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Racconti Erotici

La mia storia ovvero come sono diventato una troia

Mi avevi chiesto di dirti come è successo…
Posso raccontarti come sono arrivato a questo punto… non come è successo.
Ho scoperto il mio corpo e le sensazioni che poteva darmi quando avevo 7 anni, insieme agli amici, le prime masturbazioni…
Era una sensazione strana, l’orgasmo quando arrivava mi faceva sentire come se mi scappasse la pipì ma non avevo ancora eiaculazioni allora…
Mi piaceva, la sensazione quando toccandolo e menandolo si induriva, aumentava di dimensioni, la sensazione della pelle della cappella che andava su e giù, l’irritazione che provavo sulla cappella asciutta che bagnavo con la saliva per favorirne lo scorrimento, le pulsioni dell’orgasmo imminente, anche se allora non sapevo cosa fosse l’orgasmo, la sensazione quando arrivava di dover fare pipì che però non sgorgava, il continuare a menarlo anche dopo, quando la cappella ormai era sensibilissima… quasi bruciava…
Fu in quel periodo che vidi la prima figa di una donna, mia cugina. Eravamo in vacanza assieme, lei era nostra ospite in una casetta che mio padre affittava per tutto l’anno sopra il lago d’Orta.
Era un pomeriggio primaverile o estivo, ora non ricodo più. Eravamo al piano di sopra dove avevamo la camera da letto, unica per tutti noi. Non ricordo come iniziò ma ricordo che ad un certo punto lei mi chiese di leccarla alzando la veste e abbassando le mutandine.
Era la prima volta che la vedevo e sentivo il suo odore, lei spalancava le gambe e con le mani apriva le labbra, io vedevo la sua pelle e il suo interno umido ma non provavo nessun piacere, il sapore che sentivo sulla lingua non mi diceva niente, anzi mi faceva anche un po schifo. Se la fece leccare un po e poi cominciò a toccarsi mentre mi chiedeva di toccarmi a mia volta.
Eravamo ambedue sdraiati nei nostri letti, io con il mio cazzo in mano che mi masturbavo e lei con il vestitino sollevato e gli slip abbassati che si toccava… Vedevo la sua mano muoversi tra le gambe ed il suo respiro farsi più frequente, sentivo che emetteva dei mugolii mano a mano che il suo orgasmo si avvicinava… fino a quando godette completamente..
Quella fu l’unica volta che giocammo assieme o meglio che provò a farmi giocare con lei. Ma sucessivamente mi rimase la voglia e la curiosità di vedere la figa delle ragazzine..Ricordo che sempre li al lago, con una ragazza di Milano che, come noi, accompagnava i suoi genitori i fine settimana, giocando agli indiani e con lei che veniva alternativamente fatta prigioniera dagli indiani e poi liberata, una delle torture preferite quando era prigioniera era di obbligarla a sollevare lo scamiciato e abbassare le mutandine. A quel punto veniva frustata sulle natiche o con dei rametti di nocciolo o, a volte, con delle ortiche. Ricordo la sua fighetta glabra e quasi nascosta… stranamente a quell’epoca (avevo circa 7 anni…) non ero attirato dal seno delle ragazze, sia che lo avessero abbondante per la loro età sia che ne fossero quasi sprovviste…
Fu circa a quell’età che durante un viaggio in Germania di mio padre per lavoro, mia madre, mio fratellino ed io lo accompagnammo. Alloggiavamo in una pensione e rimanevamo soli per quasi tutta la giornata. Alla sera o cenavamo in albergo o uscivamo assieme ai suoi ospiti.
Mi vennero dei foruncoli su una gamba che non smettevano di spurgare. Mio padre su indicazione e accompagnato dai suoi ospiti, mi portò nell’ospedale principale di Monaco dove i medici decisero di inciderli. Ricordo che non volevo farmi anastetizzare, tirai dei calci ai medici, morsi una suora e un’infermiera fino a quando riuscirono con l’etere ad addormentarmi. Quando mi svegliai ero in una stanza enorme con due letti ed ero accompagnato da mia madre e mio fratello. Lei si fermava la notte in ospedale con me e mio padre portava mio fratello in albergo da lui, poi lo riportava alla mattina.
Due volte al giorno passava l’infermiera a misurarmi la temperatura e lo faceva prendendo la temperatura rettale…
Mi piaceva la sensazione quando inseriva il termometro di vetro nel mio culo… Io dovevo restare a pancia in giù fino a quando non veniva a togliermelo, ma mentre aspettavo che tornasse ricordo che, cercando di non farmi scoprire, portavo una mano dietro di me e lo spingevo e lo sfilavo lentamente.
Quella sensazione era così strana e piacevole che, una volta tornato a casa, ricordo di averla ricercata quando ero solo in casa e potevo abbassarmi i pantaloni ed infilarmi il termometro da solo…
Piano piano lo spingevo dentro di me e lo estraevo.. ricordo che oltre la sensazione di sentirlo entrare ed uscire mi piaceva moltissimo anche spingerlo più possibile dentro di me… a volte entrava completamente e dovevo spingere per farlo uscire e afferrarlo con le dita… Mi piaceva quando lo sentivo completamente dentro… avrei voluto fosse possibile infilarlo ancora di più…
Passò il tempo… dimenticai quelle sensazioni… Cominciai a rivolgerle alle ragazze.
Durante l’estate andavamo spesso in Grecia a casa dei miei nonni e li si giocava liberamente in cortile ed in strada con gli altri ragazzini e ragazzine…
Nel cortile dei miei nonni abitava una famiglia che aveva tre figli, due ragazzine e un ragazzino. Lui era di mezzo. Con la sorella più grande io mi divertivo a portarla nel gabinetto e a farle sollevare il vestitino e abbassare le mutandine. Mi piaceva guardarle il culo e farle aprire le natiche. Volevo che le spalancasse il più possibile e poi io le infilavo nel buco del suo culetto delle palline di carta che pretendevo non estraesse fino a quando non glielo dicevo. Cosa ovviamente impossibile ma quando sucessivamente la riportavo nel gabinetto (erano ovviamente esterni e senza acqua corrente) e facendole alzare il vestitino e aprire le natiche non li trovavo, la sculacciavo e gliene rimettevo delle altre in numero maggiore…
In quel periodo ero affascinato da culetto delle regazzine, immaginavo di poterlo spalancare ed infilarci gli oggetti più disparati e immaginavo quali potessero essere le loro reazioni… Immaginavo fossero le stesse che provavo io e a volte sperimentavo su di me quello che immaginavo di fare su di loro.. Mi infilavo, non senza difficoltà, il manico di cacciaviti, del martello, godendo della sensazione di sentirmi il buco del culo che si apriva e cedeva, permettendo l’ingresso di quegli oggetti estranei, della sensazione che provavo mentre spingevo lentamente quegli oggetti per permettere il loro ingresso, della sensazione che provavo quando, estraendoli, il buco si rilassava richiudendosi per poi ricominciare a spingerli ancora dentro in un ciclo che ripetevo e ripetevo… godendo di quelle sensazioni. Spesso sperimentavo anche le sensazioni che mi davano cercando di introdurli sempre più a fondo, cercando di farli entrare il più possibile, arrestandomi quando cominciavo a provare dolore… oppure una volta introdotti il più possibile, cercando di non farli uscire, risollevavo le mutandine e i pantaloni e mi muovevo obbligando quegli oggetti a muoversi dentro di me mentre mi muovevo per casa, mentre li sentivo scavare dentro di me, assaporando il piacere ed il dolore che mi provocavano…
Fu in quegli anni che cominciai ad investigare sulle reazioni del mio corpo agli stimoli che riceveva.
Fu anche il periodo in cui cominciarono i primi innamoramenti di ragazze e donne più grandi di me e le fantasie su di loro. Ricordo i pomeriggi passati a masturbarmi pensando a loro…
Fu anche il periodo in cui ebbi le prime relazioni fisiche con alcuni dei miei amici… Eravamo ragazzini e guardavamo le foto sui giornaletti porno disponibili in quell’epoca e ci masturbavamo assieme, fino a quando cominciammo a giocare tra noi, dapprima masturbandoci l’un l’altro fino a venire, poi abbiamo provato a prendercelo in bocca…
Si era creata una strana democrazia… Nessuno di noi era dominante ma ci alternavamo vicendevolmente a prenderlo in bocca agli altri due… Non arrivammo mai a leccarlo fino a quando sborravamo ma ci arrivavamo molto vicino…
La sensazione, almeno per me, di avere un cazzo in bocca mi piaceva, mi piaceva sentire la cappella sulla mia lingua, sentire le contrazioni quando si avvicinava l’orgasmo, passare la lingua sulla cappella…
Da li a pensare di scoparci a vicenda mentre uno era impegnato a succhiare il cazzo dell’altro ci mise poco a nascere… Le posizioni si consolidarono in breve… Uno si sdraiava sul letto nudo, l’altro sempre nudo si inginocchiava tra le sue gambe e glielo prendeva in bocca tenendo il culo in alto, l’altro inculava quello inginocchiato, poi ci scambiavamo i ruoli, con quello che aveva succhiato ed era stato inculato che si sdraiava a sua volta, riprendendo il giro…
Poi cominciammo a fare il “sandwich”, con uno di noi che si sdraiava a pancia in giù e veniva inculato dall’altro, che veniva a sua volta inculato dal terzo…
La cosa durò per un certo periodo fino a quando le ragazzine non cominciarono ad attirarci sempre di più…
Le prime esperienze furono tutto sommato normali, baci con la lingua in bocca quando ci si ritrovava in casa di qualcuno i pomeriggi dopo la scuola, palpatine, loro erano giovani e non volevano concedere niente di più in quei momenti. Qualcosa di più si riusciva a combinare con qualche artifizio come il gioco della bottiglia, oppure con le carte del genere “si decideva cosa una persona dovesse fare e se veniva pes**ta una carta dall’asso al 5 doveva eseguire, se dal 6 al re chi aveva proposto subiva la stessa penitenza”.
Fu un periodo tutto sommato normale, anche se spesso mentre le palpavo le dita si stringevano sui loro capezzoli, a volte rudemente, facendole sussultare… Ed io ne godevo quando compariva l’espressione di dolore e sorpresa nel sentire la mia stretta sui loro capezzoli…
Fu solo dopo molti anni che compresi quelle che erano le mie pulsioni e perché provavo piacere nel farlo…
Ma, principalmente, quello fu un periodo di cotte, primi innamoramenti…
Nel frattempo però continuavano le mie esplorazioni agli stimoli e reazioni del mio corpo che sottoponevo a diverse prove. I giornalini porno o meglio alcune loro immagini erano l’ispirazione a verificare direttamente cosa si poteva provare quando si era sottoposti a certi stimoli…
E così cominciarono le mollette sui coglioni, cercavo di metterne il più possibile obbligandomi a tenere le gambe larghissime per trovare spazio nell’aggiungerne il più possibile, per poi tentare di richiuderle e sentire la pelle tirare mentre il mio cazzo si irrigidiva e cercavo di masturbarmi senza muovare la mano ma solamente muovendo il bacino in su e giù… La sensazione di dolore che provavo, a volte decisamente intensa e dolorosa, quando cominciavo a toglierle, dolore che era più intenso quando le aprivo velocemente nel toglierle e più sottile quando le aprivo lentamente… La capacità di sopportarne il “morso” fino a quando non sborravo, mentre una volta venuto non riuscivo più a sopportarle e desideravo toglierle immediatamente…
L’uso di internet mi aprì un mondo che non conoscevo, riuscì a dare un nome a quello che confusamente sentivo dentro di me nella mia mente…
Il piacere di infliggere dolore, anche se non in modo esagerato, mi eccitava e me lo faceva diventare duro. Le prime esperienze virtuali ebbero luogo in chat di lingua inglese, con donne che erano lontane e che potevo raggiungere solamente tramite le rispettive webcam.
Godevo nel vederle infliggersi “punizioni” che ordinavo e mi rendevo conto che anche loro godevano nel vedere il mio cazzo che diventava duro nel vedere loro sculacciarsi, mettersi delle mollette sui capezzoli, sulla figa, scoparsi il culo e la figa con vibratori o altri oggetti…
Poi da virtuale sulle chat americane passai a quelle italiane e lì conobbi altre donne… Cominciai a frequentarne alcune dal vivo sperimentando le sensazioni che fino a quel momento erano risultate solamente virtuali. Piano piano affinavo la capacità di comprendere le reazioni dei loro corpi ai diversi stimoli, quando il dolore si tramutava in piacere, quando invece restava solamente dolore e non era più sopportabile… quando si avvicinava il loro orgasmo e potevo spingermi oltre…
Intanto le mie conoscenze si ampliavano e conoscevo altre persone che condividevano le mie sensazioni, le mie pulsioni… Passarono gli anni e le persone… Alcune scomparvero nel nulla, altre rimasero, di qualcuna non ricordo più nulla o quasi… Altre sono ancora nel mio cuore e nella mia mente sia che sia ancora in contatto con loro o no…
Durante la conoscenza con una persona successe una cosa strana…
Comincio a ricevere sms da parte di qualcuno che non conosco e di cui non riconosco il numero. La prima volta lascio perdere poi ai sucessivi rispondo che probabilmente sta sbagliando numero.
La cosa strana è che gli sms sucessivi invece confermano che sono rivolti direttamente a me… La cosa mi incurioscisce anche perché le volte che ho provato a chiamare quel numero di cellulare non rispondeva nessuno o se rispondeva non parlava…
Dopo un po di tempo comincia a lasciare perdere e così per un po di tempo la cosa si interruppe. Nel frattempo ne avevo parlato con Luisa, la donna che avevo conosciuto in chat.. Fu lei piano piano a rivelarmi che il numero da cui arrivavano gli sms era di una sua amica che aveva avuto diversi problemi, sia sentimentali che fisici, e che lei aveva spinto a quel gioco sapendo che io sarei stato al gioco e che avrei compreso…
Devo dire che la cosa mi incuriosiva perciò decidemmo di incontrarci un giorno che tutte e due si sarebbero trovate e così fu.
Dire che fui colpito è dire poco… Non era giovanissima ma aveva un corpo statuario, lunghi capelli biondi, carnagione abbronzata, voce roca.
L’incontro avvenne a casa sua e all’inizio fu una cosa normale, un caffè, una sigaretta, si parlava di tutto e di più. Luisa stava vicino a me e ogni tanto ci baciavamo di fronte a lei che non appariva per nulla imbarazzata.
C’era della musica e con Luisa accennammo alcuni passi di un lento che stava suonando in quel momento.
Poi lei disse che doveva fare una telefonata e si spostò in una stanza e chiuse la porta. Allora chiesi a Miriam, si chiamava così la sua amica, se voleva ballare…
Lei accettò ed il suo corpo aderì al mio immediatamente, sentivo i suoi seni premere contro il mio petto, aspiravo il suo profumo, avvertivo il calore della sua pelle…
Le nostre bocche si cercarono all’improvviso e un lungo bacio ci coinvolse… Nel frattempo Luisa era ancora nell’altra stanza e mi rivelò sucessivamente che lo aveva fatto apposta per permetterci di conoscerci meglio o più intimamente…
La cosa finì li quel giorno ma sucessivamente mi accordai con Miriam per incontrarci ancora lasciando decidere a lei se voleva che ci incontrassimo ancora tutti e tre o solamente noi due… Dopo qualche settimana mi invitò ad andare a trovarla a casa sua.
Pochi attimi dopo essere entrato un casa sua eravamo stesi sul suo letto avvinghiati toccandoci e baciandoci…
Le sue mani accarezzavano il mio corpo dappertutto insistendo sui miei capezzoli che si indurivano sempre più, mentre lei li toccava, stringeva, mordicchiava leggermente… Il mio petto ogni volta si muoveva per permetterle di poterli toccare meglio e di più, e lei se ne accorgeva specialmente quando li mordicchiava allora la sua stretta diventava più forte..
I suoi denti afferravano la loro punta stringendoli e provocandomi delle fitte improvvise dolorose quanto piacevoli, facendo inarcare il mio corpo…
Le sue mani continuavano a percorrere il mio corpo toccando il mio cazzo… le mie palle… scendendo tra le gambe e sfiorando il mio ano…
Le mie gambe inconsapevolmente si aprivano per permetterle di continuare con quelle carezze… Le sue dita cominciarono a frugare sempre più insistentemente… fino a quando mi abbandonò per un momento steso sul letto chiedendomi di aspettare…
Torno nascondendo qualcosa dietro la schiena senza farmi vedere cosa fosse e le sue labbra ricominciarono a percorrere il mio corpo, i suoi denti a solleticare i miei capezzoli… sentii qualcosa tra le mie gambe che toccava il mio ano e non erano le sue dita ma qualcosa di leggermente ruvido, duro…che spingeva cercando di entrare… le mie gambe si aprirono ancora di più, il mio corpo si inarcò ancora di più per permettere a non so cosa di violarmi… fino a quando quel qualcosa entrò in me… e lei cominciò a spingerlo avanti e indietro… sempre più a fondo…
La sensazione di sentirmi violato era violentemente eccitante… volevo che entrasse ancora di più… più a fondo… E intanto le sue unghie e i suoi denti continuavano a torturare i miei capezzoli…
Mi lasciò ancora steso sul letto con il mio copro violato allontanandosi per un momento e tornando con un paio di collant velati che mi mise sulla faccia rendendo la mia vista velata… e poi usò le gambe dei collant per legarmi la mani alla testiera del letto…
Prese delle mollette per i panni e me le mise sui capezzoli… erano molto dure… facevano male… ma mi piacevano…
Scoprii poi cosa aveva violato il mio ano… l’impugnatura di una corda per saltare… la stessa che usò poi per legare i miei piedi alla base del letto…
Mi mise un cuscino sotto la schiena per alzare le mie anche, mentre io le sussurravo di guardare nella mia giacca.
Torno avendo trovato quello che speravo trovasse, la custodia metallica di un sigaro che immediatamente utilizzo per penetrarmi.. mentre la sua bocca si reimpadroniva dei miei capezzoli…
Il mio cazzo era duro e teso… ogni volta che lei spingeva il tubo metallico dentro di me si irrigidiva sempre più… Ad un certo punto si mise a cavalcioni sul mio viso facendosi leccare mentre le sue dita continuavano a stringere e a torturare i miei capezzoli…
Non cmprendevo più quali sensazioni stessero impadronendosi della mia mente, il dolore era tantissimo ai capezzoli ma il piacere di leccarla e di sentire i suoi umori copiosi colare sul mio viso e nella mia bocca mi faceva impazziere…
Vedevo sul suo viso i segni del piacere che stava provando mentre la leccavo ma soprattutto mentre mi stava torturando i capezzoli…Le piaceva immensamente e a me piaceva altrettando immensamente quando lo faceva…
Ormai ogni suo tocco era diventato dolorosissimo sui miei capezzoli martoriati dalle sue unghie e dai suoi denti… ma erano ancora rigidi e desiderosi di quel trattamento…
Poi si mise a cavalciono su di me facendosi penetrare senza smetter di occuparsi dei miei capezzoli facendomi impazzire di piacere… fino a farmi esplodere dentro di se…
Poi, per usare parole scritte da Faber, furono baci e furono sorrisi…
Fu l’inizio di una strana relazione… Ogni tanto ci trovavamo e scopavamo normalmente. Chiaccheravamo spesso di tutto e di più sia quando ci incontravamo che quando eravamo assieme.
Gli incontri non avevano una cadenza fissa ma ci vedevamo ogni qualvolta eravamo disponibili e ne avevamo voglia. Senza nessuna complicazione per tutti e due.
Un giorno capitò di avviare una chiaccherata perlando di bdsm, di cosa significasse, cosa coinvolgeva, come ci si dovesse comportare all’interno del gioco con l’eventuale partner e lei confessò di esserne attirata ma di non sapere come comportarsi e come evitare l’insorgere di eventuali problemi.
Ci inoltrammo nelle spiegazioni e nel come riconoscere dalle espressioni del sottomesso il raggiungimento dei limiti di sopportazione e le offri, se era davvero interessata, a sperimentare assieme come avrebbe dovuto comportarsi nelle varie fasi…
Lei accettò e così un giorno mi presentai da lei e cominciò una strana avventura…
Fu uno scambio, ambedue sperimentammo assieme quelle che erano le nostre fantasie e che piacere ne ricavavamo, approfondendo quello che ci coinvolgeva e abbandonando quello che a una o all’altro non risultava gradito…
Lei imparò molto ma anche io… Mi piaceva quando mi strizzava i capezzoli con le sue dita o unghie, me li mordeva, facendomi sussultare… Rendendoli via via più sensibili, lasciandoli gonfi di piacere, dolore e desiderio…
Quando le sue dita frugavano nel mio ano introducendosi il più a fondo possibile, raggruppandosi tra di loro per allargarmi sempre più… quando usava oggetti o dildi per scoparmi nel culo…
Quando le sue unghie si impadronivano della mia cappella solleticandola, pizzicandola, aprivano la fessura cercando di introducivisi… Quando il mio scroto veniva riempito di clamps in maniera tale che risultava impossibile chiudere le gambe…
Imparai a leccarle la figa, cosa che mi piaceva anche prima, e il culo, cosa che lei apprezzava molto e che io apprezzavo con lei, eccitandomi nel sentire il suo ano ammorbidirsi piano piano quando il piacere si impadroniva di lei, e diventò un gioco per me riuscire ad eccitarla sempre più con la mia lingua nel suo culo… Mi piaceva leccarle la rosetta dell’ano, introdurre la mia lingua dentro di lei.. leccare il solco delle natiche, sentire i suoi umori che traboccavano dal suo sesso. Lei apprezzava moltissimo le sensazioni che le donavo e che sapeva io ricevevo nel leccarla, arrivando a rilassarsi sino quasi ad assopirsi… Ho provato a restare sdraiato tra le sue gambe aperte dedicandomi al suo culo per delle mezz’ore, con l’eccitazione che saliva dentro di me imponente…
A volte lei si metteva supina ed io ero tra le sua gambe, altre voleva che fossi sdraiato di fianco a lei nella classica posizione del “69” ma con lei che mi rivolgeva la schiena e le sue dita trasmettevano ai miei capezzoli l’intensità del suo piacere…
Altre io mi trovavo disteso sulla schiena con le gambe sollevate, allargate e legate alla testiera del letto per lasciare il mio ano a disposizione dei suoi desideri per poterlo violare come e con quello che lei desiderava…
Fu una di quelle volte che lei espresse il desiderio di volerlo violare con la sua mano, cosa che aveva già tentato di fare le volte precedenti in cui cercava di inserire quante più dita potesse…
Incominciò ad usare dildi sempre più grossi e spingendoli sempre più a fondo… la sensazione di sentire lo sfintere allargarsi piano piano quando mi penetrava era piacevolissima, ma ancora di più quando li ritraeva facendoli uscire completamente fuori lentamente e l’anello si richiudeva… non so dire se fosse questo a piacermi di più o se apprezzassi maggiormente la sensazione di avere qualcosa che si facesse strada dentro di me il più possibile…
Arrivò ad usare un dildo da 6 cm di diametro e lungo una 30ina spingendolo completamente dentro di me… Quello che le piaceva particolarmente era mentre lo spingeva e lo muoveva dentro di me era continuare a pizzicarmi i capezzoli facendomi mugolare di piacere e dolore…
Una volta mi fece indossare mentre andavo a trovarla un butt plug quasi sferico che faticai moltissimo mentre lo inserivo… Inizialmente non voleva entrare in nessun modo e non era comodo neanche il luogo dove stavo provando ad inserirlo, la toilette di un autogrill, in cui non potevo muovermi come avrei voluto e in cui non mi fidavo ovviamente a spogliarmi completamente o per lo meno a togliermi i pantaloni e i boxer, non sapendo dove appoggiarli.
Alla fine dopo svariati tentativi e uso abbondante di lubrificante riuscii ad inserirlo sentendolo dentro di me. Non era particolarmente fastidioso una volta dentro, ma la base tra le natiche, dopo alcuni kilometri di autostrada, cominciava ad essere fastidiosa e ad irritarmi la pelle a contatto per lo sfregamento.
Quando arrivai da lei e le dissi cosa avevo dentro le si illuminarono gli occhi e dopo avermi baciato mi fece spogliare immediatamente e sdraiare a pancia in giù sulla sponda del suo letto per vedere cosa avessi inserito… Cominciò a muoverlo, a farlo ruotare, fino a quando lo tirò fuori all’improvviso senza avvisarmi e provocandomi un mugolio di dolore… l’ano non si era ancora rilassato abbastanza ne abituato a quella dimensione…
Ammirò lo sfintere che dopo l’estrazione improvvisa cominciava lentamente a rinchiudersi in se stesso e dopo avermi somministrato due microclicmi mi mandò in bagno per liberarmi e pulirmi…
Al mio ritorno mi fece mettere in ginocchio sul suo letto e dopo avermi stuzzicato i capezzoli ben bene come a lei e a me piaceva, mi fece abbassare il viso sulla coperta e, infilato un guanto di plastica, cominciò a cospargermi il solco tra le natiche con del lubrificante, spingendo ogni tanto alcune dita all’interno del mio culo… Io quando lei infilava le sue dita spingevo verso la sua mano assaporando la sensazione di essere violato… sentire il mio ano aprirsi, le sue dita entrare profondamente in me…
