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La telefonata rivelatrice

Ben era rientrato velocemnte a casa perché aveva bisogno di un documento. Lascia in strada l’ auto per non perdere tempo a metterla in garage, dovendo subito rientrare al lavoro. Ha l’ufficio nel seminterrato e appena dentro inzia a cercare nei suoi faldoni. Sente la voce di sua moglie che mentre rientra in casa da lavoro sta parlando al telefono con qualcuno. Ben non capisce subito le parole della moglie ma poi una volta entrata nella villetta le sue parole diventano distinte. Sta parlando con la sua amica Lucia.

“Guarda Lucy,” sta dicendo Gianna: “Un portento! non smetterebbe mai.. Mi sta sempre addosso… AH, ma io gli tengo testa eccome! Deve copire bene che donna sono io, mica quelle sciacquette della Cristina e della Luisa… Con me ha trovato pane per i suoi denti il bello!” poi un pò di silenzio e riprende: “In pausa pranzo me lo sono tirato in ufficio e gli ho fatto una pompa che non ti dico… Veloce ma di quelle che… Ma lo sai che il porco ha voluto il culo al volo?…. Si si non resiste, gli piace la donna culona e con me di culo ne ha a volontà! Ahahahahaha. Dai Lucy, sono a casa, mi spoglio e poi ti richiamo… Ma certo che avevo paura che ci beccassero; ma sai com’è! la fortuna aiuta i coraggiosi ahahahah. Insomma una sveltina di culo: jeans e slip alle ginocchia, mi sono messa a 90° e via! in mezzo minuto m’ha riempita, il porco…. Con quella sua faccia da eterno bambino ci tromba tutte… Ah, ma con me se crede di farmi con una botta e via si sbaglia… Sai da quand’è che me la tiro?… Due mesi che ci prova e che mi smania dietro… Si si, ahahahah. Dai lasciami andare che mi doccio” Ben sente i passi di lei coi tacchi, poi sente che lei si toglie le scarpe e cammina nuda sul pavimento. Ne sente i passi che vanno verso la camera poi in bagno. La sente pisciare con uno scroscio e anche scoreggiare; poi sente lo scroscio della doccia. Lui è fermo, allibito, sconcertato, confuso. Non ha ancora realizzato in tutta la sua dimensione che sua moglie lo cornifica con un collega, ma con chi? Chi è lui? Non sa cosa fare: salire in casa e fare una tragedia? uscire pian piano e rifletterci sopra? Non sa decidersi. E’ sotto shock. Confuso, umiliato. Si sente le gambe deboli. ‘Oddio, sono cornuto.., Mi fa le corna… Mi tradisce… Che troia!!’ Sente di non avere la forza di affrontarla. Si sente fuori posto. Poi si riprende un pò e sente di voler piangere. Cerca di res****re. Vuole scappare di li. Esce con cautela dalla villetta. Monta in auto e si avvia. Ora può piangere, sfogarsi. Geme, si lamenta. Non sa bene dove andare. Si ferma a un bar e beve due bicchieri di vino di seguito, poi riparte.
Mntre guida senza meta, un pò stordito dal vino, squilla il cellulare. Vede che è sua moglie. Non risponde. Sua moglie riprova e riprova. Infine lui prende il cellulare e risponde. Sua moglie gli fa una sfuriata perché non le ha risposto subito. Lui balmetta una scusa. Lei sente che lui ha qualcosa e cambia tono. Cerca di sapere. Lui inventa una scusa di lavoro. Lei è perplessa ma accetta e si infoma di quando rientrerà. Poi si salutano.
Gianna deve scendere nel seminterrato. Davanti alla porta semichisa si blocca. Teme che qualcuno si sia introdotto. Poi si fa coraggio e entra. Vede che non c’è nessuno e si tranquillizza. Poi vede le carte che suo marito ha consultato sparse sulla scrivania. ‘Stamani non c’erano…’ pensa. Ne è sicura. Dunque suo marito è rientrato… Ma quando? Le prende la paura: non avrà mica udito la telefonata? Pensa e ripensa… Forse si, forse no. Prende il cellulare e lo chiama: “Dove sei?… Bene… Senti, ma sei tornato a casa?… Come perchè! hai lasciato la porticina aperta!… Ma come non si stato tu!… E chi allora?… Ah! sei rientrato allora… e a che ora?”. Lui evidentemente balbetta qualcosa che a Gianna, che lo conosce bene, fa intravedere la realtà: suo marito ha sentito e ora sa di essere cornuto. Ma Gianna è una donna che ragiona e pensa che se suo marito non è salito su a fare casino vuol dire che la la cosa può gestire. Lei sa di essere dominante su di lui… Ammettere tutto o negare tutto inventando una frottola? Decide di aspettare cosa dirà lui e comportarsi di conseguenza.
‘Eccolo, è lui’ pensa Gianna sentendo suo marito rientrare. Lo guarda attentamente e legge subito le sue emozioni. Lui non la guarda direttamente, si vede che non sa come affrontare la faccenda. E’ rigido e si muove piano, le sta lontano. Gianna capisce che deve agire. Gli va inconto e lo prende con le braccia guardandolo fisso negli occhi. Lui tenta di guardare oltre ma lei lo scrolla costringendolo a guardarla. Ora sono occhi negli occhi e in quelli di lui iniziano a sgorgare le lacrime. Diventa rosso per reprimere il pianto. Lei lo toglie dall’imbarazzo tirandolo a se. Lo stringe e lui inizia a singhiozzare. “Hai sentito tutto, vero?” gli sussurra lei all’orecchio? Lui singhizza forte: “Si.. SI!! TROIA! SI!!” le grida singhizzando forte. Ginna però conosce suo marito e lo lascia sfogare. Non replica, non ribatte, non si difende. Pian piano i singhizzi di lui si placano e le offese cessano. “Perché!?… Perché!?… Perché mi hai tradito?… Perchè?” Lei lo tiene stretto a se; lui cerca di sottrarsi alla stretta ma lei lo tiene con tutte le forze. “Ti amo! Ti amo! Amo te, solo te!” gli dice lei con voce dolce ma ferma: “Solo te, capisci?” e lo scuote un pò per fargli alzare lo sguardo. Lui ora la guarda e lei vede i suoi lacrimoni. Gli fa un pò penna. Si allunga per dargli un bacio sulle labbra ma lui le sfugge, volta la faccia, la rspinge, le dice no no. Lei insiste e seguita a sussurrargli dei rassicuranti ti amo. Lui scuote la testa, si schernisce. Ora la voce di lei si fa dolce mentre gli sussurra i suoi rassicuranti ti amo. Infine lui cede alla bocca di lei che cerca la sua. Lei dentro di se sente prossima la vittoria. Unisce le labbra alle sue e preme con la lingua sulle sue labbra chiuse. Si stacca un attimo e gli dice perentoria ma dolce: “Baciami!” Lui cede e la lingua di lei entra trionfante nella bocca di lui. Lui non reagisce, ma lei sa come fare. Alla fine le lingue si sfiorano, si premono, si cercano, si frunano. lui si abbandona al bacio di lei che ora avanza verso la vittoria. Lei lo spinge verso il divano e lui ci si siede con lei vicina. Sempre bocca a bocca lei inizia a spogliarlo. Lui si lascia fare. E’ bravissima a spogliarlo tutto senza staccarsi da lui. E… Miracolo!! Lui ha l’ erezione. Una erezione che da tempo Gianna non vedeva. Glielo afferra, glielo stringe, glielo masturba: il pene di Ben è rigido come non lo è stato mai. Lui geme senza staccare la bocca da quella di lei. Il loro bacio più lungo da quando si conoscono. Ora lei si è smutandata e spinge lui facendolo distendere. E’ eccitata anche lei e ha la vulva fradicia di umore. Gli è subito sopra e sempre dandogli tanti baci sulla bocca e su tutto il volto prende il membro e se lo infila dentre. E’ cosi bagnata che il pene di Ben piuttosto poiccolo, le esce due o tre volte. Ma lei subito se lo riabbocca e inzia a trombarlo. Lui ora da sotto la guarda negli occhi. Lei lo riguarda. Lui vede il volto di sua moglie sconvolto dal piacere e non regge: sobbalzando sul divane, gemendo forte, le viene dentro. Lei non è ancora pronta per l’orgasmo ma lo finge; lo finge talmente bene che lui le crede. Si sente quasi orgoglioso di se per riuscire a far godere così sua moglie. Lei si affloscia su di lui e tutti e due col fiatone stanno uno sull’altro. Lei ha vinto. Ora c’è a gestire il dopo.
Quello che ora Gianna sa è che lui ha accettato le corna. Quello che lui non sa è che le corna non solo ci saranno ancora ma che ne trarrà piacere perché le corna hanno creato fra loro una nuova e diversa realtà trasgressiva.
Si siedono e si guardano. Lui ora quasi quasi non vorrebbe neppure parlarne delle corna, troppo bello è stato il loro momento d’amore. Ma lei no. Lei vuole creare una situazione stabile: vuole in cazzo dell’amante e la condiscendenza del marito cornuto e contento. Inizia a spiegargli che l’uomo in questione è una persona che conta in Azienda e che dandosi a lui ha difeso il suo posto di lavoro, messo a rischio da due colleghe invidiose che con le loro lusinghe rivolte al Capo volevano metterla fuori gioco. Anni di lavoro sarebbe saltati, persi. Ma lei ha sfruttato il fatto di piare a lui per fregarle. A lei Gianna, di Marco, il Capo, non interessa proprio niente dice a Ben. La vita è una guerra e in guerra tutto è lecito, gli dice. Il loro benessere ne avrebbe risentito. “Potevi parlarmene…” Sussurra Ben sconcertato ma già avviato sulla via del crederle. “No!” Io ti amo più della mia vita e non avrei mai voluto farti soffrire. Non c’è di mezzo il cuore quendi avresti solo sofferto… Capisci?” Ben annuisce. “E’ fatta!” pensa Gianna. “Sai,” aggiunge: “Che lui va pazzo per il mio culo e che con questo lo giro e lo rigiro come voglio?” Poi aggiunge spregiudicatamente dei dettagli intimi. Incredibilmente questa sincerità Ben non se l’aspetatva e la valuta come una prova di verità. Si sente tranquillo ora che sua moglie gli convessa i dettagli intimi di ciò che fa con la’amante. Gianna racconta che lui la tromba di continuo mentre le altre due ‘troie’ ora che ha lei le tratta male. Aggiunge che una volta lei lo ha trascinato in bagno e gli ha ha dato il culo, e mentre lui la inculava gli ha chiesto di mandarle in un’altra sede. Lui preso da piace e dall’orgasmo le ha promesso che lo avrebbe fatto. Ben ebbe una sopresa: una nuova l’erezione. Mai aveva avuto due erezioni così vicine. Gianna vide a capì. Gli afferrò il membro e prese a masturbaglielo mentre gli raccontava dettagli sempre più intimi. Lo sentiva gemere di piacere. Ben aveva la testa buttata indietro e mormorava dei si.
“Amore, se vuoi che smetta con Marco io smetterò… Lo vuoi?…” Il no di lui giunse subito, poi aggiunse: “Si si, voglio che seguiti… Ho capito che ami me… Che lo fai per vendicarti delle tue colelghe” Gianna lo masturbava con maestria. Conosceva bene qul cazzo modesto. Con quello ora teneva in pungno suo marito e lo portava a desiderare le corna.

“Voi che ci trombi con Marco, vero amore?”

“Su si” mormorava lui annuendo.

“Vuoi che gli dia il culo e che lo spompini per poterlo usare come piace a me, vero?

“Si si” seguitava a sussurrare lui.

“Sei felice con me, vero amore, anche se faccio la troia con Marco?”

La risposta di Ben fu un lungo si, mentre si scuoteva convulsamente sotto l’orgasmo. Il suo primo orgasmo da neo-cornuto contento.

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l’area di sosta in autostrada

Ciao vi racconto di un avventura che ci è capitata in autostrada
tornando dalle prime ferie senza il figlio ormai grande per andare in vacanza con gli amici. Partiamo da Cap D’agde verso le 22, poco dopo esserci messi in autostrada mio marito per eccitarsi e per eccitarmi mi dice:- Ma non avevi meglio di niente da mettere per il viaggio? Mi sembri una di quelle che battono il marciapiedi!!! In effetti forse non aveva tutti i torti, ma amo
viaggiare in tutta comodità e quindi un pareo senza intimo e il reggiseno del bikini

ai piedi dei comodi sandali a zeppa in sughero che in effetti fanno tanto mignottone.. Verso mezzanotte ci fermiamo in un area di servizio in Francia.. per riposarci un po..
entriamo nella zona caffè ma ci sono solo macchinette
tipico di queste aree di servizio non gestite da personale.. pochi
camionisti che stanno bevendo un caffè… si ammutoliscono quando mi
vedono entrare mi sento i loro sguardi addosso .. torniamo alla macchina…
ci spostiamo in una zona buia tra i camion per dormire un po’… mi
addormento e verso le 2 di notte mi sveglio, mio marito dorme come un
ghiro e russa pure, nemmeno le cannonate lo svegliano, dormire in macchina non è comodo e decido di fare due passi per sgranchirmi le gambe e torno
nella sala delle macchinette dei caffè prendo un caffè.. quando esco trovo dei camionisti sono fuori a fumare.. continuano a sorridermi.. sono italiani accento del sud.. mi credono straniera forse per i miei capelli rossi tinti e gli occhi azzurri, credendo che non capisco commentano
le mie tette senza troppi scrupoli.. mi avvio verso la macchina eccitata un po dai commenti su cosa mi avrebbero fatto.. sculetto sulle mie zeppe alte, un soffio di vento mi scopre il culo il miniabito è veramente corto.. loro vedendomi andare verso l’unica macchina targata italia subito mi chiedono scusa per i commenti, io dico che fa nulla ci sono abituata.. l’uomo insiste e si avvicina
con una scusa.. signora possiamo offrirgli una tazza di caffè vero mi
dice.. io replico come caffè vero.. loro mi dicono che al camion hanno il fornellino con la moka per il caffè.. io ormai nauseata da due settimane di caffè lungo francese.. accetto.. cammino accanto a
loro.. sculetto sò che stò giocando con il fuoco loro continuano a guardarmi le tettone che ballonzolano provando a uscire lateralmente dal vestito.. prende dal camion una bottiglia d’acqua il fornello e la moka, intanto seguo gli altri ai tavoli in legno sotto la pinetina di quell’area, preparano il caffè, mi chiedono dove sono stata in vacanza, io ingenuamente rispondo
Cap D’agde dando per scontato che non conoscono la fama del posto.. ma
mi sbaglio lo conoscono anche se non ci sono mai stati, se già prima si
facevano pochi scrupoli adesso li vedo più lanciati.. l’uomo il più
anziano dei tre esordisce così “ il posto dove in spiaggia si sta nudi e la sera ci sono gli scambi di coppie e le orge tra le dune.. “ io arrossisco e rispondo si il posto è quello, ma il tipo è deciso. E continua, quindi non ha segni del costume.. io gli rispondo di no.. i tre in coro vogliono avere la prova.. uno dei tre mentre si abbassa i pantaloncini mi mostra che ha il segno del costume, ma anche un gran bel cazzo.. mi rendo conto che mi ci sono infilata dentro in quel gioco senza volerlo ma adesso devo giocare altrimenti verrò sicuramente violentata dai tre che mi hanno trovata alle due di notte sola vestita cosi e saputo dove sono stata in vacanza non hanno dubbi di trovarsi di fronte a moglie in calore sempre in cerca di cazzi una puttanella.. c’è.. iniziano anche ad allungare le mani faccio fatica a tenerli a bada almeno per dare una parvenza, anche un alto uomo si slaccia
la cerniera, infila la mano nei pantaloni e e ne esce con un bel cazzone in mano.. mi guarda compiaciuto, “ dai prendimelo in bocca” mi incita ormai ero in quella fase che eccitata non ho più ritegno.. mi chino , lo prendo tra le mani, lo scappello con dolcezza, e me lo
infilo fino in fondo alla gola, lo lecco con passione, ne gusto il
gusto salato, dimenticandomi di dove mi trovo e in quale incredibile
situazione mi sono venuta trovare… in tre mi stanno palpando le tette
nude uscite lateralmente dal vestito e davo le spalle all’altro camionista che si affannò
nella ricerca di sfilarmi il vestito.. ero nuda adesso sdraiata sul tavolo con il camionista che mi allargava le cosce nel tentativo di infilarmelo nella passerina, me lo passai avanti e indietro diverse volte fino a quando madido dei miei umori scivolò facilmente nella mia passera, sentivo il
suo cazzo sbattermi fino in fondo con violenza.. mentre continuavo a
pompare un cazzo stupendo, alla mi sinistra e poi mi girava verso quello alla mia destra sentivo il camionista accellerare poi rallentare.. si scambiavano di posto e io provavo sensazioni stupende, cominciai ad ansimare, non trattenni un’incitazione a proseguire, costretta in quella posizione mi
scoparono e incularono a vicenda tutte e tre… erano dei maiali ma mi
stavano facendo godere.. in bocca li supplicai vi voglio far venire in
bocca.. seduta sulla panchina nuda i cazzi in bocca e
continuavo a toccarmi la passerina.. mentre i due mi riversarono in
bocca un pieno di sperma, lo sentivo scendere tra le tette dal
mento…mi sistemai alla meglio.. tornai in macchina da
mio marito.. dormiva al risveglio andammo nella saletta di sosta per
prendere due caffè.. incontrammo i camionisti.. fecero finta di
niente.. io invece mi avvicinai a salutarli avevo già raccontato tutto
a mio marito.. e da porca mi chinai a prendere il caffè mostrandogli il
culo senza mutandine.. erano imbarazzati perchè non immaginavano che
avevo raccontato tutto a mio marito..

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REGINA DEI CAZZI

Sono qui sdraiato su questo grande letto kingsize mentre sto lubrificando con la saliva la mia meravigliosa Donna che mi facilita allargando le sue belle abbondanti cosce.
La mia lingua è come se fosse a casa in un rituale consolidato sa dove andare, arrotolandosi raccoglie un po di saliva dalla bocca e come una molla la riversa nella profumata vagina, piegandosi in due e insinuandosi fra le piccole labbra ben dentro lubrificando bene le pareti di questa morbida figa, mentre con le dita la tengo ben aperta..
Lecco con minuzioso scrupolo mentre con la punta del naso sgrilletto il suo clitoride…
adoro sentirla fremere mentre l’adrenalina della sua eccitazione carica a ondate la sua libido, la mia Regina dei Cazzi è bellissima, con la sua grande sensualità esplosiva, io godo nel sentire in Lei montare l’eccitazione è bellissimo unico, come altrettanto unica è l’unione che ci lega fatta di complicità totale, senza tabù o preclusioni, adoro questa eccitante frenesia sessuale è come se fossimo un pianista con il suo piano mentre esplode l’estro artistico e i due diventano un tutt’uno nella stessa armonia… ecco incomincia a godere sento il suo respiro farsi affannato, intorno a noi è un brulicare di mani, si sente nell’aria la tensione, ci sono cinque maschi ormai eccitati frementi nel desiderio di approfittare delle grazie di questa splendida femmina, i più intraprendenti sono in ginocchio e offrono i loro cazzi alla dolce bocca della mia bella Donna e Lei non si tira indietro con quel suo saper muovere le labbra elegantemente anche succhiando un cazzo, Lei non si tira indietro sa di essere la Regina di questa sera trasgressiva, le piace essere al centro dell’attenzione di questi maschi arrapati, sentire la loro eccitazione fremere mentre le offrono i loro membri …
In questa stanza siamo in sette sei uomini tutti per Lei, ci sono mani ovunque sul suo corpo e Lei si eccita, la sento, ecco sta per esplodere nel primo orgasmo mentre la mia lingua ormai ha quasi finito di lubrificarle la figa, è pronta ad essere montata da questi cinque assatanati, uomini di tutte le età , li abbiamo scelti insieme con un annuncio su internet, gli abbiamo dato appuntamento in questa villa di un agriturismo per questa serata speciale, la serata del piacere sfrenato, senza limiti, una notte tutta per Lei per il suo piacere.
Intanto Rosy gode ha il suo primo orgasmo, scoppia sulla mia faccia e mi inonda dei suoi umori misti a gocce di pipi che non riesce a trattenere è troppa l’eccitazione che la pervade, i compagni di gioco li abbiamo scelti insieme, ma Lei si è limitata alla

