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Racconti Erotici

Una moglie quasi fedele.

Sissi, una moglie quasi fedele.

Col corpo percorso da incessanti brividi, geme sotto i colpi del mio cazzo che furiosamente entrava nella sua vagina bagnata dal piacere incipiente. Mia moglie, aggrappata alle mie natiche, urla il suo orgasmo dimenando con forza le anche per favorire il più possibile la penetrazione.
“Chiavami, chiavami cornutoooo!”
Mi urla nel pieno dell’eccitazione
“Chiava la tua troia, la tua vacca che ha tanta voglia di cazzo, di tanti cazzi, dimmi che ti piacerebbe vedermi chiavare con un altro uomo!”
Come sempre l’eccitazione dei nostri sensi raggiunge il massimo livello quando sollecitiamo la nostra fantasia affrontando argomenti che nella realtà di tutti i giorni avremmo certamente rifiutato.
“Si amore ti sto chiavando, ma vorrei vederti chiavare con Pino, ti piace il suo cazzo? Pensa che bello sentirlo sborrare nella tua la fica!”
Pino é stato il primo Amante di Sissi e durante i nostri amplessi ci piace ricordare le esperienze che hanno vissuto insieme.
“Ti ricordi quando glielo prendevi in mano? Come ti piaceva menarglielo, strusciartelo in mezzo alle tette, sulla faccia, succhiarglielo tutto per sentire in bocca il suo sapore di maschio.
Come ti piaceva leccare dolcemente con la lingua la sua cappella fino a sentirtelo godere in bocca! Adesso godi ancora nel ricordarlo! Fammi vedere come gode una troia! Ahh come vorrei che fosse qui adesso per metterti il suo cazzo in bocca mentre ti chiavo!”
Nel frattempo continuo a scoparla con forza, sento il cazzo che sbatte contro il suo utero e noto che le piace. Poco alla volta avverto in mia moglie l’approssimarsi dell’orgasmo e raddoppio l’intensità dei colpi.
“Si cosii amore… godi… godi troiona mia, fatti chiavare da Pino quando e quanto vuoi!”
“Sto godendo Franco, sto godendo col cazzo di Pino, é tutto dentro dentro di me, nella mia fica… mi sta chiavando tutta, ahh… vengo, vengo… godi anche tu insieme a me!”
L’orgasmo raggiunge entrambi contemporaneamente e le riempio la fica di sperma, tiro fuori il cazzo ancora parzialmente duro e lo appoggio sulla sua pancia.
Prendo a baciarla sulle guance, la lecco dolcemente dietro le orecchie sussurrandole paroline d’amore, ma poi ripensando ai fatti delle nostre fantasie mi prende il morso della gelosia.
“Davvero ti piaceva succhiare il cazzo a Pino?”
“Si mi piaceva, lo sai che è stato lui ad insegnarmi a prenderlo in bocca, a succhiarlo, gli piaceva da morire farsi masturbare con la bocca, ma queste cose le sai già, quante volte ti ho già raccontato tutto quello che c’è stato tra noi, tutto quello che abbiamo fatto insieme.
Tu piuttosto dimmi se ti piacerebbe davvero vedermi chiavare nuovamente con Pino, vedermi fare con lui tutte le cose che faccio con te. Lo sai vero che mi basterebbe fargli una telefonata?
Quando ci siamo lasciati mi ha lasciato il suo recapito telefonico.
“Si Sissi, lo sai che mi piace farti fare la troia non solo con la fantasia mentre scopiamo, ma credo che mi piacerebbe vederti scopare veramente con lui. E’ una strana situazione, da una parte vorrei che tu lo facessi davvero e dall’altra mi sento rodere dentro e impazzisco al solo pensiero!”
Questi più o meno sono i discorsi che seguono quasi sempre i nostri amplessi, ogni volta così, l’idea di vederla scopare con un altro mi arrapa, ma la gelosia mi blocca.
Un giorno in occasione di aver partecipatò a una lotteria locale mia moglie Sissi vince il primo premio , un viaggio della durata di una settimana in Kenya.
Sebbene a malincuore, non potendo partecipare anch’io per impegni di lavoro, consento a Sissi di partire senza di me. L’accompagno all’aeroporto per ass****re alla partenza dell’aereo e alla fine mestamente raggiungo la macchina per rientrare a casa.
I giorni passano e arriva la data del rientro, finalmente riabbraccio con gioia mia moglie. Sembra ringiovanita, ha un’aspetto festante e felice, da tempo non la vedo così bene.
Rientrati a casa sono smanioso di sentire le sue impressioni ed il racconto di come ha passato quei sette giorni lontano da me. Comincia a raccontarmi di tutto ciò che di caratteristico ha visto, delle feste in albergo, dei giochi fatti con i dipendenti e colleghi di lavoro.
“Sai cosa mi è successo una sera durante una festa? Sto ballando con un bel ragazzo Kenyano, e mentre balliamo quel maiale inizia a strusciarmisi addosso
e gli diventa duro…”
“Non dirmi che è finita che ti sei fatta scopare…”
“Ma no gelosone, però mi sono eccitata anch’io e credo che se ne sia accorto perché ha fatto di tutto per farmelo sentire come meglio poteva appoggiandomelo sulla pancia e sulle cosce.”
“Schifosa ne hai approfittato… confessa che ti è piaciuto!”
L’idea che abbia sentito su di sè il cazzo di un altro mi eccita terribilmente e comincio a sentire un formicolio particolare salirmi dalle gambe verso le palle, il cazzo inizia ad inturgidirsi e mi prende una tale voglia di mia moglie, che l’afferro per i fianchi e finiamo per rotolarci a terra sul tappeto della sala. Le infilo le mani sotto le sottane e, denudate le gambe, prendo a baciarla proprio là dove finiscono le calze.
La lecco salendo con la lingua lungo il reggicalze fin dove scompare sotto le mutandine, le scosto con la mano e penetro nella fica già fradicia di umori. Martello il clitoride con piccoli e rapidi colpetti in punta lingua e la porto rapidamente a gemere di piacere. Le do il tempo di riprendersi dall’orgasmo e l’invito a riprendere il discorso.
“Se avessi voluto mi sarebbe stato facile farmi scopare, non desiderava altro che portarmi a letto con lui quel maiale, però non ho ceduto alla tentazione perché mi dispiaceva per te, ma ti confesso che mi è piaciuto molto sentire il suo cazzo duro strusciare sulle cosce, sulla pancia, sentirlo premere prepotente contro di me durante il ballo…”
Sempre più infoiato dal suo racconto raddoppio le mie attenzioni e le strapazzo ferocemente le tette.
“Schifosa! Perché non ti sei fatta sbattere come una troia! Ahh come mi sarebbe piaciuto se ti avesse infilato il cazzo nella fica!”
A questo punto Sissi è coinvolta anche lei dalla mia libidine e si s**tena stringendomi la testa con forza fra le cosce.
“Sii! Anch’io avrei voluto farmelo infilare tutto nella fica, fino in fondo! Mi sarebbe piaciuto sentire la sua cappella sbattermi contro l’utero, sentirmi chiavare tutta come piace a me, sentire il suo cazzo entrare e uscire dalla mia fica fino a farmi sborrare dentro… la sua sborra calda tutta dentro di me…”
“E poi cosa ti ha fatto ancora, ti ha palpato anche le tette, il culo?”
“No, lui no, ci ha provato ma non gliel’ho permesso, però è successo la sera dopo. Finita la cena sono uscità a fare due passi nel parco per restare da sola, per respirare un po’ d’aria fresca.
Sto passeggiando quando mi sento chiamare…”
“Bella signora, cosa fai tutta sola, non hai amico per farti compagnia? Tuo marito non c’è?”
“E’il un ragazzo di colore con cui avevo ballato la sera prima, quel bel giovanotto gentile . Prima di avere il tempo di rispondergli, mi prende sottobraccio e mi conduce in un vialetto alberato”
“Vieni, ti faccio visitare giardino tropicale.”
“Man mano che ci inoltriamo lungo il vialetto mi mostra i fiori delle aiuole e le piante tropicali, me ne dice i nomi, ma la mia attenzione é solo per lui perché sicuramente ha altre intenzioni.
Poco dopo infatti comincia a manifestare quello che vuole veramente. La sua mano inizia a salire e scendere leggera lungo il mio braccio in una carezza così sensuale che mi riempie di brividi e in un attimo mi ritrovo eccitata con il fuoco in mezzo alle gambe.
Si ferma in un angolo in ombra del vialetto, la mano ora mi stringe il polso e lo forza verso di lui… nell’apertura dei suoi pantaloni già sbottonati. E’ un attimo e mi ritrovo in mano il suo cazzo, Franco dovevi vedere com’era grosso! Lungo e duro che sembrava un pezzo di legno.
Mi obbliga ad accarezzarlo e mi guida la mano su e giù, vuole che glielo meni. Non so res****rgli perchè sono troppo eccitata e lo masturbo quasi senza rendermi conto di quello che faccio. Ho la mente intorpidita, confusa per l’eccitazione, ho voglia di farmi prendere e scopare e nello stesso tempo voglio rifiutarmi perchè penso a te. Sono succuba delle sue attenzioni, lascio che mi sollevi la sottana e mi infili la mano nelle mutandine, cerca di accarezzarmi la fica, voglio impedirglielo ma non ci riesco e quando lui mi infila dentro due dita non mi ribello e lo lascio fare.
Comincia a muoverle in un lento va e vieni e nello stesso tempo mi masturba il clitoride col pollice, perdonami Franco, ma in quel momento non capivo più niente. Ho cominciato a godere come una matta fino a quando cerca di infilarmi il cazzo fra le cosce e vuole penetrarmi.
Cerca di chiavarmi ma mi ribello, allora mi afferra per le spalle e mi costringe in ginocchio.
Ho quel cazzo magnifico a contatto del viso e me lo strofina sulla bocca perché glielo succhi.
Ha un afrore diverso, selvaggio, che aumenta ancora di più la mia libidine, lascio che me lo infili in bocca, mi piace il suo sapore! E’ bellissimo, duro e morbido nello stesso tempo, la sua pelle sembra di seta, ma mi piace soprattutto il suo odore selvaggio.
Con la mano lo masturbo mentre gli tengo la cappella fra le labbra, lo meno freneticamente e nello stesso tempo mi sgrilletto la fica, raggiungiamo l’orgasmo insieme.
Gli faccio sborrare anche l’anima, ho la faccia e le mani piene del suo sperma. Con uno sforzo mi stacco da lui e con addosso un’agitazione tremenda, tanta da sentirmi il cuore battere impetuoso nel petto e sulle tempie, fuggo via per raggiungere di corsa l’albergo.
Entro nell’ascensore, che per fortuna è già lì, con ancora una voglia incredibile in corpo, ho la sensazione che tutti mi stiano guardando e che abbiano capito quello che ho fatto.
L’ascensore parte verso il mio piano e in quel momento mi accorgo di avere la mano destra piena di sperma, non so cosa mi prende in quel momento, la porto alla bocca e la lecco, la lecco assaporando ancora il gusto selvatico della sborra del negro, poi entro in camera chiudendomi la porta alle spalle. Stesa sul letto mi accarezzo fra le gambe, mi masturbo freneticamente per cercare nell’obliò del piacere l’appagamento del desiderio del maschio africano.
Mi penetro la fica con le dita ancora sporche di sperma, adesso vorrei che il negro fosse lì con me, vorrei sentirlo sborrare dentro il mio ventre, sentirlo schizzare la sua sborra fino in fondo all’utero.
Ho la tentazione di alzarmi e tornare in giardino per raggiungerlo e portarmelo in camera, ma poi desisto dal compiere la folle idea.
Sono tutta bagnata, continuo a masturbarmi e godo come una pazza mentre penso a te e a quell’uomo, al tuo cazzo e al suo cazzo, ah come sarebbe stato bello avervi lì con me per farmi scopare da entrambi.
Chiavami Franco! Chiavami, più forte, più forte, fammi godere!”
“Sei una gran troia, la mia troia tutta da chiavare, senti come ti sto scopando? Proprio come avrebbe voluto fare quel negro, pensa che bello se ora fosse qui! Lui che ti infila il suo cazzo nella fica e Pino che nello stesso tempo te lo mette nel culo…”
A queste parole Sissi è presa da un orgasmo incredibile, non è un singolo orgasmo, è una serie continua di orgasmi. non capisce più niente, balbetta frasi incoerenti e si lascia andare come fosse in deliquio.
Gli occhi rovesciati nelle orbite è in pieno delirio dei sensi e il suo corpo sussulta e freme, continua a godere senza riuscire a fermarsi, singhiozza, gioisce, piange, ma ogni atteggiamento é l’espressione del suo piacere.
Vuole il mio cazzo, quello di Pino, vuole il negro perchè glielo infili ancora in bocca, vuole sentire ancora il sapore della sua sborra.
Mi sfilo allora dalla vagina ed alzandomi sulle ginocchia mi protendo verso di lei e le appoggio il cazzo sulle labbra. Spalanca la bocca e lo ingoia fino alle palle iniziando a farmi un pompino.
E’ un un su e giù bestiale, vuole che le goda in bocca e l’accontento allagandola con violenti getti di sperma che ingoia fino all’ultima goccia.
Appagato il furore della libido, restiamo sdraiati sul tappeto, uno accanto all’altro, in attesa che passi anche l’affanno.
Sissi ha il viso tutto impiastricciato, un filo di sperma le cola giù dall’angolo destro della bocca, mi prende l’uccello ormai ammosciato e dolcemente lo lecca ripulendolo con la lingua.
“Sai che mi sarebbe davvero piaciuto farmi fare dal quel keniano del villaggio? Quasi, quasi torno là e mi faccio violentare in quel vialetto!”
Me lo dice come una battuta di spirito che però credo nasconda il messaggio inconscio di un desiderio reale.
“Sissi non essere sciocca, un conto è raccontarci certe fantasie mentre facciamo l’amore, un altro è quando dici certe cose lucidamente mentre si discute, lo sai che sono geloso e mi è difficile concepire che tu te la faccia con un altro uomo!
Quello che mi hai raccontato mi ha eccitato da morire anche se mi sono sentito tradito quando mi hai raccontato di averglielo preso in bocca.
Dentro di me voglio credere che quello che è capitato sia accaduto in maniera accidentale, non voluta, però sai… sai che mi piace pensare che tu abbia cercato veramente di avere questa avventura?”
Passano alcuni giorni durante i quali cerco di non pensare più di tanto a quello che è successo, ma un sabato mattina la vedo col muso lungo, chiusa in sé stessa.
Questo comportamento non è da lei, capisco subito che c’è qualche cosa che non va, qualche cosa che la disturba. Voglio sapere cosa diavolo é successo e cerco di convincerla a confidarmi la sua pena.
“Che c’è Sissi, hai qualche problema? Vuoi parlarmene? Prova a confidati.”
La porto a sedere sul divano, le cingo la vita con un braccio mentre continuo a ripeterle parole d’incoraggiamento, ma senza ottenere alcun risultato.
E’ sempre più chiusa in sé stessa e sembra che nemmeno mi ascolti, all’improvviso si copre il volto con le mani e scoppia a piangere. Singhiozza come non l’ho mai vista fare e sono preoccupato seriamente per quello che le deve essere accaduto, certamente qualche cosa di grave.
Mentre piange tenta di dirmi qualche cosa che però mi è impossibile capire perché le parole sono continuamente rotte dai singhiozzi, ma poi, improvvisamente, tutto in un fiato riesce a dire:
“Perdono…, perdonami Franco perché ieri sera ti ho tradito!”
Dire che sono rimasto di sasso nel sentire le sue parole è poca cosa, il mio cuore sembra essersi fermato, la mente ha perso la lucidità e mi sento rintronato e confuso.
Ma come è possibile, la mia Sissi mi ha tradito…? Non ci credo, non è possibile e poi con chi?
Dimmi con chi?
A poco, a poco il sangue pulsa più regolarmente nelle vene e la confusione si attenua, ma contemporaneamente l’ira comincia a montarmi dentro.

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Anal BDSM Erstes Mal

Das Praktikum Teil 2 – Verführt –

An diesem Abend hatte Kai die Kinder zu Bett gebracht. Er ging ins Wohnzimmer und setzte sich zum Ehepaar Schmid, das vor dem Fernseher sass.
„Vielen Dank, dass Sie sich um die Kinder gekümmert haben, Kai”, zwinkerte ihm Christina zu. Herr Schmid verfolgte aufmerksam eine politische Diskussionsrunde. Kai versuchte den Faden der Sendung aufzunehmen. Christina schien sich nicht sonderlich dafür zu interessieren und beugte sich über die Sessellehne, um ihr Strickzeug vom Boden aufzunehmen. Sie balancierte ihr Gleichgewicht, indem sie ein Bein von sich streckte. Kai konnte unter ihren Rock sehen und stellte fest, dass Christina ein rotes Höschen trug. Von dem Moment an hatte er Mühe, der Sendung zu folgen. Immer wieder schweiften seine Augen zu Christina hinüber. Ab und zu blickte sie zum Fernseher, um sich sogleich wieder ihrer Strickarbeit zuzuwenden. Sie wiegte ihre Knie sanft hin und her. Jedes Mal, wenn Kai seine Augen zwang, auf den Bildschirm zurückzukehren, sah er aus den Augenwinkeln, dass Christina zu ihm herüberblickte.

Als ihn Herr Schmid auf einen Beitrag in der Diskussionsrunde ansprach, stammelte er eine verlegene Antwort. Er hatte nicht zugehört. Immer noch wiegte Christina die Knie hin und her. Ihre Beine gingen zeitweilen so weit auseinander, dass es beinahe unanständig wirkte. Kai bewunderte ihr Höschen in immer kürzeren Zeitabständen, bis er mit Schrecken bemerkte, dass sich in seiner Hose eine Beule gebildet hatte. Verlegen versuchte er sie zu verstecken und schlug seine Beine übereinander. Bald stand er auf und fragte:

„Kann ich noch duschen um diese Zeit, Frau Schmid?”

„Sicher, Kai, aber nehmen Sie ein Bad, der Duschschlauch ist defekt.”

Kai erhob sich, sagte gute Nacht und ging ins Bad. Während das Badewasser einlief, zog er sich bis auf die Shorts aus und wartete, dass sich sein Ständer beruhigte. Als die Wanne voll war, klopfte es an der Tür. Sie öffnete sich. Es war Christina. Sie hielt Rosen in den Händen und trat ins Badzimmer.

„Ach entschuldigen Sie, Kai. Ich dachte, Sie seien schon fertig. Ich wollte die Rosen die Nacht über ins kalte Wasser legen… Ich komme später.”

Bevor Christina sich umdrehte, musterte sie Kai von oben bis unten. Fast wurde es ihm peinlich, doch schon war sie wieder weg. Kai schlüpfte aus den Shorts und legte sich ins warme Wasser. Warum hatte Frau Schmid geglaubt, er wäre schon fertig, drei Minuten nachdem er vor dem Fernseher aufgestanden war? Sie musste doch das einlaufende Wasser gehört haben…

Kai fiel ein, dass er am Vortag nach dem Duschen ein paar Damenstrumpfhosen gesehen hatte, das achtlos auf ein Frotteetuch an der Wand gelegt worden war. Aufgefallen war ihm das, weil in Schmids Haushalt nie etwas herumliegen blieb, schon gar nicht Unterwäsche. Kai drehte sich und blickte zum Frotteetuch. Es lag keine Strumpfhose darauf.

Kai wusch sich, stieg aus dem Bad und verschwand in seinem Zimmer. Nach einer halben Stunde kam er noch einmal zurück, um sich die Zähne zu putzen. Er sah einen Strauss Rosen in der Badewanne liegen, halb bedeckt mit kaltem Wasser. Alles war blitzblank geputzt und aufgeräumt, und auf dem aufgehängten Frotteetuch: Christinas Strumpfhose!

Ohne zu wissen, was er tat, packte er sie und führte sie an seine Nase: Das also war Christina! Kai hatte augenblicklich eine Erektion. Er legte die Hose zurück und putzte die Zähne. Wieder wunderte er sich, dass im aufgeräumten Badzimmer nur ein einziges Ding herumlag: Christinas Strumpfhose… Kai schaute an sich hinunter. Er musste erneut warten, bis er es wagen konnte die Tür zu öffnen. Draussen blickte er lauschend nach links und nach rechts. Als er nichts hörte, huschte er zurück ins Badzimmer, packte die Strumpfhose und verschwand damit in seinem Zimmer.

Am nächsten Morgen war Kai bereits um fünf Uhr wach. Sofort war Christinas Strumpfhose in seinem Kopf. Er musste sie zurückbringen, bevor sie es bemerkte. Kai langte unter sein Bett, ergriff sie und schlich zum Badzimmer. Im Haus war noch niemand wach. Als er die Tür öffnete, erstarrte er. Auf dem aufgehängten Frotteetuch: Eine Strumpfhose! Verwirrt nahm er sie in die Hand und führte sie an seine Nase. Sie war noch ungetragen. Was sollte er tun? Er konnte das Paar, das er mitgebracht hatte, nicht einfach daneben legen. Verwirrt schlich er zurück in sein Zimmer. Noch einmal sog er Christinas Duft tief in sich und legte die Strumpfhose wieder unter sein Bett. Er konnte sie ja im Lauf des Tages in den Wäschekorb schmuggeln. Als er Geräusche im Haus hörte, kleidete er sich und machte sich bereit für das Frühstück.

Der Tag war lang und hektisch. Kai war am Abend erleichtert, mit den Kindern spielen zu dürfen, so konnte er den Tagesstress in der Schule vergessen. Auch an diesem Abend brachte er Schmids süsse Knirpse zu Bett und erzählte ihnen eine Geschichte. Bald schliefen sie, und Kai begab sich ins Wohnzimmer, wo seine Schlummereltern vor dem Fernseher sassen. Christina strickte wieder und bedankte sich bei ihm für seine Fürsorge für die Kinder. Auch Peter fand:

„Sie kümmern sich wirklich rührend um die zwei. Sie sind für Christina eine grosse Hilfe, Kai, hat doch meine Frau schon alle Hände voll zu tun.”

Peter nickte und fügte hinzu:

„Eigentlich gehören Sie längst zum engen Kreis unserer Familie. Es ist an unserer Schule zwar nicht üblich, aber wenn es Ihnen nichts ausmacht, sprechen wir uns ab jetzt mit dem Du an.”

Er erhob sich und reichte ihm die Hand.

„Du bist Kai, Ich bin der Peter…”

Dann wies er auf seine Frau.

„…Und das ist Christina.”

Kai drückte auch ihre Hand, bevor er sich wieder setzte und die Nachrichten verfolgte. Christina schmunzelte, als sie daran dachte, wie sich Kai am Vorabend für ihre Beine interessiert hatte. Auch war ihr nicht entgangen, dass sich dabei in Kais Hose eine Beule bildete. Ihr Mann hatte nichts davon mitgekriegt. Sie empfand Genugtuung, schliesslich war sie bis am Vortag auch ahnungslos gewesen darüber, dass sich in Peters Fotolabor noch andere Dinge entwickelten als bloss Schwarzweissbilder.