Mano a mano che mi lubrificava sempre più cominciò a spingere sempre più dita dentro me… fino a quando cominciò ad usarle tutte muovendole avanti e indietro, facendole ruotare… Mi sentivo aprire sempre più, sentivo l’anello dello sfintere allargarsi sino a dolere, volevo che entrasse dentro di me ma il dolore si faceva insopportabile…
Nel frattempo ogni tanto allungava l’altra mano sotto di me afferandomi alternativamente i capezzoli e stringendoli fino a farmi mugolare di dolore, mano a mano che spingeva la sua mano dentro di me, trattenendomi quando per il dolore cercavo di spostare il bacino in avanti per sfuggire a quella invasione nel mio corpo che cominciava a diventare insopportabile… Non so se il dolore fosse creato dai muscoli che si rifiutavano di cedere o dalla peluria intorno all’ano che veniva tirata dallo sfregamento contro il guanto di vinile che aveva indossato, ma alla fine dovemmo des****re…
Dopo avermi fatto riposare un poco, continuando a stuzzicare i miei capezzoli decise che era il momento che mi dedicassi al suo culetto, sdraiandosi a pancia in giù ma facendomi mettere in modo tale che potesse continuare a stringere a suo piacimento i miei capezzoli o potesse dedicarsi alle mie palle o al mio cazzo…
I suoi occhi erano socchiusi, il suo viso disteso… il suo ano davanti alla mia bocca…
La mia lingua cominciò a leccarlo piano piano, girandogli attorno, leccando la rosetta che trasmetteva alla mia mente sensazioni paradisiache… Ogni tanto spingevo la mia lingua dentro di lei e lei sollevava leggermente il bacino per agevolarmi l compito, altre scendevo nel solco tra le sue gambe a leccare il suo sesso che si gonfiava e rilasciava umori densi che raccoglievo con la lingua…
Non so quanto andai avanti a leccarglielo… so solo che alla fine i miei capezzoli erano indolenziti per il trattamento ricevuto e il mio cazzo gonfio e duro… Mi fece sdraiare sulla schiena e cominciò a mastrurbarmi graffiandomi ogni tanto la cappella… mentre i suoi denti afferravano i miei capezzoli che appena venivano toccati mi facevano sussultare, al che lei con un sorriso malefico li mordeva facendo inarcare il mio corpo per il dolore misto al piacere… Fermando ogni tanto la masturbazione per poter stringere le mie palle o per poter stringere con tutte e due le sue mani i miei capezzoli mentre mi baciava… Poi riprendeva a masturbarmi e andò avanti così fino a quando non mi fece venire mentre i miei capezzoli erano sempre più doloranti…
Talmente tanto che quando mi rivestii solo lo sfioramento della camicia prima, e della cintura di sicurezza dopo mi provocavano dolore… dolore e piacere nel ricordo di quanto c’era appena stato…
Fu l’inizio di una strana esperienza, in cui tutti e due volevamo esplorare nuovi confini e sensazioni, in cui ognuno dava sfogo alla propria fantasia…
Ricordo una volta in cui a casa sua fui incatenato a gambe divaricate e sollevate alle gambe metalliche del tavolo in soggiorno, con lei che si divertiva ad inserirmi quanto restava della catena (e non era poca) nel mio culo… estraendola piano piano obbligando lo sfintere ad aprirsi e chiudersi lentamente, per poi reinserila ancora e poi a tirarla fuori ancora… ero in sua balia e mi piaceva…
In quella posizione si divertiva ad usare svariati oggetti, siano stati dildi, butt plug normali o gonfiabili, o oggetti di uso comune che le suggeriva la sua fantasia… arrivò ad usare uno scovolino per bottiglie che cominciò ad infilare lentamente provocandomi un grande senso di fastidio per lo sfregamento che provocava nel mio ano anche se non veniva forzato ad aprirsi molto, muovendolo piano piano dentro di me, facendolo girare, estraendolo, fino a quando il dolore ed il fastidio che sentivo cominciavano a tramutarsi in piacere…
Un’altra volta dopo avermi fatto spogliare mi fece mettere a 4 zampe nella vasca e mi bendò, allontanandosi e ordinandomi di restare immobile. La sentivo trafficare nella cucina, sentivo rumore di acqua ma non comprendevo cosa stesse architettando.
Quando tornò cominciò ad accarezzarmi dappertutto, dedicandosi al suo passatempo preferito: torturarmi i capezzoli, per poi sedersi a cavalcino sulla mia schiena. Sentivo la sua pelle a contatto con la mia, mi resi conto che era nuda come me, avvertivo il solletichio dei peli del suo sesso sulla pelle della mia schiena ma ancora non comprendevo cosa avesse in mente.
Ad un certo punto sentii che appoggiava qualcosa contro il mio sfintere e cominciava a spingere, obbligandolo ad allargarsi e a ricevere dentro se qualcosa di non piccolo ma anche non esageratamente grande… Poi la sentii che trafficava con i rubinetti della vasca e un fiotto d’acqua tiepida cominciò ad invadere il mio intestino, mentre lei muoveva non so cosa dentro di me…
Inizialmente mi disse di stringere e cercare di non far fuoriuscire l’acqua, mentre lei invece muoveva non so cosa rendendomi il compito difficile… Quando vedeva che l’acqua non veniva trattenuta i miei capezzoli venivano stretti brutalmente dalle sue dita…
Finalmente mi disse di rilassarmi e lasciare che tutta l’acqua entrata in me potesse defluire, ma i rubinetti non erano stati chiusi… Continuava ad entrarmi gonfiandomi il ventre e scorrendo liberamente sulle mie gambe.
Nel frattempo mi accorsi che, mentre mi scopava il culo con quello che mi aveva inserito e da cui defluiva l’acqua che mi invadeva, aveva cominciato a masturbasi, e i colpi che mi penetravano variavano al ritmo della sua masturbazione, rendendo eccitante la sensazione che provavo… Mano a mano mi accorgevo che si stava avvicinando all’orgasmo, e quando lo raggiunse sentii un fiotto caldo bagnarmi la schiena, colarmi addosso e mi resi conto che stava inondandomi la schiena della sua urina…
Non so dire che sensazione provai in quel momento… fu strana e coinvolgente, ma mi confuse talmente che la accettai rendendomi conto poi, nel futuro, mentre ricordavo le sensazioni che avevo provato, che in fondo avrei voluto che continuasse ancora…
Un’altra volta fu estasiata da dei cateteri che mi aveva dato una amica infermiera e che volevo usare su lella…. Li trovò nella mia borsa e mi chiese con chi volessi usarli.
A quel punto volle provarli su di me e mi fece sdraiare sul letto con le gambe aperte… Cominciò ad infilarlo lentamente provocandomi una strana sensazione… Lo sentivo percorrere la mia uretra e avvertivo il suo avanzare… Ad un certo punto cominciò a ritrarlo… e la sensazione fu ancora più piacevole… Arrivò sino quasi ad estrarlo completamente per poi ricominciare a spingerlo dentro…
Ad un certo punto sentii che incontrava una leggera resistenza e lei lo spinse ancora di più… oltrepassando la valvola della vescica e provocando la fuoriuscita di un getto di urina… lo ritrasse velocemente ma sempre lasciandolo inserito, allontanandosi un momento dal letto e tornando con un asciugamano ed una bacinella… la posò tra le mie gambe e ricominciò a spingere il catettere dentro sino a penetrare la vescica… e lasciando che si svuotasse direttamente dentro la bacinella.
A quel punto si allontanò ancora e tornò con una siringa grande che usò per riempirmi la vescica con l’acqua che conteneva, ma impedendone la fuoriuscita obbligandomi a tenere stretto il tubo e andando di nuovo a riempire la siringa…
Quando sentivo che stavo scoppiando e che non sarei riuscito a sopportare un’altra iniezione tramite il tubicino usò la siringa per aspirare e ributtare dentro l’acqua… provocando uno sgonfiamento e un rigonfiamento continuo della vescica…
La sua espressione mentre lo faceva era estasiata, e immagino lo divenne ancora di più quando decise di continuare questo suo gioco mettendosi a cavalcioni sul mio viso e obbligandomi a leccarle il buco del suo culo mentre lei continuava a dedicarsi al suo nuovo divertimento. A volte si arrestava per dedicarsi ai miei capezzoli che usava per comandare il ritmo della mia lingua stingendoli improvvisamente quando era particolarmente eccitata da come la leccavo… o tirandoli quando voleva che affondassi dentro di lei… poi tornava a dedicarsi al tubo che aveva infilato nel mio cazzo giocandoci come desiderava, spingendolo dentro e tirandolo fuori… Avvertivo la pressione quando raggiungeva la valvola della vescica contro cui si divertiva a premere senza farlo entrare, altre volte forzava il suo ingresso ormai senza problemi, avendola svuotata completamente… Mi scopava il cazzo con quel catetere come voleva… tenendomi ferme le braccia sotto le sue ginocchia e stringendo senza pietà i miei capezzoli… pizzicandoli con le sue unghie, tirandoli… Eccitandomi sempre più… fino a farmi venire con quel coso ancora infilato dentro il mio cazzo…
Quella volta al telefono mentre stavo andando da lei mi disse che aveva in serbo una sorpresa… Non sapevo cosa intendesse e ne ero un po intimorito anche se la cosa mi stuzzicava molto…
Quando arriva mi guardai in giro per vedere se riuscivo ad indovinare di cosa si trattasse nel vedere qualche cosa di diverso ma, a parte le borse della spesa al super, non c’era niente.
Invece era il loro contenuto che nascondeva la sorpresa…
Dopo esserci baciati, e mentre lo faceva le sue mani erano già corse ai miei capezzoli, mi offrì il caffè e ci sedemmo in cucina a chiaccherare del più e del meno normalmente, mentre il fumo delle sigarette saturava l’aria.
Dopo un po mi disse di andare in camera e di spogliarmi completamente, cosa che solitamente precludeva all’inizio di una sessione di gioco, senza sapere ancora cosa sarebbe successo poco dopo…
Per prima cosa mi bendò strettamente gli occhi, in modo da non farmi vedere assolutamente niente di quello che sarebbe successo, e poi accompagnandomi dolcemente mi fece sdraiare sul letto. Ancora non riuscivo a comprendere le sue intenzioni.
Senza parlare ma usando solamente il tocco delle sue mani mi fece prima allargare le gambe, per poi farmele piegare ambedue in modo che i piedi appoggiassero sul letto ma le ginocchia fossero piegate verso l’alto. Poi mi fece mettere in posizione seduta, sempre con le gambe nella stessa posizione. Ancora non comprendevo le sue intenzioni, sapendo della sua predilezione per il buco del mio culo oltre che per i miei capezzoli.
Mi fece allungare le braccia in modo che le mie mani afferrassero le caviglie stando al loro interno. Si allontanò un momento e sentii che armeggiava nei sacchetti che avevo notato in precedenza. Quando tornò avvertii l’appoggiarsi sulle mie braccia e gambe di qualcosa che riconobbi come della pellicola per alimenti, che cominciò ad avvolgere intorno ad ogni singola gamba imprigionandomi l’avrambraccio… Fu molto meticolosa e mi accorgevo che verificava che non fosse particolarmente stretto, ma che i giri effettuati fossero sufficienti per impedire di liberarmi, anche se l’avessi voluto.
Fece la stessa oprazione anche nell’altra gamba e fu così che mi ritrovai seduto con le braccia imprigionate nella parte interna di ogni gamba.
A quel punto mi aiutò a sdraiarmi sulla schiena, con il risultato che per la forza di gravità le mie gambe assieme alle mie braccia restassero allargate, mettendo in mostra il mio cazzo e il mio culo. Mi accorsi però che non era ancora soddisfatta, infatti mi mise un paio di ciscini sotto la parte bassa della schiena, per fare in modo che il culo fosse bene in alto a sua disposizione.
A quel punto si allontanò ancora e risentii il rumore dei sacchetti che venivano aperti e lei che ci frugava dentro. Quando torno la sua voce mentre mi parlava imponendomi di non risponderle sapeva di sorriso… Incominciò ad accarezzarmi il cazzo facendolo diventare in breve tempo duro… A quel punto prese a stuzzicarmi la cappella come sapeva fare con le sue dita… le sue unghie… Uguale trattamento rivolse anche ai miei capezzoli anche se per lei non erano comodi da raggiungere, ma non si arrese regalandomi brividi di piacere assieme al dolore che provocava.
Quando si rese conto che ero eccitatissimo avvertii che prendeva qualcosa che aveva precedentemente appoggiato sul letto, e sentii qualcosa appoggiarsi delicatamente sul mio buco del culo… Qualcosa che non riuscivo a identificare, ma che dava l’idea di essere duro… Cominciò a spingere allargandomi e provocandomi fastidio… era più largo di tutto quello che aveva usato su di me in precedenza, mi sentivo lo sfintere dilatato ma non riusciva a penetrarmi… Versò del lubrificante che sentii colare sullle mie natiche, nel mio culo, e ricominciò a spingere… Ma non riusciva a far entrare quello che voleva usare per penetrarmi… La sentii sbuffare insoddisfatta, e dopo aver tentato ancora una volta decise di cambiare oggetto…
Questa volta l’impressione fu di qualcosa di si duro ma anche cedevole… anche se la dimensione che avvertivo non era da meno di quello che aveva provato ad utilizzare prima…
Piano piano riusciva a forzarmi… ad entrare… Mi sentivo il buco del culo allargato come non mai, mi faceva male… ma avvertivo nel contempo che quello che stava usando si faceva strada dentro di me… Alla fine riuscì a fare entrare quella cosa che aveva deciso di usare e tutta soddisfatta mi baciò mentre con la mano muovava quella cosa che era entrata dentro di me e che sentivo rovistarmi i visceri… Non era solo grande ma anche lunga… Ancora non riuscivo a comprendere cosa fosse… Quando lei si accorgeva che ormai era entrata completamente, anche se mi rendevo conto che non era tutta dentro, mentre mi mordeva i capezzoli dava dei colpi facendomi sobbalzare non potendo riceverne altra dentro… E più sobbalzavo più lei spingeva, con spinte prolungate che mi sfondavano i visceri… Poi estraeva quella cosa che mi aveva infilato fino quasi ad estrarla completamente, e quando il mio sfintere cominciava a rilassarsi nel richiudersi, lei la rispingeva dentro… Non so quanto andò avanti a violare il mio culo in quel modo… Stavo cominciando a tremare per la tensione… Avevo il culo e i capezzoli in fiamme… il mio cazzo era teso spasmodicamente… A quel punto mi tolse la benda dagli occhi e mi permise di vedere cosa avevo ancora infilato nel culo… Era una melanzana, di quelle lunghe, che faceva quasi scomparire dentro di me…
Si sdraiò sulla schiena e mi ordinò di penetrarla con quella cosa dentro di me… senza permettere di uscire, obbligandomi a tenere le chiappe strette, e mentre la penetravo le sue dita si impadronirono dei miei capezzoli che ricominciò a torturare… provocandomi un insieme di piacere e dolore… piacere per l’orgasmo che sentivo avvicinarsi… dolore quando lei li strattonava per ritardare il momento… Quando arrivò anche per lei il momento dell’orgasmo lasciò che anche io godessi dentro di lei… mentre in quel momento le sue unghie affondavano nei miei capezzoli, facendomi uscire un rantolo di dolore e piacere…
A quella volta seguirono altre innumerevoli volte… Quando non ci incontravamo la mia mente divagava fantasticando ed esplorando situazioni irreali ed eccitanti… che forse mai avrei vissuto ma che eccitavano il mio corpo e la mia mente… desideri incoffessati che forse non avrei mai realizzato…
Fui legato.. sculacciato… Il mio culo violato in mille modi diversi… il mio cazzo ed i miei capezzoli usati per la sua soddisfazione…
Ma mai lei riuscì a penetrarmi con la sua mano completamente… Ogni volta mi sentivo dilaniare senza che lei riuscisse a penetrarmi completamente, nonostante la preparazione a cui lo dedicava… Anche se a onor del vero lei assicurava di essere riuscita a far penetrare la sua mano dentro di me fino quasi al polso non ero mai riuscito a sentirmi suo… posseduto completamente…
Anche ora che scrivo il mio corpo reagisce alle sensazioni che provavo allora… I miei capezzoli si induriscono fino quasi a dolere e reclamando attenzioni che non hanno più… Il mio cazzo si irrigidisce… Il buco del mio culo sento che si rilassa per poter essere agevolmente penetrato…
Da allora le mie fantasie hanno viaggiato in ogni direzione… senza mai trovare risposte… senza mai trovare soluzioni o soddisfazioni…
Ormai il convincimento che potrei accettare quasi qualsiasi cosa se opportunamente eccitato e instradato prevale in me…
Prima di quello che ti ho raccontato fino ad adesso successe anche un’altra cosa…
Avevo cominciato a “chattare” su una chat vocale… conobbi una donna con cui ci sentivamo solamente tramite la messaggeria vocale… Mi intrigava e mi accorsi che anche lei era intrigata da me…
Fino a quando ci scambiammo i numeri di cellulare e cominciammo a sentirci… Fu una conoscenza lenta… scambiavamo idee… emozioni…
Poi, complice una cena aziendale per le festività natalizia, in cui avrei fatto molto tardi e per la neve, avvisai a casa che mi sarei fermato a dormire in albergo e che sarei rientrato il giorno dopo…
Invece affrontai un viaggio nella notte per raggiungerla… Arrivai che era notte… Appena entrai lei mi annusò poichè mi aveva avvertito che non fumava e che non avrebbe gradito sentire odore di fumo…
Quello che lei sentì le piacque, visto che non ebbe rimostranze. Mi baciò e mi porto al piano superiore… nella sua camera… Esplorammo i nostri corpi… con le mani.. con la lingua… con le labbra…
Fu l’inizio di una relazione che andò avanti per diversi mesi… Earavamo complici… ci raccontavamo le nostre fantasie…
Anche lei era attirata dall’erotismo in tutte le sue forme… Mi confessò che spesso si masturbava guardando immagini erotiche su internet… Cominciammo ad esplorare assieme siti, foto… scambiandoci impressioni ed apprezzamenti… Lei mostrava di apprezzare molto immagini sm… con donne e uomini umiliati, frustati, legati…
Si eccitava e si sfiorava i seni.. il sesso… La invitai a masturbarsi… Mi eccitai quando cominciò a toccarsi… a sfiorarsi i seni con i capezzoli eretti…
Intanto le immagini scorrevano sulo schermo… A quel punto lei confessò come le piaceva masturbarsi… e le chiesi di farlo…
Si allontanò un momento e quando tornò aveva delle mollettine di legno fermapacchi che si applicò sulle lebbra… La mia eccitazione andò alle stelle… le confessai che anche a me piaceva sentirle sullo scroto… sul prepuzio… sui capezzoli…
Ne prese qualcuna e me le mise sul mio cazzo… mentre continuavamo a masturbarci… vedevo le sue dita muoversi tra le sue labbra… mentre le mollette si muovevano al ritmo dei suoi tocchi… io continuavo a menarmi il cazzo guardandola… i pantaloni abbassati fino alle caviglie… la camicia sbottonata… La mia mano saliva e scendeva… rallentava quando sentiva avvicinarsi l’orgasmo o si fermava… fino a quando non venimmo tutti e due…
Dopo lei volle occuparsi personalmente di pulirmi portandomi in bagno… facendomi sedere sul bidé, insaponandomi lentamente il cazzo e lavandolo accuratamente…
Quando mi fui rivestito disse che le sarebbe piaciuto provare a giocare con le corde… e di portarle la volta successiva…
La volta che tornai avevo con me un rotolo di corda acquistato presso un negozio che trattava articoli da montagna, più che una corda era un cordino ma venne utilizzato bene…
Mi portò nella sua camera facendomi spogliare completamente e poi mi bendò gli occhi… Mi fece sdraiare e cominciò ad armeggiare con la corda… Sentii che per prima cosa mi legava una caviglia, poi me la fece alzare e passò la corda da qualche parte perchè mi accorsi che restava alzata… poi la sentii che la passava sulle mie palle… che si ritrovarono legate e tirate. Poi passò a bloccare l’altra gamba che si ritrovò fissata alla coscia…
A quel punto sentii le sue mani accarezzarmi dappertutto… con tocchi leggerissimi che facevano tirare il mio cazzo… lo sentivo rizzarsi ancora di più…
poi avvertii quasi una puntura nella zona del perineo… che si ripeté più volte… sentivo quel tocco strano spostarsi sulle mie palle… sulla mia cappella che veniva scoperta e poi ricoperta… lo sentii intorno allo sfintere… non capivo cosa fosse ma mi eccitava ed il mio cazzo aveva ogni volta un movimento che lo faceva rizzare…
Continuò così non so per quanto tempo…eccitandomi sempre di più… fino a quando mi accorsi che cominciavo a sussultare sempre più… sentivo l’orgasmo che si avvicinava… si avvicinava… mentre lei continuava con quello strano tocco… e alla fine venni mugolando come un a****le… sentendo lo sperma s**turire da me in un fiotto caldo… lo sentii scorrere sul mio ventre.. sulle mie gambe… lo sentii colare tra di loro… lei mi lasciò così mentre sentivo il suo respiro accelerare… sentivo che stava toccandosi… il mio cazzo ancora ritto ondeggiava seguendo i suoi ansiti… la sentii godere… immaginavo il suo viso… le sue mani nel suo sesso…
Aentivo lo sperma che si raffreddava sul mio corpo mentre colava lentamente… Poi lei ricominciò a toccarmi delicatamente, il mio cazzo ormai molle ricominciò a reagire gonfiandosi e indurendosi… Le sue dita lo scappellavano lentamente mentre lo masturbava… Ogni tanto lo abbandonava per avvivinarsi alla mia bocca baciandomi, facendomi succhiare i suoi capezzoli, per poi tornare ad accarezzare il mio cazzo che diventava sempre più duro… Sentivo che godeva nel masturbarmi così lentamente… La mia cappella bruciava dal desiderio di raggiungere l’orgasmo, ma come lei avvertiva le contrazioni che lo preannunciavano smetteva di toccarlo, a volte semplicemente senza fare altro se non restargli vicino, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, sulla cappella, sulle mie palle… altre invece baciandomi o facendosi baciare… altre ancora giocando con le corde che mi avevano immobilizzato, specialmente con quelle che tenevano legate le mie palle tirandole e lasciandole andare… Non so per quanto tempo durò questa piacevole tortura, ho ricordi confusi ma non fu breve…
Un’altra volta mentre eravamo nudi sul suo letto mi propose di bendarmi e la lasciai fare. Dopo avermi bendato mi fece alzare dal letto e mi legò le mani unendomi i polsi, mi fece spostare e mi resi conto che uscivamo dalla camera da letto. Guidandomi dolcemente mi fece scendere le scale che portavano al soggiorno al piano di sotto e mi fece addossare alla parete sottostante la scala chiedendomi di restare li.
La sentii allontanarsi per alcuni minuti e poi tornare vicino a me. Le mie braccia vennero sollevate e mi accorsi che legava la corda che tratteneva i miei polsi in alto sulla ringhiera. mi accorsi che si abbassava davanti a me e sentii la sua bocca afferrare il mio cazzo tra le sue labbra… la sua lingua sulla mia cappella…
Le sue mani allargarono le mie natiche e qualcosa di duro spingere sul mio buco entrando dentro di me. Lo spinse a fondo fino a quando sussultai per la fitta che mi provocava. Non era qualcosa di grosso ma era qualcosa di molto rigido che mi accorsi lei appoggiava al suo seno mentre continuava a giocare con il mio cazzo nella sua bocca. Avvertivo che ad ogni spostamento del suo viso la cosa che mi aveva infilato si muoveva all’unisono, seguiva i suoi movimenti, veniva spinta dentro e si muovava dentro le mie viscere… Credo lei facesse apposta a muoversi amplificando i movimenti che quella cosa aveva dentro il mio culo…
Poi la sentii alzarsi e mi chiede di stringere le natiche per non farla uscire, mentre sentivo lo sfregamento di un fiammifero e l’inconfondibile odore di zolfo spandersi nell’aria…
Dopo alcuni istanti sentii gocce calde cadere sulla mia cappella facendomi sussultare per il bruciore… Mi resi conto che aeva acceso una candela e che la stava facendo colare sul mio cazzo provocandomi strane sensazioni di bruciore e piacere… La sentii allargare la mia fessura e sentii il bruciore improvviso quando le gocce bollenti vi si depositarono… Poi fu la volta dei miei capezzoli a ricevere il bacio bollente della cera…
Una volta che si fu solidificata le sue dita cominciarono a toglierla e la sua lingua leccava e bagnava le zone che erano state ricoperte, mentre una delle sue mani aveva ricominciato a muovere dentro di me l’oggetto che aveva utilizzato per sodomizzarmi…
Sentivo la sua lingua guizzare sui miei capezzoli, succhiarli, mordicchiarli… altrettanto sulla mia cappella… mentre io continuavo ad essere immobilizzato legato alla ringhiera della scala… poi la sua mano cominciò a masturbarmi fino a portarmi all’orgasmo… (quello che aveva usato per sodomizzarmi scopersi dopo che era un manganello da poliziotto che lei teneva su un mobile nell’anticamera del piano superiore…)

