Premetto che sono un bel ragazzo, dotato anche di carisma e simpatia e non ho mai avuto problemi per trovare ragazze per fare sesso, anche sesso occasionale di una sera. Non faccio le cose di nascosto ma ci provo in pubblico, davanti a tutti, proprio perché non penso di avere nulla di cui vergognarmi. Sono fatto così. Scelgo la ragazza che più mi piace e vado a corteggiarla. Ogni corteggiamento è importante, anche se è solo per sesso e per questo non amo andare di fretta, non amo dare l’impressione di quello che sbava dietro alla fica. Di solito funziona e a quel punto io e la ragazza ce ne andiamo a casa mia a fare sesso. Ma questa volta, forse ho esagerato un po’ troppo. Erano da poco passate le nove e mezzo di sera e mi trovavo con i miei amici nella piazza del paese, seduti sulle panchine, a scherzare, ridere e bere birra. Ad un certo punto, passa una bellissima ragazza, era vestita molto sexy, con dei jeans attillati e una maglietta leggera che le copriva a malapena le tette. Aveva capelli neri lisci e lunghi che le arrivavano fin sotto le spalle, almeno una terza di seno, le labbra molto carnose, la vita sottile ed un culo da paura. Tutti noi cinque ci girammo contemporaneamente, restando con la bocca aperta, tanto quella ragazza era affascinante. Sprizzava sesso da ogni parte del suo corpo. Andai verso la ragazza con l’aria di quello sicuro di sé, sicuro di vincere, con le mani nelle tasche. Il mio approccio di solito era molto diretto. Non mi piaceva inventare scuse. Mi disse di chiamarsi Jessica e dalla voce capii che Jessica non era una ragazza, ma era una trans e tutta la mia sicurezza andò a farsi benedire. Non sapevo che fare e che dire. Mi chiese se era un problema il suo essere trans: in realtà lo era perché non mi era mai capitato di avere un’esperienza con una trans, anche se ne ero molto attirato. Era la prima volta che portavo una mia potenziale conquista a parlare anche con i miei amici. Avevo un po’ di imbarazzo e magari due chiacchiere tutti insieme mi avrebbero aiutato a superarlo. Loro si presentarono e cominciammo a chiacchierare. Più che altro fu lei che parlò e ci raccontò della sua vita. Faceva la commessa in un negozio in città ed era passata da quelle parti perché stava cercando casa. Si era rotta della vita di città e cercava un appartamento in paese. Tra birra e chiacchiere, il tempo passò e si fece quasi mezzanotte. Jessica era simpatica, gentile e soprattutto molto più femminile di tante donne che avevo conosciuto. Quando andai in macchina a prendere la giacca, perché cominciava a far freddino, me la trovai dietro di me. Mi chiese quando mi decidevo a farmi avanti: era la prima volta che mi veniva detta una cosa del genere. Prima che ci allontanassimo, l’abbracciai, spingendola contro il fianco della macchina e le tappai la bocca con un bacio. Subito mi assaggiò con le labbra e con la lingua, premendo forte la sua bocca carnosa. Un bacio che mi lasciò senza fiato, tanto che dopo non sapevo proprio cosa dire. Per mezz’ora abbiamo pomiciato appoggiati alla macchina e io l’accarezzavo tutta, soffermandomi sul suo bel culo e sulle tette. Quando stavamo stretti, sentivo il cazzo duro che premeva contro il mio, un cazzo che doveva essere non molto grosso ma era parecchio rigido, stava su e lo sentivo attraverso la stoffa della gonna. Io volevo portarla a casa mia, ma lei mi trascinò di nuovo sulle panchine dove se ne stavano seduti i miei amici. Ovviamente si stavano domandando come mai non fossi già a casa mia, a darmi da fare con la bellissima trans. Lei disse che andava pazza per il sesso in pubblico: diceva di essere molto porcellina ed esibizionista e sapere che altri la guardano mentre fa sesso la fa andare su di giri. I miei amici erano rimasti ammutoliti e ci guardavano, senza dire nulla. Sebbene fosse un paese, ogni tanto a quell’ora passava ancora qualcuno: gente che portava il cane a spasso, coppiette, persone che passeggiavano. In quel momento c’erano due persone a spasso con i loro a****li, uno dei quali molto vicino. A lei non importò molto dei miei dubbi: si avvicinò a me e mi baciò, leccandomi anche le labbra, con la sua lingua umida. Persi la testa: mi tirai fuori il cazzo duro e senza tante cerimonie glielo piazzai in bocca. Jessica cominciò a succhiarlo avidamente, come nessuna me l’aveva mai succhiato. Non era un piacere che faceva a me, le piaceva proprio prenderlo in bocca e adorava il suo sapore. Mentre mi faceva il pompino, mi accarezzava anche le palle e l’asta, con la sua mano che aveva le unghie lunghe smaltate. I miei amici guardavano e un paio di loro già avevano iniziato a farsi una sega. Uno dei due che portava il cane a spasso, si accorse della scena e se ne andò scuotendo la testa. Non la imbarazzava per niente guardarmi negli occhi mentre mi faceva il pompino. Dopo pochi minuti un mio amico aveva già sborrato e si stava pulendo cazzo e mani, io c’ero quasi. La bella trans porcellina iniziò a menarmi forte il membro, sempre più velocemente e intanto con la punta della lingua mi titillava la cappella gonfia all’inverosimile. Venni dopo poco, godendo come un maiale, e le schizzai tutta la sborra in faccia e in bocca. Alla fine me lo pulì con la lingua, raccogliendo tutti i residui di sborra. Lasciai il cazzo ormai moscio fuori dai pantaloni e mi sedetti sulla panchina, facendomi fare un po’ di spazio dai miei amici. Purtroppo il numero che mi diede era inesistente e quindi non potei più rintracciarla, però sogno spesso di incontrarla di nuovo e di assaggiare finalmente, il suo magnifico culo sodo e caldo.
Il guardone
Il cuckold nasce spesso come guardone. Anche io ho iniziato così. Spiavo un amico a cui prestavo la casa per portarci la sua donna. Ero molto ben organizzatoe quando loro entravano in casa io ero nascosto in una piccola stanzina sottotetto. Vi si accedeva da una botola nel corridoio, come in molte villette. Gianni, il mio amico non immaginava certo che io fossi lassù. La botola con la scala retrattile era ben inserita nel soffitto dell’ingresso. Eppoi io mi ci chiudevo dal di dentro, quindi anche se gli fosse venuta la curiosità non avrebbe potuto entrarci. Sul soffitto della camera dove lui portava la ragazza c’era un grande applique colorata e il foro che io avevo praticato sul soffitto era ben nascosto da questa. Quando loro arrivavano, generalmente nel primo pomeriggio, io che ero già salito in mansarda e mi ero chiuso dentro, mi straiavo su un materasso sul pavimento i mi godevo la scena. Ero ben attrezzato: un gabinettino e un frigo bar mi rendevano confortevole il soggiorno. Lui era un vero maschione. Uno davvero con le palle anche ins enso fisico. La trombava con furia per un paio d’ore, talvolta per l’intero pomeriggio. Ma anche lei era una vera troiona a letto. Era un piacere vederla trombare. Era molto rumorosa: gemeva forte, sbuffava, incitava il Gianni e quando arrivava all’orgasmo si agitava tutta gemendo, ansimando e sudando. Che spettacolo!! Mi sfinivo di seghe.
Abitavamo tutti nello stesso piccolo paese e lei di vista mi conosceva, ci salutavamo al bar o per strada se ci incontravamo. Io avevo un negozio di merceria e intimo e lei di tanto in tanto era anche mia cliente. Sapeva che la casa dove Gianni la portava era una delle mie case (ne avevo tre e due le affittavo a turisti nel periodo estivo), ma ovviamente non sapeva certo che io la spiassi mentre trombava con lui. Poi un giorno si lasciarono e Gianni mi riportò la chiave della casa. Mi disse che aveva dovuto lasciare la ragazza perché si era messo con una donna ricca e me ne fece il nome. La conoscevo, ovviamente e sapevo che avrebbe fatto una vita difficile con lei. Ma tantè! affari suoi.
Un giorno lei viene al negozio e imbarazzata mi chiese il favore di prestarle la chiave della casa; quella per intenderci dove andava a trombare con Gianni. Ovviamente le chiesi il motivo e lei, riluttante, mi raccontò che andava li con Gianni e che per nostalgia avrebbe voluto rivedre quella casa dove era stata tanto felice. Le diedi la chiave. Letizia -così si chiamava- tornò altre volte a chiedermi la chiave. Diventammo subito amici. Un giorno riportandomi la chiave disse che si era sentita in dovere di dare una pulitina alla stanza che le sembrava polverosa. Fu in quel momento che notai un certo sguardo che subito mi mise in allarme. Era uno sguardo infagatore, seppure celato. Capii subito che aveva notato la botola della mansarda e che vi era salito, scoprendo il materasso e il foro da cui si vedeva la camera sottostante e il letto in particolare. Ora lei sapeva che io li spiavo, che ero un guardone. Mi fissava. Eravamo soli in negozio. Abbassai lo sgurdo. Temetti una scenata. Invece Letizia mi chiese se avessi una ragazza, come mai ero sempre solo; volle sapere tutto di me. Certo voleva capirte come mai fossi un guardone. Mi prese di sorpresa e le confessai imbarazzatissimo il mio vizietto, ma che loro due erano la sola coppia che mai avessi spiato. Sorprendentemente mi dette un bacetto sulla giuacia e poi rise maliziosamente. La sera stessa mi chiese la chiave ma con mia sorpresa disse che voleva che l’ accompagnassi. Non capivo, ma ero elettrizzato. Come entrammo lei assunse un atteggiamente leggermente ma piacevolmente autoritario. Mi prese per mano e mi portò sotto la botola. Poi premette il pulsante e fece scendere la scala.
-Vai su e chiuditi dentro!- disse con piglio un pò severo ma pur sempre giocoso. Eseguii.
Lei nel frattempo era entrata in camera e come se fosse sola prese a spogliarsi, rimanendo nuda. Camminò per la stanza, si stese sul letto, rimase ferma, ma mai senza guardare direttamente verso di me. Poi mi ordinò ad alta voce di raggiungerla. Giocava con me, evidentemente. Mi teneva in pugno. Mi gestiva. Mi piaceva questo gioco, che poi gioco non era. La raggiunsi. Era seduta sul letto. Mi fece cenno di inginocchiarmi sul tappetino, allargando le cosce e la sua vulva pelosissima e dalle grandi labbra schiusa apparve in tutta la sua oscena intima bellezza.
-Lecca porco!- era seria, decisa.
Ero inebriato, stordito, stupefatto, incredulo, non sapevo cosa mi stesse succedendo. Tuttavia mi protesi fra le sue cosce e appoggiai tremante la mia bocca alla vulva, acor più schiusa e intrisa di umore. Un forte odore di sesso femminile mi colpì le nari. Un afrore asprigno, eccitante, coinvolgente. Poi, dopo poche leccate, mi ordinò di staccarmi e di alzarmi in piedi.
-Spogliati tutto!- ordinò
Mi spogliai incerto ma anche eccitato. Quando fui nudo lei mi osservò senza espressione. Si soffermò con lo sguardo sul mio pene eretto.
-Masturbati!-

Non provai neppure a replicare. Mi presi il pene in mano ma rimasi fermo con lo sguardo sul pavimento.
-M A S T U R B A T I ! !- scandì ad alta voce.
Iniziai a masturbarmi fissandola eccitato fra le cosce, che tenva ben spalancate e dalle quali l’odore emanava fortissimo e inebriante, a****lesco. Provavo una strana e torbida sensazione di vizzioso piacere e di umiliazione.
-Andiamo via, rivestiti!- ordinò prima che avessi l’orgasmo. E si alzò a sua volta prendendo le mutandine e il resto. Mi rivestii con lei.
Crebbe fra noi questo sordido e complice legame. Dopo due mesi le chiesi di sposarmi. Disse di si, con semplicità, come se le avessi chiesto che ore fossero.
Ma nel sesso le cose non stavano come in una coppia normale. Lei si concedeva spesso, ma era una sorta di padroncina che ordinava. Era lei che diceva leccami, masturbami, trombami, massaggiami. Non che non fosse affettuosa nel quotidiano, ma a letto era lei che ordinava, che concedeva ciò che a lei faceva piacere. Purtroppo avevo l’eiaculazione molto rapida, come quasi tutti i segaioli e quindi dovevo venire solo una volta soddisfatta lei.
-Ora inculami!- chiese una volta. Io subito pensai a quando lo chiedeva a Gianni: ‘amore mmio inculami ti prego’ gli sussurrava teneramente e lui la inculava facendola gridare di dolore e piacere. Ma lui aveva un cazzone grande e grosso, mentre il mio è meno di una quindicina di centimentri e sottile.
Poi un giorno arrivò una telefonata. Lei dopo era raggiante, ma anche strana. Era come se le avessero detto che ciò che voleva si era avverato. Poi iniziò a parlare.
-Bene! Lo sapevo! ha voluto sposare la ricca e ora si ritrova con una donna che non solo non gliela da più ma che lo tratta anche male. Se lo è comprato, la schifosa!-
Avevo capito tutto. Lui si era lamentato con una sua amicica che subito aveva chiamato Letizia, della quale era a sua volta amica. Una sera incontrai Gianni nei pressi di casa. Quando mi vide fu come imbarazzato. Forse non si aspettava di vedermi. Quello mi fece venire un tuffo al cuore. Era chiaro! Era uscito da casa mia. Ero sconvolto. Ora capivo tutto. Letizia mi aveva si sposato, ma amava ancora lui. Ora lui stava tornando a riprendere Letizia.
Parlai la sera stessa con letizia che rimase impassibile e non negò che Gianni era venuto a casa, ma disse con determinazione che ora non lo amava più. Ora voleva solo vendicarsi di quella schifosa che glielo aveva portato via. La sua vendetta -proclata con decisione- era di renderla cornuta. Voleva vendicarsi.
-Me lo riprendo! glielo levo dalle cosce -disse testualmente- glielo trombo e glielo rimando sfinito, a quella schifosa! Ma lo riprendo solo per usarlo e poi gettarlo. Ero allibito dalla sua determinazione, dalla sua rabbia fredda, dalla sua volontà di vendetta.
Avrei potuto urlare che era pazza e che l’avrei butatta fuori casa a calci. Era questo che volevo dirle, ma dalla bocca mi uscì solo un flebile ‘fai bene amore mio’. Letizia mi guardava fissamente on volto. Stava valutando le mie emozioni. Capì che poteva fare ciò che voleva.
-Dammi la chiave della casa,- disse decisa: -Lo trombo li!- Poi guardandomi cambiò espressione e un sorriso malizioso apparve sul suo volto.
-Certo amore mio che puoi venire a spiarci… Lo sai che mi farà piacere… Ti voglio lassù mentre lo uso. Ho già riacceso il frigo e ho portato le salviette per le tue seghe, non voglio che tu sporchi il lenzuolo che ti ho già messo… E, mi raccomando, non gemere forte, perché una volta credo di everti sentito gemere. Non potevo immaginare che su in mansarda ci fosse qualcuno e non detti peso alla cosa, ma sentii dei gemiti… Lo so che sei un porcellone segaiolo.
Accadde due sere dopo nella casa che li vide insieme. Io ero già su in mansarda da ore in attesa spasmodica. Era domenica e il negozio era chiuso. Poi eccoli. Mi pareva di impazzire! Lei era una furia. sentivo tutto e vedevo tutto: lo schiocco dei loro baci, il loro risucchio; lo trombava con una frenesia a****lesca, facendo esplodere la voglia repressa che certo covava in lei e che ora esplodeva irrefrenabile. Lo prese in tutte le maniere. Lo spompinò; gli diede il culo; lo cavalcò roteando il bacino come un cow boy in un rodeo. Lo incitava con voce roca. Furono due ore di frenesia amorosa. Urlava, gemeva, ansimava mia moglie mentre possedeva il suo amante. Ed io nascosto su in mansarda, stordito, esaltato, col cuore in gola e le tempie pulsanti, senza saliva. Dovevo tenere la bocca aperta per respirare. Temevo perfino che loro sentissero il furoso battito del mio cuore. La mano masturbava il pene seguendo i loro ritmi.
-Sarai solo mio!- gli disse lei alla fine della turbolenta trombata.
-Si amore, certo… ma tuo marito?- le rispose Gianni?
-Lui non ci darà alcun fastidio. Lui fa quello che voglio io. Magari gli piace anche…- rispose guardando fuggevolmente verso di me. Non vide che io annuivo con decisione.
Era nato un cuckold.
I Suoi Primi Cinquant’Anni!
La festa era ormai finita ed in casa non c’era piú nessuno, tranne io & lei. Ero pronto per dargli il mio “regalo”. Esco dal bagno completamente nudo e con il mio pisello ciondolante, attraverso il corridoio. Arrivo alle spalle di Antonella, l’abbraccio, spingo il mio corpo su di lei, presso il mio pisello sul suo sedere e gli dico: “Ancora Buon Compleanno Amica Mia”. La sento sorridere, ma ancora non realizza che dietro di lei io sono nudo. Tenendola dolcemente stretta a me, avvicino la mia bocca al suo orecchio e gli sussurro che sono l’unico che ancora non gli ha dato il regalo per i suoi primi cinquant’anni! Ride di nuovo, ma la mia morsa affettuosa gli impedisce di girarsi. Intanto il mio pisello continua a spingere sul suo sedere ed inizia a gonfiarsi. Allora prima che lei percepisca l’ingombrante presenza della mia futura erezione, la invito a chiudere gli occhi in attesa che gli metta tra le mani il mio regalo. Antonella esegue i miei ordini e serra le palpebre. La lascio e mi posiziono davanti a Lei.
– “Ecco il tuo regalo Antonella” Gli dico guidando le sue mani verso il mio uccello.
– “Dove Chase? Non sento e vedo nulla! Ma non posso aprire gli occhi?” Dice Lei eccitata ed incuriosita dalla futura sorpresa.
– “No! Non puoi aprirli. Dai…. ci sei vicina, il tuo pacco é qui” Gli suggerisco mentre mollo le sue mani e la lascio cercare da sola il suo “regalo”.
É questione di secondi, le sue mani afferrano il mio pisello, rimangono sul pezzo solo per pochi attimi, il tempo che Antonella capisca quello che sta maneggiando.
Il suo viso smette di sorridere, apre gli occhi e si accorge finalmente che ha tra le mani il mio pisello eccitato da tutto quel gioco. Lascia subito la presa e fá un passo indietro.
– “Chase! Sei impazzito? Perché sei nudo?” Mi dice in un tono abbastanza serio.
– “Volevo darti il mio regalo personale. Credevo… pensavo lo volessi anche tu!” Gli rispondo cercando di tornare all’atmosfera festiva di pochi minuti prima.
– “Hai pensato male! Che significa questa storia? Questo sarebbe il tuo regalo? Grazie del pensiero, ma ora si é fatto tardi, ci vediamo domani” Ribatte Antonella, indicando il mio pisello e cercando di concludere la discussione.
Che fosse una persona particolare, era cosa ormai nota, ma che si rifiutasse di scoparmi in modo cosí deciso, questo non me lo aspettavo proprio.
Antonella era quella che noi del’Agenzia chiamiamo “cliente facoltoso”. Occupandoci di pubblicitá, i contributi extra lavoro erano sempre graditi. Ed Antonella, di soldi extra, ce ne dava molti. Ad ogni contratto concluso con lei, oltre al normale pagamento, mi girava (ci girava) sempre un assegno “in piú” per le coperture di servizi di vario genere. In realtá, ormai lo avevo capito, anzi lo avevano capito tutti, era un modo per comprarsi qualche attenzione in piú, insomma, era chiaro che voleva scoparmi. Quelli dell’Agenzia, i colleghi uomini ovviamente, mi chiedevano perché non mi buttassi, non mi facessi avanti. Non solo Antonella era una scopata facile, ma per la sua etá, vicina ai cinquanta, era proprio una gran bella donna. Ma come giá scritto in altri miei racconti (rileggete “La Nuova Collega” o “La Figlia Del Mio Collega”) preferivo sempre dividere il lavoro dalla vita privata. Ma come sempre, tra il dire ed il fare, c’è sempre lo scopare!
Antonella era nostra cliente da quasi cinque anni e dopo i primi tempi, dove anche per esigenze lavorative ci davamo del “Lei”, iniziammo a diventare meno formali. Arrivati al punto dove ormai ci chiamavamo per nome, iniziammo dopo un pó ad inviarci anche messaggi sui nostri smarthphone. Insomma, avevamo creato anche una sorta di legame piú o meno intimo. Ammetto che diverse volte avevo pensato a come lei fosse sotto le coperte, anche perché sul lavoro, ogni volta che si presentava alle riunioni, indossava abiti che mostravano ogni forma del suo fisico. Le gonne erano all’ordine del giorno e le camicette con ampie scollature, non mancavano mai. Una volta credo anche di essere riuscito a intravedere le sue tette attraverso un’apertura di una camicia non troppo abbottonata. Se fosse stata una femmina a****le, i suoi attegiamenti potrebbero essere tranquillamente catalogati come un richiamo sessuale per i maschi, io incluso.
Ormai eravamo diventati quasi amici, prima ancora che venditore e cliente. Ricordo persino quell’estate che decidemmo di trascorrere una giornata al mare insieme. Quella fu la prima volta che la vidi senza vestiti, ovviamente non nuda, ma comunque poco coperta. Quella volta in spiaggia portó anche sua figlia minore, Elisabetta, una ragazza di appena vent’anni bionda e alta come la madre. Credo che fu proprio quel giorno che pensai ad Antonella come ad una donna, come ad una fica da scopare. Se prima la vedevo come una cliente, ora iniziavo a pensare a lei come una preda, anzi, come a delle prede. Giá, perché Elisabetta era degna della madre, in piú aveva dalla sua parte la giovane etá. E nei miei sogni piú segreti, pensavo a come sarebbe stato averle entrambe dentro il mio letto! Ma come detto, era solo un sogno. Cosí mi concentrai su Antonella, che sembrava meno ostile sessualmente parlando e che comunque mi spronava a provarci con lei. Un chiaro messaggio esplicito arrivó proprio su quella spiaggia. Essendo una donna e come tutte le donne gli piaceva piacere, adorava l’abbronzatura quasi integrale, in poche parole, senza reggiseno. Quando se lo tolse, rimasi per un secondo sorpreso. Non tanto per il gesto, quanto per quelle tette cosí ben fatte. Antonella non era piú una ragazzina, eppure quelle sue bocce facevano invidia a metá delle ventenni che ci circondavano. Aveva dei seni molto grandi, abbastanza calati e con due capezzoli ben pronunciati. Le grandi areole che li circondavano, completavano quel panorama mozzafiato. A completare l’opera, ci si mise lo spettacolo che gentilmente Antonella offrí a chi la guardava, me compreso. Inizió a spalmarsi la crema su tutto il corpo, partendo dalle gambe e passando per l’interno coscia, fino ad arrivare alle tette. Vedere quelle sue mani, anzi, quelle sue dita, scivolare su e giù verso l’inguine, proprio dove finisce la fica ed inizia la coscia, era una scena da infarto. Se il piano era di farmelo diventare duro, ci era riuscita. Sentivo il mio uccello gonfiarsi nei boxer, lo sentivo crescere minuto dopo minuto, tanto che fui costretto a mettermi a pancia sotto per soffocare l’erezione. Il suo spettacolo erotico sembrava non finire mai. Soprattutto quando si spalmó la crema sui seni, su quei grossi meloni. Erano cosí grandi, che per mettere la crema solare in modo uniforme, doveva con una mano sollevare un seno e con l’altra mettere la crema sotto la parte dove poggiavano le sue tette! Il tutto con estrema disinvoltura. Lo ammetto, se fossimo stati da soli su quella spiaggia, mi sarei giá abbassato i boxer per dargli quello che cercava: qualcuno che tappasse quel suo buco con una grossa cappella. Antonella mi chiese poi di aiutarla a mettere la crema sulle spalle. Ecco, ci mancava solo questo. Mi alzai cercando di nascondere la mia eccitazione e l’aiutai. Feci scivolare lentamente le mie mani sulla sua schiena e qualche volta sui fiancha le mie dita sfioravano le sue tette. Ora ne avevo la convinzione, la sua pelle, il suo fisico, le sue enormi bocce, erano decisamente meglio di tutte quelle ragazze sulla spiaggia. Intanto la mia eccitazione cresceva, fino ad arrivare al punto di non ritorno, quando vidi il mio pisello ormai quasi dritto e duro, spuntare da un lato dei miei pantaloncini. Si vedeva chiaramente la mia cappella spuntare fuori. Se Antonella si fosse girata, o se sua figlia fosse uscita dall’acqua in quel momento, non ci avrei fatto una bella figura. Cosí dopo aver messo la crema su ogni centimetro della sua schiena, sempre posizionato alle sue spalle, gli consegnai il flacone e alzandomi gli dissi che andavo a prendere qualcosa di fresco da bere per noi tre. Mi voltai immediatamente e presi la direzione del Bar cercando di nascondere al resto dei bagnanti quell’imbarazzante situazione.
