Le tre. Non che fosse tardi, anzi, a volte era rimasta in un locale ancora più a lungo, ma quella sera in effetti non aveva voglia di perdere altro tempo a guardare le solite facce che con il passare dei minuti si facevano sempre più insistenti nel cercare sul viso di chiunque un segnale che facesse capire loro che ci stavi. E poi c’era quel cavolo di vicolo da attraversare che non mi andava proprio giù di percorrere da sola. Alla faccia della privacy! Doveva ancora capire perchè certi locali finivano il più delle volte per essere ubicati in posti così fuori mano.
Ormai ero stufa di stare ancora lì, e visto che comunque non conoscevo nessuno che sarebbe potuto uscire con me e fare un pezzo di strada insieme, mi decisi ad uscire.
L’aria fresca mi colpì in pieno viso mentre gli occhi stentavano ad abituarsi all’oscurità quasi completa che c’era intorno.
Mi incamminai mentre la fievole luce blu dell’insegna si perdeva alle mie spalle.
Perso in qualche pensiero non si accorsi subito che nel punto più buio del vicolo c’erano due paia d’occhi che mi guardavano.
Me ne ne resi conto solo quando mi trovai davanti qualcuno che mi chiese una sigaretta.
Un sussulto, una strizzata d’occhi per capire chi avevo di fronte, e mentre il mio cervello metteva a fuoco una serie di particolari, mi resi conto che il tizio non era solo.
Un leggero scroscio proveniente dalla parte del muro mii fece realizzare che c’era un’altra persona, che stava pisciando.
Maledissi il buio, il vicolo e con un leggero groppo alla gola tirai fuori il pacchetto delle sigarette per offrirne una.
Il pacchetto mi fu tolto di mano e contemporaneamente mi venne chiesto del di accendere.
Presi l’accendino e tenendolo fermo con entrambe le mani protese verso il viso di chi avevo di fronte.
La fiamma illuminò dei tratti mascolini ed uno sguardo intenso che mi scrutava.
In quel momento arrivò il secondo mentre finiva di chiudere la patta dei pantaloni, reclamando dall’amico una sigaretta anche per sè. Dopo avere dato un’occhiata sprezzante alla marca, anche questo ne prese una. Anche qui la fiamma illuminò i tratti di un viso piuttosto virile e due occhi di un celeste scuro che sorridevano in modo vagamente crudele.
-Che ci fai qui a quest’ora?
-Sto tornando a casa.
Con aria beffarda mi fece fatto notare che lì, in quel vicolo c’era solo un motivo per passarci: il locale da cui ero appena uscita. Mi allontanai evitando di dare ulteriori spiegazioni ed al diavolo anche il pacchetto di sigarette rimasto in mano ad uno dei due, quando il tizio dagli occhi celesti, mi pose una mano sul culetto.
-Ma a casa ci vai da sola ? Non hai trovato compagnia?
Dare spiegazioni diventava sempre più difficile, ed oltre tutto la voglia di scappare da lì stava prendendo il sopravvento.
Eppure in fondo qualcosa mi tratteneva, e non era solo la mano del tizio che intanto mi stava tirando verso la parte più buia del vicolo, quella da cui pochi minuti prima era sbucato.
Stavo resistendo alla pressione ma avevo già fatto due passi in direzione del buio totale, e questo dette più vigore alla pressione di chi mi stava tirando verso la sua direzione.
-Vuoi vedere due cazzi come non hai mai visto? sono certo che a una troietta come te farà piacere.
E senza aspettare risposta mi sentì afferrare una mano che fu portata a contatto con un cazzo già fuori dai pantaloni.
Mentre le mie dita percepivano le dimensioni di un cazzo scappellato e già in tiro, una mano mi spingeva la testa verso il basso.
Il piacere di quel contatto e la voglia mista alla sensazione di leggera violenza che si era venuta a creare, fecero sì che mi accovacciai davanti a quel cazzo e cominciai con leggeri colpi di lingua ad assaporarne il gusto, ma non ci fu tempo per i preliminari: un colpo violento del bacino mi fece ingoiare tutto d’un colpo quella mazza di dimensioni senz’altro notevoli che raggiunse il suo massimo all’interno della mia bocca.
Mentre in quella posizione sentivo il cazzo dello sconosciuto entrare ed uscire dalla mia bocca, il cazzo dell’altro si avvicinò alle mie labbra.
Ora avevo due cazzi a disposizione e non mi feci pregare a prendere in bocca anche il secondo.
-Uhmm che bocca da troia che hai visto che avevo ragione sei proprio una troietta femminella. Ti piace il cazzo vero?
Dai, assaggiali tutti e due e poi dicci quello che preferisci.
E così dicendo, i due cazzi si alternavano nella mia bocca facendomi percepire le differenze nelle dimensioni e nel sapore.
Uno ben dritto, con una cappella proporzionata ai 20 centimetri dell’asta con un sapore iniziale di piscio, che mi fece capire a chi appartenesse, l’altro, leggermente ricurvo verso l’alto, ma di circonferenza ben maggiore del precedente, tanto da fargli pensare che un cazzo del genere poteva fare male seriamente.
Ma i pensieri volavano. Non c’era tempo per le riflessioni. Le esigenze di chi voleva scoparmi la bocca venivano prima di ogni altra considerazione.
Il primo a venire fu quello dal cazzo ricurvo.
Estrasse l’uccello mentre il primo schizzo di sborra eruttava ed andava a piantarsi sulla mia faccia seguito immediatamente da un altro e da un altro ancora.
Mentre la sborra lentamente colava sul mio viso, il secondo cazzo entrò in bocca reclamando la sua parte di piacere.
La pompa fu più lenta e meno violenta della prima.
Le sue mani mi tenevano per la nuca. Troppo assorto a seguire il ritmo di quella pompa che sembrava non dovesse finire mai.
Le sue mani mi tenevano ferma mentre il bacino ritmicamente si avvicinava e si allontanava dal mio viso. Poi improvvisamente sentì il cazzo vibrare nella mia bocca e mentre cercavo di allontanarmi il primo schizzo mi si piantò in fondo alla gola, seguito dal secondo e poi dal terzo. Sborra, tanta sborra, che non potei non inghiottire in un atto di sottomissione.
-Bevi tutta la sborra, troia. Dai che ti piace. Bevila tutta.
La voce era autoritaria e soddisfatta.
Ripulì il cazzo dalle ultime gocce.
I pensieri riaffioravano nella mia mente.
Da quanto eravamo lì? Possibile che nessuno fosse passato nel frattempo? Il cazzo ormai si stava ammosciando nella mia bocca e le ultime gocce di liquido mii dettero il senso del rimpianto: tutto era finito.
Mi rialzai svettando sui miei decolte’ 15 cm.
Mi sentiva spossata. Cercai di darsi un’aggiustata al mio vestito di pizzo nero con il retro traforato fino al culetto e feci un lungo respiro sperando che il cuore smettesse di battere come un tamburo.
Le voci di qualcuno che usciva dal locale, mi fecero fare dei passi per allontanarmi da quel luogo.
I due si misero ai suoi fianchi.
La luce presto si fece più intensa e sotto il riflesso giallognolo di un lampione mi fermai a guardare i due sconosciuti.
Entrambi denunciavano le loro origini.
Li guardai in modo quasi interrogativo.
Quello dagli occhi celesti si presentò come Lorenzo, l’altro disse di chiamarsi Adrien.ci stringemmo la mano.
-Ti sono piaciuti i nostri cazzi? Vero troietta.
Chiese, o forse affermò Adriano.
-Ti è piaciuto bere la mia sborra, vero?
La tua bocca è come quella di una troia.Sono sicuro che sei ancora piu puttana di quanto ci hai fatto vedere. E noi di cazzo te ne possiamo dare ancora, quanta ne vorrai. La nostra e quella dei nostri amici. Dove abiti?
Percepì un vago senso di pericolo.
I miei sensi ora erano tornati vigili e presenti.
Chi erano questi due? Dove potevano condurmi? Ebbi paura. Cercai di glissare. Lorenzo che sembrava il più sveglio dei due, sembrò capire.
-Ok..
Disse.
-Ti dò il mio numero di cellulare. Quando avrai voglia della mia sborra basterà che mi chiami.
Sei bella vestita da puttana.
Come un automa, ma anche sollevata per la piega che la cosa aveva preso, memorizzai il numero.
Arrivò il momento dei saluti. Ci fu una nuova stretta di mano e quella di Adrian fu più intensa. I miei occhi si piantarono nei suoi.
Ciascuno per la sua strada, io, con la certezza che quanto era avvenuto, non avrebbe avuto un seguito.
Giunta a casa, mi spogliai completamente.una doccia e solo il mio intimo. L’idea di essere una femmina puttana vestita di tutto punto lingerie, gonna scarpe con tacco trucco mi fecero eccitare ancora di più , il sapore acre della sborra in bocca, e la testa piena di pensieri, mi stesi sul letto,mi abbandonai ad una sega.
Il ricordo di quanto avvenuto nel vicolo poche ore prima, mi accompagnò per tutta la giornata successiva.
Era domenica, una giornata uggiosa di pioggia, e decisi di non uscire affatto, cullando nella memoria quell’esperienza che se da una parte lmi aveva sconvolto per come si era svolta, dall’altra mi eccitava al solo pensiero.
Più di una volta presi il cellulare con l’idea di fare il numero che Adrian mii aveva lasciato, ma decisidi evitare.
Adrian, dei due indubbiamente era quello che mi aveva intrigato di più con i suoi modi accattivanti e allo stesso tempo autoritari.
Un vero maschio, ma cosa sapevo di lui se non che aveva un cazzo di 22 centimetri e che sembrava sapesse leggermi fino in fondo all’anima? Poteva essere un clandestino, piuttosto che un malavitoso come se ne leggeva sulle cronache tutti i giorni. Eppure al solo pensiero un brivido mi correva lungo la schiena.
Alle 18 pensava già ad altro, al giorno dopo, al mio negozio di langerie agli ordini da fare. Alle 19 cancellai il numero dal cellulare.
Il lunedì volò pur in mezzo a mille difficoltà, ed alle 19 imboccai la strada di casa con in mano le buste della spesa.
Stavo infilando le chiavi nel portone quando sentì una presenza al mio fianco. Mi girai: era Adrian.
-Ehi troietta non mi hai chiamato!
Confusa, mi domandai ma come avesse fatto a scoprire dove abitavo? Era chiaro: mi aveva seguita.
-Che fai? non mi inviti a salire da te?
A volte la confusione che abbiamo nella testa, assopisce la nostra capacità di reazione, e poi vuoi perchè vedermelo lì con il suo giubbotto di pelle e l’aria da bullo tutto sommato mi faceva piacere, non pensai di inventarsi una scusa qualsiasi, tipo abito in famiglia, e senza pensarci sopra più di tanto, gli proposi di salire.
Entrammo in casa, e mentre mi davo da fare tra i fornelli, Adrian mi girava intorno, senza mancare di tanto in tanto di darmi una palpata quando su una chiappa, quando sull’altra.
Non capivo se questo tipo di attenzioni mi faceva piacere o meno, lo allontanavo in un sottile gioco di seduzione, ma non riuscivo ad oppormi in modo risoluto.
La preparazione del pasto andava avanti, aprì una bottiglia di di vino che avevo in frigo, e ne bevvero entrambi.
Adrian in realtà se ne servì altre due volte, e poi controllando a che punto erano i preparativi, chiese se poteva farsi una doccia.
Rimasi sorpresa, ma non seppi dire di no.
Il suo pensiero andò ad una qualche situazione di estrema precarietà in cui Adrian sicuramente viveva.
Lo accompagnai nel bagno, e gli porsi un accappatoio per asciugarsi.
Tornai in cucina e mentre dopo avere approntato la tavola mi preparavo a riempire i piatti, lo vidi apparire davanti, con il suo accappatoio bianco addosso, e scalzo. La vista dei lunghi piedi affusolati e maschi mi impedirono di offrirgli qualsiasi tipo di ciabatta. Tutto si svolse in modo tranquillo. Ogni tanto alzavo gli occhi su Adrian e vedevo i suoi piantati nei miei. Lo guardavo in modo forse enigmatico, come se lo stessi valutando, ma in base a cosa? non capivo.
La cena terminò e passammo nel salotto dove Adriano, seduto sul divano, si fece servire un’abbondante dose di cognac.
Ne bevve un lungo sorso e poi senza parlare fece il gesto di sedermi al suo fianco.
Immediatamente un suo braccio avvolse le mie spalle
Adrian mi guardava fissa, e ammetto che faticai non poco a sostenere quello sguardo.
Poi all’improvviso, la presa si fece più dura una pressione che mi portava la testa verso il basso: verso il ventre di Adrian, che con un colpo si aprì l’accappatoio mettendo in mostra il suo cazzo svettante.
A me non rimaneva che prederlo in bocca…Stavolta ebbi tutto il tempo di godersi la pompata.
Quel cazzo era davvero magnifico.
Perfetto nelle sue misure, lo avvolsi tra le labbra e lo feci scivolare fino in gola, per poi risalire verso la cappella più succosa che aveva mai avuto tra le labbra.
Le mani di Adrian che fino a quel momento avevano accompagnato i movimenti della mia testa, si spostarono sul mio corpo, cominciando a tirargli verso l’alto la canottierina e alzando con impazienza la gonna.
Io senza staccare la bocca dal suo cazzo, cominciai a collaborare, togliendomi quanto potevo, finchè, ormai quasi nuda, mi staccai da Adrian giusto il tempo di sfilare i pochi indumenti rimasti addosso.
Ero nuda, adesso.
E mi sentì ancora più nuda per lo sguardo che Adrian gli dedicò.
Senza pudore, senza la minima possibilità di potermi riparare.
Adrian mi guardava in modo spietato.
Mi fece alzare, mi fece girare, mi scostò la mano che pudicamente tenevo davanti a voler coprire la mia nudità in un gesto di pudore senza senso, e poi ancora lo sguardo di Adrian che senza parole continuava a guardarmi. Pose le sue mani sulle mie chiappe, le afferrò come fossero due frutti maturi e le avvicinò al suo viso, avendo cura di allargare tanto da mettere in mostra il buchino in modo quasi osceno.
La sua lingua affondò proprio lì, e cominciò asucchiare a leccare cospargendo di saliva tutto ciò che toccava.
Non capivo più nulla, un pensiero stava facendosi largo: il momento si avvicinava.
Quel cazzo tra poco mi sarebbe entrato dentro lo volevo con tutta mè stessa anche se temeva l’impatto.
Tutto avvenne in modo rapido, mi sentì tirare verso il basso dalle mani di Adrian. La cappella mi sfiorò il buco mentre la mano di Adrian indirizzava il cazzo.
Sentì la cappella farsi largo ed un dolore molto forte, la presa di Adrian sui miei fianchi si fece ancora più forte e mi costrinse di nuovo verso il basso.
-Dai, troia tra poco ti piacerà sei una perfetta puttana.
Adrian rimase fermo in quella posizione il tempo che il mio buchetto si abituasse, e quando percepì che le resistenze si stavano allentando, con un solo colpo lo ficcò fino alle palle tenendomi sempre per i fianchi.
rimasi senza fiato, ed un urlo uscì dalla mia bocca. Il dolore era forte, ma il cazzo ormai era entrato completamente. Lo sentì bisbigliare:
-Allora, troia, va meglio? Ti piace sentirti impalata dal mio cazzo, vero?
