faccio cenno di stare zitta, poi do uno sguardo in giro e le artiglio la mano cercando un posto più appartato in cui trascinarla di corsa, prima che Lei mi travolga, prima che io mi strappi i vestiti di dosso davanti alla Firenze “che conta”, davanti alla crema di questa città che è così antica che non basterebbe una vita a raccontarla e che sarebbe davvero un peccato dover lasciare…..
Ed oltre tutto, tanto mi lasciai andare che sono anche senza mutande…!.
Dio bonino…! Dove si va..?
Frenetica cerco un’alcova, una rientranza, un andito o qualsiasi altro posto dove poter lasciare le briglie sul collo alla mia occasionale e focosa compagna… Le toilettes delle donne.!!… Non saranno il massimo della privacy, però, per una “sveltina”…. Eccoci… I bagni sono lussuosi come tutto l’ambiente, sulla porta c’é scritto: “Signore”, segno che sono al mio posto, mi sento rassicurata mentre Lei adesso mi spinge brutalmente verso la consolle di marmo color tabacco che ospita tre splendidi lavabi sormontati da grandi specchi, mi spinge con le sue solide spalle rese ancor più larghe dal giubbotto da moto, chissà se é venuta in moto…. I suoi fianchi mi premono contro la consolle ed io comincio ad essere molto “accaldata” e Lei mi incalza senza tregua portandomi all’inevitabile cedimento che arriva nel momento in cui mi afferra per la vita e mi solleva senza nessuno sforzo apparente per depositarmi con il sedere sul bordo del ripiano di marmo, proprio tra due lavandini….. Il contatto delle mie natiche nude con la fredda lastra é come una frustata che mi fa inarcare la schiena mentre la mora mi apre le cosce con decisione, mi ancoro serrando le mani sul bordo dei lavabi e sono pronta all’urto, adesso sono un libro aperto sotto i suoi occhi e nelle sue mani.. Mi sta graffiando l’interno delle cosce e strofina il suo viso a sentire il mio aroma, la sua pelle é seta scura e le sue labbra sono carne viva su di me, ha i capelli sale e pepe ricci e spessi e gli occhi voraci ed il suo ardore mi fa benedire il fatto di essere donna….
Ora mi ha bloccata in una morsa serrandomi le cosce e continuando a spingere per entrare dentro di me con la testa, fa sul serio ed il mio sesso é inondato di baci appassionati che mi resettano sistema nervoso, sono in preda ad sciami sismici di scosse pelviche mentre la bruna sfinge pomicia con la mia morbida “principessa” già inondata di umori speziati ed io assaporo la femminile gioia di essere preda…. La virago mi ha infilato le mani sotto alle natiche e mi ha sollevato, mio Dio, mia Dea forte e femmina, io punto i piedi armati di tacchi taglienti sulle sue larghe spalle coperte dal robusto giubbotto nero e mi puntello ai lavabi, Lei mi spinge ancora e mi infila a freddo due dita di dietro facendomi urlare dal dolore, poi con quella mano mi spinge forte contro la sua bocca mentre incomincia a farmi roteare lentamente, la sua bocca é sempre in me e mi sta bevendo lentamente come quei uno pregiati vini rossi dal sapore di rubino, sento che non res****rò ancora per molto, sto per collassare mentre Lei mi aumenta il respiro facendomi prima lentamente tracimare dentro per poi liberarle in faccia, come acquea valanga, tutta la mia femminilità ….
Mi rimette giù e si affretta a coprirmi di baci, a strofinare il suo viso sul mio, é umida di me e mi sta marcando con l’odore del mio stesso sesso… Mi sento alle stelle e non mi sento affatto in colpa, non é un peccato godere, forse può esserlo il contrario…
-“Disgraziate….!!! Che cosa state facendo…!! Vergognatevi, schifose..!!..” – l’elegante signora é fuori di se mentre con le mani tra i capelli sgrana gli occhi sulle due viziose che ha sorpreso a consumare un amplesso nelle Toilettes… La donna imperiale indossa un’elegante tailleur nero sopra il ginocchio, trasuda classe ed arroganza da tutti i pori anche se questo inatteso quanto indegno spettacolo ha prodotto una crepa nella sua glaciale maschera dal perfetto maquillage, avrà circa 45 anni, é una bellissima signora bruna dagli occhi verdi ed io le assomiglio un po’, é la proprietaria della galleria e mi sembra talmente colpita che credo stia per avere un mancamento… Mi ero talmente lasciata trasportare da quella corrotta ragazza che mi ero scordata di essere una giovane signora perbene in una delle più importanti gallerie d’Arte di Firenze, quella di mia Madre….
Die Morgensonne flutet durch das hohe Fenster. Malt Schattenspiele auf dem weissen Bettlaken. Und Deinem nackten Körper. Leise ziehe ich meine verschwitzten Joggingsachen aus. Stehe nackt vor dem Bett. Schaue Dich an. Dein Gesicht. Die hohe Linie der Augenbrauen über den geschlossenen Augen. Deine bleiche, zarte Haut. Die sanften Konturen deiner Nacktheit. Die weissen Fingernägel. Das Lederhalsband um Deinen Hals. Die halterlosen schwarzen Strümpfe, die Du nicht anhattest als ich vor einer Stunde Joggen ging. Dein Venushügel der sich den Sonnenstrahlen entgegenwölbt. Ich fahre mir mit der rechten Hand über die verschwitzte Brust. Greife mit der nassen Hand meinen Schwanz. Schaue Dich weiter an. Und beginne langsam zu wichsen. Er wird schnell hart. Du öffnest die Augen.
“Wichs weiter!” befiehlst Du.
Du beobachtest mich schweigend. Meine Erektion wird härter unter Deinen schweigenden Blicken. Noch immer läuft mir der Schweiss über den Oberkörper. Ich wichse genussvoll. Geniesse Deine Blicke. Langsam ziehst Du die ausgestreckten Beine an. Spreizt sie. Präsentierst mir Deine Scham. “Leck meine Muschi“, befiehlst Du mit rauer Stimme. Ich knie mich an den Bettrand. Lege meine nassen Hände auf Deine Knie. Fahre zart die halterlosen Strümpfe entlang. Erobere die Nacktheit der Oberschenkel. Beuge mich zwischen Deine Beine. Fahre mit der Zungenspitze vorsichtig über den Damm. Den äusseren Schamlippen entlang. Einmal um die Muschi herum. Greife mit den Fingerspitzen die Schamlippen. Trenne sie zärtlich. Beginne mit der Zunge die Knospe zu liebkosen. Lecke sie. Sauge sie. Blase sie.
“Finger!” befiehlst Du.
Ich nässe Zeigefinger und Mittelfinger in meinem Mund. Fahre mit beiden Fingern sanft über den Damm. Fahre dir mit der Spitze des Zeigefingers sanft an den Eingang zu Deiner Venusgrotte. Mit dem Mittelfinger fahre ich über den Damm zum Eingang des Rektums. Stülpe meinen Mund über die Klit. Liebkose sie intensiv. Und fahre mit den Fingern parallel in die Tiefen Deiner Lust. Unter meinem Mund spüre ich wie Du dich anspannst. Lecke Deine Klit hart. Beginne Dich mit beiden Fingern parallel zu ficken. Ich weiss dass Du das magst. Spüre wie Du dich entspannst. Fahre mit der Zunge durch deine Spalte. Und beginne dann im rhythmischen Dreitakt den Finger in deiner Muschi, in deinem Anus und die Zunge auf deiner Klit zu bewegen. Langsam erst. Dann schneller. Und immer heftiger und fester. Du stöhnst heftig. Und presst dich meinen Fingern und meiner Zunge entgegen.
“Halt. Steh auf!”, befiehlst Du.
Ich stehe auf. Du richtest Dich ebenfalls auf. Ergreifst mit der einen Hand meinen noch immer harten Schwanz. Presst ihn hart mit deinen Fingern. Wichst mich mit dem harten Griff schnell. Ein – zwei – drei – Mal. Ich stöhne vor Schmerz. Du schaust mir hart und spöttisch in die Augen. Löst den Griff etwas. Ich atme auf. Nur um erneut hart zu pressen. Ich schreie auf. Mit stahlhartem Griff wichst Du mich erneut. Schiebst meine weiche Haut über den nun steinharten Pfahl vor und zurück. Zählst dabei laut mit. Eins. Zwei. Drei. Vier. Fünf. Sechs. Sieben. Acht. Neun. Zehn. Ich stöhne laut. Schreie. Du lachst. Dann kniest Du dich breitbeinig auf dem Bett hin. Platzierst meine Eichel vor dem Eingang zu Deiner nassen Grotte.
“Fick mich!” befiehlst Du.
Ich lege meine Hände auf Deinen wunderbaren Hintern. Streichle ihn. Knete ihn. Presse die Eichel meines Schwanzes sanft gegen deine Pforte. Lasse ihn durch die tropfende Spalte auf und nieder wippen. Dringe mit der Eichel ein wenig in die feuchte Höhle ein. Ziehe mich wieder zurück. Dringe wieder ein wenig vor. Und wieder zurück. Du stöhnst verhalten. Ich treibe mein Spiel weiter. Du stöhnst lauter. Schweiss läuft mir über meine Brust. Und der Wirbelsäule entlang über den Hintern. Meine Erregung wächst. Ich greife Dir um die Hüften. Halte Dich fest. Necke Dich weiter mit meiner Eichel. Du stöhnst gierig. Voller Lust. Voller Erwartung. Legst den Kopf auf deine gekreuzten Arme nieder. Streckst mir Deinen Hintern noch mehr entgegen. Die klaffende Fleisch fressende Blume Deiner Lust. Die kleine runde Blüte Deiner Rosette.
“Zeig es mir!” befiehlst Du.
Schnell und hart führe ich meine Lanze. Tief fährt sie in Dich hinein. Erobert Dich in einem Streich. Warm und feucht umschlingst Du mich mit Deiner Venusblume. Ich stöhne laut auf. Vor Lust. Vor Erlösung. Bleibe zittern am Anschlag heften. Presse mich gegen deine Pobacken. Lasse die Lanze in Dir pulsieren. Sehe wie Du die Beine etwas mehr spreizt. Beginne dich langsam und stetig zu bumsen. Rein und raus. Rein und raus. Die flutschenden Geräusche mischen sich mit Deinem Stöhnen. Deine Finger fahren durch deine Scham. Beginnen sanft die Klit zu massieren. Ich werde schneller. Heftiger. Deine Finger rotieren ebenfalls schneller. Heftiger. Wie ein Berserker fahre ich Dir meine Lanze voller Kraft und Wolllust rein und raus. Merke wie sich der Orgasmus in mir vorbereitet. Beobachte, wie auch Deine Finger härter und schneller werden. Die weissen Fingernägel sich in das glänzende, weiche, rosa Fleisch graben. Die Knospe malträtieren. Zusammen jagen wir nach dem gemeinsamen Orgasmus. Ein Zittern ergreift Dich. Deine Muskeln ziehen sich um meinen Schwanz zusammen. Du stöhnst. Du schreist. Du bäumst dich auf. Stülpst Dich fest gegen mich.
“JAA. Spritz!” befiehlst Du.
Hart fahre ich ein letztes Mal tief in Dich hinein. Geniesse die zuckende Enge Deiner Muskeln. Die Nässe. Lasse mich gehen. Und ergiesse mich vulkanartig in Dir. Spritze meinen Saft tief in deine Muschi. Dreimal schiesst mein Strahl in Dich hinein. Dreimal stosse ich nach um mir Linderung zu verschaffen. Stöhne dabei jedes Mal vor Lust und Befreiung laut auf. Bleibe zitternd hinter dir und in dir stehen. Schweiss läuft mir in Strömen über den ganzen Körper. Ich streichle zärtlich deinen Hintern. Liebkose sanft deinen Rücken. Fahre dir zärtlich durch die Haare. Schaue zu wie mein Samen langsam aus deiner Grotte läuft und auf die Bettdecke tropft. Du atmest schwer. Wimmerst vor Lust. Letzte Zuckungen schütteln deinen Körper. Du stützt Dich auf. Drehst dein Gesicht. Schaust mich mit glänzenden Augen an. “Danke. Herr!” sagst Du.
Ich lache. Freue mich. Für meine Gefährtin. Für meine Sklavin. Sie hat Geburtstag. Sie durfte sich etwas wünschen. Sie hat es bekommen.

Nachts im Hotel
[Diese kleine Geschichte habe ich für eine Freundin geschrieben. Es ist reine Fiktion, doch wer weiss, vielleicht erleben wir zusammen ja einmal etwas Ähnliches]
Wir waren in der Bar eines schicken Designerhotels in Berlin Mitte verabredet und ich war etwas nervös. Es sollte unser erstes persönliches Treffen werden, nachdem wir einige Nachrichten auf xHamster ausgetauscht hatten. Etwa 15 Minuten vor der vereinbarten Zeit verliess ich meine schöne Suite, setzte ich mich an die Bartheke und der Mann dahinter erkundigte sich nach meinen Wünschen. „Was können Sie empfehlen“, fragte ich und er meinte, „ich mache den besten Mojito in Berlin.“ Ich nickte zustimmend und er mixte mir den Drink während ich mich umsah. Die meisten Gäste waren Männer und nach ihrer Kleidung und Schuhen zu urteilen wohl Businessleute in gehobenen Positionen. Ich nahm einen ersten Schluck und konnte feststellen, dass der Barmann nicht übertrieben hatte. Der Drink war ausgezeichnet und hatte die unbedingt nötige Zutat: Hijerba Buena – Hainminze!
Nach ein paar Minuten sah ich Candy den Gang entlang kommen. Sie blieb am Eingang zur Bar einen Moment stehen und ich hatte Gelegenheit, sie zu bewundern. Ihre blonden Haare waren zu einem kecken Bob geschnitten, sie trug ein dunkelgraues, eng geschnittenes Kostüm aus Rohseide das ihre Figur gut zur Geltung brachte, eine weisse Bluse und elegante Pumps. Das Outfit einer erfolgreichen Geschäftsfrau, vielleicht Boutiquenbesitzerin oder Personalchefin. Nur der Rock war für einen seriösen Auftritt eine Handbreit zu kurz und zeigte viel von ihren schönen schlanken Schenkeln.
Ich bemerkte, dass sich auch einige der anderen Gäste über ihr Erscheinen freuten und hörte leise Kommentare der beiden Männer neben mir. „Ein echte Augenweide“, sagt der eine. „Mhm, und wie, die würde ich nicht von der Bettkante stossen“, gab der andere zurück.
„Oh, ihr armen Ahnungslosen“, schmunzelte ich und machte mich mit einem kleinen Wink bemerkbar. Candy kam mit federnden Schritten auf mich zu und wir begrüssten uns mit einem Wangenkuss. „Hallo, endlich lernen wir uns persönlich kennen“, sagte sie mit einer leicht rauchigen Stimme.