Dopo quella giornata iniziai a vedere Antonella con occhi diversi, con pensieri diversi. L’idea di fare sesso con lei iniziava a farsi posto nella mia testa. Antonella ovviamente si era accorta che negli ultimi tempi ero cambiato, che iniziavo ad interessarmi a lei come donna da portare a letto. Sul lavoro inizió anche ad essere piú provocante: se doveva firmarmi dei documenti, si piegava sempre sulla scrivania a novanta gradi, in modo che la sua scollatura mi lasciasse vedere chiaramente le sue enormi tette. Se stavamo in sala riunioni, accavallava le gambe a rallentatore sperando che io la guardassi tra le cosce. Insomma, iniziava ad alzare il tiro.
Poi arrivó la vigilia del suo compleanno, ed anche se lei non voleva festeggiare, le sue due figlie cercarono di organizzargli una festa a sorpresa per i suoi primi cinqant’anni. Un giorno venne proprio Elisabetta in ufficio per invitare me e qualche altro collega:
– “Ciao Chase, ti ricordi di me?” Disse lei avvicinandosi alla mia scrivania.
– “Certo! Come potrebbe essere altrimenti? Sei tale e quale a tua madre, sembrate due sorelle” Risposi io vedendola leggermente arrossire.
– “Ti ringrazio, dovresti peró dirlo a mia madre, con l’avvicinarsi del suo compleanno, si sente vecchia. A proposito… sono qui per questo. Stiamo organizzando una festa tutta per lei. Tra due settimane. Ci farebbe piacere se venissi” Mi disse Elisabetta.
– “Non mancheró” Conclusi io.
La sera stessa pensai che forse era arrivato il momento di buttarmi e l’occasione me la stava dando prorpio sua figlia.
Finalmente arriva la grande serata, sono davanti alla porta e suono il campanello. Ad aprirmi é proprio Antonella, che per un secondo rimane felicemente basita. Io intanto la osservo. Si, é proprio una bella donna. Cinquant’anni e non sentirli. Ovviamente é vestita di tutto punto e se in ufficio era audace con gli abiti, stasera é da club privé! Tacchi da svariati centimetri che slanciano le suo lunghe gambe, gonna corta della serie “che appena ti muovi nel modo sbagliato fai vedere tutto” e solita camicetta sbottonata piú del dovuto che lascia ben vedere le sue grosse tette abbronzate.
– “Chaseeeeeeee! Anche tu qui?” Disse Antonella.
– “Potevo perdermi i primi cinquant’anni di una nostra cliente nonché, ormai, amica?” Risposi io sorridendo e porgendogli un mazzo di rose ed una confezione pregiata di legno con all’interno due bottiglie di vino.
– “Non sai quanto sono contenta che ci sia anche tu! Dai… entra”.
All’interno saremo più o meno una quarantina di persone e osservando la sua casa, noto che é molto grande e ben arredata. La serata vá avanti nel piú classico dei modi, tra risate, cocktail e chiacchierate varie. Ogni tanto lancio uno sguardo ad Antonella e lei contracambia. OK, é la serata giusta. Ora o mai piú. Attendo la fine dei festeggiamenti, aspetto pazientemente che Antonella sia tutta per me. Finalmente in casa non c’é piú nessuno. Sono le due di notte e tutti sono andati via. Siamo soli io e lei. L’aiuto a togliere le cose piú ingombranti e poi mi allontano per qualche minuto con la scusa di andare in bagno. Ero pronto per dargli il mio “regalo”.
Esco dal bagno completamente nudo, con il mio pisello ciondolante, ma comunque gonfio per l’eccitazione e attraverso il corridoio tenendo nella mano sinistra un preservativo. Arrivo alle spalle di Antonella e l’abbraccio, spingo il mio corpo su di lei, presso il mio pisello sul suo sedere e gli dico: “Ancora Buon Compleanno Amica Mia”. La sento sorridere, ma ancora non realizza che dietro di lei io sono nudo. Tenendola dolcemente stretta a me, avvicino la mia bocca al suo orecchio e gli sussurro che sono l’unico che ancora non gli ha dato il regalo per i suoi primi cinquant’anni! Ride di nuovo, ma la mia morsa affettuosa gli impedisce di girarsi. Intanto il mio pisello continua a spingere sul suo sedere ed inizia a gonfiarsi ancora di piú. Allora prima che lei percepisca l’ingombrante presenza della mia futura erezione, la invito a chiudere gli occhi in attesa che gli metta tra le mani il mio regalo. Antonella esegue i miei ordini e serra le palpebre. La lascio, lancio sul tavolo il preservativo e mi posiziono davanti a Lei.
– “Ecco il tuo regalo Antonella” Gli dico guidando le sue mani verso il mio uccello.
– “Dove Chase? Non sento e vedo nulla! Ma non posso aprire gli occhi?” Dice Lei eccitata ed incuriosita dalla futura sorpresa.
– “No! Non puoi aprirli. Dai…. ci sei vicina, il tuo pacco é qui” Gli suggerisco mentre mollo le sue mani e la lascio cercare da sola il suo “regalo”.
É questione di secondi, le sue mani afferrano il mio pisello, rimangono sul pezzo solo per pochi attimi, il tempo che Antonella capisca quello che sta maneggiando. Il suo viso smette di sorridere, apre gli occhi e si accorge finalmente che ha tra le mani il mio pisello eccitato da tutto quel gioco. Lascia subito la presa e fá un passo indietro.
– “Chase! Sei impazzito? Perché sei nudo?” Mi dice in un tono abbastanza serio.
– “Volevo darti il mio regalo personale. Credevo… pensavo lo volessi anche tu!” Gli rispondo cercando di tornare all’atmosfera festiva di pochi minuti prima.
– “Hai pensato male! Che significa questa storia? Questo sarebbe il tuo regalo? Grazie del pensiero, ma ora si é fatto tardi, ci vediamo domani” Ribatte Antonella, indicando il mio pisello e cercando di concludere la discussione.
– “Ti chiedo scusa, devo aver capito male!” Continuo io mentre faccio un passo indietro per ritirarmi.
– “Dove vai scemo? Stavo scherzando!” Dicendo quelle parole Antonella si avvicina velocemente a me, afferra il mio pisello come fosse un guinzaglio e mi tira a sé.
Mi bacia con vigore, sento la sua lingua in ogni parte della mia bocca. Intanto non molla la presa del mio uccello, lo tiene stretto nella sua mano con tale forza che sembra quasi abbia paura “voli” via! Ci gioca, muove la pelle della cappella con il pollice, poi passa alle mie palle strizzandole, le tira verso il basso. Intanto la sua bocca continua ad esplorare la mia. Passo all’attacco pure io. Gli metto una mano sotto la gonna, la alzo per poi scendere dentro le sue mutandine. Avverto una lieve peluria, quindi non é depilata, ma nemmeno sembra avere un bosco lá sotto. La mia mano a cucchiaio inizia a toccarla, la strofino avanti e indietro lungo la sua fica. Poi con il dito medio inizio a stimolarla tra le grandi labbra. Ma non glielo metto dentro. Voglio prima sentirla bagnarsi. Intanto lei continua a masturbare il mio pisello che inizia a crescere tra le sue mani. Allora mi stacco da lei, sfilo la mia mano dalla sua fica e faccio un mezzo passo indietro. Voglio vederla nuda. Inizio a spogliarla con la sua complicitá. Mentre gli slaccio la camicia, lei fá scivolare la sua gonna a terra, non prima peró di essersi sfilata le scarpe. Mancano le sue mutandine ed il reggiseno. Mi abbasso lentamente con le mie mani sui suoi fianchi, gli sfilo le mutandine e mi fermo con il viso davanti alla sua fica. Non mi ero sbagliato. Vedo una piccola striscia di pelo lungo le sue grandi labbra. Per il resto la sua fica é liscia come il marmo. Metto il mio naso tra le sue grandi labbra, annuso la sua intimitá sfregandolo dentro la sua fica. Inizio a sentirla godere, qualcosa esce dalla sua bocca. Continuo a masturbarla in mezzo alle gambe e sento la sua fica inumidirsi. Quindi vado sul classico ed inizio a leccargliela, prima solo con la punta della lingua, poi passo alla modalitá “gelato” usando completamente tutta la lingua. Antonella emette un gemito, ha un orgasmo e la sua fica completamente bagnata, completamente fradicia, me lo conferma. Quindi mi alzo, con decisione gli strappo il reggiseno e vedo le sue grosse tette sbattere sul suo petto. Le afferro con entrambe le mani e le stringo con forza come lei fece con le mie palle. Intanto il mio cazzo si gonfia, rasentando l’erezione. Antonella reclama la sua parte e si inginocchia costringendomi a mollare la presa sulle sue tette. Afferra il mio uccello ed inizia a masturbarmi. Lentamente, molto lentamente. Inizia a farmi una sega con le sue mani. Su e giú. Su e giú. Afferra tutta l’asta e fá scivolare la pelle sotto la mia cappella. Poi la ricopre. Quindi la tira nuovamente sotto. Vedo le prime gocce di sperma uscire dalla punta della mio cazzo. Antonella si avvicina e strofinando il suo viso contro la mia cappella, pulisce le prime colate di sborra. Il mio uccello é ora completamente dritto, lei mette le mani sulle mie cosce ed inizia a leccarlo come un gelato. La sua lingua parte dall’attaccatura delle palle fino ad arrivare alla punta della cappella. Una volta. Due. Tre. Quattro. Sento che sto per venire. Sento la sborra salire lungo tutto il mio pisello. La sento incanalarsi lungo tutta l’asta. All’ennesima leccata, non resisto. Un lungo schizzo parte dal buco della mia cappella verso il viso di Antonella, gli finisce dritto sul naso costringendola a scansarsi per la forte pressione. Cerco di controllarmi e non spingo oltre. Voglio svuotarmi completamente le palle dentro di lei. Ma una seconda schizzata parte comunque in modo naturale colpendola di nuovo sul viso. Quindi prima che finisca le cartucce, la prendo e la metto sul tavolo allargandogli le gambe. Allungo le mani verso il preservativo prima di penetrarla ed inondarla di calda crema. Lei mi ferma, mi dice che da quando suo marito l’ha lasciata, non é stata con molti uomini e che posso andare sul “sicuro”. Gli credo ed il fatto di essere forse il primo dopo il suo matrimonio, mi eccita ancora di più, sembra che io la stia sverginando! Quindi avvicino il mio cazzo che continua a perdere sperma dalla cappella e cerco di sbatterglielo dentro. Antonella si passa una mano sul viso, si pulisce dalla sborra e se la mette in mezzo alla fica come lubrificante. Come se la sua fica bagnata dei suoi umori non bastasse. Mi avvicino lentamente al suo buco, non servono nemmeno le mani per guidare il mio pisello dentro di lei, é talmente dritto e carico che si fá strada da solo. L’afferro per i fianchi e lentamente faccio scivolare la mia cappella dentro di lei. Le sue grandi labbra avvolgono facilmente la mia grande cappella, entro, vedo la sua fica accogliere centimetro dopo centimetro il mio cazzo. Ora sono dentro, sento il calore della sua fica. Inizio a spingere, sempre di più. Una volta. Due. E poi ancora. Scivolo su & giú lungo il canale del suo utero. Sento nuovamente la sborra farsi strada, Antonella inizia a godere, un forte gemito esce dalla sua bocca. Io ci sono vicino… sento che stó per venire….. continuo a scoparmela… continuo ad andare avanti e indietro… sento le palle esplodermi, sento il rumore dei miei testicoli sbattere sul bordo del tavolo… avverto la sborra salire… ci siamo… afferro ancora con piú forza il suo culo e spingo, spingo e….. sborro… vengo… percepisco una lunga calda schizzata dentro la sua fica… poi una seconda, una terza, una quarta… vedo la fica di Antonella “perdere” la mia sborra… continuo, sento che le mie palle possono fare di meglio… ancora uno schizzo, ed un altro e poi un altro ancora…. infine sfilo il mio cazzo completamente avvolto dal mio stesso sperma e mi masturbo cercando un’ultima schizzata che finisce lungo le sue cosce. Completamente svuotato, ma con il mio pisello ancora dritto che sento comunque pulsare, invito Antonella a scendere dal tavolo. Anche lei sembra essere sfinita. Noto che in mezzo alle gambe, ancora qualche goccia di sperma scivola verso il basso. Quindi la prendo per mano e la guido come fossi il padrone di casa, sotto la doccia.
La mattina dopo, stanco come se avessi lavorato in miniera, mi alzo con comodo. A farmi quasi da sveglia, é anche il mio cellulare che lampeggia nel buio della camera. Ho un SMS. Ancora mezzo assonnato, vedo che il mittente é proprio Antonella, apro il messaggio e lo leggo: “Grazie per la splendida serata e soprattutto per il regalo. Un bacio, Antonella”.
Rimango qualche secondo con il cellulare in mano, sospeso tra l’indecisione di rispondergli o no. Ma sono ancora troppo stanco per la notte di sesso appena passata. Butto il cellulare sul comodino e torno a dormire. In fondo, oggi é domenica!
chasedessler@katamail.com
Die Anhalterin
Sie saß dort hinten auf der Rückbank und schaute aus dem Fenster. Sie, das war geballte Erotik pur. Blonde, lange Haare, große blaue Augen und volle rote Lippen, ca. 25 Jahre alt. Und dann das Outfit! Weiße Bluse, leicht geöffnet, darunter einen dunkelblauen Spitzen-BH, gut gefüllt. Dunkelblauer Minirock, aber wirklich mini. Schwarze, hochhackige Pumps und das Beste: Lange, schlanke Beine in hellen, glänzendem Nylon!
Nur deshalb war es für mich gar keine Frage gewesen, sie mitzunehmen. Ich stehe auf Strumpfhosen und Beine. Meine Freundin Britta neben mir überhaupt nicht. Beine hat sie auch sehr schöne, trägt auch Pumps, aber keine Strümpfe. Seit langem bitte ich sie, mir einmal die Freude zu machen…..aber vergebens. Und als Fetisch akzeptiert sie es erst recht nicht:
“Wenn Du mich nur noch in Strümpfen willst, dann…!” Usw. ! Wenn sie wüßte, das ich mir manchmal am PC vor Bildern mit Frauen in Strumpfhosen einen runter hole, Prost Mahlzeit ! Und dann steht diese Frau an der Tankstelle und fragt uns, ob sie mitfahren könne. Auto verreckt, Freund besuchen in München, warum nicht? Sie hat nur eine Handtasche dabei.
“Ich beteilige mich auch am Sprit! Mein Freund hat heute Geburtstag und ich will ihm eine Freude machen.!”
Also nehmen wir sie mit. Allerdings spüre ich stummen Protest von der Beifahrerseite her. Zumal meine Augen mehr im Rückspiegel sind, als auf der Straße. Meine Freundin weiß genau, wohin ich gucke. Diese Beine!
“Sagen sie mal, ist es nicht sehr ungewöhnlich, so gekleidet zu reisen?”
Tatsächlich kann sie sich die Frage nicht verkneifen!
“Ach, ich weiß schon, was Du meinst. Übrigens, ich heiße Susanne. Laß uns Du sagen, bis wir da sind. Also, mein Freund mag dieses Outfit sehr. Und ich wollte ihn überraschen, schon wenn ich aus dem Auto steige. Ich kann doch nicht ahnen, das es mir kaputtgeht.”

“Ich meine ja auch nur, im Hochsommer mit Strumpfhosen…!”
Wie peinlich!
“Tja, ich weiß nicht, wie ich es sagen soll, aber er mag das sehr, gerade das. Irre, oder? Scheint ein Fetisch von ihm zu sein. Ich habe gehört, manche Männer fahren darauf tierisch ab, nun ja, er auch!” Kichert.
Britta schaut zu mir herüber.
“Da kenne ich auch jemanden!”
Übrigens, Britta hat auch einen kurzen Jeansrock an und Pumps, sieht geil aus, aber es fehlt eben was. Ich sage überhaupt nichts und lausche dem Gespräch.
“Tatsächlich? Du meinst deinen Freund, äh, wie heißt Du eigentlich?”
“Reiner. Ja, sie meint mich. Ich finde Dein Outfit super!”
“Tja, mein Kerl surft im Internet und dort gibt es tausend von Seiten mit Nylon und so.”
“Kenne ich”, sage ich, “kenne ich!”
Erstaunt schaut Britta mich an.
“Wie, Du kennst das auch? Habe ich gar nicht gewußt!”
“Tja, Du siehst, ich bin bei weitem nicht der Einzige, der auf Strümpfe steht. Nur Du anscheinend nicht!”
“Ich weiß nicht, ich fand das bisher albern, dachte, Du magst mich auch so..!”
“Tue ich auch, aber manchmal ist ein besonderer kick gar nicht so übel.”
“Ja, das ist wirklich so”, sagte Susanne von hinten, “mein Typ ist dann wie aufgezogen, er verliert dann richtig die Kontrolle und ich kann mit ihm machen was ich will, also so eben….!”
Kichert wieder.
“Du meinst, wenn ich jetzt noch eine Strumpfhose anhätte, würde Reiner…ääh…geiler?” Geniert sich.
“Reiner”, flötet Susanne, “würdest Du geiler?” Lacht.
“Also, jetzt ist es aber gut. Aber wenn ihr mich so fragt, kann schon sein!”
Plötzlich kommt von hinten ein bestrumpftes Bein zwischen den Sitzen daher. Der Schuh liegt auf der Handbremse, die Knöchel schimmern neben mir. Britta schaut erstaunt.
“Faßt an, Leute, nun geniert Euch nicht!”
Wir sehen uns an. Ich erkenne Erschrecken in Brittas Augen.
Also sage ich: “Du zuerst. Ich mache es nur, wenn Du mitmachst!”
Sie schaut nach hinten, sieht den aufmunternden Blick von unserer Mitfahrerin und greift beherzt zu. Ihre Finger umschließen den wohlgeformten Knöchel und streichen dann daran entlang. Ich sehe weiter auf die Straße und greife etwas höher an die Wade. Tolles Gefühl. Super Material.
“Was ist es für eine?”, frage ich.
“Wolford, satin touch. Hier, ich habe noch eine dabei!”
Sie greift in ihre Handtasche und reicht uns eine neue, verpackte Strumpfhose, schwarz, 15den, satin touch, herüber.
“Mein Freund findet schon die Fotos auf der Verpackung toll. Manchmal, na ja, manchmal schaut er sie sich länger an, während ich ihn dabei beobachte….ähh..!”
Britta erstaunt: “Du meinst, Du siehst ihm beim onanieren zu?”
Es klingt aber gar nicht so entsetzt, wie ich es mir vorgestellt hatte.
“Na ja, ist ne geile Sache…auch für mich!” Kichert wieder.
“Er schaut sich das Foto an, während er dabei auch noch meine Beine zur Verfügung hat!”
“Und Du….Du …äh…masturbierst auch…?”
“Ehrlich gesagt, ich halte das Foto und sage ihm, was er mit dem abgebildeten Model alles machen soll. Er braucht doch seine beiden Hände, für meine Beine und für…na ja..sich selbst! Es ist super, ehrlich!”
Ich glaub alles gar nicht mehr! Meine Freundin führt hier ein Gespräch, das ich schon immer mal führen wollte, über Dinge, die ich schon immer mal tun wollte!
Jetzt sagte ich: “Siehst Du, alles völlig normal. Sollten wir auch mal machen. Bei Deinen schönen Beinen!”
Britta sah mich an. Es schien, als saß ein völlig neuer Mensch neben ihr.
“Du onanierst auch nach solchen Fotos, oder?”
“Äh…manchmal..aber..!”
“Und Du möchtest dabei bestrumpfte Beine halten?”
“Würde ich schon gerne..!”
Sie sah Susanne an. Komischerweise streichelten wir beide noch immer ihr Bein.
“Könntest Du an ihrem Bein onanieren?”
“Also wirklich….Du gehst zu weit…ehrlich…!”
“Könntest Du, Reiner?”, fragte Susanne übertrieben lüstern von hinten.
“Schon möglich..!” Mir wurde mein Hemd zu eng.
“Okay ihr Beiden, gleich kommt ´ne Raststätte. Dort zieh ich die andere Strumpfhose an. Ich kaufe in München eine Neue für Susanne. Wenn Du gleich onanierst!”
“An ihrem Bein?”, fragte ich zaghaft.
“An Unseren!”
Ich war perplex, selbst unserer Mitfahrerin hatte es die Sprache verschlagen.
“Äh… Schatz… das ist toll, aber ich soll auf dem Parkplatz im Auto onanieren?”
“Blödsinn! Dort ist ein Motel! Susanne, machst Du mit?”
“Sicher!”
Irgendwie hatte diese Reise einen ganz anderen Verlauf genommen, als ich geplant hatte. Auch erkannte ich meine Freundin nicht mehr wieder. Alles ging wie in Trance. Schnell hatten die beiden Frauen ein Zimmer organisiert. Ich war geil wie nie, Britta stand mitten im Zimmer und zog sich die Strumpfhose an, nicht ohne sich vorher den Slip auszuziehen, auf anraten von Susanne. Dann tuschelten sie und meinten, ich solle mich ausziehen und aufs Bett legen! Also zog ich mich aus und legte mich splitternackt aufs breite Bett.
Als ich lag, öffneten sie ihre Blusen und ihre Spitzen-BH´s kamen zur Geltung. Ihre großen Busen wogten darunter. Unten trugen sie immer noch den Rock und die Schuhe und die Strumpfhosen natürlich. Geil,Alter!
Sie stiegen aufs Bett, legten sich aber mit dem Kopf zu meinen Füßen, so das ich ihre Beine rechts und links hatte. Nicht zu fassen, meine größten Phantasien wurden war. Ich legte meine Hände auf beider Beine und streichelte sie. Es knisterte erotisch. Und es fühlte sich toll an. Und ich hatte einen Steifen!
“Sieh an, das geht ja von ganz alleine!”, sagte Britta, “aber nun zur Tat. Hier ist das Cover und nun nimm ihre Beine in die eine und ihn in die andere Hand und fang an!”
Dabei setzte sie sich auf und hielt mir das Foto passend vor die Augen. Na gut. Bitte schön. Genüßlich legte ich mich zurück und legte meinen linken Arm um die Beine, lehnte meinen Kopf daran und nahm mein Glied in die Hand. Dann begann ich zu onanieren. Erst langsam, dann schneller. Dabei sah ich angestrengt auf das Foto.
Die Beine darauf waren genauso gut wie die Beine zu meiner Linken. Ich drehte den Kopf und preßte meinen Mund auf die Maschen. Meine Zunge glitt an dem Material entlang und nahm die Strukturen gierig auf. Schneller ging meine rechte Hand und mein Schoß begann sich zu bewegen.
Ich sah an den Beinen entlang und bemerkte, das sich Susanne auch ausgestreckt hatte und ihre Hand zwischen den Schenkeln verschwand. Auch ihr Becken bewegte sich bereits und sie stöhnte leise.
Ich sah Britta. Sie hatte einen Gesichtsausdruck, den ich bei ihr noch nie gesehen hatte. Erregter hatte ich sie nie erlebt. Sie bemerkte meinen Blick, nahm meine wichsende Hand von meinem Glied, legte sie auf ihren bestrumpften Oberschenkel und beugte sich herab und versenkte es zwischen ihren Lippen.
Das konnte sie wirklich wie keine Zweite. Längst hatte sie das Cover neben das Bett geworfen und reichte mir nun ihre Beine dar. Nun leckte ich abwechselnd die schönsten Beine der Welt, während beide Frauen es sich selber machten und nach kurzer Zeit wechselten sie sich an meinem Schwanz ab.
Unbeschreiblich! Ich wurde immer hektischer, mein Schoß rotierte und stieß in die warmen Münder hinein, während sich ihre Zungen um meine Eichel wanden. Beide Frauen waren nun sehr laut und auch ich hörte mich stöhnen wie noch nie.
Manchmal glitten sie beide an dem Schaft entlang und verwöhnten mich gleichzeitig. Ich sah auch, wie sie sich küßten und ihre Zungen sich an meinem Penis trafen. Dann konzentrierte ich mich ganz auf die umgarnten Knöchel und Waden neben mir und leckte und saugte daran herum.