scelta estetica, dalle foto dei loro visi e comunque non sapeva come erano “attrezzati sotto”, quelle foto le ho viste solo io e le ho proposto una serie di candidati, comunque so i suoi gusti, so che le piacciono i cazzi dalla cappella grossa prorompente, non troppo lunghi in quanto da altre esperienze so che se spingevano troppo le facevano male, al contrario so che ama sentire la grossa cappella che la pompa con forza nella sua figa, le piace stringere quel pistone sentire che pulsa dentro di Lei.
Alla mia Regina dei Cazzi piace essere presa con forza ripetutamente senza particolari posizioni acrobatiche, ma nella solita posizione del missionario o al massimo alla pecorina ma presa, montata, sbattuta forte con decisione, con sapiente ritmo che varia, con momenti frenetici e momenti ritmati, meglio se con altri uomini intorno che la palpano, la toccano, l’accarezzano, cosi Lei gode ripetutamente sotto questi uomini che si alternano senza sosta, sono grappoli di orgasmi che la fanno fremere, la fanno urlare, lo so sono pazzo ad accondiscendere a queste fantasie, a proporre alla mia Donna di fare la porca senza limiti con questi sconosciuti, ma la cosa mi eccita mi prende l’anima, sentirla cosi appagata, baciarla mentre viene scopata, sentire dalle sue labbra il suo piacere, sentire le sue mani, le sue unghie che mi stringono, si insinuano nella mia pelle mentre gode, mentre si sente vera Regina padrona del piacere.
Sento il suo piacere riversarsi in me, non mi sento umiliato o come si dice cornuto, questi uomini sono strumenti di piacere so che Lei mi ama e sono io il suo vero amore e se anche un domani dovesse finire tutto so che ho vissuto una storia unica e penso irripetibile.
Ora mi sposto, è pronta lascio il posto al primo suo amante un bel ragazzo di 35 anni, moro occhi scuri, faccia da furbetto, il suo arnese è di buone dimensioni e con una grossa cappella che ho visto essere apprezzata dalla bocca della mia Regina dei Cazzi che l’ha insalivata ben bene e ora sta per affondare nella figa della mia Rosy, io mi sposto a lato mi chino a succhiarle il seno mentre Lei si inarca e “primo” la penetra con delicatezza ma sino in fondo allargandole la vagina e facendola sussultare, incominciano una serie di colpi forti e frenetici, l’uomo aveva accumulato una bella dose d’eccitazione che ha voglia di sfogare, mentre la monta in profondità la guarda, Lei si inarca e gli va incontro ad ogni affondo, vedo che sta per arrivare il secondo orgasmo, mentre le sto baciando il collo e le sussurro all’orecchio “ti adoro Zoccolona, sei la mia Zoccolona , sei bellissima…” Lei gode gode urla mentre primo accelera e si vede che sta per venire e riempire la figa della sua sborra, ecco anche lui si inarca e spinge forte irrigidendosi sulle gambe e bloccandola mentre la sua sborra inonda la vagina della mia Regina…
Lei sussulta ancora singhiozza socchiude la bocca, primo estrae il suo cazzo e lo scrolla sulle grandi labbra di Rosy facendo cadere l’ultima sborra su quelle morbidi appendici ormai completamente allagate di umori.
Intanto intorno a noi è un assedio di corpi, tutti estasiati nella visione di quella Femmina immersa nel suo frenetico piacere, primo non fa in tempo a spostarsi che ecco “secondo” lo sostituisce con l’irruenza della gioventù, è un ragazzo di 24 anni alto, con un corpo ben scolpito da lunghe sedute di palestra, ha il cazzo teso allo spasimo si vede che ha voglia di godere, mi sa che questo non durerà molto, la dotazione di secondo è decisamente notevole un bel cazzone con una cappella non tanto grande rispetto al notevole diametro del cazzo.
Questo ragazzo è troppo irruente, gli dico di fare con calma tanto Regina dei Cazzi non scappa è tutta per lui.
Rosy allarga bene le cosce per facilitare l’ingresso di quel cazzone e io prendo una sua caviglia e facilito la penetrazione, faccio in modo che la gamba destra della mia Donna sia ben verticale mentre secondo glielo sbatte dentro con foga facendo sussultare la mia Rosy che nonostante la figa ormai ben lubrificata dallo sperma e dai suoi umori sente il cambio di dimensione e stringe con forza le braccia del suo nuovo amante che non perde tempo e incomincia a stantuffarla con la sua foga giovanile, non le da tregua e Lei incomincia a godere di quell’energia si inarca aggrappandosi alle sue forti braccia, butta indietro il viso sentendo arrivare il nuovo orgasmo e io ne approfitto per baciare quella labbra che odorano dei cazzi che ha succhiato, mi prende in bocca un labbro e lo morde mentre sento il suo orgasmo che arriva imperioso.
Secondo la sbatte forte, Rosy gode gode esplode in un fortissimo orgasmo e urla mentre lui implacabile la scopa la guarda negli occhi e le urla “sei una troia, sei una puttanaaaaa” e gode dentro di Lei riempiendole la figa, lo sperma è talmente tanto e lui non smette di stantuffarla che la sborra rumorosamente schizza fuori fra il cazzo e il clitoride della mia bella Donna.
Secondo crolla esausto su di Lei singhiozzando, passano secondi interminabili sentendo i loro respiri ansimanti, poi si riprende e le bacia il seno estraendo il suo cazzone lasciandolo colare sul lenzuolo…
Al fianco opposto al mio si è inginocchiato sul letto quarto, un sessantenne grasso e non particolarmente attraente ma sicuramente molto porco e con un cazzo veramente grosso e tozzo, con le sue rugose mani ha approfittato del momento di pausa per infilare le grasse dita nella figa della mia Donna, le rigira dentro quella morbida rosa piena di sborra, le sporca tutte raccoglie tutti quegli umori e poi gliele infila in bocca facendosele succhiare, Rosy ama questi gesti, le piace sentirsi sporca di sborra, sentire l’odore dei maschi mischiato al suo e lecca avidamente succhia mentre con la mano sega il cazzo del porco, poi si gira apre gli occhi e mi sorride con le labbra imperlate di sborra, lo so vuole essere baciata vuole condividere con me quella sensazione porca e sporca…
e io non la deludo la bacio e le dico “ti amo mia Regina” .
Mentre la bacio ecco il terzo che si presenta a riscuotere il suo momento di piacere, è un uomo mio coetaneo di 50anni, alto 175 tarchiato e completamente glabro, è un camionista è l’unico che abbiamo già incontrato e conosce bene quella dolce vagina che ha già scopato due volte, la prima in particolare è stata sul cofano della mia macchina in una sera di primavera in un area di servizio sull’A1, si chiama Carlo è un buon scopatore a Rosy piace perchè ha un modo di muovere il bacino particolare che la fa godere “come una vacca in calore”, cosi mi ha detto di sentirsi vacca mentre la monta e lui è un buon toro.
Regina ora è più tranquilla e si lascia prendere da Carlo che incomincia con quel suo particolare movimento pelvico e inizia a montarla, a lui piace stringerla per i polsi mentre la sbatte mettendole le braccia allargate, cosi facendo toglie la mano della mia Lei che sta segando il vecchio porco che si incazza e allora si porta vicino alla faccia di Regina e le struscia il cazzo sulle guance, i due commentano con frasi tipo “… sta troia da monta..” “ sei una vacca da monta …” “… guarda come ti allargo la figa puttana…” “.. succhia, leccami il cazzo zoccola” a Lei piace sentirsi la più troia delle troie, sentire l’odore, il sapore dei maschi, sentirsi penetrata, presa, limitatamente abusata, e ricomincia ad inarcarsi, l’orgasmo le arriva di nuovo e questa volta conoscendola sarà più forte più devastante, le sue gambe si muovono sincrone con il movimento del camionista , io mi accuccio e le lecco il seno, con una mano le strizzo il capezzolo sinistro mentre con le labbra le succhio il destro, anzi per meglio dire lo risucchio, Regina ha un seno abbondante grande morbido imperioso, una sesta abbondante e io mi godo quel ben di Dio mentre la sento ansimare sempre più forte, le sento il cuore sempre più accelerato, sta per godere anche se il camionista non da segni di arrivare e la sbatte implacabile senza smettere.
Intanto il vecchio porco approfittando che Rosy ha inarcato indietro il collo le infila in gola il cazzo e ha incominciato a scoparla in bocca urlandole “succhia troia , ciuccia sta minchia, succhia vaccona” e io stronzo le strizzo i capezzoli, li tiro stringendoli fra gli indici e i pollici sino a farle quasi male, incito i due a scoparla sempre più forte, lo spettacolo doveva essere proprio intrigante infatti intorno a noi si sono avvicinati tutti menandosi il cazzo.
Con sorpresa il primo a venire è stato il vecchio porco che non ha resistito e ha schizzato in gola alla mia Regina dei Cazzi tutto il suo succo e avendo il cazzo cosi grosso Regina non riusciva a deglutire e allora le è andato per traverso e ha avuto colpi di tosse e avendo in bocca quel cazzo, la sborra le è uscita dalle narici … mai visto una cosa simile, io ho dato una spinta al vecchio che si è staccato ed è caduto sulla spalliera del letto, Regina nonostante la tosse, nonostante la sborra che la soffocava, ha incominciato a godere singhiozzando, tossendo ma godeva si inarcava, alla fine ha urlato come una tarantolata il suo piacere, in un orgasmo infinito seguita dal suo toro che non è più riuscito a trattenersi e le è venuto dentro rantolando…
Alla fine le estrae il cazzo dalla vagina e invidioso del vecchio porco ha offerto il suo cazzo sporco alla bocca della mia Rosy che presa ancora dal suo piacere glielo ha pulito con dolcezza, succhiando le ultime gocce di sperma.
E’ stata una scena indimenticabile, una vera sinfonia di sesso porco e intenso, Regina era esausta ha goduto come non mai, l’accarezzavo e Lei stufa di essere sdraiata si è messa in ginocchio venendomi a baciare, ci siamo abbracciati, è stato un piacere sentirla tutta sudata mentre le nostre lingue si intrecciavano e i nostri occhi si guardavano, intorno a noi gli altri continuavano a menarsi o guardavano la mia bellissima Donna splendida nei suoi 30anni con le sue forma mediterranee abbondanti e i suoi lunghi capelli lucidi e neri che arrivavano al sedere.
Lei si guarda intorno e vede “quinto” che con il suo carattere timido è rimasto sempre un po in disparte, quinto è uno splendido ragazzo della Costa D’Avorio alto 190 con la sua pelle lucida e nera come l’ebano che con discrezione e quasi imbarazzo di toccava il suo enorme cazzone nero, un vero capolavoro della natura che per una donna femmina e sessualmente esuberante come Rosy è una tentazione irresistibile.
Allora ho suggerito alla mia Regina di mettersi a quattro zampe sul bordo del letto con le gambe leggermente divaricate per godersi una vera completa pecorina, ho invitato Mamadou alias quinto ad avvicinarsi e ho suggerito alla mia bella Signora di lubrificarglielo ben bene con la saliva mentre io con piacere mi sono inginocchiato per terra e allargando le grandi labbra della figa di Rosy ho guardato lo stato della sua vagina che eruttava grosse gocce di sperma che quando con le dita ho incominciato a scostare le grandi labbra a gocce e grumi le colava e non ho saputo res****re alla tentazione e ho ripiegato la lingua e gliela ho infilata dentro leccando tutto in segno di sottomissione alla mia Donna, adoro sentirmi cosi porco e complice, Lei non è rimasta insensibile a quel trattamento, o forse si pregustava la chiavata di quel cazzone d’ebano mentre se lo leccava e lo ingurgitava sino in gola.
Mamadou era al massimo eccitato e pronto e allora l’ho invitato a scopare la mia bellissima Vacca, anzi mi son messo al fianco della mia bella e le ho aperto ben bene le natiche facilitando l’introduzione di quell’immenso cazzone.
Nonostante che fosse ormai ben lubrificata, larga e usata… ha faticato a dilatarsi per accogliere quel tronco d’ebano, ma alla fine presa per i fianchi da Mamadou si è lasciata montare, il ragazzone ha incominciato a scoparla con lentezza, cosa che a Rosy non piace molto, ma alla fine si è arresa e si godeva lo scorrere di quel cazzone sino in fondo alla sua vagina, gli altri intorno si godevano quello spettacolo e incitavano a montare quella troia con foga, pian piano il ritmo è aumentato e dopo qualche minuto i due amanti sono riusciti a trovare una sintonia.
Mamadou man mano aumentava il ritmo e sbatteva forte la mia Rosy,, e lei si lasciava sempre di più sopraffare dall’eccitazione, si sentiva femmina orgogliosa di esserlo, la guardavo, mi ha fatto un cenno di mettermi di fronte a lei che voleva avere in bocca il mio cazzo e farmi un pompino, a dire il vero io non ne potevo più e ho lottato più di una volta per non venire durante i suoi amplessi, sentendola urlare di piacere, ecco vedo quel movimento particolare del suo corpo che si avvicina all’orgasmo.
Io ormai non ne potevo più e tenendola per i capelli la scopavo in bocca, sentivo la punta del cazzo battere contro la sua gola, non riuscivo a trattenermi ma Lei mi lasciava fare, mentre Mamadou ormai era prossimo a venirle in pancia e la sbatteva come un forsennato con la presa sulle chiappe della mia Rosy e tirandola a se violentemente.
Rosy stava per venire l’ennesima volta la sentivo fremere , mi succhiava senza sosta sino ad un certo punto che si è messa ad urlare presa dal suo piacere e si è accasciata sul letto, mentre Mamadou senza staccarsi si è sdraiato su di Lei tenendole le gambe strette fra le sue e montandola come un forsennato, le mani di Rosy anzi per meglio dire le unghie di Rosy si sono infilzate sulle mie cosce mentre guardavo estasiato la mia Donna in estasi montata da questo ragazzone nero.
Rosy singhiozza urla stringe la mia pelle mi urla il suo piacere mentre Mamadou non da segni di cedimento, monta forte forte senza tregua, i due sono sudati e alla fine anche lui viene spingendo dentro la mia Regina dei Cazzi il suo bastone riempiendo per l’ennesima volta la figa della mia bellissima Donna.
Alla fine estrae il suo bastone si alza e va in bagno mentre Rosy resta distesa sul letto con me di fronte in ginocchio appoggiato ai talloni, le sue mani mi accarezzavano le cosce come per ringraziarmi per quei momenti di cosi grande piacere che gli ho organizzato, alla fine tutti sono venuti mancavo solo io, gli altri chi si rivestiva chi invece indugiava forse in attesa di ancora qualche attenzione da parte della mia Regina, poi uno alla volta se ne andarono tutti.
Rosy ancora sdraiata sul letto si è girata e mi ha invitato a baciarla e cosi dolcemente ci siamo uniti in quel lunghissimo scambio di amore e dolcezza, poi con una mano ha incominciato a stringermi il cazzo e sorridendomi mi dice che l’unico a non aver ancora goduto sono io e allora le dico di fare un 69 cosi con la figa piena dello sperma dei suoi amanti e Lei si è messa a cavalcioni sul mio viso con la sua sensibile figa a farsi leccare mentre con la bocca mi ha fatto venire succhiando tutta la mia sborra mentre dalla sua figa colava sulla mia lingua tutta la sborra di Mamadou e di quelli prima di lui….
Una notte indimenticabile senza tempo , emozioni, sensazioni, vissute insieme pelle contro pelle, mix di umori sapori odori…. Amore…

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Un sogno che si avvera!

Racconto trovato in rete su xhamster

Zia Tanya è la sorella di mio padre, abbiamo circa quindici anni di differenza, praticamente da quando sono nato è sempre stata presente nella mia vita, sono molti i ricordi che ci legano, talvolta mi piace rivedere le nostre vecchie foto di famiglia, in particolare quella in cui poco più che dodicenne le cingo le spalle con il braccio sinistro. Zia Tanya non è certo una stangona, ha un corpo minuto ed energico, due bei cosciotti sodi che soprattutto d’inverno ama tenere stretti in calze di microfibra, di carnagione scura, corporatura longilinea, lineamenti regolari, folte sopracciglia in stile mediterraneo, un piccolo neo nero leggermente sporgente sul lato esterno dello zigomo sinistro appena sotto l’occhio, d’estate la sua pelle raggiunge delle tonalità molto prossime alla folta capigliatura riccioluta e crespa che le casca oltre le spalle, tanto da sembrare vista in lontananza ad una ragazzina brasiliana di colore.
Mia madre non ha un buon feeling con lei, l’ha soprannominata “il cespuglio”, sembrerà pure un cespuglio ma la mia cara zia di “brasiliano” non ha solo la carnagione, sopra quelle gambe tornite dimora un sederino che è una poesia, nonostante i sui quarantun’anni suonati zia Tanya ha un bel culo sodo a “mandolino” che non ama mettere in mostra, indossa tendenzialmente abiti comodi ma non passa inosservata nemmeno agli occhi dei meno interessati….. le donne. Mia zia ha sempre avuto un forte ascendente sugli uomini, di conseguenza quasi sempre ha destato diffidenza ed invettiva da parte delle donne, posso giurarvi che ha un sorriso disarmante, quando sorride le guance si contraggono fino a mostrare due fossette, gli occhi neri cominciano a brillare di sincera emozione, negli ultimi tre anni raramente ho avuto il piacere di ass****re a tale prodigio perché zia Tanya ha divorziato, nonostante la forza d’animo di non abbattersi ed andare avanti sta vivendo una condizione di disagio, molto probabilmente di profondo dolore inconscio.
Quest’estate mio padre l’ha invitata a stare con noi nella casa al mare, non ci è voluto molto perché finisse al centro dell’attenzione sul lido che frequentiamo, per la prima volta dopo tanti anni i ragazzi più in vista della mia comitiva cominciano a trattarmi con maggior considerazione, so perfettamente che lo fanno solo per potersi avvicinare a zia Tanya, per fortuna lo sa anche lei, molto abilmente riesce a ridicolizzarli con frasi ambigue ed argomentazioni piene di doppi sensi. Credo sia superfluo a questo punto parlarvi del mio “irrigidimento”, fantasticare su mia zia Tanya mi procura delle erezioni da paura, lo so è deplorevole provare desideri i****tuosi, non ne vado fiero ma ne sono letteralmente schiavo, lei ne è consapevole, lo è da molti anni date le mie mal celate manifestazioni morbose adolescenziali, più d’una volta mi ha sorpreso ad annusare le sue mutandine trafugate dal cesto della biancheria sporca, una volta mi ha scoperto a spiarla dalla piccola finestra semichiusa del bagno mentre stava facendo la doccia, l’ho fatto molte più volte ma lei se n’è accorta solo in quell’occasione. La cara zia ha sempre tollerato il mio atteggiamento sconveniente senza mai rivelarlo ad altri, per assecondare il mio desiderio latente talvolta mi concedeva di pettinarle i capelli, capitava che ci sedessimo sulle scale della villetta, lei mi faceva da schienale stringendomi tra le braccia e poggiando il mento sulla mia spalla mi sussurrava qualche riflessione filosofica sul senso della vita, sentirmi quelle tettine di pietra puntate nella schiena ed i sussurri all’orecchio…. oh che ve lo dico a fare! Anche quella è ormai storia antica, dopo essersi sposata zia Tanya si era trasferita nei dintorni di Milano, per circa otto anni non c’erano più state molte occasioni d’incontrarci, inutile dirvi che una passione può affievolirsi ma non svanire come se nulla fosse.

