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Il lento scivolare di una coppia verso gli abissi

Ivana, Francesca e Marta una volta riaccompagnate nei loro alloggi pensavano che il peggio fosse passato e che quello che avevano subito fosse stata solo una brutta esperienza, ma da guardare al passato.
Le cose non stavano affatto cosìperò, e la serata era solo agli inizi, infatti dopo qualche ora furono richiamate nell’immenso salone della villa e Peter in persona disse che ognuna di loro sarebbe stata assegnata a ciascuno dei suoi ospiti e con lui o lei avrebbe passato la notte.
La scelta da parte degli amici di Peter sarebbe avvenuta attraverso un asta , ovviamante Ivana, Francesca e Marta vennero tenute per ultime essendo il pezzo forte della serata.
La tensione era palpabile nei loro volti e il terrore di finire tra le grinfie di Maria la sessantenne sadica ex mistress era notevole. Dopo circa un ora di attesa che per le ragazze furono interminabili venne il loro turno. In un primo momento furono assegnate a un anziano signore con uno spiccato accento messicano che fece un offerta stratosferica per tutte e tre e la cosa tranquilizzò sull’istante le ragazze, però fu solo un attimo in quanto si qualificò come il marito di Maria e disse che la notte con le tre era il suo regalo per il loro anniversario di matrimonio.
Maria prese le tre, mise loro collare e guinzaglio e le accompagnò nel suoo alloggio. Per prima cosa intimò loro di abbassare sempre lo sguardo in quanto come luride schiave non erano degne di guardarla negli occhi e che dovevano essere subito punite in quanto si era chiaramente resa conto durante l’asta che non volevano diventare sue schiave.
Le tre schiave furono fatte appogiare con le mani a ridosso dell’armadio e ricevettero ognuna una quarantina di vergate con un una canna di bambù, i loro sederini erano sensibilmente rossi e doloranti e chiedevano pietà ben sapendo che sarebbe stato solo l’inizio di un supplizio.
Subito dopo essere state frustate Marià ordinò a Francesca di straiarsi sul letto, poi ordinò alle altre due schiave di portare una gogna vicino al letto. Queste portarono la gogna con enorme fatica vicino al letto, ma cercarono di non far vedere la fatica che era presente nei loro volti temendo la rabbia e l’ventuale punizione della mistress.
Maria a questo punto cosparse i piedi della malcapitata di sale e le altre due schiave si guardarono scettiche domaandosi a cosa sarebbe servito il sale. Dopo aver cosparso il sale Maria aprì una porta da cui uscì una capra che si diresse immediatamente verso Francesca in quanto le capre sono un a****le avido di sale. La lingua della capra provocava del sollettico dal quale era impossibile res****re anche se inizialmente Francesca ci provò, ma poi cominciò a ridere all’impazzata farfugliando frasi di pietà verso la mistress, implorandola di finirla cosa che fece solo quando si trovò al limite della sopportazione. Maria disse poi che il trattamento avrebbero dovuto subirlo anche le altre schiave. Ivana avendo la sfortuna di essere l’ultima a subire la tortura della capra ebbe anche l’ansia e l’angoscia di dover attendere un sacco di tempo e questo fu per lei tremendo.
Terminato il supplizio Maria disse loro che siccome si era comportate bene meritavano un premio: si mise a cavalcioni e si mise a pisciare in mezzo alla stanza e poi disse che come premio per essersi comportate bene avrebbero avuto l’onore di assaggiare la pipì della loro padrona. Le tre schiave per paura di punizioni forti si misero a pulire il pavimento leccando tutta la pipì tra conati di vomito. Una volta finito di pulire il pavimento vennero fortemente redarguite da Maria in quanto leccare la pipì della loro padrona doveva essere una gioia e dovevano ringraziarla di avere dato loro questo onore e che per questo affronto sarebbero state severamente punite, ma questo sarebbe avvenuto l’indomani prima di andare via dalla villa di Peter in quanto avrebbero dovuto stare nell’ansia di quella che sarebbe stata la punizione per tutta la notte fino a quandp non si fossero svegliate.

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Ti ricordi di Mario?

Gianna mi fa questa domanda a tavola mentre ceniamo. Io stavo guardando i tigì della sera. La guardo. Lei guarda nel piatto e mangia, ma io che la conosco sento che è tesa.

-Che c’ entra Mario?- le chiedo guardandola.

-Oggi mi ha rintracciato su facebook e mi ha chiesto l’amicizia… Ovviamente gliel’ho data- mi risponde Gianna. Ma io sento che c’è di più.

-Allora?…-

-Allora niente, solo che dopo quasi trent’anni ci ritroviamo su facebook… a quei tempi ci sentivamo col ‘baracchino’ (la radio sulla banda cittadina. nda), ricordi?… Me lo volevi far trombare… Era uno di quelli che avevi trovato sulla ‘Coppia moderna’… Ricordi?…-

Io tacevo e ascolto guardandola e annuendo. Ora mi è tornato in mente bene. Era un bell’uomo, ma poi non ne facemmo di niente e non so perché lui poi dopo i primi contatti per baracchino e un breve incontro in Passeggiata a Viareggio non si fece più vivo. Gianna mi fissa. Ha uno sguado strano: un pò ironico, furbesco. Sento che sta per dirmi qualcosa di particolare.

-Me lo scopai…- dice continuando a guardarmi negli occhi. Per un pelo non mi strozzo. Sento subito il cuore battere forte e il respiro farsi affannnoso. Com’era possibile che non mi avesse detto niente? Praticavamo i primi single e non ci sarebbe stato niente di male se me lo avesse detto. Io a quel tempo ero sempre in trasferta e sapere che un uomo veniva a casa a trombare la mia Gianna mi avrebbe reso felice. Invece ora mi confessa che c’era stata di nascosto. Corna vere, quindi! Ma che troia!!

-Ma perché non mi dicesti nulla?- le chiedo fra l’incazzato e il perplesso.

-E’ stato un modo per affrancarmi delle tue scelte. Eri tu, ricordi? a scegliere i maschi da portarmi a conoscere? Ricordi? Me li presentavi come se fossero tuoi vecchi amici e io dovevo fingere di crederci… Certo, quelli che mi piacevano li scopavo, ma in un certo senso eri tu a dirigere. Con Mario mi sono vendicata. Con Mario ti ho tradito davvero, diventasti un vero cornutone, sai?… Ma che hai?… Sei sbiancato… Sei emozionato?… Deluso?… Non dirmi che non godi anche di queste corna, perché sei così cornuto che accetti anche il tradiemnto vero… Ti basta pensare alle corne che subito ti ecciti, vero impotentone cornuto?-

Ora il suo sguardo è quasi beffardo, ironico, ammiccante. Mi conosce, la troia! sa che sono cornuto nell’anima e che manderò giù anche questa. Anzi! Ora che so di essere un vero cornuto sono ancora più esaltato. Cornuto tradito, incredibile per chi pratica la trasgressione, eppure sono anche questo e lo scopro ora, da vecchio!

-Ci siamo piaciuti subito io e Mario,- prosegue Gianna: -Quando tu ci lasciasti soli, come facevi sempre per farmi affiatare col singolo di turno, lui si mostrò incredulo e si scusò per aver accettato la tresca. Disse che ora che mi vedeva come un angelo costretto al peccato capiva che doveva rinunciare perchè -disse prorpio così- non se la sentiva di profanare un fiore. Mi fece subito innamorare quella frase detta con tanta spontaneità, sai cornuto? Decisi di farmelo, ma di farmelo da sola… Gli chiesi il numero di telefono e lui mi dette fugacemnete il suo biglietto da visita. Il lunedì quando tu partisti per il tuo solito giro in trasferta lo chiamai. Ci vedemmo il giorno stesso. Iniziammo a frequentarci come due fidanzatini. A te non dicevo niente. Ma un mese dopo non ne potevo più e lo feci venire a casa. Quel giorno, cornutone mio, Mario mi fece impazzire. E naturalmente io feci impazzire lui. Mi disse che non credeva che una donna giovane come me conoscesse così bene l’amore più spinto. Ci feci tutto… ma prorio tutto tutto. Quella notte tenni a dormire e dopo quella notta anche altre notti… Tu tutte le sera chiamavi, ma io ero nel letto con lui fra le sue braccia, o in salotto nuda con lui nudo ed eretto. Lui mi tenva stretta stretta mentre parlavo con te e ti facevo le moine; spesso era dentro di me. Mi eccitava parlare con te del più e del meno mentre avevo lui piantato nella mia vulva o spesso nel mio culo… Già, il culo… Lo faceva impazzire il mio culo… Ti ricordi quando mi volevi far fare sesso al telfono? Ebbene, io il sesso lo facevo davvero mentre tu ti segavi nella tua stanza d’albergo, ma era Mario che mi trombava. Per lui era un supplizio trombarmi senza farsi sentire da te, ma era un maschione vero, non un segaiolo come te e reggeva anche due ore di seguito, sai cornutone?… non come te che appena me lo mettevi schizzavi quattro gocce. Lui quando mi veniva dentyro poi avevo un reflusso così copioso che mi dovevo mettere gli slip con l’assorbente-

Sono allibito, ma eccitato. Incredulo. Sento una strana sensazione al pene, quasi una rivitalizzazione. L’emozione delle corna, seppure lontane nei decenni, mi sconvolge come se me le facesse ora. Gianna ride, ride forte, ride a crepapelle. Ora io mi sego, sempre seduto al tavolo… Lei ride e scuote la testa.

-Che cornuto che sei Mauro, che cornuto!!… A proposito, voglio rivederlo! ma stavoilta solo come amico. Ora c’è Marco… Ma volglio rivederlo. Se non ricordo male anche lui ora dovrebbe avere una sessantina di anni, ma dalla foto su facebook ne dimostra meno…-

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Schiave del mio cazzo – Capitolo 1

Salve a tutti, mi presento: mi chiamo Andrea, all’epoca dei fatti che andrò a raccontare avevo 15 anni; ora ne ho 18, ma mi ricordo perfettamente ogni cosa.
Vivevo (e vivo ancora) a Torino: la mia famiglia era una classica “middle class”: andavo a scuola, ed era il primo anno di liceo.
Prima di arrivare a settembre di quel fatidico anno scolastico 2010-2011, devo fare alcune premesse: non ero mai stato un vero e proprio genio, però diciamo che riuscivo a cavarmela tra i 7 e gli 8. Fin dall’asilo ero stato a contatto col mondo femminile: i miei “amici” ragazzi dicevano che ero una mammoletta, e a me non restava altro che passare più tempo con le ragazze.
In particolare tre erano le mie preferite: Margherita, Gaia e Ludovica.
Conosciute ai tempi della scuola materna, me le sono portate dietro alle elementari e poi alle medie. Ed è proprio alle medie che è cominciato tutto: fin da quando le conoscevo, Margherita, Gaia e Ludovica mi erano sempre state simpatiche, ma devo dire che fino alla seconda media non avevo scoperto ancora nulla del mondo del sesso: ero convinto che i bambini nascessero dai baci.
Lo so, starete ridendo come pazzi, ma in seguito ris**ttai ampiamente questa mia mancanza.
Un giorno un mio amico, Filippo, mi consigliò di vedere un video. Non sapevo fosse un porno, e così lo guardai con lui. Fu da allora che iniziai a farmi le mie prime seghe, e proprio durante una di queste iniziai a pensare alle mie tre amiche: riflettendoci per bene e osservando i video e le foto che le ritraevano, mi resi conto di avere delle vere e proprie strafighe accanto.
Margherita era la più alta, la più snella e con due tette abbondanti per la sua età: bionda e con gli occhi azzurri, era perfetta per fare le spagnole, almeno a mio parere.
Gaia, invece, era un po’ più bassa, ma aveva un culo di quelli proprio da urlo: penso che la metà dei maschi che lo vedevano avevano subito un’erezione, perché era proprio l’ideale per una bella inculata. Sodo, rotondo e sexy al massimo.
Infine Ludovica, la più bassa e la più adatta ai pompini, era una bellezza sotto ogni punto di vista, tranne le tette, unica tra le tre ad essere leggermente più indietro. Ma non di molto.
Ebbene, iniziai a farmi dei segoni pazzeschi sulle mie amiche.
Era proprio la terza media quando avvenne il grande cambiamento: dovete sapere che invitavo spesso le mie tre amiche a casa mia, a volte insieme a volte separatamente.
Un giorno invitai Maggy (userò questo nome per abbreviare) da me, e dopo la solita merenda, i compiti e altre brevi attività ludiche, mi disse di essere stanca e si mise a dormire sul divano.
Io rimasi lì, a fissare quel corpo stupendo a pochi centimetri da me, e quando lei, nel sonno, si mosse, una parte del vestito si scostò, lasciando aperto lo spacco delle sue belle tette.
Non potevo più res****re: corsi in bagno e mi sparai una sega, ma mentre ero intento, da almeno due minuti, a menarmi il cazzo con la foto di Margherita davanti, sentii un “toc – toc” dietro di me. Mi voltai di s**tto ed eccola lì, sveglia e sulla porta, ad osservarmi da chissà quanto.
Mi guardò dritto negli occhi, poi posò lo sguardo sul mio cazzo, sparì dall’uscio del bagno ed uscì di casa, senza una parola.
Il giorno seguente avevo paura di andare a scuola: temevo che Maggy avesse riferito tutto non solo a Ludo e a Gaia, ma anche ai miei amici, cosa che mi avrebbe fatto calare di popolarità.
Ero infatti riuscito a conquistarmi il titolo di figo nella mia classe, ma i veri fighi si fanno fare le seghe, non se le fanno da soli.
Invece durante l’ora di matematica (io e Maggy eravamo in classi diverse) mi arriva un messaggio sul cellulare: lo tiro fuori e lo leggo di nascosto. Recitava così:
“Vieni immediatamente nel bagno dei maschi.”
Non capivo, ma lasciare la lezione andava bene anche a me, così chiedo il permesso e mi dirigo all’obiettivo, dove trovo Maggy ad aspettarmi, anche lei uscita dalla sua classe.
Noto che si è messa la matita ed il mascara, cosa alquanto strana perché di solito li mette solo per le occasioni speciali. Il mio primo pensiero è che assomiglia ad una troia.
Io cerco subito di spiegarmi: “Maggy, cosa c’è? Perché mi hai fatto venire qui? Mi dispiace per ieri, ti prego, cosa posso fare per scusarmi?”
“Vieni con me!”
Mi afferra per un braccio e mi trascina nel bagno dei maschi: stavo per oppormi, visto che lei era una femmina, ma il bagno era deserto e allora non dissi nulla.
Maggy mi trascina dentro ad un cesso, chiude la porta, si volta, si abbassa, mi prende il cazzo con una mano attraverso i pantaloni.
“Che fai? Smettila subito!” tento io da vero stupido.
Lei mi zittisce: “Non hai detto che vuoi sdebitarti? Allora zitto e guarda!”
Mi slaccia la cintura ed in due secondi il mio pisello duro ed eretto esce fuori: lei lo prende in mano e comincia ad andare su e giù con le dita.
Inizia a piacermi, e quando credo che si sarebbe fermata lì, se lo mette in bocca, continuando il su e giù.
Era il mio primo pompino, stavo godendo come non mai. A poco a poco mi lascio andare, le prendo la testa e la aiuto ad andare giù, fino a che non ficco tutto il mio membro nella sua gola.
Dopo una trentina di secondi di pompino vengo, e lei capisce cosa sta per succedere. Quindi apre la bocca e si becca tutta la sborra senza farne cadere un soffio e quindi senza sporcarsi. Poi la manda tutta giù dicendo “Una delle migliori bibite mai fatte!” e mi ripulisce per bene il cazzo con la lingua.
Finito il lavoretto mi rimetto a posto, ma lei esce prima ancora che io possa dire qualcosa.
Torno in classe, e posso dirvi che è stata la mia lezione di matematica preferita.

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il custode

Passarono gli anni e i rapporti con Angelo e Daniele erano sempre più frequenti ormai ero diventato la loro femminuccia e dovevo farli godere ogni volta che volevano e anzi avevano coinvolto anche Walter di un anno più grande di me e Angelo e 1 in meno di Daniele; anche a walter piaceva tanto farselo succhiare e mettermelo dietro.
Lo facevamo dove capitava, negli scantinati sulle terrazze dove si lavavano i panni, dietro i cespugli.
Ultimamente ci aveva preso a giocare a tennis, affittavamo il campo e giocavamo delle ore e dopo la partita ovviamente c’era la doccia ristoratrice, non c’era doccia dove io non dovessi farli contenti, una volta mi ricordo che mentre c’erano due adulti che non conoscevamo che si cambiavano io ero dentro una doccia con Walter che lo spompinavo, ormai ero alla soglia dei mie 14 anni e ero esperto succhiatore nonchè bevitore di sperma, la cosa era troppo bella per lasciar stare.
Al campo di tennis c’era il custode, un uomo rozzo sui 50 anni puzzolente sempre sudato, barba lunga e mani sporche, mi ricordo era una bella giornata di sole e gli altri non c’erano cosi io e Angelo andiamo a giocare a tennis da soli, partita bella e lunga e alla fine nelle doccie Angelo mi chiede di farlo divertire, eravamo gli ultimi ad aver affittato il campo e sapevano che non sarebbe arrivato nessuno, la nostra testolina ingenua ci fece pensare di essere tranquilli, dopo un bel pompino Angelo mi fece mettere a 90 sulla panca degli spogliatoi e inizio una lenta e lunga inculata; sul più bello si spalancò la porta e apparva lui, il custode, che vedendoci fare quelle cose ci disse e bravi porcellini, Angelo si fermò di colpo ma lui gli disse – no continua che mi piace vedere la troietta che si fa inculare -. mentre si avvicina abbassa la chiusura lampo e tira fuori un cazzo non lunghissimo ma molto largo, l’odore di piscio e di sporco si sentiva da lontano, più si avvicinava e più avevo paura che dovevo prenderlo in bocca. si posizionò davanti a me e me lo mise davanti alle labbra, io aprii la bocca ma appena preso mi venne da vomitare, ma appena risputato fuori lui mi prese la testa e con forza me lo cacciò dentro, aveva un sapore forte di piscio. Angelo nel frattempo era venuto si vestì in fretta e scappò via; mentre usciva il custode gli disse – e non dire niente a nessuno altrimenti sono affari tuoi -.
Mi ritrovai da solo nello spogliatoio con il custode che mi pompava la bocca e dopo poco mi sborro in bocca, sembrava non finire mai, era tanta e

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molto densa
me la fece ingoiare tutta e appena finito io credevo che potevo andarmene e invece lui mi ferma e dice – dove vai?! anche io voglio assaggiare il tuo bel culetto giovane -; mi prese un colpo aveva un cazzo troppo largo, ma a lui non interessavano le mie proteste, mi fece mettere a 90 sulla panca, mise del bagno schiuma sul cazzo e me lo infilò dentro. un dolore lancinante mi squarcava le budella, mi pompò non so per quanto tempo e quando venne nel mio culetto dolorante non avevo più forza. a quel punto lo tirò fuori e me lo mise in bocca orndinandomi di pulirlo, era sporco di sperma e di residui del mio culetto ma a lui non interessava dovevo farlo e basta. appena finito mentre mi rivestivo mi disse – e domani sera devi passare da me giù al gabbiotto, e non ti scordare che posso dire a tutti cosa fate voi qua dentro… -.
avevo il culo dolorante ma essere stato preso con una certa violenza mi fece eccitare e a casa mi sparai una grande sega.