Come vedi e come hai immaginato sono una troia… Mi piace essere usato e godere ma mi piace avvertire che quello che subisco dona eccitazione e piacere a chi sta usando il mio corpo… Non conosco i miei limiti… credo di non averli ancora raggiunti come so di non essere un masochista che gode e raggiunge l’orgasmo solamente per il dolore che riceve, ma che il dolore che ricevo abbia la capacità, entro certi limiti, di amplificare il piacere che poi dono e ricevo…
Non so se quanto leggerai risponda alla tua domanda “come è successo” ma sicuramente ti aiuterà a comprendermi meglio…

La tua troia

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Erstes Mal

Ein Einblick in unser Leben Teil 2

Ein Einblick in unser Leben Teil 2
Bei unseren gemeinsamen Besuchen im Biergarten lernten wir irgendwann ein Paar kennen das geistig voll auf unserer Höhe wenn es um allgemeine Themen geht(z.B.Politik,Humor usw.).Dies soll keine Abwertung sein aber dazu gleich.Bei unseren 3 Besuch ,wo wir mal wieder zu 8 waren ergab es sich das sie wieder mit da waren.Er hieß Kevin und sie Nathalie.Wir verstanden uns alle Super mit den beiden das einzige und jetzt werdet ihr verstehen was wir meinen,sie waren noch recht jung und hätten fast unsere Kinder sein können.Kevin war 21 und Nathalie 20.Beim Thema Sex versuchten sie immer mitzureden,aber wie sich später rausstellte waren sie beide die ersten Sexpartner in ihren leben.Wir 4 Paare hielten uns sehr zurück es muss ja nicht jeder wissen wie es wirklich um uns steht.Irgendwann kamen dann so Fragen von den zweien wie ” Habt ihr das schon mal gemacht und würdet ihr das mal….”Wir versuchten die Fragen zu beantworten ohne das wir uns verraten.Als dann aber so Fragen kamen wie habt ihr schon mit anderen oder würdet ihr,drehten wir den Spieß um Fragten sie.Sie hätten schon Lust mal mit jemand anderen weil sie noch nie mit jemand anderen hatten war die Neugierde groß aber sie wüßten nicht wie weit sie dabei gehen würden.Naja ein Wort gab das andere und irgendwann beschlossen wir acht die Katze aus dem Sack zu lassen.Was soll schon passieren,entweder sie Glauben und oder nicht.So erzählten wir den zweien was bei uns acht so abgeht.Man war das ein Hammer für die zwei.Beide hatten große Augen und Nathalie bekam den Mund nicht zu.Kevin meinte dann nur”ihr macht es ohne Gummi”.Wir bejahte weil wir uns schon eine zeit lang kennen und uns ärztlich untersuchen lassen haben.Er meinte nur” er könne sich schon vorstellen mal eine anderen Frau zu ficken und zu besamen so wie es von der Natur bestimmt ist zum Erstaunen von Nathalie.Sie meinte dazu das sie sich zwar vorstellen könnte mit einen anderen Mann zu ficken,mit Gummi.Ihrer Meinung nach ist es das intimste überhaupt wenn sich eine Frau besamen läßt und damit das neu entstehende leben in sich aufnimmt.Wie süß dachten wir.
Wir fragten sie ob sie nicht mal Lust hätten wenn wir uns alle wieder mal treffen zum Sex ob sie dabei sein wollen.Was sehr schnell mit ja von beiden beantwortet wurde.
Gesagt getan die beiden kamen und wir vereinbarten das sie nichts machen müssen aber wenn sie es wollten auch mitmachen können,sie beide allein also sehen und gesehen werden oder aber auch mehr.
Wir vier Paare zogen uns nach und nach aus und irgendwann ging es auch schon los,da wir nun mittlerweile so vertraut waren war es auch normal das die Frauen einfach mal einen anderen Schwanz zum Blasen in die Hände nahmen.Meine Sofia bearbeitete mit Händen und Mund den Schwanz von Markus,meiner befand sich gerade im Mund von seiner Sonja die meine Eichel mit schnellen Zungenschlägen massierte.Daniela leckte gerade genüsslich über die Eichel von Tilo und Harry gab sich dem Mund von Nicole,Tilos Frau hin.
Uns blieb allen nicht verborgen das unser treiben die beide nicht kalt lässt.
Irgendwann fingen sie auch an sich zu küssen und nach und nach auszuziehen.Wir anderen acht fingen dann alle langsam an zu ficken.Ich sah wie Markus sein harten Schwanz in meiner Sofia versenkte was sie durch lautes Stöhnen bestätigte.Ich drehte Sonja auf dem Rücken und schob ihr meinen Schwanz ohne Vorwarnung bis zum Anschlag in ihre geile Fotze und verharrte so.
Tilo sein Schwanz steckte derweil in Danielas Fotze und Nicole bekam den Schwanz von Harry zu spüren,als wir alle innehielten.Wir schauten alle zu Kevin und Nathalie die sich gerade auszogen.Kevin war schon nackt und Sonja unter mir liegend mit meinen Schwanz in der Fotze rief” man ist das ein Teil den will ich spüren”bei allen Neid muss man sagen der war schon gewaltig,nicht bloß lang auch der Umfang.Nathalie hatte nur noch einen schwarzen String an und hellen BH den sie zuerst auszog.Geile Titten dachte ich und an dem Grinsen der andern Männer erkannte ich sie dachten genauso.Aber wenn wundert es mit 20 ist eben alles noch knackig.Dann war der String dran.Was man da schon sah war ihr Wahnsinns Arsch der sich im String schon sehr geil machte.
Dann merkten die beiden das wir sie beobachten mit den Schwänzen in irgendeiner Fotze und Kevin fragte”warum macht ihr nicht weiter”wir sagten dann nur “wir warten auf euch”Beide lachten und Nathalie drehte sich um und wir sahen sie endlich in ihrer Jugendlichen Pracht.Wow Hammer Titten rief Harry,ihre Fotze hatte einen geilen Kurzhaarschnitt ein breiterer Strich alles in allen sehr sehr geiler Körper aber in dem alter kein Wunder.
Sie ging vor ihm in die Knie und fing an ihm einen zu Blasen.Wir anderen fickten derweil weiter.Und die beiden gingen auch über zu ficken.Wir sahen wie Kevin seine Nathalie von hinten fickte so das die zwei uns weiter beobachte können.Wir tauschten unterdessen die Partner.Die Fotze meiner Sofia wurde heftig von Harrys Schwanz gefickt.Mein Schwanz wurde von Nicoles Fotze bearbeitet der Schwanz von Tilo hat sein Spass mit der Fotze von Sonja und Markus sein Schwanz entlud sich gerade in der Fotze von Daniela.Das war wie ein Startschuss.Ich war der nächste und stieß ein letztes mal zu und spritzte alles in die Fotze von Nicole.Dann bekam Sonja den Saft von Tilo ins Fötzschen .Dann erfolgte ein Aufschrei und meine Sofia bekam den Samen von Harry in die Fotze.
Das war zuviel für Kevin und Nathalie er machte noch zwei Stöße und kam in seine Nathalie.
Es erfolgte eine kleine Pause und die beiden gaben uns zu verstehen wie geil sie das fanden und anscheinend waren sie so aufgeheizt das sie fragten ob sie nicht auch mal fremdficken könnten.
Wir gaben ihnen zu verstehen das wir nichts dagegen haben und ob sie das wirklich wollen und wie sie es sich vorstellen.
Kevin fragte ob er Sofia ficken darf.Ich konnte gar nicht so schnell Antworten da sagte meine Sofia mit glänzenden Augen”ja darfst du aber nur wenn du mir deinen Leben bringenden Samen in die Fotze spritzt”Nathalie wurde etwas rot dabei hatte aber ein Lächeln auf den Lippen.
Jetzt war Nathalie an der Reihe und sagte ob sie mit Harry ficken darf.Harry bekam glänzende Auge und einen Steifen.Da wir alle was davon haben wollten vereinbarten wir das Kevin erst mit meiner Sofia ficken soll und wir schauen dabei zu und dann wär Nathalie mit Harry dran.
Wir bauten vor uns Matratzen auf setzten uns und hofften so einen guten Blick auf das was kommt zu bekommen.
Dann war es soweit meine Sofia legte sich mit spreizenden und leicht angezogenen Beinen auf den Rücken und wartete auf das was kommen musste.Mir schossen derweil so Gedanken durch den Kopf wie”jetzt wird der Junghengst der fast ihr Sohn sein könnte gleich meine Stute besamen”Auf einmal kniete Kevin über ihr und schaute nochmal zu seiner Nathalie als wenn er das ok suchte und das gab sie ihn mit den Worten”los mach schon”
Meine Maus konnte es nicht mehr erwarten griff mit beiden Händen seinen Schwanz und zog ihn zu sich und setzte ihn an ihre Fotze an.Er stieß zu und versenkte sein Schwanz bis zu den Eiern in der Fotze meiner Frau die einen lauten Schrei losließ.Er fickte sie besessen und Sofia musste ihn immer wieder bremsen.Wir konnten sehen wie er sein Schwanz soweit rauszog das die Eichel zu sehen war und dann wieder verschwand.Nathalie schaute gebannt auf den Schwanz von ihren Kevin der in der Fotze meiner Sofia ein und ausfuhr und rubbelte sich heftig ihren Kitzler.
Sofia sagte mir im Nachhinein das der Junge an ihren Muttermund stieß und sie es erst unangenehm empfand aber dieses Gefühl schnell in Geilheit überging und sie hatte das Gefühl das er irgendwann noch weiter eindrang.Sie konnte Kevin irgendwann nicht mehr zurückhalten so ein Tempo hatte der Junge drauf und dann schrie unter lauten Stöhnen meine Sofia ” los mach mich dick”das war zu viel er schob seinen Schwanz ein letztes mal tief hinein in die Fotze meiner Sofia und dann sah man wie sich seine Eier heben und senken.Ich glaube so 6 bis 7 mal.Man muss der einen haufen Saft in den Eiern haben dachte ich.
Sofia kam es so heftig das sie ihre Fingernägel in den Arsch des Jungen bohrte und ihn noch mehr zu sich ziehen wollte,sie erzählte später das sie spürte wie er pumpte und es immer wärmer in ihr wurde sowie ein gewisser Druck aufgebaut wurde in ihren Bauch.Ich meine der Junge hat ihr bis in die Gebärmutter gespritzt.Dann zog er seinen Schwanz raus,verschmiert von Fotzensaft meiner Maus und seinen eigenen Samen und zugleich kam auch ein großer Schwall von seinen Samen hinterher.Es sah so aus als hätten sich schon mehrere Schwänze in meiner Maus entladen,einfach herrlich.
Kevin ging zu seiner Nathalie gab ihr einen Kuss und nahm sie an die Hand und führte sie zu der Matratze.Sie legte sich bereitwillig auf den Rücken und winkelte ihre Füße an und wir alle hatten ein Super geilen Blick auf ihrer geile,mit der Kurzhaarintimfrisur verzierten Fotze.Sie war eindeutig bereit für eine fremden Schwanz
Harry war schon über ihr und massierte und küsste ihre geilen Titten und man sah wie sich sein Schwanz ihrer Fotze näherte.Kevin kniete derweil dahinter und wollte genau sehen wie seine Hübsche gleich den fremden Schwanz,der ja fast ihr Vater sein könnte,in die Fotze geschoben bekommt.
Die Eichel von Harry lag am Eingang ihrer Fotze und dann verschwand sie,teilte die Fotzenlippen von Nathalie und der Schwanz verschwand komplett.
Lautes Stöhnen und dann war es um Nathalie geschehen,sie kam Harrys Schwanz bei jeden Stoß entgegen.Harry legte ihre Füße auf seine Schulter um sie noch tiefer ficken zu können.Man die kleine hatte Samba im Blut wie sie ihren Arsch bewegte beim ficken einfach göttlich.Sie fickten jetzt sehr inbrünstig und dann schrie Nathalie” Fick mir ein Baby rein”.Sie wollte sich im Nachhinein für diesen Satz entschuldigen weil es mit ihr durchgegangen sei,wir gaben ihr aber zu verstehen das es normal ist ab ein gewissen Punkt siegt die Geilheit und unsere Frauen bringen auch solche aussagen während des fremdfickens.Für Harry war das aber zu viel und er stöhnte laut auf und besamte die Fotze von Nathalie das erste mal fremd.Als er sich zur Seite rollte gab er den Blick frei auf ihre leicht geöffnete fremdgefickte und besamte Fotze und man sah wie der Fremdsamen langsam raussickerte.Man war das geil ich spielte derweil an der Fotze von Daniela und sie wichste meine Schwanz,bei den anderen sah es nicht anders aus.Manch einer ließ sich sogar einen blasen.Kevin wichste derweil seinen harten Schwanz und gab seiner Nathalie einen langen Kuss.
Dann schnappte er sich Sonja kniete sich hinter ihr und schob sein Schwanz der länge nach rein,es schmatzte nur so und war sehr geil anzusehen.Jetzt will er es aber wissen dachte ich,erst sagen er möchte mal mit meiner Sofia ficken und jetzt fickt er Sonja auch noch aber wer kann es ihn verübeln?Nathalie vielleicht?Nein,sie lag noch auf dem Rücken und schaute den zweien beim ficken zu und es hatte den Anschein das es ihr gefiel.Markus war der erste der bei ihr und lag,neben ihr,und massierte ihre wirklich geilen Titten.Die anderen Frauen waren derweil damit beschäftigt den treiben von Kevin und Sonja zuzuschauen und abwechselnd seine Eier zu massieren
Harry schaute uns allen zu er brauchte offensichtlich eine Pause.
Tilo kniete am Kopf von Nathalie mit seinen Schwanz vor Nathalies Mund.Er hoffte wohl das sie ihn in den Mund nimmt und bläst,was sie aber nicht tat sie wichste ihn mit beiden Händen.Ich saß zwischen ihren gespreizten Schenkeln und hatte vollen Einblick auf ihre noch immer von Fremdsperma auslaufende Fotze.Ich hörte auf einmal lautes Stöhnen und schaute zu Kevin der immer noch mit seinen Schwanz Sonjas Fotze beglückte nur das sie auf den Rücken lag und er von oben voll rein hämmerte.Was für ein Anblick,anscheinend nicht nur für mich.Nathalie schaute auch nahm eine Hand von Tilos Schwanz packte meinen zog ihn zu ihren Fotzeneingang und schaute mich an und sagte “Fick mich “.Tilo und Markus schauten ganz erstaunt und fragend” will sie wirklich nochmal fremdgefickt werden und läßt sie sich nochmal besamen”und ” können wir sie auch noch ficken und besamen”
Mir war das in dem Moment egal,ich wollte sie ficken und was noch wichtiger war ” ich werde ihr mein Samen ins Loch spritzen.Und dann steckte er drin bis zur Wurzel,ich musste kurz innehalten sonst wär ich gleich gekommen.Man war die heiß und so verdammt eng obwohl schon Fremdsamen in ihr war und dann fickte ich los.Kaum das ich ein paar Stöße gemacht habe fing sie wieder mit ihren rhythmischen Arschbewegungen an.” O Gott dachte ich ” mach langsam schrie ich sonst spritz ich gleich ab”Ihr schien es egal zu sein,sie schaute mich mit einen lüsternen Blick an und steigerte ihre Hüftbewegung und damit das nicht langt,kam etwas wo wir alle überrascht wurden.Sie zog den Schwanz von Tilo zu ihren Mund und fing an zu blasen.
Das war zu viel,nicht nur für mich,Kevin der Sonja wieder von hinten fickte sah es und spritzte augenblicklich ab.Es muss ja ein hammergeiles Bild für ihn sein zu sehen wie seine Nathalie einen Fremdschwanz in der Fotze hat und einen im Mund,und dann kam es mir,ich jagte ihr all meinen Samen rein,schub auf schub.Wow war ich geschafft.Ich bin gerade mit meinen Schwanz aus Nathalie raus da legte sich Tilo zwischen ihr Schenkel und steckt ihr sein Schwanz rein.
Sie hatte kein Problem damit und fing gleich wieder mit ihren Hüftbewegungen an.Man jetzt fickt sie schon den Dritten Fremdschwanz und bekommt mit Sicherheit auch seinen Samen und ich war gespannt wie lange das Tilo aushält,aber da war es schon um ihn geschen es kam zu einen lang anhaltenden spritzen.
Ich dachte nur “die kleine ist aber auch sowas von geil “.Daniela versucht inzwischen wieder leben in den Schwanz von Kevin zu bekommen aber da war wohl nichts zu machen,er war wohl am Ende für diesen Tag.Wir versicherten ihn das er beim nächsten mal auch mit den anderen Frauen ficken darf.Markus derweil war nur am wichsen und alle warteten gespannt ob er Nathalie auch noch fickt,er schaute zu Kevin und der nickte.Er hatte keine Mühe sein Schwanz in Nathalies Fotze zu versenkenund dann sah man wie am eingeführten Schwanz von Markus der Fremdsamen raus kam.Bei jeden rein und raus sickerte es nur so und der Schwanz von Markus war ganz weiß aber egal sie bekommt ja gleich wieder eine neue Ladung.Kevin legte sich zu seiner Nathalie und gab ihr einen langen Kuss während dessen fickte Markus ohne unterlass weiter.Kevins Hand wanderte zur Fotze von Nathalie und massierte den Kitzler von ihr was zur folge hatte das sie ihre Hüfte immer schneller dem ein und ausfahrenden Schwanz von Markus in ihren Liebesschlund entgegenkam.Irgendwann Griff sie mit beiden Händen seine Arschbacken und zog ihn noch schneller zu sich und dann kam Markus mit lauten stöhnen und Nathalie zuckte und gab kein Ton von sich weil die immer noch geküsst wurde von Kevin.
Hammer Vorstellung der Freund küsst sein Girl und der Fremdschwanz besamt sie gerade.
Ja so ging dieser Abend leider zu Ende,aber wir hatten noch weitere Treffen von denen wir das nächste mal berichten.Geile Grüße von Daniela mit Harry,Nicole mit Tilo,Sonja mit Markus sowie Kevin mit Nathalie und uns Sofia und Bernd.

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Mature
Un po di tempo fa,cazzeggiavo in chat ed ho visto un profilo di una signora di 69 anni ,almeno cosi diceva,molto elegante,giovanile.le invio un buongiorno come va ..dopo un po mi risponde chiedendomi chi sono e cosa cerco.le risposi che ero rimasto colpito dalla sua avvenenza e se la sua eta’ fosse veramente quella indicata.mi rispose di si,che era vedova e che cercava un compagno per proseguire la sua vita.le dissi che cio’ mi sorprendeva e gli chiesi come mai una bella donna donna come lei nn riuscisse a trovare fuori un uomo.lei rispose che gli uomini vogliono solo una cosa e che lei nn era disponibile a fare cio’e quindi selezionava.era una donna con sani principi,seria,e non voleva solo accoppiarsi,ma voleva un uomo per se.gli feci i complimenti per i valori che mostrava.mi chiese per quale motivo le avevo inviato un saluto e cosa l’aveva colpito,risposi la sua fisicita’.Offesa mi rispose non mi cercare mai piu.Ok scusa ,dissi,non penso di averti offeso,ho detto quello che pensavo.Io sono una donna di sani principi-tuono’.Passo una settimana circa e mi ritrovai un saluto suo a cui risposi chiedendogli che impressioni aveva avuto dalle sue chiacchierate in chat.disse gli uomini tutti una cosa vogliono!se ne sarebbe stata da sola,meglio cosi disse.pur essendo piu piccolo di lei di 15 anni la invitai a prendere un caffe’,rispose che in un bar frequentato non avrebbe avuto problemi.Fissiamo un appuntamento ,ci incontriamo e devo dire che era ancora molto bella ,una pelle fine,delicata e molto affascinante.chiaccherammo in maniera disinvolta ,lei si mostro’ una persona di cultura aveva insegnato per 40 anni italiano a latino alle medie,adesso era in pensione.passammo un oretta insieme ,facemmo una passeggiata e mi offrii di accompagnarla a casa,mi rispose con piacere ma fino al portone d’ingresso mi disse,a casa non porto nessuno!le chiesi perche era cosi diffidente e se gli sembravo il tipo di saltagli addosso,lei rispose …tutti uguali siete gli uomini…arrivammo davanti al portone,si giro’ e disse:ma si dai mi sembri una persona per bene.arrivammo nel suo appartamento,un ambiente pieno di libri .molto curato.mi invito ad accomodarmi nel salotto che mi avrebbe raggiunto tra un po.Spunto dalla porta con un vestito diverso da quello che era uscita.colorato e molto trasparente,era proprio una bella gnocca.si sedette vicino a me e mi chiese se mi trovavo a mio agio,risposi di si ,era stata brava a farmi sentire cosi .Si avvicino ancora di piu e mi poso una mano sulla gamba molto vicino all’inguine,le feci notare che era abbastanza piacente e che mi attiva parecchio;cosa vuoi che possa fare una vecchietta come me
Mentre parlava mi abbasso la cerniera e infilo una mano dentro…inizio a palparmi ….si abbasso tiro’ fuori il mio cazzo e inizio a succhiare come una ventosa..giuro non mi era mai capitata una cosi….ti piace mi disse…e subito si rituffo’sul cazzo.mamma mia come tiravaaaaaaa…..dissi piano…mi devo rifare disse lei,si spoglio’in un secondo….mi prese con la mano mi tiro’ su e mi porto’ in camera da letto dicendo..voglio fare quello che ho sempre pensato ma che nn ho fatto mai….si posizio’ in una maniera tale che poso’ il suo ano sul mio cazzo…e piano piano inizio a ficcarselo dentro ….fino a raggiungere le palle…ohhhh disse finalmente e’ bellissimo ed inizio’ a fare avanti ed indietro….era calda come un termosifone con il termostato scassato…se lo ficco nella fica’….senbrava una belva s**tenata….mai avuto una donna cosi’ giuro.Mi prego ‘ di nn venire perche voleva che le riempissi la bocca.cosi feci…e lei sbrodolo’come una fontanella.adesso ogni tanto ci vediamo….auguro a tutti di trovare una donna matura cosi!

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Erstes Mal

Daddys Schwanz (Teil 3)

“Du bist natürlich auch scharf auf ihn”, sagte Mom zu Dad, der nur wissend lächelte. “Wir können

ja ihm beibringen, wie wir uns gemeinsam mit ihm vergnügen können”. Mom und Dad merkten gar

nicht, dass ich inzwischen wieder aufgewacht war und sie miteinander reden hörte. Ich fühlte

aber auch Dads Schwanz, der sich an meinen Oberschenkel drängte, hart, heiß, fickgeil. Und seine

Hand spielte an meinem Schwanz und meinem Sack, während er sich von Mom wichsen ließ, die

ihrerseits auch einen Oberschenkel über meinen anderen gelegt hatte und damit meine Beine

auseinander drängte.
“Aber Du musst aufpassen, dass er weit genug wird, nicht dass Du ihm wehtust”, flüsterte meine

Mome zu Dad und der rutschte mit seinem Zeigefinger tiefer und tiefer, bis er mich an meinem

Schließmuskel massierte.
“Komm, lass ihn uns vorbereiten”, sagte Dad. “Lutsch ihn, während ich ihn von hinten richtig

schön massiere”. Ich stelle mich absichtlich schlafend, weil ich spürte, wie es meine Eltern

richtig aufgeilte, sich vorzustellen, ihren schlafenden Sohn zu vernaschen. Ihre Muschi, die sie

an meine Haut presste, war inzwischen heiß und nass. Sie hockte sich auf und beugte sich über

meinen Schoß, drängte mir meine Schenkel weit auseinander und begann zu saugen. Himmlische

Gefühle übermannten mich und ich drängte mich ihr ein wenig entgegen. Da rutschte Dads Hand

unter meinen Steiß und ich spürte das Kühle von der Hautcreme, die er mir auf meinen

Schließmuskel schmierte und dann drückte er die Fingerkuppe langsam in mein Loch. Sofort wurde

mein Schwanz hart und steif und wuchs und wuchs in Moms Mund, die wie eine Melkmaschine an mir

saugte.

“Das scheint ihm zu gefallen”, sagte Mom zwischen durch zu Dad. “Schau mal, wie riesig sein

Schwanz wird” und dann widmete sie sich wieder ihrer Arbeit, mir mein Sperma hochzusaugen.

“Schieb ihm noch einen Finger rein und geh tiefer”, sagte Mom und ich spürte plötzlich, wie Dad

meinen Schließmuskel zu dehnen begann. Es tat ein wenig weh, aber ich fühlte gleichzeitig, dass

ich diesen geilen Schmerz mochte und dass das Gefühl in meiner Eichel dadurch intensiver wurde,

wenn Moms raue Zunge über meinen Eichelkranz rieb und ihre Zungenspitze gegen mein Spritzloch

drückte. Langsam und ganz vorsichtig, schob Dad seine Finger tiefer und tiefer in mich hinein,

während er langsam auch vor und zurück ging und bald hatte er einen Punkt erreicht, der mich

aufstöhnen ließ. “Ohhhhhh!”, kam es von Mom. “Die ersten Tropfen, mach weiter”. Dad begann nun

sich immer ein weniger schneller zu bewegen und drückte immer wieder auf diesen Punkt in mir,

tief drinnen, der mich irre geil machte. Es zog in meinem Spritzloch, als müsste ich gleich

lospissen, wenn er fest draudrückte und mein Schwanz wurde immer härter und ich hatte das

Gefühl, gleich würde ich platzen und Mom meine ganze Pisse in den Mund schießen lassen. Um Mom saugte und sauge wie wild. “Oh, endlich, herrlich!”, stöhnte sie. “Mach weiter, ich will noch mehr von seinem Saft” und Dad gehorchte. Immer tiefer und härter stieß er nun seine zwei Finger in mich rein, bis ich plötzlich dachte, ich verliere den Verstand vor Geilheit. Ein Orgasmus schoss durch meinen ganzen Körper, dass mir sogar meine Beine zuckten und ich laut stöhnen musste, während ich wohl Unmengen in ihren Mund spritzte.

“Siehst Du”, sagte Dad zu Mom. “Er liebt es, von mir in den Arsch gefickt zu werden”. Mom strahlte über das ganze Gesicht. “Und wenn er erst einmal in dir steckt, dann wird es doppelt geil, ihn dabei durchzuficken und ihm in seinen Boyarsch zu spritzen”.
Ich glaubte erst, nicht richtig zu hören. Dad wollte mich tatsächlich in den Arsch ficken, während ich Mom in die Fotze ficke und reinspritze? Himmel, war das geil. Ich tat so, als würde ich aufwachen und griff nach Dads Schwanz. Herrlich hart, heiß und ein wenig feucht. “Hast Du gespritzt, Dad?”, fragte ich, während ich mich noch ganz verschlafen stellte und mein Gesicht an Moms geile Euter drängte und begann, eine ihrer dicken Zitzen zu saugen. Mom stöhnte auf.
“Nein, noch nicht. Das ist nur mein Vorsaft”, sagte Dad. “Aber Du hast eben geil gespritzt, mein geiler Sohn. Mom liebt das, wenn Du sie mit Sperma vollspritzt”.
Ich räkelte mich wohlig, denn das Gefühl von dem geilen Orgasmus verebbte nur sehr langsam. Und mein Poloch pochte mächtig, so, als hätte ich da ein hüpfenden Frosch drin.
“Ich möchte, dass du auch spritzt, Dad”, sagte ich. “Magst Du?”, fragte ich ihn grinsend, während ich meine Beine hochhob und ihm mein Poloch hinhielt. “Mom, du darfst mich gleich nochmal saugen”, sagte ich und griff ihr zwischen die Schenkel an ihre Fotze. Die war tropfnass und glitschig und ich rieb ihren dicken Kitzler, während Dad sich aufhockte und sich vor meinen Po kniete.

“Mach ihn erst richtig glitschig”, sagte Mom und musste gleich wieder stöhnen, weil ich meine Finger in ihre Fotze gleiten ließ.
“Mach ich schon” und ein richtig dicker Batzen Hautcreme landete auf meinem Poloch. Dad rieb mich damit ein, außen wie innen und ging dabei auch wieder ganz tief rein, was meinen schon etwas schlaff gewordenen Schwanz gleich wieder dick werden ließ. Dann spürte ich etwas großes an meinen Po, seine Eichel, wie sie sich langsam hineinquetschte. Die war natürlich dicker, als die zwei Finger von eben. Ich musste auch aufstöhnen, denn an diesen Schmerz musste auch ich mich erst gewöhnen. Aber dann war seine Eichel drin und dann tat es nicht mehr weh. Es war nur noch geil und ich stieß meine Finger immer heftiger in Moms Fotze. Sie keuchte und stieß spitze Schreie aus und ich wusste, weil ich meine Eltern oft beim Ficken beobachtet hatte, dass sie gleich zum Höhepunkt kommt. Also stieß ich fester zu, diesmal mit vier Fingern in ihrer Fotze. Dad stieß im gleichen Augenblick zu und so fickten wir im gleichen Tackt, was Mom zur Raserei brachte. Sie schrie jetzt vor Geilheit und dann spürte ich, wie sie unwillkürlich zu zucken begann, am ganzen Körper, und in ihrer Fotze fühlte sich das geil an, weil darin alles zu hüpfen schien. Und auch Dad atmete immer schwerer. “Oh, mein Junge, was hast Du einen geilen Arsch”, stöhnte mein Dad und dann rammte er mir seinen Schwanz so tief rein, dass ich spürte, wie mir mein Saft durch die Harnröhre drückte und aus meiner Eichel lief. Dann schrie auch Dad auf, röhrte wie ein Hirsch und ich spürte etwas ganz heißes in meinem Po. Er spritzte das erste Mal in mir ab.

Erschöpft lagen wir drei nebeneinander. “Na, was ist, mein Kleiner”, fragte mich meine Mom, während ich wieder an einem ihrer Euter nuckelte. “Magst Du nicht auch ein Schwesterchen haben?”
Ich nickte. “Dann musst Du nächstes mal nicht die Finger nehmen. Dann schiebst Du mir Deinen Schwanz rein”.
“So wie Dad eben in mir?”
“Ja, nur Du fickst mich in meine Fotze. Und Dad Dich in den Arsch. Es wird himmlisch werden, wenn ich spüre, wie Du mir ein Kind machst”.
Das glaube ich auch, dachte ich noch und schlief wieder wohlig ein. Ein schöner Gedanke, mir meine eigene Schwester ficken! Ob ich da wohl träumte? Bevor ich eine Antwort auf meine Frage fand, war ich schon wieder eingeschlafen.