„Ich freue mich sehr, dass es geklappt hat“, antwortete ich und fragte was sie gerne trinken wollte. Nach einem kurzen Blick auf mein Glas hast erwiderte sie, „ich nehme gerne auch einen Mojito“, und ich gab dem Barmixer ein Zeichen. Sie liess ihre Augen kurz über die anderen Gäste schweifen und ich berichtete ihr, dass ihr Auftritt für ziemliche Unruhe gesorgt habe. “Einige der Typen haben Dich ganz schön abgecheckt und sind nun sicher enttäuscht, dass Du bereits verabredet bist.“
Ein glucksender Laut kam aus ihrer Kehle. „Lieber jetzt enttäuscht, als später überrascht.“
Ich wusste genau wie das gemeint war und musste mich beherrschen, nicht laut aufzulachen. Wir unterhielten uns eine Weile angeregt über alles Mögliche und mir fiel auf, dass Candy auf dem Barhocker etwas unruhig hin und her rutschte. Ich sah sie fragend an und sie flüsterte mir ins Ohr, „ich trage einen Buttplug im Hintern und so sitzt es sich nicht besonders bequem.“
„Dann bist Du schon richtig gut drauf“, fragte ich mit einem lüsternen Grinsen.
„Ja, aber noch viel besser wäre gut drunter“, kam ihre Antwort wie aus der Pistole geschossen, „am liebsten würde ich meinen Rock hochschieben und den Männern hier zeigen, was da in meinem Po verborgen ist.“

„Das würde bestimmt Aufsehen erregen und für einige Versteifungen sorgen.“
„Hoffentlich, dann könnte ich ein paar Männern zeigen, wie gut ich blasen kann.“
Wir waren beide also rasch zum Thema gekommen und wussten, wie sich dieser Abend noch entwickeln würde. Plötzlich kam eine dunkelhaarige schlanke Frau, ungefähr Mitte 30, in die Bar. Sie trug eine helle Designerjeans, eine leichte Lederjacke und darunter ein knappes Top. Wir bemerkten, dass sie ziemlich viel Busen, üppige Hüften und einen vollen gut geformten Hintern hatte. Die Frau sah sich ein paar Minuten suchend um und setzte sich dann neben uns an die Bar. Während sie einen Martini bestellte fragte sie den Barmixer, ob für Frau Miller vielleicht eine Nachricht hinterlassen worden sein. Er reichte ihr einen Zettel, der neben dem Telefon lag. „Hier bitte Madame“.
Nachdem sie die Notiz gelesen hatte verfinsterte sich ihr Gesicht, was Candy nicht entging. „Schlechte Nachrichten“, frage sie die schöne Unbekannte.
Die Angesprochene dreht sich zu uns und sah uns einen Moment an. „Ich war hier verabredet, bin etwas spät dran und wie es aussieht wohl versetzt worden. Dabei bin ich extra von Magdeburg hergefahren, so ein Mist“, schimpfte sie leise.
„Das sind ja über 150 km“, mischte ich mich ins Gespräch, „ziemlich weit für eine Verabredung.“
„Ja, in der Zeit hätte ich zu Hause zwei Termine machen können.“
Dann errötete sie plötzlich und schlug die Hand vor den Mund. „Oh, da habe ich wohl gerade etwas zu viel ausgeplaudert.”
„Nein, gar nicht“, erwiderte Candy mit einem wissenden Lächeln und stellte uns vor.
„Ich heisse Erica“, sagte die Frau, „und ich bin das was man ein Callgirl aus Passion nennt, aber heute werde ich wohl leer ausgehen.“ „Zudem muss ich mitten in der Nacht durch Wind und Regen den ganzen Weg zurückfahren, nicht gerade erfreuliche Aussichten“, seufzte sie.
Candy sah mich einen Moment fragend an. Ich wusste, was ihr gerade durch den Kopf ging und nickte unmerklich. „Hör mal, wir haben hier eine Suite gebucht und wenn Du möchtest, kannst Du Dich gerne etwas bei uns ausruhen“, sagte sie zu Erica. Unsere neue Bekannte nahm einen Schluck aus ihrem Glas, sah uns prüfend an und antwortete schliesslich, „das Angebot nehme ich sehr gerne an, aber die nächste Runde geht dafür auf meine Rechnung.“
Wir bestellten nochmals einen Drink und begaben uns anschliessend in die Lobby zu den Aufzügen. „Nein, ich würde lieber ein paar Treppen steigen. Nach der Fahrt brauche ich etwas Bewegung“, sagte Erica und wir gingen zu Fuss in die 3. Etage. Ich hielt mich bewusst zwei Stufen hinter den beiden und konnte dadurch die perfekt geformten Beine von Candy und den Hintern von Erica bewundern. Die beiden schienen zu ahnen, wohin meine Blicke gerichtet waren und wackelten etwas ausgeprägter mit den Hüften.
Im Zimmer angekommen fragte Sandy, „Erica, möchtest Du Dich etwas frisch machen?“ Unsere Begleiterin nickte und ging ins Badezimmer. Kurz darauf hörten wir, wie die Brause aufgedreht wurde.
Candy umarmte mich und spürte, dass ich schon ziemlich erregt war. „Oh, da freut sich wohl schon jemand gehörig“, lächelte sie und strich über die Beule in meiner Hose. „Denkst Du das gleiche wie ich“, fragte sie verschmitzt.
„Du möchtest Erica gerne vernaschen, nicht wahr“, erwiderte ich.
„Falsch, ich möchte dass wir sie zusammen vernaschen. Ich werde lieber mal sicherstellen, dass sie uns nicht ertrinkt.“
Candy schlüpfte aus ihren Kleidern und betrat nur noch mit Slip und BH bekleidet das Bad wobei sie die Türe einen Spalt offen liess. Völlig klar, was sie damit bezweckte. Ich schlich mich zur Türe und hörte sie Erica fragen, ob alles Nötige vorhanden sei.
Unser Gast stand in der grossen Duschkabine, die Haare hochgesteckt, drehte sich ungeniert um und zeigte Sandy ihren reifen Körper. Üppige, schwere aber immer noch schöne Brüste, wohlgeformte Hüften und ein grosser, straffer Hintern. Ich sah, dass sie unten fast ganz rasiert war. Nur ein schmaler kurzgeschorener Streifen schwarzer Schamhaare war auf ihrem ausgeprägten Venushügel zu sehen. Candy stand in Unterwäsche vor ihr und sagte plötzlich, „was hast du denn da?“ Ich bemerkte auch, dass aus Erica’s Spalte ein kleiner Ring an einer Schnur herauslugte.
„Da sind Liebeskugeln“, gab Erica zurück,“ ich trage sie immer vor einem Date um mich schon etwas aufzugeilen und die Säfte zum fliessen zu bringen.“
Candy griff nach dem Ring der aus Erica’s Lustgrotte heraushing und zog vorsichtig daran. Mit einem ‚Plopp‘ kamen zwei dicke schwarze Kugeln zum Vorschein und ich konnte deutlich sehen, dass sie feucht glänzten.
Erica zuckte leicht zusammen und sagte, „jetzt möchte ich aber auch Deine Muschi sehen. Dein Freund, der da draussen den Spanner macht, sollte Dir Deinen Slip herunterziehen.“
Ich hatte mich unterdessen meiner Kleider entledigt und trug nur noch ein paar Boxershorts, in denen eine enorme Erektion sichtbar war. Ich ging ins Bad, trat hinter Candy und streichelte ihren festen Bauch und nahm ihre Brüste in die Hände. Ihre Nippel waren schon recht hart und standen frech hervor. Dann griff ich von Hinten zwischen ihre knackigen Pobacken und spürte, worauf ich mich schon den ganzen Tag gefreut hatte: Ihr Kleiner, in der Arschspalte gut verborgen, war bereits recht hart. Ich streifte ihr langsam den Slip herunter und als sie die Schenkel öffnete, sprang ihr blank rasierter Ständer wie eine Stahlfeder hervor.
„Oh, das ist ja…“, entwich Erica ein überraschtes Keuchen, „da bin ich aber wirklich baff.“
Ich stand immer noch hinter Candy und streichelte ihren Transenschwanz und ihre kleinen prallen Hoden. Sie revanchierte sich, in dem sie ihren Knackpo gegen die Beule in meiner Unterhose rieb. Dann drehte sie sich um und fasste in meine Hose. „Komm‘, zeig uns mal Dein Ding. Ich bin gespannt, ob er so toll aussieht wie auf den Bildern die Du mir geschickt hast.“
Ich zog langsam meine letzten Textilien aus und hörte, wie Erica ein Seufzer entwich, „was für ein schönes, dickes Rohr!“ Sie forderte uns auf, zu ihr unter die Dusche zu kommen und begann uns mit einem Schwamm einzuseifen. „Was steckt denn da in Deinem süssen Hinterteil, du kleines Luder“, fragte sie plötzlich, als sie den Buttplug aus Candy’s hinterem Löchlein herausragen sah. „Den brauchst du nun nicht mehr, komm‘ ich schiebe Dir lieber einen meiner Finger da hinein.“
„Du kannst auch zwei nehmen“, stöhnte diese, schob eine Hand zwischen Erica’s Schenkel und fing an, ihre Möse zu streicheln während ich die schönen grossen Brüste leicht knetete und an den erigierten Nippeln saugte. „Sieht so aus, als wäre die lange Fahrt doch nicht umsonst gewesen“, flüsterte ich unserer Gespielin ins Ohr.“
„Nein im Gegenteil, ich hatte schon lange den Wunsch es einmal mit einer Transsexuellen zu treiben, und nun bekomme ich sogar noch einen gutgebauten Mann als Zuschlag.“
Wir rubbelten uns gegenseitig trocken und gingen eng umschlungen in den Vorraum zum Schlafzimmer. Erica drückte Candy in einen Sessel und begann ihr den steif emporgereckten Schwanz zu blasen. Ich sah, dass sie darin viel Erfahrung hatte. Sie leckte genüsslich am Schaft entlang, liess ihre Zungenspitze über die angeschwollene Eichel tanzen und vergass auch nicht, an den prallen Eiern zu saugen.
Ich stand hinter ihr, kniete mich dann nieder und fuhr mit der Zunge zwischen ihre Arschbacken und nach vorne zum feucht glänzenden Eingang. Erica stöhnte laut auf, als ich meine Zungenspitze über ihren angeschwollen Kitzler kreisen liess, „das ist ja kaum auszuhalten, ich brauche jetzt dringend etwas Hartes in meinem Loch.“ Sie setzte sich auf Candy’s Schoss und führte sich deren prächtiges Glied langsam in ihre triefend nasse Spalte. „Oh, ja, mein erster Transenschwanz, fühlt sich das geil an.“
Sie fing an, mit raschen Bewegungen auf dem Teil zu reiten. Ich widmete mich noch etwas ihren festen Möpsen, zwirbelte leicht die harten Warzen und liess mir dann von den Beiden abwechselnd meinen Jonny verwöhnen. Dann sah ich, wie Candy’s Hände über Erica’s Hintern wanderten und sie ihr langsam einen Finger ihr hinteres Löchlein schob. Die Reaktion von Erica kam sofort: „Oh ja, spiel an meinem Hintern, das fühlt sich so gut an.
Candy zwinkerte mir zu und rief, „steck ihr doch Deinen Schwengel in den Arsch, los, wir nehmen die geile Mietze ins Sandwich.“
Ich setzte meine Eichel an der rosige, feuchten Rosette an und bahnte mir meinen Weg in Erica’s zweites Lustloch. „Ja, ja, benützt mich wie ihr wollt, knallt mich richtig durch.“
Ich stellte fest, dass das sicher nicht ihr erster Analgang war und fickte sie mit meinem glühenden Rohr in den Darm. Candy fand den perfekten Rhythmus und jedes Mal wenn ich in die stöhnende Frau hineinstiess, zuckte ihr Becken nach oben und ihr pralles Teil bohrte sich tief in Erica’s Fotze. Es dauerte nur ein paar Minuten, da kam diese zwischen uns zu ihrem ersten, wilden Höhepunkt.
„Ist das geil, macht mich fertig, versägt mich mit Euren Schwänzen, so einen Superfick hatte ich schon lange nicht mehr.“ Sie hüpfte noch ein paar auf und ab, wir stiessen so fest zu wie wir konnten und dann brach sie keuchend und zuckend zusammen.
Nun wollte ich aber endlich Candy’s Arsch geniessen. Sie stellte sich bereitwillig vor ein Sofa und zeigte mir ihr Löchlein. „Oh ja“, schrie Erica verzückt auf, „genau das will ich sehen“ und kniete sich hin während ich mein Teil langsam in die dargebotene Rosette schob.
„Du darfst mich ruhig hart rannehmen“, keuchte Candy, „besorg’s meinem gierigen Fickloch, und Du Erica machst es mir mit Deinem Blasmund.“ Ich beobachtete fasziniert, wie sich ihr wundervoller Transenpimmel noch mehr verhärtete und zwischen den vollen, lüsternen Lippen von Erica verschwand. Sie bockte wie ein Eselchen unter meinen tiefen Stössen und brüllte unvermittelt auf.
„Ja, jetzt komme ich, schluck mein Sperma Du geiles Biest.“ Sie schoss ihre Sosse in den gierig geöffneten Mund von Erica – eine richtig grosse Ladung – und ich spürte ein Ziehen in meinen Eiern. Blitzschnell zog ich meine zuckende Latte Schwanz aus dem süssen, engen Arsch von Candy und schoss meine Sahne ebenfalls in Erica’s Schlund.
Wir vergnügten uns noch bis in die Morgenstunden und ich durfte Candy auch noch einmal in ihren kleinen sexy Hintern ficken, bevor ich ihr einen schönen blow-job machte. Erica sah dabei zu, schob sich einen dicken Dildo in den Po und verschaffte sich damit und ihren Fingern an der Fotze einen heftigen Orgasmus. Meine Shemale-Freundin spritzte mir schön in den Mund, aber als guter Gastgeber liess ich die bittersüsse Sahne danach natürlich in Erica’s Mund laufen. Um 7 Uhr verabschiedete sich unsere neue Freundin und fuhr zurück nach Magdeburg. Wir mussten ihr versprechen sie zu besuchen, wenn wir einmal in ihrer Nähe sein würden.
Candy und ich machten am Nachmittag einen Bummel auf dem Ku‘damm, wobei sie immer wieder bewundernde Männerblicke auf sich zog.
Wenn die wüssten, die armen, Ahnungslosen…
Der fremde Mann
Ich verließ grade Sean’s Wohnung und stöckelte in meinen High Heels langsam die Straße entlang.
Es war schon gegen 3 Uhr nachts und nur die Laternen beschienen schwach den Gehweg.
Auf halbem Weg nach Hause bemerkte ich, dass mir die ganze Zeit ein fremder Mann hinterherlief.