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Il vecchio amico di Giulia

Racconto trovato in rete su xhamster.

Giulia aveva appena lasciato la casa di Roberto, si sentiva finalmente libera, dopo tre anni di una bella storia aveva bisogno di respirare, infondo a 22 anni si ha l’esigenza di fare nuove scoperte, di divertirsi e di conoscere persone nuove. Roberto con lei era sempre stato gentile, dolce, un amante rispettoso ma poco esperto, poco attento alle voglie di una ragazza bella e in fiore come Giulia, che sbocciava rigogliosa al sole della tarda primavera.
La prima cosa che la giovane fece appena arrivata a casa fu mandare un messaggio a Mario.
“Sono libera.”
Mario era un gentile signore di 65 anni che abitava nello stesso quartiere di Giulia, single da ormai dodici anni dopo una lunga convivenza finita male, aveva visto la piccola Giulia crescere, farsi donna e diventare ogni giorno più bella.
Ogni giorno la incontrava per strada, dal panettiere, al supermercato, non mancava mai di farle scorrere un’occhiata più che apprezzativa su quel corpo stupendo, coperto da corti vestiti, minigonne o jeans aderenti, non che ci provasse sperando in una sua risposta, era più che altro l’istinto di un uomo non più giovane che ormai si sentiva sulla via del tramonto, deluso dalle donne e dalla vita e che si beava alla vista di una splendida fanciulla.
Un giorno però la situazione cambiò, era piena estate, Mario scese al mare per fare un bagno quando intravide Giulia sulla spiaggia in compagnia del fidanzato, vederla in costume certo era un’altra cosa, alta, snella, la pelle abbronzata, il seno pieno sodo che riempiva il reggiseno, il ventre piatto, il sedere tondo, i capelli neri bagnati che si appiccicavano a quella bellissima schiena e gli occhi verdi come smeraldi, ridenti e luminosi, una vista da togliere il fiato. Mario la adorava con gli occhi senza tralasciare un centimetro di quel corpo meraviglioso, era come pietrificato, Giulia, che stava ridendo con Roberto si sentì all’improvviso gli occhi di qualcuno addosso, spostò un po’ la testa e vide Mario che la guardava, fu una sensazione strana, conosceva quell’uomo da tempo, era sempre stato gentile con lei, ma in quello sguardo lei notò qualcosa di diverso, qualcosa che le accese un brivido lungo la schiena, quell’uomo la stava desiderando, la stava facendo sentire bella come mai prima.
Mario vide che Giulia lo aveva notato, cercò di svegliarsi da quello stato di incanto in cui era caduto facendo finta di nulla, le sorrise, la salutò con la mano, Giulia rispose distogliendo lo sguardo, ma da quel giorno le cose tra loro cambiarono.
Spesso Mario scendeva alla spiaggia per vedere Giulia, si era fatto un po’ più intraprendente, se gli capitava di incontrarla tra le cabine le lanciava uno sguardo malizioso o un sorriso di intesa o le diceva qualche frase lusinghiera. Ogni giorno che passava il loro rapporto si intensificava, si ritrovavano a chiacchierare, lei aveva finito per confidargli le sue perplessità riguardo alla sua storia con Roberto, Mario non faceva che ripeterle che avrebbe fatto qualunque cosa pur di avere una fidanzata bella come lei e che se Roberto non la rendeva felice allora non capiva niente, le consigliava di lasciarlo per poi aggiungere ridendo che avrebbe potuto consolarla lui.
Flirtavano, ma per gioco, lei sapeva di eccitarlo, sapeva che lui l’adorava, la cosa le piaceva, iniziò così a provocarlo fingendo ovviamente di non rendersene conto, quando lo vedeva arrivare si spalmava la crema abbronzante su tutto il corpo con una sensualità da togliere il fiato, a volte si stendeva a prendere il sole e toglieva il pezzo sopra del costume rimanendo in topless.
Al povero Mario restava solo una doccia fredda per tenere a bada i bollori, incapace di trattenersi davanti a quell’esibizione sfrontata ma meravigliosa, la cosa andò avanti per tutta l’estate, mentre il rapporto tra Giulia e Roberto pian piano si andava sgretolando tra liti e incomprensioni.

Venne l’inverno, a Mario capitò meno spesso di incontrare Giulia che nel frattempo aveva ripreso l’università, aveva meno tempo libero, ma nonostante gli esami e gli impegni Giulia ogni tanto si fermava a pensare a Mario.
Si rendeva conto che quell’uomo era davvero troppo vecchio per lei, senza contare il fatto che anche fisicamente non era per nulla attraente, ormai i segni del tempo si erano fatti sentire, i capelli in parte erano cominciati a cadere, i baffoni grigi coprivano parte delle rughe del volto, sul torace ormai privo di tonicità si estendeva una massa di peli grigi, il ventre era ormai rilassato, nulla avrebbe dovuto attirarla in Mario, eppure lui la faceva fremere solo con uno sguardo o una parola, non si era mai sentita così prima e vederlo di meno peggiorava la cosa.
Una notte si sorprese a sognare di essere accarezzata da lui, si svegliò di soprassalto con un’incredibile voglia, a sorpresa lentamente iniziò a masturbarsi, chiuse gli occhi e immaginò di essere presa da Mario, fu bellissimo, meglio di ogni rapporto con Roberto, la cosa la fece riflettere, da lì ci furono tante occasioni per rimanere da sola a toccarsi pensando al suo spasimante maturo.
Dal canto suo Mario faceva lo stesso si era spesso trovato ad eccitarsi pensando a Giulia al mare in topless, con suo stupore aveva ripreso a masturbarsi come un ragazzino, si sentiva un po’ patetico ma almeno in quei momenti era come se fosse con lei.
L’inverno passò arrivando la primavera con le prime giornate di sole, fu quasi per caso che quel pomeriggio Giulia rientrò prima dall’Università, era sovra pensiero tutta intenta a concentrarsi su come avrebbe organizzato il pomeriggio per studiare quando si imbattè in Mario, i due si guardarono per un attimo senza parlare, Mario aveva la salivazione azzerata e a Giulia tremavano le ginocchia.
Poco dopo si trovarono ad un chiosco nel giardino vicino a prendere un frappè per fare due chiacchiere, era come se non fosse passato nemmeno un giorno, ridevano, facevano battute, tornarono a parlare di Roberto, della crisi del rapporto con lui, Mario la guardò seriamente e le disse che se lei stava male allora avrebbe dovuto troncare e poi aggiunse.
“Peccato non poter essere più giovane e renderti felice, non riesco a pensare ad altro!”
Era come se fosse crollato un muro, Mario prese coraggio, le disse tutto quello che provava per lei, Giulia rimase di stucco, ma era contenta di quella dichiarazione, poi Mario si congedò da lei dicendole che si era finalmente tolto un peso, che sapeva di non avere una chance con lei ma che almeno era stato sincero, le augurò buona fortuna e se ne andò.
Giulia non riuscì a pensare ad altro per tutto il giorno e per tutta la notte, il giorno dopo si alzò serena dal letto perchè sapeva ciò che doveva fare, prese coraggio andò da Roberto e ruppe la storia con lui, uscendo da casa sua si sentì leggera come una piuma e molto più sicura di sè, ora non si sarebbe di certo fermata era giunto il momento di osare.

Erano le due del pomeriggio, Mario era seduto in poltrona a fare parole crociate ancora confuso per il messaggio di Giulia quando il campanello suonò, chiese chi fosse, rimase alquanto stupito dal sentire.
“Giulia!”
Dopo pochi istanti lei era sull’uscio del suo appartamento, bellissima e sorridente, appena entrata in casa lei gli buttò le braccia al collo e lo baciò esordendo con un.
“Grazie!”
Mario rimase confuso, così Giulia ridendo gli spiegò del coraggio che lui le aveva dato con le sue parole, del fatto che aveva lasciato Roberto, dopo smettendo di sorridere ed abbassando la voce aggiunse.
“E poi ho capito che quello che davvero voglio ora è essere tua, voglio esaudire il tuo desiderio di me.”
Ci fu un lungo momento di silenzio e stupore seguito dall’imbarazzo, Giulia sentì le guance arrossire ed abbassò lo sguardo, Mario si sentì a disagio, ma ormai era partita per la tangente e nulla l’avrebbe fermata così la ragazza aggiunse.
“Mario voglio fare l’amore con te, lo voglio fare ora… sempre che tu mi voglia ancora”.
Mario si sentì come sulle montagne russe, il cuore che batteva all’impazzata, con voce roca rispose.
“Certo che ti voglio ancora.”
Ma poi aggiunse.
“Voglio solo che tu sia sicura, sono più vecchio di te, so benissimo che puoi pretendere di meglio, ho gli specchi in casa e vedo quanto tu sei bella, non voglio che tu faccia niente di cui ti potresti pentire.”
Giulia sorrise e gli rispose.
“Sono sicurissima.”
Dopo poco si ritrovarono nella camera da letto di Mario, c’era una quiete perfetta ma Giulia era tormentata, aveva rassicurato Mario ma in realtà era molto imbarazzata, mentre lui la spogliava lentamente lei non sapeva che pensare, sentiva l’eccitazione montare ma aveva anche paura, quando rimase nuda davanti a lui si sentì davvero nuda e i suoi occhi che la guardavano intensamente erano come di fuoco, lui la fece stendere contemplandola ancora, era bellissima un fiore fresco e delicato tutto per lui.
Poi iniziò a spogliarsi, Giulia era come ipnotizzata dai suoi movimenti, ogni indumento che lui si toglieva lasciava vedere un corpo ormai vecchio, la pelle cadente, i peli abbondanti e grigi, i capezzoli penduli, la pancia prominente, il pube ingrigito, il pene violaceo, anche i testicoli avevano perso tonicità.
“Oddio” pensò con terrore Giulia quell’uomo non era bello, la luce di quel pomeriggio lasciava vedere cose che la disgustavano, lui ruppe il silenzio.
“Prendi la pillola, vero?”
Lei si lasciò sfuggire un debole.
“Sì.”
Lui le sorrise maliziosamente aggiungendo.
“Molto bene.”
Era in preda al panico, era nuda sul letto di un uomo di 65 anni per nulla attraente, un uomo che le si stava avvicinando nudo per poterla toccare e scopare, l’idea di dovergli aprire le gambe per permettergli di penetrarla con quel pene disgustoso la terrorizzava.
Dov’era finita la sua sicurezza?
Tutta quell’eccitazione?
Solo ora si rendeva conto di essere giovane e bellissima in preda ad un anziano dall’aspetto piuttosto repellente???
Ma dove era finito il suo buon senso?
Che avrebbe fatto?
Si sentiva paralizzata, nonostante il disgusto i suoi capezzoli erano ritti e duri, Mario li notò sorridendo in una maniera tale per cui lei lo vide porco come non mai, altro che amante appassionato davanti a lei aveva un vecchio porco laido che voleva solo godere del suo meraviglioso corpo giovane e fresco.
Che fare???
Mario avvertì che in Giulia era cambiato qualcosa, la vide nervosa impacciata, non voleva spaventarla ma di certo non se la sarebbe fatta scappare, ormai era eccitatissimo ed era passato troppo tempo dall’ultima volta che era entrato nel corpo di una donna, poi Giulia era un bocconcino troppo prelibato, era bellissima, lui non ne poteva più, voleva solo toccarla godere di lei e farla godere così gentilmente le accarezzò una guancia e le sussurrò.
“Non preoccuparti piccola, rilassati chiudi gli occhi non devi fare nulla penserò a tutto io, sei bellissima.”
Giulia capì che non poteva evitarlo infondo era lei che si era proposta, ormai capiva che Mario era troppo arrapato per fermarsi, così fece un profondo respiro, cercò di calmarsi, stette ferma lasciandolo fare.
Lui si sdraiò accanto a lei stando sul gomito accarezzandole i capelli e guardandola in volto, con un sorriso rassicurante prese a baciarle la fronte, la guancia, l’orecchio, il tutto molto lentamente e dolcemente pian piano scese a baciarle il collo, mentre con la mano le sfiorò un seno, si avvicinò ancora con le labbra al suo orecchio sussurrandole.
“Sei un angelo, ti rendi conto di quello che mi stai facendo? Non sono mai stato così eccitato in tutta la mia vita.”
Quelle parole le riportarono i brividi lungo la schiena, si inarcò alla sua mano esploratrice, Mario si fece più audace scendendo a baciarle i seni, succhiandole i capezzoli duri, due adorabili bottoncini rosa scese ancora con la bocca baciandole quel ventre piatto perfetto, accarezzandole i dolci petali tra le sue gambe, poi più giù sui fianchi, le cosce…. finchè gentilmente con le mani le aprì le ginocchia.
“Voglio baciarti la fica Giulia, apriti per me.”
A quella frase Giulia non potè trattenere un gemito ed obbedì, la bocca di Mario fu sulla sua vagina, la leccò lentamente, poi la succhiò, la baciò, le diede tante emozioni, Giulia poteva vedere le sue cosce oscenamente aperte, la testa con pochi capelli di Mario in mezzo, non aveva vinto del tutto la repulsione per lui ma quella cosa le piaceva un sacco come le piacevano le sue mani su di lei, poco dopo sentì salire l’orgasmo, travolgente, dirompente, venne nella bocca di Mario mentre lui si beava del suo dolce nettare, dopo alcuni istanti si calmò ansimando, Mario fu su di lei baciandole ancora il collo la guancia e sussurrandole.
“Tutto bene piccolina? E’ stato così bello per me spero anche per te.”
Giulia sorrise annuendo, mentre Mario si inginocchiò davanti a lei, era paonazzo in volto, il suo pene era eretto, scuro, pulsante, Mario si passò una mano sulla fronte poi le disse sorridendo.
“Però ora ti voglio davvero ho bisogno di penetrarti.”
Giulia capì che il momento era arrivato, quell’uomo vecchio stava per penetrarla, guardò ancora il suo addome flaccido e grasso, i suoi peli grigi, poi fece un cenno, capendo che non si poteva più rimandare, con la voce roca di desiderio Mario le disse.
“Apri bene le gambe per me, piccola.”
Lei ubbidì in silenzio, lui si piazzò in mezzo le toccò le labbra della vagina che erano bagnate, si passò quegli umori sulla cappella gonfia, guardò ancora un attimo quella giovane fica perfetta, le labbra gonfie e piccine, i peli del pube ben tagliati e neri e là in mezzo un clitoride eretto e pulsante, era perfetta. Ancora più eccitato dai quei pensieri da quella vista Mario volle assolutamente entrare in lei, così avvicinò il bacino al pube di Giulia, la cappella del suo cazzo era calda, gonfia, pulsante, appena Giulia la sentì toccare le sue labbra vaginali trasalì, Mario spinse lentamente, le labbra di quella vagina contro la volontà di Giulia si aprirono come petali di un fiore per far entrare quell’uomo. Piano piano sentiva quella lenta penetrazione, Mario aveva uno sguardo appannato dall’eccitazione, una smorfia di piacere gli segnò il volto vecchio non potè trattenere un gemito di godimento.
“Ahhhhh.”
Giulia pensò che fosse un gran porco, che si stava godendo una bella scopata con una giovane donna, ma per assurdo a quel viscido pensiero aprì ancora di più le gambe per agevolarlo nella penetrazione, si sentì colare tra le gambe, Mario entrava con calma ma senza fermarsi, ce l’aveva al massimo, grossissimo, durissimo come mai prima nella vita, quella giovane fichetta era un guanto che aderiva al suo arnese, la cosa gli dava un piacere infinito, tra quelle bellissime gambe c’era il paradiso, un paradiso stretto, caldo, umido, giovane, quant’era che non penetrava una fica e poi che fica, che corpo, era fantastico.
Giulia si sentiva riempire dalla virilità di Mario, lo sentiva grosso quasi le faceva male per la dimensione, improvvisamente lui si fermò, sentì i suoi testicoli penduli toccarle le labbra esterne, capì che lo aveva infilato tutto, Mario si abbassò su Giulia stendendosi su di lei, i loro due corpi ora aderivano perfettamente, quello vecchio di lui la schiacciava su quel materasso, il suo pene duro le riempiva la fica, sentiva i suoi peli grigi sfregarle contro il seno e la pancia mentre il suo ventre rilassato schiacciava il pube.
Tutto ciò che più le dava fastidio di lui ora era in pieno contatto con il suo corpo delicato, stranamente si sentì bagnare ancora di più, quel senso di fastidio le dava piacere, era uno strano mix di eccitazione e repulsione che le dava sensazioni fisiche e spirituali fortissime e uniche, Mario le sussurrò all’orecchio.
“Grazie per esserti donata a me, per avermelo lasciato fare.”
Poi si spostò sulle sue labbra baciandola con passione, addirittura baciata così intimamente da un vecchio… era il massimo, le piaceva, lo lasciò fare finchè lui non si staccò dalle sue labbra e le sorrise.
“Ti sei abituata alla mia presenza dentro di te o ti fa ancora male?”
Chiese lui.
“No, ora è ok.”
Rispose sommessamente lei.
Come rinfrancato da quelle parole Mario si tirò su sui gomiti, prese a muovere il bacino lentamente, iniziò a scoparla, si sentì benissimo era la cosa più bella del mondo, aveva sotto di sè una ragazza giovane stupenda, la stava scopando, stava cogliendo quel bocciolo e si sentì immensamente fortunato, quella piccola fica era strettissima ma molto umida, il suo cazzo ci scorreva alla grande, la guardava incapace di togliere gli occhi da quel viso meraviglioso o da quei seni pieni e sodi, Giulia aveva davvero un corpo da dea, gustarselo così alla sua età non era cosa comune, la piccola ad ogni colpo emetteva un piccolo gemito, tenerissimo, i suoi seni sobbalzavano appena e le sue guance erano rosse per l’eccitazione, uno spettacolo divino per un uomo della sua età, doveva chiavarsela e godersela.
Giulia dal canto suo era paralizzata ma eccitata, voleva solo donargli il suo corpo, lasciarlo fare, provava sensazioni positive anche se lui non era nè giovane nè bello, l’unica cosa che contava in quel momento era stare così, sotto di lui a gambe aperte a permettergli di farle quelle cose, voleva che lui la sporcasse, era troppo eccitante!
Mario inizio a gemere su Giulia mentre se la scopava, aveva un gemito roco di una persona che sta godendo, di un vecchio porco in calore, era una cosa che faceva impazzire Giulia, quel respiro affannoso quel rantolo non facevano che eccitarla di più, Mario aveva un bel ritmo ma in quella stanza presto si mise a far caldo, l’odore del sesso era forte e inebriante, piano piano la fronte di Mario si imperlò di sudore così come il torace villoso, le spalle, la schiena, in poco tempo Mario fu una maschera di sudore, Giulia provò ancora più disgusto ma di nuovo quel disgusto si trasformò in eccitazione, si inarcò verso Mario che la stava schiacciando alla grande, l’uomo prese quel gesto come un invito, si abbassò nuovamente sulla ragazza stendendosi su di lei, i loro corpi aderirono ancora ma questa volta il sudore di Mario bagnò completamente la pelle morbida di Giulia, la baciò ancora, lei sentì il suo sudore sul volto mentre il bacio aveva un sapore salato, continuava a gemere su di lei come un cinghiale in calore imbrattandola del suo sudore.
Poi si sollevò ancora sui gomiti continuando a scoparla in un dolce ritmo, il sudore che si era accumulato sulla fronte rugosa di Mario iniziò a colare su Giulia, una goccia sul collo, una sul capezzolo, una sulla spalla, una sul naso, era completamente sua piena dei suoi umori, lui la stava guardando con bramosia mentre se la chiavava per benino, incapace di trattenersi oltre Giulia esplose in un orgasmo che la portò in alto come se stesse volando, sentì le labbra della sua fica contrarsi sul cazzo di Mario, sentì che dal ventre scendeva un liquido caldo, i capezzoli si fecero sensibili all’aria ed ebbe l’impressione che il suo seno gonfiasse, non trattenne i gemiti socchiuse gli occhi dimenandosi sotto il corpo del vecchio, Mario la guardava eccitato e soddisfatto, l’aveva fatta godere.
“Sì piccola, godi così tesoro, brava la mia piccolina.”
le sussurrò mentre lei si contorceva sotto di lui, le spostò teneramente una ciocca di capelli dalla guancia e continuò.
“Prendilo tutto piccolina, te lo do tutto, prendilo che ti fa bene.”
Continuò a scoparsela mentre Giulia tornava in sè dopo quel fantastico orgasmo, era incredibile come Mario durasse nell’amplesso, quando lo faceva con Roberto il rischio era quello che lui godesse senza nemmeno averle acceso una fiammella ma con Mario era totalmente un’altra cosa, aveva già goduto grazie alla sua sapiente lingua ed ora con il suo randello ben piazzato nella fichetta si sentiva sconvolta, non sapeva se sarebbe durata ancora a lungo ormai era un tutt’uno con Mario, lui spingeva con il suo arnese dentro di lei che le aveva aperto il suo corpo, era piena dei suoi umori nella fica, aveva la pelle bagnata del suo sudore, qualche pelo del suo torace era appiccicato ai suoi seni, alla sua pancia, per non parlare della saliva che si erano scambiati con i baci e dei grigi peli pubici di lui che sfregavano contro quelli neri di lei.
Era tutta sua e tutto sommato non era male, pensò Giulia in preda all’estasi, Mario continuò a spingere dentro di lei a ritmo cadenzato, godendo, gemendo, facendola ansimare, poi improvvisamente con voce roca le disse.
“Non ce la faccio più, devo venire tesoro.”
Lei gli sorrise e lui aggiunse.
“Voglio riempirti del mio seme, lo voglio versare nel tuo ventre.”
Giulia come tacito assenso aprì bene le cosce, offrì ancora di più la sua fica ai suoi colpi poderosi, Mario gemette più forte ed aumentò il ritmo, Giulia lo guardava, vide che gli piaceva quello che le stava facendo, aveva il viso beato di un uomo che gode, dopo qualche colpo di reni ben dato Mario gemette più forte, quasi urlò con voce roca.
“Ahhhhhh.”
Giulia lo sentì in profondità, sentì quell’enorme cappella eruttare il suo seme in lei, si sentì invadere nell’utero da un liquido caldo, denso, copioso, Mario continuava a gemere.
“Ahhhhh.”
Mentre si abbassava su di lei la schiacciò totalmente sul letto, mentre con le natiche dava gli ultimi colpi in quella vagina giovane e fresca, si placò ansimando e rilassandosi su di lei, Giulia aveva il ventre pieno di un liquido caldissimo, sentiva la fica piena di umori e sentiva il cazzo del vecchio ben piantato nel suo pancino, i suoi profondi respiri le solleticavano il collo, dopo poco lui alzò il volto, la guardò negli occhi e le disse.
“Ti amo.”
Poi scese a baciarla con dolcezza, Giulia ricambiò il bacio, era bello averlo ancora dentro mentre la baciava, Mario si rialzò sui gomiti e scese a baciarle entrambi i seni succhiando bene i capezzoli eretti.
“So che prendi la pillola ma in questo momento voglio fingere di fecondarti, la trovo una cosa molto bella e molto intima.”
Giulia sorrise imbarazzata ma aveva capito quello che lui intendeva dire, lui avrebbe voluto marchiarla come sua per sempre, in un certo senso lo aveva fatto, non aveva mai permesso a nessuno di venirle dentro, non si era mai data ad un uomo senza il preservativo, non aveva mai mischiato i liquidi del corpo in maniera così intensa con un’altra persona, non aveva mai goduto così tanto in vita sua, Mario era vecchio e brutto, ma la faceva godere come nessun altro al mondo, per ora non contava niente altro.
Mario si mosse estraendo il pene che si stava afflosciando dalla sua vagina, nel sentirlo uscire dal suo corpo Giulia provò un’improvviso senso di vuoto, di frustrazione, si alzò per guardarsi tra le gambe vide che tra le cosce scorreva un liquido denso, biancastro, il misto tra i suoi umori vaginali e lo sperma di Mario, anche i peli del suo pube erano imbrattati da qualche gocciolina bianca, sorrise e tornò a sdraiarsi mettendosi una mano sul ventre, godendosi il calore che lo sperma del vecchio Mario le aveva diffuso nella pancia e nel corpo, Mario notò quel gesto, si sdraiò accanto a lei mettendo la sua mano callosa e rugosa su quella delicata della ragazza.
“Se mi dai un’oretta di tregua, torno a cavalcarti.”
Ammiccò lui con un sorriso malizioso sorridendo e baciandolo sulle labbra, lei rispose.
“Non vedo l’ora tesoro alla mia fichetta manca già il tuo cazzo meraviglioso.”
E appagati restarono una nelle braccia dell’altro per poi riprendere a fare l’amore.