Christina rutschte auf ihrem Sessel weiter nach vorn und lehnte sich zurück. Sie machte sich wieder ein Vergnügen daraus, mit den Beinen beim Stricken hin und her zu schaukeln. Diesmal achtete sie darauf, dass sie sich beim Hin- und Herwiegen nicht ganz schlossen. Obschon sie mit Eifer auf die Strickarbeit hinunterblickte, sah sie aus den Augenwinkeln, dass sich Kai auch an diesem Abend für ihre Knie interessierte und sich immer mehr vom Fernsehprogramm ablenken liess. Selbst ihr Mann, der sich ab und zu mit ein paar Worten an Kai richtete, bemerkte nicht, dass dieser dabei jedes Mal in Verlegenheit geriet. Als Christina die Beule in Kais Hose sah, jubelte sie innerlich. Sie fühlte, wie sich ein Kribbeln von den Knien aus bis in ihre Lenden ausbreitete. Schmunzelnd beobachtete sie Kai, wie er verlegen die Fernsehzeitschrift auf seinen Schoss legte und darin zu blättern begann. Peter fragte ihn:

„Möchtest du etwas anderes schauen?”

Kai lief rot an.

„Nein nein, ich habe nur so ein bisschen geblättert.”

Peter drehte sich wieder zum Fernseher, und Kai hielt die Zeitschrift zwischen sich und ihn. Sein Lehrer sollte von der Unordnung in seiner Hose nichts erfahren. Christina hatte freie Sicht auf die Beule. Es erregte sie, dass Kais Blicke immer unverhohlener unter ihren Rock schlüpften, während Peter daneben sass und davon keine Ahnung hatte.

Kai konnte sich kaum mehr auf die Sendung konzentrieren. Immer wieder schweiften seine Augen für einen kurzen Moment unter Christinas Rock. Das Hin- und Herwiegen ihr Beine hypnotisiere ihn. Das Höschen, das sie an diesem Abend trug, war nicht rot, sondern… musste dunkel sein, aber er konnte die Farbe nicht erkennen.

Als Peter aufstand und in der Küche verschwand, strickte Christina weiter. Wieder wiegte sie ein Bein zur Seite, doch diesmal folgte das andere Bein nicht. Kai hatte Einblick unter ihren Rock. Fassungslos starrte er zwischen ihre Schenkel. Christina trug kein Höschen! Das war nicht die Farbe ihrer Wäsche, das waren ihre hellbraunen Schamhaare!

Geräusche im Korridor verrieten, dass Peter auf dem Rückweg war. Christina hob den Kopf und blickte lächelnd in Kais Gesicht. Sie schloss ihre Beine erst im allerletzten Augenblick, als Peter gerade ins Zimmer trat. Kai lief knallrot an. Er fühlte seinen pochenden Ständer in der Hose und legte schnell die Fernsehzeitschrift über seine Beine. Bei der nächstbesten Gelegenheit sagte er dem Ehepaar gute Nacht und verschwand in seinem Zimmer. Er musste eine Weile auf dem Bettrand sitzen bleiben, bis er sich beruhigt hatte.

Kai stellte fest, dass er jetzt dringend eine kalte Dusche brauchte, und ging ins Badzimmer. Der Duschschlauch war immer noch defekt, so liess er Badewasser ein und begann sich auszuziehen. Als er den Hahn abdrehte und seine Shorts ausziehen wollte, öffnete sich hinter ihm die Tür. Er drehte sich um. Es war Christina. Sie hatte die Tür abgeschlossen und hielt etwas hinter ihrem Rücken versteckt. Verschämt stand er vor ihr. Christina sagte mit geheimnisvoller Stimme:

„Ich habe gestern etwas hier drin gesucht, Kai.”

„Was denn?”

Sie zeigte auf das Frotteetuch.

„Meine Strumpfhose. Sie war hier. Dann war sie plötzlich verschwunden. Hast du eine Ahnung, wo sie sein könnte?”

„Nein.”

Christina machte ein paar Schritte auf ihn zu und legte ihm eine Hand auf die Schulter.

„Ich habe sie heute gefunden, Kai, sie lag unter deinem Bett.”

Christina nahm ihre andere Hand hinter dem Rücken hervor und hielt ihm die Strumpfhose hin. Kai verschlug es die Stimme. Er stammelte ein paar Laute, brachte aber kein Wort mehr hervor. Christina lächelte ihn an und strich über seine feuerrote Wange. Sie tröstete ihn:

„Ist doch nicht schlimm, Kai. Ich wollte nur wissen, wie sie in dein Zimmer gekommen ist. Du hast sie doch genommen, nicht wahr?”

„Ja, Chris…”, krächzte Kai.

Erneut strich sie ihm über die Wange.

„Das macht doch nichts… Was wolltest du damit?”

„Ich…”

„Ja?”

„Ich wollte…”

Christina neigte sich zu seinem Ohr und flüsterte:

„Bitte sag es mir, Kai, ich werde auch ganz bestimmt nicht böse.”

„Ich wollte nur… du duftest so gut, Christina.”

Christina lächelte und schwieg eine Weile, dann hielt sie die Strumpfhose unter ihre Nase und blickte Kai mit grossen Augen an. Allmählich verdüsterte sich ihr Gesicht.

„Das ist aber nicht fair, Kai.”

„Warum”? stotterte er.

„Jetzt weisst du, wie ich rieche, deinen Duft aber kenne ich nicht, ich möchte es auch wissen.”

Christina liess die Strumpfhose zu Boden gleiten, ging vor Kai in die Hocke und bohrte ihre Nase in seine Shorts. Er verlor vor Schreck fast das Gleichgewicht und stützte sich an der Wand ab. Seine Hand landete auf dem Lichtschalter. Plötzlich war es dunkel im Bad. Kai spürte, wie Christinas Nase in seine Leistengegend drängte. Sie atmete tief ein, dann blieb es für Sekunden still, bis sie wieder ausatmete. Er hörte sie flüstern:

„Du riechst aber gut, Kai.”

Kai spürte ihre Hände, die seine Shorts herunterzuziehen begannen. Sein Ständer schnellte wie eine Feder nach oben. Christinas Hände tasteten sich im Dunkeln über seine Oberschenkel. Mit einer Hand umfasste sie seinen Schwanz und drückte ihn nach oben gegen seinen Bauch. Er fühlte ihre Lippen, die sich über seine Eier küssten. Sie flüsterte wieder:

„Warum wusste ich so lange nicht, wie gut du riechst, Kai?”

Plötzlich weiche Berührungen an seiner Schwanzspitze. Christina hatte ihre Lippen um seine Eichel geschlossen.

„Magst du das, Kai?”

Er gab keine Antwort und schluckte leer. Christinas Hand massierte seinen Ständer, während sich ihre Lippen immer weiter über seine Eichel schoben. Bald sah Kai in der Dunkelheit Lichter aufblitzen. Er löste sich von Christina, tastete nach ihren Armen und zog sie hoch, dann kniete er auf den Boden und schlüpfte unter ihren Rock. Je höher er sich hochküsste, desto betörender wurde der Duft zwischen Christinas Beinen.

Ein letztes Mal durchzuckte ihn die mahnende Frage, was um Gottes Willen er hier eigentlich machte unter dem Rock seiner Schlummermutter, doch bereits war seine Zunge daran, ihre Schamlippen zu teilen, und alle Fragen waren wie weggespült. Er nahm Christina gierig in sich auf, mit seiner Zunge, mit der Nase und den Lippen, verschlang sie, bis ihre Bäche über seine Wangen liefen. Als Christinas Lenden zu zittern begannen, stand er auf und stellte sich hinter sie. Christina tappte im Dunkeln nach dem Badewannenrand und beugte sich nach vorn. Kai schob ihr den Rock über den Rücken und packte sie an den Seiten. Mit sicherem Instinkt bewegte er seinen Ständer zu ihrer Muschi und schob ihn mit einer einzigen Bewegung tief in ihren Lustkanal. Da klopfte es an der Tür.

„Bist du drin, Kai?”

Kais Herz setzte für einen Moment aus, doch dann räusperte er sich und stotterte:

„Ja, ich bin in der Badewanne.”

„Weisst du, wo Christina ist?”

„Nein, vielleicht in der Waschküche.”

„Gut, vielen Dank.”

Kai hörte, wie sich Peter entfernte. Christina hatte sich an der Wand entlang zum Schalter getastet und machte Licht. Erschreckt blinzelten sie sich an. Sie mussten sich zuerst an die Helligkeit gewöhnen. Christina hielt ein Ohr an die Tür, dann gab sie Kai einen flüchtigen Kuss und huschte hinaus.

Kai stieg mit zitternden Knien und klopfendem Herz in die Badewanne. Er war froh, jetzt nicht stehen zu müssen. Hoffentlich hatte Peter nicht gesehen, wie Christina das Badzimmer verliess. Er machte sich Vorwürfe. Weshalb bloss hatte er sich erlaubt, unter ihren Rock zu starren. Sicher hatten sie es bemerkt und missverstanden, und nun das… Wie sollte das bloss weitergehen mit seinem Praktikum?

Kai wusch sich mechanisch, brachte mit fahrigen Händen das Bad in Ordnung und verkroch sich in seinem Zimmer. Er legte sich gleich ins Bett und versuchte in einem Buch zu lesen, aber er kam nicht über eine einzige Zeile hinaus. Die Frage quälte ihn, was Peter wohl mitgekriegt hatte. Mit dem Buch auf dem Schoss und dem brennenden Licht des Nachttischlämpchens döste er allmählich ein.

Benommen öffnete er wieder die Augen. Kai wusste nicht, wie lange er dagelegen hatte. Hörte er ein Geräusch? Er drehte den Kopf und sah Christina in der Zimmertür stehen. Als sie bemerkte, dass er wach war, schlüpfte sie in ihrem Nachthemd in sein Zimmer und schloss die Tür. Sie war ausser Atem.

„Das war aber knapp, vorher im Bad”, flüsterte sie. Aus ihren Augen strahlte diebische Freude.

„Ist es nicht riskant, Christina, wenn du jetzt wieder hier bist?”

„Nein”, kicherte sie, „Peter hat vorher nichts gemerkt. Ich hab ihm gesagt, ich würde nach den Kindern schauen. Er weiss, dass ich mich ab und zu zu ihnen lege, wenn sie nicht einschlafen können, dann komme ich manchmal erst mitten in der Nacht zurück. Ich habe soeben nach den Kindern geschaut, sie sind ja gleich nebenan. Sie schlafen tief, und wenn sie aufwachen, merken wie es als Erste.”

„Mir ist es nicht recht, Christina, wenn wir Geheimnisse haben vor deinem Mann.”

Christina neigte sich über Kai und lächelte.

„Du hast keine Ahnung, was für Geheimnisse er vor mir hat.”

„Welches Geheimnisse?”

„Dreimal darfst du raten. Ich bin nicht die Einzige, mit der er zusammen ist.”

„Wie lange weisst du das schon?”

„Seit gestern.”

„Ja, bist du nicht wütend auf ihn?”

„Ich hab’s versucht, aber um ehrlich zu sein, ich finde es unheimlich aufregend, dass er Geheimnisse vor mir hat, über die ich Bescheid weiss.”

„Und er hat wirklich keine Ahnung, dass du jetzt hier bist?”

„Nicht die geringste. Ich bin der letzte Mensch, dem er zutrauen würde, solche Geheimnisse vor ihm zu haben.”

„Du glaubst nicht, dass er plötzlich so einfach hereinkommt?”

„Er kommt nicht. Und überhaupt würde er mich im Kinderzimmer suchen, das könnten wir hören.”

Mit diesen Worten legte Christina ihre Hand auf seinen Bauch und blickte ihn freundlich an. Kai berührte sie zaghaft an den Knien. Ihre Hand begann, die Bettdecke nach unten zu zupfen. Er streichelte sich im gleichen Rhythmus Christinas Schenkeln entlang unters Nachthemd, bis er mit seinen Fingerspitzen die Härchen auf ihrem Venushügel spüren konnte. Als sie die Bettdecke herunterzog, und sein Ständer in die Höhe sprang, tauchte sein Mittelfinger in ihr Lustloch. Sie umfasste seufzend seinen Schaft und nahm ihre Beine auseinander.

„Ich habe ihn gar nicht gesehen, vorher im dunklen Bad”, hauchte sie und küsste seine Schwanzspitze.

Christina verharrte regungslos und verdrehte die Augen. Sie fühlte Kais Finger, der sich in ihr hin und her bewegte. Sie murmelte:

„Ich spüre deinen Finger… in mir… Kai. Hör… nicht auf… Sei vorsichtig, wir müssen leise sein wie die Mäuschen.”

Sanft massierte sie seinen Ständer und schob ihr Becken seinem Finger entgegen. Mit einem Gefühl aus Lust und Abenteuer dachte sie daran, dass sie es noch vor Tagen für unmöglich gehalten hätte, am Bettrand eines jungen Mannes zu sitzen, um seinen prallen Schwanz zu bestaunen und zu herzen. Nicht einmal mit ihrem Peter hatte sie bisher so etwas gemacht. Ohne die Bewegung ihrer Hand zu unterbrechen, fragte sie:

„Hast eine Freundin?”

„Ja.”

„Streichelt sie dich manchmal auch so?”

„Ja. Aber sie guckt nicht hin. Wir küssten uns dabei.”

„Etwas so?”

Christina senkte ihre Lippen auf die seinen und begann mit der Zunge seinen Mund zu erforschen. Als Kai kaum mehr atmen konnte, löste sich Christina und kicherte:

„Im Badzimmer bist du unter meinen Rock geschlüpft. Du hast mich schier weggegessen, du Schlingel.”

„Ich mag das.”

„Ist deine Freundin auch schon auf dir gelegen, ich meine verkehrt herum?”

„Ja. Aber es war ihr nicht so wohl dabei. Ich wagte gar nicht hinzuschauen.”

„Unter meinem Rock sahst du auch nichts, es war dunkel im Bad…”

„… und ich hatte meine Augen geschlossen.”

Ohne etwas zu sagen, stand Christina auf und zog an Kais Beinen, bis er zum Bettende rutschte. Sie schob die Decke zur Seite und kletterte über sein Gesicht. Als sie sich zu seinem Ständer hinunterbeugte, erinnerte sie sich, wie gerne sie das einmal mit ihrem Mann gemacht hätte. Doch dann verloren sich ihre Gedanken, und Christina saugte sich an Kais Ständer fest.

Ein Gefühl aus Schrecken und unbändigem Verlangen jagte durch Kai. Er presste seinen Kopf ins Kissen und sah über sich, wie sich Christinas Herrlichkeit über sein Gesicht senkte. Er legte seine Hände auf ihre Pobacken und gab sich hin im Betrachten ihrer Muschi. Er fühlte, wie Christina seine Eier kraulte, wie ihre weichen Lippen an seiner Eichel knabberten. Zaghaft fing er an, mit einem Finger ihre Schamlippen zu teilen, dann versank sein Gesicht in ihrer warmen Nässe.

Christina spürte Kais Zunge in jeden Winkel ihrer Muschi, selbst in solchen, von denen sie selbst nicht wusste, dass sie existierten. Wie lange hatte sie doch darauf gewartet, dass Peter so etwas mit ihr machen würde. Nun war es Kai, der sie in den siebten Himmel leckte.

Nach einer Ewigkeit legte Kai seinen Kopf zurück und liess seinen Blick über Christinas Po schweifen. Immer noch saugte sie zärtlich seinen Schwanz in ihren Mund. Kaum konnte er glauben, dass er es so lange unter ihr aushielt, ohne Reissaus auf den Höhepunkt zu nehmen. Er suchte mit seinem nassen Daumen Christinas Kitzler und tauchte seine Zunge wieder in ihren Lustkanal. Ihr Becken begann zu zittern. Sie liess von seinem Ständer ab, atmete tief ein und stöhnte verhalten auf, dann wurde seine Zunge aus ihrer Lustgrotte gedrängt.

Christina öffnete ihren Mund. Sie hatte kaum genug Luft, doch musste sie ihr Stöhnen unterdrücken. Sobald sie wieder atmen konnte, drehte sie sich über Kai um und brachte sich mit gespreizten Schenkeln über seinem Bauch in die Hocke. Sie packte seinen pochenden Schwanz und liess ihn mit einem feuchten Geräusch in ihrer Muschi verschwinden. Mit beiden Händen schürzte sie ihr Nachthemd und schaute an sich hinunter. Ihre Augen verfolgten Kais Ständer, der immer tiefer in sie eindrang. Kai fühlte, wie es in ihm hochstieg. Mit panischer Lust starrte er in Christinas Augen und presste seine Lippen zusammen. Sie biss sich wimmernd in eine Fingerkuppe, dann brach es aus ihm heraus und er spritzte in sie, ein, zwei, drei Mal, bis sein Kopf aufs Kissen zurückfiel.

ai wurde zurückgeholt durch Christinas Haarspitzen, die bis zu seiner Nase herunterbaumelten. Als er die Augen öffnete, sass sie noch immer auf ihm. Christina spürte tief in ihrem Schoss, wie Kai sich allmählich aus ihr zurückzog. Minuten blieb sie sitzen und lächelte zu ihm hinunter. Dann stieg sie seufzend vom Bett, gab ihm einen innigen Gutenachtkuss und ging ohne eine Wort hinaus. Kai blieb lange Zeit mit verschränkten Armen hinter dem Kopf liegen und starrte zur Decke. Er konnte nicht fassen, was er soeben erlebt hatte.

Als Christina zurück in ihrem Bett war und sich an ihren Mann kuschelte, fragte sie sich schlaftrunken, ob Peter so etwas auch mit Fabienne machen würde, dann fiel sie in einen tiefen, traumlosen Schlaf.

***

Am nächsten Morgen sass Kai mit der Familie Schmid am Frühstückstisch. Er war immer noch benommen. Christina war überhaupt nichts anzumerken. Sie plauderte und scherzte mit ihrem Mann, legte ihm beim Vorbeigehen die Hände auf die Schultern und küsste ihn auf den Nacken. Dann widmete sie sich fröhlich den Kindern und schaute zu, dass diese nicht zu viel Brei in der Küche verteilten. Er selbst trank stumm seinen Kaffee und war froh, dass er sich endlich mit Peter zusammen auf den Weg zur Schule machen konnte.

***

Kai war etwas früher von der Schule zurück als sonst. Er war erleichtert darüber, dass zwei Lektionen ausgefallen waren, hatte er sich doch an diesem Morgen kaum konzentrieren können. Er betrat das Haus und wunderte sich: Normalerweise hörte er beim nach Hause kommen die Kinder. Christina war in der Küche. Sie stand an der Theke und schnitt Gemüse fürs Mittagessen. Er begrüsste sie und fragte:

„Wo sind denn die Kinder?”

„Sie sind bei ihrer Oma. Ich gehe heute Nachmittag in die Stadt. Meine Mutter hat sie schon am Morgen abgeholt.”

„Und Peter? Ist er noch nicht da? Die Stunden ab zehn Uhr sind ausgefallen, er müsste eigentlich auch schon hier sein.”

„Peter hat angerufen. Er ist mit Fabienne im Wald und macht Naturaufnahmen, die sie später im Labor vergrössern wollen. Er hat gesagt, dass sie rechtzeitig zum Mittagessen zurück sind. Fabienne wird bei uns essen.”

Christina lächelte auf die Karotten vor sich hinunter und sagte nachdenklich:

„Ich glaube, die beiden werden erst in allerletzter Minute eintreffen…”

Kai dachte daran, dass Christina ihm letzte Nacht etwas von Peter und seinen Geheimnissen erzählt hatte. Er nahm eine Karotte aus dem Gemüsekorb, setzte sich auf den Küchentisch und liess die Beine baumeln. Als Christina ihn knabbern hörte, drehte sie den Kopf und fragte:

„Hunger, Kai?”

„Um ehrlich zu sein: Ja.”

Sie schmunzelte und raunte ihm zu:

„Gestern Nacht hattest du auch Hunger.”

Christina sah, dass Kai errötete, doch sie fuhr weiter:

„Du hast mich aufgegessen.”

Als sie das sagte, hatte Kai im Nu einen Ständer. Er knabberte verlegen an seiner Karotte herum. Christina hatte sich wieder dem Gemüseschneiden zugewandt und kicherte:

„Ich habe den ganzen Morgen über daran denken müssen, was du mit mir gemacht hast, Kai.”

„Ich auch, antwortete er mit kehliger Stimme.”

„Ich mag, wenn du das mit mir tust.”

Kai rutschte vom Küchentisch und stand hinter Christina. Er fasste sie an den Hüften und fragte:

„Du meinst… zum Beispiel jetzt?”

„Warum nicht?”

„Ich weiss nicht, die beiden andern könnten jederzeit zurück sein.”

„Die kommen jetzt bestimmt nicht, die sind im Wald oben. Wenn ich mir vorstelle, dass sich Fabienne in diesem Moment an einen Baum lehnt und Peter ihr von hinten…”

Als Kai Sie so sprechen hörte, strich er über ihre Pobacken. Christina fuhr mit ihren Mutmassungen weiter:

„Vielleicht berührt Peter in diesem Moment gerade ihre Brüste und langt unter ihren Rock…”

Kais Hände glitten an Christinas Seiten nach vorn. Sie trug keinen BH. Er knetete ihre Brüste durch den leichten Stoff ihres Sommerrocks. Das weiche und warme Gefühl in seinen Handflächen liess ihn bald nach unten gehen. Er kniete hinter Christina auf den Boden und strich über ihre Beine. Sie fuhr geschäftig fort das Gemüse zu schneiden, so als stünde er bloss neben ihr, um ihr beim Geschirrtrocknen zu helfen. Einzig Christinas Beine, die sich auseinanderbewegten, verrieten ihm, dass sie mochte, was er tat.

Kais Hände schlichen unter ihrem weiten Sommerrock höher und höher, bis sie die Pobacken erreicht hatten. Mit süssem Schrecken stellte er fest, dass Christina kein Höschen trug. Sie spreizte ihre Beine weit auseinander. Kai hob den Stoff und schlüpfte unter ihren Rock. Der betörende Duft der letzten Nacht empfing ihn. Er bedeckte ihren Hintern mit Küssen. Als seine Zunge von oben in ihre Pospalte tauchte, hörte er, wie Christina das Rüstmesser aus der Hand legte.

Mit jedem Stück, das seine Zunge weiter vorrückte, neigte sich Christina tiefer über die Theke, um ihm besseren Zugang zu gewähren. Seine Zunge berührte ihr Arschloch. Christina zuckte so stark zusammen, dass Kai unsicher wurde und sich zurückziehen wollte. Da hörte er, wie sie die Rüstutensilien auf dem Küchenbord zur Seite schob und den Oberkörper hinlegte. Wieder leckte sich Kai durch ihre Pospalte. Als seine Zunge ihre Rosette berührte, atmete Christina röchelnd ein. Kai fuhr weiter und umkreiste ihre Rosette. Christina stöhnte auf. Kai wagte sich weiter vor und versuchte, seine Zungenspitze in ihr Arschloch zu treiben. Christina antwortete mit einem:

„Jaaa!”

Kaum begann er mit dem Daumen über ihren Kitzler zu streichen, schrie sie ihre Lust in die Küche hinaus. Kai stand auf, blieb hinter Christina stehen und hielt sie an den Hüften. Ihr Atem wurde wieder ruhiger. Christina hob den Oberkörper von der Theke und stützte sich auf die Arme. Sie drehte den Kopf nach hinten und keuchte:

„Mein Gott, Kai!”