Also beschloß ich einen Umweg zu gehen um zu gucken ob er mir weiterhin folgte. Nachdem ich am an der nächsten Straßenkreuzung rechts um die Ecke bog wartete ich in einer Einfahrt darauf ob der Mann an mir vorbeilief. Und tatsächlich kam er nach einer Minute an mir vorbei und sah, dass er ein attraktiver junger Mann war. Ich fragte ihn warum er mir hinterherlief und er erwiderte bloß, dass ich ihm aufgefallen sei und ich es ihm einfach in meinem Minikleid, den Nylons und den High Heels angetan habe. Forsch fragte er mich sofort ob ich nicht lust hätte mit ihm in der Einfahrt sofort zu vögeln. Betrunken wie ich noch immer von der Party war, zögerte ich nicht lange und riss ihn an mich um ihm auch gleich meine Zunge in seinen Mund zu stecken. Meine Hände wanderten sofort runter zur Jeans an seinen Arsch und kneteten diesen durch. Etwas überrascht von meiner Aktion, zögerte er etwas, aber nahm mich dann sofort in die Arme um meinen Zungenkuss zu erwidern. Dabei wanderten seine Hände langsam meinen Rücken herunter. Er glitt langsam mit seinen Händen unter mein Minikleid und knetete sanft meinen Arsch durch. Ich merkte sofort wie sich vorne in seiner Jeans sich etwas regte und überrascht merkte auch er dass sich bei mir was tat. Er stieß mich sofort von sich weg und fragte mich entsetzt ob ich ein Kerl wäre. Ich bejahte sofort und versuchte ihm einzureden das dies aber nicht schlimm sei und er beruhigte sich wieder. Ich ging dann langsam vor ihm auf die Knie und öffnete seine Jeans und zog sie samt Boxershorts runter. Sein praller Schwanz sprang mir sofort entgegen. Ich fing sofort an mit einer Hand ihn zu wichsen und er bat mich dann ihm einen zu blasen. Langsam kam ich mit meinem Mund seiner prallen Eichel entgegen und leckte sie zärtlich. Ich stülpte langsam meinen Mund über seine Eichel, was ihn sofort aufstöhnen ließ. Als sie vollkommen in meinem Mund war leckte ich sie verstärkt, dies machte ihn nur noch wilder und ich fing an seinen Schwanz Zentimeter für Zentimeter weiter in meinen Mund zu nehmen. Meine Hände wanderten wieder an seinen Knackarsch und ich presste ihn sanft an mich ran um seine Latte immer weiter in meinen Mund aufzunehmen. Er griff an meinen Kopf und drückte ihn an sich ran so, dass ich den ganzen Stab in meiner Kehle hatte. So verharrten wir einige Sekunden bis ich dann aufhustete, weil ich noch nicht so daran gewöhnt bin einen Schwanz solange in meiner Kehle zu haben. Dann fing er an mit leichten stößen meinen Mund zu ficken. Ich saugte immer stärker an seiner Prachtlatte und er stieß immer härter in meinen Mund. Bis er aufeinmal aufhörte und seinen Schwanz aus meinen Mund nahm. Er zog sich sofort ein Kondom über seinen Schwanz und befahl mir mich umzudrehen und an die Wand zu stellen. Ich gehorchte sofort und drehte mich um. Mit seiner rechten Hand wichste er seinen kondomumhüllten Schwanz weiter während er mit der linken Hand mein Minikleid hochzog und den String zur Seite schob. Er spuckte sich in die Hand und verrieb es auf seinen Finger um ihn mir sogleich in mein Arschloch zu schieben. Ich stöhnte auf und genoß wie er mich langsam fingerte. Dann spuckte er sich nochmal in die andere Hand und rieb damit seinen Schwanz ein. Daraufhin nahm er seinen Finger aus meinem Loch und hielt seinen Schwanz daran. Mühsam drang er in mich ein und ich musste kurz den Schmerz unterdrücken. Als er dann in mir drin war verharrte er kurz in mir damit ich mich an die Größe seines Gemächts gewöhne. Dann wanderte er mit seinen Händen um meine Hüfte und fing an mich in den Arsch zu ficken. Ich stöhnte laut und so hielt er, aus Angst das uns jemand hören könnte, eine Hand vor meinem Mund. Immer härter stieß er mich in meinen Po und jedes mal wenn er in mich hineinstieß, bewegte ich meinen Arsch ihm entgegen um das Gefühl umso geiler zu machen. Als ich aufhörte zu stöhnen, drückte er meinen Oberkörper gegen die Wand und fickte mich brutal in den Arsch. Es machte mich so geil, dass ich anfing meinen Schwanz dabei zu wichsen. Vor lauter Geilheit klatsche er mit seiner Hand auf meinen Arsch und ich spritzte gegen die Wand ab. Er zog seinen Schwanz aus mir hinaus und drehte mich um. Mit einer Hand ob er mein linkes Bein hoch und setzte seinen Schwanz wieder an meiner Rosette an und dring in mich ein. Mit der anderen Hand hob er mein anderes Bein hoch und ich hielt mich an seinem Rücken fest. Nun trug er mich und pfählte mich regelrecht auf seinen Mast auf. Dieses Gefühl war so unbeschreiblich, dass ich fast wieder gekommen wäre. Er vögelte mich immer härter und tiefer in den Arsch. Da ich vor Geilheit fast die Kontrolle verlor, hielt ich mich mit letzter Kraft an ihm fest. Es fing schon an zu brennen in meinen Arsch, so brutal lies er mich auf seiner Latte auf und ab hüpfen. Mit den letzten Stößen schrie er auf und spritze alles in mir in sein Kondom ab. Erschöpft lies er mich herunter und lächelte mich um mir dann zu sagen, dass dies der beste Arschfick war den er je hatte. Lächelnd ging ich vor ihm auf die Knie und zog das Kondom von seinem Schwanz ab. Langsam nahm ich seinen etwas erschlafften Schwanz in den Mund und leckte ihn sauber. Ich guckte zu ihm hoch und merkte wie sein Mast dabei wieder anschwoll. Er packte meinen Kopf und fickte mich nochmal hart in den Mund. Dann übernahm ich wieder die Kontrolle und rieb seinen Schwanz, während ich mit meinen Lippen seine Eichel bearbeitete. Kurz darauf bemerkte ich das Pulsieren seines Schwanzes und nahm ihn wieder tief in den Mund. Daraufhin spritzte er alles in meinen Hals und ich schluckte brav runter. Danach leckte ich ihn noch sauber und erhob mich und richtete mein Kleid. Wir verabschiedeten uns von einander mit einem langen innigen Kuss. Seitdem treffen wir uns immer wieder mal um unsere geile Nacht zu wiederholen.
Filippo detto Pippo, era un singol cinquantenne. Gestiva con la vecchia madre un negozio di merceria e intimo in una piccola cittadina dela Sicilia. Sua madre lo dominava e gli aveva sempre impedito di sposarsi. Per lei le donne erano tutte puttane che cercavano solo i loro soldi. Poi un giorno sua madre morì e lui rimase padrone del negozio. Pippo sfogava i suoi istinti con la masturbazione. Si masturbava tutti i giorni. Ma aveva una vita segreta. La sera dopo cena, attrezzato di visore notturno e microfono direzionale si appostava in un boschetto frequentato da coppiette. Era molto esperto e non si faceva scoprire quasi mai. Quasi mai, perché la lei di una coppia matura si era accorta di lui, ma invece di scacciarlo o dirlo all’uomo che stava con lei lo lasciava spiare. Anzi, volgeva verso di lui lo sguardo mentre l’uomo che la montava volgeva la faccia dall’altra parte. Lo cercava nel buio e lui emozionatissimo, con la massima attenzione si faceva intravedere da lei. Lei quando l’amante le godeva dentro scendeva dalla macchina nel buio, nuda dalla vita in giù e tendosi una salvietta premuta sulla vulva sgocciolante, faceva qualche passo piegata in avanti accovacciandosi poi per pisciare. In quei momento lei poteva vedere meglio Pippo nel buio e guardarlo negli occhi. A volte si voltava e gli mostrava il corposo culone. Insomma, lo provocava. Pippo in una mano teneva il visore e con l’altra si masturbava, guardando eccitato quel corpo bianco piagato in avanti che spiccava nel buio; Pippo, segaiolo e porco, si eccitava anche con lo scrocio della pisciata. La donna lo guardava prima negli occhi poi abbassava lo sguardo verso il pene. A quel punto Pippo godeva scuotendosi. Il tutto avveniva in poche decine di secondi mentre l’uomo in auto scendava a pisciare a sua volta dall’altra parte dell’auto. Poi i due amanti rientravano in auto allontanandosi.
Un giorno, col disappunto di Pippo, la coppia non venne più. Forse si erano lasciati. Ma un giorno per poco Pippo non svenne dall’amozione quando in negozio, verso la fine della giornata, vide la donna entrare. Lei lo salutò guardandolo maliziosamente: era evidente che sapeva chi fosse. Pippo era emozionatissimo, gli batteva forte forte il cuore. La donna chiese di vedere delle mutande. Lui gliene porse alcune paia. Lei chiese di poterle provare. Non si poteva provare l’intimo, ma Pippo, tutto tremante, le disse di si e la fece accompagnare in camerino di prova. Dopo poco la donna ritornò al bancome dicendo che ne aveva provate tre paia e che se ne era lasciata una indosso. Porse a Pippo le altre. La donna quindi pagò la mutande che aveva indossato e sempre con un grande sorriso malizioso dopo ever lanciato un’occhiata verso il camerino dove si era cambiata uscì. Pippo capì il mutuo messaggio: la donna aveva lasciato li dentro le mutande usate. Chiuse il negozio con qualche minuto di anticipo e si precipitò in camerino. Vede nel cestino le mutande lasciate dalla donna e si accorse che erano macchiate nel cavallo e al tatto risultavano anche umide. Se le portò alle nari e aspirò. Era inebriato. L’odore di umori vaginali era fortissimo, penetrante, dolciastro. Se le strofinava al naso aspirando di continuo. Era eccitato. Estrasse il pene dai calzoni e si masturbò con foga, venedo quasi subito.
Fra loro inziò così una complicità particolare. La donna sapeva benissimo che Pippo era un segaiolo inveterato e ne sfruttava il vizietto. Una sera la donna arrivò proprio in chiusura e rivolgendosi a Pippo gli chiese le solite mutande. Ma stavolta aggiunse di non essere in ordine e gli disse anche il motivo: era stata al cinema e il film un pò osé l’aveva turbata. Lui chiuse il negozio e spense molte luci. Poi disse alla donna di accomodarsi in camerino e prese alcune mutande. Ma quando arrivò al camerino la donna da dentro con voce maliziosa gli chiese se potesse aiutarla. A Pippo tremarono le gambe e il respiro gli si fece affannoso. Gli tremavano anche le mani. La donna dischiuse la porticina il camerino e lui poté vederla nuda dalla vita in giù. Era una donna formosa ma non grassa, coi fianchi larghi e coscione. Aveva il pube folto di peli neri. Ovviamente la donna vide lo stato di agitazione di Pippo.
-Pippo,- gli chiese la donna: -Mi tiri per favore giù gli slip mentre mi tengo la gonna?-
Lui era fuori di se. Non credeva a qullo che stava accadendo. Dal pube della donna emanava forte l’odore di sesso. Lui si mise in ginocchio e si accostò a lei. Tremando prese maldestramente il bordo dello slip e lo fece scendere mentre lei muoveva i fianchi per aiutarlo. Ora lei era nuda e gli occhi di Pippo cercavano di cogliere ogni minimo dettaglio del corpo della donna. Perse il controllo: era davvero troppo per lui e con foga, eccitato e ansante prese a baciarla, spingendola verso una sedia presente in camerino dove lei cadde seduta. Si scherniva la donna ma ben poco faceva per difendersi. Anzi, allargava le coscione sollevandole. Ora era completamente esposta agli occhi del segaiolo che si beò di quella visione oscena: la vulva eccitata e schiumosa, il buco del culo scuro e rugoso -che dall’eccitazione si contraeva oscenamente- erano li a pochi centimetri e diponibili. Pippo potè affondare grugnendo la faccia raggiungendo la vulva completamente fradicia e fragrante di odori sessuali. Pippo era vergine e non era esperto di leccaggio, ma lei mettendogli la mano sulla testa lo guidò nella giusta posizione. Poi la natura fece il suo corso e Pippo, guidato dai gemiti di lei prese il giusto ritmo. Credette di morire quando sentì le contrazioni orgasmiche mentre dalla vulva di lei usciva abbondante un flusso di umori. Smaniava forte forte la donna sobbalzando sulla sedia, sconvolta da quell’ orgasmo che suo malgrado l’aveva presa molto più di quanto lei volesse. Un mese dopo Pippo la chiese in moglie. Ma sorprendentemente lei disse di no. Spiegò a Pippo che lei era stata sposata ma che aveva tradito più volte suo marito perché lui non riusciva a soddisfare i suoi appetiti sessuali. Lui l’aveva scoperta e un paio di volte anche perdonata. Ma lei non ce la faceva a stare con quel marito che sessualmente non le bastava. Alla fine civilmente si era separati prima e divorziati poi. Lei disse che lui le piaceva, lo stimava, si era affezionata, ma sposare no, perché avrebbe putoto tradirlo, seppure solo per sesso -ci tenne a precisare solennemente. Inutili furono le insistenze di Pippo.
Lei arrivava sempre al negozio alla chiusura. Lui chiudeva e andavano a sedersi su un grande divano nel retrobottega. Lui la spogliava bramoso. Lei si lasciava abbracciare, stringere, baciare, leccare. Gemeva piano lei e si bagnava abbonfantemente ma non si faceva penetrare. Poi anche Pippo si spogliava. Era esile Pippo e aveva tutto esile, ovviamente anche il pene e i testicoili erano piccoli. caterina con una bravura incredibili gli massaggiava il pene e i testicoli, lo masturbava con maestria, lo portava in breve a orgasmare. E lui poi si rilassava sospirando. Non immaginava quali pensieri osceni e viziosi si agitassero nella mente di Caterina.
Ma Pippo si era innamorato e non accettava più di poterla perdere. Per diverse notti e diversi giorni si arrovellò dentro di se. L’idea di sapere che un altro uomo la possedesse fancendola godere lo sconvolgeva. Era contro natura. Una sera la invitò a cena e le chiese di nuovo di sposarlo, ma aggiunse con grande imbarazzo e balbettando che avrebbe accettato eventuali sue scappatelle, perché solo sessuali. Questa scelta era costata a Pippo enormi sforzi ma lei ringraziò rifiutando nuovamente, dicendo che era convinta che una volta sposati lui sarebbe diventato geloso e che l’ avrebbe assillata. Per Pippo passarono ancora giorni fra atroci sofferenze d’amore. Notti di incubo in cui vedeva l’amata godere con poderosi maschi che la facevano urlare di piacere. Si svegliava sudato… manche stranamente eccitato. Poi una notte, svegliandosi di nuovo eccitato, lo fece: si mastubò immaginadola con un altro uomo, Mentre si segava oscillava fra una frenetica eccitazione voyeristica e una dolorosa paura di perderla. Poi trovò la soluzione. Invitò Caterina di nuovo a cena. Lei si aspettava ovviamente nuove insitenze. Ma lui non parlò che di cose frivole. Alla fine giocò la sua carta vincente. Estrasse di tasca un documento che le sottopose. Lei lo prese e lesse la prima frase: Contratto di matrimonio; prima clausola vincolante: il Signor Filippo chiede in matrimonio la Signora Caterina garantendole la più completa libertà di conoscere e frequentare sessualmente altri uomini che la Signora Caterina decidesse di frequentare senza ostacolarla in alcun modo. Questa clausola potrà essere fatta valere come attribuzione di colpa a caricodel Signor Filippo in tribunale in caso di separazione se alla base di questa separazione vi fosse la gelosia del Signor Filippo o il divieto di frequentare altri uomini che lui imponesse alla moglie Signora Caterina. Da parte sua la Signora Caterina si impegna ad informare il marito di eventuali adultèri condividendo con lui i dettagli degli adultèri stessi. Caterina gioendo intensamente dentro di se senza però mostrare questa emozione firmò il documento. Poi guardò intesamnete Pippo negli occhi e gli sussurrò.