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spiaggia

Un amica mi parlo’ di quella valle nascosta solleticando la mia fantasia e facendomi pregustare i colori e le sensazioni celate in quel paradiso nascosto.
La prima volta che decisi di visitare la Valle della Luna il sole e la mia voglia di nuotare nudo nel mare color smeraldo furono i miei unici compagni.
Mi ero feci ingannare dall’ordinato sentiero sterrato che si snodava dopo il grosso cancello di legno che sbarrava l’ingresso del percorso a moto e automobili.
Dopo una decina di minuti trascorsi camminando tra tavoli da pic-nic e rudimentali lampade incassate nel terreno ero arrivato davanti al sentiero vero e proprio che scendeva nella valle della luna.
Una mulattiera scoscesa serpeggiava tra le rocce e gli arbusti, incanalandosi in una valle naturale che definire suggestiva era quantomeno riduttivo.
Impressionanti rocce megalitiche di granito erano state forgiate dagli elementi in modo da sembrare figure mitologiche che ti osservavano dall’alto, mentre in fondo alla valle un prato verdissimo offriva agli occhi un contrasto sorprendente, prima di trasformarsi in sabbia e poi tuffarsi nel mare azzurrissimo della Sardegna.
Nascoste tra le rocce vidi le tende di alcuni ragazzi con pochi soldi e molto spirito dell’avventura mentre poco più in la sorgeva l’insediamento di una piccola comunità hippy che passava li’ tutta l’estate vivendo di artigianato e condivisione, in un quadro surreale che portava gli orologi indietro agli anni sessanta.
Appena raggiunsi il prato vidi alcuni cani dall’aspetto simpatico ed improbabile rincorrersi mentre un gruppo di ragazzi fumavano sdraiati vicini alla spiaggia.
Davanti a me una ventina tra uomini e donne prendevano il sole sulla sabbia, la maggior parte in topless o completamente nudi, senza curarsi troppo di ciò che gli accadeva intorno.
Pochi passi lungo un sentiero alla mia sinistra e superati dei fitti cespugli mi si paro’davanti una caletta circondata da rocce piatte e levigate.
Di fianco ad una tenda una moka per il caffè mi fece capire che quel paradiso non era solo per me, il bisogno di togliermi i vestiti e tuffarmi nudo nell’acqua mi assalì feroce,
stesi l’asciugamano con le mie cose e mi preparai a tuffarmi quando la mia attenzione fu rapita da una donna completamente nuda distesa a prendere il sole.
Pensai di allontanarmi per non disturbarla, ma non potei evitare di guardare quanto fosse bella e proporzionata, due seni gonfi ed eleganti su cui si appoggiavano lunghi capelli neri, il corpo era abbronzatissimo e bagnato da un recente tuffo nel mare.
Quando guardai le lunghe gambe affusolate non potei non soffermare lo sguardo su di una figa pelosissima, completamente incolta, il cui manto nerissimo le dava un aspetto decisamente selvaggio.
Decisi di rimandare il bagno , tolsi il costume e mi sdraiai al sole abbandonandomi ad occhi chiusi al vento che mi accarezzava il viso abbronzato.
La donna era stata raggiunta da una donna anziana completamente nuda, notai che rivolgendosi a lei la aveva chiamata mamma, nonostante i suoi capelli biondissimi lasciassero pensare che non potessero essere parenti.
Giro’ lo sguardo e si accorse di me, non fece nulla per nascondersi, anzi mi regalo’ un sorriso bellissimo che mi mise addosso un po’ di imbarazzo.
Tentai di rompere il ghiaccio in modo forse un po’ banale.
“Ciao ti disturbo se resto qua a prendere il sole?”
Si giro’ dalla mia parte fissando il mio corpo muscoloso, mentre le signora al suo fianco si stendeva a prendere il sole accanto a lei.
“Affatto, anzi mi fa’ piacere, prima volta qua?”
Mi rispose con un forte accento toscano, probabilmente fiorentino, anche se non ne fui certo, restammo a goderci la natura per una mezz’ora senza smettere di scambiarci occhiate sempre più indiscrete.
“Si e sembra di essere arrivati su di un altro pianeta e in un altra epoca, tu sei qua da tanto? Mi disse che era li da una decina di giorni in compagnia di sua madre, poi indico’ la tenda con la moca e mi chiese se volevo un po’ di caffè.
La ringraziai ma le dissi stavo benedissi o così, poi lei con una naturalezza che mi lascio’ spiazzato mi guardo’ negli occhi mi chiese se avessi voglia di fare l’amore.
Rimasi a guardarla in silenzio senza sapere cosa rispondere.
“Sei davvero carino lo sai? Non ti preoccupare per mia madre, e’ una cosa naturale e io non gli nascondo nulla, se vuoi puoi prendermi anche qua’ davanti a lei, o possiamo farlo tutte e tre assieme se ti fa piacere, altrimenti possiamo andare sulla spiaggia dietro quei cespugli o farlo in mare se preferisci.
Per un attimo l’idea di scoparla davanti alla madre mi sfiorò, provocandomi una erezione sfacciata.
Si sedette di fianco a me, dolcemente le nostre bocche si cercarono e iniziammo a baciarci mentre le mani accarezzavano i nostri corpi scaldati dal sole.
“Ti va se andiamo a farlo sulla spiaggia?”
Le sue dita mi scivolavano lentamente per tutta la lunghezza dell’asta, si alzo’ in piedi con un sorriso dolcissimo e mi prese per mano.
La elegante signora fece scivolare una mano tra le gambe mentre la mia bocca baciava il collo della figlia.
Mi mise le mani sulle spalle intanto che la mia lingua gustava il sapore salato della sua pelle, la sollevai tra le mie braccia e mi incamminai verso la spiaggia senza smettere di baciarla.
Ci ritrovammo a rotolare sulla sabbia uno abbracciato all’altro, passai le labbra sul suo corpo, i suoi seni erano turgidi ed inebrianti.
Mi soffermai a gustare la consistenza dei capezzoli scuri mentre la sua mano appoggiata sulla nuca mi spingeva tra le cosce.
Il profumo forte del suo sesso mi sfiorò le narici mentre leccavo la sua natura in quel cespuglio rigoglioso, la pelle della figa era scura e invitante, come un ostrica prelibata che sapeva di mare e lussuria.
Le onde sbattevano a pochi metri dai nostri corpi, come volessero suggerirmi il ritmo con cui spompinare il suo clitoride.
Non eravamo soli, ad una dozzina di metri da noi un ragazzo con lunghi dreadlook stava fumando con aria sognante mentre la sua donna gli succhiava l’uccello.
Lei inizio’ a godere rumorosamente, senza remore ne pudore, l’idea che i suoi lamenti giungessero alle orecchie delle madre mi imbarazzo’ e allo stesso tempo mi eccito’ ancora di più.
Le aprii le gambe, scivolando dentro di lei, mentre un gemito strozzato alle nostre spalle mi fece capire che la ragazza dell’hippy aveva portato a termine il languido lavoro di bocca al suo uomo.
Ci fondemmo uno nell’altro come due novelli Adamo ed Eva, in un paradiso che ci era solo stato prestato, in quel momento mi resi conto che non sapevo nemmeno come si chiamasse.
Quando la sentii venire mentre puntava i piedi contro la sabbia sotto di noi capii che i nostri nomi non avevano nessuna importanza, perché entrambe ci chiamavamo amore.
Quando tutto fu finito mi ritrovai seduto di fianco a lei con la mano nella sua.
“Bagno?”
“Si dai, sono tutta sudata e ho la sabbia in posti che non puoi neppure immaginare”
L’acqua era piena di pesci bellissimi e vicino a me nuotava una sirena dai lunghi capelli neri, ci baciammo ancora una volta e poi uscimmo gocciolanti, ci stendemmo al sole e svuotammo la testa da ogni preoccupazione.
Ci godemmo assieme il tramonto, poi a malincuore la salutai e mi incamminai per tornare nella Sardegna dei giorni nostri, chiassosa, bellissima e un po’ commerciale.

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le mutandine arancione ……

Come ogni sera prima del tramonto , dall’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato , stavo percorrendo la lunga spiaggia di Costa Rei alla ricerca di oggetti interessanti ; costumi e intimo femminile in particolare ma anche pantaloncini o magliette ,nonché scarpe da spiaggia , abbandonate o dimenticate dalle turiste che frequentano questa meravigliosa spiaggia , dove spesso non avendo alcun timore ad esibire la loro nudità la esibiscono facendo ogni tipo di rapporto sessuale con i loro partner

La lunga spiaggia è per molti tratti costeggiata da macchia mediterranea , sopratutto nel tratto finale verso Capo Ferrato
Questa macchia crea luoghi ideali per liberare la propria sessualità , di coppia etero o gay o lesbo , non sono pochi quelli che amano l’esibizionismo , indipendentemente dal genere , comunque ora ritorno alla mia passeggiata

Ero sulla via del rientro verso Costa Rei quando ho visto , trascinato dal vento , un perizoma arancione .
Non potevo stabilire se fosse femminile , solo dopo averlo raggiunto ho visto che si trattava di una mutandina femminile , solo questo tipo di intimo ha una sottile fodera nel cavallo .

Forse è il momento che dica che amo il travestimento e che quando faccio la camminata in spiaggia solitamente indosso slip da donna , a volte reggiseno e se il tempo non è dei migliori anche minigonna e camicetta o top
Sono una travesta , matura , che nonostante gli anni ancora è piacente .

Una volta raggiunte le mutandine che il vento trascinava ho cercato con lo sguardo la presenza di qualcuno , non è raro che chi impegnato in spiaggia o tra la macchia mediterranea non si accorga che i suoi oggetti volano via .
Spostandomi dalla spiaggia verso l’interno non è stato difficile intravedere una coppia che amoreggiava .
Avvicinandomi ulteriormente ho capito che si trattava di due ragazze , molto giovani , carine , che talmente erano impegnate a scambiarsi effusioni non si sono accorte della mia presenza
Anch’io comunque , distratto da quei due corpi femminili nudi , non mi sono accorto subito della coppia di ragazzi che poco distanti stavano facendo la stessa cosa , un 69 .

Lo sguardo di uno dei ragazzi si è voltato verso di me , ha sollevato per un attimo la bocca dal grosso cazzo che stava succhiando e , per nulla intimorito , ha ripreso subito il suo lavoro orale .

Anche le ragazze si erano accorte della mia presenza , una in particolare guardava con attenzione le mutandine che tenevo in mano .
Ora stavano sedute una davanti all’altra , una sulle gambe dell’altra con le sue che avvolgevano i fianchi dell’amica . A terra un reggiseno dello stesso colore delle mutandine , vicino un minuscolo perizoma nero e un reggiseno sempre nero .
I due ragazzi , nudi e con i cazzi ben eretti , erano in piedi e stavano avvicinandosi alle ragazze , tra loro hanno scambiato alcune frasi , la lingua mi era incomprensibile , comunque i loro sorrisi erano un linguaggio universale , come il ciao che quasi tutti insieme abbiamo detto .