Ormai prossimo ai ventisei anni sono piuttosto consapevole delle mie pulsioni, ora so come tenere a freno la libido per osservarla finalmente con occhi nuovi, esserle nuovamente accanto accresce in me il desiderio di lei istigandomi a nuove “sordide” fantasie, come potrei azzardarmi a tentare un approccio e sperare di ottenerne ciò che desidero?
Sono già cinque giorni che facciamo colazione insieme, la porto al mare in vespa, si lascia spalmare la crema abbronzante in spiaggia, in un paio di occasioni abbiamo avuto delle lunghe conversazioni stando in acqua appartati quasi nascosti, mi ha raccontato di suo marito, di come il loro rapporto sia gradualmente collassato, io altrettanto le ho detto di Cristina, di come la routine di coppia stia diventando l’anticamera di una probabile separazione.
“Il fatto di non essere insieme durante le vacanze quest’anno è un grave campanello d’allarme.”
Stasera, però, sento di aver raggiunto la saturazione, devo trovare il modo di placare i miei “bollenti spiriti”, ho salutato gli amici inventando una scusa e ho comprato un giornale porno, in casa non c’è nessuno, nessuno tornerà prima di un paio d’ore, i miei sono a cena da amici, mia sorella è al bar del lido con le amichette e zia Tanya si è aggregata a due coetanee conosciute stamattina per una passeggiata in paese.
L’afa m’induce a farmi una doccia gelata, mi libero facilmente degli abiti leggeri, poso il “pornazzo” sulla scrivania della cameretta e mi avvio nel bagno, l’acqua fredda non mi dà noia, la sensazione d’improvviso refrigerio fa si che mi frizioni più vigorosamente lasciando la muscolatura umida e lucente, trascino un grande asciugamani bianco in vita con il classico nodo da spiaggia, ne prendo un altro più piccolo per frizionarmi la testa, in realtà non ho una gran voglia di masturbarmi, magari sarà meglio sdraiarmi sul lettino per riflettere, diciamo più “compiangermi”, esco dalla doccia col capo chino tenendomi l’asciugamani teso sulla testa e non mi accorgo che…
“Ciao! Serata romantica per uno?”
Zia Tanya dà le spalle alla scrivania, tiene in mano il “pornazzo” mostrandomi la copertina e fissandomi con un risolino divertito, confuso e smarrito in preda al più totale imbarazzo resto immobile sotto l’arco della porta a fissarla in silenzio, probabilmente i miei occhi parlano per me, zia Tanya abbassa lo sguardo rilasciando il braccio a posare la rivista sulla scrivania e in un sussurro soffocato dichiara.
”Scusa Carlo non avrei dovuto permettermi.”
Avanza verso di me con passi rapidi cercando di scartare alla mia sinistra e dileguarsi, non so spiegare come ma travolto da una tempesta di emozioni perdo il controllo di me stesso ed allargo le braccia per raccoglierla.
“Tanya io.”
Lei mi guarda negli occhi un po’ imbarazzata ma amorevolmente con voce rassicurante.
”No Carlo, non ti preoccupare non è successo niente ma ora preferisco uscire.”
“No, aspetta!”
Il tono della mia voce è supplichevole ma deciso, il suo viso assume un’espressione dura, tende le braccia in avanti e prova a fare pressione sul mio petto per spingermi, ma a nulla servono i suoi sforzi e rimbalza indietro di due passi fissandomi con occhi di fuoco.
“Tanya io non so come dirtelo!”
“Dirmi che cosa?”
Grida lei.
“Che vuoi da me? Non vedi che mi stai mettendo in grave imbarazzo? Lasciami andare!”
L’ultima frase la pronuncia con un gemito di terrore.
“Aspetta! Lasciami dire.”
Zia Tanya comincia a piagniucolare.
”Ma che vuoi da me? Sono la sorella di tuo padre lasciami andare!”
Raccoglie tutte le sue forze e come un ariete abbassa la testa per balzare in avanti contro di me puntando la fronte e i gomiti verso la bocca del mio stomaco, nell’impatto gli asciugamani scivolano in terra e resto nudo in piedi dov’ero, tenendola a forza tra le mie braccia sospesa a mezz’aria come un satiro che ha catturato la sua baccante.
“Caarrlllooo!!!”
Il suo grido come un tuono rimbomba nella cameretta, la sua mano destra colpisce violentemente la mia faccia con un ceffone, schiocca come una frustata fra l’occhio e lo zigomo obbligandomi ad allargare immediatamente le braccia per farla ricadere sul pavimento, entrambi restiamo lì immobili a fissarci con gli occhi gonfi di lacrime, Tanya legge nei miei qualcosa d’inspiegabile intuisce la mia rassegnazione. Balza nuovamente in avanti, stavolta però con un’espressione di rammarico, poggia la mano sulla mia spalla per sollevarsi sulle punte e forza delicatamente il mio mento con le dita per farmi ruotare il viso osservando il rossore provocato dallo schiaffo con gli occhi al suolo mi ritraggo lentamente per andare a raccogliere l’asciugamani e riacquistare qualche brandello di dignità, mi avvio verso il bagno per sciacquarmi la faccia.
“Carlo!”
Sento la sua mano sulla spalla che mi trattiene, mi volto a guardarla pieno di vergogna per quanto è accaduto, lei non meno sofferente mi tira delicatamente per un braccio invitandomi a sederle accanto sul lettino.
“È davvero così intenso il sentimento che provi per me?”
Mi lascio andare giù sulla schiena e tiro un profondo sospiro.
”Non saprei a quanto pare io stesso non avevo idea di quanto cazzo ho completamente perso il controllo.”
Sgrano gli occhi incurante della mia nudità e rompendo in una fragorosa risata eccole, quelle due meravigliose fossette spuntano sulle sue guance, mi giro sul fianco destro, punto il gomito sul lenzuolo per tenermi su la testa così comincio a carezzarle timidamente l’avambraccio con l’indice, sembro un antico romano ospite di un banchetto luculliano con l’asciugamani spiegazzato che mi copre appena il bacino, lei ruota la spalla sinistra e reclina il capo a guardare indietro, osservandomi teneramente con occhi sognanti quasi stesse rivivendo tutti i momenti trascorsi insieme.
“Potrai mai perdonarmi?”
Le sussurro distogliendo lo sguardo sentendomi d’un tratto tremendamente colpevole per l’accaduto, lei si lascia cadere sul fianco sinistro acquisendo la mia medesima posizione come un’immagine riflessa, allunga la mano destra per carezzarmi delicatamente il viso ferito.
“E di cosa?”
Avvicinando le labbra al mio orecchio sussurra con ironia.
”Di avere una zia tanto sexy da non poterle res****re?”
Nooo!!! Ecco ancora quella meravigliosa sensazione, stavolta l’erezione è piuttosto visibile e l’asciugamani s’impenna quasi che qualcosa ci si fosse infilato sotto, lei gran donna come sempre.
”Vedi? Che ti dicevo?”
Torna a fissarmi con occhi sognanti.
“Tanya io credo che sia meglio defilarmi, tenerti a distanza ravvicinata mi fa venire una gran voglia di baciarti”
Tanya protrae le labbra contro le mie, agilmente spinge il suo fianco in avanti imponendomi di sdraiarmi, la stringo teneramente fra le braccia ma il nostro amplesso dura pochi istanti, vinti dal desiderio cominciamo a contorcerci l’uno contro l’altra in maniera convulsa quasi volessimo strapparci vicendevolmente la pelle, le nostre bocche s’impiastricciano di saliva fino alle guance ed il sottofondo di mugolii s’interrompe solo per qualche istante mentre in tutta fretta Tanya si sfila il vestito. Il suo corpo ora coperto soltanto della lingerie nera di pizzo è caldo e sinuoso,
quello spettacolo dà maggior vigore alla mia erezione, la sua mano scivola sotto l’asciugamani per afferrarmi il cazzo cominciando ad agitarlo ritmicamente, è abilissima nel carezzare delicatamente il frenulo, costringendolo nel palmo e esercitando fluide rotazioni del polso per accentuare l’intensità del massaggio. Io intanto mi faccio strada con le dita della mano facendole scivolare sul suo addome fino ad insinuarle nello slip in cerca del clitoride, Tanya sembra coinvolta quanto me, ha la fica fradicia di umori, appena la tocco ha un sussulto improvviso e dirige la testa verso il mio ventre, la sua mano si stringe intorno al glande e scivola giù tendendo la pelle fino a scoprirlo completamente. La sua bocca umida ingoia la nerchia fino a far toccare le labbra sull’indice della mano che sovrasta i miei testicoli gonfi, poi la testa risale e prende ad oscillare come prima il polso ripetendo lo stesso abile gioco, la sua lingua saetta sull’uretra, compie dei semicerchi intorno al frenulo e le labbra serrano ermeticamente il glande, la bocca trattiene e shakera il cocktail di saliva ed umori maschili che diviene più copioso ad ogni risucchio. Respiro affannosamente quando l’eccitazione diviene insostenibile emetto dei profondi sospiri soffocati, lei invece sembra ignorare il mio massaggio quando improvvisamente fa s**ttare il bacino verso sinistra ed emette un verso gutturale a bocca chiusa.
“UHM!”
Senza interrompere il pompino comincia a muovere la mano incrementando la velocità e la fluidità del gesto come se volesse indurmi a venire, sono infoiato oltre misura, non riesco più a trattenere il desiderio di penetrarla, di essere cavalcato da lei e tenerle quel bellissimo culo tra le mani, sfilo le dita dalle mutandine e porto entrambe le mani sui suoi fianchi per denudarla.
“No! Aspetta.”
Tanya s’impenna sulle ginocchia con le cosce ancora larghe e mi punta una mano sul petto per fermarmi, ho il panico, come può essere tanto crudele da interrompere così bruscamente l’azione sul più bello?
“Non possiamo farlo qui! Se torna qualcuno che gli raccontiamo?”
Dichiara zia Tanya con sincera preoccupazione.
“Dove potremmo andare?”
Una piccola quantità di sangue mi risale al cervello e la preoccupazione assale anche me, Tanya mi scruta con aria riflessiva, dopo qualche istante le sue labbra si dilatano in un sorriso furbetto.
”Lo so io! Vestiti!”
Si china di s**tto verso di me per schioccarmi un ultimo bacio appassionato, poi in tutta fretta recupera il vestito e le scarpe per indossarli alla meno peggio, io faccio quel che posso per seguirla a ruota, l’erezione non accenna a calare ed ho qualche difficoltà ad abbottonare i pantaloni, Tanya coordina le operazioni di fuga.
“Prendi le chiavi della vespa ed una coperta dall’armadio, a proposito ce li hai i preservativi?”
Ah già i preservativi, per uno come me praticamente incapace di avere una incontro sessuale occasionale sarebbe perfettamente inutile girare con un preservativo in tasca, per fortuna da queste parti si usa tenerne almeno due nel portafogli, se non altro per prestarli a qualche amico della comitiva più fortunato.
“Sì, come no!”
Sembriamo due ragazzini infervorati da chissà quale bizzarra idea, ci muoviamo furtivamente stando accorti a non essere notati dal vicinato, salto in sella alla vespa mentre Tanya corre ad aprire il cancelletto laterale della villa, ripiego la coperta a cilindro e me la infilo tra le gambe, quasi mi casca quando poggio il piede in terra per far salire lei che nel frattempo ha richiuso la serratura cercando di non fare rumore.
“Dove andiamo?”
Le chiedo con eccitazione fantasticando di ricominciare presto quello che abbiamo bruscamente interrotto.
“Sulla spiaggia! Non ti è mai capitato di fare sesso sulla spiaggia prima d’ora?”
Nel dirlo si stringe forte a me e parto senza pensarci.
“Dimmi tu che strada seguire!”
Muoio dalla curiosità di scoprirlo.
“L’ultimo lido quello con le cabine che fanno angolo con la scogliera, c’infiliamo dentro l’ultima e ti spacco in due!”
Mentre ride mi tocca il petto con una mano ed emette una specie di sibilo quando con l’altra si accorge che il mio pene è ancora turgido di eccitazione, grazie ad una scorciatoia arriviamo a destinazione in pochi minuti, data l’ora posso parcheggiare la vespa proprio accanto alla cabina nascosta dal buio e completamente isolata, il cielo è coperto e salvo un paio di lampare in lontananza che brillano dal mare c’è buio pesto.
“Accidenti! Avrei dovuto portare una pila!”
Dichiaro con tono seccato ma dal buio improvvisamente compare una fiammella d’accendino, intravedo il suo splendido viso sorridente e mi sembra più bella che mai.
“Entra e stendi la coperta in terra, poi togliti solo i pantaloni.”
La fiammella si spegne ma nel buio vedo la sua ombra nell’atto di sfilarsi le mutandine.
“Dobbiamo restare più o meno vestiti perché, se dovesse venire qualcuno, dobbiamo dileguarci il più in fretta possibile!”
Anche lei entra, sento lo s**tto del bloccaporta di metallo che ci isola dal resto del mondo, la fiammella dell’accendino illumina i listelli bianchi di legno delle pareti intrisi di salsedine e costellati di crepe, alle mie spalle c’è una piccola panchina verniciata di blu sovrastata da un attaccapanni, non posso crederci una lampadina appesa ad un filo nero che pende da un angolo, sotto la quale è posto un interruttore di plastica bianco, provo ad accenderlo e eureka funziona, Tanya mette via l’accendino e mi guarda fisso negli occhi con un’espressione di desiderio che non avevo mai visto prima d’ora.
“Ci ho ripensato: mettiti nudo!”
Sentenzia lei aiutandomi a spogliarmi, incrocio le braccia sui fianchi e tiro su la maglia mentre i gomiti si allineano alla testa ed il tessuto mi copre il viso, sento le sue mani scivolare sulla mia schiena e la lingua prende a saettare sul mio capezzolo destro inumidendolo, emetto un gemito soffocato ed il mio pene s’impenna con vigore contro il suo addome, mi strappo via la maglia e voglio abbracciarla ma lei si lascia cadere in posizione accovacciata ed ingoia avidamente il mio cazzo reggendosi saldamente ai miei fianchi. Guardo verso l’alto tenendo gli occhi semichiusi in preda all’eccitazione, devo confessare che pur nelle mie più torbide fantasie non avevo mai immaginato una cosa così travolgente, torno a guardare in basso e noto che lei mi scruta per constatare l’effetto del suo lavorio, le carezzo delicatamente la fronte e mi ritraggo lentamente perché sento che è ormai tempo di accoppiarci, mi giro di spalle per sfilare il portafogli dai pantaloni e prendere il preservativo, la sento armeggiare col vestito e quando mi volto la trovo a capo chino, le braccia infilate dietro la schiena a gomiti larghi intenta nello sganciarsi il reggiseno. Con un colpo di denti strappo l’involucro del profilattico e lo estraggo, tenendo premuto il cappuccetto tra le dita poggio l’anello sulla nerchia tesa per srotolarlo, a cose fatte Tanya prende a massaggiarmi l’uccello teso per accertarsi che la guaina in lattice aderisca perfettamente, mi fa cenno di sdraiarmi sul pavimento di cemento, la coperta mi punge la schiena e i glutei ma sono troppo eccitato per curarmene, fra le ginocchia rannicchiate vedo lei completamente nuda che si appresta a calarsi su di me, s’inginocchia cingendomi i fianchi con i polpacci e si spinge lentamente all’indietro tenendomi la verga con la mano destra per infilarsela nella passera fradicia. Tanya socchiude gli occhi e china il capo in avanti emettendo un profondo sospiro, poi alza di s**tto la testa e mi fissa contorcendo la bocca in una smorfia di dolore che subito muta in un sorriso malizioso, resto immobile per qualche istante mentre lei è intenta a calibrare l’intensità dei primi affondi, incredulo comincio a realizzare che il sogno della mia vita tutto ciò su cui avevo fantasticato milioni di volte sta incredibilmente divenendo realtà.
Le stringo le natiche fra le mani e faccio pressione sugli addominali per sollevarmi e baciarla, lei mi abbraccia tenendomi i capelli sulla nuca stretti in una mano e fa danzare ritmicamente il bacino cavalcandomi con affondi brevi e rapidi, gli schiocchi dei baci ed i sospiri echeggiano nella cabina per un po’ quando improvvisamente Tanya si stacca violentemente da me e ritta sulla schiena sbotta in un profondo gemito di piacere.
”OOOHHH! MMMHHHMMM!”
Tesa all’indietro con le mani sulle mie ginocchia piegate s’impernia sul mio cazzo per tutta la lunghezza, oscillando leggermente la testa con gli occhi chiusi e compiendo affondi più lenti e profondi in preda all’eccitazione, i suoi lamenti sono musica per le mie orecchie e il solo pensiero di esserne l’artefice mi fa ingrifare oltre ogni limite, ritorno su e le succhio i capezzoli mentre con le mani sulle natiche contribuisco ad aumentare le spinte del suo bacino.
“AH, AH, AAAHHH!!!”
Tanya è ormai al culmine dell’eccitazione, gli umori hanno lubrificato il lattice a tal punto che pare di sentire il rumore di un qualcosa che stia picchiando ritmicamente in una pozzanghera.
“WOOOH, AH, AH, AAAHHH!!!”
Impressionante, il suo corpo comincia a tremare come una lenza vibra quando vi abbocca un grosso pesce, mi pone le mani sul petto e mi costringe al pavimento gemendo e sorridendo mentre compie lentamente gli ultimi affondi fissandomi estasiata, poi si lascia cadere in avanti e poggia la testa sulla mia spalla sinistra, scivolando sul fianco e contorcendo spasmodicamente le cosce per res****re alle pulsazioni residue dell’orgasmo.
“UH! Ma sei incredibile, quanto devo strapazzarti ancora per farti venire?”
Tanya sorride e mi carezza il viso mentre io in silenzio mi godo il trionfo.
“Ti andrebbe di fare il bagno?”
Mi chiede con curiosità.
“Vieni, sono sicura che ti piacerà, togliti il preservativo e spegni la luce.”
Nel cielo è apparsa la luna e qua e là splende qualche stella, il mare è nero come la pece ed incute timore ma Tanya s’incammina frettolosamente giù per la scalinata di legno che conduce alla piccola conca circoscritta da scogliere e s’immerge in acqua fin sotto i seni.
”Vieni, l’acqua non è molto fredda è bellissimo!”
Sì è bellissimo ed è un’altra cosa che ho sempre desiderato fare quella di scopare in mare di notte, in breve le sono accanto, per qualche istante ci soffermiamo a guardare in alto la luna che c’illumina, d’improvviso mi sento afferrare il cazzo che immediatamente ritrova la completa rigidità, lei prende a menarmelo con la mano al contrario come quando si porge per presentarsi a qualcuno e mi bacia voluttuosamente stringendosi a me.
“Posso leccarti!”
Le sussurro timidamente all’orecchio, lei non risponde ma cambia la presa e prende a trascinarmi verso la riva come fossi un cagnolino al guinzaglio, si volta e fa qualche passo all’indietro in direzione degli scogli poi si lascia cadere sul bagnasciuga ed allarga le cosce, m’inginocchio, lei si spinge in avanti cingendomi il collo con il braccio e baciandomi ancora con passione, poi porta la mano sulla mia nuca e si ritrae calandomi lentamente la testa verso il basso ad incontrare l’oggetto del mio desiderio. Sposto il mio bacino sul fianco destro per evitare di fare un buco nella sabbia con la mia erezione, punto il naso sul monte di Venere per avere un punto di riferimento nel buio ma altrettanto per inebriarmi dell’odore frammisto di umori ed acqua salata che emana la sua fica nuovamente eccitata, spingo in avanti la punta della lingua dal basso verso l’alto in cerca della fessura per raggiungere il clitoride, in un paio di lappate trovo l’estremità sporgente e faccio saettare la mia lingua in senso circolare, provocando in Tanya delle lievi contrazioni del bacino ed inducendola a rilassarsi sul dorso, dopo un po’ decido di rincarare la dose e le costringo il lembo di pelle che copre il clitoride fra gli incisivi ed il labbro superiore risucchiando come se la stessi spompinando. Tanya non riesce a res****re e comincia a sussultare contorcendo il bacino in modo convulso e mordicchiandosi un dito per soffocare le grida, io incrocio le mie braccia sul suo addome in una morsa d’acciaio e non diminuisco d’intensità anche se ho la bocca piena di fluidi che trasborda sulle guance ed imbratta l’interno delle sue cosce tremanti, il naso è talmente compresso contro il suo pube che sono costretto all’apnea, solo di tanto in tanto emetto degli sbuffi e recupero un po’ d’aria dai lati della bocca per non rallentare l’azione micidiale dei miei “baci”.
D’improvviso Tanya emette un grido straziante, stende le gambe e comincia a vibrare tutta cercando di liberarsi della mia testa per chiudere le cosce, la lascio immediatamente, lei rotola sul fianco e si contorce le mani serrate sul pube come se le avessi inferto una coltellata, emette dei rantoli profondi e gutturali alternati con suoni acuti smorzati, simili a singhiozzi ma più intensi quasi fosse sul punto di piangere dal dolore.
”UH, UH, UH… OOOHH… MMMHHH… AAAHHH!!!”
La scena si protrae per quasi un minuto ed io vi assisto sinceramente perplesso, combattuto fra l’orgoglio di averle provocato un orgasmo così potente ed il timore di aver oltrepassato il limite, non so che fare, sotto i raggi della luna il suo splendido corpicino appena visibile continua a tremare come se ricevesse delle scosse, appena sembra placarsi mi avvicino e le poso una mano sulla spalla per tentare di farla voltare delicatamente verso di me cercando di vedere come si senta, lei ruota di s**tto e mi si avvinghia al collo con entrambe le braccia trascinandomi giù al suo fianco tanto da sentirne il respiro affannoso ed i gemiti residui, allunga la gamba sinistra e mi pianta il tallone nei quadricipiti per unire il suo bacino contro il mio.
“WOW, Carlo, sei un demonio!”
“È tutto merito tuo, hai sempre saputo quanto ti desiderassi e non so come ho finalmente coronato il mio sogno impossibile.”
Lei guarda in basso perché sente crescere la mia erezione sul suo ventre ed esclama.
”Mi sa che è giunto il tuo turno di venire seguimi.”
Si alza in piedi e si dirige a passi lenti verso l’acqua, con i glutei e le cosce imperlati di sabbia, per qualche istante resto immobile a cercare d’imprimermi nella mente quella stupenda visione ma poco dopo lei s’immerge fino alla vita e si volta a fissarmi.
”Vieni ti ho detto!”
Piego le gambe ruoto sulle ginocchia punto le mani e faccio leva per sollevarmi in piedi, noto qualcosa d’insolito nei movimenti di Tanya, tiene il braccio destro flesso dietro, si sfrega con eccessiva insistenza e sembra che provi disagio, avvicinandomi riesco finalmente a comprendere cosa stia accadendo, proprio non riesco a crederci, Tanya sta cercando di dilatarsi l’ano con le dita e appena le arrivo a tiro s’inginocchia e mi afferra la verga tesa con la mano sinistra portandosela alla bocca. Sento i suoi denti scorticarmi leggermente la pelle, i risucchi sono fortissimi mentre la mano stantuffa ritmicamente alla base del cazzo agitandomi i testicoli induriti dall’acqua fredda, mi sembra d’essere sul punto di esplodere ma non riesco a raggiungere il culmine, mi godo quelle meravigliose sensazioni emettendo dei profondi sospiri smorzati.
“Vieni avviciniamoci agli scogli.”
Mi trascina nuovamente tenendomi per il pene come fosse un guinzaglio.
“Scommetto che l’hai sempre sognato ma non l’hai mai fatto!”
“Sì infatti!”
Dichiaro senza vergognarmene.
“Scordati quello che hai visto nei film o sulle riviste non è facile a farsi, discretamente doloroso per buona parte delle donne e non è il caso che duri a lungo.”
Si solleva sulle punte e mi schiocca un bacio appassionato, agita la mano per masturbarmi in modo così violento da generare un mulinello di schiuma in acqua, poi si volta e poggia la mano sinistra sullo scoglio piegando la gamba dello stesso lato per tenere le chiappe meglio dilatate, con la destra trattiene il mio glande contro lo sfintere ed accenna dei movimenti di bacino per agevolare la penetrazione, sembra che la cosa non possa succedere quand’ecco che la cavità anale si dilata ed ingolla la testa del mio batacchio.
“UUUHHH…MMMHHH…OOOHHH!!!”
Tanya avverte un forte bruciore e quasi s**tta in su per la pressione, resiste e dopo qualche attimo di concentrazione spiega.
”Devi farlo entrare di pochi centimetri ancora e poi lentamente affondare e ritrarlo ritmicamente per la stessa misura ma piaannoooo!”
Lo sfintere è molto stretto, temendo di farle male vorrei estrarre il cazzo e venire masturbandomi da solo, lei si mette in piedi inarca la schiena all’indietro e afferrandomi la nuca con la mano destra porta la bocca vicina al mio orecchio, mi grida tutta la sua eccitazione mentre controbilancia il peso del suo corpo tenendo la mano sinistra ben salda sul mio fianco. In preda alla lussuria le agguanto saldamente i fianchi e comincio a far oscillare ritmicamente il bacino, esercito una grande pressione sulle gambe piegate, sento il glande costretto farsi strada a forza dilatando la cavità anale con l’aiuto dell’acqua che fa in qualche modo da lubrificante. Sento che il cazzo mi sta diventando di fuoco a furia di sfregamenti, Tanya sembra non riuscire più a sopportare quel doloroso supplizio, quando uno schizzo incandescente le inonda il buco del culo seguito da altri d’intensità via via minore, lei come una cagna ferita a morte porta entrambe le mani sui miei fianchi spingendo per liberarsi da quel supplizio. Ho il fiato corto, mi sento letteralmente svuotato, non riuscendo a stare sulle gambe mi trascino verso gli scogli per sedermi,
Tanya nel frattempo si è tenuta le natiche larghe sforzandosi di espellere lo sperma, con una smorfia in viso sottolinea il gran bruciore, si avvicina respirando anch’essa a fatica e s’inginocchia davanti a me abbracciandomi forte puntando la fronte contro il mio petto.
“Vorrei che questa notte non finisse mai.”
Mi confessa sotto voce mentre alza gli occhi per fissarmi.
“Non avrei mai immaginato di poter provare sensazioni così intense, mai avrei fantasticato di poterle vivere insieme a te, eri il mio angioletto e adesso sei un uomo e che uomo!”
“Che succede adesso fra noi?”
Le chiedo con voce sommessa.
“Che vuoi che succeda?”
“Questa serata resterà un ricordo indelebile per entrambi.”
“Sei il mio nipote preferito, ho sempre avuto un trasporto nei tuoi confronti anche se ciò è degenerato in un rapporto sessuale niente cambierà fra noi.”
“Sai? In realtà non siamo nemmeno i primi in famiglia a fare una cosa del genere!”
Sgrano gli occhi incredulo esclamando.
”Chi? Dove? Quando”
Ma Tanya mi tappa la bocca con le dita e dichiara.
”Preferisco non dirtelo e poi si tratta di un fatto vecchio.”
Con un sorriso malizioso la imploro.
”Dai, ti prego, dimmelo!”
“Ok! Se proprio ci tieni ma non ti azzardare a chiedere conferme in giro si tratta di…”

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Jack e Carlo (Sesta parte)