Senti come è grosso?
Senti le mie palle che ti solleticano il culo?
Sì, è entrato tutto perchè le troie come te lo prendono fino in fondo e ne vorrebbero ancora.
Ed ora fammi vedere quanto sei brava. Dai, fammi godere, vai sù e giù, fammi sentire che ti piace essere inculata da un cazzo grande come il mio.
Mi staccai dal suo petto, e mettendo i piedi sul divano, mi posi in modo tale da poter andare sù e giù su quell’asta che oltre a riempirmi tutto il culo, con la sua presenza, mii fotteva anche il cervello.
Ero senza difese, ad ogni movimento lo ficcavo sempre più dentro. Anche Adrian cominciò a muovere il bacino, sincronizzando i movimenti con i miei ormai in delirio.
-Ti piace, vero? Dì che lo vuoi, dì che ti piace, troia.
-Sì, mi piace…
-Chi sei tu?
-Sono una troia…
-No, sei la mia troia!
Vedrai ti trasformerò in una vera donna troia, ti vestirai come una puttana, e prenderai cazzo come una vacca.
E così dicendo, con colpi sempre più forsennati, Adrian affondava la sua verga non connettevo più, tentai di toccarmi l’uccello, ma Adrian mi prese le mani e girando le braccia, le tenne ben salde dietro la mia schiena. Ormai ero in totale balia di Adrian, che sembrava non voler smettere di stantuffare il buco del mio culetto. Poi con un ultimo colpo di reni, affondò, se possibile, ancora di più il suo cazzo mi senti riempire, schizzo dopo schizzo, della sua sborra, ed in quel momento anche il mio cazzo cominciò ad eruttare lanciando schizzi sul tappeto.Ero completamente sua mi aveva riempita tutta era l’inizio della mia trasformazione in una travesta puttana al servizio del suo uomo e dei suoi amici.
Era il mio uomo…ero la sua femmina…Geloso forse troppo delle attenzioni che tutti i giorni ricevevo dai maschietti fummo innamorati fino a quando una retata per spaccio di droga lo costrinse a tornare al suo paese…ci scrivemmo per un po…quel ragazzo dagli occhi cattivi ne aveva viste e vissute tante di cose brutte, mi lascio’ cosi senza dirmi ciao…ma con i mille ricordi del suo cazzo dentro di me.
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il ritorno
Uscire da un istututo non sempre è una garanzia di
Io figlia di un Pilota americano di stanza a Vicenza e di una madre docente di storia romana, ero stata inviata a studiare presso un istituto svizzero, in pratica diventavamo donne perfette, multilingue, forbite, padrone del Etichetta, cavallerizze, tenniste, ma senza alcuna cultura di come il mondo fosse realmente.
Era finalmente finito il periodo da caserma, io e Martina figlia di un collega di mio padre, nota in istituto come Sergente Shultz vista la sua graniticità, avremmo intrapreso il ritorno verso casa, ma per quella ultima volta saremmo rientrate con un tragitto più lento turistico, fermandoci in ostelli e rifugi, così per riprenderci il gusto della vita vera.
Di sicuro non era il caso di affrontare il Trekking previsto vestite da educande, quindi subito li a Losanna ci fermammo in un negozio sportivo a comperare qualche indumento diverso da quella assurda divisa, e dopo aver affrontato gli acquisti cestinammo subito le divise.
Al primo ritrovo per giovani facemmo conoscenza con tre ragazzi che percorrevano la stessa strada più o meno. dato la nostra educazione all’inizio eravamo tutti un pochettino ingessati, noi con quel che di giovani già invecchiate, e loro tutt’altro che brillanti.
Ripartimmo comunque al mattino successivo, faceva già caldo, quindi canottierone mimetico dagli ampi spacchi sui fianchi pantaloncino sportivo sandali da scalata e via per il sentiero posso assicurarvi che il sole a picco nel bosco e l’umidità sono tutt’altro che rinfrescanti quindi i ragazzi di fronte a noi si tolsero le magliette e proseguirono con solo i pantaloncini, Woww si videro i muscoli guizzanti del torso le spalle ben formate e i polpacci tonici.
Passarono dieci minuti e per riprendere fiato Martina ed io ci fermammo un minuto mentre loro i ragazzi scomparvero inghiottiti dal fitto sottobosco. mi tolsi quei pantaloni soffocanti, insomma ero abituata a morbide gonne, e riprendemmo la strada, Il Sergente Shultz mi fece notare che la canotta, mentre camminavo, saliva ad ogni passo ed evidenziava le mutande, per minciso non lo notò solo lei ma anche i nostri accompagnatori, che ci avevano aspettato, lo capii da i loro sguardi e i sorrisi maliziosi.
Un brivido caldo mi attraversò il corpo, maschi che mi osservavano, la pancia mi tremolava.
Dovete sapere che tra l’altro quella che le altre conoscevano come sergente incorruttibile io la conoscevo molto bene, era tutt’altro che asessuata anzi dentro la corazza c’era una bomba; ma riprendiamo, mi fece notare, semmai ce ne fosse la necessità, che avevo fatto colpo, qui ancora oggi mi chiedo cosa s**tta nella testa di due adolescenti libere dal guinzaglio, con gli ormoni ribollenti.
Quindi ripresa la strada e riposti i modi da contessa L’amica di sempre cominciò a pungolarmi :
“ perché ti ostini a tenere le mutande tanto per quel che servono”;
“ Mi spieghi come fai a chiamare mutande il filo interdentale”;
“ e poi son fanno pandan con la maglia”.
Io rispondevo da par mio, mi stavo divertendo e forse speravo che i ragazzi mi sentissero finché:
“Hai proprio ragione adesso le tolgo” feci il gesto,infila le dita nello slip ma mi fermai, lei la dama del casato nobile mi guardò con quell’aria di incredulità e sfida, e con i l gesto della mano come dire, allontanati poveraccia”
Ad ogni passo mentre la canottiera saliva e io ogni dieci la riabbassavo lei continuava:
“Avanti regina delle troie fammi vedere, madame culo ribollente ci vuole deliziare dello spettacolo, allora vogliamo mettere in mostra la mercanzia,prima si espone prima si vende.
a quel punto le tolsi realmente, riabbassai la canottiera e mi portai in testa al gruppo.
Ad un primo momento i ragazzi non avevano notato nulla i ragazzi, ma ben presto la canottiera lasciò il mio culo scoperto per tre quarti, forse copriva di più lo zaino.
Sentii prima leggera paura poi eccitazione e infine benessere, e mentre proseguivo qualcosa di tiepido mi colò lungo la gamba, adoravo quella sensazione, seminiuda e ammirata.
Ero talmente rilassata che non feci nemmeno caso che dalla parte opposta del sentiero stava arrivando un gruppetto di tedeschi, donne e uomini, probabilmente sulla cinquantina, non abbassai anzi salutai con sicurezza, successivamente seppi da Martina che una delle donne del gruppo fece il segno di OK con i pollici ai ragazzi imbarazzatissimi.
Ai commenti salaci dell’amica risposi voltandomi facendo la linguaccia e il “ gne gne gne” dei bambini, e in oltre quel incontro mi aveva fatto appuntire i capezzoli.
Fortuna o sfortuna all’epoca non c’erano i cellulari in grado di fotografare.
tutto qua direte, abbiate pazienza.
Ecco arrivare la prima salita vera una ventina di metri ripidissimi in mezzo alle rocce, niente di serio, solo un pochino di arrampicata su quei gradoni.
Alle mie spalle i ragazzi, usciti leggermente dall’ingessatura fecero gli spiritosi: “Chi fa il capo cordata”.
Martina partì di slancio :“Io però mi metto libera, fu la sua lapidaria frase, tolse camicia e gonna rimanendo in reggiseno e mutande sportive.
I ragazzi non parlavano più la guardavano con la lingua a penzoloni, la brava ragazza la marchesa del bon ton era anche una donna oltre che un sergente di ferro, lei tagliente e rapida come una vipera, uscì dal personaggio Di Cuore di De Amicis con un:
“E che cazzo solo voi maschi avete il diritto di viaggiare con le tette al vento, e solo questa deve essere la star qui senza mutande”.
Mise tutto nello zainetto e partì per la scalatina. Arrivata in cima eccola buttare a terra lo zainetto alzare il reggiseno e sbattere le tette, urlando: “prima ioooooo”.
I ragazzi erano assolutamente impressionati, avevano abbordato due studentesse o due pazze. dovetti intervenire, quella su rideva, questi qui sembravano dei nani da giardino con lo sguardo da beota:
“Su dai chiudete la bocca sono solo tette”.
Ebbi la quasi certezza che da vicino ne avessero viste poche:
“Hei ragazzi sono come queste” tolsi alzai canotta e reggiseno e le feci oscillare,poi partii sempre senza mutande.
Sentivo che mi stavano guardando salire la loro prospettiva era sicuramente favorevole, e io non facevo nulla per evitare gli sguardi, arrivata in alto abbracciai l’amica e urlai ai tre di salire, visto che erano rimasti imbambolati con il naso in su.
Arrivati in cima tutti li vedemmo sudati e indecisi, sia io che Sergente Shultz, li spronammo:
“Bisogna andare ragazzi si fa sera”, e ormai che c’eravamo “Su da bravi baciate una tetta e andiamo”. Erano davvero carini così impreparati, me le toccarono e baciarono con una delicatezza infinita, così come fecero con Martina.
I nostri accompagnatori si presero anche i nostri zaini, proseguendo verso il la piccola malga che ci avrebbe ospitato io e il sergente, ridevamo come due oche camminavamo incrociando le gambe e saltellando, girando di tanto in tanto su noi stesse, ormai gli ormoni ci stavano offuscando, tanto che non trovai di meglio che sfilarmi tutto e rimanere con le sole scarpe e sventolare la canotta, poi un attimo di lucidità ci fece ragionare, eravamo senza profilattici, ma con il corpo che ci ribolliva, una pulsazione continua tra il basso ventre e il seno, nude in mezzo alla natura e con tre maschi veri non dei surrogati.
Era ormai le tre del pomeriggio e raggiungemmo il rifugio, i ragazzi erano un tantino impacciati, forse la nostra aggressività li aveva spiazzati, e non avevano il coraggio di chiedere ma il rigonfiamento sotto i pantaloncini era evidente, erano seduti sul piccolo balconcino, con le gambe a penzoloni, all’interni martina si denudò completamente, guardo fuori lontano e mi disse siamo soli, usci si portò davanti ai ragazzi, erano all’altezza giusta e uno ad uno gli estrasse l’uccello e piano comincio prima a leccargli la cappella e poi far sparire tutto nella sua bocca, era impressionante vederla ingoiare completamente 20 centimetri, ma lei era imperturbabile in quel movimento.
Ero inesperta lo giuro ma lei il sergente mi spronò: “e allora tu cominci e poi devo lavorare solo io lo saprai ben fare un pompino” mai fatto purtroppo quindi con timore prima la lingua, sentii un sapore che non conoscevo ma che mi piaceva poi iniziai a far scorrere le labbra, mi accarezzavo il clitoride, ero impegnatissima quando sentii dei baci sulle natiche, allargai leggermente e sentii una lingua calda entrare sempre più profondamente, poi un dito nello sfintere, mi irrigidii ma subito iniziai a rilassarmi, in fondo la in quel collegio era uno dei giochini che mi piaceva.
dopo dieci minuti di quel trattamento sentii le gambe vacillare e tremare, e venni per la prima volta con un maschio vero e non con un surrogato, accelerai il ritmo del pompino che stavo facendo, un fiotto caldo mi investì la bocca, era strano mi spostai sputai e guardai Martina li di fianco a me, mentre il suo maschio veniva ululando la vidi ingoiare completamente il cazzo, rimase in apnea almeno venti secondi facendolo uscire dalla sua bocca mentre già si rilassava, mi guardò e sorrise.
Io ero ancora appoggiata al ragazzo seduto quando sentii che dietro di me il terzo iniziò a infilarmelo, Mi ricordai che non avevamo profilattici ma ero eccitatissima entrò delicatissimo, poi ragionai, e gli dissi “No li no” mi guardò deluso, ma immediatamente lo rassicurai gli presi letra le mani il volto lo baciai dissi “Claudio” questo era il suo nome:
“Claudio inculami”.
A quella frase lapidaria piano piano me lo infilò mi afferro le tette e iniziai a godere, quello a cui ero appoggiata si rieccitò e ripresi il mio lavoro, fu mezz’ora di intenso piacere, Martina mi incitava, mentre anche lei veniva inculata e ripeteva:“sii dai spingiiiii …. rompimi il culo ancora vaii”. La vidi venire e gemendo di un piacere immenso
Alla faccia dell’educazione teutonica e del lessico forbito.
La mia famiglia ritornò a casa il giorno seguente così il mio fine settimana con Giacomo finì. Prima di andarsene Giacomo chiese ad Alice di parlargli in privato. Accompagnai Giacomo alla sua macchina. “Mi sono appena separato da tua sorella.” Disse. “Lei non ne sembrava troppo felice.”
“Capisco” dissi mentre Giacomo apriva la portiera.
“Ci vediamo domani.” Disse. “Ti amo.”
“Anch’io ti amo.”
Ritornai dentro. I miei genitori erano nella loro camera a disfare i bagagli Alice mi venne vicino. “Cosa ti ha detto Giacomo questo fine settimana?”
“Non mi ha detto niente di te.” Dissi, mi allontanai ed andai in camera mia. Mi sdraiai sul letto su cui solo poche ore prima c’era Giacomo di schiena ed il mio cazzo era dentro di lui. Non lasciai la mia stanza finché i miei genitori non mi chiamarono per la cena.
Il giorno seguente a scuola passò velocemente. Alice guardò in maniera strana Giacomo e me seduti a mangiare insieme. Pensava che non fossimo solo amici? Lei non sapeva che Giacomo ora era il mio ragazzo, ma nessun’altro lo sa.
Avevo allenamento di nuoto dopo la scuola e fui sorpreso nel trovare Giacomo che parlava coi miei genitori quando tornai a casa. “Nick può andare in camera tua per favore.” disse mia madre. “Dobbiamo parlare con Giacomo in privato.” Io accennai col capo ed andai in camera mia.
Di cosa dovevano parlare con Giacomo i miei genitori? Avevano scoperto di noi? In quel caso cosa sarebbe successo? Dieci minuti più tardi bussarono alla porta. “Sono io.” Disse Giacomo.
Entrò e si sedette sull’orlo del letto. “Di cosa volevano parlarti i miei genitori?”
“Alice è stata male oggi dopo pranzo, ha vomitato in bagno. L’ufficio ha chiamato tua mamma che è venuta a prenderla e l’ha portata dal dottore, è risultato che è incinta.”
“Cosa? “
“Sì. Loro pensano che io sia il padre. Ma ho detto ai tuoi genitori che Alice ed io non abbiamo mai dormito insieme, ma Alice sta insistendo che sia io il padre. Loro hanno detto che faranno fare una prova di paternità.”
“Quindi non hai niente di cui preoccuparti.”