Sie blickte an ihm hinunter und sah die mächtige Beule in seiner Hose. Christina nahm beide Arme nach hinten und zog ihren Rock über die Hüften. Sekundenlang starrte Kai auf ihren nackten Po, bis sie ihn aufforderte:

„Fick mich, Kai!”

Christina blickte weiter nach hinten und beobachtete, wie er seinen Ständer aus der Hose holte und hinter sie trat. Als sie fühlte, wie Kais Schwanz in ihre nasse Muschi drang, liess sie den Kopf nach unten hängen und schob ihr Becken seinen Stössen entgegen. Jedes Mal, wenn Kai dachte, er würde bald zu einem Ende kommen, fühlte er, wie es ihn wieder höher trug. Es war ihm, als würde er auf einer Bergwanderung einen Steilhang erklimmen, um nach der letzten Geländewölbung festzustellen, dass der Weg weiter anstieg.

Schweiss tropfte von seiner Stirn auf Christinas Rock. Sie wand sich unter ihm, bis er mit Wucht in sie abspritzte wie nie zuvor. Kai sank über sie und umfasste ihre Brüste. Im selben Moment drang das Geräusch der Haustür in die Küche. In wilder Panik zog er sich aus Christina zurück und zwängte seine Erektion in seine Hose. Christina hatte davon nichts mitbekommen und stöhnte hemmungslos weiter. Kaum hatte er den Reissverschluss hochgezogen, sich auf den Küchentisch geschwungenen und die Karotte ergriffen, standen schon Peter und Fabienne im Türrahmen und begrüssten sie fröhlich. Peter wendete sich an Christina: „Entschuldige Liebes, wir sind etwas spät gekommen.”

„Wir auch”, lächelte Christina matt, „ich meine, es ist mir in der Küche ein kleines Missgeschick zugestossen. Wir essen etwas später.”

Nach einer halben Stunde sassen alle am Mittagstisch. Es gab Gemüsesuppe. Christina stellte fest, dass Peter und Fabienne ausserordentlich guter Laune waren. Sie lachten und plauderten. Auch Kai hatte sich von seinem Schrecken erholt und sprach ebenso gut gelaunt mit den beiden. Christina bemerkte, dass auch sie sich prächtig fühlte.

Christina betrachtete Fabienne von der Seite. An ihrem Rock fehlten zwei Knöpfe. Als sich Fabienne mit der Hand über die Beine strich, und ihr Rock zurückrutschte, sah Christina Grasflecken auf ihren Kniescheiben. Da plötzlich fühlte sie, dass sich auch bei ihr Spuren vom Vormittag bemerkbar machten, sie trug kein Höschen! Schnell huschte sie ins Bad.

Als sie wieder zurück war und sich an den Tisch setzte, sprach Fabienne mit Kai. Die beiden schienen sich zu mögen. Sie sprachen über das Fotografieren… und ihre Augen sprachen über etwas Anderes. Fabienne forderte Kai auf, sich doch einmal von ihr das Vergrössern von Bildern zeigen zu lassen, es sei gar nicht so schwer.

Zwischendurch blickte Fabienne beim Sprechen zu Christina. Jedes Mal, wenn sie sie mit ihrem unschuldigen Gesicht und den klaren Augen anschaute, schien es Christina unvorstellbar, dass dieses Mädchen etwas mit ihrem Mann haben konnte. Doch sie wusste es besser. Dieses kleine Luder hatte sehr wohl etwas mit ihm, und wie! Nur allzu gerne hätte sie gewusst, wie Fabienne zu den Grasflecken auf ihren Knien gekommen war, und was alles die beiden miteinander getrieben hatten. Christina entschloss sich, der Sache auf den Grund zu gehen.

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Alsterlauf

Ein lauwarmer Herbstabend im September – die Sonne steht über Hamburg, ein perfekter Tag um die Alster laufend zu umrunden und den eigenen Körper in Form zu halten…dazu nette Beats hören und einfach das Leben genießen. Auf halben Weg in der Nähe der Schwanendiekbrücke höre ich Schritte von hinten – da will mich einer überholen…einmal umgeschaut: eine Läuferin – lange braungebrannte, durchtrainierte aber geschmeidige Beine, sehr lange Beine…und tatsächlich überholt sie mich. Ich ziehe das Tempo etwas an und folge ihr in kleinem Abstand: die lange Beine hören an einem knappen blauen Short auf, der einen knackigen Hintern andeutet. Der Oberkörper: zierlich, aber athletisch…schöne dunkelbraune, lockige, lange Haare zu einem perfekten Zopf gebunden läuft sie vor mir her. Ich ziehe noch einmal etwas an, der Schweiß perlt schon von meiner Stirn – und ich überhole sie erneut und blick mich nochmal zu ihr um, sie anlächelnd.
Das dunkelblaue Top lässt zierliche, feste Brüste erahnen, ein tolles Gesicht, laszive Lippen, zu einem Lächeln geformt…und ihr tiefblauen Augen…ich war verzaubert.
Unser Spielchen setzt sich fot, wie Hunde die sich necken, mal zieht sie an, mal ich, beim Überholen ein Lächeln, ein Zwinkern…so geht die Alsterrunde schnell zu Ende…Beim Trimmdich-Platzt bleiben wir beide stehnen und dehnen uns nach der Anstrengung: ein geiler Anblick, ihre langen Beine – die Muskeln angespant, der Po angespannt…
Da fragt sie mich, ob wir noch einen Erholungsdrink zu uns holen wollen: naja warum nicht…wir gehen einie Schritte und setzten uns in ein Alstercafe. small talk…sehr nett…aber nebensächlich. Sie macht mich total heiß mit ihren langen Beinen, ihrem Lächeln, ihrem Verschwitzten durchtrainierten Body…wie sie wohl schmeckt…
Der Drink ist ausgetrunken, wir reden, lächeln uns an, sie fragt, ob ich noch mit zu ihr komme: naja, warum nicht…
Sie wohnt nicht weit von der Außenalster in einer schönen Wohngegend, sehr tolle modern eingerichtete Wohnung – doch zuerst sehe ich das Bad, da sie den Vorschlag macht, wir sollten unsere geilen ausgepowerten, verschwitzten Bodies erstmal etwas abkühlen…
ein Riesenbadezimmer, weiß gekachelt mit in der Mitte einer freistehenden Dusche in die wir uns begeben. Sie zieht ihre Shorts aus: drunter ein durchschwitzter, feuchter Sportslip, der auch schnell verschwindet und ihre schöne, rasierte, feuchte Möhse freigibt. Der Sport-BH fliegt auch weg: feste B-Brüste zeigen sich mit erhobenen Nippeln…
Sie greift mir in den Schritt, wo mein Schwanz sich schon aufgestellt hat…wir reiben uns mit Seife ein, ich arbeite mich um ihre Nippel, sie stöhnt. Mit der anderen Hand greife ich in Ihre Möhse und massiere sie, dann beuge ich mich runter und darf sie endlich schmecken: geil…meine Zugne kreist um ihre Klitoris und in ihre Fotze rein und raus, ich merke wie sie immer feutchter wird und arbeite weiter. Mit der linken Hand und etwas Seife widme ich mich ihrem zweiten Loch und führ meinen Zeigefinger in ihren Arsch rein und massiere während ich sie vorne weiter vernasche…sie stöhnt immer härter und zieht mich hoch: ich führe meinen Schwanz in ihre enge feuchte Fotze ein und stoße was das Zeug hält…sie schreit vor Freude, wir küssen uns, unsere Zungen kreisen umeinander…fast muss ich kommen. Da ziehe ich sie aus der Dusche heraus und lege sie auf den Boden und stecke ihr meinen Schwanz in den Mund – tief rein, sie leckt und leckt mit ihrer Zunge, so geil…währenddessen befriedige ich ihre Fotze wieder mit meiner Zunge, ich kreise um ihre Klitoris und spüre wie der Saft aus ihr fließt – der leckere Fotzensaft…ich kann mich nicht mehr halten und komme in ihren Mund…sie schluckt und fingert sich an der Fotze…sie kommt auch…morgen gehe ich wieder joggen

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Il mio primo public anal sex

Mi trovavo in un bar con un mio amico nel mese di Agosto del 2002. Bevendo una birra e guardandoci attorno il mio amico mi propose di chiamare un paio di sue conoscenti le quali mi erano state presentate un anno prima ad una sagra. L’intenzione era quella di condividere la serata magari bevendo qualcosa assieme per poi andare a ballare. Dovevamo aspettare circa una mezz’ora perché loro non vivevano li vicino, ma con i bicchieri ancora pieni non ci preoccupammo di come spendere il tempo. Al loro arrivo eravamo alle prese con altri bicchieri che nel tempo avevano preso posto ai precedenti, offrimmo loro da bere e passammo circa un paio d’ore a scherzare con battute a doppio senso. Il mio amico mi confidò dell’interesse di una di loro nei miei confronti e forse lo avevo già capito visto che parlava solo con me. Ad un certo punto sentii il bisogno di andare in bagno….effetto della birra, mi scusai e mi allontanai. Dopo essermi alleggerito, mi lavai le mani ed in quello la ragazza, quella interessata a me, entrò nell’antibagno del bar e scherzando cominciò ad avvicinarsi. Evidentemente anche a lei era stato detto che non mi dispiaceva e forse, merito del vino veritas, qualcosa l’aveva spinta a farsi avanti….magari anche con l’aiuto dei discorsi affrontati prima. Naturalmente, essendosi avvicinata di molto, azzardai a posarle le mani sui fianchi, come per accompagnarla visto lo spazio stretto….sinceramente non volevo azzardare a buttarmici sopra rischiando una figuraccia. A questo punto lei posò le sue mani sul mio petto e mi baciò…in men che non si dica mi trovavo tra i pantaloni il solito bozzo da eccitamento. Lei, buttandosi su di me lo sentì e sorrise.
A quel punto mi allontanai e tornai al tavolo attendendo il suo ritorno dal bagno. Come tornò ricominciammo a parlare e affrontammo il discorso di cosa fare e dove andare…sarà stato forse il tocco precedente a farmi fare tale passo o forse no, però dissi “Andiamo in spiaggia?”, risposta della sua amica “A fare cosa? Non c’è nulla li?”, ed io “A fare sesso, cos’altro?”. La sua amica arrossì, io la buttai sul ridere ma fui colpito dallo sguardo di colei che sino a pochi minuti prima mi ci si era buttata sopra…era interessata. Ridendo e scherzando andammo a pagare e poi verso la macchina. la sua amica non era molto convinta del da farsi ma lei la fece azzittire con qualche parola che non ricordo o forse non avevo proprio ascoltato. Giunti alla spiaggia, il mio amico e la sua amica si sedettero su delle sedie fuori di un bar a chiacchierare mentre io e lei li salutammo dandogli appuntamento a più tardi. Inizialmente credevo che comunque non avrei cavato un ragno dal buco, ma giunti su degli scogli lei si sedette rivolta verso di me e cominciò a spogliarsi…pensai…magari vuole fare il bagno, ma a corpo completamente nudo disse “e allora? che fai?”. Nemmeno chiesto che ero già nudo, il mio membro le puntava dritto negli occhi, lei lo prese in mano e cominciò a masturbarmi con conseguente pompino. Grattava un po’ con i denti ma con tutto quell’alcol in corpo non badavo a tali sciocchezze. Dopo avermelo succhiato per un po’ si alzò e si girò dandomi la schiena, si appoggiò sugli scogli donandomi l’immagine di quel fondoschiena a violino…non ci pensai due volte, misi il preservativo e lo infilai nel primo canale. Dopo un popò di avanti e indietro le chiesi se le piacesse il rapporto anale, lei disse di si e…non attesi troppo tempo prima di inumidirle il buchetto per poi infilarglielo. E’ stata la mia prima volta in un luogo pubblico e per di più anale. L’atto è stato sublime, lei una gran maestra seppur più giovane di me. Unico difetto, che nonostante tutto mi eccitava, era il fatto che fosse come una gatta, graffiava e mordeva, per tre giorni avevo difficoltà a mettermi la maglietta per il bruciore alla schiena dovuto ai suoi graffi….ma da li comincia ad apprezzare la spontaneità femminile.

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Una notte infuocata

Il caldo iniziava a diventare stressante, la gente quando usciva per andare al lavoro o per fare altre cose per poco non sveniva. L’unica persona che sembrava sopportare con pazienza quel caldo secco era Laura, distesa sul letto nella sua camera da letto con il ventilatore che sopra la sua testa girava ormai da ore. Forse la bella 26enne non aveva neanche tanto bisogno dell’aria fresca che l’attrezzo le mandava addosso, stare in slip e reggiseno per lei era la soluzione migliore. Barabara, la fidanzata di Laura, si stava facendo una doccia per rinfrescarsi dopo essere tornata da una lunga e faticosa giornata lavorativa. L’acqua semi-fredda le scorreva lungo quel corpo perfetto che avrebbe fatto invidia a chiunque. Rimase un bel pò dentro la doccia e non solo per far scorrere l’acqua su di sè ma anche per divertirsi un pò da sola. . la ragazza infatti iniziò a stuzzicarsi lievemente in mezzo le gambe con una mano mentre con l’altra si stringeva un capezzolo intriso d’acqua. Un brivido d’eccitazione la percorse lungo tutto il corpo e dovette frenare la sua mano che si stava già dirigendo verso la sua vagina bagnata non solo d’acqua. Uscita dalla doccia, si buttò quasi controvoglia un asciugamano addosso come se non volesse asciugarsi per poter continuare a bagnarsi. Senza mettersi nessun vestito o altro, andò in camera dalla sua fidanzata che era ora sdraiata a pancia in giù con gli occhi chiusi come se stesse dormendo. Ma Laura lo sapeva bene che la sua fidanzata era sveglia così non perse tempo e le se andò a mettere a cavalcioni sulle natiche. Laura si stiracchiò un poco le braccia poi si lasciò baciare il collo dalla sua fidanzata che sopra di lei si stava già strusciando sul suo bel fondoschiena. Laura per poter godere insieme a Barbara, si girò a pancia in sù e iniziò a baciare appassionatamente e a toccare tutto il corpo nudo della ragazza che le stava sopra. Quasi colta da un impeto d’ira, Barbara smise di baciare le soffici labbra di Laura per toglierle con un solo gesto il reggiseno. Alla sola vista delle sue belle tette però, Barbara si sentì bagnare all’improvviso. Mettendosi con le sue gambe in mezzo quelle dell’amata iniziò a strusciarsi dapprima leggermente poi con sempre più foga. Ma non soddisfatta, iniziò a succhiare con avidità i capezzoli di Laura che sotto di lei gemeva di piacere. La sua vagina intanto continuava la sua opera: strusciarsi e sbattersi contro quella della sua fidanzata che però era ancora coperta dagli slip neri che portava. Le due raggiunsero un intenso orgasmo che colmarono con una lunga serie di baci. Subito dopo l’estasi raggiunta però, Barbara si accovacciò con la testa tra le gambe di Laura e con i denti iniziò a morderle gli slip che le erano solo d’intralcio in quel momento. Dopo una serie di piccoli morsi, prese quel tessuto che copriva la vagina della sua ragazza e lo gettò via. Quando poi Barbara si ritrovò sotto gli occhi la vagina depilata di Laura non poté non sorridere alla sua fidanzata che la guardava con un sorriso provocatorio pieno d’eccitazione. Senza pensarci due volte, Barbara iniziò a leccare le grandi labbra e con la punta della lingua la penetrò più volte. Laura al primo tocco ricevuto aveva iniziato una serie di gridolini quasi sottomessi che mano a mano diventarono sempre più acuti a causa dei continui piaceri che l’altra le dava. Con la lingua poi si dedicò al clitoride che sembrava pulsare come se volesse ricevere le stesse leccate che erano state appena date alle grandi labbra. Mentre lo leccava, Barbara infilò anche due dita spingendole il più infondo possibile. Laura s’inarcò con la schiena e con i le mani iniziò a stringere i lenzuoli sotto di sè. Visto l’effetto che aveva avuto quel gesto, Barbara decise di infilare anche un terzo dito e al tempo stesso leccò ovunque le capitasse. Laura in preda agli spasmi chiese ancora di più alla sua ragazza che l’accontentò aggiungendo un quarto dito. Dopo un penetra e lecca interminabile, Laura venne bagnando tutta la bocca e le dita della sua fidanzata che, a veder quella reazione, s’eccitò maggiormente. Lasciando Laura distesa sotto di sé, Barbara le se andò a mettere in ginocchio davanti la faccia e una volta lì iniziò ad auto-penetrarsi con la stessa mano che soli pochi istanti prima aveva usato per penetrare la ragazza che ora ferma a osservarla. Infilò un dito alla volta sotto lo sguardo eccitato di Laura che continuava a leccarsi di continuo le labbra. Barbara si spostò con il corpo poco più avanti fino ad arrivare a posizionarsi sulla bocca di Laura che accolse con piacere quella vagina umida. Da subito si diede da fare leccando e infilando la sua lingua dentro quella vagina che ad ogni singolo tocco subiva una scossa di piacere. Laura andò avanti per molto finché Barbara ormai raggiunti chissà quanti orgasmi, le se ripoggiò sopra e iniziò a baciare quelle labbra bagnate del suo stesso liquido. Le due si accarezzarono fino a notte fonda finché, una volta stremate non s’addormentarono.

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Das Glücksrad

Das Glücksrad

Er bindet Ihr ein weiches Tuch über die Augen und führt Sie in einen Raum. Sie spürt darin eine angenehme Wärme. Das knacken des Feuers sagt Ihr das ein Karmin im Raum brennt. Er führt Sie weiter und drehte Sie um. Sie spürte Seinen warmen Atem und fühlte wie sich kurz Seine Lippen auf die Ihren drücken. Es war kein richtiger Kuss, sondern mehr ein Hauch. Er sagte Sie solle etwas nach hinten gehen. Dann nahm Er Ihren rechten Fuss und steckte Ihn in so etwas wie einen Stiefel. Fast so wie ein Skistiefel. Er schloss den Schuh und Sie konnte Ihr rechtes Bein nicht mehr hochheben. Das gleiche tat er mit Ihrem linken Fuss. Nun nahm Er Ihre recht Hand, zog Sie nach oben und lies Sie ein Griff umfassen. Er fühlte sich hart aber auch gleichzeitig weich an. Es war ein Griff aus Leder. Plötzlich merkte Sie wie Ihre Hand an dem Griff festgebunden wird. Sie wollte erst protestieren aber diese Situation machte Sie einfach nur geil und Sie sagte auch nichts als Ihre linke Hand ebenfalls an einem Griff fixiert wurde. Danach spürte Sie wie Ihre Oberarme und Oberschenken ebenfalls angebunden wurde. Es tat kurzzeitig etwas weh, aber diese Bewegungslosigkeit und das Gefühl des völligen ausgeliefert sein, ließen nur den Saft der Erregung in Ihren Schoss schiessen. Da stand Sie nun. Die Füsse und Beine fixiert. Die Arme seitlich über Ihren Kopf auch fixiert. Der Kopf hatte in einer Vertiefung guten Seitenhalt. Sie war nackt, geil, blind und weiss nicht was geschehen wird. Sie spürte sich nur an so eine Art Kreuz gebunden. Sie genoss dieses Gefühl, mit jeder Faser Ihres zu allem bereiten Körpers. Dann spürte Sie wieder Seine Lippen. Diesmal folgte dem ersten leichten Hauch ein Kuss voller Leidenschaft. Ihre Zungen spielten miteinander und Sie schmeckten einander. Seine Hände hielten Ihren Kopf und wanderten dann langsam runter zu Ihren Brüsten bei denen schon die Nippel ganz hart waren. Er lies kurz von Ihr ab. Plötzlich durchzuckte Sie ein leichter Schmerz in Ihrer Brust. Erst in der Linken und dann in der Rechten. Der Schmerz wurde von einem Gefühl der Geilheit verdrängt als Sie spürte das Er an Ihren Nippel Klammern geklemmt hatte. Diese Klammer waren mit einer Kette verbunden und Sie spürte Sie gegen Ihren Bauch pendeln.Auf einmal hört Sie ein schabenes Geräusch, das klinkt fast wie der Riegel einer schweren Holztür. Und plötzlich dreht sich alles. Sie drehte sich. Sie hält sich an den Griffen fest und merkt wie Sie auf dem Kopf steht. Sie war nicht auf einem Kreuz fixiert sondern auf einer Art Drehscheibe. Die Kette und Ihre Nippelklammern folgen der Schwerkraft und reizen Ihre Nippel das Sie jetzt entgültig durchdreht. Dann spürt Sie Seine Zunge zwischen Ihren Beinen. Sie denkt “Du geile Sau, mich drehst Du einfach auf den Kopf und dann fickst Du mich mit Deiner Zunge im Stehen. Wie praktisch”. Seine Zunge kosten Ihren geilen Saft der schon in Strömen aus Ihrer geilen Muschi läuft. Er steckt Sie ganz tief in Ihr nasses Loch und leckt zwischendurch über Ihre pulsierenden Lippen und Ihren prallen Kitzler.Eine Seiner Hände zieht zwischendurch immer mal wieder an der Kette Ihrer Nippelklemmen. Sie ist so unwirklich geil, das Sie glaubt zu träumen, aber bei jedem Zug an der Kette erinnerte der geile Schmerz, das alles wirklich passiert. Er lies nun von Ihr ab. Sie spürte Ihn nicht mehr, aber Sie merkte das Er vor Ihr stand. Er beobachtete Sie. Genoß den Anblick Ihrer nach oben gespreizter Beine, Ihrer nassen, pulsierenen, glatt rasierten Muschi. Er genoß auch das fühl der Macht. Er konnte nun mit Ihr machen was Er wollte. Sie hörte ein schmatzenen Geräusch direkt vor Ihr. Sie wusste das Er vor Ihr steht und Seinen Schwanz wichste. Plötzlich merkte Sie, das Sie auf die Seite gedreht wird. Sie hatte kurz Panik das Sie runterfallen würde, aber Sie war so fixiert das Sie sich keinen Zentimeter bewegte. Da hing Sie nun auf der linken Seite und warte was passieren würde. Er nahm Ihren Kopf in die rechte Hand und die linke griff an Ihren Hals. Er hatte Sie fest im Griff und plötzlich spürte Sie Seinen Schwanz zwischen Ihren Lippen. Sie konnte sich kaum wehren und musste über sich ergehen lassen das Er Sie in den Mund fickte. Er würgte Sie leicht, hielt Ihren Kopf und stösst Seinen harten Schwanz in Ihren warmen, tiefen Schlund. Sie wurde immer geiler und genoss jeden Stoss. Er ist ein schönes Gefühl diesen geilen Schwanz zu schmecken, seine Größe und seine Wärme zu spüren. Er fickte Sie mal ganz vorsichtig und nur mit der prallen Eichel,dann wieder kraftvoll mit seiner vollen Größe. Sie drehte fast durch. Mit einem Mal hörte Er auf. Er drehte Sie wieder in die aufrechte Position und gönnte Ihr etwas Erholung. Ein Geräusch sagte Ihr, das Er so etwas wie einen Tisch vor Sie schob. Er band dann Ihre Arme und Hände los, beugte Ihren Oberkörper nach vorne und plötzlich lag Sie vorgebeugt auf einem Tisch. Ihre Hände umfassten wieder zwei Griffe an dem Er Sie erneut fesselte. Da lag Sie nun und warte ab was nun noch folgte. Sie hatte das Gefühl das hinter Ihr eine Tür geöffnet wurde. Ihr Gefühl bewahrheitete sich als Sie Seine Hände auf Ihren Hintern spürte. Er massierte Ihre Pobacken und wanderte dann mit rechten Hand zwischen Ihre Beine. Sie war so nass das sofort all Seine Finger in Ihr versinken könnte. Er fickte Ihre geile Muschi mit der Hand und plötzlich spürte Sie einen Daumen auf Ihren Poloch. Man ist das geil: dachte Sie. Er zog seine Finger wieder aus Ihrem Loch und Sie spürte wie sein harter Schwanz in Sie eindrang. Und Er fickte Sie. Mal schnell, mal langsam. Dann zog Er seinen Schwanz wieder ganz raus und kurz darauf rammte Er Ihn in seiner vollen Länge in Sie rein. Sie wurde verrückt vor Geilheit. Mit Seinem Daumen fickte Er dabei Ihren Po. Nachdem Er Ihr die Seele aus dem Leib gefickt hatte, zog Er Seinen geilen Schwanz aus Ihren Loch und klatschte mit den Händen auf Ihren Po und massierte wieder Ihren geilen Hintern. Er zog Ihre Backen auseinander und Sie spürte wie Er mit Seiner Zunge an Ihren Poloch spielte.Das machte Sie noch geiler als Sie schon war. Er leckte Ihren Anus, versuchte mit der Zunge einzudringen und machte Ihr Loch mit Spucke richtig nass. Dann nahm Er einen Finger und führte Ihn ein. Es dauerte nicht lange und Sein zweiter Finger folgte. Er weitete Ihr Poloch, zungelte zwischendurch Ihre Rosette und dazu massierte Er Ihre Backen, wobei seine Hand immer auf den Po klatschte. Sie war zu allem bereit und wollte nur noch Seinen harten Schwanz ganz tief in Ihren Anus spüren. Er folgte Ihrem Wünsch und drang ganz langsam in Sie ein. Er fickte ganz vorsichtig Ihren Arsch. Er spürte diese unglaubliche Enge und seine Bewegungen wurden schneller. Er zog seinen Schwanz wieder raus und drang mal nur mit der Spitze ein. Dann wieder ganz tief. Als Er wieder draussen war spürte Sie, das etwas großen in Ihre Muschi eindrang. Es war nicht sein Schwanz. Es war etwas kühler, etwas dicker und als Sie das brummen hörte und die Schwingungen spürte wusste Sie, es war ein großer Vibrator. Er fickte mit dem Kunstschwanz Ihre geile Muschi und drang mit dem Original wieder in Ihren Arsch ein. Sie dachte Sie platzte. Sie war so ausgefühlt wie noch nie. Er genoss auch Ihr enges Loch und die kräftigen Vibrationen aus Ihrer Muschi. Er fickte Sie und spürte wie sich sein Höhepunkt näherte. Ihr Atem wurde auch immer schneller, Sie stöhnte, Sie keuchte und dann entluden Sie sich beide in einem supergeilen Orgasmus. Sie zuckte mit Ihrem Unterleib und spürte wie sich sein Sperma in mehreren kräftigen Stossen in Ihrem Hintern ergoss. Der Vibrator fickte zusätzlich Ihre letzte Anspannung aus dem Leib. Dann lagen Sie noch eine Zeit erschöpft aufeinander bevor Er Ihr wieder das Tuch von den Augen entfernte, die Nippelklemme abnahm und Sie los band. Sie blickte sich um, sah vor sich den Tisch und hinter Ihr war die große runde Drehscheibe mit zwei festen Stiefeln, zwei Griffen und in der Mitte eine Türähnliche Klappe. “Aha”: dachte Sie “damit konnter Er mich also fixieren, drehen und sogar noch von hinten richtig schön durchficken. Ein Glücksrad der besonderen Art”. Er nahm Sie in den Arm, küsste leidenschaftlich Ihre vollen Lippen so, als wolle Er sich auch bedanken. Dann legten Sie sich auf einen Berg aus Kissen direkt vor den Kamin und schliefen Arm in Arm ein.