La luce che filtrava dalle finestre svegliò Carlo e si girò realizzando che Jack non era più sdraiato al suo fianco. Si stirò le braccia sopra la testa ed arcuò la schiena ancora sonnolento. Sorrise tra di se pensando alla notte precedente, era stato meglio di quanto avesse immaginato. Il solo baciare Jack gli faceva accellerare il cuore a doppia velocità, la morbidezza delle sue labbra, la seta dei suoi capelli ed il suo modo di guardarlo con emozione non mascherata. Carlo sorrise e fece penzolare le gambe fuori del letto facendo correre una mano tra i suoi capelli scuri e in disordine. Non c’era altro pensiero che quello di vedere Jack per svegliarlo completamente.
“Jack?” Chiamò andando in cucina per accendere il bollitore. “Jack?” gridò di nuovo. Non ci fu risposta ma un’occhiata rapida all’orologio gli disse Jack già era già andato al lavoro e che se non si affrettava sarebbe arrivato di nuovo in ritardo all’università, di nuovo. “Cazzo!” Mormorò sottovoce. In cinque minuti si vestì e prese cellulare e chiavi della macchina prima di precipitarsi fuori della porta.
La campana accesuonò alle 12e 30 segnalando la fine delle lezioni. Carlo spinse i libri nella borsa e se la gettò sulla spalla avviandosi rapidamente verso la porta di classe e l’atrio. Estrasse il telefono della tasca quando lo sentì vibrare e l’aprì. C’era un messaggio da Jack: ‘Dopo il lavoro ci vediamo? X’ Carlo sorrise e richiuse il telefono mentre sentiva quel eccitazione ora familiare al pensiero di vedere l’amico. “Carlo, aspetta!” Si voltò per vedere chi l’aveva chiamato e vide Laura che spintonava gli altri studenti per raggiungerlo.
“Ehi.” Sorrise Carlo e le diede un rapido bacio sulla guancia. “Tutto okay?” Chiese. Laura si aggiustò i capelli rossi che le arrivavano alle spalle e girò la faccia verso di lui.
“No, ho economia dopo pranzo.” Sospirò e roteò espressivamente gli occhi. “Nessuna possibilità di dare un’occhiata al tuo lavoro?”
Carlo rise ed estrasse un quaderno della borsa e glielo diede. “Certo, solo non copiarlo parola per parola, ok?”
Laura accennò col capo ed allungò una mano per arruffargli i capelli. “Naturalmente. Grazie Carlo, mi hai salvato la vita!” Sorrise, si girò e si allontano lungo il corridoio. Carlo la guardò per un momento prima di dirigersi verso l’ingresso dell’università. Lui e Laura erano buoni amici ed era sorprendente che lui non avesse voluto essere niente di più e neanche lei. Indubbiamente lei era bella, aveva un grande senso dell’humour ed era il genere che normalmente piaceva a Carlo, ma la chimica non era s**ttata.
Carlo si morse il labbro impazientemente mentre aspettava dietro la folla di persone che attraversava le porte dell’università. Sentì qualcuno spingerlo da dietro e lui mise automaticamente una mano sulla spalla della persona davanti a lui per non cadere. Il ragazzo si voltò e Carlo ritirò la mano. “Mi spiace.” disse indicando la folla dietro di se. Riconobbe il ragazzo, non erano nella stessa classe ma tutti conoscevano Luca: capitano della squadra di football, usciva con le ragazze più belle dell’università e chiaramente anche lui era un figo. Aveva capelli biondo scuro con inserti biondi più chiari, occhi verdi e penetranti che mettevano maggiormente in rilievo l’abbronzatura dorata ed un corpo fantastico che ogni ragazza vorrebbe, e anche molti ragazzi.
“Nessun problema, questo è pazzesco, qualcuno verrà calpestato se non fanno attenzione.” Luca fece un mezzo sorriso e finalmente riuscirono a passare per la porta ed andare in cortile. Carlo sorrise di nuovo e gli fece sfacciatamente l’occhiolino, lui aggrottò leggermente le ciglia confuso facendo ridacchiare Carlo mentre si allontanava, era consapevole che Luca era etero ma questo non voleva dire che flirtare con lui non fosse divertente.
Carlo non aveva fretta di giungere all’agenzia dove Jack lavorava, parcheggiò, uscì sbattendo la porta dietro di se e si incamminò verso l’ingresso. Vide Jack e stava per chiamarlo quando comprese che stava parlando a qualcuno ma non era abbastanza vicino per sentire. L’altro ragazzo era alto con capelli castano chiari; da quello che poteva vedere era molto attraente, probabilmente era un modello.
Jack sorrise a Josh ed alzò le spalle, stavano parlando di Carlo e Josh stava facendo del suo meglio per aiutare Jack a decidere cosa fare. “Grazie per i consigli.” disse con gratitudine Jack. “Nessun problema.” Josh diede a Jack un rapido, amichevole abbraccio e gli baciò leggermente una guancia.
Carlo strinse i pugni sentendosi immediatamente geloso. Jack stava insieme ad un altro dopo tutto quello che aveva detto? Era amareggiato e deluso, aveva veramente pensato che Jack sentisse quello che sentiva lui, ma evidentemente non era così, pensò frustrato. Si voltò per allontanarsi prima che Jack lo vedesse.
“Carlo?” Carlo guardò da dove arrivava il grido e vide Max appoggiato ad un lampione accanto alla sua macchina con le braccia conserte ed un sorriso attraentemente furbesco sul viso. Max indossava jeans stretti che rendevano ovvia la protuberanza nei suoi pantaloni ed una t-shirt Levi grigia. “Mi cercavi?” Max alzò un sopracciglio mantenendo la stessa espressione sulla faccia.
Merda era stato così preso da Jack che aveva quasi completamente dimenticato il suo ragazzo. “Ehi bello!” Sorrise Carlo incamminandosi. Era incazzato con Jack che stava con un altro ragazzo ed era ancora eccitato dalla notte precedente quando Jack aveva fermato fermato le cose prima che andassero oltre.
Max si sporse verso di lui e lo baciò lentamente tracciandogliun labbro con la punta della lingua. Lui fece scivolare le braccia intorno alla vita di Max e lo tirò più vicino mentre si baciavano. Max fece scivolare la lingua nella sua bocca giocherellando con la lingua del suo fusto e fece correre le dita nella cintura dei jeans del ragazzo. “Max, siamo in pubblico…” Mormorò Carlo spostandogli la mano.
“E allora…?” Max alzò le spalle e lo baciò di nuovo, più forte questa volta. Si allontanò leggermente e le sue labbra scivolarono all’orecchio di Carlo. “Sono così arrapato e voglio disperatamente fotterti.” Mormorò seducentemente sorridendo furbescamente mentre strofinava una mano tra le gambe di Carlo sentendo quanto ce l’aveva duro.
“Non qui baby…” Mormorò Carlo ma poteva sentire la sua resistenza che calava, Max non mancava mai di eccitarlo.
“Vieni allora…” Max sorrise furbescamente ed afferrò la mano di Carlo conducendolo giù per il vicolo alle loro spalle. Spinse rudemente il suo amico contro il muro che gemette quando la sua testa colpì i mattoni. Max tenne con forza Carlo per la vita e cominciò a baciargli il collo, leccando e succhiandogli la pelle. Carlo gemette di nuovo ma questa durata era di piacere piuttosto che di dolore. Max fece scivolare le mani dietro i jeans di Carlo per sentire il suo sedere stretto, eccitato dai gemiti di Carlo e dalla possibilità di essere sorpresi.
Le mani di Max si spostarono davanti ai jeans del ragazzo e glieli aprì spingendogli giù i boxer per afferrargli il cazzo duro. Carlo appoggiò indietro la testa contro il muro e si lamentò di piacere quando l’amico cominciò a masturbarlo lentamente ma con forza. Max guardò il suo ragazzo, aveva gli occhi chiusi e la bocca parzialmente aperta mentre la sua respirazione divetava più affannosa. “Guardami!” Disse con forza mentre gli menava l’uccello più velocemente. Carlo aprì obbediente gli occhi fissando l’amico.
Max fece un passo indietro e cominciò a spingere in giù jeans e boxer sempre con gli occhi in quelli di Carlo. “Succhiami il cazzo, bagnalo per bene perché lo conficcherò tutto in quel tuo piccolo sedere stretto, baby.” Carlo si eccitò ancora di più a quelle parole sporche ed il pene gli diventò ancora più duro. Si inginocchiò sulla strada, stuzzicò Max leccando leggermente la pinta del pene prendendo in bocca solo la testa e lasciando che la lingua la stofinasse per fargli capire che lo amava. Anelando leggermente Max alzò con le dita il mento di perchè potesse guardarlo. Carlo fece scivolare le labbra bagnate su tutta la lunghezza del grosso cazzo per poi prenderlo in gola. Max gemette, gli piaceva come il suo ragazzo succhiò il suo uccello come una puttana. I movimenti di Carlo diventarono più veloci e continuava a guardarlo mentre gli succhiava il pene.
Max stava per eiaculare e mise le mani sulle spalle dell’amico spingendo via la bocca dal suo cazzo, lo tirò in piedi e lo spinse di nuovo contro il muro, senza preoccuparsi che qualcuno potesse vedere o sentiree perché aveva disperatamente bisogno di inculare Carlo. Spinse la testa del suo cazzo pulsante contro il buco del culo del ragazzo e gli mormorò eccitante nell’orecchio: “Lo vuoi? Vuoi prendere il mio cazzo proprio qui, baby?”
“Sì, per favore Max!” Implorò Carlo disperatamente. Max spinto il cazzo dentro Carlo con una forte spinta ed il ragazzo gridò in un misto di piacere, sollievo di averlo dentro di se e dolore perché Max aveva un cazzo così grosso che dapprima gli faceva sempre male. Max cominciò a spingere rapidamente penetrando più profondamente ogni volta. Carlo si lamentò, appoggiò la testa sopra la spalla dell’amico,di prese il cazzo e cominciò a masturbarsi all’unisono con le dure spinte di Max.
Questi gemette e gli baciò il collo mordendo leggermente e facendo ancora lamentare l’amico. “Più forte Max, sto per sborrare!” Ansò Carlo. Max spinse l’uccello più profondamente ed ambedue sii lamentarono rumorosamente mentre eiaculavano quasi nello stesso momento. Carlo ansò di nuovo quando sentì lo sperma caldo di Max sparato dentro di lui. Max si estrasse da Carlo e lo baciò con forza sulle labbra. Si tirarono su i vestiti e Max sorrise furbescamente prendendolo per mano e conducendolo verso la sua macchina.
“Devo andare, ti chiamerò più tardi, sexy.” Baciò di nuovo le labbra di Carlo e gli sorrise prima di girarsi ed allontanarsi con le mani nelle tasche dei jeans. Carlo gli sorrise e scosse la testa. Salì in macchina e girò la chiave e partì. Il sesso con Max era sempre magnifico, ma perché si sentiva colpevole? Afferrò il volante con forza mentre la faccia di Jack entrava nella sua testa. Max era il suo ragazzo, non Jack. Jack non era interessato per niente; Carlo tentò di ragionare tra di se.
Parcheggiò ed entrò nel palazzo. Salì i gradini che portavano al loro loro appartamento ed aprì la porta. Jack era già incasa e Carlo gli rivolse un mezzo sorriso. “Dove sei stato? Pensavo che saresti venuto a prendermi.” Jack si alzò dal divano ed abbracciò Carlo che strinse di nuovo i pugni, adirato con Jack che fingeva di averlo aspettato mentre invece stava con l’altro ragazzo!
Carlo fece spallucce e si allontanò dal ragazzo “Mi spiace, stavo per venire ma ho avuto un problema. Sono sicuro che ad ogni modo avevi qualche cosa di cui occuparti.”
Jack aggrottò le ciglia. “Cosa c’è? Ho fatto qualche cosa di sbagliato? Perché ti stai comportando così stranamente?”
“Dopo tutto quello che mi hai detto la notte scorsa, dopo che mi hai detto di amarmi, oggi eri con un altro ragazzo! Non perdere tempo a negarlo Jack perché io so quello che ho visto!” Carlo non poteva trattenersi e le sue parole uscirono adirate.
“Cosa? Intende Josh?” Disse Jack incredulo. “Lui è un amico Carlo, null’altro; io sono convinto di tutto quello che ti ho detto la notte scorsa,”
Il cuore di Carlo ebbe un tonfo; vedeva che Jack stava dicendo la verità. Si sentì incredibilmente stupido mentre guardava il ragazzo di cui era innamorato, perchè aveva sbagliato tutto, si era arrabbiato con lui ed aveva fatto sesso con Max. Non sapeva cosa dire, se gli avesse detto quello che era successo con Max probabilmente avrebbe cambiato la sua idea verso di lui e Carlo non voleva rischiare.
“Oh, mi spiace…” Borbottò evitando di incontrare gli occhi di Jack che scosse la testa e gli diede un gentile bacio sulle labbra. “Dimentica,” Jack sorrise leggermente, “non è successo niente.” Quando Carlo guardò negli occhi blu di Jack capì che doveva scegliere, Max o Jack. Se non fosse stato attento avrebbe finito per perderli entrambi.

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LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

LA MIA PRIMA VOLTA DA SISSYBOY (Parte 4)

Rimase una ventina di secondi cosi’, sentivo la sua presenza dentro di me, e sentivo anche i muscoli dello sfintere rilassarsi ed il bucheto dilatarsi, poi sputo’ di nuovo sul mio buco del culo e tiro un attimo fuori la cappella. Si avvicino con la sua testa tra le mie cosce e comincio’ a leccarmi il buco del culo. Sentivo la sua lingua entrarmi nel buchetto del culo mentre con la mano mi masturbava, e poi mi leccava le palle.
– You are my sissyboy, you are my little slut…..- mi diceva. – I wanna fuck your asshole……I wanna fill it with my load…..-
Mi lascio’ andare il cazzo e mi venne sopra da dietro, mise le sue mani sulle mie cosce , me le apri’ e diresse il suo cazzo verso il mio buchetto. Ci sputo’ sopra ancora una volta poi appoggio’ la cappella sul buco e spinse. Stavolta la cappella entro’ dentro tutta d’un colpo.

Comincio’ allora a spingere e ritirarsi con un lento andirivieni il suo cazzo mi penetrava per poi riescire piu’ duro di prima.
Mi meravigliai, mi piaceva, forse era quello che avevo sempre voluto e non lo sapevo. Il mio cazzetto diventava sempre piu’ duro mentre lui aveva ripreso a menarmelo quasi all’unisono con il suo cazzo.
– Hai un gran bel culetto, d’ora in poi sarai il mio sissyboy……ti inculero’ ogni volta che vorro’……e sono sicuro che lo vuoi anche tu, vero? –
Girai la mia testa verso di lui e lo guardai riuscendo solo ad annuire con la testa,non riuscivo a parlare, gli occhi erano semichiusi come se avessi fumato una canna, sentivo solo un gran piacere, sentivo il suo cazzo sfregare contro le pareti del mio sfintere e questo mi piaceva, cazzo se mi piaceva…… Sentivo crescere dentro di me un godimento estremo. Il suo cazzo mi stava sfondando il culo e mi piaceva, stavo per venire di nuovo.
– Vengo….vengo….sborro – gridai-
-Girati – mi disse -svelto, voglio che mi sborri addosso.-
Mi tolse il cazzo dal culo, mi girai, mi apri’ di nuovo le cosce e mi penetro’ tutto d’un colpo, mentre io emettevo un rantolo ed il mio cazzo gli sborrava fiotti di sperma sulla pancia.
Ancora piu’ infoiato, comincio’ a pomparmi il cazzo nel culo velocemente, mentre io continuavo a sborrare, poi fu la sua volta. Emise un grido che non aveva niente di umano, mi prese il cazzo in mano e spinse il suo tutto dentro il mio culo fino alle palle…poi sborro?.
Un fiotto caldo di sperma mi inondo’ il culo mentre lui continuava a pompare.
-Mi fai male….mi fa male…- gridai, ma lui non mi sentiva, continuava ad incularmi in preda ad un orgasmo incredibile.
– You are my slutty sissyboy…..I want your asshole just for me….-ripeteva e sborrava.
Lo sperma mi usciva dal buco del culo e mente lui mi inculava, il cazzo, che andava e veniva nel mio culo emetteva dei suoni simili a scoregge, poi mi si accascio’ sopra e rimasi cosi’ sotto di lui con il suo cazzo nel culo.
Ero sfinito e anche lui sicuramente. Piano Piano sentii il suo cazzo che si ammosciava e dopo qulche minuti scivolo fuori dal mio buco del culo insieme ad un fiotto di sborra misto ad un liquido marroncino.
Aveva esplorato le mie piu’ profonde intimita’ e ora era li’ accanto a me a pancia all’aria, con il suo cazzo moscio. Mi mise una mano sul cazzo, moscio anche il mio, e mi disse.
– D’ora in avanti sei mio…..nessuno lo dovra’ sapere…..quando vorro’ incularti….ti chiamero’ e troveremo un posto dove vederci. – e cosi’ dicendo si avvicino e mi diede un bacio in bocca.
Ancora una volta mi meravigliai e ricambiai il bacio infilandogli la mia lingua in bocca.
Non era la fine, era solo l’inizio.
(Alla prossima)

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MIA COGNATA: le sue belle tette in mostra

Domenica scorsa a pranzo sono stato invitato dai miei suoceri a casa loro e con noi dovevano starci anche i miei cognati , la sorella più grande di mia moglie che ha 39 anni e suo marito con i loro figli. io come mia ossessione bramavo dal desiderio di rivedere mia suocera e le sue belle e grandi tettone per poter guardarle e immaginarmi qualcosa di porco su di lei, ma il mio pensiero andava anche a mia cognata, una bella tipa, ha i capelli corti sbarazzini,un bel fisico da mamma diciamo un finto magro, una bella terza di seno di certo non straripante come la mamma ma un po più grandi di mia moglie, un bel fondoschiena ma la cosa che di lei mi fa più eccitare anche se sembra strano è il suo carattere solare, sprizzante, ben diverso da mia moglie, quel tipo di donna che o prende lei l’iniziativa a letto, o che si lascia far di tutto e che le puoi chiedere di tutto ed io onestamente me la immagino bella porca a letto. A parte la sua descrizione domenica arrivai da mia suocera, purtroppo era vestita molto da casalinga, maglia lunga e molto accollata ma che si travedeva la forma del suo mega reggiseno e pantaloni normali, nel frattempo aspettavamo mia cognata che arrivasse per pranzare, quando dopo pochi minuti sentimmo citofonare ed erano arrivati, in quel momento e mi capita spesso di avere una specie di sesto senso o di visione, praticamente immaginai mia cognata arrivare con un bel vestito scollato, appena entrò in casa la vidi e rimasi sbalordito perché era proprio come la immaginavo e la desideravo, cioè, stivali, calze a rete nere, gonna un po lunga ma la cosa più eccitante fù una bella maglia scollata, ma non la solita scollatura invadente ma con quel vedo e no vedo che a me eccita da pazzi. Prima di sederci a tavola iniziammo un po a chiacchierare del più e del meno, mentre lei taglaiva il pane io ero di lato a lei e con l’occhio sbirciavo in mezzo alla scollatura della sua magliettina che si apriva come fosse una camicia, e le intravedevo la forma del suo seno, poi ci sedemmo a tavola e come per magia si sedette proprio di fronte a me, dal quel momento capì che quella giornata l’avrei dedicata mentalmente solo ed esclusivamente a lei e al suo bel seno tralasciando per un giorno mia suocera che era troppo impegnata a preparare il pranzo. per tutto il tempo mentre mangiavamo il mio sguardo ovviamente non facendo capire niente agl’altri lì presenti cadeva sul suo bel decolté, ovviamente la parte più eccitante era il canale del seno che scende giù fino ai capezzoli, per tantissime volte lo guardavo, e dentro di me mi eccitavo, finito di mangiare prendemmo il caffè, gia io dopo che prndo il caffè sarà per la caffeina, avevo voglia di fare sesso quella voglia di prendere mia cognata portarla sul letto o sul divano iniziare a limonarla come un pazzo poi aprendoli bene la maglia soffermarmi a lungo sul suo seno magari prima annusandolo sentendo il suo profumo di donna poi baciarlo delicatamente fino a scoprirgli solo un seno mentre l’altro no, e leccarli bene il suo capezzolo, questa è la scena che più vorrei che si realizzasse in questo momento, e poi prendendola per i suoi capelli corti, e con la sua bella boccuccia spingerla verso il mio pene già duro e desideroso e farmelo pompinare, mentre con la mano inizio a spostarle le mutande, trovare in mezzo al suo pelo, la sua bella figa bagnata e iniziare a fargli dei bei ditalini, poi prenderla e farla venire su di me e che le iniziasse a cavalcarmi così io potrei sempre tenere sotto il mio sguardo, le mie mani, e la mia lingua il suo fantastico seno che sicuramente non è sodo sodo ma un po a pera ma che a me piace da matti….

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Prima volta con donna sposata!

Inizio a dire che sono proprietario di una attività commerciale, e una domenica mattina un po’fredda entra una signora di circa 45 anni, è subito mi dice se sono nuovo! Io fiero della mia nuova attività aperta da poco, con orgoglio dico di SI! subito lei non perde tempo e comincia dicendomi che mi trova carino, gli piace il colore dei miei occhi! Subito ho sentito il mio pisello diventare duro, lei mentre parla mi accarezza le mani e si lecca le labbra, il mio pisello in quel momento diventa ancora più duro di prima! subito inizio pure io a toccare le mani e a guardare nella scollatura, ma non riuscivo a vedere nulla visto il cappotto.
Dopo due minuti in che stiamo parlando lei mi chiede il mio numero, dicendomi che mi chiama appena può siccome ha numerosi impegni!
Io sconsolato e un po’ amareggiato pensando che fosse, una che mi tira i bidoni, gli dico che va bene quando vuole può chiamarmi, in realtà non avevo più sangue in corpo tutto nel pisello, e facevo fatica a pensare una cosa sensata!
Invece due giorni dopo verso l’ora di pranzo… ecco la chiamata, un po’ imbarazzata e un po’ sotto voce mi dice che questo è il suo numero e in settimana ci vediamo!
il mio pisello è diventato ancora duro, impaziente di vederla fantasticavo un po su tutto! dopo un istante sono tornato sulla terra perché dovevo servire una cliente (molto figa pure lei! ma zero, solo mie fantasie purtroppo)
Ed ecco arrivato il giorno lei mi dice che deve fare delle commissioni, e verso le 14 è libera, io arrivo prima nel parcheggio e la vedo, la chiamo, e dopo due minuti è sulla mia macchina.
Partiamo alla ricerca di un posto, nascosto intanto parliamo e ad ogni semaforo rosso s**tta una bella limonata e qualche palpata alla tette ( una terza non male) dopo circa 15 minuti arriviamo in uno spiazzo… ma essendo giorno dopo due/tre palpate spunta gente (a dire la verità non mi dispiaceva) ma lei con un po’ di vergogna mi dice di cambiare posto!
Ancora con il pisello duro metto in moto la mia macchina, e ci dirigiamo, in un altro spiazzo a circa due minuti.
Li era molto più coperto dalla leggera nebbia e da alberi! subito inizio a toccare tutto senza, pensare a nulla, lei mi lascia carta bianca!
Infilo subito la mano nei pantaloni, e sento subito la sua Figa bagnata, subito gli chiedo se è eccitata e lei mi dice con voce squillante si moltissimo allora, affondo subito due dita dentro, mentre con la mano libra cerco il seno e mi inizio a leccare tutto, sento che gli piace perché incomincia a muoversi e piano piano a bagnarsi sempre di più.
Dopo qualche minuto, si abbassa completamente i pantaloni, per aprire meglio le gambe, li le mie due dita ormai fradice non ci stano più infilo pure li terzo dito. E sembra non dispiacergli, a quel punto si solleva, io mi stacco dal suo seno e tolgo le dita dalla sua figa, io avevo ancora su i pantaloni, e gli chiedo se mi fa un pompino, lei dice di si mi spoglia lentamente i pantaloni, e si vede il mio pisello già duro, mi abbassa pure le mutande e, piano piano con la sua lingua calda inizia a leccare il mio pisello, e le palle, io con la mia mano destra cerco di arrivare ad infilare il dito nel suo culo ma non ci arrivo, allora cerco di toccare il suo clitoride, e appena tocco il punto giusto, inizia a succhiare il mio pisello.
Sento la sua lingua le mi passa sulla cappella e continua su e giù e la mia mano sulla sua testa per tenere il ritmo, la voglia ci prende e ci mettiamo nei sedili posteriori, li gli apro le gambe ed inizio ad leccargli la figa e il culo, passo la lingua dentro la figa come se fosse il mio pisello e con il dito gli sfrego il clitoride, continuo a fare entrare ed uscire la mia lingua prima nella figa e poi nel culo, lei è molto eccitata, mi sollevo e prendo in mano pisello tra le mani, e lo sfrego sulla sua figa bagnata.
In quel momento mi dice di metterlo dentro e subito non mi faccio ripetere due volte, la sua figa era calda e bagnata, e subito inizio a muovermi prima piano e poi prendo il ritmo, lei inizia ad ansimare, ed io ci do dentro sempre di più, mi abbasso verso di lei per limonare, senza perdere il ritmo, la afferro per i fianchi e la giro in una posizione un po strana una mezza pecorina (in macchina è cosi) lei gode molto in quella posizione, e io prendo un ritmo forte e lei ansima io mi devo trattenere per non venire, a quel punto gli apro il sedere con le mani, e metto la saliva su pollice e le infilo nel culo, gli piace molto, dopo qualche minuto sento un verso, e mi dice che è venuta, io continuo ancora, con il mio pisello in quella figa bagnata, e il culo bagnato anche lui che non si distingue più la mia saliva… ad un tratto vengo pure io sulla schiena e sul culo, da quanta sborra avevo gli colava fino alla figa. sudato e soddisfatto pulisco il mio lago e ci rivestiamo, si era fatto tardi, e lei doveva tornare da su marito e io aprire il mio negozio!