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BDSM

In den Fängen der Spinnenkönigin IV

In den Fängen der Spinnenkönigin IV
(c)Krystan

Tiriva trat ein in die Opferhöhle der Spinnenkönigin. Noch immer verursachte dieser Ort ein unangenehmes Kribbeln unter der Haut der jungen Novizin. Ihr schulterlanges Haar war weiß wie der Schnee und entsprach damit ebenso dem üblichen Erscheinungsbild einer Dunkelelfe, wie der schwarzblaue Hautton, der durch das Licht der Kristalllampen einen leicht violetten Schimmer bekam.

Die Brutkammer bestand im Wesentlichen aus einem Opfertisch, der den speziellen Anforderungen der Königin gerecht wurde. Ketten und Ringe aus Mithril glänzten auf dem massiven anthrazitfarbenen Block aus massivem Gestein. Runen aus der alten Sprache des Unterreichs waren die einzige Verzierung jenes finsteren Altars. Um ihn herum befanden sich einige Käfige und andere Halterungen. Dies war Teil des grausamen Spiels. Die Opfer warteten hier manchmal Tage auf den Moment, an dem die Spinnenkönigin eine von ihnen erwählte, während die anderen dabei zusehen mussten.

Schweißperlen bildeten sich in dem schwülheißen Klima der Höhle auf ihren freiliegenden Schulterblättern. Tiriva trug nur einen seidenen Hüftschleier, unter dem man deutlich ihre blanke Weiblichkeit erkennen konnte. Als einfache Novizin war es ihr im Tempel der Spinnenkönigin nicht gestattet, weiteren Zierrat zu tragen. In den Händen hielt sie ein Tablett, auf dem sich ein Krug, ein Becher und eine Schüssel befanden.

Die junge Novizin war nicht ohne Grund in diese geheiligten Hallen gekommen. Sie Blick suchte nach dem Mädchen, welches von Ketten aus Mithril an der Wand fixiert war. Deutlich war sie an ihrer blassen Haut zu erkennen. Mit nackten Füßen trat sie auf den angenehm temperierten Felsboden der Kammer. Sie näherte sich dem Opfer, welches schon seit zwei Wochen auf die Erfüllung ihres Schicksals wartete.

Ein Lächeln umspielte Tirivas Miene, als sie den zarten Leib der Fremden erblickte, die vollkommen nackt und mit gesenktem Haupt an den Ketten hing, die ihre Handgelenke fest an die Felswand banden. Ihre Ohren waren seltsam oval geformt und besaßen nicht die Spitze, wie sie bei Elfen, Orcs oder Zwergen üblich war. Nur Menschen besaßen dieses Merkmal.

Tiriva wunderte sich ein wenig, wieso die Spinnenkönigin ausgerechnet diese primitiven Kreaturen als Brutstätte für ihren Nachwuchs wählte. Die Dhare waren Kinder der Spinnenkönigin. Magische Mischwesen, die aus dem Körper befruchteter Opfer schlüpften. Die junge Dunkelelfe wusste nicht genau, wie dieser Prozess funktionierte. Sie hatte jedoch einige der Opfer bereits gesehen, wie sie kurz nach der Befruchtung durch die Spinnenkönigin mit aufgeblähten Körpern in die Bruthöhle gebracht wurden. Manchmal fragte sie sich, was aus ihnen wurde, nach dem die Brut in ihrem Bauch geschlüpft war.

Die Ungewissheit ließ jagte ihr einen Schauer durch ihren zarten Körper. Sie stellte das Tablett neben der Gefangenen ab und griff nach dem Becher. In ihm befand sich ein kräftigender Trank, der dem Mädchen die Kraft für das Ritual verleihen sollte. Tiriva wusste nicht, wann die Königin in Begleitung ihrer humanoiden Dharewächter hier auftauchen sollte. Das Mädchen sollte jedoch allzeit bereit dafür sein.

Mit geschlossen Augen nahm sie den Geruch von Angstschweiß deutlich war. Doch war es nicht das Einzige, was sie vernahm. Die Novizin wusste, dass der magische Trank, den sie dem Opfer verabreichen sollte, eine aphrodisierende Wirkung besaß. Es gab Gerüchte, dass die Priesterinnen besonders begehrten Novizinnen die Essenz des Trankes verabreichten, um sie für das Liebesspiel gefügig zu machen. Tiriva fragte sie, wie es wohl wirkte. Sie selbst war im Spiel der Mächte zu unbedeutend, um selbst Opfer dieser Droge zu werden. Trotzdem reizte sie der Gedanke daran und so zeugten die gut sichtbaren verhärteten Brustwarzen der Dunkelelfe von ihren lüsternen Gefühlen.

Die Novizin leckte dem Menschenmädchen über den Hals. Sie schmeckte das Salz auf ihrer Haut. Ein leises Stöhnen entkam den Lippen der Unbekannten. Sie erwachte wohl aus dem Dämmerzustand, in dem sich die meisten Gefangenen nach einigen Tagen zurückzogen.

“Hallo”, hauchte Tivira und streichelte dem Mädchen mit der freien Hand über den flachen Bauch. Deutlich war das unruhige Zittern zu spüren. Die Dunkelelfe biss ihr in das Ohrläppchen und aus dem so zerbrechlichen Leib kam ein lautes Keuchen. “Ist unser kleines Opfer erwacht?”

Angst funkelte in den blaugrauen Augen auf. Die Menschin hatte mit ansehen müssen, wie all jene die man mit ihr in die Opferhöhle gebracht hatte, auf den Altar gelegt worden waren, bevor sie dann von der Spinnenkönigin befruchtet wurden. Diese traumatischen Momente hatten sich tief in den Verstand des Mädchens eingeprägt. Sie kannte die Dunkelelfen nur als jene Häscher, die aus der Finsternis entsprungen waren, um sie von der Oberwelt zu rauben. Tivira genoss das Gefühl. Es bedeutete Macht. Sie, die ansonsten kaum beachtete Novizin besaß nun Macht über das Mädchen.

Die Finger glitten tiefer. Tivira ertastet die blanke Scham, während ihr Blick weiterhin auf der Gefangenen lag. Eine andere Novizin hatte die Scham wohl erst vor ein paar Tage rasiert. Schade, es wäre ein willkommener Vorwand gewesen, länger hier zu bleiben. Sie durchfuhr die ungeschützte Spalte und führte zugleich den Becher an die Lippen des Mädchens. “Trink!”, befahl sie mit einer ihr ungewohnten Strenge.

Wieder zuckte die Unbekannte zusammen. Sie öffnete jedoch rasch den Mund um zu trinken. Ob der Gehorsam aus Angst oder aus Durst erfolgt war, wusste Tivira nicht. Es war ihr auch gleich, die Hautsache war, das Opfer tat brav das, was sie befahl. Sie neigte den Becher immer mehr, während man deutlich die schluckenden Bewegungen der zarten Mädchenkehle erkennen konnte.

Ihre nackten Brüste berührten immer wieder die wesentlich kleineren Rundungen des Menschenmädchens. Ihr schweißnasses Haar fiel ihr in Strähnen über die Schultern. Tivira kauerte leicht auf ihrer Unterlippe. Sie spürte den eigenen Unterleib, der sich vor verbotenem Verlangen zusammenzog. Unsicherheit und Erregung, Zweifel und das berauschende Gefühl von Macht, kämpften in ihr um die Herrschaft.

Die Dunkelelfe streichelte weiter über die bereits leicht geschwollene Vulva und verstärkte damit die Wirkung des aphrodisierenden Saftes. Deutlich war der Schleim zuspüren, der sich zwischen ihren Schamlippen bildete und nun auch den Finger der Novizin benässte. Immer mehr des zähen Sekrets bildete sich. Bald schon Floß förmlich aus dem hilflosen Mädchen heraus, die immer wieder erfolglos gegen die Ketten ankämpfte, während ihr Körper durch den magischen Trank in einen Rausch verfiel.

Kurz bevor das Menschenmädchen den letzten Tropfen aus dem Becher lehren konnte, entzog ihn ihr die Dunkelelfe. Tivira hatte lange mit sich gerungen. Eigentlich sollte sie lediglich das Opfer waschen und ihr den Trank verabreichen. Die Aufgabe entglitt der Novizin jedoch immer mehr und so nahm sie den letzten Rest des Trankes fort von jenen Lippen, die sich nun verzehrend danach reckten.

“Er schmeckt dir wohl? Was?”, fragte Tivira das Mädchen und streichelte dabei die Lustperle zwischen ihren Schenkeln. Das Menschenmädchen keuchte nun lüstern auf, während es sich in den Fesseln wand.

“Aber du wirst ihn doch sicher mit mir teilen, oder?” Ohne auf eine Antwort zuwarten trank sie den Rest des magischen Gebräus mit einem einzigen gierigen Schluck. Es schmeckte überwältigend.

“Was …”, keuchte Tivira, bevor ihr die Stimme versagte. Mit einem Mal weiteten sich ihre Pupillen und ihr Körper erstarrte für einen Moment. Der Becher fiel ihr aus der Hand und zerschellte auf dem Felsboden.

Die Dunkelelfe ließ von dem Mädchen los, welches den Rausch mit ihr teilte. Sie taumelte Rückwerts. Für einen Moment schwanden ihre Sinne, nur um dann erneut zu erwachen. Ihr Körper stieß gegen den Altar und sie musste sich fest halten. Tausend neue Gefühle schienen auf sie einzuregnen. Unsichtbare Hände griffen nach ihrem zarten Leib und berührten sie auf ebenso viel lüsterne Wege. Feuchtigkeit bildete sich zwischen ihren Schenkel und sie riss sich das Tuch von den Hüften.

Tivira fiel auf den Altar, als hätte eine unsichtbare Macht sie dort hingezwungen. Lusttrunken rieb sie ihre von unsichtbaren Feuern durchfluteten Körper an dem nackten Felsen. Laut keuchte sie vor Verlangen, während sich ihre mit dem Mädchensaft benässten Finger nun der eigenen Wolllust widmeten.

Kräftig rieb sie die eigene Blüte, die sich nur zubereitwillig anbot. Lautes Stöhnen entkam ihrer Kehle und die ungehorsame Novizin trieb ihre Finger hinein in die warme Grotte. Alles fühlte sich fremd an. Jede Berührung, jeder Stoß schien von fremden Händen, von Fremden Liebhaber zu erfolgen. Ihr Mund war weit geöffnet. Speichel tropfte aus ihm heraus und benässte den dunklen Opferaltar.

Die Novizin brannte vor Lust. Sie befriedigte sich auf dem Altar der Spinnenkönigin ohne Reue, ohne Respekt. Das magische Elixier hatte sie in eine Sklavin der Lüste verwandelt und trieb Tivira in ekstatische Sphären. Krampfhaft wand sie sich unter nicht enden wollenden Orgasmen, während die Zeit um sie herum in die Unendlichkeit entschwand.

Die Dunkelelfe merkte nicht, wie sich die monströse Gestalt der Spinnenkönigin aus den Schatten in das violette Licht bewegte. Ihr Körper war so groß wie der eines Stiers und ihre langen, dünnen Beine, verliehen ihr das aussehen, einer Jagdspinne. Die Spinnenkönigin war jedoch kein Tier. Sie war die Herrscherin der Unterwelt. Durch ihre großen, pechschwarzen Augen betrachtete sie das Treiben der ungehorsamen Dienerin. Sie ließ sich Zeit, während sie langsam näher kam. Das euphorische Stöhnen der Novizin übertönte die Schritte der Spinnenbeine.

Mit weit geöffneten Schenkeln lag Tivira auf dem Altar. Lauts Hecheln entkam ihre Kehle. Dann plötzlich packten die Kieferklauen der Spinnenkönigin die Beine der Dunkelelfe und rissen sie weit auseinander. Der Kopf tauchte zwischen die geöffneten Schenkel und einen Moment später durchstieß der Giftzahn die zarte Haut des neuen Opfers.

Ein lauter Schrei hallte durch die Opferhöhle. Tivira erwachte aus den Lustträumen des Zaubertranks und blickte in die finsteren Augen ihrer Königin. Sie wollte gegen den brutalen Griff ankämpfen, wollte die Königin um Verzeihung bitten, doch da war es schon zu spät. Das Gift breitete sich bereits in ihrem Leib aus und ihre Muskeln erschlafften. Fassungslosigkeit spiegelte sich in der Miene der jungen Novizin wieder.

Hellwach erlebte das Opfer und doch unfähig sich zu währen, erlebte das Opfer den Moment, in dem die Spinnenkönigin über sie stieg und den gewaltigen Stachel an ihrem Unterleib ausfuhr. Suchend tastete die Spitze nach der feuchten Öffnung zwischen den Schenkeln der Dunkelelfe, die nun ebenfalls zu einem hilflosen Opfer geworden war. Langsam drang der elastische Stachel in sie ein.

Tivira spürte, wie sich ihre Vulva weitet. Sie fühlte den hohlen Stachel der Spinnenkönigin, der sich tief in ihren Unterleib bohrte. Schmerz, Angst und Lust wechselten sich ab. Sie wollte schreien, wollte um ihr Leben betteln, doch sie konnte es nicht. Nur das Geräusch ihres hastigen Atems entkam dem weit geöffneten Mund.

Sie spürte das erste Ei, welches durch den flexiblen und hohlen Stachel in sie gepresst wurde. So unglaublich es auch war, Tivira empfand diesen Moment als ungemein erregend. Fast wäre sie auf der Stelle gekommen. Doch es reichte nicht ganz. Sie sehnte sich förmlich nach dem nächsten Ei, welches mit pulsierenden Bewegungen in sie hinein gepresst wurde. Es kam und erfüllte sie erneut mit einer Woge aus Lust und Schmerz, während sie hilflos da lag.

Angekettet beobachtete das Menschenmädchen nun ein weiteres Mal jenes beängstigende Schauspiel. Sie wusste, dass auch sie irgendwann so daliegend würde, nur um von der Monsterspinne befruchtet zu werden. So empfand sie Mitleid für die Dunkelelfe, die sie nun durch ihre eigene Gier zu einem unvorgesehen Opfer geworden war. Ein Rinnsal hatte sich zwischen ihren Schenkeln gebildet, denn der Trank ließ auch sie nicht unberührt. Immer wieder durchzogen seltsame erotische Gedanken ihren Verstand. Sie dachte daran, wie es sich wohl anfühlte, wenn der eigene Bauch sich unter den Dutzenden Eiern aufblähen würde, bis das Monster schließlich von einem abließ.

Irgendwann würde sie es wohl erfahren. Doch nun war es an der armen Tivira. Speichel tropfte aus ihrem weit aufklaffenden Mund, während ihr Bauch zum Besten gefüllt war. Bei vollem Bewusstsein hüllte die Spinnenkönigin die Novizin in einen Kokon aus weißer Spinnenseide ein. Dann verschwand sie mit diesem in die Bruthöhle und ließ das Mädchen alleine zurück.

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Gruppen

Der Einkauf

Daniel musste mal wieder Klamotten einkaufen. Er hatte nun schon eine ganze Weile von der Substanz gelebt. Nicht, dass er sich neue Sachen nicht hätte leisten können, aber er war halt nicht losgegangen. Bald würde das Frühjahr beginnen, das Wetter würde wärmer werden und dann wollte er auch mit frischem Fummel aufwarten können. Den ganzen Tag vertrieb er sich die Zeit in den Geschäften. Zog dieses oder jenes an, wechselte von Kaufhaus zu Kaufhaus und schaute ebenfalls in die kleinen Boutiquen, die er an sich nicht so häufig ansteuerte. Das richtige fand er nicht. Zwischendurch beobachtete er in den Geschäften Leute, die ebenfalls auf Einkauftour waren. Dachte sich aus, was diesen stehen würde und versuchte dann das gesehene auf sich zu übertragen. Wie man sich vorstellen konnte beobachtete er überwiegend Männer, die häufig in weiblicher Begleitung Kleidung anprobierten, wechselten und dann doch unverrichteter Dinge das Geschäft verließen. Auch das Beobachten hatte was für sich. Fast unvermeidlich waren einige flüchtige Blicke in die Kabinen, wenn sich jemand umzog. Keiner kann da wirklich widerstehen. Daniel ebenfalls nicht. Der kurze Vergleich, wie sieht der aus, wie sehe ich aus? Steht ihm das, steht es ihm nicht? Daniel zog viel Vergnügen aus diesen Momenten. Auch, weil er sich gern an anderen Körpern aufgeilte. Klar, es waren auch die eher unerotischen Exemplare des menschlichen Daseins dort, aber ab und zu konnte er wahre Prachtstücke sehen. Er hoffte ja auch, dass eben diese ebenfalls Gefallen an den Seitenblicken hatten. Leider wurde er eigentlich immer enttäuscht.

Heute jedoch war es anders. Es fing damit an, dass in einem der alteingesessenen Kaufhäuser ein Kunde den Vorhang zur Kabine allzu offensichtlich nicht völlig schloss. Da Daniel gerade ebenfalls einige Kleidungsstücke anprobieren wollte und alle Kabinen besetzt waren, stellte er sich dort hin, von wo er meinte, dass er sehen würde, wenn eine Kabine frei werden würde. Über einen Spiegel konnte er besagten Kunden gut beobachten. Es war ein nicht übermäßig gut aussehender Mann um die vierzig und kräftiger Figur. Seine Vorliebe für einfache Freizeitkleidung war unverkennbar. Er streifte seine Jeans ab und blickte mit zusammengekniffenen Augen um sich. Daniel konnte nicht erkennen, ob er ihn bemerkt hatte. Er stellte jedoch seine Feinrippwäsche offenkundig zur Schau. Er richtete sich auf und fasste sich beherzt zwischen die Beine. Daniel musste schmunzeln. Es sind wahrlich nicht nur Prachtexemplare, die man hier zu sehen bekommt, dachte er bei sich. Jener probierte einige Kleidungsstücke an, wobei er zwischendurch zur Hose auch seine Oberbekleidung ablegte. Der Nabel grub sich tief ein und markierte einen ausgeprägten Bauch, der von seinem Hemd nicht mehr bedeckt werden konnte. „Manche machen sich wirklich zum Gespött“, ging es Daniel durch den Kopf. Der Typ hob den Kopf und lächelte Daniel an. Daniel bemerkte, dass dessen Hand tief zwischen seine Beine vergraben war und er sich die Eier massierte. Daniel war froh, dass eine Kabine am anderen Ende der Reihe frei wurde und er dieser Situation aus dem Weg gehen konnte.

Es kam Daniel in den Sinn noch in den nächsten Sportladen zu gehen, um zu sehen was dort so geboten wurde. Dort hatte er bisher immer flotte aktuelle Mode gesehen und nun wollte er dort zuschlagen. Er schaute bei der Freizeitmode nach passenden Sachen, als er einen attraktiven jungen Mann, der vielleicht etwas älter war als er, bemerkte, der häufiger in seine Richtung schaute. Beide beobachteten sich mit kurzen Blicken, immer solange, wie der andere nicht hinsah. Schließlich hatte sich Daniel einige Sachen ausgesucht, die er anprobieren wollte. Der andere Typ tat es im gleich und kam ebenfalls mit mehreren Sachen zu den Kabinen. Er ergatterte grade noch die eine Kabine, sodass Daniel wieder nur das Nachsehen hatte. Bei allen anderen Kabinen waren die Türen entfernt. Daniel wollte sich nicht in aller Öffentlichkeit umziehen und setzte sich in die Ecke an den dort für solche Gelegenheiten bereitstehenden Tisch. Ein großer Spiegel war in dem Gang vor den Kabinen angebracht. Er musste also zwischendurch herauskommen, damit er sich anschauen konnte. Im Laden war nicht allzu viel los. Im Hintergrund lief leise Musik und von den Verkäufern war weit und breit nichts zu sehen. Der Typ probierte verschiedene Hemden aus, kam jedes mal vor die Kabine und betrachtete sich ausgiebig im Spiegel. Daniel war nicht sicher, ob er dabei auch immer wieder einen Seitenblick auf Daniel warf. Er lehnte sich zurück und machte keinen Hehl daraus, dass er diesen Jemand ausgiebig betrachtete. Als offensichtlich die Hemden durchprobiert waren, kam er mit offenem Hemd vor die Kabine und probierte wohl nun die Hosen durch. Sein Oberkörper war eine imposante Erscheinung, schlank, durchtrainiert mit gut proportionierten Muskeln und etwas gebräunt. Er war sich seiner Wirkung wohl bewusst. Daniel lehnte sich zurück und sah ihn genüsslich an. Sein Körper reagierte mit den richtigen Regungen, die seine Lust langsam steigerten. Bei den Shorts hatte sich sein Gegenüber die knappen Shorts ausgesucht, geschnitten wie Laufhosen. Er hatte den Eindruck das der Typ absichtlich sehr enge Shorts ausgesucht hatte, die die ganze Pracht seiner Latte zum Ausdruck brachten. „Oh, Mann, was ist das?“ fragte sich Daniel im Stillen. Sein eigener Schwanz hatte sich zu seiner ganzen Größe ausgefahren und pochte im gleichmäßigen Rhythmus seines Herzschlags in seiner Hose. Daniel erging sich in seinen Vorstellungen, was dazu führte, dass er immer mehr in Fahrt kam. Als der Typ das nächste Mal aus der Kabine kam hatte er zwar ein T-Shirt übergezogen, probierte jedoch nun Badehosen. Als er sich darin im Spiegel anschaute blickte er auch ganz offen zu Daniel herüber. „Steht mir das?“, fragte er mit schmalem Lächeln. „Dreh Dich mal um“, sagte Daniel, auch um seinen geilen Arsch sehen zu können, der den dünnen Stoff ausbeulte. „Magst Du solche Kastenhosen? Versuch doch mal knapper geschnittene“, antwortete Daniel. Er verschwand in der Kabine, wobei er den Vorhang vergaß zu schließen, was er bisher stets getan hatte. Daniel sah den strammen Arsch und konnte auch einen kurzen Blick auf seinen Schwanz werfen. Daniel merkte, dass er selbst bereits feucht war, so geil er sich jetzt fühlte. Der Typ streifte einen knapp geschnittenen schwarzen Badeslip über, der genügend Einblick in alles wesentliche gewährte. Er verknotete die Kordel, da sich sonst sein Schwanz steif und prall über den Bund erhoben hätte und präsentierte sich Daniel vor dem Spiegel. Ein breites Grinsen spielte um sein Gesicht. Daniel konnte den Blick nicht von seinem Schwert lassen. Ein dünner Streifen krauser Haare erstreckte sich vom Nabel abwärts bis er sich im Gewusel seines Schamhaares verlor. Daniel war so geil. Am liebsten hätte er den Typen auf der Stelle genommen, hätte seinen Schwanz ergriffen und es ihm besorgt. Er stand auf. Der Typ zog die Brauen hoch. „Was hast Du vor?“, fragte er. Doch Daniel ging auf ihn zu, griff ihm zwischen seine Beine und massierte seine Eier zwischen seinen Fingern. Seine Zunge senkte sich auf eine Brustwarze und saugte genüsslich daran. Der Typ seufzte. „Oh ja, das ist geil. Nimm ihn in Deine Hand. Machs mir.“ Dabei traten sie zurück in die Kabine und schlossen sie. Mit einer Hand öffnete er den Knoten und schlüpfte mit der Hand in die Badehose, die bereitwillig den Schwanz und die Eier des Adonis freigab. Mit der anderen Hand strich Daniel über seinen Arsch und fühlte die kleinen Härchen auf seiner Haut, die sich mit Gänsehaut bedeckte. Daniel sank auf die Knie und leckte an der Erhebung der Adern, die den Schwanz seines Gegenübers überzog. „Oh, ist das ein Prachtstück.“ Dabei biss er leicht in seine Eichel, was ein Beben der Lust auslöste. Daniel schmeckte den Hauch von Sperma, den der erste Tropfen preisgab. Er warf seinen Kopf nach hinten und fing an sein Gegenüber zu wichsen, ihn zu melken. „Oh ja. Machs mir. Wichs mich. Ich will Dich bespritzen.“ Mit leichten Stößen seiner Hüfte schob er seinen Schwanz vor und zurück. Daniel sog an seinen Eiern und leckte an der Unterseite seines Schwanzes. Seine Eichel glänzte und stand steil aufrecht auf seinem dicken Schaft. Tief rosa-violett gab sie ihre Lust preis. Der Typ atmete jetzt mit leichtem Stakkato, was anzeigte, dass er bald seinen Ficksahne verspritzen würde. Daniel öffnete seinen Mund und stülpte ihn über den Schwanz. Tief führte er ihn in seinen Rachen und ließ seine Lippen vor und zurück über den Schaft gleiten. „ Uh, A, MMh. Ich komme. Jah, JAH. Nimm ihn. Ich spritz Dich voll.“ Dabei stieß er seinen Schwanz tief in Daniels Rachen, der Mühe hatte sich nicht zu verschlucken und pumpte sein Sperma in seinen Mund. Heiß und klebrig benetzte die Ficksoße seine Zunge. Eine Mischung aus Speichel und Sperma lief Daniel aus den Mundwinkeln. „Ja, bespritz mich. Gib mir deine Soße.“ Der Typ rammelte in seinen Mund und spritzte Strahl für Strahl in seinen Rachen. Daniels Lust steigerte sich beim Geschmack nach Salz und Sperma und dem Gefühl eines prallen Schwanzes in seinem Mund. Er zuckte und sein Schoß bebte, bis auch er kam und sich selbst bespritzte. Schuss um Schuss prallte gegen seinen Slip, der warm und feucht an seiner Haut zu kleben begann. „Du geiler Bock. Du Ficker, ich komme, ich komme. AHHH,“ entfuhr es Daniel. Er richtete sich auf und leckte seinem Gegenüber noch einmal mit klebriger Zunge über seine Brust.

Daniel verließ die Kabine und suchte das nächste WC auf. Momente später, noch ehe Daniel die Kabinentür verschließen konnte, erschien der Typ ebenfalls, kam zu Daniel in die Kabine und nahm Daniel von hinten. Ohne Zögern entblößte er seinen Speer und rammte ihn tief in Daniels Arsch. Bis zum Anschlag schob er sich nach vorne. Daniel stöhnte vor Lust. „Fick mich. Rammel mich. Machs mir. Ja, fick mich.“ Jedes mal bis zum Anschlag schob der Typ seinen Schwanz in Daniels Rosette bis auch er zu Stöhnen begann und Daniel immer härter fickte. „Ja, Du Sau. Machs mir. Fick mich. Komm schon, fick mich.“ Das Brennen seiner Rosette wich einer betäubenden Lust und Daniel, dessen Schwanz hart wie Stein war, wichste sich und genoss jeden Stoss in seinen Arsch. Mit Wollust spürte er wie der Typ sich mit heftigen Stößen in ihn ergoss. Seine Ficksahne ließ seinen Schwanz gleiten. „Oh ja, spritz mich voll. Gib mir alles.“ Das Zucken seines Unterleibs melkte den Typen Stoß für Stoß. Er atmete tief und seufzend, bis der letzte Rest aus ihm heraus war. Daniel spritzte seine Soße in hohem Bogen auf den Fußboden. Wieder und wieder zog sich seine Rosette um den fremden Schwanz zusammen. Seine Erregung brachte ihn zu einem heftigen Orgasmus und er entließ Ströme von Sperma, die den Boden milchig weiß bedeckten. Atemlos genossen sie beide ihre tiefe Befriedigung. Beide Schwänze wurden schlaff, erschöpft vom vollständigen Orgasmus. Daniels Unterleib zuckte noch, als der fremde Schwanz aus ihm herausrutschte, triefend von Sperma. Sie beide atmeten tief, um wieder zu Luft zu kommen. Daniel wollte gerade den Typen ansprechen, nach seinem Nahmen fragen usw. als dieser sich an zog, sich umdrehte und die Kabine verließ, sich kurz die Hände wusch. Mit einem kurzen Blick in den Spiegel und einem Kopfnicken verließ der Fremde den Waschraum.