Ahoi der Seemann6

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Il custode del parcheggio

il custode al mare
Una primavera
Io e mio marito, siamo andati una settimana in vacanza al mare, abbiamo affittato un appartamentino in un residence.
Era già notte quando siamo arrivati con l’auto davanti alla guardiola del custode, con la sbarra chiusa e un cartello con scritto “parcheggio completo”, il gabbiotto era illuminato ma non si vedeva nessuno, mio marito scende dall’auto e va a guadare vedendo un posto proprio li accanto alla guardiola, un uomo sulla cinquantina arriva, ha una torcia in mano, si avvicina e senza neanche degnarci di molta attenzione illumina il cartello per farci intendere di leggere che non ce posto, lo chiamo io mentre scendo dall’auto e fermandomi davanti ai fari della macchina gli chiedo se almeno per quella sera possiamo metterla in quel posticino libero, l’uomo finalmente si gira ah un attimo di sgomento prima di rispondere.. i fari rendevano trasparente il mio vestito bianco… “Si vi apro subito”!!
Risalii in macchina e mio marito mi disse “certo che con gli uomini ci sai proprio fare…!!”
Parcheggiata l’auto, il guardiano divenne cosi galante che mi apri anche la portiera, e io da brava troia esibizionista scesi scosciandomi, il vestito era corto e sotto indossavo solo le calze autoreggenti, come al solito ero senza le mutandine.. lasciai ammirare al guardiano per bene il mio boschetto.. tra le cosce scendendo lentamente dalla vettura.
Finalmente eravamo arrivati ero stanca e anche se quell’uomo rude mi intrigava per quella sera andammo subito a dormire.
Il mattino seguente scesi in macchina per prendere alcune cose , il cancello era aperto la guardiola chiusa, lessi l’orario del guardiano era dalle 18 alle 2 di notte, accanto alla guardiola c’era una sedia, posato su di essa un giornalino a fumetti porno, che porco pensai mentre sfogliavo non senza una certa eccitazione quel fumetto.
L’appartamento sito al primo piano, era grazioso e il balconcino dava sul parcheggio proprio di fronte alla guardiola, alle 18 uscii a controllare se era arrivato sapevo di dovergli chiedere se ci lasciava il posto per tutta la settimana lì, quindi prima di uscire mi infilai un micro abito senza intimo sotto e che metteva bene in evidenza il mio seno prosperoso, quindi uscii.. Lui arrivò subito sotto il balcone e io con voce mielosa gli chiesi se potevo lasciare lì l’auto, lui concentrato nel guardarmi sotto la minigonna.. annuii..
Rientrata in casa mi resi conto che mi ero bagnata quell’uomo mi eccitava il suo essere cosi rude..
Per tutta la settimana mi scosciai davanti a lui, ero arrivata anche a sedermi a leggere sul balcone con le cosce aperte senza intimo sotto e lui dalla guardiola che guardava. l’ultima notte dopo aver parcheggiato lì accanto alla sua guardiola, io con una scusa dopo aver lasciato salire in casa mio marito ritornai alla macchina, mi sedetti lasciando la portiera aperta fingendo di cercare qualcosa sui tappetini mi scosciavo per bene.. Ha bisogno? mi chiese mentre si avvicinava, io rimasi scosciata avevo l’abitino cortissimo e la passera in vista, era li accanto, gli dissi che non trovavo un orecchino, forse è caduto sul tappetino o in cortile gli dissi che ci tenevo molto, lui si mise a cercarlo non gli fù difficile non trovarlo perché era accanto alla macchina, lo prese e me lo diede, gli dissi non so come ringraziarla con un tono di voce di chi aveva bevuto.. scesa dall’auto mi avvicinai a lui dandogli un bacio sulla guancia, l’uomo ne approfittò subito e mentre gli davo il bacio lui mi mise una mano sul culo e strinse tirandomi a lui schiacciandomi le tette contro il suo petto.. e facendomi sentire la sua eccitazione.. il porco si strusciava contro la mia coscia facendo salire anche in me l’eccitazione a****le che provavo vicino a quell’uomo.. mi spinse tra il muro e la guardiola si mise a baciarmi le tette liberandole dal vestito le sue mani mi frugavano nell’intimo della mia farfallina.. ero bagnatissima e sentire le sue dita aprirmi mentre l’orlo del vestito era risalito sino alla passerina già umida, le gambe erano tese e dure nello sforzo di controllare quella posizione e i muscoli dei glutei erano contratti come durante un esercizio ginnico; io respiravo profondamente, ed il contatto con il bozzo duro e prominente che premeva contro la mia coscia sinistra, mi faceva capire l’eccitazione del guardiano. Sentivo la sua mano fredda e umida dei miei umori scivolarmi su e giù sul clitoride, tenevo la testa all’indietro e gli occhi socchiusi, ma mi accorsi ugualmente, un po’ per il rumore dello zip, un po’ per il suo armeggiare con la mano destra, che si stava sbottonando i pantaloni, dopo lo schiocco di un elastico sentii qualcosa di molto caldo spingere con maggior insistenza contro la coscia… era grande come me lo immaginavo nei miei sogni di quella settimana durissimo e ben lubrificato. Spostò la mano destra sul mio sedere.. anche lui respirava rumorosamente, mentre quel suo affare mi strusciava e mi sbatteva sulla coscia con furia, come se volesse scoparmela come un cane. Io presi a dimenarmi, per la eccitazione che stava salendo e la voglia di sentire dentro di me quell’uomo e prima, che sfogasse l’eccitazione repressa dopo una settimana di provocazioni sulla mia coscia mi staccai da lui e mi chinai a prenderlo in bocca , è all’altezza del mio viso… i miei seni sono diventati di marmo… lui con una mano li accarezza, stringendomi i capezzoli, prima uno poi l’altro… mentre abbassa lo sguardo, dalla mia passerina colano umori che scorrono lungo le cosce…con un dito mi sfioro il clitoride… le tempie mi pulsano per l’eccitazione… lo afferro per le natiche e affondo la faccia contro il suo cazzo mentre scompare nella mia bocca, sempre più giù, in gola… la sento piena, mi fermo un attimo senza muovere la testa ne la bocca, per sentire fin nelle viscere quella sensazione di pienezza… poi lo faccio uscire… strofino la cappella sul mio viso aspirandone l’odore e sui capezzoli…mio marito è su in casa a pochi metri sa cosa sto facendo e sicuramente spia dalla finestra, e ciò aumenta ancora di più l’eccitazione… inghiotto lentamente il cazzo ancora, lentamente, lo faccio uscire dalla bocca, leccandolo piano… continuo a leccarlo, come un gelato, mentre con la mano lo masturbo… lo inghiotto di nuovo, iniziando un lento su e giù di labbra e bocca, succhiandolo… la lingua scende veloce fino ai coglioni, gonfi da scoppiare… li prendo in bocca, prima l’uno poi l’altro… mentre la mano va al il clitoride… sono un lago… succhio e lecco, sempre più veloce…. Ho voglia adesso di sentirlo dentro… alzata di nuovo mi girai contro il muro con le mani aperte appoggiata ad esso lui dietro di me con le mani sulle mie tettone penzolanti stringermele mentre il suo membro fra le mie cosce, che subito strinsi intorno ad esso come in una morsa di carne. Mi abbandonai contro il suo corpo, la sua lingua che mi penetrava nell’orecchio come un serpente, le sue mani che mi strizzavano dolorosamente le tettone.. ed il suo cazzo fra le gambe, duro e gonfio che mi scopava in maniera brutale… le gambe mi stavano cedendo il suo cazzo lo sentivo dentro l’utero lo sentivo dentro la testa il suo odore le sue grandi mani… l’orgasmo fu intenso.. mi chinai a finire il lavoro che avevo iniziato prima volevo il suo sperma… l’idea di bere la sua sborra mi fa impazzire… lo riprendo a succhiare, la testa si muove sempre più veloce… finche sento l’uomo inarcarsi leggermente, senza un grido…una cas**ta di sborra mi invade la bocca… ingoio quel liquido caldo, una piena che mi esce dalla bocca e sgocciola sul mio seno…mmm quel sapore mi da alla testa continuo il pompino finché non esce più nulla… ma continuo a leccare il cazzo dell’uomo, ripulendolo completamente.
Sazia e soddisfatta salgo in casa dal mio maritino, lo trovo con il cazzo in mano duro si stava segando dopo aver spiato tutto con il binocolo, mi fa chinare a novanta contro il tavolo le sue mi insalivano l’ano punta la sua cappella e spinge.. il mio secondo canale si dilata mentre il suo pene entra tutto fino alla radice.. pochi affondi e sento il suo sperma caldo nel mio intestino.. dopo essersi scaricato mi sussurra “ sei una grandissima troia”…

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L’avventura nel bosco!

Tutto ebbe inizio un giorno, quando Ago chiese ad Ala di uscire. Ago è un ragazzo di ventidue anni, atletico e con tanta voglia di “divertirsi”. Ala è una ragazza di diciassette anni non molto in forma sportivamente, ma è molto solare e le piace partecipare a qualsiasi tipo di avventura.

Al fatidico giorno, i due si incontrarono.
-“Dove andiamo?” chiese Ala.
-“Ti andrebbe di esplorare la natura?” rispose Ago.
-“Certo! Sai bene quanto mi piaccia! Andiamo in quella distesa di alberi e prati?” ala era entusiasta.
-“Esattamente.” anche Ago non vedeva l’ora.

I due sono amici di lunga data, ma sono usciti assieme poche volte e, sopratutto, senza mai fare nulla di concreto: delle semplici uscite a prendere una bibita, per esempio. Anche quella di oggi doveva essere un’uscita tranquilla.
I due finalmente arrivarono in quel bosco.
-“Ci sono stata tanto tempo fa.. spero di non perdermi!” si preoccupò Ala.
-“Tranquilla, il bosco è molto piccolo, è difficile perdersi! E poi, ci sono qua io!” la rassicurò Ago.
Iniziarono a camminare tra i sentieri sterrati, passarono attraverso dei cespugli, evitarono delle strade fangose e, dopo una bella camminata chiacchierando tranquillamente, arrivarono ad una distesa d’erba circondata da alberi e cespugli.
-“E adesso? Siamo usciti dal bosco e siamo finiti in questa enorme distesa d’erba! E’ meraviglioso!” Ala era nuovamente felice.
-“Ti piace? Che ne dici di rincorrerci come due bambini?” rispose Ago iniziando a correre nell’erba.
-“Ehii! Fermati! Ora ti prendo!” iniziò a correre anche Ala.

Tra i due Ago era molto più agile e veloce, Ala invece aveva dei movimenti più lenti.
-“Daiii, fermati! Così non ti raggiungerò mai!” disse Ala ridendo sapendo di non avere possibilità.
-“E va bene! Mi fermo qui! Prendimi!” Ago si girò verso di lei fermandosi e spalancando le braccia.
La giovane ragazza iniziò a precipitarsi verso l’amico e, a pochi metri di distanza, fece un salto per abbracciarlo. Entrambi però sottovalutarono le potenzialità della ragazza: il giovane non era in grado di fermare un peso in corsa e tutti e due caddero a terra, abbracciati. Si trovarono distesi a terra, Ala sopra Ago.
-“Scusa, scusa, scusami…” si vergognò Ala e cercò di allontanarsi dall’imbarazzante situazione.
-“Tranquilla, è stato divertente.. e poi mi piace trovarmi in questa posizione.. con te.” ribatté Ago stringendo la ragazza ancora più forte.
-“Ma noi siamo…. ehi, perché mi stringi così forte?” La giovane era diventata tutta rossa per la vergogna e l’emozione. Non riusciva più a liberarsi e allora decise di aggrapparsi ancora di più al ragazzo. Continuò:”Beh, effettivamente anche a me piace stare in questa posizione con te..”.
Il ragazzo girò la testa e baciò gentilmente la sua tenera guancia rossa.
-“Io ho caldo e tu?” un commento improvviso e quasi senza senso della giovane: evidentemente era molto eccitata nel rimanere in quella posizione con quel ragazzo. Era da tanto tempo che Ala aspettava un’uscita simile, anche se non si sarebbe mai immaginata di trovarsi in posizioni così intime.
-“Anche io ho caldo. Se vuoi possiamo spogliarci un poco”. Ago si alzò leggermente e chiese alla tipa di togliergli la maglietta. Al tempo stesso lui tolse la maglietta a lei. Ago rimase quindi a torso nudo e finalmente vide quel bellissimo reggiseno rosa della sua amica. Era molto carino, ma sopratutto nascondeva due tette enormi. Ago non riuscì a res****re e gli palpò quella destra.
-“Ehiiiii, cosa.. stai facendo…?”
-“Ti va di giocare un po?”
-“Maa… mmmh.. mi vergogno”
-“Però ti piace!”
-“Basta!! Toglimi anche il reggiseno!”

Ecco che spuntarono le due tette enormi della ragazza, che quasi schiacciarono la faccia al giovane disteso sotto. Egli ne approfittò per leccare quei teneri capezzoli e, con la mano usata prima per palpare, ora iniziava a sfregarla sui pantaloncini della piccola.
-“Puoi fare lo stesso con me, se vuoi” disse Ago.
La ragazza non riusciva quasi più a parlare perché continuava a gemere dal piacere, era eccitatissima e iniziò a passare le sue mani tremolanti sul petto nudo del giovane. Gli toccò i capezzoli e anche lei iniziò a stringere quel “gonfiore” che aveva notato nei pantaloncini del ragazzo.
Il giovane era anche lui eccitato, ma non godeva molto in quanto la ragazza non riusciva ad aprire e chiudere la mano per bene per colpa dei pantaloncini. Allora fermò per un momento i movimenti di quest’ultima e si levò i pantaloncini, rimanendo con le mutande.
-“Posso?” La giovane rimase stupida: il “gonfiore” sembrava crescere sempre di più e non resistette. Facendo finta di stringere male le mutande, fece uscire il pisello da un lato e subito lo andò ad accogliere nella sua calda bocca.

Ora anche il ragazzo iniziò a godere moltissimo e si levò del tutto le sue mutante. Al tempo stesso spogliò nuda anche la giovane. A questo punto entrambi erano nudi, una sopra l’altro.
-“Scusami, Ago, ho paura di aver rovinato la nostra amicizia..” si fermò Ala.
-“E perché mai? Io penso che invece ora essa si sia rafforzata, diventando dei veri amici intimi. Mi piaci un casino!” la rassicurò Ago.
-“Anche tu mi piaci. Non sono mai stata così tanto eccitata in vita mia. Voglio provare a fare quella cosa”.
-“Non vedo l’ora”.

Essi quindi iniziarono il loro primo rapporto sessuale, entrambi godettero urlando più forte che poterono: tanto nessuno era nei paraggi per ascoltare. Alla fine entrambi vennero assieme, entrambi si sborrarono addosso e si “pulirono” strusciandosi a vicenda rotolandosi nell’erba.

-“Non vedo l’ora di tornare ad esplorare la natura e la foresta” disse, una volta che si erano ripresi dallo sforzo, la giovane Ala.