La ragazza , quella che aveva guardato le mutandine , lasciata la sua amica stava venendo verso di me .
Era ancora più giovane di quanto avevo creduto , le tettine gonfie facevano risaltare i capezzoli ancora turgidi dalla eccitazione , le labbra della sua figa , sormontate da una leggera striscia di peli che cambiano colore tra il ramato e castano a seconda di come il sole li colpiva , anch’esse segnalavano con il loro gonfiore l’eccitazione non ancora esaurita .
Le mie mutandine , tipo brasiliana , rosa e trasparente non riusciva a nascondere la mia analoga eccitazione , il mio pene incurvato tra le gambe riuscivo a non farlo uscire solo tenendo le cosce strette .

Giunta vicino a me la ragazza ha allungato la mano , sembrava verso le sue mutandine arancione , ho fatto il gesto di porgerle a lei , invece mi ha preso la mano trascurando le mutandine e mi ha condotto verso gli altri tre .
Nessuno sembrava assolutamente interessato al mio strano abbigliamento e io non ero meravigliato , anche se eccitato , da quello che avevo visto fare a loro

il sole ormai vicino al tramonto illuminava i quattro corpi nudi , i due maschi ancora con evidenti segnali di erezione , le due ragazze con le cosce bagnate dai loro fluidi vaginali che ancora colavano sulle gambe , i ragazzi avevano attirato maggiormente la mia attenzione , i loro cazzi non erano cazzi che si vedono tutti i giorni , sia per lunghezza che per larghezza .
Di certo superavano i 20 centimenti , uno in particolare di molto .

Dopo il ciao iniziale verso di me nessuna parola , tra loro continuava invece il dialogo nella misteriosa lingua , dialogo interrotto dalla ragazza delle mutandine che , con mia sorpresa , in un discreto italiano mi ha detto che lei , la sua amica e i due ragazzi avrebbero voluto coinvolgermi nei loro giochi se fossi stato d’accordo

Ho chiesto , per capire la loro lingua , di dove fossero e lei mi ha risposto che erano Ucraini .

Anche se io e la ragazza delle mutandine parlavamo i tre non sembravano interessati alla nostra conversazione , la seconda ragazza era tra i due e alternava la sua bocca sui cazzi , anche lei sembrava avere una certa preferenza su quello più grande ,nonostante l’altro non fosse di certo piccolo .

Stavo guardando i tre , i due ragazzi e la loro amica , quando le mani della ragazza davanti a me si sono poggiate sulle mie spalle spingendomi in basso verso le sue tette , credevo , invece la spinta è proseguita verso il basso , si è fermata solo quando la mia bocca si è trovata davanti alla sua fuga bagnata
Una sapore salmastro ha subito colpito la mia mia lingua , la figa sembrava colare continuamente i suoi fluidi e le cosce della ragazza erano lucide e appiccicose nello stringersi sulla mia faccia , spingeva e roteava il suo inguine sulla mia faccia , cercava il contattato con la mia lingua , per non perdere l’equilibrio essendo accucciato , tenevo le mie mani sul suo culo , rotondo , sodo , giovane , che sembrava cercare le mie dita , finche piegandosi , quasi a pecorina , il suo buco del culo non è arrivato in contatto con le mie dita .

Prima ho bagnato le dita introducendole nella sua figa , sempre più bagnata , per poi penetrarla , prima con un dito , facendolo esplorare bene il forellino , poi introducendo un secondo dito subito seguito da un terzo .
I gemiti di piacere della ragazza si confondevano nella sera , ormai buia , con i gemiti della seconda ragazza che vedevo , con la coda del l’occhio , era inculata da uno dei due ragazzi .
Non ho dato peso al fatto di non vedere il secondo ragazzo , ero troppo preso a le leccare la figa della ragazza delle mutandine e farla godere penetrandola in culo con le dita .
È stato sulle mie dita che ho sentito la cappella , dura , del secondo ragazzo , cappella che cercava di prendere il posto delle mie mani nel culo della ragazza , così ho pensato , sbagliando .

Le mani del ragazzo hanno prese le mie portandole sul suo cazzo .
La ragazza bloccata tra noi ha detto qualcosa nella sua lingua , poi di s**tto in modo nervoso si è spostata , io ero seduto sui talloni e mi sono trovato con una mano a tenere il cazzo del tipo e l’altra costretta ad abbandonare il culo della ragazza .

Non ero affatto dispiaciuto , il cazzo che stavo tenendo era un bel cazzo , la cappella quasi viola per il gonfiore , lucida come uno specchio , il profumo di sesso maschile mi stava eccitando , la mia lingua non ha resistito a fare una passata su quella cappella
Muovevo la lingua tutt’intorno alla cappella , trattenendo il cazzo a due mani , di tanto in tanto con le labbra , sempre più bagnate , succhiavo e ogni volta introducevo sempre più il cazzo in bocca , ogni centimetro era una piacere intenso

Stringendo con una mano il cazzo mentre con l’altra massaggiavo , con una certa pressione , la zona del perineo , continuavo a far scorrere il grande cazzo nella mia bocca , lentamente , usando la lingua continuamente attorno alla cappella e fermandomi ogni volta che sentivo aumentare le pulsazioni a preavviso dell’orgasmo .

Nel buio della sera vedevo solo le due ragazze abbracciate tra loro, di tanto in tanto si baciavano , ancora completamente nude in piedi poco distanti da me e dal mio compagno di gioco .
Il secondo ragazzo ha fatto notare la sua presenza affiancandosi al primo , che già spompinavo da un poco , il suo cazzo dritto , quello più grande e largo , quello che mi aveva attratto da subito , che ora visto da vicino era veramente uno spettacolo .

Non ha interrotto il mio che stavo facendo , lentamente passava il suo cazzo , in modo delicato , sul mio viso provando più volte a tentare di farmi avere i due cazzi contemporaneamente in bocca
Ho tentato ma l’enormità delle due cappelle era un ostacolo
Ho provato a spompinare alternativamente i due ragazzi , sempre sotto lo sguardo attento delle loro due amiche , continuamente abbracciate , che nella loro lingua forse dicevano cosa farmi fare

Dopo un breve scambio di battute tra le ragazze e il tipo dal cazzo più grande una ragazza , quella delle mutandine , si è avvicinata a noi ; tenendo una mano sulla mia nuca in modo che continuassi a succhiare il cazzo al suo amico ha appoggiato l’altra sul mio inguine , credevo mi volesse masturbare , invece la pressione è continuata quel tanto per farmi sollevare dai talloni , sui quali ero seduto , e raggiungere la classica posizione a pecorina .
Per prendere fiato avevo estratto il cazzo dalla bocca , senza rinunciare a tenerlo stretto tra le mani , i due ragazzi aiutati dalle loro amiche mi stavano usando nel miglior modo possibile , ormai ero certo che le manovre della ragazza delle mutandine fosse il preludio affinché il suo amico , quello con il cazzo più grande , prendesse il mio culo .

Tutto si è realizzato quando la bocca di una delle ragazze ha preso ha spalmare di saliva il mio culo , insistendo con la punta della lingua fin dove poteva penetrarmi , per farlo teneva le mani sulle mie natiche allargandole il più possibile , e continuava a spalmare con la lingua la saliva che in precedenza sputava

Presto la punta della lingua è stata sostituita da una mano del ragazzo , subito mi ha infilato due dita nel culo , dita non grandi ma ben addestrate a farmi rilassare la contrazione anale .
Le dita entravano e uscivano dal mio culo con movimenti lenti , studiati , senza alcuna premura , questo mi dava la possibilità di continuare a succhiare il cazzo dell’altro ragazzo con profondo piacere , già pensavo a quanto sarebbe stato piacevole avere due orgasmi in contemporanea dentro di me , di sicuro avrei avuto anch’io un eccitantissimo orgasmo

Quando ho sentito le mani del ragazzo dietro di me poggiarsi sui miei fianchi ho capito subito che era arrivato il momento che il mio culo provasse quel grande uccello .
Cercando di sincronizzare i miei movimenti sul cazzo del primo ragazzo , il secondo , dopo aver appoggiato la sua cappella sul mio buco di culo , ha iniziato a contrastare i miei arretramenti , in modo da dilatare il mio culo e farlo adattare alla sua cappella
Ero io che facevo il pompino e sempre io che consentivo , con le mie spinte , alla cappella di penetrarmi .
Ho subito capito che i ragazzi avevano un particolare affiatamento , non dovevano comunicare , agivano coordinati , usando i miei movimenti .

Un solo istante di incertezza nel ragazzo che mi stava aprendo il culo , allora ho girato la testa e con la bocca strapiena di saliva ho leccato tutto quel grande cazzo lasciandoci sopra un denso velo di saliva .
Il cazzo così lubrificato è ritornato tra le mie chiappe e subito ho provato il doloroso piacere di sentire che la enorme cappella mi stava veramente aprendo il culo
Distratto dal cazzo che mi stava sfondando dimenticavo di spompinare l’altro ragazzo , era lui a ricordamelo spingendo il suo attrezzo fino nella mia gola .
Riprendevo così una perfetta sincronia tra pompino e inculata

L’attimo che la cappella è penetrata tutta nel mio culo mi ha stappato un grido .
Una delle ragazze , non so quale , si e avvicinata e con le dita sfiorava le mie labbra , per riportarle sul cazzo e proseguire i pompino
La presa più energica sui miei fianchi delle mani del ragazzo che mi inculcava è stata il preavviso che dovevo mordermi le labbra per non urlare .
Ho sollevato lo sguardo verso il ragazzo che stavo spompinando , di certo avevo gli occhi spaventati perché le sue mani mi hanno accarezzato con dolcezza il viso , e la sua cappella sulle mia labbra ha fatto il primo schizzo di una lunghissima serie di sborrate , ho tenuto la bocca aperta per ricevere gli ultimi schizzi e in quello stesso istante ho sentito il fuoco prendere possesso del mio culo
I miei gemiti di dolore sono stati scambiati con gemiti di piacere dal ragazzo che avevo spompinato e che aveva riempito la mia bocca di sborrata , si è inchinato verso la mia bocca e un bacio sensuale , lingua a lingua , appassionato ci ha uniti

Sentivo il culo in fiamme , i piccoli movimenti del grande cazzo non facevano progredire la penetrazione
Il mio culo non aveva mai ospitato cazzi talmente grandi , è stato allora che mi sono ricordato del primo cazzo che mi sverginato .
A poche centinaia di metri da dove ero ora .
Anche quel giorno , ormai lontano , il cazzo sembrava non poter entrare, tutto , nel mio cullo
Dopo molti tentativi infruttuosi e un desiderio crescente , sia mio che del mio sconosciuto partner , ho fatto sdraiare l’uomo e allargate le mie gambe mi sono seduto sopra il suo cazzo dopo averlo bagnato a lungo in bocca in modo da avere una saliva maggiormente densa
Afferrato quel cazzo con una mano e posizionato al centro del mio culo mi ero lasciato andare , a peso morto , il cazzo non era enorme comunque lo sentii infilarsi tutto
Ora avrei fatto la stessa cosa con un cazzo molto molto più grande
Non avrei incontrato un cazzo simile tanto facilmente nel futuro e volevo possederlo ad ogni costo
A gesti ho fatto capire al ragazzo che doveva sdraiarsi sulla schiena , la ragazza delle mutandine nel suo poco italiano mi è stata utile per far capire cosa volevo fare , sembrava felice di potermi aiutare e continuava a sorridere a noi tutti traducendo per i suoi amici
In bocca mi era rimasto il sapore e l’odore del pompino , avevo ancora parte della sborrata sul viso , questo odore mi eccitava .

Il ragazzo si è sdraiato e io tra le sue gambe leccavo cazzo e palle , non tanto per farlo indurire , era spaventosamente duro ed eretto , quanto per produrre più saliva possibile , il più densa possibile per lubrificare il mio culo e il suo cazzo e facilitare la penetrazione finale
La ragazza , sempre quella delle mutandine , inginocchiata come gli altri intorno a noi , raccoglieva con le sue piccole dita la saliva che usciva dalla mia bocca e colava lungo il cazzo e con maestria la spalmava sia all’interno delle mie natiche che dentro il culo
Il movimento delle dita della ragazza nel mio culo facevano aumentare il desiderio di essere penetrato , facilitavano anche il rilassamento dei muscoli anali , sentivo in ogni istante le contrazioni del culo fino a che sono rallentate , allora ho capito di essere pronto

Ho allargato le gambe e , come ho fatto la prima volta , ho stretto il grosso cazzo tra le mie mani e con una discesa inizialmente lenta ho fatto entrare la cappella , mi mordevo le labbra sia dal piacere che dal dolore
Dopo tre o quattro volte ho fatto entrare tutta la cappella , ma non mi bastava , volevo sentire tutto il cazzo dentro di me
Credevo che la cappella fosse l’ostacolo più grande , non avevo considerato il diametro crescente del cazzo .
I tre non coinvolti ci guardavano in silenzio le due ragazze abbracciate come in un gesto di darsi coraggio , i loro occhi vispi , attenti scrutavano ogni mia espressione .

Ho appoggiato le mie mani sul petto del ragazzo che stavo scopando , il suo volto aveva la mia stessa espressione di sofferenza , trascinavo sempre più in giù la pelle del suo prepuzio e non doveva essere piacevole , ormai il cazzo era per la lunghezza della cappella tutto entrato più volte , il culo lo sentivo abbastanza dilato , il cazzo non perdeva durezza e rigidità , è stato un istante , con uno sforzo finale mi sono fatto cadere di peso sulla verga infuocata che ora era per tutta la sua lunghezza e grossezza nel mio culo
Meravigliato , anche se indolenzito , ho cercato con le dita la base del cazzo , era a stretto contatto con il mio culo .
Anche il ragazzo ha voluto toccare , e in quel momento un sorriso stupendo ha illuminato il suo viso , come il mio

Per qualche istante siamo rimasti fermi , per godere di quel momento , poi il desiderio ci ha sopraffatto e l’inculata ha preso il giusto ritmo .
Più volte il cazzo è uscito dal mio culo , sempre subito rientrato ogni volta con maggiore facilita .
Lo sguardo del mio amante mi supplicava di farlo godere , mi sono inchinato verso la sua bocca , lui ha piegato le gambe per non fare uscire il suo cazzo dal mio culo , spinto dalle sue ginocchia sul mio sedere le nostre bocche si sono unite , le lingue attorcigliate , i nostri gemiti fusi tra loro mentre il mio culo veniva inondato da una sborrata pazzesca
I tre non coinvolti hanno capito che i nostri orgasmi erano arrivati ed erano stati devastanti , io ho sborrato senza toccare il mio cazzo , solo per l’orgasmo anale provato .

Un ultimo bacio alle nostre bocche e mi sono sollevato dal maestoso cazzo che ormai , giustamente dopo tanto lavoro , si stava afflosciando .
Le mia labbra sono passate prima sul petto del mio compagno poi sulla pancia per raccogliere la mia sborrata , poi immediatamente ho cercato il suo cazzo , ormai non più turgido, con la mia lingua ancora piena della mia sborrata ho raccolto le tracce della sua , ho trattenuto tutto in bocca per diversi minuti , volevo impregnarla del sapore di sperma .

Ho dovuto inghiottire tutto quando la ragazza delle mutandine si è avvicinata e dicendomi …. ciao mi ha regalato le sue mutandine e reggiseno
Poi un bacio e una carezza al mio viso e si è allontanata
Stessa cosa ha fatto l’altra ragazza , mi ha messo in mano il suo perizoma nero e il reggiseno , poi anche lei prima prima di indossare un leggero vestitino mi ha baciato
Il ragazzo , quello che avevo spompinato era ancora a cazzo semi duro nonostante la copiosa sborrata sulla mia faccia e bocca
Sorridendo mi ha preso per mano , mi ha tirato verso di se e le nostre lingue si sono incontrate all’interno delle nostre bocche calde

Non posso dimenticare il sorriso del ragazzo che mi ha rotto definitivamente il culo , difficilmente avrò nuovamente un cazzo di simili dimensioni , i suoi occhi brillavano mentre mi abbracciava e baciava
Le sue mani accarezzandomi mi facevano fremere di piacere .
Gli altri avendo capito che era nato qualcosa di straordinario tra noi ci hanno lasciati soli .
Non potevamo comunicare a parole ma i nostri baci , le nostre carezze come un linguaggio universale ci dicevano che eravamo felici ed appagati .
Un ultimo bacio e un sussurrato ciao e poi ognuno ha preso la sua strada
Nel buio della sera , camminando in spiaggia mi sembrava di aver sognato
Mi sono fermato per indossare le mutandine e il reggiseno arancione che avevano dato inizio a questo splendido pomeriggio .
La mia faccia aveva ancora tracce di spera e la mia bocca ne conservava il sapore
Era il modo di dire a me stesso che era tutto reale

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Io e mia cugina :D (Martina)

Nel ultimo periodo iniziai ad avere una fissa per mia cugina Martina, lei spesso dormiva da alcuni parenti che abitano di fronte a me. Martina divenne una mia ossessione sessuale e mi segavo quasi tutti i giorni pensando a lei e spesso quando ero solo in casa spiavo dal occhiolino per vederla nel antrone del palazzo lavare a terra o uscire (indossa spesso leggins quindi è un belvedere piegata). Un giorno i miei dovevano uscire e mi sarebbero lasciati con Martina (siccome uscivano anche i suoi parenti per delle questioni personali) sapendolo dal giorno prima già ero eccitato. Si fece la mattinata dopo e i miei uscirono dicendomi che sarebbe entrata Martina a lì a pochi minuti e io dissi <<Ok io però resto nel letto>> e loro andarono via. Così mi abbassai pantaloni e mutande e sotto le coperte ero praticamente col pene al aria toccandomi pensando a mia cugina Martina, sentì la porta aprire ed era lei che stava venendo così continuai a restare nudo sotto le coperte lei venne in stanza e feci finta di dormire così uscì dalla stanza e girovagava per la casa e io la guardavo sott’occhio segandomi. Andò in bagno e io la spiai però appena stava per uscire ricorsi nel letto. Allora decisi di andare in cucina dove si trovava lei però andai senza pantaloni nè mutande quindi col pene fuori appena la vidi feci finta di non sapere che ci fosse e dissi
<< Scusa non sapevo che stavi tu>> e lei <<Immagino>> e le dissi <<Bhe sai approfittando che stavo solo in casa volevo dare sfogo al mio cazzo>> lei <<Tranquillo so benissimo che in quest’età succede ciò e a volte anche io ne approfitto>> dicendo ciò si avvicinò e me lo toccò dicendo <<Ah però, bello duro>> io dissi <<Se vuoi fai pure>> e la abbassai ad altezza cazzo accostandogli la testa alla cappella e così iniziò a succhiarlo però dopo 5 secondi se lo tolse da bocca e io la stesi sul letto baciandola e iniziandola a spogliare, lei mi respinse e disse <<Ma non possiamo siamo cugini>> e io le risposi <<E chi lo dice che non possiamo? Scusa se vogliamo facciamolo e ci divertiamo e poi in famiglia è meglio ancora>> così lei esitò 3 secondi e mi tirò a lei rimettendosi sotto di me sul letto. Mentro la baciavo la spogliavo e sentivo il cazzo che voleva tutto il suo sfogo una volta nudi lei subito aprì le gambe e al momento che glielo appoggiai dentro sentivo già quasi di venire, mentre glielo infilavo godevo da matti sentendo i suoi urletti di godimento dopo un pò disse lei <<è l’ora del culetto>> e si mise a pecorina ma, vedendola in quella posizione e pensando che era sempre stata il mio sogno erotico, due botte e mi senti che stava per uscire un fiume di sperma così la avvisai e subito si mise in ginocchio con la lingua di fuori pronta ad accogliere tutto quel sperma sul suo faccino e in bocca. Dopo averla indondata di sborra restammo un pò stesi sul letto a baciarci dopodichè andammo a fare il bagno insieme dove mi regalò un’altra pugnetta oltre agli appassionati baci con la lingua. C’è da dire che quella fu la mia prima volta e lo stesso per lei. Poi racconterò il proseguo

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Mio Desiderio

Il mio desiderio
Una sera stavo chatando in chat .Ho chiamato una ragazza e parlando ci siamo messi a parlare e decidemmo di incontrarci ci siamo dati appuntamento

in un locale di Roma .