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La donna misteriosa (attenzione niente sesso!)

ATTENZIONE
Questo è un racconto molto diverso da quelli pubblicati in questo bellissimo sito. Vi avverto quindi che non troverete scene di sesso bensì una storia misteriosa che è nata per caso.
Infatti all’inizio volevo scrivere un racconto diverso molto erotico, con scopate continue e magari un’orgia ma quando sono arrivato a metà racconto mi sono accorto che i protagonisti non si erano dati neanche un bacio (sono proprio una frana). Sono stato anche tentato di riscrivere tutto ma quando ho riletto quello che avevo scritto … ho trovato la storia avvincente ed interessante.
Nella maggior parte dei racconti che ho letto il sesso è divertimento, è solamente il rapporto tra due o più persone che si godono (è proprio il caso di dirlo) la vita, ma nella realtà il sesso è anche amore. Ho deciso quindi di portare a termine il racconto senza neanche sapere come sarebbe finito. Vi ripeto quindi che non troverete scene di sesso e, di conseguenza, vi conviene scegliere un altro racconto se cercate solamente quello.
Dovendolo classificare per forza l’ho inserito nella categoria che si avvicinava di più anche se, ripeto, non c’è sesso nella storia.

Questa mattina tra le lettere della posta ho trovato una busta senza mittente cosa ormai quotidiana vista la storia che mi ha visto come protagonista.
In questo Stato, che considero ancora magnifico nonostante tutto, noi italiani abbiamo la bruttissima abitudine di mettere al rogo gente senza aspettare la conclusione delle indagini e qualora quest’ultimo risultasse innocente o peggio ancora parte lesa, come nel mio caso, il tutto viene archiviato da parte della stampa con quattro righe di scuse in quinta pagina rispetto ai i titoloni in prima pagina dei mesi precedenti che hanno ormai creato il mostro.
Purtroppo non tutti leggono quelle quattro righe e, di conseguenza, la nomea rimane e grazie a questa arrivano lettere anonime che promettono o richiedono vendette da parte di … ancora non l’ho capito.
Scusatemi se preso dalla frenesia non mi sono ancora presentato ma sono mesi che devo sopportare questo stillicidio oltre a cercare di dimenticare l’accaduto e pensare ad un futuro.
Mi chiamo Alessandro, sono nato a Milano trentacinque anni fa, lavoro presso una società farmaceutica e sono … single.
Non sono un vanitoso ma, permettetemi almeno questo, con il fisico da palestra che mi ritrovo, moro, occhi verdi, di bell’aspetto alto cm 190 devo dire la compagnia femminile non mi è mai mancata fino a … pochi mesi fa quando la mia compagna è stata trovata morta nell’appartamento in cui vivevamo insieme.
All’inizio si è parlato di furto, poi di suicidio ed infine di omicidio passionale con prove così schiaccianti verso di me che nel giro di pochi giorni mi sono ritrovato chiuso in una cella del carcere nonostante dichiarassi assiduamente la mia innocenza.
Quest’ultima è stata provata, dopo quattro mesi, grazie ad un colpo di culo, per me, quando sono stati arrestati un gruppo di rumeni per furto e, dopo la confessione di uno di loro, omicidio della mia amata Anna.
Molte volte quando cammino per le strade mi sento osservato, vedo gente che cambia direzione pur di non incontrami, vedo quelli che consideravo amici nascondersi in vicoli bui ed aspettare il mio passaggio e questa è una cosa che fa male, molto male, quasi quanto la perdita della tua donna.
Lei sarà sempre presente nei miei pensieri ma … non c’è, non vive come non sto vivendo io ma … io respiro e vorrei tornare a vivere.
Apro la posta lasciando per ultima quella busta anonima indeciso se aprirla o no. Le prime volte ho sofferto tanto per queste lettere ma ora c’ho fatto il callo e mi lasciano indifferente. Alla fine l’apro quasi meccanicamente ed estraggo la lettera preparandomi a leggere quali mali mi sono stati augurati questa volta. Rimango colpito quando vedo che le due righe che compongono la lettera sono scritte a mano con una calligrafia femminile mentre di regola sono stampate. Le parole sono diverse da quelle che mi aspettavo e sono solamente “SE VUOI, UN’AMICA” seguite da un indirizzo email.
Accendo automaticamente il computer e di getto scrivo:
ciao, ho appena ricevuto la prima lettera gentile da oltre quattro mesi, la tua.
Ti ringrazio Alessandro
Invio l’email prima di pensarci due volte perché so che altrimenti non lo farei più.
Come tutte le sere ormai mi ritrovo a sgranocchiare qualcosa guardando la televisione senza seguire i programmi. Mi serve per rompere il silenzio che altrimenti sarebbe il padrone assoluto di questa casa che considero come una prigione, se non di più. Ho tolto tutte le cose che mi ricordavano Anna ma non ci sono riuscito perché quelle poche rimaste mi torturano la mente con lampi di ricordi.
Decido di accendere il computer per navigare in quel mondo telematico dove nessuno mi riconosce e dove posso curiosare su tutto quello che mi passa per la mente.
Noto con stupore che ho ricevuto una email, stupore che passa a meraviglia quando leggo il messaggio.
“VORREI ESSERTI D’AIUTO MA ALLO STESSO TEMPO NON HO INTENZIONE DI INVADERE IL TUO MONDO. SE VUOI UN’AMICA”
Chi sarà? Cosa vorrà dire? Sara sincera? Il fatto che si firmi “AMICA” fa presupporre che sia una donna ma potrebbe essere anche un uomo che si diverte.
Prendo la decisione di non rispondere all’email, facevo meglio a non rispondere neanche alla prima.
— ° —-
Sono passati due mesi e torno proprio ora dal dottore che parlando con franchezza mi ha comunicato che se non cambio vita la depressione mi porterà alla pazzia (le sue parole non sono state così crude ma il contenuto era questo).
Esco di casa per la prima volta da molto tempo per fare un giro al centro come facevo una volta con Anna. Un’occhiata veloce alle vetrine, un panino da Mc Donald, l’acquisto dell’ultimo libro del mio scrittore preferito e, senza accorgemene, mi ritrovo davanti al portone di casa con le chiavi in mano.
Prima di salire decido di noleggiare un paio di film in videoteca per far passare in modo più veloce il resto della serata.
Il negozio è deserto a parte la solita commessa bionda, molto carina, occupata a far quadrare la cassa e che al mio ingresso mi comunica che sta chiudendo.
Sul bancone ci sono due film appena restituiti e prendo la decisione di noleggiarli. Molte volte ho scelto dei film che o non mi sono piaciuti oppure non ho neanche visto quindi tanto vale tentare la fortuna.
“Sicuro?” mi risponde la ragazza con una smorfia che non riesco a decifrare e che, alla mia risposta affermativa, si trasforma in un malcelato sorriso quando me li consegna dopo aver fatto le dovute registrazioni.
Arrivato a casa mi impossesso della solita bottiglia di liquore, inserisco il primo DVD e mi siedo sul divano premendo contestualmente il tasto start.
Il titolo del film è “C’è posta per te” non l’ho mai visto ma i protagonisti, Meg Ryan e Tom Hanks, sono attori che mi piacciono. E’ una classica commedia americana, che in parte mi annoia ma, sarà per il “messaggio” del dottore o sarà per la bellezza dell’attrice che in parte assomiglia alla commessa della videoteca, riesco a vederlo tutto bevendo solamente due bicchierini di scotch e fumando (solamente?) una decina di sigarette.
Non avendo sonno inserisco il secondo DVD e … rimango con la bocca aperta quando scopro che è un film hard del genere amatoriale.
La sola vista del menù basta a eccitare il mio cazzo che è a digiuno da ormai diversi mesi. La prima reazione, a parte quella del cazzo, è quella di togliere quel film, spengere la TV, farmi un ultimo goccio ed andare a letto ma poi ci ripenso.
Vedere quelle scene di sesso fatte da gente comune è una tortura doppia in quanto l’eccitazione mi ritrovo ben presto con il cazzo in mano e, allo stesso tempo, ripenso a quando era Anna ad urlare i suoi orgasmi.
La conclusione di queste torture avviene quando, alla fine della prima scena, mi ritrovo con le mutande piene di sperma e con le lacrime agli occhi.
Il mio sonno è stato agitato, ho dormito veramente male, e quando al mattina mi alzo dal letto ho un cerchio alla testa che si restringe sempre di più.
Come un automa accendo il computer e scrivo tutto quello che mi passa per la mente inviando poi l’email all’unica persona che posso considerare vicina: AMICA.
“DOPO TUTTO QUESTO TEMPO TI SCRIVO QUESTA EMAIL PIÙ PER CURIOSITÀ CHE PER ALTRO. LA MIA VITA È SEMPRE UGUALE, NON È CAMBIATA, MA HO CAPITO CHE DEVO IMPEGNARMI A FARLO. LA PRIMA PERSONA A CUI HO PENSATO SEI STATA TU, FORSE PERCH… NON TI CONOSCO, NON SO CHI SEI, DOVE ABITI. SE NON TI DISTURBA, E SE SEI ANCORA DISPONIBILE, CERCHER“ DI SFOGARMI MANDANDOTI QUALCHE MESSAGGIO. ALESSANDRO”
Attendo con impazienza una sua risposta che non arriva se non il giorno successivo.
“LA MIA PROPOSTA E’ SEMPRE VALIDA. ATTENDO TUE NUOVE. UN’AMICA.”
Da quel giorno ci scambiammo almeno un messaggio al giorno (certo che quel film aveva segnato in parte la mia vita) all’inizio brevi e contenuti per arrivare poi a vere e proprie lettere. Non mi ha mai voluto dire chi è, “CHIAMAMI ROSA MA TI AVVERTO CHE NON È IL MIO NOME” mi ha risposto una volta alle mie continue richieste, ed abita nella mia stessa città. Da quello che scrivo ho intuito che forse ci conosciamo e che qualche volta la incontro, magari di sfuggita, ma non ne ho la certezza.
Altro segno che ha lasciato quel giorno, o meglio quella sera, è il fatto che ogni tanto vado da qualche prostituta per farmi una scopata.
E’ molto tempo che chiedo a Rosa di incontrarci o di darmi il suo cellulare per poter almeno sentire una volta la sua voce ma la sua risposta è sempre la stessa: “SI VEDRÀ”.
La sera ormai è impostata nel seguente modo: invio della email, passeggiata al centro, noleggio di un film a volte consigliato da Serena (la commessa biondina), lettura dell’email ricevuta, veduta del film accompagnato da un solo bicchierino e poi … a ninna.
Con Serena ho ormai fatto amicizia grazie anche alla figuraccia fatta quando ho riconsegnato i film noleggiati quella sera e qualche volta, scherzando, mi annuncia con un sorriso l’arrivo di nuovi film hard.
Mi dimenticavo di dire che ho cambiato lavoro trovando nella nuova azienda colleghi che, all’oscuro della mia storia, sono diventati miei amici facendomi riscoprire il suo significato.
Sto scrivendo per l’ennesima volta a Rosa ringraziandola per tutto quello che ha fatto ed ha significato, per ora, nella mia nuova vita concludendo il messaggio con la solita frase “ASPETTO CON ANSIA LA TUA RISPOSTA E SONO SICURO CHE MI PERMETTERAI DI CONOSCERTI PERSONALMENTE. CON AMORE ALESSANDRO”.
E’ la prima volta che le scrivo quel “con amore” ma ho capito che il mio sentimento è quello, che l’amo veramente, che sto struggendomi nell’attesa di conoscerla personalmente e che quando avverrà sarà ancora più bello.
Faccio un salto in videoteca più per fare quattro chiacchiere con Serena che altro ma vedo subito che oggi non è nella giornata giusta. Mi saluta con un freddo ciao abbandonandomi alla scelta del film nonostante nel negozio non ci sia nessuno e continuando a pigiare i tasti della tastiera con sempre maggior violenza. Incuriosito dal suo fare la guardo di sottecchi notando che, per la prima volta da quando sono cliente, oggi indossa una gonna al posto dei soliti jeans, è leggermente truccata, i capelli sembrano più corti e più curati, e porta ai piedi scarpe con tacchi a spillo.
Già precedentemente ero rimasto colpito dalla sua bellezza ma oggi è veramente uno schianto.
Quando arrivo al banco per noleggiare i film scelti Serena è obbligata a dare un po’ di respiro a quella povera tastiera per potermi servire. Mi auguro che il cattivo umore le sia passato ma è una speranza vana perché a momenti neanche mi rivolge la parola. Mi consegna velocemente i film e mi liquida con un “ciao” per ritornare subito dopo al computer.
Già ero nervoso del mancato arrivo dell’email di Rosa e l’inatteso comportamento di Serena non ha fatto altro che peggiorare la situazione. In due minuti sono anch’io davanti al computer per collegarmi ad internet e controllare la mia casella email dove trovo finalmente il messaggio di Rosa.
“ SONO RIMASTA COLPITA DALLA TUA EMAIL. VORREI INCONTRARTI MA ALLE SEGUENTI CONDIZIONI: SARAI BENDATO E LEGATO DA UNA MIA PERSONA DI MIA FIDUCIA. STAI SICURO, NIENTE SADOMASO. RESTO IN ATTESADI UNA TUA RISPOSTA IMMEDIATA. ROSA.”
Queste parole mi hanno colpito al cuore. Speravo si di incontrarla ma senza queste stupide condizioni. Cosa faccio ora? Se rispondo negativamente può darsi che non avrò mai più una seconda occasione.
“OK” Queste due lettere sono quelle che compongono la mia risposta nella speranza di non dovermene pentire.
“VAI AL BAR XXXXXX E ORDINA UN APERITIVO E POI VAI AL BAGNO. SARAI AVVICINATO DA UN MIO AMICO. FAI TUTTO QUELLO CHE TI DIRA’ ALTRIMENTI …”
Quando esca da casa sono emozionato come un adolescente alla sua prima esperienza e le gambe mi tremano. Eseguo alla lettera le indicazioni ricevute e, dopo pochi minuti che a me sono sembrati secoli, sono avvicinato da un ragazzo robusto che si presenta come Luciano. Rimaniamo nel bar per diverso tempo consumando un paio di birre a testa. E’ quasi mezzanotte quando usciamo dal bar ed entriamo nella macchina di Luciano.
Prima di partire vengo bendato e i miei polsi vengono legati dietro alla schiena. La paura iniziale è passata grazie anche all’atteggiamento di Luciano che è sempre stato molto calmo e … comprensivo. “Mi dispiace ma sono ordini di Rosa” mi ha detto con voce calma mentre mi bendava facendomi capire dal tono della sua voce il suo imbarazzo per questa messa in scena. Non so quanto sia durato il percorso, avendo perso la condizione del tempo, e neanche la direzione presa comunque finalmente ci fermiamo in un posto silenzioso (forse in campagna) dove vengo sbendato per entrare dentro una stanza di quello che mi è sembrato un villino. Sono ora seduto su una poltrona, di nuovo bendato, in attesa dell’arrivo di Rosa. Sento il rumore della porta che si apre e si richiude e quello classico dei tacchi a spillo che si stanno avvicinando.
“Rosa sei tu” che domanda cretina ho fatto ma avevo bisogno di rompere quel silenzio
“Ciao Alessandro, finalmente possiamo sentirci. Scusami per questo, mi dice mentre mi toglie la benda dagli occhi, ma è ancora presto per conoscerci veramente. Volevo vederti anche io senza però farmi riconoscere.” La sua voce è molto sensuale e calda ed anche lei è molto bella. Indossa un vestito da sera che mette in risalto tutte le sue forme. Sul suo viso c’è una maschera di carnevale che lo nasconde tutto.
“perché mi hai aiutato? Come hai fatto a conoscermi? Rispondimi, ti prego”
“ci conosciamo da molto tempo, a volte ci incontriamo anche. Ti ho offerto il mio aiuto perché mi hai sempre affascinato, ti sogno da prima che succedesse quello …, e sapevo quanto soffrivi. Ho pensato di farlo in quel modo altrimenti non l’avresti accettato, ti conosco. Ora ho deciso di accontentarmi, in parte, rivelandoti queste poche cose e parte del mio corpo. Così ora puoi stare tranquillo che non sono una tardona ma bensì una ragazza.”
“Se tutto quello che stai dicendo è vero non ti sembra che questa messa in scena sia inutile visto che proprio oggi ti ho confessato il mio amore? Togliti quella maschera e fatti riconoscere, ti prego.”
“No. E’ ancora troppo presto. Come ricordo di questo incontro e conferma di quanto dichiarato ti lascio questo in cambio” mi dice avvicinandosi per poi baciarmi appassionatamente “ora è tempo di salutarci. Alla prossima” ed esce dalla stanza senta darmi la possibilità di parlare.
Sono disteso sul letto guardando il soffitto illuminato, ogni tanto, dai fari delle automobili che passano sotto casa. Sono ore ormai che rivivo continuamente l’incontro con Rosa riassaporando il suo bacio sforzandomi di capire chi essa sia, ma inutilmente. Sono rimasto in contatto con poche persone conosciute antecedentemente l’omicidio di Anna e poche persone ho conosciuto nel frattempo. Finalmente la stanchezza mi assale e cado in un profondo sonno.