Seit diesem Tag ist Daniel dort Stammkunde, hat den mysteriösen Fremden jedoch nie wieder gesehen.

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Bei Tante und Onkel

Bei Tante und Onkel
Ich war damals 18 Jahre alt. Meine Tante und mein Onkel wohnten in einer anderen Stadt. Ab und zu holten sie mich zum Wochenende zu sich zu Besuch, so auch diesmal. Wir kamen abends bei ihnen an, meine Tante war in der Küche und bereitete das Abendessen vor. Mein Onkel schaltete den Fernseher an, es lief ein erotischer Film. Ich schaute ganz gebannt hin. Mein Onkel fragte mich auf einmal: “Macht Dich das heiß?” Es war nicht zu leugnen, denn unter meinen Shorts sah man ganz deutlich meine Erregung, also bejahte ich seine Frage. Kurz darauf fragte er: “Hast du schon sexuelle Erlebnisse gehabt?” Ich verneinte. Er glaubte mir nicht so recht und sagte: “Du hast bestimmt schon mal an Deinem Pimmel gespielt.” ” Ja das schon” gab ich zur Antwort: “Aber noch mit keinem Mädchen herumgefummelt.” Er grinste und sagte:” Du kannst ja mal die Tante anfassen. Am besten wenn sie eingeschlafen ist, sie schläft sehr fest und wacht bestimmt nicht auf. “Nun kam meine Tante aus der Küche und stellte das Essen auf den niedrigen Couchtisch. Sie trug einen kurzen Rock und als sie sich bückte konnte ich ihren Slip sehen. Es sah toll aus, denn sie hatte eine tolle Figur mit ihren 36 Jahren, schlank aber mit großen Brüsten. Unter ihrer Bluse konnte ich ihre Brustwarzen sehen.
Als wir dann ins Bett gingen, legte ich mich wie immer zwischen sie. Einschlafen konnte ich nicht, denn ich hatte immer den Anblick ihres Popos vor Augen. Lange lag ich still bis sie eingeschlafen war. Leise machte ich die Nachttischlampe an, und zog vorsichtig das Bettlacken von ihr herunter. Sie lag auf dem Bauch und hatte nur einen winzigen durchsichtigen Slip an. Ich schob ihre Beine etwas auseinander, so dass ich mich dazwischen knien konnte. Nun legte ich meine Hände flach auf ihren Po und schob das Höschen über ihren Po zusammen. Es saß nun stramm wie ein Seil zwischen ihren Beinen und die Schamhaare lugten rechts und links heraus. Es war ein super geiler Anblick. Mit einer Hand fuhr ich ihren, mit der anderen spielte ich an meinem mittlerweile steif gewordenen Pimmel herum.
Plötzlich wurde sie wach und sagte ganz verschlafen:„Hans (sie meinte meinen Onkel) ich bin müde, zieh mir das Höschen aus und lecke mich ein wenig, damit ich wieder einschlafen kann.” Ganz erschrocken verharrte ich, denn ich dachte sie dreht sich jetzt herum und erwischt mich. Sie blieb aber auf dem Bauch liegen und ich tat was sie verlangte.
Nun legte ich mich etwas tiefer auf den Bauch und drückte mein Gesicht auf ihren Po. Meine Hände legte ich auf ihre Backen und zog sie etwas auseinander.
Da konnte ich nicht widerstehen und fuhr mit meiner Zunge über ihren Anus, es war ein sagenhaftes Gefühl. Eine Weile leckte ich um ihr Loch herum und plötzlich merkte ich wie es sich ein wenig öffnete, mutig versuchte ich meine Zunge etwas hereinzustecken. Meine Tante hob im Halbschlaf ihren Po etwas an und ich kam noch etwas tiefer hinein. Mein Schwanz war ganz hart und tat etwas weh weil ich darauf lag, also drehte ich mich mit meinem Unterkörper zur Seite ohne meine Zunge aus ihrem Hintern zu lassen und fing an zu wichsen.
Plötzlich zuckte meine Tante mehrmals und stöhnte etwas. Da ich es mit der Angst bekam, dass sie aufwachen könnte legte ich mich schnell neben sie, doch sie schnurrte nur und drehte sich herum sodass mir ihr Po entgegen kam.
Bei diesem Anblick konnte ich mich nicht beherrschen und mein Schwanz spritzte zwischen ihren Pobacken ab. Es lief über ihr Po Loch zu ihrer Muschi herunter und ich verrieb es schnell damit es keine verräterischen Flecken im Bett gab. Am anderen Morgen, ich war unter der Dusche und spielte dabei etwas an meinem Schwanz herum hörte ich wie meine Tante zu meinem Onkel sagte:” Hans, das war ja fantastisch heute Nacht, wie Du mir das PO loch ausgeleckt hast, und Du hast gar nicht bemerkt das ich mir am Kitzler gespielt habe.” Mein Onkel lachte laut auf und sagte:” Es gibt immer etwas neues zu erleben.” Er hatte mich nicht verraten worüber ich ganz froh war.
Bei seinem Lachausbruch verschüttete er seinen Kaffee über sein Hemd und er kam ganz schnell ins Badezimmer gelaufen. Vor Schreck war ich ganz erstarrt, aber er sagte nichts als er mich mit erigiertem Pimmel unter der Dusche stehen sah. Später, als meine Tante zum Einkaufen war, ging mein Onkel auch ins Bad zum Duschen. Er rief mich und bat mich ihm den Rücken einzuseifen. Also ging ich hin und sah zum ersten Mal einen anderen Mann nackt. Er hatte einen dünneren Penis als ich, dafür war er aber sehr lang. Ich nahm die Seife und begann seinen Rücken einzuseifen, als er zu mir sagte: “Traue Dich auch meinen Hintern einzuseifen“.
Also fuhr ich mit meinen Händen über seinen Hintern. Es war ein komisches Gefühl einem Mann am Po zu berühren, nicht so schön wie bei meiner Tante, aber auch nicht ganz unangenehm. Er breitete seine Beine etwas auseinander und ich konnte seine dicken Eier sehen. Es reizte mich plötzlich sie anzufassen und ich tat es einfach. Sein Schwanz wurde auf einmal immer länger aber nicht dicker. Mein Onkel bückte sich und sagte:”steck mir einen Finger in den Hintern.” Eigentlich wollte ich das gar nicht tat es aber dann doch. Mein Finger fuhr ohne Probleme in seinen Hintern und ich schob ihn rein und raus, während er seinen Schwanz wichste.
Plötzlich hörte ich ein leises Lachen hinter mir, vor Schreck zog ich meinen Finger wieder aus seinem Hintern heraus. Es war meine Tante, die vom Einkauf zurückgekommen ist und ich wurde knallrot. Sie sagte.” Du brauchst Dich nicht zu schämen und zu genieren, jeder Junge sollte mal diese Erfahrungen sammeln, macht es Dir denn Spaß? “Ich bejahte ihre Frage. Sie sagte:” ich sehe es, denn Du hast ja einen Steifen unter deinen Shorts.” Sie zog ihr Kleid aus und da war er wieder dieser Klasse Anblick, sie trug diesmal wieder nur ein Nylonhöschen und einen durchsichtigen BH. Jetzt konnte ich ihre Brüste genau sehen, kleine Monde aber ganz dicke Nippel, die etwa einen cm hervorstanden.
Sie zog mir nun meine Shorts herunter und fasste meinen Schwanz an, obwohl ich ganz verlegen war und mich etwas schämte. Sie fragte mich während sie an meinem Schwanz rieb, ob ich schon mal mit einem Mädchen zusammen war. Durch ihr Wichsen wurde ich immer geiler und so sagte ich mutig: “Nein, außer heute Nacht habe ich noch keine Frau berührt.” Sie war sehr erstaunt und sagte:” also warst Du das heute Nacht und nicht Dein Onkel, aber es hat mir sehr gut gefallen und ich möchte das Du es nochmals machst, aber während ich wach bin.” Sie bückte sich herunter und nahm meinen Schwanz in ihren Mund und spielte mit Ihrer Zunge an ihm herum. Wie versteinert stand ich da, denn mit so einem wahnsinnig guten Gefühl hatte ich nicht gerechnet, und was wird mein Onkel dazu sagen das sie meinen Schwanz lutscht. Aber er sagte gar nichts sondern ging um meine Tante herum und schob ihr Höschen, während sie gebückt dastand, zur Seite und fasste ihr an die Muschi. “Du bist ja triefnass vor Geilheit” sagte er nur. “Ja, vögel mich von hinten während ich ihm den Schwanz lutsche.” sagte meine Tante und stützte sich auf meinen Oberschenkeln ab, behielt aber meinen Schwanz im Mund.
Durch die Stoßbewegungen meines Onkels wurde sie vor und zurückgeschoben. Ich konnte nicht länger zurückhalten und spritzte plötzlich in ihrem Mund ab. Sie schluckte alles herunter und mir wurde ganz komisch dabei, denn ich dachte nicht, dass man es schlucken könnte. Ich bedauerte das es mir so schnell gekommen war, aber sie sagte:” das ist normal beim ersten Mal wenn Du einen geblasen bekommst, schau uns ein wenig zu und spiele an meinen Brüsten.” Ich nahm also ihre Nippel die inzwischen ganz hart und 1 1/2 cm lang geworden sind, zwischen meine Lippen und lutschte daran herum. Nach ein paar Stößen kam auch mein Onkel, er spritzte in ihrer Muschi ab, dann zog er seinen Schwanz heraus.
Der Samen lief etwas heraus und mein Onkel bückte sich um ihn aufzulecken. Es war komisch, einen Mann zu sehen der seinen Samen aufleckte und schluckte. Meine Tante lachte und sagte: “Das ist gut für die Potenz und schmeckt auch noch, wenn Du es auch einmal probieren möchtest, werden wir heute Abend weitermachen.” Ganz aufgeregt freute ich mich schon auf den Abend, vieleicht dürfte ich ja zum ersten Mal eine Frau vögeln. Aber mein Onkel sagte zu meiner Tante:” Du bist ja gar nicht auf Deine Kosten gekommen, weil ich so schnell abgespritzt habe, nur der Anblick, wie Du seinen Schwanz gelutscht hast während ich Dich vögelte war so geil das es so schnell bei mir gekommen ist. Geh doch ins Schlafzimmer und ziehe Dein Spezialhöschen an.” Sie ging und holte ein schwarzes Höschen heraus und zeigte es mir. So etwas hatte ich noch nie gesehen; es hatte einen Pimmel eingebaut. Sie zog es bis an die Knie an und sagte zu mir:” nimm ihn in den Mund und mache ihn etwas feucht.” Das tat ich auch, es war ein seltsames Gefühl, aber fühlte sich gut an und ich lutschte ein wenig daran herum.
Sie nahm meine Hand und führte sie an ihre Muschi und zeigte mir wie ich an ihrem Kitzler spielen sollte. Das tat ich auch und rieb ihren Kitzler, bis sie sich das Höschen ganz heraufzog und der Pimmel ganz in ihrer Muschi verschwand. Sie zog nun ihre Bluse und ihren Rock wieder an und stolzierte ohne dass man etwas sah durch die Wohnung. Eine halbe Stunde lief sie durch die Wohnung, setzte sich und bückte sich auch mal und jauchzte immer wieder auf. Nachdem sie einen Orgasmus hatte durfte ich ihr den Slip ausziehen. Der Pimmel war ganz warm und feucht. ” Das hat gutgetan, und jetzt brauche ich erst mal eine Pause” sagte meine Tante und fiel erschöpft auf das Sofa. Als mein Onkel zu uns kam, hatte er sein Schamhaar frisch rasiert. Sein Schwanz und die Eier waren eingeölt und glänzten. Sein Pfahl stand schon wieder stocksteif und seine Eichel lag frei. Ich betrachtete ihn fasziniert und mein Onkel Hans kam näher. „ Gefällt er dir?“ wollte er wissen. Ich nickte und streckte meine Hand danach aus. Ich begann den steifen Schaft langsam zu wichsen und meine Tante sah dabei zu. Die schweren Eier schaukelten in seinem Sack und ich nahm die zweite Hand zu Hilfe und massierte die Hoden meines Onkels.
Er stöhnte wohlig auf. „Nimm ihn auch mal in den Mund“, forderte er mich auf. Ich war so geil, dass ich keine zweite Aufforderung brauchte. Auf der großen Bettcouch sitzend, nahm ich den Riemen in meinen Mund und schleckte und saugte daran herum. Nach einer Weile gingen wir hinüber ins Schlafzimmer, wo ich mich aufs Bett legte und meine Tante kniete sich über mich, so dass ich ihre duftende Möse schlecken konnte. Zum ersten Mal schmeckte ich die feuchte, Grotte einer Frau. Mein Onkel spreizte meine Beine und blies mir meinen Schwanz, während er meinen Arsch befummelt. Sein Finger glitt in mein Loch und ich war so rattenscharf, dass ich kurz vor dem Abspritzen stand.
Auf einmal spürte ich etwas Dickeres in mein Arschloch eindringen. Onkel Hans schob mir langsam und vorsichtig seinen Schwanz hinein. Ich konnte nicht protestieren, stöhnte nur in die Möse meiner Tante hinein und saugte an ihrem Kitzler. Seine Stöße wurden schneller und als mein Onkel seinen Samen in mich jagte, kam es mir und meiner Tante gleichzeitig. Dieses Erlebnis war der Anfang einer langjährigen Freundschaft, die vor allem einen Zweck hatte: Sex.

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Racconti Erotici

Bendata

Racconto trovato in rete su xhamster.

Sei sdraiata, hai gli occhi bendati, ti senti strana, non ha mai provato una sensazione così, l’oscurità ti circonda, sei vestita con la vestaglia trasparente, un perizoma nero e delle calze autoreggenti, sei molto eccitata non sai cosa succederà senti solo dei rumori soffusi, un brivido ti percorre quando senti una mano che inizia ad accarezzarti il tuo corpo, senti la mano che ti accarezza il seno da sopra la vestaglia, senti un’altra mano sulle tue gambe poi ne senti un’altra sull’altro tuo seno, capisci che nella stanza ci sono due persone, le mani che ti accarezzano i seni iniziano a slacciare la vestaglietta e a liberarli hai i capezzoli talmente duri per l’eccitazione come degli spilli, senti dell’umido attorno capisci che qualcuno te li sta succhiando mentre con l’altra mano ti accarezza quello libero. Intanto l’altro continua ad accarezzarti, è arrivato alle cosce, senti il contatto della sua mano dove finiscono le autoreggenti, inizia la pelle libera continuano ad andare sempre più su in un lento massaggio, la bocca di uno intanto continua su un seno e poi su un altro, ogni tanto sale un po’ più su, ti lecca il collo per poi arrivare all’orecchio, te lo morde sei molto eccitata ti umetti le labbra con la lingua, sotto senti che l’altro si è avvicinato al tuo fiore ricoperto solo di quel piccolo perizoma, senti le mani avvicinare fino a quando ti scostano il perizoma, ti senti accarezzare lentamente, per facilitargli il compito gli apri leggermente le gambe, sentire solo con il tatto senza vedere ti fa accelerare il respiro, senti che ti stai bagnando, le mani sotto si trasformano in una bocca, senti una lingua che ti sta penetrando dentro, la senti prima sulle grandi labbra poi si fa più audace ed entra dentro di te. Intanto la lingua che si stava occupando della parte di sopra scende di nuovo verso i seni te li succhia ancora un pò, ad un tratto capisci che qualcuno si è messo a cavalcioni su di te, senti le mani che ti stringono i seni e qualcosa di duro in mezzo a loro, un cazzo stai facendo una spagnola bendata, senti che va lento tiri fuori la lingua per sentirlo nel momento che si avvicina al tuo viso, lui capisce te lo avvicina di più e inizi a leccarglielo. Intanto sotto di te la lingua si è sostituita con un dito e ti sta masturbando, ogni tanto senti un guizzo della lingua sull’altro tuo fiore, con un orgasmo in arrivo continui il tuo pompino sei un lago, un cazzo in bocca che te lo stai gustando come se fosse il gelato più prelibato che tu abbia mai assaggiato, una lingua che ti sta esplorando il tuo secondo fiore mentre delle dita ti stanno esplorando la tua fica. Non ce la fai più ed hai un orgasmo, ti bagni tutta, brividi ti corrono per tutto il corpo grazie anche alle sensazione che sono più acuite essendo bendata, dopo questo orgasmo i tuoi amanti si fermano, ti lasciano lì in mezzo al letto,un flebile “NOOO” ti esce dalle labbra ma ad un certo punto senti qualcosa di duro premere vicino alla tua bocca, sorridi e accogli il cazzo, lo trovi diverso da quello di prima e capisci che è della persone che prima ti leccava la figa. Inizi a leccarlo come hai fatto prima, la tua fica è bollente senti anche lì qualcosa che piano piano entra, è il cazzo dell’altro uomo, mugoli con la bocca piena mentre il cazzo ti entra nella fica, coi muscoli della vagina inizi a pomparlo, lui sta fermo poi inizia un lento movimento dentro di te mentre continui a succhiare l’altro cazzo, sono sensazioni nuove per te bendata, ti stanno scopando in due, la tua bocca continua a succhiare imperterrita ogni tanto delle mani ti accarezzano i seni e ti tintillano i capezzoli. Senti ad un certo punto che quello che ti sta scopando in fica ti prende le gambe e te le alza, senti dell’umido sulle dita dei piedi, capisci che mentre ti sta scopando con la bocca ti sta succhiando le dita dei piedi inguaiate nelle calze, questo ti fa piacere, il cazzo che hai in bocca diventa sempre più grosso e capisci che lo stai portando all’orgasmo, ma lui si fermano di nuovo e ti lasciano di nuovo in balia della cecità. Senti che ti prendono le mani e ti fanno alzare, avverti un movimento sul letto, capisci che uno si è sdraiato, l’altro ti accompagna su di lui, senti che sotto di te c’è un cazzo svettante che non vede l’ora di rientrare nella tua fica allora visto che sei eccitata da morire ti impali, sei a smorzacandela, te lo fai entrare dentro tutto e inizi a cavalcarlo. Dietro di te sulla tua schiena nuda è appoggiato l’altro, da dietro ti accarezza i seni mentre vai su e giù senti il suo cazzo, le mani continuano ad esplorarti e scendono sempre più giù, accarezzano la tua figa mentre cavalchi l’altro cazzo, poi si spostano fino ad arrivare al tuo culo, prima le senti sulle tue chiappe poi si fanno sempre più audaci e una arriva vicino all’altro tuo fiore. Tu continui la tua cavalcata, senti il cazzo duro dentro di te, i tuoi muscoli vaginali lo spremono, intanto un dito da dietro inizia ad entrare dentro di te, poi ne senti due, stai godendo con un cazzo in fica e due dita nel culo, ad un certo punto le dita escono, senti una mano premere la schiena per farti capire che devi piegarti verso il basso, smetti un’attimo di cavalcare ti abbassi e senti la lingua di quello che cavalcavi lambire i tuoi seni aiutandosi con le mani, hai sempre il suo cazzo in fica ma intanto dietro le mani dell’altro ti allargano le chiappe. Inizi a sentire qualcosa di più grosso rispetto alle dita, è il cazzo del secondo uomo, il tuo respiro si fa sempre più affannato per via dell’eccitazione e del godimento che stai provando, lo senti entrare dentro di te sempre più lentamente per non farti male ma per farti provare solo piacere, il tuo respiro si blocca un attimo, lo senti tutto dentro di te anzi li senti tutte e due uno in fica e l’altro in culo. Aspettano un secondo che i tuoi muscoli si adattino ai loro cazzi poi con movimenti coordinati iniziano a scoparti, sei piena dentro di te, due cazzi uno nel culo e l’altra nella figa che coordinati ti stanno scopando, tu sei ancora con la benda, hai sensazioni mai provate prima, nella stanza si sentono i tuoi gemiti ad ogni affondo, due mani e ogni tanto una lingua di quello di sotto li senti sui tuoi seni,le altre mani sui tuoi glutei. Le tue mani appoggiati sul letto facilitare i tuoi movimenti, senti arrivare l’ennesimo orgasmo di questo incontro, tutto il tuo corpo rabbrividisce e ti bagni come una fontana, esausta ti accasci sull’uomo sotto di te, i cazzi ancora duri si sfilano da te senti che ti girano, ora hai la schiena a contatto con il torso dell’uomo che ti stava sotto. Le sue mani iniziano ad accarezzarti in un lento massaggio, senti il suo cazzo duro vicino al tuo secondo fiore, intanto l’altro uomo ha iniziato ad accarezzarti le gambe, ogni tanto ti fa sentire il suo cazzo lunghe di esse, le mani di quello di sotto iniziano di nuovo a massaggiare il tuo seno, la voglia sta rinascendo, con il cazzo vicino tu inizi un lento massaggio col tuo sedere, poi le tue mani si avvicinano a lui glielo prendi e telo indirizzi nel tuo secondo canale. Piano lentamente entra dentro di te, lo senti tutto, intanto anche l’altro si sta avvicinando seguendo le tue gambe, lo senti vicino al tuo fiore, come una carezza lentamente entra anche lui dentro di te, sei di nuovo piena,due cazzi uno in fica e uno in culo, solo che sei in altra posizione. Le tue gamba si incrociano sulla schiena di chi ti è appena penetrato, di nuovo come se lo facessero da anni iniziano a scoparti, i tuoi gemiti ricominciano a farsi sentire, un odore di sesso e di corpi impregnano la stanza, le mani ti accarezzano lungo tutto il corpo vanno avanti indentro su di te, li senti prendere velocità ti manca il respiro, senti il piacere arrivare fino a quando hai di nuovo un brivido, l’orgasmo è arrivato, urli dal piacere ma loro non hanno finito, i loro cazzi sono ancora duri. Ad un certo punto pronunci con un fil di voce “venitemi in viso” come un comando la macchina si ferma, escono da dentro di te, ti fanno sdraiare, senti i due cazzi duri vicino alle tue labbra ed inizi ad assaggiarli, prima uno poi l’altro, senti i tuoi sapori, poi ti fai più decisa e inizi un doppio pompino alternandoli prima uno poi l’altro e poi di nuovo fino a che no li senti pronti, stanno per arrivare anche per loro finalmente all’orgasmo, apri la bocca tirando fuori la lingua, ti sborrano come due fontane, accogli tutti in bocca, sborrano copioso il loro nettare, lo senti tutto lo ingoi, un sorriso di gratitudine e appagamento compare sul tuo volto, come sono arrivati le due macchine da sesso silenziose escono lasciandoti ancora bendata.

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Die etwas andere Paartherapie Teil 16

Die etwas andere Paartherapie Teil 16
© Franny13 2010
Sie erkennt mich nicht. „Lass dich überraschen. Sie gestaltet den Nachmittag.“ antwortet Sylke. Mutiger geworden frage ich sie: „Wie haben sie sich den Ablauf vorgestellt, Frau?“ „Bergman, Maike Bergman. Das überlasse ich ihnen. Nur soviel, er soll von einer anderen Frau dominiert und vorgeführt werden. Sylke als seine Sekretärin Frau Schlie auszugeben war meine Idee. Er schwärmt immer so von ihr. Wie soll ich sie denn anreden?“ Gute Frage. Ein Name, ein Name. Ich habs. „Sie können mich Lady Kirsten nennen.“ War mal einer Kirstin zusammen in einer Schulklasse. Wenn die wüsste. „Und sie Frau Bergman, was ist ihr Part? Möchten sie mitmachen, oder wollen sie nur zusehen?“ „Ja, ich weiß nicht. Was meinen sie?“ „Wenn sie mitmachen wollen, dann nur in der Rolle einer Sklavin. Hier gibt es nur eine Domina, die entscheidet und das bin ich.“ Bumm. Das sass.

Sie macht große Augen, öffnet den Mund, will etwas sagen. Überlegt es sich anders. Ich kann förmlich die drehenden Rädchen in ihrem Kopf sehen. Jetzt entscheidet es sich. Sie schaut noch einmal fragend zu Sylke, aber die hält sich raus. „Ich mach es. Was soll ich tun?“ sagt sie und senkt dabei ihren Kopf. Mein Selbstbewusstsein steigt noch mehr. Ein herrliches Gefühl, diese Macht, auch wenn es nur ein Spiel ist. Ich trete zu ihr, fasse sie unter das Kinn, hebe es an, sodass sie mich ansehen muss. „Wie heißt das?“ Erregung blitzt in ihren Augen auf. Schau an. Es gefällt ihr. „Was soll ich tun, Herrin?“ kommt es über ihre Lippen. „Schon besser. Du gehst jetzt und holst deinen Mann. Wie heißt er?“ Als ob ich das nicht wüsste. „Sein Name ist Frank, Herrin.“ „Dann los, hol ihn her.“ Ich lass sie stehen, hole mir eine kurze Gerte aus dem Regal und gehe zu dem Thron, setze mich darauf. Öffne den Reißverschluss von unten bis zum Knie und schlage meine Beine übereinander. Sylke ist mir gefolgt und sagt: „Bist du dir sicher, dass du noch nie als Domina gearbeitet hast? Bis jetzt sehr gut. Du bist tatsächlich ein Naturtalent. Ich hätte es nicht besser machen können. Und Maike ist voll drauf angesprungen. Aber was hast du jetzt vor?“ Ich lache. „Du gehst jetzt zu Paul und sagst ihm er soll sich als Dienstmädchen Emma aufstylen. Und seinen KG tragen. Dann soll er in den Nebenraum gehen und auf mein Zeichen warten. Du hälst dich zuerst noch etwas im Hintergrund. Auch dir gebe ich ein Zeichen. Einverstanden?“ „Du machst es aber spannend. Aber ja, natürlich bin ich einverstanden.“ antwortet sie und zockelt los.