Sono arrivato puntuale all’appuntamento entro dentro il locale sono entrato con un emozione e il cuore a duemila ed eccola seduta 1.90 occhi verdi capelli lunghi castani

Una quarta di seno un culo da far invidia.

E la ragazza più bella donna che abbia mai visto

La raggiungo con timidezza la saluto lei si alza e mi saluta prendiamo un aperitivo e cominciamo a parlare della mia vita e della sua più parlavo con lei e piu mi piaceva mi sentivo attratto per la sua femminilità decidiamo di andare a fare una passeggiata lungo il fiume ad certo punto mi faccio coraggio e la bacio un bacio lungo e appassionato la sua lingua entra dentro la mia mulinandola dentro la mia bocca ed io altrettanto nella sua bocca ,lei mi chiese se volevo andare a casa sua io non esitai arrivammo a casa sua e lei mi offri da bere ed ricominciamo a baciarci lei mi prese per mano e mi porto nella sua camera da letto si avvicino e mi fece sdraiare sul letto e comincio a slacciarmi i pantaloni e comincio a baciare il mio membro e poi piano piano comincia a prenderlo

Tutto in bocca dalla punta alle palle e leccava la cappella tutta intorno poi la presi e la tira su

Comincia a toglierli la camicia ed il reggiseno sodo e grande una quarta due capezzoli stupendi

Li succhiai per una buona mezzora poi scesi verso il suo l’inguine e cominciai a sfilargli le mutandine un perizoma da urlo ma trovai una sorpresa inaspettata al posto di una fica trovai trovai

Un grosso cazzo sono rimasto stupito lei sene e accorta ma ero troppo eccitato per smettere e comincia a menarglielo ed in pochi secondi e diventato il doppio duro e nodoso 20 cm di cazzo.

Lei era in estasi lei mi chiese se volevo provare a succhiare io non riuscendo a dirgli di no appoggiai le labbra sulla sua cappella e iniziai a baciarlo e piano lo feci scivolare dentro la mia bocca era duro ed una sensazione mai provata sentire quel cazzo nella mia bocca mi faceva sentire strano ma eccitato ero succube di lei, mi piaceva quella sensazioni e comincia a succhiarlo con avidità tanto che lei mi disse di fare piu piano perché senno sarebbe venuta .

Allora rallentai lei volle cambiare posizione e abbiamo fatto un 69 da urlo ad un certo punto lei scarico il suo seme nella mia bocca non avevo mai assaggiato la sborra aveva un sapore agrodolce lei mi obbligo ad inghiottire il suo seme tenendo dentro ancora il suo cazzo lei era in estasi mi guardo e mi bacio in bocca .

Poi comincio di nuovo a leccarmi il cazzo lo bagnò bene con la sua saliva e si giro per mettersi a pecorina , io appoggiai il mio cazzo sul suo buco del culo e spinsi piano piano sentivo che entrava senza troppa resistenza e allora spinsi sempre piu affondo era bellissimo sentivo il suo calore sul mio cazzo era stupendo nel frattempo gli era tornato duro glielo ho preso in mano era durissimo .

Lei si tolse dalla posizione e mi fece sdraiare a pancia sotto

Io non capivo cosa volesse fare ma un certo punto sentivo lei che leccava il mio buco del culo era bellissimo ma ancora non capivo cosa volesse fare ad un certo punto si alzo e mi appoggio il suo cazzo sul mio buco del culo ancora vergine e senti spingere provai ad sottrarmi ma lei mi blocco e spinse il suo cazzo sempre piu affondo senti un dolore intenso ma poi svanì e dico la verita mi e piaciuto lei mi pompo prima piano e poi forte e poi piano ed io mugolavo dal piacere un piacere mai provato in vita mia .

Lei mi pompo per un bel po’ prima di venire ancora ma questa volta a deciso di venirmi in faccia si mise seduta su di me e mi sborro in faccia sentivo il suo seme che mi ricopriva il volto

Lei estasiata mi a fatto venire nella sua bocca la piu bella scopata della mia vita poi ci siamo addormentati.

La mattina ci siamo svegliati e abbiamo rifatto sesso.

Questa relazione con lei dura ancora oggi e non la cambierei con nessun altra avventura perché lei capisce come far godere me e io lei sto prendendo in considerazione di andare a vivere con lei e una persona dolce praticamente mi sono innamorato di lei non potrei vivere senza lei.

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Le sorprese di una mamma

Il mio amico Mirko ultimamente tendeva a frequentare sempre più spesso casa mia, spesso con pretesti alquanto improbabili quali “studiare insieme”, “prendiamoci un caffè”, “vediamoci la partita” e balle simili. In realtà, sapevo che aveva sparlato con altri conoscenti di quanto fosse insolitamente attratto da mia madre…Mia madre Antonella ci ha praticamente visto crescere insieme e verso i miei amici è sempre stata gentile ed ospitale. Nessuno la aveva mai di fatto vista come un obiettivo sessuale, fin quando, verso i 20 anni, Mirko non l’aveva presa di mira. E oggettivamente non potevo biasimarlo! Mamma, 46 anni, era una donna a dir poco conturbante e senza dubbio sexy. Capelli neri, lunghi e lisci, un metro e 75 con una quarta di reggiseno spesso velata solo da scollature provocanti, e un fondoschiena non propriamente a mandolino, piuttosto largo, il che le conferiva una certa rotondità, non esagerata e quasi arrapante… Dal punto di vista del comportamento era rimasta una moglie fedele e impegnata nel lavoro, senza grilli per la testa, finché Mirko non riuscì a farmi cambiare parzialmente idea su di lei. Tornando alla narrazione, lui rimaneva uno dei miei amici “storici”, le cui continue visite però mi insospettivano non poco. Oltre a saperlo da altre persone, avevo avuto la riprova definitiva quando, un giorno, lo colsi con le mani nel sacco, che spiava mia madre dalla serratura del bagno! “Squallido!” gli urlai, e lui si girò spaventato verso di me, conscio di aver fatto una figuraccia. Onestamente non mi disturbava granchè l’idea che Mirko spiasse mamma, però era oggettivamente una scena triste, degna dei film di Pierino! Successivamente mi chiese scusa, però in privato mi spiegò che effettivamente mia madre rappresentava per lui un desiderio sessuale inarrivabile; apprezzai moltissimo il fatto che me lo fosse venuto a dire personalmente. In ogni caso gli dissi che sarebbe stato arduo, se non impossibile, portarsi a letto Antonella.Tuttavia provavo un minimo di fastidio, e non gli rivelai che mamma quando entrava in bagno tendeva a lasciare la porta chiusa, ma non a chiave…Nei giorni seguenti, continuando a bazzicare casa mia come una presenza costante, non ebbi modo di notare altri episodi del genere fin quando, ancora eccitato come un toro, Mirko si appoggiò nuovamente contro la serratura, e poco dopo gli venne in mente di aprire la porta.
“Antonella scusami… pensavo che fosse libero!” Mamma si stava facendo il bidet! La figa rasata era visibile tra le cosce, condite da un filo di cellulite cui lui non fece minimamente caso. Mi riferì che mamma lo aveva guardato quasi furiosa, e lui chiuse immediatamente la porta. “Certo che tua madre è veramente una gnocca incredibile… scusa se te lo dico, ma se potessi la spaccherei in due!”
Ero basito. Praticamente Mirko aveva avuto la visione in diretta della figa di mamma….Tuttavia la colossale figura fatta dal mio amico, benché gli avesse dato da masturbarsi per mesi, comportò che non si fece vedere a casa per un bel po’. Qui avvenne l’imponderabile. Mamma iniziò a chiedermi che fine avesse fatto Mirko, con domande tipo “la sua mancanza ormai si sente”, “chissà come mai non si fa più vedere”… E soprattutto aveva preso una nuova abitudine: notavo che, sotto i suoi pantaloni, indossava spesso dei perizoma! Un indumento che non le avevo praticamente mai visto indossare!
“chissà se quell’ a****le sta riuscendo nel suo intento”, pensai, ma poi razionalmente pensavo fosse impossibile che mia madre si concedesse in questo modo a un 20enne, è roba da film!
Ciononostante decisi di riferire a Mirko le frasi che lei mi aveva rivolto, stimolandolo involontariamente a ins****re con Antonella.
Il fattaccio avvenne alcuni giorno dopo: il mio amico aveva trovato coraggio di ripresentarsi a casa, lo aspettavo ad una data ora, prima che mamma decise di spedirmi a fare una commissione proprio in quell’orario.
E’ troppo strano, pensai. Soprattutto perché non svolgevo commissioni da anni, sapeva quanto mi scocciassi a fare questo tipo di cose.
E allora decisi, non so come, di farle credere che ero uscito, nascondendomi in realtà in un ripostiglio di casa. La mia mente aveva partorito uno strano piano di cui non riuscivo a riconoscere la motivazione: sebbene mi desse fastidio il fatto che Mirko si arrapasse pensando a mamma, volevo conceder lui un’opportunità, ma soprattutto volevo comprendere se questa fantomatica “commissione” imposta da mia madre avesse a che fare col fatto che lui stava per arrivare.
“Che mente malata la mia!”, riflettei.
Le cinque giunsero e Mirko, qualche minuto dopo, bussò.
Mamma, sebbene non fosse sotto la doccia, andò ad aprirgli in accappatoio…
Lì capii che la mia mente perversa aveva fottutamente ragione.
“Ciao Mirko, purtroppo al momento Giulio non è in casa.”lo accolse.
Lui, paralizzato dalla visione di Antonella in tenuta molto domestica, stava per ritornare indietro, quando mamma lo tirò per un braccio dentro casa: la discussione successiva fu incredibile.
“Sei tornato per continuare a spiarmi nel bagno, maiale?”
“….”
“E ti è piaciuta la mamma del tuo amico mentre si puliva?”
“Scusami, ma non ce la faccio più.. sei il mio sogno erotico ormai!”
“Davvero?” Lusingata, mamma gli sorrise sinistramente.
“Vieni con me”, lo prese per mano, lo condusse sul divano e a quel punto decisi di uscire.
Dovevo vedere cosa stava succedendo.
Mirko si era seduto sul divano, incredulo di avere davanti a sé le gambe depilate e lunghe di mamma, che se le toccava lentamente, a un ritmo esasperante.
“Quindi ti vuoi scopare la mamma del tuo amico…” e si buttò al volo sulle labbra di lui.
Si baciarono a lungo, approfonditamente, con le lingue che si univano lussuriosamente mentre mamma gli toccava i pantaloni..
“Antonella ti voglio nuda!” disse Mirko con la bava alla bocca.
E lei si staccò, proferendogli qualche parola, sussurrandola lentamente:
“Puoi solo vedere… nel frattempo fammi vedere il tuo cazzo…” e lo tolse dai jeans, svettante e già lucido. Lo toccò con due dita, in maniera lieve sulla punta, mentre Mirko iniziava a fare versi goduriosi.
“Preparati allo show di una VERA donna!”
Mise una sedia davanti a lui e iniziò a fare passi lenti, sinuosi volti a provocare il mio amico.
Mamma stava iniziando uno spogliarello che mi provocò un’erezione assurda.
Poco dopo tolse l’accappatoio e, fossi stato in Mirko, sarei venuto anche io.
Indossava sotto un perizoma nero, sottile all’estremo, che mentre si voltava mostrava l’interezza del suo culo, toccandoselo con la mano, mentre sopra un reggiseno di pizzo nero a stento conteneva gli enormi seni.
Si muoveva in maniera sensuale oltre ogni previsione, chinandosi regolarmente per mostrargli tutte le sue grazie, appoggiò uno dei tacchi accanto a lui, mostrandogli la vagina scostando il perizoma.
Prese il dito di Mirko e lo infilò dentro, provocando rumori che mostravano evidentemente quanto fosse bagnata. Mentre lui procedeva, lei gli toccava le labbra sfiorandole appena, e spingendo col bacino contro due dita che spingevano furiosamente.
Si staccò di colpo, abbassando prima il perizoma e poi togliendosi il reggiseno.
Si piegò nuovamente a 90 di fronte a Mirko, poggiandoli delicatamente le tette in faccia.
“Leccamele” e non se lo fece ripetere.
Mordicchiava delicatamente i capezzoli di mamma, titillandoli con le dita , e lei lo guardava soddisfatta, ignara del figlio dietro l’angolo che osservava la scena, e che mai avrebbe immaginato che la madre fosse una simile troia!
Si baciarono di nuovo, con trasporto, quando mamma iniziò a masturbare con estrema lentezza il pene di Mirko che a tratti sarebbe scoppiato…
“Antonella non ti posso scopare?” disse sudando.
“non esiste, se torna Giulio che faccio?”
“Non lo so, prova con un pompino”
Risero entrambi. Mamma si inginocchiò di fronte a lui e mise il cazzo fra le sue tette.
Iniziai a masturbarmi: mia madre Antonella, la sua quarta di seno che conteneva il pene di un mio amico, la sega spagnola lenta che gli stava facendo, era tutto troppo eccitante.
“Che tette eccezionali che hai… voglio sborrarci sopra!” Disse infoiato.
“Sinceramente preferisco sentire il sapore dello sperma” fu l’incredibile risposta di mamma!
Mirko propose di scoparla ancora, ma lei rifiutò, dicendo che “una donna sposata non si può far fottere da chiunque!”
Che zoccola!
“Comunque se vuoi tornare un pompino non te lo negherò certo” disse, ghignando, e continuando ad alzare e abbassare i seni sul suo pene.
Poco dopo Mirko si alzò e, con mamma ancora inginocchiata, le mise il cazzo in bocca.
“Ohhhh quanto ho sognato un pompino da te!”
Lei sfiorava lentamente la cappella con la lingua, passandola lungo tutta la circonferenza, e andando via via sempre più verso la base dell’attrezzo.
Mamma sembrava una pompinara nata…
Ma non durò molto: poco dopo Mirko iniziò a masturbare la parte del pene rimasta libera dalle fauci di Antonella, e le venne copiosamente in bocca mugolando in modo a****lesco e ingoiando la sborra, con qualche goccia che scendeva lungo il collo.
Rimasi incredulo.
Chissà che prossimamente non mi convenga provarci con la mia stessa madre….

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Pietro Aretino_Sonetti lussuriosi

XIII
Dammi la lingua, appunta i piedi al muro;
stringi le coscie, e tienim stretto, stretto;
lasciat’ire a riverso in sul letto
che d’altro che di fotter non mi curo.

Ai! Traditore! Quant’hai il cazzon duro!
O! come? su la potta ci confetto!
Un dì, tormelo in culo ti prometto,
e di farlo uscir netto t’assicuro.

– Io vi ringrazio cara Lorenzina,
mi sforzerò servirvi; ma spingete,
spingete come fa la Ciabattina.

o farò adesso, e voi quando farete?
– Adesso! dammi tutta la linguina.
Ch’io muojo. – Et io, e voi cagion ne sete;

adunque voi compirete?
– Adesso, adesso faccio, Signor mio;
Adesso ho fatto. Et io; ohimè! o Dio!

XIV
Non tirar, fottutello di Cupido,
la cariola; fermati bismulo;
ch’io vo’ fotter in potta e non in culo
costei, che mi togl’il cazzo e me ne rido.

E nelle braccia le gambe mi fido,
e si disconcio sto (e non t’adulo)
che si morrebbe a starci un’ora un mulo
che fottendo a disaggio, mi disfaccio.

E se voi, Beatrice, stentar faccio,
perdonar mi dovete, perch’io mostro
che fottendo a disaggio, mi disfaccio.

E se non ch’io mi specchio nel cul vostro,
stando sospeso l’uno e l’altro braccio,
mai non si finirebbe il fatto nostro.

O cul di latte e d’ostro!
Se non ch’io son per mirarti di vena,
non mi starebbe il cazzo ritto appena.

XV
Il putto poppa, e poppa anche la potta;
a un tempo, date il latte e ricevete,
e tre contenti in un letto vedete:
ognuno il suo piacer piglia a un otta.

Aveste fottitura mai sì ghiotta,
fra le migliaie che avute ne avete?
In questo fotter più festa prendete,
ch’un villan quano ei mangia la ricotta.