E’ ormai passato un mese dal primo ed unico incontro con Rosa.
Continuiamo a scriverci email sempre più appassionate, se tali possono essere considerate delle parole lette su un monitor, ma ho capito che è inutile richiedere continuamente un incontro diverso dal precedente. Rosa è inamovibile. La sua risposta è sempre la stessa “FORSE DOMANI” ma poi il suo domani non corrisponde mai con il mio. La sera non esco più per paura di perdermi un suo invito e, di conseguenza, sto diventando un … esperto di cinema.
Giornalmente entro nella videoteca e cambio due parole con Serena che continua a consigliarmi film di ogni genere. La nostra “amicizia” è tutta là. Riconosco che la vedo sempre più bella e divertente, a volte si comporta in modo strano come se mi stesse facendo il filo lanciandomi messaggi da me mai percepiti. Questa sera sono entrato nel negozio ed ho visto che insieme a lei c’era un collega che, appena poteva, la mangiava con gli occhi.
“Ciao, ti presento il mio collega Mario. Oggi mi sostituisce perché, dopo non so quanto tempo, vado al cinema con degli amici.” Mi dice sorridendo “perché non vieni anche tu. Sono l’unica che si presenterà sola. Mi farebbe veramente piacere”. Il suo invito mi sorprende tanto che non riesco a parlare
“guarda che non sei obbligato” mi dice arrossendo violentemente
“No. Scusami è che non me lo aspettavo. Tutto qui. Certo che vengo, mi fa piacere.”
“Ok sei scusato. Ci vediamo alle otto.”
Ho giusto il tempo di controllare il computer, leggere l’email di Rosa e farmi una doccia che è già l’ora di uscire. Non è che la cosa mi attiri più di tanto ma ormai è troppo tardi per ripensarci.
La comitiva di Serena mi ha accettato subito bene, sono ragazzi con voglia di vivere e divertirsi e mi sembrano, per ora, abbastanza “adulti” da stare lontani da droghe.
Il film è stato una delusione ma il dopocinema assolutamente no. Siamo andati in un pizzeria dove a mezzanotte è iniziato uno spettacolo di cabaret, fatto da artisti alle prime armi, veramente divertente.
Alla fine dello spettacolo ci salutiamo promettendoci di ripetere la serata il prima possibile. Salgo in macchina con Serena per accompagnarla a casa. Ho l’impressione che abbia bevuto troppo vino, ni sembra un po’ alticcia, e questo è ben presto confermato dal fatto che lungo la strada per casa mi ritrovo una sua mano sul mio pacco. Mi sento gelare il sangue nelle vene ma questo non serve certo a lasciarmi indifferente visto l’erezione che mi ritrovo in mezzo alle gambe.
“Vieni a casa mia” mi invita Serena guardandomi con occhi vogliosi
“Serena” dico pensando a come esprimermi senza offenderla “sei una ragazza bellissima e fantastica. Ma ..”
“Ma”
“sono innamorato di una donna e non sono il tipo che mette le corna. Se fosse successo un paio di mesi fa sarei stato ben contento ma ora non posso proprio”
“E chi sarebbe questa fortunata che non ho mai visto. Ti ho sempre visto solo, tutte le sere noleggi dei film, non credo che questa donna esista veramente. Ha almeno un nome”
“Rosa. Questo è il suo nome ed esiste veramente. E’ bellissima anche lei e ci amiamo.”
“Scusami allora”
Lascio una Serena delusa sotto casa e parto verso il mio appartamento sconcertato anche io di quanto successo. Sono mesi che non faccio sesso, ancora il cazzo mi tira in mezzo alle gambe, ma il solo pensiero di tradire Rosa mi è impossibile.
Entro in casa ancora confuso, prendo un bicchiere e mi verso una buona dose di scotch con ghiaccio indeciso se parlare di quanto accaduto con Rosa. Decido che per oggi è meglio chiudere così e mi preparo a dormire anche se non mi sento stanco.
Sono le due del mattino quando sento il segnale di un msm pervenire dal mio cellulare. Colgo l’occasione per fare un salto al bagno e poi leggo il msm.
“DOVE SEI? XCHE’ NON MI RISPONDI? ROSA”
E’ la prima volta che ricevo un suo msm e dal fatto che il numero non appare capisco che mi attende una sua email. Corro ad accendere il computer dove trovo il messaggio.
“SE VUOI VIENI IN VIA xxxxx N. 80. CITOFONARE RIGHETTI.”
Non faccio in tempo a rispondere con un “ARRIVO” che già mi ritrovo alla guida dell’automobile diretto verso l’indirizzo indicatomi. Per fortuna conosco abbastanza bene la città per sapere dove recarmi senza perdere tempo a cercare la via. Premo il tasto del citofono e subito s**tta la serratura del portone senza ricevere neanche l’indicazione del piano. Salgo di corsa le scale fino ad arrivare al secondo piano dove trovo una porta aperta.
“E’ permesso” dico con voce strozzata dall’emozione e dalla corsa
“Avanti, avanti” mi risponde una voce che conosco ma che non riesco a ricordare a chi appartenga. La casa è illuminata con luci soffuse e mi dirigo verso la porta da dove è arrivata la voce e vedo Rosa. Anche adesso porta una maschera ma questa lascia scoperti i capelli che scopro biondi.
“Ciao Rosa. Finalmente ci rivediamo”
“si oggi ho pensato molto a te ed ho deciso di incontrarci. Cosa facevi dormivi? Come mai non hai controllato la posta?”
“devi sapere che sono uscito con una amica, una conoscente più che altro, la ragazza della videoteca. Siamo andati al cinema e a cena con la sua comitiva.”
“E’ così che mi pensi tu? Dici che mi ami e poi esci con le ragazze. Qualcosa non mi quadra.” Mi dice Rosa con una voce tagliente ed accusatrice
Capisco che nessuno crederebbe a quello che è successo nella realtà con Serena, al mio rifiuto di una notte di sesso per non tradire la donna che amo e che conosco solamente via email e mi sento furioso con me stesso per aver accettato quello che voleva essere solamente uno svago ed invece si sta mostrando come la fine di una storia mai iniziata.
“Rosa ti giuro che non è come tu pensi” le rispondo con voce debole sapendo che crederà mai alle mie parole. Mi sento perduto.
“Alessandro cosa penseresti al posto mio? Mettiti nei miei panni e dimmi sinceramente se crederesti a quello che mi stai dicendo. Raccontami tutto quello che è successo guardandomi negli occhi”
Inizio il racconto della serata partendo dall’invito di Serena per arrivare al mio rifiuto dovuto all’amore che provavo per lei, Rosa. Quando termino cerco una sua reazione che non arriva. Rosa continua a guardarmi negli occhi come se cercasse di leggere nel il mio corpo.
“Aspettami qui e se vuoi serviti da bere” mi dice improvvisamente indicandomi la bottiglia di scotch sul tavolo (la mia marca preferita) ed uscendo dalla stanza.
Sorseggio un goccio di liquore cercando in esso la forza di continuare a lottare per la conquista della sua fiducia pur sapendo che potrebbe essere un errore ma ne sento veramente il bisogno.
Rosa riappare accanto a me come per magia con un addosso un soprabito nero invitandomi a seguirla. La strada è deserta e ci incamminiamo lungo lo stradone che porta in piazza. Cammina rasente il muro senza preoccuparsi di eventuali incontri. In questi tempi la gente preferisce farsi gli affari propri, non si sa mai chi si incontra, e quindi sa che nessuno “noterà” la mascherina che le copre il viso.
Durante la passeggiata ricominciamo a parlare di noi, arriviamo addirittura a scherzare su cose che ci siamo scritti, mi sento sempre più a mio agio nonostante la paura di aver rovinato tutto. L’atmosfera tra di noi è sempre più distesa e di colpo mi accorgo che sto stringendo la sua mano nella mia. Rosa ha lasciato fare oppure anche lei non si è resa conto della situazione.
Siamo arrivati alla piazza, deserta anch’essa, e ci fermiamo davanti alla fontana da cui l’acqua continua a spruzzare creando un gioco di luci di una bellezza unica. Sento le braccia di Rosa che stringono il mio corpo, sento il suo seno sul mio petto, e penso che lei senta anche mia eccitazione. Ci baciamo per la prima volta sotto quel gioco di luci e acqua che mai dimenticherò nella mia vita.
Bacio atteso da non so più quanto tempo e che sarei stato disposto ad aspettare molto di più viste le sensazioni provate in quel momento. La sua lingua ricercava la mia, giocava con la mia, sfuggiva alla mia in una lotta continua e dolce mai provata precedentemente. Mi sentivo risucchiare tutte le forze da quella bocca calda ed accogliente tanto che alla fine mi dovetti mettere seduto per non cadere per terra. Il silenzio che seguì il nostro primo bacio fu molto lungo perché nessuno voleva interrompere quel momento magico. A questo bacio ne seguì ben presto un altro e poi un altro ancora fino a quando non ci mancò il fiato per continuare.
“Questo significa che mi hai creduto?” domandai a Rosa
“Si, ti ho creduto perché già sapevo quello che era successo ma volevo sentirlo dire da te. Ti ho messo alla prova per l’ennesima volta, e di questo mi devi scusare, ma nella mia vita ho sempre incontrato uomini diversi da te che si dichiaravano innamorati solamente per portarmi a letto per poi lasciarmi soffrire la mattina dopo quando, avendo raggiunto il loro scopo, mi salutavano scoparendo dalla mia vita. Dalla prima volta che ti ho visto” mi disse Rosa togliendosi la mascherina rivelando il viso di Serena rigato dalle lacrime che sgorgavano dai suoi occhi “mi sono innamorata di te. Ho visto in te l’uomo che ho sempre sognato, il mio principe azzurro, l’uomo che poteva farmi felice ma che, allo stesso tempo, amava un’altra donna. Quando è successo il … il … fattaccio ho sempre creduto alla tua innocenza ed ho pensato di aiutarti a superare quel momento spedendoti quella lettera che fortunatamente ti ha colpito. Non pensavo di arrivare al punto di farti innamorare ma ne sono contenta. Forse mi considerai egoista ed insensibile per tutto quello che ti ho fatto passare ma le delusioni vissute mi hanno insegnato a non fidarmi più di nessuno, neanche dell’uomo che amo, se non dopo averlo conosciuto bene. Ora so che non mi sbagliavo. Sei gentile, corretto, divertente, sai stare in compagnia, hai tutto quello che cerco nella mia anima gemella. Ora sta a te fidarti di me.” Mi disse guardandomi con quegli occhi rossi segnati dalle lacrime (di gioia o di paura?) restando in attesa della mia reazione.
Rimasi di sasso quando scoprii la vera identità di Rosa ma dentro di me sentivo di averlo sempre saputo. Era una sensazione strana, difficile da descrivere, ma era così. Avvicinai la mia bocca alla sua dicendole “Ti amo”.

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L’orgia di Emanuela

Emanuela è una ragazza di 26 anni, molto troia, e amante delle situazioni bizzarre. E’ attratta sia dagli uomini che dalle donne e le piace essere messa al centro di situazioni perverse. E’ alta, ha una faccia a maialina, capelli a caschetto castani, due belle tettine piccole ma sode, e soprattutto un bel culetto sodo e prominente.
Emanuela e il suo uomo, Fabio, decidono di andare alla stazione a rimorchiare qualcuno tizio per un triangolo. Vanno nella zona dei gabinetti dove di solito ci sono persone che cercano incontri particolari.
Emanuela, per farsi notare, inizia a leccare un lecca lecca rotondo molto lentamente, come se stesse succhiando la cappella di un cazzo. Un tipo inizia a squadrarla e allora Fabio ed Emanuela gli fanno capire che vogliono entrare in contatto con lui. E’ un tipo di statura normale, abbastanza robusto e veste dei jeans che mettono in evidenza un pacco ben fornito. E’ un po’ rozzo ma abbastanza pulito.
“Salve” dice Emanuela, mostrandosi intraprendente,
“ti va di andare a bere qualcosa e far due chiacchere con noi ?”
“Certo ! Se poi la discussione continua come dico io …. mi va ancora meglio ….” dice il tipo ridendo.
“Potremmo andare qui al bar della stazione” dice Fabio, e tutti e tre si avviano verso il bar.
Fabio e Paolo, così si chiama il tipo, prendono una birra, Emanuela un gelato, e si mettono a sedere in un tavolo.
Emanuela inizia a leccare il gelato in modo provocante e poi dice
“Tu che gusti hai ?
Ti piacerebbe fare qualche cosa con noi ?”.
“Io sono di larghe vedute” dice Paolo
“faccio di tutto. Sono stato poco fa a vedere un film porno e siccome sono arrapato stavo cercando qualcuno con cui fare un po’ di porcate, o uomo o donna.”.
“Bene,” dice Fabio
“vedo che sei la persona giusta. Bazzichi spesso questi luoghi ?”
“Si, vengo spesso qui per fare incontri interessanti. Poi di solito si va in uno dei vagoni in deposito in testa all’ultimo binario. E’ facile trovarne uno vuoto e non si avvicina nessuno. Ci vado con persone che incontro vicino ai gabinetti come voi. Tre giorni fa io e dei marocchini che di solito bazzicano la stazione ci siamo lavorati un ragazzo, uno di questi vagabondi che girano per le città. Voleva che gli offrissimo del vino e noi gli abbiamo fatto un bella innaffiata di sborra !”
“Raccontaci un po’ ” chiede incuriosita Emanuela.
“Abbiamo attirato il ragazzo, 20 anni biondo e efebico, in una di queste carrozze con la scusa di farci un bicchiere e poi lo abbiamo immobilizzato e ce lo siamo fatto.
Pensate che era vergine e s’è dovuto beccare in culo un cazzo nero che faceva spavento..
Gli abbiamo insegnato a fare i bocchini e alla fine uno dei neri l’ha fatto godere mentre io lo inculavo e un altro si faceva fare un pompa !. Il fatto è che gli è piaciuto parecchio, e fino a che è rimasto in città abbiamo continuato a fare giochini del genere. E’ diventato un succhiacazzi magistrale.”
“Uhhh, deve essere stata una goduria tremenda incularsi un ragazzo dal culo stretto” dice Emanuela che poi aggiunge
“Perché non andiamo a casa nostra e ci mettiamo un po’ più comodi ?”.
I tre si alzano e si dirigono verso la macchina di Fabio ed Emanuela. Dopo un breve tragitto i tre sono a casa.
Appena arrivata Emanuela dice
“Uhh, ho voglia di pisciare devo andare in bagno, accompagnatemi.” e tutti e tre si dirigono in bagno dove Emanuela, levatasi i pantaloni, si siede sulla tazza per pisciare. Poi fa cenno a Paolo di avvicinarsi e sempre seduta inizia ad accarezzargli la patta e a slacciargliela. Tira fuori un cazzo più o meno uguale in lunghezza a quella di Fabio ma più grosso e dice
“Mhhh che sleppa che hai …. Glielo devi aver sfondato il culetto a quel ragazzo” e mentre anche Fabio se lo è tirato fuori e se lo sta menando, Emanuela imbocca il cazzo e inizia a slinguarlo e pomparlo freneticamente.
Ad un certo punto smette, e con il cazzo in mano si volta verso Fabio leccandosi le labbra e con una faccia da maialina gli dice
“Ha un buon sapore ….. assaggia anche tu, dai.” Prende la testa di Fabio e dolcemente ma fermamente la spinge verso la verga turgida di Paolo. Fabio apre la bocca, ingoia il grosso cazzo e inizia a succhiare con diligenza.
“Hai sentito che buon sapore ?” dice Emanuela, e poi rivolgendosi a Paolo
“Fabio sa scopare e inculare bene ma sa anche fare ottime pompe. Guarda come te lo sta gonfiando. Dai succhia, succhia questa bella minchia mentre io ti succhio la tua” e Emanuela imbocca il cazzo di Fabio ben dritto.
I succhiaggi continuano fino a quando i tre non vanno nella più comoda camera da letto. Lì, Emanuela dice in modo volgare
“Ho voglia di un bel palo caldo dentro la spacca” e si mette a pecorina esortando Fabio a prendere il cazzo di Paolo in mano e avvicinarglielo alla fica.
“Dai” geme Emanuela “imboccami il cazzo nella fica porcone, che ora Paolo mi fa fare una bella cavalcata e mi riempie la pancia di sborra. Uhhh come è grosso e duro.”
Fabio, dopo avere appoggiato il cazzo di Paolo nella fica di Emanuela si avvicina con il cazzo ritto alla sua bocca e glielo struscia sulle labbra.
Paolo, eccitatissimo dalla troiaggine di Emanuela, le spinge il cazzo con violenza dentro la fica, apostrofandola con frasi volgari
“Eccotelo tutto, vacca. Te lo senti fino all’utero, troia. Ora ti slargo questa fica da stronza e ti faccio un lavoretto che dovrai camminare a gambe larghe per almeno una settimana.” Inizia, così, una galoppata violenta con colpi possenti che sbattono Emanuela avanti e indietro sul cazzo di Fabio.
Emanuela si leva il cazzo di bocca e inizia a dire rivolta a Fabio, ansimando
“Cazzo, mi sta svangando la fica … ohhh …. mi sta riempiendo tutta con quel cazzone…. mi sfonda l’utero … dai, dai sfondami .. sfondami ….. dai che dopo te lo faccio provare nel culo …. ti faccio riempire come un otre ….. cazzo come mi sento piena in pancia …….. dai .. daiiii … godooo ….. godooooo come una maialaaaaaa…..”
Fabio, intanto, se lo mena e poi lo rimette i bocca ad Emanuela. Le tiene ferma la testolina mora e inizia a scoparla in bocca dicendole parole volgari
“Te lo senti tutto in bocca ora troietta …… senti come ti arriva in gola puttana da quattro soldi ….”
Paolo, eccitato dalle parole di Emanuela e Fabio, continua a trapanare Emanuela con colpi violentissimi , unendosi al turpiloquio dei due
“Senti come ti sto limando la fica, bella vaccona ….. sei così troia che ti faresti scopare anche in mezzo di strada …… ti spacco la schiena in due con questo cazzo ….. ti riempio la fica di sborra ora….. troia ti sto per allagare l’utero …….. vengoooo …… vengooooooo ……”
Nello stesso istante anche Fabio viene sulla faccia di Emanuela che, stralunata dal piacere, grida
“Siii ….. godo come una cagna in calore …. innaffiatemi di sborra fino in gola ….. godoo come una troiaaaaaa …….”
Con la bocca ancora sporca di sborra Emanuela bacia Paolo e i due fanno un lungo lingua in bocca. Poi Emanuela dice
“Andiamo in salotto, beviamo qualcosa e poi facciamo qualche altra maialata !” I tre vanno nell’ampio salotto di casa dove Fabio versa da bere dello spumante ghiacciato. Poi si mettono a sedere nel divano ed Emanuela tira fuori una foto di una ragazza nuda in un posa molto provocante e la mostra a Paolo.
“Questa è Irene, una ragazza di 19 anni .” dice Emanuela
“E’ molto porca, lo prende in culo, si fa fottere da due uomini contemporaneamente e si fa anche pisciare addosso. Ti piacerebbe conoscerla ? Ti potremmo invitare una sera alle nostre orgette. Pensa che una settimana fa avevamo organizzato un’orgia e c’era anche Irene. Mi ha fatto una leccata eccezionale e poi me la sono slinguazzata tutta. Alla fine le ho fatto fare una bevuta di piscio bella abbondante. Mi bagno solo a pensarci ! Ma ora basta con le chiacchere, ho voglia di fare qualche altra maialata!.
Vieni Fabio, ora tocca a te ” dice sorniona Emanuela, con una faccia da troietta.
Fabio è un po’ titubante perché non ha mai preso cazzi così grossi in culo. Emanuela tira fuori una pomata lubrificante e poi gli dice
“Mettiti a pecorina che ti lubrifico un po’ il culo se no te lo strappa !”
Fabio si mette a pecorina mentre Paolo gli prende la testa, dice
“Mentre Emanuela ti lubrifica il buchino dai una bagnatina al bastoncino ” e glielo mette in bocca. Fabio inizia a pompare ed Emanuela sottolinea l’azione commentando
“Gli piace leccare lo stecco ……. uhhhhh …… gli si sta rizzando il cazzo mentre ti succhia la nerchia e io gli sto accarezzando il buco …” E Paolo, di rimando, lo incita dicendoli “Dai gonfiamelo bene che poi te lo pigio in culo …. così da bravo”
Emanuela, ad un certo punto, dice a Paolo
“Va bene. Ora ce l’hai bello duro, faglielo provare in culo. Aspetta che te lo spalmo con un po’ di vasellina, poi tu glielo metti in culo mentre io gli succhio il cazzo, così lo facciamo godere da tutte le parti !”
Poi, rivolta a Fabio gli ordina
“Tu mi devi dire ad alta voce quello che ti fa Paolo, così sarà ancora più eccitante.”
Paolo si mette dietro Fabio e inizia ad appoggiargli il possente cazzo fra le chiappe.
Fabio, come aveva ordinato Emanuela, inizia a descrivere l’azione.
“In questo momento me lo sta appoggiando sull’ano. Ecco ora mi sta mettendo la cappella grossa dentro ……. ahi ….. ahii che male ce l’ha grosso …. sta spingendo ……. mamma che male ….. porca zozza mi rompe lo sfintereeeee…… mi spacca ….. ahiooo ……aghhhhhhhh …. me l’ha messo tutto…. È come se avessi un cilindro bollente in culo …. cazzo me l’ha messo fino in fondo … ora mi sta pompando …. piano .. pianoooo …..”
Emanuela sega il cazzo di Fabio e carezzandogli la testa lo incita “Dai che ora ti stai abituando a questo bel palone che ti spinge la cacca dentro gli intestini ……. uhhhhh …… che cazzo ritto che hai ora … allora ti piace …. vieni che te lo prendo un po’ in bocca ” e inizia a pomparlo per poi fermarsi. e continuare a incitarlo “….. senti come ti sta svangando il culo … gli stai cacando il cazzo in culo bene bene….. dai Paolo fagli sentire il cazzo fino agli intestini …… riempilo bene di sborra….fagli un bel clistere ……….”
Emanuela si rimette a succhiare il cazzo di Fabio e dopo una lunga pompata si mette a segarlo “Dai che ora fai una bella innaffiata…. ti piace il cazzo in culo eh ?”
“Mi sta limando il retto …. me lo sento tutto bello riempito …..vengooo … vengo …. vengoooo……” e Fabio viene con un lungo getto di sbroda mentre Emanuela continua a segargli freneticamente il cazzo.
“Cazzo mi strizza la fava nel culo …… ha delle contrazioni pazzesche ….. gli
piscio la sborra nel culo …. eccoooo …. godoooo …..” e anche Paolo gode riversando una grande quantità di sborra nel culo di Fabio.
Emanuela leva il cazzo di Paolo dal culo di Fabio e si mette a leccare il buchetto bello aperto. Poi con un espressione golosa si mette a ripulire il cazzo di Paolo dei residui di sborra e merda che ci sono.
“Uhh che buon sapore aspro di sborra e merda” dice dopo avere ripulito tutto il cazzo di Paolo “te l’ha pigiato proprio in fondo al culetto”.
Paolo si riveste, deve tornare a casa. Emanuela, però, gli propone di restare in contatto.
“Hai visto quella ragazza della foto” gli dice ricordandogli di Irene
“potremmo fare un’orgetta con lei. Potresti far venire uno dei tuoi amici marocchini di cui ci hai parlato. Credo che Irene non abbia mai provato una doppia penetrazione con cazzi molto grossi. Ci si potrebbe divertire.”
E con questo si salutano, certi di rivedersi presto.

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I cesaroni 7 prima parte

Scena 1

Rudi e alice si trovano in una campagna

Alice:Ciao rudi come va?

Rudi:tutto bene sono contento di essere in questa campagna

Alice: Mi piace che siamo io e te in questa campagna bellissima come ti è andata l’estate?

Rudi: E andata bene mi sono davvero divertito, sono stato con i miei amici del cuore e anche con il mio amico Giulio che anche se è un pessimista si è divertito molto e tu che hai fatto?

Alice: Io ma nulla sono stata con Francesco a Lipari una bellissima città mi è piaciuta davvero tanto stare con lui e con i suoi amici

durante la scena compare Lorenzo Barilon che sta camminando in strada Rudi e Alice vedranno lui Lorenzo camminare un po’ strano e così gli chiederanno il perché cammina strano.

Alice: Ehi ciao Lorenzo perché cammini un po’ strano e successo qualcosa?

Lorenzo: Non è successo nulla purtroppo durante l’estate mi è capitata una piccola malattia che difficilmente si toglie

Rudi e alice chiedono insieme

Rudi e Alice: cosa ti è capitato, vuoi una mano?

Lorenzo:No grazie e che è successo che sono incontinente e mi capita spesso o quasi sempre di farmi la pipì e la cacca addosso senza che io mi accorgo e nessuno stimolo sento e per questo porto i pannoloni ecco perché ragazzi porto il pannolone

Alice: ah capito Lorenzo capisco mi dispiace che tu hai questo problema ma non preoccuparti noi non ti facciamo niente, cioè oddio non diciamo nulla anzi mi dispiace che ai questo problema

Rudi: Si infatti io non dico nulla mi dispiace che hai questo problema

Lorenzo: grazie!!! Ragazzi siete magnifici anche perché molte persone mi hanno preso in giro e non mi volevano neanche salutare, questo mi è capitato spesso, anche andando in giro e poi scoprendomi che mi ero fatto addosso, naturalmente non potevo fare nulla e così è successo che ad un certo punto dovetti correre ma la gente aveva capito tutto che me l’ero fatto addosso, ed io tutto rosso e mi vergognavo

Alice: Capiamo il tuo problema e questo ci dispiace immagino la tua vergogna per questo problema ci dispiace se vuoi possiamo fare qualcosa noi ti possiamo aiutare, cioè darti un consiglio per un buon dottore.

Lorenzo: Certo questo per me va bene, me ne farebbe piacere risolvere questo problema, e che mi dovrò fare un sacco di analisi

Alice: Si questo si, mi sa che prima che succede qualcosa di irreparabile o che diventi un problema cronico devo farti degli analisi

Lorenzo: si questo lo immaginavo, ma sai che il mio ragazzo sta bene, cioè non ma detto nulla che io sono sempre con il pannolone e faccio tutto e pieno riempio il panno addosso.