Ich ließ meine Zunge an ihren Pumps entlang fahren, genau wie meine Hände und seufzte vor Lust in die Maschen. Beide Frauen schrien plötzlich auf und ihre Finger in den Schößen waren schneller zugange. Sie kamen gleichzeitig und beide wichsten nun an mir herum, während sie sich auf dem Bett hin und her wälzten.
Als ich kam, brüllte ich in eine Wade neben mir und ein Mund schloß sich um meine Eichel. Dann ein anderer. Ich verspritzte alles, aber auch wirklich alles in die beiden Münder, an denen der Saft herunter lief. Ich stöhnte eine ganze Zeit unkontrolliert in irgendeinen Strumpf zu meiner Rechten oder Linken. Ich war glücklich!
Mein Sommer mit Birgit Teil 3
Mein Sommer mit Birgit Teil 3
Das (Intime-Informative) Gespräch
Ich steckte mir nee Kippe an, die hatte ich mir reichlich verdient und ließ mich auf einer Liege nieder, schön zur Somme hin. Das Handtuch ließ ich um die Hüften. Birgit kam auch hinzu, auch mit Handtuch um ihre Hüften und schwarzen Oberteil, gab mir nee Apfelschorle, ging zu dem Sonnenschirm, schob ihn zur anderen Liege, so das Sie vorm Sonnenlicht geschützt war, nahm nee Tube Sonnen Creme und fing an, sich Im Gesicht, an Hals und Armen ein zu reiben.
……. Na Frank, entspannt genug fürs erste ? Kam es über ihre Lippen……. Das kannste wohl glauben Birgit, war echt gut, und noch mal sorry wegen meinen schnellen Abgang vorhin……..
Ach, schon gut, kann vorkommen und du hast es wohl sehr nötig gehabt, viel gespritzt mein lieber, ……….
Komm, du bist auch nicht ohne, hat dir ja wohl auch gefallen und Spaß gemacht, sagte ich mit Blick auf ihre Titten, deine Muschi war auch ganz schön Nass …..
Naja, nach einen halben Jahr ohne Sex, da geht man schon mal mit, Frank. Hättest du nicht von mir gedacht, oder ? Du hast dich nie für mich interessiert, woher dein Wandel ?…………..
Du hast eben Fantastisch ausgesehen Birgit, mit dem offenen Hemd und Haare und so. Bisschen verschmitzt. Ja halt richtig geil und nicht mehr so bieder und grau wie nee Maus, so wie früher und bei unseren Treffen sonst. War echt gut das ich dich beim Sauber machen überrascht habe. Das ich dich vorher nie beachtet habe liegt auch daran, das ich verheiratet war, das auch Glücklich und mich bei dir und Fred nicht einmischen wollte, außerdem so wie du dich gegeben hast, gab es auch für mich keine Veranlassung. Nascher werde ich abgewiesen und du verklickerst es Susanne (meine Ex Frau) und um Ehrlich zu sein, hinter deiner walla Kleidung mit deinem Zopf, warst du auch kein Hingucker und fügte lächelnd hinzu, Mein Schwanz war übrigens der gleichen Meinung, bis heute Nachmittag……….
So, so, naja, wäre wahrscheinlich auch nicht so gut gewesen, ein Verhältnis mit dir Frank ,,,,, meinte Sie mit ernsten Gesicht und fügte dann mit einem lächeln hinzu… Obwohl ich ja wusste, bzw. weis, das du nicht ohne bist, was das Vögeln betrifft. ….. Ähhhh, was soll das denn heißen Birgit ?…. Naja, ich hab da doch schon mal nach gefragt wenn Susanne mal wieder was von Dir erzählte, oder Stress hatte mit dir und cremte genüsslich ihren Bauch und Beine ein……..
Was soll denn das heißen bitte schön, Hääää ? Hatt Susanne etwa hinter meinen Rücken Ehegeheimnisse aus geplaudert, Intime Dinge, die nur uns was an gehen ? Kam es gespielt empörend von mir. Ich wusste ja das Frauen sich gegen seitig viel Intimes erzählen, anders als Männer über ihre Ehefrauen, dann schon er über ihre Heldentaten beim Fremdfick. Ich wollte wissen, wie viel Intimes sie wusste, was hat Susanne so geredet von uns, vor allem von und über mich ?…..
Ja halt ein bissel was, was man so redet als Frau, nix schlimmes, nicht wichtig, schmunzelte sie…… nicht alles bis ins kleinste Detail, nein, nein, nur halt so Frauen Sachen halt, versuchte sie zu beschwichtigen………
Nenenenenene, raus mit der Sprache, ich bin geschieden und darf es ja jetzt wohl wissen, da es mich auch angeht, erzähl mal, ich behalte es auch für mich. Ich werde bei Susanne keinen Ärger machen und du wirst auch keinen bekommen. Es iss mir wichtig Birgit, mit dem Gefühl des Unwissenden, des Trottels, so wie ich jetzt da stehen, finde ich mich nicht mit ab. Was hat sie denn so raus gehauen, häää ? Fragte ich fordernd
…….. Also das du normal unten rum gebaut bist, das sagte sie mal, fing Birgit endlich an zu erzählen,… halt das dein Schwanz weder groß noch klein iss, dafür halt ein bisschen dicker. Hab ich auch oft drauf geachtet, hattest du deine enge Badehose am See an. Ich konnte es aber nur Ahnen. Deine dicken Eier beulten die Hose schon eher aus. Susanne sagte halt oft, das du es ihr gut besorgen würdest, dein Schwanz ihr völlig aus reicht, du lange ficken kannst, halt ausdauernd, doch sie ab und an von längeren Schwänzen träumt…….
Da musste ich kurz schlucken…. Und ? Wollte ich weiter wissen……….
Nix und, erwiderte Birgit verblüfft… meinste die erzählt mir wenn sie Fremd vögeln würde ? Ich weis da von nix. Übrigens Fred hatte einen längeren als Du. Ihn seiner war allerdings mir und ihn selber zu dünn, wenn das ein kleiner Trost für dich ist. Susanne erwähnte einmal mir gegen über, das du auch sehr gut Muschi lecken kannst, ausgiebig Ficken halt und damit auch einen ihr zufriedenen Ausgleich schaffst. Das du halt fast immer geil bist und so, viel poppen willst und ihr das manchmal übern Kopf wächst wenn sie keine Lust hat. Das war auch in der Zeit, als eure Kinder (hab zwei Mädels) noch jünger waren. Ich fragte nach und sie sagte zu mir, ach Birgit, hab ich ihn mal paar Tage nicht dran gelassen, lässt es sich nicht mehr um gehen, dann fertige ich ihn schnell ab und gut ist. Das wollte ich genau wissen und fragte sie, wie jetzt Susanne, wie abfertigen ? …..
Ich unterbrach Birgits Erzählung kurz mit einem wissenden,, Und, was, was hat sie gesagt ??……
Sie lachte laut auf, kam dann wieder auf normalen Level und sagte…. Das Sie dich an den Eiern knetet und schweinische, versaute Wörter raus schreit hihihihi, das wäre dann so sicher wie das Amen in der Kirche, hahaha, so Susanne ihre eigenen Worte, glaubs mir, das du in der nächsten halben Minute kommen würdest.. und fing wieder an leicht zu lachen, muss ein Wunder, geiler Punkt sein bei dir hihihihi………
Aaahhhhh ja, deshalb hast du eben meine Eier massiert und Hengst usw. geflüstert, fuhr es aus mir heraus,..alles klar, dann weis ich Bescheid, biste ja bestens im Bilde Birgit, amüsierte ich mich . ……..

Ja und das du gerne Oral Sex magst , Susanne es weniger mochte. Sie tat es dir zu liebe, weil du sie immer so gut geleckt hast. Eigentlich mag Sie auch gerne blasen, doch du wolltest immer, na sagen wir oft, in ihren Mund abspritzen und ihr war das immer zu viel hihihihi…. sagte Birgit, immer mit diesen schelmischen Mädchen lachen dazu, das einen so blöd erscheinen lässt, als wenn sie mehr wüsste wie ich von mir, oder auch mehr von Susanne, wie sie erzählt….. Ja, schau nicht soo, ich sag dir nur was ich von Susanne weis, du wolltest es doch hören…..
Ich nickte ein OK, verstanden, zu ihr rüber und sie erzählte weiter….
Ja weil du so viel Sperma ab spuckst, das war ihr zu viel des öfteren, sonst hat sie nix groß gesagt. Doch, das du ab und an Sexspielzeug an schleppen würdest und einiges wäre gut, anderes schlecht. Frag mich aber jetzt nich was, ich weis es nicht mehr, ehrlich. Das war es eigentlich im großen und ganzen. Und war schlimm ? Fragte Birgit mich, sie war fertig mit eincremen und legte sich zurück auf der Liege, machte es sich bequem. ……….
Nee war nicht schlimm, sagte ich mit einem Lachen, ich weis ja eh alles über mich und von Susanne hätte ich jetzt schlimmeres erwartet. Aber da du ja so viel von mir gehört hast, darf ich dir auch ein paar Fragen stellen, die du mir ehrlich beantwortest ?? ………
Was möchtest du denn wissen Frank ? Glaub nur nicht, das ich dir meine Ehe Geheimnisse erzähle ??……..….
Nee, so von Dir, damit ich etwas über dich erfahre, bringt auch was für den nächsten Fick und erotisch iss es doch alle male oder fandest du das Gespräch Grad nicht geil, machte es dich nicht an ?… ……………
Doch, ein wenig schon, erwiderte Birgit, was möchtest du denn wissen?………
Na zb ob du wirklich so bieder und konservativ bist, wie ich dich immer kannte, oder ob mehr dahinter steckt. Gehst du noch in die Sauna mit Susanne ? Denn nach deiner Hellen Bikini Haut an deinen Busen und am Arsch gibt es ja kein oben ohne, so wie jetzt, obwohl uns ja keiner sehen kann, sprach ich in Richtung Birgits ……
Ja doch, wir gehen noch, alle zwei Wochen, aber nur Damen Sauna und nein, ich mache kein Oben ohne oder laufe Nackig am See herum. Nur in der Sauna mit den Frauen lege ich meine Sachen ab und Somme mich ein wenig, deswegen auch nur der leichte Unterschied zur anderen Haut. Du weißt ich darf nicht groß in die Sonne, außerdem ist das schädlich für die Haut. Wieso ? Stören dich die Bikini streifen ? …. ….
Nö, iss mir nur aufgefallen. Und wie sieht es so mit Sex aus Birgit ? Hast doch gesagt hattest ein halbes Jahr keinen Stecher, hast du es dir auch selber gemacht ? Bleibt einen ja nix anderes übrig. Und wie dann, Interessiert mich und macht geil hihihihihi , nun lachte ich mal……….
Ach hör auf. Nach Freds Tod hatte ich drei Männer, drei Männer in 6 Jahren. Das längste war nee Beziehung von vier Monaten. Am Ende ging es nur ums Vögeln bei denen, was festes wollte keiner. Da hab ich Schluss gemacht. Ab und an mache ich es mir. Iss aber kein Vergleich zu unserem Sex eben Frank, oder überhaupt einen Penis zu spüren. Man versucht halt über die runden zu kommen. Außerdem hatte auch Fred einen Tick für Sexspielzeug und hinterließ mir so einiges. ………..
So, was denn zu Beispiel ? Hatte sie mich neugierig gemacht und von nun an erzählte sie frei raus und hörte, so schien es mir, gar nicht mehr auf ……..
Ach weiste, das üblich halt was es so für Frauen gibt, Vibratoren aller Art und Größe und sein Zeug halt. Schwanzringe, Handschellen, und so weiter. Er hat so Überzieher mal bestellt, die seinen dünnen Penis dicker machen sollten. Dann kam er mal auf die dumme, seiner Meinung nach geniale Idee, eine Penisverlängerung zu kaufen. Das tat mir weh und wir ließen das. Das meiste von dem Zeug haben wir nie oder selten benutzt. Ein Vibrator hab ich wieder hervor geholt um die Zeit bis zur nächsten Beziehung zu überbrücken, das war es aber auch. Du musst nicht glauben ich sei bieder oder spießig. Es ist auch wegen der Kinder, das Umfeld und so. auch Fred seine Art und so. Er war halt viel Unterwegs und dann immer sein hau Ruck Sex. Da schläft das Eheleben auch ein wenig ein. Er wollte auch das ich mich nicht auf betzel wie Susanne. Andere Männer würden seine Frau dann so an stieren und ich sollte denen kein Anlass dafür geben. Dann halt meine Erziehung. Das spielt ja auch mit rein. Bei mir gehört auch Liebe oder Sympathie dazu. Dich kenne ich ja schon ewig und drei Tage. Ich hab Susanne oft beneidet wenn sie von euch erzählte, was du so alles machst und dich nee Bohne um die Leute scherst. …. ………
Ich ließ sie reden, legte mich auch zurück und döste dabei vor mich hin und hatte schon so meine Gedanken an den nächsten Fick mit ihr im Kopf. Das machte auch meinen Schwanz wieder dicker und steifer, der unter Handtuch zu zucken begann. Ihre Worte drangen auch noch so halb zu mir durch. ………
So wie du eben mit dem Finger an meinen Arsch wolltest, so was mache ich nicht. Sicher hab ich auch schon mal Fred einen geblasen, doch nur ganz selten, auch durfte er nicht abspritzen im Mund. Er kam damit klar. Auch hatten wir mal Sex im freien, so iss es ja nicht, auch Stellungswechsel, nur was ich von Susanne alles gehört habe über dich bzw. euch, nee, solchen Sachen haben wir nicht gemacht und das möchte ich auch nicht, sagte Birgit bestimmt, schien ich zu hören. Mit einem leichten Unterton, das sie sich sehr wohl den einen oder anderen Eindruck verschaffen würde, oder am liebsten selber Susanne gewesen wäre, wenn, ja wenn es ihre gute Erziehung es zu gelassen hätte.
Ich muss eingenickt gewesen sein, an weitere Ausführung ihrerseits kann ich mich nicht erinnern. Geweckt wurde ich durch einen festen Griff an meinen Schwanz , den wie ich sah, Birgit in der Hand hielt, mit leichten auf und ab Bewegungen…… Na, wieder wach ? Du hast geschlafen und dein Handtuch ist verrutscht. Wie sieht es aus Frank ? Fürs grillen ist es zu spät und……
Aber um mir noch vorher einen runter zu holen nicht Birgit, gab ich ihr mit einem Dackel Blick und verschwitztem Lächeln zurück. Es war spät geworden, ich musste los. Hatte zwar keinen richtigen Grund, nur wollte ich es langsam an gehen lassen. Nur eben schnell einen runter holen, einen guten Handjob, das wollte ich mir nicht nehmen lassen. Wer weis ob das hier was gibt mit Birgit. Ficken wollte ich sie aber auch nicht. Ich hatte mir nämlich einen Plan, einen richtigen Fick Plan fürs nächsten Treff ausgeklügelt, der uns beiden, mir und vor allem Birgit unvergessen bleiben sollte. Hier und heute schon über Nacht bleiben, ohne richtige Vorbereitung, nach zwei mal, gleich wenn es gut läuft, ein drittes mal abzutrotzen, hier bleiben und alles verspielen ? Nee, das machte ich nicht. Birgit hatte mich heute mit ihren geilen Klamotten überrumpelt. Nächstes mal war ich dran, da war ich besser vorbereitet, das schwor ich mir. Birgit erhöhte das Tempo, zog meine Vorhaut zurück, so das meine Eichel frei in die Abendsonne blinzelte. Ein Lusttropfen war auch schon raus gequollen und mein Schwanz wieder schön hart und groß. …..Aahhhh gut so Birgit, fester und ein bisschen schneller……. gab ihr einen Zungenkuss und Sie gehorchte. Sie drücke zu und wixte schneller, immer die Vorhaut und Eichel eingeschlossen. Vor und zurück. Es zeigte Wirkung. Ihre Titten und der Rest von ihrem geilen Körper vor meinen Augen auch. Wir küssten uns noch innig, als meine Eier sich heute zum dritten mal auf machten, ihr Sperma zu entladen. Mit einem lauten Stöhnen, wobei mir Birgit ihre andere Hand schnell auf den Mund drückte wegen der Nachbarn, kam meine Sahne in meinen zuckenden Schwanz hoch, suchte sich den Weg aus der Eichelspitze ins freie. Birgit hielt inne mit ihrer Hand an meiner Schwanzwurzel, mit zurück gezogener Vorhaut, mit freier Eichel und lies den Penis ohne weiter zu reiben unter seinen Zuckungen abrotzen. Gebannt starte sie auf meiner Wixlatte. Geiiiiilll. Mir kam es wieder mal richtig gut. Mein Samen lief aber nur noch in kleinen Schüben übern die Eichel, am Schwanz runter über Birgits Hand, um auf meinen Oberschenkel und der Liegen Auflage zu landen. Was für ein spritz- Tag. Wir gingen noch mal zusammen duschen und kamen überein, auch wegen Arbeit und Zeitmangels, uns erst am Wochenende wieder zu sehen. Dafür mit Übernachtung und so, für was das „und so“ auch immer stehen sollte. ´´Grins“ Für mich hieß das nur, Frank, noch drei Tage keusch leben und dann die süße Birgit Ficken. Mit allem drum und dran. Besser Vorbereitet, denn mein Plan war im Kopf schon aus gehackt. Als ich ins Auto stieg, steckte ich mir nee Kippe an und checkte das Handy nach Anrufen, Nachrichten. Ein Anruf in Abwesenheit von Susanne. Waaaaaassss ist das ? Sie rief mich nie an seit wir Geschieden sind. Es sei denn, es geht um die Kinder. Die sind aber schon Erwachsen. Was könnte, sollte denn wichtig sein ? Ich rief gleich zurück und sie nahm ab…. Ja hallo Susanne, du hast versucht mich an zu rufen ? Was iss denn ??….….Hallo Frank………………………………..
Teil 4 Folgt.
Cuckold Fantasie 01
Mein Name ist Marc, bin 27 und habe Cuckoldfantasien. Seit ungefähr 2 Jahren lässt mich der Gedanke nicht mehr los, dass meine Ehefrau Juliana mit anderen Männern schläft bzw. einen dauerhaften Hausfreund hat. Wieso mich damals dieser Gedanke gepackt und nicht mehr losgelassen hat, ich weiß es nicht. Zu Zeiten vor meiner jetzigen Frau, hätte ich ein Fremdgehen niemals akzeptieren können. Nun ist es aber soweit, meine Frau hat nach vielen Recherchen im Internet und Gesprächen zu diesem Thema eingewilligt es mit einem anderen Mann zu treiben.
Meine Ehefrau Juliana ist 23, mollig und für mich die schönste und wunderbarste Frau der Welt. Das Juliana nicht nur für mich mehr als optisch anziehend wirkt, haben wir schon durch den vielen Zuspruch aus verschiedenen Sex Communities festgestellt. Mich erregt es sehr zu wissen, das Männer auf die dort eingestellten Bilder meiner Ehefrau wichsen. Wenn wir manchmal ein voll gewichstes Bild meiner Frau als Beweisbild zu gesendet bekommen, ist das auch für meine Frau eine tolle Sache dies zu sehen.
Jedenfalls erklärte sich meine Frau bereit mit einem anderen Mann zu schlafen. Das kam für mich schneller als erwartet, weshalb ich es erst nicht für wahrhaben wollte und dachte sie macht einen Scherz. Das es ihr voller Ernst war, merkte ich aber sofort als sie das Notebook nahm und wir gemeinsam nach potentiellen Kandidaten suchten. Auch wenn meine Frau im allgemeinen nicht auf viel ältere Männer stand, sollte der Altersunterschied zu mir doch 7 bis 10 Jahre nach oben hin betragen. Leider fand meine Frau erst mal keinen passenden Mann. Entweder sah er ungepflegt aus, kam nicht sympatisch herüber oder es war ganz einfach nicht ihr Typ. Ich schrieb und skypte allerdings schon seit längerem mit anderen Männern über meine Neigungen und habe im Laufe der Zeit den ein oder anderen ansprechenden Kontakt herstellen können. Nachdem meine Frau aus diesen Kontakten eine Vorauswahl getroffen hat, skypten wir zusammen mit den entsprechenden Männern.
Einer von ihnen traf bei ihr voll ins schwarz und erfüllte alle Anforderungen die wir vorher gemeinsam festgelegt haben. Der Mann hieß Michael, war Ende 30 und kam ihr sofort sympathisch rüber. Michael war für mich davor bereits mein Favorit, da ich mich mit ihm sehr gut verstand und wir uns über unsere Neigungen in vielen langen und geilen Gesprächen ausgetauscht haben.
Michael wusste von allen meinen Neigungen. Er wusste das ich devot bin und die Unterwerfung liebe, er wusste das ich gerne gedemütigt werde und er wusste noch vieles mehr. Er selbst war der Mann den man als Idealbild eines Bulls bezeichnen würde. Er trat dominant auf, wusste worauf ein Cuckold stand und sein oberstes Ziel war die Befriedigung der Ehefrau eines anderen Mannes Das er besser bestückt war als ich selbst rundete für mich das Ganze perfekt ab.
Michael wusste durch mich auch bereits sehr viel über meine Frau. Ihm war bekannt das er nicht zu forsch und auf Anhieb alle meine und seine Wünschen bei einem ersten Treffen umsetzen sollte. Das zu wissen war ungemein wichtig, da meine Frau bei starkem Unwohlsein das Treffen sofort abbrechen und sich alles Rund ums fremdficken für immer erledigen würde. Dementsprechend vorsichtig liefen auch die Gespräche in Skype mit meiner Frau ab bis zu unserem ersten Treffen.
Dieses erste Treffen lies auch nicht lange auf sich warten. Bereits eine Woche später, an einem Samstag, trafen wir uns in einem Hotelzimmer welches Michael sponserte. Bei uns zuhause wollten wir uns bei unserem ersten Gehversuch in dieser Hinsicht, trotz aller Sympathie zu Michael, doch nicht treffen. An diesem Tag waren meine Frau und ich sehr aufgeregt. An einen Rückzieher dachten wir beide aber nicht. Meine Frau nicht, da sie zumindest einmal mein sexuelles Verlangen in dieser Hinsicht unterstützten wollte, was übrigens der größte Liebesbeweis ist den sie hätte erbringen können und ich nicht, da ich das Verlangen danach einfach nicht mehr länger unterdrücken konnte ohne wahnsinnig zu werden.
Im Hotel angekommen wartete an der Rezeption bereits Michael. Er war solide mit Anzug gekleidet und begrüßte meine Frau gleich mit einer Umarmung und mich mit einem Handschlag. Meine Frau, die sowohl Kleid, Nylonstrumpfhose, BH, Slip und Heels in Schwarz trug, war das noch sichtlich unangenehm. Mir reichte die Begrüßung aber schon aus um einen steifen Schwanz in der Jeans zu bekommen. Wir plauderten in der Lobby noch etwas über Gott und die Welt bis wir zu dritt beschlossen in das Hotelzimmer zu gehen.

Es war ein Zimmer mit TV, Spiegelschrank und einem großen Doppelbett in der Mitte. Wir setzen uns zu dritt auf das Bett, Michael Rechts, Juliana Mitte und ich Links. Wir tranken ein Glas Sekt und redeten nochmals allgemein über Themen die bereits beim skypen besprochen wurden. So nach und nach fiel dann nach leicht steifen Gesprächsdialogen der Groschen und wir alle drei wurden immer anzüglicher was das Gespräch betraf. Michael startete einen ersten versuch und legte sein Hand auf ein Bein meiner Frau. Wieder sah man ihr an das es ihr doch unangenehm war, dennoch rutschte sie nicht weg und ließ seine Hand liegen. Michael erkannte die Situation und bat mich die Heels meiner Frau auszuziehen und ihre Nylonfüsse zu massieren. Durch die damaligen Gespräche wusste er das meine Frau das sehr mag. Juliana nickte zustimmend, ich kniete mich vor ihr hin und zog ihr beiden Heels aus und fing an zu massieren. Obwohl noch nichts wirklich ernsthaftes passierte war mein Schwanz so steif es nur ging. Die beiden redeten weiter während ich die Füße meiner Frau massierte und kamen immer mehr in fahrt. Juliana legte nun auch eine Hand auf sein Bein und fing an, ebenso wie Michael, dies leicht zu streicheln. Durch seine früheren Erfahrungen als Bull bewies er perfektes Timing und fragte meine Frau, ob sie sich nicht ein wenig ihrer Kleidung entledigen wollen würde. Meine Frau hatte kein Problem damit, sie wusste ja auch durch die vielen Komplimente Michaels zu ihrem molligen Körper, das sie hübsch und erotisch war.