Für einen Moment bin ich allein und denke, was mach ich hier eigentlich? Aber bevor ich zuviel darüber nachdenken kann, öffnet sich die Tür zum Nebenraum und Maike führt ihren Mann herein. Das kann doch nicht sein Ernst sein. Ich muss mir das Lachen verkneifen, er sieht in seinem Outfit einfach nur lächerlich aus. Er trägt einen altmodischen Faltenrock bis über die Knie, eine weiße Bluse, unter der sich ein riesiger Busen wölbt. Dazu schwarze Netzstrümpfe und weiße Pumps mit 3cm Absatz. Eine blonde Perücke und ein viel zu stark geschminktes Gesicht runden den Eindruck ab. Kein Vergleich zu meinem Hans, der elegant gekleidet ist. Oder Emma, der man auch nicht ansehen kann, dass sie ein Mann ist. Aber das hier ist nur eine Parodie. Und eine schlechte dazu. Ich verstehe nicht, dass seine Frau nicht auf ihn eingewirkt hat. Aber egal. Inzwischen sind die Beiden vor dem Thron angekommen und stehen vor mir. Ich zeige mit dem Finger auf den Boden. Maike versteht was ich will und kniet nieder. Ihr Mann guckt verständnislos auf seine Frau. Maike zupft an seinem Rock und er begreift, kniet sich auch hin. Immer noch erstaunt über seine Frau. Ich sage nur ein Wort: „Na.“ Maike beugt sich vor und küsst meinen Fuß, lässt kurz ihre Zunge über meine Zehen tanzen und setzt sich wieder zurück. Ihr mann macht keine Anstalten ihrem Beispiel zu Folgen. „Willst du deine Herrin nicht begrüßen, Schlampe?“ Er zuckt zusammen. So wurde er wohl noch nie angesprochen. Maike legt ihm die Hand auf den Kopf, drückt ihn auf meinen Fuß. Widerwillig berühren seine Lippen meine Zehen. Sofort richtet er sich wieder auf.

Ich gebe mich generös. „Da das deine erste Sitzung bei mir ist, will ich über dein Benehmen hinwegsehen. Aber glaube mir, bei der Verabschiedung kannst du das besser. Jetzt steh auf und zieh dich aus.“ Nun sieht er unsicher aus und blickt zu Maike. Aber die hat die Augen abgewendet. „Wird’s bald.“ sage ich nun schärfer. Er steht auf und nestelt an seiner Bluse, bekommt endlich die Knöpfe auf und zieht sie aus. Der Rock folgt schneller. Er steht in einem weißen Nylonunterrock vor mir. „Weiter.“ Er streift die Träger ab, schiebt den Unterrock an sich herunter und steigt hinaus. Männer. Aber das wird er noch lernen. Zum Vorschein kommt ein weißes Bauch weg Korsett, mit 4 Strapsen, an denen die Strümpfe befestigt sind. Dazu ein Baumwollslip, der seine Männlichkeit verdeckt. Aber nicht die Beule. Es macht ihn also an. Gut. Weiter. „Ich hatte gesagt ausziehen. Damit meine ich Alles. Ich wiederhole mich nicht gern.“ Ich lege ihm die Gerte auf die Schultern. Sofort strapst er die Strümpfe los, schlüpft aus den Schuhen und zieht sich auch den Rest aus. Und jetzt sehe ich, dass er einen Umschnallbusen von der billigsten Sorte trägt. „Was ist das denn?“ bricht es aus mir heraus und ich lache laut. „Sofort legst du dieses Ding ab. Das ist ja furchtbar. So will ich dich nie wieder sehen.“

Röte überzieht sein Gesicht und er nestelt am Verschluss, bekommt ihn endlich auf und nimmt das Ding ab. Auffordernd halte ich ihm meine Hand hin, er gibt mir das Teil. Ich werfe es quer durch den Raum in eine Ecke. Als ich mich ihm wieder zuwende sehe ich wie er mit seinen Händen seinen schon halbsteifen Schwanz verdecken will. Das kann ich ihm nicht durchgehen lassen. Spielerisch schlage ich mit der Gerte auf seine Hände, die er auch sofort zur Seite nimmt. Und siehe da. Sein Schwanz hebt sich noch ein Stück. Ich betrachte ihn mir jetzt genau. Er hat sich gut in Form gehalten. Und er ist rasiert. Wenigstens das. Ich stehe auf und gehe um ihn herum, betrachte seine Rückseite, streiche mit der Gerte über seinen Hintern. Sein Schwanz steht jetzt. Aus dem Augenwinkel sehe ich Sylke, die im Halbdunkel steht. Sie macht mir das Victory Zeichen. Aas. Aber das heißt auch, Emma ist bereit. Ich wende mich zum Spiegel und winke mit dem Zeigefinger. Kurz darauf betritt Emma den Raum. Sie trägt ihre schwarze Dienstmädchenuniform. Sie kommt zu mir, kniet sich hin, küsst meinen Fuß, steht wieder auf und wartet auf Anweisungen. Perfekt. Sylke hat sie gut instruiert. „Emma, nimm diese Schlampe und kleide sie vernünftig ein und schminke sie ordentlich. Pass auf, dass sie nicht abspritzt. Du weißt, was du dagegen zu unternehmen hast.“ „Ja Herrin.“ Emma nickt und packt Frank am Arm und zieht ihn mit sich. Ich sehe die ersten Lusttropfen an seinem Schwanz. Emma wird sich schon drum kümmern, denke ich mir, und wende mich Maike zu.

Sie hat die ganze Zeit auf dem Boden gekniet und den Kopf gesenkt gehalten, keinen Mucks von sich gegeben. „Steh auf und zieh dich aus.“ befehle ich ihr. Sie erhebt sich und zieht ihr schwarzes Kleid aus. Zum Vorschein kommt eine rote Korsage mit 6 Strapsen, an denen ihre schwarzen Nylons befestigt sind. Ohne Aufforderung schlüpft sie aus ihrem Höschen. Auch sie ist rasiert. Ihre Spalte glänzt nass. Also ist das Ganze nicht spurlos an ihr vorbeigegangen. Sie will sich weiter ausziehen, aber ich stoppe sie. „Das ist genug.“ Ich trete zu und kann der Versuchung nicht widerstehen. Ich greife an ihre Möse. Meine Hand ist sofort nass. „Das hat dich also angemacht?“ „Ja Herrin.“ Als ich mit meinem Finger über ihren Lustknopf reibe, beißt sie sich auf die Lippen um ein Stöhnen zu unterdrücken. Ich nehme meine Hand weg, ein enttäuschter Blick von ihr, und halte sie vor ihren Mund. Sie leckt ihren Lustsaft von meinem Finger und Handschuh. Die hab ich im Sack, denke ich mir, diese hochnäsige Schlampe. Ich trete einen Schritt zurück und winke Sylke. Sie kommt und sieht mich fragend an. „Leg der Schlampe Hand und Fußmanschetten an. Und sie soll andere Schuhe anziehen. Höhere. Dann stelle sie ans X-Kreuz.“ Maike trägt Pumps mit nur einem 7cm Absatz. Widerstandslos lässt Maike es sich gefallen. Nachdem sie ausstaffiert ist, sie trägt nun Stilettos mit 15cm, schnallt Sylke sie ans Kreuz, Arme und Beine gespreizt. Sie hat Maike etwas hinter das Becken geschoben, sodass ihre Muschi nach vorn gewölbt wird. Ich kann nicht an mich halten und reibe wieder über ihre Möse. Sie windet sich hin und her, fängt an zu stöhnen. „Sylke bring den Knebel.“ „Nein, nicht knebeln. Bitte nicht.“ fleht Maike. Ich achte nicht darauf, stecke den Knebel in ihren Mund und schließe die Schnalle an ihrem Hinterkopf.

Nun gehe ich zum Regal rüber und nehme einen mittelgroßen Dildo mit Vibration. Zurück zu Meike und den Dildo in ihre Muschi gesteckt. Ihr erstickter Anfangsprotest wandelt sich in wohliges seufzen, als ich sie mit dem Dildo ficke. Auch ich werde immer feuchter und würde mich am liebsten von Sylke lecken, oder von irgendeinem Kerl ficken lassen.
Ein Blick zu Sylke sagt mir, dass es ihr nicht anders geht. Ich höre auf Maike mit dem Dildo zu ficken, lass ihn aber stecken und schalte die Vibration ein. Ziehe einen Vorhang vor Maike und gehe zu Sylke, die mich schon erwartungsvoll ansieht. Aber bevor ich sie erreiche höre ich, wie die Tür zum Nebenraum geöffnet wird und dann das Klacken von hohen Absätzen. Ich drehe mich um und sehe……..

Hans erzählt
Während ich Iris folge, überdenke ich noch mal meine Lage. In was habe ich mich da bloß hineinbegeben? Und das alles nur, weil ich in Frauenkleidern gewichst habe. Aber, und das ist der andere kleine Gedankenteufel, es ist geil. Supergeil. Ich beschließe das Beste aus meiner Lage zu machen. Iris, nein Herrin Iris, besser ich gewöhn mich gleich daran, steuert auf die Treppe zu. Sie dreht sich zu mir um. „Ein bisschen Übung wird dir gut tun. Achte auf deine Schrittlänge.“ Pah, denke ich, die hab ich voll drin und trete auf die erste Stufe. Und krümme mich beinah vor Schmerz. Ein wahnsinniger Zug an meinem linken Ei bringt mich dazu aufzustöhnen. Iris steht eine Stufe über mir und lacht mich aus. „Hab ich nicht gesagt du sollst auf deine Schrittlänge achten. Du hast vergessen, dass du nicht nur weit, sondern auch hoch gehst. Das verkürzt die Kette. Wirst du jetzt daran denken?“ „Ja.“ Sie stemmt die Hände in die Hüften und funkelt mich an. „Letzte Warnung. Denk an deine Anrede. Noch mal.“ Himmelherrgottsakra. „Ja Herrin, ich habe verstanden.“ sage ich demütig. „Siehst du, es ist doch gar nicht so schwer. Nun komm.“ Sie geht voraus und ich folge jetzt vorsichtiger. Strecke das aufsteigende Bein erst dann ganz durch, wenn ich den anderen Fuß vom Boden gelöst habe. Da ich mich so konzentrieren muss, dauert es entsprechend länger, bis ich das obere Stockwerk erreiche, wo mich Herrin Iris schon erwartet. „Da das so lange gedauert hat, wirst du die Treppe 3x hinab und wieder hoch steigen. Ich rate dir werd schneller. Der Nachmittag ist lang.“ Oh nein. Aber in ihrer Stimme liegt unerbittliche Strenge und so mache ich mich auf den Weg. Endlich ist es geschafft. Ich habe mich das 3mal die Treppe hochgeschleppt. Ich kann nicht mehr.

Sie steht am oberen Absatz und tappt ungeduldig mit dem Fuß. „Für heute will ich es gut sein lassen, aber das Ganze muss noch schneller werden. Also wirst du ab Morgen auch Treppensteigen üben. Eine ½ Stunde pro Tag. Natürlich wirst du auch während deines Aufenthaltes hier den Fahrstuhl nicht mehr benutzen.“ Na vielen dank auch. Hat mir noch gefehlt. Ohne eine Antwort abzuwarten geht sie voraus zu meinem Appartement. Wir treten ein und sie bedeutet mir mich auf einen der Stühle zu setzen. Wie ich gelernt habe streiche ich zuerst den Rock an meinem Hintern glatt, setze mich auf die Kante und rutsche dann nach hinten. Meine Beine stelle ich schräg. Das alles geschieht schon mehr unterbewusst. Es kam mir einfach richtig vor, mich so zu verhalten. „Schau mich an.“ Ich hebe meinen Blick und sehe Herrin Iris vor mir stehen. Sie hat sich ausgezogen, trägt nur noch Korsett, Strümpfe und Schuhe. Ihre blanke Möse ist genau in meinem Blickfeld. Sie ist erregt. Deutlich kann ich es an ihren geschwollenen Schamlippen erkennen. „Du wirst mich jetzt bedienen. Ich will einen Orgasmus.“ Sie tritt näher, stellt ihre Beine links und rechts neben den Stuhl, greift in meine Haare und zieht meinen Kopf auf ihre Muschi. „Leck mich.“ Ihre Spalte ist noch weiter aufgeklafft, sodass ich das rosa Innere sehen kann. Ihr Lustknopf hat sich aus der Hautfalte vorgeschoben. Ich strecke meine Zunge vor und lecke ihre Möse von unten nach oben, verweile kurz auf ihrem Kitzler und lecke wieder zurück. An ihrem schwerer werdenen Atem kann ich erkennen, dass ich alles richtig mache. „Fick mich mit der Zunge.“ stößt sie zwischen 2 Atemzügen hervor und drückt ihr Muschi fest auf mein Gesicht. Ich versteife meine Zunge und dringe in ihre Möse ein. Sie antwortet mit fickenden Bewegungen ihres Beckens. Und dann läuft ihr Saft. Ich will meinen Kopf zurückziehen, aber keine Chance. So presse ich meinen Mund auf ihre Spalte und schlürfe ihren Saft. Der Druck auf meinen Kopf lässt etwas nach und ich reinige mit der Zunge die Innenseiten ihrer Oberschenkel, bis keine Spur ihres Ergusses mehr zu sehen ist. Sie drückt mich zurück auf den Stuhl und entfernt sich von mir, zieht sich wieder an. Und dann überrascht sie mich. Sie kommt zu mir und drückt mir einen Kuss auf meinen Mund. „Danke. Lecken kannst du, da brauchen wir dir nichts mehr beizubringen.“ und küsst mich noch einmal. „So, wir werden jetzt etwas essen, dann kannst du 1 Stunde ruhen. Anschließend wird dir jemand deine Pflichten hier im Haus erklären.“ Wie Pflichten? Mit diesem Befehl und Gehorsam Kram habe ich mich ja abgefunden. Jetzt soll ich auch noch arbeiten? „Mistress,“ wage ich zu sagen, „was sind das für Pflichten?“ Iris sagt nichts dazu, dass ich unaufgefordert geredet habe. Sie schaut mich nur an und sagt: „Du wirst…………….
Fortsetzung folgt………….

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Drecksau TangaBabs 04

Dann verließ sie mein Zimmer und ich machte mich über die Kiste her. Darin war ein kleiner schmaler Vibrator, ein bisschen größerer Echtschwanz Dildo, ein bisschen größer Vibrator und etwas Gleitgel. Dabei war auch ein Zettel auf dem stand :
Meine Liebe Babsi, hier bekommst du nun deine ersten Spielzeuge. Den kleinen Vibrator ist für die Handtasche gedacht und kann immer und überall benutzt werden. Die beiden anderen sind mehr für den Heimgebrauch. Wir kaufen dir auch bald deine Eigenen, sammle erst mal mit meinen deine ersten Erfahrungen. Die will ich wiederhaben wenn du deine eigenen Hast! 😉 Glaube mir ich stehe dir zur Seite, wenn du mich brauchst. Ich bin doch deine Mama.

Da war ich erst mal baff. Meine Mutter bringt mir Dildos. Ich ging dann erst mal ins Bad und schminkte mich ab. Als ich wieder in meinem Zimmer war, schaute ich mir die Kiste noch mal an und wurde bei dem Gedanken das mir meine eigene Mutter ihre Ersatz Schwänze leiht, um es mir zu machen, ganz geil. Ich holte mir den großen Vibrator heraus und schob ihn mir in den Mund. Ich zog meine Hose und den String aus und streichelte meine Fotze. Ich war schon wieder am Überlaufen ich werde immer so nass das Ich gar nicht wusste, für was sie das Gleitgel in die Kiste gelegt hat. Dann schob ich mir den Vibrator in meine Fotze und stellte ihn an. Es war der Hammer das Ding brummte los und mir schoss der Fotzensaft nur so heraus. Ich bekam den hammermäßigsten Orgasmus, den ich je in meinen kurzen Leben hatte. Danach war ich total kaputt und deckte mich zu und schlief ein.

Am nächsten Morgen war ich relativ früh wach und stand auf, ging ins Bad und machte mein Morgengeschäft. Dabei kam mein Bruder ins Bad guckte mich verdutzt an und ging wieder heraus. Ich stand auf und ging ihm nach in sein Zimmer. Ich hatte immer noch kein Höschen oder so an und von meine Fotze tropfte immer noch die frische Morgenpisse ab. “Sag mal was iss den bei dir los, gestern haste noch einen auf dicken Macker gemacht und heute bekommst du kein Wort mehr heraus.” Er stand da und ich konnte mehr als deutlich seine Wasserlatte in der Boxershorts erkennen. “Babs, gestern hast du gesagt ich würde es nicht bringen, weil ich dich nicht zum Orgasmus gefickt habe. Du hast recht. Ich bin nicht wie du und unsere Eltern. Denn ich hab einen anderen Vater, nur wer es ist wissen sie nicht. Du bist nicht die Einzige, die gestern einen Scheiß Tag hatte. Ich bin das Resultat einer Massenfickerei und keiner weis oder wusste von wem sich unsere Hurenmutter hat befruchten lassen. Also scher dich zum Teufel du Flittchen und lass dich, von wem auch immer besteigen.” Er drängte sich an mir vorbei und verschwand im Bad.

Ich ging in mein Zimmer und zog mich an. Dann ging ich zu meiner Mutter und fragte sie, ob ich auch etwas Reizwäsche von ihr haben kann. Ich würde da gerne jemandem aus seinem tiefen Tal der Enttäuschung helfen. Da schaute sie mich an und meinte das Ich aufpassen müsste denn Inzest sei strafbar aber ich könne mich an ihren Sachen bedienen, wie ich wollte. Ich ging also in ihr Zimmer und holte mir ein paar Nylons und einen Strapsgürtel. Mehr dachte ich macht die Sache dann doch nur zu kompliziert. Ich wusste, dass er noch weg musste, aber früh zuhause sein würde, weil er am nächsten morgen früh zur Arbeit musste. Ich nahm dann das Bad für mich in beschlag. Enthaarte mir meine Beine und rasierte meinen zarten pflaum an meiner Fotze. Dann zog ich die Nylons und den strapsgürtel an und ging in sein Zimmer. Legte mich in sein Bett und wartete auf ihn. Es dauerte aber dann doch bis zum Nachmittag, bis er kam. Ich wurde rechtzeitig wach und wartete, bis er kam.

Als er in sein Zimmer kam und das licht anschaltete, sah er mich. “Was soll das werden Babs?” “Wenn du nicht mein Bruder bist, kannst du mich auch ficken. Lass uns zusammen das ficken lernen. Dein Anfang war ja schon geil aber du solltest bisschen mehr drauf achten, dass ich auch zum Orgasmus komme.” Ich schlug die Decke bei Seite und präsentierte mich so gut, wie ich nur konnte. Ich sah seine Beule in seiner Hose. “Los komm zieh dich aus und komm zu mir, Bruder fick meine Jungfotze, los komm fick mich, wie du noch nie eine Fotze gefickt hast.” Da gabs bei ihm kein halten mehr, er riss sich regelrecht die Klamotten vom Leib und stürzte sich zu mir ins Bett. Er wollte mich wieder Küssen aber ich hielt ihn ab und meinte er solle es mal zärtlicher versuchen. Ich setzte mich auf ihn und wir küssten und sehr leidenschaftlich. Dann glitt ich an ihm herunter und schob mir seinen Schwanz in meinen Mund. Sein Stöhnen wurde immer schneller, bis er mir eine volle Ladung seines Ficksaftes in den Mund spritzte. “Scheiße, Babs. Sorry du bläst so geil da konnte ich nicht mehr.” Ich kuschelte mich einfach an ihn und sagte nichts. “Wir können es ja später noch mal versuchen, wenn du willst, ich kann bestimmt gleich wieder.” Dann spürte ich seine Hand auf meinem Körper. Er streichelte meine kleinen Brüste und meinen Arsch, er glitt immer tiefer, bis er an meiner nassen Spalte ankam. Langsam vergrub er einen seiner Finger dazwischen und ich begann leise zu stöhnen. Er drehte mich auf den Rücken und legte sich zwischen meine Schenkel und begann mich zu lecken. Das machte er so gut das Ich fast auslief vor Geilheit. “Los fick mich jetzt du geiler Bock, fick deine kleine Schwester in ihre geile Fickfotze.” Da gabs für ihn kein halten mehr. Er wichste sich noch etwas hart und rammte mir seinen Schwanz mit einmal in meine junge Fotze. Mir wurde Schwanz vor Augen und desto schneller er mich fickte desto mehr verschwamm mein Bild. Ich fühlte eine Orgasmuswelle anrollen und stieß ihm immer weiter mein Becken entgegen. Ich wollte sein Sperma, sein Sperma in meiner Fotze. Er stieß noch etliche Mal in mich hinein, bis ich nicht mehr konnte und einen Megaorgasmus bekam, ich spritzt auch irgendwie, ich wusste nur nicht was. Mein Bruder spritzte auch, alles in meine Fotze. Ich schrie meinen Orgasmus nur so heraus das man ihn wohl im ganzen Dorf hören konnte. Er ließ sich auf mich fallen und wir schliefen so ineinander gekuschelt ein.

Am nächsten Morgen wurden wir gemeinsam wach. Er lag jetzt nicht mehr auf mir, sondern daneben. Ich spürte seine stahlharte Morgenlatte und begann meinen Arsch an seinem Ständer zu reiben. “Du geile Sau, die Augen noch nicht auf aber schon fickgeil. Soll ich dich so ficken?” Ja dann spritzt du auch nicht gleich ab. Los, fick mich wach mein geiler Fickbruder.” Da setzte er seinen Schwanz wieder an meiner fotze an und stieß langsam zu. Stück für stück drang er mit diesem prachschwanz in meine Fotze ein. Seine Stöße wurden immer tiefer und schneller und ich wichste meinen Kitzler, bis es mir wieder kam, nicht so heftig wie am Abend davor aber es war so geil das Ich mich erleichtert fühlte. “Danke, das war gut. Jetzt kannst du pissen gehen, oder warte ich geh mit. Piss mich wieder an. Ich will deine Morgenpisse auf meinem Körper.” Ohne ein Wort zu verlieren, gingen wir ins Bad, ich hockte mich in die dusche und ließ auch meiner Pisse freien Lauf. Dann pisste er mir über den Kopf ins Gesicht und auf meinen ganzen Körper. Ich dachte der wird nie mehr fertig. Dann versiegte doch die Quelle, ich leckte ihm noch die letzten tropfen von seinem Schwanz und er ging zurück in sein Zimmer, während ich duschte.

Bitte wieder Voten und Bewerten, dann gehts vielleicht auch weiter. (DANKE)

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Racconti Erotici

Al cinema con mia suocera

Racconto trovato in rete su xhamster.

Un paio di mesi fa ero a milano per lavoro, come faccio sempre prima di tornare a Genova dove vivo con mia moglie, passo a trovare mia suocera che è una bella signora di 55 anni, nonostante la sua età è ancora una bella donna con uno sguardo profondo che mi ha sempre affascinato.
Quando sono arrivato a casa sua lei era tutta elegante pronta ad uscire.
“Stai uscendo?”
Le chiesi pronto a girarmi sui tacchi e ripartire.
“Si sto andando al cinema.”
Mi disse lei facendomi un bel sorriso.
“Cosa vai a vedere?”
Le chiesi che film andasse a vedere mentre eravamo già in ascensore, devo confessare che non mi ricordo bene quale fosse il titolo ma poco importa, quando fummo in strada le proposi di darle un passaggio in auto fino al cinema, dopo qualche convenevole lei accettò di buon grado, gli aprii lo sportello per farla salire e in attesa di poterlo richiudere mi ritrovai spettatore di una bella scosciata con tanto di autoreggenti che non avrei mai sospettato potesse indossare, l’immagine di quel lembo di coscia bianca oltre il bordo nero delle calze mi si inchiodò nel cervello nonostante i tentativi di conversazione, continuavo a rivedermi quella scena maledettamente eccitante, sono un porco pensavo dentro di me, mentre lei mi raccontava quanto fosse difficile la vita di una vedova con le poche amiche ancora impegnate con mariti malaticci e rompis**tole.
Quando arrivai davanti al cinema la salutai e poi con finta premura le dissi.
“Aspetta…”
Scesi di corsa dall’auto, mi riposizionai ad aprirle lo sportello per farmi un replay della scosciata di prima infatti si verificò ma ancora più evidente, la vidi entrare al cinema da sola tutta elegante con la borsa stretta tra le mani, restai per un attimo seduto in auto a pensare, ad un tratto presi la decisione di accompagnarla cercai un parcheggio ritornai al cinema e feci il biglietto, c’era poca gente allo spettacolo delle 18 nonostante il buio la trovai facilmente e andai a sedermi nella poltrona accanto.
“Che ci fai qui?”
Mi chiese sottovoce.
“Mi è venuta voglia di vedere il film con te.”
Le dissi senza molta convinzione tentando di darmi un’aria interessata ai titoli sullo schermo, il film era una cavolata pazzesca, io me ne stavo fermo respirando il profumo di quella donna ripensando alle cosce bianche in prossimità dell’inguine, mi chiedevo come fosse la sua figa, che profumo potesse avere la figa di una donna matura, ero perplesso ma attratto da quei pensieri su cui indugiavo ma che nel mentre erano scesi giù fino al mio cazzo che cominciava a irrigidirsi dentro i calzoni. Ad un tratto il film, fino a quel momento piuttosto noioso ebbe un guizzo proponendo una scena di violenza in cui il vecchio bavoso datore di lavoro violentava la sua giovane impiegata, per mia suocera era una scena raccapricciante che la costrinse a girare la testa nella mia direzione e nascondere il viso con una mano per non guardare, a me in realtà la stessa scena aveva s**tenato una reazione assai diversa e il mio cazzo era ormai durissimo,con senso di protezione verso la madre di mia moglie le cinsi le spalle con un braccio.
“Non guardare.”
Le dissi stringendola e tirandola verso di me, lei rassicurata si scoprì il viso, la vidi mentre osservava la scena che proseguiva sullo schermo, il vecchio datore di lavoro con le brache calate si agitava tra le cosce della ragazzina che ora non si agitava ma sussultava sotto i colpi di bacino dell’uomo, lo sguardo di mia suocera sembrava inorridito ma anche attratto dalla scena che anche io seguivo con la coda dell’occhio, ancora oggi mi chiedo come abbia potuto comportarmi così, resta il fatto che proprio mentre la scena si avviava alla conclusione presi la mano di mia suocera e me la poggiai sul cazzo durissimo.
Lei tentò di tirare indietro la mano e mi guardò con gli occhi spalancati.
“Cosa fai?”
Mi disse neanche troppo sottovoce, io restai muto con gli occhi fissi sullo schermo tenendole la mano bloccata sulla patta dei pantaloni, incredibilmente lei girò la testa verso lo schermo rilasso il braccio e la mano ma si adagiò sulla patta, si aprì e si richiuse serrandomi il cazzo ancora nei pantaloni,cominciò ad accarezzarmi l’asta a stringerla fino a quando aiutandosi con l’altra mano mi sbottono la patta, con abilità infilo la mano tirandomi fuori il cazzo, iniziò a farmi una sega delicatissima mi sembrava di essere tornato indietro di vent’anni, quando le compagne di scuola mi facevano le seghe seduti nelle ultime file del cinema parrocchiale, io restavo fermo immobile mentre lei continuava ora stringendolo più forte e facendola scorrere dalla cappella ai coglioni, con il braccio che le avvolgeva le spalle cominciai a tirarla verso di me, le accarezzai la nuca spingendogliela in modo inequivocabile poi le sussurai.
“Prendilo in bocca.”
Lei docile come un agnellino si chino su di me, dopo aver dato una leccata alla cappella se lo fece scorrere tutto in bocca e cominciò a spompinarmi nel buio della sala,dopo pochi minuti sentii il cazzo diventare ancora più gonfio e spingendole la testa per farle ingoiare quanto più cazzo fosse possibile le riempii la bocca di sperma, lei terminò il lavoro con sapienza con tanto di leccata e succhiatina finale sulla punta, restammo seduti ed abbracciati ancora qualche minuto poi le dissi.
“Andiamo via.”
In auto restammo in silenzio senza dire una parola, giunti sotto la sua casa si girò e mi disse.
“Sali, ti faccio un caffè.”
“Va bene.”
Risposi io, dopo aver parcheggiato rifeci la stessa scena per correre ad aprire lo sportello e guardarle le cosce, questa volta c’era tutta la sua consapevolezza, tant’è che allargò le gambe oltre il necessario dandomi addirittura la possibilità di intravedere i peli della figa che uscivano dalle mutande, appena entrati in casa sapevo che me la sarei chiavata così presi il telefono e chiamai mia moglie.
“Si amore sono passato da tua madre, sono a casa sua ma devo ancora passare da un cliente tardo un poco, si te la passo ”
Appena mia suocera prese la cornetta in mano cominciai ad accarezzarle i seni e palpargli il culo.
“Si tutto bene e Sandrina come sta?”
Le tirai su la gonna, che spettacolo non avevo mai visto mia suocera mezza svestita, devo confessare che restai stupito nonostante l’età era in splendida forma, cominciai a frugarla tra le cosce, poi lei si piegò in avanti poggiandosi sul muretto che divide l’ingresso dal soggiorno e allargò le gambe, io le spostai le mutandine su di un lato mettendo in mostra una figa pelosissima, le infilai il cazzo in un colpo solo cominciando a sbatterla.
“Si… si… ti chiamo dopo…”
“Ma sei impazzito mentre parlo con mia figlia”
“Stai zitta ora pensa a prendere il cazzo come si deve.”
Le dissi e cominciai a sbatterla con quanta forza avevo,andai avanti una mezz’ora buona con lei che continuava a mugolare e ripetere.
“SII… SII… SII.”
null’altro che si, solo quando si accorse che stavo per venire mi disse.
“Ti prego non venirmi dentro.”
Io per tutta risposta tirai fuori il cazzo e le sborrai proprio sul buco del culo che reso viscido mi invitò a rientrare da dietro, il cazzo le scivolò tutto dentro il culo e lì continuai a sborrare fino all’ultima goccia, restai avvinghiato a lei per qualche minuto, poi estrassi il cazzo lentamente, lei si premurò di correre in bagno tornando con un asciugamani umido, mi ripulì accuratamente e mi baciò ancora una volta la punta del cazzo.
Quella sera scappai a casa ma da quel giorno Milano è diventata la piazza più importante per i miei affari, anzi per il mio affare che mia suocera sfrutta con molta abilità.