Alice: Certo questo si è naturale anche perché è un problema non sei un feticista del pannolone hai solo questo piccolo problema ma parliamo d’altro su non voglio che ti rattristi sci

Lorenzo: Figurati non mi rattristisco anzi mi farebbe piacere se qualche volta usciamo assieme

Alice: Certo che usciremo assieme ci divertiremo sicuramente

Rudi: Alice per favore chiama mia mamma che mi sono fatto la pipì addosso, uffi non mi dire anche a me questa cosa, non mi sono accorto di nulla

Alice: va bene la chiamo subito così ti viene a prendere

ALICE CHIAMA LA MADRE DI RUDI E SUBITO VIENE ECCO COSA DIRÀ LA MADRE LUCIA LIGUORI

Lucia: Ehi rudi ma cosa e successo, dai ti sei fatto la pipì addosso, dai non preoccuparti può capitare basta che non diventi un vizio

Rudi: Ma quale vizio mamma, e successo, non me ne sono neanche accorto, stavo parlando al telefono e mi è successo questo.

Lucia: Dai può capitare questo, ma sentì Lorenzo e te cosa ti è successo, cammini in modo strano

Lorenzo: Signora Lucia io cammino strano perché porto il pannolone, me la faccio addosso senza sentire alcun stimolo da quando avevo 13 anni

Lucia: ah ecco perché dai mi dispiace su su tranquillo si può risolvere.

Lorenzo: Speriamo davvero anche perché farsela addosso anche in luoghi sconosciuti mi da fastidio che la gente capisce che me la sono fatto addosso cioè passare che mi osservano e pensano che io gli faccio pena.

Lucia: voglio capire una cosa ragazzi sta sera che fate?

Alice: Sta sera pensiamo di andare a marzamemi per vederci con Giulio e Giuliano ci prenderemo un drink

Lucia: State attenti con queste bevande di solito ci mettono delle pillole, state davvero attenti

Rudi: certo che staremo attenti figuriamoci non ci succederà nulla state tranquilli

Alice: va bene così ragazzi andiamo a casa che è tardi e fra poco dobbiamo prepararci

RUDI E ALICE VANNO A CASA MENTRE LA SCENA SI SPOSTA A CASA DEI CESARONI CON EXIO E CESARE

Ezio: Ehi cesare ma hai visto cosa e successo a rudi?

Cesare: si si ho visto poverello il ragazzo se le fatto addosso ma so che se la fa addosso anche Lorenzo, dicono che porta il pannolone

Ezio: eh si è vero porta i pannoloni

Cesare: Ma quando la smetteranno di farsela addosso? E una cosa strana la gente pensa sempre male dobbiamo stare sempre attenti a tutto.

Ezio: eh si dobbiamo stare attenti a tutto che amarezza!!!

Cesare: Ei cosa stai dicendo mi stai copiando la mia battuta non lo dovresti fare perché lo dicevano il padre di mio padre del padre della padre e del padre del padre mio.

Ezio: scusami davvero se lo fatto perdonami

Cesare: Ma dai per così poco mi chiedi il perdono non preoccuparti sempre amici siamo

Ezio: amici siamo come fratelli ci conosciamo sin da piccoli

MENTRE EXIO E CESARE PARLANO ENTRA RUDI

Cesare: ehi Rudi cose questa faccia cosa ti è successo?

Rudi: Zio lo sai cosa mi è successo mi sono fatto la pipì addosso senza farlo apposta, stavo parlando al telefono e patatrack mi è successo tutto addosso

Cesare: Capisco caro nipote non preoccuparti io la facevo addosso cioè capitava che mi succedeva a scuola ed i miei compagni mi guardavano sempre male

Ezio: Si ragazzi può capitare ma dobbiamo stare attenti alla gente, perché la gente qui a Roma parla male e questo non va bene rendi tristi i ragazzi che hanno questo problema….un problema ma coe si chiama sta cosa inc… Enc…. Et…. Lo…. Booooo.

Cesare: Si chiama incontinenza e io c’è lo avuto sino ai 18 anni

Ezio: Si già infatti si chiama così ma nn bisogna preoccuparsi bisogna essere tranquilli perché dicevo come prima che può capitare a tutti questo problema ma si risolve con le dovute cure

Rudi: già Ezio può capitare e a me è capitato.

DURANTE LA LUNGA CHIACCHIERATA ARRIVA FRANCESCO IL FIDANZATO DI ALICE

Francesco: Ciao ragazzi ecconmi sono arrivato ho lavorato al bar

Ezio: E lavori tanto, io pure lavoro tanto sono sempre in officina

Cesare: Ma smettila ahahaahah tu non lavori mai non prendere in giro a noi che siamo amici da tanti anni

Ezio: Ma dai che ci fa si siamo amici si, e questo mi fa più che piacere

Cesare: Allora cosa facciamo io dovrei andare alla libreria a comprare l’ultimo libro dell sindaco Luana di Madrid che ha scritto un bellissimo libro voi che fate?

Rudi: Io vado con la mia ragazza e spero che questa volta non me la faccio addosso anche perché se no sarei costretto a portare il pannolo come Lorenzo.

Cesare: Dai non esageriamo te lo sei fatto addosso solo una volta, che può capitare ma fatti dei controlli se vuoi.

Rudi: Si hai ragione zio me li farò

Alice: cosa dobbiamo fare ragazzi e da un ora che parliamo solo di pipì addosso ma la vogliamo smettere mi sta venendo il vomito

Rudi: Si avete ragione scusatemi voi

Alice: Ma dai che ti scusi a fare basta che non parli di questo può capitare ma non dobbiamo essere ossessivi in questo problema

Rudi: Certo questo si non dobbiamo essere ossessivi hai ragione

SCENA A CASA DI LUCIA E IL SUO AMANTE GIULIANO

Lucia: Ciao amore eccomi sono tornata ed ho accompagnato Rudi e Alice a casa

Giuliano: Si si capisco immagino che rudi e triste vero, ho capito che se le fatto addosso

Lucia: poverino si già infatti mi dispiace molto ma pazienza dai dapita

Giuliano: si può capitare questo

Lucia: comunque amore sta sera andiamo a fare un giro? Andiamo a vedere un film?

Giuliano: Si si andiamo a farci un bellissimo giro, magari andiamo a casa di qualcuno e ci vediamo un film

Lucia: Certo possiamo vederci un film a casa di qualcuno

Giuliano: mi piacerebbe vedere un film come per esempio un film dal titolo la passione di cristo

Lucia:No dai quello no e brutto oddio e molto imoressionante

Giuliano: Allora ci vediamo “il tempo delle mele”

Lucia: okay va bene ci vediamo quello sarebbe una bellissima cosa vedersi quello

Giuliano: si si infatti ci vediamo quello

LA SCENA CAMBIA SIAMO A MARZAMEMI CON I RAGAZZI

Alice: Mi è sempre piaciuta Marzamemi, mi ci trovo bene a passeggiare e a chiacchierare.

Rudi: si in effetti e molto bello passeggiare c’è una bellissima aria che tira bene

Lorenzo: Si infatti mi piace davvero ma pachino e anche molto bella e una bellissima provincia e anche quella che si chiama Siracusa.

Alice: si infatti ma approposito ci prendiamo una vodka e un gin?

Lorenzo: si si prendiamocelo sarebbe una cosa bella

Rudi: io vado ragazzi vado dalla mia ragazza

Lorenzo: Okay vai pure

Alice: MIRACCOMANDO stai attento non fartela addosso

Lorenzo: ho dei pannoloni in macchina mia li vuoi così almeno stai tranquillo

Rudi: si meglio che uno me ne dai così sto tranquillo

Alice: si infatti fattelo dare così stai tranquillo

Rudi: ecco me lo sono messo

Lorenzo: un mio motto e pannolo a presso e sempre ascitutto

Rudi: Si infatti sempre più ascitutto con i tena slip e mi stanno pure comodi dove li hai presi

Lorenzo: a pachino li ho presi

Rudi: ah capito una cosa bella davvero me ne farebbe molto piacere che li hai presi li anche perché sono molto

Lorenzo: ragazzi andiamo che già e tardi

Alice: Ma no dai ragazzi stiamo andando li a casa

Lorenzo: andiamo tutti da me a casa mia

Alice: va bene andiamo a casa tua così ci vediamo un film

Lorenzo: vediamo cosa fanno in TV che ne dite ragazzi di un altro drink?

Alice: no ragazzi un altro drink no fanno male i drink e le bevande alcoliche, dovete sapere che sono contro l’alcol anche se l’altra volta mi sono fatta quattro drink

Rudi: ragazzi mi sa che mi devo andare a cambiare mi è successo di essermi fatto la cacca addosso

Alice: si hai ragione sentiamo puzza di popo’

Rudi: ragazzi non capisco perché mi sta succedendo tutto questo

Alice: e dai stai tranquillo può capitare, ma ti sta però succedendo spesso di fartela addosso

LA SCENA CAMBIA RUDI PARLA CON GIULIO A CASA SUA

Rudi: ehi caro come va? Ti andrebbe di farti un giro?

Giulio: va tutto bene come deve andare, va normale, sempre con il pensiero degli esami della patente

Rudi: si infatti ti capisco e questo mi dispiace che ti sta facendo aspettare molto

Giulio: non è giusto che mi sta facendo aspettare molto

Rudi: ti capisco caro mio,e questo mi dispiace molto non saprei come aiutarti

Giulio: su’ Rudi stai tranquillo invece raccontami con la tua ragazza come va?

Rudi: Con la mia ragazza bene, sono stato un po’ così depresso per il fatto che mi scappa la cacca e la pipì, ormai uso i pannoloni, e questo che volevo confidarti da un po’ di tempo

Giulio: non devi preoccuparti su questo ti capisco, hai incontinenza e questo mi dispiace spero che da un giorno all’altro ti possa passare

Rudi: si infatti spero presto che mi passi anche perché stare con il pannolone pieno non è bello

LA SCENA CAMBIA SIAMO ALLINTERNO DI UN SUPERMERCATO QUALCOSA DI INASSOETTATO SUCCEDERE

Rudi: oddio cazzo, ma quanta fila che c’è no si può stare, per dei pannoloni che devo comprare tutta questa fila

Alice: Dai su Rudi stai tranquillo questa fila pian piano passerà

Rudi: si si lo so passerà però mi st facendo male la pancia e me la sto facendo addosso

RUDI E PIENO NEL PANNOLONE SI È FATTO LA CACCA ADDOSSO

Alice: Rudi vedo che sei bello pieno nel pannolone, hai riempito per bene il pannolo, ti sei fatto la cacca addosso?

Rudi: si alice mi sono fatto tantissima cacca addosso, non la trattenevo più e non ho sentito lo stimolo

Alice: eh di si sente la puzza ma stai tranquillo, anche se purtroppo la tua incontinenza e cronica

Rudi: oddio ma sono pienissimo mi sono fatto la diarrea addosso madonna come puzzo ci sto godendo tantissimo

Alice: su su non preoccuparti può capitare ma fatti anche la pipì addosso

Rudi: certo me la sto facendo, che bello farsela addosso senza che più o meno nessuno se ne accorge

Alice: eh già se a te piace, comunque non faremo capire a nessuno che a te piace farti la cacca addosso

Rudi: Certo questo si non faremo capire a nessuno niente.

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Prima la moglie e poi il marito

Mi chiamo Susanna. Di solito quel tirchio di mio marito Rino mandava sempre me a ritirare l’auto in officina da Gianni, il meccanico. Sapeva che col mio sex appeal riuscivo ad avere forti sconti sulle fatture da pagare. Gianni era pazzo di me e perciò si metteva a disposizione ma si sa che, tirandola troppo, la corda inevitabilmente si spezza. Un giorno Gianni, giustamente stufo di essere preso per il culo, ricevendo pochi spiccioli per grossi lavori, pretese il pagamento in natura. Era proprio incazzato il poverino e, in un attimo, mi ritrovai sull’auto a cosce aperte con la sua lingua bollente pronta a leccare la mia passera. Non sono certo di legno e tantomeno una santa e così mi lasciai slinguazzare eccitandomi sempre più. Gli presi l’uccello in bocca e lo ripagai di tutti quei lavori saldati sottocosto o almeno così credevo. E già, perché un bocchino, seppur delizioso e con l’ingoio, non gli bastava mica. Voleva di più e lo fece capire chiaramente ficcandomi il suo bel cazzone in culo! Me lo sfondò perbene in varie posizioni, poi me lo schiaffo nella fregna e così venimmo entrambi. Io mi bagnai tutta e lui esplose una sborrata copiosa nella mia fica calda e strapazzata. Ovviamente soddisfatto dalle mie carni, mi disse che potevo considerare saldati bene i pagamenti e riferirlo a mio marito. Quando tornai a casa dissi a Rino: “Stavolta il meccanico non si è accontentato delle briciole, ha voluto capitale e interessi!”. Rino mi chiese: “Che vuoi dire cara?”, Gli risposi: “Ho dovuto dargli culo e sorca ed è per colpa tua che sei un taccagno”. Rino mi domandò: “…e ti è piaciuto?”. Gli replicai: “Oh si certo! Gianni ha proprio un bel cazzo, mi ha fatto godere tanto, sai! E’ stato molto eccitante e trasgressivo scopare con lui, sapendo che ti stavo mettendo un bel paio di corna!”. Rino si arrabbiò, mi disse: “Accidenti, che puttana! Gode a farmi cornuto!”. Poi però notai una curiosità in lui, quando commentò: “Beh deve essere stato bravo a soddisfare una donna insaziabile come te!”. Più troia che mai e amante nel creare situazioni imbarazzanti e giochini torbidi, gli dissi: “Perché non vai a trovarlo, così vi chiarite”. Il resto della storia me l’ha raccontata Rino naturalmente. Entrò in officina e disse: “Ehi Gianni, ti sei fatto mia moglie!”. Gianni rispose: “Beh, cosa vuoi, ci so fare con le donne… e poi voi siete cattivi pagatori. Ce l’hai con me, per caso?”. Rino di rimando: “Sì, è vero, un po’ sì, però ti confido che mia moglie sembrava molto soddisfatta di te, l’hai proprio fatta godere!”. Gianni sorpreso: “Ah, grazie del complimento, oltre che in bocca, l’ho scopata in culo e in fica, ti eccita per caso?”. Mio marito rispose: “Beh, direi di sì…”. I due si guardarono negli occhi, poi il meccanico, tra il serio e lo scherzo, disse: “Senti un po’, non dirmi che vorresti provarlo anche tu il mio cazzo…”. Rino si eccitò a questa frase, si avvicinò al meccanico e lo baciò in bocca con passione. Gianni gli disse: “Che fai? Io vado solo con le donne, sai?”. Ma Rino era accalorato e farfugliò: “Accidenti, sei quello che ha fatto godere mia moglie, mi attizzi!”. Con passione sempre più forte, ribaciò in bocca il meccanico. Gianni si eccitò a sua volta e a quel punto ricambiò il bacio. Le lingue iniziarono a cercarsi con complicità, il ghiaccio era rotto ormai. Mio marito si inginocchiò e iniziò a succhiare il cazzo del meccanico come avevo fatto io in precedenza. La voglia aumentò sempre più finché il mio lui, denudandosi velocemente, finì per farsi inchiappettare alla pecorina. Quel cazzo fantastico fece godere anche mio marito che si prese un bel getto di sborra nel culo. Ora sì che avevamo pagato in modo soddisfacente il dotato meccanico!

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Pompino al primo appuntamento

Si sa che il primo appuntamento è molto importante per lasciare una bella impressione di se… io mi sn spinta un pò oltre…
Sono uscita per la prima volta con questo ragazzo, 20 anni come me, bello, un pò di barba incolta che rendeva il suo viso ancora più intrigante, ma tutto sommato un tipo normale, tranquillo e simpato, spigliato nei modi e nel parlare che mi aveva invitata ad andare a mangiarci qualcosa per poi fare due salti in una discoteca vicina.
La cena, manco a dirlo, è stata ottima, un pò di vino e via discorrendo, finita la cena, ovviamente offerta, via in discoteca. Per l’occasione, visto che volevo far colpo, avevo scelto un tubino nero senza spalline, decolletè nere e gambe scoperte, reggiseno appena imbottito per mettere un pò più in risalto la mia misera seconda e perizoma di pizzo, giusto perchè non si sa come si potrebbe concludere la serata. Un velo di trucco, eyeliner nero per dare risalto ai miei occhi verdi e i capelli biondi piastrati prima di uscire sciolti sulle spalle, due spruzzate di profumo e voilà, ero pronta a tutto.
La musica alta ed un paio di cocktail mi stavano mettendo ko, così verso le 3 decidiamo che è ora di rientrare. Saliamo in macchina e fermi nel parcheggio iniziamo a chiacchierare, di tanto in tanto le nostre mani toccano i nostri corpi più o meno di proposito fino a che, finalmente arriva il bacio, appassionato, lento, lui mi stringe i fianchi, io gli metto le braccia attorno al collo poggiate sulle spalle, ne faccio scivolare una sul suo petto fino ad arrivare ai suoi pantaloni. Beh, non sono rimasta sorpresa di sentire che già il suo cazzo era come di marmo e la cosa mi ha eccitata ulteriormente. Lentamente mi sentivo bagnare, avevo i brividi, il mio corpo mi diceva di concedermi, ma la mia testa mi diceva di non esagerare. Così ho preso la decisione, non volevo dargliela al primo appuntamento, ma un pompino… beh quello ci poteva stare… Gli propongo di metterci comodi sui sedili posteriori della sua Golf, lui accetta ovviamente pensandi di potermi scopare, ma i miei programmi sono diversi. Gli sbottono i jeans e li abbasso insieme ai boxer e mi si presenta il suo cazzo bello duro, lo prendo con la mano e inizio a muoverlo piano, mentre lo bacio ancora per sentire la sua lingua. Mi abbasso e appoggio la testa di lato sulla sua pancia akll’altezza giusta per poter aprire la bocca e iniziare a succhiarlo, lui mi raccoglie i capelli con una mano e ne approfitta per darmi il ritmo giusto. Lo sento crescere ancora tra le mie labbra mentre con una mano mi tiene i capelli e con l’altra mi solleva il vestito per lasciarmi con il culo scoperto e palpandomi. Sono tutta un fuoco, ora mi sento completamente eccitata e bagnata, ancora una volta il mio corpo urla a sua voglia di quel membro che tengo in bocca, ma di nuovo resisto alla tentazione. Così quando lui prova a sfilarmi il perizoma lo fermo e gli sussurro di accontentarsi per quella sera e ricomincio a succhiare, stavolta con più decisione, lui si rilassa e mi lascia fare così aumento il ritmo, lui ansima e finalmente arriva il momento, quello che aspettavo, quello che se fosse stato dentro di me mi avrebbe provocato un orgasmo: contrae i muscoli delle gambe, ansima più forte e il suo cazzo umido della mia saliva si ingrossa fino al suo massimo fino a che viene. Sento sul palato i suoi schizzi e sulla lingua il suo sapore, caldo denso e abbondante che mi pervade tutta la bocca, deglutisco e continuo a succhiarlo per ottenere fino all’ultima goccia del suo sperma. Mi stacco solo per leccarlo ancora, inebriata e vogliosa, mi sento grondante, ma sono contenta di quello che ho fatto. Mi riporta a casa che sono quasi le 5 di mattina, ma io non ho sonno, mi tolgo i tacchi, mi spoglio e mi stendo sul letto, sono ancora bagnata e lascio che la mia mano dia sollievo a quella voglia, vengo con il suo sapore tra le labbra pensando al suo cazzo che mi schizza in gola.

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la mamma di Isabella

Io e Isabella ci conosciamo dai tempi dell’università, lei ora lavora in un’altra città ma quando scende per le feste ci vediamo e usciamo insieme. Ha un bel corpo con un culo favoloso, anche se di viso non è perfetta, ha lunghi capelli neri ricci e siamo molto amici. Non c’è mai stato niente tra di noi, anche se mi attizza molto, ma lei vorrebbe una storia seria. L’ultima volta che è tornata in città, sono passato a prenderla a casa e ho fatto la conoscenza di Adelina, sua madre; sebbene abbia dei tratti in comune con la figlia, Adelina è più bassa e minuta, ma le curve ci sono tutte, soprattutto dietro. Mi sono eccitato immediatamente. La signora, di 58 anni, era molto simpatica e mi guardava sorridente, forse le piaceva che uscissi con la figlia. Qualche settimana dopo la partenza di Isabella, lei mi chiamò per chiedere se potevo passare a casa sua perché la madre aveva dei problemi con dei documenti e mi chiedeva se potevo occuparmene io. La signora Adelina era rimasta da circa un anno vedova e prima era il marito ad occuparsi di quelle faccende.
Andai con immenso piacere e la signora mi accolse con il suo solito sorriso, indossava un vestito leggero e ai piedi dei sandali zeppati che mi provocarono un’immediata eccitazione.
Quella volta non mi sbilanciai, però mi feci dare il suo numero e le dissi che poteva chiamarmi per qualsiasi evenienza.
Adelina non mancò di farsi viva spesso e io feci lo stesso, in breve arrivammo a chiamarci ogni giorno e quando il lavoro ce lo permetteva, riuscivamo a incrociarci per un caffè. Un giorno al telefono mi disse che voleva andare a comprare delle scarpe in un centro commerciale e mi offrii di accompagnarla. Andai a prenderla, come avevo fatto tante volte con Isabella, lei scese con addosso una gonna stretta al ginocchio, calze nere e scarpe con tacco medio, era bellissima e la guardai per alcuni secondi estasiato, ormai ero innamorato!
Fu bellissimo accompagnarla nel negozio di scarpe, le scelsi delle scarpe, e poi le chiesi di provarne alcune con zeppe altissima o con tacchi a spillo, lei sorrise dicendo che ormai non aveva l’età per indossare quei tacchi e io però la convinsi a farlo, l’aiutai a metterle e nel farlo le accarezzai il piede velato, aveva meravigliosi piedini taglia 35, li avrei presi in bocca e leccati per ore! Lei dischiuse leggermente le gambe, si vedeva che era rilassata. Le feci delle foto con il cellulare ai piedi con quelle scarpe “giusto per ricordo” le dissi; ovviamente quella sera mi segai abbondantemente guardandole.
L’indomani mi chiamò chiedendomi se volevo andare a cena da lei, ci teneva molto, mi disse. Risposi ovviamente di sì e prima di andare, passai dal centro commerciale e le comprai quelle zeppe vertiginose che aveva provato il giorno prima.
Quando aprì la porta di casa, rimasi sbalordito, aveva un bel vestito nero, un po’ attillato, che lasciava un po’ scoperto il seno e soprattutto modellava fianchi e culo, ai piedi sabot con tacco basso, la baciai sulla guancia ed entrai, ci accomodammo in salotto e le diedi la busta con il mio regalo; era senza parole, non se l’aspettava, quando aprì lo s**tolo e vide le zeppe, scoppiò a ridere e disse: “ma sei proprio fissato!” “Ti stanno benissimo, ti prego indossale.” le dissi, lei sorrise guardandomi negli occhi e disse: “va bene”, tolse i sabot e indossò le zeppe, i piedi velati scivolavano perfettamente dentro. “Sto davvero bene?” MI chiese e io le dissi “Certo, sei divina!” arrossì immediatamente ma non disse niente, allora mi chinai a terra e posai le mie labbra sulle sue unghie velate. Fu come andare in trance, iniziai a baciare e leccare piedi e zeppe mentre Adelina avvampava sul divano, la sentivo mugulare “no… cosa fai…” allora risalii con la lingua sulle gambe e poi di s**tto tornai su e le presi la faccia tra le mani. “Ma cosa ti è preso? potrei essere tua madre.” “Ti voglio Adelina, dal primo momento che ti ho visto!” La baciai con foga e le infilai la lingua dentro. Si fece accarezzare sotto il vestito e la mano andò in mezzo alle gambe dove era già un lago. “No è tanto che non lo faccio!” Disse divincolandosi dal mio bacio appassionato, io le leccai il collo e le pastrugnavo la figa. Si lasciò andare e riuscii a sfilarle il collant, le scostai gli slip di cotone nero e vidi la sua sublime figona pelosa, mi ci avventai con foga e la leccai con avidità. Adelina impazzì, intanto il cazzo mi si era fatto durissimo, mi spogliai e quando lo vide, grosso duro e pronto a chiavarla, rimase colpita. Lo prese in mano e i suoi occhi brillarono, era tanto che agognava quel momento, la stesi sul divano e entrai dentro, era ancora stretta nonostante la lubrificazione, provò dolore ma mi chiedeva di continuare e di spingere. Ci volle un po’ ma alla fine entrai, presi a chiavarla con forza, lei gemeva dal piacere e intanto la baciavo in bocca. Le alzai una gamba e le leccai il piede mentre la scopavo, aveva tolto i collant ma aveva rimesso le zeppe… il ché mi eccitava tantissimo. Non resistetti a lungo, venni in una copiosa sborrata che ovviamente finì tutta nella sua pancia. Sfiniti ci stendemmo per alcuni minuti a terra, poi le dissi: “andiamo a mangiare, così recupero le forze… stanotte voglio farti impazzire” Adelina sorrise e mi baciò.