Meine Frau zog ihr Kleid und ihre Nylonstrumpfhose aus und saß nur noch in BH und Slip vor Michael. Dieser hatte auch nur noch eine eng anliegende Boxershort an, wo sich sein halb erigiertes Glied stark abzeichnete. Er rutsche nun näher zu meiner Frau, nahm ihre Hand und legte diese auf seine Boxershort in die Nähe seines Gliedes währenddessen er nun die nackten Beine und Arme meiner Frau streichelte. Ich saß mittlerweile wieder auf dem Bett, links neben Juliana und schaute den beiden zu. Da küssen ein Tabu von uns war, was Michael auch voll und ganz akzeptierte, wurde dieser Teil nun wohl wissend übersprungen. Die Hand meiner Frau wanderte ohne zu tun von Michael zu dessen nun immer steiferen Glieds und fing an dieses zu streicheln. Ruck zuck war sein Schwanz nicht nur leicht erigiert sondern richtig prall und steif. Seine Hand wanderte nun in die Richtung Geschlechtsteil meiner Frau und fing sie durch den Slip an zu massieren. Ich war erstaunt und geil das meiner Frau das doch so schnell gefallen hat und hätte am liebsten meinen Schwanz raus geholt und angefangen dazu zu wichsen. Stattdessen setzte ich mich auf den Stuhl gegenüber des Bettes und schaute ruhig weiter zu.
An Michaels Boxershort sah man bereits feuchte Stellen durch seine Lusttropfen. Er musste bereits ziemlich geil auf meine Frau sein. Juliana schien es aber auch zu gefallen, anders hätte ich mir die feuchte, dunkle Stelle an ihrer Slipunterseite nicht erklären können. Beide sind mittlerweile mit ihrer Hand unter die Unterwäsche des anderen gegangen und massierten so das jeweilige Geschlechtsteil weiter. Zu wissen das meine Frau den Lusttropfen von Michael an der Hand hatte und umgekehrt, Michael den Lustsaft meiner Frau an den fingern hatte, unbeschreiblich. Meiner Boxershort fühlte sich bereits ohne diese anzufassen sehr nass an.
Nachdem Michael kurz seine Hand aus dem Slip meiner Frau zog und an seinem verschmierten Zeigefinger leckte, zog er seine Boxhershort aus und forderte Juliana auf seinen Schwanz zu blasen. Da wir vorher besprochen hatten alles nur mit Gummi zu tun, schnappte sich meine Frau einen Gummi aus ihrer Handtasche, zog ihn über Michaels Schwanz und fing an diesen zu blasen. Sie saugte immer wieder mal heftig an seiner Eichel, woraufhin Michael immer wieder mal kurze laute von sich gab. Auch Michael wollte meiner Frau hier etwas gutes tun, zog ihr langsam den BH und den Slip aus und leckte sich zwischen ihre gespreizten Beine und fing an sie zu lecken. Meine Frau liebte Oralsex und quittierte das lecken immer wieder mit einem leisen stöhnen. Ich wusste ganz genau was Michael schmeckte und er wusste nun auch wie meine Frau unten herum roch und schmeckte.
Nach ca. 5 minütigem Oralsex der beiden, kam nun das für mich wichtigste Ereignis. Michael wischte sich den Mund ab, streifte sich ein neues Kondom über einen Schwanz und drang langsam in die feuchte Spalte meiner Frau ein. Da ich alles ganz genau sehen wollte, setzte ich mich zu den beiden auf das Bett und sah seinem Schwanz zu wie er in sie eindrang. Der Anblick war unbeschreiblich erregend. Michael stieß am Anfang langsam und sanft, wurde aber nach der Zeit schneller und härter. Es war vollbracht, Juliana schlief mit einem anderen Man und es schien ihr sogar nicht zu missfallen. Ich konnte nun nicht mehr anders, zog meine Jeans und die Boxershort aus und wichste dabei meinen super steifen Schwanz. Das Schmatzen ihrer Muschi, zu Wissen was er bei jedem Stoß in meine Frau fühlt und der geile Anblick des Treibens ließen mich innerhalb kurzer Zeit abspritzen. Juliana und Michael sind noch nicht gekommen, sie streichelte mir nach meinem Erguss aber meine Eier weiter. Ich merkte das Michael solange warteten wollte bis meine Frau kam, das passiert allerdings wohl vor lauter Aufregung bei ihr nicht. Also spritzte er nach längerem gestosse heftig in ihrer Muschi in das Kondom. In diesem Moment konnte meine Frau sich ein kleines, leises stöhnen nicht verkneifen.
Langsam zog er seinen noch pulsierenden Schwanz aus ihrer Muschi und streifte sich das Kondom ab. Ich gab beiden ein Tempo zum säubern. Ohne groß weiteres zogen wir uns an, redeten noch kurz zu einem Glas Sekt über das Geschehen und verabschiedeten uns mit der Info in Kontakt zu bleiben. Während der Fahrt nach Hause redeten meine Frau und ich nur Smalltalk, ohne auf das gerade erlebte einzugehen. Irgendwie war dieser Moment sehr unangenehm für uns beide. Zuhause angekommen sprachen wir dann aber doch noch über alles sehr ausführlich. Es war interessant von ihr das ein oder andere zu erfahren…
Alt…aber geil
Ich sitze an der Hotelbar, es ist 21 Uhr. Der Arbeitstag war einfach Scheiße gewesen, von vorn bis hinten nur Streß und Ärger. Das Hotel liegt am Stadtrand, die Stadt selber ist langweilig und grottenhäßlich, im Fernsehen nur Scheiß, die Pornos im Pay-TV genauso. Also „Druckbetankung” im Hotel, wenigstens mit gutem Scotch und dann ab in die Falle.
Ich lasse meinen Blick durch die Bar schweifen. Am anderen Ende des schummrigen Raumes sit-zen ein paar lärmende Geschäftsleute, älter und betrunkener als ich. An der Bar noch zwei wei-tere, still über Schnaps und Bier brütende Männer im Anzug. Gott, wie ich diese Scheißhotels und meinen Scheißjob, der mich in diese Buden zwingt, mittlerweile hasse….
Ich will mir grade einen neuen Whisky ordern, da bemerke ich, wie sich jemand neben mich setzt. Ich wende meinen Kopf. Zwei Hocker neben mir hat sich eine Frau plaziert, ebenfalls in Ge-schäftskleidung. Sie ist etwa Mitte bis Ende fünfzig, schlank, hat kurze, offensichtlich blondier-te Haare und ist recht üppig geschminkt. Sie nickt mir müde lächelnd zu und bestellt sich beim Barkeeper ein Glas Chardonnay. Ich dreh mich wieder weg und nehm einen Schluck von meinem neuen Cragganmore und vertief mich wieder in den Wirtschaftsteil der FAZ. Doch danke schlechter Laune und mittlerweile vier doppelten Whisky fällt es mir schwer, mich auf den Inhalt der Zeitung zu konzentrieren.
‚Gott verdammt, erst Einunddreißig und dann schon so was…’ schießt mir die Verbitterung durch den alkoholschweren Kopf.
„Mein Gott, was soll ich denn da erst sagen!” vernehme ich neben mir eine spöttische, ebenfalls alkoholschwere Stimme.
„Wa…wa..was!?” Ich fahre herum. Scheiße, hatte ich wohl wieder mal laut gedacht!! Passierte mir manchmal, vor allem wenn ich besoffen war. Ich sollte langsam Schluß machen und mich auf’s Zimmer verziehen, bevor’s peinlich wird. Ich verzeihe den Mund zu einem Grinsen, entschuldi-gend.
„Sorry, hab nur laut gedacht. War’n Scheißtag heute.”
Die Lady verzieht ihr Gesicht. „Ja, ja, willkommen im Club!” Ihre Stimme verrät ebenfalls ordentlichen Alkoholkonsum. „Und ich altes Huhn mach den Mist schon ‘n paar Tage länger. Prost, auf die Scheißjobs!” Sie hebt ihr Weißweinglas.

Ich proste zurück
„Und welche Branche, junger Mann? Wenn ich fragen darf.”
„Natürlich dürfen Sie! Werkzeugmaschinen. Betreue Firmen, europaweit. Hätt ich mir mal nicht träumen lassen, als ich vor vier Jahren nach dem Studium damit angefangen hab. Gute Kohle, Firmenwagen, kommst rum in Europa…. Pah! Alles Scheiß, die Kohle kommt unpünktlich, wegen jeder Spesenabrechnung gibt’s Streß, arbeitsmäßig immer derselbe Scheiß… ich hab’s über.” Ich nehme noch einen Schluck. „Und Sie?”
„Klamotten. Vertrete eine italienische Klamottenmarke. Ansonsten wie Sie. Rumfahren, Kunden-termine, Hotels. Und das seit fünfundzwanzig Jahren.” erzählt sie bitter. „Aber was soll’s, noch ein Jahr, dann ist Feierabend. Dann geht’s ab ins Häuschen nach Spanien! Und zwar für immer!!”
„Sie haben ein haus in Spanien?” frage ich.
„Ja, schon seit ein paar Jahren. Mein Mann lebt schon da, Frührentner. War beim Bergbau, hat sich zwar gesundheitlich ruiniert, aber ordentlich verdient und so. Na ja, und in einem Jahr ist bei mir halt auch Feierabend, dann streck ich die Füße von mir!”
Ich proste ihr lächelnd zu. „Na dann viel Glück!”
Sie lächelt zurück, trinkt ihren Wein aus. „Dann wünsch ich Ihnen was, lassen Sie den Kopf nicht hängen!” Sie rutscht vom Hocker, winkt zum Abschied und verläßt die Bar.
Ich dreh mich wieder um und widme mich der Neige in meinem Whiskybecher, beschließe, eben-falls Schluß zu machen und nach oben zu verschwinden. Ich falte meine Zeitung zusammen, be-zahle meine Drinks und verlasse die Bar.
Am Lift muß ich kurz warten, dann macht es „Ping!” und der Fahrstuhl öffnet sich. Ich trete ein und – Überraschung! – meine Gesprächspartnerin von eben. Ich ziehe fragend die Augenbrauen hoch.
Sie lächelt. „War noch mal in der Garage, im Auto.”
Ich nicke und trete in den Fahrstuhl.
„Welcher Stock?” fragt sie.
„Achter.”
„Wie ich!” lächelt sie und zeigt auf die leuchtende „Acht”. Die Fahrt beginnt.
Der Fahrstuhl hält. Ich steige aus, die Frau ebenfalls.
Wir gehen den endlos langen Gang entlang, sie läuft zwei Schritte vor mir. Sie erreicht ihre Tür und zückt den Schlüssel. Ich will gerade zum Gute-Nacht-Gruß ansetzen, da dreht sie sich noch mal um.
„Darf ich Sie vielleicht noch zu einem Drink einladen?” Sie lächelt wieder, mit deutlich alkohol-schwangerem Blick.
Ich zucke die Schultern. „Warum nicht, gerne!”
Wir treten in ihr Zimmer ein. Sie legt die Jacke ihres Kostüms ab. Ich setze mich in einen der Sessel und sehe ihr zu, wie sie die Minibar öffnet und uns Drinks eingießt. Sie trägt einen knie-langen, schwarzen Rock, aus dem schlanke Waden in schwarzen Nylons ragen. Darüber eine lachs-farbene Seidenbluse, unter der die Abdrücke ihres BH’s zu sehen sind. Sie reicht mir das Glas.
Wir prosten uns zu. Sie lehnt sich lächelnd an den Couchtisch vor mir und nippt genießerisch an ihrem Whisky. Auf einmal spüre ich ein Berührung am Bein. Ich schaue nach unten und sehe, wie ihr bestrumpfter Fuß meinen Unterschenkel hinauffährt.
„Tust Du einer alten Lady einen Gefallen und besorgst es ihr noch mal so richtig?” fragt sie mit heiserer Stimme. Ich sitze starr im Sessel. Diese Frau ist Ende Fünfzig und offensichtlich be-trunken!!! Ich will gerade höflich ablehnen und den Raum verlassen, da stelle ich mit Erstaunen fest, daß mein Verlangen, zu bleiben und der Frau den Wunsch zu erfüllen, stärker ist. Ich ver-spüre mit einem Mal das unbändige Verlangen, sie zu ficken. Und zwar auf die harte Tour….
Ich steh auf und trete vor sie. Ich fasse sie hart am Kinn, drück ihr den Kopf zurück und presse meinen Mund auf ihren. Sie öffnet mit einem lauten Seufzer ihre Lippen und erwidert meinen gierigen Kuß. Sie schmeckt nach Wein und Whisky.
Ich greife nach unten und zerre ihre Bluse auf, streife sie ab und greife nach ihren Titten, die groß und schwer einen weißen Spitzen-BH ausfüllen.
Sie zerrt mir das Sakko von den Schultern, reißt mir ebenfalls das Hemd auf und verkrallt sich in meine Taille, wollüstig stöhnend. Der Schmerz macht nicht schärfer. Ich fasse ihren BH und reiße ihn mit einem Ruck von ihrem Titten herunter. Schwer falle die beiden weichen, dicken Möpse heraus. Ich presse beide mit den Händen zusammen und beuge mich nach vorn. Ich sauge und beiße an ihren harten, großen Nippeln herum, was sie dazu veranlaßt, laut zu stöhnen und sich in meinen Schultern zu verkrallen. Ich lasse ihre Titte los, umfasse ihren Arsch und setzte sie auf den Tisch. Ich schiebe ihr den Rock hoch. Sie trägt Strümpfe, unter ihrem Rock schimmert ein weißes Spitzenhöschen. Ich greife hart zwischen ihre Beine und zerre das Höschen herunter. Sie lehnt sie, wollüstig ihre großen, weichen Hängetitten knetend auf dem Tisch zurück. Ich drücke ihre Schenkel auseinander, hole meinen Schwanz aus der Hose, setze ihn an ihre behaarte Fotze und schieb ihn zwischen die großen, zwischen Schamhaaren hervorstehenden Schamlippen. Ich greife mit der Hand ihren, großen, steil aufgerichteten Kitzler und beginne, ihn zwischen meinen Fingern zu reiben und zu drücken. Dann stoße ich in sie hinein. Sie ist nicht sonderlich feucht, so daß mir das Eindringen nur mit viel Druck gelingt. Sie stöhnt laut auf, aufgegeilt von einer Mischung aus Schmerz und Wollust. Nach drei vier harten Stößen fließen ihre Fotzensäfte um so mehr, meinem Schwanz wird die alte Fotze bald zu weit. Ich zieh ihn heraus, umfasse mit einer Hand einen ihrer Fußknöchel und hebe ein Bein. Ich setze meinen mit ihrem Saft ver-schmierten Schwanz an ihr Arschloch. Ich drücke ihn hinein, ebenfalls ohne Rücksicht, aufge-peitscht von maßloser Geilheit. Ich spüre, wie sie zunächst verkrampft, doch dann lockerläßt, so daß mein Schwanz bald ganz in ihrem Arsch verschwunden ist. Ich beginne, sie zu stoßen. Sie greift sich zwischen die Beine und spielt nun an ihrer Fotze herum, läßt erst einen, dann zwei, dann drei Finger darin verschwinden. Abwechselnd stoßen nun ihre Finger in die Fotze und mein Schwanz in ihren Arsch. Sie wimmert und stöhnt. Als ich merke, daß ich komme, reiße ich meinen Schwanz aus ihrem Arsch, greife nach vorn in ihr Haar, zerre ihren Kopf in Richtung meines stramm stehenden, prall gefüllten Pimmel. Sie öffnet bereitwillig ihren Mund und ich schiebe ihn soweit es geht hinein. Sie würgt kurz, dann beginnt sie zu saugen. Innerhalb von Sekunden schießt die angestaute Ladung in ihren Schlund. Sie würgt wieder, will den Schwanz herausneh-men. Ich fasse ihr ins Genick und drück den Kopf runter. Sie wehrt sich nicht und schluckt. Alles, bis auf den letzten Tropfen. Dann nimmt sie ihn aus dem Mund und leckt meine Eichel, kunstvoll von allen Seiten. Dann sieht sie mich mit flehendem Blick erregt an. „Mach’s mir auch, bitte, ich will’s, ich will’s….”
Ich grinse, und zeihe sie zum Bett. Ich reiße ihr noch den Rock herunter, so daß sie nur noch mit schwarzen Nylons bekleidet zitternd vor mir liegt. Ich hocke mich zwischen ihre gespreizten Beine und beginne, ihre Fotze zu fingern. Ich merke, wie weit sie ist und drück erst zwei, dann drei, dann vier Finger in sie. Sie beginnt auszulaufen. Sie wimmert und stöhnt, knetet sie ihre alten, weichen Hängetitten. Ich setze zu den vier Fingern noch den Daumen an und drücke. Lang-sam, aber stetig. Sie greift nach unten und reibt sich wie eine besessene den Kitzler. Ich be-feuchte den Rest meiner Hand mit ihrem auslaufendem Fotzensaft und drücke weiter. Nach kur-zer Zeit steckt meine Hand bis zum Handgelenk in ihrer Fotze und ich beginne, die klatschnasse Grotte von innen zu massieren. Sie stöhnt und wimmert und schreit und keucht, ich spüre die Kontraktionen ihrer Fotze. Ein endlos langer Orgasmus durchfährt sie. Sie wird langsam ruhiger, ich ziehe die Hand langsam aus dem sich langsam schließenden, nassen, weiten Loch zwischen ih-ren Beinen, schiebe einen Finger langsam in ihren Arsch, reibe mit der anderen Hand leicht über ihren Kitzler und lasse sie so ihren Orgasmus ausklingen. Ich lasse grinsend und bewundernd mei-ne Blicke über ihren verschwitzten Körper wandern, eine sexuelle Erfahrung reicher und von nun an „süchtig” nach dem Sex mit älteren, ausgehungerten, tabulosen Schlampen…
Marilisa è una mia compagna di facoltà che si è laureata in legge tre anni fa. E’ la classica brava ragazza di provincia senza grilli per la testa frequenta la parrochia, è animatrice dell’azione cattolica d’inverno e dei Grest d’estate, non ha mai indossato vestiti né appariscenti né sexi, né abiti che la rendessero sessualmente appetibile anche se è sempre stata una ragazza molto carina una terza di seno, un sederino a mandolino che resusciterebbe un cadavere e abbastanza alta.
Una volta uscita dall’università era terrorizzata dal mondo che la aspettava fuori. L’atteggiamento dei genitori non contribuì a renderla più di sicura di sé in quanto le descrivevano il mondo del lavoro e tutto il mondo esterno un insieme di orchi che avrebbero attentato alle sue grazie.
Tutto questo influì nella sua ricerca di lavoro, infatti come è ovvio tutte le aziende che cercano ruoli di responsabilità cercano anche persone con un carattere energico e forte che non abbiano solo competenza nel lavoro, ma anche la determinazione nel portarlo avanti cosa che lei sicuramente non aveva o comunque non dimostrava di avere. Marilisa si è quindi vista costretta a fare lavori sottopagati, non adeguati ai suoi studi.
Tutto questo fino a quando tornando verso casa trova una sua ex compagna di facoltà Francesca che le racconta che lei ormai lavora per un grosso studio associato di cui ha sposato uno dei soci e le disse che sabato mattina avrebbe potuto andare a fare un colloquio con suo marito e lei intanto avrebbe messo una buona parola.
Sabato Marilisa si presenta al colloquio vestita come al solito nel suo stile aniquato e casto e Marco il marito di Francesca la guarda in modo strano come dicesse tra sé e sé, ma questa esce dal medioevo. La buona parola messa da Francesca insieme con la competenza messa da Marilisa fece si che venne assunta, anche se Marco concluse il colloquio con una frase che la inquietò sai di solito nel nostro studio le persone vestono in modo elegante minigonna sopra le ginocchia le donne e giacca e cravatta gli uomini, ma te per il momento sarai esentato in quanto vedo che saresti in imbarazzo. Presentati lunedì per incominciare a lavorare.
Quello che Francesca non le aveva detto era che suo marito era un sadico e amava terribilmente umiliare i suoi sottoposti sia uomini che donne e che il loro incontro non fu casuale, ma suo marito aveva messo gli occhi su quella ragazza competente, timida e umile che voleva divertirsi in primis a umiliare come sottoposta rendendole la vita impossibile e dando il permesso ai suoi colleghi di offenderla e umiliarla in qualsiasi modo.
Secondo capitolo la trasformazione di Marilisa
Il lunedì Marilisa si presentò per la sua prima giornata di lavoro. Venne assegnata come assistente a un avvocata sulla cinquantina di nome Marta, ma ancora piacente che come prima cosa le disse lo so che sei raccomandata, infatti sei stata esentata da portare la minigonna sopra le ginocchia come è fatto obbligo a tutte le donne in questo studio e a me le raccomandate o i raccomandati non piacciono per nulla, sappi quindi che se non ti comportarei bene e con professionalità ti renderò la vita impossibile.
Il primo compito di Marilisa fu quello di scrivere una citazione seguendo le indicazioni dell’avvocata che le dice una volta che avrai finito il lavoro verrai da me che farò le correzioni del caso e vedremo cosa saprai fare avanzo delle suore orsoline che hanno mandato in questo studio.
Dopo circa due orette Marilisa ha finito il lavoro che le era stato ordinato e va nella stanza di Marta per sottoporle il suo lavoro.
Marta comincia a esaminare il lavoro di Marilisa e trova molti errori e comincia a insultare la giovane ragazza dicendole lo sapevo avanzo delle orsoline che eri solo una raccomandata, che non sai lavorare, sei solo una piccola scemetta che chissà come ha avuto la laurea. Marilisa si mise a piangere nessuno l’aveva mai trattata così .
Francesca sentendo Marilisa che piangeva entrò nell’ufficio e le disse vieni fuori che ti devo parlare. Le due ragazze uscirono e andarono in bagno e Francesca le chiese cosa ti succede perchè piangi sul posto di lavoro? Allora le racconta che Marta la sta trattanto come una sguattera, come una serva e non come una sottoposta e le spiega cosa le è successo durante il giorno. A questo punto Francesca le dice che effettivamente essendo l’unica vestita in quella maniera si capisce che è raccomandata e le le chiede ma ti costerebbe tanto metterti una minigonna per venire a lavorare. Marilisa allora le spiega che i suoi non lo accetterebbero mai e che la sua cultura cattolica glielo impedisce, Francesca le risponde semplicemente dicendole ma guardati allo specchio dopo tutto quello che hai studiato vuoi continuare a fare la sguattera nei mac donald o preferisci fare qualche compromesso e diventare una donna realizzata se vuoi puoi venire a cambiarti a casa mia prima di venire al lavoro per non avere problemi con i tuoi. Marilisa restò in silenzio per un minuto mettendosi a piangere e dice Francesca hai ragione sarà per me una violenza, ma non posso permettermi di perdere questo posto di lavoro farò come dici tu.
Marilisa a questo punto tornò in ufficio e lavorò fino alla fine della giornata lavorativa subendo per altro tempo gli insulti e la personalità dominante di Marta.
All’uscita incrociò di nuovo Francesca che le disse dai che andiamo a fare un giro in centro ti porto in un negozio gestito da un amica del capo, così potrai rifartirti il guardaroba.
Una volta entrata nella boutique Francesca dice dobbiamo comprare qualcosa per questa ragazza che vuole rifarsi il guardaroba in quanto deve lavorare nel nostro studio.
La commessa tira fuori degli abiti molto attilati che mettono in rilievo le belle forme di Marilisa sia la sua stupenda terza misura, sia le sue bellissime gambe, sia il suo culetto a mandolino. Marilisa mentre indossa questi abiti insoliti per lei si trova in un profondo imbarazzo, accentuato dal fatto che i clienti del negozio la osservano e guardano le sue prorompenti forme cosa che non le era mai successo prima d’ora.
Le ragazze vanno poi verso casa di Francesca che mette i vestiti dentro in armadia e le dice queste sono le chiavi di casa, domani mattina puoi venire a prendere uno dei tuoi vestiti e venire in ufficio come Dio comanda.
Marilisa va a casa e dice ai genitori che sarebbe partita un ora prima l’indomani perchè aveva del lavoro arretrato da sbrigare di oggi, in quanto nelle otto ore lavorative non era riuscita a concludere tutto quello che c’è da fare.
L’indomani Marilisa parte da casa per andare al lavoro. La prima tappa è a casa di Francesca dove si cambia e sebbene fortemente imbarazzata si dirige verso il lavoro vestendosi in un modo in cui non avrebbe mai pensato di vestirsi.