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Cosa non si fa per i figli

Mi chiamo Massimo, ho quarantasette anni, ho una figlia di venti anni (Giorgia) e sono divorziato da cinque anni. I rapporti con la mia ex moglie non si possono certo essere definiti idilliaci visto l’astio che ci portiamo indietro da ormai molti anni quando, con Giorgia ancora quattordicenne, mia moglie mi disse che non mi amava più, che aveva una relazione da un anno con quello che consideravo il mio miglior amico, e che avrebbe richiesto il divorzio.
Da allora la mia vita è stata una sofferenza continua che era alienata soltanto da quei pochi giorni che riuscivo a passare con Giorgia fino a quando purtroppo, vuoi per la mancata attenzione da parte della madre vuoi anche per quella della figura paterna, non è entrata in una brutta comitiva ed è diventata tossicodipendente.
Per cercare di risolvere questo problema, per la prima volta dopo tanti anni, mi sono incontrato con la mia ex decidendo di comune accordo di trasferire Giorgia a casa mia.
La reazione della ragazza non è stata certo incoraggiante in quanto attribuiva molte colpe al sottoscritto, per il fatto di non aver lottato per restare a casa e di aver, addirittura, abbandonato la madre nelle mani di un coglione.
Pensavo fossero parole dovute al momento e alla situazione (magari s’era fatta una canna), ma ho scoperto, con molta e dolorosa sorpresa, che era veramente il suo pensiero.
I miei tentativi di spiegarle come fossero effettivamente andate le cose, che ero stato tradito e che il divorzio non era stata una mia scelta, sono stati inutili.
“Se è vero quello che dici perché non hai lottato ugualmente? Potevamo essere una famiglia felice anche se la mamma amava un altro uomo. Ogni volta che ho avuto bisogno di te non c’eri. Quando poi stavamo insieme mi rendevi felice per uno/due giorni e poi tornavo a casa e stavo ancora più male”
“Ma come potevamo essere felici se ogni volta che entravo a casa era una discussione continua con tua madre? Qualunque cosa facessi non le stava bene. Non era possibile vivere così”
Questi erano i litigi che giornalmente c’erano tra di noi senza aver la possibilità di una tregua (mi sembrava di essere tornato a vivere con la madre) e con l’aggiunta dell’apprensione quando usciva e la paura del futuro che ci aspettava.
Comunque dopo quattro mesi di guerra abbiamo trovato un tacito accordo che ha cambiato del tutto la mia vita. Il comportamento di Giorgia è lentamente cambiato passando dal fare la spesa fino ad arrivare a cucinare la cena. Le volte che usciva erano sempre più rare ed il più delle volte ci ritrovavamo in salotto a guardare la televisione.
Il mio umore è migliorato, sono diminuiti i pensieri che mi attanagliavano il cervello, e, devo ammetterlo, dopo cinque anni ho mangiato anche qualcosa di commestibile. Forse proprio la mia incapacità di cucinare ha obbligato Giorgia a occuparsi della casa, almeno per quanto riguardava la spesa ed il cucinare.
L’armonia che si era instaurata tra di noi mi riportava indietro di molti anni, all’inizio del matrimonio, quando vivevo felice con la donna che amavo.
I miglioramenti di Giorgia, che sono stati eccezionali tanto che da diverso tempo non prendeva droghe, si intuivano dall’allegria con cui viveva ora la sua vita e dal suo aspetto che era diventato molto curato.
Qualche seduta al centro estetico, una ritoccata ai capelli e quattro salti in palestra l’avevano cambiato molto al punto che non sembrava più la ragazza venuta a vivere con me pochi mesi prima. Inoltre il mancato interessamento della madre ha fatto capire a Giorgia, almeno questa è la mia speranza, che tutto quello che le avevo detto era la pura verità.
“Quando cercherai una nuova compagna? Usciamo a fare quattro passi al centro?”
”E tu quando ti farai un ragazzo? Una bella ragazza come te non dovrebbe faticare a trovarne uno! Guarda se ti va bene ci organizziamo per domani sera”
Come erano cambiati i nostri discorsi! Sembravamo quasi due innamorati.
Sinceramente ora mi preoccupava il fatto che Giorgia non uscisse più, sapevo che aveva superato il momento critico, volevo che ritornasse a vivere la sua gioventù. Anche io avevo nostalgia della libertà perduta in tutti questi mesi. Non ero più uscito da solo, non avevo avuto più incontri amorosi, non avevo più fatto sesso.
L’astinenza iniziava a pesarmi e la presenza di Giorgia aumentava i … pensieri. C’erano volte in cui, quando guardavamo la televisione, si presentava in salotto vestita solamente con una maglietta sbracciata ed un paio di calzoncini creandomi delle difficoltà … fisiologiche che mi mettevano in imbarazzo. Quelle volte era una lotta continua con me stesso per non sbirciare il seno di Giorgia o, quando portava quei pantaloncini lisi, qualcos’altro.
Una sera in cui in televisione non c’era nulla di interessante abbiamo iniziato a parlare del più e del meno e per la prima volta Giorgia mi ha raccontato, senza nessun imbarazzo e pudore, delle sue esperienze vissute, della delusione della sua prima volta o di quando, sotto effetti di stupefacenti ed in compagnia di qualche sua amica, aveva avuto dei rapporti saffici oppure di quando si masturbava sentendo i gemiti della madre che faceva sesso con il compagno.
Questa confessione mi lasciò esterrefatto ed eccitato (sono convinto che Giorgia se ne accorse) tanto che con una scusa sono dovuto andare in bagno per riprendere il controllo della situazione.
Quando rientrai in salotto trovai Giorgia che piangeva
“Scusa papà non dovevo parlare di mamma. Mi dispiace”
“Non ti preoccupare, Giorgia, quella è una ferita che non esiste più! E’ come se fosse guarita”
“non dovevo comunque. Perdonami”
“e’ tutto passato” le risposi dandole un bacio in fronte “ora è giunto il momento che vada a letto”
“io resto ancora un po’ qui. Buonanotte”
Mi giro e mi rigiro nel letto da almeno due ore ripensando a ciò che mi ha raccontato Giorgia delle sue esperienze e mi ritrovo di nuovo eccitato e preoccupato. Io amo mia figlia ma sono suo padre. Il solo pensiero di aver un rapporto i****tuoso con lei mi impaurisce ma allo stesso tempo mi eccita molto.
Quando la mattina successiva entro in cucina ancora assonnato trovo Giorgia davanti ai fornelli a preparare il caffè.
“Buongiorno Giorgia”
“Buongiorno papà. Senti potrei far venire un’amica questo pomeriggio. Viene a Roma per questo fine settimana e mi piacerebbe rivederla”
“Certo non ci sono problemi. Se vuoi vengo dopo cena così non disturbo.”
“Grazie ma mi piacerebbe che la conoscessi anche tu”
“Perché”
“Bhè Diciamo che potrei andare qualche giorno a casa sua e preferisco farti stare tranquillo”
“Ok allora ci vediamo nel pomeriggio”
Quando nel pomeriggio tornai a casa trovai Giorgia che rideva in compagnia di una deliziosa ragazza mulatta.
“Papà ti presento la mia amica Luana. Ci siamo conosciute due anni fa in una discoteca.”
“Piacere Massimo” mi presentai “hai fatto buon viaggio?”
“Sì grazie. E’ stato un po’ noioso ma ne è valsa la pena. Amo Roma, ci abitavo, ma ora mi sono trasferita a Torino. Città bruttissima.”
“Posso sapere qual è il motivo del tuo viaggio? E’ un viaggio di piacere o cos’altro?”
“Per tutti e due i motivi. Lunedì mattina ho un colloquio di lavoro e nel frattempo spero di divertirmi”
“Bene. Mi ha fatto piacere conoscerti. Ora vi lascio sole.”
Non ero ancora uscito dal salotto che già le sentivo ridere. Beata gioventù, pensai. Ero indeciso su come comportarmi, se dovevo invitare Luana a pernottare da noi ma, passando davanti alla camera di Giorgia, notai che aveva già provveduto a tutto lei. Infatti sul suo letto matrimoniale era posata la valigia di Luana disfatta a metà.
Ritornai quindi sui miei passi e, rientrando nel salotto, notai che il brusio delle loro chiacchiere si era interrotto in modo brusco ed un imbarazzo evidente appariva nelle loro facce (almeno in quella di Giorgia con quel rossore).
“Ragazze avete intenzione di uscire questa sera? Io vado a farmi una pizza qui vicino. Mi fate compagnia?”
“Sei grande papà. Era proprio quello che avevamo pensato anche noi. Luana è un po’ stanca e preferirebbe riposare per questa sera. A me non va di cucinare, quindi veniamo con te”
“Se non disturbiamo ..” disse Luana
“No. No. Mi fa veramente piacere. Usciamo alle otto così non troviamo troppa gente, e per le dieci staremo a casa”
Erano circa le nove quando ci portarono l’antipasto di mare accompagnato da un buon vino bianco della casa. Le chiacchiere e gli aneddoti fecero passare in modo veloce il tempo ed il vino dolce e frizzantino incrementò l’allegria che si era impossessata delle ragazze tanto che sembravano quasi sbronze.
Dopo un risotto alla crema di scampi ed una frittura mista a testa tornammo a casa.
“Chi vuole un caffè” domandò Giorgia appena arrivati a casa “a me serve proprio”
“Sì brava, anche a me” rispose Luana togliendosi il maglione e restando con una camicetta mezza sbottonata
“Mi metto comodo e vi raggiungo”
Al ritorno mi trovai davanti una visione che descrivere insolita è dir poco. Infatti Giorgia e Luana si stavano baciando in bocca.
Mi fermai giusto in tempo per non farmi vedere e feci un po’ di rumore per avvertirle del mio arrivo. Entrai quindi come se niente fosse trovando Giorgia intenta a controllare il caffè e Luana, imbarazzatissima, ad abbottonarsi la camicetta.
“Ragazze prendo il caffè e vado a letto. Sono proprio stanco” dissi “grazie per la bella serata”
“Papà rimani con noi. Noi non siamo stanche e vorremmo divertirci un po’. Con te sarà meglio”
Luana fulminò Giorgia con uno sguardo non capendo le intenzioni di mia figlia e anche io rimasi di sasso perché tutto mi aspettavo tranne che questo. Pensavo che … avevano altre intenzioni (e quello sguardo di Luana lo confermava) e che era un invito di routine ma poi Giorgia si avvicinò a me dicendomi “Ti prego resta con noi”. Aveva un’aria insolita, forse dovuta alla sbronza, e aveva gli occhi lucidi come se avesse pianto o si controllasse per non farlo.
“D’accordo ma solo per dieci minuti.” Risposi sedendomi sul divano accanto a Luana.
Giorgia, dopo aver servito il caffè, si volle mettere a sedere sul divano accanto a me obbligandomi quindi a spostarmi sul centro.
Mi ritrovavo circondato da donne, e vuoi per il vino e vuoi per la visione precedente, con una erezione che difficilmente riuscivo a nascondere
“Papà so che prima ci hai visto. Luana è quella ragazza con cui ho avuto rapporti sessuali e che mi ha fatto provare la vera gioia del sesso. L’ho invitata per aiutarmi a … farmi un regalo”
“Non ho preclusioni in materia. Ciascuno è libero di vivere la vita sessuale come vuole. Non capisco, però, il motivo per cui mi hai obbligato a …” in quel mi si gelò il sangue e capii. Il regalo ero io. Doveva essere così.
Sì era così.
“Massimo” intervenne Luana “Giorgia ha avuto delle brutte esperienze con gli uomini. E’ stata violentata quando aveva diciassette anni e da allora non è riuscita a vincere la paura dell’uomo. Ha visto in te la gentilezza e l’amore e vorrebbe ….. provare a …. vorrebbe vincere questa paura con il nostro aiuto. Io sono qui per questo motivo ma pensavo che sarebbe successo con più calma”
Guardai Giorgia che piangeva silenziosamente davanti a me l’abbracciai iniziando anche io a piangere pensando al dolore che aveva provato e a quello che mi richiedeva.
“ma io sono tuo padre. Non possiamo fare una cosa del genere.” Farfugliai mentre stringevo con sempre più intensità Giorgia tra le mia braccia
“Ti prego papà fallo per me. Ho iniziato a drogarmi per questo motivo. Ora ho superato quel problema ma devo e ripeto devo superare anche questo. A me piace Luana, lei mi ama mi ha sempre amato, ma non posso scegliere di amare una donna quando … non ho la possibilità di amare un uomo. Non è una scelta ma un’imposizione. Aiutami, ti prego.”
“e cosa dovremmo fare? Come dovremmo fare? Non capisco più nulla”
“Massimo guarda è semplice. Devi avere un rapporto con tua figlia. Devi cancellare tutte le sue paure. Con il tuo amore devi farle rivivere tutto quello che ha subito con la ferocia. Io sarò lì per aiutarla. Sono lesbica quindi mi interessò solamente di lei.”
“D’accordo” risposi di getto sapendo che non avevo scelta
“Grazie papà. Sei unico. Ora io e Luana ci prepariamo ed andiamo nella tua camera da letto. Raggiungici tra dieci minuti e … grazie per quello che stai facendo e per quello che farai. Ascolta i consigli di Luana”
Quando sentii le ragazze entrare nella camera da letto andai al bagno per farmi una doccia per poi entrare nella camera da letto.
In questa c’era una luce concentrata sul letto dove vidi Giorgia e Luana intente a leccarsi la fica in un classico sessantanove con Luana sopra Giorgia. Questa vista mi eccitò ancor di più (se possibile) e rimasi a guardare mentre si leccavano e succhiavano la fica mandando gemiti di piacere.
Mi avvicinai al letto e con titubanza provai a carezzare la persona che più mi era vicina e cioè Luana. Questa sembrò ben accettare ma dopo pochi secondi si spostò per lasciami il campo libero. Vidi Giorgia aprire gli occhi e sbarrarli alla vista del mio eccitato cazzo (venti centimetri) e bloccarsi.
“Giorgia non ricordare. Io sono qui con te. Sentirai sempre la mia presenza” le parlò con dolcezza Luana “ora devi fare quello che hai sognato per tanto tempo. Cancellare le tue paure rivivendo quella brutta esperienza con l’uomo che più di tutti ti ama in questo mondo”
“Ho paura” disse Giorgia avvicinando la bocca al mio pene
L’accarezzai su una guancia con delicatezza avvicinandomi sempre di più a lei e alla sua bocca. Dopo pochi secondi sentii il suo calore avvolgermi la cappella
“Brava Giorgia così con calma. Muovi leggermente la testa per aiutarti, brava così” queste sono le parole che mi uscirono in un lamento “Humm .. brava .. così .. fermati quando vuoi”
Nel frattempo Luana era intenta a leccare e titillare il clitoride di Luana mentre con la mano sinistra si sgrillettava la fica.
Giorgia aveva trovato il ritmo giusto e sembrava non trovare difficoltà nel proseguire “Giorgia, amore se continui così ti vengo in bocca” dissi tra un lamento e l’altro “Papà devo rivivere tutto” mi rispose Giorgia togliendosi il pene dalla bocca “quindi dovrai venirmi in bocca. Poi .. si vedrà” detto questo si rituffò sul cazzo con ancora più convinzione ciucciandolo ancora meglio di prima tanto che non resistetti a lungo e le inondai la bocca
“Giorgia .. Giorgia .. sììì brava cosìììììì ohh godo godo godooooooo” urlai mentre vedevo che anche lei aveva raggiunto un orgasmo sobbalzando sul letto con Luana che le infilava la lingua e qualche dito nella fica.
Giorgia inghiottito quello che poteva chiese a Luana di mettere la fica sulla sua bocca per ringraziarla dell’aiuto e per farla godere visto che era l’unica che non aveva raggiunto l’orgasmo.
Luana non se lo fece ripetere due volte e si piazzò subito sul viso di Giorgia strizzandosi le tette per aumentare la goduria. Il mio cazzo era rimasto in semi erezione e iniziai quindi a stimolarlo per risvegliarlo del tutto quando, del tutto inaspettativamente, vidi la bocca di Luana avvicinarsi titubante.
“Guarda che non mozzica. Prova anche tu. Non mi offendo se poi lo sputi fuori.” Dissi più scherzando che per altro, ma Luana mi sorprese posando la lingua sul glande, come se lo volesse assaggiare, e poi se lo fece entrare nella bocca.
“brava, così … attenta ai denti .. ok .. brava … “
“Luana cosa stai facendo” si sentì una vocina arrivare dal basso “mi rubi l’uomo?”
“Giorgia tranquilla sono tutto tuo, per oggi. Poi se Luana vorrà domani sarò suo. Ora però dimmi cosa devo fare. Non vorrei arrivare pure con lei.”
“Ora ti faccio vedere, papà. Luana lascia quel cazzo e distenditi sul letto. Bene ora … mi dovrai prendere da dietro. Io intento mi lecco Luana”
“Ok. Tu stai tranquilla, sarò dolcissimo. Avvertimi se vuoi che mi fermi”
Mi ritrovai dietro al culo di mia figlia con la faccia di Luana che faceva capolino dalle sue gambe e questo mi eccitò non poco. Indirizzai il glande verso la fica di Giorgia quando sentii la mano di Luana prenderlo per poi posarlo con tutta la calma possibile sulle grandi labbra “Giorgia sei pronta” chiesi e al suo cenno affermativo feci entrare solamente il glande per poi fermarmi.
“Piano papà, piano” sussurrava Giorgia tremando
“vieni tu incontro a me. Così sarai tu a comandare”
Appena detto percepii il leggero movimento di Giorgia che si avvicinava sempre di più al mio inguine fino a quando le mie palle non le toccarono il culo.
“ohhhh è bello così .. “
“sììì , sìììì” gemevo io mentre sentivo Luana leccarmi le palle “Giorgia muoviti come vuoi. Io quando starò per venire ti avvertirò ed uscirò da te. Non voglio certo metterti incinta.”
I primi movimenti furono molto lenti e accompagnati da gemiti di piacere di Giorgia che sempre di più dimostrava di apprezzare quel palo che si ritrovava nella sua fica. Anche Luana gemeva di piacere continuando a leccarmi le palle movendosi poi verso il mio ano dove infilò la sua lunghissima lingua.
I continui lamenti che riempivano la stanza si tramutarono poi in grida quando Giorgia urlò il suo orgasmo “sììì che bello .. mi piace .. mi piace .. papà rompimela .. rompimela .. fammelo sentire tutto siiiii … godoooo”
Presi quindi il comando dell’azione stantuffando la fica di mia figlia con colpi veloci e forti affondandole ogni volta il cazzo sempre più in fondo
“Tiè .. tie.. tiè … ohhhhh .. .. sìììììììì … tiè”
“Godo papà … ancora sììììì … godo di nuovo ….. oddio che bello … sììì” urlava ormai Giorgia continuando a leccare la fica di Luana
“Giorgia .. sto venendo .. sto godendo … “ tolsi il cazzo da quell’infuocata fica ed iniziai a spararle fiotti di sperma bollente sul culo
“Sìììììììì godoooo … godooooooo … dammelo dammelo” sentii Luana urlare il suo piacere ed afferrarmi l’uccello che subito si infilò in bocca.
Giorgia si spostò girandosi verso di me e guardandomi negli occhi mi disse “Papà sapevo che non mi avresti delusa. Sei stato fantastico” e mi baciò in bocca giocando con la mia lingua. La sua aveva un sapore acre, sapeva di sperma mischiato con gli umori vaginali di Luana.. Ci raggiunse anche lei che ci abbracciò avvicinando anche la sua bocca alle nostre unendosi in bacio a tre.
“Massimo, sei bravissimo e dolcissimo. Mi aveva sempre fatto schifo andare con un uomo ma con te è stato diverso.”
“papà, recupera bene le forze che non abbiamo ancora finito”
“come?”
“ebbene sì manca ancora un buco”
“Giorgia mia, anche lì. Povera bambina mia. E io non ho mai capito nulla. Perdonami.”
“No papà quello non me l’hanno toccato. Non hanno fatto in tempo perché sentirono arrivare gente e scapparono. Ma questo sarà il tuo regalo. Tu mi hai regalato la gioia del sesso ed io ti regalo questo” disse toccandosi il culo
“Giorgia non posso. Non ce la farei neanche se lo volessi. E poi non ho bisogno di questo genere di regali. Mi basta saperti guarita.”
“Papà senti un domani qualcuno me lo chiederà, magari mio marito. E io non lo potrò fare perché mi ritornerà in mente quella volta e non questa. Quindi ti prego, fallo per me. Domani sarai più fresco e riposato. Ne riparleremo”
La mattina seguente mi alzai alquanto turbato per quello che era successo ma soprattutto per il godimento che avevo provato. Mi vergognavo di ciò ma … la carne è carne.
Quando uscii di casa le ragazze dormivano abbracciate e seminude e quella sola vista bastò per farmi eccitare di nuovo.
Con una scusa riuscii a liberarmi dagli impegni di lavoro presi precedentemente tanto che verso le due rientrai a casa che, con rammarico, trovai deserta. Non sapendo quando sarebbe tornata Giorgia con l’amica decisi di fare un salto al supermarket per fare la spesa.
Stavo salendo le scale quando sentii la risata di Giorgia uscire dal mio appartamento. Al mio ingresso fui travolto in un abbraccio affettuoso da parte di Giorgia seguito, dopo pochi secondi, da quello, più controllato, di Luana.
“ciao papà già a casa?”
“Si. Oggi non avevo impegni nel pomeriggio” mentii “e voi come mai state a casa? Pensavo che sareste rimaste fuori almeno fino a cena.”
“Il tempo non è granché e poi preferirei terminare il discorso cominciato ieri sera” mi rispose mia figlia timidamente
“Giorgia non possiamo continuare così. Sono tuo padre e ti ho aiutato ma penso che sia giunto il momento di chiudere definitivamente con queste cose. Non possiamo … “ non riuscii a terminare vedendo il viso di Giorgia rattristarsi e dei lacrimosi spuntare dai suoi bellissimi occhi
“papà ti prego. Solamente un’altra volta e poi ti giuro che non ti chiederò più nulla. Ti prego”
“Dai Massimo” si intromise Luana “falla contenta. Anzi facci contente”
“Ma ragazze ci sono tanti giovani che sarebbero ben contenti di stare al mio posto. E’ una cosa .. è un peccato carnale… è contronatura”
Giorgia tentava inutilmente di controllare le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi lucidi ed anche Luana aveva una faccia triste. Mi sentii in colpa perché anch’io sentivo il desiderio di toccare e possedere quei bellissimi corpi ma non potevo.
“Giorgia vieni qui” Luana ruppe l’imbarazzante silenzio richiamando accanto a lei mia figlia dandomi così la possibilità di andare in cucina e togliermi dalla loro vista.
Sentivo Luana coccolare mia figlia che aveva ormai iniziato a piangere in modo sommesso e questo mi fece sentire ancora più in colpa per quello che era accaduto. Mi aspettavano un pomeriggio ed una sera imbarazzante e non sapevo come risolvere la questione. Decisi quindi di uscire un poco per schiarirmi le idee e permettere loro di superare il difficile momento.
Quando rientrai verso l’ora di cena capii subito che era successo qualcosa tra le ragazze. Guardavano entrambe la televisione ma in luoghi diversi. Luana era in salotto con addosso ancora i vestiti indossati la mattina mentre Giorgia era in pigiama in camera sua con un’aria ancora più rattristata. Chiesi alle ragazze cosa fosse successo senza ricevere risposte. Quel silenzio pesava come un macigno dentro di me.
“chi viene a cena con me?” domandai con la speranza di sentire le loro voci
“io” rispose Luana mentre Giorgia continuava a tacere.
Preoccupato entrai nella sua stanza e solo allora capii che dormiva. La coprii con una leggera coperta e poi uscimmo di casa.
Durante la cena l’atmosfera tra noi migliorò tanto che venni a sapere che Luana aveva tentato di calmare Giorgia inutilmente, almeno all’inizio. Poi improvvisamente Giorgia aveva cercato di baciarla allungando le mani verso il suo corpo. La sua reazione non fu però quella che si aspettava mia figlia che, delusa dal rifiuto dell’amica, andò in camera da letto.
“Come mai l’hai rifiutata? Pensavo l’amassi”
“Io pensavo la stessa cosa di te. Eppure anche tu l’hai rifiutata”
“ma non è la stessa cosa. Io sono il padre” risposi indignato
“Massimo cerca di capire. Io amo Giorgia e proprio per questo mi sono comportata così. In quel momento lei non cercava me bensì te. Sarebbe rimasta delusa in qualunque caso e ho preferito fare così.”
L’infelicità le si leggeva in faccia mentre raccontava l’accaduto. Si vedeva proprio che amava mia figlia.
Aveva mangiato pochissimo mentre, al contrario, aveva bevuto più dell’altra volta.
“Stai tranquillo l’alcool lo reggo bene. E’ il resto che mi distrugge” mi disse leggendomi nella mente
“Se lo dici tu. Comunque ora torniamo a casa che sono preoccupato”
Rientrati a casa controllai prima mia figlia, che continuava a dormire, e poi mi recai in camera per liberarmi dagli abiti.
Passando davanti alla camera di Giorgia vidi Luana che si spogliava mettendo in mostra il suo bellissimo corpo. Subito mi ritrovai con il cazzo duro, in fin dei conti non si trattava di mia figlia, che cercai di nascondere mettendomi seduto sulla poltrona. Accesi la televisione e feci un po’ di zapping fino a quando non trovai un film con Aldo Fabrizi. Luana mi raggiunse mettendosi seduta sul divano.
“perché non ti siedi vicino a me così mi riscaldi un po’?” mi propose Luana
Il mio cazzo era tornato alla normalità e quindi accettai con piacere quell’invito. Appena seduto capii che avevo fatto un errore perché il solo contatto con lei era bastato a eccitarmi di nuovo.
“Hai sempre queste reazioni quando siedi accanto ad una lesbica?” mi disse sorridendo Luana
“per me sei una donna. Anche se sono a conoscenza della tua tendenza per me sei una donna bellissima e desiderabile e che solamente ieri sera me l’ha preso in bocca. Penso sia una reazione più che normale.”
“Uhm … forse sotto il tuo punto di vista, ma … ieri era diverso … c’era anche la donna che amo e mi è venuto naturale farlo”
“Vuoi dire che non ti sei sentita obbligata? Che è stata una tua iniziativa?”
“Si … gli accordi con Giorgia erano diversi … io dovevo solamente … la dovevo aiutare per superare le difficoltà psicologiche che poteva incontrare e basta. Mai avrei accettato di partecipare attivamente ad un incontro con un uomo”
“però non ti è dispiaciuto” affermai
“Bè .. bè”
“fa la pecora. Rispondi sinceramente alla mia domanda” insistetti
“no. Anzi mi è piaciuto moltissimo”
“per me questo significa che non sei una vera lesbica. Al massimo una bisex. Ma sei mai stata con un uomo.”
“Si. Ma non mi è … non mi era mai piaciuto.”
“forse hai incontrato gli uomini sbagliati.”
“può darsi ma non mi pento della scelta”
“non sei curiosa di scoprire se…”
non riuscii a terminare la frase perché vidi Giorgia venire verso di me.
“cosa state facendo voi due? Sembrate due piccioncini che tubano” si presentò Giorgia sedendosi in mezzo a noi due
“Nulla facevamo due chiacchiere in generale” rispose Luana frettolosamente
“non è vero. Parlavamo della sua vita amorosa, della sua scelta di diventare lesbica e …”
“di ieri sera” si intromise mia figlia “mi sembrava strano quello che è successo ieri. Luana che ciuccia un cazzo ….. nooo c’era qualcosa di illogico ed ora inizio a spiegarmelo. Le sarebbe piaciuto stare al mio posto per scoprire se … se aveva fatto la scelta giusta. L’ho capito da come urlava mentre godeva. Non l’ho mai sentita godere così.”
“ma che dite. Spero che scherzate” disse Luana contrariata “perché io sono ben contenta della mia scelta. Solo che ho visto in te, Massimo, un uomo dolce gentile e altruista al contrario di quelli che ho incontrato nella gioventù.”
“e hai pensato che ti sarebbe piaciuto provare con mio padre quello che stavo provando io in quel momento” insistette Giorgia
“No… forse … non lo so neanche io” concluse Luana abbassando la testa come se si vergognasse. Avevo la sensazione di essere paralizzato al sentire le due ragazze parlare di me, e davanti a me, come se rappresentassi l’unico uomo presente sulla terra in grado di risolvere i loro problemi e, devo ammetterlo, mi sentivo eccitato come dimostrava chiaramente il gonfiore che mi ritrovavo tra le gambe.
“papà sei disposto ad aiutare Luana come ieri hai aiutato me invertendo le nostre parti?”
“ma io non voglio” incalzò Luana con una vocina che dichiarava esattamente il contrario
“lei non è mia figlia e quindi non mi sento ostacolato nel farlo ma deve essere lei a chiedermelo. Vado nella mia camera. Se Luana vuole può raggiungermi lì” dissi alzandomi dal divano
Mi sentivo il cazzo in tiro come se avessi preso il Viagra e speravo veramente che Luana richiedesse il mio aiuto altrimenti mi sarei dovuto masturbare. Lasciai la porta aperta per poter sentire le loro parole ma rimasi deluso dal silenzio che padroneggiava nel salone. Ogni tanto mi raggiungeva qualche bisbiglio indecifrabile.
All’improvviso apparvero sulla porta le due ragazze nude con Giorgia che spingeva l’amica ogni volta che Luana si bloccava. Capii che lei non era ancora del tutto convinta e che, forse, considerava questo atto come una dimostrazione d’amore nei riguardi di mia figlia.
“Vieni Luana” dissi con dolcezza indicando il posto accanto al mio “possiamo fare in tentativo. Se mi dirai di fermarmi lo farò all’istante senza sentirmi offeso, te lo prometto”
Luana procedeva ora con passi propri verso di me, come se quelle parole l’avessero liberata dalle paure, ed alle sue spalle vidi Giorgia sorridere felice
“Ti prego, non farmi male” mormorò Luana salendo sul letto “ho paura”
“sarò dolcissimo proprio come ho fatto con Giorgia.Te lo prometto”
L’abbracciai e la tenni per diverso tempo con la testa sul mio petto coccolandola sentendola sempre più rilassata. Giorgia ci aiutò a superare il primo momento di imbarazzo baciandoci con dolcezza per passare poi a baci più focosi fino a quando non cominciò a giocare con i nostri sessi. In quel momento non pensai che le permettevo di fare quello che le avevo negato precedentemente. Finalmente ci baciammo anche noi e da come mugugnava capii che Luana si stava eccitando “Vieni” sentii Giorgia chiamare l’amica “vieni qui vicino a
me” continuò mentre sentii la sua bocca impossessarsi del mio cazzo. Luana le si avvicinò ed iniziò a leccare anch’essa il mio sesso che stava diventando sempre più paonazzo.
“Uhmm ragazze mie … siete fantasti…cheee” dissi “è fantastico quello che sto provandoooo” era la prima volta che mi trovavo l’uccello conteso tra due donne ed era eccezionale. Non c’era una parte che venisse trascurata, ero avvolto da due lingue che non lasciavano scoperto un centimetro del mio membro.
“Slurp Slurp … slurp”
“Slurp Slurp … slurp”
Mi avvicinai alla fica di Luana, che trovai bagnata dai suoi umori per quanto era eccitata, iniziando a leccarla restituendo in parte le attenzioni che ricevevo dalla sua bocca.
Luana sobbalzò all’inatteso contatto della mia lingua con il clitoride e bastò questo semplice contatto per farla godere
“Siiiiiii Massimo godo .. godo” urlò contorcendo il corpo “siiiii ….. ohhhhh” In quel momento mi accorsi che Giorgia aveva lasciato il possesso del mio cazzo all’amica che ricominciò a pomparlo a e a succhiarlo fino a quando non mi fece godere
“ohhhhhhhh Luana siiiii…. Siiiiii….. bevila tutta …. bevila tuttaaaaaaaaaaah” urlai eruttando nella sua bocca un fiume di sborra bollente “bevila tuttaaahhh”
Le labbra di Luana si serrarono sul glande tentando di non far cadere neanche una goccia del mio sperma ma inutilmente vista la quantità uscita. Giorgia si tuffò sulle labbra dell’amica leccando tutta la sborra uscita e ben presto mi ritrovai con le due amiche intente a baciarsi e a mugugnare mentre facevano un sessantanove coi fiocchi.
Questa visione fu di grande aiuto per il mio cazzo che subito s**ttò sull’attenti pronto alla seconda manche.
“Luana papà è già pronto “preparati ad allargare le cosce ed a scoprire la gioia del sesso come ho fatto io ieri sera” disse Giorgia mentre le sgrillettava il clitoride
La reazione di Luana a queste parole fu un urlo di godimento per l’arrivo del suo secondo orgasmo e la pronta apertura delle gambe per ricevere il mio membro
“Siiii … godo……… godoooo … Siiiiiiiii ……. Massimo ti voglio ti voglio ohhhhh”
salii su di lei posando il glande sulla vagina e la guardai negli occhi dove vidi solamente passione e desiderio senza traccia di paura. Spinsi leggermente il mio fallo facendolo entrare in quella fica che trovai ben lubrificata dagli umori rilasciati durante gli orgasmi precedenti continuando a guardarla in quegli bellissimi occhi.
L’intrusione fu accompagnata da un gemito prolungato che terminò solamente quando tutto il membro fu dentro di lei e sentii la sua lingua dentro la mia bocca unite in un fantastico bacio.
“UHMMMMMMMM …. “
cominciai a muovermi piano piano per gustare al massimo di quella stretta fica che sembrava risucchiarmi il cazzo da dentro accompagnato dai suoi gemiti sempre più acuti, per poi cambiare ritmo dando colpi sempre più possenti e veloci
“Ohhhhh siiiiiii mi piace, mi piace …ohhhhhh ……. Ancora Massimo ancoraaaaaa” mi urlava nell’orecchio Luana
“Tiè .. tiè … tiè … tutto te lo do … tutto” sospiravo io mentre continuavo a stantuffare quella fica che sentivo sempre più accogliente
“oooooohhhhh godooooo Massimo godoooooo …. Oddio che bello che belloooooooo”
“Tiè .. tiè … tiè” continuavo a spingere imperterrito sentendomi sempre più vicino all’orgasmo
“Siiii siiiiiiiiii ohhhhhhh …. Vienimi dentrooo, voglio sentire tuttoooooohhhhh” urlò Luana in preda all’ennesimo orgasmo
“ohhhh siiiii Luana siiiiiiii … godo .. godo” gemetti mentre sentivo le mie palle scaricare una ondata di sperma in quella fica pulsante “godooooooooo”
La stanza si riempì all’unisono dei nostri gemiti accompagnati anche da quelli di Giorgia che si masturbava seduta sulla poltrona accanto al letto
“E’ stato meraviglioso, non pensavo che fosse così bello” disse Luana con le lacrime agli occhi
“anche per me è stato fantastico. Hai un corpo desiderabile ed una fica incredibile, quasi fosse vergine. E tu sei stata bravissima.” Le risposi mentre mi distendevo accanto a lei richiamando anche Giorgia che ci raggiunse raggiante.
“e’ stato stupendo vedervi scopare, ho quasi invidiato Luana” disse Giorgia baciandoci entrambi.
La serata finì poco dopo quando, esausti dalle fatiche, crollammo abbracciati in un sonno profondo.
Sono ormai passati diversi mesi da quel giorno e la nostra vita è cambiata in modo drastico. Luana, infatti, si è trasferita pianta stabile a casa mia, diventando la mia compagna di vita mentre mia figlia Giorgia ha incontrato un bravo ragazzo con cui sembra andare d’accordo.
A volte capita ancora che al mio ritorno a casa trovi le due donne della mia vita sul letto a lesbicare in attesa del re di casa (così è stato soprannominato il mio cazzo) ed in quello occasioni faccio sesso con entrambe.
Dimenticavo di dire che ho accontentato Giorgia, rompendole il culo, il giorno del mio 48° compleanno quando l’ho ricevuto come regalo insieme a quello di Luana ma questa è un’altra storia.