-Ho volglia della tua lingua luggiù… E ho voglia di averti subito dopo il matrimonio… Voglio farti vedere quanto io sia davvero calda e passionale… Dovrai prendermi tutta, in tutte le maniere, di continuo, tutti i giorni… E se non lo fari abbastanza, Pippo, amore mio mi avvarrò della clausa liberatoria di adulterio consentito.-
Pippo era emozionato, ma c’era una vocina strana dentro di se… Sapeva che sarebbe successo. Sapeva che non sarebbe stato all’altezza degli appetiti sessuali di Caterina… Ma capì anche che era disposto a pagare il prezzo di eventuali scarse performance quando il pene gli si indurì nelle mutande. Quando lei andò via Pippo estrasse il membro e partì con la sega. tentava di scacciare quel pensiero ma quello si ripresentava sempre più imperioso. Lei, la sua amata, che cavalcava infoiata un maschione robusto e cazzuto che la incitava, metre anche lei lo incitava a sua volta con voce strozzata; la vedeva gemre, ansimare, sudare, sgitarsi tutta. La sentiva entrare in orgasmo. Anche il toro godeva spingendo il turgido membro bagnato in fondo a lei… e godeva anche lui, Pippo, vedendo la sua amata commettere adulterio
Iniziazione:Caterina vola via
La pioggia di Giugno,il cielo scuro,i lampi che illuminano l’esterno della mia stanza,il vociare dei miei genitori nella cucina,le mille immagini nella mia mente,ricordi,pensieri,parole,una sigaretta accesa fra le dita.Da quel giorno in macchina con Caterina,sono passati due mesi,non è più successo niente fra noi,ci siamo visti pochissimo,”aveva sempre da studiare”,l’ho lasciata fare,non avevo voglia di lei.Non avevo neanche più voglia di guardare le solite immagini sul computer,negli ultimi due mesi,la mia natura selvaggia premeva sempre pià insistentemente e nella mia mente si materializzavano fantasie sempre più perverse.Caterina non sà,che in questi due mesi l’ho tradita come potevo,quando me ne capitava l’occasione,lei a casa a studiare io nei locali a divertirmi con sconosciute,con cui dividevo violenti orgasmi nei cessi dei locali.Freneticamente iniziai anche a frequentare i luoghi dove c’era Stefania,non la incrociai mai,si era dileguata nel nulla e anche le notizie su di lei iniziarono a scarseggiare.Quella sera di Giugno non c’erano inviti interessanti,Caterina stava ripassando gli appunti per l’esame che avrebbe sostenuto la mattina dopo,le telefonai come ogni sera,con le solite parole
-Ciao che fai?-
-Amore..studio..studio…ma domani sera sono tutta tua…-sentiì che sorrideva,trasalì in me rabbia
-Che culo!-le risposi,il suo sorriso si spense
-Ch.che hai Carlo?-
-Nulla dai ci vediamo solo cinque minuti?-in quei due mesi mi aveva evitato gentilmente,io non avevo mai insistito,ma si capiva che quella sera l’aveva segnata
-Domani..ok?-rispose con aria materna,ma il mio cazzo già era fra le mie mani,in erezione,avevo bisogno di sfogarmi con qualcuna.
-No facciamo mai..che ne dici?-
-Carlo…ma lo sai che domani ho l’esame…mi dispiace che in queste settimane ti ho ignorato ma sai anche quanto tengo a quest’esame…domani sera sarò tutta tua…saprò farmi perdonare vedrai…-lei non aveva nessun tipo di idea delle mie idee di perdono,ma anche questa volta la lasciai fare,sul display del cellulare un messaggio mi invitava ad una festa di diciotto anni,quindi la mia sete di sesso in qualche modo si sarebbe placata lì.
-Daccordo,buono studio io…vado a bere una birra con Mario,ma domani sei tutta mia..-
-Ti amo Carlo ciao…-
-Sisi ciao-chiusi la telefonata e mi avviai verso il locale,già pieno di gente,ragazzi,ragazze,musiche,alcool,balli,risate,io lontano anni luce,seduto su di un divanetto a cercare una preda,che si materializzò pochi istanti dopo.Sigaretta fra le labbra,marcate di rosso fuoco,capelli biondo scuro tirati all’indietro e racchiusi in una treccia alta,occhi azzurri segnati dal nero del mascara,fasciata in un microabito rosso,che le scopriva le gambe fin sopra il ginocchio e che da seduta le si faceva intravedere il perizoma.Seno piccolo ma si vedeva che non portava reggiseno,piccole rughe attorno alla bocca,ben nascosto dal trucco,a occhio e croce poteva essere una parente della festeggiata,forse sui quaranta anni abbondanti.Era seduta come me su di un divanetto poco distante,trovato il suo sguardo le sorrisi,fece la stessa cosa,lo presi come un invito e mi avvicinai a lei.Provammo a scambiare qualche parola ma la musica era altissima e capiì solo che aveva 47 anni,portati paurosamente bene,che il marito era da qualche parte in sala a ballare con la figlia e la nipote,che quindi era la zia della festeggiata.
-BEVIAMO QUALCOSA??-urlò,feci di si con la testa e ci avvicinammo al bar,lei ordinò un Martini liscio,io feci lo stesso e lo bevvi in un sorso,mi faceva letteralmente schifo il Martini,continuammo a parlare,facilitati dal fatto che il bar era un pò più distante da quell’orgia musicale.
-Come ti chiami?-
-Sono Carlo..tu?
-Ti chiami come mio marito…Sandra,come mai qui,sei un amico di Lorenza?-feci una smorfia innocente,negli approcci non avevo nessun piano,mi guidava il mio istinto o il mio cazzo
-In realtà mi ha portato un amico,non sò neanche chi cazzo sia Lorenza…fortunatamente ho incontrato te…-fece un sorriso,mentre fissava il marito che si strusciava con le amiche della nipote.
-Guardalo…cinquantanni e ancora dietro alle ragazzine…che tristezza..lui e che tristezza io qui a fissarlo gelosa…-capiì subito la situazione,le presi una mano gentilmente,gliela baciai
-Sei bellissima e lui un’idiota…gli uomini sono così…lascia perdere…-fu sorpresa dal mio gesto e in realtà anche io mi sorpresi,le presi la mano e la trascinai in pista.
-Facciamogli vedere che sei ancora una donna,Sandra,balla con me…-le sussurrai ad un orecchio,mentre con una mano l’avvicinai a me,strusciandomi a lei.Sulle prime si irrigidì,poi il suo sguardo ritornò al marito,che era schiacciato come una sottiletta fra due ragazzine ubriache e urlanti e prese a ricambiare lo struscio,aveva movenze da gatta,me lo fece diventare di marmo in pochi istanti,appena i nostri sessi,ben imprigionati nei nostri abiti,si incollarono.Le misi una mano sulla schiena,per avvicinarla di più,con delicatezza me la spostò sul suo culo e mi fissava negli occhi,sembrava che mi stesse fissando la notte,c’era da perdersi in quello sguardo.Diventai audace,ora era il mio cazzo a parlare
-Sandra,sei molto sexy lo vedi?Quello stronzo di tuo marito è solo un povero coglione…-cercai le sue labbra,lei si scostò di s**tto,si irrgidì
-Cosa fai?-si staccò dalla mia prese,era visibilmente incazzata,anche se potevamo notarlo solo io e lei,il resto della gente ballava,pomiciava,si strusciava,perfino il marito non si accorse di niente.Si allontanò senza una parola,la seguiì con lo sguardo,la vidi scomparire nei bagni,pochi istanti dopo la seguì.Stranamente era deserto,si sentivano solo i suoi singhiozzi,all’interno dei bagni per donne,apriì la porta e la trovai seduta a terra,rannicchiata,mentre fumava una sigaretta e una lacrima nera le rigava il viso.Presi posto accanto,le accarezzai i capelli,le asciugai le lacrime,in fondo sapevo ancora come consolare chi stà soffrendo.
-Sandra sei una donna bellissima…-le baciai la bocca,stavolta mi lasciò fare,sembravamo due ragazzini,baciava bene,sentivo la sua lingua cercare la mia,accarazzerla.Le iniziai lentamente a toccare un seno,avevo visto bene non portava il reggiseno,dal vestito si poteva toccare la sua eccitazione,audace portai la mano sotto il suo vestito,spostai di poco il perizoma che portava e con le bocche sempre ben incollate,le inziai a stuzzicare il clitoride.Mi baciava,gemeva e mi baciava,forse l’alcool aveva fatto il suo decorso,forse ne aveva voglia,non saprei,la sua mano scivolò sui miei pantaloni,l’aprì e il mio cazzo finalmente libero,svettava duro come non mai.Silenzio irreale in quel cesso,mentre prepotente la musica veniva bloccata dalla porta che ci separava dal mondo.Mi alzai,spalle alla porta,lei da donna esperta capì,si mise in ginocchio,mi abbassò i pantaloni fino alle caviglie,lo prese tutto in bocca in un colpo solo arrivò alle palle,la guardavo silenzioso,rimase così per alcuni secondi,occhi chiusi,poi l’aprì,liberò la bocca,mi guardò
-Sai di buono…-disse maliziosa e iniziò con un ritmo lento uno dei pompini più belli che abbia mai ricevuto.Negli ultimi mesi i miei erano sempre stati atti violenti,ma in quel momento volevo godermi la sua bocca e goderci dentro,presi la sua treccia fra le mani e inziai a darle il ritmo,per abitudine più che altro.Lei sembrava gradire,succhiava,si fermava,leccava le mie palle,raggiungeva il buco del culo con la lingua,mentre con la mano continuava a masturbarmi,poi lo riprendeva in bocca,fino in gola.Stavo per esplodere quando la porta alle mie spalle si aprì,una voce conosciuta,eri di spalle non potevo ancora vedere di chi era,esclamò
-ZIA MA CHE CAZZO FAI!!!!-la donna si bloccò,il viso sfatto e arrapato,non disse nulla si sistemò in fretta e uscì,io mi girai e lo stupero divenne irrazionalmente eccitazione.Davanti ai miei occhi e al mio cazzo dritto c’era Caterina,tirata a sera per la festa,e meno male che doveva studiare per l’esame.Spalancò la bocca,stava per dire qualcosa,la trascinai in uno dei bagni,le tappai la bocca con una mano e chiusi la porta,non sapevo bene cosa avevo in mente ma ero eccitato e dovevo in qualche modo liberarmi.
-E tu che cazzo ci fai qua non dovevi studiare eh??!?!-lei era atterita,farfugliava,tolsi la mano davanti alla sua bocca
-Ero passata un attimo a fare gli auguri a mia cugina….MA TU CHE CI FACEVI IN BOCCA A MIA ZIA???-iniziò con piccoli pugni a cercare di liberarsi dalla morsa,ma la tenevo da dietro e i suoi gesti erano goffi e senza forza.Presi a ridere
-E tu che ci fai qui è così che negli ultimi mesi passi le serate?A troieggiare in mia assenza?Ma ora sei qui..-portava una mini nera,con un colpo secco le aprì le calze,spostai il perizoma e la penetrai,lei disse solo
-Cazzo….-iniziò a piangere,più piangeva più la offendevo
-Ora piangi vero stronza?Sei solo una puttana lo sai?E avevi detto che eri la mia puttana ma a quanto pare lo sei di tutti e meriti una punizione…-mentre la possedevo selvaggiamente le tiravo i capelli con violenza,mentre torturavo con le dita il suo seno destro
-No non è così-piangeva-sono tua scusami ti prego…è che..che..ahh-i miei colpi erano decisi e violenti,stavo sfogando tutta la mia rabbia ed eccitazioe dentro di lei.Lei era divenuto un corpo senz’anima,umiliata ancora una volta
-Hai visto la tua zietta come lo succhia?Tu potresti imparare molto lo sai?-
-Carlo cazzo ti prego…ahhh-non godeva,non gemeva,in cuor suo sperava solo che tutto finisse presto,sfilai il cazzo dalla sua fica,strappai il piccolo perizoma che portava,lei stava per girarsi,credeva avessi finito,ma con una mano la tenevo ferma per il collo,con l’altra aiutai il cazzo ad entrarle nel culo.Un unico colpo secco,il suo urlo agghiacciante,la musica fuori che copriva tutto.
-Oddio no che fai….ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh-iniziai a fotterle il culo,voracemente,lo sentivo allargarsi sotto i miei colpi,lei piangeva disperatamente,immobile,pregando che tutto finisse il più in fretta possibile.Dopo un tempo indefinito,sentiì che stavo arrivando,ero nel culo ma io non volevo questo.Feci uscire il cazzo fuori,lei si girò di s**tto,come un a****le ferito e tradito mi guardò,le sborrai in faccia e fra i capelli,qualche schizzo le imbrattò il bel vestito che indossava per l’occasione.La feci alzare,mi alzai i pantaloni,la presi per un braccio,aprì la porta del cesso e la portai davanti allo specchio
-Vedi..amore..guarda quanto sei puttana…ora vai in pista e mostrati a tutti come veramente sei…-immaginavo qualsiasi tipo di reazione,mi aspettavo un pugno,uno schiaffo,non fece nulla,si guardava e piangeva,ripetendo
-Perchè..perchè???-le risposi sadico
-Perchè ami il cazzo….fattene una ragione…ora scusami ma c’è tua zia che mi aspetta…-la spinsi un pò distante da me,lei ebbe un sussulto di orgoglio
-Non mi cercare più…-con un filo di voce,riuscì solo a dire.La guardai,con disprezzo,risi alla sua affermazione
-Ringraziami piuttosto..potevo fare molto peggio…-era il mio addio,il trionfo del mio lato oscuro,la lasciaì lì,in quel cesso,lasciaì lì tutta la mia vita precedente.Ormai ero diventato qualcosa che non riuscivo a capire e non riuscivo a contenere.Prima di uscire dal locale incrociai lo sguardo di Sandra al bar,la salutai con un cenno della testa,l’aria calda della notte abbracciò il resto dei miei pensieri.
Quell’anno avevo faticato molto per rimanere a casa da solo in quanto i miei genitori avevano deciso di partire per due settimane durante le vacanze estive con un gruppo di amici.
Nonostante l’insistenza dei miei per farmi partire con loro riuscii a convincerli che avrei approfittato della loro assenza per dedicarmi un po’ allo studio e recuperare un bel po’ di lezioni di matematica (naturalmente fingendo). I primi giorni mi dedicai soprattutto alle uscite con gli amici potendo rincasare tardi e divertirmi con i miei amici con i quali rimorchiavo alla grande.
L’occasione però mi si presentò un afoso martedì pomeriggio in qui avevo deciso di non uscire a causa del gran caldo e così restai a casa a guardarmi un bel film.
Verso le 16 mi arrivò la telefonata di una mia amica di classe Katia, una bonazza pazzesca con due tette ed un culo da sfondare, mi disse che sarebbe passata per casa mia con Dalila un’altra nostra amica per discutere un po’ sul dove passare le vacanze estive. Ormai erano 2 anni che passavamo le vacanze in campeggio con tutta la nostra comitiva ed io avevo sempre desiderato di scoparmela fino a che l’ultima sera di campeggio dell’anno precedente aiutato un po dalla sbronza mi decisi a proporglielo e lei per niente scandalizzata mi rispose con un tenero bacio ed un sorrisetto malizioso “ormai è tardi ci rifaremo la prossima volta”. Durante l’anno scolastico però non avevo potuto più chiederle niente poiché si era messa con un mio amico e quindi mi ero solo limitato a farmi le seghe pensando a come l’avrei scopata in campeggio.