Entrando nello studio saluta il titolare che le fa i complimenti per quanto bella è e sul perchè non si fosse vestita prima che era uno schianto. Arrivata nel suo ufficio saluta Marta che le dice con fare sprezzante benvenuta nella modernità sottolineando però che l’aveva immaginato che dietro la santarellina si celava la troia che nel momento del bisogno si sarebbe trasformata.
Aus Dem Netz!
Biggy, Dessous-Verkäuferin in einer Edelboutique
© by teddy3145
Teil 5
So in der Wochenmitte ist in meiner Firma nicht viel zu tun, also sollte ich meine liebe Biggy mal wieder besuchen. Nur so am Weekend ist ihr nämlich viel zu wenig. Ein kurzer Anruf, ja sie freut sich. Dann schnell unter die Dusche, richtig sauber zu sein schadet nie und man kann ja nie wissen, was der Tag so bringt. Ich ziehe mir nur ein Poloshirt und eine legere Bundfaltenhose an. Jetzt mit dem Auto durch London ist Wahnsinn, so bringt mich die Circle-Line in 10 Minuten nach Chelsea, zu ihrer Lingerie-Boutique. Biggy freut sich, wie ein Schneekönig und erzählt mir dann, daß in Kürze eine besondere Kundin käme, die sie immer exquisit bedient. Augenzwinkernd klärt sie mich dann auf, daß sie der Kundin von mir erzählt hätte, da sie eine sehr vermögende Stammkundin sei, der es aufs Geld nicht ankommt, sondern das Besondere wünscht. Da träfe es sich ja gut, daß ich da sei, denn die Kundin möchte unbedingt von mir, als Mann bedient werden und ob ich denn frisch geduscht wäre. Wer weiß, was Biggy der Kundin wohl von mir erzählt hat, denke ich noch so und ob ich sie fragen soll, doch da ist die Kundin auch schon da. Biggy läßt sie ein und schließt hinter die Ladentüre ab und hängt das Sc***d: “CLOSED” in die Türe. Na, da kann ich mir ja mein Teil denken. Schauen wir uns die Dame doch mal an. Eine recht angenehme Erscheinung, Gutes Mittelalter, gutes Gesicht mit gut frisierten tizianroten Haaren, gute Figur, gute Kleidung und entsprechendes Auftreten.
“Herr Wolfgang. Madame Biggy hat mir erzählt, Sie seinen ein kleiner Dessousexperte? … Sagen wir mal so, gnädige Frau, sie interessieren mich ungemein, da ich finde elegante Dessous krönen jede Dame. … Fein gesprochen, mein Herr. Also, ich gebe nächste Woche unser kleines Damentreffen und da habe ich mir diesmal das Thema Dessous erwählt. Sie wissen ja selber, daß das Thema in Great Britain etwas unterbelichtet ist. Bitte klären sie mich auf Herr Wolfgang. Mein Name ist Judy, für meine Freunde. … Danke gerne, nehmen Sie doch bitte hier Platz.”
Wir setzen uns und Biggy stellte Getränke bereit. Ich versuchte der Dame, welche sich Judy nannte, eine kurze Geschichte der Dessous zu geben, was ziemlich einfach wurde, schließlich habe ich zu diesem Thema einige Bücher geschrieben und veröffentlicht. Dann erklärte ich ihr zwei wesentliche Unterschiede, Dessous für sich selbst und solche, mit denen man Männer imponieren möchte. Letzteres interessierte diese Dame augenscheinlich am Meisten. Also erklärte ich ihr den einfachsten Trick. Unterwäsche gebt in die Breite und macht so den Körper kürzer. Also gilt es Dessous zu wählen, die mehr die Länge betonen. Da wäre es empfehlenswert, statt eines BH´s, lieber eine Büstenhebe zu wählen. Bei der sind die Träger länger als die Breite der schmalen Stütze. Außerdem, oh lala , man sieht schon mal die Vorfreude. Dann unbedient Strapse, je länger und schmaler, je lieber, denn sie machen jede Frau schlank und betonen die Figur. Apropos Figur, der beste Kompromiß ist natürlich, je nach Figurproblemen, eine Korsage, ein Torselett, ein Korselett oder ein Korsett, denn alle diese Teile, besonders mit langen Strapsen, strecken die Figur und selbst ein Moppelchen, wirkt sexy. Während ich dies so erzähle, hat Biggy schon die jeweiligen Teile hervor geholt und dekorativ auf den Couchtisch gelegt. Interessiert schaut sich die Dame alles an und fragt dann, ob man solches denn mal angezogen sehen kann. Im Nu steht Biggy auf, ich knöpfe ihr sorgfältig das Kleid auf und helfe ihr beim ausziehen. Madame trägt, eine Spitzen Kombination in edler Seide. Natürlich trägt sie genau die Teile, wie ich sie vorgeschlagen habe, Büstenhebe und Strapsenmieder, sowie den Hauch eines Seidenslips, Nahtstrümpfe und Pumps. Auch hier erkläre ich der Dame, die senkrechte Wirkung von Nahtstrümpfen und Pumps. Die Dame ist hochzufrieden und schaut dann begehrlich auf das Korsett, mitten auf dem Tisch. Ob sie es wohl anprobieren könne. Biggy geht mit der Dame in die Umkleidekabine und ich gönne mir eine Zigarettenpause. Mir wird klar, daß Biggy für diese Kundin nur das Exquisiteste ihres Geschäfts ausgesucht hat, welches man vielleicht noch nicht mal bei Janet Roger finden kann. Mir wird aber auch klar, wenn die Kundin dies alles kauft, hat Biggy den Monatsumsatz auf ein Mal erreicht. Insgeheim überlege ich, wie ich den Umsatz noch verdoppeln könnte. Ich hätte da schon eine Idee, doch die wäre recht delikat. Als die Dame mit Biggy aus der Kabine tritt, weiß ich, mein Plan wird klappen. Die Dame sieht umwerfend aus, in dem dunkelroten Korsett, fein abgestimmt zu ihrem Haarton.
Doch staunend schaue ich auf ihre herrlichen Stehbrüste, die steil und hart aus den Viertelschalen hervor ragen. Zwischen den sechs Strapsen pro Bein, erblicke ich durch einem Hauch eines Tangas, eine feinstens frisierten Scham, die alles verspricht, was Mann sich erträumt. Was mich natürlich sehr erfreut, ist daß Biggy ihr auch glänzende lange Satinhandschuhe empfohlen hat. Hoch beglückt, tänzelt die Dame auf mich zu und Biggy gibt mir einen positiven Wink.. Jetzt oder nie! Ratsch habe ich meine Hose aus und wutsch auch das Poloshirt. Die Ladenmusik reicht für einen Schmunzelblues. Also gehe ich auf sie zu und nehme die Dame zu einem Tänzchen in die Arme. Hochbeglückt, läßt sie sich willig durch den Laden tanzen. Innig umarmen wir uns und eng aneinander geschmiegt tanzen wir den Blues. Ihre Hände liegen dabei auf meinem Hintern und massieren mir intensiv die Pobacken. Aber sie pressen mich auch nachdrücklich an ihren Schoß, was natürlich die kleine Beule in meinem Slip nachdrücklich vergrößert und ihm qualvolle Enge beschert. Da zeigt diese Dame ihre Größe. Sehr damenhaft greift sie mir in den Slip und ordnet dort die Verhältnisse. Stramm steht er nun im Slip und sie drückt ihn sich zwischen ihre Oberschenkel, wo er durch die Seide meines Slips ihr weiches Fleisch, lustvoll scheuert. Genau so scheuert überaus listvoll ihre nackten Stehbrüste aus den Cup an meiner haarigen Brüst. Diese Dame genießt es ganz offensichtlich, denn sie wiegt sich nicht nur im Tanz, sondern leise stöhnend, flüstert sie mir ins Ohr:
“Du liebestoller Mann willst mich beglücken? … Ja, gnädige Frau. … Bitte nenne mich Deine geile Judy! … Ja, meine geile Judy! … Wenn Du mich beglücken willst, dann nimm mich gleich hier und jetzt, nimm mich mit Deinem geilen Wölfchen.”
Leichter gesagt als getan, schließlich haben wir beide noch unser Höschen an. Gut, sie sind nur aus hauchdünner Seide, doch die ist fester, als manch Jungfernhäutchen. Doch diese Dame weiß auch hier Bescheid. Kurz entschlossen greift sie wieder nach unten zwischen unsere Leiber, Vorsichtig, ja überaus zärtlich, ergreift sie meine stramme Stange und zieht ihn aus dem Slip hervor, um ihn dann gleich an ihrem Tanga vorbei in ihre überaus feuchte Grotte einführt. So geschehen, preßt sie meinen Schoß mit ihren Händen gegen den ihren und so tauche ich tief in sie hinein. Im Wiegen der Tanzschritte, gleitet mein Steifer rein und raus, rein und raus. Sie klammert sich an mich und klebt förmlich an meinem Körper und wieder flüstert sie:
“Du liebestoller Mann beglückst mich so hingebungsvoll. Nie wurde meine Geilheit so formidabel befriedigt. … Ja, meine geile Judy! … Du nimmst mich so männlich und ich gebe Dich Dir so willig weiblich hin. … Willst Du mich? … Ja, meine geile Judy!”
Gemächlich tanze ich sie zu einem großen Diwan. Dort angekommen, schaffen wir es, ohne uns zu verlassen, dort in die Horizontale zu gehen. Im Liegestütz hänge ich über ihr. Weit hat sie ihre Beine gespreizt. So, kann ich sie jetzt ficken bis der Notarzt kommt und das mache ich auch. Ich kann mich kaum erinnern, wann ich jemals eine Dame so herzhaft genommen habe. Infolge dessen dauert es nicht sehr lange, bis sich ihr Orgasmus ankündigt. Äußerst damenhaft, kein Geschrei oder Gejaule, aber ich fühle, wie sich ihre vaginalen Muskeln um meinen klammern und pumpen. Dabei schaut sie mich völlig losgelöst an und schmilzt dahin. Dann fährt ein Zittern durch ihren ganzen Körper. Diese Dame ist gekommen.
“Madame Biggy, ich denke sie haben mir nicht zu viel versprochen. Dieser Herr ist wirklich fähig für meine Klasse. Danke für ihre Empfehlung. Kommen wir nun zum zweiten Teil. Sie hatten mir einen Samenabgang dieses Herrn versprochen. Welches Dessous würden Sie mir dazu empfehlen? … Kommen Sie gnädige Frau.”
Die Beiden verschwinden wieder in der Kabine und Biggy ruft dann eine Nummer. Schnell bin ich beim Warenregal und reiche das entsprechende Teil in die Kabine. Es dauert dann auch gar nicht lange und die Dame erscheint im neuen Outfit, bereit für mich. Sie trägt nun sehr aufreizend eine Büstenhebe mit Halbcups und völlig aus Brüsseler Spitze. Ebenso das Strapsenmieder und alles in sündigem Schwarz. Als ich sehe, daß die Dame dazu kein Höschen mehr trägt, entledige ich mich auch schnellstens meines Slips. So steht mein steifer Stecher schön frei im Raum. Die Dame schmiegt sich jetzt völlig lasziv an meinen Körper. Sie reibt ihren so hinreizend dekorierten Körper immer wieder an meinem Schwanz, der gleich zu platzen droht, besonders da die Dame mich überall mit ihren behandschuhten Händen streichelt und massiert. Dann kniet sie nieder und Biggy tritt hinter mich und ergreift meinen Schwanz mit der Hand.
“Gnädige Frau, ich zeige Ihnen jetzt den Wichsgriff, den das kleine Wölfchen bevorzugt. Machen Sie genau so und Sie werden einen großen, bösen Wolf aus ihm machen!”
Gekonnt ergreift Biggy meine Stange mit dem Kronengriff und beginnt mich zu wichsen. Die Dame ist begeistert und übernimmt, ebenso gekonnt. Begeistert wichst sie mich und leckt und lutsch dann immer wieder meine Vorfreude ab. Dann geht sie dazu über mich zwischen ihre Lippen zu wichsen und ich kann mich kaum noch zurück halten. Als sie mich dann losläßt und mich völlig in ihre, ach so warme Mundfotze saugt, zieht Biggy die Notbremse.
“Gnädigste, wenn Sie so weiter machen, kommt er gleich in Ihrem Munde. Sie wollen es aber doch sehen, wenn er für Sie persönlich abspritzt. … Ja, Ja, ich will es sehen, wenn er für mich ganz alleine losspritzt. Aber ich möchte auch seinen süßen Saft schlecken. … Keine Angst meine Dame. Ich wichse ihn für Sie persönlich perfekt ab. Sie werden ALLES sehen und genießen. Kommen Sie, setzen Sie sich locker bereit. … Ja, Ja, ich will jetzt ALLES, was Sie mir versprochen haben erleben. Er soll spritzen!”
Interessant für mich, zu hören, was Biggy dieser reichen Stammkundin wohl so versprochen hat und das ohne mich vorher zu fragen. Hält sie mich für eine männliche Nutte? Andererseits, warum nicht, denn sonst würde ich diese sexy Situationen ja nie erleben. Also, Augen auf und durch, denn viel habe ich jetzt nicht mehr zu tun. Die Dame hat sich bequem plaziert, ich stehe breitbeinig vor ihr, mein Schwanz vor ihrem Gesicht und Biggy ganz dicht hinter mir. Sinnlich reibt sie mir ihre gefüllte Büstenhebe mit den nackten Brüsten an den Rücken und scheuert ihr Strapsenmieder mit dem nackten Schoß an meinem Popo. Dabei hat sie meinen Schwanz dafür vorne fest in der Hand und wichst mich heftig ab. Nun habe ich ja meine Hände frei und kann mich genüßlich an den Stehbrüsten der Dame delektiert, in dem ich sie stark befummle. Dafür krabbelt sie mir mit ihren Handschuhhänden die Eier. Einfach göttlich diese Gefühle, die mir diese Damen jetzt bereiten. Da dauert es dann auch nicht mehr lange, bis Biggy merkt, daß ich spritzbereit bin.
“Gnädigste, wenn Sie jetzt bitte Ihren Mund so weit, wie möglich öffnen wollen, dieses Wölfchen wird jetzt für Sie persönlich, seinen süßen Wichssaft abspritzen. Ich werde mir Mühe geben genau zu zielen, aber es wäre besser, wenn Sie etwas näher kommen. Oh ja, jetzt kommt es gleich!”
Geschickt hat Biggy meinen Schwanz so vor die Dame plaziert, daß sie zum Einen, alles bestens sehen kann und zum Anderen garantiert, alles in den Mund oder ins Gesicht bekommt. Und genau so geschieht es dann auch. Um die Aufmerksam auf meinen Orgasmus zu erhöhen, stöhne ich recht übertrieben, doch es wirkt. Als meine erste Fontäne losspurtet, ist es genau richtig, denn mit einem satten Klatsch landet es auf der weit ausgestreckten Zunge der Dame. Da sie wohl an Mehr nicht geglaubt hat, sabbert sie meinen Saft genüßlich runter. Klar, daß die nächsten Spritzer so in ihrem Gesicht und der Rest auf ihren Brüsten landet. Trotzdem, die Dame weiß was sich gehört, denn nun saugt sie mir die letzten Tropfen aus dem Schwanz und lutscht und leckt mich danach sauber. Sie selber, wird dafür dann von Biggy sauber geleckt, die natürlich begierlich meine Soße von der Dame abschleckt. Zum guten Schluß bekomme ich von Beiden eine Süßen zum Dank und ich ziehe mich wieder an, als die Damen in der Kabine sind. Tatsächlich hat die Dame alle vorgestellten Dessous gekauft und mir noch ein nettes Trinkgeld überreicht. Sie würde mich gerne ihren Freundinnen empfehlen, meint sie beim Abschied und Biggy ist hoch erfreut.
Meine prüde Schwägerin will was sehen
Meine prüde Schwägerin will was sehen
Vorab will ich mal die Örtlichkeit und Gegebenheiten etwas erklären. Ich wohne mit Frau in einem alten Haus, was früher mal ein kleiner Bauernhof, mit ein paar Tieren, Scheune, Heuboden usw. war. Heute ist komplett alles um- und ausgebaut. Wir wohnen im Wohnhaus im 1. OG und Dachgeschoß. Meine Schwiegereltern im EG und was früher die Scheune war hat die Schwester meiner Frau komplett zum Haus ausgebaut. Den Hof Nutzen wir gemeinsam. Zu unserer Wohnung führt eine Außentreppe nach oben und vor der Haustür ist ein Balkon angebaut. Von dort aus sind es ca. 10 m bis zum Haus meiner Schwägerin. Mein Schwägerin ist sehr prüde und verklemmt. Bei Hochsommerlichen Temperaturen sieht man sie ganz selten mal in kurzer Hose, von eine Badeanzug oder etwa eine Bikini brauchen wir gar nicht reden. Ich hingegen, wie ja andere Storys schon erzählen, zeig mich nur zu gerne und am liebsten mit hartem steifen Schwanz. Wie oft habe ich schon nackt und auch mal mit angeschwollenem, halb steifem Schwanz die Balkontür im Dachgeschoß geöffnet, wenn mein Schwägerin ihre Haustür rauskam, denn so kann sie mich sehr gut sehen. Sie hat mich auch schon mehrfach gesehen und meinen Schwanz auch, denn sie hat es schon erzählt. Nur aus der Entfernung ist das für mich nicht wirklich prickelnd, denn viel kann man da bestimmt nicht sehen, außer dass ich nackt bin. Oft gehe ich im Sommer in hauchdünner und knapper Unterwäsche in den Hof. Ich hab meinen Cockring an und der geschwollene Schwanz ist dann herrlich in dem dünnen Höschen zu sehen. Ich schiebe auch die Vorhaut dann immer zurück, so ist der schön ausgeprägte Eichelkranz richtig gut zu erkennen. Man kann dann richtig sehen, wie mein Schwanz ihre Blicke anzieht. Obwohl sie so prüde ist, sieht es so aus als wenn sie gerne mal schauen würde was hinter den Stoff ist. So hat dann auch schon oft solche Begegnungen im Hof gegeben.
An einem Samstag waren mein Schwägerin und ich alleine im ganzen Gebäudekomplex und ich hatte noch Geld von ihr zu bekommen, das ich für irgendetwas vorgelegt hatte. Ich stand gerade auf unserem Balkon und zog meine Hose aus, weil ich sie ausschütteln wollte. Ich war Rasen mähen und wollte die Grasreste abschütteln, bevor ich in die Wohnung ging. Da kam meine Schwägerin aus ihrer Haustür und fragte mich ob sie hochkommen könne um mir das Geld zu geben. Wir sehen uns doch heute Abend sowieso, da kannst Du es mir auch geben, war meine Antwort. Ich hatte noch viel zu tun an dem Tag und wollte jetzt eigentlich nicht lange aufgehalten werden. Ach, jetzt hab ich es in der Hand, sagte meine Schwägerin und war schon Richtung unserer Treppe unterwegs, dann bring ich es auch schnell hoch. Ich stand da in Unterhose und T-Shirt. Mir schoss es dann aber sofort durch den Kopf………Schwanz zeigen!!!!! Ich musste natürlich aber vorsichtig sein, es durfte auf keinen Fall wie Absicht aussehen. Erstens war nicht klar ob die anderen Situationen im Hof wirklich so waren und sie geschaut hat. Dann kam dazu wie prüde sie ist und wenn alles schief geht, sagt sie es vielleicht auch ihrer Schwester.