“Penso che finché non ci saranno i risultati non potrò venire qui spesso, i tuoi genitori non mi hanno creduto quando ho detto che non ho mai dormito con loro figlia. Stavo per dire che avevo dormito con loro figlio”
Io risi: “Sì, scommetto che sarebbe stato bello.”
“Avrei preferito che i tuoi genitori non fossero in casa ora, avrei voluto dormire di nuovo con loro figlio.”
“Anch’io, ma dobbiamo essere pazienti.”
Mi misi a sedere e gli diedi un bacio. Giacomo mi palpò l’inguine. “Giacomo non possiamo coi miei genitori qui.” Lui non mi ascoltò ma aprì la ceniera dei miei pantaloni ed estrasse il mio uccello. Io mi sdraiai indietro mentre lui metteva la bocca sul mio cazzo e cominciava a succhiare. Io emisi un piccolo lamenti mentre lui saliva e scendeva sul mio pene. Sentii la sua lingua turbinare intorno alla mia cappella. Con tutte le mie forze tentavo di non lamentarmi rumorosamente ed in breve eruttai nella sua bocca e lui ingoiò il mio sperma.
Quando ebbe tolto la bocca dal mio cazzo mi rimisi a posto i pantaloni. “Penso che dovremo farlo ancora.” Disse Giacomo. “Puoi venire a casa mia domani dopo l’allenamento di nuoto? I miei genitori torneranno tardi.”
“Sicuro.”
Accompagnai fuori Giacomo e quando ritornai mia madre mi disse: “Nick, tuo padre ed io vorremmo parlarti.”
Io gemetti, andai inl soggiorno e mi sedetti sul divano. I miei genitori erano in piedi di fonte a me: “Nick, ti volevamo chiedere se Giacomo non ti ha mai detto di aver dormito con Alice.”
“No”
“Ok, so che è tuo amico e che lui ed Alice non si stanno più incontrando.” Disse mio padre. “Ma devi sapere che Alice è incinta. Giacomo ha detto che loro due non sono mai stati a letto insieme.”
“Giacomo probabilmente sta dicendo la verità.” I miei genitori sembrarono sbalorditi ma mi lasciarono continuare. “Quante volte l’avete visto venire qui a trovare Alice? La maggior parte del tempo che ha passato qui l’ha passato con me. Le uniche cose che faceva con Alice era andare a qualche festa e a qualche spettacolo. Io non penso che avesse alcuna vera intenzione con Alice salvo avere una bella ragazza al suo braccio a scuola. Ci sono anche dicerie che girano per la scuola su Alice e dei ragazzi.
I miei genitori avevano un’espressione scioccata. Per loro era impensabile che Alice fosse meno che perfetta. “Nick.” disse mia madre. “Tu sai che Alice non farebbe mai una cosa del genere.”
“Onestamente voi due non la vedete per quello che è veramente.Lei è sempre perfetta ed io quello sbagliato”
Quella era la verità, i miei genitori avevano sempre trovato scuse per il comportamento di mia sorella invece di vedere che Alice aveva grossi problemi di disciplina.
“Nick perché non vai in camera tua?” Io mi alzai e me ne andai.
Il giorno seguente andai da Giacomo dopo l’allenamento di nuoto. Per i miei genitori andava bene, non volevano Giacomo in casa fino a dopo la prova di paternità che era stata programmata per la fine della settimana. Non appena entrato Giacomo fu su di me per baciarmi profondamente. Andammo in camera sua dove precipitammo sul letto. Giacomo non sprecò tempo ed in breve io e lui fummo nudi. Si sedette sul mio grembo mentre io ero sdraiato di schiena. Prese una bottiglia di lubrificante e ne mise un po’ sul mio cazzo. La sensazione del lubrificante sull’uccello fu come una cosa che non avevo mai sentito prima, me lo scosse e poi applicò del lubrificante al suo buco e si sedette sul mio pene. Sentii una calda sensazione quando sentii che lo stavo penetrando. L’espressione sulla sua faccia era di piacere estremo. Si chinò in avanti e mi baciò mentre prendevamo un buon ritmo. Mantenemmo il ritmo poi sentii qualche cosa di caldo schizzare sul mio torace e compresi che Giacomo aveva sparato il suo sperma su di me. Ne presi, lo succhiai, ne diedi un po’ a lui e subito dopo gli sborrai dentro.
Restammo sdraiati a coccolarci per un po’ baciandoci spesso. “I tuoi genitori ti hanno parlato di Alice?” Mi chiese.
“Sì, e non sono stati contenti di quello che ho detto.”
“Cosa hai detto?”
Gli raccontai della conversazione della sera prima. “Non capisco perché loro non vedono il figlio meraviglioso che hanno.” Disse Giacomo.
“Tu sei prevenuto.”
“Forse, ma io sono stato capace di vedere anche prima che ci conoscessimo veramente, ricordi. Mi sono subito innamorato di te.”
“Lo so.” Restammo sdraiati ancora per un po’ ma prema che i suoi genitori tornassero a casa eravamo vestiti, lo salutai e tornai a casa mia.
I miei genitori erano fuori quando arrivai, ma c’era Alice. “Allora tu arrogante egocentrico non pensi che sia stato Giacomo il perfetto a mettermi incinta.”
“Oh Chiudi quella bocca, tu lo sai che Giacomo non è il padre di quel bambino.”
“Perché prendi le difese di Giacomo contro tua sorella.”
“Forse perché se avessi una sorella che agisce un po’ più da sorella con me non sarebbe un problema.”
“Notizie d’ultima ora per te, Nick. L’unica ragione per cui sei così simpatico a Giacomo perchè lui vuole entrare nei tuoi pantaloni.”
Io l’ho guardata: “Ho guardato nel suo computer una volta che ero da lui e ho visto che aveva dei porno gay.”
“Tu sei fottutamente pazza.”
“E’ innamorato di te ed io lo so.”
Io scossi la testa, mi allontanai ed andai nella mia camera.
La settimana fin’ ed il test di paternità provò che Giacomo non era il padre del bambino di Alice. I miei genitori si scusarono con me ma io avevo la sensazione che Alice non avesse finito di tormentare Giacomo…
con il mio Sogno a metà strada
L’inverno è..la strada è deserta.Stavo tornando a casa,e sto ascoltare qualche cazzate alla radio.Il mio cellulare sta suonando.6 Tu.Ciao amore,ho soggiornata sulla strada, la mia auto si è rotta.OK,dove sei?A metà strada verso casa..Sto arrivando per 10 ,.minuti,stai in macchina su caldo,bacio.Sto cercando di pensare a quello che sarebbe potuto accadere con l’auto.Pero nn posso.Basta che Ti sento mi fai fuocoso.Continuo a guidare e mi ricordo…Farò una sorpresa.Dopo un breve periodo di tempo ho visto la tua auto lungo la strada.Mi fermo,acceso tutti 4 lampeggiatori,e esco fuori.Stai in piedi accanto alla macchina in un cappotto di pelle lungo.Buona serra signorina cosa e successo?Posso io aiutare?Risata…Auto si è fermato, non so cosa potrebbe essere.Cerchiamo di sollevare il cofano e vediamo.Dopo poco tempo, Cinghia dentata e andato,ma nn è un grosso problema.Se magari avete calze di nylon potrebbe essere risolto.Io non indossarle adesso, ma io possa avere uno di riserva nel cassetto.Ottimo.Cosi il problema è stato risolto.Qui vicino ce un bar,possiamo andare prendere qualcosa per riscaldarsi?OK,io Vi seguirò.Bar era quasi pieno,e dopo quelli freddo là fuori, è stato un vero piacere essere un po ‘caldo.Ci siamo seduti e abbiamo ordinato un drink.Abbiamo iniziato una conversazione,un po ‘di tutto,come nn ci conosciamo mai prima.Ero un po nervoso e molto eccitato,sgualcito l’intero tovagliolo.Ti ho guardato e goduto.Ogni pezzo del tuo corpo, la tua voce, è stato perfetto..quando,improvvisamente sentito il Tuo piede tra le gambe,mmmmmmmmm.Mi hai guardato con quel barlume prostituta nel tuo occhio.Ti piace,ho sentito la tua voce morbida ssiiiiiiiii..Sei alzata dal suo posto e si diresse verso il bagno..nn aspettavo molto,mi sono alzato. Sono andato attraverso il corridoio per il bagno delle signore.Non mi guardo indietro, ero troppo eccitato.Sono andato dentro,e iniziato a cercarti.Ho aperto un’altra porta e trovato.Cosa fai,cosa vuoi PORCO?Nn sono una puttana!Ho chiuso la porta con la mano.Nn sei,ma diventerai ora.Ho decompresso i miei pantaloni e tirato fuori cazzo gia duro.Succhialo…Tu mi guardi,No non voglo.Ti prendo per morso,SUCCHIALO..con tua piccola mano prendi mio cazzo e lo dai un bacino mmmmm cossssi,continua,fai una leccatina al capello e lo prendi in bocca oooo cazzo siiiimmmmmmhhhh che calda bocca hai,braaaava…prendo tua testa e comincio scoparti nella bocca mentre miei coglioni stano battendo il tuo mento uuuuuhhhmmmmm dalla tua bocca grondante saliva,sento solo il tuo gargling..lo tiro fuori e ti do qualche schiaffo con cazzo Siiii ancora,dai,sono stata cattiva colpiscimi.L’ho spinto di nuovo
nel tua bocca.Questa volta piu profondo,e ogni volta quando lo spingo sento come batte nel faringe.I tuoi occhi stano cominciare lacrime.Bsata,alzati.Ti ho preso,e sto spingendo verso l’alto il tuo vestito sopra i fianchi,e ti strappo perizoma,Aiii mi fai male.Non ti piace?Siii ma fai un po leggero mmmmmmmmm Ok bella.TCua bella figa rasata e gia bagggggnata mmmmm Una cena per me.Ti do un bacio in bocca..mi sono inginocchiato,guardo tua bellezza,rossa e fuocosa lo do un bacio,e comincio leccarla leggero mmmmmmm che sapore Sento i tuoi sospiri siiiii sto succhiare una poi altra le labbra mentre con dito giro le clitoride,mio mento e bocca sono pieni di tuoi succhi,che piacere,sento come mio cazzo sta di pulsare.Messo un dito nel figa e comincio scoparti,sempre più velocemente siiiiiimmmmmmmDaiii voglio tuo cazzo dentro di me,scopa mi.Mi alzero,ti spinto in angolo,preso sotto il culo e sollevato.Mentre si baciavamo tu con mano prenderei mio cazzo e stai con sfregiamento cercando di metterlo dentro uuuuuuuuhhhhhhmmmm che troia che sei.Hai avvolto le gambe intorno a me.E scivolato,ora sei incazzata,comincio la pompa.mmmmmmm daiiii forrrrrte,veloce.Tua figa è esplosa,rivoli attraverso cazzo,siamo bagnati di tuoi succhi.Scccopa mi,scccopa mi bastardo aaahhhh con i denti e lingua ti sto mordendo e leccare capezzoli come due orsetti gommosi.Siamo fuori della mente.Stai sfregando su cazzo con tutto peso.Fottiti
con tutta la forza e io nn voglio smmetere voglio riempire ogni millimetro di tua figa.E tu,ti stai sfregando come selvaggia aaaaahhhhh mentre io ti baccccio,leccooo e morso collo.Sei mia troia picola.Adoro l’odore e il gusto del tuo corpo.Sciendi giu,lo prenderei nel bocca,ingerirai,lecchi le palle mmmmmmmm come gooooooodo,6 come una lupa affamata.Hai leccato ogni goccia di tua figa sul cazzo lungo tutta la lunghezza.Prendo tovagliolo dal tasca e copro il coperchio della toilette.Gira ti,sali sul coperchio e inginocchiati.Tutti santi,che culo bellissimo.Lo do baccio,e comincio leccarti mmmmmmm che bello ano hai,spingo lingua dentro aaaaa sento come godi quando comincio girare con lingua siiiii come e stretto e rosso,sputo sopra il buco e inserisco dito.Qualcuno entra nel bagno.Qualcuno è entrato,può sentire.Mi sono avvicinato bocca del tuo orecchio,e sottovoce detto…non mi interessa e lentamente ho morso l’orecchio.Ho fatto un passo indietro,ancora sputato al’ano,strofinato delicatamente con cazzo,e leggermente spingevo dentro.
Così appoggiata sulla cassetta di acqua,ti ho dato a mordere e succhiare il mio pollice.Ahhhh singhiozzavi.Preso tuo culo con le mani e comincio incularti mmmmmmm quel piccolo buco,caldo e eccitante.Ti sto sto scopare lento,e con ogni e morso piu profondo.Attraverso i denti dici come vuoi piu feroce.Inizio spingere come un cavallllllllooooo e inizio combinare,poco ti faccio scopare culo,poco figa,ho voglia di mettere anche coglioni,e tu godiiii …sento come sei calda,tuo corpo sta bruciare,figa bagnata spreme con ogni colpo di palle.Ho fatto un passo indietro e bacio e leccare il tuo culo.Ti ho dato uno schiaffo sul culo un paio di volte e comincio di nuovo incularti ora con piu forza e violenza Ti piace mio cazzo e diventato purpureo con tracce di tuo succhi,come ti voglio uuuuuuuuummmmmmmm siiiiiiiiiii fai centrifuga con culo mi fai impazzire sei reggina di sesso prendo tuoi cappelli,ti attratto da me e lecco tuo collo mmmmmmm che piacere guardarti quando godi e vedere l’espressione sul tuo viso.Scendi.Tue gambe tremano.Con voce roca dici Sei matto.Ti capisco,ma verità e che mi tu fai matto.Mi sono seduto sulla toaletta,Vieni piccola..Hai diffusa le gambe e a cavallo.Le mani hai pendente sulla parete.Io ti preso per culo,e comincio a impallare,nn forte..in poco tempo movimenti sono coordinati e stai iniziando a spingere i fianchi mmmmmmmsssssiiiii il sesso è nel tuo sangue,che grande TROIA che sei,dai fa mi venire,voglio scaricare tutta sborra dentro di te siiiiiaaaaahhhhh piu forte,daiiiii sento dolce dolore all’inguine,continua cosssssi,braaaaaava mi tuffo faccia tra le tue tette,sto leccare tuo sudore mmmmmmmmmmm come sei buona,daiiiiii bella continua,piu forte,piu veloce ssssssssssiiiiii ti metto dito in culo e tu hai le dita tra i miei capelli,cominci accelerare e si scopavamo come due a****li,nel mio grembo e un lago godiamo ho spinto dito piu profondo e dicevo Guarda mi!Tu hai provato,ma nn sei riuscita per lungo,tuo piccolo corpo comincia a tremare,e io quando ho visto queste due mandorle sono esploso profondamente in te mmmmmmmmmmi sentivo ogni getto di sborra come uscire…eravamo così ancora un po di tempo in silenzio..eri riposata su di me..e io?Me nn frega niente,voglio che questo momento dura per sempre!Ci alzammo,ti do un bacio,e sono uscito.Quando sono arrivato al nostro tavolo,il cameriere mi guardò con stupore.Si avvicinò e disse confuso,Volete qualcosa da bere?Due tè,grazie.Il posto era già prima della chiusura.Quando tornò con il tè, ha chiesto timidamente,e la signorina?Ho risposto..Ora verrà, fissa il suo trucco in bagno.Ho pagato e gli ho dato una mancia.Poi sei arrivata.Eri meravigliosa come il primo giorno che ti ho incontrato 😉
Il mio primo public anal sex
Mi trovavo in un bar con un mio amico nel mese di Agosto del 2002. Bevendo una birra e guardandoci attorno il mio amico mi propose di chiamare un paio di sue conoscenti le quali mi erano state presentate un anno prima ad una sagra. L’intenzione era quella di condividere la serata magari bevendo qualcosa assieme per poi andare a ballare. Dovevamo aspettare circa una mezz’ora perché loro non vivevano li vicino, ma con i bicchieri ancora pieni non ci preoccupammo di come spendere il tempo. Al loro arrivo eravamo alle prese con altri bicchieri che nel tempo avevano preso posto ai precedenti, offrimmo loro da bere e passammo circa un paio d’ore a scherzare con battute a doppio senso. Il mio amico mi confidò dell’interesse di una di loro nei miei confronti e forse lo avevo già capito visto che parlava solo con me. Ad un certo punto sentii il bisogno di andare in bagno….effetto della birra, mi scusai e mi allontanai. Dopo essermi alleggerito, mi lavai le mani ed in quello la ragazza, quella interessata a me, entrò nell’antibagno del bar e scherzando cominciò ad avvicinarsi. Evidentemente anche a lei era stato detto che non mi dispiaceva e forse, merito del vino veritas, qualcosa l’aveva spinta a farsi avanti….magari anche con l’aiuto dei discorsi affrontati prima. Naturalmente, essendosi avvicinata di molto, azzardai a posarle le mani sui fianchi, come per accompagnarla visto lo spazio stretto….sinceramente non volevo azzardare a buttarmici sopra rischiando una figuraccia. A questo punto lei posò le sue mani sul mio petto e mi baciò…in men che non si dica mi trovavo tra i pantaloni il solito bozzo da eccitamento. Lei, buttandosi su di me lo sentì e sorrise.