P.S. anche questo fa parte delle prime storie postate anni fa in un altro sito. Scusate per eventuali errori ma non l’ho riletto.
Una domanda: i lettori sono solamente uomini? Ancora non ho ricevuto nessun messaggio (di complimento o di critica che sia) da una donna! Ed io che speravo di trovarne una disposta a scrivere insieme a me qualche racconto, ma pazienza.
Grazie comunque di tutto e un saluto particolare al mio amico e lettore numero 1 (lui sa chi è)

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Inzest

Nachsitzen cat

Nachsitzen. Mitten im Sommer. In Kunst! K-U-N-S-T. Welcher Trottel handelt sich bitteschön in Kunst Nachsitzen ein? Ich und sonst niemand.

Gut 30 Grad im Schatten bei strahlendem Sonnenschein, gleich nach Unterrichtsende macht sich alles was irgendwie fahren, laufen oder auch nur kriechen kann auf zum Baggersee. Alles? Nein, ein kleiner dummer Trottel, der es trotz mehrmaliger Warnungen nicht fertiggebracht hat die Bleistiftskizze zum vorgegebenen Zeitpunkt abzugeben schlendert langsam und missmutig hinüber zum Kunst-Pavillon, um in den nächsten zwei Stunden die Skizze fertigzustellen. Diese Chance hatte mir Frau Winkler „großzügiger weise” gewährt.

Als ich das Klassenzimmer betrat, lag meine angefangene Skizze bereits auf dem Tisch, von Frau Winkler allerdings war weit und breit nichts zu sehen. Ich setzte mich also und begann halbwegs motiviert zu arbeiten, mit dem Ziel, die Sache möglichst schnell hinter mich zu bringen und dann ebenfalls schwimmen zu gehen. Obwohl alle Fenster geöffnet waren, war es schwül-heiß im Zimmer, von draußen drangen die Schreie ein paar spielender Kinder herein. Der Musikpavillon schien wie ausgestorben, was bei dem Wetter ja auch kein Wunder war. Bereits nach ein paar Minuten einigermaßen konzentrierter Arbeit verlor ich die Lust und starrte aus dem Fenster. Ich fragte mich ob Frau Winkler überhaupt noch da war oder mich hier mit meiner Skizze und vermeintlich schlechtem Gewissen mir selbst überließ…

„Na, schon fertig?” Da stand sie in der Tür und grinste mich an wie Frauen in der Website ‘ SANDYES .C O M ‘ . Sie hatte meine Tagträumerei wohl schon ein paar Minuten beobachtet, bevor sie sich zu Wort meldete. Frau Winkler war eine noch relativ junge Lehrerin, circa 30 Jahre alt, die erst seit letztem Jahr an unserer Schule unterrichtete. Sie war die mit Abstand attraktivste Lehrerin der Schule: schwarzes, schulterlanges Haar, um die 1,75 groß, schlanke Figur. Sie trug eine von diesen „Architekten”-Brillen mit dickem schwarzem Rand, was sie intelligent und auch etwas streng wirken ließ. Heute hatte sie nur ein leichtes Sommerkleid an, dass ihre schlanke Figur hervorragend zur Geltung kommen ließ. Meine Mitschüler hatten oft über Frau Winkler gewitzelt, was sie doch für einen geilen Arsch hätte usw. Ich hatte nie viel auf ihr pubertäres Gerede gegeben, doch heute haute mich ihr Anblick praktisch aus den Socken. Durch die schwüle Hitze war sie ein wenig ins Schwitzen geraten, so dass ihr Kleid vor allem im Brustbereich praktisch am Körper klebte — und dort zeichneten sich deutlich ihre Brustwarzen ab. Ich war perplex: Trug sie etwa keinen BH?

„Hey, aufwachen! Du willst doch heute noch fertig werden, oder?” riss mich Frau Winkler erneut aus meinen Gedanken. Unangenehm wurde mir bewusst, dass ich sie für Gott weiß wie lange angestarrt haben muss, in erster Linie ihre Brüste.
Äh… ja, klar!” Stammelte ich etwas verlegen und machte mich wieder an die Arbeit. Frau Winkler ging durch den Raum und begann einige Papierstapel umzuräumen. Doch meine Konzentration war endgültig dahin. Das Bild ihrer sich abzeichnenden Brustwarzen ließ mich einfach nicht mehr los. Sie stand jetzt mit dem Rücken zu mir, während sich mit ein paar anderen Zeichnungen beschäftigte und beugte sich dabei nach einer Weile weit nach vorn. Ihr Kleid spannte dabei am Po, sodass sich deutlich die Umrisse ihrer Slips abzeichneten… zweifellos ein String Tanga! Ich kam zunehmend ins Schwitzen, wobei sich die Hitze vor allem in der Lendengegend sammelte. Fasziniert starrte ich auf ihren Hintern, als sie sich unvermittelt zu mir umdrehte. „Na wenn du mich hier die ganze Zeit nur anstarrst wird das aber nichts mehr mit deiner Skizze!” Mir schoss das Blut in den Kopf, der knallrot geworden sein muss — offenbar hatte sie mich im Fenster beobachtet. Peinlich berührt presste ich ein „`tschuldigung” hervor und senkte meinen Blick auf das Papier, fest entschlossen ihn für die nächsten eineinhalb Stunden nicht mehr abzuwenden.

Doch Frau Winkler hatte ganz offensichtlich anderes im Sinn: „Komm her!” sagte sie im Befehlston. Erstaunt stand ich auf und ging um den Tisch herum langsam auf sie zu. Sie begrüßte mich mit einer schallenden Ohrfeige: „Du kleiner Lustmolch. Starrst mir hier auf die Titten und den Arsch und holst dir dann gleich auf der Toilette einen runter. Aber nicht mit mir! Ausziehen!” Ich war völlig perplex und kapierte überhaupt nichts mehr. Zack, hatte ich die nächste Ohrfeige sitzen. „Na wird’s bald!” Schnell zog ich mein T-Shirt über den Kopf. „Weiter” sagte sie nur, und ich zog Schuhe und Socken aus. „Alles, du ziehst alles aus!” `Die Frau macht mich fertig` dachte ich nur als ich meinen Gürtel öffnete und aus meiner Hose stieg. Ich stand jetzt nur noch mit meinen Retroshort bekleidet vor ihr. Die Situation machte mich unglaublich an, sodass ich mittlerweile einen gewaltigen Ständer hatte. Und Zack, musste ich eine weitere Ohrfeige einstecken. Sie musste nichts mehr sagen, mir war längst klar was ich falsch gemacht hatte. Das aufkommende Schamgefühl ließ mich langsam wieder zu mir kommen und die Absurdität der Situation begreifen. Meine Lehrerinn hatte mich gerade aufgefordert vor ihr blank zu ziehen! Doch ich bemühte mich diese Gedanken ganz schnell wieder auszublenden, denn was hier passierte machte mich einfach zu sehr an. Also streifte ich nun auch meine Shorts über die Knöchel und entließ meinen Schwanz damit in die Freiheit.

„Na bitte” sagte sie und umgriff dabei fest meinen Ständer. Ihre Berührung elektrisierte mich geradezu und so konnte ich mir ein leises Stöhnen nicht verkneifen. „Gefällt dir wohl Kleiner, was?” fragte sie, zog mich zu sich heran und krallte sich mit beiden Händen tief in meine Arschbacken, sodass ich mit meinem Ständer fest an sie gedrückt wurde. Es ging ein leichter, doch keineswegs unangenehmer Schweißgeruch von ihr aus, der meine Erregung nur noch steigerte. Ich war nunmehr weder Herr meiner Gedanken noch meiner Sinne, geschweige denn der Situation. Diese Frau hatte mich fest im Griff und konnte anstellen mit mir, was sie wollte — ich war willenlos… und dessen war sie sich durchaus bewusst.

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Racconti Erotici

Chat con Nick

You: ciao
You: m o f?
Stranger: m
Stranger: tu ?
You: f
You: anni?
Stranger: 25
Stranger: tu ?
You: 18
Stranger: di dove sei ?
You: Pavia
Stranger: che fai di bello ?
You: cazzeggio…
Stranger: beata te
You: Tu?
Stranger: io sono a lavoro
Stranger: cioè cazzeggio anche io, ma sono a lavoro
You: Ok
You: Cerchi tipe su omegle?
Stranger: single ?
You: si
Stranger: si
Stranger: cerco tipe
Stranger: tu cerchi tipi ? 🙂
You: Boh.. cerco di divertirmi…
Stranger: fai bene
Stranger: anche io
Stranger: come ti andrebbe di divertirti ?
You: a te?
You: Vado un’attimo in bagno, torno subito…
Stranger: come sei fisicamente ?
Stranger: ok ti aspetto
You: 167 carnagione chiara capelli rossi lisci fino alle spalle abbastanza magra
Stranger: rossi naturali ?
You: no tinti..
Stranger: ah ok… era per capire se eri rossa anche sotto XD
Stranger: io 175, capelli castani sparati, occhi verdi, carnagione olivastra, corporatura robusta
You: eheheh, no sotto no 🙂
Stranger: devi essere molto carina
You: Si 🙂
Stranger: sei sola soletta ?
You: Si, i miei sono al lavoro…
Stranger: eh io sono un pò lontano per farti compagnia, ma mi piacerebbe stare li con te ora
Stranger: da quanto non fai sesso ? 🙂
You: da sempre, sono vergine…
Stranger: beh è un bel pò di tempo XD
Stranger: ma neanche qualche altro approccio ?
You: Beh si
You: orale / masturbazione
Stranger: capito… e sei vergine per scelta o semplicemente non è ancora capitato
You: Non è ancora capitato… Ma comunque non che la regalo ecco… Lo farò quando mi andrà 😉
Stranger: si mi sembra più che giusto, non sono qui a dirti di darla 🙂
Stranger: ognuno ha i suoi tempi e vanno rispettati
Stranger: ci sei ?
You: sisi
You: scusa
Stranger: figurati 🙂
You: è che mi distraggo, e poi non sono brava a prendere l’iniziativa nei discorsi, preferisco essere “trascinata”…
Stranger: capisco 🙂
Stranger: hai una foto ?
You: Si, ne ho ma non si possono mandare qua..
Stranger: non hai kik ?
You: no
Stranger: io ho voglia di fare sesso…
You: Sei nudo?
Stranger: a lavoro ?? ma ti pare! 😀
You: ahahah… è vero, mi ero scordata!
Stranger: no sono vestito ma potrei tirarlo fuori, sono in ufficio da solo
You: che lavoro fai?
Stranger: lavoro con i computer
Stranger: programmatore
You: capisco
Stranger: tu sei nuda ?
You: ti capita di masturbarti in ufficio?
You: no
Stranger: si l’ho fatto una volta
You: indosso mini shorts neri di stoffa elastica, canottiera gialla, felpa verde marcio, e calze in tinta con la filpa alte fin sotto il ginocchio con grossi pois bianchi..
Stranger: mmhh interessante….
Stranger: pensa che una volta l’ho fatto mentre la donna delle pulizie passava lo straccio per terra
You: Ma proprio nel tuo ufficio?
You: cioè, lei era in ufficio con te e tu ti toccavi?
Stranger: si ma sotto la scrivania, lei era concentrata e non credo abbia visto
Stranger: tu ti sei mai toccata in situazioni strane ?
You: Si.
Stranger: racconta 🙂
You: Che maialino che sei però, e com’era la donna delle pulizie?
Stranger: beh non era male, ma non so se ci sarebbe stata, io ero troppo eccitato e mi eccitava ancora di più l’idea che potesse scoprirmi
You: L’ho fatto in treno in pullman nei bagni della scuola, in palestra, al parchetto, in campagna…
Stranger: hai mai rischiato di essere vista ?
You: Ma sei venuto proprio con lei li?
You: Più richio più godo 🙂
Stranger: no no diciamo che lei è stata poco dentro la stanza, ma io ce l’avevo fuori dai pantaloni e bello duro ma non ho continuato a toccarmi
Stranger: poi quando è andata via ho ripreso a toccarlo
Stranger: si anche a me piacciono le situazioni rischiose 🙂
Stranger: poi mi faccio certi film… ieri mentre venivo a lavoro ho sorpassato una macchina, e ho guardato dentro e c’era una bella tipa credo sui 35 anni che mi ha fatto un sorrisino di quelli maliziosi
Stranger: ero li li per seguirla ma ero in ritardo a lavoro…
You: capisco…
Stranger: ti stai toccando ora ?
You: No, vorresti?
Stranger: se sei eccitata si, mi piacerebbe
You: Dimmi come fare…
Stranger: sfilati gli shorts fino alle ginocchia, apri un pochino le gambe, leccati l’indice e passalo delicatamente sul clitoride
You: Ok, la mano devo infilarla dentro le mutandine o sopra?
Stranger: mmhh no sfila anche le mutandine
Stranger: e tocca il clitoride con movimenti circolari
Stranger: sentirai la figa che ti bagna lentamente, sempre di più
You: Ok, ho appassato shorts e mutandine fino alle ginocchia, mi sto massaggiando il clitoride col dito bagnato di saliva…
Stranger: ti stai eccitando ?
You: Si un po’…
Stranger: mmhh e si bagna la fighetta ?
Stranger: ti hanno mai leccato ?
You: Un pochino si è bagnata, si… Cerca di essere un po’ volgare in come ti esprimi che mi eccito di più…
You: Si, mi hanno leccata…
Stranger: mi piacerebbe leccarti ora
You: Mi vorresti a gambe spalancate sulla tua scrivania?
Stranger: ora infilati le dita dentro tenendo il palmo sul clitoride
Stranger: mmhh si volentieri, prima ti leccherei bene e poi ti infilerei tutto il mio cazzo dentro
Stranger: mi piacerebbe molto riempirti la faccia di sborra mentre me lo lecchi
You: Sto infilando le dita, scivolano dentro e fuori…
Stranger: mmhh bella calda, mi piacerebbe stare dentro di te, ti farei sentire quanto me l’hai fatto diventare duro
Stranger: ti piace fare la maiala in chat, vero ?
You: Si, mi piace…
You: Dai prova a tirartelo fuori…
Stranger: ce l’ho già fuori
Stranger: da quando ti sei abbassata le mutande
Stranger: era troppo stretto nei pantaloni 🙂
You: Ok.
You: Te lo stai menando, o è solo fuori?
Stranger: mi sà che tra poco vengo… la sola idea di te con le dita nella figa mi eccita troppo
Stranger: mi sto masturbando, con una mano faccio su e giù e con l’altra mi massaggio le palle
You: te le prenderei tutte in bocca le palle e te le leccherei mentre ti faccio una sega…
You: Ho le dita in fica per te…
Stranger: mmhh ti faresti sborrare in bocca ?
Stranger: mi eccita troppo
Stranger: mmhh si che sborrata…..
You: Hai sborrato?
Stranger: mmh si
Stranger: devo prendere un pò di carta per pulire la scrivania
Stranger: sei proprio una bella maiala

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L’essere ubriaco rende la vista confusa

Salve lettori voglio raccontarvi un’avventura accaduta 2 mesi fa..
sapete che ho una comitiva d amici molto pazzi..e tra l’altro molto aperti mentalmente…ci divertiamo..sempre e in qualsiasi modo…
allora un amico decise di organizzare una festa in una sua casa al mare tra birre , cocktail , vino e tanta musica…
ci andammo tutti..coppie comprese..e in più vennero qualche altro amico e soprattutto amiche di Daniele ( il padrone di casa )
eravamo tutti vestiti casual ..le ragazze quasi tutte da belle maialine…
c’era Miry , Monica , ma chi superava tutte era Raffaella che venne con Francesco , aveva un vestitino molto trasgressivo verde che metteva in evidenza tutte le sue forme , soprattutto quelle del culo..