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Sorprese improvvise

Mai e poi mai avrei pensato che potesse succedere una cosa del genere, proprio a me, che sono uno che non va a cercare avventure strane.
Stavo con la mia amante ( che non è un’avventura..siamo davvero innamoratissimi ) in un albergo del veneto a scopare, e con grande soddisfazione di entrambi, avevamo già abbondantemente goduto con baci, carezze, leccate, scopate e tutto quello che sapete che a letto si fa, quando ad un certo punto, siamo stati colti da una fame improvvisa. Allora chiamo la reception, e chiedo se è possibile avere qualcosa da mangiare, e l’impiegata mi dice che sarebbe stato possibile avere qualche toast e un paio di bibite.
Chiedo se gentilmente posso averle in camera, ma altrettanto gentilmente mi viene risposto di no, per cui, devo rivestirmi e scendere. Katya intanto, si assopisce fra le lenzuola bagnate delle nostre voglie. Io intanto mi preparo, e scendo al bar dell’albergo. Quando sono giù, il barman sta ultimando l’ordine, quindi attendo che metta le vivande sul vassoio, e mi avvio all’ascensore. Qualche secondo dopo sono davanti alla porta ma… la porta è appena socchiusa. Io ero certo di averla chiusa ( lo faccio sempre quando scendo e lei si addormenta ), e la cosa mi lascia un po’ interdetto. Entro piano piano, e vedo sdraiato sul letto un ragazzo di una ventina d’anni impegnato a leccare la figa di Katya, che nel frattempo, si era svegliata. Lei si accorge che io sono rientrato, ma non fa nessun movimento per far fermare il ragazzotto. Che fra le sue gambe, pare aver trovato il paradiso. Ad un certo punto, lui si sfila i pantaloni e gli slip, e Katya inizia a succhiargli l’uccello, mentre io, appoggiato il vassoio,ho il mio in mano. La scena è arrapante, specialmente quando lui, preso da una foia incredibile, la prende, la gira e inizia a scoparla a pecorina. La mia zoccolina non ne ha avuto abbastanza di essere venuta due volte con me. Questo cazzo giovane evidentemente è stato un regalo inaspettato..dopo una decina di minuti di sbattimento a pecorina, lei gli sale sopra e se lo infila tutto, muovendo il bacino.
Pochi colpi, e il ragazzotto viene, mentre io col mio cazzo in mano, salto fuori e lo metto in bocca a lei.
Il ragazzotto è imbarazzato, chiede scusa e vuole scappare, ma io lo trattengo e gli dico “dove vai, furbacchione..? Adesso vieni qui e me lo succhi, mentre lei te lo ritira duro.”
Così il ragazzotto ha iniziato a spompinarmi come un ossesso, e lei a lui, e quando siamo stati pronti, a turno ce la siamo risbattuta.
Siamo venuti di nuovo, senza aver mangiato un accidente.
Ma la sorpresa più grande, è stato vedere la ragazza di lui, entrata a sua volta in camera, seduta sulla poltroncina, a masturbarsi..
“Era tutto il pomeriggio che vi sentivano scopare, e ci avete fatto venire voglia.”
Così abbiamo tirato nel gioco anche lei, e devo dire che non ho mai visto così tanta sborra addosso a due troiette come in quella occasione.
Le sorprese improvvise sono sempre quelle che si ricordano più volentieri.

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Racconti Erotici

QUATTRO CAZZI PER ME….

Ho un culo da donna, me lo dicono tutti, rotondo, sodo, che forma una perfetta attaccatura con le cosce, un culo insomma da prendere, da violentare.
E’ stato il mio “ingombrante” culo da femmina ad aprire pian piano, già all’età di sedici anni, una voragine nella mia personalità sessuale apparentemente univoca. Passavo ore a fissarlo e mi eccitavo con ciò e finivo per masturbarmi. Vestivo il mio culo con perizoma, lo ingabbiavo in un reggicalze, lo valorizzavo con una sottoveste o baby-doll (cose che all’inizio sottraevo a qualche zia avvenente), tutto ciò al solo fine ripeto di masturbarmi. Non cercavo su riviste porno l’ispirazione per una sega, mi bastava guardare il mio culo.
Ad un certo punto però ho sentito altro, un prurito sessuale nuovo, sconvolgente, assolutamente innato. La colpa o il merito (lascio giudicare a voi) è da attribuire ad un mio amico coetaneo.
Allora avevamo diciott’anni ed eravamo in un negozio di profumi nei giorni precedenti a San Valentino, infatti lui doveva acquistare un regalo per la sua fidanzata.
Senza accorgermene mi ero messo chino sul bancone della cassa, poggiato sui gomiti, la schiena inarcata e il culo inevitabilmente all’aria. Non era la prima volta che mi sorprendevo in queste posizioni, ma non destavano in me molta preoccupazione inconsapevole allora di quello che sarei diventato.
Ad un certo punto sentii una forte pressione contro di me da dietro e allo stesso tempo sentii una punta più dura che premeva tra le mie natiche.
Il mio amico in maniera molto disinvolta e intelligentemente equivoca me lo aveva poggiato sul culo.
La sensazione fu sconvolgente, sembrava che il buco del mio culo si stesse bagnando, lubrificando per permettere al cazzo di entrare, ero a pecorina e sentivo che avrei potuto godere se fossi stato impalato come una troia.
L’immaginazione non ebbe seguito reale, il mio amico non fu chiaro nel suo gesto ed io ero troppo influenzabile per fidarmi delle mie sensazioni, tant’è che tra Claudio Adv e me non c’è stato mai niente.
Al di là di questo per me fu la scintilla, gli albori di una nuova mia dimensione che solo ora, a distanza di tanti anni, vivo a pieno.
Il passaggio mentale dal sognare di essere scopata tra le natiche e l’immaginare un cazzo tra le mani o in bocca fu brevissimo.
Cominciai sempre più a sviluppare queste fantasie nella maniera in cui la mia indole mi dettava.
Se fossi stato con un uomo volevo non solo riempirmi la bocca del suo cazzo ma anche bere la sua sborra. Speravo di essere scopata di fronte ad uno specchio, speravo in un cazzo enorme che a fatica entrava nel mio culo, tanto da farmi male…..ero estasiato dall’immaginare il cazzo che mi riempiva, dall’immaginare che il mio orefizio era allo stremo della sua dilatazione. Sognavo spesso un cinema dove fare un pompino durante la proiezione del film, in mezzo a tutti e sotto gli occhi di tutto.
Immaginavo il mio uomo che mi prendeva ai fornelli oppure mentre facevo le pulizie.
Mi piaceva l’idea di una troia, di una puttana, quelle vere che non si fanno pagare il cui solo interesse è sentirsi donna, nata per soddisfare gli uomini.
A queste fantasie poi più in là aggiunsi alcune idee di sadomaso molto soft, mi sarebbe piaciuto essere tirata per i capelli quando fossi stata scopata a pecorina, o essere tenuta immobile con la testa per evitare che la mia bocca sfuggisse ad un caldo spruzzo di sborra. Ancora immaginavo di avere i polsi legati, o meglio ancora di essere stretta in uno di quei nodi che fanno del corpo un angolo retto e così essere distesa di fianco sul letto e prenderlo dietro.
Con tutte queste fantasie la prima e più diretta conseguenza fu quella di curare il mio corpo, acquistavo creme, trucchi, lingerie, tacchi a spillo e parucche, mi depilavo. Volevo essere una troia insaziabile. Come per magia, questa sfrenata attività cerebrale si trasferiva sul mio culo rassodandolo ancora di più, quasi come che pensare di essere sfondata da nerchie violacee mi modellava il sederino da vera puttana in calore.
Avevo una doppia vita insomma, ma non nel senso di vite separata, svesti una e indossi l’altra, ma nel senso che queste due vite mi accompagnavano ( e mi accompagnano) contemporaneamente senza soluzione di continuità.
A scuola prima e all’università poi, indossavo (e indosso; ora al lavoro) reggicalze, perizoma, calze velatissime, sottovesti, tutto celato sotto panni maschili.
Ancora un altro dato è interessante della mia adolescenza, fino ai 21 anni, data della storia che ancora non vi ho raccontato, un po’ di pazienza.
Premetto che la scuola l’ho frequentata in un paesino di provincia, ecco perché la mia attività sessuale era nulla, lavoravo solo di immaginazione. Fino al momento in cui ho pensato di potermi divertire con pratiche masturbatorie un po’ sofisticate. Acquistavo chili di melanzane (nere e grosse; per la penetrazione è la cosa migliore dopo il cazzo e prima dei falli finti).
Le fissavo in modo tale che inevitabilmente una mi finiva nel culo e l’altra nella bocca, in modo da avere le mani libere e potere assumere così ogni posizione. Ero la troia di due grossi cazzi che mi scopavano in reggicalze e tacchi a spillo. A volte mi masturbavo e mettevo la sborra sulle due melanzane, era eccitante, quei fiotti caldi su quella superficie nera, sembrava che stessi realizzando le mie più perverse fantasie, bere sborra e il culo rosso dalle dimensioni della melanzana. Continuavo così per ore, cambiando posizioni, alla fine ero sfinita e sentivo delle voci che mi dicevano, – quanto è puttana, scommetto che avrebbe preso due cazzi contemporaneamente nel culo-.
Arrivo così ai 21 anni, baldracca, sfondata e mai sazia.
Era una mattina universitaria come tutte le altre, corsi, amici e qualche caffè tra lo spacco di una lezione e l’altra. Indossavo sotto i jeans un reggicalze di pizzo nero e delle calze velate color carne con la riga verticale sul dorso delle gambe, la culotte era di colore nero doverosamente portata sopra al reggicalze (infatti pensavo che una troia non può essere scopata senza reggicalze, quindi in quelle occasioni doveva essere agevole sfilare lo slip), sopra avevo un corpetto anch’esso nero a tono col reggicalze. Aggiungo che era una giornata di inverno, e che i maglioni di lana e il freddo aiutano a indossare gli indumenti intimi.
Nonostante la mia voglia di vivere una esperienza vera con cazzi di carne grossi e turgidi, stavo molto attento a non piegarmi troppo per paura che il perizoma saltasse fuori dai pantaloni.
Ad un certo punto della mattinata andai in bagno, il bisogno era di quelli impellenti, di quelli che richiesero un accurato svestimento e susseguente rivestimento ( i bagni erano molto sporchi, avevo premura a che i miei vestiti toccassero da qualche parte). Sfilai la culotte e sbottonai il reggicalze per sfilare le calze sotto al ginocchio.
Quando ebbi finito dovetti ripetere il rito all’incontrario.
Avevo appena tirato su la culotte che un ragazzo entrò nel bagno senza bussare (le serrature erano rotte ed io mi ero distratto).
La visione che gli si presentò fu quella del mio culo addobbato da cagna, infatti nel rivestirmi avevo dato le spalle alla porta.
Fu un attimo, lui richiuse la porta in un istante ed io non riuscii a vederlo in faccia.
Ero in preda alla disperazione, mi vergognavo, avevo paura delle conseguenze, il mio timore era di passare per il travestito della facoltà di scienze politiche. Era il primo contatto tra Federica (il nome che in seguito sceglierò per la mia parte femminile) e la realtà esterna.
Rimasi in bagno per alcune decine di minuti, la cosa che più mi innervosiva era il non averlo visto in faccia, di non poterlo riconoscere per parlargli e di pregarlo di non dire niente.
Quando uscii il bagno era deserto, anzi l’università era deserta, raccolsi le mie cose e andai a casa (un appartamento in affitto).
Quelle successive sono state le ore più brutte della mia vita, non sapevo che fare, tant’è che per tre giorni successivi saltai tutte le lezioni.
Il giorno che mi decisi di ritornare in facoltà ero convinto a metterci una pietra sopra, sarebbe stata la mia parola contro la sua, del resto a scienze politiche avevo avuto contatti con ragazze e non sarebbe stato difficile sostenere la mia tesi di ragazzo eterosessuale.
Passarono due giorni senza che mi accorgessi di qualcosa di strano, i miei amici erano normali ( del resto poteva essere anche uno di loro) fino al punto in cui ho pensato di essermi potuto sbagliare, magari quel ragazzo che credevo mi avesse visto aveva solo percepito la presenza di una persona nel bagno e si era subito ritirato senza vedere alcunchè. Invece no, non mi sbagliavo.
Una mattina di ritorno in aula studio e riaprendo il testo di diritto pubblico c’era un biglietto che diceva:
– ciao, hai un sedere da favola, ti ho vista nel bagno l’altro giorno e ti ho tenuto d’occhio in quelli succesivi… mi intrighi fino al punto da farti una proposta. Abito in un appartamento che dà su via Duomo, insieme ad altri tre compagni, tutti desiderosi di conoscerti. Non siamo bellissimi ma credo che a te interessino le dimensioni, uno con un culo e con vestiti così non può non sognare di essere rotto in culo. Riflettici ora stesso e lascia la tua risposta nel testo e recati di nuovo al bar. Se accetti, allora potremmo divertirci, se no stai sicuro, il tuo credo sia un segreto e con me puoi stare tranquillo-
Immaginate voi le mie sensazioni, la troia aveva fatto centro, ero eccitato desideroso di dire si, perché no, il solo pensiero che quel bastardo mi aveva pedinato tutti quei giorni mi faceva inumidire il culo e sbavare dalla voglia.
Poi sarebbero stati quattro, mamma mia quattro cazzi tutti per me, in un appartamento in cui sicuramente vogliono che sia vestita da puttana, mai avevo osato immaginare tanto. Al pensiero di cosa avrei potuto fare in quell’appartamento la vista mi si offuscò. Al di là del sesso, c’era l’aspetto di vestirmi, truccarmi, camminare in mezzo a persone vere in tacchi a spillo ( cosa che oramai mi veniva naturale). Avrei potuto liberare ogni fantasia, dalla cameriera sexy ad uno stupro di gruppo.
Correvo troppo con la fantasia, bisognava riflettere fare la cosa giusta. E avevo poco tempo, mi era stato detto di decidere subito e dovevo farlo.
Bisognava ponderare i pro e i contro (se fosse stato uno scherzo per farmi uscire alla luce?), ma non riuscivo ad essere lucido, come potevo.
Scrissi di pugno un biglietto:
– spero di potermi fidare di te, la tua, la vostra proposta è il meglio che potessi immaginare, a te la prossima mossa-
Uscii dall’aula e andai verso il bar, ero rigido, avrei voluto guardarmi intorno, ma temevo che avrei fatto un passo falso e rovinato tutto.
Per non dilungarmi, quando tornai c’era un indirizzo e un appuntamento e un –non mancare puttana-
L’appuntamento era per la sera seguente, sabato sera, trascorsi le ore facendo acquisti, rosetto, phard, smalto, una parrucca bionda per il resto possedevo già tutto.
Mi rimaneva solo una cosa da fare, un bel clistere per pulirmi l’ano per evitare brutte sorprese.
Mancava mezz’ora, uscii di casa e cinque minuti prima delle 9 suonavo al portone dei quattro.
Il bello fu che non ci fu nessuna sorpresa, erano davvero tre ragazzi in un appartamento non bellissimi ma carini, vestiti bene e profumati. Mi si presentò il mio osservatore sconosciuto, era il più grande di età, aveva 25 anni e fu lui a mettermi a mio agio.
I toni e le parole erano dure (sembrava ci fosse uno accordo tra di loro, e io fui felice che lo rispettassero, significava che gli ero piaciuto): – vuoi cambiarti puttana?- -come dobbiamo chiamarti, troia?- -ti basta troia?- feci cenno loro di si, tremavo dal piacere, dalla situazione, ero una cagna in calore che non riusciva manco a parlare.
Andai in bagno e mi vestii in modo eccitante, non troppo volgare, ma da signora di classe, da mantenuta, da signora il cui marito le organizza sesso di gruppo a sua insaputa.
Quando mi videro rimasero letteralmente di stucco.
Cominciammo col parlare del pìù e del meno, come in un comune gioco di ruolo dove ognuno faceva la propria parte alla perfezione.
Ad un certo punto mi presero e mi portarono in una stanza dove per terra c’era un grande materazzo, mi ordinarono di inginocchiarmi senza svestirmi.
Loro intanto si erano posizionati attorno a me in piedi, mi trovavo circondata e la mia bocca era a misura di quattro cazzi.
-sbottonaci i pantaloni e ti raccomando, troia, fai in modo che che la tua bocca no rimanga mai senza cazzo-
Cosi feci, quando li tirai fuori uno ad uno erano profumati e già in parte rigonfi, due sembrarono mastodontici e con una cappella che io avevo solo immaginato, gli altri due erano normali, ma no li disdegnai nemmeno per un momento.
-come sei brava, allora sei esperta, sei un puttanone di quelli che ti succhiano pure l’anima- ear sempre il più grande a parlare.
Davo il meglio di me, due in bocca e due che me li tiravo con le mani, estasiata da quello che mi capitava e che mi sarebbe capitato. Non mi fermavo mai, i cazzi diventavano sempre più grossi ed io non trattenevo quei geminti strozzati perché la bocca era piena di cazzo.
Continuammo molto, il tempo per far drizzare quattro cazzi senza farli sborrare.
Mi ordinarono di alzarmi e di togliermi la gonna e la camicetta, poi quando lo videro mi dissero di levarmi il perizoma.
Rimasi in corpetto che era un tutt’uno col reggicalze, tacchi a spillo, e faccia da troia con la bocca insaporita da alcuni segnali di eiaculazione.
Uno si sdraiò per terra col cazzo all’aria, si mise un preservativo e mi disse di salirgli a cavalcioni sopra, in altre parole ero inginocchiata sul suo cazzo e tutti e due formavamo due linne perpendicolari. Lo guardavo in faccia mentre si apprestava ad affondare il suo fendente, gli altri erano un po’ in disparte, quasi come avessero ricevuto l’ordine di stare lontano fino a che non mi avrebbe inculato pensando che sarebbe stato lungo e problematico.
Il mio culo però fece poca resistenza, era come lubrificato, e la sensazione di quel mio primo cazzo in culo fu paradisiaca, mi sentivo piena come un dolce alla crema, andavo su e giù in un ansimare chiaro e forte.
-ragazzi datevi da fare, questa è più aperta di puttana cinquantenne-
Uno mi si mise davanti in piedi (l’altro col cazzo enorme, uno era già nel mio culo) e disse – fai un bel pompino altrimenti ti sbatto fino a domattina- non avete idea che forza ha il ricatto nella mia condizione di troia e schiava. Altri due me li ritrovai in mano, a menarli con le mani. E’ la condizione più bella che avessi mai provato. Anche a loro piaceva infatti iniziarono un turpiloquio senza precedenti.
-prendile la testa- uno suggeriva all’altro
-fargli entrare pure le palle- e ancora – vacca meriteresti già una doccia di sborra-
continuammo così finchè ognuno non avesse ricoperto tutte e quattro i ruoli di quella stupenda posizione.
Passammo i cucina.
-ti piace alla pecorina, eh?-
Ero come drogata (per modo di dire), in completa balia di quei quattro, oramai mi trascinavano per le braccia, mi afferravano i capelli, mi strattonavano come un oggetto.
Uno di loro mi premette forte sulla schiena tando da farmi cedere sul tavolo, ero alla pecorina il mio primo desiderio, mi resi subito conto che le mie pratiche solitarie erano lontane anni luce dalla realtà, quando sentii penetrarmi dietro era la sensazione delle sensazioni, era la posizione mia naturale, lo prendevo tutto, sembrava che pure i coglioni stessero entrando. Poi quel cazzo in bocca che mi arrivò di schianto fu l’apoteosi, gli altri due guardavano il mio profilo di puttana sottomessa, i tacchi a spillo mi slanciavano in modo perfetto, il reggicalze era la ciliegina sulla torta.
Dopo tre o quattro colpi bene assestati e la bocca piena di cazzo, mi sentii svenire, stavo eiaculando, ma come, senza stimolazione? Pensai. Stavo arivando come fanno le donne, fu il coronamento di un sogno.
-guardate la puttana ha sborrato, è ora-
E’ ora? Ora per cosa? Non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai seduta sulla sedia e quei quattro che si sparavano una sega a 10 cm dalla mia faccia.
-ti va così? Eh, ti va?-
Non risposi, aprii la bocca e cacciai la lingua.
Prima dell’onda di sborra sentii solo –mamma, questa è proprio troia-
Dopo di questo ci calmammo, mi fecero i complimenti e mi dissero che potevo lavarmi.
Mi fecero una ultima proposta: -ti va di dormire con noi? Uniamo due materazzi per terra-
Dissi di si però al solo patto che fossi tornata a casa per un momento per prendere nuovi indumenti intimi, per la notte, dissi: -se devo dormire con voi da donna, non posso rinunciare ai miei vestiti-
Uno di loro si offrì di accompagnarmi.
Durante la notte, a turno mi svegliavano chi per un pompino, chi per chiacchierare.
Trascorsi là l’intera domenica e molti altri giorni.