– Veramente egli è dolce a cotal modo,
il fotter reverendo, il fotter divo;
e come io fossi una Badessa godo;

e si mi tocca a la gran foia il vivo
questo strenuo tu bel cazzo sodo,
ch’io sento un piacer superlativo.

E tu, cazzo corrivo,
in le gran frette la potta ti caccia,
e stacci un mese, che ‘l buon pro ti faccia.

XVI
Sta cheto bambin mio; ninna, ninna!
Spinge, maestro Andrea, spinge ch’ei c’è.
Dammi tutta la lingua, ai! ohimè!
Che il tuo gran cazzo all’anima mi va.

– Signora, adesso, adesso v’intrerà;
cullate bene il fanciullin col piè,
e farete servizi a tutti e tre:
perché noi compiremo, ei dormirà.

– Io son contenta; io cullo, io meno, io fo;
culla, mena e travagliati ancor tu.
– Mammina, a vostra posta compirò.

– Non far! fermati, aspetta un poco più,
che tal dolcezza in questo fotter ho,
ch’io non vorrei ch’ei finisse mai più.

– Madonna mia, orsù,
fate, di grazia! Or, da che voi, così,
io faccio; e tu, farai? – Signora, sì.
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Libro Secondo

Altri sonetti lussuriosi

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Questo è un libro d’altro che Sonetti,
di Capitoli, d’Egloghe o Canzone;
qui il Sannazaro o il Bembo non compone
né liquidi cristalli, né fioretti.

Qui il Bernia non ha madrigaletti,
ma vi son cazzi senza discrezione,
ecci la potta, e ‘l cul che gli ripone,
come fanno le s**tole a’ confetti.

E qui son gente fottute sfottute,
e di cazzi e di potte notomie,
e nei culi molte anime perdute.

E ognun si fotte in le più leggiadre vie,
ch’a Ponte Sisto non sarian credute,
infra le puttanesche gerarchie.

Et in fin le son pazzie
a farsi schifo di sì buoni bocconi,
e chi non fotte ognun, Dio gli perdoni!

I
Veduto avete le reliquie tutte
dei cazzi orrendi in le potte stupende;
et avete visto far quelle faccende
allegramente a queste belle putte;

e di dietro e d’inanzi darle frutte,
e ne le bocche le lingue a vicende:
che son cose da farne le leggende,
come che di Morgante e di Margutte.

Io so ch’un gran piacer avete avuto,
a veder dare in potta e’ n cul la stretta,
in modo che più non s’è fottuto.

E come spesso nel naso si getta
l’odor del pepe o quel dello starnuto,
che fanno starnutar un con gran fretta

così nella braghetta,
del fotter a l’odor corretti sete;
e toccatel’ con man, se nol’ credete.

II
Madonna, dal polmone è vostro male:
il rimedio c’è pronto, se volete
alzar le coscie più che potete
per ricever in cul un serviziale.

Questo val meglio che acqua pettorale,
madonna; v’assicuro el trovarete.
– Orsù, Messer, poi ché questo credete,
di guarirme più tardar non mi cale.

Ecco il cul, alerta! Ohimè! Che fate?
Gli è differente il tondo dal fesso;
non è il patto che mi facesti adesso.

Pian, che gli è grosso, mi storpiate!
– Madonna, volete che vi dica il vero?
Quel mio cazzon duro, so che guarisce

polmon anche la tosse.
– Pur che duri tal festa, di guarir spero;
ma di finir così presto mi dispero.

III

Dialogo: Aretino, Franco.
A. Dunque, ser Franco, il Papa fé davvero?
F. Cazzo! lui mi fé porre il laccio al collo,
e sù le forche dar l’ultimo crollo.
A. La Poesia?… F. La non mi valse un zero!

Anzi, lei mi fu il boia. A. A dirti il vero,
mai ti vedesti di dir mal satollo.
F. Il cancaro che ti mangi, e chi pensollo!
Fu il non saper mostrar per bianco il nero.

A. Diceasi in Roma, che eri mal Cristiano;
intesi non so che di Sodomia…
F. Becco cornuto, tu sei l’Aretino!

Bardascia, bugerone, luterano,
ch’hai più corna che compar Cristino!
A. Menti! F. Mento? il mal’anno che Dio ti dia!

IV
Morendo su le forche, un Ascolano,
qual era avvezzo a scaricar la foia,
vide, torcendo il capo, il culo al boia,
che li facea su ‘l collo un ballo strano.

Subitamente, o fragil senso umano!
il cazzo se gli arrizza, ancor che moia;
ma non se ‘l mena già, che gli da noia
l’aver legata l’una e l’altra mano.

Così all’inferno, a cazzo ritto è andato,
e al Nemico, in vece di saluto,
dentro del negro cul l’ebbe ficcato;

poi ringraziollo e disse: – O Pluto,
tu hai le corna ed io ti ho buggerato;
dunque ti posso dir becco fottuto.

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Pietro Aretino_Sonetti lussuriosi_libro primo_ son

VI
Tu m’hai il cazzo in la potta, e il cul mi vedi
e io veggio il tuo cul com’egli è fatto,
ma tu potresti dir ch’io sono un matto,
perch’io tengo le mani ove stanno i piedi.

– Ma s’a codesto modo fotter credi,
sei una bestia, e non ti verrà fatto;
perch’asssai meglio del fotter m’adatto,
quando col petto sul mio petto siedi.

– Io vi vo’ fotter per lettera, Comare,
e voglio farvi al cul tante mamine
co le dita, col cazzo, e col menare,

e sentirete un piacer senza fine.
E so ben ch’è più dolce ch’il grattare
da Dee, da Duchesse e da Regine;

e mi direte al fine
ch’io sono un valent’uomo in tal mestiero…
Ma d’aver poco cazzo mi dispero.

VII
Ove il mettrete voi? Ditel’ di grazia,
dietro o dinanzi? io vo’ ‘l sapere,
perché farovi forse dispiacere
se nel cul me lo caccio per disgrazia.

– Madonna, no, perché la potta sazia
il cazzo sì che v’ha poco piacere,
ma quel che faccio, il fo per non parere
un Frate Mariano, verbi gratia.

Ma poi ch’il cazzo in cul tutto volete
come vogliono savi, io sono contento
che voi fate del mio ciò che volete.

E pigliatelo con man, mettetel’ dentro:
che tanto utile al corpo sentirete,
quanto che gli ammalati l’argomento.

E io tal gaudio sento
a sentire il mio cazzo in mano a voi,
ch’io morirò, se ci fottiam, fra noi.

VIII
E saria pur una coglioneria
sendo in voglia mia fottervi adesso,
avervi col cazzo nella potta messo,
del cul non mi facendo carestia.

Finisca in me la mia genealogia!
Ch’io vo’ fottervi dietro, spesso, spesso,
poiché gli è più differente il tondo dal fesso
che l’acquata dalla malvasia.

– Fottimi e fa di me ciò che tu vuoi,
in potta, in cul, ch’io me ne curo poco
dove che tu ci facci i fatti tuoi.

Ch’io per me nella potta, in culo ho il foco,
e quanti cazzi han muli, asini e buoi
non scemeriano nella mia foia in poco.

Poi saresti in dapoco
a farmelo all’antica tra le cosse,
ch’anch’io dietro il faria, se uomo fosse.

IX
Questo è pur un bel cazzo lungo e grosso.
Deh! se l’hai caro lasciamelo vedere
– Vogliam provare se potete tenere
questo cazzo in la potta, e me addosso.

– Come, s’io vo’ provar? come, s’io posso?
Piuttosto questo che mangiare o bere!
– Ma s’io v’infrango poi, stando a giacere,
farovi mal. – Tu hai ‘l pensier del Rosso,

Gettati pure in letto e nello spazzo
sopra di me, che se Marforio fosse,
o un gigante, io n’averò sollazzo,

purché mi tocchi le midolla e l’osse
con questo tuo divinissimo cazzo
che guarisce le potte dalla tosse.

– Aprite ben le cosse…
Che potrian delle donne esser vedute
di voi meglio vestite, ma non fottute.

X
Io ‘l voglio in cul. – Tu mi perdonerai,
o Donna, non voglio far questo peccato,
perché questo è un cibo da prelato,
ch’ha perduto il gusto sempre mai.

– Deh! mettetel’ qui! – Non farò! – Sì, farai.
Perché? non s’usa più da l’altro lato,
Id est in potta? – Sìm, ma egli è più grato
il cazzo dietro che dinanzi assai.

– Da voi io vo lasciarmi consigliare
il cazzo è suo, e se ‘l vi piace tanto,
com’a cazzo gli avete a comandare.

– Io l’accetto, ben mio: spingel’ da canto
più su, più giù, e va senza sputare.
O cazzo buon compagno, o cazzo santo!

– Toglietel’ tutto quanto.
– Io l’ho tolto entro più che volentiere,
ma ci vorrei stare un anno a sedere!

XI
Apri le coscie, acciò ch’io vegga bene
il tuo bel culo e la tua potta in viso;
culo da far mutar un cazzo d’aviso!
Potta che i cuori stilli per le vene.

Mentre ch’io vi vagheggio egli mi viene
capriccio di pasciarvi a l’improviso,
e mi par esser più bel che Narciso
nel specchio ch’il mio cazzo allegro tiene.

– Ai ribalda, ai ribaldo in terra e in letto!
Io ti veggio, puttana! e t’apparecchia,
ch’io ti rompa doi costole del petto.

– Io te n’incaco, franciosata, vecchia,
che per questo piacere arciperfetto
intrarei in un pozzo sanza secchia.

E non si trova pecchia
ghiotta dei fiori, com’io d’un nobil cazzo,
e no ‘l provo ancho, e per mirarlo sguazzo.

XII
Marte, maledettissimo poltrone!
Così sotto una donna non si reca,
e non si fotte Venere alla cieca,
con assai furia e poca discrezione.

– Io non son Marte, io son Hercol Rangone,
e fotto qui che sete Angela Greca;
e se ci fosse qui la mia ribeca,
vi sonerei fottendo una canzone.

E voi, Signora, mia dolce consorte,
su la potta ballar faresti il cazzo,
menando il culo in su, spingendo forte.

– Signor sì, che con voi, fottendo, sguazzo,
ma temo Amor che non mi dia la morte,
colle vostr’armi, essendo putto e pazzo.

– Cupido è mio ragazzo
e vostro figlio, e guarda l’arme mia
per sacrarle alla dea Poltroneria.

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Luciana, la nuova collega (Capitolo 5)

E’ ormai passato un anno dal giorno in cui è sbocciato il nostro amore. Luciana si è trasferita da me da due mesi quando abbiamo preso la decisione di portare a conoscenza la Direzione della nostra storia.
Nel frattempo i colleghi dell’amministrazione sono cambiati perché, chi per un motivo e chi per un altro hanno preso la decisione di cambiare aria per la nostra contentezza. Effettivamente l’aria per loro era cambiata molto dal momento in cui sono venuti a conoscenza di noi. Le loro battute spiritose (come dicevano loro) sempre più volgari anche in mia presenza gli sono costati il posto.
Il nostro amore è uscito rafforzato da tutto questo e quando la Società ha aperto una filiale più vicina al nostro appartamento ho preso la decisione di “separarci” di metterla a capo dell’amministrazione di questa. Ci vediamo di meno ma è stato sicuramente meglio così. La sostituzione degli ex colleghi è stata fatta cercando di assumere gente più giovane e più vogliosa , logicamente, sono tutti uomini (Luciana è un po’ gelosa)!
Abbiamo preso la decisione di festeggiare il primo anniversario a Napoli, in quella città che è stata complice del nostro incontro “amoroso”, alloggiando nello stesso albergo anche se in una stanza diversa.
Passiamo la giornata facendo un salto a Capri, con tanto di giro turistico dell’isola in barca e visita nella grotta azzurra e pranzando in un caratteristico ristorante del luogo.
Sono le cinque pomeridiane quando entriamo nell’albergo per rinfrescarci con una doccia volante (niente sesso per ora) e riuscire subito dopo per passeggiare in questa fantastica città.
Ceniamo nella nostra pizzeria ordinando lo stesso cibo dell’altra volta (come siamo romantici) per poi tornare all’albergo andando incontro alla nostra notte di passione.
Da questa mattina ho notato in Laura un’aria birichina che desumo sia dovuta non tanto dall’importanza del giorno quanto al fatto che, forse, non pensava di arrivare mai fino a questo punto.
“Caro devo andare al bagno. Tu intanto spogliati che ti raggiungo subito”
“D’accordo”
Sono nudo sul letto pregustandomi la nottata che ci aspetta. Mi sento eccitato. Stranamente la sua sosta nel bagno è più lunga del solito, non vorrei che si sentisse male.
“Luciana tutto ok?”
“Tranquillo Silvio arrivo subito” mi sento rispondere mentre apre la porta. Luciana non è nuda come mi aspettavo. Ha ancora indosso tutti i vestiti anche se si è struccata. Si avvicina ai piedi del letto ed accende il CD che porta sempre con lei. Dall’apparecchio esce una musica soft regolata a un volume medio/basso. Vedo Luciana che comincia a muoversi ballando a ritmo di musica. Penso che sia un invito a ballare con lei ma appena accenno a muovermi vengo bloccato dal suo sguardo fisso nei miei occhi.
Questo ballo si tramuta lentamente in uno spogliarello aggraziato e mai troppo volgare almeno fino a quando non rimane tutta nuda con la canzone non ancora terminata. Sicuramente ha calcolato male il tempo di esecuzione ed è andata troppo veloce. Forse è tentata di spengere l’apparecchio ma, conoscendola, non lo farà mai. Mentre le sue mosse si fanno sempre più spinte mettendo in mostra tutto quel buon di Dio, comincio a ridere sempre più forte (è infatti alquanto comica) e sento il mio cazzo che si eccita sempre di più. Finalmente la canzone termina, il CD viene spento, e vengo raggiunto da Luciana, che ansima con un fiatone pazzesco. La faccio distendere sul letto scendendo sul suo pube curato e profumato. La mia lingua inizia a lambire le grandi labbra per poi, facendosi sempre più insistenti, passare alle piccole labbra ed arrivare al clitoride.
Il semplice tocco fa gemere Luciana che posa una mano sulla mia nuca allargando il più possibile le gambe per facilitare il mio lavoro.
“Silviooooo sìììììì cosìììììììììììììì”
“slurp slup” ai miei passaggi le sue reazioni si fanno sempre più violente fino a quando
“godooooooooo Silvio godooooo” geme Luciana movendo tutto il corpo al ritmo delle mie leccate che continuano imperterrite mentre mi sposto nella classica posizione del sessantanove.
Le labbra di Luciana avvolgono subito il mio fallo che viene succhiato, ingoiato, leccato dandomi sensazioni indescrivibili eccitandomi ancora di più. Le mie dita continuano a martorizzare Luciana entrando in quella caverna vogliosa che è diventata la sua figa, a strizzare il gonfio clitoride, mentre la lingua si prende cura del rugoso ano leccandolo ed entrando in esso. I nostri gemiti aumentano di volume proporzionalmente all’avvicinamento dell’orgasmo che ben presto arriva in modo violento.
“Lucianaaaaa sììììììììì ancoraaaaaa ….. ancoraaaaaaaaa …….godooooooooo” grido io quando il cazzo erutta nella bocca di Luciana che continua a succhiarlo fino all’ultima goccia
Dai sobbalzi del corpo di Luciana capisco che anch’essa è giunta all’orgasmo (l’ennesimo, ormai ho perso i conti) impossibilitata ad urlarmelo occupata com’è a pompare sul cazzo rimasto semirigido.
Le sue fatiche non sono vane tanto che dopo pochi secondi affondo il mio cazzo in un colpo solo nella gocciolante figa martellandola con forza ad un ritmo forsennato
“Silviooooooo sììììì cosììì mi spacchi tutta …… rompemelaaaa”
“tiè .. tiè … oggi te la rompo propriooooooo”
“ancora …. Ancoraaaa ….. sììììììì….. godooooooooo”
“tiè .. tiè”
Vedo Luciana oscillare la testa a destra e a sinistra, succhiarsi un labbro, strizzarsi le zinne, movendo le mani in modo convulso, inarcare sempre di più la schiena spingendo il suo bacino verso il mio cazzo come se avesse perso il controllo di se stessa.
“OHHHHHHH Silvioooooooo ….. Silvioooooooo”
Dopo averla fatta mettere a quattro zampe rientro in lei a fondo variando il ritmo per res****re il più possibile. Nel momento in cui Luciana sente il mio dito stuzzicarle l’ano si eccita ulteriormente. Lei sa che presto glielo infilerò dentro il più possibile è questo le è sempre piaciuto nonostante non mi abbia mai permesso di possederla analmente.
“OHHHH ….. sììììììì infilamelo tutto dai ….. mi piace….. sìììììì” mi invita sculettando ancora di più.
Quando il mio dito entra non trova nessun ostacolo per quanto è rilassata e preparata mentalmente per questa forzatura provo ad aggiungere anche un secondo dito che entra anch’esso con facilità. Lo sforzo che sto facendo per non venire è premiato dalla vista del culo di Luciana profanato da due dita che lo stantuffano ma sento veramente di aver richiesto troppo tanto che le inondo la fica poco dopo
“Lucianaaaaaaaa .. ti amooooooooooooo …… oohh godo” grido io mandando un urlo liberatorio
“Ohhhhhh …… godooooooooo” mi risponde lei con quel po’ di fiato che le è rimasto
crolliamo sul letto ansimanti come mai prima tanto che solamente dopo un paio di minuti riusciamo a darci un bacio abbracciandoci.
“amore mio oggi mi hai proprio distrutto”
“anche tu non ci sei andato leggero. Non avevo mai goduto tanto. Quasi quasi mi dispiace che sia finita.” Mi risponde Luciana sorridendomi per poi baciarmi appassionatamente.
Continuiamo a stare abbracciati parlando, come sempre, dei possibili od impossibili progetti futuri o delle fantasie che frullano nella mente prima di uno e poi dell’altro. E’ sempre dopo aver fatto l’amore che uno di noi se ne esce con qualcosa del tipo “che ne pensi se compriamo un’altra casa a …” “dove andiamo questa estate” “hai visto quella come ci guardava” ………
Insomma in questi momenti ci rilassiamo solamente stando abbracciati e parlando. In questi momenti il nostro amore è l’unica cosa presente nel mondo perché noi siamo il mondo. Non c’è nessun’altro.
La stanchezza ha lentamente ragione su di me tanto che crollo in un sonno ristoratore.
Vengo risvegliato da una sensazione che conosco molto bene. Allungo un braccio verso il basso per trovare la sua nuca tra le mie gambe. Sento la bocca alitare sulla cappella che apprezza queste attenzioni tanto che inizia a drizzarsi. Accompagno la nuca nel classico su e giù mentre me lo succhia con sentimento
“Luciana … che lingua ….. cosìì … cosììì …… vieni dammi qualcosa anche a me …… ti pregoooo…”
La figa di Luciana già bagnata quando arriva all’altezza della mia bocca ed inizio a leccarla e lapparla mentre le massaggio le natiche. La mia lingua ora lecca gli umori di Luciana passando poi a punzecchiare lo scuro bottoncino del suo ano ed infilandole due dita nella fica.
“mmmmmmm ….. Silvioooo …. mi piace….. sììììì” si lamenta lei togliendosi per un momento il cazzo dalla bocca “ sei fantasticooooohhhhhh”
Sentendomi incitato sposto le due dita dalla fica al culo che riceve senza minimo sforzo questo ingresso e scendo con la lingua a titillare il sempre più grosso clitoride. Luciana, come fa sempre quando le sta arrivando l’orgasmo, muove il bacino sempre più velocemente
“Silvioooooo ohhhhh godo … godo … godoooooooo”
nel momento dell’orgasmo le infilo a fondo anche due dita nella fica fino a quando non toccano quelli che sono nel culo
“Silvioooooooooohh sììììì sììììììììì ancora …… ti amo ….. sìììììì …… godo” continua a gemere Luciana che, con i movimenti accelerati del bacino dovuti all’orgasmo sembra si stia facendo una doppia da sola avendo entrambi i buchi occupati dalle mia dita
“prendimi alla pecorina … daììì … ti voglio sentire dentro …. scopami … subito..” mi dice mentre si sistema a quattro zampe
“uhmmmmmm eccotelo tutto dentro te lo infilo ….. ti piace eh”
“sì mi piace … mi piace … di più .. più forte …” mi incita Luciana
“tiè .. tieè … oggi te la rompo del tutto … te la spaccooo”
“sììììììììììììììììììììììì ancora………… ancora…….”
“tiè .. tieè.. tiè” spingo io sempre più velocemente fino a quando non sento la mano di Luciana che si impossessa del cazzo per spostarlo più e posarlo sull’inviolato orifizio”
“dai inculami .. ma fai piano .. ti prego … ho voglia di sentirmelo nel culo … daìì”
sorpreso da questa mossa inattesa inizio a spingere piano per far entrare lentamente, e il più dolcemente possibile, il mio fallo nel tanto sospirato buco
“AAHHHIIII più piano .. più piano … mi fai maleeee”
rallento per quanto possibile la spinta fino a quando non sento il glande varcare lo sfintere. In quel momento mi fermo per dare a Luciana la possibilità di abituarsi all’intruso
“OHHHH Silvioooo sììììì dai ancora ancora” mi incita con un gemito più di dolore che di piacere
“rilassati Luciana … rilassati … non stringere o sentirai più male .. rilassati” la tranquillizzo mentre con calma e lentezza ricomincio a spingere
“AAAHHHH mi fai malee … mi fai maleeeeeeehhhhh ohhhhhhh”
sento che lo sfintere di Luciana si è rilassato di colpo come se avesse accettato questa intrusione, come faceva quando le infilavo le dita, e questo facilita il tutto ed in pochi secondi sento le palle sbattere sul culo perché tutto il cazzo è ormai entrato dentro di lei
“Lucianaaa … luciana … ti amooo .. ti amo” mormoro mentre resto immobile aspettando che i suoi gemiti si calmino
“Silvio .. daììì … fammelo sentire adesso .. l’hai sempre desiderato, lo so! Ora fammi sentire quello che si prova ad essere inculati veramenteeee”
inizio a muovermi con movimento lento ma lungo, portando l’asta del mio uccello quasi all’uscita per poi rientrare fino in fondo
“rilassati Luciana … rilassati e vedrai che ti piacerà … rilassati”
“OHHH Silvio … sìììììì … inizia a piacermi … siìì daììì più forte … daììì” urla Luciana mentre comincia a venire incontro al mio cazzo con sempre più forza
“Lucianaaaaaaaa sìììììììììììì … te lo rompo … oggi ti rompo anche il culo …. Ohhhhhhhh”
“Silviooo .. è bello … mi piace… più forte .. rompemelo … più forte .. ohhhhhhhh .. sììììì”
“tiè … tiè … tiè…” gemo sempre intensifico i colpi portando le mie mani a torturare i turgidi capezzoli
“Siiii Silvioooo sìììììì cosììììì … mi piace … godoo.. godooooooo … SILVIOOOOOOOOOO” sento urlare Luciana sconquassata dal suo primo orgasmo anale mentre con una mano si sfrega sempre più velocemente il clitoride
“Lucianaaaa ….. godooooooo .. tiè … tiè … godo …” le urlo quando sento la mia sborra innaffiarle le viscere
“OOOHHH SIIIIIIIIIIIIIII INCULAMIIIIIIIIIIIIIIIII MI PIU’ FORTEEEEEEEEEEEHHHHHHH”
rimango dentro di lei per gustarmi il più a lungo possibile questo momento d’estasi mentre sento Luciana che continua a urlare il suo orgasmo.
“grazie Luciana. E’ stato magnifico per quanto inaspettato. Grazie” ansimo mentre mi distendo sul letto
“Devo dire che non è stato come me l’aspettavo. Sì all’inizio è stato doloroso, e manco poco, però poi mi è piaciuto. Tu sei stato bravissimo, mi hai messo a mio agio, mi hai fatto rilassare e questo mi ha aiutato. Sentire quella tua voce dolce darmi consigli, sentendoti padrone della situazione mi ha tranquillizzata.”
“non puoi capire quanto ho sognato questo momento”
“oh questo l’ho capito fin troppo bene. Ogni volta mi infilavi le dita nel culo. Un messaggio più chiaro non poteva esserci” mi dice ridendo “ora però a ninna che domani, anzi tra poche ore, ci dobbiamo alzare per partire. Comunque consideralo come il regalo dell’anniversario. Quando mi darai il tuo?”
“non ti preoccupare che quando ci alzeremo lo troverai” le rispondo io. A ninna ora. Buonanotte”
Dopo un ultimo bacio ci assopiamo abbracciati.