A quel punto mi allontanai e tornai al tavolo attendendo il suo ritorno dal bagno. Come tornò ricominciammo a parlare e affrontammo il discorso di cosa fare e dove andare…sarà stato forse il tocco precedente a farmi fare tale passo o forse no, però dissi “Andiamo in spiaggia?”, risposta della sua amica “A fare cosa? Non c’è nulla li?”, ed io “A fare sesso, cos’altro?”. La sua amica arrossì, io la buttai sul ridere ma fui colpito dallo sguardo di colei che sino a pochi minuti prima mi ci si era buttata sopra…era interessata. Ridendo e scherzando andammo a pagare e poi verso la macchina. la sua amica non era molto convinta del da farsi ma lei la fece azzittire con qualche parola che non ricordo o forse non avevo proprio ascoltato. Giunti alla spiaggia, il mio amico e la sua amica si sedettero su delle sedie fuori di un bar a chiacchierare mentre io e lei li salutammo dandogli appuntamento a più tardi. Inizialmente credevo che comunque non avrei cavato un ragno dal buco, ma giunti su degli scogli lei si sedette rivolta verso di me e cominciò a spogliarsi…pensai…magari vuole fare il bagno, ma a corpo completamente nudo disse “e allora? che fai?”. Nemmeno chiesto che ero già nudo, il mio membro le puntava dritto negli occhi, lei lo prese in mano e cominciò a masturbarmi con conseguente pompino. Grattava un po’ con i denti ma con tutto quell’alcol in corpo non badavo a tali sciocchezze. Dopo avermelo succhiato per un po’ si alzò e si girò dandomi la schiena, si appoggiò sugli scogli donandomi l’immagine di quel fondoschiena a violino…non ci pensai due volte, misi il preservativo e lo infilai nel primo canale. Dopo un popò di avanti e indietro le chiesi se le piacesse il rapporto anale, lei disse di si e…non attesi troppo tempo prima di inumidirle il buchetto per poi infilarglielo. E’ stata la mia prima volta in un luogo pubblico e per di più anale. L’atto è stato sublime, lei una gran maestra seppur più giovane di me. Unico difetto, che nonostante tutto mi eccitava, era il fatto che fosse come una gatta, graffiava e mordeva, per tre giorni avevo difficoltà a mettermi la maglietta per il bruciore alla schiena dovuto ai suoi graffi….ma da li comincia ad apprezzare la spontaneità femminile.
Il custode del parcheggio
il custode al mare
Una primavera
Io e mio marito, siamo andati una settimana in vacanza al mare, abbiamo affittato un appartamentino in un residence.
Era già notte quando siamo arrivati con l’auto davanti alla guardiola del custode, con la sbarra chiusa e un cartello con scritto “parcheggio completo”, il gabbiotto era illuminato ma non si vedeva nessuno, mio marito scende dall’auto e va a guadare vedendo un posto proprio li accanto alla guardiola, un uomo sulla cinquantina arriva, ha una torcia in mano, si avvicina e senza neanche degnarci di molta attenzione illumina il cartello per farci intendere di leggere che non ce posto, lo chiamo io mentre scendo dall’auto e fermandomi davanti ai fari della macchina gli chiedo se almeno per quella sera possiamo metterla in quel posticino libero, l’uomo finalmente si gira ah un attimo di sgomento prima di rispondere.. i fari rendevano trasparente il mio vestito bianco… “Si vi apro subito”!!
Risalii in macchina e mio marito mi disse “certo che con gli uomini ci sai proprio fare…!!”
Parcheggiata l’auto, il guardiano divenne cosi galante che mi apri anche la portiera, e io da brava troia esibizionista scesi scosciandomi, il vestito era corto e sotto indossavo solo le calze autoreggenti, come al solito ero senza le mutandine.. lasciai ammirare al guardiano per bene il mio boschetto.. tra le cosce scendendo lentamente dalla vettura.
Finalmente eravamo arrivati ero stanca e anche se quell’uomo rude mi intrigava per quella sera andammo subito a dormire.
Il mattino seguente scesi in macchina per prendere alcune cose , il cancello era aperto la guardiola chiusa, lessi l’orario del guardiano era dalle 18 alle 2 di notte, accanto alla guardiola c’era una sedia, posato su di essa un giornalino a fumetti porno, che porco pensai mentre sfogliavo non senza una certa eccitazione quel fumetto.
L’appartamento sito al primo piano, era grazioso e il balconcino dava sul parcheggio proprio di fronte alla guardiola, alle 18 uscii a controllare se era arrivato sapevo di dovergli chiedere se ci lasciava il posto per tutta la settimana lì, quindi prima di uscire mi infilai un micro abito senza intimo sotto e che metteva bene in evidenza il mio seno prosperoso, quindi uscii.. Lui arrivò subito sotto il balcone e io con voce mielosa gli chiesi se potevo lasciare lì l’auto, lui concentrato nel guardarmi sotto la minigonna.. annuii..
Rientrata in casa mi resi conto che mi ero bagnata quell’uomo mi eccitava il suo essere cosi rude..
Per tutta la settimana mi scosciai davanti a lui, ero arrivata anche a sedermi a leggere sul balcone con le cosce aperte senza intimo sotto e lui dalla guardiola che guardava. l’ultima notte dopo aver parcheggiato lì accanto alla sua guardiola, io con una scusa dopo aver lasciato salire in casa mio marito ritornai alla macchina, mi sedetti lasciando la portiera aperta fingendo di cercare qualcosa sui tappetini mi scosciavo per bene.. Ha bisogno? mi chiese mentre si avvicinava, io rimasi scosciata avevo l’abitino cortissimo e la passera in vista, era li accanto, gli dissi che non trovavo un orecchino, forse è caduto sul tappetino o in cortile gli dissi che ci tenevo molto, lui si mise a cercarlo non gli fù difficile non trovarlo perché era accanto alla macchina, lo prese e me lo diede, gli dissi non so come ringraziarla con un tono di voce di chi aveva bevuto.. scesa dall’auto mi avvicinai a lui dandogli un bacio sulla guancia, l’uomo ne approfittò subito e mentre gli davo il bacio lui mi mise una mano sul culo e strinse tirandomi a lui schiacciandomi le tette contro il suo petto.. e facendomi sentire la sua eccitazione.. il porco si strusciava contro la mia coscia facendo salire anche in me l’eccitazione a****le che provavo vicino a quell’uomo.. mi spinse tra il muro e la guardiola si mise a baciarmi le tette liberandole dal vestito le sue mani mi frugavano nell’intimo della mia farfallina.. ero bagnatissima e sentire le sue dita aprirmi mentre l’orlo del vestito era risalito sino alla passerina già umida, le gambe erano tese e dure nello sforzo di controllare quella posizione e i muscoli dei glutei erano contratti come durante un esercizio ginnico; io respiravo profondamente, ed il contatto con il bozzo duro e prominente che premeva contro la mia coscia sinistra, mi faceva capire l’eccitazione del guardiano. Sentivo la sua mano fredda e umida dei miei umori scivolarmi su e giù sul clitoride, tenevo la testa all’indietro e gli occhi socchiusi, ma mi accorsi ugualmente, un po’ per il rumore dello zip, un po’ per il suo armeggiare con la mano destra, che si stava sbottonando i pantaloni, dopo lo schiocco di un elastico sentii qualcosa di molto caldo spingere con maggior insistenza contro la coscia… era grande come me lo immaginavo nei miei sogni di quella settimana durissimo e ben lubrificato. Spostò la mano destra sul mio sedere.. anche lui respirava rumorosamente, mentre quel suo affare mi strusciava e mi sbatteva sulla coscia con furia, come se volesse scoparmela come un cane. Io presi a dimenarmi, per la eccitazione che stava salendo e la voglia di sentire dentro di me quell’uomo e prima, che sfogasse l’eccitazione repressa dopo una settimana di provocazioni sulla mia coscia mi staccai da lui e mi chinai a prenderlo in bocca , è all’altezza del mio viso… i miei seni sono diventati di marmo… lui con una mano li accarezza, stringendomi i capezzoli, prima uno poi l’altro… mentre abbassa lo sguardo, dalla mia passerina colano umori che scorrono lungo le cosce…con un dito mi sfioro il clitoride… le tempie mi pulsano per l’eccitazione… lo afferro per le natiche e affondo la faccia contro il suo cazzo mentre scompare nella mia bocca, sempre più giù, in gola… la sento piena, mi fermo un attimo senza muovere la testa ne la bocca, per sentire fin nelle viscere quella sensazione di pienezza… poi lo faccio uscire… strofino la cappella sul mio viso aspirandone l’odore e sui capezzoli…mio marito è su in casa a pochi metri sa cosa sto facendo e sicuramente spia dalla finestra, e ciò aumenta ancora di più l’eccitazione… inghiotto lentamente il cazzo ancora, lentamente, lo faccio uscire dalla bocca, leccandolo piano… continuo a leccarlo, come un gelato, mentre con la mano lo masturbo… lo inghiotto di nuovo, iniziando un lento su e giù di labbra e bocca, succhiandolo… la lingua scende veloce fino ai coglioni, gonfi da scoppiare… li prendo in bocca, prima l’uno poi l’altro… mentre la mano va al il clitoride… sono un lago… succhio e lecco, sempre più veloce…. Ho voglia adesso di sentirlo dentro… alzata di nuovo mi girai contro il muro con le mani aperte appoggiata ad esso lui dietro di me con le mani sulle mie tettone penzolanti stringermele mentre il suo membro fra le mie cosce, che subito strinsi intorno ad esso come in una morsa di carne. Mi abbandonai contro il suo corpo, la sua lingua che mi penetrava nell’orecchio come un serpente, le sue mani che mi strizzavano dolorosamente le tettone.. ed il suo cazzo fra le gambe, duro e gonfio che mi scopava in maniera brutale… le gambe mi stavano cedendo il suo cazzo lo sentivo dentro l’utero lo sentivo dentro la testa il suo odore le sue grandi mani… l’orgasmo fu intenso.. mi chinai a finire il lavoro che avevo iniziato prima volevo il suo sperma… l’idea di bere la sua sborra mi fa impazzire… lo riprendo a succhiare, la testa si muove sempre più veloce… finche sento l’uomo inarcarsi leggermente, senza un grido…una cas**ta di sborra mi invade la bocca… ingoio quel liquido caldo, una piena che mi esce dalla bocca e sgocciola sul mio seno…mmm quel sapore mi da alla testa continuo il pompino finché non esce più nulla… ma continuo a leccare il cazzo dell’uomo, ripulendolo completamente.
Sazia e soddisfatta salgo in casa dal mio maritino, lo trovo con il cazzo in mano duro si stava segando dopo aver spiato tutto con il binocolo, mi fa chinare a novanta contro il tavolo le sue mi insalivano l’ano punta la sua cappella e spinge.. il mio secondo canale si dilata mentre il suo pene entra tutto fino alla radice.. pochi affondi e sento il suo sperma caldo nel mio intestino.. dopo essersi scaricato mi sussurra “ sei una grandissima troia”…
il custode 2
La mattina seguente mi alzai e ripensando alla sera prima e al custode, al suo cazzo odoroso e sporco e a come mi aveva usato era di nuovo eccitato. mi sono alzato di corsa e sono andato in bagno nella speranza che nessuno notasse la mia eccitazione. arrivato in bagno mi feci una sega paurosa infilandomi il manico della spazzola nel culo; feci una sborrata fantastica, nel bagno c’era odore di sperma, me l’ero fatta sulla pancia e da li colava sui pochi peletti che erano presenti sul mio pube, era ancora indietro con lo sviluppo nonostante i miei 14 anni, avevo un cazzo non troppo grosso, pochi peli solo li, palle e culetto liscio e devo dire che non mi sorprendeva che ai miei amici piacesse farlo con me.
Sono andato a scuola ma ero mentalmente assente, ero impaziente di rivedere il custode, alle 18 dovevo stare presso il suo casolare vicino ai campi da tennis, la mattinata a scuola sembrava non finire mai, alla campanella d’uscita mi involai verso l’autobus per arrivare a casa il più velocemente possibile e fare subito tutti i compiti. passavano le ore e nel pomeriggio passarono a chiamarmi gli amici ma io dissi di sentirmi poco bene e che non sarei uscito quel giorno. Angelo preoccuopato mi chiese se c’entrava qualcosa quello che ci era successo la sera prima e io dissi – no tranquillo quel porco si è sfogato e mi ha lasciato andare -.
Erano quasi le 18 e mi incamminai verso il casolare del custode dei campi da tennis.
mentre mi avvicinavo ero preso da un misto di eccitazione e paura; rimasi un pò impalato davanti alla porta ma alla fine bussai, sentii la sua voce forte e molto autoritaria che diceva avanti. appena dentro sentivo il suo odore di uomo, aveva un odore forte di sudore, da uomo che aveva faticato tutto il giorno. la sua casetta era piccolina, appena entrati c’era una sorta di salottino con divano, tv e un angoletto per cucinare, poi c’era il bagno e una sola camera con un lettone vecchio.
Quando mi vide disse – ah sei tu troietta, allora sei venuto, ti è piaciuto il mio cazzo ieri -; io non dissi niente ma il mio silenzio suonò certamente come un si, infatti mi disse: – fai una cosa vai di la nella camera spogliati e aspettami che arrivo subito, vado in bagno e arrivo -.