La sua telefonata accese in me un lume ed estasiato anche perché ormai era tornata single mi iniziai a preparare con cura: mi lavai con cura, mi rasai la barba, mi improfumai ed indossai una camicia di seta bianca per mettere in mostra i miei muscoli ed i miei addominali scolpiti ed un jeans attillato che faceva risaltare le mie gambe toniche frutto di 13anni dedicati al calcio.
Quando suonarono al campanello andai ad aprire e mi si presentarono due bei pezzi di fica, Katia era alta 1.75 capelli lisci neri lunghi, occhi da pantera e formosa al massimo con un paio di tette enormi. Infatti quel giorno indossava un top scollato che metteva in mostra tutto il suo davanzale ed un jeans attillato che risaltava il suo culetto tondo e sodo, Dalila invece che era una ragazza molto più facile e ancor più bella indossava un completino rosa che mi fece arrapare solo a guardare.
Così invitai le mie amiche a bere qualcosa ed iniziammo a parlare del più e del meno mentre io ero distratto ad ammirare le splendide forme di quelle due porcelline ed aspettavo solo un minimo segnale da parte loro per scoparmele entrambe.
Così ad un tratto Katia si alzo e mi chiese di andare in bagno ed io rimasi solo con Dalila a parlare quando ad un tratto lei mi disse “guarda che sto vedendo come ci guardi sai ma dimmi 1po chi è che ti eccita di più tra noi due?” a quelle parole non ero preparato e avrei voluto rispondere più garbatamente ma mi uscì spontaneo rispondere “siete due maiale e vi tromberei entrambe” ma subito mi pentii per paura di averla offesa anche se sapevo che era una grande zoccola, infatti mi rispose “Ah si beh aveva ragione Katia sei proprio un porco”
“Perché cosa pensa Katia di me” le risposi “Niente avevamo fatto una scommessa e lei aveva scommesso che tu oggi ci avresti provato con entrambe! Ma devo dire che non mi dispiacerebbe affatto perderla sai anche tu mi ecciti molto”
Così a quelle parole le afferrai la faccia ed infilai la mia lingua nella sua bocce e fu una sensazione stupenda perché iniziò a succhiarmela con avidità.
Mentre ero intento nel baciarla stavo iniziando gia a scendere con le mani per strizzare le sue meravigliose chiappe ma non feci a tempo perché comparve la mia amica Katia sull’uscio della porta e rivolgendosi a Dalila disse “Hai visto ho vinto!” e poi rivolgendosi verso di me disse con fare malizioso “Che meraviglia la tua vasca idromassaggio sai pagherei tanto per farmi un bel bagno” ed io ancor piu eccitato le dissi “Beh la vasca è grande in 3 ci staremmo benissimo”.
Così accompagnandole per mano le condussi verso il bagno dove c’era la mia grande vasca ed iniziai a spogliarle. Prima iniziai da Katia le tolsi il suo top e liberai quelle due magnifiche tette che iniziai a succhiare come caramelle notando sempre di piu l’inturgidirsi dei suoi capezzoli mentre Dalila iniziò a fare da se rimanendo solo in perizoma e iniziandomi a spogliare a sua volta e a massaggiare delicatamente il mio cazzo ancora nei boxer che ormai era allo stato puro di erezione.
Una volta nudi entrambe iniziai a riempire la vasca e nel frattempo mi dedicai un po’ ad assaporare tutti gli umori delle loro fiche.
Riempitasi la vasca ci immergemmo ed attivai l’idromassaggio e li andai in estasi quando Dalila inizio lentamente a fermi 1pompino e a succhiare delicatamente la mia cappella fino alle palle mentre io e Katia eravamo intenti a limonare mentre io le toccavo il seno.
Ero ormai al massimo sentivo che stavo per sborrare quindi le feci mettere entrambe vicino alla mia cappella mentre la limonavano a vicenda le venni in faccia con diversi spruzzi e le due porche iniziarono a giocare passandosi lo sperma da una bocca all’altra.
Non mi era mai capitato ma il mio cazzo dopo aver eiaculato restò duro come de nulla fosse successo e quindi presi Dalila e le dissi “ora ci divertiamo dove lo vuoi” lei mi rispose “dappertutto sfondami la fica e anche il culo” e così non me lo feci ripetere 2 volte e le infilai il mio uccello ancora lubrificato nella sua caldissima fica mentre con il dito medio mastrurbavo il clitoride a Katia ed in pochi minuti i gemiti di piacere di quelle due troie pervasero tutto il bagno.
All’improvviso Dalila emise un urlo diverso dagli altri molto più intenso e sfilandole il cazzo dalla sua fica iniziarono a colare umori a fiumi.
Katia intanto si era fatta avanti ed aveva preso il suo posto mettendosi a pecora a bordo vasca e come una vera porcella aveva condoto il mio cazzo nella sua michetta un po’ strettina che mi fece godere da morire guardando anche lei che mentre lo prendeva in fica leccava a vicenda la passerina di Dalila. Non ce la feci più e di nuovo sborrai sulla fica della mia amica che intanto eiaculaca e quindi in quel miscuglio di sperma e umori Dalila ne approfittò per saziarsi.
Ero sfinito il caldo e la stanchezza si facevano sentire ma le mie amiche sembravano on saziarsi mai così Dalila mi riprese “E no bello mio ricordati la promessa ora mi devi sfondare il culo” così a queste parole iniziai a leccare l’ano di quella favolosa troia e devo ammettere che non era affatto stretto ma volevo assicurami una penetrazione soddisfacente e così aiutandomi con le dita feci spazio al mio cazzo e me la scopai anche in culo come un toro, devo ammettere che gemeva di piacere e dolore ma continuava come una troia a dirmi “Vai stallone sono tua trombami ancora rompimi tutta” mentre Katia guardava la scena e si masturbava lentamente quando improvvisamente di nuovo Dalila Urlò “VENGOOOOOOOO” e mi spruzzò sulla cappella calda un bel po’ di liquido che mi fece eccitare al massimo perché lubrifico tutto il mio membro.
Così dissi a Katia “Tu ricordati della promessa ora devo sfondare anche te il tempo lo abbiamo” e lei si avvicinò e mi mise in primo piano il suo bellissimo culo che iniziai a palpare lentamente.
Con lei però volevo essere più perfido quasi ce l’avessi con lei per tutte le volte che non si era concessa, così mentre le leccavo l’ano le infilai tutta la cappella in culo e credetemi dette un urlo che per un attimo temevo mi volesse respingere, ma niente a fatto dopo pochi istanti iniziò a dirmi “grazie amore mi hai sverginato il culo dai continuo dai dai…” e mentre ero intento a scopare il suo bel buchetto Dalila mi venne a leccare le palle e le succhiava lentamente con la sua bocca carnosa.
Quindi non ce la feci piu tirai fuori l’uccello e lo ficcai in bocca a Dalila che mi diede un morsetto sulla cappella facendomi sborrare nella sua gola.
Katia si rialzò dal bordo vasca e iniziò di nuovo a limonare con la sua amica facendo così sciogliere lo sperma sulle loro lingue.
Esausti entrambe uscimmo dalla vasca e ci asciugammo le mie amiche se ne andarono dopo poco ed entrambe mi scambiarono un intenso bacio con la lingua. Prima di andarsene Dalila prese in mano il mio uccello nei pantaloni e mi disse “domani farà ancor piu caldo di oggi verremmo sicuramente a rinfrescarci nella tua splendida vasca.
E si infatti questo si ripetè per ben 3 giorni mentre in campeggio rombammo ancor piu avidamente divertendoci un mondo. Katia è una ragazza seria le promesse le mantiene!!!
Solids Gute Nacht Geschichten
Julia
Julia wachte auf und räkelte sich, es war der Morgen nach ihrem 18. Geburtstag. Sie lag auf dem riesengroßen Bett, dass nach ihren Entwürfen hergestellt wurde. Es war eines der beiden Geschenke, die sie von ihrem Vater Gerd und ihrem Onkel Thomas bekommen hatte. Es hatte eine Größe von 2,5 x 2,5 m und an dem Kopf- und Fußende eingebaute Handschellen sowie Halterungen für Ketten. Solche Halterungen befanden sich auch an beiden Seiten, so dass es möglich war, eine oder mehrere Personen auf dem Bett an jeder nur denkbaren Stelle zu fixieren. Das zweite Geschenk der Beiden waren ihre Mutter Doris sowie die Frau von Thomas, Tante Gabi.
Julia lag zwischen ihrem Vater und ihrem Onkel. Doris und Gabi lagen am Fußende quer nebeneinander und waren jeweils mit einem Hand- und Fußgelenk an den Seiten des Bettes fixiert. Alle fünf waren nackt und von der Fickorgie gestern Nacht verschwitzt. Die beiden Frauen waren dazu noch vollgesaut mit Sperma und ihre Haare klebten an ihren Köpfen vom Urin und dem Speichel der anderen Drei.
Mein Gott, dachte Julia, wie sich das bloß alles so entwickelt hatte:
Es war etwa vier Jahre her, kurz nachdem sie 14 geworden war. Onkel Thomas und Tante Gabi waren zu Besuch. Gegen Mitternacht hatte man Julia ins Bett geschickt, obwohl sie lauthals protestierte. Sie mochte den Bruder ihrer Mutter und seine Frau. Beide waren etwas älter als ihre Eltern, aber sie waren immer gut drauf und hatten immer einen coolen Spruch für ihre Nichte über. Aber auch mit ihren Eltern kam sie sehr gut zurecht, überhaupt konnte man sagen, dass die Fünf sehr gut miteinander klarkamen. Daraus ergab es auch, dass die beiden Familien sich regelmäßig trafen und sogar zusammen in den Urlaub fuhren.
Julia konnte ums Verrecken nicht einschlafen. Sie rollte sich von einer Seite auf die andere, als sie im Flur Schritte hörte. Die Tür zu ihrem Zimmer öffnete sich und ihr Vater und Onkel Thomas traten an ihr Bett. Julia tat so, als läge sie im Tiefschlaf. Vater hatte eine Taschenlampe dabei, die er mit einer Hand abblendete. Thomas zog ihre Bettdecke beiseite und schob vorsichtig ihr T-Shirt hoch. Er befühlte ihre kleinen Titten und streichelte leicht über ihre Nippel. Dann zog er ihren Slip etwas beiseite und ließ seinen Finger zart über ihre Schamlippen fahren. „Das reicht“ raunte ihr Vater. Onkel Thomas hörte sofort auf, zog das Shirt wieder runter und deckte sie zu. Die Beiden schlichen aus dem Zimmer und schlossen leise die Tür. Julia war verwirrt. Was war das da eben? Es war ihr, als spüre sie noch die Finger an ihren Titten und ihrer Fotze. Was ging hier heute vor? Sie stieg aus dem Bett und schlich aus dem Zimmer über den Flur. Aus der Küche drangen Stimmen zu ihr. Sie ging dicht an die Küchentür und bückte sich runter zum Schlüsselloch. Was sie da zu sehen bekam, verschlug ihr den Atem. Ihre Mutter lag nackt mit gespreizten Schenkeln auf dem Küchentisch. Ihre Fußgelenke waren an den Tischbeinen festgebunden und, so glaubte Julia weil sie durch das Schlüsselloch nicht alles sehen konnte, die Handgelenke auch. Ihre Tante stand, ebenfalls nackt, an der Tischseite und hatte einen Dildo in der Hand. „Na, wie ist die Kleine?“ fragte sie gerade ihren Mann. „Ein geiler Anblick“ erwiderte er „sie ist bald fällig.“ „ Dann musst du dich halt erst noch mal mit deiner Schwesterhure begnügen, ich habe die Schlampe schon angefickt. Die geile Sau wartet schon auf den dicken Fickprügel ihres Bruders.“ Gabi leckte dabei an dem Dildo. „Stimmt das, Schwesterlein?“ Thomas gab Doris kräftige Ohrfeigen. „Jaaaaaa!!!!“ Doris jaulte auf vor Geilheit. „Ich laufe schon aus!! Komm und fick deine geile Schwesternutte: Los du geiles Schwein, besorg es mir brutal und versaut!!!!“ Onkel Thomas stellt sich vor den Tisch und ließ seine Hosen runter. Julia sah jetzt nur noch seinen Rücken und seinen Arsch und sie sah, wie er sich rhythmisch zu bewegen begann. Ihre Mutter stöhnte laut und Julia hörte das Klatschen von Schlägen, das jedes Mal einen Aufschrei zufolge hatte, aus dem man Schmerz und Geilheit zu gleichen Teilen vernehmen konnte. „Fick die geile Sau. Fick das Luder, bis sie Ohnmächtig wird!!“ schrie Gabi. Julia konnte Tante Gabi und ihren Vater nicht sehen, aber sie hörte ein weiteres Klatschen, dem ein Schrei ihrer Tante folgte. „Halt deine Fresse du Scheißnutte und beug dich über meine Ehesau, damit du sehen kannst wie sie von ihrem Bruder gefickt wird während ich dich geile Hurenschlampe abfick“ hörte Julia ihren Vater sagen. Schon lange hatten sich Julias Finger auf ihre Fotze gelegt und sie massiert.
Des Öfteren hatte Julia an der Schlafzimmertür ihrer Eltern gelauscht und ein paar geile Worte und Gestöhne mitbekommen. Aber das jetzt war der Höhepunkt. Sie eilte in ihr Zimmer zurück, warf sich auf ihr Bett und wichste sich ihre Fotze ab. Sie massierte ihre Klit und steckte sich 3 Finger in ihr nasses Teenieloch. Immer wieder leckte sie ihre Finger ab und stopfte sie wieder in die kleine Fotze. In ihren Ohren hallten noch die geilen Schreie aus der Küche und sie sah den Arsch ihres Onkels, der ihre Mutter fickte. Oh war das geil. Das war etwas Anderes, als sie vor ein paar Tagen mit ihrem Freund Pierre erlebt hatte.
Pierre war 15 und ging in eine Klasse über ihr zur selben Schule. Sie waren etwa seit drei Monaten befreundet. Sie küssten sich und sie erlaubte ihm, sie abzugreifen. Julia hatte auch schon seinen Schwanz in den Händen und kurz mal im Mund gehabt. Und dann hatte sie sich auf einem Waldspaziergang von ihm breitschlagen lassen. Sie küssten sich und er griff ihr an die Titten und massierte sie. Pierre zog Julia runter auf den Boden und fuhr mit seinen Hand zwischen ihre Beine. Er streichelte sie durch den Short, den sie trug. Willig ließ sie ihn sich ausziehen, half sogar dabei, den Slip runter zu ziehen. Pierre öffnete seine Hose und holte seinen Schwanz raus. Er war schon hart und steif. Er legte sich auf Julia, die ihre Beine spreizte und führte ihn an ihre Schamlippen. Während sie sich küssten, rammte Pierre seinen Prügel mit einem Stoß tief in die enge jungfräuliche Fotze. Julia schrie auf, als die Jungfernhaut platzte, wurde aber gleich danach so geil, dass sie sich seinen Stößen entgegen warf. Leider war Pierre schon nach wenigen Augenblicken fertig. Er bäumte sich auf, schrie seine Geilheit heraus und konnte, wie sie es verabredet hatten, gerade noch seinen Schwanz aus dem nassen Fickloch ziehen, bevor er seine Sahne abspritze. Julia spürte die warme Fickrotze auf ihren kleinen Titten. Sie war immer noch geil. Das veranlasste sie wohl auch dazu, das Sperma mit dem Finger abzuwischen und abzulecken. Ihr gefiel der salzige Geschmack und so begann sie auch noch, seinen Schwanz sauber zu lecken. Das hatte die Folge, dass der Hammer wieder steif wurde und Pierre ihr ins Maul fickte. Er hielt ihren Kopf fest und besorgte es ihrer Maulfotze. Auch das dauerte nur kurze Zeit und Julias Mund füllte sich mit seiner Wichse. Sie schluckte es runter ohne groß darüber nach zu denken. Ja, das Blasen hatte ihr auch gefallen, aber ihre Fotze schrie immer noch nach Befriedigung. Aber es war zu spät geworden und die beiden hatten noch einen ordentlichen Heimweg vor sich. Merkwürdiger Weise hatte Pierre sich danach von ihr ferngehalten. Später erfuhr sie, dass es ihm nur darum gegangen war, sie zu ficken – er war schon längst wieder an einer anderen dran. Es störte Julia nicht besonders. Sie hatte jetzt die Erfahrung gemacht. Sie wusste, dass es Spaß machte und sie wollte mehr. Enttäuscht war sie eigentlich nur, weil Pierre ihr nicht das gegeben hatte, was er sich selbst zweimal genommen hatte.