Fine.

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Io e mia zia :)

Questa è una vera storia riguardante me è la mia prima volta in assoluto con una donna ossia mia zia. (ogni tanto la chiamerò S.)

Il tutto comincia il venerdì del 31 ottobre del 2005 e io appena quindicenne stavo di prepotenza entrando nel mondo del sesso, iniziai a vedere ogni donna intorno a me non più come un donna ma come un qualcosa con due tette un culo e una figa da scopare e ovviamente questo era dovuto agli ormoni che ormai impazzavano in me. Inutile dire che mi sfondavo di seghe ogni giorno pensando alle mie compagne di classe più porche o spinte delle loro coetanee. Alla fine della terza media una mia compagna di colore addirittura si convinse a farmi una sega nel bagno della scuola ma questa è un altra storia. Ora veniamo a noi:

Quel giorno corrisponde al compleanno di mio cugino che all’ epoca compiva 4 anni e ovviamente mia zia fece una festa di compleanno alla quale venimmo invitati. Avevo da poco iniziato le superiori e le mie compagne di classe avevano già s**tenato una gran voglia in me in quel periodo. Quando arrivammo alla festa e vidi mia zia rimasi esterefatto, era da tanto che non la vedevo ma non me la ricordavo così, saranno stati gli ormoni ma guardandola con quel vestito attillato che lasciava intuire tutte le sue forme mi divenne duro duro (come la coda di un canguro). Lei è una donna sulla trentina non molto alta (1,65) magra, con una terza di seno piccolina e un sedere enorme e ben definito davvero perfetto, ma sproporzionato rispetto al suo corpo. Iniziai quindi ad avere pensieri strani nei confronti di mia zia e avendo letto numerosi racconti erotici i****tuosi tra nipote e zia mi eccitai in maniera evidente e così decisi di andare nel bagno per calmare i bollenti spiriti facendomi una gloriosa sega pensando a quel suo morbido e sodo sedere o a quella figa stretta e depilata tutta bagnata, insomma inutile dire che venni ovunque in quel bagno. Tornai quindi nella sala dove mia zia mi si avvicinò facendomi le solite domande da zia ossia mi chiese come andava la scuola con gli amici e con le ragazze. Io come al solito dicevo che andava tutto bene e le feci i complimenti per il suo incantevole abito, lei arrossi accennando una piccola risata e mi ringraziò. A quel punto si diresse dagli altri ospiti girandosi e offrendomi la bellezza del suo sedere. Andai quindi da mio zio e dato che lui è un giocherellone e io non avevo coetanei in quella festa decidemmo di giocare un po a biliardino. A me mio zio piaceva come carattere e per me era davvero un amico, e mi dispiaceva avere fantasie su sua moglie nonchè mia zia così decisi di riprendere il controllo del mio corpo e mi calmai. Appena rientrammo e vidi quella donna però mi ritornò duro e così iniziai a capire che avevo seriamente un debole per mia zia ed ero sicuro che non mi sarei fermato a farmi delle seghe pensandola.

Iniziai così a immaginare come potevo iniziare un approccio con lei di questo genere e mi riportai alla memoria i vari racconti letti, alcuni usavano la tecnica del “fissare” e vedere se c’è una reazione dal lato opposto, oppure alcuni palpavano pian piano le gambe della zietta salendo sempre più su e vedendo se c’è una reazione. La maggior parte comunque ci aveva provato a casa mentre non c’era nessuno o quasi di sicuro non ad una festa e così pensai che era meglio provarci in un altra situazione magari quad’eravamo un po’ più soli soletti. Quindi durante il compleanno mentre tutti i piccoletti correvano a destra e manca io mi accontentai di stare vicino a mia zia aiutandola nelle faccende e accompagnandola ovunque ero sempre al suo fianco approfittando anche di qualche “strisciata” sedere-pene involontaria quando ci incrociavamo in un passaggio stretto. Ogni volta mi diventava duro e cercavo di non nasconderlo a lei, anzi cercavo di metterlo il più in mostra possibile (sempre e solo a lei ovviamente). Mia zia evidentemente si accorse della mia eccessiva gentilezza, dei miei sguardi sfuggenti sulle sue parti intime e del mio bozzo sul davanti, ma non disse nulla, anzi mi sorrideva come se fosse lusingata da questi miei strani tipi di “complimenti”.

Ad un certo punto ci sedemmo per mangiare ed io ovviamente mi sedetti vicino a lei, durante la cena mi feci coraggio e sotto il tavolo le misi una mano sulla sua gamba, S. non fece nulla come se non fosse successo nulla, allora preso dall adrenalina e dall eccitazione inizio pian piano a risalire con la mano nel suo interno coscia fino ad un mm dalla sua gina. Noto che si morde il labbro e così giungo a destinazione iniziando a massaggiarle il clitoride, dopo una trentina di sec mi toglie la mano guardandomi e dice a voce normale rivolgendosi verso di me:

“D. devo andare a prendere una cosa che ho lasciato su a casa, mi accompagneresti?” e io le risposi
“Certamente, ti accompagno”

Uscimmo quindi dal salone e prendemmo l’ascensore, c’era un silenzio tombale e lì la convinzione che volesse fare del sesso cadde con la preoccupazione che invece voleva solo rimproverarmi in privato.

Arrivati in casa però le cose per fortuna presero una piega diversa

“D. mi hai fatta bagnare tutta, mannaggia tua possibile che ti è venuta tutta oggi la voglia, ora devo cambiarmi tutta”

“Scusami zia e che proprio non so cosa mia sia preso, insomma stasera eri vestita in maniera provocante per un adolescente con gli ormoni impazziti”

“Vabbè dai ti perdono ora però meno chiacchere, vado a cambiarmi”

Finita la frase, si gira dandomi le spalle, si toglie il vestito rimanendo in intimo e sculettando in punta di piedi va nella sua camera. Ero piccolo per capire i messaggi subliminali ma pur non avendo capito per bene mi feci coraggio e mi avvicinai alla porta della camera da letto, la aprii e me la trovai nuda davanti a me. Non feci in tempo manco ad aprir bocca che lei mi venne addosso baciandomi e chiudendo la porta, la buttai sul letto dove continuandoci a baciare lei inizio a spogliarmi.

Mi stacco da quelle labbra carnose per slacciarmi i jeans e lei inizia subito col prendermelo in mano, poi se lo mette in bocca ed io le spingevo la testa più in profondità possibile, quasi si affogava con il mio pene, c’era saliva e umori ovunque ma questo non faceva altro che eccitarci di più, primo round finito dopo 5 min con venuta sulle sue tette e leccata da parte sua. Subito inizio il secondo tra baci passionali molto hard su ogni centimetro del nostro corpo, allora inizio leccandole la figa che era completamente depilata, fradicia e scoprirò anche stretta, lei allora mi fa:

“D. ti prego mettimelo nel culo, sono ancora vergine li, stasera voglio trasgredire in tutto con te”

“Sei una vera troia lo sai?”

“Oohh sii sono la tua troiettaa”

Allora tra i suoi gemiti di piacere iniziano a mischiarsi quelli di dolore ma una volta dentro godiamo più di prima

“D. riempimi ti prego riempimi tutta aaah aahhh”

“Piccola puttana tra un po te lo faccio arrivare in gola il mio nettare, aaah aaaaah sborrooooo”

“Ooooohh siiii riempimi tuttaa sono tuaaaa”

Fu così che le sborrai nel culo, ma non era finita lì mancava il triangolo magico quello dove tutti dicono ruoti il mondo, nel terzo round quindi iniziai a “chiavarla” con foga, i movimenti erano il più veloci e violenti possibili, volevo davvero penetrarla a sangue tanto da non farla camminare come prima e lei nel frattempo gemeva come nei migliori porno, le tirai i capelli per farla soffrire ancora di più e raggiungemmo quasi all’ unisono l’orgasmo, solo che il mio lo dovetti trattenere per versarlo nella sua bocca e lei come le migliori puttane ingoio con quella faccia mista tra godimento e felicità. Continuammo a baciarci e a toccarci nella doccia dove venni dopo una sega veloce per la mia quarta volta di fila nell’ arco di 20 min. Ci rivestimmo e prima di uscire di casa ci concedemmo un ultimo bacio.

Una volta fuori fu tutto come prima ma lei prima di rientrare mi disse

“D. stasera sono stata la tua puttana e vorrei esserla ancora nel futuro, quando hai bisogno di svuotarti chiamami e cercherò di essere disponibile per una bella scopata come questa, ah e ricorda ora io e te siamo amanti non dimenticartelo, potrò essere tua solo lontano da occhi indiscreti quindi fa attenzione, voglio che duri tanto questa nostra relazione sessuale, che dici sei d’accordo?”

“Zia, tu stasera mi hai fatto toccare il cielo con un dito, non pensavo lo volessi anche tu e anch’io voglio fare di tutto per scoparti il più possibile, ti amo S”

“Ti amo anch’io D.”