Andai di la mi spogliai e aspettai che arrivasse, poco dopo arrivò completamente nudo, la sera prima solo il cazzo avevo visto, era bassino, peloso, cazzo corto e largo, pancia molto pelosa, si sentiva tutto il suo odore misto di sudore e piscio, si mise
sul letto e mi disse e brava la mia troietta ora devi farmi godere.
Mi ordinò di iniziare a leccarlo sul corpo, mi fece leccare i capezzoli e avevo vicino le ascelle che emanavano un forte odore di sudore, mentre leccavo lui mi toccava il culo sembrava impazzire per il mio culetto liscio, ci infilava dentro le dita e ci giocava ad un certo punto mi disse di prenderglelo in bocca e io ovviamente non mi feci pregare, appena preso in bocca quasi vomitavo ma resistetti, sapeva di piscio, mi ordinò di pulirlo per bene e di leccare anche le palle. dopo poco che lo pompavo mi disse – che bella troia che sei! ora però devi dimostrarmi obbedienza e allora scendi e leccami i piedi -. non sapevo cosa fare, rimasi fermo e allora lui mi prese per i capelli e mi disse – dai troia fai quello che ti chiedo, fai godere il tuo uomo -. mi ritrovai a lavorare con la lingua su quei piedi sporchi e odorosi, ma la cosa stranamente mi eccitava. mentre leccavo i piedi mi aveva fatto posizionare con il mio culetto verso la sua faccia e lui continuava a giocarci, ogni tanto mi srizzava palle e cazzo, mi diede anche delle sculacciate. ad un certo punto mi fece mettere a pecora sul letto e mi disse – ora il tuo uomo ti scopa bella troietta -; sputò sul buco e mi impalò. Ho sentito dolore quando è entrato ma ben presto divenne piacere, quando mi venne nel culo simultaneamente sborrai anche io senza toccarmi, se ne accorse e mi disse – brava la mia troietta -; poi mi fece alzare e mi disse – vieni in bagno che me lo pulisci -. mi fece mettere nella vasca da bagno, mi mise il cazzo in bocca sporco di sperma e degli umori del mio culetto e me lo spinse dentro dicendomi -dai puliscilo – e era ormai moscio ma ad un certo punto sento qualcosa di caldo e di acre che invade la mia bocca, mi stava pisciando in bocca e mi teneva la testa; appena mi lasciò sputai il più possibile. Senza preoccupazione mi disse: – giovedì è il mio giorno libero passa alla solita ora che ti faccio divertire con un mio amico e ricordati di non mancare -.
arrivai a casa e corsi in bagno a lavarmi con la paura che potesse sentirsi l’odore di piscio e cazzo che avevo indosso.
Il collega
Mia moglie mi guardava con aria terrorizzata… il mio collega stava li’, di fianco a lei, col cazzo in erezione fuori dai pantaloni…
era venuto per prendere alcune pratiche di cui aveva bisogno e che per errore mi ero portato a casa io. Lo facemmo accomodare in cucina e io dissi a mia moglie di preparare il caffe’, mentre prendevo i documenti. Uscii dalla cucina e cominciai a rovistare nella mia borsa del computer portatile che tenevo in corridoio, alla ricerca dei fogli. Sentivo lui che le faceva dei complimenti, cosi’ senza farmi notare seguii la scena con lo sguardo… lei era di spalle che preparava il caffe’, mentre lui non staccava gli occhi dal suo culo…lo vidi avvicinarsi a lei… si vedeva chiaramente la sua possente erezione attraverso i pantaloni… da dietro le disse qualcosa che non riuscii a sentire, mentre si appoggiava al suo culo. Lei sussulto’, le sentii dire “dio mio…quant’e’ grosso”. Senza voltarsi, mise una mano dietro per tastare la sua virilita’, lui abbasso’ la zip dei calzoni e lei infilo’ la mano…Io feci un po’ di rumore per farmi sentire e rientrai in cucina… si voltarono velocemente verso di me, lei davanti a lui, per coprirlo… Li guardai con aria stranita e dissi “qualcosa non va?” mia moglie era imbarazzatissima… lui invece usci’ allo scoperto, si sposto’ mettendosi di fianco a lei e mostrando il suo membro a me… e che membro! Il mio cazzo ebbe un’impennata… guardavo quella verga e la immaginavo scorrere lentamente dentro di lei… Finsi stupore, mentre mia moglie arrossi’, portandosi le mani alla bocca. Lui disse: “tua moglie e’ una gran bella donna…mi piacerebbe scoparmela…. E lei si farebbe montare molto volentieri.” La guardammo entrambi, in cerca di un suo cenno di assenso, o di smentita… lei era sconvolta… non riusciva ad aprire bocca. “Davvero tii faresti scopare da lui?” dissi io. Mi guardo’ per un lungo attimo… poi fece un cenno di assenso con il capo. Non ce la facevo piu’, il cazzo mi scoppiava nei pantaloni… “Bene allora, cominciate pure” dissi sedendomi sulla sedia. Tirai fuori il mio cazzo ormai dolorante, e cominciai a masturbarmi guardando lei che, inginocchiatasi, gli faceva un pompino. Lei mi guardava negli occhi, mentre lui le diceva “brava, cosi’…ho capito subito che sei una troia repressa”… dopo qualche minuto disse “ora basta…voglio montare questa vacca…” la fece alzare, prese una sedia e si sedette di fronte a me. Lei si tolse la gonna e le mutande e si sedette su di lui, volgendogli le spalle. Vidi una smorfia di dolore sul suo volto quando il palo dell’uomo la penetro’… quando lo ebbe preso tutto lui mise le mani sotto al suo culo e la sollevo’, per poi lasciarla scendere lungo la verga…mi guardava, ma il suo sguardo era perso nel piacere…venne due volte nel giro di pochi minuti, mentre l’uomo instancabilmente e lentamente muoveva la verga dentro di lei… poi anche lui cedette al piacere…sfilo’ il pene e lancio’ uno schizzo che le riempi’ la faccia… un secondo fiotto arrivo’ fino a me, e quando sentii il calore del suo sperma sulla mia cappella e sulla mano venni anche io…
il cielo privato
Era un venerdì di luglio,decidiamo di organizzare una cena sul terrazzo con una coppia di amici.Abitiamo all’ultimo piano di una palazzina,una specie di attico ma niente cose di lusso,costruzioni edificate e poi condonate in piena periferia.La cosa che più adoriamo della nostra casetta è che ha il cielo privato.Se qualcuno venisse a casa nostra arrivando all’ultimo piano si troverebbe davanti una porta tale e quale a quelle delle abitazioni dei piani inferiori,però aprendola non troverebbe una casa,bensì un terrazzo con il suo angolo di cielo privato . Sul terrazzo due finestre e l’effettiva porta d’entrata della nostra casa.Questi è chiuso su tre lati e aperto nella parte frontale,non è in una posizione super elevata per cui i palazzi di fronte possono godere di una visuale perfetta su di esso.In uno di questi palazzi ci abita un trentenne con qualche disturbo della personalità,uno non proprio sveglio diciamo.Il mio compagno conosce la sua situazione,non ha mai avuto una ragazza,sostanzialmente non ha mai scopato,è estraneo alla maggior parte delle cose che comprendono il sesso.Pensate a quanto può essere fissato con la fica uno che a 35 anni non ha mai scopato e frequenta assiduamente la parrocchia del quartiere..Spesso me lo ritrovo in finestra a spiare e in estate gli spettacolini di certo non mancano quando stendo la biancheria ,quando annaffio le piante,quando facciamo sesso e ci stuzziachiamo al chiar di luna.Anche perchè nel periodo caldo diventa la stanza in più della casa,viviamo all’esterno.Verso le 20.00 arrivano i nostri ospiti.La sera con il suo refrigerio sta appena cominciando a calare su di noi e una splendida luna piena si sta alzando.Ci accomodiamo fuori e facciamo due chiacchiere davanti ad una birra,in attesa che l’acqua inizi a bollire.Non li conosciamo molto bene.quindi mi sono vestita abbastanza casta,lei al contrario alla seconda cena si presenta con una minigonna giro passera,non è una modella ma è molto carina.Entrambi sono molto amichevoli due persone con cui si condivide bene il tempo.Lui molto benestante ma non proprio un adone,lei bassina, mora,straniera dell’est europa,carnagione olivastra,due belle tette sode avvolte da una bella scollatura,un pò di culone e un pò di cellulite ma nel complesso passionale e sensuale.Almeno a giudicare dai modi di fare rilassati,espliciti e provocatori che ha. Il mio uomo accende il barbecue,lei viene dentro con me e si offre di apparecchiare per la cena.Quando porto i piatti in tavola vedo con una certa sorpresa che lei è vicino al mio lui,e il suo uomo ed io siamo dall’altro lato del tavolo.Fin dai primi incontri sia io che il mio compagno abbiamo avuto l’impressione che lui avesse delle tendenze un pò cuck,gli piace esibire la sua donna,un pò come il mio uomo ma ancora più sfrontato.Insomma con quel pezzetto di stoffa che la copre l’immaginazione non serve.La cena prosegue chiacchierando amabilmente,qualche discorso un pò più spinto.Così ci troviamo a parlare di chirurgia estetica,il suo ragazzo la provoca dicendogli che gli farebbe fare una quinta,lei controbatte voltandosi verso il mio lui,si stringe le bocce tra le mani e le comprime mentre le tira su facendole trasbordare ancor di più dal suo decoltè,un altra spinta e avremmo potuto vedere i capezzoli.Il mio ragazzo apprezza,la sua attenzione è stata magnetizzata da quel panorama.Il suo uomo la guarda compiaciuto e sornione.Finita la cena proseguiamo nel conversare davanti ad un caffè e ad una vodka,ora lei è voltata verso il suo commensale,gambe che si accavallono e si scavallano,piedi che si poggiano sui poggiapiedi della sedia ecc….Non posso vedere ma so che il mio lui si sta godendo uno spettacolo inatteso.Lo provoca e si esibisce fino alla fine della serata.Sono contenta per lui ma allo stesso tempo anche un pò gelosa.Verso mezzanotte si alzano per tornare a casa,ora che è in piedi la guardo per l’ennesima volta e penso che nel nostro letto ci starebbe proprio bene,se non fosse per il suo compagno che non è proprio un granchè.Anche io vorrei la mia parte eventualmente!Ci salutiamo e la porta sull’esterno si chiude.Ora siamo soli io e lui.Sono poggiata con il culo sul bordo del tavolo e lui mi si avvicina con il suo bel sorriso,senti quà mi dice.Prende la mia mano e se la porta sula cazzo,lo guardo dicendogli che le moine e l’abbigliamento della nostra amica hanno fatto il loro effetto.Gli sbottono i pantaloncini e,come spesso accade in estate lo trovo senza mutande,mi chiedo come avrà fatto con la sua erezione a passare inosservato.Lascio cadere a terra l’indumento e gli prendo il cazzo in mano senza stringerlo,inizio a muovere la mia mano,lo bacio sul collo e mi avvicino al suo orecchio.Sussurrando gli dico che se prova a scoparsela senza di me lo eviro,zack!Intanto la mia mano si è stretta in una spira mortale sul suo arnese,si piega in avanti e prova a rassicurarmi,io gli ribadisco il concetto.Credo che abbia afferrato ,posso continuare.Entro un attimo in casa e spengo le luci ma con questa luna sembra giorno.Ora le posizioni sono invertite lui poggiato sul tavolo e io devotamente inginocchiata davanti al mio bel cazzo.Lo succhio,lo lecco,me lo struscio nella sua lunghezza sulle labbra, ecc….Mi alzo e lo bacio con molta passione,le sue fantasie mi eccitano da morire,giochiamo con le nostre lingue.Lui in un attimo mi spoglia tutta,sono completamnete nuda e una brezza ristoratrice ci carezza.Mi bagno al solo pensiero di questa immagine di noi nudi ,esposti,visibili e indaffarati a perderci nel nostro piacere.Abbracciati ruotiamo su noi stessi , mi fa voltare.Ora mi ritrovo con gli avambracci sul tavolo,il ventre che quasi ne tocca il bordo e il culo appizzato,si inginocchia e inizia un cunnlingus fantastico che mi manda sempre più su di giri.Inarco ancor di più il bacino permettendogli di affondare la sua lingua dentro di me.Due forze uguali e contrapposte che si scontrano.Si alza in piedi e mi inizia a sbattere sempre più violentemente,si sfila e passa alla bocca che nella posizione in cui sto ,esattamente come il culo,si trova ad un’altezza perfetta,basta girarmi un pò la testa e lo prendo tutto.Inizia a scoparmi in bocca,indifferente ai miei conati.Ogni tanto sono costretta ad arretrare per riprendere fiato mentre lui continua, afferrandomi i capelli, a spingere la mia testa sul suo membro.Si posiziona di nuovo dietro me e ricomincia a penetrarmi,messa così sono in balia totale delle sue pulsioni.Alzo la testa e guardando verso i palazzi di fronte scorgo una lucina rossa di una sigaretta accesa .La finestra è quella di questo tizio che spesso mi osserva.La luce è spenta ma ne posso cogliere i contorni della persona,o almeno a me così sembra.Riabbasso la testa e lo metto al corrente dello spettatore,lui entusiasta continua la sua performance .Mi prende una gamba e me la fa mettere sul tavolo,la mia fica gronda piacere come un fiume in piena,si sfila e mi lecca su e giù,dalla patata al culo,poi si rialza e riprende da dove aveva lasciato.Continua ancora un pò,poi mi fa alzare e mi fa sdraiare supina sul tavolo.Vorrei urlare il mio piacere ma non posso,per ovvie ragioni.Sono su un fianco,un gamba tenuta su dal suo braccio e una poggiata per metà su tavolo.La mia bagnatissima fica appena oltre il bordo del tavolo.Continua ad alternare indifferentemente la mia bocca e la mia fica,penso al nostro spettatore,sicuramente si starà masturbando.Lo immagino eiaculare,ansimare per l’eccitazione,desiderarmi.Dopo un pò si sfila e inizia a masturbarsi sulla mia fica,se lo mena e il glande mi sbatte sul clitoride,ogni colpo mi avvicina sempre più ad un piacere che sta per esplodere.Mi penetra di nuovo,prende la mia mano e me la poggia sul mio pisellino che inizio a sollecitare con un movimento circolare.Godo in un lamento soffocato e in uno spasmo muscolare,che a me sembra non finire più.A questo punto anche la sua resistenza sta per esaurirsi,esce e lo spinge un pò nella mia bocca.Le mie labbra ora disegnano una O aperta sul suo giocattolo,lui lo muove su e giù con la cappella,lì davanti pronta a riempirmi la bocca.Viene e il suo sperma caldo mi schizza dentro la cavità orale per due tre volte,un centro perfetto direbbe lui.Mi sollevo un pò sulle braccia e deglutisco,lo ripulisco un pò ma il suo membro,forse per il troppo sangue affluito,è ultrasensibile come lo sfioro si contorce.Ci diamo una lavata e andiamo a letto.Però ora che sono quì sdraiata mi coglie una domanda improvvisa.Quella troia le avrà indossate le mutandine?
Racconto trovato in rete su xhamster.