Leider hatte ich jetzt keine vorteilhafte Unterwäsche zu Schwanz zeigen an, also nicht so ein dünner Stoff wie die Hose die sonst dazu trug. Ich ging schnell in die Wohnung, positionierte die Eier schön, legte den Schwanz auf die rechte Seite und schob die Vorhat zurück, so dass Sack, Schwanz und der Eichelkranz schön zu sehen ist. Kurz begutachtete ich das Ganze noch im Spiegel und es hat sich alles schön abgezeichnet, auch weil mein Schwanz schon bereits wieder anschwoll. Die Vorfreude ließ das Blut schon in den Kolben wandern. So ging ich wieder raus und stellte mich an die letzte Stufe der Treppe, so dass sie mir genau in den Schritt schaut wenn sie aufschaut und ihr Gesicht genau auf Schwanzhöhe ist. Mit jeder Stufe die sie höher kam, spürte ich das wohlige Gefühl in meinen Schwanz, wenn er sich mit Blut füllt, immer dicker und länger wird bis er steif ist. Das Gefühl empfinde ich als so herrlich, dass alleine dieses ausreicht, dass mein Schwanz knüppelhart wird. Ich konnte jetzt nicht nach meinem Rohr sehen, denn sie war gleich oben, aber ich spürte genau wie dick er schon war und das muss für meine Schwägerin bereits zu sehen sein. Sie stand nun 2 Stufen unter mir, hatte meinen Schanz genau im Blickfeld und bestimmt zeichnete der sich dick und fett in der Hose ab. Sie schaute auch immer wieder hin, was mich natürlich nur noch geiler machte. Es ist wie immer, wenn ich mich mit steifen, oder auch nur fast steifem Schwanz zeige. Auch wenn meine 20 cm nicht das Größte an Schwanz ist, so ist er jedoch groß genug, dass mir wirklich von jeder Frau, egal wie alt, die ersten Blicke auf meinem Schwanz sicher sind. Ob sie dann länger hinschauen, oder Kopfschüttelnd abdrehen ist was anderes. Hinschauen tun sie aber alle erst mal und das ist es was mich dann noch geiler macht. Das ging nicht mehr lange gut, dachte ich, und ich habe den absoluten harten und steifen Schwanz in der Hose. Meine Schwanz musste jetzt mit Sicherheit schon die Hose etwas abstehen lassen und mein Schwägerin entging das alles nicht und sie kam noch etwas näher ran um mir das Geld zu geben. Wenn ich jetzt nackt und mit abstehendem Rohr hier stehen würde, dann würde ich sie mit meiner Schwanzspitze schon fast im Gesicht berühren können. Ich danke ihr für das Geld, sagte ich, aber das hätte doch jetzt wirklich nicht sein müssen, wenn wir uns heute Abend doch sehen. Ich sah Dich auf dem Balkon und dachte halt, dass ich es Dir schnell bringe, sagte meine Schwägerin. Ich hatte so einen Gedanken und wusste erst nicht ob und wenn, wie ich es rüberbringen sollte. Die unauffälligste Art wäre bestimmt, es spaßig rüberzubringen und so sagte ich lachend: Komm, Du hast mich beobachtet wie ich mich ausziehe und willst mich nur in Unterwäsche sehen und willst die Beule in der Unterhose sehen. Sie grinste und schaute mir voll auf meine ausgebeulte Unterhose und meinen fast harten Schwanz, der sich mit seinen 20 cm nun voll und lang in der Hose abzeichnete, denn ich hatte jetzt selbst mal danach geschaut. Sie musste doch merken das mein Schwanz groß und lang war……….und schaute weiter und grinste nur. Da packte ich mit an meinen Schwanz und Eier fasste von hinten drum, um alles nach vorne zu drücken, damit sie sehen konnte was los ist und sagte jetzt etwas ernster: das wolltest Du doch sehen, gib es doch zu. Naja, vielleicht schon, aber die andere Unterwäsche gefällt mir besser. Die, die hinten schwarz und vorne weiß ist und den dünnen Stoff hat, sagte meine Schwägerin. Jetzt fall ich aber vom Balkon dachte ich nur. Diese prüde und verklemmte „Kuh“ will mich tatsächlich und absichtlich in Unterhose sehen und auch noch in dem dünnen Ding das ich sonst immer trage und sich mein Schwanz super geil abzeichnet. Na dann schauen wir doch mal was ich ihr so zeigen kann und wie weit sie geht, dachte ich und fragte sie, ob ich die andere Hose für sie anziehen soll. Mach mal war die Antwort, solange noch keiner da ist. Ich ging in die Wohnung um die andere Unterhose anzuziehen, wenn man das Ding mit dem dünnen Stoff so nennen kann. Durch den weißen Stoff kann man den Fleischfarbenen Schwanz richtig darunter sehen und der Stoff umhüllt alles so eng, dass sich selbst die Andern des geschwollenen Schwanzes abzeichnen. Ich war gerade dabei die Hose anzuziehen, als ich mein Schwägerin reden hörte. Jetzt war sie mir doch sogar in die Wohnung nachgekommen. Sie sagte, dass sie mich gerne in der Hose sieht, wenn ich im Hof bin, ich sie aber dann nie wirklich beachten würde und immer zurückhaltend wirken würde. Haha, ja klar, dachte ich nur. Ich will ja auch so wirken, dass sie nicht merkt, dass ich ihr eigentlich nur meinen Schwanz zeigen will. Am liebsten würde ich mich direkt vor sie stellen und meine 20 cm ihr genau vor das Gesicht halten und mir schön langsam die Vorhaut hin und her schieben. Wollte sie vielleicht alles ohne Hose sehen, fragte ich mich und ob ich mit meinem harten Rohr jetzt einfach aus dem Schlafzimmer gehe und mich vor sie stelle? Ich entschied mich anders, ich wollte erst mal noch abklopfen was da wirklich ist. Vielleicht wollte Sie ja auch nur prüfen was ich mache und wird es dann rum erzählen, denn ein großes Tratschmaul ist sie auch. Ihr mein hartes und langes, dickes Rohr unverhüllt aus der Nähe zeigen und nicht nur vom Balkonfenster aus, kann ich immer noch. Ich hatte auch das T-Shirt ausgezogen und wichste mir die harte Latte noch mal kurz und heftig. Die Tür war nicht zu und meine Schwägerin war im Wohnzimmer. Ich stand so, dass ich nur halb von der Tür verdeckt war, aber mein Schwanz nicht zu sehen war. Wenn sie geschaut hat, muß sie aber ahnen können was ich mache, wenn schon mein nackter Hintern rausschaut. Ich komme gleich, bin sofort soweit sagte ich und das ich gleich rauskomme auf den Balkon und dann also die Hose angezogen, den Schwanz mit der Unterseite nach vorne seitlich Richtung Leiste gedrückt. So war er in voller Länge abgebildet und herrlich zu sehen. Ohne Shirt und der harten und dicken Latte in der dünnen Hose bin ich dann Richtung Haustür. Ich lugte um die Ecke, meine Schwägerin saß auf einem Stuhl und fragte ob ich wirklich rauskommen soll. Sie grinste und wurde glaube ich etwas rot und sagte, dass sie das schon möchte, aber dass ich nichts verraten dürfte. Die Erwartung, endlich einen lang ersehnten Wunsch wirklich werden zu lassen, der prüden und verklemmten Kuh mal mein hartes Rohr zu zeigen machte mich ganz geil und mein Schwanz pochte wild in der Hose. Durch das wichsen und die Vorfreude war er nun wirklich knüppelhart. Er war so fest, dass er nicht mir richtig an der Leiste angelegen hat und richtig abstand. Die 2 Wölbungen der Eichelunterseite zeichneten sie super deutlich in der Hose ab. Wem soll ich nichts verraten fragte ich nur und sie meinte, dass jeder von uns Zuhause bei seinem Partner nichts verraten darf. Nein, natürlich nicht sagte ich und trat aus der Tür und stellte mich genau vor sie. Ihr stand der Mund offen und sie sagte kein Ton und stierte mit richtigen Glotzaugen auf meinen in der Hose verborgenen harten, langen und dicken Schwanz. Und gefällt es Dir fragte ich und sie schaute mir nur kurz in die Augen und dann sofort wieder auf die harte Angelegenheit. Sowas hab ich noch nie gesehen, stotterte sie etwas zusammen. Wie, Du hast noch nie einen harten Schwanz gesehen oder meinst Du meinen? Nein, so einen großen Schwanz sagte sie. Ich hab ja schon öfter mal geschaut, wenn Du nackt am Fenster warst, aber so hab ich es noch nicht gesehen. Sie zog ihre Brille von der Nase und kam ganz nah mit ihrem Gesicht an meinen Schwanz ran. Am liebsten hätte ich mein hartes Roh rausgeholt und ihr ins Gesicht gedrückt und in den Mund geschoben, aber jetzt musste ich wirklich erst mal abchecken, was hier eigentlich läuft. Einer fremden Frau, oder auch einer Bekannten in der Sauna den harten und steifen Schwanz zu zeigen ist eine Seite, aber der eigenen Schwägerin, auf dem selben Grundstück mit Absicht was zu zeigen ist was anderes. Ficken will ich mit Sicherheit nicht, mir als alter Exhibitionist reicht es ja schon vollkommen, wenn ich meinen harten und steifen Schwanz zeigen kann und mich vor den Frauen abwichsen kann. Ich fragte sie also, wie sie das denn alles meine, dass ich nichts verraten soll, dass sie schon öfters geschaut hat, wenn ich am Fenster zu sehen war und jetzt das hier. Weist Du, fing sie an, ich hab Dich schon öfters am Fenster nackt gesehen und da konnte ich sehen, dass da was Großes ist (bei Ihrem Mann wäre das nicht so) und da hat mich das interessiert. Wenn Du dann in der Hose im Hof warst konnte ich ja nicht so auffällig hinschauen. Als Du an einem Morgen mal das Fenster aufgemacht hast, habe ich gewartet bis Du es wieder zumachst und da habe ich mit dem Fernglas geschaut, aber so dass Du mich nicht siehst. Da hattest Du wohl einen Steifen, denn da stand er ab und hast auch dran rumgespielt und als zu uns rüber geschaut. Leider bist viel zu schnell weg und eben im Hof, als Du da in Unterhose warst und ja Keiner außen uns da ist, dachte ich halt, ich schau mal näher hin. So so mein liebe Schwägerin will sich meinen harten und steifen Schwanz ansehen, das ist ja wohl auch offensichtlich sagte ich. Ja und, Du zeigst ihn mir doch auch antwortete Sie. Noch nicht mein Liebe, noch nicht. Bisher ist ja alles schön verpackt. Ich wollte mal anklopfen, wie weit ich noch gehen kann. Ich will mich ja jetzt, wo klar ist was hier passiert vor ihr abwichsen und abspritzen. Ich stand noch immer vor ihr und mein Schwanz pochte und zuckte in der Hose, als mein Schwägerin sagte, was ist denn das jetzt und zeigte dahin, wo mein Schwanzspitze war. Sie hatte Ihren Zeigefinger nur 2 cm vor meinem Schwanz. Als ich runter sah, bewegte ich mich kurz nach vorne, so das mein hartes Rohr ihren Finger berührte. Sie zog sofort den Finger weg und ich entschuldigte mich, war kein Absicht. Was Du da siehst, den Fleck, das ist der erste Geilsaft der gelaufen kommt und mir aus der Eichel läuft. Ui, so schnell sagte sie. Ich überlegte, wie das jetzt weitergehen kann und ob ich blank ziehen und mich wichsen soll. Da kam mir mein liebe und mich geil machende Schwägerin aber zuvor. Du hast doch auch noch so einen gelben String, sagte Sie. Zieh den auch mal an, das würde ich auch gerne sehen. Also entweder wollte sie wirklich diese kleine Höschen, wenn man es noch so nenne kann, an mir sehen, oder sie wollte sich langsam ran tasten, bis ich ganz nackt und mit hartem und abstehendem Schwanz vor ihr stehe. Sie traute sich vielleicht nicht es direkt zu sagen und sie wusste ja auch nicht was eigentlich für ein Sau bin und mich überall mit meinem harten Schwanz zeige und schon sehr sehr viel Frauen mein Ding gesehen haben. Sogar Frauen die meine Schwägerin kennt haben ihn schon gesehen, aber offensichtlich haben die nie was erzählt. Das kleine gelbe ziehe ich doch gerne an, aber ich hoffe Du verträgst das auch, denn das ist ziemlich knapp und klein. Ich kenn Dich ja gar nicht mehr, so wie Du drauf bist. Hätte ich nie von Dir gedacht sagte ich zu ihr und sie lachte und sagte nur, dass ich endlich das kleine Gelbe anziehen soll. Wie der Blitz bin ich nach drinnen um das kleine Gelbe zu suchen. Das Ding ist so klein, dass ich mein hartes und ausgefahrenes Rohr da nicht reinbringe. Der hüpft bestimmt raus, was ja aber auch wieder sehr geil ist, so kann ich ihr endlich blank ziehen und ihr meine harten, dicken und abstehenden 20 cm präsentieren. Mal sehen was jetzt alles noch kommt. Ich zog das Ding an und wie schon gesagt, bekam ich meinen harten Schwanz nicht in den kleinen Beutel rein. Ich legte ihn mir wie vorher schon mit der Unterseite nach vorne zeigend in die Leiste. Der schmale Träger des String konnte meinen Schwanz aber nicht abdecken. Ich legte meinen Schwanz so, dass der schmale Träger direkt in der Mitte meiner Eichel verlief und auf beiden Seiten der Schaft und die Wölbungen der rot glänzenden Eichel rausschauten. Wow, machte mich das geil jetzt. Ich musste höllisch aufpassen, dass mein Schwanz nicht schon beim Laufen, als ich wieder Richtung Tür ging raushüpfte. Draußen angekommen stellte ich mich wieder direkt vor Sie. Und, was sagst Du, fragte ich und streckte meine Hüte noch schön nach vorne. Sie glotze erneut und hatte fast Augen wie ein Frosch. Das sieht ja toll aus meinte Sie. Ich hab Dich zwar schon in dem kleinen Teil von unten gesehen, aber offensichtlich hattest Du noch nie so ein hartes und dickes Rohr dabei. Mein Güte, jetzt war ich echt geplättet. Meine biedere Schwägerin nimmt Worte in den Mund, was ich nie von ihr dachte, aber stille Wasser………….Ich wollte mich jetzt endlich wichsen und abspritzen. Die ganze Sache zog sich jetzt schon über 20 Minuten hin und mein Schwanz sehnte sich nach Erleichterung. Ich wollte mindestens mach wichsen. Es ist eine Folter, andauernd ein Ständer zu haben und ohne Ende Geil zu sein und nicht mal eine Hand anlegen zu können. Ob sie mich mal wichsen wird sei dahingestellt, wäre bestimmt geil, aber nicht wichtig. Ich wollte mich jetzt abwichsen und das vor den Augen meine Schwägerin. Sie soll sehen wie sich die Vorhaut hin und her schiebt und die Eier dabei schaukeln und wackeln. Ich wusste ja, das ich nur eine gezielte Bewegung machen musste und mein Rohr springt unter dem schmalen Träger raus. Ich machte ein paar Schritte zur Seite, mit der Absicht mich so halb auf den Tisch zu setzten. So dass mein Schwanz, wenn er raushüpft immer noch genau vor ihr war und ihr entgegenstand. Als ich mich so halb hinsetzte, passierte es wie geplant. Mein hartes Rohr sprang unter dem Träge raus und schnallte noch oben und klatsche mit gegen den Bauch. Wippen von dem Satz stand das Gerät jetzt vor Ihr. Ups, sorry, das wollte ich aber nicht sagte ich. Ja ja, sagte sie nur. Lass mal so, sieht doch toll aus. Ok, sagte ich gerne doch, warum denn nicht gleich so? Von mir aus hättest Du das gleich machen können sagte meine Schwägerin, aber das hab ich mich nicht getraut. Ich habe immer noch Angst wenn Du was verrätst. Wer steht denn hier vor wem und auch noch mit einem steifen Schwanz. Ich könnte ja vieles erklären, aber dass ich ein Rohr habe, aus dessen Eichel schon der Geilsaft läuft und so vor meiner Schwägerin stehe, das mach mir mal einer vor. Pass auf meine liebe Schwägerin, damit Du keine Angst mehr haben musst, zeig ich Dir jetzt was. Jaaaa? Was denn, fragte sie. Ich zog das kleine Gelbe ganz aus und stand jetzt ohne einen Fetzten am Leib vor ihr mein harter Schwanz stand wippend und steil ab, die Vorhaut etwas nach hinten geschoben, so dass die dicke, vom Saft nass glänzende Eichel halb zu sehen war. Ich setzte mich wieder halb auf den Tisch und ihre Augen waren fest auf mein Rohr gerichtet. Sie beugte sich wieder vor, nachdem Sie die Brille abgenommen hatte und sah sich alles ganz genau an. Ich nahm 2 Finger und schob mit langsam die Vorhaut nach hinten und legte die Eichel komplett für sie frei. Sie beschaute meinen Schwanz von allen Seiten ausführlich. Ich zerrte die Vorhaut fest zurück und lies sie schauen und genoss die Blicke und die Gefühle an meinem Schwanz. Langsam fing ich an zu wichsen und lies die Haut schon vor und zurück gleiten. Der Saft verteilte sich wunderdbar auf der Eichel und lies alles herrlich flutschen. Meine Eier schaukelten dabei vor und zurück, was ihre Aufmerksamkeit jetzt anzog. Ich nahm meinen harten Schwanz jetzt in die linke Hand und nahm mit der rechten meine Eier hoch und drückte von hinten zu, so dass die 2 Kugel für sie toll zu sehen waren. Da kam der Finger und sie drückte kurz gegen das eine Ei. Das lies mich aufstöhnen und ich wichste jetzt schneller. Die Eier ließ ich wieder los und wichste ausgiebig meinen Schwanz, nahm ihn auch mal mit der ganzen Hand. Als ich mal dagegen schlug, machte mein Schwägerin große Augen und sah mich an. Tut das nicht weh? Doch schon, aber es ist ja nur leicht und es ist geil, antwortete ich. Willst Du auch mal fragte ich. Kann ja sein, dass sie auch gerne mein hartes Rohr wichsen will, sich aber wieder nicht taut was zu sagen und so bot ich ihr die Möglichkeit das harte Ding zu berühren und vielleicht nahm sie dann alles in die Hand. Sie schaute etwas ungläubig, aber schlug mir dann ganz ganz leicht dagegen. Mehr, fester sagte ich und sie machte fester. Ich stöhne auf, es war verdammt geil. Hätte ich das doch Jahre vorher gewusst, dann hätte wir 2 das schon öfter machen können, sagte ich und sie grinste und sagte, ja das ist schade, aber wir können ja noch nachholen. Sehr gerne, wirklich sehr gerne war mein Antwort. Ich legte meinen Kopf zurück, wichste jetzt sehr schnell und bat mein Schwägerin nur mit einem Finger gegen die Eichel zu schnippen. Auch hier fing sie viel zu zaghaft an, aber nach und nach wurde es fester. Der Saft stieg hoch und meinte nur zu ihr, dass sie, wenn sie nix verpassen will, die Brille wieder aufsetzten soll. Was soll ich denn verpassen, fragte sie, setzte hatte aber die Brille schon wieder auf und in diesem Moment kam der Saft geschossen. Das meinte ich und es war herrlich anzusehen, wie sie zugeschaut hat, als mein Sperma im Bogen aus der dicken Eichel geschossen kam.
Nachdem ich herrlich abgerotzt hatte, sagte meine Schwägerin, dass es herrlich gewesen wäre meinen Schwanz zu sehen und wie er spritzt und das es bitte nicht das letzte Mal war. Ich versprach ihr dass es bestimmt nicht das letzte Mal war, sondern sie mein hartes Ding schon bald wieder zu sehen bekommt.
Da Carrefour …
Eccovi un’altra storia vera:
un paio di volte alla settimana vado a fare la spesa da un Carrefour poco distante dall’ uffico. Sto girando tra i reparti con il carrello, quando vedo da lontano un uomo sulla 50ina che mi osserva … io mi sposto e lui sempre ad osservarmi, è un tipo non troppo alto, bruno con un paio di jeans e una camicia bluscuro, orologio e vari braccialetti d’oro … insomma il tipo burino ma con uno sguardo strano, tra il dominante e lo staffotente. Gli passo apposta vicino e lui mi guarda sempre senza dire nulla e senza accennare nulla, ma mi guarda.
In un attimo mi sono sentito una femmina desiderata… il mio culo si è come ammorbidito ho sentito come del bagnato umido nel mio buchetto, mi sono fatto languido di colpo, le mie tette si sono come gonfiate (lo fanno sempre quando mi eccito) … ho sentito anche una senzazione bella di sottomissione, il mio cazzo da molliccio si è bagnato in punta, hummm, una cosa bella, ma purtropp senza potere fare altro che continuare a comperare in pubblico tra la gente ignara …
Con la coda dell’occhio lo vedo sempre che mi viene dietro fino a quando arrivando alle casse non lo vedo più. Dentro di me mi do dell’idiota… avrei potuto scambiare una frase con lui e magari scoprire se davvero era li per me e avere un maschio in calore per me ! … penso: sempre dopo pero’ ma che scemo mi lascio sempre scappare certi momenti.
Esco dalla cassa e con l’ascensore arrivo nel parcheggio coperto sul tetto. Apro il baule dell’auto e metto dentro la spesa ed infine chiudendolo lo vedo ! … è lui, è a qualche metro da me seduto su un motorone posteggiato che mi guarda. Stavolta ci provo, SI DEVO PROVARCI ! sono eccitato come una maialona…
Mi avvicino, lui è sempre seduto sulla moto. Gli dico <proprio una bella moto…> e lui dandomi del tu <ti piace ?> … ed io gli rispondo <si mi piace e … non solo la moto …> e lui <ho altre due moto nel mio garage, vuoi vederle ?> ed io <si mi piacerebbe vederle … mi piacerebbe …> allora seguimi con l’auto e quando arriviamo posteggia davanti al garage, è qui vicino mi fa lui.
Partiti, non vi dico il mio stato,ero come una donna in calore che si prepara ad una mezzoretta di sesso … e si sente già con il cazzo dentro e la sborra che le cola …
Arrivati da lui, apre la saracinesca e mi fa segno di entrare. Appena dentro richiude la saracinesca dietro di lui e mi fa segno di salire le scale interne dell casetta e mi dice < beviamo qualche cosa chee poi ti faccio vedere e provare “la moto” … (sto scrivendo ed ho il cazzo duro…)
Mi fa sedere su un divanetto e lui si siede accanto, mi mette una mano sulla coscia e me la massaggia stringedomela bene … e mi fa <lo sai che mi piaci molto ? appena ti ho visto al supermercato ho pensato che potevi, dovevi essere un bel maialone che lo prende in culo dagli uomini …> … gli ho risposto languidamente < sei incredibile, ci hai azzeccato. Io quando ti ho visto invece ho avuto subito un fremito al culetto, al buchetto > … ora si alza davanti a me e dai jeans tira fuori un bel uccello duro e largo … e me lo mette davanti al viso. <bacialo bella puttanona ! dagli dei bacini e poi leccalo!> … il suo cazzo duro aveva la già goccia … (sapete bene di che parlo) … un bel bacio e mi succhio la sua goccia … un anticipo sulla sborra che mi arriverà in gola da li a poco …
Mi metto a leccarlo ed a baciarlo tutto … ad un certo punto lui si gira mettendomi il culo in faccia … senza nemmeno dargli il tempo di ordinarmelo gli apro bene il sedere ed inizio a succhirgli ed a leccargli la rondelle … l’ano … BELLO! BELLO! BELLO! …. gli sono stamparto contro con la faccia, la mia lingua lo penetra leggermente e con il mio braccio da otto gli prendo il cazzo in mano e lo scappello bene … lui mugola a bocca chiusa e muove il culo contro la mia faccia … ora ha il cazzo durissimo.
Mi dice di spogliarmi e di mettermi a quattro zampe … dice che vuole vedermi le tette che sballonzolano come una vacca e il mio culone al vento ! lo faccio e lui inizia ad accarezzarmi tutta mi palpa bene le tette (mi piace da morire) ora mi passa il suo cazzo sue e giù fuori dal buchetto, sta spingendo, spinge e il mio culo si apre come un panetto di burro quando ci si mette un dito dentro … haaaa fantastico ! ora è tutto dentro. mi dice < ti piace troia vero ? era quello che volevi lo so … avevo ragione quando ti ho visto, sei un bel frocione maialone … ed io <si caro sono la tua puttana! entra ed esci ti prego continua, voglio sentire la tua cappella che entra ed esce dal mio culo … mi piace da goderne >
Dopo le mie parole si è letteralmente lasciato andare di peso sul mio corpo … il cazzo nel mio culo lui su di me con le braccia attorno a me e le mani che pompano le mie tette da sotto … io resistevo e godevo mi sentivo piena di lui mi sentivo sua ero tutta abbracciata da lui.
ad un certo punto dopo un buon quarto d’ora che non dimentichero’ facilmente mi sussurra all’orecchio < ti sborro dentro mia bella cagna!> ed io si dai fallo fallo ! ….
haaaaaa che sensazione la sua sborra calda dentro di me … era fermo sopra di me mentre il suo cazzo eruttava fiotti veloci di sborra ! … mi piaceva averlo addosso cosi’ …
Appena mi esce dal culo gli dico se posso venire come piace a me e lui mi da l’ok … mi metto sopra di lui e infilo il suo cazzo ancora nel mio culone aperto e bagnato della sua sborra, lui con il cazzo ancora semi duro riesce facilmente ad entrare, sono girato verso di lui e lui mi stringe i capezzoli e mi massaggia le tettone … io mi sego e goooodo … tre minuti cosi’ ed inizio a sborrare … mi piace e lo faccio sempre mentre sborro raccolgo la mia sborra con la mano e me la spalmo sui capezzoli e sulle labbra … bellissima sensazione ! … lui quando ha visto la scena ha sussultato e mi ha dato dei colpi con il suo cazzo dentro di me … dicendomi cazzo che porca che sei ! …. il racconto è vero ragazzi! Ciaooooo
Mia sorella e io complici.
Racconto trovato in rete su xhamster.
Io e mia sorella siamo gemelli, io sono Marcello e lei è Emma, non ci somigliamo neanche un pò, abbiamo compiuto da poco la maggiore età, siamo complici e porci, ci piace scopare e farlo con chi ci va, anche tra di noi, mia sorella non ha più un buco vergine. Spesso porto gli amici di scuola a casa e ce la scopiamo, lei contraccambia portando delle sue amiche che convince a farsi scopare da me, nella nostra relazione i****tuosa tutto è valido, lo scorso autunno siamo stati sul mar rosso, era il regalo dei nostri genitori per il 18° compleanno, andammo là senza di loro.
Una sera vedemmo una coppia di sposini mano nella mano, Marco ed Elena, ci guardammo e sadicamente decidemmo che loro sarebbero state le nostre vittime per quella vacanza, con un pretesto facemmo la loro conoscenza, anche noi ci spacciammo per una coppia in luna di miele. Il martirio iniziò così, la prima sera le nostre moglie erano sedute al centro con i rispettivi mariti ai fianchi, iniziai a frugare tra le cosce di mia Emma alias mia moglie, lei allargò bene le gambe per consentirmi di lavorare al meglio, Elena guardava sbigottita. Il giorno successivo Marco era sottoposto a una serie di sollecitazioni da parte di Emma, lei avrebbero fatto prendere un infarto a chiunque, era l’unica ad essere senza reggiseno, aveva un micro bikini che la fica era spesso fuori, io non ero da meno, martellavo Elena di continuo, con falsi pretesti le tenevo sempre le mani addosso. La sera proposi una unica tavolata, Emma era con un abito bianco che in controluce faceva vedere quello che non c’era, era priva di biancheria intima, iniziò a far piedino a Marco che era sempre più in imbarazzo, io senza ritegno facevo apprezzamenti su Elena e le tenevo gli occhi puntati sulla scollatura. Dopo lo spettacolo facemmo un giro per il villaggio, andai giù pesante, raccontavo le nostre prestazioni sessuali, ad un certo punto Emma abbraccio al collo Marco da dietro, gli fece sentire le sue tette e disse.
“Perchè non venite su da noi in camera.”
I due erano impacciati e declinarono, la mattina successiva iniziò nuovamente il bombardamento, Elena fu costretta a togliersi pure lei il reggiseno, aveva due gran belle tette, gli dissi che avrei voluto leccarle volentieri, Emma le dette la crema protettiva, il massaggio che ne s**turì era da vera troia. All’ora di cena eravamo già pronti, Emma aveva una minigonna mozzafiato e una camicetta abbottonata quel tanto da far vedere le sue splendide tette, andammo a bussare alla porta delle nostre vittime, Elena era quasi pronta, Marco era ancora con l’accappatoio indosso, Emma prese subito l’iniziativa e disse Elena.
“Carino il vestito ma il reggiseno và tolto.”
Elena arrossì, Emma le infilò le mani nel vestito e tolse il reggiseno, era uno schianto.
“Che mutandine hai?”
Le chiese Emma
“Normali.”
Rispose Elena.
“Fai vedere cosa ti sei portata, ma è tutta roba castigata! Quando è pronto lui vieni da me che è meglio.”
Le disse Emma poi rivolgendosi al maritino disse.
“Forza dai cambiati non vorrai mica venire in accappatoio a cena?”
Si avvicinò a Marco e gli tolse l’accappatoio, era nudo e con l’uccello dritto.
“Ehi, è Elena senza reggiseno o sono io a farti quell’effetto?”