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Vecchie amicizie

Le parole della mia amica Anna continuavano a risuonarmi in testa.
Aveva ragione quando diceva che mi ero lasciata troppo andare dopo la rottura con il mio ex, sei mesi prima. Era vero.
Secondo lei dovevo fare qualche pazzia, provare a non pensare e divertirmi, qualcosa che rompesse quest’apatia che mi aveva colpita. Riflettevo, mentre l’acqua fresca della doccia scivolava sul mio corpo nudo.
Non feci in tempo ad uscire dalla doccia che qualcuno bussò alla porta.
M’infilai l’accappatoio in tutta fretta.
-Arrivo!-, gridai.
Mi diressi in soggiorno, di corsa, cercando di non scivolare. La luce del sole filtrava tra le tende, calda solo come sa essere in un pomeriggio d’estate.
Aprii la porta, e mi trovai di fronte un ragazzo alto, che non conoscevo. Aveva dei grandi occhi scuri, e un sorriso che mi sembrava familiare. Mi strinsi nell’accappatoio, un po’ in imbarazzo.
-Klara? Santo cielo, da quanto tempo!-
Io guardai il ragazzo un po’ allibita e confusa. Come sapeva il mio nome?
-Scusa, ma non credo di conoscerti..-
Sorrise ancora di più.
-Sono Alex…l’amico di tuo fratello. Ricordi? Andavamo insieme al liceo e passavo i pomeriggi qui a casa vostra con lui a giocare ai videogiochi.-
D’un tratto ricordai. Ma certo! Erano passati degli anni, ma ora lo riconobbi. L’avevo visto l’ultima volta che aveva solo 16 anni, era un ragazzino. E ora, che di anni ne aveva 25 come mio fratello, solo il sorriso e gli occhi erano gli stessi. Per il resto era diventato alto, asciutto, non particolarmente bello ma di sicuro attraente.
-Oh santo cielo! Alex, ma certo! Perdonami, non ti avevo riconosciuto, è passata una vita…come stai?-
Lui disse che stava bene, e che era in città per qualche giorno. Aveva pensato di venire a trovare il suo vecchio amico, di fargli una sorpresa, per questo era lì.
-Claudio non vive più qui…per la verità, ora qui ci vivo solo io. I nostri genitori si sono trasferiti in toscana nella casa dei nonni, mentre lui vive dall’altra parte della città con la sua fidanzata. Al momento, la casa è rimasta a me e ci vivo io.-
-Oh, capisco..- disse lui -..bè, però, già che sono qui, mi fermo volentieri per un caffè e due chiacchiere. Se non disturbo, sia chiaro…-
Feci un passo indietro per invitarlo ad entrare.
-Non dire sciocchezze, non disturbi affatto, mi fa piacere! Mettiti pure comodo, mentre io vado a vestirmi. Fa come se fossi a casa tua.-
Alex entrò e chiusi la porta.
-Ti dispiace se uso un attimo il bagno?- chiese.
-No di certo, fai pure. Io intanto mi cambio.-
Lo vidi dirigersi verso il bagno, mentre io andai in camera. Tolsi l’accappatoio e lo gettai a terra, rimanendo completamente nuda. Aprii il cassetto del comò e presi un paio di mutandine che infilai in fretta. Afferrai anche un reggiseno, ma mentre lo indossavo mi voltai, e vidi Alex sulla soglia, che mi guardava. Aveva uno sguardo strano, profondo, serio. Non disse una parola.
Il reggiseno mi cadde di mano per la sorpresa, e mi coprii il seno con le mani. Mi sentivo terribilmente in imbarazzo, eppure non dissi niente. Il suo silenzio era magnetico, come il suo sguardo. E, per qualche strana ragione, quello stesso imbarazzo m’intrigava. Dopotutto, erano mesi che un uomo non mi guardava in quel modo, e un po’ mi mancava. Dopo qualche istante che sembrò durare in eterno, lui sorrise appena.
-Perdonami…non avrei dovuto, ma ti ho vista e..non ho resistito.-
Scossi la testa.
-Non ti preoccupare, va tutto bene…-
Non sapevo che cosa sarebbe successo dopo, ma mi tornarono in mente le parole della mia amica. Così, qualunque cosa mi attendesse, avevo deciso che sarei stata al gioco. In più, quella tensione mi elettrizzava.
Alex fece qualche passo nella stanza.
-Posso darti una mano a scegliere cosa indossare?-
Io arrossii leggermente, ma annuii.
Lui andò verso l’armadio, lo aprì e iniziò a guardarci dentro. Spostava i vestiti appesi facendoli scorrere sull’asta, guardandoli attentamente. Dopo un paio di minuti fece la sua scelta. Tirò fuori dall’armadio un mini abito con una scollatura vertiginosa che non avevo mai indossato. Era un regalo del mio ex, ma per qualche ragione non me ne ero sbarazzata. Aveva ancora il cartellino attaccato, e Alex lo stacco con un gesto secco. Tolse l’abito dalla gruccia e me lo porse.
-Prova questo.-
Lo presi e lo infilai. Era molto aderente, quasi una seconda pelle, e fu faticoso entrarci dato che ero ancora un po’ umida dalla doccia di prima. La gonna era molto corta, troppo per i miei gusti, e quello era il motivo principale per cui non l’avevo mai indossato. In più, la scollatura era molto profonda e metteva un po’ troppo in risalto la mia quarta di seno. Si poteva vedere la forma dei miei capezzoli che premevano contro il tessuto sottile.
-Allora, che ne pensi?- chiesi un po’ timidamente.
-Davanti ti sta un incanto. Prova a girarti.-
Mi voltai, dandogli la schiena. Mi sentivo imbarazzata ed eccitata allo stesso tempo.
-Piegati un po’ in avanti..- disse ad un tratto.
-C..cosa..?-
-Fallo..- disse dolcemente.
Io obbedii.
L’abito, molto aderente, si sollevò, scoprendomi le natiche.
Alex si avvicinò.
-Puoi piegarti un pochino di più?-
Io non dissi nulla e mi piegai ancora, appoggiandomi con il busto al comò. Lo sentii fare qualche altro passo. Era dietro di me, sentivo il suo respiro e i suoi occhi che mi guardavano. Poco dopo, sentii anche le sue mani.
-Sei bellissima..- sussurrò.
Il cuore mi scoppiava nel petto. Sentivo le sue mani palparmi il sedere. Ci appoggiò il bacino e io potei sentire l’erezione che gli premeva nei pantaloni.
-Alex..-
-Klara…-
-E’ da tanto che non….-
-Ssshhht…-
Prese l’elastico dei miei slip e li fece scivolare giù lungo le gambe, lasciandomi esposta al suo sguardo. Sapevo di essere bagnata, perchè quella situazione mi stava eccitando come non mi capitava da una vita. Sentii le sue dita indugiare tra le mie labbra bagnate e ansimai. Si piegò leggermente su di me fino ad arrivare al mio orecchio.
-Oggi ci penso io a te…so di cos’hai bisogno. Tu rilassati.-
Sfilò le mutande dalle mie caviglie e mi divaricò le gambe. Io ero ancora piegata a novanta, appoggiata al comò, e a causa della scollatura un seno era uscito fuori e premeva sul ripiano, con il capezzolo rosa duro e turgido.
Sentii le sue dita toccarmi tra le gambe, e poi all’improvviso due di esse entrarono dentro con un colpo secco.
-Ahh…!- gemetti.
Iniziò a penetrarmi con forza, lasciando scivolare le dita dentro e fuori sempre più rapidamente. Iniziai subito a godere, a provare un piacere incredibile come non ne provavo da mesi. Più mi penetrava, più mi eccitavo e colavo.
-Ti piace?-
-Oohh…oh dio mio, si…si..-
Gemevo e ansimavo, sempre piegata in avanti con il sedere per aria e le gambe divaricate. Dopo qualche minuto sfilò le dita, e con un gesto deciso mi fece alzare. Mi voltò, tirò fuori anche l’altro seno e inizio a toccarmi e pizzicarmi i capezzoli, mentre la sua lingua si faceva strada nella mia bocca. Quando si staccò dalle mie labbra, si abbassò a leccarmi i capezzoli, e io inarcai la schiena per il piacere. Mi stringeva forte il seno mentre con la lingua li stuzzicava. Li prendeva in bocca e li succhiava, poi li mordicchiava e tornava a succhiarli.
-Oddio…mi fai impazzire così…- gemetti.
Lui mi baciò di nuovo, poi mi sollevò prendendomi da sotto il sedere e mi mise seduta sul comò. Mi spalancò le gambe, tenendole aperte e ben salde con le sue mani, abbassò la testa e iniziò a leccarmi il clitoride, che per l’eccitazione si ergeva gonfio ed esposto tra le labbra aperte. Mi sembrò d’impazzire. Il tocco della sua lingua ruvida e bagnata mi dava scariche di piacere così forti che avevo la tentazione di chiudere le gambe, ovviamente senza riuscirci, dato che lui le teneva aperte ben salde. Potevo solo lasciarlo fare, permettergli di farmi impazzire.
Continuò a leccare per diversi minuti, con gesti rapidi e ampi della lingua. Il piacere stava diventando insopportabile, e i miei gemiti assomigliavano sempre di più a delle grida. Ad un tratto lui s’interruppe e mi guardò in viso.
-So che sei vicina…sei pronta? Perchè questi ultimi minuti ti faranno impazzire sul serio.-
Annuii, ero pronta. Sentivo di non riuscire più a sopportare, volevo scoppiare in un orgasmo.
Abbassò di nuovo la testa, e stavolta appoggiò la bocca socchiusa sul mio clitoride pulsante. Vi chiuse le labbra attorno, e iniziò a succhiarlo.
Lanciai un grido, e inarcai la schiena. Sentivo l’orgasmo più vicino che mai, e godevo così tanto da sapere con certezza che sarebbe stato un orgasmo devastante.
Dopo due minuti di quella tortura, venni. Gridai e ansimai con forza, mentre lui riprese a leccare leggermente per accompagnare quella scarica di piacere finale. Poi si alzò, si chinò su di me e mi baciò, mentre le mie gambe ancora mi tremavano e il mio respiro era pesante.
-Ora va meglio?- chiese sorridendo malizioso.
-Si…molto..- risposi.
Rimanemmo così per qualche minuto. Poi lui si alzò e io scesi dal mobile, ancora indolenzita. Gli guardai i pantaloni, e notai che la sua erezione era ancora lì, presente, che non accennava ad andarsene.
-Ora però è il mio turno…- dissi.
Gli slacciai i jeans e abbassai i boxer, ed eccolo lì, il suo cazzo eretto e duro, pulsante, la cappella gonfia e rossa per l’eccitazione. M’inginocchiai e presi a leccargliela, mentre con una mano afferrai l’asta e e iniziai a fargli una sega. Lo sentivo ansimare, così ad un tratto spalancai la bocca e lo feci scivolare tutto dentro, più che potei. Lui gemette di piacere e continuò a gemere mentre succhiavo sempre con più forza.
Succhiavo ininterrottamente da quasi 5 minuti, quando, gemendo, Alex m’interruppe. Mi tirò in piedi e mi sfilò il vestito, e io presi a spogliarlo mentre con le mani mi palpava i seni e mi pizzicava i capezzoli duri. Mi misi a carponi sul letto, alzai il sedere e di colpo lui mi penetrò fino in fondo, con foga. Gridai di piacere quando la sua mazza dura mi si piantò dentro con un colpo secco.
Iniziò a penetrarmi velocemente, a pecorina, tenendomi per il seno e tirandomi a sé ad ogni colpo. Io gemevo con forza, e gridavo senza ritegno, mentre i miei versi di piacere si univano ai suoi. Ricominciai a grondare, e i miei umori colavano sulle lenzuola pulite. Iniziò a schiaffeggiarmi sul sedere, uno schiaffo per ogni spinta, facendomi lanciare delle grida ad ogni schiaffo e facendomi diventare le natiche tutte rosse. Non era particolarmente doloroso, solo una leggera scossa che mi faceva eccitare ancora di più.
Ad un certo punto lo tirò fuori e mi girò di peso. Io mi alzai e iniziai a baciarlo con foga, la mia lingua che giocava con la sua e che gli leccava le labbra, mentre lui mi stringeva forte le natiche e ogni tanto gli assestava qualche altro schiaffo.
Mi lasciai cadere all’indietro, sdraiandomi sulla schiena. Spalancai le gambe tirandomele indietro con le mani, spalancando la mia vagina fradicia davanti a lui.
-Continua a scoparmi…- gli dico, guardandolo dritto negli occhi. Lui si morde il labbro inferiore e sorride malizioso.
-Ti scoperei all’infinito se potessi..-
Si fiondò sopra di me e di nuovo lo spinse dentro con un colpo secco e deciso, mozzandomi il fiato. Ricominciò a montarmi, sempre con più forza, accompagnando ogni colpo con un gemito rauco, indice dello sforzo fisico che stava compiendo sbattendomelo dentro a ritmo così serrato. Io gemevo e gridavo, e ogni volta che mi succhiava e mordeva un capezzolo mi sembrava di perdere la testa. Sentivo di essere vicina ad un altro orgasmo. Ed era vicino anche lui, lo capivo dai gemiti sempre più ravvicinati, dal suo sguardo e dalla sua espressione, il respiro che gli tremava. Sapevo che stava facendo uno sforzo per trattenere l’orgasmo che premeva per uscire.
Lo sfilò ancora una volta e mi mise a sedere. Scivolò dietro di me e si sedette appoggiando la schiena alla testata del letto. Io mi accovacciai sopra di lui, appoggiando la schiena al suo petto, puntando i piedi contro il materasso. Lui con le mani prese le mie labbra, le divaricò e mi sedetti sopra al suo cazzo duro ed eretto, facendolo penetrare fino in fondo. Iniziai a muovere il sedere su e giù, abbandonandomi indietro, contro il suo corpo, mentre lui con dei movimenti del bacino si aiutava per penetrarmi fino in fondo. Quella posizione mi stava facendo impazzire, perchè lui da dietro di me aveva il pieno controllo del mio corpo. Lo accarezzava, mi palpava con forza i seni, mi stuzzicava i capezzoli.
-Oddio…oddio, sto per venire..- gemetti.
Lui abbassò le mani fino alla mia figa aperta e fradicia, senza smettere per un istante di penetrarmi. Con una mano allargò le labbra e con due dita dell’altra iniziò a massaggiarmi il clitoride.
Inutile dire che vidi le stelle.
Diede ancora qualche altro colpo…tre, quattro, cinque, mentre le sue dita sfregavano il mio clitoride rapide e letali. Scoppiai in un orgasmo lanciando un grido così forte che temetti quasi di allarmare i vicini. Sollevai di colpo il bacino facendo scivolare il suo cazzo rapidamente fuori, e all’istante degli schizzi di liquido iniziarono a fuoriuscire dal mio buco ormai dilatato, al ritmo delle contrazioni. Le gambe tremavano. Mi lasciai andare contro il suo corpo gemendo e cercando di riprendere fiato. Dopo qualche secondo mi girai verso di lui, presi il suo cazzo tra le mani e iniziai a masturbarlo con foga. Gemeva con forza ogni volta che la mia mano arrivava a sfregargli la cappella. Durò più o meno un minuto, dopodichè scoppiò in un copioso orgasmo, schizzandomi tutto sul seno. Ci volle un po’ prima che i suoi gemiti e i suoi respiri si calmassero.
Ci baciammo a lungo, molto più dolcemente di prima. Parlammo un po’. Di quanto fosse stato piacevolmente inatteso tutto questo, di quanto fosse stato bello ed eccitante. Mi chiese di uscire a cena quella sera. Un appuntamento, uno vero. Disse che era attratto da me fin da quando lui e mio fratello erano dei ragazzini brufolosi che frequentavano il liceo.
Gli dissi di si, e lo baciai di nuovo.
Mi alzai dal letto, presi l’accappatoio da terra per coprirmi, ma quando mi voltai vidi che Alex mi stava guardando, ed era di nuovo pronto. Il suo cazzo svettava duro e turgido, con la cappella che quasi gli toccava l’ombelico.
-Scusa..- disse sorridendo -Ma vederti nuda, lì in piedi davanti a me…bè…mi fa un certo effetto.-
Sorrisi a mia volta. Lasciai cadere di nuovo l’accappatoio a terra e tornai sul letto. Mi misi cavalcioni sopra di lui e sentii il suo cazzo penetrarmi di nuovo. Lo baciai, mentre le sue mani tornarono sulle mie natiche.
-Prima hai detto che mi scoperesti all’infinito…- gli sussurrai.
Lui annuì, guardandomi negli occhi, ansimando leggermente per l’eccitazione e perchè la mia vagina stringeva il suo cazzo in una morsa di piacere. Iniziai a muovermi sopra di lui leggermente, e il suo pene riprese a scivolare dentro e fuori.
Lo baciai e mi avvicinai al suo orecchio, mordendoglielo. Poi sussurrai di nuovo.
-Bene…perchè io non desidero altro che essere scopata all’infinito da te.-

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Asija Robin’s e l’agente segreto MI5

Devo portare a termine un duro lavoro, dopo questa missione, mi merito proprio una bella vacanza ai Caraibi.
Sono il migliore agente del MI5, raccolgo informazioni in tutto il mondo.
Prendo due taxi , due treni diversi , a piedi per 10 minuti , noleggio una macchina e vado in aeroporto sempre sotto identità di copertura , ora sono un giovane docente universitario provenienti da un convegno.
Controllando sempre per essere sicuro che non sia seguito .
Faccio il check-in , e vado nella direzione della lobby di prima classe. Per arrivarci devo prendere un ascensore.
Sorpresa!!
Una meravigliosa dea bionda sta tenendo aperta la porta dell’ascensore, mi aspettava, sorridendo.
Indossa un meraviglioso abito corto rosso, e ai suoi piedi incredibili e sexy alti sandali rossi.
Ha le labbra rosse è sorridente e quegli occhi incredibili catturato la mia attenzione.
E’ bellissima! Mma ho da mantenere l’attenzione sulla mia missione.
Lei nota l’effetto che ha fatto su di me, ma era impossibile evitarlo , tanti anni di allenamento e non riesco!
Lei rimane dietro di me e preme il pulsante per chiudere la porta.
Non riesco a vederla , sento solo il suo profumo e il suo respiro vicino al mio collo. Ma la sento sempre più vicina al mio orecchio e le dire con voce sexy : – Mi vuoi ?
Annuisco positivamente la mia testa , sono così sorpreso che non riesco a dire più una parola .
Poi sento le sue mani sulle mie natiche, mentre sento la sua lingua toccare il mio orecchio.
In quel momento un ondata lussuria mi invade e mi raggiunge e non riesco a trattenermi nel darle un bacio, lei non desiste, anzi cerca con la sua lingua la mia.
Mentre mi bacia, lei abbassa lentamente la mano verso il mio inguine e con fare esperto, tocca il mio uccello, ormai turgido e bagnato, da sopra miei vestiti. Lentamente inizia a strofinare delicatamente con la sua lunga gamba l’interno della mia coscia .
Dopo aver fatto questo per un po ‘ sposta lentamente la sua mano, mentre il mio pene non è ancora fuori ma è disperatamente in cerca di lei, e inizia delicatamente a massaggiarlo in modo così sensuale, guardandomi negli occhi intensamente, come nessuna mai aveva fatto. A questo punto, comincio a gemere e sospirare.
Ora lei nota che è il momento di sbottonare lentamente i pantaloni e fa scivolare la sua mano dalle dita lunghe e affusolate, dentro le mutande per afferrare il mio cazzo . Lo faceva divinamente, prendendosi tutto il tempo necessario, senza fretta, lentamente e pieno di sensualità per darmi il tempo di godere di tutti i suoi tocchi.
Poi lentamente fa scivolare le dita verso le mie palle. Fa scorrere lentamente e dolcemente le mie palle tra le dita . Gioca con i miei testicoli in mano e delicatamente li spreme.
Sono delirante mentre lei con una mano accarezzava lentamente il mio pene mentre con l’altra stringeva le mie palle. Riusciva a mantenere la mia eccitazione solo sotto il suo controllo. Le sue calde e gonfie labbra rosse erano sempre incollate sulla mia bocca .
Utilizzava la velocità di movimenti e la pressione del suo corpo in modo sapiente per condurre la mia eccitazione che cresceva sempre di più, riusciva a massaggiare alternando il mio cazzo e l’inguine e con un dito mi fa svenire dal piacere solleticando il mio frenulo.
Una volta che si rende conto che ero vicino a scoppiare tutto il piacere in un fiume di calda sborra , lei si ferma negandomi l’orgasmo .
Mi continua a baciare. Afferra i suoi capelli dal collo, tirandoli su un lato e poi mi dice:
– Grazie per le informazioni, agente !
Voglio afferrarla , ma ho già le mie mani ammanettate all’ascensore. Dannazione! Sono così furioso …. che errore da pivello che ho fatto!
Lei esce dall’ascensore dicendo : – Le spedisco le chiavi delle manette a casa sua, agente!! …. ma devo dirle che: ha un cazzo meraviglioso … kiss.
Devo ammettere che ho perso le informazioni e mandato a puttane la missione, ma Asija è stata bravissima, raggiungendo livelli epici che sarà impossibile dimenticarla.