La mia signora si chiama Eliana, è molto carina, piccolina magra seno piccolo capelli corti, sembra una ragazzina anche se ha 38 anni, ha comunque un che di ragazzina viziata essendo figlia unica di una famiglia agiata, lei è impiegata in una azienda con più sedi distaccate. L’azienda a causa di ristrutturazioni ha deciso il trasferimento di Eliana in un’altra sede, la sua mansione ora era allo sportello con il pubblico, lei invece prima aveva una mansione amministrativa, essendo lei come dicevo un pò “preziosa” se l’è presa a male. Con me ne parlava continuamente lamentandosene, mi diceva che aveva la possibilità di ritornare alla sua precedente mansione e relativa sede vicino a casa grazie ai buoni uffici del suo ex direttore ora in pensione ma ancora molto influente. Una sera mi ha chiesto se poteva invitarlo a cena per Venerdì sera, voleva trovare una soluzione, dal momento che è single lei mi ha chiesto se mi dava fastidio la cosa, io ho subito intuito a cosa volesse alludere e prontamente le ho risposto che non mi creava nessun fastidio. Il venerdì io ho un impegno fisso con gli amici e le ho chiesto se poteva ricevere l’ospite da sola, lei ha annuito soddisfatta, forse era quello che sperava, mi disse che avrebbe invitato Paola la sua amica per non trovarsi da sola. Venerdì sera alle 20 arriva l’ospite, io stavo per uscire, ci siamo salutati e me ne sono andato, uscendo è arrivata anche Paola, era tutta tirata aveva un vestito scuro da sera, calze nere velate con scarpe decoltè e tacco alto. Salutandola ho notato che aveva una borsa da boutique con dentro dell’intimo e cercava di nasconderlo, io sono riuscito a vederlo lo stesso e facendo comunque il finto tonto l’ho salutata, lei è entrata in casa accolta da Eliana e il suo ospite. Uscendo con l’auto mi è venuto un dubbio, a cosa e a chi serviva l’intimo nella borsetta? Decisi di fingere di essermene andato, parcheggiai l’auto dove non mi si potesse vedere e sono tornato a piedi entrando dall’ingresso secondario, sono rimasto dietro alla porta che da sul corridoio del soggiorno da li avevo una totale visione del soggiorno e sala da pranzo senza essere visto. Stavano parlando tutti e tre assieme, ad un certo punto Eliana ha chiesto a Paola se le avesse portato la sorpresa per il suo ospite, Paola rispose di si porgendole la borsetta, ah però ecco per chi era l’intimo, per Eliana, lo ha fatto comprare a Paola per non correre il rischio che lo vedessi io, la cosa si faceva intrigante, Eliana a quel punto disse a Paola.
“Mi accompagni di sopra? Tu aspettaci qua un’attimo?”
Lui annuì felice, sono salite e dopo una ventina di minuti scesero, Paola era la prima e disse all’ospite.
“Ora arriva la sorpresa.”
Eliana scese, indossava un miniabito da cameriera trasparente sulle tette, aveva le calze a rete il reggicalze a giarrettiera sulla coscia sinistra e scarpe a tacco alto, il vestitino era talmente corto che si intravvedevano le natiche, Paola disse.
“Ecco stasera Eliana sarà la nostra cameriera cosa ne pensa?”
Lui rispose.
“Benissimo questa si che è una sorpresa!!!”
Paola e l’ospite si accomodano in sala mentre Eliana va a prendere gli aperitivi, durante la sua assenza lui chiese a Paola.
“Le fate spesso queste belle sorprese?”
Lei rispose
“No solo tra di noi di solito ma con lei stasera facciamo un’eccezione.”
Arrivata Eliana presero l’aperitivo e poi cenarono, Paola conduceva in maniera egregia il gioco facendo astute allusioni, facendo intendere fino a dove si potesse arrivare, Eliana la seguiva e serviva prendendosi qualche palpata tra una portata e l’altra, lui era incredulo e molto eccitato diceva che amava questo tipo di situazioni, Eliana non ha praticamente mangiato ha solo servito i due complici. Finita la cena si sono seduti sui divani per prendere il caffè, Paola era difronte all’ospite, Eliana appoggiando il vassoio sul tavolino si è chinata facendo vedere il suo culetto segnato solo dal filo di un minuscolo tanga, Paola allora ha guardato l’ospite che si gustava la visione del culetto di mia moglie strizzandogli l’occhio. Eliana è tornata in cucina per una decina di minuti, nel frattempo l’ospite si è seduto di fianco a Paola accarezzandole le gambe, lei senza parlare gli ha accarezzato la patta dei pantaloni, lui ha tentato di baciarla ma lei gli ha detto.
“Non sono io il piatto della serata.”
Aprendogli poi i pantaloni e tirandogli fuori il cazzo, era molto grosso e duro, lei ha iniziato a menarglielo piano ed è arrivata Eliana, alla vista della situazione ha sospirato dicendo.
“Ah però che grosso…”
Paola le ha ordinato di avvicinarsi dicendo poi a Eliana.
“Girati e fai vedere cosa offri al tuo ospite stasera.”
Eliana si è girata porgendogli il suo sederino, Paola chiedeva a lui.
“Carino vero? Piccolino ma sodo.”
Intanto glielo continuava a menare piano, lui deglutiva dall’eccitazione, Paola ha poi detto.
“Dai Eliana vieni a succhiare il cazzo al tuo ospite.”
Eliana si è seduta ed ha iniziato a sbocchinare il cazzo che le riempiva la bocca, Paola le si è avvicinata e le ha fatto scendere la cerniera del vestitino, glielo ha tolto lasciandola con il tanga trasparente che le copriva solo la fichetta tutta depilata, Paola ha iniziato a baciarle i seni mentre Eliana menando il grosso membro con la mano si faceva baciare in bocca dall’ospite. Con le dita Paola le sfiorava la figa sotto il tanga, l’avevo sempre sospettato che Paola fosse lesbica ma Eliana non me la immaginavo farsi fare da una donna, la situazione era eccitante, lui si è spogliato nudo mettendosi in piedi davanti ad Eliana per farsi sbocchinare. Paola era scesa tra le cosce di mia moglie togliendole il tanga ed iniziando a leccarle la fica rimanendo vestita, poi anche lei si è tolta il vestito rimanendo con l’intimo facendo vedere tutta la sua splendida femminilità e rivolgendosi a lui disse.
“Dai non hai voglia di chiavartela sta bella cameriera?”
Lui senza farselo ripetere le ha aperto le cosce penetrandola, Paola dopo aversi scoperto il seno se lo faceva ciucciare da Eliana baciandola in bocca, era bellissimo vederle, poi ha fatto girare Eliana facendola salire sul membro a smorza candela, si mise dietro e iniziò a toccare il buchetto del culo di Eliana con un dito inginocchiandosi poi a leccargliolo con la lingua. Eliana mugugnava dal piacere e dall’eccitazione dal farsi fottere e leccare in tutti i sui punti erogeni, ad un certo punto Paola prese un flaconcino e iniziò a lubrificare lo sfintere di Eliana penetrandola con due dita per prepararla alla penetrazione anale, difatti le chiese.
“Non pensi Eliana che il tuo ospite gradirebbe provare anche il tuo gioiellino?”
Alzati e siediti sopra, Eliana con me ha sempre rifiutato di prenderlo nel culo, abbiamo provato ma si irrigidisce e le fa male, difatti ha fatto la ritrosa, allora Paola l’ha presa di forza e stesa sul divano aprendole le gambe, lui si è messo davanti e glielo ha iniziato ad appoggiare intanto Paola rassicurava Eliana.
“Vedrai che poi ti piacerà.”
Baciandola in bocca ed accarezzandole la fighetta ma come lui ha iniziato a penetrarla lei ha cercato di divincolarsi dicendo.
“Fermi, basta, mi fà troppo male.”
Paola però le ha preso le gambe tenendole bene indietro e dicendo.
“Dai ti fa male solo al’inizio, fin che ti entra.”
Lui ha ricominciato a penetrarla, Eliana continuava a dire piano… piano, si vedeva che le faceva male d’altronde era un cazzo grosso e lei non lo aveva praticamente mai preso nel culo, ad un certo punto lui le ha dato due colpi decisi penetrandola completamente di brutto, lei ha cacciato tre urla e Paola per farla smettere le ha messo la lingua in bocca dicendo.
“Dai che ti entrato ora ti piacerà.”
Eliana continuava ad emettere delle grida ad ogni colpo poi si è lasciata andare, lui la stantufava e Paola la baciava accarezzandole la figa con le dita, dopo qualche minuto Eliana ha smesso di lamentarsi ed ha iniziato a gemere dicendo.
“Siii mi piace continua così sbattimi più forte.”
Paola continuava a menarle la figa, Eliana godeva dicendo.
“Che bravi siete, che bello prenderlo nel culo.”
Anche Paola si menava la splendida figa, dopo averla inculata in più posizioni lui le ha sborrato in bocca riempiendola tutta mentre Paola godeva masturbandosi, io a quel punto me ne sono andato avendo sborrato a mia volta per l’eccitazione, Eliana è tornata serena e contenta alla sua sede.
Mi chiamo Marco, 40enne e sono un vero Infermiere e vero massaggiatore diplomato. Lavoro in un grande ospedale del nord Italia ma svolgo anche prestazioni infermieristiche domiciliari. Mi trovo spesso in situazioni imbarazzanti ed erotiche che le clienti creano mascherandosi con falsi problemi o sintomi inventati col fine di avere un amante a domicilio nel massimo anonimato e sicurezza potendo dare sempre una giustificazione credibile ai vicini o eventuali curiosi sulla presenza del professionista.
Ho un sito internet www.sexinfermiere.altervista.org e puoi raggiungermi tramite [email protected]
Monica è terribilmente stanca e stressata, demotivata e non valorizzata. Anche dal punto di vista sessuale non ha soddisfazioni e desidera prendersi qualche momento per sè e per rilassarsi.
Monica è una mia collega Infermiera,
lei lavora in chirurgia da sempre, è una brava professionista ma insoddisfatta sul piano sessuale.
Da molti anni non ha rapporti col marito ma, in virtù del giuramento di fedeltà, non lo ha mai tradito nonostante ci abbia pensato spesso, soprattutto stimolata da me che da anni vorrei scoparmela.
Abbiamo lavorato assieme per un brevissimo periodo, io ero ancora allievo infermiere e lei la mia tutor, molto rigida e molto brava sotto la sua veste bianca e la cuffia bianca permetteva fantasie erotiche, ma all’epoca io ero un giovanotto di 20 anni e lei una trentenne fedele.
Oggi Monica ne ha 52 e io 42, ci siamo ritrovati circa 10 anni fa durante uno stage e ci siamo mantenuti in contatto. Le ho raccontato dei miei studi in Medicina Tradizionale Cinese, Reiki e di quanto svolga queste attività a domicilio assieme alle tecniche puramente infermieristiche.
Mi piaceva stimolare Monica e provocarla sul piano sessuale, sicuro che mai me l’avrebbe data.
Monica è alta 165, capelli mori lisci sulle spalle, bel viso, un gran bel sedere morbido e paffuto, una prima di seno con capezzoli sensibili.
Un giorno come gli altri mi parla della riorganizzazione nel suo reparto e della rimodulazione degli incarichi e dei ruoli, mi dice che si sente stressata, non valorizzata e profondamente demotivata; non ne può più anche in virtù del fatto che a casa suo marito non la degna di una carezza o di una soddisfacente scopata.
Come al solito ci provo, la invito per un massaggio come quelli che ci siamo scambiati quando ancora stavo studiando il massaggio cinese; lei è un po’ timorosa, sa che voglio scoparmela ma poi accetta fidandosi della nostra amicizia e di se stessa che mai si sarebbe concessa.
Vado a casa sua. Io sono sposato con una bimba e preferisco giocare in campo straniero, suo marito sarà al lavoro, sua figlia è sposata e non avremo problemi…d’altronde si tratta solo di un massaggio, ma meglio stare al sicuro.
Arrivo a casa sua attrezzato con lettino portatile, creme e oli, candele profumate.
La stanza è già in ombra, apro il lettino ed invito Monica a spogliarsi come meglio crede e vuole, intanto io accendo le candele e scaldo le creme e l’olio.
Sono pronto, Monica arriva col solo perizoma, la sua prima di seno sta su da sola e i capezzoli sono belli dritti, il suo sedere è di quelli a mandolino ma un bel mandolino grande, morbido, pastoso, di quelli che vorresti impastare senza mai smettere.
Velocemente si sdraia prona sul lettino quasi a nascondere il seno come forma di imbarazzo.
Le luci sono già soffuse, le chiedo se è comoda e se avesse qualche punto preciso o più desideroso di essere sciolto; mi dice di fare come voglio, ha talmente tanto bisogno di un buon massaggio che chiude gli occhi, viso infilato nell’apposito buco del lettino, braccia distese e gambe dritte.
Inizio con un massaggio al cuoi capelluto per poi scendere lungo il collo e le spalle, insisto sulle spalle con movimenti centrifughi verso le braccia e le mani, indugio nello scaricare la tensione della parte alta del dorso per poi scivolare lungo la linea dei meridiani dalla nuca verso il sacro con movimenti dal rachide lungo le arcate costali e dalla testa verso il sedere fermandomi al sacro.
Continuo per circa 15 minuti poi noto che Monica divarica leggermente le gambe, è rilassata, pare dormire, il suo corpo è completamente nelle mie mani.
Decido di ungermi bene le mani scendendo dalla nuca verso il sacro e infilarmi delicatamente nel perizoma, non succede niente; ripeto la tecnica arrivando a sfiorare l’ano; non succede niente, ripeto la tecnica stavolta arrivando al suo buchetto del culo, quel buchetto protetto dalle natiche morbide e abbondanti che mi accarezzano la mano mentre questa si fa strada verso la rosellina del suo culo.
Monica non fa cenni. Decido di massaggiarle delicatamente l’ano e risalire verso il sacro, poi mi dedico alla zona che dal sacro va verso le anche, verso il trocantere e scende verso le cosce.
I movimenti sono centrifughi e affondano profondamente nella carne delle sue natiche massaggiando lo sciatico e proseguendo verso il cavo popliteo.
Monica sembra gradire, ogni tanto emette dei sottili versi di gusto.
Massaggio il profilo esterno delle sue natiche che ora sono scivolose e scintillanti di olio.
Adesso tocca all’interno coscia, Monica è sempre prona.
Dal sacro scendo nel perizoma e mi dirigo anteriormente verso l’interno coscia, verso la sua passera senza però volerla raggiungere; da qui la tecnica è per il suo sedere.
Salgo e scendo, salgo e scendo dal sacro verso il suo perineo, Monica divarica ancora le gambe, leggermente ma ancora; decido di tornare al suo buchetto, lo accarezzo, ci giro sopra col dito, mi sembra che Monica spinga il sedere verso il mio dito, decido di penetrarle col dito lubrificato dall’olio, entro leggermente e mi fermo, Monica non dice niente, entro ancora e poi completamente col dito.
Monica rimane ferma rilassata, il dito inizia a stantuffare nel suo ano, delicatamente e piano piano ma in modo continuo.
Poi scendo davanti verso le sue grandi labbra, devo lubrificare il dito e lo faccio tra la sua passera che è completamente bagnata; scorro il dito tra la sua passera avanti e indietro, avanti e indietro lasciando stare il clitoride.