Irgendwann schlief Julia ein, nachdem sie es sich so oft gemacht hatte, dass sie es später selber nicht mehr wusste. Aber sie hatte auch einen Entschluss gefasst. Sie wollte es mit denen in der Küche machen. Sie würde es mit ihrer Tante und ihre Mutter treiben und sich dann den beiden Männern anbieten. Bald schon sollte sich die erste Gelegenheit bieten.

Es passierte zwei Wochen später. Julias Großmutter erkrankte und Doris fuhr ein paar Tage zu ihr, um sie zu pflegen. Onkel Thomas und ihr Vater waren zu einem Auswärtsspiel ihres Fußballvereins gefahren und würden erst am Sonntagabend spät zu Hause sein. Also wurde Julia am Freitag bei Tante Gabi einquartiert. Gerd bracht sie am frühen Abend und fuhr dann mit Thomas weiter. „Na“ sagte Gabi „dann machen wir uns mal drei gemütliche Mädchenabende.“ Und so wurde es auch. Sie ließen sich Pizza kommen und machten es sich vor dem Fernseher bequem. Da das Programm nicht viel hergab, sahen sie DVDs an, die Julia wohlweislich mitgebracht hatte. Gegen 1 Uhr gähnte Gabi und meinte, dass es Zeit für die Falle wäre. Sie fragte Julia, ob sie nicht bei ihr schlafen wolle, da sie ja alleine hier wären. Julia stimmte zu und nachdem sie sich im Bad umgezogen hatten, lagen beide wenig später zusammen im Bett und kuschelten sich aneinander. Gabi strich Julia übers Haar und begann ihren Rücken zu streicheln, woraufhin Julia sich noch weiter an ihre Tante schmiegte. Gabi ließ ihre Hand unter Julias Hemd gleiten und strich weiter mit den Fingern über ihren Rücken. „Gefällt dir das, Kleines?“ fragte sie leise. Sie hatte mit ihrem Mann abgemacht, die Situation zu nutzen und ihre Nichte ganz vorsichtig auf das vor zu bereiten, was sie mit ihr anstellen wollten. Natürlich wusste Gabi nicht, dass ihre kleine Nichte sie vor 14 Tagen in der Küche ihrer Schwägerin beobachtet hatte. „Na klar gefällt mir das“ säuselte Julia. „Und wie gefällt die das?“ fügte sie in einem harten Ton dazu. Dabei kniff sie ihrer Tante durch das dünne Nachthemd hart in ihren Nippel und zog ihn so lang, dass Gabi vor Schmerzen aufschrie. „Das ist es doch, was du brauchst, du alte Schlampe“ fauchte Julia und gab Gabi eine Ohrfeige.
Gabi war viel zu erstaunt um zu reagieren und sich zu wehren. Im Gegenteil. Julia hatte ihr inzwischen ihre Hand zwischen die Schenkel geschoben und rieb ihre Schamlippen. „Na du Sau, keinen Slip an? Du hast wohl gedacht, dass du deine süße kleine Nichte vernaschen kannst? Hast du dir das so vorgestellt du Hure?“ Julia presste ihren Mund auf Gabis und schob ihr die Zunge zwischen die Lippen. Sofort erwiderte ihre Tante den Kuss gierig. Julias Finger drangen in ihre Fotze und wühlten in dem nassen geilen Fickloch. „Schau mal an, du Sau bist ja schon klitschnass!“ rief Julia begeistert. „Dann will ich dich devote Sau mal richtig durchlassen. Soll ich das?“ Gabi war mittlerweile geil bis zum Wahnsinn. Die Überraschung, die ihre Nichte ihr durch ihr Verhalten bereitet hatte und das Spiel der Finger in ihrer Fotze – dazu die Demütigungen und die Ohrfeigen. Ja, das war es, was sie geil machte, das war es, was sie wollte. „Ja bitte, fick mich“ stöhnte sie. “Geht das nicht ein bisschen besser?“ fragte Julia und gab ihrer Tante noch eine schallende Ohrfeige. „Bitte fick deine geile Schlampentante, Herrin Julia. Mach aus mir bitte deine Sklavin und Hure. Lass mich bitte deine geile Ficknutte sein. Bitte Herrin“ flehte Gabi jetzt. Ihre Fotze war nur noch ein zuckendes geiles Stück Fleisch, das unbedingt gefickt werden wollte. Und Julia tat ihr den Gefallen. Sie leckte das geile Fickloch ihrer Tante, massierte ihre Klit. Leckte durch die Arschspalte und bohrte die Zunge in ihre Rosette. Steckte ihr Finger in die Fotze und das Arschloch und wichste die beiden Hurenlöcher ab. Gabi schrie wie wild und ihr Körper zuckte und bäumte sich auf, als der erste Orgasmus von ihr Besitz nahm. Julia merkte, dass es ihrer Tante kam, ließ aber nicht ab von ihr. Ihre Finger und Zunge wühlten weiter in den Löcher der geilen Sau. Dazu gab sie ihr Schläge auf den Arsch, die Euter und ins Gesicht. Sie beschimpfte Gabi als Nutte und Drecksschlampe, als läufige Hündin und Ficksklavin. Gabi fiel von einem Höhepunkt in den anderen. Sie bettelte ihre Nichte an, niemals aufzuhören. Ja, sie würde ab jetzt ihre Ficksklavin sein. Ihre demütige Nutte. Sie würde alles tun, was die Herrin Julia ihr befehlen täte. Und ihre Unterwerfung wurde durch weiteres abwichsen ihrer Löcher belohnt. Julia fingerte ihre Tante zu weiteren Orgasmen, bis Gabi nicht mehr konnte. Sie schlief einfach erschöpft ein, als wäre sie ohnmächtig geworden. Dich Sau hätte ich also, dachte sich Julia. Sie schaute im Nachttisch in den Schubladen nach und fand schließlich ein Paar Strümpfe ihrer neuen Sklavin. Julia fesselte damit Gabis Handgelenke ans Kopfende, sah sich ihre Beute noch mal an und legte sich dann neben sie, um auch bald einzuschlafen.
Julia wachte auf, weil sich Tante Gabi neben ihr rührte. „Na du Sau, ausgeschlafen?“ fuhr Julia sie an. „Mach dein Maul auf, ich muss pissen.“ Sie setzte sich auf Gabis Gesicht und zog ihren Slip beiseite. Gabi öffnete gehorsam ihr Maul und empfang den geilen Morgensaft ihrer Nichte. „Und du Nutte kannst dich gleich für gestern Nacht revangieren“ meinte Julia und blieb auf dem Gesicht ihrer Tante sitzen. Gabi wusste sofort, was gemeint war und bohrte ihre Zunge in das Geilfleisch ihrer Herrin. Sie leckte sie ausgiebig und voller Hingabe und bald schon wurde ihre Bemühung durch das geile Stöhnen ihrer Nichte belohnt. Es dauerte nicht lange und das Stöhnen wurde zum Schreien und Julias Fotzensaft lief über Gabis Gesicht. „Das ist ab heute deine wichtigste Aufgabe, ist das klar du Schlampe“ „Ja Herrin, ich werde alles so machen, wie du es befiehlst“ antwortete Gabi leise aber klar.
Julia band ihre Tante los und die beiden gingen ins Badezimmer. Sie duschten zusammen, wobei Julia es sich noch einmal von ihrer Tante besorgen ließ. Dann durfte Gabi ihre kleine Herrin mit dem Frühstück bewirten und bekam die Regeln für ihre Aufgabe als Ficksklavin erklärt. „Du wirst mir jederzeit zur Verfügung stehen. Mir und allen Leuten, die ich zu dir schicke. Aber das wird noch etwas dauern, ich habe nämlich noch einiges vor. Darüber will ich aber jetzt noch nicht reden und du alte Schlampe wirst auch niemand, auch Onkel Thomas nicht, etwas über dieses Wochenende erzählen, sonst wird es dir schlecht ergehen, verstanden?“ „Ja Herrin Julia, ich werde es erst erzählen, wenn du es mir befiehlst.“ Gabi nickte dabei um jedes ihrer Worte zu bestätigen.
Es folgten zwei Tage voller Geilheit. Die beiden fickten ohne Unterlass. Gabi zeigte ihrer Nichte ihre reichhaltige Sammlung von Vibs und Dildos, sowie die Auswahl von Peitschen, Gerten und Stöcken, die sich Onkel Thomas zugelegt hatte. Jedes einzelne Stück wurde ausprobiert. Die beiden fickten sich gegenseitig mit allem, was zur Verfügung stand. Darüber hinaus züchtigte Julia ihre Sklavin, wann immer es ihr in den Sinn kam. Teilweise fixierte sie ihre Tante dabei, teilweise musste Gabi die Schläge freistehend oder kniend in Empfang nehmen. Bald wusste Julia, wann sich die Schreie Ihrer Hure von Schmerz in Geilheit wandelten und schon am ersten Tag hatte sie den Bogen perfekt raus, aus Gabi ein vor Geilheit zuckendes Stück Fickfleisch zu machen. Aber auch Gabi hatte als langjährige Bisau sehr viel Erfahrung im Umgang mit geil zu machenden Fotzen. Ihre Geschicklichkeit mit der Zunge und den Fingern waren beachtlich und sie brauchte nie lange, um ihre junge Herrin zum Orgasmus zu bringen.
Und Julia erfuhr in diesen beiden Tagen alles über Ihre Eltern und Onkel und Tante. Thomas Vater verließ seine Familie, als Doris 12 und er 14 war. Seine Mutter hatte nicht wieder geheiratet und brachte sich und ihre Kinder so gerade eben über die Runden. Mit 15 bestieg Thomas seine Mutter das erste Mal, ein Jahr später holte er sich seine Schwester dazu ins Bett. Er dominierte seine beiden „Frauen“, wie er sie immer nannte und schon bald begann er, die Dienste seiner Mutter zu verkaufen. Mit 16 bekam dann seine Schwester den ersten Freier ins Bett. Durch die Einkünfte aus den Hurendiensten der beiden wurde nicht nur die Haushaltskasse aufgebessert, er konnte sogar einen großen Teil abzweigen, um für Doris erst das Abitur und danach das Studium zu finanzieren. Er selbst verzichtete auf weitere Schulbildung und machte eine kaufmännische Lehre. Durch sein Geschick und seine Gerissenheit in allen geschäftlichen Belangen stieg er bald permanent aufwärts auf der Karriereleiter. Als ihre Mutter 45 wurde, schickte Thomas sie „in Rente“ und kaufte ihr eine kleine Eigentumswohnung auf dem Lande, wo sie immer gerne gewohnt hätte. Während einer Messe lernte er seine Frau Gabi kennen. Schon am ersten Abend landeten sie in seinem Hotelbett. Er spürte sofort ihre devote Neigung und gab ihr das, was sie brauchte und wollte. Drei Monate später waren sie verheiratet. Gabi fand sich sofort in der Rolle als verheiratete devote Masostute zurecht und hatte auch überhaupt nichts dagegen, dass ihre Schwägerin ein Teil des Fickprogramms ihres Mannes war.
Doris lernte Gerd auf der Uni kennen. Er war drei Semester höher und sie waren sich einige Male in der Mensa über den Weg gelaufen. Es folgten Verabredungen und schließlich landete sie in seiner Bude. Als Doris merkte, dass sie schwanger war, beschlossen sie zu heiraten. Sie sprachen mit Thomas über ihre Pläne und der sagte ihnen zu, sie zu unterstützen. „Allerdings solltest du vorher noch eines wissen“ wandte er sich an Gerd. „Deine zukünftige Frau lässt sich von mir seit Jahren ficken, bis zum heutigen Tag.“ Gespannt sahen Gabi, Doris und Thomas auf Gerd. Der zuckte lediglich mit den Schultern und meinte:“ ich kann mich ja mit meiner schönen Schwägerin vergnügen, während meine Ehesau sich von ihrem Bruder ficken lässt.“ Seit diesem Tag fickten die Vier regelmäßig zusammen und verstanden sich dabei prächtig.
Das Wochenende verging wie im Flug für die beiden Schlampen. Am Sonntagabend kamen die zwei Männer nach Hause und Gerd lud seine Tochter gleich ins Auto. Sie verabredeten sich noch schnell für den nächsten Samstag, an dem Gerd und Thomas zum Fußball wollten, während die Damen die Sachen für das anschließende Grillen bereiten sollten. Ja, dachte sich Julia, Samstag ist genau der richtige Tag für mich und konnte sich ein leichtes Grinsen nicht verkneifen.