Ci mettemmo a ridere e si vestì rapidamente, andammo in camera nostra per cambiare le mutandine a Elena, le scelse un perizoma che averlo o non averlo era la stessa cosa, Elena si tolse le sue e si infilò le altre badando bene di non far vedere nulla durante il cambio.
“Non ci fai vedere come ti stanno?”
Disse Emma, Elena scosse la testa in segno di diniego.
“Forza timidona facci vedere come ti stanno?”
Emma le si avvicinò e le sollevò la gonna del vestito, aveva un gran bel culo altro che, la volto e le labbra della fica avevano fatto prigioniero il perizoma, il pelo era tutto fuori dalla stoffa.
“Complimenti!”
Le dicemmo in coro, Emma andò oltre, le passò la mano dal culo verso la fica, lei fece un sussulto.
“Ma sei bagnata, allora sei una porcellina?”
Anche lì giù tutti a ridere, a cena proposi di dividere le coppie, così fu fatto, non sò cosa diceva Emma a Marco ma lo vedevo spesso toccarsi il cazzo, lo doveva avere gonfio, per quanto mi riguarda la frase più dolce che dissi a Elena fu.
“Te lo pianterei tutto in quel bel culo.”
Dopo lo spettacolo salirono su da noi, in un attimo Emma fu nuda, loro erano ammutoliti, Emma si avvicino a Elena e iniziò a palparla, a strusciarle con le labbra e la lingua il collo, Elena tentava di non tradire le proprie emozioni ma fu impossibile, le sganciò il vestito e le tolse il perizoma. Era stupenda, la portò sul letto, iniziò a leccarla come sa fare solo Emma, lei iniziò a mugolare, stava godendo sotto quei colpi di lingua dati con maestria da Emma, iniziai a spogliarmi, Marco mi segui e rimanemmo nudi. Aveva il cazzo già in tiro, si avviò verso Emma e iniziò a leccarle fica e culo, era alla pecorina per leccarla, mi avvicinai a Elena e iniziai a baciarla, a toccarla, allontanai Emma e iniziai a fottere Elena, Emma si stava facendo montare dal ragazzo, eravamo tutti eccitati, feci mettere a pecorina Elena e iniziai a fotterla da dietro,si voltò verso Marco e disse.
“Godo amore mio godo tantissimo.”
Feci cenno Marco di prendere il mio posto, tolse il cazzo dalla fica di Emma e lo infilò in quella di Elena, io passai davanti per farmelo succhiare, niente male come pompinara, feci sdraiare il Marco e salire Elena su di lui, la scopava mentre Emma le leccava i seni io le leccavo la schiena e le toccavo il culo. Elena era al centro delle nostre attenzioni, eravamo tutti per lei, dai mugolii sembrava proprio che le piacesse, feci togliere Emma che si mise con la fica sopra a Marco per farsela leccare, io spinsi in avanti Elena e le piantai il cazzo in culo, era stretto e per questo mi faceva godere, pompavo a più non posso e lei gridava di piacere, ripeteva.
“Ancora ancora non vi fermate, più forte.”
Marco si tolse e volle inculare Emma,io continuavo a sfondare il culo a Elena, le arrivai in culo, lei era esanime, Marco volle arrivare in bocca a Emma, cazzo che luna di miele ha fatto questa coppia, indimenticabile penso, dopo quella scopata i due raccolsero i loro indumenti e tornarono nella loro camera, a Emma dissi.
“Dobbiamo andare oltre.”
“Sì dobbiamo andare oltre.”
Rispose lei, ormai erano in nostro pugno, la mattina successiva ci trovammo in spiaggia, gli sposini ci avevano anticipati, avevano lo sguardo smarrito, probabilmente erano ancora sotto shock, Emma da gran troia quale è prese di nuovo l’iniziativa e disse.
“Buon giorno ragazzi, dormito bene?”
loro all’unisono,risposero.
“Sì.”
“Elena,che fai con il reggiseno? Toglilo così quando rientrerai potrai esibire un’abbronzatura da schianto.”
Continuava Emma, obbedì e si tolse il reggiseno, le tette di Elena saltarono fuori in tutta la loro bellezza, non contenta Emma mettendosi seduta sul cazzo di Marco gli chiese.
“Come sta il mio bel cazzone?”
Strusciando la fica sul cazzo di Marco.
“Olalà ma si sta gonfiando.”
Disse Emma.
“Abbiamo noleggiato una barca, siete nostri ospiti andiamo.”
Dissi loro.
“d’accordo.”
Rispose Marco, Elena si alzò e fece per rimettersi il reggiseno e prontamente Emma disse.
“Ma che fai? Andiamo così.”
Imbarazzata ma remissiva Elena si avviò verso il molo in topless, per una non abituata come lei doveva essere uno sforzo inumano, arrivati alla barca salimmo, c’erano due ragazzi di equipaggio, Marco disse.
“Vengono anche loro?”
Certo risposi io non possono affidarci l’imbarcazione, appena fummo a largo Emma disse.
“Ragazzi via i costumi abbronzatura integrale.”
Si tolse il perizoma e pure io tolsi il costume, Marco si adeguò ed Elena rimase lì ferma e titubante, Emma esclamò.
“Forza dai manchi solo tu.”
Elena rispose con voce tremolante e disse.
“Mi vergogno di quei ragazzi.”
Riferendosi all’equipaggio, mi avvicinai e le sfilai il costume, venne sommersa dagli applausi, Emma s**tto sul cazzo di Marco e iniziò a succhiarglielo, in un attimo fu duro, io incrociai lo sguardo di Elena e inizia a leccarle la fica, Emma salì sul cazzo di Marco e iniziò a scoparselo, anch’io presi a fottere Elena, aveva lo sguardo che rendeva appieno lo stato di estasi sessuale che stava vivendo. Emma stava facendo di tutto per far arrivare Marco e dopo poco ci riuscì, Marco si sdraio per potersi riprendere, Emma fece cenno ai due marinai di avvicinarsi, iniziò a spompinarli, i cazzi furono ben presto duri, uno era fine ma parecchio lungo, l’altro invece era molto tozzo. Emma fece cenno di indirizzare le loro attenzioni nei confronti di Elena, feci spazio e i due iniziarono a lavorare Elena, lei non era in grado di reagire, le mani frugavano ovunque, uno prese a fotterla con forza a****lesca, l’altro gli aveva piantato il cazzo in bocca e agguantata per i capelli si faceva spompinare. Marco era sbalordito, vedeva Elena sfondata da due a****li come loro, lo era ancor di più capendo che Elena stava provando piacere, quello con il cazzo lungo, si sdraiò e fece salire Elena su di se impalandola, faceva fatica a stare con il busto eretto da quanto stava godendo, l’altro con il cazzo largo le si avvicinò al buco del culo. Non avrei voluto essere al suo posto, non potevo immaginare cosa avrebbe sofferto nel momento in cui la bestia avesse affondato quella quantità di carne nel suo buchetto.
DENTRO TUTTO DENTRO
Elena emise un urlo disumano e si sdraiò sull’altro, l’inculatore prese a fottere quel culetto come solo un a****le poteva fare, la stava sfondando, cercava di infilarlo tutto fino alle palle, Elena allungò una mano verso Marco che l’afferrò, con un filo di voce elena disse.
“Stò godendo amore, ti amo da morire, mi stanno facendo impazzire, mi piace lo voglio ancora.”
I due la stavano fottendo con ancora più foga, quei cazzi sembravano dei cilindri di una ferrari da quanto stantufavano velocemente.
“AAAAAHHHHH”
Elena aveva raggiunto l’orgasmo degli orgasmi, i due l’avevano innondata di sperma, Marco e io arrivammo in bocca di Emma, eravamo pronti per tornare a terra, le esperienze che facevamo vivere a questa coppietta avrebbero segnato la loro esistenza. La sera successiva proposi di andare a dormire ma con coppie miste, titubanti i due accettarono, Emma rimase in camera con Marco ed io dopo avergli augurato buon divertimento presi per mano Elena e andammo verso la nostra camera.
Fino ad ora i due avevano vissuto queste nuove situazioni assieme, adesso invece li avevamo divisi con lo scopo di farli tormentare dalla curiosità di ciò che poteva capitare all’altro senza sapere come se la stesse spassando, giunti in camera iniziai a baciarla, raccolse subito l’invito e prese a lavorare con la lingua, iniziai a spogliarla ed in un attimo rimase nuda, passai la mano vicino la fica, era già bagnata, aspetta le dissi.
“Metti questo.”
Era una sottoveste di mia sorella, le copriva appena il culo, le tette faticavano a stare dentro, vieni con me.
“Dove andiamo?”
“Dove mi porti?”
Disse Elena.
“Fidati.”
Dissi io, uscimmo dalla camera e scendemmo, andammo in un posto abbastanza isolato del villaggio, incrociammo una coppia, vedendola svestita in quel modo sorrisero, il nostro intento era chiaro a tutti, la feci sedere su di un muretto e iniziai a baciarla, a baciarle il collo, a leccarle le tette, fremeva per essere posseduta.
“Dai dammelo, fammi godere non resisto più.”
Disse Elena.
Io continuavo a negarglielo, volevo farla impazzire di voglia.
“Dammelo, fai terminare questa tortura, fottimi.”
Disse Elena, le sfilai la sottoveste, le sollevai le gambe e la infilzai, era bagnatissima, il mio cazzo entrò senza fatica alcuna per tutta la sua lunghezza, presi a stantufarla velocemente, sempre più velocemente, era in preda a degli spasmi di piacere.
“Godo, dai dammelo tutto.”
Disse Elena.
“Sei una gran troia lo sai?”
Dissi io.
“Si mi avete trasformata in una gran vacca, dai continua.”
Disse Elena.
“Dillo che ti vorresti fare tutti i cazzi del villaggio, dillo!”
Incalzai io.
“Si, voglio tanti cazzi, fottimi, fammi godere.”
Disse Elena.
“Ti piace prenderlo nel culo, eh?”
Dissi io.
“Si, godo quando mi scopano il culo, piantamelo dentro.”
Disse Elena, la scesi dal muretto, la feci voltare e glielo piantai dritto nel culo, il tizio sulla barca glielo aveva sfondato, il mio entrò immediatamente, iniziai a fottergli il culo con tutta la forza che avevo a disposizione.
“Dai ancora, piantalo tutto dentro, godo! MMMHHH,ancora.”
Disse Elena.
“Ti è piaciuto essere sfondata da quel cazzone in barca, eh?”
Dissi io.
“SIII! impazzivo quando mi spaccava il culo, ne vorrei uno al giorno.”
Disse Elena.
“Da adesso in poi sarai la troia del villaggio vero?”
Dissi io.
“SIII! mi farò tutti i cazzi che incontrerò!”
Disse Elena, stavo per arrivare, le presi i capelli per aiutarmi a spingere meglio il cazzo nel suo culo sfondato ma soprattutto per farle alzare la testa, la testa l’alzò e potè vedere il gruppo di animatori che ci stavano osservando, infatti l’avevo portata nel luogo dove gli animatori si trovavano per pianificare il programma del giorno successivo. L’avevano vista durante tutta la sua eccellente prestazione sessuale e oratoria, Elena si era fatta proprio un’ottima pubblicità, incurante della loro presenza, ormai era completamente partita disse.
“Dentro vienimi dentro.”
Arrivai e le riempi il culo di sborra, mi ripulì il cazzo raccolse la sottoveste e mi porto in camera, stanchi dell’amplesso ci buttammo a letto a dormire.
Il nostro martirio era finito, il giorno dopo Marco e Elena tornavano a casa perchè la loro luna di miele era finita, ci salutammo come buoni amici ma non abbiamo più saputo niente di loro.
Il mio nome non ha importanza, ma quello che vi troverete in ogni mio racconto sono confessioni (reali o fantasiose) della mia vita.
Ecco un altro giorno in palestra, come sempre sono arrivato prossimo all’orario di chiusura. Stranamente oggi la palestra è deserta, non c’è anima viva. Di solito ci sono mi alleno anche con altri, ma stavolta ci siamo solo io e lei. La ammiro da diverso tempo, ci siamo conosciuti dopo un po’ di tempo che ho iniziato a frequentare la palestra. Adoro il suo corpo, il suo viso incorniciato da quella stupenda chioma rossa, i suoi glutei modellati dalle ore passate qui, le sue labbra sono state un mio desiderio nascosto (per non parlare dei suoi seni…). Mi chiederete dove è il problema, è la solita donna casa e chiesa, ma sotto sotto sento che lei desidera di più. Stiamo finendo entrambi l’ultima serie di esercizi; il sudore che le scorre sul corpo la rende ancora più eccitante…. Inizio a sentirmi a disagio perché la mia eccitazione è palese e continua mi guarda. Colgo una strana luce nei suoi occhi, qualcosa come di sopito ma pronto ad accendersi. La vedo indugiare sul mio basso ventre e la vedo muoversi in modo più lento, studiato, come se volessi essere sicura che quello che vede è un apprezzamento della sua femminilità.
Sarà l’astinenza, sarà la mente che vaga, ma sento crescere il desiderio che ho per lei. Mi dice che ha finito, e mentre la guardo allontanarsi il pensiero di possederla si fa sempre più forte. Dopo pochi minuti che si è allontanata penso solo ad una cosa: “O la va o la spacca…”. Con questo pensiero che mi formicola per la testa mi avvio verso gli spogliatoi. Mentre le due porte, per fortuna affiancate si avvicinano, sento l’eccitazione crescere a dismisura man mano che la distanza a quella porta minuisce. Prima di aprirla mi volta e controllo che siamo soli.
Mentre entro nello spogliatoio, sento il rumore dell’acqua scorrere nel locale docce. Mi guardo intorno e vedo i suoi indumenti sparsi vicino alla panca. Mi avvicino per annusarle e sentire il loro calore. Noto il suo intimo, tutt’altro che sportivo, composto da un semplice perizoma nero…. Mmmmm è bagnato, e non di sudore…. La voglia inizia a prendere il controllo del mio corpo. Mi spoglio anche io e entro con calma nel locale docce. La ammiro di spalle mentre la mia eccitazione mi precede sempre di più. Mi avvicino a lei e la stringo a me dicendole: “Ciao”. Lei salta per il lieve spavento e risponde: “Che ci fai qui nudo? È lo spogliatoio sbagliato”. Le sorrido; “Beh invece è proprio quello giusto secondo me”. Le mie mani iniziano a prendere possesso del suo stupendo corpo, palpandolo, stuzzicandolo, stringendolo…
“Ti prego smettila, non qui. Potrebbe arrivare qualcuno”
Sento che le ultime difese stanno crollando mentre la rivolgo verso di me. I suoi occhi mi guardano, nudo. Il mio corpo non è così muscoloso, palestrato come la maggior parte degli altri uomini che normalmente frequentano la palestra, ma ciò che la attira davvero è il mio pene, duro e eccitato per lei, per quello che tra poco accadrà. Mentre avvicina una mano per toccarlo, io le prendo il viso e i nostri occhi si fissano. Ci desideriamo e ogni secondo che passa le sue ultime difese cadono mentre lentamente mi tocca.
Mentre la mia mano destra la avvicino a me, le dico: “Non ti preoccupare, ora saremo solo tu e io…” E avvicinandomi all’orecchio le dico “come so che desideravi da un po’”. Percorro con la mano libera il suo collo, mi soffermo su suo seno. Appena lo sfioro la sua mano si serra forte sul mio pene e le scappa un sospiro. Avvicino il suo capezzolo, che inizia a indurirsi, alle mie labbra mentre lei delicatamente inizia a masturbarmi, saggiando l’oggetto del suo piacere con desiderio ogni volta che la mano sale e scende. Con stuzzico l’altro capezzolo e scendo tra le sue gambe, per avere conferma del suo desiderio. Appena le mie dita supera il suo ombelico, percepisco la sua ultima titubanza e la sento sussurrare: “No ti prego, non ancora…” Ma la mia mano mi dice altro. Mentre intrufolo tra le sue gambe l’indice, mi avvicino al suo orecchio e le dico: “Appena ti avrò toccata, tu sarai mia”.
Lei fa per allontanarsi ma, così facendo, mi fa sentire quanto sia eccitata, vogliosa, desiderosa che io la prenda ora. Il calore e i liquidi che mi coprono l’indice ne sono la prova. Col mio corpo la spingo contro il muro della doccia, mentre l’acqua continua a scorrere sui nostri corpi.
“No ti prego, smettila” continua a dire, ma le mie labbra hanno già preso possesso del suo sesso, del suo desiderio e la mia lingua fa ciò che i suoi occhi mi implorano. Lecco le sue grandi labbra, i suoi umori mischiati all’acqua della doccia mi dissetano. Le sue mani si sono impossessate dei miei capelli, li tirano e mi schiacciano il suo viso contro il mio sesso. Più forte mi preme contro di lei, più le sue labbra mi implorano di darle piacere: “ti prego non ti fermare”.
Penso solo questo: “è mia”
Mi alzo, e le chiedo fissandola negli occhi: “ora mi vuoi?”
La sua risposta esce veloce, come se fosse stata imprigionata da tempo: “Si”
Mentre l’acqua continua a scorrere, lascio che la voglia si impadronisca definitivamente di noi, lentamente la giro, poggiando le mie mani sui suoi fianchi. Le sue spalle sono contro il mio petto e i suoi glutei mi cercano, mi desiderano. Mi piego e inizio a entrare in lei, lentamente, gustandomi questo istante. Sento il suo corpo e il suo desiderio mentre avanzo dentro di lei. Urla la sua liberazione quando finalmente sente il mio bacino contro il suo, si gira e, fissandomi negli occhi, mi sorride muovendo il bacino. “Se è così l’inizio, figuriamoci come è il resto, mio bel porcello” A quelle parole, inizio a montarla con tutto il desiderio che mi ha generato nei lunghi mesi di conoscenza. La sbatto sempre più forte e ad ogni corpo sento che il muro dentro di lei non esiste più.
“Sei la mia puttana” le urlo
Lei, presa sempre di più dal piacere, risponde: “Si sono la tua puttana. Non smettere, sbattimi forte”.
Il suo corpo freme sempre di più e le sue urla di piacere riempiono la stanza. Si gira e mi dice: “andiamo a metterci comodi”.
Mi fa uscire, a malincuore da lei, e sculettando mi precede negli spogliatoi. Mi accarezza, fissando sempre il mio corpo e il mio viso. La sento diversa, libera e il suo corpo continua a urlarmi di continuare. Mi fa sedere su una panca e dice: “Ora è tempo che mi goda tutto questo con comodità”. Impugna il mio pene sorridendo maliziosa. Le sue gambe avanzano sopra le mie e ammiro la sua stupenda fica con gli umori che escono da lei, percorrendo le sue stupende gambe toniche. Il suo sguardo è sempre fisso sul mio viso, come a dirmi che ora non la fermerà più nessuno. Si penetra delicatamente, facendomi scivolare dentro di lei di nuovo. Chiude gli occhi e assapora il mio lento scivolare in lei, ma io sono di tutt’altro avviso. Le mie mani riprendono posto sui suoi fianchi e la spingo contro di me. Spalanca gli occhi e dalla sua bocca spalancata le esce un gridolino di piacere. La bacio con passione e fissandola: “tu sei la mia puttana, ricordatelo sempre”.
“Si sono la tua puttana, la tua troia” pronuncia mentre mi cavalca sempre più forte. La mia bocca prende possesso della sua e poi dei suoi seni, che danzano davanti a me in modo ipnotico. I nostri sospiri sono ora un indistinto urlo di piacere.
Non so riesco a capire quante volte lei sia venuta, so solo che il suo viso e le sue labbra non smettono di dirmi “Ancora, non ti fermare”. La sento urlare sempre più forte, mentre il suo corpo si contorce nel piacere ancora e ancora, come se stesse dicendo al mondo che ora la sua rinascita è completa.
“Brava così, continua porcella mia. Sto per venire”. Lasciandomi dentro di lei, si gira e continua l’ultima cavalcata, sempre più forte, sempre più profonda.
“Sto per venire ancora. Sei il mio porco”. A sentirle pronunciare queste parole le vengo dentro, riempiendola completamente, coronando la nostra passione.
Ci facciamo di nuovo la doccia assieme, e ogni tanto indugio sul suo seno per farle tornare il desiderio, che però questa volta non volevo che l’abbandonasse più.
Una volta rivestiti, mi affaccio dalla porta dello spogliatoio, controllando che non ci sia nessuno. Lei si avvicina a me e mi saluta baciandomi con passione. “A presto mio stallone. Ci vediamo la settimana prossima”, strizzandomi un occhiolino.
FKK Ausflug mit ungeahnten Folgen
Es war ein weiterer heißer Sommertag und Laura und ich lagen nackt auf Liegen vor Lauras Pool und sonnten uns. Es machte uns nichts aus dass wir und gegenseitig nackt sahen, sowas wie heute hatten wir schon oft gemacht. Waren aber nie wirklich weiter gegangen als uns mal zu küssen. Wir waren beide 21 und das sah man auch. Beide dicke pralle Titten die nur selten einen BH sahen da sie auch so perfekt standen. Braun gebrannte Körper mit enger Taille und perfekt geformten Hintern. Und außer den sexy langen Blonden Haaren auf dem Kopf überall glatt rasiert.
Wie wir nun so da lagen und uns sonnten meinte Laura auf einmal: “Ich hab Lust was zu unternehmen!” Mir war ehrlich gesagt auch ein bisschen langweilig und so fragte ich sie worauf sie Lust hätte. Sie grinste mich an und meinte: “Was hält’s du davon wenn wir mal was neues ausprobieren? Ich habe gehört das ein paar Kilometer von hier ein neuer FKK Strand aufgemacht hat und Louisa war schonmal da und meinte da gäb’s einen U30 Strand wo sehr gut aussehende Jungs rumlaufen würden!” Ich schmunzelte. Ich wollte irgendwie nicht dass mich irgendwelche Bekannten oder Mitstudenten nackt sahen, aber andererseits hatte ich gehört dass solche Strände immer geil sein sollen und bei dem Gedanken an gut gebaute Jungs wurde ich auch leicht feucht. Also stimmte ich zu, wir packten unsere Sachen und fuhren los. Im Auto fiel mein Blick öfters mal auf Jessy, denn sie hatte ein wirklich kurzes und enges Top an, was ihre hübschen Brüste fest zusammen und aus dem Ausschnitt presste und ihr Mini Rock tat seinem Namen alle Ehre, er war wirklich mini, denn wie sie da so am Steuer saß sah ich ihr Höschen schon. Ich bewunderte ihren Körper wirklich. Sie bemerkte dass ich zu ihr rüber sah und sagte nur: “Schau ruhig hin süße, ist ja nich schlimm.” Sie war bei sowas immer ganz offen und ich glaube sie hatte auch schon ein paar mal mit Frauen was gehabt. Ich stand ihr da ein bisschen nach, hatte selten Beziehungen (keine Zeit) und nie was mit ner Frau gehabt, aber würde gerne mal mit ihr, ich traute mich nur nie sie zu fragen.
Am Strand angekommen gingen wir in das Tal in dem der See lag. Es war echt idyllisch und ein hübscher Ort. Wir bezahlten den Eintritt und machten uns auf zur Liegewiese wo wir uns dann auch gleich auszogen. Laura hatte recht gehabt, hier waren wirklich nur gut aussehende unter dreißig und über achtzehn. Wir sonnten uns also weiter aber wir bekamen selbstverständlich mit wie die Jungs uns anschauten und die Aussicht genossen die wir zwei boten. Aber die Jungs waren auch alle hübsche Kerle. Alle so zwischen 21 und 26, muskulös und bei Gott ich habe noch nie so Schwänze gesehen! Der kleinste war noch gute 23cm lang und schön dick. Laura und ich grinsten uns an. Ihr war das wohl auch aufgefallen. Nach ein paar Minuten wollten wir dann auch mal ins Wasser gehen. Das nackt schwimmen war echt ein schönes Gefühl, wir waren zwar auch öfters im Pool nackt gewesen aber das hier war was ganz anderes. Wir spritzten uns dann auch gegenseitig nass und hatten unseren Spaß am baden. Als wir dann wieder aus dem Wasser gingen folgte uns eine Gruppe von drei gut aussehenden Jungs zu unserem Platz. Der hübscheste und muskulöseste von ihnen fragte ob sie sich zu uns legen können.