E’ un bagno di umori, risalgo col dito bagnato verso il suo ano e la penetro nuovamente e lentamente; l’altra mano è appoggiata sulle scapole come a tenerla ferma e trasmettere quella energia sessuale del reiki.
Monica gode, ansima, le piace veramente molto ma non emette parola.
Scendo verso le cosce e arrivo ai polpacci e ai piedi dove pratico una bella riflessologia plantare che le dà lo stesso piacere della passera, adesso parla e mi dice di continuare, le piace il massaggio plantare e, sinceramente, anche io lo ritengo una buona tecnica di eccitazione e rilassamento.
Adesso Monica deve girarsi per la parte davanti del massaggio.
Sbuffando per dover fare quella “fatica” si gira supina e mi concede il suo seno che mostra subito i capezzoli rigidi e dritti.
Inizio da un massaggio al viso e al cranio per poi scendere al collo verso le spalle e le mani.
Tocca poi al torace dove pratico movimenti centrifughi dallo sterno lungo le linee costali incontrando tra le mie mani i suoi seni sodi che impasto soffermandomi sui capezzoli e continuando verso il lato.
Pratico questo per circa 10 minuti e i suoi capezzoli sembrano voler bucare le mie mani.
Passo poi all’addome e poi alla pelvi infilando le dita nell’elastico del perizoma senza mai avvicinarmi alla passera.
Ad un certo punto mi accorgo che Monica ha allargato le gambe, decido allora di scendere dentro il perizoma fino al suo pelo pubico e fermarmi, esco del perizoma e dall’ombelico rientro nel perizoma verso le anche e le cosce ed osservo.
Monica è ferma rilassata.
Scendo dall’ombelico e mi dirigo verso la sua passera, incontro il suo clito e lo supero immergendomi nelle sua labbra gonfie, turgide, bagnate.
Avanti e indietro, avanti e indietro tra le sue labbra accarezzando il clitoride e proseguendo posteriormente verso il suo perineo.
Il clito è duro,con due dita lo avvolgo immaginando di scappellarlo come un piccolo cazzo e vado avanti e indietro immaginando di masturbare una cappella gonfia; Monica allarga ancora di più le gambe ed unisce i piedi…vuole godere.
In quella posizione posso arrivare anche al suo buco del culo e lo penetro con dolcezza e profondità per poi risalire verso le sue labbra e il suo clito.
La lascio così, con i piedi che fanno un Babinski positivo, segno di godimento ed orgasmo.
Scendo ora verso le cosce e arrivo ai piedi, riprendo un massaggio plantare e risalgo verso le gambe per tornare alla sua passera che appena sente le mie dita si apre ad accoglierle.
Chiedo ad Monica se vada bene così. Non mi risponde ma tiene le gambe larghe.
Ora tengo una mano sui seni e le massaggio i capezzoli passando da un seno all’altro e con l’altra mano le sto strofinando il clito bagnandomi le dita nei suoi umori.
Sfrego sempre più forte e quando sento che il piacere aumenta infilo il dito nel suo culo burroso, così per circa 20 minuti fino a quando Monica spinge il bacino verso le mie dita in segno che vuole venire.
Non la penetro mai, resto tra le sue labbra strofinando il suo clito e masturbandolo come se fosse un piccolo cazzo.
Lo stringo tra due dita e continuo avanti e indietro fino a quando Monica gode di piacere inondandomi la mano.
Mi ferma, è rilassata.
La copro con un telo e la scio riposare 10 minuti.
Il massaggio è finito, Monica si rialza, mi paga, si veste e la lascio con un bacio sulla guancia in attesa del prossimo massaggio rilassante.
Il seduttore maturo
Salve amici, mi chiamo Patrizia. Io e mio marito Marcello non siamo più giovanotti ma il sesso continua a intrigarci e a emozionarci parecchio. Lui poi è un vero porco, non si fermerebbe davanti a nulla. Tuttavia, dopo tanti anni, i soliti giochi di coppia stancano. L’attrazione sessuale va via via annullandosi. Ci vogliono nuove idee, nuovi stimoli, come dice sempre Marcello per convincermi ad accettare di fare scambio di coppia. A tal proposito, proprio qualche mese fa, mi ripeteva in continuazione: “Bisognerebbe frequentare gente giovane per rifiorire, non vecchiacci come noi”. Probabilmente aveva ragione. Essendo sempre stata una troia che si eccita a trasgredire scopando con altri uomini, godendo nel fare le corna a mio marito, comunque consenziente anche se non l’ho mai fatto partecipare, è stato facile convincermi che fosse venuto il momento ma mancava l’occasione. Fatto sta che un giorno venne a casa a farmi visita Monica, la figlia di Ginetta, una mia cara amica. Sua madre, abile nel preparare dolci, mi mandava gentilmente in regalo una torta. La ragazza era molto carina. Mio marito l’adocchiò subito e ci scambiò quattro chiacchiere. Lei, dopo un po’ di conversazione, affermò di esser fidanzata con un ragazzo di nome Matteo. Alla fine la convinse a organizzare un’uscita in quattro. Due coppie, quindi, una giovane (loro) e l’altra matura (noi). Andammo al cinema e poi in pizzeria. Presa una certa confidenza, Marcello li invitò a cena da noi il giorno seguente. Il mio estroso coniuge ha un modo tutto suo di porsi con le persone. Quella sera si mise anche a strimpellare la chitarra. A Monica riuscì molto simpatico ma, per poter approcciare intimamente con lei, mio marito avrebbe dovuto liberarsi in qualche maniera del ragazzo. Lo fece inventando un scusa, affermò che in casa non c’era rimasto molto liquore e gli chiese la cortesia di andarne a comprare dell’altro. Matteo, in buona fede, ci andò subito lasciando Marcello in piacevole compagnia di noi donne. Quest’errore si sarebbe rivelato fatale.
Dopo aver bevuto un drink bello forte, il marpione partì all’attacco e io, come d’accordo, gli feci da complice. Mi disse di scoprire il seno davanti alla ragazza e io lo feci. Poi fece degli apprezzamenti e la ragazza disse che le mie tette erano sexy. Mio marito chiese di vedere anche quelle della brunetta. Dopo aver visto le mie, la ragazza si sentì un po’ coinvolta in una sorta di competizione e così le tirò fuori. Erano tette molto carine anche se più piccole delle mie. Il ghiaccio si era rotto, la ragazza, alquanto puttanella nell’indole, gradiva il gioco. Mio marito proseguì facendomi mettere alla pecorina mentre mi tirava giù le mutandine. Disse alla brunetta di guardare com’ero ben messa anche sotto e dietro e lei concordò. Il porcone dilatò i bordi della passera in modo che lei potesse vedermi bene la spacca figale. Monica si era eccitata e mio marito non ebbe difficoltà a far mettere pure lei a pecorina accanto a me, sapendo che tra donne c’è sempre competizione. Quale miglior situazione per un uomo tenere non una ma ben due donne messe a pecorina. Lui le accarezzò il culo, poi si spogliò. Fui io ad accostare il cazzo duro di mio marito alla bocca di Monica. Lei esitò qualche istante, poi lo leccò delicatamente. Misi anch’io la lingua in modo tale che fossimo in due a spompinare. Dopo qualche minuto di leccata doppia. Marcello ebbe una bella erezione e fu pronto per scopare la ragazza a candela. A quella troietta il cazzo di mio marito piaceva eccome e godeva come una maiala mentre mi palpava le tette. Era per lei una situazione nuova, piccante, trasgressiva e sentiva il consenso dell’amica di sua madre a gioire di sentirsi una vacca, di prendere un cazzo nuovo, di mettere le corna a quel becco di Matteo, proprio come dicevo che eccita a me farmi chiavare da altri. Io però, anche per lasciare a loro un po’ d’intimità e a Monica di rompere il ghiaccio e gustarsi il cazzo di mio marito, non ero da meno sparandomi un grosso dildo nella fregna. Marcello si chiavò la ragazza anche tenendola a cavalcioni, così che durante la cavalcata io e lei ci baciammo con quel sottile e delicato piacere bisex che piace a tutte noi donne. Lui continuò a farsela di fianco mentre io godevo col vibratore accanto a loro. Scopata sempre più veloce, la ragazza venne gemendo con gli occhi chiusi. Io riversai un lago di umori figali sul dildo. Poi io e lei riprendemmo a leccare il cazzo di mio marito che esplose nelle nostre bocche bagnandole di densa e copiosa sborra. Proprio in quel momento sopraggiunse il povero Matteo con due bottiglie di liquore in mano che aveva comprato. L’espressione della sua faccia delusa era tutto un programma. Del resto non poteva essere altrimenti vedendo quello scenario: mio marito col cazzo di fuori, io mezza nuda e, soprattutto, la sua ragazza nuda solo coi tacchi e ancora la sborra addosso di Marcello che le colava dalla bocca.
Era dispiaciuto di essere stato tradito oppure di aver perso la possibilità di divertirsi e di scoparmi? Sul momento pensai che fosse stato uno choc nel vedere che la sua ragazza era così troia e così, dopo aver posato le bottiglie, mentre si era recato al bagno per fare pipì, lo raggiunsi. Non aveva chiuso la porta e vidi che aveva tirato fuori una sberla di cazzo duro che se lo stava già menando. Mi accostai a lui per toccarglielo, chiedendogli se gli dispiaceva per Monica. La sua risposta fu che, vedendomi già la sera al cinema, aveva una voglia matta di chiavarmi in tutti i modi ma non osava dirlo per educazione, essendo più vecchia di lui e in presenza del marito. Per cui Matteo era rammaricato di aver perso una situazione erotica e lo rassicurai che anch’io avevo voglia di farmi riempire la figa dal suo bel cazzone. Così almeno si consolò con un pompino veloce che gli feci e poi andammo a bere tutti e quattro in salotto per poi ricominciare più tardi a giocare, quando l’alcool aveva liberato i nostri freni inibitori.
Più tardi quella notte
Non riuscivo a dormire quella notte pensando a quanto divertimento avevo avuto col ragazzo di Gianni mentre il vecchio ubriacone era fuori. Roberto era una tale bella, libidinosa, eccitante piccola puttana, lo era stato sicuramente durante il pomeriggio che passammo insieme nello squallido soggiorno di Gianni. Non avevo mai fottuto un ragazzo così giovane prima di allora e mi sentivo un po’ ansioso. Ma Roberto sapeva veramente come succhiare un uomo ed anche se il suo culo era deliziosamente stretto intorno al mio cazzo, quando avevo tentato di estrarlo, lui aveva tentato disperatamente di mantenere la sua figa di ragazzo sopra la mia verga rigida. Avevo sparato una quantità enorme di sperma mentre lo inculavo. Nel mio libro questo voleva dire che mi piaceva farlo con lui.
Ma la notte passò e Roberto non venne alla mia porta. Alla fine spensi le luci ed andai a letto da solo. Mi sdraiai sopra le coperte dato che faceva caldo e mi menai l’uccello duro finché non sparai il mio carico. Solamente dopo riuscii a sonnecchiare per un po’.
Lo vidi il giorno seguente che ritornava dalla spesa per suo papà. Indossava una bella maglietta ben portata e gli stessi jeans del giorno precedente. Le guance pallide si riempirono di colore quando mi vide e tentò di nascondersi dietro la frangia nera che pendeva sulla sua bella faccia.
“Ciao Roberto.” dissi amichevole andandogli incontro in modo che fosse costretto a guardarmi. Quando tentò di deviare anch’io lo feci per non lasciarlo passare. Con tranquillità chiesi: “Cosa ti è successo la notte scorsa? Stavo aspettando che tu venissi a scaldarmi il cazzo.”
“Umm… mio papà è tornato a casa tardi.” Borbottò il ragazzo abbassando la testa. “Quando è arrivato ero già addormentato e mi sono svegliato questa mattina alle 8.”
“Ora è a casa?” Chiesi. Volevo toccarlo ma non mi fidavo fuori in strada dove era possibile che ci stessero guardando.
“Sì, sta guardando le corse.”
“Sono per lui?” E accennai col capo verso la birra che teneva nelle sue lunghe dita da ragno.
“Sì.”
“Bene potresti portargliela.” Suggerii amabilmente. “E quando hai fatto la commissione per tuo papà, potresti fare alcuni piccoli lavori per me, che ne dici?”
Mi guardò ed improvvisamente i suoi occhi verdi divennero molto accorti. I piccoli denti bianchi morsero il labbro inferiore mentre mi valutava.
“Cosa c’è per me?” Chiese alla fine.
“Beh, tutto dipende da quale lavori farai.” Gli dissi. “Che ne dici di una bottiglia di vodka e qualche sigaretta per iniziare?”
Lui alzò le spalle: “Ok.”
“Ci vediamo tra quindici minuti?” Suggerii. “Entra dalla porta posteriore, la lascerò socchiusa.”
“Sì. Ok.” Roberto mi rivolse un piccolo sorriso storto e mi sorpassò come se non fosse accaduto nulla. Mi girai e guardai il suo bel culo che ondeggiava in quegli stretti jeans blu. Il mio cazzo si irrigidì piacevolmente nei pantaloni ed attraversai la strada affrettandomi a casa per prepararmi.
Dopo venticinque minuti sentii il rumore della porta che si apriva e chiudeva. Stavo cominciando a pensare che mi avesse bidonato di nuovo quando entrò nel soggiorno avanzando tranquillamente come un piccolo gatto, la sua faccia era rossa e sudata.
“Cosa ti è successo?” Chiesi alzandomi in piedi ed abbassandomi la cerniera della patta per fare uscire il pene duro.
Gli enormi occhi verde foglia di Roberto si posarono brevemente sulla mia verga eretta e poi salirono al mio viso.
“Papà voleva il pranzo e ho dovuto correre al negozio a comprare il necessario.” Ansimò.
“Sei un bravo ragazzo.” Dissi con un sorriso. “Togliti i vestiti, Roberto.”
Lui mi guardò di sottecchi lentamente. “Qui?”
“No, fuori nel giardino! Chiaramente qui!” Risi scuotendo la testa. “A meno che tu non voglia che saliamo subito in camera da letto.”
Roberto alzò goffamente le spalle, ma cominciò subito a togliersi la maglietta mentre gettava uno sguardo verso la finestra con le sue tende spesse come se stesse stimando quanto si poteva vedere da fuori. Io mi sfibbiai la cintura e lasciai che i pantaloni precipitassero, poi mi tolsi camicia e cravatta piegandoli ordinatamente sul bracciolo di una sedia e mettendoci insieme anche i pantaloni. Mi tolsi calze e mutande mentre Roberto si stava togliendo i jeans stretti. Li lasciò cadere a terra e ne uscì, pallido, nudo e quasi completamente senza peli. La mia verga si contorse di desiderio a quella vista.
Camminai verso di lui, vestito solamente delle sue scarpe. Il suo bel cazzo era molle ma io vi misi sopra una mano e cominciai a carezzarlo lentamente e dolcemente. Lui mi sembrava nervoso ma io perseverai facendo rotolare le sue sode palle tra le dita e muovendo delicatamente la sua piccola verga sexy tra le mie prime due dita ed il pollice. La mia altra mano si posò e spremette le sue natiche nude, mi chinai a baciare il suo giovane collo pallido mentre l’accarezzavo. Il mio pene eretto sobbalzava contro la sua pancia ed io sentii una piccola goccia di pre eiaculazione cadere dalla testa quando la pelle di seta del suo giovane corpo incontrò il mio cazzo.