Dann war es soweit. Die Herren der Schöpfung waren ins Stadion gefahren und die Frauen richteten die Salate her. Das heißt, Gabi und Doris waren fleißig. Julia lümmelte sich in der Hängematte im Garten und sah den beiden zu. „Du könntest uns ruhig etwas zur Hand gehen, meinst du nicht?“ rief ihr ihre Mutter zu. „Warum sollte ich?“ fragte Julia zurück. „Na, das ist ja wohl der Höhepunkt!“ schrie Doris erbost. „Halt dein Maul und mach deine Arbeit du Schlampe“ kam es aus der Hängematte. Doris glaubte nicht richtig zu hören. „Wie sprichst du eigentlich mit mir?“ fuhr sie Julia an, die mittlerweile die Hängematte verlassen hatte und in die Küche gekommen war. Julia sah ihre Mutter von oben bis unten an, so als wolle sie ein Möbelstück taxieren. „Ich rede so mit dir, wie eine Herrin mit ihrer vorlauten Sklavenschlampe redet.“ Doris wurde blass. Sie sah zu ihrer Schwägerin rüber, aber die stand nur still am Tisch und beobachtete das Ganze mit einem süffisanten Lächeln. Julia schob eine Schüssel beiseite, zog hoch und rotzte auf den Küchentisch. Dann griff sie ihrer Mutter ins Haar und zog ihren Kopf auf die Tischplatte. „Mach das sauber du Sau“ kommandierte sie. Doris war es von ihrem Mann und ihrem Bruder her gewohnt, bedingungslos zu gehorchen. Ohne zu zögern streckte sie ihre Zunge raus und begann, den Schleim vom Tisch zu lecken. „Na bitte, es geht doch“ lobte ihre Tochter. „Und zur Belohnung wirst du jetzt hier auf diesem Tisch, auf dem du dich im Beisein deines Mannes und deiner Schwägerin so gerne von deinem Bruder ficken lässt, von deiner kleinen süßen Tochter abgevögelt.“ Sie wandte sich an ihre Tante:“ Los du Hure, bring mir einen Strapon für die alte Nutte hier.“ Gabi hatte auf Befehl ihrer Nichte allerlei Toys mitgebracht. Jetzt gab sie ihr einen großen schwarzen Umschnalldildo. Julia legte ihn an und befahl Gabi, ihn nass zu lecken. Allzu gerne kam Gabi diesem Befehl nach. Sie kniete sich vor ihrer Herrin hin und schleckte mit der Zunge über den Dildo. Sie ließ einen großen Fladen Spucke aus ihrem Mund fließen und verteilte ihn über die Eichel. „Das reicht“ meinte Julia, zog ihrer Mutter den Rock über den Arsch und zog ihren Slip beiseite. Dann schlug sie ihr auf die Schenkel bis sie soweit gespreizt waren, dass Julia sich dazwischen stellen konnte. Sie hielt den Dildo an Doris Schamlippen und trieb dann den Fickprügel mit einem kräftigen Stoss in die mittlerweile triefend nasse Fotze ihrer Mutter. Doris schrie auf, als der Dildo ihre Fotze aufriss. Ihre Fingernägel kratzten auf dem Tisch und sie schob ihren Arsch weiter hoch. „Oh Herrin, ist das geil!!“ krächzte Gabi. „Los fick die geile Hure. Schlag auf ihren Nuttenarsch, sie braucht das. Sie ist genauso eine verfickte geile Hündin wie ich es bin. Mach die geile Sau fertig. Oh bitte, Herrin, darf ich meine Fotze wichsen?“ Bettelte und jammerte Gabi. “ Jaaaaa!“ keuchte Julia:“ ramm dir deine Hurenfinger in deine nasse Fickfotze du Nutte!“ Sie stieß während dessen unerbittlich in die triefende Fickpflaume ihrer Mutter und schlug ihr mit der flachen Hand auf die Arschbacken. Die Küche war erfüllt vom geilen Stöhnen und Schreien als Doris und Gabi fast gleichzeitig zum Orgasmus kamen. „Ich hoffe, du Schlampe weißt jetzt, wo dein Platz ist?“ faucht Julia ihre Mutter an. Doris kniete sich vor ihre Tochter und senkte demütig den Blick. „Ja, Herrin, ich kenne jetzt meinen Platz“ sagt sie laut und deutlich. „Dann leck deiner Tochter jetzt die Fotze du Nutte“ befahl Julia. „Und du Drecksau“ wandte sie sich an ihre Tante:“ du wirst mir den Arsch auslecken!“ Beide Sklavinnen befolgten sofort die Befehle ihrer kleinen Domina und bald schon war es an Julia, sich schreiend ihrem Orgasmus hinzugeben. „So“ sagte Julia, als sie sich erholt hatte:“ und nun sieht zu, dass ihr alles in die Reihe bekommt, bevor die Männer zurück sind.“ Sprach´s und legte sich wieder bequem in die Hängematte.
Etwa eine Stunde später kamen die beiden Männer zurück. Sie gingen hinter dem Haus rum direkt in den Garten und trafen so zuerst Julia, die sich immer noch in der Hängmatte räkelte. „ Na, alles fertig?“ fragte ihr Vater und gab der Matte einen Stoß, so dass sie ins Schwingen geriet. „Ja, eure beiden Eheschlampen haben alles im Griff will ich hoffen und ihnen raten.“ Gerd und Thomas schauten sich erstaunt an. „Wie war das eben?“ hakte Gerd nach. „Von wem redest du?“ „Von euren Eheschlampen. Denkt ihr beide denn, ihr wäret die einzigen in der Familie, die mit devoten Masohuren umgehen können? Na. dann lasst euch mal überraschen.“ Julia stieß einen Pfiff aus und sofort erschienen Gabi und Doris. Beide waren bis auf Halterlose und Pumps nackt. Sie verbeugten sich vor Julia und fragten nach ihren Wünschen. „Ich möchte, dass ihr beiden Sklavenschlampen für die Herren hier eine perfekte und geile Lesbenshow abzieht. Und wehe euch Huren, die Zwei werden nicht innerhalb kürzester Zeit geil. Also los jetzt!!“ Sofort begannen Gabi und Doris sich zu küssen und abzugreifen. Bald schon stöhnten sie vor Geilheit, ohne sich großartig verstellen zu müssen. Die beiden waren seit Anfang an geil auf einander gewesen und waren es immer noch. Schnell fand jede mit ihren Fingern den Weg in die Fotze der Anderen. Gerd und Thomas waren immer wieder von diesem Spiel fasziniert, so hatte es Julia von Gabi erfahren. Auch jetzt beulten sich ihren Hosen sehr schnell aus. Julia verließ die Hängematte und ging auf sie zu. Dabei zog sie sich ihr Top aus und öffnete den Reisverschluss ihres sehr knappen Jeansshorts, unter dem sie nichts trug. Sie stellte sich zwischen ihren Vater und ihren Onkel und rieb ihnen über die Hosen. „Und nun möchte ich von euch beiden geilen Hengsten durchgefickt werden“ forderte sie. Dabei zog sie sich den Short runter und kniete sich hin. Julia befreite erst den Schwanz ihres Vaters aus seiner Hose, dann den ihres Onkels. Sie wichste und lutschte beide. Nahm die Fickprügel in ihr Maul und blies sie. Die beiden Schwänze standen wie eine Eins. Julia legte sich auf dem Rücken ins Gras, öffnete ihre Beine und rieb sich ihre nasse Teeniefotze. „Kommt und fickt eure kleine Teeniestute. Fickt mir meine Löcher und gebt mir euren geilen Eiersaft. Fickt mir den Verstand raus mit euren geilen Hämmern. Los, worauf wartet ihr??? Fickt mich endlich!!!!“ Thomas reagierte zuerst. Er warf sich auf seine Nichte und drang hart in ihr geiles nasses Loch. „Oh Gott, ist die kleine Sau nass!“ rief er. Dann dreht er sich auf den Rücken und zog sie mit sich, so dass sie auf ihm lag. Gerd kniete sich hinter den Arsch seiner Tochter und rieb ihre Rosette mit Spucke ein. Er setzte seinen Fickprügel an das kleine Loch, hielt es mit beiden Daumen auseinander und führte seinen harten Fickstab langsam in ihren Darm ein. Während sich Julia so von ihrem Vater und ihrem Onkel vögeln ließ, kamen ihre Mutter und Tante zu ihnen, immer noch mit ihren Fotzen beschäftig. Sie jaulten auf vor Geilheit, als sie sahen, wie ihre Ehemänner Julia abfickten. „Ja, seht zu, wie mich eure Männer ficken, ihr geilen Schlampen. Endlich haben sie mal enge und geile Löcher für ihre Schwänze. Los, wichst euch weiter eure Fotzen ab, ihr Säue!“ Thomas und Gerd fickten ihre kleine Nutte als hätten sie zum ersten Mal ihre Riemen im Fickfleisch stecken. Sie keuchten und stöhnten. Sie dachten beide nur noch an das kleine Luder, das sie so geil machte. Ihre Ehefrauen kamen fast zur selben Zeit wie die Männer und Julia. Ein einziger Aufschrei hallte durch den Garten. Julias Fotze und Arsch wurden mit Wichse voll gepumpt. Etliche Stöße spritzen ihr den geilen Eiersaft der beiden Stecher in ihre Löcher. Julia zitierte Ihre Mutter und Tante zu sich, um sich der Ficksahne in ihren Spalten anzunehmen und augenblicklich spürte sie die Zungen ihrer Dienerinnen in der Fotze und der Rosette. Danach durften sie die Schwänze der Herren sauber lecken und sich die letzten Reste Sperma teilen, indem sie es sich von Mund zu Mund gaben.
„So stehen jetzt also die Dinge“ bemerkte Gerd während sie beim Essen saßen. „Ja. So ist es und ich hoffe, es gefällt euch so.“ antwortete Julia. „Ich habe nichts gegen die neue Situation einzuwenden“ grinste Onkel Thomas. „Du etwa?“ Er sah seinen Schwager an. Der schüttelte den Kopf. „Nein, nicht das geringste. Und die Huren werden eh nicht gefragt.“ Er wies auf Gabi und Doris, die im Gras knieten und aus einer Schüssel Grillreste fraßen.
So kam es, dass sie jetzt immer zu fünft fickten. Alle akzeptierten die Dominanz Julias über ihre Mutter und ihre Tante. Bald schon begann sie damit, die Zwei im Internet als devote Masonutten einzustellen. Mit Billigung von Thomas und der kaufmännischen Aufsicht Onkel Gerds führte sie kurze Zeit später die Geschäfte mit den beiden Familienhuren. Und jetzt zum 18. Geburtstag, hatte sie neben ihrem wunderschönen großen Bett auch noch das alleinige Besitz- und Verfügungsrecht über die beiden Fickstuten geschenkt bekommen. Sie trat mit den Füßen nach ihrer Mutter. „Wacht endlich auf, ihr Nutten.“ Befahl sie. Julia kroch ans Bettende zu ihnen und löste die Karabinerhaken von den Ketten an denen sie gefesselt waren. „Los jetzt, die Herren wachen gleich auf.“ Mehr brauchte sie nicht zu sagen. Gabi und Doris verließen das Bett und knieten sich jede an die Seite ihres Mannes. Sie nahmen die Schwänze ihrer Gatten in den Mund und warteten, bis diese aufwachten und ihren Morgenpisse loswerden wollten. Nachdem sie als Toilette gedient hatten, wurden sie von Julia weiter gescheucht. „ Los beeilt euch etwas. Es ist spät geworden und um 12 Uhr kommen die ersten Freier um eure Hurenfotzen voll zu rotzen.“ Doris und Gabi verschwanden ins Badezimmer und beeilten sich, ohne es aber zu unterlassen, sich gegenseitig die Fotzen zu fingern. Julia hingegen lag noch mit Thomas und Gerd im Bett. Sie hatte beide Schwänze in die Hände genommen. „Vielen Dank für den schönen Geburtstag“ säuselte sie. Die Fickstangen wurden unter ihrer Behandlung schnell steif und hart. „Aber bevor wir aufstehen, habe ich noch das dringende Bedürfnis, meine Nuttenlöcher von euch beiden hart und versaut abficken zu lassen.“ Sie öffnete ihre Schenkel einladend und ließ die Schwänze los. Sofort bekam sie einen ins Maul, den anderen in die Fotze geschoben. Mein Gott, dachte sie, ich habe die geilsten Ficker der Welt und ich bin ihre kleine Teenienutte. Und ich habe zwei Schlampen, die meine eigenen Huren sind. Und ich bin so eine geile Sau!!!!! Dann hörte Julia einfach auf zu denken und ließ sich von den Stößen der Schwänze in die unendliche Geilheit des gefickt Werdens fallen.
Il “buon vicinato” ..
Da pochi anni è venuta ad abitare nell’appartamento dirimpetto al mio, una coppia di anziani, lui oltre la sessantina, e lei poco meno di sessanta. Lui è uno spilungone alto, dalla parlata incomprensibile, qualsiasi cosa dica. Lei è ancora una bella donna, soda e carnosa, ma vestita sempre in modo sobrio, perché lui è gelosissimo e guai se la si guarda.
Un giorno questa signora rimase chiusa fuori dall’appartamento, e non riusciva ad infilare la chiave nella toppa.
Allora, rientravo proprio dal lavoro in quel momento, le dissi “signora, se vuole posso darle un aiuto”. Diedi un’occhiata, e vidi che qualcuno aveva infilato una vite nella serratura, e dentro la stessa serratura c’era una mezza chiave tipo “da scasso”. Le dissi “signora, qualcuno ha tentato di forzarle la serratura”, forse è il caso di chiamare qualcuno. Lei si agitò subito, ed allora le dissi “ok, ci penso io”. In capo a dieci minuti, avevo risolto la situazione, mentre lei continuava ad essere in preda dell’agitazione. Mi disse “entri in casa con me, ho paura che ci sia qualcuno”. Entrai, ma in effetti, non essendo riusciti a forzare nulla, non c’era pericolo che qualcuno fosse entrato. Le dissi “ha visto signora? Tutto è finito bene”. Lei allora si avvicinò e mi abbracciò forte, ringraziandomi. Nell’abbraccio, sentii le tette dure e grosse della signora premere sul mio petto, ed il mio uccello ebbe una reazione inconsulta, anche se conoscendolo bene, me lo sarei aspettato. Lei si accorse del mio cazzo duro che premeva contro la sua pancia, e due secondi dopo mi ritrovai con la sua lingua in bocca in una pomiciata fenomenale.
Mentre la limonavo, presi le sue tette in mano, slacciai la camicetta e le tirai fuori, iniziando a ciucciare i capezzoli. Lei era già arrapata come una biscia, e mi porto in salotto, dove si sedette sul divano, aprendo le gambe e tirando su la gonna del tailleur. Sorpresona !! Aveva le autoreggenti e un paio di slippini, che le sfilai con la bocca. Iniziai a leccarla e lei saltava come una molla ad ogni mio colpo di lingua. Poi, mi fece sedere sul divano, mi slaccio i pantaloni e tirò fuori il mio arnese, iniziando un pompino reso fantastico dalla voglia enorme che questa zoccola repressa aveva. Le chiesi “ma da quanto non scopi, Elvira?”, e lei “Quell’impotente di Cesare non prende nemmeno il viagra, dice che lui è contento così.. “. Quando lo ebbi duro che non ne potevo più, la girai e la scopai a pecorina. Quasi subito le sborrai sulle chiappe, tanto ero eccitato, ma dopo che me l’ebbe succhiato ancora, il mio ciccio si tirò sù, ed allora le dissi “adesso voglio il culo”. E lei “guarda che non l’ho mai dato prima..”, ed io “non ci credo, lo voglio”. Aveva un culo bellissimo malgrado l’età, sodo come pochi. Le allargai il buchino prima con un dito, poi con due, poi insalivai la punta del cazzo e sputai sul buco, e me la inculai. Durante l’inculata venne due volte.
Poi le sborrai in bocca io. Andai a lavarmi, e tornai a casa, proprio poco prima che tornasse il suo uomo.
Qualche minuto dopo, suonò il campanello… pensai “cazzo, vuoi vedere che l’ha beccata nuda col culo sfondato e adesso viene a rompermi i coglioni…?”. Andai ad aprire, ed erano tutti e due fuori della porta.
“Elvira mi ha raccontato..” disse lui con tono severo. Lei, rossa in volto e imbarazzatissima.
Io allora lo guardai e con una faccia quasi supplice dissi “Cesare, posso spiegarle…” ma lui mi interruppe. Disse “non serve.. non so dove Elvira abbia la testa ultimamente ( ce l’aveva fra le mie gambe a succhiarmi il cazzo, cornuto di merda..), ma questa scioccona è rimasta chiusa fuori perché, innanzitutto ha lasciato le chiavi in macchina, e,seconda cosa, sa benissimo che quella vite la mettiamo noi per non farci forzare la porta….”. Vidi lei che sorrideva di sottecchi, allora capii tutto. La zoccola l’aveva fatto apposta per farsi scopare da me.