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Il sogno

Mi chiamo Massimo, ho 30 anni, sono alto, biondo, carico per non dire bello, single e benestante. In poche parole non dovrei lamentarmi e invece … sono seduto nella sala d’attesa della psicologa in attesa di essere ricevuto. Ultimamente ero ossessionato dal sesso e dopo averci pensato e ripensato più volte ho deciso di rivolgermi ad un professionista. Non sapendo da andare scelsi sulle pagine gialle quello più distante dal luogo dove abito senza capire però che si trattava di una psicologa, Luciana.
Non vi dirò l’imbarazzo che ho provato nei primi minuti quando ero più che tentato di scappare né quando fo parlato, o meglio ancora ho provato a parlare, per la prima volta ottenendo come unico risultato una specie di sibilo e nient’altro. Fu però a causa di ciò che ho capito di aver trovato la persona giusta. Stupidamente, non essendo mai stato da un psicologo, mi aspettavo commenti o battutine su quell’inizio mentre lei rimase in silenzio. Superato quel momento mi sono presentato facendole poi un quadro del problemi che mi aveva indotto a rivolgermi ad un psicologo.
Ed ora sono ormai quattro mesi che settimanalmente vengo per sfogarmi con quella che penso sia l’unica persona in grado di capirmi o meglio ancora quella che mi ascolta in silenzio senza interrompermi. Ogni tanto mi chiede di approfondire qualche pensiero o osservazione altrimenti rimane seduta su quella poltrona usurata dal tempo prendendo appunti.
Luciana è una donna di circa 35 anni, bassotta e cicciottella, capelli neri, una terza abbondante di seno, vestita sempre di nero con gonne lunghe.
“E’ in lutto o spera che il nero la faccia sembrare più magra? “ mi sono chiesto più volte
Sono guarito dall’originale ossessione del sesso o meglio è cambiata. Guardare ora le donne passeggiare per le strade non mi fa più nessun effetto e posso anche andare tranquillamente al mare con la certezza che la vista di tutte quelle ragazze in bikini o topless non mi turba più.
Quello che ora sconvolge la mia vita è un sogno; il seguente:
Sono vestito elegantemente in una grande stanza, si sente in sottofondo una musica sconosciuta, la luce è bassa, cupa, al centro ci sono delle strutture metalliche, uno strano cavalletto alto, un palo bloccato a terra e che scende dal soffitto, una croce fatta a ics larga. Su ogni struttura si vedono manette e ganci e dal soffitto pendono diverse catene e corde. C’è poi un mobile, anch’esso metallico tipo banco da lavoro, su cui si intravedono fruste ed altri oggetti erotici. Sono fermo ed aspetto.
Sono tante le domande che mi faccio ma ce ne sono due che mi tormentano: cosa faccio lì e cosa sto aspettando e Luciana mi sta aiutando a trovare queste risposte.
Alla fine dell’ultima seduta mi aveva detto
“Massimo dobbiamo sposare l’orario degli appuntamenti. Puoi venire alle 18.00?”
“va bene, non ci sono problemi” e così eccomi qui in leggero anticipo seduto su questo scomodo divano in attesa di essere ricevuto.
“Massimo scusa l’attesa ma ho ricevuto una telefonata” mi dice facendomi entrare. Ho la sensazione che ci sia qualcosa di nuovo nello studio ma non riesco a capire cosa sia. Forse è solamente il fatto che fuori è buio mentre le altre volte era giorno. Comunque mi sdraio sul lettino ed inizio a parlare
“Il sogno continua a perseguitarmi. Proprio questa notte però c’è stato un cambiamento. Alla fine ho sentito per la prima volta un rumore. Un ticchettio, come dei passi che si avvicinavano. Mi sono girato verso quel rumore. Ho visto una porta aprirsi ma poi … è suonata la sveglia.”
“bene vuol dire che la prima risposta è alla portata di mano. Hai detto che hai sentito un ticchettio?”
Quando la vedo prendere degli appunti capisco cosa c’è di nuovo in questa stanza. Luciana è vestita in modo diverso. Porta una gonna che le arriva sopra il ginocchio (sempre nera), calze nere e una maglietta rosa. Questo mi fa felice perché significa che non è in lutto.
“così mi sembrava. Forse erano dei passi. In fin dei conti quella porta si stava aprendo” le rispondo
“bene. Ora però non ti innervosire se questa notte non sogni il resto. Dimmi è successo qualcosa di nuovo questa settimana? Hai fatto nuove amicizie?”
“no è tutto come prima”
“eppure qualcosa deve essere successo, ce lo dice il cambiamento nel sogno”
“sinceramente non mi viene in mente nulla”
“ok. Ci vediamo tra una settimana.”
Per quasi tutta la settimana dormii bene senza fare sogni particolari. Questo fino alla sera precedente l’appuntamento con Luciana. Non mi sentivo bene, avevo qualche linea di febbre e questo sicuramente stimolò il mio riposo e di conseguenza il sogno.
“allora Massimo dal tuo comportamento capisco che c’è qualcosa di nuovo, raccontami”
“La stanza era la stessa, come pure tutto il resto, sento quasi subito il rumore dei tacchi, la porta si apre con un lugubre scricchiolio e intravedo lei. Una donna che cammina a tentoni su delle scarpe con tacchi a spillo alti almeno 15 cm. Solo quando entra nel cono di luce noto che è bendata. Un sorriso ghignoso appare sul mio viso. Lei continua ad avanzare sbandando più volte a destra e a manca anche per la poca abitudine a portare i tacchi così alti. Più volte perde l’equilibrio ed io rimango sempre lì fermo nel centro della stanza a godermi questo insolito spettacolo. Non capisco cosa ci sia di seducente in quello che vedo ma sono molto eccitato.
Sento il suo respiro farsi sempre più veloce. Continua a camminare fino a quando, dopo un grido di dolore, cade malamente a faccia avanti. Ha preso una storta. Si contorce sul pavimento dal dolore.
“alzati” le dico con una voce ferma ed imperativa.
“dove sei” mi chiede piagnucolando mentre con notevole difficoltà si alza e si avvia claudicante verso di me
“ferma” le induco e subito lei si ferma cercando di spostare il peso sulla gamba sana.
“dritta” vedo dal suo viso la sofferenza che prova nel rimanere in questa posizione ma lo fa automaticamente.
Mi avvio verso di lei e per alcuni minuti le giro intorno, con calma, guardandola bene per la prima volta. E’ vestita tutta di nero. Gonna, maglietta, calze, anche la collana è nera. Solamente la benda è colorata. Rosa per la precisione. Lei resta sempre ferma mentre i miei passaggi si fanno sempre più stretti.
“levati la gonna” lo fa con non poca difficoltà gemendo per il dolore alla caviglia
“silenzio” urlo a poca distanza dalle sue orecchie. Una goccia di sudore le scende lungo il collo insinuandosi pian piano nel decolté.
La gonna scende lungo le gambe mostrando un tanga nero e le calze autoreggenti. Le natiche, liberate dalla stretta della gonna, prendono la loro forma naturale. Sono grandi.
“non ti vergogni ad andare in giro così. Sei ridicola con quel tanga infilato in mezzo a questi due cocomeri” le dico sottolineando quest’ultima parola con una sonora sculacciata su ciascuna chiappa.
Non se le aspettava. Accusa gemendo sia gli schiaffi che l’insulto. Una lacrima scende da una guancia.
“Dovrai essere punita per questo” le dico mentre la prendo per i capelli portandola verso il cavalletto. Ogni passo è un gemito.
“spogliati ma lascia le scarpe e le calze” Il suo seno che sembrava così bello si allunga subito dopo che viene liberato dal reggiseno
Un ghigno si forma sulla mia bocca quando dico “Di bene in meglio” pizzicandole i seni. Altro gemito. Prendo il frustino semirigido con punta piatta. Lo muovo sferzando l’aria. Al suo sibilo la vedo irrigidirsi. Inizia a tremare.
“riconosci il rumore?”
“sì” risponde cominciando a frignare
“lo supponevo. Ne devi aver un buon ricordo” e scoppio a ridere in modo sadico
Appoggio la punta del frustino su un seno e comincio a muoverlo con leggerezza, sfiorandola quasi, disegnando dei ghirigori sempre più ampi. La pelle è tutta un brivido. Scendo verso il basso gustandomi la smorfia di piacere che si forma sulle sue labbra. Mi fermo. Mi fermo e trascino una scaletta a due gradini accanto a lei. Un singhiozzo mi fa capire che sa cosa le capiterà, almeno così si illude. Ubbidiente ci sale sopra avanzando con cautela fino a quando non entra in contatto con il cuoio che ricopre la parte alta del cavalletto. Prendo le manette che blocco sia sulle caviglie che ai polsi. Il suo tremolio aumenta quando chiudo quella sulla caviglia slogata.
“allungati” le ordino. Ora è a 90°. Blocco le manette dei polsi sui piedi anteriori del cavalletto che scendono parallelamente. La parte posteriore del cavalletto è diversa da quella anteriore. Qui le zampe del cavalletto si allargano in modo che le gambe siano aperte mettendo in mostra sia la fica che il culo. Guido quindi ciascuna gamba sulle zampe del cavalletto. Ora i suoi piedi rimangono sollevati da terra. La forza di gravità la fa scendere leggermente allargandole ancora di più le gambe fino a quando le manette sui polsi la bloccano. Urla. Sarà per il dolore che prova sulle braccia distese che reggono il suo peso, per le gambe oscenamente aperte o per la paura?
struscio il frustino su una natica dall’esterno verso l’interno avvicinandomi sempre di più alla fica esposta. Un veloce passaggio e subito sono sull’altra natica. Freme ogni volta che mi avvicino alle sua intimità esposte
“Zac” Di colpo faccio partire una sferzata che disegna una striscia rossa sulla natica colpita.
Il suo ansimare viene interrotto dall’urlo che esce dalle sue labbra quando sente la staffilata arrivare e colpire.
Riprendo il gioco partendo ora dall’altezza del ginocchio salendo con studiata lentezza. Non ho fretta. Più mi avvicino e più trema immaginando quale sarà la fine di questa corsa.
Le sfioro il clitoride, passo sulla fica, sul buco del culo, riscendo sulla fica e “zac” parte la seconda sferzata che colpisce lo stesso punto della precedente.
L’urlo che ne segue è ancora più forte e prolungato. Rimane quasi senza fiato. Attendo che il dolore si plachi, giusto pochi secondi, e poi “zac, zac, zac” colpisco le cosce della stessa gamba avvicinandomi sempre di più alla fica. I lamenti e il pianto dirotto si espandono nella stanza. La mia eccitazione aumenta ancor di più. Il risalto dei segni lasciati sul suo corpo formano quella che può sembrare un ideogramma. Il rossore della gamba contrasta il biancore dell’altra. Vado verso la parte anteriore del cavalletto e la libero dalla benda. I
suoi bellissimi e lucidi occhi hanno un colore blu intenso e ……. Mi sono svegliato.
“Hai riconosciuto il volto, la conosci questa persona?” mi chiede Luciana parlando per la prima volta
“No. Di lei mi ricordo solamente gli occhi ed il corpo” le rispondo. Per la prima volta noto in lei un rossore, come se fosse in imbarazzo, mentre mi parla. Si deve esserle slacciato un bottone perché prima non avevo notato il suo decolté. Si intravede il reggiseno nero e mi sbaglio o si intravedono i segni dei capezzoli induriti sulla camicetta rossa?
“Nientr’altro?”
“solo quel sogno ancora più strano. Mi dovevi vedere quanto ero diverso e … uhm … eccitato”
“L’ho visto” mi dice sorridendo “lo eri anche mentre raccontavi”
“scusami”
“non ti preoccupare, non sei il solo a cui capita. Molte altre persone si eccitano quando sono qui” mi risponde
“comunque per ora basta così. E’ tardi. Stai tranquillo e ci vediamo tra una settimana” mi dice mentre si alza dalla poltrona.
Guardo l’orologio e vedo che sono più di 2 ore che sono qui. Per fortuna ero l’ultimo.
“scusami per l’ora” le dico mentre usciamo dallo studio. “per farmi perdonare ti posso offrire una cena?”
“ti ringrazio dell’invito ma non posso. L’etica professionale non me lo permette.”
Mentre scendiamo con l’ascensore sento il suo inebriante profumo di donna, la vedo parlare ma non la sento, ho come le orecchie ovattate, la testa mi gira e … tutto diventa buio.
Quando riprendo i sensi sono di nuovo disteso sul lettino dello studio. Sento in lontananza una voce che parla, la sento sempre più forte e chiara. Finalmente riapro gli occhi. La luce mi acceca ma riconosco la silhouette di Luciana.
“cosa mi è successo?”
“Hai perso i sensi, forse dalla fame. Ora aspetta un po’ prima di provare ad alzarti altrimenti potrebbe succedere di nuovo. Non ho fretta”
“ma fame si” le rispondo sorridendo
“insomma. Non sono ai tuoi livelli ma ci sono vicino”
Senti. Lascia perdere l’etica e vieni a cena con me. Oltretutto sei quasi obbligata, potrei svenire lungo la strada o peggio mentre guido”
La vedo indecisa, di nuovo appare quel rossore che avevo notato precedentemente, poi finalmente mi risponde
“Ok. Ma ciascuno paga per conto suo altrimenti non vengo”
“va bene. Non insisto.”
Dopo una mezz’ora siamo seduti al tavolo di un ristorante che si trova vicino al palazzo dello studio. Siamo entrambi imbarazzati. Io non so di cosa parlare e lei aspetta il mio primo passo.
“Luciana, scusa ma in questo momento mi sento spaesato. Vorrei parlare con te ma mi sento bloccato, non so da dove cominciare.”
“questo è il motivo per cui non volevo venire a cena con te. Certo non possiamo parlare di me, è assurdo che un mio paziente mi conosca al di fuori della mia professione come non possiamo parlare del tuo problema visto che so tutto del tuo sogno.”
“hai ragione. Parliamo di sport? Politica? Di tempo no, ti prego!”
Le sue labbra si allargano in un sorriso malcelato e poi finalmente si aprono in una allegra risata. Rotto il ghiaccio parliamo del più e del meno per tutta la cena come due “amici” che non si vedono da tanto tempo senza però mai sfiorare le sfere personali.
Ritornato a casa accendo la televisione per vedere l’ultimo TG e poi mi addormento.
“Questa è la segreteria telefonica della Dott.sa XXXXXX. Lasciate un messaggio e sarete richiamati”
“Ciao Luciana …. Uhm … Buongiorno dottoressa sono Massimo. Scusate se ho chiamato ma ho bisogno di vederla. Il sogno è ritornato e sono … Guardate sto tremando al solo pensarci. Mi faccia venire, la prego, in qualunque orario. Mi sono preso un giorno di permesso per quanto sono stravolto. Mi richiami per favore.”
Erano le 6.30 quando ho lasciato questo messaggio sulla segreteria telefonica di Luciana. Ora sono le 11.00 ed ancora non ho ricevuto notizie da lei. Mi alzo per prepararmi l’ennesima camomilla, dicono che aiuti a calmarsi ma su di me per ora non ha fatto effetto, quando squilla il cellulare
“Pronto?”
“ciao Massimo sono Luciana, la dottoressa XXXXXX. Ho appena ascoltato il tuo messaggio. La mia giornata è tutta impegnata. Ci possiamo incontrare alle … fammi vedere … alle 19.00.”
“mi dispiace ma ne ho veramente bisogno. Grazie e a questa sera”
Lei mi sembrava scocciata. Certo con un messaggio così è stata obbligata a darmi l’appuntamento ma sono veramente preoccupato. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno.
Finalmente sono sdraiato sul lettino dello studio. Sono agitato.
“Massimo fai un bel respiro, calmati un momento. Ora sei qui. Siamo soli. Hai mangiato?”
“un pezzo di pizza, ma controvoglia. Ho lo stomaco chiuso”
“calmati. Anche io ho mangiato. Possiamo rimanere tutto il tempo che vuoi”
respiro profondamente e riesco a calmarmi. Lei è già seduta sulla poltrona con il solito quaderno su cui prende appunti. Dalla sua faccia capisco che è stanca. Il pallore del viso fa sì che sia un tutt’uno con la camicetta bianca.
Quando mi sento pronto inizio
“Il sogno è suppergiù lo stesso. C’è qualche piccolo cambiamento in alcuni dettagli e poi c’è la parte nuova. “
“non correre, respira profondamente, chiudi gli occhi e dimmi cosa è cambiato”
“La benda non è più rosa ma nera. La biancheria invece è rossa anziché nera”
“rosa o rossa”
“rosso acceso.”
“Sono nudo.”
Il fruscio della penna che scorre sul quaderno mentre lei prende appunti mi fa venire i brividi. Mi ricorda il sogno. Con un sospiro riprendo a raccontare
“ho in mano la benda nera che ho appena tolto dai suoi occhi. I suoi bellissimi e lucidi occhi hanno un colore blu intenso, le pupille sono dilatate, le palpebre sono nere grazie al mascara sciolto dalle lacrime, mi guarda intensamente. Sostengo il suo sguardo fino a quando non lo abbassa. Mi avvio verso il banco da lavoro che si trova alle mie spalle e su cui giacciono oggetti erotici di vario tipo. Glieli mostro uno ad uno gustandomi le sue reazioni. Alla fine scelgo un frustino molto lungo e flessibile che faccio sibilare vicino alla sua testa posta alla fine del cavalletto ed una specie di morso. Le urla di paura mi danno fastidio. Si può lamentare solo quando prova dolore. Lo sa questo! Tra me e me ammetto che sono invece quelle di paura che mi eccitano di più. Salgo su uno sgabello davanti a lei e le metto il morso che tiene aperta la bocca. Lo dilato prima al massimo per poi portarlo alla misura giusta. Arrivo con il pene all’altezza della bocca pronta a riceverlo da cui scendono già fiumi di saliva. Lo infilo nel morso e sento prima il calore e poi la lingua avvolgerlo.
“Ferma! sei in punizione! Non puoi godere del mio cazzo” le ordino mentre si sente lo schiocco della frusta quando la colpisce sulla natica, ed il cazzo affonda nella sua gola. Vorrebbe gridare, urlare, piangere ma non lo può fare. E’ già tanto che riesce a respirare visto che con il glande sento la sua ugola.
In successione faccio partire altre due, quattro, otto frustate che la colpiscono in vari punti delle natiche ed ogni volta affondo sempre di più il membro dentro la sua bocca. L’ugola l’ho sorpassata sicuramente. Guardo i suoi occhi che quasi escono dalle orbite. Sorrido.
“brava, così” le dico mentre lancio l’ultima frustata colpendola proprio nel solco delle natiche e raggiungendo la sua fica che so essere grondante di umori.
Sfilo il marmoreo cazzo dalla bocca, una valanga di saliva e muco le scende dai lati, forse anche dalle narici.
La sento tossire violentemente, le gambe scivolano ancora di più verso il pavimento e le braccia si allungano con uno strano rumore. Il grido di dolore è assordante e prolungato. Dal tavolo di lavoro prendo una pomata rinfrescante che con leggerezza passo sui segni delle frustate. Sono diventato veramente bravo. La pelle è ancora tutta intatta. La sento ansimare per il piacere che prova grazie a questo unguento. E’ rinfrescante. Lo passo su tutti i punti colpiti con micidiale precisione senza tralasciare la fica ed il culo vittime dell’ultimo colpo.
Prendo un attrezzo che ho appena acquistato e di cui lei non conosce l’esistenza. Sarà una bellissima sorpresa. E’ una macchina particolare. Una macchina del sesso telecomandata. La regolo in modo che lo stantuffo sia nella posizione e all’ altezza giusta applicandovi sopra un dildo molto lungo. Lo ricopro di gel in modo che la sua immissione sia facilitata e lo appoggio sull’ano.
Lei si irrigidisce subito. Non le è mai piaciuto il sesso anale anche se con me lo pratica spesso. Con me deve fare tutto altrimenti la punisco. E non sempre le piace questo.
Sono di nuovo sullo sgabello con il cazzo all’altezza della bocca. I suoi occhi sembrano implorare pietà. Nel momento in cui prendo la frusta una lacrima scende lentamente lungo la guancia.
Aziono il telecomando, il pistone inizia a muoversi lentamente, si sente un lamento quando il fallo entra nell’ano. Affondo il cazzo nella bocca spalancata e faccio partire una scudisciata. Il suo urlo è così soffocato che quasi non si sente. Esco dalla sua bocca. Ansima. Per ora la corsa del fallo è regolata su una corsa breve e lenta. Dopo essere quasi uscito ricomincia a spingere. Vedo i suoi occhi dilatarsi. Urla di nuovo. Più violentemente di prima faccio entrare il cazzo nella bocca, ancora più a fondo e ZAC parte la frustata. Faccio uscire il cazzo dalla bocca. Le lacrime scendono dai suoi occhi come un fiume un piena. Al nuovo ingresso del fallo non si sente nessun gemito ed il mio comportamento è diverso. La lascio respirare tranquillamente e non la frusto. Aumento solamente la corsa del fallo. Al nuovo e più profondo affondo non riesce a trattenere il lamento che si trasforma in urlo quando vede il mio pene entrare nella sua bocca ed il colpo di frusta colpisce la natica. Andiamo avanti per una buona mezz’ora. Ora non si lamenta più, ha capito che non le conviene farlo, il fallo entra lentamente per buoni 25 centimetri nel suo culo e le sue natiche sono scarlatte. Ad ogni affondo il respiro si fa più affannoso, non piange più. La libero dal morso e scendo dallo sgabello. I suoi occhi mi guardano. Di colpo porto la velocità al massimo.
“Ahhhhhh ….. Ahhhhhhh ……. Ahhhhhhhhh” geme ad ogni affondo. Gemiti misti di piacere e dolore che aumentano di tono e intensità fino all’urlo liberatorio al momento dell’orgasmo.
La macchina continua a muoversi ancora per pochi secondi e poi la blocco. Quando le sfilo il fallo dal culo vedo l’ano rimanere dilatato. Non ci tracce di escrementi e sangue.
“brava. Hai fatto bene i compiti a casa. Ti è convenuto altrimenti ti facevo leccare tutto quanto. La libero dalle manette. Cade rumorosamente rimanendo distesa sul pavimento.
“inginocchiati” con difficoltà esegue il mio ordine. Mi avvicino a lei. Con il cazzo inizio a schiaffeggiarle il viso, lo struscio vicino agli occhi, alle orecchie. La mia eccitazione aumenta ancor di più. Mi avvicino alla bocca che subito si spalanca. Sa quanto mi piace. Glielo faccio assaporare, lecca tutta l’asta fino ad arrivare sui coglioni, risale, lo imbocca e comincia a succhiare profondando sempre di più nella sua gola, piace anche a lei, è una maestra in queste cose.
Il dondolio della sua testa si fa sempre più veloce, il risucchio diventa un vortice alla cui alla fine mi arrendo spruzzando lo sperma direttamente nella sua gola. Lei ingoia tutto avidamente senza perdere neanche una goccia di questo nettare. Lo ripulisce e si ferma. Alza la testa guardandomi fisso negli occhi, altre lacrime appaiono nei suoi occhi, deglutisce per l’ultima volta e dice
“grazie amore”
Si rialza, mi bacia, le nostre lingue si intrecciano, i nostri corpi si uniscono in un forte abbraccio, le sue mani si muovono alla ricerca del mio sesso, le mie sono già sulla fica grondante di umori, il clitoride è duro e sporgente, lo stimolo, grazie alle sue manipolazioni il cazzo è tornato duro. La faccio stendere sul pavimento, infilo il membro nella sua accogliente vagina, la stanza si riempie dei nostri gemiti di piacere, i movimenti si fanno sempre più forsennati, la chiavo alternando i movimenti prima lenti, profondi, dolci ad altri veloci e brutali.
“Ahhhhh siiiii” urla mentre raggiunge l’ennesimo orgasmo di questa serata particolare “vengoooo … vengo …. Vengoooooooooo… oddio come è belloooo ….. siiiii ancoraa” le sue parole mi eccitano in un modo incredibile, l’apice del mio piacere si avvicina sempre di più, sempre di più fino al momento in cui non sento le lacrime uscire dai miei occhi, la guardo e le urlo il mio amore.
Poi mi sono svegliato.
Il silenzio che è sceso nello studio è disturbato solamente dal respiro di Luciana, veloce, affannoso , ansimante. La guardo e vedo l’eccitazione sul volto, il seno che si alza e si abbassa con quel respiro affannoso, i capezzoli che formano due piramidi sulla camicetta, la gonna leggermente alzata sulle gambe tanto da mostrare la fine delle calze autoreggenti, la mano che trema mentre tenta di prendere appunti, dalle palpebre degli occhi scendono gocce color nero, sono lacrime mescolate al mascara.
I nostri sguardi si incrociano, cerca di riprendere la solita aria professionale.
“Luciana ho ponderato tutto il giorno sulla cosa ed ho deciso che questa è l’ultima volta che vengo. Prima o poi capirò il significato di questo sogno che ad essere sincero inizia a piacermi. Ti ringrazio dell’aiuto che mi hai dato, non offenderti per la decisione ma preferisco così”.
Sul viso ancora scosso dal racconto appare una smorfia di delusione.
“sei libero di fare quello che vuoi.”
Ci salutiamo con una fredda stretta di mano. Esco dal portone del palazzo. E’ tardi e buio pesto. Mi fermo e faccio vagare il mio sguardo per la stretta strada. Da un telone pubblicitario scendono delle corde, sotto l’infrastruttura di un palazzo c’è un cavalletto abbandonato, le strisce di plastica bianco e rosse utilizzate per delimitare il cantiere sono agitate dal vento, un rumore di passi si fa sempre più vicino. Sento uno scricchiolio,
vedo il portone aprirsi e vedo lei. Mi guarda, si avvicina, le mie labbra si aprono in un sorriso quando sento la mia eccitazione crescere
“Ti ho aspettato tanto” le dico con voce ferma e autoritaria
“lo so. Anch’io ti ho aspettato per tutta la vita” mi risponde baciandomi