“Posso avere un drink?” Bisbigliò Roberto, la sua voce era emozionata ed ansiosa.
“Sicuro. Vuoi un po’ di quella vodka?” Mormorai nel suo orecchio.
Lui accennò col capo rapidamente, io andai all’armadietto del bar e ne presi la bottiglia di Vladivar che avevo comprato quella mattina ed un solo bicchiere. Volevo tenere la testa sgombra per godere ogni secondo del nostro piacere.
“Con cosa la vuoi?” Gli chiesi.
“La voglio liscia.”
“Sei sicuro?” Lo guardai di traverso.
Lui accennò col capo automaticamente così versai un paio di dita di liquore chiaro e glielo passai. Roberto lo bevve in un sorso e si asciugò la bocca col dorso della mano.
“Un altro?”Gli chiesi con un sorriso.
Un altro cenno fu la risposta così questa volta riempii un po’ di più il bicchiere. Lo vuotò in tre sorsate questa volta e la sua espressione non era più così nervosa mentre mi rendeva il bicchiere.
“Vediamo se ti puoi guadagnare il prossimo,” dissi rimettendo la bottiglia nell’armadietto. “Vieni qui e mettiti in ginocchio, bello. Sentiamo quelle belle labbra morbide sulla mia verga.”
Roberto deglutì con forza e mi venne di fianco dopo una breve esitazione. Si inginocchiò subito ed io carezzai di nuovo i suoi capelli neri e morbidi che gli coprivano il viso mentre con quelle mani lunghe e sottili cominciava a carezzarmi delicatamente l’uccello. Teneva gli occhi abbassati quando tirò il mio sesso verso le sue labbra e cominciò a baciarmi il pene eretto salendo e scendendo lungo l’asta. Quando giunse alle palle le leccò pungendo con la lingua il mio sacco peloso mentre le sue mani menavano abilmente il mio membro palpitante.
“Che bello!” Ansimai. “Mmmm, sei uno sporco ragazzino, Roberto. Tu sai veramente come occuparti dell’attrezzo di un uomo. Apri la bocca ed ora mettici dentro la testa del mio cazzo. È ora di succhiare il grosso uccello dello zio.”
Il ragazzo spalancò la bocca e con una mano vi guidò dentro la mia verga. L’altra continuava a spremere e strofinare con forza le palle. Sentii il piacevole formicolio che precede l’orgasmo nel mio inguine mentre il bel adolescente cominciava a succhiare lentamente la testa del cazzo. La sua lingua carezzava la grossa campana porpora che scivolava tra le sue labbra. Presi nel pugno i suoi capelli neri e lucenti e cominciai a fargli muovere la testa spostando ritmicamente le sue labbra morbide su e giù sulla mia asta. Ero affamato di questo: ero nudo ed eretto nel mio soggiorno con un ragazzo nudo ai miei piedi che aveva appena preso volentieri il mio cazzo duro nella sua bocca. Il ragazzo stava succhiandomi come un piccolo campione.
“Oh Roberto!” Gemetti. “Ti sto venendo in bocca.”
Afferrai con forza i suoi capelli e cominciai a sgroppare nella sua gola sentendo l’ingresso stretto della sua faringe intorno al mio glande. Roberto tossì ed soffocò, la bava gli correva sul mento, sulle mie palle quando praticamente mi portò nella sua gola sino all’elsa. Era così desideroso di darmi piacere che mi spinse sull’orlo. Le mie palle sobbalzarono ed io sparai il mio primo fiotto di sperma nella sua gola.
La sua testa diede ancora una scossa ed io gli permisi di togliersi vedendolo tossire e soffocare. Mi strofinai con forza il pene e ne estrassi un altro colpo di sborra che schizzò sulla sua bella faccia. Afferrandolo di nuovo per i capelli spinsi ancora la cappella nella sua bocca.
“Succhiami per pulirlo!” Ordinai al ragazzo. “Succhiaci fuori anche l’ultima goccia.”
Lui continuò a succhiare, dio lo benedica. La sua bocca bagnata e morbida si muoveva con forza sulla testa del mio attrezzo e mi venne duro per il piacere di vedere la mia sborra scendere sul suo mento. Le sue guance arrossivano mentre mi succhiava avidamente coi suoi begli occhi verdi leggermente chiusi. Una mano mi masturbava delicatamente la base dell’asta mentre ingoiava la cappella. Quelle labbra piene e morbide erano meravigliose e calde sul mio pene palpitante. Sentivo i rapidi sbuffi del respiro dalle sue narici che si muovevano lungo la pelle della mia erezione mentre mi lavorava con la bocca.
“Sei un bravo ragazzo, Roberto” ansimai. “Quello che mi fai sentire è incredibile.”
Mi guardò con un mezzo sorriso che gli torse le labbra intorno al mio cazzo. Anche quella sensazione era favolosa.
“Perché non ti sdrai con me sul divano?” Suggerii. Il mio sofà era di morbida pelle crema. Sapevo che era piacevole contro la pelle nuda, presi una bottiglia di baby oil dall’armadietto e la allungai al ragazzo incoraggiandolo a strofinarselo lentamente sul corpo nudo mentre io guardavo.
Si sedette sull’orlo del divano e si tolse le scarpe da quel bravo ragazzo che era poi si appoggiò indietro con un piccolo sospiro e prese la bottiglia dalla mia mano. Mi sedetti sul bracciolo del sofà e lo guardai con bramosia mentre lui faceva scendere l’olio scivoloso sul magro torace senza peli e giù sull’inguine. Appoggiò la bottiglia accanto a se e cominciò a far correre furtivamente le mani su e giù sul torace e sulla pancia nuda, poi si carezzò in cerchi lenti abbassando le mani mentre io lo guardavo impaziente.
Quasi cautamente portò le dita nello scavo delle sue ossa iliache e si carezzò tra le gambe strofinando l’olio nella carne morbida dello scroto, poi allargò leggermente le gambe per toccarsi la parte posteriore delle palle. La pelle morbida brillava per il baby oil, prese di nuovo la bottiglia e versò il liquido serico sopra il pene semiduro. Il mio respiro dovette affrettarsi perché lui mi guardò contorcendo le labbra.
“Vuole guardarmi mentre mi faccio una sega?” Chiese rauco.
Io accennai violentemente col capo, mi piaceva guardare film porno dove bei ragazzi si carezzavano di fronte alle cineprese. Era oltre le mie fantasie più selvagge avere un ragazzo nudo sul mio sofà che si offriva di farlo quasi per nulla.
Roberto si appoggiò indietro comodamente strisciando il culo contro la pelle morbida mentre chiudeva le dita intorno all’asta del cazzo e lentamente fece scivolare la mano intorno alla testa della sua giovane verga. Si menava ad un ritmo lento all’inizio, lasciando che la carne del suo uccello si irrigidisse nella mano. Capii che era abituato a giocare col suo pene. Roberto non si limitò ad afferrarlo e pomparlo, si prese il suo tempo facendolo diventare lentamente duro, toccando il gonfio glande rosa col pollice, strofinando la fessura della piscia in cerchi lenti e lamentandosi piano ai piccoli tremiti di piacere sessuale che si muovevano lungo la sua asta.
Doveva essere bello perché il suo giovane cazzo ora era ritto e duro e stava in piedi orgoglioso sulla sua pancia quando lo lasciò andare per versarvi altro olio. Lo vidi prendere il labbro inferiore tra i denti e chiudere gli occhi sdraiandosi indietro e cominciando a lavorare la sua attrezzatura con ambedue le mani. La destra circondò e carezzò le palle e la radice del pene, la sinistra si muoveva sulla testa e l’asta strofinandole leggermente e rapidamente tra la punta delle dita ed il pollice. Le labbra si aprirono e la sua piccola lingua rosa si sporse leccandole e bagnandole. Mi diventò ancora più duro nel vedere le brillanti labbra bagnate ed il bel cazzo duro come pietra.
Scivolai giù dal bracciolo e spinsi delicatamente da parte la gamba destra per potermi sedere tra le sue cosce. Roberto aprì gli occhi per guardarmi incuriosito ma tenne le gambe larghe, il piede destro sul pavimento, l’altro dietro di me contro lo schienale del sofà. Versai dell’olio sopra la mia mano e la misi tra le sue gambe, esplorando urgentemente tra le sue natiche, applicando con forza il fluido scivoloso alla giovane fessura liscia del culo di Roberto. Lui alzò la gamba sinistra, piegando il ginocchio ed appoggiando il piede contro il bracciolo del divano mentre alzava leggermente il culo dal cuscino. Mi piacque il morbido rumore di risucchio della sua pelle sudata che si alzava dalla pelle del divano. La punta del mio dito trovò la sua increspatura e la carezzò lubrificandola delicatamente percorrendo in lenti cerchi il suo piccolo anello e spingendo un po’ più con forza all’ingresso del suo giovane tunnel d’amore stretto.
Guardavo le lunghe dita di Roberto avvolte intorno all’asta, afferrandola più strettamente e menandola con più forza mentre io giocavo col suo buco. La sua mano era bagnata di pre eiaculazione cremosa che continuava a colare mentre lui si strofinava emozionatemente. Quelle natiche si aprirono permettendomi di ficcarvi brevemente un dito e lui rabbrividì indifeso, un piccolo sospiro gli sfuggì dalla bocca sentendomiì sondare il suo buco caldo ed umido. Lentamente infilai il medio scivoloso più profondamente, pompandolo dentro e fuori del suo canale che me lo strinse mentre lui si masturbava furiosamente per me.
“Rotola sopra la pancia.” Ordinai quasi ansando.
Roberto sembrò confuso ma si girò presentandomi il suo culo impertinente e perfetto mentre si sdraiava. Gli feci allargare le gambe e lo posizionai in modo che le sue anche fossero sull’apertura tra due dei cuscini del sofà. Trascinai delicatamente la sua verga giù tra le sue gambe finché non frignò che era scomodo. Versai un po’ di baby oil sull’apertura e dissi al mio giovane compagno di far scivolare la sua erezione nella fessura lubrificata tra i cuscini mentre gli fottevo l’ano, spingendovi dentro lentamente le prime due dita della mia destra. Lo penetrai sino alla terza nocca e pompai il suo piccolo buco caldo con forza mentre Roberto spingeva le sue anche magre contro i cuscini del sofà, fottendo il mio divano con piagnucolii di stimolazione disperata.
“Ti fa arrapare, bel culo?” Grugnii mentre versavo olio sul mio cazzo e gettando la bottiglia mentre mi carezzavo lo scivoloso membro colante ed il suo canale esposto.
Lui accennò col capo e gemette: “Uuhhhh… Ohhh! Sto sbooorrandooo!”
“Non ancora, angelo birichino. Prima ti monterò e ti spingerò dentro il mio cazzo duro.” Gli dissi andando a cavalcioni sul ragazzo sexy ed estraendo le mie dita dalla sua giovane condotta stretta. “Quando sarò dentro il tuo buco del culo sino alle palle, potrai eiaculare.”
Lui si contorse freneticamente sotto di me, sempre fottendo i cuscini di pelle. Io afferrai le sue natiche nude nelle mani, allargandole mentre strofinavo la testa del mio uccello sul suo scuro buco. Con le dita ed il pollice di una mano portai il grosso bulbo porpora al suo buco e spinsi lentamente finché non gli scoccò dentro. Roberto sgroppò sotto di me uggiolando impazientemente mentre muoveva avanti ed indietro le anche, pompò sui cuscini tentando di impalare il suo culo sulla mia verga dura. Mi appoggiai a mani e ginocchia roteando le anche in modo da carezzarlo lentamente col mio sesso dentro di lui. Era stupendo affondare in un giovane ragazzo come quello mentre lui tentava di cavalcarmi per prendere di più del mio pene dentro di sè.
Non sapevo se il giorno precedente l’avevo costretto ma quel pomeriggio lui era venuto volentieri a casa mia ed ora stava tentando di prendere il più possibile della mia virilità dura dentro di sé. Non c’era nulla di quello che si può chiamare stupro. Roberto era assolutamente pazzo della mia carne di uomo. Il figlio del mio vicino era una puttana a cui piaceva il cazzo ed essere inculato. Afferrai le sue anche snelle e cominciai a pompare il mio uccello sempre più profondamente dentro di lui, mentre stavo sdraiato su di lui in modo che l’intera lunghezza del mio corpo nudo e peloso strofinava contro la sua levigatezza. Sentii la sua condotta stringermi il pene mentre lo spingevo dentro finché le mie palle non batterono contro il suo buco del culo e lui ricominciò a lamentarsi, piccole grida di desiderio, al ritmo del mio cazzo che spingeva nella sua figa stretta di ragazzo.
“Ahhh… inculami! Sì! Sì!” Guaì e lo sentii stringersi di nuovo intorno a me, sgroppando più ferocemente contro il mio inguine mentre io lo inculavo più velocemente e più forte. “Sì! T… uuuuuu!”
Il suo corpo magro diede una scossa e tremò violentemente mentre cominciava ad eiaculare con forza, il suo giovane cazzo rigido sprizò più volte tra i cuscini del divano. Io continuai a pompare vigorosamente a lungo il suo buco dopo che lui aveva smesso di gridare, ansare e rabbrividire sotto di me. Era bello sentire il suo bel giovane corpo sudato e nudo pigiato contro il mio. Estrassi il pene per ammirare quel caldo buco rosa spalancato tra le sue natiche. Rapidamente schizzai altro olio nel suo tunnel rimettendovi poi il cazzo eretto. Scivolò nella sua figa di ragazzo liscia come seta questa volta ed io lo cavalcai duramente e velocemente spingendo la mia carne di uomo eccitata profondamente nel suo culo. Ero contento che mi avesse succhiato precedentemente perché voleva dire che potevo durare molto più a lungo nel suo ano prima della seconda eruzione di crema dalle mie palle e dal mio cazzo teso, riempendo questa volta il suo buco invece della sua bocca.
Restammo sdraiati a lungo vicini, nudi e sudati sul mio sofà. Poi rotolai via da lui e mi misi dietro la sua schiena, appoggiandomi al giovane sexy e carezzando con gratitudine il suo corpo nudo.
“Come è stato, bellezza?” Finalmente gli bisbigliai in un orecchio. “Ti è piaciuto, Robertino? Io so di aver amato ogni minuto del tuo giovane culo stretto intorno al mio cazzo.”
“Sì… è stato ok.” Accennò col capo ansando e fece piccoli rumori affermativi prima di accoccolarsi di nuovo nelle mie braccia strofinando il suo culo nudo contro il mio inguine.
Gli baciai collo e spalla e la mia mano cominciò ad accarezzare lentamente il suo pene. Ora non sembrava più nervoso, lo sentii girarsi tra le mie braccia e poi pigiò le sue labbra contro le mie. Ci baciammo lingua in bocca a lungo, nudi sul sofà, le mie mani che carezzavano il corpo snello di Roberto. Poi allargò di nuovo le gambe ed io vi rotolai in mezzo, il mio cazzo ritornato duro era affamato di altro piacere anale con la mia giovane puttana sexy.