Allora io dissi “beh, comunque è bene che abbia potuto contare su di me..l’ho aiutata a risolvere il problema”.
E Cesare, il cornuto, disse la frase epica, in quel momento:”Eh, se non ci fosse ancora il “buon vicinato”, come nel suo caso, chissà dove si andrebbe a finire..la ringrazio di vero cuore.”
Adesso per scoparmi Elvira, non occorrono più scuse.
Basta sapere quando ha bisogno della mia “chiave” e da buon vicino………….
chi mi vuole contattare può scrivere a padrone29@gmail.com
Giorgia è una donna normale, quasi banale del Friuli operoso e dinamico. Una donna tutta casa e famiglia anche se con grandi capacità professionali, determinazione e di leadership fuori dell’ordinario. Nulla di lei e della sua vita può far pensare a una donna trasgressiva. Da giovane infatti la sua vita era segnata dalla scuola, dall’oratorio, dall’azione cattolica e mai da nulla di trasgressivo. In questo ambito conosce Marco e dopo un po’ si fidanzano e poi si sposano.Lei appena laureata viene assunta da una grande azienda di articoli sportivi come assistente dell’amministratore delegato e qua capisce che il mondo non è quello ovattato e protetto della scuola e dell’oratorio, ma assomiglia più che altro a una piscina piena di squali.
Le donne dell’azienda pensano che abbia avuto quel posto grazie alle sue doti fisiche notevoli e non per le sue capacità(Giorgia non è tanto alta, ma ha una quinta di regiseno e un sederino da sballo), deve quindi dimostrare in continuazione il suo talento e le sue capacità. Grazie a queste ultime riesce a farsi strada in azienda e a diventare direttore della produzione ruolo che la porta ad avere rapporti soprattutto con maschi che cercano in continuazione di avere la meglio su di lei, ma gradamente riesce a farsi rispettare. Contemporaneamente riesce ad avere un figlio da Marco, ma i loro rapporti sessuali non sono quelli che si definirebbero soddisfacenti, infatti il marito soffre di eiaculazione precoce e dopo due minuti scarsi eiacula credendosi soddisfatto lui, ma non dando soddisfazione per nulla a lei.
Un giorno per caso Giorgia vede su internet il mio blog che parla del bdsm e della dominazione e la sensazione che prova è di eccitazione, una cosa che la meraviglia dato il ruolo dominante che svolge sia in casa che in famiglia, ma lascia correre e prosegue nella sua solita vita tutta dedicata al lavoro, alla famiglia e ai figli.
La lettura però di quel blog relativo alla dominazione e al bdsm l’aveva colpita e soprattutto di notte aveva sogni continui in cui veniva dominata e sottomessa che la portavano ad essere terribilmente eccitata e bagnata al risveglio.
Dopo qualche tempo trova il coraggio di contattarmi e mi racconta la sua storia, io capisco subito che non è la solita ragazzina che dopo avere letto le cinquanta sfumature di grigio vuole darsi al bdsm, ma si tratta di una persona consapevole della voglia di cominciare un percorso. Io le dico subito che sono un padrone autoritario ed esigente e che se volesse diventare una schiava anche i rapporti col marito sarebbero dipesi dalla volontà del suo padrone che comunque non l’avrebbe messa in difficoltà con i figli e nella sua vita di tutti i giorni, ma che comunque l’avrebbe portata al limite.
Come prova le chiedo di pulire il bagno del water dell’ufficio con la sua lingua, il giorno seguente e lei accettò.
Il giorno seguente lei eseguì l’ordine, e mi mandò la foto che ne attestava l’esecuzione, ma non nel modo in cui intendevo io, infatti aveva leccato solo la tavalozza e non il water sotto. Le feci rifare la cosa ordinandole anche di darsi cinquanta colpi sul sedere col mestolo di legno che si gira la pasta per non aver eseguito attentamente all’ordine. Giorgia fece anche questo e diventò ufficialmente una mia schiava.
http://www.padronebastardo.org
Unser Besuch
Es war Freitag Abend und meine Tochter, die dieses Wochenende dran war
mit ” bei Mama sein”, war bei mir zuhause. Gerade die erste Zeit war
schwierig. Die Trennung, der ganze Zirkus vorher – hat uns eigentlich
entfremdet und so waren diese Pflichtaufenthalte nicht gerade das
Highlight für meine beiden k**s. Jessica hat dann meist gefragt, ob
noch eine Freundin mit übernachten kann und so wurde es dann doch
erträglicher für sie. Hab ich verstanden.
“Laura kommt gleich, machst du auf? Wir gehen in die Disco. Ich bin im
Bad”! rief Jessica von oben herab. “Ja”, sage ich, während ich in der
Küche ein paar Schnittchen bereite. Laura ist die beste Freundin von
meiner Tochter und bildhübsch. Ich mag sie und wir verstehen uns auch
gut. Sie ist ein nettes Mädchen. Es klingelt und ich öffne die Tür.
“Hey Elke”, “hallo Laura” begrüßen wir uns und mit den Worten “weist ja
wo Jessica ist” schicke ich sie nach oben ins Bad. Sie lächelt. Während
meine Tochter noch mit ihrem Outfit hadert, ist Laura perfekt gestylt.
Sie ist etwas größer als ich, schlank und hat lange blonde Haare. Sie
trägt rote High Heels, eine schwarze enge Jeans und das schwarze, teils
durchsichtige Korsett drückt ihre großen Brüste wirklich sehr
aufreizend nach oben. Der dunkelrote Lippenstift und ihre herrlich
dunklen Augen – meine Mutter hätte mich so niemals aus dem Haus
gelassen. Ich sehe ihr nach, wie sie nach oben geht, atme tief und mach
die Schnittchen fertig. Die armen Jungs, die haben es wirklich nicht
einfach, denke ich mir. Mein Sohn ist ja auch schon seit einiger Zeit
in dem Alter, wo er es mit solchen Damen zu tun bekommt. Die Jungs sind
doch bei so einem Anblick vollkommen überfordert!
Es dauert dann schon noch eine Weile, bis die beiden wieder
herunterkommen und sich hastig jeweils ein Schnittchen reinschieben,
klar – die Disco wartet. Jessica’s Aussehen finde ich schlimmer. Nicht
unbedingt aufreizender als das von Laura, aber meine Tochter ist auf
dem Gotiktrip und mir gefällt das überhaupt nicht. Sie hat schon ein
schönes langes Kleid an, aber darunter wieder ihre fürchterlich hohen
Stiefel, so wie die damals bei ABBA immer anhatten. Die langen, jetzt
momentan schwarzen Haare hängen irgendwie herunter und das Gesicht
total düster geschminkt. Macht sie es um mich zu ärgern, denn sie weis
ja dass mir das überhaupt nicht gefällt. Trotzphase? Laura sieht mir
das an, berührt mich kurz am Arm und lächelt. Naja, denke ich. Hast ja
recht. Wenn sie es so will, ändern kann ich es ja doch nicht. Die
beiden klappern zur Tür hinaus und ab. “Kommt nicht zu spät” rufe ich
noch hinterher”. Als Antwort erfolgt das vielsagende “jaja”.
Ich nehme eine Flasche Rotwein und ein Glas und gehe ins Wohnzimmer,
setzt mich auf die Couch und kuschel mich in meine Decke. Der Fernseher
läuft. Der Wein tut den Rest und so schlafe ich irgendwann ein. Ich
wache ich auf. Es ist kurz nach Mitternacht. Ich sehe auf mein Handy –
keine SMS von Karl. Bin eigentlich froh darüber und gehe ins Bett und
schlafe auch gleich wieder ein. Plötzlich schrecke ich auf! Ich schlafe
schon lange nicht mehr richtig. Allein in einem großen Haus und wenn
mal ein Mann bei mir ist dann schicke ich ihn danach wieder weg. Ich
möchte nicht, dass jemand morgens Männer aus meinem Haus kommen sieht.
Ach, die Mädels kommen heim. Erleichtert lege ich mich wieder zurück,
aber kann nicht mehr einschlafen. Na toll, jetzt muss ich auch noch
auf’s Klo! Ich schleiche zur Toilette, im Zimmer der Mädels ist es
still. Schlafen doch schon. Als ich aus der Toilette wieder herauskomme
um in mein Zimmer zurückzugehen, sehe ich, dass eines der Mädchen aus
deren Zimmer tritt.
Es ist Laura. Das Fenster zum Flur liegt hinter und durch dass Mondlicht
kann ich an ihrer Silhouette erkennen, dass sie nackt ist. Ok, denk ich
mir. Sie schläft halt so. Wir müssen jetzt aneinander vorbei und der
Flur ist etwas schmal. Laura hebt den Kopf und blickt mich an. Sie
lächelt nicht. Ich sehe sie an, lächle und drücke mich etwas gegen die
Wand um sie vorbeizulassen. Sie blickt etwas ernst, fasst mit beiden
Händen meinen Kopf und küsst mich zärtlich. Sie drückt ihren nackten
Körper leicht gegen meinen und durch mein T-Shirt kann ich sie spüren.
Sie küsst mich immer wieder und ich mag Laura nicht wegstoßen.
Ich hab keinerlei Ahnung wie ich mich verhalten soll. Klar, als Mädels
hat man schon mal miteinander geknutscht – zum üben für die Jungs –
aber so richtig mit einer Frau, niemals. Sie nimmt mich an der Hand und
zieht mich in mein Zimmer. Ich gehe hinter ihr her, bin irgendwie
willenlos, total verdutzt, weis nicht. Laura schließt die Tür und dreht
sich wieder zu mir her. Sie küsst mich wieder und greift unter mein
T-Shirt. Ich spüre, wie ihre Hände langsam nach oben wandern. So
zärtlich hat mich schon sehr lange nicht mehr jemand berührt. Ein
Eiskalter Schauer läuft mir den Rücken herunter und ich spüre, wie
meine Brustwarzen hart werden. Ich halte meine Hände nicht bei mir,
obwohl ich Laura am liebsten ganz fest halten und innig küssen möchte.
Ihre Hände sind nun an meinen Brüsten angelangt. Laura ertastet sie
zärtlich, berührt meine harten Knospen, mein Atem wird schneller. Sie
schiebt mein T-Shirt nun ganz hoch und ich helfe ihr irgendwie
automatisch, es mir über den Kopf herunterzustreifen. Sie bückt sich
und zieht mir dabei den Slip herunter. Laura erhebt sich wieder und wir
stehen uns beide nackt gegenüber.

Ich senke meinen Kopf etwas und sehe zum ersten mal ihren wunderschönen
Körper. Sie hat herrliche Brüste, nicht ganz so groß wie meine, aber
viel besser in Form. Ihr schlanker Körper, die Taille und der
unglaubliche Unterleib. Im schwachen Licht schimmert ihre haut wie samt
und ich kann mich nicht beherrschen. Ich muss sie berühren. Ich hebe
meine Hände, streiche ihr über die Schultern, herab zu ihren Brüsten.
Es ist wie Strom, der von ihrem Körper durch meine Finger in mich
hinein fließt. Ich kann meine Hände nicht von ihr lösen. Ich streiche
zärtlich um ihre Brüste. Sie sind so herrlich zart und weich. Meine
Hände wandern weiter hinab an ihrer Taille, aber weiter traue ich mich
nicht. Laura scheint dies zu bemerken und fast meine Hände.
Sie führt mich zum Bett und ich lege mich darauf. Sie streicht an der
Innenseite meiner Oberschenkel und drückt diese zärtlich auseinander.
Ich werde wahnsinnig. Dieses Kribbeln, Gänsehaut, habe ich lange nicht
mehr gespürt. Laura’s Mund berührt meine Kniekehlen, wandert
abwechselnd immer weiter nach oben. Ich spritzt gleich ab..mein
Gott..was macht sie da mit mir? Wann ist sie endlich oben? Ich kann es
kaum erwarten. Ihre Hände schieben meine Schenkel weiter auseinander
und ich höre, wie meine Schamlippen sich schmatzend öffnen. Ich spüre
Laura’s Mund langsam näher kommen…gleich , ja gleich ist sie da. Ich
stöhne laut auf. Ihr Mund berührt meine Schamlippen. Ich werde
wahnsinnig. Sie fährt mit ihrer Zunge an der Innenseite entlang, küsst
meine Fotze, saugt daran, meine Schamlippen schwellen immer weiter.
Mein Gott, wenn sie jetzt meinen Kitzler berührt, ich spritzt ab! Mein
Körper begann zu zucken, Laura berührte meinen Kitzler und ein Strahl
ergoss sich aus meiner Fotze.
Das kleine Luder hat mich zum abspritzen gebracht. Da höre ich ihre
Stimme “hast du einen Dildo”? Ich greife wortlos in die Schublade
meines Nachtkästchens und hole ihn ( wen‘s interessiert: Fun Factory
Dildo Curve in Pink – kann ich voll empfehlen) heraus. Sie nimmt ihn
mir aus der Hand. “Geiles Teil” höre ich Laura flüstern. Ich lege mich
wieder zurück und halte erwartungsvoll meine Beine geöffnet. Ja, ich
will es. Ich will, dass mich Laura jetzt damit fickt. Das sind meine
Gedanken und da spüre ich schon wie sie mit der Spitze an meiner Fotze
herumfährt und den Dildo mit meinem Geilsaft befeuchtet. Das Biest
macht sowas doch nicht zum ersten mal, schießt mir da durch den Kopf.
Jessica! Naja, was soll’s. Ich spüre ihre Finger an meiner Fotze und
sie beginnt mir den Dildo sanft hineinzuschieben. Laura macht das gut.
Sie schiebt ihn ganz rein und zieht ihn wieder raus. Wieder rein und
wieder raus. Meine Fotze schmatzt jedes mal vor Geilheit und ich
beginne mein Becken gegenzudrücken, wenn sie den Dildo reinschiebt.
Jetzt lässt sie ihn drinnen und fickt mich richtig damit. Sie senkt
ihren Kopf zu meiner Fotze herab und reizt mit ihrer Zunge meinen
Kitzler. Ich explodiere gleich. Ich stöhne, ich bäume mich auf, zittere
am ganzen Körper. Sie reibt jetzt mit der anderen Hand heftig meinen
Kitzler. Laura zieht den Dildo heraus und “Ahhhh”, ein weiterer Strahl
verlässt meine Fotze. Ich drücke meine Beine zusammen, greif Laura an
den Armen und ziehe sie zu mir her.
Sie legt sich neben mich und ich halte sie im Arm. Es ist still, kein
Wort. Was bitte soll ich sagen? Die beste Freundin meiner Tochter hat
mich soeben verführt und mich mit meinem eigenen Dildo gefickt. Mein
Atem wurde langsam ruhiger. Ich weis nicht, ob Laura erwartet hat, dass
ich sie jetzt auch mit dem Dildo ficke. Wir lagen noch einige Zeit
nebeneinander und ich genoss ihre Nähe. Ich drehte meinen Kopf zu ihr
und flüsterte” das darf nie wieder geschehen”! Laura gab mir einen
Kuss, stand auf und sagte “ok”. Sie verlies das Zimmer.
Unser Verhältnis hat sich dadurch nicht verändert und ich freue mich
jedes mal, Laura zu sehen, aber wirklich NUR zu sehen!