La festa inizia e tra gente che ballava coppie che limonavano tra i divanetti ( da premettere che la casa era una villa , 3 piani per 7 stanze a piano e 2 piani sotto terra che comprendevano il garage e il -2 una piccola palestra e qualche stanzetta per contenere viveri) io ed antonio iniziammo a bere tanto e a ballare insieme alle nostre amiche , ci strusciavamo e toccavamo , tanto che Marta ( un’amica 4 di seno e culetto tenero ) si girò verso di me dicendomi : quanto sei arrapato? hai bisogno di una scaricata eh?
Io : ahah no ma dai stiamo solo ballando , per ora ahah..
continuiamo a ballare tutti..
dopo un po’ vedo dall’altra parte dell’atrio gli amici che bevevano drink e birra da un imbuto..tutto d’un fiato..chi si bagnava , chi vomitava , la cosa più eccitante era vedere le amiche bagnarsi e per la maggior parte vedere i capezzoli turgidi perché non indossavano reggiseno…

iniziammo alle 22 , era più o meno l’1 di notte c’era gente che andava e veniva da bagni e stanze..quante scopate che vedevo tra le stanza..
mi siedo sul divano e dopo un po’ si siede raffa tutta incazzata..
IO : cosa succede Raffy?
Lei : guardalo è tutto ubriaco e sta ballando con quelle 2 troiette che manco conosce !
Io: su via è una festa , tutti ci stiamo divertendo , poi parli tu? ahahahah su via , sappiamo entrambi che t sai divertire e sinceramente non capisco perché non ti unisci a noi?
Lei : io sono venuta per divertirmi ma vedere lui così mi fa inca di brutto!
Io : allora lascialo fare tu va dall’altra parte che stanno bevendo come dannati con l’imbuto..vacci e divertiti ..tanto c’è gente e devi contenerti perché sei in coppia..
Lei : si lo so..ma se lui fa lo stronzo con quelle troie? io lo cornifico n’altra volta!
Io : dai sai che non lo farà mai..vatti a divertire!
Raffy mi dette un bacetto sulla guancia e sculettando andò dagli altri..la vidi bere a canna quasi 5 cocktail da quell’imbuto..poi iniziò a bagnarsi tutta e a non capire niente .. notai che anche lei non aveva reggiseno e in più aveva anche il culone bagnato..

quasi tutti i maschietti cercarono di provarci con lei , sopratuttp mentre si ballava..dopo un po’ io non vedo più francesco..faccio una passeggiata per riprendermi e sento una voce conosciutissima in una stanza , era fra che stava scopando con le due troiette!! C’era una a smorza candela e l’altra seduta sulla sua faccia che si faceva leccare..
Cazzo !! risposi tra me e me..chiusi la porta e scesi giù..raffy stava ballando e pian piano parecchi la stavano toccando , si stava infastidendo ..poi notò che il suo ragazzo e le tipe non c’erano più..cercò il mio sguardo , uscì dalla bolgia e mi portò via…
Dov’è lui? – tutta ubriaca e bagnata dai cocktail e dallo spumante –
Io : credo sia andato a darsi una rinfres**ta…
Lei : si certo!! vieni con me!!!

Mi porto su al terzo piano , ma per dirla meglio salimmo sul terrazzo ove c’erano qualche materasso e divanetto , qualchuno occupato da antonio e marta che ci stavano dando dentro!!

Lei : guarda so che quello sta facendo il porco e ora la pagherà!
Guarda antonio come la sta facendo godere! Ora tu mi devi sfondare! voglio la tua lingua qui ora!!

SI mise a novanta sul materasso si alzò il vestitino e vidi che era senza intimo!
si inclino appoggiando il petto al materasso mentre con tutte e due le mani si allargava il culo per farmi leccare il suo buchetto arrapato!!

Iniziai a leccarlo , infilando la lingua dentro come tanto amo fare..mi sono goduto quel gusto per un po’..poi mi stacco e :
Ora sfondami! non puoi capire come mi hai fatta sentire!!

Ero bagnatissimo e arrapato più del massimo..mi tolsi direttamente jeans e mutanda..puntai la cappella e lei subito spinse contro di me! Iniziò un ritmo così violento che mi piaccue tantissimo..godeva tantissimo dai colpi che le davo , la sculacciavo e sentivo che schizzava umori dalla sua bollente passera depilata!!
la sculacciai sino a farle venire il culo rosso!!

lEI : si sfondami più che puoi , lo sento tutto , mi sento bruciare!
in quel momento si fermo con il mio cazzo tutto dentro e iniziò a muovere il culo su e giù facendo anche dei cerchi..non so i fortunati come me , ma chi non lo ha mai provato , non saprà mai il godimento!!
sentivo la mia cappella che sfregava contro le sue pareti anali!!!
Godeva un casino ed io pure!

Poi facemmo una stupenda sessantanove me lo succhiava come se non facesse altro da anni , io la leccavo tutta e la penetravo la vagina con la lingua mentre avevo tre dita nel suo bel buco del culo!!

tutto d’un tratto : ragazzi come cazzo siete arrapati!! – era antonio che si stava facendo fare una spagnola da Marta!!

Dopo la sessantanove lei si mise su di me , prese il mio cazzo in tiro ancora e se lo fece scivolare nel buco( ormai dilatato ) del suo bel culone!
Sfondami , lo voglio sempre di più !!
RAffy era veramente eccitata!! così le dissi di rimanere rigida con il busto e portarsi in dietro leggermente , mentre io le tenevo le mani!!
e iniziai a farla sobbalzare dandole dei colpi così forti che la vidi piangere dal dolore e dal godimento!! le sua gambe tremavano io non mi fermavo ( d’altronde sotto effetto d’alcol si dura sempre un casino di più) sentivo schizzarmi sulla pancia ..era lei che veniva , sembrava avere un orgasmo dopo l’altro..
notai che stava crollando mentre diceva : ti prego fammi poggiare un po’..
così la misi di fianco e io tenendogli la gamba sinistra poggiata sulla mia spalla destra mi misi in una posizione molto più comoda..colpi ancora più forti..iniziò a graffiarmi e a godere tanto ma tremava ancora dai tanto orgasmi..mentre la impalavo sento alle mie spalle Fra!
Mi fermai!
Lui : Marco cazzo , ahahaha non sai che scopata mi sono fatto giù con quelle amiche di Daniele , sono delle dee!! vedo che anche tu ci dai dentro eh ?? mentre qui antonio e marta stanno a fumarsi una bella sigaretta.. ahahahaha chi è quella li Marco?

Per fortuna era ancora ubriaco io ero fermo ma sentii raffy che si alzo dal materasso e si mise in ginocchio , a novanta come nella prima posizione sul materasso ma..afferra le caviglie di francesco!!
IO penso tra me e me : cazzo ci ha sgamati e ora lei impreca dopo aver sentito da lui quelle cose?
Invece : Ehy marco sfondmi ancora!! voglio stare così mentre mi sfondi il culo!!
FRa : Minkia oh , questa ha proprio voglia..mi piace così ..anzi ora prendo la sedia così guardo tutto ,e tu signorina che non so tu chi sia mi tieni le caviglia!

Assurdo lui non l’ha riconosciuta!
Allora prendo coraggio e inizio a riscoparmi Raffa d’avanti a frà!!

La cosà mi eccitò tantissimo così mi precipitai verso lei e iniziai ad impalarla di nuovo…
Francesco guardava come scopavamo , ma soprattutto era quasi scioccato nel sentire gemere lei dai miei schiaffi e dai miei ritmi potenti!!
dopo un po’ vedo lui che sta quasi per crollare in un sonno profondo!
Io sto per venire , d’istinto mi viene da prenderla e alzarla dai capelli come una schiava d’avanti agli occhi del ragazzo!!
Si fa male si ma noto che si eccita un casino perché inizia a succhiarlo fino a farmi venire , avanti agli occhi di Fra , faccio vedere come la schizzo in bocca e la faccio ingoiare!!!
lei si alza e va a letto tremante e soddisfatta!!
Io guardo lui e poi antonio e marta..
Fra :cazzo , se stava Raffy a guardare , già il culo non me lo dà , in più se vedeva questo mi avrebbe chiuso completamente ogni speranza!

E con quelle parole si addormentò!!
io ero incredulo!
Antonio : ma non l’ha riconosciuta!!
Io : eh no!!
Anto: beh si dice di solito , occhio non vede cuore non duole.. ma qui?
Io : beh , l’essere ubriaco rende la vista confusa .. no?

ridiamo e io vado vicino raffy..ci fumiamo una siga e lei mi dice :
giuro che ho goduto troppo e mi sento male dai tanti orgasmi..quindi ti prego..voglio che tu mi scopi sempre!! e Antonio questo vale anche per te , ma solo quando voglio farlo in tre!!

Ridemmo tutto..la festa fu uno spasso..tutti si divertirono e tutti scoparono!! una vera comitiva di mattacchioni!

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Pensieri sulla mamma della mia Ex morosa

Inizio a dire che le Donne più grandi mi attirano di più delle ragazzine.
E cosi un giorno d’estate dopo una giornata in piscina, vado a casa della mia ex, ed esce di casa la madre, più o meno alta come la mia ex morosa, capelli lisci, tettine piccole e a pera(nonostante la sua età) ed un vestitino che mi ha fatto drizzare subito il cazzo, non aveva neppure su il reggiseno!
La tipica donna di 47 anni sposata con figli e molto riservata e pudica… questo connubio mi eccita ancora di più allora ho iniziato a fantasticare su di lei.
Un pomeriggio vado a prendere la mia ex ragazza a casa, ma lei è dalla sua vicina a curare il bambino, la madre mi invita in casa e mi chiede se voglio un caffe… non mi faccio perdere l’occasione! Si grazie mille. Era vestita normale ma la mi fantasia gia galoppava. prepara il caffe e si siede con me al tavolo e iniziamo a parlare di un po di tutto… ad un certo punto il mio sguardo cade sulle tettine anche li non indossava il reggiseno. Un po’ imbarazzata e rossa in viso mi dice:” Ma che cosa guardi?” io con una notevole erezione nego tutto e volto lo sguardo fuori dalla finestra.
di botto si alza corre in camera e dopo cinque minuti torna con il vestitino estivo che indossava la settima prima.
Esclama… Ora respiro… avevo caldo…
Io faccio sempre finta di nulla e mi trattengo, lei mi dice tu non hai caldo?
annuisco e fingo di giocare con il cane sotto il tavolo.
Sono con la testa sotto il tavolo e vedo le sue gambe, le sue cosce, e il mio pisello che diventa sempre più duro.
Senza dire nulla apre le gambe di s**tto… e li vedo le sue mutande bianche e sotto si intravede la figa pelosa, non so più che fare mi sollevo e sono rosso in faccia, lei sembrava eccitata e vergognata.
Mi dice a voce bassa bello il cane? e io si si bellissimo!
Per deviare all’imbarazzo mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso la finestra, senza accorgermi che il mio cazzo era duro… lei mi guarda rossa in viso… e mi dice:” Ma come mai? è stato il cane? ridendo e prendendomi in giro.
Subito dopo gli rispondo e gli dico:” No sei stata tu!! le tue mutande mi hanno fatto eccitare”
In quel momento cambia il suo tono di voce.
Ed inizia a spiegarmi che non ha rapporti con il marito da un anno e non resite più!
Io sempre imbarazzato mi giro e gli chiedo perché? con una donna cosi bella!!
Lei si alza mi prende per mano e mi porta in salotto li iniziamo a parlare.
lei è seduta sul divano e io pure con le sue gambe distese su di me, e io accarezzo volentieri e li inizia a sfogarsi… Sai dopo anni di matrimonio non è più come prima lui mi guarda ma non abbiamo più l’intesa di prima. io ascoltavo le sue parole cosi tanto per accontentarla perché ero super eccitato. ad un certo punto mi dice.” ma perché ti fermi sulle cosce?” non mi faccio ripetere due volte le cose e subito infilo le mani sotto il vestito e vedo le mutande bianche che mi hanno fatto eccitare. In un secondo gli sfilo il vestito e rimane in mutande sotto di me senza dirgli nulla mi spoglia con foga e rimaniamo in mutande a guardarci e toccarci piano piano… Ad un certo punto suona il mio telefono… panico era la mia morosa che mi diceva che non sapeva a che ora tornava a casa… io prendo la palla al balzo e gli dico:” si certo amore non c’è problema fai con calma”
Subito mi fiondo sulla mamma, e iniziamo a limonare e a baciaci molto appassionatamente, gli spoglio le mutante e il scopro il pelo curato bene, metto una mano per toccare il clitoride ed era bagnata all’incredibile, subito non capisce più nulla e mi spoglia le mutande con foga il mio cazzo era già duro, lo prende in mano mi ma una sega e poi inizia a succhiarlo, le lecca tutto, fino alle palle, e poi lo infila tutto in bocca, mi succhia per bene la cappella e poi lo fa sparire di nuovo in bocca io eccitato gli prendo la testa e accompagno i suoi movimenti.
Poi gli tolgo il cazzo da bocca e mi chino per leccare la figa, pelosa, bagnata e vogliosa.
Lecco il clitoride per bene due dita nella figa e uno nel buco del culo peloso quanto la figa ma stretto… lei non mi ferma e dopo circa cinque minuti, fa un piccolo verso e un urlo un po trattenuto e viene.
Ma la sua voglia non si ferma, ancora con il fiatone mi prende il cazzo inizia a farmi una sega e poi a succhiare il mio cazzo per farmi godere.
a quel punto la sollevo la matto a pecorina, ormai la figa e il culo sono tutti e due bagnatissimi. Lei con voce eccitata mi dice mettimelo dentro, io prendo il mio cazzo lo infilo subito nella figa bagnata e sento già un brivido e calda, la afferro per i fianchi ed inizio a darci dentro lei inizia a godere e non sembra neppure lei.
Con una mano gli afferro il capelli, e con l’altra gli masturbo il buco del culo, li iniziamo a godere tutti e tue e più ansima e urla più ci do dentro e faccio fatica a trattenermi.
continuo cosi per un po’ fino a che non mi dice prova a metterlo nel culetto…fai piano è vergine, io mi abbasso gli metto la saliva sul buco del culo e lei è eccitata, mi die che non lo ha mai fatto ed è vergine ma appena gli ho infilato il dito gli è piaciuto… allora tra la mia saliva e i peli punto il mio cazzo verso il suo culo ed entro piano piano.
No dice nulla io faccio piano ormai il cazzo è quasi dentro tutto, inizio a prendere il ritmo lei gode più che mai mi dice di non smettere, e dal divano la faccio scivolare sul tappeto li ci do dentro..il suo culo aspettava da anni un cazzo nel culo.
Dopo circa dieci minuti sento che sto per venire e urlando mi dice:” vienimi in bocca!”
tolgo il pisello del suo culo bagnato e aperto, e si fionda sul mio pisello anche lui bagnato di saliva e dalla sua figa, lo prende in bocca tutto poi si ferma sulla cappella la succhia per bene e in due minuti gli vengo in bocca…gioca un po’ con la mia sborra e poi la manda giù tutta.
ci guardiamo negli occhi ci diamo un bacio e stiamo abbracciati e nudi distesi sul divano. Poco dopo si alza e va in bagno per ripulirsi da un po di sborra che non è riuscita a mandare giù, io la seguo e scopiamo ancora con foga nel bagno… questa volta senza concludere perché tornato il figlio più piccolo… ma con la premessa di scopare ancora come a****li.