Ich war noch total baff von seinen wunderschönen blauen Augen und seiner hübschen brünetten Frisur als Laura schon zustimmte und die Jungs schnell ihre Sachen holten. Der hübsche setzte sich neben mich und die anderen beiden neben Laura. Ich meine die anderen beiden sahen auch extrem gut aus aber dieser Kerl war der Himmel. “Na was führt so zwei hübsche Mädels wie euch denn zu nem Strand wie diesen?” fragte er. Oh Mein Gott diese Stimme, der Typ war einfach perfekt und beim Anblick von seinem riesigen Penis stand für mich fest: Der Typ war der Hammer und ich wollte gerade nichts mehr als von ihm brutal gefickt zu werden. Ich war schon ganz feucht geworden ohne es zu merken. In meiner Geilheit und weil ich nicht richtig nachgedacht hatte rutschte mir ein “Du” heraus. Als ich realisierte was ich da gerade gesagt hatte schoss mir die Schamesröte ins Gesicht und ich wäre am liebsten im Erdboden versunken. Doch er lächelte mich an und sagte nur: “Langsam Julia, lass Romeo mal machen.” ich lachte und war froh dass er es so locker nahm. Ich unterhielt mich etwa eine halbe Stunde mit ihm, und wollte mit jeder Minute mehr dass dieser geile Typ mich fickt. Ich wies ihn noch drauf hin das mein richtiger Name Jenny war und er sagte dass er Jason heißen würde. Geiler Name, dachte ich mir. Laura beschäftigte sich mit den andern beiden Jungs und so wie sie mich anlächelte lief es bei ihr auch nicht schlecht.
Weil es so heiß war holten sich Laura und ich dann ein Eis, die Jungs warteten am Platz und wir tauschten uns schnell aus, wobei uns auffiel das nur noch wenig Leute da waren. Ich sagte ihr dass ich diesen geilen Kerl unbedingt in mir spüren wolle. Sie lächelte mich an und fragte: “Was hältst du davon wenn wir die drei Jungs vernaschen?” Ich wusste dass Laura nichts dagegen hatte von geilen Typen mal gefickt zu werden die sie dann nie wieder anriefen oder so, für sie war das rein Körperlich, und da ich im Moment nichts mehr wollte als von Jason brutal gefickt zu werden stimmte ich zu. Ich fragte Laura wie und sie sagte nur: “Lass mich mal machen Schätzchen!” und grinste.
Am Platz angekommen redeten wir weiter und ich sah dass Jason Probleme hatte mich beim Eis schlecken zu beobachten ohne einen harten zu bekommen, er wollte mich also auch. Ganz “tollpatschig” fiel Laura dann ihr Eis auf mich und von meiner Brust ging ein langer Strich Eiscreme bis runter kurz vor meinen Kitzler. “Ach wie blöd von mir süße! Warte ich mach’s schnell weg!” sagte Laura und begann das Eis an meiner Brust abzulecken wobei sie den Jungs provokant ihren geilen Po entgegenstreckte. Ich nutze die Gelegenheit, schaute Jason an, nickte Richtung meines Unterkörpers und sagte zu ihm: “Kannst du ihr schnell helfen?”. Er hatte verstanden, und fing an mir langsam und genüsslich das Eis vom Unterkörper zu lecken. Man war das geil! Laura leckte an meinen Titten, Jason kam meinem Kitzler inzwischen gefährlich Nähe und die beiden anderen Jungs genossen das Spektakel. Laura war inzwischen fertig und setzte sich wieder zu den Jungs, aber Jason war noch immer mit mir beschäftigt.
Als er wieder mal nahe an meinem Kitzler war schon ich ihn mit sanfter Gewalt weiter nach unten, er schaltete sofort und legte sich zwischen meine Beine. Willig spreizte ich meine Beine und schob ihm mein Becken entgegen. Als er dann endlich meine Fotze küsste war es wie ein Feuerwerk in meinem Unterleib. Jason wusste genau wo er mich berühren musste und so kam es mir schon nach einer Minute. Ich war immer noch richtig geil und geladen und so lächelte ich Jason dankbar an und bedeutete ihm sich hinzulegen. Er legte sich auf die Decke und ich nahm seinen Penis in die Hand. Endlich. Sein Penis war echt mächtig, gute 27cm, und ich konnte nicht anderst also nahm ich ihn direkt in den Mund und lutschte was das Zeug hielt. Während ich an seinem Hammer lutschte und an konstanter Erstickungsgefahr litt schaute ich mich kurz um. Bei Laura gings anscheinend schneller, denn während sie der eine Typ heftig von hinten bumste lutschte sie dem anderen seinen Penis. Ich wollte ihr in nichts nachstehen und so setzte ich mich auf Jason und führte langsam seinen Penis in mich ein. Es war ein herrliches Gefühl! Nicht nur dass ich schon lange keinen Penis mehr in mir hatte, dieser Pimmel war einfach Perfekt, schön dick dass er mich ganz ausfüllte aber es nicht weh tat und er steckte so geil tief in mir. Als er dann ganz ihn mir steckte konnte ich nicht anders als ihn direkt zu reiten. Jason gefiel das und er schlug mir ab und zu auf den Hintern um mich bei Trab zu halten, was mich nur noch geiler machte sodass mein Saft schon seine Eier runterlief. Ich sah mich nochmal um und stellte plötzlich fest dass wir komplett alleine am Strand waren und so verlor ich komplett die Beherrschung und stöhnte laut rum. Laura fand das anscheinend auch geil und Tat es mir gleich bis wir alle fünf um die Wette stöhnten. Jason konnte sich dann auch nichtmehr halten und spritzte in mir ab. Diese geilen heißen Ladungen die er fünf sechs an der Zahl tief in mein Innerstes abfeuerte während sein geiler Schwanz in meiner Fotze leicht zuckte und ich einen Orgasmus hatte der mich der Ohnmacht nahe kommen lies. Ich stieg von ihm ab und leckte seinen Schwanz von allem sauber was dran hing. Wir küssten uns lange und zärtlich und dann schlief ich in seinen starken maskulinen Armen ein.
Der Bademeister weckte uns dann nach etwa zwei Stunden und bat uns zu gehen. Ich fragte Jason ob er und die Jungs noch Lust hätten mit zu uns zu kommen und ein bisschen bei mir zu chillen. Alle stimmten zu und so fuhren wir in zwei Autos Heim, ich bei Jason auf dem Beifahrersitz und Laura fuhr mit den zwei Jungs vor.
Im Auto unterhielten wir uns und ich sagte ihm dass mir das eben sehr gut gefallen hätte. Er stimmte mir zu und fragte mich ob ich öfters Lust auf sowas hätte, was ich natürlich direkt bejahte und ihm meine Nummer gab.
Bei mir angekommen stiegen wir aus und gingen hoch in meine Wohnung. Laura drehte sich um und meinte: “Hier geht die FKK Zone weiter!” Alle lachten, doch tatsächlich saßen wir nachdem alle geduscht hatten nackt in meiner Wohnung und unterhielten uns noch bei jeder Menge Champagner über alles mögliche. Laura verließ uns dann nach etwa zwei Stunden mit dem Typ der sie vorhin so heftig von hinten gefickt hatte und zwinkerte mir zu.
So saß ich dann alleine, nackt mit zwei mehr oder weniger fremden Typen in meiner Wohnung, wobei mich der Gedanke schon wieder richtig geil machte und da ich eh schon stark angetrunken war ging ich einfach hemmungslos wieder vor Jasons Sessel auf die Knie und fing an seinen dicken Riemen zu lutschen. Beide Jungs waren sichtlich überrascht von meinem Verhalten doch spielten beide mit, denn Jason lies sich verwöhnen und der andere, ich glaube sein Name war Max fing sofort an sich einen zu wichsen. Nach etwa zwei Minuten hielt Jason es nichtmehr aus, packte mich mit seinen starken Armen und warf mich auf mein Bett. Ich wurde dadurch noch mehr aufgegeilt und streckte ihm willig meine geilen Hüften entgegen wo er ohne zu zögern seinen Riesen Penis rein rammte um mich wie wild von hinten durchzuficken. Max stand immer noch nur wichsend daneben also bedeutete ich ihm näher zu kommen und mir seinen geilen Pimmel in meine Mundfotze zu ballern. Er tat wie ihm geheißen und es war herrlich. Jetzt hatte ich in beiden Löchern eine Mega Füllung und mit jedem heftigen Stoß den mir Jason verpasste fuhr mir der Schwanz von Max noch ein Stück tiefer in den Rachen. Ich musste würgen und dachte wieder ich müsse ersticken doch ich wollte dass es nie aufhört! Es war einfach zu geil! Die Mischung aus schmatzenden Geräuschen von meiner vor Saft triefenden Fotze, dem klatschen von Jasons Eiern gegen meinen Kitzler, seinem Stöhnen, dem Stöhnen von Max, das geile Gefühl und den Geschmack von Max’ Schwanz in meinem Mund (und Rachen) und den wütenden Nachbar der gegen die Wand schlug weil unser Spektakel nicht zu überhören war, liesen mir einen ersten Mega Orgasmus durch den Körper schießen, was wieder einiges an Geräuschen erzeugte. Den Jungs gefiel das und sie waren auch kurz vor ihrem Höhepunkt. Beide kamen gleichzeitig, doch spritzten sie nicht nur in mir ab. Nachdem Jason mir 2-3 Ladungen tief in meine Fotze geschossen und Max mir eine Ladung in den Rachen gefeuert hatte welche ich natürlich brav geschluckt habe, zogen sie zeitgleich ihre Pimmel aus mir und wichsten mich von oben bis unten mit ihrem geilen Saft voll. Ich weis nichtmehr wer wohin gespritzt hatte, Fakt war das mir Zwei Ladungen zu Beginn voll ins Gesicht klatschten und mir die Sicht nahmen, zwei weitere landeten auf meinen Titten und die letzte landete auf meinem Bauch.
Nachdem ich alles aufgeleckt hatte was ich mit meiner Zunge bekommen konnte und mich wieder einigermaßen gesammelt hatte sah ich dass Jason in seiner Tasche kramte. Er holte eine Art Strap-On raus, nur dass dieser nach innen gedreht war. Er zog ihn mir an ohne dass ich mich wehrte, ich war noch wie in Trance von dem geilen Fick von eben. Als der Strap-On dann saß und tief in mir steckte schaltete Jason per Fernbedienung die Vribrationsfunktion von dem Ding an und es war richtig geil. Er sagte dann zu mir: “So Mäuschen! Ab jetzt ficke ich dich wann und wo immer ich will hast du verstanden?” Ich nickte und schaute ihn angegeilt an. “Ich fand dich geil und hab dich und deine Freundin heute Mittag ausgesucht weil ihr mir willig erschient.”, redete er weiter “In deiner Freundin dürfte nun auch so ein Teil stecken und immer wenn ich will werde ich die Vibrationsfunktion anschalten. Manchmal werde ich dich auch anrufen und dann wirst du alles stehen und liegen lassen um mit mir zu ficken, hast du verstanden?” Ich nickte wieder. “Guuut! Braves Mädchen. Wenn ich mitkriege dass du den Strap-On ablegst ohne meine Erlaubnis muss ich dich bestrafen, hast du verstanden?” Ich nickte zum dritten mal. Er drückte mir zufrieden noch einen Kuss auf die Wange schaltete den Vibrator wieder aus und zog dann mit seinem Kumpel ab.
So lag ich nun da. Von oben bis unten voll mit Wichse, hatte die paar geilsten Stunden meines Lebens hinter mir und einen dicken Vibrator in mir der mir nach Willkür Orgasmen bringen sollte. Und ich fand es endlos Geil!! Das beste war dass ich in Zukunft öfters von Jason und seinen Kumpels durchgefickt werden würde und das ohne die lästigen Pflichten einer Beziehung!
Ich legte mich vollgewichst wie ich war in mein Bett, kuschelte mich ein und schlief ein.
Kurz bevor ich in den Schlaf fiel ging der Vibrator in mir los …
Fortsetzung? Kommis bitte 🙂
I cesaroni 7 parte tre
LA SCENA ANCORA SI SVOLGE A CASA BARILON
Madre: Lorenzo devi stare molto tranquillo può succedere che spesso ti farai addosso i bisogni
Lorenzo: questo si in effetti succederà ma, mamma sono tranquillo che porto il pannolone
Madre: su su capita spesso che te la fai addosso vero?
Lorenzo: si mi capita sempre, non sento nessuno stimolo, come i bambini che se la fanno addosso e dopo si accorgono della frittata fatta
Madre: ti capisco tesoro mio ma devi stare tranquillo porterai per un po’ di anni il pannolone, però dai con le giuste cure si può sistemare ma Rudi cosa ne pensa?
Lorenzo: ma Rudi veramente pensa che sia cronica
Madre: ma no non è cronica stai tranquillo

LA SCENA SI SVOLGE A SCUOLA DI MIMMO
Maestra: Allora ragazzi state tutti seduti e comodi non potete andare in bagno se non passano le due ore
Mimmo: ma maestra io devo andarci per forza sento un po’ stimolo forte
Maestra: Mimmo smettila non prendermi in giro
Mimmo: maestra devo andarci per forza…..oddio che mal di pancia….ahhhh….prrrrrr….plaf
Maestra: Mimmo ma cosa hai combinato ti sei fatto addosso?
Mimmo: si maestra mi sono fatto addosso
TUTTI I COMPAGNI LO DERIDEVANO?
LA SCENA SI SPOSTA A CASA CESARONI CON UNA TELEFONATA DALLA MAESTRA
Maestra: signora guardi che suo figlio si è fatto la cacca addosso, se per favore lo venga a prendere grazie
Madre: certo lo vengo a prendere subito
A SCUOLA
Mimmo: mamma la maestra non mi faceva andare in bagno, nn la trattenevo più ed uscita da sola la cacca
Madre: non ti preoccupare tesoro (detto all’orecchio) la maestra e stata cattiva con te e noi metteremo in atto il metodo cesaroni cioè la denuceremo
Mimmo: va bene mamma
Madre: si perché la maestra non può non farti andare in bagno, per legge bisogna fare andare in bagno anche quando scappa tantissimo
Mimmo: certo questo e vero non può fare questo
LA SCENA SI SPOSTA A CASA CESARONI
PADRE: Mimmo ma cosa ti è successo sei sporco di popo’
Mimmo: si papà la maestra non mi ha fatto andare in bagno e così me lo sono fatto addosso, non la trattenevo più
Padre:non preoccuparti può capitare però davvero la maestra e stata cattiva
Mimmo: eh già, mi vado a fare la doccia
Padre: va bene a dopo ciao e pulisciti bene
Mimmo:okay!!!
LA SCENA SI SPOSTA A MARZAMEMI
Alice: ehi mamma che sono felice di stare qui mi sento davvero libera, senza questa scuola, ormai ho fatto anche la terza prova, ma quello che temo sono gli orali sa come andranno
Madre: ma non preoccuparti andranno bene solo che adesso sei in anzia ed è una cosa normalissima ma devi stare tranquilla tutto si può risolvere basti avere tenacia e forza di volontà
Alice: eh già mamma ci vuole costanza anche e fiducia
Madre: certo questo si ci vuole tenacia e so che tu c’è l’hai
Alice: certo mamma sono comunque contenta anche di prendermi la granita con te
Madre: e con il tuo ragazzo come va, anche quello e una specie di esame, perché esamini e ti esamina per bene
Alice: si questo lo so che mi esamina bene e mi fa molto piacere stare con lui mi ci trovo davvero bene, sono contenta di stare con lui
Madre: si si anche io sono contenta
LA SCENA SI SPOSTA DI NUOVO A SCUOLA PERÒ QUESTA VOLTA CON I RAGAZZI UNIVERSITARI
Professore: allora ragazzi MIRACCOMANDO fare questo esame bene, e poi sarete laureati
Rudi: Madonna quanto parla questo non la smette di spiegare
Milena: si infatti non la finisce di spiegare e poi con tutte questa chimica e fissato e ossessionato ma come dobbiamo fare
Rudi: già infatti Milena
Milena: comunque adesso vado ci sentiamo
LA SCENA SI SPOSTA IN CHIESA
Don Camillo: il signore e la nostra forza, lui ci può dare una mano lui si che può mandarci una manifestazione dal cielo e in terra…..plaf….plaf….prrrr.
Assemblea: ma cosa e successo don Camillo cose questa puzza
Don Camillo: niente ragazzi il signore come detto prima ha mandato la manifestazione….cioè me la sono fatto addosso
Assemblea: ma non si vergogna che se le fatto addosso?
Don Camillo: si si certo infatti vado scappo
LA SCENA SI SVOLGE A CASA DEL PRETE MENTRE IL PRETE SI CAMBIA
Don Camillo: Madonna quanta ne ho fatto il pannolone e pienissimo ma sarà che ho preso il lassativo di ieri sera? Bhooo
Mit drei geilen Jungs am Waldsee
Eine Woche nach meinem heißen Erlebnis mit Tobie im Pornokino hatte ich mal wieder einen Tag für mich. Die k**s waren bei Freunden und mein Mann musste früh raus und es würde auch späht werden. Da das Wetter herrlich war beschloss ich mal wieder an den Waldsee zu fahren. Da kann man die Sonne genießen und nahtlos braun werden.
Ich kam so gegen 11:00 Uhr am See an, es war noch nicht sehr viel los. Ich suchte mir ein hübsches Plätzchen, nicht zu sonnig und auch etwas vor zu neugierigen Blicken geschützt, und machte es mir bequem. Es war einfach himmlisch, die Sonne auf der Haut, ein gutes Buch zum abkühlen ab und zu in den See. Die Zeit verging und es wurde langsam voller, davon lies ich mich jedoch nicht Störten. Ich cremte mich ein und döste weiter in der Sonne. Im Halbschlaf merkte ich nicht wie sich jemand mir von hinten näherte. Plötzlich hörte ich eine mir bekannte Stimme sagen: Na hast du mal wieder Lust auf ne Ladung Sperma? Ich setzte mich auf und nahm meine Sonnenbrille ab. Vor mir stand Tobie zusammen mit zwei weitern Jungs. Ich begriff sehr schnell was los war, Tobie hatte vor seinen Freunden mit dem Erlebnis im Kino geprahlt und die glaubten ihm natürlich nicht. Jetzt wollte er ihnen beweisen das sich alles so zugetragen hatte. Ich schaute ein wenig streng und sagte: Du solltest doch nicht damit angeben was wir gemacht haben. Einer seiner Freunde war völlig baff und sagte. Dann stimmt das alles also doch? Klar stimmt das alles, antwortete ich. Die Jungs wurden immer geiler was ich gut an ihren schon recht steifen Schwänzen sehen konnte. Ich schaute mich kurz um und musste feststellen das ich den Platz perfekt gewählt hatte. Niemand konnte uns sehen da wir von einigen Büschen verdeckt wurden. Die Situation war einfach zu verlockend. Ich knie vor drei strammen Jungs die sowas von geil auf mich sind, das muss ich einfach ausnutzen. Also packte ich Tobies Schwanz und lutschte genüsslich über seine Eichel. Er begann zu stöhnen und zu genießen. Ich blickte zu den anderen zwei und fragte nur: Macht ihr mit? Da hatte ich schon den zweiten Schwanz im Mund. Der Jungs stöhnte: Boah die saugt ja fast nen Golfball durch nen Gartenschlauch die Sau. Da sagte der dritte: Jetzt bin ich dran, er packte meinen Kopf und drückte mir seinen Schwanz in den Mund. Gierig lutschte ich die Schwänze der Jungs und leckte ihre Eier dabei. Nach einiger Zeit wurden die Geräusche vom See doch etwas lauter also sind wir tiefer in den Wald gegangen. Ich beugte mich über einen umgestürzten Baum und forderte die Jungs auf mich nun zu Ficken. Tobie war wieder der erste. Gekonnt fickte er mich schon hart in meine geile Pussy. Die beiden anderen stellten sich vor mich und ich verwöhnte sie weiter mit meinem Mund. Nach einigen Minuten konnte Tobie nicht mehr und er spritzte mir sein Sperma in die Pussy. Dann fickte mich der zweite Bursche und ich verwöhnte Tobie und den dritten mit dem Mund. Der zweit kam leider sehr schnell und so war auch gleich der dritte Junge dran. Er war wieder deutlich routinierter und fickte mich auch einige Minuten bevor er die dritte Ladung Sperma in meine Pussy schoss. Erschöpft blieb ich auf dem Boden liegen. Die geile Ficksahne der Jungs lief mir aus der Pussy und ich versuchte wieder zu Sinnen zu kommen. Die drei standen um mich herum und wichsten Ihre schon wieder recht steifen Schwänze. Ich blickte zu ihnen auf und fragte: Na noch ne Runde? Sie lachten alle drei, dann meinte der dritte Junge: Jetzt müssen wir erst mal Pissen. Und als ob das ein Kommando gewesen wäre pissten sie alle drei gleichzeitig los. Ich hatte sowas noch nie gemacht und ich war zunächst auch erschrocken und auch etwas angewidert aber es war auch irgendwie geil. Es fühlte sich erregend an die heißen Strahlen auf meinen Brüsten zu spüren. Der Urin lief mir über die Brüste den Bauch und die Oberschenkel. Der dritte forderte mich auf aufzustehen und mich um zudrehen. Dem kam ich nach und die Jungs pissten nun auf meinen Arsch. Es war einfach nur noch geil. Der Urin lief über meinen Arsch die Beine entlang vermischte sich mit dem Sperma der Jungs, das war nur noch geil. Ich war nur noch geil. In diesem Moment hätten die drei ALLES von mir verlangen können, ich hätte es getan.
Als die Jungs fertig waren, sind wir dann zum See ich musste mich erst mal waschen. Im See alberten die Jungs dann etwas herum, übermütig wie sie halt sind in diesem Alter. Tobie war der erste der wieder zu mir gekommen ist er stellte sich dicht hinter mich und rieb seinen schon wieder harten Schwanz an meinem Arsch. Hey ich will dich hier vor allen Leuten ficken flüsterte er mir ins Ohr. Ich hab dich aber ganz schön verdorben, antwortete ich ihm. Er grinste nur ich beugte mich ein wenig vor und er drückte mir seinen Schwanz in meinen Arsch. Wir Küssten uns und er knetete meine Brüste dabei. Doch das ganze war nicht so einfach, der uneben Untergrund das kalte Wasser, wir blieben nicht lange dort, sondern sind wieder zu unserem Baum gegangen. Alle drei Stellten sich um mich herum und ich legte mich auf den Boden. Die Jungs begannen zu wichsen und auch ich verwöhnte meine Kleine selbst. Einer nach dem anderen spritzte mich voll, auf die Brüste, ins Gesicht und den Bauch überall klebte geiles Sperma. Nun knieten sich die Jungs neben mich und begannen mich sauber zu lecken. Einfach geil ich spürte nur noch gierige Zungen an meinem ganzen Körper. Sie leckte nicht nur das Sperma auf. Sie verwöhnten meine Füße, Beine, die Arme, Brüste und meine Pussy. Ich wurde fast Wahnsinnig. Während dieser Zeit hatte ich eine ungezählte Anzahl an Orgasmen. Völlig erschöpft liesen sie irgendwann ab von mir. Die zwei mir unbekannten waren dann auch schnell verschwunden. Tobie blieb bei mir bis ich wieder bei Sinnen war und begleitet mich zu meinen Sachen. Mittlerweile war es schon nach 18:00 Uhr es war kaum noch jemand am See. Wir beschlossen die letzten Sonnenstrahlen noch zu genießen. Ich saß auf meinem Handtuch und blickte auf das Wasser während Tobie neben mir lag und mir den Rücken mit einer Hand streichelte. Als ich zu ihm rüber schaute wichste er schon wieder seinen Schwanz. Da wir mittlerweile alleine waren konnten wir uns nun an Ort und Stelle vergnügen. Ich setzte mich ohne ein Wort zu sagen auf seinen Schwanz und begann ihn zu reiten. Gekonnt stemmte er sich mir entgegen. Ich knetete meine Brüste und feuerte ihn an. Komm fick mich du geiler Junghengst du warst der beste von euch drei. Es dauerte nicht lange und er spritzte nochmal in mir ab. Doch die Ladung war nun nichtmehr all zu groß. Ich beugte mich zu ihm herunter und küsste ihn. Dann flüsterte ich ihm ins Ohr. Jetzt werde ich mich für die geile Pisssession revangieren. Er grinste über das ganze Gesicht, ich stand auf Stellte mich mit gespreizten Beinen über ihn und lies es laufen, auf seine Brust und seinen Schwanz. Es gefiel ihm sichtlich. Er sagte immer wieder Heidi du bist eine Göttin. Danach gingen wir ein letztes mal in den See und dann getrennt nachhause. Als ich in meinem Auto meine Anrufe abhörte hatte ich eine Nachricht von Heiko aus meinem Wellneswochenende auf der Mailbox. Er wollte mich gerne treffen. Da wurde ich schon wieder ganz kribbelig bei dem Gedanken an seinen riesen Schwanz