P.S. Questo racconto l’ho postato anni fa in un altro sito con un nick differente e me ne ero quasi dimenticato. Chiedo scusa se alcune descrizioni sono poco chiare, ero alle prime armi, ma ho preferito lasciarlo com’era.
Spero vi piaccia ugualmente

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La Crociera by Senior 05

Entrammo nella loro cabina, Clara fece scegliere un preservativo a mia moglie tra i tanti e di diversi gusto che avevano. Franco disse che li compravano a vagonate su internet, ottenendo così dei forti sconti.
Eravamo abbigliati sempre allo stesso modo, loro solo con gli slip, Ester con babydoll, senza reggiseno e con un perizoma. Posizionammo una videocamera fissa, mentre Ester prese l’altra, accendemmo i faretti, indossammo le mascherine e iniziammo.
Franco abbracciò la moglie e la baciò. Le mani di entrambi si muovevano sul corpo del partner, poi lui la fece sedere distendere sul bordo del letto, sul fianco girata verso di lui e le infilò il cazzo semiduro in bocca.
Clara, al solito fu molto brava con la bocca e la lingua, dopo poco il cazzo era in piena erezione.
Franco allora la fece sedere sul letto, si inginocchiò e, dopo averle sfilato gli slip e fatto divaricare le gambe, iniziò a leccarla, ma fu una cosa molto veloce. A questo punto entrai in scena io con il fallo artificiale in mano e il cazzo duro in erezione, Clara lo afferrò, pose una mano sotto le mie palle, con l’altra mise il preservativo sulla cappella e iniziò a srotolarlo delicatamente, sembrava quasi che mi stesse masturbando. Appena ebbe finito si mise gattoni sul letto con le gambe divaricate, mi avvicinai le allargai le chiappe, cosparsi il buco del culo di lubrificante, poi vi infilai il fallo artificiale ben unto e iniziai a carezzarle i capezzoli.
Franco le si mise dietro, le infilò il cazzo nella fica e cominciò a chiavarla. Clara iniziò quasi subito a gemere dal piacere e chiese il cazzo in bocca, mi spostai, mi posizionai davanti a lei, glielo infilai in bocca e iniziai lentamente a chiavarla, Clara mi guardava felice e mi strizzò l’occhio per segnalarmi che tutto procedeva secondo i piani. Franco, come previsto venne presto e suo malgrado dovette sfilare il cazzo dalla fica della moglie e sborrare fuori, ripreso in primo piano dalla telecamera manovrata da Ester.

Vidi il leggero sorriso di Clara, le sfilai il cazzo dalla bocca, e mi posizionai dietro, al posto che era stato del marito, godendomi la meravigliosa vista del culo e della fica, poi, non visto, con un dito cominciai ad eccitarla, infine allargai delicatamente con una mano le grandi labbra della fica, che avevano iniziato a bagnarsi, vi posizionai la cappella, la penetrai completamente fino a sbattere con il ventre sul suo culo, posi le mani ai lati delle chiappe e iniziai a chiavarla. Clara gemeva dal piacere, questa volta veramente, il marito, paonazzo, era costretto a sentire i suoi gemiti e a vedere me che la chiavavo aumentando sempre più il ritmo dei colpi. Al culmine emise un grido che segnalava il raggiungimento dell’orgasmo.

“Esci !” urlò Franco, appena si accorse che la moglie aveva raggiunto l’orgasmo, ma nel momento che io venivo, perciò quando mi ritrassi avevo il preservativo pieno di sperma; insomma mi ero chiavato la moglie raggiungendo entrambi l’orgasmo.
Anche Ester era contrariata, lo si vedeva da come aveva sbatacchiata la videocamera sul letto.

Mi recai in bagno, tolsi il preservativo, lo svuotai nel cesso e mi lavai accuratamente. Feci tutto lentamente per prendere tempo per “ricaricarmi”, visto che da lì a poco avrei dovuto chiavare mia moglie.

Rientrai in camera, l’atmosfera era pesante così come l’avevo lasciata, Franco nervosamente faceva finta di controllare la videocamera per ostentare indifferenza, Ester si mordeva un angolo del labbro superiore, faceva sempre così quando era contrariata, Clara era rimasta nuda e non dava l’impressione di volersi rivestire (ossia rimettere lo slip!!), quasi volesse dilungare nel tempo la propria felicità.

Mi avvicinai a mia moglie e mi posi al suo fianco, le cinsi la vita con un braccio e poco alla volta la feci girare verso di me. Le posi una mano sulla guancia e dolcemente la baciai. Subì il bacio passivamente, poi lentamente avvertii la sua bocca aprirsi sempre più, la sua lingua iniziò ad intrecciarsi con la mia sempre più velocemente ed entrambi cercavamo di succhiare i liquidi dell’altro, sentii un fremito che l’attraversava, il mio cazzo che iniziava ad indurirsi e vidi Clara che riprendeva tutto e mi faceva l’occhiolino.

La sollevai in braccio e la distesi sul letto, le sollevai un lembo del babydoll fino a scoprirle il magnifico seno, vi affondai la bocca leccandola e succhiando, ma molto leggermente, i capezzoli iniziavano ad indurirsi. Le poggiai il cazzo tra le tette, lei le strinse fino a farlo sparire e cominciai a chiavarla sul petto. Ogni tanto lei avvicinava la testa ed io spingevo il cazzo fino alla bocca. Dopo un po’ mi misi sottosopra, lei afferrò il cazzo e lo infilò in bocca iniziando un meraviglioso pompino, io spostai il perizoma ed iniziai a leccarle la fica muovendo la lingua fino al buco del culo , bagnandola con la mia saliva; quando la sentii abbastanza bagnata le infilai il dito medio in culo e la lingua nella fica per leccarla il più profondamente possibile. Avvertivo i suoi brividi di piacere così come lei avvertiva i miei, quando capii che era pronta mi distolsi e feci un cenno a Franco; questi si avvicinò e mia moglie gli mise il preservativo, dopodiché si posizionò gattoni pronta a farsi riempire dappertutto.
Franco le infilò, con poca grazia, il fallo in culo e iniziò a massaggiarle i seni. Mi posizionai dietro di lei, le allargai le grandi labbra, posizionai la cappella in un mare di umori, la penetrai e iniziai a chiavarla. Franco si mise davanti, le infilò il cazzo in bocca e cominciò a chiavarla sperando che anch’io venissi prima di mia moglie.
Speranza vana, visto i preliminari che avevo volutamente prolungato. Ester mugolava di piacere, col culo pieno del fallo artificiale e con il cazzo di Franco in bocca e quello mio in fica, fino a quando raggiunse l’orgasmo emettendo un grido di piacere e con disappunto di Franco che dovette sfilarle il cazzo dalla bocca. Io continuai in bellezza a chiavarla e dopo un minuto, che sembrò un’eternità agli altri, ma non a me, sentii il liquido seminale che attraversava il mio cazzo che, con sussulti inondava e riempiva la vagina di Ester. Le sfilai il fallo dal culo e continuai a starle dentro per un po’, infine le sfilai il cazzo tamponando con un fazzolettino l’uscita dello sperma.

Si sentì applaudire, era Clara.

“Franco hai visto con quanta delicatezza si chiava la moglie, disse rivolta al marito, con che garbo la tratta! Quando imparerai anche tu?”

Mai, pensai, e intanto adesso devo vedere come fare per chiavarmi la moglie senza testimoni!!
Dopo aver rimesso a posto le “attrezzature” ed aver sistemato i filmati, ognuno cancellando dalla propria videocamera il filmato dell’altro, augurando la buona notte ce ne tornammo nella nostra cabina, lasciando una raggiante Clara e un rancoroso Franco a ripensare agli avvenimenti appena conclusi.

Quella notte non rifacemmo l’amore, io già ero abbastanza svuotato e mia moglie, dopo l’appagamento per l’orgasmo, era tornata cupa e turbata ripensando alla chiavata che mi ero fatto con Clara.

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Invito a cena!

un pomeriggio avevo i corsi all’univesità…quel gionro non avevo amiche con me quindi ero sola…prendo posto vicino ad un ragazzo ke conoscevo solo di vista dato ke frequentava i miei stessi corsi…ci presentiamo..lui si chiama davide..cmq sia..dopo il corso andiamo al bar dell’università e prendiamo un caffè insieme, parliamo un po di tutto..fin quando mi invita a casa sua per cena..mi chiede “ti va di mangiare una pizza insieme per cena a casa mia??”io accetto…e ci diamo appuntamento a casa sua per le 20,30!
Torno a casa verso le 18.00…faccio una doccia e mi preparo per andare da lui..indosso un bel intimo nero con un perizoma semitrasparente..metto dei leggings neri e una magliettina rossa…
Alle 20.30 in punto mi trovo sotto casa di davide…suono e lui mi apre…abitava con altri 4 ragazzi che in quel momento erano tutti in casa e ci stava anke una ragazza che era la fidanzata di uno di loro!!
le pizze ancora non erano arrivate…sono arrivate dopo una mezzoretta; mi presento agli altri e bla bla…erano tutti simpatici!!
dopo un po la ragazza esce con con il suo fidanzato e restiamo io davide e gli altri 3; mangiamo le pizze..beviamo qualche birra…dopo un po davide mi porta nella sua stanza!entriamo e kiude la porta…ci mettiamo su un divanetto…e…iniziamo baciarci e toccarci!!
lui mi toglie la maglia e io gli sbottono i jeans…era gia quasi duro..quindi provvedo subito a fargli un pompino, lo lecco per bene,…su e giu…tutto in bocca…aveva un bel cazzo..lo sentivo crescere in bocca!!dopo un po mi fa alzare per togliermi i leggings e mi fa i complimenti per il perizoma semitrasparente!
mi chide se era un problema per me farlo senza preservativo…gli dico ok..va bene!!
mi mette sul letto mi apre le gambe e inizia a scoparmi la figa mmmm ero molto bagnata!!
mentre mi scopava mi leccava le tette e dopo un po esce dalla figa per ridarmelo in bocca..adoro prenderli in bocca dopo ke sono stati dentro di me…dopo un po mi mette a 90 per prendermi da dietro…godevo molto…poi si sdraia lui e gli salgo sopra e inizio a cavalcarlo come una pazza…gemevo dal piacere!!mentre ero sopra di lui si alza con me in braccio e mi porta sul divanetto…toglie il cazzo dalla figa e me lo da nel culo mmm..come volevo io…mi scopa e mi riscopa…quando stava per venire mi mette in ginocchio per riempirmi il viso col suo sperma caldo…mi ha riempita..!mentre mi pulivo il viso gli arriva un sms sul cell..erano i suoi amici…
il mess diceva: “a noi ci fai divertire??”
me lo mostra e mi chiede cosa doveva rispondere…gli dico..ok..vedi cosa vogliono fare!!
volevano scoprami tutti uno alla volta…metto il perizoma ed esco dalla stanza per entrare in quella di fianco…neanche il tempo di entrare ke mi ritrovo un cazzo in bocca..poi mi mette sul letto e mi scopa…a dire il vero e durato poco..circa 15 minuti..Finisco con lui e vado in un altra stanza…
stesso giro di pompino e scopata..ma qui il gioco e durata di piu..mi ha scopata bene bocca figa e culo…all’inizio mi ha appoggiata al muro per prendermi da dietro…mi ripeteva ke era raro trovare troiette come me…e mi scopava….questo mi e venuta dentro la figa…e sentivo ke mi aveva riempita…non sborrava da un po mi sa…dopo ha voluto ke gli ripulivo il cazzo con la bocca…e io l’ho fatto!!
finito il giro ritorno da davide…ci mettiamo nel letto e guardiamo un film…dopo un po mi riscopa con molta passione..mi ha prsa molto nel culetto..diceva ke gli piaceva molto…la sborrata finale l’ha fatta nella mia figa…finiamo di scopare e ci addormentiamo..!!
la mattina mi sveglio nel suo letto insieme a lui..entrambi nudi…mi sveglio soddidfatta!!
in casa non cera nessuno…facciamo colazione e facciamo una doccia insieme…adoro mettermi in ginocchio e spompinare sotto la doccia…poi mi appoggia al muro e mi scopa..mmm..che goduria…finiamo la doccia..mi cambio e me ne torno a casa…soddisfatta di aver accontentata 3 ragazzi!!!

ps: il giorno dopo mi arrivano 2 messaggi…uno era di davide e uno di alberto…mi dicevano ke ero sempre la benvenuta a casa loro e se mi andava l’indomani potevo riandare a fargli una visita!!
gli ho risposto ok..vi farò sapere….(sono riandata..magari se vi va lo racconto nella prossima storia 😉 )

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elena e il sesso

Stasera ci troviamo a casa di Bruno per una cena e quattro chiacchiere.
Siamo due coppie abbastanza affiatate, nonostante ci si frequenti soltanto da qualche mese.
Betty, la ragazza di Bruno è una biondina deliziosa, con un fisico atletico, due tette non grandi ma sode e due chiappe invitanti. Stasera indossa una camicetta bianca, sbottonata in modo sexy e una gonna di jeans che le mette in evidenza le belle gambe abbronzate.
Elena invece è una ricciola mora slanciata e non molto appariscente nel modo di vestire; ha un seno più grande rispetto a quello di Betty, ma soprattutto ha un viso bellissimo con due occhi celesti e due labbra carnose che fanno volare la fantasia.

Terminato di cenare, ci spostiamo in salotto e accendiamo il televisore, mentre discorriamo e sorseggiamo del vino, quando, ad un certo punto, Bruno assume un’espressione maliziosa e propone una “visione alternativa”.
Armeggia con il lettore DVD e sullo schermo iniziano ad apparire delle scene di sesso.
La prima reazione delle ragazze è un po’ seccata e si lasciano scappare qualche commento acido su Bruno, ma comunque continuano a guardare il film insieme a noi.
Le scene di sesso si succedono incessantemente una dopo l’altra: si spazia dai pompini alle scopate in tutte le posizioni immaginabili con due attrici spettacolari alle prese con gli arnesi di due autentici stalloni.
Betty non dice una parola, mentre Elena non perde occasione per far capire la sua disapprovazione su queste cose.
L’apice arriva alla scena di sesso anale, dopo la quale Elena si alza e ferma il video, tutta stizzita, dicendo che non capisce come una donna possa ridursi ad essere umiliata e a provare dolore solo per un po’ di soldi.
Dopo un momento di imbarazzo, cambiamo argomento e la serata torna su binari più ordinari.
Ad un certo punto Bruno ed io ci troviamo in cucina per prendere un’altra bottiglia: “Hai visto lo sguardo di Betty mentre guardava il video? Se ci hai fatto caso, lei non si è lamentata nemmeno un po’… stai a vedere come procede la serata!”. Detto questo raggiungiamo nuovamente le ragazze ed io sono un po’ preoccupato da quello che potrebbe accadere, soprattutto pensando alla reazione di Elena.
In passato ci era capitato di fare sesso tutti e quattro insieme nella stessa casa, ma separatamente e quasi sempre addirittura in due stanze differenti.
La cosa era eccitante perché permetteva a me e a Bruno di volare con la fantasia sulla ragazza dell’altro, ma ci si fermava sempre alla fantasia, perché nella realtà, quelle due splendide ragazze non si erano mostrate molto intraprendenti sessualmente e non si erano nemmeno esibite in un pompino finora.
Comunque, Bruno inizia a fare delle allusioni sul fatto che le nostre ragazze non avessero nulla da invidiare alle attrici del film e quindi inizia anche a fare delle proposte via via sempre più audaci fino a quando Elena non si alza e sbotta accusandoci di essere dei maiali pervertiti e che non ha intenzione di passare un solo minuto di più in quella situazione.
Detto questo se ne va sbattendo la porta, lasciandoci tutti di stucco e senza darci nemmeno il tempo di provare a fermarla e a calmarla.
Rimasti in tre, ci guardiamo negli occhi e poi scoppiamo a ridere; una risata complice, ma non irrispettosa nei confronti di Elena.
Bruno e Betty si guardano ancora più profondamente negli occhi e Bruno sussurra qualcosa nell’orecchio della sua ragazza prima che io li veda sparire nella camera da letto.
Io sono indeciso se andarmene e cercare di recuperare Elena o se restare perché decisamente eccitato dalla situazione.
Decido di restare, mi avvicino alla porta della camera da letto e inizio a spiare dal buco della serratura.
“Ti vedevo sai mentre guardavamo il film? Avevi uno sguardo che tradiva la tua voglia di scopare e di succhiare anche un bel cazzone duro…”
Betty continua a non dire una parola, ma per tutta risposta affonda le unghie nelle chiappe di Bruno, si mette in ginocchio e morde voracemente i suoi jeans all’altezza del pene, mentre inizia ad armeggiare per levare quell’indumento che la separa dall’oggetto del suo desiderio.
Bruno intanto le ha tolto la camicetta e le sta sfilando il reggiseno, così che ho modo di apprezzare quelle tette dall’areola molto grande rispetto alla dimensione del seno che mi aveva sempre eccitato, le poche volte che mi era capitato di buttarci un occhio sopra.
In poco tempo mi sono trovato con il mio pene tra le mani, a masturbarmi mentre morivo dalla voglia di entrare nella stanza per aiutare Bruno a scoparsi quella fighetta bionda, che nel frattempo stava spompinando per la prima volta il mio amico.
Betty era infatti inginocchiata davanti a Bruno ed indossava ormai soltanto un perizoma bianco e io ammiravo il suo culo e i suoi boccoli biondi agitati dal movimento della testa che pompava ritmicamente sul ventre del mio amico.
Dopo qualche minuto Bruno la interrompe, la spoglia completamente e inizia a massaggiarle lentamente il ciuffettino di peli biondi ben curati, scostandole le labbra per andare a cercare il centro del fiore di Betty.
Betty è eccitatissima e non si controlla più e implora Bruno di scoparla.
Bruno la mette a pecorina e inizia a strusciarle il cazzo sulla figa fradicia, mentre con un dito bagnato di saliva comincia a prendere possesso del secondo buchino.
“Noo, Bruno, nooo, ti prego, mi farà male…” si lamenta blandamente Betty.
“Non ti preoccupare e fidati di me”.
“Oddio, s c o p a m i!”.
Bruno, con il cazzo inumidito dagli umori di Betty punta decisamente verso l’ingresso della rosellina, che già si stava schiudendo, e con un movimento lento entra con l’intera cappella, mentre Betty inarca la schiena emettendo un gridolino.
Betty ha una smorfia sul viso, a metà strada tra la contrazione per il dolore e la spaventosa eccitazione che sta provando.
L’eccitazione ha il sopravvento perché Betty inizia a muovere il culo spingendolo indietro per fare entrare più a fondo il cazzo di Bruno che inizia a stantuffarla lentamente, mentre con le dita le accarezza la figa e le tette.
“DIO, ti voglio, ti voglio, TI VOGLIO!” urla ormai senza ritegno Betty e io mi ritrovo con le mani inondate dal mio sperma, proprio mentre sento dei gemiti di piacere venire anche dall’interno della camera da letto.
Dopo qualche minuto, Betty e Bruno mi raggiungono in salotto e noto che Betty ha dello sperma tra i capelli e la cosa mi fa tornare immediatamente un’erezione.
“Ho avuto l’impressione che vi siate divertiti parecchio ragazzi”, dico per rompere il ghiaccio.
“Mi sembra che anche tu abbia avuto il tuo bel daffare”, dice Bruno notando la macchia sui miei pantaloni e aggiunge: “Peccato che Elena non sia di così larghe vedute…”.
A questo punto interviene Betty: “Non sottovalutate la dolce Elena, che ha delle qualità veramente sorprendenti. Ci parlerò io e secondo me, se la conosco bene come penso, avrà modo di regalarci delle piacevoli sorprese…”.

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Sorella cornuta.

Sono contenta che ho un mio marito moderno e trasgressivo…..
Mi presento Sissi, mio marito 47 anni io 39 .
Il fatto che racconto è pura verità,circa
5 anni fa Andrea mio cognato un bel uomo , non perdeva occasioni per toccarmi sia il culo che le tette.
Io lo dicevo a mia sorella, guarda che tuo marito è un porco.
La cornuta di mia sorella si incazzava .
Ma che cazzo dici mio marito scherza,lui non fa queste porcate.
Io mi incazzavo come un a****le,
Mio cognato Andrea ha un bel cazzo da fare invidia al cornuto di mio marito.
Un giorno mio cognato mentre stavo lavando i piatti,
Mi viene dietro e mi tocca le tette facendo pressione nel mio culo col suo cazzo duro come il marmo.
Io diventai una belva , grido chiamando mia sorella, tuo marito è un porco .
Mia sorella difendeva il marito dicendomi di vestirmi meno da zoccola, avevo minigonna e una camicia sbottonata di tre bottoni visto il caldo di quel giorno.
Mia sorella maggiore di 5 anni più grande di me lei mi diede uno schiaffo mentre io gli stavo tirando
piatti tazze , sei una pazza mi diceva, una malata…..tieniti tuo porco marito ben stretto gli risposi io.
Stavolta aveva passato ogni limite, ero incazzatissima.
All’indomani per l’ennesima volta mio cognato mi provocava,io ero fredda ed indifferente,ma il porco in un lampo mi prese la testa e comincio a baciarmi .
Stavolta io ricambiai anzi, le misi la lingua in bocca.
Lui rimase come soppresso , finalmente ti sei decisa, si porco voglio che mi fotti in tutti i miei buchi (volevo vendicarmi ). Inizio a baciarlo e con la mano gli apro la lampo e tiro fuori un cazzo che sembrava una mazza, io se prima era vendetta ora era voglia!!
Voglia di qul meraviglioso cazzo che non riuscivo a prenderlo con una mano solo,una minkia fantastica,e non riuscivo a capire come mi sorella lo abbia cornificato….contenta lei.
Lo presi in bocca , succhiavo il suo cazzo come non avevo fatto con nessuno. Andrea mi diceva lo sapevo che eri troia!!
Si porco ne ho preso da mia sorella maggiore,tua moglie è un grande troia e tu sei più cornuto di mio marito!!!
Siiii zoccola lo sempre saputo che io e tuo marito siamo due Cornuti…..ma intanto suchiaaaa sta minkia puttana!! Non fermarti!!!!! Mi sborro in bocca. Io con piacere o ingoiato.
Mio cognato era un amante focoso ,il cazzo era ancora duro,
mi mise le cosce per aria e mi penetrò col suo bel cazzo.
Godevo come la peggiori delle zoccole. Sei puttana!!!!
Più mi chiamava puttana e più mi piaceva
(Mi pento solo di non avere scopato subito mio Andrea)
Mio cognato era un scopatore navigato muoveva il cazzo dentro la figa che mi dava un piacere indescrivibile. Mentre mi fotteva,
mi dice lo vuoi nel culo? Si! Porco voglio che mi inculi,
ormai tutto quello che voleva io le davo .
Mi leccava il culo eh lasciava la saliva nel mio culo.
Poi si sputo nel cazzo . E lo mise in culo .
Nonostante avesse il cazzo quasi il doppio di mio marito non mi fece sentire dolore solo un po’ di bruciore ,
Godevo come una zoccola, mi chiamava puttana, Sissi ti piace la mia minkia? Siiiiiiiiii!!!!!!!! Mi piace tantissimo, dai Rompimi il culo!!! ROMPIMI tutta godevo così tanto che piangevo di gioia.
Chi scopa meglio io il cornuto, o il tuo Ex Amante Troiaaa? Tuuuuuu!!!!!!! Mio marito e solo un becco cornuto. Appena ho finito di dire quelle frasi che Andrea mi sborra nelle tette, ed io con le mani mi spalmavo la sua sborra in tutto il corpo.
Dopo 1 mese mio marito il cornuto e mia sorella mi dicono , vedo che finalmente con Andrea andate d’accordo (si cornuti e becchi)…… Si andiamo d’accordo . Un giorno mi chiama mia sorella mi dice se per favore potevo stare un po’ con mio cognato lei doveva uscire se potevo dargli retta per l’ora di pranzo, cucinando per lui. Appena mia Sorella usci di casa comincio a provocarlo.
Io ormai non potevo fare ah meno del suo cazzo .
Comincio a succhiare il cazzo vedevo muovere il suo grosso cazzo, iniziai a sputare nel cazzo e risucchiare ! Haaaa siiii troia !!! Si sono la tua troia dicevo, adesso stai fermo che ci penso io a scoparti.
Mio cognato divenne un toro si eccito tantissimo, il cazzo le divento duro come il marmo .
Salendo sopra il suo cazzo e lo impalai ,e mentre mi muovevo lentamente sopra il suo lungo e grosso cazzo…. mio cognato mi sussurrava in un orecchio non ho mai visto una puttana come te !!!!
Sto per sborrare io no caro lo voglio nel culo . La tolgo dalla figa e la metto nel culo , appena tutto dentro Andrea sborro subito .
Mi fece un clistere di sborra !!!!! Poco dopo arrivo mia sorella ….
Grazie mi dice , ma di che !
Mia sorella mi dice hai visto che andiamo d’accordo con mio suocero ( magari troppo pensai )
Spesso e volentieri faccio di questi favori a mia sorella, quando lei non può cucino io per mio cognato, e poi lui mi ripaga a colpi di minkia……..
1 volta al mese mi faccio fottere dal mio cornuto marito .