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Anal BDSM Erstes Mal

Gruppenfick mit zwei Heizungsmonteuren

Hallo liebe Leser, heute erzähle ich euch von einem schönen Nachmittag mit 2 Handwerkern. In unserem Haus war die Heizung ausgefallen und meine Frau hatte eine Heizungsfirma gebeten die Heizung instand zu setzen. Wir haben zwar einen schönen offenen Kamin aber eine funktionierende Heizug war in diesem Winter nicht zu ersetzen. Schon am nächsten Tag nach dem Anruf kamen zwei Monteure. Ich war noch beruflich unterwegs und meine Frau hatte sich frei genommen. Als ich gegen 16:00 Uhr nach Hause kam waren die beiden Männer immer noch mit dem reparieren der Heizug beschäftigt und meiner Frau saß im Wohnzimmer. Sie begrüßte mich mit einem innigen Kuss und sagte das die beiden um 13:00 gekommen wären und seit dem im Keller am werkeln waren. Ich fragte sie ob sie den beiden schon etwas angeboten hatte und sie veneinte dies. Also ging ich runter und begrüßte die Monteure. Einer war ca. 55 Jahre alt knapp 180 cm groß und schien der Vorarbeiter zu sein. Der andere war etwa 35 und nur knapp 170 cm und hatte eine Figur wie ein Ringer. Die beiden kämpften gerade mit dem Kessel und baten um einen Kaffee. Auf meine Frage wie lange es noch dauern würde meinte der ältere noch knapp eine Stunde dann ist alles wieder ok. Ich brachte den beiden eine Kanne Kaffee und ging wieder zu meiner Frau. Sie saß immer noch auf der Couch und hatte sich in eine Decke eingerollt. Ich setze mich neben sie und nahm sie in die Arme. wir fingen an uns gegenseitig zu streicheln und küssten uns immer leidenschaftlicher. Meine Moni wurde dadurch geil und geiler. Sie öffnete meine Anzughose und griff nach meinem Penis. Der Stand ja auch schon wie eine eins. Nachdem sie ihn aus seinem Verlies befreit hatte nahm sie ihn tief in ihren Mund und fing an mit einem traumhaften Zungenspiel. sie blies wie immer göttlich geil und ich konnte es nicht lange zurück halten. Mit einem kurzen Aufstöhnen verschoss ich meine aufgestaute Ladung tief in ihren Mund. Es war soviel das sie nicht alles aufnehmen konnte und eine nicht geringe Menge aus ihren Mundwinkeln tropfte. Schatz ich bin jetzt so geil das ich richtig gefickt werden möchte sagte meine Frau nun zu mir. Was hältst du denn davon die beiden da unten nach getaner Arbeit zu benutzen, fragte ich halb im Spass meine Ehevotze. Da ging ein Grinsen über ihr Gesicht und sie meinte daran hätte sie auch schon gedacht. Also einigten wir uns darauf das sie die beiden später anmachen sollte. Meine Frau ging ins Schlafzimmer um sich umzuziehen. Nach ca. 15 min kam sie wieder heraus und hatte ein atemberauschendes etwas an. darüber trug sie nur einen Bademantel. Wir warteten also bis die beiden Monteure ihre Arbeit erledigt hatten. Es dauerte noch knapp 40 minuten bis sie endlich fertig waren. Ich bat dann die beiden ins Wohnzimmer um den Reparatur-Auftrag zu unterschreiben und mir die getane Arbeit erläutern zu lassen. Die beiden folgten mir dann auch ins Wohnzimmer. Sie setzen sich jeder auf einen Sessel und der Vorarbeiter erklärte mir was alles ersetzt werden musste. Dabei fiel immer wieder ein Blick von ihm auf meine Gattin die sich bequem auf der Couch hingelümmelt hatte. Wie zufällig lies sie dabei einige tiefe Einblicke auf ihre Beine und ihre Brust gewären. Der jüngere der beiden wurde schon ganz unruhig und ich stellte mit einem Blick fest das er eine Erektion hatte. Er schaute meine Fraau irgendwie ganz ungeniert an. Der alte bemerkte dies auch und wollte seinen Kollegen zurechtweisen. Ich fiel im kurz ins Wort mit der Bemerkung das es uns nichts ausmache wenn er meine Frau beobachten würde, ihr macht es nämlich nichts aus ganz im Gegenteil. Nun sagte meine Frau ob sie den Herren nicht noch eine Kleinigkeit bieten dürfe. Sie ging kurz in die Küche und holte einen zwischenzeitlich angerichteten Imbiss. Diese stellte sie auf den Tisch nicht ohne dem älteren ihre Brüste an die Schulter zu drücken. Esst etwas und wenn ihr dann möchtet biete ich euch noch eine Überraschung an. Die beiden griffen zu und asen jeder eine Kleinigkeit. Nun ergriff mein Weib die initiative. Wenn ihr meine Oberweite sprich BH Größe mit drei Versuchen erraten werde ich für euch strippen rief sie aus. Die beiden waren davon überrascht und blickten mich fragend an. Ich sagte das meine Frau heute gewillt ist sich von zwei ihr unbekannten Männern ficken zu lassen. Sie ist ein Naturgeioles Weib warf ich noch ein. Gummis sind vorhanden, also braucht ihr keine ‘Angst zu haben und könnt munter drauflos ficken. Was ist mit ihnen fragte mich der jüngere. Ich bin nicht Bi, brauchst nichts zu befürchten aber ich werde mitmachen. Nun ging das Ratespiel los. Der ältere, er hies Manfred sagte 85 C und Detlev der junge preschte mit 90 D vor. Falsch jeder hat noch zwei Versuche. Der der es zuerst errät bekommt meine Zunge als erster zu spüren sagte mein Schatz mit einem Lachen. OK 90 C rief Manfred und Detlev schaute nochmal genau hin und sagte dann 95 B. Ok, ihr dürft beide mal mit der Hand nachmessen da ihr es sonst nicht erraten werdet sagte meine Frau. Sie setzte sich gerade hin hin und streckte ihre Brüste vor. Kommt her und fühlt. Manfred war der erste der zulangte. 95 C. Leider wieder falsch. Dann war Detlev an der Reihe. Er fühlte etwas länger als Manfred und meinte dann 85 D. Treffer rief mein Schatz und stand nun auf. Sie entledigte sich ihres Bademantels und schälte sich äusserst langsam und tänzelnd aus ihrem halb durchsichtigen Hemdchen. Nun trug sie nur noch ihre Strapse und eine Büstenhebe. Das ist ein BH ohne Schale der die Titten schön präsentert. Sie kniete sich dann vor Detlev und holte ihm seinen immer noch steinharten Schwanz aus der Monteurhose. Langsam umkreiste sie mit ihrer Zunge seine Eichel und glitt am Schaft entlang, nahm dann seine Eier abwechselnd in den Mund und saugte daran. Mach langsam sonst komme ich schon jetzt stöhnte Detlev. Meine Frau lies sich aber nicht bremsen und blies und leckte seinen Schwanz immer weiter. Er kommt wirklich gleich meinte sie kurz darauf. Nun lies sie von ihm ab und wandte sich Manfred zu. Ziehe Dich bitte aus bat sie ihn. Dies ließ er sich nicht zweimal sagen und in Null komma nichts stand er nackt vor ihr. Nun kniete sich meine Frau vor ihn und fing an Manfreds Penis zu verwöhnen . Sie nahm ihn zwischen ihre Titten und fickte ihn damit, dabei umschmeichelte ihre Zunge immer wieder seine Schwanzspitze. Detlev und ich zogen uns nun auch komplett aus. Ich legte mich dann unter meine Frau so dass mein Kopf genau unter ihrer Scham lag. Sie reckte sich etwas und dann setzte sie sich auf mein Gesicht. Während ich genüßlich ihre nasse Schnecke leckte kniete Detlev sich hinter sie und drang mit übergezogenem Präser in ihren Allerwertesten ein. Er stieß sie tief und kraftvoll während ich ihren Votzenschleim genoß. Manfred konnte sich nicht mehr beherrschen und verspritzte seine Ladung zwischen die Brüste meines Schatzes. Er verrieb seinen Samen mit seinem Schwanz über ihre ca. 1,5 langen Nippel. Da mein Schleckermäulchen so gerne Sperma zu sich nimmt, holte sie sich den Saft von ihren Brüsten und rieb ihn sich in ihren gierigen Mund. Jetzt wollte meine Frau im Doppel genommen werden. Gesagt getan. Ich krabbelte unter ihr heraus während Detlev sich aus ihrem Hintern zurückzog. Er legte sich dann auf den Rücken und meine Frau setzte sich dann auf seinen aufgerichteten Pfahl. Mit einem schmatzenden Geräusch drang er tief in sie ein. Nun beugte sie sich nach vorne und küsste Detlev leidenschaftlich. Dabei bekam er auch etwas von Manfreds Saft zu schmecken. Manfred hatte sich sehr schnell erholt und kniete sich direkt hinter den Arsch meiner Gattin. Zu meiner verwunderung drang er aber nicht in ihren Anus ein. Er stopfte seinen Kolben auch noch in das Fickloch meines Schatzes. Jetzt hatte sie zwei Schwänze in ihrer Muschi. Die beiden fanden rasch einen gleichen Takt und fickten sie heftig durch. Meine Frau schrie und wimmerte immer geiler. Ich war so erregt von dem Schauspiel das ich mich vor meine Frau kniete und kräftig wichste. Ich hob ihren Kopf unter dem Kinn an und schon kam ihre Zunge heraus. Mit nie dagewesener Kraft verschoß ich mein Sperma auf ihre Zunge und in ihren Mund. Die letzten Spritzer verteilte ich ihr auf das Gesicht . Detlev rief ich komme gleich und zog sich aus dem mit Manfred geteilten Loch zurück. Schnell rutschte er hoch und meine Frau zog ihm den Präser herunter und stülpte ihre Lippen über seinen zuckenden Schwanz. Er verspritzte so viel das sie es garnicht alles schlucken konnte und eine ganze Menge des Liebessaftes aus ihrem Mund herausquoll und auf Detlevs Unterleib tropfte. Nachdem meine Frau alles was in ihrem Mund war heruntergeschluckt hatte leckte sie Detlevs Schamgegend auch noch schön sauber und nahm den Rest wischte sie mit ihren Händen auf und verieb sich das wertvolle Eiweiss schön auf ihren Brüsten. Nun war auch Manfred soweit. Er stieß noch drei- viermal kräftig zu und zog sich schnell aus ihr zurück. Er schaffte es allerdings nicht mehr vor das Gesicht meiner Frau zu kommen. Nachdem er sich den Gummi heruntergezogen hatte ergoß er sich auf dem Rücken meines Schatzes. Dann sammelte er seinen Saft mit den Händen ein und wischte sich alles in seine rechte Handfläche. Diese hielt er dann meiner Frau vors Gesicht. Mit verklärtem Blick schleckte sie ihm seinen Saft aus der Hand. Mein kleiner Freund stand nun auch wieder und da meine Frau immer noch auf allen vieren vor uns lag rammte ich meinen Steifen nun in den Arsch meiner Angetrauten. Das Loch war ja schon von Detlev schön geweitet und so konnte ich mit einem Stoß tief in den Darm eindringen. Ich benötigte nur 20 25 Stöße um wieder zu kommen. Tief in ihrem Anus spritzte ich dann laut aufstöhnend ab. Da wir vier nun alle ziemlich satt waren setzten wir uns nun noch an den Wohnzimmertisch. Meine Frau sah mit ihrem Spermaverschmierten Gesicht und den vollgespritzten Brüsten mit steil abstehenden Nippeln richtig geil aus. Sie zog ihre Beine an spreizte sie und stellte sie auf die Sitzfläche. Nun konnten wir drei Männer genau sehen wie ihr mein ‘Sperma aus dem After tropfte. Nachdem wir noch einen kleinen Umtrunk zu uns genommen hatten zogen sich die beiden Heizungsmonteure wieder an und verabschiedeten sich. Meine Frau rief ihnen noch zu das sie gerne wieder kommen dürften. Aber nur wenn ihr eure Frauen mitbringt warf ich frech grinsend ein. Manfred sagte das geht wohl nicht seine Frau sei sehr prüde und würde ihm einen Seitensprung wohl nie vergeben , auch würde sie keinen anderen an sich heranlassen. Altkatholisch halt.. Detlev hingegen sagte sofort das seine Braut ebenfalls nicht abgeneigt sei anderweitige Erfahrungen zu sammeln. So verblieben wir das wir uns in nächster Zeit noch einmal treffen würden.

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VACANZA DI NATALE IN CASA DEI MIEI SUOCERI…

Questo racconto risale all’ultimo natale trascorso ed anche all’ultimo passato in casa dei miei suoceri perché da aprile abbiamo cambiato casa e quindi non abitiamo più con loro, mio suocero per la settimana di natale aveva prenotato un viaggio, come spesso fanno, ed io al pensiero di non averli tra i piedi e di andare a rovistare nelle sue cose intime magari trovando qualcosa di più spinto era già qualcosa che mi faceva bollire dentro. Prima della partenza mia moglie mi confessa che mentre aiutava la madre a fare le valige gli vede in un borsello da viaggio sai dove si mettono gli spazzolini, ecc, delle pillole con sopra scritto cialis. quando la sera rientro a casa i miei suoceri erano già partiti dal pomeriggio, e mia moglie mi racconta l’accaduto dicendo di averli trovato queste pillole e di aver fatto una ricerca su internet e aveva riscontrato che si trattavano di pillole come il viagra, infatti mi disse che il padre prende molte medicine e che quindi col fatto che ha 59 anni ne avrà bisogno di quelle pillole, mentre mia moglie in maniera naturale mi raccontava questo nella mia mente tutte le fantasie su mia suocera che avrebbe fatto la porca con il marito in vacanza mi facevano eccitare e un po anche infastidire perché anche se è una cosa improponibile volevo tanto un giorno fargli sentire di quanto ero pazzo di lei e di quanto avrei voluta farla felice senza l’aiuto di pillole. La serata continuò cenai tranquillamente ma inizio a prepararmi un piano per come e quando iniziare una ricerca approfondita sulle cose intime di mia suocera…In quella settimana ne capitarono di occasioni, mia moglie un pomeriggio andò a fare spese con mia madre ed io rimasi solo a casa, avevo tempo un oretta, iniziai da andare giù in cantina non so perché ma nella mia fantasia c’era la voglia di trovare tipo una videocassetta o un cd di un loro video privato ma purtroppo così non è stato, trovai delle vecchie foto invece da lei da giovane, e vi dico che adesso ha un po più di forme in più che assolutamente non mi dispiacciono ma da giovane era magrissima ma sempre con un seno bello prosperoso e in evidenza e trovai delle foto di quando andavano in vacanza con lei in costume, e fù allora che mi venne l’idea che se l’estate dopo cioè questa che è appena passata saremmo andati con loro al mare l’avrei fotografata di nascosto in bikini o cmq in maniera dove risaltano le sue forme di certo non lo potevo fare nei giorni normali, sarei stato sgamato. Dalla cantina passai al loro bagno ma niente di che anche se notai un l’asciugamano vicino al bidè bagnato ed il sapone intimo che era ancora aperto è capì che mia suocera si era lavata le parti intime prima di partire, di certo noi maschi preferiamo la doccia, presi quell’asciugamano lo annusai e il fatto che lì si era asciugata la sua bella fica e magari anche il fondoschiena fece eccitare i miei neuroni e tutto il resto, si sentiva di donna ma non molto perché era bagnato, infine andai in camera da letto, sicuramente nella fretta del viaggio non ebbe modo di rifare il letto e lascio il suo pigiama ancora lì chiedendo poi a mia moglie di mettere a posto la sua camera, iniziai ad odorare la maglia del pigiama dava del suo profumo, poi quando presi i pantaloni per annusarli vidi che in mezzo ai pantaloni c’erano le sue mutande nere, un po sporche le presi le odorai fortemente dava un odore forte di pipì e non solo pensai dentro di me ” brutta porca” le odorai ancora e le rimisi come stavano, pensando che tanto mia moglie non sarebbe andata subito a rifargli il letto e a pulire la camera e quindi aspettai il momento più comodo e tranquillo per masturbarmi come si deve…passò anche quella serata mangiando con mia moglie ma con in mente un pensiero fisso, quasi da ossessionato, quello di ritornare nella sua camera da letto a sentire il suo odore di fica matura, la notte non riuscivo a prendere sonno quando vidi che mia moglie dormiva, erano quasi le 2 di notte, mi alzai zitto zitto dal letto e senza mettermi le pantofole per non fare rumore uscì dal mio appartamento e andai al piano di sopra nella sua camera da letto, faceva freddo e tremavo sia per il freddo che dall’eccitazione, mi misi nel suo letto dal lato dove dormiva lei sul suo cuscino, presi la sua maglia del pigiama piena del suo bel profumo e le sue mutande le avvicinavo al mio naso con una voglia matta che se in quel momento si trovava lì mia suocera gli avrei leccato come non mai fino a farla venire quella sua ficona che immagino calda e grande, così iniziai a masturbarmi mettendo le sue mutande sul mio pene e leccandole proprio sul punto dove si sentivano di più i suoi profumi di donna, arrivai ma non sulle sue mutande in un grande sborrata e ancora con le sue mutande vicino alla mia lingua, è stato un bel momento ero nel suo letto sentivo il suo profumo sul suo cuscino, proprio lì nella sua camera dove fa di tanto in tanto qualche bella scopata con suo marito e con le sue mutande con i suoi umori vaginali immaginandola di leccarle la fica e le leccavo le mutande e stata una delle più belle sborrate eccitanti della mia vita, mentre mi segavo me la immaginavo lei con le sue belle tettone che mi scopava o me lo prendeva in bocca e a voce alta per eccitarmi ancora di più le dicevo ” sei una porca, sei zoccola, quanto mi piace il tuo odore di fica”, tutto questo purtroppo non l’ho più fatto perché non è più stata fuori casa, ma il pensiero fisso del suo odore di fica, o le sue tette che tutte le mattine durante il caffè avevo davanti agli occhi mi continuavano a rimanere in testa, con un pensiero che prima o poi me la volevo scopare….LA STORIA CONTINUA…

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L’amante nello specchio – Metamorfosi – Ep1 –

.1

– cosa vuoi che faccia ?

eravamo sdraiati nel nostro letto a soppalco dell’ ikea, la stanza era illuminata da una piccola luce sul tavolo da fumo davanti al divano del solottino,ricavato sotto di noi.

– non lo sò tu che hai in mente ?

nella penombra del nostro monolocale il suo viso sembrava una delicata scultura, come quelle bambole di porcellana che si vedono nei film in costume.

– dai sono sicura che qualcosa hai in mente, ci sono un sacco di cose che non abbiamo mai fatto.

si sentiva una leggera musica provenire dall’appartamento a fianco, era un rock anni 90, post punk o qualcosa di simile. Il palazzo era per lo più abitato da studenti o giovani professionisti che non badavano molto alla privacy, propria e degli altri.

Mi girai su un fianco per guardarla negli occhi, la sua bocca era semi chiusa le sue labbra brillavano nella penombra, aveva uno strano sguardo, lo sguardo di chi si aspetta una risposta ma che veramente non ha idea di quale possa essere la domanda, era lo sguardo curioso di una innocente ragazza di 19 anni.

-vuoi andare a bere qualcosa?
-non ho detto facciamo, ho detto faccia. Io, per te.

La avevo conosciuta poco più di un anno prima, lavorava come cameriera in un posto di villeggiatura di provincia, uno di quei posti dove si conoscono tutti. Ero diventato un cliente abituale durante quella estate, si trovava della buona birra, un ottima pizza, e sopratutto era frequentato da un sacco di turiste.

– Dai voglio fare qualcosa di eccitante per te…

Era sempre stata tanto timida quanto curiosa, ma per gran parte della sua vita la curiosità l’aveva vissuta come vergogna. Ero stato il primo ragazzo a cui la avesse data, e vi assicuro che mise a seria prova la mia pazienza. Non aveva esperienza voleva provare ma si vergognava. Non aveva mai fatto un pompino, non le avevano mai succhiato le tette o leccato tra le gambe. Era giovane, e vergine.

– Che cosa è eccitante per te ?
– Voglio fare qualcosa di eccitante per te, non per me.
– Per me è già eccitante parlarne
– È vero parliamo poco, di sesso.

Ho fatto sesso con lei solo dopo un mese che ci uscivo, non mi mancavano le ragazze in quel periodo, in realtà non mi sono mai mancate e erano state sempre più forti e dirette di me caratterialmente, forse era quella innocenza che mi eccitava tanto in quella ragazzina di provincia.
No ho mai capito come possa essere stato per lei la prima volta. Eravamo nel mio precedente appartamento era venuta in treno per pranzare insieme, era già la terza volta che lo faceva e a parte qualche bacio appassionato non eravamo andati oltre, mi faceva impazzire il modo come baciava, mi faceva impazzire la sua bocca sempre un pò tirata quasi nervosa. Mi accesi una canna che preparai sul tavolo con ancora con gli avnazi del pranzo, lei mi confessò che non aveva mai fumato, niente in vita sua, era vergine, ma che la eccitava vedermelo fare, gli chiesi se voleva provare e disse di si. Sul letto spenta la canna, acceso lo stereo, ero sopra di lei ancora vestita con il suo morbido maglione e i suoi jeans attillati, bellissima e fragile.

La baciai sulla bocca a lungo mordendogli le labbra, succhiandoglieli. Scesi con la lingua sul collo la baciai dietro le orecchie. Via il maglione, via i jeans, via il reggiseno. Era rimasta solo con un perizzoma grigio in micro fibra. Glielo baciai. Era un lago. Via anche quello.

Li nuda, sdraiata sotto di me, ricordo che mi fermai a guardarla. Era la prima volta che la vedevo completamente nuda, e per la prima volta realizzai quanto fosse delicata. Il suo corpo sodo da neo 18enne era perfetto, magra, non troppo alta con la pelle bianchissima lunghi capelli mori che le cadevano sulle spalle. Piccoli seni sodi, puntavano verso di me minuscoli capezzoli rosa. Era maldestramente depilata, aveva peli sulla pancia, sulle braccia e addirittura sulle areole. il monte di venere era una foresta durante una esondazione. La mia eccitazione era totale. Realizzai che non ero attratto da lei, ma dall’idea di tirare fuori la troia che si nascondeva in quella ragazzina di provincia, la volevo trasformare. Gli infilai due dita in bocca gli chiesi di leccarmele lo fece mentre mi guardava dritto negli occhi, stava tremando, gli passai le dita umide sui capezzoli, si irrigidì, mi abbassai per per baciarla in bocca, ma all’ultimo momento mi diressi su quei capezzoli, il suo gemito mi fece quasi raggiungere l’orgasmo. La guardai dritta negli occhi.
-devi chiedermelo tu.. -si, facciamolo!

– Ok, ti piace come scopiamo ?
– Si, ma..
– Ma?
– Dai voglio vederti eccitato, cosa vuoi che faccia?

Stavamo insieme da quasi un anno, nel tempo aveva scoperto il sesso, aveva scoperto che le piaceva chiedermi di sborrarle in faccia, le piaceva che le tirassi i capelli, che le infilassi un pollice nel sedere mentre la prendevo a pecora, le piaceva masturbarsi e leccarsi i capezzoli mentre scopavamo, amava provocarmi, si riferiva a se stessa come troia.
Ma per me una troia è molto di più.

Indossava degli hot pants verdi aderenti che mostravano le sue gambe perfettamente depilate.

– Voglio vederti che ti baci allo specchio, voglio vedere che flirti con la tua immagine riflessa.

I suo occhi brillavano, involontariamente si morse il labbro.

– Ti sei eccitata ?
– Vuoi vedermi flirtare con un altra ragazza?

Era in piedi davanti al grande specchio nel salottino del monolocale. La sua bocca distava solo pochi centimetri dalla sua immagine riflessa, i suoi seni nudi si specchiavano. Era, tesa, eccitata… Bellissima.

Io in piedi dietro di lei le affondai una mano nel voluminosi capelli mori con uno strattone indietro portai la sua testa vicino alla mia.

– Ti piace ? – le sussurrai all’orecchio
– È eccitante. Disse

– Lei ti piace ?
– Ti piace la ragazza nello specchio ?
– È bella, guarda che belle tette, che bella bocca. Secondo me tu gli piaci.

Aveva lo sguardo fisso sulla sua immagine
Spinsi la mano che avevo sulla sua nuca, si avvicinò di un paio di centimetri allo specchio.

– La vuoi baciare? Lei è una dea con la lingua

Spinsi ancora

– Non ti va di baciarla? Non ti va di succhiarli la lingua, le tette?

Spinsi ancora sa sua nuca verso la ragazza nello specchio.
Fece resistenza, si bloccò.

– Voglio che ti metti seduto nel divano, ti accendi la tua canna e ti masturbi mentre mi guardi.

Sono caduto nel divano, mi sono abbassato i box, e ho acceso la mia canna. Lei ora mi stava guardando soddisfatta, era rimasta dove va avevo lasciata a pochi centimetri dalla bocca dell’altra nello specchio, le mani appoggiate al muro.

– Voglio che ti fai una sega mentre mi guardi, voglio che descrivi quello che vedi.

– Vedo due ragazze, sono bellissime, sembrano gemelle ma una sembra più eccitata dell’altra.
– Chi delle due?
– Non riesco a capirlo

Diedi una generosa boccata alla canna, buttai fuori il fumo e vidi le sue labbra che lentamente si avvicinava allo specchio, inarcò la schiena mettendo in mostra il suo culetto. La lingua passava sulle proprie labbra per inumidirle, lo specchio era appannato.
Mi diede una occhiata, poi si guardò dritta negli occhi e si baciò.

– vedo la mia ragazza che bacia la sua amante, la sta baciando in maniera volgare come se la volesse mangiare, vedo il corpo della mia ragazza inarcato e vedo il suo bel culo che oscilla, vedo due dita che si appoggiano sulla sua bocca che vengono succhiate, ora si muovono sul tuo capezzolo, duro…

– non sono le mie dita sono la sua bocca
– vedo la bocca della tua amante che ti succhia un capezzolo

Ansimò

– vedo la mano della tua amante che si sposta dentro i tuoi pantaloni ti tocca il clitoride

Gemette

– vedo tu che la baci, vedo entrambe le mani della tua amante che ti stringono le tette

La stanza era velata dal fumo denso e bluastro della canna, la musica della proveniente dalla casa della vicina accompagnava i movimenti dei suoi fianchi, la luce soffusa della piccola lampada esaltava i contorni del suo corpo. Io sul piccolo divano probabilmente avevo la faccia da ebete, o forse da maniaco, di sicuro avevo gli occhi sbarrati, ansimavo. La canna fumata per metà penzolava tra le dita della mano, la cenere cadeva sul pavimento. L’altra mano, si muoveva lenta e automatica sul mio pene, era diventato duro e umido, ma anche di quella mano non avevo più il controllo era autonoma, la vista era l’unico senso che mi era rimasto vigile.

Si giro di spalle allo specchio, scese lentamente fino a sedersi a gambe larghe, mi guarda con la coda dell’occhio, inizia a masturbarsi, si mordere le labbra, si ferma, mi guarda.

– Chi è la più sgualdrina?

Si passa le due dita che prima le stavano dando piacere sulla bocca, le lecca.

– L’altra. Dissi

Vedo i suoi occhi restare fissi su di me, restringersi.

– L’altra, ti ha succhiato i capezzoli.. ti ha masturbato. Tu ti sei limitata a godere.

Avevo riacceso la mia canna, continuavo a toccarmi.

– Peccato che l’altra sia intrappolata dentro lo specchio, e tu non possa approfittare della sua bocca.

Si alzò, due passi ed era in piedi davanti a me, semi sdraiato sul divanetto blu con in mano una canna, e nell’altra il mio pene.

– Sopratutto lei è lesbica vuole solo me. Non farebbe mai questo.

Lentamente si tolse i pantaloncini, si abbassò su di me, cavalcandomi. Mi tolse dalla mano la canna, ne diede una bella boccata e la getto lontana sul pavimento.

Il suo sesso era in fiamme, mai sentita così, era fuori controllo. Presi il so culo dettandogli il ritmo, lo allargai, era talmente eccitata che non ci fu bisogno di inumidirlo, il mio dito scivolò dentro, inizia a pomparle anche il culetto.

-Lo hai di marmo, fammi sentire quanto ti è piaciuto. Fammi sentire che non puoi fare a meno di me. Scopami.

Aumentai il ritmo, estrassi il dito che le avevo messo nel culo, e glielo piazzai davanti alla bocca.

-Succhia!
-Succhia il cazzo che avevi un culo.

-Dove vuoi venirmi? Vuoi che te lo prenda in bocca? ..Dai amore vieni, ho voglia di sborra.
Aumentava il ritmo, tolsi anche l’altra mano del culo e iniziai a frizionarle il clitoride.

Inarcò la schiena, si irrigidì, le strizzai violentemente un capezzolo, venne.
Me la ritrovai crollata su di me, ansimante, con il fiatone, sudata. Mi baciò il collo.

-Grazie.- Disse

Ero sempre dentro di lei, mi muovevo lentamente, la sentivo rilassarsi.

– Vuoi che ti venga dentro?

Si staccò da me, si mise seduta sul pavimento, mi guardò…
– Schizzami in faccia!!!